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THE CAPTAIN AND HIS
FIRST MATE'S ROOM
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Il picchettare
intenso della pioggia sul legno svegliò di soprassalto Joe, che si ritrovò per
un attimo ad annaspare nel buio nero e profondo, stretto da legacci che quasi
non lo lasciavano respirare e col viso imperlato di sudore.
La sua mente
vorticava, incapace di ragionare logicamente e di riprendere il contatto con la
realtà tanto più dalla sua bocca uscivano rantoli e lamenti e il suo corpo, più
pesante del piombo, non accennava a rispondere alle sollecitazioni.
Sembrava come
paralizzato.
All'improvviso, un
ceffone, dato da una mano umida e gelida ma al tempo stesso familiare, lo
riscosse, ripiombandolo all'istante nella realtà: si accorse che quei legami
così stretti altri non erano che le lenzuola della sua cuccetta. Che quel buio
così profondo celava solo il mobilio della stanza, sua e del capitano, e che si
trovava al sicuro, sotto la coperta del GokaiGalleon.
E che sopra di sé,
grondante acqua per la notte trascorsa di vedetta, c'era Marvelous, che lo
fissava con occhi preoccupati e al tempo stesso irritati.
Lo spadaccino fissò
a lungo l'altro, frastornato e confuso, incapace di proferire parola nel
tentativo di mettersi seduto; le braccia snelle di GokaiRed gli passarono sotto
le ascelle, aiutandolo, prima che questi, scivolando verso la porta, si
decidesse ad accendere la luce.
L'improvviso
splendore lo accecò per un attimo mentre, sotto al suo naso, si era
materializzato improvvisamente un bicchiere pieno di liquore ambrato.
“Datti
una calmata e bevi, sembra che tu abbia visto un fantasma.”.
Marvelous sparì nel
piccolo bagno attiguo alla camera, lasciando il suo luogotenente a fissare il
vuoto con espressione ebete.
E un fiume di
lacrime a rigargli il volto, senza che lui fosse in grado di fermarle.
E quando il moro,
ritornato in camera con un semplice accappatoio addosso e i capelli ancora
grondanti d'acqua, lo trovò in quelle condizioni, a sua volta non seppe cosa
fare, come comportarsi in un frangente del genere.
Diavolo, era
convinto fosse un semplice incubo, non che avrebbe portato il suo fidato
compagno a comportarsi in quel modo: piagnistei e lamenti non erano da lui,
affatto.
Con cautela, si
avvicinò al letto sfatto, sedendosi accanto a Joe, che serrava con forza tra le
dita il bicchiere ancora intonso: con una certa difficoltà, riuscì a fargli
mollare la presa, ingollandone lui stesso il contenuto in un solo sorso.
Chissà perchè,
aveva l'impressione che gli sarebbe servito: dopotutto, era stanco per la lunga
nottata, e poi non si può sprecare del buon liquore senza una ragione!
Il suo sguardo
tornò sul volto di Joe, arrossato, e sulla mano, che era andata a stringere
convulsamente la coperta.
Marvelous sospirò:
“Non è servito a nulla il mio schiaffo?” chiese irritato.
L'immobilità di
GokaiBlue gli fece capire che, no, forse non era servito a granchè.
Con un gesto di
stizza, il capitano afferrò a sua volta un lembo di lenzuolo, tirando con poca
grazia e parecchia forza: con un tonfo, Joe Gibken era cascato a faccia in giù
sul pavimento, col naso a pochi centimetri dai piedi nudi del moro.
Che sogghignava a
braccia conserte sopra di lui.
Sembrava però che
quell'azione, per quanto dolorosa, avesse fatto quantomeno tornare in sé lo
spadaccino, che sbattè più volte le palpebre, con gli occhi puntati
alternativamente sul volto del compagno e sulle proprie mani.
“Ti
sei svegliato adesso?” chiese GokaiRed, inginocchiandosi fino a quando i loro
visi, o meglio le loro bocche, non furono a pochi centimetri di distanza.
“Più
o meno...” balbettò Joe, asciugandosi furtivamente il volto dalle lacrime mentre
cercava di mettersi in piedi, puntellandosi con le mani sul bordo del letto.
Come già prima
aveva fatto, il capitano cinse con estrema delicatezza la vita del compagno,
aiutandolo a rimettersi dignitosamente seduto sul materasso, senza però fermarsi
a questo: pochi istanti dopo, e la schiena del vicecomandante era poggiata
contro i cuscini, mentre GokaiRed, sdraiato per tre quarti sopra di lui, lo
baciava sul collo e sulle labbra, sfiorandogli la pelle del viso coi capelli
ancora umidi per la doccia fuori programma che si era fatto stando fuori,
appollaiato per tutta la notte sulla coffa.
I nervi tesi fino
allo spasmo di GokaiBlue, in un momento, si rilassarono, mentre un sorriso
sghembo si allargava sulla bocca di Marvelous: era stata una grande idea la sua,
senza alcun dubbio.
Senza dimenticare
che trascorrere quasi sei ore al freddo meritavano un premio, secondo il suo
punto di vista.
S'interruppe un
attimo, poggiando la testa sul petto nudo dell'altro: sentiva il cuore battere
con forza, sembrava quasi volesse sfondare la cassa toracica per uscire e
trovava quel suono, unito al calore che emanava il corpo dell'altro,
estremamente piacevole e rilassante, quasi al livello di una ninna-nanna.
Si accoccolò
meglio, dimenticando quello che stava facendo fino a due minuti prima e
sentendosi improvvisamente esausto e senza forze: quel cuscino gli sembrava così
piacevolmente caldo...
Nel torpore che
precede il sonno, sentì chiaramente una mano sfiorargli i capelli.
Riuscì, con gran
difficoltà, a sollevare una palpebra, osservando l'espressione a sua volta
assonnata di Joe, che stava del tutto riverso sul cuscino, con gli occhi chiusi,
e la cui mano non aveva smesso neppure nel dormiveglia di accarezzarlo.
Peccato, avrebbe
voluto divertirsi ancora un po'...
L'unica cosa che
sperava è che nessuno degli altri membri dell'equipaggio avesse la brillante
idea di andarli a svegliare.
O sarebbero stati
presi in giro da lì all'eternità.
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