La vita è quello che ti succede mentre stai progettando altro

di Harry Potterish
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il destino mescola le carte e noi giochiamo ***
Capitolo 2: *** La vita è un dono di Dio. Grazie, ma forse bastava il pensiero ***
Capitolo 3: *** Diversamente fortunata ***
Capitolo 4: *** Della volta in cui Edmond Dantès sbagliò ***
Capitolo 5: *** La prima volta in cui Rose Weasley prese T ad un esame ***
Capitolo 6: *** Non chiamatemi mostro ***
Capitolo 7: *** Voci ***
Capitolo 8: *** Notte prima degli esami ***
Capitolo 9: *** Quando la tua vita è un fiasco, non ti rimane altro che bere ***
Capitolo 10: *** Essere madre non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. È solo un diritto tra tanti diritti. ***
Capitolo 11: *** Chiudere con il passato ***
Capitolo 12: *** Ci sono abissi che l'amore non può superare nonostante la forza delle sue ali ***
Capitolo 13: *** L'inferno è la sofferenza di non poter più amare ***



Capitolo 1
*** Il destino mescola le carte e noi giochiamo ***


Attenzione! Dopo aver letto “Delicate” e “Still Delicate” di padfoot4ever mi sono innamorata della tematica trattata e mi sono sentita in dovere di intasare il sito con la mia personale ed esclusiva versione dei fatti. I personaggi non mi appartengono, sono tutti di J. K. Rowling. La storia non ha fini di lucro.

 

A _FreeSoul_, la mia fan più accanita

A flors99, perché è stata la prima a credere in me

A CharmedAlis, che ama le Rose/Scorpius e che, nonostante gli esami, riesce sempre a trovare due minuti per i miei scleri

A Madeline_95, perché mi ha fatto sorridere

A ___Giuuu, perché anche lei, come me, non può vivere senza di loro

 

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1.

Il destino mescola le carte e noi giochiamo

Mi avevano detto che il quinto anno era uno dei più difficili ed impegnativi. Sarebbe stato l’anno del primo amore e degli scombussolamenti ormonali, avrei dovuto iniziare a preoccuparmi maggiormente della mia immagine e della mia vita sociale ma, come mi ricordava costantemente mia madre, avrei dovuto anche sostenere i G.U.F.O. e decidere che mestiere praticare in futuro. Onestamente, ero molto più concentrata sui primi tre aspetti: a scuola avevo sempre avuto ottimi voti e, fin dall’età di otto anni, avevo stabilito che sarei diventata una giornalista famosa e che un giorno avrei fondato la mia rivista personale, un giornale che informasse veramente la gente, non come La Gazzetta del Profeta, Il Cavillo o Il Settimanale delle Streghe. 

Il pacchetto “La mia vita futura” da me programmato prevedeva anche una bella villetta nella periferia di Londra, un marito e due figli. 

A dieci anni avevo precisato che se i due bambini fossero stati un maschio di nome Theo e una femmina di nome Danae sarebbe stato il massimo. 

A dodici anni avevo specificato che se avessero avuto i capelli biondi e gli occhi castani sarebbero stati perfetti. 

A quattordici anni avevo concluso che l’unica persona che avrebbe potuto far loro da padre era Scorpius Malfoy e, all’inizio del quinto anno, potevo definirmi a buon punto sul mio piano di lavoro. 

Peccato che la vita non sia così facile. Peccato che il futuro sia impossibile da prevedere. Peccato che io non sia la ragazza adatta a fare follie. Peccato che il mio nome sia Rose Weasley ed abbia fatto la cazzata più grande di tutta la mia vita.

***

Mia cugina Dominique è sempre stata un punto di riferimento per me. Non fraintendetemi, con “punto di riferimento” non intendo la mia migliore amica, né la sorella maggiore che non ho mai avuto. Intendo semplicemente dire che è la persona che odio di più al mondo: lei con quella sua media perfetta, con quei suoi capelli perfetti, con quei suoi occhi perfetti, con quella sua pelle perfetta, con quel suo fidanzato perfetto, con quella sua vita così schifosamente perfetta da far cariare perfino una zolletta di zucchero. Di conseguenza, qualsiasi cosa porti a termine nella mia vita è solo un tentativo di superarla, di sbatterle in faccia che non è l’unica ad essere capace di prendere una E in Storia della Magia o di avere una vita sociale in grado di fare concorrenza a quella del Ministro della Magia in persona.

Quando alla fine dell’anno scorso Scorpius Malfoy, quello Scorpius Malfoy previsto nel mio pacchetto-vita, si è dichiarato di fronte ad una Burrobirra di Madama Rosmerta, ero così felice ed emozionata che ho pagato da bere a tutti i presenti nel locale. Eravamo diventati amici durante gli esami al secondo anno grazie ad uno dei tanti piani geniali di mio cugino Albus, che teneva particolarmente a far legare le due persone più importanti della sua vita. È stato un po’ uno shock per lui scoprire della nostra storia. No, non è stato uno shock perché ci ha beccati imbucati in un’aula mentre cercavamo di nasconderci per evitare i giudizi degli altri. Lo è stato perché sono corsa da lui, l’ho abbracciato –o meglio, quasi soffocato- e ho urlato la notizia dritta dritta dentro al suo padiglione auricolare, causandogli un’emicrania della durata di ben tre giorni. In quel momento lo ha scoperto inevitabilmente anche il resto della scuola, ma sembrava che nessuno fosse troppo sorpreso. A quanto pare tutti si aspettavano che prima o poi noi due saremmo finiti insieme: io, Albus e Scorpius possiamo definirci i degni eredi del Trio dei Miracoli e, visto che uno di loro è mio cugino, era abbastanza facile indovinare con chi sarei finita.

Vi starete chiedendo che cosa c’entri tutto questo con mia cugina Dominique. Semplice: lei sta con il suo ragazzo perfetto dall’età di tredici anni, ha dato il suo primo bacio –naturalmente perfetto- all’età di dodici, ma la sua prima volta è stata a diciassette anni. Lei sostiene di aver promesso alla sorella Victoire di aspettare la maggiore età per perdere la verginità. Io credo semplicemente che avesse paura, paura delle conseguenze, paura di non essere all’altezza. Mettermi con Scorpius significava avere l’opportunità di superare mia cugina per la prima volta. So che è immorale e sbagliato, ma provate a mettermi nei miei panni: non è facile vivere accanto a Miss Perfezione! Non sono una ninfomane e credo di amare veramente il mio ragazzo, quindi diciamo che sto solo prendendo due Ippogrifi con un furetto –e mai proverbio fu più calzante.

***

Ieri sera è stata la mia prima volta con Scorpius e stamattina sono la ragazza più felice del Regno Unito. È stato molto difficile convincerlo, lui sembrava più restio e meno pronto di me: al di là dell’immagine da duro e playboy che si è costruito, pardon gli hanno costruito intorno, è impacciato, tenero e mi ha confessato di essere vergine. Beh, lo era, almeno fino a ieri sera. Ci siamo incontrati nella Stanza delle Necessità, poiché apparteniamo a Case differenti, ed è stato un momento molto romantico. Sicuramente più della mia prima volta: le uniche cose che provavo erano rabbia, desiderio di vendetta e un dolore allucinante. Naturalmente questo a Scorpius non l’ho detto, altrimenti mi avrebbe mollata seduta stante: infatti, se avete fatto attenzione a ciò che ho detto fino ad ora, avrete notato che la mia prima volta è stata con un altro e durante la mia attuale relazione. Insomma, senza fare troppi giri di parole, l’ho tradito. Non perché non lo ami, non perché l’altro mi piacesse di più, non perché sia una sgualdrina –il termine donna scarlatta che usa sempre mia madre mi sembra poco adatto, visto il colore dei miei capelli-, non perché fossi ubriaca. Solo perché avevo il fottuto bisogno di avere la mia rivincita su Dominique e lui è stato così convincente e mi trasmetteva una sicurezza tale che mi sono lasciata trascinare dalla situazione. È successo circa un mesetto fa, durante le vacanze di Natale, la notte di Capodanno, che io ribattezzerei tranquillamente la notte delle cazzate. Sì, perché quando scocca la mezzanotte del 31 dicembre sembra che tutti sentano il bisogno impellente di fare qualcosa di stupido solo perché “fa figo”. Tanto per la cronaca, non è che nei dieci minuti successivi all’inizio del nuovo anno veniamo trasportati in una dimensione parallela dove possiamo fare quello che ci pare senza preoccuparci delle conseguenze. Rimaniamo sempre in questa schifosa realtà. Purtroppo.

Tuttavia, dopo ieri notte, ho deciso di dimenticare definitivamente il passato: sono sicura che Scorpius non verrà mai a sapere niente della mia piccola –ok, forse non poi tanto piccola- stupidaggine e, inoltre, non sarò più obbligata a mentirgli su di me, il che mi fa sentire notevolmente sollevata. Alzo gli occhi dalla colazione e lo vedo dall’altra parte della Sala Grande insieme a mio cugino Albus, mentre si stanno abbuffando al tavolo di Serpeverde. Loro due sono le classiche persone che, pur mangiando in continuazione, non ingrassano di un etto e li odio per questo: se l’anno prossimo voglio avere la speranza di rientrare nell’abito che ho indossato a Natale, dovrò digiunare per il resto dei miei giorni. Scorpius mi nota e mi saluta sorridente; Al, invece, sembra un po’ depresso: non credo abbia mai digerito il fatto che stiamo insieme e ora sapere che il suo migliore amico si porta a letto non una qualsiasi delle sue cugine, ma proprio quella che considera come una sorella, deve essere traumatico. Ringrazio sempre Merlino per avermi dato un fratello minore, che quindi non può avanzare alcun diritto su di me. Non so proprio Lily come faccia a sopportare le interferenze dei suoi fratelloni nella propria vita privata: credo che essere cresciuta con quei due accanto l’abbia fortificata. Per questo, nonostante abbia due anni in meno di me, è la mia migliore amica e, al di là di quello che piace pensare alle pettegole di Hogwarts, non siamo in competizione per Scorpius. Giusto per essere precisi, Lily odia Malfoy: papà una volta ha pure chiesto a zio Harry se potevano scambiarsi le figlie, beccandosi una strigliata da parte di mamma che rimarrà nella storia.

È proprio la mia migliore amica a distogliermi da queste riflessioni –e dal fissare Scorpius come un’ebete. Ha la faccia abbastanza preoccupata e si sta martoriando le mani, solo che non riesco a capire il motivo di tanta agitazione: va bene che ha una spiccata tendenza per i guai –i geni Potter si fanno sentire- ma sono appena le otto del mattino e, inoltre, ha una mente geniale per uscirne sempre candidamente e far ricadere la colpa su qualcun altro –in questo caso, invece, credo che i geni Weasley contribuiscano in particolar modo.

-‘Giorno Lils, come va, tutto bene?- borbotto masticando un biscotto al cioccolato. Mi fissa per qualche minuto senza dire nulla, poi si siede e inizia a mangiare. Ho la vaga sensazione che mi stia prendendo in giro: se non si sbriga a parlare la butto nel Lago Nero, non ho intenzione di farmi rovinare la giornata più bella della mia vita da lei, anche se questa lei è l’unica ragazza al mondo con cui sia mai riuscita a fare amicizia. Sto per rovesciarle del succo di zucca sulla divisa –di proposito s’intende, così magari si scanta un po’- quando deve intuire il mio fastidio e si decide a parlare: sarà che sto scagliando Avada Kedavra con gli occhi?

-Rose, io avrei un problema.- Buongiorno Capitan Ovvio, fin lì ci ero arrivata da sola! Vogliamo saltare i preliminari e andare dritto al nocciolo della questione? Mi impongo di mantenere la calma e le rispondo con il sorriso migliore che riesco a fare sulla bocca.

-Dimmi pure Lils, come posso aiutarti?- Voglio un oscar, ora. Nemmeno le migliori attrici babbane sarebbero state capaci di una performance del genere –e loro sono obbligate a sorridere sempre per colpa dei continui interventi di chirurgia estetica cui si sottopongono.

-Rosie, io…insomma, credo che…penso di avere le mestruazioni.- E lei sarebbe preoccupata. Per una cazzata del genere. Vorrei davvero vedere cosa farebbe al mio posto dopo il casino che ho combinato! Va bene, prima la calmo e poi mi faccio spiegare come si possa pensare di avere le mestruazioni: svegliarsi la mattina in un lago di sangue mi sembra un segnale piuttosto evidente, o desidera per caso una lettera in carta bollata?

-Non ti preoccupare. Vieni, andiamo al bagno. Dovrei avere qualche assorbente qui con me.-

-Grazie Rosie, sei la migliore, sapevo di poter contare su di te!- Mia cugina sorride e mi abbraccia forte. Mentre ci dirigiamo fuori dalla Sala Grande, mi tempesta di domande in merito a come funzioni esattamente la cosa, ma fingo di non saper rispondere alla maggior parte di esse: insomma, per certi discorsi esistono le mamme! Vedere l’espressione di un genitore di fronte alle curiosità dei figli è una delle cose più appaganti sulla terra, perché privarsene? Arriviamo al bagno solo dopo una decina di minuti –le scale hanno cambiato e ho preferito non far cambiare Lily in compagnia di Mirtilla Malcontenta, per evitare che lo venga a sapere tutta la scuola. Subito inizio a frugare nella mia borsa: mia cugina mi tranquillizza, dicendo che, se non troverò nulla, chiederà aiuto a Roxanne, ma io non mi arrendo. Infatti, sono assolutamente certa di avere qualche assorbente con me, per sicurezza, visto che dovrebbero venirmi proprio in questo periodo. Alla fine riesco a concludere la mia ricerca, dare una mano a Lily, arrivare puntuale a Trasfigurazione nonostante tutto e prendere addirittura una E all’interrogazione: meriterei una medaglia al valore come quella che hanno rifilato ai miei dopo la guerra. Lo so che è inutile, ma è un ottimo fermalibri ed è troppo bello vedere lo sguardo ammirato degli ospiti che iniziano ad elogiarti e a chiederti dettagli in merito alle tue imprese.

Nei giorni successivi la mia vita sembra assumere una svolta positiva. La relazione con Scorpius non fa che migliorare e Albus pare averla accettata; Dominique ha litigato con il suo ragazzo perfetto –anche se poi hanno fatto pace e lui, per farsi perdonare, l’ha portata a cena nel ristorante più bello di Londra-; zia Ginny ha inviato a mio cugino James una Strillettera per essere stato punito un’ulteriore volta e ho riso fino alle lacrime; la mia media in Pozioni è passata dall’Oltre Ogni Previsione all’Eccezionale con immensa gioia di mamma, mentre papà ha iniziato a chiedersi se io sia realmente sua figlia. L’unica nota negativa è che Lily ha continuato a tormentarmi con le sue domande e per avere ulteriori assorbenti: non vuole farseli inviare da casa per evitare una figuraccia epica di fronte all’intera scuola, quindi mi sono ripromessa che la porterò ad Hogsmeade a comprarli il prossimo weekend. Altrimenti, come farò io? Devo ammettere che questo mese sono un po’ in ritardo, tuttavia la cosa non mi preoccupa più di tanto, io non sono mai stata regolare. L’unico problema è che, quando arriveranno, temo dovrò restare a letto per due giorni a causa del dolore.

Stasera, però, non voglio pensare a nessun problema. Infatti, oggi è giovedì e devo vedermi con Scorpius davanti alla Stanza delle Necessità: lui, a differenza mia, è stato nominato Prefetto, ed avendo la ronda ha l’autorizzazione ad essere fuori dal dormitorio oltre l’orario del coprifuoco; inoltre, non corriamo il rischio di essere beccati, perché l’altro Prefetto di Serpeverde è un’idiota totale che non si azzarda ad andare oltre il terzo piano per paura di perdersi. Salto la cena per finire i compiti, poi inizio a truccarmi: per quanto mi impegni, ci impiego sempre almeno mezz’ora solo per mettermi la matita e l’ombretto –tutta colpa dei geni Granger che mi scorrono nelle vene! Sarebbe più facile chiedere aiuto a Roxanne, con cui condivido la stanza e che è molto più esperta di me, ma non mi abbasserò mai ad un livello simile, nemmeno se la persona che ho di fronte è mia cugina e non ha alcuna intenzione di prendermi in giro. Sto cercando di tracciare una linea di matita che non assomigli al Gran Canyon, quando sento sbattere la porta della stanza e faccio un sobbalzo tale che ora ho una riga blu che mi attraversa la faccia. Fantastico, dovrò ricominciare da capo. Giuro che se è quella svampita della McLaggen le tingo la faccia di blu. Esco rabbiosa dal bagno con gli occhi iniettati di sangue, quando mi accorgo che c’è Lily in lacrime seduta sul mio letto. Teoricamente, dovrei odiarla per aver reso vano il mio lavoro dopo che ho addirittura saltato un pasto per portarlo a termine –non che mi faccia male, sia chiaro, ho messo su qualche chiletto da quando sono tornata anche se non sto toccando cibo. In pratica, è la mia migliore amica e mi fa una tenerezza infinita. Mi siedo accanto a lei, la abbraccio e provo a consolarla.

-Che c’è che non va Lils?- le chiedo dolcemente, cercando di non far trapelare la rabbia che non sono riuscita a seppellire del tutto. Lei sospira –quanto è melodrammatica- si asciuga le lacrime e si decide a parlare.

-Avevo appena finito di cenare e mi ero alzata per tornare in camera con Jasmine. Ad un certo punto mio fratello, quello stupido naturalmente, mi chiama e urla di fronte a tutta la Sala Grande che ho una macchia sulla gonna. Credo che lui volesse semplicemente farmi un favore, ma ha attirato l’attenzione dell’intera scuola su di me: tutti hanno capito la natura di quella macchia e io sono corsa via piangendo e così…eccomi qui.- Io ammazzerò James Potter uno di questi giorni come è vero che mi chiamo Rose Weasley. Ha messo sua sorella, la mia Lily, in ridicolo di fronte a tutti –ergo anche il ragazzo che le piace, il cui nome mi porterò nella tomba- e, così facendo, ha impedito a me di essere perfetta e puntuale per Scorpius. Inizio a borbottare gli insulti peggiori che conosco e a camminare avanti e indietro per la stanza meditando un modo per far fuori quell’essere che ho la sfortuna di poter chiamare cugino, poi mi ricordo che non sono sola, mi fermo e comincio a parlare nella maniera più tranquilla possibile.

-Lily, non ti preoccupare, è una cosa naturale, non hanno niente in mano per attaccarti. Vedrai che domani mattina si saranno già scordati di stasera ed avranno qualche altro pettegolezzo. Che ne sappiamo noi, casomai sto benedetto Karma di cui parla sempre mamma esiste ed ora James è stato appeso a testa in giù nel bel mezzo della Sala Grande. Ci sono problemi peggiori.- Sto per aggiungere un “E io lo so bene” quando mi blocco, realizzando che mia cugina è molto intelligente e un’affermazione del genere comporterebbe non poche domande. Lei sembra un po’ rincuorata, cerca di sorridere perché sa che odio la gente che si lamenta per niente, poi cambia improvvisamente espressione. Sembra quasi…preoccupata.

-Rosie, tutto bene? Sembri pallida…- Pallida? Io? Dopo che ho speso un sacco di tempo a stendermi fondotinta e fard per non assomigliare ad un morto vivente? Fantastico, tra la pelle diafana di Scorpius e la mia diventeremo la nuova coppia dell’anno. Della comunità di ectoplasmi della scuola, ovviamente. Beh, almeno so che devo migliorare da quel punto di vista: forse è giunto il momento di chiedere consigli a mia madre. Mi fa ribrezzo persino a pensarci.

-Probabilmente è la luce o il trucco messo male.-

-Sicura di stare bene? Per me mangi troppo poco…-

-Troppo poco? Lilian Luna Potter solo perché ho saltato la cena non significa che sia anoressica! Per tua norma e regola sono perfino ingrassata da quando siamo tornati a scuola e sono intenzionata a perdere tutto quel lurido grasso che si è attaccato a me!- Dite che ho esagerato un po’?

-Rose, calmati! Chiedo umilmente scusa per aver osato preoccuparmi per la tua salute! Mamma mia, in questi giorni sei parecchio volubile, anche Albus non riesce a capirti e lo sai che lui ha un talento per la psicologia! Ma se venissero anche a te una buona volta queste benedette mestruazioni, forse ti calmeresti un po’.-

-Credi che io non stia male? Non posso mica comandarle a bacchetta! Mi sento un vero schifo: sto impallidendo, ingrassando, ho sbalzi umorali continui e per di più ci si aggiunge questa nausea tremenda che mi tormenta da due giorni…- Mi rendo conto troppo tardi di essermi lasciata sfuggire qualcosa che non dovevo dire. Lily subito assume lo sguardo classico da Terzo Grado, pronta a travolgermi di domande.

-Nausea? Perché non mi hai detto che avevi la nausea?- Ecco, lo sapevo io che le amiche femmine non fanno per me. Molto meglio i maschi: almeno loro, finché non smetti di respirare, non si fanno problemi –fatta eccezione per Al, ma lui è un caso a parte.

-Probabilmente è perché non ho mangiato. Nulla di preoccupante.- Un’improvvisazione niente male, devo dire. Peccato che, dallo sguardo furioso di mia cugina, deduco non abbia funzionato.

-Rose Weasley, credi veramente che, solo perché ho due anni in meno di te, mi berrò questa storia? Hai detto di avere la nausea da due giorni, quindi significa che non stai bene! Ora tu vai in Infermeria a farti visitare e mandi un messaggio a Malfoy dicendogli che il vostro appuntamento salta: se proprio ti vuole vedere, sarà negli orari di visita stabiliti! Sono stata chiara?- Ammetto che quando Lils si arrabbia fa quasi più paura di mia madre: pur non superando il metro e cinquanta, è davvero una furia.

-No, Lily, ti prego, l’Infermeria no! Senti, ti prometto che non salterò più i pasti, ma l’Infermeria no!-

-Va bene, ma solo se stasera non andrai all’appuntamento e starai a letto a riposare. Non voglio vederti con le occhiaie domattina.-

-Ti vorrei ricordare che sarei io la cugina maggiore, non tu, signorinella.- Dall’occhiataccia che mi rivolge capisco che non è una delle mie uscite migliori. Abbasso la testa e alla fine mi rassegno a scrivere un biglietto a Scorpius per annullare il nostro incontro –solo perché non voglio avere le occhiaie, sia chiaro, non perché sia disposta a dare retta a mia cugina. Lei mi accarezza i capelli con un sorriso dolce sul volto.

-Brava Rosie, so che è difficile, ma è la cosa giusta da fare. Un giorno mi ringrazierai e, quando dovrai badare a Theo e Danae, capirai quanto sia difficile accudire le persone cui vogliamo bene.- Miseriaccia, adesso sembra davvero mia madre! Non è che è lei sotto Pozione Polisucco, vero?

-Credo sia più plausibile che ti rinfaccerò tutta questa apprensione quando tu sarai incinta e nonostante nausee, stanchezze, chili di troppo e sbalzi d’umore vorrai ugualmente uscire.-

-Beh, allora io sono autorizzata a farlo, tu questi sintomi li hai già tutti!- Comincia a ridere come una pazza e anche io la seguo a ruota: le nostre liti vanno sempre a finire in discorsi senza senso sul nostro futuro. Ad un tratto, però, mi blocco a riflettere sulle parole di mia cugina. No, è assurdo pensare che, dopo solo due volte che vado a letto con un ragazzo –o meglio due- io sia già…Ma che vado a pensare, sono davvero un’idiota patentata! Quando faccio così, ho la conferma di essere la figlia di Ron Weasley.

-Rosie hai sbagliato la data. Il 4 era la settimana scorsa, oggi è l’11.-

-No, Lily, ne sono certa. Guarda sulla mia agenda. Vedi, domani ho l’interrogazione di Erbologia e infatti è il…12.- Sbianco ancor di più –sempre che sia possibile. Se oggi non è il 4 come pensavo, bensì l’11 vuol dire che il ritardo non è di sei giorni, ma di tredici.

-Rosie, tutto a posto? Non è un dramma! O Malfoy è così snob da non tollerare neanche una minuscola macchiolina sulle pergamene che riceve?-

-No, no, Lily, non è niente, solo…sono stanca, sì. Vorrei andare a dormire se non ti dispiace.-

-Suppongo sia inutile fare domande. Sappi che se hai bisogno io ci sono. Buona notte!-

Mia cugina mi saluta e se ne va: per fortuna ha deciso di non infierire. Miseriaccia, miseriaccia, miseriaccia, non può essere! Io, incinta, a soli quindici anni! Ok, manteniamo la calma: sabato ad Hogsmeade mi compro uno stock di test di gravidanza e saranno di sicuro tutti negativi. Insomma, io non posso aspettare un bambino! Va bene che non sono stata molto chiara a riguardo quando formulavo il pacchetto-vita, ma Theo e Danae devono nascere solo tra una decina d’anni! Non fasciarti la testa prima di essertela rotta, Rose. Respira, ci dovrà pur essere un’altra soluzione. Perché, se così non fosse, mia madre ucciderebbe sia me che il futuro nipote, i nonni morirebbero, i miei cugini e i miei zii castrerebbero il padre e mi farebbero vivere in isolamento per il resto dei miei giorni e papà mi diserederebbe, condannando me e la mia progenie ad una vita di stenti. Nell’attesa di scoprire la verità non mi restano che due cose da fare: disperarmi o godermi i miei ultimi giorni di vita normali. Decisamente meglio la prima. E accoccolata sotto le coperte aspetto sabato con le lacrime che mi solcano il viso e il terrore di scoprire quella verità tanto dolorosa.

Appunto per me stessa: la prossima volta che esprimi un desiderio, sii più precisa, idiota!

 

 

Angolo di Harry Potterish

Sono tornata! *si prepara a ricevere migliaia di insulti* Approfitto della neve e della chiusura della scuola per cominciare questa nuova long, tutta dal punto di vista di Rose. Innanzitutto, chiedo scusa a quelle cinque povere autrici cui ho dedicato la storia: spero non vi offendiate, ma era l’unico modo che avevo per ringraziarvi! La long ha tredici capitoli e, appena finita, mi soddisfaceva abbastanza, poi, rileggendola, ho sentito un leggero amaro in bocca, così ho scritto due raccolte di drabble ad essa collegate che saranno pubblicate alla fine. Il rating è arancione soloper alcune "licenze poetiche" che mi sono presa nei dialoghi... Per Elbeth: presto arriveranno più dialoghi, ma nei primi capitoli è necessario spiegare la psicologia dei personaggi! Per tutti gli altri: la matematica non è il mio forte, quindi siate clementi se ci sono riferimenti temporali sbagliati… Ora vi lascio o le note rischiano di diventare più lunghe del capitolo stesso! Vi ricordo che anche se il prologo è nulla su cui basarsi (citazione da Seamus Finnigan, Harry Potter e i Doni della Morte), recensioni e prime impressioni sono gradite, sia che esse siano positive, neutre o negative. Per ogni dubbio, chiedete pure!

Harry Potterish

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Capitolo 2
*** La vita è un dono di Dio. Grazie, ma forse bastava il pensiero ***


A Elbeth, perché senza i suoi consigli non potrei crescere.

2.

La vita è un dono di Dio. Grazie, ma forse bastava il pensiero

Sono cresciuta circondata dall’affetto di una famiglia numerosa e stabile. Quando ero piccola, quasi ogni anno, un nuovo membro entrava a far parte del gruppo e tutte le volte ero costretta ad ascoltare un discorso di mia madre su quanto fosse bello diventare genitori, nonostante le responsabilità che comportava e, tutte le volte, si raccomandava di dare l’accoglienza migliore possibile al neonato, poiché qualsiasi vita poteva considerarsi un dono di Dio. Quest’ultima parte, ad essere onesti, non l’ho mai realmente capita: noi maghi non abbiamo una religione vera e propria e, per quanto mamma abbia provato a convertirmi al cristianesimo, il mio cervello non sembra predisposto per questo genere di cose. Perciò ho sempre creduto –e ne sono fermamente convinta tuttora- che un bambino non sia poi un gran regalo: va mantenuto, piange sempre, costituisce un grande dispendio di soldi ed energia e non ti ripaga in alcun modo. Insomma, per me i regali sono qualcosa di bello, utile, che desidero particolarmente e che tendo ad usare senza sosta per due settimane, per poi abbandonarli al loro destino al termine delle vacanze. Un neonato non si può buttare via dopo due settimane, necessita di cure costanti per i primi anni e, anzi, deve essere ospitato in casa propria almeno fino ai diciassette o diciotto anni. Mettendolo al mondo, poi, lo si condanna ad una sofferenza continua, che spazia dai classici problemi quotidiani ai casini cosmici nei quali solo io sono in grado di cacciarmi. Guardandola sotto questo punto di vista, non so neanche se dovrei essere particolarmente riconoscente ai miei genitori per avermi fatto una simile cattiveria. Se non fossi mai nata, ora non sarei costretta a trovare un modo per uscire da questa situazione orribile. La vita è un dono di Dio. Grazie, ma forse bastava il pensiero.

***

Ho sempre atteso le uscite ad Hogsmeade con ansia, poiché sono una fantastica occasione per svagarsi un po’ e mettere il naso fuori dalle mura scolastiche: i primi due anni impazzivo dopo tre mesi rinchiusa nello stesso posto in compagnia delle solite persone. Tuttavia, oggi i miei sentimenti sono contrastanti: da un lato sento il bisogno impellente di recarmi al villaggio, dall’altro preferirei di gran lunga restare a scuola a leggere. Sto seriamente prendendo in considerazione la seconda alternativa, quando ricordo che domani è San Valentino e devo assolutamente prendere un regalo a Scorpius. Inoltre, ho anche promesso a Lily di accompagnarla a comprare degli assorbenti e, adesso che ci penso, devo ancora un succo di zucca ad Al dalla scorsa uscita. Come sempre, quando vorresti startene a letto a non fare nulla, hai sempre cinquecento cose da portare a termine; invece, di solito, le gite sono una noia mortale: non c’è niente di emozionante in un paesino di cinquecento anime. Proprio oggi la situazione doveva movimentarsi?

Mentre mi preparo, cerco di studiare un modo per acquistare quelle cose senza farmi notare da mia cugina. So già che non mi mollerà un secondo, dal momento che non devo vedermi con Scorpius:  abbiamo deciso di comune accordo di prenderci la giornata per comprarci dei regali. Potrei offrirle una Burrobirra, fingere di andare al bagno e correre a prenderli; oppure potrei dire che sono per…No, aspetta, io non ho altre amiche oltre a lei, quindi la scusa non reggerebbe. Per quanto l’idea di far credere al mondo che Dominique è incinta sia allettante, credo mi si ritorcerebbe contro, quindi la escludo. Nel frattempo scendo a colazione e, non appena entro nella Sala Grande, Lils mi fa un cenno per farsi vedere: fantastico, ho finito il tempo per pensare. Non mi resta che improvvisare, sperando di riuscire ad essere abbastanza convincente.

-‘Giorno cuginetta! Come va? Pronta per andare ad Hogsmeade?- No, no, no, Rose! Così non ci siamo! Sei troppo allegra e pimpante: ricorda che ti ha visto distrutta appena due giorni fa. Bisogna rimediare immediatamente.

-Prontissima! Non vedo l’ora di aiutarti a scegliere il regalo per Malfoy: si prospetta essere un’opportunità fantastica per nascondere una Caccabomba nel pacchetto!- Inizia a ghignare e fa quasi paura: ogni tanto mi chiedo che ci faccia a Grifondoro una peperina del genere.

-Non scherzare Lily! Un’idea del genere non ti deve passare neanche per l’anticamera del cervello!- rispondo io, forse un po’ troppo veementemente. Stamattina proprio non ci siamo con le improvvisazioni.

-Infatti, non scherzavo ero serissima.- Nemmeno Lily deve essere nella sua forma migliore, di solito mi avrebbe già tempestata di domande sul mio stato di salute, invece ancora niente! Forse la Fortuna sta avendo pietà di me.

-Comunque…- Ecco, appunto, stavo dicendo? La Fortuna è sadica. La odio quasi più della Sfiga: dopo tutte le ore passate a contatto con lei, siamo quasi diventate amiche. -…ti vedo davvero in forma. E dire che solo due giorni fa sembravi così debole…Non è che hai iniziato a fare uso di sostanze illegali, eh Rosie?- Frena, frena, frena…COSA? Ma le è dato di volta il cervello? E secondo lei da chi me le sarei procurate? Da Neville?

-Lily, sii seria. Sei in vena di battute stamattina? Sappi che, se continui così, puoi anche scordarti che ti accompagni a comprare tu-sai-cosa. O, ancora meglio, potrebbe esserci una piccola fuga di notizie in merito ad un certo…-

-Ok, ok, ok, ho afferrato. Niente più battutine. Però di una cosa ero convinta: sei strana Rosie. Solitamente di prima mattina sei burbera e scontrosa, invece oggi sei così solare e allegra... Non è che mi nascondi qualcosa, vero?- Quanto ho sperato non mi facesse questa domanda: nessuno riesce a resistere allo sguardo inquisitorio di mia cugina. Papà dice di aver visto un’espressione simile solo alla McGranitt ai tempi della scuola e lei, che ho incontrato in occasione di una commemorazione, è convinta sia un carattere recessivo presente nel sangue della nonna, Lily Evans.

-Non c’è niente, davvero. Sono semplicemente contenta perché domani è San Valentino e ho appuntamento con Scorpius. Sei come una sorella per me, sai che non ti nasconderei mai nulla.- A parte il fatto che non sono più vergine, che ho tradito il mio ragazzo e che molto probabilmente sono incinta. Beh, niente di veramente importante, giusto?

Appena finita la colazione, ci fiondiamo fuori dalla scuola, nella speranza di non trovare troppa confusione al supermercato: lo hanno aperto una decina di anni fa e mai trovata fu più geniale. Non è grandissimo, ma c’è tutto quello di cui uno studente può avere bisogno a prezzi notevolmente più bassi rispetto a quelli delle botteghe. Ci sono anche un reparto alimentari e una profumeria –non dimentichiamoci che c’è della gente che ha abbastanza coraggio da vivere in questo posto- e, in fondo alla quarta corsia, c’è una parafarmacia. È un’idea che abbiamo copiato ai Babbani e devo dire che è davvero ottima. Sbrighiamo la faccenda “assorbenti per Lily” prima che arrivi la calca, poi andiamo in cerca del regalo di Scorpius.

***

Sono quasi le undici. Siamo andate in giro per negozi per due ore alla ricerca di quello stramaledetto regalo: è seriamente difficile trovare qualcosa di adatto ad un ragazzo che ha già tutto! Certo, il fatto che Lils si sia fermata venti minuti davanti alla vetrina di una boutique sbavando –letteralmente- di fronte ad una giacca di pelle molto carina, ma dal prezzo stellare, ha contribuito. Alla fine ho optato per una cornice magica oro e argento sulla quale scorrono le più belle foto di noi due: non è il mio genere, troppo sdolcinato, ma non avevo altre idee ed era l’unica cosa che mia cugina non potesse manomettere di nascosto e rovinare. Al momento siamo sedute ad un tavolo ai Tre Manici di Scopa in attesa delle nostre Burrobirre. Ho pagato a Madama Rosmerta tre falci in più e le ho detto di considerarle un anticipo per quello che prenderà Albus più tardi: ora che ho portato a termine tutte le commissioni, posso tranquillamente dedicarmi al problema principale. Non ho ancora trovato un modo per eludere la sorveglianza di Lily, quindi riprendo a macchinare un piano valido per fuggire senza dare troppo nell’occhio. Sto per iniziare a disperarmi, quando dalla porta del locale entra proprio lui –col cavolo che vi dico come si chiama-, il ragazzo per cui Lily ha perso la testa sin dal primo anno. Le dico che vado in bagno un attimo perché casomai lui, vedendola sola, potrebbe farsi avanti. Almeno, tra me e Scorpius è andata proprio così. Lei è talmente distratta da non accorgersi che, anziché dirigermi verso il retro, esco dall’entrata principale e corro letteralmente al supermercato: devo fare il più in fretta possibile.

La commessa della parafarmacia mi guarda un po’ stupita di fronte alla mia richiesta. È una donnina anziana, bassa, in carne, ma molto energica e sembra abbastanza sdegnata che una ragazzina di appena quindici anni possa rischiare di diventare madre. Cosa crede, che avessi voglia di rompere la monotonia e ciò mi ha portata a mettermi in un casino del genere? Se è vero che Vicky ha fatto promettere a Dominique di rimanere vergine fino ai diciassette anni, quella ragazza è un genio: non potevo avere anch’io una sorella maggiore protettiva come Miss Perfezione? Ovviamente, anche in questo caso, la cara Fortuna ha deciso che lei era più simpatica di me, lasciandomi in compagnia di Sfiga che, a forza di starmi a fianco, deve essersi affezionata a me. Ma tornando al presente. Compro tre test, due normali ed uno di quelli speciali che ti dice anche da quante settimane sei incinta: credo che anche tra i Babbani esista qualcosa di simile ed è veramente molto utile per quelle come me che non hanno tanta esperienza e devono sapere a quale poveretto rovinare la vita. Sono riuscita a portare a termine la mia missione in nemmeno cinque minuti ed esco soddisfatta in strada rigirandomi tra le mani uno dei test, cercando di capire come funzioni. Ad un certo punto mi sento fissata ma, dopotutto, chi non fisserebbe una ragazzina ancora in età scolastica con in mano una cosa del genere? Naturalmente sono tutti subito pronti a pensare male, mai uno che ti conceda il beneficio del dubbio! Alzo gli occhi per guardarmi intorno e…miseriaccia, no! Sfiga, anche io ti voglio bene, ma non è che siamo costrette a vivere in simbiosi sai?

-Suppongo che dire che non è come sembra sia ridicolo, vero?- Tento di sdrammatizzare, sfoggiando il mio sorriso migliore. Lily assume uno sguardo freddo e inespressivo, poi inizia a parlare con un tono che lascia trapelare il massimo disprezzo.

-Ero venuta a chiamarti in bagno per dirti di rientrare, tanto lui era già lì con un’altra. Quando non ti ho trovata ho pensato che fossi andata a cercare Malfoy, che non riuscissi a stargli lontano nonostante gli accordi presi. Per tua sfortuna l’ho incontrato insieme a mio fratello fuori dal locale e, indovina un po’? Tu non c’eri. Già, eri troppo impegnata a pensare a te stessa, a tenermi, anzi tenerci, nascosta la parte più grande della tua vita. Pensavo fossimo amiche, che ci dicessimo tutto. Invece, a quanto pare, l’unica cogliona che ha deciso di fidarsi sono stata io. Eri seriamente convinta di poterti tenere una cosa simile solo per te? O forse credevi che un neonato passasse inosservato? Scommetto che non lo hai detto nemmeno a Malfoy. Mi fai schifo, Rose.- Cazzo, no! In un momento del genere ho bisogno della mia migliore amica, non può piantarmi in asso così! La vedo avviarsi a testa bassa in direzione della scuola. Io rimango imbambolata di fronte alla porta del supermercato, ostruendo il passaggio e beccandomi, di conseguenza, un paio di insulti. Normalmente risponderei a tono, invece sono così abbattuta che mi sposto in silenzio e mi incammino anche io lentamente verso Hogwarts, riflettendo su quale sia la decisione migliore da prendere. Non che debba realmente pensarci, so che dovrei chiederle scusa e raccontarle tutto nei minimi dettagli, ma ha solo tredici anni, è troppo piccola per certe cose! Molto più matura di me senza dubbio, però mi dispiacerebbe coinvolgerla in un pasticcio del genere contro la sua volontà. Immersa in questi pensieri, raggiungo finalmente la Sala Comune di Grifondoro, decisa a mettere fine al più presto a tutti i miei dubbi: è ora di pranzo, quindi sono certa di non trovare nessuno. Felice che per una volta la Fortuna mi abbia assistito, salgo nel bagno del mio dormitorio.

Se ci avete creduto, siete fuori strada. Vi sembro il tipo da “botta di fortuna –per non usare un altro termine- che arriva nel momento del bisogno”? Non appena entro, mi trovo davanti Lily. Fa la sostenuta e cerca di ignorarmi, ma so che in realtà non sta leggendo davvero quel libro: nei suoi occhi riesco a scorgere un luccichio, chiaro simbolo della curiosità che l’attanaglia. Visto e considerato che si prospettano essere mesi difficili i prossimi nove, decido che fare pace con la mia migliore amica è la priorità assoluta. Mi siedo accanto a lei e inizio a spiegarle tutto quello che è successo nell’ultimo mese; non alza gli occhi dal volume di Trasfigurazione ma mi accorgo che sta ascoltando: sta fissando la stessa pagina da mezz’ora e generalmente Lils è il tipo che, se non capisce una cosa dopo due minuti, molla tutto e corre da me o da suo fratello –quello intelligente, si intende- a chiedere aiuto. Non appena finisco di parlare sono decisamente più sollevata e mi dirigo al patibolo un po’ meno preoccupata. Non faccio in tempo ad iniziare a salire le scale che vedo mia cugina raggiungermi con il sorriso sulle labbra: non me lo dirà mai perché è troppo orgogliosa, però mi ha perdonata. Decido, su consiglio di colei che è tornata ad essere la mia migliore amica, di fare prima i test normali a distanza di alcune ore per accertarmi che non siano falsi positivi e, solo nel caso in cui abbia avuto la conferma di essere incinta, di controllare da quante settimane è cominciata la gravidanza. Mentre aspettiamo il primo risultato, sono costretta a sorbirmi la ramanzina di Lily sulla mia immoralità: mi sorprende il fatto che l’abbia presa così bene, o forse mi detesta ma non vuole infierire perché le faccio pena. Decisamente più probabile la seconda opzione. Quei minuti sono interminabili, la sveglia che abbiamo puntato non si decide a suonare. Un trillo interrompe il monologo melodrammatico di mia cugina.

-Lo sapevo,- è tutto quello che riesce a dire.

***

Pensieri sparsi per il giorno di San Valentino 2022. Oggi è una festa inventata dai fabbricanti di cartoline di auguri per far sentire di merda tutte quelle ragazze che hanno un rapporto più stretto con Sfiga rispetto al mio e, di conseguenza, non hanno un fidanzato. Probabilmente, tra qualche ora, sarò una di loro e potrò definirmi automaticamente la primogenita di Sfiga. Mi avvio a passo sostenuto verso la Stanza delle Necessità che, in queste ricorrenze, è sempre occupata. Ad essere sinceri, questa volta un po’ ci spero: se così fosse potrei rimandare il problema senza sentirmi troppo in colpa e non dovendo preoccuparmi delle ramanzine di Lily. Invece oggi, a quanto pare, essendo straordinariamente caldo per essere solo febbraio, tutte le coppiette sembrano aver deciso di concentrarsi in massa sulle rive del Lago Nero, anche se sinceramente non capisco che cosa ci sia di tanto romantico nel rischio di essere rapiti dalla Piovra Gigante. Ehi, aspettate un secondo, adesso che ci penso con calma, è una figata pazzesca! O per Merlino, ho detto davvero “figata pazzesca”? Miseriaccia, è da quando ho dodici anni che non dico più frasi simili, fanno troppo “Adolescente disperata senza vita sociale che cerca di sentirsi più grande e integrata parlando uno slang di moda all’epoca dei suoi genitori”.

Quando arrivo al luogo dell’appuntamento, trovo Scorpius già lì ad aspettarmi, anche se sono in anticipo. Ho sempre trovato molto cavalleresco da parte sua cercare di arrivare cinque minuti prima di me per non farmi aspettare da sola, impalata davanti all’arazzo di Barnaba il Babbeo, per poi dovermi sorbire gli sguardi di pena o i commenti a mezza voce della serie “Ti ha dato buca, eh” o “L’ho sempre detto io che non bisogna fidarsi dei figli di ex-Mangiamorte” e via dicendo. Stranamente, però, oggi lo trovo abbastanza irritante: è come se volesse farmi sentire in ritardo. Gli sorrido, gli schiocco un leggero bacio sulle labbra, gli faccio gli auguri e poi entriamo. La Stanza questa volta è arredata in modo semplice, con un paio di divanetti, un camino e un tavolino basso; sulla sinistra c’è una gigantesca libreria, mentre sulla destra una porta, dietro la quale temo di sapere cosa si nasconda.

Io e Scorpius non siamo mai stati la classica coppietta perfetta –per quello Dominique e il suo ragazzo sopperiscono già ampiamente alla nostra mancanza: non siamo melensi, né tranquilli e spesso passiamo settimane intere senza parlarci per i motivi più stupidi. L’ultima volta che abbiamo litigato è stato perché lui non aveva voluto offrirmi il gelato, dal momento che si rifiutava categoricamente di spendere due Galeoni per un gelato al rabarbaro, il mio preferito. Tuttavia, quando siamo in sintonia, riusciamo a capirci con uno sguardo e, cosa ancora più importante, sappiamo di poter contare l’uno sull’altra. Oggi credo che scoprirò se posso continuare ad andare in giro a vantarmi di ciò con le mie –pardon, la mia amica. Prima di tutto ci scambiamo i regali. Lui mi ha preso un ciondolo a forma di quadrifoglio con incise le nostre iniziali sopra: scegliere deve essere stato facilissimo, visto e considerato che tutto il mondo sa del mio disperato bisogno di fortuna. Quando gli porgo il mio, però, accade un disastro: nel cercare di tirare fuori il pacchetto dalla borsa nella quale si era incastrato, rovescio tutto il contenuto. Scorpius –accidenti alla sua gentilezza- si china per darmi una mano e vede il test fatto ieri con Lily. Inizialmente non me ne accorgo, poi noto che è in piedi imbambolato con lo sguardo perso nel vuoto.

-Scorp, tesoro, tutto bene?-

-Mhm, mhm.- mugugna lui. Che razza di risposta è? Mi aspettavo una reazione diversa, pensavo che si sarebbe messo ad urlare e a piangere e che mi avrebbe piantata in asso, ma questo proprio no. Non so cosa dire; meno male che alla fine riesce a formulare una frase di senso compiuto.

-Da quando lo sai?-

-Ieri.- Beh, a sentirla dire così, sembro quasi io la vittima della situazione. E non ho neanche dovuto mentirgli!

-Chi lo sa?-

-Solo Lily.- Lo sento deglutire: non capisco se sia più preoccupato dall’idea di diventare padre o dall’imminente castrazione che sa già sarà presto effettuata da quell’angioletto di mia cugina. Mi sento in dovere di infondergli un po’ di coraggio.

-Comunque, non è detto che sia vero: potrebbe essere un falso positivo. Ho ancora un test qui con me non utilizzato, vedrai che si sistemerà tutto.- Annuisce in silenzio e mi fa cenno di andare a fare quell’ultimo test. Mi chiudo nel piccolo bagno che la Stanza mi mette a disposizione e attendo con ansia il responso.

Vi garantisco che non si può comprendere ciò che si prova in quei minuti interminabili nei quali attendi la risposta che ha il potere di cambiare la tua vita. Rimango chiusa nello stanzino perché non ho il coraggio di incontrare gli occhi di Scorpius, ancora più spaventato di me. Quando finalmente il tempo scade guardo il risultato, con l’unica differenza che, in questo caso, preferirei di gran lunga essere bocciata. Purtroppo il mio nome è Rose Weasley e io non ho mai fallito un esame in vita mia –accidenti ai geni Granger, se avessi ereditato qualcosa in più da papà!

Guardo l’esito: positivo. Sarò madre. O meglio, lo sono già. Per curiosità leggo da quante settimane sono entrata ufficialmente a far parte del club dei genitori: non è possibile. Sono sconvolta a tal punto da non sentire nemmeno Scorpius che bussa ferocemente alla porta. Alla fine la sfonda, mi strappa il test dalle mani, ma tutto quello che nota è il blu luminoso che spicca su quella stecca infernale.

-Non ti preoccupare, Rosie. Sono certo che sarai una madre fantastica. È un po’ presto, ma in questi minuti ci ho pensato seriamente e ho deciso di starti vicino. Cresceremo nostro figlio insieme e diventeremo una vera famiglia, te lo prometto. E ora, via quel muso lungo, quando sorridi sei molto più bella! Diventeremo genitori, non è fantastico? Un bambino è il più regalo di San Valentino che mi potessi fare!- Ora le opzioni sono due: o il mio ragazzo è scemo o è il migliore fidanzato del mondo. Nessuna persona sana di mente potrebbe essere felice di avere un figlio a quindici anni! Comunque, credo non se ne dovrà preoccupare ancora per molto. Quella davvero preoccupata dovrei essere io.

Come faccio a spiegargli che il figlio non è suo?

 

 

Angolo di Harry Potterish

Volevo aspettare domani per pubblicarlo, ma secondo voi ce l’ho fatta? Sono troppo felice: qui a Bologna abbiamo 60-70 cm di neve e le scuole sono chiuse fino a lunedì compreso! 
Prima di tutto grazie alle mitiche flors99 e ___Giuuu per le loro recensioni e anche a tutti quelli che hanno inserito la storia tra le preferite/ricordate/seguite. Ora, per quello che riguarda il capitolo, ci tengo a precisare che il titolo non vuole offendere nessuno, si tratta di una battuta di un comico che mi è sembrata adatta alla situazione. Da qualche parte nel testo ci deve essere anche una citazione da un film che ho visto un po’ di tempo fa, ma non chiedetemi quale sia… Beh, che altro dire? Rose si è evidentemente cacciata in un bel pasticcio e ora dovrà uscirne… In questo capitolo, inoltre, si delinea il personaggio di Sfiga, che ritornerà più volte: come potevo escludere una parte tanto importante della mia vita e di quella di Rosie da questa fic? 
Attendo i vostri pareri sulla storia: Eccellente? Oltre Ogni Previsione? Accettabile? Scadente? Desolante? Troll? Fatemelo sapere numerosi!
A presto

Harry Potterish

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Capitolo 3
*** Diversamente fortunata ***


Ad A., perché è un momento difficile, ma sappiamo entrambe che questo è il prezzo da pagare per essere diversamente fortunate.

 

3.

Diversamente fortunata

Ho sempre pensato che Fortuna fosse una parola strana. Ad esempio, in latino, non ha il significato positivo che le conferiamo noi, ma vuol dire semplicemente sorte. Per questo potresti tranquillamente uscire di casa e dire: “Oggi ho avuto una grandissima fortuna!”, mentre in realtà ti è morto il cane o sei rimasta incinta a quindici anni di una persona che non è il tuo ragazzo e non hai trovato ancora il modo di dirlo a nessuno dei due poveretti che si ritroveranno con la vita stravolta da due sole, semplici parole. Se si considera la faccenda da questo punto di vista, possiamo dire che anche la Sfiga è fortuna. La Sfiga è quel tipo di fortuna che non manca mai, almeno a me. Ecco, detta così, sembra quasi un qualcosa di positivo, ma fidatevi, non lo è. Per questo vi sconsiglio vivamente di fare un discorso del genere a chiunque soffra di Sfiga cronica come me: se lo beccate nel momento sbagliato, potreste rischiare di non rivedere più la luce del sole. Il mio “momento sbagliato” va avanti da circa quindici anni, quindi nasce spontaneo chiedersi perché Sfiga sia tanto affezionata a me. Io, personalmente, non lo so e farei volentieri a meno delle sue attenzioni. Anche se devo ammettere che è davvero divertente vedere le facce sconvolte di coloro che, dopo avermi chiesto che tipo di persona io sia, si sentono rispondere: “Io sono diversamente fortunata.”

***

Odio i lunedì. Ad essere sinceri, odio molte altre cose, tra le quali Dominique Weasley –sì, anche lei è una cosa-, la mia sfortuna nera, Dominique Weasley, le mie lentiggini, Dominique Weasley, le pettegole della scuola, Dominique Weasley, le mie compagne di dormitorio –che però possono tranquillamente rientrare nella categoria delle pettegole- e… ho già detto Dominique Weasley? Beh, posso dire in tutta serenità che i lunedì si trovano al secondo posto nella lista di ciò che detesto di più: la settimana lavorativa inizia di lunedì, ho Storia della Magia di lunedì, Dominique è nata di lunedì, sono rimasta incinta di lunedì. Il programma per la giornata si presenta piuttosto denso, dal momento che, oltre alle lezioni e ai compiti, devo anche trovare il tempo di rivelare ad Albus che aspetto un bambino, di dire a Scorpius che il figlio non è suo –anche se questo lo rimanderei volentieri ad un giorno meno fitto di impegni-, di andare da Madama Chips per chiederle una mano e di trovare un modo per dire ai miei che diventeranno nonni anche se hanno superato da poco i quarant’anni. Indovinate che giorno è oggi? Lunedì! Mia madre dice che, se non esistessero, allora tutto il mio odio sarebbe trasferito sui martedì, poiché secondo lei il mio vero problema non è costituito dal giorno in sé, quanto dalla mia spiccata vena polemica e dal bisogno tipico di ogni adolescente di andare sempre contro tutto e tutti. Tuttavia, papà non è più propriamente giovane e continua ad odiare i lunedì, ma mamma sostiene che la sua crescita si sia bloccata il 2 maggio 1998 a causa del forte shock subito durante la battaglia. Comunque sia, rimango fortemente convinta del fatto che perfino lei la penserebbe come me se fosse costretta a vivere anche solo cinque minuti della mia vita.

Innanzitutto decido di andare in Infermeria prima che cominci ad affollarsi di bambinetti del primo anno rimasti feriti durante l’ora di Pozioni, o ragazzi del sesto e settimo anno vittime di una Trasfigurazione Umana andata male. Ringrazio Merlino di trovare Madama Chips da sola: è anziana, perciò viene aiutata da un’assistente, poiché si è rifiutata categoricamente di lasciarci nelle mani di quell’incompetente –e non posso che darle ragione. Allyson è simpatica, ma fa spesso confusione tra i vari rimedi e non ha la minima idea di che cosa significhi l’espressione “segreto professionale”. Non si accorge che sono entrata e questo mi lascia alcuni minuti per riflettere su come presentarle la questione: me la prendo molto con calma, tanto alle prime due ore ho Storia della Magia e la salterei più che volentieri. Sfortunatamente, l’odore pungente di un Distillato che sta fermentando poco lontano da me mi fa starnutire. Madama Chips si gira e mi sorride, a metà tra l’esasperato e lo stupito: sono stata spesso ricoverata durante i primi anni a causa delle continue liti con i miei compagni, tutte riconducibili a Scorpius Malfoy. Da quando siamo diventati amici mi sono gradualmente innamorata di lui e, ogni volta che lo incontravo, facevo stupidaggini, finendo inevitabilmente col rompermi qualcosa. Avevo smesso di frequentare l’Infermeria dopo che ci eravamo messi insieme e contavo di non rientrarci mai più. Invece eccomi di nuovo qui, ancora una volta per colpa di Scorpius Malfoy –o almeno lui crede che sia colpa sua ed è questo che conta, giusto?

-Signorina Weasley, è da un po’ di tempo che non la vedo, avevo quasi iniziato a sentire la sua mancanza… Qualche problema con il signor Malfoy? Tutte le volte che la trovavo qui, quel disgraziato c’entrava sempre in un modo o nell’altro. Comunque mi dica, se è venuta qui sulle sue gambe non deve essere nulla di grave.- Merlino, Godric, Salazar, Helga, Priscilla, Silente, Piton ed anche tu, Voldemort, perdonatemi se sto per far morire d’infarto una delle migliori infermiere che Hogwarts abbia mai avuto, perdonatemi se sto per lasciare la scuola in mano a quella pazza di Allyson.

-A dire la verità è qualcosa di molto grave ed ecco... vede... le chiederei, se possibile, la massima discrezione. Non l’ho ancora detto a molte persone e non vorrei che si spargesse troppo la voce.- La mia voce trema; Madama Chips si siede su un lettino, pronta a ricevere la batosta finale, anche se credo sospetti già di che cosa si tratti.

-Sono incinta.- Mi siedo anch’io, accaldata e debole. La vedo un po’ sconvolta ed approfitto del suo silenzio per completare il mio discorso.

-Mamma e papà non lo sanno ancora. Per il momento l’ho detto soltanto a mia cugina a Lily e oggi pomeriggio dovrei dirlo ad Albus. E, ah, lo sa anche Scorpius naturalmente.- 

L’infermiera diventa prima bianca, poi rossa, poi si alza in piedi e inizia a gridare, insultando quello che poi sarebbe il mio ragazzo, senza curarsi del fatto che io sono presente e chiunque potrebbe sentire. Per quanto alcuni espressioni da lei usate siano particolarmente divertenti, preferisco non riportare un monologo di dieci minuti che, per i canoni della televisione babbana, sarebbe tranquillamente etichettato come vietato ai minori di diciotto anni. Dopo essersi dedicata a Scorpius, passa a me, facendomi una ramanzina sulla mia immoralità, che ricorda vagamente quella di Lily: si contiene, perché non può offendermi apertamente, però si lascia sfuggire qualche “scellerata che non sei altro” e perfino un “deficiente di prima categoria”. La lascio sfogare –ma non dovrei essere io quella che ha bisogno di aiuto?- poi la guardo allontanarsi nel suo ufficio: sento che sta cercando qualcosa nei cassetti e non mi resta che aspettare. Nota positiva: un’ora buona di Storia della Magia se n’è andata. Nota negativa: sempre la stessa, sono incinta. Per ingannare l’attesa, percorro varie volte l’Infermeria avanti e indietro, giocherello con una pallina antistress e decreto che no, non è essenziale che Madama Chips sappia che il bambino non è di Scorpius. Per ora questo segreto rimarrà solo tra me e Lily, vedrò di dirglielo più avanti quando avremo metabolizzato tutti la questione. Dopo la bellezza di quindici minuti, l’anziana donna riemerge dai meandri del suo ufficio –in questi giorni il melodramma mi attira molto- portando con sé una miriade di volantini.

-Questi- e mi sbatte in mano una ventina di fogli -sono opuscoli sulla gravidanza che dovrebbero aiutarti nel caso avessi problemi e non ci fosse nessuno che sappia consigliarti. Questi- altri dieci foglietti si posano sulle mie braccia -sono moduli da compilare per iniziare ad essere seguita come paziente da me e, negli stadi più avanzati della gravidanza, dal San Mungo. Questi- e circa quindici volantini vanno ad aggiungersi agli altri -contengono consigli preziosi sia sui comportamenti da tenere sia su come dirlo alla famiglia. Infine questi- e gli ultimi cinque opuscoli sono posizionati in cima alla pila -danno consigli su come comportarsi nei primi mesi dopo il parto. Per ogni dubbio, può contattarmi. Le consiglio vivamente di dirlo al più presto alla sua famiglia, potrebbero non essere contenti di ritrovarsi un bambino per casa sbucato fuori dal nulla.- La sua voce è fredda, ma allo stesso tempo qualcuno che mi sgridasse era proprio ciò di cui avevo bisogno: è un modo per farmi sentire meno in colpa, come se ora avessi finalmente pagato le conseguenze del mio errore. E il peggio deve ancora arrivare. Prendo ciò che, ad occhio e croce, doveva costituire circa metà della povera foresta amazzonica e la ringrazio per la disponibilità e l’interesse, ma mentre mi avvio verso l’uscita mi richiama indietro.

-Dimenticavo di chiederle, quando vuole venire per un’ecografia?-

-Un’ecografia? Ma non è un po’ presto? Il bambino è di sole sette settimane.-

-Signorina Weasley, vuole forse cercare di insegnarmi il mio mestiere? Da quando ho messo piede in questa scuola non passa giorno che uno studente non cerchi di comandare al posto mio. Mi credete tutti un’incompetente? La prima ecografia deve essere effettuata intorno alla settima-ottava settimana di gravidanza, per controllare che tutto si stia svolgendo per il meglio e se dovremo prepararci ad accogliere uno o più bambini.- Miseriaccia, non ci avevo minimamente pensato! E se fossero gemelli? E se fossero tre? Il mio piano di Theo e Danae salterebbe completamente! So che sembra una stupidaggine, ma in un momento buio come questo non mi resta altro cui attaccarmi. Madama Chips mi ha spaventata con il suo cipiglio severo e le sue previsioni nefaste, quindi rispondo balbettando.

-P-potrei venire o-oggi po-pomeriggio, se non è un problema.-

-Nessun problema. Le consiglio di portarsi qualcuno con sé, è importante sentirsi appoggiati in momenti come questi.-

-Certamente, la ringrazio.- Abbasso la testa e, ancora più mogia di quando sono entrata, mi avvio verso l’uscita. Mancano venti minuti esatti alla fine dell’ora di Storia della Magia, potrei anche trovare una scusa convincente per saltarli. Ancora una volta, però, vengo bloccata dall’anziana infermiera: mi guarda, questa volta più materna e gentile, e mi fa un discorso quasi commuovente –o forse a me viene da piangere semplicemente perché i miei ormoni sono completamente sballati.

-Signorina Weasley, ci sono tante ragazze nel mondo che si trovano nella sua stessa situazione. Lei ha la fortuna di avere una vita in grembo, il dono più prezioso che si possa immaginare: non faccia stupidaggini.- Annuisco un po’ irritata, sia perché ha dato per scontato il fatto che ora inizierò a fare una cavolata dietro l’altra solo perché aspetto un figlio, sia perché ha ritirato fuori quella storia del bambino che è un dono prezioso.

Alla terza volta riesco ad uscire e dirigermi in fretta verso la lezione di Incantesimi, corso che frequento insieme ai Corvonero. Non conosco nessuno, perché gli unici amici che ho al di fuori della mia Casa sono Serpeverde o Tassorosso. Mi siedo in terza fila nel banco di sinistra. È il mio posto fin dal primo anno e la superficie del tavolo è piena di graffiti; nell’angolo in basso a destra c’è anche una conversazione tra me e un ragazzo Tassorosso, Stephen, di due anni più grande, che si posiziona sempre lì e, ogni tanto, mi lascia dei messaggi: incredibile come sia riuscita a legare più con lui che con le mie compagne di dormitorio. Passo l’ora scrivendo meccanicamente gli appunti, più concentrata a trovare un modo per dire ad Albus della gravidanza. A seconda di come prenderà la notizia, deciderò se invitarlo o meno all’ecografia di oggi pomeriggio. Invece, sono sicura di voler avere con me sia Lily che Scorpius: lei è la mia migliore amica, mentre lui crede di essere il padre, quindi penso abbia il diritto di essere presente.

Appena suona la campanella, mi fiondo in Sala Grande, affamata come non mai: ho deciso che nei prossimi mesi, dovendo mangiare per due, mi concederò qualsiasi cosa, per poi seguire una dieta ferrea dopo il parto affiancata a delle sessioni di ginnastica intensive –potrei prendere in considerazione l’idea di iniziare a giocare a Quidditch… Durante il pranzo tutti guardano sconvolti l’inappetente Rose Weasley abbuffarsi come il fratello, tenendo così alto il nome della famiglia. L’unica che capisce è Lily: è impegnata in una conversazione con suo fratello James in merito ad una lettera da inviare a casa, così le faccio cenno di raggiungermi appena può in biblioteca. Invio un bigliettino a Scorpius ed Al per dar loro appuntamento nello stesso posto, poi mi fiondo in dormitorio ad appoggiare gli opuscoli che Madama Chips mi ha offerto e che, non solo occupano spazio, ma sono anche tanto pesanti e, per le mie modeste conoscenze in materia, so che una donna incinta non deve affaticarsi e stressarsi. Potrei anche pensare di chiedere di farmi esonerare dai G.U.F.O., se non fosse che ho bisogno di quegli esami per realizzare il piano del mio pacchetto-vita.

Quando raggiungo la biblioteca, i miei cugini e il mio ragazzo sono già lì ad aspettarmi: Al sta tempestando di domande gli altri due per capire se abbiano una vaga idea di che cosa voglia parlargli ma, grazie a Merlino, se ne stanno zitti. Li saluto, mi siedo, lancio un Muffliato –papà, grazie per insegnarmi queste perle di saggezza- e, dopo aver preso fiato, inizio a spiegare.

-Mi dispiace se vi sto facendo perdere la pausa pranzo, ma è una questione di vitale importanza.- Solo io sento un notevole sarcasmo nelle mie parole?

-Per Salazar Rosie, non mi verrai a dire che hai perso di nuovo un volume della biblioteca e ti dobbiamo dare una mano a cercarlo?- Lils e Scorp guardano da me a Albus preoccupati, aspettandosi una mia reazione esagerata e violenta. Tuttavia, per il benessere mio e dell’esserino che sta crescendo di me, devo restare calma.

-No, caro. Questa volta si tratta davvero di vita o di morte. Sono incinta.- Mio cugino sbianca, boccheggia, beve un sorso d’acqua, cerca di regolarizzare il respiro come gli hanno insegnato al corso per controllare l’ansia –una lunga storia, non mi sembra il momento adatto per parlarne- e inizia a balbettare.

-C-c-ome… Cosa? T-tu... e lui… E q-quando…-

-Sai fratellone, di solito le frasi richiedono un verbo e un soggetto per essere comprese da noi comuni mortali.-

-Poco sarcasmo, Potter. Il mio migliore amico, che soffre d’ansia, ha appena scoperto che sua cugina è incinta.-

-Mio fratello, che soffre d’ansia, ha appena scoperto che nostra cugina, nonché nostra migliore amica, è incinta. Tu non hai alcun diritto di parola in questa discussione, Malfoy.-

-Scusa tanto se, in quanto futuro padre, credevo di avere voce in capitolo.- Decido di porre fine alla discussione prima che Lily si lasci sfuggire qualche dettaglio di troppo e mi metta nei casini ancor più di quanto non lo sia già ora.

-Ok Rosie, vediamo se ho ben capito. Tu aspetti un bambino.- Annuisco solo in risposta.

-Da quanto lo sai?-

-L’ho scoperto questo fine settimana.-

-Chi lo sa?-

-Solo noi quattro.-

-Bene, Albus, calmati. Non è nulla di grave. Solo tua cugina che aspetta un figlio, solo tu che avrai un ennesimo cugino di secondo grado. È una cosa bella, respira!- Vedere mio cugino che parla da solo come se fosse la cosa più naturale del mondo è uno spettacolo a dir poco inquietante.

-Al io…-

-Tranquilla Rosie, so che Lily è la tua unica amica e che Scorpius è il padre, quindi è normale che tu abbia avvisato prima loro. Solo, quando pensi di dirlo alla nostra famiglia?-

-Non lo so, non ci ho ancora pensato. Potrei provare sotto le vacanze di Pasqua: forse rovinerò un po’ l’atmosfera, però è l’unico momento in cui ci saranno tutti i parenti insieme.-

-Buona idea. Potremmo invitare anche Scorpius, credo debba essere presente.-

-Certo, ci sarò sicuramente, non ti lascio in un momento del genere.-

-Ottima idea! Se ci saremo tutti sarà più facile castrarti, Malfoy.-

-Senti Potter…-

-Ok fermi tutti!- Immediatamente i due ammutoliscono: ci so fare, rischio quasi di diventare una madre responsabile. 

-Non voglio più vedervi litigare, sono stata chiara? Oggi pomeriggio dovrete andare d’accordo, perché vi voglio tutti e tre alla mia prima ecografia e non dobbiamo dare nell’occhio, capito?-

-Sì, mamma.- risponde Lils sarcastica, ma con uno sguardo che non promette nulla di buono: so che si sta trattenendo solo perché gliel’ho chiesto espressamente io.

-Aspetta un secondo, prima ecografia? Ma di quante settimane è il bambino?- Merlino, Godric, Salazar, Helga, Priscilla, Silente, Piton e Voldemort, fate sì che Scorpius non faccia alcun calcolo, altrimenti sono letteralmente fottuta. Accidenti ad Al e alla sua curiosità.

-Già sette.- dico sottovoce, come se si trattasse di un segreto inconfessabile, della parte peggiore della situazione. E in effetti lo è.

-Ah.- è l’unica risposta di mio cugino. Che abbia intuito qualcosa? Di certo sa che c’è qualche tassello fuori posto, glielo leggo negli occhi, mi auguro solo che non abbia capito di che si tratta. L’unico che pare non accorgersi di niente è Scorpius, ma lui mi ama talmente tanto che non potrebbe mai pensare che l’abbia tradito. A volte credo mi idealizzi troppo. In quel momento la campanella suona la fine della pausa pranzo: Lily fugge a Trasfigurazione, Scorpius mi schiocca un bacio veloce e si dirige a passo sostenuto a Incantesimi, seguito da Albus, che però si tiene un po’ indietro, mi prende per un braccio e mi abbraccia. –Ci sono.- mi dice con il tono più rassicurante che riesce a trovare: ma allora quei corsi per la gestione del panico funzionano! Merlino solo sa quanto ho sperato in una sua reazione positiva. Infatti, Albus, per me, è più di un amico o un cugino: è il fratello maggiore che non ho mai avuto. Lo ringrazio, gli rinnovo l’appuntamento per l’ecografia alla fine delle lezioni, poi volo in classe, correndo come una matta per cercare di non avere un ritardo superiore ai cinque minuti: non vedo l’ora che la pancia inizi a vedersi, per sfruttare la mia condizione per concedermi qualche libertà in più.

Difesa Contro Le Arti Oscure è sempre stata la mia materia preferita: da questo punto di vista ho preso da mio padre, infatti, anche se mamma non lo ammetterà mai, lui era migliore di lei in questo campo. O meglio, diciamo che Difesa è l’unica materia che le abbia dato filo da torcere. Oggi stiamo imparando a Schiantare i nostri avversari e ringrazio Godric che zio Harry abbia insegnato a me, Al, James, Lily e Hugo degli ottimi incantesimi scudo, altrimenti il mio bambino potrebbe anche correre dei seri pericoli. Per la prima volta in vita mia, apprezzo di più la teoria della pratica: sto iniziando ad affezionarmi un po’ troppo a quella minuscola creaturina che cresce dentro di me. Diciamo che il pensiero che ci sia un altro essere vivente totalmente dipendente da me mi fa sentire grande, matura e responsabile. Peccato che nessuno di questi tre aggettivi possa essere usato per descrivermi in maniera realistica.

Al termine della lezione, mi dirigo subito verso l’Infermeria, preoccupata ed emozionata allo stesso tempo. Lungo la strada incrocio Lily, che ha un gattino al posto della borsa: ne desumo che la lezione non debba essere andata nel migliore dei modi. Ci raggiungono anche Al e Scorp e così assortiti e variegati –un gattino/borsa, una ragazza-madre, uno che pensa di diventare padre, un ansioso patologico che pare essere il più tranquillo di tutti e una Potter infuriata con il proprio compagno di banco- ci presentiamo al cospetto di Madama Chips. Per la gioia di mia cugina, subito l’infermiera trasfigura nuovamente in una borsa il gattino, ma credo che, più che farle un piacere, non amasse l’idea di un animale nel suo “Tempio della Salute”, come le piace chiamarlo. Dopodiché mi fa accomodare su un lettino e impone un incantesimo intorno ad esso per impedire che qualcuno dall’esterno possa spiarci. Se avessero potuto vederci, avrebbero scorto una Rose Weasley preoccupata e concentrata a cercare di vedere suo figlio in quel groviglio di macchie, una Lily Potter commossa, uno Scorpius Malfoy felice come un bambino con di fronte un giocattolo nuovo e un Albus Severus Potter che mi stringe la mano e sorride.

-Ecco, vedete, questo è vostro figlio.- dice Madama Chips, rivolgendosi a me e Scorpius. Io non riesco a vedere granché, però intuisco che è uno solo e già questo mi tranquillizza parecchio.

-Sembra tutto regolare. Vi lascio la foto dell’ecografia e un foglio con la lista delle date dei prossimi controlli.-

Chiedete a qualunque donna quando sia diventata madre e questa non ti risponderà mai il giorno della nascita di suo figlio. Nel mio caso, è stato il momento della prima ecografia, perché ho realizzato che c’era effettivamente un’altra vita dentro di me ed ho capito che non me ne sarebbe importato niente delle difficoltà e, ad essere sinceri, nemmeno del mio ragazzo, fintanto che quell’esserino fosse stato felice e in salute. 

Nella foto di quella prima ecografia c’era la prova del fatto che stavo crescendo, c’erano le bugie a Scorpius e al padre del bambino, c’erano i rimorsi, c’erano i frutti di un odio esagerato nei confronti di mia cugina, c’era il mio futuro, c’era un errore che però non avevo il coraggio di definire tale. Perché se tutti gli errori fossero stati così belli, allora avrei voluto sbagliare per sempre.

 

 

 

 

 

Angolo di Harry Potterish

Sono di nuovo qui! Purtroppo domani è lunedì, così ho deciso di pubblicare un nuovo capitolo per distrarmi da questa terribile situazione. *un minuto di silenzio per Rose e tutti quelli che odiano i lunedì come me e lei*
In primis, grazie a quelle anime pie di flors99 (tu mi vizi, cara), CharmedAlis,  ___Giuuu ed Elbeth, per aver recensito lo scorso capitolo e a tutti i coraggiosi che hanno inserito la long tra le preferite/ricordate/seguite (flors99, Giuls92, ___Giuu, Elbeth, CharmedAlis, rubiaA). In questo capitolo citazioni dalla mia prof. di Greco e Latino (ho una specie di amore/odio nei suoi confronti...) e una da un telefilm che ho visto per caso in tv (non chiedetemi il titolo, non ho speranze…). Ci tengo a precisare che il personaggio di Allyson, appena accennato, vuole essere un piccolo omaggio alla protagonista della long “Wherever You Will Go” di flors99 che, se volete, trovate qui.
(Spero che l’autrice non si offenda se la pubblicizzo un po’) In merito al capitolo non ho molto altro da aggiungere se non una cosa per ___Giuuu: in bocca al lupo per domani e... visto che il tuo Albus è arrivato?
Naturalmente aspetto con ansia i vostri pareri: Eccellente? Oltre ogni previsione? Accettabile? Scadente? Desolante? Troll? Mi volete uccidere? Volete entrare nella storia e abbracciare/strangolare/castrare qualcuno/a? Voglio saperlo. *Imperio* Recensite numerosi! 
A presto

Quella pazza di Harry Potterish

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Capitolo 4
*** Della volta in cui Edmond Dantès sbagliò ***


Angolo scommesse! Abbiamo lasciato Rose alla fine della sua prima ecografia. Il bambino sarà maschio o femmina? Chi sarà mai il “misterioso” padre? Lasciatemi una recensione e fatemelo sapere! Puntata minima: 20 euro virtuali da addebitare sul conto XXX XXX XXX 245. Ci vediamo in fondo con le note.

 

 

A V., perché anche lei ama leggere e a N., perché le liti con sua sorella sono una fonte d'ispirazione continua.

 

 

4.

Della volta in cui Edmond Dantès sbagliò

Soltanto colui che provò le più grandi sventure è atto a godere le più grandi felicità. Vivete dunque e siate felici, figli diletti del mio cuore, e non dimenticate mai che, fino al giorno in cui Dio si degnerà di svelare all'uomo i segreti dell'avvenire, tutta la più alta sapienza d'un uomo consisterà in queste due parole: "Attendere e sperare".

La vita ha spesso una trama pessima, preferisco di gran lunga i miei libri. Ho sempre amato leggere. Questa passione me l’ha senza dubbio trasmessa mia madre: fin dalla tenera età mi regalava volumi su volumi, mi accompagnava nelle biblioteche per bambini, mi leggeva storie. Credo sia proprio grazie a questa sua dedizione se ora mi ritrovo con un cervello niente male e una velocità d’apprendimento impressionante –parole dei professori, non mie. Sfortunatamente questo metodo non ha funzionato altrettanto bene con mio fratello Hugo: maggiormente influenzato dal lato Weasley della famiglia, è diventato un tifoso accanito di Quidditch con voglia di studiare se possibile inferiore a quella di zio George. Amo i libri perché loro non ti tradiscono mai, sono amici validi ed hanno la risposta a quasi tutte le tue domande; ti ascoltano senza giudicare e non chiedono nulla in cambio. “Il conte di Montecristo” è probabilmente il romanzo che preferisco: l’ho riletto una decina di volte e continua ad emozionarmi come se fosse la prima. Quelle ultime parole della lettera del conte sono stati i capisaldi dei primi mesi della mia gravidanza. Tuttavia, forse Edmond Dantès si sbagliava, e l’unica soluzione era non fidarsi, non attendere e non sperare.

***

Il mese che ha seguito l’ecografia è stato un incubo. Innanzitutto ho preso su un po’ di peso, anche se non si nota ancora alcun segno evidente della gravidanza; ho avuto continui sbalzi ormonali, che mi hanno portata a piangere nel bel mezzo della lezione di Erbologia solo perché Neville aveva tagliato le foglie di una pianta; ho anche preso la cattiva abitudine di vomitare almeno due volte al giorno e, come mi ricorda Lily in continuazione, ho dovuto cercare di sopportare lo stress da G.U.F.O. nonostante la mia situazione. Io, quando me lo fa presente, le ripeto che non sono una malata terminale, ma aspetto semplicemente un bambino, però devo ammettere che, detta così, risulto quasi essere la brava ragazza della situazione. Se mia cugina si è comportata da perfetta migliore amica, Scorpius è stato il fidanzato ideale: mi ha accudita, mi ha dato una mano con i compiti, mi ha portato la borsa in giro per la scuola, non mi ha lasciata sola un secondo, mi ha servita e riverita come una vera principessa. Mi dispiace moltissimo che non sia lui il padre di mio figlio, perché sono certa saremmo stati la famiglia perfetta e questo conferma il fatto che il pacchetto-vita da me preparato era proprio geniale. La reazione di Albus, invece, è quella che mi ha sorpreso di più: per la prima settimana ha rivolto a malapena la parola a me e al mio ragazzo, cercando di reprimere l’ansia e la paura, poi ha iniziato ad aiutarmi dal punto di vista psicologico. Merlino solo sa quanti scleri si è dovuto subire quando Scorpius mi affidava a lui mentre era impegnato ad allenarsi a Quidditch –perché hanno tutti l’idea che, lasciandomi sola un secondo, potrei rovinarmi la vita?

Quest’anno, per mia immensa sfortuna, la Pasqua arriverà prima del solito, intorno ai primi di aprile e, per quanto la tentazione di restare ad Hogwarts sia forte, non ho altra scelta se non quella di tornare a casa e rovinare le feste a tutta la famiglia: se aspettassi la fine di giugno per rivelare il mio non poi tanto piccolo segreto, sarebbe ancora peggio. Albus ha convinto zio Harry e zia Ginny ad invitare anche Scorpius: io ho cercato in tutti i modi di non farlo accettare, passando così per la fidanzata gentile e premurosa, mentre in realtà sono solo una subdola traditrice. Che razza di madre sarò per mio figlio? Che esempio potrò dargli se non faccio altro che comportarmi da bambina? Ogni tanto me lo chiedo e crollo nella depressione più nera, poi arriva mio cugino e riesce a tirarmi su il morale nell’arco di pochi minuti: ha un futuro come psicologo, credetemi.

Al momento sto preparando la valigia, aiutata da Lily che si ostina a non capire che posso fare benissimo questo lavoro anche da sola: se sua madre poteva giocare per le Arpie con un bambino di quattro mesi in grembo, perché io non posso fare uno stramaledettissimo bagaglio da sola? Tra l’altro, temo che la sua disponibilità insospettisca Roxanne: è tutta presa a piegare un maglione mentre chiacchiera con un’amica nel letto accanto al mio e non sa niente. Già, perché non ho detto nulla, nemmeno al futuro zio –ma, dopotutto, solo un malato di mente si fiderebbe di uno scapestrato come Hugo. Terminata l’opera, scendo per dare una mano a Lily, anche se so già che lei non mi permetterà di muovere un dito. Se non fosse che è a conoscenza dell’uragano che sta per travolgerci, sarebbe felicissima di tornare a casa ed anche per questo ha un’adrenalina in corpo tremenda: a Natale siamo rimasti per la prima volta a scuola e credo senta parecchio la mancanza dei suoi, specialmente della madre. Appunto per me stessa: mai passare le vacanze lontano dalla famiglia per i prossimi 25 anni. Mai. A costo di morire. È l’unico modo per non cacciarsi nei pasticci.

Adesso potrei deprimervi raccontandovi nei minimi dettagli gli scleri di Albus al solo pensiero di dover rivelare al Clan Weasley-Potter l’arrivo di un nuovo bebè; potrei divertirvi con il racconto della crisi isterica di Scorpius quando ha realizzato che a breve sarebbe stato castrato, torturato, ucciso, fatto resuscitare in stile zio Harry ed ucciso nuovamente dai miei famigliari; potrei tediarvi con tutte le raccomandazioni che mi ha fatto Lils o con i pensieri sconclusionati che hanno continuato ad assillarmi fino al mio arrivo a casa –ma tanto a quelli ormai avrete fatto l’abitudine. Oppure potrei semplicemente passare al mio arrivo a King’s Cross.

-Siamo arrivati Rosie.- Scorpius mi aiuta a tirare giù la valigia e Albus e Lily iniziano a fingere di vomitare e a protestare non appena lo vedono schioccarmi un bacio di buon auspicio: possibile che non si siano ancora abituati? Posso capire mia cugina, che ha tredici anni, ma Al proprio no!

-Voi due, vedete di fare poche storie o ve lo rinfaccerò a vita!- commento seria e un po’ arrabbiata. Miseriaccia, sto cominciando ad assomigliare a mia madre.

-Come se non avessi intenzione di farlo lo stesso!- ribatte Lily supportata da cenni di assenso da parte di mio cugino, troppo spaventato dal mio sguardo per aprir bocca. In effetti hanno ragione, ma in qualità di futuro genitore ho il compito di imparare che, per dare sicurezza al bambino, dovrò cercare di sbagliare il meno possibile. In realtà, sui libri che ho recuperato c’è semplicemente scritto che un bravo genitore deve presentarsi come una figura stabile per il neonato, ma io ho deciso di reinterpretare la frase così.

Scendiamo dal treno e subito vedo in lontananza papà che si sta sbracciando per farsi vedere. Non che ce ne sia realmente bisogno: trenta teste rosse si notano facilmente anche in mezzo alla nebbia. Io e Scorpius conveniamo che è meglio restare distaccati, almeno fino a quando non avremo sganciato la bomba. Quindi lui e i miei cugini vanno a salutare gli zii, mentre io corro ad abbracciare mio padre, che continua a dire che sono la sua bambina, che gli sono mancata moltissimo e che non devo più azzardarmi a stare assente per così tanto e che forse, un giorno, tra molti anni, quando sarò madre, capirò. Ma lo fa apposta? Meno male che esiste mamma, che salva me e il suo futuro nipote dalla presa stritolatrice del futuro nonno e mi saluta in maniera più discreta. Spero vivamente che non si accorga di nulla da sola, non me lo perdonerebbe mai. Tutto il mondo sa che Hermione Granger, pardon Weasley, è estremamente intelligente e fiuta problemi a distanze chilometriche: ma in fondo, dopo anni passati in compagnia di quei due matti sperimentando modi originali per farsi uccidere meglio, chi non sarebbe diventato così?

-Rosie, tesoro, come mai sei vestita così leggera? Tira una bella arietta oggi…- Ecco, due minuti con i miei genitori e già me ne voglio andare. Odio le felpe con tutto il mio cuore, sono quel tipo di indumento che ogni figlio deve indossare quando sua madre ha freddo. Piccolino, o piccolina, ti prometto che quando sarai grande potrai vestirti come ti pare. Sempre. 

-Uffa mamma, non è poi così freddo!- sbuffo io mentre mi guardo intorno alla ricerca di mio fratello: possibile che quel ragazzo non si veda mai in giro quando si ha bisogno di lui?

-Rosie, sei qui da neanche dieci minuti e già ti comporti come una bambina di cinque anni! Quando sarai madre capirai e allora ti ricorderai delle parole della tua vecchia mamma…- Ok, qualcuno ha tradito: due allusioni nell’arco di soli sette minuti, non può essere una semplice coincidenza! Scommetto tutto il mio patrimonio di venti Galeoni e tre Falci che è stato quella sottospecie di Serpe ansiogena di mio cugino Albus.

-‘Giorno famiglia, ho interrotto un momento importante?-

-Le solite liti tra donne figliolo, meglio non mettersi in mezzo…-

-Sentite, non per disturbare, ma non potreste continuare i vostri discorsi a casa che tra mezz’ora inizia la partita dei Cannoni contro il Puddlemore United?-

-Hai ragione, Hugo! Stavo quasi per dimenticarmene! Ragazze, date qui le borse così facciamo prima.-

-Ronald, sei sempre il solito maschilista medievale! Noi donne possiamo fare tutte le fatiche e gli sforzi che vogliamo, siamo anche più forti di voi!-

-Quando eri incinta dei nostri figli non sembravi dello stesso parere…-

-Sono passati tredici anni! E poi che significa? Durante la gravidanza dobbiamo prepararci psicologicamente e fisicamente al parto e ti garantisco che, a confronto, la Maledizione Cruciatus è un massaggio rilassante!- Grazie per l’informazione, mamma, ora sì che mi sento pronta ad avere un figlio. Dirmelo prima no, eh?

-Bene, mamma, papà, per quanto la vostra discussione sia illuminante potreste continuarla in un luogo un po’ più privato, tipo a casa, davanti alla partita dei Cannoni?- Mio fratello, a volte, è davvero inopportuno e se lo capisco io…

-Hugo Weasley, non rivolgerti mai più in quel modo a me o a tuo padre, sono stata chiara? E ora, a casa!-

-Finalmente! Partita stiamo arrivando!- gridano all’unisono papà e Hugo. Illusi, come se mamma li lasciasse fare…

-Oh no, no, no cari! Oggi guarderete soltanto quello che vorremo vedere io e Rose: decidete sempre voi, perché non cambiare un po’?- Aspettate un secondo: mamma si sta davvero alleando con me? Non l’aveva mai fatto prima d’ora… Ti prego, punisci anche me, mi sento in colpa ancor di più se fai così.

-Cosa? Ma Hermione non è giusto! Perché devi punire anche me? Ho più di quarant’anni ormai!-

-Avrei detto più di ottocento, vista la tua mentalità! Avanti, che ci facciamo ancora qui?- Per un figlio non è bello sentire i propri genitori litigare e perciò mi sono ripromessa che il mio bambino non dovrà mai soffrire uno strazio del genere. Tuttavia, se i tuoi genitori sono Ron Weasley ed Hermione Granger, di fronte ad una loro lite puoi farti solo una sana risata, consapevole del fatto che non sono in grado di non rivolgersi la parola per più di tre secondi. Inoltre, alcune uscite di mamma sono da premio oscar.

Usciamo dalla stazione con mamma in testa, io subito dietro di lei che cerco di mostrarmi in forma e papà e Hugo in fondo al gruppo con due espressioni degne di due membri di un corteo funebre. Non ho avuto nemmeno il tempo di salutare Scorpius come si deve, visto che so già che non lo vedrò per i prossimi tre giorni: i miei mi rinchiuderanno in casa un po’ perché devo studiare per i G.U.F.O. –volere di mamma- e un po’ perché non hanno ben accettato il fatto che ci frequentiamo –idee strampalate di papà. Ogni tanto vorrei che i miei genitori fossero zio Harry e zia Ginny: sono di vedute aperte e non hanno un’ossessione compulsiva per la media scolastica dei loro figli –se si fa eccezione per quella di James, che oscilla tra la D e la T.

Il viaggio in macchina è uno strazio: vorrei proprio conoscere l’esaminatore che ha ritenuto mio padre in grado di guidare. Piccolo, qualunque cosa accada, promettimi che non ti farai mai accompagnare da nessuna parte dal nonno. Mia madre sembra essersi calmata, ma non riesce a fare a meno di lanciare qualche frecciatina a papà. Fortunatamente per lui, ma sfortunatamente per me e mio fratello, purtroppo sembra molto più interessata a come sta procedendo l’anno scolastico e alla nostra salute.

-Allora ragazzi, il viaggio si prospetta abbastanza lungo considerata la velocità cui va vostro padre, perché per ammazzare il tempo non ci raccontate come vanno le cose dalle parti di Hogwarts?-

-Nulla di nuovo.- rispondo velocemente io. Troppo velocemente a dire il vero.

-Già, nulla di nulla. A parte il fatto che Grifondoro è in testa al campionato grazie a moi e alla mia straordinaria abilità da Cacciatore.-

-Abbassa la cresta Hug.-

-Sei solo invidiosa perché hai una vita noiosa e non hai amici.-

-Non è vero!- sbotto. Insomma, diciamo non del tutto. In effetti ho legato con pochissime persone, ma sulla vita monotona si potrà ricredere facilmente.

-Finitela voi due!- Mamma mi deve insegnare come si fa quell’occhiata: funziona maledettamente bene e voglio usarla anch’io con mio figlio. Questo battibecco chiude definitivamente ogni possibilità di conversare un po’.

Quando papà riesce a parcheggiare nel vialetto di casa e a spegnere il motore io, Hugo e anche mamma –ma lei non lo ammetterà mai- tiriamo un sospiro di sollievo: in un’altra situazione avrei applaudito sarcasticamente, ma non mi sembrava la mossa più furba far arrabbiare quella persona cui devo annunciare che diventerà nonno con dieci anni di anticipo. Quando entro in casa devo trattenere le lacrime –accidenti agli ormoni in subbuglio- perché tutto, dalle foto ai soprammobili ai disegni alle pareti sono ricordi della mia infanzia, che mi sta lentamente abbandonando. A dire la verità, mi ha abbandonata all’età di undici anni quando ha deciso che le ero antipatica e quindi ha dato il mio indirizzo a Sfiga, ma detta così suona molto meglio.

-Ronald, da’ una mano ai ragazzi a portare le valigie di sopra mentre io inizio a mettere su qualcosa per cena.- Noi ci guardiamo terrorizzati: se c’è qualcosa di più pericoloso della guida di papà per una persona, e quindi a maggior ragione per un neonato, è la cucina di mamma. Lui deglutisce di nascosto e si volta sconsolato nella speranza che io lo aiuti: da quando un’ora fa è stato dato potere alle donne, il mio parere sembra aver improvvisamente acquisito immensa rilevanza. Ho una strana voglia di pizza, potrei approfittarne.

-Mamma, perché non ordiniamo una pizza per festeggiare l’inizio delle vacanze?- Subito mio fratello mi abbraccia e papà mi sorride orgoglioso: ho salvato la pelle a tre, anzi quattro, persone stasera, posso definirmi un’eroina, una specie di genio, la Salvatrice della Famiglia Weasley-Granger, una… ok, basta ho finito le idee. Vedete voi come volete definirmi.

-Bell’idea Rosie, non ho proprio voglia di cucinare oggi. Potrei darti una mano a disfare i bagagli, che ne dici?- Sono un’idiota, una cogliona, una testa di ca…lderone! Dovevo pensarci che me l’avrebbe chiesto! E io sono stata abbastanza cretina da mettere i test di gravidanza positivi in valigia per evitare che qualcuno li trovasse! Speriamo che accetti un no come risposta.

-Non c’è bisogno, faccio da sola, grazie.- So che non dovrei fare sforzi, ma non ho davvero intenzione di disfare l’intero bagaglio, tanto resterò a casa poco più di una settimana.

-Sicura? Faresti più in fretta.-

-Sì, sì, certo. Forse è meglio se tu chiami le pizze, altrimenti papà rischia di perforare il timpano del povero pizzaiolo…- Ronald Weasley e la tecnologia babbana: una guerra aperta dall’alba dei tempi che per ora ha visto mio padre sconfitto in tutte le battaglie, tranne quella contro la televisione, che gli era parsa degna del suo massimo impegno. Mamma e Hugo ridacchiano, mentre papà borbotta qualcosa in merito ai giovani d’oggi. Io, non appena mi accorgo che il clima è sufficientemente disteso, corro di sopra a occultare le prove. Alla fine le metto sotto il letto: da quando ho sei anni, nascondo lì i prodotti del negozio di scherzi e, per un periodo, ci ho nascosto perfino il mio diario –è durato sì e no una settimana, tanto per la cronaca, poi mi sono stancata- e nessuno si è mai accorto di niente. Infatti zia Ginny ha messo un incantesimo su di esso che fa sì che, chiunque provi a sbirciare, non riesca a trovare nulla: essere cresciuta con sei fratelli maschi deve essere un’esperienza che ti cambia la vita.

La prima cena con la mia famiglia durante le vacanze di Pasqua è stata perfetta. Eravamo di nuovo noi quattro e basta –scusa piccolo, volevo dire cinque- come quando ero piccola: niente cugini –una a caso? Dominique Weasley- o zii invadenti in mezzo ai piedi come in estate, niente nonni che ti rimpinzano di cibo. Solo noi. Abbiamo scherzato, riso, parlato, fino a sembrare una famiglia quasi normale –non chiediamo i miracoli, siamo pur sempre dei Weasley- e purtroppo è l’ultima volta. Perché domenica lancerò una bomba di proporzioni tali da distruggere l’intero Clan. Perché domenica lancerò un’ulteriore bomba in grado di distruggere la mia storia con Scorpius. Perché mi sveglierò domenica mattina con tanta gente intorno che mi vuole bene e me ne andrò a letto la sera con Lily e, mi duole ammetterlo, Dominique come uniche certezze, una nel bene e l’altra nel male. Forse starò esagerando, ma davvero ancora non mi capacito del fatto che un esserino tanto piccolo possa combinare problemi così grandi. A dir la verità, il danno l’ho fatto io, ma non rinnegherei mio figlio, o mia figlia, per nulla al mondo. Ci ho messo un po’ per capirlo, ma alla fine ce l’ho fatta. Ho sbagliato ad aspettare tanto per parlare, non tanto con gli adulti, quanto con il padre che contatterò al più presto. Edmond Dantès questa volta sbagliava, spero solo che invece avesse ragione quando diceva che chi ha sofferto a lungo poi sarà in grado di vivere le più grandi felicità.

La mia vita si sta sgretolando ed odio questa situazione, perché temo che non potrai crescere sereno, bambino mio. E nonostante tutti i guai che sto passando, non posso fare a meno di amarti. Ti prometto che farò qualsiasi cosa per renderti felice.

 

 

 

 

 

Angolo di Harry Potterish

Sono tornata! Ero tentata di aggiornare domani, ma avevo promesso a __Giuuu che avrebbe letto il seguito entro stasera, quindi… Questo capitolo non mi piace neanche un po’, come tutti i capitoli di transizione, del resto. Oserei dire che è il più brutto di tutta la storia: proprio non voleva essere scritto, così, arrivata ad un certo punto, ho deciso di chiuderlo, perché stava diventando una tortura. Le uniche note positive sono una citazione da Agatha Christie e il riferimento a “Il conte di Montecristo”, che è il mio libro preferito. Ringrazio __Giuuu, Marty_chick_99, flors99, CharmedAlis e MaraMalfoy per aver recensito e tutti quelli che hanno inserito la storia tra le preferite/ricordate/seguite (Elbeth, CharmedAlis, __Giuu, flors99, rubiaA, Giuls92, SimonaDiVaio1993, chibidaphne87, Momonica, nini95).

Come sempre i vostri pareri sono graditi, sia che siano positivi, che negativi. Per dubbi o perplessità, chiedete pure. Attendo anche le vostre puntate per le scommesse.

A presto

Harry Potterish

P.S.: ho partecipato al contest “Drabble nella neve” di ZetaDream classificandomi, a mia grandissima sorpresa, prima. Se volete leggere la raccolta di tre drabble che mi ha portato fortuna la trovate qui: “Baci al sapore di neve”

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Capitolo 5
*** La prima volta in cui Rose Weasley prese T ad un esame ***


A ZetaDreams, perché le devo molto

A callistas, perché “Verità nascoste” mi ha cambiata

A Ismene_, perché non saprei come fare se non avessi trovato la sua pagina

 

5.

La prima volta in cui Rose Weasley prese T ad un esame

Sono una delle migliori studentesse della scuola. Quando alla fine del primo anno ottenni il massimo dei voti in tutte le materie ero veramente soddisfatta di me e fu una gran delusione non ricevere alcun complimento da parte dei professori, eccezion fatta per Neville: tutti davano per scontato che la figlia della bravissima Hermione Granger avesse una media scolastica invidiabile. Si dovettero ricredere quando, due anni dopo, mio fratello Hugo varcò i cancelli di Hogwarts e iniziò a collezionare una serie interminabile di insufficienze. Da lì, lui fu etichettato come il figlio di Ron Weasley e io come la figlia di Hermione Granger: in sostanza, siamo fratelli di sangue, ma non a livello burocratico, per non macchiare l’onore della scuola. Tuttavia, ora che sono un po’ più grande, non vado particolarmente fiera dei miei voti: il livello di preparazione degli insegnanti si è abbassato notevolmente nell’arco di venticinque anni e so che le mie E valgono meno delle E di mamma. A nessuno, però, questo sembra importare particolarmente, quindi cerco anch’io di soprassedere. Tra tutti i tipi di insegnanti che ho conosciuto, devo dire che il più difficile è l’esperienza. Prima ti fa l’esame, poi ti spiega la lezione. In questo momento vorrei più di ogni altra cosa al mondo che cambiasse il suo metodo, ma chiunque sa come sono fatti i professori: quando si convincono di aver trovato un metodo efficace, non lo abbandonano nemmeno se i risultati degli allievi sono scarsi, come nel mio caso. Popolo di Hogwarts, ricorda questa data: Pasqua 2022, la prima volta in cui Rose Weasley prese T ad un esame. Ma dopotutto, chi, a quindici anni, sarebbe pronto ad annunciare al mondo che aspetta un bambino?

***

Il Natale è la festa preferita di tutti i bambini, seguita a ruota dal loro compleanno, perché la valanga di regali che li sommerge è tale da avere nuovi giochi da sperimentare per le successive due settimane. Io, al contrario, ho sempre preferito la Pasqua: non ci sono regali di sorta, se non tanta, tanta cioccolata di ogni genere –fondente, al latte, con le nocciole e addirittura piccante. Spero vivamente che il ricordo della giornata di oggi non mi rovini la festa che amo di più e che, viceversa, il cioccolato mi tiri su il morale. La cioccolata è la salvezza di qualsiasi donna nei momenti più bui e inizio a sospettare che anche il mio bambino sia una lei, considerando l’incredibile voglia che ne ho. Uomini, dimenticate i diamanti, è il cioccolato, credo sarete d’accordo, il miglior amico delle donne.

-Rose, sei pronta?- urla papà sulla tromba delle scale.

-Cinque minuti!- rispondo io. No, non sono pronta, non del tutto almeno. Ho solo paura delle conseguenze, perché non so cosa aspettarmi: da un lato vorrei appoggio, dall’altro preferirei sentirmi dire che sono un’idiota e che mi cacciassero di casa per sentirmi meno in colpa, ma così facendo non saprei come mantenere mia figlia –sarà una femmina, basta, ho deciso così, e Danae sarà. Punto. Mentre finisco di truccarmi, sento papà sbuffare, mamma scendere in salotto e recuperare il necessario da mettere nella borsetta. Mi stupisco del fatto che mio fratello non abbia ancora fatto nessun commento.

-Miseriaccia Rosie, sei lenta come un Troll di montagna! Sai, ora che ci penso, assomigli vagamente a uno di loro…- Appunto. Godric, aiutami a mantenere il controllo, altrimenti lo faccio fuori. Mamma lo rimprovera, anche se non troppo pesantemente perché, con ogni probabilità, per colpa mia arriveranno in ritardo e lei odia non essere puntuale.

-Eccomi, sono pronta.- Scendo dalle scale velocemente. Ho deciso di indossare un paio di jeans, una maglia con le maniche a tre quarti nera con degli strass azzurri e un paio di stivaletti primaverili. Un trucco leggero –non per scelta, ma per necessità e incompetenza- e i capelli sciolti, ricci e indomabili completano l’opera.

-Certo che per vestirti così male potevi anche metterci un po’ meno!- Danae, se diventi come tuo zio, ti faccio fuori e ti do l’autorizzazione ad uccidere tuo fratello Theo se mai ti tratterà tanto male.

-Vedi, non tutti hanno un guardaroba composto da cinquanta maglie identiche appartenenti a una squadra di perdenti.- Lui appare punto sul vivo –e anche papà- ma prima che abbia il tempo di ribattere, mamma ci zittisce tutti e ci fa cenno di salire in macchina. Prima di uscire, però, mi blocca in disparte per parlarmi. Merlino, fa che non abbia capito niente.

-Tesoro, tira un po’ d’arietta oggi, perché non prendi una felpa con te?-

-Mamma, ho quindici anni, penso di sapere quando ho freddo oppure no! Inoltre, io non ho la tua stessa percezione della temperatura esterna, me l’hai insegnato tu quando ero piccola!-

-Hai ragione.- Rose 1- Mamma 0, per la prima volta in vita mia riesco a chiudere la bocca a mia madre: forse sono davvero pronta per diventare genitore. –Comunque, non volevo parlarti di questo.- La sua aria è seria, è lo stesso tono di voce che ha usato per dirmi che nonna Mary era morta. Fa che non abbia capito niente.

-Dimmi, è successo qualcosa?-

-No, beh, ecco… si tratta di te.- Lo sapevo, cazzo, e ora che faccio?

-Mamma io…-

-No, ascolta. Sei sempre stata brava a scuola e io e tuo padre siamo fieri di te. Ho solo paura che la tua relazione con Scorpius possa, come dire…sfuggirti di mano.- Da notare come mia madre, quando parla dei miei voti, non mi elogia mai tanto quanto papà, non mi dice mai che sono il suo piccolo genietto, e questo è indice della grande differenza tra i miei. Dietro la frase “Mio figlio è un genio” c’è sempre un genitore idiota. Senza offesa per mio padre, è un asso nel suo lavoro, ma come si fa ad avere più di quarant’anni e non conoscere le Cinque Principali Eccezioni alla Legge di Gamp sulla Trasfigurazione degli Elementi?

-Non capisco. Sto con Scorpius dalla fine dell’anno scorso e la mia media scolastica non si è certo abbassata. Noi, siamo felici, va tutto bene…-Beh, più o meno, ma per le prossime due ore dovranno crederlo tutti, lui compreso.

-Non si tratta di questo. Ecco, vedi, non so come parlartene, è difficile… Rose, sei una ragazza matura e intelligente- illusa –quindi sarò franca con te. Io temo che tu e Scorpius possiate accelerare un po’ i tempi e mettervi in guai seri. Capisci che cosa intendo?- Oh merda, ora sì che sono fritta. Come le spiego che sono già in guai serissimi, ma non per colpa del mio fidanzato?

-Mamma, ti posso assicurare che io e Scorpius non abbiamo alcun problema, né stiamo accelerando troppo. Siamo persone… attente.- In fondo non ho mentito. Dall’espressione sul volto di mia madre capisco che è un po’ rincuorata, ma non del tutto: l’idea che la sua bambina vada a letto con il figlio del suo peggior nemico non deve essere il massimo, nemmeno per Mrs. Hermione-Niente-Pregiudizi-Weasley.

-Hermione, Rosie, ci siete? Muoviamoci o Bill si mangerà tutto il tacchino da solo!- Io e mamma ci guardiamo sconsolate e ci avviamo verso la macchina, consapevoli del fatto che papà non cambierà mai.

Arriviamo alla Tana quasi contemporaneamente a zio George e alla sua famiglia. Roxanne mi saluta sorridente, da brava compagna di dormitorio, benché non siamo mai state grandi amiche. Vado più d’accordo con Fred, suo fratello, anche se il suo migliore amico rimarrà sempre James. Sorprendentemente, nonostante la mia lentezza e le paternali di mia madre, siamo tra i primi arrivati, fatta eccezione per zio Bill e la sua parte di Clan. Merlino, certo che potevi anche regalarmeli cinque minuti insieme alla mia famiglia senza Dominique Weasley e il suo fidanzato perfetto! Nonno Arthur ci abbraccia e inizia a riempire mamma di domande sul mondo babbano, mentre nonna Molly ne approfitta per passarmi sottobanco qualche Galeone e offrirmi un leggero antipasto: dice che sono pallida e, almeno per questa volta, non posso proprio contraddirla. Dopo circa venti minuti arrivano anche zio Charlie –da qualche anno pare aver capito che i draghi inglesi sono più interessanti di quelli rumeni- e zio Percy con zia Audrey e le mie cugine, Molly e Lucy, rispettivamente al primo e secondo anno ad Hogwarts. Sfortunatamente gli ultimi ad arrivare sono i Potter, gli unici che ho davvero voglia di vedere. Non appena li vedo arrivare da lontano, corro incontro ad Albus e lo abbraccio: è un riflesso incondizionato, credo sia perché ho sentito molto la mancanza le sue sedute da psicologo in questi giorni. Saluto Lily, che mi fa l’occhiolino e poi si dirige verso Hugo, uno dei suoi migliori amici, e batto il cinque a James, che però pare maggiormente interessato a trovare Fred. Dopo aver rapidamente salutato anche zio Harry e zia Ginny, non mi resta che Scorpius: ho deciso di tenerlo per ultimo, perché ho bisogno di parlargli in privato.

-Ciao.- dico soltanto, consapevole che gli rovinerò la giornata.

-Ciao.- risponde lui imbarazzato e, assicuratosi che non ci sia nessuno, mi bacia inaspettatamente. Godric, fa che i Potter abbiano lasciato a casa il Mantello dell’Invisibilità.

-Allora oggi è il gran giorno.- Afferma lui quando ci stacchiamo, come se stesse parlando del tempo.

-A quanto pare.- replico io.

-Ho paura, Scorp.- aggiungo subito.

-Andrà tutto bene. Siete una bella famiglia, unita, vedrai che capiranno.- Non so se stia parlando più per convincere se stesso o me: in effetti quello che rischia di più è proprio lui.

-Me lo auguro.-

-Io ci sarò, Rosie.-

-Grazie. Prima mia madre mi ha fatto un discorso…-

-Che genere discorso? Non è che ha intuito…- si informa subito lui, allarmato.

-Non lo so! Ha solo detto che ha paura che ci mettiamo nei guai… Hai capito no? E io le ho detto che è tutto a posto, ma non è così! Mi sento uno schifo.-

-Tranquilla, sono sicuro che capirà anche questo. E poi, nessun nonno resiste al proprio nipotino.-

-Nipotina, prego.-

-Come fai ad essere così sicura che sia femmina?-

-Ha voglia di cioccolata, e tutti sanno che la cioccolata è la migliore amica delle donne.-

-Non erano i diamanti?-

-Ma in che epoca vivi!-

-Hai già pensato ad un nome?-

-Scherzi? È da quando ho dieci anni che so già che i miei figli saranno un maschio di nome Theo e una femmina di nome Danae!-

-Danae… mi piace. Aggiudicato! Ora andiamo, prima che tuo padre ci venga a cercare e renda sua nipote orfana di padre.-

-Tanto lo farà lo stesso tra poco.- commento io malignamente.

-Grazie per il sostegno!- ribatte lui, fingendosi offeso a morte.

-È per questo che mi ami, no?- e gli chiudo la bocca con un leggero bacio, forse l’ultimo, ma non voglio pensarci. Sono intenzionata ad avere un bel ricordo del mio primo amore.

Entriamo mano nella mano nel gazebo allestito dagli zii sul retro della Tana –siamo davvero troppi per la cucina- suscitando commenti e occhiate maliziose. Non ce ne curiamo e ci mettiamo a sedere accanto ai nostri migliori amici. Nonna inizia a servire le diverse portate, aiutata dalle zie e da Victoire e Dominique –figurati se quella non perdeva occasione di mettersi in mostra. Iniziamo a mangiare, discutendo il modo migliore di divulgare la notizia. Alla fine, su suggerimento di Al, decidiamo di aspettare il momento di apertura delle uova, nella speranza che il cioccolato rallegri tutti. Inoltre prepariamo un piano di protezione per Scorpius –anche se so già non ce ne sarà alcun bisogno: Lily ha provvidenzialmente sottratto a James il Mantello e sarà molto utile per consentire al mio tra-poco-ex-ragazzo di fuggire.

Il pranzo procede tranquillamente, o almeno per i nostri standard: James e Fred fanno saltare in aria il bicchiere di zio Percy e continuano a lanciare Incantesimi a destra e manca –accidenti al giorno in cui hanno compiuto diciassette anni!; Dominique continua a vantarsi dei suoi progressi nel mondo della moda; Vicky e Ted non fanno altro che fissarsi e baciarsi –potrei vomitare; Hugo e Louis discutono animatamente di Quidditch; Molly e Lucy tormentano Roxanne di domande sui G.U.F.O.; gli adulti parlano di lavoro, mentre zio George –lui non si può considerare adulto- spaccia Tiri Vispi e ci chiede di fargli da cavie per i suoi esperimenti –tranquilla Danae, non ti farò una cattiveria simile- e infine io, Al, Lils e Scorp cerchiamo un modo per far digerire a tutti quanti la notizia che l’anno prossimo ci sarà un bambino in più a tavola. Beh, tutto questo è normale, no?

Mangio il più lentamente possibile nella speranza di rinviare il momento fatidico, ma sto raggiungendo dei livelli davvero esagerati. Infatti, ad un tratto, zia Ginny mi strappa il piatto da sotto il naso con la scusa che si sta facendo tardi e che i più piccoli non riescono più ad aspettare di aprire le uova. Non mi lamento neanche, mi alzo dalla sedia e raggiungo con Scorpius gli altri in giardino: come ogni anno i nonni hanno nascosto venti uova in giro per la Tana e a noi spetta il compito di trovarle. Ho sempre amato questa tradizione, perché mi dava la sensazione di essermi guadagnata veramente il mio cioccolato e quest’anno la adoro ancor di più, visto che mi lascia alcuni minuti per parlare da sola con Scorp: ho deciso che, per una volta, non mi unirò alle ricerche, tanto c’è già un sacco di persone all’opera tra ragazzi e, soprattutto, adulti –a volte zio Harry sembra convinto di essere tornato indietro nel tempo, quando doveva cercare gli Horcrux per distruggere Voldemort.

-Sei pronto?- chiedo nella speranza che mi dica di no e ritratti tutto.

-Insomma… Sono preoccupato, so che i tuoi mi uccideranno, però non voglio che nostra figlia cresca nella menzogna, dobbiamo essere bravi genitori fin da adesso.- Miseriaccia, come fa ad essere così maturo e lucido in un momento del genere. Io non mi merito un ragazzo così perfetto, è più in stile Dominique!

-Hai ragione. È solo che sono sempre stati James e Fred quelli a mettersi nei casini e io ero la nipote modello, quella che andava bene a scuola e rispettava le regole. Già quando hanno nominato Prefetto Roxanne è stato un duro colpo per i miei ed anche per zio George, poi adesso questo… Ho paura di deluderli.-

-Senti, se vuoi il mio parere, il Preside che abbiamo ora è un incompetente, non sa neanche da dove si parte per gestire una scuola e ha scelto tua cugina perché aveva semplicemente paura di essere accusato di fare favoritismi. I tuoi genitori saranno sempre fieri di te, perché sei la loro bambina. Cavoli, io sono fiero di nostra figlia che non è nemmeno nata, immaginati loro!-

-Hai ragione.-

-Piuttosto, senti, volevo chiederti se domani e dopodomani, prima che ritorniamo scuola, potevi venire a casa mia per dirlo anche ai miei. Sempre che sopravviva ad oggi, sia chiaro.-

-Sì, certo.- Miseriaccia, non ci avevo minimamente pensato! Beh, probabilmente Malfoy ringrazierà il cielo quando saprà che suo figlio non ha nulla a che fare con una Weasley e, con ogni probabilità, non la vorrà più vedere per tantissimo tempo.

-Venti! Si va a mangiare!- grida nonno Arthur entusiasta. Bacio Scorpius triste e mi avvio al patibolo.

Il tavolo del gazebo è stato velocemente sgomberato e ricoperto da uova di cioccolato, una più grande dell’altra. Mi avvento su quella al peperoncino –hai gusti strani, piccolina- e inizio a mangiarla avidamente. Nonna Molly sembra soddisfatta di vedere che mi rimpinzo per bene come piace a lei. Ad un certo punto Lily ed Albus mi si avvicinano, allungano a Scorpius il Mantello e mi fanno cenno di non avere paura e parlare. Se solo avessi aspettato meno, dannata esperienza! Proprio nella materia “Vita reale” dovevo prendere T?

-Scusate, dovrei fare un annuncio.- La mia voce è flebile, quasi un sussurro e nessuno riesce a sentirmi. Faccio come per rinunciare, dicendo che ho tentato ma inutilmente, quando mia cugina inizia lancia un urlo degno di una Banshee.

-SILENZIO!- Poi si volta verso di me. –Prego, Rosie.- Tutti mi fissano un po’ stupiti, odio essere al centro dell’attenzione.

-Ecco, sì, grazie dell’attenzione, io… vorrei dire una cosa.- Bene, forse se la prendo alla larga si arrabbieranno meno. –Beh, fin da quando ero piccola mi avete sempre trattato come una principessa e ho dei bellissimi ricordi legati a tutti voi.- Ok, non proprio a tutti ma in questi momenti una piccola bugia a fin di bene ci sta. –Come sapete, ho le idee molto chiare in merito al mio futuro e voi sarete sempre una parte importante nella mia vita e mi auguro che non mi abbandonerete mai.-

-Ma tesoro, certo che ci saremo sempre! Io e tua madre non ti lasceremo mai.-

-E sappi che quando hai bisogno di aiuto, i tuoi nonni saranno sempre disponibili.-

-E io e Harry che siamo stati nominati la tua madrina e il tuo padrino a fare?-

-Ma perché ci dici tutto questo, tesoro?- chiede mamma. Naturalmente è lei l’unica che riesce a vedere oltre.

-Ecco, io avevo un annuncio importante da fare. C’è una persona che è entrata nella mia vita e a breve la cosa diventerà molto più, come posso dire… concreta.-

-Tu e Malfoy vi sposate?- chiede allibito James. Miseriaccia, ma che ho fatto di male io per meritarmi un cugino così idiota?

-No, no, no! Io sono innamorato di Rose, ma no!- interviene immediatamente Scorpius.

-Quindi non hai intenzione di fare sul serio con mia figlia, eh giovanotto? Vuoi spezzarle il cuore? Cos’è, una specie di vendetta, di incarico che ti ha assegnato tuo padre? Io l’avevo detto che sarebbe andata a finire così!- Papà, come reagiresti se ti dicessi che per una volta i Malfoy sono le vittime della situazione?

-No, no, no, ha frainteso signore, volevo semplicemente dire che è troppo presto! Abbiamo solo quindici anni…-

-Quindi reputi che mia figlia sia un’immatura e non sia pronta, non è così?-

-Oh Merlino santissimo, Ronald!- Mamma deve essere, purtroppo per me, davvero innervosita, visto che ha imprecato alla maniera dei maghi. –Non li hai nemmeno lasciati finire di parlare! Possibile che tu sia sempre così aggressivo e prevenuto? Tu mi avresti forse sposata a quindici anni? Certo che no! E se è per questo nemmeno a sedici, considerando che ti divertivi tanto in compagnia di Lavanda Brown! Perciò vedi di stare zitto e lascia terminare il discorso a tua figlia!-

-Ecco, sì, grazie mamma. Dove ero rimasta… ah, sì, all’importanza della famiglia.-

-Rosie, ti prego muoviti. Fa che sia una cosa rapida e indolore, altrimenti parlo io.- mi intima Lily a bassa voce. Io prendo un respiro profondo, sento la mano di Scorpius stringere forte la mia e Albus accarezzarmi i capelli. Come un cerotto, come un cerotto, come un cerotto.

-Sì, beh… ecco… in sintesi… Io sono incinta! Godetevi la cioccolata.- Il silenzio cala nel gazebo. La situazione deve essere davvero grave, perché noi non siamo mai silenziosi: anche quando morì mia nonna, James riuscì a trovare una cavolata da dire per tirare su il morale di tutti. Come un cerotto, come un cerotto, come un cerotto. E purtroppo lo è davvero: veloce e indolore sul momento, ma poi ti rimane sempre un po’ di indolenzimento e un segno rosso per i cinque minuti successivi.

-Rosie, tesoro, ti prego, dimmi che è tutto uno scherzo.- mi implora mamma a mezza voce.

-No.- rispondo io a testa bassa.

Succede tutto rapidamente. Papà prende Scorpius per il collo e lo sbatte contro il muro e inizia ad insultarlo e a minacciarlo di morte, mentre zio Harry cerca di farlo ragionare. Mia madre e zia Ginny, vedendomi piangere, iniziano a rimproverarmi, per poi dirmi che ormai il danno è fatto e l’unica cosa di cui devo preoccuparmi è la salute della piccola. I nonni sono sotto shock e trascinano fuori dal marasma generale i più piccoli. Tutti gli altri, invece, si dedicano a commentare la situazione: Dominique, ovviamente, non può fare a meno di sottolineare la mia condotta sbagliata, invece James e Fred non riescono a fare nient’altro che ridere. Evidentemente, l’idea che per una volta non sono loro ad essere nei guai li diverte parecchio. Victoire e Ted, invece, sono i più gentili. Vicky mi avvolge in un abbraccio rassicurante, mentre Teddy mi fa una domanda che speravo non venisse sollevata.

-Ma non avete usato degli Incantesimi Contraccettivi?-

-Sì- risponde Scorpius, che nel frattempo è riuscito a liberarsi dalla presa di mio padre, ma solo perché zio Harry gli ha ricordato che l’Avada Kedavra è illegale. –però era la prima volta ed evidentemente abbiamo, voglio dire ho sbagliato qualche cosa.-

-Rosie, perché non fai vedere loro l’ecografia?- suggerisce Albus. In fondo non è una cattiva idea, potrebbe anche servire a calmare le acque.

-Sì, ce l’ho con me. Ecco, qui non si capisce ancora bene se sia maschio o femmina, ma sono certa che sia una femminuccia, richiede cioccolato in continuazione.- Inizialmente il piano sembra funzionare –è un sorriso quello sulla bocca di zia Ginny?- ma, dopotutto, io sono Rose Weasley e la mia migliore amica, Sfiga, non poteva certo abbandonarmi in un momento del genere.

-Sull’ecografia c’è scritta la data del 15 febbraio. Di quante settimane eri?- chiede mamma.

-Sette.- ammetto a malincuore. Ecco, ora inizierà a fare i conti.

-Sette settimane… quindi sei rimasta incinta sotto le vacanze di Natale. Oh, tesoro, senza offesa, ma quanto alcool ti eri scolata? Ti avrò detto almeno un centinaio di volte che devi cercare di restare sobria, anche se sei ad una festa e tutti i tuoi amici bevono.- Miseriaccia, mamma non ti sopporto! Perché devi sempre essere così intelligente e diretta? Non posso  proprio fare a meno di detestarti in questo momento. È così triste dover sopportare una persona che ha i miei stessi difetti.

-Signora Weasley, con tutto il rispetto per la sua intelligenza, ma sua figlia non si è ubriacata. E inoltre, non è accaduto durante la vacanze, ma alcune settimane dopo. Ci deve essere un errore.-

-Scorpius, avevo E in Aritmanzia e 10 in matematica alla scuola babbana. Sono certa dei calcoli che ho fatto e Rose potrà confermare. Ormai il danno è fatto, non ha più senso mentire, te ne rendi conto vero? Rosie, diglielo anche tu.-

-No, Rosie, di’ a tua madre che ho ragione io!- ribatte lui, evidentemente nervoso.

-Avete ragione entrambi.- mormoro io. Albus immediatamente va in iperventilazione, poiché deve aver intuito come andrà a finire la discussione. Sua sorella lo aiuta e mi fa cenno di dire tutta la verità finché sono in vena di confessioni.

-Che significa?- chiede mamma. Io non rispondo, non ne ho la forza.

-Rose, ti prego, parla. Devo capire. Cosa mi stai tenendo nascosto?- mi incalza Scorpius con i nervi sempre più a fior di pelle.

-Ti amo, Scorp.-

-Che vuoi dire, Rose? Parla una buona volta! Parla e finiscila con tutti questi segreti!- sbotta lui, arrabbiato e ferito.

-Mamma non ha sbagliato i conti, Scorp. È stato davvero sotto le vacanze di Natale. Non sei tu il padre del bambino.- E mentre io scoppio a piangere, Scorpius mi tormenta di domande, mio padre sviene e mia madre sta per raggiungerlo sul pavimento, non posso fare a meno di pensare che la nascita di un bambino dovrebbe essere un momento felice, invece questo sembra più che altro un incubo ad occhi aperti.

-Dimmi sola una cosa, Rosie. Non mi interessa sapere chi è quel bastardo che ha osato avvicinarsi a te, solo non capisco perché. Perché mi hai fatto questo? Ho sbagliato qualcosa? Dimmelo, perché davvero non so più che cosa pensare.-

-Non è stata colpa tua! Tu… tu sei perfetto! Ed anche Dominique con tutte quelle sue smanie di perfezione ed io non ero mai alla sua altezza e allora mi sono detta “Dai Rose, che sarà mai” e ho ceduto e…- Parlo in maniera confusa e poco comprensibile a causa dei singhiozzi. La faccia perplessa di Scorpius mi fa capire che lui ne sa quanto prima: in effetti, nemmeno io riesco a comprendere il senso delle mie azioni. In tutto il caos generale, l’unica ad aver mantenuto la calma è zia Ginny, che alla fine si decide a fare la fatidica domanda.

-Chi è il padre?-

 

Angolo di Harry Potterish

Salve lettori e lettrici, eccomi qui con la prima parte dei capitoli delle rivelazioni. Avrei voluto aggiornare domani, ma non voglio avere il sistema nervoso di __Giuuu sulla coscienza. Che dire? Beh, sicuramente la notizia è difficile da digerire, quindi ho dovuto dividere il tutto in due parti, altrimenti sarebbero venute fuori tipo 20 pagine di Word e non mi sembrava il caso… Questo capitolo non mi soddisfa del tutto, lo sento un po’… spento. Preferisco nettamente il prossimo: non vedo l’ora di pubblicarlo! Questo lo ritengo… Accettabile, sì.

Grazie a  flors99, CharmedAlis, MaraMalfoy, __Giuuu, ZetaDreams, Ismene_ e Eugy per aver recensito.

Grazie a Ceci Weasley e flors99 per aver inserito la storia tra le preferite.

Grazie a nini95 e KikaRose, per aver inserito la storia tra le ricordate.

Grazie a CharmedAlis, chibidaphne87, JennyBlaBla, Elbeth, Eugy, Giuls92, Momonica, rubiaA, SimonaDiVaio1993, ___Giuuu e ZetaDreams per aver inserito la storia tra le seguite.

Nel prossimo capitolo chiarirete tutti i dubbi: chi è il padre e, soprattutto, come è successo il tutto.

Mi raccomando, recensite numerosi e fatemi sentire le vostre opinioni, sia che siano positive, neutre o negative: anche le critiche sono importanti per crescere! Inoltre, sono consapevole che da questo capitolo in poi sentirete ogni volta di più il bisogno di strozzarmi, perciò sono già rassegnata a vedere tante bandierine rosse… Quindi ditemi: Eccellente? Oltre ogni previsione? Accettabile? Desolante? Scadente? Troll? Volete entrare nella storia e uccidere/abbracciare qualcuno/a? Fate il tifo per un personaggio in particolare? Sono curiosa di scoprirlo.

Alla prossima

Harry Potterish

 P.S.: nel frattempo, passate a dare un occhio alla nuova storia di __Giuuu: Forse c'è ancora tempo

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Capitolo 6
*** Non chiamatemi mostro ***


A __Giuuu,

perché pagherei per vedere la sua faccia mentre leggerà il capitolo,

perché siamo telepatiche,

perché siamo inguaribilmente perverse romantiche,

perché non possiamo vivere senza di loro

e perché so che leggendo questa dedica capirà già tutto, ma fa lo stesso.

 

6.

Non chiamatemi mostro

Odio Victor Hugo. Sì, tra le tante cose e persone che detesto c’è perfino lui. A dire il vero, è quello che causa meno problemi: almeno è già morto. Le ragioni del mio odio nei suoi confronti sono molteplici, ma credo si possano racchiudere in due concetti essenziali. Innanzitutto ha scritto “I Miserabili” e so che, in quanto accanita lettrice di classici babbani, dovrei amarli, perché sono un capolavoro della letteratura occidentale. Beh, tanto per la cronaca, se per caso non avete ancora avuto la sfortuna di averne una copia per le mani, evitatelo: è ben scritto, tuttavia non riesco ancora a capire come abbia fatto quello lì a riempire cinquanta pagine con la descrizione dettagliata minuto per minuto della battaglia di Waterloo –tra l’altro non essenziale ai fini della trama, ad eccezione delle ultime sei righe. Il secondo motivo è una frase da lui pronunciata –per sua immensa fortuna, quando io non ero ancora nata: “Una donna che ha un amante è un angelo, una donna che ha due amanti è un mostro, una donna che ha tre amanti è una donna.” Secondo questa perla di saggezza, io rientrerei nella categoria Mostri. Sono una strega, è vero, ho tradito il mio ragazzo con la persona meno adatta sulla faccia della terra, vero anche questo, e sono rimasta incinta. Ok, a sentirla raccontare dall’esterno, potreste anche pensare che io sia veramente un mostro. Ma non è così! Avevo le mie buone ragione –va bene, forse non poi tanto buone- ma chiunque al mio posto avrebbe fatto lo stesso. Spero. Se io sono un mostro perché sto per dare alla luce mia figlia, allora tutti gli uomini sono mostri e non ci resta altro che cibarli bene, nella speranza che migliorino. Un buon cuoco potrebbe fare miracoli: forse se noi maghi avessimo rispettato di più i diritti degli elfi e non li avessimo costretti a lavorare ininterrottamente nelle cucine di Hogwarts, non sarebbero mai esistiti né Voldemort né Bellatrix Lestrange e tutti i loro amichetti. Loro sono mostri, non io. Se nemmeno i Lupi Mannari possono considerarsi alla loro stregua, perché io dovrei abbassarmi a tanto? Sono solo una quindicenne stupida che si è cacciata in un grosso guaio e ne sta pagando le conseguenze, anche se, alla fine, si ritroverà premiata da un bel fagottino rosa di nome Danae. Insomma, non potevo pretendere che filasse tutto liscio, giusto? Dopotutto si tratta di me, migliore amica di Sfiga e idiota come pochi. Inoltre, tutte le cose belle hanno un lato negativo. Prendete le perle: sono belle per noi, ma in realtà non sono altro che un tumore per le ostriche. E se, per una volta, i miei ragionamenti hanno un senso, la conclusione non è che una sola: tutto è relativo.

***

Gliel’ho detto. Sento le lacrime scendere copiose dagli occhi e bagnarmi completamente il viso, tanto abbondanti da impedirmi di vedere bene. Mi accascio per terra, in ginocchio, perché ormai tutta la forza che avevo l’ho consumata per rivelare il, i miei segreti. Sento domande su domande arrivare da parte degli adulti e di Scorpius, ma non riesco a rispondere a nessuna di quelle. Chiudo gli occhi e vedo di fronte a me i momenti in cui ero felice, i momenti precedenti a quella notte, che sembrano solo un ricordo lontano. Eppure non sono passati che pochi mesi. Quanto avevo lottato per avere Scorpius tutto per me? Quanto avevo desiderato creare una famiglia con lui? Tanto, forse troppo, era quasi diventata un’ossessione: non so nemmeno se un amore come quello che provavo, e provo tuttora, si possa definire tale o se è più una malattia. Cerco di calmarmi, per me stessa perché mi sto logorando, per la mia famiglia cui ho rovinato le feste, per Danae alla quale uno shock del genere non può che causare problemi. Due urla forti, decise, mettono a tacere il rumore e due braccia esili mi avvolgono: vorrei che fosse Scorpius, vorrei che fosse mia madre o mio padre, vorrei che fossero i nonni o zia Ginny, vorrei che fosse Albus, invece è, ancora una volta, la piccola e dolce Lily, che nonostante quello che ho fatto continua ad essermi vicina. Oserei dire che il nostro legame si è rafforzato da quando ha saputo della gravidanza.

-Calma, Rosie. Fallo per la piccola.- mi sussurra lei. Continua ad accarezzarmi i capelli e a stringermi e ad allungarmi dei pezzetti di cioccolata che ha raccattato dal tavolo. Forse Lily è l’ultima persona di cui ho bisogno: ha già fatto molto per me e vedere come continua ad impegnarsi, nonostante io non la possa ripagare, mi fa sentire in colpa. Allo stesso tempo, però, è l’unica che sappia tranquillizzarmi. Ora come ora, con tutte le domande cui devo ancora rispondere, è strano che l’unico pensiero sensato che riesca a formulare è che voglio che sia lei la madrina di mia figlia. Dopo qualche minuto, quando si accorge che ho smesso di singhiozzare, mi porge un fazzoletto e mi fa sedere.

-Vorrebbero farti delle domande, ma se voi non ve la sentite li caccio tutti fuori.- mi dice in un orecchio, riuscendo così a strapparmi un sorriso. So che ne sarebbe capace, ma non voglio chiederle altro per oggi e, soprattutto, devo levarmi questo macigno dal petto. Le faccio cenno con la testa che non ce n’è bisogno, tuttavia lei resta ugualmente seduta accanto a me, stringendomi forte la mano.

-Potete chiederle tutto quello che volete. Solo, vi prego di restare calmi. È difficile, ma è l’ultima cosa di cui Rose ha bisogno, quindi, per favore.- Sentire Lils parlare così a mio nome mi fa sentire come una celebrità ad una conferenza stampa. Se non fosse un momento tragico, ci riderei sopra. La prima a prendere la parola è mamma.

-Rosie, perché non ce lo hai detto prima?- Che cazzo di domanda è? Perché volevo rovinarvi la Pasqua, anzi no, perché volevo farvi il miglior Pesce d’Aprile della storia! E per fortuna che è la strega più brillante d’Inghilterra!

-Ho avuto paura della vostra reazione. Temevo che mi avreste abbandonata o qualcosa del genere. Già dirlo a Lily e a Scorpius e ad Albus è stata un’impresa…-

-Come ti è saltato in mente che avremmo potuto abbandonarti? Tu sei la nostra bambina! Ti proteggeremo sempre! Piuttosto, dimmi il nome di quel coglione bastardo che ha osato metterti le mani addosso che lo castro, lo torturo, lo sbatto ad Azkaban e poi lo faccio fuori.- Bonjour finesse! Mazza, papà, fossi in te, prima di progettare di uccidere qualcuno, chiederei scusa a Scorpius per i cinque minuti di panico che gli hai fatto passare.

-Già, e io gli darò una mano.- commenta Hugo, che fino a questo momento non ha aperto bocca. Non l’ho mai visto stare zitto tanto a lungo, deve essere proprio sconvolto all’idea di diventare zio.

-Non dirmi che è quel Stephen di Tassorosso di cui mi parlavi nelle lettere!- salta su zia Ginny, come colta da un’illuminazione. Ecco, fantastico. La corrispondenza tra me e lei doveva restare privata. Segreta. Nascosta. Nessuno doveva saperne nulla. È stata la mia confidente sin dal primo anno, una voce amica che non fosse uno dei miei genitori e allo stesso tempo neanche uno dei miei amici. Merda, io riesco a tenere nascosta al mondo una gravidanza e lei non riesce a tacere su un paio di lettere? Devo rivalutare l’opinione che ho di mia zia.

-Voi due vi scrivete?- domanda zio Harry un po’ sotto shock. Ma c’è o ci fa? Per me tutti quegli Avada Kedavra non andati a buon fine hanno nuociuto gravemente al suo cervello: voglio dire, io sono incinta e lui si preoccupa del fatto che sua moglie scriva delle lettere a sua nipote?

-Non è questo il punto.- Grazie Victoire.

-Piuttosto è lui sì o no?- richiede Teddy.

-Ma noi non conosciamo nessuno Stephen di Tassorosso!- sbotta Scorpius. È vero che i pregiudizi sono stati abbattuti, ma lui è un Malfoy e credo che il suo orgoglio sarebbe ferito profondamente se scoprisse che un Tassorosso gli ha fregato la ragazza.

-Non lo conoscete voi. A dir la verità non lo conosco nemmeno io: è solo un ragazzo del settimo anno che si siede nel mio stesso banco ad Incantesimi e ogni tanto mi lascia dei messaggi scritti. Non credo di averlo nemmeno mai visto. Comunque non è lui il padre.- Posso giurare di sentire un sospiro di sollievo da parte di Scorpius, ma probabilmente è solo un’illusione, una fantasia che mi sono fatta per convincermi che in fondo, nonostante il gesto che ho fatto, lui tenga ancora un po’ a me.

-Ti va di dirci come è successo? Casomai così ti risulterà più facile.- Santa donna la cara Victoire. Merlino, spiegami come faccia ad avere una sorella stronza come Dominique: fossi in zio Bill, chiederei un test di paternità, zia Fleur potrebbe anche avergli mentito… Ehi, aspettate un secondo! Perché non ci ho pensato prima? Avrei potuto dire che il figlio era di Scorpius e lasciar correre… No, sarebbe stato peggio.

-Beh, ecco… Era l’ultimo dell’anno ed era stata organizzata una festa nella Stanza delle Necessità.- comincio un po’ titubante.

-E tu ci sei andata? Ma è illegale!- commenta mia madre. Danae, non ti dispiace se faccio fuori la nonna, vero? Ti garantisco che non ti perdi nulla, solo una rompiscatole che ti scriverà di fare i compiti dieci volte al giorno.

-Grazie per l’informazione, mamma. Lo so benissimo, ma ho una reputazione da mantenere! Come se voi non aveste violato delle regole da giovani!- Non avrei dovuto sbottare così, ma quando è troppo è troppo.

-Era per una giusta causa!- ribatte lei.

-Vi sembra il momento? Vorrei sapere come va avanti la storia.- ci interrompe mio fratello.

-Dicevamo, ero alla festa e c’erano i ragazzi di tutte e quattro le Case dal quinto anno in poi. Ho passato la maggior parte del tempo con Scorpius, che mi ha provvidenzialmente proibito di bere, altrimenti mi sarei ubriacata e sarebbe stato peggio.- Cerco di metterlo in buona luce agli occhi degli altri, nella speranza di attirarmi nuovamente la sua simpatia.

-Forse sarebbe stato meglio se ti avessi lasciata ubriacare: ti avrei dovuta portare indietro prima di mezzanotte e non sarebbe successo tutto ‘sto casino e tu non avresti fatto questo errore madornale.- mi interrompe lui.

-NON CHIAMARE MIA FIGLIA UN ERRORE! SONO STATA CHIARA?- urlo con tutta l’energia che ho in corpo.

-Rose, calmati.- mi dice Lily e mi fa risedere.

-Scorpius, non dire niente del genere. Hai fatto la cosa giusta, la responsabilità non è certo tua.- lo tranquillizza mamma. Ecco, proprio quando noi due ci separiamo i miei genitori iniziano ad apprezzarlo. Ma lo fanno apposta?

-Scusa, però non capisco. Come mai non eri con Scorpius, allora?- mi domanda Teddy. È l’unico qui dentro che sappia fare domande intelligenti?

-Adesso ci arrivo. Durante la festa Scorp si è sentito male, perché per sbaglio ha mangiato un dolce alle fragole, cui è allergico. Ha iniziato a vomitare, poi non respirava più, così l’ho portato in Infermeria: avevo paura che fosse vittima di uno shock anafilattico. Madama Chips lo ha curato abbastanza velocemente, ma mi ha detto che non potevo restare lì, perché doveva riposare. Erano già le undici e mezza e non aveva senso tornare alla festa senza di lui, così mi sono diretta alla Torre di Grifondoro. Lungo il tragitto ho incontrato un ragazzo. Sul momento non l’ho riconosciuto, poi però ho individuato chi fosse grazie alla voce.-

-Chi era?- domanda zia Ginny curiosa. Vuoi anche un po’ di pop corn per gustarti meglio la scena?

-Una cosa alla volta. Mi ha chiesto perché fossi sola e come mai avessi abbandonato la festa ancor prima della mezzanotte. Gli ho spiegato la faccenda di Scorpius: a quanto pare c’era un caos e un buio tale che nessuno se ne era accorto. Allora gli ho chiesto come mai lui se ne fosse andato e mi ha detto che la sua ragazza lo aveva appena scaricato. L’ho consolato un po’ e ha deciso di accompagnarmi al dormitorio. Strada facendo, abbiamo cominciato a parlare dei propositi per il nuovo anno. Io ho detto che il mio era riuscire a battere Dominique in qualcosa. Senza offesa Vicky, ma tua sorella non la sopporto proprio: è sempre così… perfetta! A momenti dà la nausea!-

-Comprendo perfettamente, a volte non la tollero neanche io.- replica lei. Questa proprio non me l’aspettavo, però devo ammettere che è una sorpresa piuttosto piacevole. Forse qualcosa di buono c’è in tutta questa storia.

-Comunque… Lui mi ha chiesto quali erano le cose che potevo fare per raggiungere il mio scopo e io ho cominciato a stilare un elenco. Tuttavia, la maggior parte di queste non erano realizzabili nel corso di un solo anno, tipo aprire una casa di moda o sposarmi prima di lei. Allora mi ha fatto una proposta: lui era disperato e io arrabbiata come non mai. Dolore e rabbia sono spesso due sentimenti che ci portano a fare le cose peggiori. Vicky, tu hai presente la promessa che hai fatto fare a tua sorella, vero?- Mi rivolgo direttamente a mia cugina: preferirei non dover parlare troppo esplicitamente di certe cose davanti ai miei. Sembra pensarci un po’ su, poi realizza.

-Intendi dire quella di rimanere vergine fino ai diciassette anni per evitare che si cacciasse nei guai?- mi domanda con fare retorico.

-Esattamente. Beh, era l’unico modo per superarla e così… Quando è scoccata la mezzanotte, è successo quel che è successo. Non abbiamo pensato alle protezioni, eravamo stanchi e troppo coinvolti –chi per una ragione, chi per un’altra- per riuscire ad essere lucidi. E così, eccoci qua.- Tutti mi fissano sconvolti. Il primo a prendere la parola, con mia grande sorpresa, è Scorpius.

-Ma è… tremendo! Non ho altre parole! Io ero in Infermeria per uno shock anafilattico la notte di Capodanno, ti lascio sola un secondo e tu mi fai… questo! Pensavo che mi amassi! Pensavo che fossi qualcosa di più del tuo giocattolino!- Ha ragione. Come faccio a dire che ha torto? È vera ogni singola parola che è uscita dalla sua bocca. È Lils a rispondere per me.

-Sentimi bene, Malfoy. Tra noi due non è mai scorso buon sangue e, onestamente, non tengo particolarmente al fatto che la situazione cambi.-

-La cosa è reciproca, Potter. Ma non vedo questo che c’entri con me e tua cugina.- “Tua cugina”. Ora non sono neanche più Rose, sono solo la cugina stronza e bastarda di Lily Luna Potter.

-Se tu mi lasciassi finire una volta tanto, Malfoy! Come stavo dicendo, nonostante i nostri trascorsi ero disposta ad accettarti se fossi stato capace di rendere felice Rose. È vero, non avrebbe dovuto farlo, ma se c’è una cosa di cui sono certa è l’affetto, anzi l'amore, che lei provava e prova per te! Fidati, se sapessi che sei solo uno da una botta e via, le avrei impedito di soffrire tanto.- Grazie Lily. Ti voglio bene. Spero solo di trovare la forza di dirlo ad alta voce un giorno o l’altro.

-Tu dici che lei mi ama, ma allora perché l’ha fatto! È senza senso! È…è…non so nemmeno io cos’è! Un mostro, ecco quello che è! Aveva ragione mio padre a dirmi di non rivolgerle la parola! E io che credevo che fossero tutte cazzate!- Per quanta rabbia possa provare a causa delle sue parole, anche io, al suo posto, penserei le stesse cose, quindi non posso fare altro che replicare, cercando di mantenere la calma.

-Hai ragione. Non ha senso tutto ciò. Ma quando si è arrabbiati si fanno cose stupide, ok? Non dirmi che sono un mostro, ti prego, lo so già perfettamente da sola! Non ti chiedo di tornare con me, di fare finta di niente, di crescere la piccola come se fosse tua. Non ti chiedo nemmeno di capire. Ti chiedo semplicemente di non farmi pesare la cosa già più di quanto non pesi a me. Credi che sia facile sapere che sono riuscita a mandare la mia vita a puttane in soli dieci minuti e per colpa dell’unica persona che abbia mai odiato? Sei stato il mio primo amore e non posso dimenticarti. Ma ora ho delle responsabilità.- Miseriaccia, che bel discorso ispirato, ma da dove l’ho tirato fuori? Forse ho ancora un cervello –o anche solo un neurone- che funziona da qualche parte nella mia testa.

-Voglio andarmene.- replica lui calmo.

-Scorpius, noi dovremmo restare fino a stasera ad essere sinceri…- gli fa presente zio Harry.

-Lo so, infatti non ho intenzione di scombinarvi i piani. Mi basta un po’ di Polvere Volante per arrivare a casa. Manderò mia madre a prendere i bagagli domani.- commenta freddo e distaccato, con quel classico atteggiamento che ho visto più volte assumere da suo padre, ma mai da lui.

-Dici tanto di amare mia figlia, ma proprio non ti capisco! È vero, per questa volta la colpa non è tua, però non vuoi davvero sapere chi è quello stronzo che si è azzardato avvicinarsi a lei per poi non farsi più vivo?- Ci sono momenti in cui mio padre mi sorprende con i suoi ragionamenti e la sua genuinità. Forse è per questi sprazzi di saggezza che mamma lo ha sposato.

-E per cosa? Per rodermi il fegato ancor di più? Per ucciderlo e passare ad Azkaban il resto dei miei giorni? No, grazie. Amo sua figlia e ho rispetto dei bei ricordi che ho insieme a lei. Preferirei conservarli tali e non rovinarli, se non le dispiace. Grazie mille a tutti per l’ospitalità. Albus, ci vediamo a scuola. Quanto a te Rose, sii felice. Auguro il meglio a te e a tua figlia.- Per un attimo i suoi occhi brillano, quasi come se stesse per scoppiare a piangere. Per un secondo lo spero, ma so che non accadrà: un Malfoy non piange mai. Però, quello basta per farmi capire che conto ancora qualcosa nella sua vita. Come se avesse rilevanza adesso! Non può che contribuire a farmi stare ancora peggio. Danae, ricordami di farti fare una promessa simile a quella che Vicky ha fatto fare a Dominique; ricordati di questa giornata e non comportarti come quella pazza di tua madre.

***

Scorpius se ne sta andando. Sento la porta del gazebo cigolare mentre la apre e le urla dei bambini fuori che giocano in compagnia dei nonni e di qualche altro adulto: beati loro che non sanno ancora nulla, che non sono al mio posto, che hanno trascorso una Pasqua tranquilla, che hanno ancora una vita intera davanti. Anche io, se voglio, la posso ancora avere, mi basterebbe ricominciare da qui, da Danae e dalla mia famiglia.

-Resta.- Non sono stata io a parlare, ma mio cugino Al. Ha bloccato Scorpius per un braccio e ha richiuso la porta.

-Al, me ne voglio andare. Non so se tu abbia esattamente capito quello che è appena successo o le tue tecniche di rilassamento ti abbiano rincoglionito, ma tua cugina mi ha appena detto che il bambino non è mio. Vorrei andarmene. Non ho nulla contro di te e gli altri membri della tua famiglia, davvero, ma ho bisogno di staccare un po’.-

-No, tu invece resti qui. Non sono un rincoglionito, so perfettamente che cosa è appena successo. Dico solo che è da vigliacchi andarsene proprio ora! Ti lamenti del fatto che Rose ti abbia mentito, ma quando ti offre la verità su un piatto d’argento fuggi come un bambino! Forse sarebbe ora che tu rivedessi le tue priorità.-

-Noi non siamo Grifoni, Al. Siamo Serpi. Siamo quelli che fuggono di fronte al pericolo, che cercano il quieto vivere, che si parano il culo in tutte le situazioni.-

-Non tutte le Serpi sono vigliacche. Severus Piton era un Serpeverde ed era estremamente coraggioso e io sono fiero di portare il suo nome.-

-Grazie Al, ma in questo momento non me ne frega niente dell’origine del tuo nome. Che significa?-

-Significa che ci sono cose per cui vale la pena rischiare.-

-E ti sembra ne valga la pena in questo caso?-

-Sì.-

-Dammi una buona ragione.-

-Lei ti ama e tu, nonostante tutto, la ami ancora, te lo leggo negli occhi: sei il mio migliore amico, certe cose le so. Ora dimmi che l’amore non è una ragione valida e ti sbatto fuori di qui a calci io personalmente.-

-Esattamente come Silente, a predicare la pace e l’amore! Deve essere il nome…-

-Sarebbe un sì?-

-Sarebbe un fate in fretta, perché potrei cambiare idea… Ma resto, voglio ascoltare.- Merlino, grazie Albus, ti devo un favore immenso. Mi hai appena risparmiato di dover rifare questo discorso con Scorpius una volta tornati a scuola. Già ci sarà lo stress per gli esami, se avessi dovuto pensare anche a quello sarei impazzita!

-Rosie, solo una cosa ancora mi sfugge. Perché ti sei fidata ciecamente di questo ragazzo?- mi domanda mamma.

-Lo conoscevo bene.- rispondo semplicemente io.

-Ok, ora mi sono rotto i coglioni.-

-Modera i termini, Hugo.- lo riprende mia madre.

-Modera i termini un cazzo! Mia sorella è incinta per colpa di un bastardo depresso e non so ancora chi è! Ora lo spari fuori questo nome sì o no?- Miseriaccia, mio fratello in questo momento fa davvero tanta paura.

-Tuo fratello ha ragione, Rosie. C’è un Avada Kedavra che non aspetta altro che uscire dalla mia bacchetta.- commenta mio padre.

-Non voglio che mia figlia sia orfana ancor prima di essere nata.- replico io decisa.

-Già, in più non credo proprio che avrai il coraggio di fare una cosa simile, zio.- aggiunge Lily, con un sorrisetto beffardo stampato in faccia.

-Lily, tesoro, forse non mi hai mai visto arrabbiato.- risponde pacato lui, per quanto possa essere pacato un uomo che sta per compiere un omicidio.

-Confermo. Una volta ha messo le mani addirittura addosso a me!- lo supporta zio Harry, come se attaccare Il-bambino-che-è-sopravvissuto sia un grande atto di coraggio. Insomma, siamo seri, quello lì non è un granché: ha un culo che, se ne avessi io la metà, la mia vita sarebbe perfetta. Ecco, Sfiga, perché non vai a trovarlo? Guarda che è simpatico lo zio Harry! Se vuoi ti do il suo indirizzo, così tu e Fortuna potete scambiarveli…

-Fidatevi, Lily questa volta ha ragione.- trovo la forza di dire io. Merlino, tra poco dirò il nome. Perdonatemi tutti, non guardatemi come un mostro. Vi prego, scusatemi.

-Allora, volete dirci chi è questo disgraziato sì o no?- salta su zia Ginny spazientita.

-Sono io.-

E tutti quanti si voltano a guardare due occhi verdi e una chioma corvina, mentre la porta del gazebo sbatte e Scorpius Malfoy esce dalla nostra, dalla mia vita.

 

 

 

 

Angolo di *cerca di scappare* *il suo migliore amico la blocca* *sbuffa* *ricomincia a scrivere* Harry Potterish

Vi prego, non uccidetemi. Tiratemi pomodori, uova, tutto quello che vi pare, casomai qualche Cruciatus, ma niente Avada Kedavra (capito, CharmedAlis?). Se proprio ci tenete a compiere azioni illegali che potrebbero portarvi ad Azkaban, dirigete gli Avada Kedavra contro la mia prof. di Greco, contro quello di Inglese e quella di Latino, che mi ha messo un compito in classe il giorno del mio compleanno. *Harry Potterish si lancia in una serie di insulti infinita, per poi ricordarsi che sta scrivendo le note e deve continuare*

Punto naber uan: ci tengo a precisare che io adoro “I Miserabili” di Hugo, ma qui ho sfogato il mio odio per quella digressione sulla battaglia di Waterloo, la quale ho dovuto leggere e sulla quale mi hanno pure interrogata. Ma sorvoliamo.

Punto namber ciù: la scelta del padre è nata dalla richiesta di una mia amica, che ho deciso di accontentare. So che alcuni saranno contenti (vero, __Giuuu?) e che altri vorranno pugnalarmi (ti prego, Ismene_, perdonami), ma non si può soddisfare tutti.

Punto namber tri: sicuramente ci saranno cose che vi hanno lasciate (non credo ci siano ragazzi che leggono…) perplesse. Bene, sappiate che, prima o poi, si chiarirà tutto: ho scritto anche due raccolte di drabble legate alla storia dal punto di vista di Scorpius e Al per spiegare meglio i punti oscuri della trama e saranno pubblicate alla fine. Comunque, chiedete pure, e io vi dirò se dovrete aspettare oppure i vostri dubbi meritano una risposta ora.

Punto namber for: “Devi rivedere le tue priorità” è un chiaro omaggio a Ron, che dice questa frase nel primo film: io adoro quel personaggio, mi offre un sacco di spunti ed è divertentissimo da scrivere.

Punto namber faiv: ringrazio ZetaDreams, CharmedAlis, Ismene_, flors99, Cloe_Black, __Giuuu, Eugy e martachiu_95 per le loro recensioni e tutti quelli che hanno inserito la storia nelle preferite/seguite/ricordate (siete tantissimi, non riesco più a scrivervi tutti, il che è un buon segno).

Punto namber sics: bene, ora vorrei che vi deste da fare per riempire la pagina delle recensioni di bandierine rosse (tanto so che arriveranno, forse mi risparmia giusto __Giuuu, ma perché lei ama troppo le Albus/Rose…). Sia chiaro, se mai dovessero essere verdi o azzurre non mi dispiacerebbe, eh…

Al prossimo capitolo (se qualcuno sarà ancora disposto a leggere)

Harry Potterish

 

P.S.: ci sono persone più sane di mente di me che scrivono ancora storie belle e normali. Se tutti voi avete sognato per almeno una volta nella vita che il mondo di Harry Potter fosse vero (chi non ha aspettato la lettera per Hogwarts a undici anni?), cliccate qui. Un nuovo caso per Harry, Ron ed Hermione, ambientato “19 anni dopo…”

 

 

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Capitolo 7
*** Voci ***


Attenzione! Per comprendere meglio il significato del titolo e del capitolo, leggere ascoltando “Rumour Has It” di Adele.

 

 

A chi, come me e Rose, è perseguitato da Sfiga

E a chi, come me e lei, di sentimenti non capisce proprio niente.

 

7.

Voci

Pettegolezzo: quando sentiamo dire qualcosa che ci piace su qualcuno che non ci piace. I pettegolezzi sono un’enorme rottura di p…luffe. Il più delle volte sono assurdi, eppure non puoi fare a meno di crederci. Alcuni svaniscono nell’arco di poche settimane, altri invece invecchiano, rimangono nella storia e diventano veri e propri miti. Ad esempio quello che mia madre sia riuscita a pettinarsi decentemente per il Ballo del Ceppo o quello secondo il quale io e Lily siamo in lite per Malfoy. Chissà quanto si divertiranno nei prossimi mesi le pettegole di Hogwarts spargendo voci su di me: avranno argomenti di cui discutere fino alla fine dell’anno! Ma in fondo, bisogna essere generosi con i falliti: i pettegolezzi non sono altro che il loro Nottetempo, lo prendono che è un piacere.

***

In genere la gente pensa che una ragazza, se ha una media scolastica alta, debba per forza andare volentieri a scuola. Bene, mi spiace deludervi, ma non funziona esattamente così. Il fatto che una studentessa si impegni e cerchi di dare il meglio in ogni situazione non è altro che il suo dovere. Io ho sempre avuto un elevato senso di responsabilità, forse anche troppo elevato, così elevato che alla fine è crollato nel momento in cui ero più debole. Insomma, è solo merito –o colpa, sta a voi decidere- di questo senso di responsabilità se ho una media schifosamente alta. Quest’anno, in particolar modo, soffro il rientro ancora di più: nei prossimi mesi la mia pancia lieviterà a vista d’occhio e non potrò certo dire ai miei compagni di scuola che sto prendendo peso a causa del mio appetito, tra l’altro di solito praticamente inesistente. Non oso immaginare quanto sarà seccante dover rispondere alle domande, cercare di spiegare la situazione in maniera chiara, tollerare i pettegolezzi che, inevitabilmente, verranno messi in circolazione e cui tutti puntualmente crederanno, anche se riguarderanno me e un ipotetico Ricciocorno Schiattoso che mi ha confuso le idee facendomi scambiare mio cugino per il mio ragazzo –rifermenti a cose, persone o Corvonero realmente esistenti è puramente casuale. La consapevolezza che tutto ciò accadrà è insopportabile: se solo, per una volta in vita mia, stessi sbagliando!

Alcuni giorni fa siamo partiti da Londra con l’Espresso e la notizia della mia gravidanza si è diffusa a macchia d’olio. Ho cugini, amici e parenti lontani sparsi in tutte le Case e di ogni età, quindi è bastato che uno si lasciasse sfuggire un dettaglio per scatenare il gossip del secolo: come se fossi la prima cui capita di rimanere incinta! Almeno, mi auguro che non sia così, altrimenti potrei anche sotterrarmi. Per quanto mi secchi avere gli occhi di tutti puntati addosso, per lo meno non dovrò rispondere a troppe domande quando ci saranno i G.U.F.O. e avrò ben altro per la testa: prima di andarmene, mamma mi ha riempita di raccomandazioni, ripetendomi migliaia di volte che dovevo cercare di stare tranquilla il più possibile.

Aspettate un secondo, voi non sapete che fine ha fatto Albus! Beh, se devo essere onesta, a lui è andata peggio che a me. Mio padre lo ha risparmiato solo perché è il suo figlioccio, ma gli ha tolto il saluto; zio Harry e zia Ginny lo hanno punito e gli hanno fatto promettere di trovarsi un lavoro part-time per poter frequentare la scuola e allo stesso tempo darmi una mano a mantenere la piccola; Scorpius non gli parla più, ma questo mi sembra abbastanza ovvio, no?

Bene, ora che siete aggiornati, posso procedere e ritornare a questo schifo di presente. Al momento sono a colazione e la Sala Grande è fitta di gente. Guardo al tavolo di Serpeverde nella speranza di incontrare gli occhi di Scorp: è un’abitudine che non sono ancora riuscita a perdere. C’è soltanto Al, che mangia a testa bassa, isolato dal resto del gruppo: un Serpeverde che avrà una figlia da una Grifondoro, che tra l’altro è sua cugina, lo ha portato ad essere considerato un essere infimo. Non sanno quanto si stiano sbagliando.

Non abbiamo ancora parlato seriamente dopo gli avvenimenti di Pasqua, però so che non mi abbandonerà. Sono immersa nei miei pensieri, quando all’improvviso entra lui –non devo specificare chi è, vero? Cerca di non farsi notare, ma temo non ci riuscirà: pur non essendo un adone, è un ragazzo molto ambito perché è particolare ed ha un fascino tutto suo. Le ragazze, ora che sanno che è single, lo seguono ovunque, mentre i ragazzi, segretamente soddisfatti che finalmente il principino stia avendo qualche problema, non fanno altro che sfotterlo. Speriamo che almeno gli risparmino le frecciatine di prima mattina! Tuttavia non credo saranno molto clementi…

-Malfoy, come hai fatto a passare dalla porta? Sei così cornuto che se ti vede un cervo va in depressione!- Accidenti ai geni Granger: quanto mi secca avere sempre ragione. A parlare è stato un ragazzo di Tassorosso, che sembra avere qualche anno in più di noi: potrei chiedere a Stephen chi è. Si solleva una risata generale. In effetti non posso dar torto a nessuno di loro: gli ho messo le corna con il nostro migliore amico, nonché mio cugino, come in uno di quei romanzetti rosa da quattro soldi che leggeva la prozia Muriel –pace all’anima sua. Comincio ad agitarmi un po’ e Lily, accorgendosene, prova a tranquillizzarmi.

-Rosie, vuoi stare calma? Lo so, ti senti incolpa, ma lo sapevi che sarebbe andata a finire così, no? Tu sei Rose Weasley, lui è Scorpius Malfoy e l’altro è Albus Severus Potter! Non siete certo tre tipi anonimi: ti vorrei ricordare che nei vostri tre cognomi è racchiusa la storia del mondo magico dal 31 ottobre 1981 ad oggi.-

-Senti, tu non capisci. Come ti sentiresti se il ragazzo che ti piace venisse preso in giro da tutta la scuola perché sei rimasta incinta di Hugo? - sbotto senza alcuna ragione apparente.

-Bleah, che schifo! Senza offesa Rose, tuo fratello sarà anche simpatico, ma proprio non si può guardare! Almeno Albus è carino, anche più di Malfoy secondo me. Se non fosse che è mio fratello…-

-Ti prego, Lily, non finire quella frase.-          

-Ok, ok, era solo un commento neutro e disinteressato! Comunque, avete avuto modo di parlare voi due?-

-No, non ancora. Tu dici che dovrei darmi una mossa?-

-Non so, fai come credi. Secondo te l’ultima volta che hai deciso di aspettare per parlare è andata a finire bene?-

-Va bene, ho capito, sono un’idiota! Concetto afferrato. Adesso è meglio che me ne vada in classe.-

-Ma manca ancora mezz’ora!- mi urla dietro mia cugina. Io fingo di non sentirla a causa del rumore e continuo per la mia strada: non riesco a stare nella stessa stanza di Scorpius per più di due minuti, mi fa sentire un verme.

Trascorro tutta la lezione di Erbologia fissando il vuoto: non prendo nemmeno un appunto e rovescio un vaso che contiene una strana pianta esotica che non abbiamo ancora studiato. E no, non stupitevi del fatto che non la conosca, io non sono mia madre. Ringraziando Godric, Neville è un caro amico e conosce meglio degli altri professori il mio problema, quindi finge di non notare nulla, anche se non evita di lanciarmi uno sguardo assassino quando per sbaglio arrivo a colpire pure la sua amata –e altrettanto orrenda- Mimbulus Mimbletonia. Non starò ad annoiarvi con il racconto delle lezioni minuto per minuto, se non interessano a me, figurarsi a voi. Stiamo già iniziando a ripassare in vista degli esami –ad aprile, vi rendete conto della pazzia degli insegnanti?- e quindi non facciamo altro che ripetere la solita solfa trita e ritrita: per far levitare un oggetto il movimento richiesto è agitare e colpire, il Tranello del Diavolo non tollera la luce solare, i Lupi Mannari si distinguono dagli Animagus perché non possono scegliere se trasformarsi o meno, i Troll di Montagna sono stupidi quasi quanto me, per appellare un oggetto basta gridare “Accio”, bla, bla, bla. Gli unici che devono stare attenti sono quegli scansafatiche dei miei compagni di classe che non hanno aperto un libro in cinque anni: siamo seri, come si fa a non saper trasfigurare decentemente un topo in una tazzina a quindici –quasi sedici- anni?

-Mio fratello è in biblioteca.- Una voce alle mie spalle: l’ho sognato o qualcuno ha parlato per davvero? Sono nel bel mezzo del corridoio e anche oggi sono arrivata alla fine della giornata stremata, ma abbastanza tranquilla. Mi volto e vedo James Potter. Perché mi sta parlando?

-Come scusa?- chiedo un po’ stupita.

-Mio fratello Albus, quello moro, occhi verdi, padre di tuo figlio, hai presente no? Beh, è in biblioteca.- Merlino, trattienimi dall’ammazzarlo. Devo ammettere che la maternità mi sta aiutando a sviluppare un ottimo self-control.

-Continuo a non afferrare.- replico semplicemente.

-Rose, non ti facevo così idiota.-

-Grazie, James. Se hai finito con i complimenti io, a differenza tua, avrei degli esami a fine anno da sostenere.-

-Merda, Rose! Vai, vai da lui e parlagli, ti prego! Non ne posso più!- sbotta all’improvviso, attirando così l’attenzione di qualche studente che passa di qui per caso. Gli faccio cenno di abbassare la voce e lo porto in un angolo più appartato.

-Ti ha mandato Lily, vero?- domando a bruciapelo non appena smettiamo di camminare.

-Che c’entra mia sorella?- ribatte lui con la faccia di uno che non ha capito niente di quello che gli sta succedendo intorno. Cioè con la sua espressione di sempre.

-Beh, è la mia migliore amica e rompe in continuazione perché secondo lei io e Albus dovremmo parlare, quindi ho pensato che avesse mandato te per farmi capire che non è solo un suo pensiero, ma un’opinione condivisa da più persone.-

-Mi sono perso al “quindi”… Comunque, mia sorella non c’entra, ok? Al è un cretino, ma è mio fratello e io non ne posso più di sentire i suoi scleri! Ha bisogno di mettersi l’animo in pace, di sapere che per te va tutto bene.-

-Ma per me non va tutto bene!- Ok, Rose calma, ricordati di Danae, non ti infervorare.

-Lo so, lo so! Dico solo che devi provare a calmarlo, sei l’unica che ci riesce.-

-E cosa gli dovrei dire? “Ciao Al, come va, tutto bene? Tranquillo stiamo per avere un bambino, ma non è la fine del mondo! Basterà solo rinunciare alla vita da adolescenti per i prossimi dieci anni, poi ci ritroveremo vecchi e senza un futuro davanti perché non avremo potuto continuare gli studi e chiaramente saremo single per il resto dei nostri giorni, dal momento che nessuno vuole stare con qualcuno che ha già un figlio!”-

-Merlino, spiegami come ha fatto mio fratello a innamorarsi di una così…-

-Come scusa?- Oggi sto iniziando a diventare ripetitiva.

-Oh che cazzo.- È tutto quello che riesce a dire mio cugino.

-Ripeti, James.-

-Non ho detto nulla io!- prova a difendersi. Speranza vana: quando rimani incinta, automaticamente il tuo sangue inizia a produrre i geni inquisitori tipici di tutte le madri.

-Non è vero!-

-Senti, ok, forse è uscito un ammasso di suoni dalla mia bocca, ma io sparo cazzate a tutto spiano, quindi perché dovresti preoccupartene?-

-James Sirius Potter, vedi di non prendermi per il culo e spiegami questa faccenda.-

-Ti prego, giura di non dire niente a mio fratello, altrimenti mi uccide.-

-Parola di Weasley.- La “Parola di Weasley” è un giochetto che ci siamo inventati io e mio fratello all’età di sette anni. Non ricordo neanche che significato avesse, so solo che, da allora, la nostra parola è sacra.

-Bene, non c’è molto da dire. È innamorato di te. Punto.-

-Perché Lily non me l’ha mai detto?- chiedo, un po’ delusa dalla mia migliore amica.

-Perché non lo sa. Non lo sa neanche Malfoy, ovviamente. Lo so solo io.- Oh, questo cambia tutto.

-E si è confidato con te?- domando sbalordita. James è un caro ragazzo, ma non si può definire la persona più adatta per parlare di sentimenti: ha un tatto inferiore a quello di mio padre… e ho detto tutto.

-Nah, parla nel sonno. Durante queste vacanze abbiamo condiviso la stanza perché c’era a casa Malfoy, l’ho sentito farfugliare delle parole strane e gli ho scucito la verità. È bastato metterlo sotto pressione giusto un pochino…- Questo spiega molte cose.

-Ma sei pazzo? Lo sai che soffre di ansia cronica!-

-Sì, lo so perfettamente, e se non sfruttassi la cosa a mio vantaggio che razza di fratello sarei?- Ora ditemi come fanno due fratelli ad essere tanto diversi: uno così sensibile e intelligente e l’altro tanto… coglione.

-Uno migliore.- Non che sia nella posizione più esatta per fargli la morale, però…

-Risparmiami la morale, Rose.- Appunto. Non c’è bisogno che me lo ricordi sai, caro?

-Spiegami solo una cosa: perché mi ha spinta tra le braccia di Scorpius, allora?- Sono davvero riuscita a formulare un pensiero sensato in un momento del genere? Sono un genio. Definitivamente.

-Non dovresti chiederlo a lui?- ribatte, sorridendo beffardo.

-Ho dato la mia parola che non ne avrei fatto menzione con Albus per salvarti la pellaccia, ma se vuoi sono ancora in tempo per ritrattare.-

-No, no, no, afferrato. Lui, ecco, pensava che… Beh, sì, insomma… Era convinto che vederti con Malfoy sarebbe stato meno doloroso: è facile essere felici per i propri migliori amici. Inoltre sapeva che eri in buone mani. Non puoi capire come ci sia rimasto male nel vedere che, nonostante tutto quello che negli anni avesse cercato di fare per proteggerti, era stato proprio lui a rovinarti.-

-Non ho parole. Non mi sono mai accorta di niente.- Sono delusa da me. Io non sono un genio, sono un’emerita cretina!

-Dimentichi che Albus è a Serpeverde, quindi sa nascondere bene le proprie emozioni. A parte l’ansia, ma sta facendo progressi… Senti, lui è in biblioteca, ma se continuiamo a parlare mi sa che te lo lasci sfuggire. Io e te non abbiamo mai avuto questa conversazione, ok?-

-Ok.- Guardo James andarsene a passo svelto. Questo non era previsto. Negli ultimi mesi stanno succedendo un po’ troppe cose inaspettate. In effetti, al secondo anno girava la voce che io piacessi ad Al, ma ci avevamo sempre riso sopra. Poi al terzo anno lui aveva trovato una ragazza e Hogwarts si era messa il cuore in pace. Appunto per me stessa: alla base di ogni pettegolezzo c’è una verità, piccola o grande che sia.

Mi avvio verso la biblioteca nella speranza di trovare mio cugino e lo incontro proprio sulla porta, che se ne sta andando con un paio di libri in mano.

-Rosie, non ti avevo vista. Come va? Tutto ok? Senti, ora dovrei studiare quindi, se non ti dispiace, io andrei.- Miseriaccia, quando vuole parla davvero veloce!

-Dobbiamo parlare.- dico semplicemente io. Vai così Rose, hai affrontato di peggio.

-Rose, tranquilla, so le date delle prossime ecografie, le ho segnate sul diario in rosso. Ora posso andare?- Le ha veramente segnate sul diario? Io ricordo a malapena dove ho messo il foglio con gli appuntamenti, e sono la madre!

-No, non si tratta di questo.- Dai, sicura e decisa, ce la puoi fare.

-Se è per il lavoro, ho già risolto anche per quello. A Mielandia assumono commessi, anche part-time: inizierò quest’estate e poi continuerò durante l’anno, lavorando nei weekend e tre pomeriggi a settimana.- Ha davvero già concluso tutto questo in così poco tempo? Io non ho nemmeno comprato vestiti o pannolini!

-Non è nemmeno per questo. E, tra parentesi, non ce n’è bisogno.-

-Devo farlo perché è la mia punizione, ma soprattutto voglio farlo: voglio aiutarti il più possibile. In fondo, metà della colpa è mia, se non tre quarti, visto che sono stato io a tentarti.-

-Non parlare così.-

-Ma è vero! Senti, tornando a noi, che cosa volevi dirmi esattamente?-

-Non qui.- rispondo io. Lo prendo per un braccio e lo trascino nelle cucine. Mentre attraversiamo la scuola, in molti ci guardano maliziosi, ma in questo momento me ne frega quasi quanto delle perfette unghie di Dominique.

-Ora spiegami perché proprio le cucine.- chiede lui come se fosse un’informazione di vitale importanza.

-Non dovevo salire altre scale per arrivare al piano della Stanza delle Necessità e ho molta voglia di fragole.- Ora che ci penso, è abbastanza ridicolo che mia figlia abbia voglia proprio dell’unico cibo cui Scorpius è allergico e che, viceversa, io e Albus adoriamo.

-Capito. Davvero Rose, io sarei di fretta…-

-Non me ne frega un cazzo! Ora tu stai qui e parliamo!- Miseriaccia, non credevo di avere tanta rabbia in corpo.

-Modera il linguaggio in presenza di nos… della piccola.-

-Puoi anche chiamarla nostra figlia, perché è questo quello che è. Danae Potter, figlia di Rose Weasley e Albus Severus Potter.- L’ho detto a voce alta? Fa uno strano effetto.

-Danae? Ancora con quel pacchetto-vita? Pensavo lo avessi abbandonato! Avevi otto anni allora!-

-Stai scherzando? Anche adesso cerco di rimanergli fedele il più possibile, è una delle poche certezze che mi rimane.-

-Rosie, sei proprio strana a volte!-

-Diciamo pure sempre…- Si mette a ridere e ruba una fragola dal cestino che gentilmente gli elfi ci hanno offerto.

-Seriamente Albus, noi avremo un bambino, te ne rendi conto?- chiedo io, che ancora stento a credere alle mie parole. Ci sono frasi che non immagineresti mai di dire nella vita e una di queste è proprio la seguente: avrò un figlio da mio cugino, nonché fratello della mia migliore amica e migliore amico mio e del mio fidanzato. E che, giusto per inciso, è innamorato di me.

-Sì, solo che è… strano. Sembra un po’ surreale a dirlo così, quasi come se fosse uno dei giochi di ruolo cui giocavamo da piccoli.-

-Però è la realtà.-

-Però è la realtà. Forse tu te ne rendi conto meglio di me: sai, avere quell’esserino lì dentro e tutto il resto… Mi fa strano pensare che tra neanche vent’anni nostra figlia avrà già finito Hogwarts.- Come diamine fa a parlarne tanto serenamente? Forse è per la questione che mi ha spiegato James. Sì, è definitivamente per quello: un figlio significa essere legato a me per sempre.

-Anche a me.-

-E io che immaginavo di non dovermi preoccupare di nessun altro oltre a me stesso fino ai trent’anni!-

-Beh, puoi sempre cambiare il tuo progetto.-

-Parla quella che si attiene ancora al pacchetto-vita di quando avevamo otto anni!- Gli faccio la linguaccia e ci mettiamo a ridere come due scemi. Perché in fondo è questo che siamo: due cugini scemi.

-Grazie.- salto fuori io senza una ragione particolare.

-Per cosa?- si informa curioso.

-Per essere presente, per non farmi pesare la situazione, per cercare di aiutarmi, per non farti prendere dal panico nonostante la tua ansia cronica, per essere così… così… Albus.-

-Ehi, quella lì è anche mia figlia, quindi non mi ringraziare, è solo dovere.- Oh, che dolce! Mi fa quasi commuovere. Ecco, sento gli occhi che si stanno appannando, la lacrima sta per scendere…

-No, Rose, ti prego, le lacrime no! Sai che detesto vedere qualcuno piangere.- Vedere me piangere, vorrai dire. Quando è tua sorella o mio fratello o tuo fratello a piangere non è mai un problema.

-Non lo faccio apposta! È tutta colpa di ‘sti cavolo di ormoni!- mugugno io, lamentandomi come una bambina piccola. Lui si avvicina a me e mi abbraccia. È strano: lo ha fatto tante volte, ma oggi è diverso. Forse sapere che si è innamorato di me fa la differenza. Già, è senza dubbio quello. Perché io vorrei che ci fosse Scorpius qui, ora, al posto suo; perché vorrei che Scorpius fosse il padre; perché vorrei essermi attenuta al mio pacchetto-vita; perché non credo che Lily abbia ragione e sia più carino di Scorpius; perché non penso che profumi di cioccolata piccante, la mia –anzi la nostra, vero piccolina?- preferita; perché non trovo che le sue braccia, decisamente meno muscolose di quelle di Scorpius, siano più confortevoli; perché non penso che sia terribilmente dolce; perché non trovo che tra noi due ci sia più affinità –e anche se così fosse, sarebbe naturale, visto e considerato che siamo cresciuti insieme; perché non trovo adorabile il fatto che mi consoli e mi faccia da psicologo personale e preferisco la maniera di Scorpius, che butta tutto sul ridere e minimizza i problemi; perché sapere che mi ama non mi fa né caldo né freddo; perché sapere che mi ama non cambia la mia opinione su di lui.

-Credo che dovresti provare a riavvicinarti a Scorpius, Rosie.- commenta lui brutalmente.

-Perché?- In realtà vorrei chiedergli perché ha rovinato questo momento tanto perfetto, però sorvoliamo e fingiamo che lo abbia perdonato.

-Lo ami.- Ah, già. E ora che gli dico? Non posso negare, sarebbe una bugia, ma anche confermare lo sarebbe e poi lui ci rimarrebbe male. È vero, in passato ha sofferto a causa mia, ma non ne sapevo nulla! Merlino, quante persone ho fatto soffrire finora? Facendo un rapido calcolo, solo quelle cui tenevo di più. Decido di restare in silenzio, che lo interpreti come preferisce.

-Sai, credo che lui sia disposto a perdonarti. Ti ama ancora, lo so bene. Tutte le sere prima di andare a dormire lo sento piangere e trascorre sempre meno tempo in bagno. E non è mai un buon segno quando Scorpius Malfoy trascura i suoi capelli.- Scoppio a ridere: l’ossessione di Scorp per i capelli è diventata leggenda. Gira voce che li abbia addirittura assicurati.

-Ti farebbe piacere?- domando a bruciapelo e un po’ incautamente. Un po’ molto incautamente.

-Che cosa?-

-Rivedermi con Scorpius.- Lui arrossisce di botto e aspetta qualche secondo prima di rispondere. Merlino, sto diventando proprio stronza.

-Certamente. Sei mia cugina, sei la mia migliore amica: voglio solo vederti felice.-

-Non ti darebbe fastidio pensare che lui diventerà una parte importante della vita di tua figlia?- Ma che razza di domanda ho fatto? Nemmeno io so che cosa vorrei sentirmi dire! Da un lato spererei che mi dicesse che per lui è tutto a posto, dall’altro vorrei che mi proibisse di vedere Scorpius per i prossimi duecento anni.

-Scherzi? Proprio perché è il mio migliore amico ne sarei doppiamente felice: so che non potrei lasciarvi in mani migliori.- Merlino, se non me ne frega niente, allora perché fa tanto male?

Riprendiamo a mangiare le fragole in silenzio. Ogni tanto uno di noi due salta su con un aneddoto di quando eravamo piccoli: ridiamo un po’, ricordiamo con un misto di malinconia e tristezza quei bei momenti, poi ci zittiamo di nuovo. Con Albus è sempre stato così, non c’è mai stato bisogno di lunghi discorsi, bastava un’occhiata o un gesto per capirci. In questo momento che lo osservo meglio di quanto non abbia fatto negli ultimi cinque anni, mentre ero troppo presa a guardare altrove, noto che, effettivamente, potevo anche capire da sola che non provava per me semplice amicizia e affetto fraterno: è più impacciato nei movimenti, ha le guance leggermente arrossate, l’ansia che di solito trapela dalle sue parole non si percepisce ed ha una piccola luce negli occhi, come quella che compariva quando trovava una figurina delle Cioccorane che gli mancava. Sento il suo sguardo puntato fisso su di me, perché deve avermi vista più strana del solito e sta cercando di intuire che cosa sia successo. Conoscendo le sue innate doti da psicologo –e, a mio modesto parere, anche di Legilimens, vista la maniera in cui riesce a leggere nel pensiero di tutti- decido di bloccare i suoi ragionamenti sul nascere.

-Ma tu non eri quello che doveva studiare e aveva un sacco di lavoro da finire?- domando, nella speranza che funzioni.

-Silenzio, Rosie! Non vedi che sto mangiando le fragole? Che razza di esempio vuoi dare alla piccola?- Gli scoppio a ridere in faccia, poi mi ricompongo.

-Seriamente Albus, non voglio avere anche i tuoi G.U.F.O. sulla coscienza.-

-Seriamente Rose, tu, anzi noi avevamo un maledetto bisogno di parlare, di renderci conto di ciò che stiamo affrontando, di dirlo a voce a alta e capire che è vero. Si tratta di nostra figlia, si tratta di noi, si tratta del nostro futuro. Voi venite prima di tutto.- Eh no caro mio! Questo non lo dovevi dire: così non fai altro che confondermi ancor di più! Basta, dobbiamo andarcene da questo inferno, altrimenti rischio di fare qualcosa di cui potrei pentirmi domani mattina.

-Ci conviene andarcene.- dico secca e risoluta.

-E le fragole non le finiamo?- mi domanda lui come un bambino, senza prendere sul serio il mio tono grave.

-Lo sai che se non usciamo da qui inizieranno a girare strane voci su di noi, vero?- Tento la via più brutale per convincerlo, non ho altra scelta.

-E allora? C’erano al secondo anno e non sono state un problema. Ci sono sempre state e ci sono tuttora… Beh, forse anche noi sparleremmo un po’ se due nostri compagni di classe fossero nella stessa situazione. Il punto è che l’importante è che noi sappiamo la verità. Noi, la nostra famiglia e Scorpius, ovviamente. E tra noi due non ci sarà mai niente, giusto?-

Per tutti pigiami bucati di Merlino, perché me lo chiedi! Posso dirti che ti odio? Posso dirti che mi hai rovinato la vita? Posso dirti che sei un cesso? Posso dirti che non ti voglio più vedere?

No, perché sei mio cugino, il mio migliore amico, il padre di mia figlia, l’unico che ci sia sempre stato.

Sì, perché nei sotterranei, non tanto lontano da qui, c’è il primo ragazzo che abbia mai amato e che sia riuscito a rendermi felice, anche se, a dire il vero, il primo a riuscirci sei stato tu, quando a sette anni mi hai ceduto l’ultimo pezzo di cioccolato. Era Pasqua, ricordi?

Da brava ragazza quale ero, dovrei risponderti che no, tra noi non ci sarà mai niente se non tanto affetto. Da ragazza madre quale sono ti direi che sì, forse qualcosa tra di noi potrebbe esserci, se solo non avessimo questo stupido sangue di mezzo. Se solo la legge magica non ce lo proibisse da quando, dopo la guerra, per “depurificare” le famiglie purosangue, hanno impedito i matrimoni tra cugini. Sono confusa, tremendamente confusa: amare Scorpius è l’abitudine, amare te è la consapevolezza di essere cresciuta. Dicono che “confusione” sia una parola che abbiamo inventato per indicare un ordine che non si comprende. E allora spiegamelo tu quest’ordine. Spiegamelo perché davvero non so come uscirne. Aiutami come quando da piccola non riuscivo ad allacciarmi e scarpe e spendevi ore ad insegnarmi perché, nonostante avessimo la stessa età, tu avevi già imparato. Non voglio rimanere zitta come prima, voglio agire: mi avvicino e ti abbraccio forte. Ti prego, Godric, fa’ che capisca.

-Che significa?- Una lacrima mi riga il volto.

-Che questi ormoni fanno schifo.- Rispondo cercando di sorridere. Come se fosse facile. Lui fa una smorfia.

-Scusa se ti ho messa in difficoltà.- Come fa ad averlo capito da un abbraccio? Insomma, era quello che speravo, però non credevo di essere stata tanto eloquente con un semplice gesto.

-Niente. Non sei tu, sono io che…-

-Rosie, non c’è bisogno, davvero. Se non vuoi parlarne…-

-NO! Ho bisogno di parlarne, ti prego.-

-Va bene, allora dimmi.-

-Ho paura.- dico secca.

-Credo sia normale, stai per diventare madre.-

-Non in quel senso. Sono confusa, ho paura dei miei sentimenti, ho paura di amare.-

-Tutti ne abbiamo, l’amore è sempre molto pericoloso. Spesso non facciamo altro che titubare nella vita quando si tratta di amore proprio perché crediamo che il gioco non valga la candela.-

-Scorpius non ha paura.-

-Scorpius HA paura. Altrimenti non si sarebbe isolato così tanto dopo quello che è successo, altrimenti non avrebbe aspettato un anno prima di chiederti di uscire.-

-E tu, che ne pensi tu, Al?-

-Penso che valga la pena rischiare, ma che poi si debbano accettare le conseguenze, qualunque esse siano.- E lo pensa davvero, perché quello che fa da una vita è rischiare per me e pagare per i suoi errori. Evidentemente è destino di chi si chiama Severus essere sfortunato in amore. E anche di chi si chiama Rose. Chissà che due elementi sfortunati come noi, insieme, non riescano a mettere al mondo un esserino fortunato?

-Hai ragione, bisogna rischiare.- commento io. Mi avvicino e provo a baciarlo. Non so perché: è un gesto stupido, ma spontaneo. Penso solo che in fondo la mia è una forma d’amore e che quello lì è il padre di mia figlia e che la ama tanto quanto me, o forse anche di più. Tuttavia, lui mi blocca.

-Sarebbe un errore.- dice freddamente e faticando parecchio per trattenersi.

-La prima volta è un errore, la seconda è una scelta.- replico io. Mi adoro quando sono così logica, saggia, profonda e poco modesta. E se un secondo sono a terra, quello dopo sono tra le braccia di mio cugino.

E con la Vergine in prima fila

E Bocca di Rosa poco lontano

Si porta a spasso per il paese

L’amore sacro e l’amor profano.

 

 

 

Angolo di Harry Potterish

Salve, mie adepte! Se avete superato lo scoglio dello scorso capitolo, complimenti, avete tutta la mia stima! Tuttavia, dovete essere davvero delle supereroine per reggere questa botta… Libere di decidere se volete mantenere la vostra salute mentale oppure no.

Chi ha letto la mia long precedente lo sa: io sono pro salti temporali, quindi da qui in avanti ne vedrete un bel po’. Per capire bene è importante leggere con attenzione e ricordare i dettagli, avere pazienza, leggere le due raccolte di drabble che pubblicherò alla fine e, soprattutto, chiedere! Io ci sono per qualsiasi dubbio che so non sarà risolto dalla storia!

Ora, il capitolo è bello lunghetto (12 pagine di Word, tanto per intenderci, e per me, se si tratta di una long, è tanto!) e, d’ora in avanti, ce ne saranno sempre di più così. La storia non ha perso il sarcasmo e la simpatia, tranquille, solo che dovrò integrare anche momenti di riflessione, come avrete notato, altrimenti non capite niente! O forse vi confondo soltanto le idee, questo dovete dirmelo voi!

Ho deciso di chiudere con alcuni di versi di “Bocca di Rosa”, canzone che trovo bella e abbastanza adatta all’ultima scena. Se non si fosse capito, Albus rappresenta l’amor profano e Scorpius l’amore sacro. Tuttavia, sulle note di “Rumour Has It” è stato scritto il capitolo, quindi si presta di più. Comunque, chiedo scusa a De André per questo affronto, le sue canzoni non sono degne di me.

Albus e Rose. Rose e Albus. Lui è un ragazzo innamorato, maturo (?) per la sua età. Rose, invece, non la commento neanche più. L’ho creata io e la strozzerei io stessa ogni tanto, e non so nemmeno perché. Sta diventando sempre più confusa e strana e…

Ma non posso parlare io! Le recensioni a che cosa servono, allora?

Ricordatevi la cioccolata piccante e le fragole… E ho detto tutto.

Grazie a quelle pie donne di __Giuuu, Eugy, Cloe_Black, JennyBlaBla, ZetaDreams, martachiu_95, MaraMalfoy, flors99, CharmedAlis, Ceci Weasley, Ismene_ per le loro recensioni.

Grazie alle sedici persone che mi seguono, alle due che hanno inserito la storia tra le ricordate, alle cinque che l’hanno messa tra le preferite e a tutte voi che silenziosamente leggete!

Adesso dovrei dirvi di recensire, giusto? Bene, allora, datevi da fare: distruggetemi psicologicamente, criticatemi, ditemi che sono una pazza pervertita, siate perfide fino al midollo, dimostratemi che sono riuscita a trasmettermi la cattiveria e il sarcasmo via internet (scherzo, voi siete brave ragazze, mica come me e Rose!), insomma… RECENSITE!

Al prossimo capitolo (non vedo l’ora di pubblicarlo, è uno dei miei preferiti), che sarà ispirato ad un’altra canzone, che dà il titolo ad un film molto divertente, dal quale ho “rubato” anche due citazioni…

A chi lo indovina, invierò via mp uno spoiler del prossimo capitolo (anche se forse vi ho fatto una domanda troppo facile… Poi non ditemi che sono cattiva…)!

A presto, mie care lettrici

Harry Potterish

 

 

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Capitolo 8
*** Notte prima degli esami ***


Attenzione! Il capitolo è stato scritto sulle note di “Notte prima degli esami” di Venditti, anche se non so bene che cosa c’entri con il testo. Se volete ascoltarla mentre leggete, bene, altrimenti ricordate soltanto che ho preso due citazioni dall’omonimo film ambientato negli anni Ottanta. Buona lettura.

 


A chi odia gli esami, ma sa che un giorno rimpiangerà le cavolate fatte ai tempi della scuola

E, naturalmente, a __Giuuu, alla quale dovrei dedicare ogni singola parola che scrivo, ma siccome non posso farlo, mi limito a dirle semplicemente grazie.

 

8.

Notte prima degli esami

Gli esami sono terribili anche per i meglio preparati, perché il più stupido tra gli stupidi –leggi esperto del Ministero che ha finito Hogwarts cent’anni fa e si ricorda a malapena il proprio nome- può fare domande cui il più saggio tra gli uomini –leggi studentessa che si è ammazzata sui libri di scuola per cinque interi anni- non è in grado di rispondere. Ecco, credo che questa frase racchiuda al meglio lo stress da G.U.F.O. Se ci aggiungete il fatto che sono incinta, che sono innamorata di Scorpius Malfoy e contemporaneamente di mio cugino Albus e che a breve compirò sedici anni, avrete il quadro completo della mia vita attuale. Uno schifo totale, tanto per intenderci.

***

Quando l’ultimo giorno di scuola, dell'ultimo anno del livello G.U.F.O. suona la campanella dell'ultima ora, tu sei convinta che quello sia l'ultimo secondo della tua adolescenza. Senti il bisogno di sottolineare l'evento con una frase storica tipo: "Essiccati Gazza, vecchia prugna" oppure "Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo!". Nelle vene inizia a scorrere una quantità incalcolabile di adrenalina e, per una qualche strana ragione sconosciuta agli esseri umani, ti senti potente. O, alternativamente, nella merda fino al collo. Dipende dai punti di vista. Io voglio prendermi questi giorni prima dell’inizio degli esami per riposarmi e riflettere un po’. Sempre che riesca a stare sola per più di due secondi.

-Ehi Rosie, finalmente è finita, eh?- mi aggancia Lily neanche un minuto dopo il suono della campanella.

-Finita? Scherzi? Ora ci sono gli esami! E anche tu, se non sbaglio, devi sostenere le verifiche di fine anno.- le faccio presente con cipiglio severo. Scusa Danae se assomiglio sempre di più a mia madre.

-Sì, sì, lo so, ma non sono così importanti. Sono solo un proforma: alla fine promuovono tutti.- In effetti ha ragione, altrimenti mio fratello sarebbe ancora fermo al primo anno, quindi lascio cadere la discussione e riprendo a camminare per la scuola facendomi precedere dalla mia pancia. Destinazione: Lago Nero. Vedo che Lily continua a seguirmi, quindi mi decido a chiederle se abbia bisogno di qualcosa.

-Nulla, pensavo che avessi voglia di avere un po’ di compagnia. Ho notato che negli ultimi tempi stai sempre sola…- si affretta a rispondere lei.

-Io non sono sola.- ribatto secca, e me ne pento l’istante dopo: Lily mi ha sempre aiutata, non merita che la tratti così malamente. Ma io non sono certo il tipo che si piega a chiedere scusa alla gente.

-Merlino, Rose! Sai che intendo dire! Siete sempre tu e mio fratello, mio fratello e te, sempre insieme, ovunque! Nelle ultime due settimane ti ha addirittura riaccompagnata al dormitorio fino al quadro della Signora Grassa. La gente sta iniziando a pensare male, non so se capisci…- E che pensino male! Tanto ormai, per quanto assurdo possa sembrare ciò che dicono, nella maggior parte dei casi sarà la verità.

-Nel caso in cui non te ne fossi accorta, sto per avere un figlio da lui, quindi direi che sia piuttosto normale il fatto che abbiamo deciso di trascorrere più tempo insieme.-

-Pensavo che amassi Malfoy. Non capisci che così lo allontani?- E che ca…lderone! Anche tu con questa storia, no!

-Senti Lils, non ho voglia di mettermi a litigare quindi, a meno che tu non abbia qualcosa di concreto di cui parlarmi, preferirei essere lasciata sola.- Confermo: la maternità aiuta il mio self-control.

-Concetto afferrato: sei smaronata…-

-Linguaggio Lily!- la interrompo come una madre rompiscatole.

-… e non sai come gestire i tuoi sentimenti perché sono più confusi delle idee di Hugo sulla Divinazione.-

-Come se qualcuno sia mai riuscito a capire quella stupida materia!- ribatto nella speranza di distogliere la sua attenzione dall’argomento principale.

-Comunque, volevo solo ricordarti che alla fine dei G.U.F.O. cadrà il tuo compleanno. Sai, non vorrei che, con tutto quello che è successo, tu te ne fossi dimenticata!-

-Lo so, lo so. Ma questo cosa c’entra?-

-Come cosa c’entra? Compi sedici anni Rose! Sono un’età importantissima! Io, per i quattordici, due settimane fa, ho organizzato una festa. Non dirmi che tu hai intenzione di non fare nulla.-

-Se non lo avessi notato, non mi trovo nella condizione migliore per dare una festa.- dico indicando la pancia.

-Ma che problema c’è? Penserò io a tutto! Bene, ora che ho la tua approvazione, posso iniziare con i preparativi: miseriaccia, manca davvero poco!- Detto ciò, si avvia velocemente alla ricerca di qualcuno da coinvolgere in questo folle progetto. Provo a gridarle che no, non ho approvato e non voglio una festa, ma sembra inutile. Continuo imperterrita a camminare, cercando di digerire questa novità e finalmente giungo sulle sponde del lago. Trovo che siano un posto rilassante e dove ci sia la giusta tranquillità per leggere, ma allo stesso tempo ci sia anche quel pizzico di brivido dettato dalla presenza della Piovra Gigante.

Mi sdraio sul prato e comincio a leggere “Il conte di Montecristo” per l’undicesima volta. E tutte le volte non posso fare a meno di immaginarmi Edmond Dantès come l’uomo dei miei sogni: tuttavia, forse non è proprio il momento adatto per inserire un altro uomo nella mia vita sentimentale. All’improvviso, un’ombra oscura la mia visuale. Rettifico tutto ciò che ho detto in merito alla tranquillità: se volete stare soli, non andate in riva al Lago Nero, perché sarà proprio il primo posto dove verranno a cercarvi.

-Vedo che sei immersa in una lettura impegnativa.- commenta sarcastico.

-Non offendere il conte, Al! Sai che è il mio libro preferito!-

-E chi lo offende? Dico solo che dovresti studiare: dobbiamo dare un buon esempio a Danae.-

-E tu, come mai non stai studiando?-

-So già tutto quello che devo sapere: voi state bene. Per oggi ho dato.- Non posso fare a meno di arrossire. Dopo quel giorno la nostra è diventata una relazione complicata: platonica, con qualche bacio rubato qua e là e tanti, tanti, troppi sottintesi.

-Ti ha dato problemi oggi?- mi domanda, come d’abitudine.

-Mh mh. Ho vomitato stamattina e oggi pomeriggio ha calciato più del solito, però tutto nella norma. Piuttosto, tu che hai un certo ascendente su tua sorella, dovresti farmi un favore.-

-Sentiamo.-

-Non potresti toglierle dalla testa questa stupida idea di programmare una festa per il mio compleanno? Non ne ho proprio voglia…-

-Veramente, mi ha già trascinato nell’organizzazione e devo dire che credo sia una trovata geniale.-

-Ma sono incinta!-

-Appunto! Hai bisogno di svagarti un po’: questo sarà il tuo ultimo compleanno da ragazza adolescente e spensierata, goditelo! Ti prometto che farò del mio meglio perché ci siano meno alcoolici possibili.-

-Siete due traditori.- sibilo tra i denti.

-No, ti vogliamo bene. Un giorno ci ringrazierai.- Sorride e mi scompiglia i capelli, poi si mette in silenzio a leggere il volume di Pozioni che ha con sé. Anche io mi immergo di nuovo nella lettura, ma non riesco a concentrarmi. Ultimamente la presenza di Albus mi fa questo strano effetto: forse è semplicemente la piccola che si accorge di avere accanto il papà, perché comincio a sentire un subbuglio interno alquanto sospetto. È sicuramente quello, con Scorpius non è mai capitato. Alzo lo sguardo perché due ragazzini hanno perso la palla con cui stavano giocando e vorrebbero che gliela passassi. Faccio un tiro pessimo –io e lo sport siamo come il diavolo e l’acqua santa e non credo ci sia bisogno di specificare quale sono io- e, alle loro spalle, scorgo Scorpius che sta guardando nella mia direzione. È solo, come sempre da dopo le vacanze di Pasqua, poiché ha deciso di isolarsi dal mondo. In fondo, a me non è andata tanto male, visto e considerato che mi ritrovo con una figlia, una bella famiglia, una migliore amica e un… Albus –non saprei bene come definirlo altrimenti. Lui, invece, non è riuscito a trovare nessuno che lo facesse sorridere di nuovo. Al mi fa una domanda di Pozioni, ma sono tanto distratta da non riuscire a sentire neanche tutte le sue parole.

-Ehi, Rosie! Hogwarts chiama Rose, ci sei?-

-Sì, dicevi?-

-Volevo sapere se il Distillato della Pace avesse effetti collaterali, visto che da qui non si capisce.-

-No, non ne ha.- rispondo sbrigativa, senza nemmeno guardarlo. Pessima scelta: immediatamente Albus inizia a seguire la direzione dei miei occhi e capisce.

-Ah, è lui.- commenta secco. –Senti Rose, se vuoi andargli a parlare…-

-No, no, no! Non c’è problema, è solo che credevo mi stesse fissando… A dire la verità sono un po’ paranoica negli ultimi tempi, perché non è la prima volta che mi capita di avere questa sensazione, però magari sbaglio…-

-Non sbagli. Quando siamo a colazione non ti fissa, ti consuma. Ti cerca sempre con gli occhi: è il suo modo per controllarti, per dimostrarti che tiene ancora a te. Lo faceva anche prima che vi metteste insieme, solo che tu non te ne sei mai accorta.-

-Oh. Beh, ma ora non stiamo più insieme, quindi deve farsene una ragione.-

-Rosie, credo sia normale che cerchi di controllarci, dopo il piccolo scherzetto che gli abbiamo fatto. E poi, come potrebbe farsene una ragione lui se tu per prima non credi a quello che dici?-

-Cosa vorresti insinuare?-

-Non insinuo nulla. Dico solo che non lo hai dimenticato: è la verità. Nulla di più, nulla di meno.-

-Senti, è vero, forse ho un po’ di confusione in testa in merito ai miei sentimenti al momento…-

-Un po’?- mi interrompe lui, con un tono che non saprei se definire sarcastico o retorico. Fingo di non averlo sentito e continuo.

-…però ora ci sei tu, c’è Danae, ci sono gli esami e non voglio pensare a nient’altro.- concludo, fiera della mia logica, che tanto so già verrà distrutta nell’arco di cinque secondi dai ragionamenti filosofici di mio cugino.

-Hai detto bene, Rosie.- Sul serio? –Tu non vuoi pensare a nient’altro, ma non ne sei capace.- Ecco, ve lo avevo detto che sarebbe successo, no?

-Senti, Scorpius è anche il mio migliore amico e mi manca terribilmente, quindi credo che dovremmo parlargli entrambi.-

-Tu dici?- domando nella speranza che mi dica che è tutto uno scherzo. Ho chiuso con i discorsi difficili e imbarazzanti: Danae, credo che sarà la nonna a parlarti di api e fiori.

-Mai stato più sicuro di me. Abbiamo aspettato anche troppo: andiamo.- Si alza in piedi con un salto e mi tende la mano per aiutarmi. In un primo momento non voglio seguirlo, poi penso che forse parlare con Scorpius potrebbe aiutarmi a chiarire i miei sentimenti. In fondo, io ho iniziato ad avvicinarmi ad Al solo dopo che lui mi ha lasciata ed ho cominciato ad odiarlo/amarlo solo per questo, quindi chiarire potrebbe essere la soluzione. Ha senso?

Camminiamo lentamente verso la nostra meta con la scusa che io non devo affaticarmi troppo. In realtà, entrambi abbiamo paura dello scoglio che stiamo per affrontare e vogliamo rimandare il momento il più a lungo possibile. Mi guardo intorno come se fossi una condannata a morte che si avvia al patibolo e vuole nutrirsi della felicità altrui per morire sorridendo. Sulla destra il Lago Nero, imponente, calmo, con un piccolo isolotto al centro e un tentacolo della Piovra Gigante che spunta fuori a salutare e a fare ombra agli studenti che leggono sulla riva. Sulla sinistra alcuni ragazzi che giocano a palla, due o tre coppiette felici, mio fratello e James che si vantano della loro bravura a Quidditch e due ragazzi seduti con la schiena contro un albero mano nella mano. Quell’albero è speciale: lì ho fatto amicizia con Scorpius, lì ho dato il mio primo bacio –non a Scorpius si intende- e lì ho tanti bei ricordi, alcuni che vedono protagonisti Albus ed altri Scorp. Potrei essere io quella ragazza. Potrei, ma non lo sono. Perché la mia vita ha deciso di diventare dannatamente complicata senza dirmelo?

Quando finalmente arriviamo a destinazione, ci fermiamo in silenzio accanto a lui senza sapere cosa dire. Alla fine scatta in piedi e si rivolge a noi con aria arrabbiata.

-Scusate se vi ho rubato il posto. Prego, accomodatevi. Tolgo il disturbo.- Le sue parole trasudano odio e disprezzo, ma soprattutto delusione e rancore. Io chino il capo in segno di resa, ma Al, nonostante si renda conto che parlare con Scorpius significhi allontanarsi da me, capisce quanto ne abbia bisogno e lo blocca, trattenendolo per un braccio.

-Siamo qui per parlarti.- dice con lo stesso tono freddo e distaccato.

-Ci siamo già detti tutto quello che c’era da dire.- Cerca nuovamente di andarsene e ce la farebbe, perché questa volta Al non lo ha trattenuto: vuole che sia io a reagire, a dimostrare di desiderare questo confronto. Così, mi metto ad inseguirlo a passo sostenuto e urlandogli contro.

-Scorpius Hyperion Malfoy, sei un codardo! Dopo mesi che non ci rivolgi la parola, e anche a ragione, noi proviamo a chiarire, a spiegarti la situazione, e te ne vai come un bambino? Che razza di persona sei?- Mi accorgo di avere esagerato non appena noto diverse paia di occhi puntati su di noi: una svolta nel triangolo Weasley-Potter-Malfoy deve essere considerato un avvenimento particolarmente emozionante e, soprattutto, più interessante dei libri di scuola. Lui si avvicina a me per parlarmi: la sua voce è solo un sussurro, ma riesce ugualmente a mettermi in soggezione.

-Weasley, stai attirando l’attenzione. Di nuovo. Non me ne frega un cazzo delle scuse tue e del tuo amichetto, lasciatemi in pace.-

-Perché mi fissi?- trovo il coraggio di replicare.

-Io non ti fisso.- ribatte lui, ma poco convinto delle proprie parole.

-Oh, sì, lo fai. Esattamente come al terzo anno, esattamente come quando ti piaceva! Non negarlo Scorp, tu la ami ancora!- mi supporta Albus. Grazie di esistere cuginetto.

-Questo non ti riguarda, Potter. E comunque, per te, sono solo Malfoy.- Mio cugino ci rimane visibilmente male: sarebbe stato meglio che avesse cominciato ad urlare, che gli avesse detto quanto lo odiava esplicitamente, piuttosto che in questa maniera tanto allusiva e brutale.

-No, tu non sarai mai Malfoy per me. Tu sei il mio migliore amico. E un’amicizia durata cinque anni non si cancella così facilmente.-

-Potter, definisci il concetto di amicizia. Perché se per te amicizia significa andare a letto con la ragazza del tuo migliore amico, allora potrei anche pensare di farmi tua sorella.- Oh, oh. Questa volta ha esagerato. Ci sono solo tre cose che non dovete toccare ad Al: la sua collezione di figurine delle Cioccorane, io e Lily. Infatti, non fa in tempo a mettere su quel ghigno sarcastico che mi ha fatto innamorare anni fa, che si ritrova con un bel pugno in faccia.

-Prova a ridire qualcosa su mia sorella e sei morto.- sibila mio cugino e, per quanto minuto possa essere, è terrorizzante. Ora capisco perché è finito a Serpeverde.

-Ok, adesso basta.- mi intrometto io, prima che scoppi una rissa. –Abbiamo sbagliato, è vero, ma ci dispiace. Albus ha ragione: non possiamo mandare a puttane cinque anni per soli dieci minuti. Risalenti alla notte di Capodanno, per giunta!-

-Merlino Weasley, ti facevo più intelligente! Ti rendi conto che avrete una figlia? Non è una roba da poco! Come potrò vivere vedendo quella bambina scorrazzare per casa e sapendo che non è mia?-

-Senti, hai ragione, ho sbagliato. Però, ti prego, prenditela con me, non con Rose. Io l’ho tentata, io l’ho convinta a portare a termine la sua vendetta contro Dominique, io non ho fatto gli Incantesimi Anticoncezionali. È colpa mia. Spero solo che un giorno potremo tornare ad essere quelli di sempre, anche se so già in partenza che non accadrà mai.- Ecco, tu dimmi Scorp come si fa a dire di no a quegli occhioni da cucciolo. E poi, il modo in cui mi ha difesa è commuovente: l’avete sentito quanto è dolce?

-Tra me e la Weasley non ci sarà più niente perché sento di non potermi fidare di lei.- Una mazzata al cuore. Forse è meglio così: so che a lui devo rinunciare perché non mi vuole più. Non dovrò scegliere. Sì, in fondo preferisco questa soluzione.

-Per quello che riguarda noi, Potter, non saremo più amici. Ma non per il tradimento e nemmeno per la bambina. Solo perché anche tu la ami, forse più di me, e quando c’è di mezzo una donna l’amicizia non può esistere.- Ecco, questa direi che è una mazzata al cuore per Albus, che rimane a fissarlo in silenzio, imbambolato.

-Credevi che non me ne fossi mai accorto? Il modo in cui la guardavi era lo stesso in cui la guardavo io, come ne parlavi e quanto ne parlavi: di qualunque cosa si trattasse, c’era sempre lei di mezzo. Non ero geloso di te perché eravate cugini, ma evidentemente sbagliavo. Pensavo di potermi fidare di te, perché eravamo amici, ma ho sbagliato anche sotto questo aspetto. Mio padre aveva ragione: voi Weasley-Potter siete la rovina del mondo magico.- Detto questo, se ne va, con un’uscita di scena piuttosto teatrale e melodrammatica. Una musica triste di sottofondo completerebbe il momento perfettamente. Una lacrima mi riga il viso, perché so che, pur non dovendo pormi più il problema di chi debba scegliere, Scorpius Malfoy è una parte importante della mia vita e non posso farne a meno. Albus mi abbraccia forte e prova a calmarmi, anche se in questo momento sarebbe lui ad avere bisogno di me: in pochi minuti ha avuto la conferma di aver perso il suo migliore amico e di avere tra le braccia una ragazza che non potrà mai avere e rendere felice appieno.

***

Lunedì- Incantesimi

La piuma scorre veloce sul foglio: le domande sono una più facile dell’altra e continuo a domandarmi perché le persone temano tanto gli esami. Io li trovo quasi… piacevoli. Sono un modo per mettersi alla prova, per testare i nostri limiti, capire se sappiamo rendere sotto pressione oppure no. Questa mattina ho già vomitato, però la piccola è in movimento: continua a calciare e non capisco perché. Cerco di concentrarmi sulla domanda, l’ultima tra l’altro: Descrivi il movimento ed enuncia la formula di un Incantesimo Rallegrante. Ok, è facile, questa la so. Mentre sto per scrivere, arriva un calcio più forte degli altri, così forte che emetto un gemito. Alzo gli occhi per controllare di non aver disturbato e vedo Albus accanto a me che mi fissa sorridendo. Mi riconcentro sul compito, ma come mai, essendomi distratta per un momento, al posto della risposta, scrivo il suo nome?

Martedì- Trasfigurazione

L’esame teorico è stato facilissimo, mentre la pratica mi terrorizza. Per trasfigurare bene un oggetto è necessario essere concentrati e io ho la testa altrove. Ho la testa su un paio di occhi di ghiaccio e dei capelli biondi che tormentano i miei sogni. Ho la testa su due occhi verdi e una capigliatura corvina e spettinata che è sempre presente in ogni istante della mia vita.

-Prego signorina Weasley, vorrei che trasfigurasse questo topo in una tazzina.-

-Fereverto- dico decisa, con un movimento secco del polso. E il topo diventa una tazza verde dalle striature argentate.

Mercoledì- Erbologia

Neville ha disposto una serie di piante sulla cattedra: noi dobbiamo riconoscerle e descriverne le caratteristiche principali.

Soggetto 1- Tranello del Diavolo: pianta dalle lunghe radici che cercano di strangolare chiunque le si avvicini. Si distrugge con l’incanto Incendio.

Soggetto 2- Mandragola: pianta il cui pianto è potenzialmente letale. Le radici della pianta adulta sono un ottimo rimedio contro la pietrificazione.

Soggetto 3- Bubotubero: pianta il cui pus distillato può essere usato per curare l’acne, mentre, se non filtrato, causa irritazioni cutanee. Il pus viene rilasciato come forma di difesa della pianta.

Soggetto 4- Mimbulus Mimbletonia: pianta simile a un cactus grigio con pustole al posto degli aghi. Secerne, se attaccata, la puzzolinfa, una sostanza viscida e appiccicosa.

Soggetto 5- Orclumpo: originario della Scandinavia, questo fungo dall’aspetto carnoso è di colore rosa o arancio ed è diffuso in tutto il Nord Europa. Per gli gnomi è un cibo prelibatissimo. Le spore degli orclumpi sono ingredienti usati in alcune pozioni, come l'antidoto ai veleni comuni.

Soggetto 6- Geranio zannuto: pianta carnivora esotica.

Soggetto 7- Frullobulbo: Pianta innocua che viene tenuta per scopo ornamentale nelle case. È spesso facilmente confusa col pericolosissimo Tranello del Diavolo.

Termino di scrivere e consegno il foglio: non vedo l’ora di andarmene da questo luogo umido. Quando esco ed apro la borsa per tirare fuori il diario, mi ritrovo una rosa gialla, una tea, tra le mani.

-Che bella Rose! Però sai che Neville si arrabbierà nero quando scoprirà che l’hai rubata, vero?- mi domanda Al. Mi limito ad annuire, mentre ammiro alle mie spalle un biondo imbarazzato che finge di non notarmi.

Giovedì- Difesa Contro Le Arti Oscure

Quesito n.° 5: Parla dei Mollicci. Mollicci, terzo anno. Mutaforma che assumono l’aspetto di ciò che temiamo di più. Che cosa sarebbe per me? La prima volta che ne ho incontrato uno ha preso le sembianze di mia madre che mi gridava addosso che ero una fallita. Oggi, forse, sarebbe il cadavere di Albus o Scorpius o, ancora peggio, quello di mia figlia.

Quesito n.° 6: Parla dei Dissennatori e dei Lethifold. Creature oscure molto simili: entrambe assorbono tutta la felicità che hai in corpo. Più o meno come gli eventi che mi stanno coinvolgendo in queste ultime settimane. I primi, un tempo a guardia di Azkaban, sono più pericolosi perché possono succhiarti via l’anima. L’unico modo per allontanarli è l’Incanto Patronus, un incantesimo molto complesso che consiste nell’evocare una figura animale tramite l’aiuto di un ricordo felice. La formula è “Expecto Patronum”. Io non sarei in grado di farlo. Tutti i miei ricordi felici riguardano Albus o Scorpius e, in questo momento, non potrei proprio definirmi pienamente felice vicino a nessuno dei due.

Venerdì- Antiche Rune

La traduzione che ho prodotto ha abbastanza senso. Parla dell’importanza del Patto di Birmingham nella rivolta dei folletti del 1677. Non ricordo solo il significato di una Runa. Mi guardo intorno alla ricerca di Albus, ricordando poi che lui non frequenta questo corso. Scorpius sì, però: se solo fossimo ancora in buoni rapporti… Lui è seduto dietro di me e deve vedermi preoccupata: è mezz’ora che ripeto a mezza voce la parola “ahiwez”. Quando il tempo sta per scadere, un bigliettino atterra sul mio banco. Nella calligrafia ordinata di Scorpius c’è scritto semplicemente FIDUCIA.

Lunedì- Pozioni

Il Distillato della Pace è una delle pozioni più difficili che abbia mai preparato. Consapevole del fatto che me l’avrebbero chiesta, però, l’ho studiata con attenzione. Sta venendo talmente bene che quasi quasi ne rubo un po’ da somministrare a Scorpius e Al. Possibile che tutto in questi esami mi ricordi loro? Anche stamattina l’esame di teoria non è stato da meno. Descrivi la pozione più pericolosa che conosci. L’Amortentia, il filtro d’amore più potente al mondo. L’amore, purtroppo, non si può creare artificialmente: quella generata dall’Amortentia è solo un’ossessione. Ha un colore madreperlaceo e assume il profumo di quello che ci piace di più. Io sento odore di fragole, cioccolata piccante e tee.

Martedì- Cura Delle Creature Magiche

Quesito n.° 30: Parla degli unicorni. Gli unicorni sono animali bellissimi, puri. Preferiscono la presenza femminile e il loro sangue può rendere immortali se bevuto regolarmente. Tuttavia, solo un essere abbietto si abbasserebbe ad uccidere una creatura tanto bella: si rischia di essere dannati in eterno. Un po’ come me, un po’ come mio cugino, un po’ come quella povera bambina che porto in grembo e tutti considereranno per sempre un errore. Consegno il foglio e passo alla parte pratica: dobbiamo prenderci cura per un’ora di una creatura magica estratta a sorte. A me tocca un Kneazle e, essendo cresciuta con Grattastinchi1, non mi risulta tanto difficile. Inoltre, se non riesco ad occuparmi di quest’animale, come potrò essere una buona madre?

Mercoledì notte- Astronomia

Sono distrutta: non capisco chi abbia avuto la geniale idea di inserire anche l’esame pratico di Astronomia. Come si può pretendere che dei ragazzini siano lucidi a mezzanotte se non lo sono nemmeno di giorno? Albus si è posizionato nel telescopio accanto al mio per controllare che riesca a reggermi in piedi fino alla fine dell’esame. Dopo circa un’ora, ho quasi completato la mia carta, manca solo una costellazione. Guardo meglio attraverso il telescopio: oh, miseriaccia, non è possibile! Scorpio.

Giovedì- Storia Della Magia

Consci del fatto che nessuno è tanto stupido da seguire questo corso ai M.A.G.O., i professori ci hanno fatto svolgere quest’anno il programma di storia contemporanea. Ergo, ho dovuto scrivere per Ruf circa dieci temi su quanto siano migliori i miei genitori rispetto a me.

Quesito n.° 30: Descrivi le cause che hanno portato alla caduta del Signore Oscuro. Ma chi ha scritto il questionario: un Mangiamorte? Va bene, allora diciamo che zio Harry si è fatto un viaggetto attraverso l’Inghilterra e ha distrutto sette Horcrux, diciamo che Voldemort –perché ormai è morto e possiamo anche chiamarlo così- non conosceva l’amore e bla, bla, bla. Se ci penso bene, se lo zio fosse morto, Albus non sarebbe mai nato e io avrei solo Scorpius. Anzi no, non sarei nata neppure io, quindi meno problemi per tutti.

Non vedo l’ora che questo esame finisca. Poi sarò libera. Libera di essere un’adolescente depressa. Libera di stare sola. Libera di seguire quei cazzo di corsi che mi pare. Libera di crescere e prepararmi ad essere una buona madre. La campanella suona e tutti si fiondano fuori dall’aula. Lì ci sono Lily ed Al ad aspettarmi. In fondo al corridoio c’è Scorpius che mi fissa.

-Allora come è andata?- domanda Lily.

-Tutto bene. Solo domande sui nostri genitori, praticamente. Se non ho preso una E, poco ci manca.- commenta Al.

-Già, confermo. Ora, però, voglio solo riposarmi e preparare tutto il necessario per l’arrivo di Danae. Credo che per me sia giunto il momento di crescere, no?- domando retorica.

-Non sono d’accordo. Dovrai aspettare ancora un po’ prima di crescere: ricordati della tua festa di compleanno di domani sera, signorina!- mi fa presente Lily.

Quando l'ultimo giorno di scuola, dell'ultimo esame G.U.F.O. suona la campanella dell'ultima ora, sei convinto che quello sia l'ultimo secondo della tua adolescenza.

"GRANDISSIMA CAZZATA!"

 

Note

1 Grattastinchi è per metà Kneazle.

 

 

 

 

Angolo di Harry Potterish

Sono tornata! Innanzitutto, chiedo scusa se ho deluso le vostre aspettative. Questo è il mio capitolo preferito per il semplice fatto che mi sono divertita troppo a scrivere degli esami, nei quali Rose rivede Albus e Scorpius ovunque. Povera ragazza! Il programma degli esami è lo stesso seguito da Harry, Ron ed Hermione nel quinto libro.

Faccio i complimenti a JennyBlaBla per aver indovinato il film e vi dico solo che con “Notte prima degli esami” questa fic non ha ancora finito. In uno degli ultimi capitoli troverete un’altra citazione, però non vi anticipo nient’altro. Perché proprio questo film? Perché mi piace (il primo, si intende, non il secondo) e anche se il titolo non c’entra molto e pure “Immaturi” ci sarebbe stato bene (come alcune di voi hanno azzardato), è una questione affettiva, capite?

La citazione iniziale (anche se un po’ modificata per aggiungere i commenti di Rose) non so di chi sia, ma non appena l’ho letta ho pensato che fosse perfetta! Invece, "Essiccati Gazza, vecchia prugna", come avrete ben capito, è un omaggio al celeberrimo "Essiccati Dursley, vecchia prugna", detto da Hagrid nel primo libro. Che bei ricordi...

Ora, devo seriamente commentare quello che è successo? Devo davvero dirvi che Rose è confusa, Scorpius arrabbiato e Albus innamorato? Direi di no, anche perché si nota abbastanza bene.

Grazie a tutti coloro che hanno inserito la long tra le seguite/ricordate/preferite.

Grazie a  __Giuuu, JennyBlaBla, chibidaphne87, Ceci Weasleymartachiu_95, ZetaDreams, CharmedAlis, flors99 ,  Ismene_ per le loro recensioni.

Adesso voglio sentire il vostro parere! Commentate questo capitolo, ditemi chi volete uccidere/abbracciare, chi volete che si metta con chi, fate pronostici, distruggetemi, insomma, dite quello che vi pare, basta che parliate! ;)

Bene, dopo le solite raccomandazioni, mamma saluta le sue giovani adepte. Che cosa succederà nel prossimo capitolo?

Siccome oggi mi sento molto buona (ho fatto da poco la tinta viola,  non è fantastico? Sì, lo so, sono completamente pazza), vi lascio con uno spoiler:

-Rose… Sei una pessima bugiarda, sai?- Ma davvero? Visti gli avvenimenti dei mesi scorsi avrei detto tutto il contrario!

-Giura di non dirlo a nessuno.-

Accetto scommesse e pronostici di ogni tipo!

Alla prossima

Harry Potterish

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Capitolo 9
*** Quando la tua vita è un fiasco, non ti rimane altro che bere ***


Alle nuove adepte

A chi c’è sempre stato

A chi si è sentito tradito almeno una volta nella vita

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9.

Quando la tua vita è un fiasco, non ti rimane altro che bere

Non sono mai stata uno dei cosiddetti “animali da festa”. E adesso non rifilatemi tutte quelle baggianate di Aristotele sul discorso che l’uomo è un animale politico. Il fatto che non ami trascorrere notti intere in uno stanzino buio con altre cento persone, o forse più, che nemmeno conosco, con il rischio di ubriacarmi e di compiere cazzate, ecco, tutto ciò non fa di me un’asociale, mi rende semplicemente una persona che ama la tranquillità. Le feste che hanno meno senso, poi, sono quelle in occasione dei compleanni: perché bisognerebbe essere contenti del fatto che stiamo invecchiando e ben presto ci ritroveremo con la faccia piena di rughe? Perché dovremmo essere felici di conoscere tante persone che, ogni nuova persona che incontriamo, ci ricorderà qualcun altro? Io non voglio passare il resto della mia vita riconoscendo Scorpius o Albus negli altri. Io voglio gli originali. Già, al plurale, perché ho concluso che senza loro due non posso stare. Ma al di là di quanto sia incasinata la mia vita sentimentale… Io sto per compiere sedici anni, capite? L’anno prossimo sarò maggiorenne! In America i ragazzi, a quest’età, possono prendere la patente, bere alcoolici, fumare e compagnia bella. Anche se, ad essere onesti, non sono molto interessata a tutto ciò –sia per convinzioni personali, sia per ovvi motivi. In particolare, credo che l’alcool sia una fregatura di proporzioni cosmiche: sembra che ti aiuti a dimenticare, invece non fa altro che farti spiattellare tutta la verità senza che tu te ne renda conto. E, tanto per la cronaca, non è neanche la soluzione ai problemi: quelli sanno nuotare perfettamente. Non mi sono mai ubriacata in vita mia. E allora perché, negli ultimi tempi, mi gira la testa lo stesso?

***

Lily, in mio onore, ha fatto le cose in grande, non c’è che dire. La Stanza delle Necessità è stipata di gente: ha invitato mezza, anzi no, diciamo pure l’intera Hogwarts. Inutile dire che non conosco buona parte di tutta questa gente e che loro non sanno nemmeno perché sono qui. Tra la folla riesco a scorgere perfino alcuni primini un po’ spaesati, che non capisco bene perché abbiano deciso di venire: se per i più grandi la ragione è ammazzare il tempo, per loro qual è? A undici anni non possono essere già fidanzati –e non devono, hai sentito bene Danae?-, né bere alcoolici, né apprezzare la musica House che ci sta propinando il DJ –leggi, un ragazzo di Corvonero che voleva fare colpo su mia cugina. Sembrano divertirsi tutti moltissimo, tutti tranne me, ovviamente. Sono seduta in un angolino buio su un divano a mangiare la mia fetta di torta, cantando sottovoce “Tanti auguri a me” e rimpiangendo i bei vecchi tempi delle feste in famiglia, con tanto di torta, canzoncina e regali. Quest’anno i miei, i nonni, zio Harry e zia Ginny si sono limitati ad inviarmi una lettera con un po’ di Galeoni che mi saranno utili a comprare il necessario per Danae. Non che non li apprezzi, sia chiaro, però avrei preferito qualcosa di più… personale. Ad esempio, Albus mi ha regalato un abito estivo pré-maman molto bello e Lily… Beh, lei mi ha regalato la festa. Non ho ricevuto nient’altro, perché il resto dei famigliari sono insensibili e alcuni, come James, mio fratello e Fred, furbescamente, hanno aggiunto all’ultimo secondo le loro firme sul biglietto di Al: li ho colti in flagrante, ma non mi sono arrabbiata –almeno si sono preoccupati di non fare brutta figura, al contrario di altri. Sto riflettendo sul fatto che questo è il compleanno peggiore di sempre, quando mi si avvicina Lily.

«Ehi, festeggiata! Non vieni in pista a divertirti?» mi domanda con un sorriso a trentadue denti. Ci credo che è felice: prima l’ho vista ballare con il ragazzo che le piace! Almeno per una delle due la serata sta andando bene.

«Non sono proprio nelle condizioni adatte per ballare, né per bere, né per rimorchiare. Non posso fare niente! Era per questo che non volevo una festa.» le spiego con fare ovvio. A causa del rumore avrà sentito sì e no tre parole, ma forse è meglio così.

«Allora, hai visto che successo ha riscosso il tuo compleanno?» constata, aspettandosi una reazione gioiosa da parte mia.

«Lily, non sono qui per me. Sono qui perché la scuola è finita, è venerdì sera e non avevano niente di meglio da fare.» commento acida. Sto diventando scorbutica come una vecchia zitella, ma meglio allenarsi, visto che è quello che sono destinata a diventare.

«Ma Rose, c’è tutta, e dico t-u-t-t-a, Hogwarts! Ti rendi conto? Sarà ricordata per sempre come la festa meglio riuscita del secolo.»

«E tu come la sua organizzatrice.» concludo io, capendo finalmente dove voglia andare a parare.

«E tu come la festeggiata!» prova a correggersi, rendendosi conto di aver fatto una figuraccia. Le faccio segno che non ha importanza, poi mi sento in dovere di fare una precisazione.

«Comunque, non c’è tutta Hogwarts. Manca Scorpius.»

«Questa è la prova del fatto che Malfoy è un cretino. Nessuno sano di mente si sarebbe perso un evento del genere, tanto più che stasera è di ronda e ha il permesso per stare fuori dal dormitorio oltre il coprifuoco.»

«Da quando ti interessi alle ronde di Scorpius?» domando un po’ stupita: a mia cugina non è mai fregato niente di lui.

«Da quando devo organizzare una festa per te e devo assicurarmi che nessuno ci becchi. Hai idea di quanta gente abbia dovuto coinvolgere nella sicurezza?» Sinceramente no, però sono convinta che si tratti di almeno una quindicina di persone, conoscendo le manie di grandezza di Lils.

«Vai a ballare, questa è la tua canzone preferita.» le dico, non appena lo pseudo-DJ attacca con un pezzo di cui non conosco il titolo, ma che mia cugina canticchia in continuazione.

«E lasciarti qui da sola? Il giorno del tuo sedicesimo compleanno? Assolutamente no! Sarebbe una cattiveria immensa. Tuttavia, non ho intenzione di perdere questa occasione, quindi perché non vieni a ballare con me?» Bel tentativo piccola, ma hai parecchia strada da fare se vuoi arrivare a convincere me.

«No, Lils, davvero. In mezzo a quella bolgia sarei soffocata. Sai, non vorrei che succedesse nulla a Danae…» Che idea geniale sfruttare la gravidanza per evitare di ballare!

«Capisco.» commenta con voce piatta. Dunque si sistema meglio a sedere sul divano e non accenna ad alzarsi.

«Non vai, allora?» insisto io. Non voglio privare della felicità una delle poche persone che sia riuscita a darmela.

«Ma tu…» prova ad iniziare lei. Non la lascio nemmeno finire.

«Senti, non ti preoccupare per me, ok? È una festa stupenda e hai fatto tanta fatica per organizzarla: goditela. Vai in pista, balla, fatti notare da una certa persona e divertiti. Io andrò a cercare Albus e, quando sarò stanca, me ne andrò a letto. Solo promettimi di non ubriacarti e di non spingerti troppo oltre. Ti prego, essere madre è bellissimo, ma alla giusta età.» Un discorso ispirato degno della sedicenne matura (?) e responsabile (??) che sono. Mi ero ripromessa che prima o poi lo avrei fatto a Lily: voglio essere per lei una sorella maggiore, come Victoire lo è per Dominique, e risparmiarle problemi.

«Te lo prometto. Grazie, Rosie.» Sorride, mi dà un bacio sulla guancia e va a ballare. Io, invece, è meglio che mi metta in cerca di quel disgraziato di tuo padre, Danae. Mi aveva detto che sarebbe andato a prendere da bere mezz’ora fa e non l’ho più rivisto. Va bene che la sala è affollata e si fa fatica a muoversi, però non ci vuole così tanto per andare al banco, ordinare due bicchieri di succo di zucca e portarli al tavolo.

Mentre scruto la Stanza alla ricerca di mio cugino, sento uno strano sapore in gola e una nausea tremenda. Oh, no, piccola, ti scongiuro, non ora! Peccato che non credo si possa controllare una bambina non ancora nata: il senso di vomito diventa sempre più forte, così corro verso il bagno e… vi risparmio i dettagli. Pensavo che le nausee fossero solo mattutine, anche se, a pensarci bene, ora è l’una, quindi tecnicamente è già mattina.

Esco per tornare in sala a cercare Albus, quando lo vedo in un angolo appartato insieme ad una ragazza: inizialmente non riesco a capire chi sia, poi però mi avvicino e riconosco che è la sua ex, la stessa che lo ha mollato a Capodanno, la stessa che sta cercando di riprenderselo –perché due quindicenni isolati ad una festa possono fare solo una cosa- il giorno del mio compleanno. Ma questa qui ha il vizio di rovinare le ricorrenze al mondo?

In teoria dovrei andarmene e lasciarli soli, fidarmi del buon senso di mio cugino e tornare in dormitorio a riposare un po’, ma sono troppo curiosa. So in partenza che non è buona idea e che, sicuramente, rimarrò ferita in un qualche modo: con il rumore che c’è, è impossibile sentire tutte le parole e rischio di fraintendere i loro discorsi. Ma d’altronde si sa, noi donne siamo fatte così: pagheremmo per cose che sappiamo in anticipo ci faranno piangere, quando potremmo andare tutti i giorni della settimana ad un funerale.

«Stai per avere un figlio da lei!» sta gridando quella disgraziata Corvonero.

«Lo so, lo sanno tutti! Perché dovevi aspettare proprio la sua festa di compleanno per dirmelo? Non vedi che ora è da sola?» replica Al arrabbiato. Penso di amarlo. Deve essere amore, perché se non è amore questo, allora non ho speranze.

«Perché eravate sempre insieme e non trovavo il momento giusto!» si difende lei. Ma a chi vuole darla a bere? Che ammetta di non aver avuto le palle di affrontare un discorso serio e la faccia finita.

«Cazzate! La verità è che non hai avuto le palle di fare niente. E non venirmi a dire che ero io quello che doveva fare il primo passo, ti vorrei ricordare che sei stata tu a mollarmi.» Vai così, Albus. Sento Danae scalciare: anche tu fai il tifo per papà, piccolina?

«Sì, è vero, sono stata io! Ma come facevo a stare con una persona che non mi amava? Tu la ami, Al, se ne sono accorti tutti. Il punto è che io amo te e, sinceramente, so che lei avrà sempre la testa fissa su Malfoy e non potrete mai essere davvero felici.» Brutta stronza, figlia di… lasciamo perdere.

«Tu non sai un cazzo.» sibila Al.

«Allora dimmi che non è vero! Negalo! Dimmi che ami me e non lei! Fallo Albus, ma sappiamo entrambi che non sarebbe la verità.» Oh merda, ti prego fa’ che non la prenda sul personale, altrimenti qui succede l’ennesimo casino. Se osa ritornare sui suoi passi giuro che lo farò soffrire, come è vero che il mio nome è Rose Weasley.

«Senti Cindy, tu mi piaci davvero tanto e sei la prima ragazza con cui sia stato bene…» Ecco, lo sapevo. Ti prego, dimmi che c’è un “ma”, qualcosa della serie “ma Rose è l’unica donna della mia vita e l’amerò per sempre”.

Attendo con ansia.

I secondi sembrano minuti.

No, non sto esagerando, lo sono davvero.

Mi volto e sono lì che si baciano. Sono certa che è stata lei a saltargli addosso senza nemmeno lasciarlo finire, però lui poteva opporre anche un minimo di resistenza: sono quasi cinque minuti che si fanno! Che stronzo! Lo sapeva che ero innamorata di lui, merda! Di solito sono io quella che rovina sempre tutto e lui deve ricomporre i pezzi, non il contrario! Non sono brava in queste cose, ma mi vendicherò. Non posso togliergli Scorpius, perché l’ho già fatto; non posso sfruttare Lily, perché è anche la mia migliore amica; e, pur volendo, non avrei la forza di allontanarmi da lui neppure dopo questo gesto. Perché se quello per Scorpius è amore, quello per lui è qualcosa di ancora più forte. Non credo sia stato già inventato un termine adatto, ma vi garantisco che esiste.

Sono stanca, ma non ho la forza per salire le scale fino alla Torre di Grifondoro, così mi metto a sedere sulla prima sedia che trovo. Non ho voglia di parlare con Lily, probabilmente scatenerebbe un affare di Stato e l’ultima cosa che desidero è rovinarle la serata. Mi appoggio con un gomito al bancone e mi sfrego gli occhi, che proprio non ne vogliono sapere di rimanere aperti.

«Vuole qualcosa da bere, signorina?»

«Lysander? Ma che ci fai tu qui? Pensavo che i ragazzi del quarto anno, in quanto minorenni, non potessero servire al banco.»

«Nessuno era disposto a farlo e perdersi tutto il divertimento. Inoltre, io e Lorcan ci scambiamo ogni mezz’ora così da non lasciarci sfuggire nulla e dare una mano allo stesso tempo. Sai, tua cugina Lily è proprio carina, come facevamo a dirle di no?»

«Risparmiami gli apprezzamenti su mia cugina.» replico secca. Mamma mia, che sfacciataggine! Ma si rendono conto del fatto che Lily è più piccola?

«Comunque buon compleanno Rose!» esclama lui, fingendo di non aver sentito la mia risposta acida.

«Definirlo buono è un eufemismo, comunque grazie.»

«Che cosa è successo?»

«Niente.»

«Rose… Sei una pessima bugiarda, sai?» Ma davvero? Visti gli avvenimenti dei mesi scorsi avrei detto tutto il contrario!

«Giura di non dirlo a nessuno.»

«Hai la mia parola. E, se si dovesse venire a sapere in giro, darò la colpa a Lorcan.» Non posso fare a meno di sorridere: tutte le volte che sento parlare i gemelli di Scamandro, inevitabilmente mi immagino al loro posto zio George e zio Fred, che purtroppo non ho mai conosciuto. Forse doveva essere così anche per loro: sempre insieme, ma pronti a scaricare le proprie responsabilità sull’altro.

«Hai presente Cindy? Quella tua compagna di Casa che stava con Albus l’anno scorso?»

«Dici quella mora, occhi azzurri, non tanto alta?»

«Esattamente. Li ho beccati che si baciavano. Cioè, in realtà è stata lei a baciare lui…»

«E allora dove sta il problema?» Ma i figli di Luna dovevano per forza essere ingenui come la madre?

«Il problema sta nel fatto che lui non si è opposto, capisci?» ribatto un po’ alterata.

«Oh. Beh, forse i Nargilli lo hanno confuso…»

«Non propinarmi queste cazzate Scamandro, sai che non ci credo.»

«Va bene. L’alternativa è che è convinto che tu sia ancora innamorata di Malfoy e si è lasciato trascinare dalla situazione.»

«Come può pensarlo! Io e lui ci siamo lasciati.» gli faccio notare.

«No, lui si è allontanato perché aspettavi un figlio dal suo migliore amico. Non avete mai seriamente chiuso voi due. In realtà, tutta la scuola pensa che la questione sia ancora aperta. Siete il triangolo più chiacchierato degli ultimi vent’anni.» Ma allora è destino! Accidenti ai geni Granger! Trent’anni fa era tutto uno sparlare di Granger-Potter-Krum o di Granger-Potter-Weasley, adesso ci siamo noi, i figli, al loro posto.

«Ma voi non avete altro di meglio da fare, del tipo, che so io, studiare, anziché parlare di noi?»

«Sì, ma voi siete un argomento più interessante della scuola.» Oh, che onore! Sono salita di livello: mi sento importante. Dovrei esserne felice?

«Tornando alla domanda iniziale» prosegue lui «vuoi qualcosa da bere?»

«Sì, dai, fa’ tu. Dammi la prima cosa che ti capita a tiro.» Ecco il primo errore madornale, dettato dalla mia stanchezza. I gemelli Scamandro sono bravi ragazzi, ma ingenui e prendono tutto alla lettera. Mi porge un bicchiere contenente un liquido trasparente che sembra acqua. Lo butto giù tutto d’un fiato, poi sento la gola bruciare e realizzo.

«Ma questo è Whisky Incendiario!» mi lamento.

«Sì, e allora? Mi hai detto la prima cosa che mi capitava a tiro…»

«Era un modo di dire! Sono incinta, non posso bere!»

«Guarda che solo perché aspetti un bambino non significa che tu sia una malata terminale.» mi prende in giro lui. Spiritoso. Vorrei vedere come te la caveresti tu con una creatura in pancia che si nutre –letteralmente stavolta- di te.

«Lo so. Non vale se usi le mie battute contro di me. Inoltre, io non ci sono nemmeno abituata, quindi sarebbe doppiamente pericoloso.»

«Ma va là, non fa niente! Mia madre non ha toccato alcool per tutta la sua vita e mentre era incinta di me e di mio fratello una sera ha bevuto, ma non è mica stata la fine del mondo!»

«Questo spiega molte cose.»

«Senti Rose, te lo dico da amico, anche se tra me e te non c’è mai stato un legame molto profondo. Divertiti, goditi la serata e bevi questo dannato bicchiere.»

Non posso. Ho la responsabilità di Danae, non posso farle questo. È vero, a Luna non è successo niente, ma chi mi dice che, per colpa di una follia, mia figlia non diventerà una squilibrata come questi due qua? Allo stesso tempo, però, credo che sarei anche autorizzata a lasciarmi andare, visto che ho sedici anni e a nessuno frega niente di me, nemmeno ai miei, nemmeno a Lily, nemmeno ad Albus. Quindi perché dovrebbe interessare a me? Non devo farlo perché rischio di compromettere la mia salute, quella di mia figlia, la salute mentale dei miei cugini e dei miei genitori, però…

«Solo un goccio.» Un goccio, davvero, che sarà mai? Nulla. Solo che i gocci diventano due, tre, quattro e inizio a stare sempre peggio. Lysander si scambia con suo fratello Lorcan al terzo bicchiere. Racconto tutta la storia anche a lui e, inevitabilmente, finisco per bere di nuovo. Pensavo che, essendo passato un po’ di tempo, non avrei sentito gli effetti, invece la testa inizia a girarmi e mi viene da vomitare di nuovo. Vorrei piangere, ma non ne ho la forza e sono solo tanto, tanto stanca. Lorcan si accorge che non sto molto bene e cerca qualcuno da avvisare. Trova Lily che, pur tentando di rimanere lucida e non farsi prendere dal panico, ha solo quattordici anni e non sa come gestire la situazione. Io riesco solo a mormorare il nome di Albus, quindi decide di mandarlo a chiamare. Quando lo vedo gli vomito in faccia –la sbronza, tutto sommato, ha qualche lato positivo- poi provo ad allontanarlo da me: guai a lui se si azzarda ad avvicinarsi a me o a mia figlia. Lo amo, ma lo odio anche per quello che ha fatto: lasciatemelo detestare per quarantotto ore, poi sarà tutto risolto. Fregandosene delle mie proteste, mi trascina fuori dalla festa e si avvia verso il dormitorio, sconvolto e preoccupato per la piccola. Non le succederà niente, io lo so: è più viva che mai stanotte. Siamo quasi arrivati, ma cambia bruscamente direzione. Provo a domandare perché, ma mi rifila solo una serie di scuse cui non riesco a credere pur non essendo nel pieno delle mie facoltà mentali. Infatti, dopo poco, una voce alle nostre spalle ci blocca.

«Ma bene, bene, chi abbiamo qui? La coppietta più amata di Hogwarts. Cosa c’è, alla festa c’era troppo pubblico e volevate replicare l’esperienza di Capodanno? Sapevo che avrei beccato qualcuno stasera, ma non immaginavo sarebbero stati proprio i due pezzi da novanta…» Cazzo, Scorpius no! Bene, ora odio anche te. Non voglio più vedere nessuno dei due per le prossime quarantotto ore, diciamo settantadue, sono stata chiara?

«Scorpius  non è il momento.» commenta freddo Albus e cerca di portarmi altrove, ma viene bloccato.

«Ora voi due venite con me dal Preside. Credo che spetti anche a me un po’ di divertimento dopo che ho pattugliato corridoi per tutta la notte.»

«Scorpius, non possiamo.» dice trafelato.

«Dammi una valida ragione.» Bello, c’è poco che lo sfidi, noi la valida ragione ce l’abbiamo! Non che debba andarne fiera, però…

«Rose è ubriaca.» Scorpius si zittisce di botto e sbianca.

«Ma la bambina…»

«Secondo te non ci ho pensato?»

«Dobbiamo portarla in Infermeria.» Bell’idea. Chissà perché associo all’Infermeria un luogo caldo e accogliente dove potrò riposare e stare meglio.

«No. Faranno domande e…»

«Che cazzo te ne frega! Si tratta di tua figlia e della tua ragazza! Merda, Potter, pensavo fossi innamorato di lei!» Aspettate un secondo: è colpa dell’alcool, o Scorpius Malfoy mi sta davvero… difendendo?

«Io e Rose non…»

«Chiamalo come ti pare, tra voi due c’è qualcosa.» Nel momento esatto in cui Al sta per ribattere, vomito l’anima addosso a Scorpius –e due, stasera vendetta completa! Mio cugino mi tira indietro i capelli e mi pulisce la bocca, poi cerca di capire come stanno le cose.

«Come va?» Ma che razza di domanda è! Ho appena vomitato, sto male! Ritenevo fosse piuttosto evidente, o forse vuoi una dichiarazione ufficiale?

«Insomma… Più vomito e più butto fuori questa schifezza…»

«Ma chi ti ha dato da bere?» domanda Scorpius. Si preoccupa per me, che dolce!

«Gli Scamandro.» rispondo, prima di rimettere di nuovo.

«Che cosa?! Ma sono minorenni, non possono servire al banco. Questa Lily me la paga. Inoltre, non sanno che tu sei incinta?» commenta scandalizzato Al.

«Hanno detto che non era niente, che Luna aveva bevuto mentre era in…» Un’altra vomitata, questa volta più forte e… Forse è meglio che non descriva troppo la scena.

«Perché Rosie, perché lo hai fatto? Non hai pensato a nostra figlia? Non hai pensato a noi?» Ok, ora lo distruggo. Come fa a rinfacciarmi il mio gesto dopo quello che lui ha fatto?

«Noi? Noi? E tu ci hai pensato a noi quando ti facevi con Cindy e le dicevi che era stata l’unica a renderti felice?» urlo piangendo.

Va bene, non è andata proprio così, ma il rancore e l’alcool mi portano ad amplificare tutto. Una sbronza triste proprio non ci voleva: ne avevo sentito parlare, ma non pensavo fossero così terribili. Vi dico solo che, se avete dei problemi, non svaniranno anzi, vi sembreranno solo più grandi.

«Cosa? Tu non hai capito! Quella lì non mi ha lasciato finire e mi ha sbattuto contro il muro, iniziando a mangiarmi la faccia. Non sono riuscito a liberarmi per un po’ e, quando ce l’ho fatta, le ho urlato in faccia la cose peggiori.»

«A me invece sembravi abbastanza felice…» Ok, non è vero. Gli credo e sarei già disposta a perdonarlo, però una piccola vendetta personale me la merito.

«Rose, davvero, non so che cosa ti abbiano riferito o che cosa tu abbia visto, ma ti garantisco che è andata così!» Il tono di voce di Al sta diventando quasi implorante. Ecco, ora parte con gli occhi da cucciolo: ti prego no, non so resistere a quello sguardo.

«Al ti…» Credo. Perdono. Amo. Peccato che al posto di queste tre parole esca solo vomito.

«Adesso basta con questa pantomima, Potter. Vattene a dormire o ti metto in punizione per il resto dei tuoi giorni.»

«Ma Rose…»

«Rose verrà in Infermeria. Con me.» Mi ha chiamata per nome. Di nuovo. Come un tempo. Merlino, questo non va affatto bene. O forse sì?

Scorpius, che ha molta più forza di mio cugino nelle braccia, mi solleva e si avvia verso l’Infermeria. Io mi addormento lungo il tragitto, però rimango ugualmente in uno stato di dormiveglia. Sento Madama Chips accorrere preoccupata, sento Scorpius appoggiarmi su un lettino, sento l’infermiera somministrarmi con una flebo diverse sostanze, sento Scorpius stringermi la mano, sussurrare il mio nome e quello di Danae, sento Madama Chips chiedere informazioni su come mi sia ridotta così e lui inventarsi scuse per coprirmi. Poi mi deve aver dato un sonnifero, perché sono crollata nel sonno più profondo, un sonno tormentato da incubi ma dal quale, nonostante la mia buona volontà, non riuscivo a fuggire.

***

La mattina mi sveglio perché sento un raggio di sole colpirmi il viso. La prima cosa che vedo sono due occhi grigi che mi fissano preoccupati. Noto che le nostre mani sono ancora intrecciate da ieri sera. Ricordo diverse cose, più che altro spezzoni: ricordo il bacio di Al e Cindy, ricordo la mia ubriacatura, ricordo Scorpius che mi portava via da Albus. Insomma, l’essenziale. Il lato positivo delle sbronze è che dimentichi un sacco di altre cose, di dettagli minori che, se invece ricordassi, sarebbero imbarazzantissimi e deprimenti.

«Dormito bene?» mi domanda Scorpius.

«Insomma…» In realtà è più un mugugno, però avevo intenzione di dire questo. Tremo a chiedergli della salute di mia figlia: se le fosse successo qualcosa, non me lo perdonerei mai.

«Tranquilla, è tutto ok.» E poi la gente dice che non è un Legilimens!

«Davvero?»

«Madama Chips ha detto che, d’ora in poi, dovrai essere molto più attenta e controllarti più spesso, però sei stata fortunata.» Tiro un sospiro di sollievo, poi vedo che la sua espressione si incupisce.

«Rose, devo chiederti una cosa. Tu… tu ricordi qualcosa di ieri sera?»

«Non tutto. Solo… solo l’essenziale. So di aver fatto una cazzata, di aver vomitato l’anima, di aver litigato con Al anche se stava dicendo la verità e che non ho fatto in tempo a scusarmi…»

«Aspetta un secondo.» mi interrompe brutalmente. «Era vero che era stata Cindy a baciarlo?»

«Per quanto ne so, sì. Solo che ieri sera ero tanto ubriaca e tanto arrabbiata che non sono riuscita a trattenermi. Merda, che casino! È pure il padre di Danae… Merlino, ho reso mia figlia un’infelice ancor prima della nascita.»

«Non dire questo. È lui il cretino della situazione. Dovrebbe tornare indietro strisciando.»

«Grazie Scorp. Senti, per quello che è successo negli ultimi mesi…»

«Non dire niente. Sono stato un coglione a farti pesare la cosa: è stata una leggerezza dettata dalla rabbia. Senti, io ho provato a dimenticarti, ma non ce l’ho fatta: nonostante tutto ti amo ancora e sappi che, se hai bisogno, io per te ci sarò sempre. Tuttavia, so anche che tu ami Potter e questo non potrà cambiare…»

«Io… è complicato! Insomma, da un lato c’è lui, il padre di mia figlia, quello che c’è sempre stato, la certezza. Dall’altro ci sei tu, l’ultimo ragazzo con cui mio padre vorrebbe vedermi e l’unico con cui abbia mai avuto una storia seria. Io amo Albus, ma amo anche te! Non so, ho solo una grandissima confusione in testa.» Nel frattempo mi metto a sedere sul lettino e riesco a vedere oltre la spalla di Scorpius. Sulla porta dell’Infermeria scorgo un Al un po’ stralunato.

«Albus.»

«Potter, che ci fai qui?» domanda freddo Scorpius.

«Sono venuto a vedere come stavano mia cugina e mia figlia.»

«Tutto a posto. Piuttosto, come va?» mi intrometto io.

«Insomma…»

«Quanto hai sentito, Al?» Meglio andare subito al sodo, l’esperienza mi ha dimostrato che tirare le cose per le lunghe non è mai una buona idea.

«Da quando hai iniziato ad elencare le cose che ti ricordavi. Allora mi hai creduto ieri sera.» Mi limito ad annuire e noto che sul suo volto si apre un bellissimo sorriso.

«Sentite ragazzi, io devo parlarvi seriamente. Per me non è facile, ok? Sto per avere una figlia e mi ritrovo con due persone fantastiche, che non merito, tra cui scegliere. Albus, tu sei il padre di mia figlia, mio cugino, e farai per sempre parte della mia vita in un modo o nell’altro. Tu, invece, Scorpius, sei stato il mio primo amore e sei tuttora molto importante. Io non so ancora cosa voglio, però, per qualche mese, potreste lasciarmi tranquilla? La gravidanza sta per giungere al termine e Danae ha già subito abbastanza stress. Vi voglio vicini come amici e poi, quando questo periodo sarà passato, prenderò una decisione. So che è una scelta egoistica da parte mia, ma lo faccio per mia figlia: l’ho trascurata troppo in questi mesi e non si merita una madre del genere.»

«Va bene.» Il primo ad accettare è Scorpius, che vede nella mia proposta uno spiraglio di speranza di poter tornare con me.

«Hai ragione. È per Danae.» conviene Albus. Ha passato una vita ad aspettare, altri due o tre mesi non lo uccideranno.

«So che non torneremo ad essere il magico trio di prima, però apprezzo davvero il vostro sforzo.» Loro sorridono e mi stringono la mano, uno la destra, l’altro la sinistra.

«Tregua Potter?»

«Tregua.»

E nei loro occhi riesco a leggere una vena di malinconia, consapevoli del fatto che hanno appena perso il migliore amico che abbiano mai avuto e che avranno mai.

E sapere che la colpa è mia, mi fa sentire uno schifo.

 

 

 

 

 

Angolo di Harry Potterish

Salve carissime adepte! Allora, ho tante di quelle cose da dirvi che non so da dove cominciare. *ci pensa su* Ho imparato a fare le virgolette belle! *capisce che non c’entra niente* Sto imparando a fare i banner e ne ho creato uno per la storia! *mmm… nemmeno questo c’entra* *decide di sfruttare i mitici punti da lei brevettati*

Punto namber uan: I personaggi dello spoiler erano Rose e Lysander Scamandro, quasi impossibile da indovinare, insomma. Vi prego, non strozzatemi, prometto che questo giro vi concederò uno spoiler più comprensibile.

Punto namber ciù: Ci tengo a specificare che le bevande e il cibo presenti nella Stanza delle Necessità sono stati portati da fuori –comprati ad Hogsmeade, etc.- e non autoprodotti dalla stanza, come spesso si legge nelle fic. Ciò non è possibile nel mondo di Harry Potter per le cinque eccezioni alla legge di Gamp sulla Trasfigurazione degli elementi, da me medesima citata in questa long.

Punto namber tri: Cindy è la ex di Al, nominata anche da Rose nel suo racconto nel capitolo 6. Scorpius ne conosce il nome perché lui e Albus erano migliori amici a quei tempi.

Punto namber for: Ci sono diverse citazioni anonime e una tratta a addirittura da “La vita secondo Jim”, che mia cugina di undici anni mi obbliga a guardare con lei ogni volta che mi ha sotto tiro. C’è addirittura un omaggio alla McGranitt: come dimenticare quel “Questo spiega molte cose” rivolto alla Cooman? Però la cosa importante è questa: avete notato l’ennesima citazione da “Notte prima degli esami”? So che sembra una stupidaggine, ma vi dico solo, tenetelo d’occhio... 

Punto namber faiv: questo non c'entra molto, ma vorrei dimostrare tutta la mia solidarietà a flors99, che sta subendo il fatidico sequestro di computer! Mi auguro che finisca al più presto! Aggiorno adesso perché ho appena letto che ora sei in un buon momento ;)

Grazie a chi ha inserito la storia tra le preferite, ricordate, o seguite e ai tanti lettori silenziosi (secondo il contatore, finora siete passati in 563 dal primo capitolo e, sommandovi tutti, siete circa 1745).

Grazie a MaraMalfoyFlaqui, martachiu_95,  Eugy,  ZetaDreamsJennyBlaBla, Ismene_,  Elbeth,  CharmedAlis,  __Giuuu, Cloe_Black, chibidaphne87 e flors99 per le loro recensioni. Questo giro abbiamo raggiunto le 13 recensioni, il record per questa storia (un po' misero, forse, ma per me sono già tante!). Mi auguro di sentire ancora i vostri pareri anche per questo capitolo: forza, fatevi sentire e battiamo il record!

E ora, come promesso, lo spoiler!

Mamma mi strappa il foglio dalle mani e rimane esattamente come me: a bocca aperta. Papà ed Hugo iniziano a preoccuparsi seriamente per noi, quindi si decidono a guardarlo. Il primo a leggere è mio fratello.

«Rosie, che schifo! Questo foglio non uscirà da questa casa e, se mai si dovesse venire a sapere in giro, non ti riconoscerò come sorella, chiaro?»

Dai, questa volta sono stata buona, ammettetelo!

A presto

Harry Potterish

P.S.: Per chi fosse interessato e volesse cimentarsi in questa impresa, ho indetto un contest che trovate qui: Numeri, Colori, Animali, Nazioni, Lettere – ovvero quello che succede quando ci affidiamo alla sorte.

 

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Capitolo 10
*** Essere madre non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. È solo un diritto tra tanti diritti. ***


ATTENZIONE! Avviso importante!
Chiedo infinite volte scusa a tutte voi per aver aggiornato soltanto oggi, ma ci sono due ragioni. Innanzitutto, il capitolo non mi convinceva e volevo dividerlo in due parti, poi ho deciso di lasciarlo così com’era, anche se ha subito parecchie modifiche. La seconda ragione è che al momento gestisco due account: questo e quello di Snowy Winter Tales, autrice straniera che mi ha gentilmente concesso di tradurre la sua storia “Diary of a Red Head – Diario di una Rossa”. All’estero ha riscosso un enorme successo (oltre 900 recensioni, tradotta in Tedesco e Francese, è presente una versione in audiobook su YouTube e ha vinto un premio per la Miglior Caratterizzazione) e spero che anche a voi piacerà. Se vi va, passate da lì e datemi un parere sulla storia (per l’autrice) e sulla traduzione (per me, che sono alle prime armi): riferirò tutto. Se vi piace Ginny Weasley, sarete ben contente di leggerla, ma se non la sopportate (come me), lo sarete ancor di più. Vi lascio al capitolo.
 

 
 

A tutte voi che mi state dando il vostro appoggio, perché senza di voi non andrei avanti
E a Rose, Albus e Scorpius, perché senza di loro questa storia non esisterebbe e perché non si meritano tutto quello che ho fatto subire loro.

 

10.
Essere madre non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. È solo un diritto tra tanti diritti.

Durante la crescita la nostra testa si riempie di strane convinzioni in merito al futuro che, nella maggior parte dei casi, non sono vere, ma ci aiutano ad andare avanti. Poi, una volta adulto, capisci che erano solo fantasie mano a mano che ti ritrovi ad affrontare i problemi di ogni giorno. Nonostante tutto, continui a sperare e a credere almeno in alcune di esse, perché altrimenti smetteresti di vivere. Ad esempio, da piccoli siamo convinti che avremo sempre una seconda opportunità.

Cazzate.

La Fortuna bussa alla tua porta una sola volta nella vita. A lei non frega niente se sei in bagno, in vacanza alle Bahamas, nel bel mezzo di una partita di Quidditch o troppo impegnato a cercare di superare i G.U.F.O. Se non rispondi, si offende e si segna il vostro indirizzo. Ma non per ritrovarvi, semplicemente per evitarvi meglio. Io ho concluso questa teoria ad undici anni, quando ho iniziato Hogwarts e ho instaurato un bellissimo rapporto di amicizia con Sfiga. Le altre convinzioni che avevo erano principalmente legate al mio pacchetto-vita. C’era una sola eccezione: pur desiderando fortemente avere due figli, non digerivo il fatto di doverli crescere e di avere la responsabilità delle loro vite sulle mie spalle. Pensavo fosse qualcosa di troppo difficile e impegnativo per me. Adesso, dopo vari mesi che porto in grembo Danae, ho capito che non esiste nulla di più bello della maternità. Essere madre non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. È solo un diritto tra tanti diritti e credo che nessuna donna dovrebbe esserne privata. Ma si sa, a questo mondo le pari opportunità sono ancora un’utopia.

***

La scuola è finita da un paio di settimane: è metà luglio e tutti sono in fibrillazione per l’imminente arrivo del compleanno di zio Harry. Ho provato a ricordare ai miei genitori che, ai primi di agosto, cadrebbe anche il compleanno di Albus, ma mi hanno ignorata. In questi primi giorni di vacanza ho trascorso la maggior parte del tempo a riposo, leggendo libri e guardando la televisione le poche volte in cui papà o Hugo non la monopolizzavano: mia madre, dopo aver scoperto dell’incidente alla festa, mi ha severamente proibito qualsiasi sforzo.

Non chiedetemi come l’abbia scoperto, è successo e basta.

Ma in fondo si sa, possiamo ingannare tutti per un certo periodo, qualcuno per sempre, ma non si può fregare la mamma.

Il problema è che, tra gli sforzi, lei comprende anche attraversare la strada per andare a salutare i Potter. Così, quando ho voglia di parlare con Lily, è lei a dover venire da me, mentre se si tratta di Al, sono obbligata a scrivergli una lettera, poiché papà ha giurato di ucciderlo se mai si azzardasse a mettere piede in casa nostra.

Al momento siamo tutti e quattro in cucina a fare colazione. Essendo sabato anche i miei hanno più tempo, poiché non devono andare al lavoro. Sto divorando l’ennesimo pancake sotto lo sguardo disgustato di Hugo, che evidentemente non si rende conto del fatto che devo nutrire un’altra persona oltre a me stessa. All’improvviso sentiamo un rumore contro il vetro della finestra: papà, per lo spavento, rovescia l’intera bottiglia di sciroppo d’acero. Io e Hugo scoppiamo a ridere, mentre mamma lo rimprovera per lo sporco creato.

«Ronald, santo cielo, ma che razza di Auror sei? È semplicemente un gufo che sta picchiando alla finestra!» Lo sguardo di papà si assottiglia all’udire quelle parole: probabilmente è convinto che sia l’ennesima lettera da parte di Scorpius o Albus. In effetti, devo ammettere che negli ultimi tempi la mia corrispondenza è quadruplicata e lui non approva nessuno dei miei “amici di penna”.

«Papà, tranquillo, non è né il gufo di Al, né quello di Scorp. Probabilmente sono i risultati dei miei esami.» commento cercando di mantenere un tono neutro. In realtà sono preoccupata di non essere stata all’altezza delle loro aspettative: dopo essere rimasta incinta, ho paura che l’unica ragione per cui i miei mi ospitino ancora in casa sia che ho buoni voti. Tuttavia, ammetto che la prima reazione di papà mi ha delusa: sembra che tutti si siano dimenticati che sono un’adolescente oltre che una madre. Apro la lettera titubante e, prima di mostrarla agli altri, la guardo da sola, cercando di metabolizzare la notizia.
 

Risultati Giudizio Unico Fattucchiero Ordinario

Voti sufficienti
Eccellente (E)
Oltre Ogni Previsione (O)
Accettabile (A)                                        

Voti insufficienti
Desolante (D)
Scadente (S)
Troll (T)

 

Rose Weasley ha conseguito:

Astronomia: E
Antiche Rune: E
Cura delle Creature Magiche: E
Difesa Contro le Arti Oscure: E
Erbologia: E
Incantesimi: E
Pozioni: E
Storia della Magia: E
Trasfigurazione: E
 
Rileggo la lettera un paio di volte: sapevo di essere andata bene, ma non così tanto. Da un lato temo che gli insegnanti siano stati un po’ larghi di manica a causa della mia condizione, però dall’altro non posso fare a meno di essere fiera di me. Sono così sconvolta che non riesco a reagire. Mamma mi strappa il foglio dalle mani e rimane esattamente come me: a bocca aperta. Papà ed Hugo iniziano a preoccuparsi seriamente per noi, quindi si decidono a guardarlo. Il primo a leggere è mio fratello.

«Rosie, che schifo! Questo foglio non uscirà da questa casa e, se mai si dovesse venire a sapere in giro, non ti riconoscerò come sorella, chiaro?» Non ti preoccupare fratellino, ti voglio bene, ma non tengo particolarmente ad essere accomunata ad uno zotico come te.

«Tutte E. Tutte E, Rosie. Bambina mia, hai battuto addirittura il record di tua madre! Ma sei un genio: sei sicura di essere mia figlia?» Sai, me lo sono chiesta anche io varie volte, papà e credo che i capelli rossi che mi ritrovo siano la risposta a tutti i nostri dubbi.

«La scuola non deve essere una competizione, Ronald.» replica mamma, punta sul vivo. Evidentemente non ha ancora digerito quell’Oltre Ogni Previsione in Difesa. Un po’infantile da parte sua, ma ognuno ha i propri difetti, giusto?

«Bene tesoro, questo significa che hai un’ampia scelta riguardo ai corsi da seguire l’anno prossimo.» commenta mia madre, abbracciandomi. Ha di fronte agli occhi la pagella che ha sempre desiderato e non ha mai avuto, ho appena realizzato i suoi sogni: in fondo, i genitori riflettono spesso nei figli le loro ambizioni. Ti prometto, Danae, che io non lo farò.

«Scusa mamma, ma secondo te come farò a continuare a studiare con anche una figlia da crescere?» Non so nemmeno io perché abbia deciso di rovinare un momento tanto felice, tuttavia credo che sia il momento più adatto per sollevare la questione.

«A questo proposito, io e tuo padre avremmo una proposta da farti.» comincia mamma con tono grave.

«Vedi Rose, sei una ragazza intelligente e, non appena siamo venuti a conoscenza della situazione, abbiamo cominciato a pensare un modo per non farti trascurare la tua istruzione. È importante che tu prenda i M.A.G.O. per avere più opportunità lavorative e far crescere la bambina in un ambiente migliore.» Papà, ammetti che mamma ti ha fatto imparare il discorso a memoria. Non ti ho mai visto parlare in maniera tanto forbita in vita mia.

«Ecco Rosie, noi abbiamo parlato con Madama Chips e lei ci ha detto che sarebbe disposta a tenerti la bambina durante il giorno mentre tu sei a lezione e poi potrai stare con lei finite le lezioni o nelle ore buche quanto vuoi.» conclude mamma.

«Non so… Non è una brutta idea, in fondo potrei starle vicina senza abbandonare i miei studi…Però, allo stesso tempo, ho paura di perdermi tanto della sua infanzia…»

«Rosie, pensaci, è un’opportunità fantastica!» prova a convincermi papà.

«Forse sarebbe meglio chiedere consiglio a Scorpius ed Albus.» Non appena lo dico ad alta voce, mi rendo conto dell’errore che ho fatto. Papà si irrigidisce e mi rimprovera un po’ bruscamente.

«Credo che dovrebbe essere una tua decisione, Rose. Tu sei la madre.»

«E Albus è il padre. E Scorpius è… Scorpius!» ribatto fredda. Papà, però, sembra non volere sentire ragioni. Fortunatamente, mia madre è una persona ragionevole e supporta la mia scelta. Io, personalmente, credo accetterei, ma devo ricordarmi che non sono l’unica coinvolta in questa situazione. Troppe volte ho trascurato le esigenze altrui e, per una volta, voglio fare le cose per bene. Sono troppo arrabbiata per continuare a mangiare, così mi rifugio di sopra in camera mia. Immediatamente mi metto a scrivere le due lettere: quella per Scorpius è molto lunga, perché non ho ancora risposto a quella che mi ha mandato lui due giorni fa; quella per Al, invece, è più breve, anche se trovo abbastanza ridicolo dover comunicare per iscritto con uno che abita di fianco a casa mia. Le spedisco subito e inizio a camminare avanti e indietro per la stanza in attesa della risposta: so che non potrà arrivare subito, però ci spero. Per ingannare il tempo, tiro fuori dal rifugio sotto al mio letto alcuni ricordi: trascorro mezz’ora a rileggere le poche pagine di diario che abbia mai scritto, poi trovo anche un peluche, i doppioni di alcune figurine e i test. Istintivamente mi tocco la pancia e, pur essendo stati mesi difficili gli ultimi, non posso fare a meno di sorridere: sono finalmente cresciuta e sto per avere una figlia. Nei ricordi riesco a selezionare solo momenti gioiosi: come diceva quel poeta babbano, Leopardi, vagheggiare e ricordare sono gli unici modi che abbiamo per rendere questa schifosa realtà felice. Ovviamente il concetto espresso con le sue parole era molto più bello, però l’idea di base è questa.

La risposta di Albus arriva dopo circa un’oretta. La lettera è stata scritta a quattro mani da lui e Lily: mi hanno mostrato il loro supporto, dicendo che sarei stata pazza a non accettare; mia cugina ha anche aggiunto qualche commento poco carino su Malfoy nel caso dovesse ostacolarmi e Al mi ha fatto i complimenti per la pagella da secchiona che mi sono ritrovata. La risposta di Scorpius, invece, arriva soltanto la sera. Ho trascorso la giornata confinata in camera mia e ho approfittato del tempo libero per pensare a quali corsi continuare a seguire. Credo che, in vista della carriera che desidero intraprendere, saranno Incantesimi, Erbologia, Antiche Rune, Difesa, Pozioni, Trasfigurazione. Abbandonerò perciò Astronomia, che ho sempre odiato, Storia della Magia, poiché vivo con chi la storia l’ha fatta e la conosco meglio di chiunque altro, e Cura delle Creature Magiche: mi dispiace deludere Hagrid, ma le Rune sono più importanti e più interessanti, ma questo non diteglielo. Quando papà ha visto il gufo dei Malfoy entrare dalla finestra si è subito innervosito: ho detto ai miei della reazione dei Potter e ne sono stati felici, ma sanno che, se non dovessi ricevere il consenso anche dal terzo vertice del triangolo, mollerei tutto. Grazie a Merlino, Scorpius ha deciso di lasciarmi carta bianca, anche se sembra spingermi verso il proseguimento degli studi.

Il gesto di Scorp sembra risollevare il morale della casa. La cena è felice e siamo molto in sintonia. Mamma è fiera di sapere che ho addirittura già deciso i corsi da frequentare l’anno prossimo: è stata un’ottima mossa dire ai miei che ho trascorso l’intera giornata a pensarci, perché ho dato l’impressione che non mi importasse nulla concretamente del parere degli altri ma stessi solo agendo per pura cortesia. In realtà non è così, semplicemente sapevo che avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di rendermi felice.

***
Le peggiori.

Vacanze.

Della mia.

Vita.

Avete idea di che cosa significhi starsene in casa con un caldo allucinante, quasi innaturale per l’Inghilterra, e dover portare ovunque il peso di una creatura?

Finalmente tra una settimana farò ritorno a scuola e potrò tornare a godermi il fresco della Scozia, la compagnia di Albus e Scorpius e, a settembre, nascerà anche la mia bambina. Mentre penso a quanto migliorerà la mia vita nelle prossime settimane, sto preparando la cena: mamma, papà e Hugo hanno trascorso la giornata a Diagon Alley per fare gli ultimi acquisti e io non ho avuto l’autorizzazione di unirmi a loro. Quindi eccomi qui a fare da servetta alla famiglia: come mai posso sforzarmi solo quando e come pare a loro? Non riesco a meditare un buon piano di vendetta, perché vengo interrotta dal loro arrivo.

«Tesoro, siamo tornati!» urla mamma dal salotto. Sento le borse sbattere sul pavimento, mentre papà e mio fratello mi raggiungono immediatamente in cucina per sbirciare nella pentola: ho preparato un arrosto di maiale, ma non ha un bell’aspetto. Ancora una volta, i geni di mia madre si fanno sentire.

«Chi ha voglia di pizza?» Grazie infinite per il tatto papà! Mamma lo guarda un po’ storto, poi però, sentendo l’odore che aleggia in cucina, chiama immediatamente il fattorino. Intanto io mi siedo sul divano a guardare la televisione.

«Rose, dai, spostati che voglio guardare lo sport!» mi grida addosso mio fratello.

«Ehi, sono stata tutto il pomeriggio da sola in casa a fare le pulizie e cucinare: merito un po’ di riposo!»

«Beh, visto che ti sentivi tanto sola, potevi accenderla oggi pomeriggio la televisione, così da avere un po’ di compagnia.» Non è una cattiva idea, perché non ci ho pensato prima? Appunto per me stessa: a volte anche gli zotici hanno delle trovate geniali, ma solo ed esclusivamente se esse sono legate ad una scusa per guardare più televisione.

 

«Ma sta per iniziare “Mission: Impossible”!»

«Ma lo hai già visto duemila volte!»

«Ma hai visto quanto è bello 
Tom Cruise

«Ok, ragazzi, basta litigare. Rose, frena gli ormoni.» La fai facile tu, mamma. Non hai gli ormoni sballati a causa dell’adolescenza e di una gravidanza.

«Quanto a te, Hugo, lascia stare tua sorella: ti rimbecillisci sempre davanti a quell’aggeggio e lei si merita un po’ di svago. Accidenti a me quando ho deciso di introdurre la mia famiglia al mondo babbano!» La diatriba viene sospesa dal provvidenziale arrivo delle pizze. Abbandono a malincuore il mio adorato Tom Cruise per andare a nutrirmi –Danae, da grande ti spiegherò quali sono le giuste priorità. Mentre mi avvio, sento Hugo ridacchiare un po’.

«Ok, Hugo, spara che cosa ti frulla per la testa. Prometto che non mi arrabbio.» Lui non riesce nemmeno a parlare, così mi indica il divano.

«Cazzo.» dico semplicemente. Dove ero seduta c’è una macchia e la pelle è bagnata.

«Rose, sai che non ammetto l’uso di certe parole in casa mia e dovresti abituarti a moderare i termini: a settembre avrai una figlia!»

«Mi sa che Danae arriverà un po’ prima del previsto, mamma.» commento semplicemente. I miei corrono in salotto e capiscono.

«Mamma, perché si sono rotte le acque anche se manca ancora del tempo?» chiedo nella speranza che lei abbia una risposta razionale. Merda, lei è Hermione Granger! Lei ha sempre una risposta.

«Deve essere in anticipo, non ti preoccupare. Ora andiamo al San Mungo e si risolve tutto.» Non ti preoccupare? Ma che razza di consiglio è? Sto per avere una figlia, è naturale che sia preoccupata! Inoltre, papà e Hugo che corrono da una parte all’altra della casa senza capire che cosa fare, metterebbero in agitazione anche un santo.

Inizio a sentire delle fitte lancinanti: contrazioni.

«Rose, muoviti, in macchina!» grida mamma.

«Prima avverti Al e Scorpius!» dico io.

«Rosie, stai per partorire, non mi sembra il momento di fare i capricci.»

«Io senza lui e Scorpius non mi muovo!»

«Ti prego, tesoro, sii ragionevole.»

«Va bene, va bene, ho capito! Faccio da sola!» Attraverso velocemente la strada e suono a casa Potter. Le contrazioni sono sempre più forti e fanno un male allucinante. Voglio nome, cognome e indirizzo del deficiente che ha detto che il dolore nobilita l’uomo. Sicuramente non era una donna o, per lo meno, non ha mai partorito. E se anche questa cazzata fosse vera, allora noi donne meriteremmo di essere trattate tutte come regine.

«Rose, che bella sorpresa!»

«Zia, chiama Al e Lily e manda un messaggio a Scorpius. Sto per partorire.»

«Che cosa? Ma è troppo presto…»

«Mamma, abbiamo sentito la voce di Rose. Dov’è?» chiedono Lily, Al e James scendendo dalle scale.

«Sono qui. Dobbiamo andare al San Mungo e avvisare Scorpius, sto per partorire.»

«Ma è presto!»

«Grazie al cazzo, Lily, lo so anch’io! Ora vi muovete o volete che mia figlia nasca per strada?» Succede tutto molto in fretta. Lily scrive un biglietto a Scorpius e lo invia, mentre Al cerca di non farsi prendere dal panico. Usciamo e nell’arco di un quarto d’ora siamo tutti al San Mungo. All’entrata c’è anche Scorpius che è pallido e terrorizzato: tra me, lui e mio cugino, non sembro nemmeno io quella che sta per partorire. Ho sempre detto che gli uomini sono deboli di cuore. Per fortuna Madre Natura ha deciso che dobbiamo essere noi donne a partorire, altrimenti ci saremmo già estinti migliaia di anni fa.

Vengo portata immediatamente in una stanza al secondo piano.

Nota positiva: c’è una fila lunghissima, ma quella che sta per nascere è la nipote di Hermione Granger, Harry Potter, Ron Weasley e Ginny Weasley, quindi abbiamo la priorità.

Nota negativa: la stanza è la numero 17. Dovrebbero proibire certi numeri negli ospedali, non incoraggiano molto i pazienti. Ho deciso di far entrare con me Al,  Scorpius e mamma, l’unica che capisca qualcosa. I medici continuano a gridare dati tecnici che non capisco: sembrano preoccupati, ma forse è solo perché la bambina sta nascendo con un certo anticipo. Deve essere solo per quello. Se dovesse capitarle qualcosa… No, non è possibile.

«Rosie, tranquilla, vedrai che andrà tutto bene.» mi dice Scorpius accarezzandomi la testa.

«Tu… non hai… la più pallida idea …del male… che faccia!»

«No, hai ragione, però non significa che per questo tu debba stritolarmi la mano.» prova a calmarmi lui con tono accondiscendente. Lo fulmino con lo sguardo. Per fortuna Al ha la decenza di stare zitto.

«Ragazzi, e se per colpa di tutto lo stress e del casino della festa diventa una squilibrata come gli Scamandro?» domando io terrorizzata dopo diverse ore di sofferenze inimmaginabili.

«Vorrà dire che ci divertiremo molto.» commenta Albus.

«Signorina Weasley, la prego di portare di pazienza ancora qualche minuto. Il suo travaglio si sta rivelando essere abbastanza veloce. Vedrà che a breve sarà tutto finito.»

Breve?

BREVE?

Ho passato tre ore ad urlare e a soffrire come una matta e loro dicono che il mio travaglio è breve e che devo sopportare ancora? Bisognerebbe proibire agli uomini di diventare ginecologi, non si rendono conto di quanto possano essere irritanti. Se solo fossi maggiorenne e avessi con me la bacchetta, un bell’Avada Kedavra non glielo risparmierebbe nessuno.

«Tesoro, tranquilla, è quasi tutto finito.» mi sussurra mamma.

«Mamma… io sapevo… che faceva male… ma non… così… tanto! Perché… lo hai fatto… due volte?»

«Ogni tanto me lo chiedo anch’io.» risponde semplicemente lei, suscitando le risate di Scorp e Al e solo tanto, tanto odio da parte mia.

«Bene, ora signorina Weasley deve semplicemente spingere e rilassarsi.»

Rilassarmi?

RILASSARMI?

Ok, Rose, respira, tra poco avrai Danae tra le braccia e sarà tutto finito. Spingo, spingo e spingo ancora e alla fine sento dire che la bambina è nata. Sì, perché ho indovinato ed è una femmina. Mi sdraio sul lettino, mentre Scorpius ed Albus mi fanno i complimenti e mia madre cerca di informarsi dai medici in merito alla sua condizione di salute: è prematura e ci potrebbero essere problemi.

«Mamma, com’è la bambina?» chiedo io.

«Tesoro, è semplicemente bellissima.» risponde lei, anche se ha un’aria un po’ strana, quasi… preoccupata.

«Sta bene?» chiede per prima cosa Albus.

«È sana?» domanda quasi contemporaneamente Scorpius.

«Come mai non l’ho sentita piangere?» salto su io, realizzando solo in quel momento l’assurdità della situazione.

«Beh, ora l’hanno messa nell’incubatrice…»

«Mamma, non sono idiota.»

«Va bene, Rose, sarò onesta con te. Ci sono stati dei disguidi durante il parto e pare che alla piccola sia mancata l’aria per alcuni minuti. Non… non sanno se questo potrà avere ripercussioni…» Merda, no, non è possibile.

«Mamma, dimmi che è uno scherzo. Andrà tutto bene. Non le succederà niente, vero? Vero? Mamma rispondimi!» Sono disperata e sto piangendo a dirotto. La mia bambina non può stare male, sarebbe tutta colpa mia. Mia madre si allontana senza dire niente per andare in cerca di risposte.

«Rose, calmati, zia Herm ci darà tutte le risposte il prima possibile.»

«Sì, Rosie, vedrai che tra poco verranno di qua a dirci che va tutto bene.»

«Chi vi dice che andrà tutto bene? Si tratta di me: Rose Weasley, la sfigata per eccellenza! È tutta colpa mia! Io mi sono ubriacata, io le ho fatto subire tutto quello stress!»

«Rose, questo non c’entra niente…» prova a cominciare Scorpius.

«E invece sì! Sono stata una stupida: ho rovinato la cosa più preziosa che avevo. Sono una stupida.» I due ragazzi si siedono accanto a me sul letto e provano a calmarmi.

Sono i venti minuti più lunghi di tutta la mia vita. Adesso capisco che cosa provavano i miei genitori durante la guerra e non sapevano come stessero i loro cari. Quando mia madre ritorna dopo circa mezz’ora, ha una faccia che non promette nulla di buono. Merlino, dimmi che è uno di quegli scherzi stupidi e tra due secondi si aprirà in un bellissimo sorriso dicendomi che Danae è sana come un pesce e vivremo per sempre felici e contente.

«Mamma, come sta Danae?» Non risponde. Resta semplicemente in silenzio. Una lacrima che le riga il volto è più che sufficiente per farci capire la situazione.

«Dimmi che è uno scherzo, ma’.»

«Zia, dai, non è il momento di farci preoccupare.»

«È morta.» Mia madre scoppia in un pianto disperato. Albus non riesce a reagire: ha lo sguardo vuoto e allo stesso tempo pieno di dolore; fugge dalla stanza correndo e non si volta nemmeno quando sente che sto urlando il suo nome.

Ti prego Al, è uno shock anche per me. Era anche mia figlia quella che è appena morta.

Morta troppo presto.

Morta ancor prima che riuscissimo ad affezionarci a lei.

Morta ancor prima che la vedessimo.

Ma non mi puoi abbandonare proprio ora. Non ora che ho più bisogno di te. Non ora che ho capito che ti amo.

Perché a Scorpius vorrò per sempre bene, ma non sarà mai vero amore il nostro.

Perché era tua figlia quella che ho messo al mondo. E ti capisco se ora mi odi, dal momento che è morta per colpa mia, ma possiamo superare tutto questo io e te. Insieme.

Scorp, intanto, mi stringe forte a sé e cerca di calmarmi. Poco dopo entra Lily che prova a dargli una mano, ma invano. Perdere un figlio è il dolore più grande che si possa provare. Ed è un dolore che non svanisce. Perché il travaglio si risolve nell’arco di alcune ore, mentre mia figlia non tornerà mai più.

«Danae…» sussurro semplicemente.

«Tranquilla, Rosie, io ci sono.» mi sussurra Scorpius. Sinceramente non trovo molto delicato da parte sua tentare di tornare nelle mie grazie sfruttando la morte di mia figlia, però sono sola e non ho altra scelta.

«Ho sbagliato tutto…»

«Non è colpa tua, Rosie. È… Doveva semplicemente andare così.» interviene Lily, cercando di mostrarsi sicura e forte come sempre.

«Al… Dove è andato?» trovo la forza di chiedere.

«Non lo sappiamo, Rose. Adesso non pensare a lui: devi solo calmarti e…»

«Era nostra figlia, Lily! Nostra! Non tua, non di Scorpius: mia e sua! Voi non sapete che cosa voglia dire! Ho bisogno di parlargli, di chiedergli scusa! È tutta colpa mia, mi odierà per sempre!» urlo tra le lacrime. Mi accorgo che sto attirando l’attenzione, però non mi importa: devo buttare fuori la sofferenza in un qualche modo, e se quel modo è urlare, allora sono pronta a perdere la voce.

«Rosie, lo sappiamo! Ma non possiamo farci niente! Devi andare avanti! Non è stata colpa tua, ok? È stato tutta colpa… del ginecologo.» azzarda Lily.

«Sì, è definitivamente colpa sua. Un incompetente del genere non si è mai visto: ti prometto che lo dirò a mio padre e gli faremo causa.» Bel tentativo Scorpius, ma questa volta i tuoi soldi non risolveranno un bel niente. Quell’uomo non era un incompetente, anzi, è considerato uno dei migliori al San Mungo. E poi, che cosa me ne farei di vedere quel poveretto ad Azkaban quando non posso abbracciare mia figlia?


«Danae.» sussurro di nuovo.
E quel nome si perde al vento così come la tua fragile vita. Ti voglio bene piccola mia. Perdonami per essere stata la madre peggiore del mondo.

 
 
 



Angolo di Harry Potterish
Dedicare il capitolo a dei personaggi inventati forse non è la scelta tipica di una persona sana di mente, ma io non sono sana di mente.
Partirei con il dire che il titolo è una citazione della grande Oriana Fallaci, che io stimo profondamente. Per quello che riguarda il resto, mi sento un mostro. Non so perché l’ho fatto, ma è più forte di me: nelle mie long ci scappa quasi sempre il morto (e chi ha letto la precedente lo sa). Questa volta si è trattato di una bambina innocente: piangevo quasi mentre scrivevo il capitolo, quindi perdonatemi eventuali errori di battitura. Inoltre, se a volte ci sono ripetizioni o cose simili, è solo perché Rose è molto stressata e i suoi pensieri sono confusi. Insomma, è un effetto voluto. Beh, la storia non finisce qui. Deve ancora passare parecchia acqua sotto i ponti, quindi continuate a leggere!
Grazie mille alle 10 preferite, 4 ricordate, 25 seguite e alle 10 ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo. Siete fantastiche, davvero, non so come farei senza di voi.  Siamo arrivate addirittura a 70 recensioni per 9 capitoli: per me è un record, quindi grazie di cuore! Spero che continuerete a darmi il vostro parere sulla storia, non deludetemi. Grazie anche a tutti i lettori silenziosi (ogni giorno il numero delle visite aumenta) e sappiate che mi farebbe davvero piacere sentire anche le vostre voci!
Lo spoiler lo avete indovinato in molte (l’avevo detto io che era troppo facile) e sono fiera di voi!
Vi lascio con lo spoiler del capitolo 11, ma prima un’ultima raccomandazione: recensite, non solo questa storia, ma anche ““Diary of a Red Head – Diario di una Rossa””, non tanto per me, quanto per quella fantastica ragazza inglese che l’ha scritta e vuole il vostro parere.
 
«Scusa Rose, non avevo intenzione di urlarti tutto in faccia, ma…»
«Fa lo stesso. Lo sapevo già, solo che sentirselo dire è difficile.»
«Lo ami ancora, vero?»
 
Poi non ditemi che sono cattiva! Accetto pronostici di ogni tipo. Volete saperne di più? Continuate a seguirmi! Per chi volesse un ulteriore spoiler, potrei inviarglielo via mp se indovina esattamente di che cosa si tratta nel primo.

Alla prossima, mie adepte
Harry Potterish
 

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Capitolo 11
*** Chiudere con il passato ***


A M., perché ho sbagliato, ma dopo un anno sarebbe anche giunto il momento di chiudere con il passato. Perdonami.

 

11.
Chiudere con il passato

Questo dolore fa male. Fa male perché non è un dolore fisico, che prima o poi svanirà lasciando spazio a tempi migliori; questo dolore continuerà per sempre, mi tormenterà ogni giorno della mia vita. All’inizio sarà forte, poi si abbasserà e lentamente si trasformerà in un semplice ronzio di sottofondo e sarà ancora peggio, perché sarà come se io avessi dimenticato.

Questo senso di colpa fa male. Il senso di colpa è un fenomeno assurdo: spesso non ne risentono i colpevoli, ma le vittime solo perché c’è bisogno che qualcuno se ne faccia carico. La mia situazione è diversa. Non sopporto che la gente continui a ripetermi che io non ho responsabilità. Non è vero. Ho sbagliato e preferirei che qualcuno mi sbattesse in faccia la verità perché sarebbe un modo per espiare la colpa.

Questa depressione fa male. La depressione colpisce tutti, prima o poi, nella vita. Da questo punto di vista vige la democrazia. Come sempre, però, ci sono persone che arrivano ad uscirne in breve tempo ed altre che, come me, per quanto possano sforzarsi, non riusciranno mai a guarire veramente. Sì, perché la depressione non è uno stato d’animo, ma una malattia. E anche la peggiore che io conosca.

Questa solitudine fa male. Sono circondata tutto il giorno da decine di persone che mi aiutano e mi sostengono, primi tra tutti Scorpius, Lily e i miei genitori, ma tra loro non c’è lui. Non c’è lui che invece, in passato, c’è sempre stato. Non c’è lui che mi ha insegnato ad allacciarmi le scarpe. Non c’è lui che mi ha fatto superare la paura per lo Smistamento, diventandone però vittima. Non c’è lui che mi ha fatto conoscere una delle persone più care che ho. Non c’è lui che sa farmi sorridere anche solo abbracciandomi. Non c’è lui con cui mangio quintali di fragole stando in silenzio e non mi sento in imbarazzo. Non c’è lui che, nonostante soffra di ansia cronica, si fa carico anche delle mie di ansie. Non c’è lui che è il padre di mia figlia. Non c’è lui che è il primo e l’unico che abbia mai amato.

Per la prima volta in vita mia so che cosa significhi essere sola.

***

1 settembre 2022. Stazione di King’s Cross. Binario 9 e ¾.

Una folla di undicenni urlanti corre da una parte all’altra della banchina in attesa dell’arrivo del treno. Molti occhi dei più grandi, invece, sono puntati su di me. La notizia che la figlia della primogenita di casa Weasley è… lo sapete, non c’è bisogno che lo dica giusto? Insomma, questa notizia ha fatto scalpore. Istintivamente il mio sguardo cade sulla pancia: spesso mi ritrovo a toccarla, come alla ricerca di un segnale della sua presenza. Ho già salutato i miei genitori e ora sono da sola, seduta in un angolo, isolata dagli altri. Vedere i fratelli e le sorelle minori dei primini e anche quei ragazzi stessi non è che un modo per ricordarmi che mia figlia sarebbe dovuta essere fra loro tra undici anni. E invece non sarà così. Peccato, Hogwarts si è persa una bellissima ragazza: nonostante abbiano cercato di ostacolarmi, ho preteso di vederla almeno una volta prima della sepoltura. Aveva gli stessi occhi di Al, le lentiggini e un piccolo ciuffo di capelli rossi: una Lily Evans in miniatura vera e propria, non come mia cugina che, pur assomigliandole, ha ereditato gli occhi azzurri da zia Ginny. Per ingannare il tempo, mi metto a leggere un libro di Antiche Rune: è un modo per distrarmi, per non pensare ai problemi.

Avevo chiesto ai miei di poter essere mandata a scuola con una settimana di ritardo o, addirittura, di poter frequentare i corsi per i M.A.G.O. da privatista, ma loro si sono rifiutati categoricamente, dicendo che vivere in mezzo alla gente mi avrebbe aiutata a risollevarmi il morale.

Come se bastasse così poco!

Se per essere felici fosse sufficiente essere circondati da molte persone, allora nella mia famiglia dovremmo sempre sprizzare gioia da tutti i pori. La verità è che non conta il numero delle persone che ti circondano, ma la qualità: potresti anche avere centinaia di amici, ma essere sola se, insieme a te, non c’è l’unica persona cui tieni davvero.

Nel mio caso è Albus.

Ho trascorso i primi giorni dopo il fatto a piangere nel mio letto mormorando il suo nome e quello di mia figlia, poi Lily è venuta in camera e mi ha trascinata giù di peso, dicendo che dovevo smetterla di piangermi addosso e dare una svolta alla mia vita. Parla facile lei, non ha appena perso una figlia! Gli unici che, effettivamente, sono riusciti a darmi qualche valido consiglio, sono stati i nonni: hanno perso zio Fred durante la battaglia, ma almeno loro avevano avuto modo di trascorrere del tempo con lui. Io non sono riuscita neanche a stringerla tra le braccia una sola volta. Insomma, l’unico che potrebbe capirmi e confortarmi è Al, però lui non c’è. Dopo che è scappato dalla sala parto, nessuno lo ha più rivisto. Ha inviato una lettera agli zii, dicendo che avrebbe dato i M.A.G.O. da privatista e che aveva prelevato già i soldi necessari dalla loro camera blindata alla Gringott. Non so dove si sia rifugiato, probabilmente a casa di qualche amico di famiglia fidato. Tuttavia i nostri genitori conoscono così tante persone che risulterebbe difficile rintracciarlo e, inoltre, chi non sarebbe disposto ad ospitare e nascondere il figlio di Harry Potter? Insomma, se il mini-salvatore del mondo magico bussa alla tua porta non te lo lasci scappare. A meno che il tuo nome non sia Rose Weasley e tu sia la più grande idiota del pianeta.

Ma questo è un caso a parte.

Il treno dovrebbe arrivare entro i prossimi dieci minuti: sono impaziente di prenderlo e andarmene da un posto dove tutti mi guardano con pietà e compassione. Non capiscono che non ne ho bisogno? Non capiscono che preferirei mille volte essere odiata da tutti? Non capiscono che sarebbe meglio se agissero, se provassero ad aiutarmi concretamente, anziché immergersi nel mutismo più assoluto e limitarsi a fissarmi con le lacrime agli occhi, come se fossero sul punto di scoppiare a piangere ogni due minuti? Sarei io quella che ha bisogno di essere consolata, non loro. Ma si sa, gli adulti sono degli egocentrici insopportabili e presuntuosi, convinti di essere sempre al centro dell’attenzione e in grado di capire che cosa provano gli adolescenti perché “ci sono già passati”. Mi spiace deludervi, ma questa volta non avete diritto di parola.

«Ciao.» Il flusso dei miei pensieri viene bloccato da una voce calma e fredda. Fingo di non sentirla e di essere troppo presa dalla lettura per rispondere: non ho alcuna voglia di sentirmi chiedere per l’ennesima volta come mi senta. Sto male! Perché, non si vede?

«Guarda che si nota lontano un miglio che non stai leggendo. Hai gli occhi fissi sulla stessa pagina da almeno cinque minuti.» Beh, e che cosa ne sai tu? Potrebbe essere una pagina contenente concetti molto difficili, o forse una pagina tanto bella da meritare di essere riletta varie volte o tanto brutta da non essere degna di venir letta oltre la terza riga.

«Da quanto tempo sei arrivato?» mi limito a chiedere. Dopotutto, se ha notato che continuo a fissare le stesse tre parole, deve essere qui da un po’. E allora perché io non mi sono accorta della sua presenza?

«Da un po’.» Si siede accanto a me e comincia a leggere il volume da sopra le mie spalle. Posso sentire il suo fiato sul collo: è una cosa che in genere mi ha sempre dato fastidio, tuttavia oggi la apprezzo, perché dopo mesi trascorsi a non parlargli, se non tramite lettere, ho bisogno di sentire la sua presenza.

«Ho sentito dire che Potter prenderà i M.A.G.O. da privatista.» commenta neutro, notando che non rompo il silenzio. Sinceramente, non ho affatto voglia di affrontare l’argomento “Albus”, o almeno non ora e non con lui. Avrei bisogno di un adulto con cui sfogarmi che fosse esterno alla vicenda, un po’come zio Harry aveva Sirius o Remus: possibile che debba essere imparentata all’intero mondo magico? Per una volta, Fortuna sembra avere pietà di me e fa arrivare in stazione il treno proprio in quest’istante: il silenzio causato dalla mancanza di una risposta da parte mia viene colmato dal rumore dell’Espresso. Mi alzo in piedi, prendo il bagaglio, mi volto a fare un cenno di saluto a tutte le teste rosse presenti in stazione, poi trovo uno scompartimento vuoto e mi posiziono lì, consapevole del fatto che nessuno ha voglia di stare con me. Rifiuto le richieste di Lily di passare un po’ di tempo con lei e, incredibilmente, dopo un po’ cede, capendo che ho bisogno di stare da sola per pensare. Ho appena ritrovato la mia pace interiore con “Il conte di Montecristo” aperto sulle ginocchia e una barretta di cioccolata piccante in mano, quando la porta dello scompartimento si apre, viene chiusa brutalmente da un “Colloportus”, l’ambiente è insonorizzato con un “Muffliato”, il libro mi viene strappato dalle mani e mi ritrovo di fronte due occhi grigi. Sono in trappola.

«Dobbiamo parlare.» si limita a dire. Forse si aspetta che cominci io e che gli elenchi i miei problemi e gli spieghi i sentimenti che provo per lui. Beh, mi spiace deluderlo, ma questa volta non lo farò: per quanto gli voglia bene, non si può permettere di fare irruzione e interrompere uno dei primi momenti sereni che ho solo perché vuole parlarmi.

«Non mi sembrano i modi più adatti.» Riafferro il libro e riprendo a leggere da dove ero rimasta. Puntualmente, lui me lo strappa di nuovo da sotto gli occhi: si sta rendendo davvero insopportabile, come ho fatto ad innamorarmi di lui? Se solo avessi dato retta a mio padre…

«Rose, io ho provato ad avvicinarmi a te in maniera educata ma, poiché più uno è gentile con te più tu lo tratti di merda, ho preferito passare a metodi più… brutali.»

«Quindi cominciare a parlare di mio cugino così, di punto in bianco, dopo tutto quello che è successo, ti sembrava un modo gentile per iniziare una conversazione come quella che ci aspetta?»

«Ti avevo anche salutata prima. Poi, siccome non ti decidevi a parlare, ho buttato lì l’argomento…»

«Ho capito: non te ne andrai finché non avremo chiuso questa discussione.»

«Esattamente.»

«Bene, muoviti che non ho molto tempo da perdere: Violet ha appena preso la medicina datagli dal conte e voglio sapere come va a finire.»

«Ma se hai già letto il libro un migliaio di volte!» Questo è un insulto vero e proprio. Mi sento punta sul vivo.

«E ogni volta è come se fosse la prima.» sibilo, anzi ringhio io. «Quindi, me lo restituiresti?»

«Dopo. Prima parliamo.»

«Bene, che cosa dovrei dirti?»

«Ad esempio, potremmo parlare di Potter.»

«Non ne ho voglia.» Certo che è proprio cocciuto il ragazzo, eh?

«Nemmeno io, ad essere sincero. Ma il problema nasce da lui, perciò…»

«Il problema non nasce da Al, ma da quello che è successo poco più di una settimana fa!»

«Lo so. Potter se ne è andato dalla sala parto…»

«Mia figlia…» lo interrompo immediatamente, cercando di fargli capire quale sia il vero nocciolo della questione, però lui mi interrompe a sua volta.


«Tua figlia non c’entra niente! Sono certo che sia dispiaciuta per lei e che tu stia soffrendo, ma so anche che hai sentito un senso di sollievo, perché non ti sentivi pronta per diventare madre!»

«
Non osare dire che non me frega niente di lei!»


«Infatti non ho detto questo, anzi! Ho semplicemente costato che forse la amavi troppo, da arrivare addirittura a renderti conto che sedici anni sono pochi per allevare una bambina, dal momento che anche tu stai ancora crescendo! La verità è che ora stai male perché Potter è fuggito, nessuno sa dove sia, sei convinta che lui ti odi e, allo stesso tempo, tu lo ami.»


Sgranocchio un po’ di cioccolata e guardo fuori dal finestrino. La vecchia me avrebbe sbraitato e lo avrebbe ricoperto di insulti e fatture. La nuova me, invece, è consapevole del fatto che in fondo ha ragione e, ancor più in fondo, aveva anche già capito da sola come stavano le cose, ma tra pensarlo e sentirlo dire a voce alta c’è di mezzo un abisso.

«Scusa Rose, non avevo intenzione di urlarti tutto in faccia, ma…»

«Fa lo stesso. Lo sapevo già, solo che sentirselo dire è difficile.»

«Lo ami ancora, vero?» mi domanda con una vena di tristezza nella voce. Non so che cosa rispondergli: la verità, dolorosa per entrambi, o una piccola bugia a fin di bene che potrebbe far sorridere almeno uno di noi due?

«Sì, lo amo. Ma amo anche te.» Stupida, stupida Rose! Non hai imparato proprio niente da tutta questa storia?

«Senti, so che sei in un momento difficile, ma sappi che se hai bisogno io ci sono. Non mi importa se sarà come fidanzato o come semplice amico: in quest’ultimo caso sarà complicato per me, non lo nego, però tu sei la priorità. E, cosa più importante, ti amo abbastanza da desiderare unicamente la tua felicità, anche se ciò significa dover soffrire io stesso.» Voldemort, ti prego, dimmi che esiste un altro Horcrux, ritornerai e mi ucciderai. Non può davvero chiedermi di scegliere dopo un discorso del genere. Non voglio che lui sia un semplice ripiego, non lo merita: mi ama davvero e farebbe qualsiasi cosa per me. Forse, con il tempo, potrei innamorarmi anch’io di lui. Ma io voglio Al. È egoistico da parte mia ragionare in questo modo, decidere di tenermi buono Scorpius nel caso mi dovesse andare fatta male con mio cugino, però è la soluzione che ci farà soffrire di meno.

«Grazie, non credo di meritare tutte queste attenzioni.»

«Non dirlo neanche per scherzo. Ne hai dovute passare tante… Sei una ragazza forte e speciale: meriti solo il meglio dalla vita, Rosie.» Una lacrima mi scivola sulla guancia: senso di colpa, commozione, tristezza, malinconia, non so davvero a quale di questi sentimenti attribuirla. Lui si alza, si siede vicino a me, mi restituisce il libro e mi abbraccia.

«Io… credo di aver bisogno di parlare con mio cugino.» dico semplicemente.

«Lo credo anch’io. Devi chiudere con il passato definitivamente.» Già, devo parlargli. Non per gli stessi motivi che crede lui, ma sono dettagli sui quali si può anche sorvolare.

«Abbiamo avuto un anno difficile, ma supereremo anche questa. Comunque vada, io ti aspetterò.»

«Grazie.» mormoro in risposta. Poi ricomincio a leggere, di nuovo con il suo fiato puntato sul collo, pensando che sarebbe bello se sapesse di cioccolata piccante e fragole.

***

Le prime due settimane di scuola sono state un inferno: sapevo che il programma degli ultimi anni era più complesso, ma non immaginavo così tanto! Tra il cercare di rimanere in pari con i compiti, mantenere un equilibrio con Scorpius e partecipare a tutti gli eventi sociali in cui mi ha coinvolta Lily, ho avuto ben poco tempo per pensare ai miei problemi. Da questo punto vista posso dire che la scuola è terapeutica; allo stesso tempo, però, tutte le notti sono tormentata da incubi, che mettono in luce le mie paure e le mie sofferenze non svanite, ma semplicemente nascoste in qualche remoto angolo del mio subconscio.

Stamattina, poiché sono incredibilmente in pari con lo studio e ho un’ora buca, ho deciso di fare qualcosa di produttivo per la mia salute mentale: provare a contattare Albus. Gli devo parlare, però come fare se non so dove sia? Tra due giorni ci sarà la prima uscita ad Hogsmeade e potremmo incontrarci lì. A dir la verità, ho promesso a Scorpius che ci saremmo andati insieme, tuttavia credo che un bel discorso a sei occhi non farà male a nessuno di noi. Scrivo almeno cinque versioni diverse e, alla fine, mi decido ad inviargli la sesta, che differisce dalle altre solo per piccoli particolari, ma che reputo la migliore. Salgo verso la Guferia a passo lento, ancora un po’ titubante in merito al gesto che sto per compiere. Quando arrivo in cima alla torre la rileggo un’ultima volta per sicurezza.

La mia calligrafia è più disordinata del solito e ci sono varie cancellature dovute alla paura e allo stress.

Caro cuginetto Albus,
come stai? ovunque  tu sia, hai già iniziato a studiare per i M.A.G.O.? Qui ad Hogwarts ci stanno letteralmente uccidendo. È strano andare in giro per la scuola e rendersi conto che non ti incontrerò. Ormai era un’abitudine incontrarsi dopo le lezioni Adesso chi mi consolerà quando prenderò solo O in Pozioni? A proposito, non ti ho nemmeno chiesto quali materie hai deciso di proseguire! Io ho scelto Pozioni, Trasfigurazione, Incantesimi, Erbologia, Difesa e Antiche Rune . Lily mi ha detto di dirti che vuole lo stesso il tuo regali di Natale Questo fine settimana ci sarà la prima gita ad Hogsmeade dell’anno. In teoria dovrei andarci con Scorpius Mi piacerebbe incontrarti: Ho bisogno di parlarti urgentemente, è importante. Se ti va, vediamoci nella radura di fronte alla Stamberga Strillante. Non ti chiederò dove abiti ora o di tornare ad Hogwarts. Voglio semplicemente chiarirti i miei sentimenti nei tuoi confronti, come avevo promesso a giugno. Voglio solo trascorrere un pomeriggio con te. Non ho nemmeno avuto modo di salutarti.
Mi manchi tanto, Al. Con affetto Tua per sempre

Rose

Lo ammetto, non è uno dei miei lavori migliori –un undicenne avrebbe saputo fare di meglio- tuttavia non sono riuscita a trovare altre parole per descrivere i miei sentimenti senza fargli intuire nulla di ciò che ho intenzione di dirgli o spaventarlo.

È contorto come ragionamento, ma dopotutto sono un essere cervellotico io!

 
 
 
 
Angolo di Harry Potterish
Ehm, non so che dire. Scusatemi per questo capitolo orrendo, breve e di transizione, ma essenziale per la storia. Originariamente era legato al prossimo, ma poi li ho divisi perché il capitolo 12 è troppo importante (e perché doveva essere tredici il numero dei capitoli). Insomma, nell’epilogo (capitolo 13) rimescolerò ulteriormente le carte in tavola, però il 12… Boh, non so come spiegarvelo, ha una sorta di valore affettivo.
Su questo capitolo non ho molto da aggiungere: tutti i problemi di Rose derivano, per una buona volta, dalla sua chiarezza di idee. Ragazze, ormai l’ho scritto palesemente chi vuole lei, ma ricordatevi chi è che sta scrivendo… Insomma, se conoscete bene la mia mente cervellotica, sapete già come andrà a finire.

Ringrazio infinitamente le 10 preferite, le 5 ricordate, le 24 seguite e quelle fantastiche ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, ergo CharmedAlis, __Giuuu, martachiu_95, Ismene_, ZetaDreams, MaraMalfoy, Marty_chick_99, JennyBlaBla, dominqueweasley, chibidaphne87, flors99: le vostre maledizioni sono arrivate tutte e sono state reindirizzate ai miei prof.! Grazie di cuore per la collaborazione allo sterminio del corpo docenti del mio liceo!

Bene, ora tocca a voi! Con chi finirà Rose? Chi amate/odiate? Che ne pensate del capitolo? Vorreste uccidere qualcuno (me inclusa)? Vi piace l'idea di un aggiornamento a settimana? Fatemelo sapere e recensite numerose! Con una sola recensione (che, ci tengo a sottolineare, è gratuita), contribuirete a rendermi tanto felice e a far fuori un po’ di professori!

SPOILER!
Al momento siamo in una situazione di stallo piuttosto ambigua. Lily ci ha descritti come “la moglie, il marito e l’altro marito” e si è rifiutata di specificare in quale ruolo si trovasse ciascuno di noi.

Ok, lo ammetto, non è un grande spoiler, ma nel prossimo capitolo succedono così tante cose che l’unica frase “neutra” e non troppo esplicita è questa.

Vi saluto, mie adepte
Harry Potterish

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Capitolo 12
*** Ci sono abissi che l'amore non può superare nonostante la forza delle sue ali ***


A chi ama l’amore, nonostante faccia male

12.
Ci sono abissi che l'amore non può superare, nonostante la forza delle sue ali. 

Dicono che “attendere” sia l’infinito del verbo amare. Forse è vero, perché dopotutto l’amore è proprio questo: aspettare, mettersi in gioco, avere fiducia e ancora aspettare. Lo stesso Edmond Dantès ricorda ai suoi amici che attendere e sperare sono gli unici capisaldi che dovrebbero esserci nella vita di una persona e, poiché l’amore è quella fiamma che ci fa sopravvivere, le cose si posso racchiudere in un unico concetto. La cosa bella dell’attesa è che, per quanto lunga essa sia, non ti priva della speranza. Essa continua a bruciare dentro di te e non muore, anzi se possibile si alimenta ancor di più. E quando arriva il momento della verità, la fine dell’attesa, è tremendo, perché finiscono i tempi in cui potevi cullarti nei sogni ed inizia la realtà.

***

I giorni successivi sono tremendi. Mi sveglio la mattina nella speranza di vedere il gufo di mio cugino atterrare di fronte a me con la risposta alla lettera, ma puntualmente vengo delusa. Arrivo a sabato senza aver ricevuto nulla, quindi mi rassegno ad andare al villaggio con Scorpius come promesso. In seguito alle vacanze, agli occhi degli altri siamo tornati ad essere la coppietta perfetta in stile Dominique Weasley/fidanzato-che-non-voglio-nemmeno-sentir-nominare e, dopo i pettegolezzi dei primi giorni legati all’assenza di Albus, abbiamo ricominciato ad avere una vita “normale”. Da notare le virgolette, che esprimono la relatività del concetto.

Io e Scorpius NON stiamo insieme.

Non ancora, almeno. Prima di prendere una decisione definitiva voglio parlare con la terza persona coinvolta in questa storia, sempre se riuscirò a trovarla. Se così non fosse, se non si facesse mai più viva, se mi dicesse apertamente che mi odia, se uscisse in una maniera tanto brusca e allo stesso tempo silenziosa dalla mia vita, solo allora tornerei a stare con lui. Al momento siamo in una situazione di stallo piuttosto ambigua. Lily ci ha descritti come “la moglie, il marito e l’altro marito” e si è rifiutata di specificare in quale ruolo si trovasse ciascuno di noi.
Io e Scorpius facciamo il solito giro che eravamo abituati a percorrere insieme. Prima facciamo tappa a Mielandia, dove io mi rifornisco di dolci, poi andiamo da Zonko, per puro spionaggio industriale. Successivamente, io mi fermo ad ammirare le vetrine dei negozi che espongono vestiti che non potrò mai permettermi e Scorpius quelle dei negozi sportivi. In seguito andiamo al supermercato a comprare il necessario per la scuola, ci fermiamo in libreria nel caso ci servano libri per delle ricerche e, alla fine, ci rifugiamo ai Tre Manici di Scopa.

«Senti, che ne dici se facciamo una piccola variazione del programma e andiamo fino alla Stamberga Strillante prima di tornare a scuola?» chiedo nella speranza che non capisca le mie vere intenzioni. So che Albus non ha risposto alla lettera e probabilmente non l’ha neanche ricevuta, però controllare non guasta mai.

«Perché?» replica un po’ stupito.

«Beh, sai, non volevo che rimanesse proprio tutto uguale al passato. Per chiudere definitivamente, capisci?» Se c’è una cosa che ho imparato a fare in questi mesi non è essere onesta, ma mentire spudoratamente.

«Uhm, beh, hai ragione. Se può aiutare…» Correggiti, caro: se può servire a rientrare nelle mie grazie e farmi scegliere te al posto di mio cugino. In questo momento ti butteresti anche giù dalla Torre di Astronomia se te lo chiedessi. Ehi, a pensarci bene, risolverei tutti i miei problemi così! Peccato che l’omicidio sia illegale. Possibile che ogni cosa che mi piace sia illegale, immorale o faccia ingrassare?

Arriviamo fino alla radura. Non c’è nessuno, come sospettavo. Sono piuttosto delusa, tuttavia forse questo è un segno del fatto che Scorpius è la persona giusta per me. Ci sediamo per terra e rimango ferma a fissare il vuoto per un po’, destando l’attenzione del mio accompagnatore.

«Ehi Rose, tutto a posto?» No. Molto probabilmente, anzi diciamo pure sicuramente, l’unico ragazzo di cui sia mai stata veramente innamorata è appena ufficialmente uscito dalla mia vita. Ma a parte il fatto che mi sento una merda, sto bene, grazie per l’interessamento.

«Sì, sì… Solo che, quando mi trovo vicina alla Stamberga, penso ai genitori di zio Harry e ai loro amici… Ci credi che un tempo erano convinti ci fossero i fantasmi?»

«Già, davvero assurdo! Però bisogna comprenderli: come potevano immaginare che una notte al mese fosse abitata da un Lupo Mannaro in compagnia di tre adolescenti Animagus non registrati?»

«Sì, in effetti è abbastanza assurdo da immaginare…».

«In che cosa hai detto si trasformavano?» mi domanda lui curioso. Ha sempre amato questa storia, la trova l’emblema dell’amicizia, quella vera, che trovi poche volte nella vita. Quella tra lui ed Albus era un’amicizia di questo tipo, peccato che sia successo quello che è successo e io abbia rovinato tutto.

«Peter Minus, lo sporco traditore, in un topo; Sirius Black, il padrino di zio Harry, in un grosso cane nero; James Potter, il papà di zio Harry, in un cervo. È per questo che il Patronus dello zio ha quella forma».

«Davvero? E dire che mio padre mi aveva riempito la testa di storie sui tradimenti di tua zia!» Gli do una leggera pacca sul braccio sinistro, facendomi più male io che lui. Sono quasi certa di aver sentito il rumore di un ramo che si spezza, ma quando mi volto non riesco a vedere nulla.

«Ehi, mia zia non l’ha tradito! Non stavano ancora insieme quando frequentava gli altri!»

«Sì, però devi ammettere che riscuoteva un grosso successo… Papà mi ha confessato che perfino quel suo compagno di Casa, Zabini, la trovava carina».

«Davvero? Questa proprio non me l’aspettavo».

«Beh, evidentemente hai ereditato da lei il tuo fascino». Arrossisco. Di nuovo quel rumore strano. Mi decido a rispondere per non pensarci.

«È mia zia, come posso aver ereditato qualcosa da lei?»

«Beh, tuo padre è suo fratello e si sa che certi fattori saltano alcune generazioni…».

«Fingerò di non aver sentito il velato insulto a mio padre: devo riconoscere che ogni tanto mi chiedo anch’io come abbia fatto mamma a sposarlo. Su, ora andiamo, inizio ad avere fame». Chiudo la discussione perché, più a lungo sto qui, più mi ricordo il motivo che mi ha spinta a venire fin qua.

Il resto della giornata scorre lento, più del solito devo ammettere. Forse, poiché vorrei tanto che giungesse al termine, Sfiga si sta impegnando per far scorrere le lancette dell’orologio più lentamente. Dopo cena, proprio per questo, salgo immediatamente in camera mia. Mi butto sul letto e mi accorgo che manca qualcosa: la mia borsa. Ero convinta di averla con me, però, adesso che ci rifletto, nemmeno durante la cena o oggi pomeriggio l’avevo sulla spalla. Non ditemi che l’ho lasciata… nella radura. È l’unica spiegazione possibile: l’avevo all’uscita dal pub, perché ricordo di averla appoggiata quando mi sono seduta vicino alla Stamberga, perciò non può essere che lì. Non ho alcuna voglia di tornare fin là, ma lì dentro ci sono i miei ultimi acquisti, qualche soldo, i documenti e la mia personalissima e vecchissima copia de “Il conte di Montecristo”. Inoltre la borsa mi è stata regalata da mamma per i miei undici anni ed è un ricordo prezioso. È quella stessa borsa di perline che l’aveva accompagnata durante il viaggio alla ricerca degli Horcrux e, quando me la diede, mi disse –testuali parole: “Ricorda Rosie che, nei momenti più duri, non c’è niente di più utile per una donna che una borsa capiente”. All’inizio la trovavo poco pratica poi, da quando ho imparato ad usare gli Incantesimi d’Appello, è diventata la mia migliore amica.

Esco fuori dal dormitorio quando manca ancora un’ora e mezza al coprifuoco: il vantaggio di essere al penultimo anno è che abbiamo maggiore libertà e, in questo caso, dovrei riuscire a sgusciare fuori dalla scuola, entrare nelle cantine di Mielandia, arrivare alla radura, recuperare la borsa e poi tornare indietro entro il tempo stabilito. Ho con me la Mappa, sottratta di nascosto a James, per evitare di farmi notare da Lily o Scorpius: non voglio che si preoccupino per me. Il piano procede come sperato e, ringraziando il cielo, quando arrivo alla radura c’è ancora la mia borsa lì ad aspettarmi. Faccio per prenderla, ma sparisce nel nulla. Non capisco come ciò sia possibile, poi sento una voce.

«Credevo ci avresti messo meno tempo, ma ero certo che saresti tornata a prenderla». Non è vero, Rose. Calmati, è solo un’allucinazione. Non è possibile.

«Al?» chiedo con la voce tremolante. Se è una fantasia, voglio assecondarla: devo chiudere con il passato, anche in sogno, non mi importa. Se è l’unico modo, sono disposta perfino a rendermi ridicola e abbassarmi a questo livello.

«Esattamente». Dicendolo, appare davanti a me mio cugino con in mano la borsa. Sono paralizzata: vorrei saltargli addosso, abbracciarlo, baciarlo, dirgli come stanno le cose, ma non ne ho la forza. È quello di sempre, solo che ha un’aria più disillusa, tipica delle persone che hanno sofferto.

«Ma come…».

«Come è possibile? Tu dimentichi chi sono i miei antenati». replica lui e mi mostra il Mantello dell’Invisibilità dei fratelli Peverell. Sono una stupida! Ho sempre dato per scontato che lo avesse James, ma era logico che se uno aveva la Mappa, all’altro doveva spettare il Mantello! Mentre mi insulto da sola –ora capite a che punto sono arrivata?- inizio a ricollegare una serie di cose.

«Ma allora oggi, quei rumori che sentivo e la borsa scomparsa… eri tu! Hai organizzato tutto tu per portarmi qui!»

«Come sempre mi inchino di fronte alla tua logica, cuginetta» si limita a dire, con una vena sarcastica e di amarezza.

«Non capisco… Perché non hai semplicemente risposto alla mia lettera e hai accettato l’invito?» Va bene che ultimamente sono stata un po’ tarda per i miei standard, ma questa è una buona domanda, ne sono certa.

«Perché avevi ragione tu. Dovevamo parlare… da soli».

«Continuo a non capire… Il mio invito era proprio volto a quello».

«No, il tuo invito era una trappola. Ti sei presentata con Scorpius, se non sbaglio».

«Che cosa?! Io sono venuta con lui perché tu non ti eri degnato di rispondermi! E, nonostante tutto, sono addirittura venuta fin qui a controllare se, per caso, non ci avessi ripensato!»

«Va bene, chiedo scusa per aver dubitato di te. Però devi ammettere che qualche sospetto poteva anche nascermi…».

«Aspetta un secondo. Come facevi a sapere che sarei venuta lo stesso qua e sarei tornata a prendere la borsa?»

«Beh, so che ci tenevi e che non avresti mollato fino all’ultimo. Invece, per quello che riguarda la borsa, so che ha un valore affettivo immenso per te e non avresti consentito a nessun altro di tornare a prenderla». La sua logica non fa una piega. Merlino, se mi conosce bene! Sono senza parole. Ecco, capite perché lui è perfetto? È l’unico che riesca a zittirmi e, soprattutto, sia in grado di interpretare la mia mente contorta.

«Incredibile! Non dirmi che sono riuscito a lasciarti senza parole…». Mugugno qualcosa in risposta che assomiglia tanto ad un sì e lui sorride. Mi ero dimenticata quanto fosse bello quando lo fa, era da tanto che non lo vedevo così… spensierato.

«Comunque, non siamo qui per parlare di questo» ritorno subito seria io. Devo risolvere questa situazione prima che perda il coraggio di parlare e so che succederà presto, quindi è meglio che mi muova.

«Già. Siamo qui per parlare di te e Scorpius». Noto come, nonostante il casino che è successo, lo chiami ancora per nome. In fondo sono stati amici per così tanto tempo che non credo ci sarà mai vero odio tra loro, nemmeno se di mezzo ci sono io, nemmeno se di mezzo c’è…

«No, Al. Siamo qui per parlare di noi. Perché te ne sei andato dalla sala parto quel giorno?»

«Ero sconvolto. Quando zia Hermione ci ha detto che Danae era…».

«Non dirlo».

«Che cosa? Morta? Rosie è andata così e, per quanto mi dispiaccia, non posso cambiare il passato. Bisogna dare alle cose e ai fatti il loro nome: è già un primo passo per accettarli, superarli e andare avanti».

«Certo che l’hai presa molto bene per essere uno che ha appena perso sua figlia» commento sarcastica. So che non avrei dovuto dirlo, ma com’è che lo definiva Poe? Lo Spirito di Perversione: qualcosa che ci spinge a compiere cattive azioni solo perché sappiamo che non dobbiamo farle e che non ci verranno mai perdonate. Tutto sommato, mi merito una vendetta dopo l’infinità di lacrime che ho pianto per lui.

«Tu credi che sia un discorso nato così, dal nulla? Hai idea di quanto tempo ci ho messo a metabolizzare la situazione?» sbotta, evidentemente irritato dalle mie parole.

«E tu hai idea di quanto tempo ci abbia messo io? Te lo dico io: NO! E sai perché? Perché non c’eri, perché eri a spasso per l’Inghilterra a piangerti addosso e farti i cazzi tuoi!» Non mi interessa se sto esagerando e disturbando l’intero villaggio: al momento ho altro cui pensare.

«Non ti sarei stato di alcun aiuto. Ero messo peggio di te. Tu avevi mia sorella, i tuoi, i miei e… beh, suppongo che anche Scorpius abbia aiutato». Il suo tono di voce è freddo: sembra quasi che stiamo parlando del tempo o della scuola.

«Di nessun aiuto? Tu eri l’unico che aveva la possibilità di capire ciò che provavo!»

«Anche i nonni hanno perso zio Fred prima che nascessimo noi» constata con fare ovvio.

«Sì, infatti mi hanno dato dei consigli e sono stati d’aiuto! Ma vuoi capire che è diverso?»

«Dimmi che cosa c’è di diverso! Meglio avere la possibilità di parlare con adulti che hanno già affrontato la cosa piuttosto che con un adolescente nevrotico che soffre di ansia cronica». In questo momento gli spaccherei un sasso in testa –e forse il sasso si romperebbe, ma sorvoliamo. Come fa ad essere tanto stupido? Veramente, tra lui e zio Harry non so chi sia più lento quando si tratta di sentimenti. Certo che, con il nome che si ritrova, Severus, non ci si poteva aspettare nulla di diverso.

«Merlino, Al! Possibile che non capisci? Possibile che tu non ti renda conto che non è la stessa cosa? Io avevo bisogno di te e ne ho tuttora!»

«E bisogno di cosa? Di una spalla su cui piangere? Di qualcuno con cui lamentarti per una O in Pozioni, su quanto sia assillante Scorpius o sul fatto che non sai che cosa regalargli per il compleanno? Io sono stanco di essere il terzo incomodo, stanco di essere sempre il numero due, stanco di tutto questo mondo che avevo creato apposta per renderti felice! Ho sbagliato tutto, ok? Sono tutte cazzate! Non è vero che quando ami una persona vuoi solo vederla felice! Vuoi vederla felice, sì, ma insieme a te! E questo l’ho imparato a mie spese». Per la rabbia tira un calcio al vuoto. Io rimango ferma come un’idiota cercando di metabolizzare le parole di quel discorso.

«Tu… tu non mi odi?» domando semplicemente.

«Perché dovrei odiarti?» mi domanda con un espressione perplessa.

«Ho ucciso nostra figlia». Mi fa male, ma dirlo a voce alta è una liberazione.

«Non è stata colpa tua. I disguidi che avvengono durante il parto sono solo colpa dei medici, non delle madri». Scoppio in un pianto liberatorio: ho passato giorni a crucciarmi per questa ragione ed ora, finalmente, sento quel macigno sul cuore volare via. Forse potrei anche riuscire ad andare avanti, a voltare pagina.

«Mi ami?» chiedo così, a bruciapelo. E, per una volta, non c’è alcun conflitto dentro di me. L’unico desiderio che ho è che tu mi risponda di sì, cuginetto. Pagherei, darei la mia vita per sentirti dire quella parola, anche se fosse una semplice bugia per rendermi felice. Pensa, la mia vita per una tua bugia… Devo essere proprio pazza, eh?

«Non credo che questo cambi molto. Tu hai Scorpius, come del resto avevo progettato. Sei in buone mani, sarete felici».

«E invece no, cambia tutto! Possibile che tu non capisca che ti amo più di me stessa? Ho pianto giorni e all’inizio era per Danae, lo riconosco, poi però era per te, solo ed esclusivamente per te!»

«Ti amo, Rosie, ma…»

«No, Al, niente “ma”. Me ne frego dei ma! Per una volta nella vita voglio fare una cazzata consapevole, fare un casino e prendermi la responsabilità delle mie azioni! Fuggiamo, andiamo a vivere all’estero dove nessuno ci conosce, da qualche parte dove sia possibile per due cugini stare insieme e cerchiamo di essere felici!»

«Però il “ma” c’è Rose, eccome se c’è. E credimi se ti dico che vorrei evitarlo, ma non posso. Io e te siamo cugini e, per quanto tu possa esserne convinta, non mi ami. Non davvero almeno, non quanto io amo te».

«Non osare dirmi che cosa provo o meno!»

«Rosie, fidati, tu ami Scorpius! Ti sei lasciata condizionare dal fatto che io e te…»

«Noi, di’ pure noi, Al».

«Non c’è nessun “noi”. Siamo amici da una vita, siamo cresciuti insieme. Io ti amo e l’ho sempre saputo; tu, invece, ti sei lasciata trasportare dalla situazione e stai confondendo l’amore con l’amicizia e l’affetto fraterno».

«Non è vero!»

«E invece sì e non devi preoccupartene, non c’è niente di male! È la storia più vecchia del mondo: lui ama lei, ma lei ama l'altro... E l'altro è quasi sempre il tuo migliore amico».

«E se questa volta fosse diverso? Se lei lo amasse il ragazzo in questione? Se lei fosse lì, davanti a lui, pronta a mollare tutto solo per stare con lui?»

«Non posso fare questo a Scorpius». Ipocrita.

«Non mi sembravi tanto preoccupato a Capodanno».

«Non di nuovo, Rose».

«Non sparire dalla mia vita. Io ho bisogno di te. Io voglio te».

«Supponiamo che il tuo sia amore, Rosie. E Merlino, credimi, io voglio fidarmi di quello che mi dici. Funzionerebbe mai? Prima o poi tu ti renderesti conto di aver buttato la vita dietro un amore dannato e mi lasceresti…»

«Non lo farei mai e lo sai». La mia voce è ferma e decisa e non capisco come ciò sia possibile, vista la paura che ho in corpo.

«Succederebbe e io, purtroppo, lo so. Ti prego, non rendere tutto più difficile».

«Mi stai dicendo che tra me e te non ci sarà più niente?» Si limita ad annuire.

«Ti prego, non uscire dalla mia vita. Possiamo… tutto può tornare come prima, no?»

«No. C’è una ragione se ho scelto di prendere i M.A.G.O. da privatista ed è che non posso starti vicino come semplice amico o cugino. So che è egoistico…» Non gli lascio nemmeno il tempo di finire. Devo capire che cosa cazzo stia succedendo alla mia vita.

«Mi stai dicendo che io e te, che noi, stiamo rinunciando alla nostra felicità per colpa di qualche stupida regola impostaci dalla società?»

«Non è colpa di nessuno Rose. Io non sono Edmond Dantès, io non sono il principe azzurro delle fiabe babbane che ci raccontava zia Hermione d’estate all’ora della merenda. Io sono solo il cugino ansiogeno e rompiscatole che non potrà mai averti».

«Io trovo che solo il cugino ansiogeno e rompiscatole sia fantastico. È vero, tu non sei Edmond Dantès. Tu sei meglio di lui, Al». Mi avvicino e cerco di baciarlo, ma si ritrae. Dai suoi occhi affiora una lacrima e anche io comincio a piangere. Però non possiamo ricadere in quell’errore, non potremmo più uscirne o, almeno, sarebbe senza dubbio più difficile. Appoggia la sua fronte contro la mia e mi stringe forte a sé. Lo guardo fisso negli occhi, i suoi occhi verdi, gli occhi che da generazioni sono simboli di amori impossibili e proibiti.

 

Lily e Severus.

Albus e Rose.

E capisco che il lieto fine non esiste, ma la fine sì.
 

Quella notte è andata così, non ho baciato Albus e non c'è stato il lieto fine. Eppure me la ricorderò sempre perché era una notte speciale. Ma io la magia di quella notte, come spesso succede nella vita, non l'ho più ritrovata.

 
 
 
 
 
 
Angolo di Harry Potterish
Penultimo capitolo prima dell’epilogo e delle drabble (due raccolte che ripercorreranno, anno per anno, la vita di Albus e Scorpius), quello cui io sono più attaccata, perché forse ci saranno dei cliché, forse sarà triste e noioso, ma mentre lo scrivevo erano Albus e Rose a parlare per sé e io piangevo come una fontana e non potevo far altro che piegarmi davanti alla loro volontà. Che idiota, eh?
Ci sono un po’ di citazioni da segnalare, in primis il titolo, che è una citazione da Balzac, poi ce ne sono altre due o tre, come la primissima frase, quella sullecose belle della vitache fanno tutte ingrassare o sono illegali o immorali (come è vero) o quella sul dare la propria vita per una bugia, che non so di chi siano e infine due da “Notte prima degli esami”. Ecco svelato perché vi dicevo di tenerlo d’occhio: queste due citazioni, per me, sono le più belle e chi conosceva il film poteva capire come sarebbe andata a finire e si tratta precisamente di:
1)     È la storia più vecchia del mondo: lui ama lei, ma lei ama l'altro... E l'altro è quasi sempre il tuo migliore amico.
2)    Quella notte è andata così, non ho baciato Claudiae non c'è stato il lieto fine. Eppure me la ricorderò sempre perché era una notte speciale. Ma io la magia di quella notte, come spesso succede nella vita, non l'ho più ritrovata.
Bene, ora siete liberissime di uccidermi. Ci tengo a precisare che eventuali ripetizioni sono dovute al fatto che entrambi sono in un momento di difficoltà, quindi non parlano certo come se fossero il Devoto Oli. Inoltre vorrei far notare il parallelismo tra Albus e Rose/Lily e Severus: ho messo a chiasmo le ragazze e i ragazzi, mentre in corrispondenza quelli con gli occhi verdi (Lily e Albus) e quelli rifiutati (Severus e Rose).
Comunque sono senza parole, davvero, questo capitolo mi fa piangere tutte le volte che lo leggo e spero solo di avervi comunicato quello che provavo io mentre scrivevo. Ditemi voi: insomma, se non si fosse capito, è un velato invito a recensire.
Ringrazio infinitamente le 11 preferite, 5 ricordate e 27 seguite, ma un ringraziamento speciale va alle dieci fantastiche ragazze che hanno recensito: flors99,  PeaceS,  martachiu_95,  chibidaphne87,  CharmedAlis__Giuuu, Montgomery, JennyBlaBla, ZetaDreams, Ismene_. Siamo a quota 92 recensioni, che ne dite di darmi una mano a superare le 100?
Questo giro vi lascio tre spoiler, perché è l’ultima volta e voglio essere buona.

Spoiler epilogo
1 gennaio 2031. San Mungo. Secondo piano. Stanza 17. Di nuovo.
È un incubo che si ripete, un dolore malcelato e mai davvero superato che riaffiora. Sono passati nove anni esatti dal giorno che ha stravolto la mia vita. Vi starete chiedendo che cosa sia cambiato da allora. Non molto a dire la verità.
Non molto delle cose che contano.
Mi chiamo ancora Rose Weasley, sono tuttora perseguitata da Sfiga e ho una vita sentimentale molto, forse troppo incasinata.

Spoiler raccolta di drabble dal POV di Scorpius
14 anni - Amore?
«Scorpius, quando ti deciderai a farti avanti con mia cugina?»
«Credi che abbia qualche speranza con lei?»
«Sì, definitivamente».

Spoiler raccolta di drabble dal POV di Al
16 anni - Fuga
Lei non era innamorata di me, era innamorata dell’idea di avere una figlia da me. Se voglio che torni ad essere felice, è necessario che io mi faccia da parte. Devo lasciarla andare perché la amo troppo per obbligarla a vivere costretta nella prigione di una vita dannata con me.
 
Alla prossima, mie adepte e ricordate: Rose non ha ancora scelto, i giochi sono tuttora aperti.
La vostra pazza Harry Potterish

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Capitolo 13
*** L'inferno è la sofferenza di non poter più amare ***


Attenzione! La storia diventa una serie! Cliccate sul link qui sopra per leggere le due raccolte di drabble legate alla long e senza le quali è difficile capire il finale della storia e, soprattutto, la “questione Rose”. Ci vediamo in fondo per l’ultima volta. Sigh sob.
 



A tutte voi lettrici, che siete state con me e con Rose fino alla fine
E a __Giuuu, perché le voglio bene e perché non ho trovato modo migliore per augurarle buon compleanno.
 

 
 

13.
L’inferno è la sofferenza di non poter più amare

Crescere è inevitabile, invecchiare è una scelta. Crescere significa andare sempre avanti e imparare dagli errori che commettiamo; invecchiare, invece, vuol semplicemente dire piegarsi a quella terribile cosa che è il tempo e lasciarlo condizionare i nostri pensieri e le nostre azioni. Io ho deciso di non arrendermi al tempo, ho deciso di combattere contro di lui, perché, a mio modesto parere, l’unica cosa per cui valga davvero la pena vivere è l’amore e non ho intenzione di mollare finché non sarò riuscita a provare di nuovo quelle sensazioni.

***

1 gennaio 2031. San Mungo. Secondo piano. Stanza 17. Di nuovo.

È un incubo che si ripete, un dolore malcelato e mai davvero superato che riaffiora. Sono passati nove anni esatti dal giorno che ha stravolto la mia vita. Vi starete chiedendo che cosa sia cambiato da allora. Non molto a dire la verità.

Non molto delle cose che contano.

Mi chiamo ancora Rose Weasley, sono tuttora perseguitata da Sfiga e ho una vita sentimentale molto, forse troppo incasinata. Quest’anno compirò venticinque anni, non tanti, è vero, ma sono già troppi per i miei gusti. Tra qualche anno la mia faccia inizierà a riempirsi di rughe orribili ai lati degli occhi e della bocca. Quando ero più piccola le apprezzavo, perché ero convinta che ognuna di esse nascondesse una storia, un’esperienza, un bel ricordo. Le rughe dovrebbero semplicemente indicare il posto dove erano i sorrisi, mentre nel mio caso mi ricorderanno che, fin da giovane, ho pianto e sofferto troppo per un desiderio irraggiungibile. In questo preciso istante sto realizzando che è circa un quarto di secolo che rovino la vita alla mia famiglia, circa un quarto di secolo che ho sottratto tante persone all’attenzione di Sfiga. Diciamo, quindi, che ho fatto sia del bene sia del male, come tutti del resto.

«La dilatazione è quasi completa. Ancora poco e sarà tutto finito». La voce dell’infermiera arriva come una manna dal cielo per me: non mi ricordavo che fosse tanto doloroso. Di fianco a me, Scorpius mi stringe la mano. Già, questa volta i bambini sono suoi e sì, posso parlare di bambini al plurale, perché sono due gemelli, un maschio e una femmina. Abbiamo deciso di chiamare lui Theo, mentre sul nome della piccola abbiamo litigato parecchio: avrebbe preferito chiamarla Lexis, ma io ho insistito per attenermi ai miei piani e darle il nome Danae. So che è stupido, ma ho la sensazione che, così facendo, garantirò alla mia piccola quella seconda opportunità che io non ho avuto.

Infatti, da quella notte, nessuno ha più rivisto Albus: Lily e James hanno tenuto una corrispondenza con lui per alcuni anni, poi ha smesso di rispondere anche a loro. Credo che gli unici che sappiano che cosa stia combinando ora siano zio Harry e zia Ginny e penso che ce lo tengano nascosto per evitare di obbligarlo a riavvicinarsi alla famiglia e farlo soffrire ulteriormente.

Io ho continuato ad amarlo più della mia stessa vita: ogni cosa, ogni persona non fa altro che ricordarmi lui. I primi tempi sono stati terribili. Avrei preferito che mi avesse detto che non mi amava, anziché farmi capire che aveva rinunciato a combattere per noi. Poi, però, il dolore si è affievolito e si è rifugiato in un angolo del mio cuore, pronto a riaffiorare nei momenti di debolezza. Scorpius mi ha aiutata moltissimo e alla fine siamo tornati insieme: gli voglio bene e ogni giorno mi impegno per imparare ad amarlo, ma non ce la faccio. Non ci siamo sposati, al contrario del volere di tutti, per una decisione comune: abbiamo detto che non ci sentivamo ancora pronti per un impegno serio come il matrimonio, ma la verità è che sappiamo entrambi che non ci sarà mai amore tra di noi e che, giorno per giorno, diventerebbe una schiavitù. Tuttavia, non credo che troveremo mai il coraggio di dire queste parole a voce alta: mio cugino era anche il suo migliore amico e, benché sia troppo orgoglioso per ammetterlo, manca anche a lui.

Sul piano lavorativo, invece, sono riuscita a fondare la mia rivista, “La fenice”, che ha avuto sin da subito un notevole successo. In quanto editrice, mi occupo principalmente della scrittura degli editoriali, che trattano degli argomenti più svariati: tanto per intenderci, avete presente le continue follie con cui vi ho importunati per tutto il tempo? Bene, ora le metto per iscritto e le sfrutto per torturare l’intero Mondo Magico. E la gente le trova pure interessanti.

Insomma, oggi dovrei ritenermi soddisfatta, dal momento che sono finalmente riuscita a portare a termine tutti gli obiettivi che mi ero prefissata nel mio pacchetto-vita. E allora perché mi sento vuota, incompleta?

«Bene, signora Malfoy».

«Signorina Weasley, prego» la correggo io. Non tollero questa usanza di chiamare le donne con il cognome del marito, innanzitutto perché siamo persone indipendenti dalla volontà degli uomini e, in secondo luogo, perché io e Scorpius non siamo sposati. L’ostetrica sembra non offendersi più di tanto –le partorienti possono diventare anche molto più isteriche di me.

«Bene, signorina Weasley, i gemelli sono pronti per nascere. Io devo andare perché c’è un’emergenza nella stanza accanto, ma non si preoccupi: la affideremo al miglior dottore che abbiamo». No, la scongiuro, non se ne vada. Non voglio un uomo ad assistermi come l’ultima volta, voglio una donna che capisca il male che sto subendo.

«Tranquilla, vedrai che andrà tutto bene» mi rasserena Scorpius.

«E se fosse lo stesso dell’altra volta?» chiedo titubante, dando voce sia ai miei che ai suoi pensieri.

«Vorrà dire che lo cacceremo e chiederemo di qualcun altro».

«Promesso?»

«Come è vero che mi chiamo Scorpius Hyperion Malfoy, purtroppo». Riesce a strapparmi un sorriso con la sua battuta, ma il clima disteso che si è creato svanisce un istante dopo. Dalla porta di quella stanza entra l’ultima persona che mi sarei mai aspettata di poter vedere.

«Tu?» chiedo stralunata.

«Siete voi quelli del parto gemellare?» replica lui, ancor più sconvolto di noi.

«Sì, Potter. Ti sembra questo il momento per venire a rompere le scatole? Stiamo aspettando il medico». La voce di Scorpius è fredda: serba ancora rancore, è evidente, e credo non la prenderà bene quando realizzerà come stanno le cose.

«Sono io il dottore» risponde semplicemente lui.

«TU?» Sento la presa della mano di Scorpius allentarsi e un sonoro tonfo: è svenuto. È sempre stato debole di cuore, ma bisogna comprenderlo: mio cugino, nonché suo ex migliore amico, che ha avuto una figlia dalla sua attuale ragazza, che è ancora innamorata di lui, sarà il dottore che metterà al mondo i suoi due figli. Appunto per tutti quelli che desiderano vite simili a quelle descritte nei film babbani: evitatele, non vi perdete niente, sono solo un gran casino e fanno letteralmente schifo.

«Dobbiamo procedere» si limita a dire Al. In questo momento ci sarebbero tante cose che vorrei dirgli: che mi manca, che lo amo ancora, che non sono sposata, che non capisco perché se ne sia andato così ed abbia scelto proprio questa professione. Ma mi limito ad annuire e a spingere forte. Pochi minuti dopo sento il pianto di due bambini squarciare il silenzio: questa volta è andato tutto bene.

C’era lui.

Per primo mi porge il maschietto, il più grande, anche se di soli pochi minuti.

«Suppongo che questo sia Theo». Annuisco e lo lascio tornare dalla piccola. Guardo mio figlio adorante: ha gli occhi azzurri come i miei, ma ha i capelli biondi. Farà strage di ragazze a scuola, lo so già. Speriamo solo che abbia un minimo di sale in zucca! Poco dopo torna con la bambina in braccio: ha i capelli rossi, gli occhi grigi e qualche lentiggine.

«Ed ecco la piccola» dice lui. Fa per allontanarsi, lasciarmi sola con i bambini e andare a rianimare Scorpius, ma lo blocco.

«Vorrei chiamarla Danae». Credo sia corretto renderlo partecipe del fatto che si chiamerà come sua figlia.

«È un bel nome» commenta neutro, con quel tono caratteristico che i medici assumono per parlare con i pazienti senza far trapelare alcun coinvolgimento emotivo.

«Mi sembrava giusto che tu lo sapessi».

«Grazie. Beh, ce l’hai fatta alla fine: un rivista di successo, una vita stabile, Theo e Danae Malfoy, tutto perfetto, come per Dominique. Era questo che volevi, no?»

«Theo e Danae Weasley. Io e Scorpius non siamo sposati».. Rimane interdetto dalla mia ultima affermazione. È voltato di spalle e sta trafficando con la cartella medica, ma scommetto che ora sta sorridendo.

«Con due bambini come garanzia, sono certo che a breve ti farà la proposta» replica freddo dopo un po’.

«No, non lo farà».

«Ma è quello che volete entrambi!» esclama lui. Ancora con questa storia? Merlino, mi farà impazzire prima o poi.

«No, è quello che vuoi tu, che tu e solo tu hai programmato alle nostre spalle per anni. Ci siamo lasciati coinvolgere e ci siamo convinti che stare insieme fosse la cosa giusta, ma non lo è. Siamo una Weasley e un Malfoy, Albus. Quello che volevo, e che voglio tuttora, è stare con te».

«Stai con Scorpius adesso». Sembra che sia impermeabile alle mie parole, come se non gli importasse più nulla di noi. So che sto distruggendo il lavoro di nove anni che ha fatto per dimenticarmi, ma se non mi libero di questo peso, rischio di morire.

«Sto con lui perché nove anni fa mi hai mollata in lacrime nel bel mezzo di una radura dicendomi che tra noi era tutto finito! Che cosa avrei dovuto fare? Ti ho aspettato all’inizio, sai? Ero sicura che ci avresti ripensato, invece non sei più tornato. Dammi una buona ragione per cui non l’hai fatto».

«Siamo cugini, Rosie».

«E ti sembra una buona ragione? Nelle famiglie purosangue si sposavano sempre tra cugini…».

«Lo so! Ma ora è proibito!»

«Non siamo obbligati a sposarci».

«Tu volevi dei figli. Un bambino nato da noi due sarebbe stato per sempre visto da tutti come un errore».

«Io non volevo dei figli, non necessariamente. Io volevo te e basta».

«Ora è troppo tardi». Odio quando ha ragione.

«Non sparire di nuovo».

«Dammi una buona ragione» mi fa il verso lui. Quando facciamo così, ricordiamo incredibilmente i miei genitori con i loro battibecchi continui: non è forse un altro segno del fatto che siamo perfetti l’uno per l’altra?

«Vorrei che tu fossi il padrino di Danae» mi limito a dire. Scorpius mi ucciderà, ma sono io quella che ha patito le pene dell’inferno per metterla al mondo, credo mi spetti il diritto di decidere.

«Non posso accettare».

«Non sarei capace di immaginare una persona più adatta per prendersi cura di mia figlia».

«Che ne dici di Lily, Hugo, James, Fred, Roxanne…».

«Ok, ok, ho capito!» lo blocco stizzita. «Significa che non tornerai?»

«Significa che non ti dimenticherò mai».

«Sarebbe un modo carino per dirmi che oggi è l’ultima volta che ci vediamo?»

«È un giorno felice, Rose. Hai appena avuto due figli meravigliosi, non ho intenzione di rovinartelo con le mie manie di protagonismo. Se mi avessero detto che eravate voi, non sarei mai venuto ad assistere al parto».

«Io invece sono felice che fossi tu. Eri l’unico cui avrei affidato la mia vita e quella dei miei bambini». Lo vedo sorridere per pochi istanti.

«Non ho più mangiato fragole da quel giorno, sai? Scorpius è allergico e non ne compriamo per evitare che si ripeta l’incidente di nove anni fa». Non so perché glielo sto dicendo, ma so che è la cosa giusta da fare.

«Nemmeno io».

«Se è per questo non ho neanche più toccato la cioccolata piccante. Troppi ricordi…».

«Nemmeno io».

«Mi manca, Al».

«Che cosa? La cioccolata o le fragole?»

«Entrambi, anche se ad essere sinceri, principalmente mi manchi tu».

«Dovremmo aiutare il padre dei tuoi figli: è ancora lì per terra svenuto» dice per evitare il discorso. Ho già detto che lo detesto quando ha ragione?

«Già. Sono stupendi». Mi rendo conto solo troppo tardi di aver veramente detto quelle parole.

«Sì, sono proprio due bei bambini».

«Mi riferivo ai tuoi occhi, in realtà. Vorrei che almeno uno di loro li avesse così. Però è vero, sono proprio due bei bambini» Arrossisce di colpo, poi si avvicina al
mio letto. Mi prende la mano, appoggia la sua fronte alla mia esattamente come aveva fatto anni fa e, come se questi nove anni non fossero mai passati, mi guarda negli occhi, con le lacrime pronte ad affiorare.

«Ti amo, Rose e questo non cambierà mai. Ma tu hai una famiglia adesso, sei felice e io non posso farci niente».

«Non sono felice, non senza di te». Questa volta però, a differenza di nove anni fa, lui appoggia le sue labbra sulle mie. È quel bacio di addio che non ci siamo mai concessi, ma che in fondo meritiamo dopo tutto quello che abbiamo passato. È questione di un attimo, tuttavia mi è sufficiente per capire che purtroppo non sarò mai capace di amare Scorpius.

«Lo porto al piano di sopra, dovrebbe riprendersi nell’arco di poco. Quando starà meglio te lo faccio mandare giù, ok?» Mi limito ad annuire, un po’ delusa. Chissà che cosa mi aspettavo. Forse ero convinta che, vedendomi, tutto cambiasse e decidesse di tornare da me, ma, obiettivamente parlando, ciò non era possibile.

«Al, è un addio?» chiedo spaventata dalla risposta.

«Tu che cosa vorresti che fosse, Rose?» Un arrivederci, un ti amo, un “ci sarò sempre per te, anche solo come amico”.

«Vorrei che fosse un “vissero per sempre insieme felici e contenti”».

«Quello esiste solo nelle fiabe e nei film babbani».

«E quando mai la nostra è stata una vita normale?»

«Touché. Se è questo che vuoi che sia, lo sarà. Io oggi ho dato Scacco al Re, sta a te fare la prossima mossa, lo Scacco Matto. Sei un’abile giocatrice, scommetto che capirai in fretta che cosa devi fare» chiude la porta e mi lascia da sola con i miei bambini.

***

Ho riflettuto a lungo sul discorso di Albus, non perché dovessi intuirne il senso, quanto perché dovevo decidere se davvero avrei avuto il coraggio di rovinare la vita di Scorpius e dei miei due figli. Quelle parole mi fecero provare un moto d’odio nei suoi confronti, ma allo stesso tempo non fecero che alimentare il mio amore. Da quel giorno ripresi a mangiare sia le fragole sia la cioccolata piccante e non le ho più abbandonate. Io e Scorpius non ci siamo sposati, rimanendo così fedeli ai nostri principi. Oggi, alla veneranda età di trentasei anni, sono a King’s Cross e i miei bambini stanno per andare ad Hogwarts. Salutano me e il padre dal treno, mentre partono per la loro prima avventura.

«Mi mancano già».

«Torneranno presto, Rosie».

«Come fai ad esserne così sicuro?»

«Loro sono forti come te, non mollano mai, ma anche testardi come me, che non ti ho mai abbandonata».

«Andiamo a casa». E così ritorno nel mondo babbano e mi avvio verso casa con il suo braccio intorno alla vita.

Due occhi puntati su di noi ci fissano da lontano. Siamo rimasti amici: sia chiaro, non migliori amici, amici che si inviano gli auguri di Natale e ogni tanto si incontrano al bar a fare due chiacchiere. Però, a quanto sembra, dovrò farmelo bastare.

 

***

Fin da piccolo i grandi ti insegnano a lottare per i tuoi ideali, poiché, secondo i più, ognuno è artefice del proprio destino. Per questo ti illudi, ci credi, ti impegni con tutto te stesso per dare il meglio e realizzarti. Guardate me: dall’età di otto anni non ho fatto altro che rincorrere un sogno irrealizzabile, un pacchetto-vita che non mi ha nemmeno resa felice. Per questo sono propensa a credere che la vita sia più che altro un qualcosa di già scritto o che, per lo meno, sono gli altri a scrivere per te. Gli attori non scelgono le proprie battute, così come noi non decidiamo l’ordine degli eventi.

Da quando ho quindici anni ho dovuto affrontare esperienze di ogni genere e tutte le volte, pur cercando di porre rimedio ai miei problemi, qualche imprevisto mi impediva sempre di andare avanti. Altrimenti, non si spiegherebbe la mia complicatissima relazione con Albus e Scorpius o il fatto che, a trentasei anni suonati, sono ancora qui, con gli ormoni di una tredicenne, che cerco di convincermi di aver fatto la scelta giusta per tutti, anche se dolorosa, almeno per me.

Non è colpa di nessuno, come disse Lily un tempo, doveva andare così e basta.

 

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
 

 
 
 


Angolo di Harry Potterish – Mi apro alla chiusura
E vi lascio così, con una frase in latino, come avrebbe fatto Eco, senza spiegarvi il perché, senza spiegarvene il senso. Credo sia piuttosto evidente, ma vi lascio libere di fare interpretazioni di ogni genere. Ho cambiato il finale duemila volte: ero indecisa sul pairing finale e, dopo modifiche su modifiche, sono giunta alla conclusione che la mia Rose è cresciuta e ama troppo i suoi figli (anche più di una madre qualsiasi, a causa del trauma che ha subito) per fare diversamente. Ma la parola “Fine”, al solito, non l’ho scritta ugualmente, perché in ogni storia che si rispetti non c’è la fine, ma solo l’inizio di nuove avventure che lo scrittore o la scrittrice gentilmente lascia alla fantasia di lettori e lettrici, proprio come ha fatto mamma Rowling con noi.
Questa long è quella che mi sia riuscita meglio fino ad ora e dover rispondere “sì” alla domanda “Completa?” è quasi traumatico. E lo è ancor di più se penso alla scelta di Rose. Questo finale è ambiguo, mentre nelle drabble ho scritto esplicitamente chi ha “scelto”. Perché queste virgolette? Lo capirete. Inoltre, ci sono due parti riflessive, perché mi pareva giusto chiudere come avevo iniziato.
I capitoli sono volutamente 13, perché il 13 non è un numero fortunato. Avrei voluto farne 17, ma con questi avvenimenti non sarei potuta arrivare a più di 15 o 16 e tutto sarebbe andato a farsi friggere. Il titolo è una citazione da “I fratelli Karamazov” di Dostoevskji, la prima frase credevo averla inventata io, invece ho scoperto che in realtà qualcun altro l’aveva già pensata prima di me, mentre “le rughe dovrebbero semplicemente indicare il posto dove erano i sorrisi” è una frase di Mark Twain.

Ma ora basta con sentimentalismi che non mi appartengono! Voglio che abbiate un ricordo felice della storia, di Rose e della mia follia, care adepte, quindi passiamo ai dovuti ringraziamenti!
*parte il jingle dei Blues Brothers*
Vorrei ringraziare le 26 fantastiche ragazze che hanno inserito la long tra le preferite, le 17 adorabili lettrici che hanno messo la storia tra le ricordate e le 31 che hanno scelto di seguire la storia.
*il jingle prosegue*
Un grazie particolare va a quelle ragazze che hanno contribuito a raggiungere l’esorbitante numero di 120 recensioni!
*il jingle continua*
Grazie a quelli che hanno sopportato i miei scleri in questi mesi in cui la long è nata, grazie a tutti coloro che hanno letto nell’ombra, grazie agli 888 visitatori del primo capitolo!
*il jingle gira ancora un po’*
Sapere di essere riuscita a trasmettervi qualcosa è davvero fantastico. Quindi grazie, grazie, grazie anche se le parole non bastano per esprimere la mia gratitudine.
*fine jingle*

Bene, ora che avete appurato che sono la solita pazza di sempre, vi saluto, mie adepte. Ma prima o poi tornerò. So che suona tanto da minaccia e in effetti lo è. Fate un salto dalla mia pagina ogni tanto e troverete delle sorpresine.

Un bacio
La vostra pazza affezionata capo-setta

Harry Potterish




Edit del 02/04/2012: il primo capitolo ha superato le 2000 visualizzazioni e vi ringrazio tutte per questo grande traguardo.
Ma un grazie speciale va a Flaqui, __Giuuu, flors99 e dominiqueweasley, che hanno segnalato la storia per le scelte.
Grazie anche solo per aver pensato che io possa meritare un posto tra fanfiction tanto fantastiche.

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