Capitolo 19
Non riusciva a
smettere di guardare suo
figlio.
Lucas Rabb era
nato da appena
ventiquattro ore e aveva già conquistato tutti. Sua madre e Frank
continuavano
a transitare davanti alla nursery o a far la spola in camera di Mac, ad
ogni
poppata, pur di vederlo. Harriet e Bud erano già passati a trovarlo ben
due
volte. Persino l’ammiraglio aveva chiesto il permesso alla neo-mamma
per
prenderlo in braccio.
Sarah era molto
felice. Nonostante il
travaglio fosse stato faticoso, non appena aveva avuto il bambino tra
le
braccia, era sembrata rinascere. E lui non riusciva ancora a
capacitarsi di
come fosse riuscita a riprendersi tanto rapidamente, dopo come l’aveva
vista
soffrire durante il parto. Ma, a quanto pare, le madri hanno risorse
interiori
che un padre non riesce mai a comprendere fino in fondo.
Guardò ancora
una volta suo figlio, che
dormiva nella culla. Era un neonato molto grande, rispetto alla media,
eppure a
lui sembrava così piccolo e indifeso… Mac aveva avuto ragione, quando
sosteneva, durante la gravidanza, che sarebbe diventato un gigante come
suo
padre, per come gli sentiva i piedi mentre scalciava in pancia! Quando
lo aveva
visto, aveva voluto subito guardargli i piedini e poi gli aveva detto,
ridendo:
“Vedi che avevo ragione?”
“Ciao…” La voce
del capitano Coulter lo
riscosse dai suoi pensieri.
“Oh, ciao,
Teresa”, la salutò con un
sorriso. “Dove sei andata, ieri sera? Ti ho cercato, dopo la nascita di
Luke,
ma eri sparita. “
“Sono tornata in
albergo. Oggi ho
terminato tutte le pratiche di mia competenza relative al caso e sono
pronta a
partire. Sono passata a farvi gli auguri e a salutarvi. Ho già visto
Mac. E’
stata lei a dirmi che t’avrei trovato qui”.
“O sono con lei,
o sono con lui…”
rispose, voltandosi di nuovo a guardare suo figlio. Si stava svegliando
e
l’infermiera gli fece un cenno con la mano.
Si voltò verso
Teresa e le disse:
“Sanno che attendo il momento in cui si sveglia per prenderlo un attimo
in
braccio e mi avvisano. Se non venissi qui, non riuscirei quasi a
vederlo!
Quando lo portano a Mac, c’è sempre qualcuno che lo vuole coccolare e
non
riesco neppure ad accarezzarlo. Così vengo qui. All’inizio le
infermiere non
volevano farmelo prendere in braccio, ma le ho convinte…”
“E immagino
anche come!”, disse lei,
con un sorriso. “Le avrai incantate con il tuo fascino!”.
“Queste sono
peggio di certi Marines…
non si lasciano incantare dal mio fascino.”
“Ma come? Se ne
hai sposato uno, di
quei Marines!”
“Ma è stata lei
ad incantare me”,
rispose lui, divertito. Poi continuò: “Ad ogni modo, ho dovuto
ricorrere a ben
altro che un sorriso per intenerire questi gendarmi…”
“Certo, come
no!”. Teresa lo guardò e
pensò che non lo aveva mai visto tanto felice.
L’infermiera
aprì la porta della
nursery e chiamò il capitano Rabb con un sorriso. Lui la seguì, indossò
il
camice sterile e si avvicinò alla culla del piccolo Rabb. Si fermò un
istante
ad ammirare suo figlio, prima di prenderlo delicatamente in braccio ed
avvicinarsi al vetro, per mostrarlo al capitano Coulter.
Teresa lo
osservò e si abbandonò ai
sentimenti che provava per quell’uomo: in fondo, faceva del male solo a
se
stessa. Ma l’emozione di vederlo con in braccio suo figlio, valeva
quella
stretta allo stomaco che provava al pensiero che non sarebbe stato mai
suo,
neppure più nei suoi sogni. Le rimaneva una sola consolazione: aveva
avuto
ragione anche in quello.
Harmon
Rabb era davvero fantastico con un
bambino tra le braccia.
FINE
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