#Acqua
Acqua.
Acqua nei polmoni,
che
soffoca, che uccide.
Acqua.
Acqua tutt'intorno,
che
stringe, che condanna.
Gwen aprì gli occhi e lo
rivide.
Era tutto reale.
Tutto dannatamente vero.
Lei era di fronte a lui e
lo
fissava sconvolta.
Il petto bloccato, ancora
in
apnea.
I capelli corti, gli occhi
azzurri che la fissavano sorpreso, la leggera cicatrice che solcava
quel volto che aveva amato, baciato, toccato.
-Eames … - un sussurrò
rotto dalla mancanza di ossigeno nel petto di Gwen spezzò quella
lastra di ghiaccio che li dividevano.
Lui non rispose.
Aveva con sé una valigia,
l'aria stanca di chi aveva viaggiato a lungo.
Leggere rughe solcavano la
sua fronte.
-Gwen … Ciao.-
disse.
E a spezzarsi non fu il
ghiaccio o l'aria intorno a loro, bensì il cuore di Gwen.
Quando chiuse gli occhi,
era
certa di aver sentito i pezzi di quel cuore malandato frantumarsi e
volare per tutto l'ingresso.
-Arthur e Arianna sono
usciti, torneranno subito.- balbettò lasciandolo entrare.
-Io … -
-Puoi dormire nella mia
stanza, io non ho sonno. Vuoi che ti faccia del tè o ti prepari un
panino, vuoi ….-
Eames la lasciò balbettare,
godendosi lo spettacolo delle sue labbra rosee e tremanti, delle dita
che si contorcevano fra loro, degli occhi che se ne stavano a fissare
le mattonelle del pavimento.
-Io … -
-Acqua. Ti porto
dell'acqua.- dichiarò infine voltandogli le spalle e camminando
velocemente verso la cucina.
Eames s'infilò le mani fra
i capelli e guardò il display del suo cellulare.
Quattro chiamate, due
messaggi.
Il chimico doveva essere
disperato, forse addirittura arrabbiato con lui.
Improvvisamente sentì
quell'odore di rose e il suo campo visivo fu disturbato da un
bicchiere di acqua limpida.
Lo strinse ed alzò il volto
cercando d'incrociare i suoi occhi, il suo viso.
Nulla.
Lei era come bloccata.
Lei era come l'acqua.
Un secondo prima è limpida,
un secondo dopo è torbida e striata dalla schiuma.
-Io … - ennesimo inizio di
un discorso muto che non aveva nessun altro interlocutore.
Lei si era già chiuso la
porta dietro di sé, lasciando che quel secco suono riempisse l'aria.
Aggrottò la fronte e si
diede dello stupido.
-Già, io … -
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