Old Souls

di Swami_
(/viewuser.php?uid=113814)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


#Acqua



Acqua.
Acqua nei polmoni, che soffoca, che uccide.
Acqua.
Acqua tutt'intorno, che stringe, che condanna.


Gwen aprì gli occhi e lo rivide.
Era tutto reale.
Tutto dannatamente vero.
Lei era di fronte a lui e lo fissava sconvolta.
Il petto bloccato, ancora in apnea.
I capelli corti, gli occhi azzurri che la fissavano sorpreso, la leggera cicatrice che solcava quel volto che aveva amato, baciato, toccato.

-Eames … - un sussurrò rotto dalla mancanza di ossigeno nel petto di Gwen spezzò quella lastra di ghiaccio che li dividevano.
Lui non rispose.
Aveva con sé una valigia, l'aria stanca di chi aveva viaggiato a lungo.
Leggere rughe solcavano la sua fronte.
-Gwen … Ciao.- disse.
E a spezzarsi non fu il ghiaccio o l'aria intorno a loro, bensì il cuore di Gwen.
Quando chiuse gli occhi, era certa di aver sentito i pezzi di quel cuore malandato frantumarsi e volare per tutto l'ingresso.
-Arthur e Arianna sono usciti, torneranno subito.- balbettò lasciandolo entrare.
-Io … -
-Puoi dormire nella mia stanza, io non ho sonno. Vuoi che ti faccia del tè o ti prepari un panino, vuoi ….-
Eames la lasciò balbettare, godendosi lo spettacolo delle sue labbra rosee e tremanti, delle dita che si contorcevano fra loro, degli occhi che se ne stavano a fissare le mattonelle del pavimento.
-Io … -
-Acqua. Ti porto dell'acqua.- dichiarò infine voltandogli le spalle e camminando velocemente verso la cucina.

Eames s'infilò le mani fra i capelli e guardò il display del suo cellulare.
Quattro chiamate, due messaggi.
Il chimico doveva essere disperato, forse addirittura arrabbiato con lui.
Improvvisamente sentì quell'odore di rose e il suo campo visivo fu disturbato da un bicchiere di acqua limpida.
Lo strinse ed alzò il volto cercando d'incrociare i suoi occhi, il suo viso.
Nulla.
Lei era come bloccata.
Lei era come l'acqua.
Un secondo prima è limpida, un secondo dopo è torbida e striata dalla schiuma.
-Io … - ennesimo inizio di un discorso muto che non aveva nessun altro interlocutore.
Lei si era già chiuso la porta dietro di sé, lasciando che quel secco suono riempisse l'aria.
Aggrottò la fronte e si diede dello stupido.
-Già, io … -




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=990505