The Laura Show

di Aiko_Laury
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Sono Pronta! ***
Capitolo 3: *** L'incontro. ***
Capitolo 4: *** Questa strana giornata! ***
Capitolo 5: *** Parlami un po' di te! ***
Capitolo 6: *** Perchè l'ho fatto?! ***
Capitolo 7: *** In una realtà diversa dalla mia. ***
Capitolo 8: *** Il ciliegio in fiore ***
Capitolo 9: *** La serata ***
Capitolo 10: *** Non è possibile!? ***
Capitolo 11: *** L'incubo ***
Capitolo 12: *** Il ritorno. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Una ragazza sulla ventina d'anni sta tornando verso il proprio appartamento lontano 10 minuti dal centro di Milano.
La ragazza è una studentessa dell'università Bocconi di Milano, e in quel momento era appena scesa dall'autobus che ormai da anni prendeva regolarmente.
Quel mese Laura, così si chiamava la ragazza, frequentava dei corsi serali, per prepararsi agli esami che di li a poco si sarebbero tenuti all'università.
Al tramonto i capelli castani della ragazza luccicavano, e le meches naturali bionde spuntavano qua e là dalla chioma di capelli mossi scuri che le arrivavano fino a metà schiena.
Gli occhi di Laura, color ambra, erano stanchi e affaticati dallo studio e dalla scuola, tuttavia rimanevano belli ed ammaliatori.
La ragazza indossava un paio di jeans attillati, che le donavano perfettamente sulle snelle gambe, una canotta bianca a spalle che risaltava sulla carnagione scura della giovane, la quale aveva solo un misero cardigan beige, per coprirle le braccia affusolate, dal venticello primaverile che le scompigliava i capelli.
Il suo Robusto corpo era leggermente piegato verso destra, dove aveva appesa la borsa contenente diversi libri.
Il seno della ragazza era pronunciato, ma lei, non ama farlo vedere, ne ama mettersi troppo in mostra poichè è una ragazza umile e rispettosa, per nulla volgare.
Laura è ormai giunta al cancelletto del vialetto del suo misero appartamento, attraversa il vialetto di casa e con fatica sale le scale che l'avrebbero portata al portone di ingresso.
Giunt alla porta perde qualche istante a cercare le chiavi e poi dopo aver aperto la porta ci si infila dentro chiudendosela dietro.
Appoggia lo zaino sulla sedia della cucina e si butta a peso morto sul letto.
"Un'altra giornata è finita!"
Queste sono le ultime parole che riesce a pronunciare prima di cadere addormentata in un sonno profondo.





Ciao!!
Spero che vi piaccia come inizio della ff, accetto consigli e critiche,
Spero che la storia riscuota successo, e che piaccia a qualcuno, come inizio è corto lo so, ma mi rifarò con il prossimo cap.
Ciao a tutti!
Aiko_Laury

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Capitolo 2
*** Sono Pronta! ***


 

La mattina dopo...

 

Mi sveglio a malavoglia scaldata dai deboli raggi del sole mattutino che entrano dalla finestra della camera.

Mi copro con il cuscino il viso per non vederla, quindi mi riaddormento, fino a quando non comincio a soffocare sotto il cuscino, a quel punto mi alzo e mi guardo allo specchio della toeletta che ho vicino al letto.

Mi accorgo solo lì del fatto che ho dormito in pigiama, e che ora che ci penso oggi è sabato, e quindi, stasera, non ho le lezioni serali, perchè, il sabato e la domenica non ci sono.

Dopo aver dato un occhiata la fatto che sono vestita, guardo i miei capelli, spettinati e arruffati a causa del cuscino.

Visto che non ho più sonno mi dirigo in cucina, metto nel microonde una tazza di latte , e dopo che l'apparecchio suona, Tolgo la tazza calda e comincio a bere il latte sorseggiandolo, seduta al tavolo, mentre ancora addormentata osservo fuori dalla finestra dell'angolo cottura, il paesaggio urbano circostante.

Il mio cellulare vibra dalla camera, che si trova poco distante dal salotto, adiacente all'angolo cottura.

Corro in camera a spegnere la suoneria dei promemoria, che suonava sulle note di Smile di Avril Lavigne.

guardo lo schermo e leggo l'appunto: “Uscita con Audrey e Ampy”.

Il ricordo dell'appuntamento mi balena in testa, e senza pensarci un attimo mi riorganizzo e decido di uscire, per fare una passeggiata.

Il programma di oggi è semplice:

  • Passeggiata;

  • Pranzo;

  • Studio;

  • Pizzeria;

Visto che conciata come sono non posso andare da nessuna parte vado verso il bagno, mi svesto e mi cambio, mi metto un paio di pantacollant viola, con sopra una felpa in cotone leggera gialla, con disegnata sopra una rosa nera.

I capelli li pettino legandoli in una coda alta.

Il viso lo lavo e non vi applico nessun tipo di trucco, poiché, non amo truccarmi, e se devo lo faccio solo quando esco con le mie amiche che mi obbligano.

Prendo la mia borsa che porto sempre a tracolla, di colore blu jeans, ci infilo dentro il cellullare rosa e bianco protetto da una custodia nera, e dopo di che sono pronta per uscire.

Mi metto le mie All Star grigie alte e esco chiudendomi la porta lle spalle.

Fuori dalla palazzina il traffico urbano mi travolge, con i suoi odori e i suoi forti rumori, io mi fiondo in garage a prendere la mia fiesta fucsia modello nuovo, con cui vado appena fuori città, per poter passeggiare in tranquillità con il cavallo del ranch dei miei genitori.

Arrivo all'ingresso della proprietà di famiglia e entro salutando lo stalliere Marco, che aveva già pronto il mio cavallo: “Sissi”

Un purosangue Nero con una macchia allungata sul muso.

Parcheggio l'auto e scendo avviandomi verso la casa dei miei, dove si trova mia sorella Elisa.

Le corro incontro, lei mi abbraccia e mi dà un bacio sulla fronte, lei ha 25 anni, ha i capelli biondo scuro, corti fino a mezza schiena lisci, con gli occhi grigi, sempre lucidi.

Ha un carattere gentile e premuroso, ma molto sensibile.

Ciao Ely, io vado con Sissi a fare un giro, vieni con me?”

Si, Brandon è in forma, ora mi preparo!”

Brandon è il suo cavallo, il manto è castano, con la coda e la criniera bionde scuro.

Mia sorella entra in casa facendomi accomodare.

Aspettami, mi metto i pantaloni e arrivo!”

Io mi siedo sulla poltroncina in pelle nera e aspetto.

Nel frattempo mi cambio le scarpe mettendomi gli stivali neri lucidi appropriati.

Lei mi raggiunge dopo poco, con una felpa nera ricamata con cerchi rosa, e con un paio di pantaloni da equitazione rosa e neri.

Sissi è pronta, ora sello Brandono.”

Lei esce pimpante e io mi dirigo verso Marco che mi lascia le briglie del cavallo.

Grazie Marco!”

Prego, ieri gli ho cambiato gli zoccoli, in bocca al lupo!”

Io metto il piede nella staffa e monto, nel frattempo mia sorella mi raggiunge con il cavallo.

Ciao Marco, io e Laura andiamo, ci vediamo dopo!”

Lei monta e entrambe partiamo al passo per uscire dal ranch.

Io mi metto davanti e faccio partire Sissi al trotto verso il sentiero di terra, dandogli delle pacche affettuose ogni tanto.

Mia sorella mi si affianca.

Sorellina, dimmi, come te la passi?”

Io, ho corsi serali quasi tutti i giorni, sono spesso stanca, però non me la passo male, tu?”

Io qui al ranch sto bene, lavoro a contatto con la natura e il tutto mi rende felice.”

Bene, domani, sono libera, ti va di uscire fuori a pranzo?”

Non saprei, ho un appuntamento con il Marco, io e lui siamo fidanzati...”

E non me lo dici? Complimenti!”

Grazie...”

Mi sorella che è molto sensibile arrossisce di colpo e mi comunica, che si è fatto tardi e che è ora di tornare al ranch.

Arrivate al ranch, lasciamo i cavalli a Marco.

Ciao Ely, ci vediamo la prossima settimana, io vado!”

Ciao tata!”

La lascio mentre aiuta Marco con i cavalli.

Risalgo sulla mia fiesta e parto in direzione del supermercato, poiché, il cibo nel mio frigo scarseggia.

Scendo dall'auto la chiudo ed entro, prendo il necessario ed esco di fretta perchè ho fame.

In poco tempo grazie alla macchina sono a casa, salgo le scale, corro in cucina e comincio a preparare il pranzo, ossia, Panino con insalata e pomodori.

Finito il mio pranzo da gran galà, mi avvio verso la mia camera.

Lì comincio a studiare fino alle 17.

 

Alle cinque smetto di studiare sui libri, e mi preparo per l'appuntamento delle 6 con le mie amiche.

Per prima cosa, vado in doccia;

Dopo aver finito la rilassante doccia passo 15 minuti per asciugare la mia folta chioma di capelli ribelli, e mentre lo faccio prendo il mio Lg e comincio a messaggiare con mia cugina, la quale abita in Umbria, ma il mese prossimo dovrebbe venire a trovarmi.

 

Il mio messaggio: “Ciao Sofi, Allora, per il mese prossimo è confermato?”

Lei mi risponde quasi subito, è un razzo: “Si si, vengo da te o dagli zii xD”

Non mette mai il punto di domanda.

Io: “Io in casa ho un letto per te, ma dimmi tu.”

Lei: “Ti farò sapere, ciaoooo. ^^”

Che cugina strana, non rispondo ed esco dal bagno con i capelli finalmente asciutti.

Apro il mio armadio in legno chiaro e prendo i vestiti:

Un paio di pantacollant neri, una mini gonna fuscia con le balze in fondo,

Un canotta a spalline nera, e un maglioncino nero lasciato aperto.

Al collo metto il mio dodo a forma di cavallo.

Mi dipingo con lo smalto fuscia KIKO le unghie e ritorno per l'ennesima volta in bagno per pettinarmi.

Lascio i capelli sciolti, ad esclusione di un ciuffo, che lo lego dietro alla testa con una spilla.

Metto un po' di cipria sul viso, un po' di rosa sulle gote, le palpebre le trucco con un po' di ombretto fucsia, e le labbra le coloro con un lucidalabbra PUPA.

Ai piedi metto i miei deccoletè neri alti.

Sono pronta per la serata!

 

 

 

 

Angolo mio:

Ho aggiornato velocemente?

Però, non ho ricevuto recensioni çç


 

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Capitolo 3
*** L'incontro. ***


 

: Sono le 19 in punto.

Io sono davanti alla pizzeria in attesa delle mie due migliori amiche, che arrivano, sempre in ritardo.

Le vedo spuntare improvvisamente da dietro il muretto che arrivano correndo.

La prima che arriva è AmpY, il cui nome intero è Amparo, è mulatta, ha i capelli ricci scurissimi, lunghissimi, il viso è truccato con un rossetto rosso mentre sugli occhi ha un ombretto color rosa chiaro.

Ha un abito elegante, corto fino alle ginocchia, bianco, con una fascia al seno, mentre il resto scende dritto. Ha un paio di calzamaglie color carne, e ai piedi un paio di deccoletè rosati con una rosa sulla punta.

Con lei ha una borsetta con la tracolla in perline rosa.

 

Arriva salutandomi.

Ciao Lolly!” Mi chiamano tutti così.

Ciao Ampy!”

Ti sei messa i decoltè Ampy, finalmente!”

Si, ma sono scomodi...”

L'abbraccio e saluto la mia amica che intanto ci aveva raggiunto.

Lei con il fiatone mi saluta.

Ciao Laura...”

Ciao, calma calma, riprenditi.”

Prima di entrare ci sediamo un attimo su una panchina davanti al locale, per far riprendere fiato alla mia amica.

I suoi Capelli sono sciolti, il suo viso è truccato con fondotinta e matita nera scura.

Indossa una maximaglia nera, con disegnata una ragazza sopra, sotto ha un paio di jeans chiari.

Ai piedi, per finire in bellezza ha un paio di deccoletè grigi.

 

 

Dopo che Audrey ha finito di riprendersi, entriamo nella pizzeria, e ci sediamo al tavolo dove avevo prenotato la sera prima.

Il cameriere, un bel ragazzo biondo, ci si avvicina e ci chiede le ordinazioni.

Per me una pizza al salamino!”

Per me una Speciale!”

Per me... Una quattro stagioni.”

Il cameriere annuisce e porta via le ordinazioni.

Allora Ampy, hai fatto bene a metterti i Deccoltè, ti stanno bene!”

Bè, sono scomodissimi!”

Audrey interviene.

Bè, a me piacciono i tuoi Ampy, sono quelli che hai preso la settimana scorsa vero?”

Si, diciamo la verità, non li ho comprati io, mi avete obbligata!”

Io e Audrey guardiamo per aria ridendo.

A Me e lei piacciono molto i deccoltè, ne abbiamo un'ampia scelta in casa.

Le pizze arrivano immediatamente, e il cameriere di prima ci serve.

Buon Appetito Ragazze!”

Le mie due migliori amiche mi sorridono ed iniziano a divorare la pizza.

Io comincia a tagliare la mia al salamino e a mangiarla.

Abbiamo finito di mangiare.

Laura, che ne dici se facciamo un giro in centro?”

Io guardo Amparo che ci sta pensando.

Allora?”

Audrey, io non niente da fare, se vuoi, per me va bene.”

Che bello!”

Mi mostra un sorriso a 32 denti e poi si rivolge verso Amparo ancora perplessa.

Ok, allora vengo anche io!”

poiché siamo d'accordo, paghiamo il conto e usciamo verso il centro passeggiando, illuminate dai lampioni della città.

Giriamo per il centro fino alle 23, poi, ci salutiamo e ognuna si dirige per la su strada.

Io mi reco alla fermata dell'autobus per prendere quello serale.

Arriva dopo 2 minuti e mi ci infilo sopra.

Mi siedo sfinita sull'autobus mezzo vuoto.

In quel momento i miei occhi incontrano i suoi.

Un ragazza bellissimo, dai capelli biondi e gli occhi scuri e seduto di fronte a me con le cuffie alle orecchie.

Lui quando mi siedo alza gli occhi e i miei incrociano i suoi.

È un momento bellissimo, io distolgo lo sguardo subito e mi metto a guardare fuori dal finestrino in attesa della mia fermata.

Quando si ferma il mezzo, scendo e do un ultimo sguardo al ragazzo che mi saluta con un cenno della mano.

Io apro il cancelletto di casa e dopo aver percorso le numerose scale, arrivo davanti al portone, che apro velocemente per poi entrare in casa.

Lì mi svesto, mi strucco e mi metto il mio pigiama a righe blu e rosa, entro nel letto e mi addormento istantaneamente.

 

 

 

 

 

Angolo mio.

Vi dico solo: GRAZIE.


 

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Capitolo 4
*** Questa strana giornata! ***


 

Quella notte non dormo bene, l'incontro inaspettato con il bellissimo ragazzo sull'autobus è stato strano,

Quasi voluto da qualcuno, l'autobus vuoto, solo io e lui, lui davanti a me, comparso magicamente dal nulla con le cuffie alle orecchie, come l'autista per altro, anche lui portava le cuffie o un auricolare mi pare.

Il tutto è molto strano.

Il ragazzo però, non so, era bellissimo senza dubbio, ma mi ha fatto sentire strana, nei suoi occhi c'era una certa malinconia.

Il mio stomaco ha sentito una fitta atroce nel momento in cui i miei occhi si sono incrociati con i suoi.

Il mio corpo era attratto da lui, come una calamita.

Il mio cuore chiedeva di conoscerlo, ma io da scema, non avevo ascoltato ne il corpo ne il cuore.

Me ne pento, almeno adesso, forse saprei qualcosa in più di lui, se avessi ascoltato il cuore.

Forse...

Mentre continuavo a ragionare mi venne un gran mal di testa, e mi diressi in cucina a bere un goccio d'acqua.

Attraverso il corridoio al buio, e per la prima volta sento un rumore sospetto provenire dal bagno, corro a vedere, ma mi accorgo che è lo sciacquone che gocciola.

Vedo muoversi delle ombre dalla porta del bagno, spaventata corro in camera da letto e mi copro fino alla testa con le coperte, per la paura.

La mia mente comincia a elaborare strani pensieri, ma io non ci faccio caso e torno a dormire, forse sono solo stanca.

La mattina dopo mi alzo con tutta la calma del mondo e faccio colazione.

È domenica, quindi decido di studiare tutta la mattina e poi di uscire al parco.

Dopo colazione mi vesto con una t-shirt a maniche corte fucsia e un paio di Jeans blu.

Lego i capelli in una coda alta morbida.

Non trucco il viso.

Passo la mattinata sui libri, a studiare chimica e algebra, poi dopo pranzo, mi preparo e vado al parco.

Calzo le mie "All star" basse, Nere a pois bianchi ed esco di casa con la mia solita borsa, munita di I-Phod e cuffiette.

Esco dal vialetto di casa e vedo il ragazzo dell'autobus che mi passa davanti velocemente, lo seguo, fino a quando non lo perdo di vista tra la folla di persone accalcata sul marciapiede.

Il mio cuore batto all'impazzata, un po' per la corsa un po' per il fatto che la vista del giovane mi da un certo batticuore.

Al mio stomaco riviene la fitta, come la sera prima, quasi un Deja-vu.

Decido di lasciare il fatto e mi dirigo al parco nel centro città, ricco di verde.

Mi apposto sulla prima panchina libera, accendo il mio I-phod nero, e comincio ad ascoltare un po' di musica, seduta comodamente sulla panchina esposta al sole di primavera.

Rimango sotto il sole per un'oretta, poi mi viene un idea geniale: Poteri proporre ad Amparo e Audrey di fare una gita al mare il prossimo week-end!

Prendo il mio cellulare dalla borsa e digito il numero di Amparo.

Faccio partire la chiamata.

Pronto?”

Ciao Ampy, volevo proporti una cosa.”

Dimmi!”

Risponde lei felice.

Vorrei proporti di fare una gita sabato prossimo, al mare, ti va?”

Non sente venire risposte dall'altra parte, solo un fischio fastidioso, provocato da qualche apparecchio.

Ehm, non posso...”

Ah.. Ok, faremo un'altra volta!”

Saluto la mia amica e chiudo la chiamata.

Poi chiamo Audrey, con la speranza che lei possa venire.

Pronto Laura, dimmi!”

Ciao, volevo chiederti se ti va di andare al mare sabato prossimo!”

Sento le stesso rumore che avevo sentito con Amparo.

Non posso, mi dispiace...”

Neanche tu?!”

No, mi spiace..”

Ok, ciao!”

Spengo il cellulare delusa, insomma entrambe non potevano...

Sono le 18, e decido che è meglio tornare a casa.

Nel momento in cui mi alzo mi passa davanti il solito ragazzo dell'autobus, con le cuffie alle orecchie.

Io prontamente gli corro dietro, solo che lui mi lascia indietro poiché è in bici, mi rassegno e mi avvio verso casa basita: Questa è proprio una strana giornata.

Nel parco incontro la mia compagna di corso serale, Lucia, che assomiglia vagamente a mia cugina Sofia.

La saluto, lei non mi degna neanche, accelera il passo e si perde in mezzo al traffico cittadino.

Torno a casa stanca in autobus.

Sto per salire sul mezzo, quando vedo il SOLITO ragazzo scendere dalla porta opposta.

Voglio raggiungerlo per conoscerlo, ma la folla mi spinge dentro.

Mi arrendo, e mi siedo sull'unico posto libero, rimasto vuoto per chissà quale motivo.

Arrivo alla mia fermata e scendo.

Faccio 100 metri di strada e arriva a casa, salgo le scale ed entro in casa.

Vado a letto senza cena, sono troppo impegnata a formulare ipotesi sugli strani fatti che mi succedono.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo mio.

Ciao,

Volevo dirvi, che bè, ecco se la ff non vi piace la tolgo.

Poi, per fare la storia un po' diversa dai classici modelli,

Ho pensato di inserire una cosa che non scoprirete mai.

Cioè, la trama è ispirata a quella di un film, dove il protagonista....

Non ve lo posso dire, sennò è finita la storia, lascio indovinare a voi.

Vi aiuto però:

Le coincidenze;

Gli auricolari.

La storia di questa ragazza non è normale, il film si chiama The Truman show;

Se lo avete visto, allora saprete anche il mistero della ff, altrimenti, dovrete scoprirlo. 

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Capitolo 5
*** Parlami un po' di te! ***


 

Sono a letto da 10 minuti, ma già dormo, perchè ho deciso di smettere di pensare alle strane coincidenze della giornata precedente, e ho pensato che forse è meglio dormire, poiché, domani ho scuola.

La mattina seguente, mi sveglio di soprassalto a causa della mia maledetta sveglia, che puntualmente, ogni mattina suona alle 6:30.

La spengo in malo modo e mi alzo dal letto svogliatamente, recandomi, con le fattezze di uno zombie verso il cucinino.

Come tutte le mattine, prendo il latte, lo scaldo nel microonde e lo bevo velocemente mangiandoci dietro una fetta di pane spalmato di “Nutella”.

Mi vesto con una maglia a maniche corte viola, un paio di pantaloni beige aderenti alle mie lunghe gambe, e per coprirmi le braccia uso un cardigan beige dello stesso colore dei pantaloni.

Lego i capelli in uno chignon tenuto fermo da due spille nere.

Prima di uscire dalla porta mi metto le “All Star” grigie basse e prendo lo zaino di scuola viola, tra bordante di libri scolastici.

Esco dal vialetto come tutte le mattine e prendo l'autobus, che ormai da 2 anni prendo regolarmente ogni giorno.

Arrivo all'istituto dopo circa 20 minuti, ora sono le 7:40, io devo essere in classe entro 3 minuti.

Al mio arrivo davanti alle cancellate della scuola la folla di ragazzi si apre per farmi passare.

Io corro velocemente, mentre tutti mi osservano.

Arrivo nel grande corridoio del piano terra ed entro nella mia aula.

L'aula è grigia e spoglia, cupa, buia, incute un certo timore, è inquietante, quasi spettrale.

Mi siedo al mio banco color verde pallido, con scritte di tutte i tipi, vicino a Lucia, la ragazza del parco, che mi saluta distrattamente mentre finisce di mandare un SMS con il cellulare nuovo.

Dopo mezzo secondo entra la professoressa, la: “Pinazzi”*** , chiamata da tutti: “L'Arpia”, un po' per l'aspetto gobbo, e un po' per il carattere arcigno.

Tutta la classe si alza svogliatamente dai banchi, accennando un: “Buongiorno” forzato.

Allora ragazzi, oggi, andiamo nel laboratorio di anatomia!”

Io rabbrividisco alla voce stridula e penetrante della professoressa, che mi guarda impietosita, mentre gli altri ragazzi non danno segni di vita, sembrano tutti intenti ad ascoltare e a pensare ad altro.

A scuola, questa mattina come sempre ho fatto le mie lezioni e poi sono andata verso il mio appartamento per studiare e per riposarmi.

Fortunatamente, la mattina a scuola ci vado solo il lunedì, perchè gli altri giorni ho i corsi serali, e quindi sono esonerata dalle lezioni mattutine.

Arrivata a casa mi cambio e mi metto la maglia del pigiama e un paio di pantaloni da ginnastica.

Mi metto alla toeletta per studiare il nuovo capitolo di anatomia, quando nella mia mente balena il ricordo del ragazzo.

Quel ragazzo, così bello, ma così sfuggente, così misterioso...

Mi fa sentire strana, devo vederlo!

Mi vesto alla meglio con un paio di pantaloni e la maglia del pigiama ed esco fuori correndo.

Lì, appena fuori dal vialetto lo vedo, che passeggia tranquillamente solo soletto.

Gli corro incontro, volandogli addosso.

Lui mi osserva incuriosito.

Io volgo lo sguardo, per non guardarlo negli occhi, così scuri, così profondi da sembrare immensi.

Ciao!”

Lui mi saluta.

Ciao... Scusa se ti sono volata addosso...”

Mi alzo velocemente da lui, rossa come un peperone maturo in viso.

Figurati, comunque io sono Giulio!”

Ah, io sono Laura!”

Ora conosco il suo nome!

Ci stringiamo la mano.

Senti Giulio, io abito qui, vieni su con me, voglio conoscerti!”

Non ci credo, io l'avevo appena invitato!?

Lui rimane fermo un attimo a pensare.

Ok, andiamo!”

Che bello!

Vieni.”

Gli faccio cenno con la mano di seguirmi, e lo invito a salire in casa.

Lui mi segue, e dopo aver salito la rampa di scale entriamo in casa.

Che bella casa!”

Commenta lui soddisfatto.

Oh, grazie, vieni, accomodati!”

Lo faccio sedere sul mio divano rosso a due posti.

Lui si siede titubante, mentre io lo guardo con aria sognante.

Parlami un po' di te!”

Sono curiosa, voglio sapere tutto di lui.

 

 

 

Angolo mio.

Cosa ne pensate?

Vi piace questo capitolo?

Fatemi sapere. ^^

Ciaooo

La vostra

Aiko_Laury 

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Capitolo 6
*** Perchè l'ho fatto?! ***


 

Ripeto la domanda:

Dimmi qualcosa di te.”

Lui mi guarda con sospetto.

Prende fiato e comincia a parlare lentamente, con voce pacata e calma, quasi angelica.

Io lo ascolto parlare beandomi della musicalità delle sue parole.

Lui mi parla in breve della sua vita, dei suoi interessi e dei suoi sogni.

Io lo ascolto attentamente.

Finisce di parlare.

Riprende fiato.

Nel frattempo i suoi occhi sono diventati malinconici, tristi.

Non capisco perchè.

Tutto bene?”

Lui risponde frettolosamente facendo un cenno di assenso con il capo.

Io piego il viso e lo osservo.

Lui mi guarda sorridendo, ma nei suoi occhi c'è un sottile velo di malinconia.

Devo scoprire perchè!

Mi alzo dal divano su cui era seduto anche Giulio e vado verso la cucina a prendere qualcosa da bere.

Torno verso di lui con due bicchieri in mano pieni di succo.

Nel frattempo lui si era alzato e si era messo a gironzolare per il salottino.

Ehm, Giulio ho preso da bere.”

Lui mi nota e sussulta per lo spavento.

Mi si avvicina camminando lentamente e mi prende dalla mano destra il bicchiere pieno d'aranciata che gli porgo.

La beve tutta d'un fiato.

Io la sorseggio educatamente.

Ci guardiamo fissi negli occhi.

Lui mi osserva con pietà.

Io non capisco perchè.

Ora ha visto la mia preoccupazione, accenna un sorriso forzato.

Io mi sciolgo completamente, il mio cuore, di solito forte e autoritario, ora si fa incantare da un perfetto sconosciuto, che per chissà quale principio avevo invitato in casa mia.

Mi pento adesso delle mie azioni.

Perchè mi ha raccontato la sua vita così tranquillamente?

Non dovevo invitarlo, in fondo, non lo conosco neanche...

Perchè l'ho fatto?!

In fondo però, ho agito d'inpulso, mi sentivo attratta, lo vedevo come un'ancora di salvezza...

Laura, tutto bene?”

Più o meno...”

Lui mi si avvicina cautamente, e da in piedi che era, mi si siede accanto, a distanza di sicurezza.

E se lui fosse un ragazzaccio?

E se...

Non faccio in tempo a finire i miei pensieri che mi abbraccia.

Scusami, non voglio farti questo, questa non è la realtà, SVEGLIATI!”

Sono le ultime parole che mi dice prima di correre fuori da casa, lasciandomi sola, sul divano, a rimuginare su quelle poche parole, così significative.

Cosa voleva dirmi?

Cosa celano le sue parole?

 

 

 

 

Angolo mio.

Io non scrivo bene, lo so, anche se a me i capitoli che pubblico mi piacciono.

Le virgole ho cercato di limitarle.

Il capitolo è corto ma mi rifarò, dovevo fare un po' di chiarezza.

Le vostre recensioni sono discordi.

Ma è lo stesso, io continuerò.

Spero solo che vi piaccia il capitolo.

Altrimenti, bè, trucidatemi, fate voi...

Ciaooo....

Aiko_Laury

 

 


 

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Capitolo 7
*** In una realtà diversa dalla mia. ***


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Pov Giulio.
 
Sto uscendo di fretta dalla casa di Laura.
Non so perché gli abbia detto quello frasi, ma sono felice.
Ora il capo mi ucciderà, ma io ho DOVUTO farlo!
Lei è una ragazza bellissima, dolcissima, mi fa quasi pietà, diciamo la verità però: Mi sto innamorando di lei!
Fin da piccolo l’ ho sempre vista in televisione, e ho sempre provato una certa curiosità verso di lei, sebbene fosse così lontana da me.
Poi, quando ho avuto l’opportunità di vederla dal vivo mi sono sentito felicissimo.
Non so perché prima mi abbia fatto entrare in casa sua, in fondo, io per lei ero uno sconosciuto.
Ha scombussolato continuamente il copione, e le orecchie mi fischiano a causa di questo auricolari, da cui la voce del capo mi arriva, decido allora di staccarli, e lo getto a terra, lontano da me.
La testa ora mi scoppia dal dolore, mi siedo su una panchina mentre una donna che conosco bene mi si avvicina.
“Ciao Giulio, perché l’hai fatto?”
Lei, la madre di Laura, mi chiedeva perché l’avevo fatto?!
So, che in realtà lei recitava, ma non ha mai provato pietà per quella ragazza? In fondo l’ha cresciuta.
“Ashley, non so perché l’ho fatto ok?”
In realtà lo so ma, lei non deve sapere, io devo salvare Laura ad ogni costo!
La donna mi prende malamente per la maglietta e mi tira giù dalla panchina.
Riesco subito a capire cosa sta succedendo nonostante la botta causatami dallo spintone.
Grosse mani mi prendono le spalle tirandomi con potenti strattoni.
Sento dolore, ma non dolore fisico,  so che non riuscirò a mantenere la promessa, che ho fatto a Laura, e urlo disperato, sperando che la ragazza che amo mi senta, perché in fondo, io ho bisogno di stare con Laura.
La presa su di me si fa più forte.
Giro velocemente la testa, vedo il corpo  a cui appartengono le mani:
Sono due uomini muscolosi, con i capelli corti, ben rasati, e la barbetta scura.
La luce è poca essendo sera e non riesco a distinguere i lineamenti del viso.
Mentre penso questo, il mio corpo viene trascinato verso una via stretta e buia.
Da lì non vedo più niente.
 
Mi sveglio improvvisamente, e mi trovo sul letto di casa mia, quella VERA.
Mi alzo e corro verso la porta.
La apro e vedo comparirmi davanti la mia vera madre che mi guarda severa.
Si mette sulla porta con le braccia incrociate, segno che non vuole farmi uscire.
“Giulio, ti sei fatto buttare fuori? Hai vent’anni, ma ne dimostri 5!”
Non rispondo,  prendo la rincorsa e con uno scatto felino passo sotto le braccia di mia madre e corro verso l’uscio.
Apro la porta, e corro lontano.
Corro senza meta, sperando di raggiungere un luogo migliore, lontano da quei soprusi.
In questo momento vorrei stare con Laura, vorrei poterla abbracciare.
Mi fermo ansimante dopo 5 minuti di corsa, prendendo fiato.
Sento pulsare insistentemente sulle spalle, scopro la spalla e vedo due lividi violacei, provocati dagli strattoni della sera prima.
Giro la testa di poco e mi accorgo di una bar, entro, preoccupandomi di coprirmi il viso con il cappuccio per non essere riconosciuto e ordino un caffè.
Guardo l’orologio: Sono le otto in punto.
Mi siedo a un tavolo vicino a un maxi schermo che trasmette “The Show”.
Rimango incantato nel veder Laura dormire beatamente sotto le lenzuola chiare, che fanno contrasto con la sua pelle.
Il mio cuore comincia a battere forte e velocemente.
I miei occhi si fissano sullo schermo.
La vedo alzarsi dopo poco, lentamente, prima stiracchiandosi e poi dirigendosi in cucina per fare colazione.
Quante volte ho visto quella scena, ma ne rimango meravigliato comunque.
Quante volte ho sognato di essere lì con lei, di poterle stare accanto.
Quante volte avrei voluto stringerla fra le mie braccia, e raccontargli la verità.
Quante volte, avrei potuto vederla realmente ancora se non mi fossi stato fatto licenziare.
Ma ora, io sono qui sul tavolo, e lei là, in mezzo alla campagna desolata, in un mondo a parte.
In una realtà diversa dalla mia.

 
 
 
 
 
 
 
Ciao a tutti i seguaci della mia storia.
Spero che questo capitolo vi piaccia. xD
A me si **
Sarò assente per tutte le vacanze pasquali, quindi vi auguro
BUONA PASQUA  in anticipo.
Spero di aver fatto chiarezza con questo capitolo su Giulio.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Ciaoo
Aiko_Laury 

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Capitolo 8
*** Il ciliegio in fiore ***


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Come ogni mattina mi sveglio con calma e mi dirigo in cucina per compiere il solito rituale:
Preparare la colazione,
mangiarla con una calma angosciante,
vestirmi
e passare il tempo ripassando o studiando le lezioni fino all'ora del corso serale;
Finito il rituale lascio perdere i libri per quella mattinata, e decido che è meglio uscire a godermi il tiepido e timido sole spuntato poco tempo prima dalle colline che si vedono all’orizzonte.
Apro il cancelletto di casa per uscire e dopo averlo oltrepassato  incontro puntualmente le solite due vecchiette che mi passano davanti parlando a bassa voce con il bastone in legno per reggersi leggermente piegato.
Aspetto che passino e corro verso l'unico parco della città, completamente immerso nel verde, nella natura: fiori coloratissimi ovunque, alberi verdeggianti contornano i vialetti, e uccelli di diverse razze volano da un albero all’altro canticchiando armoniosamente.
Arrivo al parco camminando con calma.
Sono le nove e venti di mattina.
Mi fermo un attimo.
Penso a ieri, in casa mia.
“... SVEGLIATI!”.
Le parole di Giulio mi ritornano in testa, la sua immagine mi compare davanti agli occhi.
Il solo pensare a lui mi da un brivido, mi provoca una scossa che mi fa sobbalzare.
Il suo viso così serio e compassionevole, i suoi occhi scuri, così profondi, carichi di malinconia, il suo sorriso angelico, ma leggermente incrinato da una lieve tristezza, il corpo così minuto e scolpito, i suoi capelli così arruffati e spettinati che vien voglia di accarezzarli.
Il mio non è amore per lui, solo ammirazione, o forse venerazione.
Una folata di vento fresca mi scompiglia la chioma di capelli, facendomi rabbrividire.
Se solo ci fosse lui adesso a darmi il suo calore, che mi ha invaso il pomeriggio del nostro primo e ultimo incontro quando mi ha abbracciato stringendomi a lui con possessione, sussurrandomi dolcemente nell’orecchio.
Questo momento è stato interrotto dal suo: “Svegliati!” che ha urlato mentre si staccava lentamente da me, quasi lo facesse a fatica.
La mia mente vaga per un mondo parallelo al mio, pensando alla mia vita.
Ora che ci penso, Giulio è il primo ragazzo che conosco, nella mie classi fin da quando ero piccola, prima ci sono state solo e soltanto ragazze, e tutti i miei parenti e i miei vicini erano femmine.
Comincio a pensare a tutto ciò che mi succede, a ciò che mi circonda, a Giulio, al fatto che mi sembra così lontano ma così vicino, mentre alcune immagini della mia vita mi scorrono veloci davanti agli occhi.
Penso a lungo a tutto, ma non arrivo a nulla di buono, solo a un gran mal di testa fastidioso.
Mi siedo in mezzo al prato verde, su alcuni ciuffi di erba che si piegano sotto al mio peso.
Mi guardo intorno., ripensando alle parole di Giulio, cosa voleva dire?
Io non capisco…
Mi alzo di scatto e comincio a correre senza meta.
Sono confusa, non riesco a capire, ho bisogno di qualcuno che sappia rispondere ai miei interrogativi.
 
Pov Giulio
Ho gli occhi incollati allo schermo della televisione da circa un’ora, ma non riesco a staccarli, voglio vedere Laura!
Vedo che si alza e comincia a correre.
I suoi lunghi capelli ondeggiano al vento nella corsa.
I suoi occhi sono lucidi, e luccicano illuminati dai raggi del “Sole”
Le sue gambe snelle si muovono velocemente.
Il suo viso si comincia ad arrossare per la corsa.
Il mio cuore comincia a battere all’impazzata a quella visione così celestiale.
Torno a guardarla attentamente:
Ma dove sta andando?
 
Pov Laura
Corro per un po’ fino a quando non arrivo in prossimità dell’albero di ciliegio nel centro del parco.
Fin da piccola amavo osservare quell’albero, quando ero triste e confusa venivo qua, a sfogarmi, a parlargli di tutto ciò che pensavo e che mi passava per la mente.
Presa da una grande angoscia mi slancio verso la pianta abbracciandola, in fondo, fino a ora è l’unica persona che mi abbia saputo ascoltare e accetare.
Il vento intanto sta facendo cadere i petali rosa del ciliegio in fiore.
 
Pov Giulio
Laura si ferma.
Abbraccia l’albero? Sono geloso!
La scena che mi si presenta davanti è dolcissima:
Lei che piange sul ligneo tronco della pianta, le sue lacrime scorrono veloci sul corpo del ciliegio, i petali dei suoi fiori scendono danzando dai rami, sembrano le lacrime della pianta, che anch’esso triste per la condizione della ragazza, piange per lei.
Il cuore mi si scioglie all’immagine che vedo.
 
 
 
 
 
Angolo mio.
Ecco sfornato un altro capitolo, spero vi piaccia.
Lo so che i ciliegi a Milano sono rari, ma ci deve essere qualcosa di surreale.
Ora vi lascio,
Spero di essere migliorata.
La vostra
Aiko_Laury 

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Capitolo 9
*** La serata ***


 

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Da quella famosa mattinata, dove come una perfetta scema ho abbracciato l'albero, il mio albero, ho deciso di recarmi quotidianamente da quella pianta, che sebbene inanimata, mi ha dato coraggio e mi ha risollevato il morale in un momento particolare.

Oggi è Domenica, dovrei andare come ogni fine settimana dalla mia famiglia al ranch, ma ormai, ho altro di meglio da fare: stare qui sotto al ciliegio a rilassarmi lasciando da parte ogni pensiero superfluo.

Ora sono dal MIO ciliegio: sono stesa comodamente sull'erba vicino al tronco, il sole non mi acceca perchè i rami con le loro foglie mi coprono, il mio corpo viene sommerso da una miriade di petali rosei ad ogni lieve folata di vento.

Sento vibrare nella tasca dei jeans, è il mio cellulare.

Non leggo chi è, non mi importa, tanto non rispondo a nessuno adesso, il mio comportamento è infantile lo so bene, ma io mi sento una bambina sotto sotto, sono indifesa e ingenua.

Passa un'oretta scarsa, e vedo comparirmi davanti mia sorella Elisa.

Laura, perchè oggi non sei venuta? E per giunta non hai nemmeno risposto al cellulare!”

Ma a te cosa importa? Sono adulta porca miseria, ho vent'anni?!”

Lei ci pensa un po' su e poi mi risponde dolcemente.

Dai, fa lo stesso, vieni, andiamo al Ranch!”

Ely, basta io non vengo oggi, non mi puoi obbligare! E poi, perchè dovrei venire?”

Bè, Laura, io vado, se vuoi vieni.”

Un ultima cosa, “Sorella”, io non devo essere scusata da nessuno, e soprattutto non devo venire da nessuna parte!!”

Ho pronunciato la parola “sorella” in modo un po' infastidito, e ho visto mia sorella, persona molto permalosa, girarsi con gli occhi davvero tristi, devo averla ferita.

Le corro dietro.

Lei mi sente arrivare e si gira aprendo le braccia pronta per accogliermi.

No Elisa, non verrò da te, non de la darò mai vinta.”

Ora ho capita, il suo era solo un trucco, mi ha ingannata.

Dopo ciò ritorno dal ciliegio a leggere, e poco dopo che mia sorella mi aveva lasciato, vedo spuntarmi davanti Audrey e Amparo, che mi salutano felici.

Ciao ragazze.”

Alzo gli occhi dal libro svogliatamente.

Laura, vieni con noi a fare un giro in centro?”

No ragazze, oggi sono stanca e devo studiare.”

Ma dai, vieni!”

Nella loro voce c'è una nota d'ira, ma lascio perdere.

I loro occhi mi guardano speranzosi.

Ragazze, siete le mie migliori amiche, ma adesso, non voglio venire ok? Poi, c'è una cosa strana che mi insospettisce, non vi fate sentire per diverso tempo, non volete fare niente con me che non sia fare un giro in centro, e poi pretendete di OBBLIGARMI a uscire, quando io non ne ho voglia, comunque spero sia solo una coincidenza”

Loro infastidite si girano e camminano veloci lontano da me.

Forse mi sono comportata male, ma ormai sto diventando sospettosa di tutti, non lo faccio volontariamente ma solo per istinto.

Ritorno a leggere fino a quando non sento alzarsi un forte vento freddo, mi copro velocemente le braccia con il mio maglioncino, smetto di leggere e decido di tornare a casa.

Appena mi alzo dalla soffice erba comincia a piovere.

La pioggia è violenta, tuoni e lampi cominciano a comparire nel cielo, il vento mi spettina e mi trascina, l'acqua che ricade dal ciuffo dei miei capelli mi bagna il viso.

Corro con la borsa in spalla che mi frena la corsa, fino ad arrivare a casa.

In casa mi faccio una doccia e indosso qualcosa di asciutto, mi sdraio sul letto e mi metto a pensare.

In questi giorni rifletto molto sulla mia vita, ma penso che ne valga la pena.

Pensando mi accorgo che il mio comportamento sta cambiando in negativo, sto davvero peggiorando, non so a cosa sia dovuto, forse allo stress, fatto sta che mi sta rovinando la vita, ora però la cosa importante e farmi perdonare immediatamente dalle mie amiche.

Prendo il cellulare dalla borsa bagnata e digito il numero di Audrey.

Pronto?”

Ciao Audrey, sono Laura, ti va di venire da me stasera a cena?”

Certo!”

Allora vieni per le sette.”

Chiude in fretta la chiamata.

Le solite, non perdono un secondo per non divertirsi.

Chiamo Amparo.

Si?”

Ciao Ampy, stasera, vuoi venire a cena da me? Viene anche Audrey.”

Perfetto!”

Per le sette!”

Ciao Lolly!!”

Decido di farmi trovare elegante per quella serata:

Indosso una mini gonna in jeans, e una maxi maglia Nera, con sopra disegnata la bandiera inglese.

Mentre aspetto l'ora fissata mi stendo a sonnecchiare sul letto, fino a quando non mi sveglio di soprassalto a causa del campanello che squilla insistentemente.

Guardo l'orologio: Sono le 19:00.

Corro ad aprire e vedo spuntarmi davanti le mie due amiche, che mi sorridono raggianti entrando con un pacchettino in mano.

Audrey è la prima a parlare:

Abbiamo portato un dolcetto da mangiare!”

Benissimo!”

Gli prendo il pacchetto dalle mani e lo porto in cucina.

Audrey ha i capelli legati in una coda, un paio di jeans chiari e una camicetta rosa.

Amparo invece ha un abitino fucsia a maniche corte, con sotto i pantacollant neri a righe rosa.

Gli faccio togliere i cappotti e le invito ad accomodarsi sul divano.

Allora, fate come se foste a casa vostra, io intanto vado a preparare la nostra cena.”

Loro annuiscono felici.

Vado in cucina e comincio a cucinare pasta al ragù e una succulenta fiorentina.

Mentre preparo sento le mie due amiche parlare sottovoce dal salotto.

Mi sporgo dalla porta per sentirle meglio e le vedo discutere animatamente, a bassa voce, quasi non volessero farsi sentire da me, per paura che mi vedano smetto di spiarle e torno al lavoro.

Ragazze, è pronto!”

Loro arrivano fameliche dalla sala.

Bene si mangia!!”

Urlano felici all'unisono e cominciando a divorare le pietanze.

Io le guardo sospettosa, curiosa di sapere quello che si erano dette poco fa.

Passiamo la serata a giocare a Twister, ridendo come matte.

Ora riconosco le mie amiche, le persone più care che ho.

Stanno ridendo a crepa pelle dopo l'ennesima caduta di Amparo.

Io mi unisco a loro.

Alla fine del gioco ci sediamo sul divano.

Ragazze, vi devo parlare...”

L'espressione delle mie amiche diventa preoccupata, io invece divento cupa.

Vorrei chiedervi scusa per stamattina...”

Loro si guardano un attimo prima di scoppiare in una fragorosa risata.

Tra le risa Amparo riesce a parlare:

Ma non ti devi preoccupare, non ce la siamo presa!”

Poco dopo vedo arrivarmi addosso le mie amiche che mi abbracciano.

Io ricambio felice.

Come ho potuto dubitare della loro sincerità?

Ora sono convinta che qualcuno che mi vuole davvero bene c'è.

Ragazze, io vado a prendere il dolce!”

Corro velocemente in cucina prendendo tre birre e il pacchettino con il dolce.

Nel tornare in sala di corsa per poco non scivolo a terra.

Arrivata al tavolino al centro del piccolo salotto, vi appoggio sopra le bibite e il dolce.

Servitevi!”

Apriamo le birre e ne beviamo una bottiglia ciascuna, poi ci riempiamo di dolce al cioccolato e crema.

Verso mezzanotte le mie amiche tornano a casa, io lascio stare il marasma che ho in casa e vado a letto.

 

 

Angolo mio:

Spero vi piaccia, scusatemi per il ritardo, ma sono stata molto impegnata.

^^”

Grazie a tutti!

Ciaoooo 

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Capitolo 10
*** Non è possibile!? ***


Dov’eravamo rimasti?
Laura comicnia ad avere dei sospetti sulla sua esistenza.
Giulio è stato licenziato dal set di: “The Laura show”
Ok, scusatemi tantissimo  per il ritardo… -.- Ma, gli esami si avvicinano…

 


Odio le mattine, l’ho mai detto? Perché? Perché, sono odiose: dal tepore e dalla comodità del letto, bisogna passare alla durezza delle sedie della cucina e alla freddezza dei jeans, ora questo problema non c’è perché già alle dieci di mattina ci sono 25 gradi, ma in linea generale è così.
Bene, e dopo questo risveglio fantastico mi precipito a passare monotonamente la mia mattinata: colazione, studio… In più oggi, devo sistemare il bordello che mi hanno creato in appartamento Audrey e Amparo, ma niente di preoccupante, tanto non ho nient’altro di meglio da fare.
Ecco come si presenta il salotto: Panna sparsa sul divano e sul tavolino, tv in stand-By, cartacce ovunque, e l’immancabile collezione di vetri di bottiglia rotti sul pavimenti.
Più che due ragazze, mi sembra di aver invitato una squadriglia di Vichinghi… Ok che gli avevo detto di fare come se fossero a casa loro, però poi quella che sistema e pulisce sono io…
Stamattina mi sono svegliata parecchio male, forse per il fatto che in questo periodo stanno succedendo cose assai strane…
E parlando di cose strane, mi piacerebbe sapere che fine ha fatto Giulio, perché se chi non muore si rivedere, io avrei dovuto rivederlo, ma Milano è grande, forse è per questo, solo che prima lo vedevo ovunque andassi, ora è magicamente sparito …
Comunque, è ora che sistemi il macello, prima di tutto spegno la Tv, poi spazzo via i vetri rotti e con una spugna umida tolgo la panna dai mobili.
Finite le pulizie, mi butto stanca sul divano appena pulito.
Il pigiama che non mi sono ancora tolta ora tutto sudato e aderisce con la mia pelle rosea.
Per rilassarmi e sbollire vado in doccia.
L’acqua fredda rischiara le idee.
E magari aiuta a sminuire la pazzia…
 Esco dal bagno e mi vesto: Canotta beige e  jeans grigio chiaro.
Oggi non vado al corso serale, ho deciso, non ho la testa, rischio solo di fare casini, anzi, per evitare di fare stupidaggini sto in casa direttamente, non esco nemmeno!
Mi pento immediatamente di ciò che ho detto, devo andare dal mio ciliegio!
Prendo la borsa con il cellulare e mi metto le prime scarpe che mi capitano sotto tiro: Un paio di ballerine grigio tortora.
Corro velocemente evitando di rimanere investita negli attraversamenti e mi lascio cadere per terra una volta arrivata all’albero, che con mia grande sorpresa e rabbia è sparito.
Sparito!?!?
Non è possibile?!
What?!
Il mio ALBERO!!??
Mi guardo intorno disperata, correndo di qua e di là come una pazza, anzi non come, proprio da pazza, perché orami la sto diventando.
Tutt’intorno nessuno si interessano alla scena, rimangono tutti impassibili, e perché mai? In Italia sono tutti curiosi! Che strano…
A un certo punto mi fermo, attratta da un puntino rosa in mezzo all’erba, mi chino a raccoglierlo: è un petalo del MIO ciliegio!
Lo stringo in mano.
Perché c’è né solo uno? Ma soprattutto perché non c’è più il mio albero?!
Mi guardo intorno per vedere che non abbia sbagliato io, ma ricontrollando più voltemi accorgo che il posto è questo!
Non è possibile!
Mi siedo su una panchina vicino alla pista ciclabile e osservo il petalo stropicciato.
Non è possibile….
Sono tristissima, è come se ci fosse un vuoto dentro di me, perché tutti mi fanno soffire?!
Era l’unica cosa che riusciva a farmi evadere dalla realtà difficile.. Ma ora ho deciso, affronterò la realtà e la vincerò!
 
 
 
Pov Giulio.
Sono rimasto sconvolto, quando vedo Laura in accappatoio è sempre una cosa imbarazzante, soprattutto se penso che lei non lo sa…
Il ciliegio non c’è più, che crudeltà…
Era la sua unica fonte di pace….
Ma non è possibile!
Non si vergognano!? Spero che questo incubo per Laura finisca presto…
 
 
 
Angolo di un’autrice (Se così si può definire) Sciagurata:
Sono imperdonabile… però devo dire che questo capitolo mi piace tantissimo **
Spero che lo pensiate anche voi.
Con il fatto che ho gli esami fra meno di un mese, sarò meno costante con l’aggiornamento.
Scusatemi ancora per il ritardo, ciaoooooooo a tutti!
Anzi, i ringraziamenti:
A Volly!
Ad Anonima G, che nell’ultimo cap non si è fatta viva, ma spero che si faccia sentire in questo;
e A Gengibuz, che ha recensito l’ultimo cap;
Grazie a tutti!!!! 

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Capitolo 11
*** L'incubo ***


Riassunto delle puntate precedenti:
 
Laura si addormenta stravolta dopo la festa con Audrey e Amparo.
La mattina dopo si sveglia e sistema la casa, per poi recarsi dal suo ciliegio, ma arrivata al parco, il ciliegio non c’è più!
 
 
 
 
 
 
L’incubo.
 
 
 
Mi sveglio di soprassalto sentendo il telefono suonare.
Mi guardo intorno, sono in salotto, coricata sul divano con la scopa in mano.
Devo essermi addormentata dopo le pulizie…
Guardo l’ora: Le quattro di pomeriggio.
Aspetta, ma allora il mio albero c’è?!
Speranzosa mi alzo dal mio giaciglio e rispondo al cellulare che squilla sulle note di: Ma Cherie.
Non guardo chi è e rispondo.
“Pronto?”
“Ciaoooo Lolly, sono Ampy!”
Le sue urla mi arrivano al timpano ancora insonnolito.
“Si, dimmi.”
“La serata di ieri è stata mitica! La rifacciamo?”
Questa è matta!
“Cosa?”
Non ce la posso fare orari pessimi, insomma, io ho gli esami!
“Ti ho detto se rif…”
La interrompo.
“Ho capito cosa  mi hai detto, era in senso ironico.”
“Ah..”
Sentendola triste ribatto.
“Ma, se vuoi fra un po’ la possiamo rifare, ma non prossimamente ok?”
“Ok!”
Nella sua voce c’è una nota di euforia.
“Allora, ciao!”
“Ciao Lolly!”
Lancio il telefono sul letto e vado a sistemarmi, facendomi una doccia fresca e vestendomi con short di jeans e una canotta blu.
Prendo chiavi, borsa, cuffiette e telefono e vado al parco.
Uscita da casa incontro le vecchiette, le saluto sorridendo perché sono felice di aver fatto solo un brutto incubo, infatti, fortunatamente ho sognato e l’albero potrebbe esserci ancora.
Le anziane si girano verso di me e alzano la mano rispondendo al mio saluto per poi proseguire il loro passeggio.
Cammino tranquilla come non lo ero mai stata nell’ultima settimana e arrivo al mio ciliegio.
Lo vedo da lontano, i pochi fiori rosa rimasti, e i lunghi rami nodosi svettano in mezzo a un verde prato.
Arrivo all’albero e mi siedo sotto di lui, come d’abitudine.
Poco dopo vedo arrivare in lontananza una figura famigliare, capelli bianchi tinti con qualche meches nera, perfettamente piastrati, viso cereo, figura bassa e affusolata, vestiti punk, con jeans stracciati e maglia nera con sopra dei graffiti viola, scarpe borchiate, collana rosa al collo e borsone da viaggio grigio alla mano.
“Ma quella, è mia cugina Sofia!”
Le corro incontro, lei mi vede, molla il borsone e urlando il mio nome mi si avvicina correndo.
Ora che la vedo meglio ha un trucco scuro sugli occhi e un piercing rosa sul labbro inferiore.
Mi stritola in un abbraccio riempiendomi di baci.
“Ciao Sofi! Che ci fai qui?”
Si stacca da me e scialla risponde.
“Laura, my Darling,  avevo in programma una mia gita qui a Milano, ricordi? Do you remember?”
No, ora cominciava anche a parlare in inglese…
L’ultima volta che l’avevo vista era 3 anni fa, quando lei aveva bisogno di ripetizioni di matematica, ora ha quasi 19 anni, ma non è cambiata affatto, tranne per il carattere, prima era più timida e simpatica, ora sembra abbastanza esuberante.
“Ma non oggi mi pare…”
“Oh, my God, cosa cambia, qualcuno doveva decidersi a muoversi!”
Lei mi guarda allontanandosi.
“Ok, ma, sai già dove alloggerai?”
Insomma, veniva da lontano, poteva avvisare?!
“Of course! A casa tua!”
Strabuzzai gli occhi.
“Be, cuginetta è naturale, io vengo a Milano e tu mi ospiti, elementare Watson!”
“Ok, tu dormi sul divano!”
“No, forse non hai capito, io sono l’ospite, quindi io sto sul letto! Ok?”
Provo a ribattere, ma il mio buon senso ha la meglio.
“E quanto hai deciso di sostare in casa mia abusivamente?”
“Più che abusivamente direi.. mmm… Bè, comunque una settimana!”
Comincia bene l’ospitalità forzata, avrei avuto una pazza che parla inglese in casa, e che si fa i comodi suoi per una settimana!
“E se ti pago un albergo!”
Fa la sua risatina isterica per poi contraddirmi.
“Sorry, ma io voglio stare da te, in fondo sono tua parente!”
Di questo non ne sono sicura, in fondo, da chi ha preso la sua pazzia?
È l’unica in famiglia..
“Va bene…”
Mi sottometto e faccio per andare verso casa.
“Mhmhmh!!”
Come odio la sua tossetta.
“Cosa c’è?”
Mi giro stizzita.
“Oh, i’m sorry, ma la mia borsa non arriva a  casa da sola!”
“Infatti ce la porteranno le tua mani!”
Rimane di stucco e io proseguo la mia camminata.
Se vuole la guerra, con me l’avrà, e sono sicura che la vincerò, tanto è vero che se non si muove la lascio fuori casa.
Non so perché sia così antipatica mia cugina, tuttavia in questa settimana me la devo far andare a genio, altrimenti rischio di trovarmi trucco nero in tutta la casa, conoscendola è capace di sabotare casa mia, essendo da manicomio...
La pazza mi raggiunge di corsa.
“Sai, ho degli amici qui…”
“Te lo scordi!”
Adesso deve anche far venire i suoi amici di nottata a casa mia!
“But..”
“No, ma, niente, tu sei a casa mi, e decido io!”
“Sono così pretty! E anche molto esperti…”
Oltre che una pazza, avevo anche una maniaca in casa.
“Mi spiace, ma non perdo la serata\nottata con degli sconosciuti.”
“Darling, tu hai paura!”
Oh no! Adesso basta! Fermatemi che la uccido!
La guardo con uno sguardo assassino,ma fortunatamente siamo arrivate a casa.
Non le rispondo, ma mi viene un idea, se voleva divertirsi, l’avrei fatta divertire.
“Facciamo così Sofi,  andiamo in discoteca stasera.”
“Ah, ma allora la suora va in discoteca ogni tanto!”
Faccio finta di non sentire l’ennesima frecciatina di quella degenerata di mia cugina, che poi l’ultima volta che l’ho vista era più simpatica.
Comunque stanotte avrebbe visto "la suora", che poi tanto suora non è.
Ghigno divertita e apro l’armadio.
“Laura, cosa mi metto stasera?”
“Non mi basta fare da balia a mia cugina, devo anche vestirla, oh piccolina, poverina…”
“What?”
“Hai capito bene, fila di là e fai uscire dalla tua valigia un vestito decente!”
 
Dopo due ore eravamo pronte.
Erano ormai le otto e mezza passate.
La “Pazza-Maniaca”  è vestita in modo appropriato per andare in discoteca: Minigonna nera in jeans senza orlo stracciata in fondo, top senza maniche bianco aderente, senza reggiseno, e scarpe vertiginosamente alte di colore nero borchiate.
È truccatissima: eyeliner nero, ombretto blu scuro, matita contorno labbra nera e rossetto rosso fuoco.
Anche io come lei non mi sono sprecata, infatti "la suora" è vestita con un abito a tubino molto stretto blu metallizzato, cortissimo, senza spalline, infatti il mio seno regge l’abito, capelli sciolti, collarino blu, vari bracciali anch’essi blu, un paio di decolleté scuri molto alti, e trucco semplice ma sofisticato: Matita blu acceso, ombretto azzurrino e lucidalabbra rosa.
Dalla bocca di mia cugina esce un “oh” di meraviglia.
Si riprende subito.
“Ehy, come siamo Sexy suora! Sai che non si può entrare in chiesa con la gonna corta!”
“Sai, che il pollaio è qui vicino, forse lì è il posto migliore dove farti alloggiare!”
Faccio finta di essere pensierosa.
Lei mi licia con gli occhi.
“Baby, let’s go!”
È in smania.
“Andiamo Sofi!”
Accordo io.
Esco di casa e me la porto dietro facendola entrare in auto.
“Non va più veloce questa carriola!?”
“Vuoi andare a piedi?”
La istigo.
“Oh, come siamo permalosi, it’s not.”
La fermo prima che possa dire qualche altra cavolata.
“Siamo arrivati!”
“Are you ready suora?”
“Sure!”
No! Mi ha contagiato, ora parlo in inglese…
Entriamo nel locale, la musica è a volumi esorbitanti, la calca umana è incredibilmente numerosa e le luci sono accecanti.
Vedo mia cugina sgusciare via in mezzo alla folla, bene, l’ho già persa, anzi, ora che ci penso potrei mollarla qui.
Mi siedo a un tavolo libero, vedendo in lontananza la “Pazza” che flirta con un tipo alto e biondo.
Guardo annoiata la gente ballare, fino a quando non mi si avvicina un ragazzo moro, non altissimo, ben palestrato e anche abbastanza bello, sebbene a causa delle luci colorate non veda bene il colore dei suoi occhi.
“Ciao, sono Lucas, balli con me?”
“Andiamo!”
Lui mi prende la mano e mi trascina, non so perché abbia deciso di andare infatti solitamente sono diffidente con chi non conosco, ma forse è per il fatto che in questo particolare periodo ho bisogno di svago.
Lucas mi squadra e poi mi avvicina a lui per ballare insieme.
“Ah, io sono Laura!”
Urlo all’orecchio del mio compagno per sovrastare la confusione generale.
“Bel nome, bambola!”
“Ehy, ehy, piano, vacci piano!”
Lui mi soffia nell’orecchio e mi sorride.
“Va bene, ma entro stasera sarai mia…”
Sussurra girandosi in modo che io non lo senta.
Non avendolo sentito continuo a ballare muovendomi sinuosamente tra le sue braccia, mentre mia cugina mi si avvicina attaccata al tipo biondo di prima a mo’ di gatta morta.
“Suora, ci dai dentro!”
Non l’ascolto e parlo.
“Per scopare il bagno è da quella parte, qui si balla.”
Lei mi osserva e si dirige verso chissà dove con il biondino.
Deve essere ubriaca vista l’andatura della camminata.
“Chi è la punk?”
Chiede Lucas ad un certo punto.
“Mia cugina…”
Guardo in basso poi riprendo.
“Ma, parlami un po’ di te!”
“Cosa vuoi sapere di me, piuttosto, parlami tu di te.”
Soffia ancora nel mio orecchio e ho un tremito.
Ripenso a Giulio.
Cosa sto facendo?
Mi dimentico nuovamente di lui e tornò alla realtà, svegliata dalle mani del tipo che si stanno facendo troppo vicine al mio inguine.
“Senti,  tieni le mani al loro posto, altrimenti potrei fare qualcosa di cui potrei pentirmi.”
“Ossia?”
Chiese malizioso facendo andare la lingua da un angolo all’altro della bocca.
“Ti castro!”
Non fa una piega, e le sue mani continuano a salire.
“Lo faccio!”
Lui mi bacia tirandomi a se, spostandomi le gambe di lato.
Che stupida, ero fregata?
Mi guardai intorno, ma non vidi nulla di utile, mia cugina era sparita dalla sala, ed io ero in mezzo a quella confusione, con un maniaco davanti.
Non ero mai stata molto esuberante con i ragazzi, e con i miei fidanzati ero arrivata a castissimi baci, quando ero ancora sobria…
Comunque, ora non so che fare.
“Mollami!”
Con la forza che mi rimane alzo il braccio e lo allontano tirandogli un manrovescio.
Lui si allontana infastidito, poi mi riviene vicino.
“Questo non dovevi farlo!”
Mi trascina via dalla pista da ballo e mi porta fuori.
Cerco inutilmente di liberarmi, ma la presa di Lucas è troppo forte.
Lo guardo pieno d’odio, e vedo lui ghignare soddisfatto.
“Cosa vuoi da me!?”
Chiedo con tutta l’autorità che ho in corpo.
“Voglio te!”
“Non mi avrai!”
Avendo le gambe libere lo colpisco nei gioielli di famiglia e scappo verso la sala per ripescare mia cugina, arrivo in bagno e la trovo a piangere disperata e sconvolta, la prendo di peso ed esco, dopo mi sarei occupata della sua psiche, entro in macchina e vado a casa in fretta e furia perché voglio evitare di incontrare il maniaco.
 
 
 
Pov Giulio.
Mi sa che vado a letto, ormai è tardi.
Vedo Laura arrivare in discoteca dallo schermo della tv e decido di rimanere alzato per vedere cosa succede.
Quello che vedono i miei occhi nei momenti successivi, è orribile, ma in fondo lei non mi deve niente…
Una lacrima solitaria mi solca il viso.
Laura, perché mi fai questo…?
Vedo la scena fuori dalla sala e rimango inorridito.
Ora va pure fuori, non le basta il bagno?
Ci metto un po’, ma poi capisco cosa sta succedendo.
Il tipo la sta trascinando fuori, ma Laura, la mia Laura lo colpisce e scappa.
Laura, allora sei pura come credevo.
Felice e contento del fatto che non sia successo nulla vado a letto.

 
 
 
 
Angolo mio.
Finito il cap, vi piace?
Scusate per il ritardo, ma ora che ho finito gli orali sarò più veloce. ^.^
Le cose si fanno più movimentate, ma la cosa stava diventando noiosa.
La comparsa della cugina e il fatto dell’incubo spero vi piacciano.
Oggi ho fatto l’orale, è andato benissimo e ho visto anche gli scritto, sono al  settimo cielo, spero che lo siate anche voi dopo aver letto il cap, perché devo dire che ne sono abbastanza soddisfatta, scusatemi tutti se la cosa si fa un po’ più Hot,  ma non succederà nulla di che, tranquille.
Infine ringrazio tutti coloro che leggono e recensiscono, in particolare:
Tsuri_chan;
Volly;
E tutti colore che leggono silenziosamente.
Ora vado,
Fatemi sapere cosa ne pensate,
Grazie
Aiko_Laury
 
 
 
  

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Capitolo 12
*** Il ritorno. ***


 

Sono tornata a casa stravolta dalla nottata in discoteca.

Sto trascinando su per le scale mia cugina, che ubriaca e depressa sta borbottando qualcosa.

Arrivo in casa e la stendo sul mio letto matrimoniale, mi strucco e mi sistemo per dormire, cercando di sollevare il morale di Sofia.

“Sofi, dimmi tutto? Cos’è successo? Perché stai così?”

“Mmm…”

“Allora?”

“Ok… Khadim, così si chiamava il biondino, mi ha portata… Ehm...”

Si interrompe a causa di un brivido che le attraversa la schiena, poi riprende.

“Mi ha illusa in paratica, poi è passata una ragazza, alta, formosa… and very beautiful!”

Sottolinea l’ultima parola con una nota di disgusto.

“In fondo, sapevo che era una botta e via, ma io per un istante ho creduto che…

Poi però quando lui mi ha lasciata lì io sono crollata…”

Mi ha detto tutto d’un fiato, ora riconosco mia cugina: fragile, sensibile… Ma è solo perché è ubriaca, e il vino è verità!

Mi giro per chiudere la porta della camera e faccio per andare a letto a riposare nella piazza non occupata da mia cugina quando la vedo dormire beatamente, con il viso corrucciato come quello di una bimba.

Stanca cado addormentata anche io.

L’indomani mi alzo quando mia cugina dorme ancora e preparo la colazione.

Solo per oggi avrei fatto qualcosa di particolare: Pancake con la Nutella e spremuta fresca;

Mentre cucino sento arrivare dei passi lenti e pesanti.

“Ciao cugina!”

Lei mi risponde alzando la mano e sedendosi di peso sulla sedia della cucina appoggiando la testa sul tavolo.

Non faccio domande e mi viene in mente la sera prima.

Deve aver sofferto, ma ora è tutto finito, anche se so che una volta ben svegliata ritornerà la scorbutica di ieri.

Le porto la colazione e le si illuminano gli occhi.

“Grazie, allora sai anche cucinare? Very good, sarà una vacanza fantastica!”

Già, dimenticavo, avrò per una settimana in casa una tipa che avrà da ridire su tutto.

Mi metto una mano sul viso e mi gusto il mio pancake spazzolandolo.

“Sofi, io ho gli esami fra un mesetto, quindi passerò qualche pomeriggio a studiare, tu puoi fare quello che vuoi, eccetto distruggermi la casa, disturbarmi, e.. Ah, non organizzare feste in casa mia!”

“Cos’è questa? La tua costituzione?”

“Si cara!”

“Ok Darling!”

Parla con voce di sfida.

La battaglia del primo giorno di permanenza ha inizio!

Mi alzo e mi preparo legandomi i capelli in una coda alta mentre mia cugina è in bagno da quasi un ora a lavarsi e sistemarsi.

Cominciava benissimo la giornata, mi ero dovuta lavare i denti in cucina!

Mi butto sul letto a peso morto aspettando di poter usare il gabinetto, poiché quello in cucina non c’è l’ho ancora.

L’aria fresca della mattina che entra dalla finestra mi arriva addosso e mi rinfresca.

Che goduria…

Mia cugina esce, capelli bianchi cotonati, vestita con una tuta nera e bianca, con i pantaloni aderenti, la solita collana in perle, e un trucco trucco nero, da “Emo”.

“Vado a correre!”

“Ciao, occhio a non inciampare, potresti romperti un’unghia!”

Fa finta di non sentirmi ed esce con la musica alle orecchie.

Che bello, per qualche ora non l’avrei avuta in casa.

Presa da una voglia matta di cucinare mi metto a preparare il pranzo: Arrosto di vitello con patate, fortunatamente avevo tutto perché ero andata l’altro giorno a fare la spesa.

Avrei studiato il pomeriggio, così avrei avuto una scusa per far evitare alla “Pazza” di fare confusione.

Dopo circa un’oretta il pranzo è pronto, le patate sono in forno e l’arrosto è sul tavolo.

Sento un trambusto vicino alla porta di casa, vado ad aprire, e trovo mia cugina sfinita dalla corsa che si era appoggiata di peso al povero insieme di legno comunemente chiamato porta.

“Tesoro, ma da quanto fai jogging la mattina?”

“Coff coff.... Da oggi... easy?”

Risponde ansimando, senza fiato.

“Che profumo my dear cugina, cos'hai preparato?”

“Vieni a mangiare, “morta di fame”!”

Mangiamo voracemente entrambe e poi lei si stende sul MIO letto a leggere ascoltando la sua musica con le cuffiette, mentre io studio come secondo programma.

 

POV Giulio:

 

Sono le dieci del mattino;

Laura e sua cugina sono meravigliose insieme, se solo andassero d'accordo.

Mi ritrovo a pensare tutto questo sorridendo amaramente, se non mi fossi fatto buttare fuori ora sarei là.

Mi alzo scocciato e mi decido: NON posso vedere Laura là, presa in giro da tutti, che vive nelle menzogne, in fondo, pensandoci sua cugina sta fingendo... Solo che sebbene sia una finzione non mi va a genio il ragazzo di ieri, devo entrare nel set! ORA!

Esco e mi dirigo dal regista, dovevo avere un posto, subito!

 

 

Pov Sofia:

Una settimana da “mia cugina” devo passare, lei in fondo è buona però...

Mi spiace farle tutto questo, magari fuori dal set saremmo potute essere amiche, ma ora sono qui a fingere di fare sua cugina, la smorfiosa e antipatica, con la passione per l'inglese.

Mi faccio ridere, non so neanche perchè avessi accettato quel lavoro, ah, giusto ora che ricordo erano stati i miei genitori a farmi assumere, per guadagnare e diventare famosa... Io non voglio tutto questo!

Volevo solo essere una ragazzina come le altre, e invece ora mi ritrovo a fare la “emo”...

 

 

Pov Laura:

 

Sono sulla scrivania in camera di fianco a mia cugina che legge silenziosamente un romanzo: “Come Jane Austen mi ha rubato il fidanzato”;

L'unica stranezza è che non cambia pagina da ben dieci minuti e mi sembra piuttosto pensierosa e assorta, chissà a che pensa...

Mentre dico tutto questo, una lacrima silenziosa e solitaria le solca il viso pallido.

“Sofi? Tutto a posto?”

La mia voce risulta preoccupata ma allo stesso tempo dolce.

“Sto bene grazie...”

Tira su con il naso per poi girarsi di scatto, quasi infastidita, girandomi la schiena.

Mi spiace per lei, non deve avere una vita facile, tenendo conto che fa tanto la forte ma dentro è fragile, insicura e indifesa, chissà perchè poi...

 

Pov Sofia:

Cosa mi è preso?!

Perchè ho pianto davanti a lei, non è secondo il copione...

Cosa penserà ora il capo...

Una voce familiare mi desta dai miei pensieri.

“Bè, se ha bisogno e vuoi parlarne, io ci sono.”

“No Grazie!”

Le rispondo acida, anche se vorrei dirle tutto, sfogarmi, piangere fra le sue braccia sebbene sia una sconosciuta diciamo...

Lei si incupisce.

Scusa, vorrei dirle, ma il mio superiore me lo impedisce...

 

Pov Laura:

Più stranita che mai dal comportamento di mia cugina esco di casa.

“Ciao a stasera, per cena prendo la pizza!”

Arrivo dal mio ciliegio, mi ci corico sotto e chiudo gli occhi, per poi riaprirli immediatamente dopo e trovarmi davanti una figura familiare: Giulio!

“Ciao, ehm...”

“Dovrei chiarire delle cose...”

“Ah si, allora, sparisci subito dopo avermi conosciuto, e poi ritorni tempo dopo, è chiaro che mi dovrai spiegare tutto!”

Sputo fuori senza pensare, in fondo non ho tutti i torti.

 

 

Pov Giulio:

C'era da aspettarsela la sua reazione così cruda, ma ha ragione...

Però non mi importa come mi tratterà o cosa mi farà, l'importante è che sono riuscito a riprendere un lavoro sul set, e ora posso vedere dal vivo Laura, mi è costato un sacco di soldi tornare qui, ma ne è valsa la pena!

Lei mi guarda stupita, così le mento dicendole che ero dovuto andare via per una vacanza studio, sembra crederci e non approfondisco la mia menzogna.

“Bè, posso chiederti una cosa Giulio?”

“Vedrò se posso risponderti.”

“Che significato avevano le parole che mi hai detto prima di sparire?”

 

Flashback:

 

Scusami, non voglio farti questo, questa non è la realtà, SVEGLIATI!”

Fine.

 

 

 

Lei mi scruta con occhi curiosi e ansiosi, non so che dirle, non voglio essere buttato fuori ancora...

E giù un altra bugia.

“Era un modo per dirti che mi piaci!”

In fondo non potevo dirle che volevo dirle che la sua vita fa schifo, tutto è una bugia...

Lei arrossisce.

“Ah, capisco bè... Ora devo andare a prendere la cena...”

Mi lascia lì da solo correndo via veloce.

È stato un incontro veloce, ma intanto l'ho rivista e questo per ora mi basta.

 

Pov Laura:

Giulio, allora mi ami?!

Aspetta, STOP!

Fermo la corsa.

Non sono una ragazzina, avrei dovuto rispondergli e dirgli: ci conosciamo da poco, io non ricambio.. Ma sarebbe stata una menzogna.

Perchè io ricambio! Forse...

Prendo la pizza dal pizzaiolo vicino a casa mia e salgo in casa.

Nell'alloggio c'è un silenzio tombale, niente è fuori posto.

Arrivo in camera mia e mia cugina è lì che dorme beata con il trucco leggermente sbavato, deve aver pianto..

Ormai non la capisco più, prima fa la sbruffona e poi piange...

Mi avvicino a lei e le sussurro: “Svegliati Sofi, ho preso la pizza!”

Lei si alza mi osserva per un attimo, mi prende la pizza dalle mani e si fionda in cucina a mangiare seguita da me.

Finiamo la cena e andiamo a letto.

Prima di dormire decido di parlarle, mi sembra strana, malinconica, triste...

“Sofi, tu non stai bene, mi dici cos'hai?”

Per tutta risposta lei si gira e si corica per dormire.

“Lasciamo stare.. Notte!”

“GoodNight!”

Mi corico e spengo la luce, so che non sta dormendo, ma gli lascio credere che io non lo sappia.

Però, come seconda giornata di alloggio forzato non è andata male.

 

 

 

 

 

Eccovi Sofia:

 

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E ora Laura, giusto per farvi capire com'è:

 

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Angolo mio:

Scusatemi per il ritardo... ^^”

Però spero che vi piaccia il cap. ^_^

Se la narrazione è veloce ditemelo, è solo che volevo dare poca importanza ai fatti, e di più ai pensieri.

Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione che mi fate tanto felice XDD

Grazie mille

La vostra Aiko_Laury

Infine i ringraziamenti:

Leila_Blues: Per l'incoraggiamento e la forza che mi trasmette;

Tsuri_chan: Per l'assiduità nelle recensioni e per il fatto che ci sia sempre;

E infine: Misdry: Che ha recensito tutti i cap precedenti e che ha deciso di seguire la mia storia.

Grazie ancora 

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