“Emilia, finalmente la zia ti ha concesso una pausa nei
preparativi del matrimonio?” domandò Martino,
vedendo la cugina scendere lo scalone centrale del palazzo.
“Non proprio – lo corresse la ragazza –
devo andare a consegnare l’invito a Rebecca”
spiegò ancora Emilia, mostrando al ragazzo la busta che
teneva in mano.
“Credevo sarebbero stati Angelo e Titta a consegnare gli
inviti” replicò Martino incerto.
“Sì, ma avevo promesso a Rebecca di
consegnarglielo personalmente. Mi accompagneresti?”
domandò la marchesina.
“Se non sono d’intralcio con molto
piacere” accettò Martino, posando un bacio sulla
guancia della cugina.
“Non ci tratterremo molto, non voglio incontrare il principe
di Montesanto” spiegò ancora la ragazza.
“Non sapevo che fosse ospite dai duchi”
continuò la conversazione Martino, aiutando la cugina a
salire in carrozza.
“Il marito di Rebecca è un vecchio amico di
Cristiano” spiegò Emilia, senza spendersi in
ulteriori particolari.
“Tuttavia non riesco a capire perché non vuoi
incontrare il principe, credevo ti piacesse”
continuò il ragazzo, esitando sull’ultima parte
della frase.
“Sei geloso?” domandò Emilia.
“Dovrei forse?” rispose a tono Martino, ma fu
interrotto prima che potesse aggiungere altro.
“No. –rispose secca Emilia, per poi
continuare - Abbiamo già discusso di quello che è
successo. Solo, non so come dovrei comportarmi nel caso lo
incontrassimo”.
“Non è detto che il principe sia a palazzo,
tutt’al più agiremo in base alla sua
condotta” la rassicurò Martino, dando ordine al
cocchiere di partire.
Il breve tragitto in carrozza trascorse tranquillo e ben
presto la coppia arrivò a palazzo Contarini, dove venne
subito ricevuta dalla duchessa.
“Emilia è un vero piacere rivederti
così presto – esclamò la ragazza,
abbracciando l’amica, per poi rivolgersi a Martino
– conte Ristori, sono lieta che siate venuto anche voi.
Prego, accomodiamoci; desiderate qualcosa da bere?”
domandò, infine, la duchessa dopo aver condotto la coppia in
un salotto molto luminoso.
“Grazie Rebecca, ma non sarà una visita molto
lunga, volevo solo mantenere la mia promessa …”
iniziò Emilia, porgendo l’invito
all’amica con un sorriso sul volto. La duchessa lesse
velocemente l’elegante grafia di Emilia, che annunciava le
prossime nozze. Terminato di leggere, la duchessa fissò i
suoi occhi smeraldo in quelli dell’amica:
“Allora, l’altro giorno, mi hai mentito quando
affermavi di non aspettarti una proposta di matrimonio dal conte
Ristori – iniziò seria, per poi allargarsi in un
sorriso – sono così felice per te,
cara!” esclamò, alzandosi per abbracciare
l’amica.
“Congratulazioni anche a voi signor conte” si
congratulò Rebecca. In quel momento una cameriera
entrò nella stanza; appena la vide Rebecca le si fece
incontro, discutendo fittamente con lei per qualche minuto, per poi
rivolgersi ai suoi due ospiti.
“Emilia, conte Ristori, devo chiedervi di perdonare la mia
assenza per pochi minuti: mio marito è fuori per affari e
alcuni contadini richiedono di me” spiegò Rebecca.
“Non preoccupatevi duchessa, capiamo benissimo, se siete
impegnata possiamo tornare a Rivombrosa” cercò di
rassicurarle Martino, ma la ragazza si oppose:
“Conte Ristori, insisto perché voi e vostra cugina
vi intratteniate almeno per il tè, e poi non abbiamo ancora
festeggiato la notizia in maniera adeguata”. Martino si
scambiò un rapido sguardo con Emilia, prima di accettare.
“Molto bene, torno subito” si congedò la
duchessa. I due giovani rimasero soli nel salone.
“Non me la ricordavo così espansiva”
commentò a bassa voce Martino.
“Credimi, ho motivo di credere che la tua presenza
l’abbia trattenuta” sorrise la cugina, portando una
mano sul ginocchio del giovane. I due vennero interrotti
dall’ingresso di Cristiano.
“Emilia, sono felice di rivedervi. Ho sentito
l’arrivo di una carrozza, e mi era sembrato di riconoscervi,
ma temevo di essermi sbagliato - la salutò il principe,
portandosi alle labbra la mano che la ragazza gli porgeva –
Siete ancora più bella dell’ultima volta che vi ho
visto”. Continuò il giovane, esitando nel lasciare
la mano della ragazza .
“Vi ringrazio, principe” rispose la marchesina,
ritirando la mano. Solo in quel momento Cristiano prestò
attenzione al giovane seduto accanto ad Emilia, e si
rabbuiò, vedendo la mano di lei ancora appoggiata sulla
gamba del cugino.
“Conte Ristori, già di ritorno in
Piemonte?” domandò il principe con falsa cortesia.
“Come potete vedere – rispose asciutto il giovane
conte, per poi spiegare – ho accompagnato Emilia a fare
visita alla sua amica”.
“Capisco, temo che la duchessa Contarini sia dovuta uscire
– riprese il principe, per poi rivolgersi nuovamente alla
ragazza – Emilia, vorrei parlarvi in privato “.
“Principe, sono certa che anche Martino possa ascoltare
quello che avete da dirmi” rispose la marchesina.
“Pochi mesi fa mi chiamavate per nome – le fece
notare il principe, sedendosi sul divanetto prima occupato dalla
padrona di casa- riguarda il nostro ultimo incontro a
Rivombrosa” insistette il ragazzo, alludendo alla convenienza
che quegli avvenimenti non fossero resi noti ad altri. Emilia iniziava
a sentirsi a disagio dall’insistenza di Cristiano, ma rimase
ferma sulle sue posizioni, decidendo di rivelare il vero motivo della
visita.
“Come vi ho già detto, Martino conosce della
vostra proposta di matrimonio, quindi non vedo ragione di escluderlo
dalla conversazione; inoltre dovete sapere che a breve
diventerò sua moglie. La mia visita a Rebecca era per
annunciarle del mio matrimonio”.
Cristiano rimase un momento in silenzio, prima di sorridere
amaramente.
“Così ho avuto l’onore di conoscere il
misterioso cavaliere che già vi faceva battere il cuore
– disse il principe, rivolgendosi poi a Martino –
Complimenti, conte Ristori, siete riuscito dove io ho
fallito”.
“Temo di non capire, principe, anche se mi appare evidente
che non vi stiate congratulando per le nostre nozze” rispose
Martino infastidito.
“Avete inteso bene – replicò asciutto
l’altro – mi domando solo cosa le abbiate promesso
per legarla a voi”.
“Cristiano, vi prego …” lo
richiamò Emilia, cercando di riportarlo alla ragione.
“No, Emilia. Io mi sono innamorato di voi sin dalla prima
volta che vi ho vista scendere dalla carrozza, il giorno
dell’agguato; ho cercato in ogni modo di mostrarvi i miei
sentimenti, sia a Venezia sia una volta tornati in Piemonte; e voi mi
avete illuso col vostro bacio e poi respinto. O forse avrei dovuto
aspettarmelo, da una giovane tanto ammirata in società.
Scommetto vi divertiate a sedurre e abbandonare i vostri
cavalieri” riprese Cristiano, lasciando il suo posto e
avvicinandosi alla ragazza.
“Principe, adesso state esagerando”
s’intromise Martino, alzandosi dal sofà e
avvicinandosi al suo interlocutore.
“Conte Ristori, la vostra fidanzata vi ha forse taciuto
qualche aneddoto accaduto in vostra assenza?”
domandò il principe, fintamente sorpreso.
“Emilia non mi ha taciuto nulla, ma non trovo corretto che
voi usiate un tale avvenimento per farla sentire in colpa”.
“Martino, per favore – lo trattenne Emilia,
affiancandosi al cugino – Cristiano ha frainteso un mio
momento di debolezza, e di questo me ne scuso”
iniziò la ragazza, rivolgendosi prima al cugino e poi al
principe.
“Tuttavia, vi avevo già spiegato le ragioni del
mio comportamento. Vi avevo già spiegato a cosa era dovuto
il bacio, e cosa mi spingeva a rifiutare la vostra proposta. Voglio
però rinnovarvi la mia riconoscenza, per come mi avete
aiutata a Venezia. Per questo, se vorrete venire a farci visita come un
amico sincero, sarò felice di ricevervi”.
“Vi dichiarate mia amica solo per riconoscenza?”
domandò Cristiano deluso.
“Questo è quello che mi lega a voi, mi dispiace
che non corrisponda alle vostre aspettative, ma non mentirò
dicendo che provo per voi un sentimento più forte”
rispose sicura la ragazza. Il principe annuì col capo.
“Capisco. In questo caso, permettetemi almeno di farvi gli
auguri per le vostre nozze imminenti, e perdonatemi se vi ho disturbata
con la mia presenza. Marchesina Radicati, - continuò il
principe, portando una mano di Emilia alla bocca per depositarvi un
ultimo bacio – conte Ristori siete fortunato ad avere una
donna così legata a voi ”.
“Grazie principe” rispose il ragazzo, in direzione
dell’altro gentiluomo che presto uscì dalla
stanza.
Emilia osservò il principe allontanarsi dal salone
sospirando. Martino le porse un bicchiere d’acqua.
“Grazie” mormorò con un filo di voce la
ragazza, riportandosi a sedere sul divano.
“Emilia, conte Ristori, non credevo di lasciarvi da soli
così a lungo” si scusò Rebecca,
tornando dai suoi ospiti.
“Duchessa non vi dovete preoccupare” la
rassicurò Martino.
“Rebecca, si è fatto tardi e noi dovremmo tornare
a Rivombrosa” iniziò la marchesina.
“Emilia, non siamo riuscite a festeggiare, fermatevi a cena.
Sono sicura che a Rivombrosa capiranno”
“Mi dispiace Rebecca, ma i preparativi del matrimonio mi
attendono” si giustificò nuovamente la ragazza.
“Allora vi accompagno alla carrozza” si
lasciò vincere la duchessa.
Appena la carrozza intraprese la strada del ritorno, Emilia si
abbandonò allo schienale, lasciandosi sfuggire un sospiro di
sollievo. Subito Martino le si fece vicino, apprensivo:
“Emilia, va tutto bene?” la ragazza
annuì.
“Non preoccuparti, solo, non vedo l’ora di arrivare
a Rivombrosa e potermi stendere: la conversazione con Cristiano mi ha
stancata parecchio” ammise la marchesina.
“Emilia, mi dispiace, non avrei dovuto comportarmi in quel
modo”
“Martino, non hai nulla da farti perdonare. –lo
rassicurò la cugina, accarezzandogli il volto – tu
volevi solo difendermi, inoltre, ho visto come ha cercato di provocare
una tua reazione e, sono convinta, avrebbe continuato fino a ottenere
ciò che voleva”.
“Questo non giustifica l’aver ceduto alle sue
istigazioni”. Emilia prese il volto del cugino tra le mani, e
lo obbligò a fissarla negli occhi.
“Martino, credi che ti amerei se tu non fossi anche
così impulsivo? “ domandò, posandogli
un lieve bacio a fior di labbra. Il cugino biascicò una
qualche risposta, ma la ragazza lo zittì nuovamente.
“Sono stanca di parlare di quello che è accaduto
con Cristiano …” confidò al cugino,
sorridendo sulle labbra del ragazzo, che affamate, tornarono presto a
cercare quelle di lei.
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