Rock
the night
(Spoiler
capitolo
139)
“Sono
disperato.”
“Questo
non ti da
il permesso di venire a casa mia di notte!”
Furuichi
guardò Oga
con gli occhi pesti e infuriati e incrociò le braccia. Non andò ad
accendere
neppure la luce nel corridoio e prese a salire le scale senza dirgli
nulla
mentre, al piano superiore, svegliati dallo squillo del campanello, i
suoi
genitori e sua sorella cominciavano ad agitarsi. Ancora sudando freddo,
Oga lo
seguì stringendo forte le mani attorno alle gambe grassocce di Beel.
Non
riusciva ancora a togliersi dalla testa il volto di Hilda con
quella espressione, così vicino al suo, anche se aveva tentato
ogni cosa. Guardandosi furtivamente intorno, entrò nella stanza di
Furuichi e,
velocissimo, si richiuse la porta alle spalle a doppia mandata, poi
crollò a
terra emettendo un lungo sospiro. Furuichi lo guardò scandalizzato.
“Cosa
vuoi fare
chiudendoci qui dentro?! Sei impazzito?!
“Stupido
Furuichi!”
esclamò Oga ricambiando la sua espressione “Non sono io ad essere
impazzito, ma
quel demone!”
“Parli
di Beel?”
gli chiese Furuichi indicando il bambino sulle sue spalle. Oga girò la
testa ed
alzò le spalle, scoprendo Beel. Impallidì.
“Sono
morto.”
mormorò con voce cadaverica “Adesso sarò accusato anche di rapimento di
minore!”
Furuichi
non
riusciva a capire più niente. Crollato sul letto, fece un bel respiro
per
calmarsi e cercando di sembrare più naturale possibile, sperando di
poter
dimenticare che quel cretino di Oga era piombato a casa sua nel bel
mezzo della
notte farneticando, gli chiese: “Si può sapere di chi stai parlando?”
“Di
quel dannato
demone!” replicò Oga come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Se non
si
trattava di Beel, poteva essere solo…
“Cosa
c’è che non
va con la signorina Hilda?” gli chiese allora Furuichi, corrucciato.
“E’
impazzita, non
è più lei, è-“
“Ha
davvero perso
la memoria?!” esclamò Furuichi sobbalzando e Oga annuì, gli occhi
spalancati.
“Adesso
pensa
davvero di essere mia moglie!”
“E
quindi?”
“Stava
dormendo con
me nel mio letto!”
“Wooooooooooooh!”
Furuichi lanciò un urlò spaventoso, poi si coprì a bocca con le mani.
Non
riusciva a decidere se essere incavolato nero con Oga e la sua stupida
fortuna
o emozionato per la nuova Hilda così
libertina. Saltò giù dal letto con gli occhi ridotti a fessure e si
avvicinò ad
Oga, puntandogli contro un dito, senza fiato.
“Voi
due non
avete…”
“Ma
che diciii!”
ululò Oga fuori di sé “Mi ha guardato con una faccia, era così strana…”
“Voglio
vederla!”
esclamò Furuichi tutto emozionato. All’improvviso si sentiva davvero
sveglio e
pronto a vedere quanto fosse carina la signorina Hilda nei panni della
moglie
amorevole. “Andiamo subito a casa tua!”
Indossò
soltanto le
scarpe e, ancora in tenuta da notte, si lanciò in una corsa disperata
verso
casa di Oga, trascinandolo con sé insieme a Beel.
“Beelze!”
Furuichi
quasi non
riconobbe Hilda quando, con una camicia da notte svolazzante e i lunghi
capelli
sciolti e arruffati, corse incontro a Beel e lo strinse forte a sé,
sollevata.
Poi, senza neppure notare la nuova presenza, i suoi occhi si posarono
su Oga,
sconvolto, e diventarono languidi.
“Ero
preoccupata.”
sussurrò con una strana voce, poi, all’improvviso, lo abbracciò. “Ti
chiedo
scusa, Tatsumi. Scusami se ho fatto qualcosa di sbagliato, ma io non
ricordo
più nulla…”
Oga,
visibilmente
scosso, se ne stava impietrito tra le sue braccia, senza fare nulla, e
Furuichi
lo invidiò profondamente. Tutte le fortune capitavano a lui, maledetto
Oga! Ma
forse c’era un modo…
Si
schiarì la voce
per farsi notare e funzionò: non appena Hilda si accorse che lei e Oga
non
erano soli, un po’ rossa in volto, si allontanò da lui, con Beel ancora
tra le
braccia.
“Tu
sei…?” gli
chiese in tono gentile, senza minimamente pensare al fatto che, a
quell’ora di
notte, ci fosse uno sconosciuto a casa loro. Furuichi sfoggiò un
sorriso
smagliante.
“Davvero
non mi
riconosci? Sono Takayuki-kun, il tuo amante!”
A
quelle parole,
Hilda lo guardò, sconvolta. Qualche passo dietro di lei, Oga spalancò
la bocca,
incredulo, senza riuscire a dire nulla. Certe volte Furuichi riusciva a
sconvolgerlo per quanto riuscisse ad essere patetico.
“Il
mio amante?
Davvero ho… un amante?
Furuichi
annuì,
serio.
“Certo.
Quello
zotico di Oga non ti ha mai apprezzata quanto avrebbe dovuto e tu hai
deciso di
stare con me.”
Confusa,
Hilda guardò
Beel, stretto tra le sue braccia, felice, poi lo posò sul letto. Come
aveva
potuto distruggere la felicità del suo bambino lasciando la sua
famiglia ed
andando con un altro uomo? Adesso capiva perché quella mattina Tatsumi
si era
arrabbiato con lei e l’aveva tenuta a distanza. Non ricordava più
nulla, ma
sapeva di aver sbagliato. Si sentiva gli occhi lucidi. Guardò ancora
una volta
Furuichi, poi Oga: se ne stava in silenzio, le braccia distese lungo il
corpo,
gli occhi nascosti dai capelli. Sentì una lacrima sotto la palpebra.
“Mi
dispiace,
Tatsumi” mormorò senza riuscire a smettere di guardarlo. Takayuki-kun
la
attendeva a braccia spalancate, sorridente, ma lei non riusciva a
muoversi.
Anche Beelze continuava a guardarla, il viso contratto, continuando ad
emettere
versi ansiosi. Non era stata per lui una buona madre.
“Mi
dispiace
tanto.” ripeté e si diresse piano verso Furuichi, ma la voce perentoria
di Oga
la fermò.
“Che
stai facendo? Credi
davvero alle parole di quello stupido di Furuichi?” Oga, tremendamente
serio
come non mai, aveva allungato un braccio verso di lei. “Credi davvero
che il
tuo affetto per Beel fosse così debole da mollarlo così? Secondo me ti
sbagli.”
Dannato
Oga.
Furuichi lo guardò, depresso, e sbuffò.
“Perché
non mi hai
retto il gioco? Vuoi tenerti la signorina Hilda tutta per te, non è
vero?
Adesso che è così carina-“
“Maledetto
Furuichi.” sibilò Oga battendosi un pugno sul palmo della mano.
Oltrepassò
Hilda e si diresse verso l’amico che aveva preso a tremare e ad
agitarsi.
“Dai,
Oga,
scherzavo! Non volevo… aaaaaaah!” Si coprì la testa con le mani,
impaurito, ma
Oga non alzò un dito: Hilda gli si era aggrappata al braccio. Oga si
irrigidì.
“Ti
prego, Tatsumi,
non fargli del male! Certamente il signor Furuichi era invidioso della
nostra
famiglia, perciò ha detto tutte quelle cose. Ma noi sappiamo che non è
così,
perché io vi amo, amo te e Beelze,”
mormorò un po’ rossa “e sono certa che lui se n’è già pentito, non è
vero?”
Furuichi
annuì
energicamente, in silenzio, mentre Oga si sentiva man mano più fiacco. Voleva morire. Non si era mai sentito in
imbarazzo come in quel momento.
“Che-che
significa
‘Vi amo, amo te e Beelze’? boccheggiò mentre Hilda spostava lo sguardo
e
arrossiva pudicamente, così si sentì ancora più imbarazzato.
“Quello
che ho
detto.” mormorò lei sorridendo a Beel. Senza fiato, Oga ricadde di
schiena sul
letto e si coprì il volto con le mani. Quella dannata Hilda. Per quanto
ancora
avrebbero dovuto mandare avanti quella commedia? Se continuava così,
l’avrebbe
sposata davvero. Non si sentiva ancora pronto psicologicamente.
Le mie note:
questa fic la pubblico davvero a cuore aperto per molti motivi: perché
è uno
scleratissimo frutto della mia immaginazione, perché è la prima su
questa serie
che mi fa morire dalle risate, perché è su una coppia che mi piace
tanto, ecc.
ecc.
Non
so neppure se
qualcuno la leggerà, dato che non ha neppure una sezione dedicata. XD
Nel caso
questo accadesse, vi sarò grata se vorrete lasciarmi un parere sull’IC
dei
personaggi (scrivere di questa Hilda
mi ha fatto morire! XD), su quanto la mia immaginazione sia
sconvolgente, ecc.
ecc.
Tutto
questo, in
attesa del prossimo capitolo. L’attesa fa anche questo. XD
Prima
che lo
dimentichi, il titolo della fic è quello della canzone “Rock the night”
dei
Blue.
Grazie
per aver
letto. ;)
Ayumi
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