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3 capitoloNiente,
l'altra volta scherzavo, inizio da Kristen.
Scusate il ritardo ç_ç non ho proprio tempo per
scrivere...quindi... è uscita una schifezza, come al solito.
Grazie a tutti.
ASSU, GRAZIE PER LE CANZONI, TI ADORO *°*
Capitolo 3.
Pov Kristen
Dischiusi leggermente gli occhi.
La luce era molto soffusa e fievole e arrivava a malapena a 'sfiorare'
le mie pupille, senza neanche farsi catturare.
"Cosa diavolo ci fai qui?" sussurrai.
Ci separavano metri... ma i nostri cuori erano distanti piu' di cento
chilometri.
"...Mh. Temo..che ci abbiano incastrati".
Iniziai a tremare.
A sentire un caldo ustionante lacerarmi il cuore e ogni singolo strato
di pelle, insieme a tutta la dignità e a tutto l'orgoglio
ancora
presenti.
Le voci di Ruth e di un ragazzo rimbombavano all'esterno di quelle
quattro mura spesse, fredde e pericolosamente vicine che mi
circondavano.
Ci circondavano.
Scattai d'ira e corsi verso la porta, cercando accuratamente di evitare
contatti fisici con lui..
Non potevano davvero
farmi quello che stavano facendo.
Bussai velocemente e dimenandomi, anche quando, dopo un po' di tempo,
sentivo le forze delle braccia e delle gambe affievolirsi senza di
piu', fin quando non ne rimase che una piccola briciola, giusta solo a
tenere la mia ossatura in piedi.
"Cristo, Ruth! APRI"...
Ululavo contro il soffitto come un lupo furioso..e a giudicare dallo
sguardo di Robert dovevo essere un sacco buffa..
"No, voi restate lì e parlate"..
La voce fievole da fuori mi arrivò in piena faccia come una
sberla fortissima e sentii il cuore lacerarsi in mille piccoli
pezzetti..
"...T..om? Sei, tu?"...
"Così pare".. Cristo, c'era... Tom
fuori. Il migliore amico di Robert...o Dio. Misi la mano sulla porta fredda, con il palmo destro ben
steso, come per cercare fuori il suo palmo..
"Tom, apri...ti prego.."..
Ansimavo, tremavo di paura, di rabbia.
Non rispondeva piu'...non rispondeva piu' NESSUNO.
Non mi cagava piu' nessuno... 'CAZZO'.
Un foglietto bianco, strappato da un foglio di quaderno a quadretti
comparve sotto la striscia della porta, con un po' di inchiostro
sopra...
'Parlate, senno' rimarrete li a morire a vita...
Andiamo a prendere un caffè.....e un cornetto, ciao.
Tom'..
Sbuffai e abbassai lo sguardo, lasciando scivolare la schiena contro la
porta e mi abbandonai al pavimento gelido e al profumo di menta fresca
che mi annebbiava i sensi.
"Uhm, allora"... sussurrò..e quando mi girai, il mio naso'
freddo trovo' il suo estremamente caldo.
Eravamo esattamente gli opposti.
Caldo.. Freddo.
Ruvido...Liscio.
L'estate e l'inverno.
"Abbiamo qualcosa di cui parlare, a quanto pare..Signorina Stewart"
concluse soddisfatto.
I miei occhi verdi si perdevano nei suoi, fottutamente misteriosi..e la
sua fronte fece la stessa fine dei nostri nasi.
Rimasi gelata e immobile lì sotto, come sotto un manto di
neve lucente.
Muoversi avrebbe portato qualcosa di peggio.
"Non ho nulla da dirti, Robert"..
Sentii tossire fuori..
"NON DOVEVATE PRENDERE UN CAFFE', VOI?!?"... Urlai.
Risero e sentii i loro passi allontanarsi, susseguirsi uno dopo l'altro
e perdersi del tutto.
"Ehm..."
"Che vuoi tu?!" sbottai.
"Solo capire, forse."
"COSA C'E' DA CAPIRE, CAZZO? Non sono una psicologa, porca merda"
Faceva finta di non sapere...e mi dava fastidio da morire.
Avrei voluto che il pavimento sotto di me si aprisse e mi lasciasse
cadere giu', fino a bruciare all'inferno. Morte.
Non avrei desiderato altro...non avrei desiderato niente che non fosse morire, vivere in un
posto dove lui non ci fosse...
Alzarmi, sorridere e fare ogni cosa a cazzi miei. Non dare spiegazioni
a nessuno, nè tantomeno a lui..
"OOOKAY, BASTA." dissi... e mi coprii la faccia con le mani morbide e
profumate.."Sono andata via perchè mi tradivi con la
MIA..MIGLIORE AMICA... CAPISCI? Mi pare di avertelo già
accennato.. e..."
"Ascoltami.." disse.
"NO, ASCOLTA TU, OK? Io non ho mai chiesto NIENTE che non fosse te. Non ho mai
chiesto niente di piu'..."
Sorrise..
"Che cazzo ridi?". Sbuffai e mi girai a guardare la pioggia battere
sulla finestrella piccolissima alla nostra destra.
Emetteva un tonfo assordante.
"SORRIDO, non rido...perchè sei così..."
"Incazzata?"...
"No... sincera. E così fottutamente bella...".
Uno strato lucido mi coprì la retina
"...Robert, non ti voglio, non mi interessa niente di quello che fai,
non mi interessa niente di quello che pensi, nè delle tue
giustificazioni"....
"Ti sei dimenticato di noi?" disse a un palmo dal mio naso..
Robert sopra, giu'.
Robert sorridente.
Robert incazzato.
Furioso.
Robert emozionato.
Robert imbarazzato.
Robert di notte, e di giorno.
Robert...OVUNQUE.
Come si faceva a dimenticare?
"No"...dissi secca inarcando le sopracciglia verso l'alto..
Ci fu silenzio totale per un po', fuori e dentro la stanza, simile a
quello che c'è nei cimiteri la notte fonda, -non che l'abbia
mai
provato, eh-...
C'era solo quel rumore fottuto, assordante, scorbutico e martellante
del mio cuore, che stava per schizzare via dal petto.
"Puo' una barca a vela andare avanti, se il vento se n'è
andato?"
sussurrò Robert, in piedi verso la finestrella che si
sporgeva
su un ampio giardino all'inglese.
"Puoi ripetere, SCUSA?"...
"No, niente" mi disse...
Evidentemente si, puo'.
Una barca a vela puo' andare avanti dopo che il suo vento se
n'è andato.... deve semplicemente trovarne un altro piu'... forte.
Pov Robert.
Continuavo a tremare freddo, e fuori c'erano ancora gocce di
umidità chiaramente visibili dietro lo strato opaco di vetro
che
mi fronteggiava il viso.
Non sapevo piu' come affrontare la questione, non sapevo piu' cosa
dire: Ero su un un filo sottile, e prima o poi sarei precipitato a
picco nel burrone che mi sottostava..
Sentivo solo lo sconforto crescermi dentro il petto e impadronirsi di
ogni neurone ancora rimasto sano..
Sentivo... vuoto. Avevo desiderato così tanto vedere la madre di
mia
figlia, desideravo così tanto parlarle -e non solo-, che
allora
che l'avevo avanti a me non sapevo piu che farmene, se non stare in
silenzio a guardare chissà dove, ad aspettare che
chissà
chi sarebbe venuto a liberarmi..
Ma non veniva nessuno.
Chiusi gli occhi e scagliai la mia rabbia contro la finestrella, che si
sgrano' in piccolissimi frantumi sotto le mie dita fredde e dure.
"Perfetto"...sussurro' Kristen, e poi sbuffo', girando la testa
dall'altra parte.
Riuscivo a cogliere ogni suo minimo, millimetrico movimento con la coda
dell'occhio...
Riuscivo ad assaporare ogni secondo di quegli attimi, e si, pensavo
continuamente a quanto fosse cresciuta...a quanto fosse diventata
matura e bella...
-non che prima non lo fosse-...
Mi girai e poggiai la schiena al muro ruvido, rassegnandomi al dolore
della mano sanguinante...quando lei si alzò, un po' goffa e
scoordinata.
"Fammi dare un'occhiata.."
Ritrassi la mano verso me stesso, come un gesto istintivo.
"...Cristo, Robert... smettila di fare il bambino, ok? Dammi quella
mano"...ringhio'. "Ti fidi di me..o no?"
"..Non molto" dissi ridendo... ma lei sembrava tutt'altro che
divertita, così mi limitai a fare quello che diceva..
Dopo aver esaminato il mio palmo tiro' fuori una piccola garza dalla
borsetta -aveva una borsa?- e mi fascio' il polso...
"Cosa c'è? Perchè mi guardi...in quel modo?"
"Quale modo?" obbiettai.
"...Ehm, quello di cane bastonato che non scopa da..anni"
"Beh non è proprio così....".. si
irrigidì,
così andai avanti "...Non so se essere piu' sorpreso per
questo,
o perchè TU, porti una borsa..."
"Ho fatto un corso da infermiera, l'estate scorsa..."
sussurrò sedendosi di nuovo a terra...
"E... la borsa?".
"Le persone cambiano, Pattinson. Le persone cambiano sempre a causa di
altre persone".
"Quindi tu porti una borsa a causa mia?"...
"No, io sono diventata una cogliona per causa tua"..
Risi..
"No, Robert... Possiamo uscire, davvero? Voglio uscire via di qui. Ora,
subito."..
"Dovresti dirlo al mio...m"
"NO! APRI QUESTA PORTA!"
"Oh, ti calmi?"... le mie mani a contatto con le sue bruciarono,
inutile puntualizzarlo.
Ero felice, da un lato... perchè sfiorarle la pelle mi
provocava
la stessa cosa di quello che mi provocava anni fa... esattamente la
stessa cosa.
Si accascio' tra le mie braccia completamente rassegnata, dopo aver
scalciato contro le mie ginocchia e respiro' profondamente, come una
bambina che si è sbucciata il polso giocando dietro ad un
pallone nelle strade.
"Ah, Stewart, Stewart...sei troppo ingenua, davvero".
"Mi hai tradito.." sussurro' con un filo di voce e una lacrima sul
viso..
Glielo presi tra le mani e la girai verso di me, con forza.
"Non lo avrei mai fatto..."
Non rispose, ma io avvicinai le labbra alle sue e le incollai alla sua
morbida carne, mentre le mie mani iniziarono a scendere sui suoi
fianchi, sottili come al solito...
Le presi una ciocca di capelli e gliela portai dietro il lobo
destro e la mia mano continuò a scivolare tra i mille
capelli che le coprivano il viso..
"Ti prego, possiamo uscire? Voglio andare a casa" disse straziata
prendendomi il viso tra le mani... e poi si accascio' definitivamente
tra le mie braccia possenti...
"Kristen?"
Girai il capo verso di lei e le osservai le braccia nude, bianche.
Perfette.. le stesse braccia che un tempo erano rigorosamente MIE...
Così come le gambe... il suo viso, le sue labbra... i suoi
fianchi, così come tutto.
Mie.
Solo mie..
Di nessun altro.
"Kristen?! Siamo a casa..tua"..
Poi mi accorsi che dormiva...
Aveva il respiro affannato e irregolare..e.. sorrideva. Era davvero uno
spettacolo.
Rimisi in moto e mi avviai verso casa... si sarebbe arrabbiata al suo
risveglio? Che effetto avrebbe avuto il contatto con la pelle del mio
divano? Ma, soprattutto....
Cos'avrebbe provato quando avrebbe visto mia figlia... nostra figlia in
giro per casa a piedi nudi?
Non lo sapevo.
In realtà non ci avevo mai pensato...e forse non era neanche
giunto il momento di pensarci davvero.
Lei era lì, e io non sapevo cosa fare, come comportarmi...
Avevo una paura, una paura fottuta.
Non volevo inciampare, non volevo che andasse via.
Volevo che restasse.
Volevo che tuttto
tornasse come prima... tutto.
Pero', purtoppo, le cose cambiano... le persone cambiano.
Oggi sono felici, domani chissà, forse una lacrima sta
già scivolando sul viso...
Oggi sono soli, domani hanno milioni di 'amici' a cui dar retta...
Oggi sono fidanzati, domani hanno una figlia ma della propria fottuta
ragazza neanche l'ombra.
Pero' poi ci sono i ricordi: quelli non svaniscono...
Non passano.
Mai..
Prima potevi essere felice, il giorno dopo incazzato, dopo di nuovo
triste, sgorbutico e rozzo...e poi felice.
Ma oggi,
oggi ricordi tutto.
Semplicemente perchè il ricordo è qualcosa che
non passa, resta.
O lo si voglia o no.
La rabbia soprattutto.
Quella stronza ti brucia tutto, a partire dal cuore...
E sai perchè provi dolore? Perchè non riesci a
ricambiarlo, perchè non riesci a guardare avanti..
Prima di Kristen...tante..
Poi solo Kristen.
Dopo di Kristen, tante ma nessuna.
Dopo di Kristen si chiamava 'affondare il dolore nelle ttte altrui'...
e io lo avevo provato..
Avevo provato cosa significava svegliarsi da solo nel letto, in piena
notte, con i crampi allo stomaco...e avevo provato cosa significava
allungare la mano, mentre si sta per cadere in un burrone e non trovare
nessuno a tirarmi le mani.
Nessuno pronto a salvarmi...
Salvarmi da me stesso, salvarmi da quello che sarei diventato.
Un padre presente si, ma bugiardo, stronzo.. e donnaiolo.
Un vero disastro.
Ero arrivato a non fregarmene un cazzo di cio' che la gente diceva, di
cio' che la gente pensava..
Non esistevano piu' mia madre, non esisteva piu' mio padre.
All'occasione, tornavano ad esserci tutti, ognuno a modo proprio.
E io continuavo a scivolare verso il basso, a modo mio. A
velocità mia... percorsi diversi...
Nessuno avrebbe potuto sollevarmi dalla merda in cui mi ero cacciato,
nessuno.
Neanche quegli enormi occhi simili a fari verdi di mia figlia...
La mano di Kristen mi sfioro' il polso... e per un attimo il cuore si
fermo'... Era...sveglia?
No.. si era solo girata.
Sbuffai, dopo aver parcheggiato e aprì la porta..scesi e
aprì il suo sportello.
La presi tra le mani e la strinsi al mio petto, come facevo esattamente
OGNI giorno con mia figlia, e per un attimo mi sentii come la cosa piu'
piccola di questo misero mondo.. mi sentii come se tutto il mondo fosse
tra le mie braccia, e io ero sporco.
Mi sentivo di nuovo solo..
...com'era la frase di One Three Hill?
Ah, si... 'In questo momento ci sono
6470818671 al mondo...
Qualcuno ha paura...
Qualcuno è tornato a casa
Altri mentono per superare la giornata..
Altri stanno affrontando la verità..
Alcuni uomini sono cattivi e stanno facendo la guerra ai buoni
Altri sono buoni e lottano contro il male
6 miliardi di persone al mondo,
6 miliardi di anime..
E qualche volta... te ne serve solo UNA'.....
*
Pov Kristen
Le mie mani.
Le sue mani.
Un sogno, tutto un fottuto sogno.
Mi faceva male la testa.
Mi girava..sembrava che fossi appena scesa da una fottuta ruota
panoramica, o che -ancora peggio- avessi appena mandato giu' trenta
litri di vodka liscia, a stomaco vuoto.
Aprii gli occhi e osservai un soffitto che non era mio... eppure...eppure mi ricordava qualcosa..
Ma cosa?
"STEPHANIE, VIENI SUBITO QUI...!" sentii urlare.. "STEPH!"
"Ma che cazzo succede?" sussurrai tra me e me, rincoglionita fradicia.
Mi alzai dal.. divano? e continuai a camminare..
Mi...venne un colpo al cuore...: di fronte a me troneggiava una nostra foto in bianco e nero, a chissà quale diavolo di evento.
Oh, Dio. Santissimo...ero a casa di Robert.
Oh, Dio.
Oh, Dio...Dio Dio Dio Dio!!
Ero, in mutande!
Oh, Dio.
Cazzo cazzo cazzo.
Cazzissimo cazzo.
Corsi in cucina e vidi Robert in boxer, girato di spalle.
"STEPHANIE JAYMES PATTISON, VIENI. SUBITO. QUI!" urlava contro il corridoio buio.
Stephanye Jaymes.
Cosa?
Cazzo!
"...Dimmi che..."..dissi a denti stretti... "Ho... ho".
Cazzo di voce, esci! Esci!
"Buongiorno, Stewart...dormito bene?"
"...Con...con chi parlavi, Robert?"
Si avvicinò a me.. e avvicinò la sua bocca al mio
orecchio... "Urlavo con tua figlia... mi farà impazzire"...
"Come, come l'hai chiamata?"
Rise.
"No, Robert cazzo non ridere".
"Stewart, il nome glielo hai dato tu.. non io.." disse... "Stephanie Pattinson".
"Oh, nonono... c'è altro."
"Altro..?"
"Si."
"No"
"Sii!"
"N.O." disse staccando le lettere..."N.O"
"Ok, allora sono sbronza".. mi avvicinai al muro e scivolai lungo la
parete, intrappolando poi la mia testa fra le mie stesse gambe stanche..
Passarono minuti, minuti che sembravano un'eternità... o due
eternità, prima che sentissi i miei capelli smuoversi per mano
di qualcuno..costringendomi ad alzare il capo.
"Jaymes" disse Robert, alitandomi il fumo in faccia..
"Sono qui, dimmi" dissi.
"Non tu..." obbiettò serio.. "Lei...lei è Stephanie Jaymes"
Rimasi a bocca aperta..non fiatai.
Non mossi niente che non fossero le mie palpebre... non stimolai niente che non fossero le mie ghiandole lacrimali..
Non sentii niente, se non un tonfo invadermi le orecchie, il sapore di dolore e lacrime salate, miste a gioia.
"Tu..perchè?"
"Ti amavo, te l'ho detto"...
Amavo... non amo.
Oh, Dio... mi sentivo male... stavo per collassare su me stessa.
La mia mano prese forza e velocità, e ando' a piazzarsi sulla sua guancia, provocando un rumore immenso.
"Ahi! Oh, ma sei scema?"
"Scusa... non.. volevo"
"Ti dico che tua figlia porta il tuo stesso nome e tu che fai? Mi molli
uno schiaffo? Se vedi quanto ti somiglia cosa fai, prendi un mitra?
Cazzo"
"Scusa scusa scusa! Non volevo..." e poi risi... dopo 1 mese mi aveva strappato di nuovo un sorriso controvoglia.
Sapeva bene come tirare fuori il meglio di me..
La mia mente inizio' a vagare nel tempo, affollato come non mai..
C'erano centinaia di persone, centinaia di fotografie.. centinaia di tutto.. ma niente, sarebbe stato lui. Niente sarebbe stato loro. Niente sarebbe stato la nostra famiglia.
Niente valeva piu' di noi, me e la mia fottuta vita di merda.
"Paaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaapi!!" Stephanie urlo'... "mi fai il thè?"
Bene, inglese a tutti gli effetti. Non aveva niente di mio.
"Saluta la ragazza, amore"...disse Rob, dopo averla sollevata da terra..
"Ciao, Kristen Jaymes Stewart..."
"Ciao, piccolina" dissi a un palmo dal suo naso e in mente aggiunsi, 'sono tua madre! Strano eh? Sei identica a me!'
Per un secondo, la voglia di stringere il suo corpicino minuscolo al
mio petto mi invase, ma riuscii a trattenere.. me e le lacrime.
"Sei una brava attrice..." Ero, ma vabbeh, di me non sa nulla, quindi.... "Grazie, Steph"..
Dio, suonava così bene.
Steph. Era un'insieme di lettere legate tra di loro armoniosamente.
Il suono di un pianoforte mescolato a quello di un flauto dolce, così come la sua voce..
"Vuoi vedere un film? Cioè, vuoi vedere il vostro film?"
"Non credo che sia..." Robert tentò di obbiettare...
"Tutto ok, Pattinson.. tutto ok".. lo rassicurai.
"Una buona idea.." disse mentre non lo ascoltava nessuno..
Non era affatto una buona idea, ma dovevo farlo.
Dovevo essere forte.
Tutto quell'amore, tutto quel sesso...
Ma come era cresciuta mia figlia? A otto anni... sapeva già tutto?
Mha.
"Allora, Kristen... possiamo o no? Ti fermi qui stanotte?"
Oh, Dio.
"Si, si.. mi fermo"...
Mi lascio' una labbrata sulla guancia e salì al piano di sopra... mentre mi sentii morire..
"A cosa pensi?" disse Robert, mentre i nostri visi erano concentrati a
scrutare quei sentimenti così veri, così perfetti e
sinceri.
"A... me.. cioè a noi" dissi..
"E cosa pensi?"
"Che sono sola.." dissi...
Incondizionatamente sola.
"Oh, beh perfetto... siamo soli insieme".
*
Si, ok è mezza schifezza lo so... maaaaaaaaa non ho idee.
Quindi finisce qui :'D al prossimo capitolo tra 509403982940 anni.