Quando l'amore è passato, presente e futuro...

di Persephone
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


Capitolo 1 Allora come al solito faccio una breve premessa, perchè io adoro fare le premesse

E' una storia con protagonista Viggo Mortensen, dato che non ho il piacere di conoscerlo di persona, tutto quello che leggerete è solo ed esclusivamente una mia fantasia.
E speriamo che nel remotissimo caso gli capiti di leggerla si faccia 4 risate '

Bene fine premessa si passa alle dediche:

La dedico a Mami perchè è stata lei a mettermi in mente di scrivere una fanfic su Viggo, in più in tutto questo periodo ha fatto da beta-reader correggendo i miei notevoli errori grammaticali... è inutile io con le virgole e i punti non ci andrò mai d'accordo ^_^' Quindi Grazie ancora Mami per l'aiuto e per le idee che incosciamente mi davi!!! :P

Poi la dedico a Moon perchè lei mi ha dedicato la sua e io volevo contraccambiare il piacere :D

E la dedico anche a voi lettrici/lettori con la speranza che vi piaccia

Bene credo di aver finito

Ah no dimenticavo la cosa più importante se avete voglia lasciatemi un commentino perchè mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate :D

CAPITOLO 1

La storia che sto per narrarvi può sembrare triste, ma non è così.
E' una storia che parla d'amore e di come il tempo non possa intaccare questo sentimento se è sincero...

Innanzi tutto mi presento, sono Viggo Mortensen e se avete visto al cinema o in tv la trilogia de "Il Signore degli Anelli" sapete chi sono... se invece non avete la più pallida idea di che personaggio interpretavo, bè ero Aragorn...

Bene dopo questa breve presentazione su chi sono passiamo alla mia storia.

Iniziò tutto in una soleggiata mattina estiva. Mi trovavo a Firenze per una breve vacanza che mi sono voluto concedere dopo la fine delle riprese del film, avevo progettato questo viaggio da un sacco di tempo e finalmente ero riuscito a realizzarlo.

Volevo vedere tutto di questa meravigliosa città, ma avendo pochi giorni a disposizione decisi che la prima meta del viaggio sarebbe stata visitare la sala bianca del Palazzo Pitti, perché scoprii che per un caso fortuito era possibile ammirare una stupenda opera di Leonardo da Vinci anche se poco conosciuta. La "Dama con l'ermellino" .

Per non farmi riconoscere adottai qualche stratagemma tipo indossare un cappellino da baseball e un paio di occhiali da sole ed ero vestito in modo casual con jeans e camicia, praticamente assomigliavo a un qualsiasi turista straniero.

Ero in fila davanti alle porte del museo e credo che quel giorno la fortuna mi stesse assistendo perché avevo notato gli sguardi curiosi che alcune persone mi lanciavano ma fino a quel momento nessuno mi aveva ancora riconosciuto ne si era avvicinato.

Poi, finalmente, dopo due ore in coda arrivò il mio turno...
Quando entrai nella sala notai subito che a parte me non c'era nessun altro... fu strano ritrovarsi soli in quel luogo.
Non so perché ma credevo che fosse più gente a vedere il quadro.
Comunque non aveva molta importanza se ero solo o con accanto un folla, perché appena posai lo sguardo su quel dipinto fu come se il resto del mondo non esistesse... Ebbi un tuffo al cuore quando guardai quel dolce viso... avevo già visto quella ragazza, era come se la conoscessi... mi diedi del matto e mi avvicinai molto lentamente al quadro. Si avevo già visto quegli occhi, ma ne miei sogni. Ebbi l'impulso di toccare quel volto e con una mano le sfiorai il viso... una forte luce mi accecò e chiusi gli occhi...

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


Documento senza titolo

CAPITOLO DUE

 

La prima volta che riaprii gli occhi dopo la luce accecante, fu uno shock.

Mi ritrovavo in un studio di un pittore, lo capii dal fatto che anche lo studio dove io dipingo ha lo stesso "disordine organizzato" per avere tutto a portata di mano. Solo che quello era molto differente dal mio, sembrava tutto più vecchio e antico.

C'erano due persone ed entrambe non avevano dato segno di vedermi.

La prima persona che vidi era un uomo alto, di età indefinibile, con una lunga barba e vestito in un modo che a me dava l'aria di antico. Aveva un paio di calze nere e indossava una tunica lunga fino al ginocchio, e stava dipingendo in piedi.

L'altra, invece, era una donna accomodata su una sedia. Teneva in braccio un ermellino e sorrideva al pittore. Era vestita con un lungo abito azzurro e dagli spacchi che aveva sulle maniche si poteva intravedere una sottoveste rossa...

Stavano discutendo, non capii di cosa perché parlavano una lingua a me sconosciuta. Comunque la donna doveva aver appena detto qualcosa di divertente perché l'uomo sorrise. Riuscii ad afferrare quello che credo fossero i loro due nomi.

Leonardo e Cecilia.

Stavo per chiedere dove mi trovavo quando la donna mi vide e mi fece il più bel sorriso che mai avessi visto...

Se esiste il colpo di fulmine... bè io mi ero appena innamorato di quel sorriso...

Risposi al sorriso e stavo per farle la domanda che mi ero chiesto poco prima quando la forte luce ritornò all'improvviso facendomi di nuovo richiudere gli occhi.

Li riaprii, dopo pochi istanti, per la seconda volta.

Ero di nuovo nella sala, a fissare come inebetito e stupito il dipinto.

La donna che vi era raffigurata era la stessa che un attimo prima mi stava sorridendo...

La tela, invece, mi sembrava diversa da come l'avevo vista prima, era come se la dama mi stesse di nuovo sorridendo...

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


Documento senza titolo CAPITOLO 3

Dopo quello che era successo con il dipinto, la prima cosa che avrei tanto voluto fare sarebbe stata quella di toccarlo nuovamente per vedere se era successo veramente...
Ma per sfortuna o fortuna, devo ancora decidere cosa sia stato meglio, non lo feci, perché mi accorsi all'improvviso che non ero più solo nella stanza.
Due custodi erano appena entrati e non credo che sarebbero stati molto contenti che un turista mettesse le mani sopra il quadro, e immaginai anche che se gli avessi spiegato il perché del mio gesto mi avrebbero preso per pazzo.
Oltretutto si stava facendo tardi e infatti vennero ad avvisare che il tempo per vedere il quadro era scaduto già da un pezzo... cosa stranissima perché a me era sembrato di stare "via" solo qualche minuto. Invece quando ho guardai l'ora erano passate circa due ore da quando ero entrato.
L'unica cosa che mi rimaneva da fare era tornarmene in albergo, dopotutto ero arrivato solo quella mattina ed ero uscito subito, giusto dopo aver posare i bagagli in camera, e la stanchezza per il viaggio cominciava a farsi sentire; così decisi che era ora di tornare.
Avevo prenotato al Grand Hotel, situato in Piazza Ognissanti, con una stupenda vista su Ponte Vecchio.
Non avevo idea del perché avevo prenotato proprio lì.
Avevo fatto delle ricerche internet per trovare un hotel e quando mi ero imbattuto in questo, non so perché, mi attirò subito, come se qualcuno o qualcosa mi avesse detto che per la mia vacanza sarei dovuto pernottare lì.
Facendo altre ricerche sull'albergo, scoprii che era stato progettato da un certo "Brunelleschi" verso la metà del 1400.
Appena giunsi all'hotel la prima cosa che feci fu passare dalla reception per vedere se c'erano messaggi per un Joe Black.
Si, lo so, non è il mio vero nome, ma ogni tanto mi piace registrarmi negli alberghi con nomi differenti. Penso che facendo così semino più facilmente i paparazzi; ovviamente mi illudo ogni volta, ma almeno faticano un pò anche loro facendo tutte le varie ricerche per scovarmi.
Come già pensavo, non c'erano messaggi. Infatti, tutti i miei amici e anche il mio manager sanno che per almeno i primi due giorni non mi devono cercare.
Così mi diressi in camera. Avevo preso direttamente la suite per vari motivi, uno dei quali era quello che era la preferita della Regina Vittoria, quando veniva qui in Italia a passare qualche giorno di vacanza. L'altro, invece, era ancora più strano, perché nella ricerca che avevo fatto in internet avevo visto le foto della stanza e mi era sembrato come se ci fosse stato qualcuno che mi stava aspettando... comincio a credere che i miei amici hanno ragione ... vivo su un pianeta tutto mio...
La prima cosa che feci appena arrivato in camera fu quella di sdraiarmi sul letto e prendere il telefono per chiamare mio figlio che era rimasto in America. La telefonata durò circa una mezz'ora e non gli raccontai cosa mi era capitato, anche perché cominciavo a credere che era stato frutto della stanchezza per il viaggio o una delle mie solite fantasie.
Dopo aver terminato la telefonata stavo per chiamare la reception per ordinare qualcosa da mangiare, quando mi accorsi che sulla scrivania c'era qualcosa che la prima volta che ero entrato nella camera non avevo notato.
Riposi il telefono e mi avvicinai alla piccola scrivania.
L'oggetto era un calamaio e all'apparenza sembrava anche molto vecchio. Ebbi una delle mie idee fantastiche. Con la carta intesta dell'albergo perché non stupire i miei amici spedendogli delle lettere scritte con dell'inchiostro come nel 1400?
Seguii subito questa idea e chiamai la reception e chiedendo che mi comprassero nel negozietto li vicino tutto l?occorrente necessario per questa cosa.
Dopo circa una mezz'ora bussò alla mia porta un cameriere con tutto quello che avevo chiesto.
Ormai lo stimolo di mangiare mi era passato del tutto, infatti mi ero pure dimenticato di ordinare qualcosa, ero troppo preso da questa idea per pensare ad altro.
Presi l'inchiostro nero dalla piccola borsa di plastica per riempire il calamaio, ma quando lo sfiorai ci fu di nuovo quella luce...

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


Capitolo 4 Finalmente posso aggiornare la fic :D Scusate il ritardo :)



CAPITOLO 4

Non era possibile, un'altra allucinazione!!!
Stavolta mi trovavo nella mia camera o almeno credevo che fosse la mia camera d'albergo... I mobili era differenti, avevano uno stile del 1400 ed erano disposti in un altro modo.


Tuttavia dedussi che era la mia camera perché, guardando fuori dalla finestra, avevo intravisto Ponte Vecchio nella stessa posizione che vedevo dalla mia suite.


Mi accorsi che c'erano due donne che stavano parlando e rimasi sorpreso per la seconda volta in quanto nessuna delle due faceva a caso a me, come se non mi vedessero.


Una era Cecilia. La riconobbi subito anche se era di spalle. Sembrava stesse scrivendo una lettera e ogni tanto intingeva la penna d'oca in un calamaio che oserei dire era praticamente identico a quello che avevo trovato nella mia stanza.


L'altra donna non sapevo chi fosse, ma mi parve di aver visto anche un suo dipinto quando sono stato a Londra qualche anno fa. Facendo mente locale ricordai anche chi era, Elisabetta di York moglie di Enrico VII. Mi chiesi cosa ci facesse lì a Firenze e la risposta mi arrivò proprio da loro. Stavano parlando in inglese, anche se usavano parole un pò fuori moda... direi molto fuori moda dato che sembrava un linguaggio del '400.


Comunque, a quanto sembrava che Elisabetta era lì per una breve vacanza insieme a Cecilia.


Poi, ad un tratto, Cecilia si voltò verso di me facendomi un sorriso solare...


Il tempo si fermò...


Non sentii più i rumori che provenivano dalla strada ed Elisabetta era come congelata, dalla finestra vidi che anche i rami degli alberi erano immobili, anche se prima che lei mi sorridesse si muovevano delicatamente al soffio del lieve vento...


Cecilia, sempre sorridente, si alzò e venne verso di me lentamente e, parlandomi, con una voce calda e rilassante, mi disse: "Sapevo che saresti tornato da me, Viggo..."


Mi aveva chiamato per nome e aveva parlato in inglese come se avesse saputo che se avrebbe parlato in un'altra lingua non avrei capito.


Stupito e spaventato le chiesi come faceva a conoscere il mio nome.


Lei fece un sorriso ancora più luminoso e mi rispose: "Io so molte cose..."


Gli risposi con la voce ridotta a un sussurro: "Vi prego allora... ditemele anche a me... Non so cosa stia succedendo... sto rischiando di impazzire..."


Era a pochi centimetri da me e mi sfiorò il viso con una mano dicendomi: "Non temere, non impazzirai e presto avrai le risposte a tutte le tue domande... Ma non ora... ora devi tornare... Dopo che mi disse ciò mi diede un lieve bacio sulle labbra e, mi ritrovai avvolto da una luce abbagliante, come il flash di una macchina fotografica che scatta, mi ritrovai di nuovo nella suite dell'albergo. In una mano tenevo ancora il calamaio e con l'altra mi sfiorai le labbra... potevo ancora sentire il lieve tocco delle sue labbra sulle mie...

 

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


Capitolo 5

E perchè sono brava ecco un altro capitolo :P

 

CAPITOLO 5

I miei amici hanno ragione quando dicono che sono matto, e che quando vengo preso da una delle mie "strampalate" idee mi dimentico tutto, perfino di mangiare...


Così quando "riapparvi" nella mia suite, dopo il primo momento di smarrimento dovuto per il bacio a fior di labbra che avevo ricevuto da Cecilia, seppi subito cosa dovevo fare: MANGIARE! ASSOLUTAMENTE!


Dicono che a stomaco pieno si ragiona meglio. Bene, io avevo tutte le intenzioni di dimostrare che il detto era vero.


Così chiamai di nuovo la hall dell'albergo per ordinare. Ma forse sarebbe stato meglio che prima di farlo avessi guardato l'orologio, dato che il centralinista mi disse che, essendo già le 23.30, il ristorante era chiuso. Mi disse che comunque avrebbe fatto il possibile per procurarmi qualcosa, dato che ero il cliente più importante che avevano al momento nell'albergo, e che entro mezz'ora mi avrebbero portato la cena in camera.


Decisamente dovevo iniziare a prendere in considerazione o, meglio, a tener conto del tempo quando stavo "via".


Passai la successiva mezz'ora in attesa della cena rigirandomi tra le mani il calamaio, credendo che sarebbe successo ancora qualcosa. Ma non accadde niente. Niente luce, niente salto indietro nel tempo. Mi domandai come mai. Ma in quel momento non avevo la forza per ragionarci troppo e trovare la risposta a quella domanda.


Quando arrivò la cena ringraziai il cameriere e gli diedi la mancia. Appena uscì dalla stanza iniziai a mangiare di gusto: non mi ero reso conto di aver molta fame fino a quando non avevo sentito il delizioso odorino che proveniva dai piatti che mi avevano portato.


Alla fine della cena giunsi alla conclusione che il modo di dire citato prima era una buffonata, perché avevo si lo stomaco pieno ma anche un gran mal di testa dovuto sia per i vari ragionamenti che avevo fatto nelle ultime tre ore, sia perché la stanchezza cominciava davvero a farsi sentire. Tanto che gli occhi mi si stavano chiudendo da soli.


Così decisi di andare a dormire senza più dare peso ai miei ragionamenti e alle mie allucinazioni della giornata. Perché l'unica conclusione a cui ero giunto alla fine era che fossero allucinazioni dovute alla mia fin troppa fervida immaginazione.

 

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


Capitolo 6




Ho dovuto dividere il capitolo... il prossimo se riesco lo posto stasera :D




CAPITOLO 6



Feci un sogno.


Sotto alcuni punti era un pò confuso ma nel complesso me lo ricordo abbastanza bene, quindi cercherò di raccontarvelo così come l'ho vissuto io.


I protagonisti di questo mio sogno siamo: io, Cecilia e la sua spiegazione su cosa mi stava succedendo.


Mi trovavo in una radura circondata da alberi con al centro una grossa pietra. Avvicinandomi ad essa, notai che sopra vi erano incise delle rune.


Non sapevo perché mi trovavo lì invece di ne, so, una spiaggia, ad esempio. Ma dopo capii...


Come se l'avessi invocata, apparve dal nulla Cecilia, vestita con un abito bianco e una sopravveste azzurro pallido con delicati ricami di fiori in oro. Si stava guardando in giro meravigliata.


"Sapevo che avresti scelto il posto adatto per il nostro ultimo incontro" mi disse dopo un pò sorridendomi.


Io ero ancora troppo sorpreso per la sua presenza per risponderle, quindi l'unica cosa che feci fu sorriderle.


Lei, invece, mi guardò e disse con un tono che suonava un pò come presa in giro : "Cos'è, ora hai perso la lingua? Eppure oggi avevi un sacco di domande da farmi..."


Mi prese la mano e tenendomela ci sedemmo sulla pietra. Sorrisi di nuovo. Cominciavo anche a sentirmi un pò un idiota, di solito sono molto più loquace.


Mi guardò con espressione divertita e disse: "Ho capito, è meglio che inizi io a rispondere alla tua domanda di oggi, ovvero come conosco il tuo nome. Poi se hai delle domande me le farai, va bene?"


Accennai un si con la testa e lei continuò: "Bene, allora, la risposta a questa domanda è abbastanza semplice. Sei stato tu stesso a dirmelo in uno dei tuoi sogni che abbiamo condiviso... Te li ricordi, vero?"


"Si, certo che me li ricordo, ma non pensavo che fossero veri... reali... credevo che fossero solo... sogni..."


"Bè, si, erano sogni ma erano sogni condivisi. O almeno lo sono quando sono due 'anime affine' cercano di ritrovarsi... e per questo che io potevo partecipare, perché sono la tua 'anima affine'. "


"Sei la mia... cosa? 'Anime affine'... ma di cosa stai parlando? Cosa sono queste? queste anime?"


Sbuffò un pò spazientita e disse qualcosa che non capii. Quindi continuò: "Le 'anime affine' sono delle anime destinate a stare sempre insieme, a ritrovarsi sempre, in qualsiasi luogo o... tempo. Queste sono 'anime affine'."


"Vuoi... vuoi dire che era destino che saltassi indietro nel tempo o che ti evocassi per ritrovarti nei miei sogni?" chiesi balbettando.


"Bè... ecco non proprio... aspetta... che cerco di spiegarti meglio... non era previsto che tu tornassi indietro nel tempo o che evocassi proprio me... Vedi le 'anime affine' di solito cercano di ritrovarsi nella stessa epoca per potersi ricongiungere più facilmente... con te è stato una sorpresa anche per me, nel senso che non mi aspettavo questo... diciamo che per usare un detto del tuo tempo "Sei l'eccezione che conferma la regola"."


"Ok... ok... frena...meglio, abbi pazienza... ma tu come fai a sapere tutte queste cose?"

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Capitolo 7
*** EPILOGO ***


Epilogo

EPILOGO

 

"Forse è meglio che ti racconti chi siamo stati nella nostra prima vita, cioè la prima volta che ci siamo incontrati e come siamo diventati 'anime affine'. Forse, allora, ricorderai e capirai cosa ti sta succedendo e cosa ti ho appena detto.

Era il 463 a.C. quando ci siamo conosciuti. Io ero una sacerdotessa druida mentre tu eri un soldato romano che faceva parte di una legione di istanza nei pressi dove oggi c'è una città di nome Bath. Ora non posso raccontarti tutto nei minimi dettagli, perché il tempo che abbiamo a nostra disposizione dura come il battito d' ali di una farfalla, quindi spero che ricorderai, dopo questo breve sogno, come abbiamo fatto ad incontrarci e ad innamorarci.

Sappi solo che fu una stupenda storia d'amore. Solo che la nostra unione non era ben vista ne dal tuo popolo ne dal mio e fecero di tutto per separarci e... alla fine ci riuscirono... uccidendoci... ma non tutto era perduto. Prima che ponessero fine alla mia vita, invocai l'aiuto dei miei Dei, un aiuto che ci avrebbe permesso di diventare 'anime affine' e quindi di ritrovarci nelle nostre prossime vite future, per continuare la nostra felice storia che era stata tragicamente interrotta. Come puoi dedurre, l'aiuto mi fu accordato, ma ad alcune condizioni. Solo io avrei dovuto sapere tutto, anche le storie delle mie precedenti o successive vite. A te, invece, dato che non adoravi i miei stessi Dei, fu data la possibilità di ricordare il tuo passato solo se l'amore che provavi per me era sincero e leale.

Ma prima di riavere i tuoi ricordi dovevi superare una prova. E devo dire che l'hai superata egregiamente e questo spiega anche il perché sono qui a raccontarti tutto questo. Perché pur di scoprire chi era la donna che popolava i tuoi sogni non solo hai attraversato l'oceano, ma hai anche avuto il coraggio di viaggiare nel tempo.

Solo che hai sbagliato il secolo. Avresti dovuto cercare me nel tuo tempo. Ma proprio perché hai fatto quei due 'salti' temporali, gli Dei mi hanno concesso che ti svelassi tutto prima che tu mi ritrovassi nella tua epoca. Ora ti è un pò più chiara la situazione in cui ti trovi?"

Le sorrisi. Finalmente avevo capito e quindi le dissi: "Si, ora è tutto più chiaro... ma perché prima hai detto che questo sarebbe stato il nostro ultimo incontro? Ora che ti ho trovata non voglio perderti di nuovo..."

Mi fece un sorriso triste e con malinconia mi rispose: "Sai prima quando ti ho detto che avevi sbagliato secolo? Intendevo proprio questo. Tu non appartieni alla mia epoca come la me stessa di adesso non appartiene alla tua. E' per questo che gli 'spiriti affini' cercano sempre di trovarsi nella stessa epoca... per poter vivere insieme la loro storia senza causare danni temporali... Tu hai affrontato le spire del tempo per trovarmi ma, come avrai notato, quando tu arrivavi il tempo si fermava o le persone non si accorgevano della tua presenza, proprio perché solo io potevo vederti e poi... ecco... io in questo secolo ho già trovato la tua anima in Ludovico... e per quanto ti sia grata di questa tua prova d'amore, non posso amare la stessa anima nella stessa epoca... devi trovare il mio spirito nel tuo tempo... è per questo che ti ho detto che è il nostro ultimo incontro... devi considerare questo sogno come una spiegazione che ti dovevo e come un addio..."

Le asciugai una lacrima con una mano e prendendole il viso tra le mani, le dissi in tono dolce: "Ho capito, non devi piangere o essere triste. Ti cercherò nella mia di epoca e così potremmo stare assieme. Non temere, ti troverò. Dovessi girare tutto il mondo per mantenere questa promessa, lo farò. Dopotutto, come hai detto tu, ho attraversato le spire del tempo. Cosa vuoi che sia per me cercarti in giro per il mondo?"

Mi sorrise tra le lacrime. Notai che non aveva un espressione triste ma felice e disse: "Sapevo che avresti capito... Ma ora dobbiamo dirci addio o... meglio arrivederci nella tua epoca... Fai presto a trovarmi perché non vedo l'ora di passare la mia vita futura con te..."

La baciai.

Era una bacio che sapeva di addio ma che valeva anche come una promessa di arrivederci.

Il suono della sveglia mi fece aprire gli occhi.

Ricordavo il sogno ma iniziavo anche a ricordare tutti i dettagli delle mie vite precedenti. E per la prima volta da quando avevo iniziato a sognarla e a fare i miei salti nel passato, non mi sentivo più ne confuso ne avevo la sensazione di stare per impazzire?

Ero felice.

Ora sapevo cosa dovevo fare.

Uscire e cercare la mia Cecilia. Perché di una cosa ero sicuro: lei si trovava in questa città.

Dovevo solo cercarla.

E la trovai...

Ma questa è un'altra storia...

 

The end...

 

Saluti, ringraziamentie e note finali:

Spero che la fine vi piaccia... ero molto indecisa se farla finire così o continuarla ancora con qualche capitolo... ma alla fine mi sono resa conto che ormai "i dadi erano tratti" e continuarla non avrebbe più avuto senso dato che si scoprivano tutte le carte in gioco :D

Cmq c'è la possibilità di un continuo... ma nn ora... :D

Ringrazio tutti quelli che l'hanno letto e hanno commentato o che nn hanno commentato ma che cmq l'hanno letta :P
Spero anche che vi siate divertite/i a leggerla come mi sono divertita io a scriverla :D

Ultimo ringraziamento finale ma nn per questo meno importante:
ringrazio ancora Mami per aver fatto da beta-reader e per avermi sopportato, la ringrazio anche per le domande che mi ha fatto... e che mi hanno fatto venire in mente come concluderla...
No Mami non ti dirò mai quale delle domande mi ha dato lo spunto ma sappi che mi hanno aiutata molto :D

L'idea delle "anime affine" mi è venuta guardando "Al di là dei sogni" un film con Robin Williams... molto bello... è stata un pò rintepreta ma l'idea è partita da lì...

Ciao a tutti e a presto :D

Ehm... dimenticavo... ho fatto anche la copertina della storia la potete trovare qui:



E ringrazio di nuovo Mami che mi ha dato l'idea per farla e per aver commentato tutte le copertine che gli ho mandato prima di decidere quale fosse la migliore :D



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