White Hand - The heart of Ice di Irizar Elwell (/viewuser.php?uid=31142)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I - Addio Shelbyville ***
Capitolo 2: *** Capitolo II - Un pancione da sesto mese ***
Capitolo 3: *** Capitolo III - Un Caloroso Benvenuto ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV - Vicolo Cieco ***
Capitolo 5: *** Capitolo V - Gossip Girl ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI - Succo di Frutta ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII - La cheer leader (Parte I) ***
Capitolo 8: *** Capitolo VII - La cheer leader (Parte II) ***
Capitolo 9: *** Capitolo VIII - Football e Torta al cioccolato ***
Capitolo 10: *** Capitolo IX - La festa D'autunno (Parte I) ***
Capitolo 11: *** Capitolo IX - La festa D'autunno (Parte II) ***
Capitolo 12: *** Capitolo IX - La festa D'autunno (Parte III) ***
Capitolo 13: *** Capitolo X - L'oscura presenza ***
Capitolo 14: *** Capitolo XI - Lo Spirol (Parte I) ***
Capitolo 15: *** Capitolo XI - Lo Spirol (Parte II) ***
Capitolo 16: *** Capitolo XII - Un Bacio Rubato (Parte I) ***
Capitolo 17: *** Capitolo XII - Un Bacio Rubato (Parte II) ***
Capitolo 18: *** Capitolo XIII - Tu sei di mia proprietà. ***
Capitolo 19: *** Capitolo XIV - La festa di Halloween (I Parte) ***
Capitolo 20: *** Capitolo XIV - La festa di Halloween (II Parte) ***
Capitolo 21: *** Capitolo XV - Nostalgia ***
Capitolo 22: *** Capitolo XVI - Bianchi Corridoi ***
Capitolo 23: *** Capitolo XVII - Un nuovo Incontro ***
Capitolo 24: *** Capitolo XVIII - Tante emozioni ***
Capitolo 25: *** Capitolo XX - L'Agguato ***
Capitolo 26: *** Capitolo XIX - Sentimenti ***
Capitolo 27: *** Capitolo XXI - Alla ricerca della verità ***
Capitolo 28: *** Capitolo XXII - Angeli e Demoni ***
Capitolo 29: *** Capitolo XXIII - Normalità ***
Capitolo 30: *** Capitolo XXIV - L'appuntamento ***
Capitolo 31: *** Capitolo XXV - Intima celebrità ***
Capitolo 32: *** Capitolo XXVI - Tra segreti e imbarazzi ***
Capitolo 33: *** Capitolo XXVII - Mamma ***
Capitolo 34: *** Capitolo XXVIII - L'uovo (Parte I) ***
Capitolo 35: *** Capitolo XXIX - L'uovo (Parte II) ***
Capitolo 36: *** Capitolo XXX - Una lunga, lunga notte ***
Capitolo 37: *** Capitolo XXXI - Finalmente insieme ***
Capitolo 38: *** Capitolo XXXII - Un Compleanno Speciale (Parte I) ***
Capitolo 39: *** Capitolo XXXIII - Un Compleanno Speciale (Parte II) ***
Capitolo 40: *** Capitolo XXXIV - L'inizio di un incubo ***
Capitolo 41: *** Capitolo XXXV - Altre verità ***
Capitolo 42: *** Capitolo XXXVI - Una via pericolosa ***
Capitolo 43: *** Capitolo XXXVII - Vivere Intensamente ***
Capitolo 44: *** Capitolo XXXVIII - Ricominciare ***
Capitolo 45: *** Capitolo XXXIX - La graziosa nonnina ***
Capitolo 46: *** Capitolo XL - Voci Ovattate ***
Capitolo 47: *** Capitolo XLI- Spuntino di Mezzanotte ***
Capitolo 48: *** Capitolo XLII - Quartiere residenziale ***
Capitolo 49: *** Capitolo XLIII- Il gioco della corda ***
Capitolo 50: *** Capitolo XLIV - Dalla tua parte ***
Capitolo 51: *** Capitolo XLV- Yama ***
Capitolo 52: *** Capitolo XLVI - Il Rito ***
Capitolo 53: *** Capitolo XLVII - Eclisse lunare ***
Capitolo 54: *** Capitolo XLVIII - Destinazioni Ignote ***
Capitolo 1 *** Capitolo I - Addio Shelbyville ***
"Il buio mette paura solo perché non riusciamo a vedere ciò che ci circonda"
mi ripeteva sempre mia madre da bambina.
Ho sempre avuto una maledetta paura del buio, ricordo che ogni notte dopo che la mia mamma mi salutava col dolce bacio dei "magici sogni" e socchiudeva la porta, silenziosa e innocua sgattaiolavo immediatamente nella sua camera accoccolandomi fra le forti braccia di mio padre.
Col passare del tempo, sono arrivata alla conclusione che l'uomo ha timore del buio semplicemente perché le sue facoltà visive sono molto ridotte, ciò significa che la situazione non è sotto il suo controllo, e, dato che è nella natura dell'uomo sentirsi al di sopra di ogni controllo, non ammettendo i suoi limiti, troppo orgoglioso per ammettere di aver paura, ho dedotto che nonostante l'affermazione di mia madre sia giusta, risulta incompleta.
E' l'uomo che si accontenta di non vedere, il buio da solo fa molto poco.
Personalmente disprezzo l'essere umano principalmente per questo, per l'incoerenza imbarazzante che si trascina dietro, e ammetto che in passato, ho colto anche io il frutto della voluta ignoranza, solo per passiva e comodante pigrizia, un po' me ne vergogno, ma almeno l'ammetto se ciò mi viene chiesto.
Posso chiamarla fortuna sfacciata, perché fino ad oggi tale quesito non mi è mai stato posto o perché nessuno pensa che nel cervello di una diciassettenne possano formarsi pensieri tanto complessi quanto contorti, o perché ancora nessuno, filosofi a parte, si sofferma su tale argomentazione.
A volte penso che probabilmente il mio modo di comportarmi, non molto consono ad una cittadina tutta grazie e riverenze derivi da ciò; se così fosse, non potrei che esserne più felice!
Mentre sorrido fra me e me mi accorgo che Ben mi guarda con aria imbronciata; ha la fronte aggrottata e le sopracciglia chiarissime inarcate in modo da donargli un'aria più anziana...
Sbatto due volte le ciglia e muovo leggermente la testa protraendomi verso di lui, mi ci vuole un po' per capire, e quando ciò avviene esordisco con un meravigliato
"ooooh"
Dal canto suo annuisce e sospira prima di addentare il suo hamburger super farcito.
Ben è il mio ragazzo, frequenta l'ultimo anno del liceo di una minuscola cittadina nelle vicinanze di Nashville. E' il classico figlio di papà, molti soldi auto da urlo, biondo come il sole con due occhi azzurri come il mare...
ciò sarebbe per una ragazza qualunque, che vuole sistemarsi e vivere con un uomo che guadagna grazie all'azienda di famiglia cui suo unico problema è non perdersi il campionato estivo di Football...
Ben invece, strano ma vero, possiede anche un cervello; oltre ad essere il capitano della squadra di football è un genio con una media da far invidia a chiunque. Ha solo un difetto...non approva la monogamia!
La sua amante storica è Megan, la capo cheerleader. che a quanto pare è anche la mia migliore amica.
Mi rendo conto di essermi persa ancora nei miei pensieri, ma questa volta non lascio a lui il tempo di sbuffare chiedendogli scusa contornato da un leggero sorrisino.
"so che stai pensando a molte cose Chris, ma questa è la nostra ultima cena"
riesce a farmi sentire in colpa, e da brava cerco di prestargli attenzione.
Siamo nel ristorante più "In" della città, Ben voleva che fosse tutto perfetto per la mia ultima serata con lui.
Mia madre, partirà per una missione in Africa a tempo indeterminato, spedendo me a Dallas, da mia sorella Samantha.
"a che ora devi partire?"
Guardo l'ora sull'orologio da polso rosa barbie regalatomi da Megan per la partenza...
"tra 10 ore"
dico mangiando la mia mega porzione di patatine, pensando che sarebbe stato fantastico tutto ciò se i miei piani avessero previsto una tranquilla nottata a casa, ma dopo una cena a base di schifezze fritte e poco salutari, mi aspettava un'accaldata e divertente nottata in discoteca.
Non sapevo ballare, ma non era quello lo scopo principale, l'importante era divertirmi con le persone a me care.
Come previsto, il resto della compagnia ci aspettava fuori dal locale, non conoscevo nessuno
di quei volti che mi si paravano davanti, ma poco importava, quella sera tutto poteva aver meno valore, tutto ciò che a mio avviso poteva risultare superfluo.
Ben afferra la mia mano dolcemente e assieme entriamo nel "Dream House"...
Le luci della discoteca lampeggiano ritmicamente, osservarle anche solo per qualche secondo mi da alla testa, l'odore dell'alcool che ormai impregna il locale mi stordisce di primo acchito.
Non bevo molto, ma essendo la mia ultima sera con Ben, nella mia cittadina piccola e pettegola, alla quale, nonostante tutto sono affezionata non bado ad in convenevoli, anche se parte di me cerca di opporsi.. con un gesto della mano però, scaccio via la sua presenza.
Voglio divertirmi!
Mi volto e bacio Ben appassionatamente cogliendolo di sorpresa.
Ben prende la mia mano nuovamente e assieme ci dirigiamo verso il bancone color argento, dove sorridente ci aspetta Maxuell, il barista gay, cugino lontano di Kevin compagno di squadra di Ben. Ha 21 anni, moro, occhi nero pece contornati da lunghe ciglia finte e kajal blu elettrico...
A volte penso che sarebbe una bella ragazza, se solo la natura l'avesse dotato di attributi uguali ai miei.
Lo saluto con la mano e lui mi rivolge uno sguardo malizioso con un leggero ghigno dipinto in volto, poi saluta Ben facendogli l'occhiolino.
Sento il mio ragazzo irrigidirsi e rido leggermente.
Rivolgo una fugace occhiata alla pista da ballo...è avvolta in una flebile nebbiolina, Megan si sta già scatenando sulla pista facendo svolazzare la sua chioma color oro e mostrando le sue gambe contornate da una mini stretta nera..
Maxuell mi porge un drink che non ho ordinato, lo guardo interrogativa..
"oggi offro io per te bellezza"
dice sorridendomi.
Credo che tutta, o quasi, la città sappia della mia imminente partenza.
Assaggio il drink, curiosa di assaporare la miscela preparata da Maxuell, noto nella discoteca per la sua bravura nell'inventare alcolici freschi e deliziosi, Riesco ad individuare la pesca, un po' d'arancia e il succo di limone...
Decisamente ottimo!
Ben ordina un B 52 che sorseggia velocemente, mentre le guance iniziano ad arrossire innaturalmente, finisco tranquillamente il drink prima di essere trascinata sulla pista.
Megan mi afferra un braccio e insieme iniziamo a muoverci senza seguire il ritmo della musica tecno che rimbomba nelle mie orecchie.
Il drink offerto da Max era solo il primo di una lunga serie di assaggi che mi aspettavano in quella nottata.
Torno a casa con una sbronza pazzesca, il tempo sembra ridotto a qualche secondo e tutta la notte ridotta a pochi attimi..
Il mio unico obbiettivo una volta tornata a casa è cercare di non rimettere sulla moquette e raggiungere la toilette prima di combinare qualche disastro.
Partire in queste condizioni non è il massimo...
Finalmente riconosco la porta del bagno dopo aver preso in pieno un paio di spigoli e un paio di porte...
Avanzo di un passo tenendomi ben salda allo stipite della porta che sembra d'un tratto precipitarmi addosso...
Non appena tocco terra, come un sacco di patate mi protraggo verso la tazza, giusto in tempo prima che il mio stomaco inizia a ribellarsi e in pochi attimi ecco la mia cena galleggiare sull'acqua...
"Mmmmh...."
La mia testa è pesante... Ho freddo e ho male da per tutto...
"Mmmmh..."
Penso di essermi addormentata in bagno, ne ho la conferma appena i miei occhi riescono a mettere a fuoco ciò che mi circonda...
Mi alzo lentamente e traballando qualche passo mi dirigo in cucina, con espressione inebetita guardo l'orologio per qualche secondo senza capire davvero che ore sono, ma fermandomi a fissare le lancette per un po'.
Un po' tanto...
Un po' troppo...
"Mmmmh...Cazzo!"
improvvisamente mi sveglio dalla trance guardando l'orologio con occhi serrati. Sono in ritardo, perderò l'aereo...
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Capitolo 2 *** Capitolo II - Un pancione da sesto mese ***
Non vedo Sam da due anni, eravamo solite scriverci gli auguri di Natale o mandarci qualche cartolina dei posti visitati durante le vacanze. Lei si era trasferita a Dallas con suo marito, militante nella marina.
Ricordo che Sam è sempre stata uno spirito libero, amante della natura...
ricordo quando ero ancora bambina e lei già adolescente, le litigate con mamma per il modo bizzarro in cui si vestiva.
Sognava un mondo libero dalle costrizioni. all'insegna della natura, governato da pace e amore.
Crescendo e frequentando il collage ha incontrato George, un ragazzo di buona famiglia la cui passione era il mare. E' stato uno shock per lei quando George è dovuto partire...
si sono giurati eterna amicizia.
Durante la sua lunga assenza si tenevano in contatto scrivendosi lunghe lettere e quando lui è tornato per un breve periodo, hanno dichiarato il loro amore e non appena George avrebbe finito l'addestramento si sarebbero sposati, ma subito dopo la sua partenza, Sam scoprì di esser rimasta incinta.
George tornò da lei dopo due mesi con un permesso speciale solo per sposarla e rendere ufficiale il loro amore.
Era autunno... Sam ed io eravamo andate in centro a far compere, lei aveva visto delle scarpe fantastiche da abbinare al suo abito da sposa, ma non ricordava più in quale vetrina...
tutto accadde in pochi attimi.
Avevamo deciso di prendere una buona cioccolata calda ed avevamo sostato davanti all'entrata principale, d'un tratto una coppia litigiosa esce dal Caffè spingendo con un po' troppa violenza il portone d'ingresso, schiacciando Sam contro il muro.
Lei pensava di star bene, ma ha iniziato a perdere sangue e immediatamente ci siamo recate in ospedale. Ormai era troppo tardi, aveva perso il bambino.
Infine, non c'è stato nessun matrimonio, ma George le è ugualmente restato accanto. Sam e George decisero di non sposarsi più, volevano aspettare qualche anno...
Da allora son passati 3 anni.
Sam è incinta, è al sesto mese di gravidanza, George è sempre via con la Marina, ma appena può torna a casa e mia sorella ha una casa enorme praticamente vuota a Dallas.
Ha accettato con allegria ed entusiasmo il mio arrivo e il mio trasferimento,
George ha insistito per venire a prendermi all'aeroporto, non so come sia diventato, ho visto la sua ultima foto all'incirca otto mesi fa, ma dalla sala degli !arrivi" vedo sbucare tra la folla un enorme cartellone bianco con su scritto
"Benvenuta Chris!"
sorretto da un uomo altissimo, biondo e muscoloso che mi sorride a trentadue denti non appena posa il suo sguardo su di me.
"Ciao George"
dico un po' imbarazzata porgendogli la mano, lui per tutta risposta mi abbraccia con molto entusiasmo
"Benvenuta a Dallas Chris!"
Ci rechiamo fuori dall'aeroporto e George sistema i miei bagagli in auto.
Sam e George abitano in un bel quartiere della città, con un grande giardino, osservo in silenzio le strade della città cercando di abituarmi a tutte queste novità, poi l'auto s'arresta.
"siamo arrivati piccola"
scendo dall'auto notando una ragazza sulla veranda con una mano sul pancione e l'altra in aria che mi saluta con un sorriso smagliante.
E' Sam, è molto diversa da come la ricordavo i capelli biondi e ricci le cadono sulle spalle, indossa un vestito color argento e delle scarpette estive, le corro incontro.
Ci guardiamo per qualche istante negli occhi prima di abbracciarci.
"Chris, è una gioia averti qui!"
dice con tono quasi emozionato accarezzandomi i capelli, sorrido un po' imbarazzata e volgo il mio sguardo a George che scarica i bagagli.
"Ti troverai bene qui tesoro, vedrai!"
sussurra Sam al mio orecchio avanzando un passo verso George che ci raggiunge e l'abbraccia.
"la tua camera è al piano superiore, l'abbiamo già arredata al meglio, ma se ti serve qualcosa non esitare a chiedere"
dice George porgendomi la borsa che avevo lasciato in auto.
Annuisco sorridendo, mi sento completamente fuori luogo.
"Ti lasciamo ambientare Chris, ho appuntamento con la ginecologa tra qualche minuto, saremo di ritorno per l'ora di pranzo, fa come se fossi a casa tua...anche perché lo è"
Sam e George vanno via, mi fermo ad osservarli mentre la loro auto scompare pian piano ungo il viale, sospiro leggermente...
Penso a Ben e Megan, vorrei che anche loro fossero qui, Ben ha detto che ci saremmo sentiti ogni giorno, ma conoscendolo dubito che ciò avverrà. Entro in casa, osservando ogni minimo centimetro.
Il soggiorno è luminoso, la casa sembra arredata in stile vintage, c'è una predominanza di color legno, noto un camino, spento ovviamente sulla cui mensola fanno sfoggio le foto di lei e George e anche una che ritrae me e lei da bambine. Sam ha 23 anni, nonostante le responsabilità è un tipo libero e a volte immaturo.
Sorrido nostalgica e continuo ad esplorare la casa. La mia attenzione è attirata da una stanza poco illuminata, avvolta nella penombra, entrandoci scopro con meraviglia una culla in legno posta al centro della stanza, le pareti non hanno colore, ciò indica che non si sa ancora se il nascituro sarà una lei o un lui. Mi sento un'intrusa così esco velocemente dalla stanza e decido di dare finalmente un'occhiata alla mia camera. Mi dirigo al piano superiore c'è una porta spalancata alla fine del lungo corridoio.
L'attraverso lentamente per poi arrestarmi davanti alla porta, ecco, la mia nuova camera.
Un letto al centro della stanza in ferro battuto, con sopra delle linde lenzuola color verde acqua, l'armadio color noce è posto all'estremità destra dell'abitacolo mentre di fronte al letto c'è una scrivania con un PC nuovo color rosa, dubito che lo userò.
Accanto al letto c'è un comodino piccolo su cui vi è un telefono e una lampada molto piccola e alla sinistra della stanza c'è una libreria vuota. Ci sono varie mensole sulle pareti e su una di queste c'è un bigliettino. Mi avvicino e lo prendo in mano per leggerlo, ma un tonfo al piano di sotto attira la mia attenzione. Mi precipito preoccupata a controllare, i rumori provengono dalla cucina, sarà un ladro?
Dal porta ombrelli del soggiorno ne afferro uno saldamente e mi avvicino silenziosa in cucina. Qualcuno è chinato sul pavimento che armeggia con qualcosa.
"CHI SEI?"
Grido colpendogli la schiena con l'ombrello.
Urla dal dolore e subito si volta verso di me, noto che ha in mano i miei effetti personali e cerco di colpirlo ancora.
"fermati, sei pazza? vuoi uccidermi?"
E' un ragazzo della mia età penso, ha dei jeans a sigaretta, degli anfibi e una camicia a quadri, i suoi capelli sono lunghi fin sotto le orecchie castani con riflessi biondi, ha una pelle molto pallida e due occhi verdi.
"chi sei? cosa ci fai in cucina?"
gli chiedo minacciandolo con l'ombrello.
"Calma, mi chiamo Paul, sono il vicino. George e Sam mi hanno detto del tuo arrivo e mi hanno chiesto se potevo aiutarti con le valigie"
Sospiro e tendo la mia mano per aiutarlo ad alzarsi.
"ok, ma che ci facevi in cucina?"
gli chiedo guardandolo incuriosita
"sono entrato dalla porta di servizio, Sam mi ha dato le chiavi"
Ci rechiamo in soggiorno, gli offro un bicchiere d'acqua e scambiamo due parole
"Allora, sei la sorella minore di Sam, ti chiamo Chris, vero?"
mi chiede sorseggiando il bicchiere d'acqua.
Annuisco e iniziamo a parlare amichevolmente, sembra un ragazzo apposto, anche se un po' stravagante.
Infine mi aiuta a portare tutta la mia roba in camera e iniziamo assieme a mettere i vari oggetti al loro posto.
"Immagino frequenterai la nostra scuola, vero?"
Mi chiede Paul intento a sistemare i libri nello scaffale più alto.
Tornare tra i banchi di scuola non mi entusiasma per niente in realtà, ma ho promesso a me stessa di non creare problemi a Sam...
"Immagino di si Paul..."
rispondo con un flebile sorriso.
"Chris, siamo tornati, tutto bene?"
Urla mia sorella dal piano inferiore, io e Paul ci affacciamo per qualche istante sulla ringhiera delle scale, per poi raggiungerli in soggiorno.
"hai conosciuto Paul, allora!"
annuisco omettendo il modo in cui è avvenuto il nostro incontro...
"mi ha colpito con un ombrello, pensava fossi un ladro"
George e Sam mi guardano increduli e con un sorriso di scuse cerco di spiegare la situazione, Sam dice di aver lasciato un bigliettino in camera e in effetti frugando nelle tasche dei Jeans trovo il biglietto che in precedenza non avevo avuto il tempo di aprire con su scritto
-Abbiamo chiesto al figlio dei nostri vicini di darti una mano con la sistemazione, arriverà tra poco-
Guardo Sam con espressione indefinita e mi scuso nuovamente con Paul per la piccola e dolorosa incomprensione.
Il primo giorno a Dallas passa velocemente, e finalmente quando è sera osservo silenziosa la mia nuova camera
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Capitolo 3 *** Capitolo III - Un Caloroso Benvenuto ***
I giorni a seguire trascorrevano calmi e sereni a Dallas, la cittadina iniziava a piacermi davvero molto e anche se Ben e Megan mi mancavano sapevo che avrei fatto nuove amicizie con l'inizio dell'anno scolastico.
Paul era un gran lavoratore, aveva una vera e propria passione per il giardinaggio. Erano rare le volte in cui avevamo modo di star assieme, ma era piacevole chiacchierare con lui
anche se un po' strambo e con idee tutte sue era divertente e mai prevedibile.
George partì dopo qualche giorno dopo il mio arrivo, Sam non era al massimo dell'entusiasmo e la gravidanza iniziava a far sentire ancora di più i suoi effetti.
Io cercavo di aiutarla come più potevo, ma lei si ostinava a far tutto da sola, almeno le faccende più leggere..
"Dovresti uscire ogni tanto Chris, non farai mai amicizie se resti chiusa in casa ed è meglio avere almeno qualche faccia amica prima che inizi la scuola"
Sam aveva letto nella mia mente, sorrido di rimando cercando di essere convincente.
Non mi va di uscire per conoscere altra gente, sto bene a casa e a scuola sarà semplice trovare qualcuno con cui socializzare.
"non arrabbiarti Chris, ho invitato delle ragazze stasera per farti uscire, magari ti diverti no?"
Non ho tempo di reagire, perché improvvisamente il campanello suona ...
Sam sussurra un "eccole" e apre la porta di ingresso con un sorriso smagliante a trentadue denti.
"Ciao Samantha! Dov'è? Siamo ansiose di conoscerla"
Non so chi sia questa ragazza, ma la voce squillante non promette nulla di buono, faccio capolino dietro le spalle di mia sorella con un'espressione tutt'altro che felice. Un po' intimorita per i volti delle tre ragazze che mi si parano davanti le saluto con un flebile
"ciao"
Un urlo isterico esce dalla bocca delle tre ragazze ed una ad una con sguardo famelico si presentano porgendomi la mano.
"ciao sono Kelly"
dice la più esuberante saltellando. Ha dei capelli castani molto belli e lunghi che le ricadono sul petto in grandi boccoli e la sua espressione non si adatta alla sua età, sembra più grande per via del trucco, ma non in modo esagerato.
Indossa un corpetto bianco forse troppo piccolo per lei, ma son convinta che lo ha messo appositamente per marcare le sue curve, un paio di Jeans a sigaretta e dei tacchi non troppo alti, dal braccio destro dondola una mini borsetta color bianco.
Annuisco e sorrido, rivolgendo il mio sguardo all'altra ragazza che le è accanto.
"io sono Sophie!"
dice l'altra ragazza, sembra esser un po' sulle sue ha dei capelli rosso carota setosi e un espressione da bambina accentuata dal sobrio vestitino rosa che indossa un po' stretto in vita forse ma per nulla adatto ad una ragazzina di 17 anni.
Stessa storia, sorrido e guardo l'altra figura che sembra impaziente.
"Io sono Marta tesoro, possiamo sapere il tuo nome?"
dice porgendomi la mano con fare molto deciso. Questa ragazza penso sia il capo del trio, ha degli occhi chiari che risaltano sulla sua carnagione olivastra, i capelli son nero corvino e dal modo in cui si atteggia sembra tutt'altro che una diciassettenne. Ha decisamente un trucco marcato in viso e veste di pelle nera, stile "Greese".
"Sono Chris"
dico mollando la presa con la terza ragazza.
Sam mi guarda, sorride un po' imbarazzata e mi spinge leggermente fuori di casa.
"Tua sorella ci ha parlato di te, ha detto che sei una ragazza molto curiosa!"
esclama Kelly battendo le mani, la guardo stranita e noto che anche le altre fanno la stessa smorfia.
C'incamminiamo per le strade di Dallas, durante il tragitto Kelly e Sophie bisticciano più di una volta, mentre io concentro la mia attenzione su Marta. Lei di rimando ricambia il mio sguardo.
"hai intenzione di entrare nella squadra delle Cheer- leader?"
mi chiede poi con aria superiore squadrandomi dalla testa ai piedi...
"No"
rispondo secca proseguendo il cammino, ci rechiamo in un locale carino, sull'insegna c'è scritto "Sunshine".
"è un locale esclusivo, poche ragazze della nostra età vengono qui, non è un luogo per tutti, ma solo per persone con una certa classe"
sussurra Sophie al mio orecchio.
Il "Dream House" di Shelbyville ha un arredamento più sobrio e meno sinistro, c'è molta gente in giro, il bancone è affollato da donne e uomini di tutte le età, ma come mi spiegava Sophie, in effetti non c'è l'ombra di ragazzetti della nostra età.
L'atmosfera è densa d'incenso e al posto delle luci da discoteca, ci sono dei candelabri artificiale molto retrò.
L'arredamento riprende le lussuose stanze dei castelli ottocenteschi, con tinte scure che variano dal nero al rosso sangue.
Lasciando perdere le altre, mi avvicino ad un tavolino discreto e prendo posto aspettando che qualcuno prenda in consegna la mia ordinazione, ma non credo arriverà molto presto data la marmaglia di gente.
Osservando attentamente il bancone del piano bar, noto che subito dopo nascosta da tende di velluto rosso
appare una pista da ballo e un palco scenico con gli strumenti per un eventuale concerto.
Mi avvicino incuriosita, mentre una leggera voglia di danzare mi assale,
la musica messa come sottofondo e lenta e sensuale, mi soffermo quasi incantata
ad osservare i corpi accaldati che si muovono lentamente...
Strano, ma sembra che ognuno qua dentro abbia l'aria da conquistatore.
"hey, Amanda! Che ci fai qui?"
riconosco la voce di Sophie e mi avvicino incuriosita, eccola vicino al bancone intenta a parlare con una ragazzina timida a cui sta toccando i capelli con troppa decisione rovinando una delle sue cortissime trecce ridendo con Marta e Kelly.
"Che fate?"
Chiedo con un tono finto divertito.
"Lei è Mandy, cara Chris, sembra che questo locale ora ammetta anche i topi"
dice Marta con tono sprezzante. La ragazzina cerca di stringersi in se stessa senza proferir parola.
"Perché non andate a farvi un giro Marta? Penso che l'aria qui dentro vi abbia dato un po' alla testa"
Lo sguardo della capo trio si fa sottile, l'ho offesa e me ne rendo conto, risolverò con lei più in la, mentre la vedo andar via con le sue amiche.
"grazie"
dice improvvisamente la ragazzina torturandosi le mani.
"prendiamo qualcosa da bere?"
le chiedo ingenuamente, anche se la sua espressione non sembra aver colto la stessa semplicità che ho colto io.
Entrambe torniamo al tavolino appartato dove avevo sostato in precedenza;
sembra in imbarazzo e a disagio, così cerco di rompere il ghiaccio ma non so da che parte iniziare, mentre
un silenzio imbarazzante cade lentamente imperterrito su di noi.
Improvvisamente un cameriere fa la sua comparsa, con due bicchieri di coca-cola nel vassoio che ci porge facendo infine un lieve inchino con la testa, anche se noi non abbiamo ordinato nulla.
"offerti dalla casa"
dice poi in un sibilo il cameriere andando via.
Lancio un'occhiata divertita ad Amanda che sorride appena prima di concentrarsi sulla bevanda, ed io dal canto mio la imito senza troppi indulgi.
"se vuoi puoi chiamarmi Mandy"
dice tra un sorso e l'altro, porgendomi infine la mano, ricambio la presentazione più che
volentieri, entrambe sorridiamo leggermente.
Il suo sguardo però ha qualcosa di strano, è come se lei già sapesse chi sono e nel mentre che lo penso la sua espressione sembra aver colto i miei pensieri.
"lavoro nella segreteria della scuola, cioè ogni tanto mi fermo a dare una mano e ho sentito parlare di te"
risponde imbarazzatissima ad una domanda che non ho posto...in tempo!
Passiamo una divertentissima e piacevole serata, non facciamo nulla di che, restiamo sedute al tavolo a parlare...
Mia sorella Sam aveva ragione, uscire mi ha fatto molto bene.
Ho conosciuto persone da cui è meglio stare alla larga e persone con cui vorrei passare più tempo...
Mandy ed io ci salutiamo fuori dal locale dopo un po', lei sembra contenta di avermi conosciuta e io anche, lo sono.
M'incammino verso casa contenta, ma dubbiosa.
Per tutta la sera mi sono sentita come osservata...
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Capitolo 4 *** Capitolo IV - Vicolo Cieco ***
"Sembra confinato nella vita notturna ciò che un tempo dominava in pieno giorno"
Sigmund Freud
La mattinata quest'oggi sembra non voler iniziare, il cielo è terso e ombroso mettendo una strana malinconia in tutta la casa. Mi son svegliata di buon ora ma la mia mente è come annebbiata...mi muovo lentamente per le stanze di casa con un fare svogliato mentre tra le mani ho una cada e fumante tazza di caffè.
Non ho avuto molte occasioni di parlare con Sam in questi ultimi giorni e mi rendo conto che anche se sono qui a Dallas per ricominciare una nuova vita, in parte sono qui anche per dare una mano a mia sorella.
Il mio sguardo si sofferma su di lei intenta a guardare in TV uno di quei stupidi programmi di gossip e pettegolezzi.
La osservo con attenzione, soffermandomi su ogni lineamento della sua figura...
Le sue labbra sottili, i capelli leggermente ondulati che le ricadono sulle spalle piccole così indifese alla prima impressione, gli occhietti vivaci che osservano tutto con grande curiosità e quell'aria adulta che ha maturato durante gli anni, forte e indipendente, segnata da esperienze negative e positive.
Ammiro Sam per tutto quello che ha fatto per me e per quello che ancora continua a fare.
Portare avanti una gravidanza e sostenere un'adolescente con gli ormoni in subbuglio non deve essere per nulla facile, senza contare che George è lontano da casa e lei è "sola".
Voglio davvero impegnarmi e renderle tutto più facile.
Mi avvicino a lei sorridendo, mentre penso a che donna meravigliosa è...
"posso farti compagnia?"
le chiedo con tono dolce, mentre mi guarda e sorride mentre si accarezza i capelli, spostando un po' le gambe dal divano per farmi spazio.
"tutto bene Chris?"
mi chiede premurosa mettendomi una mano sulla spalla...
Annuisco, mentre il mio occhio cade inevitabilmente sul pancione e mi rendo terribilmente conto che da quando sono qui a Dallas non gli ho mai fatto una carezza.
"posso?"
chiedo timorosa guardando lei e poi ancora il pancione. Sul suo viso compare un sorriso radioso e annuisce contenta.
Lentamente e un po' timorosa poggio la mano sul ventre di Sam...è gonfio ed è una strana sensazione.
Lei dal canto suo poggia la sua mano sulla mia portandola su un punto preciso.
"senti Chris..."
dice ed io, non colgo immediatamente le sue parole, finché qualcosa dal suo interno colpisce leggermente il pancione.
"ha scalciato"
dice meravigliata, guardandola con occhi pieni di meraviglia...
"già...non vedo l'ora di vederlo e poterlo stringere, sai?"
dice lei chinando la testa e guardando la pancia.
Il mio sguardo s'intristisce subito. Quanto avrà sofferto da sola la mia sorellina?
Perché di punto in bianco ci siamo allontanate così tanto?
Cos'è cambiato da quando eravamo piccole?
"sei felice Sam?"
mi guarda stupita, poi la sua espressione si rasserena fino a sorridermi ancora.
"sì Chris, ho George al mio fianco, ho una casa, tra poco sarò mamma e poi ho te, qui accanto a me! Non saprei come avrei fatto se non ci fossi stata tu!"
quel sorriso affiorato sulle sue labbra sembra ritrarsi per qualche secondo e con occhi lucidi mi guarda, uno sguardo diverso dal solito.
"non sto facendo nulla per aiutarti Sam, cercherò di impegnarmi , davvero!"
Ride leggermente, quasi rincuorata.
M'accarezza i capelli e abbassa nuovamente lo sguardo.
"Chris, è una gioia averti anche solo qui...quando George non c'è mi sento sola e lo sconforto si abbatte su di me, ma da quando ci sei tu sono davvero felice, anche solo vederti dormire nella tua stanza o mangiare qualcosa assieme a pranzo per me è tanto"
Le stringo la mano per farle capire che io ci sono.
"Ti voglio bene Sam"
sussurro prima di abbracciarla calorosamente.
"Anche io Chris!"
La sensazione di sonno e stanchezza non accenna ad andar via...è strano, mi sento in un perenne dormiveglia, così decido di rilassarmi un po' e dopo aver detto a Sam di non sentirmi troppo bene mi reco in camera...
Il sonno mi assale del tutto e dopo qualche minuto mi addormento pesantemente..
Una strana sensazione mi desta dal sonno di colpo, mi sveglio scattando in avanti col busto istintivamente. Mi guardo intorno un po' confusa, portandomi una mano sul petto e noto che i miei battiti sono accelerati...cerco di respirare lentamente e chiudo gli occhi per concentrarmi un momento e prendere il controllo della situazione, ma sopratutto di me stessa.
Due occhi grigi...il viso di un ragazzo...così pallido...
che sogno strano.
Non ricordo nulla, ma quei occhi continuano a penetrarmi la mente...è una sensazione un po' inquietante e mettendomi a sedere cerco di focalizzare meglio quei piccoli frammenti di sogno che ricordo, ma tutto ciò sembra non portarmi a nulla, mentre inizio ad esser turbata...
Che strane sensazioni.
"Chris sei in ritardo, Mandy sarà qui a minuti"
urla Sam dal piano inferiore smuovendomi da quei pensieri..
Dopo quella serata al Sunshine io e Mandy abbiamo deciso di uscire ancora.
E' sabato sera, un'occasione perfetta per andare al cinema e cenare con pizza e schifezze varie.
Guardo assonnata che ore sono e con stupore mi rendo conto di essere effettivamente in ritardo.
In fretta e furia mi catapulto al piano inferiore, Sam è intenta a guardare il notiziario sorseggiando del te caldo e accarezzandosi con una mano il pancione.
Senza guardarmi, tra un sorso e l'altro mi chiede
"sei in ritardo?"
con un tono di voce divertito.
La guardo sorridendo amaramente d'istinto e dopo aver indossato una giacca esco di casa per raggiungere il cinema del paese.
Corro a perdifiato senza badare molto alla strada e a dove metto i piedi, do qualche spallata a un paio di persone e quasi non casco a terra due o tre volte, ma ecco l'edificio cinematografico davanti ai miei occhi. E' un edificio enorme con le mura rosse e una grande insegna luminosa con su scritto
"Cinema Home"
continuando a guardare la struttura del cinema non presto attenzione alle auto che passano, finché il suono di un clacson mi riporta magicamente alla realtà.
Per poco non finisco sotto l'auto, tiro un sospiro di sollievo contenta anche del fatto che Mandy non sia ancora arrivata.
Anzi ecco dopo qualche secondo sbucare dall'angolo e venirmi incontro con un sorriso a trentadue denti.
L'osservo meglio, noto l'abbigliamento sobrio che ha adottato questa sera, un vestito elegante a fiori e un maglioncino bianco per coprirsi le spalle. I capelli sono raccolti in una lunga treccia e noto che ha messo su un filo di trucco.
Il film non sembra male, fortunatamente non sono i soliti tragici film d'amore, ma anzi è un buon thriller con una punta d'horror.
Anche a Mandy sembra andar bene un film su questo genere e infatti appena lo spettacolo a termine, entusiaste ci ritroviamo davanti a una mega porzione di patatine e pizza a discutere del film.
Siamo in una tavola calda molto carina, l'arredamento ricorda i locali del vecchio West e sembrano tutti molto cordiali e carini.
Il colore delle pareti, marrone caldo rendono il locale un posto accogliente e non troppo impegnativo. Io e Mandy siamo sedute in un angolino, accanto ad una finestra in modo da poter vedere le strade della città.
"la scena più bella è stata quando lui credeva di essersi nascosto per bene, invece l'han rapito subito"
commenta lei tra una patatina e l'altra.
La guardo e sorrido lievemente, son davvero contenta che la serata sia stata di suo gradimento. Da quel che mi ha raccontato è una ragazza che ha qualche difficoltà a relazionarsi agli altri quindi spero che questa serata le sia piaciuta e sembra di si dal modo in cui sorride!
Passiamo ancora una volta la serata a parlare assieme, poi arriva il momento di salutarci.
Ci diamo appuntamento per il giorno dopo, bere una buona cioccolata calda è l'ideale.
Nonostante sia relativamente presto le strade di Dallas sono semi deserte e inizio a rendermi conto di dover attraversare tutta la città per arrivare a casa.
Ho un po' di timore ma m'impongo di pensare qualcosa di positivo per scacciare i pensieri. Con lo sguardo scruto bene ogni angolo, tengo le mani nella giacca, chiuse a pugni e il viso nascosto tra i capelli.
Ancora una volta la stessa sensazione della sera allo Sunshine mi assale, mi sento osservata, pedinata e inizio ad affrettare il passo, finché non inizio una propria e vera corsa.
Da un bar che sembra stia chiudendo escono quattro ragazzi all'incirca della mia età visibilmente brilli. Uno di loro ha ancora stretta in mano una bottiglia e tra una risata e l'altra sorseggia. Rallento il passo fino ad arrestarmi del tutto, mentre i quattro ragazzi avanzano nella mia direzione e noto che i loro sguardi si fermano su di me.
"ehi, dove va una ragazza tutta sola in giro a quest'ora?"
mi chiede uno dei quattro con un sorriso malizioso in volto.
Indietreggio di qualche passo per poi dare completamente le spalle al gruppetto e correre nella parte opposta, ma in campo su me stessa finendo rovinosamente per terra, mi volto e noto che il ragazzo con la bottiglia tra le mani si avvicina lentamente.
Improvvisamente sento qualcuno dietro di me afferrarmi per il braccio e tirarmi su prima di esser trascinata dalla parte opposta della strada. Lascia la presa sul mio braccio una volta fermi e col fiatone alzo lo sguardo per capire di chi si tratta.
"tutto bene? ti ha fatto male?"
mi chiede guardandomi negli occhi, facendomi sentire nella soggezione più assurda.
Annuisco e mando via un po' di terriccio appiccicato ai vestiti.
S'offre di accompagnarmi a casa.
Per tutto il tragitto siamo stati in silenzio, non avevo voglia di parlare e lui dal canto suo non sembrava un tipo così loquace.
"sono arrivata..."
lo informo in un sussurro.
Mi guarda, sulle sue labbra si forma quasi un sorriso.
"Abbi una lieta notte"
sussurra, voltandosi e iniziando ad incamminarsi nella direzione opposta.
Resto lì, sul vialetto di casa, in silenzio a fissarlo mentre scompare nell'oscurità.
Chi è quel ragazzo?
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Capitolo 5 *** Capitolo V - Gossip Girl ***
Penso sia quasi un'ora che con aria assorta fisso il vuoto, me ne accorgo perché mia sorella Sam mi sventola una mano davanti agli occhi e con poca attenzione provo a seguire le sue parole.
Non mi va di far nulla questa mattina, non so perché ma continuo a pensare alla notte precedente...a quei due occhi grigi.
Chi è quel ragazzo?
Ho come l'impressione di averlo già visto...
"Mandy ha chiamato già due volte questa mattina, è un po' preoccupata per te...cosa è successo ieri sera?"
chiede Sam sedendosi a tavola mettendo una mano sul pancione.
Sposto leggermente il mio sguardo sulla sua figura poi riprendo a fissare il vuoto.
"ho avuto un piccolo incidente..."
dico quasi sussurrando, senza pensare alla reazione di Sam che infatti scatta in avanti preoccupata e mi afferra per un braccio iniziando a gridare preoccupata.
"sto bene Sam, stavo tornando a casa e..."
Le parole mi muoiono in bocca, vengo rapita dalle immagini di quella sera che come flash si fanno spazio nella mia mente cancellando tutti i miei pensieri.
Quei occhi grigi...un tuffo al cuore..
Noto che Sam continua a fissarmi in attesa che io riprenda la spiegazione e ricomponendomi continuo...
"e ho visto dei ragazzi un po' brilli venirmi incontro, goffa come sono sorellina ho girato i tacchi per andarmene e son caduta per terra e un ragazzo, un altro non uno di quelli brilli eh, mi ha aiutato ad alzarmi e mi ha riaccompagnato a casa, fine"
le dico sprofondando in una strana sensazione di torpore, mi sento strana e questa sensazione mi da solo alla testa.
Suonano il campanello, Sam sbuffa e si dirige verso l'ingresso mentre io torno a sedermi leggermente più conscia.
"Dov'è?"
Quel timbro di voce stridulo e starnazzante appartiene a Kelly. Sono quasi meravigliata nel sentirlo squarciare le pareti di casa. Mi affaccio sorpresa ed ecco che davanti ai miei occhi il trio Kelly, Marta e Sophie fa il suo sfoggio con un abbigliamento sempre più glamour e inadatto alle occasioni.
Marta avanza verso me con un sorriso smagliante, quasi inquietante.
"Chris, come stai? abbiamo saputo che ieri hai avuto un piccolo incidente"
dice con tono quasi amareggiato, ma chissà perché non le credo neanche un po'...
Cosa c'è sotto ?
E perché loro sanno? In fin dei conti non è neanche un incidente.
"sto bene, sono viva e intera"
le dico con aria annoiata e stanca, un simpatico "sciò" non troppo diretto.
Lei si avvicina ancora di più e le altre avanzano di qualche passo restando comunque lontane da me.
"Così hai conosciuto Nigel! ed hai avuto l'onore di sentire la sua dolce voce...qualcuno ti ha vista mentre passeggiavi con lui...perché non ce lo hai detto subito che sei sua amica?"
la mia espressione passa dalla meravigliata alla ovvia.
Mentre cerco di metterle fuori la porta spiego gentilmente che non conosco nessun Nigel e che si stanno sbagliando di grosso.
Sulla veranda con mio grande stupore vedo Mandy che tiene tra le mani un adorabile cappellino di paglia.
Mi fermo e la saluto con un abbraccio, lei sembra essere un po' tesa.
"sei impegnata?"
mi chiede quasi timorosa gettando una rapida occhiata su Marta che la guarda in cagnesco.
"scherzi? stavano giusto andando via! Vieni, ti offro una tazza di caffè?"
le chiedo accompagnandola in cucina, lasciando a mia sorella l'onere di salutare le tre gallinelle.
"scusa se non mi son fatta sentire stamane...ero con la testa fra le nuvole, davvero Mandy perdonami!"
dico mentre le offro un buon tazzone di caffè.
Lei lo sorseggia lentamente sorridendo.
"figurati Chris, ero solo un po' in pensiero..."
Abbassa leggermente lo sguardo e posa la tazza sul tavolo.
"davvero conosci Nigel?"
resto sorpresa nell'udire quella domanda.
Rido leggermente.
"no, Mandy. sono qui da pochissimo e conosco solo te e il figlio dei vicini. Ieri quando stavo tornado a casa ho fatto solo un brutto incontri e lui mi ha soccorso, poi si è offerto di accompagnarmi a casa. Tutto qui, non sapevo neanche che si chiamasse Nigel."
Alza lo sguardo leggermente rincuorato e riprende a bere la sua tazza di caffè.
"ehi Chris, ma quelle tre ragazze che ho visto non sono mica la squadra di Marta'? Sam le ha cacciate di casa...non posso crederci ahahah"
Paul entra improvvisamente dalla porta sul retro con un mazzo di fiori in mano ridendo divertito senza accorgersi che non sono sola.
"Ciao, Paul lei è Mandy!"
dico un po' imbarazzata presentandogli la mia amica che imbarazzata gli porge la mano e lui dal canto suo rosso in viso risponde in un sussurro con "è un piacere"
Sorrido a malapena, invitando anche Paul a sedersi con noi che accetta volentieri porgendo a Sam appena entrata in cucina il mazzo di fiori.
"per la futura mammina"
dice con un sorriso a trentadue denti e Sam sorride.
Poi mettendosi le mani nella tasca della giacca con molta naturalezza riprende posto.
"beh, se Marta e le due sanno di te e Nigel, non ci vorrà molto tempo fin ché tutta Dallas lo sappia e a quel punto sarai la ragazza più adorata o invidiata della scuola e il che è un male in entrambi i casi"
Afferma Paul col sostegno di Mandy che mi guarda un po' preoccupata.
"ma sta tranquilla, noi ti saremo accanto!"
E' una situazione alquanto strana, dopo tutto non esiste un me e un Nigel, non esiste nulla di tutto ciò. Spero solo che non si creino problemi, sopratutto ora che inizia la scuola.
Mente Paul e Mandy scherzano tra loro imparando a conoscersi io fisso il calendario appeso al muro della cucina.
Mancano solo due giorni all'inizio della scuola e le premesse non sono per nulla rosee.
"Alzati Chris!"
detesto la voce di Sam di prima mattina.
Assomiglia alla voce di Kelly quando urla e ciò rende il mio risveglio tutt'altro che piacevole.
Scosto le lenzuola e osservo la sveglia che segna le 7.00 del mattino...
"dammi una buona ragione per cui dovrei svegliarmi alle sette del mattino"
mugugno rimettendomi sotto le coperte che mi avvolgono col loro magnifico torpore.
Anche se l'estate è appena finita e le giornate sono ancora belle non posso rinunciare a questa piacevole sensazione.
"è il primo giorno di scuola"
Mi catapulto fuori dal letto e inizio a prepararmi in fretta e furia, mentre metto i calzini cerco d'infilare una maglietta color sangue e dei jeans normali mentre Sam mi guarda divertita incrociando le mani sul pancione.
I miei capelli sono un disastro così li pettino velocemente cercando di renderli decenti e peggio di un'ubriaca scendo le care riuscendo miracolosamente a non cadere guardo l'ora.
"dov'è il bus?"
mi chiedo saltellando per la cucina mentre cerco di allacciarmi le stringhe delle scarpe.
"il bus ormai è passato Chris, ti accompagno io!"
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Capitolo 6 *** Capitolo VI - Succo di Frutta ***
"L'edificio della tortura" è completamente diverso dalla scuola di Shelbyville.
Le mura sono imponenti, dipinte di un bianco panna quasi nauseante facevano contrasto con le tegole color mogano del tetto. Ha l''aria di un vecchio collegio femminile, tipicamente rigido e severo. Uno degli aspetti migliori è il giardino spazioso e ben curato con delle siepi alte e verdissime e panchine nere in ferro battuto molto carine. Finalmente fra gli occhi incuriositi degli studenti noto Mandy che viene incontro salutandomi.
"Allora, pronta per il primo giorno di scuola?"
sospiro, non sono per niente convinta di entrarci. Potrei aspettare la fine delle lezioni e poi entrare...
"andiamo"
mi incita lei spingendomi nell'ingresso.
Nonostante l'aspetto esterno, dentro l'edificio è in tutto e per tutto una tipica scuola americana.
Vorrei tanto essere in compagnia di Ben e Megan, iniziare un giorno di scuola come uno qualsiasi entrare in aula e sedermi al solito posto, sparlare con Megan di qualche sua nuova fiamma, star attenta alla lezione del prof. un po' strambo, scherzare con Ben e divertirmi come ai vecchi tempi. Invece di fronte a me si prospetta un anno scolastico pieno di novità, di incertezze ed emozioni. Ho quasi paura a far quell'unico passo che mi porterà nell'edificio.
Un grande sospiro e faccio il passo, la tensione mi attanaglia il fegato, gli occhi di tutti sono puntati su di me ed io mi faccio strada con lo sguardo basso. Cerco di concentrarmi sul bigliettino che la segreteria ha dato a Sam che poi ha dato a me dove c'è scritto il numero e la combinazione del mio armadietto, Mandy è al mio fianco stringe al petto dei libri e cammina incerta come me, anche per lei l'ambiente scolastico non deve essere tra i migliori.
"Chris, eccoti!"
Paul mi abbraccia quasi togliendomi il respiro, Mandy lo saluta con un sorriso un po' imbarazzato e io dopo aver ripreso fiato saluto Paul con un semplice "ciao".
"vedrai Chris sarà un anno fantastico, ci divertiremo da pazzi!"
esclama Paul entusiasta e anche Mandy sembra concordare. Sorrido di rimando stringendomi leggermente nelle spalle, anche se conosco Paul e Mandy il disagio persiste.
"Ma guarda chi c'è! Harries e il suo branco d'amici: la secchiona e lo sfigato"
esclama la voce inconfondibile di Kelly, ed infatti appena alzato lo sguardo noto il solito trio davanti ai miei occhi.
Indossano degli abiti dai colori vivaci, Kelly un rosa sgargiante, Sophie un giallo canarino e Marta un rosso intrigante. Certo che se le studiano la notte prima di uscire di casa!
"Cerca di essere gentile Kelly, per Chris è il primo giorno di scuola"
la rimprovera Marta con un falso tono comprensivo, mentre Sophie intenta a portarsi una ciocca dietro la fascia gialla che ha dietro i capelli annuisce ed aggiunge
"già, abbiamo tutto l'anno per prenderla in giro!"
Quell'affermazione lascia basiti tutti noi, scontata ed ovvia Sophie ridacchia qualche secondo, prima che Marta con un'impercettibile gomitata la zittisce, al passaggio di un viso a me noto.
Eccolo farsi spazio tra gli studenti con aria pensierosa e rabbuiata. Indossa dei jeans e una maglietta nera, molto sobria, la testa china e una camminata sicura e decisa.
Lo guardo di sottecchi improvvisamente imbarazzata e seguo i suoi occhi grigi.
"Buon giorno Nigel!"
dice Marta con un sorriso tirato al massimo e una voce così smielata da apparire falsa.
Lui dal canto suo continua a camminare senza curarsi di quel saluto rivoltogli accennando uno sguardo nella mia direzione per poi sparire nel corridoio.
Tutti noi restiamo in silenzio finché Marta non urla con acidità alle altre di seguirla.
"Marta ha quel che si merita"
Sospira Paul portandosi le mani dietro la testa, stiracchiandosi un po'.
Pensierosa continuo a guardare la direzione che Nigel ha intrapreso. Dovrei ancora ringraziarlo per avermi accompagnata a casa e per avermi difeso dal signor barbone, ma sembra che lui non si ricordi minimamente di me.
"dovresti salutarlo tu Chris e scommetto che la sua reazione sarebbe diversa!"
sussurra Mandy stringendo ancora di più i libri a se...
Come da tradizione nel liceo di Dallas il rientro a scuola era festeggiato il giorno prima dagli studenti che organizzavano un brunch nella palestra della scuola.
Idea insensata a mio parere, ma se voglio ambientarmi qui senza troppe difficoltà penso di dover prendere parte agli eventi più comuni.
Entrata nella palestra mi son subito accorta di quanto è enorme e spaziosa, i finestroni almeno sei per ogni lato illuminano il tutto e così decorata più che la palestra sembra una sala da ballo. Ci sono ghirlande colorate da per tutto, gli strumenti per gli esercizi fisici son stati portati via e invece del solito pavimento in legno questo è gommato color verde. Al centro della sala ci sono dei bicchieri ordinati in forma piramidale da punch di color rosso e alla destra di questa piramide di carta c'è un enorme contenitore in vetro dove c'è la bevanda.
Alla sinistra della sala invece c'è un enorme buffet freddo dove della gente inizia ad accalcarsi, sembra ci sia cibo per ogni gusto, ma il mio stomaco è chiuso in un pugno d'acciaio, noto che per chi vuole ci sono alcuni tavolini posti ai lati del buffet mentre infondo alla sala dalla parte opposta un Dj alla console sistema alcuni dischi.
"Chris, noi prendiamo qualcosa da mangiare vuoi venire?"
Mi chiede Mandy, ma declino l'offerta e mi muovo piano tra gli studenti.
Mi sento così spaesata qui attorno è troppo affollato come posto, decisamente.
Esco di fretta dalla palestra e mi dirigo in giardino, noto che attorno non c'è quasi nessuno, saranno tutti al buffet a divertirsi ed infatti, poco dopo sento la musica del Dj.
Prendo un bel respiro e siedo su una delle panchine in ferro battuto che avevo visto al mio arrivo, oltre che carine, sono comode!
Stendo le braccia e chiudo gli occhi, cerco di calmarmi e di pensare a qualcosa di sereno.
"non ti piacciono le feste?"
chiede qualcuno alle mie spalle facendomi sobbalzare. Alzo lo sguardo imbarazzata, cercando di compormi al tempo stesso e noto che è un ragazzo a parlarmi, lo guardo in viso ed è Nigel.
"c-ciao..."
dico imbarazzata e in completa soggezione.
"non hai risposto alla mia domanda"
dice abbozzando un sorriso quasi impercettibile sedendosi accanto a me e guardandomi.
Prendo un respiro e lo guardo confusa, perché questo ragazzo mi mette questa tensione?
"oh...c'è troppa gente per i miei gusti, e....e tu? Come mai non sei alla festa?"
mi guarda sorpreso e intreccia le mani poggiando i gomiti sui ginocchi
"c'è troppa gente per i miei gusti..."
ripete a voce bassa ma sicura, sposta lo sguardo davanti a se in un punto indefinito e io faccio lo stesso guardando dalla parte opposta.
Poi ricordo ciò che avevo pensato prima, quando in corridoio l'avevamo incrociato e mi rivolgo di nuovo a lui intento ancora a fissare il vuoto.
"Nigel...!"
le parole mi muoiono in bocca non appena il suo sguardo si posa nei miei occhi e pur restando in silenzio la sua espressione non si scompone nemmeno un po'.
Cerco di riprendere il controllo di me e continuo a parlargli..
"grazie...per l'altra sera..."
accenno un sorriso e lui per tutta risposta abbassa lo sguardo, vedo farlo una lieve pressione sulle ginocchia per poi alzarsi e lentamente allontanarsi.
"Chris!"
Vedo Mandy e Paul venirmi incontro.
"ti abbiamo cercata per tutta la scuola, tieni"
dice Mandy porgendomi un bicchiere di succo di frutta, che prendo e sorseggio un po'.
" che ci fai in giardino tutta sola?"
spiego che la palestra è troppo affollata e mi scappa un piccolo sorrisino nel pensare che non sono l'unica a pensarla così e chiedo agli altri se va loro di farmi vedere la scuola.
Paul e Mandy accettano di buon grado e mi accompagnano nell'edificio, cerco di tenere a mente che esser qui a Dallas è un'occasione per vedere tutto sotto un nuovo punto di vista e che le cose andranno bene, questo pensiero mi rassicura e per un po' riesco a vedere il tutto in una luce nuova e quasi accogliente.
"mi piace come posto"
dico seguendo Mandy che entusiasta fa da cicerone, siamo al secondo piano della scuola. Paul e Mandy sembrano stravedere per il laboratorio di informatica e m'illustrano per bene ogni minimo angolo di quell'aula, ma il mio pensiero è rivolto altrove...Mentre passiamo da un'aula all'altra la mia attenzione viene catturata da un grande albero dai grossi rami che sfiorano la finestra. Sembra un bel posto lassù e mi riprometto di non dimenticarlo. Ancora con quel bel pensiero in mente non mi accorgo chi ho davanti e senza volerlo vado a sbatterci contro.
"scusami..."
dico notando che il bicchiere di succo di frutta è del tutto vuoto, mentre parte del succo è per terra l'altro e schizzato su me e l'altra persona.
Non credo ai miei occhi e noto che attorno improvvisamente il brusio è cessato.
Deglutisco quando mi accorgo di aver davanti a me Nigel.
Tutti i presenti ci fissano in silenzio sbalorditi. Sembra che Nigel sia una specie di divo in questa scuola o è una mia impressione?
"non volevo....scusami...stavo camminando e non ti ho visto..."
dico balbettando scuse a raffica, sono nella più totale vergogna, vorrei solo sprofondare. Mentre cerco in qualche modo di uscire da quell'imbarazzo noto Marta che si avvinghia a Nigel.
"Harries!"
urla guardandomi in cagnesco mentre Nigel mi guarda per un attimo e poi si allontana continuando a camminare.
Direi che come primo giorno di scuola è stato perfetto.
"può succedere Chris, non capisco perché te la prendi tanto"
dice Paul guardandomi. Siamo chiusi nell'aula di biologia, la vergogna è così grande che non voglio farmi vedere da nessuno.
"Beh, Chris non preoccuparti, certo hai lasciato tutti a bocca aperta, ma vedrai dimenticheranno presto tutti quanti quello che è successo"
mi rassicura Mandy.
Alzo il capo guardando entrambi
"mi dite cos'ha di così speciale quel Nigel?"
chiedo borbottando.
"ecco, Nigel è un ragazzo proveniente da una ricca famiglia che vive in Irlanda, sembra che lui sia Inglese, ma per qualche anno i suoi si son trasferiti qui e quando loro son dovuti partire per lavoro è rimasto qui. Ha degli ottimi voti, è il vanto della scuola possiamo dire e poi ha quell'aria da bello e dannato che affascina tutte le ragazze. La maggior parte di loro ogni anni manda lettere d'amore e cioccolata a san Valentino e alcune anni fa si son dichiarate a lui nei modi più assurdi, ma è sempre stato un tipo schivo e riservato. Di lui non si sa praticamente nulla. E' il primo anno che partecipa alla festa d'inizio anno, nessuno sa perché è qui. Tu Chris sei la novità, si è sparsa in giro la voce del tuo piccolo incidente e sopratutto tutti sanno che è stato Nigel a salvarti, quindi è una specie di evento che fa invidia a molte, e tutti si domandano cosa hai di così speciale da attirare la sua attenzione"
deglutisco e respiro. Ecco tutto ciò che volevo era passare inosservata ed invece mi succede l'opposto.
Penso a Nigel...ai suoi occhi...perché è così misterioso come dicono? sarà vero?
Anche se per poco abbiamo parlato in giardino questa mattina...io non penso che sia schivo...
Quel ragazzo mi attrae e anche molto, ma perché?
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Capitolo 7 *** Capitolo VII - La cheer leader (Parte I) ***
La luce dei lampioni m'abbaglia. E' notte ed io sono per le strade di Dallas, continuo a camminare in un vicolo di cui non vedo la fine, man mano che avanzo i lampioni s'accendono illuminando di qualche metro il cammino.
Non sono spaventata o incerta avanzo con passo lento, mentre il tempo attorno a me si è fermato.
Non il rumore di una macchina o il fruscio del vento, rompe il silenzio creatosi attorno rendendo l'atmosfera surreale.
Cammino e respiro piano, ho come la sensazione che se accennassi ad respirare più forte qualcosa possa rompersi come un sano equilibrio mantenuto in tutta questa situazione.
Di una cosa sono certa, alla fine del vicolo c'è qualcosa che mi attende e ho l'impressione di esserci quasi arrivata.
L'ultimo lampione superato illumina ancora di qualche centimetro il vicolo, ma non riesco a vedere nulla nascosto nell'oscurità.
D'un tratto mi sento immobilizzata, nessun arto del mio corpo sembra voler collaborare con gli impulsi mandati dal mio cervello e la sensazione che io non sia sola in quel posto si fa sempre più reale.
Dei passi...odo dei passi provenire da quell'oscurità, ma sono immobile.
Il respiro quasi automaticamente si accorcia e con occhi vigili cerco di capire cosa sta effettivamente succedendo.
I passi sono sempre più vicini e n'inquieta ansia inizia a dilagare nella mia mente.
Un veloce fruscio d'aria accarezza i miei capelli ed ecco che davanti ai miei occhi una sagoma umana prende lentamente forma.
Cado in una sorta di torpore e tutto attorno mi si annebbia.
La situazione cambia in pochi secondi, sento una mano accarezzarmi lentamente il collo mentre con l'altra afferra il mio fianco dolcemente.
Le sue braccia poi mi avvolgono, mentre il suo fiato s'impadronisce del mio collo.
Lo sfiora a malapena con le sue labbra e lentamente mi fa girare, finché il suo viso e il mio si ritrovano a pochi centimetri.
l'intera figura è nera, non capisco chi sia, ma son sicura si tratti di un uomo, ha lo sguardo basso...finalmente riesco con mio stupore a muovere un braccio.
Mi sento protetta e d'istinto porto una mano accanto al suo viso mentre sentimenti come pace serenità e dolcezza m'esplodono dentro.
Timorosa provo ad accarezzargli una guancia, ma in quell'istante i suoi occhi si spalancano e tutto inizia vorticosamente a ruotare e angoscia e paura prendono il controllo di me...
Mi sveglio di soprassalto, era un sogno...
Un sogno che mi perseguita da quella sera, quando ho incontrato Nigel per la prima volta.
Guardo la sveglia, è l'alba. Decido di alzarmi e prepararmi per andare a scuola mentre pian piano cerco di allontanare tutti quei pensieri dalla mia mente.
Sam dorme ancora, così decido di scriverle un biglietto e lo poggio sul comodino; "dormivi beatamente io vado a scuola, ti voglio bene sorellina"
mi preparo senza fretta questa volta, da oggi inizia il vero e proprio anno scolastico.
Decido di optare per un abbigliamento sobrio, perciò Jeans e maglietta vanno più che bene, mi pettino i capelli guardando la mia immagine riflessa allo specchio e per un secondo mi sembra di vedere Nigel alle mie spalle, mentre mi accarezza il collo...
Scuoto la testa confusa e cerco di non pensarci, altrimenti diventerò pazza.
Esco da casa un po' turbata, il cielo è nuvoloso anche quest'oggi...avanzo qualche passo decidendo di fermarmi al bar per prendere un buon caffè, con sorpresa vedo Paul sul vialetto.
"Buon giorno Paul"
dico avvicinandomi e salutandolo con una mano.
Lui chiude il cancelletto del cortile e con un sorriso mi saluta.
"stai andando a scuola?"
gli chiedo
"si, ci andiamo assieme?"
annuisco sollevata, con Paul accanto la giornata non può che migliorare.
"pensavo andassi con l'autobus a scuola"
dice non troppo interessato in realtà dell'argomento.
"oggi mi son svegliata presto, preferisco fare quattro passi"
rispondo sorridendo leggermente.
"bene Harries, oggi è il tuo primo vero giorno di scuola! Pronta?"
Paul ha tanto entusiasmo in se è mi piace per questo, trasmette serenità.
Sorrido spalleggiandolo mentre continuiamo a camminare.
"da Mike"
leggo su una tavola calda in cui Paul si ferma.
"credimi Chris, qui fanno il caffè più buono di Dallas!"
esclama convinto. Entriamo accolti dal simpatico tintinnio della campana appesa sulla porta e ci dirigiamo al bancone.
"ciao Paul, il solito?"
chiede un uomo intento a ripulire il bancone con uno straccio grigio.
"caffè anche per te Chris?"
mi chiede Paul in un sussurro, annuisco.
"si Mike, doppia razione oggi!"
Così Mike è lui, l'osservo bene, un uomo sulla trentina con la barba incolta e un cappellino che nascondono due occhi verdi e dei capelli nerissimi.
Le pareti del locale sono color verde acqua e i tavoli e le sedie dall'aspetto tipicamente rustico sono color noce, su ogni tavolino c'è una tovaglietta di carta a quadri blu e bianchi.
Osservo nuovamente Mike, sembra un tipo alla mano e il suo locale sembra rispecchiarlo.
Un posto sobrio e accogliente.
"ecco, offerti da me! Finalmente in compagnia di una bella ragazza Paul!"
Ci guardiamo imbarazzati prima di rivolgere uno sguardo spaesato a Mike.
"è solo un'amica Mike, è la sorella di Sam!"
dice presentandomi.
"sono Chris"
dico porgendogli la mano e lui ricambia la stretta con un sorriso.
"Sam...come sta quell'angelo di ragazza? Ha lavorato qui per un po' sai? Una splendida persona!"
imbarazzata rispondo che sta bene.
Sam ha lavorato qui...in effetti è un ambiente adatto a lei e questo Mike mi è simpatico.
Prometto lui di portarle i suoi saluti e lui invita me e Paul a passare ogni mattina a prendere un buon caffè.
Il mio umore è decisamente migliorato da stamane e con energia e un buon caffè in mano assieme a Paul mi dirigo a scuola.
Ecco ancora una volta davanti a me stagliarsi quell'enorme cancello nero dalle decorazioni ottocentesche.
Questo è il mio primo vero giorno di scuola, mi chiedo se sarà un anno scolastico movimentato, dato i precedenti eventi qui a Dallas che mi hanno coinvolta in prima persona o se riuscirò a finire l'anno in assoluta pace e tranquillità, mi chiedo se Paul e Mandy saranno al mio fianco, se riuscirò ad integrarmi e se tutto questo per me sia un bene...
Mentre nuovi dubbi iniziano ad annebbiarmi la mente, noto che un gruppetto di studenti mi fissa con aria incuriosita e divertita ridacchiando qualcosa, solo ora mi rendo conto di aver sostato davanti al cancello d'ingresso fissando il vuoto per qualche minuto.
Scrollandomi i vari pensieri di dosso, stringo i pugni e finalmente varco la soglia tanto temuta.
Solo ora mi accorgo che Paul non è più al mio fianco e dando una fugace occhiata attorno noto che tutti o quasi, mi stanno osservando indicandomi.
Non capisco il perché di tutto ciò fin quando Marta seguita dal suo gruppo mi si para davanti.
Sguardo serio, sopracciglia leggermente inarcate ed espressione seccata mi fan capire che qualcosa non va.
“Meredith!”
urla la capo cheerleader senza distogliere lo sguardo da me, o meglio dal mio caffè.
Una ragazzina dai capelli corvini, con indosso anch'ella la divisa da cheer leader si fa avanti; sembra asiatica e mentre io cerco di capire quale sia la sua etnia due occhi a mandorla verdi mi osservano in cagnesco. Ho come l'impressione di aver davanti ai miei occhi un cane da guardia!
“prendile il caffè”
indica con sguardo cattivo la mia figura Marta e immediatamente volgo lo sguardo alla ragazzina captando le sue intenzioni, prima che ella si avventi su di me.
Inizio a non sopportare questo comportamento...
Chi cavolo è Marta per ordinare alla gente che fare?
Se al suo gruppetto va bene, a me no e non intendo minimamente farmi portar via il caffè per chissà quale motivo, per cui scatto indietro allontanando istintivamente il caffè dalle grinfie di quella Cheerleader per poi rovesciarlo rovinosamente sul pavimento urtando qualcosa.
Non credo ai miei occhi; non credo a quello che ho appena fatto...
Non è matematicamente possibile colpire per più di una volta la stessa persona allo stesso modo!
Mi correggo, è possibile..ancora una volta ho colpito Nigel!
Certo che questo ragazzo ha un tempismo perfetto!
Cerco di scusarmi, ma appena i suoi occhi incontrano i miei le parole mi muoiono in bocca.
“non è possibile”
mi ripeto, mentre osservo la sua maglia bianca macchiata dal mio caffè che gocciola per terra. Lui avanza un passo per andar via, ma questa volta devo assolutamente chiedergli scusa ed, incurante di Marta e della sua squadra cerco di afferrargli un braccio, ma scivolo sul mio stesso caffè.
Sono un disastro!
Il tempo sembra fermarsi, ed invece di cadere per terra, Nigel giratosi immediatamente mi prende in tempo.
Questo, mi ricorda molto la scena del film “Spider man” quando Mary Jane scivola in mensa e Peter Parker con i riflessi da ragno l'afferra prontamente.
Sento il respiro di Nigel sul mio viso e quei occhi grigi che finalmente posso ammirare da vicino sembrano così profondi quanto malinconici.
Una strana luce affiora nel suo sguardo meravigliandomi, mentre l'osservo, ma forse è solo una mia impressione.
Improvvisamente questa atmosfera venuta a creatasi si spezza ed io torno alla realtà.
Senza alcuno sforzo mi rimette dritta e guardandomi un'ultima volta va via in silenzio.
“Sei un disastro!”
Urla Marta, sbraitando più con le sue compagne che con me, ma al momento i suoi picchi di gelosia ed invidia mi lasciano del tutto indifferente, contrariamente son del tutto rapita dalla figura di quel ragazzo che riesce a catalizzare tutti i miei pensieri sulla sua figura. Continuo a guardarlo, mentre va via, fin quando svoltando un angolo scompare.
Sospirando profondamente torno a concentrare la mia attenzione su Marta.
“cosa c'è?”
le chiedo visibilmente seccata dal suo comportamento
“sei appena entrata nella lista nera Harries!”
esclama minacciosa, puntando ancora una volta il suo dito contro il mio volto.
Finalmente la campana suona, segnando l'inizio delle lezioni e il termine di quella situazione abbastanza fastidiosa.
Mi reco nell'aula di letteratura mentre mille dubbi mi assillano compromettendo la mia serenità.
Con mio grande stupore l'aula dove si terrà la lezione della prima ora è completamente vuota. Avanzo qualche passo notando il colore verde acqua delle pareti che rende l'aula stranamente infantile, anche se spaziosa sembra un po' tetra e malinconica avvolta nella semi oscurità mattutina. Le persiane son quasi del tutto chiuse e solo qualche raggio di luce illumina un po' la stanza. Sfioro la superficie bianca di uno dei banchi, notando che son disposti in file da quattro formata da sei posti a sedere; accanto alla parete adiacente alla porta c'è una grande lavagna a muro che fa da sfondo alla scrivania del professore, mentre dal lato opposto, in fondo all'aula c'è un enorme armadio circondato da tanti scatoloni ammassati e stracolmi di fogli e cartoni. Noto incuriosita qualcosa muoversi tra tutti quei fogli e cauta mi avvicino riuscendo meglio a distinguere una testa piccola e stempiata che si muove velocemente. Uno scatolone posto in modo maldestro in cima all'armadio cade, travolgendo in pieno l'uomo.
Preoccupata, ma anche un po' divertita mi precipito in suo soccorso.
“tutto bene?”
Tra i vari fogli sparsi, accarezzandosi la nuca fa capolino un uomo con un simpatico sorrisino imbarazzato.
“ohi ohi ohi, che male!”
dice ridendo leggermente. Mi avvicino ancora, raccogliendo così qualche foglio intenta a metter in ordine quel caos.
“Sei la nuova ragazza? Non ti ho mai vista qui”
Aggiunge poi porgendomi una mano. Sembra una persona simpatica, annuisco e lui si presenta ufficialmente
“Io sono il professor Blacky, docente di letteratura e tutor del corso di teatro ideato personalmente dal sottoscritto!”
dice battendo una mano sul petto con aria orgogliosa.
Le luci a neon del soffitto si accendo, illuminando per bene l'aula e Paul un po' spaesato, entra nella stanza cercando di capire cosa sia accaduto.
Ma che fine aveva fatto?
“professore, ma cosa è successo qui?”
Chiede, chinandosi per raccogliere dei fogli.
Il professor Blacky dal canto suo fa spallucce e sorride divertito.
“ah, professore, dico sempre io che lei ammucchia troppe cose!”
Paul sembra avere una certa confidenza con l'uomo che posso osservare meglio ora che la stanza è illuminata.
Sembra aver più o meno una sessantina di anni, ha una lunga ma curata barba bianca e i pochi capelli acconciati in modo bizzarro, la sua bassa statura lo fa sembrare un grande nano più che un professore, rido leggermente al pensiero, notando che l'abbigliamento che indossa, un maglione slargato arancione e dei pantaloni beige, non sono per nulla adatto alla figura classica di professore.
“Chris, stai bene?”
mi domanda Paul facendomi abbandonare quelle considerazioni.
Annuisco per tutta risposta portando i fogli raccolti sulla scrivania.
“oh, Paul vedo che voi due già vi conoscete!”
Il signor Blacky ne sembra entusiasta!
La seconda campanella attira l'attenzione di tutti e, dopo aver sistemato velocemente tutto negli scatoloni prendo posto accanto a Paul . Ecco, l'aula velocemente s'affolla e nel giro di qualche minuto i banchi prima vuoti, ora sono tutti occupati e quel piacevole silenzio che prima regnava nella stanza è ora scomparso per far posto a un continuo vocio
“silenzio ragazzi”
dice in un fiato il professore battendo ripetutamente e rumorosamente la mano sulla cattedra per attirare l'attenzione degli studenti e il brusio pian piano cessa.
Si porge al di fuori della cattedra col viso tenendo le mani saldamente incollate al piano della scrivania scrutando gli studenti.
“Bene, buon giorno a tutti ragazzi, oggi è qui con noi una nuova studentessa”
qualche secondo di suspense ed ecco pronunciare il mio nome, lentamente mi lascio scivolare sulla sedia totalmente imbarazzata mentre gli sguardi di tutti son rivolti a me.
Il professore mi invita a raggiungerlo al suo fianco.
Mi chiedo perché mai ogni situazione imbarazzante ha sempre a che fare con me. Prendo un bel respiro e trattenendolo mi avvicino.
“Ciao, sono Christine Harries”
dico a denti stretti con un sorriso forzato mentre Paul seduto in prima fila alza un pollice in segno di approvazione.
Finalmente il momento imbarazzante è terminato ed io mi concentro sulla lezione del professore per tutto il tempo. La mattinata prosegue più o meno nello stesso modo fin quando non mi reco alla mensa. Camminando per i corridoi mi rendo conto che ogni muro è tappezzato da cuoricini e in ogni dove la scritta “cheer leader” accompagnata dalla parola “audizione” è presente.
Riflettendoci meglio, ho sentito delle ragazze che parlavano di alcune audizioni che si terranno in palestra alla fine delle lezioni. Tutto ciò mi riporta a Megan. So bene come funzionano queste “selezioni”, oltre ad essere brave atlete, bisogna essere alte, magre, carine e meglio ancora se ricche. Megan prendeva seriamente il suo ruolo di capo cheer leader, anche io personalmente non ho ancora capito cosa ci sia di così eclatante nello sventolare pon pon e gridare rime sillabate.
Non ho per nulla fame, così evito la coda alla mensa e prendo posto al tavolino già occupato da Paul che mi saluta sorridendo.
“Ciao Paul”
Mi guarda, ed intento a mangiare una mela mi chiedergli
“non hai fame Chris?”
Continuo a pensare agli striscioni appesi nei corridoi, prendendo in seria considerazione la mia partecipazione alle audizioni. Marta e la sua arroganza mi ispirano un'inebriante senso di vendetta. Entrare nella squadra di cheer leader non è una cattiva idea e forse, anni passati accanto a Megan prendendo parte alle sue riunioni sono servite.
Guardo intensamente Paul che ricambia lo sguardo stranito
“e se diventassi una cheer leader?”
per tutta risposta sputa il pezzettino di mela appena addentato e tossisce un po'.
“vuoi diventare una cheer leader?”
chiede di rimando ironico
“cosa ti spinge a voler frequentare Marta e il suo branco di galline Chris?”
Mandy apparsa alle nostre spalle con un vassoio pieno di gelatine prende posto a sedere dopo aver guardato velocemente Paul per chiedergli il permesso di sostar con noi e lui ovviamente annuisce sorridendo.
“non voglio frequentare Marta e le sue amiche Mandy, vorrei solo farle capire che in questa scuola c'è libertà d'azione...tutti la venerano, io non capisco il perché”
come sempre Mandy risponde alla mia affermazione in modo più che eccellente.
Mi spiega che Marta è la figlia di un grande imprenditore, tutte le ragazze della scuola vorrebbero essere come lei, belle ricche e amate.
Certo il benessere in cui vive le ha dato popolarità, ma nonostante questo non riesce a far breccia nel cuore di Nigel che è l'unica nota storta nella sua ascesa.
Come è classico nelle scuole, anche lei era fidanzata con Mark, il capitano della squadra di football,che come da copione non era quel che si può definire il ragazzo perfetto. Dopo aver passato molto tempo con tutte le ragazze facenti parte della squadra di cheer leader, Marta sembra essersi stufata di esser tradita scaricandolo.
Mandy è convinta che in fondo la capo cheer leader sia del tutto sola e che atteggiarsi a prima donna, figlia di papà sia solo una maschera che usa per ostentare una sicurezza illusoria.
Sposto il mio sguardo al tavolo dove siete con le altre ragazze notando che mentre loro son intente a ridere e scherzare, lei in silenzio fissa il vuoto.
Mi chiedo il perché di tale atteggiamento. Sarà rimasta ferita dai numerosi tradimenti di Mark? O non ha mai avuto una vera amica?
Cosa la costringe ad indossare una maschera? Non può essere semplicemente se stessa ed esser accettata per quello che è?
Continuo a guardarla mentre sento in me un'improvviso calore, Marta mi fa quasi tenerezza, sembra così fragile e ciò fa scattare qualcosa in me.
Vorrei aiutarla, starle accanto, esserle amica, ma perché? Non conosco molto Marta, forse mi preoccupo inutilmente, anche se per un attimo il suo sguardo sembra essersi posato su Mark, intento a ridere con i suoi compagni.
Questi pensieri non mi faranno cambiare idea, questo pomeriggio mi presenterò alle audizioni!
Saluto Paul e Mandy ed esco dalla mensa.
Per i corridoi non c'è quasi nessuno, la bianca luce del neon è quasi fastidiosa, fa sembrare le pareti spettrali e prive di vita.
“Christine Harries?”
una ragazza altissima mi si para davanti.
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Capitolo 8 *** Capitolo VII - La cheer leader (Parte II) ***
Ha la divisa da cheer leader
“sono io”
rispondo e sul suo viso si forma un enorme sorriso maligno accentuato dai denti bianchissimi in forte contrasto con la sua pelle color ebano.
“sta lontana da Nigel, chiaro?”
la guardo intensamente negli occhi neri seri e sicuri che rafforzano le parole appena pronunciate.
Nigel. Come un lampo in piena notte i suoi occhi grigi mi balenano nella mente facendomi sussultare. Quasi una piacevole sensazione di torpore mi avvolge. Quel ragazzo su di me ha l'effetto di un caldo piumino in una sera d'autunno.
“non so cosa tu voglia insinuare, ma hai capito male. Io non conosco Nigel!”
respiro seccata.
Marta e la sua squadra di cheer leader mi ha stancata! Lei non è la reginetta della scuola, non lo è per me!
Guardo la ragazza con aria di sfida, voglio che capisca bene, io non mi sottometterò mai alle regole di Marta!
Il mio giudizio su di lei a mensa era stato troppo avventato e privo di tesi, lei voleva che si rispettassero le sue regole e nessuno osava contraddirla...ma certo, starle accanto significava aver successo e fama in modo semplice. Le ragazze dovevano solo resettare il cervello e non avere più personalità, chi si ribellava, veniva emarginato.
Stanca di quella buffonata avanzo un passo in avanti con l'intenzione di andar via, ma stranamente la cheer leader non sembra aver intenzione di spostarsi di un millimetro, la sua espressione nel giro di qualche attimo muta a spavalda e sicura, sembra sia architettando qualcosa nella sua mente e ne ho la certezza quando i suoi occhi si spalancano compiaciuti come una volpe astuta.
Non me ne accorgo nemmeno, ma portando la mano a palmo aperto all'altezza del mio petto mi colpisce con forza secca ed io, per il colpo compio qualche passo mal fermo per poi finire sul pavimento.
“non così di fretta”
dice mentre dolorante cerco di alzarmi massaggiandomi un gomito.
Se cerca rogne, ha incontrato la persona sbagliata.
Non ho nessuna intenzione di litigare con lei e men che meno per Nigel.
Una volta in piedi la guardo velocemente per l'ultima volta girando i tacchi e iniziando a camminare nella direzione opposta.
Tutto ciò è davvero assurdo, va bene l'unità fra cheer leader, ma l'atteggiamento di questa ragazza mi are esagerato, e qualcosa mi fa capire che non è esattamente Marta l'emissaria di questo comportamento.
“Ho detto non così di fretta!”
Esclama furente la ragazza alle mie spalle.
Sbuffo, ora basta! Non ha nulla di meglio da fare questa che rompermi le palle?
Mi volto, ma non faccio in tempo a concludere l'azione che un pugno in pieno viso mi mette al tappeto.
Il dolore mi invade e automaticamente con la mano tasto lo zigomo destro massaggiandolo delicatamente.
La guardo adirata, non sta per nulla bene e se pensa di avermi messo a tacere si sbaglia di grosso. La soddisfazione le illumina il volto, mi guarda compiaciuta e piena di sé , questo atteggiamento mi da ai nervi. Probabilmente finirò per terra di nuovo, ma non mi importa più di tanto. Non ho mai fatto a botte con qualcuno, ma c'è sempre la prima volta, no?
E comunque mi pare scortese non ricambiare il bel gesto appena ricevuto.
L'adrenalina mi circola nel corpo, così dopo aver preso un profondo respiro mi alzo partendo alla carica su di lei. Le salto letteralmente addosso sferrandole un pugno in una zona a caso, ma purtroppo non ho calcolato né una sua reazione, né tanto meno la sua forza che, di sicuro, è maggiore rispetto alla mia. Intanto il mio colpo va a segno colpendola su un braccio. Sento le nocche infiammarsi al contatto e subito ritraggo la mano portandola al petto. Che dolore!
Intorno a noi alcuni studenti si sono accerchiati per godersi la scena; alcuni hanno un'espressione divertita, altri preoccupata.
Qualcuno per attirare altri spettatori, urla addirittura “se la suonano ragazzi!” entusiasta.
La Cheer leader mi afferra per la maglia e, senza troppa energia mi sbatte completamente contro uno degli armadietti creando un rumore assordante.
“sta al posto tuo bambolina!”
alita minacciosa a qualche centimetro dal mio viso. Sento la mia schiena distruggersi in piccoli frammenti, ora non so in che modo reagire, so solo che lei non sta per nulla bene.
“Lasciala Cindy”
Una voce, attira l'attira l'attenzione di entrambe e sposto lo sguardo nella direzione della sua provenienza, notiamo con gran stupore che un Nigel disinvolto si fa spazio fra gli studenti visibilmente aumentati dall'inizio della colluttazione. E' mai possibile che la gente venga sempre e solo attirata da sesso, scandali e violenza?
Cindy la cheer leader lascia lentamente la presa su di me, che rimango ugualmente attaccata all'armadietto. Lui si avvicina e Cindy, come per mantenere una certa distanza, indietreggia di un passo. La sua sicurezza è svanita del tutto, sembra quasi un cagnolino impaurito e sottomesso, non capisco il perché di quella reazione, ma una volta che Nigel mi è accanto il mio cuore inizia improvvisamente a battere all'impazzata.
“T'importuna, volevo difenderti”
dice quasi in un grido isterico lei giustificandosi. Continua a blaterare qualcosa, ma con un solo gesto della mano Nigel la zittisce, non appena porta l'indice sulle sue labbra lei smette di parlare e abbassa lo sguardo quasi pentita.
Sono stupita; Nigel ha tutto questo rispetto? Riesce ad ammutolire una persona portandosi solo un dito alle labbra?
Non riesco a capire. I suoi occhi grigi si fermano nei miei poi ed improvvisamente sento le guance avvampare.
Perché mi sento in imbarazzo davanti a lui?
Mi mette in soggezione e mi costringe ad abbassare lo sguardo
“vattene”
sussurra alla cheer leader che esegue senza fiatare.
La tensione creatasi in quella situazione sembra scemare e anche altri studenti, probabilmente non trovandoci più nulla di interessante vanno via, finché l'andito torna vuoto com'era prima, ma Nigel c'è ancora.
Con un sospiro mi lascio scivolare lungo l'armadietto fino a toccare terra.
Tengo lo sguardo basso, respiro profondamente mettendo la testa fra le mani. Cerco di calmarmi, mentre un leggero tremolio mi pervade.
“tutto bene?”
si china su di me e poggia delicatamente una mano sulla mia spalla. Lo guardo confusa e annuisco, anche se tutto il mio corpo risente dell'aggressione e non sta per nulla bene. Mi alzo aggrappandomi al medesimo armadietto vittima come me dell'aggressione. La sua mano si sposta sulla mia schiena e cercando di sorreggermi mi volto a lui. Mi guarda, immobile, in silenzio e io mi sento quasi leggere, come se tutto il dolore che mi attanaglia sia scomparso improvvisamente.
Sbatto per due volte le palpebre per tornare a ragionare lucidamente, per tornare alla realtà, perché quel ragazzo ha il potere di estraniarmi da essa. Ogni volta che i suoi occhi incrociano i miei tutto sembra fermarsi e si crea una realtà fatta solo dai nostri sguardi.
Mi avvicina al suo petto continuando a sorreggermi con una mano tenendomi sorretta per la schiena.
“sto bene, davvero”
Gli dico allontanandomi un po'.
“quell'occhio diventerà presto nero Harries”
senza lasciarmi mi conduce in infermeria. Non ho mai avuto l'occasione di vederla e non pensavo di doverne avere la necessità. Appena entrata noto subito l'atmosfera diversa, tutto sa di pulito e le bianche pareti della stanza accentuano questa sensazione.
Una signora un po' goffa con un camice bianco accoglie me e Nigel con un sorriso a trentadue denti, sembra quasi compiaciuta della nostra presenza.
Sui capelli ricci e corti indossa un cappellino con una croce rossa e, mentre le sue labbra dipinte di rosso si allargano in un sorriso, Nigel mi accompagna accanto ad un lettino azzurro adiacente all'unica finestra che illumina la stanza.
Una volta seduta l'infermiera mi dice di rilassarmi e controlla il mio occhio, pigia un po' sullo zigomo e sulla palpebra, mentre Nigel in silenzio osserva attentamente.
“riposa un po' cara, hai preso una bella botta, ma nulla di grave!”
Nigel con un cenno va via e dopo che l'infermiera tira la tendina che separa gli unici due letti presenti, chiudo gli occhi e cedo ad un leggero sonno.
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Capitolo 9 *** Capitolo VIII - Football e Torta al cioccolato ***
Man mano che i giorni passavano, del mio occhio nero non rimaneva nient'altro che un leggero rossore.
L'ultima volta che avevo parlato con Nigel, se di conversazione si può parlare, è stato in infermeria.
Ho provato a cercarlo per ringraziarlo, ma sembra quasi evitarmi.
Continuo a pensare a lui in modo quasi ossessivo e più ci rifletto, più mi chiedo il perché di tanta attenzione nei suoi confronti.
Son seduta ad uno dei tanti tavolini della mensa assieme a Paul, ogni giorno è quasi una guerra riuscire a trovare un posto a sedere, ma chissà come Paul riusciva sempre a guadagnarsene uno, magari sporco e situato vicino al muro in un angolino, ma è sempre meglio che mangiare sugli scalini del corridoio.
Nigel invece, ha un tavolo a sua completa disposizione, in un posto comodo, pulito e anche se in fondo alla sala è ben illuminato dalle ampie finestre.
Senza accorgermene, ancora una volta la mia attenzione è ricaduta su di lui, ciò inizia ad irritarmi non poco.
“ATTENZIONE”
Mark Smith urla dalla sua postazione catalizzando in questo modo la concentrazione di tutti gli studenti presenti in mensa. Volgo lo sguardo verso il capitano della squadra di football per poi riportarlo su Nigel che a differenza degli altri studenti sembra disinteressarsi completamente a tutto ciò.
“Chissà cosa diavolo ha inventato stavolta...”
sbuffa Paul poggiando la testa sul palmo della mano sinistra.
“che intendi Paul?”
chiedo alquanto confusa
“devi sapere che il nostro caro capitano, si diverte nell'organizzare scherzi di cattivo gusto, improvvisare gare col cibo e roba simile; di solito coinvolge studenti come me o Mandy, anche se per fortuna le ragazze di solito solo il bersaglio preferito di Marta...”
Ascolto le parole di Paul domandandomi quale brutto scherzo abbia intenzione di mettere in atto.
“miei cari compagni, come qualcuno di voi già sa, oggi abbiamo con noi due nuovi ragazzi: Jake e Ted!”
solo gli altri ragazzi seduti al suo tavolo, presumo anche loro giocatori di football, applaudono entusiasti come foche da circo inneggiando il loro capo con un “sei grande Mark” o “vai sei il migliore” mi chiedo il migliore, in cosa?
Improvvisamente dall'entrata principale della mensa fanno la loro comparsa i presunti Jake e Ted accompagnati da altri due ragazzi con indosso la divisa della squadra di football. Non credo ai miei occhi: i due nuovi studenti, riconoscibili dai cartoncini che portano legati al collo con su scritto i rispettivi nomi sono semi nudi.
Indossano solo l'intimo e son rossi dalla vergogna.
Jake, il biondo, cammina davanti a Ted cercando di coprirlo.
Una fragorosa risata s'innalza nella sala, nessuno sembra preoccuparsi per le due povere vittime.
Guardo Paul che con aria severa tiene lo sguardo fisso su Mark, che sorride compiaciuto del suo scherzo, come se gli altri debbano prendere esempi... io di ammirevole non ci vedo nulla.
“perché nessuno fa niente?”
Chiedo strattonando Paul ancora intento a fissare Mark.
“perché nessuno vuole mettersi contro la squadra di football Chris, sarebbe una persecuzione senza fine!”
Sposto nuovamente lo sguardo sui due studenti in totale imbarazzo.
Perché non reagiscono? Sembrano accettare l'umiliazione...guardo ancora Paul. Forse sono io a non comprendere appieno quanto possano essere fastidiosi Mark e i suoi?
Certo è, che qualcuno doveva porre fine a quell'odiosa scenetta; se a Mark basta così poco per aggraziarsi la simpatia e la stima degli altri studenti, mi chiedo quanto ci sia di così lodevole in loro.
Mi alzo, e senza perdere altro tempo, facendomi spazio tra gli studenti incuriositi, che ormai accerchiano Jake e Ted, raggiungo Mark con ancora stampato in volto quell'odioso sorrisino.
Mi guarda incuriosito per un istante, senza cambiare il sorriso convinto e vittorioso.
Sorrido di rimando ironica e proseguo verso i due ragazzi rivolgendomi ai due servetti di Mark che li tengono fermi
“che hai da guardare?”
Mi chiede uno di loro quasi scocciato.
Quell'arroganza mista all'aria di superiorità che cerca di sbattermi in faccia mi da ai nervi.
Lo guardo fisso negli occhi esclamando un semplice “ lascialo”.
Il mormorio degli studenti attorno cessa all'istante
ehi, ragazzina, chi credi di essere?”
Lo guardo arcigna avvicinandomi al suo brutto muso.
“chi credi di essere tu, brutto scimmione!”
rosso di rabbia inizia a dimenarsi ed io, non so il perché, ma sento uno strano senso di soddisfazione invadermi
“Harries, che ne dici di tornare a Shelbyville e liberarvi dalla tua inutile presenza?”
Sentenzia Mark alle mie spalle suscitando un “oooh!” dalla platea di studenti.
Ignoro le sue parole, anche se un po' mi hanno ferito, so che le ha dette solo per rendersi superiore agli occhi degli altri.
Mark non sa nulla di me, anzi, mi chiedo come faccia a sapere il mio nome
“togliti di mezzo”
urla poi visibilmente seccato spingendomi via con una mano.
Barcollando per il colpo improvviso cado addosso a Ted che, liberatosi dalla stretta del giocatore, mi sorregge prontamente.
Alzo lo sguardo, pronta a caricare Mark, ma davanti ai miei occhi incredibilmente c'è Nigel.
Con gran sorpresa di tutti, mia compresa, sussurra a Mark di smetterla, mentre il capitano impaurito si fa scudo con i suoi compagni di squadra.
Noto una strana luce negli occhi di Nigel, sembra che i che siano velati di un leggero rosso mentre fissa Mark con aria glaciale e severa. Sembra quasi che voglia picchiarlo in modo brutale, p furioso.
I ragazzi che inizialmente Mark ha usato per ripararsi da Nigel uno ad uno iniziano ad allontanarsi.
“ehi, amico, non c'è bisogno di prendersela, stiamo solo scherzando!”
esclama Mark poco convincente con voce tremante, mentre tutti gli studenti iniziano a ridere di lui.
E' quel che si merita;: grande , grosso e codardo.
Sorrido compiaciuta, Nigel è intervenuto nel momento opportuno e con il suo charme e la sua figura fredda e schiva è riuscito a ridicolizzare Mark.
Mi avvicino a lui che non accenna a voler smettere di fissare Mark con sguardo minaccioso e che invece afferra per il colletto della giacca.
“Penso abbia capito Nigel”
dico sorprendendomi di come la sua vicinanza mi renda insicura e timorosa.
Per un istante i suoi occhi si spostandosi su di me, per poi tornare sulla figura del capitano.
Lascia la presa voltandogli le spalle e lo strano senso di tensione che aveva fin ora velato l'atmosfera sembra svanire.
“Dannata mocciosa”
sussurra Mark in modo tale da farsi sentire, lo guardo di sottecchi per un secondo prima di avanzare nuovamente.
Voglio continuare ad ignorare le sue inutili parole prive di senso, ma qualcun altro non la pensa esattamente come me.
Nigel voltandosi colpisce con un destro il viso di Mark centrandolo in pieno.
Istintivamente afferro il suo braccio cercando di allontanarlo da Mark.
E' impazzito o cosa? Che gli è preso?
Lo trascino fuori dalla mensa sotto gli sguardi increduli degli studenti.
Sospiro, siamo nell'andito, lui guarda il vuoto con un'espressione impassibile
“MA SEI IMPAZZITO?”
grido in preda ad una collera improvvisa
“perché? Che ho fatto di male?”
chiede con aria innocente, quasi stupita. Lo guardo sgomenta, per lui è cosa da nulla prendere a pugni un ragazzo?
Inizio a dubitare della sua identità e della sua facciata da bello e dannato
“sicuro di essere Nigel?”
mi guarda quasi imbarazzato, noto un lieve rossore sulle sue guance e, data la sua pelle praticamente bianca si può notare eccome.
“sicura di sentirti bene?”
domanda per tutta risposta guardandomi negli occhi.
Questo strano ragazzo ha un'influenza tutt'altro che indifferente su di me.
“ehi, principino, guarda che quello che ha fatto a pugni sei tu!”
le mie parole sembrano sconvolgerlo
“quello non è far a pugni Harries!”
ma che strana conversazione è mai questa? Possibile che la sua figura fredda e taciturna sia solo finzione?
Sbuffo infastidita dalla situazione e probabilmente Nigel notandolo va via come se nulla fosse in silenzio.
Paul mi raggiunge, con un fiatone sospetto.
“tutto bene Paul?”
gli chiedo poggiando una mano sulla sua spalla, mentre piegato cerca di riprendere fiato.
“Chris, sei pazza? Non sai cosa è accaduto lì dentro! Nessuno ha mai tenuto testa a Mark e tu Harries, hai per la prima volta smosso Preston!”
sospira cercando di far tornare regolare il respiro.
Quando sono arrivata qui a Dallas ho promesso a me stessa di far di tutto pur di non creare problemi a Sam, invece inconsapevolmente ho combinato parecchi guai.
Sono nella lista nera di Marta, Kelly e Sophie, ho fatto a pugni con una cheer leader procurandomi un bel occhio nero ho versato il succo sul ragazzo più popolare della scuola ed ora mi sono inimicata l'intera squadra di football...a Shelbyville tutto era più semplice, con Megan e Ben sembrava che i guai fossero lontani anni luce da me. Pensandoci bene, con loro non mi sentivo sola, ora invece nonostante l'amicizia che mi lega con Paul e Mandy, Sam è l'unica persona con cui posso confidarmi, eppure ho il timore di deluderla. Forse devo smetterla di cacciarmi nei guai e pensare solo a Sam, al bambino in arrivo e alla mia carriera scolastica.
Fortunatamente la giornata scolastica è terminata. Torno a casa, con ancora quei pensieri che mi frullano in testa .Non voglio far preoccupare Sam, così mi dedico alle faccende di casa tutto il pomeriggio.
Sam ne sembra felice e, spinta anche un po’ da me la convinco che non ho bisogno di una mano, così si rilassa sul divano guardando in TV un programma culinario.
Mi fermo ad osservarla per un istante sulle scale del salotto.
Sembra serena, noto divertita che muove i piedi su un morbido cuscino poggiato sul tavolino in legno posto di fronte al divano, un vizio che ha sin da bambina
“Chris, hai impegni questa sera?”
Mi chiede poi voltando leggermente la testa all’indietro per vedermi, assumendo una posizione scomoda e innaturale, per risponderle mi avvicino sedendomi sul bracciolo sinistro del divano
“no, hai bisogno di qualcosa?”
Chiedo fissando istintivamente il pancione.
Sorride dolcemente e quasi imbarazzata mi chiede se ho voglia di preparare una torta al cioccolato. Rido leggermente, so che ne va matta e accetto prima di tornare alle faccende domestiche.
Nel tardo pomeriggio io e Sam siamo pronte per preparare la torta al cioccolato. Non sono una cuoca provetta, ma proverò ad aiutarla. E’ curioso e divertente vedere mia sorella nelle vesti di cuoca e insegnante culinaria. Ultimamente si stanca subito. Son stupita dal fatto che voglia addirittura preparare una torta, ma è così bello vederla sorridere.
“Ho invitato a casa alcune amiche dopo cena”
M’informa ad un tratto assaggiando la crema al cioccolato.
“spero non ti dispiaccia Chris, volevano conoscerti”
Sorrido sensibilmente mentre metto al proprio posto gli ingredienti avanzati.
In effetti anche io son curiosa di conoscere le sue amiche, chissà che tipe sono!
Ceniamo amabilmente e dopo aver lavato le stoviglie mi congedo in camera per studiare in attesa dell’arrivo delle sue amiche. Pensandoci bene, non conosco la nuova vita di Sam, in questi ani è cambiata molto, è adulta ormai nonostante i lineamenti del viso non lo diano a vedere.
Mi manca Shelbyville, magari durante le vacanze di natale ci tornerò.
Sento nuove voci provenire dal piano inferiore, guardo l’orologio, son quasi le nove.Mi precipito di sotto curiosa, vedo una donna sulla soglia della porta intenta a togliersi il soprabito, ha lunghi capelli neri, sembra asiatica dai tratti del viso e ciò è accentuato dagli occhi a mandorla e dalla pelle candida, quasi più pallida della mia.
Nota che la sto osservando e le sue labbra dipinte di color pesca si allargano in un sorriso mostrando dei denti bianchissimi.
Avanza verso di me facendo svolazzare il suo vestito rosa.
“Tu devi essere Christine!”
Esclama porgendomi la mano. Un po’ imbarazzata ricambio il saluto scorgendo in soggiorno Sam e altre due ragazze.
“Chris, loro sono le mie amiche Bel, Jody e Susy!”
Dice indicando la ragazza colorata di rosa accanto a me.
Bel sembra la più grande della compagnia, porta una fede al dito, L’unica sposata penso. Mi sorride salutandomi con la mano, mentre noto i suoi occhi cioccolato far capolino da degli occhiali strambi. Ha i capelli rossi e corti che non sono più lunghi dell’altezza delle orecchie. Veste in modo sobrio ed elegante, ha l’aria di una segretaria o dell’insegnante.
Prende posto accanto a Sam, seduta sul divano che accarezza il pancione, Susy fa lo stesso, mentre io e Jody prendiamo posto nelle poltroncine singole poste ai lati del divano.
Susy pratica massaggi in un centro benessere, mentre Bel è la segretaria di un ufficio e si occupa di moda assieme a Jody che invece organizza sfilate.
In effetti Jody sembra intendersene di moda!
Indossa un abito azzurro molto elegante che mette i risalto i suoi lunghi e ondulati capelli castani.
Sam sembra trovarsi a proprio agio con le sue amiche. Si ride, si scherza, si parla del lavoro e di moda. L’argomento poi si sposta sui ragazzi e con gran sorpresa scopro che Susy e Bel hanno i rispettivi compagni arruolati in marina, proprio come Sam!
Offriamo loro la torta appena preparata ed in allegria la consumiamo.
E’ quasi notte quando le tre ragazze vanno via, sono contenta di averle conosciute e Sam sembra esser felice.
Dopo avermi dato la buona notte va a letto. Tutto sommato ho passato una bella giornata!
Se tutti i giorni qui a Dallas fossero così sarebbe perfetto!
Sam sorridente, io studiosa e servizievole … davvero perfetto … ma al solo pensiero un senso di nausea m’investe violentemente. Come un fulmine a ciel sereno due occhi grigi mi balenano in mente.
Ho come l’impressione che Nigel potrebbe distruggere questo equilibrio.
Scuoto la testa, come per allontanare quei pensieri e anche io vado a letto.
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Capitolo 10 *** Capitolo IX - La festa D'autunno (Parte I) ***
Nelle settimane successive, convinta che il miglior modo per trascorrere una vita tranquilla e serena a Dallas sia non cacciarmi nei guai ed evitare situazioni che possano compromettere la mia seria intenzione di voler rendere Sam orgogliosa di me, mi sono dedicata a tempo pieno allo studio.
I miei voti sono dei migliori, quasi eccellenti, passo interi pomeriggi a casa con Mandy fra i libri e le sere in veranda con Paul. Le amiche di Sam sono tornate a farci visita altre volte ed io sono contenta così.
Evito Nigel e di conseguenza non ho più problemi con Marta, Kelly e Sophie il che significa non avere problemi con l’intera squadra di cheer leader.
Tutto va esattamente secondo i piani, eppure c’è qualcosa … un senso d’incompletezza che pian piano si fa strada dentro di me. Finalmente ho trovato la mia stabilità: Sam serena, un rendimento scolastico ottimo e due amici al mio fianco.
Allora perché mi sento così? Come se tutto ciò mi rendesse infelice? Cosa manca?
Nel week end Paul ha organizzato una gita al lago approfittando della festa d’autunno, due giorni in cui la scuola rimane chiusa, dando così la possibilità a noi studenti di andar a campeggiare al lago, come Sam e Paul mi avevano spiegato qui a Dallas è una specie di tradizione.
Si dorme in tenda e chi vuole si da alla pesca, ci si riunisce attorno al fuoco e si fanno sciogliere i marshmallow. Paul in tutto questo è un veterano, sin da piccolo andava in campeggio con la sua famiglia e quest’anno ha deciso di passare il week end con me e Mandy.
Sam ne è entusiasta ed approfittando della mia assenza ha organizzato una serata con le sue amiche.
Come ogni mattina sono con Paul da Mike a prendere un caffè, ultimamente abbiamo deciso di fermarci qui a godere il leggero vento mattutino prendendoci del tempo per gustarci un buon caffè caldo e far quattro chiacchiere con Mike.
“Vedrai Chris, ci divertiremo un mondo!”
Esclama Paul tra un sorso e l’altro, è entusiasta della festa d’autunno ed io son contenta nel vederlo così.
Ha preparato tutto nei minimi dettagli. A Shelbyville il divertimento per me era altro, discoteche, parti e serate in giro per il centro con Ben e Megan. Chissà cosa penserebbero di me ora.
Arriviamo a scuola, davanti al cancello c’è Mandy che ci aspetta leggendo un libro.
“ciao Mandy”
Dico salutandola, lei risponde con un sorriso.
“allora ragazzi, ho fatto una piccola ricerca sulle zone accanto al lago dove è possibile campeggiare”
Dice orgogliosa porgendoci dei fogli con i nomi dei vari luoghi.
“ti sei proprio data da fare eh! Ci sono addirittura le foto!”
Paul l’abbraccia contento
“sapevo di poter contare su di te, sei fantastica!”
Noto un lieve rossore sulle guance della mia amica dovuto ai complimenti di Paul e rido leggermente tra me.
“Chris hai notato qualcosa di strano ultimamente?”
Mi chiede poi improvvisamente Mandy. Rispondo negativamente ed incuriosita le chiedo a cosa si riferisce di preciso.
“ultimamente Nigel non fa altro che osservarti, avete per caso litigato?”
Quella domanda mi spiazza.
“già, ho notato anche io che Preston ti osserva, cosa è successo?”
Sento le guance avvampare
“non fatevi strane idee ragazzi! Tra me e Nigel non c’è niente di niente, non siamo nemmeno amici! È stato un caso parlare con lui”
Mi guardano entrambi poco convinti dalle mie parole, eppure è vero. Non mi ero nemmeno accorta che Nigel mi stesse osservando.
Improvvisamente qualcuno alle mie spalle strappa dalle mie mani il foglio del campeggio che Mandy mi ha dato
“ehi, che modi”
Dico irritata voltandomi
“vai in campeggio Chris? Da quando?”
Mi ci vuole un po’ per capire chi è questo ragazzo intento a leggere con attenzione il programma di Mandy. Alto, muscoloso, biondo e occhi azzurri … assomiglia vagamente a Ben.
D’istinto urlo il suo nome saltandogli letteralmente addosso
“mio dio, che ci fai qui?”
Chiedo eccitata mentre Paul e Mandy sembrano avere un’aria confusa.
“a dire il vero Chris, siamo in due!”
Noto alle sue spalle una biondissima ragazza vestita di rosa, non può che essere Megan!
“waaah! Ci sei anche tu!”
L’abbraccio più forte che posso e assieme saltelliamo contente.
“loro chi sono?”
Chiede Paul confuso guardando me e poi Ben continuamente.
“ragazzi, vi presento Ben e Megan, erano i miei migliori amici a Shelbyville!”
Dico cercando di trattenere la felicità.
“a dire il vero Chris, noi siamo più di semplici amici, no?”
Ben mi cinge la vita avvicinandomi più del dovuto baciandomi improvvisamente sulle labbra. Paul e Mandy visibilmente in imbarazzo abbassano lo sguardo ed io, mi libero dalla stretta di Ben. Cerco di riprendere il controllo della situazione e presento i miei due amici di Dallas.
“allora, andate in campeggio ragazzi?”
Chiede Ben sventolando il foglietto.
“sì, qui a Dallas è una tradizione andare in campeggio all’inizio dell’autunno”
Spiega Paul, sembra quasi irritato.
“ma Chris non verrà, vero?”
Chiede ironica Megan guardandomi negli occhi.
“certo che verrà, è entusiasta quanto noi!”
Interviene Mandy con un sorriso imbarazzato.
Passa qualche attimo di silenzio per poi essere bruscamente interrotto dalla fragorosa risata di Ben e Megan.
“Chris, stai scherzando, vero? Tu in campeggio? Questa città deve averti rincretinita parecchio cara!”
Guardo Megan incredula, mi sento non solo in imbarazzo, ma mi vergogno immensamente. Paul e Mandy sembrano confusi e io non voglio rovinare la nostra amicizia. Non voglio che scoprano del mio passato a Shelbyville.
Non sono più quella di un tempo.
“Mandy, sei la capo cheer leader?”
Chiede improvvisamente Megan. Mandy imbarazzata le risponde di essere una studentessa che lavora nella segreteria e a volte da una mano in biblioteca.
“Capisco … “
Dice incredula e delusa.
“tesoro, che ne dici di star un po’ da soli?”
Mi chiede Ben avvinghiandosi nuovamente a me.
Perché sta succedendo questo? Perché mi sento a disagio con le persone più importanti della mia vita? Dovrei essere contenta di averli qui, di rivederli, invece sono infastidita dalla loro presenza.
Perché noto che Paul e Mandy mi osservano con occhi imbarazzati?
“Harries, posso parlarti?”
Ecco, ci mancava solo Nigel!
“ehi, bello, non vedi che è impegnata?”
Ribatte Ben.
Nigel lo ignora e mi prende per mano. Sono così confusa da non dir nulla, lascio che mi porti via, mentre Ben e Megan si allontanano a loro volta con Mandy e Paul.
“ci sei?”
Noto il viso di Nigel vicinissimo al mio intento a scrutarmi con quei due occhi grigi. Sussulto u po’ cercando di far mente locale. Siamo nel giardino della palestra.
“che ci facciamo qui?”
Gli chiedo confusa. Lui intanto porta una sigaretta alle labbra e l’accende. Non sapevo fumasse.
“guarda che non ti fa bene quella merda!”
Lo sgrido, ma con un solo sguardo mi zittisce.
“di cosa hai paura?”
Mi chiede improvvisamente. La sua domanda mi spiazza. Come fa a sapere? Non sa nulla di me, eppure sembra leggere quali siano le mie preoccupazioni. Cosa mi spaventa?
“il mio passato … “
Sussurro a denti stretti rispondendo più a me che a lui. Solo ora mi rendo conto di esser cambiata. Non sono più Chris di Shelbyville, non sono più quella ragazza, sono più responsabile, più matura, sto cercando di migliorare. Voglio migliorare! Non voglio essere quella Chris … sto bene qui a Dallas con Sam, Mandy e Paul. Mi piace quello che faccio.
“sono i tuoi amici di Shelbyville?”
Mi chiede sereno spostando una ciocca di capelli dietro il mio orecchio. Non mi accorgo di aver iniziato a piangere.
“non voglio essere Chris di Shelbyville!”
Scoppio in lacrime sprofondando nel petto di Nigel.
“sei te stessa Chris e i tuoi amici lo sanno”
Sussurra dolcemente accarezzandomi i capelli. Non avevo mai notato questo lato di Nigel. È l’unica persona con cui sia riuscita a sfogarmi. Shelbyville mi manca, ma solo perché lì non avevo responsabilità. Qui è tutto nuovo ed io mi sento così sola, ma nonostante questo la vita qui mi piace, mi piace ciò che sto diventando, ma forse fin ora non me ne sono mai resa conto. Non ho mai realmente pensato di star cambiando.
“grazie Nigel!”
Dico allontanandomi un po’. Mi guarda negli occhi senza proferir parola, poggia un dito sulle mie labbra muovendolo da destra a sinistra. Mi allontano velocemente imbarazzata.
“che ti salta in mente?”
Sorride.
“cancello le tracce del passato”
Divertito e incoraggiante mi fa l’occhiolino. Questo ragazzo è davvero strano, ma in fondo mi ha fatta sentire meglio. Torno dagli altri accompagnata da Nigel, in un certo senso la sua presenza mi fa sentire più sicura.
“eccoti!”
Esclama Ben sorridente.
“non ci presenti il tuo amico, Chris?”
Megan ha già messo gli occhi su Nigel, sorrido pensando che non è per nulla cambiata, è sempre la solita. Guardo Paul e Mandy, sono un po’ timorosa.
“Lui è Nigel, un compagno di corso”
Dico a bassa voce
“ci sarà anche lui al campeggio?”
Ben sembra essere sulla difensiva, è la prima volta che lo vedo così.
“Chris, abbiamo invitato Ben e Megan alla gita al lago, va bene vero?”
Mi chiede Paul, annuisco. Non sembra arrabbiato, ma noto che qualcosa tra noi è cambiato. Mandy non parla, in silenzio si limita a stringere al petto i libri.
“allora, Nigel, sei dei nostri?”
Ribadisce visibilmente seccato Ben,
“certamente”
Risponde lui con sorpresa di tutti.
Suona la campana che finalmente segna l’inizio delle lezione.
È la mattinata peggiore della mia vita, sono preoccupata per Mandy, cosa le avrà detto Megan? Essendo sempre stata il bersaglio preferito della squadra delle cheer leader non ho la minima idea di come possa sentirsi. Al contrario Paul sembra poco turbato da tutto ciò.
Con questi pensieri mi reco in mensa, ma la mia attenzione viene attirata da Marta che urla per i corridoi come un’isterica, mentre alcuni studenti si sono accerchiati attorno a lei. Mi avvicino incuriosita notando che la capo cheer leader sta litigando con qualcuno
“si può sapere chi credi di essere?”
Urla contro una ragazza a me ancora nascosta da alcuni studenti.
“oh, cara sono il tuo incubo peggiore! Che razza di cheer leader saresti tu?”
Ma questa è la voce di Megan! Non è possibile … mi faccio spazio fra gli studenti e la raggiungo.
“che succede?”
Urlo in preda al panico osservando la scena. C’è anche Mandy, per terra in un angolino intenta a raccogliere i suoi libri. Immediatamente mi chino per aiutarla.
“stai bene?”
Le chiedo preoccupata, e lei aggiustandosi gli occhiali annuisce.
“Megan, che succede?”
La guardo rossa in viso. Sembra fuori di sé.
“non dirmi che questa è una tua amica Chris, perché non ci credo!”
Marta ride di gusto e mi scruta con sguardo cattivo.
“Harries, non hai ancora imparato a stare al tuo posto? Chi è questa? La tua guardia del corpo?”
Ignoro le provocazioni di Marta e cerco di allontanare Megan di lì. Conoscendola scatenerebbe l’inferno.
“da quando le cheer leader trattano male le altre? Ha fatto cadere Mandy di proposito!”
Guardo Mandy stretta nelle spalle che cerca di nascondersi
“e tu, Chris, ti fai trattare così da una gallina?”
Cerco di calmare Megan e pian piano riesco ad allontanarla lasciando Marta e le sue amiche alle spalle.
Non riesco a crederci! Megan ha difeso Mandy! Anche se una cheer leader Megan non ha mai trattato male nessuno, ed io ho sempre condiviso il suo pensiero.
“tu e la tua amica siete solo delle perdenti Harries!”
Urla Marta facendo infuriare Megan che parte alla carica contro Marta saltandole addosso. Le due iniziano ad azzuffarsi e un’amica di Marta, Kelly interviene prontamente per aiutare il suo capitano.
“tieni gli occhiali!”
Dice seria Mandy mollando i libri per terra per poi gettarsi su Kelly.
“ma che diavolo … “
Paul corre a vedere cosa stia succedendo attirato dalla confusione venuta a crearsi.
Come me anche lui è incredulo nel vedere Mandy aggredire Kelly. Noto la mia vecchia conoscenza, Cindy, avvicinarsi a Mandy senza che lei se ne accorga. Questo è troppo.
“Paul, reggi!”
Gli dico con calma passandogli gli occhiali di Mandy.
Io e Cindy abbiamo un conto in sospeso!
Parto alla carica avventandomi su di lei, addio burocrazia e buone maniere!
L’afferro per le spalle tirandola a me, ma perde l’equilibrio sovrastandomi col suo peso.
“chi si rivede! Ne vuoi ancora?”
Minacciosa mi afferra per un braccio rimettendosi in piedi, ma dopo poco ricade per terra travolta da Marta e Megan che si tirano i capelli a vicenda. Sento Paul urlare di smetterla, ma un attimo dopo è a terra anche lui. Ci sono i ragazzi della squadra di football e c’è anche Ben. Cerco di scrollarmi Cindy di dosso e con una spinta sono libera.
“brutta stupida!”
Urla Mandy spintonando Kelly. Sono sconvolta, ma al contempo divertita in un certo senso.
“Harries!”
Vedo Mark avvicinarsi minaccioso.
“non ci pensare nemmeno bello!”
Urla Ben saltandogli addosso. Cerco di raggiungere Mandy e Megan notando che si è scatenata una vera e propria rissa.
“possibile che devi sempre cacciarti nei guai?”
Alzo lo sguardo. C’è anche Nigel che aiuta ad alzarmi.
“andiamo via”
Urla Paul gattonando verso di noi.
Mentre Paul e Nigel cercano di portare via Ben, io e Mandy trasciniamo Megan mentre sbraita, lontano da quel putiferio.
Finalmente siamo in giardino al sicuro.
“state bene?”
Chiedo preoccupata soprattutto per Mandy.
“è stato fantastico! Quella smorfiosa è la capo cheer leader? Qualcuno doveva darle una lezione!”
Ridacchia Megan.
“Non avevo mai fatto a botte prima”
Sospira Mandy per scoppiare in una gran risata assieme a Megan. Sono felicemente colpita e istintivamente abbraccio entrambe.
“Chris, non sapevo fossi così spassosa!”
Esclama Mandy. Intanto ci raggiungono i ragazzi. Paul sembra sconvolto e si accascia su una panchina sorretto da Ben che sorride.
Nigel si appoggia al muro lontano da noi.
“state bene ragazze?”
Alla domanda di Ben annuiamo sorridenti. Credo che tra Megan e Mandy si sia creata una certa complicità.
“sto morendo, non mi sento per nulla bene!”
Esclama Paul, mentre Ben si prende gioco di lui. Fisso Nigel che ricambio lo sguardo sorridendo appena, mentre estrae dalla tasca dei jeans un’altra sigaretta.
Mi avvicino lentamente, senza smettere di guardarlo.
“grazie Nigel”
Sussurro improvvisamente un po’ imbarazzata. Mi guarda aspirando la sigaretta, senza dire una parola. Mi chiedo cosa stia pensando, mi sbagliavo su di lui. È una brava persona, se non fosse stato per lui, non avrei superato la mattinata. Gli sorrido avvicinandomi più del dovuto alle sue labbra e sembra quasi sorpreso, non l’ho mai visto così. Sembra quasi imbarazzato. Prendo la sigaretta dalle sue labbra e immediatamente la getto via.
“smettila”
Sussurro poi.
Ospito Ben e Megan a casa, Sam anche se un po’ stranita sembra contenta di ritrovare le mie vecchie amicizie. Ben dormirà sul divano mentre Megan in camera con me.
“mi ricordo di voi quando eravate bambini, ne è passato di tempo”
Durante la cena Sam ricorda con piacere la mia infanzia trascorsa con Ben e Megan, ovviamente lei non sa delle nostre avventure, della storia di sesso tra i due miei migliori amici. Megan, curiosa di sapere ogni particolare sulla gravidanza di Sam l’assilla di domande a volte anche imbarazzanti e Sam dal canto suo cerca di risponderle in modo generico. Io e Ben siamo in veranda, parliamo di vecchi ricordi divertenti.
“sei felice qui?”
Mi chiede sorseggiando una calda tisana alla menta. Dopo tanto tempo è bello passare un po’ di tempo con Ben, non parlo con un buon amico da tempo. Non che Paul non lo sia, ma con Ben è diverso, lui conosce tutto di me.
“sto bene qui”
Rispondo sorridendo.
“di quel Nigel che mi dici?”
La domanda mi lascia leggermente spiazzata. Cosa c’entra Nigel ora?
“dai Chris, basta vedere i vostri sguardi, o meglio i suoi! Ti guarda, ti parla e si relaziona a te in modo diverso … mi hanno detto che è un tipo abbastanza schivo, ma non con te”
Rido leggermente, Ben ha sicuramente preso una svista, con Nigel bisogna solo capire in che modo avvicinarsi.
“è tardi Ben e domani mattina dobbiamo svegliarci presto, buona notte!”
Concludo salutandolo con un bacio per poi entrare in casa, Mi segue e mi afferra per il polso. Mi volto trovandolo a qualche centimetro dal mio viso.
“Ben, ma che .. “
Non riesco a finire la frase che le labbra di Ben sono sulle mie. Cerca un contatto più profondo, ci prova, ma serro le labbra. Che gli salta in mente? Baciarmi così all’improvviso?
Lo allontano un po’ spingendo le mani contro il suo petto. Allontana il suo viso con lo sguardo perplesso.
“che ne è di noi?”
Sussurra rattristito,lo guardo dritto negli occhi, devo mettere in chiaro la situazione tra noi una volta per tutte.
“Ben, ne abbiamo già parlato. Non c’è un noi … una relazione a distanza non ci farebbe bene! Hai Megan, siamo sempre stati bene assieme, ma ora sono qui a Dallas e tu sei a Shelbyville … “
Non voglio fargli uno di quei interminabili discorsi senza senso dove spiego il perché la nostra relazione non può continuare, Ben sa benissimo come la penso, ed infondo anche lui sa che è meglio così.
“Mi prometti che starai attenta? Non voglio che tu soffra, a Shelbyville eri sempre solare e allegra”
Annuisco, in fondo Ben vuole solo che io sia felice. Il mio miglior amico Ben! Lo abbraccio, baciandolo io, questa volta, sulle labbra lievemente.
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Capitolo 11 *** Capitolo IX - La festa D'autunno (Parte II) ***
“pronti ragazzi?”
Urla Paul dal vialetto entusiasta. Oggi è bellissima giornata, non c’è nemmeno una nuvola in cielo, solo un lieve venticello porta con se il profumo dell’autunno. Mandy sembra entusiasta e appena vede Megan corre ad abbracciarla.
Ben sembra non aver dormito bene, ha l’aria assonnata, inoltre non fa che sbadigliare.
“tutto bene Chris?”
Paul si avvicina con un lieve sorrisino dipinto in volto, ciò non mi piace, non mi piace neanche un po’. Chissà a cosa sta pensando! Sam in veranda chiacchiera con AnnaBell, la madre di Paul, mentre noi carichiamo le tende e le riserve di cibo nell’auto.
Il potente rompo di un motore attira la nostra attenzione,mentre in fondo al viale fa la sua apparizione una porche nera. Si ferma davanti casa e con meraviglia di tutti ecco Nigel.
Lo guardo ed improvvisamente mi sento avvampare. Mi affascina. Non sembra nemmeno un liceale, ha una maglietta grigia a maniche corte addosso, molto e dico molto aderente, dei pantaloni neri e un paio di anfibi massicci. Sembra più alto vestito in questo modo. Mi guarda, e solo ora mi mi accorgo di fissarlo da un po’. Arrossisco più di quanto il mio viso non lo sia già e balbettando un flebile “ciao” lo saluto. Ammetto che non mi aspettavo seriamente la sua presenza. Guardo velocemente Paul e Mandy, straniti anche loro.
“buon giorno Harries!”
Esclama sistemandosi gli occhiali da sole sui capelli.
“Allora sei venuto!”
Megan è l’unica a non essersi accorta della stranezza della situazione.
“ok ragazzi, è ora di andare altrimenti arriveremo in ritardo”
Seguendo le direttive di Paul entriamo in auto. Paul si mette alla guida, mentre Mandy con la cartina geografica si mette al suo fianco. Ben e Megan prendono posto a sedere subito dietro Paul e Mandy ed io un po’ contrariata prendo posto assieme a Nigel nei sedili estraibili del bagagliaio. La destinazione è il lago delle lucciole.
Per raggiungerlo ci impiegheremo tre ore di viaggio.
Con la musica dello stereo Mandy e Paul iniziano a cantare a squarcia gola rallegrando il viaggio, ed a ruota Ben e Megan li imitano.
Sorrido, divertita che subito va via non appena poso il mio sguardo sulla figura di Nigel. È intento a guardare il paesaggio scorrere, senza dire una parola, sembra così distaccato. Volgo lo sguardo dall’altra parte, non voglio essere influenzata dal suo comportamento apatico e negativo.
Sbadiglio un po’ assonnata, poggio la testa sullo schienale rigido del sedile e chiudo gli occhi lasciandomi sprofondare in un leggero torpore.
Il sobbalzare dell’auto però mi desta poco dopo, apro gli occhi e mi accorgo di essermi appoggiata alla spalla di Nigel, alzo lo sguardo allontanandomi da lui.
Guardo gli altri: Megan e Ben stanno dormendo, mentre Paul e Mandy parlano tra di loro tenendo il volume dello stereo basso. Volgo il mio sguardo a Nigel ed imbarazzata mi accorgo che anche lui mi sta guardando.
“ti ho svegliata?”
Mi chiede accarezzandomi i capelli, questo gesto m’imbarazza e mi ritraggo nelle spalle. Il suo sguardo sembra diverso, quasi premuroso.
“no”
Sussurro. Con nonchalance mi avvicina a se, fino a farmi poggiare la testa sulla sua spalla e poi come se nulla fosse torna a guardar fuori dal finestrino. In effetti devo ammettere che in questa posizione sto molto meglio e lui sembra come infondermi un senso di calore, così chiudo nuovamente gli occhi per poi addormentarmi profondamente.
“siamo arrivati”
Esclama entusiasta Paul destandomi dal sonno. Ho dormito davvero bene!
Guardo Nigel, che intanto sistema gli occhiali da sole sul naso aspettando di scendere dall’auto. Una volta fuori, mi soffermo ad osservare il luogo. È meraviglioso! Davanti a noi c’è il lago, si mostra in tutto il suo splendore, l’acqua sembra limpida e l’erba attorno è verdissima. Due alberi segnano il confine tra la terra e l’acqua, mentre varie siepi delimitano uno spazio perfetto dove è possibile montare le tende.
“Non è meraviglioso Chris?”
Mandy prende un bel respiro e allarga le braccio
“sembra così calmo qui!”
Sospiro imitandola.
I ragazzi iniziano a montare le due tende, mentre io Mandy e Megan iniziamo a raccogliere la legna per il fuoco.
La bella giornata mi rende serena, i miei amici sembrano esser contenti e sono sicura che questi due giorni saranno divertenti.
Che posso chiedere di più?
Canticchio un motivetto inventato allontanandomi un po’ dall’accampamento.
Non avrei mai immaginato che star così a stretto contatto con la natura mi avrebbe fatta sentire così bene. Mi avvicino alla riva del lago, l’acqua è così invitante. È autunno, ma fare un bagnetto non sarebbe male. Lascio i bastoncini di legno lontano dalla riva e con le dita sfioro la superficie dell’acqua. Che bella sensazione!
Il lago delle lucciole. Stasera sarà magnifico vederle, penso sorridendo.
Sento in lontananza un vocio che mi distrae dai miei pensieri e continuando a seguire la riva del lago procedo nella direzione delle voci, fino a scorgere più avanti altre tende. Molte altre tende.
Ci sono molti ragazzi che campeggiano qui!
Alcuni fanno anche il bagno …
“Chris!”
Da alcuni cespugli salta fuori Paul raggiungendomi, ha un grazioso sorrisino stampato in viso, fermandosi prende un respiro profondo.
“hai visto qualcosa di curioso?”
Mi chiede avvicinandosi.
“ci sono altre persone al di là del lago, alcune fanno anche il bagno!”
Lo informo prendendo la legna.
“tra poco tutta la riva del lago sarà circondato da tende Chris, stasera ci saranno molti festini, sarà divertente!”
Torniamo assieme all’accampamento. Megan cerca un posto dove poter prendere un po’ di sole in bikini, mentre Mandy ed io parliamo del più e del meno.
Paul fa un giro di ronda, sembra un vero esperto.
“Chris, non ho capito perché il tuo amico sia venuto in campeggio! Sta sempre per i fatti suoi!”
Dice Ben avvicinandosi a me e a Mandy.
In effetti Nigel è solo soletto accanto alla tenda intento a leggere un libro.
“ehi Chris … “
Sussurra Mandy.
“tu e Nigel siete molto carini assieme!”
Ride leggermente, mentre io imbarazzata abbasso lo sguardo. Ormai è mattina inoltrata, il sole è caldo e Ben pensa bene di togliersi la maglietta per fare un bagno. Con un urlo prende la rincorsa per poi tuffarsi in acqua, Paul lo imita e tutti tranne Nigel, ridiamo divertiti.
“ah … gli uomini!”
Esclama Megan spostando gli occhiali da sole per vederli meglio. Mandy sembra in imbarazzo nel vedere Paul e Ben a petto nudo.
“ragazze! Venite a farci compagnia? L’acqua è calda, si sta da dio!”
Ridacchia Ben.
“Chris, ci facciamo un bagno?”
Chiede Mandy. È bello vederla così solare. Pensavo che si sarebbe sentita a disagio con Megan e Ben, invece tutto va per il meglio. Non faccio in tempo a risponderle che Megan la porta in acqua con se.
Guardo Nigel, lui ricambia, ma improvvisamente distoglie lo sguardo. Mi avvicino mettendo le mani in tasca, lui sembra esser tornato a leggere.
“disturbo?”
Chiedo poi sedendomi accanto.
“no”
Risponde secco senza distogliere lo sguardo dal libro.
“che leggi?”
In effetti Ben ha ragione, se non si diverte, mi chiedo perché sia venuto in gita con noi.
“non vai a farti il bagno con i tuoi amici?”
Sorrido. Sembra seccato, chissà cosa gli passa per la mente.
“se vieni anche tu sì!”
Dico sicura con un modo di fare altezzoso.
“scordatelo Harries!”
Esclama riprendendo a leggere.
“sei davvero antipatico, sai?”
Magari punzecchiandolo un po’ riesco a smuovere questa corazza fredda e distante.
Il suo sguardo si fa sconvolto. Colpito e affondato! Allora anche lui ha dei sentimenti!
Sorrido divertita e la sua espressione sembra addolcirsi per un istante. Nigel non sembra per nulla un tipo socievole, se detesta divertirsi come ogni ragazzo della sua età, star qui non ha senso. Insomma, se ad una persona queste attività non piacciono, allora perché prendersi il disturbo di parteciparvi?
Nessuno l’ha costretto.
“non puoi cercare di divertirti almeno un po’? Prova a sforzarti”
“ci tieni così tanto?”
Annuisco. Sospira scocciato, come se gli avessi chiesto di fare chissà quale sforzo.
“sai nuotare?”
Lo guardo perplessa per un secondo ed improvvisamente mi ritrovo fra le sue braccia. Corre verso il lago e in men che non si dica siamo in acqua.
Riemergo, e con stupore di tutti Nigel è con noi. Che voglia per caso divertirsi?
“tesoro, finalmente!”
Esclama Ben avvicinandosi. Quando mi chiama così mi fa sentire in soggezione ed ora che c’è anche Nigel questa impressione è ancora più accentuata.
Per non creare malintesi inizio a schizzare Ben dando il via ad una guerra in acqua fra tutti, invece Nigel si allontana immergendosi.
Un urlo sovrumano attira l’attenzione di tutti. Ci guardiamo attorno, una ragazza dall’altra parte del lago urla in preda al panico. Nigel si trova più vicino rispetto a noi e lo vedo avvicinarsi.
“che succede?”
Chiede Mandy intimorita avvicinandosi alla riva assieme a Megan.
Incuriosita nuoto nella direzione del lago dove altre persone si sono radunate, nonostante Ben urla alle mie spalle di tornare indietro.
“Charlie!”
Urla la ragazza. Finalmente li ho raggiunti.
“che succede?”
Le chiedo cercando di farla calmare.
“Charlie, il mio fratellino! Non riesco a trovarlo, era qui, in acqua a giocare!”
Guardo il lago, magari è annegato o non si è sentito bene. Prendo un profondo respiro e m’immergo. Cerco di far abituare gli occhi per vedere meglio e con stupore un’ombra in lontananza appare ai miei occhi. Salgo in superficie per riprendere fiato e vedo Nigel emergere con un bambino fra le braccia. Nuoto fino a raggiungerlo, come ha fatto a trovarlo? L’ombra che ho visto proveniva dalle profondità del lago.
“stai bene?”
Gli chiedo preoccupata notando che ha il fiatone.
“si”
Risponde serio mentre trasporta il bambino a riva. Applica la respirazione artificiale, con una lucidità unica e dopo poco, il bambino, con sollievo di tutti tossisce sputando l’acqua ingerita. Un grande applauso s’innalza dalle mani dei presenti, ed è solo per Nigel. Tutto ciò mi colpisce, in fondo, anche se burbero Nigel è una brava persona. Altruista e gentile.
Sorrido e mi avvicino a lui mentre s’incammina per tornare alle tende.
“sei stato eccezionale!”
Dico orgogliosa, con un enorme sorriso, ma la sua espressione sembra sprezzante e freddo.
“Nigel …”
Aumenta il passo lasciandomi indietro. Che gli prende ora? I suoi occhi sembravano quasi odiarmi in quell’istante.
Cosa ho fatto di male?
Dopo esserci asciugati per bene, sotto le attente istruzioni di Paul accendiamo il fuoco cercando di far asciugare gli abiti bagnati. Io e Mandy ci occupiamo del pranzo, allestendo un momentaneo pic nic mentre Paul e Ben alimentano il piccolo falò creato
“che gli è preso a Nigel? Non vuole uscire dalla tenda, mi ha completamente ignorata!”
Dice Megan sbuffando. Mandy fa spallucce ed io non mi esprimo, non so nemmeno io cosa gli è preso. Non voglio pensarci, voglio godermi questa giornata con i miei amici. Pranziamo serenamente, parlando di qualunque cosa. Paul racconta storie divertenti e Ben invece ricorda orgoglioso le sue eroiche imprese come capitano della squadra di football. Nonostante sia una giornata tranquilla, mi sento stanca e salutando tutti entro in tenda per riposare un po’. Megan ha promesso a Mandy di insegnarle qualche slogan degno di una cheer leader e le sento allenarsi tra una risata e l’altra. Nigel è rimasto in tenda tutto il tempo, ha persino saltato il pranzo.
“ehi, Chris”
Paul gattonando entra nella tenda.
“ehi”
Oggi io e Paul non abbiamo parlato molto.
“tutto bene?”
Annuisco.
“Ben è simpatico! Non pensavo che sarei riuscito mai a parlare con un capitano di football, non sono così male infondo”
Sorrido contenta, mi fa davvero piacere sapere che Paul e Ben vanno d’accordo.
“ammetto di aver avuto un po’ paura della reazione tua e di Mandy; Ben e Megan sono le persone che conoscono la vecchia Chris, avevo paura di non piacervi più!”
Mi abbraccia con fare affettuoso, Paul è come un fratello per me. Sento di essergli molto vicino e gli voglio davvero tanto bene, non so come avrei preso un suo rifiuto.
“sciocca, a me piace la nuova Chris e da quello che Ben mi ha detto, la vecchia Chris non era poi così male”
Sorride facendomi l’occhiolino. Si rilassa al mio fianco e assieme, come due fratelli ci addormentiamo abbracciati.
Urla e schiamazzi mi svegliano non proprio nel migliore dei modi. Paul non è più in tenda, così stiracchiandomi mi affaccio all’esterno.
Ci sono tutti e stranamente hanno un’espressione seccata.
“che succede?”
Chiedo sbadigliando. Mandy indica alla mia sinistra un gruppo di ragazzi. Stanno montando la tenda, sono davvero tanti.
“ci sono anche le cheer leader!”
Esclama visibilmente irritata Megan, ed ecco infatti spuntare fra gli alberi Marta, Kelly e Sophie.
“a me non dispiace per nulla”
Dice Ben prendendosi una gomitata in pieno stomaco da Megan.
“dobbiamo solo ignorarli”
Sospira Paul. Concordo, non dobbiamo farci rovinare il pomeriggio dalla loro presenza, e poi magari per una volta eviteranno di dare fastidio.
“guardate chi c’è! La squadra di perdenti al completo!”
Ridacchia Marta avvicinandosi. Tengo sott’occhio Megan e le sussurro di non cedere alle provocazioni, con una smorfia si allontana irritata.
Il resto del pomeriggio decidiamo di passarlo facendo una passeggiata nel bosco, Nigel invece, che non ha deciso di schiodarsi dall’accampamento si è offerto di far da guardia a tutti i nostri effetti. Abbiamo fatto conoscenza con nuovi campeggiatori che per la sera hanno organizzato un barbecue e gentilmente ci hanno invitato. Appena tornati mi precipito da Nigel, la passeggiata mi ha messo di buon umore, voglio parlargli, chiedergli cosa l’ha disturbato tanto questa mattina. Non è vicino al fuoco, sicuramente sarà in tenda.
“ehi, Nigel … “
Tutto ciò che volevo dirgli, tutti i buoni propositi con cui sono andata da lui in un attimo sono svaniti. Cosa ci fa Marta nella tenda dei ragazzi avvinghiata a Nigel?
Non capisco cosa stia succedendo. Perché me la prendo così tanto? Cos’è il senso di delusione che mi pervade? Perché improvvisamente ho voglia di prendere a schiaffi Nigel? La presenza di Marta mi è quasi indifferente. Mi sento tradita in un certo senso, ma non capisco il perché.
“scusate”
Dico in un sussurro allontanandomi.
Sono sconvolta.
Questa è una reazione immotivata. A me non piace Nigel! Non ho nessun tipo di legame con lui. Perché allora mi fa così male?
“ehi Chris, tutto bene?”
Ben si avvicina, ma non voglio parlare con nessuno. Scappo nel bosco e corro.
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Capitolo 12 *** Capitolo IX - La festa D'autunno (Parte III) ***
Corro a perdifiato. Non voglio pensarci, non voglio pensare a nulla, al contempo però mi chiedo perché Nigel sia voluto venire in campeggio con noi. Forse, in fin dei conti speravo che fosse venuto per me, perché nonostante non voglia ammetterlo Nigel un po’ mi piace. Ed è per questo che mi sono sentita morire nel vedere Nigel e Marta assieme. È gelosia? Sono gelosa? Rallento, fino a camminare. Sento lo scorrere dell’acqua, seguo a piccoli passi il suono fino a raggiungere una piccola fonte. Sospiro e cerco di calmarmi.
L’acqua è così limpida. M’immergo pian piano, voglio solo che tutti i pensieri negativi e le brutte sensazioni mi abbandonino per un po’.
Chiudo gli occhi immergendomi del tutto.
C’è solo buio …
Buio e pace attorno a me …
Solo il silenzio …
Mi sento serena …
Non c’è nessuno attorno … solo io!
Apro gli occhi, vedo qualcosa spostarsi fra le alghe. Cerco di avvicinarmi, cosa può essere?
Sento di esser vicina, sarà un animaletto che si nasconde fra le foglie delle piante acquatiche. Ne scosto una guardando attentamente, ma non c’è nulla. Devo risalire in superficie e riprendere ossigeno, così mi volto, ritrovando davanti una faccia mostruosa!
Un bambino?
Urlo, o meglio apro la bocca facendo entrare l’acqua nei polmoni. La richiudo velocemente e l’apparizione si dissolve nel nulla, mi precipito nel raggiungere la superficie, finalmente!
Prendo un bel respiro avvicinandomi alla riva, faccio forza sulle braccia per saltare sul terreno, ma qualcosa mi afferra la caviglia facendomi tornare in acqua.
Che diavolo succede?
Cerco di tornare in superficie, ma sembra che più mi dimeni e più vada a fondo. Prendo un respiro profondo e m’immergo per vederci chiaro.
È impossibile, una presenza quasi trasparente fluttua nell’acqua tenendo la caviglia ben salda fra le mani, la pelle sembra andar a fuoco.
Il dolore inizia ad esser fastidioso ed io riesco a malapena a prender fiato per un istante, mi rifiuto di pensare che tutto questo sia reale. Non ho più forze ormai e non so quanto tempo sia passato, così mi lascio portare a fondo, penso a Nigel.
Poi tutto intorno diventa buio.
“Chris!”
Lentamente apro gli occhi. Sento il vento leggero sul mio viso. Confusa e stordita cerco di mettere a fuoco la figura davanti ai miei occhi.
“Chris!”
La testa mi gira e non riesco a muovermi. Sembra che tutte le forze mi abbiano lasciato.
“dove sono?”
Chiedo più cosciente.
“come ti senti? Mi riconosci? Sono Paul!”
Paul? Allora sono salva!
Mi aiuta ad alzarmi quanto basta per permettermi di mettermi seduta.
“cosa è successo?”
Finalmente riesco a guardarlo. Sembra preoccupato, non ricordo nulla, so solo di essermi stupidamente avventurata nel bosco e di aver fatto u bagno … poi il nulla.
“hai battuto la testa e hai perso i sensi … perché ti sei allontanata da sola? Ci siamo preoccupati!”
Esclama accarezzandomi il viso. Mi guardo attorno, siamo all’accampamento. Sento un bruciare insistente alla tempia, tastando scopro un brutto taglio.
“dovresti riposare, sarebbe meglio accompagnarti all’ospedale!”
Mandy si china accanto a me, disinfettando delicatamente la ferita.
“sto bene, sono solo un po’ intontita”
Non voglio rovinare la gita, Paul ci teneva tanto ed io, voglio rilassarmi anche se fin ora on ci sono riuscita.
Tornando a Dallas poi, farei preoccupare Sam.
Dove sono Ben e Megan?
Mi guardo attorno. Anche Nigel non c’è.
Nigel …
È tutta colpa sua, se non fosse venuto sarebbe stato meglio per tutti.
Sarebbe stato meglio per me …
“gli altri sono andati a far legna per il fuoco, tra poco sarà buio!”
M’informa Paul.
Annuisco e cerco d’alzarmi, ma un violento capogiro mi fa perdere l’equilibrio e, fortunatamente Mandy mi sorregge prontamente. Passo il resto del pomeriggio in tenda, non riesco a rilassarmi, il dolore è tale da rovinare la quiete che mi circonda. Non faccio altro che pensare a Nigel.
Nigel e Marta assieme!
Stento a crederci. Com’è possibile? Forse sono io a non aver capito chi è realmente quel ragazzo. L’ho idealizzato?
Eppure sembrava così sincero.
Sono stanca. Di pensarlo e di pensare a tutto ciò che lo riguarda. Voglio dormire. Chiudo gli occhi per un istante, prima di sentire dei movimenti nella tenda.
“Chris, come stai?”
È Megan. Ha l’aria distrutta, si sarà spaventata.
“tutto bene, c’è solo questo odioso mal di testa che proprio non ne vuole sapere di andar via”
Sorride leggermente e si avvicina.
“ho avuto paura di perderti, eri immobile e così pallida, cosa è successo? Perché sei scappata via in quel modo?”
Guardo i suoi occhi tristi e preoccupati, mi fanno sentire colpevole, dopotutto è colpa mia. Non dovevo allontanarmi in quel modo. Ho fatto stare in pensiero tutti.
Megan ed io siamo molto legate, abbiamo praticamente fatto tutto assieme sin da bambine.
Lei mi conosce meglio di qualsiasi altra persona, sa meglio di me cosa penso e cosa provo.
“è successo qualcosa con Nigel?”
Ecco, ha colpito in pieno, ma come fa?
“dimmi la verità Chris, per te è più di un semplice amico, vero?”
Non rispondo. Non lo so. Non so cosa provo per lui. Non lo conosco affatto! Come può piacermi un perfetto estraneo? In fin dei conti però piace a molte ragazze … senza rendermene conto, mi sono lasciata affascinare anche io?
“Megan, sei mai stata gelosa di un ragazzo di cui non sei innamorata?”
Ride leggermente guardandomi poi seria negli occhi.
“Chris, non sono la persona più indicata per parlarne, lo sai … ma sai anche come la penso. Se non sei gelosa non sei innamorata”
Megan non ha mai avuto una vera storia d’amore, tanti ragazzi ma mai nessuno di così importante, eppure lei sa cosa vuol dire essere innamorati. Sono quasi certa che qualcuno nel suo cuore c’è, ma non sono mai riuscita a capire chi possa essere.
“non penso che tu sia innamorata di Nigel, ma forse nutri qualcosa di importante per lui, solo che ancora non te ne sei resa conto”
Abbasso lo sguardo dubbiosa, perché tutti pensano che tra me è Nigel ci sia qualcosa? Ben ha fatto riferimento agli sguardi, Mandy e Paul han detto che c’è un’intesa speciale, ed ora anche Megan.
“non sai cosa è successo oggi, abbiamo beccato Marta avvinghiata a Nigel nella tenda dei ragazzi!”
Esclama infastidita, sento come un fitta al cuore. Se li ha visti allora, perché mi dice queste cose?
“povero Nigel, lui stava dormendo e lei s’è intrufolata, ma ha avuto ciò che si meritava! Nigel l’ha ignorata completamente!”
Ride di gusto.
Cosa? Nigel e Marta in realtà non hanno fatto proprio nulla? Ho capito male io?
Ho frainteso tutto?
Qualcuno entra nella tenda interrompendo i miei pensieri, è Ben!
“ti ho portato qualcosa da mangiare!” Sorrido, entra nella tenda sedendosi accanto a Mega, poi arrivano Mandy e Paul e tutti assieme ceniamo al calduccio, è bello stare un po’ con i miei amici!
Passo la serata con loro evitando di pensare a Nigel che non s’è visto in giro per tutta la serata.
Finalmente riesco a convincere tutti a prender parte alla festicciola a cui i campeggiatori ci hanno gentilmente invitato nel pomeriggio e resto sola in tenda. Decido di godermi la splendida luna che riflette sulla superficie del lago.
Ritrovo la serenità persa durante il pomeriggio.
“come stai?”
Mi volto vedendo Nigel raggiungermi, mentre si fa strada fra le siepi. Ho un sussulto. È così bello…
Il pallore lunare accarezza la sua pelle bianca e fa brillare i suoi occhi in modo quasi magico.
Posso provare qualcosa per questo ragazzo? Qualcosa che non sia semplice attrazione?
Mi sento quasi febbricitante, uno strano calore invade il mio corpo.
Si avvicina scostando i capelli dalla mia fronte e osserva il taglio.
Lo guardo intensamente, mentre piccole lucciole danzano attorno a noi. Non m’importa di ciò che ho visto, non m’importa di Marta. Quando lui è al mio fianco tutti i cattivi pensieri sembrano dissolversi. Istintivamente lo abbraccio, l’avvolgo con le mie braccia poggiando la testa sul suo petto e chiudo gli occhi. Anche lui mi abbraccia.
“perché sei scappata via così oggi pomeriggio?”
Non rispondo, mi limito ad abbracciarlo, ed ad inspirare il suo odore, è così buono.
“Marta mi ha importunato mentre dormivo”
Dice quasi scocciato. Mi sento protetta e al sicuro con lui.
Attimi interminabili scandiscono questo contatto, è come se il tempo si sia fermato.
“il tuo cuore batte così forte … “
Sussurro accostando l’orecchio contro il suo petto. Lo sento sorridere e mi stringe più forte. Non l’ho mai visto così sereno.
“cosa c’era in quel lago?”
Domanda improvvisamente allontanandosi un po’ per guardarmi in viso.
Che domanda strana. Non ricordo quasi nulla del pomeriggio. Non ricordo cosa sia accaduto lì.
Lo guardo confuso. È strano, ho come l’impressione di saperlo, ma più cerco di ricordare e meno ci riesco.
“non ricordo”
Sussurro amareggiata. Mi accarezza dolcemente il viso sostenendo il mio sguardo ed avvicinandosi lentamente.
Sfiora il mio naso col suo, sono del tutto inebriata.
Le nostre labbra si lambiscono appena, sento il suo respiro sul mio viso.
“Chris!”
Urla qualcuno. Nigel si allontana dal mio viso e scioglie l’abbraccio mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni. Dopo poco Ben, Paul e le altre ci raggiungono.
“ah, sei con Nigel! Avete visto che luna meravigliosa?”
Domanda Paul entusiasta.
“abbiamo interrotto qualcosa?”
Megan fa capolino dietro le spalle di Ben incuriosita, in effetti io e Nigel siamo ancora vicini, nonostante lui si sia allontanato. Lui si limita a spostar lo sguardo.
“no ragazzi, stavamo parlando”
Mento, totalmente imbarazzata. Rivolgo il mio sguardo a Nigel, notando che ora ricambia. È una mia impressione forse, ma sembra stia sorridendo.
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Capitolo 13 *** Capitolo X - L'oscura presenza ***
Ben e Megan sono partiti il giorno dopo per Shelbyville. Mi mancheranno, ma finalmente ho capito che non devo aver paura del passato e tanto meno devo dimenticarlo.
Sono in camera, oggi io e Mandy andiamo in centri a far shopping.
Il taglio sulla tempia non è ancora guarito del tutto, mi fa sembrare Harry Potter!
Cerco di nascondere l’enorme cerotto che Sam ha applicato, ma sembra inutile, si vede lo stesso.
Devo essermi fatta parecchio male al lago, ho lividi leggeri su tutto il corpo, ma uno più di tutti mi incuriosisce, è come se qualcosa abbia afferrato la caviglia destra, ma proprio non ricordo.
“con Nigel come va?”
Mi chiede improvvisamente Mandy seduta sul letto.
“che intendi dire?”
Da quella sera al lago non ho più avuto modo di passare del tempo da sola con Nigel. Non parliamo nemmeno. Sembra esser tornato schivo e taciturno come sempre.
Vorrei chiedergli il perché, ma probabilmente non avrò risposta.
Sembra così riflessivo ultimamente..
“Mandy, l’hai notato anche tu che non parliamo, no? Che rapporto vuoi che ci sia?”
Chissà cosa starà facendo adesso. Ultimamente è sempre nei miei pensieri, e ogni pensiero è sempre più dolce, quasi come il miele.
Dovrei smetterla di pensare a lui in quel modo, ma quella sera al lago è stata così magica.
Al solo pensarci mi vengono i brividi. I suoi occhi, il suo respiro sul mio viso.
Scrollo questi pensieri muovendo la testa, non è il momento di lasciarmi andare a simili fantasie.
Il pomeriggio con Mandy è uno spasso! Non amo fare shopping, ma lei sa bene come divertirsi!
Prova i vestiti più bizzarri, mi racconta di alcune teorie formulate sulla gelatina che ci rifilano alla mensa scolastica, secondo lei non usano oli vegetali, ma prodotti chimici, ma nonostante ciò non riesce a farne a meno, scherza su tutto, con lei mi diverto sempre un mondo.
Il tempo passa in modo così piacevole, che sembra subito arrivare sera e torniamo a casa.
Con mia grande sorpresa Sam non c’è.
Dove sarà a quest’ora?
Mi reco in cucina, notando sul tavolo un biglietto:
“Jody e Bel mi hanno rapita, non aspettarmi per cena, ci pensano loro ad accompagnarmi, un bacio! P.S. la cena è nel frigo”
Sorrido leggermente. Sam come Mandy è sempre solare e piena di vita.
Ecco, sono sola a casa,posso dedicarmi a me stessa, iniziando con un bel bagno caldo e rilassante.
Con Mandy non ho fatto grossi acquisti, così una volta in camera sistemo gli abiti nuovi nell’armadio e preparo in bagno, la vasca riempiendola con acqua calda.
Dispongo tutti gli oli e i profumi sul bordo della vasca e delle candele profumate sul pavimento. Accendo un incenso all’essenza di cannella e finalmente m’immergo completamente lasciandomi avvolgere dall’acqua calda e accogliente.
Mi sento rinata!
La ferita sulla tempia brucia un po’, ma non me ne curo. Prendo un bel respiro e chiudo gli occhi. Canticchio un ritornello della canzone “Men, I feel like a Woman”
“Oh, oh, h, go totally crazy-forget
I’m lady
Man’s shirts-short skirts
Oh, oh, oh really go wild- yeah, doin’it in style…”
Sento la porta d’ingresso al piano terra aprirsi, strano, Sam è già di ritorno?
“sono in vasca Sam!”
Urlo per far si che mi senta tornando poi a rilassarmi.
Altri rumori provenienti dal piano superiore attirano la mia attenzione e mi metto seduta per capire cosa stia succedendo.
Che sta combinando Sam?
Decido di andare a controllare, mi alzo e guardo verso la porta del bagno, ma improvvisamente scivolo nella vasca. Prima di cadere e farmi male riesco ad aggrapparmi al bordo. Che strana sensazione …
Ho come l’impressione che ci sia qualcuno.
Facendo leva sulle braccia mi alzo nuovamente, ma vengo tirata sott’acqua da qualcosa.
Vedo sbucare dal nulla due mani che mi afferrano il collo cercando di soffocarmi aumentano la presa già stretta e decisa, impedendomi di urlare e gridare aiuto. Cerco di dimenarmi contro quella forza ostile e li vedo …
Quei occhi.
Ho già visto questo volto mostruoso che sta prendendo forma davanti a me … ma dove?
La mia mente viene investita da immagini veloci, di un passato che sembra io abbia dimenticato.
L’acqua, il lago.
L’annegamento, ma certo.
È la stessa strana creatura che mi ha aggredita al lago!
Cerco di resistergli prendendo rapide boccate d’aria mentre continua a spingermi sott’acqua.
Il suo volto terrificante sembra compiaciuto nel vedermi agonizzare.
Le sue labbra tagliate e violacee si allargano in un sadico sorriso, mentre quei due occhi color ghiaccio si allargano in uno sguardo folle e malato.
Finalmente riesco a riemergere e urlo, sperando di attirare l’attenzione di qualcuno, ma ciò penso sia improbabile.
Non posso credere che tutto ciò sia reale.
Continua a stringere la presa ed io non riesco ad afferrarlo,
le mie mani non riescono a palpare la sua pelle, sembra fatto d’aria.
“lasciami”
Sussurro con la poca voce che riesco a far uscire, poi d’un tratto scompare.
Tutto sembra tornare normale. Porto le gambe al petto e cerco di calmarmi. Il tremore si impadronisce del mio corpo e respiro affannosamente.
Esco dalla vasca e corro in camera chiudendomi la porta alle spalle.
Che diavolo succede?
Apro l’armadio e precipitosamente metto dei vestiti asciutti.
Afferro la borsa e il cellulare e corro verso le scale. Voglio uscire di qui!
Inizio a scendere i gradini, ma qualcosa mi spinge facendomi cadere. Rotolo per qualche scalino ritrovandomi a metà scalinata. Alzo lo sguardo, vedo quel mostro partire alla carica mentre un urlo disumano mi perfora i timpani.
Cerco di rialzarmi continuando a scendere per la scala ritrovandomi sul pavimento dopo aver ricevuto un altro colpo.
Corro finalmente raggiungendo la porta che si chiude violentemente alle mie spalle.
Sento il labbro bruciare e tastandolo noto il sangue colare dal mento.
Guardo casa, esternamente tutto sembra così normale …
Decido di fare un giro per tranquillizzarmi un po’.
Cos’è successo poco fa lì dentro?
Ho bisogno di vedere gente. Mi sento sola e vulnerabile.
Vado da Mike, non è distante e lì sarò al sicuro.
Entro sedendomi in un posto situato in un angolo accanto alla finestra, intorno non c’è molta gente.
Sto ancora tremando, non solo per ciò che è successo, ma anche perché sono del tutto bagnata.
“Chris, tutto bene?”
Mike si avvicina col suo modo di fare premuroso, quasi fraterno. Mi guarda preoccupato e accarezzandomi una spalla cerca di capire che succede.
Cerco di nascondere il taglio sul labbro non facendomi guardare in volto.
“prendo un caffè”
Dico cercando di dare alla mia voce un tono calmo.
Lo guardo di sottecchi per rassicurarlo e lui, dopo aver annuito va via.
Alzo il cappuccio della felpa per nascondere il viso e star più calda.
Mike è di ritorno con un caffè fumante in mano, è d’asporto, sa che lo prendo solo nei contenitori di carta.
“ecco cara”
Mi dice con un mezzo sorriso, cercando di scrutarmi. Lo guardo ringraziandolo.
“che succede Chris?”
Domanda nuovamente, questa volta visibilmente preoccupato. Mi volto a guardarlo svelando il mio viso.
“niente, sono caduta dalle scale”
Mento, accompagnando il tutto con una specie di sorriso.
“santo cielo, vado a prendere la cassetta del pronto soccorso”
Dice allarmato, non capisco.
Ho un taglietto sul labbro, che sarà mai? La ferita sulla fronte l’ha già vista. Che sia sensibile alla vista del sangue?
“devo andare Mike, grazie per il caffè, quanto ti devo?”
Non voglio attirare l’attenzione e sembra che invece già altre persone abbiano notato la mia presenza qui.
“hris, lo offro io, ma sicura di star bene? Dovresti andare in ospedale”
Annuisco prendendo la borsa e avvicinandomi alla porta.
“Mike, Sam non deve saperne nulla, lo sai, si spaventa per tutto”
Sorrido a denti stretti prima di uscire. So che Mike manterrà la parola.
Mi reco al parco, ho bisogno di riflettere senza nessuno che mi faccia domande o che si preoccupi per me.
Mi siedo su una panchina e sorseggio il caffè.
Cos’era quel mostro?
Sembrava un bambino … poteva essere il fantasma di un bambino?
I fantasmi non esistono …
Perché ha tentato di uccidermi?
Prima al lago, poi a casa ..
Forse, ho immaginato tutto. In effetti casa era in ordine, nulla sembrava così anormale.
Che motivo avrei di immaginare queste cose? Non capisco.
Non capisco più nulla.
La confusione mi assale, la mia mente è invasa da quell’orribile creatura.
Il suo viso … così sfregiato, i suoi occhi quasi inumani e quell’espressione dannata … la sua figura trasudava morte.
Ho paura. Se tornassi a casa cosa potrebbe accadermi?
Sam!
Mi alzo di scatto. Sam potrebbe essere in pericolo.
Prendo il cellulare, provo a chiamarla.
Squilla!
“Chris, scusa se non ti ho chiamata!”
La sento ridere, sta bene. Sospiro sollevata sedendomi sulla panchina nuovamente.
“Sam … come stai?”
Ora che l’ho sentita sono molto più tranquilla, ma cosa devo dirle?
“Chris, ti spiace se stanotte dormo da Jody? Vieni anche tu, ti dico l’indirizzo, non voglio che passi l a notte a casa da sola, ma è tardi e forse la cosa migliore è rimanere qui”
“no, io … ti ho chiamata per dirti che dormo da Mandy stasera!”
Non sarà il massimo come scusa, ma non voglio andare a casa di Jody conciata in questo modo, se Mike si è preoccupato devo avere un aspetto orribile.
“Va benissimo Chris, allora ci vediamo domani mattina a casa, ok?”
“si”
Dico chiudendo la chiamata.
Almeno Sam è al sicuro.
Non posso passare la notte fuori, ma dove posso andare?
È sera inoltrata, non posso presentarmi a casa di Mandy o andare da Paul.
Penso a Nigel.
Impossibile, ci conosciamo appena …
L’unica soluzione è farmi forza e tornare a casa. Inizio a sentire freddo, sicuramente prenderò un malanno.
Bevo l’ultimo sorso di caffè e inizio a camminare.
Non ci credo, non è possibile. Mostri e fantasmi non esistono. Non c’è nulla di tutto ciò nella realtà, esistono solo nei film grazie ad effetti speciali.
Eccomi, davanti alla porta d’ingresso. Prendo un bel respiro e apro la porta. Non c’è nulla che può farmi del male, continuo a ripetermi, mentre cerco di tenere a bada l’ansia che pian piano mi pervade.
La casa dovrebbe essere il posto più sicuro, dove ci si può rifugiare in caso di pericolo.
Mi muovo lentamente,ho come paura di risvegliare quella cosa.
Decido di farmi forza e far finta che nulla sia successo. Torno in camera, prendo dei vestiti caldi e mi reco in bagno.
Sono sorpresa e un po’ delusa. Tutto è normale. Nulla che testimoni la mia visione. Mi tranquillizza un po’ edere tutto in condizioni normali. Le candele sono ormai spente, le raccolgo e inizio a ripulire il bagno.
Accidentalmente vedo il mio riflesso nello specchio posto sopra il lavandino.
Cosa mi è successo?
Stento a riconoscermi.
Il taglio sul labbro è profondo e sanguina un po’. Ho dei brutti lividi sullo zigomo sinistro e piccoli graffi sulle gote..
Scopro con orrore che i segni di quelle mani che hanno tentato di soffocarmi son ben visibili sul collo. Riesco a distinguere le dita, rossi e leggermente violacei avvolgono il mio collo. Li disegno con le dita, scoprendone altri sul petto e poi più giù .. sono su tutto il corpo.
Com’è possibile?
Perplessa e confusa vado in camera, mi sdraio fissando il soffitto.
Continuo a pensare a cosa possa essermi accaduto. A cosa io possa aver fatto.
È ormai l’alba e stanca, finalmente mi addormento.
Sogno Nigel. Sogno l’oscurità assoluta.
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Capitolo 14 *** Capitolo XI - Lo Spirol (Parte I) ***
È il rumore della pioggia a svegliarmi, sembra proprio che fuori si stia scatenando un violento temporale.
Voglio dormire ancora, sono davvero esausta, ma non riesco a prendere sonno.
Alzo lo sguardo, davanti a me l’orologio segna quasi le sette.
Devo prepararmi per andare a scuola.
Salgo in camera, soffermandomi qualche istante sulla soglia della porta.
Gli abiti dell’armadio sono sparsi per terra, proprio come li ho lasciati ieri sera.
Li metterò in ordine appena torno da scuola penso, mentre una leggera ansia si fa strada dentro di me ricordando cosa è avvenuto in questa casa poche ore fa.
Mi dirigo in bagno dopo aver preso un felpa e dei jeans, per farmi una doccia, ma noto che la porta della camera di Sam è leggermente aperta. Mi affaccio, per vederci dentro, sarà già tornata? Eppure non ho sentito nulla.
“Sam?”
Eccola, si sta pettinando i lunghi capelli davanti allo specchio con aria assonnata. A che ora sarà tornata?
Ero così stanca e sconvolta ieri sera che non mi sono accorta di nulla.
“Chris, come stai?”
Mi chiede avvicinandosi subito con aria preoccupata.
La guardo attentamente, cosa c’è?
Che anche lei abbia visto quel mostro?
Il terrore che le sia accaduto qualcosa quasi mi paralizza, ma sembra illesa.
“tutto ok”
Dico prima di sbadigliare. Mi siedo sul suo letto continuando a guardarla.
“hai dormito sul divano, che ti è successo?”
Mi accarezza il viso, capisco.
“sono caduta dalle scale, ieri sera. Sto bene Sam, solo qualche livido”
Non sembra crederci molto, ma con una pacca sulla spalla si congeda e va in cucina a preparare la colazione.
Mi sento febbricitante, probabilmente avrò qualche linea di febbre, oppure è solo la stanchezza accumulata. Torno in bagno e mi guardo allo specchio.
Ho davvero una pessima cera.
Tocco il vetro gelido.
Ripenso alla sera appena trascorsa.
Ripercorro nella mente tutti i momenti orribili vissuti.
Pensandoci bene quell’essere stava ben lontano dallo specchio. Avvertivo la sua presenza, ma non si rifletteva.
Tasto delicatamente il labbro ormai violaceo.
Sugli specchi ci sono un sacco di leggende e teorie, alcune dicono che lo specchio sia un portale magico, altri invece che il suo riflesso riveli la vera natura malvagia dell’uomo.
Che quel mostro ne abbia timore?
Sospiro.
Mi spoglio lentamente, mostrando i vari lividi sul mio corpo ed entro nella vasca. Faccio una doccia veloce, sento l’acqua calda scivolarmi addosso portando via con se i cattivi pensieri e facendomi sentire meglio.
“la colazione è pronta!”
Urla mia sorella dal piano inferiore, mentre metto la felpa. Anche se la giornata non è delle migliori, mi sento davvero meglio.
Ho un gran appetito, mangio un intero piatto di omelette e non sazia preparo velocemente uova e pancetta.
Una bontà!
Saluto velocemente Sam ed esco di casa, Paul come ogni mattina mi aspetta sul vialetto.
“Diamine Chris, che ti è successo?”
Domanda guardandomi in viso.
“sono caduta dalle scale!”
Esclamo ridendo leggermente.
Questa sarà la versione ufficiale. Anche se raccontassi la verità nessuno mi crederebbe, e poi voglio risolvere questa storia da sola.
Ci rechiamo da Mike.
Lo saluto con un sorriso e lui non accenna minimamente alla sera passata.
“ah, guardala Mike, è caduta dalle scale!”
Esclama canzonandomi Paul.
Sorrido divertita, voglio prendere questa faccenda in modo leggero. Fin ora il mostro mi ha attaccata solo quando non c’era nessuno attorno a me, se sono in compagnia non mi accadrà nulla, e poi credo di aver intuito quale sia il suo punto debole.
Mike sorride di rimando, ma non sembra molto convinto.
Mi limito a bere il caffè, mentre Paul conversa con Mike.
Una volta a scuola anche Mandy mi chiede cosa mi sia successo e sempre con la solita scusa non sono costretta a dare troppe spiegazioni.
Durante tutta la giornata ho notato Nigel esser intento a fissarmi. Ho avuto anche l’impressione di esser seguita da lui, ma non ne sono certa. Dopo l’ora di pranzo, non avendo altre lezioni da seguire decido di recarmi in biblioteca, magari riesco a trovare qualche vecchio libro che parla di specchi o leggende simili.
Con mio grande stupore noto di non essere da sola, non è un posto frequentatissimo di solito, a Shelbyville era praticamente sempre deserta.
Prendo posto in un tavolo singolo situato tra uno scaffale e un altro, in modo tale da non esser disturbata da nessuno. Anche se non penso che questo avverrà. Mi fermo ad osservare meglio. Sembra decisamente più grande di quella di Shelbyville e ci sono decisamente molti libri.
Dopo tutto è una biblioteca!
L’odore di carta stampata pervade tutta la stanza, l’atmosfera è rilassante e regna un silenzio quasi innaturale. Solo ogni tanto si sentono le pagine di libri esser sfogliate.
Gli scaffali altissimi contengono libri di ogni genere, chissà quante avventure sono racchiuse qui dentro.
Leggo velocemente alcuni titoli, da “Romeo e Giulietta”, “Cime Tempestose” e “Orgoglio e Pregiudizio” si passa a racconti più moderni, come i romanzi di “Nora Roberts”, il tanto discusso “Il Codice Da Vinci” o i vari racconti di “Anne Rice”
Certo che l’arte dello scrivere è cambiata parecchio. Prima si narravano le vicende d’amore e tradimenti nelle corti, di amori impossibili tra casate nemiche, si dava una certa moralità alle storie, come se il loro scopo fosse educare l’umanità ad uno stile di vita migliore, nel rispetto di se stessi e del prossimo, di come odio e discriminazione alla fine siano solo dei mezzi per far del male anche a se stessi. Ora invece si parla di falsi moralismi, di dogmi inesistenti e la tipica storia d’amore viene trasformata in sesso e trasgressione.
Non esiste più il principe azzurro, ora è il vampiro bello e dannato, il tipico “cattivo” che prende le vesti del cavaliere della giustizia per salvare la sua bella, o di spiriti impuri convertiti a santi protettori dell’umanità.
Mi domando cosa si legga ora ai propri figli come fiaba della buona notte, se ancora se ne raccontano.
Denise, mia madre, non mi ha mai raccontato una fiaba, pensava che fossero inutili, mi parlava di com’era essere grandi, mi rassicurava sul mio futuro e per finire mi cantava la canzone della buona notte.
Non ho mai pensato che ci sia nulla di sbagliato in tutto questo.
È sempre stata una mamma con le sue idee, le altre raccontavano fiabe, lei all’avanguardia mi parlava del mondo.
Ormai lontana dai vecchi ricordi inizio a curiosare fra gli scaffali alla ricerca di un libro che possa aiutarmi.
Noto su un piano rialzato una sezione completamente impolverata e avvicinandomi leggo il cartello “vecchi saggi”. Di vecchi, lo sono di sicuro, e iniziando a leggere i vari titoli noto che la maggior parte di questi parla di leggende e credenze religiose. Ci sono libri che parlano di divinazione, altri di stregoneria.
Ma è legale detenere questi libri in una scuola pubblica?
“spiritismo … invocazioni .. preghiere … “
Come faccio a capire se qualcuno di questi parla di specchi?
Mi sporgo leggermente da uno scaffale, per chiedere alla bibliotecaria un’informazione, ma noto che si è addormentata davanti al PC.
“cosa cerchi?”
Chiede qualcuno alle mie spalle facendomi sobbalzare.
Ma chi è questo cretino?
“non volevo spaventarti”
Sospiro sollevata. È solo Nigel.
“sei pazzo? Certo che mi spaventi se sbuchi fuori dal nulla, ti pare?”
Sussurro con un filo di voce isterico per non disturbare gli altri studenti attorno.
“scusa, allora, che cerchi?”
Sul suo viso si forma un sorrisino malizioso. Sembra quasi divertito nell’avermi spaventata.
“sto facendo una ricerca”
Non voglio dargli troppe spiegazioni. Non voglio che ficchi il naso nei miei affari.
“uhm … demonologia … spiritismo … che cerchi Harries?”
Lo guardo accigliata.
“affari miei”
Dico secca per poi rimettermi a leggere.
Cosa vuole?
M’ignora per giorni e adesso torna come se nulla fosse?
“eccolo!”
Esclamo contenta, con un tono di voce un po’ troppo alto, tanto da far voltare alcuni studenti che mi guardano male.
“I poteri di uno specchio”
Legge Nigel ad alta voce strappandomi il libro dalle mani.
Lo riprendo e senza degnarlo di uno sguardo torno al mio posto.
“allora Harries, mi dici cosa stai cercando?”
Non rispondo e sistemandomi per bene sulla sedia inizio a leggere.
Lui sembra non voler andare via e ciò mi irrita non poco.
“da quando sei così curioso Nigel?”
Chiedo seccata. Che gli prende ora?
Si avvicina al mio viso guardandomi negli occhi. Perché questo ragazzo è così imprevedibile?
“Ero preoccupato, che ti sei fatta? Ho sentito dire che sei caduta dalle scale”
Annuisco in modo convincente e torno a leggere.
Sembra che gli specchi siano dei portali che conducono in un’altra dimensione,e che molti spiriti non si riflettono perché altrimenti verrebbero risucchiati in questo mondo parallelo.
Ora mi chiedo … che spirito era quello?
Torno nella sezione “vecchi saggi” seguita ancora da Nigel, sembra davvero curioso di sapere.
“se vuoi renderti utile Nigel aiutami a trovare dei libri che parlino di spiriti”
Gli dico prima di cominciare a cercare. La biblioteca ne è davvero ben fornita, non l’avrei mai detto.
“come mai ti interessa questo argomento?”
“è solo curiosità”
M’afferra per un braccio con forza facendomi voltare.
“non scherzare con queste cose”
Dice con tono minaccioso, non ho mai visto Nigel così.
Cosa ho detto di sbagliato?
I suoi occhi sembrano per un secondo velarsi di rosso, proprio come quella volta in mensa, quando ha aggredito Mark.
“lasciami, mi stai facendo male”
Sussurro a fiato corto sostenendo lo sguardo e lui, come tornato in se, lascia la presa allontanandosi di un passo. Sembra davvero strano oggi.
Continuo ad osservarlo e il suo sguardo si sposta sul mio collo. Spalanca gli occhi e mi guarda subito in viso.
“che ti è successo?”
Immediatamente mi volto dandogli le spalle.
“niente”
Rispondo in un sibilo.
“Chris, guardami! Che ti è successo?”
Dice quasi arrabbiato prendendomi i polsi e stringendoli forte nelle sue mani, come se volesse tenermi ferma.
“sono caduta dalle scale”
Sa che mento. Sa che è solo una stupida scusa. Lo vedo dal modo in cui i suoi occhi si assottigliano, quasi delusi.
Sembra che lo stia prendendo in giro, ma non è così. La verità è che neanche io so cosa sia successo.
“Chris … “
Sospiro. Inutile mentire, probabilmente mi prenderà per pazza, ma che differenza fa?
Penso di potermi fidare di lui, certo, Nigel non è il tipo da spifferare tutto a tutti.
“hai mai visto un fantasma? Credi nei fantasmi?”
Gli chiedo iniziando a raccontargli quel che mi è accaduto la sera precedente. Non batte ciglio, anzi, mi ascolta attentamente e sembra crederci. Non si scompone minimamente ed io istintivamente mi abbandono ad un leggero pianto.
La sua stretta attorno ai miei polsi s’affievolisce, prende le mie mani e intreccia le nostre dita.
“cerchiamolo assieme”
Sussurra al mio orecchio per poi mettersi al mio fianco a spulciare i vari libri.
Non so quanto tempo passiamo in quella biblioteca a stretto contatto, ma il sole è ormai tramontato e la bibliotecaria svegliatasi appena inizia a spegnere le lampade delle varie postazioni.
“la biblioteca è chiusa ragazzi!”
Dice avvicinandosi. Noto che è una signora sulla sessantina, bassa e gobba col naso ricurvo e lungo. Ha dei capelli lunghi fino alle spalle, lisci e unti, indossa una maglietta rosa con un gilette viola scuro e una gonna deformata dalla sua corporatura, grigia. “scusi signora, dobbiamo finire una ricerca se ci lascia le chiavi, chiudiamo poi noi” Dice Nigel avvicinandosi con passo sicuro alla bibliotecaria. Mi avvicino anche io incuriosita.
Lei mi scruta con fare cattivo, poi guarda Nigel e con un “va bene” seccato lascia le chiavi nelle mani di Nigel e va via.
“ma come hai fatto?”
Gli chiedo avvicinandomi.
“io non ho fatto nulla!”
Esclama facendo spallucce. Torniamo a lavorare e dopo un po’ finalmente leggo una descrizione che si avvicina a quella del mostro che ho visto.
“Spirol. Mezzo demone, mezzo spirito … “
Avvicino il libro a Nigel in modo tale da far leggere anche lui.
“Avevi ragione Harries, evita gli specchi … “
Improvvisamente la sala diventa completamente buia.
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Capitolo 15 *** Capitolo XI - Lo Spirol (Parte II) ***
“Nigel, che succede?”
Chiedo spaventata afferrandogli un braccio.
Non riesco a vedere nulla, solo la flebile luce dei lampioni del parcheggio illumina le finestre della biblioteca.
“sta tranquilla Chris, non farti prendere dal panico”
Sussurra con voce calma e pacata avvicinandosi a me.
Un urlo riempie l’aria e i vetri delle finestre per il suono acuto si frantumano in mille pezzi.
Nigel mi fa da scudo col suo corpo per evitare che i frammenti mi feriscano. Lo sento spostarsi velocemente sul mio corpo e stringermi fra le sue braccia.
Ho già sentito questo urlo straziante. È lui. È tornato!
Alzo lo sguardo e vedo una leggera nebbiolina formarsi nell’aria.
Tappo le orecchie con le mani e istintivamente guardo Nigel, riesco a vedere il riflesso della luce nei suoi occhi ed urlo.
“sta tornando Nigel, sta tornando!”
Volgo nuovamente il mio sguardo nel punto dove è apparsa la nebbiolina che inizia a prender forma. Nigel si alza improvvisamente. Sembra riesca a muoversi perfettamente nel buio, cerco di seguire i suoi movimenti con lo sguardo mentre mi metto seduta.
“Nigel … “
Sento il mio corpo sollevarsi per aria e prima di capire cosa stia succedendo, due mani a me famigliari stringono con forza il mio collo.
Provo a dimenarmi, ma ancora non riesco a toccare il mostro.
I suoi occhi vitrei mi fissano compiaciuti, per poi guardare Nigel.
Se continua a stringere la presa si metterà davvero male per me.
Inizio a tossire, sento la sua pelle stritolare la mia come se nulla fosse, sono come plastilina nelle sue mani.
“Maledizione! Lasciala!”
Urla Nigel. Riesce anche lui a vederlo allora?
Sento le mie forze venir meno. Lo Spirol ha completamente preso forma, e prima di potermene rendere conto lascia la presa facendomi cadere.
Il contatto col suolo non è per nulla piacevole, sento il mento bruciare, ma almeno riesco nuovamente a respirare. Nigel si avvicina e mi aiuta ad alzarmi, mentre questa volta il mostro parte all’attacco verso di lui.
“ci serve uno specchio”
Dico alzandomi e guardandomi attorno.
“vieni con me”
Nigel mi afferra per il braccio e assieme ci dirigiamo verso le finestre frantumate. Tengo sotto controllo lo Spirol, mentre Nigel si è chinato per raccogliere alcuni cocci di vetro. Che ha intenzione di fare?
Mi sembra di vivere un sogno, improvvisamente tutto sembra fermarsi, guardo intensamente negli occhi lo spettro demone e non ho più paura. Anche lui sembra ricambiare il mio sguardo. Cosa vuole da me?
Solo ora mi rendo conto che forse non è pericoloso come sembra, mi fa quasi tenerezza. In fondo ha le sembianze di un giovane bambino.
Mi avvicino lentamente, incuriosita.
Lui se ne sta lì fermo ad osservarmi, rannicchiato su se stesso, sembra quasi aver timore di avvicinarsi.
Non lo trovo più così aggressivo e cattivo, sembra innocuo,forse se riesco a fargli capire che di me può fidarsi non mi farà del male. Sono i suoi occhi a parlarmi, non servono parole.
Come incantata, lentamente senza accorgermene mi avvicino a lui.
Sento Nigel urlarmi di allontanarmi, ma la sua voce sembra così ovattata, così lontano da me.
Gli occhi dello Spirol si allargano in modo inumano, solo ora mi rendo conto che mi ha stregata, ma sono troppo vicina. È strano, sento le mie forze svanire, sta assorbendo la mia energia lentamente. Tutto ciò non può essere reale!
Perché Nigel sembra non aver paura? Attorno a me si abbattono le tenebre, sento venirmi meno.
Tutto appare così confuso …
Cerco di aprire gli occhi, ma riesco a malapena a tenerli socchiusi. Sono riversa sul pavimento.
Vedo Nigel.
Resto sbalordita nel vedere che lui riesce a toccare quel mostro.
Chi è in realtà?
Con una mano lo solleva per il collo e non sembra metterci troppa forza, anzi, sembra che riesca a comandare i movimenti con estrema facilità. Mentre lo tiene fermo, noto che nell’altra mano impugna un grosso frammento di vetro. La stanza sembra riempirsi d’aria compressa nel preciso istante in cui Nigel colpisce violentemente lo Spirol fra i seni frontali col frammento che sembra brillare di luce propria. Gli scaffali attorno iniziano ad inclinarsi nella direzione di Nigel a cui piedi inizia a formarsi un vortice oscuro. Una voce demoniaca echeggia nell’aria.
Sembra parlare una lingua sconosciuta. Dolorante cerco di alzarmi per raggiungere Nigel, ma l’aria circostante esplode in un boato scaraventandomi contro uno scaffale.
“Chris!”
Nigel si affretta a raggiungermi, i suoi occhi sembrano rossi, cado per terra e immediatamente sento le sue braccia avvolgermi …
Poi nulla.
“Chris, mi senti?”
Riapro gli occhi ritrovandomi in un luogo a me del tutto sconosciuto. Non sono più a scuola, è una stanza dalle pareti bianche.
Mi guardo attorno confusa, ho un gran mal di testa.
“dove sono?”
Chiedo notando solo dopo che c’è Nigel accanto a me.
“al sicuro”
Sussurra accarezzandomi dolcemente la testa. Ha uno sguardo così premuroso, non l’ho mai visto così prima d’ora.
“cosa è successo? Lo Spirol?”
Chiedo preoccupata.
Mi abbraccia stringendomi forte, ma che gli prende?
“è tutto passato. Non ti farà più del male”
Sciolgo l’abbraccio per guardarlo in viso. È così bello. Accanto a lui sono serena, è stato l’unico a credermi e mi ha aiutata. Mi chiedo cosa voleva da me quel mostro.
Abbasso lo sguardo notando la sua mano fasciata. La prendo fra le mie, ricordo.
Sarà stato il frammento di vetro che ha usato come arma contro lo Spirol ferito.
“non è nulla”
Mi rassicura stringendomi la mano.
“cosa voleva da me Nigel? Perché mi ha attaccata?”
Il suo sguardo sembra diventare serio per un istante, ma dopo poco si addolcisce, tornando quello di prima.
“non pensarci più ora, devi riposare, hai preso un bel colpo!”
Esclama sorridendo, torno a sdraiarmi sul letto e lo guardo, così come anche lui fa con me.
Si avvicina e sento i battiti del cuore accelerare, le sue labbra sfiorano la mia fronte per poi ritrarsi.
“chi sei?”
Gli chiedo curiosa.
Ho come la sensazione di aver colto in lui un lato del tutto nuovo, ma non si tratta di carattere, è come se mi abbia mostrato il suo vero essere. Un lato più profondo e sensibile, ho come l’impressione che lui non sia realmente chi sostiene di essere.
“dormi Chris”
Sussurra per poi andar via. Chiude la porta alle sue spalle ed io finalmente cerco di rilassarmi.
Qualcosa turba i miei pensieri, ci sono troppe domande che necessitano di una risposta.
Perché lui è riuscito a toccare lo Spirol? Perché si è manifestato a me? Cos’era quella luce di cui splendeva il frammento di vetro? E quella strana voce nell’aria?
Perché gli occhi di Nigel erano così rossi?
Non sembrava nemmeno più lui.
Cos’è questa sensazione di mistero che mi attanaglia la mente? Ma soprattutto, dove sono?
Mi guardo intorno incuriosita.
Questa stanza è praticamente vuota!
C’è solo l’enorme letto a baldacchino e vari poggia candele sui muri bianchissimi.
Mi avvicino alla porta cercando di far poco rumore. Poggio la mano sulla maniglia d’ottone e la ruoto lentamente.
Sbircio dalla fessuro scoprendo un lunghissimo corridoio. Una luce fioca attira la mia attenzione, mi dirigo nella sua direzione notando che anche le pareti bianche del corridoio sono spoglie. L’arredamento è scarsissimo. ‘è una strana statua di un essere mitologico che impugna una spada, noto che anche qui non c’è l’ombra di specchi.
Che razza di casa è? Continuando ad avvicinarmi sento l’ardere del fuoco. Un camino?
Aumento leggermente il passo fino ad arrivare in un immenso salone. Questa stanza è completamente diversa dal resto della casa.
La parete che si pone di fronte ai miei occhi non è altro che un’immensa libreria. Ci saranno diverse centinaia di libri, accanto invece, sul lato destro una lunga scala di legno mi fa dedurre che per raggiungere i libri più vicini al soffitto viene usata come si faceva nelle grandi e tipiche biblioteche londinesi. Sposto lo sguardo continuando ad osservare la sala. La parete sinistra è colma di tavolini e statue strane raffiguranti mostri mitologici, proprio come quella che ho visto nel corridoio mentre alla mia destra un enorme camino illumina due poltroncine rosse, dallo stile sobrio ed elegante .
Vedo delle ombre, c’è qualcuno, così mi nascondo dietro ad un tavolino che regge un mappamondo e incuriosita cerco di vedere di chi si tratta.
“come ti è saltato in mente Nigel? Tuo padre sarà molto deluso”
Suo padre?
Nigel non ha mai parlato della sua famiglia, mai. Solo Mandy me ne aveva accennato qualcosa.
C’è una persona al suo fianco avvolta nella penombra, dalla voce si direbbe un uomo, quasi sicuramente più grande di noi, che stiano parlando di affari?
“è stato un errore, non accadrà più”
Dice lui con voce colpevole.
“questo errore potrebbe costarti caro, lo sai che sei sotto esame, gli altri sono tenuti a metterti alla prova!”
L’uomo sorseggia un drink, sembra irritato, di cosa stanno parlando? Quale prova? Quali esami?
“mettermi alla prova? Tu pensi che mandare un verme del genere sia mettermi alla prova?”
Nigel accende una sigaretta. Forse non dovrei ascoltare questioni che non mi riguardano, è meglio che vada.
“pare che la tua ospite non sia poi così stanca!”
Esclama l’uomo volgendosi improvvisamente nella mia direzione, anche Nigel si volta a guardarmi sorpreso.
“una presenza deliziosa”
Dice l’uomo avvicinandosi mentre fa oscillare il bicchiere col drink. Mi alzo lentamente colta in fallo.
“scusate”
Sussurro imbarazzata stringendomi nelle spalle. Mi sento in totale disagio.
“Gabriel, il mio tempo a disposizione è terminato. Puoi andare.”
Nigel si avvicina a me, imitando l’uomo, ma con un’espressione seria e distaccata, mentre l’uomo di nome Gabriel continua a fissarmi in modo insistente mettendomi in soggezione. Stranita e un po’ tesa lo guardo in volto meravigliandomi nel scorgere due occhi viola risplendere alla luce del fuoco. Non ho mai visto occhi così, dicono siano rari.
“Gabriel, prego”
Lo esorta Nigel, accennando all’uscita con una mano, con un breve inchino e un mezzo sorriso l’uomo mi saluta congedandosi.
Nigel mi guarda coi suoi occhi grigi in modo strano.
Perché mi sento in colpa? Ho rovinato qualcosa?
“torna a letto Chris, riposa”
I suoi sembrano più degli ordini che un gentile consiglio premuroso. Per la prima volta vedo Nigel in vesti diverse. Non è un semplice studente schivo e asociale, c’è qualcosa di più sotto, qualcosa di grosso, ma cosa?
“ho interrotto qualcosa?”
Chiedo timorosa
“no”
Risponde secco.
Non voglio indagare oltre, torno in camera accompagnata da Nigel. Tutto questo mi sembra così surreale.
Non riesco quasi a chiudere occhio, troppi pensieri mi frullano nella testa!
Nigel resta al mio fianco fin quando non mi addormento.
È dolce e gentile con me, ma non riesco più a guardarlo come prima. Ho quasi timore di lui, della sua presenza.
Chi è in realtà Nigel Preston?
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Capitolo 16 *** Capitolo XII - Un Bacio Rubato (Parte I) ***
“Mi sono preoccupata da morire Chris! Come ti è venuto in mente? Potevi avvisarmi, no?”
Ascolto la ramanzina di Sam sulla responsabilità e il mio atteggiamento immaturo da quasi un’ora, ovvero da quando Nigel mi ha riaccompagnata a casa. Ok, Sam ha ragione, probabilmente avrei dovuto avvisarla e farle sapere in qualche modi che sarei rimasta a dormire a casa di Nigel, ma non lo sapevo nemmeno io!
Ho provato una decina di volte a farle capire che non era mia intenzione farla preoccupare, ma sembra non ci sia verso di farla calmare. Mi limito ad osservarla, seguendo i suoi movimenti con lo sguardo, sperando che tutto passi in fretta …
Certo, se Nigel si fosse fermato due secondi a casa e avesse tranquillizzato Sam, invece di scaricarmi sul viale e ripartire, sarebbe stato più semplice. Maledetto!
Pensandoci bene, stamane era piuttosto silenzioso. Non sembrava turbato o cose simili, era semplicemente indifferente! Avrei preferito il suo solito comportamento freddo e schivo, invece di silenzi tombali e attimi d’infinito disagio, non abbiamo parlato minimamente di ciò che è successo in biblioteca e, nonostante io abbia mille domande e una marea di dubbi, son sicura che da lui non riceverò nemmeno una minima risposta.
Finalmente Sam prende un respiro, terminando così il suo monologo.
Corro al piano superiore per prepararmi e farmi una doccia veloce prima di andare a scuola e stupita mi rendo conto, una volta in bagno, che i segni e i graffi dello spirol sono del tutto scomparsi. Controllo attentamente ogni parte del corpo da diverse angolazioni, ma nulla. Non c’è nessuna traccia! Il mio corpo è tornato pallido e immacolato!
Non potrei esser più felice!
Di sicuro, una volta eliminato lo spirol le tracce del suo passato sono svanite, perciò anche la biblioteca dovrebbe esser tornata come prima.
Questa volta l’acqua calda e profumata che scivola sulla mia pelle mi fa davvero sentir viva.
In un certo senso mi sento libera, quel senso di oppressione è sparito del tutto. Con l’umore alle stelle, ci metto un po’ più di cura nel vestirmi per andare a scuola. Metto da parte jeans e maglietta, indosso un comodo e caldo vestito di lana completamente bianco, lascio cadere i capelli sciolti sulle spalle e metto un velo di matita sugli occhi.
“wow Chris, non ti ho mai vista così, stai benissimo!”
Esclama Paul vedendomi sul vialetto. Sorrido imbarazzata e lo ringrazio. In effetti, da quando sono arrivata qui a Dallas ho sempre e solo usato felpe, jeans e magliette, la stragrande maggioranza dei vestiti che quotidianamente usavo a Shelbyville è rimasta chiusa nell’armadio, penso proprio che ricomincerò ad usarli, basta colori cupi e grigi, ci vuole un po’ di allegria!
Arrivati a scuola saluto Mandy, notando al suo fianco c’è un nuovo ragazzo mai visto prima. Mentre si avvicinano chiedo sotto voce a Paul chi è.
“Pacey, il fotografo della scuola!”
Dice con un sorriso tirato mentre guarda attentamente il ragazzo, ho come l’impressione che a Paul, Pacey non piaccia per niente.
“Ciao, tu devi essere Chris!”
Dice il fotografo porgendomi la mano con fare sicuro accompagnato da un sorriso enorme. Ha davvero l’aria di un fotografo: occhiali da sole, cappellino da paparazzo e la macchina fotografica che pende dal collo.
“piacere di conoscerti!”
Sorrido a Mandy che entusiasta ricambia
“stiamo lavorando assieme per il compito di biologia! Documenteremo la flora locale”
Paul sbuffa alle mie spalle, non so perché, ma questa situazione mi diverte parecchio
“io e Mandy nel pomeriggio usciamo a bere qualcosa, siete dei nostri?”
Guardo Paul in attesa di una risposta. Mi piacerebbe uscire con loro, dopo tutto non abbiamo mai passato del tempo tutti assieme, tranne che per lo studio e le chiacchierate in veranda.
“certo, saremo dei vostri, andiamo Chris!”
Paul mi afferra la mano e insieme ci dirigiamo nell’aula di letteratura. Scoppio a ridere fragorosamente, mentre il mio amico mi guarda incuriosito.
“che c’è?”
Chiede stranito scrutandomi con un’espressione buffa.
“sei geloso di Pacey!”
Dico cercando di calmare la risata
“non sono geloso di Pacey, Mandy è solo un’amica, quel tipo non mi convince, tutto qui!”
Il suo tono si fa serio, ed io smetto di ridere del tutto. Non ho mai visto Paul in questo stato, che sappia qualcosa di Pacey che la nostra amica non sa?
Lo guardo perplessa per qualche secondo, sembra assorto nei suoi pensieri, spero che si confidi con me, non voglio che tenga tutto dentro, in fondo è un caro amici e per quel che posso voglio stargli accanto e aiutarlo.
Entra in aula il signor Blacky nel mentre, salutandomi con un sorriso che ricambio subito prima che altri studenti fanno capolino dalla porta d’ingresso prendendo posto fra i banchi. Continuo ad osservare Paul, che improvvisamente sembra aver perso la sua vitalità, mantenendo un atteggiamento apatico per tutta la durata della lezione. Non che di solito sia il re delle feste, ma è diverso. Cosa ci sarà sotto?
Appena terminata la lezione mi saluta con un flebile “ciao” ed esce dall’aula senza nemmeno darmi il tempo di seguirlo o ricambiare il saluto, che la dice lunga sul suo stato d’animo. Decisa a parlargli prendo frettolosamente i miei libri e mi precipito fuori dall’aula, ma Nigel mi si para davanti bloccandomi il passaggio.
“come stai?”
Chiede squadrandomi dalla testa ai piedi con una strana espressione.
“bene”
Rispondo secca.
“seguimi”
Sussurra prendendomi per mano senza che io abbia il tempo di ribattere. Sembra indifferente agli sguardi incuriositi degli studenti che sicuramente si staranno chiedendo come mai il solitario Nigel Preston si muove per gli anditi della scuola tenendo per mano me. Al contrario, tutti questi sguardi insistenti mi mettono in imbarazzo. Non morivo dalla voglia di vedere Nigel, eppure ora che la mia mano è nella sua sono serena e un po’ contenta. Sembra quasi che ci sia una sintonia tra noi, continuo a guardarlo lasciando che il suo fascino mi seduca, ogni suo movimento è perfetto, elegante …
“Harries! Allontanati subito da lui!”
Riconosco queste urla, riconosco a distanza quella ragazza arrogante che con passo pesante si fa strada fra gli studenti puntando me. Chi potrebbe essere se non Marta? Nigel di colpo si ferma guardandomi.
“non ho tempo da perdere con Marta”
Sbuffa lasciando la mia mano e portandosi le braccia all’altezza del petto per incrociarle.
“cosa c’è?”
Spalanca gli occhi quasi offesa dalla mia più che legittima domanda. Diamine, in che modo dovrei rivolgermi a lei? Dandole del lei? Non ci penso proprio! Certo che i soldi fanno male al cervello.
“Tu, sta lontana da Nigel, saresti dovuta restare a Shelbyville! Harries sei una vera …”
Il mio cervello va in tilt e Marta smette bruscamente di parlare.
Che … che … che cavolo succede?
Nigel e appiccicato al mio viso e le sue labbra premono sulle mie.
Mi sta baciando! Che diavolo gli salta in mente? È del tutto impazzito!
Guardo il suo volto pallido a qualche millimetro dal mio, socchiude le palpebre fissandomi ed io ho un tuffo al cuore, i suoi occhi grigi e quell’espressione talmente dolce iniziano a far battere forte il mio cuore, ma lui non se lo sogna nemmeno di aver dato vita ad un momento romantico degno di un film, ma anzi si allontana subito con un’espressione del tutto passiva degna di un pugno in faccia!
Poi torna a guardare Marta che a fatica cerca di far tornare il respiro regolare guardando me e Nigel incredula. Se può consolarla, sono incredula anche io!
“non importunarci più”
Dice secco e deciso, riprende la mia mano e riprendiamo a camminare. Cavolo, è stato così glaciale con Marta che quasi mi spiace per lei, dopo tutto è solo stupida gelosia, i suoi modi saranno un po’ eccessivi ed arroganti, ma non meritava di certo un trattamento del genere. Non mi rendo conto che Nigel si è fermato e persa fra i miei pensieri finisco per travolgerlo.
“scusa”
Sussurro guardandomi attorno. Uhm, siamo in biblioteca, noto con meraviglia che tutto è in ordine, gli scaffali, i libri e la vetrata enorme sembrano immacolati. Avanzo qualche passo fino a ritrovarmi davanti all’enorme finestra sfiorandone il vetro con le dita. Mi chiedo se tutta la storia dello Spirol sia reale. Penso a Nigel, come potrebbe non essere reale se anche lui l’ha visto? Era presente anche lui qui la scorsa sera, torno ad osservare il vetro notando nel mio riflesso un’altra figura. Per un attimo mi sembra di vedere lo spirol al mio fianco, così sbatto velocemente le palpebre, no. È stata solo un impressione, è il riflesso di Nigel quello che vedo accanto al mio.
“probabilmente anche i segni sul tuo corpo sono spariti, ogni sua traccia dovrebbe essere ormai svanita”
Sembra pensieroso, che sia preoccupato per me? Mi avvicino spostando leggermente il collo alto del vestito e sussurro con un flebile sorriso
“nemmeno una traccia”
Improvvisamente sembra così malinconico, e sembra esser colpa mia. Non so perché ma sento che la mia presenza gli causa non pochi problemi. Da quel che so, prima del mio arrivo Nigel era un tipo schivo e riservato, passava il suo tempo lontano dagli altri mantenendo riservata la sua vita, invece da quando sono qui è cambiato completamente. A qualcuno potrebbe dar fastidio la mia vicinanza a lui?
Magari a Gabriel! Per questo era a casa sua?
Per cercare di allontanarmi da lui? Cosa potrei mai fargli di male? Non penso di essere un pericolo per qualcuno. Forse nella sua famiglia sono abituati a comportarsi in un certo modo?
Lo guardo negli occhi, mi sento in imbarazzo, ma voglio capire che succede.
“Nigel … che vuol dire che sei sotto esame? Ieri sera ho sentito per sbaglio la conversazione tra te e Gabriel …”
A quel nome, la sua espressione cambia in un lampo. Scatta in avanti afferrandomi per il collo. Che gli prende? Vuole soffocarmi?
“non nominarlo mai più Chris, sta lontano da questa storia! Sta lontano da me!”
Ringhia a denti stretti. Ancora una volta noto i suoi occhi rossi. Mi guarda passivo, aumentando la stretta.
“non respiro” sussurro cercando di togliermi le sue mani di dosso. Improvvisamente i suoi occhi si allargano in un’espressione di stupore. Lascia immediatamente la presa allontanandosi da me, che invece mi lascio scivolare sulla parete alle mie spalle. Lo guardo sconvolta in viso. Che gli succede? Voleva uccidermi o cosa? Non riesco a capire. Non credo che Nigel abbia appena fatto una cosa del genere. Mi guarda con occhi pentiti, so che non voleva farmi male, so che è stato solo uno scatto di rabbia, ma ora come posso fidarmi di lui?
“Chris …”
Avanza un passo verso di me tendendomi la mano, ma istintivamente mi stringo nelle spalle. Ho paura. Anche lui sembra capirlo e resta fermo, immobile. Allora sono io il problema?
È colpa mia se Nigel è cambiato?
Lo guardo.
“stammi lontano”
Sussurro.
Le mie parole sembrano ferirlo e con un silenzioso cenno del capo va via.
Senza troppe difficoltà un pianto convulso mi assale. Non dovevo immischiarmi nella vita di Nigel, non ne avevo il diritto, eppure adesso che è andato via, anche se non sopporto la maggior parte dei suoi atteggiamenti, vorrei solo abbracciarlo. Mi sono affezionata a quel cucciolo di lupo solitario dagli occhi grigi. E anche se non voglio ammetterlo, Nigel mi piace, tanto.
Non volevo dirgli di starmi lontano, ma se in questo modo non creerò problemi, allora ho fatto la scelta giusta.
Nel pomeriggio ho appuntamento con Mandy, Paul e Pacey. Essendo vicini di casa io e Paul ci rechiamo all’appuntamento in centro assieme. Durante il tragitto Paul sembra decisamente più sereno.
“sei di buon umore?”
Chiedo sorridendo. Pian piano la tristezza di questa mattina sta lasciando posto ad una sottile serenità anche se fittizia.
“Abbastanza, scusa per questa mattina”
Risponde facendomi la linguaccia.
Rido leggermente continuando a parlare con Paul del più e del meno.
Involontariamente penso a Nigel, perché tra me e lui non può esserci lo stesso rapporto che ho con Paul?Devo, ma non riesco, a convincermi che stargli lontano farà solo del bene ad entrambi.
Arrivati al Bar dove abbiamo appuntamento con gli altri io e Paul prendiamo posto. Lui ordina un hamburger mentre io prendo un succo di mirtilli, siamo un po’ in anticipo, Mandy e Pacey arriveranno fra una decina di minuti.
“Allora Chris, devo farti i miei complimenti, a scuola non si parla d’altro!”
Esclama Paul con un sorriso malizioso, ma non so proprio a cosa si riferisca.
“Il bacio? Con Preston?”
Chiede cogliendo in me il dubbio. Sbuffo seccata e lui entusiasta sorride.
“un bacio senza senso Paul, l’ha fatto per zittire Marta, tutto qui!”
Fa il finto pensieroso portando una mano all’altezza del mento e massaggiandosi dicembre
“poteva metterla a tacere in altri modi, non pensi? E poi che mi dici del vostro quasi bacio al lago?”
Lo guardo intensamente mentre arrossisco, ha ragione, non avevo minimamente pensato al quasi bacio del lago, ma è stata solo colpa dell’atmosfera e il bacio di oggi … ecco, non so nemmeno io perché Nigel mi ha baciata.
Mi stringo un po’ nelle spalle, gli racconto di quel che è avvenuto con Nigel in biblioteca, e della sera passata a casa sua, senza citare lo spirol e Gabriel, forse Paul potrebbe aiutarmi a capire, anche lui è un ragazzo, no?
In fin dei conti è colpa di Nigel, è sempre colpa sua se mi caccio nei guai! La volta al lago mi son persa perché Nigel e Marta erano in una situazione ambigua, e invece di spiegarmi cosa stava accadendo ha fatto scena muta facendomi credere cose non vere.
Devo stargli stargli lontano, Nigel è solo fonte dei miei guai, eppure non ci riesco!
Odio questa situazione, voglio capire chi è in realtà, ma non voglio intromettermi nella sua vita. Ma cosa nasconde?
“Chris, non pensi di esagerare?”
Mi chiede Paul addentando l’hamburger mentre della senape schizza sul suo viso. Sembra un bambino quando fa così. È così goffo e tenero!
“No, Paul voglio arrivare fino in fondo a questa storia! Nigel mi deve delle spiegazioni!”
Perché mi ha baciata? Perché quel maledetto l’ha fatto? Perché tengo a lui più che a me stessa?
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Capitolo 17 *** Capitolo XII - Un Bacio Rubato (Parte II) ***
Ecco arrivare Mandy e Pacey che parlottano del più e del meno avvicinandosi al nostro tavolo con un sorriso contento e allegro.
“Ciao ragazzi!”
Dice Mandy salutando Paul con una pacca sulla spalla e rivolgendomi un cenno col capo prende posto accanto a Paul, mentre Pacey siede accanto a me.
“Oggi è una bella giornata, che ne dite di andare assieme al luna park poi?”
Chiede la mia amica entusiasta con gli occhi che le brillano dietro le lenti degli occhiali.
Pacey le mette tutta questa allegria?
Non che Mandy sia un tipo solitario, anzi la sua compagnia è più che piacevole, ma mai l’avevo vista così solare e spigliata.
Guardo Paul che mettendo in bocca l’ultimo pezzo di hamburger annuisce contento. Sorrido e annuisco anche io.
Chissà che tipo è Pacey, son proprio curiosa di conoscerlo.
Cerco di osservarlo senza farmi notare mentre ascolta i vari discorsi di Paul e Mandy sorseggiando una limonata con ghiaccio.
“tutto bene Chris?”
Mi chiede improvvisamente accorgendosi che lo sto fissando. Un po imbarazzata annuisco e dopo poco, tutti assieme ci dirigiamo al luna park.
“non è male Pacey, non pensi?”
Chiedo a Paul durante il tragitto. Sembra finalmente sereno, ha chiacchierato la maggior parte del tempo con Mandy, formano una coppia davvero carina assieme. Che Paul provi qualcosa per Mandy?
“non è male”
Si limita a dire con un’espressione ovvia, è così buffo che rido leggermente di gusto.
Arrivati al luna park noto che è davvero immenso. Avanzo qualche passo spalancando gli occhi!
È bellissimo! Ci sono un sacco di attrazioni e molta gente passeggia sorridendo e divertendosi. Famiglie, amici, coppie di innamorati, deve essere davvero divertente!
Con i miei genitori da piccola lo frequentavo spesso, ma poi col passare del tempo e con i loro impegni di lavoro è diventato impossibile riuscire a passare anche solo una giornata tutti assieme.
“wow! Hai visto quanti peluche deliziosi ci sono qui?”
Dice Mandy avvicinandosi ad uno dei chioschi con aria sognante. Paul le è accanto e assieme indicano quali peluche cercare di conquistare sparando alle lattine.
Un po’ li invidio, anche io vorrei avere questa complicità con qualcuno, ed istintivamente il mio pensiero va a Nigel. Improvvisamente mi rattristo. Chissà cosa sta facendo ora. Sarà da solo nella sua enorme casa? Fumerà una sigaretta? O passeggia da solo per il parco?
Scuoto la testa per allontanare quei cattivi pensieri, non devo pensarci, voglio godermi il pomeriggio e divertirmi. Non devo pensare a lui.
“c’è qualcosa che ti turba?”
Domanda Pacey avvicinando il suo viso al mio con fare indagatore.
Sorrido un po’ imbarazzata.
“nulla di importante”
Dico mentendo. Uffa, perché non riesco mai ad essere serena? Nigel è sempre nei miei pensieri, e ora che abbiamo litigato, sono preoccupata per lui.
Ho così tanta voglia di vederlo, di parlargli. Mi manca il suo sguardo così penetrante, i suoi malinconici sorrisi e il suo buonissimo profumo.
“facciamo un giro sulla ruota panoramica ragazzi? Che ne dite?”
Paul ha avuto una buonissima idea! Sarà spettacolare vedere la città dall’alto. Mandy mi prende per mano e assieme corriamo nella direzione della giostra per ammirarla da più vicino.
È immensa, sembra perdersi nel cielo!
Chissà che vista c’è da lassù! Sono curiosa!
I ragazzi ci raggiungono e assieme ci affrettiamo a prender posto nelle cabine.
Purtroppo io e Pacey non riusciamo ad entrare nella stessa cabina di Paul e Mandy già occupata da altre persone, così
Attendiamo la prossima che invece è vuota.
Mi siedo accanto al finestrino, mentre la ruota inizia lentamente a girare e la cabina si solleva da terra.
“è da tanto che non salivo su una ruota panoramica!”
Esclamo per iniziare una conversazione con Pacey. Non abbiamo parlato un gran che al bar e non ci conosciamo affatto, magari potrebbe nascere una bella amicizia!
“è un panorama stupendo, perfetto da fotografare!”
Annuisco osservando meglio la città che pian piano si presenta sotto i nostri sguardi.
“Chris, posso farti una domanda?”
Mi chiede improvvisamente guardandomi serio in viso. La sua espressione mi mette un po’ in soggezione, ma rispondo in modo affermativo continuando a guardarlo.
“Tu e Nigel Preston state assieme?”
Arrossisco appena odo il suo nome e il mio cuore inizia a battere forte, perché mi fa questo effetto?
Rido leggermente nervosa, chi ha mai detto una sciocchezza simile?
“no”
Rispondo in un sussurro. Sarà per il bacio di questa mattina? Cavolo, le notizie corro in fretta e anche in modo sbagliato! Non voglio che la gente parli di me su cose non vere!
“è stato solo una coincidenza, mi ha baciata per sbaglio, ma fra me e Nigel non c’è nulla di nulla, non siamo nemmeno amici! A volte non lo sopporto, ha degli atteggiamenti che non mi piacciono per nulla”
Dico giustificando quasi a me stessa il perché di quel bacio che non so nemmeno.
Pacey si avvicina poggiando una mano sul vetro della cabina e si china avvicinando il suo volto pericolosamente al mio.
“che … che c’è?”
Chiedo in totale imbarazzo.
“Ho qualche possibilità allora?”
Chiede lui di rimando con fare malizioso.
Qualche possibilità con me? Può dimenticarselo!
Non lo conosco nemmeno, cos’è questa storia?
Pensavo fosse interessato a Mandy o solo alla fotografia! Invece ci sta provando con me?
Che strano tipo!
“Pacey che dici? Ti conosco a malapena, non pensi di correre un po’ troppo?”
Cerco di allontanarmi un po’ senza riuscirci, mi ha praticamente relegata nell’angolino della cabina.
“cosa c’è di strano? Molti ragazzi oggi si conoscono dopo essersi messi assieme, è una cosa del tutto normale, non trovi?”
Cosa c’è di strano? Questo qui è del tutto impazzito! Il suo discorso è tutto accartocciato, chi si metterebbe mai assieme ad una persona senza prima conoscerla? Io non di certo, e se per lui è normale, ha sbagliato persona con cui provarci!
“Sai Chris, è da quando sei arrivata a scuola il primo giorno a scuola che ti osservo e ogni tuo atteggiamento, ogni tuo modo di fare mi piace, mi piaci!”
Di sicuro Pacey è uno che non perde tempo! Non mi interessa, ma come faccio a dirgli di smetterla senza essere maleducata?
Manca ancora un bel po’ al termine del giro, come faccio ad allontanarlo?
“potremo conoscerci con più calma non credi? Frequentando Mandy e Paul avremo comunque occasione di conoscerci meglio!”
Non sono sicura che abbocchi alle mie parole, ma non sono mai stata brava a temporeggiare e non ho mai ricevuto proposte del genere in vita mia.
“se ci tieni così tanto va bene, ma riuscirò a conquistarti! Sono molto testardo, se ho un obiettivo devo raggiungerlo ad ogni costo!”
Dice ridendo fra se e se con aria da superiorità. Certo, aspetta e spera Pacey, quelli come te non mi piacciono nemmeno un po’, e poi ora ho altro a cui pensare. Non ho voglia di conoscere nuovi ragazzi! C’è Sam e la scuola e poi, le questioni irrisolte con Nigel!
Ho già abbastanza cose a cui pensare, un ragazzo che mi fa la corte non mi interessa!
“godiamoci il panorama!”
Esclamo con un sorriso forzato cercando di distogliere l’attenzione dal suo obiettivo, cioè io.
Maledetto Pacey, avrei voluto rilassarmi su questa ruota, invece ora sono solo tesa e non vedo l’ora di uscire da qui! Durante l’ultimo giro della ruoto ho cercato di osservare i suoi movimenti. Non si è avvicinato più di tanto, ma la sua presenza continua ad irritarmi!
“peccato che ci siamo dovuti dividere, la vista era magnifica però, vero?”
Chiede Pacey agli altri come se nulla fosse, mentre mi rifugio dietro le spalle di Mandy, il più lontano possibile da lui!
“facciamo una passeggiata al parco?”
Propone Paul, ma Mandy gli ricorda che le ha promesso di vincere un peluche, così assieme ci rechiamo al chiosco dove Paul cerca in tutti i modi di vincere una zebra enorme che la stessa Mandy ha scelto. È davvero bravo nel mirare e con una sola partita vince il tanto desiderato peluche, così Pacey lo imita e i due finiscono per iniziare una vera e propria gara a chi conquista più premi.
Passiamo così le ultime ore del pomeriggio assieme, divertendoci al luna park tra scherzi e risate. Sono stata davvero bene in loro compagnia, ma purtroppo delle nuvole grigie hanno rovinato la serata ed in poco tempo ha iniziato a piovere.
Un vero peccato, anche se esser lontana da Pacey mi solleva un po’.
Sono a casa, Sam riposa nella sua camera da letto, ormai manca davvero poco al parto e lei ha bisogno di riposare il più possibile, non posso crederci che tra poco tra queste mura un piccolo pargoletto urlerà e strillerà tutta la notte!
Chissà come sarà Sam in versione mamma …
Guardo la pioggia cadere sui vetri dalla mia camera, una strana malinconia s’impadronisce di me e so già perché. Inevitabilmente sto pensando a Nigel. Ho così tanta voglia di vederlo, di chiarire con lui. Ho deciso!Domani a scuola lo affronterò come si deve.
Ho voglia di uscire, non importa se piove, andrò da Mike a bere un buon caffè caldo così non penso più a Nigel.
Munita di ombrello esco sotto la pioggia e con passo svelto raggiungo in breve tempo la taverna di Mike. Non c’è molta gente, ma i clienti abituali sono sempre lì, ormai ho imparato a riconoscerli.
“Chris, che ci fai qui? Un buon caffè?”
Mi chiede vedendomi entrare. Sorrido e lo saluto con una mano, mentre con l’altra tolgo il cappuccio della felpa. Annuisco per poi prendere posto al bancone.
“avevo voglia di uscire Mike,volevo prendere uno dei tuoi splendidi caffè!”
Esclamo e vedo che lui apprezza il complimento. Mi fermo da Mike per quasi un’ora, c’è davvero una bella atmosfera in questo locale, mi sento a casa e mi mette di buon umore.
“Allora Chris, Sam sta bene? Ormai manca poco”
“riposa tutto il giorno ed io cerco di aiutarla il più possibile in casa, ma sta bene”
“tieni, portale questa fetta di torta da parte mia!”
Dice porgendomi una confezione . Che dolce, Mike si preoccupa sempre di Sam deve averla presa in simpatia. Ha lavorato poco qui, ma Mike sembra trattarla come una figlia, è davvero gentile!
La pioggia si fa sempre più fitta, prima che si trasformi in una vera alluvione saluto Mike e torno casa, cercando di bagnarmi il meno possibile, ormai è tardi e sono stanca. Una doccia e il letto caldo mi aspettano e non voglio metterci troppo tempo a raggiungerli!
Cammino a passo svelto e finalmente sono a casa. La torta è sana e salva ma al contrario, sono del tutto zuppa.
Mi reco in veranda chiudendo per bene la porticina pronta per entrare in casa, non mi accorgo subito che c’è qualcuno.
“Chris”
Quasi salto in aria per lo spavento, è Nigel, ma che diamine ci fa a casa mia a quest’ora?
“sei pazzo?”
Urlo per poi pentirmene subito dopo. Non voglio svegliare Sam. Lo guardo per bene. È tutto bagnato, sembra sconvolto.
“stai bene?”
Gli chiedo preoccupata. Che gli sarà successo?
Improvvisamente mi abbraccia lasciandomi basita. Che gli prende?
“scusami …”
Sussurra al mio orecchio.
Non capisco che gli prende. Ha il fiatone e la sua pelle scotta. Si sarà ammalato …
Non ho mai visto Nigel così.
“che dici? Stai tremando.”
Lo allontano, sciogliendo l’abbraccio facendolo sedere. Dal piccolo comodino posto accanto alle poltrone della veranda estraggo prontamente una coperta con cui subito avvolgo il suo corpo.
“scusami per oggi … “
Dice con la voce tremante mentre cerca di calmarsi.
Ha camminato sotto l’acqua solo per chiedermi scusa?
Che strano tipo.
Mi fa piacere ricevere le sue scuse, mi fa piacere vederlo, ma ha un
Po’ esagerato, poteva parlarmi domani a scuola.
“Nigel, non devi preoccuparti. Che fretta c’era di venir qui stasera? Guardati, sei tutto bagnato, ti ammalerai!”
Istintivamente metto la mano sulla sua fronte per controllare che non abbia la febbre. È calda, molto calda.
Sembra spiazzato dal mio gesto.
“ti va di entrare?”
Gli chiedo accennando un sorriso. Sembra così solo e indifeso, che mi fa solo tanta tenerezza. Non parla, mi segue con lo sguardo, ma intuisco che il suo non è un rifiuto.
Siamo in cucina, siede al tavolo in silenzio, mentre gli preparo una tisana calda per farlo sentire meglio.
“perché lo fai?”
Chiede poi evitando il mio sguardo ed assumendo l’espressione di un bambino imbronciato, troppo orgoglioso per ammettere di essere grato.
“perché faccio cosa?”
Chiedo confusa porgendogli la tazza di tisana.
“perché mi aiuti? Dopo averti aggredita questa mattina, non dovresti essere arrabbiata con me o cose di questo tipo?”
Sorrido. Sembra quasi imbarazzato.
“che discorsi fai Nigel? È normale aiutare una persona se sta male o ha bisogno di una mano. Come avrei potuto negarti una tisana dopo esser venuto fin qui sotto la pioggia?”
Mi guarda. Forse è una mia impressione, ma noto un lieve rossore impadronirsi delle sue guance.
“sei strana Harries”
Dice prima di starnutire.
Però, Nigel non è così male quando è innocuo. Rido al pensiero.
“quello strano sei tu”
Dico a denti stretti. O ora o mai più.
“sei tu che mi hai baciata senza motivo”
Mi guarda incuriosito.
“e cosa c’è di male? Ogni giorno milioni di persone si baciano, non capisco cosa ci sia di strano!”
Ovvio. Quale risposta potevo aspettarmi da Nigel Preston?
Ed io che ci speravo.
“devo chiederti scusa Nigel, non dovevo intromettermi nelle tue faccende personali e non dovevo origliare la conversazione avuta con Gabriel. Scusami”
Dico sedendo anche io al tavolo.
Sorride. Questa volta in modo sincero e capisco che ha apprezzato.
“devi riposare, dai prendo dei vestiti di George, tu va a farti una doccia!”
Perché ho come l’impressione che tutto ciò per Nigel sia nuovo? Come se non avesse mai vissuto in una famiglia?
Il suo sguardo sembra così confuso e spaesato, come se non sappia cosa dire o cosa fare.
Sì, è sempre più strano.
George è molto più alto e muscoloso di Nigel, questi vestiti gli staranno leggermente larghi, ma almeno sono caldi e asciutti. Sorrido lievemente fra me, pensando che è così che vorrei sentirmi sempre. Vorrei prendermi cura di Nigel, stargli accanto e non avere problemi. Sarebbe perfetto!
Mi reco in camera, aspettando che lui finisca la doccia e dopo poco sento la porta del bagno aprirsi.
“ecco”
Sussurro a bassa voce per evitare di svegliare Sam, avvicinandomi a lui coni vestiti di George fra le mani.
“grazie”
Dice in modo pacato, osservandoli.
Mi sento in imbarazzo, non pensavo che Nigel fosse così, ecco carino. Ha solo un asciugamano stretto in vita, il suo addome piatto e scolpito è … non c’è un modo per definirlo, ma wow!
I capelli bagnati scompigliati coprono leggermente i suoi occhi grigi, donandogli l’aria da conquistatore.
Ora capisco perché piace a molte ragazze.
“tutto bene?”
Mi chiede guardandomi, distolgo lo sguardo da quella visione e imbarazzata annuisco. Lui per tutta risposta fa spallucce e torna in bagno a cambiarsi.
Torno in camera tuffandomi tra le lenzuola del letto. Mi sento bollente, il cuore batte così forte nel petto e ho il fiatone.
Che effetto mi fa questo ragazzo?
“posso?”
Chiede bussando leggermente sulla porta semi chiusa della mia camera. Mi rimetto seduta in modo decente e annuisco stringendo le lenzuola fra le mani. Perché mi sento così nervosa?
Non è la prima volta che un ragazzo entra in camera mia, Ben a Shelbyville passava praticamente tutti i pomeriggi con me a studiare in camera e la situazione non mi creava ne imbarazzo, né soggezione, invece con Nigel è diverso.
“stanotte puoi dormire qui, domani starai meglio! Puoi usare il mio letto”
Dico tenendo lo sguardo basso mentre mi alzo dal letto lasciando la presa sulle lenzuola.
“Nessuno si è mai preoccupato per me …”
Sussurra con voce malinconica avvicinandosi a me, alzo lo sguardo per vedere il suo che sembra perso nei lontani ricordi.
“che vuol dire?”
Mi guarda, in modo conscio stavolta, sorride leggermente, sembra quasi in imbarazzo e accomodandoci sul letto prende la mia mano.
“I miei genitori non sono mai stati molto presenti …”
Mentre parla tiene lo sguardo fisso sulle nostre mani.
Sembra così dolce, che la sua sia solo una maschera che mostra agli altri per non soffrire? Come Marta?
“Nigel, noi non ci conosciamo per nulla, ma se ne avrai bisogno io sarò sempre pronta ad aiutarti”
Finalmente sono riuscita a parlargli senza timore. Lui sembra non credere molto alle mie parole. Quello che sto per fare comporta molte responsabilità, ma ne sento il bisogno.
“lo prometto Nigel, sarò sempre al tuo fianco”
Dico per poi abbracciarlo. Ho bisogno di stargli accanto, di renderlo sereno e togliere quel velo di malinconia che offusca il suo sguardo.
Voglio con tutta me stessa mantenere questa promessa.
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Capitolo 18 *** Capitolo XIII - Tu sei di mia proprietà. ***
Al mio risveglio Nigel non c'era più. Non mi sono nemmeno resa conto di essermi addormentata, ricordo di aver passato la notte a parlare con Nigel, ma poi più nulla. Quando è andato via? E quando mi sono addormentata? Sospiro, mettendomi seduta sul letto. Ripensandoci, è stato così strano averlo avuto qui, aver passato la notte con un ragazzo bellissimo, il più conteso della scuola e aver solo parlato. Certo, non che le mie intenzioni fossero altre, ma con Ben non mi era mai successo nulla del genere. Nonostante lui sia il mio migliore amico, quando eravamo una coppia, tutta l'armonia, il senso di serenità e le emozioni che ho provato con Nigel non sono minimamente paragonabili.
Mi stiracchio un po', ormai è quasi ora di andare a scuola, inutile rimettermi a dormire, così mi alzo e mi reco al piano inferiore per far colazione.
Sam è in cucina e sorseggia il suo caffè cui odore inebria tutta la stanza facendomi sentire ancora meglio di come mi sento già.
La saluto dandole un bacio sulla guancia, sembra quasi stupita del mio buon umore, ma non fa domande, si limita a sorridermi ricambiando il saluto con un solare “buon giorno”.
Probabilmente Nigel ha reso la sua breve permanenza qui molto discreta, Sam sembra non essersene accorta e per un certo senso è meglio così. Non voglio che si faccia strane idee e non voglio nemmeno che si preoccupi. Dopo tutto anche se ormai il pensiero della gente non è più così misero e chiuso, portare un ragazzo a casa e passare la notte con lui,per la gente con è cosa vista di buon occhio.
Mi preparo per andare a scuola senza far colazione, prenderò un caffè da Mike durante il tragitto. Ho voglia di rilassarmi completamente e prendermela col comodo. Sento che tutto ora è al suo posto, penso di aver trovato finalmente il mio equilibrio.
Paul e Mandy sembrano andar d'accordo, io e Nigel abbiamo finalmente chiarito e sono più ottimista che mai.
Anche se ormai siamo in pieno inverno non ho voglia di mettere qualcosa di grigio e malinconico, ma anzi, oso mettere un vestitino super colorato. Le temperature non sono così basse e posso permettermi di mostrare un po' di pelle. Esco di casa chiudendomi la porta d'ingresso alle spalle e appena voltatami per dare un'occhiata sulla strada noto una porche nera di mia conoscenza appostata sul vialetto.
“buon giorno”
smarrita guardo alla mia destra, dalla parte in cui la sua voce arriva ed eccolo. Eccolo lì, Nigel in tutto il suo splendore.
Mi viene in contro con un caffè fumante in mano e sembra sorridere lievemente.
“b-buon giorno”
balbetto imbarazzata.
Ma che ci fa qui? E cos'è questa storia del caffè e del timido sorriso che mi rivolge?
“che ci fai qui?”
avanzo un passo verso di lui che prontamente mi porge il suo caffè.
“ho pensato di poterti accompagnare a scuola, se ti fa piacere”
prendo il caffè un po' titubante e poi volgo il mio sguardo su di lui. Cosa è successo? Da quando è così gentile? E sopratutto, da quando mi rivolge la parola in modi così carini? Non mi ha mai portato un caffè, come non si è mai offerto di accompagnarmi a scuola. Che gli prende?
“sicuro di star bene? Come mai tutto questo?”
mi guarda con aria serena, e anche se è gentile, tutto ciò sembra molto inquietante.
“ho pensato di ringraziarti per l'ospitalità della scorsa notte”
sussurra avvicinandosi pericolosamente al mio viso. Mi allontano stranita e imbarazzata, mentre il mio cuore inizia a battere all'impazzata.
È successo qualcosa questa notte, ne sono più che sicura. Non è il solito Nigel e non mi piace. C'è qualcosa sotto.
“ma se mi accompagni a scuola, ci vedranno tutti e la gente potrebbe pensare cose non vere”
in teoria dovrebbe farmi piacere ricevere tutte queste attenzioni da un ragazzo, sopratutto da Nigel, invece mi sento a disagio. Non sono serena, non più.
Perché non posso passare un giorno in assoluta tranquillità senza pensieri ombrosi e preoccupazioni?
“da quando ti interessa di quello che pensa la gente Harries? Dai, sali in auto!”
senza ribattere entro in auto sorseggiando il caffè. Entra anche lui mettendosi gli occhiali da sole e allacciando la cintura di sicurezza. Mette in moto l'auto e poco dopo siamo in viaggio per la scuola.
Mi sento in imbarazzo. Non so che dire o cosa fare. Sembra solo così strano.
“devo chiederti un favore Chris … “
dice improvvisamente tenendo gli occhi fissi sulla strada.
Il suo tono di voce non è più così gentile come quello di pochi minuti fa, sembra stia tornando ad essere il solito freddo e schivo Nigel. Per fortuna!
Lo guardo incuriosita aspettando che termini la frase lasciata in sospeso.
“da oggi sei di mia proprietà. Non dico per sempre, ma solo per qualche tempo, almeno fin quando non si stabilisce la situazione”
penso di aver una faccia più che strana in questo momento. Ma è del tutto lecita. Che cavolo vuol dire che sono di sua proprietà? E che situazione dovrebbe stabilizzarsi?
“prego? Non penso proprio di essere un oggetto Nigel, quindi il tuo concetto di possessività è del tutto sbagliato e fuori luogo!”
dico stizzita guardando la strada davanti a me. Che gli salta in mente?in effetti era strano il suo cordiale comportamento.
“e voglio che tu stia lontana da quel Pacey, perché non mi hai detto che ci sei uscita assieme?”
quasi urla arrabbiato. Sono stupita. Chi si crede di essere?
“ferma l'auto”
sussurro sospirando.
Non sopporto questi sbalzi d'umore. Non sopporto quando qualcuno mi impone delle restrizioni senza motivazione. Non sopporto che sia lui a dirmi chi frequentare e peggio ancora cosa fare.
Continua a guidare ignorando il mio suggerimento di fermarsi.
Lo ripeto ancora cercando di restar calma e contare fino a dieci prima di urlargli addosso, ma sembra di parlare con un muro.
“cazzo ti ho detto di fermarti!”
urlo poi improvvisamente. Non si scompone minimamente e accosta quasi subito.
“scendi”
dice freddo.
Lo guardo adirata e senza farmelo ripetere due volte scendo dall'auto sbattendo di proposito lo sportello.
Anche lui scende dall'auto venendomi incontro.
“Chris, lo dico per il tuo bene ...”
non voglio ascoltarlo. Voglio andare a scuola e non vederlo più. Nigel è sempre bravo a rovinare tutto. Perché è così?
“si può sapere qual'è il tuo problema Nigel? Che razza di discorsi fai? Sono di tua proprietà, sta lontana da Pacey … è per questo che sei venuto a casa stamattina? Cos'è, ieri m hai chiesto scusa per addolcirmi la pillola? Hai fatto la tua sceneggiata per poi venirmi a dare ordini? Chi credi di essere Nigel? Chi credi che sia io? Mi sono rotta dei tuoi comportamenti! Mi tratti come una stupida, mi tratti sempre con inferiorità. Non sei Dio sceso in terra, datti una regolata! Io non sono un giocattolo! Non puoi usarmi quando ti fa comodo! Cosa vuoi da me?”
parlo senza prendere fiato, mossa dalla rabbia e dall'agitazione che il suo viso riesce a trasmettermi.
“adesso smettila”
afferra con violenza il mio braccio tirandomi a se.
Lo guardo attonita, io non penso di conoscere questa persona.
Chi è lui? Chi era quella persona che mi è stata accanto in passato? Chi è quella persona che ieri sera ha dormito con me? Solo una copertura?
“ lo faccio solo per il tuo bene, cerca di capirmi. Non ti reputo un giocattolo e men che meno una stupida, anzi. È proprio perché sei più sveglia di altri che temo per te. Pacey non mi piace, non mi piace il modo in cui ti guarda, non mi piace che ti stia attorno, mi preoccupo per te, anche se non dovrei … “
lo guardo, meno accigliata di prima. Per cosa si preoccupa? So badare ad un ragazzo come Pacey da sola, non ho bisogno di guardie del corpo. O forse, lui parlava di gelosia?
“Nigel, cosa provi?”
s'è voltato dandomi le spalle, perché fa così? perché ogni suo gesto cela mille misteri?
“non lo so Chris, non ho mai provato nulla di simile … sono confuso”
mi avvicino prendendogli la mano. Mi sento in colpa, forse la mia reazione è stata eccessiva, e lui ora sembra aver bisogno di qualcuno accanto.
“ farò come vuoi tu, ma sia chiaro, non sono di tua proprietà! Appartengo solo a me stessa!”
dico sicura spostandomi davanti a lui e sorridendo leggermente.
Si avvicina di nuovo con quello sguardo, vuoto e perso.
Sento la sua mano sfiorarmi una guancia che sta andando a fuoco, così come ogni volta che Nigel mi sfiora o come ogni altra volta che il suo sguardo si poggia su di me, facendomi sciogliere lentamente mentre arde il mio cuore.
“che – che fai?”
chiedo imbarazzata cercando di ritrarmi dalle sue mani.
“sta zitta Chris ...”
Alita dolcemente prima di baciarmi. È un bacio vero, non come quello che c'è stato nell'andito per allontanare Marta. Sento le sue labbra accarezzarmi la pelle, la sua lingua sinuosa bagnare la mia e il suo respiro accorciarsi. Sento le sue mani scorrere sulla mia schiena tenendomi stretta a lui.
Mi lascio andare e senza pensieri ricambio il bacio con la stessa dolcezza e passione che mi ha trasmesso lui. Sento il mio corpo quasi fluttuare, mi sento così leggera e priva di pensieri. Sembra piacevole come sensazione, ma come un albero, sento delle pesanti radici avvolgermi e addossarmi una stanchezza unica. Si è tutto capovolto. Mi sento così stanca e persa è come se le forze mi stessero abbandonando.
“scusami … “
sussurra allontanandosi e prendendo fiato, mi accarezza lievemente i capelli.
Che significa questo bacio?
“ti sei pentito?”
chiedo d'un fiato. Mi piace, questo ragazzo mi piace tanto.
“non è questo Chris è che non so come comportarmi con te, te l'ho detto … sono confuso. Mi piaci e mi incuriosisci, ma non so se sia la cosa giusta da fare”
dopo la mia sfuriata e il suo bacio in silenzio siamo saliti in auto e siamo andati a scuola.
Ora so per certo di piacere a Nigel, ma non capisco perché una nostra ipotetica relazione sia così problematica per lui, non capisco perché Pacey potrebbe essere pericoloso per me e perché mi ha definito “sua”.
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Capitolo 19 *** Capitolo XIV - La festa di Halloween (I Parte) ***
Le vacanze natalizie sono ormai alle porte, con Nigel la situazione non è mutata nemmeno di una virgola.
Dopo l'incontro scontro della scorsa mattina, ognuno è tornato alla propria vita.
“sono confuso”
mi ha detto.
Di questa inspiegabile conclusione, ho accettato il suo allontanamento senza batter ciglio. Riservando ancora intatta la promessa fatta nei suoi confronti.
Il prossimo week end è Halloween, ed a scuola hanno deciso di dare un ballo in maschera. Tutto ciò non mi alletta per nulla, ma George torna a casa per qualche giorno e non voglio essere la terza in comodo tra lui e mia sorella.
Al contrario Paul è entusiasta di tutto ciò. Ha deciso di travestirsi da spaventapasseri assassino, mentre Mandy ha optato per una pianta carnivora. Io a dir la verità, non ho nessuna intenzione di travestirmi.
L'unica ragione per cui partecipo è star lontana da casa per una sera!
A scuola ormai non si parla d'altro.
Marta, Kelly e Sophie ormai non fanno altro che litigare sul vestito da mettere.
Per loro non è uno stupido ballo in maschera, no … per loro è una vera e propria sfilata.
Eccole avanzare per il corridoio con aria da prima donna … squadrano chiunque cade per sbaglio sotto il loro sguardo.
“Harries! E tu ti vestirai così per Halloween? Non c'è bisogno che ti impegni troppo per la ricerca di un costume, l'aria da sfigata l'hai già!”
esclama Marta altezzosa. No, oggi proprio non mi va di ignorarla!
“sai, Marta, anche per te vale lo stesso! Non affannarti troppo a cercare un costume, la faccia da str...”
“devo parlarti!”
non posso finire la frase per una volta?
Sembra proprio di no. Ecco Nigel che spunta dal nulla come un fungo interponendosi fra me e Marta.
Lo sguardo della cheer-leader si fa ansioso e si allontana sensibilmente dalla figura di Nigel che sembra non essersi minimamente accorto della sua tensione tenendo gli occhi fissi su di me. Mi mette a disagio il modo in cui mi guarda, se ripenso al nostro bacio quasi mi vergogno.
“ci-ciao”
dico balbettando, mentre l'ansia e l'imbarazzo si fanno strada in me in modo sconvolgente.
“ti senti bene?”
chiede quasi stupito.
Provo a rispondergli, ma dalle mie labbra non esce alcun suono, perciò mi limito ad annuire.
Improvvisamente mi afferra la mano e il mio cuore sussulta.
Cerco di auto convincermi che il nostro è stato “solo” un bacio adottando la politica di Nigel stesso: baciarsi è una cosa comune, ma non riesco a calmarmi. Sono tesa e nervosa, vorrei scappare a nascondermi, ma son felice di esser accanto a lui al contempo.
Arrivati in biblioteca ci appartiamo in un angolino riservato e il mio cervello inizia a viaggiare con la fantasia.
A quest'ora non c'è quasi nessuno qui, di solito gli altri studenti vengono qui dopo le lezioni per studiare e consultare i libri. Ora siamo soli soletti e Nigel è così vicino a me, che ha intenzione di fare? Che voglia baciarmi ancora?
Oddio, mi sento così stupida e infantile!
No, non può essere questo il motivo per cui mi ha portata qui. Non è un tipo del genere e magari per lui il bacio dell'altra mattina non ha significato nulla.
Cerco di assumere un'aria seria continuando a ripetermi che qualsiasi sia il motivo per cui mi ha trascinata qui non ha niente a che fare con le mie fantasticherie romantiche.
“Chris, sono preoccupato per te … “
dice guardando nel vuoto con tono neutro e distaccato. Lo guardo per un'istante. Che intende dire?
“ecco, penso che Pacey voglia invitarti alla festa di Halloween ...”
senza volerlo scoppio a ridere divertita.
In compenso lui mi guarda torvo, quasi offeso dalla mia reazione.
“ahahah...sei buffo...mi ero preoccupata inutilmente! Tutto qui?”
chiedo cercando di contenere le risa.
“tutto qui? Ti ricordo che sei mia! “
smetto di ridere guardandolo intensamente. Sua?
“no, ne abbiamo già parlato ...io non sono tua”
“smettila...pensavo di esser stato chiaro e non voglio discuterne più”
“prego?”
“sei mia, questo è quanto! Sta lontana da Pacey e quando verrà a chiederti di andare alla festa con lui rispondigli solo no, fine”
dice voltandomi le spalle per andar via.
“se sei geloso basta dirlo, non c'è bisogno di far così”
“geloso?”
“si, ammettilo”
“geloso ...”
sussurra avvicinandosi lentamente con l'aria da conquistatore.
“sono maledettamente geloso di te Harries, lo ammetto”
sussurra al mio orecchio intrappolandomi in un angolino.
Sento il cuore scoppiarmi nel petto e fortissime emozioni pervadermi.
Si avvicina minaccioso alle mie labbra senza distogliere lo sguardo dai miei occhi.
“che vuoi fare?”
deglutisco mentre la tensione m'attanaglia.
“baciarti”
non posso credere che l'abbia davvero detto.
Nigel vuole baciarmi … baciare me.
“N-Nigel...”
no, per me un bacio è importante. Per quanto il suo fascino sia irresistibile non sono quel tipo di ragazza. Devo combattere duramente con i miei ormoni per far ragionare il mio cervello in modo lucido, ma è necessario.
Si avvicina inesorabilmente a me, ma poggiando una mano sul suo petto lo spingo leggermente lontano da me aumentando sensibilmente la distanza tra noi e non permettendogli di avvicinarsi.
“non voglio, smettila di giocare con me. Vuoi baciarmi per convincermi, ma non provi nulla. Io do u gran peso ad un semplice bacio, e se per te non è così non farlo. Non avvicinarti a me. Non offendermi.”
dico d'un fiato prendendo poi un gran bel profondo respiro.
I suoi occhi per tutta risposta si fanno cupi. Si avvicina scontroso, quasi sfidandomi.
“Io non ti offendo Harries, non l'ho mai fatto e non ho intenzione di farlo ora”
sono relegata in un angolino da cui non vedo via d'uscita, il suo sguardo serio si assottiglia fin quando i suoi occhi son completamente chiusi e mi bacia.
Lievemente, senza troppe pretese, ma lo fa.
I nostri baci iniziano ad essere frequenti. Non è una situazione sana, anzi, a dire il vero ogni cosa che riguarda Nigel non ha parvenza di esser sana.
“contenta? Per zittirti devo baciarti?”
come? Per “zittirmi”?
La mia mano colpisce con forza la sua guancia senza che io m ne renda conto. Come può essere così stupido? Come può essere così insensibile da non accorgersi che io provo qualcosa per lui?
È solo uno stupido gioco.
“non provarci mai più! Dico sul serio. E sta lontano da me! Andrò al ballo di Halloween con chi voglio. Lasciami in pace Nigel, ti odio!”
i suoi occhi sembrano meravigliarsi per qualche istante, poi tutto torna come prima. La sua solita espressione, il suo solito menefreghismo secco e freddo.
“stai provando odio?”
che razza di domanda è?
“immenso”
sussurro.
“in questo caso Harries, puoi fare quello che ti pare. Non ho intenzione di assecondarti.”
sono arrabbiata, irritata, sconvolta, seccata e acida.
La giornata non poteva iniziare nel peggior dei modi.
“hai litigato con Nigel?”
chiede prudente Paul. Siamo in mensa. Non ho molta fame, ho preso una mela rossa che con noia addento.
“penso che tu abbia colto nel segno”
risponde Mandy al posto mio.
“non ho nessuna intenzione di rispondere a domande che abbiano a che fare on quell'individuo. Da ora in avanti per me Nigel Preston è morto e sepolto.”
“forse è solo il suo modo di manifestare la gelosia. Tutti sanno che non è un fenomeno nei rapporti umani Chris, anzi. È un miracolo che abbia parlato con te!”
Sarà un miracolo per lui ma una vera sfortuna per me. Mandy non sa di cosa parla.
Nigel ha solo l'aria di un bravo ragazzo. Nulla di più. È arrogante, irritante, antipatico ed egoista. Non ha un minimo di sensibilità!
“ciao ragazzi!”
esclama Pacey con un sorrisino stampato in faccia che mi da ai nervi. Oggi tutto mi è insopportabile.
“Chris, posso parlarti in privato?”
annuisco.
Anche se il suo sarà un invito al ballo, non ho la minima intenzione di accettare. Farò un giro nel parco, andrò al cinema a vedere un bel film dell'orrore e tornerò a casa il più tardi possibile fingendo di essermi divertita alla festa, niente di più semplice.
“cosa c'è?”
“ecco, mi stavo chiedendo...”
dai, non metterci troppo Pacey, è solo uno stupido invito.
Ma che cavolo..
un “ooooooooh” generale si leva dagli studenti in mensa.
Sono paralizzata. Completamente paralizzata.
Come diavolo ha potuto?
Improvvisamente il viso di Pacey e sopratutto le sue labbra sono appiccicate alle mie.
Sono sconvolta, basita.
È solo per pochi attimi, vedo il sorrisino di Pacey allargarsi in un soddisfatto e compiaciuto sorriso.
In un battito di ciglia è a terra che si massaggia lo zigomo destro.
Che è successo?
“non toccarla!”
Nigel?
Ma che diamine succede?
“non è tua principino”
cosa?
Pacey e Nigel che litigano per me?
“osa sfiorarla ancora una volta è non sarà solo il viso dolorante a preoccuparti”
“Nigel, ma sei impazzito?”
lo afferro per un braccio cercando di allontanarlo il più possibile da Pacey, ma i suoi occhi sono il ritratto dell'ira.
“sei una stupida babbea Chris.”
ruggisce scaraventandomi per terra e andando via.
Ma che succede? Che ho fatto?
Pacey intanto sorride compiaciuto alzandosi e asciugandosi un rivolo di sangue sul mento.
Stupida. Babbea.
Perché?
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Capitolo 20 *** Capitolo XIV - La festa di Halloween (II Parte) ***
Continuo a ritornare con la mente a quel che è successo poco tempo fa in mensa.
Pacey mi ha baciata, Nigel l'ha steso e mi ha spinta andando via.
Tre rapidi avvenimenti in successione.
Ma la mia domanda, è: perché?
Perché devo sempre fare la cosa sbagliata? Perché la faccio? Perché non so di star sbagliando?
“Chris, tutto bene?”
chiede Sam bussando alla porta della mia camera.
“sì, sono solo un po' stanca!”
“George sarà qui a breve, vuoi che restiamo con te stasera?”
“NO! Non preoccuparti Sam, uscirò anche io oggi!”
l'ultima cosa che voglio è rovinare la serata a Sam e George.
Mi sento d'intralcio a tutti. Nigel non mi sopporta, Pacey sembra prendersi gioco di me e usarmi solo per farlo ingelosire.
“ehi ragazze!”
George è pi raggiante che mai, come al solito la sua presenza porta una ventata di buon umore.
Lo saluto abbracciandolo forte e lui ricambia l'abbraccio energicamente.
“tesoro, come stai? Come va la scuola?”
mi sento un po' in imbarazzo.
Non sono abituata alla figura maschile in casa. Da quando mio padre è morto son state davvero rare le occasioni di avere un uomo in casa con cui poter parlare.
Mentre Sam è in camera da letto a prepararsi io ne approfitto per scambiare quattro chiacchiere con George sulla scuola e su come procede la vita qui.
Ometto i vari avvenimenti strani accaduti, come lo spirol, Nigel, Pacey, Marta e Cindy.
Pensandoci bene son successe parecchie cose da quando sono qui e la maggior parte di queste sono negative. Che abbia un cattivo ascendente?
“Sono pronta! Che ve ne pare?”
Chiede Sam scendendo lentamente le scale con un lungo e largo abito nero e che ricade a pennello sul suo corpo. Mi aveva detto che voleva travestirsi da strega, ma alla sua età non può farlo come dei bambini ed allora ha optato per un elegante vestito accentuando solo il trucco sugli occhi. È davvero bella.
“sei un incanto, una bellissima strega!”
esclama George con occhi colmi d'amore e la raggiunge porgendole il braccio.
Un tiepido torpore m'invade, emanano una così calma e rilassante serenità! Vorrei anche io un giorno esser così, come loro.
Li saluto allo stipite della porta d'ingresso sorridendo, pensando al da farsi. Andarci o meno alla festa? Che dilemma!
Non voglio pensare troppo, come già programmato farò un giro al parco tanto per iniziare.
Prendo la giacca e una borsa in cui infilo il porta monete e il cellulare, magari passo a prendere un caffè da Mike, un volto familiare mi farà di sicuro star meglio.
Apro la porta d'ingresso ritrovandomi inaspettatamente davanti una persona che mai avrei immaginato di rivedere.
“Buona sera”
dice inchinandosi maestosamente, facendo scivolare il mantello sulle sue spalle.
“ehm...”
non so cosa dirgli in realtà. Ci siamo a malapena presentati, ma come fa a sapere dove abito?
“non mi riconosci forse?”
lo fisso per un secondo e impacciata cerco di scusarmi per l'equivoco.
“Gabriel, giusto?”
Sorride compiaciuto, sembra voglia entrare in casa ma resta fermo e rigido sulla porta, io d'altro canto mi sistemo la giacca.
“stavo per uscire”
“dove andavi di bello?”
“A-al parco, volevo fare una passeggiata nel parco”
che domande sono? Mi prende alla sprovvista così.
“posso farti compagnia?”
Chiede sogghignando. Il mio istinto mi dice di non fidarmi e di stare lontana da lui, ma se rifiuto risulterei scortese e visto che sono sola in casa non è il massimo. Uscire tra la gente dovrebbe rassicurarmi un po'.
Annuisco e avanzo un passo fuori in veranda chiudendo la porta alle mie spalle. Lo guardo e faccio un sorrido di convenienza iniziando ad incamminarmi. Lui mi segue, silenzioso e distante.
Che razza di compagnia è? Non parla, non mi guarda, è strano questo tipo. Sembra un signore abbastanza distinto, con un certo portamento, assomiglia a quei signorotti inglesi con la puzzo sotto il naso, chissà a cosa sta pensando ora. Forse per non risultare scortese dovrei cercare di parlargli, rompere il ghiaccio insomma.
“Gabriel, volevo chiederti scusa per l'altra volta. Non era mia intenzione spiare la conversazione tra te e Nigel”
Mi guarda quasi irritato per un attimo, o forse è la mia impressione?
“Non preoccuparti, ero solo sorpreso nel vedere Nigel in dolce compagnia, non è da lui”
“vi conoscete da molto tempo?”
Sembravano molto intimi quella sera, magari riesco a scoprire qualcosa su Nigel.
“sono amico di suo padre, lo conosco da quando è venuto al mondo”
dice con un sorriso amaro. Che strano, sembra quasi lo irriti parlare di lui...
“posso sapere come mai è una novità sapere Nigel con qualcuno? È sempre così schivo? Non porta mai amici a casa?”
“ah, sei una sua amica?”
mi fermo di colpo, io e Nigel amici? Direi proprio di no!
“no, ecco è capitato solo per caso...”
L'immagine dello spirol come un flash si fa improvvisamente spazio nella mia mente, ho un sussulto al cuore e d'istinto porto la mano al petto. Che strana sensazione.
Arrivati al parco prendo una cioccolata calda che Gabriel si ostina ad offrirmi e mio malgrado accetto.
“In realtà mia cara, io starei lontana da un tipo come Nigel, non lo dico per spaventarti, ma lui è uno che si stanca facilmente delle persone che ha intorno, è per questo che tende ad isolarsi. Si stancherebbe subito di te e inizierebbe a trattarti come un suo oggetto, una sua proprietà, te lo dico perchè mi sembri una brava ragazza e non mi sembra caso che tu ti faccia raggirare da lui”
Perchè? Perchè mi dice queste cose? Davvero Nigel mi sta solo prendendo in giro?
“è per questo che sei venuto da me questa sera?”
“sì, ci tenevo ad avvisarti. Se non mi credi accompagnami alla festa della tua scuola, vedrai con i tuoi occhi”
Vedere cosa? Chi è questo Gabriel? Perchè vuole mettermi in guardia senza conoscermi? Mi ha visto mezza volta, cos'è questa strana premura nei miei confronti? Ogni qual volta c'è Nigel di mezzo le situazioni prendono una piega strana. Eppure, voglio sapere. Voglio sapere la verità su Nigel, voglio sapere la verità su questo Gabriel!
Non sono del tutto sicura di quel che sto facendo,ho timore nel scoprire cosa potrebbe aspettarmi in quella palestra, ma mi sento quasi in dovere e lentamente con Gabriel accanto arriviamo a scuola.
Già in cortile si ode la musica provenire dalla palestra. Sento il mio cuore accelerare i battiti. Mi sento come sul bordo di un dirupo e qualcuno aspetta che avanzi solo di un passo per vedere che reazione avrò.
“ehy Chris!”
Vedo correre verso di me un buffo fiore colorato che sembra far fatica a muoversi. Tra i petali violacei riconosco gli occhiali di Mandy. Tiro un sospiro di sollievo, un viso amico finalmente!
“ciao”
dico un po' imbarazzata data la presenza di Gabriel che la guarda senza mutar espressione.
“non pensavo saresti venuta!”
dice col fiatone sistemandosi gli occhiali.
“ho deciso poco fa di venirci, lui è Gabriel, un mio...”
come potrei presentarlo? Non è un mio amico, ne una conoscenza. È solo la seconda volta che lo vedo e data il primo incontro in realtà questa è la vera ed effettiva volta che lo conosco.
“un suo amico”
dice accennando un inchino col mantello e Mandy un po' sconvolta lo saluta con un cenno irrigidendosi improvvisamente.
“dai allora entriamo! Sono curiosa di vedere in che modo hanno trasformato la palestra!”
dico fingendo entusiasmo, a dire il ero non voglio sapere cosa c'è li dentro, voglio tornarmene a casa.
“che ne dici se prendiamo prima qualcosa da bere? Sai li dentro fa caldo!”
Mandy mi prende per un braccio e cerca di spingermi nella direzione opposta alla palestra, ma che le prende?
Sorrido sorpresa e cerco di liberarmi.
“possiamo prendere da bere tra poco, dopo tutto sono appena arrivata!”
“EHY RAGAZZE!”
Sento urlare in lontananza. È la voce di Paul, lo saluto agitando la mano contenta. Già vederlo mi mette di buon umore. Gabriel si allontana di qualche passo restando indifferente.
“non ti sei travestito da nulla?”
chiedo un po' delusa. Pensavo che avrebbe colto l'occasione per vestirsi in modo stravagante.
“Chris, che ci fai qui?”
ho come l'impressione di non essere la benvenuta.
“si può sapere che succede? Sembra che la mia presenza non sia molto gradita”
il mezzo sorriso sul volto di Mandy e Paul scompare. Cosa c'è che non va? Inizio a preoccuparmi.
“no anzi, solo che non pensavamo saresti venuta...”
dice Paul quasi dispiaciuto.
“entriamo a dare un'occhiata?”
Mi incita Gabriel. Annuisco e mi porto avanti seguita da lui e i miei amici.
“Chris, ecco forse dovresti tornare a casa”
“già, non è nulla di speciale questa festa, stavamo per tornare anche noi!”
“ragazzi, ma si può sapere che vi prende?”
sbotto improvvisamente.
Gabriel mi precede e apre una delle enormi ante della palestra rivelando un contesto molto dark. Candele artificiali appese ai muri e ragnatele ovunque. Ci sono anche delle zucche vere usate come lanterne sparse un po' in ogni angolo e ragni di gomma sulle pareti.
Non capisco perchè tutti o quasi si voltano a guardarmi.
La musica fino a poco fa rumorosa si affievolisce un po' e qualcuno smette di ballare.
“Dai Chris, andiamo!”
Paul mi afferra un braccio in modo abbastanza insistente troppo tardi per impedirmi di vedere.
Proprio al centro della sala c'è un piccolo gruppo di persone tra le quali riconosco Marta e le sue amiche. Indossano una maschera, la maschera del mio volto e delle stupide magliette con frasi sciocche.
“è arrivata l'originale ragazzi!”
urla qualcuno entusiasta. Che storia è questa?
“cosa c'è Harries? Sapendo che non saresti venuta abbiamo cercato di rimediare lo stesso! Che festa sarebbe stata senza la tua presenza?”
dice Marta togliendosi la maschera. Sorride soddisfatta. È davvero senza vergogna.
Faccio qualche passo verso di lei, questa volta non la passerà liscia, ha davvero superato il limite.
“io ti...”
“guardatemi sono Christine Harries, la nuova arrivata e faccio di tutto per farmi notare da Nigel, ma essendo così imbranata non faccio altro che versargli il succo addosso!”
dice qualcun altro imitando la scena e versando della birra, questa volta, addosso ad un ragazzo.
Noto in mano a Kelly qualcosa di familiare. È qualcosa che mi appartiene. È qualcosa che non doveva toccare!
“oggi è il primo giorno di scuola, sono così emozionata! Chissà cosa capiterà a scuola! Ho un po' paura...”
Canzona con la sua vocina stridula. Quello è il mio diario!
“restituiscimelo subito!”
urlo avanzando verso di lei in carica. Come ha osato? Come ha osato prendere qualcosa di così personale?
“tranquilla Harries, tanto tutti hanno già letto!”
esclama Cindy sventolandomi davanti agli occhi una pagina strappata del diario, una delle tante che sono accartocciate per terra.
“non pensi di aver esagerato?”
Urla Paul alle mie spalle.
Continuo a fissare quei fogli calpestati e sporchi. Continuo a non crederci. Mi sento come vuota. Umiliata. Mi hanno violata.
“andiamo via”
sussurra qualcuno al mio orecchio. Sembra così lontano però, è una voce ovattata. Sto perdendo il contatto con la realtà.
Possono prendersi gioco di me quanto vogliono, possono ritenermi l'imbecille della scuola, posso anche odiarmi. Non mi importa nulla. Ma non dovevano arrivare a tanto. Sento le lacrime farsi strada, vogliono essere liberate.
“si può sapere che ti ho fatto? Perchè mi odi così tanto? Sei un mostro!”
urlo indicando Marta che mi guarda sconcertata. Non mi importa di esser stata cattiva, non mi importa di averla ferita. La detesto.
“Chris...”
qualcuno poggia la mano sulla mia spalla, ma al contatto spingo chiunque sia e scappo.
Non voglio vedere più nessuno. Voglio tornare a Shelbyville con Ben e Megan. Voglio andare via da questo posto. Non riesco a controllare le lacrime che mi bagnano il viso mentre corro a perdifiato nel nulla. Mi sento male, sono sola e fuori luogo in questa città così cattiva. Non m'importa di nulla, voglio andare via, ora.
“fermati!”
La sua voce.
Nigel. Anche lui ci si mette ora? Non voglio vederlo. Lo odio, odio tutti! Non voglio ascoltarlo. Continuo a correre senza rendermi conto di attraversare la strada senza guardare.
“ehy!”
mi sento strattonare con forza mentre il clacson di un camion invade il silenzio della strada.
Cado per terra facendo cadere anche lui.
“calmati Chris!”
dice afferrando saldamente i miei polsi. Cerco di liberarmi dimenandomi, ma sembra più forte di me.
“smettila di agitarti, guardami per favore!”
mi manca il fiato e cerco di fare dei profondi respiri.
“lasciami in pace, ti prego”
singhiozzo cercando di riprendere voce ma ciò non succede. Sono troppo agitata e non riesco a calmarmi.
“cerca di calmarti ora o ti sentirai male! Non hai nemmeno guardato la strada, stavi per farti ammazzare!”
mi sembra tutto così confuso. Ho la testa che mi scoppia e mi sento febbricitante. Nigel mi avvolge con le sue braccia prendendomi di peso e inizia a camminare.
“andiamo in un posto tranquillo, devi calmarti Chris”
Lascio fare, non ho le forze per ribattere e pur volendo non andrei lontano. Rimango in silenzio cercando di far tornare il respiro regolare e pian piano anche i singhiozzi svaniscono.
“eccoci”
dice mettendomi per terra.
Siamo in un prato. L'aria sembra più leggera e il vento leggero mi fa sentire molto meglio.
“ti senti meglio?”
Annuisco senza alzare lo sguardo stringendo le ginocchia al petto.
“ si può sapere che ti è preso? Sembravi sconvolta!”
ripenso al diario strappato e le lacrime tornano a scivolare sul viso improvvisamente. Sento il cuore trafitto da tanti piccoli pugnali, che creano un vuoto così grande dentro di me.
“ehy, Chris...”
mi lascio andare completamente alle lacrime poggiandomi sul petto di Nigel che mi abbraccia. Resta in silenzio senza dire una parola continua solo ad accarezzarmi i capelli e a tenermi stretta lui per tutto il tempo.
Senza accorgermene mi addormento su quel prato tra le sue braccia e lui non fa nulla per svegliarmi.
Apro gli occhi ritrovandomi in camera sua. Ho un fortissimo mal di testa e anche se ho dormito sono stanca. Guardo fuori, il sole è già sorto. Non so quando mi sono addormentata, è tutto confuso nella mia mente.
La porta cigola e dopo poco fa capolino il viso di Nigel.
“se vuoi puoi rimanere qui oggi, ho sentito tua sorella e ha detto che va bene. Non so cosa sia successo ieri e non ho allarmato Samantha, ma se non te la senti puoi saltarla la scuola”
Lo guardo appena, non ho voglia di parlare con lui. Non ho voglia di parlare con nessuno.
“inoltre la colazione è pronta, vuoi che te la porti qui?”
lo ignoro. Forse carpisce il mio umore e andando via chiude la porta alle sue spalle.
Faccio velocemente una doccia che in effetti mi fa rilassare un po' e mi vesto, andrò a scuola. Non posso fare altrimenti. Ormai sono qui ed è questa la vita che devo condurre per il momento.
“ ti accompagno io”
Nigel mi aspetta accanto all'auto in giardino, non dico nulla e lo seguo.
Forse dovrei davvero tornare a Shelbyville, ho fatto preoccupare Sam una marea di volte da quando sono qui e non faccio altro che cacciarmi nei guai. Inoltre non sembra che la gente di questo posto sentirà molto la mia mancanza. Perchè restare?
Forse se sentissi mia madre si potrebbe trovare una soluzione, magari mi lascerebbe vivere da sola, dopo tutto conosco i vicini e tante persone di cui mia madre ha la piena fiducia.
Rapita da questi pensieri non mi accorgo che siamo già arrivati a scuola.
Scendo dall'auto, noto che alcuni studenti guardano incuriositi. Magari pensano che Nigel mi abbia fatta sua. Alla fine che importa di quel che pensa la gente? Anche Nigel si stancherà di me prima o poi, così come ha detto Gabriel. Sono la buffona di turno, l'idiota della scuola, quella da prendere a calci per sfogarsi. È così che vogliono che sia? Lo sarò. Non meritano nulla da me. Hanno calpestato la cosa più importante per me senza ritegno, senza il minimo scrupolo. Sarò una Chris diversa da ora in poi. Non mi importa più nulla di nessuno devo solo resistere fino ad una soluzione, fin quando non potrò tornare a Shelbyville.
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Capitolo 21 *** Capitolo XV - Nostalgia ***
Entro in aula silenziosamente, continuo a fissarmi i piedi muoversi uno davanti all'altro in continua successione. Non voglio vedere niente e nessuno. Voglio solo andare via da questa città il prima possibile.
“ehy Chris, come va? Stai meglio?”
Alzo lentamente lo sguardo, guardo Mandy negli occhi attraverso le lenti degli occhiali e mi limito ad annuire. Non è che sia arrabbiata con lei, ma ecco voglio stare da sola.
“Ieri sera sei scappata così all'improvviso e non siamo riusciti a raggiungerti, a casa poi non c'eri, eravamo preoccupati”
sembra abbia quasi paura a parlare Paul, non sono un cane che morde. Sono solo di pessimo umore.
“è venuta a dormire a casa mia”
risponde per me Nigel improvvisamente alle mie spalle.
Senza guardarlo vado a sedermi in un banco in fondo all'aula. Sistemo i libri e guardo fuori dalla finestra.
Oggi non è una bella giornata in generale. Il cielo è nuvoloso e minaccia pioggia e gli alberi stanno lentamente morendo. Pian piano le foglie dai rami cadono con una lentezza disarmante sul terreno accanto alle loro sorelle avvolte in un sonno eterno.
Il profumo dell'erba fresca. Il rumore dei rametti che si spezzano sotto gli scarponcini di una bambina che corre e subito dopo l'impronta mangiata dal piede più grande del padre.
Risate e serenità.
“Chris”
mi volto confusa.
I ricordi di un passato lontano mi hanno assalita senza preavviso.
“Cindy vorrebbe scusarsi con te”
spalanco immediatamente gli occhi.
Se questo è uno scherzo non è affatto di buon gusto.
Non voglio vedere Marta, Cindy e le loro amiche per nulla ragione al mondo, nemmeno se fossero le uniche persone sulla faccia della terra.
“ti aspetta fuori alla fine delle lezioni, almeno così mi ha detto”
Che seccatura!
Prendo nuovamente i miei libri sotto braccio.
Forse Nigel aveva ragione era meglio restare a casa almeno per oggi.
Io sono di cattivo umore, la giornata è iniziata male e non può che andare peggio!
Me ne torno a casa.
Non sono il caso umano del giorno.
Non ho voglia di parlare, non ho voglia di ascoltare, non ho voglia di stare bene.
“dove vai?”
Nigel m'insegue, sembra preoccupato, ma sinceramente non me ne frega molto.
“dannazione Nigel lasciami in pace. Mi tratti come un oggetto per tutto il tempo e ora pretendi che io stia qui ad ascoltarti, va a dare le tue premure a qualcun'altra!”
dico d'un fiato continuando a camminare ed i suoi passi che pochi secondi prima accompagnavano i miei svaniscono nel nulla.
Cosa mi aspettavo di trovare qui a Dallas?
Cosa pensavo sarebbe cambiato?
Nulla!
Dal passato non si può scappare, mai.
Sono stata una sciocca a pensarla in modo diverso.
Voglio tornare tra i boschi di Shelbyville.
Voglio tornare a fare passeggiate lunghe con mio padre.
Lo voglio qui accanto a me!
L'unica cosa che gli apparteneva è andata in frantumi. L'unico modo in cui riuscivo a sentirlo accanto a me è stato distrutto, utilizzato come uno stupido oggetto senza valore per prendersi gioco di me.
Loro non sanno nulla di me, loro non mi conoscono. Perchè vogliono farmi sempre e solo male?
Cosa c'è di sbagliato in me?
Lo so che è colpa mia se è morto, ma per quanto vuoi continuare a punirmi?
Avevo solo otto anni. Non sapevo nulla.
Sospiro profondamente cercando di calmarmi. La pioggia ha iniziato a cadere bagnandomi il viso e una semi sensazione di libertà mi accarezza dolcemente.
Inizio a camminare senza una meta, ma vedo degli alberi un po' lontani da qui, posso arrivarci a piedi e stare un po' nel verde. Così come quando ero bambina.
E... passo dopo passo eccomi davanti ad una distesa verde e alberata.
Inspiro profondamente e mi addentro.
Non pensavo potesse esserci una foresta così a Dallas, forse è l'unica cosa bella di questo posto, ma mai migliore della foresta di Shelbyville.
Mi siedo sotto un albero enorme, non m'importa di sporcarmi e tanto meno di bagnarmi, starò qui il tempo che serve. Il tempo che serve a me stessa per ritrovarmi.
“Chris! Dove sei?”
una voce in lontananza mi sveglia. Non mi ero resa conto di essermi addormentata nel bosco. Dovevo esser davvero esausta. Mi alzo in piedi un po' traballante e cerco di capire da quale direzione proviene la voce femminile.
“Chris! Rispondi dai, non mi piace la foresta! AAAAH!”
Mi affaccio un po' preoccupata e un po' incuriosita da un cespuglio. Chi potrà mai essere?
“ODDIO! Un ragno! Levatemelo di dosso!”
Eppure questa voce l'ho già sentita da qualche parte.
“Marta?”
Non credo ai miei occhi. Che ci fai lei qui?
“Chris! Aiutami ti prego levami questa “cosa” di dosso!”
dice piagnucolando lasciandomi scappare un sorriso involontario.
È buffo vederla tutta bagnata con i capelli arruffati e sporca di fango.
Mi avvicino e libero il povero ragnetto che scappa via il più veloce possibile. Si sarà spaventato di più lui che Marta, povera bestia.
“Che ci fai qui?”
Le chiedo confusa.
“Ti ho visto scappare in fretta e furia a scuola e volevo parlarti, così ti ho seguita, ma poi mi sono persa e non riuscivo a trovarti! Che ci fai qui a quest'ora?”
Continuo ad osservarla in silenzio.
Davvero si è preoccupata per me? Voleva davvero scusarsi a tal punto da seguirmi?
Non è da lei, eppure non vedo nessun altro motivo per cui lei sia venuta fin qui e inoltre abbia mandato a quel paese la sua parvenza da ragazza perfetta. Che sia davvero sincera?
“sei da sola?”
e se invece fosse una trappola per prendermi ancora in giro?
“si, mi dispiace per quello che ha fatto Cindy, io non ne sapevo nulla! Credimi a volte posso essere cattiva, ma non sono così meschina da rendere pubblici i tuoi pensieri! Ero arrabbiata con te per il bacio che ti ha dato Nigel e vedervi sempre insieme poi... allora ho creato quelle maschere, ma ti giuro che col diario non ho nulla a che fare!”
abbassa lo sguardo allargando leggermente le braccia.
“guardami, potrei conciarmi così solo per farti un altro scherzo?”
sorride lievemente. Non ricambio il sorriso, ma mi avvicino ancora.
“come stai Chris?”
Chiede all'improvviso. Non me lo sarei mai aspettata da lei un atteggiamento del genere. Allora quella volta in mensa le mie sensazioni erano corrette? È solo una mera maschera quella che indossa tutti i giorni a scuola?
Senza risponderle ci addentriamo ancora nella foresta e ci sediamo sotto il grande albero che mi ha cullato fino a poco tempo fa.
Pian piano le racconto la mia storia, la mia infanzia. Le parlo dell'incidente in auto, le parlo del diario che usavo per scrivere a mio padre. Pian piano riesco a buttar via tutta la tristezza che mi colmava probabilmente da tempo.
La sua semplice domanda “come stai Chris?” per un istante mi ha fatta sentire una persona normale. Per la prima volta mi sono sentita aiutata e non in dovere di aiutare.
Non mi importa se Marta è vista da tutti come una strega cattiva e non m'importa il perchè si sia aperta così tanto con me, ma è stata gentile. E dal mio arrivo qui, nessuno aveva mai mostrato tanta comprensione nei miei confronti.
Certo Paul e Mandy sono mi miei migliori amici, ma con loro, forse per paura di perderli non mi sono mai lasciata andare completamente, e lo stesso è successo con Nigel. È sempre assorto nel suo mondo, nei suoi problemi che a volte sembra non rendersi conto di quel che gli accade attorno anche se è sempre presente quando sono in pericolo o sono triste, ma con lui non riuscirei a fare una conversazione del genere.
“dovremmo tornare a casa, che ne dici? Siamo bagnate come pulcini, sicuramente ci ammaleremo!”
sogghigna Marta alzandosi a fatica.
Annuisco e mi alzo anche io.
Non so quanto tempo è passato ma il cielo è più scuro, sarà tardo pomeriggio?
Iniziamo ad incamminarci nella boscaglia fin quando Marta urla a perdifiato.
“che succede?”
le chiedo preoccupata.
“c'è qualcuno, ho sentito dei passi!”
Gridare mi sembra il modo più giusto per non attirare l'attenzione in effetti.
“sarà la tua immaginazione, dai andiamo!”
mi affianco a lei e tenendola per mano continuiamo a camminare.
Una strana nebbiolina è calata improvvisamente e ora anche io odo dei passi avvicinarsi.
“li hai sentiti anche tu?”
Marta terrorizzata inizia a tremare e quando questi passi si fanno più vicini scappa senza lasciarmi il tempo di raggiungerla.
La nebbia si fa sempre più fitta in pochi istanti impedendomi di vedere oltre un metro da me. Ma che succede?
“Marta?!”
urlo.
Ma sembra che la mia voce non riesca a sentirla. Riecheggia attorno a me come se fossi chiusa in una stanza vuota.
Sento uno strano formicolio ai piedi e abbasso lo sguardo.
Ci sono centinaia di larve che camminano sulle mie scarpe arrampicandosi sui jeans.
“Marta!”
corro fregandomene della direzione ma sembra che la nebbia sia divenuta spessa come un muro.
E le larve aumentano.
È un sogno? Non può essere reale, che sta succedendo?
Le sento sulle ginocchia. Non riesco più a muovermi.
Perdo il controllo di me e inizio ad urlare terrificata. Riesco a percepire le loro zampette muoversi su di me e un senso di claustrofobia mi assale.
Mi sento mancare.
Cerco di muovermi e improvvisamente un passaggio si apre davanti a me. Vedo l'uscita dal bosco, vedo Marta. Voglio uscire subito da qui.
Corro più veloce che posso e vedo Marta sempre più vicina.
“Andiamo via!”
le dico una volta raggiunta. Lei continua a guardarsi attorno confusa, non sembra avermi vista.
“Chris, dove sei?”
urla in direzione del bosco.
Ma io sono qui!
“sono qui! Dobbiamo andare via, c'è qualcosa di strano in quel bosco!”
provo a prenderle la mano per portarla via, ma con orrore mi accorgo che la mia mano trapassa la sua.
Com'è possibile?
“Marta?!”
che succede?
Sono invisibile?
“Marta! Riesci a sentirmi?”
urlo al suo orecchio, ma non sente nulla.
S'incammina verso la strada cercando di fermare qualche passante. La seguo e finalmente un'automobilista si ferma.
“non trovo la mia amica! Eravamo nel bosco, ma ci siamo perse!”
dice disperata. L'uomo affiancato da un altro lasciano l'auto e con Marta si avvicinano al bosco.
Io sono qui, com'è possibile?
“signori, sono qui! Non mi sono persa!”
dico andando loro incontro, ma anche loro non riescono a sentirmi.
Seguo i due uomini nel bosco mentre Marta rimane ai margini della strada impugnando il cellulare.
“John! Vieni qui!”
esclama uno qualche passo più avanti rispetto a noi.
Guardo incuriosita anche io e resto allibita.
Sono io, quella lì per terra sono io.
Ho una dolorosa fitta al cuore che mi fa chinare in avanti e una sensazione di nausea mi prende. Ma che succede?
Com'è possibile che io sia qui cosciente e lì per terra sul terreno c'è il mio corpo?
Sono diventata un fantasma improvvisamente?
Tutto intorno si fa buio.
La foresta e i due uomini accanto al mio corpo non ci sono più. C'è un lungo corridoio davanti a me illuminato da dei lampioni.
Sembra ci sia qualcuno in fondo.
“chi sei?”
Chiedo cercando di mettere a fuoco, ma non ho risposta.
Eppure tutto ciò mi sembra familiare.
Ho già fatto un sogno del genere. La distanza tra me e la figura avvolta nell'ombra si riduce notevolmente in un batter d'occhio.
Provo a sfiorargli la spalla per farla voltare.
I suoi occhi...
Riconosco i suoi occhi.
Nigel!
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Capitolo 22 *** Capitolo XVI - Bianchi Corridoi ***
Apro gli occhi respirando a fatica. Ho un gran mal di testa, sembra come se un tir mi abbia preso in pieno. Mi sento umidiccia, quasi viscida e appiccicosa, a fatica mi alzo e cerco di guardarmi attorno non riconoscendo il luogo in cui mi trovo.
L'ultima cosa che ricordo è il bosco e Marta, poi più nulla, cosa ci faccio in un corridoio?
Sembrano quelli degli ospedali, bianchi e paurosi, ma questo è deserto.
Noto che un forte odore di pulito impregna l'aria fino a diventare quasi nauseante.
Ho la strana sensazione di non essere al sicuro qui, eppure apparentemente non c'è nessuno. Appoggiandomi al muro inizio a percorrere l'andito con gran sforzo.
Sento le gambe così pesanti e intorpidite.
“Chris”
Serpeggia nell'aria una voce facendomi sussultare.
Scuoto la testa, sarà la mia immaginazione.
Mi chiedo come ho fatto a finire in questo posto e poi come dei flash, la mia mente viene invasa da immagini, una moltitudine di immagini di me e Marta nel bosco.
Di mio padre. Del mio diario. Di Nigel e Mandy e Paul...
un fortissimo capogiro mi coglie lasciando che mi accasci per terra.
Ma che succede?
“Chris”
Ancora quel sibilo, mi guardo attorno tenendo una mano sulla fronte, quasi abbia paura che mi cada la testa fra le mani.
Mi rialzo in piedi e noto che inizia a far freddo. Non me ne ero resa conto subito, ma qui dentro si inizia davvero a gelare.
Riprendo a camminare nella stessa direzione di prima, anche perchè non ho molte alternative.
Dovrà pur esserci qualcuno qui dentro, altrimenti come ci sarei finita?
Perchè le cose più strane devono capitare sempre a me?
Sento uno strano ticchettio prender spazio nel silenzioso posto, sento che è vicino.
Un orologio?
Che sarà questo rumore? È angosciante.
In realtà più che le lancette di un orologio sembrano gocce d'acqua.
Piove?
Proviene dal soffitto.
Alzo lo sguardo e sempre con i palmi sul muro scruto per bene il bianco opaco del soffitto che sembra divenir logoro man mano che avanzo e poi la vedo.
Una grande e dilatata macchia rossa che continua ad allargarsi.
Mi fermo.
Incuriosita e inorridita da quel che vedo, giusto un po' prima che una goccia di sangue mi becchi.
Mi guardo attorno spaventata.
Dove sono finita? Che razza di posto è questo?
“c'è nessuno?”
urlo guardandomi le spalle.
In effetti sembra che ci sia solo io qui ed aggirando la pozzanghera di sangue che si sta formando davanti a me continuo a camminare.
Non so che posto sia questo, ma voglio tornare a casa mia il prima possibile!
Più avanti una luce a neon s'accende e spegne ad intermittenza matematica illuminando una strana sagoma rannicchiata per terra che sembra darmi le spalle.
Ancora una volta mi assale un capogiro e sono costretta a fermarmi per riprendermi, mentre altre immagini riaffiorano violentemente: ancora il bosco, ancora Marta e poi Gabriel, Sam e George, il diario e due occhi grigi. I miei ricordi sono tutti frammentati, c'è qualcosa che non quadra, è come se una parte di loro fosse stata rimossa, lasciando dei vuoti.
Cauta, ma con un po' di sollievo mi accingo a raggiungerla, magari anche lei è finita qui non si sa come.
“ehy, tutto ok?”
chiedo una volta abbastanza vicina per farmi sentire. Non me ne ero accorta subito, è una bambina.
Dondola senza parlare, tenendosi le ginocchia al petto, sembra bagnata fradicia indossa solo una specie di camice bianco di quelli che portano i pazienti in ospedale, un po' grande per lei.
Mi chino sulle ginocchia e le sfioro i capelli, lei continua a restare in silenzio e quando a malapena lambisco la sua spalla si volta ringhiando verso di me mostrandomi il suo orribile aspetto.
Cado per terra spaventata e continuo a fissarla con occhi serrati.
I suoi occhi sono completamente neri e ha graffi su tutto il corpo, quel che più mi terrorizza è la sua bocca: denti completamente marci e spigolosi che hanno squarciato le labbra rendendole gonfie e sanguinose.
Mi guarda in cagnesco chinando la testa, pronta per aggredirmi ed io chiudo gli occhi per la paura. Non voglio vederla. Non voglio vederla. Non voglio vederla!
Il suo ringhio si trasforma in un lamento che squarcia le pareti bianche e la terra sotto di me inizia a tremare.
Mi alzo e indietreggio approfittandone del momento di distrazione per scappare da quell'essere e vedo che il pavimento cede.
Inizio a correre spaventata, ma quella bambina maledetta mi afferra per la caviglia facendomi cadere.
Sbatto il mento sul marmo, ma quanta forza ha?
Ringhiando infila le sue unghie nella mia carne e cerca di avvicinarmi, mentre sotto di noi si apre un varco.
Precipitiamo nel buio e chiudo gli occhi.
Questo non è che un incubo!
Voglio svegliarmi subito.
Ossigeno! Ossigeno!
Ho bisogno di respirare!
Il pavimento cedendo mi ha lasciata cadere in una caverna buia. Fatta di acqua acqua, fango e ancora acqua.
Nuoto guidata da una luce, quella è la superficie.
Ossigeno! Ossigeno!
Respiro a pieni polmoni e mi affretto a raggiungere la riva.
“cosa è successo? Mi hanno chiamata a casa dicendomi che era qui, cosa è successo?”
Questa voce. La riconosco!
Da dove arriva? Sembra vicina.
“Sam!”
urlo più che posso.
Che sia qui vicino?
“Sam, dove sei?”
continuo ad urlare mettendomi in piedi.
Dov'è? Dov'è mia sorella?
Cosa è successo? Che ci fa anche lei qui? Che ci faccio io qui?
Mi guardo attorno, non posso restare qui.
Ci sono solo radici e piante e un enorme lago, quello nel quale sono caduta.
Troverò il modo di uscire no?
Un foglio di carta per terra attira la mia attenzione.
Lo riconosco, è una pagina del mio diario.
Sorrido lievemente, c'è un disegno che raffigura me e papà.
Lo sfioro. Papà...quanto mi manchi.
Sospiro mettendo il foglio del diario in tasca, devo andarmene da qui e devo trovare Sam!
Ancora quel ringhio.
Mi volto, ritrovandomi ancora la belva bambina davanti agli occhi appollaiata su una pietra ce mi scruta con la bava che le cola dalla bocca deforme.
“stammi lontano!”
urlo impugnando una grossa pietra pronta a colpirla.
Lei continua a ringhiare, ma non si muove di un centimetro. Che vuole fare? Che intenzioni ha?
Non mi fido di lei!
Improvvisamente però inizio a tossire, così violentemente da accasciarmi per terra.
Tossisco così forte da avere anche i conati di vomito e mentre con una mano mi reggo a malapena accucciata sul terreno con l'altra stringo forte lo stomaco.
Sento la ragazzina sogghignare e avvicinarsi.
Maledizione!
Così non riesco nemmeno a muovermi.
Continuo a tossire respirando affannosamente.
Ancora un flash.
Quei occhi.
“sono maledettamente...”
“lo ammetto”
“sono maledettamente geloso di te”
questa voce...
di chi è?
Apro gli occhi, la belva bambina ormai mi è addosso.
Cerca di azzannarmi, cerca letteralmente di azzannarmi, cerco di tenerla lontana iniziando una colluttazione. Anche se piccola questo essere ha una forza inumana.
“lasciami andare!”
urlo mentre lei ringhiando infilza la mia carne con le sue unghie lunghe e affilate, sembrano delle lame! Riesco a spingerla via e lei guardandomi si lecca le unghie sporche di terra e del mio sangue compiaciuta.
Che schifo! Questa volta mi viene da vomitare per l'orrenda scena appena conclusa.
“senti, non so cosa tu sia, non so cosa vuoi, ma stammi lontana”
l'ultima cosa che voglio è farle male, infondo sembra una bambina, ma certo se vuole mangiarmi non mi da molte scelte.
La terra trema ancora, forte ed io perdo l'equilibrio finendo in acqua.
La belva bambina sprofonda in uno squarcio creatosi riempiendo l'aria con le sue urla strazianti ed io vengo risucchiata nella profondità del lago con violenza.
“sembra un arresto cardiaco”
“ma è sempre stata bene, come può soffrire di cuore una ragazza di 17 anni?”
“si calmi signore, stiamo facendo il possibile!”
riconosco la voce di George, sembra arrabbiato mentre parla con qualcuno.
Chi si è sentito male?
Mi sento fluttuare nel vuoto, sembra quasi di star galleggiando nell'aria.
Ho ancora un potente mal di testa, ma almeno i conati di vomito e la tosse son spariti.
SCROCK
e il rumore che fa il mio corpo al violento contatto col suolo.
Mi rialzo, ancora una volta bagnata e dolorante.
Con mia grande sorpresa sono di nuovo nel corridoio.
Mi guardo attorno, non ci sono finestre ne qualsiasi altra cosa che mi faccia capire dove sono.
Almeno la belva bambina non c'è.
Ricomincio a camminare rasentando il muro e noto qualcosa che luccica per terra.
“Chris, svegliati!”
sam?
“sam! Dove sei?”
grido.
Ho sentito ancora la sua voce, deve esser qui.
“Saaaaam!”
Continuo ad urlare non ricevendo risposta.
Mi avvicino cercando di capire cosa sia quell'oggettino per terra.
È una piccola e minuscola chiave.
Mi chino per prenderla notando davanti a me una stanza, strano.
Non l'avevo notata prima.
Metto la chiave in tasca e mi avvicino scettica alla stanza, illuminata da una strana e sinistra luce.
È enorme, molto ampia e sopratutto ricoperta di specchi.
Al centro della sala c'è un enorme tappeto rosso che porta ad un altare.
Che razza di posto è?
Mi guardo in uno dei tanti specchi, il mio riflesso non è dei migliori.
Continuo ad esplorare cauta la stanza, ma qualcosa attira la mia attenzione.
“Sam!”
urlo terrorizzata
Proprio sopra l'altare il corpo di Sam è appeso come un salame ad una fune.
Corro subito da lei.
Che le hanno fatto?
“Sam!”
Sono letteralmente shoccata!
Chi ha potuto fare una cosa del genere?
Salgo sull'altare e cerco di svegliarla colpendola con dei piccoli schiaffetti in viso mentre le lacrime mi appannano la vista.
“Sam svegliati! Sam ...”
Oddio. Oddio. Oddio.
Lo vedo solo ora.
Vedo solo ora i corpi dei miei amici appesi per aria davanti agli specchi.
Paul, Mandy, George, Marta...c'è anche Kelly, Sophie...Jake e Ted.
“Megan!”
urlo scattando verso di lei.
“Ben!”
“Chi è stato? Chi vi ha fatto questo?”
“Tu, Chris”
mi volto spaventata vedendo Pacey alle mie spalle.
Stento quasi a riconoscerlo.
Sembra uno zombie, non un essere umano e mi guarda in modo poco sano.
“Pacey... aiutami a salvarli, portiamoli via!”
Urlo arrampicandomi nuovamente sull'altare.
Ora che c'è Pacey posso farcela, in due possiamo farcela!
“è troppo tardi ormai, ed è solo colpa tua!”
dice afferrandomi per la spalla e facendomi cadere per terra.
Colpa mia?
“che dici? Io non ho fatto nulla!”
replico rialzandomi.
“da quando sei arrivata a Dallas, da quando sei nata, è sempre colpa tua!”
è del tutto impazzito, che sta blaterando?
“guardati bene allo specchio Chris, accettati per quello che sei!”
mi guardo. Cosa dovrei accettare? Io sono me stessa.
Eppure pian piano l'immagine nello specchio muta, e quella che è la mia figura si trasforma nella versione adulta della belva bambina che mi da la caccia.
“ecco chi sei in realtà!”
Esclama convinto Pacey puntando il dito contro lo specchio.
Quella cosa non sono io!
Non è possibile!
“si Chris, quello è il tuo vero volto! Hai ucciso tuo padre, tua madre non ti ha voluta più tra i piedi e ora guarda Sam”
dice indicandola.
“guarda come l'hai ridotta! E guarda loro, guarda tutte l persone che hanno avuto a che fare con te come sono ridotte!”
Guardo i volti dei miei amici. Tutto ciò non ha senso, tutto questo non è reale, è solo un incubo, un brutto incubo.
Io non ho fatto del male a nessuno, io non sono un mostro!
“accetta quel che sei, è l'unico modo per salvare davvero le persone a cui tieni!”
dice spostandosi e rivelando dietro le sue spalle la mia brutta copia, la belva bambina evoluta che ringhia guardandomi truce.
Qui si mette male. Qui si mette davvero male.
Mi guardo attorno, mi serve qualcosa per difendermi.
Qualsiasi...cosa.
Ed eccolo lì, lucente sull'altare un pugnale.
“Uccidi la vecchia te Chris, accetta la tua nuova figura!”
urla indemoniato Pacey che si dissolve in una nube di fumo verdastro.
Dovrei uccidermi?
Davvero sono la causa di tutti i mali di chi mi sta attorno?
È vero, è stata colpa mia se mio padre ha perso la vita in quell'incidente, era il mio compleanno, era la mia passione osservare le farfalle...lui l'ha fatto solo per me.
E Denise, lei... non mi ha mai sopportato, andava sempre d'accordo con Sam che con me e non abbiamo mai parlato davvero. Sam mi detestava da piccola, son sicura che mi tiene con se solo per fare un favore a Denise.
Paul, Mandy...se non mi avessero conosciuto avrebbero continuato la loro normale e tranquilla vita, senza essere sempre in mezzo ai guai... forse starebbero davvero meglio senza me.
Le voci riprendono improvvisamente a martellarmi in testa in modo pressante.
“ti voglio bene Sam”
“anche io Chris”
“puoi chiamarmi Mandy, io sono Paul il figlio dei vicini....e loro sono Marta, Kelly e Sophie...Ben, il ragazzo di Chris...Megan, capo cheerleader...”
mi scoppia la testa! Non me posso più!
Non voglio far del male a nessuno!
Voglio solo che loro mi accettino per quel che sono.
“CHRIS!”
Ancora questa voce, appartiene al ragazzo dagli occhi grigi... chi è?
“...sei te stessa Chris e i tuoi amici lo sanno ...”
Nigel!
Nigel... come ho fatto a dimenticarmi di lui?
Lui c'è sempre stato, lui ha sempre creduto in me, lui mi ha sempre accettato per come sono...così come tutti gli altri.
“Mio padre è morto perchè un uomo ubriaco ci ha travolti!”
Urlo determinata, guardando quell'essere che continua a ringhiare.
“mia madre non mi odia, a solo rispettato i miei silenzi così come Sam! Mandy Paul mi vogliono bene per quel che sono e Marta e le altre mi detestano per lo stesso motivo! Ben e Megan mi conoscono da sempre e mi accettano così!”
Gli specchi improvvisamente si frantumano in mille pezzi e i corpi dei miei amici si dissolvono in polvere.
Non accetterò mai di essere quella merda che mi si para davanti agli occhi, mai!
Corro, più che posso oltre l'altare che viene spazzato via da un forte vento creatosi all'improvviso e che sta risucchiando tutto.
Io credo in me, io credo in quel che sono!
Sospiro.
Dallas non è cattiva, sono io che non mi accettavo.
Non accettavo il cambiamento, non accettavo uno stile di vita nuovo, in realtà non mi sono mai accettata. Ma sono sempre stata così!
Mi ritrovo nel lungo corridoio bianco, al termine c'è una porta bianca chiusa.
Prendo istintivamente la chiave che avevo trovato prima per terra e mi avvicino.
Non mi rendo conto che dietro di me c'è qualcuno fin quando non finisco scaraventata per terra perdendo la chiave.
Maledizione.
“Non andrai via di qui, è questo il tuo posto Chris!”
sibila una voce dispersa nell'aria.
La mia controparte mi attacca a suon di morsi e graffi, sembra volermi uccidere davvero ed io dal canto mio cerco di difendermi e temporeggiare.
Riesco ad individuare la chiave e una volta spinta la creatura contro il muro mi tuffo sull'oggettino che mi serve per scappare di qui.
Lei emette un lamento simile ad uno stridio, e si lancia alla carica prendendomi in pieno.
Sbatto violentemente la testa al suolo e la vista mi si annebbia.
Si avventa su di me riuscendo a mordermi una spalla da cui strappa estasiata un lembo di carne.
Urlo dal dolore mentre inizio a perdere sangue, ma non lascerò che questa cosa mi mangi viva.
Le assesto un calcio in pieno stomaco e mi tiro su giusto in tempo. Afferro il pugnale che avevo messo nella fessura dei pantaloni e presa da un raptus omicida inizio a pugnalarla più volte.
Io non sono quell'essere. Io non sono così orribile.
Mi ripeto freneticamente ad ogni colpo che affondo.
Respiro singhiozzando, presa dal tremore di quella foga e lascio cadere il suo corpo in una pozza di sangue.
Sangue che dopo poco cade su di me. Alzo gli occhi, una grande macchia di sangue si allarga nel soffitto, proprio come prima.
Non mi fermo ancora a guardarlo e prendo la chiave da terra avvicinandomi lentamente alla porta.
La terra ricomincia a tremare.
Il pavimento dietro di me si sgretola velocemente ed io inizio a correre. È successo anche prima, quando ho incontrato quella bambina, ero vicina all'uscita...
non posso cadere ancora. Devo andare via!
Apro la porta un secondo prima che tutto ceda sotto i miei piedi e resto stupita.
Ancora il vicolo poco illuminato del mio sogno.
I lampioni dalla giallognola luce si spengo poco alla volta alla fine della strada e so chi c'è ad aspettarmi. Mi avvicino però ancora timorosa.
“Chi sei?”
chiedo con voce insicura.
Lui non dice una parola, si volta soltanto e questa volta riesco a vederlo.
È lui. Sono i suoi occhi grigi. Nigel.
Sorrido e lui mi porge la mano, faccio per prenderla, ma ancora una volta la fitta al cuore, la stessa della foresta s'impadronisce di me facendomi accasciare al suolo.
Tutto inizia a diventare buio e confuso.
“Chris”
riconosco questa voce.
È Sam, e sembra preoccupata come al solito.
Apro gli occhi faticosamente cercando di mettere a fuoco , ma quel che vedo è un soffitto bianco.
Sarò ancora nel corridoio degli orrori?
Mi alzo di colpo, dando adito alla mia paura.
La mia espressione oscilla tra l'inebetita e la stralunata.
Penso di aver appena fatto una figuraccia avanti ai medici, agli infermieri e ai miei amici e parenti.
“Chris, stai bene?”
Chiede Sam preoccupata abbracciandomi.
Annuisco ancora un po' confusa, ma mi rendo conto che questa volta non sono in nessun corridoio, ma in una camera di ospedale, al sicuro, circondata dai miei cari.
Noto nell'angolo in disparte anche Nigel, che mi guarda severo in volto e capisco che qualcosa non va, ma non voglio pensarci ora. Voglio godermi i miei amici.
È sera quando tutti vanno via, promettendomi di tornare il giorno dopo, anche se io mi sento bene, un po' confusa e indolenzita, ma bene.
È rimasto solo Nigel, ancora nell'angolo, ancora in silenzio. Ancora con gli occhi fissi su di me.
Provo ad alzarmi da letto per raggiungerlo, ma lui mi ferma prima che io possa fare qualsiasi cosa.
“che succede Nigel?”
Chiedo un po' preoccupata.
Non mi guarda nemmeno in faccia, sembra strano.
“nulla, nulla Harries...”
Lo guardo interrogativa, ma lui sembra non cogliere o magari non vuole.
“Sai, ti ho sognato, in un certo qual modo sei stato tu a salvarmi...”
inizio imbarazzata.
Non risponde, non fa nulla o meglio si limita a lasciarmi sul letto un foglietto sporco di fango e sangue.
“dovresti iniziare a starmi lontana Harries...”
dice prima di andarsene.
Prendo il pezzo di carta e lo apro curiosa.
Com'è possibile?
È il disegno che ho trovato accanto al lago nel mio sogno, come faceva ad averlo lui?
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Capitolo 23 *** Capitolo XVII - Un nuovo Incontro ***
“Hai mangiato?”
Mi chiede Sam per l'ennesima volta, ed io per ancora una volta sbuffo.
“Ti ricordo che sei quasi morta Chris, dovresti prenderti più cura di te”
“ti ricordo che sono viva e vegeta Sam e sto bene!”
Rispondo per le rime alla mia dolce, tenera ed estremamente apprensiva sorellina.
Fortunatamente sono rimasta in ospedale solo una settimana, i medici non si spiegano come sia successo, ma il mio cuore si è fermato per qualche secondo. E orrei sottolineare qualche secondo, ma a Sam non sembra interessare questo piccolo particolare; continua a seguirmi ovunque, non mi sorprenderei nel ritrovarmela in camera da letto la sera intenta a controllare che io respiri ancora!
Non ho pensato a cosa sia potuto accadere, qul che so è che ciò che ho vissuto era reale. Non ero per davvero nel mio corpo, l'ho visto, lì riverso nel fango tra le foglie. Pallido e immobile.
Per quanto tutto ciò sia assurdo continuo a chiedermi come sia potuto accadere?
Ho tanti dubbi e tante domande, ma sono sicura che trovare una risposta non sarà facile, sopratutto ora che Nigel ha deciso di freddare i rapporti.
Continuo a non capire quel ragazzo. Non lo capisco per nulla!
Prima mi snobba, poi mi bacia, dice di essere attratto, di essere geloso e poi urla che sono una babbea ed ora dice che devo stargli lontano!
Ma che ho fatto di male?
Avrò nascosta da qualche parte una calamita che attira soggetti strani e tanti guai?
Forse una vola per tutte dovrei davvero decidermi e stare lontana dai guai, studiare seriamente e basta. Vivere una vita normale, però questo significherebbe stare lontana da Nigel, ed anche se lui stesso mi ha chiesto di evitarlo infondo non voglio.
Non so perchè, ma ogni volta che lo penso sento il cuore battere forte e le guance avvampare.
Mi sarò seriamente presa una bella cotta per lui?
Sono sempre più confusa, non riesco a capire il senso di tutto ciò, di me, di lui dei suoi comportamenti, dei miei. Voglio chiarire con lui una volta per tutte, non posso andare avanti così.
“Chris, cosa c'è?”
Chiede Sam interrompendo i miei pensieri.
Ha lo sguardo dolce e comprensivo, proprio quello che ci si aspetta di vedere negli occhi della propria sorella nei momenti difficili.
“Nulla”
Sbuffa divertita e si avvicina a me con un lieve sorriso.
“da bambine non andavamo molto daccordo, ricordi? Eravamo praticamente due perfette estranee ma non abbiamo mai litigato. Da sorella maggiore ho sbagliato a comportarmi così con te, dovevo starti più accanto, ma quando nostro padre è morto egoisticamente ho dato la colpa a te e non volevo aver nulla a che fare con te, volevo far finta che tu non esistessi. Da quando sei qui, sono state poche le volte in cui ti ho vista sorridere, se c'è qualcosa che ti turba parlamene. Non sono stata una brava sorella in passato, ma credimi ti voglio tanto bene e farò di tutto per recuperare il tempo non trascorso con te”
La guardo dritto negli occhi, Sam non mi aveva mai parlato in questo modo ed io, non mi sono mai accorta di non aver quasi sorriso mai. Sam l'ha notato ed ora è preoccupata per me. Delle lacrime spontanee mi appannano la vista ed istintivamente la abbraccio forte iniziando a singhiozzare.
Non capisco nemmeno io il perchè di questo pianto isterico, ma dovevofarlo. Mi sento così triste e i ricordi che ho da quando sono qui a Dallas, sono quasi tutti negativi.
Non capiso perchè non riesco a condurre una vita normale come quando ero a Shelbyville, non riesco a coltivare amicizie, a scuola tutti sembrano detestarmi e l'unico ragazzo che c'è sempre per me mi fa solo soffrire.
“piangi sorellina, sfogati!”
dice con tono rassicurante accarezzandomi i capelli.
Non penso di essermi mai lasciata andare completamente alle mie emozioni, tenendomi sempre tutto dentro e non parlandone mai con nessuno, tutto ciò è diventato un peso doloroso.
“da ora in poi ti sarò sempre accanto Chris, mi spiace esser stata assente nella tua infanzia, ti prometto che su di me potrai sempre contare, ok?”
Questo abbraccio è caloroso e amorevole, non ne ricevevo uno così da tanto tempo, penso sia stato mio padre l'ultima persona ad abbracciarmi in questo modo. Ho sempre cercato di nascondere i miei sentimenti, e mie emozioni e le mie paure, per sembrare più forte agli occhi degli altri ma sbagliavo, non sono mai stata così forte da poter tenere tutto dentro e far finta di nulla, Sam l'ha capito subito. Ed io sono arrivata al limite.
“domani te la senti di andare a scuola?”
Annuisco. Proprio come una mamma Sam mi rimbocca le coperte seduta sul mio letto.
“se non ti senti pronta puoi rimanere a casa ancora un po', il medico ha detto che devi riposare”
“lo so Sam, ma preferisco tornare subito a scuola ...”
In realtà non me la sento proprio di rivedere gli altri, non me la sento per nulla di vedere Nigel, ma dovrò affrontarli prima o poi.
“ora dormi e sta tranquilla”
Chiudo gli occhi inspirando profondamente, domani andrà bene, ne sono sicura!
Forse è stato per la grande stanchezza e il lungo pianto, ma mi sono addormentata subito, anche se il sonno non è stato dei migliori.
Sam raggiante è in cucina come tutte le mattine e sorridendomi mi porge una tazza di buono, fumante e squisito …
“latte?”
La guardo allibita. Che signfica?
“io non bevo latte!”
la guardo in cagnesco, riluttante all'idea di ingerire quel liquido nauseante e pastoso.
“non posso di cert darti caffè o the mia cara, il medico è stato chiaro! Niente caffeina, almeno per un po'”
Sembra quasi divertita da queste restrizioni, a me non piace questo medico, non mi piacciono le sue idee e non mi piace il latte.
“vado a scuola!”
Esclamo alzandomi, divertita e irritata un po' da questa piccola scenetta.
“se non hai intenzione di mangiare nulla qui, passa da Mike almeno!”
Certo, come no …
“non scappi Chris, ho obbligato Paul ad accompagnarti da Mike, buona giornata”
urla dalla cucina canticchiando.
Già, Sam si diverte davvero con poco. Vorrei anche io essere così spensierata e vivace, invece tra poco vedrò tutti i miei compagni di classe.
Quando sono stata in ospedale, a parte il mio risveglio, non ho avuto nessuno accanto, nemmeno una visita. Mandy e Paul non si sono fatti vivi, eppure pensavo sarebbero venuti a trovarmi. Almeno loro, certo non mi aspettavo di certo Marta, sicuramente dopo quello che è successo sarà anata in giro a dire qualcosa di cattivo su di me, anche se non mi importa più di tanto.
“Chris, ciao!”
mi volto e vedo Paul arrivare correndo da me, sembra un po' in soggezione, non propriamente a suo agio.
“ciao Paul”
dico nel modo più naurale possibile e ripetendo mentalmente di non iniziare a fare congetture sul suo comportamento. Non voglio farmi problemi inutili, non voglio sapere perchè non è venuto da me in ospedale,se vorrà parlarmene lui sarò contenta di ascoltarlo.
“aspettavi da tanto?”
“no, sono appena uscita di casa”
“bene, allora passiamo da Mike e poi andiamo a scuola?”
“si”
che dialogo!
Ci avviamo silenziosamente da Mike, non vedo l'ora di gustarmi un buon caffè, senza Sam che giudica. Sorrido divertita e aumento il passo, improvvisamente mi sento meglio. Un caffè è quel che ci vuole per iniziare nel migliore dei modi la giornata.
“ciao ragazzi, Chis, come stai?”
chiede da dietro il bancone Mike intento a posizionare in forma piramidale delle ciambelle dall'aspetto delizioso.
“Bene, grazie!”
rispondo sorridendo, mentre Paul in silenzio si limita ad aspettare la solita ordinazione.
Mike, dopo aver trafficato con ciambelle e caffè ci porge il nostro solito menu.
“ecco a voi!”
dice soddisfatto, mentre il mio sorriso pian piano muore lasciando posto ad un'espressione delusa.
“qualcosa non va?”
“il mio caffè?”
chiedo mentre la vocina di Sam inizia a ronzarmi in mente. Qui c'è il suo zampino.
“Oh, ecco … Sam ha detto ...”
sbuffo sconfortata. È davvero riuscita a convincere Mike, deduco di dover dire addio al mio caffè.
“grazie lo stesso”
conoscendo bene Sam, se non vuole che io faccia qualcosa non riuscirò a farla, tanto vale rassegnarsi.
Prendo lo zaino e m'incammino verso l'uscita andando però a scontrarmi contro qualcuno.
“oh, scusami”
sono alquanto perplessa. Questa scena mi è molto familiare. Vedo il succo di mirtilli sparso sulla cammicia del ragazzo che si è anche scusato. Ho quasi timore di vedere nei suoi lineamenti Nigel, ma penso sia impossibile trovarlo qui.
“scusami, non ti ho visto! Guarda che disastro!”
dal bancone prendo dei fazzolettini di carta e inizio a tamponare la sua cammicia bianca, anche se so sche non basterà a togliere le macchie di succo.
“oh, non importa, può capitare!”
Sulle labbra di questo ragazzo si allarga un enorme sorriso, sembra più che compresivo.
“davvero, scusami. Pagherò io la lavanderia...”
Alzando lo sguardo, oltre al suo magnifico sorriso vedo due occhi azzurri con folte e lunghe ciglia fissarmi. Mi sento persa, è un principe? È bellissimo.
“figurati, sei troppo gentile, io mi chiamo Geremy!”
dice improvvisamente porgendomi la mano.
Se un ragazzo di mia conoscenza all'inizio dell'anno si fosse comportato così, forse le cose sarebbero andate meglio.
“sono Chris, piacere”
mi sento quasi in imbarazzo davanti a tanta bellezza.
“scusateci, Chris, faremo tardi a scuola”
s'intromette Paul, prendendomi per mano e trascinandomi via. Ma che gli prende?
“allora ciao, Chris … “
sussurra Geremy al mio passaggio, con un tono molto sensuale.
Che persona gentile, cosa che non si può dire per Paul che continua a tenere stretto fra le sue mani il mio polso.
“Paul, ora puoi lasciarmi andare?”
rallenta il passo, fino a fermarsi e molla la presa.
“ti ho fatto male?”
“no, ma stavo parlando con una persona, che modi sono?”
“avremmo fatto tardi a scuola”
“e da quando ti importa?”
“da quando … senti Chris, volevo solo arrivare in orario ok?”
Ma che razza di risposta è?
“potevi essere più gentile con Geremy”
“prendi già le sue difese? Nemmeno lo conosci!”
“si può sapere che ti prende?”
“siamo solo preoccupati per te”
“così preoccupati che non siete nemmeno venuti a trovarmi”
“penso solo che non dovresti civettare così spudoratamente con uno che nemmeno conosci”
Ma che gli prende? Paul non si è mai comportato così, ed io non stavo civettando.
“io non stavo civettando con nessuno!”
Esclamo convinta. Sarà meglio che Paul si calmi, non ho voglia di litigare con nessuno stamane, tanto meno con Paul.
“andiamo che è meglio”
e con questa frase mette fine alla discussione, io vorrei capire cosa c'è che non va. Dalla festa di Halloween si comporta in modo strano, così come Mandy. Che non mi vogliano più come loro amica?
“Ciao, Paul. Ciao Chris!”
esclama poco entusiasta Mandy.
“ciao ...”
dico senza fermarmi, voglio andare solo in aula. Basta discussioni per oggi.
Nei corridoi sento tante voci sibilare su di me, sull'ospedale e sul bosco. Chissà cosa si è inventata Marta su tutto ciò che è successo, eppure sembrava sincera. Sospiro e continuo a camminare. Inutile farsi il sangue amaro, le persone parlano sempre, prima o poi la smetteranno ed io sarò serena, ma fino ad allora sarà meglio ignorarli.
“ciao Chris! Bentornata!”
esclamano all'unisono Jake e Ted con due raggianti sorrisi. Li saluto con la mano, sono sempr bizzarri, ma almeno sono simpatici.
“sai la novita?”
chiede Jake camminando davanti a me con aria divertita.
“sta zitto, è appena tornata lasciala in pace”
interviene Ted.
Rido leggermente, è così che vorrei che fossero le mie giornate. Tranquille e serene.
“oh, dai Ted! C'è un nuovo studente! Dicono che sia un bel ragazzo, ha già una schiera di ammiratrici!”
Un nuovo studente? Chissà se quando è toccato a me, Jake e Ted ne parlavano come una novità. Sarei proprio curiosa di saer cosa si diceva su di me.
“oh, cavolo faremo tardi a lezione di teatro, muoviti Jake!”
dice Ted dando una pacca sulla spalla del fratello come per smuoverlo.
“ciao Chris!”
urla Jake raggiungendo Ted e perdendosi così nella folla studentesca.
Sorrido, che tipi!
Alzando lo sguardo noto Nigel a qualche metro, sembra fissarmi ed io ricambio lo sguardo.
È strano, un senso di malinconia m'invade e mi desta dall'idea di raggiungerlo. Forse è meglio così, forse è meglio se tutto finisce così.
Sembriamo così distanti, eppure abbiamo passato tanti momenti assieme, belli e brutti, ma sembra che per lui non valgano nulla. Abbasso lo sguardo e riprendo a camminare. Sspiro prima di cadere rovinosamente a terra.
“Harries perdente!”
esclamano dei ragazzi ridendo fra loro.
“grazie”
sibilo fra i denti cercando di rialzarmi.
“ehy, stai bene?”
Mi chiede gentilmente quacuno chinandosi, mostrando il suo volto riconosco quei occhi, quelle labra e quel profumo di mirtilli.
“Geremy!”
esclamo sorpresa.
“ehy, Chris, giusto?”
Sorrido al suo sorriso.
“che ci fai qui?”
gli chiedo alzandomi mentre lui mi sfiora la spalla con una mano.
“sono un nuovo studente, sembra lo sappiano già tutti, qui. Così anche tu frequenti questo istituto?”
“già”
dico imbarazzata. Chissà che avrà pensato di me. Prima verso il succo, poi inciampo. Che disastro!
“sono contento di averti rivista”
sta parlando con me? Lui, un rarissimo esemplare di modello vivente sta parlando con la più maldestra, impacciata e scordinata ragazza della scuola.
“tutto ok?”
interviene con mia grande sorpresa Nigel. Istintivamente mi stringo nelle spalle fissando l'improvvisamente interessante pavimento bianco.
“oh, sì l'ho aiutata a ...”
“è appena tornata a scuola, sta attento idiota”
cosa? Come l'ha chiamato? Ma come si permette? Non me ne rendo nemmeno conto, ma lo schiaffeggio indignata.
“idiota sarai tu!”
Prendo la mano di Geremy e ci allontaniamo velocemente.
“ehy, tutto ok?”
Mi chiede una volta in un angolino tranquillo.
“sì, scusami. Non aveva il diritto di parlarti così!”
sorride leggermente.
“è il tuo ragazzo?”
lo guardo imbarazzata, come gli è venuta in mente un'assurdità simile?
“no, in realtà non lo conosco quasi per nulla”
sento la mano con cui ho colpito Nigel bruciarmi. Non so perchè l'ho fatto, l'ho schiaffeggiato davanti a tutti. Ma che mi è preso?
“grazie per avermi difeso allora”
dice avvicinandosi più del dovuto al mio viso. Ma che fa? Sento il cuore che sta per scoppiare.
Mi guarda intensamente negli occhi e poi sfiora la guancia con le labbra accennando un bacio. Finalmente si allontana, ed io sento le gambe tremare.
“prego, figurati”
rispondo inebetita.
“ora devo andare a lezione, ma ti va se ci vediamo dopo? Sono nuovo di qui e vorrei conoscere un po' la città”
mi prende alla sprovvista, mi sta chiedendo un appuntamento? Non credo … non può essere possibile, non ci conosciamo nemmeno.
“ecco io ...”
“dai, mi faccio perdonare per il succo, alla fine non l'hai nemmeno bevuto! Te ne offro uno io”
che sguardo. Che modi. Come faccio a dirgli di no?
Dopo tutto uscire mi farà sicuramente bene e poi mi va di passare un pomeriggio in compagnia.
“affare fatto! A dopo allora”
Lo saluto e mi dirigo in aula, quasi non mi accorgo che Nigel è dietro me, probabilmente avrà sentito tutta la conversazione, ma che mi importa?
Non vedo l'ora che passi il tempo per arrivare subito al pomeriggio, non so il perchè ma voglio rivedere Geremy, mi mette addosso una scarica di adrenalina pazzesca. Mi fa sentire speciale.
Non faccio altro che scarabocchiare il blocco degli appunti per tutta la lezione che sembra non finire mai, fin quando la campanella che segna l'ora di pranzo mi desta dalla noia soporifera.
“ho trovato la lezione interessante, tu che ne pensi Chris?”
Mi chiede Mandy avvicinandosi al mio banco. Non mi ero accorta che c'erano anche loro a lezione.
“stai bene? Sembri un po' pallida”
nota Paul con voce piatta. Sembra un'automa oggi. Il suo atteggiamento mi da un po' ai nervi.
“non ho seguito molto”
dico prendendo le mie cose per seguirli in mensa svogliata.
“chissà che ci rifilano oggi … le solite polpette al sugo?”
Prova ad indovinare Mandy.
“sono buone le polpette al sugo!”
Ridacchia Paul, ma che discorsi sono?
“tu che ne pensi Chris?”
ci penso su due secondi, ma non mi interessa molto.
“non ho molta fame”
dico guardandomi in giro, magari c'è Geremy, ma senza avere il risultato sperato mi avvio a far la noiosa fila davanti alle vetrine col cibo spaventosament inquietante che ci propinano ogni giorno.
“polpette!”
esclama entusiasta Paul, scatenando l'ilarità di Mandy che ride.
“ehy”
sussurra qualcuno al mio orecchio facendomi sobbalzare.
“ciao”
dico riconoscendo Geremy. Che bello vederlo.
“non ti avevo visto, ti stavo cercando”
Stupida, se continui così sembrerai cotta di lui come una bambina, mi dico mentalmente.
“ascolta, ti va di dividere il pranzo con me? Ho dell'ottimo sushi da mangiare!”
lo guardo perplessa. Lasciare Mandy e Paul così?
“preferisci le polpette?”
sorrido al modo in cui l'ha detto, sarcastico e divertente.
“andiamo!”
così ci ritroviamo in giardino, seduti su una panchina da soli. È strano che qualcuno si porti del sushi come pranzo da casa.
“è molto buono!”
esclamo cercando di non soffocare col riso. I giapponesi non potevano inventare nulla di più buono.Guardo il cielo, mi sento così bene. Leggera e serena, come ho sempre sognato. Geremy è una più che piacevole compagnia, mi piace questo senso di infatuazione precoce che provo, lui sembra così dolce e innocente, anche se i suoi comportamenti maliziosi lo rendono tutt'altro che innocente.
“e così anche tu ti sei trasferita da poco qui?”
chiede guardandomi intensamente. Potrei passare le ore a guardarlo,credo. Beh, forse esagero un po' ma ha uno sguardo molto seducente.
“sì, mia sorella però abita qui da anni”
dico facendo dondolare le gambe come una bambina e fissando un punto sconosciuto. Mi sento in soggezione.
“hai un po' di riso sul viso”
dice avvicinandosi e togliendolo con la mano ne approfitta per accarezzrmi la guancia.
Lo guardo imbarazzata, mi sembra di essere in un film, invece queste cose accadono davvero, e stanno accadendo a me!
“che ne dici di andar via ora?”
mi propone all'improvviso. Saltare la scuola?
“è il tuo primo giorno di scuola e vuoi già saltare le lezioni?”
mi guarda quasi deluso ed io ne approfitto per allontanarmi un po'.
“scusami, non volevo metterti in difficoltà”
mettermi in difficoltà?
“no, è solo che non ho mai saltato le lezioni ...”
però non mi va nemmeno di restare a scuola effettivamente, non dovrei sopportare gli sguardi di Mandy e di Paul sempre accusatori ultimamente e poi non dovrei vedere Nigel. Sarebbe più facile.
“prometti di riportarmi a casa per cena?”
chiedo divertita e complice.
“parola di scout!”
dice alzando tre dita e portandole vicino al cuore con finta aria solenne.
Finito il pranzo, perciò, ci incamminiamo verso il parcheggio dove Geremy ha l'auto. Mi sento strana, un mix di emozioni mi pervadono e mi sento viva.
Paura, curiosità, entusiasmo … mi sembra di sognare.
“Chris ...”
mi volto, sentendomi chiamare. È Nigel che da lontano mi fissa in cagnesco. Lo ignoro e mi accingo a salire in auto.
“Chris!”
Urla camminando verso di noi.
“Penso voglia parlarti ...”
dice Geremy avvicinandosi a me.
Lo so, sto sbagliando. Non dovrei marinare la scuola, ma a Nigel che importa? È l'ultima persona che può preoccuparsi per me, è l'ultima persona che ha il diritto di parlarmi.
“non ho nulla da dirgli”
dico a Geremy entrando in auto. Mi ha stancata. Sto facendo quel che mi ha chiesto lui, ora perchè mi corre dietro?
“scendi subito!”
mi ordina, ignorando Geremy che dal canto suo sta in silenzio.
“che vuoi Nigel?”
chiedo scetica senza guardarlo.
“ti ho detto di scendere!”
sbuffo e incrocio le braccia al petto.
“stiamo andando solo a fare un giro”
“e saltare le lezioni? Che ti prende? Non lo conosci nemmeno e gli permetti di portarti in giro?”
“Penso che la ragazza abbia un cervello per decidere da sola, non credi Preston?”
Sia io che Nigel lo guardiamo interrogativi? Lo conosce già?
“ci conosciamo per caso?”
“no, ma la tua fama ti precede! Il bello e dannato della scuola, si sente ovunque parlare di te. Non hai abbastanza ragazze che ti corrono dietro? Chris sarà liberà di frequentare chi vuole, non credi?”
Wow! Geremy ha esposto esattamente i miei pensieri.
“Chris non è come le altre!”
Esclama Nigel ed io resto sconcertata. Che sta blaterando? Gli sembra il momento di fare una scenata di gelosia? Scendo dall'auto, avverto una certa tensione tra i due e non voglio che le cose si mettano male.
“Adesso ascoltami attentamente Nigel, perchè è l'ultima volta che te lo dico. Io non sono tua! Mi sono stancata dei tuoi continui sbalzi d'umore, prima ti piaccio, poi mi allontani, sei geloso eppure mi tratti sempre con freddezza, non sono il tuo giocattolo! Forse provavo qualcosa per te, ma ora non c'è niente! Mi hai detto di starti alla larga, ricordi? È quello che sto facendo, sei tu che sei sempre tra i piedi!”
mi sento male, mi gira la testa e ho il cuore che sta per scoppiare. Nigel mi fa star male, sempre.
“Chris, smettila, torniamo a scuola!”
dice prendendomi per il polso.
“lasciami!”
che figura sto facendo davanti agli occhi di Geremy? Ecco come rovinare tutto. Ed ecco di chi è la colpa. Sempre e solo di Nigel.
“adesso basta, lasciala andare. Se non erro non siete sentimentalmente legati, lei non ti deve niente!”
s'intromette Geremy. Resto in silenzio. Voglio tornare a casa. Non ho il coraggio di passare il pomeriggio con Geremy dopo questa imbarazzante conversazione. Non voglio nemmeno tornare a scuola. Che vergogna.
“Geremy, sarà per un'altra volta, ora torno a casa, scusami”
mi allontano in silenzio, doveva essere un nuovo inizio questo, invece è sempre tutto uguale. Sempre tutto pesante. Sempre i soliti litigi, le solite scene. Geremy, la novità ora mi odierà o peggio ancora mi riterrà una sfigata come tutto il resto della scuola, ne sono certa e tutto ciò lo devo a Nigel, che decide di diventare geloso nei momenti meno adatti. Ma ormai è finita. Non voglio nemmeno più parlarci con un individuo del genere. Mi sta rendendo la vita impossibile, è solo uno stupido ed egocentrico bamboccio. Lo odio!
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Capitolo 24 *** Capitolo XVIII - Tante emozioni ***
Appena arrivata a casa mi sono chiusa in camera e Sam non ha avuto nulla da ridire. Sono furibonda. Peggio di così non potrebbe andare.
Lo odio, lo odio, lo odio con tutta me stessa!
Sembra volermi rendere la vita un inferno, perchè si è accanito contro me? Perchè mi allontana e poi rompe le uova nel paniere continuamente? Che cosa vuole dimostrare? Chi si crede di essere? Se lo accontento lui sembra non esserlo, se faccio di testa mia si infuria. Perchè? Perchè? Perchè? Continuo a chiedermelo senza trovare una risposta, mentre il cielo lentamente la, aldilà della finestra inizia a divenire più scuro. Sono stanca di pensarci, sbuffo sconfortata appoggiando la testa sul freddo vetro, avrei tanto bisogno di parlare con qualcuno. Mandy … Paul … anche un fantoccio andrebbe bene, ma purtroppo non ha il dono della parola. Che altro gli prende ai miei due migliori amici? Sembra quasi che io sia diventata un peso, sembra quasi che vogliano evitarmi e che anzi, la mia presenza quasi li infastidisca.
Continuo a non capire il perchè di quell'atteggiamento così scontroso e difensivo di Paul e più ci penso, più mi sembra di sprofondare in un gomitolo di lana senza fine.
Basta! Penso mettendomi seduta sul letto.
Da domani si cambia vita, e questa volta sul serio. Per prima cosa devo affrontare Mandy e Paul e poi chiedere scusa a Geremy, solo dopo aver risolto tutto ciò sarò più tranquilla per dedicarmi ad altro, come ignorare Nigel.
Stringo forte il cuscino determinata, prima di scaraventarlo per terra e andare al piano di sotto.
“tutto bene?”
Guardo Sam mentre prepara la cena e sibilo un sì. Perchè rimandare a domani quello che posso fare ora?Paul è il mio vicino di casa posso tranquillamente parlargli ora e mettere subito le cose in chiaro.
“dove vai a quest'ora?”
Chiede immediatamente Sam mentre avanzo un passo. La guardo con fare innocuo e tossisco leggermente per schiarirmi la voce.
“Sam, mentre ero in ospedale, non ti sei mai chiesta perchè ne' Paul e Mandy sono venuti a trovarmi?”
Lei si volta e mi guarda un po' confusa. Ci pensa su prima di rispondermi ed infine afferma:
“non voglio intromettermi Chris, se avrai bisogno sono qui, ma per ora io non voglio saperne nulla”
Ma come? Prima dice che se avrò bisogno lei ci sarà sempre e ora mi dice di cavarmela da sola?
Prima di riprendere a preparare la cena mi rivolge un sorrisino complice.
So bene che devo affrontare i problemi da sola, ma non è nemmeno giusto non darmi nemmeno qualche indizio, alla fine lei e Paul si conoscono da molto tempo e sono sicura che lei avrà saputo qualcosa. Sbuffo, sì, ultimamente sbuffo molto spesso ed esco dalla porta di servizio che da sul giardino di Paul.
“Paul?”
Lo chiamo, tanto so che è n giardino, ci passa la maggior parte del tempo. Sento dei cespugli muoversi e osservando meglio, noto un capellino nero spuntare come un fungo fra gli arbusti.
Rido lievemente, si è proprio Paul.
“ehm, asp...etta...”
mi avvicino divertita e incuriosita, ne avrà combinata un'altra delle sue con qualche pianta strana.
“ma che combini?”
“stavo piantando dei baccelli e non volevo rovinare altre piante, perciò ho trovato un posticino tra le siepi”
dice balzando dai cespugli ricoperto di rametti e terra.
“oh, capisco...”
in realtà trovo Paul un tipo bizzarro, ma simpatico. Non voglio sapere quali esperimenti fa con le sue piante, ma fin quando non lo vedo con radici al posto delle braccia posso stare tranquilla.
“mi cercavi?”
Chiede cercando di ripulirsi ed io annuisco. Mi sento un po' in imbarazzo. Non ho pensato esattamente a che dirgli, non so che parole usare e non vorrei risultare aggressiva.
“ecco, che avevi oggi? Tu e Mandy sembravate strani”
Lo guardo in volto, ma lui a differenza di tutte le altre volte non mi guarda. Ha il capo chino e fissa l'erba del giardino.
“e tu che avevi Chris? Ci hai mollati li in mensa, senza dirci nulla, salutarci o che so io...”
cavolo! Ha ragione, presa da quello che è successo con Geremy e Nigel non ho minimamente pensato a lui e Mandy, in effetti non sono stata molto cortese.
“scusami, è solo che c'era Geremy e poi è arrivato Nigel … non ho avuto tempo di avvisarvi”
“Ultimamente Chris, non hai tempo per nulla. Ultimamente c'è sempre di mezzo Nigel e i tuoi segreti … non parli più con me e Mandy, io … io non ti riconosco più … “
Ma che dice?
“Io ...ecco … “
Merda. Non so come difendermi o scusarmi. Da quando Nigel è entrato nella mia vita, non ho un attimo di tregua, e succedono le cose più strane. Forse avrei dovuto parlarne con i miei amici … perchè non l'ho fatto? Da quando ho iniziato a ignorarli?
Paul ha ragione ed io non me ne sono resa conto fino ad ora.
“è per questo che non siete venuti a trovarmi?”
Sospira.
“no Chris, quando abbiamo saputo che eri stata ricoverata siamo venuti subito, ma appena abbiamo saputo che stavi bene … ecco senza te ho pensato molto a com'era la mia vita prima di incontrarti ...”
lo ascolto in silenzio col cuore che martella nel petto ed una strana e brutta sensazione che mi pervade. Quando la notte si sogna, e pian piano arriva l'alba ed il sogno meraviglio che stai facendo inizia a svanire, non vuoi rendertene conto eppure hai la stessa sensazione. Sai che quel qualcosa di bello sta per finire e non puoi farci nulla, se non sperare che la notte successiva, chiudendo gli occhi sia ancora lì ad aspettarti.
Ma le persone non sono sogni, e non c'è un'inarrestabile alba a minacciare una scomparsa. Nella realtà ci sono solo persone e fatti concreti, ed io sono l'alba dell'amicizia tra me, Paul e Mandy.
Deglutisco, restando rigida e immobile, sperando che quel che penso sia solo un mio timore infondato e che domani Paul ed io andremo assieme a scuola passando da Mike.
“ecco … prima del tuo arrivo non era male la mia vita. Certo con te è stata divertente, ma solo per un po' … con te ci sono solo guai e problemi e sempre e solo Nigel. Scusami Chris, ma dopo tutto a me piaceva essere il Paul che ero, solo col mio giardino. Ed anche Mandy la vede così, tu sarai un tipo da feste e discoteche, ma io e Mandy no … ci abbiamo provato ad entrare nel tuo mondo, ma non è possibile. Siamo troppo diversi e ultimamente la distanza non fa altro che accentuarsi … penso che dovremmo smetterla di frequentarci”
Colpita e affondata.
È così allora? È colpa mia?
Pensandoci bene chi vorrebbe aver a che fare con me? Da quando conosco Paul e Mandy ho sempre vissuto le situazioni più assurde. Continuo a cacciarmi nei guai, ho seri problemi di relazione, lo ammetto eppure, con Megan e Ben questo non era mai successo. Sono sempre stata me stessa con loro, è forse questo il problema? Ho imposto a queste persone il mio modo di vivere confuso e sempre pieno di guai? Mandy era una ragazza tranquilla che si è ritrovata in una rissa con le cheer leader che tanto temeva e da cui stava alla larga e Paul invece si è ritrovato a far da baby sitter a me, sempre e solo guai. Non vorrei essere amica di una ragazza che per star bene scappa nel bosco a piangere e che si ritrova in ospedale morta, non vorrei essere amica di una ragazza che attira a se solo problemi e nient'altro.
“scusami”
riesco solo a dire questo, prima di andare via. E lui non fa nulla per farmi pensare che qualcosa può cambiare. Sono ormai quattro mesi che vivo qui a Dallas è questo è quello che sono riuscita a combinare. Sconvolgere la vita delle persone che ho conosciuto.
Mi sento così sola, sono così triste e la colpa è solo ed unicamente mia.
“è successo qualcosa con Paul?”
chiede Sam durante la cena. La guardo, che anche lei pensi le stesse cose di Paul? Solo perchè è mia sorella non vuol dire che debba trattarmi con riguardi, voglio anche da lei la verità.
“Sam, sono una cattiva persona?”
Mi guarda stupita lasciando la forchetta a mezz'aria.
“che ti salta in mente?”
Sorride scettica, eppure nei suoi occhi vedo il timore di una risposta che no n vuole darmi.
“io e Paul abbiamo parlato e da quando sono qui, non ho fatto altro che sconvolgere la sua vita e quella di Mandy. Entrambi non vogliono più aver a che fare con me. Sono una cattiva persona? Lo pensi anche tu Sam?”
scuote la testa e chiude gli occhi.
“stupida, come puoi pensare una cosa simile? Tu sei sempre tu Chris, e Paul e Mandy sbagliano a voler tagliare i ponti con te. Certo da quando sei qui la mia vita è cambiata. Sono sempre preoccupata per te, la mattina quando mi sveglio non so cosa capiterà e ho paura di fare qualcosa di sbagliato, ma solo perchè ti voglio bene e mi preoccupo per te. Da quando sei qui, hai solo cambiato le cose in meglio per me. Mi sento meno sola e sono con la mia sorellina. Sei una splendida persona Chris, certo, ti cacci spesso nei guai e non sorridi mai, ma solo perchè ti accolli il peso del mondo e le preoccupazioni di tutti. Quando Bene e Megan sono venuti a trovarti ho pensato che saresti stata diversa da quel che mi avevi fatto vedere. Ed invece ti sei solo preoccupata per loro e per come avrebbero accettato o meno la nuova te. E parliamo anche di quel ragazzo che hai fatto dormire qui … Nigel giusto?”
Spalanco gli occhi stupita. E lei come fa a saperlo? Non dormiva?
“noi mamme sappiamo sempre tutto mia cara!”
dice con aria fiera e un sorrisino furbo stampato in volto che poi svanisce per lasciar posto alla serietà.
“ho fatto finta di nulla, perchè mi fido di te! Hai passato tutta la sera a confortarlo Chris, chi lo farebbe? Non è una cosa da poco, ma a te viene così naturale aiutare il prossimo, anche se ci vai di mezzo tu per prima”
Davvero Sam pensa questo di me?
“lo so che per te no è facile vivere qui, ed io non ti sono d'aiuto nelle mie condizioni e mi spiace tanto. Vorrei essere più presente, ascoltarti di più e quando vorrai parlarmi sappi che sono sempre qui. Lo so che hai difficoltà ad esprimere i tuoi sentimenti, ma hai solo diciassette anni tesoro, hai bisogno di sfogarti ogni tanto!”
Sorride e allarga le braccia, non la faccio aspettare oltre e corro da lei regalandole un abbraccio.
La stringo forte fra le mie braccia.
Le sue parole mi hanno davvero rincuorata. Certo non sono una persona così meravigliosa come ha detto lei, ma mi ha fatta sentire meglio e sono pronta per affrontare una nuova giornata.
“Christine Harries!!!”
esclama a gran voce Pacey vedendomi arrivare a scuola e abbracciandomi in modo appiccicoso.
“buon giorno”
dico un po' imbarazzata, vedendo Paul e Mandy che si avviano all'interno dell'edificio assieme.
Magari la nostra amicizia è finita, ma loro due si son trovati. Sospiro e sorrido appena nel vederli allontanarsi.
“Allora? Come stai? Non ci siamo più visti da quel giorno in mensa!”
come mai Pacey è così entusiasta di prima mattina?
“sto bene grazie, potresti ecco allontanarti un po', mi soffochi se continui a stringermi così forte”
dico cercando di levarmelo di dosso. Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
“scusa, scusa!”
finalmente molla la presa, ma la nostra attenzione è attirata da vari gridolini e urletti provenienti dal cancello di ingresso.
“ma che succede?”
Chiede Pacey avvicinandosi incuriosito ed anche io lo imito.
Vedo solo due occhi blu che mi fissano, contornati da folte ciglia e un sorriso super seducente venirmi incontro. È Geremy.
Anche io urlerei dall'emozione nel vederlo. Oggi sembra ancora più bello, vestito in modo molto elegante non esattamente adatto per seguire le lezioni, ma ecco … sta da dio!
“Ciao Chris!”
dice raggiante fermandosi a pochi passi da me.
Cala il silenzio attorno e sento gli sguardi assassini delle ragazze che Geremy ha snobbato per venire a salutarmi, che dolce.
“buon giorno Geremy … “
Dico imbarazzata, ma cerco di non darlo a vedere.
“lo conosci Chris?
Annuisco con un sorriso ebete stampato in faccia, mi sento un'idiota, ma non riesco a smettere di sorridere. Non so come sia possibile, ma appena vedo Geremy il mio modo di vedere le cose cambia e il mondo sembra un meraviglioso strato di zucchero rosa e nuvole di panna. Poi improvvisamente ripenso a quello che è accaduto il pomeriggio precedente e mi rabbuio.
“volevo chiederti scusa per ieri pomeriggio … “
Chissà cosa avrà pensato di me, magari non gli piaccio … o meglio non mi trova più di piacevole compagnia.
“oh, figurati. Però oggi non scappi, ok? Ti devo un succo di mirtilli!”
esclama entusiasta facendo tornare il sorriso sulle mie labbra. Che gioia! Non è arrabbiato con me!
“cosa ti andrebbe di fare nel pomeriggio?”
Chiedo entusiasta mentre ci incamminiamo verso le aule.
“uhm … vediamo … ti va una cioccolata calda? Poi se ti va possiamo vedere un film!”
Che bell'idea! Mi piacerebbe molto, ma lui …
“non avevi detto che volevi fare un giro in città?”
“ah, perdonami!”
dice fermandomi e mettendosi esattamente davanti a me. Non capisco subito, ma le sue intenzioni sembrano chiare quando mi prende dolcemente la mano.
“ti va di uscire con me?”
mi chiede in modo un po' teatrale ma efficace ed io sprofondando nell'imbarazzo più completo non faccio altro che annuire in silenzio.
Un appuntamento? Un vero appuntamento? Con un ragazzo del tutto normale? Non ci credo!
Che finalmente sia riuscita ad intraprendere la strada per una vita normale?
Per tutto il resto della giornata vivo in un mondo fatato con tante piccole e dolci farfalle che svolazzano qua e la graziosamente. Non vedo l'ora di vedere Geremy! Chissà cosa faremo di divertente!?
Vorrei urlare dalla contentezza!
Noto gli sguardi di Mandy e Paul un po' irritati, capisco che forse mostrarmi così contenta e serena non è il massimo dopo aver praticamente messo fine alla nostra amicizia, così cerco di contenermi il più possibile.
L'appuntamento è fissato per le sette, Geremy ha insistito così tanto per venire a prendermi che alla fine ho dovuto accettare, ma a dire il vero non mi va molto a genio che Paul e Sam vedano Geremy, ma ormai è fatta.
Non so come vestirmi in queste occasioni, Quando ero la ragazza di Ben in realtà c'era Megan che si occupava di acconciarmi per qualche e rara serata galante. Non mi sono mai posta il problema di vestirmi in un certo modo per un appuntamento. Ci penso su tutto il pomeriggio, ma alla fine opto per un paio di jeans e una maglietta beige abbastanza sobria. Sciolgo i capelli per darmi un'aria un po' adulta e sono pronta.
Sento il clacson di un'auto suonare dal vialetto e istintivamente controllo l'orologio. Le sette in punto. Scendo di corsa dal piano superiore, ma vengo stoppata da Sam.
“Chris, sta calma. Non farti vedere ansiosa o agitata o farai la figura di chi on ha mai avuto un appuntamento!”
La guardo con ovvietà, effettivamente, tranne Ben, non ho mai avuto un appuntamento e Ben lo conosco praticamente da quando siamo bambini, ma comunque il suo consiglio è prezioso. Non voglio farmi vedere agitata fragile e frettolosa. Faccio un profondo respiro e sorridendo a Sam apro la porta d'ingresso.
“ehy!”
lo saluto avvampando.
“ciao Chris!”
dice lui allungandosi in un bacio casto sulla guancia, cogliendomi impreparata.
“lei è mia sorella Sam!”
dico indicandola e lei senza farsi pregare fa curiosa capolino dietro di me con un sorrisino gigante.
“piacere di conoscerla”
“piacere mio!”
Cala un velato ed impalpabile imbarazzo e ne approfitto per salutare Sam e dirigermi seguita da Geremy vicino all'auto.
“tua sorella sembra una bella persona”
Sorrido per tutta risposta e metto la cintura.
“hai fame? Avrei prenotato un tavolo in un ristorante!”
sgrano gli occhi. Addirittura prenotare un tavolo? Sono in jeans e maglietta, non penso sia l'abbigliamento adatto per andare a cena in un ristorante. Non è un po' esagerato?
“ma, non sono vestita in modo adatto”
dico imbarazzata, anche se in verità stento a crederci.
“non importa Chris, sta tranquilla! Ho richiesto esplicitamente del succo di mirtilli, te lo avevo promesso”
Sorride facendomi l'occhiolino e io accetto sorridendo molto lentamente e cercando di mantenere la tensione sotto controllo.
Io, Chris Harries, sto andando a cena con un bellissimo ragazzo, conteso tra tante ma che sembra aver occhi solo per me, non ci credo. Se Sam sapesse cosa ha organizzato Geremy questa sera farebbe i salti di gioia assieme a me, ne sono sicura!
Perciò, come pattuito, ci rechiamo al ristorante.
La scritta “Lavendeu” compare imponente dopo qualche casa del centro di Dallas, non l'avevo mai notato prima, forse perchè fino ad ora non ho mai avuto la necessità di conoscere luoghi costosi e raffinati. Geremy si comporta in modo elegante e gentile per tutta la sera, anche se è molto gentile e amichevole mi sento sempre in continua soggezione e non riesco ad adattarmi a tutto ciò. Sono una ragazza da un hot dog e cola,non proprio da ristoranti francesi, ma comunque la serata passa divinamente.
“cosa ti va di fare?”
Mi chiede una volta finita la cena, ormai è quasi mezza notte. Non ho idea di cosa si possa fare, ma non voglio tornare subito a casa, ho voglia di camminare, voglio passeggiare per i viali alberati e sentire il vento novembrino accarezzarmi la pelle.
Corro per il viale che si allunga davanti a noi e Geremy mi insegue sorridendo.
È davvero una splendida serata, mi sento così bene e leggera, senza preoccupazioni.
Corriamo mentre le nostre risa si perdono nel vento fin quando non ci fermiamo sotto un lampione.
“ti stai divertendo?”
Mi chiede cercando di riprendere fiato.
Rido nel vederlo così e annuisco.
“è da tanto che non passavo una serata così divertente sai?”
Metto le braccia dietro la schiena appoggiandomi al lampione e seguo con gli occhi Geremy che si avvicina sorridendo.
Penso di aver recuperato con Geremy tutti i sorrisi che non ho fatto da quando sono qui. È solo un attimo, è solo quel gesto a far morire tutte le belle sensazioni che ho provato per tutta la serata. Geremy avanza un passo in più rispetto a quello che mi aspettavo e avvicina sempre più il suo viso al mio. Ciò mi turba ancor di più quando mette la sua mano sul mio viso accarezzandomi e avvicinandomi al suo. Devo cercare di mantenere il controllo, dopo tutto son cose che devo aspettarmi a fine serata, non c'è nulla di male. Sono una ragazza, sono uscita con un ragazzo che mi piace molto ed ora arriva la parte più bella della serata, va tutto bene Chris, è tutto normale. Ma allora perchè mi sembra di star per commettere un errore? Perchè tutto il mio corpo vuole sottrarsi a questo bacio che pare più una punizione?
Cerco di diventare un tutt'uno col lampione senza riuscirci e quando sono praticamente ridotta ad una piadina e le intenzioni di Geremy sono ormai evidenti mi decido a parlare.
“che vuoi fare?”
Mi guarda un po' smarrito, ma non si allontana minimamente.
“baciarti”
Questa scena, l'ho già vissuta. Lui si avvicina sempre più. No, non voglio. Giro la testa all'ultimo, lasciando che mi baci sulla guancia e inizio a tremare.
“tutto ok?”
chiudo gli occhi. Che figura ho fatto? Che cos'ho che non va?
“Chris?”
che vergogna! Come faccio ora a vederlo in volto?
“Chris, tutto ok? Stai tremando, non ti senti bene?”
Geremy mi scuote un po' e riapro gli occhi senza rendermi conto di aver iniziato a piangere.
“Che succede piccola?”
Nigel. Ecco cosa c'è. È successa la stessa cosa con Nigel tempo fa. Baciare un altro ragazzo mi sembra un tradimento. Anche se non sono mai stata con lui, Nigel è speciale. Per quanto lo detesti per ciò che mi fa passare, ora io non me la sento.
“scusami, non so cosa mi sia preso … “
Mento tenendo lo sguardo basso. Come posso dirgli che non posso baciarlo perchè ho in testa ancora Nigel?
“se non ti senti bene ti riaccompagno a casa, ok?”
“grazie mille … scusami”
Geremy sembra essere molto comprensivo e sempre con un sorriso sulle labbra mi riaccompagna a casa. Lo saluto sul vialetto ed entro in veranda. Mi sento vuota … stavo per commettere un errore che difficilmente mi sarei perdonata. Scoprire che Nigel mi piace ancora, fino a tal punto mi ha sconvolta, pensavo fosse solo una cotta leggera ed invece non riesco a togliermelo dalla testa.
Cosa avrà di speciale quel ragazzo? Cos'è che mi ha condannata al suo fascino? Non riesco a concepire come un ragazzo possa pervadermi così tanto da lasciare un segno indelebile in me.
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Capitolo 25 *** Capitolo XX - L'Agguato ***
Quella è stata l'ultima volta che ho parlato con Nigel. Di rado lo vedo nei corridoi e quando ciò accade, sembra freddo e distante, quasi perso nel suo mondo. Non so se sia stata la mia risposta o l'averlo lasciato andare, ma a quanto pare la pietra “fine” è caduta sulla nostra amicizia in modo definitivo. D'altra parte con Geremy la situazione è evoluta in modo particolare. Negli ultimi giorni è sempre presente, e quando dico sempre intendo sempre. Non so cosa gli frulli in mente, ma è ovunque e mi segue ovunque. Non lo fa in modo opprimente, anzi è sempre lì col sorriso e “per caso” si trova sempre nei posti che frequento. Anche se ormai non ne frequento molti. Con Paul e Mandy la situazione è del tutto ferma, ogni tanto capita che mi sorridano, noto in mensa Mandy guardarmi da lontano, ma non capisco il suo sguardo. Sembra freddo e malinconico al contempo. Che si stia trasformando in un Nigel anche lei? A casa Sam è sempre più nervosa. Ormai manca poco alla nascita del bambino, ma continua ad ignorarmi anche lei, cosa ho fatto per essere trattata in questo modo da tutti?
“stasera hai da fare?”
alzo lo sguardo svogliata. Sono nel giardino della scuola, seduta su una delle splendide panchine in ferro battuto. Gli alberi hanno perso ormai tutte le foglie e l'aria invernale sferza la pelle con violenza.
“nulla di particolare, hai in mente qualcosa?”
“vorresti venire a casa mia?”
Geremy e le sue proposte indecenti. Oppure sono io che mi faccio viaggi strani?
“non saprei… “
“se non hai nulla da fare, perchè no? Mi hai detto che con Sam le cose non vanno bene, no? Magari restare fuori casa tutto il giorno ti farebbe bene!”
Già, Sam… non ha tutti i torti in effetti. E poi sono curiosa di vedere la casa di Geremy. Non so cosa siamo ma le intenzioni sono chiare da entrambe le parti. E prima o poi devo decidermi a fare una scelta.
“va bene!”
esclamo, quasi entusiasta. Magari Geremy riuscirà a spazzare via questa malinconia.
Provo a chiamare Sam, ma risponde la segreteria telefonica e a casa non risponde nessuno. Proverò più tardi. Entro in auto di Geremy, come concordato ai giardini, alla fine delle lezioni. Lui sembra sicuro di sè e anche un po' euforico, un atteggiamento abbastanza ambiguo. Chissà cosa ha in mente.
“con chi vivi?”
Gli chiedo. Mi rendo conto solo ora di non sapere nulla di lui e della sua vita. So quel che mi ha raccontato, che praticamente non è nulla. È un nuovo studente trasferitosi a Dallas da chissà dove e basta. In effetti non abbiamo mai parlato di lui, ma sempre di cose futili, per così dire. Di tematiche banali e mai personali, almeno non da parte sua. Io invece mi sono lasciata andare raccontandogli tutto della mia vita. Ma va bene così? Va bene confidarsi con una persona della quale non si sa nulla?
“prima di partire, metti questa e dimmi se vedi qualcosa”
mi porge una benda nera da mettere sugli occhi. Che gioco è? E anche se è un gioco non mi piace.
“perchè dovrei metterla?”
“è una sorpresa! Non voglio che tu la veda mentre percorriamo la strada, avanti! Mettila!”
il modo in cui ha esclamato “mettila” non mi è piaciuto per nulla. Sembrava quasi un ordine che un incoraggiamento. D'un tratto non sono più così sicura di voler passare la serata con Geremy, non sono nemmeno sicura sull'affidabilità di questa persona.
“non mi sento molto bene, forse dovrei tornare a casa. Ci vediamo domani, ok?”
sorriso finto e pronta ad andare via. Ho una strana sensazione. Questo ragazzo è piombato nella mia vita da un giorno all'altro senza un motivo apparente. Mi ha affascinata subito è vero, ma può essere possibile tutto ciò? Può crearsi una determinata alchimia con pochi sguardi in un lasso di tempo così breve? Ed io, perchè non ci ho pensato prima?
“ehy, che ti prende?”
lo guardo per qualche secondo e sorridendo gli dico che ho solo cambiato idea, ma nel suo sguardo c'è qualcosa di strano. Mi afferra il polso sporgendosi sul sedile del passeggero con determinazione e tira verso di sé. In bilico quasi cado e faccio che rientrare in auto.
“Geremy, che hai?”
sorride beffardo con un ghigno che non promette nulla di buono e mette in moto l'auto bloccando la sicura degli sportelli.
Tutto ciò non va bene, tutto ciò non va affatto bene.
“mi sono stancato di giocare con te. Ti ho dato del tempo, ma continui a far finta di nulla, ora si fa a modo mio!”
ma di cosa sta parlando?
“si può sapere cosa stai farneticando? Non ti ho mai visto così, è successo qualcosa?”
“sei una ragazza interessante Chris, capisco perchè Nigel è così protettivo con te... se fai la brava andrà tutto bene!”
è completamente fuori di testa. Voglio scendere. Non so che intenzioni abbia ma il suo atteggiamento non mi piace e perchè diavolo devo sempre incontrare qualcuno che abbia a che fare con Nigel?
Provo ad aprire la portiera senza riuscirci mentre l'ansia inizia a crescere in me.
“sta ferma Chris!”
Urla guardandomi e ho come l'impressione che i suoi occhi siano rossi, rossi come quelli che ho visto a Nigel. Che ha a che fare Geremy con Nigel? Che hanno in comune? E perchè Nigel non mi ha mai avvisata?
“lasciami scendere Geremy, non mi piace il tuo comportamento, mi fai paura”
ride tornando a guardare la strada per poi colpirmi improvvisamente.
Perdo i sensi e tutto diviene oscuro.
“perchè l'hai portata qui? È rischioso!”
“non ci ho pensato e comunque non capirà nulla”
“se il piano dovesse fallire, sarai in grossi guai ed io non ci sarò”
dove sono? Conosco questa voce, l'ho già sentita. Provo a mettere a fuoco le due figure davanti a me, ma sembra tutto confuso. Ho un gran mal di testa e la stanza gira. Fa freddo qui, siamo all'aperto? Un casolare abbandonato? Dall'odore sembrerebbe di sì.
“Geremy...”
sussurro cercando di alzarmi.
“ti sei svegliata eh?”
Si avvicina sorridendomi. Forse sono io intontita, ma sembra divertito.
“dove siamo?”
“dove nessuno potrà disturbarci!”
Mi aiuta ad alzarmi tenendomi stretta a lui.
“vi lascio soli”
dice l'uomo di prima allontanandosi ed in lui riconosco le sembianze di Gabriel. Ma che ci fa qui?
“bene, bene. Siamo soli mia dolce e piccola Chris!”
Mi accarezza il viso e cerco di evitare il contatto. Ho paura e non voglio che mi tocchi. Con che diritto lo fa?
“si può sapere che ti prende? Perchè mi hai portata qui? Cosa vuoi d me?”
ci spostiamo in una stanza più piccola, sembra una vecchia fattoria questo luogo. C'è odore di fieno e attorno ci sono attrezzi per la cura dei campi e degli animali.
“fa la brava e andrà tutto bene!”
Non mi reggo in piedi e sono costretta a sorreggermi a lui che mi adagia su un letto imbottito di paglia. Non riesco a far nulla, mi sento debole e stordita.
“Geremy, che ti prende? Siamo amici no? Perchè vuoi farmi del male?
“amici? Da quando siamo amici? Sei davvero ottusa”
si siede accanto a me, guardandomi con l'aria superiore. Con l'aria di uno che ha vinto. Ma cosa?
Non è una gara.
“Non siamo mai stati amici. Credevo sarebbe stato difficile avvicinarti, invece sei cascata nella mia trappola come una sciocca”
“di che stai parlando? Perchè mi hai portata qui? Voglio tornare a casa!”
poggia un dito sulle mie labbra per zittirmi. Mi sta dando ai nervi con queste mani da super uomo.
Cerco di reagire spingendolo via e quando cade per terra cerco di alzarmi e scappare. Certo le mie gambe potrebbero anche per una volta collaborare, ma sembra chiedere troppo. Sono intorpidite e dopo pochi passi cado per terra.
“combattiva eh?”
sentenzia lui sempre con quel tono divertito mentre cerco di allontanarmi strisciando come un serpente molto goffo.
Lui è più veloce di me e in un attimo mi è sopra.
“sta calma! Perchè vuoi scappare da me?”
inutile cercare di combattere, non ci riesco e come un sacco di patate mi prende in braccio con facilità riportandomi sul letto.
Mi mette supina mettendosi su di me e inizia a legarmi le mani e poi i piedi.
“smettila, non sei divertente!”
Urlo iniziando a piangere.
“non ti ho fatto nulla di male, perchè mi fai questo?”
“perchè ti muovi troppo per i mie gusti piccola, vedrai che ti piacerà!”
mi gira, in modo da poterlo vedere in volto e inizia a togliersi la camicia.
Cavolo! Non sta scherzando. Vuole davvero arrivare fino in fondo. Non voglio. Non voglio che mi tocchi. Non voglio fare nulla con lui.
Sbottona lentamente la mia camicetta bianca fregandosene altamente delle mie suppliche, sembra concentrato in quello che fa e ancora i suoi occhi diventano rossi sempre più.
Mi fa schifo il modo in cui mi tocca, è sporco e lurido. Innaturale. Sembro un oggetto nelle sue mani, non mi tratta da essere umano. È attratto solo da quello che fa. Ho paura, non voglio.
“parliamone, non c'è bisogno di arrivare a questo”
mi guarda per un'istante sembra incuriosito.
“di cosa vorresti parlare?”
sfiora il mio addome, sembra quasi in estasi.
“perchè lo fai? Se mi vuoi possiamo frequentarci, fare le cose per gradi no?”
ride. Che cazzo ha da ridere?
“ti voglio solo in questo modo, non mi interessi. Ti trovo noiosa Chris, ti ho sempre trovata noiosa. Fai discorsi così banali, sei così semplice, futile. Non capisco cosa ci trovi Nigel in te, cos'hai di speciale? Cos'hai di diverso dagli altri?”
Ancora con questo discorso? Cosa centra Nigel?
“devo ammettere però che il principino ha gusto! Sei banale ma carina. Passiamo all'altra parte?”
Dice con malizia sfiorando il bordo dei jeans.
Cosa posso fare? Cosa posso inventarmi per scampare a questa situazione?
“Nigel si arrabbierà molto se sapesse cosa hai intenzione di farmi”
“ah si? È proprio il mio scopo!”
dannazione! Sono in trappola. Questa volta finisce male. Questa volta finisce davvero male!
“Non sai chi sia Nigel in realtà, vero?”
No, ed ora non mi interessa. Voglio solo andare via da qui e mandarti al diavolo, penso.
“io e Nigel siamo per così dire amici di infanzia. Forse sarebbe meglio dire rivali. A lui piacciono delle cose e a me altre, come per esempio questa”
estrae un vecchio pugnale arrugginito.
“di solito non lo faccio, ma hai presente il mito del sacrificio? Ecco, tu sei il mio sacrificio!”
“Geremy, che dici? Non fare cazzate e lasciami andare! Non lo dirò a nessuno, te lo prometto!”
Questo vuole uccidermi. Altro che super ragazzo attraente. Uno psicopatico omicida ecco cos'è Geremy.
“parli un po' troppo per i mie gusti!”
mi schiaffeggia. Sto male. Sam aveva ragione ad arrabbiarsi così tanto con me e Paul e Mandy, come biasimarli? Loro hanno capito subito che sono una calamita per i guai e le persone poco per bene. Ed ora son qui, in un casolare abbandonato con un sadico sessuale.
Un rumore dalla stanza accanto attira la nostra attenzione. Che ci sia qualcuno? Che abbia ancora la possibilità di salvarmi?
Geremy emette una specie di ringhio e i suoi occhi diventano completamente neri.
“ora basta scherzare”
sussurra con una voce del tutto nuova. Una voce quasi inumana. Ed anche il suo volto sembra corrugato.
“abbiamo visite meglio fare in fretta”
si alza in piedi ed impugna la lama con entrambe le mani.
Chiudo gli occhi. Se deve uccidermi non voglio vederlo.
Chiedo scusa a tutti, chiedo scusa a Sam, ai miei amici e alla mamma, per non esser stata la ragazza perfetta, la figlia perfetta, l'amica perfetta e la sorella perfetta. Chiedo scusa per essermi cacciata sempre nei guai e per non aver mai seguito i consigli.
Sento la lama tagliare la pelle, il dolore è immenso, ma non mi ha colpito come mi aspettavo. Ha preso il fianco. Apro gli occhi e Geremy sembra stupito.
“si può sapere chi sei?”
lo guardo impaurita e confusa, che intende?
“lasciami andare, per favore”
Ancora un rumore. E poi ne seguono altri. C'è davvero qualcuno.
Insospettito Geremy si alza, tenendo sempre il pugnale ben saldo nella mano.
Provo a muovermi, cazzo se fa male.
“Chris...!”
questa voce. Paul!
“Chris, sono qui!”
mi guardo attorno, non riesco a vederlo subito, ma poi vedo una mano sbucare da una piccola fessura. Eccolo. Che ci fa qui?
“Paul... va via!”
sussurro per non farmi sentire da Geremy. È pazzo, potrebbe farsi male anche lui.
“ti cacci sempre nei guai eh? Ora ti porto via!”
si avvicina al letto ed inizia a liberarmi. Sono così contenta di vederlo.
“sei ferita, dobbiamo andare via Chris”
“non credo proprio!”
Geremy si presenta dietro le spalle di Paul.
“noi crediamo di si!”
Geremy cade per terra tramortito e dietro di lui fanno capolino Jake e Ted.
Ma che succede? Che ci fanno qui anche loro?
“visto? L'unione fa la forza Chris! Andiamo!”
Paul mi aiuta ad alzarmi, è fantastico. I miei amici sono fantastici!
Usciamo dal casolare, voglio restare sveglia, non voglio svenire. Voglio sapere perchè sono qui,come hanno fatto a trovarmi.
“dove accidenti è Mandy?!”
cosa? C'è anche lei?
“era dietro di noi Paul, era sicuramente dietro di noi!”
esclama Ted preoccupato. Oh, no. Ho la brutta impressione che l'abbia presa Geremy.
“Chris, aspettaci in auto”
“oh, Chris non vi aspetta da nessuna parte!”
è Geremy, che ha in ostaggio Mandy. Le punta la lama alla gola e sembra più arrabbiato che mai.
Si può sapere che diavolo vuole da me?
“lasciala subito!”
urla Paul, mettendosi sulla difensiva.
Tutto questo non può essere reale vero? Sto solo sognando vero?
“barattiamo. Lei...”
dice indicandomi.
“per la vostra amica”
guarda Mandy e poi la bacia sulla fronte. Ha paura, il suo viso non lo nasconde ed è tutta colpa mia. Geremy è capace di farle del male se Paul o gli altri accennano anche solo un passo.
“va bene, ok... lasciala andare!”
sussurro a malapena. Le forze mi stanno abbandonando completamente. Sto perdendo sangue dalla ferita e prima le mie condizioni non erano ottimali. Avanzo verso Geremy e quando sono abbastanza lontana da Paul e gli altri lui lascia andare Mandy.
“brava piccola!”
tende la mano verso me, mi sento strana. Quasi come se fossi attratta da lui. Come se fossi un ago e lui la calamita.
Mi guarda insistentemente negli occhi e tutto ciò che ci circonda all'improvviso scompare. Non ci sono più Paul e Mandy. Non c'è più l'erba e il casolare. Tutto è avvolto dalla nebbia e ci siamo solo io e Geremy. Mi sento fluttuare, sono così leggera e non ho più dolore. Non ho più pensieri.
Geremy sembra quasi rassicurante. Mi sembra di aver trovato la pace. La mia testa è completamente vuota. Non ci sono più pensieri, preoccupazioni. Non c'è più nulla.
“vieni da me”
sussurra con la voce gentile di sempre. È vicino, posso quasi sfiorarlo ed ho tanto sonno.
Mi abbraccia con forza affondando la testa fra i miei capelli.
“brava piccola, ora devi solo accettarmi”
l'abbraccio si fa più stretto. Sento come se i nostri corpi si stessero fondendo. Sento Geremy pervadermi lentamente e più la sua presenza si fa forte, più perdo la mia identità. Sento distruggere tutti i miei ricordi ed il mio corpo. È come se non fossi mai esistita.
Questo è solo un sogno. È così irreale e reale però.
“devi accettarmi di più”
continua a sussurrare con voce suadente al mio orecchio. I nostri corpi sembrano nudi, denudati da ogni maschera e condizione. Voglio guardarlo in volto. Apro lentamente gli occhi e lui alza il viso.
È bellissimo, come la prima volta che l'ho visto. Peccato per il suo viso malinconico. Riuscirò a farlo sorridere prima o poi?
“Nigel”
sussurro senza volerlo e nel momento in cui lo dico l'atmosfera cessa. Il volto che ho davanti non è quello di Nigel, è quello di un mostro. La nebbia si trasforma in raffica attorno a noi e spazza violentemente via la quiete che poco fa ci regnava. No, non è un sogno. È un incubo. Un bruttissimo incubo.
“dannazione! Com'è possibile?”
urla arrabbiato Geremy che di umano non ha ormai più nulla. Il suo volto è ricoperto di vene nere pulsanti ed i suoi occhi... i suoi occhi non hanno più palpebre e più iride. Sono completamente neri.
Sento il sangue sgorgare ancora dalla ferita al fianco. È tutto reale, non è un sogno.
Mi desto dal torpore e cerco di sciogliere l'abbraccio.
Lui si avventa su di me, cadiamo per terra e senza perdere nemmeno un istante affonda la sua mano nel mio petto. Entra nella mia pelle, è proprio dentro di me. Una strana luce bianca mi avvolge e sembra corrodere la pelle di Geremy che sembra soffrire per il dolore.
Non riesco più a parlare. Non riesco più a muovermi. Non sento nemmeno più il mio corpo. Solo una grande mano che stringe il mio cuore.
È possibile una cosa del genere? È davvero possibile?
Esistono davvero i mostri di cui aver paura? Lui, lui non è umano. Sembra un mostro. Un demone.
“lasciala subito”
Dal muro di vento che ci circonda appare Nigel. Calmo e freddo come al solito.
“Tu!”
ringhia Geremy.
“lei è mia!”
sussurra Nigel scandendo per bene le parole.
“lasciala subito!”
la stretta attorno al cuore si fa più salda. Rantolo.
“quello resta lì!”
Improvvisamente Nigel è dietro Geremy e punta il suo stesso pugnale alla gola.
“io non lo farei principino. Una sola mossa e lei muore!”
“una sola mossa e tu sei morto”
non capisco il senso dei loro discorsi. Perchè continuano a chiamare Nigel principino?
Perchè Geremy sembra temerlo? E perchè Paul e gli altri non ci sono e Nigel sì?
“ragazzi calma! Nigel, che ci fai qui?”
Un uomo. Un uomo avvolto da delle piume. Che ci fa qui un angelo?
Sono morta senza accorgermene?
“lo sai che sta infrangendo le regole Gabriel!”
è Gabriel? Ma che succede?
“mi spiace Geremy. Il principino ha ragione, dei venire con me!”
Poggia una mano sulla spalla di Geremy che sembra rassegnato. La presa sul mio cuore s'indebolisce sempre di più fino a sparire del tutto.
“stai correndo un bel rischio Nigel, sicuro che ne valga la pena?”
Gabriel sparisce assieme a Geremy e tutto sembra tornare alla realtà. La nebbia scompare e tutto torna come prima. Siamo nel casolare. Riprendo a fatica a respirare e il dolore che fino ad ora non sentivo scoppia nel mio corpo.
“ehy, Chris...”
si china su di me accarezzandomi la fronte. Non penso di riuscire a muovermi.
“non mi sento molto bene”
sussurro. Sono davvero stremata. Debole e confusa. Non so cosa sia successo ma non voglio pensaci ora. Voglio solo tornare a casa.
Si passa un dito sul labbro che prende a sanguinare. Non capisco. Che sta facendo?
Si china e mi bacia. Sento il sapore del sangue, che cavolo fa?!
“non ti ricorderai nulla, tranquilla. Mi hai fatto spaventare Chris, ti cacci sempre nei guai ed ogni volta, anche se non mi sopporti, mi evochi quando sei in pericolo. Quando capirai che provo qualcosa per te? E per te sto rischiando tutto. Geremy aveva ragione. Hai qualcosa di speciale.”
Non capisco i suoi discorsi. Non capisco cosa voglia dire. Vorrei domandargli tante cose, ma la vista si offusca fino a diventare tutto completamente buio.
“svegliati! Farai tardi a scuola!”
è la voce di Sam! Apro gli occhi sbadigliando. Sono in camera mia. Com'è possibile? Ero nel... nel... ero da qualche parte, ma non mi ricordo. Mi alzo dolorante, mi sembra di aver fatto a pugni.
Mi tolgo la maglietta e una fitta al fianco mi fa piegare in due dal dolore. Controllo preoccupata cos'è. Una cicatrice? Dove me la son fatta?
Sam entra nuovamente in camera e istintivamente la copro. Ho l'impressione di sapere cosa sia successo, ma i ricordi sono confusi.
“Non vorrai fare aspettare Paul, è di sotto a bere un caffè!”
sorride e mi accarezza la nuca.
Sam, dovrebbe essere arrabbiata con me per qualcosa, ma cosa?
Scendo in cucina una volta dopo essermi vestita.
Paul sorseggia il caffè con una faccia assonnata.
“Buongiorno”
dice accennando un sorriso. Lo saluto con la mano.
“ho fatto uno strano sogno, c'eri anche tu!”
non ha una buona cera, e anche io non mi sento in ottima forma.
È strano, anche Paul dovrebbe avercela con me, ma non so il perchè. È come se avessi rimosso gli ultimi giorni. Tutto sembra così normale, così stranamente normale.
“succo di mirtilli per la mia sorellina!”
esclama divertita Sam accarezzandosi il pancione e prendendo posto a sedere mi porge il bicchiere col succo.
Succo di mirtilli. Ho come l'impressione di averlo buttato addosso a qualcuno l'altra sera, ma non è venuto nessuno qui a casa.
Facciamo colazione tutti assieme in silenzio e poi con Paul come ogni mattina, mi reco a scuola.
Mandy ci aspetta come sempre davanti al cancello con i suoi soliti libri in mano. Anche lei sembra stanca. Ed anche lei ci racconta di aver fatto un sogno simile a quello di Paul. Stranezze.
“ehy, Nigel sta venendo da questa parte”
sussurra Mandy dandomi una leggera gomitata.
“buongiorno”
dice con tono piatto.
Rispondiamo all'unisono senza entusiasmo. Mandy e Paul si allontanano quasi subito lasciandomi sola con Nigel.
“stai bene?”
mi chiede guardandomi negli occhi ed improvvisamente noto nei suoi un certo rossore e un'infinita sequenza di immagini irrompono nella mia mente.
Il casolare, il pugnale, Nigel e Gabriel...c'erano anche Mandy e Paul assieme a Jake e Ted. Una leggera nausea mi assale.
“ehy...”
mi mette una mano sulla spalla con fare preoccupato.
“non toccarmi!”
esclamo sottraendomi violentemente al suo tocco. Alcuni studenti incuriositi si girano a guardare.
“si può sapere che ti prende?”
chiede con un tono abbastanza falso da farmi capire che sa bene cosa succede.
“devi darmi delle spiegazioni”
“su cosa Harries?”
“su Geremy, su quello che è successo”
sorride in modo nervoso.
“chi sarebbe?”
perchè fa finta di nulla?
“so tutto”
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Capitolo 26 *** Capitolo XIX - Sentimenti ***
Non riesco a dormire. Continuo a cambiare posizione sperando che il sonno mi accolga violento, ma nulla. Più cerco di dormire e più penso, e se penso non dormo e se non dormo è perchè penso ad una determinata persona che non vuole saperne di lasciarmi in pace nemmeno nei pensieri,
Nigel. Sempre e solo lui.
Sbuffo irritata e nervosa come non mai, vorrei piangere solo per la rabbia!
Guardo la sveglia, sono quasi le tre ormai e domani mattina a scuola c'è una verifica se non dormo sono sicura che non riuscirò a svegliarmi in tempo, eppure, come faccio a dormire beatamente con tutto ciò che è accaduto questa sera?
Non posso continuare così, Geremy mi piace e anche tanto, ma come faccio a star bene con lui se continuo a pensare a Nigel? Magari se riuscissi a parlarne con lui sarebbe tutto più chiaro. Se solo lui confermasse di non provare assolutamente nulla per me mi metterei il cuore in pace, ma mi sento una sciocca solo a pensare una cosa del genere.
Mi sembra di essere un'adolescente alle prese con i primi amori e anche se effettivamente io sono un'adolescente alle prese con i primi amori, beh, non voglio esserlo. Mi rifiuto di essere un'adolescente alle prese con i suoi primi amori. L'amore. Che strana cosa. Così invocata da tutti. Ma cosa ci sarà mai di così speciale in questa parola? A me sembra solo che renda tutti più stupidi e da quando ne sto venendo a contatto, anche io sono più stupida. Non sono più oggettiva come lo ero a Shelbyville. Mi sento stupida, confusa e goffa.
Ah, se continuo a pensarci però non riuscirò mai a dormire, questo è poco ma sicuro.
Chiudo gli occhi e m'impongo di non pensare, ma visto che per il cervello è impossibile non elaborare un qualcosa che sia qualunque cosa mi concentro sul mio respiro e contandolo pian piano finalmente mi addormento.
La sveglia suona troppo presto, per il poco sonno di cui son stata vittima, ma svogliatamente mi alzo e vado in cucina come al solito dove c'è Sam intenta a preparare la colazione.
Mi sento intontita e con flemma e pigrizia mi ritrovo a scuola, i corridoi come al solito sono pieni di gente, sempre le solite persone, sempre i soliti gruppi, sempre il solito chiacchiericcio.
Sono davvero stanca, e forse non è solo il mancato riposo la causa di tutto ciò. Mi sento priva di energie, una sgradevole sensazione.
“ehy, Chris! Tutto bene? Sembri un po' pallida!”
Afferma Ted venendomi incontro con Jake al seguito. Perchè ondeggiano? Perchè ci sono due Jake e due Ted?
Istintivamente porto una mano alla testa, mi sembra quasi di star per svenire. Barcollo in avanti e Ted mi sorregge, la testa mi gira e un senso di nausea mi assale.
Che mi succede?
“Jake, presto! Portiamola in infermeria!”
Apro gli occhi ritrovandomi in infermeria. Ho la testa pesantissima e mi sento priva di forze. Cerco di muovermi un può liberandomi dal soffocante e fastidioso torpore che mi avvolge sentendo però qualcuno che ha tra le sue mani la mia. Alzo lo sguardo incuriosita e vedo Nigel in silenzio, seduto accanto al lettino.
“ciao”
dico imbarazzata. L'ultima volta che ci siam visti l'ho mandato a quel paese, non mi sono comportata benissimo.
“ciao”
sussurra lui.
Mi sento in imbarazzo e improvvisamente ripenso alla serata passata con Geremy, al quasi bacio e mi sento avvampare.
“come mai sei qui?”
chiedo facendo finta di nulla e sperando che lui non si accorga del rossore provo a guardarlo negli occhi.
“ho visto i tuoi amici che ti portavano in infermeria e son venuto a controllare”
sorrido appena. È stato carino da parte sua venire a trovarmi e preoccuparsi.
“Grazie, Nigel”
cinguetto contenta. Tiene ancora stretta la mia mano nella sua e ciò mi fa battere forte il cuore.
La porta dell'infermeria si apre ed ecco spuntare Geremy preoccupato. Sono la notizia del giorno?
“Chris come stai? Tutto bene?”
Si avvicina prendendomi l'altra mano libera stringendola con forza, a differenza di Nigel, tra le sue. È una situazione bizzarra e imbarazzante. Non so che dire e avverto nell'aria una certa tensione.
“sto bene ragazzi, davvero! Non preoccupatevi”
I due mi ignorano continuando a lanciarsi occhiatacce.
“Geremy, posso parlare con Nigel in privato per favore?”
chiedo con un innocuo sorrisino tirato.
Tra i due Nigel è il più testardo, mentre Geremy è accondiscendente nei miei confronti, così almeno non finiranno per litigare.
Lui annuisce e con aria ancora sospettosa esce dall'infermeria lasciando me e Nigel da soli.
“Nigel sto bene, puoi andare! Ora torno anche io a lezione”
mi fissa muto e immobile. Ritraggo la mano dalla sua e faccio per alzarmi dal letto, ma lui si china su di me impedendomi di muovermi.
“Che hai?”
mi chiede con sguardo basso. Noto che è seriamente preoccupato e forse non si riferisce solo all'improvvisa debolezza che mi ha colta stamane.
“Chris, sei diversa. Insomma, sembra che qualcosa ti preoccupi”
sospiro. Ok Chris, calma. È solo una sua impressione vero? Non ho voglia di parlarne, non ho voglia di parlarne con lui.
“va tutto bene, tranquillo! Sono solo un po' provata ancora dall'ospedale”
dico e stavolta mi alzo ignorando la vicinanza dei nostri corpi.
Esco dall'infermeria, dove c'è Geremy ad attendermi con un sorriso. Si avvicina e mi prende la mano offrendosi di accompagnarmi nell'aula dove si terrà la prossima lezione.
Nell'andito incontriamo Pacey che lancia un'occhiata fulminate a Geremy e una sospettosa a me e senza salutarci ci ignora e va avanti. Che strano comportamento.
Fortunatamente, nonostante i capogiri continuano ad assalirmi la giornata passa in modo tranquillo accanto a Geremy, anche se ho l'impressione che tutti inizino ad evitarmi per non so ancora quale oscuro motivo.
Torno a casa per cena dopo aver fatto una passeggiata con Geremy che non mi avrebbe lasciata andare se non gli avessi fatto compagnia. Il malore mi ha colta proprio durante l'ora della verifica e così sarò costretta a rifarla nel pomeriggio successivo. Fantastico!
Sam mangia in silenzio accarezzandosi il pancione di tanto in tanto senza guardarmi in volto nemmeno una volta.
“c'è qualcosa che non va?”
le chiedo un po' impaurita. Dall'alone di oscurità che la circonda mi incute timore e Sam arrabbiata o contrariata o seccata non è il massimo delle visioni.
“tutto bene”
risponde secca riprendendo quasi subito a mangiare.
“Sam, per te va bene se dopo cena viene Geremy? Ti ricordi? Il ragazzo con cui sono uscita la scorsa sera. Voleva aiutarmi con la ripetizione di chimica, domani c'è una verifica e lui è davvero un fenomeno in questa materia...”
dico d'un fiato con una punta d'isterismo nella voce. Questo suo atteggiamento mi mente in soggezione e non poco. Mi sento come un topo che cerca di prendere un pezzo di formaggio dalla cuccia di un cane che dorme.
“deve proprio?”
“Sam … non c'è nulla di male. L'hai conosciuto è un bravo ragazzo e poi su Nigel non hai detto nulla, perchè con Geremy ...”
“vorrei andare a letto presto, cercate di non far rumore”
risponde senza nemmeno darmi il tempo di finire il mio discorso. Si alza e dopo aver riposto le vettovaglie nel lavello si reca al piano superiore. Sarà la gravidanza a renderla così? Eppure non aveva mai avuto certi atteggiamenti prima, che possa peggiorare da un giorno all'altro?
Salgo in camera anche io a prendere il materiale per la ripetizione. Geremy non tarderà ad arrivare ed è meglio studiare in salotto.
Sono un po' tesa e nervosa. Anche se abbiamo passato il doposcuola assieme il quasi bacio dell'altra sera continua a frullarmi in testa.
Quando suona il campanello quasi salto in aria per la tensione.
“Ciao Chris!”
esclama lui entusiasta. Accenno ad un saluto lasciandolo entrare chiudendo poi subito la porta alle spalle.
“Ehm, mia sorella vuole riposare, ti va se studiamo qui in soggiorno? Non è una scrivania, ma è sempre meglio di niente”
Indico il tavolino al quale lui si è avvicinato ed annuisce con un bel sorriso.
Lo raggiungo e mi siedo alla sua destra pronta per assimilare un po' di maledetta chimica.
Ammetto che Geremy è un genio, mi spiega tutto in modo chiaro e conciso sottolineando i concetti base e le parole più importanti sul quale poi estende un vero e proprio discorso, sono entusiasta. L'esame sarà una passeggiata!
“hai capito quest'ultimo passaggio?”
Annuisco e segno con la matita la parola chiave ripetendo il concetto. Noto solo ora che siamo vicini, nel guardare dallo stesso libro ci siamo inavvertitamente avvicinati più del dovuto. Lui sembra notarlo e mi fissa forse fraintendendo la situazione.
“ti va un succo? Con tutto questo ripetere ho la gola secca!”
esclamo saltando in piedi come una mola e probabilmente con la faccia rossa come un pomodoro scappo in cucina.
Così non va, siamo qui per studiare non per fare queste cose. Devo calmarmi o lui si accorgerà che c'è qualcosa che non va. Sospiro e mi dirigo verso il frigo per prendere il succo. Lo verso con molta calma nei bicchieri e sono pronta per tornare da lui.
“Chris, tutto ok?”
mi chiede una volta raggiunto. Annuisco e gli porgo il bicchiere. Forse è la mia mano tremante a tradirmi o la sua presa poco salda, fatto sta che il bicchiere cade sul tavolo macchiando libri e felpa di Geremy.
“oh cavolo, scusami!”
esclamo avvicinandomi subito colpevole per l'accaduto.
“ah, mi sento un po' appiccicoso. Mirtilli eh?”
chiede leccando una gocciolina di succo dal suo dito.
Ma che cosa fa? Cosa sono questi atteggiamenti ambigui?
“vado a prendere qualcosa per asciugare, potresti ecco, pensare agli appunti?”
Se Sam si sveglia è la fine. Se Sam si sveglia è la fine! Continuo a ripetermi. Corro in cucina prendendo quanti più fazzoletti possibili e un asciugamano per ripulire Geremy.
“ehy, gli appunti sono salvi!”
Mi ha raggiunto in cucina, fantastico.
“ecco, a … aspetta sta fermo così ...”
dico con voce tremante avvicinandomi a lui e iniziando ad asciugargli il viso e la felpa.
“forse dovrei toglierla”
sta davvero succedendo tutto questo? Perchè dovrebbe togliersi la felpa? Beh, ovvio stupida scema che non sono altra! Ma perchè ciò mi fa sprofondare nell'imbarazzo più totale?
“vado a prendertene una, di sopra c'è il bagno sei vuoi usarlo però fa piano c'è Sam che riposa”
dannazione. Senza volerlo l'ho praticamente invitato a spogliarsi. Dovrei smetterla di pensare a queste cose ambigue e concentrarmi.
L'ultima volta che ho prestato qualcosa di George è stato a Nigel e fortunatamente ho ancora tutto in camera mia, così non devo fare troppo rumore. Con Nigel è stato tutto così tranquillo, non ha fatto il minimo rumore, perchè con Geremy è così complicato? Prendo la felpa rimandando a dopo pensieri del genere e mi avvio verso il corridoio, ma sullo stipite della porta c'è Geremy, avvolto nella penombra a petto nudo che mi guarda intensamente.
“stavo venendo a portarti una felpa”
alzo la mano in cui la impugno e avvicinandomi gliela porgo. Anche lui avanza un passo verso me e prende la felpa assieme al mio braccio tirandomi a se.
Che succede? Che sta facendo? Perchè non reagisco?
“perchè mi sfuggi?”
chiedo con un tono basso e caldo senza smettere di fissarmi. Ha bloccato le mie vie di fuga, ci siamo. Ormai è arrivato il momento. Non posso più inventare scuse o diversivi.
Avana diversi passi e io d'istinto indietreggio fin quando non sono spalle al muro e ad una spanna dal suo viso.
“tu mi piaci molto Chris, e so di piacerti anche io. Ho notato il modo in cui mi guardi, il modo in cui ti comporti con me, il modo in cui prendi le mie difese ...”
il suo viso. Il suo viso si avvicina sempre di più alle mie labbra e sento il cuore battere forte, troppo forte. Sono in trappola.
“ noto il modo in cui mi cerchi continuamente con lo sguardo … e ora, sento le reazioni del tuo corpo”
Imbarazzo. Sono in totale imbarazzo. Cerco di sostenere il suo sguardo e vorrei parlare, ma sembra che io ne sia diventata incapace.
“hai le labbra socchiuse, respiri nel modo più leggero che puoi, ma stai tremando e il tuo cuore ...”
poggia una mano sul mio petto. Lo sente. Sente come batte forte.
“sì, lo sento Chris e … “
Prende l'unica mano libera e la porta sul suo petto.
“anche il mio batte così forte”
sento la pressione alle stelle. Ci guardiamo e mentre lui cerca chissà cosa nel mio sguardo io tento invece di osservare i suoi movimenti per cercare di poter con una misera e inutile speranza, date le condizioni in cui sono, di evitare mosse false.
Ci manca pochissimo. Non voglio baciarlo. Lui sta correndo troppo.
“si può sapere cos'è questo baccano?”
Sam! La mia fantastica sorellina!
“buona sera”
saluta Geremy senza scomporsi più di tanto, allontanandosi da me e spezzando la tensione.
Sospiro. O meglio respiro. Finalmente.
“Chris, non pensi sia un po' tardi per studiare ora? Forse Geremy dovrebbe tornare a casa”
Annuisco molto, moltissimo convinta e con Sam che ci fa strada ci rechiamo all'ingresso.
“allora buona notte”
Saluto Geremy con la mano mentre Sam sembra un soldato pronto alla guerra con quell'espressione truce.
“Dormi bene Geremy e fa attenzione per strada”
dice a denti stretti prima di chiudere in modo violento la porta d'ingresso.
“Sam, non è come credi … gli ho offerto un po' di succo solo che l'ho versato accidentalmente su di lui, e beh gli ho prestato una felpa per cambiarsi … non c'è stato niente …”
Lei mi da le spalle senza nemmeno guardarmi. Cosa ho fatto di così tanto sbagliato?
“Quello che ho visto io era mia sorella in camera sua con un ragazzo seminudo”
“si, ma te l'ho detto, non è successo nulla”
“e se non ci fossi stata io? Andiamo, Chris! Non sei una bambina sai come funzionano queste cose ed io non posso starti dietro! Non sempre! Prima Nigel, poi Geremy. Porti a casa chiunque?”
“ora che centra Nigel? Il suo è un caso diverso!”
Urlo senza volerlo.
“Hai ragione, Nigel è stato più discreto e gentile!”
“ma di che parli?”
“questa non è una casa di appuntamenti e non voglio vedere mia sorella in atteggiamenti ambigui con dei ragazzi che ho visto per mezzo secondo! È la tua età, sei curiosa, vuoi esplorare ma non farlo qui in casa mia prendendoti gioco di me!”
Ma che diavolo le prende?
“Sam … “
“non voglio più discuterne Chris, vado a letto!”
Ci mancava solo Sam, fantastico! Non mi aspettavo questa reazione da parte sua, diavolo è mia sorella! Però forse era preoccupata per me, dopo tutto posso dire che stasera lei mi ha salvata. Ah, più ci penso e più non capisco nulla. Come dovrei comportarmi ora con Geremy? E con Sam? E perchè continuo a pensare a Nigel? Cosa avrebbe detto lui? Cosa avrebbe fatto se mi avesse vista in quella situazione con Geremy?
Sono ancora più stanca della scorsa mattina non avendo dormito nemmeno un po'. Sam non mi rivolge la parola, Paul e Mandy fanno finta che io non ci sia mai stata. Pacey mi ignora e con gli altri … meglio lasciar perdere.
“Chris, ehy!”
ed eccolo. Geremy in tutto il suo splendore corrermi incontro. Sì, sono ironica. Però in fin dei conti è forse l'unico amico che mi è rimasto.
“ciao”
dico poco entusiasta, stando accanto a lui continuo comunque a sentirmi a disagio.
“grazie per ieri sera, ti ho riportato la felpa e scusami per quello che è successo! Mi son lasciato trasportare, ora mi sento un po' in imbarazzo a dire il vero.”
sorrido lievemente, beh Geremy, allora siamo in due penso.
“tieni. Ora scappo a lezione! Ci vediamo!”
scappa via senza darmi il tempo di salutarlo, lasciandomi qui, nel parcheggio sola soletta. Le sue parole mi hanno rilassata un po', si è solo fatto trasportare dal momento e inoltre mi ha anche chiesto scusa! Quanti ragazzi lo farebbero? Mi sento molto meglio.
“cosa è successo ieri sera?”
mi volto. Nigel. Tempismo perfetto.
“che intendi?”
“Geremy, cosa è successo ieri sera?”
“nulla. Abbiamo solo studiato assieme”
non voglio dargli troppe spiegazioni. Saranno anche questioni personali, no?
“ah, e cosa c'è in quel sacchetto?”
dice indicando la felpa.
“e perchè sei così curioso?”
“lo sono sempre stato”
che razza di risposte.
“ho macchiato la sua felpa e ne ho prestata una di George. L'ha pulita, l'ha lavata e me l'ha riportata”
dico con una voce simile alle ragazze che vendono prodotti in tv. Perchè non riesco mai ad essere me stessa con lui? Mi trasformo sempre nella ragazzina acida e orgogliosa. Non va bene così.
“è venuto a casa tua?”
Annuisco innocente.
“state insieme?”
“ma che dici?”
“quindi inviti chiunque a casa tua? Immagino si sia spogliato anche davanti a te, vero?”
“non mi sembra il caso di fare una scenata di gelosia per qualcosa che non esiste Nigel!”
lo rimprovero. Oggi sono tutti nervosi e se la prendono con me? Non capisco, non capisco per nulla. Prima Sam, ora Nigel e la giornata è appena iniziata!
“ti piace?”
perchè me lo chiede?
Non mi aspettavo una domanda del genere. E non mi aspettavo una mia non risposta. È semplice Chris. Ti piace Geremy? Sì o no?
“perchè questa domanda così all'improvviso? Si può sapere che ti prende?”
ho un tono di voce quasi isterico, me ne rendo conto, ma perchè ora? E perchè ho paura di rispondergli?
“smettila”
quasi urla. Non ho visto quasi mai Nigel così. Ha ragione dovrei fare la seria per un po'. Sto solo continuando a scappare, a cercare scuse. Cos'è cambiato tra me e Nigel? Perchè sta andando tutto a pezzi? Perchè quasi non ci sopportiamo?
“scusami”
sussurro colpevole. E non è solo per oggi, mi scuso per tutte le volte in cui non sono stata sincera con me stessa, per tutte le volte per cui a causa del mio orgoglio non capivo, per le volte in cui eravamo lì e continuavo a scappare.
“allora ti piace “
Annuisco. Sì, Geremy mi piace. Mi piaci anche tu, ma è così complicato capirti e starti accanto. Sei così volubile. Sei così distante Nigel. Ed ogni volta che penso di aver fatto un passo verso te, puntualmente, inevitabilmente ti allontani ancora di più.
Sorride. Sorride beffardo. Ed è una rara occasione vedere Nigel sorridere. Perchè lo fa?
“scusami Harries, non dovevo intromettermi.”
abbassa lo sguardo. Va via silenziosamente.
Lo lascio andare? Così? Senza far qualcosa? Potrei raggiungerlo e aggiustare tutto. Ma lui non è sincero con me. Non è una questione di ripicca o che so io, ma chi è Nigel? Posso fidarmi? Ora che sono in fase di cambiamenti, dovrei fare un passo indietro? Con Geremy è tutto così facile … è tutto più normale. È questo che voglio? Eppure ho l'impressione di aver perso Nigel per sempre in questo momento. |
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Capitolo 27 *** Capitolo XXI - Alla ricerca della verità ***
No, questa volta non lascerò cadere tutto nel baratro delle cose da dimenticare. Questa volta voglio sapere tutto. Voglio sapere cosa è successo. Voglio sapere chi è Geremy, voglio sapere cosa centra Nigel in questa storia e sopratutto cosa mi nasconde. Sono stanca di esser presa per ingenua da lui, voglio chiarezza sui suoi comportamenti con me. Questa volta non scapperà.
Continua a guardarmi in modo confuso, come se fossi pazza io e il povero innocente lui.
Sostengo il suo sguardo con determinazione, voglio fargli capire in modo chiaro e tondo che i giochi sono finiti.
“a cosa ti riferisci esattamente?”
chiede mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni neri molto eleganti, con espressione di sfida.
Accenno un sorriso ironico e alzo lentamente la maglietta scostando la giacca a vento per mostrare la cicatrice.
“a questo!”
quasi urlo e lui sgrana gli occhi per un istante per poi cercare di coprirmi subito rimettendo la maglia al suo posto. Nel farlo noto sul suo viso un leggero rossore, sembra quasi imbarazzato e anche se il tocco di Nigel mi fa sussultare continuo impassibile all'apparenza a mostrare una sicura voglia di non voler esser presa in giro.
“cavolo! Ma sei pazza?”
sbotta lui con un tono di voce più imbarazzato che arrabbiato.
“ti stanno guardando tutti Harries! Che ti prende?”
non mi importa degli altri ora, mi importa solo di sapere la verità dall'unica persona che la sa.
Con la coda dell'occhio anche per un po' di curiosità, noto che attorno a noi in effetti s'è fermato più di “qualche” studente. Inaspettatamente Nigel mi afferra per un braccio e mi porta lontano, al parcheggio, dove finalmente possiamo parlare senza troppi sguardi addosso.
“credimi Harries, non so a cosa tu ti riferisca, ma non c'è nulla che io sappia, o nulla che tu dovresti sapere riguardo a qualcosa che non c'è!”
Oh, beh allora... se ne è proprio sicuro.
“col cavolo!”
grido con una vocina abbastanza isterica pungolandolo col dito.
“da quando sono arrivata qui, da quando sei arrivato tu” e sottolineo il “tu” con tono deciso per enfatizzare che la persona a cui mi riferisco è proprio davanti ai miei occhi “nella mia vita, non c'è stato nulla di normale! Mi sono ritrovata improvvisamente nei guai con le cheer leaders, con i miei amici, con mia sorella e con la mia salute! Vedi mostri che nessuno può vedere, non hai battuto ciglio quando ti ho parlato dello spettro che mi aveva aggredita! Dimmi, Nigel... dimmi chi reagirebbe nel tuo modo?”
mi guarda interrogativo, ma non gli lascio tempo per rispondere e ricomincio a parlare senza prender fiato.
“nessuno! E sai perchè? Perchè tutto ciò non è normale! La gente non vede cose strane nei laghi, non viene aggredita in casa da esseri vaporosi! Ma per te, tutto ciò sembra normale!”
continuo a pungolarlo spingendolo leggermente col dito e lui indietreggia leggermente.
“poi una mattina ti ritrovo sotto casa col caffè, ti offri di accompagnarmi a scuola e ti imponi con la tua ridicola e patetica legge di proprietà! Di punto in bianco non mi parli, arriva Geremy e fai il geloso, mi lasci perdere ancora e poi?”
solo ora noto che la sua è un'espressione impassibile, sembra che non mi stia nemmeno ad ascoltare e questo mi fa incavolare solo di più!
“si può sapere chi sei? Si può sapere che vuoi da me?”
Senza accorgermene ho iniziato a battere i pugni sul suo petto, non come una bambina che fa i capricci perchè non le viene comprato il giocattolo preferito, ma come una ragazza che si sfoga. È questo che sto facendo? Sto riversando tutte le mie frustrazioni su Nigel?
“Smettila!”
sussurra afferrandomi i polsi e bloccandoli con presa salda.
Abbasso lo sguardo, la sua voce mi trafigge sempre. In qualunque cosa lui dica. Ma quando fa così mi annienta. Schiaccia completamente il mio essere, perchè mi conosce meglio di quanto io conosca me stessa e sa quando supero il limite.
Inizio a singhiozzare senza volerlo, ma è più forte di me. Odio non riuscire a capire cosa mi accade intorno. In cosa sbaglio con le persone? In cosa sbaglio con lui? Mi sento così stupida.
Solleva il mio viso di qualche millimetro, giusto fin quando le mie labbra non siano parallele alle sue e in una rapida mossa mi bacia.
Lo allontano bruscamente mettendo istintivamente una mano davanti al viso.
“ma che diavolo fai?”
sorride, leccandosi le labbra.
“hai smesso di piangere”
rossa in viso mi accorgo che in effetti ha ragione, il micro shock avuto al contatto con le sue labbra mi ha fatto smettere di piangere.
“non è questo il modo!”
urlo, meno adirata di prima, ma voglio delle risposte. Non ho smesso di non voler sapere e lui lo sa, mi guarda nuovamente serio e si avvicina a me.
“Chris, lascia perdere, davvero. Non risolverai nulla”
“no, voglio delle risposte, voglio capire che succede!”
“io non so cosa ci sia di strano in te, ma sei diversa dagli altri. Ecco, io sono qui per un esame... “
lo so che per lui è difficile parlare di sé, non l'ha mai fatto con nessuno e apprezzo il suo sforzo, ma non bastano delle parole accennate, voglio sapere tutta la verità.
“di che tipo?”
“non posso dirtelo, non posso parlartene Chris, vorrei...”
“cosa c'è? Perchè non puoi? Non lo dirò a nessuno, puoi fidarti di me Nigel. Apriti con qualcuno per una volta!”
“non dovrei nemmeno parlarti!”
Urla arrabbiato e di nuovo, ancora vedo quella strana luce rossa nei suoi occhi. Mi fa paura quando si arrabbia, non riconosco in lui il Nigel di sempre. È aggressivo, diverso.
“scusami...”
sussurra pentito.
Sospiro a fondo, che conversazione pesante stamane.
“perchè non dovresti parlarmi? C'è qualcuno che te lo vuole impedire? Sei nei guai?”
forse esagero con le domande, ma sono di indole apprensiva e lui mi fa sempre maledettamente preoccupare.
“nulla di tutto ciò, lasciamo perdere ok? Fine del discorso.”
certo, decide lui come e quando vero? Ecco che ancora cerca di impormi il suo volere. Da una parte penso che sia meglio così, penso che sia meglio non dannarmi per lui e lasciarlo perdere, ma di contro non ci riesco, non riesco a voltargli le spalle così, come se nulla fosse.
“Nigel...”
“senti non dovresti sapere nulla di tutto ciò, non dovresti ricordarti dello spirol o di Geremy, non so come ci riesci, ma non indagare!”
Fa per andar via, ma lo trattengo per una manica della giacca.
“per favore Chris...”
si libera dalla mia poco salda presa subito ed io non insisto oltre.
Se Nigel non vuole darmi risposte, le avrò da un'altra persona. E so esattamente a chi rivolgermi.
“non puoi fare a meno di attirare l'attenzione vero perdente? Ora provi anche a spogliarti in pubblico per fare colpo su Nigel?”
blatera Sophie passandomi accanto nel corridoio. La ignoro, non ho tempo da sprecare con una gallina del genere, ma noto Marta accennare un sorriso di saluto. Che l'avventura nel bosco abbia cambiato un po' i rapporti tra di noi?
“davvero ti stavi spogliando?”
chiede Paul curioso e si becca subito una leggera gomitata da Mandy. La conversazione con Nigel è stata interrotta anche a causa dell'inizio delle lezioni e per tutto il giorno non ho fatto altro che pensare a lui e ai suoi misteri. Cosa c'è di così grave da non poterne palare? Cos'è questo segreto?
“sei pensierosa oggi, tutto ok?”
“sì, Mandy. Ti ricordi di un ragazzo nuovo qui a scuola? Un certo Geremy?”
risponde negativamente guardandomi come una che ha appena detto una grande cavolata.
Come sospettavo, c'è qualcosa che non va.
Non è possibile che sia lei che Paul abbiano fatto lo stesso sogno e che io invece ricordi che sia la realtà. Troppe cose non coincidono.
Gabriel, ho come l'impressione che lui possa dare risposte alle mie domande. Dopotutto io non ricordo esattamente come sono andate le cose, ma so che c'era un certo Geremy, che c'era Gabriel e Nigel e che non è stato in sogno.
“sicura di star bene? Magari dovresti riposare ancora un po', sai alla fine sei stata a casa solo una settimana!”
esclama Paul un po' titubante, guardandomi con l'aria mista a preoccupata e stranita. Come se avessi le allucinazioni.
“sì, probabilmente ho bisogno di riposo, penso che andrò subito a casa”
mento lasciando il pranzo a metà e uscendo di fretta dalla mensa.
Devo assolutamente parlare con Gabriel, solo lui può far luce su questa confusione.
Non ho ancora un'auto perciò prenoto un taxi, Nigel dovrebbe rimanere a scuola fino alla fine delle lezioni, così avrò tuto il tempo di parlare con Gabriel senza essere disturbata.
Mi ricordo approssimativamente l'indirizzo, ma riconosco la strada e appena vedo tra i boschi una villetta far capolino dietro le chiome degli alberi sonno sicura di aver dato le indicazioni giuste. Mi sento un po' tesa, non sono mai entrata in casa di nessuno di nascosto, mi sembra di violare l'intimità di Nigel e dei suoi spazi, e non so se Gabriel ci sia in casa, ma tanto vale controllare, inoltre potrei curiosare in giro visto che di Nigel so poco e nulla.
Il taxi mi lascia davanti ad un viale alberato rompendo il silenzio che domina attorno.
Mi sento strana in un posto come questo. Tutto sembra così importante nel suo piccolo particolare. Mi sento così piccola in un luogo così grande e ho come l'impressione che qualcuno mi senta, come se ci fosse qualcuno qui e non sia sola.
Avanzo nel viale guardandomi bene attorno, le foglie degli alberi contornano i bordi della strada, mi piace pensare che Nigel appena sveglio cammini per questo viale, o si faccia una passeggiata fra queste foglie, come la sto facendo io e soffermarsi a guardare le foglie ingiallite dell'ormai trascorso autunno, tutto ciò mi mette una malsana tranquillità.
Ci sono, eccomi davanti alla sua casa. Sembra no ci sia nessuno in giro, sembra tutto deserto. Spero vivamente che Gabriel sia qui.
Dovrei suonare il campanello? Mi sembra stupido farlo se sono qui in segreto. Penso che il ruolo della spia non è per nulla adatto a me. Forse dovrei lasciar perdere, insomma, io non sono una ragazza che fa queste cose.
“ma guarda chi c'è...”
troppo tardi. Anche volendo tornare indietro direi che è troppo tardi.
Guardo lentamente e partendo dai piedi l'uomo che mi si para di fronte. Alto, magro, ben vestito e con un sorrisetto beffardo dipinto in volto.
“Salve, Gabriel”
cinguetto stringendomi nelle spalle. Mi sento in completa soggezione e a disagio, quasi come se fossi stata beccata a rubare in un negozio.
“salve, come mai non sei a scuola? Nigel non è qui, dovresti saperlo!”
dice mettendosi una mano nella tasca dei pantaloni del completo nero molto formale che indossa e guardandomi con aria divertita.
“a dire il vero sono venuta per parlare con lei, cioè con te”
mi guarda incuriosito e si avvicina con un rapido movimento prendendomi il mento fra le dita ossute.
“oh, cosa vorresti sapere? Ha a che vedere con Geremy vero?”
come fa a saperlo? Lo guardo perplessa, la sua stretta è così salda che non riesco a muovere la testa.
Sorride leggermente.
“oh, so cosa vuoi sapere piccola Christine!”
esclama quasi entusiasta ed i suoi occhi si tingono di un inquietante rossore.
Penso di esser finita nei guai. Qualcosa mi dice che Gabriel non aspettava altro che la mia visita per non so quale piano malsano. Ho paura, Nigel. Ho paura!
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Capitolo 28 *** Capitolo XXII - Angeli e Demoni ***
“Sai, ho sempre pensato che Nigel non fosse pronto a sostenere la prova finale, ha ancora tanto da imparare e per il modo in cui si è rapportato a te, penso di avere ragione!”
Gabriel sorseggia lentamente del whisky gustandolo appieno per poi leccarsi leggermente le labbra.
Siamo nell'enorme biblioteca, quella che ho visto la prima volta che Nigel mi ha portata a casa sua. Non capisco come sia possibile che un normale ragazzo di diciassette anni possa celare così tanti segreti. Gabriel sembra intento a raccontarmi tutto, ma perchè? Come mai ora? E perchè lui? Che ruolo ha in tutta questa storia? Non penso sia parente di Nigel e nemmeno un suo tutore.
“sicura di non voler qualcosa da bere?”
annuisco ritraendomi istintivamente nella poltrona di velluto rosso su cui mi sono accomodata.
Il fuoco del camino scoppietta allungando in modo innaturale la figura di Gabriel che passeggia lentamente avanti e indietro accanto al carrello dei drink.
“dimmi, secondo te Nigel chi è?”
La domanda mi lascia spiazzata, chi potrebbe mai essere?
“un ragazzo?”
accenno ironica guardandolo di sottecchi, non capisco se vuole prendermi in giro o altro.
Agita l'indice davanti al naso con la stessa mano con cui tiene il bicchiere di whisky, mentre l'altra è decorosamente infilata nei pantaloni, tipica postura di un uomo di affari.
“non ti sei mai chiesta come mai ti son successe cose così strane?”
sospiro.
“cosa dovrei sapere su Nigel?”
Non voglio perdere tempo con questi insulsi giochini, se Gabriel vuole apparire più perspicace di quel che sembra questo non è il modo giusto.
“nulla. Che ci fai qui Chris?”
mi volto e Nigel e sull'ingresso del soggiorno con un'espressione mai vista prima.
Mi alzo in piedi sorpresa, sono stata colta in fallo, maledizione. Ho bruciato l'unica possibilità che avevo per scoprire qualcosa su di lui.
Gabriel sorride rumorosamente prima di sorseggiare nuovamente.
“cosa ci fai in casa?”
chiede Nigel freddo avanzando nella mia direzione con lo sguardo perso nel vuoto.
“ecco io... “
non so esattamente come giustificarmi. Cosa gli dico? Che sono entrata in casa sua per scoprire qualcosa su di lui?
“facevo una passeggiata, ogni tanto è cortese fare visita ai propri amici, non credi?”
risponde Gabriel arrogante e con una strana aria di superiorità adottata all'improvviso.
Nigel mi passa accanto ignorandomi del tutto, non è con me che vuole parlare a quanto pare e sembra avercela a morte con Gabriel.
“tolgo il disturbo”
dico prendendo la mia giacca di fretta. Non voglio assistere a litigi che non mi riguardano.
“pensavi di potermi prendere in giro? So che spalleggiavi Geremy dall'inizio...”
Geremy? Allora non è stato un sogno. In cosa lo spalleggiava?
“tu!”
Gabriel mi guarda intensamente indicandomi. Resto agghiacciata nel vedere la sua espressione mutata e compiaciuta. Come ricordavo, anche lui come Geremy ha gli occhi completamente neri.
“ma che...”
sento del leggero vento smuovermi i capelli, da dove arriva? È strano, lo sento quasi trapassarmi la pelle.
“Chris!”
Urla Nigel correndo verso di me che in un batter d'occhio mi ritrovo ancorata alla parete. Un vento così forte da esser riuscito a sollevarmi da terra come se fossi una piuma?
Sento la testa pulsare per la botta presa al muro. Sono un po' intontita, ma alzo lo sguardo notando che ho le mani legate da delle catene apparse improvvisamente dal muro.
“lasciala stare Gabriel!”
sento la parete tremare e poco dopo tutto inizia a vibrare, l'intera casa.
Che diavolo succede? Provo a liberarmi dalla parete ma ogni sforzo sembra vano.
Nigel m guarda e come Gabriel anche lui ha gli occhi quasi del tutto neri, a differenza di Geremy e Gabriel, le sue iridi grigie risaltano sul nero. Un sonoro e profondo ringhio gorgoglia dalla sua gola.
“non hai ancora capito cosa succede vero principino?”
Chiede sarcastico Gabriel dalle cui spalle affiorano due enormi e bianche ali da angelo.
Non credo ai miei occhi.
Tutto ciò è davvero reale? Gabriel un angelo? Che succede? Non riesco a capire.
Gli basta sollevare la mano e in un attimo Nigel è per terra. Tutto ciò non può essere reale vero? È solo un bruttissimo incubo. Come tutti gli altri del resto.
“vuoi sapere chi è Nigel in realtà Chris?”
si avvicina inesorabile con lo sguardo puntato su di me e un sorriso maligno. Ha l'indice puntato contro di me e sembra quasi divertito da ciò che solo lui pensa.
Il fuoco che prima scoppiettava timido nel camino prende improvvisamente corpo espandendosi in tutta la stanza facendo da sfondo alla camminata di Gabriel che continua insistente a chiedermi se voglio sapere di Nigel.
“No, lasciala stare!”
continua ad urlare Nigel ancora a terra, sembra quasi che un macigno gli impedisca di alzarsi ed è la stessa pressione che sento io aumentare ad ogni passo di Gabriel, mi sento quasi schiacciare contro la parete.
“non voglio....”
sussurro impaurita. Voglio solo che tutto questo termini ora. Non voglio sapere più nulla su Nigel o Geremy o tutte le cose strane che sono successe, non mi importa. Voglio solo tornare a casa.
“non vuoi?”
continua ad aumentare la pressione, sembra quasi che lui voglia il contrario.
Le catene si fanno sempre più strette attorno ai polsi e inizio davvero ad avere paura. Il fumo del camino si espande nella stanza ed inizio a tossire.
“allora? Vuoi o no?”
guardo Nigel schiacciato al suolo. Che devo fare? Non voglio sapere nulla, ma ho paura che mi faccia male.
“qualsiasi cosa ti dica, non credergli Chris, qualsiasi cosa ti dica, non starlo ad ascoltare!”
sposto lo sguardo su Gabriel che ormai mi è davanti.
“Nigel è in realtà un demonio! Il principe dei demoni se vogliamo essere puntigliosi!”
urla estasiato, mentre il fuoco improvvisamente circonda Nigel imprigionandolo in un cerchio di fuoco.
“lascialo, lascialo per favore”
supplico iniziando a piangere senza un motivo. So che in qualche modo è Gabriel che sta controllando le fiamme e non voglio che Nigel muoia così tra le fiamme.
“perchè dovrei? Nemmeno lo sopporti.”
si volta verso lui per poi avvicinarsi.
“mi spiace, ma non posso lasciare che tu divenga un demone completo! Sono costretto a farlo capisci? Questione di gerarchia!”
Le fiamme si uniscono trasformandosi in una palla di fuoco che lo avvolge.
Non voglio credere a quello che ha detto Gabriel, è solo un modo per spaventarmi.
Provo con tutte le mie forze a liberarmi mentre guardo la palla di fuoco divenire sempre più grande. Nigel è la dentro ed io non posso fare nulla per aiutarlo.
Non deve finire così, non può finire così. Sento uno strano calore pervadermi sempre più fino a bruciare dentro.
“ma che diavolo... “
mi sento strana, come se improvvisamente fossi pronta a tutto. Provo nuovamente a dimenarmi mentre questa strana forza cresce in me e come burro al sole le catene che mi tengono imprigionata si spezzano. Mi sento quasi in trance, non so bene quel che faccio, penso solo a Nigel lì tra le fiamme e il mio corpo si muove autonomamente.
Mi avvicino e tendo la mano sperando in cuor mio che Nigel sia vivo e che l'afferri. Sento la sua stretta e subito con uno scatto brusco lo tiro fuori di li.
“Chris... “
il suo volto ha ancora una strana espressione e i suoi occhi sono ancora neri, ma percepisco in lui quel qualcosa tipico del solito Nigel.
“Tu!”
ringhia rivolgendosi a Gabriel e parte alla carica verso di lui.
D'un tratto mi sento debolissima e la vista mi si annebbia.
“è solo l'inizio”
tuona con imposizione la voce di Gabriel che in pochi istanti scompare nel nulla.
“Torna qui! Dannato!”
urla Nigel guardandosi per aria ed io mi accascio al suolo debole e confusa.
Davvero tutto questo è reale?
Gabriel un angelo e Nigel un demone?
“tutto ok?”
mi chiede accostandosi a me.
“il tuo viso...”
sussurro alzando la mano per sfiorarlo.
Con non troppa fatica mi prende fra le braccia e mi adagia sul divano. Le fiamme sono cessate e tutto sembra esser tornato alla normalità, non c'è ombra di quel che è successo.
“non... tu... come ti è venuto in mente? Perchè sei venuta qui?”
sospiro. Mi sento a pezzi. Lo guardo senza dire una parola. Davvero Nigel non è un ragazzo come gli altri? Esistono davvero angeli e demoni?
Forse è solo frutto della mia immaginazione, sto solo inventando tutto. Eppure mi chiedo come sia possibile una cosa del genere.
“Chris...”
mi prende delicatamente una mano stringendola alla sua, sembra afflitto.
“è vero quel che ha detto Gabriel? Chi è? E perchè aveva delle ali?”
“credo che ormai sia inutile cercare di mentire, vero? Non posso nascondermi più e non riesco a cancellarti la memoria...”
qualcosa nei suoi occhi, tornati normali, mi dice che stavolta è sincero. È il vero Nigel, senza maschere, senza inganni, senza apparenze. È lui.
“chi sei?”
gli chiedo dolcemente. Non ho paura di lui, non so il perchè ma mi sento più tranquilla nel sapere la verità ora.
“Gabriel non doveva dirtelo così. Non sono bravo con le parole, ma se vorrai ascoltarmi sarò lieto di raccontarti la mia storia e rispondere alle tue domande. Ti ho fatto passare tanti pericoli e tante situazioni strane, è da un po' che volevo parlarti, ma non sapevo come dirti certe cose, in più il nostro non si può definire un rapporto comune, no?”
sorride appena, ma penso che sia uno dei pochi sorrisi sentiti. Voglio sapere la sua storia, voglio sapere cosa succede e perchè si è voluto fidare di me.
“sono da sempre alla ricerca di me stesso. Quelli come me vengono mandati nel vostro mondo per affrontare l'ultima prova per passare al prossimo livello. Mia madre, era una donna umana, morta dandomi alla luce, mio padre è Astaroth, uno dei più importanti gran duca dei demoni dell'inferno. Comanda ben quaranta legioni, in passato si divertiva nel fingersi un umano e conquistare quante più donne possibili, per noi, quelli come voi sono solo dei burattini o fonte di nutrimento, mezzi per arrivare ai nostri personali fini, ma quella donna per mio padre aveva qualcosa di diverso rispetto alle altre e per molto tempo continuò ad osservarla di nascosto prima di farsi avanti e salvarla da un gruppo di briganti. Lei sapeva benissimo chi fosse mio padre, si era rivelato a lei durante la colluttazione e invece che scappare terrorizzata lei gli era restata accanto provando invano a curare delle ferite che si sarebbero rimarginate da sole. Si innamorarono e anche se contro tutte le regole decisero di vivere la loro storia appieno. Dal loro incontro nacqui io, portando via a mia madre la vita per via dell'aura demoniaca che possedevo. Si può dire che l'abbia uccisa. Non potendo lasciarmi nel mondo degli umani, venni portato nel nostro mondo e cresciuto come tutti gli altri demoni. Ma mio padre ha sempre visto in me le sue debolezze. Sono il frutto della sua fragilità passata e quindi non mi ha mai trattato come un suo figlio, mi sono sempre sentito denigrato e ridicolizzato non solo da lui, ma anche dagli altri. Non è un onore per uno dei generali avere un figlio di sangue metà umano no?”
sorride amaramente, perso nei suoi ricordi e capisco che in realtà ha sofferto molto, non è freddo e schivo con noi perchè si ritiene superiore, ma perchè non ha mai avuto nessuno accanto, ha sempre dovuto cavarsela da solo.
“perciò assieme ad altri demoni minori mi sono allenato duramente per conoscere e sfruttare i miei poteri e poter diventare un demone completo, così da dimostrare a mio padre che non sono una vergogna. Sono fino ad ora l'unico della mia specie, per questo mi è stata data la possibilità di sostenere l'esame, gli altri demoni di solito lo fanno solo per avanzare di grado ed essere ritenuti migliori fra i tanti. Io non lo faccio solo per questo, devo dimostrare a mio padre che valgo e che l'errore da lui commesso non deve fargli pensare che io non sia degno di essere suo figlio. Tutto stava andando bene fin quando non ti ho incontrato”
mi guarda dritto negli occhi con espressione malinconica, amara.
“perchè? Cosa ho fatto?”
chiedo apprensiva. Non voglio essere un ostacolo. Le sue intenzioni sono giuste, vuole solo riscattarsi agli occhi del padre e di tutta la sua gente. Si sta impegnando in quello che fa.
“non lo so, hai qualcosa di diverso, qualcosa che non ha attirato solo me ma anche altri e questo ti porta ad essere un bersaglio facile. Non dovrebbe importarmi nulla di te, ma appena sento che sei in pericolo scatta qualcosa in me e devo proteggerti a altri...”
sospira e si alza in piedi. Provo ad imitarlo anche se la testa mi gira ancora un po'.
“strano, non hai detto nulla, non hai battuto ciglio”
lo guardo interrogativa. Dovrei essere meravigliata? Stupita? In effetti non sono cose che si sentono tutti i giorni, ma è come se sospettassi già qualcosa di simile, oppure semplicemente vedo Nigel come semplicemente Nigel...
“almeno, ti chiami Nigel? O hai un altro nome?”
si volta a guardarmi divertito.
“no, mi chiamo Nigel. Questo è vero”
“ma... oooh... capisco!”
come un fulmine a ciel sereno inizio a capire molte più cose di lui. Ecco perchè lo chiamano principino, ecco perchè lo spirol poteva afferrarlo senza problemi ed ecco perchè il suo sangue ha la capacità di rigenerare.
“mi spiace averti coinvolta, pensavo che Gabriel fosse sopra le parti, invece non ci si può fidare di lui. Perdonami”
accenna un leggero inchino, e un po' spaesata gli dico di non preoccuparsi.
“grazie per esserti confidato con me, anche se stento a crederci.”
“dovrei chiederti un favore, non è facile, ma ti andrebbe di parlarmi di voi umani?”
cosa? Ma che razza di domanda è?
“ tra voi è nascosta la persona che mi servirà per completare l'esame, voglio studiarvi di più per poter ecco, mimetizzarmi meglio?”
non sembra convinto nemmeno lui di quel che dice, anzi è un po' impacciato e mi fa quasi tenerezza.
“sei strano Nigel, ma ti ricordi la mia promessa?”
Annuisce sereno.
“ti starò accanto, ti aiuterò, ti sosterò”.
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Capitolo 29 *** Capitolo XXIII - Normalità ***
“un appuntamento?”
ripeto stranita, più ironica, ma sempre stranita.
“non ci vedo nulla di male, voglio passare una giornata normale! Una tipica giornata da umano!”
ribatte lui con tono piatto, perchè per lui è una cosa normale. Certo! Non sa che per noi è una cosa impegnativa, non sa che per me è una cosa impegnativa.
“un appuntamento?”
chiedo di nuovo e lui per tutta risposta sbuffa. Ok, va bene, forse dovrei smetterla di ripeterlo.
“Beh, Nigel, io non conduco esattamente una vita normale, dovresti fare questa esperienza con qualcuno che abbia ciò che tu cerchi, qualcuno che si comporti in modo normale con te in una situazione normale. Io so troppe cose di te che3 non sono normali e non mi comporterei in modo normale, capisci?”
La parola “normale” inizia a darmi la nausea, non so come ma ho farcito l'ultima frase con una quantità mostruosa di questa parola in modo da rendere chiaro il concetto che spero Nigel non abbia difficoltà a recepire, ma non gli lascio il tempo di rispondere che riprendo subito a parlare.
“che ne dici di Marta? Lei è la normalità fatta a persona e poi le farà piacere, ti sbava dietro da sempre. Compi una buona azione per l'umanità in cambio di un giorno normale, mi sembra un buon affare!”
sento un ghigno dall'altra parte della cornetta, ero solo un po' leggermente ironica ma penso che se Marta uscisse davvero con Nigel, forse e dico forse, la tregua sarebbe più duratura e non tormenterebbe me per una malsana e infondata gelosia.
“Io voglio fare questa cosa con te, proprio perchè tu sai tutto dovresti spiegarmi il perchè di certi gesti e certi comportamenti!”
sarà la mia fluida e galoppante immaginazione, ma ho come l'impressione che se potessi vedere in questo momento Nigel, avrebbe il viso di un bambino impacciato e imbarazzato.
Sorrido fra me e me, per la prima volta non è più così schivo e sicuro di sé, ha abbassato le difese con me e ciò mi fa sentire un tantino esaltata.
“non c'è nulla da spiegare, devi solo vivere il momento e comportarti in base a ciò che senti, questo è comportarsi in modo normale!”
“ma Chris, è proprio questa la spiegazione di cui parlo! Fino ad ora sono mi sono sempre comportato imitando gli altri ma non ne capivo davvero il senso e non sono un fenomeno nei rapporti sociali, lo sai!”
Sospiro. Non uscirò con lui, non uscirò mai e poi mai con lui!
“A domani Nigel”
chiuo la chiamata un po' divertita e un po' turbata.
Mi chiedo perchè vedo nei panni di “guida agli usi e costumi umani” Marta e non me. Forse perchè ho paura di illudermi? Illudermi di cosa?
Il suo unico scopo è quello di capire meglio noi umani per riuscire a trovare la chiave che gli permetterà di diventare un demone completo, perchè una parte di me invece crede che possa esserci altro?
Scrollo il capo allontanando pensieri di un certo tipo. Forse era solo tutto il mistero che avvolgeva Nigel a renderlo così attraente e affascinante? Ora che so la verità, dovrei vederlo per quello che è, no?
Eppure ancora non riesco a credere a tutta questa storia. Davvero esistono angeli e demoni? Davvero ne ho incontrato uno di cui forse sto iniziando a provare qualcosa di più che una semplice cotta? No, non provo nulla per quel tipo.
Stringo istintivamente le mani al petto, perchè quando penso a lui sento uno strano tepore avvolgermi? Non può piacermi seriamente Nigel, altrimenti perchè avrei rifiutato il suo invito?
Sarei stata una stupida a farlo.
Guardo la mia immagine riflessa allo specchio. Ho davvero una faccia da idiota. Sospiro.
“ma io sono stupida!”
esclamo battendomi un pugno sulla testa in modo leggero. Sì, il mio cuore mi dice che vorrebbe andare all'appuntamento con Nigel, ma io non ne ho il coraggio. Non voglio illudermi, non voglio starci male, e so che con lui starò male. Voglio anche io una vita normale.
“non voglio uscire con Marta!”
Chiudo l'armadietto con forza sbuffando per l'ennesima volta ascoltando per la medesima volta questa frase. È tutto il giorno che Nigel non fa altro che seguirmi. Sta diventando irritante.
“ti ho già detto cosa devi fare”
rispondo allontanandomi il più in fretta possibile da lui.
“ma non so come ci si comporta, come dovrei dirglielo? Sarebbe strano presentarsi da lie e chiederle di uscire, l'ultima volta non sono stato cortese con lei, lo capirebbe anche un bambino che mi comporto in modo strano, no? Per questo voglio uscire con te. È tutto più semplice”
sta iniziando a diventare irritante. Mi ha preso per un manuale di approccio con le ragazze?
“non lo so Nigel, inventati qualcosa, portale dei fiori, scrivile una poesia, regalale dei cioccolatini! Chiedile scusa e invitala fuori!”
mi afferra la mano costringendomi a fermarmi e si para davanti a me guardandomi improvvisamente serio. Che cosa è successo?
“cosa c'è?”
chiedo un po' preoccupata.
Lui in silenzio si avvicina poggiando una mano sulla mia spalla, mentre l'altra che blocca il mio braccio scende verso la mia mano. Il suo viso si avvicina al mio arrivando ad una spanna dal mio naso. Si scosta un po' fino a sfiorare il mio orecchio e con la sua solita voce bassa e sensuale sussurra.
“vorresti uscire con me?”
Avvampo di colpo mentre il cuore inizia a martellare nel petto. Che cavolo gli prende? Mi allontano velocemente dalla sua figura imbarazzata e probabilmente rossa in viso.
Lui mi guarda passivo e avanza un passo verso me.
“pensi che così vada bene?”
chiede con nonchalance . Lo guardo stupita, mi ci vuole un po' per capire esattamente la sua domanda e i gesti che l'hanno preceduta.
Secondo lui è così che un ragazzo chiederebbe in modo normale un appuntamento ad una ragazza?
Stringo i pugni mentre un coinvolgente senso di irritazione mi assale partendo dalla punta dei piedi ai capelli. Ma è possibile che questo ragazzo sia proprio così?
“e tu credi che questo sia il modo migliore per chiedere ad una ragazza di uscire?”
chiedo ironica e stizzita.
“Insegnami”
dice freddo abbassando lo sguardo.
“posso consigliarti dei film da guardare, imita anche loro, ci sei riuscito fino ad ora, non dovrebbe essere difficile per te”
dico a denti stretti e solo ora inizio a comprendere. Non volevo illudermi con lui e su di lui perchè non è mai stato se stesso con me. Ogni suo gesto era frutto di cose viste e mai sentite. Le faceva perchè gli sembrava il modo giusto di comportarsi. Il modo di apparire normale. Non ha mai sentito nulla per me.
“stupida Chris”
sussurro a me stessa voltandogli le spalle. Ho voglia di piangere. Non ho mai avuto un ruolo nella vita di Nigel. Non sono mai stata una persona a cui teneva. Mi sento un pupazzo.
Sono stata solo un oggetto per lui, così come tutte le altre persone che ha incontrato. Insignificanti, ed io mi sono illusa di essere per lui qualcosa di più. Ho versato lacrime per lui,gli ho aperto il mio cuore, l'ho accolto nella mia vita come una persona importante, una su cui fare affidamento e pian piano l'ho fatto diventare il fulcro delle mie giornate. Che stupida che sono.
A fine giornata, dopo esser passata dalla videoteca della scuola ho portato a Nigel dei film romantici da vedere per istruirlo sul come comportarsi all'appuntamento con Marta. Alla fine la colpa è sempre mia. Sono io che ho montato castelli in aria con tanto di torri e ponti levatoi. Lui è coerente in quel che fa, ed io invece cambio idea ogni dieci minuti, ma ho deciso di aiutarlo a trovare la sua persona speciale e voglio mantenere questa promessa. Possibilmente senza farmi coinvolgere.
“Ecco qui, questi film ti aiuteranno un po', inoltre ecco qui il numero di cellulare di Marta, nel caso non riuscissi ad incontrarla in giro oggi. Buon divertimento.”
dico in tono neutro quasi come un automa.
“grazie”
sussurra lui freddo.
Bene, questione risolta.
“secondo me sei arrabbiata, non so per quale motivo ma te lo si legge in faccia!”
esclama Ted osservandomi in modo minuzioso facendomi quasi sentire in soggezione.
“secondo me centra qualcosa Nigel”
dice Jake assecondando il ragionamento del fratello.
“ragazzi, che ne dite di darci un taglio?”
interviene Paul e Mandy annuisce in silenzio sostenendolo.
“ma perchè scusa? Quante volte abbiamo visto Chris così? E per colpa di chi?”
chiede retorico Jake prendendosi un calcio allo stinco da Paul che in silenzio e con aria visibilmente scocciata azzanna il suo panino masticandolo poi come una mucca.
“se c'è qualcosa che non va con noi puoi parlarne Chris, siamo i tuoi amici!”
mi incita curiosa Mandy.
Proprio non possono farne a meno di immischiarsi nei fatti altrui eh? Eppure sono così carini a preoccuparsi per me.
Sbuffo rassegnata.
“Nigel mi ha chiesto...”
“ecco lo sapevo che c'era di mezzo lui!”
guardo Jake in cagnesco così come tutti e lui per risposta sussurra “scusate” stringendosi nelle spalle.
“Nigel mi ha chiesto aiuto per invitare Marta ad un appuntamento”
dico d'un fiato. In realtà l'ho spinto io nelle sue braccia, ma lui... ma io... insomma noi due ad un appuntamento? Sarebbe imbarazzante e impossibile.
“non è possibile Chris, lo sanno tutti che ha un debole per te!”
la mia espressione muta nel giro di mezzo secondo da affranta a sorpresa. Cosa significa ciò che ha detto Mandy?
“dai, Nigel non ha mai parlato con nessuno tranne che con te, ha fatto a pugni per te, a scuola siete sempre appiccicati, ormai lo sanno tutti che tra voi c'è qualcosa, tranne voi due!”
Paul: l'uomo della sintesi.
“ma non è assolutamente vero ragazzi! Siamo solo conoscenti! Il nostro è un rapporto strano è vero, ma non c'è mai stato nulla tra noi!”
mi sembra di aver detto una grande cazzata, perchè i volti dei miei amici hanno la tipica espressione da “mi stai prendendo in giro?”
Davvero tutti credono che tra me e Nigel ci sia qualcosa? Loro non sanno. Loro non sanno cosa si cela dietro, fosse così semplice.
“Andiamo Paul?”
chiedo avviandomi verso casa. Parlare con i ragazzi dopo la scuola davanti ad un frullato di Mike è sempre un piacere. Mi sento meglio e molti dei miei pensieri e delle mie preoccupazioni sono svanite.
“Passo dal negozio di mio padre, domani si va dalla nonna, vogliamo regalarle qualcosa di speciale per il suo compleanno! Non te lo avevo detto?”
ah, cavolo! Questo week end non ci sono né Paul né Mandy entrambi fuori città e Jake e Ted hanno lezioni col maestro privato visto che lo studio non è il loro forte. Ed io che faccio?
“allora a lunedì ragazzi, passate un buon fine settimana!”
dico salutandoli con la mano incamminandomi verso casa.
Camminando noto per terra una foglia solitaria spostata lentamente dal vento. La seguo con lo sguardo fin quando non si ferma su un palo. Sola. È così che mi sento. Sola come quella fogliolina. Sospiro e cerco di cacciare i cattivi pensieri.
Torno a casa quando ormai il sole è tramontato. Sam guarda la tv sul divano stretta a George ed io sorrido. È questa la normalità che Nigel ed io cerchiamo? La tranquillità di una famiglia amorevole che ti aspetta a casa quando torni da scuola? Niente pensieri, niente preoccupazioni? Semplice e pura normalità? Penso a quello che lui mi ha detto sulla sua vita, su suo padre. Che non abbia mai provato questa sensazione di pace e serenità che ora mi si para davanti agli occhi? Magari cercare quella persona speciale per lui è anche un modo per trovare finalmente una tranquillità?
Mi avvicino a Sam e George che mi salutano col sorriso e mi siedo sulla poltrona accanto al divano godendomi quest'attimo di pura perfezione.
È sabato! Niente scuola, niente studio, nulla di nulla. Noia mortale. Ecco il mio primo pensiero appena sveglia.
Mi reco in cucina ancora assonnata meravigliandomi nel non trovarvi nessuno. Solo un bigliettino sul tavolo.
“siamo andati a far compere per il bambino, staremo fuori tutto il giorno. Divertiti e fa la brava, baci Sam e George”
Fantastico! Anche loro hanno qualcosa di meglio da fare oggi. Mi avvicino alla cucina intenta a prendere una tazza di caffè, ma l'ombra di qualcuno nascosto dietro l'angolo mi fa sussultare.
Urlo spaventata facendo un balzo indietro.
“ben svegliata!”
Nigel? Che diavolo ci fa qui a quest'ora? Che diavolo ci fa qui in casa?
“sei pazzo? Mi hai fatto prendere un colpo!”
urlo isterica cercando di calmarmi.
“carino il pigiama con gli orsetti!”
dice sorridendo divertito. Divento rossa dalla vergogna. Sono in pigiama davanti a Nigel. Sono in pigiama davanti a lui. Istintivamente cerco di nascondermi.
“come sei entrato qui?”
chiedo imbarazzata.
“la porta sul retro era aperta”
risponde divertito.
Perchè mi guarda? Non mi toglie gli occhi di dosso. Mi sento in soggezione.
“c-che ci fai qui?”
perchè mi metto sempre in situazioni imbarazzanti?
“penso di averla trovata Chris, penso di aver trovato la persona che riuscirà a farmi passare il test finale!”
dice serio.
Cosa? Che significa che l'ha trovata? Pensavo ci volesse più tempo.
“capisci quel che dico? Finalmente potrò dimostrare a mio padre che sono degno di essere suo figlio. Potrò tornare nel mio mondo e finalmente diventare un demone completo!”
tornare nel suo mondo? Vuole andare via?
“ma ne sei sicuro? Sei sicuro di averla trovata? Com'è successo? Come fai a sapere che è la persona giusta?”
“ci ho riflettuto bene e penso sia Marta. Lei come te è diversa dalle altre ragazze e oggi lo scoprirò. All'inizio pensavo fossi tu, ma me ne sarei accorto non credi? Aspettavo un indizio un qualcosa, e ieri sera ho avuto la mia risposta. In Marta c'è qualcosa di strano. Voglio scoprire cos'è, voglio scoprire se è lei!”
mi gira la testa. Troppe informazioni assieme. Non capisco. Marta sarebbe la persona da lui tanto cercata e se ne accorge solo ora? Che vuol dire che torna nel suo modo? Che vuol dire che Marta ha qualcosa di strano?
“ti ricordi quella promessa?”
chiede prendendomi le mani.
“sì”
sussurro. Sembra entusiasta, non l'ho mai visto così. Sembra quasi felice.
“allora stammi vicino. Ieri sera le ho chiesto di uscire ed ha accettato. Voglio che tutto vada al meglio per scoprire se è lei, ma ho bisogno del tuo aiuto. Vieni con noi! Ti chiedo solo di controllarci da lontano Chris, per favore!”
seguirli nel loro appuntamento? Fare la terza in comodo e vederli divertirsi? Assieme?
Come faccio a dirgli di no? Ha uno sguardo così speranzoso e un perenne sorriso sulle labbra. Gli ho fatto una promessa, non intendo venir meno. Ah, che masochista sono!
“va bene!”
esclamo fingendo entusiasmo.
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Capitolo 30 *** Capitolo XXIV - L'appuntamento ***
Vestitami di fretta e furia
anche per
colpa della presenza oppressiva di Nigel mi reco al centro della
città per le 10:30, ora in cui stato stabilito
l'appuntamento. In
giro ci sono molte persone, per la maggior parte sono coppiette, ma
anche ragazze e famiglie. Mi guardo attorno cercando Nigel e Marta e
li vedo poco dopo davanti ad un Cafè. Marta non sembra
nemmeno una
ragazza della sue età: un vestitino rosso molto provocante e
striminzito le mette in risalto le curve che devo ammetterlo, sono
tutte al posto giusto. Anche Nigel è bellissimo come sempre,
vestito
di nero poi sta davvero bene. Per un secondo rimpiango di non esser
voluta uscire con lui, e poi mi guardo. Io a differenza loro, sono in
jeans e maglione. Mh, capisco perchè c'è tanta
differenza fra me e
Marta, abbiamo degli stili completamente diversi.
Mi nascondo dietro il
nascondiglio per
eccellenza: un cespuglio!
Vediamo un po'.
Lei gli salta al collo
senza perder
tempo ammiccando e facendo sorrisetti imbecilli, ma lui sembra
abbastanza rigido. Noto dal suo sguardo che sta facendo uno sforzo
enorme per non urlare qualcosa di cattivo. Mi chiedo come
farà a
scoprire se è lei la persona giusta...
certo non posso restare
tutto il tempo
appollaiata dietro le foglie in attesa di qualcosa. Decido di sedermi
al cafè entrando da uno degli ingressi laterali e sedermi
all'interno in modo tale da essere protetta e al sicuro da sguardi
indiscreti e figure di merda se Marta dovesse accorgersi della mia
presenza.
Mi sembra quasi di tradire
Mike
ordinando un caffè così mi limito a prendere un
bicchiere d'acqua
che la cameriera gentile e sorridente mi pone davanti.
Sembra stiano parlando
tranquillamente
del più e del meno, Marta gesticola anche troppo per i miei
gusti,
non per nulla per me resta e resterà una gallina, ma Nigel
invece
sembra ascoltarla con disinteresse, ha lo sguardo basso e annoiato.
Si guarda attorno e poi ecco che incrocia il mio. Mi sento in
imbarazzo, nonostante tutto sto spiando un appuntamento non mio.
Sorrido appena e alzo la mano in segno di saluto. Lui per tutta
risposta accenna un sorriso.
Che strana sensazione. Per
un attimo ho
percepito una grande intesa fra me e lui, cosa che non accadeva da
tempo.
Sorseggio lentamente
l'acqua e sposto
lo sguardo all'interno del locale.
Ma cosa sto facendo?
Perchè sono qui?
Nigel di certo non potrà fare nulla di strano e anche se
fosse
dubito che Marta possa coglierne qualcosa. Vorrei tornare a casa.
Sospiro. Perchè
devo sempre cacciarmi
nei guai?
“Chris! Che
sorpresa, che ci fai
qui?”
mi volto incuriosita.
“ciao
Pacey...”
dico poco entusiasta.
Fantastico! Ci
mancava solo lui.
“che ci fai sola
soletta qui?”
sorride mettendosi le mani
in tasca.
“nulla, una
passeggiata”
“posso farti
compagnia o aspetti
qualcuno?”
Aspetta un momento! Se
Pacey restasse
qui con me la cosa sembrerebbe meno bizzarra e avrei anche
l'opportunità di seguire Nigel e Marta senza destare
sospetti!
“sono
sola”
Anche se il mio piano
dovesse
funzionare non voglio essere più amichevole del dovuto con
lui,
dopotutto si è comportato in modo scorretto con me.
Si siede comodamente
davanti a me e fa
segno alla cameriera di voler ordinare.
“due
caffè per favore”
dice sorridente e sereno.
Due caffè?
Io non ho ordinato nessun caffè.
“ma io
...”
“offro io Chris,
ascolta ti va di
passare questa giornata con me?”
“prego?”
“un appuntamento,
ti va di uscire con
me?nulla di romanico promesso! Facciamo un giro in centro da amici e
passiamo un po' di tempo assieme!”
“da
amici!”
ribadisco io. Devo
ammetterlo è
tenace. Non perde mai la speranza. Sorrido leggermente contenta e
annuisco.
“andata!”
gli porgo la mano e lui
afferrandola in
modo deciso ripete
“andata”
alla fine non è
stato così difficile
per Pacey chiedermi di uscire, anche se solo come amici, allora
perchè per Nigel dovrebbe essere diverso? Perchè
con lui non è
così semplice?
“sembri
pensierosa, tutto ok?”
annuisco e inizio a bere il
caffè. Non
devo farmi distrarre da questi pensieri, cerchiamo di goderci il
godibile della giornata Chris, ripeto a me stessa poco convinta, ma
alla fine non ho molta scelta.
Guardo Nigel e Marta, si
stanno alzando
e istintivamente mi alzo anche io.
“cosa
c'è?”
chiede Pacey
“facciamo un
giro?”
chiedo esuberante, o meglio
interpretabile come nevrotica.
“certo, dove vuoi
andare?”
Bella domanda. Non so dove
stia andando
Nigel.
“oh, ma guarda!
Pacey e Chris! Chi lo
avrebbe detto ce vi avrei trovato qui!”
voce stridula. Ego
smisurato che
improvvisamente fa sembrare il cafè troppo piccolo. Una sola
parola.
Marta.
“oh, salve! Anche
tu in compagnia
cheer leader?”
risponde Pacey ignorando
Nigel.
“che coincidenza!
Così voi due vi
frequentate, eh?”
chiede lei indicandoci con
un sorrisino
malizioso degno di un pugno in faccia. I miei buoni propositi per la
questione del bosco sono andati a farsi un giro alla sua vista con
Nigel. Che io sia gelosa?
“oh,
sì! Ci frequentiamo eccome!”
esclama Pacey
abbracciandomi.
Recita la parte, recita la
parte
continuo a ripetermi. Guardo Nigel imbarazzata che ha un'espressione
truce dipinta in volto. Sembra stia fremendo. Non sopporta per nulla
Pacey.
“lasciala”
sussurra.
Oh, no! No, no, no! Non
è il momento
adatto per farsi venire crisi di proprietà privata!
Abbraccio a mia volta Pacey
riluttante
cercando di staccarmelo di dosso e raffreddare gli animi.
“già!
Eccome! E voi che ci fate
qui?”
Nigel sembra calmarsi e
torna sui suoi
passi, rispondendo alla mia domanda in modo molto pacato.
“le ho chiesto di
uscire.”
“potremmo
aggregarci? Sarebbe
divertente andare tutti assieme al luna park no?”
Ancora il luna park, Pacey
è fissato.
“sì,
ci sono tante cose belle da
vedere lì e ci divertiremo, che ne dite?”
incalzo incoraggiando a
malavoglia la
proposta di Pacey.
“volevamo andare
proprio lì!”
esclama Marta esaltata.
“Allora
è deciso!”
questa sarà una
lunghissima giornata!
Ne sono sicura...però così potrò
seguire da vicino i movimenti di
Nigel. L'idea di Pacey alla fine si rivela utile.
Marta continua a toccarlo e
ad
appiccicarsi a lui, ammetto che mi da fastidio, ma devo lasciare che
sia lui a decidere cosa fare. Sembra in imbarazzo per alcuni suoi
atteggiamenti, il che lo rende buffo.
Pacey invece sembra
più serio del
solito. Chissà cosa lo turba.
Mi fermo di proposito
lasciando che sia
la coppia di Nigel e Marta a superarci, Pacey se ne accorge e
arresta anche lui il passo.
“perchè
ti sei fermata?”
“ti ho visto un
po' pensieroso, va
tutto bene?”
“si nota
così tanto?”
annuisci accennano un
sorriso.
Forse Pacey non
è poi così male.
“c'è
qualcosa che ti turba?”
mi prende la mano
stringendola alla
sua. Sussulto. Il mio cuore sussulta. Che strana reazione. Non mi era
mai successo con nessun altra persona. Per questa volta, visto che
anche le circostanze lo richiedono lo lascerò fare. Stringo
a mia
volta la sua mano e assieme riprendiamo a camminare.
“era solo per
questo?”
chiedo divertita.
“beh, stiamo
uscendo come amici è
vero, però volevo farlo da tanto”
sorrido.
“che male
c'è a tenersi per mano?
Anche gli amici lo fanno!”
dico incoraggiante.
È stato dolce in
questo caso. Magari questa giornata non servirà solo a Nigel
come
lezione sulla normalità, ma anche a me.
Arrivati al parco abbiamo
preso una di
quelle crepes enormi di cui ho scoperto che Pacey è ghiotto,
io ho
optato per lo zucchero filato mentre Nigel ha preso solo un
caffè e
Marta un gelato.
“e questo cosa
sarebbe?”
chiede incuriosito Nigel
avvicinandosi
e osservando attentamente la mia dose di zucchero.
“zucchero!”
“posso
assaggiarlo?”
chiede prendendo il
pezzettino che
avevo già addentato io con le labbra.
Imbarazzo. Penso di essere
diventata
rossa. Nigel mi ha leccato le dita.
Anche Pacey e Marta lo
guardano
straniti, mentre lui cerca di assaporare al meglio la nuvoletta di
zucchero.
“si
può sapere che fai?”
chiedo leggermente
irritata. Vuole
mandare a monte il piano?
“cosa?”
“mi hai leccato
le dita Nigel!”
dico a denti stretti. Che
vergogna.
“non penso di
aver fatto nulla di
male”
“co-come?”
“volevo solo
assaggiare e poi così
facendo magari Pacey capisce di tenere giù le
mani!”
“ancora con
questa storia? Il tuo
obiettivo al momento è Marta! Concentrati su di
lei!”
“mh...
ciò non vuol dire che devo
lasciare te in balia di quell'essere!”
Argh! Che nervi!
È questo che si ostna
a non capire!
“ragazzi tutto
bene?”
chiede Pacey avvicinandosi
con Marta al
seguito.
Cavolo, non va bene
così. Non possiamo
discutere nel bel mezzo di un appuntamento.
“vuoi assaggiare
anche il mio
gelato?”
chiede maliziosa Marta
sporcandosi
appositamente le labbra. Che banale.
“no, non amo i
gelati”
risponde Nigel scatenando
l'isteria di
Marta.
Sorrido leggermente per la
comica
scenetta.
“ehy, hai un po'
di zucchero sul
viso”
mi avvisa Pacey togliendolo
con le dita
e avvicinandosi a me. Che vuol fare?
Senza che possa far nulla
mi stampa un
bacio sulla guancia molto affettuoso. Ancora una volta sussulto. Ma
che mi prende? Pacey non mi piace. Cos'è questa sensazione
che
avverto?
“grazie”
sussurro incamminandomi per
raggiungere
gli altri.
“oh, guardate il
tunnel degli
innamorati!”
urla Marta saltellando come
una
bambina. Sbaglio o quel tunnel è apposito per le coppiette?
Tutto rosa e con cuori che
sbucano
ovunque, ho quasi la nausea.
“andiamo Nigel!
Dai!”
sbuffa acconsentendo.
“ti va di fare un
giro?”
mi chiede Pacey con uno
sguardo strano.
“va
bene”
non che mi alletti l'idea
ma non
essendoci secondi fini, almeno da parte mia possiamo anche andarci.
I vagoni sono a forma di
cigno rosa,
anche se non esistono cigni rosa, ed entra in un tunnel a forma di
cuore. Cosa succede la dentro nessuno lo sa. Ed io di certo non
voglio saperlo.
L'addetto del tunnel ci fa
accomodare
nel vagone successivo a quello dove sono Nigel e Marta. È
davvero
piccolo e stretto, come se le coppie non fossero in grado di
abbracciarsi da sole.
“eccoci
qui!”
esclama Pacey. Il suo tono
di voce
sembra esser cambiato, ma non voglio farci troppo caso.
Entriamo nel tunnel oscuro,
le
lampadine infondono davvero poca luce.
“strano ci sia
così poca luce, non
credi?”
chiedo anche a lui per
conferma. E pian
piano una ad una le lampadine si spengono completamente.
“cos'è?”
chiedo leggermente
spaventata mentre il
cigno barcolla sulle onde.
“Pacey?”
ma dov'è? Tasto
il sedile al mio
fianco trovandolo vuoto. Che sta succedendo?
“Pacey?”
continuo a chiamarlo senza
ricevere
risposta. Ma che fine ha fatto?
Improvvisamente una luce
illumina il
fondale dell'acqua e mi sporgo incuriosita per vedere meglio. Ho una
brutta sensazione.
Sfioro l'acqua con la punta
delle dita
ma qualcuno mi afferra facendomi cadere in acqua.
Che sia lo spirol? Non
è possibile!
Provo a riemergere guardandomi indietro ed ecco una figura apparire.
È una donna con lunghi capelli color platino che cerca di
raggiungermi. Cos'è questa nuova diavoleria? Risalgo sul
cigno di
fretta scampando per un pelo alla sua presa, ritrovandomela
però
davanti.
“lasciami!”
urlo dimenandomi
cercando di liberare dalla sua stretta le braccia.
Una luce appare di fronte a
noi e la
donna fantasma scompare prima di esserne avvolta.
“ehy, svegliati
Chris!”
questa voce. Pacey?
“tutto ok? Hai
iniziato ad urlare e
mi sono spaventato! Appena siamo entrati nel tunnel ti sei
addormentata, stai bene?”
metto a fuoco Pacey
preoccupato che mi
aiuta ad uscire dal cigno e Marta e Nigel che mi aspettano poco
più
in la.
Un sogno? Non mi son resa
conto di
essermi addormentata.
“ho fatto un
incubo”
dico per rassicurare Pacey
che mi
precede raggiungendo gli altri.
Alzo la manica del maglione.
“un sogno un
corno”
sussurro ricoprendo i
segni. Che sta
succedendo ora? Che sia colpa di Gabriel? Cosa vuole da me? Se
è
Marta la persona speciale che cerca Nigel perchè continua a
manifestarsi a me?
“Chris, tutto
bene?”
chiede Nigel preoccupato.
Annuisco non
voglio che siu preoccupi. Oggi deve essere la sua giornata normale.
Non voglio rovinargliela.
“devo andare in
bagno, Nigel
aspettami qui!”
dice Marta correndo ad
incipriarsi il
naso seguita da Pacey.
“va tutto
bene?”
“sì,
non ho dormito molto questi
giorni sarò stanca per questo.”
rispondo sorridendo.
“Credo di aver
sbagliato, forse non è
Marta quella giusta.”
sospira.
“allora
continueremo a creare
appuntamenti fin quando non troviamo quella giusta!”
esclamo divertita.
“non sei
divertente!”
“lo sono sempre!
Come fai a sapere
che è una lei? Come fai a sapere che è a
Dallas?”
“sono stato
mandato qui con uno scopo
preciso, so che è una lei...lo è per
tutti”
che significa? Una lei per
ogni demone?
“eccomi!!!
vediamo la casa stregata?
Ho sentito dire che hanno costruito un labirinto con degli specchi
all'interno!”
non sopporto la voce di
Marta quando
urla. Annuisco senza troppo entusiasmo così come Nigel,
mentre
Pacey e Marta sembrano euforici. Chi lo avrebbe detto che la cheer
leader all'apparenza così adulta adora in realtà
giostre e luna
park?
Forse dovrei parlare con
Nigel di quel
che è successo nel tunnel, ma è meglio rimandare.
Lui sicuramente
saprà darmi delle risposte ed io non posso affrontare queste
cose da
sola.
Entriamo nella casa
stregata
tipicamente arredata con maschere terrificanti e ragnatele con tanto
di sottofondo di suoni sinistri, ma non è poi
così terrificante.
Marta ne approfitta per fare la povera fanciulla indifesa e
aggrovigliarsi a Nigel in ogni momento mentre Pacey sembra
affascinato dalle maschere. Cammino tenendomi a distanza dagli altri
con passo lento. Avanzando un grande portone posto al centro del
corridoio ci mostra l'inizio del labirinto una volta aperto. Inizio
ad addentrarmi stando attenta a non sbattere alla prima parete
invisibile e noto gli altri disperdersi. Nigel mi aspetta e assieme
iniziamo a percorrere le stette vie tutte uguali.
“questo sembra
interessante”
dice con tono freddo
guardandosi
attorno.
“è ben
fatto”
mi limito a rispondere. Mi
sento
incredibilmente stanca. Mi sposto alla sua sinistra convinta che sia
la direzione giusta. Toccando le pareti dovrebbe essere facile capire
se davanti a me c'è un muro oppure no. Ne sfioro uno
lasciandoci
l'alone della mano e avanzo.
“sembri
sicura!”
mi giro per guardarlo.
“non dovrebbe
essere molto
difficile.”
è una mia
impressione o qui dentro fa
freddo?
“chris...”
“si?”
“cosa?”
mi chiede Nigel perplesso.
“mi hai chiamata
tu, dimmi”
“io non ho
parlato”
“Chris...”
ancora? Mi volto per
raggiungere Nigel,
ma davanti a me c' un vetro.
“l'hai
sentita?”
chiedo guardandolo.
“attenta!”
urla avanzando verso me
inutilmente,
anche lui è bloccato.
Eppure sono sicura che
dietro di me non
ci fosse nessuna parete. Che sta succedendo? Ho già perso il
senso
dell'orientamento?
I vetri iniziano a tremare
fino ad
esplodere. Mi accuccio per terra coprendomi il viso. Che diamine
succede?
“C'è
qualcuno!”
urla Nigel allertato.
Dal nulla si alza una
spessa foschia
che ci circonda e tutto il resto sembra sparire nel buio. Sento il
pavimento cedere sotto i miei piedi e precipito senza aver il tempo
di far nulla.
“Chris!”
Nigel mi afferra
tempestivamente. Tutto
ciò non sta accadendo davvero.
“ti ho
presa!”
con fatica cerco di tirarmi
su aiutata
da Nigel che nel salvarmi si è reso conto dei segni sul
braccio che
la donna nel tunnel mi ha lasciato.
“cosa sono
questi?”
li copro immediatamente
senza
rispondere.
“Chris, cosa sta
succedendo?”
mi guarda afflitto.
“non lo
so...”
una forza imponente mi
scaraventa
improvvisamente a terra lontana da Nigel, tutto continua a tremare e
ad andare in frantumi. Nigel viene intrappolato in lastre di
cristallo spuntate dal nulla impossibilitandolo a raggiungermi. Sento
ancora il mio nome sussurrato nell'aria e poco dopo la figura
femminile che avevo visto nel tunnel si ripresenta caricandomi.
Mi afferra per il collo e
inizia ad
urlare parole incomprensibili.
Un vortice di piume nero
appare tra me
e Nigel rivelando poco dopo la presenza di Gabriel.
“che bello
rivedere le mie vecchie
conoscenze”
Nigel prova a rompere la
prigione senza
riuscirci e Gabriel gli si avvicina compiaciuto.
“che ci fai tu
qui?”
“oh, andiamo
principino! Pensavi
davvero che ti avrei lasciato vivere qui in pace? Vedo con piacere
che voi due siete inseparabili!”
dice voltandosi un istante
verso me.
“lasciala
andare!”
ringhia Nigel.
“annulla il
diritto di proprietà che
la vincola a te e non le farò male, promesso”
“perchè?”
“perchè
è lei ciò che voglio!”
“no!”
“hai
già trovato la tua chiave e non
è lei, lascia questa particolare ragazza a me, potrebbe
rivelarsi
molto utile!”
questi discorsi mi danno ai
nervi. Io
non sono proprietà di nessuno.
Afferro decisa le braccia
dello spettro
meravigliandomi nel poterlo toccare e con tutte le mie forze cerco di
allontanarla. Di nuovo, sento uno strano calore pervadermi e riesco a
sopraffare l'entità liberandomi.
“visto? Ha delle
notevoli qualità!”
non mi sento quasi
più conscia. È
come se una parte di me sconosciuta stia lottando per prendere il
sopravvento.
“liberalo
subito”
sussurro con una voce non
mia.
Gabriel per un momento
sembra
intimorito, poi sorride beffardo.
“manca ancora un
po'. Rancine,
andiamo!”
fa segno alla donna spettro
per poi
sparire nel nulla.
Corro verso Nigel
appoggiando le mani
sul cristallo.
“Chris... i tuoi
occhi...”
sussurra lui triste in
volto.
Pian piano il cristallo si
scioglie al
contatto con le mie mani e il calore lascia il mio corpo rendendomi
del tutto debole. La terra smette di tremare e la foschia si attenua,
tutto sembra tornare alla normalità. Sospiro e mi accascio
per
terra. Nigel mi soccorre subito.
“stai
bene?”
gli chiedo sforzandomi di
tenere gli
occhi aperti.
Mi solleva senza troppo
sforzo, siamo
davanti all'uscita della giostra dove Pacey e Marta ci aspettano
preoccupati.
“cosa
è successo?”
chiede Pacey avvicinandosi.
“soffre di
claustrofobia”
risponde Nigel ignorandoli
poi e
allontanandosi.
“aspetta dove
vai?”
sento urlare Marta, ma sono
così
stanca. Chiudo gli occhi lasciandomi andare al sonno fra le braccia
di Nigel.
“Chris, come ti
senti?”
apro gli occhi lentamente,
ci metto un
po' a rendermi conto che son in camera mia.
“stordita, cosa
è successo?”
mi metto lentamente seduta.
“e tu che ci fai
qui?”
che ci fa Nigel in camera
mia? Come
siamo arrivati qui?
“mi hai fatto
preoccupare, ho avuto
paura”
dice abbracciandomi
improvvisamente.
Eh? Aspetta un attimo. Cosa
sta
facendo? Cos'è questo tono di voce? Cos'è questo
atteggiamento del
tutto anti Nigel?
“che dici? Nigel
lasciami andare”
bofonchio nel suo petto.
“lasciati
abbracciare”
sussurra dolcemente ed io
non so perchè
ma vengo assalita dalle lacrime. Lo stringo forte a me iniziando a
singhiozzare. Mi sento così imbecille.
Siamo stati assieme tutto
il giorno, ma
mi è mancato così tanto.
“Nigel...che ti
prende?”
alzo lo sguardo per
incontrare il suo.
“mi dispiace, non
riesco a lasciarti
andare. Mi appartieni Chris e non ti cederò a
nessuno”
ecco come rovinare un bel
momento, per
quanto malinconico.
“Nigel, ti ho
già detto che non sono
di tua proprietà!”
si avvicina al mio viso
tenendomi
stretta a lui, senza lasciarmi via di fuga e mi bacia.
Provo ad allontanarmi, ma
senza
successo. Continua ed io sotto i suoi baci non faccio altro che
cedere. Sento che il cuore mi sta scoppiando nel petto. Quanto si
può
desiderare di stare con una persona in modo così intenso?
Ci adagiamo più
comodi sul letto senza
staccarci un istante, non so cosa sta succedendo ma leggo nei suoi
occhi che mi desidera così come lo desidero io.
“siamo
tornati!”
Annunciano all'unisono
George e Sam,
interrompendoci. Voglio sprofondare.
“buona
sera”
risponde Nigel scattando
sull'attenti
in una posizione più che decorosa.
“Nigel...”
dice con un filo di voce
Sam.
“ti accompagno,
lasciamo le sorelline
da sole!”
esclama divertito George
che si chiude
la porta alle spalle lasciano me e Sam da sole.
“Chris...”
“Sam...sono nei
guai vero?”
“molto grossi
direi!”
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Capitolo 31 *** Capitolo XXV - Intima celebrità ***
è
successo
davvero? Mi chiedo ancora e
ancora. È successo davvero quello che è successo
l'altra sera con
Nigel? Nonostante Sam mi abbia vietato di vederlo, mi chiedo cosa
stia facendo, cosa pensa di quel che succede, cosa prova. Sospiro.
Sam passa davanti a me accarezzandosi il pancione ormai divenuto
enorme.
“manca
poco” ripete a se stessa e
al bambino. Un flash di me e Nigel genitori mi fa trasalire, non
avevo mai pensato a me e lui come un noi. Ho voglia di vederlo, di
parlargli anche se so che sprofonderei nel totale imbarazzo davanti a
lui. Sospiro nuovamente.
“Allora,
mi
spieghi bene come sono
andate le cose?”
mi chiede
innocua e curiosa
mia sorella
sedendosi sul letto. Proprio su quel letto dove Nigel mi ha baciata
più volte.
“cosa
vorresti
sapere esattamente?”
chiedo
imbarazzata
rivivendo quei
momenti.
“come
sono andate
le cose, fin dove
volevate spingervi, se è una cosa seria. State
insieme?”
la mia
mente si svuota. Non
mi
aspettavo questa domanda. Io e Nigel non siamo una coppia.
Decisamente non stiamo assieme, ma allora perchè
c'è questo strano
rapporto fra noi? A prescindere da tutto il resto, Nigel ci tiene a
me? Oppure è solo una questione di orgoglio? È
solo perchè mi
ritiene una sua proprietà che cerca di essere ovunque sia
io? Non si
fida? E se non si fida non può cercare un'altra persona di
cui può
fidarsi? Eppure mi è stato accanto questi mesi, se non gli
andavo a
genio doveva solo dirlo o ignorarmi del tutto, come ha fatto a volte
ma poi tornava sempre ad importunarmi con qualche stupida scusa. Non
riuscirò mai a capirlo.
“Chris,
sto
aspettando”
ero
così assorta
nei mie pensieri che
mi sono dimenticata di star parlando con Sam, ma di cosa?
“scusa”
rispondo
distratta.
“allora?
Nigel
è il tuo ragazzo?”
mi chiedo
come le vengano
in mente
certe idee.
“certo
che
no!”
io e
Nigel non saremo mai
in quel tipo
di vesti. Non ho mai detto che mi piace, forse è solo colpa
degli
ormoni, anzi di sicuro è colpa degli ormoni!
“allora
spiegami
perché è la
seconda volta che lo trovo in camera tua! Chris, ecco... sei giovane
e... molte cose non le sai, però vedi...”
improvvisamente
Sam
è diventata rossa
e impacciata, che le prende? Non l'ho mai vista così.
“quando
un
ragazzo e una ragazza
escono assieme o comunque si frequentano, sopratutto alla tua
età,
ecco...hanno degli impulsi...”
No, stop!
Vuole farmi quel
famoso
“discorso” che tutti i genitori fanno ai figli
mettendoli
nell'imbarazzo più totale che poi negherà in
futuro una qualsiasi
confidenza di ambito amoroso? Sam? Mia sorella Sam, vuole parlarmi di
sesso?
“ok,
Sam dacci un
taglio! Non voglio
parlare di “queste cose” con te!”
mi guarda
un po' sollevata
e un po'
affranta. So che in qualche modo si sente responsabile per me, ma non
c'è bisogno alcuno di intraprendere argomenti ambigui e
imbarazzanti.
“Chris,
è già difficile per me, ok?
Fammi finire, tra poco diventerò madre e tu ecco, devi
sapere cosa
ti aspetta quando frequenti qualcuno...”
“non
sto
frequentando nessuno!”
ribatto
rossa in volto.
“ah,
no? Eppure
il tuo amico Nigel
non la pensa così...almeno dai suoi atteggiamenti!
Posso?”
chiede
George bussando alla
porta per
entrare. Cos'è una specie di riunione di famiglia
improvvisata?
Sam gli
fa cenno di andarle
accanto e
lui esegue sedendosi sul letto al suo fianco, ora sono entrambi
davanti a me, l'unico ostacolo che mi separa dalla porta della
libertà.
“ragazzi,
non
è come pensate!”
mi
guardano con l'aria di
chi la sa
lunga, ma non hanno assolutamente capito nulla se pensano che io e
Nigel ci stiamo frequentando in quel senso e tanto meno se pensano
che Nigel abbia delle ambizioni nei miei confronti. Si comporta
così
solo perché sono di sua proprietà, tutto qui. E
forse sono io, ma
in questo non ci vedo nulla di romantico.
“Chris,
ascoltaci, sappiamo che
questo argomento ti imbarazza..imbarazza anche noi credimi, ma
è
giusto che tua sorella ti spieghi qualcosa ed anche io ti spieghi
qualcosa su noi maschietti”
sorride
dolcemente George
con fare
paterno,
davvero
apprezzo
immensamente l'impegno
e lo sforzo che stanno facendo, ma io...
“so
già tutto, se vi può far star
più tranquilli sono vergine e ho intenzione di rimanere tale
per un
bel po' ancora, quindi ora se non vi spiace...fuori dalla mia
camera!”
dico d'un
fiato rendendomi
conto solo
dopo di aver parlato dei miei progetti sessuali futuri con loro con
blanda leggerezza.
Entrambi
mi guardano
sbigottiti e rossi
in viso, scattano sull'attenti e in silenzio ma molto velocemente
escono dalla stanza.
Ho il
cuore che batte
forte, che razza
di situazione. Sospiro e cerco di tranquillizzarmi. Mi tuffo a mo di
palla sul letto e osservo il soffitto. Anche se ho 17 anni non ho mai
fatto nulla con nessuno in effetti. Non che voglia farlo a tutti i
costi, ma chissà com'è. Megan mi ha detto
qualcosina, ma non si è
mai spinta più i tanto nei dettagli e ovviamente io non ho
curiosato
più di tanto.
Cosa si
prova in quei
momenti? È
simile a quello che ho provato la scorsa sera con Nigel? Desiderare
ardentemente una persona? Non poter fare a meno dei suoi sguardi?
Della sua voce? Del suo profumo? È questo quello che si
prova? Con
una calda e piacevole sensazione di torpore e questi pensieri mi
addormento serena senza pensare ad altro. Cosa vuol dire amare una
persona?
“Chris,
posso
entrare?”
mi desto
leggermente dal
sonno, chi è
a quest'ora?
Guardo la
porta
istintivamente, ma è
chiusa. L'avrò sognato. Mi raggomitolo nuovamente nelle
lenzuola per
riprendere a dormire, ma un rumore attira la mia attenzione. Guardo
la finestra. È aperta. Il vento gelido spazza via quel
piacevole
calore costringendomi ad alzarmi per chiuderla, strano, non mi pare
di averla aperta. Afferro la maniglia e la giro in modo da far
scattare la serratura, ecco, ora è chiusa di sicuro. Faccio
per
tornare a letto, ma qualcuno mi afferra il braccio tirandomi a se e
tappandomi la bocca.
Ci sono i
ladri! Devo
avvertire Sam e
George. Cerco di liberarmi, ma senza successo. È forte
questo tipo!
Accidenti.
Ci stiamo
dirigendo verso
il letto. Che
voglia legarmi? Non glielo permetterò! Cerco di
schiacciargli il
piede senza riuscirci. Non vedo nulla al buio e non è facile
muovermi. Lo spingo leggermente col mio corpo e intanto gli mordo la
mano. Questo funziona e lo distrae per qualche secondo, il tempo
necessario per scappare. Avanzo solo di due passi quando lo sento
muoversi nella mia direzione. Mi salta addosso letteralmente ed
entrambi finiamo sul letto.
Apro gli
occhi accorgendomi
solo ora
che chi mi sovrasta è Nigel. Che diamine ci fa qui in piena
notte?
Mi fissa senza dire una parola ed io arrossisco. Penso di poter
illuminare l'intera stanza con la mia faccia. Che situazione
imbarazzante. Lui in camera mia. Sul mio letto sopra di me. Tiene
stretti fra le mani i miei polsi e non accenna ad allentare la presa.
Di nuovo
quel calore
improvviso mi
sovrasta e mi sento febbricitante. Lui non dice nulla, continua a
fissarmi in silenzio con una strana espressione in viso, sembra perso
nei suoi pensieri.
“mi
fai
male...lasciami Nigel...”
sussurro
cercando di
muovere le braccia
senza successo. Non si muove. Resta fermo ed immobile.
Inizio ad
aver timore di
lui. Che gli
prende?
“Nigel,
che
hai?”
si
avvicina a me
schiacciandomi col suo
corpo. Che ha in mente? Che gli prende? Non è certo il
solito Nigel
di sempre, non lo farebbe mai.
“ti
ho detto di
lasciarmi!”
esclamo
dimenandomi
più che posso, ma
sembra un macigno.
“chris!”
urla
qualcuno dal nulla.
Ed ecco
che dalla penombra
si svela un
altro Nigel. Due Nigel? Ma che significa?
“si
può sapere che stai...”
le parole
gli muoiono in
bocca non
appena mi vede in una situazione ambigua.
“ma
che diavolo
stai facendo? Non ti
è chiaro il concetto di proprietà?”
chiede
imbronciato. Non
è questo il
momento! Non è questo il momento di sottilizzare.
Il Nigel
che mi blocca
inizia a
muoversi e ringhiare.
“toglimelo
di
dosso!”
urlo
senza pensare a Sam e
George.
Questo Nigel finto vuole azzannarmi!
Senza
nessuno sforzo Nigel
lo afferra
per il collo scaraventandolo con forza vicino alla finestra dove si
frantuma in mille pezzi che si dissolvono nell'aria.
“stai
bene?”
mi chiede
preoccupato. Lui,
lui sì che
è il vero Nigel, i suoi occhi sono vivi.
“cos'era?”
mi metto
seduta e lo
guardo. Lui si
avvicina a me con sguardo truce.
“cosa
c'è?”
chiedo
indietreggiando sul
materasso un
po' impaurita. Ho come la sensazione di averne combinata un'altra
delle mie.
Si
avvicina
inginocchiandosi sul letto
e costringendomi a farmi piccola piccola vicino al cuscino, afferra
il mento fra le sue dita avvicinandomi al suo viso.
“non
so cosa
fosse quella cosa, ma
tu...! concederti così, senza il minimo scrupolo?”
si
è arrabbiato
perché mi ha visto in
quel modo? Non posso crederci!
Sorrido
leggermente. Sembra
così buffo
con il broncio.
“non
sto
scherzando. Tu sei mia,
anche in quel senso!”
cosa? Il
sorriso muore e lo
guardo
incredula.
Sposto
con la mano la sua
liberandomi
dalla presa e prendo un bel respiro.
“prego?”
non
esiste una cosa del
genere. Non
esiste il concetto di proprietà! Io non appartengo a nessuno!
“hai
capito
benissimo. Sei mia, che
ti piaccia o no!”
dice con
aria sicura di se
e seducente
afferrando nuovamente il mento deciso questa volta ad andare fino in
fondo.
Sento il
suo respiro sul
mio viso,
sento la sua mano fredda sulla pelle e i suoi occhi su di me, come fa
questo ragazzo ad avere così tanto carisma su di me? Mi
annullo
completamente quando fa così.
Le sue
labbra morbide
sfiorano le mie e
con troppa facilità lascio che la sua lingua ne accarezzi i
contorni. Ogni volta che mi sfiora sento un pezzettino della mia
anima andar via e legarsi a lui. Cosa significano questi sentimenti?
Che significa questo calore che mi pervade?
“Chris!”
urla Sam
prima di
spalancare la porta
seguita da George.
Apro gli
occhi e Nigel non
c'è più.
Sono sola sul letto febbricitante.
“ti
abbiamo
sentita urlare, va tutto
bene?”
guardo
George e Sam, ci
metto un po' a
capire cosa sta succedendo, ma ancora confusa rispondo che è
stato
un incubo.
Mi sento
così
debole. Come se la mia
energia fosse improvvisamente sparita.
Ho
dormito poco e male, non
mi sento
molto bene, la stanchezza continua a farsi sentire e mi sento uno
zombie. Cavolo! A 17 anni dovrei essere una bomba di energia!
Sono in
ritardo, Paul
è già da Mike,
se mi sbrigo forse riesco a raggiungerlo!
Mike non
è stato
mai così pieno di
gente. Entrando nel Cafè quasi non si riesce a passare,
c'è una
lunghissima coda fin fuori la porta d'ingresso, vedo Paul in un
angolino fermo ad osservarmi, sarà telepatia, ma ho come
l'impressione che mi stesse aspettando. Cerco di farmi spazio tra una
gomitata e una pestata di piedi e finalmente riesco a raggiungerlo.
“cosa
è successo? Mike offre
ciambelle gratis a tutti?”
chiedo
sorridendo.
“come
se i suoi
prezzi non fossero
già abbastanza bassi, c'è qualcuno di importante
stamane qui a
Dallas!”
“oh,
la
quotidiana e monotona routine
di Dallas messa in pericolo da una “star”, e chi
sarebbe?”
“la
nuova stella
emergente Evander
Cavendish! In realtà è solo un ragazzino montato,
nulla di
speciale”
Dice Paul
in modo
dispregiativo
cercando quasi di rassicurare più se stesso che informare
me.
Incuriosita mi avvicino, per quel che possibile, vorrei almeno vedere
che viso ha questa star, e tra chiome cotonate, ricce lisce e di ogni
inventiva, vedo uno sguardo smeraldo penetrare nel mio. Wow. Star o
meno, il ragazzo è molto carino. C'è qualcosa in
lui che lo rende
singolare e di sicuro non è la marmaglia di gente che gli
ronza
attorno. Come fa a non esserne minimamente irritato? Sposto lo
sguardo sulla sua figura intera. Paul dice che ha la nostra
età, a
me sembra un po' più grande, forse per via della barba e i
capelli
lunghi. Ammetto che non avevo mai incontrato un ragazzo dai capelli
rossi e non mi spiace aver fatto la sua conoscenza proprio oggi.
Risalgo dai jeans e la camicia bianca nuovamente al suo
viso,sorprendendomi questa volta, nel notare come lui mi lanci
un'imprevedibile e fugace sorriso, come se avesse letto nei miei
pensieri. Non sono nemmeno sicura di aver visto quel sorriso a dire
il vero, è stata solo un'impressione, piacevole,
piacevolissima
impressione.
Dopo
esser riuscita assieme
a Paul ad
uscire dal Cafe di Mike con i nostri adorati caffellatte di soia alla
cannella ci dirigiamo a scuola. Sono un po' ansiosa di vedere Nigel,
anche se per com'è incominciata la mattina un po' di
tensione è
andata via.
Nei
corridoi c'è
uno strano brusio, di
Nigel nemmeno l'ombra e stranamente anche Mandy non è venuta
ad
accoglierci al cancello come tutti i giorni.
“buongiorno
Chris, incantevole come
sempre!”
esclama
Jake facendo un
piccolo inchino
con un sorriso smagliante. Saluto i due fratelli divertita. Sono
sempre di buon umore, ma come fanno a non avere mai un'aria triste ed
abbattuta? Dovrò farmi confessare il loro segreto. Ogni
giorno
sembrano carichi di una nuova ed esuberante energia in grado di
mettere chiunque si avvicino loro di buon umore.
“avete
visto
stamane? Non si parla di
altro!”
“ti
riferisci al
ragazzino Jake?”
“certo!
Non lo
sai? Oggi è ospite
nella nostra scuola per girare una scena di un suo prossimo
film”
ecco il
perché
di tutto questo brusio.
“avete
visto
Mandy?”
chiedo
concentrandomi sulle
cose che
fanno parte della mia routine senza farmi coinvolgere troppo in un
evento poco significativo sporadico che avviene per puro caso a
Dallas.
“penso
che la
troverai nel corridoio
principale assieme a tutte o quasi, le ragazze dell'istituto, tra
poco arriva la star e tutte vogliono una foto o un autografo”
spiega
Jake e noto una
punta
d'irritazione sul viso di Paul. È geloso. È
dannatamente geloso di
Mandy. Sono fermamente convinta che formerebbero una bella coppia
assieme!
“è
una
star locale? Non ne ho mai
sentito parlare a dire il vero”
“si
Chris, nulla
di speciale!”
il brusio
nel corridoio
aumenta un
maniera esponenziale fino a scoppiare in un boato di urla e
gridolini, indice che Evander è arrivato. I ragazzi non
sembrano per
nulla entusiasti ed anzi hanno dipinta sul volto un'espressione di
banale ovvietà. Sorrido leggermente divertita pensando agli
stati
contrastanti che ci sono in questo momento fra i ragazzi e le
ragazze. Saluto Jake, Ted e Paul e mi avvio verso il punto ristoro.
Da quel che ho sentito vociferare in corridoio almeno le prime due
ore di lezione di tutti i corsi sono state cancellate, ed io ne
approfitto per rilassarmi un po' sui divanetti della scuola che non
avevo mai utilizzato.
In giro
non c'è
quasi nessuno, tranne
qualche ragazzo del club di chimica o qualche ragazza dark e
asociale. Sprofondo con un sospiro nel divano e sorseggio ancora
l'ultimo sorso del caffè preso da Mike.
Che fine
avrà
fatto Nigel? Oggi la sua
assenza non è così opprimente nella mia mente
come lo è stato in
passato, anzi. Mi sento quasi sollevata nel non vederlo, anche se
sono un po' preoccupata. Di solito mi segue da per tutto facendomi
richieste strane e comportandosi in modo imbarazzante nei miei
confronti.
“tu
che ci fai
qui Harries?”
un brutto
presentimento mi
dice che se
risponderò a questa domanda sono sicura che Nigel
comparirà
magicamente davanti ai miei occhi, ho appena finito di pensare che
non mi manca la sua presenza ed eccolo come per magia apparire come
un fungo.
“oh!
Ciao...Pacey?”
strano,
mi era sembrato di
sentire la
voce di Nigel.
“non
vai a dare
il benvenuto ad
Evander?”
rispondo
negativamente
finendo del
tutto il caffè.
“non
capisco il
perché di tanto
fermento, è una piccola celebrità, ma alla fine
dei conti è un
ragazzo normale. Sospendere le lezioni per due ore mi sembra
eccessivo.”
Pacey
ride di gusto. Cosa
ci trova di
divertente in questa storia?
“strano
Chris,
perché sembra che
qualcuno ti trovi interessante! Ci si vede!”
mi saluta
andando via con
una certa
fretta, ma che vuol dire?
Mi volto
per guardarmi
intorno, non
vedo nessuno, a chi si riferiva Pacey?
“ciao!”
un
ragazzo in tuta e
cappellino si
siede accanto a me con fare rilassato. Un po' stranita lo saluto, ma
da quando le persone salutano me? Christine Harries, la perdente
della scuola?
“hai
sentito?
C'è un tipo famoso
oggi a scuola...!”
Annuisco.
Penso che oggi
questo sia
l'unico argomento di conversazione.
“a
te non
interessa conoscerlo?”
“oh,
penso che
non bisogna dare molta
importanza a queste cose. Alla fine fa un lavoro come tutti gli
altri, solo che usa le sue capacità recitative,
così come un
operaio usa le sue capacità manuali o logiche o quello che
ognuno di
noi sa fare, non trovi?”
lo guardo
e sembra
accennare un
sorriso.
“non
mi sbagliavo
al Cafè
stamane...”
sussurra
sollevando la
visiera del
cappello. Ci metto un po' a riconoscerlo. Sembra proprio Evander!
“non
sei solo
carina, ma anche
diversa...”
“ah,
ciao!
“
esclamo
sorpresa. Magari
quello che ho
detto non è stato di suo gradimento.
“ciao!”
risponde
lui con un sorriso
a trentadue
denti. Si sistema comodo sul divanetto senza smettere di guardarmi.
“oh,
ma... che ci
fai qui? Se le tue
fan urlano di là, perché sei qui?”
non
capisco, che razza di
atteggiamento
è?
“semplice,
non
che non le rispetti,
solo che ci sarà tempo per salutarle come si deve. Volevo
conoscere
te prima.”
Me? come
cavolo
è possibile che bo
tutta questa “fortuna”? Inizio a pensare di essere
maledetta.
“oh,
capisco...
cioè posso chiederti
come mai?”
“ti
ho vista al
Cafè e mi sei
sembrata interessante, piacere di conoscerti, sono Evander, ma te lo
avranno già detto”
mi porge
la mano e
stringendola
ricambio presentandomi
“Chris,
piacere
mio”
inaspettatamente
la mano
che stringe la
sua si avvicina alle sue labbra e da vero gentiluomo schiocca un
bacio molto caloroso sul dorso della mano.
“che
bel
nome”
dice
ammiccando.
È una mia impressione
o ci sta provando? È una mia impressione od è un
po' sfacciato?
Un
brivido lungo la schiena
mi fa
pensare che Nigel non approverebbe tutta questa gentilezza da parte
di Evander e non approverebbe il mio silenzioso e accondiscendente
modo di fare.
“beh,
ora devo
andare, buona
giornata”
dico
alzandomi in piedi di
scatto. Come
mai ho una strana ed improvvisa ansia addosso?
“ci
vediamo dopo
allora”
dice
deciso lui alzandosi
in piedi e
salutandomi mentre in lontananza un “eccolo”
anticipa una massa
di fan eccitate.
Mi
allontano velocemente e
giro
l'angolo. Che mi prende? Non è l'effetto della
“star” a farmi
sentire così confusa vero? Ho provato uno strano senso di
inquietudine in sua presenza. Come se ci fosse qualcosa di sbagliato
in lui.
“Tu!”
sussulto
colta alla
sorpresa.
“Ah,
sei
tu...”
sospiro
cercando di
riprendere fiato.
Mi ha spaventata. Stupido Nigel.
“”ah,
sei tu”? Si può sapere che
fine hai fatto ti ho cercata da per tutto!”
cos'è
quest'arroganza? Cos'è questo
tono autoritario di prima mattina?
“io
ero qui...in
giro”
dico poco
sicura di me, ma
ho come la
sensazione che se gli dicessi di Evander andrebbe su tutte le furie.
Forse sono io che volo troppo con la fantasia vero? Nigel non
può
essere possessivo fino a questo punto.
“che
hai?”
lo guardo
interrogativa.
“prima
ti sei
spaventata appena ti ho
chiamata, ora fai l'evasiva e sembra che tu ti stia guardando
attorno, che hai?”
“nulla,
sto
benissimo!”
le urla
delle ragazze ci
raggiungono e
istintivamente sia Nigel che io ci voltiamo a guardare. Evander mi
lancia un'occhiata salutandomi con la mano e un po' intimorita
accenno anche io ad un saluto sperando che N...
“lo
conosci?”
ringhia
aggressivo e un po'
stizzito.
“no,
abbiamo solo
parlato due secondi
fa... “
“
ti ha toccata?
Ti ha fatto
qualcosa? Dimmelo!”
A volte
mi chiedo se Nigel
sia davvero
convinto che noi umani possiamo agire davvero come fanno tra loro.
“Nigel,
non
funziona come da te...
qui si parla prima di alzare le mani! E poi ti sembra un
comportamento normale il tuo?”
“non
hai il
permesso di parlare con
quello!”
“non
ho il
permesso?”
“esatto”
“e
da quando
dovrei avere un permesso
per parlare con le persone?”
“da
sempre!”
“non
mi hai dato
il permesso per
parlare con Paul o Pacey o Jake...”
“invece
si!
Tranne che con Pacey ma
sembra innocuo!”
Questa
conversazione sta
davvero avendo
luogo? Davvero Nigel mi sta imponendo una restrizione simile?
“è
la
mia vita! Direi che posso
decidere da sola con chi parlare e chi no! Stai esagerando!”
“smettila
di fare
la bambina Chris,
che ti piaccia o no mi appartieni e rispetterai le regole,
chiaro?”
senza
pensarci due volte lo
schiaffeggio. Ora sta superando il limite.
“non
accetterò mai di essere un tuo
giocattolo!”
urlo
andando via infuriata.
Cavolo,
Nigel non se ne
rende davvero
conto! Mi massaggio la mano, mi sono fatta male dandogli lo schiaffo,
eppure non mi sembrava così forte. Che sia la sua umana il
suo
giocattolo!
“mh,
mi sembra
famigliare
quell'espressione!”
esclama
Mandy sarcastica.
“ah,
davvero?
Diciamo che ormai è
una routine!”
risponde
Paul un po'
seccato.
“mi
chiedo quando
tu e Nigel
litigate, vorrei assistere davvero! Non riesco ad immaginare Preston
che si arrabbia, è sempre così
composto!”
“Jake,
penso che
il tuo desiderio si
avvererà presto!”
“Paul
non
incoraggiarlo!”
i miei
amici... che persone
“carine”!
Anche se in effetti è vero, ogni volta che litigo con Nigel
all'ora
di pranzo si presenta sempre la medesima scena.
“Chris,
tutto ok?
Non fai altro che
grattarti la mano!”
ora che
Mandy me lo fa
notare è vero.
“è
da
stamane che mi da fastidio”
spero non
sia dovuto allo
schiaffo che
ho dato a Nigel. Non dovrebbero esserci effetti collaterali nel
picchiare un mezzo demone no?
“guarda
qua,
è tutta arrossata!”
“non
preoccuparti
Mandy, sarà una
reazione allergica! Passerà presto”
la
rassicuro tornando a
massaggiare il
dorso della mano sotto il tavolo.
“Ragazze
attenzione per favore!”
rompe il
tipico brusio
della mensa la
professoressa di biologia, la signorina Grey. Signora sarebbe
più
adatto data la sua non più giovane età, ma il
modo bizzarro in cui
si comporta e l'esplosione di colori che caratterizza ogni giorno il
suo modo di vestire non la fanno apparire una signora di
cinquant'anni, ma una bambina di dieci. È strano vederla in
mensa,
di solito mangia i suoi tramezzini vegani in cortile al contatto con
la natura.
“Il
signor
Cavendish come sapete oggi
è qui per girare una scena del prossimo sceneggiato che
andrà in
onda nei prossimi mesi, avendo avuto una calorosa accoglienza vuole
incontrare le sue ammiratrici e recitare con loro un piccolo ruolo!
Per chi fosse interessata, l'appuntamento è nel primo
pomeriggio in
teatro!”
conto
mentalmente fino a
tre tappandomi
le orecchie prima che il boato di voci e urla mi faccia saltare i
timpani e noto che tutti tranne Mandy al nostro tavolo imitano i miei
gesti.
“Chris!!!
potrò recitare con Evander
ti rendi conto? Potrò stringergli la mano!”
urla
contenta Mandy, non
sono cattiva
se penso di preferirla taciturna e sapientona. La versione ragazzina
che si strappa i capelli per un ragazzo non le dona per nulla e su
questo Paul concorda pienamente con me.
“Paul,
vieni due
secondi fuori?”
chiedo
dolcemente
prendendogli la mano
e lui senza batter ciglio mi segue un po' curioso.
“tutto
ok
Chris?”
sospira
una volta
nell'andito. Sorrido
e annuisco.
“e
tu? Non credi
sia l'ora di
confessarle qualcosa?”
mi guarda
sorpreso e noto
un lieve
rossore sul suo viso. Si porta la mano dietro la testa grattandosi il
collo nervosamente tipico gesto di imbarazzo. Oh, Paul non pensare
che ti conosca così poco.
“non
so di cosa
tu stia parlando mia
cara vicina! Non farti strane idee!”
rido.
“Paul,
andiamo!
Avevi la stessa ed
identica espressione quando Mandy si è presentata con Pacey
ed ora
che impazzisce per Cavendish non lo sopporti! Sei geloso di Mandy!
Ammettilo!”
mi tappa la bocca diventando completamente rosso.
Colpito in pieno.
“ecco...
le hai
detto qualcosa?”
“non
penso siano affari miei, ma credo che dovresti parlarne con lei Paul,
non puoi diventare geloso ogni volta no? E magari Mandy è
gelosa di
te a modo suo!”
faccio
l'occhiolino
stringendogli la
mano. Vedere Paul e Mandy assieme sarebbe davvero bello.
“beh,
quando
smetterò di tremare al
pensiero di una confessione potrei anche farlo Chris, grazie!”
mi
abbraccia e sento che un
po' di
tristezza ha lasciato Paul rendendolo più solare di prima.
“ehy!”
“Nigel,
buongiorno!”
scatta
sull'attenti Paul
sciogliendo
l'abbraccio immediatamente.
“ehy,
ho un
nome!”
rispondo
stizzita. Che
maleducato.
Ultimamente sta perdendo le buone maniere sempre avute.
“andrai
all'audizione?”
chiede
aggressivo
afferrandomi il
braccio. Ma che gli prende?
“che
t'importa?
Sono libera di fare
quel che voglio!”
“ehm,
io magari
vado di là...”
sussurra
Paul, venendo
completamente
ignorato da Nigel che continua a fissarmi truce.
“no,
resta!”
rispondo
io intenzionata a
mettere fine
a questa scenetta subito.
“te
lo chiedo per
favore Chris, non
fare la stupida! Non mi piace quel tipo!”
sospiro.
“Nigel
a te non
piace nessuno! Non ti
piace Evander, non ti piaceva Geremy, non ti piace Pacey e nemmeno
Ben ti va a genio!”
“fino
ad ora ho
avuto ragione!”
“quindi
io ti
sono simpatico?”
chiede
Paul entusiasta. Che
voglia
entrare nelle grazie di Nigel?
“ti
rispetto, ma
comunque togliti
dalla testa quel tipo, chiaro?”
“allora
non vuoi
proprio capirlo
Nigel!”
“ehm...Chris,
credo ti stia
aspettando”
ci
interrompe per
l'ennesima volta Paul
indicando proprio Evander esattamente a qualche metro da noi.
“non
andare”
sussurra
Nigel
avvicinandosi. Non
sembra un ordine, più una supplica.
Lo stesso
fremito di questa
mattina mi
assale e vedo nei suoi occhi un qualcosa che non avrei voluto vedere.
Sorpasso Nigel dirigendomi verso Evander, sorpasso anche lui
salutandolo flebilmente e corro nel bagno più vicino.
Cosa sta
succedendo Chris?
Cosa hai
visto in quello sguardo? E se fosse un demone? Venuto qui per Nigel?
Non posso parlarne direttamente con lui, oggi è
più nervoso del
solito e se mi sbagliassi combinerei un casino. Oddio, Mandy! E se le
facesse del male? Non posso stare qui senza far nulla!
Forse in
biblioteca
troverò qualcosa
no? L'ultima volta con lo spirol mi ha aiutato consultare i libri.
Faccio un
profondo respiro
notando che
le condizioni della mano continuano a peggiorare, sta diventando
leggermente violacea e ciò non mi piace.
Indiscreta
mi reco in
biblioteca oggi
più deserta che mai fermandomi nella sezione
“esoterismo” anche
se non so esattamente cosa cercare. Iniziando dai suoi occhi immagino
di dover cercare demoni o esseri con occhi da serpente.
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Capitolo 32 *** Capitolo XXVI - Tra segreti e imbarazzi ***
Tanti nomi strani mi si
presentano sul
libro, non pensavo potessero esistere infinità di demoni e
tutti
così complicati. Oh, ecco “Lamia” una
donna con fattezze di
serpente... va a caccia di uomini però, Evander si circonda
solo di
ragazze! Non è detto che sia per forza un serpente
però, potrebbe
essere un qualsiasi rettile! Ed allora la ricerca si farebbe ancora
più complicata. Devo scoprire prima qualcosa di
più su quel
ragazzo, così non riuscirò a cavare un ragno dal
buco.
“Chris! Sei qui
dentro?”
Mh, che ci fa Paul in
biblioteca? Mi
alzo lentamente cercando di non far disastri, ma poggiando la mano
per terra mi rendo conto di sentire poco e niente il pavimento, sto
perdendo sensibilità.
“ECCOMI!”
urlo precipitandomi da lui.
“che ci fai qui?
Non ti ho mai vista
venire in biblioteca! Volevo chiederti se tornavi a casa con me,
hanno sospeso le lezioni anche questo pomeriggio è inutile
stare
qui!”
mi chiedo come mai si dia a Evander e alle sue riprese
tutta questa importanza, forse la scuola ne ricaverà un
profitto
economico?
“Mandy
dov'è?”
chiedo un po' preoccupata,
se fosse
stata con Paul sarebbe entrata in biblioteca. Non avrà
già
incontrato Evander spero!
“abbiamo
leggermente litigato. Era
triste perché Cavendish ha rinviato l'incontro con lei a
domani ed
io ho solo detto che in fin dei conti non era chissà che
avvenimento
e non meritava la sua tristezza, lei si è arrabbiata e ha
detto che
non capisco nulla, ha precisato che tornava a casa da sola e non mi
ha nemmeno permesso di ribattere”
dice con aria affranta,
povero Paul.
“lo sai come la
penso, dovresti dirle
quel che provi!”
sospira.
“tu che ci fai
qui in biblioteca
invece?”
“curiosavo un
po', nulla di speciale!
Andiamo a casa allora?”
lo incito prima che inizi a
fare troppe
domande.
“cavolo aspettami
all'ingresso Chris,
ho dimenticato di restituire le chiavi del capanno degli attrezzi
alla signorina Grey!”
non sapevo che Paul ne
fosse il
custode.
“come mai le hai
tu?”
“beh, lo sai ogni
tanto mi prendo
cura del giardino anche dopo le lezioni così restituisco le
chiavi
il giorno dopo, ma oggi visto che usciamo prima non posso portarle a
casa!”
sorride dolcemente. Credo
che il
giardinaggio per lui sia una vera passione. Non conosco nemmeno un
ragazzo che si fermerebbe qui dopo le lezioni almeno tre volte a
settimana per curare il giardino, anzi!
“ti aspetto qui
allora!”
Paul corre perdendosi alla
mia vista
una volta girato l'angolo.
Sospiro. Chi è
in realtà Evander?
Forse è stata solo una mia impressione eppure sono quasi
certa di
aver visto quei occhi inumani. Sarà venuto qui per Nigel?
Ultimamente attira un po' troppo l'attenzione in effetti, non fanno
altro che attaccarlo e attaccarmi. Devo ancora capire cos'era quel
Nigel fantoccio in camera mia l'altra notte e il perché
della donna
al luna park anche se ormai sappiamo che è stata opera di
Gabriel.
“ciao, che ci fai
qui sola soletta?”
parli del diavolo...
“Evander... avete
finito le prove?”
“No, mi sono
preso una pausa, e tu?
Non vuoi provare con me?”
“non mi interessa, ti ringrazio!”
sorride con fare un po'
arrogante e
mette una mano nella tasca dei pantaloni, mentre con l'altra mi
afferra il polso con vigore.
“ehy, ma che ti
prende?”
“non hai un bel
colorito Chris, e
anche la tua mano non sembra stare molto bene! Un bacio
magari...”
Si avvicina alla mano e
dalle sue
labbra spunta una lingua violacea e biforcuta che lecca la mia mano.
Che schifo!
“sei orrido! So
cosa sei, non la
passerai liscia!”
ride di gusto come se
ciò non gli
importasse. Forse perché non sa di Nigel. Anche se
è un mezzo
demone è forte!
“e cosa puoi fare
tu contro me?
Ammetto che sei piuttosto interessante per essere un'umana, per
questo ti ho notata subito al Cafè questa mattina.”
“Nigel
non ti lascerà fare quello che vuoi!”
“Nigel? Uhm... e
chi sarebbe?”
chiede beffardo prendendo
il mio viso
fra le sue mani.
“sarei io!
Lasciala subito!”
Una volta tanto sono
contenta di vedere
Nigel, ora gliela farà vedere lui! Si pentirà di
aver messo gli
occhi addosso alla sua proprietà! Ah! La sua
proprietà? È forse
questo quello che intende Nigel quando dice che gli appartengo? Non
è
un possedere me in quanto oggetto, ma delimitare una linea di confine
per chiunque voglia prendermi? In realtà non sono manie di
grandezza, Nigel vuole solo difendermi? Far sapere agli altri che non
possono toccarmi così facilmente come se fossi un essere
umano
qualsiasi? È questo che lui intende per
proprietà. Sono davvero una
stupida, non ho capito assolutamente nulla di lui fino ad ora. Non
gli ho mai neanche permesso di spiegarmi bene cosa intendesse, ho
sempre guardato la cosa sotto un aspetto materiale e mai protettivo.
Mi sento così deficiente...
“Chris,
allontanati subito da lui!”
mi ordina ed io eseguo
nascondendomi in
un angolo.
“dannato”
con la sua linguaccia che
si allunga in
modo impressionante prova a colpire Nigel, che dal canto suo l'afferra
con la mano tirandola. Che scena disgustosa. Con solo un
po' di pressione in più gliela strappa letteralmente dalla
bocca.
Evander ride compiaciuto
asciugandosi
con il polso del sangue che cola da quello che resta della sua
lingua.
Guardo Nigel e noto le sue
mani fumare.
Ma che diavolo significa?
“la mia lingua,
così come la mia
saliva sono velenose! Ti scioglierò le mani!”
esclama prima di
trasformarsi in un
enorme lucertolone.
“Hatcukliba”
sussurra Nigel mettendosi
in posizione
d'attacco.
Che cosa vuol dire questo
nome?
“eccomi
Chris!”
mi volto e Paul mi
raggiunge con un
sorriso sereno. Ora scoprirà tutto, come faccio ad
impedirgli di
vedere?
“ehy, andiamo di
la Paul!”
dico prendendolo sotto
braccio prima
che si avvicini troppo.
“non
così in fretta tu!”
ringhia la voce demoniaca
del
lucertolone e istintivamente mi volto in tempo per vedere...
Non posso crederci. Nigel...
“oddio, ma che
diavolo è?”
urla Paul cadendo indietro
per lo
spavento. Nigel è stato colpito. La lingua di quel
verme...l'ha
trapassato... non posso crederci.
“Nigel!”
urlo piangendo avanzando un
passo per
raggiungerlo
“stupida, sto
bene! Non
avvicinarti... è velenoso!”
boccheggia lui tenendo
salda la presa
sulla lingua senza lasciare che esca dal suo corpo e con una mano
trasformatasi improvvisamente con artigli spessi e lunghi strappa il
cuore al rettile.
Guardo esterrefatta
ciò che accade
sentendomi inutile. Non ho mai visto Nigel così aggressivo,
ha
strappato il cuore a Evander o quel che era senza batter ciglio.
“Nigel....ha...”
Paul non riesce a parlare
per lo shock
di quel che ha visto. Il corpo della lucertola si dissolve pian piano
lasciando un enorme buco nel torace di Nigel che in ginocchio respira
a fatica.
“Nigel!”
d'istinto mi avvicino e lo
abbraccio. È
stato uno stupido! Ha coperto me facendosi colpire.
“stai
bene?”
eppure, anche se ha un
caratteraccio si
prende cura di me.
“dobbiamo
portarti in ospedale,
riesci ad alzarti? Paul!”
scatta in piedi in evidente
stato
confusionale.
“Paul ti prego mi
serve il tuo aiuto,
ti prometto che ti spiegherò tutto, ma ora dobbiamo portarlo
via!”
Cavendish sembra aver
ripreso la forma
umana e assieme a Paul che ancora intontito non capisce cosa accade
trasportiamo sia Evander che Nigel in auto.
“non voglio
andare in ospedale
Harries, portatemi a casa!”
protesta Nigel continuando
a muoversi
senza badare alle ferite. In effetti in ospedale potrebbero riempirci
di domande e potrebbero scoprire che Nigel non è umano,
meglio non
correre il rischio. Nonostante le proteste di Paul, mi fido di Nigel
se dice che non serve portarlo in ospedale vuol dire che c'è
un
altra cura.
In poco tempo siamo a casa
di Nigel e
sotto le sue indicazioni mettiamo sia lui che Evander a letto.
“Chris, puoi
spiegarmi ora per
favore? Sono pazzo io o ho visto una lucertola gigante e Nigel
picchiarsi?”
sospiro. Paul dovrebbe
saperle queste
cose? Non gli parlerò di Nigel, non mi sembra giusto
metterlo al
corrente di un qualcosa che non mi riguarda, posso dirgli di Evander
e inventare una scusa per cui io e Nigel eravamo lì.
“ecco
è una storia un po' lunga
Paul... nel corpo di Evander si nascondeva uno spirito cattivo, Nigel
ha la capacità di sconfiggerli...è tipo un
eroe...ecco io... non so
come parlarti di certe cose...”
“e tu Chris, cosa
hai a che vedere
con tutto questo? Da quanto va avanti questa storia? Sono il tuo
migliore amico e non ne sapevo nulla, perché?”
“non è
una cosa così semplice Paul!
Io non volevo metterti in pericolo, non...avevo paura che non mi
avresti creduto...”
“Chris, sono io!
Come hai potuto
pensare che non ti avrei creduto?”
“Paul! Apri gli
occhi! Queste sono
cose che non si vedono tutti i giorni! Non dovremmo saperne nulla!
Ogni giorno ho paura che possano far del male a Sam, a te, a Mandy...
a tutte le persone a cui tengo! Ed ecco che oggi Nigel si ritrova in
quelle condizioni! Come faccio a parlarne a qualcuno, se non posso
sfogarmi liberamente per paura di non vedere più quella
persona al
mio fianco?”
Mi rendo conto di aver alzato la voce quando noto
lo sguardo di Paul.
“scusami, non
volevo essere scortese”
dico alzandomi in piedi
evitando di
incrociare gli occhi del mio amico.
“Chris... io...
scusami, ma ho
bisogno di tempo per accettare tutto questo, capisci vero?”
davvero siamo arrivati a
questo punto?
Davvero Paul mi sta chiedendo di sospendere la nostra amicizia?
È
quello che più temevo, e si sta verificando in questo
momento. Non
è così che doveva saperlo, non sono nemmeno
sicura che sapere per
Paul sia stata la cosa giusta, ma che alternative avevo? Ha visto
tutto!
Senza aspettare una mia
risposta Paul
lascia il soggiorno di Nigel e va via in silenzio.
Mi sento così
stupida e vuota. Ho
agito da irresponsabile sin dall'inizio. Una volta scoperta la
verità
su Nigel dovevo stargli lontano e non frequentarlo più,
così avrei
avuto una vita normale con i miei amici normali e piccoli problemi
adolescenziali, ma è stato più forte di me. Non
riesco a lasciare
Nigel da solo, non riesco a lavarmene le mani e far finta che lui non
esista. Lui mi piace. Nigel mi piace e voglio stargli accanto il
più
possibile.
Entro in camera sua facendo
il meno
rumore possibile.
Non l'avevo mai vista,
è molto
ordinata e così seria. Non è per nulla una camera
da letto di un
adolescente, anche se in fondo lui non lo è.
Chissà quanti anni ha.
Mi rendo conto solo ora che non conosco per nulla Nigel, appare come
un ragazzo di diciassette anni e ciò mi porta
automaticamente a
pensare che si comporti come tutti i suoi coetanei, ed invece non
è
proprio così. A volte è arrogante e testardo,
sembra quasi un
bambino con i suoi modi di fare, altre invece sembra così
lontano
dal mondo e da ciò che lo circonda, sempre freddo e schivo.
Ammetto
che negli ultimi mesi si è lasciato andare molto.
È cambiato, non è
più Nigel Preston, il bello e dannato della scuola,
è Nigel
Preston, il freddo e schivo ma più umano della scuola.
Cambia tanto.
Sulla scrivania ci sono dei cd, gli piace la musica... poi vari libri
scritti con strani simboli, probabilmente non sono testi accessibili
a tutti... nessuna foto, nessun poster. Questa camera è
spoglia di
ogni ornamento. Oh, c'è un diario! Stano, non mi ci vedo
Nigel a
scrivere un diario. La tentazione è forte, ma non voglio
leggere i
suoi pensieri. Sfioro il cuoio che lo riveste e piano mi avvicino al
letto dove riposa.
Tipico di Nigel, lenzuola
nere molto
raffinate.
Non l'ho mai visto
dormire,è così
bello. Il suo viso è armonioso, sembra un qualcosa al di
sopra della
bellezza umana. È perfetto. Mi sento in imbarazzo
nell'osservarlo
così, chissà se capiterà altre volte.
Geme e istintivamente gli
prendo la
mano. Forse sta facendo un incubo, mi sembra improvvisamente
così
solo.
“Andrà
tutto bene Nigel, non sei
solo!”
sussurro al suo orecchio
prima di
avvicinarmi al suo viso, mi sento stanca. Tenendo la sua mano stretta
nella mia mi addormento.
“ehy,
Chris...”
mi sveglio intontita e
ancora più
stanca.
“Nigel...scusami
ti ho svegliato?”
mi stiracchio un po' e
massaggio le
palpebre, cavoli sono esausta!
“No, tu stai
bene?”
mi chiede con un tono di
voce molto
strano. Sembra quasi in imbarazzo. Cosa c'è? Cosa lo mette a
disagio? Sposta lo sguardo sulla sua mano e arrossisco anche io,
cavolo! Mi sono addormentata tenendogliela. La lascio immediatamente
facendo finta di nulla e rispondendo in modo affermativo alla sua
domanda.
“dobbiamo
cambiare le bende, la
ferita non è del tutto guarita anche se è
straordinario vedere che
in poche ore il tuo corpo si sia rigenerato!”
“sono un mezzo
demone, non sono del
tutto umano è normale che guarisca abbastanza velocemente
dalle
ferite che per voi potrebbero essere mortali”
“togli la
maglietta, avanti!”
dico tranquilla, mentre la
sua reazione
è del tutto inaspettata.
“che intenzione
hai?”
“che domanda
è? Cambiarti la benda
no?”
“posso farlo da
solo!”
“per
quanto mi riguarda sei ancora debole! Lascia fare a me!”
sbuffando toglie la
maglietta,
fortunatamente della brutta ferita sono rimasti dei piccoli
graffietti che sanguinano ancora e poi è meglio tenere la
parte
sensibile al sicuro, anche se dice di star bene non sembra molto in
forma, deve aver subito un duro colpo e tutto questo per colpa mia.
Se non ci fossi stata, se non avessi saputo nulla lui ora starebbe
bene.
“Harries, che
hai?”
“uh? Nulla,
nulla!”
mento tornando a
concentrarmi. Nigel
ora ha bisogno di riposo, i miei problemi e preoccupazioni di certo
non lo aiutano. Certo che... Nigel ha un gran bel fisico. Non avevo
mai toccato la sua pelle nuda, è liscia e vellutata e
profuma di
Nigel... ah, che pensieri faccio? Devo solo cambiare il bendaggio!
“ecco
fatto!”
dico sorridendo.
“grazie”
si limita a sussurrare lui.
Il suo
atteggiamento è simile a quello di qualche mese fa, quando
è venuto
a chiedermi scusa in veranda. Imbarazzato e impacciato.
“è
carina la tua camera... “
mi alzo andando vicino alla
scrivania.
“ho notato che ti
piace la musica...”
non so prchè, ma
mi sento in
imbarazzo, non so cosa dire, eppure ci sono tantissime cose ce vorrei
dirgli, ma al momento mi sembrano tutte fuori luogo.
“ah, Nigel...
grazie, per tenermi in
considerazioni. Ho capito che il tuo concetto di proprietà
serve
solo per proteggermi da esseri malvagi, questo vuol dire che mi hai
preso sotto la tua ala protettiva e che quindi la mia
incolumità ti
sta a cuore...perciò, grazie!”
“il ragazzino
come sta?”
lo guardo interrogativa.
Evander sembra
esser tornato alla sua forma umana e continua a dormire,
perché lo
chiama ragazzino?
“Devora?”
chiama lui e non capisco a
chi o cosa
si stia riferendo fin quando dalla porta fa capolino una nonnina
piccola e minuta.
“si,
padrone?”
“hai avuto modo
di osservare il
nostro ospite? Quali sono le sue condizioni?”
“il signorino
riposa nel suo letto,
per domani mattina dovrebbe essere in forma e non ricordare
più
nulla”
risponde la nonnina con
un'espressione
spenta.
“Devora, lei
è Chris!”
Accenna Nigel indicandomi e
improvvisamente il volto della nonnina si accende di entusiasmo.
“la ringrazio per
aver portato in
salvo il padrone, signorina Christine è un piacere
conoscerla”
dice rivolgendomi un
sorriso sincero.
Mi sento in imbarazzo, ma
porgo la mano
verso la sua constatando che non riesco ad afferrarla, al suo
contrario.
Devora chiude la porta alle
sue spalle
andando via in silenzio.
“è uno
spettro?”
chiedo un po' timorosa.
“no, ma non si
fida ancora di te per
farsi toccare”
“ho sempre
pensato che vivessi qui da
solo...”
“fammi vedere la
mano!”
esclama serio tendendomi la
sua.
Un po' timorosa rivelo la
mano sinistra
ormai completamente violacea e fredda.
“guarda
qua...”
sussurra tra se e se
osservandola per
bene per poi morderla.
“sei impazzito?
Nigel che fai?”
urlo spaventata cercando di
ritrarre la
mano senza riuscirci.
Sento Nigel succhiare via
l'infezione e
la mia mano prende poco alla volta il suo colorito normale.
“pensavi non me
ne fossi accorto? La
sua lingua avrebbe dovuto scioglierti la mano, ma si vede che hai
qualcosa che minimizza il danno...sei davvero una ragazza strana
Harries!”
sorride finalmente sereno
ed io
ricambio.
“per quanto
riguarda Evander era solo
lo spettro Hatcukliba a renderlo così affascinante, anche se
io non
ci trovo nulla di speciale in quel tipo, domani sarà tornato
tutto
alla normalità, ricorderà solo gli eventi
significativi di oggi ma
nulla di quel che ha fatto il demone!”
mi spiega Nigel
accompagnandomi alla
porta della stanza dove sta dormendo.
“e come fai a
sapere che non si
ricorderà nulla?”
chiedo curiosa.
“semplice, Devora
si è occupata di
purificare la sua memoria, prego”
dice invitandomi ad entrare.
Evander sta dormendo come
un bambino,
Nigel ha ragione, ha perso gran parte del suo fascino,sembra
così
normale in questo momento, mi fa quasi tenerezza.
“è
opera di Gabriel?”
chiedo tenendo lo sguardo
basso. So che
questa è una nota dolente per lui.
“non credo, non
sapeva nemmeno chi
fossi quando hai accennato al mio nome, penso si sia trovato
lì per
caso, non hai idea di quanti spettri, demoni minori e altre
entità
si aggirano tra di voi, ma il tuo amico? Come l'ha presa?”
sorrido amaramente.
“non penso
l'abbia presa benissimo, è
andato via... non ho detto nulla di te Nigel, puoi star
tranquillo!”
Oh, Paul... la nostra
amicizia
resisterà anche a questo vero? Vorrei tanto parlargli
adesso, sapere
come sta.
“che
figata!”
urla qualcuno in soggiorno
entusiasta.
Nigel mi guarda divertito per un secondo e si fa strada davanti a me
che senza fiatare lo seguo, che succede?
“non è
divertente!”
urla una vocina da bambino.
Uh? mi sporgo da dietro le
spalle di
Nigel per sbirciare cosa accade e non credo ai miei occhi quando vedo
Paul! Allora non è andato via!
“Paul!”
si volta e mi sorride
continuando a
battere le mani per aria.
“cosa ci fai qui?
Pensavo fossi
andato via...”
“oh, Chris!
Volevo andare via, ero
arrabbiato, ma una signora ha iniziato a seguirmi con questi piccoli
esseri”
dice indicando l'aria e non
capisco,
non vedo nessuno.
“si riferisce a
loro”
dice Nigel tenendo in mano
un
piccolissimo folletto, assomiglia molto più ad una lucciola
a dire
la verità.
“la signora
Devora mi ha spiegato
tutto, così ho pensato e riflettuto e sono arrivato alla
conclusione
che sei una stupida! Avresti potuto parlarmene! Hai passato tutto
questo da sola continuando a comportarti in modo più o meno
normale
con me e gli altri tenendo tutto dentro! Però capisco che
è anche
difficile parlarne senza esser presi per pazzi! So di Nigel, so di
Geremy, di tutto! Potete fidarmi di me, non lo dirò a
nessuno!”
ho come l'impressione che
Devora non si
sia presa la briga di parlare a Paul di sua spontanea
volontà, che
ci sia lo zampino di Nigel?
“signorino Nigel,
la prego di far
smettere questo umano, non siamo giocattoli!”
esclama arrabbiato
l'esserino seduto
sul palmo della sua mano.
“sono
folletti?”
chiedo incuriosita,
è davvero
adorabile!
“siamo spiriti
del bosco, viviamo qui
da anni e il signorino Nigel ci offre cibo e protezione! Siamo
sensibili ai rumori, se ne avvertiamo uno iniziamo a saltellare e
scomparire, ma sembra che il suo amico l'abbia preso come
gioco!”
sorrido, il solito Paul.
“non avevo mai
visto questi cosi,
sono solo un po' curioso!”
si giustifica lui,
probabilmente non è
nella sua natura esser serio per più del tempo richiesto.
“così?
Siamo “Lù sì”, con
permesso!”
Nigel batte le mani una
volta è il
piccolo essere scompare.
“grazie per aver
capito Paul!”
dico abbracciandolo
calorosamente,
sentendo Nigel ringhiare un po' sorrido sollevata.
“ora vado a casa,
i miei si staranno
chiedendo che fine ho fatto! Grazie Nigel per... beh.. grazie e
Chris, a domani!”
mi fa l'occhiolino e un
maggiordomo
sbucato dal nulla lo scorta fino all'ingresso.
“devo andare
anche io, Sam si starà
chiedendo che fine ho fatto, ci vediamo...”
“aspetta, resta
qui... scusami...ecco
io...”
strano, Nigel sembra in
gran
difficoltà.
“tutto ok
Nigel?”
chiedo cercando di
guardarlo, ma tiene
lo sguardo basso, chissà che gli è preso.
“resta qui
stanotte... ho avuto paura
di perderti oggi...quando ho visto Hatcukliba puntare te, ho avuto
davvero paura”
dice stringendomi forte a
se, che
strana reazione la sua. Di solito non si lascia mai andare.
“che ti prende?
Abbiamo affrontato di
peggio e non hai mai avuto una reazione del genere”
la presa diventa
più salda, mi
avvicina al suo corpo il più possibile ed io mi immergo nel
suo
odore.
“se ti fa piacere
Nigel, resterò qui
stanotte, ma voglio conoscere qualcosa in più di
te”
Il suono di una campana
irrompe nel
soggiorno spazzando via il silenzio creato, chiedo a Nigel di cosa si
tratta e lui sereno risponde
“è
pronta la cena”
Aveva pensato davvero a
tutto!
Devora mi fa accomodare
nell'enorme
sala da pranzo, al cui centro c'è un lungo tavolo. Le due
estremità
del tavolo sono apparecchiate e un bel porta candele di argento
delinea perfettamente la metà del tavolo. Questa stanza
è
leggermente più decorata della camera di Nigel. Ci sono
quadri molto
grandi che rappresentano castelli e volti di dame e signori.
C'è un
piano bar nell'angolo destro della stanza e un camino poco vicino.
Certo che si tratta bene!
“il signorino
Nigel torna subito”
mi informa lo stesso
maggiordomo di
prima sbucando dal nulla.
“g-grazie”
dico stranita. Certo non si
può dire
che Nigel sia un tipo banale.
Prendo il piatto con la
cena ancora
rigorosamente coperto dalla cupola e lo sposto accanto all'altro
piatto in fondo alla lunga tavolata, faccio così con tutto
il resto
ed infine prendo la sedia che all'apparenza pare leggera. Muovendomi
in modo goffo riesco a portare la sedia alla sua postazione prendendo
posto. Nigel arriva dopo poco e sembra meravigliato nel vedermi
lì,
come se avessi fatto qualcosa di sbagliato.
“c'è
qualcosa che non va?”
chiedo preoccupata mentre
lui prende
posto.
“no, hai spostato
la tua cena qui per
starmi vicina Harries?”
chiede con fare divertito e
malizioso.
Cosa vuole insinuare?
“che senso ha
mangiare a tre metri di
distanza? E comunque l'ho fatto solo perché penso sia una
cosa
stupida, non montarti la testa!”
non voglio che si faccia
strane idee,
anche se in realtà non sarebbero del tutto infondate.
“mh,
ceniamo”
alzo la cupola scoprendo
del delizioso
pollo fritto con patatine! Quello che ci vuole dopo una giornata come
questa!
Mangio con gusto,
è davvero ottimo!
Poso lo sguardo su Nigel. Wow, a differenza mia mangia in modo
composto con coltello e forchetta senza fare il minimo rumore, il mio
piatto invece sembra un campo di battaglia. Dove avrà
imparato a
comportarsi così?
Alza leggermente lo sguardo
su di me.
“era
ottimo!”
esclamo entusiasta in segno
di
riconoscimento.
Si porge verso me e con un
dito porta
via dal mio angolo della bocca un po' di maionese, lo guarda
attentamente e poi lo lecca con fare molto sensuale.
“non
c'è bisogno di mangiare di
fretta, non credi?”
mi sento inadeguata e in
imbarazzo. Io
non conosco le buone maniere, non conosco l'etichetta della tavola,
sono abituata ad uscire con ragazzi normali che frequentano posti
normali, dove sporcarsi le dita o il viso di maionese è
normale. Oh,
ma certo!
“Nigel...”
Mi alzo e mi metto dietro
di lui, gli
faccio posare le forchette e prendo le sue mani. Con una afferro una
coscia di pollo e con l'altra due patatine.
“normalità!”
canzono contenta. Certo
mangiare il
pollo con le mani non è il massimo, ma a Nigel serve svagare
un po'
e penso che ciò lo farà almeno un po' divertire.
“mangia!”
mi guarda un po' confuso,
ma si lascia
guidare e mette in bocca le patatine.
“e voi mangiate
spesso così?”
annuisco convinta e fiera.
“non vedi mai in
mensa?”
“sì,
ma è disgustoso!”
in fondo hanno ragione a
chiamarlo
“principino” è un po' snob, deve
ammetterlo.
Dopo la cena un po'
bizzarra Nigel mi
ha portato in una camera a me familiare.
“l'ho fatta
aggiustare un po', è più
femminile adesso”
sussurra un po' imbarazzato.
In effetti, stento a
riconoscere la
camera in cui ho dormito già in passato, era spoglia la
prima volta,
c'era solo il letto. Ora invece ci sono piante e fiori un po'
ovunque, c'è un grosso armadio color noce e uno specchio
accanto ad
una scrivania dello stesso colore. Ci sono vari tappeti per terra e
le lenzuola sono color porpora e rosa antico.
“decisamente!”
Nigel in silenzio non
accenna un
movimento, anzi è impietrito davanti alla porta. Forse
dovrei
mandarlo via augurandogli la buona notte, ma prima che lui chiuda gli
occhi voglio vedere sul suo viso almeno un sorriso.
Gli prendo la mano e lo
conduco vicino
al letto con me, ci sediamo e appoggio la testa sulla sua spalla
sospirando leggermente. Come faccio a fargli capire che lui mi piace
davvero tanto?
“tutto ok
Chris?”
chiede serio. Proprio non
riesce a
rilassarsi..
“si, volevo solo
stare così per un
po'. Nonostante i nostri battibecchi continui e le nostre
incomprensioni, penso che ci sia un legame tra noi molto bello ed
ogni tanto è piacevole fermasi e goderselo, non
credi?”
Poggia anche lui il capo
sul mio per
tutta risposta.
“non ho mai
provato cose del genere,
non mi sono mai relazionato con qualcuno, per me è tutto
nuovo e ci
sono cose che non capisco, altre che mi sembrano così
banali, mentre
per voi sembrano così complicate...”
“ad
esempio?”
“questa!”
dice per poi baciarmi. Oh,
Nigel...
“mh, cosa
c'è che non va? Di solito
inizi ad urlare e ti da fastidio, oggi nulla?”
“sono solo un po'
stanca Nigel, lo
sai ho problemi ad addormentarmi”
dico sperando che non
faccia altre
domande. Se scoprisse che in realtà non ho detto nulla del
bacio
perché inizio ad illudermi che potrebbe esserci qualcosa non
so come
la prenderebbe.
“allora Harries
lascia che ti stia
vicino fin quando non i addormenti, ok? A volte sembri così
fragile
piccola Chris...”
sussurra dolcemente al mio
orecchio
accarezzandomi i capelli e pian piano mi addormento.
Apro gli occhi quando
è l'alba notando
che Nigel mi stringe a se, alla fine si è addormentato anche
lui,
probabilmente la ferita deve averlo destabilizzato parecchio. Non
voglio alzarmi e lasciare che questo magnifico torpore svanisca nel
nulla, mi stringo nelle coperte chiudendo nuovamente gli occhi e
sento Nigel abbracciarmi e avvicinarmi a se ancora di più.
Che dolce
sensazione. Vorrei poter fermare il tempo in questo preciso istante.
“ehy,
voi!”
urla qualcuno sbattendo la
porta in
modo brusco.
“chi diavolo
è?”
mi metto subito seduta,
Nigel balza in
avanti ponendosi tra me e Evander?
“che ci faccio
qui? Voi chi siete?
Voglio tornare subito nel mio albergo!”
continua ad urlare facendo
i capricci
come un bambino. Altro che dolce risveglio.
Il maggiordomo fungo appare
improvvisamente.
“Chiedo scusa per
il brusco risveglio
signorino Nigel, signorina Christine!”
fa un cenno di saluto e
senza la minima
forza porta via con se Evander che continua a strillare.
“beh, buongiorno
Harries”
dice sorridendo.
“giorno”
dico assonnata trattenendo
uno
sbadiglio.
Faccio una doccia
rilassante e metto
dei vestiti puliti che Devora mi ha fatto trovare sul letto per poi
recarmi in una saletta sotto le indicazioni silenziose del
maggiordomo che scopro chiamarsi Davis.
“vi ho fatto
preparare la colazione”
dice Nigel sfogliando il
giornale e
sorseggiando una tazza di caffè a me e Evander.
“grazie”
risponde lui un po'
impacciato.
“appena
arriveremo a scuola sarai
libero di vedere i tuoi agenti e la troupe che segue le riprese, ieri
pomeriggio non ti sei sentito bene e sei svenuto a scuola,
così
abbiamo pensato di portarti qui per riposare”
dice Nigel guardandomi con
fare
complice e noto che si sa sforzando per apparire il più
normale
possibile.
“ho dei vaghi
ricordi, vi ringrazio
per esservi presi cura di me!”
in effetti senza lo spettro
dentro di
se, Evander non sembra poi così affascinate, non che prima
lo fosse,
ma sembra molto più normale di quel che dovrebbe.
Arriviamo a scuola in
orario e
finalmente Evander può abbracciare le sue adorate fan, tra
cui Mandy
a cui ieri aveva promesso un caffè assieme.
“cerca di non
cacciarti nei guai
Harries”
mi saluta Nigel chiudendo
lo sportello
dell'auto.
Strano, sembra quasi
normale e non è
da lui. Come mai è così amichevole? Cosa nasconde?
Forse dovrei smetterla di
crearmi tutti
questi film, togliermi Nigel dalla testa e andare avanti per la mia
via.
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Capitolo 33 *** Capitolo XXVII - Mamma ***
La giornata è
iniziata in modo
inaspettato per tutti oggi.
“Mamma... che ci
fai qui?”
Già, mia madre
è venuta a farci
visita. Certo è comprensibile che voglia essere presente
alla
nascita del suo primo nipote,ma in un certo qual modo, la vedo come
un'intrusa.
Non l'ho salutata, appena
Sam ha aperto
la porta rivelando chi era il visitatore, sono salita in camera.
Denise mi è
mancata, ovviamente ma
averla qui ora mi crea disagio e fastidio. Non si è mai
presa cura
di me da bambina, non è mai stata una mamma modello, sempre
presa
dal lavoro, dai viaggi e poco tempo per la famiglia. Papà
era quello
che si occupava di me e Sam, anche se lei era già grande per
fare
alcune cose da sola. Papà sapeva qual'era la mia fiaba
preferita,
quale verdura detestavo e che colore mi faceva impazzire.
Stringo a me il cuscino e
nel mentre
bussano alla porta.
“posso
entrare?”
è George che fa
capolino con i suoi
capelli biondi a spazzola, gli faccio cenno di accomodarsi e dopo
essersi chiuso la porta alle spalle si siede accanto a me sul letto.
“Chris,
è sempre tua madre...”
evito di guardarlo in viso,
George ha
un buon ascendente su di me e anche se in fin dei conti probabilmente
ha ragione, voglio pensarci bene.
“lei non
c'è mai stata George e lo
sai, non può presentarsi così come se nulla fosse
e accettare che
io la saluti con un sorriso!”
Le sue labbra si allungano
in un
sorriso e affettuosamente mi arruffa i capelli.
George è l'unica
figura maschile con
cui ho avuto a che fare dopo la morte di mio padre, sono molto legata
a lui sin da quando ha iniziato a frequentare Sam, è sempre
stato
amorevole e affettuoso nei miei confronti, è come un
fratello
maggiore per me, mi fido di quello che dice ed essendo una persona di
indole seria, non parla così solo per dar fiato alla bocca.
È un
tipo riflessivo che sa sempre la cosa da dire al momento giusto.
“pensaci bene,
dovreste passare del
tempo assieme. Noi siamo di sotto se vuoi...”
Mi lascia sola nella stanza
a
rimuginare sul da farsi e non ci vuole molto prima che la vocina dei
sensi di colpa e della morale si faccia viva nelle mie orecchie
suggerendomi cosa fare.
Mi alzo e sospirando mi
reco al piano
di sotto.
Sì, Chris,
pensala così: è tua madre
e questo non cambia, a modo suo esprime il suo affetto e sta solo
cercando di ricreare un legame, dalle una possibilità!
“Ciao
Chris”
sussurra lei vedendomi.
Sembra
spaventata, quasi timorosa e visibilmente a disagio. Non avrei mai
pensato che Denise, la donna forte e indipendente che ostenta tanta
fermezza davanti agli altri poteva invece rivelarsi
così....fragile.
“Denise”
dico imbarazzata spostando
lo sguardo. Non riesco a sostenerlo, non ci siamo mai parlate
apertamente, la
nostra fino ad ora si può definire una convivenza, non
abbiamo mai
avuto quel rapporto tipico tra madre e figlia, mentre Sam con lei
è
andate sempre d'accordo.
“sei diventata
più alta”
constata quando le sono di
fronte.
Annuisco.
“sono passati
quattro mesi da quando
ho lasciato Shelbyville”
porta le mani strette a
pugno vicino al
volto, mi sento improvvisamente triste.
“accomodiamoci in
soggiorno, proprio
questa mattina ho fatto dei biscotti, possiamo mangiarli col tea che
ha portato mamma, che ne dite?”
chiede Sam cercando di
smorzare la
tensione palpabile che si è creata.
Denise annuisce quasi
rilassata e
mentre prendiamo posto George mi da una sensibile pacca sulla spalla.
“com'è
andato il viaggio signora?”
chiede il futuro
papà accomodandosi
sulla poltrona e lasciando a me e Denise il posto sul divano. Mi
siedo all'estremità destra e lei fa lo stesso sedendosi
all'estremità sinistra, ma essendo un canapè da
tre posti siamo
molto vicine ugualmente.
“George, chiamami
Denise, ti prego”
dice con una voce
leggermente smielata.
“va bene
Denise”
l'asseconda lui sorridendo.
Che scenetta patetica.
“il viaggio
è andato bene, non
vedevo l'ora di atterrare per vedere Dallas, non ci sono mai stata
prima”
posa il suo sguardo su di
me che
indifferente gioco con una ciocca di capelli.
“tu come ti trovi
qui Chris? Ti piace
Dallas?”
ora ricambio lo sguardo
impassibile.
“non è
male”
rispondi ed improvvisamente
mi viene in
mente Nigel. Vorrei che lui fosse qui in questo momento. Con lui al
mio fianco questo genere di situazione sembra più facile da
affrontare.
“hai trovato
nuovi amici?”
Annuisco.
Nota che non ho molta
voglia di parlare
e George dal canto suo mi manda sguardi di rimprovero che cerco di
ignorare.
“Chris si
è ambientata subito, è
molto amica di Paul il figlio dei vicini e di una ragazza molto
timida di nome Mandy”
interviene Sam posando il
vassoio con
tea e biscotti prendendo poi posto sull'altra poltrona piena di
cuscini.
“Paul?
È che tipo è?”
chiede entusiasta mia madre
accendendosi improvvisamente.
“è
ok”
davvero, sto cercando di
impegnarmi per
essere il più socievole possibile ma non ce la faccio per
nulla.
“oh, poi
c'è anche Nigel no?
Ultimamente voi due andate d'accordo più del solito
vero?”
al suo nome una lieve ma
crescente
irritazione inizia a impossessarsi di me. Sam non riesce proprio a
capire la situazione?
“Nigel,
è il tuo fidanzatino?”
ma...che... cavolo succede?
Mi sento
soffocare in questa stanza!
“no, non lo
è Denise!”
sbotto alzando la voce
infastidita,
meravigliando tutti.
“con
permesso”
dico alzandomi e andando
via.
Esco dalla porta sul retro
sedendomi
sugli scalini e cercando di respirare a fondo provo a calmarmi.
Dannazione! Non va
così. Dovrei essere
sorridente e gentile con lei e non far preoccupare Sam, ma non ci
riesco! Vederla mi fa irritare.
“Chris, tutto
ok?”
Sam si siede con un po' di
difficoltà
accanto a me, la guardo per un attimo e poi vedo il pancione.
“scommetto che te
la spassi la dentro
vero?”
chiedo appoggiando
leggermente
l'orecchio.
“dici che si
diverte?”
Chiede Sam divertita.
“io dico di si,
mangia dorme e non ha
preoccupazioni, uno spasso no?”
ride di gusto
abbracciandomi.
“Chris, mamma sta
solo cercando di
avvicinarsi a te, certo lo sai ha i suoi modi, ma non è mai
stata il
massimo con te, non pensi voglia rimediare?”
“troppo facile
ora Sam, quando mi ha
mandata via da Shelbyville non mi ha nemmeno chiesto se ero
d'accordo. Mi sono ritrovata da un giorno all'altro a dire addio alla
mia casa, ai miei amici e a tutto quello con cui sono cresciuta. Non
c'era quando sono partita, non c'era quando ho dovuto imballare tutta
la mia vita negli scatoloni!”
il suo sguardo si fa basso
e triste. In
queste condizioni non dovrei dare a Sam modo di preoccuparsi, forse
ho bisogno di allontanarmi di qui per un po' ma facendolo forse si
preoccuperebbe di più.
Torno in casa e superando
velocemente
l'ingresso mi affretto a raggiungere la mia camera.
Cavolo! Ho saltato la
scuola per la
visita inaspettata di Denise, e ora è quello il posto in cui
vorrei
essere. Mi stendo sul letto per l'ennesima volta fissando il soffitto
annoiata e malinconica. Cosa dovrei fare? Perdonare mia mamma per non
esserci mai stata e ricominciare un nuovo rapporto con lei? Certo,
forse è la cosa migliore, dopotutto Sam mi ha dato una
seconda
possibilità quando sono arrivata qui a Dallas, ed io le sono
grata.
Adesso abbiamo un bel rapporto e mi sento serena in sua presenza,
magari con Denise sarà lo stesso e eviteremo a Sam tanto
stress in
un periodo così delicato.
“posso
entrare?”
quante volte
avrò sentito questa frase
detta all'ingresso della mia camera?
Mi affaccio e vedo Denise
insicura
aprire leggermente la porta.
Sì, dovrei darle
una seconda
possibilità.
“entra
pure”
dico cercando di addolcire
il tono
della mia voce.
“così
questa è la tua stanza, è...
carina”
resta lì ferma e
le faccio cenno di
sedersi sul letto accanto a me.
“Sam e George
hanno fatto il
possibile per farmi sentire a casa dal primo giorno”
sorrido leggermente e la
sento
rilassarsi un po'. Forse dovrei parlarle di me, di come vivo qui. Mi
guardo attorno cercando qualcosa con cui poter iniziare un argomento
e sorrido quando poso lo sguardo su una foto di me Paul e Mandy in
campeggio.
La prendo e mi siedo
accanto a lei.
“Questo
è Paul”
e con l'indice tocco il
vetro che
separa me e la foto puntando il viso sorridente di Paul.
“è un
ragazzo un po' stravagante ma
simpatico. Il giardinaggio è la sua passione, si prende cura
lui del
giardino della scuola, sai? È sempre allegro e solare ed
è un
carissimo amico per me, penso abbia una cotta per Mandy ma scommetto
che non lo ammetterà mai!”
le porgo la fotografia e
anche se
evitiamo il contatto la prende fra le mani osservandola attentamente
incuriosita.
Mi siedo comodamente e
sporgendomi un
po' indico Mandy.
“l'ho conosciuta
quasi subito dopo il
mio arrivo in un locale del centro, Sam aveva organizzato per me
un'uscita con delle ragazze della scuola che fanno le
cheerleader..”
“come
Megan?”
chiede lei sorpresa ed io
annuisco.
“esatto, solo che
sono molto diverse
da lei e quella sera hanno iniziato a prendere di mira Mandy, le ho
cacciate via ed ho iniziato a parlare con questa ragazza timida e
riservata, si è rivelata un genio e una vera amica.
È molto matura
per la sua età ed è un po' la mia
coscienza.”
sorride quasi rincuorata e
un sorriso
sincero affiora anche sul mio viso.
“ricordi Ben e
Megan?”
prendo l'album delle
fotografie
nascosto sotto il letto. Lo sfoglio velocemente cercando una foto di
Ben e Megan e pian piano la nostalgia mi assale. Mi mancano. Non li
sento da quasi un mese, anche se mi ero ripromessa di sentirli ogni
giorno, con tutto quello che è successo non ero dell'umore
giusto
per sentirli o non avevo tempo.
“Com'è
finita con Ben? Eravate più
che amici vero?”
la sua domanda mi lascia
stupita.
Sinceramente non sapevo che avesse nemmeno capito che io e Ben ci
frequentavamo. Forse ho sottovalutato le sue doti di osservatrice.
“siamo ottimi
amici adesso, deve
accettare del tutto che è un semplice amico, ma è
ok”
sorride e sfoglia l'album
delle foto
con me.
Non parliamo molto, ma
averla vicino
ora mi fa capire che anche solo la sua presenza mi era mancata.
Così
come quando partiva per dei viaggi di lavoro. È una strana
sensazione averla così vicino. Questa donna mi ha messa al
mondo
eppure siamo due estranee,non conosco quasi nulla di lei. Anche io
non so quale verdura detesta, qual'è il suo colore preferito
o quale
cantante le piace. Lei non è stata una madre perfetta, ma
anche io
non sono stata la figlia modello.
“mi
spiace...”
sussurra improvvisamente.
Alzo gli
occhi guardandola.
“mi spiace di non
essere stata
presente nella tua vita così come arei voluto, mi spiace
averti
fatta sentire sola, mi spiace averti fatto crescere da sola Chris,
non so nulla di te. Ho una figlia di 17 anni che non conosco per
nulla e questo mi fa sentire una cattiva madre. Sono venuta qui a
Dallas per recuperare il tempo perso con te e Sam. Voglio che per
quanto sia possibile noi torniamo ad essere una vera
famiglia..”
i suo occhi verdi
trattengono a stento
le lacrime che timidamente, dopo pochi attimi le rigano il viso.
Sento il cuore palpitare
forte e le
lacrime assalirmi aggressive.
Forse anche lei come me ha
sofferto da
sola, chiudendosi in se stessa e nel lavoro. Sono stata io con i miei
comportamenti ad allontanarla? Senza volerlo?
“dispiace anche a
me..”
le prendo la mano e in
silenzio senza
guardarci, versando lacrime a lungo trattenute ci stringiamo
vicendevolmente la mano.
Sam dal piano di sotto ci
avvisa che il
pranzo e pronto e con uno sguardo complice e fugace io e Denise ci
avviamo.
Penso sia la prima volta
che mi ritrovo
in una situazione familiare così piacevole dove è
presente anche
mia madre. Sembra il pranzo della domenica, un tipico pranzo fatto in
famiglia, così normale eppure così strano per me.
“i tuoi studi
come vanno?”
“bene George, i
professori sono molto
bravi”
“senti Chris, ti
piacerebbe tornare a
Shelbyville?”
guardo Denise esterrefatta.
Tornare a
Shelbyville? Che abbia intenzione di portarmi via?
“qui sto bene,
perché?”
“ecco, stavo
pensando che potresti
tornare a vivere con me, a breve cambierò posizione ed
avrò un
lavoro d'ufficio, così non dovrò più
viaggiare e avremo tempo pere
stare assieme..”
“Chris non
è assolutamente un peso
se è quello che ti preoccupa mamma, è un piacere
averla qui”
interviene Sam cauta
infilzando delle
foglie di insalata.
“sono venuta qui
per vedere nascere
il mio primo nipote e anche per portare Chris a casa sua, voi state
per diventare una famiglia e con un neonato di sicuro avrete molto da
fare e Chris è ancora una ragazzina, in più penso
di aver il
diritto di passare dl tempo con mia figlia”
qualcuno si rende conto che
si sta
parlando della mia vita? Qualcuno si rende conto che nessuno mi ha
chiesto cosa ne penso?
“è
vero, ma Chris ha degli amici
qui, ha la sua quotidianità, non pensi sia un po' egoista da
parte
tua volerla riportare a Shelbyville?”
“ma Sam, Chris ha
delle amicizie
anche lì, e sono sicura che non vedono l'ora di
abbracciarla”
il mio sguardo si sposta
impassibile da
Sam a Denise, le uniche due a parlare. George continua a mangiare in
silenzio con la testa china. Immagino che non si sente in diritto di
poter esprimere il suo parere.
“Anche Richard
sarebbe felice di
averti a casa..!”
Richard? E chi diamine
sarebbe?
“Mamma...non le
ho detto...”
guardo Sam delusa.
“cosa non mi hai
detto Sam? Chi
sarebbe questo Richard?”
urlo alzandomi in piedi.
Che cosa sta succedendo?
“Tesoro, Richard
è il mio compagno,
pensavamo di riportarti a casa e cercare di farti vivere in una
famiglia normale, non puoi stare qui”
“il tuo... cosa?
Hai un altro uomo? E
vive a casa nostra? E tu lo sapevi Sam?”
mia sorella mi guarda con
sguardo
colpevole. Non posso crederci. Denise ha già dimenticato
papà? E
come se fosse la cosa più normale del mondo ha portato un
uomo in
casa senza dirci nulla? Senza dirmi nulla? Sam, lei...sapeva eppure
non mi ha detto nulla.
“Chris, io non
sapevo come dirtelo...
non pensavo l'avresti scoperto così”
scoperto? Se Denise non
fosse venuta
qui allora non ne avrei mai saputo nulla?
“Direi che si
può rimandare a più
tardi questa conversazione”
interviene George. Lo
guardo
ringraziandolo e vado via.
Apro la porta d'ingresso
pronta per
andar via a fare un giro e schiarirmi le idee e davanti a me vedo
Nigel in procinto di suonare il campanello.
“Harries...”
non so cosa mi spinge a
farlo ma mi
butto fra le sue braccia iniziando a singhiozzare. Probabilmente ho
iniziato a piangere a tavola senza rendermene conto eppure è
solo
ora che riesco a sfogarmi del tutto lasciandomi andare.
“cosa
è successo?”
mi chiede lui col suo
solito modo
pacato accarezzandomi i capelli e stringendomi a se con l'altra mano.
Non riesco a parlare, non
riesco
nemmeno ad alzare lo sguardo. Sprofondo nel suo petto incapace di
lasciarlo andare.
“Ah, sei tu
Nigel...”
è la voce di
George quella che sento
dietro di me. Sento Nigel annuire e la porta di casa chiudersi poco
dopo.
“Andiamo
piccola..”
sussurra portandomi via.
Non dico nulla
e senza lasciarlo andiamo in auto.
Mi porta a casa sua, dove
in un certo
qual modo mi sento al sicuro e protetta da quello che c'è
fuori. Non
ho nessuna voglia di vedere Sam e Denise in questo momento. Non
riuscirei ad affrontarle in questo momento. Mi sento così
sola e
confusa. Perchè Sam non me ne ha parlato? Perché
mi ha tenuta
nascosta una cosa del genere? E perché Denise proprio ora
vuole
portarmi via di qui?
Non voglio andarmene.
Nigel mi porta nella camera
che conosco
abbastanza bene e che lui ha arredato per me. Mi siedo in silenzio
sul letto e lui si siede accanto a me. Sembra visibilmente
preoccupato, il suo sguardo è pieno di dolcezza ed io gli
sono
infinitamente grata per averlo qui al mio fianco.
“non ti ho vista
a scuola e ho
pensato che ti fosse accaduto qualcosa quando ho percepito il tuo
stato d'animo”
poggio la testa sul suo
petto e sospiro
tranquillizzandomi pian piano.
Non mi forza a parlare in
nessun modo
anzi rispetta il mio silenzio, e io incomincio a raccontargli cosa
è
successo. L'arrivo improvviso di Denise, il mio rapporto con lei e la
discussione avuta durante il pranzo. Lascio che le parole escano da
sole e lui ascolta senza smettere nemmeno per un istante di
accarezzarmi premurosamente.
“tu cosa vuoi
fare?”
mi chiede guardandomi.
“non voglio
tornare a casa ora, non
voglio tornare a Shelbyville, ma ammetto che Denise ha ragione. Con
l'arrivo del bambino Sam avrà tanto da fare ed io non voglio
essere
un peso. Non saprei nemmeno come aiutarla...”
“magari tua madre
è sinceramente
pentita del suo comportamento passato, ma deve lasciare la scelta te.
Solo tu puoi sapere cosa è meglio fare. Puoi rimanere qui
quanto
desideri, non preoccuparti”
nonostante i nostri alti e
bassi Nigel
c'è sempre per me, è davvero fantastico.
Dormo quasi tutto il
pomeriggio,
svegliandomi solo per l'ora di cena. Nigel non c'è in camera
e
intontita e con un insistente mal di testa mi reco nella sala da
pranzo. Non c'è nessuno nemmeno qui, dove sarà
finito?
Inizio a curiosare
nell'enorme casa di
Nigel alla sua ricerca, non avevo mai visto l'enorme cucina,
così
come non avevo mai visto un lungo corridoio pieno di porte. Mi reco
in soggiorno, sento l'odore della legna bruciata che scoppietta nel
camino e mi avvicino quando la mia curiosità viene carpita
da una
piccola luce. Svolazza qua e la nel salone come se fosse alla ricerca
di qualcosa.
“ehy,
aspetta”
dico raggiungendola e
quando sono più
vicino riconosco in quella lucina un Lu Sì.
“sai
dov'è Nigel?”
mi guarda un po' scettica,
credo sia
una lei è piccolissima ma carina.
“il signorino
è ad allenarsi, prego
seguimi”
non sembra molto simpatica,
ma in
silenzio la seguo ugualmente.
Mi conduce nel
seminterrato, non avevo
visto nemmeno questa parte della villa, certo non si può
dire che
Nigel abbia un tenore di vita modesto. Sembrano delle vere e proprie
segrete, umide e bagnate. Un lungo corridoio con tante celle, vuote.
Alla fine dell'andito sembra ci sia una stanza più grande
illuminata, ma la Lu Sì si arresta di colpo.
“è
lì, puoi proseguire da sola!”
esclama prima di scomparire
davanti ai
miei occhi.
Il corridoio illuminato
dalla sua luce
diventa buio e i miei occhi ci mettono un po' ad adattarsi
all'improvviso cambio di luce.
Avanzo lentamente mentre
dei suoni
sinistri iniziano a delinearsi in modo sempre più nitido.
Mi affaccio sbirciando
leggermente
nella stanza illuminata solo dalla fioca luce di numerose candele.
Nigel sta combattendo con
qualcuno?
Distinguo la sua ombra muoversi, ma non vedo l'altra. Cosa combina
qua sotto?
“Signorino non
dovrebbe esagerare”
dice la voce di un nonnino.
“zitto Davis,
continuiamo!”
ribatte lui.
Mi sporgo ancora di
più avanzando di
un passo. Davis è il maggiordomo se non erro, sono curiosa
di
vederlo.
Non è
esattamente quello che mi
aspettavo! Nigel sta combattendo contro il lucertolone che aveva
preso possesso di Evander, cosa ci fa qui?
“ah!”
senza volerlo un gemito di
paura scappa
dalle mie labbra e Nigel si volta nella mia direzione.
“Chris!”
Il lucertolone
approfittandone colpisce
Nigel alle spalle scaraventandolo violentemente per terra.
“oddio,
Nigel!”
corro verso lui ponendomi a
mo di scudo
contro il lucertolone.
“signorino, direi
che per oggi basta
così!”
Devora appare dal nulla con
un panno
pulito fra le mani e il lucertolone le si avvicina diventando sempre
più piccolo. Ma che significa?
“come sei
arrivata qui?”
mi chiede lui alzandosi e
mettendosi
seduto mentre Devora gli porge l'asciugamano.
“che ci fa quel
mostro qui? Non
l'avevi eliminato?”
un colpo di tosse mi fa
voltare e al
posto della lucertola c'è Davis che si aggiusta il
cravattino.
“Signorina
buonasera”
dice inchinandosi
leggermente.
“era solo Davis
che aveva preso le
sue sembianze, mi stavo allenando Chris, non preoccuparti”
mi spiega Nigel. Che
personaggi
bizzarri.
“ma tu sei ancora
ferito”
Nigel perde sangue dal
torace, non è
ancora guarito del tutto dall'attacco di Evander. Come ho fatto a non
accorgermene?
“non preoccuparti
non è nulla di
grave”
si mette in piedi e con un
cenno
rivolto a Davis e Devora ordina oro di lasciare la stanza. In un
battito d'occhio al loro posto c'è solo una leggera
nebbiolina.
“è
stata colpa mia, mi dispiace
tanto”
mi sento così in
colpa. Se non fossi
stata accanto a Nigel Evander non l'avrebbe attaccato, se non fossi
venuta a Dallas tutto questo non sarebbe successo...
“smettila, non
assumerti
responsabilità che non hai, è stata una mia
scelta proteggerti e lo
rifarei, queste ferite passeranno”
mi avvicino cauta e poggio
la mano sul
suo torace nudo, sussulta un po' e poi mi abbraccia forte. Oggi non
riesco a fare altro che piangere.
“vuoi restare qui
ancora un po'?”
“no, voglio
affrontare questa
situazione, grazie Nigel”
non posso stare da Nigel
per sempre,
devo prendere la mia decisione, così come lui ha scelto di
proteggermi dalla lucertola.
Mi faccio riaccompagnare a
casa quasi
subito dopo aver medicato le sue ferite, con lui al mio fianco sento
di potercela fare.
“Pronta?”
mi chiede una volta in
veranda.
“mi starai
accanto?”
Annuisce serio prendendomi
inaspettatamente la mano.
George apre la porta con un
sollevato
sorriso e ci fa entrare.
“Chris...ero
preoccupata!”
esclama Sam vedendomi.
“non volevo far
preoccupare nessuno,
scusa Sam”
annuisce comprensiva e si
scosta un po'
mostrandomi Denise seduta in soggiorno con un uomo.
Istintivamente stringo
più forte la
mano di Nigel che ricambia la stretta senza un minimo segno di
esitazione e si porta avanti a me.
“Tesoro eccoti,
ma che fine avevi
fatto? Scappare così senza una parola nel bel mezzo della
cena!”
Denise smette di parlare
appena il suo
sguardo si posa su Nigel.
“e tu chi
sei?”
chiede un po' irritata.
Nigel non risponde, eppure
di solito è
molto educato nei confronti di chi non conosce.
“lui chi
è?”
chiedo per tutta risposta
io indicando
l'uomo alle sue spalle. È alto e con i capelli completamente
bianchi, sembra un professore o un medico, i suoi portamenti mi fanno
capire che è una persona di un certo livello.
“Tesoro, lui
è Richard, voleva
conoscerti, non vedeva l'ora”
mi fa un cenno senza
muoversi, forse
almeno lui a differenza di Denise ha capito di non essere esattamente
il benvenuto.
“è lei
tua madre?”
mi chiede Nigel
avvicinandosi più del
dovuto al mio viso. Annuisco imbarazzata stringendomi un po' nelle
spalle.
“non pensi di
essere un po'
maleducato a non presentarti ragazzino?”
la guardo truce
così come Nigel e Sam
interviene per calmare la situazione.
“lui è
Nigel, mamma. È un amico di
Chris, è una persona molto importante”
“e
così è lei che vuole portare con
se Chris a Shelbyville?”
chiede con fare minaccioso
senza troppi
preamboli Nigel a mia madre. Ma che intenzioni ha?
“che arroganza!
Ho il diritto di
vivere con mia figlia!”
urla Denise ed io
indietreggio un po'.
“lei viene qui
come se nulla fosse,
irrompendo nelle vite delle sue figlie e decide cosa fare del loro
futuro senza nemmeno chiedere il permesso...è stata una
madre
assente, del tutto non curante del bene di sua figlia e ora che ha
trovato un compagno pensa di poter giocare alla famiglia
felice?”
Cavolo! Non avevo mai
sentito Nigel
parlare così ad un adulto.
“Nigel,
smettila...”
sussurro strattonandolo
leggermente.
“no Harries, tu
sei mia e non lascerò
a nessuno di allontanarti da me, chiaro?”
ma che diavolo...l'ha detto
così,
davanti a tutti?
“questa si che
è una dichiarazione!”
esclama George quasi
entusiasta, mi
volto giusto in tempo per vedere Sam chinarsi tenendo stretto il
pancione.
“SAM!”
Urlo lasciando la mano di
Nigel e
fiondandomi su di lei. Mi guarda con un mezzo sorriso tremando un
po'. George la sorregge per le spalle e l'aiuta a farla alzare senza
riuscirci.
“credo che si
siano rotte le acque”
sussurra rossa in viso.
Cioè... mia
sorella sta per partorire
qui?
George la prende fra le
braccia
portandola in auto e tutti imitandolo escono di casa di fretta e
furia.
Resto ferma lì
al mio posto in piedi,
incapace di muovermi.
Io ho paura.
“Andiamo
Harries”
dice Nigel trascinandomi
fuori casa
senza aspettare una mia reazione.
Mi sembra che tutto stia
succedendo
troppo in fretta.
Denise e Richard attendono
impazienti
davanti alla porta della sala parto, emozionati, sorridenti...io
invece non lo sono. Non ho mai pensato a come poteva essere questo
momento, ma ho sempre creduto che avrei avuto un sorrisone stampato
in volto, invece non riesco quasi a pensare. Vedere Sam piegarsi in
quel modo, vedere i suoi occhi pieni di paura, vedere il suo corpo
tremare mi ha spaventata a morte. Non posso sostenere una cosa del
genere, non ce la faccio.
Non sono pronta. Sospiro ed
improvvisamente mi viene da ridere. Mi appoggio al muro e lasciandomi
scivolare sghignazzo senza un motivo.
“tutto
bene?”
Nigel non mi ha lasciata da
sola un
attimo, si china guardandomi in modo rassicurante.
“è
così semplice...”
dico più a me
stessa che a lui.
“è
così dannatamente semplice! Ho
rincorso la normalità da quando sono qui a Dallas ed ora mia
madre
mi offre una vita normale su un piatto d'argento ed io che faccio?
Vado nel pallone!”
metto le mani davanti agli
occhi e
inizio a piangere e ridere contemporaneamente.
“sai
perché?”
scuoto la testa in modo
negativo.
Nigel prende la mia mano
portandola
vicino alle sue labbra schioccando così un bacio sul dorso.
“perchè
è esattamente l'opposto,
non vuoi la normalità. Stai disperatamente cercando di
scappare
dalla normalità”
sto scappando dalla
normalità?
“è una
femmina!”
urla George uscendo dalla
sala parto.
Mi alzo in piedi e assieme
agli altri
ci avviciniamo all'ingresso.
“Chris, Sam vuole
vederti”
m'informa il novello
papà facendomi
cenno di seguirlo. Lancio un'occhiata a Nigel e seguo George fino
alla stanza dove Sam culla dolcemente uno scricciolo.
“Sam, come
stai?”
chiedo timorosa
avvicinandomi
lentamente.
“Chris, lei
è Michelle, in memoria
di papà”
dice porgendomi la neonata.
Sembra così
fragile e indifesa, è
davvero microscopica. Ora dorme beata, non sa cosa l'aspetta nel
mondo e in un certo qual modo infonde in me un senso di
serenità.
“Ciao
Michelle...”
sussurro per paura di
svegliarla.
Guardo Sam, sembra felice ed io lo sono per lei.
“Chris, forse hai
già preso una
decisione, ma vorrei che tu continuassi a vivere con noi... se te la
senti certo”
Credevo che Sam voleva
mandarmi via,
invece mi sta chiedendo di restare con lei.
“io e George ne
abbiamo parlato,
mamma sta agendo egoisticamente e non ci sembra giusto farti cambiare
ancora vita. Noi ti vogliamo bene e anche i tuoi nuovi amici,ma se
pensi di trovarti meglio con mamma, se pensi che in questo modo puoi
finalmente vivere in una famiglia normale allora noi ti auguriamo il
meglio”
molto lentamente avvicino
Michelle alle
braccia di sua mamma che prontamente la riprende con sé.
“non
sarà un problema con Michelle
ora? Avrai tanto da fare e io non so quanto riuscirò a
rendermi
utile”
sorride e prende la mia
mano.
“non importa
Chris, mi basta averti
accanto”
|
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Capitolo 34 *** Capitolo XXVIII - L'uovo (Parte I) ***
“il buon umore si
vede dal mattino
eh, Chris?”
“scherza pure
Paul, vorrei vedere te
al mio posto”
dico assonnata bevendo il
terzo caffè
ristretto seduta ad uno dei tavoli di Mike. Non riesco proprio a
svegliarmi. Michelle è adorabile quando dorme, ma solo in
quei pochi
attimi. La notte sveglia tutti di soprassalto urlando e piangendo ed
ogni volta mi viene un colpo pensando a cosa possa essere successo.
Ormai è una settimana che non chiudo occhio così
come Sam e George,
che sono ridotti zombie.
“la piccola non
ti fa dormire vero?”
Annuisco buttando
giù l'ultimo sorso
di caffè.
“sembra un
angioletto, stento a
credere che può ridurvi in queste condizioni...vado a pagare
il
conto e ti prendo un altro caffè magari col latte”
dice constatando il mio
carente bisogno
di sonno.
Fortunatamente alla fine la
faccenda si
è risolta con Denise. Non ha potuto dire di no a Sam quando
le ha
chiesto col cuore in mano di lasciarmi vivere qui con lei. Pensavo
rimanesse ancora qualche giorno a Dallas, ma una chiamata di lavoro
improvvisa e la situazione venutasi a creare con me, l'hanno
rimandata a Shelbyville con Richard che sembrava quasi sollevato dal
dover ripartire così presto. Non ho parlato della faccenda
né a
Paul né a Mandy. Inutile farli preoccupare per una questione
ormai
passata. Da una parte sono sollevata, ma dall'altra so che prima o
poi dovrò parlare con Denise del nostro rapporto.
“Avete sentito le
novità ragazze?”
Pacey lancia sul mio banco
un giornale
locale ed io e gli altri curiosi ci avviciniamo per leggere
incuriositi.
“ragazza
aggredita mentre tornava a
casa”
si legge a caratteri
cubitali.
Mandy prende il giornale
leggendo ad
alta voce per tutti noi l'articolo.
“era tardo
pomeriggio quando una
studentessa del liceo è stata aggredita e picchiata da uno
sconosciuto...la vittima Judith Elliot ha affermato di non essere
riuscita a vedere il volto dell'aggressore, ora ricoverata
all'ospedale in condizioni stabili è la terza ragazza in una
settimana vittima di aggressioni anonime, si raccomanda a tutte le
studentesse di non tornare a casa da sole e per strade
deserte...”
povera ragazza,
chissà come sta ora.
Non ho mai sentito parlare di lei a scuola, non so nemmeno che
aspetto abbia, ma sapere che è la terza vittima fa venire i
brividi.
Chiunque potrebbe essere la prossima.
“che ne dite se
vi accompagnassimo
noi a casa alla fine delle lezioni?”
chiede Pacey guardandomi
speranzoso in
una risposta positiva.
“io e Chris siamo
vicini di casa,
quindi non deve avere paura e Mandy, se...”
Paul la guarda di
sottecchi, che non si
siano ancora chiariti per la faccenda di Evander?
“se ti va posso
accompagnare a casa
anche te”
per tutta risposta lei
annuisce
timidamente stringendosi nelle spalle e un enorme sorriso si forma
sulle labbra del mio vicino.
Le lezioni iniziano e tutti
prendono
posto, prendo tra le mani il giornale, improvvisamente mi vengono in
mente le parole di Nigel “non hai idea di quanti spettri,
demoni
minori e altre entità si aggirano tra di voi” che
possa essere
anche questa opera di uno spettro?
Scuoto la testa, forse mi
sto facendo
influenzare troppo da questa storia, ricorda Chris che vivi nella
realtà e non esistono solo spettri!
Anche se devo ammetterlo,
da quando
Nigel è entrato nella mia vita a volte mi chiedo se il mondo
per
come l'ho conosciuto prima del suo arrivo era reale o se ero io a
volerlo vedere così, ed ora mi piace?
Sospiro leggermente e
chiudo gli occhi
per due secondi, sono così stanca.
“signorina
Harries!”
mmmh? Chi è che
mi chiama? Ho così
sonno...
“Ancora 5
minuti”
miagolo lasciandomi
avvolgere ancora
dal torpore che mi avvolge
“Signorina
Harries!”
ripete la voce maschile con
tono più
alto sbattendo sul banco un libro facendomi svegliare di colpo. Apro
gli occhi spaventata e mi rendo conto solo ora che chi ho davanti
è
il professore di matematica e che non sono nel mio letto, ma a scuola
nel bel mezzo di una lezione.
Tutti i compagni ridono
divertiti, Paul
mi fa un occhiolino di incoraggiamento e prima di poter spiegare al
professore la situazione mi ritrovo fuori dall'aula.
“cosa hai
combinato?”
Alzo lo sguardo, Nigel? Che
ci fa in
giro per la scuola?
“chi ha detto che
ho combinato
qualcosa?”
sorride con fare beffardo,
oggi sembra
molto più carino del solito.
“va bene, mi sono
addormentata
durante la lezione, ma Michelle non fa chiudere occhio a nessuno in
casa”
dico d'un fiato
giustificandomi.
Si avvicina a me, si
avvicina più del
dovuto come al solito.
“sei carina
quando dormi, speravo
fosse solo una mia prerogativa vederti dormire”
sussurra al mio orecchio
giocando con
una ciocca dei capelli. Rossa in viso cerco di allontanarlo
spingendolo leggermente lontano da me, lo so che si diverte a
mettermi in imbarazzo, come quella volta a casa di Sam! Come gli
è
venuto in mente di dire a mia madre che sono sua? Deve ancora pagare
per quella frase!
“calma Harries,
non c'è bisogno
di...ehy, ma sei debolissima!”
esclama visibilmente
allarmato prima
che che io mi accasci tra le sue braccia.
Mi risveglio in infermeria
un po'
intontita, mi guardo attorno sono l'unica studentessa, gli altri
letti sono vuoti, ma vedo Nigel appoggiato al muro fissarmi serio.
“ehy, ma cosa
è successo?”
chiedo alzandomi per
raggiungerlo.
“ferma lì, non avvicinarti!”
lo guardo interrogativa.
Che succede?
“che ti
prende?”
sposta lo sguardo guardando
in
direzione della finestra, perché evita il contatto visivo?
“ogni volta che
entro in contatto con
te, fisicamente dico, assorbo un po' della tua energia..ed oggi sei
finita qui per colpa mia, perciò fin quando non ti sarai
ripresa del
tutto, è meglio se mi stai alla larga”
eh? stop! Time out! Ma che
significa?
Che sta blaterando?energia?
“da quando...
quando avevi intenzione
di dirmelo?”
ora sono irritata.
Perché non mi parla
mai di lui? Perché io svelo tutto di me a lui e invece io
devo
scoprire così qualcosa in più su di lui?
“non dovevi
saperlo, l'energia che
prendo da voi umani è così minima che nemmeno ve
ne accorgete, ma
tu ne hai così poca che questa volta quando ne ho assorbita
un po'
sei svenuta”
“non dovevo
saperlo? Stai scherzando?
Io ti ho detto tutto di me, sai cose che non ho detto nemmeno Paul e
Mandy e mi vieni a dire che non dovevo sapere nulla?”
Abbassa lo sguardo senza
rispondermi,
ma che faccia tosta!
Mi avvio alla porta, non
voglio saperne
nulla di Nigel, al diavolo!
“Aspetta, ho
detto al tuo vicino che
ti avrei accompagnato a casa, ormai sono andati tutti via e lui era
preoccupato per te”
“non avvicinarti,
sta lontano da me!
Torno a casa da sola!”
scandisco bene le parole,
ma avanza lo
stesso un passo verso di me.
“Chris...”
No! Basta, mi sono rotta
dei suoi
giochetti. Tende una mano verso di me come a volermi fermare ma la
blocco prima che possa toccarmi.
“lasciami in
pace!”
urlo correndo via.
Stupido! Sei solo uno
stupido Nigel!
Corro fino ad essere fuori
dal liceo.
Non riesco a capirlo! Io mi fido e lui non fa altro che nascondermi
tutto celandosi solo dietro misteri e bugie. Perché
è così?
Pensavo che dopo tutto quello che abbiamo passato si fidasse di me,
invece evidentemente per lui non sono altro che un essere umano come
gli altri. Mi sono illusa di poter essere qualcosa di più,
non
capisce che anche io ho dei sentimenti? Non capisce che provo
qualcosa per lui?
Andando via di fretta e
furia ho
dimenticato a scuola lo zaino. Ero così stanca che ho
dormito in
infermeria fino alla fine delle lezioni, ormai non ci sarà
più
nessuno. Ripercorro la strada fino al liceo tagliando per una
scorciatoia, non voglio tornare a casa tardi e in più fa
freddo,
ormai è dicembre e il cielo diventa subito scuro.
Torno in infermeria
trovando lo zaino
accanto al letto, fortunatamente Nigel non c'è, anche
perché non
aveva motivo di fermarsi qui ancora. Un tuono attira la mia
attenzione, fantastico!
Ci mancava solo un
temporale, devo
tornare a casa in fretta.
La scuola dopo le lezioni
assume
un'aria tetra ed inquietante. Nel corridoio echeggia solo il suono
dei miei passi.
Mi viene in mente
l'articolo di
giornale letto stamane con i ragazzi, sono stata una stupida a
rimanere qui da sola, certo se non fosse stato per Nigel ora sarei
già a casa e non sarei costretta a tornarci da sola.
Basta pensarci, non
farò altro che
peggiorare il mio umore se continuo a pensare a lui e ad i suoi
comportamenti.
Non me ne rendo conto
subito, ma ho
come l'impressione di essere seguita.
“stupida,
sarà la tua immaginazione”
dico sorridendo dandomi un
colpetto
sulla testa.
Continuo a camminare,
notando però che
in effetti non sono solo i miei passi a far rumore, c'è
davvero
qualcun altro. Pian piano aumento il passo preda dell'ansia. Anche se
continuo a ripetermi di star calma non riesco ad esserlo del tutto e
mi ritrovo in pochi secondi a correre. Sento i passi dietro di me
accelerare, c'è qualcuno!
Entro velocemente nell'aula
di
letteratura chiudendomi la porta alle spalle, facendo silenzio.
Sembra che chiunque ci si
ancora a
scuola sia passato oltre e tiro un sospiro di sollievo.
Apro cauta la porta
dell'aula e
constatando che non c'è nessuno in giro avanzo
più sicura di prima
pronta per scattare verso casa.
È un attimo e
dal nulla appare
qualcuno che con forza mi spinge facendomi cadere.
Urlo per lo spavento e per
il dolore
provocato dalla caduta.
“chi diavolo
sei?”
alzo lo sguardo appena in
tempo per
vedere l'uomo avventarsi su di me. Mi afferra le braccia facendomi
male, cercando di immobilizzarmi al pavimento.
Cerco di allontanarlo
lanciando calci
in aria senza però riuscire a colpirlo.
“lasciami
andare!”
lo mordo ad una mano
riuscendo poi a
colpirlo con un calcio, ciò mi da il tempo di alzarmi,
mentre lui è
a terra dolorante, e correre verso la porta.
“No!”
urla lui aggredendomi
nuovamente alle
spalle, facendo cadere entrambi tra i banchi.
Che dolore! Provo ad
alzarmi tremante,
ma lui in piedi davanti a me mi colpisce con un sonoro schiaffo
facendomi tornare per terra. Mi afferra per i capelli trascinandomi
vicino alla cattedra, cerco di seguirlo tenendomi salda alle sue
mani, ho paura che me li strappi da un momento all'altro.
“si
può sapere che vuoi?”
urlo piangendo per il
dolore.
“sta
zitta!”
urla lanciandomi contro la
porta
dell'aula chiusa. Sento il viso bruciare e la carne lacerarsi al
contatto con la porta. Mi afferra nuovamente un braccio tirandomi
verso di lui per poi mettersi a cavalcioni su di me. Non voglio che
mi tocchi,non voglio finire come le altre ragazze. Nigel...
aiutami! Dimenandomi riesco
a colpirlo
in pieno viso con un pugno, ma non è abbastanza per
togliermelo di
dosso. Cosa posso fare? Cerco di guardarlo in viso, anche se
è del
tutto coperto, voglio che mi guardi negli occhi mentre cerca di fare
di me quel che vuole.
Un flash mi riporta nel
granaio con
Geremy, non posso lasciare che questi mostri l'abbiano vinta! Non
posso contare sull'aiuto di Nigel, non verrà questa volta.
Serro i
denti, sento uno strano ed intenso calore pervadermi, la stessa
energia che ho sentito al luna park e prima ancora nel soggiorno
della casa di Nigel. Mi sento strana, quasi nemmeno più
cosciente.
Il dolore ha lasciato del tutto il mio corpo mentre prende posto con
forza una grande energia. Anche l'aggressore sembra accorgersene e
per un attimo si allontana sensibilmente da me, l'attimo sufficiente
per colpirlo alla bocca dello stomaco scaraventandolo con forza
inumana dall'altra parte dell'aula. È durato pochi istanti,
ma
l'energia che sentivo lascia rapidamente il mio corpo facendomi
crollare per terra. L'uomo ancora cosciente, evidentemente abituato
al dolore, si alza e spaventato corre via lasciandomi sul pavimento
dell'aula semi svenuta.
È buio pesto
quando riprendo i sensi,
con fatica riesco ad alzarmi, voglio tornare a casa, voglio solo
tornare a casa. Mi sento uno schifo, quella persona non ha avuto
nemmeno un momento di pietà. Mi ha picchiata come se non
fossi
nemmeno una persona e per poco non mi violentava. Mi sento svuotata
della mia umanità. Un senso di nausea mi assale e sono
costretta a
fermarmi al primo angolo della strada a vomitare. Sto male.
Malissimo. Anche se Geremy mi aveva torturata non mi sono mai sentita
così. È stato perché lui non era umano
a giustificare la quasi
totale assenza della mia reazione? È stata la presenza di
Nigel a
rassicurarmi quella volta?
Mi sento confusa. Voglio
solo andare a
casa e dormire senza vedere nessuno.
Apro la porta senza far
rumore, sento
la voce di Sam in cucina che parla con George.
“Chris, sei
tu?”
urla sentendo la porta
chiudersi. Ha un
udito davvero acuto!
“sì,
Sam”
rispondo precipitandomi al
piano di
sopra. Sento i suoi passi avvicinarsi e chiudo la porta poco prima
che mi raggiunga.
“tutto bene
Chris? La cena è quasi
pronta! Hai fatto tardi oggi”
“sì
tutto bene, scusa Sam ho una
marea di compiti da fare penso che salterò la cena”
dico frettolosamente
togliendomi di
dosso i vestiti sporchi e bagnati. Mi siedo davanti alla scrivania
prendo dal cassetto uno specchio per constatare i danni sul viso ed
ecco spuntare un labbro rotto all'angolo sinistro e un grande ematoma
sullo zigomo destro. Perfetto direi!
Poco più tardi
finalmente posso
concedermi un bagno e lavare via tutto l'orrore. Sento ancora quelle
mani su di me, sento il suo fiato sulla pelle. Non riesco a liberarmi
da questa sgradevole sensazione e più ci penso,
più mi fa rabbia.
Sento ancora, nuovamente quel calore crescere in me ed istintivamente
batto un pugno contro il muro che si frantuma sotto le mie dita.
Guardo il piccolo danno creato meravigliata. Sono stata io?
È
successa la stessa cosa oggi a scuola. Che significa?
Il bagno dura
più del dovuto e anche
se dovrei sentirmi meglio bastano pochi secondi a far ripiombare il
mio umore nel viscido. Mi metto sotto le coperte cercando di dormire,
cosa che non sembra per nulla facile.
“lasciami
stare!”
l'uomo è di
nuovo di fronte a me, ed
io sono a scuola, nella stessa aula. Che ci faccio qui?
Mi chiude in un angolo
lasciandomi
senza vie di fuga e si avvicina lentamente, mi sento così
pesante
che mi muovo con fatica, che succede? All'improvviso dal muro
prendono forma delle ragnatele che mi intrappolano li e l'uomo si
trasforma in un ragno gigante minacciandomi con le sue zampacce
pelose.
Urlo dall'orrore
svegliandomi di
soprassalto. Solo ora mi rendo conto di aver fatto un incubo, ora che
riconosco le pareti della mia camera. Respiro a fondo cercando di
calmarmi senza riuscirci più di tanto. Accendo la luce della
lampada
accanto alla scrivania e bevi un po' d'acqua. Che mi succede? Non mi
aveva mai scossa in tal modo qualcosa.
“Buongiorno!”
esclama entusiasta Paul
salutando tutti
all'ingresso.
“ehi Chris,
perché non mi hai
aspettato questa mattina?”
“scusami, avevo
delle cose da fare
prima, ci vediamo in aula”
dico andando via il
più in fretta
possibile. Mi sento a disagio con loro, mi sento a disagio con tutti.
Potevo saltare le lezioni, non mi piace stare qui!
“Harries...”
alita qualcuno al mio
orecchio e scatto
subito sull'attenti spingendolo via in malo modo.
“Ah!”
“ma che ti
prende?”
è Nigel.
“scusa, mi hai
spaventata”
dico cercando di tenere la
testa china.
“Chris...”
si avvicina scrutandomi con
fare
indagatore. Mi dispiace per come l'ho trattato ieri, dopo tutto anche
io ho i miei segreti e non sono tenuta a confidarli a nessuno. Ero
solo arrabbiata, prima o poi chiederò scusa a Nigel, ma ora
non mi
va per nulla di spiegare.
“devo andare in
aula, ciao”
farfuglio cercando di
allontanarmi a
passo svelto dalla sua figura. Ma mi conosce troppo bene ed io sono
una frana a mentire.
“ma che
hai?”
chiede afferrandomi il
braccio con
forza scatenando in me una serie di emozioni che mi portano
inequivocabilmente ad una ed una sola reazione.
“NON
TOCCARMI”
urlo attirando l'attenzione
di altri
studenti e meravigliando Nigel.
“ehi...”
non appena mi guarda i suoi
occhi
diventano rossi.
Mi spinge in un'aula ancora
vuota con
fare poco delicato.
“che ti
è successo?”
il suo tono non
è preoccupato, anzi è
aggressivo e minaccioso, che gli prende di colpo? Non è mai
stato
così con me.
“perchè
mi guardi così? Sembra
quasi che tu voglia attaccarmi Nigel”
“se non lo fai tu, non
lo faccio nemmeno io”
io attaccarlo? E
perché dovrei?
“si
può sapere che ti prende? Perché
dovrei attaccarti?”
sorride.
“non tu Chris, ma
la cosa che è
dentro di te, allora, cosa ti è successo?”
una cosa dentro di me?
Vuole scherzare?
Che diavolo sta blaterando?
“di che
parli?”
“la tua aura è
cambiata, il tuo sguardo è cambiato. Sei infetta!”
“infetta? Nigel
ma di che diamine
parli? Ieri ho dimenticato lo zaino qui e sono tornata a prenderlo e
c'era un uomo...”
“cosa
è successo?”
chiede a tono sicuro
afferrandomi le
braccia e sollevandomi da terra come se nulla fosse. Mi fa paura
così.
“Nigel smettila!
Mi fai paura così..”
lascia la presa ed io cado
per terra,
ma non sento dolore. Non sento nemmeno il contatto col suolo.
“ti ha aggredita
vero?”
Annuisco alzandomi in piedi
e
guardandolo. Che succede?
“devo portarti a
casa mia subito”
|
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Capitolo 35 *** Capitolo XXIX - L'uovo (Parte II) ***
“Davis!”
urla Nigel appena arrivati
a casa
tenendomi stretta fra le braccia. In poco tempo ho perso del tutto la
sensibilità delle gambe. Mi sento così confusa e
stordita. Non
capisco cosa succede. Nigel sembra così preoccupato e si
ostina a
non rispondere alle mie domande e non mi è chiaro cosa
intende lui
per “infetta”.
Davis spunta dal nulla e
guardandomi
per un secondo sembra intuire quel che invece io non riesco a capire
da tutta la mattina. Annuisce a Nigel e con aria seriosa lo prega di
seguirlo.
Entriamo nella sua stanza e
delicatamente Nigel mi adagia sul letto.
“cosa
può essere?”
chiede a Davis che con
sguardo
indagatore mi scruta.
“controlliamo i
bulbi”
dice toccandomi per la
prima volta il
viso. È così fredda la sua essenza, ed
è strano essere toccata da
uno spettro, sento la freddezza delle membra ma non il contatto con
la sua pelle. I suoi movimenti sono molto delicati, mi scosta i
capelli dalla fronte e avvicinandosi sospetto allarga la palpebra del
mio occhio sinistro.
“non
c'è scelta”
sussurra per poi sparire.
“Nigel, si
può sapere che succede?”
inizio a sentire freddo
eppure mi sento
sudata.
“i tuoi occhi
Chris, stanno
cambiando...”
alita amareggiato.
Cambiando? Che significa?
“voglio
vedere!”
singhiozzo. Provo ad
alzarmi ma senza
riuscirci. Non credo di essermi nemmeno mossa.
“signorino, avete
bisogno di me”
dice una voce da donna e ne
riconosco
precisamente quella di Devora.
Nigel annuisce e si scosta
per far
passare la nonnina.
“uhm...vediamo
che c'è qui dentro”
Devora mi guarda dolcemente
per poi
infilarmi letteralmente una mano nello stomaco. Trapassa la pelle col
suo arto fantasma ed inconsistente, eppure la sento muoversi dentro
di me. Non riesco a muovermi, è come se fossi stata
immobilizzata.
“un uovo...un
seme...”
“di che stai
parlando?”
“penso sia stata
vittima di un corvo
della morte signorino, ho visto poche altre volte una cosa simile.
È
il loro metodo. Aggrediscono chiunque capiti sotto il loro sguardo e
impiantano attraverso il contatto fisico un uovo che pian piano
inizia a nutrirsi del corpo dell'ospite...”
“ma di che
diavolo stai parlando
nonna?”
urla una voce nuova nella
stanza,
quella di Paul. Che ci fa qui?
“che ci fai
qui?”
chiede freddo e impassibile
Nigel senza
guardarlo. Ha lo sguardo fisso sul mio e continua ad accarezzarmi i
capelli con fare premuroso.
“v-vi ho visti
scappare di fretta e
furia, e sapevo che c'era qualcosa sotto così vi ho
seguiti...è
vero quello che ha detto la nonna?”
“non potrei mai
mentire signorino
Nigel, e di sicuro non mi sbaglio”
ribatte lei con tono un po'
duro.
“Paul, cosa
è successo alle altre
ragazze aggredite?”
“loro, sono
morte..nel giro di
qualche ora..”
Morte? I giornali non
parlavano di
decessi che sta dicendo?
“mia madre fa
volontariato
all'ospedale ogni tanto, ha sentito i medici parlarne, dicevano che
scriverlo sui giornali non era una buona idea, dopo l'aggressione non
si sono più riprese e in poco tempo il loro cervello ha
cessato di
tenere attive le funzioni vitali, non riescono ancora a spiegarselo,
dicono che potrebbe essere stato causato dal forte shock”
“eppure lei
è viva! È stata
aggredita ieri, doveva essere già morta”
esclama Nigel.
Vorrei ribattere e dire la
mia, ma non
ci riesco non riesco a far nulla.
“oh,
Chris...”
Paul si avvicina al letto e
finalmente
riesco a vederlo. È così pallido e spaventato. Mi
spiace non essere
riuscita a tenerlo lontano da tutto questo. Vorrei tanto abbracciarlo
forte. Ho paura e non riesco a comunicare con nessuno.
“non
toccarla!”
urla Nigel non appena lui
mi sfiora la
mano e all'improvviso riacquisto la forza alzandomi dal letto.
No, un momento. Non sono io
a muovermi.
Il mio corpo s'è mosso da solo.
“oddio ma che
cos'è?”
il viso di Paul
è il ritratto del
terrore e non riesco a capire a cosa si riferisce fin quando non vedo
anche io. Dal mio braccio spunta un tentacolo violaceo. Che diavolo
succede? Cos'è questa cosa?
Cerca di afferrare Paul
puntando alla
sua gola. Non voglio! Non voglio far del male ai miei amici!
Riesco ad afferrare il
tentacolo e
istintivamente lo porto alla bocca strappandolo a morsi.
Sento qualcosa nel mio
stomaco
contorcersi. Che sensazione orribile!
“ecco
perché non è morta”
dice Devora stando lontano
da me quel
che basta.
Non capisco. Cosa vuol dire?
“riesce a
controllarsi anche se non è
più padrona del suo corpo, l'ho sempre detto che sei
speciale
Harries”
sono le ultime parole che
sento prima
di svenire.
“questa sarebbe
la tua soluzione
Davis?”
sono le urla di Nigel a
svegliarmi.
Sono sola in camera e noto di avere ora più tentacoli uscire
dal mio
corpo che come una rampicante si sono aggrovigliate al letto di
Nigel. Mi sento così viscida.
“signorino Nigel,
ragioni! Quando è
stato necessario si è sempre agito in questo modo! Ecco quel
che
succede quando ci si svela agli umani!”
“ci
sarà un'altra soluzione Davis,
deve esserci!”
“no, non
c'è! Bisogna ucciderla!”
“ehy, aspetta due
secondi, vuoi
uccidere Chris?”
Paul è
intervenuto nella
conversazione. Perché vogliono uccidermi?
“se il signorino
Nigel non si fosse
svelato a voi non sarebbe accaduto nulla. Gli harab seraphel stanno
solo compiendo il loro lavoro come voi fate il vostro, non potete
sottrargli una preda!”
“e chi sarebbero?
Che sta
succedendo?”
urla Paul isterico.
“calmati tu! Gli
harab seraphel sono
i sicari di Baal o meglio conosciuti come i corvi della morte. Il
loro compito è semplicemente quello di distruggere tutto
quello che
incontrano sul loro cammino, ovunque si trovino.”
spiega Nigel con voce
pacata.
“perchè
Chris?”
“di solito questi
esseri non uccidono
così tanti umani nello stesso luogo dove non ci sono guerre
o
epidemie, qualcosa ha attirato la loro attenzione”
“attenzione di
che tipo?”
“il figlio di uno
dei più potenti
demoni, ha attirato troppo attenzioni su di se da quando ha rivelato
la sua identità a quella ragazza, ed ora molti di quei
demoni si
chiedono come mai e cosa avrà di così speciale
quella ragazza, o
forse lo sanno già, per questo rischiano così
tanto signorino
Paul!”
“e sarebbe
Chris?”
“sembra di
si”
“quella stupida,
per questo l'ho
marchiata col sigillo, non volevo che altri se ne accorgessero, ma
non so come ogni volta riusciva a liberarsene!”
“non mi importa
chi tu sia tra i tuoi
simili Nigel, se succede qualcosa a Chris, ti garantisco che ti
ucciderò con le mie stesse mani!”
stanno litigando per colpa
mia. Non ho
mai sentito Paul rivolgersi a nessuno con tono minaccioso. Devo
risolvere da sola questa questione, non voglio che ci vadano di mezzo
loro.
“va a farti un
giro Paul!”
dice Nigel. Sento dei passi
allontanarsi.
La porta si apre poco dopo
è Davis.
“signorina, come
si sente?”
chiede premuroso
avvicinandosi.
“ho sentito quel
che avete detto,
Davis..”
“Mi creda non
sono per nulla felice
di doverlo fare, ma ci sono delle regole e degli equilibri da
rispettare...”
vedo che senza timore
estrae un pugnale
molto antico e affilato da sotto la giacca del completo che fluttua,
l'aveva resa invisibile?
“lo so, faccia
pure..”
senza farselo ripetere due
volte Davis
affonda il pugnale nella carne, spingendo sempre più in
profondità.
Mi sento stordita, non provo dolore, non provo nulla, quella cosa
dentro di me ormai ha preso pieno possesso del mio corpo.
Vedo del sangue macchiare
le lenzuola,
molto sangue, ma sono ancora viva.
“l'ho
preso”
dice Davis con tono
rassicurante, ed
effettivamente sento la strana presenza in me staccarsi. Anche i
tentacoli avvolti alla parete e al letto iniziano a staccarsi per
diventare subito polvere. Si stanno decomponendo.
Eccolo! Finalmente vedo
un'enorme uovo
fatto di carne pulsante fra le mani di Davis. Il suo pulsare si fa
rapidamente più lento e Davis senza perdere tempo lo
trafigge con lo
stesso pugnale per terra. L'uovo esplode schizzando sangue nero da
per tutto ed io mi sento finalmente libera.
“ora pensiamo a
lei”
si appresta Davis accanto a
me. Mi ha
tagliata come un tacchino, vedo offuscate le mie mani muoversi
finalmente.
“Chris!”
Nigel spalanca la porta
della camera
precipitandosi da me.
“dannazione!”
morde il suo polso e lo
mette sopra
alla ferita velocemente. Non sento più nulla, non sento il
mio corpo
di nuovo, non ho più freddo e non ho paura.
Sto morendo?
“Chris, te lo
prometto, ti salverò!”
“signorino
no!”
sono morta? Sento il mio
addome
gonfiarsi, tendersi e poi rilassarsi. Sto respirando!
“Signorino
Nigel!”
urla Davis disperato.
Nigel, cosa... mi alzo dal
letto per
vederlo per terra in un lago di sangue. Ma cosa ha fatto?
“sta
bene?”
sussurra rivolgendosi a
Davis.
“Nigel...”
mi fiondo su di lui
abbracciandolo.
“sei pazzo che
hai fatto?”
“quello che
dovevo, tranquilla mi
riprenderò”
“ma stai perdendo
troppo sangue, come
fai a dire che ti riprenderai?”
lo guardo e sembra
sollevato, per nulla
preoccupato.
“la ferita si sta
già rimarginando,
ho solo bisogno di riposare”
lo aiuto ad alzarsi
facendolo mettere
seduto sul letto. Mi guardo attorno, oltre a vedere sangue da per
tutto, l'uovo è fermo lì sul pavimento. Vederlo
ricoperto del mio
sangue mi fa venire un po' di nausea, ma stiamo tutti bene
più o
meno ed è questo che conta al momento.
“Chris! Stai
bene?”
chiede Paul spaventato alla
porta ed
annuisco contenta.
Si avvicina timoroso
guardandosi
attorno e poi corre verso di me abbracciandomi.
“mi hai fatto
preoccupare tanto”
sussurra stringendomi
più forte.
Sciogliamo l'abbraccio ed
entrambi ci
rivolgiamo a Nigel.
“Grazie”
dice freddo Paul
guardandolo dritto in
volto. Guardo Davis intento a raccogliere il pugnale e l'uovo.
“grazie, poteva
uccidermi, ma non
l'ha fatto”
“questa volta
è andata bene
signorina, ma io...credo sia solo l'inizio. Se continuerà a
frequentare il signorino, dovrà iniziare a chiedersi, cosa
è
disposta a perdere”
le sue parole mi lasciano
perplessa, ma
prima di poter chiedere altro, Davis è già
sparito.
“che
fai?”
mi giro incuriosita e vedo
Nigel
intento ad alzarsi. Dove vuole andare?
“sei debole
ancora, cosa vorresti
fare?”
mi avvicino aiutandolo a
reggersi in
piedi, il suo sguardo non mi piace per nulla.
“devo andare a
trovare una persona”
lo blocco.
“prima devi
riposare, e fin quando
non ti sarai rimesso del tutto io starò con te”
ovviamente non dovrei
stupirmi nel
vedere che in casa Preston c'è già una grande e
lussuosa stanza da
letto già pronta ad accogliere Nigel vero?
Paul va via quando ormai
è sera,
accompagnato da alcuni Lu sì con cui ha fatto amicizia. Mi
chiedo se
sarà al sicuro durante il viaggio.
“hai avvisato tua
sorella?”
mi chiede Nigel seduto su
una poltrona
rossa di velluto dandomi le spalle.
“sì,
le ho detto che dormirò qui
per qualche giorno, per recuperare le ore perse di sonno. Ha detto
che non ci sono problemi, è così stressata che
non ha fatto storie”
rispondo divertita.
Lui al contrario non solo
non sembra
essere in forma, ma è pensieroso. Più del solito.
“tutto ok
Nigel?”
mi siedo difronte a lui
guardandolo
attentamente.
“stavi per morire
oggi”
il suo sguardo si fa
colpevole e
abbassa la testa interrompendo il contatto visivo.
“Ora
però sono qui, davanti a te”
prendo le sue mani fra le
mie
avvicinandomi, non voglio che sia triste per me. Ora sto bene.
È
stato lui a salvarmi e invece di accusarsi, dovrebbe esser fiero di
sé. Sorrido appena incoraggiante.
“Nigel, oggi sei
stato un eroe, il mio eroe. Non è un pensiero
confortante?”
riprende a guardarmi con la
faccia di
chi non ha fiducia in quel che dico.
“con tutto il
male che c'è in questo
mondo, non possiamo gioire delle piccole vittorie quotidiane senza
pensare ad altro? Ogni tanto dovresti vederla
così...”
“Chris...”
alita leggero.
I suoi occhi grigi,
così profondi e
penetranti, quanto mi sono mancati? Questa sensazione di amore e
follia, questa atmosfera che si crea quando ci siamo solo io e lui,
da quanto non accadeva tutto ciò?
Questa volta sono io ad
avvicinarmi a
lui lentamente, senza smettere di guardarlo.
Vedo un qualcosa di diverso
nei suoi
occhi, non è il solito sguardo di sfida quello che ho
davanti. È
uno sguardo dolce e colmo di desiderio.
Poggio lievemente le labbra
sulle sue.
È la prima volta che prendo io l'iniziativa e mi sento
tremare.
La sua mano mi accarezza il
viso e
scostandosi leggermente lui mi guarda ancora, per poi avvicinarsi
nuovamente e baciarmi con consapevolezza.
È
così? Ne siamo finalmente
consapevoli entrambi? È una dichiarazione?
Non è uno dei
suoi soliti baci, lo
sento così vicino.
La sua lingua bagna le mie
labbra ed io
l'accarezzo con la mia, prima di far toccare ancora le nostre labbra
mai sazie.
È notte fonda
ormai. Nigel dorme
profondamente, doveva essere davvero provato e debilitato. Io non
riesco a chiudere occhio. Le parole di Davis continuano a ronzarmi in
testa.
Non era mai successa una
cosa del
genere prima, non ero mai stata io la diretta interessata degli
attacchi. Mi chiedo cosa intendesse Davis quando mi ha chiesto a cosa
sono disposta a rinunciare.
Oggi è stata una
grande giornata, ma
ho come l'impressione che andrà sempre peggio, la posta in
gioco
sarà sempre più alta? I demoni sempre
più forti? Chi sarà il loro
bersaglio la prossima volta? Io? Nigel? E se fosse Paul o Mandy?
Quando sono arrivata a
Dallas, non mi
sarei mai aspettata una vita così...intensa. Quello che ora
so è
che con Nigel al mio fianco non ho paura. Finalmente abbiamo mostrato
i nostri sentimenti. Non voglio pensare ora alla missione di Nigel,
non voglio pensare ora ai demoni. Voglio solo guardarlo dormire.
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Capitolo 36 *** Capitolo XXX - Una lunga, lunga notte ***
È ancora notte quando mi sveglio di soprassalto. Nigel dorme accanto a me, sembra sereno, ma sono sicura che l'esperienza di oggi l'ha davvero stravolto. Non lascerà perdere questa questione. Mi chiedo chi sia Baal e gli Harab Seraphel, perché ci hanno attaccati? Perché questa volta hanno volutamente e specificatamente preso di mira me? Davis era davvero intenzionato a farmi fuori e chissà per quale scrupolo tutto ciò è stato evitato.
Mi alzo cercando di fare il minor rumore possibile, il fuoco scoppietta ancora nel camino dandomi così la possibilità di non andar a sbattere al primo angolo che mi si para davanti.
Mi siedo su una delle due poltrone dove poche ore prima io e Nigel ci siamo finalmente dichiarati e sospiro. Ancora non ci credo. Come evolveranno adesso le cose tra noi due?
Fino ad ora c'è sempre stata una velata ma sicura quasi incoscienza nel definire il nostro rapporto, ma adesso che le cose si sono svelate temo quasi di scoprire quale sarà la sua reazione. se prima mi allontanava anche volutamente per mettermi al sicuro, ora come reagirà ad un altro attacco? Non voglio perderlo ora che finalmente la situazione è chiara ad entrambi.
Passo ancora qualche minuto in silenzio e poi esco dalla stanza. Mi reco in cucina, non so perché, ma sono quasi sicura di trovarvi Devora e Davis, che sapranno illuminarmi almeno su quello che è successo oggi.
La casa è completamente avvolta nelle tenebre, assume quasi un aspetto sinistro ora che ci penso e con quello che è successo qui poco fa, questa visione non è per nulla confortante.
Batto le mani nella speranza di trovare qualche Lu Sì che mi faccia compagnia, ma purtroppo ho sfortuna. Sento degli scricchiolii sinistri provenire dal fondo del corridoio, dove se non sbaglio deve esserci la cucina.
“Devora?”
chiedo con voce tremante affacciandomi appena per sbirciare.
“com'è potuto succedere Davis? Gli Harab Seraphel non attaccano la gente in questo modo, non si appostano in luoghi comuni come scuole per cacciare, lo fanno con discrezione aspettando il momento giusto”
non mi ha notata, parla con Davis di quello che è successo ed io sono molto interessata alla faccenda.
“questo è un brutto segno, soprattutto se arrivano ad attaccarci qui, in casa del signorino e per di più in modo così aggressivo. Il signorino Nigel deve stare molto attento se non vuole che succeda qualcosa a quella ragazza, sono sicuro che è lei ad attirare tutte queste attenzioni, ma non capisco il perché. Non ho captato nulla nella sua aura di diverso, eppure è riuscita a resistere al corvo. Nonostante controllasse tutto il suo corpo, quando il suo amico era in pericolo è riuscita ad evitare di ucciderlo”
Abbasso lo sguardo colpevole. Paul. Chissà quanto si sarà spaventato. È colpa mia se ha assistito a tutto questo, non dovevo coinvolgerlo, non dovevo raccontargli nulla. Sembra così innocente, così buono, mi chiedo se sia giusto averlo condannato a questa visione del mondo.
È questo a cui pensa Nigel quando prova ad allontanarmi? Si sente come me in questo momento?
Eppure io l'ho scelto, anche se non subito all'inizio, io ho scelto di rimanergli vicina anche se non sapevo esattamente cosa contro andavo a combattere. Sapevo che lui era speciale e nonostante i suoi avvertimenti gli sono rimasta accanto, ma Paul non sapeva nulla di tutto ciò, lui non è stato messo in guardia da nessuno, si è ritrovato nel giro di due secondi a dover rivalutare tutte le certezze che aveva fino a quel momento, a mettere in dubbio tutte le cose che dava scontate fino ad allora, a mettere in discussione la nostra amicizia. E che succederà se a Paul non basterà sopportare tutto ciò in silenzio? Che succederà se inevitabilmente venisse coinvolta anche Mandy?
Sospiro profondamente cercando di mandar via questi pensieri negativi, non voglio pensarci ora.
“che ci fai sveglia?”
sobbalzo nel sentire la sua voce, che ci fa Nigel sveglio? Mi volo per guardarlo in viso.
Arrossisco naturalmente non appena i suoi occhi si posano sui miei.
“non riuscivo a dormire...”
sussurro abbassando lo sguardo.
Improvvisamente Nigel si piega in due e reggersi al muro. Accorro in suo soccorso spaventata aiutandolo a reggersi.
“dovresti riposare, non sei ancora guarito”
dico mettendo il suo braccio attorno al mio collo. Non pensavo di poter vedere Nigel così debole e indifeso. Mi sento dannatamente in colpa. È colpa mia. È solo colpa mia. Serro i denti dalla rabbia.
“devo andare”
sussurra agitandosi per liberarsi dalla presa della mia mano.
“dove?”
chiedo preoccupata.
“signorino Nigel, non state bene, dovreste riposare”
interviene Devora avvicinandosi a lui con fare preoccupato e premuroso.
Per tutta risposta Nigel le lancia uno sguardo truce. Senza dire nulla va via allontanandosi.
Che posso fare? Cosa ha intenzione di fare in quelle condizioni?
“Aspetta!”
urlo per poi seguirlo.
“fermati! Non provarci Chris, non provare a seguirmi, sei d'intralcio!”
urla lui senza voltarsi, lasciandomi spiazzata.
Sono d'intralcio? Allora è così che stanno le cose? Sono solo un peso per lui?
“signorina Christine, il padrone vuole solo proteggerla, lo sa?”
ringrazio Devora per la premura che ha nei miei confronti, ma anche se cerca di confortarmi, io mi sento davvero una merda. Anche se Nigel avesse detto quelle parole per destarmi dal seguirlo, in fondo ha ragione. Fino ad ora non ho combinato niente di buono, ma anzi, non faccio altro che attirare dei guai ed è lui che riesce sempre a salvarmi.
“dov'è andato?”
chiedo rivolgendomi a Davis.
“non sono tenuto a dirglielo signorina, ha visto come ha reagito il padrone”
non sarà certo lui a fermarmi, non mi importa di quello che ha detto Nigel. È solo un mezzo demone pieno di se, incapace di chiedere aiuto quando ne ha bisogno. Non può affrontare tutto da solo.
“Davis mi dica dov'è andato!”
urlo battendo un pugno sul tavolo.
Lo spettro sgrana gli occhi un po' sorpreso e un po' indignato, porta le braccia al petto incrociandole e volta la testa nella direzione opposta alla mia.
“ma non capisci? Posso aiutarlo, non è da solo, non deve combattere da solo!”
“avanti Davis, diglielo!”
lo incita Devora.
“ma cosa dici? Ora ti ci metti anche tu?”
lei sbuffa e mi afferra per le spalle.
“signorina Christine, io mi fido di voi, sono preoccupata per il signorino Nigel, quindi vi prego, fate in modo che torni qui vivo!”
“Devora, il signorino si arrabbierà molto al suo ritorno!”
“beh, se tornerà sarò felice di essere sgridata, ma ora lo voglio qui!”
ribatte lei.
Guardo Davis che sospira.
“conoscete il Sunshine? All'apparenza è un locale come altri, magari un po' macabro,ma in realtà è il ritrovo di molti demoni e spiriti. È lì che è andato il signorino Nigel!”
Il Sunshine! Sì, sì certo, so dov'è!
Mi catapulto fuori nel giardino della casa, notando con una dubbia delusione che non ho un mezzo con cui muovermi. Mi chiedo come sia possibile essere circondata da esseri strani e magici e non avere un mezzo di trasporto rapido ed efficace.
Dal viale centrale vedo apparire la luce di due fanali ed incuriosita mi avvicino.
Non posso credere ai miei occhi! Un taxi!
“Devora pensa sempre a tutto!”
sussurra un Lu Sì apparso dal nulla al mio orecchio scomparendo quasi subito,prima di essere scoperto.
Devora, non smetterò mai di ringraziare quella nonnina!
Salgo sul taxi indicando la destinazione senza sembrare troppo impaziente e cercando di calmarmi.
Spero solo che Nigel non abbia fatto cavolate, che cos'ha in testa quel ragazzo? Cosa vuole fare in quelle condizioni? Chi pensa di trovare lì?
“quella zona, se posso permettermi signorina, non è molto raccomandabile a quest'ora”
dice l'autista. Forse ha voglia di fare conversazione, ma a me al momento non interessa minimamente essere socievole e simpatica.
Lui sembra capirlo dalla mia mancata risposta e non insiste oltre. Arrivata davanti al Sunshine lascio un'abbondante mancia al tassista che mi saluta con un sorriso enorme.
Ok Chris, ci siamo! Prendo un profondo respiro e apro la porta d'ingresso del locale.
È qui che ho conosciuto Mandy, ed è questo il primo posto in cui sono venuta appena arrivata a Dallas. Chi avrebbe mai detto che sarei tornata in questo posto per altre motivazioni?
Il bancone è come quella volta pieno di gente, ma guardandoli meglio ora non sembrano esattamente persone comuni.
Qualcuno incrocia lo sguardo col mio e noto un lieve sorrisino su quei volti, sembra quasi che sappiano. Mi muovo con prudenza arrivando nella zona dove c'è la pista da ballo.
Improvvisamente mi sento così sola e insicura. Ripenso ai buoni propositi che mi ero promessa di mantenere con l'arrivo in questa città.
Niente problemi, diventare una studentessa modello, farmi degli amici, rendere fiera di me Sam. Come sono arrivata a questo punto?
È tutto iniziato dall'incontro con Nigel. Mi ha affascinata a tal punto da rendermi del tutto assoggettata a lui. Ora che me ne rendo conto, da quando sono qui non ho fatto altro che pensare a lui ogni singolo giorno, nel bene e nel male. Ho fatto sempre affidamento su di lui per qualsiasi cosa. Fosse un abbraccio o solo una persona che in silenzio ascoltava quello che avevo da dire, lui c'era. C'è sempre stato. Ora tocca a me ricambiare il favore, ma ho paura. Ho paura di scoprire quello che mi aspetta una volta arrivata da lui. Ho paura di quello che proverò se i suoi occhi si poseranno sui miei, e anche se non lo faranno. Ho paura di quello che sarà dopo questa lunga notte. In questo momento ho bisogno della sua presenza. Delle sue parole incoraggianti e dei suoi silenzi rassicuranti. Del tocco della sua mano che mi infonde un coraggio senza eguali. Sono io questa volta a correre da te.
Avvisto una porticina scura dietro il piccolo palco su cui al momento non si esibisce nessuna band, mi avvicino senza farmi notare troppo e con meraviglia scopro che non è chiusa a chiave.
Mi intrufolo fugacemente richiudendola dietro di me alla svelta.
Sospiro. E questa è andata! Prossimo passo.
Mi accorgo che l'aria è leggera e inodore. Attorno c'è un silenzio surreale e tutto è avvolto nell'oscurità. Chissà perché la mia fantasia aveva dipinto il covo come uno spazio opprimente e illuminato. Si vede che non so nulla riguardo le usanze di questi esseri.
Inizio ad incamminarmi solo dopo aver lasciato ai miei occhi il tempo di abituarsi all'oscurità. Non vedo assolutamente nulla, cerco di capire cosa ho attorno a me utilizzando le mani, il rumore dei miei passi rimbomba nello spazio stretto in cui mi trovo. Riesco a capire di essere in un corridoio stretto.
Continuo a camminare lentamente, timorosa. Ma che razza di posto è questo? Come fa ad esserci un luogo simile nel centro di una città?
Ai miei passi improvvisamente se ne aggiungono altri, sembrano molto veloci.
“c'è nessuno?”
chiedo a voce alta senza ricevere risposta. Che sta succedendo?
Un profondo e spaventoso ringhio proviene dalle mie spalle e un brivido sinistro mi percorre la schiena.
Inizio a correre terrorizzata sperando che qualunque cosa sia non ce l'abbia con me.
Il ringhio e i passi diventano sempre più veloci ed io corro fino a scontrarmi contro una parete. Un corridoio senza uscita? Possibile?
Tasto attorno a me in cerca di una via di fuga, ma ci sono solo pareti.
I passi si fanno pesanti e il ringhi diviene un urlo straziante.
Qualsiasi cosa sia, mi salta addosso aggredendomi con forza inaudita sfondando il muro davanti a me.
Cado urlando sui mattoni frantumati ed istintivamente porto le braccia davanti al volto e le ginocchia al petto per proteggermi il meglio possibile.
“basta così!”
dice qualcuno.
Mi ci vuole un po' per capire che non mi sta aggredendo più nessuno. Apro gli occhi lentamente, la luce bianca che illumina tutta la stanza mi abbaglia per qualche secondo.
“alzati, tu!”
respiro affannosamente e piano piano cerco di rilassare i muscoli.
“prendetela!”
non faccio in tempo a capire cosa sta succedendo che due uomini si avvicinano afferrandomi con forza per le braccia trascinandomi per qualche metro.
“Allora, chi abbiamo qui?”
alzo lo sguardo trovandomi davanti ad un uomo seduto su una specie di trono. Mi scruta divertito prendendo con una salda presa il mio mento fra le mani.
Guardandolo bene, non ha proprio le sembianze di un uomo, i suoi occhi sono strani.
Sembrano non avere colore e i denti sono aguzzi.
Che sia un demone?
“come sei arrivata qui?”
sorride compiaciuto avvicinandomi di più a se.
“lasciala!”
questa voce...Nigel!
“Nigel, stai bene?”
urlo dimenandomi per andare da lui.
I due uomini allentano la presa ed io corro da lui abbracciandolo.
“ma sei pazza? Che ci fai qui?”
mi rimprovera dopo un abbraccio. È arrabbiato, ma so che gli passerà se usciremo vivi da questa situazione.
“sei ferito, non potevo lasciarti solo..”
il mio cuore è colmo di gioia sapendo che è ancora vivo. Sono sollevata.
“se avete finito, vorrei capire che succede”
l'uomo che sembra al comando si risiede sul trono con fare annoiato.
“da quando gli harab seraphel cacciano con tanta semplicità?”
ringhia Nigel aggressivo.
“sta calmo mezzo demone, gli ordini vengono dal nostro signore Baal, tu non puoi nulla contro di lui”
“Baal? Ne sei sicuro?”
Nigel sembra davvero adirato. Mi fa quasi paura, ma mi stringo più forte a lui.
L'espressione sicura del capo dei corvi si fa meno sicura d'un colpo. Nigel emana una strana aura.
“non hai nessuna possibilità di sconfiggere Baal, principino, la carica di tuo padre non ti aiuterà!”
Un battito d'ali alle mie spalle attira l'attenzione.
“Baal? Credi di poter prenderti la responsabilità delle tue parole lurido verme?”
Gabriel! Che ci fa qui? Che sta succedendo?
“signore...”
replica il capo dei corvi impaurito.
“lasciali andare...”
dice accennando a me e Nigel.
“dovresti tenere sotto controllo i tuoi servetti, non vorrei essere costretto a dover informare Baal in persona delle vostre spericolate e imprudenti azioni!”
perché ci sta difendendo? Perché Gabriel si schiera dalla nostra parte?
“Andiamo Nigel”
dico esortandolo a lasciare questo posto. Lui guarda Gabriel risentito, ma poi senza accennare una parola mi porta fuori dal Sunshine.
Torniamo a casa sua in silenzio, senza fiatare. C'è tensione fra noi, non voglio dirgli nulla, ho paura di una sua reazione. Forse vuole stare un po' da solo. Dopotutto è stata una lunga notte questa.
Devora sembra rincuorata nel vederlo varcare la porta d'ingresso, ma come Davis si limita a un cenno del capo rivoltogli per poi andare via. Io non so esattamente cosa fare e come comportarmi. Lo seguo in silenzio, mi sento quasi fuori luogo. Un'intrusa dentro casa sua.
“Sei stata stupida a seguirmi. Potevano ucciderti”
dice fermandosi a pochi passi dalla camera che ha fatto arredare per me, non mi guarda in viso. Non si è nemmeno voltato.
“ma ti ringrazio Chris”
non rispondo, mi avvicino a lui cauta abbracciandolo. Lo sento sussultare leggermente al mio tocco, ma intreccia le dita delle sue mani con le mie portandole al petto per poi lambirle con le labbra.
Spazio Autrice:
Salve a tutti! Questa è la prima volta che creo uno spazio dove scrivere qualcosa. Che dire? Grazie infinite a tutti i lettori e a chi recensisce. Non mi aspettavo questa accoglienza positiva!
Gio_Gio22 mi aveva chiesto in una recensione di mettere le foto dei personaggi. Ti chiedo scusa se non l'ho fatto col capitolo successivo, ma provvedo subito!
Chis - Rachel Dashae
Nigel - Tom Sturridge
Paul - Jamie Campbell Bower
Mandy - Amanda Seyfried
Ben - Lucas Till
Megan - Brittany Murphy
George - Mark Paul Gosselaar
Sam - Amanda Righetti
Jake - Jamie Bell
Ted - Nick Eversman
Marta - Megan Fox
Kelly - Rachel Mc Adams
Sophie - Emma Stone
Cindy - Gabrielle Union
Geremy - Ian Somehralder
Ancora un Grazie enorme a tutti, spero che anche questo capitolo sia all'altezza delle vostre aspettative! Alla prossima!
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Capitolo 37 *** Capitolo XXXI - Finalmente insieme ***
“Chris, mi
ascolti? Sto parlando con
te!”
Sam mi sventola una mano
davanti al
viso tenendo Michelle stretta al so petto con l'altro braccio.
Finalmente dorme, permettendo ad una leggera e rilassante quiete di
entrare silenziosa e timorosa in casa.
“cosa? Cosa
c'è?”
chiedo distratta
scrutandola
attentamente.
“ti ho chiesto se
Nigel sta bene, è
passata la sua malattia?”
Annuisco arrossendo
leggermente.
In realtà non
vedo e non sento Nigel
da quasi una settimana. Non so quali siano le sue condizioni, ma
Devora, prima di lasciare la sua casa, mi ha promesso che si sarebbe
presa cura di lui.
In questi giorni la
tentazione di
vederlo e parlarci è stata fortissima, volevo sentire il suo
odore,
accarezzare i suoi capelli e perdermi in quei occhi grigi che tanto
amo, ma sapevo che lui aveva bisogno di tempo. Di tempo per
riflettere e star da solo con se stesso. Da una parte lo comprendo,
dopo tutto quello che è successo nell'ultimo periodo
è
comprensibile, ma diciamo che la mia parte ancora un po' bambina
è
leggermente arrabbiata con lui per non essersi fatto minimamente
sentire. In fondo, ora che le cose tra noi stanno
“così” non ho
diritto di sapere? Insomma, dovrebbe essere normale farsi sentire
ogni tanto no? Lo fanno tutti i ragazzi, uno squillo, una lettera, un
piccione viaggiatore, un Lu Sì o anche solo un SMS poteva
mandarlo
no?
Sorrido, Nigel non
è come tutti gli
altri ragazzi. Non è tipo da lettere, da chiamate o da Lu
Sì, se di
mezzi di comunicazione si può parlare. Ora che ci penso, non
credo
nemmeno che lui abbia un cellulare. Mi rendo conto, meravigliandomene
ogni volta, che conosco così poco questo strano ragazzo che
mi ha
rapito il cuore.
“perchè
sorridi?”
domanda curiosa mia sorella
avvicinandosi di più al mio viso.
Faccio spallucce e mi volto
a guardare
fuori dalla finestra. La pioggia cade incessantemente da giorni.
Dicembre è arrivato, il mio compleanno è arrivato.
“è
successo qualcosa tra te e
Nigel?”
dovrei risponderle, ma ho
la testa da
tutt'altra parte. Naviga su acque sconosciute ormai, così
lontane da
quelle della mia realtà, del mio mondo, della mia casa.
Credo di
essermi smarrita in quei occhi grigi, è come se ogni giorno
che
passa dal nostro primo incontro mi allontani sempre più
dalla
vecchia e allegra Chris di Shelbyville.
“dici che oggi
verrà?”
“a chi ti
riferisci?”
“al bel e
tenebroso Nigel... a chi
altrimenti?”
Paul mi guarda torvo, come
se fosse
scontato per me parlare solo e sempre di Nigel.
“non so Paul,
forse sì, forse no”
rispondo guardando dritta
davanti a me
l'ordinario scenario che ci accompagna tutte le mattine a scuola.
“sei strana sai?
Prima non facevi
altro che parlare di lui. Ti lamentavi continuamente dei suoi sbalzi
d'umore, delle sue azioni... ora sembra quasi che non ti
interessi”
mi guarda serio fermandosi.
“perchè
parlarne Paul? Tornerà
quando sarà pronto, dopo tutto quello che ha passato, anche
io mi
prenderei del tempo per me stessa, non credi? Come
biasimarlo?”
“hai ragione, ma
non ti preoccupa
nemmeno un po'? La vecchia Chris sarebbe corsa da lui per
impicciarsi, invece tu sembri quasi evitare l'argomento. È
successo
qualcosa?”
Alla sua domanda,
istintivamente
riprendo a camminare trattenendo per qualche secondo il respiro,
guardando fissa davanti a me.
Paul mi strattona per la
manica della
giacca, esponendola alla pioggia.
“è
successo qualcosa che non mi hai
detto? È così?”
Lo guardo sospirando.
Libero il mio
braccio dalla sua presa e rispondo impassibile.
“ci siamo
baciati”
la sua espressione muta in
un nano
secondo da seria e dura a sgomenta.
“cioè,
non è la prima volta che
succede, giusto? Perché ora sembra diverso?”
riprendo a camminare senza
rispondere e
lui accelera qualche passo per raggiungermi.
“oddio Chris,
questa volta è una
cosa seria? Nel senso seria, seria?”
è proprio a
questa domanda che mi
rifiuto di trovare risposta. Non lo so nemmeno io in verità
cos'era
quel bacio. Non so se ci siamo lasciati trasportare dal momento, se
è
stato voluto o altro. Non saperlo mi fa impazzire, non volerlo sapere
mi rende stabile e per come stanno le cose ora, penso che non dare di
matto sia la decisione più saggia.
Arriviamo a scuola in
silenzio. Anche
se le domande di Paul hanno risvegliato una certa agitazione in me,
l'ansia che in questi giorni ho cercato di sopire si sta lentamente
risvegliando.
“sul filo del
rasoio come sempre voi
due! La campanella sta per suonare!”
ci sgrida Mandy
aspettandoci al
cancello come tutti i giorni.
Paul sorride grattandosi il
capo con
fare imbarazzato. Assieme ci avviamo verso l'atrio, facendosi spazio
tra la calca di studenti.
“Ah, Chris,
grazie per gli appunti di
biologia! Erano perfetti!”
Jake e Ted ci salutano
radiosi, ed il
biondino mi porge i miei quaderni.
“figurati, ma la
prossima volta cerca
di non addormentarti a lezione”
dico facendo la seria,
ricalcando a
false righe il tono a volte perentorio di Mandy.
Ridiamo tutti assieme.
“guardate chi
è tornato!”
esclama Ted puntando il
dito nella
direzione opposta alla mia.
Mi volto incuriosita,
mentre un brivido
mi attraversa la schiena deciso ed efficace. È lui. Lo
sento. E non
appena lo vedo farsi spazio tra la folla il mio cuore inizia a
battere forte. Troppo forte. no. Non sono pronta ad affrontarlo. Il
tempo sembra quasi fermarsi mentre lui avanza con l'espressione cupa
e seria. Il suo sguardo incrocia il mio. Mi manca l'aria e tutto
inizia a girare vorticosamente.
Gli appunti che mi ha
restituito Jake
mi cadono di mano, il tonfo provocato dal contatto col suolo sembra
un violento boato.
“Chris, tutto
ok?”
sento la voce di Paul
ovattata. Poi
improvvisamente ripiombo nell'atmosfera reale.
“m-mi sono
scivolati, ho delle mani
di ricotta”
dico ridendo nervosamente
per poi
chinarmi a raccoglierli. È una mia impressione, ma sento i
suoi
passi farsi sempre più vicini, come se ci fosse solo lui qui.
“vado a lezione
ragazzi, a dopo!”
dico velocemente scappando
via.
Entro nell'aula di storia
richiudendo
subito la porta alle mie spalle. Non sono pronta. Non sono
minimamente pronta a rivederlo. Mi ero illusa di poter tenere a freno
le mie emozioni, ma non è così. Non capisco
perché sto reagendo in
questo modo. Ho affrontato tutto il resto in modo abbastanza lucido,
in modo razionale, ma adesso mi sembra quasi di impazzire. Ho paura.
“non sei
esattamente un maestro nella
fuga!”
scatto indietro non appena
la porta si
apre.
“Mandy! Dio, mi
hai spaventata!”
sospiro profondamente
portandomi
istintivamente una mano al petto.
“non pensavo di
essere così orribile
Chris!”
ridacchia leggermente
avvicinandosi a
me.
“non intendevo
questo!”
dico lasciandomi scivolare
contro il
muro dell'aula.
Anche lei si china
avvicinandosi a me
con un sorriso confortante.
“lo so Chris. Si
può sapere che ti
prende? L'ho notato che c'è qualcosa che non va”
come faccio a dirle cosa
c'è che non
va se non lo so nemmeno io?
“ascoltami, io
non so cosa sta
succedendo in questo periodo tra te e Nigel, anzi, non so cosa
succede tra te e lui da quando vi siete incontrati. Siete
così
enigmatici assieme, ma non me ne sono mai curata, perché eri
sempre
tu Chris. All'inizio ero preoccupata per te, Nigel non mi ha fatto
nulla in particolare, ma ho sempre pensato che è il tipo da
cui
stare alla larga, per evitare problemi”
Mi afferra la mano ed io
riesco
finalmente ad alzare lo sguardo e guardarla attraverso le enormi
lenti dei suoi occhiali.
“passavano i
giorni e continuavo a
vedere la mia amica serena, a volte triste, a volte isterica, ma
sempre serena. Ultimamente, vedo la mia amica triste e pensierosa.
Non vedo più quel sorriso dolce e gentile che al Sunshine mi
ha dato
coraggio, non vedo quei occhi luminosi e sereni di quella Chris che
va male in matematica. Sei cambiata tanto in questi mesi e sono fiera
di te, così come lo sono tutti gli altri, ma a volte mi
chiedo se
non è troppo”
“troppo? Troppo
cosa?”
“non è
troppo tenersi tutto dentro
Chris? Io sono tua amica, sono qui per te! Non voglio sapere nulla di
più di quel che vorrai dirmi, ma io sono qui!”
“Mandy, io... non
so che dire...”
riesco a sussurrare con
voce rotta.
Davvero Mandy ha visto tutto questo in me? Forse l'ho data per
scontato per il suo modo di fare, ho sempre pensato che la sua vita
fosse lo studio. Lo studio e nient'altro.
“dimmi cosa vuoi
fare una volta
uscite da qui, non possiamo rimanere chiuse qui dentro tutta la
giornata, non credi?”
“vorrei evitare
di incontrarlo Mandy,
non me la sento”
Annuisce alzandosi in piedi
per poi
tendermi la mano.
“Andiamo
allora!”
esclama raggiante.
Mi alzo in piedi anche io
stringendo
forte la sua mano per poi abbracciarla.
“grazie”
sussurro al suo orecchio
per poi
sciogliere l'abbraccio ed assieme ci incamminiamo verso l'aula della
prima lezione: letteratura inglese.
Almeno per le prossime due
ore posso
dire di essere al sicuro. Al sicuro da cosa poi?
Non voglio vedere il
ragazzo di cui
sono follemente innamorata, perché? Perché ho
così tanta paura?
Dovrei aver razionalizzato tutto no? Sono passati dei giorni da quel
che è successo, dovrei essere in grado di comportarmi in
modo
razionale, no?
“prendi la
palla!”
le ore di letteratura sono
passate
troppo velocemente. Davvero troppo velocemente. Eccomi all'ora di
ginnastica, quella che odio di più. Quella dove è
possibile
incontrare Nigel.
“Harries, la
palla maledizione!”
urla Lucy alle mie spalle,
una delle
giocatrici di palla a volo della scuola. La detesto.
“scusa
Lucy”
dico senza curarmene troppo
sedendomi
in panchina.
“Harries,
perdente!”
canzonano Kelly e Sophie
passandomi
davanti.
Invidio Mandy,
perché lei è esonerata
dalle attività fisiche ed io no? Mi chiedo per poi
rispondermi da
sola. Semplice! Mandy frequenta delle lezioni speciali di matematica,
chimica e scienze che guarda caso coincidono con quelle di
ginnastica.
“oh, ragazze
guardate! È tornato
Nigel!”
urla qualcuna attirando
l'attenzione di
tutte. Merda! Devo andare via di qui, prima che mi veda.
“Attenzione!”
urla un'altra ragazza prima
che una
palla mi colpisca la nuca.
“ops!”
è Marta. Ci si
mette anche lei?
Pensavo che ci fosse ancora un po' di tregua dopo la faccenda del
bosco.
“scusa Harries!
Ti sei fatta male?
Dovremmo andare in infermeria, che ne pensi?”
dice afferrandomi
saldamente per il
polso e trascinandomi letteralmente fuori giusto prima di vedere
Nigel avvicinarsi a noi.
“non era
necessario, non è stato
così forte il colpo!”
dico accarezzandomi la
testa una volta
negli spogliatoi.
“la prossima
volta mi impegnerò di
più!”
dice sarcastica sedendosi
su una
panchina.
“dovresti
ringraziarmi!”
dice guardandomi.
“ringraziarti?
Per cosa?”
“Nigel stava
quasi per raggiungerti!
Ti ho vista stamattina, sei praticamente scappata! Ed io che credevo
in un abbraccio romantico di prim'ordine!”
sbuffa infastidita.
“perchè
non ci provi tu? È
l'occasione perfetta, no?”
“non è
divertente se tu non te la
prendi, e da quel che ho capito, al momento non hai nessuna
intenzione di prendertela”
“e tu che ne
sai?”
sbuffa, sorridendo questa
volta. Che
strana ragazza.
“ascolta, non che
tu mi sia
particolarmente simpatica Harries, ma c'è qualcosa tra voi
che non
va, ed io in fondo non sono così stronza come tutti credono.
Lo sa
tutta la scuola ormai che tra voi c'è qualcosa, qualcosa di
indefinibile ok, ma qualche tipo di legame mistico o roba del genere.
Dovreste parlarne”
Incredibilmente mi limito
ad annuire.
Non ho nulla da dirle. Questa volta ha pienamente ragione.
“ora torno dalle
altre, ma ti prego,
non farmi fare ancora una cosa del genere. Devo mantenere una
reputazione!”
sorride incoraggiante e va
via.
Marta, Mandy, avete
ragione, ma non ci
riesco. Non riesco nemmeno a guardarlo. Come posso affrontare un
qualcosa di ancor peggio?
Mi gira la testa.
Perché ora? Perché
deve accadere tutto ora? Perché provo questa strana
sensazione?
Ho paura ce affrontandolo
qualcosa
possa cambiare. Ho paura che lui sia cambiato. Che io sia cambiata.
“Chris...”
alzo lo sguardo
incuriosita. È lui.
Che ci fa nello spogliatoio femminile?
Scatto in piedi
allontanandomi il più
velocemente possibile, ma lui è più veloce di me
e nell'afferrarmi
cadiamo entrambi.
“no...”
gemo cercando di
divincolarmi. Ho
battuto la guancia che ora duole, ma non importa. Voglio andare via
da lui.
“ferma, sta
calma”
dice poggiando una mano
sulla mia
spalla cercando di trattenermi.
“lasciami
stare”
urlo liberandomi dalla sua
presa.
Mi guarda intensamente ed
io mi
rannicchio, facendomi piccola senza muovermi di un centimetro.
Sto per esplodere, lo
sento. Tutta la
tensione accumulata preme per essere liberata.
Inizio a piangere
mordendomi il labbro.
Lui apre le braccia ed io mi fiondo sul suo petto piangendo senza
ritegno.
“ho avuto paura
di perderti! Non ce
la faccio ad affrontare tutto questo, non ce la faccio ad essere
così
forte! È troppo per me”
singhiozzo affondando nel
suo petto,
stringendo la stoffa della sua maglietta fra le mie mani.
“sei stata brava
piccola”
sussurra lui accarezzandomi
i capelli,
con quel tono di voce così basso e caldo.
Mi è mancato. Mi
è mancato così
tanto da aver paura di perderlo. Mi è mancato il suo tocco,
il suo
profumo, la sua voce...
non avevo razionalizzato
nulla di quel
che è successo. Mi son tenuta tutto dentro celando a me
stessa i
miei veri timori e le mie insicurezze, perché ero io a
dovermi
prendere cura i Nigel per una volta.
Le sue mani scivolano sul
mio viso
accarezzandomi le guance con fare delicato per poi portarmi al suo
viso.
Mi bacia lievemente, senza
lasciarmi
possibilità di fuggire, ma forse in cuor mio è
esattamente quello
di cui avevo bisogno. Sento il sapore salato delle lacrime e il suo
respiro diventare una cosa sola col mio. Mi stringe deciso, ed io non
allento la presa.
“mi sei mancata
Chris, non ti lascerò
più sola, te lo prometto”
poggio la testa sul suo
petto e mi
fermo a sentire il battito del suo cuore. Che sensazione di pace.
Restiamo così
per un po', senza
parlare. Assaporando ognuno il tocco dell'altra. Vivendo il momento.
“ma...cosa?
Harries!!!”
urla la signorina Newton,
insegnante di
ginnastica entrando nello spogliatoio assieme a tutte le ragazze
della classe.
Istintivamente allontano
violentemente
Nigel da me spingendolo.
“pervertito!”
urlo portando le mani al
petto.
Tutti, compreso lui mi
guardano
stupiti. Marta scoppia a ridere, mentre Kelly e Sophie come credo
mezza classe esplodono di rabbia. La signorina Newton si porta una
mano alla testa scuotendola. Credo di averne combinata un'altra delle
mie.
“beccata nello
spogliatoio femminile
avvinghiata a Nigel? Cavolo Chris, tu si che sei una che sa
sorprendere!”
esclama Jake beccandosi un
pugno
leggero da Paul.
Il perenne rossore che ha
invaso le mie
guance non accenna a diminuire, così come il sorrisino
ebete. Mi
sento in imbarazzo. Ora tutta la scuola lo sa.
“alla fine non
hanno fatto nulla di
male, si stavano solo abbracciando! Capirai che scandalo!”
commenta Pacey quasi
indifferente alla
faccenda.
“hai ripreso
colorito, mi fa
piacere!”
dice Mandy facendomi
l'occhiolino.
Annuisco sorridente sapendo esattamente a cosa si riferisce.
Dopo le ultime lezioni,
torno a casa
esausta. Che giornata! Che emozioni.
Sam mi saluta dalla cucina
intenta a
vedere un programma in tv. L'unica cosa che voglio al momento
è il
mio letto. Voglio dormire fino a domani mattina senza pensare a
nulla.
Apro la porta della camera
trovandovi
Nigel.
“che ci fai
qui?”
chiedo imbarazzata
chiudendo la porta
alle mie spalle.
“volevo
vederti”
dice restando fermo vicino
alla mia
scrivania.
“ci siamo visti
poche ore fa...”
incredibile di come il mio
stato
d'animo sia improvvisamente cambiato. Mi sento così stupida
ed
insicura, anche se è una cosa che al momento mi piace.
“lo so... volevo
solo assicurarmi che
tu stessi bene”
mi avvicino prendendogli
una mano.
“devo solo
assimilare tutto Nigel, ma
sto bene!”
mi abbraccia guardandomi
negli occhi.
Ho l'impressione che la malinconia non se ne andrà mai via
da lui.
Fa parte del suo essere.
“sei
stanca?”
annuisco appoggiando la
testa sul suo
petto e chiudo gli occhi.
Lui dal canto suo mi prende
in braccio
adagiandomi sul letto, poi si sdraia accanto a me.
“Chris, lo sai
che quello che è
successo con gli harab è solo l'inizio, vero?”
mi chiede accarezzandomi il
braccio.
Annuisco consapevole. So
che non è
risolto nulla ancora. Ci siano ancora tante questioni in sospeso: gli
harab, Gabriel, la sua missione...
“possiamo goderci
questo momento sena
pensare a cosa ci aspetta? Solo per un po' vorrei non dover pensare
al futuro”
sussurro sospirando.
“riposa Chris, ti
starò accanto”
chiudo gli occhi e assalita
dalla
stanchezza e dal sonno crollo.
So già che la
mia vita non sarà
semplice. Probabilmente sarò costretta ad affrontare
situazioni
ancora più pericolose di quelle già affrontate,
ma devo imparare a
diventare forte. A non cedere. Solo così posso restare
accanto a
Nigel e proteggere le persone a cui voglio bene. Ho fatto la mia
scelta e devo prendermi le responsabilità delle conseguenze
che
questa scelta comporta. Devo imparare a fidarmi di pi dei miei amici,
e anche di chi non lo è. Marta e Mandy mi hanno stupita. So
che da
ora in avanti posso parlare e sfogarmi senza aver paura di essere
giudicata, so che non devo fermarmi alle apparenze, ma aspettarmi
qualsiasi cosa negativa o positiva che sia dalle persone. Non mi
aspettavo una nuova me, così diversa. Ho paura lo ammetto,
ma chi
non ha paura della propria vita, quando ha deciso di vivere?
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Capitolo 38 *** Capitolo XXXII - Un Compleanno Speciale (Parte I) ***
Quattro dicembre. Quasi non mi sembra vero che tra poche ore compirò gli anni. Il mio primo compleanno lontano da Shelbyville, il mio primo compleanno assieme a nuove persone. Paul e gli altri hanno deciso di vederci questa sera in un pub dove si dice il servizio sia ottimo. Con Nigel non so esattamente come comportarmi, al momento la nostra storia è diciamo “segreta”, se di storia si può parlare. A volte mi chiedo se davvero stiamo assieme, o se è solo stato un momento di libidine da cui ci siamo lasciati trasportare. Insomma a diciassette anni una ragazza sogna una meravigliosa relazione fatta di fiori e cuoricini col proprio ragazzo, anche se parlando di Nigel queste due cose vengono escluse a priori, però ammetto che vederlo un po' più coinvolto nei miei confronti non mi dispiacerebbe. Saluto Sam e Michelle dando ad ognuna un leggero bacio ed esco nel vialetto di casa dove c'è Paul ad aspettarmi. “buona sera Chris!” dice entusiasta salutandomi con una mano, mentre l'altra la tiene nella tasca dei jeans. Non me ne accorgo subito, ma appena accenna un passo verso me il lampione del vialetto che finalmente lo illumina come si deve rivela annodata al suo collo una cravatta color cobalto. “che eleganza” dico esterrefatta. Paul ha sempre avuto un look stravagante, ma mai mi sarei aspettata di vederlo indossare un accessorio così elegante. “oggi mi sentivo in vena galante” risponde facendomi l'occhiolino e tendendomi il braccio iniziamo ad incamminarci verso il centro città. “allora Chris, devi dirmi qualcosa che non so?” chiede con fare indagatore mente sul suo viso si dipinge un leggero sorrisino malizioso. Penso subito a Nigel. Che abbia scoperto qualcosa? Paul è un grande amico per me, ma non me la sento ancora di parlargli della mia relazione con Nigel, non fin quando non capisco meglio anche io cosa siamo in realtà ed, anche se mi sembra in qualche modo di tradirlo, non me ne faccio al contempo una colpa. “di che parli esattamente?” cerco di non incrociare il suo sguardo, guardo vagamente la strada davanti a me cercando di controllare il tono di voce. “tipo che domani è un giorno un po' speciale...” “ah, cavolo! Non vi avevo detto nulla del mio compleanno, come avete fatto a …” mi guarda con ovvietà e subito capisco: Sam. “non volevi dircelo eh? Pensi che non siamo in grado di organizzarti una festa eh?” sorrido. Sembra un bambino impacciato. “non è questo, ma non lo ritengo un evento di grande importanza!” sbuffa rassegnato ed in silenzio continuiamo a camminare fino alla destinazione. Arrivato al “boomerang!” notiamo che gli altri sono già arrivati. Entriamo e li raggiungiamo. Non pensavo ci sarebbero stati tutti. Saluto Pacey con la mano stando ben attenta a stargli alla larga date le sue mani lunghe, rivolgendo un sorriso a Jake e Ted. Saluto Mandy con un bacio e mi siedo accanto a lei. Il posto non è niente male. Come da nome ci sono boomerang appesi alle pareti, anche alcuni tavoli sono fatti della stessa forma, tutti di un colore giallo acceso. Ordiniamo dei drink e dato che sono in vena, anche se non potrei, ordino un alcolico leggero. Parliamo del più e del meno in allegria, non mi aspettavo di poter rivivere un clima così sereno e leggero dopo tutto quello che mi è capitato in questo periodo. Casualmente il mio sguardo si posa su Paul e Mandy che siedono vicini, sembrano complici di qualcosa di non ancora definito, lei è leggermente in imbarazzo e lui sembra un po' teso. Che stia sbocciando qualcosa tra loro? Penso a Nigel, mi farebbe piacere se ci fosse anche lui qui e la mia mente inizia a vagare. Mi immergo nella sensazione di averlo qui accanto, poter respirare il suo profumo, sentire le sue braccia avvolgermi e la sua mano accarezzare la mia. Guardarlo imbarazzata e perdermi in quei occhi grigi. Mi sento un po' sola, non è affatto giusto avere un ragazzo e non poterlo avere vicino. Ho appena definito Nigel il mio ragazzo? Sospiro leggermente. Che cosa mi passa per la testa? Devo smetterla di fantasticare, Nigel non è tipo da cose simili, non è tipo da passeggiate con amici, ritrovi al pub o cose simili, lui è solitario, silenzioso, schivo, ma al contempo così coinvolgente e passionale. È l'unico capace di farmi venire la pelle d'oca con una sola parola. Sento il cellulare vibrare, chi sarà a quest'ora? È successo qualcosa a Sam? Rispondo senza vedere chi è che mi chiama, attirando l'attenzione dei miei amici. “chi è?” “come chi è? Chris, sono io!” la sua voce! Nigel! “oh, scusa...” “sei sempre la solita...” sbuffa leggermente e sorrido. Voglio vederlo. “è successo qualcosa?” Chiedo cercando di sembrare normale. “ecco...stavo pensando...” ma che gli prende? “Chris, chi è?” chiede Paul propendendosi verso di me. “è Megan!” dico istintivamente. “hai bevuto?” mi chiede Nigel dall'altro capo. “no” rispondo un po' stizzita. “....” “pronto?” ha attaccato. Nigel mi ha chiuso il telefono in faccia. Sconfortata mi spalmo sul divanetto. Che ho fatto di male? Se la sarà presa perché ho fatto finta che non fosse lui? “va tutto bene Chris? Megan sta bene?” mi chiede Mandy curiosa e un po' preoccupata. Annuisco sorridendo leggermente. Sono davvero un'imbecille, riesco sempre a rovinare tutto. “guardate un po' chi c'è!” esclama Pacey sbalordito, indicando la porta d'ingresso. Tutti ci voltiamo a guardare e il mio cuore si ferma vedendo Nigel entrare in tutto il suo splendore. “sta venendo da questa parte ragazzi!” esclama Jake alzandosi un po' dalla sedia per osservare meglio. Lancio un'occhiata a Paul che ricambia, ed entrambi non capiamo se sia effettivamente successo qualcosa. Resto incantata a guardarlo, è così affascinante. Sento il cuore battere sempre più forte e distogliendo lo sguardo prendo il mio drink tra le mani. “buona sera Nigel!” esclama Paul salutandolo con un cenno della mano, mentre in me si innesta la reazione opposta e cerco di ignorarlo. Con non calanche Nigel prende il mio bicchiere dalle mani e lo posa sul tavolo davanti a se. “buona sera a voi” mi sento in totale imbarazzo. Alla fine le mie fantasie si sono avverate, ma non so assolutamente come comportarmi. Mi sento impacciata e ho paura di fare qualche pasticcio, anche perchè da quella sera non ho avuto di parlare con Nigel circa la nostra situazione. “posso sedermi qui?” chiede, e tutti rispondono con un cenno affermativo un po' spiazzati. “da quando esci con noi comuni morali Preston?” chiede Pacey irritato con atteggiamento strafottente. “ehy, smettila Pacey!” interviene Ted che pare avere una sorta di ammirazione segreta per Nigel. La sua spalla al contatto con la mia mi fa sussultare. Si lo ammetto sono una romanticona esagerata e anche smielata, ma non mi importa. “ehy, Chris, stai bene? Sembri un po' pallida” mi sussurra Mandy all'orecchio. Annuisco senza riuscire a parlare. Com'è possibile che il mio atteggiamento nei suoi confronti sia cambiato così tanto da non farmi sentire nemmeno più me stessa? La sua mano si poggia sulla mia e la mia reazione è alzarmi di scatto in piedi. “Chris..” tutti mi guardano straniti, anche Nigel sembra sorpreso. “vado a prendere un po' d'aria fresca” dico imbarazzata scattando verso l'uscita. Ma che mi prende? Sto facendo la figura della stupida davanti a tutti, sopratutto davanti a Nigel. Devo calmarmi, è stato carino, voleva solo prendere la mia mano. È un gesto dolce no? Ed io invece di comportarmi da adulta ho assunto l'atteggiamento opposto. Complimenti Chris, grande prova di maturità! “Harries, cosa c'è?” cavolo! Mi ha seguito fin qui! “nulla...” sussurro intimorita. “sicura? Va bene che non dobbiamo ecco, svelare nulla... ma se hai qualche problema puoi parlarmene...” sembra essere arrossito, e vederlo così mi fa calmare, allora non sono solo io l'impacciata? “mi fai un effetto strano... se non ci sei mi manchi e se ci sei, ecco... non riesco a controllarmi. Sento tutte le mie emozioni amplificate ed ogni tuo gesto, ogni tuo tocco è una scarica di energia” sorride appoggiandosi al muro. “mi stai chiedendo di starti lontano Harries?” lo guardo un po' malinconica. È questo che pensa? “no...” noto portarsi alle labbra una sigaretta ed accenderla. Quante volte glielo devo dire che non deve fumare? Pensavo avesse smesso! Istintivamente mi avvicino a sfilandogli la sigaretta di bocca. Lui per tutta risposta mi afferra il polso avvicinandomi a se. “so che non è facile Chris, non sono esattamente un ragazzo come tutti gli altri...non sono un tipo romantico, non riesco a socializzare con i tuoi amici e ti ho già messo in pericolo, ma non riesco a rinunciare a te, sei mia e questo non cambia. Non ti lascerò a nessun altro” un tempo questa sua affermazione mi avrebbe dato ai nervi, ma questa sera, in questo preciso momento, mi sembra solo una dichiarazione d'amore. È il suo modo di dire le cose, è il modo di Nigel. Mi sento andare a fuoco, tutto il mio corpo arde al suo tocco, non ho bisogno di nient altro in questo momento. Siamo occhi negli occhi e un solo respiro ci separa. “i tuoi amici si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto, dovremmo tornare dentro” dice lui rompendo del tutto la magica atmosfera che si era venuta a creare. Rientriamo nel pub in silenzio facendo finta di nula, gli altri ci guardano incuriositi e appena messa a sedere Mandy mi chiede se va tutto bene. Mi limito ad annuire, mentre un vociare confuso e allegro attira la nostra attenzione. Il gruppo di cheer leader seguito da quello della squadra di football fanno la loro entrata trionfante nel locale. Marta mi lancia un'occhiata benevola, mentre le altre mi guardano con fare altezzoso e Mandy come al suo solito cerca di nascondersi alla loro vista. Nigel non sembra farci molto caso, mentre Mark si avvicina con aria di sfida iniziando subito a prendersi gioco di noi spalleggiato da altri due suoi compagni. “è proprio vero che ormai nei locali fanno entrare di tutto pur di guadagnare qualcosa” esclama sorridendo. “taci idiota!” risponde subito Pacey, già irritato dalla presenza di Nigel. “che vuoi tu? Sta al tuo posto fotografo da quattro soldi!” dice uno dei compagni di Mark. Sbuffo stufa di questi continui battibecchi. È possibile che debbano comportarsi sempre come dei bambini? “direi che possiamo andare ragazzi, lasciamo il posto a Mr. Tutto muscoli e niente cervello” sospira Paul rassegnato alzandosi dal tavolo. “che hai detto?” risponde stizzito Mark. Paul lo ignora completamene prendendo la sua borsa senza degnarlo di uno sguardo. Mandy lo imita un po' insicura, ma uno dei ragazzi della quadra di football afferra Paul per la cravatta. Resto ferma e immobile sperando di non dar adito ad una qualsiasi scusa che possa far evolvere la situazione in peggio, ma a questo ci pensa Mark che ponendosi dietro la mia sedia poggia le mani sul tavolo sovrastandomi del tutto. “sentite un po' ragazzini, non posso farci nulla se siete un branco di sfigati, Vedi cravattino, noi contiamo qualcosa, invece tu col tuo ridicolo modo di vestire, non arriverai da nessuna parte!” sento Nigel irrigidirsi ed istintivamente afferro la sua mano chiusa a pugno sul ginocchio. “lascia stare, non ne vale la pena” sussurro guardandolo. Ricambia il mio sguardo con un'espressione dura e non appena Mark, mette una sua mano sulla mia spalla scatta in piedi prendendolo per il colletto della felpa. “sparisci” dice minaccioso freddando l'aria di tensione venuta a crearsi. “lasciami, non toccarmi tu!” ribatte il capitano che spinge in malo modo Nigel. “credi di essere chissà chi e poi te la fai con una sciaquetta di Shelbyville...” “ehy, bada a come parli!” interviene Paul. Quello che dice Mark per me vale meno di zero a dire il vero e non voglio essere io il pretesto per fare a botte. “lascia stare Paul, andiamo a casa” mi alzo facendo attenzione a tenere lo sguardo basso. “Mark dai, siamo venuti qui per divertirci, lasciali perdere” interviene Marta con gran sorpresa di tutti. Fisso Nigel, che freme per dare a Mark quel che si merita, ma spero colga nel mio sguardo che è meglio finirla così. Ci allontaniamo in silenzio dirigendoci verso la cassa per pagare il conto e gli altri sembrano ignorarci per un po'. Mentre stiamo per uscire Jake urla prima di cadere per terra, accanto a lui c'è Mark che se la ride con fare davvero piacevole. Quell'idiota l'ha fatto cadere di proposito e tutti noi ci avviciniamo al nostro amico per aiutarlo. “ehy, va tutto bene?” chiede Ted aiutandolo ad alzarsi e lui annuisce rimettendosi completamente in piedi. “già te ne vai bambolina?” chiede con fare malizioso Mark bloccandomi . Non rispondo e cerco di liberarmi dalla sua presa. “dai resta un po' qui!” biascica. Ha bevuto? Nigel lo guarda truce e si avvicina minaccioso allontanando lui e tirando me. “tieni le tue mani alla larga feccia” ringhia portandomi definitivamente fuori dal locale. Dopo esserci assicurati delle condizioni di Jake saluto tutti e m'incammino verso casa, ma so che Nigel è dietro di me. Sorrido al pensiero. “seguimi” sussurra al mio orecchio poco prima di superarmi. |
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Capitolo 39 *** Capitolo XXXIII - Un Compleanno Speciale (Parte II) ***
Lo
seguo in silenzio
attraverso il parco buio e freddo che si staglia davanti a noi.
Dove
vuole portarmi?
Il
vento si alza impetuoso
sferzando la mia pelle che al suo tocco rabbrividisce.
La
città pian piano si
allontana da noi, dando spazio alla natura,alla quiete che la notte
porta con se.
“che
hai in mente Nigel?”
chiedo
affrettando il passo
per raggiungerlo, lui continua a camminare guardando davanti a se, i
suoi passi sono sicuri, sembra che sappia bene dove andare, mentre il
mio senso dell'orientamento inizia a diventare molto labile.
Cammino
con passo incerto
stando ben attenta a dove metto i piedi, ma inciampo in un ramo e
cado tra la terra. Sento l'odore dell'erba fresca e la consistenza
del terriccio umido tra le mani.
Mi
sollevo appena
intravedendo qualcuno fra i rami che mi osserva.
“ehy...”
Nigel
distoglie la mia
attenzione da quella presenza che sembra ormai scomparsa e si china
su di me.
“scusami,
sono la solita
imbranata”
dico
ridendo leggermente,
cercando nel mentre di rimettermi in piedi, ma stranamente lui mi
blocca, facendomi rimettere seduta sul terreno e foglie.
“cosa
c'è?”
la sua
mano inaspettatamente
mi accarezza il viso, è così fredda che al
contatto sussulto un
po'. I suoi modi sono dolci e delicati, il suo sguardo si posa su di
me sempre con tenerezza e affetto. Mi sembra così strano.
“Nigel...”
alito
sul suo viso ormai
troppo vicino al mio. Sento il cuore scoppiare nel petto e il mio
corpo teso e rigido. Mi farà sempre questo effetto? Non
riuscirò
mai ad abituarmi a lui?
Mi
avvicina a se
accarezzandomi i capelli e mi bacia.
Le sue
labbra sono così
morbide e vellutate, è davvero perfetto, in tutto.
Sento
il suo respiro farsi
pesante mentre continuo ad assaporare i suoi baci. Ci adagiamo ai
piedi dell'albero accanto a noie le sue mani scendono lungo il mio
corpo. Gli afferro i capelli stringendolo a me, come se volessi
tenerlo stretto, in modo da non lasciarlo scappare. Ci stacchiamo due
secondi per riprendere fiato. Mi guarda intensamente, come non aveva
mai fatto prima e appoggia la fronte sulla mia senza smettere di
mantenere il contatto visivo. La sua mano riprende ad accarezzarmi il
viso mentre l'altra mi cinge a lui con forza. Mi sovrasta del tutto
ora, intrappolata tra lui e il tronco dell'albero. Riprendiamo a
baciarci, le nostre lingue si intrecciano, i nostri respiri si
uniscono. Non mi basta mai. Nigel non mi basta mai.
Passa a
lambirmi il collo,
catturando ogni mia emozione e facendomi sentire come se non fossi su
questa terra. Sospiro e il mio corpo trema. È tutto
così perfetto.
Scende
sul mio petto
poggiandoci la testa e lo sento sospirare.
Restiamo
in silenzio,
abbracciati. Godendoci questi attimi.
“buon
compleanno”
sussurra.
Per
tutta risposta lo
stringo più forte a me.
“Ti
amo Nigel”
dico
senza pensarci,
pentendomene subito dopo.
Lui mi
guarda incredulo,
staccandosi lentamente da me, si mette a sedere.
“ecco...io...torniamo
a
casa, è tardissimo!”
balbetto
vergognandomi come
non mai.
Ci
incamminiamo in silenzio,
mi chiedo cosa mi è preso. Dire una cosa così
importante, in questo
modo! Dio che stupida che sono! Conosco la sua situazione, conosco il
suo modo di vedere le cose. Devo mettermi in testa che Nigel non
è
un ragazzo qualsiasi, anzi, non è nemmeno un ragazzo se
vogliamo
dirla tutta. Ma perché devo sempre combinare guai?
L'avrò
spaventato? L'avrò destabilizzato? Come si
comporterà con me da ora
in avanti?
È
notte fonda quando arrivo
davanti alla porta di casa.
“grazie
per avermi
accompagnata, buona notte Nigel”
dico
stringendomi nelle
spalle. Lui annuisce e va via. Guardandomi in modo strano e spaesato.
Che bel
modo di merda di
iniziare il mio compleanno!
“tanti
auguri a te, tanti
auguri a te, tanti auguri alla zia Chris, tanti auguri a te!”
canticchia
Sam svegliandomi.
Apro
gli occhi assonnata e
vedo mia sorella in piedi davanti a me con un muffin
su cui
ha messo una candelina rossa.
“oh,
Sam...non dovevi..”
sorride a
trentadue denti contenta e mi porge il dolce su cui soffio per far
spegnere la fiamma.
“diciassette
anni!”
esclama
contenta. Sorrido imbarazzata e mi alzo dal letto per prepararmi.
Nonostante oggi sia il mio compleanno nulla mi esula dal saltare la
scuola purtroppo.
Ad aspettarmi
c'è Nigel, sul vialetto di casa. Mi riviene in mente
ciò che è
successo nel bosco e arrossisco violentemente.
È lui a
venirmi incontro con del caffè fumante tra le mani.
“buongiorno”
sussurra
guardandomi negli occhi per poi allungarsi in un bacio.
Non me lo
aspettavo. Così all'improvviso. Davanti casa mia, dove tutto
il
quartiere può aver visto.
“ciao...”
prendo il caffè
e lo seguo in silenzio.
“non sembri
così entusiasta oggi”
lo guardo
interrogativa.
“nel senso, è
il tuo compleanno, dovresti essere di buon umore, no? Cosa ti
turba?”
“volevo
scusarmi per
quello che è successo ieri sera, non so cosa mi sia preso.
Non so
perché ho detto quelle cose...”
“quali?
Ti scusi per
avermi detto che mi ami?”
sussulto.
“già”
“non
devi nemmeno
pensarci”
entriamo
in auto e cerco di
proposito di guardarlo, mi sento così stupida e imbarazzata,
eppure
non dovrei fare così, è il mio
“qualcosa” non posso comportarmi
come una bambina. Alzo gli occhi per guardare la strada e dal nulla
davanti a noi compare una ragazza del tutto fradicia.
“frena
Nigel!”
urlo
spaventata.
Lui
inchioda subito ed io
sbatto la testa contro il cruscotto.
“tutto
bene?”
mi
chiede prendendomi il
viso fra le mani.
“si,
credo di si”
“maledizione
Chris, perché
non ti sei messa la cintura?”
cosa?
Io l'ho messa, ne sono
sicura. Eppure guardandomi in torno Nigel ha ragione è
sganciata.
Alzo lo
sguardo e dall'altra
parte del vetro noto la ragazza guardarmi. Apro la porta dell'auto
per parlarle. Si sarà spaventata a morte.
“ehy,
stai bene?”
chiedo
. Lei mi fissa,
sembra quasi arrabbiata con me.
“va
tutto bene?”
le
sfioro la spalla un
attimo prima che lei si fiondi su di me mettendomi le mani al collo.
Ma che
diavolo fa?
“Nigel!”
sento la
ragazza ringhiare e scuotermi, le afferro le braccia cercando di
togliermela di dosso senza alcun risultato.
“Chris!”
Nigel
la allontana via come
se nulla fosse a differenza mia e lei ringhiando scappa via, lontano.
Ma che
cazzo succede?
“stai
bene?”
annuisco
portandomi le mani
alla gola e respirare di nuovo in modo regolare.
“devo
portarti al pronto
soccorso?”
“per
così poco?”
“Chris...”
“va
bene...”
Arriviamo
a scuola per l'ora
di pausa.
“Chris,
ma dov'eri
finita?”
mi
chiede Paul
abbracciandomi.
“è
stata colpa mia”
si
giustifica subito Nigel.
“colpa
tua per... oh, ma
che hai fatto alla testa?”
sorrido
guardandomi le mani.
“ecco,
una piccola botta
nulla di grave”
non
capisco perché Nigel
deve sempre prendersi la colpa di quello che mi accade. Non
è
assolutamente stata colpa sua questa volta. Sono io a non aver messo
la cintura.
È
sempre così protettivo
nei miei confronti. A volte forse anche troppo.
“Chris,
oggi hai da fare?”
chiede
Mandy guardando
attentamente la medicazione.
Rispondo
in modo negativo e
lei sembra illuminarsi. Che cos'ha in mente?
“perfetto!”
esclama
dandomi poi un bacio
sulla guancia.
Guardo
Nigel, sento i suoi
occhi su me. Che ha? Cosa sta pensando?
Sembra
che qualcosa l'abbia
reso cupo. Oggi è il mio compleanno, e voglio che lui sia
felice.
Voglio vederlo sorridere e passare con lui una bella giornata.
“va
tutto bene?”
compito
in modo da non farmi
sentire dagli altri. Non voglio che pensino che Nigel sia sempre il
solito tipo burbero.
Lui
annuisce e mi sorride
appena. Non so se credergli ma la momento voglio fidarmi della sua
parola.
L'ultima
lezione è quella
di educazione fisica. Tutti i ragazzi mi hanno detto di tornare a
casa e prepararmi. Mandy sembrava avere una gran fretta e subito dopo
essersi fatta una doccia al volo è andata via. Me la prendo
col
comodo. Ho bisogno di rilassarmi anche solo due secondi sotto
l'acqua.
Il
piccolo taglio alla testa
fa un po' male, ma il dolore è più che
sopportabile. Penso a Nigel
e mi sento tremare. Era quello il suo modo di darmi gli auguri questa
notte? Se ci penso sento il cuore battere forte. Anche se un po'
strana come cosa, è stata fatta col cuore. È
stata una cosa fuori
dagli schemi, proprio tipica di Nigel.
Sento
dei passi nel
corridoio dello spogliatoio. C'è ancora qualcuno? Provo a
sporgermi
per guardare meglio ma non vedo nessuno. Sarà stata la mia
impressione. Chiudo l'acqua e prendo l'asciugamano per coprirmi. Ho
come la sensazione di essere osservata.
Forse
stando troppo assieme
a Nigel sono diventata super sospettosa di tutto, anche io vedendo il
pericolo anche in ciò che non c'è.
Avanzo
di un passo per
tornare agli armadietti, ma sento il rumore dell'acqua delle docce
riprendere a scorrere.
“c'è
qualcuno?”
chiedo
guardandomi attorno,
ma oltre a non ricevere risposta non vedo nessuno.
Sospiro
e mi avvio verso gli
spogliatoi ripetendomi mentalmente che sto davvero diventando
paranoica.
Un
altro rumore attira la
mia attenzione, come se qualcosa avesse colpito gli armadietti.
Questa volta sono sicura, non me lo sono immaginato e non sono
paranoica.
Uno ad
uno gli armadietti
che mi precedono vengono colpiti con forza ed avverto davvero la
presenza di qualcuno. Arretro lentamente, i colpi si fanno sempre
più
violenti e veloci ed allora inizio a scappare.
“chi
c'è?”
sussurro
con voce tremante.
Se
questo è uno scherzo,
non è per nulla divertente.
“stagli
lontano!”
urla
una voce femminile alle
mie spalle e voltandomi vedo davanti a me la ragazza di questa
mattina.
Urlo
spaventata e riprendo a
correre nella direzione opposta, avvicinandomi così
nuovamente alle
docce.
“non
mi scappi”
dice
inseguendomi.
Ma chi
diavolo è? Cosa ho
fatto di male?
Mi
sento spingere e cado
rovinosamente nel vano doccia. Alzo lo sguardo e vedo la sua sagoma
prender forma sotto il getto dell'acqua.
“cosa
vuoi da me?”
chiedo
spaventata. Mi ha
messo in trappola, maledizione.
La
sento ridere in modo
inquietante. Non credo voglia fare amicizia.
Sento
il mio corpo
sollevarsi da terra e qualcosa stringere attorno al collo, sempre
più.
“devi
stare lontana da
lui!”
ringhia
facendo battere la
mia testa contro la parete.
Il
dolore mi invade e mi
sento un po' stordita, lei continua a colpirmi ripetutamente senza
darmi tregua.
La
vista mi si offusca e
forse è grazie ai miei sensi intorpiditi che riesco a
vederla per
davvero, prima di svenire.
“Chris!”
Apro
gli occhi
improvvisamente, tossisco e cerco di riprendere a respirare. Sono
ancora nello spogliatoio, esattamente nel vano doccia. Mi gira un po'
la testa.
“stai
bene?”
non mi
sono minimamente
accorta della presenza di Nigel.
Mi
porto una mano alla nuca,
che dolore!
“sto
bene...”
dico
per poi osservare la
mia mano sporca di sangue.
“più
o meno...”
provo
ad alzarmi
barcollando, direi che ho preso davvero una bella botta.
“si
può sapere che ti è
successo?”
chiede
preoccupato lui
guardandomi con imbarazzo. Mi guardo anche io, constatando che sono
bagnata fradicia e completamente nuda, con solo un asciugamano
addosso.
“ehm...
ok...”
balbetta
lui in totale
imbarazzo.
“non
guardare ok, ce la
faccio”
dico
cercando di essere
convincente.
In
realtà non riesco a
reggermi in piedi, oltre a trovare questo mio comportamento davvero
stupido e infantile.
Lui lo
sa benissimo, ormai
credo che mi conosca alla perfezione e senza un minimo cenno di
emozione, mi sistema l'unica cosa che può coprirmi alla
meglio
prendendomi fra le sue braccia.
Sentire
le sue dita sfiorare
il mio corpo mi fa venire la pelle d'oca, è così
ambigua come
situazione, sono praticamente nuda fra le sue braccia, e anche se
dovrei pensare al fantasma assassino in questo momento mi sento in
completa soggezione.
“dovrei
portarti in
ospedale...”
sussurra
al mio orecchio
fermandosi.
“dovrei
andarci...”
rispondo
deglutendo.
Il suo
viso è così vicino
al mio e i suoi occhi mi ipnotizzano.
“Chris...”
alita
il mio nome dolcemente
sfiorandomi il naso con le sue labbra.
Mi
bacia lievemente,
riconosco il sapore del sangue e immediatamente mi allontano.
“continua
a
baciarmi”
afferma lui senza fare una piega.
Si
è tagliato per me, per
guarire la ferita alla nuca. Obbedisco e lo bacio.
“Non
devi farlo...”
Dico
allontanandomi subito
dopo. Non voglio che faccia questo per me.
“non
preoccuparti”
risponde
stringendomi di più
a se.
“NO!”
urla
una voce demoniaca
nell'aria prima di scaraventarmi per terra.
È
tornata!
“Chris!”
urla
Nigel correndo verso
me.
La
plafoniera a led sopra di
me inizia a cedere e delle scintille scoppiettano da essa.
Guardo
i miei piedi sommersi
nell'acqua.
Alzo lo
sguardo e incontro
quello di Nigel. Il tempo sembra fermarsi.
“sta
lontano da lui!”
ringhia
al mio orecchio la
voce del fantasma.
La
lampada cade ma Nigel mi
afferra appena in tempo, prima di essere schiacciata.
Apro
gli occhi ritrovandomi
fra le sue braccia.
“stai
bene?”
mi
chiede tenendomi la testa
fra le mani.
Annuisco
confusa e
spaventata.
Nigel
mi accarezza
leggermente i capelli. Siamo a casa sua, nella sua camera. Devora mi
ha fatto trovare dei vestiti per me piegati sul letto.
“Devora
è stata gentile”
dico
sconfortata
stringendomi nelle braccia.
“hai
freddo?”
annuisco
leggermente.
“mettiti
sotto le coperte,
cerca di riposare un po' ok?”
Fa per andare via, ma gli afferro
la mano, non so perché, ma non voglio restare da sola. Non
oggi.
“ti
va di rimanere qui
ancora un po'?”
chiedo
un po' insicura.
Ultimamente sto solo causando problemi a Nigel.
“Chris,
mi spiace per
quello che ti sto facendo passare. Non riesco a tenerti al sicuro,
c'è sempre qualcosa o qualcuno che cercherà di
ucciderti, ed è
solo colpa mia”
è
affranto, lo so
benissimo, ma è stata una mia scelta rimanergli accanto e
non me ne
pento. Affronteremo tutto, lo faremo assieme.
Lo
avvicino a me e lo bacio
leggermente. Non voglio che si senta in colpa.
“scusami,
oggi dovrebbe
essere un giorno speciale per te”
“lo
è”
Questa
volta è lui a
baciarmi. Si adagia su di me, sovrastandomi del tutto, i suoi gesti
sono così naturali. Sfiora le mie spalle fino ad arrivare
alle mani
che stringe forte e intanto scende sul mio collo sfiorandolo dapprima
con le labbra e poi inumidendolo con la lingua calda e soffice. Mi
sento in completa balia di lui, sovrastata da mille e più
emozioni
per me nuove.
Gli
accarezzo la schiena
percorrendola in tutta la sua superficie, stupendomi di quanto sia
possente.
Fin
dove ci spingeremo
questa volta?
“Chris..”
sussurra
lui al mio orecchio
dolcemente accarezzandomi con una mano il petto.
“lo
so... noi non...”
sorride
dolcemente, sembra
quasi imbarazzato.
“voglio
solo che tu, ne
sia sicura...”
“tu
ne sei già sicuro?”
distoglie
lo sguardo
mettendosi a sedere. Lo imito rannicchiandomi accanto al cuscino.
“riposa
ora”
dice
accarezzandomi la mano
prima di andare via.
È
quasi sera quando mi
sveglio, non ho dormito molto bene. Ho avuto l'impressione di essere
osservata da qualcuno per tutto il tempo.
Mi alzo
un po' intontita
accorgendomi che sul letto c'è un bel vestito bianco in
pizzo.
Lo
sfioro con le dita
sorridendo leggermente.
“è
permesso?”
chiede
Devora aprendo
leggermente la porta d'ingresso. Annuisco e lei silenziosamente
entra.
“dovresti
indossarlo, il
signorino Nigel lo ha preso per te apposta”
Nigel?
Che pensiero gentile.
Devora
mi aiuta a metterlo,
con fare premuroso.
“signorina
Christine, buon
compleanno”
dice
prima di andar via
accennando un sorriso e chiudendosi la porta alle spalle.
Raggiungo
Nigel in giardino,
restando incantata nel guardarlo.
“sei
splendida Harries”
dice
porgendomi la mano.
“grazie
per il vestito, è
stupendo. A cosa devo tutto ciò?”
c'è
qualcosa che non va, lo
sento. Ho come l'impressione che stia tutto per finire. Ho la
sensazione che a breve accadrà qualcosa di brutto. Lo leggo
nei suoi
occhi, lo vedo nei suoi gesti. Non ha minimamente accennato a cosa
possa essere quella creatura, si è comportato in modo quasi
indifferente.
“lo
scoprirai tra poco”
mi
benda e mi fa salire
sulla sua auto.
Durante
il viaggio regna il
silenzio, un inquietante silenzio.
Ho la
brutta sensazione che
questo viaggio, sarà l'ultimo per come è stata la
mia vita a Dallas
fino ad ora.
|
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Capitolo 40 *** Capitolo XXXIV - L'inizio di un incubo ***
L'auto
si ferma
all'improvviso facendo sobbalzare i nostri corpi lievemente per
l'arresto improvviso.
“siamo
arrivati”
dice
con tono piatto Nigel.
Resto
in silenzio e ferma
sentendolo muoversi e sganciare la cintura di sicurezza, per poi
uscire dall'auto e chiudere lo sportello. Sento i suoi passi
fiancheggiare la sagoma della vettura e aprire l'anta dalla mia
parte. Lo sento avvicinarsi e liberarmi dalla cintura. Con fare
delicato prende la mia mano guidandomi fuori dal veicolo. Il suo
tocco è freddo e leggero, sembra quasi che si sforzi nel
sfiorarmi,
quasi non voglia nemmeno toccarmi. Sento il vento accarezzarmi la
pelle e un buon profumo di fiori notturni. Camminiamo lentamente,
forse perché da bendata la mia coordinazione peggiora
esponenzialmente. Questo silenzio che ci avvolge mi mette in
soggezione, è pesante, opprimente. È il giorno
del mio compleanno e
dovrei essere felice ed eccitata per qualunque cosa stia per
accadere, ma al momento vorrei essere lontana. Lontana da questo
profumo, lontana da questo vento e per la prima volta lontana da lui.
Lontana da Nigel e non avere la mia mano nella sua. Vorrei scappare
lontano. Deglutisco mentre un innato pianto prende pian piano
possesso di me. Perché sono così infelice?
Perché mi sento a
disagio? Ho paura. È tutto così forzato.
È tutto così innaturale.
I nostri passi, la nostra vicinanza. È come quando nel bel
mezzo di
uno splendido sogno ci si accorge che non è reale, che
è lì in
agguato quel qualcosa che trasformerà tutto in un incubo.
La
nostra marcia si arresta
e lui si sposta dietro me per togliermi la benda.
Davanti
a me si staglia
un'enorme ed imponente scalinata in pietra a cui margini di ogni
gradino danzano come lucciole dei piccoli ceri bianchi, li seguo
incantata con lo sguardo.
Nigel
si avvia precedendomi
e io lo raggiungo osservandolo in silenzio. Una porta color noce mi
invita ad entrare e spingendola leggermente mi preparo a ciò
che mi
aspetta.
Silenzio,
c'è un
inquietante silenzio attorno a noi, Nigel mi sfiora il fianco,
pentendosene subito dopo. Sembra quasi non voglia toccarmi
più del
dovuto e meno del necessario. Stasera è davvero strano.
“entra”
sussurra
al mio orecchio
spronandomi ed io eseguo un po' timorosa.
Faccio
qualche passo ed
improvvisamente una luce mi abbaglia seguita da un rumoroso
“Auguri”.
Mi
guardo attorno
meravigliata. Ci sono tutti.
Paul,
Mandy, Pacey, Ted e
Jake. I miei amici.
Rido
entusiasta e corro tra
le braccia di Mandy che ricambia calorosamente
“tanti
auguri Chris!”
bisbiglia
al mio orecchio
prima di sciogliere l'abbraccio e lasciare che anche gli altri mi
salutino.
“ragazzi,
ma come vi è
venuto in mente? Siete stati meravigliosi”
non m
aspettavo una sorpresa
del genere dai miei amici, non mi aspettavo assolutamente nulla da
loro, non lo merito. Sono commossa. Non potrei desiderare nulla di
meglio.
Guardo
Nigel, se ne sta in
disparte con lo sguardo basso. Cosa lo turba?
“ehy,
lo so che odi le
feste, e so anche che per te non è facile stare
qui”
dico
avvicinandomi. Mi segue
con lo sguardo fin quando non mi perdo nel suo.
“
non è questo
Harries...”
Harries?
Ha ricominciato a
chiamarmi così? Ho davvero una brutta impressione.
“cosa
c'è che non va?”
“ecco
io...”
un
rumore sinistro attira la
nostra attenzione e sembra che anche gli altri se ne siano accorti.
“sta
dietro di me”
ringhia
lui mettendosi
davanti a me.
“cos'è
stato?”
chiede
Paul avvicinandosi
alla porta d'ingresso.
Pacey
sbuffa con nonchalance
e si avvicina aprendo la porta.
“è
qui la festa?”
dice un
ragazzo trasportando
sulla spalla un barile di birra, seguito da altre, tante persone.
Ma che
succede?
“abbiamo
saputo che c'era
una festa, così abbiamo deciso di partecipare! Ho invitato
qualche
amico, spero non dispiaccia”
dice
Marta con aria da finta
ingenua, presentandosi con un top che non lascia molto
all'immaginazione.
Io,
come credo tutti gli
altri siamo senza parole.
Una
festa tranquilla, tra
pochi intimi si sta trasformando in una baraonda e sembra che
ciò
non vada a genio a nessuno.
Sospiro,
cerchiamo di
divertirci almeno un po'.
Qualcuno
mette della musica
spacca timpani e qualcun altro distribuisce birra a fiumi a tutti.
Non
riesco a parlare con i
miei amici, che si sono rifugiati in un angolino. Mandy sembra fuori
luogo e a disagio.
“scusaci
Chris, non
pensavamo sarebbero arrivati così tante persone”
Paul
cerca di consolarmi, ma
so che non è colpa sua.
“tranquilli
ragazzi,
proviamo a goderci la serata, ok?”
cerco
di essere il pi
positiva possibile e mentre Jack e Ted non se lo fanno ripetere due
volte buttandosi sull'improvvisata pista da ballo, e Pacey è
partito
per fare conquiste Mandy e Paul provano ad adattarsi. Non vedo Nigel.
Si è dileguato come al suo solito. Sono sicura di trovarlo
fuori a
fumare.
Cerco
di farmi spazio tra i
ragazzi e raggiungo a fatica l'uscita. Finalmente respiro.
Dentro
l'aria è così densa
di alcool che è difficile restare lucidi.
Il
vento accarezza la mia
pelle e il cielo stellato mi d un senso di pace. Guardo l'immenso
giardino che mi si presenta davanti restandone incantata, eppure
c'è
qualcosa che non va. Ho come l'impressione che succederà
qualcosa.
Sospiro cercando di non pensarci. Devo rilassarmi. Cerco Nigel con lo
sguardo non trovandolo da nessuna parte, vedendo invece con mio
grande orrore una figura a me familiare tra le siepi. È solo
un
attimo, ma ho visto la ragazza di questa mattina, lo spettro che mi
ha aggredita. Possibile che sia qui? E cosa ci fa?
Entro
di corsa nella sala,
devo avvertire Nigel.
Lei
è qui, è tra di noi.
Cerco di farmi spazio tra i miei amici, mi guardano preoccupati. Ho
l'aria stravolta così tanto?
“Hey,
Chris tutto ok?”
Paul mi
afferra per le
braccia saldamente guardandomi negli occhi intensamente.
“sì,
sto cercando
Nigel...”
mi
sento improvvisamente
febbricitante. che mi succede?
“no,
ma sei sicura di star
bene? Sembra tu abbia visto un fantasma”
lo
guardo senza dire una
parola e lui sembra capire.
“sono
qui? Mi stai dicendo
che c'è un altra lucertola Chris?”
sembra
arrabbiato e
spaventato.
“mi
è sembrato...ho visto
qualcosa Paul, devo trovare Nigel!”
“oddio,
che faccio? E se
vogliono ucciderci tutti?”
“non
è il momento di
farsi venire un attacco di panico, Paul porta tutti via..cerca
di..”
un
boato sovrasta
improvvisamente tutto.
“Christine
Harries”
mi
volto, una ragazza al
centro della sala mi indica. I presenti si allontanano da lei
intimoriti. Chi è? Come fa a conoscermi?
“chi
sarebbe?”
sussurra
Paul al mio
orecchio.
Guardo
i ragazzi. Sembrano
confusi.
“sono
io”
dico
guardando poi lei in
volto.
Sorride
compiaciuta fin
quando le sue labbra si allargano così tanto da sanguinare,
ed
improvvisamente la sua pelle diventa putrefatta. Ringhia prima di
caricarmi e sbattermi al muro affondando i suoi artigli nella mia
pelle.
“devi
stare lontana da
lui”
sibila
e in quel tono
riconosco lo spettro di stamane.
Mandy
urla spaventata e Paul
prova ad allontanarla da me.
Tutto
inizia a tremare e lo
spettro lascia la presa svanendo avanti agli occhi di tutti.
“via!”
urla
qualcuno recandosi
verso l'uscita.
Paul mi
aiuta a reggermi e
ci avviciniamo assieme agli altri.
“buon
compleanno”
tuona
un uomo che separa noi
tutti dalla via di fuga.
“Gabriel..”
lui
sorride e sfoggia le sue
ali spazzando via con un colpo tutti i ragazzi vicino a lui.
“permettimi
di darti i
miei personalissimi auguri di compleanno Chris!”
tutto
questo non può essere
possibile. È un incubo!
“ho
portato un paio di
amici, pero non ti dispiaccia!”
apre le
mani e come ad
invocarli dalle sue spalle arrivano degli esseri mostruosi.
Alcuni
sono scheletrici col
cranio che lascia visibile il cervello,altri sono incappucciati.
che
significa tutto questo?
Dov'è
Nigel?
“Paul,
portali via!”
urlo
indicando Mandy, Jack e
Ted.
Gli
esseri iniziano ad
aggredire i miei amici. Ben cerca con alcuni ragazzi di tener a bada
uno degli esseri scheletrici colpendolo con una lampada.
Sento
Kelly urlare inseguita
da un demone, scappare verso Marta e Sophie. Corro nella loro
direzione, non so cosa fare esattamente, ma se non faccio nulla le
ucciderà.
Il
demone si avvicina sempre
di più a loro e proprio mentre le sta per toccare viene
balzato in
aria da una specie di barriera invisibile.
Guardo
Marta incredula e lei
mi fa cenno di andare via con espressione risoluta.
“non
mi scappi”
sento
la sua voce nella mia
testa.
Qualcuno
mi afferra la
caviglia facendomi cadere e trascinandomi.
“Chris!”
sono
Jack e Ted.
“andate
via!”
urlo.
Maledizione. Devo
riuscire a liberarmi da questo essere.
Mi
afferra nuovamente per il
collo stringendo la presa e infilzandomi con le unghie.
Che
cosa vuole da me?
Cerco
di liberarmi
inutilmente, più stringe, più le mie forze
vengono meno.
Questa
doveva essere la mia
festa di compleanno, invece si è trasformata in un vero e
proprio
incubo.
“Rancine,
non ucciderla,
almeno non così velocemente”
sono le
ultime parole di
Gabriel, prima di andar via.
La
sento prendermi il
braccio, vuole torturarmi. Lo spezza senza batter ciglio, ma anzi
sorridendo compiaciuta nel vedermi soffrire.
Mi
rendo conto di quanto
sono fragile nelle sue mani, di quanto tutti noi siamo così
fragili
nelle loro mani.
“Harries!”
è
Marta. Ha un aspetto così
strano. Non sembra quasi più lei.
“lasciala
tu”
dice
rivolgendosi a Rancine
che ringhia sulla difensiva.
“va
via!”
esclama
con voce possente.
Sento la presa affievolirsi.
“maledetta!”
urla lo
spettro
dissolvendosi.
Cado a
terra con un tonfo.
“Harries,
stai bene?”
guardo
la cheerleader
confusa ma grata. Alzo lo sguardo per individuare i miei amici.
“Chris,
tutto ok?
Oddio...”
Paul mi
soccorre in preda al
panico. Mi aiuta a mettermi in piedi.
“devo
chiamare i
soccorsi...”
dice
prendendo il cellulare,
ma cerco di impedirglielo.
“no,
adesso basta! L'ha
passata liscia troppe volte Chris, tutto questo è a causa
sua!”
sospiro.
Non riesco a
parlare, ma lo guardo.
È
notte fonda quando
arriviamo al pronto soccorso. La diagnosi è un braccio rotto
e
qualche livido e taglio qua e la.
Non
riesco ancora a capire
dove sia finito Nigel in tutto ciò. Non mi capacito di quel
che è
successo. Questa “cosa” sta diventando pericolosa.
Non hanno
attaccato solo me questa volta. Hanno attaccato tutte le persone
attorno a me. È diverso. Potevano morire. I miei amici
potevano
morire e loro non hanno mai avuto nulla a che fare con lui. Non hanno
mai avuto nulla a che fare con Nigel.
“ragazzi!
State bene?”
chiedo
precipitandomi da
loro una volta fuori dalla stanza d'ospedale.
Alzano
il capo affranti e
confusi.
Cosa
c'è? Cosa è successo?
“Chris...”
Chris
cosa?
Perché
Paul e Mandy non ci
sono? Dove sono finiti?
“cosa
è successo? Dove
sono Paul e Mandy?”
Jake si
avvicina.
“loro
stanno bene Chris,
tranquilla, ma una ragazza è morta...”
cosa?
Morta? Chi?
“Meredith...è
una delle
cheerleader”
è
morta una ragazza per
colpa mia?
Ho
ucciso una ragazza.
Corro
fuori dall'ospedale,
devo prendere aria.
Appena
fuori vomito in un
angolo. È troppo. È davvero troppo. Tutto
ciò poteva essere
evitato.
“chris...”
la sua
voce.
“stai...”
non lo
faccio finire di
parlare. Lo schiaffeggio con tutta la forza che ho nella mano ancora
integra.
“tu..”
mi
guarda colpevole.
“dove
cazzo eri?”
dico
spingendolo.
“Chris,
calmati... non ti
fa bene agitarti”
sembra
quasi impaurito. Che
delusione. Sono così arrabbiata con lui.
“no,
non mi calmo Nigel.
Avevamo bisogno di te, avevo bisogno di te e tu sei sparito! Potevano
ucciderci tutti!”
urlo
iniziando a piangere.
“mi
dispiace Chris,
davvero”
lo
spingo con violenza. Ho
solo voglia di picchiarlo.
“è
morta una
ragazza...sai cosa vuol dire?”
“non
dovevi starmi vicina,
te l'ho sempre detto Chris...”
bene,
quindi è colpa mia.
“come
fai ad essere così
insensibile? Chi sei? Che fine ha fatto Nigel?”
sorride
beffardo e il suo
sguardo cambia.
“Chris,
stai bene?”
Paul e
Mandy ci raggiungono
correndo preoccupati.
“vattene”
sibila
con estrema freddezza
Paul guardando Nigel con disprezzo.
Rimango
allibita.
“oh,
certo. Me ne vado con
piacere. Cresci ragazzina”
sussurra
guardandomi di
sottecchi prima di allontanarsi.
Cosa
gli è successo? Dov'è
Nigel? Quell'essere non aveva assolutamente nulla del ragazzo che ho
conosciuto io.
“sta
arrivando Sam,
andiamo a casa Chris!”
|
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Capitolo 41 *** Capitolo XXXV - Altre verità ***
Ho
bisogno di tempo. Ho
bisogno di tempo per capire e metabolizzare. Cosa è
successo? Cosa
mi è successo? Doveva essere la mia serata, la mia festa...
il mio
riscatto. Una nuova vita per ricominciare, una festa di compleanno
per non dimenticare. Cosa è successo? Perché?
Perché a me? Perché
a lei? Perché a tutti noi?
Metto
degli orecchini
sistemandomi poi i capelli davanti allo specchio. La porta cigola
appena e la voce di Sam, così calda e pacata ultimamente, mi
chiede
se sono pronta. Accenno un si muovendo flebilmente la testa in modo
affermativo e dando un'ultima occhiata al mio riflesso nello specchio
lascio la mia camera.
Fuori
fa freddo, l'aria è
gelida, più del solito. Le strade sono deserte, non
c'è un raggio
di sole e il silenzio che di rado veniva a far visita a Dallas sembra
essersi fermato in tempo indefinito per le stra della città,
nelle
case, negli sguardi delle persone. Tutte portatrici di una pesante
malinconia. Intravedo Paul tra la piccola folla di persone che si
riversa per strada. Tutte con un'unica meta.
Si
avvicina accennando un
sorriso incoraggiante e sfiora la mia spalla, quasi volesse toccarmi.
Qualcosa lo frena e il suo sguardo si fa buio.
“Chris,
come...”
Sospiro
e avanzo di un passo
per superare il suo andamento. Mi spiace, ma non ho nessuna
intenzione di parlare con qualcuno. Voglio stare sola. Questa ragazza
è morta. Ed è tutta colpa mia. Se non fossi
venuta a vivere qui non
sarebbe successo nulla. Non mi avrebbero organizzato quella stupida
festa di compleanno e non sarebbe accaduto nulla. Non mi sarei mai
innamorata di un demonio e non avrei messo in pericolo la vita di
nessuno. Invece mi sono ostinata, son voluta andare contro tutte le
regole e questo è il risultato.
Arriviamo
tutti al cimitero,
dove a luogo la cerimonia funebre. I volti delle persone sono
così
pallidi e smorti. Certo non è un giorno di festa, ma vorrei
che
qualcuno se la prendesse con me. Vorrei che qualcuno mi accusasse
giustamente per quello che è successo, invece tutti si
limitano a
ignorarmi. Nessuno mi guarda, non esisto più. Ho una dannata
voglia
di urlare “prendetevela con me, ho ucciso io
Meredith!” ed invece
mi limito a fissare un punto vuoto nel nulla creatosi attorno a me.
Il
prete inizia a parlare,
ma nessuno sembra starlo realmente a sentirlo. Guardo la bara,
è
così grande per lei, è troppo grande per una
semplice ragazza.
Ricordo l'unica volta in cui ho avuto a che fare con lei. Cercava di
togliermi il caffè dalle mani su ordine di Marta
perché avevo avuto
a che fare con... lui. Sorrido sprezzante tra me e me a capo chino.
È
solo una sensazione quella che avverto, ma qualcosa mi sfiora
passandomi accanto. Alzo lo sguardo e vedo al di là delle
siepi
ormai morte un cappotto nero che svolazza al vento. Cerco di mettere
a fuoco la figura seminascosta dal tronco sul quale pare appoggiarsi,
sembra avere la testa leggermente bassa, come per non farsi
riconoscere.
Guardo
con più attenzione e
noto una specie di ghigno formarsi sul suo volto. Due occhi grigi mi
fissano immobilizzandomi. È lui. Che ci fa qui? Sembra
soddisfatto
di qualcosa. Come se fosse contento di vedere tutto questo dolore.
Sbatto
le palpebre e per un
istante mi sembra di vedere al suo fianco Rancine. Com'è
possibile?
Mi
sposto leggermente senza
farmi notare dagli altri, per avvicinarmi lui che continua a
guardarmi divertito.
Cammina
anche lui
addentrandosi nel bosco. Vuole che lo segua.
Metto
la mano in tasca
cercando di coprirmi il più possibile, mentre col braccio
ingessato
trattengo un lembo della giacca. I miei passi sono sicuri e non
distolgo lo sguardo dalla sua figura a pochi passi dalla mia. Da
quella sera non l'ho più visto e sentito. Non so cosa gli
sia preso,
ma in lui tutto quello che conoscevo sembrava essere svanito nel
nulla.
Qualcuno
o qualcosa mi
spinge violentemente facendomi cadere per terra. Fortunatamente senza
farmi male mi rialzo con un po' di fatica dato l'inutilizzo di un
braccio.
“ciao”
sussurra
una voce al mio
orecchio facendomi sussultare. Alzo subito lo sguardo ritrovandomelo
davanti.
Mi
guarda compiaciuto,
glaciale e noto che i suoi occhi sono cambiati. Li avevo già
visti
così, completamente neri con le sole iridi grigie. Cosa gli
è
successo?
Si
china davanti a me e mi
afferra per il colletto del cappotto avvicinandomi al suo viso.
“come
sta la mia ragazza?”
dice
con aria arrogante e
sprezzante.
Afferro
la sua presa con la
mano buona cercando di liberarmi.
“non
sono tua”
sibilo,
sentendo la sua
morsa stringere di più.
“non
sono tua”
scimmiotta
divertito per poi
tornare serio.
“oh
sì che sei mia! E
posso fare di te quello che voglio”
mi
strattona con forza per
poi sbattermi al tronco dell'albero.
“chi
diavolo sei?”
urlo
arrabbiata mentre le
lacrime iniziano a rigarmi il viso. Non posso credere che lui sia
diventato così. Cosa è successo?
Perché è cambiato?
“potrei
ucciderti in
questo istante ragazzina, ma vederti in queste condizioni... mi da un
piacere ben oltre maggiore alla tua morte”
“che
ti è successo? Si
può sapere perché ti comporti
così?”
“perchè
mi comporto così?
Sono finalmente me stesso! Finalmente sono Nigel, non quel patetico e
stupido mezzo umano che usavi come un burattino!”
mi alzo
afferrandogli il
braccio. Non lo accetto, non posso accettare questo, non dopo tutto
quello che abbiamo passato, non dopo tutto quello che abbiamo
passato!
“su
piccola, cosa vorresti
fare ora?”
Rancine
si presenta alle sue
spalle volteggiando nell'aria divertita. Nigel blocca la mia presa
avvicinandosi al mio viso.
“la
tua sarà una lenta e
dolorosa agonia Chris”
minaccia
per poi leccare il
mio collo.
Non lo
sopporto, non
sopporto tutto questo.
Improvvisamente
una freccia
trapassa la spalla di Nigel interrompendolo.
“dannazione!”
esclama
allontanadosi.
Che
succede? Da dov'è
sbucata fuori quella freccia?
Lo
guardo impaurita. È
ferito. Istintivamente mi protendo verso di lui preoccupata e al mio
tentativo di toccarlo ringhia.
“fossi
in te starei fermo
mezzo demone!”
una
figura incappucciata fa
capolino fra gli alberi.
Carica
un'altra freccia e
istintivamente spingo Nigel per evitare che venga colpito.
“stupida!”
urla la
ragazza accorrendo
nella mia direzione. Nigel mi lancia una fugata occhiata e scappa
assieme a Rancine.
Mi alzo
barcollando, ma la
strana ragazza mi aggredisce subito.
“Evy,
smettila!”
urla un
ragazzo alle sue
spalle tirandola a se.
“si
può sapere che
diavolo ti è saltato in mente? Potevo ucciderlo!”
“lasciala
stare, non vedi
che è spaventata? Avanti, vieni con me”
dice il
ragazzo aiutandomi
ad alzarmi.
Non
capisco cosa stia
succedendo. Chi sono questi due? Cosa ci fanno qui? Dove mi stanno
portando?
“Louis
che intenzioni
hai?”
chiede
la ragazza che da
quel che ho capito si chiama Evy.
“secondo
te che intenzioni
ho? Prepara qualcosa di caldo!”
risponde
il ragazzo
facendomi sedere.
Sono a
casa loro, al centro
di Dallas. Sembrano due ragazzi della mia età, ma non li
avevo mai
visti in giro. Come facevano a sapere di Nigel? E perché lui
aveva
timore di loro, tale da scappare?
“stai
bene?”
mi
chiede il ragazzo
sedendosi davanti a me e porgendomi una tazza calda di tea.
Annuisco
senza guardarlo e
senza prendere la tazza.
“tzè,
che modi”
dice la
ragazza sedendosi un
po' lontana da noi.
“taci
Evy! Come ti
chiami?”
mi
chiede con tono gentile
cercando di prendermi le mani.
“Chris”
rispondo
evitando il
contatto fisico.
“Chris...
io sono Louis e
lei è mia sorella Evy. Posso sapere che ci facevi
lì con quel
ragazzo?”
non
rispondo.
“è
tempo perso!”
esclama
lei alzandosi e
andando in un'altra camera.
“scusami
se ti abbiamo
spaventata, non vogliamo farti del male”
lo
guardo per qualche
secondo. Poi mi decido a parlare.
“era
una persona che
conoscevo... stavamo parlando”
“uno
strano posto per
parlare Chris... ti ha fatto del male?”
rispondo
negativamente.
“come
ti sei rotta il
braccio? Immagino un incidente”
penso
che lui sappia più di
quel che vuol dare a vedere.
“esatto.
Posso andare
ora?”
“avrei
ancora qualche
domanda da farti...”
“io
non ho nessuna
risposta da darti, mi spiace”
avanzo
verso la porta.
“non
muoverti!”
minaccia
Evy, ed io mi giro
verso lei.
“Evy,
ma che fai?”
chiede
Louis alzandosi dalla
sedia.
“ha
il marchio! È una
loro protetta!”
ma di
che sta parlando?
“si
può sapere chi
siete?”
alle
mie spalle la porta si
spalanca e un Paul trafelato e affannato entra in casa urlando il mio
nome.
“fermo
lì tu!”
minaccia
la ragazza puntando
la balestra verso il mio amico.
“calmati
Evy, e voi...che
ne dite di sedervi e parlare un po'?”
sembra
si sia trovato un
compromesso.
“Io
mi chiamo Chris e lui
è il mio amico Paul. Voi chi siete?”
chiedo
cercando di restare
calma.
“siamo
Louis e Evelyn,
siamo dei purificatori”
“Cazzo
Louis! Devi dire
tutto al primo che capita? Non sappiamo nemmeno chi sono!”
interiene
lei. Non mi sta
per nulla simpatica, lo ammetto.
“purificatori?”
chiede
incuriosito Paul ed
anche io vorrei avere una risposta.
“ci
occupiamo di far
pulizia di demoni spettri e tutta la feccia infernale”
“per
questo eravate nel
bosco stamane?”
chiedo,
ricevendo da loro
una risposta affermativa.
“tu
cosa hai a che fare
con quel mezzo demone?”
la
guardo in cagnesco.
“ha
un nome!”
dico
irritata.
“non
importa, ha solo
detto quello che è realmente Chris!”
mi
interrompe Paul. Ma da
che lato sta?
“abbiamo
solo parlato”
Paul mi
guarda sorpreso.
“l'hai
visto? Hai
incontrato Nigel?”
“voi
due, sapete di chi
stiamo parlando, vero?”
chiede
Louis guardandoci
serioso.
“Chris,
lo frequenti
ancora? Dopo quello che ha fatto? Dopo quello che ti ha
fatto?”
e
indica il mio viso pieno
di lividi e il mio braccio rotto.
“un'
incidente eh?”
Louis
mi guarda con
sospetto.
Qualcuno
bussa alla porta
attirando l'attenzione di tutti.
“Evy,
tieniti pronta!”
Louis
apre la porta quel
poco che basta per vedere chi è.
“ehm,
salve, scusate... ho
visto la mia amica in vostra compagnia entrare in questa
casa...”
questa
è la voce di Mandy!
Che ci fa qui?
“ah,
smettila. Facci
subito entrare!”
e
questa è la voce di
Marta! Guardo Paul incredulo come me. Che ci fanno qui.
Con un
colpo secco Marta
spalanca la porta raggiungendoci, seguita da Mandy e...Jake, Ted e
addirittura Pacey.
“che
ci fate qui voi?”
chiedo
alzandomi.
“come
che ci facciamo qui?
Te ne vai in giro con degli sconosciuti e pensi che non ce ne
preoccupiamo?”
chiede
con fare ovvio Marta.
Si
può sapere che succede?
Da quando i miei amici mi spiano?
“dalla
sera della tua
festa, abbiamo deciso di non lasciarti sola. In qualche modo Paul ci
ha spiegato tutto...”
spiega
timidamente Mandy.
Spiegato
tutto in che senso?
Anche loro sanno?
“state
indietro!”
urla
minacciosa Evy.
“finiscila
tu e
rilassati!”
la
mette a tacere Marta.
Louis
un po' sconcertato
chiude la porta e fa prendere a tutti posto a sedere.
“ok,
dunque... chi mi
spiega cosa sta succedendo?”
“succede
che Chris, non si
sa il perché attira solo persone strane e pericolose attorno
a se.
Si è innamorata di un ragazzo, che poi si è
rivelato essere un
demonio. Prima era buono, ora è cattivo e penso che voglia
ucciderci
tutto, fine della storia”
abbasso
lo sguardo. Marta è
stata dura, ma ha detto la verità.
“hai
avuto una relazione
con un essere demoniaco?”
mi
chiede incredula Evy.
Sembra quasi voglia incenerirmi con lo sguardo.
“essere
demoniaco... era
abbastanza normale, non esageriamo con le parole”
interviene
Jake.
“e
nonostante ti abbia
ridotta così, hai anche cercato di proteggerlo
stamane?”
tutti
gli sguardi si
concentrano increduli su di me.
“non
è questo il punto!
Paul perché gli hai detto tutto? Ora sarete tutti in
pericolo! Ora
vorrà uccidere anche voi e sarà tutta colpa
mia!”
urlo
disperata. Non voglio
altri morti a causa mia.
“Apri
gli occhi Chris,
pensi di aver a che fare con degli stupidi? Sono sempre accadute cose
strane qui a Dallas, e ciò da prima del tuo arrivo o
dell'arrivo di
Nigel. Abbiamo sempre cercato di condurre una vita normale,
convincendoci che fosse solo una coincidenza ogni volta. Che forse
avevamo visto qualcosa di sbagliato. Da quando ci sei tu, la
situazione sembra quasi migliorata. E questo non perché il
pericolo
non ci sia, ma perché hai la capacità innata di
attirare la loro
attenzione, qualunque cose siano tenendoli lontani da noi. Questo non
vuol dire che tu devi essere in perenne pericolo. Noi vogliamo
aiutarti. Certo nessuno di noi pensava che Nigel fosse quel che
è,
ma vogliamo restarti vicino e aiutarti!”
quindi
i miei amici sanno?
Hanno sempre saputo tutto?
“bella
scenetta commovente
ragazzi, davvero. In tutto questo tu”
dice
Evy indicandomi.
“hai
avuto una relazione
con un mezzo demone, e sei una calamita per le entità
maligne!
Inoltre hai il marchio!”
Louis
si alza in piedi,
sembra pensieroso.
“cosa
sappiamo i questo
mezzo demone?”
tutti
mi guardano,
aspettando una mia risposta. Tutto ciò che riesco a fare e
abbassare
lo sguardo.
“diamine
Chris, perché
continui a proteggerlo? Lui vuole ucciderti, ha messo tutti noi in
pericolo e per colpa sua una ragazza è morta!”
sbotta
Paul.
“è
stata colpa mia...”
sussurro.
Se io non fossi
venuta qui, non sarebbe successo nulla.
“oh,
smettila di
colpevolizzarti Chris, prima o poi qualcuno sarebbe morto lo stesso!
Hai evitato più di una strage, quindi finiscila!”
esclama
Pacey.
“se
può farti star
meglio, Meredith non è del tutto morta Chris...”
cosa?
Che sta blaterando
Marta?
La
guardiamo tutti
interrogativi.
“è
vero, il suo corpo non
c'è più, ma il suo spirito è
qui.”
dal
nulla un luccichio
prende forma iniziando a ronzare attorno a tutti noi.
“Meredith?”
chiedo
fissando la palla di
luce.
“esatto,
sono io!”
ma come
è possibile?
“bene!
Allora che sta
succedendo? Rivelate le vostre carte signori!”
sbuffa
Evy infastidita.
“perdonami
Chris, per non
avertelo detto prima.”
Marta
si alza e la pallina
luminosa la raggiunge.
“mi
hai vista. Quella
sera, alla tua festa. Lo so che mi hai vista. L'ho scoperto qualche
mese fa, ho diciamo dei poteri. Non so come e quando è
successo.
Credo di essere una strega.”
Marta
una strega?
Inizio
a non capirci più
nulla. Qui l'unica all'oscuro di tutto sono io?
“bene,
quindi abbiamo una
strega, uno spirito della luce e una città infestata da
diverse
entità a cui capo c'è un mezzo demone. Direi che
siamo nel posto
giusto sorellina!”
Evy
annuisce rimettendosi a
sedere.
“cosa
sappiamo dunque di
questo mezzo demone?”
Prende
la parola Paul
spiegando chi è Nigel. Cosa ci fa qui, nel nostro mondo.
“quindi
chiunque sia
questa ragazza è in pericolo. Vorrà sicuramente
usarla come
sacrificio per aspirare a diventare un demone completo. Dobbiamo
trovarla e capire cosa o chi ha reso questo Nigel così
aggressivo.
Qualcuno avrà liberato la sua parte demoniaca rimasta
sopita,
probabilmente Chris, sei stata tu a renderla quieta coi tuoi
sentimenti, ma per qualche strano motivo, ciò non
è bastato”
“cosa
proponi di fare
Louis?”
chiede
Paul.
“prima
di tutto non
lasciate sola Chris, seppur umana ha qualcosa che attira gli altri
spettri, e credo che per l'indole sadica del mezzo demone non
sarà
mai al sicuro. Cercherà per piacere personale di ferirla in
qualunque modo. Attaccando lei o le persone a lei vicino. State
attenti tutti quanti e non fate mosse azzardate. Io e Evy ci
occuperemo del resto”
sta
accadendo davvero tutto
questo?
Nigel
vuole farmi del male?
Tutto quello che è stato non conta più nulla?
Torno a
casa accompagnata da
Paul. Tra noi regna un silenzio tombale. Non mi capacito di quello
che è accaduto oggi, non ci riesco. È davvero
assurdo.
“e,
se andassi via?”
Paul
arresta il passo.
“che
vuoi dire?”
“se
tornassi a
Shelbyville? Non sarei più un pericolo per nessuno.
Lì Nigel non
verrebbe e probabilmente andrà via da Dallas, inoltre non
attirerei
altri demoni, così voi sareste al sicuro.”
forse
è la soluzione
migliore.
“non
pensarci nemmeno. Non
devi rinunciare alla tua vita, ai tuoi amici per lui... ti prometto
che ce la caveremo Chris, vedrai che andrà tutto per il
meglio! Ora
hai bisogno di riposare e ti prometto che non sarai da
sola...”
Schiocca
le dita e dal nulla
appare Meredith.
“così
è qui che abiti?”
chiede
con una vocina
stridula e stizzita.
“sì”
rispondo
incredula.
“perfetto,
da ora in poi
vivremo assieme, non ti lascerò sola nemmeno
un'istante”
dice
sorridendo.
|
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Capitolo 42 *** Capitolo XXXVI - Una via pericolosa ***
Fuoco e fiamme attorno a
me. Non riesco
a respirare. Sento la pelle bruciare. Dove sono? Il mio respiro
agonizzante si espande come un eco, rimbombando nelle orecchie con
fare assordante. Il fuoco mi avvolge e quel tiepido calore che si
espande dalla punta dei miei piedi, così confortante diventa
via via
sempre più insopportabile. Brucio. Un senso di occlusione mi
pervade. Ansia. Paura. Solitudine. Dove sono? Due occhi grigi
appaiono dal nulla di fronte a me. Mi fissano, immobili. Freddi,
distanti. C'è un velo di disprezzo in quello sguardo che mi
spoglia
di ogni mia sicurezza.
Pian piano da quei occhi un
volto
prende forma. Lo riconosco. Con difficoltà appare sempre
più simile
a quel ragazzo di cui una volta sono stata profondamente innamorata.
Un nome si fa spazio nella mia mente cancellando tutto il resto.
Nigel. Non appena formulo il suo nome nella mia mente i suoi occhi si
sbarrano in un'espressione inquietante. L'odore della carne bruciare
invade i miei sensi, non sento dolore, ma inizio ad urlare mentre
catene incandescenti si stringono in una morsa attorno al mio corpo
sgretolandolo. Urlo. Ho paura. Quei occhi continuano a guardarmi
passivi. Quasi che ciò che mi succede sia del tutto
indifferente.
Qualcuno in lontananza pronuncia il mio nome continuamente.
Riprendo a respirare e mi
accorgo di
essere nella mia stanza. Nel mio letto. Sospiro passando una mano
sulla fronte pregna di sudore, accorgendomi lentamente che tutto
ciò
non era altro che un incubo. Un terribile incubo. L'ennesimo e
medesimo incubo che ormai mi accompagna da giorni. Una luminescenza
verdastra mi gira attorno. È Meredith, è lei che
mi chiamava. Mi
guarda interrogativa e preoccupata, distinguo a malapena il contorno
del suo viso avvolto dalla luce che lei stessa emana. Mi metto seduta
appoggiando la schiena sullo schienale del letto. Sospiro nuovamente.
“tutto
ok?”
chiede la sua vocina
infantile.
Annuisco riprendendo a
respirare
regolarmente.
“ancora
quell'incubo?”
annuisco nuovamente.
“dovresti
parlarne con qualcuno sai,
non ti fa bene tenerti tutto dentro e magari potrebbe aiutare Louis
ed Evelyn”
il mio sguardo si riduce a
due fessure
mentre guardo lo spirito di Meredith.
“è
solo un incubo. Non voglio
parlarne con nessuno e non lo farai nemmeno tu!”
accentuo la frase
indicandola.
Devo solo superare questo
periodo. Non
è nulla e non voglio far preoccupare i miei amici. Li ho
coinvolti
fin troppo in questa pericolosa situazione.
Mi preparo per andare a
scuola. Mi
stanno tutti addosso.
Sam ha notato che qualcosa
non va ed è
sempre intorno. Fortunatamente il buon senso le evita di chiedere
qualcosa e di dire la sua, ma la sua presenza è sempre
costante.
Paul mi aspetta sul
vialetto. Indossa
un borsalino nero con un completo gessato. Una parte di me pensa che
sia bizzarro il suo modo di vestire per andare a scuola, ma in
realtà
do poco peso a questa considerazione. Mi saluta con un cenno del capo
senza proferir parola e io annuisco ricambiando il saluto.
Ci incamminiamo come ogni
mattina, in
silenzio. Arrivati da Mike aspetto che si occupi lui del nostro
solito caffè attendendolo fuori dal Cafè.
Torna poco dopo con le
ordinazioni
porgendomi il bicchiere in cartone e sempre in silenzio proseguiamo
per strada.
Arrivati al cancello che
segna
l'ingresso del liceo incontriamo Mandy che saluta Paul con un
abbraccio, che evita di dare a me.
Sorseggio il
caffè silenziosamente
tenendo stretti al petto diversi libri per le lezioni e seguo con
disinteresse i miei amici in biblioteca, dove con mia grande sorpresa
ci attendono Louis, Evelyn, Jake e Ted, riuniti intorno al tavolo.
“buongiorno”
dice con voce gentile Louis
alzandosi
dal suo posto a sedere per cederlo a me, facendomi cenno di
accomodarmi.
“a cosa dobbiamo
questa visita?”
chiede il mio vicino di
casa sedendosi
accanto a Mandy e Evelyn che guarda tutti con fare annoiato.
“abbiamo delle
novità!”
esclama il cacciatore di
demoni
appoggiando una mano sullo schienale della mia sedia, sfiorandomi
appena la spalla.
“il tuo ragazzo
sembra stia
organizzando qualcosa”
incomincia a spiegare sua
sorella
alzandosi in piedi.
Non è il mio
ragazzo.
“abbiamo rilevato
ultimamente un
grande afflusso di forze demoniache. Non abbiamo una pista certa, ma
qualcosa si sta muovendo e non abbiamo tempo da perdere”
continua Louis spostandosi
dietro le
mie spalle.
“non avete ancora
capito cosa ha
fatto cambiare Nigel? Non può esser cambiato all'improvviso
così”
chiede Mandy un po' in
imbarazzo.
“ehi,
spirito!”
richiama Evelyn riferendosi
a Meredith
che fa la sua apparizione dal nulla iniziando a gironzolare attorno a
tutti i presenti.
“ho un nome
io!”
dice irritata avvicinandosi
ad una
irritata e annoiata Evelyn che la guarda altezzosa.
“sì, certo.
Cerca di scoprire di più su questa storia. Puoi seguirlo
senza farti
notare?”
Meredith annuisce posandosi
poi sulla
spalla di Mandy.
“scusate il
ritardo!”
dice Marta a gran voce
entrando in
biblioteca.
“ho avuto delle
cose da fare,
novità?”
chiede poggiando la sua
borsa sul
tavolo con aria seriosa.
La guardiamo tutti per
qualche secondo,
poi prende parola Louis.
“Per il momento
nulla di
significativo, ma state attenti e cercate di non dare nell'occhio.
Prudenza... tutti quanti! Il mezzo demone cercherà di
colpire
chiunque di voi per puro divertimento e non si risparmierà,
ci
aggiorniamo oggi pomeriggio”
conclude congedando tutti.
Prendo i libri posati in
precedenza sul
tavolo e mi alzo. Non mi piacciono queste
“riunioni”, non mi
piace che vengano coinvolti terzi e non mi piace tutta questa storia.
Altro che vita tranquilla a Dallas.
“Chris, posso
parlarti?”
mi chiede Louis facendomi
cenno di
seguirlo e senza rispondergli mi avvicino.
“come va il
braccio?”
chiede con fare preoccupato.
Lo alzo mostrando che ormai
è guarito.
“tutto ok? Sembri
stanca ultimamente”
Annuisco e faccio per andar
via. Lui mi
blocca mettendosi davanti a me e scrutandomi.
“ascolta, capisco
che non è un buon
periodo e che probabilmente la situazione non ti piace, ma devi
aiutarci. Probabilmente tu hai conosciuto Nigel meglio di chiunque
altro prima, devi dirci quello che sai, devi dirci quali sono le sue
abitudini, come si comporta, cosa è accaduto
esattamente.”
alzo gli occhi per
guardarlo. Non so
quali risposte spera che io possa darli, ma si sbaglia. Non posso
essere utile in nessun caso. Tutto quello che è stato con
Nigel era
sono un mucchio di bugie. Io non so chi sia e prima finirà
questa
storia, meglio sarà per tutti e anche per me.
“Chris...”
“cosa? Cosa
c'è? Vi ho detto tutto
quello che sapevo, che altro devo dirti?”
chiedo scocciata. Non
voglio parlare
con nessuno. Non voglio più dare giustificazioni di
qualunque
genere.
“devi stare
attenta, ok? Lui cercherà
di fare del male a chiunque ti sia vicino per ferirti, ma trae
soddisfazione maggiore nel far male a te, perché si diverte
nel
vederti soffrire e poi... non puoi tenerti tutto dentro. So che non
parli con i tuoi amici, dovresti farlo. Dovresti confidarti con
qualcuno”
non rispondo. Mi limito a
guardarlo. Ma
cosa vogliono tutti da me?
“so dei tuoi
incubi...”
sussurra avvicinandosi.
Meredith non sa tenere la
bocca chiusa.
“sono solo
incubi. E comunque non è
un tuo problema.”
vado via.
Non so nemmeno io come
comportarmi,
tutta questa storia è assurda. Demoni, streghe, spiriti. Non
ci
capisco più nulla e non capisco come lui sia diventato
così. Il
pensiero che possa essere io la causa di tutto questo mi sconvolge.
Non riesco a farmene una ragione. Dove ho sbagliato? Cosa ho fatto di
male per arrivare a questo punto?
Assorta dai miei pensieri
cammino per
l'andito della scuola. Che ci faccio io qui? Che senso ha la mia
esistenza? Non ho più uno scopo. È come se si
fosse abbattuto un
vortice nero sulla mia vita, risucchiando tutto quello che c'era di
positivo, tutto quello che aveva un senso, non riesco a trovare una
logica in tutto ciò. Vorrei urlare e distruggere tutto
attorno a me.
Vorrei smettere di pensare e lasciare andare tutto, ma più
ci provo
e più mi sento imprigionata. Questa vita è una
prigione. Tutto per
una stupida cotta. Sono stata davvero stupida.
È pomeriggio,
Meredith mi ha informata
della riunione che faranno i ragazzi per pianificare qualcosa. La
ignoro. Non voglio parlarle. È asfissiante.
“Chris, devi
andare! Dobbiamo
andare!”
esclama girandomi attorno.
Mi chiudo in bagno
rassicurandomi di
girare la chiave nella toppa. Voglio stare da sola per almeno 5
secondi, senza gente intorno che mi dice cosa devo fare.
Poggio le mani sul bordo
del lavabo. La
ceramica è così fredda. Sospiro e mi guardo allo
specchio. Osservo
il mio riflesso e quel che vedo non mi piace. Apro l'armadietto
accanto agli asciugamani estraendo un paio di forbici. Accarezzo i
capelli, poi con la punta delle dita la lama affilata delle cesoie,
per un solo istante vorrei conficcarle nel petto e porre fine a
tutto. Assaporo il momento per un istante chiudendo gli occhi.
Inspiro lentamente portandole al petto, accasciandomi per terra.
Sarebbe tutto più semplice. Sarebbe tutto così
facile. Una via
d'uscita a portata di mano.
Lascio le forbici accanto a
me e prendo
la testa fra le mani stringendo fra le dita i capelli. Che devo fare?
Non so più quale sia la cosa giusta. Non so più
chi sono.
Respiro lentamente, quasi
non volessi
disturbare il silenzio attorno a me. Prendo la prima ciocca di
capelli e con un taglio netto la separo dalla chioma. Ne taglio
un'altra e ancora una di seguito. Lascio scivolare dalle dita i
ciuffi senza vita che pian piano si sparpagliano attorno a me
circondandomi, fin quando un tappeto di capelli nera vi avvolge.
Guardo le forbici chiuse in mano. Non so cosa mi spinge a farlo, ma
istintivamente lascio che una lama sprofondi nella mia carne
lasciando affiorare un rosso vivo dal mio polso. Non è un
taglio
profondo, ma c'è del sangue. Lo sfioro con le dita, sentendo
i
margini della ferita bruciare e ciò mi fa sentire viva.
Strofino i
polpastrelli macchiati fra loro e poi li osservo attentamente. Mi
perdo in quel colore, sono come ipnotizzata, rapita da mille
pensieri. Sono lontana dalla realtà, chiudo gli occhi e vivo
quell'attimo di pace.
Perdo la cognizione del
tempo, quando
mi desto dal torpore insano in cui mi sono cullata, la sera
è già
arrivata. Ho male da per tutto, i muscoli indolenziti e la ferita
brucia. Il sangue sulle dita si è rappreso. Mi alzo e mi
guardo allo
specchio. I capelli dal taglio informe, un leggero pallore che
abbraccia la mia pelle. Guardo i miei piedi, circondati dal manto
nero delle ciocche di capelli e gelidi. Sento bussare alla porta.
È
Sam che mi comunica che la cena è pronta qualora avessi
voglia di
parteciparvi. Non rispondo e dopo aver dato un ultimo sguardo al mio
riflesso con calma elimino le tracce del pio passaggio. Copro la
ferita con una fasciatura e lavo via il sangue dalle dita. Torno in
camera in silenzio dopo aver raccolto i capelli mettendoli in un
sacchetto di plastica e poi mi metto a letto.
Meredith non sembra
esserci. Spengo la
luce e provo a dormire.
Nessun incubo è
venuti a farmi visita
la notte scorsa e al mio risveglio un quasi impercettibile fastidio
al polso mi ricorda cosa ho fatto.
Sono quasi sollevata nel
non vedere
Meredith. È solo l'alba, fuori piove. Decido di prendere del
tempo
per me. Sam e George dormono assieme a Michelle e senza fare rumore
prendo le chiavi della macchina di mia sorella parcheggiata nel
vialetto.
Metto una felpa e un paio
di jeans,
chiudo la porta d'ingresso alle mie spalle ed entro in auto.
Non ho una meta precisa,
guido e basta,
fino a raggiungere il cartello che segna il confine della
città.
Continuo il mio viaggio verso sud, in direzione di Galveston. Non so
cosa troverò per òa via, ma il senso di
oppressione pian piano si
fa meno pressante.
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Capitolo 43 *** Capitolo XXXVII - Vivere Intensamente ***
Il mio viaggio continua.
Guido ormai da quasi un'ora
e il
cellulare continua a squillare. Ho visto un paio di volte e sullo
schermo appare il nome di Sam. Sarà preoccupata, lo so, ma
in questo
momento non mi importa. Non voglio sentire nessuno, ho bisogno di
stare sola.
Sento il mio respiro. Sento
il mio
cuore battere. Ho bisogno di tempo, ho bisogno del mio tempo. Il sole
ormai è sorto, vedere l'alba nascere, mi da un confortante
senso di
pace.
Sfioro con le dita la
ferita sul
braccio messa in evidenza dai muscoli in tensione quando cambio
marcia. Brucia. Mi fa sentire viva.
Non ci sono molte auto
sulla strada, lo
spazio è mio. Accelero un po' abbassando il finestrino.
Sento il
vento dicembrino sul mio volto. Aria, aria pura. Senso di
libertà.
Corro ancora,
più veloce incurante dei
limiti di velocità. La strada è mia.
Non volevo più
essere la Chris di
Shelbyville, ora... non sono più nemmeno la Chris di Dallas.
Mi sono
persa. Non so più chi sono.
Le mie certezze erano tutte
focalizzate
su una sola persona. Quella persona che ha portato via tutto di me,
lasciandomi sola. Lasciandomi vuota. Lasciandomi e basta.
A volte mi chiedo
perché le persone
cambiano idea, cambiano modo di fare, danno un taglio netto e
indolore per loro, lasciando chi invece, dall'altra parte , ha dato
tutto quello che poteva. Perché ci si fidava.
Perché io
erroneamente, pensavo che tutto ciò fosse reciproco. Ho
rimuginato
tanto sul perché Nigel si sia confidato con me, mi sono
chiesta
perché? Perchè prendersi la briga di certi
atteggiamenti, di certe
attenzioni e di certe accortezze nei miei confronti. Mi sono chiesta
il perché di alcune parole, il perchè di alcuni
gesti. Di alcune
emozioni. Erano reali? Tutto quello che ha fatto per me era reale?
Oppure l'ho solo immaginato? Oppure ho solo voluto vedere io questa
prospettiva? Ho voluto leggere io questi atteggiamenti in tal modo?
Non mi sono mai posta una duplice domanda, in realtà.
Perché
pensavo fosse sincero. Perché ancora per l'ennesima volta ho
pensato
che le persone non hanno bisogno di mentire. Non così. Non
fino a
questo punto. Invece ho sbagliato tutto. L persone mentono sempre.
Mentono col sorriso, con lo sguardo. Coi silenzi e le parole mai
dette. Mentono nel confortare e nello stare vicino. Mentono con i
baci, con le carezze. Mentono in ogni modo. Continuamente.
Ininterrottamente. Sempre. Mentono. Mi sono chiesta anche,
perché io
non l'ho fatto? Perché io non sono mai riuscita a mentire?
Perché
sono sempre stata sincera in modo così masochistico?
Dovrei imparare a mentire
anche io,
così da non soffrire più. Così da
tutelarmi in qualche modo.
Invece non posso. Non ne sono capace. Non riesco a mentire. Allora
ho pensato...se diventassi egoista? Non che posso cambiare a mio
piacimento, ma, se prendessi quello di cui ho bisogno? Senza mentire,
senza illudere. Io vedo, io voglio, io prendo. Semplice. Tutto alla
luce del sole. E ferirei pochissime persone che purtroppo potrebbero
illudersi di altro. Non diventerei come lui. Non farei del male a
nessuno. Inizierei a volere più bene a me stessa, inizierei
a
proteggermi e a farmi valere. La vita è troppo breve per
permettermi
di acconsentire a tutto ciò che vogliono gli altri e troppe,
troppe
volte ho dato tanto per ricevere poi un calcio in culo e tanti
saluti. E mentre la vita degli altri va avanti, voltano pagina e
crescono io mi fermo li, a chiedermi per giorni o anche mesi, dove io
ho sbagliato. Perché è questa l'ennesima
punizione che mi auto
infliggo. Perché devo essere sempre io quella che sbaglia?
Magari
non sono loro, magari è colpa di entrambe le parti, ma io
stessa
riverso sempre e solo la colpa su di me.
Lascio che i pensieri
vaghino liberi
nella mia mente senza cercare di fermarli, tutto passa. Mi ripeto. E
anche questo malessere passerà presto.
Mi fermo al primo autogrill
che
incontro dopo tante miglia. Entro nel Cafè e ordino. Non ho
fame,
prenderò solo da bere.
Sospiro. Non sento in me la
scintilla
della vita. Mi sembra tutto così scontato e monotono. La
vita va
avanti e un passo alla volta tutti si realizzano, tutti tranne me,
perché io resto indietro? Davanti a me si stagliano
centinaia di
migliaia di strade che potrei intraprendere con un solo passo, eppure
ho come l'impressione che un solo passo verso una qualunque direzione
al momento, per me, sarebbe troppo da sopportare. Avrebbe delle
conseguenze che non sono in grado di affrontare.
Predo il mio
caffè stringendolo nelle
mani come a non volerlo lasciar scappare via.
Mi siedo a un tavolo
isolato in un
angolino illuminato appena dal pallido sole che fa capolino appena
dietro le nubi basse e leggere che accompagnano l'alba.
Due ragazzi vagano in modo
furtivo per
il parcheggio accosta dosi alla mia auto con fare curioso. Li seguo
con lo sguardo e nel mentre finisco la mia colazione.
Mi alzo e continuando a
guardarli mi
avvicino a loro fino ad arrivare all'auto.
Sono due ragazzi della mia
età, un
ragazzo e una ragazza.
Si accorgono di me e mi
sorridono
appena.
“è
tua?”
mi chiede lei grattandosi
nervosamente
la frangia bionda che le copre quasi gli occhi cerchiati pesantemente
di nero.
Mi limito ad annuire e mi
avvicino alla
portiera per salire.
“ehi, non
potresti... si insomma..”
cerca di ire il ragazzo
mangiandosi
nervosamente le unghie.
Lo guardo qualche secondo,
il tempo
necessario che mi serve per captare le sue intenzioni.
“volete un
passaggio?”
chiedo, rendendomi conto
che il suono
della mia voce mi appare così strano. Basso e grave. Non ci
avevo
fatto caso.
I due annuiscono e con un
cenno li
invito ad entrare.
Non avrei mai dato un
passaggio a degli
sconosciuti, eppure l'ho appena fatto. Non avrei fatto tante cose in
realtà, eppure le ho fatte.
“dove siete
diretti?”
chiedo imboccando
l'autostrada,
guardando entrambi dallo specchietto retrovisore.
“da nessuna
parte, stiamo dove
capita, ci arrangiamo e tu? Dove sei diretta...”
mi chiede la ragazza
facendomi capire
che vorrebbe sapere il mio nome.
“Chris, mi chiamo
Chris. Non sono
diretta da nessuna parte”
quasi sussurro abbassando
lo sguardo.
“Io sono Lisa e
lui è Tom”
dice indicando il ragazzo
che si è
addormentato profondamente.
Annuisco e riprendo a
guidare.
Il suo tocco è
così freddo e
delicato. Tale da farmi venire la pelle d'oca. Sento ogni singolo
centimento del mio corpo vibrare sotto le sue dita.
Respiro appena,
attanagliata dal senso
di vuoto che solo lui riesca a provocarmi.
Sento il suo fiato leggero
e caldo
inumidirmi l'orecchio e le sue labbra lambirmi appena la pelle.
“Chris”
sussurra con voce calda e
sensuale
dilaniandomi dentro.
È davvero lui?
È qui accanto a me?
“Nigel...”
sospiro tremando.
Sono in sua completa balia.
Accarezza il mio corpo con
fare abile.
Ha già toccato una donna nuda, lo sento dal suo modo i fare.
Mi sento senza difese
davanti a lui.
Riesce ad abbattere con un solo sguardo tutte le mie barriere.
Provo a sfiorargli la mano
nuda, ma
prontamente afferra il polso portandolo sopra la mia testa con
fermezza.
“lasciami
fare”
continua sussurrando senza
smettere di
accarezzarmi.
“perchè
sei andato via?”
chiedo cercando di
incrociare il suo
sguardo senza riuscirci. Siamo avvolti nella penombra. So che mi sta
guardando. Mi sta leggendo.
La sua mano scivola
determinata verso
la mia intimità ignorando i miei sussulti.
“è ora
di tornare alla realtà”
dice con voce ferma
mostrando il suo
lato demoniaco. E prima che io possa fare qualcosa mi azzanna alla
gola.
“Chris!”
mi sento strattonare
violentemente.
Lisa mi guarda con fare
preoccupato e
mi rendo conto di essermi addormentata.
“tutto
ok?”
chiede scrutandomi sospetta.
Annuisco cercando di
calmarmi, ma il
mio cuore non può mentire.
Nigel.
Nonostante tutto continuo a
pensare a
lui. È la mia ossessione ormai e più lo penso,
maggiore è la
voglia di vederlo. Anche se dovesse farmi del male. Sarei disposta a
tutto pur di rivederlo.
“io e Tom andiamo
a prendere qualcosa
da mangiare, vuoi venire con noi?”
Lisa mi riporta nuovamente
alla realtà.
Rifiuto e lascio che loro vadano via.
abbiamo preso una camera in
un motel.
Ero troppo stanca per guidare ancora.
Non so cosa devo fare. Non
so come devo
comportarmi. Ho perso la mia strada. Credevo di avere tutte le
risposte. Credevo di aver trovato finalmente il mio equilibrio, la
mia serenità. Una casa, una famiglia, degli amici. Lui.
Perché mi sono
perdutamente innamorata
di lui? È riuscito a distruggere tutto quello che con fatica
avevo
costruito. Probabilmente tutto quello che io credevo fosse saldo e
stabile non lo era. Se è bastato un ragazzo a far crollare
ogni
cosa, a portarmi via tutto, a lasciarmi sola in balia del niente
evidentemente fino ad ora ho vissuto solo in una grande illusione.
Sento il vento gelido
entrare dalla
finestra spalancata. Mi sono addormentata di nuovo.
Guardo l'ora sulla sveglia
posta sul
comodino: 02:30.
Tom e Lisa non sono ancora
tornai.
Mi alzo avvolgendomi nel
lenzuolo
avvicinandomi alla finestra per chiuderla.
Muovendo l'anta noto un
riflesso non
mio alle mie spalle.
Sobbalzo spaventata e mi
giro guardando
senza trovarci nulla.
Sospiro. Anche la mia mente
inizia a
farmi scherzi.
Mi assicuro che la finestra
sia chiusa
bene e mi dirigo nuovamente a letto.
Cerco di trovare una
posizione comoda
per riposare e chiudo gli occhi. Sono estremamente stanca
mentalmente. Non voglio pensare a nulla.
“ciao”
sussurra una voce al mio
orecchio
facendomi rabbrividire.
Mi volto lentamente. Non
può essere
vero.
Sento una mano bloccarmi
per la spalla,
impossibilitandomi a muovermi.
Resto immobile cercando di
controllare
il mio respiro.
La stretta si allenta e la
sua mano
scende lungo il mio braccio accarezzandolo. Afferra la mia mano e
intreccia le nostre dita con grinta portandole poi al mio petto.
Chiudo gli occhi.
Il contatto con la sua
pelle gelida mi
fa tremare. Sfiora il mio seno e lasciandomi libera mi fa finalmente
voltare.
La camera è
avvolta dal buio, ma
riesco a vedere i suoi occhi.
Non riesco a credere che
lui sia qui.
Continua nella lenta e
trepidante
scoperta del mio corpo.
Mi sento pervasa da mille e
più
emozioni. Cosa vuole da me? Cosa vuole farmi? Perché
è qui? Come
faceva a sapere dov'ero?
Tante domande riempiono
violentemente
la mia mente.
Si sposta in uno scatto
rapido
sovrastandomi col suo corpo. Afferra deciso i miei polsi portando le
braccia sopra la mia testa.
“Nigel...”
sussurro prima che le sue
labbra
prendano il controllo delle mie.
Mi vuole. Mi vuole con
forza. Ed io non
faccio nulla per impedirglielo.
“sei solo
mia”
alita sul mio viso prima di
riprendere
a baciarmi. La presa sui polsi si fa più stretta, inizia a
farmi
male.
Provo a liberarmi e a
parlare, ma me lo
impedisce.
Si sposta sul mio collo
leccandolo con
fare ingordo.
Sento i suoi denti sulla
mia pelle.
Deglutisco.
“cosa vuoi
fare?”
chiedo fredda fissando il
soffitto. Non
voglio mostrarmi debole. Non voglio dargli la soddisfazione di vedere
la paura nei miei occhi.
Per tutta risposta lui si
alza,
mettendosi a cavalcioni su di me. Libera i miei polsi spostando le
mani sul mio collo.
Lo guardo.
Mi guarda.
Stringe attorno alla mia
carne senza
una minima parvenza di emozione sul suo viso.
È determinato in
quello che fa. Vuole
davvero arrivare fino in fondo.
“perchè?”
chiedo col fiato spezzato.
Sento le
lacrime agli occhi e una forte pressione.
“devo”
risponde e nei suoi occhi
vedo un
bagliore diverso.
Ora sembra afflitto. Deve?
“non guardarmi,
ti prego”
sussurra.
Le sue mani si
ammorbidiscono e riesco
a respirare di nuovo.
“se sei venuto
per uccidermi fallo,
ma voglio guardarti”
“sto cercando di
proteggerti”
proteggermi? Ma che cazzo
dice?
“ti prego,
lasciami fare. Cercherò
di farti sentire meno dolore possibile, ma fidati di me”
sussurra quasi non volesse
farsi
sentire.
“dimmi cosa sta
succedendo”
“volevano
ucciderti. Vogliono
ucciderti. Ho dovuto comportarmi in quel modo per far capire loro che
posso farlo io e darti così una possibilità di
fuga. Non volevo
farti del male, non volevo farti soffrire. Ma se loro sapessero non
potrei più prendermi cura di te. Loro devono credere. E mi
osservano. Non ho scelta. Devo farlo o ti uccideranno”
“cosa vuoi
farmi?”
“vogliono vedere
che sono in grado di
farti del male, ti prometto che passerà. Ci stanno
osservando”
dice abbracciandomi
improvvisamente.
Quindi è tutta
una commedia? Lui deve
far così?
“fa quel che
devi”
sussurro al suo orecchio a
denti
stretti.
Lo sento sospirare, poi le
sue mani
ricominciano a toccarmi.
Sento i suoi denti
affondare nella mia
carne e mordere fino a lacerare la pelle.
Serro la mascella cercando
di non
urlare.
“tutto
qui?”
Nigel si blocca e vedo
dietro lui
Rancine sorridere.
“avanti
principino, puoi fare molto
di meglio”
lui mi guarda.
“fa quello che
dice”
sussurro.
“non
posso”
risponde.
“voglio sentire
le sue urla! Sai cosa
succederà se non lo fai e non vuoi vedere la tua amata umana
morire,
vero?”
Rancine è
davvero una sadica bastarda.
Tiene in pugno Nigel per colpa mia.
Lui non risponde.
È completamente
assoggettato a lei.
In un attimo lei mi si
avventa contro
scaraventando Nigel dall'altra parte della stanza.
“guarda un po'
chi c'è”
dice lei leccandomi il viso.
Nella stanza fanno la loro
comparsa
Lisa e Tom sorretti da due figure.
Sembrano in uno stato di
trance.
“i tuoi amichetti
sono venuti a farti
visita”
canzona lei divertita.
“decidi Nigel.
Lei. O loro.”
guardo Lisa. L'essere che
la sorregge
afferra saldamente la sua testa pronta per ucciderla.
“prendi me,
prendi me Nigel!”
urlo disperata.
Non voglio che qualcun
altro si faccia
del male per colpa mia.
È solo causa mia
se siamo ora qui. Lui
mi aveva avvertita di stargli lontano e io non ho voluto ascoltare.
Mi guarda sconvolto.
Tutta questa faccenda
è assurda. Non
doveva finire così.
“Prendi
me”
ripeto cercando di scandire
per bene le
parole.
Si avvicina e Rancine mi
lascia nelle
sue mani.
Chiudo gli occhi e lascio
che accada.
Lega i miei polsi alla
spalliera del
letto e incomincia.
Mi colpisce con forza,
credo con una
cinghia. Sento la pelle bruciare e stringo i denti più che
posso.
Mi colpisce ancora.
Più determinato.
Sento la carne lacerarsi ancora.
Continua per altre sei
volte.
“basta
così”
dice rivolgendosi a Rancine.
“No. Non ti
guarda. Non urla. Dov'è
il divertimento?”
ride lei.
“Chris...”
sussurra lui dolcemente.
Non rispondo. Apro gli
occhi guardando
le lenzuola.
“va bene,
ragazzi! Ci pensate voi?”
chiede facendo segno ai due
esseri che
tengono fermi Tom e Lisa che ubbidiscono lasciando i miei nuovi
conoscenti accasciarsi al suolo privi di conoscenza. Nigel viene
immobilizzato da Rancine con qualche strano potere e loro due si
avventano su di me.
Mi spogliano del tutto
strappandomi gli
indumenti di dosso.
Uno mi tiene ferma per le
caviglie,
mentre l'altro riprende a torturarmi per puro piacere e divertimento
di quella strega.
Sento i viscidi tentacoli
del mio
torturatore toccarmi da per tutto lasciando una specie di bava
ustionante sulla mia pelle.
Gemo dal dolore e piango in
silenzio
cercando di non guardare, cercando di non sentire, cercando di
annullare i miei sensi per non perdermi nell'orrore.
Uno dei due, quello che
tiene fermi i
miei piedi inizia a muoversi avvicinando i suoi tentacoli alla mia
intimità. Non voglio. Inizio per quanto possibile a
dimenarmi.
“ora arriva la
parte divertente!”
esclama lei costringendo
Nigel immobile
a guardare.
Sento un battito d'ali
improvviso e
Gabriel fa la sua apparizione.
“Rancine,
esattamente cosa sta
succedendo qui?”
chiede adirato. I due
esseri su di me
si ritraggono intimoriti e Gabriel muovendo una sola mano li fa
contorcere nel vero senso della parola.
“io, stavo solo
giocando!”
si giustifica lei
intimorita.
Lui per risposta l'afferra
per i lunghi
capelli argentei trascinandola in un vortice di piume nere.
Poi il buio.
Mi sento vuota. Non ho
più nulla.
Hanno portato via tutto quello che avevo. La mia dignità, le
mie
emozioni, il mio cuore. La mia persona.
Apro gli occhi a fatica, o
meglio
l'occhio. Sento dolore da per tutto. Mi ci vuole un po' a capire dove
sono, ma ricordo questa stanza. La mia personale stanza arredata a
casa di Nigel. Mi metto in piedi a fatica appoggiandomi al letto che
trovo con orrore macchiato di sangue. Mi guardo i piedi. Neri e
lividi, macchiati anche loro di sangue. Ripercorro con lo sguardo le
gambe, devastate da tagli e lividi, sporche. Mi fermo quando la mia
attenzione viene attratta dallo specchio che rappresenta l'immagine
di una ragazza che non può essere me. L'enorme maglietta
bianca che
copre il mio corpo appena sopra il ginocchio è strappata e
logora.
Le mani, le mie mani sono irriconoscibili. Le guardo attentamente
notando con disgusto che mancano alcune unghie, me le hanno strappate
via.
Il mio viso è
gonfio, le mie labbra
squarciate e il mio occhio sinistro non è altri che una
protuberanza
nera. Pur volendo non riesco ad aprire le palpebre. Sul collo porto
ancora i segni di Nigel. Troppo da vedere. Mi allontano da quel
riflesso in silenzio. Zoppicando.
“posso
entrare?”
la sua voce. Non rispondo.
Entra in camera con dei
panni fra le
braccia. Evita di guardarmi. Non so cosa dire o cosa fare e
sinceramente non ho nemmeno interesse a farlo.
“ti ho portato
dei vestiti puliti.
Dovresti fare un bagno”
mi volto dandogli le
spalle. Sussurro
un “ok” aspettando che vada via, invece non lo fa.
Si avvicina,
sento il suo respiro sulla mia pelle.
“Chris, so che
non vuoi parlarmi. So
che ti ho distrutto. Credimi non volevo e ti prometto che ti
lascerò
in pace non appena starai meglio”
ascolto le sue parole
senza
rispondere, mi volto e lo guardo.
“devi bere il
mio...beh lo sai”
dice sedendosi sul letto.
Guarda
impietrito le lenzuola macchiate. Lo raggiungo cercando di far finta
di niente e mi siedo a poca distanza da lui.
Passa l'indice sulle sue
labbra e si
avvicina al mio viso. Impassibile poggio le labbra sulla ferita
bevendo il suo sangue.
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Capitolo 44 *** Capitolo XXXVIII - Ricominciare ***
Dopo quella avventura tutto sembra essere tornato alla normalità. È passato esattamente un mese dalla morte fisica di Meredith, Louis e Evy sono partiti per mete sconosciute e lei ha deciso di seguirli. Marta è tornata ad essere la solita prima cheer-leader di sempre e Nigel.. Nigel è sparito. Ha mantenuto la sua promessa, quella sera dopo avermi portata via da quell’albergo e dopo avermi curata sono crollata dal sonno senza aver la possibilità di parlare. Anche se.. beh.. non è che ci fosse chissà cosa da dire. Non riuscivo a guardarlo negli occhi. Non riuscivo a sopportare la sua presenza. Nigel aveva distrutto tutto quello che avevamo costruito di positivo, aveva distrutto me in tutti i modi possibili. Ed ancora peggio … io glielo avevo permesso. Le uniche difese che ho sempre messo tra me e lui erano banali paranoie e nient’altro. Ho sempre voluto sin dall’inizio lasciarmi travolgere da lui. Perché mi intrigava, perché probabilmente in una mia visione distorta era la strada più facile per scappare dalla normale vita adolescenziale. Quando mi sono svegliata, ero nel mio letto e di Nigel non c’era traccia. Ho scoperto solo in seguito, ritornando a scuola dopo la convalescenza che lui era sparito. Nessuno l’ha più visto o sentito ed io l’ho accettato senza farmi troppe domande. La mia curiosità mi ha portato a ferire tutte le persone che mi circondano.
“di nuovo persa nei tuoi pensieri?”
Paul mi guarda con comprensione mentre mi rendo conto di essermi distratta.
“scusami”
Sussurro dispiaciuta prendendo tra le mani la tazza di caffè caldo.
“non importa Chris … allora, Sam quando ritorna?”
Mia sorella è partita con George e Michelle per Shelbyville, Denise chiede, Sam risponde!
Ho casa libera e dovrei essere l’adolescente più felice del mondo. Fare tutte quelle cose proibite che tutti vogliono fare in assenza degli adulti, invece sono qui in cucina a bere qualcosa di caldo con Paul , cercando di ripassare aritmetica.
“non saprei, non ha detto nulla al riguardo”
Sono contenta che Sam sia partita, dopo quel che è successo è un bene che abbia staccato un po’ la spina. Anche se non mi chiede mai nulla, so che lei sa e negli ultimi giorni sembrava davvero stanca.
“Chris, vuoi parlarne?”
Chiede il mio amico allungando la mano sulla mia. Non mi aspettavo questa domanda sinceramente. Nessuno mi ha mai chiesto nulla su quel che è successo in quella stanza.
Lo guardo appena e sottraggo la mano. Resto in silenzio distogliendo lo sguardo da lui, guardando fuori dalla finestra la neve che scende pigra sul vialetto.
“io non so cosa è successo, guardandoti certo non ci vuole molta immaginazione ed entrambi sappiamo quello che Nigel è in grado di fare”
Guardandomi. Già. Per quanto il sangue di Nigel possa rimarginare le ferite, il veleno di quei mostri ha impedito una completa guarigione, lasciandomi una grande cicatrice che si estende dal collo al braccio sinistro. D’istinto sollevo il cappuccio della felpa per coprire il collo, Paul abbassa lo sguardo e dopo poco riprendiamo a studiare.
Non parlo volentieri di quel che mi è successo, non ho mai detto a nessuno cosa è accaduto esattamente, Sam e i miei amici sanno che tutto ciò è stato causato da Nigel e questa per loro è una più che soddisfacente spiegazione. Passo la maggior parte del tempo provando a non pensarci, cercando di trovare distrazioni eppure appena la mia mente si ferma un istante, i ricordi mi travolgono. Voglio credere che Nigel sia in un posto che possa sentire casa sua, in un posto sicuro dove possa trovare quel che cerca. Non riesco ad odiarlo e non riesco a dare a lui la colpa di tutto. Cosa che Sam, Paul e gli altri non riescono a capire è che alla fine, se io non avessi fatto nulla … probabilmente ora sarebbe stato tutto diverso. Ed ammetto che a volte passeggiando con Mandy, mi soffermo a pensare a lui. Un altro giorno ha inizio e come ogni giorno sono costretta a prendere l’autobus per andare a scuola. Per il momento posso dire addio alle passeggiate mattutine con Paul e la sosta al cafè da Mike. Conseguenze di quel che è successo è la mia libertà vigilata per cui devo ringraziare Sam. Da una parte non la biasimo, da quando sono qui non ne ho fatta una giusta e lei si è sempre preoccupata un sacco, ora dopo aver enormemente esagerato rubando l’auto e scappando direi che me la sono proprio meritata. Sospiro guardando la solita strada con le solite case e i soliti alberi scorrermi davanti. Poggio la testa sul vetro freddo chiudendo appena gli occhi e infilandomi le cuffie nelle orecchie.
“giornata iniziata male?”
Mi chiede qualcuno sedendosi accanto a me. Sobbalzo leggermente togliendomi un auricolare girandomi leggermente. È un ragazzo, non credo di averlo mai visto prima. Mi sorride entusiasta continuando a fissarmi. Lo guardo interrogativa allontanandomi un po’.
“scusa, ci conosciamo?”
Chiedo cercando di non essere brutale.
“ehm, credo di no. Piacere, sono Frank!”
Risponde allungando la mano. Accenno un saluto col capo e rimetto la cuffia.
“però, che caratterino! Tu come ti chiami?”
Sbuffo leggermente portando gli occhi al cielo. Lo guardo per qualche secondo. Questo tipo sembra la persona più positiva del mondo. Continua a guardarmi sorridendo.
“Chris …”
“Chris, bene”
Sussurra compiaciuto.
“sai, mi sono trasferito da poco! Oggi è il mio primo giorno di scuola”
”ah, sì?”
Chiedo distratta senza dargli davvero attenzione.
“ma dimmi Chris … sono tutti così amichevoli come te?”
Lo guardo stranita e prima di poter ribattere siamo arrivati alla meta. Si alza e salutandomi con fare ironico si allontana. Resto qualche secondo seduta nel bus fissando il vuoto. Sento un pizzico di irritazione percorrermi. Alzo lo sguardo guardando in direzione del ragazzo ormai sparito. Quel tipo non mi sta per nulla simpatico.
Raggiungo Mandy e Paul che sostano davanti al cancello d’ingresso come ogni mattina.
“Buongiorno Chris!”
Mi salutano all’unisono.
Vederli mi rasserena molto. Mi fanno sentire al sicuro e non giudicata e anche se non lo danno a vedere so che sono preoccupati per me e cercano di tenermi lontana dai guai.
“tutto ok?”
Chiede perplesso Paul.
Mi guardo attorno provando a cercare lo strano tipo del bus.
“sapevate che c’è un nuovo ragazzo a scuola?”
“in segreteria non abbiamo ricevuto nessuna segnalazione”
Afferma Mandy dubbiosa. Anche Paul sembra pensarci su.
“Chris, pensi potrebbe essere qualcuno che abbia a che fare con Nigel?”
Il solo sentirlo nominare mi fa gelare improvvisamente il sangue nelle vene. L’incontro con Frank mi ricorda tanto la conoscenza fatta con Geremy. Ha detto che si è appena trasferito e che oggi è il suo primo giorno di scuola, eppure in segreteria non ci sono documenti di un nuovo studente. Mi ha rivolto la parola e già questo di per sé è un avvenimento eccezionale. Nessun essere umano, o meglio nessun essere parla con me di propria volontà, a meno che non voglia uccidermi.
Informo i miei amici di quel che è accaduto sul bus, ed assieme decidiamo di tenerlo sotto controllo. Forse siamo un po’ paranoici, ma la prudenza non è mai troppa quando si ha a che fare con entità di ogni tipo.
Ci incamminiamo verso le aule guardandoci attorno sospetti, probabilmente visti dall’esterno sembriamo un po’ fuori testa, ma credo che ormai questa caratteristica ci accomuna da un bel po’ . Prima ora: letteratura inglese. Prendo il mio posto accanto alla finestra in terza fila, guardo fuori la neve. Ancora. Per un attimo immagino me e Nigel fare una passeggiata nel bianco. Magari in silenzio, sfiorandoci con fare imbarazzato le dita, guardando davanti a noi un futuro del tutto incerto, ma un presente sereno. Sbatto le palpebre due volte, ritorno alla realtà. Una parte di me ci crede ancora, una parte celata e nascosta a tutti a volte anche a me stessa. Sposto lo sguardo al resto della classe, mentre la lezione è già avviata.
“ehi! Ehi tu!”
Sussurra qualcuno, seduto al banco accanto al mio propendendosi .
Riconosco in quei tratti il tipo di questa mattina sobbalzando un po’. Che cavolo ci fa qui?
“potrei sbirciare dal tuo libro?”
Chiede sorridente,poi per un attimo la sua espressione si fa dura. Che tipo strano. Senza rispondere avvicino il libro in modo tale da permettere anche a lui la lettura.
Segue attentamente ogni parola del professore e legge in modo impegnato il testo sul libro. Mi perdo ancora nei miei pensieri, ultimamente ho la testa tra le nuvole più del solito e non mi accorgo di lasciar la presa sul libro.
“ehi!”
Esclama lui chinandosi a raccoglierlo, mentre il tonfo ha attirato l’attenzione di tutti.
Me lo porge senza dire nulla, ancora con quel sorrisino. È irritante. La lezione fortunatamente sembra volare e appena la campanella ci assorda le orecchie non ci penso due volte ad alzarmi e allontanarmi. Ho bisogno di prendere un po’ d’aria.
“così … anche tu frequenti questo corso, eh?”
Mi blocca Frank. Maledizione! Non ho molta voglia di fare conversazione con un tipo sospetto e ficcanaso!
“già”
“ehi, sto cercando solo di fare conversazione … “
Sembra se la sia presa, e questo mi lascia spiazzata. È vero, non sono stata molto amichevole, ma non so cosa dirgli.
“ho capito … beh, scusami non volevo disturbarti, buona giornata!”
Dice deluso andando via.
C’è rimasto male, mi dispiace. Come al solito sono riuscita a rovinare tutto. Le mie paranoie sicuramente non aiutano e me la sono presa con un povero ragazzo al suo primo giorno di scuola. Complimenti Chris! L’amica dell’anno! Sbuffo e raggiungo un po’ rassegnata gli altri.
Se ripenso al mio primo giorno di scuola mi vengono i brividi. Non sarei mai riuscita a superarlo senza Mandy e Paul, probabilmente mi avrebbero trattato peggio di come ho fatto io con Frank e ammetto che al posto suo mi sentirei abbastanza triste in questo momento. Finite le lezioni decido di cercarlo per scusarmi, sono stata davvero cattiva e arrogante. Cammino per i corridoi ma di lui nessuna traccia, ormai non ci sono più tanti studenti in giro, chissà, magari è già andato via.
Passo davanti alla biblioteca per caso, quanti ricordi. Sfioro il legno della porta.
Non ci sono più venuta da quando …
Istintivamente stringo i pugni e delle lacrime improvvise si impossessano dei miei occhi. Sembra passata un’eternità dalla prima volta che sono ci sono entrata. Ero da poco stata attaccata da quello che poi si è scoperto essere uno spettro demone. Non so quante ore ho passato qui dentro a spulciare libri assieme a Nigel. Era addirittura riuscito a farsi dare le chiavi dalla bibliotecaria permettendomi di continuare a far ricerche.
“ehi tutto ok? Ah … sei tu …”
Il modo in cui ha detto “sei tu” mi irrita non poco e ho già un’idea di chi trovarmi davanti.
“Frank … “
Sussurro asciugandomi subito le lacrime
“Mh? Ti ricordi il mio nome?”
Mi chiede realmente incuriosito. Non riesco a capire se mi sta prendendo in giro o fa sul serio. Anche se sembra realmente sorpreso.
“che razza di domanda è? Certo che mi ricordo, ti sei presentato stamattina sull’autobus!”
Dico acida e un po’ alterata. Lui per risposta ride divertito guardandomi in modo strano.
“scherzavo! Sei sempre così … sulle tue?”
Chiede avvicinandosi e squadrandomi bene. Non so perché ma questa domanda mi imbarazza. Non rispondo e mi accortoccio su me stessa rossa in viso. Lui mi sta fissando in modo insistente. Non so che dire o cosa fare. Che razza di persona è?
Deglutisco stringendo un po’ le spalle, guardandolo di sottecchi.
“Scusami per questa mattina … so cosa si prova ad essere il nuovo arrivato, ed io … con te sono stata davvero stronza, mi spiace”
Dico d’un fiato.
Mi guarda sorpreso. Si avvicina a me
“dillo guardandomi!”
Lo guardo sorpresa a mia volta.
“che vuoi dire, scusa?”
“mentre parlavi non mi guardavi, dillo ancora guardandomi, allora accetterò le tue scuse!”
Che cosa? Cosa dovrei fare? Alla fine ha senso il suo discorso, mi stavo scusando col pavimento probabilmente più che con lui.
“scusami per stamattina”
Sussurro imbarazzata guardandolo, rendendomi conto solo ora che i suoi occhi sono celesti.
“ahaha, non pensavo lo avresti fatto sul serio!”
Dice arruffandomi i capelli. Allontano la sua mano cercando di ricompormi. Mi stava prendendo in giro questo … questo … individuo!
“ma come ti permetti?”
Ride di gusto per la scenetta un po’ comica e senza accorgermene un lieve sorriso si forma sulle mie labbra.
“sembri sempre cupa, invece sai anche sorridere caschetto!”
Come? Come mi ha chiamata? Caschetto?
“c-caschetto?”
“i tuoi capelli!”
Risponde sorridendo.
Senza rendermene conto iniziamo a parlare un po’, della scuola, di Dallas. È curioso come ogni angolo della città mi ricordi qualcosa legata a Nigel, e anche se piacevoli ricordi, mi fanno ancora troppo male, per cui decido di lasciar parlare lui e senza rendercene conto abbiamo camminato fin casa mia.
“io abito qui”
Dico facendo un cenno in direzione del vialetto.
“bene! Allora a domani caschetto!”
“eh? Tu dove abiti?”
“dall’altra parte della città! Buona giornata!”
Dice salutandomi con la mano.
Che cacchio! Mi ha accompagnata a casa nonostante non sia per nulla la sua zona. In una città che non conosce. Lo guardo andar via ed istintivamente ripenso al primo incontro con Nigel, paradossalmente opposto a questo. Anche lui quella sera mi aveva accompagnata a casa, l’estate non era ancora finita del tutto e fuori si stava bene, ricordo che non abbiamo spiccicato una parola per tutto il tragitto. È stato strano ma intenso, ed allora come ora lo guardavo sparire per le strade. |
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Capitolo 45 *** Capitolo XXXIX - La graziosa nonnina ***
Oggi Sam è un groviglio di nervi, è una giornata particolare per tutta la famiglia, un evento più unico che raro: nonna Dafne viene a farci visita. È una donna molto meticolosa e intransigente. La casa deve essere perfetta, ma nonostante la polvere non si azzardi a toccar suolo, Sam continua a rispolverare ogni cosa.
“La casa è uno splendore Sam, smettila di dannarti, tanto lo sai che troverà sicuramente qualcosa da ridire”
Dico sorseggiando una tisana poggiata alla ringhiera delle scale. George ha portato Michelle al parco, è una bella giornata di sole e le temperature non sono così basse. In più ha lasciato campo libero in casa a Sam, meno gente ha tra i piedi in questo periodo e meglio è. Sarà lo stress post parto ma è davvero irritabile ultimamente e di certo anche io mi sono impegnata abbastanza per darle da pensare.
Sam mi guarda sbuffando e agitando lo spolverino ormai anch’esso super pulito quando intravedo dalla finestra enorme del doggiorno Paul che si avvicina all’ingresso in procinto di suonare il campanello. Lo anticipo di qualche secondo aprendo la porta.
“che ci fai qui?”
Chiedo confusa mentre lui alza la mano in segno di saluto e mi supera con nonchalance dirigendosi verso Sam.
“Paul”
Dice lei con un cenno del capo, si vede che è visibilmente irritata e cercando di non peggiorare la situazione le rivolgo un sorriso smagliante spingendo Paul in camera mia in men che non si dica.
“che succede?”
Mi chiede il mio amico mettendosi seduto sul mio letto con le gambe incrociate.
“non credo di avertene mai parlato, oggi arriva in città mia nonna”
Gli spiego che Dafne è la madre di Denise, con cui abbiamo sempre avuto un rapporto abbastanza glaciale. Non è mai stata la tipica nonnina tutta baci e biscotti, ma anzi una donna molto fredda e autoritaria. Non che sia antipatica, ma è un po’ anaffettiva. Ricordo che quelle poche occasioni in cui io e Sam abbiamo avuto a che fare con lei sembrava di essere ad un’ispezione militare. Ha una presenza che si fa sentire a dispetto della sua figura piccola e esile che trae facilmente in inganno.
“quindi verrà per conoscere Michelle, come è giusto che sia…”
Annuisco e mi metto a sedere sul letto accanto a lui.
“Allora “Caschetto” ne vogliamo parlare?”
Chiede con mezzo sorriso e un’espressione furba.
“non chiamarmi così ti prego, non so perché quel tipo mi abbia affibbiato questo soprannome”
“beh, è carino!”
“ci sono nomignoli migliori…”
“intendevo lui, scema”
Paul mi da una lieve gomitata e io rido leggermente.
“non ci provare Paul, tu vedi malizia e doppi sensi da per tutto”
“dopo tutto quello che abbiamo passato, quello che hai passato ogni tanto viaggiare un po’ con la fantasia e prendere le cose alla leggera dovrebbe farci solo bene, non credi?”
Il mio sguardo si fa basso. Paul ha ragione. Dovremmo tutti prenderci una bella vacanza mentale da quello che è successo negli ultimi mesi. Mi sento in colpa se penso che tutto è stato a causa mia. Lui si accorge di avermi turbata e con un balzo salta in piedi porgendomi la mano.
“ero venuto qui per un motivo, mia cara vicina”
Dice a denti stretti con un sorriso che nasconde qualcosa.
“quando fai così c’è sotto qualcosa Paul…”
Lo guardo dubbiosa prima di ricevere in piena faccia un blocco di fogli.
“cosa?”
“so che sei un po’ con la testa tra le nuvole, ma domani inizia il corso di teatro e ti ho portato del materiale che mi ha consegnato il professor Blacky”
Prendo il plico in mano dando un’occhiata a qualche pagina. Un copione.
“Otello… sta scherzando?”
Perché ho un brutto presentimento?
“ sai com’è il prof… ogni tanto ha delle idee un po’ bizzarre! Prova a darci un’occhiata quando puoi”
Non mi accorgo che non siamo più soli in camera, ma Paul abbassa improvvisamente gli occhi diventando un po’ rosso, rivolgo il mio sguardi in direzione della porta notando che non molto distante da me accanto a mia sorella che fa timidamente capolino dalla porta c’è una signora molto più grande di me. Indossa un cappellino di paglia bianco con due rose color panna al lato destro, con due occhi color ghiaccio che mi fissano con fare indagatore, il suo indice rivestito da un guanto di pizzo che mi indica mette in risalto l’intera figura sobria e primaverile che corrisponde alla mia “adorata” nonnina. Paul si alza in piedi, restando immobile vicino al letto. Guardo velocemente Sam, che con un sorriso tirato mi consiglia di salutare la nonna.
“ciao nonna!”
Dico avvicinandomi cautamente fingendo un eccessivo entusiasmo.
Lei scruta prima me, poi Paul, borbotta qualcosa fra sé e muovendo le labbra scarlatte mi chiede
“Christine, chi è questo giovanotto?”
Cerco di nascondere l’irritazione causata dai suoi modi altezzosi e arroganti di fare con le persone.
Paul preso dal panico si gratta il capo con fare nervoso e balbettando qualcosa senza senso cerca di presentarsi.
“Dafne”
Dice la megera interrompendo il suo blaterare.
“potremmo spostarci tutti in salotto”
Suggerisce Sam.
Quando lei e mia nonna escono dalla camera, guardo Paul
“torno a casa!”
Esclama prendendo le sue cosein fretta e furia precipitandosi verso l’uscita.
Divertita un po’ lo seguo e una volta alla porta mi sussurra
“buona fortuna”
Lasciandomi un bacio sulla guancia.
Chiudo la porta sospirando sentendo nel mentre un “ahi”.
Mi guardo intorno, ma oltre a Dafne e Sam non c’è nessuno nei paraggi.
Avanzo un passo e accenno il secondo quando qualcuno bussa alla porta. Guardo dallo spioncino scoprendo un dolorante Frank grattarsi il naso.
“ma… che ci fai qui?”
Chiedo aprendo la porta.
“Buona domenica anche a te caschetto”
Dice continuando a massaggiarsi il naso. Solo ora collego che probabilmente il suo “ahi” era la conseguenza di avergli sbattuto la porta in faccia. Certo che non riesco proprio ad essere gentile con questo ragazzo.
“scusa, ma che ci fai qui?”
Apre la porta quel tanto per entrare anche se nessuno l’ha invitato.
“hai da fare?”
Chiede guardandosi intorno incuriosito.
“ehm, scusami tanto ma che ci fai qui?”
Che modi sono? Anche se un po’ la situazione è assurda mi fa quasi piacere vederlo a casa mia.
“beh, oggi non c’è scuola e fuori c’è un bel sole, pensavo che potevamo fare due passi!”
Noto solo ora che ha un pallone da basket che palleggia tra i palmi.
“vorresti giocare a basket?”
Chiedo incredula.
“beh, credimi se ti dico che è quel che ti serve!”
Sembra convinto di quel che dice, anche se ha scelto il momento meno adatto.
“ora avrei da fare, c’è mia nonna in visita”
“CHRIS!”
Urla mia sorella con una faccia esasperata venendo meccanicamente verso di me, mentre Dafne ispeziona le mensole del soggiorno.
“Sam, ma ch-“
Mi prende per le spalle scuotendomi
“non ce la faccio più, quella donna è insopportabile! Ha criticato il colore delle tende che non si intona con i petali dei tulipani! Capisci, non si intonano ai tulipani!”
La guardo sgomenta, poi guardo Frank che guarda entrambe divertito. Ovviamente devo sempre presentare agli altri il lato peggiore di me.
“ci penso io”
Sussurra facendomi l’occhiolino e passandomi il pallone. Ma che ha in mente?
Sam ancora aggrappata a me con le lacrime ali occhi mi trascina in soggiorno, dove Frank sta parlando con Dafne.
“che ne dice di un tea caldo? Con questo tempo meraviglioso, bisognerebbe lasciarsi andare a qualche elegante piacere”
Sia io che Sam siam basite. Che cosa vorrebbe fare esattamente?
Siamo pronte a vedere nonna mandarlo a quel paese con una delle sue solite risposte, e invece sorprendentemente lei sorride e si mette a sedere piacevolmente colpita.
Frank mi sorride e io improvvisamente mi sento avvampare.
“Sam, si potrebbe avere un po’ di tea?”
Chiede gentilmente a mia sorella mentre io resto immobile guardando la scenetta inverosimile.
Bussano nuovamente alla porta, così mi limito ad andare ad aprire.
“Chris, stai bene?”
Guardo Mandy interrogativa.
“direi di sì, perché?”
Lei cerca nello zaino qualcosa e dopo un po’ tra le sue mani fa capolino un cellulare.
“Paul mi ha solo detto che c’era un mostro terribile a casa tua”
Mostro orribile? Sarebbe mia nonna?
Rido nervosamente. Oh, caro vicino Paul.
“c’è solo mia nonna in visita. Ora è in soggiorno che parla con Frank”
“Frank? Il ragazzo nuovo?”
“ti prego non lasciarmi da sola con loro! Sam sta dando fuori di testa e Frank e Dafne fanno comunella con discorsi improbabili in salotto! Resta anche tu!”
Dico a denti stretti tirandola in casa.
Dafne sporge la testa per vedere che succede.
Spingo Mandy in salotto presentandola. So che in questo momento probabilmente vorrebbe uccidermi, ma mi appello al concetto di sacra amicizia.
Lei si siede su una poltrona accanto alla finestra, mentre Sam serve il tea e Frank tiene banco in modo da renderla mansueta. Dopo poco arrivano anche George e Michelle e finalmente l’attenzione si catalizza sulla piccola, che sembra ben lieta di ricevere tante attenzioni da tutte, ma che per istinto , probabilmente tramandato da Sam, guarda con poca convinzione Dafne e non sembra apprezzare molto la sua compagnia.
Fortunatamente la mattinata passa in modo abbastanza scorrevole senza troppi intoppi e momenti imbarazzanti, e devo ringraziare soprattutto Mandy e Frank che sembrano, ognuno a modo loro, tirar fuori le virtù sociali e più o meno sopportabili di mia nonna. Alla fine, sono riuscita a far tornare Paul a casa, visto che Sam ha organizzato un pranzetto, se così si può definire l’infinità di cibo che ha preparato, invitando tutti. Durante il pranzo certo Paul non ha potuto evitare di tenere a freno la sua ilarità regalandoci delle scenette comiche che sembra anche l’impenetrabile Dafne ha leggermente apprezzato.
“bene caschetto, direi che ora possiamo fare una partita, me la devi!”
Alzo gli occhi al cielo, mentre Paul appoggia l’idea di Frank entusiasta. Da quando gli piace lo sport? Sorrido leggermente, alla fine Frank ha ragione, se non fosse stato per i miei amici sarebbe stata una giornata tutt’altro che piacevole! Sam non è attrezzata per sostenere un’improvvisata partita a basket, ma Paul si, perciò ci spostiamo a casa del mio vicino con sorpresa gradita della sua famiglia.
“Pronti?”
Chiede Frank deciso.
Mandy mi lancia un’occhiata un po’ preoccupata, anche lei come me non è proprio predisposta allo sport, ma annuisce lo stesso.
Frank mi lancia la palla, deduco quindi che sia il mio compagno di squadra, così cerco di mirare al canestro colpendo il lampione al lato opposto.
“devo leggermente migliorare la mira”
Ridacchio imbarazzata. Noto che Frank mi guarda. Ciò mi mette in soggezione per un momento. Faccio finta di nulla e mi sposto vicino a Mandy.
Giochiamo per un’ora, che devo dire vola. Frank ha provato a farmi vedere la posizione corretta per lanciare la palla, i movimenti del gomito e del polso, insomma ci sa fare, anche se la sua vicinanza mi ha un po’ turbata.
È ormai pomeriggio inoltrato quando saluto Mandy e Paul. Dafne è in partenza per una crociera tra amiche, devo ammettere che mi ha fatto piacere vederla e scoprire che non è così rigida come vuol far vedere. Saluta con mille riverenze Frank che dal suo canto risponde farcendo frasi di complimenti e cose senza senso, ma sembra scatenare la gentilezza della donna. Alla fine accompagno anche lui alla porta.
“posso affermare che la partita ti ha fatto bene, sembri più serena”
Lo guardo perplessa. In effetti è vero, mi sento più leggera e tranquilla. Lo aveva detto che mi sarebbe servito giocare, anche se ho capito solo ora lo scopo. Scaricare lo stress e la negatività assieme ai miei amici.
“sì”
Mi limito a dire sorridendo. Lui ricambia e con un cenno mi saluta andando via.
Chiudo la porta sospirando, questa volta per la bella giornata passata assieme alla mia famiglia e alle persone per me importanti. È da tanto che non capitava un’occasione simile, avevo dimenticato come si può stare bene con le persone che si amano dimenticandosi ogni tanto di quello che in questo mondo non va. Il mio sguardo vaga indifferente per l’ingresso mentre penso, per poi soffermarsi sul pallone da basket.
Frank l’avrà dimenticato, penso distrattamente prendendolo in mano.
Ecco che infatti suonano alla porta e pronta apro.
“so già per cosa sei tornato! Il pal-“
Il pallone mi cade dalle mani rotolando per qualche metro.
Tutto si ferma. Tutto smette di esistere.
Due occhi grigi, quelli che non pensavo di rivedere più. Due occhi grigi che mi fissano.
“Nigel” |
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Capitolo 46 *** Capitolo XL - Voci Ovattate ***
Non credo di riuscire più a formulare una frase. Il mio cervello è completamente in tilt. Lui è qui, davanti ai miei occhi che mi fissa, impassibile. Nigel.
Nigel è tornato? Perché è venuto qui?
Non so cosa dovrei fare o come comportarmi. Non sono nemmeno certa di dover fare o meno qualcosa. Lui se ne sta li fermo a guardarmi senza far nulla. Perché è tornato? Perché è qui? Ho mille perché al momento che mi ronzano intorno e un senso di nausea improvvisamente mi assale.
Le gambe cedono e io mi lascio cadere senza ritegno.
“ehi, stai bene?”
Frank è a qualche metro di distanza da Nigel alle sue spalle. Con noncuranza si protrae verso di me porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi.
Come un automa afferro la sua mano e mi rimetto in piedi, guardo per terra localizzando il pallone e dopo essermi chinata a prenderlo glielo porgo sussurrando un flebile grazie.
Lui sembra non capire e un po’ contrariato capisce che non è il caso di trattenersi li a lungo.
Deglutisco, riprendendo a guardare Nigel che in tutto ciò si è limitato a stare in silenzio e fermo.
Mi concentro sul respiro e fortunatamente riesco a calmarmi quel poco che basta per parlare.
“perché sei qui?”
Chiedo cercando di sostenere un tono impassibile, ma la voce mi tradisce e si può ben distinguere un tremolio di sottofondo.
“so che non vuoi vedermi”
La sua voce. È assurdo il modo in cui la sua voce mi spiazzi, non ho mai dimenticato il suo suono, ma mi ero rassegnata e convinta che non l’avrei sentita mai più.
“volevo dirti che mi fermo in città per un po’, ho delle questioni in sospeso da risolvere”
Continua lui con tono neutro.
“demoni?”
Chiedo stizzita portando le mani al petto in segno di chiusura. Non cambierà mai nulla con lui, ormai non posso aspettarmi altro.
“Chris…”
“no, non voglio saperlo”
Urlo quasi. Non voglio più saperne nulla di storie di demoni e faccende simili. Ho messo a rischio i miei cari e le persone che amo per stupida curiosità, ora sto iniziando a lasciarmi tutto alle spalle e voglio che sia così. Non sarà di certo il suo ritorno a farmi mandare all’aria tutto, ancora. Ci siamo a malapena ripresi. Io non so nemmeno più se sto bene. Non voglio sapere più nulla di quel che lo riguarda.
“ho pensato e creduto corretto avvisarti, tutto qui”
Sospiro. Lo guardo nuovamente restando in silenzio.
“tu, io ti trovo bene”
Avanza un passo verso me e io di riflesso indietreggio.
“sto ricominciando”
“ho visto”
Dice accennando a Frank probabilmente.
“tornerai a scuola?”
“probabilmente si”
Ergo, non posso evitarlo più di tanto.
“Chris, ce la farai?”
Devo farcela per forza a sostenerlo. Non posso rischiare ancora una volta di schiacciare la mia vita per lui. Non posso più permettermelo. Sono responsabile nche di altre vite oltre alla mia.
“devo”
Sussurro prima di chiudermi in casa.
Sam, George e Michelle sono in salotto. Il ritratto della famiglia felice. Michelle sgambetta sulle gambe di Sam che viene amorevolmente abbracciata da suo marito. Vorrei restare a guardarli, ma mi sento incredibilmente sporca e impura. È come se avessi il potere di inquinare questo bel momento, così decido di salire in camera mia. Sto bene attenta a chiudere la porta a chiave. Respiro profondamente e una volta aperto l’armadio ficco la testa nel primo cappotto che trovo e urlo più che posso.
Dannato! Perché sei tornato? Mi lascio andare ad un leggero pianto chiudendomi nell’armadio fin quando non riesco a calmarmi. Non posso farmi vedere debole ora, non ora che c’è lui.
La mattina arriva presto e i miei occhi non hanno riposato abbastanza. Mi preparo contro voglia e con un senso di pessimismo mi avvio in cucina dove contrariamente c’è Sam che sprizza energia e entusiasmo.
“che faccia da funerale Chris, un po’ di entusiasmo! Va a nutrire la tua sete di conoscenza!”
Le accenno un sorriso e dopo aver salutato Michelle che gioca con la pappetta aspetto Paul al cancello.
“tutto bene Chris?”
Mi chiede una volta arrivato.
Non so se raccontargli o meno dell’incontro di ieri sera, ma al momento vorrei non pensarci.
“cristallino”
Dico con poco entusiasmo.
“sei riuscita a leggere qualcosa della sceneggiatura?”
Rispondo in modo negativo, battendo il piede per terra nervosamente. Non riesco proprio a star calma stamattina.
Il bus arriva presto e io e Paul ci affrettiamo a salirci. Frank ci fa un cenno con la mano prima di invitarci a sedere accanto a lui. Spero che non dica nulla di quello che ha visto ieri. Sinceramente non so come potrebbe prenderla Paul se sapesse che Nigel è tornato. Non credo che sia ancora tra le sue grazie dopo quello che ci ha fatto passare, ma lui più di chiunque altro è rimasto ferito anche dalle mie omesse verità. Quando ho dovuto scegliere, ho preferito Nigel ai miei amici e nonostante li abbia messi in pericolo più di una volta loro mi sono sempre stati accanto, pronti in qualunque momento a sostenermi e confortarmi e questo non lo dimenticherò mai.
“ehi, Chris, tutto bene?”
Mi chiede Frank una volta preso posto accanto a lui.
“sì”
“perché? Che succede?”
Chiede Paul. Sorrido forzatamente.
“ma nulla, ieri ho dimenticato il pallone da Chris e-“
“ed è tornato a riprenderlo, ero un po’ stanca, tutto qui!”
Mi affretto a chiudere il discorso e Frank sembra aver capito che non voglio che Paul e che in generale si approfondisca il discorso.
Una volta arrivati a scuola Paul si affretta a scendere e correre da Mandy che ci aspetta all’ingresso, mentre Frank mi mette una mano sulla spalla facendomi fermare.
“Chris, non voglio sembrare invadente, ma sembravi un po’ spaventata ieri con quel tipo, sicuro che va tutto bene?”
“si, è solo che non vedevo quella persona da un po’”
Frank mi guarda ancora in quel modo che mi mette a disagio e poi mi incita ad entrare a scuola.
Non so se Nigel ci sarà o meno, ma sono comunque guardinga e sinceramente non voglio che Paul e Mandy abbiano a che fare con lui.
Sono più guardinga del solito e procedo a grandi passi davanti ai miei amici per scovare il dannato Nigel nei paraggi.
“Chris, sicura di stare bene? Sembri più strana del solito oggi!”
Afferma Mandy pensierosa.
“già, sembra quasi che stai cercando qualcuno!”
Interviene Paul che mi guarda con un sorrisino malizioso.
“che intendi dire?”
Chiedo guardinga.
“così ieri Frank ha dimenticato il pallone da te, che cosa è successo esattamente?”
Il suo tono malizioso non mi piace nemmeno un po’. Lo guardo con un’espressione piatta e ovvia.
“gli ho restituito il pallone ed è tornato a casa, non è successo nulla di tutto ciò che il tuo cervello ha potuto elaborare, mi spiace molto!”
Dico sorridendo soddisfatta.
“oh, aspettate, se non ho capito male a te Chris, interessa Frank?”
Chiede con fare del tutto genuino e innocente Mandy, ma la sua domanda del tutto fuori luogo mi mette in imbarazzo.
“si può sapere che ti salta in mente? Non credere a tutte le sciocchezze che ti rifila Paul!”
Fortunatamente entrambi sono di buon umore, almeno sarà più facile distrarli.
La prima ora è proprio la lezione del professor Blacky. Sono davvero curiosa di sapere che cosa ha in mente quell’uomo con questo corso di teatro.
“così frequenti un tipo?”
Riconosco la sua voce in un sussurro nelle mie orecchie. Mi giro allarmata e me mi ritrovo davanti Nigel.
“oh…”
Non riesco a parlare, mi è decisamente troppo vicino. Paul e Mandy sono ancora nelle vicinanze e io non voglio rischiare incontri poco piacevoli, così lo spingo dentro il bagno delle ragazze chiudendo la porta alle mie spalle. Controllo velocemente che non ci sia nessuno e finalmente sospiro.
“si può sapere che ti prende?”
Chiede lui mettendosi le mani in tasca.
“non voglio che ti vedano nei paraggi”
Dico distratta più dal pensiero che possono scoprirci che dal realizzare che sono assieme a Nigel.
“Chris”
Alita piazzandosi davanti a me accarezzandomi con fare naturale. Per qualche istante mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, quando ero serena accanto a lui e le cose andavano per il meglio. quando potevo ancora fidarmi di Nigel.
“eh?”
Chiedo inebetita dalla scia dei miei pensieri, indietreggiando istintivamente con un balzo.
“mh, sei ancora spaventata da me. Credo sia normale”
Dice tra sè, abbassando lo sguardo facendo poi un mezzo sorriso amareggiato.
Il mio cuore batte all’impazzata e mi si ferma il respiro. Che significa tutto ciò?
Si avvicina ancora e io sono spalle al muro, lui mette una mano sul muro accanto alla mia testa guardandomi intensamente.
“mi sei mancata!”
Esclama abbracciandomi. Io non riesco a muovermi, sotto shock. Inizio a piangere senza rendermene conto. Io non posso far finta che non sia successo nulla. Non posso cancellare il passato.
Mi prende il viso tra le mani sciogliendo la sua presa quel che basta e si avvicina baciandomi lievemente.
Si allontana di qualche passo e dopo avermi guardato un’ultima volta va via.
Mi lascio scivolare sulla parete accasciandomi per terra. Mi tocco le labbra incredula.
Cosa è appena successo? Ho completamente staccato il cervello. Nigel mi ha baciata. Nigel è tornato in città, Nigel è venuto ieri a casa, Nigel mi ha baciata. Ho una gran voglia di urlare. Il respiro si fa affannoso e inizio a piangere in modo isterico.
Quando finalmente mi calmo cerco di darmi un’aria decente ed esco dal bagno. Non posso farmi vedere così dai miei amici e la lezione del professor Blacky sarà già iniziata, così decido di nascondermi in biblioteca.
Cerco un posto abbastanza isolato dove sedermi a meditare e magari mettere fine all’uragano di caos che si è formato nella mia mente.
“Caschetto!”
Esclama l’unica persona che mi chiama così da uno degli scaffali.
Mi volto lentamente, nella sua direzione. È intento a prendere dei libri, ne ha già cinque in mano e sembrano delle letture impegnate visto l’enormità dei tomi.
“ehi, tutto ok?”
Mi guarda un po’ preoccupato e so che non posso nascondere quello che la mia faccia palesa senza pudore.
“sì”
Provo a mentire.
“quella non è propriamente una faccia che sta bene, ma se è quello che vuoi raccontare fa pure”
Dice strizzando l’occhio.
Mi siedo sulla moquette appoggiando la schiena ad uno scaffale accanto a Frank.
“questo poso è sempre così tranquillo, non pensi?”
Chiedo guardandolo appena.
“direi, siamo in una biblioteca!”
Sbuffo leggermente
“non intendevo in quel senso, ogni volta che varco quella soglia mi sembra di lasciare fuori tutti i problemi e le preoccupazioni. Come se qui non fossero ammessi, qui regnano i libri e la tranquillità. Ecco perché credo di esser venuta qui, tutto sembra ovattato. Come se fossimo in una dimensione diversa”
Ridacchio leggermente tra me pensando come a volte mi lascio trasportare da pensieri strani.
“teoria interessante”
Dice Frank sedendosi accanto a me.
“da come parli sembra che tu ne abbia un po’”
Annuisco leggermente volgendo lo sguardo davanti a me e senza accorgermene inizio a giocare nervosamente con le mani.
“forse ti ci vuole una partita a basket…”
Sorrido.
“Credo di sì”
Non so come ha fatto, ma Frank mi ha tranquillizzata parecchio. Poggio la testa sulla sua spalla e chiudo gli occhi. Restiamo entrambi in silenzio e forse per la prima volta mi sento del tutto sicura accanto ad una persona.
“ehi, caschetto!”
“mh…”
“ehi!”
Apro gli occhi infastidita da quel nomignolo. Che succede?
“stavo dormendo così bene”
Mi lamento sbadigliando.
“questo l’ho notato!”
Esclama divertito.
Mi rendo conto pian piano di essermi addormentata qui in biblioteca accanto a Frank e mi sento avvampare.
“oh…”
Lui percepisce che ho elaborato il tutto solo ora e ripete ironicamente il mio “oh”. Si alza in piedi e aiuta me.
“sei proprio carina quando dormi!”
Dice stiracchiandosi dandomi le spalle. Resto un po’ basita, ma sembra che più che un complimento sia una presa in giro.
Rispondo con una linguaccia stizzita
“comunque se vuoi parlarne, di quello che ronza nella tua testaccia… beh, io ci sono!”
Dice raccogliendo i libri e andando via.
Che strano tipo. Anche se devo ammettere che grazie a lui mi son sentita decisamente meglio.
“che fine hai fatto stamattina?”
Chiede Paul sputandomi quasi mezzo panino in faccia.
Mandy mi passa gentilmente un kleenex con cui cerco di togliermi il cibo di dosso.
“sono andata in biblioteca e mi sono addormentata”
Paul mi guarda con ovvietà e riprende a mangiare.
“credo che tu sia l’unica persona al mondo capace di addormentarsi ovunque”
Interviene Frank prendendo posto accanto a noi.
“ragazzi non indovinerete mai chi ho visto questa mattina!”
Esclama a denti stretti Jake
Lo guardiamo tutti interrogativi. Spero non sia quel che penso.
“mi è sembrato di vedere Nigel”
Afferma, e al pronunciare il suo nome scatto in piedi come una molla.
“Chris…”
Sussurra Frank. Tutti mi guardano preoccupati.
Stringo i pugni, serro i denti e mi impongo di sedermi.
“va bene”
Sussurro per tranquillizzare gli altri. Tutti riprendono posto e nel baccano generale che regna nella mensa, nel nostro tavolo aleggia un tombale silenzio.
Le lezioni sono finite. Voglio tornare a casa e cercare di capire cosa sta succedendo.
“Caschetto, vuoi fare due passi?”
Frank cerca di accennare un sorriso che gli viene abbastanza male. È gentile da parte sua, so che è solo preoccupato. Lui non conosce tutta la storia, anzi credo che non sappia assolutamente nulla, ma dalla mia reazione e quella degli altri probabilmente ha capito che non è nulla di leggero.
“grazie, ma preferisco tornare da sola”
Lo saluto e m’incammino verso casa.
Cosa devo fare ora? Non posso lasciare che gli eventi accadano a caso, devo prendere una posizione ferrea e mantenerla. Solo che al momento non credo di esserne in grado. Un passo alla volta, devo ponderare ogni decisione.
Qualcuno mi si para davanti, alzo lo sguardo sapendo già chi è. Mi lancia uno sguardo complice e senza smettere di camminare s’incammina con me in silenzio. |
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Capitolo 47 *** Capitolo XLI- Spuntino di Mezzanotte ***
Nigel cammina silenziosamente al mio fianco e assieme arriviamo davanti al viale alberato che porta a casa sua.
“qualcuno ti ha visto a scuola”
Sussurro continuando con sguardo basso a seguire i miei piedi.
“è normale, per quanto tu voglia evitarlo, stai solo ritardando l’incontro con i tuoi amici”
Risponde pacato lui.
Mi focalizzo sui pochi meri che ci separano dalla sua casa senza rispondere. Alla fine ha ragione, sto solo rimandando. Non so come affrontare la situazione, alla fine sono io la responsabile di tutto.
Apre con un sonoro scricchiolio la porta d’ingresso rivelando un’abitazione polverosa e non abitata più da tempo. I vari mobili e le varie sculture sono coperte da lunghi lenzuoli bianchi, sembra tutto così diverso, mi fa impressione vedere questo ingresso, ed immagino il resto della casa, così spoglio e freddo.
“è un po’ diversa”
Dice con un sorriso facendomi cenno di entrare.
Avanzo con fare timoroso mettendomi accanto all’enorme camino ormai impolverato. Sfioro il marmo bianco e freddo che mi fa leggermente sussultare. Nigel si piazza davanti a me, si mette le mani in tasca e si guarda i piedi.
“perché sei tornato?”
Chiedo cercando di impormi una ferrea calma.
“te l’ho detto, ho delle questioni in sospeso”
Risponde glaciale lui senza alzare lo sguardo.
“perché siamo qui?”
“reputo che sia un posto almeno al momento sicuro”
“per? Cosa ho a che fare io con questa storia?”
Lui avrà delle cose da fare, ma questo non vuol dire che ciò mi riguarda. Ho chiuso con storie di demoni.
“sei tu il punto focale di questa storia. Credi che Gabriel e Rancine ti abbiano rapita per noia?”
A sentire quei nomi mi si forma un groppo in gola molto pesante da mandare giù, ma faccio appello alla mia pazienza e con un leggero sospiro mi appoggio un po’ di più al marmo.
“Devora aveva ragione, gli harab non attaccano gli umani così imprudentemente, inoltre è statolo Spirol ad attaccarti, Geremy era qui per te, io ho fatto la mia buona parte non allontanandoti subito”
Mette una mano su una poltrona coperta da un lenzuolo e alza lo sguardo fissandomi intensamente.
“cosa vuol dire tutto ciò?”
Chiedo timorosa della risposta.
“che cercheranno di ucciderti in tutti i modi, tu hai qualcosa che loro vogliono”
“che cosa?”
“non lo so, ma dobbiamo capirlo il prima possibile!”
“dobbiamo?”
Avanza qualche passo verso di me, vorrei indietreggiare, ma sono spalle al muro. Complimenti Chris, sai sempre come metterti nei guai più di quanto non lo sei già!
“se vuoi fare da sola accomodati pure”
Mista offrendo il suo aiuto? Forse si sente in colpa per quello che è successo e sta cercando di rimediare, ma io non so se posso fidarmi ancora di lui. E non so nemmeno come la prenderebbero i miei amici, se ancora amici potrò chiamarli dopo aver detto loro di questa situazione. Non posso mentire anche questa volta, per colpa delle mie bugie li ho messi più volte in pericolo e non è giusto.
“cosa succederà?”
Chiedo sapendo già che non ho alternative se non quella di avere Nigel dalla mia parte.
“tutto quello che puoi fare al momento è non fare cose stupide, al resto ci penso io, ma qualsiasi cosa, qualsiasi movimento sospetto, qualcosa di strano, non esitare a chiamarmi Chris!”
Sospiro irritata. Non voglio dipendere da lui, non voglio sentirmi in debito con Nigel.
“posso andare ora?”
Mi gira la testa dopo tutte queste informazioni che sinceramente avrei volentieri fatto a meno di sentire. Voglio solo andarmene a casa, lontana da questo posto e lontana da lui.
Mi fa un cenno col capo e con la mano mi indica gentilmente l’uscita, che già conosco.
Cammino a passo svelto ma so che lui è dietro di me, non voglio parlargli, mi concentro sul pensare al Nigel che mi segue come ad un passante che per coincidenza fa la mia stessa strada e a lui sembra andar bene come cosa, non esita a starmi lontano quel che basta e non accenna a voler fare conversazione.
“puoi andare, sono arrivata”
Dico con tono piatto.
“ci vediamo domani”
Risponde lui prima di andar via.
Chiudo la porta di casa un po’ troppo energicamente, tanto che Sam si affaccia dalla cucina guardandomi un po’ preoccupata.
“ehi, va tutto bene?”
La raggiungo togliendomi la giacca
“scusami, sono solo stanca e un po’ nervosa, il corso di teatro non mi entusiasma più di tanto”
Dico giocando con Michelle che ride nel vedermi. Almeno qualcuno è felice della mia presenza.
Chiacchiero con Sam del più e del meno, poi esco in giardino. Mi sento oppressa ed ho bisogno di prendere un po’ d’aria.
“che fine hai fatto oggi?”
Vedo spuntare Paul dalle siepi. Mi sorride e si avvicina.
“avevo delle commissioni da fare e sono andata via”
Annuisce mettendosi a sedere sui gradini della veranda.
“che ne pensi di quello che ha detto oggi a pranzo Jake? Credi che sia veramente tornato?”
Sento lo stomaco attorcigliarsi. Come faccio a dirgli che Jake ha esattamente ragione e che io gli sto nascondendo tutto?
“Chris, se ne avrai voglia di parlare prima o poi, hai un vicino su cui puoi contare”
Sembra imbarazzato mentre parla, ma sorride incoraggiante e io mi limito ad appoggiare la testa sulla sua spalla, senza dire nulla.
Per stasera non voglio più riprendere l’argomento Nigel e voglio per quanto possibile non pensarci, anche se devo ancora metabolizzare tutto.
Purtroppo la notte non trascorre in modo piacevole, continuo a rigirarmi nel letto sempre più nervosa. Decido di alzarmi e bere un po’ d’acqua, magari poi riuscirò a dormire.
Cerco di fare meno rumore possibile, e vado in cucina.
Apro il frigo e colta da un leggero languorino ispeziono ripiano dopo ripiano cercando qualcosa da mettere sotto i denti. Trovo dei cetrioli e del formaggio, così decido di farmi un sandwich. La luce del frigo illumina quel che basta per preparare il mio spuntino, così non dovrò accendere la luce.
Mi muovo piano e incerta sui passi da fare, prendo un coltello per il formaggio dalla cassettiera e mi viene quasi un infarto quando la luce del frigo viene parzialmente oscurata da una sagoma.
Impugno il coltello con più decisione e cerco senza grandi risultati di mettere a fuoco la figura che ho davanti. Potrebbe essere un demone? Uno spirito? Un ladro?
“spuntino di mezzanotte?”
Chiede in modo sarcastico la persona che dal timbro di voce riconosco essere Nigel.
Sospiro sollevata e richiudo il cassettone coi coltelli.
“mi hai spaventata!”
Dico in un sussurro leggermente isterico
“non era mia intenzione, scusami”
Sorride un po’ e si avvicina al tavolo.
“si può sapere che ci fai qui in piena notte?”
“ti controllavo!”
Addento il panino riscoprendomi più affamata del dovuto.
“sto bene”
Rispondo masticando.
Ora lo vedo bene e sorride divertito.
Mesi fa sarebbe stata una situazione “normale” trovarmelo qui in casa nel cuore della notte, forse ne sarei stata anche contenta. Decido per questa sera di smetterla con la difensiva e cercare di essere un po’ più gentile nei suoi confronti.
“ne vuoi uno?”
Chiedo indicando tutti gli ingredienti sul tavolo.
Lui per tutta risposta fa il giro del tavolo, arrivandomi alle spalle prendendo un pezzo del mio sandwich. Lo porta alle labbra e lo mangia. Mastica per un po’ con aria pensierosa, ma ironica al contempo. Con fare naturale mi cinge un fianco e annuisce.
“davvero buono!”
Esclama sorridendomi ed io per un momento ricambio, come se fosse tutto così semplice.
Cerco di tornare alla realtà e liberandomi dalla sua mano mi accingo a prepararne un altro. Lui resta in silenzio poggiando i gomiti sul tavolo e guardandomi incuriosito.
“nessuno ti ha mai preparato un sandwich?”
Chiedo senza guardarlo mentre spalmo una generosa dose di formaggio su una fetta di pane.
“direi proprio di no, ma è ottimo!”
Dice lui affondando un dito nel barattolo delle acciughe.
Se ne porta una alla bocca e la divora goloso.
“tieni!”
Gli porgo il panino e mi siedo sul bordo del tavolo, stuzzicando ancora qualcosina.
Lui si fa vicino continuando a mangiare con gusto.
“assaggia questo!”
Mi mette davanti al naso un po’ di carne secca inzuppata nel formaggio.
Lo assaggio sporcandomi il viso, visto l’esagerato strato di crema che Nigel ci ha messo sopra e rido leggermente.
Lui è più veloce di me a prendere un fazzolettino per pulirmi. Ha un’aria serena e rilassata mentre mi pulisce il viso. La sua mano si ferma e per un’istante si lascia andare e mi accarezza la guancia.
So che tutto questo è terribilmente sbagliato, ma al momento questa situazione mi fa sentire più serena i quanto non lo sia stata in questi ultimi mesi.
Entrambi ci guardiamo negli occhi, ma non mi sembra il caso di andare avanti, così mi sforzo di allontanare la sua mano con la mia lasciando comunque le dita intrecciate sul tavolo. Lui sembra capire e non insiste.
“dovresti andare a letto”
Annuisco, ma l’idea di continuare a rigirarmi tutta la notte non mi entusiasma nemmeno un po’.
Metto tutto in ordine prima di salire in camera, Nigel mi ha aiutata a ripulire le tracce della nostra improvvisa fame notturna in silenzio, ma con fare molto rapido.
Lui è sull’uscio della porta, sembra in attesa di istruzioni.
“allora buona notte”
Fa per afferrare la maniglia e qualcosa in me scatta.
Non voglio che questa notte finisca così, non so perché, ma la domanda viene pronunciata dalle mie labbra in modo istintivo.
“Nigel, potresti rimanere con me?”
Lui annuisce e silenziosamente mi segue in camera.
Non so bene cosa sto facendo, ma al momento voglio solo riposare.
Mi metto a letto e lui spostando le lenzuola si mette al mio fianco.
Mi fa appoggiare sul suo petto e io come una bambina mi rannicchio accanto a lui portandomi sulle spalle il lenzuolo.
Non dico nulla e lascio che il silenzio mi culli, fin quando non mi addormento.
Mi sveglio presto, più riposata del solito, ma non del tutto in forma. Apro gli occhi lentamente, notando che fuori il sole fa un timido capolino all’orizzonte. Nigel non c’è e non mi aspettavo certo di trovarlo ancora qui. Mi preparo con calma e all’ora esatta mi faccio trovare sul viale aspettando Paul e il bus.
“buongiorno vicina!”
Esclama solare sistemandosi il colletto della camicia.
“ciao Paul!”
L’autobus arriva dopo qualche minuto e come la mattina precedente c’è Frank seduto al solito posto intento a canticchiare un motivetto.
“ragazzi! Pronti per una nuovo giornata?”
Chiede entusiasta.
Come fa ad avere tutta questa energia di prima mattina?
A scuola c’è un gran mormorio e non appena metto piede fuori dal bus, mi rendo conto che tutta la tensione a cui non avevo dato peso ora mi schiaccia come un masso di centinaia di tonnellate al pensiero di vedere Nigel gironzolare nei corridoi, al pensiero di questa notte e alle parole che mi ha detto nel pomeriggio.
Non voglio che i miei amici pensino che sono completamente fuori di testa, anche se una buona parte di me lo è. Solo che non so esattamente come introdurre l’argomento ai miei amici, in più ora c’è Frank con noi e non voglio per nessun motivo che venga a sapere di questa storia. Meno persone sanno meglio è. Non voglio avere sulla coscienza anche la sua vita.
Fortunatamente per metà giornata non ho modo di stare con loro, avendo tutti dei corsi diversi, mi concedo una tregua mentale.
A pranzo come sempre siamo tutti attorno ad un tavolo.
Frank ci invita tutti fuori stasera per bere qualcosa e tutta la compagnia ne sembra entusiasta. In effetti è dal mio compleanno che non ci riuniamo tutti assieme per una serata tranquilla. Accetto volentieri anche io, prima di veder sfilare Nigel accanto a noi.
Attorno al tavolo cala il silenzio e anche il brusio assordante che regna in mensa sembra per un po’ attenuarsi.
“ragazzi è tornato…”
Cinguetta Jake del tutto ammaliato, prendendosi una gomitata da Pacey che cerca di riportarlo alla realtà. Lui mi guarda per qualche istante e poi con nonchalance va a prendere posto lontano da noi.
“Chris, tutto bene?”
Sento nel tono di Mandy un accenno di preoccupazione, ma mi limito ad annuire e riprendo a bere il mio succo di frutta in modo rumoroso.
Frank sembra accorgersi della leggera tensione creatasi e ricomincia a parlare della serata cercando di distogliere l’attenzione da me e da Nigel. Noto che Paul continua ad osservarlo con una strana espressione, ma poi anche lui si lascia coinvolgere da Frank a cui da man forte Pacey a cui non sembra importare più di tanto di quel che è successo. Lui non stravede per Nigel, quindi credo che vederlo così non possa che rendergli tutto più piacevole.
La sua presenza mi turba non poco, e appena finisco di mangiare quel poco che il mio stomaco si sforza di ingerire esco dalla mensa.
Mi dirigo in biblioteca, ora deserta e mi siedo per terra tra gli scaffali.
“tutto bene?”
Chiede una voce oltre uno scaffale. Mi sporgo per vedere di chi si tratta, ma ormai conosco la sua voce. Nigel è seduto per terra con un libro tra le mani.
“sì, avevo bisogno di cambiare aria”
Dico sospirando. Lo strano parallelismo relazionale che si sta creando con lui non so proprio come gestirlo.
“immagino che i tuoi amici non abbiano preso bene il mio arrivo”
Sussurra spostandosi accanto a me
“in realtà non ho detto ancora nulla, devo trovare il momento giusto”
Una vocina dentro di me urla a gran voce che sto sbagliando di grosso, che dovrei alzarmi e andare dritta dai miei amici e dire la verità, ma la ignoro volutamente e resto lì, seduta accanto a lui, che sembra comportarsi in modo naturale con me e io non so ancora come sia possibile, ma non mi sento più così a disagio. Forse sarà per la notte passata. Non lo so, al momento sto agendo completamente d’istinto.
Nigel mi prende la mano e gioca con le mie dita, non mi guarda e io non guardo lui.
“così stasera vai ad una festa?”
Sorrido leggermente
“non è una festa, è una tranquilla serata fra amici, mi farà bene”
Lui smette di giocare e lascia andare la mia mano. Si avvicina di più e io faccio lo stesso.
Restiamo in biblioteca per un po’, fin quando il vociare di altri studenti ci desta dal torpore e siamo quindi costretti ad allontanarci.
Torno a casa dopo le ultime lezioni spiegando a Sam dell’uscita che lei sembra approvare con entusiasmo. Mandy mi chiama nel pomeriggio per dirmi che la serata è stata spostata a casa di Frank e che suo padre si è gentilmente offerto di accompagnare sia me che Paul. Sembra così eccitata che stento a credere che sia la stessa Mandy timida e insicura che ho conosciuto appena arrivata qui.
“Vedrai ci sarà da divertirsi!”
Esclama entusiasta prima di chiudere la chiamata. |
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Capitolo 48 *** Capitolo XLII - Quartiere residenziale ***
Alle otto in punto sono fuori in veranda con Paul, sembra più eccitato del dovuto e non capisco il perché.
“Frank ha detto che ha invitato anche altre persone, sono proprio curioso di vedere di che si tratta!”
Esclama entusiasta. Io mi perdo nei colori del cielo. Sono contenta di passare del tempo con i miei amici, ma c’è una parte di me che vorrebbe vedere Nigel. Anche se so che questo non sarà possibile, perciò cerco di scacciare via quel piccolo desiderio altrimenti conoscendomi, finirei col rovinarmi la serata.
Un pick-up bianco si ferma dopo pochi minuti davanti al vialetto e una sorridente Mandy ci saluta dal finestrino facendoci poi cenno di salire. Il padre di Mandy, il signor Duane, è un uomo sulla quarantina. Ci saluta con un tenero sorriso, mentre i suoi occhi verdi si spostano da me a Paul entusiasti.
Come ci si aspetta da ogni genitore e come ha fatto Sam in precedenza con me, e credo anche la madre di Paul, ci raccomanda di fare attenzione ed essere coscienziosi questa sera.
La casa di Frank si trova nella zona residenziale della città, quando siamo ormai giunti è Paul ad indicarla.
Spalanco gli occhi nel vedere la sua abitazione. È una bellissima villa molto moderna, il giallo pastello di cui è dipinta alla luce dei lampioni assume delle tonalità più calde, mentre le foglie dell’albero di palma accarezzate dal vento sfiorano il cancello d’ingresso che sembra brillare d’argento giocando con la luce.
Salutiamo il signor Duane che, meravigliato quanto noi, ricambia il saluto distratto.
“ci siamo!”
Sospiro stringendo la giacca al petto.
Paul suona al citofono e la voce di Frank un po’ robotica ci da il benvenuto aprendo il cancello. Solo dopo qualche passo nel viale percepisco la musica che proviene dall’interno, Mandy mi strattona per la manica facendomi voltare e notare un gruppo di ragazzi a me sconosciuti che chiacchiera a bordo piscina.
“chi si fa una nuotata con me dopo?”
Chiede Frank spuntando alle nostre spalle. Ha in mano un bicchiere con dentro qualcosa di alcolico direi dal tanfo e ci saluta allegro.
“Caschetto, non pensavo saresti venuta!”
Dice scompigliandomi i capelli. Lo guardo interrogativa e senza elaborare la domanda lui mi spiega
“non sembravi molto convinta stamane, ma sono felice che tu sia venuta!”
Da una vigorosa pacca sulla spalla di Paul che ancora a bocca aperta scruta attorno l’enorme giardino.
“hai una casa…enorme!”
Frank ride e gli porge il drink che ha in mano. Poi ci fa accomodare in casa dove il volume della musica è decisamente più alto, vedo le labbra di Frank muoversi, ma non sento assolutamente nulla. Mi guardo intorno e vedo visi a me conosciuti. C’è Pacey e ci sono Jake e Ted che parlano in un angolo accanto alla scalinata principale.
“ciao ragazzi!”
Li saluto avvicinandomi con Mandy al mio fianco, credo che entrambe siamo un po’ spaesate.
“ehi ragazze!”
Pacey porge un bicchiere a Mandy che lo annusa non proprio convinta.
“manda giù!”
La incita lui e lei esegue finendo in due sorsi l’alcool.
“oh, vacci piano!”
Ridacchia Ted prendendole il bicchiere di mano.
“questa è roba forte”
Sorrido un po’, ho come l’impressione che siano tutti su di giri. Lascio Mandy con gli altri ed esploro la casa.
Vicino alla console c’è molta gente che balla, sono credo tutti studenti della mia scuola e mi meraviglio di come l’appena arrivato Frank possa avere così tante conoscenze.
Non voglio ballare, perciò evito quella parte della casa, mi sposto in soggiorno o quello che almeno doveva esserlo. Credo sia stato predisposto a zona relax con tante sedie tra i due divani in pelle dove qualcuno sembra intento a giocare a carte. Marta mi saluta con un cenno della mano, mentre l’altra tiene stretta la mano di un ragazzo. Sono i tipi di feste che piacciono a Ben e Megan, a Shelbyville ci andavo spesso e ogni volta mi sentivo fuori posto.
“cosa c’è caschetto? Non ti diverti?”
Alzo lo sguardo ritrovandomi Frank che si muove un po’ a ritmo di musica e che mi guarda con un leggero sorrisino.
“ehi”
Mi limito a dire. La festa sembra carina e poi sono appena arrivata.
Mi porge il drink senza dire nulla e anche se un po’ titubante lo accetto. Ne bevo un sorso disgustandomi di come mi bruci la gola.
“è buono, credimi!”
Urla un po’ lui per farsi sentire.
Annuisco e lo seguo mentre mi fa cenno di spostarci. Ci rechiamo in cucina dove la musica e l’aria densa del soggiorno non sembrano così imponenti.
“allora, come va?”
Mi chiede improvvisamente riempiendo un altro bicchiere.
“bene”
“ah, quindi sei sempre così rigida? Anche in contesti non scolastici?”
Chiede con fare superbo. Che vuole insinuare?
“guardati intorno, si divertono tutti!”
Indica Mandy leggermente rossa che sostiene una conversazione molto sentita con Pacey, per poi spostarsi a Paul che cerca in qualche modo di dare senso ai movimenti del suo corpo secondo la musica, ed infine tutti gli altri. Chi balla, chi ride, chi beve. Poi guarda me.
“e tu… “
Il modo in cui si è riferito a me sembra noioso, come per dire ehi, guardati attorno, lì c’è il divertimento e qui.. c’è Chris.
“vuoi dire che sono noiosa?”
Chiedo un po’ irritata. Lui sorride soddisfatto, come se questo fosse stato il suo scopo dall’inizio.
Se è una sfida che vuole l’avrà. Qualcosa scatta in me e un senso di rivalsa prende il sopravvento comandando il mio braccio a strappare di mano il drink che ha Frank.
“da qua!”
Dico prima di ingerire il tutto. Sento la gola in fiamme e il mio volto si contorce in un’espressione non proprio delle migliori.
“anche io so divertirmi!”
Giro i tacchi e vado via. Torno da Mandy che sbiascica qualche parola barcollando davanti a Pacey.
“sei un tipo tosto secchiona!”
Ridacchia Pacey alzando il bicchiere a mo’ di brindisi. Lei lo imita e poi bevono assieme. Trovo la scenetta divertente così resto con loro, ci raggiunge Paul accaldato e col fiatone.
“non ho mai ballato così tanto in vita mia!”
“sei già stanco?”
Chiedo lanciando un’occhiata a Mandy, che sembra aver recepito la mia idea.
Paul mi guarda un po’ indignato e con sorpresa di tutti trascina Mandy sulla pista da ballo che non si fa pregare più di tanto. Rido divertita, finalmente Paul si è deciso a far qualcosa!
Anche Pacey sorride appoggiandosi con la schiena al muro. Mi lascio trasportare un po’ dalla musica muovendo la testa a tempo.
Così la serata trascorre bene, qualche chiacchiera ogni tanto un accenno di ballo e tante risate fra amici. Frank viene a scambiare qualche parola di tanto in tanto, ma soprattutto a rifornire il gruppo di drink.
Perdo la cognizione del tempo e sento l’aria mancarmi, mi allontano dagli altri ed esco in giardino. Il vento fresco della serata mi fa sentire subito meglio e riacquisto un po’ di lucidità. Sospiro e per un momento nei miei pensieri balena il volto di Nigel. Un piccolo desiderio non espresso si fa largo tra i miei pensieri.
“vorrei che fossi qui”
Sussurro al vento e socchiudo gli occhi. Mi sembra quasi di poterlo sentire accanto a me, di poter sentire i suoi occhi su di me. Le sue labbra sul mio collo. Mi lascio cullare un po’ da questa sensazione, per poi esplodere in un barlume di lucidità che prende fiato da dentro urlandomi che è tutto sbagliato. Che non posso pensare queste cose di Nigel. Che devo smetterla .
“ehi, tutto ok?”
Ancora Frank, stavolta non porta nulla di alcolico, sembra distrutto ma continua a ostentare il suo perenne sorriso.
“prendevo un po’ d’aria”
Mi giustifico tremando un po’.
“inizia a far freddo, entriamo!”
Dentro l’atmosfera si è decisamente rilassata. La musica ora è solo un leggero sottofondo e molte persone sono sedute e chiacchierano a bassa voce. Cerco i miei amici con lo sguardo, ma quando sto per raggiungerli Frank mi porta in cucina.
“mi reputi ancora noiosa?”
Chiedo appoggiandomi con le mani al bordo del tavolo, mentre lui traffica con qualcosa preso dal frigo. Mi gira leggermente la testa ora che la situazione si è quietata.
“no, non ti ho mai reputata noiosa, ti stavo solo stuzzicando!”
Dice facendomi l’occhiolino e poggiando sul tavolo un bicchiere con delle fette d’arancia accanto.
“vuoi assaggiare un po’?”
Mi chiede porgendomi il bicchiere appena riempito, l’odore ricorda il succo di frutta.
“vuoi farmi ubriacare?”
Scherzo sorseggiando appena.
Lui ride e riprende il bicchiere senza smettermi di guardarmi. Si sposta al mio fianco mantenendo il contatto visivo e si avvicina. Che sta succedendo?
“ragazzi, scusate!”
Ci interrompe Paul entrando in cucina un po’ alticcio. Fortunatamente è provvidenziale la sua comparsa. Non so cosa stava per accadere qui, ma Frank sembra un tipo apposto e non voglio rovinare il rapporto che c’è tra me e lui.
“credo che Mandy non si senta molto bene”
Ci informa ed all’istante ci catapultiamo in sala preoccupati.
La scena che ci si presenta davanti non è delle migliori: Mandy sorretta da Jake e Ted barcolla al centro pista cercando di andare sul divano.
“credo che sia il momento di tornare a casa”
Dico a Frank con mezzo sorriso. Lui annuisce e ci aiuta chiamando un taxi per riaccompagnare Mandy a casa. Anche Pacey, Jake e Ted capiscono che ormai la festa è giunta alla fine e si offrono di scortare Mandy, non abitando lontano da casa sua.
La testa gira un po’ anche a me, e decido di fare quattro passi per smaltire un po’ d’alcool. Paul è della stessa idea e ci incamminiamo in silenzio verso casa.
“Chris, non credo di sentirmi molto bene”
E tra un conato e l’altro Paul innaffia un’aiuola posta ai lati del marciapiede. Cerco di sorreggerlo ma non credo di essere d’aiuto e finiamo entrambi a terra. Ridiamo divertiti mentre qualche cane abbaia ai nostri schiamazzi. Ci appoggiamo l’un l’altra e dopo un po’ di strada e qualche capitombolo qua e là riusciamo ad arrivare a casa.
Saluto Paul ridacchiando mentre lui mi dice di far silenzio e una volta raggiunta la veranda di casa cerco di impormi un certo contegno.
L’alcool ingerito sembra darmi alla testa solo ora facendomi sentire un vero schifo. Mi aggrappo alla porta d’ingresso mentre cerco le chiavi nella tasca della giacca lamentandomi per quanto sia difficile in certi casi trovare le chiavi.
Prima che io possa girare la chiave nella toppa però, la porta si apre. Mi ci vuole qualche secondo per mettere a fuoco chi ci sia davanti ai miei occhi. Mi aspetto Sam super arrabbiata, eppure queste fore non assomigliano a Sam.
“Sam?”
Chiedo sbiascicando il suo nome poco convinta.
“tutto bene?”
È la voce preoccupata di Nigel quella che mi accoglie. Ma che ci fa a casa mia?
“tu che ci fai qui?”
Le sue braccia mi prendono prima che io possa cadere per terra. Improvvisamente non riesco a tenere gli occhi aperti. Sono stanca. Ho sonno e tutto ciò che mi circonda mi fa solo girare la testa.
“hai bevuto?”
Mi prende in braccio senza troppi sforzi e mi porta in casa chiudendosi la porta alle spalle.
Affondo il viso nella sua spalla reggendomi a lui più che posso. Mi sento sicura, adoro il suo profumo avvolgermi.
“solo un po’”
Dico senza spostarmi.
Lui non mi chiede niente, mi porta in camera cercando di fare il meno rumore possibile, non so esattamente che ore siano, ma non deve essere l’ora giusta per far rumore. Chiude la porta e mi lascia ricadere sul letto. Non mi muovo. Lo guardo sovrastarmi. Guardo i suoi occhi. Sento le mie guance andare in fiamme e una leggera malinconia assalirmi. Lui mi guarda preoccupato, cercando di capire cosa c’è che non va. Mi accarezza dolcemente i capelli , lo lascio fare limitandomi a guardarlo, a guardare il suo viso al pallore della luna, a sentire l’estrema delicatezza con cui mi sfiora la pelle. Risalgo con le mie dita le sue braccia fino a prendergli il viso fra le mani. Lo avvicino a me e lo bacio.
Lui esita inizialmente sembra ritirarsi, quando le nostre labbra si sfiorano, poi pian piano inizia a ricambiare.
Sono più o meno le due quando esausta Nigel mi mette a letto, sdraiandosi accanto a me, aspettando che io mi addormenti. |
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Capitolo 49 *** Capitolo XLIII- Il gioco della corda ***
“ieri
sera non ti ho sentita rientrare!”
mi
rimprovera Sam mentre prepara la colazione per la piccola Michelle
che al contrario mio sprizza energia e voglia di vivere. Io vorrei
solo che il mal di testa cessasse. Tengo il viso tra le mani
concentrandomi solo sul caffè che ho davanti agli occhi.
“non
era previsto”
dico
a bassa voce cercando di darmi un minimo ritegno.
“però
la scuola è prevista!”
fa
un cenno all'orologio e capisco che è ora di andare.
L'aria
fresca mi fa sentire subito meglio. Sento il cancello del recinto di
Paul chiudersi ed infatti
alzando
lo sguardo lo trovo appoggiato ad una siepe.
“come
ti senti?”
chiedo
avvicinandomi un po' divertita.
“oh,
Chris. Non mi sono mai sentito così male in vita
mia!”
si
lamenta spostando di poco gli occhiali da sole che nascondono due
occhi stanchi e gonfi.
Sospiro,
ripenso alla sera prima a come ora mi sembra così surreale
una
situazione del genere. Noi alla festa con tutte quelle persone. Noi
che beviamo. Noi che balliamo. Noi che stiamo male ed infine io e
Nigel.
Mi
lascio trasportare dai miei pensieri fin quando non è Frank
a
parlarmi.
“qualcuno
ieri sera ha esagerato un po' ,vero?”
ridacchia
dando una leggera pacca sulla spalla a Paul.
“lasciatemi
morire in pace”
sussurra
lui stendendosi sui sedili del bus.
“e
tu stai bene?”
mi
chiede guardandomi negli occhi e sfiorandomi la spalla con fare
affettuoso. I suoi gesti mi lasciano stranita ma, alzando leggermente
le spalle, faccio finta di nulla annuendo.
Arriviamo
a scuola in pochi minuti e dal finestrino dell'autobus scorgo
divertita Mandy appoggiata alla ringhiera del cancello con l'aria di
chi non ha passato una buona nottata.
Una
volta scesi, ci dirigiamo verso lei che ci saluta con fare un po'
svogliato. Mi avvicino un po' preoccupata chiedendole come sta e lei
abbracciandomi improvvisamente, sussurra che non berrà mai
più in
vita sua. Rido scompigliandole i capelli leggermente e al suono della
campanella ci dirigiamo nelle rispettive aule.
“cavolo!”
esclamo
mettendo piede nell'aula di Mr. Blacky.
“che
succede?”
Chiede
Paul.
“non
ho letto la sceneggiatura!”
mi
guarda sorpreso e un po' preoccupato.
“nemmeno
una parola?”
“nemmeno
una!”
“ma
come? Sono giorni che lo hai!”
“ho
avuto da fare...”
riflettendoci
bene, ho concentrato la mia attenzione solo su Nigel in questi
giorni.
Abbasso
lo sguardo. Ci risiamo, ancora una volta sto permettendo a Nigel di
diventare il fulcro dei miei pensieri.
Torno
a guardare Paul che sembra aver carpito qualcosa di negativo nella
mia affermazione.
“non
ti sarai cacciata in qualche guaio vero?”
mi
scruta attentamente. Forse dovrei dirgli di Nigel. Lo verrà
a
scoprire e si arrabbierà molto.
“oddio!”
dice
come se gli si fosse appena accesa la lampadina.
“Paul,
giuro che volevo dirtelo, ma non sapevo come... non riuscivo a
cercare le parole giuste per...”
“tu
e Frank! State uscendo assieme, vero?”
“ma
come ti viene in mente?”
grido
sorpresa, notando che ho attirato l'attenzione degli altri studenti.
Anche Paul mi guarda stranito e facendo spallucce va a sedersi.
Rivolgo
un sorriso di circostanza al resto della classe e col desiderio di
sprofondare per la vergogna prendo posto anche io.
“posso
sedermi qui caschetto?”
Frank
mi guarda sorridente mentre già prende posto e ricambiando
il
sorriso, annuisco.
“bene,
buongiorno ragazzi! Sono lieto di annunciarvi il ritorno di un nostro
caro studente che ha deciso di seguire assieme a voi il corso
teatrale!”
un
leggero brusio fa sottofondo all'entrata in classe di... Nigel.
Non
ci posso credere! Alla faccia della discrezione. Guardo Paul che
ricambia il mio sguardo confuso e allarmato, vedo sul volto di tutti
i miei amici un velo di preoccupazione e mi limito ad abbassare lo
sguardo sospirando.
“buongiorno”
sussurra
lui prendendo posto accanto a me come se nulla fosse.
Per
tutta la durata della lezione cerco di concentrarmi senza riuscirci.
Mi sento tesa e nervosa e l'entrata in scena di Nigel mi ha irritata
non poco. Come la prenderanno i miei amici? E sopratutto che
intenzioni ha lui?
“Bene,
ragazzi, ci vediamo all'ultima ora!”
ci
congeda Mr. Blacky.
Guardo
Nigel, che sostiene il mio sguardo sfidandomi. Sorride leggermente,
sembra quasi soddisfatto.
Mi
alzo prendendo le mie cose dal banco, lui si alza e mi si para
davanti.
“cosa
c'è che non va?”
non
rispondo e cerco di ignorarlo. Lo so che si diverte a provocarmi e
almeno per questa volta, non ho intenzione di fare il suo gioco.
“Chris”
dice
il mio nome prendendomi la mano con fare delicato. Alzo lo sguardo
ritraendo subito la mano. Ci sono Frank e Paul che ci guardano a
qualche metro di distanza senza muoversi.
“c'era
bisogno di fare questa entrata trionfale? Ho fatto di tutto per
tenerti lontano dai miei amici e tu sapendolo, ti sei comportato nel
modo opposto...”
“possiamo
parlarne dopo? Abbiamo già abbastanza sguardi puntati su di
noi”
sussurra
avvicinandosi. Cerco di calmarmi e limitandomi a sospirare raggiungo
Paul e Frank.
“che
voleva da te?”
chiede
preoccupato Paul, afferrandomi per il braccio.
Non
so che dirgli, mi limito a guardarlo e allontano la sua mano.
“ehi
caschetto che succede?”
Frank
prova a far finta di nulla, usando un tono quasi ironico. Poi
guardando me e Paul capisce che forse non è il caso.
“stai
bene?”
continua
il mio vicino e con mezzo sorriso rispondo di si, uscendo finalmente
dall'aula. Le lezioni si susseguono lente e pesanti, continuo a
tormentarmi sul motivo per il quale Nigel si è comportato
così.
Proprio non riesco a capire.
Cammino
persa nei miei pensieri per i corridoi, i miei amici sono tutti in
mensa, e sicuramente mi tartasseranno di domande e sguardi
preoccupati ed indagatori, a cui sono dovuta a rispondere, dato che
ora mi sento ancora più in colpa con loro, per non aver
detto come
stavano le cose sin da subito.
Stranamente
Marta mi viene incontro con passo deciso e sguardo truce. Non faccio
in tempo a dirle qualcosa che mi spinge con forza contro il muro,
lasciandomi ammutolita.
“si
può sapere che sta succedendo?”
urla
quasi per poi guardarsi attorno con fare guardingo e abbassare la
voce fino ad un sussurro minaccioso.
“che
ci fa lui qui? Perché è tornato?”
la
guardo senza riuscire a dire una parola. Sono del tutto shockata
dalla sua reazione così aggressiva.
“Allora?”
mi
scuote spazientita.
“ecco...
io...”
“perché
non lo chiedi direttamente a me?”
entrambe
ci voltiamo in sincrono verso Nigel che guarda Marta con aria di
sfida.
La
cheerleader lascia la presa su di me.
“Tu...
“
Ringhia
furiosa.
Nigel
le si avvicina con passo deciso e le afferra il polso, sollevandolo
in aria.
“non
osare mai più toccarla”
dice
in modo freddo e deciso guardandola attentamente negli occhi.
Lei
per tutta risposta con uno strattone si libera da Nigel e girando i
tacchi va via, spintonandomi di proposito.
“stai
cercando di distruggere la mia già precaria rete di
amicizie?”
avanzo
qualche passo verso di lui.
“ti
ho semplicemente difeso”
“nessuno
te lo ha chiesto!”
ribatto
subito acida.
“oh,
andiamo Chris, non farla così tragica, prima o poi sarebbero
venuti
a saperlo: in un modo o nell'altro, ho solo ottimizzato i
tempi”
che
rabbia che mi fa. Eppure da una parte ha ragione, stavo solo
rimandando l'inevitabile e forse tutto sommato ha fatto bene a
comportarsi così. Io non mi sono esposta dovendo rivelare ai
miei
amici che sapevo già della sua permanenza qui, e tutto
è stato più
o meno credibile, cosicché agli occhi di Paul e gli altri
appaia
ignara di tutto.
Sospiro,
poco convinta comunque della situazione. Non mi piace mentire e dover
nascondere cose come questa ai miei amici, eppure non riesco a
trovare il coraggio per raccontare tutta la verità.
“e
poi quel Frank non mi piace molto, so che non ne ho il diritto, ma
voglio essere sincero con te”
sorride
malinconico ed io non faccio altro che guardarlo. Questi suoi
atteggiamenti mi confondono. Non può dirmi queste cose, non
così.
Non dopo quello che è successo.
“ora
devo raggiungere i miei amici, ma ti prego Nigel, non attirare
l'attenzione più del dovuto”
faccio
per andare via ma ancora mi ferma.
“credimi,
sto solo cercando di proteggerti”
“isolandomi
dal mondo? Strano modo di proteggermi”
“smettila
di fare così, è dura anche per me. A volte
desidero poter tornare
indietro e cancellare tutto”
la
sua improvvisa sincerità mi spiazza. A che si riferisce di
preciso?
Cancellare cosa?
“che
intendi?”
“vorrei
non far parte della tua vita, vorrei che fossi una ragazza normale
come le altre, invece la mia vicinanza ti ha portato solo problemi ed
io non ho fatto che peggiorare la situazione. Ti ho quasi... “
alzo
la mano per fermarlo.
“ok,
non... ho capito cosa intendi”
sento
un groppo in gola e una pesante malinconia sulle spalle. Odio tutto
quello che è successo. Detesto essere in questa situazione e
non
riesco a capire quale sia il modo migliore di comportarmi con lui.
Mi
guarda e accennando un saluto va via, mentre io mi dirigo in mensa.
Al
tavolo ci sono tutti. Mi siedo in silenzio, aspettando che siano loro
a parlare. La conversazione avuta con Nigel mi ha buttata abbastanza
giù.
“tutto
bene caschetto?”
annuisco.
Mandy
si tiene la testa tra le mani, non credo si sia ancora ripresa da
ieri sera.
“quindi
è tornato... “
prende
la parola Paul, l'unico credo che in questa storia abbia sofferto
più
di tutti. Solo lui conosceva la verità fino in fondo e
sapeva
benissimo quali rischi correvano tutti i miei amici e lui per primo.
“sì”
mi
limito a rispondere.
“sappiamo
il perché?”
continua
con fare agitato, tanto da incuriosire Frank.
“si
può sapere perché ti scaldi così tanto
Paul? Dalla reazione che
avete avuto tutti quanti sembra sia un mostro questo Nigel!”
lo
guardiamo tutti stupiti.
“non
sei lontano dalla verità!”
esclama
annoiato Pacey.
“smettila”
dico
guardandolo un po' stizzita, ma mi rendo conto troppo tardi di aver
avuto una reazione istintiva.
“che
fai, lo difendi?”
Paul
è visibilmente scosso per questa situazione ed è
più che normale.
“io
non sto... “
provo
a spiegarmi, ma la voce di Mandy me lo impedisce
“Chris,
qui nessuno vuole giudicare le tue scelte, ma falle con attenzione.
Tutti sappiamo quello che è successo e tutti ne abbiamo
sofferto, tu
più di tutti, non vogliamo che accada ancora o accada
peggio...
siamo tuoi amici e ti vogliamo bene”
“ok,
ragazzi. Possiamo limitarci a mangiare per il momento? “
suggerisce
Jake, mettendo così fine alla discussione.
L'ultima
ora di lezione la passo ancora al corso di Mr. Blacky. Cerco di
prestare la mia più totale e completa attenzione alle sue
parole,
così da non dovermi concentrare su altro, come Nigel e Frank
che
continuano a guardarsi.
“quindi
prendendo in esame i personaggi di Iago e Otello possiamo notare come
entrambi abbiano in comune delle caratteristiche fondamentali, che
costituiscono il fulcro del personaggio, ma anche delle differenze
sostanziali. Qualcuno di voi vuole fare un esempio?”
chiede
dando vita ad un brusio. Frank alza la mano per prendere la parola e
Mr. Blacky la concede sorridendo soddisfatto.
“ad
esempio il personaggio di Iago riesce a spiegare le motivazioni che
lo spingono a compiere determinate azioni con semplici parole,
tenendo sempre a mente che lui mostra agli altri personaggi una
facciata diversa da quella che è la sua natura”
“osservazione
interessante! Qualcuno che vuole invece sottolineare le
caratteristiche di Otello?”
“Otello
si presenta subito per quello che è, sicuro e certo del suo
valore,
dell'amore che prova per Desdemona”
Risponde
prontamente Nigel guardandomi, quando fa riferimento a Desdemona.
“Otello,
non si pone nemmeno il problema di essere o apparire, ma la figura di
Iago pian piano come un subdolo serpente lo cambia pian piano”
questa
volta rivolge uno sguardo a Frank, che non si fa scappare l'occasione
per ribattere.
“infatti
è un debole, Iago dimostra subito che il valore militare al
quale
Otello fa tanto appello alla fine non serve a un bel niente. Non
basta a controllare l'invidia e la gelosia di cui il caro Otello
diviene succube”
“perchè
è stato ingannato”
risponde
Nigel.
Anche
Mr. Blacky osserva in silenzio il dibattito. Tutta la classe segue in
silenzio le argomentazioni di entrambi ed io ho come la sensazione di
essere fra due fuochi.
“prima
di suicidarsi Otello si rende conto di non essere più
sé stesso
voltando così le spalle a Iago che crede di essere
immacolato solo
perché ha lasciato che gli altri, sotto le sue velenose
parole,
perdessero il senso del giusto e sbagliato cedendo ai sentimenti.
Iago sarà astuto, ma è un vigliacco”
“Otello
invece non riesce a trovare altra soluzione che la morte”
ho
come l'impressione che il tema non sia più esattamente
l'opera, ma
qualcosa di più personale.
“bene,
ma possiamo affermare con certezza che...”
li
interrompe Mr. Blacky un po' imbarazzato. Ma non fa in tempo a
imporre il suo discorso conclusivo che Frank e Nigel tornano a
dibattere.
“Non
aveva più senso vivere per lui”
risponde
Nigel.
“ha
ucciso Desdemona in preda ad una gelosia insensata!”
“seme
che è stato piantato da Iago!”
“perchè
troppo debole per avere una volontà sua!”
continuano
a battibeccare iniziando a scaldarsi, non capisco cosa sta succedendo
ad entrambi ma ne ho abbastanza, sopratutto quando in modo non molto
velato abbandonano l'opera per parlare di cose personali.
“si
può sapere qual è il tuo problema?”
Nigel
si alza in piedi avvicinandosi a Frank che lo imita.
“il
mio problema sei tu”
dice
a denti stretti Frank.
“sta
al tuo posto, non farti carico di cose che non ti riguardano!”
esclama
Nigel facendo un cenno rivolto a me.
“io
credo che mi riguardino eccome”
sono
faccia a faccia davanti a me. E credo stiano battibeccando a causa
mia.
“io
non credo proprio, tu non sai un bel niente!”
“so
quello che mi basta Nigel!”
i
toni si fanno sempre più accesi e mi sento quasi in dovere
di
fermarli.
“smettetela
tutti e due! State dicendo cose senza senso!”
esclamo
con un tono forse un po' troppo acuto.
“Chris...
“
Nigel
sembra quasi sorpreso dalla mia reazione e abbassa lo sguardo. Frank
sbuffa e si rimette seduto.
“voi
tre... dopo la lezione facciamo un discorsetto!”
urla
spazientito Mr. Blacky che dopo aver raccolto l'attenzione
dell'intera classe, riprende a spiegare.
Non
voglio finire nei guai ancora una volta per queste bambinate. Vorrei
proprio sapere che cavolo avevano nel cervello per fare una
sceneggiata del genere?
Finite
le lezioni tutti gli studenti lasciano l'aula, tranne me, Nigel e
Frank. Paul mi lancia un'occhiata preoccupata e passandomi davanti m
accarezza la spalla.
Mr.
Blacky aspetta che l'ultimo studente sia uscito dall'aula e chiude la
porta. Si sistema gli occhiali e tossisce due volte.
“dunque...ragazzi,
io non tollero certi comportamenti durante le mie lezioni! Voglio che
sia chiaro che non intendo ammettere ancora episodi del
genere”
dice
con un tono deciso ma comprensivo. Non sembra arrabbiato con noi ma
piuttosto un padre che corregge i figli dopo un errore.
“chiedo
scusa”
dico
accennando un inchino col capo. Mi vergogno così tanto in
questo
momento.
“le
scuse non bastano signorina Harries, qui nel mio corso deve esserci
unità di gruppo, non possiamo permettere ai nostri problemi
personali di rovinare un lavoro dove tutti contribuiscono e si
adoperano per renderlo migliore. Per questo, ho un esercizio speciale
per voi tre”
afferma
sogghignando in un modo quasi inquietante. Che cosa avrà in
mente?
Si
avvicina ai nostri posti, svelando tra le mani che fino ad ora aveva
tenuto dietro la schiena, una corda.
“mi
scusi, ma cosa vorrebbe fare con quella?”
chiede
circospetto Frank indicandola. Nigel guarda impassibile incrociando
le braccia.
“il
vostro esercizio consiste nel passare il resto della giornata
assieme, legati da questa corda! Voglio che parlate e che passate del
tempo assieme. Provate a conoscervi un po' meglio e magari parlare
dei problemi e delle incomprensioni!”
esclama
incoraggiante. A me la sua idea sembra pessima e credo che
causerà
più guai che risoluzioni. Con calma e un divertito sorrisino
lega la
corda ad uno dei nostri piedi lasciando qualche metro di distanza,
quel che basta per garantire la propria privacy.
“e
chi le dice che non ci libereremo dalla corda una volta
fuori?”
chiede
Frank.
“confido
nel fatto che la corda è dotata di chiusure con combinazione
di cui
solo io so i codici!”
Mr.
Blacky è davvero un uomo strano. Dopo aver finito di giocare
con la
corda, ci congeda e almeno io molto stranita.
“ok,
dunque, ora cosa facciamo?”
chiedo
timorosa vedendo le facce di entrambi abbastanza seccate. Non ricevo
risposta e alla fine decido di prendere in mano la situazione. Mi
stampo un finto sorrisino in faccia e li costringo a seguirmi in
centro, un po' di aria fresca ci farà sicuramente bene!
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Capitolo 50 *** Capitolo XLIV - Dalla tua parte ***
“caschetto
che ne dici se andiamo a prenderci un caffè?”
propone
affabile Frank, rivolgendomi un sorriso.
Ricambio
il sorriso poco convinta mentre Nigel mi strattona contrariato.
“ti
prego, non complicare le cose...”
gli
sussurro cercando di riuscire almeno per un po' ad avere una tregua.
“deve
per forza chiamarti così?”
ringhia
irritato.
Sbuffo.
Ma si può sapere perché deve fare il bambino?
È più forte di lui,
proprio non riesce a trattenersi dal non essere territoriale.
“e
tu dovevi per forza metterti a litigare?”
sibilo
acida.
“ok,
va bene!”
mi
zittisce bruscamente.
Arriviamo
da Mike con non poche difficoltà ed una volta entrati io
ordino una
tazza di caffè, Frank una cioccolata calda e Nigel del tea.
Ci
sediamo ad un tavolo sotto gli occhi straniti dei clienti e dello
stesso Mike che ridacchia divertito.
“allora,
che ne dite di provare a parlare un po'?”
propongo
timorosa, anche se l'ostinazione reciproca non farà altro
che dare
una svolta sempre più negativa a questa faccenda.
“magari,
ognuno di noi esprime qualcosa che sente crea disagio o fastidio,
così possiamo cercare di risolvere, Nigel, perché
non inizi tu?”
non
sono per nulla convinta di quello che sto facendo a dire il vero, non
so nemmeno se sia il metodo migliore.
“non
lo sopporto”
dice
con estrema naturalezza continuando a sorseggiare il suo tea ed
ignorando completamente Frank che è basito quanto me dalla
risposta
glaciale.
“è
reciproco”
ribatte
lui.
“non
possiamo cercare di convivere in modo decente per oggi? Potete
mettere da parte questo piccolo dettaglio?”
entrambi
sbuffano facendomi sogghignare. Nonostante tutto sono buffi assieme,
uno la nemesi dell'altro. Questo pensiero mi fa rabbuiare. Mi fa
ricordare, come se ne avessi bisogno, della diversità che
comporta
stare accanto a Nigel e all'aver a che fare con lui.
Credo
che entrambi se ne rendono conto perché noto che mi guardano
un po'
preoccupati.
“tutto
ok?”
chiede
prontamente Frank accarezzandomi il palmo della mano. Ciò mi
mette
in imbarazzo e un po' intimidita ritraggo la mano.
“sì,
stavo solo pensando”
rispondo
con mezzo sorriso. Nigel tace spostando lo sguardo da me a Frank per
un po', poi sbuffa e si alza.
“ho
bisogno di un po' d'aria”
cammina
probabilmente dimenticandosi della corta, strattonando me e Frank che
borbotta qualcosa.
Meglio
lasciarlo fare, ho visto il suo viso ed era turbato.
Si
allontana quel massimo che permette la corda e tira fuori dalla tasca
del cappotto un pacchetto di sigarette. Ne porta una alle labbra e
l'accende. Non è un buon segno. C'è qualcosa che
non va, lo sento e
vorrei tanto andare a chiedergli cosa succede, ma questo
significherebbe coinvolgere anche Frank.
“è
un po' scontroso il tuo amico”
dice
accennando a Nigel.
“si
può sapere per quale motivo avete iniziato a litigare? Non
lo
conosci nemmeno, non capisco”
lui
sembra arrossire ed abbassa il capo nascondendo il viso nella
sciarpa.
“perchè
siamo entrambi interessati a te, mi sembra chiaro”
la
sua risposta mi lascia spiazzata. Frank si è appena
dichiarato?
Annuisco
lentamente cercando di mantenere un'espressione più neutra
che
sconcertata, ma dal modo in cui Frank si guarda credo che la mia sia
più una smorfia.
Guardo
Nigel, perso nei suoi pensieri mentre la sigaretta brucia al vento.
Chissà cosa lo rende così cupo.
“ehi,
se hai finito, vorremmo tornare al caldo!”
urla
Frank a Nigel, che alza lo sguardo e annuisce, spegnendo l'ormai
consumata sigaretta sotto la scarpa.
Mi
passa davanti senza degnarmi di uno sguardo e segue Frank.
Riprendiamo i nostri posti al tavolo. Frank è intenzionato a
chiarire la situazione con Nigel, ma tende anche a voler sottolineare
solo quello che l'ha infastidito.
“il
tuo atteggiamento mi è sembrato eccessivo, questo
è quello che
avevo da dirti!”
conclude
sicuri e un po' concitato.
Nigel,
che per tutto il tempo lo ha lasciato parlare senza interromperlo,
annuisce e con sorpresa di tutti gli porge la mano.
“mi
scuso”
dice
accennando addirittura un sorriso. Frank stranito ricambia la stretta
di mano, io sono abbastanza perplessa, ma magari deporre le armi
è
stata una buona idea da parte di Nigel.
Finiamo
le nostre ordinazioni parlando del più e del meno ma Nigel
interviene poco e niente nella conversazione e mentre questo sembra
far piacere a Frank, io sento che c'è qualcosa che non va.
Ormai
è quasi sera e dato che lo scopo di questa assurda storia
era
provare a comunicare in modo civile decidiamo di tornare a scuola,
per farci liberare da Mr. Blacky.
Al
tramonto l'aspetto dell'edificio cambia completamente, ed ammetto che
sembra molto più macabro di quanto non lo è
normalmente. Dopo aver
superato il giardino d'ingresso entriamo nel grande corridoio che ci
accoglie tutte le mattine con chiasso e schiamazzi.
“siete
sicuri che ci sia ancora Mr. Blacky? Le lezioni sono finite da
ore!”
chiede
Frank guardingo.
“sarà
in aula a qualche biografia!”
rispondo
sorridendo all'idea del mio primo incontro con Mr. Blacky. Un uomo
davvero strambo.
Improvvisamente
la nostra attenzione viene attirata da un tonfo. Ci guardiamo
preoccupati e corriamo nell'aula di .
Mr.
Blacky è per terra svenuto con una ferita alla testa.
“porca
vacca!”
esclama
Frank guardandolo con occhi sbarrati. Sembra davvero sconvolto, al
contrario di Nigel che prontamente cerca di capire quali siano le
condizioni del professore. Mi chino accanto a lui, sembra sospettare
qualcosa.
“è
vivo, tranquilli. Sarà caduto dalla scaletta”
dice
indicandola.
“chiamo
subito un'ambulanza”
Nigel
nel mentre rovista nelle sue tasche trovando un bigliettino con i
codici dei lucchetti così da liberarci.
“allora
il tuo codice è...”
sento
il muro rompersi proprio tra me e Nigel.
il
cuore mi schizza in gola mentre mi rendo conto che una freccia si
è
conficcata nel muro. Frank cade a terra shockato con ancora il
telefono in mano. Che diavolo succede?
Le plafoniere sul soffitto
iniziano a lampeggiare e sentiamo dei passi veloci nel corridoio.
“che...che
sta succedendo?”
chiede
spaventato Frank, mentre d'istinto mi avvicino a Nigel.
“voi
restate qui e liberatevi da questa corda, io vado a vedere che
succede!”
esclama
alzandosi di scatto.
Gli
afferro il braccio. Voglio andare con lui.
“andate
subito fuori”
sussurra
liberandosi dalla mia presa.
“Nigel...”
“non
discutere”
il
suo tono è così perentorio che non posso
ribattere. Lo lascio
andare mentre Frank cerca di inserire il codice giusto.
“si
può sapere che sta succedendo? Il tuo amico ha avuto l'idea
di
lasciarci qui mentre una dannata freccia per poco non vi sfondava la
faccia!”
borbotta
strattonando con forza la corda.
“adesso
calmati, non serve a nulla fare così!”
la
luce si spegne del tutto e noi restiamo al buio in aula.
Continuo
a sentire dei passi che si susseguono ma non riesco a capire cosa
stia succedendo e che fine abbia fatto Nigel.
Mi
affaccio alla porta che da sul corridoio per scoprire qualcosa e noto
tra le fioche luci di servizio accese una sagoma.
Non
riesco a vederla bene, ma sembra che zoppichi. Ed improvvisamente si
avvicina a tutta velocità davanti ai miei occhi spalancando
la bocca
e urlando in modo inumano.
Cado
a terra tappandomi le orecchie spaventata.
“oddio
ma che diavolo è?”
urla
spaventato Frank vicino a Mr. Blacky, catturando l'attenzione di
quello che sembra essere un morto vivente che lo aggredisce.
Lo
vedo alzarsi in aria mentre le dita scheletriche del mostro
circondano la sua gola come una morsa,per poi esser lanciato con
forza violenta su di me. Cadiamo entrambi a terra, ma Frank preso dal
panico cerca di alzarsi e andare via senza pensare a non
schiacciarmi, colpendomi così in pieno viso.
Il
mio risveglio è accompagnato da un gran mal di testa. Sono
in auto,
metto lentamente a fuoco la figura di Nigel che guida attento alla
strada. La sua non sembra una faccia felice.
“cosa
è successo?”
chiedo
tastandomi la fronte.
“c'è
qualcuno che si diverte a risvegliare i morti o sono la conseguenza
di qualcosa di peggio”
risponde
a denti stretti.
Al
momento non capisco esattamente quale sia il pericolo, mi sento
così
confusa e stordita.
Nigel
si volta a guardarmi e il suo sguardo sembra addolcirsi un po'.
“scusami,
non avrei dovuto lasciarti sola con quel tipo. Non brilla certo per
coraggio”
borbotta
prima di tornare silenzioso.
Come
può biasimare Frank? Chiunque credo che al suo posto avrebbe
avuto
una simile reazione.
Non
so nemmeno che fine ha fatto, chissà come sta.
Noto
al contempo un sorrisino divertito sul viso di Nigel.
“cosa
c'è?”
non
riesco a decifrare la sua improvvisa ilarità. Capendolo, lui
accenna
ai sedili posteriori.
Vi
ritrovo Frank svenuto,ma che significa? E Mr. Blacky?
Lui
sembra leggermi nella mente e mi tranquillizza subito informandomi
che Mr. Blacky è stato portato in ospedale dai soccorsi e
che invece
ha dovuto calmare Frank che era leggermente nevrotico.
“hai
dovuto?”
ripeto
ironico.
“non
mi ha dato scelta”
risponde
con un tono leggermente sarcastico.
Sospiro
e cerco di far di tutto per sopportare al meglio il dolore che mi fa
scoppiare la testa fin quando non arriviamo a casa di Nigel, che come
ho modo di scoprire è di nuovo operativa.
“Davis
e Devora si occuperanno di Frank, non preoccuparti”
il
suo modo di organizzare tutto senza prendere in considerazione
sopratutto la volontà degli altri mi lascia sempre stranita.
“che
intendi con si occuperanno di Frank?”
chiedo
seguendolo in casa, mentre sorregge senza nessun sforzo il peso di
Frank ancora svenuto.
“Davis
lo rimetterà in sesto e Devora farà in modo di
non far far
ricordare nulla al tuo amico”
Cancellargli
la memoria?
“non
approvi?”
credo
abbia captato il mio disappunto. Non rispondo, lo guardo e basta.
“con
Evander non ti sei fatta molti problemi o sbaglio? E poi se davvero
vuoi tenere al sicuro i tuoi amici come dici, questo è un
modo
efficace di non metterli nei guai”
in
effetti ha ragione, ma questa volta sembra diverso. Evander non era
un mio amico, e sinceramente non mi sembra così giusto
conoscere dei
lati di una persona quando lei non sa di avermeli mostrati, ma dopo
tutto non posso nemmeno lasciare che sappia la verità.
Accompagniamo
Frank in una delle tante camere della villa, lasciandolo alle cure di
Davis e Devora.
Ci
sediamo sui divani in soggiorno e lui si avvicina con fare
preoccupato.
“posso
dare un'occhiata?”
mi
avvicino e lui prende tra le mani il mio viso scrutando con
attenzione la ferita causata da Frank. Resto in silenzio guardando le
mie mani.
“mi
spiace, quando sono tornato Frank mi è corso incontro
sbraitando e
poi ho trovato te svenuta... comunque non è nulla di
grave”
si
allontana ed io sospiro.
“metti
questo!”
dice
alzandosi e prendendo da una caraffa del ghiaccio lo avvolge in un
panno per poi passarmelo.
“grazie”
sussurro
per sprofondarci poi dentro la faccia.
Mi
fa sentire già meglio.
“vuoi
che ti accompagni a casa?”
lo
guardo un po' stranita.
Ho
passato così tanto tempo in questa casa, in sua compagnia.
Soprattutto in queste occasioni, dormire qui era la cosa più
ovvia.
È vero che il nostro rapporto è completamente
cambiato, ma
ultimamente sembrava essersi riavvicinato a me, mentre oggi sembra
così distaccato. Ed ha iniziato a comportarsi
così da quando siamo
stati messi in punizione da Mr. Blacky. Dal pomeriggio assieme a
Frank, sarà per questo?
“si
può sapere che ti prende? Sei stato strano tutto il giorno,
non hai
avuto nulla da ribadire a Frank quando eravamo da Mike, non hai fatto
su nulla e non è da te”
“perché
non dovrebbe essere da me? “
quando
fa così non lo sopporto, se non vuole parlarne non
insisterò di
certo.
“non
scomodarti per accompagnarmi a casa, chiamo un taxi”
dico
alzandomi e andando via.
“Chris,
non voglio che tu vada via”
ormai
sono fuori la porta quando mi volto a guardarlo.
“cosa
c'è che non va?”
sospira
guardandomi e facendomi cenno con la mano di entrare. Questa volta mi
impunto e incrociando le braccia aspetto una sua risposta.
“sto
solo cercando di non intromettermi troppo nella tua vita, è
quello
che mi hai sempre chiesto”
la
sua risposta mi lascia spiazzata, il modo in cui lo dice mi fa capire
che ci sta male.
“te
l'ho sempre chiesto, ma non l'hai mai fatto. Perché ora?
Cosa è
cambiato?”
“lo
sai benissimo”
dice
abbassando lo sguardo colpevole.
Non
riesco a pensare a nulla, l'unica cosa che riesco a fare e
abbracciarlo.
“ho
visto come sei quando stai con i tuoi amici, sei serena, solare...con
me invece sei sempre cupa”
sussurra
al mio orecchio ricambiando l'abbraccio.
“mi
manchi”
quella
frase è così vera e spontanea. Mi manca.
Nonostante tutto,
nonostante il dolore, nonostante i pericoli...Nigel mi manca. Mi
manca il nostro rapporto strano ma sincero, mi manca il suo modo di
spiazzarmi con semplice gesti. Vorrei che tutto tornasse com'era, ma
so che questo non è possibile. Non si può mai
tornare indietro.
Sento
le sue braccia stringermi ancora di più.
“mi
manchi anche tu”
risponde
dolcemente cercando il mio sguardo.
Entro
in casa tra le braccia di Nigel che si chiude la porta alle spalle e
nel silenzio della serata ci rechiamo in camera sua. Nessuno dei due
parla e a me va bene così, perché ho il cuore in
gola per tutto
quello che sta succedendo e per quell'abbraccio scambiato con Nigel.
Era
da tanto che non entravo in questa camera. L'arredamento è
cambiato,
ci sono meno , nessun cd. Solo l'essenziale, ma rimane comunque
molto elegante. Almeno per quel poco che la luce soffusa riesce a
farmi vedere.
Mi
siedo sul letto tenendo stretto fra le mani il panno col ghiaccio
ormai sciolto.
sono
in imbarazzo, come se fosse la prima volta che Nigel mi porta qui.
“dunque,
prima mi stavi parlando di qualcuno che sveglia i morti oppure
è
arrivato il giorno del giudizio?”
chiedo
cercando di smorzare la tensione che si è venuta a creare.
“non
lo so ancora, farò delle ricerche e indagherò di
persona, ma al
momento non sembra un pericolo imminente. Quando sono tornato da voi
quel cadavere è come sparito nel nulla”
spiega
sedendosi accanto a me.
“che
hai intenzione di fare? Andare li è ucciderli tutti?
Ammettendo che
si possano uccidere...”
“se
è questo che devo fare...”
sospiro
poggiandomi sulla sua spalla.
“sei
stanca, vero?”
mi
chiede chinandosi in un bacio sui capelli.
Annuisco
leggermente. Trovo insopportabile il mal di testa e ammetto di essere
un po' stanca.
Lui
mi accarezza il viso baciandomi prima la fronte, poi gli occhi, il
naso... scendendo delicatamente sulle guance e scivolare infine sul
collo.
Mi
lascio trasportare mentre al suo tocco mille brividi mi sommergono.
Mi sento quasi sciogliere.
Lo
guardo intensamente negli occhi e lui fa lo stesso prima di lasciarci
andare in infiniti baci.
Non
so cosa sta succedendo questa sera tra noi, ma è come se
finalmente
non esistessero più problemi o preoccupazioni. Solo noi due.
“voglio
che funzioni questa volta”
sussurra
staccandosi.
“anche
io voglio che funzioni”
prendere
un impegno così grande con Nigel dopo tutto quello che
è successo
vuol dire affidargli ancora per una volta la mia fiducia e so che non
sarà facile. Anzi sarà sempre più
complicato, ma quando mi è
accanto tutto cambia e quei problemi così grandi mi sembrano
quasi
superabili sapendo che lui c'è per me.
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Capitolo 51 *** Capitolo XLV- Yama ***
Mi
sveglio di buon umore, grazie a Nigel il mio mal di testa e la mia
ferita sono del tutto spariti e mi sento pronta per affrontare una
nuova giornata. Lui è già in piedi quando apro
gli occhi assonnata,
lo trovo in cucina a fare colazione e anche il suo viso sembra
più
disteso.
“buongiorno”
dico
mettendomi a sedere di fronte a lui, notando che abbiamo anche la
compagnia di Frank che sembra essere un po' spaesato.
“ciao!”
dice
mangiando un muffin con gusto.
Lo
saluto con la mano un po' in imbarazzo. Non so come comportarmi
esattamente con Nigel in presenza di altri.
“ciao
Chris, dormito bene?”
mi
chiede guardandomi con mezzo sorriso.
Annuisco
e prendo del caffè.
“non
pensavo di essere così impressionabile”
dice
Frank probabilmente continuando un discorso con Nigel.
“non
sono tutti abituati a vedere qualcuno privo di sensi”
risponde
con tono piatto lui.
“ti
avrò fatta spaventare, scusami Chris!”
esclama
affranto prendendomi la mano.
Istintivamente
guardo Nigel che a quel gesto contrae la mascella ed io, sorridendo
leggermente con una pacca sulla spalla mi allontano.
“non
preoccuparti!”
riprendo
a bere il mio caffè, poi Frank si congeda per sistemarsi per
andare
a scuola.
La
versione ufficiale è che Frank è svenuto vedendo
Mr. Blacky a
terra, caduto perché troppo maldestro.
Mi
avvio verso il giardino, dove c'è l'auto di Nigel che non mi
accorgo
essere alle mie spalle.
“devo
amputargli le mani?”
chiede
a denti stretti superandomi.
“dai,
non prendertela”
rispondo
raggiungendolo.
“non
lo farò Chris, ma nessuno deve toccarti”
mi
bacia velocemente spiazzandomi.
“riguardo
quello che è successo ieri, dovremmo indagare subito, chi
potrebbe
avere tutto questo potere?”
entro
in auto chiudendo lo sportello, così come fa lui.
“non
lo so, e ciò non mi rende tranquillo. Ne ho parlato con
Davis e
anche lui mi aiuterà a capire qualcosa in più.
Spero non siano
coinvolti gli Harab”
il
suo tono si incupisce e lo sguardo si rabbuia.
La
situazione sembra più complicata del previsto.
Arriviamo
a scuola in orario, saluto Nigel nel parcheggio allontanandomi con
Frank. Mi spiace dovermi allontanare da lui, ma non sono ancora
pronta ad affrontare gli sguardi dei miei amici.
“certo
che quel ragazzo è un tipo strano, non credi?”
domanda
Frank camminandomi accanto con aria assonnata.
Non
rispondo e raggiungiamo in poco tempo Mandy e gli altri.
“avete
saputo cosa è accaduto a Mr. Blacky?”
Paul
mi guarda con fare sospetto. Abbasso lo sguardo preoccupata. Non
posso nascondergli la verità su quel che è
accaduto ieri, non
informarlo potrebbe metterlo in pericolo.
Mentre
Frank spiega il perché delle nostra presenza qui ieri sera,
mi
apparto con Paul per dirgli quello che è realmente successo.
“che
cosa? Zombie?”
urla
spaventato e incredulo.
Gli
tappo la bocca istintivamente, guardando mi attorno.
“non
urlare!”
sussurro
notando una Marta evidentemente confusa avvicinarsi.
“Chris...”
sussurra
guardandomi disperata.
Non
ha affatto una bella cera e aiutandola a sorreggersi ci rechiamo in
giardino.
“che
ti è successo?”
Paul
la guarda preoccupato. Probabilmente non aveva mai visto Marta in
queste condizioni.
“credo
di aver fatto qualcosa che non dovevo fare...”
sussurra
raggomitolandosi su se stessa mentre sorseggia un po' d'acqua.
“che
vuoi dire?”
lei
mi guarda intimorita. Sospira e si decide a parlare.
“so
che è sbagliato giocare con la magia, ma non pensavo che
sarebbe
successo tutto ciò. Ieri sera ho provato a risvegliare il
corpo
terrestre di Meredith, ma qualcosa è andato storto. Ero al
cimitero
davanti alla sua tomba, le candele si sono spente improvvisamente e
c'è stato come un fremito. Ho risvegliato qualcosa, ma non
la mia
amica”
“chi?”
“non
sono sicura, ho visto una donna credo”
una
donna?
Marta
inizia ad agitarsi balbettando qualcosa senza senso.
“che
aspetto aveva?”
domanda
Nigel sbucato dal nulla. Ha un'espressione seria e guarda
intensamente negli occhi Marta che sembra calmarsi.
“indossava
un vestito nero credo, sono sicura che stringeva in mano un
ramoscello”
dice
con espressione vuota, persa nei ricordi della notte precedente.
“di
che colore era il fumo delle candele che hai usato? Hai detto che si
sono spente all'improvviso...”
“era
rosso, denso...”
sussurra
guardando Nigel con lo sguardo di chi è consapevole di aver
fatto un
grave errore.
“maledizione!”
esclama
arrabbiato lui.
“potreste
spiegare anche a noi?”
chiede
Paul seccato.
“quando
Meredith è morta, solo il suo corpo è stato
seppellito, la strega
ha liberato l'anima prima che potesse spirare. Ha rotto un equilibrio
e cercando di riportare in vita anche il corpo ha infranto le
regole”
ci
spiega Nigel continuando a guardarla.
“quindi
l'essere che abbiamo visto ieri è una conseguenza
dell'incantesimo
andato male?”
Lui
annuisce.
“probabilmente
la donna che hai visto è un'emissaria di Yama!”
“è
chi sarebbe?”
“Yama
è la deità preposta al controllo e al trapasso
delle anime da un
mondo all'altro. È qui per avere ciò che le hai
portato via
cheerleader...”
dice
infine.
Ci
guardiamo cercando nei nostri sguardi una risposta.
“devo
confessarvi una cosa...”
continua
Marta avvilita.
“il
rituale richiedeva alcuni elementi, tra cui oggetti personali delle
persone che erano presenti al momento della morte di Meredith”
la
guardo confusa, un piccolo brivido mi attraversa la schiena. Ho una
brutta sensazione. Ho l'impressione che le parole di Marta siano una
temibile minaccia.
“Parla!
Chi hai coinvolto?”
urla
Paul strattonandola.
“ecco...
ho preso un mio anello, una matita di Mandy, una spilla di Paul e un
capello di Chris, rubato dalla sua spazzola nello spogliatoio”
dice
colpevole.
Paul
inizia a sbraitare e Marta a disperarsi.
La
campana segna l'inizio delle lezioni obbligandoci a dividere.
“fortunatamente
questa entità non agisce di giorno, ma dobbiamo fermarla
prima che
la situazione peggiori. Paul tieni d'occhio Mandy e tu, cheerleader,
sta con loro. Chris, seguimi...”
non
dico nulla ed in silenzio vado via con Nigel, lanciando uno sguardo
preoccupato a Paul.
Ci
metto un po' a capire dove stiamo andando, ma alla fine le mie
intuizioni trovano conferma quando riconosco davanti agli occhi la
porta della biblioteca.
“ehm,
che ci facciamo qui?”
chiedo
seguendolo mentre si avvicina alla sezione esoterica.
“c'è
un rituale che dovete fare per contrastare l'ancella della Yama, ma
non ricordo bene il procedimento, quindi eccoci qui!”
dice
con un mezzo sorriso di ovvietà.
Questa
situazione mi sembra davvero assurda, come può Marta aver
fatto una
cosa simile senza informarci di nulla? Ed anzi mettendo le nostre
vite in pericolo.
Non
ho mai preso parte a rituali o incantesimi, ammetto che non sono per
nulla sicura di volerlo fare.
“tutto
ok?”
mi
chiede lui prendendomi dolcemente la mano.
Annuisco
sovrappensiero e lui se ne accorge. Mi prende tra le sue braccia
stringendomi.
Vorrei
tanto poter restare così per tutto il giorno. Mi sento al
sicuro e
protetta, adoro il suo profumo.
“non
ti preoccupare Chris, andrà tutto bene!”
sussurra
prima di baciarmi.
|
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Capitolo 52 *** Capitolo XLVI - Il Rito ***
Non
so quanto tempo passiamo a cercare tra i qualcosa che possa
aiutarci, ma questa volta sembra che la fortuna non sia a nostro
favore. Leggo i vari titoli dei tomi perplessa e per nulla convinta
di essere vicino alla soluzione del problema. Guardo Nigel, del tutto
concentrato sui . A volte mi chiedo come fa ad essere sempre
così lucido in ogni situazione, io mi faccio assalire dal
panico e
dalla confusione e se non fosse stato per lui, ammetto che
probabilmente avrei preso delle scelte sbagliate.
Visto
il buco nell'acqua fatto in biblioteca, torno a casa accompagnata da
lui.
“Paul
e Mandy sono già dentro, Marta ci raggiungerà
appena finiscono le
prove delle cheerleader, ci ritroviamo stasera al cimitero”
dico
leggendo il messaggio che Paul mi ha appena inviato sul cellulare,
informando anche Nigel.
“Davis
e Devora potrebbero aiutarci, ci vediamo stasera e...”
mi
bacia
“...fa
attenzione”
Annuisco
ed esco dall'auto.
Prima
di entrare in casa sospiro. Ancora una volta ci siamo messi nei guai.
Trovo
Mandy e Paul in cucina, entrambi sembrano preoccupati. Mi osservano e
seguono con lo sguardo fin quando non mi siedo.
“vorrei
sapere cosa sta succedendo ragazzi, sono un po' confusa”
dice
timidamente Mandy guardandoci spaesata.
Paul
con calma le spiega tutta la faccenda e la questione di Meredith e
Marta, e Mandy sembra essere molto spaventata.
“questa
sera cercheremo di trovare una soluzione tutti assieme, Marta sembra
avere un piano, ma dobbiamo essere tutti presenti e sempre uniti, non
sappiamo con chi abbiamo a che fare”
la
conforta un po' Paul abbracciandola.
In
prima serata ci raggiunge Marta, suona alla porta presentandosi
affannata e con un gran borsone che sorregge su una spalla.
“che
hai la dentro?”
le
chiedo guardandola incuriosita
“ho
sentito il tuo amico demoniaco, mi ha detto di portare tutto il
necessario per un rituale!”
dice
passandomi il borsone molto pesante, ed entrando in casa.
Ha
sentito Nigel?
Chiudo
la porta perplessa, raggiungendo gli altri. Perché non mi ha
detto
nulla?
Spero
abbia scoperto qualcosa di più che possa essere utile.
Dopo
cena ci rechiamo al cimitero come da accordi.
Dal
giorno del funerale non ho più messo piede qui, camminare su
questo
suolo mi fa sentire male. Era il periodo in cui le cose con Nigel
andavano male, Meredith è morta e tutto il mio mondo
è imploso nel
buio. Buio da cui non sono ancora uscita del tutto.
Accanto
alla lapide di Meredith c'è Nigel, che fissa il terreno con
sguardo
cupo, alzandolo soltanto dopo essersi accorto della nostra presenza.
“ci
siamo tutti?”
chiede
mettendo le mani nel cappotto nero che svolazza al vento.
“si!”
risponde
teso Paul, mentre Mandy timorosa di stringe al suo braccio
guardandosi attorno.
Marta
sospira e si avvicina alla tomba dell'amica guardandola intensamente
ed io accenno qualche passo seguendola.
Ad
un tratto accanto a Nigel compaiono dal nulla Devora e Davis,
spaventando a morte Mandy che urla spaventata.
“sono
dei fantasmi!”
singhiozza
tra le braccia di Paul che cerca di calmarla accarezzandole la
schiena.
“e
loro chi sono? Non dobbiamo fare un festino macabro!”
sentenzia
Marta irritata.
“loro
sono Davis e Devora”
li
presenta lui con un cenno.
“la
cuoca e il giardiniere?”
L'atteggiamento
della cheerleader è quasi irritante, ma posso capire
perché sia
così ostile. Dopotutto se non ci fosse stato lui non sarebbe
accaduto nulla, ed ora non ci ritroveremo qui.
“il
primo maggiordomo e la fantesca”
dice
con voce fredda Davis, inchinandosi leggermente e guardandola negli
occhi.
Marta
si zittisce e Devora aleggiando attorno a noi ci fa mettere in
cerchio, facendoci prendere la mano.
Nigel
si avvicina alle mie spalle sfiorandole. Non essendo coinvolto nel
rito si limita ad osservarci, mentre Davis e Devora prendono posto
ognuno rispettivamente ai lati della lapide.
“tutto
ok?”
sussurra
lui al mio orecchio.
Annuisco
intimidita e dopo avermi stretto leggermente si allontana.
“signorina
Marta, lei era una delle sue più care amiche, per cui
sarà lei a
condurre la seduta. Non sarà difficile. Io e Mr. Davis siamo
qui per
facilitare il tutto essendo connessi con l'altro piano”
ci
spiega la nonnina con modo pacato e gentile.
Inspiro
profondamente e chiudo gli occhi mentre tutti contemporaneamente ci
prendiamo per mano.
Passa
qualche minuto di completa calma, prima che un vento improvviso
sembra concentrarsi all'interno del cerchio da noi formato.
“qualsiasi
cosa accada, non aprite gli occhi! Non guardate!”
il
tono di voce di Devora è perentorio, quasi inquietante.
Il
terreno sotto i nostri piedi inizia a muoversi, rendendo precario il
nostro equilibrio. Attorno l'aria assume una consistenza pesante,
quasi soffocante.
Un
sussurro aleggia nell'aria, la riconosco. È la voce di
quell'essere.
“che...che
cosa sta succedendo?”
urla
spaventata Mandy rompendo il cerchio. Sento la sua mano lasciare
violentemente la mia e istintivamente apro gli occhi nel tentativo di
recuperarla.
Per
un secondo vedo Mandy ad un soffio dal viso del demone, tra le sue
grinfie.
“no!”
Nigel
mi afferra coprendomi gli occhi, impedendomi di raggiungere la mia
amica.
“lasciami
andare”
grido
disperata divincolandomi. Nigel mi spinge fuori dal cerchio per poi
catapultarsi da Mandy, strappandola con estrema semplicità
alle
grinfie del demone.
La
adagia accanto a me, è svenuta ed è un po'
pallida, ma con un cenno
mi rassicura che sta bene.
Nigel
ci lascia fuori dalla barriera del cerchio, entrandovici.
Non
riesco a vedere cosa succede, e ho il timore di combinare qualche
guaio interferendo ancora, mi limito a restare accanto alla mia amica
sperando in una sua celere ripresa.
È
quasi l'alba quando un calpestio di erba bagnata mi desta dal
torpore.
Paul
e gli altri ci raggiungono. Guardo Marta, ha l'aria distrutta. Mi
lancia uno sguardo in segno di saluto e si allontana. Devora e Davis
sono spariti, Nigel mi fa cenno di seguirlo.
Non
appena Paul prende tra le braccia Mandy, assicurandosi della sua
salute raggiungo Nigel.
Ci
inoltriamo nella foresta, seguendo il sentiero per un po'.
“cosa
è successo?”
chiedo
curiosa, ma anche preoccupata, ripesando all'espressione di Marta.
“Meredith
ci ha detto definitivamente addio, ora è nel posto giusto,
dove
sarebbe dovuta andare quando è morta fisicamente”
spiega
freddamente, appoggiandosi ad un tronco.
Non
dico nulla. Non posso immaginare come si senta Marta in questo
momento. Ha detto definitivamente addio ad una delle sue più
care
amiche, forse in uno dei modi peggiori, senza avere scelta.
Non
so, vorrei andare da lei a parlarle, farle sapere che ci sono per
qualunque cosa, ma se provo anche solo per un istante ad
immedesimarmi, ripenso a mio padre, ed io non volevo nessuno attorno.
“ehi,
tutto bene?”
mi
chiede dolcemente lui accarezzandomi la guancia.
“tutto
bene”
rispondo
per poi abbracciarlo.
Sento
un vuoto dentro, anche se per poco, Meredith mi è stata
accanto,
forse proprio nel periodo peggiore. Sapere che ora è
definitivamente
andata via, mi destabilizza.
Sentire
le braccia di Nigel stringermi, mi fa capire in questo momento quanto
io abbia bisogno di lui. Quanto lui sia importante per me.
|
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Capitolo 53 *** Capitolo XLVII - Eclisse lunare ***
Un
gran mal di testa mi assale non appena vengo sbalzata violentemente
al suolo.
Mi
sento intontita e i suoni attorno a me si fanno ovattati.
“ehi,
Chris!”
si
precipita con fare preoccupato Paul al mio fianco.
Mi
metto seduta tastandomi la testa. Rassicuro il mio amico che
“più
o meno” sto bene e barcollando mi alzo, giusto in tempo per
vedere
una luce biancastra espandersi dalle mani di Nigel.
“allora
che cos'era questa volta?”
chiede
sospirando Paul, mentre cerca di togliersi del terriccio di dosso.
Nigel
lo guarda di sottecchi prima di avvicinarsi a me.
“stai
bene?”
Annuisco
poco convinta.
Sono
stanca di questi continui attacchi. Da qualche giorno, casa mia
sembra essersi trasformata in un B&B per spettri e spiriti.
È
iniziato tutto qualche sera fa, quando sono entrata in camera di
Michelle per darle la buona notte, aspettandomi, come credo sia
normale, di trovarla nel suo box a dormire beata. Di dormire dormiva,
per fortuna, peccato che levitava per la stanza, così come
ogni
oggetto.
“è
il quarto demone che scoviamo!”
esclama
Pacey sbucando fuori da un cespuglio.
“scoviamo
non è esattamente il termine esatto Mr. Coraggio”
lo
canzona acido Paul.
Quattro
demoni in casa mia. Sappiamo chi sono i mandanti. Gabriel e Rancine.
Sospiro
sconfortata. Fortunatamente Sam sembra non essersi accorta di nulla,
ma cosa succederà se un giorno decideranno di prendersela
anche con
lei? Cosa potrei fare? Riuscirei a proteggerla?
“Marta
e Mandy stanno creando una barriera sacra attorno casa tua, vedrai
che sarete al sicuro”
Lo
guardo. È solo una soluzione momentanea, non è la
risoluzione del
problema.
Cosa
vogliono da me? Cosa cercano? Tutto questo sta accadendo per colpa
mia, ma non riesco a capire.
“l'incantesimo
è andato bene, ora tu, Sam e Michelle dovreste essere al
sicuro,
almeno per il momento”
mi
informa Marta venendomi incontro seguita da Mandy.
La
ringrazio e tutti assieme ci dirigiamo in veranda per fare il punto
della situazione.
Il
rumore di una scarica elettrica improvvisa alle mie spalle allarma
tutti. Nigel è stato scaraventato via sull'asfalto. La sua
pelle
sembra bruciare e preoccupata mi precipito su di lui.
“stai
bene?”
chiedo
preoccupata, mentre Marta sghignazza divertita. La guardo confusa e
un po' irritata, notando lo sguardo di Nigel stizzito.
“la
barriera. Respinge le aure demoniache”
spiega
Marta con fare fiero.
“sei
solo per metà demone e quindi non ti ha ucciso.”
sentenzia
poi fredda, prima di proseguire a camminare.
Non
posso biasimare Marta per l'atteggiamento che ha nei confronti di
Nigel, probabilmente sta facendo un grandissimo sforzo per
sopportarlo, così come credo anche gli altri. Non ne
parliamo mai,
ma so che riavere Nigel come parte attiva nel gruppo deve pesare a
tutti, per quello che ci ha fatto passare. Io stessa a volte mi fermo
a pensare se questa sia stata effettivamente una mossa saggia e cosa
pensano realmente i miei amici di me. Sulle mie scelte a cui loro in
un modo o nell'altro si sottomettono in nome della nostra amicizia.
In nome della lealtà. Sono loro infinitamente grata per non
aver
deciso di non abbandonarmi, ma a volte mi chiedo se non sia troppo.
“maledetta!
Questo vuol dire che non posso avvicinarmi a te”
dice
guardandomi un po' malinconico.
“sarò
al sicuro”
rispondo
aiutandolo ad alzarsi e noto stranamente che fa fatica a mettersi in
piedi.
Questa
barriera deve essere davvero potente.
Saluto
tutti dopo esserci ripromessi di pensare ad un piano d'azione per
l'indomani, come ha detto anche Marta questa è solo una
soluzione
temporanea.
Nigel
sembra nervoso quando viene a prendermi. Ovviamente ha dovuto
aspettare lontano dal vialetto a causa della protezione, ma non
sembra tanto questo quello a disturbarlo, anzi. Sembra preoccupato
per qualcosa.
“dormito
male?”
gli
chiedo entrando in auto.
“no”
risponde
secco mettendo in moto l'auto.
Non
capisco cosa gli prende, ma per il momento non voglio indagare.
Arriviamo
a scuola e noto che mentre scende dall'auto, Nigel, sembra avere un
capogiro.
“sicuro
di star bene?”
mi avvicino e lui si allontana.
“Nigel...”
“è
tutto ok”
risponde
brusco allontanandomi.
Senza
aggiungere altre parole ci rechiamo da Mandy e gli altri che ci
aspettano all'ingresso.
“sarà
bellissimo, è uno spettacolo unico!”
esclama
entusiasta la mia amica con gli occhi che le brillano eccitati.
“di
cosa state parlando?”
chiede
Frank anticipando la mia stessa intenzione.
“stasera
ci sarà l'eclissi lunare, pensavo di andare
all'osservatorio!”
ci
spiega euforica.
Sento Nigel irrigidirsi al mio fianco. Oggi è davvero strano.
“non
è una cattiva idea! Diciamo una serata insolita”
Frank
sembra concorde con Mandy e anche a me non dispiace come idea.
“eclissi
lunare? Visto che non ho niente di meglio da fare stasera, potrei
unirmi?”
Mandy
sorride a Marta annuendo.
È
buffo pensare come il loro rapporto sia cambiato. Nonostante tutto,
forse tutto quello che stiamo passando ci ha portato a conoscere
degli aspetti di noi stessi e degli altri che forse prima avremmo
ignorato.
Sorrido
confortata da questo pensiero.
“Allora
è deciso! Nigel, ti unisci anche tu?”
chiede
Jake
“si,
certo”
risponde
glaciale. È inquietante.
Voglio
capire cosa lo tormenta oggi. Cosa c'è che non va?
Lo
seguo tutto il giorno, sembra più schivo del solito.
Addirittura
Mark lo canzona per i corridoi e lui non batte ciglio, anzi sembra
quasi trattenersi. Poi entra in biblioteca e tra i vari scaffali lo
perdo di vista.
Non
voglio essere scoperta, ma voglio capire che gli prende. Certo non
è
mai stato Mr. Socialità ed allegria, ma non è il
suo solito modo di
fare. Sembra che stare a contatto con gli altri lo renda nervoso e di
sicuro Nigel non è il tipo che si fa innervosire da un
branco di
umani.
Resto
stupita dai miei stessi pensieri. Mi sono rivolta alla mia specie
come un “branco di umani”. Che strano e illogico
pensiero. Scuoto
la testa, ritrovandomi Nigel a pochi centimetri dal mio viso che mi
fissa.
“mi
stai seguendo”
e
la sua non è una domanda.
“voglio
solo capire che ti prende. Sembri strano oggi, più strano
del
solito”
“è
solo un tua impressione”
lo
guardo arcigna. Mi sta palesemente prendendo in giro.
“scusa
tanto, scusami tanto se mi preoccupo del mio ragazzo”
dico
senza rendermi conto subito delle parole che ho usato.
Mi
tappo la bocca abbassando lo sguardo.
Lui
sembra sorridere appena prima di allungarsi in un abbraccio.
“scusami”
soffia
sui miei capelli stringendomi di più.
Siamo
seduti sugli scalini della sezione “demonologia”
della
biblioteca, sezione del tutto inabitata da studenti e docenti. Nigel
non fa che torturarsi le mani.
“si
può sapere che succede?”
il
suo sguardo si sposta da me alle sue mani con fare frenetico.
“come
ha detto la tua amica, questa notte ci sarà un'eclissi
lunare”
inizia
piatto lui.
“devi
sapere che ci sono particolari notti in cui un mezzo demone come me,
perde i poteri. L'essenza demoniaca si annulla e diventiamo semplici
e fragili umani. Si da il caso che questo avvenimento, per me,
coincide con l'eclissi lunare”
conclude
con fare amareggiato.
“beh,
è solo per una notte no? Basta stare solo attenti a non
cacciarsi
nei guai e non dovremmo avere problemi. Insomma non è la
priva volta
che ti accade, giusto?”
lui
si avvicina prendendomi il mento tra le mani
“questa
volta ci sei tu”
dice
prima di baciarmi.
Nonostante
questa nuova condizione di Nigel, decidiamo di essere ottimisti e
cercare di passare una serata tranquilla con gli altri all'osservatorio. O almeno io ci provo. Anche se mi ha confidato una
cosa così importante, Nigel sembra comunque non essere
sereno.
Come
da accordi ci ritroviamo alle otto all'osservatorio.
Non
ero mai venuta qui prima d'ora. Si trova in cima ad una collina poco
fuori dalla città, trovarlo non è stato
esattamente facile,
sopratutto ora che le tenebre la fanno da padrone e ammetto che in
questa prospettiva è un luogo un po' sinistro.
Frank
ha affittato l'intero osservatorio solo per noi. Ammetto che in
questo caso avere molti soldi porta i suoi vantaggi.
Mentre
Marta e Pacey prendono varie candele per allestire una specie di zona
relax, Jake e Ted sistemano vari snack in piccole porzioni in modo da
distribuirle equamente. Mandy e Paul chiacchierano davanti al
cartellone illustrato di una costellazione.
Non
sembra nemmeno di essere in un osservatorio. La luce tenue delle
candele, le pareti bianche che riflettono solo la luce lunare e un
senso di pace e tranquillità che sembra avvolgere tutto il
contesto.
“bene,
l'evento dovrebbe verificarsi intorno alle 2:30”
ci
informa Mandy dopo poco, mentre tutti prendiamo posto sulle coperte
della zona relax creata.
Marta
a dispetto di tutti invece sembra star trafficando con qualcosa
accanto alle candele, dando le spalle a tutti.
“non
è possibile!”
esclama
spaventata allontanandosi da quel che sembra un cerchio magico.
Ci
avviciniamo tutti incuriositi.
“che
succede?”
chiede
Ted allarmato dietro le spalle di Marta.
“siamo...siamo
su un cimitero”
balbetta
ancora sconcertata.
“te...tempo
fa, stavo facendo delle ricerche sui punti mistici siti qui a Dallas,
avevo letto da qualche parte che l'osservatorio in cui siamo ora
è
stato costruito sul luogo di un massacro. La leggenda narra che tempo
fa delle donne e degli uomini fatti prigionieri da un gruppo di
soldati senza onore, vennero brutalmente uccisi dopo che uno di loro
provò a difendere una donna che stava per essere violentata
da uno
dei soldati. Si sono divertiti a squartarli e dilaniarli per puro
divertimento e dopo la loro morte hanno deriso i cadaveri componendo
macabri teatrini con quel che ne rimaneva. Si dice che il rancore per
quelle morti violente fu così immenso che le loro anime non
trovano
pace, materializzandosi solo nella notte in cui tutto avvenne...una
notte di...eclissi lunare”
La
guardiamo tutti sgomenti, mentre Nigel rimasto per tutto il tempo in
disparte si prende la testa tra le mani e dolorante sembra
accasciarsi al suolo.
“che
hai? Che ti prende?”
mi
guarda sofferente stringendo i denti.
“sto
perdendo i poteri”
dice
contorcendosi per il dolore.
Non
so che fare.
“dovremmo
andarcene prima che l'eclissi abbia inizio credo”
suggerisce
Pacey, mentre Frank sembra del tutto spaventato e spaesato. Nessuno
gli ha mai detto la verità su queste faccende, ma ormai
è troppo
tardi per tornare indietro e non c'è tempo per spiegare.
In
fretta raccogliamo tutte le nostre cose e ci accingiamo ad andarcene,
ma un rumore inquietante dall'altra parte del portone ci arresta.
È
un continuo bussare freneticamente, sempre più violento
tanto da
farci arretrare di qualche passo.
Un
crescendo di schiamazzi e mugolii pervade le nostre orecchie e tutti
sembrano un po' confusi, ci guardiamo in viso spaesati, fin quando
quei gemiti si trasformano in distinte e strazianti urla di persone
che chiedono aiuto. Jake si precipita ad una delle piccole finestre
poste in alto alle pareti.
“oddio!”
esclama
terrorizzato. M avvicino sbirciando anche io e quello che mi si
presenta davanti è una carneficina. Alcune persone,
probabilmente
venute qui per godersi l'eclissi, sono state attaccate da quelli che
sembrano essere cadaveri putridi e marci.
Si
ammassano tutti contro le mura dell'osservatorio chiedendo aiuto.
“non
possiamo farli entrare!”
urla
Marta allontanando subito Mandy dal portone d'ingresso.
“dobbiamo
aiutarli, non possiamo lasciarli la fuori!”
urla
la mia amica in preda a panico iniziando a piangere.
Paul
la prende dolcemente tra le braccia cercando di farla calmare.
Pacey
e Ted sbarrano la porta con tutto quello che trovano mentre Frank si
prende la testa fra le mani dondolando in un angolo. Perfetto, lo
abbiamo perso.
Mi
avvicino a Nigel che sembra star meglio.
“dobbiamo
trovare qualcosa per proteggerci, quella porta non è
indistruttibile!”
ordina
a tutti cercando qualsiasi cosa possa essere usata come arma.
Ci
ritiriamo tutti in un angolo senza smettere di fissare la porta che
trema sempre di più sotto i colpi dei mostri li fuori.
“non
possiamo ucciderli, dobbiamo riuscire a scappare e arrivare alle
auto”
trema
Marta tenendo saldo tra le mani uno sgabello d'acciaio.
I
colpi si fanno sempre più forti e il legno cede sempre
più
facilmente.
Guardo
Nigel terrorizzata. Ha la mascella contratta e il volto teso, non
è
un buon segno.
Con
un boato la porta si frantuma sul pavimento lasciando che i demoni
entrino nella stanza come formiche. È impressionante. Alcuni
strisciano per terra, altri saltellano sui muri lasciando scie di
sangue e interiora pulsanti ovunque. Uno di loro parte all'attacco
verso Paul che gli frantuma provvidenzialmente il cranio con un tubo,
spappolandolo ovunque.
Mi
ci vuole qualche attimo per mettere a fuoco la situazione, prima di
essere letteralmente trascinata via da Nigel. Corriamo tutti verso l'uscita nel caos più totale. Sento Nigel farmi scudo mentre
mi
spinge fuori con forza.
“scappa!”
urla
colpendomi sulle spalle così forte da farmi cadere. Sento
l'aria
fresca sul viso. Il terriccio tra le mani. Sono fuori.
“alzati!
Andiamo!”
mi
incita qualcuno che riconosco essere Paul, mentre mi tende la mano.
L'afferro e assieme iniziamo a scappare nel bosco cercando di
raggiungere le auto.
Il
fiatone mi rimbomba nelle orecchie e davanti a me vedo solo foglie e
rami, non capisco nemmeno in che direzione stiamo andando.
“fermati”
dico
improvvisamente strattonandolo.
Oltre
noi, non vedo nessuno degli altri correre.
“Paul
non possiamo lasciarli indietro!”
piango disperata.
“Mandy
era davanti a me, ho visto Jake e Ted correre, non so dove son gli
altri”
risponde
col fiatone.
Voglio
tornare indietro, devo tornare dai miei amici. Paul o capisce e mi
blocca la strada.
“ragiona,
cosa puoi fare? Fidati di me, fidati di loro! Ci
raggiungeranno!”
annuisco
e spronata da lui continuo a correre.
Delle
urla catturano la nostra attenzione. Questa è la voce di
Mandy.
Ci
precipitiamo da lei che scalcia con tutta la sua forza per liberarsi
da uno di quei corpi decadenti.
Aiutata
da Paul riusciamo a liberare Mandy che gattona verso l'auto mentre
Paul stordisce del tutto il demone. Scatta in auto e lo seguo
rifugiandomi nei sedili posteriori mentre tremiti di paura percuotono
tutto il mio corpo.
Il
mio vicino accende la vettura pigiando a fondo il pedale
dell'acceleratore e tra le urla paranoiche di Mandy e i singhiozzi
strozzati di Paul cerchiamo di farci strada nella boscaglia per
arrivare alla strada principale.
Dal
nulla uno dei mostri si piazza sul parabrezza, impedendo a Paul di vedere cosa c'è davanti.
Urlo
per lo spavento del demone, ma il fiato mi si mozza in gola quando
sento l'auto impennarsi.
Tutto
gira vorticosamente, con le mani cerco un appiglio su cui fare presa,
mentre la gravita nell'abitacolo sembra subire violente alterazioni.
Sento i vetri rompersi e le lamiere accartocciarsi, poi silenzio. Poi
buio.
Un
ronzio fastidioso mi desta dai sensi assopiti. Riesco a fatica ad
aprire gli occhi. Mi guardo attorno, sono sul telaio dell'auto.
L'auto si è ribaltata. Cerco di mettere a fuoco davanti a
me, vedo
il braccio di Paul scosso da uno spasmo e subito dopo mugugna
qualcosa.
È
a testa in giù, così come Mandy, trattenuti dalla
cintura di
sicurezza.
“Paul...
“
sussurro
col fiato corto aggrappandomi al sedile per raggiungerlo.
È
ricoperto di sangue, ha un profondo taglio che si fa strada su tutta
la fronte e che dal modo in cui sanguina sembra abbastanza grave.
“non
riesco a respirare”
mi
guarda dritto negli occhi, è terrorizzato. Sgancio la sua
cintura e si accascia dolorante. Guarda Mandy che è priva di sensi.
Un
ringhio attira la nostra attenzione e purtroppo con orrore ci
rendiamo conto che siamo accerchiati. Senza dire una parola cerchiamo
di liberare Mandy dalla cinghia, ma senza riuscirci.
“è
incastrata!”
urla
Paul continuando a strattonarla.
“cerca
di liberarla in qualche modo, io li terrò a bada”
credo
sia l'adrenalina a parlare al posto mio, perché in uno
spazio così
ristretto non so proprio come fare.
Non
capisco esattamente le loro intenzioni fin quando invece di
attaccarci iniziano a spintonare l'auto.
“vogliono
buttarci nel dirupo”
urla
Paul. Afferra un grande pezzo di vetro e ferendosi la mano inizia a
stracciare la cintura per salvare Mandy.
“EHY!
EHY VOI!”
Urla qualcuno e ne riconosco la voce di Ted. Sono salvi!
I
demoni improvvisamente cessano di spintonare l'auto e iniziano a
inseguire i miei amici.
Sospiro.
È la nostra occasione di fuga. Esco dall'auto sorprendendomi
del
dolore che percuote il mio corpo. Gattono verso Mandy e aiutata da
Paul la tiriamo fuori dalle lamiere.
“Respira!”
Afferma
Paul dopo aver constatato il suo respiro.
La
nausea mi assale, la testa gira senza darmi tregua e dei conati si
fanno strada per la mia gola.
“Paul,
chiama aiuto!”
sospiro
mettendomi seduta per via delle vertigini.
Sento
un rombo di motore e dei passi avvicinarsi, ma sono così
stanca e i
miei occhi sono pesanti.
“non
chiudere gli occhi!”
sento
qualcuno che insistentemente mi strattona per farmi restare sveglia.
“Chris,
resta sveglia!”
è
la voce di Marta? Non ne sono sicura. È tutto confuso. Sento
un
lieve torpore accompagnato da quelle parole. In un certo modo mi
sento al sicuro al suono di quella voce.
“Chris?”
sento
una mano fredda sulla fronte che mi fa sentire un gran sollievo.
Apro
gli occhi ritrovandomi davanti un bianco accecante.
“dove
siamo?”
mi
metto seduta lentamente per cercare di inquadrare il tutto.
“in
ospedale”
è
Jake il primo viso che vedo. Ha un aspetto orribile, come credo anche
io.
“che
è successo? Dove sono gli altri?”
mi
guarda con gli occhi gonfi di lacrime.
“io
e Ted abbiamo corso, fin quando Marta e gli altri ci hanno salvato.
È
stato orribile, c'era sangue ovunque..pezzi di
persone...io...”
inizia
a singhiozzare e istintivamente gli stringo la mano.
Lui
mi guarda rincuorato e prosegue
“sono
tutti qui. C'è stata una specie di isteria di massa, almeno
questa è
la versione ufficiale. Tutta la città è stata
presa...”
non
riesco a credere a quello che ha detto Jake. Mi alzo barcollante dal
letto, ho solo qualche graffio nulla di grave.
“portami
dagli altri”
sono
tutti riuniti nella zona ristoro dell'ospedale.
Appena
vedo Paul mi tuffo fra le sue braccia. Una grossa fasciatura nasconde
quasi del tutto la sua folta chioma bionda, lasciando solo qualche
ciocca qua e la ribelle.
Jake
è seduto accanto a Frank che non la smette di tremare, non sembra
ferito, ma è completamente ricoperto di sangue.
“dove
sono Marta e Mandy? Pacey? Nigel?”
chiedo
preoccupata.
Al
nome di Mandy, le espressioni di tutti si fanno cupe. Guardo Paul, lo
fisso. Cosa non mi ha detto?
Mi
prende sotto braccio e seguita dagli altri mi porta in una stanza,
sul cui letto c'è la mia amica. Fredda. Immobile. Mi sento
mancare
quando prendo coscienza della visione d'insieme.
“il
medico dice che potrebbe svegliarsi da un momento all'altro, ma
più
resta in coma, maggiori saranno i danni che subirà il
cervello”
mi
informa Paul con tono piatto e meccanico.
Non
comprendo subito, mi ci vuole un po' per dare senso alle parole di
Paul, parole che avrei voluto non sentire.
Prendo
delicatamente le mani della mia amica. Mi dispiace così
tanto.
“devi
trovare Nigel e Pacey, non sappiamo dove siano finiti! Noi resteremo
qui, creerò una barriera attorno a Mandy e a tutti
noi!”
sospira
sconvolta Marta che inizialmente non avevo notato seduta accanto al
letto. Annuisco per tutta risposta.
Dove
potrebbero essere?
Guardo
l'orologio sulla parete. Manca ancora qualche ora al sorgere
dell'alba, ovvero alla fine della maledizione.
“certo
che qui non si è mai tranquilli, eh?”
ho
già sentito questa voce.
“possibile
che non riesca a star ferma? Deve sempre combinarne una! E scommetto
che il mezzo demone centra qualcosa”
la
simpatia immancabile di Evelyn.
“ragazzi!”
esclamo
abbracciando Louis istintivamente.
“ciao
piccola!”
dice
lui ricambiando l'abbraccio.
“ ma
voi che ci fate qui?”
“se
non l'hai notato c'è l'apocalisse...”
risponde
acida Evy prima di squadrarmi.
“ah,
no... forse te ne sei accorta!”
sbuffa
incrociando le braccia.
Spiego
brevemente quello che è successo. Sul cimitero sotto
l'osservatorio,
sul nostro incidente e sugli ultimi avvenimenti accaduti negli ultimi
giorni.
“devo
tornare a casa!”
se
la città è sotto assedio Sam potrebbe essere in
pericolo e sono in
pensiero per Nigel e Pacey.
“la
fuori c'è la fine del mondo, senza di noi moriresti ancor
prima di
fare dieci passi”
sono
sempre più convinta che a Evy serva fare qualche corso sulla
socializzazione. Possibile che sia sempre così scontrosa?
“Marta
ha eretto una barriera protettiva intorno alla mia casa, ma non sono
tranquilla!”
Louis
mi guarda con fare incoraggiante.
“ti
guardiamo le spalle, tu facci strada!”
L'orrore
che si presenta davanti ai nostri occhi una volta usciti
dall'ospedale è agghiacciante.
Il
fumo denso e nero creato dalle fiamme di un auto ribaltata ci investe
facendoci lievemente tossire e alza il sipario ad un vero e proprio
massacro. Tra l'isteria noto un uomo correre a perdifiato nella
nostra direzione mentre viene inseguito da due di quei mostri che una
volta raggiunto gli stritola letteralmente il cranio tra le mani.
È
Louis a incitarmi nella corsa afferrandomi la mano. Sono spaventata e
confusa, corriamo e l'unica cosa che faccio è ripercorrere
la strada
che porta a casa.
Evy
continua a gridare di correre e non fermarmi. Di non guardare.
“è
là!”
esclamo
indicando il vialetto di casa.
Il
mio pensiero va a Sam, Oh Sam! Spero sia ancora viva.
Corriamo
a perdifiato, il cuore mi schizza in gola.
“vedo
la barriera”
urla
Evy e per un momento mi sembra di vedere una nebbiolina bluastra
attorno a casa.
Mancano
pochi metri per essere al sicuro quando due di quei demoni ci si
parano davanti ostacolandoci.
“ci
pensiamo noi, tu va!”
urla
Louis prima di avventarsi sul nemico seguito da Evelyn.
Mi
catapulto lì dove vedo il confine con la barriera e solo per
un
soffio vi ci entro prima che il demone che ora è sparso in
mille
pezzi davanti a me, scivolando come gelatina sui vetri, potesse
afferrarmi. Prendo fiato guardando Evy e Louis intenti nel
combattimento. Lei mi fa un cenno di approvazione, questa volta
sorridendo incoraggiante.
Non
so perché, ma ho la sensazione che non la rivedrò
più.
Ricambio annuendo e corro in casa. Non so cosa mi aspetterà oltre
quella
porta, coraggio Chris!
Mi
ripeto mentalmente.
“SAM!”
Urlo
spalancando la porta.
Il
silenzio assordante che c'è in casa mi angoscia. La luce
è saltata
ed è difficile mettere a fuoco quel che succede.
Mi
reco in soggiorno, la casa è in ordine, non ci sono state
lotte.
“SAM?”
controllo
frettolosamente la cucina e scopro con orrore delle scie di sangue.
Respira.
È
un sussurro quasi impercettibile, ma l'ho sentita. La stessa voce ce
ho sentito durante la fuga nel bosco.
Respira
Chris.
Cerco
di calmarmi, non posso farmi prendere dal panico.
Guardo
il sangue, seguendone il percorso. Porta al piano di sopra.
Prendo
un coltello da cucina abbastanza grande e contando i passi e cercando
di far poco rumore inizio a salire le scale.
Sono
sul pianerottolo quando un gemito seguito da dei rumori attira la mia
attenzione. Proviene dalla camera da letto di Sam. Mi avvicino cauta,
ma quando le urla di Michelle irrompono nella casa non resisto e
senza pensarci apro la porta.
“Oddio,
Chris! Sei tu!”
sospira
sollevata Sam tra le lacrime chinata per terra dietro il letto
matrimoniale. Accanto a lei c'è Annabell che stringe tra le
braccia
Michelle cercando di farla calmare. Mi avvicino preoccupata quando
guardando Sam vedo del sangue.
“sei
ferita?”
chiedo
chinandomi davanti a lei scoprendo con terrore che tra le sue braccia
c'è Nigel ricoperto di sangue e Pacey che tenta di
tamponargli
l'emorragia copiosa che ha all'addome.
“siamo
riusciti a scappare dall'osservatorio, ma ci stavano addosso e lui
è
stato preso... non sapevo dove portarlo e casa tua era il luogo
più
sicuro”
mi spiega un Pacey sconvolto.
Accarezzo
il volto di Nigel, è bollente.
“voi
state bene?”
chiedo
guardando Sam e Annabell.
Mia
sorella mi guarda in modo sconvolto, inquietante mentre muove il
capo negativamente prima di urlare isterica.
“se
stiamo bene? Si può sapere che sta succedendo?
Lui...”
dice
indicando Pacey
“lui
ha appena detto che questa casa è il luogo più
sicuro, che vuol
dire? Ero in giardino quando hanno tutti iniziato a dare di matto, la
signora King ha iniziato a correre verso di me arrabbiata, con una
strana espressione in faccia e poi è si è
spappolata come un uovo
davanti a me! Che sta succedendo?”
sospira
portandosi la testa tra le mani.
“ora...
ora non posso spiegarti Sam, ma prometto che ti dirò
tutto!”
balbetto
cercando di capire se tutto ciò sta accadendo davvero.
“no,
Chris. Tu mi spiegherai tutto ora”
mi
guarda arrabbiata più che mai con tono perentorio.
Uno
strano rumore dal tetto interrompe la conversazione.
“che
succede?”
chiede
allarmata Annabell portandosi Michelle al petto più stretta
senza
smettere di cullarla.
“la...
la barriera non reggerà a lungo, la forza vitale di chi la
ha
eretta...”
rantola
Nigel riprendendo i sensi.
Mandy!
“Mandy...lei
è in ospedale... è....è in coma e
Marta ha creato una barriera...”
cerco
di spiegare in preda all'ansia.
La
finestra della camera da letto si frantuma in un boato, spaventando
tutti a morte.
“guai
in arrivo!”
si
rivela essere Evy un po' malconcia.
“se
le streghe muoiono, sarà solo questione di minuti prima
che...”
conclude
di colpo Louis alle spalle della sorella, notando che non siamo soli.
“streghe?
Mandy e Marta sono delle streghe?”
chiede
Sam visibilmente confusa.
“Paul!”
Esclama
improvvisamente Annabell puntandomi.
“dov'è mio figlio?”
piange
disperata, forse ha razionalizzato solo ora.
“Paul
sta bene, è in ospedale con gli altri, e al momento credo
sia al
sicuro...”
dico
guardandola.
“Credi?
Mio figlio è sempre stato un ragazzo tranquillo, da quando
ha
iniziato a frequentarti è cambiato! Se è successo
qualcosa a Paul
ti ammazzo!”
Non
posso fare a meno di restare in silenzio. Ha dannatamente ragione. Se
non fosse stato per me.. per me! Perché io? Cosa vogliono da
me?
Abbasso
lo sguardo colpevole.
“mi
dispiace interrompere la riunione di famiglia, ma se non l'avete
notato c'è l'apocalisse la fuori”
Evy
ha un cinismo senza eguali.
“quale sarebbe il piano?”
chiede
Pacey mostrando un braccio rotto.
“l'idea
dell'ospedale non è male, qui dentro è come
servirsi al nemico e
tutti abbiamo bisogno di cure”
accenna
al suo braccio e a Nigel, cercando l'approvazione inconscia di Sam e
Annabell che annuiscono confuse.
“non
possiamo andarci a piedi!”
suggerisce
Louis
“la
mia auto è in garage”
guardo
mia sorella, credo che non stia capendo nulla e sia solo quel poco di
logica e istintiva sopravvivenza a farla reagire nel modo che abbia
più senso.
Mi
spiace averla trascinata in tutto questo. Mi spiace per tutto.
Con
Louis come capofila ci dirigiamo verso le scale, sentiamo i loro
ringhi, mentre cercando di entrare, ma la barriera sembra reggere
ancore un po'.
Vuol
dire che stanno bene, mi ripeto per non pensare al peggio.
“una
bella serata per guardare la luna, non trovate?”
in
un vortice di piume nere creatosi davanti a noi, si presenta Gabriel.
“come
ha fatto?”
Louis
è sconvolto quanto noi.
“mio
caro amico, fino a prova contraria io sono neutrale e per questo
nessuna barriera può impedirmi di accedervi”
si
propende in un inchino fissandomi negli occhi.
Nigel
si aggrappa alla mia spalla suggerendomi di scappare.
“che
dici?”
“l'eclissi
è quasi passata, loro vogliono te, non posso
permetterglielo”
sospira stanco
“pensa
a Sam, pensa ai tuoi amici”
guardo
mia sorella che ricambia il mio sguardo cercando ancora un minimo
senso a tutto ciò.
Lo
bacio lievemente sulle labbra e lui guardandomi con un sorriso mi
sussurra di correre.
Con
uno sguardo d'intesa continuo la fuga lasciandomi Nigel alle spalle.
“noi
due abbiamo un conto in sospeso”
sento
dirgli.
Mi
volto, non può battersi con un angelo in forma umana, non
con
Gabriel.
L'angelo
solleva le mani e un ronzio invade la casa.
“ho
portato degli amici. Non appena la barriera sarà solo carta
velina,
la domanda non sarà chi, ma sarà quando
morirà!”
ride
euforico, mentre sopra di noi una Rancine a forma di ragno ci guarda
famelica.
“prendi
l'auto e scappa da Dallas, non ti fermare per nessun motivo!”
mi
strattona Louis. Riportandomi alla realtà.
“e
tu?”
“noi
restiamo qui, ti guardiamo le spalle!”
credo
che questo in qualche modo sia il loro personale addio.
Raggiungo
Sam, Pacey e Annabell, il garage non mi sembra mai essere stato
così
lontano.
Ci
siamo.
Annabell
e Michelle vengono scortate in auto da Pacey, mentre io e Sam ci
rassicuriamo di chiudere bene la porta almeno fin quando non saremo
fuori di qui.
“tutto
questo mi sembra assurdo, non può essere vero!”
“mi
dispiace, ti prometto che finirà tutto”
la
porta si spalanca senza troppa resistenza davanti a noi e Rancine
nella sua forma normale entra nella stanza con Louis trapassato da un
artiglio che sembra una zampa di ragno, l'unica parte ancora non
cambiata.
“e
secondo te una porta potrebbe fermarmi?”
mi
guarda sorridendo
“mi
deludi”
dice
avvicinandosi minacciosa.
Arretro
qualche passo prima che la sua lingua forcuta mi si spalmi sulla
guancia. Louis penzola agonizzante. Mi guarda e io non riesco a non
togliere gli occhi di dosso, mi dispiace così tanto. Piango
e lui
prima di spirare si scusa per non essere riuscito a fermarla.
“Non
toccarla!”
urla
Sam infilzandola con una pala e approfittando del momento urlo a Pacey di scappare.
Lui
non se lo fa ripetere due volte e schiacciando l'acceleratore sfonda
la serranda in legno fuggendo.
Rancine
per tutta risposta afferra Sam senza il minimo sforzo e sena
indulgenza lo fa.
Non
credo di aver mai sentito un suono più brutto di questo.
L'osso del
collo di Sam che si spezza e il suo corpo che si accascia al suolo.
Urlo correndo incredula da mia sorella.
Il
tempo si ferma, tutte le urla e i rumori svaniscono lasciando spazio
al silenzio. Io non ho più paura mentre Racine si avventa su
di me.
Sono vuota.
Lei
si avvicina minacciosa e mi stringo al corpo senza vita di Sam
piangendo, ma non appena prova a sfiorarmi una luce improvvisa le si
forma attorno.
Scappa!
Ancora
quella voce.
Mi
alzo guardando Rancine venire pian piano assorbita dalla luce mentre
si dimena.
Ritorno
in casa, Evy e Nigel sono messi all'angolo, ma sembra che Gabriel sia
come paralizzato.
“non
è possibile”
si
ripete sgomento. Nigel sembra sogghignare mentre sposta Evy dietro di
sé.
“la
maledizione sembra finita!”
ringhia
per avventarsi contro Gabriel. Iniziano una rissa furiosa e appena
sono abbastanza lontani corro da Evelyn.
“stupida,
anche se Nigel riuscisse a fermare quel pazzo, saresti comunque in
pericolo”
dice
sputando sangue.
“devo
portarti via da qui”
cerco
di metterla in piedi, ma con uno spintone mi allontana.
“smettila
di fare l'egoista! Mio fratello è morto per proteggerti,
cerca di
portare un po' di rispetto”
ha
ragione. Sam, Louis, Paul, Mandy, Marta... tutti i miei amici hanno
dato la propria vita per me. Devo scoprire perché, devo
capire e
mettendomi in pericolo sicuramente non lo farò.
Mi
fa segno di avvicinarmi e obbedisco senza perdere tempo.
“alle
prime luci dell'alba rompi questa pietra, non manca molto”
rivolge
uno sguardo alla finestra e io faccio lo stesso. Il cielo sta
diventando più chiaro.
“è
una pietra magica, risucchierà tutte le entità
demoniache”
ancora
una volta mi sorride incoraggiante, poi la sua mano nella mia si
rilassa e i suoi occhi lentamente si chiudono.
Sento
la terra tremare e mi rannicchio in un angolo, Nigel e Gabriel
continuano a lottare, ma lui non sembra per nulla in forma e in un
batter d'occhio Gabriel ha la meglio riuscendo a sfuggirgli e
dirigendosi verso di me.
Ora.
Sussurra
ancora quella voce e immediatamente schiaccio la pietra con un
massiccio pezzo di cemento che lo frantuma all'istante.
Mi
allontano di qualche passo proprio nel momento in cui al posto dei
frammenti si sprigiona un vortice nero da cui si espande un bagliore
accecante.
La
luce è così intensa che non riesco a tenere gli
occhi aperti. Il
vento diventa sempre più violento e mi riparo dietro uno
stipite sperando di non essere colpita da qualcosa. La mia casa inizia a
collassare su se stessa mentre ringhi e lamenti si fanno sempre
più
molesti. Capisco così che tutti i demoni vengono inghiottiti
da quel
turbinio.
Tutto
si svolge in una manciata di secondi e in un lampo tutto tace.
Apro
gli occhi stordita.
La
mia casa non esiste più, i miei amici non ci sono
più. Cammino
lentamente guardandomi attorno.
Non
c'è traccia di quei demoni, non c'è traccia di
nulla.
Tra
i detriti riconosco il corpo di Nigel. Mi avvicino immediatamente
sperando sia vivo.
“Chris..”
rantola
guardandomi.
“perché
le ferite non si rimarginano? Perché sei ancora
umano?”
chiedo
sconvolta notando che continua a perdere sangue.
“tu,
stai bene?”
Annuisco
singhiozzando, prendendogli il viso tra le mani.
“andrà
tutto bene, vedrai”
restiamo
così in silenzio, fin quando il suo respiro cessa.
Nigel
è morto.
Tutto
il mio mondo è finito. Una nausea improvvisa mi assale e
poco dopo
rimetto in un angolo. Mi alzo in piedi asciugandomi le labbra.
Avverto una presenza alle mie spalle e prima che possa girarmi una
luce intensa mi travolge.
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Capitolo 54 *** Capitolo XLVIII - Destinazioni Ignote ***
“dove
sono?”
chiedo
ancor prima di aprire gli occhi.
So,
che tutto quello che è successo purtroppo non è
un sogno.
I
miei amici sono morti. Mia sorella Sam è morta. Nigel
è morto.
Non
so dove sia finita Michelle, ma spero sia riuscita a scappare con
Annabell e Pacey, la sua caparbietà potrebbe averle salvato
la vita.
Al
sicuro.
Risponde
echeggiando nella mia testa, la voce femminile.
“chi
sei?”
perdo
i sensi di nuovo.
“signorina
Christine, riesce a sentirmi?”
solo
due persone si sono rivolte a me usando questo suffisso.
Devora
e Davis! Sono a casa di Nigel.
Provo
a mettermi seduta mentre le vertigini mi assalgono. I due spettri
sono accanto a me, sono sicura che sanno.
“cosa
è successo?”
Davis
mi guarda impassibile, è Devora a prendere la parola.
“ la
città è in proscrizione, tutti stanno cercano di
capire cosa possa
essere successo e i pochi superstiti”
fa
un respiro profondo, anche se non ne ha bisogno.
“cercano
di vivere nel modo più normale la propria vita o quel che ne
resta.”
“lei
è ancora in pericolo signorina, i Lu sì ci
rendono invisibili agli
occhi del nemico per il momento, ma non possiamo rischiare”
prende
la parola Davis.
Abbasso
lo sguardo, sì, credo di capire perfettamente a cosa si
riferisce.
“cosa
posso fare? Dovete aiutarmi a capire. Deve esserci un modo per
evitare tutto questo!”
loro
si zittiscono e con dimenticanza escono dalla stanza.
“ora
dovreste riposare signorina, ne avete bisogno”
mormora
severo il maggiordomo prima di chiudere non molto delicatamente la
porta.
Resto
a letto per giorni, sono molto debilitata e i due spettri vogliono
assicurarsi che ritorni in ottime condizioni prima di fare qualunque
cosa.
Non
parlano quasi mai con me, fanno quel che devono, mi portano da
mangiare, controllano meticolosamente il mio stato di salute, ma non
mi guardano, non mi parlano.
“immagino
mi imputate entrambi della morte di Nigel”
dico
una sera, mentre Devora con fare materno mi rimbocca le coperte
assicurandosi che io non abbia freddo.
Alla
mia affermazione smette di intrallazzare con le lenzuola e mi guarda.
“il
signorino Nigel era come un figlio per me, da quando è nato
mi sono
sempre presa cura di lui. Farei qualunque cosa per farlo tornare ma
io sono uno spettro, non posso nulla”
sussurra
con una voce emaciata più acuta del solito.
“ma
esiste, non è vero? Il modo per farli tornare tutti
indietro...”
le
afferro istintivamente il braccio e mi meraviglio nel constatare che
si fa toccare.
Mi
guarda intensamente prima di annuire.
“dimmi
cosa devo fare”
proclamo
ferma.
“non
posso essere io a dirvi cosa fare signorina, ma so chi
può”
lo
sguardo le si illumina di speranza.
Per
la prima volta mi stringe le mani sorridendomi.
“ora
riposate”
Non
riesco a dormire, non capisco cosa voleva dire Devora con quella
frase. Lei non può dirmi cosa fare, ma sa chi può
farlo e allora
perché diamine siamo qui a non fare nulla?
Inutile
continuare a rigirarmi. Decido di alzarmi e mi reco alla finestra,
vedo i Lu sì svolazzare intorno al castello di Nigel
cercando di
tenere stabile la copertura.
Mi
rendo conto solo ora che sono nella sua camera.
Sono
qui.
Ancora
lei. Sono completamente impazzita, sento le voci.
Guardami.
Sussurra
ancora non appena sfioro la scrivania.
Guardo
sul piano di marmo. Quelli che pensavo essere vecchi libri rilegati,
si svelano essere dei diari. Ne sfioro uno rilegato in pelle, lo
prendo tra le dita e nel sollevarlo una foto scivola sul pavimento.
La
recupero chinandomi.
Il
soggetto è una donna, lunghi capelli neri, un abito bianco e
due
occhi grigi.
Un
fremito mi pervade.
Questa
è la madre di Nigel?
La
voce che sento... sarà lei?
Davis
mi coglie fuori dai ranghi quando passa per controllare il mio stato
di salute.
“Davis,
Devora mi ha parlato di un modo per poter riportare Nigel e tutti gli
altri indietro... so che lei è un gran esperto di
occultismo”
“non
si gioca con la vita e la morte signorina, manovrare questi equilibri
potrebbe portare a delle conseguenze disastrose”
mi
rimbrotta lui.
“peggio
di questo? L'ha detto anche lei che i Lu sì non potranno
nasconderci
per sempre e una volta che ci avranno trovati, tutto questo non
sarà
servito a nulla! Devo capire, devo capire cosa vogliono da me... e
non posso farlo passando le giornate a riposare!”
urlo
un po' concitata. Davis sembra avversato. Non è sicuro della
sua
decisione.
Baba
Jaga.
Sussurra
la voce.
“no
mia signora”
risponde
impaurito Davis. Allora anche lui riesce a sentirla?
“chi
è Baba Jaga?”
chiedo
stranita.
Una
condensa argentea si forma davanti a Davis, prendendo sempre
più le
sembianze di un volto femminile.
Spiegateglielo,
ha il diritto di sapere e di fare le scelte che ritiene più
giuste.
Alita
accanto allo spettro, l'essenza.
Davis
mi guarda e si avvicina al letto.
“la
Baba Jaga è una maliarda, una strega potentissima che
trascende il
tempo e lo spazio. È colei che tutto sa, non molto diversa
dall'oracolo, può mostrarvi la via giusta o rendervi
invincibile, se
la vostra missione per lei sarà degna.. “
mi
sembra ottimo.
“allora
che aspettiamo? Dove posso trovarla?”
chiedo
impaziente.
“ nessuno
sa come trovarla. Devi superare la soglia e tentare, solo chi
è puro
d'animo, dicono possa trovare la strada e comunque una volta trovata,
non è detto che lei voglia aiutarla. Basta la domanda o
l'atteggiamento sbagliato e lei vi ucciderà
all'istante.”
“che
intendi per superare la soglia?”
di
che diavolo sta parlando Davis?
“nel
bosco, ad Ovest della città c'è un bosco, lei
c'è già stata
signorina. Ha già attraversato la soglia, anche se
accidentalmente”
Un
bosco a ovest?
Scavo
nei ricordi e come un fulmine a ciel sereno mi si palesa davanti il
bosco in cui sono fuggita dopo la festa di Halloween assieme a Marta.
“ma
certo!”
esclamo
ricordando nitidamente la brutta esperienza vissuta in quel lungo
corridoio. Allora non era solo un brutto incubo. Quel posto sarebbe
la famosa soglia?
I
brividi mi percorrono al sol pensiero. È se ci dovesse
essere ancora
quella belva dalle sembianze di una bambina? Non saprei come
difendermi. Non ho altre alternative in ogni caso.
Passo
tutta la notte a cercare di convincere Davis e Devora ad aiutarmi nel
cercare di parlare con questa strega, e anche se all'inizio, per
quanto una speranza di fondo c'era, erano comunque titubanti, ma
grazie all'essenza argentea, sono riuscita a convincerli. È
quasi
mattina quando arriviamo nel bosco.
Come
mi ha spiegato Devora in precedenza, una volta compiuto il passo,
solo il mio corpo astrale potrà proseguire, mentre il mio
corpo
materiale si affloscerà per terra. Volubile e inerme, alla
mercé
dei nemici, per questo si sono offerti di proteggerlo per il tempo
necessario. Mi hanno inoltre spiegato che più tempo passo
lontana
dal mio corpo e meno possibilità di tornare indietro ho. Una
passeggiata, insomma.
Essendo
legati a questo mondo Davis e Devora non possono superare la soglia,
finirebbero dissolti nel nulla non appartenendo definitivamente a
nessuno dei due piani, ma Elanua, l'essenza, sì e ha
promesso di
accompagnarmi e proteggermi per quanto la soglia glielo
permetterà.
“ha
idea di come riuscirà ad individuare il confine?”
chiede
la fantesca con fare curioso mentre aleggia al mio fianco facendosi
trapassare da rami e piantine.
Devora
assottiglia lo sguardo continuando a guardare un punto davanti a lei.
Ci mette qualche secondo a rispondere e poi con una flebile e quasi
timorosa voce, dice:
“lo
saprà”
Continuiamo
a camminare ancora per qualche metro, fin quando Davis non si arresta
davanti a noi.
“ ci
siamo signorina, prima voi”
dice
guardandomi serio e allungando la mano mi mostrala via.
Lo
guardo non proprio convinta di voler proseguire.
“Non
possiamo farlo noi per lei”
Il
suo tono e quasi dispiaciuto. Non dico nulla e avanzo sospirando.
Spero di riuscire a ritrovare mia sorella e i miei amici. Spero di
salvarli e riuscire a cambiare questa realtà, ma prima di
tutto ciò
spero di riuscire a trovare questa Baba Jaga e spero ancora
più
infinitamente di non farmi uccidere da lei. Persa in questi pensieri
non bado al sentiero davanti a me, mi volto. Cerco la figura
spettrale di Davis che da lontano mi guarda terrorizzato,
protendendosi con la mano per afferrarmi e io non capisco. Che
succede? Qualcosa dal suolo sembra risucchiarmi e un sussurro simile
a una litania, lentamente penetra nelle mie orecchie, fin quando il
duro contatto col suolo mi fa perdere i sensi.
Apro
gli occhi intontita, sono esattamente nello stesso punto in cui sono
caduta. Mi metto a sedere, togliendo il terriccio dai vestiti e poi
mi alzo in piedi. Mi guardo attorno cercando ancora con lo sguardo la
figura di Davis. Non c'è nessuno vicino a me. Dove sono
finiti
tutti?
“stai
bene?”
Elanua
mi vortica attorno guardandomi un po' divertita, forse per
l'espressione della mia faccia inebetita.
“che
succede?”
chiedo
a bassa voce.
“hai
fatto il passo”
dice
quasi serena, sorridendo.
“eppure
l'altra volta mi sono ritrovata nel corridoio di un ospedale, ora
perché siamo qui?”
Elanua
sorride ancora.
“perchè,
mia cara, la Baba Jaga vive nella foresta”
mi
sento abbastanza stupida in questo momento. Non ho razionalizzato
niente.. e come potrei se sono qui da un micro secondo?
Questi
spettri pretendono un po' troppo da noi comuni mortali.
Mi
metto in piedi e continuo a camminare. Penso ai miei amici. Questo mi
fa andare avanti e mi da coraggio.
“come
farò a trovarla?”
tutto
attorno a noi è sinistramente inquietante. Tutto troppo
tranquillo e
silenzioso.
“non
sento il canto degli uccelli”
Elanua
mi sorride per poi sparire.
Bene.
Credo di averla trovata.
Deglutisco
stringendo i pugni e mi costringo ad avanzare. Ora che lo noto il
cielo è terso, sembra quasi non mutare mai, le nuvole che
passano
sono cicliche, quasi un video che si ripete. Ma come è
possibile?
Continuo a camminare fin quando il sentiero non si perde nel fitto
bosco che si estende immenso davanti a me. Ci entro facendo
attenzione a dove metto i piedi, mani e testa. Imbecille come sono,
l'ultima cosa di cui ho bisogno è farmi male mentre cerco di
salvare
i miei amici dalla morte. Non so come farò a trovare la sua
casa, ma
stando ferma non combinerò lo stesso nulla. Cammino.
Cammino.
Cammino. Mi sembra di essere in un loop continuo, solo alberi. Nulla
di diverso e il sole rimane fermo senza essere di aiuto per
orientarmi.
Sono
ore ormai che cammino, senza riuscire a cavare un ragno dal buco.
Inizio ad essere stanca e ad avere fame, ma in questo caso non ho
pensato a prepararmi uno spuntino per la gita fuori porta. Decido di
fermarmi, è inutile camminare a vuoto e di sicuro non
troverò di
certo una freccia con su scritte le indicazioni per trovare la casa
dalle zampe di gallina. Forse è esattamente il modo
sbagliato di
cercarla. Non sono ne mio mondo, le cose qui sembrano succedere senza
una logica.
Cerco
di concentrarmi e chiudo gli occhi. Non penso a nulla, mi concentro
sulle parole che compongono il suo nome: Baba Jaga. Ogni lettera,
ogni suono. Lo ripeto ad alta voce, mentre le lettere del suo nome
nella mia mente iniziano a bruciare. Non controllo io i miei
pensieri, le immagini si formano spontaneamente nella mia mente.
Due
occhi. Due occhi vitrei sembrano formarsi tra le fiamme delle lettere
e improvvisamente due mani mi aggrediscono. Urlo spaventata riaprendo
gli occhi. Mi guardo intorno e sono ancora nel bosco, solo una cosa
è
cambiata. Sto levitando. Sono sospesa a mezz'aria, letteralmente.
Guardo sotto di me prima di finire violentemente per terra.
Mi
alzo dolorante.
“ma
che cazz...”
interi
arbusti, anzi che dico! Gruppi di alberi interi si spostano davanti
ai miei occhi lasciando posto a un sentiero in pietra alla cui fine,
mi sembra di veder del fuoco.
Un
camino!
Corro
entusiasta su quel sentiero, ravvedendomi subito dopo dalla frenesia.
Rallento il passo fino a darmi un contegno e cauta mi avvicino sempre
più Davanti a me c'è una distesa verde, un prato
enorme, che rivela
dopo qualche metro sulla sinistra delle zampe di gallina.
Vedendole
la reazione iniziale è quella di nascondermi e trattenere
con la
mano piazzata davanti alla bocca un urlo. Sospiro e prendo coraggio.
Mi avvicino alla casa della strega guardandola col naso
all'insù.
Come farò a salirci?
Improvvisamente
le zampe si girano verso di me, con fare minaccioso e mi puntano.
Resto impietrita. Non riesco a muovere un muscolo, mi schiacceranno,
ne sono sicura. Chiudo gli occhi aspettandomi il peggio e invece non
succede proprio nulla. Apro gli occhi ritrovandomi davanti
all'ingresso della casa. Le zampe si sono chinate in modo tale da far
poggiare i gradini di marmo sul prato. Mi alzo in piedi, mentre la
porta aprendosi, cigola. Dall'oscurità che sembra viverci
dentro,
quattro dita ossute, pallide e con lunghe unghie argentee premono sul
legno della porta tirandola all'interno. Capelli grigi e arruffati,
come nuvole, compaiono accanto a quelle dita per mostrare, dopo
qualche centimetro di pelle, due occhi vitrei. Eccola, è
lei. È
Baba Jaga.
FINE.
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