La vita è quello che ti succede mentre stai progettando altro di Harry Potterish (/viewuser.php?uid=149693)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il destino mescola le carte e noi giochiamo ***
Capitolo 2: *** La vita è un dono di Dio. Grazie, ma forse bastava il pensiero ***
Capitolo 3: *** Diversamente fortunata ***
Capitolo 4: *** Della volta in cui Edmond Dantès sbagliò ***
Capitolo 5: *** La prima volta in cui Rose Weasley prese T ad un esame ***
Capitolo 6: *** Non chiamatemi mostro ***
Capitolo 7: *** Voci ***
Capitolo 8: *** Notte prima degli esami ***
Capitolo 9: *** Quando la tua vita è un fiasco, non ti rimane altro che bere ***
Capitolo 10: *** Essere madre non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. È solo un diritto tra tanti diritti. ***
Capitolo 11: *** Chiudere con il passato ***
Capitolo 12: *** Ci sono abissi che l'amore non può superare nonostante la forza delle sue ali ***
Capitolo 13: *** L'inferno è la sofferenza di non poter più amare ***
Capitolo 1 *** Il destino mescola le carte e noi giochiamo ***
Attenzione!
Dopo
aver letto “Delicate” e “Still
Delicate” di padfoot4ever mi sono innamorata
della tematica trattata e mi sono sentita in dovere di intasare il sito
con la
mia personale ed esclusiva versione dei fatti. I personaggi non mi
appartengono, sono tutti di J. K.
Rowling. La storia non ha fini di lucro.
A
_FreeSoul_,
la mia fan più accanita
A
flors99,
perché è stata la prima a credere in me
A
CharmedAlis,
che ama le Rose/Scorpius e che, nonostante gli esami, riesce sempre a
trovare due minuti per i miei scleri
A
Madeline_95,
perché mi ha fatto sorridere
A
___Giuuu,
perché anche lei, come me, non può vivere senza
di loro
1.
Il
destino mescola le carte e noi giochiamo
Mi avevano detto
che il
quinto anno era uno dei più difficili ed impegnativi.
Sarebbe stato l’anno del
primo amore e degli scombussolamenti ormonali, avrei dovuto iniziare a
preoccuparmi maggiormente della mia immagine e della mia vita sociale
ma, come
mi ricordava costantemente mia madre, avrei dovuto anche sostenere i
G.U.F.O. e
decidere che mestiere praticare in futuro. Onestamente, ero molto
più concentrata sui primi
tre aspetti: a scuola avevo sempre avuto ottimi voti e, fin
dall’età di otto
anni, avevo stabilito che sarei diventata una giornalista famosa e che
un
giorno avrei fondato la mia rivista personale, un giornale che
informasse veramente la gente, non
come La Gazzetta
del Profeta, Il Cavillo o Il Settimanale delle Streghe.
Il pacchetto
“La mia
vita futura” da me programmato prevedeva anche una bella
villetta nella
periferia di Londra, un marito e due figli.
A dieci anni
avevo precisato che se
i due bambini fossero stati un maschio di nome Theo e una femmina di
nome Danae
sarebbe stato il massimo.
A dodici anni
avevo specificato che se avessero avuto
i capelli biondi e gli occhi castani sarebbero stati perfetti.
A quattordici
anni avevo concluso che l’unica persona che avrebbe potuto
far loro da padre
era Scorpius Malfoy e, all’inizio del quinto anno, potevo
definirmi a buon
punto sul mio piano di lavoro.
Peccato che la
vita non sia così facile. Peccato
che il futuro sia impossibile da prevedere. Peccato che io non sia la
ragazza
adatta a fare follie. Peccato che il mio nome sia Rose Weasley ed abbia
fatto
la cazzata più grande di tutta la mia vita.
***
Mia cugina
Dominique è
sempre stata un punto di riferimento per me. Non fraintendetemi, con
“punto di
riferimento” non intendo la mia migliore amica, né
la sorella maggiore che non
ho mai avuto. Intendo semplicemente dire che è la persona
che odio di più al
mondo: lei con quella sua media perfetta, con quei suoi capelli
perfetti, con
quei suoi occhi perfetti, con quella sua pelle perfetta, con quel suo
fidanzato
perfetto, con quella sua vita così schifosamente perfetta da
far cariare
perfino una zolletta di zucchero. Di conseguenza, qualsiasi cosa porti
a
termine nella mia vita è solo un tentativo di superarla, di
sbatterle in faccia
che non è l’unica ad essere capace di prendere una
E in Storia della Magia o di
avere una vita sociale in grado di fare concorrenza a quella del
Ministro della
Magia in persona.
Quando alla fine
dell’anno scorso Scorpius Malfoy, quello Scorpius Malfoy
previsto nel mio
pacchetto-vita, si è dichiarato di fronte ad una Burrobirra
di Madama Rosmerta,
ero così felice ed emozionata che ho pagato da bere a tutti
i presenti nel locale. Eravamo
diventati amici durante gli esami al secondo anno grazie ad uno dei
tanti piani
geniali di mio cugino Albus, che teneva particolarmente a far legare le
due
persone più importanti della sua vita. È stato un
po’ uno shock per lui
scoprire della nostra storia. No, non è stato uno shock
perché ci ha beccati
imbucati in un’aula mentre cercavamo di nasconderci per
evitare i giudizi degli
altri. Lo è stato perché sono corsa da lui,
l’ho abbracciato –o meglio, quasi
soffocato- e ho urlato la notizia dritta dritta dentro al suo
padiglione
auricolare, causandogli un’emicrania della durata di ben tre
giorni. In quel
momento lo ha scoperto inevitabilmente anche il resto della scuola, ma
sembrava
che nessuno fosse troppo sorpreso. A quanto pare tutti si aspettavano
che prima
o poi noi due saremmo finiti insieme: io, Albus e Scorpius possiamo
definirci i
degni eredi del Trio dei Miracoli e, visto che uno di loro è
mio cugino, era
abbastanza facile indovinare con chi sarei finita.
Vi starete
chiedendo che
cosa c’entri tutto questo con mia cugina Dominique. Semplice:
lei sta con il
suo ragazzo perfetto dall’età di tredici anni, ha
dato il suo primo bacio
–naturalmente perfetto- all’età di
dodici, ma la sua prima volta è stata a
diciassette anni. Lei sostiene di aver promesso alla sorella Victoire
di
aspettare la maggiore età per perdere la
verginità. Io credo semplicemente che avesse
paura, paura delle conseguenze, paura di non essere
all’altezza. Mettermi con
Scorpius significava avere l’opportunità di
superare mia cugina per la prima
volta. So che è immorale e sbagliato, ma provate a mettermi
nei miei panni: non
è facile vivere accanto a Miss Perfezione! Non sono una
ninfomane e credo di
amare veramente il mio ragazzo, quindi diciamo che sto solo prendendo
due
Ippogrifi con un furetto –e mai proverbio fu più
calzante.
***
Ieri sera
è stata la
mia prima volta con Scorpius e stamattina sono la ragazza
più felice
del Regno Unito. È stato molto difficile convincerlo, lui
sembrava più restio
e meno pronto di me: al di là dell’immagine da
duro e playboy che si è
costruito, pardon
gli hanno costruito intorno, è impacciato, tenero e mi ha
confessato di essere vergine. Beh, lo era, almeno fino a ieri sera. Ci
siamo
incontrati nella Stanza delle Necessità, poiché
apparteniamo a Case differenti,
ed è stato un momento molto romantico. Sicuramente
più della mia prima volta:
le uniche cose che provavo erano rabbia, desiderio di vendetta e un
dolore
allucinante. Naturalmente questo a Scorpius non l’ho detto,
altrimenti mi
avrebbe mollata seduta stante: infatti, se avete fatto attenzione a
ciò che ho
detto fino ad ora, avrete notato che la mia prima volta è
stata con un altro e
durante la mia attuale relazione. Insomma, senza fare troppi giri di
parole,
l’ho tradito. Non perché non lo ami, non
perché l’altro mi piacesse di più, non
perché sia una sgualdrina –il termine donna
scarlatta che usa sempre mia madre
mi sembra poco adatto, visto il colore dei miei capelli-, non
perché fossi
ubriaca. Solo perché avevo il fottuto bisogno di avere la
mia rivincita su
Dominique e lui è stato così convincente e mi
trasmetteva una sicurezza tale
che mi sono lasciata trascinare dalla situazione. È successo
circa un mesetto
fa, durante le vacanze di Natale, la notte di Capodanno, che io
ribattezzerei
tranquillamente la notte delle cazzate. Sì,
perché quando scocca la mezzanotte
del 31 dicembre sembra che tutti sentano il bisogno impellente di fare
qualcosa
di stupido solo perché “fa figo”. Tanto
per la cronaca, non è che nei dieci
minuti successivi all’inizio del nuovo anno veniamo
trasportati in una
dimensione parallela dove possiamo fare quello che ci pare senza
preoccuparci
delle conseguenze. Rimaniamo sempre in questa schifosa
realtà. Purtroppo.
Tuttavia, dopo
ieri
notte, ho deciso di dimenticare definitivamente il passato: sono sicura
che
Scorpius non verrà mai a sapere niente della mia piccola
–ok, forse non poi
tanto piccola- stupidaggine e, inoltre, non sarò
più obbligata a mentirgli su
di me, il che mi fa sentire notevolmente sollevata. Alzo gli occhi
dalla
colazione e lo vedo dall’altra parte della Sala Grande
insieme a mio cugino Albus,
mentre si stanno abbuffando al tavolo di Serpeverde. Loro due sono le
classiche
persone che, pur mangiando in continuazione, non ingrassano di un etto
e li
odio per questo: se l’anno prossimo voglio avere la speranza
di rientrare
nell’abito che ho indossato a Natale, dovrò
digiunare per il resto dei miei
giorni. Scorpius mi nota e mi saluta sorridente; Al, invece, sembra un
po’
depresso: non credo abbia mai digerito il fatto che stiamo insieme e
ora sapere
che il suo migliore amico si porta a letto non una qualsiasi delle sue
cugine,
ma proprio quella che considera come una sorella, deve essere
traumatico.
Ringrazio sempre Merlino per avermi dato un fratello minore, che quindi
non può
avanzare alcun diritto su di me. Non so proprio Lily come faccia a
sopportare
le interferenze dei suoi fratelloni nella propria vita privata: credo
che
essere cresciuta con quei due accanto l’abbia fortificata.
Per questo,
nonostante abbia due anni in meno di me, è la mia migliore
amica e, al di là di
quello che piace pensare alle pettegole di Hogwarts, non siamo in
competizione
per Scorpius. Giusto per essere precisi, Lily odia Malfoy:
papà una volta ha
pure chiesto a zio Harry se potevano scambiarsi le figlie, beccandosi
una
strigliata da parte di mamma che rimarrà nella storia.
È
proprio la mia
migliore amica a distogliermi da queste riflessioni –e dal
fissare Scorpius
come un’ebete. Ha la faccia abbastanza preoccupata e si sta
martoriando le mani,
solo che non riesco a capire il motivo di tanta agitazione: va bene che
ha una
spiccata tendenza per i guai –i geni Potter si fanno sentire-
ma sono appena le
otto del mattino e, inoltre, ha una mente geniale per uscirne sempre
candidamente e far ricadere la colpa su qualcun altro –in
questo caso, invece,
credo che i geni Weasley contribuiscano in particolar modo.
-‘Giorno
Lils, come va,
tutto bene?- borbotto masticando un biscotto al cioccolato. Mi fissa
per
qualche minuto senza dire nulla, poi si siede e inizia a mangiare. Ho
la vaga
sensazione che mi stia prendendo in giro: se non si sbriga a parlare la
butto
nel Lago Nero, non ho intenzione di farmi rovinare la giornata
più bella della
mia vita da lei, anche se questa lei è l’unica
ragazza al mondo con cui sia mai
riuscita a fare amicizia. Sto per rovesciarle del succo di zucca sulla
divisa
–di proposito s’intende, così magari si
scanta un po’- quando deve intuire il
mio fastidio e si decide a parlare: sarà che sto scagliando
Avada Kedavra con
gli occhi?
-Rose, io avrei
un
problema.- Buongiorno Capitan Ovvio, fin lì ci ero arrivata
da sola! Vogliamo saltare
i preliminari e andare dritto al nocciolo della questione? Mi impongo
di
mantenere la calma e le rispondo con il sorriso migliore che riesco a
fare
sulla bocca.
-Dimmi pure
Lils, come
posso aiutarti?- Voglio un oscar, ora. Nemmeno le migliori attrici
babbane
sarebbero state capaci di una performance del genere –e loro
sono obbligate a
sorridere sempre per colpa dei continui interventi di chirurgia
estetica cui si
sottopongono.
-Rosie,
io…insomma,
credo che…penso di avere le mestruazioni.- E lei sarebbe
preoccupata. Per una
cazzata del genere. Vorrei davvero vedere cosa farebbe al mio posto
dopo il
casino che ho combinato! Va bene, prima la calmo e poi mi faccio
spiegare come
si possa pensare di avere le
mestruazioni: svegliarsi la mattina in un lago di sangue mi sembra un
segnale
piuttosto evidente, o desidera per caso una lettera in carta bollata?
-Non ti
preoccupare.
Vieni, andiamo al bagno. Dovrei avere qualche assorbente qui con me.-
-Grazie Rosie,
sei la
migliore, sapevo di poter contare su di te!- Mia cugina sorride e mi
abbraccia
forte. Mentre ci dirigiamo fuori dalla Sala Grande, mi tempesta di
domande in
merito a come funzioni esattamente la cosa, ma fingo di non saper
rispondere
alla maggior parte di esse: insomma, per certi discorsi esistono le
mamme!
Vedere l’espressione di un genitore di fronte alle
curiosità dei figli è una
delle cose più appaganti sulla terra, perché
privarsene? Arriviamo al bagno
solo dopo una decina di minuti –le scale hanno cambiato e ho
preferito non far
cambiare Lily in compagnia di Mirtilla Malcontenta, per evitare che lo
venga a
sapere tutta la scuola. Subito inizio a frugare nella mia borsa: mia
cugina mi
tranquillizza, dicendo che, se non troverò nulla,
chiederà aiuto a Roxanne, ma io
non mi arrendo. Infatti, sono assolutamente certa di avere qualche
assorbente
con me, per sicurezza, visto che dovrebbero venirmi proprio in questo
periodo.
Alla fine riesco a concludere la mia ricerca, dare una mano a Lily,
arrivare
puntuale a Trasfigurazione nonostante tutto e prendere addirittura una
E
all’interrogazione: meriterei una medaglia al valore come
quella che hanno
rifilato ai miei dopo la guerra. Lo so che è inutile, ma
è un ottimo fermalibri
ed è troppo bello vedere lo sguardo ammirato degli ospiti
che iniziano ad
elogiarti e a chiederti dettagli in merito alle tue imprese.
Nei giorni
successivi
la mia vita sembra assumere una svolta positiva. La relazione con
Scorpius non
fa che migliorare e Albus pare averla accettata; Dominique ha litigato
con il
suo ragazzo perfetto –anche se poi hanno fatto pace e lui,
per farsi perdonare,
l’ha portata a cena nel ristorante più
bello di
Londra-; zia Ginny ha inviato a
mio cugino James una Strillettera per essere stato punito
un’ulteriore volta e
ho riso fino alle lacrime; la mia media in Pozioni è passata
dall’Oltre Ogni
Previsione all’Eccezionale con immensa gioia di mamma, mentre
papà ha iniziato
a chiedersi se io sia realmente sua figlia. L’unica nota
negativa è che Lily ha
continuato a tormentarmi con le sue domande e per avere ulteriori
assorbenti: non
vuole farseli inviare da casa per evitare una figuraccia epica di
fronte
all’intera scuola, quindi mi sono ripromessa che la
porterò ad Hogsmeade a
comprarli il prossimo weekend. Altrimenti, come farò io?
Devo ammettere che
questo mese sono un po’ in ritardo, tuttavia la cosa non mi
preoccupa più di
tanto, io non sono mai stata regolare. L’unico problema
è che, quando
arriveranno, temo dovrò restare a letto per due giorni a
causa del dolore.
Stasera,
però, non
voglio pensare a nessun problema. Infatti, oggi è
giovedì e devo vedermi con
Scorpius davanti alla Stanza delle Necessità: lui, a
differenza mia, è stato
nominato Prefetto, ed avendo la ronda ha l’autorizzazione ad
essere fuori dal
dormitorio oltre l’orario del coprifuoco; inoltre, non
corriamo il rischio di
essere beccati, perché l’altro Prefetto di
Serpeverde è un’idiota totale che
non si azzarda ad andare oltre il terzo piano per paura di perdersi.
Salto la
cena per finire i compiti, poi inizio a truccarmi: per quanto mi
impegni, ci
impiego sempre almeno mezz’ora solo per mettermi la matita e
l’ombretto –tutta
colpa dei geni Granger che mi scorrono nelle vene! Sarebbe
più facile chiedere
aiuto a Roxanne, con cui condivido la stanza e che è molto
più esperta di me,
ma non mi abbasserò mai ad un livello simile, nemmeno se la
persona che ho di
fronte è mia cugina e non ha alcuna intenzione di prendermi
in giro. Sto
cercando di tracciare una linea di matita che non assomigli al Gran
Canyon,
quando sento sbattere la porta della stanza e faccio un sobbalzo tale
che ora
ho una riga blu che mi attraversa la faccia. Fantastico,
dovrò ricominciare da
capo. Giuro che se è quella svampita della McLaggen le tingo
la faccia di blu.
Esco rabbiosa dal bagno con gli occhi iniettati di sangue, quando mi
accorgo
che c’è Lily in lacrime seduta sul mio letto.
Teoricamente, dovrei odiarla per
aver reso vano il mio lavoro dopo che ho addirittura saltato un pasto
per
portarlo a termine –non che mi faccia male, sia chiaro, ho
messo su qualche
chiletto da quando sono tornata anche se non sto toccando cibo. In
pratica, è
la mia migliore amica e mi fa una tenerezza infinita. Mi siedo accanto
a lei,
la abbraccio e provo a consolarla.
-Che
c’è che non va
Lils?- le chiedo dolcemente, cercando di non far trapelare la rabbia
che non
sono riuscita a seppellire del tutto. Lei sospira –quanto
è melodrammatica- si
asciuga le lacrime e si decide a parlare.
-Avevo appena
finito di
cenare e mi ero alzata per tornare in camera con Jasmine. Ad un certo
punto mio
fratello, quello stupido naturalmente, mi chiama e urla di fronte a
tutta la
Sala Grande che ho una macchia sulla gonna. Credo che lui volesse
semplicemente
farmi un favore, ma ha attirato l’attenzione
dell’intera scuola su di me: tutti
hanno capito la natura di quella macchia e io sono corsa via piangendo
e
così…eccomi qui.- Io ammazzerò James
Potter uno di questi giorni come è vero
che mi chiamo Rose Weasley. Ha messo sua sorella, la mia Lily, in
ridicolo di
fronte a tutti –ergo anche il ragazzo che le piace, il cui
nome mi porterò
nella tomba- e, così facendo, ha impedito a me di essere
perfetta e puntuale
per Scorpius. Inizio a borbottare gli insulti peggiori che conosco e a
camminare avanti e indietro per la stanza meditando un modo per far
fuori
quell’essere che ho la sfortuna di poter chiamare cugino, poi
mi ricordo che
non sono sola, mi fermo e comincio a parlare nella maniera
più tranquilla
possibile.
-Lily, non ti
preoccupare, è una cosa naturale, non hanno niente in mano
per attaccarti.
Vedrai che domani mattina si saranno già scordati di stasera
ed avranno
qualche altro pettegolezzo. Che ne sappiamo noi, casomai sto benedetto
Karma di
cui parla sempre mamma esiste ed ora James è stato appeso a
testa in giù nel
bel mezzo della Sala Grande. Ci sono problemi peggiori.- Sto per
aggiungere un
“E io lo so bene” quando mi blocco, realizzando che
mia cugina è molto
intelligente e un’affermazione del genere comporterebbe non
poche domande. Lei
sembra un po’ rincuorata, cerca di sorridere
perché sa che odio la gente che si
lamenta per niente, poi cambia improvvisamente espressione. Sembra
quasi…preoccupata.
-Rosie, tutto
bene?
Sembri pallida…- Pallida? Io? Dopo che ho speso un sacco di
tempo a stendermi fondotinta
e fard per non assomigliare ad un morto vivente? Fantastico, tra la
pelle
diafana di Scorpius e la mia diventeremo la nuova coppia
dell’anno. Della
comunità di ectoplasmi della scuola, ovviamente. Beh, almeno
so che devo
migliorare da quel punto di vista: forse è giunto il momento
di chiedere
consigli a mia madre. Mi fa ribrezzo persino a pensarci.
-Probabilmente
è la
luce o il trucco messo male.-
-Sicura di stare
bene?
Per me mangi troppo poco…-
-Troppo poco?
Lilian
Luna Potter solo perché ho saltato la cena non significa che
sia anoressica!
Per tua norma e regola sono perfino ingrassata da quando siamo tornati
a scuola
e sono intenzionata a perdere tutto quel lurido grasso che si
è attaccato a
me!- Dite che ho esagerato un po’?
-Rose, calmati!
Chiedo
umilmente scusa per aver osato preoccuparmi per la tua salute! Mamma
mia, in
questi giorni sei parecchio volubile, anche Albus non riesce a capirti
e lo sai
che lui ha un talento per la psicologia! Ma se venissero anche a te una
buona
volta queste benedette mestruazioni, forse ti calmeresti un
po’.-
-Credi che io
non stia
male? Non posso mica comandarle a bacchetta! Mi sento un vero schifo:
sto
impallidendo, ingrassando, ho sbalzi umorali continui e per di
più ci si
aggiunge questa nausea tremenda che mi tormenta da due
giorni…- Mi rendo conto
troppo tardi di essermi lasciata sfuggire qualcosa che non dovevo dire.
Lily
subito assume lo sguardo classico da Terzo Grado, pronta a travolgermi
di
domande.
-Nausea?
Perché non mi
hai detto che avevi la nausea?- Ecco, lo sapevo io che le amiche
femmine non
fanno per me. Molto meglio i maschi: almeno loro, finché non
smetti di
respirare, non si fanno problemi –fatta eccezione per Al, ma
lui è un caso a
parte.
-Probabilmente
è perché
non ho mangiato. Nulla di preoccupante.- Un’improvvisazione
niente male, devo
dire. Peccato che, dallo sguardo furioso di mia cugina, deduco non
abbia
funzionato.
-Rose Weasley,
credi
veramente che, solo perché ho due anni in meno di te, mi
berrò questa storia? Hai
detto di avere la nausea da due giorni, quindi significa che non stai
bene! Ora
tu vai in Infermeria a farti visitare e mandi un messaggio a Malfoy
dicendogli
che il vostro appuntamento salta: se proprio ti vuole vedere,
sarà negli orari
di visita stabiliti! Sono stata chiara?- Ammetto che quando Lils si
arrabbia fa
quasi più paura di mia madre: pur non superando il metro e
cinquanta, è davvero
una furia.
-No, Lily, ti
prego, l’Infermeria
no! Senti, ti prometto che non salterò più i
pasti, ma l’Infermeria no!-
-Va bene, ma
solo se
stasera non andrai all’appuntamento e starai a letto a
riposare. Non voglio
vederti con le occhiaie domattina.-
-Ti vorrei
ricordare
che sarei io la cugina maggiore, non tu, signorinella.-
Dall’occhiataccia che mi
rivolge capisco che non è una delle mie uscite migliori.
Abbasso la testa e
alla fine mi rassegno a scrivere un biglietto a Scorpius per annullare
il
nostro incontro –solo perché non voglio avere le
occhiaie, sia chiaro, non
perché sia disposta a dare retta a mia cugina. Lei mi
accarezza i capelli con
un sorriso dolce sul volto.
-Brava Rosie, so
che è
difficile, ma è la cosa giusta da fare. Un giorno mi
ringrazierai e, quando
dovrai badare a Theo e Danae, capirai quanto sia difficile accudire le
persone
cui vogliamo bene.- Miseriaccia, adesso sembra davvero mia madre! Non
è che è
lei sotto Pozione Polisucco, vero?
-Credo sia
più
plausibile che ti rinfaccerò tutta questa apprensione quando
tu sarai incinta e
nonostante nausee, stanchezze, chili di troppo e sbalzi
d’umore vorrai
ugualmente uscire.-
-Beh, allora io
sono
autorizzata a farlo, tu questi sintomi li hai già tutti!-
Comincia a ridere
come una pazza e anche io la seguo a ruota: le nostre liti vanno sempre
a
finire in discorsi senza senso sul nostro futuro. Ad un tratto,
però, mi blocco
a riflettere sulle parole di mia cugina. No, è assurdo
pensare che, dopo solo
due volte che vado a letto con un ragazzo –o meglio due- io
sia già…Ma che vado
a pensare, sono davvero un’idiota patentata! Quando faccio
così, ho la conferma
di essere la figlia di Ron Weasley.
-Rosie hai
sbagliato la
data. Il 4 era la settimana scorsa, oggi è l’11.-
-No, Lily, ne
sono
certa. Guarda sulla mia agenda. Vedi, domani ho
l’interrogazione di Erbologia e
infatti è il…12.- Sbianco ancor di più
–sempre che sia possibile. Se oggi non è
il 4 come pensavo, bensì l’11 vuol dire che il
ritardo non è di sei giorni, ma
di tredici.
-Rosie, tutto a
posto?
Non è un dramma! O Malfoy è così snob
da non tollerare neanche una minuscola
macchiolina sulle pergamene che riceve?-
-No, no, Lily,
non è
niente, solo…sono stanca, sì. Vorrei andare a
dormire se non ti dispiace.-
-Suppongo sia
inutile
fare domande. Sappi che se hai bisogno io ci sono. Buona notte!-
Mia cugina mi
saluta e
se ne va: per fortuna ha deciso di non infierire. Miseriaccia,
miseriaccia,
miseriaccia, non può essere! Io, incinta, a soli quindici
anni! Ok, manteniamo
la calma: sabato ad Hogsmeade mi compro uno stock di test di gravidanza
e
saranno di sicuro tutti negativi. Insomma, io non posso aspettare un
bambino!
Va bene che non sono stata molto chiara a riguardo quando formulavo il
pacchetto-vita, ma Theo e Danae devono nascere solo tra una decina
d’anni! Non
fasciarti la testa prima di essertela rotta, Rose. Respira, ci
dovrà pur essere
un’altra soluzione. Perché, se così non
fosse, mia madre ucciderebbe sia me che
il futuro nipote, i nonni morirebbero, i miei cugini e i miei zii
castrerebbero
il padre e mi farebbero vivere in isolamento per il resto dei miei
giorni e papà
mi diserederebbe, condannando me e la mia progenie ad una vita di
stenti.
Nell’attesa di scoprire la verità non mi restano
che due cose da fare:
disperarmi o godermi i miei ultimi giorni di vita normali. Decisamente
meglio
la prima. E accoccolata sotto le coperte aspetto sabato con le lacrime
che mi
solcano il viso e il terrore di scoprire quella verità tanto
dolorosa.
Appunto
per me stessa: la prossima volta che esprimi un desiderio, sii
più precisa,
idiota!
Angolo
di Harry Potterish
Sono tornata!
*si
prepara a ricevere migliaia di insulti* Approfitto della neve e della
chiusura
della scuola per cominciare questa nuova long, tutta dal punto di vista
di
Rose. Innanzitutto, chiedo scusa a quelle cinque povere autrici cui ho
dedicato
la storia: spero non vi offendiate, ma era l’unico modo che
avevo per
ringraziarvi! La long ha tredici capitoli e, appena finita, mi
soddisfaceva
abbastanza, poi, rileggendola, ho sentito un leggero amaro in bocca,
così ho
scritto due raccolte di drabble ad essa collegate che saranno
pubblicate alla
fine. Il rating è arancione soloper alcune "licenze
poetiche" che mi sono presa nei dialoghi... Per Elbeth: presto
arriveranno più dialoghi, ma nei primi capitoli è
necessario spiegare la psicologia dei personaggi! Per tutti gli altri:
la matematica non è il mio forte, quindi siate clementi se
ci sono
riferimenti temporali sbagliati… Ora vi lascio o
le note rischiano di diventare più lunghe del capitolo
stesso! Vi ricordo che
anche se il prologo è nulla su cui basarsi (citazione da
Seamus Finnigan, Harry
Potter e i Doni della Morte), recensioni e prime impressioni sono
gradite, sia
che esse siano positive,
neutre
o negative.
Per ogni dubbio, chiedete pure!
Harry Potterish
|
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Capitolo 2 *** La vita è un dono di Dio. Grazie, ma forse bastava il pensiero ***
A
Elbeth, perché senza i
suoi consigli
non potrei crescere.
2.
La
vita è un dono di Dio. Grazie, ma forse bastava il pensiero
Sono cresciuta
circondata dall’affetto di una famiglia numerosa e stabile.
Quando ero piccola,
quasi ogni anno, un nuovo membro entrava a far parte del gruppo e tutte
le
volte ero costretta ad ascoltare un discorso di mia madre su quanto
fosse bello
diventare genitori, nonostante le responsabilità che
comportava e, tutte le
volte, si raccomandava di dare l’accoglienza migliore
possibile al neonato,
poiché qualsiasi vita poteva considerarsi un dono di Dio.
Quest’ultima parte,
ad essere onesti, non l’ho mai realmente capita: noi maghi
non abbiamo una
religione vera e propria e, per quanto mamma abbia provato a
convertirmi al
cristianesimo, il mio cervello non sembra predisposto per questo genere
di
cose. Perciò ho sempre creduto –e ne sono
fermamente convinta tuttora- che un
bambino non sia poi un gran regalo: va mantenuto, piange sempre,
costituisce un
grande dispendio di soldi ed energia e non ti ripaga in alcun modo.
Insomma,
per me i regali sono qualcosa di bello, utile, che desidero
particolarmente e
che tendo ad usare senza sosta per due settimane, per poi abbandonarli
al loro
destino al termine delle vacanze. Un neonato non si può
buttare via dopo due
settimane, necessita di cure costanti per i primi anni e, anzi, deve
essere
ospitato in casa propria almeno fino ai diciassette o diciotto anni.
Mettendolo
al mondo, poi, lo si condanna ad una sofferenza continua, che spazia
dai
classici problemi quotidiani ai casini cosmici nei quali solo io sono
in grado
di cacciarmi. Guardandola sotto questo punto di vista, non so neanche
se dovrei
essere particolarmente riconoscente ai miei genitori per avermi fatto
una simile
cattiveria. Se non fossi mai nata, ora non sarei costretta a trovare un
modo
per uscire da questa situazione orribile. La vita è un dono
di Dio. Grazie, ma
forse bastava il pensiero.
***
Ho sempre atteso
le
uscite ad Hogsmeade con ansia, poiché sono una fantastica
occasione per
svagarsi un po’ e mettere il naso fuori dalle mura
scolastiche: i primi due
anni impazzivo dopo tre mesi rinchiusa nello stesso posto in compagnia
delle
solite persone. Tuttavia, oggi i miei sentimenti sono contrastanti: da
un lato
sento il bisogno impellente di recarmi al villaggio,
dall’altro preferirei di
gran lunga restare a scuola a leggere. Sto seriamente prendendo in
considerazione la seconda alternativa, quando ricordo che domani
è San Valentino
e devo assolutamente prendere un regalo a Scorpius. Inoltre, ho anche
promesso
a Lily di accompagnarla a comprare degli assorbenti e, adesso che ci
penso,
devo ancora un succo di zucca ad Al dalla scorsa uscita. Come sempre,
quando
vorresti startene a letto a non fare nulla, hai sempre cinquecento cose
da
portare a termine; invece, di solito, le gite sono una noia mortale:
non c’è
niente di emozionante in un paesino di cinquecento anime. Proprio oggi
la
situazione doveva movimentarsi?
Mentre mi
preparo,
cerco di studiare un modo per acquistare quelle
cose senza farmi notare da mia cugina. So già che
non mi mollerà un
secondo, dal momento che non devo vedermi con Scorpius:
abbiamo deciso di comune accordo di prenderci
la giornata per comprarci dei regali. Potrei offrirle una Burrobirra,
fingere
di andare al bagno e correre a prenderli; oppure potrei dire che sono
per…No,
aspetta, io non ho altre amiche oltre a lei, quindi la scusa non
reggerebbe.
Per quanto l’idea di far credere al mondo che Dominique
è incinta sia
allettante, credo mi si ritorcerebbe contro, quindi la escludo. Nel
frattempo
scendo a colazione e, non appena entro nella Sala Grande, Lils mi fa un
cenno
per farsi vedere: fantastico, ho finito il tempo per pensare. Non mi
resta che
improvvisare, sperando di riuscire ad essere abbastanza convincente.
-‘Giorno
cuginetta!
Come va? Pronta per andare ad Hogsmeade?- No, no, no, Rose!
Così non ci siamo!
Sei troppo allegra e pimpante: ricorda che ti ha visto distrutta appena
due
giorni fa. Bisogna rimediare immediatamente.
-Prontissima!
Non vedo
l’ora di aiutarti a scegliere il regalo per Malfoy: si
prospetta essere un’opportunità
fantastica per nascondere una Caccabomba nel pacchetto!- Inizia a
ghignare e fa
quasi paura: ogni tanto mi chiedo che ci faccia a Grifondoro una
peperina del
genere.
-Non scherzare
Lily!
Un’idea del genere non ti deve passare neanche per
l’anticamera del cervello!-
rispondo io, forse un po’ troppo veementemente. Stamattina
proprio non ci siamo
con le improvvisazioni.
-Infatti, non
scherzavo
ero serissima.- Nemmeno Lily deve essere nella sua forma migliore, di
solito mi
avrebbe già tempestata di domande sul mio stato di salute,
invece ancora
niente! Forse la Fortuna sta avendo pietà di me.
-Comunque…-
Ecco,
appunto, stavo dicendo? La Fortuna è sadica. La odio quasi
più della Sfiga:
dopo tutte le ore passate a contatto con lei, siamo quasi diventate
amiche.
-…ti vedo davvero in forma. E dire che solo due giorni fa
sembravi così
debole…Non è che hai iniziato a fare uso di
sostanze illegali, eh Rosie?-
Frena, frena, frena…COSA? Ma le è dato di volta
il cervello? E secondo lei da
chi me le sarei procurate? Da Neville?
-Lily, sii
seria. Sei
in vena di battute stamattina? Sappi che, se continui così,
puoi anche
scordarti che ti accompagni a comprare tu-sai-cosa.
O, ancora meglio, potrebbe esserci una piccola fuga di
notizie in merito ad
un certo…-
-Ok, ok, ok, ho
afferrato. Niente più battutine. Però di una cosa
ero convinta: sei strana
Rosie. Solitamente di prima mattina sei burbera e scontrosa, invece
oggi sei
così solare e allegra... Non è che mi nascondi
qualcosa, vero?- Quanto ho
sperato non mi facesse questa domanda: nessuno riesce a resistere allo
sguardo
inquisitorio di mia cugina. Papà dice di aver visto
un’espressione simile solo
alla McGranitt ai tempi della scuola e lei, che ho incontrato in
occasione di
una commemorazione, è convinta sia un carattere recessivo
presente nel sangue
della nonna, Lily Evans.
-Non
c’è niente,
davvero. Sono semplicemente contenta perché domani
è San Valentino e ho
appuntamento con Scorpius. Sei come una sorella per me, sai che non ti
nasconderei mai nulla.- A parte il fatto che non sono più
vergine, che ho
tradito il mio ragazzo e che molto probabilmente sono incinta. Beh,
niente di veramente
importante, giusto?
Appena finita la
colazione,
ci fiondiamo fuori dalla scuola, nella speranza di non trovare troppa
confusione al supermercato: lo hanno aperto una decina di anni fa e mai
trovata
fu più geniale. Non è grandissimo, ma
c’è tutto quello di cui uno studente
può
avere bisogno a prezzi notevolmente più bassi rispetto a
quelli delle botteghe.
Ci sono anche un reparto alimentari e una profumeria –non
dimentichiamoci che
c’è della gente che ha abbastanza coraggio da
vivere in questo posto- e, in
fondo alla quarta corsia, c’è una parafarmacia.
È un’idea che abbiamo copiato
ai Babbani e devo dire che è davvero ottima. Sbrighiamo la
faccenda “assorbenti
per Lily” prima che arrivi la calca, poi andiamo in cerca del
regalo di
Scorpius.
***
Sono quasi le
undici.
Siamo andate in giro per negozi per due ore alla ricerca di quello
stramaledetto regalo: è seriamente difficile trovare
qualcosa di adatto ad un
ragazzo che ha già tutto! Certo, il fatto che Lils si sia
fermata venti minuti
davanti alla vetrina di una boutique sbavando –letteralmente-
di fronte ad una
giacca di pelle molto carina, ma dal prezzo stellare, ha contribuito.
Alla fine
ho optato per una cornice magica oro e argento sulla quale scorrono le
più
belle foto di noi due: non è il mio genere, troppo
sdolcinato, ma non avevo
altre idee ed era l’unica cosa che mia cugina non potesse
manomettere di
nascosto e rovinare. Al momento siamo sedute ad un tavolo ai Tre Manici
di
Scopa in attesa delle nostre Burrobirre. Ho pagato a Madama Rosmerta
tre falci
in più e le ho detto di considerarle un anticipo per quello
che prenderà Albus
più tardi: ora che ho portato a termine tutte le
commissioni, posso
tranquillamente dedicarmi al problema principale. Non ho ancora trovato
un modo
per eludere la sorveglianza di Lily, quindi riprendo a macchinare un
piano
valido per fuggire senza dare troppo nell’occhio. Sto per
iniziare a
disperarmi, quando dalla porta del locale entra proprio lui
–col cavolo che vi
dico come si chiama-, il ragazzo per cui Lily ha perso la testa sin dal
primo
anno. Le dico che vado in bagno un attimo perché casomai
lui, vedendola sola,
potrebbe farsi avanti. Almeno, tra me e Scorpius è andata
proprio così. Lei è
talmente distratta da non accorgersi che, anziché dirigermi
verso il retro,
esco dall’entrata principale e corro letteralmente al
supermercato: devo fare
il più in fretta possibile.
La commessa
della
parafarmacia mi guarda un po’ stupita di fronte alla mia
richiesta. È una
donnina anziana, bassa, in carne, ma molto energica e sembra abbastanza
sdegnata che una ragazzina di appena quindici anni possa rischiare di
diventare
madre. Cosa crede, che avessi voglia di rompere la monotonia e
ciò mi ha
portata a mettermi in un casino del genere? Se è vero che
Vicky ha fatto
promettere a Dominique di rimanere vergine fino ai diciassette anni,
quella
ragazza è un genio: non potevo avere anch’io una
sorella maggiore protettiva
come Miss Perfezione? Ovviamente, anche in questo caso, la cara Fortuna
ha
deciso che lei era più simpatica di me, lasciandomi in
compagnia di Sfiga che,
a forza di starmi a fianco, deve essersi affezionata a me. Ma tornando
al
presente. Compro tre test, due normali ed uno di quelli speciali che ti
dice
anche da quante settimane sei incinta: credo che anche tra i Babbani
esista
qualcosa di simile ed è veramente molto utile per quelle
come me che non hanno
tanta esperienza e devono sapere a quale poveretto rovinare la vita.
Sono
riuscita a portare a termine la mia missione in nemmeno cinque minuti
ed esco
soddisfatta in strada rigirandomi tra le mani uno dei test, cercando di
capire
come funzioni. Ad un certo punto mi sento fissata ma, dopotutto, chi
non
fisserebbe una ragazzina ancora in età scolastica con in
mano una cosa del
genere? Naturalmente sono tutti subito pronti a pensare male, mai uno
che ti
conceda il beneficio del dubbio! Alzo gli occhi per guardarmi intorno
e…miseriaccia, no! Sfiga, anche io ti voglio bene, ma non
è che siamo costrette
a vivere in simbiosi sai?
-Suppongo che
dire che
non è come sembra sia ridicolo, vero?- Tento di
sdrammatizzare, sfoggiando il
mio sorriso migliore. Lily assume uno sguardo freddo e inespressivo,
poi inizia
a parlare con un tono che lascia trapelare il massimo disprezzo.
-Ero venuta a
chiamarti
in bagno per dirti di rientrare, tanto lui era già
lì con un’altra. Quando non
ti ho trovata ho pensato che fossi andata a cercare Malfoy, che non
riuscissi a
stargli lontano nonostante gli accordi presi. Per tua sfortuna
l’ho incontrato
insieme a mio fratello fuori dal locale e, indovina un po’?
Tu non c’eri. Già,
eri troppo impegnata a pensare a te stessa, a tenermi, anzi tenerci,
nascosta
la parte più grande della tua vita. Pensavo fossimo amiche,
che ci dicessimo
tutto. Invece, a quanto pare, l’unica cogliona che ha deciso
di fidarsi sono
stata io. Eri seriamente convinta di poterti tenere una cosa simile
solo per
te? O forse credevi che un neonato passasse inosservato? Scommetto che
non lo
hai detto nemmeno a Malfoy. Mi fai schifo, Rose.- Cazzo, no! In un
momento del
genere ho bisogno della mia migliore amica, non può
piantarmi in asso così! La
vedo avviarsi a testa bassa in direzione della scuola. Io rimango
imbambolata
di fronte alla porta del supermercato, ostruendo il passaggio e
beccandomi, di
conseguenza, un paio di insulti. Normalmente risponderei a tono, invece
sono
così abbattuta che mi sposto in silenzio e mi incammino
anche io lentamente
verso Hogwarts, riflettendo su quale sia la decisione migliore da
prendere. Non
che debba realmente pensarci, so che dovrei chiederle scusa e
raccontarle tutto
nei minimi dettagli, ma ha solo tredici anni, è troppo
piccola per certe cose! Molto
più matura di me senza dubbio, però mi
dispiacerebbe coinvolgerla in un
pasticcio del genere contro la sua volontà. Immersa in
questi pensieri,
raggiungo finalmente la Sala Comune di Grifondoro, decisa a mettere
fine al più
presto a tutti i miei dubbi: è ora di pranzo, quindi sono
certa di non trovare
nessuno. Felice che per una volta la Fortuna mi abbia assistito, salgo
nel
bagno del mio dormitorio.
Se ci avete
creduto,
siete fuori strada. Vi sembro il tipo da “botta di fortuna
–per non usare un
altro termine- che arriva nel momento del bisogno”? Non
appena entro, mi trovo
davanti Lily. Fa la sostenuta e cerca di ignorarmi, ma so che in
realtà non sta
leggendo davvero quel libro: nei suoi occhi riesco a scorgere un
luccichio,
chiaro simbolo della curiosità che l’attanaglia.
Visto e considerato che si
prospettano essere mesi difficili i prossimi nove, decido che fare pace
con la
mia migliore amica è la priorità assoluta. Mi
siedo accanto a lei e inizio a
spiegarle tutto quello che è successo nell’ultimo
mese; non alza gli occhi dal
volume di Trasfigurazione ma mi accorgo che sta ascoltando: sta
fissando la
stessa pagina da mezz’ora e generalmente Lils è il
tipo che, se non capisce una
cosa dopo due minuti, molla tutto e corre da me o da suo fratello
–quello
intelligente, si intende- a chiedere aiuto. Non appena finisco di
parlare sono
decisamente più sollevata e mi dirigo al patibolo un
po’ meno preoccupata. Non
faccio in tempo ad iniziare a salire le scale che vedo mia cugina
raggiungermi
con il sorriso sulle labbra: non me lo dirà mai
perché è troppo orgogliosa,
però mi ha perdonata. Decido, su consiglio di colei che
è tornata ad essere la
mia migliore amica, di fare prima i test normali a distanza di alcune
ore per
accertarmi che non siano falsi positivi e, solo nel caso in cui abbia
avuto la
conferma di essere incinta, di controllare da quante settimane
è cominciata la
gravidanza. Mentre aspettiamo il primo risultato, sono costretta a
sorbirmi la
ramanzina di Lily sulla mia immoralità: mi sorprende il
fatto che l’abbia presa
così bene, o forse mi detesta ma non vuole infierire
perché le faccio pena.
Decisamente più probabile la seconda opzione. Quei minuti
sono interminabili,
la sveglia che abbiamo puntato non si decide a suonare. Un trillo
interrompe il
monologo melodrammatico di mia cugina.
-Lo sapevo,-
è tutto
quello che riesce a dire.
***
Pensieri sparsi
per il
giorno di San Valentino 2022. Oggi è una festa inventata dai
fabbricanti di
cartoline di auguri per far sentire di merda tutte quelle ragazze che
hanno un
rapporto più stretto con Sfiga rispetto al mio e, di
conseguenza, non hanno un fidanzato.
Probabilmente, tra qualche ora, sarò una di loro e
potrò definirmi
automaticamente la primogenita di Sfiga. Mi avvio a passo sostenuto
verso la
Stanza delle Necessità che, in queste ricorrenze,
è sempre occupata. Ad essere
sinceri, questa volta un po’ ci spero: se così
fosse potrei rimandare il
problema senza sentirmi troppo in colpa e non dovendo preoccuparmi
delle
ramanzine di Lily. Invece oggi, a quanto pare, essendo
straordinariamente caldo
per essere solo febbraio, tutte le coppiette sembrano aver deciso di
concentrarsi in massa sulle rive del Lago Nero, anche se sinceramente
non
capisco che cosa ci sia di tanto romantico nel rischio di essere rapiti
dalla
Piovra Gigante. Ehi, aspettate un secondo, adesso che ci penso con
calma, è una
figata pazzesca! O per Merlino, ho detto davvero “figata
pazzesca”?
Miseriaccia, è da quando ho dodici anni che non dico
più frasi simili, fanno
troppo “Adolescente disperata senza vita sociale che cerca di
sentirsi più
grande e integrata parlando uno slang di moda all’epoca dei
suoi genitori”.
Quando arrivo al
luogo
dell’appuntamento, trovo Scorpius già
lì ad aspettarmi, anche se sono in
anticipo. Ho sempre trovato molto cavalleresco da parte sua cercare di
arrivare
cinque minuti prima di me per non farmi aspettare da sola, impalata
davanti
all’arazzo di Barnaba il Babbeo, per poi dovermi sorbire gli
sguardi di pena o
i commenti a mezza voce della serie “Ti ha dato buca,
eh” o “L’ho sempre detto
io che non bisogna fidarsi dei figli di ex-Mangiamorte” e via
dicendo.
Stranamente, però, oggi lo trovo abbastanza irritante:
è come se volesse farmi
sentire in ritardo. Gli sorrido, gli schiocco un leggero bacio sulle
labbra,
gli faccio gli auguri e poi entriamo. La Stanza questa volta
è arredata in modo
semplice, con un paio di divanetti, un camino e un tavolino basso;
sulla
sinistra c’è una gigantesca libreria, mentre sulla
destra una porta, dietro la
quale temo di sapere cosa si nasconda.
Io e Scorpius
non siamo
mai stati la classica coppietta perfetta –per quello
Dominique e il suo ragazzo
sopperiscono già ampiamente alla nostra mancanza: non siamo
melensi, né tranquilli
e spesso passiamo settimane intere senza parlarci per i motivi
più stupidi.
L’ultima volta che abbiamo litigato è stato
perché lui non aveva voluto offrirmi
il gelato, dal momento che si rifiutava categoricamente di spendere due
Galeoni
per un gelato al rabarbaro, il mio preferito. Tuttavia, quando siamo in
sintonia, riusciamo a capirci con uno sguardo e, cosa ancora
più importante,
sappiamo di poter contare l’uno sull’altra. Oggi
credo che scoprirò se posso
continuare ad andare in giro a vantarmi di ciò con le mie
–pardon, la mia
amica. Prima di tutto ci scambiamo i regali. Lui mi ha preso un
ciondolo a
forma di quadrifoglio con incise le nostre iniziali sopra: scegliere
deve
essere stato facilissimo, visto e considerato che tutto il mondo sa del
mio
disperato bisogno di fortuna. Quando gli porgo il mio, però,
accade un
disastro: nel cercare di tirare fuori il pacchetto dalla borsa nella
quale si
era incastrato, rovescio tutto il contenuto. Scorpius
–accidenti alla sua
gentilezza- si china per darmi una mano e vede il test fatto ieri con
Lily.
Inizialmente non me ne accorgo, poi noto che è in piedi
imbambolato con lo
sguardo perso nel vuoto.
-Scorp, tesoro,
tutto
bene?-
-Mhm, mhm.-
mugugna
lui. Che razza di risposta è? Mi aspettavo una reazione
diversa, pensavo che si
sarebbe messo ad urlare e a piangere e che mi avrebbe piantata in asso,
ma
questo proprio no. Non so cosa dire; meno male che alla fine riesce a
formulare
una frase di senso compiuto.
-Da quando lo
sai?-
-Ieri.- Beh, a
sentirla
dire così, sembro quasi io la vittima della situazione. E
non ho neanche dovuto
mentirgli!
-Chi lo sa?-
-Solo Lily.- Lo
sento
deglutire: non capisco se sia più preoccupato
dall’idea di diventare padre o
dall’imminente castrazione che sa già
sarà presto effettuata da
quell’angioletto di mia cugina. Mi sento in dovere di
infondergli un po’ di
coraggio.
-Comunque, non
è detto
che sia vero: potrebbe essere un falso positivo. Ho ancora un test qui
con me
non utilizzato, vedrai che si sistemerà tutto.- Annuisce in
silenzio e mi fa
cenno di andare a fare quell’ultimo test. Mi chiudo nel
piccolo bagno che la
Stanza mi mette a disposizione e attendo con ansia il responso.
Vi garantisco
che non
si può comprendere ciò che si prova in quei
minuti interminabili nei quali
attendi la risposta che ha il potere di cambiare la tua vita. Rimango
chiusa
nello stanzino perché non ho il coraggio di incontrare gli
occhi di Scorpius,
ancora più spaventato di me. Quando finalmente il tempo
scade guardo il
risultato, con l’unica differenza che, in questo caso,
preferirei di gran lunga
essere bocciata. Purtroppo il mio nome è Rose Weasley e io
non ho mai fallito
un esame in vita mia –accidenti ai geni Granger, se avessi
ereditato qualcosa
in più da papà!
Guardo
l’esito:
positivo. Sarò madre. O meglio, lo sono già. Per
curiosità leggo da quante
settimane sono entrata ufficialmente a far parte del club dei genitori:
non è
possibile. Sono sconvolta a tal punto da non sentire nemmeno Scorpius
che bussa
ferocemente alla porta. Alla fine la sfonda, mi strappa il test dalle
mani, ma
tutto quello che nota è il blu luminoso che spicca su quella
stecca infernale.
-Non ti
preoccupare,
Rosie. Sono certo che sarai una madre fantastica. È un
po’ presto, ma in questi
minuti ci ho pensato seriamente e ho deciso di starti vicino.
Cresceremo nostro
figlio insieme e diventeremo una vera famiglia, te lo prometto. E ora,
via quel
muso lungo, quando sorridi sei molto più bella! Diventeremo
genitori, non è
fantastico? Un bambino è il più regalo di San
Valentino che mi potessi fare!-
Ora le opzioni sono due: o il mio ragazzo è scemo o
è il migliore fidanzato del
mondo. Nessuna persona sana di mente potrebbe essere felice di avere un
figlio
a quindici anni! Comunque, credo non se ne dovrà preoccupare
ancora per molto.
Quella davvero preoccupata dovrei essere io.
Come
faccio a spiegargli che il figlio non è suo?
Angolo
di Harry Potterish
Volevo
aspettare domani
per pubblicarlo, ma secondo voi ce l’ho fatta? Sono troppo
felice: qui a
Bologna abbiamo 60-70 cm di neve e le scuole sono chiuse fino a
lunedì
compreso!
Prima di tutto grazie alle mitiche flors99
e ___Giuuu per
le loro recensioni e anche a tutti quelli che hanno inserito la storia
tra le
preferite/ricordate/seguite. Ora, per quello che riguarda il capitolo,
ci tengo
a precisare che il titolo non vuole offendere nessuno, si tratta di una
battuta
di un comico che mi è sembrata adatta alla situazione. Da
qualche parte nel
testo ci deve essere anche una citazione da un film che ho visto un
po’ di
tempo fa, ma non chiedetemi quale sia… Beh, che altro dire?
Rose si è
evidentemente cacciata in un bel pasticcio e ora dovrà
uscirne… In questo capitolo, inoltre, si delinea il
personaggio di Sfiga, che ritornerà più volte:
come potevo escludere una parte tanto importante della mia vita e di
quella di Rosie da questa fic?
Attendo i
vostri pareri sulla storia: Eccellente? Oltre Ogni Previsione?
Accettabile? Scadente? Desolante?
Troll? Fatemelo sapere numerosi!
A presto
Harry Potterish
|
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Capitolo 3 *** Diversamente fortunata ***
Ad
A., perché è un momento difficile, ma sappiamo
entrambe che questo è il prezzo
da pagare per essere diversamente fortunate.
3.
Diversamente
fortunata
Ho sempre
pensato che
Fortuna fosse una parola strana. Ad esempio, in latino, non ha il
significato
positivo che le conferiamo noi, ma vuol dire semplicemente sorte. Per
questo
potresti tranquillamente uscire di casa e dire: “Oggi ho
avuto una grandissima fortuna!”,
mentre in realtà ti è morto il cane o sei rimasta
incinta a quindici anni di
una persona che non è il tuo ragazzo e non hai trovato
ancora il modo di dirlo
a nessuno dei due poveretti che si ritroveranno con la vita stravolta
da due
sole, semplici parole. Se si considera la faccenda da questo punto di
vista,
possiamo dire che anche la Sfiga è fortuna. La Sfiga
è quel tipo di fortuna che
non manca mai, almeno a me. Ecco, detta così, sembra quasi
un qualcosa di
positivo, ma fidatevi, non lo è. Per questo vi sconsiglio
vivamente di fare un
discorso del genere a chiunque soffra di Sfiga cronica come me: se lo
beccate
nel momento sbagliato, potreste rischiare di non rivedere
più la luce del sole.
Il mio “momento sbagliato” va avanti da circa
quindici anni, quindi nasce
spontaneo chiedersi perché Sfiga sia tanto affezionata a me.
Io, personalmente,
non lo so e farei volentieri a meno delle sue attenzioni. Anche se devo
ammettere che è davvero divertente vedere le facce sconvolte
di coloro che,
dopo avermi chiesto che tipo di persona io sia, si sentono rispondere:
“Io sono
diversamente fortunata.”
***
Odio i
lunedì. Ad essere sinceri, odio molte altre cose, tra le
quali Dominique Weasley –sì, anche lei
è
una cosa-, la mia sfortuna nera, Dominique Weasley, le mie lentiggini,
Dominique Weasley, le pettegole della scuola, Dominique Weasley, le mie
compagne di dormitorio –che però possono
tranquillamente rientrare nella
categoria delle pettegole- e… ho già detto
Dominique Weasley? Beh, posso dire in
tutta serenità che i lunedì si trovano al secondo
posto nella lista di ciò che
detesto di più: la settimana lavorativa inizia di
lunedì, ho Storia della Magia
di lunedì, Dominique è nata di lunedì,
sono rimasta incinta di lunedì. Il
programma per la giornata si presenta piuttosto denso, dal momento che,
oltre
alle lezioni e ai compiti, devo anche trovare il tempo di rivelare ad
Albus che
aspetto un bambino, di dire a Scorpius che il figlio non è
suo –anche se questo
lo rimanderei volentieri ad un giorno meno fitto di impegni-, di andare
da
Madama Chips per chiederle una mano e di trovare un modo per dire ai
miei che
diventeranno nonni anche se hanno superato da poco i
quarant’anni. Indovinate
che giorno è oggi? Lunedì! Mia madre dice che, se
non esistessero, allora tutto
il mio odio sarebbe trasferito sui martedì,
poiché secondo lei il mio vero
problema non è costituito dal giorno in sé,
quanto dalla mia spiccata vena
polemica e dal bisogno tipico di ogni adolescente di andare sempre
contro tutto
e tutti. Tuttavia, papà non è più
propriamente giovane e continua ad odiare i
lunedì, ma mamma sostiene che la sua crescita si sia
bloccata il 2 maggio 1998
a causa del forte shock subito durante la battaglia. Comunque sia,
rimango
fortemente convinta del fatto che perfino lei la penserebbe come me se
fosse
costretta a vivere anche solo cinque minuti della mia vita.
Innanzitutto
decido di
andare in Infermeria prima che cominci ad affollarsi di bambinetti del
primo
anno rimasti feriti durante l’ora di Pozioni, o ragazzi del
sesto e settimo anno
vittime di una Trasfigurazione Umana andata male. Ringrazio Merlino di
trovare
Madama Chips da sola: è anziana, perciò viene
aiutata da un’assistente, poiché
si è rifiutata categoricamente di lasciarci nelle mani di
quell’incompetente –e
non posso che darle ragione. Allyson è simpatica, ma fa
spesso confusione tra i
vari rimedi e non ha la minima idea di che cosa significhi
l’espressione “segreto
professionale”. Non si accorge che sono entrata e questo mi
lascia alcuni
minuti per riflettere su come presentarle la questione: me la prendo
molto con
calma, tanto alle prime due ore ho Storia della Magia e la salterei
più che
volentieri. Sfortunatamente, l’odore pungente di un
Distillato che sta
fermentando poco lontano da me mi fa starnutire. Madama Chips si gira e
mi
sorride, a metà tra l’esasperato e lo stupito:
sono stata spesso ricoverata
durante i primi anni a causa delle continue liti con i miei compagni,
tutte
riconducibili a Scorpius Malfoy. Da quando siamo diventati amici mi
sono
gradualmente innamorata di lui e, ogni volta che lo incontravo, facevo
stupidaggini, finendo inevitabilmente col rompermi qualcosa. Avevo
smesso di
frequentare l’Infermeria dopo che ci eravamo messi insieme e
contavo di non
rientrarci mai più. Invece eccomi di nuovo qui, ancora una
volta per colpa di
Scorpius Malfoy –o almeno lui crede che sia colpa sua ed
è questo che conta,
giusto?
-Signorina
Weasley, è
da un po’ di tempo che non la vedo, avevo quasi iniziato a
sentire la sua
mancanza… Qualche problema con il signor Malfoy? Tutte le
volte che la trovavo
qui, quel disgraziato c’entrava sempre in un modo o
nell’altro. Comunque mi
dica, se è venuta qui sulle sue gambe non deve essere nulla
di grave.- Merlino,
Godric, Salazar, Helga, Priscilla, Silente, Piton ed anche tu,
Voldemort,
perdonatemi se sto per far morire d’infarto una delle
migliori infermiere che Hogwarts
abbia mai avuto, perdonatemi se sto per lasciare la scuola in mano a
quella
pazza di Allyson.
-A dire la
verità è
qualcosa di molto grave ed ecco... vede... le chiederei, se possibile,
la massima
discrezione. Non l’ho ancora detto a molte persone e non
vorrei che si spargesse
troppo la voce.- La mia voce trema; Madama Chips si siede su un
lettino, pronta
a ricevere la batosta finale, anche se credo sospetti già di
che cosa si tratti.
-Sono incinta.-
Mi
siedo anch’io, accaldata e debole. La vedo un po’
sconvolta ed approfitto del
suo silenzio per completare il mio discorso.
-Mamma e
papà non lo
sanno ancora. Per il momento l’ho detto soltanto a mia cugina
a Lily e oggi
pomeriggio dovrei dirlo ad Albus. E, ah, lo sa anche Scorpius
naturalmente.-
L’infermiera
diventa prima bianca, poi rossa, poi si alza in piedi e inizia a
gridare, insultando quello che poi sarebbe il mio ragazzo, senza
curarsi del
fatto che io sono presente e chiunque potrebbe sentire. Per quanto
alcuni
espressioni da lei usate siano particolarmente divertenti, preferisco
non
riportare un monologo di dieci minuti che, per i canoni della
televisione
babbana, sarebbe tranquillamente etichettato come vietato ai minori di
diciotto
anni. Dopo essersi dedicata a Scorpius, passa a me, facendomi una
ramanzina
sulla mia immoralità, che ricorda vagamente quella di Lily:
si contiene, perché
non può offendermi apertamente, però si lascia
sfuggire qualche “scellerata che
non sei altro” e perfino un “deficiente di prima
categoria”. La lascio sfogare
–ma non dovrei essere io quella che ha bisogno di aiuto?- poi
la guardo
allontanarsi nel suo ufficio: sento che sta cercando qualcosa nei
cassetti e
non mi resta che aspettare. Nota positiva: un’ora buona di
Storia della Magia
se n’è andata. Nota negativa: sempre la stessa,
sono incinta. Per ingannare
l’attesa, percorro varie volte l’Infermeria avanti
e indietro, giocherello con
una pallina antistress e decreto che no, non è essenziale
che Madama Chips
sappia che il bambino non è di Scorpius. Per ora questo
segreto rimarrà solo
tra me e Lily, vedrò di dirglielo più avanti
quando avremo metabolizzato tutti
la questione. Dopo la bellezza di quindici minuti, l’anziana
donna riemerge dai
meandri del suo ufficio –in questi giorni il melodramma mi
attira molto- portando
con sé una miriade di volantini.
-Questi- e mi
sbatte in
mano una ventina di fogli -sono opuscoli sulla gravidanza che
dovrebbero
aiutarti nel caso avessi problemi e non ci fosse nessuno che sappia
consigliarti. Questi- altri dieci foglietti si posano sulle mie braccia
-sono
moduli da compilare per iniziare ad essere seguita come paziente da me
e, negli
stadi più avanzati della gravidanza, dal San Mungo. Questi-
e circa quindici
volantini vanno ad aggiungersi agli altri -contengono consigli preziosi
sia sui
comportamenti da tenere sia su come dirlo alla famiglia. Infine questi-
e gli
ultimi cinque opuscoli sono posizionati in cima alla pila -danno
consigli su
come comportarsi nei primi mesi dopo il parto. Per ogni dubbio,
può
contattarmi. Le consiglio vivamente di dirlo al più presto
alla sua famiglia,
potrebbero non essere contenti di ritrovarsi un bambino per casa
sbucato fuori
dal nulla.- La sua voce è fredda, ma allo stesso tempo
qualcuno che mi
sgridasse era proprio ciò di cui avevo bisogno: è
un modo per farmi sentire meno
in colpa, come se ora avessi finalmente pagato le conseguenze del mio
errore. E
il peggio deve ancora arrivare. Prendo ciò che, ad occhio e
croce, doveva
costituire circa metà della povera foresta amazzonica e la
ringrazio per la
disponibilità e l’interesse, ma mentre mi avvio
verso l’uscita mi richiama
indietro.
-Dimenticavo di
chiederle, quando vuole venire per un’ecografia?-
-Un’ecografia?
Ma non è
un po’ presto? Il bambino è di sole sette
settimane.-
-Signorina
Weasley,
vuole forse cercare di insegnarmi il mio mestiere? Da quando ho messo
piede in
questa scuola non passa giorno che uno studente non cerchi di comandare
al
posto mio. Mi credete tutti un’incompetente? La prima
ecografia deve essere
effettuata intorno alla settima-ottava settimana di gravidanza, per
controllare
che tutto si stia svolgendo per il meglio e se dovremo prepararci ad
accogliere
uno o più bambini.- Miseriaccia, non ci avevo minimamente
pensato! E se fossero
gemelli? E se fossero tre? Il mio piano di Theo e Danae salterebbe
completamente!
So che sembra una stupidaggine, ma in un momento buio come questo non
mi resta
altro cui attaccarmi. Madama Chips mi ha spaventata con il suo cipiglio
severo
e le sue previsioni nefaste, quindi rispondo balbettando.
-P-potrei venire
o-oggi
po-pomeriggio, se non è un problema.-
-Nessun
problema. Le
consiglio di portarsi qualcuno con sé, è
importante sentirsi appoggiati in
momenti come questi.-
-Certamente, la
ringrazio.- Abbasso la testa e, ancora più mogia di quando
sono entrata, mi
avvio verso l’uscita. Mancano venti minuti esatti alla fine
dell’ora di Storia
della Magia, potrei anche trovare una scusa convincente per saltarli.
Ancora
una volta, però, vengo bloccata dall’anziana
infermiera: mi guarda, questa
volta più materna e gentile, e mi fa un discorso quasi
commuovente –o forse a
me viene da piangere semplicemente perché i miei ormoni sono
completamente
sballati.
-Signorina
Weasley, ci
sono tante ragazze nel mondo che si trovano nella sua stessa
situazione. Lei ha
la fortuna di avere una vita in grembo, il dono più prezioso
che si possa
immaginare: non faccia stupidaggini.- Annuisco un po’
irritata, sia perché ha
dato per scontato il fatto che ora inizierò a fare una
cavolata dietro l’altra
solo perché aspetto un figlio, sia perché ha
ritirato fuori quella storia del
bambino che è un dono prezioso.
Alla terza volta
riesco
ad uscire e dirigermi in fretta verso la lezione di Incantesimi, corso
che
frequento insieme ai Corvonero. Non conosco nessuno, perché
gli unici amici che
ho al di fuori della mia Casa sono Serpeverde o Tassorosso. Mi siedo in
terza
fila nel banco di sinistra. È il mio posto fin dal primo
anno e la superficie
del tavolo è piena di graffiti; nell’angolo in
basso a destra c’è anche una
conversazione tra me e un ragazzo Tassorosso, Stephen, di due anni
più grande,
che si posiziona sempre lì e, ogni tanto, mi lascia dei
messaggi: incredibile
come sia riuscita a legare più con lui che con le mie
compagne di dormitorio.
Passo l’ora scrivendo meccanicamente gli appunti,
più concentrata a trovare un
modo per dire ad Albus della gravidanza. A seconda di come
prenderà la notizia,
deciderò se invitarlo o meno all’ecografia di oggi
pomeriggio. Invece, sono
sicura di voler avere con me sia Lily che Scorpius: lei è la
mia migliore
amica, mentre lui crede di essere il padre, quindi penso abbia il
diritto di
essere presente.
Appena suona la
campanella, mi fiondo in Sala Grande, affamata come non mai: ho deciso
che nei
prossimi mesi, dovendo mangiare per due, mi concederò
qualsiasi cosa, per poi
seguire una dieta ferrea dopo il parto affiancata a delle sessioni di
ginnastica intensive –potrei prendere in considerazione
l’idea di iniziare a
giocare a Quidditch… Durante il pranzo tutti guardano
sconvolti l’inappetente
Rose Weasley abbuffarsi come il fratello, tenendo così alto
il nome della
famiglia. L’unica che capisce è Lily: è
impegnata in una conversazione con suo
fratello James in merito ad una lettera da inviare a casa,
così le faccio cenno
di raggiungermi appena può in biblioteca. Invio un
bigliettino a Scorpius ed Al
per dar loro appuntamento nello stesso posto, poi mi fiondo in
dormitorio ad
appoggiare gli opuscoli che Madama Chips mi ha offerto e che, non solo
occupano
spazio, ma sono anche tanto pesanti e, per le mie modeste conoscenze in
materia, so che una donna incinta non deve affaticarsi e stressarsi.
Potrei
anche pensare di chiedere di farmi esonerare dai G.U.F.O., se non fosse
che ho
bisogno di quegli esami per realizzare il piano del mio pacchetto-vita.
Quando raggiungo
la
biblioteca, i miei cugini e il mio ragazzo sono già
lì ad aspettarmi: Al sta
tempestando di domande gli altri due per capire se abbiano una vaga
idea di che
cosa voglia parlargli ma, grazie a Merlino, se ne stanno zitti. Li
saluto, mi
siedo, lancio un Muffliato –papà, grazie per
insegnarmi queste perle di
saggezza- e, dopo aver preso fiato, inizio a spiegare.
-Mi dispiace se
vi sto
facendo perdere la pausa pranzo, ma è una questione di
vitale importanza.- Solo
io sento un notevole sarcasmo nelle mie parole?
-Per Salazar
Rosie, non
mi verrai a dire che hai perso di nuovo un volume della biblioteca e ti
dobbiamo dare una mano a cercarlo?- Lils e Scorp guardano da me a Albus
preoccupati, aspettandosi una mia reazione esagerata e violenta.
Tuttavia, per
il benessere mio e dell’esserino che sta crescendo di me,
devo restare calma.
-No, caro.
Questa volta
si tratta davvero di vita o di morte. Sono incinta.- Mio cugino
sbianca,
boccheggia, beve un sorso d’acqua, cerca di regolarizzare il
respiro come gli
hanno insegnato al corso per controllare l’ansia
–una lunga storia, non mi
sembra il momento adatto per parlarne- e inizia a balbettare.
-C-c-ome…
Cosa? T-tu... e
lui… E q-quando…-
-Sai fratellone,
di
solito le frasi richiedono un verbo e un soggetto per essere comprese
da noi
comuni mortali.-
-Poco sarcasmo,
Potter.
Il mio migliore amico, che soffre d’ansia, ha appena scoperto
che sua cugina è
incinta.-
-Mio fratello,
che
soffre d’ansia, ha appena scoperto che nostra cugina,
nonché nostra migliore
amica, è incinta. Tu non hai alcun diritto di parola in
questa discussione,
Malfoy.-
-Scusa tanto se,
in
quanto futuro padre, credevo di avere voce in capitolo.- Decido di
porre fine
alla discussione prima che Lily si lasci sfuggire qualche dettaglio di
troppo e
mi metta nei casini ancor più di quanto non lo sia
già ora.
-Ok Rosie,
vediamo se
ho ben capito. Tu aspetti un bambino.- Annuisco solo in risposta.
-Da quanto lo
sai?-
-L’ho
scoperto questo
fine settimana.-
-Chi lo sa?-
-Solo noi
quattro.-
-Bene, Albus,
calmati.
Non è nulla di grave. Solo tua cugina che aspetta un figlio,
solo tu che avrai
un ennesimo cugino di secondo grado. È una cosa bella,
respira!- Vedere mio cugino
che parla da solo come se fosse la cosa più naturale del
mondo è uno spettacolo
a dir poco inquietante.
-Al
io…-
-Tranquilla
Rosie, so
che Lily è la tua unica amica e che Scorpius è il
padre, quindi è normale che
tu abbia avvisato prima loro. Solo, quando pensi di dirlo alla nostra
famiglia?-
-Non lo so, non
ci ho
ancora pensato. Potrei provare sotto le vacanze di Pasqua: forse
rovinerò un
po’ l’atmosfera, però è
l’unico momento in cui ci saranno tutti i parenti
insieme.-
-Buona idea.
Potremmo
invitare anche Scorpius, credo debba essere presente.-
-Certo, ci
sarò
sicuramente, non ti lascio in un momento del genere.-
-Ottima idea! Se
ci
saremo tutti sarà più facile castrarti, Malfoy.-
-Senti
Potter…-
-Ok fermi
tutti!-
Immediatamente i due ammutoliscono: ci so fare, rischio quasi di
diventare una
madre responsabile.
-Non voglio
più vedervi litigare, sono stata chiara? Oggi
pomeriggio dovrete andare d’accordo, perché vi
voglio tutti e tre alla mia
prima ecografia e non dobbiamo dare nell’occhio, capito?-
-Sì,
mamma.- risponde
Lils sarcastica, ma con uno sguardo che non promette nulla di buono: so
che si
sta trattenendo solo perché gliel’ho chiesto
espressamente io.
-Aspetta un
secondo,
prima ecografia? Ma di quante settimane è il bambino?-
Merlino, Godric,
Salazar, Helga, Priscilla, Silente, Piton e Voldemort, fate
sì che Scorpius non
faccia alcun calcolo, altrimenti sono letteralmente fottuta. Accidenti
ad Al e
alla sua curiosità.
-Già
sette.- dico
sottovoce, come se si trattasse di un segreto inconfessabile, della
parte
peggiore della situazione. E in effetti lo è.
-Ah.-
è l’unica
risposta di mio cugino. Che abbia intuito qualcosa? Di certo sa che
c’è qualche
tassello fuori posto, glielo leggo negli occhi, mi auguro solo che non
abbia
capito di che si tratta. L’unico che pare non accorgersi di
niente è Scorpius,
ma lui mi ama talmente tanto che non potrebbe mai pensare che
l’abbia tradito.
A volte credo mi idealizzi troppo. In quel momento la campanella suona
la fine
della pausa pranzo: Lily fugge a Trasfigurazione, Scorpius mi schiocca
un bacio
veloce e si dirige a passo sostenuto a Incantesimi, seguito da Albus,
che però
si tiene un po’ indietro, mi prende per un braccio e mi
abbraccia. –Ci sono.-
mi dice con il tono più rassicurante che riesce a trovare:
ma allora quei corsi
per la gestione del panico funzionano! Merlino solo sa quanto ho
sperato in una
sua reazione positiva. Infatti, Albus, per me, è
più di un amico o un cugino: è
il fratello maggiore che non ho mai avuto. Lo ringrazio, gli rinnovo
l’appuntamento per l’ecografia alla fine delle
lezioni, poi volo in classe,
correndo come una matta per cercare di non avere un ritardo superiore
ai cinque
minuti: non vedo l’ora che la pancia inizi a vedersi, per
sfruttare la mia
condizione per concedermi qualche libertà in più.
Difesa Contro Le
Arti
Oscure è sempre stata la mia materia preferita: da questo
punto di vista ho
preso da mio padre, infatti, anche se mamma non lo ammetterà
mai, lui era
migliore di lei in questo campo. O meglio, diciamo che Difesa
è l’unica materia
che le abbia dato filo da torcere. Oggi stiamo imparando a Schiantare i
nostri
avversari e ringrazio Godric che zio Harry abbia insegnato a me, Al,
James,
Lily e Hugo degli ottimi incantesimi scudo, altrimenti il mio bambino
potrebbe
anche correre dei seri pericoli. Per la prima volta in vita mia,
apprezzo di più
la teoria della pratica: sto iniziando ad affezionarmi un po’
troppo a quella
minuscola creaturina che cresce dentro di me. Diciamo che il pensiero
che ci
sia un altro essere vivente totalmente dipendente da me mi fa sentire
grande,
matura e responsabile. Peccato che nessuno di questi tre aggettivi
possa essere
usato per descrivermi in maniera realistica.
Al termine della
lezione,
mi dirigo subito verso l’Infermeria, preoccupata ed
emozionata allo stesso
tempo. Lungo la strada incrocio Lily, che ha un gattino al posto della
borsa:
ne desumo che la lezione non debba essere andata nel migliore dei modi.
Ci
raggiungono anche Al e Scorp e così assortiti e variegati
–un gattino/borsa,
una ragazza-madre, uno che pensa di diventare padre, un ansioso
patologico che
pare essere il più tranquillo di tutti e una Potter
infuriata con il proprio
compagno di banco- ci presentiamo al cospetto di Madama Chips. Per la
gioia di
mia cugina, subito l’infermiera trasfigura nuovamente in una
borsa il gattino,
ma credo che, più che farle un piacere, non amasse
l’idea di un animale nel suo
“Tempio della Salute”, come le piace chiamarlo.
Dopodiché mi fa accomodare su
un lettino e impone un incantesimo intorno ad esso per impedire che
qualcuno
dall’esterno possa spiarci. Se avessero potuto vederci,
avrebbero scorto una
Rose Weasley preoccupata e concentrata a cercare di vedere suo figlio
in quel
groviglio di macchie, una Lily Potter commossa, uno Scorpius Malfoy
felice come
un bambino con di fronte un giocattolo nuovo e un Albus Severus Potter
che mi
stringe la mano e sorride.
-Ecco, vedete,
questo è
vostro figlio.- dice Madama Chips, rivolgendosi a me e Scorpius. Io non
riesco
a vedere granché, però intuisco che è
uno solo e già questo mi tranquillizza
parecchio.
-Sembra tutto
regolare.
Vi lascio la foto dell’ecografia e un foglio con la lista
delle date dei
prossimi controlli.-
Chiedete
a qualunque donna quando sia diventata madre e questa non ti
risponderà mai il
giorno della nascita di suo figlio. Nel mio caso, è stato il
momento della
prima ecografia, perché ho realizzato che c’era
effettivamente un’altra vita
dentro di me ed ho capito che non me ne sarebbe importato niente delle
difficoltà e, ad essere sinceri, nemmeno del mio ragazzo,
fintanto che
quell’esserino fosse stato felice e in salute.
Nella foto di
quella prima
ecografia c’era la prova del fatto che stavo crescendo,
c’erano le bugie a
Scorpius e al padre del bambino, c’erano i rimorsi,
c’erano i frutti di un odio
esagerato nei confronti di mia cugina, c’era il mio futuro,
c’era un errore che
però non avevo il coraggio di definire tale.
Perché se tutti gli errori fossero
stati così belli, allora avrei voluto sbagliare per sempre.
Angolo
di Harry Potterish
Sono di nuovo
qui! Purtroppo domani è lunedì, così
ho deciso di pubblicare un nuovo capitolo per distrarmi da questa
terribile situazione. *un minuto di silenzio per Rose e tutti quelli
che odiano i lunedì come me e lei*
In
primis, grazie a quelle anime pie di flors99
(tu mi vizi, cara), CharmedAlis, ___Giuuu
ed Elbeth, per aver recensito lo
scorso capitolo e a tutti i coraggiosi che hanno inserito la long tra
le
preferite/ricordate/seguite (flors99,
Giuls92, ___Giuu,
Elbeth, CharmedAlis,
rubiaA). In questo capitolo
citazioni dalla mia prof. di Greco e
Latino (ho una specie di amore/odio nei suoi confronti...) e una da un
telefilm che ho visto per caso in tv (non chiedetemi il
titolo, non ho speranze…). Ci tengo a precisare che il
personaggio di Allyson,
appena accennato, vuole essere un piccolo omaggio alla protagonista
della long “Wherever You Will
Go” di flors99
che, se volete, trovate qui.
(Spero
che l’autrice non si offenda se la pubblicizzo un
po’) In merito al capitolo
non ho molto altro da aggiungere se non una cosa per ___Giuuu:
in bocca al lupo per domani e... visto che il tuo Albus è
arrivato?
Naturalmente
aspetto con ansia i vostri pareri: Eccellente? Oltre ogni previsione?
Accettabile? Scadente? Desolante? Troll? Mi volete uccidere? Volete
entrare nella storia e abbracciare/strangolare/castrare qualcuno/a?
Voglio saperlo. *Imperio* Recensite numerosi!
A presto
Quella pazza di
Harry Potterish
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Capitolo 4 *** Della volta in cui Edmond Dantès sbagliò ***
Angolo
scommesse! Abbiamo lasciato
Rose alla fine della
sua prima ecografia. Il bambino sarà maschio o femmina? Chi
sarà mai il “misterioso”
padre? Lasciatemi una recensione e fatemelo sapere! Puntata minima: 20
euro
virtuali da addebitare sul conto XXX XXX XXX 245. Ci vediamo in fondo
con le
note.
A V.,
perché anche lei ama leggere e a
N., perché le liti con sua sorella sono una fonte
d'ispirazione continua.
4.
Della
volta in cui Edmond
Dantès sbagliò
Soltanto
colui che provò le più grandi sventure
è atto a godere le più grandi
felicità.
Vivete dunque e siate felici, figli diletti del mio cuore, e non
dimenticate
mai che, fino al giorno in cui Dio si degnerà di svelare
all'uomo i segreti
dell'avvenire, tutta la più alta sapienza d'un uomo
consisterà in queste due
parole: "Attendere e sperare".
La vita ha
spesso una trama pessima, preferisco di gran
lunga i miei libri. Ho sempre amato leggere. Questa passione me
l’ha senza
dubbio trasmessa mia madre: fin dalla tenera età mi regalava
volumi su volumi,
mi accompagnava nelle biblioteche per bambini, mi leggeva storie. Credo
sia
proprio grazie a questa sua dedizione se ora mi ritrovo con un cervello
niente
male e una velocità d’apprendimento impressionante
–parole dei professori, non
mie. Sfortunatamente questo metodo non ha funzionato altrettanto bene
con mio
fratello Hugo: maggiormente influenzato dal lato Weasley della
famiglia, è
diventato un tifoso accanito di Quidditch con voglia di studiare se
possibile
inferiore a quella di zio George. Amo i libri perché loro
non ti tradiscono
mai, sono amici validi ed hanno la risposta a quasi tutte le tue
domande; ti
ascoltano senza giudicare e non chiedono nulla in cambio. “Il
conte di
Montecristo” è probabilmente il romanzo che
preferisco: l’ho riletto una decina
di volte e continua ad emozionarmi come se fosse la prima. Quelle
ultime parole
della lettera del conte sono stati i capisaldi dei primi mesi della mia
gravidanza. Tuttavia, forse Edmond Dantès si sbagliava, e
l’unica soluzione era
non fidarsi, non attendere e non sperare.
***
Il mese che ha
seguito l’ecografia è stato un incubo.
Innanzitutto ho preso su un po’ di peso, anche se non si nota
ancora alcun
segno evidente della gravidanza; ho avuto continui sbalzi ormonali, che
mi
hanno portata a piangere nel bel mezzo della lezione di Erbologia solo
perché
Neville aveva tagliato le foglie di una pianta; ho anche preso la
cattiva
abitudine di vomitare almeno due volte al giorno e, come mi ricorda
Lily in
continuazione, ho dovuto cercare di sopportare lo stress da G.U.F.O.
nonostante
la mia situazione. Io, quando me lo fa presente, le ripeto che non sono
una
malata terminale, ma aspetto semplicemente un bambino, però
devo ammettere che,
detta così, risulto quasi essere la brava ragazza della
situazione. Se mia
cugina si è comportata da perfetta migliore amica, Scorpius
è stato il
fidanzato ideale: mi ha accudita, mi ha dato una mano con i compiti, mi
ha
portato la borsa in giro per la scuola, non mi ha lasciata sola un
secondo, mi
ha servita e riverita come una vera principessa. Mi dispiace moltissimo
che non
sia lui il padre di mio figlio, perché sono certa saremmo
stati la famiglia
perfetta e questo conferma il fatto che
il pacchetto-vita da me preparato era proprio geniale. La
reazione di Albus,
invece, è quella che mi ha sorpreso di più: per
la prima settimana ha rivolto a
malapena la parola a me e al mio ragazzo, cercando di reprimere
l’ansia e la
paura, poi ha iniziato ad aiutarmi dal punto di vista psicologico.
Merlino solo
sa quanti scleri si è dovuto subire quando Scorpius mi
affidava a lui mentre
era impegnato ad allenarsi a Quidditch –perché
hanno tutti l’idea che,
lasciandomi sola un secondo, potrei rovinarmi la vita?
Quest’anno,
per mia immensa sfortuna, la Pasqua arriverà
prima del solito, intorno ai primi di aprile e, per quanto la
tentazione di
restare ad Hogwarts sia forte, non ho altra scelta se non quella di
tornare a
casa e rovinare le feste a tutta la famiglia: se aspettassi la fine di
giugno
per rivelare il mio non poi tanto piccolo segreto, sarebbe ancora
peggio. Albus
ha convinto zio Harry e zia Ginny ad invitare anche Scorpius: io ho
cercato in
tutti i modi di non farlo accettare, passando così per la
fidanzata gentile e
premurosa, mentre in realtà sono solo una subdola
traditrice. Che razza di
madre sarò per mio figlio? Che esempio potrò
dargli se non faccio altro che
comportarmi da bambina? Ogni tanto me lo chiedo e crollo nella
depressione più
nera, poi arriva mio cugino e riesce a tirarmi su il morale
nell’arco di pochi
minuti: ha un futuro come psicologo, credetemi.
Al momento sto
preparando la valigia, aiutata da Lily che si
ostina a non capire che posso fare benissimo questo lavoro anche da
sola: se
sua madre poteva giocare per le Arpie con un bambino di quattro mesi in
grembo,
perché io non posso fare uno stramaledettissimo bagaglio da
sola? Tra l’altro,
temo che la sua disponibilità insospettisca Roxanne:
è tutta presa a piegare un
maglione mentre chiacchiera con un’amica nel letto accanto al
mio e non sa
niente. Già, perché non ho detto nulla, nemmeno
al futuro zio –ma,
dopotutto, solo un malato di mente si fiderebbe di uno scapestrato come
Hugo.
Terminata l’opera, scendo per dare una mano a Lily, anche se
so già che lei non
mi permetterà di muovere un dito. Se non fosse che
è a conoscenza dell’uragano
che sta per travolgerci, sarebbe felicissima di tornare a casa ed anche
per
questo ha un’adrenalina in corpo tremenda: a Natale siamo
rimasti per la prima
volta a scuola e credo senta parecchio la mancanza dei suoi,
specialmente della
madre. Appunto per me stessa: mai passare le vacanze lontano dalla
famiglia per
i prossimi 25 anni. Mai. A costo di morire. È
l’unico modo per non cacciarsi
nei pasticci.
Adesso potrei
deprimervi raccontandovi nei minimi dettagli
gli scleri di Albus al solo pensiero di dover rivelare al Clan
Weasley-Potter
l’arrivo di un nuovo bebè; potrei divertirvi con
il racconto della crisi isterica
di Scorpius quando ha realizzato che a breve sarebbe stato castrato,
torturato,
ucciso, fatto resuscitare in stile zio Harry ed ucciso nuovamente dai
miei
famigliari; potrei tediarvi con tutte le raccomandazioni che mi ha
fatto Lils o
con i pensieri sconclusionati che hanno continuato ad assillarmi fino
al mio
arrivo a casa –ma tanto a quelli ormai avrete fatto
l’abitudine. Oppure potrei
semplicemente passare al mio arrivo a King’s Cross.
-Siamo arrivati
Rosie.- Scorpius mi aiuta a tirare giù la
valigia e Albus e Lily iniziano a fingere di vomitare e a protestare
non appena
lo vedono schioccarmi un bacio di buon auspicio: possibile che non si
siano
ancora abituati? Posso capire mia cugina, che ha tredici anni, ma Al
proprio
no!
-Voi due, vedete
di fare poche storie o ve lo rinfaccerò a
vita!- commento seria e un po’ arrabbiata. Miseriaccia, sto
cominciando ad
assomigliare a mia madre.
-Come se non
avessi intenzione di farlo lo stesso!- ribatte
Lily supportata da cenni di assenso da parte di mio cugino, troppo
spaventato
dal mio sguardo per aprir bocca. In effetti hanno ragione, ma in
qualità di
futuro genitore ho il compito di imparare che, per dare sicurezza al
bambino,
dovrò cercare di sbagliare il meno possibile. In
realtà, sui libri che ho recuperato c’è
semplicemente scritto
che un bravo genitore deve presentarsi come una figura stabile per il
neonato,
ma io ho deciso di reinterpretare la frase così.
Scendiamo dal
treno e subito vedo in lontananza papà che si
sta sbracciando per farsi vedere. Non che ce ne sia realmente bisogno:
trenta
teste rosse si notano facilmente anche in mezzo alla nebbia. Io e
Scorpius
conveniamo che è meglio restare distaccati, almeno fino a
quando non avremo
sganciato la bomba. Quindi lui e i miei cugini vanno a salutare gli
zii, mentre
io corro ad abbracciare mio padre, che continua a dire che sono la sua
bambina,
che gli sono mancata moltissimo e che non devo più
azzardarmi a stare assente
per così tanto e che forse, un giorno, tra molti anni,
quando sarò madre,
capirò. Ma lo fa apposta? Meno male che esiste mamma, che
salva me e il suo
futuro nipote dalla presa stritolatrice del futuro nonno e mi saluta in
maniera
più discreta. Spero vivamente che non si accorga di nulla da
sola, non me lo
perdonerebbe mai. Tutto il mondo sa che Hermione Granger, pardon
Weasley, è
estremamente intelligente e fiuta problemi a distanze chilometriche: ma
in
fondo, dopo anni passati in compagnia di quei due matti sperimentando
modi
originali per farsi uccidere meglio, chi non sarebbe diventato
così?
-Rosie, tesoro,
come mai sei vestita così leggera? Tira una
bella arietta oggi…- Ecco, due minuti con i miei genitori e
già me ne voglio
andare. Odio le felpe con tutto il mio cuore, sono quel tipo di
indumento che
ogni figlio deve indossare quando sua madre ha freddo. Piccolino, o
piccolina,
ti prometto che quando sarai grande potrai vestirti come ti pare.
Sempre.
-Uffa mamma, non
è poi così freddo!- sbuffo io mentre mi
guardo intorno alla ricerca di mio fratello: possibile che quel ragazzo
non si
veda mai in giro quando si ha bisogno di lui?
-Rosie, sei qui
da neanche dieci minuti e già ti comporti
come una bambina di cinque anni! Quando sarai madre capirai e allora ti
ricorderai delle parole della tua vecchia mamma…- Ok,
qualcuno ha tradito: due
allusioni nell’arco di soli sette minuti, non può
essere una semplice
coincidenza! Scommetto tutto il mio patrimonio di venti Galeoni e tre
Falci che
è stato quella sottospecie di Serpe ansiogena di mio cugino
Albus.
-‘Giorno
famiglia, ho interrotto un momento importante?-
-Le solite liti
tra donne figliolo, meglio non mettersi in
mezzo…-
-Sentite, non
per disturbare, ma non potreste continuare i
vostri discorsi a casa che tra mezz’ora inizia la partita dei
Cannoni contro il
Puddlemore United?-
-Hai ragione,
Hugo! Stavo quasi per dimenticarmene! Ragazze,
date qui le borse così facciamo prima.-
-Ronald, sei
sempre il solito maschilista medievale! Noi
donne possiamo fare tutte le fatiche e gli sforzi che vogliamo, siamo
anche più
forti di voi!-
-Quando eri
incinta dei nostri figli non sembravi dello
stesso parere…-
-Sono passati
tredici anni! E poi che significa? Durante la
gravidanza dobbiamo prepararci psicologicamente e fisicamente al parto
e ti
garantisco che, a confronto, la Maledizione Cruciatus è un
massaggio
rilassante!- Grazie per l’informazione, mamma, ora
sì che mi sento pronta ad
avere un figlio. Dirmelo prima no, eh?
-Bene, mamma,
papà, per quanto la vostra discussione sia
illuminante potreste continuarla in un luogo un po’
più privato, tipo a casa,
davanti alla partita dei Cannoni?- Mio fratello, a volte, è
davvero inopportuno
e se lo capisco io…
-Hugo Weasley,
non rivolgerti mai più in quel modo a me o a
tuo padre, sono stata chiara? E ora, a casa!-
-Finalmente!
Partita stiamo arrivando!- gridano all’unisono
papà e Hugo. Illusi, come se mamma li lasciasse
fare…
-Oh no, no, no
cari! Oggi guarderete soltanto quello che
vorremo vedere io e Rose: decidete sempre voi, perché non
cambiare un po’?-
Aspettate un secondo: mamma si sta davvero alleando con me? Non
l’aveva mai
fatto prima d’ora… Ti prego, punisci anche me, mi
sento in colpa ancor di più se
fai così.
-Cosa? Ma
Hermione non è giusto! Perché devi punire anche
me? Ho più di quarant’anni ormai!-
-Avrei detto
più di ottocento, vista la tua mentalità!
Avanti, che ci facciamo ancora qui?- Per un figlio non è
bello sentire i propri
genitori litigare e perciò mi sono ripromessa che il mio
bambino non dovrà mai
soffrire uno strazio del genere. Tuttavia, se i tuoi genitori sono Ron
Weasley
ed Hermione Granger, di fronte ad una loro lite puoi farti solo una
sana
risata, consapevole del fatto che non sono in grado di non rivolgersi
la parola
per più di tre secondi. Inoltre, alcune uscite di mamma sono
da premio oscar.
Usciamo dalla
stazione con mamma in testa, io subito dietro
di lei che cerco di mostrarmi in forma e papà e Hugo in
fondo al gruppo con due
espressioni degne di due membri di un corteo funebre. Non ho avuto
nemmeno il
tempo di salutare Scorpius come si deve, visto che so già
che non lo vedrò per
i prossimi tre giorni: i miei mi rinchiuderanno in casa un
po’ perché devo
studiare per i G.U.F.O. –volere di mamma- e un po’
perché non hanno ben
accettato il fatto che ci frequentiamo –idee strampalate di
papà. Ogni tanto
vorrei che i miei genitori fossero zio Harry e zia Ginny: sono di
vedute aperte
e non hanno un’ossessione compulsiva per la media scolastica
dei loro figli –se
si fa eccezione per quella di James, che oscilla tra la D e la T.
Il viaggio in
macchina è uno strazio: vorrei proprio
conoscere l’esaminatore che ha ritenuto mio padre in grado di
guidare. Piccolo,
qualunque cosa accada, promettimi che non ti farai mai accompagnare da
nessuna
parte dal nonno. Mia madre sembra essersi calmata, ma non riesce a fare
a meno
di lanciare qualche frecciatina a papà. Fortunatamente per
lui, ma sfortunatamente
per me e mio fratello, purtroppo sembra molto più
interessata a come sta
procedendo l’anno scolastico e alla nostra salute.
-Allora ragazzi,
il viaggio si prospetta abbastanza lungo
considerata la velocità cui va vostro padre,
perché per ammazzare il tempo non
ci raccontate come vanno le cose dalle parti di Hogwarts?-
-Nulla di
nuovo.- rispondo velocemente io. Troppo
velocemente a dire il vero.
-Già,
nulla di nulla. A parte il fatto che Grifondoro è in
testa al campionato grazie a moi e
alla mia straordinaria abilità da Cacciatore.-
-Abbassa la
cresta Hug.-
-Sei solo
invidiosa perché hai una vita noiosa e non hai
amici.-
-Non
è vero!- sbotto. Insomma, diciamo non del tutto. In
effetti ho legato con pochissime persone, ma sulla vita monotona si
potrà
ricredere facilmente.
-Finitela voi
due!- Mamma mi deve insegnare come si fa
quell’occhiata: funziona maledettamente bene e voglio usarla
anch’io con mio
figlio. Questo battibecco chiude definitivamente ogni
possibilità di conversare
un po’.
Quando
papà riesce a parcheggiare nel vialetto di casa e a
spegnere il motore io, Hugo e anche mamma –ma lei non lo
ammetterà mai- tiriamo
un sospiro di sollievo: in un’altra situazione avrei
applaudito
sarcasticamente, ma non mi sembrava la mossa più furba far
arrabbiare quella
persona cui devo annunciare che diventerà nonno con dieci
anni di anticipo.
Quando entro in casa devo trattenere le lacrime –accidenti
agli ormoni in
subbuglio- perché tutto, dalle foto ai soprammobili ai
disegni alle pareti sono
ricordi della mia infanzia, che mi sta lentamente abbandonando. A dire
la
verità, mi ha abbandonata all’età di
undici anni quando ha deciso che le ero
antipatica e quindi ha dato il mio indirizzo a Sfiga, ma detta
così suona molto
meglio.
-Ronald,
da’ una mano ai ragazzi a portare le valigie di
sopra mentre io inizio a mettere su qualcosa per cena.- Noi ci
guardiamo
terrorizzati: se c’è qualcosa di più
pericoloso della guida di papà per una
persona, e quindi a maggior ragione per un neonato, è la
cucina di mamma. Lui
deglutisce di nascosto e si volta sconsolato nella speranza che io lo
aiuti: da
quando un’ora fa è stato dato potere alle donne,
il mio parere sembra aver
improvvisamente acquisito immensa rilevanza. Ho una strana voglia di
pizza,
potrei approfittarne.
-Mamma,
perché non ordiniamo una pizza per festeggiare
l’inizio delle vacanze?- Subito mio fratello mi abbraccia e
papà mi sorride
orgoglioso: ho salvato la pelle a tre, anzi quattro, persone stasera,
posso
definirmi un’eroina, una specie di genio, la Salvatrice della
Famiglia
Weasley-Granger, una… ok, basta ho finito le idee. Vedete
voi come volete
definirmi.
-Bell’idea
Rosie, non ho proprio voglia di cucinare oggi.
Potrei darti una mano a disfare i bagagli, che ne dici?- Sono
un’idiota, una
cogliona, una testa di ca…lderone! Dovevo pensarci che me
l’avrebbe chiesto! E
io sono stata abbastanza cretina da mettere i test di gravidanza
positivi in
valigia per evitare che qualcuno li trovasse! Speriamo che accetti un
no come
risposta.
-Non
c’è bisogno, faccio da sola, grazie.- So che non
dovrei
fare sforzi, ma non ho davvero intenzione di disfare l’intero
bagaglio, tanto
resterò a casa poco più di una settimana.
-Sicura? Faresti
più in fretta.-
-Sì,
sì, certo. Forse è meglio se tu chiami le pizze,
altrimenti papà rischia di perforare il timpano del povero
pizzaiolo…- Ronald
Weasley e la tecnologia babbana: una guerra aperta dall’alba
dei tempi che per
ora ha visto mio padre sconfitto in tutte le battaglie, tranne quella
contro la
televisione, che gli era parsa degna del suo massimo impegno. Mamma e
Hugo
ridacchiano, mentre papà borbotta qualcosa in merito ai
giovani d’oggi. Io, non
appena mi accorgo che il clima è sufficientemente disteso,
corro di sopra a
occultare le prove. Alla fine le metto sotto il letto: da quando ho sei
anni,
nascondo lì i prodotti del negozio di scherzi e, per un
periodo, ci ho nascosto
perfino il mio diario –è durato sì e no
una settimana, tanto per la cronaca,
poi mi sono stancata- e nessuno si è mai accorto di niente.
Infatti zia Ginny
ha messo un incantesimo su di esso che fa sì che, chiunque
provi a sbirciare,
non riesca a trovare nulla: essere cresciuta con sei fratelli maschi
deve
essere un’esperienza che ti cambia la vita.
La prima cena
con la mia famiglia durante le vacanze di
Pasqua è stata perfetta. Eravamo di nuovo noi quattro e
basta –scusa piccolo,
volevo dire cinque- come quando ero piccola: niente cugini
–una a caso?
Dominique Weasley- o zii invadenti in mezzo ai piedi come in estate,
niente
nonni che ti rimpinzano di cibo. Solo noi. Abbiamo scherzato, riso,
parlato,
fino a sembrare una famiglia quasi
normale –non chiediamo i miracoli, siamo pur sempre dei
Weasley- e purtroppo è
l’ultima volta. Perché domenica lancerò
una bomba di proporzioni tali da
distruggere l’intero Clan. Perché domenica
lancerò un’ulteriore bomba in grado
di distruggere la mia storia con Scorpius. Perché mi
sveglierò domenica mattina
con tanta gente intorno che mi vuole bene e me ne andrò a
letto la sera con
Lily e, mi duole ammetterlo, Dominique come uniche certezze, una nel
bene e
l’altra nel male. Forse starò esagerando, ma
davvero ancora non mi capacito del
fatto che un esserino tanto piccolo possa combinare problemi
così grandi. A dir
la verità, il danno l’ho fatto io, ma non
rinnegherei mio figlio, o mia figlia,
per nulla al mondo. Ci ho messo un po’ per capirlo, ma alla
fine ce l’ho fatta.
Ho sbagliato ad aspettare tanto per parlare, non tanto con gli adulti,
quanto
con il padre che contatterò al più presto. Edmond
Dantès questa volta
sbagliava, spero solo che invece avesse ragione quando diceva che chi
ha
sofferto a lungo poi sarà in grado di vivere le
più grandi felicità.
La mia vita si
sta sgretolando ed odio
questa situazione, perché temo che non potrai crescere
sereno, bambino mio. E
nonostante tutti i guai che sto passando, non posso fare a meno di
amarti. Ti
prometto che farò qualsiasi cosa per renderti felice.
Angolo
di Harry Potterish
Sono tornata!
Ero tentata di aggiornare domani, ma avevo
promesso a __Giuuu
che avrebbe letto il seguito entro stasera, quindi… Questo
capitolo non mi piace neanche un po’, come tutti i capitoli
di transizione, del
resto. Oserei dire che è il più brutto di tutta
la storia: proprio non voleva
essere scritto, così, arrivata ad un certo punto, ho deciso
di chiuderlo,
perché stava diventando una tortura. Le uniche note positive
sono una citazione
da Agatha Christie e il riferimento a “Il conte di
Montecristo”, che è il mio
libro preferito. Ringrazio __Giuuu,
Marty_chick_99, flors99,
CharmedAlis e MaraMalfoy
per aver recensito e tutti quelli che hanno inserito la storia tra le
preferite/ricordate/seguite (Elbeth,
CharmedAlis, __Giuu,
flors99, rubiaA, Giuls92, SimonaDiVaio1993,
chibidaphne87,
Momonica,
nini95).
Come sempre i
vostri pareri sono graditi, sia che siano
positivi, che negativi. Per dubbi o perplessità, chiedete
pure. Attendo anche le vostre puntate per le scommesse.
A presto
Harry Potterish
P.S.: ho partecipato
al contest “Drabble
nella neve” di
ZetaDream
classificandomi, a mia grandissima sorpresa, prima. Se volete leggere
la raccolta di tre drabble che mi ha portato fortuna la trovate qui: “Baci al sapore di
neve”
|
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Capitolo 5 *** La prima volta in cui Rose Weasley prese T ad un esame ***
A
ZetaDreams, perché le
devo molto
A
callistas, perché
“Verità nascoste”
mi ha cambiata
A
Ismene_, perché non
saprei come fare
se non avessi trovato la sua pagina
5.
La
prima volta in cui Rose Weasley prese T ad un esame
Sono una delle
migliori
studentesse della scuola. Quando alla fine del primo anno ottenni il
massimo
dei voti in tutte le materie ero veramente soddisfatta di me e fu una
gran
delusione non ricevere alcun complimento da parte dei professori,
eccezion
fatta per Neville: tutti davano per scontato che la figlia della
bravissima
Hermione Granger avesse una media scolastica invidiabile. Si dovettero
ricredere quando, due anni dopo, mio fratello Hugo varcò i
cancelli di Hogwarts
e iniziò a collezionare una serie interminabile di
insufficienze. Da lì, lui fu
etichettato come il figlio di Ron Weasley e io come la figlia di
Hermione
Granger: in sostanza, siamo fratelli di sangue, ma non a livello
burocratico,
per non macchiare l’onore della scuola. Tuttavia, ora che
sono un po’ più
grande, non vado particolarmente fiera dei miei voti: il livello di
preparazione degli insegnanti si è abbassato notevolmente
nell’arco di
venticinque anni e so che le mie E valgono meno delle E di mamma. A
nessuno,
però, questo sembra importare particolarmente, quindi cerco
anch’io di
soprassedere. Tra tutti i tipi di insegnanti che ho conosciuto, devo
dire che
il più difficile è l’esperienza. Prima
ti fa l’esame, poi ti spiega la lezione.
In questo momento vorrei più di ogni altra cosa al mondo che
cambiasse il suo
metodo, ma chiunque sa come sono fatti i professori: quando si
convincono di
aver trovato un metodo efficace, non lo abbandonano nemmeno se i
risultati
degli allievi sono scarsi, come nel mio caso. Popolo di Hogwarts,
ricorda questa
data: Pasqua 2022, la prima volta in cui Rose Weasley prese T ad un
esame. Ma
dopotutto, chi, a quindici anni, sarebbe pronto ad annunciare al mondo
che
aspetta un bambino?
***
Il Natale
è la festa
preferita di tutti i bambini, seguita a ruota dal loro compleanno,
perché la
valanga di regali che li sommerge è tale da avere nuovi
giochi da sperimentare
per le successive due settimane. Io, al contrario, ho sempre preferito
la
Pasqua: non ci sono regali di sorta, se non tanta, tanta cioccolata di
ogni genere
–fondente, al latte, con le nocciole e addirittura piccante.
Spero vivamente
che il ricordo della giornata di oggi non mi rovini la festa che amo di
più e
che, viceversa, il cioccolato mi tiri su il morale. La cioccolata
è la salvezza
di qualsiasi donna nei momenti più bui e inizio a sospettare
che anche il mio
bambino sia una lei, considerando l’incredibile voglia che ne
ho. Uomini,
dimenticate i diamanti, è il cioccolato, credo sarete
d’accordo, il miglior
amico delle donne.
-Rose, sei
pronta?-
urla papà sulla tromba delle scale.
-Cinque minuti!-
rispondo io. No, non sono pronta, non del tutto almeno. Ho solo paura
delle
conseguenze, perché non so cosa aspettarmi: da un lato
vorrei appoggio,
dall’altro preferirei sentirmi dire che sono
un’idiota e che mi cacciassero di
casa per sentirmi meno in colpa, ma così facendo non saprei
come mantenere mia
figlia –sarà una femmina, basta, ho deciso
così, e Danae sarà. Punto. Mentre
finisco di truccarmi, sento papà sbuffare, mamma scendere in
salotto e
recuperare il necessario da mettere nella borsetta. Mi stupisco del
fatto che
mio fratello non abbia ancora fatto nessun commento.
-Miseriaccia
Rosie, sei
lenta come un Troll di montagna! Sai, ora che ci penso, assomigli
vagamente a
uno di loro…- Appunto. Godric, aiutami a mantenere il
controllo, altrimenti lo
faccio fuori. Mamma lo rimprovera, anche se non troppo pesantemente
perché, con
ogni probabilità, per colpa mia arriveranno in ritardo e lei
odia non essere
puntuale.
-Eccomi, sono
pronta.-
Scendo dalle scale velocemente. Ho deciso di indossare un paio di
jeans, una
maglia con le maniche a tre quarti nera con degli strass azzurri e un
paio di
stivaletti primaverili. Un trucco leggero –non per scelta, ma
per necessità e
incompetenza- e i capelli sciolti, ricci e indomabili completano
l’opera.
-Certo che per
vestirti
così male potevi anche metterci un po’ meno!-
Danae, se diventi come tuo zio,
ti faccio fuori e ti do l’autorizzazione ad uccidere tuo
fratello Theo se mai
ti tratterà tanto male.
-Vedi, non tutti
hanno
un guardaroba composto da cinquanta maglie identiche appartenenti a una
squadra di perdenti.- Lui appare punto sul vivo –e anche
papà- ma prima che
abbia il tempo di ribattere, mamma ci zittisce tutti e ci fa cenno di
salire in
macchina. Prima di uscire, però, mi blocca in disparte per
parlarmi. Merlino,
fa che non abbia capito niente.
-Tesoro, tira un
po’
d’arietta oggi, perché non prendi una felpa con
te?-
-Mamma, ho
quindici
anni, penso di sapere quando ho freddo oppure no! Inoltre, io non ho la
tua stessa
percezione della temperatura esterna, me l’hai insegnato tu
quando ero
piccola!-
-Hai ragione.-
Rose 1-
Mamma 0, per la prima volta in vita mia riesco a chiudere la bocca a
mia madre:
forse sono davvero pronta per diventare genitore. –Comunque,
non volevo
parlarti di questo.- La sua aria è seria, è lo
stesso tono di voce che ha usato
per dirmi che nonna Mary era morta. Fa che non abbia capito niente.
-Dimmi,
è successo
qualcosa?-
-No, beh,
ecco… si
tratta di te.- Lo sapevo, cazzo, e ora che faccio?
-Mamma
io…-
-No, ascolta.
Sei
sempre stata brava a scuola e io e tuo padre siamo fieri di te. Ho solo
paura
che la tua relazione con Scorpius possa, come dire…sfuggirti
di mano.- Da
notare come mia madre, quando parla dei miei voti, non mi elogia mai
tanto
quanto papà, non mi dice mai che sono il suo piccolo
genietto, e questo è
indice della grande differenza tra i miei. Dietro la frase
“Mio figlio è un
genio” c’è sempre un genitore idiota.
Senza offesa per mio padre, è un asso nel
suo lavoro, ma come si fa ad avere più di
quarant’anni e non conoscere le
Cinque Principali Eccezioni alla Legge di Gamp sulla Trasfigurazione
degli
Elementi?
-Non capisco.
Sto con
Scorpius dalla fine dell’anno scorso e la mia media
scolastica non si è certo
abbassata. Noi, siamo felici, va tutto bene…-Beh,
più o meno, ma per le
prossime due ore dovranno crederlo tutti, lui compreso.
-Non si tratta
di
questo. Ecco, vedi, non so come parlartene, è
difficile… Rose, sei una ragazza
matura e intelligente- illusa –quindi sarò franca
con te. Io temo che tu e
Scorpius possiate accelerare un po’ i tempi e mettervi in
guai seri. Capisci
che cosa intendo?- Oh merda, ora sì che sono fritta. Come le
spiego che sono
già in guai serissimi, ma non per colpa del mio fidanzato?
-Mamma, ti posso
assicurare
che io e Scorpius non abbiamo alcun problema, né stiamo
accelerando troppo.
Siamo persone… attente.- In fondo non ho mentito.
Dall’espressione sul volto di
mia madre capisco che è un po’ rincuorata, ma non
del tutto: l’idea che la sua
bambina vada a letto con il figlio del suo peggior nemico non deve
essere il
massimo, nemmeno per Mrs. Hermione-Niente-Pregiudizi-Weasley.
-Hermione,
Rosie, ci
siete? Muoviamoci o Bill si mangerà tutto il tacchino da
solo!- Io e mamma ci
guardiamo sconsolate e ci avviamo verso la macchina, consapevoli del
fatto che
papà non cambierà mai.
Arriviamo alla
Tana
quasi contemporaneamente a zio George e alla sua famiglia. Roxanne mi
saluta
sorridente, da brava compagna di dormitorio, benché non
siamo mai state grandi
amiche. Vado più d’accordo con Fred, suo fratello,
anche se il suo migliore
amico rimarrà sempre James. Sorprendentemente, nonostante la
mia lentezza e le
paternali di mia madre, siamo tra i primi arrivati, fatta eccezione per
zio
Bill e la sua parte di Clan. Merlino, certo che potevi anche
regalarmeli cinque
minuti insieme alla mia famiglia senza Dominique Weasley e il suo
fidanzato
perfetto! Nonno Arthur ci abbraccia e inizia a riempire mamma di
domande sul
mondo babbano, mentre nonna Molly ne approfitta per passarmi sottobanco
qualche
Galeone e offrirmi un leggero antipasto: dice che sono pallida e,
almeno per questa
volta, non posso proprio contraddirla. Dopo circa venti minuti arrivano
anche
zio Charlie –da qualche anno pare aver capito che i draghi
inglesi sono più
interessanti di quelli rumeni- e zio Percy con zia Audrey e le mie
cugine,
Molly e Lucy, rispettivamente al primo e secondo anno ad Hogwarts.
Sfortunatamente gli ultimi ad arrivare sono i Potter, gli unici che ho
davvero
voglia di vedere. Non appena li vedo arrivare da lontano, corro
incontro ad
Albus e lo abbraccio: è un riflesso incondizionato, credo
sia perché ho sentito
molto la mancanza le sue sedute da psicologo in questi giorni. Saluto
Lily, che
mi fa l’occhiolino e poi si dirige verso Hugo, uno dei suoi
migliori amici, e
batto il cinque a James, che però pare maggiormente
interessato a trovare Fred.
Dopo aver rapidamente salutato anche zio Harry e zia Ginny, non mi
resta che
Scorpius: ho deciso di tenerlo per ultimo, perché ho bisogno
di parlargli in
privato.
-Ciao.- dico
soltanto,
consapevole che gli rovinerò la giornata.
-Ciao.- risponde
lui
imbarazzato e, assicuratosi che non ci sia nessuno, mi bacia
inaspettatamente.
Godric, fa che i Potter abbiano lasciato a casa il Mantello
dell’Invisibilità.
-Allora oggi
è il gran
giorno.- Afferma lui quando ci stacchiamo, come se stesse parlando del
tempo.
-A quanto pare.-
replico io.
-Ho paura,
Scorp.-
aggiungo subito.
-Andrà
tutto bene.
Siete una bella famiglia, unita, vedrai che capiranno.- Non so se stia
parlando
più per convincere se stesso o me: in effetti quello che
rischia di più è
proprio lui.
-Me lo auguro.-
-Io ci
sarò, Rosie.-
-Grazie. Prima
mia
madre mi ha fatto un discorso…-
-Che genere
discorso?
Non è che ha intuito…- si informa subito lui,
allarmato.
-Non lo so! Ha
solo
detto che ha paura che ci mettiamo nei guai… Hai capito no?
E io le ho detto
che è tutto a posto, ma non è così! Mi
sento uno schifo.-
-Tranquilla,
sono
sicuro che capirà anche questo. E poi, nessun nonno resiste
al proprio nipotino.-
-Nipotina,
prego.-
-Come fai ad
essere
così sicura che sia femmina?-
-Ha voglia di
cioccolata, e tutti sanno che la cioccolata è la migliore
amica delle donne.-
-Non erano i
diamanti?-
-Ma in che epoca
vivi!-
-Hai
già pensato ad un
nome?-
-Scherzi?
È da quando
ho dieci anni che so già che i miei figli saranno un maschio
di nome Theo e una
femmina di nome Danae!-
-Danae…
mi piace.
Aggiudicato! Ora andiamo, prima che tuo padre ci venga a cercare e
renda sua
nipote orfana di padre.-
-Tanto lo
farà lo
stesso tra poco.- commento io malignamente.
-Grazie per il
sostegno!- ribatte lui, fingendosi offeso a morte.
-È
per questo che mi
ami, no?- e gli chiudo la bocca con un leggero bacio, forse
l’ultimo, ma non
voglio pensarci. Sono intenzionata ad avere un bel ricordo del mio
primo amore.
Entriamo mano
nella
mano nel gazebo allestito dagli zii sul retro della Tana
–siamo davvero troppi
per la cucina- suscitando commenti e occhiate maliziose. Non ce ne
curiamo e ci
mettiamo a sedere accanto ai nostri migliori amici. Nonna inizia a
servire le
diverse portate, aiutata dalle zie e da Victoire e Dominique
–figurati se
quella non perdeva occasione di mettersi in mostra. Iniziamo a
mangiare,
discutendo il modo migliore di divulgare la notizia. Alla fine, su
suggerimento
di Al, decidiamo di aspettare il momento di apertura delle uova, nella
speranza
che il cioccolato rallegri tutti. Inoltre prepariamo un piano di
protezione per
Scorpius –anche se so già non ce ne
sarà alcun bisogno: Lily ha
provvidenzialmente sottratto a James il Mantello e sarà
molto utile per
consentire al mio tra-poco-ex-ragazzo di fuggire.
Il pranzo
procede
tranquillamente, o almeno per i nostri standard: James e Fred fanno
saltare in
aria il bicchiere di zio Percy e continuano a lanciare Incantesimi a
destra e
manca –accidenti al giorno in cui hanno compiuto diciassette
anni!; Dominique
continua a vantarsi dei suoi progressi nel mondo della moda; Vicky e
Ted non
fanno altro che fissarsi e baciarsi –potrei vomitare; Hugo e
Louis discutono animatamente
di Quidditch; Molly e Lucy tormentano Roxanne di domande sui G.U.F.O.;
gli
adulti parlano di lavoro, mentre zio George –lui non si
può considerare adulto-
spaccia Tiri Vispi e ci chiede di fargli da cavie per i suoi
esperimenti
–tranquilla Danae, non ti farò una cattiveria
simile- e infine io, Al, Lils e
Scorp cerchiamo un modo per far digerire a tutti quanti la notizia che
l’anno
prossimo ci sarà un bambino in più a tavola. Beh,
tutto questo è normale, no?
Mangio il
più
lentamente possibile nella speranza di rinviare il momento fatidico, ma
sto
raggiungendo dei livelli davvero esagerati. Infatti, ad un tratto, zia
Ginny mi
strappa il piatto da sotto il naso con la scusa che si sta facendo
tardi e che
i più piccoli non riescono più ad aspettare di
aprire le uova. Non mi lamento
neanche, mi alzo dalla sedia e raggiungo con Scorpius gli altri in
giardino:
come ogni anno i nonni hanno nascosto venti uova in giro per la Tana e
a noi
spetta il compito di trovarle. Ho sempre amato questa tradizione,
perché mi
dava la sensazione di essermi guadagnata veramente il mio cioccolato e
quest’anno la adoro ancor di più, visto che mi
lascia alcuni minuti per parlare
da sola con Scorp: ho deciso che, per una volta, non mi
unirò alle ricerche,
tanto c’è già un sacco di persone
all’opera tra ragazzi e, soprattutto, adulti
–a volte zio Harry sembra convinto di essere tornato indietro
nel tempo, quando
doveva cercare gli Horcrux per distruggere Voldemort.
-Sei pronto?-
chiedo
nella speranza che mi dica di no e ritratti tutto.
-Insomma…
Sono
preoccupato, so che i tuoi mi uccideranno, però non voglio
che nostra figlia
cresca nella menzogna, dobbiamo essere bravi genitori fin da adesso.-
Miseriaccia, come fa ad essere così maturo e lucido in un
momento del genere.
Io non mi merito un ragazzo così perfetto, è
più in stile Dominique!
-Hai ragione.
È solo
che sono sempre stati James e Fred quelli a mettersi nei casini e io
ero la
nipote modello, quella che andava bene a scuola e rispettava le regole.
Già
quando hanno nominato Prefetto Roxanne è stato un duro colpo
per i miei ed
anche per zio George, poi adesso questo… Ho paura di
deluderli.-
-Senti, se vuoi
il mio
parere, il Preside che abbiamo ora è un incompetente, non sa
neanche da dove si
parte per gestire una scuola e ha scelto tua cugina perché
aveva semplicemente
paura di essere accusato di fare favoritismi. I tuoi genitori saranno
sempre
fieri di te, perché sei la loro bambina. Cavoli, io sono
fiero di nostra figlia
che non è nemmeno nata, immaginati loro!-
-Hai ragione.-
-Piuttosto,
senti,
volevo chiederti se domani e dopodomani, prima che ritorniamo scuola,
potevi
venire a casa mia per dirlo anche ai miei. Sempre che sopravviva ad
oggi, sia
chiaro.-
-Sì,
certo.-
Miseriaccia, non ci avevo minimamente pensato! Beh, probabilmente
Malfoy
ringrazierà il cielo quando saprà che suo figlio
non ha nulla a che fare con
una Weasley e, con ogni probabilità, non la vorrà
più vedere per tantissimo
tempo.
-Venti! Si va a
mangiare!- grida nonno Arthur entusiasta. Bacio Scorpius triste e mi
avvio al
patibolo.
Il tavolo del
gazebo è
stato velocemente sgomberato e ricoperto da uova di cioccolato, una
più grande
dell’altra. Mi avvento su quella al peperoncino
–hai gusti strani, piccolina- e
inizio a mangiarla avidamente. Nonna Molly sembra soddisfatta di vedere
che mi
rimpinzo per bene come piace a lei. Ad un certo punto Lily ed Albus mi
si
avvicinano, allungano a Scorpius il Mantello e mi fanno cenno di non
avere
paura e parlare. Se solo avessi aspettato meno, dannata esperienza!
Proprio nella
materia “Vita reale” dovevo prendere T?
-Scusate, dovrei
fare
un annuncio.- La mia voce è flebile, quasi un sussurro e
nessuno riesce a
sentirmi. Faccio come per rinunciare, dicendo che ho tentato ma
inutilmente,
quando mia cugina inizia lancia un urlo degno di una Banshee.
-SILENZIO!- Poi
si
volta verso di me. –Prego, Rosie.- Tutti mi fissano un
po’ stupiti, odio essere
al centro dell’attenzione.
-Ecco,
sì, grazie
dell’attenzione, io… vorrei dire una cosa.- Bene,
forse se la prendo alla larga
si arrabbieranno meno. –Beh, fin da quando ero piccola mi
avete sempre trattato
come una principessa e ho dei bellissimi ricordi legati a tutti voi.-
Ok, non
proprio a tutti ma in questi momenti una piccola bugia a fin di bene ci
sta.
–Come sapete, ho le idee molto chiare in merito al mio futuro
e voi sarete
sempre una parte importante nella mia vita e mi auguro che non mi
abbandonerete
mai.-
-Ma tesoro,
certo che
ci saremo sempre! Io e tua madre non ti lasceremo mai.-
-E sappi che
quando hai
bisogno di aiuto, i tuoi nonni saranno sempre disponibili.-
-E io e Harry
che siamo
stati nominati la tua madrina e il tuo padrino a fare?-
-Ma
perché ci dici
tutto questo, tesoro?- chiede mamma. Naturalmente è lei
l’unica che riesce a
vedere oltre.
-Ecco, io avevo
un
annuncio importante da fare. C’è una persona che
è entrata nella mia vita e a
breve la cosa diventerà molto più, come posso
dire… concreta.-
-Tu e Malfoy vi
sposate?- chiede allibito James. Miseriaccia, ma che ho fatto di male
io per
meritarmi un cugino così idiota?
-No, no, no! Io
sono
innamorato di Rose, ma no!- interviene immediatamente Scorpius.
-Quindi non hai
intenzione di fare sul serio con mia figlia, eh giovanotto? Vuoi
spezzarle il
cuore? Cos’è, una specie di vendetta, di incarico
che ti ha assegnato tuo padre?
Io l’avevo detto che sarebbe andata a finire
così!- Papà, come reagiresti se ti
dicessi che per una volta i Malfoy sono le vittime della situazione?
-No, no, no, ha
frainteso signore, volevo semplicemente dire che è troppo
presto! Abbiamo solo
quindici anni…-
-Quindi reputi
che mia
figlia sia un’immatura e non sia pronta, non è
così?-
-Oh Merlino
santissimo,
Ronald!- Mamma deve essere, purtroppo per me, davvero innervosita,
visto che ha
imprecato alla maniera dei maghi. –Non li hai nemmeno
lasciati finire di
parlare! Possibile che tu sia sempre così aggressivo e
prevenuto? Tu mi avresti
forse sposata a quindici anni? Certo che no! E se è per
questo nemmeno a
sedici, considerando che ti divertivi tanto in compagnia di Lavanda
Brown!
Perciò vedi di stare zitto e lascia terminare il discorso a
tua figlia!-
-Ecco,
sì, grazie
mamma. Dove ero rimasta… ah, sì,
all’importanza della famiglia.-
-Rosie, ti prego
muoviti. Fa che sia una cosa rapida e indolore, altrimenti parlo io.-
mi intima
Lily a bassa voce. Io prendo un respiro profondo, sento la mano di
Scorpius
stringere forte la mia e Albus accarezzarmi i capelli. Come un cerotto,
come un
cerotto, come un cerotto.
-Sì,
beh… ecco… in
sintesi… Io sono incinta! Godetevi la cioccolata.- Il
silenzio cala nel gazebo.
La situazione deve essere davvero grave, perché noi non
siamo mai silenziosi:
anche quando morì mia nonna, James riuscì a
trovare una cavolata da dire per
tirare su il morale di tutti. Come un cerotto, come un cerotto, come un
cerotto. E purtroppo lo è davvero: veloce e indolore sul
momento, ma poi ti
rimane sempre un po’ di indolenzimento e un segno rosso per i
cinque minuti
successivi.
-Rosie, tesoro,
ti
prego, dimmi che è tutto uno scherzo.- mi implora mamma a
mezza voce.
-No.- rispondo
io a
testa bassa.
Succede tutto
rapidamente. Papà prende Scorpius per il collo e lo sbatte
contro il muro e
inizia ad insultarlo e a minacciarlo di morte, mentre zio Harry cerca
di farlo
ragionare. Mia madre e zia Ginny, vedendomi piangere, iniziano a
rimproverarmi,
per poi dirmi che ormai il danno è fatto e l’unica
cosa di cui devo
preoccuparmi è la salute della piccola. I nonni sono sotto
shock e trascinano
fuori dal marasma generale i più piccoli. Tutti gli altri,
invece, si dedicano
a commentare la situazione: Dominique, ovviamente, non può
fare a meno di
sottolineare la mia condotta sbagliata, invece James e Fred non
riescono a fare
nient’altro che ridere. Evidentemente, l’idea che
per una volta non sono loro
ad essere nei guai li diverte parecchio. Victoire e Ted, invece, sono i
più
gentili. Vicky mi avvolge in un abbraccio rassicurante, mentre Teddy mi
fa una
domanda che speravo non venisse sollevata.
-Ma non avete
usato
degli Incantesimi Contraccettivi?-
-Sì-
risponde Scorpius,
che nel frattempo è riuscito a liberarsi dalla presa di mio
padre, ma solo
perché zio Harry gli ha ricordato che l’Avada
Kedavra è illegale. –però era la
prima volta ed evidentemente abbiamo, voglio dire ho sbagliato qualche
cosa.-
-Rosie,
perché non
fai vedere loro l’ecografia?- suggerisce Albus. In fondo non
è una cattiva idea,
potrebbe anche servire a calmare le acque.
-Sì,
ce l’ho con
me. Ecco, qui non si capisce ancora bene se sia maschio o femmina, ma
sono
certa che sia una femminuccia, richiede cioccolato in continuazione.-
Inizialmente
il piano sembra funzionare –è un sorriso quello
sulla bocca di zia Ginny?- ma,
dopotutto, io sono Rose Weasley e la mia migliore amica, Sfiga, non
poteva
certo abbandonarmi in un momento del genere.
-Sull’ecografia
c’è
scritta la data del 15 febbraio. Di quante settimane eri?- chiede mamma.
-Sette.- ammetto
a
malincuore. Ecco, ora inizierà a fare i conti.
-Sette
settimane… quindi
sei rimasta incinta sotto le vacanze di Natale. Oh, tesoro, senza
offesa, ma
quanto alcool ti eri scolata? Ti avrò detto almeno un
centinaio di volte che
devi cercare di restare sobria, anche se sei ad una festa e tutti i
tuoi amici
bevono.- Miseriaccia, mamma non ti sopporto! Perché devi
sempre essere così
intelligente e diretta? Non posso
proprio fare a meno di detestarti in questo momento.
È così triste dover
sopportare una persona che ha i miei stessi difetti.
-Signora
Weasley, con
tutto il rispetto per la sua intelligenza, ma sua figlia non si
è ubriacata. E
inoltre, non è accaduto durante la vacanze, ma alcune
settimane dopo. Ci deve
essere un errore.-
-Scorpius, avevo
E in
Aritmanzia e 10 in matematica alla scuola babbana. Sono certa dei
calcoli che
ho fatto e Rose potrà confermare. Ormai il danno
è fatto, non ha più senso
mentire, te ne rendi conto vero? Rosie, diglielo anche tu.-
-No, Rosie,
di’ a tua
madre che ho ragione io!- ribatte lui, evidentemente nervoso.
-Avete ragione
entrambi.- mormoro io. Albus immediatamente va in iperventilazione,
poiché deve
aver intuito come andrà a finire la discussione. Sua sorella
lo aiuta e mi fa
cenno di dire tutta la verità finché sono in vena
di confessioni.
-Che significa?-
chiede
mamma. Io non rispondo, non ne ho la forza.
-Rose, ti prego,
parla.
Devo capire. Cosa mi stai tenendo nascosto?- mi incalza Scorpius con i
nervi
sempre più a fior di pelle.
-Ti amo, Scorp.-
-Che vuoi dire,
Rose?
Parla una buona volta! Parla e finiscila con tutti questi segreti!-
sbotta lui,
arrabbiato e ferito.
-Mamma non ha
sbagliato
i conti, Scorp. È stato davvero sotto le vacanze di Natale.
Non sei tu il padre
del bambino.- E mentre io scoppio a piangere, Scorpius mi tormenta di
domande, mio
padre sviene e mia madre sta per raggiungerlo sul pavimento, non posso
fare a
meno di pensare che la nascita di un bambino dovrebbe essere un momento
felice,
invece questo sembra più che altro un incubo ad occhi aperti.
-Dimmi sola una
cosa,
Rosie. Non mi interessa sapere chi è quel bastardo che ha
osato avvicinarsi a
te, solo non capisco perché. Perché mi hai fatto
questo? Ho sbagliato qualcosa?
Dimmelo, perché davvero non so più che cosa
pensare.-
-Non
è stata colpa tua!
Tu… tu sei perfetto! Ed anche Dominique con tutte quelle sue
smanie di
perfezione ed io non ero mai alla sua altezza e allora mi sono detta
“Dai Rose,
che sarà mai” e ho ceduto e…- Parlo in
maniera confusa e poco comprensibile a
causa dei singhiozzi. La faccia perplessa di Scorpius mi fa capire che
lui ne
sa quanto prima: in effetti, nemmeno io riesco a comprendere il senso
delle mie
azioni. In tutto il caos generale, l’unica ad aver mantenuto
la calma è zia
Ginny, che alla fine si decide a fare la fatidica domanda.
-Chi
è il padre?-
Angolo
di Harry Potterish
Salve lettori e
lettrici, eccomi qui con la prima parte dei capitoli delle rivelazioni.
Avrei
voluto aggiornare domani, ma non voglio avere il sistema nervoso di __Giuuu sulla coscienza. Che dire? Beh,
sicuramente la notizia è difficile da digerire, quindi ho
dovuto dividere il
tutto in due parti, altrimenti sarebbero venute fuori tipo 20 pagine di
Word e
non mi sembrava il caso… Questo capitolo non mi soddisfa del
tutto, lo sento un
po’… spento. Preferisco nettamente il prossimo:
non vedo l’ora di pubblicarlo!
Questo lo ritengo… Accettabile, sì.
Grazie
a flors99,
CharmedAlis,
MaraMalfoy,
__Giuuu,
ZetaDreams,
Ismene_
e Eugy per
aver recensito.
Grazie a Ceci
Weasley e flors99 per
aver inserito la storia tra le preferite.
Grazie a nini95
e KikaRose,
per aver inserito la storia tra le ricordate.
Grazie a CharmedAlis, chibidaphne87,
JennyBlaBla,
Elbeth,
Eugy, Giuls92,
Momonica,
rubiaA,
SimonaDiVaio1993,
___Giuuu e ZetaDreams per
aver inserito la storia
tra le seguite.
Nel prossimo
capitolo
chiarirete tutti i dubbi: chi è il padre e, soprattutto,
come è successo il
tutto.
Mi raccomando,
recensite numerosi e fatemi sentire le vostre opinioni, sia che siano positive,
neutre
o negative:
anche le critiche sono importanti per crescere! Inoltre, sono
consapevole che da
questo capitolo in poi sentirete ogni volta di più il
bisogno di strozzarmi,
perciò sono già rassegnata a vedere tante
bandierine rosse… Quindi ditemi:
Eccellente? Oltre ogni previsione? Accettabile? Desolante? Scadente?
Troll?
Volete entrare nella storia e uccidere/abbracciare qualcuno/a? Fate il
tifo per
un personaggio in particolare? Sono curiosa di scoprirlo.
Alla prossima
Harry Potterish
P.S.:
nel frattempo, passate a dare un occhio alla nuova storia di __Giuuu: Forse
c'è ancora tempo
Campagna
di Promozione Sociale - Messaggio No
Profit:
Dona
l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai
felice milioni di scrittori.
(Chiunque
voglia aderire al messaggio, può
copia-incollarlo dove meglio crede)
© elyxyz
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Capitolo 6 *** Non chiamatemi mostro ***
A
__Giuuu,
perché
pagherei per vedere la sua faccia mentre leggerà il
capitolo,
perché
siamo telepatiche,
perché
siamo inguaribilmente perverse romantiche,
perché
non possiamo vivere senza di loro
e
perché so che leggendo questa dedica capirà
già tutto, ma fa lo stesso.
6.
Non
chiamatemi mostro
Odio Victor
Hugo. Sì,
tra le tante cose e persone che detesto c’è
perfino lui. A dire il vero, è
quello che causa meno problemi: almeno è già
morto. Le ragioni del mio odio nei
suoi confronti sono molteplici, ma credo si possano racchiudere in due
concetti
essenziali. Innanzitutto ha scritto “I Miserabili”
e so che, in quanto accanita
lettrice di classici babbani, dovrei amarli, perché sono un
capolavoro della
letteratura occidentale. Beh, tanto per la cronaca, se per caso non
avete
ancora avuto la sfortuna di averne una copia per le mani, evitatelo:
è ben
scritto, tuttavia non riesco ancora a capire come abbia fatto quello lì a riempire cinquanta
pagine
con la descrizione dettagliata minuto per minuto della battaglia di
Waterloo
–tra l’altro non essenziale ai fini della trama, ad
eccezione delle ultime sei
righe. Il secondo motivo è una frase da lui pronunciata
–per sua immensa
fortuna, quando io non ero ancora nata: “Una donna che ha un
amante è un
angelo, una donna che ha due amanti è un mostro, una donna
che ha tre amanti è
una donna.” Secondo questa perla di saggezza, io rientrerei
nella categoria
Mostri. Sono una strega, è vero, ho tradito il mio ragazzo
con la persona meno
adatta sulla faccia della terra, vero anche questo, e sono rimasta
incinta. Ok,
a sentirla raccontare dall’esterno, potreste anche pensare
che io sia veramente
un mostro. Ma non è così! Avevo le mie buone
ragione –va bene, forse non poi
tanto buone- ma chiunque al mio posto avrebbe fatto lo stesso. Spero.
Se io
sono un mostro perché sto per dare alla luce mia figlia,
allora tutti gli
uomini sono mostri e non ci resta altro che cibarli bene, nella
speranza che
migliorino. Un buon cuoco potrebbe fare miracoli: forse se noi maghi
avessimo
rispettato di più i diritti degli elfi e non li avessimo
costretti a lavorare
ininterrottamente nelle cucine di Hogwarts, non sarebbero mai esistiti
né
Voldemort né Bellatrix Lestrange e tutti i loro amichetti.
Loro sono mostri,
non io. Se nemmeno i Lupi Mannari possono considerarsi alla loro
stregua,
perché io dovrei abbassarmi a tanto? Sono solo una
quindicenne stupida che si è
cacciata in un grosso guaio e ne sta pagando le conseguenze, anche se,
alla
fine, si ritroverà premiata da un bel fagottino rosa di nome
Danae. Insomma,
non potevo pretendere che filasse tutto liscio, giusto? Dopotutto si
tratta di
me, migliore amica di Sfiga e idiota come pochi. Inoltre, tutte le cose
belle
hanno un lato negativo. Prendete le perle: sono belle per noi, ma in
realtà non
sono altro che un tumore per le ostriche. E se, per una volta, i miei
ragionamenti hanno un senso, la conclusione non è che una
sola: tutto è
relativo.
***
Gliel’ho
detto. Sento
le lacrime scendere copiose dagli occhi e bagnarmi completamente il
viso, tanto
abbondanti da impedirmi di vedere bene. Mi accascio per terra, in
ginocchio,
perché ormai tutta la forza che avevo l’ho
consumata per rivelare il, i miei
segreti. Sento domande su
domande arrivare da parte degli adulti e di Scorpius, ma non riesco a
rispondere a nessuna di quelle. Chiudo gli occhi e vedo di fronte a me
i
momenti in cui ero felice, i momenti precedenti a quella notte, che
sembrano
solo un ricordo lontano. Eppure non sono passati che pochi mesi. Quanto
avevo
lottato per avere Scorpius tutto per me? Quanto avevo desiderato creare
una
famiglia con lui? Tanto, forse troppo, era quasi diventata
un’ossessione: non
so nemmeno se un amore come quello che provavo, e provo tuttora, si
possa
definire tale o se è più una malattia. Cerco di
calmarmi, per me stessa perché
mi sto logorando, per la mia famiglia cui ho rovinato le feste, per
Danae alla
quale uno shock del genere non può che causare problemi. Due
urla forti,
decise, mettono a tacere il rumore e due braccia esili mi avvolgono:
vorrei che
fosse Scorpius, vorrei che fosse mia madre o mio padre, vorrei che
fossero i
nonni o zia Ginny, vorrei che fosse Albus, invece è, ancora
una volta, la
piccola e dolce Lily, che nonostante quello che ho fatto continua ad
essermi
vicina. Oserei dire che il nostro legame si è rafforzato da
quando ha saputo
della gravidanza.
-Calma, Rosie.
Fallo
per la piccola.- mi sussurra lei. Continua ad accarezzarmi i capelli e
a
stringermi e ad allungarmi dei pezzetti di cioccolata che ha raccattato
dal
tavolo. Forse Lily è l’ultima persona di cui ho
bisogno: ha già fatto molto per
me e vedere come continua ad impegnarsi, nonostante io non la possa
ripagare,
mi fa sentire in colpa. Allo stesso tempo, però,
è l’unica che sappia
tranquillizzarmi. Ora come ora, con tutte le domande cui devo ancora
rispondere, è strano che l’unico pensiero sensato
che riesca a formulare è che
voglio che sia lei la madrina di mia figlia. Dopo qualche minuto,
quando si
accorge che ho smesso di singhiozzare, mi porge un fazzoletto e mi fa
sedere.
-Vorrebbero
farti delle
domande, ma se voi non ve la sentite li caccio tutti fuori.- mi dice in
un
orecchio, riuscendo così a strapparmi un sorriso. So che ne
sarebbe capace, ma
non voglio chiederle altro per oggi e, soprattutto, devo levarmi questo
macigno
dal petto. Le faccio cenno con la testa che non ce
n’è bisogno, tuttavia lei
resta ugualmente seduta accanto a me, stringendomi forte la mano.
-Potete
chiederle tutto
quello che volete. Solo, vi prego di restare calmi. È
difficile, ma è l’ultima
cosa di cui Rose ha bisogno, quindi, per favore.- Sentire Lils parlare
così a
mio nome mi fa sentire come una celebrità ad una conferenza
stampa. Se non fosse
un momento tragico, ci riderei sopra. La prima a prendere la parola
è mamma.
-Rosie,
perché non ce
lo hai detto prima?- Che cazzo di domanda è?
Perché volevo rovinarvi la Pasqua,
anzi no, perché volevo farvi il miglior Pesce
d’Aprile della storia! E per
fortuna che è la strega più brillante
d’Inghilterra!
-Ho avuto paura
della
vostra reazione. Temevo che mi avreste abbandonata o qualcosa del
genere. Già
dirlo a Lily e a Scorpius e ad Albus è stata
un’impresa…-
-Come ti
è saltato in
mente che avremmo potuto abbandonarti? Tu sei la nostra bambina! Ti
proteggeremo sempre! Piuttosto, dimmi il nome di quel coglione bastardo
che ha osato
metterti le mani addosso che lo castro, lo torturo, lo sbatto ad
Azkaban e poi
lo faccio fuori.- Bonjour finesse! Mazza, papà, fossi in te,
prima di
progettare di uccidere qualcuno, chiederei scusa a Scorpius per i
cinque minuti
di panico che gli hai fatto passare.
-Già,
e io gli darò una
mano.- commenta Hugo, che fino a questo momento non ha aperto bocca.
Non l’ho
mai visto stare zitto tanto a lungo, deve essere proprio sconvolto
all’idea di
diventare zio.
-Non dirmi che
è quel
Stephen di Tassorosso di cui mi parlavi nelle lettere!- salta su zia
Ginny,
come colta da un’illuminazione. Ecco, fantastico. La
corrispondenza tra me e
lei doveva restare privata. Segreta. Nascosta. Nessuno doveva saperne
nulla. È stata la
mia confidente sin dal primo anno, una voce amica che non fosse uno dei
miei
genitori e allo stesso tempo neanche uno dei miei amici. Merda, io
riesco a
tenere nascosta al mondo una gravidanza e lei non riesce a tacere su un
paio di
lettere? Devo rivalutare l’opinione che ho di mia zia.
-Voi due vi
scrivete?- domanda
zio Harry un po’ sotto shock. Ma c’è o
ci fa? Per me tutti quegli Avada Kedavra
non andati a buon fine hanno nuociuto gravemente al suo cervello:
voglio dire,
io sono incinta e lui si preoccupa del fatto che sua moglie scriva
delle
lettere a sua nipote?
-Non
è questo il
punto.- Grazie Victoire.
-Piuttosto
è lui sì o
no?- richiede Teddy.
-Ma noi non
conosciamo
nessuno Stephen di Tassorosso!- sbotta Scorpius. È vero che
i pregiudizi sono
stati abbattuti, ma lui è un Malfoy e credo che il suo
orgoglio sarebbe ferito
profondamente se scoprisse che un Tassorosso gli ha fregato la ragazza.
-Non lo
conoscete voi.
A dir la verità non lo conosco nemmeno io: è solo
un ragazzo del settimo anno
che si siede nel mio stesso banco ad Incantesimi e ogni tanto mi lascia
dei
messaggi scritti. Non credo di averlo nemmeno mai visto. Comunque non
è lui il
padre.- Posso giurare di sentire un sospiro di sollievo da parte di
Scorpius,
ma probabilmente è solo un’illusione, una fantasia
che mi sono fatta per
convincermi che in fondo, nonostante il gesto che ho fatto, lui tenga
ancora un
po’ a me.
-Ti va di dirci
come è
successo? Casomai così ti risulterà
più facile.- Santa donna la cara Victoire.
Merlino, spiegami come faccia ad avere una sorella stronza come
Dominique:
fossi in zio Bill, chiederei un test di paternità, zia Fleur
potrebbe anche
avergli mentito… Ehi, aspettate un secondo!
Perché non ci ho pensato prima?
Avrei potuto dire che il figlio era di Scorpius e lasciar
correre… No, sarebbe
stato peggio.
-Beh,
ecco… Era
l’ultimo dell’anno ed era stata organizzata una
festa nella Stanza delle
Necessità.- comincio un po’ titubante.
-E tu ci sei
andata? Ma
è illegale!- commenta mia madre. Danae, non ti dispiace se
faccio fuori la
nonna, vero? Ti garantisco che non ti perdi nulla, solo una
rompiscatole che ti
scriverà di fare i compiti dieci volte al giorno.
-Grazie per
l’informazione, mamma. Lo so benissimo, ma ho una reputazione
da mantenere!
Come se voi non aveste violato delle regole da giovani!- Non avrei
dovuto
sbottare così, ma quando è troppo è
troppo.
-Era per una
giusta
causa!- ribatte lei.
-Vi sembra il
momento?
Vorrei sapere come va avanti la storia.- ci interrompe mio fratello.
-Dicevamo, ero
alla
festa e c’erano i ragazzi di tutte e quattro le Case dal
quinto anno in poi. Ho
passato la maggior parte del tempo con Scorpius, che mi ha
provvidenzialmente
proibito di bere, altrimenti mi sarei ubriacata e sarebbe stato
peggio.- Cerco
di metterlo in buona luce agli occhi degli altri, nella speranza di
attirarmi
nuovamente la sua simpatia.
-Forse sarebbe
stato
meglio se ti avessi lasciata ubriacare: ti avrei dovuta portare
indietro prima
di mezzanotte e non sarebbe successo tutto ‘sto casino e tu
non avresti fatto
questo errore madornale.- mi interrompe lui.
-NON CHIAMARE
MIA
FIGLIA UN ERRORE! SONO STATA CHIARA?- urlo con tutta
l’energia che ho in corpo.
-Rose, calmati.-
mi
dice Lily e mi fa risedere.
-Scorpius, non
dire
niente del genere. Hai fatto la cosa giusta, la
responsabilità non è certo
tua.- lo tranquillizza mamma. Ecco, proprio quando noi due ci separiamo
i miei
genitori iniziano ad apprezzarlo. Ma lo fanno apposta?
-Scusa,
però non capisco.
Come mai non eri con Scorpius, allora?- mi domanda Teddy. È
l’unico qui dentro
che sappia fare domande intelligenti?
-Adesso ci
arrivo.
Durante la festa Scorp si è sentito male, perché
per sbaglio ha mangiato un
dolce alle fragole, cui è allergico. Ha iniziato a vomitare,
poi non respirava
più, così l’ho portato in Infermeria:
avevo paura che fosse vittima di uno
shock anafilattico. Madama Chips lo ha curato abbastanza velocemente,
ma mi ha
detto che non potevo restare lì, perché doveva
riposare. Erano già le undici e
mezza e non aveva senso tornare alla festa senza di lui,
così mi sono diretta
alla Torre di Grifondoro. Lungo il tragitto ho incontrato un ragazzo.
Sul
momento non l’ho riconosciuto, poi però ho
individuato chi fosse grazie alla
voce.-
-Chi era?-
domanda zia
Ginny curiosa. Vuoi anche un po’ di pop corn per gustarti
meglio la scena?
-Una cosa alla
volta.
Mi ha chiesto perché fossi sola e come mai avessi
abbandonato la festa ancor
prima della mezzanotte. Gli ho spiegato la faccenda di Scorpius: a
quanto pare
c’era un caos e un buio tale che nessuno se ne era accorto.
Allora gli ho
chiesto come mai lui se ne fosse andato e mi ha detto che la sua
ragazza lo aveva appena scaricato. L’ho
consolato un po’ e ha deciso di accompagnarmi al
dormitorio. Strada
facendo, abbiamo cominciato a parlare dei propositi per il nuovo anno.
Io ho
detto che il mio era riuscire a battere Dominique in qualcosa. Senza
offesa
Vicky, ma tua sorella non la sopporto proprio: è sempre
così… perfetta! A
momenti dà la nausea!-
-Comprendo
perfettamente, a volte non la tollero neanche io.- replica lei. Questa
proprio
non me l’aspettavo, però devo ammettere che
è una sorpresa piuttosto piacevole.
Forse qualcosa di buono c’è in tutta questa storia.
-Comunque…
Lui mi ha
chiesto quali erano le cose che potevo fare per raggiungere il mio
scopo e io
ho cominciato a stilare un elenco. Tuttavia, la maggior parte di queste
non
erano realizzabili nel corso di un solo anno, tipo aprire una casa di
moda o
sposarmi prima di lei. Allora mi ha fatto una proposta: lui era
disperato e io
arrabbiata come non mai. Dolore e rabbia sono spesso due sentimenti che
ci
portano a fare le cose peggiori. Vicky, tu hai presente la promessa che
hai
fatto fare a tua sorella, vero?- Mi rivolgo direttamente a mia cugina:
preferirei non dover parlare troppo esplicitamente di certe cose
davanti ai
miei. Sembra pensarci un po’ su, poi realizza.
-Intendi dire
quella di
rimanere vergine fino ai diciassette anni per evitare che si cacciasse
nei
guai?- mi domanda con fare retorico.
-Esattamente.
Beh, era
l’unico modo per superarla e così…
Quando è scoccata la mezzanotte, è successo quel
che è successo. Non abbiamo pensato alle protezioni, eravamo
stanchi e troppo
coinvolti –chi per una ragione, chi per un’altra-
per riuscire ad essere
lucidi. E così, eccoci qua.- Tutti mi fissano sconvolti. Il
primo a prendere la
parola, con mia grande sorpresa, è Scorpius.
-Ma
è… tremendo! Non ho
altre parole! Io ero in Infermeria per uno shock anafilattico la notte
di Capodanno,
ti lascio sola un secondo e tu mi fai… questo! Pensavo che
mi amassi! Pensavo
che fossi qualcosa di più del tuo giocattolino!- Ha ragione.
Come faccio a dire
che ha torto? È vera ogni singola parola che è
uscita dalla sua bocca. È Lils a
rispondere per me.
-Sentimi bene,
Malfoy.
Tra noi due non è mai scorso buon sangue e, onestamente, non
tengo
particolarmente al fatto che la situazione cambi.-
-La cosa
è reciproca,
Potter. Ma non vedo questo che c’entri con me e tua cugina.-
“Tua cugina”. Ora
non sono neanche più Rose, sono solo la cugina stronza e
bastarda di Lily Luna
Potter.
-Se tu mi
lasciassi
finire una volta tanto, Malfoy! Come stavo dicendo, nonostante i nostri
trascorsi ero disposta ad accettarti se fossi stato capace di rendere
felice
Rose. È vero, non avrebbe dovuto farlo, ma se
c’è una cosa di cui sono certa è
l’affetto, anzi l'amore, che lei provava e prova per te!
Fidati, se sapessi che sei solo uno da
una botta e via, le avrei impedito di soffrire tanto.- Grazie Lily. Ti
voglio
bene. Spero solo di trovare la forza di dirlo ad alta voce un giorno o
l’altro.
-Tu dici che lei
mi
ama, ma allora perché l’ha fatto! È
senza senso! È…è…non so
nemmeno io cos’è!
Un mostro, ecco quello che è! Aveva ragione mio padre a
dirmi di non rivolgerle
la parola! E io che credevo che fossero tutte cazzate!- Per quanta
rabbia possa
provare a causa delle sue parole, anche io, al suo posto,
penserei le
stesse cose, quindi non posso fare altro che replicare, cercando di
mantenere
la calma.
-Hai ragione.
Non ha
senso tutto ciò. Ma quando si è arrabbiati si
fanno cose stupide, ok? Non dirmi
che sono un mostro, ti prego, lo so già perfettamente da
sola! Non ti chiedo di
tornare con me, di fare finta di niente, di crescere la piccola come se
fosse
tua. Non ti chiedo nemmeno di capire. Ti chiedo semplicemente di non
farmi
pesare la cosa già più di quanto non pesi a me.
Credi che sia facile sapere che
sono riuscita a mandare la mia vita a puttane in soli dieci minuti e
per colpa
dell’unica persona che abbia mai odiato? Sei stato il mio
primo amore e
non posso dimenticarti. Ma ora ho delle responsabilità.-
Miseriaccia, che bel
discorso ispirato, ma da dove l’ho tirato fuori? Forse ho
ancora un cervello –o
anche solo un neurone- che funziona da qualche parte nella mia testa.
-Voglio
andarmene.-
replica lui calmo.
-Scorpius, noi
dovremmo
restare fino a stasera ad essere sinceri…- gli fa presente
zio Harry.
-Lo so, infatti
non ho
intenzione di scombinarvi i piani. Mi basta un po’ di Polvere
Volante per
arrivare a casa. Manderò mia madre a prendere i bagagli
domani.- commenta
freddo e distaccato, con quel classico atteggiamento che ho visto
più volte
assumere da suo padre, ma mai da lui.
-Dici tanto di
amare
mia figlia, ma proprio non ti capisco! È vero, per questa
volta la colpa non è
tua, però non vuoi davvero sapere chi è quello
stronzo che si è azzardato
avvicinarsi a lei per poi non farsi più vivo?- Ci sono
momenti in cui mio padre
mi sorprende con i suoi ragionamenti e la sua genuinità.
Forse è per questi
sprazzi di saggezza che mamma lo ha sposato.
-E per cosa? Per
rodermi il fegato ancor di più? Per ucciderlo e passare ad
Azkaban il resto dei
miei giorni? No, grazie. Amo sua figlia e ho rispetto dei bei ricordi
che ho
insieme a lei. Preferirei conservarli tali e non rovinarli, se non le
dispiace.
Grazie mille a tutti per l’ospitalità. Albus, ci
vediamo a scuola. Quanto a te
Rose, sii felice. Auguro il meglio a te e a tua figlia.- Per un attimo
i suoi
occhi brillano, quasi come se stesse per scoppiare a piangere. Per un
secondo
lo spero, ma so che non accadrà: un Malfoy non piange mai.
Però, quello basta
per farmi capire che conto ancora qualcosa nella sua vita. Come se
avesse
rilevanza adesso! Non può che contribuire a farmi stare
ancora peggio. Danae,
ricordami di farti fare una promessa simile a quella che Vicky ha fatto
fare a
Dominique; ricordati di questa giornata e non comportarti come quella
pazza di
tua madre.
***
Scorpius se ne
sta
andando. Sento la porta del gazebo cigolare mentre la apre e le urla
dei
bambini fuori che giocano in compagnia dei nonni e di qualche altro
adulto:
beati loro che non sanno ancora nulla, che non sono al mio posto, che
hanno
trascorso una Pasqua tranquilla, che hanno ancora una vita intera
davanti. Anche io, se
voglio, la posso ancora avere, mi basterebbe ricominciare da qui, da
Danae e
dalla mia famiglia.
-Resta.- Non
sono stata
io a parlare, ma mio cugino Al. Ha bloccato Scorpius per un braccio e
ha
richiuso la porta.
-Al, me ne
voglio
andare. Non so se tu abbia esattamente capito quello che è
appena successo o le
tue tecniche di rilassamento ti abbiano rincoglionito, ma tua cugina mi
ha
appena detto che il bambino non è mio. Vorrei andarmene. Non
ho nulla contro di
te e gli altri membri della tua famiglia, davvero, ma ho bisogno di
staccare un
po’.-
-No, tu invece
resti
qui. Non sono un rincoglionito, so perfettamente che cosa è
appena successo.
Dico solo che è da vigliacchi andarsene proprio ora! Ti
lamenti del fatto che
Rose ti abbia mentito, ma quando ti offre la verità su un
piatto d’argento
fuggi come un bambino! Forse sarebbe ora che tu rivedessi le tue
priorità.-
-Noi non siamo
Grifoni,
Al. Siamo Serpi. Siamo quelli che fuggono di fronte al pericolo, che
cercano il
quieto vivere, che si parano il culo in tutte le situazioni.-
-Non tutte le
Serpi
sono vigliacche. Severus Piton era un Serpeverde ed era estremamente
coraggioso
e io sono fiero di portare il suo nome.-
-Grazie Al, ma
in
questo momento non me ne frega niente dell’origine del tuo
nome. Che
significa?-
-Significa che
ci sono
cose per cui vale la pena rischiare.-
-E ti sembra ne
valga
la pena in questo caso?-
-Sì.-
-Dammi una buona
ragione.-
-Lei ti ama e
tu,
nonostante tutto, la ami ancora, te lo leggo negli occhi: sei il mio
migliore
amico, certe cose le so. Ora dimmi che l’amore non
è una ragione valida e ti
sbatto fuori di qui a calci io personalmente.-
-Esattamente
come
Silente, a predicare la pace e l’amore! Deve essere il
nome…-
-Sarebbe un
sì?-
-Sarebbe un fate
in
fretta, perché potrei cambiare idea… Ma resto,
voglio ascoltare.- Merlino,
grazie Albus, ti devo un favore immenso. Mi hai appena risparmiato di
dover
rifare questo discorso con Scorpius una volta tornati a scuola.
Già ci sarà lo
stress per gli esami, se avessi dovuto pensare anche a quello sarei
impazzita!
-Rosie, solo una
cosa
ancora mi sfugge. Perché ti sei fidata ciecamente di questo
ragazzo?- mi
domanda mamma.
-Lo conoscevo
bene.-
rispondo semplicemente io.
-Ok, ora mi sono
rotto
i coglioni.-
-Modera i
termini,
Hugo.- lo riprende mia madre.
-Modera i
termini un
cazzo! Mia sorella è incinta per colpa di un bastardo
depresso e non so ancora
chi è! Ora lo spari fuori questo nome sì o no?-
Miseriaccia, mio fratello in
questo momento fa davvero tanta paura.
-Tuo fratello ha
ragione, Rosie. C’è un Avada Kedavra che non
aspetta altro che uscire dalla mia
bacchetta.- commenta mio padre.
-Non voglio che
mia
figlia sia orfana ancor prima di essere nata.- replico io decisa.
-Già,
in più non credo
proprio che avrai il coraggio di fare una cosa simile, zio.- aggiunge
Lily, con un sorrisetto beffardo stampato in faccia.
-Lily, tesoro,
forse
non mi hai mai visto arrabbiato.- risponde pacato lui, per quanto possa
essere
pacato un uomo che sta per compiere un omicidio.
-Confermo. Una
volta ha
messo le mani addirittura addosso a me!- lo supporta zio Harry, come se
attaccare Il-bambino-che-è-sopravvissuto sia un grande atto
di coraggio.
Insomma, siamo seri, quello lì non è un
granché: ha un culo che, se ne avessi
io la metà, la mia vita sarebbe perfetta. Ecco, Sfiga,
perché non vai a
trovarlo? Guarda che è simpatico lo zio Harry! Se vuoi ti do
il suo indirizzo,
così tu e Fortuna potete scambiarveli…
-Fidatevi, Lily
questa
volta ha ragione.- trovo la forza di dire io. Merlino, tra poco
dirò il nome.
Perdonatemi tutti, non guardatemi come un mostro. Vi prego, scusatemi.
-Allora, volete
dirci
chi è questo disgraziato sì o no?- salta su zia
Ginny spazientita.
-Sono
io.-
E
tutti quanti si voltano a guardare due occhi verdi e una chioma
corvina, mentre
la porta del gazebo sbatte e Scorpius Malfoy esce dalla nostra, dalla
mia vita.
Angolo
di *cerca di scappare* *il suo migliore amico la blocca* *sbuffa*
*ricomincia a scrivere* Harry Potterish
Vi prego, non
uccidetemi. Tiratemi pomodori, uova, tutto quello che vi pare, casomai
qualche
Cruciatus, ma niente Avada Kedavra (capito, CharmedAlis?).
Se proprio ci tenete a compiere azioni illegali che potrebbero portarvi
ad Azkaban, dirigete gli Avada Kedavra contro la mia prof. di Greco,
contro quello di Inglese e quella di Latino, che mi ha messo un compito
in classe il giorno del mio compleanno. *Harry Potterish si lancia in
una serie di insulti infinita, per poi ricordarsi che sta scrivendo le
note e deve continuare*
Punto naber uan:
ci tengo
a precisare che io adoro “I Miserabili” di Hugo, ma
qui ho sfogato il mio odio
per quella digressione sulla battaglia di Waterloo, la quale ho dovuto
leggere
e sulla quale mi hanno pure interrogata. Ma sorvoliamo.
Punto namber
ciù: la
scelta del padre è nata dalla richiesta di una mia amica,
che ho deciso di
accontentare. So che alcuni saranno contenti (vero, __Giuuu?)
e che altri vorranno pugnalarmi (ti prego, Ismene_,
perdonami), ma non si può
soddisfare tutti.
Punto namber tri:
sicuramente ci saranno
cose che vi hanno lasciate (non credo ci siano ragazzi che
leggono…) perplesse.
Bene, sappiate che, prima o poi, si chiarirà tutto: ho
scritto anche due
raccolte di drabble legate alla storia dal punto di vista di Scorpius e
Al per spiegare
meglio i punti oscuri della trama e saranno pubblicate alla fine.
Comunque,
chiedete pure, e io vi dirò se dovrete aspettare oppure i
vostri dubbi meritano
una risposta ora.
Punto namber for:
“Devi rivedere le tue
priorità” è un chiaro omaggio a Ron,
che dice questa frase nel primo film: io
adoro quel personaggio, mi offre un sacco di spunti ed è
divertentissimo da
scrivere.
Punto namber faiv:
ringrazio ZetaDreams,
CharmedAlis,
Ismene_,
flors99,
Cloe_Black,
__Giuuu,
Eugy e martachiu_95
per le loro recensioni e
tutti quelli che hanno inserito la storia nelle
preferite/seguite/ricordate
(siete tantissimi, non riesco più a scrivervi tutti, il che
è un buon segno).
Punto namber sics:
bene, ora vorrei che vi
deste da fare per riempire la pagina delle recensioni di bandierine
rosse
(tanto so che arriveranno, forse mi risparmia giusto __Giuuu,
ma perché lei ama troppo le Albus/Rose…). Sia
chiaro, se
mai dovessero essere verdi o azzurre non mi dispiacerebbe,
eh…
Al prossimo
capitolo
(se qualcuno sarà ancora disposto a leggere)
Harry Potterish
P.S.: ci sono
persone
più sane di mente di me che scrivono ancora storie belle e
normali. Se tutti voi avete sognato per almeno una
volta nella vita che il mondo di Harry Potter fosse vero (chi non ha
aspettato
la lettera per Hogwarts a undici anni?), cliccate qui.
Un nuovo caso per Harry, Ron ed Hermione, ambientato “19 anni
dopo…”
Campagna
di Promozione Sociale - Messaggio No
Profit:
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l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai
felice milioni di scrittori.
(Chiunque
voglia aderire al messaggio, può
copia-incollarlo dove meglio crede)
© elyxyz
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Capitolo 7 *** Voci ***
Attenzione!
Per
comprendere meglio il significato del titolo e del capitolo, leggere
ascoltando
“Rumour
Has It” di Adele.
A
chi, come me e Rose, è perseguitato da Sfiga
E
a chi, come me e lei, di sentimenti non capisce proprio niente.
7.
Voci
Pettegolezzo:
quando
sentiamo dire qualcosa che ci piace su qualcuno che non ci piace. I
pettegolezzi sono un’enorme rottura di p…luffe. Il
più delle volte sono
assurdi, eppure non puoi fare a meno di crederci. Alcuni svaniscono
nell’arco
di poche settimane, altri invece invecchiano, rimangono nella storia e
diventano veri e propri miti. Ad esempio quello che mia madre sia
riuscita a
pettinarsi decentemente per il Ballo del Ceppo o quello secondo il
quale io e
Lily siamo in lite per Malfoy. Chissà quanto si divertiranno
nei prossimi mesi
le pettegole di Hogwarts spargendo voci su di me: avranno argomenti di
cui
discutere fino alla fine dell’anno! Ma in fondo, bisogna
essere generosi con i
falliti: i pettegolezzi non sono altro che il loro Nottetempo, lo
prendono che
è un piacere.
***
In genere la
gente
pensa che una ragazza, se ha una media scolastica alta, debba per forza
andare
volentieri a scuola. Bene, mi spiace deludervi, ma non funziona
esattamente
così. Il fatto che una studentessa si impegni e cerchi di
dare il meglio in
ogni situazione non è altro che il suo dovere. Io ho sempre
avuto un elevato
senso di responsabilità, forse anche troppo elevato,
così elevato che alla fine
è crollato nel momento in cui ero più debole.
Insomma, è solo merito –o colpa,
sta a voi decidere- di questo senso di responsabilità se ho
una media
schifosamente alta. Quest’anno, in particolar modo, soffro il
rientro ancora di
più: nei prossimi mesi la mia pancia lieviterà a
vista d’occhio e non potrò
certo dire ai miei compagni di scuola che sto prendendo peso a causa
del mio
appetito, tra l’altro di solito praticamente inesistente. Non
oso immaginare
quanto sarà seccante dover rispondere alle domande, cercare
di spiegare la
situazione in maniera chiara, tollerare i pettegolezzi che,
inevitabilmente,
verranno messi in circolazione e cui tutti puntualmente crederanno,
anche se
riguarderanno me e un ipotetico Ricciocorno Schiattoso che mi ha
confuso le
idee facendomi scambiare mio cugino per il mio ragazzo
–rifermenti a cose, persone
o Corvonero realmente esistenti è puramente casuale. La
consapevolezza che
tutto ciò accadrà è insopportabile: se
solo, per una volta in vita mia, stessi
sbagliando!
Alcuni giorni fa
siamo
partiti da Londra con l’Espresso e la notizia della mia
gravidanza si è diffusa
a macchia d’olio. Ho cugini, amici e parenti lontani sparsi
in tutte le Case e
di ogni età, quindi è bastato che uno si
lasciasse sfuggire un dettaglio per
scatenare il gossip del secolo: come se fossi la prima cui capita di
rimanere
incinta! Almeno, mi auguro che non sia così, altrimenti
potrei anche
sotterrarmi. Per quanto mi secchi avere gli occhi di tutti puntati
addosso, per
lo meno non dovrò rispondere a troppe domande quando ci
saranno i G.U.F.O. e
avrò ben altro per la testa: prima di andarmene, mamma mi ha
riempita di
raccomandazioni, ripetendomi migliaia di volte che dovevo cercare di
stare
tranquilla il più possibile.
Aspettate un
secondo,
voi non sapete che fine ha fatto Albus! Beh, se devo essere onesta, a
lui è
andata peggio che a me. Mio padre lo ha risparmiato solo
perché è il suo
figlioccio, ma gli ha tolto il saluto; zio Harry e zia Ginny lo hanno
punito e
gli hanno fatto promettere di trovarsi un lavoro part-time per poter
frequentare la scuola e allo stesso tempo darmi una mano a mantenere la
piccola; Scorpius non gli parla più, ma questo mi sembra
abbastanza ovvio, no?
Bene, ora che
siete
aggiornati, posso procedere e ritornare a questo schifo di presente. Al
momento
sono a colazione e la Sala Grande è fitta di gente. Guardo
al tavolo di
Serpeverde nella speranza di incontrare gli occhi di Scorp:
è un’abitudine che
non sono ancora riuscita a perdere. C’è soltanto
Al, che mangia a testa bassa,
isolato dal resto del gruppo: un Serpeverde che avrà una
figlia da una Grifondoro,
che tra l’altro è sua cugina, lo ha portato ad
essere considerato un essere infimo.
Non sanno quanto si stiano sbagliando.
Non abbiamo
ancora
parlato seriamente dopo gli avvenimenti di Pasqua, però so
che non mi
abbandonerà. Sono immersa nei miei pensieri, quando
all’improvviso entra lui
–non devo specificare chi è, vero? Cerca di non
farsi notare, ma temo non ci
riuscirà: pur non essendo un adone, è un ragazzo
molto ambito perché è particolare
ed ha un fascino tutto suo. Le ragazze, ora che sanno che è
single, lo seguono
ovunque, mentre i ragazzi, segretamente soddisfatti che finalmente il
principino stia avendo qualche problema, non fanno altro che sfotterlo.
Speriamo che almeno gli risparmino le frecciatine di prima mattina!
Tuttavia
non credo saranno molto clementi…
-Malfoy, come
hai fatto
a passare dalla porta? Sei così cornuto che se ti vede un
cervo va in
depressione!- Accidenti ai geni Granger: quanto mi secca avere sempre
ragione.
A parlare è stato un ragazzo di Tassorosso, che sembra avere
qualche anno in
più di noi: potrei chiedere a Stephen chi è. Si
solleva una risata generale. In
effetti non posso dar torto a nessuno di loro: gli ho messo le corna
con il
nostro migliore amico, nonché mio cugino, come in uno di
quei romanzetti rosa
da quattro soldi che leggeva la prozia Muriel –pace
all’anima sua. Comincio ad
agitarmi un po’ e Lily, accorgendosene, prova a
tranquillizzarmi.
-Rosie, vuoi
stare
calma? Lo so, ti senti incolpa, ma lo sapevi che sarebbe andata a
finire così,
no? Tu sei Rose Weasley, lui è Scorpius Malfoy e
l’altro è Albus Severus
Potter! Non siete certo tre tipi anonimi: ti vorrei ricordare che nei
vostri
tre cognomi è racchiusa la storia del mondo magico dal 31
ottobre 1981 ad
oggi.-
-Senti, tu non
capisci.
Come ti sentiresti se il ragazzo che ti piace venisse preso in giro da
tutta la
scuola perché sei rimasta incinta di Hugo? - sbotto senza
alcuna ragione
apparente.
-Bleah, che
schifo!
Senza offesa Rose, tuo fratello sarà anche simpatico, ma
proprio non si può
guardare! Almeno Albus è carino, anche più di
Malfoy secondo me. Se non fosse
che è mio fratello…-
-Ti
prego, Lily, non finire quella frase.-
-Ok, ok, era
solo un
commento neutro e disinteressato! Comunque, avete avuto modo di parlare
voi
due?-
-No, non ancora.
Tu
dici che dovrei darmi una mossa?-
-Non so, fai
come
credi. Secondo te l’ultima volta che hai deciso di aspettare
per parlare è
andata a finire bene?-
-Va bene, ho
capito,
sono un’idiota! Concetto afferrato. Adesso è
meglio che me ne vada in classe.-
-Ma manca ancora
mezz’ora!- mi urla dietro mia cugina. Io fingo di non
sentirla a causa del
rumore e continuo per la mia strada: non riesco a stare nella stessa
stanza di
Scorpius per più di due minuti, mi fa sentire un verme.
Trascorro tutta
la
lezione di Erbologia fissando il vuoto: non prendo nemmeno un appunto e
rovescio
un vaso che contiene una strana pianta esotica che non abbiamo ancora
studiato.
E no, non stupitevi del fatto che non la conosca, io non sono mia
madre.
Ringraziando Godric, Neville è un caro amico e conosce
meglio degli altri
professori il mio problema, quindi finge di non notare nulla, anche se
non
evita di lanciarmi uno sguardo assassino quando per sbaglio arrivo a
colpire
pure la sua amata –e altrettanto orrenda- Mimbulus
Mimbletonia. Non starò ad
annoiarvi con il racconto delle lezioni minuto per minuto, se non
interessano a
me, figurarsi a voi. Stiamo già iniziando a ripassare in
vista degli esami –ad
aprile, vi rendete conto della pazzia degli insegnanti?- e quindi non
facciamo
altro che ripetere la solita solfa trita e ritrita: per far levitare un
oggetto
il movimento richiesto è agitare e colpire, il Tranello del
Diavolo non tollera
la luce solare, i Lupi Mannari si distinguono dagli Animagus
perché non possono
scegliere se trasformarsi o meno, i Troll di Montagna sono stupidi
quasi quanto
me, per appellare un oggetto basta gridare “Accio”,
bla, bla, bla. Gli unici
che devono stare attenti sono quegli scansafatiche dei miei compagni di
classe
che non hanno aperto un libro in cinque anni: siamo seri, come si fa a
non
saper trasfigurare decentemente un topo in una tazzina a quindici
–quasi
sedici- anni?
-Mio fratello
è in
biblioteca.- Una voce alle mie spalle: l’ho sognato o
qualcuno ha parlato per
davvero? Sono nel bel mezzo del corridoio e anche oggi sono arrivata
alla fine
della giornata stremata, ma abbastanza tranquilla. Mi volto e vedo
James
Potter. Perché mi sta parlando?
-Come scusa?-
chiedo un
po’ stupita.
-Mio fratello
Albus, quello
moro, occhi verdi, padre di tuo figlio, hai presente no? Beh,
è in biblioteca.-
Merlino, trattienimi dall’ammazzarlo. Devo ammettere che la
maternità mi sta
aiutando a sviluppare un ottimo self-control.
-Continuo a non
afferrare.- replico semplicemente.
-Rose, non ti
facevo
così idiota.-
-Grazie, James.
Se hai
finito con i complimenti io, a differenza tua, avrei degli esami a fine
anno da
sostenere.-
-Merda, Rose!
Vai, vai
da lui e parlagli, ti prego! Non ne posso più!- sbotta
all’improvviso,
attirando così l’attenzione di qualche studente
che passa di qui per caso. Gli
faccio cenno di abbassare la voce e lo porto in un angolo
più appartato.
-Ti ha mandato
Lily,
vero?- domando a bruciapelo non appena smettiamo di camminare.
-Che
c’entra mia
sorella?- ribatte lui con la faccia di uno che non ha capito niente di
quello
che gli sta succedendo intorno. Cioè con la sua espressione
di sempre.
-Beh,
è la mia migliore
amica e rompe in continuazione perché secondo lei io e Albus
dovremmo parlare,
quindi ho pensato che avesse mandato te per farmi capire che non
è solo un suo
pensiero, ma un’opinione condivisa da più persone.-
-Mi sono perso
al “quindi”…
Comunque, mia sorella non c’entra, ok? Al è un
cretino, ma è mio fratello e io
non ne posso più di sentire i suoi scleri! Ha bisogno di
mettersi l’animo in
pace, di sapere che per te va tutto bene.-
-Ma per me non
va tutto
bene!- Ok, Rose calma, ricordati di Danae, non ti infervorare.
-Lo so, lo so!
Dico
solo che devi provare a calmarlo, sei l’unica che ci riesce.-
-E cosa gli
dovrei
dire? “Ciao Al, come va, tutto bene? Tranquillo stiamo per
avere un bambino, ma
non è la fine del mondo! Basterà solo rinunciare
alla vita da adolescenti per i
prossimi dieci anni, poi ci ritroveremo vecchi e senza un futuro
davanti perché
non avremo potuto continuare gli studi e chiaramente saremo single per
il resto
dei nostri giorni, dal momento che nessuno vuole stare con qualcuno che
ha già
un figlio!”-
-Merlino,
spiegami come
ha fatto mio fratello a innamorarsi di una così…-
-Come scusa?-
Oggi sto
iniziando a diventare ripetitiva.
-Oh che cazzo.-
È tutto
quello che riesce a dire mio cugino.
-Ripeti, James.-
-Non ho detto
nulla
io!- prova a difendersi. Speranza vana: quando rimani incinta,
automaticamente
il tuo sangue inizia a produrre i geni inquisitori tipici di tutte le
madri.
-Non
è vero!-
-Senti, ok,
forse è
uscito un ammasso di suoni dalla mia bocca, ma io sparo cazzate a tutto
spiano,
quindi perché dovresti preoccupartene?-
-James Sirius
Potter,
vedi di non prendermi per il culo e spiegami questa faccenda.-
-Ti prego, giura
di non
dire niente a mio fratello, altrimenti mi uccide.-
-Parola di
Weasley.- La
“Parola di Weasley” è un giochetto che
ci siamo inventati io e mio fratello
all’età di sette anni. Non ricordo neanche che
significato avesse, so solo che,
da allora, la nostra parola è sacra.
-Bene, non
c’è molto da
dire. È innamorato di te. Punto.-
-Perché
Lily non me l’ha
mai detto?- chiedo, un po’ delusa dalla mia migliore amica.
-Perché
non lo sa. Non
lo sa neanche Malfoy, ovviamente. Lo so solo io.- Oh, questo cambia
tutto.
-E si
è confidato con
te?- domando sbalordita. James è un caro ragazzo, ma non si
può definire la
persona più adatta per parlare di sentimenti: ha un tatto
inferiore a quello di
mio padre… e ho detto tutto.
-Nah, parla nel
sonno.
Durante queste vacanze abbiamo condiviso la stanza perché
c’era a casa Malfoy,
l’ho sentito farfugliare delle parole strane e gli ho scucito
la verità. È
bastato metterlo sotto pressione giusto un pochino…- Questo
spiega molte cose.
-Ma sei pazzo?
Lo sai
che soffre di ansia cronica!-
-Sì,
lo so
perfettamente, e se non sfruttassi la cosa a mio vantaggio che razza di
fratello sarei?- Ora ditemi come fanno due fratelli ad essere tanto
diversi:
uno così sensibile e intelligente e l’altro
tanto… coglione.
-Uno migliore.-
Non che
sia nella posizione più esatta per fargli la morale,
però…
-Risparmiami la
morale,
Rose.- Appunto. Non c’è bisogno che me lo ricordi
sai, caro?
-Spiegami solo
una
cosa: perché mi ha spinta tra le braccia di Scorpius,
allora?- Sono davvero
riuscita a formulare un pensiero sensato in un momento del genere? Sono
un
genio. Definitivamente.
-Non dovresti
chiederlo
a lui?- ribatte, sorridendo beffardo.
-Ho dato la mia
parola
che non ne avrei fatto menzione con Albus per salvarti la pellaccia, ma
se vuoi
sono ancora in tempo per ritrattare.-
-No, no, no,
afferrato.
Lui, ecco, pensava che… Beh, sì,
insomma… Era convinto che vederti con Malfoy
sarebbe stato meno doloroso: è facile essere felici per i
propri migliori amici.
Inoltre sapeva che eri in buone mani. Non puoi capire come ci sia
rimasto male
nel vedere che, nonostante tutto quello che negli anni avesse cercato
di fare
per proteggerti, era stato proprio lui a rovinarti.-
-Non ho parole.
Non mi
sono mai accorta di niente.- Sono delusa da me. Io non sono un genio,
sono
un’emerita cretina!
-Dimentichi che
Albus è
a Serpeverde, quindi sa nascondere bene le proprie emozioni. A parte
l’ansia,
ma sta facendo progressi… Senti, lui è in
biblioteca, ma se continuiamo a parlare
mi sa che te lo lasci sfuggire. Io e te non abbiamo mai avuto questa
conversazione, ok?-
-Ok.- Guardo
James
andarsene a passo svelto. Questo non era previsto. Negli ultimi mesi
stanno
succedendo un po’ troppe cose inaspettate. In effetti, al
secondo anno girava
la voce che io piacessi ad Al, ma ci avevamo sempre riso sopra. Poi al
terzo
anno lui aveva trovato una ragazza e Hogwarts si era messa il cuore in
pace.
Appunto per me stessa: alla base di ogni pettegolezzo
c’è una verità, piccola o
grande che sia.
Mi avvio verso
la
biblioteca nella speranza di trovare mio cugino e lo incontro proprio
sulla
porta, che se ne sta andando con un paio di libri in mano.
-Rosie, non ti
avevo
vista. Come va? Tutto ok? Senti, ora dovrei studiare quindi, se non ti
dispiace,
io andrei.- Miseriaccia, quando vuole parla davvero veloce!
-Dobbiamo
parlare.-
dico semplicemente io. Vai così Rose, hai affrontato di
peggio.
-Rose,
tranquilla, so
le date delle prossime ecografie, le ho segnate sul diario in rosso.
Ora posso
andare?- Le ha veramente segnate sul diario? Io ricordo a malapena dove
ho
messo il foglio con gli appuntamenti, e sono la madre!
-No, non si
tratta di
questo.- Dai, sicura e decisa, ce la puoi fare.
-Se è
per il lavoro, ho
già risolto anche per quello. A Mielandia assumono commessi,
anche part-time:
inizierò quest’estate e poi continuerò
durante l’anno, lavorando nei weekend e
tre pomeriggi a settimana.- Ha davvero già concluso tutto
questo in così poco
tempo? Io non ho nemmeno comprato vestiti o pannolini!
-Non
è nemmeno per
questo. E, tra parentesi, non ce n’è bisogno.-
-Devo farlo
perché è la
mia punizione, ma soprattutto voglio farlo: voglio aiutarti il
più possibile.
In fondo, metà della colpa è mia, se non tre
quarti, visto che sono stato io a
tentarti.-
-Non parlare
così.-
-Ma è
vero! Senti,
tornando a noi, che cosa volevi dirmi esattamente?-
-Non qui.-
rispondo io.
Lo prendo per un braccio e lo trascino nelle cucine. Mentre
attraversiamo la
scuola, in molti ci guardano maliziosi, ma in questo momento me ne
frega quasi
quanto delle perfette unghie di Dominique.
-Ora spiegami
perché
proprio le cucine.- chiede lui come se fosse un’informazione
di vitale
importanza.
-Non dovevo
salire
altre scale per arrivare al piano della Stanza delle
Necessità e ho molta voglia
di fragole.- Ora che ci penso, è abbastanza ridicolo che mia
figlia abbia
voglia proprio dell’unico cibo cui Scorpius è
allergico e che, viceversa, io e
Albus adoriamo.
-Capito. Davvero
Rose,
io sarei di fretta…-
-Non me ne frega
un
cazzo! Ora tu stai qui e parliamo!- Miseriaccia, non credevo di avere
tanta
rabbia in corpo.
-Modera il
linguaggio
in presenza di nos… della piccola.-
-Puoi anche
chiamarla
nostra figlia, perché è questo quello che
è. Danae Potter, figlia di Rose
Weasley e Albus Severus Potter.- L’ho detto a voce alta? Fa
uno strano effetto.
-Danae? Ancora
con quel
pacchetto-vita? Pensavo lo avessi abbandonato! Avevi otto anni allora!-
-Stai
scherzando? Anche
adesso cerco di rimanergli fedele il più possibile,
è una delle poche certezze
che mi rimane.-
-Rosie, sei
proprio
strana a volte!-
-Diciamo pure
sempre…-
Si mette a ridere e ruba una fragola dal cestino che gentilmente gli
elfi ci
hanno offerto.
-Seriamente
Albus, noi
avremo un bambino, te ne rendi conto?- chiedo io, che ancora stento a
credere
alle mie parole. Ci sono frasi che non immagineresti mai di dire nella
vita e
una di queste è proprio la seguente: avrò un
figlio da mio cugino, nonché
fratello della mia migliore amica e migliore amico mio e del mio
fidanzato. E
che, giusto per inciso, è innamorato di me.
-Sì,
solo che è…
strano. Sembra un po’ surreale a dirlo così, quasi
come se fosse uno dei giochi
di ruolo cui giocavamo da piccoli.-
-Però
è la realtà.-
-Però
è la realtà.
Forse tu te ne rendi conto meglio di me: sai, avere
quell’esserino lì dentro e
tutto il resto… Mi fa strano pensare che tra neanche
vent’anni nostra figlia
avrà già finito Hogwarts.- Come diamine fa a
parlarne tanto serenamente? Forse
è per la questione che mi ha spiegato James. Sì,
è definitivamente per quello:
un figlio significa essere legato a me per sempre.
-Anche a me.-
-E io che
immaginavo di
non dovermi preoccupare di nessun altro oltre a me stesso fino ai
trent’anni!-
-Beh, puoi
sempre
cambiare il tuo progetto.-
-Parla quella
che si
attiene ancora al pacchetto-vita di quando avevamo otto anni!- Gli
faccio la
linguaccia e ci mettiamo a ridere come due scemi. Perché in
fondo è questo che
siamo: due cugini scemi.
-Grazie.- salto
fuori
io senza una ragione particolare.
-Per cosa?- si
informa
curioso.
-Per essere
presente,
per non farmi pesare la situazione, per cercare di aiutarmi, per non
farti
prendere dal panico nonostante la tua ansia cronica, per essere
così… così…
Albus.-
-Ehi, quella
lì è anche
mia figlia, quindi non mi ringraziare, è solo dovere.- Oh,
che dolce! Mi fa
quasi commuovere. Ecco, sento gli occhi che si stanno appannando, la
lacrima
sta per scendere…
-No, Rose, ti
prego, le
lacrime no! Sai che detesto vedere qualcuno piangere.- Vedere me
piangere,
vorrai dire. Quando è tua sorella o mio fratello o tuo
fratello a piangere non
è mai un problema.
-Non lo faccio
apposta!
È tutta colpa di ‘sti cavolo di ormoni!- mugugno
io, lamentandomi come una
bambina piccola. Lui si avvicina a me e mi abbraccia. È
strano: lo ha fatto
tante volte, ma oggi è diverso. Forse sapere che si
è innamorato di me fa la
differenza. Già, è senza dubbio quello.
Perché io vorrei che ci fosse Scorpius
qui, ora, al posto suo; perché vorrei che Scorpius fosse il
padre; perché
vorrei essermi attenuta al mio pacchetto-vita; perché non
credo che Lily abbia
ragione e sia più carino di Scorpius; perché non
penso che profumi di
cioccolata piccante, la mia –anzi la nostra, vero piccolina?-
preferita; perché
non trovo che le sue braccia, decisamente meno muscolose di quelle di
Scorpius,
siano più confortevoli; perché non penso che sia
terribilmente dolce; perché
non trovo che tra noi due ci sia più affinità
–e anche se così fosse, sarebbe
naturale, visto e considerato che siamo cresciuti insieme;
perché non trovo
adorabile il fatto che mi consoli e mi faccia da psicologo personale e
preferisco la maniera di Scorpius, che butta tutto sul ridere e
minimizza i
problemi; perché sapere che mi ama non mi fa né
caldo né freddo; perché sapere
che mi ama non cambia la mia opinione su di lui.
-Credo che
dovresti
provare a riavvicinarti a Scorpius, Rosie.- commenta lui brutalmente.
-Perché?-
In realtà
vorrei chiedergli perché ha rovinato questo momento tanto
perfetto, però
sorvoliamo e fingiamo che lo abbia perdonato.
-Lo ami.- Ah,
già. E
ora che gli dico? Non posso negare, sarebbe una bugia, ma anche
confermare lo
sarebbe e poi lui ci rimarrebbe male. È vero, in passato ha
sofferto a causa
mia, ma non ne sapevo nulla! Merlino, quante persone ho fatto soffrire
finora?
Facendo un rapido calcolo, solo quelle cui tenevo di più.
Decido di restare in
silenzio, che lo interpreti come preferisce.
-Sai, credo che
lui sia
disposto a perdonarti. Ti ama ancora, lo so bene. Tutte le sere prima
di andare
a dormire lo sento piangere e trascorre sempre meno tempo in bagno. E
non è mai
un buon segno quando Scorpius Malfoy trascura i suoi capelli.- Scoppio
a
ridere: l’ossessione di Scorp per i capelli è
diventata leggenda. Gira voce che
li abbia addirittura assicurati.
-Ti farebbe
piacere?-
domando a bruciapelo e un po’ incautamente. Un po’
molto incautamente.
-Che cosa?-
-Rivedermi con
Scorpius.- Lui arrossisce di botto e aspetta qualche secondo prima di
rispondere. Merlino, sto diventando proprio stronza.
-Certamente. Sei
mia
cugina, sei la mia migliore amica: voglio solo vederti felice.-
-Non ti darebbe
fastidio pensare che lui diventerà una parte importante
della vita di tua
figlia?- Ma che razza di domanda ho fatto? Nemmeno io so che cosa
vorrei
sentirmi dire! Da un lato spererei che mi dicesse che per lui
è tutto a posto,
dall’altro vorrei che mi proibisse di vedere Scorpius per i
prossimi duecento
anni.
-Scherzi?
Proprio
perché è il mio migliore amico ne sarei
doppiamente felice: so che non potrei
lasciarvi in mani migliori.- Merlino, se non me ne frega niente, allora
perché
fa tanto male?
Riprendiamo a
mangiare
le fragole in silenzio. Ogni tanto uno di noi due salta su con un
aneddoto di
quando eravamo piccoli: ridiamo un po’, ricordiamo con un
misto di malinconia e
tristezza quei bei momenti, poi ci zittiamo di nuovo. Con Albus
è sempre stato
così, non c’è mai stato bisogno di
lunghi discorsi, bastava un’occhiata o un
gesto per capirci. In questo momento che lo osservo meglio di quanto
non abbia
fatto negli ultimi cinque anni, mentre ero troppo presa a guardare
altrove,
noto che, effettivamente, potevo anche capire da sola che non provava
per me
semplice amicizia e affetto fraterno: è più
impacciato nei movimenti, ha le
guance leggermente arrossate, l’ansia che di solito trapela
dalle sue parole
non si percepisce ed ha una piccola luce negli occhi, come quella che
compariva
quando trovava una figurina delle Cioccorane che gli mancava. Sento il
suo
sguardo puntato fisso su di me, perché deve avermi vista
più strana del solito
e sta cercando di intuire che cosa sia successo. Conoscendo le sue
innate doti
da psicologo –e, a mio modesto parere, anche di Legilimens,
vista la maniera in
cui riesce a leggere nel pensiero di tutti- decido di bloccare i suoi
ragionamenti sul nascere.
-Ma tu non eri
quello
che doveva studiare e aveva un sacco di lavoro da finire?- domando,
nella
speranza che funzioni.
-Silenzio,
Rosie! Non
vedi che sto mangiando le fragole? Che razza di esempio vuoi dare alla
piccola?- Gli scoppio a ridere in faccia, poi mi ricompongo.
-Seriamente
Albus, non
voglio avere anche i tuoi G.U.F.O. sulla coscienza.-
-Seriamente
Rose, tu,
anzi noi avevamo un maledetto bisogno di parlare, di renderci conto di
ciò che
stiamo affrontando, di dirlo a voce a alta e capire che è
vero. Si tratta di
nostra figlia, si tratta di noi, si tratta del nostro futuro. Voi
venite prima
di tutto.- Eh no caro mio! Questo non lo dovevi dire: così
non fai altro che
confondermi ancor di più! Basta, dobbiamo andarcene da
questo inferno,
altrimenti rischio di fare qualcosa di cui potrei pentirmi domani
mattina.
-Ci conviene
andarcene.- dico secca e risoluta.
-E le fragole
non le
finiamo?- mi domanda lui come un bambino, senza prendere sul serio il
mio tono
grave.
-Lo sai che se
non
usciamo da qui inizieranno a girare strane voci su di noi, vero?- Tento
la via
più brutale per convincerlo, non ho altra scelta.
-E allora?
C’erano al
secondo anno e non sono state un problema. Ci sono sempre state e ci
sono
tuttora… Beh, forse anche noi sparleremmo un po’
se due nostri compagni di
classe fossero nella stessa situazione. Il punto è che
l’importante è che noi
sappiamo la verità. Noi, la nostra famiglia e Scorpius,
ovviamente. E tra noi
due non ci sarà mai niente, giusto?-
Per tutti
pigiami
bucati di Merlino, perché me lo chiedi! Posso dirti che ti
odio? Posso dirti
che mi hai rovinato la vita? Posso dirti che sei un cesso? Posso dirti
che non
ti voglio più vedere?
No,
perché sei mio
cugino, il mio migliore amico, il padre di mia figlia,
l’unico che ci sia
sempre stato.
Sì,
perché nei
sotterranei, non tanto lontano da qui, c’è il
primo ragazzo che abbia mai amato
e che sia riuscito a rendermi felice, anche se, a dire il vero, il
primo a
riuscirci sei stato tu, quando a sette anni mi hai ceduto
l’ultimo pezzo di
cioccolato. Era Pasqua, ricordi?
Da brava ragazza
quale
ero, dovrei risponderti che no, tra noi non ci sarà mai
niente se non tanto
affetto. Da ragazza madre quale sono ti direi che sì, forse
qualcosa tra di noi
potrebbe esserci, se solo non avessimo questo stupido sangue di mezzo.
Se solo
la legge magica non ce lo proibisse da quando, dopo la guerra, per
“depurificare” le famiglie purosangue, hanno
impedito i matrimoni tra cugini.
Sono confusa, tremendamente confusa: amare Scorpius è
l’abitudine, amare te è
la consapevolezza di essere cresciuta. Dicono che
“confusione” sia una parola
che abbiamo inventato per indicare un ordine che non si comprende. E
allora
spiegamelo tu quest’ordine. Spiegamelo perché
davvero non so come uscirne.
Aiutami come quando da piccola non riuscivo ad allacciarmi e scarpe e
spendevi
ore ad insegnarmi perché, nonostante avessimo la stessa
età, tu avevi già
imparato. Non voglio rimanere zitta come prima, voglio agire: mi
avvicino e ti
abbraccio forte. Ti prego, Godric, fa’ che capisca.
-Che significa?-
Una
lacrima mi riga il volto.
-Che questi
ormoni
fanno schifo.- Rispondo cercando di sorridere. Come se fosse facile.
Lui fa una
smorfia.
-Scusa se ti ho
messa
in difficoltà.- Come fa ad averlo capito da un abbraccio?
Insomma, era quello
che speravo, però non credevo di essere stata tanto
eloquente con un semplice
gesto.
-Niente. Non sei
tu,
sono io che…-
-Rosie, non
c’è
bisogno, davvero. Se non vuoi parlarne…-
-NO! Ho bisogno
di
parlarne, ti prego.-
-Va bene, allora
dimmi.-
-Ho paura.- dico
secca.
-Credo sia
normale,
stai per diventare madre.-
-Non in quel
senso.
Sono confusa, ho paura dei miei sentimenti, ho paura di amare.-
-Tutti ne
abbiamo,
l’amore è sempre molto pericoloso. Spesso non
facciamo altro che titubare nella
vita quando si tratta di amore proprio perché crediamo che
il gioco non valga
la candela.-
-Scorpius non ha
paura.-
-Scorpius HA
paura.
Altrimenti non si sarebbe isolato così tanto dopo quello che
è successo,
altrimenti non avrebbe aspettato un anno prima di chiederti di uscire.-
-E tu, che ne
pensi tu,
Al?-
-Penso che valga
la
pena rischiare, ma che poi si debbano accettare le conseguenze,
qualunque esse
siano.- E lo pensa davvero, perché quello che fa da una vita
è rischiare per me
e pagare per i suoi errori. Evidentemente è destino di chi
si chiama Severus
essere sfortunato in amore. E anche di chi si chiama Rose.
Chissà che due
elementi sfortunati come noi, insieme, non riescano a mettere al mondo
un
esserino fortunato?
-Hai ragione,
bisogna
rischiare.- commento io. Mi avvicino e provo a baciarlo. Non so
perché: è un
gesto stupido, ma spontaneo. Penso solo che in fondo la mia
è una forma d’amore
e che quello lì è il padre di mia figlia e che la
ama tanto quanto me, o forse
anche di più. Tuttavia, lui mi blocca.
-Sarebbe un
errore.-
dice freddamente e faticando parecchio per trattenersi.
-La prima volta
è un
errore, la seconda è una scelta.- replico io. Mi adoro
quando sono così logica,
saggia, profonda e poco modesta. E se un secondo sono a terra, quello
dopo sono
tra le braccia di mio cugino.
E
con la Vergine in prima fila
E
Bocca di Rosa poco lontano
Si
porta a spasso per il paese
L’amore
sacro e l’amor profano.
Angolo
di Harry Potterish
Salve, mie
adepte! Se
avete superato lo scoglio dello scorso capitolo, complimenti, avete
tutta la
mia stima! Tuttavia, dovete essere davvero delle supereroine per
reggere questa
botta… Libere di decidere se volete mantenere la vostra
salute mentale oppure
no.
Chi ha letto la
mia
long precedente lo sa: io sono pro salti temporali, quindi da qui in
avanti ne
vedrete un bel po’. Per capire bene
è importante leggere con attenzione
e ricordare i dettagli, avere pazienza, leggere le due raccolte di
drabble che
pubblicherò alla fine e, soprattutto, chiedere! Io ci sono
per qualsiasi dubbio
che so non sarà risolto dalla storia!
Ora, il capitolo
è
bello lunghetto (12 pagine di Word, tanto per intenderci, e per me, se
si
tratta di una long, è tanto!) e, d’ora in avanti,
ce ne saranno sempre di più
così. La storia non ha perso il sarcasmo e la simpatia,
tranquille, solo che
dovrò integrare anche momenti di riflessione, come avrete
notato, altrimenti
non capite niente! O forse vi confondo soltanto le idee, questo dovete
dirmelo
voi!
Ho deciso di
chiudere
con alcuni di versi di “Bocca di Rosa”, canzone che
trovo bella e abbastanza
adatta all’ultima scena. Se non si fosse capito, Albus
rappresenta l’amor
profano e Scorpius l’amore sacro. Tuttavia, sulle note di
“Rumour Has It” è
stato scritto il capitolo, quindi si presta di più.
Comunque, chiedo scusa a De
André per questo affronto, le sue canzoni non sono degne di
me.
Albus e Rose.
Rose e
Albus. Lui è un ragazzo innamorato, maturo (?) per la sua
età. Rose, invece,
non la commento neanche più. L’ho creata io e la
strozzerei io stessa ogni tanto,
e non so nemmeno perché. Sta diventando sempre
più confusa e strana e…
Ma non posso
parlare
io! Le recensioni a che cosa servono, allora?
Ricordatevi la
cioccolata piccante e le fragole… E ho detto tutto.
Grazie a quelle
pie
donne di __Giuuu, Eugy,
Cloe_Black, JennyBlaBla, ZetaDreams,
martachiu_95, MaraMalfoy, flors99, CharmedAlis, Ceci Weasley, Ismene_ per
le loro recensioni.
Grazie alle
sedici
persone che mi seguono, alle due che hanno inserito la storia tra le
ricordate,
alle cinque che l’hanno messa tra le preferite e a tutte voi
che
silenziosamente leggete!
Adesso dovrei
dirvi di
recensire, giusto? Bene, allora, datevi da fare: distruggetemi
psicologicamente, criticatemi, ditemi che sono una pazza pervertita,
siate
perfide fino al midollo, dimostratemi che sono riuscita a trasmettermi
la
cattiveria e il sarcasmo via internet (scherzo, voi siete brave
ragazze, mica
come me e Rose!), insomma… RECENSITE!
Al prossimo
capitolo
(non vedo l’ora di pubblicarlo, è uno dei miei
preferiti), che sarà ispirato ad
un’altra canzone, che dà il titolo ad un film
molto divertente, dal quale ho
“rubato” anche due citazioni…
A chi lo
indovina, invierò
via mp uno spoiler del prossimo capitolo (anche se forse vi ho fatto
una
domanda troppo facile… Poi non ditemi che sono
cattiva…)!
A presto, mie
care
lettrici
Harry Potterish
|
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Capitolo 8 *** Notte prima degli esami ***
Attenzione!
Il
capitolo è stato scritto sulle note di “Notte
prima degli esami” di Venditti,
anche se non so bene che cosa c’entri con il testo. Se volete
ascoltarla mentre
leggete, bene, altrimenti ricordate soltanto che ho preso due citazioni
dall’omonimo film ambientato negli anni Ottanta. Buona
lettura.
A
chi odia gli esami, ma sa che un giorno rimpiangerà le
cavolate fatte ai tempi
della scuola
E,
naturalmente, a __Giuuu, alla quale
dovrei dedicare ogni singola parola che scrivo, ma siccome non posso
farlo, mi
limito a dirle semplicemente grazie.
8.
Notte
prima degli esami
Gli esami sono
terribili anche per i meglio preparati, perché il
più stupido tra gli stupidi
–leggi esperto del Ministero che ha finito Hogwarts
cent’anni fa e si ricorda a
malapena il proprio nome- può fare domande cui il
più saggio tra gli uomini
–leggi studentessa che si è ammazzata sui libri di
scuola per cinque interi
anni- non è in grado di rispondere. Ecco, credo che questa
frase racchiuda al
meglio lo stress da G.U.F.O. Se ci aggiungete il fatto che sono
incinta, che
sono innamorata di Scorpius Malfoy e contemporaneamente di mio cugino
Albus e
che a breve compirò sedici anni, avrete il quadro completo
della mia vita
attuale. Uno schifo totale, tanto per intenderci.
***
Quando
l’ultimo giorno
di
scuola, dell'ultimo anno del livello G.U.F.O. suona la campanella
dell'ultima
ora, tu sei convinta che quello sia l'ultimo secondo della tua
adolescenza.
Senti il bisogno di sottolineare l'evento con una frase storica tipo:
"Essiccati
Gazza, vecchia prugna" oppure "Campioni del Mondo, Campioni del
Mondo, Campioni del Mondo!". Nelle vene inizia a scorrere una
quantità
incalcolabile di adrenalina e, per una qualche strana ragione
sconosciuta agli
esseri umani, ti senti potente. O, alternativamente, nella merda fino
al collo.
Dipende dai punti di vista. Io voglio prendermi questi giorni prima
dell’inizio
degli esami per riposarmi e riflettere un po’. Sempre che
riesca a stare sola
per più di due secondi.
-Ehi Rosie,
finalmente
è finita, eh?- mi aggancia Lily neanche un minuto dopo il
suono della
campanella.
-Finita?
Scherzi? Ora
ci sono gli esami! E anche tu, se non sbaglio, devi sostenere le
verifiche di
fine anno.- le faccio presente con cipiglio severo. Scusa Danae se
assomiglio
sempre di più a mia madre.
-Sì,
sì, lo so, ma non
sono così importanti. Sono solo un proforma: alla fine
promuovono tutti.- In effetti
ha ragione, altrimenti mio fratello sarebbe ancora fermo al primo anno,
quindi
lascio cadere la discussione e riprendo a camminare per la scuola
facendomi
precedere dalla mia pancia. Destinazione: Lago Nero. Vedo che Lily
continua a
seguirmi, quindi mi decido a chiederle se abbia bisogno di qualcosa.
-Nulla, pensavo
che
avessi voglia di avere un po’ di compagnia. Ho notato che
negli ultimi tempi
stai sempre sola…- si affretta a rispondere lei.
-Io non sono
sola.-
ribatto secca, e me ne pento l’istante dopo: Lily mi ha
sempre aiutata, non
merita che la tratti così malamente. Ma io non sono certo il
tipo che si piega
a chiedere scusa alla gente.
-Merlino, Rose!
Sai che
intendo dire! Siete sempre tu e mio fratello, mio fratello e te, sempre
insieme, ovunque! Nelle ultime due settimane ti ha addirittura
riaccompagnata
al dormitorio fino al quadro della Signora Grassa. La gente sta
iniziando a
pensare male, non so se capisci…- E che pensino male! Tanto
ormai, per quanto
assurdo possa sembrare ciò che dicono, nella maggior parte
dei casi sarà la
verità.
-Nel caso in cui
non te
ne fossi accorta, sto per avere un figlio da lui, quindi direi che sia
piuttosto normale il fatto che abbiamo deciso di trascorrere
più tempo
insieme.-
-Pensavo che
amassi
Malfoy. Non capisci che così lo allontani?- E che
ca…lderone! Anche tu con
questa storia, no!
-Senti Lils, non
ho
voglia di mettermi a litigare quindi, a meno che tu non abbia qualcosa
di
concreto di cui parlarmi, preferirei essere lasciata sola.- Confermo:
la maternità
aiuta il mio self-control.
-Concetto
afferrato:
sei smaronata…-
-Linguaggio
Lily!- la
interrompo come una madre rompiscatole.
-… e
non sai come
gestire i tuoi sentimenti perché sono più confusi
delle idee di Hugo sulla
Divinazione.-
-Come se
qualcuno sia
mai riuscito a capire quella stupida materia!- ribatto nella speranza
di
distogliere la sua attenzione dall’argomento principale.
-Comunque,
volevo solo
ricordarti che alla fine dei G.U.F.O. cadrà il tuo
compleanno. Sai, non vorrei
che, con tutto quello che è successo, tu te ne fossi
dimenticata!-
-Lo so, lo so.
Ma
questo cosa c’entra?-
-Come cosa
c’entra?
Compi sedici anni Rose! Sono un’età
importantissima! Io, per i quattordici, due
settimane fa, ho organizzato una festa. Non dirmi che tu hai intenzione
di non
fare nulla.-
-Se non lo
avessi
notato, non mi trovo nella condizione migliore per dare una festa.-
dico
indicando la pancia.
-Ma che problema
c’è?
Penserò io a tutto! Bene, ora che ho la tua approvazione,
posso iniziare con i
preparativi: miseriaccia, manca davvero poco!- Detto ciò, si
avvia velocemente
alla ricerca di qualcuno da coinvolgere in questo folle progetto. Provo
a
gridarle che no, non ho approvato e non voglio una festa, ma sembra
inutile.
Continuo imperterrita a camminare, cercando di digerire questa
novità e
finalmente giungo sulle sponde del lago. Trovo che siano un posto
rilassante e
dove ci sia la giusta tranquillità per leggere, ma allo
stesso tempo ci sia
anche quel pizzico di brivido dettato dalla presenza della Piovra
Gigante.
Mi sdraio sul
prato e
comincio a leggere “Il conte di Montecristo” per
l’undicesima volta. E tutte le
volte non posso fare a meno di immaginarmi Edmond Dantès
come l’uomo dei miei
sogni: tuttavia, forse non è proprio il momento adatto per
inserire un altro
uomo nella mia vita sentimentale. All’improvviso,
un’ombra oscura la mia
visuale. Rettifico tutto ciò che ho detto in merito alla
tranquillità: se
volete stare soli, non andate in riva al Lago Nero, perché
sarà proprio il
primo posto dove verranno a cercarvi.
-Vedo che sei
immersa
in una lettura impegnativa.- commenta sarcastico.
-Non offendere
il
conte, Al! Sai che è il mio libro preferito!-
-E chi lo
offende? Dico
solo che dovresti studiare: dobbiamo dare un buon esempio a Danae.-
-E tu, come mai
non stai
studiando?-
-So
già tutto quello
che devo sapere: voi state bene. Per oggi ho dato.- Non posso fare a
meno di
arrossire. Dopo quel giorno la nostra è diventata una
relazione complicata:
platonica, con qualche bacio rubato qua e là e tanti, tanti,
troppi sottintesi.
-Ti ha dato
problemi
oggi?- mi domanda, come d’abitudine.
-Mh mh. Ho
vomitato
stamattina e oggi pomeriggio ha calciato più del solito,
però tutto nella
norma. Piuttosto, tu che hai un certo ascendente su tua sorella,
dovresti farmi
un favore.-
-Sentiamo.-
-Non potresti
toglierle
dalla testa questa stupida idea di programmare una festa per il mio
compleanno?
Non ne ho proprio voglia…-
-Veramente, mi
ha già
trascinato nell’organizzazione e devo dire che credo sia una
trovata geniale.-
-Ma sono
incinta!-
-Appunto! Hai
bisogno
di svagarti un po’: questo sarà il tuo ultimo
compleanno da ragazza adolescente
e spensierata, goditelo! Ti prometto che farò del mio meglio
perché ci siano
meno alcoolici possibili.-
-Siete due
traditori.-
sibilo tra i denti.
-No, ti vogliamo
bene.
Un giorno ci ringrazierai.- Sorride e mi scompiglia i capelli, poi si
mette in
silenzio a leggere il volume di Pozioni che ha con sé. Anche
io mi immergo di
nuovo nella lettura, ma non riesco a concentrarmi. Ultimamente la
presenza di
Albus mi fa questo strano effetto: forse è semplicemente la
piccola che si
accorge di avere accanto il papà, perché comincio
a sentire un subbuglio
interno alquanto sospetto. È sicuramente quello, con
Scorpius non è mai
capitato. Alzo lo sguardo perché due ragazzini hanno perso
la palla con cui
stavano giocando e vorrebbero che gliela passassi. Faccio un tiro
pessimo –io e
lo sport siamo come il diavolo e l’acqua santa e non credo ci
sia bisogno di
specificare quale sono io- e, alle loro spalle, scorgo Scorpius che sta
guardando nella mia direzione. È solo, come sempre da dopo
le vacanze di
Pasqua, poiché ha deciso di isolarsi dal mondo. In fondo, a
me non è andata
tanto male, visto e considerato che mi ritrovo con una figlia, una
bella
famiglia, una migliore amica e un… Albus –non
saprei bene come definirlo
altrimenti. Lui, invece, non è riuscito a trovare nessuno
che lo facesse
sorridere di nuovo. Al mi fa una domanda di Pozioni, ma sono tanto
distratta da
non riuscire a sentire neanche tutte le sue parole.
-Ehi, Rosie!
Hogwarts
chiama Rose, ci sei?-
-Sì,
dicevi?-
-Volevo sapere
se il
Distillato della Pace avesse effetti collaterali, visto che da qui non
si
capisce.-
-No, non ne ha.-
rispondo sbrigativa, senza nemmeno guardarlo. Pessima scelta:
immediatamente
Albus inizia a seguire la direzione dei miei occhi e capisce.
-Ah,
è lui.- commenta
secco. –Senti Rose, se vuoi andargli a parlare…-
-No, no, no! Non
c’è
problema, è solo che credevo mi stesse fissando…
A dire la verità sono un po’
paranoica negli ultimi tempi, perché non è la
prima volta che mi capita di
avere questa sensazione, però magari sbaglio…-
-Non sbagli.
Quando
siamo a colazione non ti fissa, ti consuma. Ti cerca sempre con gli
occhi: è il
suo modo per controllarti, per dimostrarti che tiene ancora a te. Lo
faceva
anche prima che vi metteste insieme, solo che tu non te ne sei mai
accorta.-
-Oh. Beh, ma ora
non
stiamo più insieme, quindi deve farsene una ragione.-
-Rosie, credo
sia
normale che cerchi di controllarci, dopo il piccolo scherzetto che gli
abbiamo
fatto. E poi, come potrebbe farsene una ragione lui se tu per prima non
credi a
quello che dici?-
-Cosa vorresti
insinuare?-
-Non insinuo
nulla.
Dico solo che non lo hai dimenticato: è la
verità. Nulla di più, nulla di
meno.-
-Senti,
è vero, forse
ho un po’ di confusione in testa in merito ai miei sentimenti
al momento…-
-Un
po’?- mi interrompe
lui, con un tono che non saprei se definire sarcastico o retorico.
Fingo di non
averlo sentito e continuo.
-…però
ora ci sei tu,
c’è Danae, ci sono gli esami e non voglio pensare
a nient’altro.- concludo,
fiera della mia logica, che tanto so già verrà
distrutta nell’arco di cinque
secondi dai ragionamenti filosofici di mio cugino.
-Hai detto bene,
Rosie.- Sul serio? –Tu non vuoi pensare a
nient’altro, ma non ne sei capace.-
Ecco, ve lo avevo detto che sarebbe successo, no?
-Senti, Scorpius
è
anche il mio migliore amico e mi manca terribilmente, quindi credo che
dovremmo
parlargli entrambi.-
-Tu dici?-
domando
nella speranza che mi dica che è tutto uno scherzo. Ho
chiuso con i discorsi
difficili e imbarazzanti: Danae, credo che sarà la nonna a
parlarti di api e
fiori.
-Mai stato
più sicuro
di me. Abbiamo aspettato anche troppo: andiamo.- Si alza in piedi con
un salto
e mi tende la mano per aiutarmi. In un primo momento non voglio
seguirlo, poi
penso che forse parlare con Scorpius potrebbe aiutarmi a chiarire i
miei
sentimenti. In fondo, io ho iniziato ad avvicinarmi ad Al solo dopo che
lui mi
ha lasciata ed ho cominciato ad odiarlo/amarlo solo per questo, quindi
chiarire
potrebbe essere la soluzione. Ha senso?
Camminiamo
lentamente
verso la nostra meta con la scusa che io non devo affaticarmi troppo.
In
realtà, entrambi abbiamo paura dello scoglio che stiamo per
affrontare e
vogliamo rimandare il momento il più a lungo possibile. Mi
guardo intorno come
se fossi una condannata a morte che si avvia al patibolo e vuole
nutrirsi della
felicità altrui per morire sorridendo. Sulla destra il Lago
Nero, imponente,
calmo, con un piccolo isolotto al centro e un tentacolo della Piovra
Gigante
che spunta fuori a salutare e a fare ombra agli studenti che leggono
sulla
riva. Sulla sinistra alcuni ragazzi che giocano a palla, due o tre
coppiette
felici, mio fratello e James che si vantano della loro bravura a
Quidditch e due
ragazzi seduti con la schiena contro un albero mano nella mano.
Quell’albero è
speciale: lì ho fatto amicizia con Scorpius, lì
ho dato il mio primo bacio –non
a Scorpius si intende- e lì ho tanti bei ricordi, alcuni che
vedono
protagonisti Albus ed altri Scorp. Potrei essere io quella ragazza.
Potrei, ma
non lo sono. Perché la mia vita ha deciso di diventare
dannatamente complicata
senza dirmelo?
Quando
finalmente
arriviamo a destinazione, ci fermiamo in silenzio accanto a lui senza
sapere
cosa dire. Alla fine scatta in piedi e si rivolge a noi con aria
arrabbiata.
-Scusate se vi
ho
rubato il posto. Prego, accomodatevi. Tolgo il disturbo.- Le sue parole
trasudano odio e disprezzo, ma soprattutto delusione e rancore. Io
chino il
capo in segno di resa, ma Al, nonostante si renda conto che parlare con
Scorpius significhi allontanarsi da me, capisce quanto ne abbia bisogno
e lo
blocca, trattenendolo per un braccio.
-Siamo qui per
parlarti.- dice con lo stesso tono freddo e distaccato.
-Ci siamo
già detti tutto
quello che c’era da dire.- Cerca nuovamente di andarsene e ce
la farebbe,
perché questa volta Al non lo ha trattenuto: vuole che sia
io a reagire, a
dimostrare di desiderare questo confronto. Così, mi metto ad
inseguirlo a passo
sostenuto e urlandogli contro.
-Scorpius
Hyperion
Malfoy, sei un codardo! Dopo mesi che non ci rivolgi la parola, e anche
a
ragione, noi proviamo a chiarire, a spiegarti la situazione, e te ne
vai come
un bambino? Che razza di persona sei?- Mi accorgo di avere esagerato
non appena
noto diverse paia di occhi puntati su di noi: una svolta nel triangolo
Weasley-Potter-Malfoy deve essere considerato un avvenimento
particolarmente
emozionante e, soprattutto, più interessante dei libri di
scuola. Lui si
avvicina a me per parlarmi: la sua voce è solo un sussurro,
ma riesce
ugualmente a mettermi in soggezione.
-Weasley, stai
attirando l’attenzione. Di nuovo. Non me ne frega un cazzo
delle scuse tue e
del tuo amichetto, lasciatemi in pace.-
-Perché
mi fissi?-
trovo il coraggio di replicare.
-Io non ti
fisso.-
ribatte lui, ma poco convinto delle proprie parole.
-Oh,
sì, lo fai.
Esattamente come al terzo anno, esattamente come quando ti piaceva! Non
negarlo
Scorp, tu la ami ancora!- mi supporta Albus. Grazie di esistere
cuginetto.
-Questo non ti
riguarda, Potter. E comunque, per te, sono solo Malfoy.- Mio cugino ci
rimane
visibilmente male: sarebbe stato meglio che avesse cominciato ad
urlare, che
gli avesse detto quanto lo odiava esplicitamente, piuttosto che in
questa
maniera tanto allusiva e brutale.
-No, tu non
sarai mai
Malfoy per me. Tu sei il mio migliore amico. E un’amicizia
durata cinque anni
non si cancella così facilmente.-
-Potter,
definisci il
concetto di amicizia. Perché se per te amicizia significa
andare a letto con la
ragazza del tuo migliore amico, allora potrei anche pensare di farmi
tua
sorella.- Oh, oh. Questa volta ha esagerato. Ci sono solo tre cose che
non
dovete toccare ad Al: la sua collezione di figurine delle Cioccorane,
io e
Lily. Infatti, non fa in tempo a mettere su quel ghigno sarcastico che
mi ha
fatto innamorare anni fa, che si ritrova con un bel pugno in faccia.
-Prova a ridire
qualcosa su mia sorella e sei morto.- sibila mio cugino e, per quanto
minuto
possa essere, è terrorizzante. Ora capisco perché
è finito a Serpeverde.
-Ok, adesso
basta.- mi
intrometto io, prima che scoppi una rissa. –Abbiamo
sbagliato, è vero, ma ci
dispiace. Albus ha ragione: non possiamo mandare a puttane cinque anni
per soli
dieci minuti. Risalenti alla notte di Capodanno, per giunta!-
-Merlino
Weasley, ti
facevo più intelligente! Ti rendi conto che avrete una
figlia? Non è una roba
da poco! Come potrò vivere vedendo quella bambina
scorrazzare per casa e
sapendo che non è mia?-
-Senti, hai
ragione, ho
sbagliato. Però, ti prego, prenditela con me, non con Rose.
Io l’ho tentata, io
l’ho convinta a portare a termine la sua vendetta contro
Dominique, io non ho fatto
gli Incantesimi Anticoncezionali. È colpa mia. Spero solo
che un giorno potremo
tornare ad essere quelli di sempre, anche se so già in
partenza che non accadrà
mai.- Ecco, tu dimmi Scorp come si fa a dire di no a quegli occhioni da
cucciolo. E poi, il modo in cui mi ha difesa è commuovente:
l’avete sentito
quanto è dolce?
-Tra me e la
Weasley
non ci sarà più niente perché sento di
non potermi fidare di lei.- Una mazzata
al cuore. Forse è meglio così: so che a lui devo
rinunciare perché non mi vuole
più. Non dovrò scegliere. Sì, in fondo
preferisco questa soluzione.
-Per quello che
riguarda noi, Potter, non saremo più amici. Ma non per il
tradimento e nemmeno
per la bambina. Solo perché anche tu la ami, forse
più di me, e quando c’è di
mezzo una donna l’amicizia non può esistere.-
Ecco, questa direi che è una
mazzata al cuore per Albus, che rimane a fissarlo in silenzio,
imbambolato.
-Credevi che non
me ne
fossi mai accorto? Il modo in cui la guardavi era lo stesso in cui la
guardavo
io, come ne parlavi e quanto ne parlavi: di qualunque cosa si
trattasse, c’era
sempre lei di mezzo. Non ero geloso di te perché eravate
cugini, ma
evidentemente sbagliavo. Pensavo di potermi fidare di te,
perché eravamo amici,
ma ho sbagliato anche sotto questo aspetto. Mio padre aveva ragione:
voi
Weasley-Potter siete la rovina del mondo magico.- Detto questo, se ne
va, con
un’uscita di scena piuttosto teatrale e melodrammatica. Una
musica triste di
sottofondo completerebbe il momento perfettamente. Una lacrima mi riga
il viso,
perché so che, pur non dovendo pormi più il
problema di chi debba scegliere,
Scorpius Malfoy è una parte importante della mia vita e non
posso farne a meno.
Albus mi abbraccia forte e prova a calmarmi, anche se in questo momento
sarebbe
lui ad avere bisogno di me: in pochi minuti ha avuto la conferma di
aver perso
il suo migliore amico e di avere tra le braccia una ragazza che non
potrà mai
avere e rendere felice appieno.
***
Lunedì-
Incantesimi
La piuma scorre
veloce
sul foglio: le domande sono una più facile
dell’altra e continuo a domandarmi
perché le persone temano tanto gli esami. Io li trovo
quasi… piacevoli. Sono un
modo per mettersi alla prova, per testare i nostri limiti, capire se
sappiamo
rendere sotto pressione oppure no. Questa mattina ho già
vomitato, però la
piccola è in movimento: continua a calciare e non capisco
perché. Cerco di
concentrarmi sulla domanda, l’ultima tra l’altro: Descrivi il movimento ed enuncia la formula di un
Incantesimo
Rallegrante. Ok, è facile, questa la so. Mentre
sto per scrivere, arriva un
calcio più forte degli altri, così forte che
emetto un gemito. Alzo gli occhi
per controllare di non aver disturbato e vedo Albus accanto a me che mi
fissa
sorridendo. Mi riconcentro sul compito, ma come mai, essendomi
distratta per un
momento, al posto della risposta, scrivo il suo nome?
Martedì-
Trasfigurazione
L’esame
teorico è stato
facilissimo, mentre la pratica mi terrorizza. Per trasfigurare bene un
oggetto
è necessario essere concentrati e io ho la testa altrove. Ho
la testa su un
paio di occhi di ghiaccio e dei capelli biondi che tormentano i miei
sogni. Ho
la testa su due occhi verdi e una capigliatura corvina e spettinata che
è
sempre presente in ogni istante della mia vita.
-Prego signorina
Weasley, vorrei che trasfigurasse questo topo in una tazzina.-
-Fereverto- dico
decisa, con un movimento secco del polso. E il topo diventa una tazza
verde
dalle striature argentate.
Mercoledì-
Erbologia
Neville ha
disposto una
serie di piante sulla cattedra: noi dobbiamo riconoscerle e descriverne
le
caratteristiche principali.
Soggetto
1- Tranello del Diavolo: pianta dalle lunghe radici che cercano di
strangolare
chiunque le si avvicini. Si distrugge con l’incanto Incendio.
Soggetto
2- Mandragola: pianta il cui pianto è potenzialmente letale.
Le radici della
pianta adulta sono un ottimo rimedio contro la pietrificazione.
Soggetto
3- Bubotubero: pianta il cui pus distillato può essere usato
per curare l’acne,
mentre, se non filtrato, causa irritazioni cutanee. Il pus viene
rilasciato
come forma di difesa della pianta.
Soggetto
4- Mimbulus Mimbletonia: pianta simile a un cactus grigio con pustole
al posto
degli aghi. Secerne, se attaccata, la puzzolinfa, una sostanza viscida
e
appiccicosa.
Soggetto
5- Orclumpo: originario della Scandinavia, questo fungo
dall’aspetto carnoso è
di colore rosa o arancio ed è diffuso in tutto il Nord
Europa. Per gli gnomi è
un cibo prelibatissimo. Le spore degli orclumpi sono ingredienti usati
in
alcune pozioni, come l'antidoto ai veleni comuni.
Soggetto
6- Geranio zannuto: pianta carnivora esotica.
Soggetto
7- Frullobulbo: Pianta innocua che viene tenuta per scopo ornamentale
nelle
case. È spesso facilmente confusa col pericolosissimo
Tranello del Diavolo.
Termino di
scrivere e
consegno il foglio: non vedo l’ora di andarmene da questo
luogo umido. Quando
esco ed apro la borsa per tirare fuori il diario, mi ritrovo una rosa
gialla,
una tea, tra le mani.
-Che bella Rose!
Però sai
che Neville si arrabbierà nero quando scoprirà
che l’hai rubata, vero?- mi
domanda Al. Mi limito ad annuire, mentre ammiro alle mie spalle un
biondo
imbarazzato che finge di non notarmi.
Giovedì-
Difesa Contro Le Arti Oscure
Quesito
n.° 5: Parla dei Mollicci. Mollicci, terzo
anno. Mutaforma che
assumono l’aspetto di ciò che temiamo di
più. Che cosa sarebbe per me? La prima
volta che ne ho incontrato uno ha preso le sembianze di mia madre che
mi
gridava addosso che ero una fallita. Oggi, forse, sarebbe il cadavere
di Albus
o Scorpius o, ancora peggio, quello di mia figlia.
Quesito
n.° 6: Parla dei Dissennatori e dei Lethifold. Creature
oscure molto simili: entrambe assorbono tutta la felicità
che hai in corpo. Più
o meno come gli eventi che mi stanno coinvolgendo in queste ultime
settimane. I
primi, un tempo a guardia di Azkaban, sono più pericolosi
perché possono
succhiarti via l’anima. L’unico modo per
allontanarli è l’Incanto Patronus, un
incantesimo molto complesso che consiste nell’evocare una
figura animale
tramite l’aiuto di un ricordo felice. La formula è
“Expecto Patronum”. Io non
sarei in grado di farlo. Tutti i miei ricordi felici riguardano Albus o
Scorpius e, in questo momento, non potrei proprio definirmi pienamente
felice
vicino a nessuno dei due.
Venerdì-
Antiche Rune
La traduzione
che ho
prodotto ha abbastanza senso. Parla dell’importanza del Patto
di Birmingham
nella rivolta dei folletti del 1677. Non ricordo solo il significato di
una
Runa. Mi guardo intorno alla ricerca di Albus, ricordando poi che lui
non
frequenta questo corso. Scorpius sì, però: se
solo fossimo ancora in buoni
rapporti… Lui è seduto dietro di me e deve
vedermi preoccupata: è mezz’ora che
ripeto a mezza voce la parola “ahiwez”. Quando il
tempo sta per scadere, un
bigliettino atterra sul mio banco. Nella calligrafia ordinata di
Scorpius c’è
scritto semplicemente FIDUCIA.
Lunedì-
Pozioni
Il Distillato
della
Pace è una delle pozioni più difficili che abbia
mai preparato. Consapevole del
fatto che me l’avrebbero chiesta, però,
l’ho studiata con attenzione. Sta venendo
talmente bene che quasi quasi ne rubo un po’ da somministrare
a Scorpius e Al.
Possibile che tutto in questi esami mi ricordi loro? Anche stamattina
l’esame
di teoria non è stato da meno. Descrivi
la pozione più pericolosa che conosci. L’Amortentia,
il filtro d’amore più
potente al mondo. L’amore, purtroppo, non si può
creare artificialmente: quella
generata dall’Amortentia è solo
un’ossessione. Ha un colore madreperlaceo e
assume il profumo di quello che ci piace di più. Io sento
odore di fragole,
cioccolata piccante e tee.
Martedì-
Cura Delle Creature Magiche
Quesito
n.° 30: Parla degli unicorni. Gli unicorni
sono
animali bellissimi, puri. Preferiscono la presenza femminile e il loro
sangue
può rendere immortali se bevuto regolarmente. Tuttavia, solo
un essere abbietto
si abbasserebbe ad uccidere una creatura tanto bella: si rischia di
essere
dannati in eterno. Un po’ come me, un po’ come mio
cugino, un po’ come quella
povera bambina che porto in grembo e tutti considereranno per sempre un
errore.
Consegno il foglio e passo alla parte pratica: dobbiamo prenderci cura
per un’ora
di una creatura magica estratta a sorte. A me tocca un Kneazle e,
essendo
cresciuta con Grattastinchi1, non mi risulta
tanto difficile.
Inoltre, se non riesco ad occuparmi di quest’animale, come
potrò essere una
buona madre?
Mercoledì
notte- Astronomia
Sono distrutta:
non
capisco chi abbia avuto la geniale idea di inserire anche
l’esame pratico di
Astronomia. Come si può pretendere che dei ragazzini siano
lucidi a mezzanotte se
non lo sono nemmeno di giorno? Albus si è posizionato nel
telescopio accanto al
mio per controllare che riesca a reggermi in piedi fino alla fine
dell’esame.
Dopo circa un’ora, ho quasi completato la mia carta, manca
solo una
costellazione. Guardo meglio attraverso il telescopio: oh, miseriaccia,
non è
possibile! Scorpio.
Giovedì-
Storia Della Magia
Consci del fatto
che
nessuno è tanto stupido da seguire questo corso ai M.A.G.O.,
i professori ci
hanno fatto svolgere quest’anno il programma di storia
contemporanea. Ergo, ho
dovuto scrivere per Ruf circa dieci temi su quanto siano migliori i
miei
genitori rispetto a me.
Quesito
n.° 30: Descrivi le cause che hanno portato alla caduta del
Signore Oscuro. Ma
chi ha scritto il questionario: un Mangiamorte? Va bene, allora diciamo
che zio
Harry si è fatto un viaggetto attraverso
l’Inghilterra e ha distrutto sette
Horcrux, diciamo che Voldemort –perché ormai
è morto e possiamo anche chiamarlo
così- non conosceva l’amore e bla, bla, bla. Se ci
penso bene, se lo zio fosse
morto, Albus non sarebbe mai nato e io avrei solo Scorpius. Anzi no,
non sarei
nata neppure io, quindi meno problemi per tutti.
Non vedo
l’ora che
questo esame finisca. Poi sarò libera. Libera di essere
un’adolescente
depressa. Libera di stare sola. Libera di seguire quei cazzo di corsi
che mi
pare. Libera di crescere e prepararmi ad essere una buona madre. La
campanella
suona e tutti si fiondano fuori dall’aula. Lì ci
sono Lily ed Al ad aspettarmi.
In fondo al corridoio c’è Scorpius che mi fissa.
-Allora come
è andata?-
domanda Lily.
-Tutto bene.
Solo
domande sui nostri genitori, praticamente. Se non ho preso una E, poco
ci
manca.- commenta Al.
-Già,
confermo. Ora,
però, voglio solo riposarmi e preparare tutto il necessario
per l’arrivo di
Danae. Credo che per me sia giunto il momento di crescere, no?- domando
retorica.
-Non sono
d’accordo.
Dovrai aspettare ancora un po’ prima di crescere: ricordati
della tua festa di
compleanno di domani sera, signorina!- mi fa presente Lily.
Quando
l'ultimo giorno di scuola, dell'ultimo esame G.U.F.O. suona la
campanella
dell'ultima ora, sei convinto che quello sia l'ultimo secondo della tua
adolescenza.
"GRANDISSIMA
CAZZATA!"
Note
1 Grattastinchi
è per metà Kneazle.
Angolo
di Harry Potterish
Sono tornata!
Innanzitutto, chiedo scusa se ho deluso le vostre aspettative. Questo
è il mio
capitolo preferito per il semplice fatto che mi sono divertita troppo a
scrivere degli esami, nei quali Rose rivede Albus e Scorpius ovunque.
Povera
ragazza! Il programma degli esami è lo stesso seguito da
Harry, Ron ed Hermione
nel quinto libro.
Faccio i
complimenti a JennyBlaBla per aver
indovinato il film
e vi dico solo che con “Notte prima degli esami”
questa fic non ha ancora
finito. In uno degli ultimi capitoli troverete un’altra
citazione, però non vi
anticipo nient’altro. Perché proprio questo film?
Perché mi piace (il primo, si
intende, non il secondo) e anche se il titolo non c’entra
molto e pure
“Immaturi” ci sarebbe stato bene (come alcune di
voi hanno azzardato), è una
questione affettiva, capite?
La citazione
iniziale
(anche se un po’ modificata per aggiungere i commenti di
Rose) non so di chi
sia, ma non appena l’ho letta ho pensato che fosse perfetta!
Invece, "Essiccati Gazza, vecchia prugna", come avrete ben capito,
è un omaggio al celeberrimo "Essiccati Dursley, vecchia
prugna", detto da Hagrid nel primo libro. Che bei ricordi...
Ora, devo
seriamente
commentare quello che è successo? Devo davvero dirvi che
Rose è confusa,
Scorpius arrabbiato e Albus innamorato? Direi di no, anche
perché si nota
abbastanza bene.
Grazie a tutti
coloro
che hanno inserito la long tra le seguite/ricordate/preferite.
Grazie
a __Giuuu,
JennyBlaBla,
chibidaphne87,
Ceci
Weasley, martachiu_95,
ZetaDreams, CharmedAlis, flors99 ,
Ismene_ per
le loro recensioni.
Adesso voglio
sentire
il vostro parere! Commentate questo capitolo, ditemi chi volete
uccidere/abbracciare, chi volete che si metta con chi, fate pronostici,
distruggetemi, insomma, dite quello che vi pare, basta che parliate! ;)
Bene, dopo le
solite
raccomandazioni, mamma saluta le sue giovani adepte. Che cosa
succederà nel
prossimo capitolo?
Siccome oggi mi
sento
molto buona (ho fatto da poco la tinta viola,
non è fantastico? Sì, lo so, sono
completamente pazza), vi lascio con
uno spoiler:
-Rose…
Sei una pessima bugiarda, sai?- Ma davvero? Visti gli avvenimenti dei
mesi
scorsi avrei detto tutto il contrario!
-Giura
di non dirlo a nessuno.-
Accetto
scommesse e
pronostici di ogni tipo!
Alla prossima
Harry Potterish
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Capitolo 9 *** Quando la tua vita è un fiasco, non ti rimane altro che bere ***
Alle
nuove adepte
A
chi c’è sempre stato
A
chi si è sentito tradito almeno una volta
nella vita
9.
Quando
la tua vita è un
fiasco, non ti rimane altro che bere
Non
sono mai stata uno dei cosiddetti “animali da
festa”. E adesso
non rifilatemi tutte quelle baggianate di Aristotele sul discorso che
l’uomo è
un animale politico. Il fatto che non ami trascorrere notti intere in
uno
stanzino buio con altre cento persone, o forse più, che
nemmeno conosco, con il
rischio di ubriacarmi e di compiere cazzate, ecco, tutto ciò
non fa di me
un’asociale, mi rende semplicemente una persona che ama la
tranquillità. Le
feste che hanno meno senso, poi, sono quelle in occasione dei
compleanni:
perché bisognerebbe essere contenti del fatto che stiamo
invecchiando e ben
presto ci ritroveremo con la faccia piena di rughe? Perché
dovremmo essere
felici di conoscere tante persone che, ogni nuova persona che
incontriamo, ci
ricorderà qualcun altro? Io non voglio passare il resto
della mia vita
riconoscendo Scorpius o Albus negli altri. Io voglio gli originali.
Già, al plurale,
perché ho concluso che senza loro due non posso stare. Ma al
di là di quanto
sia incasinata la mia vita sentimentale… Io sto per compiere
sedici anni,
capite? L’anno prossimo sarò maggiorenne! In
America i ragazzi, a quest’età,
possono prendere la patente, bere alcoolici, fumare e compagnia bella.
Anche
se, ad essere onesti, non sono molto interessata a tutto ciò
–sia per
convinzioni personali, sia per ovvi motivi. In particolare, credo che
l’alcool
sia una fregatura di proporzioni cosmiche: sembra che ti aiuti a
dimenticare,
invece non fa altro che farti spiattellare tutta la verità
senza che tu te ne
renda conto. E, tanto per la cronaca, non è neanche la
soluzione ai problemi:
quelli sanno nuotare perfettamente. Non mi sono mai ubriacata in vita
mia. E
allora perché, negli ultimi tempi, mi gira la testa lo
stesso?
***
Lily,
in mio onore, ha fatto le cose in grande, non c’è
che
dire. La Stanza delle Necessità è stipata di
gente: ha invitato mezza, anzi no,
diciamo pure l’intera Hogwarts. Inutile dire che non conosco
buona parte di
tutta questa gente e che loro non sanno nemmeno perché sono
qui. Tra la folla
riesco a scorgere perfino alcuni primini un po’ spaesati, che
non capisco bene
perché abbiano deciso di venire: se per i più
grandi la ragione è ammazzare il
tempo, per loro qual è? A undici anni non possono essere
già fidanzati –e non
devono, hai sentito bene Danae?-, né bere alcoolici,
né apprezzare la musica
House che ci sta propinando il DJ –leggi, un ragazzo di
Corvonero che voleva
fare colpo su mia cugina. Sembrano divertirsi tutti moltissimo, tutti
tranne
me, ovviamente. Sono seduta in un angolino buio su un divano a mangiare
la mia
fetta di torta, cantando sottovoce “Tanti auguri a
me” e rimpiangendo i bei
vecchi tempi delle feste in famiglia, con tanto di torta, canzoncina e
regali.
Quest’anno i miei, i nonni, zio Harry e zia Ginny si sono
limitati ad inviarmi
una lettera con un po’ di Galeoni che mi saranno utili a
comprare il necessario
per Danae. Non che non li apprezzi, sia chiaro, però avrei
preferito qualcosa
di più… personale. Ad esempio, Albus mi ha
regalato un abito estivo pré-maman
molto bello e Lily… Beh, lei mi ha regalato la festa. Non ho
ricevuto
nient’altro, perché il resto dei famigliari sono
insensibili e alcuni, come
James, mio fratello e Fred, furbescamente, hanno aggiunto
all’ultimo secondo le
loro firme sul biglietto di Al: li ho colti in flagrante, ma non mi
sono
arrabbiata –almeno si sono preoccupati di non fare brutta
figura, al contrario
di altri. Sto riflettendo sul fatto che questo è il
compleanno peggiore di
sempre, quando mi si avvicina Lily.
«Ehi,
festeggiata! Non vieni in pista a divertirti?» mi
domanda con un sorriso a trentadue denti. Ci credo che è
felice: prima l’ho
vista ballare con il ragazzo che le piace! Almeno per una delle due la
serata
sta andando bene.
«Non
sono proprio nelle condizioni adatte per ballare, né
per bere, né per rimorchiare. Non posso fare niente! Era per
questo che non
volevo una festa.» le spiego con fare ovvio. A causa del
rumore avrà sentito sì
e no tre parole, ma forse è meglio così.
«Allora,
hai visto che successo ha riscosso il tuo compleanno?»
constata, aspettandosi una reazione gioiosa da parte mia.
«Lily,
non sono qui per me. Sono qui perché la scuola è
finita, è venerdì sera e non avevano niente di
meglio da fare.» commento acida.
Sto diventando scorbutica come una vecchia zitella, ma meglio
allenarsi, visto
che è quello che sono destinata a diventare.
«Ma
Rose, c’è tutta, e dico t-u-t-t-a, Hogwarts! Ti
rendi
conto? Sarà ricordata per sempre come la festa meglio
riuscita del secolo.»
«E
tu come la sua organizzatrice.» concludo io, capendo
finalmente dove voglia andare a parare.
«E
tu come la festeggiata!» prova a correggersi, rendendosi
conto di aver fatto una figuraccia. Le faccio segno che non ha
importanza, poi
mi sento in dovere di fare una precisazione.
«Comunque,
non c’è tutta Hogwarts. Manca Scorpius.»
«Questa
è la prova del fatto che Malfoy è un cretino.
Nessuno sano di mente si sarebbe perso un evento del genere, tanto
più che
stasera è di ronda e ha il permesso per stare fuori dal
dormitorio oltre il
coprifuoco.»
«Da
quando ti interessi alle ronde di Scorpius?» domando un
po’ stupita: a mia cugina non è mai fregato niente
di lui.
«Da
quando devo organizzare una festa per te e devo
assicurarmi che nessuno ci becchi. Hai idea di quanta gente abbia
dovuto
coinvolgere nella sicurezza?» Sinceramente no,
però sono convinta che si tratti
di almeno una quindicina di persone, conoscendo le manie di grandezza
di Lils.
«Vai
a ballare, questa è la tua canzone preferita.» le
dico,
non appena lo pseudo-DJ attacca con un pezzo di cui non conosco il
titolo, ma
che mia cugina canticchia in continuazione.
«E
lasciarti qui da sola? Il giorno del tuo sedicesimo
compleanno? Assolutamente no! Sarebbe una cattiveria immensa. Tuttavia,
non ho
intenzione di perdere questa occasione, quindi perché non
vieni a ballare con
me?» Bel tentativo piccola, ma hai parecchia strada da fare
se vuoi arrivare a
convincere me.
«No,
Lils, davvero. In mezzo a quella bolgia sarei
soffocata. Sai, non vorrei che succedesse nulla a
Danae…» Che idea geniale
sfruttare la gravidanza per evitare di ballare!
«Capisco.»
commenta con voce piatta. Dunque si sistema
meglio a sedere sul divano e non accenna ad alzarsi.
«Non
vai, allora?» insisto io. Non voglio privare della
felicità una delle poche persone che sia riuscita a darmela.
«Ma
tu…» prova ad iniziare lei. Non la lascio nemmeno
finire.
«Senti,
non ti preoccupare per me, ok? È una festa stupenda
e hai fatto tanta fatica per organizzarla: goditela. Vai in pista,
balla, fatti
notare da una certa persona e divertiti. Io andrò a cercare
Albus e, quando
sarò stanca, me ne andrò a letto. Solo promettimi
di non ubriacarti e di non
spingerti troppo oltre. Ti prego, essere madre è bellissimo,
ma alla giusta
età.» Un discorso ispirato degno della sedicenne
matura (?) e responsabile (??)
che sono. Mi ero ripromessa che prima o poi lo avrei fatto a Lily:
voglio
essere per lei una sorella maggiore, come Victoire lo è per
Dominique, e
risparmiarle problemi.
«Te
lo prometto. Grazie, Rosie.» Sorride, mi dà un
bacio
sulla guancia e va a ballare. Io, invece, è meglio che mi
metta in cerca di
quel disgraziato di tuo padre, Danae. Mi aveva detto che sarebbe andato
a
prendere da bere mezz’ora fa e non l’ho
più rivisto. Va bene che la sala è
affollata e si fa fatica a muoversi, però non ci vuole
così tanto per andare al
banco, ordinare due bicchieri di succo di zucca e portarli al tavolo.
Mentre
scruto la Stanza alla ricerca di mio cugino, sento
uno strano sapore in gola e una nausea tremenda. Oh, no, piccola, ti
scongiuro,
non ora! Peccato che non credo si possa controllare una bambina non
ancora
nata: il senso di vomito diventa sempre più forte,
così corro verso il bagno e…
vi risparmio i dettagli. Pensavo che le nausee fossero solo mattutine,
anche
se, a pensarci bene, ora è l’una, quindi
tecnicamente è già mattina.
Esco
per tornare in sala a cercare Albus, quando lo vedo in
un angolo appartato insieme ad una ragazza: inizialmente non riesco a
capire
chi sia, poi però mi avvicino e riconosco che è
la sua ex, la stessa che lo ha
mollato a Capodanno, la stessa che sta cercando di riprenderselo
–perché due
quindicenni isolati ad una festa possono fare solo una cosa- il giorno
del mio
compleanno. Ma questa qui ha il vizio di rovinare le ricorrenze al
mondo?
In
teoria dovrei andarmene e lasciarli soli, fidarmi del
buon senso di mio cugino e tornare in dormitorio a riposare un
po’, ma sono
troppo curiosa. So in partenza che non è buona idea e che,
sicuramente, rimarrò
ferita in un qualche modo: con il rumore che c’è,
è impossibile sentire tutte
le parole e rischio di fraintendere i loro discorsi. Ma
d’altronde si sa, noi
donne siamo fatte così: pagheremmo per cose che sappiamo in
anticipo ci faranno
piangere, quando potremmo andare tutti i giorni della settimana ad un
funerale.
«Stai
per avere un figlio da lei!» sta gridando quella disgraziata
Corvonero.
«Lo
so, lo sanno tutti! Perché dovevi aspettare proprio la
sua festa di compleanno per dirmelo? Non vedi che ora è da
sola?» replica Al
arrabbiato. Penso di amarlo. Deve essere amore, perché se
non è amore questo,
allora non ho speranze.
«Perché
eravate sempre insieme e non trovavo il momento
giusto!» si difende lei. Ma a chi vuole darla a bere? Che
ammetta di non aver
avuto le palle di affrontare un discorso serio e la faccia finita.
«Cazzate!
La verità è che non hai avuto le palle di fare
niente. E non venirmi a dire che ero io quello che doveva fare il primo
passo,
ti vorrei ricordare che sei stata tu a mollarmi.» Vai
così, Albus. Sento Danae
scalciare: anche tu fai il tifo per papà, piccolina?
«Sì,
è vero, sono stata io! Ma come facevo a stare con una
persona che non mi amava? Tu la ami, Al, se ne sono accorti tutti. Il
punto è
che io amo te e, sinceramente, so che lei avrà sempre la
testa fissa su Malfoy
e non potrete mai essere davvero felici.» Brutta stronza,
figlia di… lasciamo
perdere.
«Tu
non sai un cazzo.» sibila Al.
«Allora
dimmi che non è vero! Negalo! Dimmi che ami me e non
lei! Fallo Albus, ma sappiamo entrambi che non sarebbe la
verità.» Oh merda, ti
prego fa’ che non la prenda sul personale, altrimenti qui
succede l’ennesimo
casino. Se osa ritornare sui suoi passi giuro che lo farò
soffrire, come è vero
che il mio nome è Rose Weasley.
«Senti
Cindy, tu mi piaci davvero tanto e sei la prima ragazza
con cui sia stato bene…» Ecco, lo sapevo. Ti
prego, dimmi che c’è un “ma”,
qualcosa della serie “ma Rose è l’unica
donna della mia vita e l’amerò per
sempre”.
Attendo
con ansia.
I
secondi sembrano minuti.
No,
non sto esagerando, lo sono davvero.
Mi
volto e sono lì che si baciano. Sono certa che è
stata
lei a saltargli addosso senza nemmeno lasciarlo finire, però
lui poteva opporre
anche un minimo di resistenza: sono quasi cinque minuti che si fanno!
Che
stronzo! Lo sapeva che ero innamorata di lui, merda! Di solito sono io
quella
che rovina sempre tutto e lui deve ricomporre i pezzi, non il
contrario! Non
sono brava in queste cose, ma mi vendicherò. Non posso
togliergli Scorpius,
perché l’ho già fatto; non posso
sfruttare Lily, perché è anche la mia migliore
amica; e, pur volendo, non avrei la forza di allontanarmi da lui
neppure dopo
questo gesto. Perché se quello per Scorpius è
amore, quello per lui è qualcosa
di ancora più forte. Non credo sia stato già
inventato un termine adatto, ma vi
garantisco che esiste.
Sono
stanca, ma non ho la forza per salire le scale fino
alla Torre di Grifondoro, così mi metto a sedere sulla prima
sedia che trovo. Non
ho voglia di parlare con Lily, probabilmente scatenerebbe un affare di
Stato e
l’ultima cosa che desidero è rovinarle la serata.
Mi appoggio con un gomito al
bancone e mi sfrego gli occhi, che proprio non ne vogliono sapere di
rimanere
aperti.
«Vuole
qualcosa da bere, signorina?»
«Lysander?
Ma che ci fai tu qui? Pensavo che i ragazzi del
quarto anno, in quanto minorenni, non potessero servire al
banco.»
«Nessuno
era disposto a farlo e perdersi tutto il
divertimento. Inoltre, io e Lorcan ci scambiamo ogni mezz’ora
così da non
lasciarci sfuggire nulla e dare una mano allo stesso tempo. Sai, tua
cugina
Lily è proprio carina, come facevamo a dirle di
no?»
«Risparmiami
gli apprezzamenti su mia cugina.» replico
secca. Mamma mia, che sfacciataggine! Ma si rendono conto del fatto che
Lily è
più piccola?
«Comunque
buon compleanno Rose!» esclama lui, fingendo di
non aver sentito la mia risposta acida.
«Definirlo
buono è un eufemismo, comunque grazie.»
«Che
cosa è successo?»
«Niente.»
«Rose…
Sei una pessima bugiarda, sai?» Ma davvero? Visti gli
avvenimenti dei mesi scorsi avrei detto tutto il contrario!
«Giura
di non dirlo a nessuno.»
«Hai
la mia parola. E, se si dovesse venire a sapere in giro,
darò la colpa a Lorcan.» Non posso fare a meno di
sorridere: tutte le volte che
sento parlare i gemelli di Scamandro, inevitabilmente mi immagino al
loro posto
zio George e zio Fred, che purtroppo non ho mai conosciuto. Forse
doveva essere
così anche per loro: sempre insieme, ma pronti a scaricare
le proprie
responsabilità sull’altro.
«Hai
presente Cindy? Quella tua compagna di Casa che stava
con Albus l’anno scorso?»
«Dici
quella mora, occhi azzurri, non tanto alta?»
«Esattamente.
Li ho beccati che si baciavano. Cioè, in
realtà è stata lei a baciare
lui…»
«E
allora dove sta il problema?» Ma i figli di Luna dovevano
per forza essere ingenui come la madre?
«Il
problema sta nel fatto che lui non si è opposto,
capisci?» ribatto un po’ alterata.
«Oh.
Beh, forse i Nargilli lo hanno confuso…»
«Non
propinarmi queste cazzate Scamandro, sai che non ci
credo.»
«Va
bene. L’alternativa è che è convinto
che tu sia ancora
innamorata di Malfoy e si è lasciato trascinare dalla
situazione.»
«Come
può pensarlo! Io e lui ci siamo lasciati.» gli
faccio
notare.
«No,
lui si è allontanato perché aspettavi un figlio
dal suo
migliore amico. Non avete mai seriamente chiuso voi due. In
realtà, tutta la
scuola pensa che la questione sia ancora aperta. Siete il triangolo
più chiacchierato
degli ultimi vent’anni.» Ma allora è
destino! Accidenti ai geni Granger! Trent’anni
fa era tutto uno sparlare di Granger-Potter-Krum o di
Granger-Potter-Weasley,
adesso ci siamo noi, i figli, al loro posto.
«Ma
voi non avete altro di meglio da fare, del tipo, che so
io, studiare, anziché parlare di noi?»
«Sì,
ma voi siete un argomento più interessante della
scuola.» Oh, che onore! Sono salita di livello: mi sento
importante. Dovrei
esserne felice?
«Tornando
alla domanda iniziale» prosegue lui «vuoi qualcosa
da bere?»
«Sì,
dai, fa’ tu. Dammi la prima cosa che ti capita a
tiro.»
Ecco il primo errore madornale, dettato dalla mia stanchezza. I gemelli
Scamandro sono bravi ragazzi, ma ingenui e prendono tutto alla lettera.
Mi porge
un bicchiere contenente un liquido trasparente che sembra acqua. Lo
butto giù
tutto d’un fiato, poi sento la gola bruciare e realizzo.
«Ma
questo è Whisky Incendiario!» mi lamento.
«Sì,
e allora? Mi hai detto la prima cosa che mi capitava a
tiro…»
«Era
un modo di dire! Sono incinta, non posso bere!»
«Guarda
che solo perché aspetti un bambino non significa che
tu sia una malata terminale.» mi prende in giro lui.
Spiritoso. Vorrei vedere come
te la caveresti tu con una creatura in pancia che si nutre
–letteralmente
stavolta- di te.
«Lo
so. Non vale se usi le mie battute contro di me.
Inoltre, io non ci sono nemmeno abituata, quindi sarebbe doppiamente
pericoloso.»
«Ma
va là, non fa niente! Mia madre non ha toccato alcool
per tutta la sua vita e mentre era incinta di me e di mio fratello una
sera ha
bevuto, ma non è mica stata la fine del mondo!»
«Questo
spiega molte cose.»
«Senti
Rose, te lo dico da amico, anche se tra me e te non
c’è mai stato un legame molto profondo. Divertiti,
goditi la serata e bevi questo
dannato bicchiere.»
Non
posso. Ho la responsabilità di Danae, non posso farle
questo. È vero, a Luna non è successo niente, ma
chi mi dice che, per colpa di una
follia, mia figlia non diventerà una squilibrata come questi
due qua? Allo
stesso tempo, però, credo che sarei anche autorizzata a
lasciarmi andare, visto
che ho sedici anni e a nessuno frega niente di me, nemmeno ai miei,
nemmeno a
Lily, nemmeno ad Albus. Quindi perché dovrebbe interessare a
me? Non devo farlo
perché rischio di compromettere la mia salute, quella di mia
figlia, la salute
mentale dei miei cugini e dei miei genitori,
però…
«Solo
un goccio.» Un goccio, davvero, che sarà mai?
Nulla.
Solo che i gocci diventano due, tre, quattro e inizio a stare sempre
peggio.
Lysander si scambia con suo fratello Lorcan al terzo bicchiere.
Racconto tutta
la storia anche a lui e, inevitabilmente, finisco per bere di nuovo.
Pensavo
che, essendo passato un po’ di tempo, non avrei sentito gli
effetti, invece la
testa inizia a girarmi e mi viene da vomitare di nuovo. Vorrei
piangere, ma non
ne ho la forza e sono solo tanto, tanto stanca. Lorcan si accorge che
non sto
molto bene e cerca qualcuno da avvisare. Trova Lily che, pur tentando
di
rimanere lucida e non farsi prendere dal panico, ha solo quattordici
anni e non
sa come gestire la situazione. Io riesco solo a mormorare il nome di
Albus,
quindi decide di mandarlo a chiamare. Quando lo vedo gli vomito in
faccia –la sbronza,
tutto sommato, ha qualche lato positivo- poi provo ad allontanarlo da
me: guai
a lui se si azzarda ad avvicinarsi a me o a mia figlia. Lo amo, ma lo
odio
anche per quello che ha fatto: lasciatemelo detestare per quarantotto
ore, poi
sarà tutto risolto. Fregandosene delle mie proteste, mi
trascina fuori dalla
festa e si avvia verso il dormitorio, sconvolto e preoccupato per la
piccola.
Non le succederà niente, io lo so: è
più viva che mai stanotte. Siamo quasi
arrivati, ma cambia bruscamente direzione. Provo a domandare
perché, ma mi
rifila solo una serie di scuse cui non riesco a credere pur non essendo
nel
pieno delle mie facoltà mentali. Infatti, dopo poco, una
voce alle nostre
spalle ci blocca.
«Ma
bene, bene, chi abbiamo qui? La coppietta più amata di
Hogwarts. Cosa c’è, alla festa c’era
troppo pubblico e volevate replicare
l’esperienza di Capodanno? Sapevo che avrei beccato qualcuno
stasera, ma non
immaginavo sarebbero stati proprio i due pezzi da
novanta…» Cazzo, Scorpius no!
Bene, ora odio anche te. Non voglio più vedere nessuno dei
due per le prossime
quarantotto ore, diciamo settantadue, sono stata chiara?
«Scorpius non è il
momento.» commenta freddo Albus e cerca di portarmi altrove,
ma viene bloccato.
«Ora
voi due venite con me dal Preside. Credo che spetti
anche a me un po’ di divertimento dopo che ho pattugliato
corridoi per tutta la
notte.»
«Scorpius,
non possiamo.» dice trafelato.
«Dammi
una valida ragione.» Bello, c’è poco che
lo sfidi,
noi la valida ragione ce l’abbiamo! Non che debba andarne
fiera, però…
«Rose
è ubriaca.» Scorpius si zittisce di botto e
sbianca.
«Ma
la bambina…»
«Secondo
te non ci ho pensato?»
«Dobbiamo
portarla in Infermeria.» Bell’idea.
Chissà perché
associo all’Infermeria un luogo caldo e accogliente dove
potrò riposare e stare
meglio.
«No.
Faranno domande e…»
«Che
cazzo te ne frega! Si tratta di tua figlia e della tua
ragazza! Merda, Potter, pensavo fossi innamorato di lei!»
Aspettate un secondo:
è colpa dell’alcool, o Scorpius Malfoy mi sta
davvero… difendendo?
«Io
e Rose non…»
«Chiamalo
come ti pare, tra voi due c’è qualcosa.»
Nel
momento esatto in cui Al sta per ribattere, vomito l’anima
addosso a Scorpius
–e due, stasera vendetta completa! Mio cugino mi tira
indietro i capelli e mi
pulisce la bocca, poi cerca di capire come stanno le cose.
«Come
va?» Ma che razza di domanda è! Ho appena
vomitato,
sto male! Ritenevo fosse piuttosto evidente, o forse vuoi una
dichiarazione
ufficiale?
«Insomma…
Più vomito e più butto fuori questa
schifezza…»
«Ma
chi ti ha dato da bere?» domanda Scorpius. Si preoccupa
per me, che dolce!
«Gli
Scamandro.» rispondo, prima di rimettere di nuovo.
«Che
cosa?! Ma sono minorenni, non possono servire al banco.
Questa Lily me la paga. Inoltre, non sanno che tu sei
incinta?» commenta
scandalizzato Al.
«Hanno
detto che non era niente, che Luna aveva bevuto mentre
era in…» Un’altra vomitata, questa volta
più forte e… Forse è meglio che non
descriva troppo la scena.
«Perché
Rosie, perché lo hai fatto? Non hai pensato a nostra
figlia? Non hai pensato a noi?» Ok, ora lo distruggo. Come fa
a rinfacciarmi il
mio gesto dopo quello che lui ha fatto?
«Noi?
Noi? E tu ci hai pensato a noi quando ti facevi con
Cindy e le dicevi che era stata l’unica a renderti
felice?» urlo piangendo.
Va
bene, non è andata proprio così, ma il rancore e
l’alcool
mi portano ad amplificare tutto. Una sbronza triste proprio non ci
voleva: ne
avevo sentito parlare, ma non pensavo fossero così
terribili. Vi dico solo che,
se avete dei problemi, non svaniranno anzi, vi sembreranno solo
più grandi.
«Cosa?
Tu non hai capito! Quella lì non mi ha lasciato
finire e mi ha sbattuto contro il muro, iniziando a mangiarmi la
faccia. Non
sono riuscito a liberarmi per un po’ e, quando ce
l’ho fatta, le ho urlato in
faccia la cose peggiori.»
«A
me invece sembravi abbastanza felice…» Ok, non
è vero.
Gli credo e sarei già disposta a perdonarlo, però
una piccola vendetta
personale me la merito.
«Rose,
davvero, non so che cosa ti abbiano riferito o che
cosa tu abbia visto, ma ti garantisco che è andata
così!» Il tono di voce di Al
sta diventando quasi implorante. Ecco, ora parte con gli occhi da
cucciolo: ti
prego no, non so resistere a quello sguardo.
«Al
ti…» Credo. Perdono. Amo. Peccato che al posto di
queste
tre parole esca solo vomito.
«Adesso
basta con questa pantomima, Potter. Vattene a
dormire o ti metto in punizione per il resto dei tuoi giorni.»
«Ma
Rose…»
«Rose
verrà in Infermeria. Con me.» Mi ha chiamata per
nome.
Di nuovo. Come un tempo. Merlino, questo non va affatto bene. O forse
sì?
Scorpius,
che ha molta più forza di mio cugino nelle
braccia, mi solleva e si avvia verso l’Infermeria. Io mi
addormento lungo il
tragitto, però rimango ugualmente in uno stato di
dormiveglia. Sento Madama
Chips accorrere preoccupata, sento Scorpius appoggiarmi su un lettino,
sento
l’infermiera somministrarmi con una flebo diverse sostanze,
sento Scorpius
stringermi la mano, sussurrare il mio nome e quello di Danae, sento
Madama
Chips chiedere informazioni su come mi sia ridotta così e
lui inventarsi scuse
per coprirmi. Poi mi deve aver dato un sonnifero, perché
sono crollata nel
sonno più profondo, un sonno tormentato da incubi ma dal
quale, nonostante la
mia buona volontà, non riuscivo a fuggire.
***
La
mattina mi sveglio perché sento un raggio di sole
colpirmi il viso. La prima cosa che vedo sono due occhi grigi che mi
fissano
preoccupati. Noto che le nostre mani sono ancora intrecciate da ieri
sera.
Ricordo diverse cose, più che altro spezzoni: ricordo il
bacio di Al e Cindy,
ricordo la mia ubriacatura, ricordo Scorpius che mi portava via da
Albus.
Insomma, l’essenziale. Il lato positivo delle sbronze
è che dimentichi un sacco
di altre cose, di dettagli minori che, se invece ricordassi, sarebbero
imbarazzantissimi e deprimenti.
«Dormito
bene?» mi domanda Scorpius.
«Insomma…»
In realtà è più un mugugno,
però avevo intenzione
di dire questo. Tremo a chiedergli della salute di mia figlia: se le
fosse
successo qualcosa, non me lo perdonerei mai.
«Tranquilla,
è tutto ok.» E poi la gente dice che non
è un
Legilimens!
«Davvero?»
«Madama
Chips ha detto che, d’ora in poi, dovrai essere
molto più attenta e controllarti più spesso,
però sei stata fortunata.» Tiro un
sospiro di sollievo, poi vedo che la sua espressione si incupisce.
«Rose,
devo chiederti una cosa. Tu… tu ricordi qualcosa di
ieri sera?»
«Non
tutto. Solo… solo l’essenziale. So di aver fatto
una
cazzata, di aver vomitato l’anima, di aver litigato con Al
anche se stava
dicendo la verità e che non ho fatto in tempo a
scusarmi…»
«Aspetta
un secondo.» mi interrompe brutalmente. «Era vero
che era stata Cindy a baciarlo?»
«Per
quanto ne so, sì. Solo che ieri sera ero tanto ubriaca
e tanto arrabbiata che non sono riuscita a trattenermi. Merda, che
casino! È
pure il padre di Danae… Merlino, ho reso mia figlia
un’infelice ancor prima
della nascita.»
«Non
dire questo. È lui il cretino della situazione.
Dovrebbe tornare indietro strisciando.»
«Grazie
Scorp. Senti, per quello che è successo negli ultimi
mesi…»
«Non
dire niente. Sono stato un coglione a farti pesare la
cosa: è stata una leggerezza dettata dalla rabbia. Senti, io
ho provato a
dimenticarti, ma non ce l’ho fatta: nonostante tutto ti amo
ancora e sappi che,
se hai bisogno, io per te ci sarò sempre. Tuttavia, so anche
che tu ami Potter
e questo non potrà cambiare…»
«Io…
è complicato! Insomma, da un lato c’è
lui, il padre di
mia figlia, quello che c’è sempre stato, la
certezza. Dall’altro ci sei tu,
l’ultimo ragazzo con cui mio padre vorrebbe vedermi e
l’unico con cui abbia mai
avuto una storia seria. Io amo Albus, ma amo anche te! Non so, ho solo
una
grandissima confusione in testa.» Nel frattempo mi metto a
sedere sul lettino e
riesco a vedere oltre la spalla di Scorpius. Sulla porta
dell’Infermeria scorgo
un Al un po’ stralunato.
«Albus.»
«Potter,
che ci fai qui?» domanda freddo Scorpius.
«Sono
venuto a vedere come stavano mia cugina e mia figlia.»
«Tutto
a posto. Piuttosto, come va?» mi intrometto io.
«Insomma…»
«Quanto
hai sentito, Al?» Meglio andare subito al sodo,
l’esperienza mi ha dimostrato che tirare le cose per le
lunghe non è mai una
buona idea.
«Da
quando hai iniziato ad elencare le cose che ti
ricordavi. Allora mi hai creduto ieri sera.» Mi limito ad
annuire e noto che
sul suo volto si apre un bellissimo sorriso.
«Sentite
ragazzi, io devo parlarvi seriamente. Per me non è
facile, ok? Sto per avere una figlia e mi ritrovo con due persone
fantastiche,
che non merito, tra cui scegliere. Albus, tu sei il padre di mia
figlia, mio
cugino, e farai per sempre parte della mia vita in un modo o
nell’altro. Tu,
invece, Scorpius, sei stato il mio primo amore e sei tuttora molto
importante.
Io non so ancora cosa voglio, però, per qualche mese,
potreste lasciarmi
tranquilla? La gravidanza sta per giungere al termine e Danae ha
già subito
abbastanza stress. Vi voglio vicini come amici e poi, quando questo
periodo
sarà passato, prenderò una decisione. So che
è una scelta egoistica da parte
mia, ma lo faccio per mia figlia: l’ho trascurata troppo in
questi mesi e non si
merita una madre del genere.»
«Va
bene.» Il primo ad accettare è Scorpius, che vede
nella
mia proposta uno spiraglio di speranza di poter tornare con me.
«Hai
ragione. È per Danae.» conviene Albus. Ha passato
una
vita ad aspettare, altri due o tre mesi non lo uccideranno.
«So
che non torneremo ad essere il magico trio di prima,
però apprezzo davvero il vostro sforzo.» Loro
sorridono e mi stringono la mano,
uno la destra, l’altro la sinistra.
«Tregua
Potter?»
«Tregua.»
E
nei loro occhi riesco a leggere una
vena di malinconia, consapevoli del fatto che hanno appena perso il
migliore
amico che abbiano mai avuto e che avranno mai.
E
sapere che la colpa è mia, mi fa
sentire uno schifo.
Angolo
di Harry Potterish
Salve
carissime adepte! Allora, ho tante di quelle cose da
dirvi che non so da dove cominciare. *ci pensa su* Ho imparato a fare
le
virgolette belle! *capisce che non c’entra niente* Sto
imparando a fare i
banner e ne ho creato uno per la storia! *mmm… nemmeno
questo c’entra* *decide
di sfruttare i mitici punti da lei brevettati*
Punto
namber uan:
I personaggi dello spoiler erano Rose e Lysander
Scamandro, quasi impossibile da indovinare, insomma. Vi prego, non
strozzatemi,
prometto che questo giro vi concederò uno spoiler
più comprensibile.
Punto
namber ciù:
Ci tengo a specificare che le bevande e il cibo presenti nella
Stanza delle Necessità sono stati portati da fuori
–comprati ad Hogsmeade,
etc.- e non autoprodotti dalla stanza, come spesso si legge nelle fic.
Ciò non
è possibile nel mondo di Harry Potter per le cinque
eccezioni alla legge di
Gamp sulla Trasfigurazione degli elementi, da me medesima citata in
questa
long.
Punto
namber tri:
Cindy è la ex di Al, nominata anche da Rose nel suo racconto
nel capitolo 6. Scorpius ne conosce il nome perché lui e
Albus erano migliori
amici a quei tempi.
Punto
namber for:
Ci sono diverse citazioni anonime e una tratta a
addirittura da “La vita secondo Jim”, che mia
cugina di undici anni mi obbliga
a guardare con lei ogni volta che mi ha sotto tiro.
C’è addirittura un omaggio
alla McGranitt: come dimenticare quel “Questo spiega molte
cose” rivolto alla
Cooman? Però la cosa importante è questa: avete
notato l’ennesima citazione da
“Notte prima degli esami”? So che sembra una
stupidaggine, ma vi dico solo,
tenetelo d’occhio...
Punto namber faiv:
questo non c'entra molto, ma vorrei dimostrare tutta la mia
solidarietà a flors99,
che sta subendo il fatidico sequestro
di computer! Mi auguro che finisca al più presto! Aggiorno
adesso perché ho appena letto che ora sei in un buon momento
;)
Grazie
a chi ha inserito la storia tra le preferite,
ricordate, o seguite e ai tanti lettori silenziosi (secondo il
contatore, finora siete passati in 563 dal primo capitolo e, sommandovi
tutti, siete circa 1745).
Grazie
a MaraMalfoy, Flaqui,
martachiu_95,
Eugy,
ZetaDreams, JennyBlaBla,
Ismene_,
Elbeth,
CharmedAlis,
__Giuuu,
Cloe_Black,
chibidaphne87 e flors99 per
le loro recensioni. Questo giro abbiamo raggiunto le 13 recensioni, il
record per questa storia (un po' misero, forse, ma per me sono
già tante!). Mi auguro
di sentire ancora i vostri pareri anche per questo capitolo: forza,
fatevi sentire e battiamo il record!
E
ora, come promesso, lo spoiler!
Mamma
mi strappa il foglio dalle mani e
rimane esattamente come me: a bocca aperta. Papà ed Hugo
iniziano a
preoccuparsi seriamente per noi, quindi si decidono a guardarlo. Il
primo a
leggere è mio fratello.
«Rosie,
che schifo! Questo foglio non
uscirà da questa casa e, se mai si dovesse venire a sapere
in giro, non ti riconoscerò
come sorella, chiaro?»
Dai,
questa volta sono stata buona, ammettetelo!
A
presto
Harry
Potterish
P.S.:
Per chi fosse interessato e volesse cimentarsi in
questa impresa, ho indetto un contest che trovate qui: Numeri,
Colori, Animali, Nazioni,
Lettere – ovvero quello che succede quando ci affidiamo alla
sorte.
|
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Capitolo 10 *** Essere madre non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. È solo un diritto tra tanti diritti. ***
ATTENZIONE! Avviso importante!
Chiedo infinite volte scusa a tutte voi per aver aggiornato soltanto oggi, ma ci sono due ragioni. Innanzitutto, il capitolo non mi convinceva e volevo dividerlo in due parti, poi ho deciso di lasciarlo così com’era, anche se ha subito parecchie modifiche. La seconda ragione è che al momento gestisco due account: questo e quello di Snowy Winter Tales, autrice straniera che mi ha gentilmente concesso di tradurre la sua storia “Diary of a Red Head – Diario di una Rossa”. All’estero ha riscosso un enorme successo (oltre 900 recensioni, tradotta in Tedesco e Francese, è presente una versione in audiobook su YouTube e ha vinto un premio per la Miglior Caratterizzazione) e spero che anche a voi piacerà. Se vi va, passate da lì e datemi un parere sulla storia (per l’autrice) e sulla traduzione (per me, che sono alle prime armi): riferirò tutto. Se vi piace Ginny Weasley, sarete ben contente di leggerla, ma se non la sopportate (come me), lo sarete ancor di più. Vi lascio al capitolo.
A tutte voi che mi state dando il vostro appoggio, perché senza di voi non andrei avanti
E a Rose, Albus e Scorpius, perché senza di loro questa storia non esisterebbe e perché non si meritano tutto quello che ho fatto subire loro.
10.
Essere madre non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. È solo un diritto tra tanti diritti.
Durante la crescita la nostra testa si riempie di strane convinzioni in merito al futuro che, nella maggior parte dei casi, non sono vere, ma ci aiutano ad andare avanti. Poi, una volta adulto, capisci che erano solo fantasie mano a mano che ti ritrovi ad affrontare i problemi di ogni giorno. Nonostante tutto, continui a sperare e a credere almeno in alcune di esse, perché altrimenti smetteresti di vivere. Ad esempio, da piccoli siamo convinti che avremo sempre una seconda opportunità.
Cazzate.
La Fortuna bussa alla tua porta una sola volta nella vita. A lei non frega niente se sei in bagno, in vacanza alle Bahamas, nel bel mezzo di una partita di Quidditch o troppo impegnato a cercare di superare i G.U.F.O. Se non rispondi, si offende e si segna il vostro indirizzo. Ma non per ritrovarvi, semplicemente per evitarvi meglio. Io ho concluso questa teoria ad undici anni, quando ho iniziato Hogwarts e ho instaurato un bellissimo rapporto di amicizia con Sfiga. Le altre convinzioni che avevo erano principalmente legate al mio pacchetto-vita. C’era una sola eccezione: pur desiderando fortemente avere due figli, non digerivo il fatto di doverli crescere e di avere la responsabilità delle loro vite sulle mie spalle. Pensavo fosse qualcosa di troppo difficile e impegnativo per me. Adesso, dopo vari mesi che porto in grembo Danae, ho capito che non esiste nulla di più bello della maternità. Essere madre non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. È solo un diritto tra tanti diritti e credo che nessuna donna dovrebbe esserne privata. Ma si sa, a questo mondo le pari opportunità sono ancora un’utopia.
***
La scuola è finita da un paio di settimane: è metà luglio e tutti sono in fibrillazione per l’imminente arrivo del compleanno di zio Harry. Ho provato a ricordare ai miei genitori che, ai primi di agosto, cadrebbe anche il compleanno di Albus, ma mi hanno ignorata. In questi primi giorni di vacanza ho trascorso la maggior parte del tempo a riposo, leggendo libri e guardando la televisione le poche volte in cui papà o Hugo non la monopolizzavano: mia madre, dopo aver scoperto dell’incidente alla festa, mi ha severamente proibito qualsiasi sforzo.
Non chiedetemi come l’abbia scoperto, è successo e basta.
Ma in fondo si sa, possiamo ingannare tutti per un certo periodo, qualcuno per sempre, ma non si può fregare la mamma.
Il problema è che, tra gli sforzi, lei comprende anche attraversare la strada per andare a salutare i Potter. Così, quando ho voglia di parlare con Lily, è lei a dover venire da me, mentre se si tratta di Al, sono obbligata a scrivergli una lettera, poiché papà ha giurato di ucciderlo se mai si azzardasse a mettere piede in casa nostra.
Al momento siamo tutti e quattro in cucina a fare colazione. Essendo sabato anche i miei hanno più tempo, poiché non devono andare al lavoro. Sto divorando l’ennesimo pancake sotto lo sguardo disgustato di Hugo, che evidentemente non si rende conto del fatto che devo nutrire un’altra persona oltre a me stessa. All’improvviso sentiamo un rumore contro il vetro della finestra: papà, per lo spavento, rovescia l’intera bottiglia di sciroppo d’acero. Io e Hugo scoppiamo a ridere, mentre mamma lo rimprovera per lo sporco creato.
«Ronald, santo cielo, ma che razza di Auror sei? È semplicemente un gufo che sta picchiando alla finestra!» Lo sguardo di papà si assottiglia all’udire quelle parole: probabilmente è convinto che sia l’ennesima lettera da parte di Scorpius o Albus. In effetti, devo ammettere che negli ultimi tempi la mia corrispondenza è quadruplicata e lui non approva nessuno dei miei “amici di penna”.
«Papà, tranquillo, non è né il gufo di Al, né quello di Scorp. Probabilmente sono i risultati dei miei esami.» commento cercando di mantenere un tono neutro. In realtà sono preoccupata di non essere stata all’altezza delle loro aspettative: dopo essere rimasta incinta, ho paura che l’unica ragione per cui i miei mi ospitino ancora in casa sia che ho buoni voti. Tuttavia, ammetto che la prima reazione di papà mi ha delusa: sembra che tutti si siano dimenticati che sono un’adolescente oltre che una madre. Apro la lettera titubante e, prima di mostrarla agli altri, la guardo da sola, cercando di metabolizzare la notizia.
Risultati Giudizio Unico Fattucchiero Ordinario
Voti sufficienti
Eccellente (E)
Oltre Ogni Previsione (O)
Accettabile (A)
Voti insufficienti
Desolante (D)
Scadente (S)
Troll (T)
Rose Weasley ha conseguito:
Astronomia: E
Antiche Rune: E
Cura delle Creature Magiche: E
Difesa Contro le Arti Oscure: E
Erbologia: E
Incantesimi: E
Pozioni: E
Storia della Magia: E
Trasfigurazione: E
Rileggo la lettera un paio di volte: sapevo di essere andata bene, ma non così tanto. Da un lato temo che gli insegnanti siano stati un po’ larghi di manica a causa della mia condizione, però dall’altro non posso fare a meno di essere fiera di me. Sono così sconvolta che non riesco a reagire. Mamma mi strappa il foglio dalle mani e rimane esattamente come me: a bocca aperta. Papà ed Hugo iniziano a preoccuparsi seriamente per noi, quindi si decidono a guardarlo. Il primo a leggere è mio fratello.
«Rosie, che schifo! Questo foglio non uscirà da questa casa e, se mai si dovesse venire a sapere in giro, non ti riconoscerò come sorella, chiaro?» Non ti preoccupare fratellino, ti voglio bene, ma non tengo particolarmente ad essere accomunata ad uno zotico come te.
«Tutte E. Tutte E, Rosie. Bambina mia, hai battuto addirittura il record di tua madre! Ma sei un genio: sei sicura di essere mia figlia?» Sai, me lo sono chiesta anche io varie volte, papà e credo che i capelli rossi che mi ritrovo siano la risposta a tutti i nostri dubbi.
«La scuola non deve essere una competizione, Ronald.» replica mamma, punta sul vivo. Evidentemente non ha ancora digerito quell’Oltre Ogni Previsione in Difesa. Un po’infantile da parte sua, ma ognuno ha i propri difetti, giusto?
«Bene tesoro, questo significa che hai un’ampia scelta riguardo ai corsi da seguire l’anno prossimo.» commenta mia madre, abbracciandomi. Ha di fronte agli occhi la pagella che ha sempre desiderato e non ha mai avuto, ho appena realizzato i suoi sogni: in fondo, i genitori riflettono spesso nei figli le loro ambizioni. Ti prometto, Danae, che io non lo farò.
«Scusa mamma, ma secondo te come farò a continuare a studiare con anche una figlia da crescere?» Non so nemmeno io perché abbia deciso di rovinare un momento tanto felice, tuttavia credo che sia il momento più adatto per sollevare la questione.
«A questo proposito, io e tuo padre avremmo una proposta da farti.» comincia mamma con tono grave.
«Vedi Rose, sei una ragazza intelligente e, non appena siamo venuti a conoscenza della situazione, abbiamo cominciato a pensare un modo per non farti trascurare la tua istruzione. È importante che tu prenda i M.A.G.O. per avere più opportunità lavorative e far crescere la bambina in un ambiente migliore.» Papà, ammetti che mamma ti ha fatto imparare il discorso a memoria. Non ti ho mai visto parlare in maniera tanto forbita in vita mia.
«Ecco Rosie, noi abbiamo parlato con Madama Chips e lei ci ha detto che sarebbe disposta a tenerti la bambina durante il giorno mentre tu sei a lezione e poi potrai stare con lei finite le lezioni o nelle ore buche quanto vuoi.» conclude mamma.
«Non so… Non è una brutta idea, in fondo potrei starle vicina senza abbandonare i miei studi…Però, allo stesso tempo, ho paura di perdermi tanto della sua infanzia…»
«Rosie, pensaci, è un’opportunità fantastica!» prova a convincermi papà.
«Forse sarebbe meglio chiedere consiglio a Scorpius ed Albus.» Non appena lo dico ad alta voce, mi rendo conto dell’errore che ho fatto. Papà si irrigidisce e mi rimprovera un po’ bruscamente.
«Credo che dovrebbe essere una tua decisione, Rose. Tu sei la madre.»
«E Albus è il padre. E Scorpius è… Scorpius!» ribatto fredda. Papà, però, sembra non volere sentire ragioni. Fortunatamente, mia madre è una persona ragionevole e supporta la mia scelta. Io, personalmente, credo accetterei, ma devo ricordarmi che non sono l’unica coinvolta in questa situazione. Troppe volte ho trascurato le esigenze altrui e, per una volta, voglio fare le cose per bene. Sono troppo arrabbiata per continuare a mangiare, così mi rifugio di sopra in camera mia. Immediatamente mi metto a scrivere le due lettere: quella per Scorpius è molto lunga, perché non ho ancora risposto a quella che mi ha mandato lui due giorni fa; quella per Al, invece, è più breve, anche se trovo abbastanza ridicolo dover comunicare per iscritto con uno che abita di fianco a casa mia. Le spedisco subito e inizio a camminare avanti e indietro per la stanza in attesa della risposta: so che non potrà arrivare subito, però ci spero. Per ingannare il tempo, tiro fuori dal rifugio sotto al mio letto alcuni ricordi: trascorro mezz’ora a rileggere le poche pagine di diario che abbia mai scritto, poi trovo anche un peluche, i doppioni di alcune figurine e i test. Istintivamente mi tocco la pancia e, pur essendo stati mesi difficili gli ultimi, non posso fare a meno di sorridere: sono finalmente cresciuta e sto per avere una figlia. Nei ricordi riesco a selezionare solo momenti gioiosi: come diceva quel poeta babbano, Leopardi, vagheggiare e ricordare sono gli unici modi che abbiamo per rendere questa schifosa realtà felice. Ovviamente il concetto espresso con le sue parole era molto più bello, però l’idea di base è questa.
La risposta di Albus arriva dopo circa un’oretta. La lettera è stata scritta a quattro mani da lui e Lily: mi hanno mostrato il loro supporto, dicendo che sarei stata pazza a non accettare; mia cugina ha anche aggiunto qualche commento poco carino su Malfoy nel caso dovesse ostacolarmi e Al mi ha fatto i complimenti per la pagella da secchiona che mi sono ritrovata. La risposta di Scorpius, invece, arriva soltanto la sera. Ho trascorso la giornata confinata in camera mia e ho approfittato del tempo libero per pensare a quali corsi continuare a seguire. Credo che, in vista della carriera che desidero intraprendere, saranno Incantesimi, Erbologia, Antiche Rune, Difesa, Pozioni, Trasfigurazione. Abbandonerò perciò Astronomia, che ho sempre odiato, Storia della Magia, poiché vivo con chi la storia l’ha fatta e la conosco meglio di chiunque altro, e Cura delle Creature Magiche: mi dispiace deludere Hagrid, ma le Rune sono più importanti e più interessanti, ma questo non diteglielo. Quando papà ha visto il gufo dei Malfoy entrare dalla finestra si è subito innervosito: ho detto ai miei della reazione dei Potter e ne sono stati felici, ma sanno che, se non dovessi ricevere il consenso anche dal terzo vertice del triangolo, mollerei tutto. Grazie a Merlino, Scorpius ha deciso di lasciarmi carta bianca, anche se sembra spingermi verso il proseguimento degli studi.
Il gesto di Scorp sembra risollevare il morale della casa. La cena è felice e siamo molto in sintonia. Mamma è fiera di sapere che ho addirittura già deciso i corsi da frequentare l’anno prossimo: è stata un’ottima mossa dire ai miei che ho trascorso l’intera giornata a pensarci, perché ho dato l’impressione che non mi importasse nulla concretamente del parere degli altri ma stessi solo agendo per pura cortesia. In realtà non è così, semplicemente sapevo che avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di rendermi felice.
***
Le peggiori.
Vacanze.
Della mia.
Vita.
Avete idea di che cosa significhi starsene in casa con un caldo allucinante, quasi innaturale per l’Inghilterra, e dover portare ovunque il peso di una creatura?
Finalmente tra una settimana farò ritorno a scuola e potrò tornare a godermi il fresco della Scozia, la compagnia di Albus e Scorpius e, a settembre, nascerà anche la mia bambina. Mentre penso a quanto migliorerà la mia vita nelle prossime settimane, sto preparando la cena: mamma, papà e Hugo hanno trascorso la giornata a Diagon Alley per fare gli ultimi acquisti e io non ho avuto l’autorizzazione di unirmi a loro. Quindi eccomi qui a fare da servetta alla famiglia: come mai posso sforzarmi solo quando e come pare a loro? Non riesco a meditare un buon piano di vendetta, perché vengo interrotta dal loro arrivo.
«Tesoro, siamo tornati!» urla mamma dal salotto. Sento le borse sbattere sul pavimento, mentre papà e mio fratello mi raggiungono immediatamente in cucina per sbirciare nella pentola: ho preparato un arrosto di maiale, ma non ha un bell’aspetto. Ancora una volta, i geni di mia madre si fanno sentire.
«Chi ha voglia di pizza?» Grazie infinite per il tatto papà! Mamma lo guarda un po’ storto, poi però, sentendo l’odore che aleggia in cucina, chiama immediatamente il fattorino. Intanto io mi siedo sul divano a guardare la televisione.
«Rose, dai, spostati che voglio guardare lo sport!» mi grida addosso mio fratello.
«Ehi, sono stata tutto il pomeriggio da sola in casa a fare le pulizie e cucinare: merito un po’ di riposo!»
«Beh, visto che ti sentivi tanto sola, potevi accenderla oggi pomeriggio la televisione, così da avere un po’ di compagnia.» Non è una cattiva idea, perché non ci ho pensato prima? Appunto per me stessa: a volte anche gli zotici hanno delle trovate geniali, ma solo ed esclusivamente se esse sono legate ad una scusa per guardare più televisione.
«Ma sta per iniziare “Mission: Impossible”!»
«Ma lo hai già visto duemila volte!»
«Ma hai visto quanto è bello Tom Cruise?»
«Ok, ragazzi, basta litigare. Rose, frena gli ormoni.» La fai facile tu, mamma. Non hai gli ormoni sballati a causa dell’adolescenza e di una gravidanza.
«Quanto a te, Hugo, lascia stare tua sorella: ti rimbecillisci sempre davanti a quell’aggeggio e lei si merita un po’ di svago. Accidenti a me quando ho deciso di introdurre la mia famiglia al mondo babbano!» La diatriba viene sospesa dal provvidenziale arrivo delle pizze. Abbandono a malincuore il mio adorato Tom Cruise per andare a nutrirmi –Danae, da grande ti spiegherò quali sono le giuste priorità. Mentre mi avvio, sento Hugo ridacchiare un po’.
«Ok, Hugo, spara che cosa ti frulla per la testa. Prometto che non mi arrabbio.» Lui non riesce nemmeno a parlare, così mi indica il divano.
«Cazzo.» dico semplicemente. Dove ero seduta c’è una macchia e la pelle è bagnata.
«Rose, sai che non ammetto l’uso di certe parole in casa mia e dovresti abituarti a moderare i termini: a settembre avrai una figlia!»
«Mi sa che Danae arriverà un po’ prima del previsto, mamma.» commento semplicemente. I miei corrono in salotto e capiscono.
«Mamma, perché si sono rotte le acque anche se manca ancora del tempo?» chiedo nella speranza che lei abbia una risposta razionale. Merda, lei è Hermione Granger! Lei ha sempre una risposta.
«Deve essere in anticipo, non ti preoccupare. Ora andiamo al San Mungo e si risolve tutto.» Non ti preoccupare? Ma che razza di consiglio è? Sto per avere una figlia, è naturale che sia preoccupata! Inoltre, papà e Hugo che corrono da una parte all’altra della casa senza capire che cosa fare, metterebbero in agitazione anche un santo.
Inizio a sentire delle fitte lancinanti: contrazioni.
«Rose, muoviti, in macchina!» grida mamma.
«Prima avverti Al e Scorpius!» dico io.
«Rosie, stai per partorire, non mi sembra il momento di fare i capricci.»
«Io senza lui e Scorpius non mi muovo!»
«Ti prego, tesoro, sii ragionevole.»
«Va bene, va bene, ho capito! Faccio da sola!» Attraverso velocemente la strada e suono a casa Potter. Le contrazioni sono sempre più forti e fanno un male allucinante. Voglio nome, cognome e indirizzo del deficiente che ha detto che il dolore nobilita l’uomo. Sicuramente non era una donna o, per lo meno, non ha mai partorito. E se anche questa cazzata fosse vera, allora noi donne meriteremmo di essere trattate tutte come regine.
«Rose, che bella sorpresa!»
«Zia, chiama Al e Lily e manda un messaggio a Scorpius. Sto per partorire.»
«Che cosa? Ma è troppo presto…»
«Mamma, abbiamo sentito la voce di Rose. Dov’è?» chiedono Lily, Al e James scendendo dalle scale.
«Sono qui. Dobbiamo andare al San Mungo e avvisare Scorpius, sto per partorire.»
«Ma è presto!»
«Grazie al cazzo, Lily, lo so anch’io! Ora vi muovete o volete che mia figlia nasca per strada?» Succede tutto molto in fretta. Lily scrive un biglietto a Scorpius e lo invia, mentre Al cerca di non farsi prendere dal panico. Usciamo e nell’arco di un quarto d’ora siamo tutti al San Mungo. All’entrata c’è anche Scorpius che è pallido e terrorizzato: tra me, lui e mio cugino, non sembro nemmeno io quella che sta per partorire. Ho sempre detto che gli uomini sono deboli di cuore. Per fortuna Madre Natura ha deciso che dobbiamo essere noi donne a partorire, altrimenti ci saremmo già estinti migliaia di anni fa.
Vengo portata immediatamente in una stanza al secondo piano.
Nota positiva: c’è una fila lunghissima, ma quella che sta per nascere è la nipote di Hermione Granger, Harry Potter, Ron Weasley e Ginny Weasley, quindi abbiamo la priorità.
Nota negativa: la stanza è la numero 17. Dovrebbero proibire certi numeri negli ospedali, non incoraggiano molto i pazienti. Ho deciso di far entrare con me Al, Scorpius e mamma, l’unica che capisca qualcosa. I medici continuano a gridare dati tecnici che non capisco: sembrano preoccupati, ma forse è solo perché la bambina sta nascendo con un certo anticipo. Deve essere solo per quello. Se dovesse capitarle qualcosa… No, non è possibile.
«Rosie, tranquilla, vedrai che andrà tutto bene.» mi dice Scorpius accarezzandomi la testa.
«Tu… non hai… la più pallida idea …del male… che faccia!»
«No, hai ragione, però non significa che per questo tu debba stritolarmi la mano.» prova a calmarmi lui con tono accondiscendente. Lo fulmino con lo sguardo. Per fortuna Al ha la decenza di stare zitto.
«Ragazzi, e se per colpa di tutto lo stress e del casino della festa diventa una squilibrata come gli Scamandro?» domando io terrorizzata dopo diverse ore di sofferenze inimmaginabili.
«Vorrà dire che ci divertiremo molto.» commenta Albus.
«Signorina Weasley, la prego di portare di pazienza ancora qualche minuto. Il suo travaglio si sta rivelando essere abbastanza veloce. Vedrà che a breve sarà tutto finito.»
Breve?
BREVE?
Ho passato tre ore ad urlare e a soffrire come una matta e loro dicono che il mio travaglio è breve e che devo sopportare ancora? Bisognerebbe proibire agli uomini di diventare ginecologi, non si rendono conto di quanto possano essere irritanti. Se solo fossi maggiorenne e avessi con me la bacchetta, un bell’Avada Kedavra non glielo risparmierebbe nessuno.
«Tesoro, tranquilla, è quasi tutto finito.» mi sussurra mamma.
«Mamma… io sapevo… che faceva male… ma non… così… tanto! Perché… lo hai fatto… due volte?»
«Ogni tanto me lo chiedo anch’io.» risponde semplicemente lei, suscitando le risate di Scorp e Al e solo tanto, tanto odio da parte mia.
«Bene, ora signorina Weasley deve semplicemente spingere e rilassarsi.»
Rilassarmi?
RILASSARMI?
Ok, Rose, respira, tra poco avrai Danae tra le braccia e sarà tutto finito. Spingo, spingo e spingo ancora e alla fine sento dire che la bambina è nata. Sì, perché ho indovinato ed è una femmina. Mi sdraio sul lettino, mentre Scorpius ed Albus mi fanno i complimenti e mia madre cerca di informarsi dai medici in merito alla sua condizione di salute: è prematura e ci potrebbero essere problemi.
«Mamma, com’è la bambina?» chiedo io.
«Tesoro, è semplicemente bellissima.» risponde lei, anche se ha un’aria un po’ strana, quasi… preoccupata.
«Sta bene?» chiede per prima cosa Albus.
«È sana?» domanda quasi contemporaneamente Scorpius.
«Come mai non l’ho sentita piangere?» salto su io, realizzando solo in quel momento l’assurdità della situazione.
«Beh, ora l’hanno messa nell’incubatrice…»
«Mamma, non sono idiota.»
«Va bene, Rose, sarò onesta con te. Ci sono stati dei disguidi durante il parto e pare che alla piccola sia mancata l’aria per alcuni minuti. Non… non sanno se questo potrà avere ripercussioni…» Merda, no, non è possibile.
«Mamma, dimmi che è uno scherzo. Andrà tutto bene. Non le succederà niente, vero? Vero? Mamma rispondimi!» Sono disperata e sto piangendo a dirotto. La mia bambina non può stare male, sarebbe tutta colpa mia. Mia madre si allontana senza dire niente per andare in cerca di risposte.
«Rose, calmati, zia Herm ci darà tutte le risposte il prima possibile.»
«Sì, Rosie, vedrai che tra poco verranno di qua a dirci che va tutto bene.»
«Chi vi dice che andrà tutto bene? Si tratta di me: Rose Weasley, la sfigata per eccellenza! È tutta colpa mia! Io mi sono ubriacata, io le ho fatto subire tutto quello stress!»
«Rose, questo non c’entra niente…» prova a cominciare Scorpius.
«E invece sì! Sono stata una stupida: ho rovinato la cosa più preziosa che avevo. Sono una stupida.» I due ragazzi si siedono accanto a me sul letto e provano a calmarmi.
Sono i venti minuti più lunghi di tutta la mia vita. Adesso capisco che cosa provavano i miei genitori durante la guerra e non sapevano come stessero i loro cari. Quando mia madre ritorna dopo circa mezz’ora, ha una faccia che non promette nulla di buono. Merlino, dimmi che è uno di quegli scherzi stupidi e tra due secondi si aprirà in un bellissimo sorriso dicendomi che Danae è sana come un pesce e vivremo per sempre felici e contente.
«Mamma, come sta Danae?» Non risponde. Resta semplicemente in silenzio. Una lacrima che le riga il volto è più che sufficiente per farci capire la situazione.
«Dimmi che è uno scherzo, ma’.»
«Zia, dai, non è il momento di farci preoccupare.»
«È morta.» Mia madre scoppia in un pianto disperato. Albus non riesce a reagire: ha lo sguardo vuoto e allo stesso tempo pieno di dolore; fugge dalla stanza correndo e non si volta nemmeno quando sente che sto urlando il suo nome.
Ti prego Al, è uno shock anche per me. Era anche mia figlia quella che è appena morta.
Morta troppo presto.
Morta ancor prima che riuscissimo ad affezionarci a lei.
Morta ancor prima che la vedessimo.
Ma non mi puoi abbandonare proprio ora. Non ora che ho più bisogno di te. Non ora che ho capito che ti amo.
Perché a Scorpius vorrò per sempre bene, ma non sarà mai vero amore il nostro.
Perché era tua figlia quella che ho messo al mondo. E ti capisco se ora mi odi, dal momento che è morta per colpa mia, ma possiamo superare tutto questo io e te. Insieme.
Scorp, intanto, mi stringe forte a sé e cerca di calmarmi. Poco dopo entra Lily che prova a dargli una mano, ma invano. Perdere un figlio è il dolore più grande che si possa provare. Ed è un dolore che non svanisce. Perché il travaglio si risolve nell’arco di alcune ore, mentre mia figlia non tornerà mai più.
«Danae…» sussurro semplicemente.
«Tranquilla, Rosie, io ci sono.» mi sussurra Scorpius. Sinceramente non trovo molto delicato da parte sua tentare di tornare nelle mie grazie sfruttando la morte di mia figlia, però sono sola e non ho altra scelta.
«Ho sbagliato tutto…»
«Non è colpa tua, Rosie. È… Doveva semplicemente andare così.» interviene Lily, cercando di mostrarsi sicura e forte come sempre.
«Al… Dove è andato?» trovo la forza di chiedere.
«Non lo sappiamo, Rose. Adesso non pensare a lui: devi solo calmarti e…»
«Era nostra figlia, Lily! Nostra! Non tua, non di Scorpius: mia e sua! Voi non sapete che cosa voglia dire! Ho bisogno di parlargli, di chiedergli scusa! È tutta colpa mia, mi odierà per sempre!» urlo tra le lacrime. Mi accorgo che sto attirando l’attenzione, però non mi importa: devo buttare fuori la sofferenza in un qualche modo, e se quel modo è urlare, allora sono pronta a perdere la voce.
«Rosie, lo sappiamo! Ma non possiamo farci niente! Devi andare avanti! Non è stata colpa tua, ok? È stato tutta colpa… del ginecologo.» azzarda Lily.
«Sì, è definitivamente colpa sua. Un incompetente del genere non si è mai visto: ti prometto che lo dirò a mio padre e gli faremo causa.» Bel tentativo Scorpius, ma questa volta i tuoi soldi non risolveranno un bel niente. Quell’uomo non era un incompetente, anzi, è considerato uno dei migliori al San Mungo. E poi, che cosa me ne farei di vedere quel poveretto ad Azkaban quando non posso abbracciare mia figlia?
«Danae.» sussurro di nuovo.
E quel nome si perde al vento così come la tua fragile vita. Ti voglio bene piccola mia. Perdonami per essere stata la madre peggiore del mondo.
Angolo di Harry Potterish
Dedicare il capitolo a dei personaggi inventati forse non è la scelta tipica di una persona sana di mente, ma io non sono sana di mente.
Partirei con il dire che il titolo è una citazione della grande Oriana Fallaci, che io stimo profondamente. Per quello che riguarda il resto, mi sento un mostro. Non so perché l’ho fatto, ma è più forte di me: nelle mie long ci scappa quasi sempre il morto (e chi ha letto la precedente lo sa). Questa volta si è trattato di una bambina innocente: piangevo quasi mentre scrivevo il capitolo, quindi perdonatemi eventuali errori di battitura. Inoltre, se a volte ci sono ripetizioni o cose simili, è solo perché Rose è molto stressata e i suoi pensieri sono confusi. Insomma, è un effetto voluto. Beh, la storia non finisce qui. Deve ancora passare parecchia acqua sotto i ponti, quindi continuate a leggere!
Grazie mille alle 10 preferite, 4 ricordate, 25 seguite e alle 10 ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo. Siete fantastiche, davvero, non so come farei senza di voi. Siamo arrivate addirittura a 70 recensioni per 9 capitoli: per me è un record, quindi grazie di cuore! Spero che continuerete a darmi il vostro parere sulla storia, non deludetemi. Grazie anche a tutti i lettori silenziosi (ogni giorno il numero delle visite aumenta) e sappiate che mi farebbe davvero piacere sentire anche le vostre voci!
Lo spoiler lo avete indovinato in molte (l’avevo detto io che era troppo facile) e sono fiera di voi!
Vi lascio con lo spoiler del capitolo 11, ma prima un’ultima raccomandazione: recensite, non solo questa storia, ma anche ““Diary of a Red Head – Diario di una Rossa””, non tanto per me, quanto per quella fantastica ragazza inglese che l’ha scritta e vuole il vostro parere.
«Scusa Rose, non avevo intenzione di urlarti tutto in faccia, ma…»
«Fa lo stesso. Lo sapevo già, solo che sentirselo dire è difficile.»
«Lo ami ancora, vero?»
Poi non ditemi che sono cattiva! Accetto pronostici di ogni tipo. Volete saperne di più? Continuate a seguirmi! Per chi volesse un ulteriore spoiler, potrei inviarglielo via mp se indovina esattamente di che cosa si tratta nel primo.
Alla prossima, mie adepte
Harry Potterish
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Capitolo 11 *** Chiudere con il passato ***
A M., perché ho sbagliato, ma dopo un anno sarebbe anche giunto il momento di chiudere con il passato. Perdonami.
11.
Chiudere con il passato
Questo dolore fa male. Fa male perché non è un dolore fisico, che prima o poi svanirà lasciando spazio a tempi migliori; questo dolore continuerà per sempre, mi tormenterà ogni giorno della mia vita. All’inizio sarà forte, poi si abbasserà e lentamente si trasformerà in un semplice ronzio di sottofondo e sarà ancora peggio, perché sarà come se io avessi dimenticato.
Questo senso di colpa fa male. Il senso di colpa è un fenomeno assurdo: spesso non ne risentono i colpevoli, ma le vittime solo perché c’è bisogno che qualcuno se ne faccia carico. La mia situazione è diversa. Non sopporto che la gente continui a ripetermi che io non ho responsabilità. Non è vero. Ho sbagliato e preferirei che qualcuno mi sbattesse in faccia la verità perché sarebbe un modo per espiare la colpa.
Questa depressione fa male. La depressione colpisce tutti, prima o poi, nella vita. Da questo punto di vista vige la democrazia. Come sempre, però, ci sono persone che arrivano ad uscirne in breve tempo ed altre che, come me, per quanto possano sforzarsi, non riusciranno mai a guarire veramente. Sì, perché la depressione non è uno stato d’animo, ma una malattia. E anche la peggiore che io conosca.
Questa solitudine fa male. Sono circondata tutto il giorno da decine di persone che mi aiutano e mi sostengono, primi tra tutti Scorpius, Lily e i miei genitori, ma tra loro non c’è lui. Non c’è lui che invece, in passato, c’è sempre stato. Non c’è lui che mi ha insegnato ad allacciarmi le scarpe. Non c’è lui che mi ha fatto superare la paura per lo Smistamento, diventandone però vittima. Non c’è lui che mi ha fatto conoscere una delle persone più care che ho. Non c’è lui che sa farmi sorridere anche solo abbracciandomi. Non c’è lui con cui mangio quintali di fragole stando in silenzio e non mi sento in imbarazzo. Non c’è lui che, nonostante soffra di ansia cronica, si fa carico anche delle mie di ansie. Non c’è lui che è il padre di mia figlia. Non c’è lui che è il primo e l’unico che abbia mai amato.
Per la prima volta in vita mia so che cosa significhi essere sola.
***
1 settembre 2022. Stazione di King’s Cross. Binario 9 e ¾.
Una folla di undicenni urlanti corre da una parte all’altra della banchina in attesa dell’arrivo del treno. Molti occhi dei più grandi, invece, sono puntati su di me. La notizia che la figlia della primogenita di casa Weasley è… lo sapete, non c’è bisogno che lo dica giusto? Insomma, questa notizia ha fatto scalpore. Istintivamente il mio sguardo cade sulla pancia: spesso mi ritrovo a toccarla, come alla ricerca di un segnale della sua presenza. Ho già salutato i miei genitori e ora sono da sola, seduta in un angolo, isolata dagli altri. Vedere i fratelli e le sorelle minori dei primini e anche quei ragazzi stessi non è che un modo per ricordarmi che mia figlia sarebbe dovuta essere fra loro tra undici anni. E invece non sarà così. Peccato, Hogwarts si è persa una bellissima ragazza: nonostante abbiano cercato di ostacolarmi, ho preteso di vederla almeno una volta prima della sepoltura. Aveva gli stessi occhi di Al, le lentiggini e un piccolo ciuffo di capelli rossi: una Lily Evans in miniatura vera e propria, non come mia cugina che, pur assomigliandole, ha ereditato gli occhi azzurri da zia Ginny. Per ingannare il tempo, mi metto a leggere un libro di Antiche Rune: è un modo per distrarmi, per non pensare ai problemi.
Avevo chiesto ai miei di poter essere mandata a scuola con una settimana di ritardo o, addirittura, di poter frequentare i corsi per i M.A.G.O. da privatista, ma loro si sono rifiutati categoricamente, dicendo che vivere in mezzo alla gente mi avrebbe aiutata a risollevarmi il morale.
Come se bastasse così poco!
Se per essere felici fosse sufficiente essere circondati da molte persone, allora nella mia famiglia dovremmo sempre sprizzare gioia da tutti i pori. La verità è che non conta il numero delle persone che ti circondano, ma la qualità: potresti anche avere centinaia di amici, ma essere sola se, insieme a te, non c’è l’unica persona cui tieni davvero.
Nel mio caso è Albus.
Ho trascorso i primi giorni dopo il fatto a piangere nel mio letto mormorando il suo nome e quello di mia figlia, poi Lily è venuta in camera e mi ha trascinata giù di peso, dicendo che dovevo smetterla di piangermi addosso e dare una svolta alla mia vita. Parla facile lei, non ha appena perso una figlia! Gli unici che, effettivamente, sono riusciti a darmi qualche valido consiglio, sono stati i nonni: hanno perso zio Fred durante la battaglia, ma almeno loro avevano avuto modo di trascorrere del tempo con lui. Io non sono riuscita neanche a stringerla tra le braccia una sola volta. Insomma, l’unico che potrebbe capirmi e confortarmi è Al, però lui non c’è. Dopo che è scappato dalla sala parto, nessuno lo ha più rivisto. Ha inviato una lettera agli zii, dicendo che avrebbe dato i M.A.G.O. da privatista e che aveva prelevato già i soldi necessari dalla loro camera blindata alla Gringott. Non so dove si sia rifugiato, probabilmente a casa di qualche amico di famiglia fidato. Tuttavia i nostri genitori conoscono così tante persone che risulterebbe difficile rintracciarlo e, inoltre, chi non sarebbe disposto ad ospitare e nascondere il figlio di Harry Potter? Insomma, se il mini-salvatore del mondo magico bussa alla tua porta non te lo lasci scappare. A meno che il tuo nome non sia Rose Weasley e tu sia la più grande idiota del pianeta.
Ma questo è un caso a parte.
Il treno dovrebbe arrivare entro i prossimi dieci minuti: sono impaziente di prenderlo e andarmene da un posto dove tutti mi guardano con pietà e compassione. Non capiscono che non ne ho bisogno? Non capiscono che preferirei mille volte essere odiata da tutti? Non capiscono che sarebbe meglio se agissero, se provassero ad aiutarmi concretamente, anziché immergersi nel mutismo più assoluto e limitarsi a fissarmi con le lacrime agli occhi, come se fossero sul punto di scoppiare a piangere ogni due minuti? Sarei io quella che ha bisogno di essere consolata, non loro. Ma si sa, gli adulti sono degli egocentrici insopportabili e presuntuosi, convinti di essere sempre al centro dell’attenzione e in grado di capire che cosa provano gli adolescenti perché “ci sono già passati”. Mi spiace deludervi, ma questa volta non avete diritto di parola.
«Ciao.» Il flusso dei miei pensieri viene bloccato da una voce calma e fredda. Fingo di non sentirla e di essere troppo presa dalla lettura per rispondere: non ho alcuna voglia di sentirmi chiedere per l’ennesima volta come mi senta. Sto male! Perché, non si vede?
«Guarda che si nota lontano un miglio che non stai leggendo. Hai gli occhi fissi sulla stessa pagina da almeno cinque minuti.» Beh, e che cosa ne sai tu? Potrebbe essere una pagina contenente concetti molto difficili, o forse una pagina tanto bella da meritare di essere riletta varie volte o tanto brutta da non essere degna di venir letta oltre la terza riga.
«Da quanto tempo sei arrivato?» mi limito a chiedere. Dopotutto, se ha notato che continuo a fissare le stesse tre parole, deve essere qui da un po’. E allora perché io non mi sono accorta della sua presenza?
«Da un po’.» Si siede accanto a me e comincia a leggere il volume da sopra le mie spalle. Posso sentire il suo fiato sul collo: è una cosa che in genere mi ha sempre dato fastidio, tuttavia oggi la apprezzo, perché dopo mesi trascorsi a non parlargli, se non tramite lettere, ho bisogno di sentire la sua presenza.
«Ho sentito dire che Potter prenderà i M.A.G.O. da privatista.» commenta neutro, notando che non rompo il silenzio. Sinceramente, non ho affatto voglia di affrontare l’argomento “Albus”, o almeno non ora e non con lui. Avrei bisogno di un adulto con cui sfogarmi che fosse esterno alla vicenda, un po’come zio Harry aveva Sirius o Remus: possibile che debba essere imparentata all’intero mondo magico? Per una volta, Fortuna sembra avere pietà di me e fa arrivare in stazione il treno proprio in quest’istante: il silenzio causato dalla mancanza di una risposta da parte mia viene colmato dal rumore dell’Espresso. Mi alzo in piedi, prendo il bagaglio, mi volto a fare un cenno di saluto a tutte le teste rosse presenti in stazione, poi trovo uno scompartimento vuoto e mi posiziono lì, consapevole del fatto che nessuno ha voglia di stare con me. Rifiuto le richieste di Lily di passare un po’ di tempo con lei e, incredibilmente, dopo un po’ cede, capendo che ho bisogno di stare da sola per pensare. Ho appena ritrovato la mia pace interiore con “Il conte di Montecristo” aperto sulle ginocchia e una barretta di cioccolata piccante in mano, quando la porta dello scompartimento si apre, viene chiusa brutalmente da un “Colloportus”, l’ambiente è insonorizzato con un “Muffliato”, il libro mi viene strappato dalle mani e mi ritrovo di fronte due occhi grigi. Sono in trappola.
«Dobbiamo parlare.» si limita a dire. Forse si aspetta che cominci io e che gli elenchi i miei problemi e gli spieghi i sentimenti che provo per lui. Beh, mi spiace deluderlo, ma questa volta non lo farò: per quanto gli voglia bene, non si può permettere di fare irruzione e interrompere uno dei primi momenti sereni che ho solo perché vuole parlarmi.
«Non mi sembrano i modi più adatti.» Riafferro il libro e riprendo a leggere da dove ero rimasta. Puntualmente, lui me lo strappa di nuovo da sotto gli occhi: si sta rendendo davvero insopportabile, come ho fatto ad innamorarmi di lui? Se solo avessi dato retta a mio padre…
«Rose, io ho provato ad avvicinarmi a te in maniera educata ma, poiché più uno è gentile con te più tu lo tratti di merda, ho preferito passare a metodi più… brutali.»
«Quindi cominciare a parlare di mio cugino così, di punto in bianco, dopo tutto quello che è successo, ti sembrava un modo gentile per iniziare una conversazione come quella che ci aspetta?»
«Ti avevo anche salutata prima. Poi, siccome non ti decidevi a parlare, ho buttato lì l’argomento…»
«Ho capito: non te ne andrai finché non avremo chiuso questa discussione.»
«Esattamente.»
«Bene, muoviti che non ho molto tempo da perdere: Violet ha appena preso la medicina datagli dal conte e voglio sapere come va a finire.»
«Ma se hai già letto il libro un migliaio di volte!» Questo è un insulto vero e proprio. Mi sento punta sul vivo.
«E ogni volta è come se fosse la prima.» sibilo, anzi ringhio io. «Quindi, me lo restituiresti?»
«Dopo. Prima parliamo.»
«Bene, che cosa dovrei dirti?»
«Ad esempio, potremmo parlare di Potter.»
«Non ne ho voglia.» Certo che è proprio cocciuto il ragazzo, eh?
«Nemmeno io, ad essere sincero. Ma il problema nasce da lui, perciò…»
«Il problema non nasce da Al, ma da quello che è successo poco più di una settimana fa!»
«Lo so. Potter se ne è andato dalla sala parto…»
«Mia figlia…» lo interrompo immediatamente, cercando di fargli capire quale sia il vero nocciolo della questione, però lui mi interrompe a sua volta.
«Tua figlia non c’entra niente! Sono certo che sia dispiaciuta per lei e che tu stia soffrendo, ma so anche che hai sentito un senso di sollievo, perché non ti sentivi pronta per diventare madre!»
«Non osare dire che non me frega niente di lei!»
«Infatti non ho detto questo, anzi! Ho semplicemente costato che forse la amavi troppo, da arrivare addirittura a renderti conto che sedici anni sono pochi per allevare una bambina, dal momento che anche tu stai ancora crescendo! La verità è che ora stai male perché Potter è fuggito, nessuno sa dove sia, sei convinta che lui ti odi e, allo stesso tempo, tu lo ami.»
Sgranocchio un po’ di cioccolata e guardo fuori dal finestrino. La vecchia me avrebbe sbraitato e lo avrebbe ricoperto di insulti e fatture. La nuova me, invece, è consapevole del fatto che in fondo ha ragione e, ancor più in fondo, aveva anche già capito da sola come stavano le cose, ma tra pensarlo e sentirlo dire a voce alta c’è di mezzo un abisso.
«Scusa Rose, non avevo intenzione di urlarti tutto in faccia, ma…»
«Fa lo stesso. Lo sapevo già, solo che sentirselo dire è difficile.»
«Lo ami ancora, vero?» mi domanda con una vena di tristezza nella voce. Non so che cosa rispondergli: la verità, dolorosa per entrambi, o una piccola bugia a fin di bene che potrebbe far sorridere almeno uno di noi due?
«Sì, lo amo. Ma amo anche te.» Stupida, stupida Rose! Non hai imparato proprio niente da tutta questa storia?
«Senti, so che sei in un momento difficile, ma sappi che se hai bisogno io ci sono. Non mi importa se sarà come fidanzato o come semplice amico: in quest’ultimo caso sarà complicato per me, non lo nego, però tu sei la priorità. E, cosa più importante, ti amo abbastanza da desiderare unicamente la tua felicità, anche se ciò significa dover soffrire io stesso.» Voldemort, ti prego, dimmi che esiste un altro Horcrux, ritornerai e mi ucciderai. Non può davvero chiedermi di scegliere dopo un discorso del genere. Non voglio che lui sia un semplice ripiego, non lo merita: mi ama davvero e farebbe qualsiasi cosa per me. Forse, con il tempo, potrei innamorarmi anch’io di lui. Ma io voglio Al. È egoistico da parte mia ragionare in questo modo, decidere di tenermi buono Scorpius nel caso mi dovesse andare fatta male con mio cugino, però è la soluzione che ci farà soffrire di meno.
«Grazie, non credo di meritare tutte queste attenzioni.»
«Non dirlo neanche per scherzo. Ne hai dovute passare tante… Sei una ragazza forte e speciale: meriti solo il meglio dalla vita, Rosie.» Una lacrima mi scivola sulla guancia: senso di colpa, commozione, tristezza, malinconia, non so davvero a quale di questi sentimenti attribuirla. Lui si alza, si siede vicino a me, mi restituisce il libro e mi abbraccia.
«Io… credo di aver bisogno di parlare con mio cugino.» dico semplicemente.
«Lo credo anch’io. Devi chiudere con il passato definitivamente.» Già, devo parlargli. Non per gli stessi motivi che crede lui, ma sono dettagli sui quali si può anche sorvolare.
«Abbiamo avuto un anno difficile, ma supereremo anche questa. Comunque vada, io ti aspetterò.»
«Grazie.» mormoro in risposta. Poi ricomincio a leggere, di nuovo con il suo fiato puntato sul collo, pensando che sarebbe bello se sapesse di cioccolata piccante e fragole.
***
Le prime due settimane di scuola sono state un inferno: sapevo che il programma degli ultimi anni era più complesso, ma non immaginavo così tanto! Tra il cercare di rimanere in pari con i compiti, mantenere un equilibrio con Scorpius e partecipare a tutti gli eventi sociali in cui mi ha coinvolta Lily, ho avuto ben poco tempo per pensare ai miei problemi. Da questo punto vista posso dire che la scuola è terapeutica; allo stesso tempo, però, tutte le notti sono tormentata da incubi, che mettono in luce le mie paure e le mie sofferenze non svanite, ma semplicemente nascoste in qualche remoto angolo del mio subconscio.
Stamattina, poiché sono incredibilmente in pari con lo studio e ho un’ora buca, ho deciso di fare qualcosa di produttivo per la mia salute mentale: provare a contattare Albus. Gli devo parlare, però come fare se non so dove sia? Tra due giorni ci sarà la prima uscita ad Hogsmeade e potremmo incontrarci lì. A dir la verità, ho promesso a Scorpius che ci saremmo andati insieme, tuttavia credo che un bel discorso a sei occhi non farà male a nessuno di noi. Scrivo almeno cinque versioni diverse e, alla fine, mi decido ad inviargli la sesta, che differisce dalle altre solo per piccoli particolari, ma che reputo la migliore. Salgo verso la Guferia a passo lento, ancora un po’ titubante in merito al gesto che sto per compiere. Quando arrivo in cima alla torre la rileggo un’ultima volta per sicurezza.
La mia calligrafia è più disordinata del solito e ci sono varie cancellature dovute alla paura e allo stress.
Caro cuginetto Albus,
come stai? ovunque tu sia, hai già iniziato a studiare per i M.A.G.O.? Qui ad Hogwarts ci stanno letteralmente uccidendo. È strano andare in giro per la scuola e rendersi conto che non ti incontrerò. Ormai era un’abitudine incontrarsi dopo le lezioni Adesso chi mi consolerà quando prenderò solo O in Pozioni? A proposito, non ti ho nemmeno chiesto quali materie hai deciso di proseguire! Io ho scelto Pozioni, Trasfigurazione, Incantesimi, Erbologia, Difesa e Antiche Rune . Lily mi ha detto di dirti che vuole lo stesso il tuo regali di Natale Questo fine settimana ci sarà la prima gita ad Hogsmeade dell’anno. In teoria dovrei andarci con Scorpius Mi piacerebbe incontrarti: Ho bisogno di parlarti urgentemente, è importante. Se ti va, vediamoci nella radura di fronte alla Stamberga Strillante. Non ti chiederò dove abiti ora o di tornare ad Hogwarts. Voglio semplicemente chiarirti i miei sentimenti nei tuoi confronti, come avevo promesso a giugno. Voglio solo trascorrere un pomeriggio con te. Non ho nemmeno avuto modo di salutarti.
Mi manchi tanto, Al. Con affetto Tua per sempre
Rose
Lo ammetto, non è uno dei miei lavori migliori –un undicenne avrebbe saputo fare di meglio- tuttavia non sono riuscita a trovare altre parole per descrivere i miei sentimenti senza fargli intuire nulla di ciò che ho intenzione di dirgli o spaventarlo.
È contorto come ragionamento, ma dopotutto sono un essere cervellotico io!
Angolo di Harry Potterish
Ehm, non so che dire. Scusatemi per questo capitolo orrendo, breve e di transizione, ma essenziale per la storia. Originariamente era legato al prossimo, ma poi li ho divisi perché il capitolo 12 è troppo importante (e perché doveva essere tredici il numero dei capitoli). Insomma, nell’epilogo (capitolo 13) rimescolerò ulteriormente le carte in tavola, però il 12… Boh, non so come spiegarvelo, ha una sorta di valore affettivo.
Su questo capitolo non ho molto da aggiungere: tutti i problemi di Rose derivano, per una buona volta, dalla sua chiarezza di idee. Ragazze, ormai l’ho scritto palesemente chi vuole lei, ma ricordatevi chi è che sta scrivendo… Insomma, se conoscete bene la mia mente cervellotica, sapete già come andrà a finire.
Ringrazio infinitamente le 10 preferite, le 5 ricordate, le 24 seguite e quelle fantastiche ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, ergo CharmedAlis, __Giuuu, martachiu_95, Ismene_, ZetaDreams, MaraMalfoy, Marty_chick_99, JennyBlaBla, dominqueweasley, chibidaphne87, flors99: le vostre maledizioni sono arrivate tutte e sono state reindirizzate ai miei prof.! Grazie di cuore per la collaborazione allo sterminio del corpo docenti del mio liceo!
Bene, ora tocca a voi! Con chi finirà Rose? Chi amate/odiate? Che ne pensate del capitolo? Vorreste uccidere qualcuno (me inclusa)? Vi piace l'idea di un aggiornamento a settimana? Fatemelo sapere e recensite numerose! Con una sola recensione (che, ci tengo a sottolineare, è gratuita), contribuirete a rendermi tanto felice e a far fuori un po’ di professori!
SPOILER!
Al momento siamo in una situazione di stallo piuttosto ambigua. Lily ci ha descritti come “la moglie, il marito e l’altro marito” e si è rifiutata di specificare in quale ruolo si trovasse ciascuno di noi.
Ok, lo ammetto, non è un grande spoiler, ma nel prossimo capitolo succedono così tante cose che l’unica frase “neutra” e non troppo esplicita è questa.
Vi saluto, mie adepte
Harry Potterish
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Capitolo 12 *** Ci sono abissi che l'amore non può superare nonostante la forza delle sue ali ***
A chi ama l’amore, nonostante faccia male
12.
Ci sono abissi che l'amore non può superare, nonostante la forza delle sue ali.
Dicono che “attendere” sia l’infinito del verbo amare. Forse è vero, perché dopotutto l’amore è proprio questo: aspettare, mettersi in gioco, avere fiducia e ancora aspettare. Lo stesso Edmond Dantès ricorda ai suoi amici che attendere e sperare sono gli unici capisaldi che dovrebbero esserci nella vita di una persona e, poiché l’amore è quella fiamma che ci fa sopravvivere, le cose si posso racchiudere in un unico concetto. La cosa bella dell’attesa è che, per quanto lunga essa sia, non ti priva della speranza. Essa continua a bruciare dentro di te e non muore, anzi se possibile si alimenta ancor di più. E quando arriva il momento della verità, la fine dell’attesa, è tremendo, perché finiscono i tempi in cui potevi cullarti nei sogni ed inizia la realtà.
***
I giorni successivi sono tremendi. Mi sveglio la mattina nella speranza di vedere il gufo di mio cugino atterrare di fronte a me con la risposta alla lettera, ma puntualmente vengo delusa. Arrivo a sabato senza aver ricevuto nulla, quindi mi rassegno ad andare al villaggio con Scorpius come promesso. In seguito alle vacanze, agli occhi degli altri siamo tornati ad essere la coppietta perfetta in stile Dominique Weasley/fidanzato-che-non-voglio-nemmeno-sentir-nominare e, dopo i pettegolezzi dei primi giorni legati all’assenza di Albus, abbiamo ricominciato ad avere una vita “normale”. Da notare le virgolette, che esprimono la relatività del concetto.
Io e Scorpius NON stiamo insieme.
Non ancora, almeno. Prima di prendere una decisione definitiva voglio parlare con la terza persona coinvolta in questa storia, sempre se riuscirò a trovarla. Se così non fosse, se non si facesse mai più viva, se mi dicesse apertamente che mi odia, se uscisse in una maniera tanto brusca e allo stesso tempo silenziosa dalla mia vita, solo allora tornerei a stare con lui. Al momento siamo in una situazione di stallo piuttosto ambigua. Lily ci ha descritti come “la moglie, il marito e l’altro marito” e si è rifiutata di specificare in quale ruolo si trovasse ciascuno di noi.
Io e Scorpius facciamo il solito giro che eravamo abituati a percorrere insieme. Prima facciamo tappa a Mielandia, dove io mi rifornisco di dolci, poi andiamo da Zonko, per puro spionaggio industriale. Successivamente, io mi fermo ad ammirare le vetrine dei negozi che espongono vestiti che non potrò mai permettermi e Scorpius quelle dei negozi sportivi. In seguito andiamo al supermercato a comprare il necessario per la scuola, ci fermiamo in libreria nel caso ci servano libri per delle ricerche e, alla fine, ci rifugiamo ai Tre Manici di Scopa.
«Senti, che ne dici se facciamo una piccola variazione del programma e andiamo fino alla Stamberga Strillante prima di tornare a scuola?» chiedo nella speranza che non capisca le mie vere intenzioni. So che Albus non ha risposto alla lettera e probabilmente non l’ha neanche ricevuta, però controllare non guasta mai.
«Perché?» replica un po’ stupito.
«Beh, sai, non volevo che rimanesse proprio tutto uguale al passato. Per chiudere definitivamente, capisci?» Se c’è una cosa che ho imparato a fare in questi mesi non è essere onesta, ma mentire spudoratamente.
«Uhm, beh, hai ragione. Se può aiutare…» Correggiti, caro: se può servire a rientrare nelle mie grazie e farmi scegliere te al posto di mio cugino. In questo momento ti butteresti anche giù dalla Torre di Astronomia se te lo chiedessi. Ehi, a pensarci bene, risolverei tutti i miei problemi così! Peccato che l’omicidio sia illegale. Possibile che ogni cosa che mi piace sia illegale, immorale o faccia ingrassare?
Arriviamo fino alla radura. Non c’è nessuno, come sospettavo. Sono piuttosto delusa, tuttavia forse questo è un segno del fatto che Scorpius è la persona giusta per me. Ci sediamo per terra e rimango ferma a fissare il vuoto per un po’, destando l’attenzione del mio accompagnatore.
«Ehi Rose, tutto a posto?» No. Molto probabilmente, anzi diciamo pure sicuramente, l’unico ragazzo di cui sia mai stata veramente innamorata è appena ufficialmente uscito dalla mia vita. Ma a parte il fatto che mi sento una merda, sto bene, grazie per l’interessamento.
«Sì, sì… Solo che, quando mi trovo vicina alla Stamberga, penso ai genitori di zio Harry e ai loro amici… Ci credi che un tempo erano convinti ci fossero i fantasmi?»
«Già, davvero assurdo! Però bisogna comprenderli: come potevano immaginare che una notte al mese fosse abitata da un Lupo Mannaro in compagnia di tre adolescenti Animagus non registrati?»
«Sì, in effetti è abbastanza assurdo da immaginare…».
«In che cosa hai detto si trasformavano?» mi domanda lui curioso. Ha sempre amato questa storia, la trova l’emblema dell’amicizia, quella vera, che trovi poche volte nella vita. Quella tra lui ed Albus era un’amicizia di questo tipo, peccato che sia successo quello che è successo e io abbia rovinato tutto.
«Peter Minus, lo sporco traditore, in un topo; Sirius Black, il padrino di zio Harry, in un grosso cane nero; James Potter, il papà di zio Harry, in un cervo. È per questo che il Patronus dello zio ha quella forma».
«Davvero? E dire che mio padre mi aveva riempito la testa di storie sui tradimenti di tua zia!» Gli do una leggera pacca sul braccio sinistro, facendomi più male io che lui. Sono quasi certa di aver sentito il rumore di un ramo che si spezza, ma quando mi volto non riesco a vedere nulla.
«Ehi, mia zia non l’ha tradito! Non stavano ancora insieme quando frequentava gli altri!»
«Sì, però devi ammettere che riscuoteva un grosso successo… Papà mi ha confessato che perfino quel suo compagno di Casa, Zabini, la trovava carina».
«Davvero? Questa proprio non me l’aspettavo».
«Beh, evidentemente hai ereditato da lei il tuo fascino». Arrossisco. Di nuovo quel rumore strano. Mi decido a rispondere per non pensarci.
«È mia zia, come posso aver ereditato qualcosa da lei?»
«Beh, tuo padre è suo fratello e si sa che certi fattori saltano alcune generazioni…».
«Fingerò di non aver sentito il velato insulto a mio padre: devo riconoscere che ogni tanto mi chiedo anch’io come abbia fatto mamma a sposarlo. Su, ora andiamo, inizio ad avere fame». Chiudo la discussione perché, più a lungo sto qui, più mi ricordo il motivo che mi ha spinta a venire fin qua.
Il resto della giornata scorre lento, più del solito devo ammettere. Forse, poiché vorrei tanto che giungesse al termine, Sfiga si sta impegnando per far scorrere le lancette dell’orologio più lentamente. Dopo cena, proprio per questo, salgo immediatamente in camera mia. Mi butto sul letto e mi accorgo che manca qualcosa: la mia borsa. Ero convinta di averla con me, però, adesso che ci rifletto, nemmeno durante la cena o oggi pomeriggio l’avevo sulla spalla. Non ditemi che l’ho lasciata… nella radura. È l’unica spiegazione possibile: l’avevo all’uscita dal pub, perché ricordo di averla appoggiata quando mi sono seduta vicino alla Stamberga, perciò non può essere che lì. Non ho alcuna voglia di tornare fin là, ma lì dentro ci sono i miei ultimi acquisti, qualche soldo, i documenti e la mia personalissima e vecchissima copia de “Il conte di Montecristo”. Inoltre la borsa mi è stata regalata da mamma per i miei undici anni ed è un ricordo prezioso. È quella stessa borsa di perline che l’aveva accompagnata durante il viaggio alla ricerca degli Horcrux e, quando me la diede, mi disse –testuali parole: “Ricorda Rosie che, nei momenti più duri, non c’è niente di più utile per una donna che una borsa capiente”. All’inizio la trovavo poco pratica poi, da quando ho imparato ad usare gli Incantesimi d’Appello, è diventata la mia migliore amica.
Esco fuori dal dormitorio quando manca ancora un’ora e mezza al coprifuoco: il vantaggio di essere al penultimo anno è che abbiamo maggiore libertà e, in questo caso, dovrei riuscire a sgusciare fuori dalla scuola, entrare nelle cantine di Mielandia, arrivare alla radura, recuperare la borsa e poi tornare indietro entro il tempo stabilito. Ho con me la Mappa, sottratta di nascosto a James, per evitare di farmi notare da Lily o Scorpius: non voglio che si preoccupino per me. Il piano procede come sperato e, ringraziando il cielo, quando arrivo alla radura c’è ancora la mia borsa lì ad aspettarmi. Faccio per prenderla, ma sparisce nel nulla. Non capisco come ciò sia possibile, poi sento una voce.
«Credevo ci avresti messo meno tempo, ma ero certo che saresti tornata a prenderla». Non è vero, Rose. Calmati, è solo un’allucinazione. Non è possibile.
«Al?» chiedo con la voce tremolante. Se è una fantasia, voglio assecondarla: devo chiudere con il passato, anche in sogno, non mi importa. Se è l’unico modo, sono disposta perfino a rendermi ridicola e abbassarmi a questo livello.
«Esattamente». Dicendolo, appare davanti a me mio cugino con in mano la borsa. Sono paralizzata: vorrei saltargli addosso, abbracciarlo, baciarlo, dirgli come stanno le cose, ma non ne ho la forza. È quello di sempre, solo che ha un’aria più disillusa, tipica delle persone che hanno sofferto.
«Ma come…».
«Come è possibile? Tu dimentichi chi sono i miei antenati». replica lui e mi mostra il Mantello dell’Invisibilità dei fratelli Peverell. Sono una stupida! Ho sempre dato per scontato che lo avesse James, ma era logico che se uno aveva la Mappa, all’altro doveva spettare il Mantello! Mentre mi insulto da sola –ora capite a che punto sono arrivata?- inizio a ricollegare una serie di cose.
«Ma allora oggi, quei rumori che sentivo e la borsa scomparsa… eri tu! Hai organizzato tutto tu per portarmi qui!»
«Come sempre mi inchino di fronte alla tua logica, cuginetta» si limita a dire, con una vena sarcastica e di amarezza.
«Non capisco… Perché non hai semplicemente risposto alla mia lettera e hai accettato l’invito?» Va bene che ultimamente sono stata un po’ tarda per i miei standard, ma questa è una buona domanda, ne sono certa.
«Perché avevi ragione tu. Dovevamo parlare… da soli».
«Continuo a non capire… Il mio invito era proprio volto a quello».
«No, il tuo invito era una trappola. Ti sei presentata con Scorpius, se non sbaglio».
«Che cosa?! Io sono venuta con lui perché tu non ti eri degnato di rispondermi! E, nonostante tutto, sono addirittura venuta fin qui a controllare se, per caso, non ci avessi ripensato!»
«Va bene, chiedo scusa per aver dubitato di te. Però devi ammettere che qualche sospetto poteva anche nascermi…».
«Aspetta un secondo. Come facevi a sapere che sarei venuta lo stesso qua e sarei tornata a prendere la borsa?»
«Beh, so che ci tenevi e che non avresti mollato fino all’ultimo. Invece, per quello che riguarda la borsa, so che ha un valore affettivo immenso per te e non avresti consentito a nessun altro di tornare a prenderla». La sua logica non fa una piega. Merlino, se mi conosce bene! Sono senza parole. Ecco, capite perché lui è perfetto? È l’unico che riesca a zittirmi e, soprattutto, sia in grado di interpretare la mia mente contorta.
«Incredibile! Non dirmi che sono riuscito a lasciarti senza parole…». Mugugno qualcosa in risposta che assomiglia tanto ad un sì e lui sorride. Mi ero dimenticata quanto fosse bello quando lo fa, era da tanto che non lo vedevo così… spensierato.
«Comunque, non siamo qui per parlare di questo» ritorno subito seria io. Devo risolvere questa situazione prima che perda il coraggio di parlare e so che succederà presto, quindi è meglio che mi muova.
«Già. Siamo qui per parlare di te e Scorpius». Noto come, nonostante il casino che è successo, lo chiami ancora per nome. In fondo sono stati amici per così tanto tempo che non credo ci sarà mai vero odio tra loro, nemmeno se di mezzo ci sono io, nemmeno se di mezzo c’è…
«No, Al. Siamo qui per parlare di noi. Perché te ne sei andato dalla sala parto quel giorno?»
«Ero sconvolto. Quando zia Hermione ci ha detto che Danae era…».
«Non dirlo».
«Che cosa? Morta? Rosie è andata così e, per quanto mi dispiaccia, non posso cambiare il passato. Bisogna dare alle cose e ai fatti il loro nome: è già un primo passo per accettarli, superarli e andare avanti».
«Certo che l’hai presa molto bene per essere uno che ha appena perso sua figlia» commento sarcastica. So che non avrei dovuto dirlo, ma com’è che lo definiva Poe? Lo Spirito di Perversione: qualcosa che ci spinge a compiere cattive azioni solo perché sappiamo che non dobbiamo farle e che non ci verranno mai perdonate. Tutto sommato, mi merito una vendetta dopo l’infinità di lacrime che ho pianto per lui.
«Tu credi che sia un discorso nato così, dal nulla? Hai idea di quanto tempo ci ho messo a metabolizzare la situazione?» sbotta, evidentemente irritato dalle mie parole.
«E tu hai idea di quanto tempo ci abbia messo io? Te lo dico io: NO! E sai perché? Perché non c’eri, perché eri a spasso per l’Inghilterra a piangerti addosso e farti i cazzi tuoi!» Non mi interessa se sto esagerando e disturbando l’intero villaggio: al momento ho altro cui pensare.
«Non ti sarei stato di alcun aiuto. Ero messo peggio di te. Tu avevi mia sorella, i tuoi, i miei e… beh, suppongo che anche Scorpius abbia aiutato». Il suo tono di voce è freddo: sembra quasi che stiamo parlando del tempo o della scuola.
«Di nessun aiuto? Tu eri l’unico che aveva la possibilità di capire ciò che provavo!»
«Anche i nonni hanno perso zio Fred prima che nascessimo noi» constata con fare ovvio.
«Sì, infatti mi hanno dato dei consigli e sono stati d’aiuto! Ma vuoi capire che è diverso?»
«Dimmi che cosa c’è di diverso! Meglio avere la possibilità di parlare con adulti che hanno già affrontato la cosa piuttosto che con un adolescente nevrotico che soffre di ansia cronica». In questo momento gli spaccherei un sasso in testa –e forse il sasso si romperebbe, ma sorvoliamo. Come fa ad essere tanto stupido? Veramente, tra lui e zio Harry non so chi sia più lento quando si tratta di sentimenti. Certo che, con il nome che si ritrova, Severus, non ci si poteva aspettare nulla di diverso.
«Merlino, Al! Possibile che non capisci? Possibile che tu non ti renda conto che non è la stessa cosa? Io avevo bisogno di te e ne ho tuttora!»
«E bisogno di cosa? Di una spalla su cui piangere? Di qualcuno con cui lamentarti per una O in Pozioni, su quanto sia assillante Scorpius o sul fatto che non sai che cosa regalargli per il compleanno? Io sono stanco di essere il terzo incomodo, stanco di essere sempre il numero due, stanco di tutto questo mondo che avevo creato apposta per renderti felice! Ho sbagliato tutto, ok? Sono tutte cazzate! Non è vero che quando ami una persona vuoi solo vederla felice! Vuoi vederla felice, sì, ma insieme a te! E questo l’ho imparato a mie spese». Per la rabbia tira un calcio al vuoto. Io rimango ferma come un’idiota cercando di metabolizzare le parole di quel discorso.
«Tu… tu non mi odi?» domando semplicemente.
«Perché dovrei odiarti?» mi domanda con un espressione perplessa.
«Ho ucciso nostra figlia». Mi fa male, ma dirlo a voce alta è una liberazione.
«Non è stata colpa tua. I disguidi che avvengono durante il parto sono solo colpa dei medici, non delle madri». Scoppio in un pianto liberatorio: ho passato giorni a crucciarmi per questa ragione ed ora, finalmente, sento quel macigno sul cuore volare via. Forse potrei anche riuscire ad andare avanti, a voltare pagina.
«Mi ami?» chiedo così, a bruciapelo. E, per una volta, non c’è alcun conflitto dentro di me. L’unico desiderio che ho è che tu mi risponda di sì, cuginetto. Pagherei, darei la mia vita per sentirti dire quella parola, anche se fosse una semplice bugia per rendermi felice. Pensa, la mia vita per una tua bugia… Devo essere proprio pazza, eh?
«Non credo che questo cambi molto. Tu hai Scorpius, come del resto avevo progettato. Sei in buone mani, sarete felici».
«E invece no, cambia tutto! Possibile che tu non capisca che ti amo più di me stessa? Ho pianto giorni e all’inizio era per Danae, lo riconosco, poi però era per te, solo ed esclusivamente per te!»
«Ti amo, Rosie, ma…»
«No, Al, niente “ma”. Me ne frego dei ma! Per una volta nella vita voglio fare una cazzata consapevole, fare un casino e prendermi la responsabilità delle mie azioni! Fuggiamo, andiamo a vivere all’estero dove nessuno ci conosce, da qualche parte dove sia possibile per due cugini stare insieme e cerchiamo di essere felici!»
«Però il “ma” c’è Rose, eccome se c’è. E credimi se ti dico che vorrei evitarlo, ma non posso. Io e te siamo cugini e, per quanto tu possa esserne convinta, non mi ami. Non davvero almeno, non quanto io amo te».
«Non osare dirmi che cosa provo o meno!»
«Rosie, fidati, tu ami Scorpius! Ti sei lasciata condizionare dal fatto che io e te…»
«Noi, di’ pure noi, Al».
«Non c’è nessun “noi”. Siamo amici da una vita, siamo cresciuti insieme. Io ti amo e l’ho sempre saputo; tu, invece, ti sei lasciata trasportare dalla situazione e stai confondendo l’amore con l’amicizia e l’affetto fraterno».
«Non è vero!»
«E invece sì e non devi preoccupartene, non c’è niente di male! È la storia più vecchia del mondo: lui ama lei, ma lei ama l'altro... E l'altro è quasi sempre il tuo migliore amico».
«E se questa volta fosse diverso? Se lei lo amasse il ragazzo in questione? Se lei fosse lì, davanti a lui, pronta a mollare tutto solo per stare con lui?»
«Non posso fare questo a Scorpius». Ipocrita.
«Non mi sembravi tanto preoccupato a Capodanno».
«Non di nuovo, Rose».
«Non sparire dalla mia vita. Io ho bisogno di te. Io voglio te».
«Supponiamo che il tuo sia amore, Rosie. E Merlino, credimi, io voglio fidarmi di quello che mi dici. Funzionerebbe mai? Prima o poi tu ti renderesti conto di aver buttato la vita dietro un amore dannato e mi lasceresti…»
«Non lo farei mai e lo sai». La mia voce è ferma e decisa e non capisco come ciò sia possibile, vista la paura che ho in corpo.
«Succederebbe e io, purtroppo, lo so. Ti prego, non rendere tutto più difficile».
«Mi stai dicendo che tra me e te non ci sarà più niente?» Si limita ad annuire.
«Ti prego, non uscire dalla mia vita. Possiamo… tutto può tornare come prima, no?»
«No. C’è una ragione se ho scelto di prendere i M.A.G.O. da privatista ed è che non posso starti vicino come semplice amico o cugino. So che è egoistico…» Non gli lascio nemmeno il tempo di finire. Devo capire che cosa cazzo stia succedendo alla mia vita.
«Mi stai dicendo che io e te, che noi, stiamo rinunciando alla nostra felicità per colpa di qualche stupida regola impostaci dalla società?»
«Non è colpa di nessuno Rose. Io non sono Edmond Dantès, io non sono il principe azzurro delle fiabe babbane che ci raccontava zia Hermione d’estate all’ora della merenda. Io sono solo il cugino ansiogeno e rompiscatole che non potrà mai averti».
«Io trovo che solo il cugino ansiogeno e rompiscatole sia fantastico. È vero, tu non sei Edmond Dantès. Tu sei meglio di lui, Al». Mi avvicino e cerco di baciarlo, ma si ritrae. Dai suoi occhi affiora una lacrima e anche io comincio a piangere. Però non possiamo ricadere in quell’errore, non potremmo più uscirne o, almeno, sarebbe senza dubbio più difficile. Appoggia la sua fronte contro la mia e mi stringe forte a sé. Lo guardo fisso negli occhi, i suoi occhi verdi, gli occhi che da generazioni sono simboli di amori impossibili e proibiti.
Lily e Severus.
Albus e Rose.
E capisco che il lieto fine non esiste, ma la fine sì.
Quella notte è andata così, non ho baciato Albus e non c'è stato il lieto fine. Eppure me la ricorderò sempre perché era una notte speciale. Ma io la magia di quella notte, come spesso succede nella vita, non l'ho più ritrovata.
Angolo di Harry Potterish
Penultimo capitolo prima dell’epilogo e delle drabble (due raccolte che ripercorreranno, anno per anno, la vita di Albus e Scorpius), quello cui io sono più attaccata, perché forse ci saranno dei cliché, forse sarà triste e noioso, ma mentre lo scrivevo erano Albus e Rose a parlare per sé e io piangevo come una fontana e non potevo far altro che piegarmi davanti alla loro volontà. Che idiota, eh?
Ci sono un po’ di citazioni da segnalare, in primis il titolo, che è una citazione da Balzac, poi ce ne sono altre due o tre, come la primissima frase, quella sullecose belle della vitache fanno tutte ingrassare o sono illegali o immorali (come è vero) o quella sul dare la propria vita per una bugia, che non so di chi siano e infine due da “Notte prima degli esami”. Ecco svelato perché vi dicevo di tenerlo d’occhio: queste due citazioni, per me, sono le più belle e chi conosceva il film poteva capire come sarebbe andata a finire e si tratta precisamente di:
1) È la storia più vecchia del mondo: lui ama lei, ma lei ama l'altro... E l'altro è quasi sempre il tuo migliore amico.
2) Quella notte è andata così, non ho baciato Claudiae non c'è stato il lieto fine. Eppure me la ricorderò sempre perché era una notte speciale. Ma io la magia di quella notte, come spesso succede nella vita, non l'ho più ritrovata.
Bene, ora siete liberissime di uccidermi. Ci tengo a precisare che eventuali ripetizioni sono dovute al fatto che entrambi sono in un momento di difficoltà, quindi non parlano certo come se fossero il Devoto Oli. Inoltre vorrei far notare il parallelismo tra Albus e Rose/Lily e Severus: ho messo a chiasmo le ragazze e i ragazzi, mentre in corrispondenza quelli con gli occhi verdi (Lily e Albus) e quelli rifiutati (Severus e Rose).
Comunque sono senza parole, davvero, questo capitolo mi fa piangere tutte le volte che lo leggo e spero solo di avervi comunicato quello che provavo io mentre scrivevo. Ditemi voi: insomma, se non si fosse capito, è un velato invito a recensire.
Ringrazio infinitamente le 11 preferite, 5 ricordate e 27 seguite, ma un ringraziamento speciale va alle dieci fantastiche ragazze che hanno recensito: flors99, PeaceS, martachiu_95, chibidaphne87, CharmedAlis, __Giuuu, Montgomery, JennyBlaBla, ZetaDreams, Ismene_. Siamo a quota 92 recensioni, che ne dite di darmi una mano a superare le 100?
Questo giro vi lascio tre spoiler, perché è l’ultima volta e voglio essere buona.
Spoiler epilogo
1 gennaio 2031. San Mungo. Secondo piano. Stanza 17. Di nuovo.
È un incubo che si ripete, un dolore malcelato e mai davvero superato che riaffiora. Sono passati nove anni esatti dal giorno che ha stravolto la mia vita. Vi starete chiedendo che cosa sia cambiato da allora. Non molto a dire la verità.
Non molto delle cose che contano.
Mi chiamo ancora Rose Weasley, sono tuttora perseguitata da Sfiga e ho una vita sentimentale molto, forse troppo incasinata.
Spoiler raccolta di drabble dal POV di Scorpius
14 anni - Amore?
«Scorpius, quando ti deciderai a farti avanti con mia cugina?»
«Credi che abbia qualche speranza con lei?»
«Sì, definitivamente».
Spoiler raccolta di drabble dal POV di Al
16 anni - Fuga
Lei non era innamorata di me, era innamorata dell’idea di avere una figlia da me. Se voglio che torni ad essere felice, è necessario che io mi faccia da parte. Devo lasciarla andare perché la amo troppo per obbligarla a vivere costretta nella prigione di una vita dannata con me.
Alla prossima, mie adepte e ricordate: Rose non ha ancora scelto, i giochi sono tuttora aperti.
La vostra pazza Harry Potterish
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Capitolo 13 *** L'inferno è la sofferenza di non poter più amare ***
Attenzione! La storia diventa una serie! Cliccate sul link qui sopra per leggere le due raccolte di drabble legate alla long e senza le quali è difficile capire il finale della storia e, soprattutto, la “questione Rose”. Ci vediamo in fondo per l’ultima volta. Sigh sob.
A tutte voi lettrici, che siete state con me e con Rose fino alla fine
E a __Giuuu, perché le voglio bene e perché non ho trovato modo migliore per augurarle buon compleanno.
13.
L’inferno è la sofferenza di non poter più amare
Crescere è inevitabile, invecchiare è una scelta. Crescere significa andare sempre avanti e imparare dagli errori che commettiamo; invecchiare, invece, vuol semplicemente dire piegarsi a quella terribile cosa che è il tempo e lasciarlo condizionare i nostri pensieri e le nostre azioni. Io ho deciso di non arrendermi al tempo, ho deciso di combattere contro di lui, perché, a mio modesto parere, l’unica cosa per cui valga davvero la pena vivere è l’amore e non ho intenzione di mollare finché non sarò riuscita a provare di nuovo quelle sensazioni.
***
1 gennaio 2031. San Mungo. Secondo piano. Stanza 17. Di nuovo.
È un incubo che si ripete, un dolore malcelato e mai davvero superato che riaffiora. Sono passati nove anni esatti dal giorno che ha stravolto la mia vita. Vi starete chiedendo che cosa sia cambiato da allora. Non molto a dire la verità.
Non molto delle cose che contano.
Mi chiamo ancora Rose Weasley, sono tuttora perseguitata da Sfiga e ho una vita sentimentale molto, forse troppo incasinata. Quest’anno compirò venticinque anni, non tanti, è vero, ma sono già troppi per i miei gusti. Tra qualche anno la mia faccia inizierà a riempirsi di rughe orribili ai lati degli occhi e della bocca. Quando ero più piccola le apprezzavo, perché ero convinta che ognuna di esse nascondesse una storia, un’esperienza, un bel ricordo. Le rughe dovrebbero semplicemente indicare il posto dove erano i sorrisi, mentre nel mio caso mi ricorderanno che, fin da giovane, ho pianto e sofferto troppo per un desiderio irraggiungibile. In questo preciso istante sto realizzando che è circa un quarto di secolo che rovino la vita alla mia famiglia, circa un quarto di secolo che ho sottratto tante persone all’attenzione di Sfiga. Diciamo, quindi, che ho fatto sia del bene sia del male, come tutti del resto.
«La dilatazione è quasi completa. Ancora poco e sarà tutto finito». La voce dell’infermiera arriva come una manna dal cielo per me: non mi ricordavo che fosse tanto doloroso. Di fianco a me, Scorpius mi stringe la mano. Già, questa volta i bambini sono suoi e sì, posso parlare di bambini al plurale, perché sono due gemelli, un maschio e una femmina. Abbiamo deciso di chiamare lui Theo, mentre sul nome della piccola abbiamo litigato parecchio: avrebbe preferito chiamarla Lexis, ma io ho insistito per attenermi ai miei piani e darle il nome Danae. So che è stupido, ma ho la sensazione che, così facendo, garantirò alla mia piccola quella seconda opportunità che io non ho avuto.
Infatti, da quella notte, nessuno ha più rivisto Albus: Lily e James hanno tenuto una corrispondenza con lui per alcuni anni, poi ha smesso di rispondere anche a loro. Credo che gli unici che sappiano che cosa stia combinando ora siano zio Harry e zia Ginny e penso che ce lo tengano nascosto per evitare di obbligarlo a riavvicinarsi alla famiglia e farlo soffrire ulteriormente.
Io ho continuato ad amarlo più della mia stessa vita: ogni cosa, ogni persona non fa altro che ricordarmi lui. I primi tempi sono stati terribili. Avrei preferito che mi avesse detto che non mi amava, anziché farmi capire che aveva rinunciato a combattere per noi. Poi, però, il dolore si è affievolito e si è rifugiato in un angolo del mio cuore, pronto a riaffiorare nei momenti di debolezza. Scorpius mi ha aiutata moltissimo e alla fine siamo tornati insieme: gli voglio bene e ogni giorno mi impegno per imparare ad amarlo, ma non ce la faccio. Non ci siamo sposati, al contrario del volere di tutti, per una decisione comune: abbiamo detto che non ci sentivamo ancora pronti per un impegno serio come il matrimonio, ma la verità è che sappiamo entrambi che non ci sarà mai amore tra di noi e che, giorno per giorno, diventerebbe una schiavitù. Tuttavia, non credo che troveremo mai il coraggio di dire queste parole a voce alta: mio cugino era anche il suo migliore amico e, benché sia troppo orgoglioso per ammetterlo, manca anche a lui.
Sul piano lavorativo, invece, sono riuscita a fondare la mia rivista, “La fenice”, che ha avuto sin da subito un notevole successo. In quanto editrice, mi occupo principalmente della scrittura degli editoriali, che trattano degli argomenti più svariati: tanto per intenderci, avete presente le continue follie con cui vi ho importunati per tutto il tempo? Bene, ora le metto per iscritto e le sfrutto per torturare l’intero Mondo Magico. E la gente le trova pure interessanti.
Insomma, oggi dovrei ritenermi soddisfatta, dal momento che sono finalmente riuscita a portare a termine tutti gli obiettivi che mi ero prefissata nel mio pacchetto-vita. E allora perché mi sento vuota, incompleta?
«Bene, signora Malfoy».
«Signorina Weasley, prego» la correggo io. Non tollero questa usanza di chiamare le donne con il cognome del marito, innanzitutto perché siamo persone indipendenti dalla volontà degli uomini e, in secondo luogo, perché io e Scorpius non siamo sposati. L’ostetrica sembra non offendersi più di tanto –le partorienti possono diventare anche molto più isteriche di me.
«Bene, signorina Weasley, i gemelli sono pronti per nascere. Io devo andare perché c’è un’emergenza nella stanza accanto, ma non si preoccupi: la affideremo al miglior dottore che abbiamo». No, la scongiuro, non se ne vada. Non voglio un uomo ad assistermi come l’ultima volta, voglio una donna che capisca il male che sto subendo.
«Tranquilla, vedrai che andrà tutto bene» mi rasserena Scorpius.
«E se fosse lo stesso dell’altra volta?» chiedo titubante, dando voce sia ai miei che ai suoi pensieri.
«Vorrà dire che lo cacceremo e chiederemo di qualcun altro».
«Promesso?»
«Come è vero che mi chiamo Scorpius Hyperion Malfoy, purtroppo». Riesce a strapparmi un sorriso con la sua battuta, ma il clima disteso che si è creato svanisce un istante dopo. Dalla porta di quella stanza entra l’ultima persona che mi sarei mai aspettata di poter vedere.
«Tu?» chiedo stralunata.
«Siete voi quelli del parto gemellare?» replica lui, ancor più sconvolto di noi.
«Sì, Potter. Ti sembra questo il momento per venire a rompere le scatole? Stiamo aspettando il medico». La voce di Scorpius è fredda: serba ancora rancore, è evidente, e credo non la prenderà bene quando realizzerà come stanno le cose.
«Sono io il dottore» risponde semplicemente lui.
«TU?» Sento la presa della mano di Scorpius allentarsi e un sonoro tonfo: è svenuto. È sempre stato debole di cuore, ma bisogna comprenderlo: mio cugino, nonché suo ex migliore amico, che ha avuto una figlia dalla sua attuale ragazza, che è ancora innamorata di lui, sarà il dottore che metterà al mondo i suoi due figli. Appunto per tutti quelli che desiderano vite simili a quelle descritte nei film babbani: evitatele, non vi perdete niente, sono solo un gran casino e fanno letteralmente schifo.
«Dobbiamo procedere» si limita a dire Al. In questo momento ci sarebbero tante cose che vorrei dirgli: che mi manca, che lo amo ancora, che non sono sposata, che non capisco perché se ne sia andato così ed abbia scelto proprio questa professione. Ma mi limito ad annuire e a spingere forte. Pochi minuti dopo sento il pianto di due bambini squarciare il silenzio: questa volta è andato tutto bene.
C’era lui.
Per primo mi porge il maschietto, il più grande, anche se di soli pochi minuti.
«Suppongo che questo sia Theo». Annuisco e lo lascio tornare dalla piccola. Guardo mio figlio adorante: ha gli occhi azzurri come i miei, ma ha i capelli biondi. Farà strage di ragazze a scuola, lo so già. Speriamo solo che abbia un minimo di sale in zucca! Poco dopo torna con la bambina in braccio: ha i capelli rossi, gli occhi grigi e qualche lentiggine.
«Ed ecco la piccola» dice lui. Fa per allontanarsi, lasciarmi sola con i bambini e andare a rianimare Scorpius, ma lo blocco.
«Vorrei chiamarla Danae». Credo sia corretto renderlo partecipe del fatto che si chiamerà come sua figlia.
«È un bel nome» commenta neutro, con quel tono caratteristico che i medici assumono per parlare con i pazienti senza far trapelare alcun coinvolgimento emotivo.
«Mi sembrava giusto che tu lo sapessi».
«Grazie. Beh, ce l’hai fatta alla fine: un rivista di successo, una vita stabile, Theo e Danae Malfoy, tutto perfetto, come per Dominique. Era questo che volevi, no?»
«Theo e Danae Weasley. Io e Scorpius non siamo sposati».. Rimane interdetto dalla mia ultima affermazione. È voltato di spalle e sta trafficando con la cartella medica, ma scommetto che ora sta sorridendo.
«Con due bambini come garanzia, sono certo che a breve ti farà la proposta» replica freddo dopo un po’.
«No, non lo farà».
«Ma è quello che volete entrambi!» esclama lui. Ancora con questa storia? Merlino, mi farà impazzire prima o poi.
«No, è quello che vuoi tu, che tu e solo tu hai programmato alle nostre spalle per anni. Ci siamo lasciati coinvolgere e ci siamo convinti che stare insieme fosse la cosa giusta, ma non lo è. Siamo una Weasley e un Malfoy, Albus. Quello che volevo, e che voglio tuttora, è stare con te».
«Stai con Scorpius adesso». Sembra che sia impermeabile alle mie parole, come se non gli importasse più nulla di noi. So che sto distruggendo il lavoro di nove anni che ha fatto per dimenticarmi, ma se non mi libero di questo peso, rischio di morire.
«Sto con lui perché nove anni fa mi hai mollata in lacrime nel bel mezzo di una radura dicendomi che tra noi era tutto finito! Che cosa avrei dovuto fare? Ti ho aspettato all’inizio, sai? Ero sicura che ci avresti ripensato, invece non sei più tornato. Dammi una buona ragione per cui non l’hai fatto».
«Siamo cugini, Rosie».
«E ti sembra una buona ragione? Nelle famiglie purosangue si sposavano sempre tra cugini…».
«Lo so! Ma ora è proibito!»
«Non siamo obbligati a sposarci».
«Tu volevi dei figli. Un bambino nato da noi due sarebbe stato per sempre visto da tutti come un errore».
«Io non volevo dei figli, non necessariamente. Io volevo te e basta».
«Ora è troppo tardi». Odio quando ha ragione.
«Non sparire di nuovo».
«Dammi una buona ragione» mi fa il verso lui. Quando facciamo così, ricordiamo incredibilmente i miei genitori con i loro battibecchi continui: non è forse un altro segno del fatto che siamo perfetti l’uno per l’altra?
«Vorrei che tu fossi il padrino di Danae» mi limito a dire. Scorpius mi ucciderà, ma sono io quella che ha patito le pene dell’inferno per metterla al mondo, credo mi spetti il diritto di decidere.
«Non posso accettare».
«Non sarei capace di immaginare una persona più adatta per prendersi cura di mia figlia».
«Che ne dici di Lily, Hugo, James, Fred, Roxanne…».
«Ok, ok, ho capito!» lo blocco stizzita. «Significa che non tornerai?»
«Significa che non ti dimenticherò mai».
«Sarebbe un modo carino per dirmi che oggi è l’ultima volta che ci vediamo?»
«È un giorno felice, Rose. Hai appena avuto due figli meravigliosi, non ho intenzione di rovinartelo con le mie manie di protagonismo. Se mi avessero detto che eravate voi, non sarei mai venuto ad assistere al parto».
«Io invece sono felice che fossi tu. Eri l’unico cui avrei affidato la mia vita e quella dei miei bambini». Lo vedo sorridere per pochi istanti.
«Non ho più mangiato fragole da quel giorno, sai? Scorpius è allergico e non ne compriamo per evitare che si ripeta l’incidente di nove anni fa». Non so perché glielo sto dicendo, ma so che è la cosa giusta da fare.
«Nemmeno io».
«Se è per questo non ho neanche più toccato la cioccolata piccante. Troppi ricordi…».
«Nemmeno io».
«Mi manca, Al».
«Che cosa? La cioccolata o le fragole?»
«Entrambi, anche se ad essere sinceri, principalmente mi manchi tu».
«Dovremmo aiutare il padre dei tuoi figli: è ancora lì per terra svenuto» dice per evitare il discorso. Ho già detto che lo detesto quando ha ragione?
«Già. Sono stupendi». Mi rendo conto solo troppo tardi di aver veramente detto quelle parole.
«Sì, sono proprio due bei bambini».
«Mi riferivo ai tuoi occhi, in realtà. Vorrei che almeno uno di loro li avesse così. Però è vero, sono proprio due bei bambini» Arrossisce di colpo, poi si avvicina al
mio letto. Mi prende la mano, appoggia la sua fronte alla mia esattamente come aveva fatto anni fa e, come se questi nove anni non fossero mai passati, mi guarda negli occhi, con le lacrime pronte ad affiorare.
«Ti amo, Rose e questo non cambierà mai. Ma tu hai una famiglia adesso, sei felice e io non posso farci niente».
«Non sono felice, non senza di te». Questa volta però, a differenza di nove anni fa, lui appoggia le sue labbra sulle mie. È quel bacio di addio che non ci siamo mai concessi, ma che in fondo meritiamo dopo tutto quello che abbiamo passato. È questione di un attimo, tuttavia mi è sufficiente per capire che purtroppo non sarò mai capace di amare Scorpius.
«Lo porto al piano di sopra, dovrebbe riprendersi nell’arco di poco. Quando starà meglio te lo faccio mandare giù, ok?» Mi limito ad annuire, un po’ delusa. Chissà che cosa mi aspettavo. Forse ero convinta che, vedendomi, tutto cambiasse e decidesse di tornare da me, ma, obiettivamente parlando, ciò non era possibile.
«Al, è un addio?» chiedo spaventata dalla risposta.
«Tu che cosa vorresti che fosse, Rose?» Un arrivederci, un ti amo, un “ci sarò sempre per te, anche solo come amico”.
«Vorrei che fosse un “vissero per sempre insieme felici e contenti”».
«Quello esiste solo nelle fiabe e nei film babbani».
«E quando mai la nostra è stata una vita normale?»
«Touché. Se è questo che vuoi che sia, lo sarà. Io oggi ho dato Scacco al Re, sta a te fare la prossima mossa, lo Scacco Matto. Sei un’abile giocatrice, scommetto che capirai in fretta che cosa devi fare» chiude la porta e mi lascia da sola con i miei bambini.
***
Ho riflettuto a lungo sul discorso di Albus, non perché dovessi intuirne il senso, quanto perché dovevo decidere se davvero avrei avuto il coraggio di rovinare la vita di Scorpius e dei miei due figli. Quelle parole mi fecero provare un moto d’odio nei suoi confronti, ma allo stesso tempo non fecero che alimentare il mio amore. Da quel giorno ripresi a mangiare sia le fragole sia la cioccolata piccante e non le ho più abbandonate. Io e Scorpius non ci siamo sposati, rimanendo così fedeli ai nostri principi. Oggi, alla veneranda età di trentasei anni, sono a King’s Cross e i miei bambini stanno per andare ad Hogwarts. Salutano me e il padre dal treno, mentre partono per la loro prima avventura.
«Mi mancano già».
«Torneranno presto, Rosie».
«Come fai ad esserne così sicuro?»
«Loro sono forti come te, non mollano mai, ma anche testardi come me, che non ti ho mai abbandonata».
«Andiamo a casa». E così ritorno nel mondo babbano e mi avvio verso casa con il suo braccio intorno alla vita.
Due occhi puntati su di noi ci fissano da lontano. Siamo rimasti amici: sia chiaro, non migliori amici, amici che si inviano gli auguri di Natale e ogni tanto si incontrano al bar a fare due chiacchiere. Però, a quanto sembra, dovrò farmelo bastare.
***
Fin da piccolo i grandi ti insegnano a lottare per i tuoi ideali, poiché, secondo i più, ognuno è artefice del proprio destino. Per questo ti illudi, ci credi, ti impegni con tutto te stesso per dare il meglio e realizzarti. Guardate me: dall’età di otto anni non ho fatto altro che rincorrere un sogno irrealizzabile, un pacchetto-vita che non mi ha nemmeno resa felice. Per questo sono propensa a credere che la vita sia più che altro un qualcosa di già scritto o che, per lo meno, sono gli altri a scrivere per te. Gli attori non scelgono le proprie battute, così come noi non decidiamo l’ordine degli eventi.
Da quando ho quindici anni ho dovuto affrontare esperienze di ogni genere e tutte le volte, pur cercando di porre rimedio ai miei problemi, qualche imprevisto mi impediva sempre di andare avanti. Altrimenti, non si spiegherebbe la mia complicatissima relazione con Albus e Scorpius o il fatto che, a trentasei anni suonati, sono ancora qui, con gli ormoni di una tredicenne, che cerco di convincermi di aver fatto la scelta giusta per tutti, anche se dolorosa, almeno per me.
Non è colpa di nessuno, come disse Lily un tempo, doveva andare così e basta.
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Angolo di Harry Potterish – Mi apro alla chiusura
E vi lascio così, con una frase in latino, come avrebbe fatto Eco, senza spiegarvi il perché, senza spiegarvene il senso. Credo sia piuttosto evidente, ma vi lascio libere di fare interpretazioni di ogni genere. Ho cambiato il finale duemila volte: ero indecisa sul pairing finale e, dopo modifiche su modifiche, sono giunta alla conclusione che la mia Rose è cresciuta e ama troppo i suoi figli (anche più di una madre qualsiasi, a causa del trauma che ha subito) per fare diversamente. Ma la parola “Fine”, al solito, non l’ho scritta ugualmente, perché in ogni storia che si rispetti non c’è la fine, ma solo l’inizio di nuove avventure che lo scrittore o la scrittrice gentilmente lascia alla fantasia di lettori e lettrici, proprio come ha fatto mamma Rowling con noi.
Questa long è quella che mi sia riuscita meglio fino ad ora e dover rispondere “sì” alla domanda “Completa?” è quasi traumatico. E lo è ancor di più se penso alla scelta di Rose. Questo finale è ambiguo, mentre nelle drabble ho scritto esplicitamente chi ha “scelto”. Perché queste virgolette? Lo capirete. Inoltre, ci sono due parti riflessive, perché mi pareva giusto chiudere come avevo iniziato.
I capitoli sono volutamente 13, perché il 13 non è un numero fortunato. Avrei voluto farne 17, ma con questi avvenimenti non sarei potuta arrivare a più di 15 o 16 e tutto sarebbe andato a farsi friggere. Il titolo è una citazione da “I fratelli Karamazov” di Dostoevskji, la prima frase credevo averla inventata io, invece ho scoperto che in realtà qualcun altro l’aveva già pensata prima di me, mentre “le rughe dovrebbero semplicemente indicare il posto dove erano i sorrisi” è una frase di Mark Twain.
Ma ora basta con sentimentalismi che non mi appartengono! Voglio che abbiate un ricordo felice della storia, di Rose e della mia follia, care adepte, quindi passiamo ai dovuti ringraziamenti!
*parte il jingle dei Blues Brothers*
Vorrei ringraziare le 26 fantastiche ragazze che hanno inserito la long tra le preferite, le 17 adorabili lettrici che hanno messo la storia tra le ricordate e le 31 che hanno scelto di seguire la storia.
*il jingle prosegue*
Un grazie particolare va a quelle ragazze che hanno contribuito a raggiungere l’esorbitante numero di 120 recensioni!
*il jingle continua*
Grazie a quelli che hanno sopportato i miei scleri in questi mesi in cui la long è nata, grazie a tutti coloro che hanno letto nell’ombra, grazie agli 888 visitatori del primo capitolo!
*il jingle gira ancora un po’*
Sapere di essere riuscita a trasmettervi qualcosa è davvero fantastico. Quindi grazie, grazie, grazie anche se le parole non bastano per esprimere la mia gratitudine.
*fine jingle*
Bene, ora che avete appurato che sono la solita pazza di sempre, vi saluto, mie adepte. Ma prima o poi tornerò. So che suona tanto da minaccia e in effetti lo è. Fate un salto dalla mia pagina ogni tanto e troverete delle sorpresine.
Un bacio
La vostra pazza affezionata capo-setta
Harry Potterish
Edit del 02/04/2012: il primo capitolo ha superato le 2000 visualizzazioni e vi ringrazio tutte per questo grande traguardo.
Ma un grazie speciale va a Flaqui, __Giuuu, flors99 e dominiqueweasley, che hanno segnalato la storia per le scelte.
Grazie anche solo per aver pensato che io possa meritare un posto tra fanfiction tanto fantastiche.
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