Nella tela del ragno.

di Dave1994
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In marcia per la gloria. ***
Capitolo 2: *** La collana. ***
Capitolo 3: *** L'Olandese Volante. ***



Capitolo 1
*** In marcia per la gloria. ***


Alzai lo sguardo al cielo, per contemplare le stelle che ogni sera mi davano la buonanotte, e scoprii che esse erano scomparse per lasciare il posto a una miriade di stelle cadenti, rosse come il sangue.
Osservai più attentamente. Non erano stelle cadenti, ma bensì luci.
Tante piccole luci che sciamavano in un'unica direzione.
"Che cosa sarà mai?"
Raccolsi da terra la mia kusarigama, parte stessa della mia essenza grazie al Rito di Iniziazione, e mi sollevai dal mio giaciglio: ero intenzionato a indagare su quel fenomeno mai visto prima.
In pochi minuti, raggiunsi un buon punto panoramico capace di consentirmi un'ampia vista e ammirai nuovamente quel fiume di minuscole fiammelle rosse volare verso ovest.
All'istante, qualcosa dentro di me mi disse dove dovevo andare. Là, nella direzione indicatami dal cielo, il mio destino mi attendeva. Avrei potuto mostrare il mio valore al mondo intero e a chiunque si fosse messo sulla mia strada.
Il mio nome sarebbe rimasto scolpito nella storia, per sempre.
Non avevo idea sul perchè la mia mente inducesse in questi pensieri, ma quelle stelle mi infondevano una certezza.
Qualcosa di maledettamente importante stava per accadere nel mondo e io non potevo mancare, non dopo aver promesso al mio villaggio che avrei fatto tutto ciò in mio potere per salvarli.
Il mio animo ambizioso bruciò e nuove energie mi pervasero il corpo: mi misi in viaggio quella notte stessa, seguendo l'infinito fiume di stelle.
"Il fato mi attende."

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Capitolo 2
*** La collana. ***


A Garcia piaceva quella collana. Era un regalo di suo nonno, che a sua volta l'aveva ricevuto dal suo, e così via in una lunghissima discendenza.
- Ehi, si può sapere che cos'ha di speciale quel ninnolo? Lo tieni sempre in mano. - disse Robin, portando alla bocca il suo boccale di birra. Dopodichè, bevve in una sola sorsata l'ottima birra di malto caratteristica delle contrade irlandesi.
Garcia lisciò la superficie, di un cupo rosso arterioso, con il polpastrello del pollice e si perse nella contemplazione.
Non era mai stato in grado di dire perchè, ma quel gioiello lo affascinava. Sembrava pulsare al tatto, come se...
Come se fosse vivo.
- Nulla, credo. - rispose all'altro, riponendo in tasca la collana - è solo un caro ricordo di famiglia. Mi piace tenerlo in mano. -
- Lascia stare quel pezzo d'antiquariato e vieni qua con noi a divertirti! - proruppe un uomo barbuto e possente, seduto al tavolo dietro - Francis mi ha appena portato via il frutto del lavoro di una settimana con uno stramaledettissimo tris di sette. E avevo doppia coppia di re e assi, ti rendi conto?! -
Garcia sorrise e raggiunse il compare, sedendosi su una sgangherata sedia di legno che sembrava avere più anni del reverendo di quella cittadina, dai capelli bianchi come la neve.
La serata trascorse senza particolari avvenimenti: per una volta, nessuna rissa sconvolse la quiete del locale e il punto più alto che capitò al nuovo arrivato fu un buon full di tre e due, anche se non tirò su più di tanto.
"Sono un pessimo giocatore, a poker" pensò Garcia, ridendo tra sé e sé, quando un coro di grida si levò dalla strada. Tutti si voltarono e qualcuno estrasse perfino un coltello, tanto per stare sicuri, ma più che di dolore quelle urla sembravano essere di sorpresa. Contemporaneamente, a Garcia parve che la sua tasca stesse bruciando e abbassò lo sguardo per vedere da dove provenisse quel calore così soprannaturale.
Fu allora che, davanti agli occhi attoniti dell'uomo, la collana di suo nonno prese vita. Si sollevò all'altezza dei suoi occhi, mentre al suo interno una luce fioca illuminava ogni singolo dettaglio del cristallo rosso, e volò via verso la finestra aprendone un buco al centro. Garcia la rincorse e uscì per strada, cercando di afferrarla tra un salto e l'altro: non ci riuscì e il gioiello schizzò lontano, alla volta del cielo.
L'uomo alzò gli occhi e rimase di sasso nel vedere che un fiume pulsante di minuscole scintille luminose, rosse come la sua collana che ora si univa alle altre piccole luci, scorreva lontano verso l'orizzonte.
Era uno scenario da incubo e anche se apparentemente non ve n'era nessuna ragione, Garcia ebbe improvvisamente paura.

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Capitolo 3
*** L'Olandese Volante. ***


- E' FINALMENTE ARRIVATA L'ORA, CIURMA! -
Le pallide orde di morti viventi sollevarono lo sguardo verso l'albero maestro del veliero, sulla cui sommità svettava un uomo il cui cappello lo identificava come il capitano della nave. Non sapevano dire se quell'uomo era vivo o morto - anche se il colorito della pelle e l'alito che emanava dalla sua bocca facevano propendere chiunque per la seconda ipotesi - ma riconoscevano in lui un enorme potere.
Cervantes De Leon esultò, nel vedere quel fiume rosso sangue stagliarsi in cielo come un enorme serpente, e sentì il suo cuore indicargli la via. La sua spada, la potente Acheron, fece per sollevarsi in aria all'interno del fodero ove era riposta ma l'uomo la bloccò all'istante, ben conscio della natura di quelle luci e della volontà di quei frammenti.
- INSIEME, DAREMO VITA A UNA NUOVA MITOLOGIA! SEGUITEMI, E VI SARA' RESTITUITA LA VITA! - urlò rivolto al suo equipaggio, che accolse la promessa con un tripudio di versi disumani. Mentre i morti ammainavano le vele e levavano l'ancora, il pirata più temuto dei Sette Mari sorrise.
La spada maledetta stava per ricomporsi e lui doveva assolutamente impossessarsene.
Sarebbe tornato potente come un tempo.
Cervantes alzò le braccia verso il cielo e, come per magia, il vascello si sollevò in volo, salendo fino ad attraversare nel mezzo il fiume di luci rosse.
Spinto più dal potere dei frammenti della Soul Edge che per le correnti, il veliero iniziò la sua traversata verso la città di Ostrheinsburg, maledetta per sempre dal potere della spada.

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