Il coyote s'è addormentato.
Da tempo avevo desiderio di
scrivere sui Looney Tunes nelle loro versioni animali e... alla fine
l'ho fatto, non nel modo più originale, ma l'ho fatto nella
seguente fanfiction scritta un po' di getto e un po' ispirata ( e
modificata ) sulle note de 'L'uccello di fuoco' di Igor Stravinskij e Reflets dans l'eau ( Imaggine I ) di Claude Debussy, di cui spero aver riportato alcuni umori.
La fanfiction vede protagonista per
lo più Road Runner ( noto da noi come Beep-Beep ) e una parte di
rilevo la ha ovviamente Wile E. Coyote.
Non vi anticipo altro e, mi auguro, sarà una buona lettura che voglio dedicare alle mie carissime Shun di Andromeda e Mattie Leland, che spero apprezzeranno.
PS: lì dove vedete asterischi, andando a fondo pahina, trovate le rispettive note.
Il coyote s'è addormentato.
Ogni mattina in Africa, una gazzella si sveglia, sa che dovrà correre
più in fretta del leone o verrà uccisa, ed ogni mattina in
Africa, un leone si sveglia e sa che dovrà correre più della
gazzella, o morirà di fame.
E' una legge
universale questa, è la natura di
carnivori ed erbivori, di prede e predatori, che sono protagonisti del
grande cerchio della vita che non conosce bene o male, ma sa che la
morte di uno è vita per l'altro, ogni essere vivente nasce per
morire e ad ogni morte ci sarà nuova vita. Non è
così crudele come sembra, la Natura non ha un cuore ma è
indubbiamente giusta e perfetta: nella vita, nella morte, nel sangue,
nelle lacrime, nei sorrisi la legge di Madre Natura è perfetta, anche nelle eccezioni alle sue leggi.
Arriva sempre l'alba, in Africa come in America e le stesse leggi della natura si animano.
Nel Gran Canyon il sole sorgendo accarezza rocce e sabbia che prendono un
colore tra l'aranciato e il rosato che a mezzo dì sarà
oro. La fredda notte è ormai ricordo ben lontano.
Non ci sono leoni e gazzelle, ma ci sono coyote e roadrunners*,
consapevoli che le loro vite dipendono da chi correrà di
più e da chi sarà più furbo.
C'è un roadrunner -il grande Road Runner*- dal piumaggio stravagante che
sa dovrà correre poiché nella corsa non tanto vi è
la sua conservazione, quanto il senso della sua vita. Non ha paura, non
ha certezze, non ha bisogno di essere prudente, conosce bene il suo
coyote, sa di cosa è capace, sa quanto sia ingegnoso e che la
sua tenacia è pari solo alla sua sfortuna.
Road Runner, come ogni mattina quando esce dal suo giaciglio, saltella baciato dai primi raggi del sole e col suo squillante beep-beep
ringrazia il giorno che sarà, certo che emozioni e divertimento
non mancheranno, e preferisce ringraziare in modo tanto rumoroso per
svegliare il suo predatore; non può parlare ma con quel verso
vuole gridare: "eccomi, sono qui, vienimi a prendere!", per poi schizzare via lasciando solo polvere dietro a se.
Quando il Canyon appare all'occhio come un'infinita distesa d'oro, il
Road Runner decide di fare la sua prima pausa della giornata, non per
stanchezza, ma per prendere un po' d'acqua da un cactus*, guardarsi
intorno e liberare un altro energetico beep-beep.
Di solito la mattina, quando il coyote è nel pieno delle forze
lo ricorre fino a che, esausto, decide di mettere in moto il suo
ingegno.
Il corridore della strada si guarda intorno presumendo che la sua
nemesi sia nascosta da qualche parte ad architettare qualcosa di
genialmente interessante quanto inutile, e il cuore del volatile
palpita, sognando nuova azione ed avventura.
Lanciando un altro beep-beep corre via, verso il canyon più
altro, per avere un quadro della situazione dall'alto e poter
individuare dove si trova il canide; magari gli ha lasciato un po' di
mangime per strada, abbondante e di ottima qualità come sempre,
ci spera, perché un languorino gli sta solleticando lo stomaco.
Quando è finalmente sulla roccia più alta si ferma e
inizia a cercare con lo sguardo, oltre la polvere da lui sollevata,
dietro grossi massi levigati dal vento e cactus che esibiscono con
orgoglio il loro unico fiore, lancia anche un'occhiata dietro di se
-chissà che non si nasconda dietro quel polverone- ma nulla.
Sospira, producendo un debole beep e poi una macchia marrone cattura
il suo sguardo.
Trovato!
E le zampe riprendono a muoversi e lo fanno correre giù per la
vallata, dove si spiana il deserto. Pochi secondi ed è
lì, davanti a lui, sì, proprio davanti a Wile E. Coyote,
che se ne sta lì, fermo, a terra, rannicchiato su se stesso.
"Beep-beep", si annuncia il Road Runner a pochi metri da lui, ma nulla.
Gli occhietti azzurri -come il suo piumaggio- che guardano il predatore
sono alquanto confusi: che sia una strategia per prenderlo?
Fa un altro passo in avanti e un altro beep-beep ma nulla, il coyote
rimane immobile. Il vento spinge tra di loro passa una Rosa di Gerico*,
che rotola lentamente, distraendo per qualche secondo il volatile, ma
quando lo sguardo torna al coyote constata che neanche la sua
distrazione l'ha fatto muovere.
Decide di accucciarsi lì davanti per qualche minuto, forse vuole
che sia totalmente rilassato nella speranza di acciuffarlo, se è questo che vuole il Road Runner
può concederglielo, per illuderlo un po', a lui piace giocare
col fuoco in fondo e per un minuto può anche star lì, ma
non più di un minuto perché i roadrunner non hanno
pazienza, sono creature iperattive, che vivono nella frenesia e star
fermi e pazientare non è nella loro natura.
Passato il minuto -calcolato con l'infallibile orologio biologico- il
lungo collo del Road Runner si sporge verso l'altro, ma nulla, è
ancora immobile. Deve avere un sonno davvero profondo.
Si rialza e si dondola su una zampa producendo un motivetto canoro a suon di beep-beep,
è stanco di star lì ad aspettare, vuole muoversi e capire
che diamine ha Wile che non si muove.
Si innervosisce, la sua aria
spensierata e contenta lascia posto a un'espressione di puro fastidio,
ora è davvero irritato e dopo un beep
di forte disappunto, con violenza, inizia a beccare la testa del coyote
che a fine trattamento cade a peso morto da un lato.
"Beep-beep?".
C'è un grande punto interrogativo nella sua testa che non
conosce risposta per quello che ha davanti, e nella dimensione
dell'ignoto vi è l'inquietudine che accompagnata dal cocente
caldo tocca le sue penne.
"Beep-beep!" e gli becca il muso, in modo assiduo, poi libera un altro
beep-beep, malandrino fa la linguaccia, corre intorno al coyote, sollevando polvere, e poi lo ribecca, ancora... "beep-beep".
E ancora "beep-beep".
E ancora, non più interdetto ma disperato "beep-beep".
E si ferma, di nuovo, davanti a lui, e abbassa il collo, gli occhioni
azzurri studiano il muso del coyote, serrato,
mentre le palpebre sono chiuse in maniera naturale e rilassata, come
dormisse.
Dà una beccata gentile al grosso naso, come un invito,
e poi un altro beep-beep, il più triste che abbia mai
fatto, non squillante, non fastidioso, ma debole come un sussurro.
Non c'è più gioia sul suo musetto, gli occhietti non sono
più vispi, il grande Road Runner è dell'umore di mettere
la testa sotto terra come uno struzzo.
"Beep..." libera addolorato chiudendo gli occhi, come un saluto, come un congedo.
Il coyote s'è addormentato, per sempre.
Non si era mai accorto quanto il deserto fosse silenzioso fino a quel
momento. E quanto il caldo asfissiante, al punto da fargli venire la
pelle d'oca.
Si porta al fianco dell'altro animale e -come una ballerina che
esegue un pliés- si accovaccia a terra, piume contro
pelo, poggiando sconsolato il collo sopra il capo del coyote,
trovandolo in un qualche modo confortevole.
Era strano non esser mai
stati così vicini dopo tutti quegli anni, era strano non sentire più esplosioni, era strano non veder
massi cadere, era strano stare lì fermo senza alcun desiderio di
correre. E folle invece era che lui si fosse accoccolato sulla carcassa
del suo ( non più ) eterno rivale.
Rimase con lo sguardo fisso verso l'orizzonte perdendo la cognizione
del tempo, facendo sporadicamente deboli beep-beep senza un preciso
motivo, forse sperando di esser stato giocato da un miraggio, ma nulla
accadde e anche quando il sole scomparve dietro
la linea dell'orizzonte, lui era ancora lì, disorientato e
debole; quello a cui aveva assistito, era sicuramente il tramonto
più triste della sua vita.
Non aveva mai avuto nulla, ma si era
reso conto che quel pulcioso coyote era tutto quello che aveva, nel
bene e nel male, e la consapevolezza fece male.
Si chiese se mai ci sarebbe stata
una nuova alba in cui si sarebbe
svegliato con entusiasmo e gioia stampate sul muso, domanda
sciocca
però, non poteva saperlo in quel momento ed era indelicato
chiederselo, anche se ne sentiva il bisogno: lui non aveva mai
conosciuto la tristezza. In gran parte ciò era dovuto a Wile
stesso che con la sua fantasiosa -e anche masochistica- caccia non gli
aveva mai dato modo di annoiarsi e conoscere qualcosa di diverso dal
divertimento. Ma ora che se n'era andato aveva portato via con se anche
tutto il divertimento.
La luce lasciò posto alle
ombre, la prima stella della sera
dominò i cieli e con l'avanzare del buio la temperatura
diminuì sempre più, scendendo a toccare lo zero*,
scoraggiando
il roadrunner a rimanere lì al fianco del coyote, ma non voleva
sentire ragioni, che fosse il freddo o la puzza di putrido. Quella
notte sarebbe rimasto lì, col la sola compagnia di un ricordo e
del firmamento, sempre più brillante e affascinante pian piano
che la notte diventava più fonda.
Quel giorno nessun predatore vinse
e non vinse nessuna preda, il coyote e il roadrunner avevano perso
entrambi e avevano perso qualcosa d'importante per ognuno, al di
là delle leggi della natura.
L'universo agiva spesso in modi
misteriosi e incomprensibili, e mistero fu quello che aveva legato per
una vita intera quei due animali, mistero era l'umanità che vi
si celava sotto la loro natura animale.
Il corridore della strada,
guardando le stelle, affidò a loro il desiderio che in futuro
coyote e roadrunners potessero essere amici, perché era un
peccato che le differenze delle loro nature li separassero; non sarebbe
stato forse possibile nella prossima generazione ma magari in un anno
come il 2772* una cosa del genere sarebbe potuta accadere; Road era un
tipo fortunato dopotutto, quindi magari -con un po' d'ottimismo- il suo
desiderio sarebbe stato realtà.
E con la speranza nel cuore,
strusciando prima il suo capo contro quello di Wile -come fosse una
carezza-, ignorò il freddo e chiuse gli occhi. Ma non sapremmo
mai se per sognare ancora folli inseguimenti nel canyon o per non
aprirli mai più.
Ho ben poco da dire, come ho detto è una ff senza pretese ma con la quale ho desiderio di salutare il 2011.
Nella sua modesta natura in fondo sono soddisfatta, ma aspetto un
vostro parere, anche il più critico, ma comunque -se leggete-
per favore lasciate un commento, non vi chiedo un poema, ma dedicate un
minuto di tempo a recensire, grazie.
NOTE PER LA COMPRENSIONE ALLA LETTURA:
Roadrunners & Road Runner: letteralmente 'corridore della strada'
è il nome volgare della specie animale a cui appartiene il nostrano
Beep-Beep, che qui in Italia si è voluto far passare per struzzo.
Scritto tutto attaccato è il nome della specie, scritto Road Runner è
il nome proprio di quello che noi conosciamo come Beep-Beep, e che
spesso, per distinguersi dagli altri corridori della strada, viene
chiamato 'Il grande Road Runner'.
Acqua dei cactus: gli
animali che vivono nel deserto prendono l'acqua dai cactus che come
ogni pianta grassa, assorbono tantissima acqua per il proprio
mantenimento.
Rosa di Gerico: è quella palla di arbusti e
rametti che si vede rotolare nei deserti, soprattutto nelle zone
desertiche americane.
Temperatura di 0°: per chi non lo sapesse
il deserto di giorno è indubbiamente un posto caldissimo, ma
l'escursione termica notturna scende in prossimità dello 0°.
Anno 2772:
non l'ho messo a caso, questo anno è quello in cui è ambientata la
serie Loonatics Unleashed, che vede protagonisti i discendenti dei
Looney Tunes. In quiesta serie l'evoluzione ha portato ha cambiato
molte cose, coyote e roadrunners sono stati antropomorfizzati ancor di
più e i discendenti di Wile ( Tech ) e Road ( Rev ), sono addirittura
amici per la pelle, si ipotizza addirittura che vi sia una relazione
tra loro tanto il loro legame per certi versi è ambiguo.
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