Revenge

di XJoKeX
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Per quanto riesca ad andare indietro nel tempo con la mia mente non riesco a trovare un solo momento della mia vita che non sia un baratro oscuro.
Si,proprio così,un gigantesco,inesorabile,infinito baratro oscuro e io mi trovo prprio lì in piedi nel bordo ad un passo dal cadere e non so cosa fare.
Mi butto?
Non mi butto?
So cosa mi blocca dal prendere una decisione.
Lo stesso sentimento che blocca ogni altro essere umano davanti ad una scelta simile...
Lo stesso sentimento che ci accompagna da piccoli quando da soli,nella nostra cameretta,non vogliamo spegnere la luce...
Il sentimento che induce l'uomo a studiare la medicina per evitare la morte,a sposarsi per non rimanere solo e ad avere figli per non essere dimenticato...

LA PAURA.

La paura è sempre stata presente nella mia vita fin da quanto a scuola ero la vittima preferita da ogni bullo,mi viene da ridere al pensiero che perfino i più sfigati se la prendevano con me per essere lasciati in pace.
Poi era soppraggiunto quel nome con cui iniziarono a chiamarmi a scuola i miei "compagni"  a causa della mia corporatura molto magra: Spaventapasseri.
Per tutti non ero più Jonathan Crane ma Spaventapasseri e il mio baratro,ora,era circondato da un immenso campo di grano e il sole oscurato da uno stormo di corvi gracchianti.
Crescendo ho capito che la paura non era solo una nemica,la paura poteva essere anche un'alleata preziosa e io non mi accorgevo che mi tendeva la mano,non per colpirmi ma per mostrarmi come poteva aiutarmi,come poteva aiutarmi a vendicarmi.

Vendetta.

L'occasione giusta non si è fatta attendere a lungo,sono stato contattato da un uomo....un certo Ra's....il quale ha bisogno dei miei servigi o meglio,della mia tossina allucinogena il capolavoro dei mie studi medici; contemporaneamente sono stato contattato anche dalla prigione di Arkham per assumerne temporaneamente il controllo ed è qui che ora mi trovo davanti al suo gigantesco cancello che sembra uscito da un vecchio film dell'orrore in bianco e nero.

Vendetta.

Assaporo il suono dolce di questa parola dentro la mia bocca mentre,con la mano destra,apro il cancello consapevole di essermi lasciato cadere volontariamente dentro al baratro insieme ai corvi che gracchiavano e volavano in alto nel cielo,talmente numerosi che non si riusciva più a distinguere dove terminasse il cielo e dove iniziasse la mia vita.






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