Disclaimer. I fatti
riportati di seguito sono frutto della mia immaginazione,
così come i personaggi, e non sono realmente accaduti. Non
scrivo a scopo di lucro.
Prima storia della serie: “Neighborhoods, Blink 182”
Prima canzone
estratta: Ghost On The
Dancefloor, ve la consiglio vivamente mentre leggete.
***
Hold
on as we crash into the earth...
Le discoteche non gli
sono mai piaciute, Gary se lo sta ricordando adesso che
l’odore di fumo e alcol gli sta entrando nelle narici.
E’ una di quelle serate che accetti per quello che
è, perché sai che non c’è
niente di meglio da fare, che un gruppo di ventottenni in crisi
esistenziale non possono starsene in giro a passeggiare come vagabondi,
meglio chiudersi in una discoteca e vagabondare lì, tanto
per sembrare meno al capolinea.
Entrano, e la musica
gli rimbomba nelle orecchie in modo assordante, ma dopo pochi secondi
si è già abituato. Le luci stroboscopiche gli
danno fastidio agli occhi, ma anche quelle non sono mai state un grande
problema.
Lui odia le discoteche
perché sono piene di gente che crede di farsi figa in un
universo ristretto che rispecchia ben poco il mondo reale.
Perché c’è un tipo di struttura sociale
che è più forte della dittatura.
C’è chi sta sotto e chi sta sopra, chi comanda e
chi viene comandato. Il signorotto molto ricco e le sue vallette ricche
di tutto tranne che di cervello.
Lui si è
sempre chiamato fuori da tutti questi giochi per bambini ritardati. Non
che lui sia intelligente o superiore a tutto questo, è solo
che a lui non piace. Lui è un’anima alla deriva
come gli altri. Un scarto del mondo, come tutti gli altri. Ma
l’unica differenza tra lui e il resto della gente che
è lì chiusa in quella discoteca è che
lui, di essere un relitto vivente, lo ha ammesso a se stesso molto
tempo fa.
Arranca su una
poltroncina e si mette seduto sul ciglio, quanto basta per non dover
stare in piedi tutta la sera. Sta lì mentre gli altri
già prendono da bere e ci provano con qualche bella ragazza.
Lui li guarda e pensa che dovrebbe iniziare a fare come loro, a
divertirsi. Si dice che lo sta facendo. Si sta divertendo un mondo. Si
autoconvince.
Ad un certo punto, in
una qualche maniera gli altri lo prendono per un braccio e lo portano
al centro della pista, proprio sotto la sfera stroboscopica.
All’inizio si lagna, poi decide che può
permettersi di bere un po’ di più, di divertirsi
un po’. Anche se domani lavora, che tanto di quel lavoro di
merda non glie n’è mai fregato un cazzo.
Balla, si diverte.
Beve, beve ancora. Fuma qualche sigaretta. Finché alla fine
è diventato uno di loro. Se prima l’odore di
discoteca gli dava fastidio, ora lui è diventato quello
stesso odore. Lo sprizza da tutti i pori.
Si guarda intorno, ed
è sicuro di avere gli occhiali storti. Non gli importa
perché è troppo ubriaco per curarsene.
Si guarda intorno,
cerca qualcuno di familiare, ma sembra che i suoi amici lo abbiano
abbandonato. Scruta tra la folla che sembra scemo, e poi il suo sguardo
si posa su un volto, uno qualsiasi. Uno qualsiasi ma più
bello degli altri. Uno qualsiasi, davvero, solo un po’
più aggraziato e dolce. Un volto familiare, forse fin troppo.
Smette di agitarsi
come un coglione. Smette di ballare e si accorge di avere la cravatta
legata alla testa. Se la toglie mentre fissa quel volto. Dire che
è impossibile non cambierebbe le cose: lei è
lì ed è più bella del solito.
Sarah è
morta tre anni fa in un incidente stradale. L’ultima volta
che la vide aveva il volto coperto di sangue e gli occhi chiusi.
Giaceva sulla strada, sull’asfalto. Era successo che una
macchina non l’aveva vista attraversare e l’aveva
presa in pieno. Questa per farvi capire quanto è stupida e
insignificante la vita. Questo è per farvi capire che i
nostri cervelli sono collegati. Quello era sovrappensiero ed ha spento
il cuore e il cervello di un’altra persona. Poi
c’è chi dice che non siamo relitti umani. Lo siamo
tutti.
Sarah era sua moglie
da due mesi e mezzo, quando è morta. Si erano sposati in un
prato verde che sembrava finto, ed il resto era tutto bianco da fare
schifo. E invece era tutto bello. Si chiese come cazzo faccia, la vita,
ad incularti in modo così clamoroso.
Quando Gary si
immaginava il suo matrimonio vedeva tutto nero: era sempre stato
convinto che non si sarebbe mai sposato; lui a quelle cose non ci
credeva. All’amore, intendo. Poi era arrivata Sarah e bla bla
bla, che ve lo dico a fare… gli aveva fottuto il cervello,
con quei capelli e gli occhi vispi.
Tre secondi fa
l’ha vista tra la folla, è pronto a giurarlo. Poi
l’ha persa di vista, ma lei era lì e lo aveva
guardato. Era lì e lui si era sentito finalmente a casa dopo
tre anni. Ora ha paura e gli si è chiuso lo stomaco, e quasi
quasi vorrebbe urlare o vomitare.
Lei gli diceva sempre
che non l’avrebbe mai deluso, non sapendo che non sarebbe mai
stato possibile.
Avete presente
sentirsi dimenticati dall’universo intero? Sentirsi
l’unico puntino nero da solo nel mondo? Avere il corpo scosso
dai brividi anche quando non è freddo? Ecco, tutto questo e
di più. Tutto insieme. E tutto quello che ha bevuto gli si
sta rivoltando contro nello stomaco. Ovviamente lei non
c’era, e ad un certo punto gli ha toccato ammetterlo.
Che poi è
rimasto lì e allampanato. Al centro della pista mentre tutti
intorno si muovono a spasmi.
« Oh,
eccoti! Adiamo forza.. »
Jim lo sta prendendo
per un braccio, lui si volta si scatto e si scrolla di dosso quel
parassita.
« No!
» urla. L’altro lo guarda e poi lo manda affanculo
e se ne va.
Gary si guarda intorno
e non c’è più nessuno. Nessuno degno di
nota. Gli fa male la testa, all’improvviso. E’
solo, all’improvviso. E sempre all’improvviso si
accorge di non aver vissuto tre anni della sua vita. Si accorge di fare
schifo anche al mondo. Si accorge di tutto questo e molto di
più. Tutto insieme.
Vorrebbe fosse vero.
Vorrebbe che tutti i sogni si realizzassero.
Ora sta lì,
con le mani lungo i fianchi e guarda un punto vuoto. Ed è
quasi sicuro di star piangendo. Si tocca una guancia con la mano
stanca, le dita si bagnano, ed è solo un relitto umano.
***
Note: Approdo tra le originali
dopo tanto tempo. Questa one-shot è per tutti i fan dei
Blink 182 e non. Spero vi sia piaciuta, fatemi sapere le vostre
impressioni con una recensione qui di seguito.
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