Cap1
Salve a tutti! Questa è la mia prima fanfiction, nonchè prima crossover!
L'intreccio di questa storia vede come protagonista l'anime/manga Card Captor Sakura e un anime meno conosciuto Mahō shōjo Lyrical Nanoha[in particolare alla fine della serie Stricker's].
Avevo pensato di farvi un riassunto, visto che pochi conosco il
secondo anime che ho citato qui sopra, ma mi sembrava troppo lungo e
quindi ho deciso di scrivere solamente qualcosa sull'ambientazione.
Per qualsiasi domande sulle serie degli anime che utilizzo non esitate a contattarmi e a chiedermi spiegazioni.
Cercherò di fare del mio meglio e vi ringrazio fin da ora per il tempo che mi dedicate.
Ambientazione:
Card Captor Sakura - Un po' di
anni dopo la fine della seconda serie e del secondo film, dopo che
tutte le Clow's Card sono diventate Sakura's Card, compresa la carta
del nulla.
Mahō shōjo Lyrical Nanoha - Anni dopo la fine della serie Stricker's.
Città: Tomoeda
Buona lettura!
Peorth
Cap.1 : Il "solito" primo giorno di scuola
- Guarda Shaoran…-
La voce di Sakura sembrò quasi un sussurro portato via dal vento.
La ragazza era immobile.
Il suo fedele scettro nella mano destra, gli abiti logori e sporchi di
polvere e gli occhi smeraldo fissi in un punto ben preciso.
Shaoran, con un balzo, ritorno sul suolo e ripose la sua possente spada.
Con una mano si asciugò il sudore sulla fronte e tirò un grosso sospiro di sollievo: anche questa volta era fatta.
Nell'udire la voce della sua ragazza si voltò e la vide ferma
davanti ad un grosso polverono, causato dal loro ultimo attacco.
La prima cosa che fece fu di assicurarsi che lei stesse bene: non
sembrava portare ferite e anche a livello di stanchezza le sembrava ok.
C’era stato un po’ di trambusto ultimamente a Tomoeda.
Strane presenze si erano come materializzate dal nulla e
avevano iniziato a distruggere la città, senza alcun motivo preciso.
Questi mostri non avevano ne forme proprie, ne obiettivi precisi.
Aumentavano ogni giorno sempre più, quasi in cocomitanza alle
guerre, agli scontri e ai disastri che si svolgevano nel resto del
Mondo.
Dichiaravano guerra ad uno Stato? Compariva un mostro.
C'era un disastro ambientale di dimensioni apocalittiche? Compariva un mostro.
Tutti stranamente nella loro città. Tutti stranamente uguali.
La cattura carte Sakura e il suo compagno Shaoran erano
stati costretti ad entrare in azione per fermare questi “esseri” e per dare una mano alle forze dell'ordine.
Da due anni si erano messi al servizio della polizia, smascherando le loro identità e poteri.
Naturalmente subito furono accettati con riluttanza, ma poi vedendoli
sempre pronti ad intervenire e riuscendo nella maggior parte delle
volte a salvare una situzione insalvabile, divennero gli eroi della
città.
- Vedi anche tu ciò che vedo io? -
Sakura alzò la mano sinistra per indicare un punto in mezzo all'oscurità del cratere che aveva davanti.
- Non vedo nulla con questa polvere - disse lo spadaccino,
raggiungendola e stringendo gli occhi per cercare di metter meglio a
fuoco.
Sakura pose davanti a se lo scettro della Stella e
quest’ultimo tornò un semplice ciondolo: le sembrava impossibile eppure, la, in quel cratere, c’era…
- Un momento e quello cos’è? – esclamò di colpo Shaoran
avvicinandosi sempre più al cratere, facendo attenzione a dove
poggiava i piedi.
Nel punto più remoto, coperto dall’oscurità, si intravedeva
un fagotto bianco. Sembrava quasi un bozzolo d’insetto.
- Allora non me lo sono immaginata! Dopo che abbiamo colpito
il mostro una luce è confluita in quel punto e ha lasciato questo…coso –
Anche Sakura si era avvicinata, appoggiandosi ad
una spalla del ragazzo per sporgersi un po’ di più.
- Augh..auah..-
Il fagotto si dondolò un po’ emettendo uno strano rumore.
La ragazza si spostò e face un piccolo balzo fra le macerie, cercando di non scivolare.
- Attenta Sakura, potrebbe essere qualsiasi cosa lo sai
che…- Shaoran fu interrotto dalla mano aperta a mezz’aria di lei.
Il fagottino si mosse ancora di più ed allentò alcune fasce,
scoprendo così un viso paffuto e color latte di un neonato.
- Mah…è un bambino! –
Subito l’istinto materno di donna scattò in Sakura che non ci pensò due volte a prenderlo da terra e
sollevarlo: lo strinse forte sopra al seno e cercò di coprirlo col mantello che
indossava, per dargli più calore.
Il bimbo aveva già una piccola chioma di capelli neri,
nonostante la sua tenera età.
Lottando contro quelle bende tanto strette riuscì a liberare
anche le sue paffute e piccolissime braccia.
Shaoran non potè credere ai suoi occhi: scese anche lui e la
raggiunse.
Era proprio un bambino in carne ed ossa e sembrava stare bene
nonostante fosse proprio nel punto dove l'ultimo mostro attaccò.
- Da dove pensi sia venuto? Che qualcuno l’abbia perso?
Magari durante la battaglia una signora è rimasta ferita e ha smarrito il
piccolo! Sai qui in città, nonostante cerchiamo di evacuare sempre tutti non è
difficile che qualcuno rimanga coinvolto – disse il ragazzo mentre si guardò
intorno sperando di scorgere una qualche figura umana.
Il piccolino si stropicciò il viso e lentamente aprì le
palpebre, mostrando due occhi azzurri come il cielo più limpido.
Sakura sorrise vedendolo e gli sussurrò: - Ciao piccolino,
ti sei perso? –
Il bimbo spalancò gli occhi per guardare le due persone che
erano con lui e, sentendosi al sicuro, si strinse di più a Sakura ed iniziò a succhiarsi il pollice.
Sakura alzò lo sguardo verso Shaoran: - Non è un amore? –
disse sorridendo.
Il ragazzo in un primo momento si lasciò catturare dal
sorriso di Sakura e sulle sue gote comparì un lieve rossore.
Era follemente innamorato di quella ragazza ed era già da
qualche tempo che stava pensando di chiederle di andare a vivere
insieme o, perchè no, di sposarsi.
In fin dei conti avevano finito entrambi il college, lui aveva anche
trovato un buon lavoro e le cose fra loro andavano sempre meglio.
Dopotutto un giorno avrebbe voluto davvero tanto anche lui
avere un famiglia.
La visione di Sakura con quel pargolo gli sembrò...NO!
"Ritorna in te Shaoran! Questo bambino è un civile! Tu sei un guerriero! Pensa ai tuoi doveri!" si disse fra se e se, scuotendo la testa.
- Avrà sicuramente una madre e sarà tanto in pensiero per
lui! – i suoi doveri da guardiano della città lo riportarono con i piedi a
terra.
- Lo so, ma come faremo a ritrovarla? – anche Sakura iniziò
a guardarsi intorno, ma in lontananza vide arrivare solamente le forze
dell’ordine giunte sul posto, come ogni volta, alla fine di una battaglia.
- Vedrai che grazie all’aiuto degli agenti riusciremo a
trovarla – disse il ragazzo allontanandosi da li e raggiungendo velocemente il
capo dalla polizia per un rapporto dettagliato.
Il piccolo bambino lentamente si addormentò cullato dal
regolare battito del cuore della maga che lo teneva in braccio.
Sakura sospirò osservandolo.
In quel momento al suo fianco si posò Cerberus, scuotendo le sue
meravigliose ali dorate e ripiegandole sulla schiena dolcemente.
Il maestoso felino si avvicinò alla sua padrona: - Stai bene Sakura?-
La ragazza annuì voltandosi verso il suo fidato guardiano.
- E quello? - chiese Cerberus con fare interrogativo.
- L'abbiamo appena trovato. Poverino si deve esser perso...-
La ragazza posò con delicatezza un dito sul nasino dal bambino, facendo attenzione a non svegliarlo.
C’era qualcosa di diverso da ogni altro bambino in quel
pargolo che stringeva al petto.
Non sapeva se era il suo istinto materno che parlava o il
suo senso da maga, ma comunque quel fagotto le sembrava “la cosa” più preziosa
al Mondo, in quel momento.
Anche Cerberus sentiva qualcosa di strano in quel bambino, ma non volle interrompere quel quadretto così delizioso.
20 anni dopo - Nei pressi del College Towa di Tomoeda
L'inizio delle lezioni era sempre un gran giorno.
Indifferentemente che fosse il primo giorno di inizio delle elementari
o dell'università, era sempre il primo giorno di scuola!
Nell'aria davanti agli edifici scolastici si respirava quel nonsochè di nuovo e sconosciuto.
Cambiare scuola, diventare grandi, farsi nuovi amici. Insomma una nuova
avventura, bella e misteriosa che ti faceva comunque iniziare la
giornata con un sorriso.
Tutte i ragazzi che in quel momento stavano raggiungendo il vicino
College Towa erano pieni di aspettative e di felicità per
l'inizio del nuovo anno accademico.
Tutti tranne...
-...me...-
Un ragazzo alto, moro si stava fissando nella vetrina di un negozio di elettrodomestici, sospirando.
Nei suoi occhi azzurri, più che felicità, si leggeva tristezza e rassegnazione.
Come ogni anno, l'arrivo del mese di Settembre significava per lui
dover affrontare, ancora una volta, la classe, gli amici e ciò
che pensavano di lui.
Per Yuki non era mai stato facile relazionarsi con le persone, un po'
perchè era timido di natura e un po' perchè il suo
cognome...
- Yuki Li Kinomoto, matricola 5678 - lesse ad alta voce la prima riga
incisa sul suo tesserino universitario, sospirando ancora una volta.
Già, proprio il suo cognome lo portava ad essere isolato.
Lui era figlio di due maghi che in passato erano stati acclamati da
tutti, ma ora erano visti come una minaccia e come una
estraneità.
Erano 20 anni che ne un mostro, ne una guerra, ne un disastro ambientale capitava più. In nessuna parte del Mondo.
Il contributo dei suoi genitori era diventato, quindi, inutile. Anzi
alcuni avevano iniziato ad insinuare che furono proprio loro a causare
tutti quei disastri, attraverso il malocchio e che, un giorno, stanchi
di tutto ciò, smisero solo per loro piacere.
"Ciò che non si conosce, fa paura"- ripeteva sempre sua madre accarezzandogli la fronte quando da bambino lo portava a letto-"Ed
è per questo motivo che facciamo tanta paura alla gente.
Però tesoro mio se continuiamo a vivere la nostra vita
normalmente ed a dimostrare che siamo persone come tutti gli altri,
vedrai che prima o poi ci accetteranno. Ma tu Yuki non devi temere
perchè sei il più 'normale' di tutti noi, ma soprattutto
sei intelligente e un bravo bambino e vedrai che diventerai qualcuno
anche senza magia e riscatterai il tuo nome".
- Già...senza magia - sussurò Yuki, tornando ad osservare la sua uniforme marrone con cuciture ocra.
Yuki era stato adottato da Sakura e Shaoran e quindi non aveva alcun
potere magico, ma nonostante questo la gente lo trattava come "un
mostro".
Forse era meglio così.
Yuki avrebbe sempre voluto sentir scorrere nelle sue vene, almeno una volta, la magia.
Voleva sapere cosa significasse essere speciale.
S'infilò una mano nella tasca e lentamente s'incamminò verso la vicina università.
Lo sguardo era basso, come sempre. Camminava defilato, vicino ad un muretto, cercando di non urtare niente e nessuno.
Cercando di esser niente e nessuno.
Non era sempre stato così. Lui ci aveva provato, ci aveva creduto nella magia.
Tutti i giorni, dopo i compiti, andava in bibblioteca e cercava di
impare il più possibile sulla magia o su come praticarla, mentre
a sua madre diceva sempre che usciva a giocare: non voleva esser
frenato nella sua curiosità.
Quante volete aveva aperto il libro delle Sakura's Card ed aveva
cercato di far levitare anche solo una delle sue carte, ma nulla.
Tutto quello che gli riusciva bene era studiare, prendere dei bei voti.
Assimilava i libri come una spugna, ma si è sempre detto
che questo non lo avrebbe mai portato da nessuna parte.
Yuki si fermò di colpo e alzò lo sguardo per osservare
l'entrata al campus: un bellissimo edificio appena restaurato a forma
di 'E' si presentava ai suoi occhi imponente ed autoritario.
In alto, al centro dell'ala principale, mostrava, quasi con orgoglio, lo
stesso stemma che Yuki aveva cucito sul taschino dell'uniforme.
Il giardino pieno di alberi, panchine e tantissimo verde, brulicava di ragazzi che andava dai 20 fino ai 30 anni.
Yuki sopirò ancora.
- Cara mamma chissà se, almeno questa volta, con questa nuova
scuola, riuscirò a non deluderti...di nuovo - bisbigliò
fra se e se.
Con una mano si portò la cartella di pelle dietro alla spalla destra e l'altra se la mise in tasca.
Percorse una prima parte del lungo viale che portava ad una piccola
gradinata dell'entrata principale ed alle sue spalle uditì
già qualcuno bisbigliare qualcosa come "E' lui il figlio dei
maghi", "Ho sentito che ha una borsa di studio!", "Per forza
avrà fatto uno dei suoi incantesimi per ottenerla".
Ignorò in parte quelle dicerie, ma fra se e se si disse che
:"...sarebbe stato un altro anno scolastico come tutti gli altri".
Tomoeda - Vicolo cieco vicino al College Towa
Su un muro nella penombra apparve uno strano simbolo dal nulla.
Un triangolo azzurro,con gli angoli racchiusi in cerchi
più piccoli, aveva all'interno circoscritto un cerchio, il quale
a sua volta aveva una stella a cinque punte.
Il cerchio si illuminò sempre più e in un attimo comparve una ventenne longilinea, con gli occhi sbarrati.
Aveva lunghi capelli biondo cenere racchiusi in una lunga coda a cavallo che le arrivava a solleticare i fianchi ben marcati.
Portava un completo blu con guanti bianchi, come a far parte di una qualche unità dell'ordine.
Appena si materializzò del tutto il simbolo alle sue spalle sparì e lei spalancò gli occhi.
I suoi occhi bicromatici, uno rosso e uno verde, si guardarono intorno.
- Bene - sussurò.
Strappò il cioncolo tondo e azzurro che aveva al collo.
- Qui che parlà è l'unità speciale Stars 1. Transazione completata - disse verso la piccola sfera.
- Comando nave Asura. Ricevuto. Avete
il permesso di iniziare la missione. Attivazione delle barriera
per il controllo energetico. Autorizzato Stars 1 a procedere con il
livello di 'S ' - ricevette risposta dall'oggetto stesso.
- Ricevuto. Blocco attivato.Effettuerò rapporto appena
avrò novità. Passo e...- la ragazza fu interrotta dalla
voce provenente dal suo gioiello.
- Vivio-chan...-
La ragazza sossultò.
- Buona fortuna! -
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