(Un)Lucky I'm in love with my bestfriend.

di _Carrotscupcake_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stai lontano dal mio ragazzo. ***
Capitolo 2: *** Non ti lascio. ***
Capitolo 3: *** Ormai è andato via. ***
Capitolo 4: *** Tutta colpa mia. ***
Capitolo 5: *** Un tantino distratto. ***
Capitolo 6: *** Adrenalina. ***
Capitolo 7: *** Diamoci una mossa Ernie. ***
Capitolo 8: *** Inciso sulla corteccia. ***
Capitolo 9: *** A guardarci negli occhi. ***
Capitolo 10: *** Momenti. ***
Capitolo 11: *** Quello che vuole. ***
Capitolo 12: *** Se solo tu mi chiederai di restare. ***
Capitolo 13: *** Il mio motivo per combattere. ***
Capitolo 14: *** La fame. ***
Capitolo 15: *** Senza perdere la speranza. ***
Capitolo 16: *** Aspettiamo. ***
Capitolo 17: *** Quattro su cinque. ***
Capitolo 18: *** Liam lo adorerà. ***
Capitolo 19: *** Ai One Direction. ***
Capitolo 20: *** 'Fanculo. ***
Capitolo 21: *** Confusione. ***
Capitolo 22: *** Non puoi amarmi così tanto. ***
Capitolo 23: *** Oh cazzo, Zayn. ***
Capitolo 24: *** Non posso perderli. ***
Capitolo 25: *** Non mi piace quando ti arrabbi. ***
Capitolo 26: *** Niente ***
Capitolo 27: *** Sembra che la mia anima gemella sia Harry. ***
Capitolo 28: *** 19 anni dopo. ***



Capitolo 1
*** Stai lontano dal mio ragazzo. ***


Sta piovendo da morire, non ho l’ombrello. Non mi dispiace sentire i brividi di freddo, aumenta l’adrenalina. Tanto a casa Harry mi aspetta con una bella tazza di thè caldo, almeno questo è quello che mi ha scritto pochi secondi fa << Piove a dirotto, hai dimenticato l’ombrello a casa. Corri che preparo il thè!  XX >>
Il pensiero mi fa sorridere e mi affretto per arrivare, correndo come un pazzo con un giornale fradicio in testa. Arrivo a casa come una zuppa d’acqua, trovo le chiavi sotto allo zerbino. Apro in fretta, la casa è avvolta dal silenzio.
<< Sono a casa!! >> urlo per farmi sentire.
<< Il thè sarà pronto tra un attimo vieni in cucina… >>
Mi tolgo le scarpe e le lascio davanti alla porta, cammino fino alla cucina, grondando acqua. Mi avvicino lentamente a lui, in punta di piedi per non farmi sentire e lo abbraccio.
<< Ah!! >> Harry scuote la testa e fa un passo all’indietro.
Scoppio a ridere.
<< Sei impazzito?? Mi hai fatto il bagno! >>
<< Si, era quello che volevo. >>
Scuoto i capelli schizzando un po’ d’acqua su di lui.
<< Provaci di nuovo e niente thè. >>
Mi vado a sedere su una sedia, mettendo il muso lungo.
<< Adesso non mi fare quella faccia triste… >> Cerca di farmi una faccia tenera io sorrido velocemente ma poi torno serio.
<< Mi hai respinto. >>
<< Togliti quei vestiti fradici, se vuoi un abbraccio. >>
<< Ok, torno subito da te! >> La mia voce è come quella di un bambino entusiasta.
Vado nella mia stanza saltellando, e sento la risata di Harry che riecheggia in tutta la casa. Mi tolgo velocemente i vestiti bagnati, e mi infilo un maglione, si muore di fretto.
Torno in cucina, Harry non si vede.
<< Sono sul divano. >> Mi avverte.
Corro in salotto, e mi butto affianco a lui, sotto alle coperte. Si rovescia un po’ di te addosso.
<< Bravo! Sei un elefante. >>
Mi butto addosso e inizio a fargli il solletico, rovescia completamente il thè e fa cadere la tazza a terra, si scheggia il manico.
<< Sarai contento adesso, la tazza è distrutta, il divano è bagnato e soprattutto non ho niente da bere. >>
<< Puoi bere anche il mio, ma non smetterò di farti il solletico. >>
Harry prende il mio thè e scappa via. Lo raggiungo subito, è in camera sua. Gli tolgo la tazza dalle mani e inizio a bere. Presto se la riprende. Lo butto sul letto, rovesciando anche questa tazza di thè. Inizio a tormentarlo di solletico. Harry non riesce a smettere di ridere, gli lacrimano gli occhi.
<< Louis, Louis…Smettila! ADESSO! >> Riesce infine a dire tra le risate.
<< Dammi un buon motivo… >>
<< A quest’ora fanno i power rangers! >>
<< La televisione è mia. >>
Corro di nuovo sul divano, e intanto chiamo Zayn.
<< Louis, cosa c’è? >> Mi risponde.
Harry mi ha raggiunto è si è fiondato sul divano.
<< Vieni da noi a vedere i power rangers?? >> Chiedo, sorridendo con euforia.
Harry mi guarda, mi sorride e mi ruba il telefono dalle mani.
<< Certo! Sto arrivando… >> Tenta di dire Zayn.
<< No, mi dispiace siamo impegnati. >> Harry lo interrompe prima che possa finire la frase.
Attacca il telefono.
<< Ma… >> Protesto.
<< Dovevo vendicarmi in qualche modo. >>
<< Bene, allora dovrai vederti i power rangers con me! E non provare a dormire. >>
<< Con piacere. >>
Accende la TV. Ci mettiamo sotto le coperte e Harry si appoggia sulla mia spalla. Io poggio le gambe su di lui. Dopo un po’ lui è già caduto addormentato in un sonno profondo. Accarezzo i suoi riccioli, ridendo e prendo il cellulare. Richiamo Zayn.
<< Dorme, vieni. >>
<< Lo sapevo, sono sotto casa. >>
<< Sai dove sono le chiavi, entra. Siamo in salotto. >>
Poco dopo mi trovo Zayn davanti << Quando si sveglierà, ti ucciderà. >>
<< Non aspetto altro. >>

I power rangers sono finiti da un bel po’ ma Harry non da segni di svegliarsi. Sento il suo respiro accanto al mio, ogni tanto lo spintono,  così lui smette di russare, si gira dall’altra parte, trova il vuoto, torna sulla mia spalla e continua a dormire. Non lo sveglierebbero neanche le cannonate, ma ormai è piuttosto tardi.
<< Bhè, io tornerei a casa… >> dice Zayn controllando l’orario.
<< Aspetta, che ne facciamo di Harry? >>
<< Ehm, lascialo lì. >>
<< Ma no! Questo divano è scomodo per dormire >>
<< Portiamolo in camera sua… >>
<< Ma, rischiamo di svegliarlo. >>
<< Bene, allora lasciamolo qui! >>
<< No! Portiamolo in camera sua. >>
<< Bene, io lo prendo per i piedi tu per le spalle. >>
<< Fai attenzione a non svegliarlo… >>
Mi sposto lentamente, posando la testa di Harry sul divano. Zayn prende i piedi, li alza, io sono pronto ad aiutarlo quando scoppia a ridere.
<< Zayn, avanti sii serio! >> dico trattenendo qualche risata.
Dopo qualche tentativo di trasportarlo silenziosamente ci troviamo accasciati sul pavimento, a trattenere risate troppo rumorose, Harry si è svegliato.
<< Louis, che succede?? >> Dice aprendo gli occhi e trovandosi a terra addosso a me.
<< Ehm, ti sei addormentato davanti alla TV. Ho provato a portarti nel letto. >>
<< Da solo?? >> Sorride Harry, non si è reso conto che dietro di lui c’è Zayn, che ride silenziosamente.
<< Si, solissimo! >> mi affretto a rispondere, lanciando uno sguardo a Zayn.
A quel punto Harry, ancora sbadigliando, si gira e nota Zayn.
<< Louis?? >>
<< Si…? >>
<< Non gli avevamo detto di essere impegnati? >>
<< Ma tu ti sei addormentato…Io mi sentivo tanto solo e poi… >>
Zayn non ha ancora detto niente, forse perché ancora non riesce a smettere di ridere.
<< Bhè, abbi paura di addormentarti sta notte. Pianifico la mia vendetta. E tu… >>
Zayn, terrorizzato dallo sguardo assassino di Harry, ha smesso di ridere e si prepara a scappare via.
<< FUORI DA CASA MIA! >>
<< Casa nostra… >> Preciso io, con una voce sottile, temendo la sua ira.
Zayn si avvicina alla porta, io e Harry lo seguiamo, per salutarlo o per ucciderlo, non saprei dire…
<< Notte amore, abbiamo passato un pomeriggio meraviglioso >> Zayn scappa via da casa ridacchiando.
<< Stai lontano dal MIO ragazzo! >> Harry gli tira appresso una mia scarpa dalla finestra, ma non lo colpisce.
<< Il tuo ragazzo…? E la mia scarpa?? >>
<< Te la recupero io domani, traditore! >>
 Mi guarda e entrambi scoppiamo a ridere.
<< Notte >> Dice Harry, e ciabattando si avvia in camera sua.
Io rimango un po’ a guardarlo mentre sale, con l’ombra delle nostre risate stampata sul viso. Poi mi avvio in camera mia, mi butto sul letto e mi addormento subito.

La mattina mi sveglio presto, ho un appuntamento con Eleanor, andiamo un po’ in giro assieme, lei dice che non lo facciamo mai.
E’ una bellissima giornata, dal silenzio intorno capisco che Harry sta ancora dormendo. Vado in camera sua silenziosamente e mi siedo ai piedi del letto. Lo faccio spesso, guardarlo dormire mi mette tranquillità. Assonnato chiudo gli occhi e per un po’ l’unico rumore è dato dai nostri respiri. Dopo una mezz’ora l’orologio mi avvisa con un bip sommesso che sono le 8:00.
Vado in cucina. Apro il frigo, trovo solo del gelato. Apro un cassetto e mi accorgo che non abbiamo cucchiaini, scommetto che è stato Liam a farli sparire per mettere in atto il suo piano segreto di eliminare tutti i cucchiai della faccia della terra. Prendo una forchetta mi accascio su una sedia, iniziando a mangiare.
Mi fermo a metà, per non lasciare Harry senza colazione. Lascio la forchetta dentro la coppa, la richiudo e la metto in frigorifero. Poi mi alzo, preparandomi per uscire.
Prima di andare via lascio un bigliettino sul tavolo.
<< Esco con Eleanor. Ti ho lasciato del gelato in frigo è l’unica cosa che abbiamo. Torno per pranzo.’’
Esco di casa, guardandomi intorno per controllare di non aver dimenticato niente.
Ho appena svoltato l’angolo quando sento il cellulare vibrare.
<< Vado io a fare la spesa, non preoccuparti. Divertiti, ci vediamo a casa. Harry. >>
Sorrido, e rileggo due tre volte il messaggio.
Poi spengo il cellulare e corro da Eleanor.

                                                                                                                                   

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Capitolo 2
*** Non ti lascio. ***


Io Eleanor stiamo camminando mano nella mano verso casa. Lei è bellissima, sempre sorridente e sprizza allegria da tutti i pori.
<< Sono così contenta che siamo riusciti a passare un po’ di tempo assieme >>
<< Non sai quanto lo sia io… >> Poggio un braccio sul suo fianco e la trascino, ci baciamo lentamente, le sue labbra hanno il sapore di ciliegia, la stringo a me. Una sensazione di piacere mi fa formicolare i piedi, è una ragazza meravigliosa e sono davvero felice con lei.
<< Ti amo. >> Le sussurro dolcemente all’orecchio, ma mentre parlo mi accorgo di non essere completamente sicuro di quello che sto dicendo. C’è sempre qualcosa nel più profondo di me, qualcosa che non riesco a completare, qualcosa che non riesco a colmare, un pezzo mancante. Se solo riuscissi a capire cos’è, potrei semplicemente lasciarmelo alle spalle, qualsiasi cosa sia…
Lei alza la testa e mi guarda, i suoi occhi sono dolcissimi, lo specchio di un’anima meravigliosa, in quel momento, solo per un attimo, sento davvero di appartenerle, di non cercare nient’altro che l’eterno specchiarmi in quei occhi.
<< Ti amo. >> Ripeto, sta volta con sicurezza.
<< Ti amo anche io >>
Ormai siamo arrivati sotto casa, è molto tardi. Harry sarà furioso, sorrido, adoro quando è furioso per me.
Eleanor mi accompagna alla porta, prendo le chiavi, mi scopro ansioso di vedere Harry, apro in fretta.
Poi sorrido ad Eleanor, la bacio un’altra volta, le sfioro le mani, e torno a sorridere.
<< Ci vedremo presto, lo prometto. Adesso che sono tornato a casa, hai smesso di divertirti alle mie spalle. >>
<< Non mi sono mai divertita alle tue spalle. >> Mi guarda, e mi scompiglia un po’ i capelli.
<< Lo spero >> La tiro a me per un ultimo bacio.
Dopo averla salutata entro a casa, strano, non sento puzza di bruciato. Di solito è quello l’odore che si sente quando io o Harry proviamo a cucinare, per questo ordiniamo la cena e pranziamo fuori.
<< Harry, sono a casa.. >> Nessuna risposta. << Harry dove sei?? >>
Entro in cucina. Non c’è traccia di Harry, ne tanto meno di cibo. Mi precipito in camera sua. Niente.
<< HARRY!! >> Non c’è nemmeno in salotto. Ne in bagno, in giardino, in piscina o da nessuna altra parte.
Infine entro in camera mia, e mi trovo davanti alla scena più improbabile che io abbia mai visto:
Harry è seduto sul letto, con una bambina tra le braccia, le cuffie nelle orecchie e canta buffe canzoncine. Scoppio a ridere e gli sfilo una cuffia dalle orecchie.
<< Louis! >> Sussulta << Sei già qui?? >>
<< Già qui?? Sono le due, noi di solito mangiamo a mezzo giorno!! >>
<< Le due?? >>
<< Si le due, chi è questa bellissima bambina?? >> Rivolgo per la prima volta lo sguardo alla bambina, prendendola in braccio. Salvandola dall’abbraccio goffo e inesperto di Harry.
<< E’ la mia nipotina, la mamma è molto impegnata e mia sorella è fuori, quindi ha chiesto a noi di tenerla… >>
<< E noi abbiamo detto di si?? >> Chiedo senza distogliere lo sguardo dalla bellissima bambina.
<< Ti dispiace?? >>
<< Certo che no! Ciao amore, ti troverai benissimo con noi… >>
<< Dici a me, amore?? >>
<< Dico alla bambina, stupido >>
Harry incrocia le braccia e si volta dall’alta parte.
<< No, girati verso di me, amore. >>
<< Dici alla bambina?? >>
<< No, dico a te. >>
Harry si volta e mi rivolge un sorriso enorme.
<< Ok, ti ho perdonato. >>
<< Come mai siamo in camera mia?? >>
<< Mmm…Volevo che la bambina sentisse il tuo odore, così le è più facile riconoscerti >>
<< Oh Harry, non è mica un cane!! >> sospiro ridacchiando. Poi lo fisso per un po’, il fatto che si sia messo in camera mia per far sentire alla bambina il mio odore, non so perché ma mi fa stare incredibilmente bene. Harry si lascia fissare e intanto sorride dolce alla bambina. Mi avvicino a lui, e lui allunga il dito verso di lei, lei lo stringe e ci rivolge un sorriso meraviglioso. Io e Harry ci scambiamo uno sguardo e scoppiamo a ridere. Una serenità improvvisa si è impadronita di noi, qualcosa di più grande di noi ci spinge a guardare la bambina sorridere, e a fare del suo sorriso il nostro. Mi chiedo se tutti i bambini abbiano questo potere soprannaturale, se sia contemplare la loro innocenza che crea dal nulla un infinito amore.
<< Come si chiama questa meraviglia?? >>
<< Si chiama Hope. >>
<< Allora Hope, lo zio Harry è tanto cattivo e non ha pensato al pranzo. Ma adesso è arrivato lo zio Louis che sistema tutto, non ci preoccupiamo eh… >>
<< Lo sai che sembri un idiota, vero?? >> Harry scoppia a ridere e mi da una spintarella canzonandomi.
Fingo di ignorarlo. << Hai almeno fatto la spesa, razza di buono a nulla. >>
<< Ovvio, per chi mi hai preso?? >>
Vado dritto in cucina, apro il frigorifero, è pieno. Certe volte Harry mi stupisce davvero, non avrei mai pensato che avrebbe fatto la spesa, ero sicuro che si sarebbe dimenticato e che saremmo rimasti digiuni, invece sono li a fissare un frigo stracolmo, come non lo abbiamo mai avuto.
<< Sai avevo dimenticato di fare la spesa, ma poi ha chiamato mia sorella dicendomi della bambina e ho subito pensato che non l’avrei mai fatta rimanere digiuna… >> Dice Harry in un fil di voce, come se avesse letto i miei pensieri. Non l’avevo sentito arrivare quindi sussulto, poi mi giro a guardarlo. Il suo sorriso dolce è rivolto a Hope, la stringe e la coccola, con degli occhi così pieni d’amore, che avrei quasi voglia di andare lì e abbracciarlo.
<< Sai una cosa, tutto sommato non saresti così male come papà. >>
Harry mi risponde con un sorriso. << Vado a portarla di là così ti aiuto a preparare il latte, prendo anche il biberon… >>
Harry sparisce dietro alla porta e io metto il latte nel bollitore, aspetto in silenzio. Non ho mai fatto una cosa del genere, quindi non so esattamente quanto tempo deve stare, lo lascio sul fornello fino a che Harry non torna.
<< Vuoi assaggiare per vedere come è la temperatura?? >> Dico appena torna in cucina.
<< Latte caldo, io adoro il latte caldo! >>
<< Lo prendo per un si… >>
Prendo il bollitore dal fornello, dimentico di usare le presine, il manico è bollente. Lo lascio subito e inizio ad urlare, agitando la mano, Harry mi guarda confuso,  e quando capisce cosa è successo scoppia a ridere.
<< Ma cosa ti ridi?? AIUTAMI! >> Urlo dal dolore.
Preso dal panico Harry prende la bottiglia d’acqua dal frigo e me la svuota sulla mano. Subito sento il sollievo di qualcosa di fresco, la mano smette lentamente di bruciare anche se è leggermente intorpidita.
<< Perfetto genio del crimine, e adesso cosa beviamo noi?? >>
<< Bhè, almeno la mano non ti brucia più… >>
<< Non hai risposto alla mia domanda… >>
<< Oh bhè…LATTE! >>
Accetto l’idea con entusiasmo. << D’accordo, e dato che non pranziamo potremmo… >>
<< Metterci dentro dei biscotti Plasmon?? >>
<< Se proprio insisti… >>
<< Non lo dire due volte! >>
<< E che Plasmon sia!! Ma prima dobbiamo verificare la temperatura del latte… Pronto?? >>
<< Sono nato pronto! >>
<< Questa era scontata…Avanti vieni qui… >> Lo tiro verso di me, lui inclina la testa verso l’alto, io con una mano mantengo il bollitore, sta volta con la presina, con l’altra tengo la sua testa all’altezza giusta. Verso un po’ di latte nella sua bocca, la maggior parte gli finisce addosso. Inizia a tossire, e io per aiutarlo cerco togliergli un po’ di latte dalla maglietta.
<< Bhè?? Com’era?? >>
<< Perfetto!! >> Afferma quando finalmente ha smesso di tossire.
Prepariamo il Biberon della bambina e le nostre tazze e andiamo in camera mia. Arrivati lì posiamo le tazze sul comodino, prendiamo Hope dal passeggino e ci sediamo sul mio letto. Harry insiste per dare lui il latte, glielo faccio fare, ma sto attento che non combini guai, mi seggo affianco a lui.
<< Allora gli devi tenere la testa alta, così… >> Gli mostro come deve fare, e lui imita i miei movimenti, se la sta cavando piuttosto bene. Da il biberon alla piccola, ma lei inizia a lamentarsi.
<< Perché non lo prende, forse era troppo caldo?? >> Mi chiede un po’ spazientito e deluso.
<< No aspetta… >> Molto lentamente poggio la mano sulla sua, e alzo un po’ il biberon. << Se lo tieni troppo basso non riesce a succhiare, ma attento a non tenerlo troppo alto, altrimenti rischia di affogarsi! >>
<< Non…Non mi lasciare la mano, d’accordo?? >> Dice Harry, un po’ insicuro. Io lo guardo e gli sorrido.
<< Non ti lascio. >>
Hope inizia a bere, tutta soddisfatta. Ancora più soddisfatto di lei è Harry, che mi guarda con un sorriso entusiasta.
<< Ci stiamo riuscendo, ci stiamo riuscendo! >>
<< Tutto merito mio! >>
<< Ma che dici, siamo una squadra! Saremmo dei papà meravigliosi, non è vero? >>
Lo guardo, gli sorrido e annuisco in silenzio.

                                                                                                                                   

                                                                                                                              _Carrotscupcake_

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Capitolo 3
*** Ormai è andato via. ***


Ieri io Harry e Hope ci siamo addormentati tutti e tre nel mio letto, quando mi sveglio la piccola è ancora tra le mie braccia e Harry dorme accanto a me, come un bambino. Mi alzo a sedere, sostenendo la bambina, Harry si gira dall’altro lato. La bambina sospira leggermente per poi riprendere il suo respiro regolare.
Non ho alcuna voglia di alzarmi, ne di accendere le luci. Questa mattina un senso di malinconia si è impossessato di me, non riesco a pensare a niente altro che a ieri. Io e Harry abbiamo passato l’intera giornata sul mio letto, a non fare niente di diverso che stare assieme, chiacchierare e dedicare tutto il nostro amore a Hope. In quei momenti non avrei desiderato di essere da nessuna altra parte, e non li scambierei neanche con la più grande ricchezza, non so perché ma mi sentivo adatto, per la prima volta in vita mia. Tutti i muri erano crollati, e c’era solo Louis, niente coperture. La mia anima nuda era protetta solo da quella di Harry, che a sua volta in qualche modo mi apparteneva.  Ma quel pomeriggio era volato la via, e così anche la notte, e il sole aveva lavato via quelle sensazioni, lasciando il mio cuore vuoto.
Guardo Harry al mio fianco, l’ho visto tante volte dormire che posso immaginare i suoi lineamenti anche se chiudo gli occhi, percorro la forma del suo mento con gli occhi, poi guardo le sue labbra socchiuse e incurvate, quasi stesse sorridendo, quell’espressione mi strappa un sorriso.
Hope di muove lentamente tra le mie braccia, costringo i miei occhi a staccarsi dal sorriso di Harry. Sembra che la bambina stia per svegliarsi, infatti poco dopo apre i suoi occhi, la prima cosa che penso è che sono simili a quelli di Harry, non per il colore o la forma, ma per l’espressione, sono intensi ma nello stesso tempo spensierati. Guardando il mio sguardo inquisitore Hope sorride, il suo sorriso genera qualcosa in me, non ci posso fare niente, non posso fermarle, le lacrime mi rigano le guance. Non mi era mai capitato di piangere e non sapere neanche perché… Per paura di turbare la bambina, mi alzo in fretta e la lascio sul suo passeggino, poi torno sul mio letto. Chiudo gli occhi e piango, piango lacrime amare e insensate. Lacrime confuse e pungenti, piango fino a che non cado di nuovo in un sonno tormentato.
Qualcuno mi sta toccando le guance. Le sue mani sono lisce ma gelate, mi sposto al tocco, ancora con gli occhi chiusi.
<< Ora dimmelo, dimmi perché hai pianto.  >>  E’ la voce di Harry, è ferma e sicura, ma c’è una nota diversa, qualcosa simile alla rabbia, ma più pacata, intensa e penetrante, non riesco a sentire quella voce senza provare dolore.
<< Non ho pianto. >> Di solito sono più bravo a mentire.
<< Dimmi perché. >> Non ho mai sentito la voce di Harry così, vorrei solo che la smettesse di parlare, ogni parola mi trafigge il petto come una lama. Non rispondo.
Lui si alza sulle ginocchia, il suo viso è di fronte al mio. Riesco a distinguere ogni piccolissimo particolare, o almeno riuscirei a farlo se sollo non fossi intrappolato nei suoi occhi, che sono lucidi, e mi sembrano stanchi, di un dolore che non sono abituati a provare. Mi chiedo come sembrano i miei occhi, visti con i suoi.
<< Voglio farlo smettere. Voglio aiutarti. >> Mi dice, e il suoi occhi mi supplicano di farmi salvare. Seguo il mio istinto. Prendo la sua testa tra le mie mani e la trascino fortemente verso il mio petto. Incrocio le mie mani tra i suoi capelli, cercando sollievo in quel contatto. Sento le sue lacrime bagnarmi la maglietta.
<< No. >>  Gli sussurro.
<< No cosa? >>
<< Non iniziare a piangere. >>
<< Le tue lacrime… >>
<< Shh. >> Poggio la mia mano sulla sua bocca. Lui me la prende, le la sposta e me la stringe nella sua.
Lentamente quasi impercettibilmente ci stendiamo, e rimaniamo immobili sul letto. Harry spinge la sua mano lungo la mia schiena, mi tira giù, verso di lui. I nostri nasi si sfiorano, rispiro il suo respiro e lui il mio. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro, questa cosa a volte fa paura. Sentirti legato così tanto ad una persona, da avere la consapevolezza che se si allontanasse la tua anima si squarcerebbe e non potresti mai più sorridere. Harry deve aver provato la stessa cosa, perché appena alzo gli occhi mi accorgo che ha ricominciato a piangere. Mi accorgo che nessuna parola potrà colmare il vuoto, avvicino il mio viso ancora di più al suo, le mie labbra sfiorano le sue guance, assaggio il sapore salato delle sue lacrime. Muovo la testa per asciugare con la mia pelle il suo viso.
<< Ti ricordi la prima volta che ci siamo visti? >> Il tono della sua voce mi fa sobbalzare, sentirla rende tutto più reale, cerco di staccarmi da lui, ma mi accorgo di non avere la forza.
<< Sono stato io a vedere te. >>
<< E’ vero, io aspettavo che tu mi vedessi. >>
<< Eri così sicuro di te mentre ti specchiavi, sembravi soddisfatto. >>
<< Ero soddisfatto, ma non stavo guardando me, guardavo te. >>
<< Non essere bugiardo. >>
<< E’ così, ti guardavo e pensavo che tu fossi speciale, guardavo nei tuoi occhi e vedevo solo felicità, e desideravo che diventassi mio amico subito. Vedevo nei tuoi occhi la gioia di vivere. >>
<< Sapevi che ti avrei notato. >>
<< Non ero sicuro, ma poi tu mi guardasti attraverso lo specchio. >>
<< Sembriamo una 95enne coppia sposata, il giorno del proprio anniversario. >>
Dico con un sorriso, non mi accorgo nemmeno di quanto sia falso. Harry mi rivolge uno sguardo impenetrabile, e non dice niente, si limita a stringermi più forte.
<< Cosa stiamo facendo? >> Mi chiede, è la frase più seria che mi abbia mai rivolto, forse l’unica seria che mi abbia mai detto. Ma io ho paura, paura di renderla seria. Paura di renderla reale. Non rispondo.
Harry non insiste, e infila di nuovo la sua testa vicino a me, ma questa volta scende lentamente sfiorando con il suo naso i contorni del mio viso, provocandomi un leggero formicolio alla spina dorsale, poi si posiziona sotto il mio collo, il suo respiro mi riscalda. Gli lascio una mano, e la intreccio tra i suoi capelli, per cercare qualcosa da fare, qualcosa che mi impedisca di pensare. Rimaniamo così per un po’, nessuno ha il coraggio di proferire parola, aspettiamo che il tempo passi e che il sole di mezzogiorno si infiltri tra le tapparelle, spezzando la penombra che ci trova vicini.

Un improvviso squillo distrugge il silenzio, preso dal panico allontano Harry da me, e lui rimane fermo sul mio letto, fissandomi con uno sguardo interrogativo. “Liam Payne” Fisso il cellulare per un po’, indeciso sul da farsi, Harry si alza finalmente e mi viene accanto, mi prende il cellulare tra le mani, glielo lascio fare. Senza esitare preme “Rifiuta”, vorrei fermarlo, farei qualsiasi cosa per interrompere quel silenzio e quell’agonia.
Pochi secondi dopo squilla il cellulare di Harry, corro in salotto e lo prendo. Sta volta non perdo tempo, rispondo prima che Harry possa fare qualcosa.
<< Hey Harry, Louis è con te?? >>
<< Ciao Liam, sono io >> Rispondo, evitando lo sguardo di Harry.
<< Oh, ciao bello!! Cosa stavate facendo?? >>
<< Cosa stavamo facendo?? >> Ripeto. << Cucinavamo. >> La butto lì.
<< Cucinavate?? Devo correre da voi con l’estintore?? >>
<< No tutto bene. >>
<< Sicuro? >>
<< Tutto bene. >> Rispondo più a me stesso che a lui.
<< Bhè, possiamo venire tutti da voi? Non abbiamo proprio niente da fare. >>
<< Tutti chi?? >>
<< Tutti, tutti. >> E’ la voce di Niall.
<< Ma certo, venite pure. Passate da cinese e comprate il pranzo per tutti. >>
<< Ma non stavate cucinando? >> Chiede Liam.
<< Ehm, noi cucinando?? Ma sei impazzito? >>
<< Allora cosa facevate?? >>
<< Vi aspettiamo, fate presto! >>
Praticamente gli attacco il telefono in faccia. Harry mi sta ancora guardando, mi sembra di vedere la delusione nei suoi occhi.
<< Dimentichiamoci di questa mattina, d’accordo? >> Lo guardo, speranzoso di trovare un sorriso nel suo sguardo, non c’è.
<< Vado a vedere se Hope vuole mangiare >>
 Si volta e esce velocemente dalla stanza.
<< Harry, aspetta… >>
Ormai è andato via.

                                                                                                                                   

                                                                                                                              _Carrotscupcake_

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Capitolo 4
*** Tutta colpa mia. ***


E’ passato un quarto d’ora, credo, da quando Harry è andato nell’altra stanza. Non è ancora tornato. I ragazzi non sono ancora arrivati, e io mi trovo da solo a fare i conti con me stesso. Accendo la televisione, cercando un’occupazione che impedisca al mio cervello di richiamare alla memoria tutto quello che è appena successo. Se chiudo gli occhi vedo Harry, steso affianco a me sul mio letto, i nostri abbracci, le nostre carezze, le nostre lacrime, niente di più sbagliato. Niente di più sbagliato, mi ripeto e mi ripeto, cercando di convincermi che è stato tutto un errore, un errore stupido, che tornando indietro non rifarei. Cercavo del conforto e l’ho trovato nella persona più vicina che avevo, tutto qui, mi dico.
Quando mi accorgerò che sto mentendo a me stesso? Credo di saperlo anche adesso, certo che lo so, ma il mio cervello allontana il pensiero e mi concentro per far tornare tutto come prima. Non ho capito cosa pensava Harry, ancora non riesco a capirlo. Forse non voglio capirlo, forse per questo ho ignorato i suoi pensieri, l’ho sfruttato e adesso sta male, ed è solo colpa mia. Colpa mia, è sempre colpa mia. Continuo a giocare con me stesso, a giocare con gli altri, seminando dolore. Ma con Harry, come ho potuto farlo con Harry?? Come ho potuto permettere che soffrisse a causa mia?? Il suo sguardo deluso mi riaffiora nella mente, cosa darei per poter leggere nei suoi pensieri adesso per poter dire esattamente quello che lui vuole sentirsi dire, darei la mia anima per ottenere un suo sorriso…

Il campanello mi distoglie dai miei pensieri, sospiro di sollievo, devono essere i ragazzi.
<< ARRIVO!! >> Bussano il campanello più volte, insistentemente, scommetto che è Zayn.
<< Arrivo, arrivo…Sapete dove sono le chiavi! >>
Apro la porta e mi trovo i tre ragazzi davanti, le loro espressioni, mi fanno pensare che tutto quello che è successo sta mattina sia stato solo un sogno, sono i soliti sorrisi, i soliti sguardi, i soliti giochi, niente è cambiato in loro, vorrei poter dire la stessa cosa anche di me!
<< Chi ha il pranzo?? >>
<< Se non abbiamo il pranzo non ci lasci entrare?? >> Chiede Zayn, fingendo una faccia offesa.
<< C’è l’ha Niall >> Taglia corto Liam, entrando.
<< Ed è sopravvissuto al viaggio con Niall?? Siamo sicuri?! >>
<< Louis, per chi mi hai preso! >> Niall entra con 5 buste del cinese. << Dove posso poggiare? >>
Prendo due buste per aiutarlo. << Andiamo in salotto… >>
<< Ehm, dov’è Harry?? >> chiede Zayn, con una voce un po’ titubante prima di entrare. << Non c’è l’ha mica ancora con me per la storia dei power rangers?? >>>
<< H-HARRY!! SONO ARRIVATI! >> Cerco di sembrare il più naturale possibile, per ora sembra che i ragazzi non abbiano notato niente di strano, ma temo il momento in cui Harry arriverà.
Ci sediamo tutti sul divano.
<< HARRY!! Vieni vogliamo conoscere la bambina, tua sorella ci ha detto che è una dolcezza… >> Chiama di nuovo Niall.
Si sentono dei passi, trattengo il respiro vedendo Harry che entra nella stanza, ha gli occhi rossi. Deve aver pianto, credo che il mio cuore si sia fermato per un po’, dal dolore, e poi abbia rincominciato a battere troppo forte perché io lo controllassi, appoggio la testa sullo schienale e respiro profondamente. Per fortuna gli altri non si accorgono di niente, impegnati a contendersi Hope.
<< E’ stupenda. >>
<< Fammela tenere in braccio. >>
<< Non falla tenere a me, Zayn è un incapace. >>
<< Ciao bella bambina, vero che tu vuoi stare in braccio solo allo zio Liam?? >>
<< Oh così la condizioni!! Dalla a me Harry! >>
<< Ok, fermi tutti la tengo io! >> Dice Harry con freddezza.
<< Bhè >> commenta Niall deluso << Almeno siediti con noi sul divano. >>
<< Dai vieni, ci stringiamo! >> conviene Liam, avvicinandosi a Zayn per lasciare uno spazio tra me e lui.
Harry suo malgrado si siede al mio fianco, in quello spazio stretto le nostre gambe sono quasi accavallate, entrambi ci sforziamo a rimanere il più lontano possibile.
<< Sapete cosa stavo pensando…? >> esordisce Liam.
<< Perché tu pensi?? >>
<< Si Zayn mi capita ogni tanto, certo più spesso di quanto capiti a te. >>
<< Insomma ci vuoi dire cosa stavi pensando o no?? >> Lo esorto.
<< Campeggio. >>
<< Si è una parola, si trova sul vocabolario. >>
<< Intendevo, vi va un bel campeggio noi cinque, Elaonor e Danielle?? Dovremmo approfittare di questi giorni liberi, prima che ricominci il tour. >> Precisa Liam.
<< Geniale. >> Ovviamente Niall è entusiasta.
<< Io ci sto… >>
Rimangono solo le nostre risposte, quella mia e quella di Harry, tutti ci fissano e noi ci guardiamo, un po’ presi dal panico.
<< Ehm, noi in realtà… >>
<< Ad Harry non piace molto il campeggio. >> Non è vero Harry adora il campeggio.
<< Non è vero io adoro il campeggio… >> Polemizza Harry, ma se ne pente subito, appena incrocia il mio sguardo, troppo tardi.
<< Che campeggio sia! >> Sentenzia Liam. << Sono troppo elettrizzato, vado a chiamare Danielle! >>
Si alza e si allontana un po’, per avvertire della bella notizia Danielle. Mi accorgo di non avere nessuna voglia di chiamare Elaonor in quel momento, ne di andare in campeggio con lei o con Harry, o peggio con tutti e due contemporaneamente.
<< E tu non chiami Elaonor?? >> “Grazie Zayn.” Penso amareggiato, e adesso cosa gli rispondo??
<< Ehm…La chiamo più tardi >> Deve esserci stato qualcosa di storto nella mia voce, era robotica e costruita, totalmente estranea da me, gli altri non possono non averlo notato. Niall mi sta fissando, anche senza guardare verso di lui riesco a sentire il peso del suo sguardo.

<< Scusa possiamo parlare solo un secondo?? >> Mi chiede.
<< Chi, noi?? >> Che razza di domanda stupida è questa?!
<< E’ piuttosto urgente. >> Mi prende per la mano e mi guida, attraverso il salotto. Arriviamo davanti alla porta della mia stanza, lui prende la maniglia.
<< NO! >> Il mio urlo lo fa sobbalzare. Non voglio assolutamente che apra quella stanza. Per prima cosa ho paura di entrarci, ho paura di rivivere tutto ciò che ho provato, ho paura che mi possa piacere, che passa amare rivivere quelle sensazioni. E poi non so…Mi sento come se entrando Niall profanasse quel luogo, il mio luogo, il luogo mio e di Harry, voglio che rimanga intatto, con i nostri odori, con le tazze vuote del nostro latte appoggiate sul comodino, le pieghe del lenzuolo. Questo pensiero mi spaventa, lo rimuovo affianco agli infiniti che ho rimosso da sta mattina, nascosti in un cassetto, chiusi a chiave, una chiave che però in cuor mio so essere destinata ad aprirsi e a lasciare andare tutto quello che ho paura di affrontare, e quando lo farà, non riesco neanche a pensare come potrei combattere con i miei pensieri, quindi cerco solo di rimandare.
<< Meglio andare in cucina. >> Rispondo allo sguardo interrogativo di Niall.
Quando siamo arrivati in cucina, mi trovo costretto a rivolgermi alla sua espressione preoccupata.
<< Ho parlato con Elaonor sta mattina. >>
<< Ehm, come sta?? Non la sento da ieri mattina. >>
<< Ecco appunto. >> Niall cerca di guardarmi dentro l’anima con uno sguardo, non so come difendermi dai suoi occhi di un blu inquisitore.
<< Appunto?? >>
<< Ma tu lo vedi Liam, chiama Danielle ogni cinque minuti, e i suoi occhi hanno la forma di un cuoricino quando parla al telefono con lei. >>
<< Non voglio essere ossessivo. >>
<< Meglio essere freddo? >>
<< Lei ti ha detto così. Elaonor ti ha detto che sono freddo? >>
<< No! >>
<< Bhè allora?? >
<< So come sei quando ti piace qualcuno da impazzire, sei il ragazzo più dolce del mondo! >>
<< Ti devo ricordare cosa ho fatto per Elaonor? Come quella volta che le regalai…>>
<< Ricordo bene ogni tua sdolcinatezza, fidati. >> Mi interrompe Niall, fingendo di vomitare.
<< Non è cambiato niente. >>
<< Sicuro? >>
<< Cosa stai pensando…? >>
Sono piuttosto arrabbiato, e credo che Niall l’abbia capito perché rimane in silenzio, senza però liberarmi del suo sguardo.
<< No, non la tradisco, se è questo che pensi, e se l’hai pensato, allora non mi conosci bene come credevo… >>
<< Non pensavo questo! Ma sai, tradire anche solo con il pensiero è sbagliato… >>
<< Non penso a nessuna altra ragazza, chiaro?? Io amo Elaonor, chiaro?? E ora basta per favore. >>
Esco dalla cucina sbattendo la porta. Non torno di là, mi distrugge anche solo il pensiero di ridere e mangiare cinese con i ragazzi, mentre sto morendo dentro, non vado neanche a salutarli, sono così arrabbiato che rischierei di ucciderli. Sono amareggiato, di quello che gli altri pensano di me, di quello che penso io stesso. Stanco di fare sempre gli stessi errori, di non conoscermi, di non capirmi. Mi chiudo in camera mia, e piango. Vorrei dire basta lacrime, andate via, non tormentatemi!! Vorrei arrabbiarmi con gli altri, urlare cosa vogliono tutti da me, ma so che devo prenderla solo con me stesso, so che è colpa mia, tutta colpa mia. Mi infilo nel letto ancora vestito, ho solo voglia di dormire e mettere fine a questa giornata, come fosse stata solo un brutto sogno.
L’ultima cosa che sento, prima di cadere in un sonno tormentato è l’odore di Harry, impregnato nel mio lenzuolo.

                                                                                                                                   

                                                                                                                              _Carrotscupcake_

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Capitolo 5
*** Un tantino distratto. ***


E’ Harry a svegliarmi questa mattina, ancora una volta mi sorprende, non avrei mai pensato di vederlo lì di fronte a me, dopo tutto quello che è successo. Apro lentamente gli occhi e mi accorgo che mi sta sorridendo, il mio cuore si riempie di gioia, quasi come tutto quello che è successo ieri sia stato solo un incubo, ripenso a me e a Harry e ancora una volta mi trovo in disaccordo con i miei pensieri, diciamo solo un sogno, solo un sogno.
Appena mi metto a sedere però la faccia di Harry è tornata seria, incrocio i suoi occhi, facendogli capire che sto aspettando che lui parli, senza neanche dire “Buongiorno”.
<< Senti, ci ho pensato… >> Trattengo il respiro. << Io non credo che quello che sia successo ieri si possa ignorare. >>
Apro la bocca per ribattere, in preda ad una tempesta emotiva. Non posso affrontare tutto questo adesso, ma in cuor mio so che Harry ha ragione, non posso neanche ignorarlo, e inoltre non voglio farlo soffrire per la mia debolezza, forse per la prima volta in vita mia, non ho una frase che mi possa tirar via da questa situazione.
<< Ma… >> Per fortuna ci pensa Harry a riempire il mio silenzio. << Ma capisco che forse, tu non sei… Che non siamo pronti ad affrontare tutta questa situazione, quindi per me va bene accantonarla per un po’. E… E aspetterò che sia tu, quando sarai pronto, a parlarne e se non sarai mai pronto… >> sembra che questo pensiero la faccia soffrire, prende la mia mano per farsi forza. << Se non sarai mai pronto, allora non ne parleremo mai. Tengo troppo alla tua amicizia, significa tutto per me. Non potrei mai lasciarla andare per una stupidaggine. >> Sappiamo entrami che quello in cui ci siamo infilati è un problema che va affrontato, non una stupidaggine. O quantomeno Harry lo sa, io preferisco ignorarlo, e lui, lui bhè, lo ignora con me.
<< Ti voglio bene. >> Rispondo e non posso neanche descrivere la gratitudine che le mie parole lasciano trapelare, ogni singola parola ne contiene un altro milione, ed è impossibile spiegare quanto il mio cuore appartenga a quello del mio amico, come una promessa di eternità, una promessa che non sono sicuro di poter mantenere, ma che ci lega silenziosamente.
<< Oh, sta zitto >> Mi lancia un cuscino.
<< Aspetta, aspetta, aspetta…La stai trasformando in una guerra di cuscini?? >>
<< Ehm…Magari, forse… Può essere… >> Mentre mi dice questo, io non perdo tempo e gli salto addosso, coprendogli la testa con un cuscino.
<< Guarda che respiro ancora! >>
<< Non è la cosa giusta da dire ad un assassino esperto come Louis Tomlinson, ti stavo solo preparando alla morte >> Premo sulla sua faccia con il cuscino. << Ehm, mi potresti dire se continui a respirare?? >>
<< Così disse Louis Tomlinson: L’assassino esperto. >> Harry è scoppiato a ridere e non fa niente per liberarsi dalla mia presa.
<< Devo dedurre, con la mia brillante mente malefica, che continui a respirare… >>
<< Geniale intuizione. >>
<< Va bene, l’hai voluta tu. >> Mi siedo sulla sua faccia trattenendo a stento le risate. << E adesso?? >>
<< Ok, ok…No! Lasciami uscire, però! >>
<< Chiedilo per favore. >>
<< Ok, ok…Per favore! >>
Mi alzo, liberandolo dal suo cuscino, gli sistemo un po’ i capelli, lui mi scosta la mano.
<< Faccio da solo! Hai rischiato di uccidermi. >>
<< Bhè sei tu quello che voleva infangare la mia fama di assassino esperto. >>
<< Ti ci sono voluti tre tentativi prima di riuscire a soffocarmi! >>
<< L’importate è provare, finché non ci riesci… >>
<< Quest’affermazione mi terrorizza. >>
<< Si, era quello lo scopo… >> Sospiro, e mi accorgo di avere una gran fame. << Ma la colazione?? >>
<< Vai di là e mangia >>
<< Ma che simpatia… >>
<< Ho già fatto colazione. >>
<< Fammi compagnia. >>
<< Ma sto comodo steso qui. >>
<< E’ il mio letto, quindi vieni con me. >> Lo trascino fuori dal letto, lui cade steso sul pavimento.
<< Non mi voglio alzare! >>
<< Bene allora ti lascio qui a terra, vado  a fare colazione. >>
Esco dalla stanza e rimango fermo, ad aspettarlo. So che uscirà. Infatti pochi secondi dopo me lo ritrovo davanti, gli rivolgo un sorriso.
<< Non farmi quella faccia, vengo con te solo perché il pavimento è scomodo! >>
<< Ceeeerto… A proposito, ma Hope?? >>
<< Perché pavimenti scomodi ti ricordano Hope? >>
<< Non hai risposto alla mia domanda. >>
Intanto siamo arrivati in cucina.
<< Anche lei ha fatto già colazione, adesso dorme. Mia sorella verrà a prenderla domani, c’è del caffè nella tazza sopra a microonde, era il mio, ma puoi finirlo tu … >>
<< Già? >>
<< Già cosa?? Finire il caffè?? >>
<< No stupido, già viene a prenderla? >> Intanto prendo un po’ di caffè.
<< Per forza, domani partiamo… >>
Gli sputo addosso tutto il caffè che avevo in bocca. << Cosa?? >>
<< Ok, mi piaceva questa maglietta! >>
<< Ma se è un pigiama! >>
<< Mi piaceva questo pigiama… >>

<< Ma se sembra vecchio di 3 anni! >>
<< E’ vecchio di tre anni, e me lo regalò mia madre ancora prima che ci conoscessimo. >>
<< Bhè allora ha fatto il suo ciclo vitale, se me lo dai lo vado a buttare. >>
<< Non ci pensare nemmeno! Ci tengo! >>
<< D’accordo, allora dammelo adesso, così cerco di togliere la macchia… >>
Neanche il tempo di finire la frase che già Harry si è tolto la maglietta del pigiama e me l’ha lanciata addosso. Poso il caffè e guardo bene la macchia.
<< Forse è meglio che lo facciamo fare a tua sorella, dato che deve venire… >>
<< Non so perché  ma mi aspettavo che l’avresti detto. >>
Gli rilancio il pigiama e lui lo posa su una sedia.
<< Comunque  tornando a noi, che significa partiamo?? Dove andiamo?? >>
<< Scusa ma ieri dov’eri mentre Liam parlava? >>
<< Oh giusto quel maledetto campeggio! Scusami sai…Ieri ero un tantino distratto. >>
Noto che Harry nasconde un sorriso, ma come diavolo mi era uscita quella frase “Ieri ero un tantino distratto” Ma dove ho la testa mentre parlo??
<< Bhè, ci credo… >> Harry mi risponde, senza smettere di sorridere. Lascio cadere lì la frase, tornando all’argomento campeggio.
<< Ma come ha fatto ad organizzare tutto in una sera?? Non abbiamo neanche le tende o i sacchi a pelo… >>
<< Ha pensato a tutto lui, sai com’è Liam… >>
<< Se si mette in testa una cosa, ci dobbiamo tutti rassegnare: quella cosa avverrà! >>
<< Avanti, sarà divertente. >>
<< Puoi scommetterci… >>
<< Non so perché ma sento che questa frase dovrebbe terrorizzarmi. >>
<< Ehm, non so perché ma lo sento anche io… >>

                                                                                                                                   

                                                                                                                              _Carrotscupcake_

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Capitolo 6
*** Adrenalina. ***


<< Sveglio!! >>
Harry mi toglie le coperte da dosso.
<< Dove, dove sono…? >>
<< Nel tuo letto, idiota. >>
<< Oh, ehm…Buongiorno! >>
<< Si certo come no… >>
Deve essere presto, Harry non è quasi mai nervoso, tranne quando lo fanno svegliare presto.
<< E’ già venuta tua sorella?? >>
<< Si, la mia CARA sorella è venuta a casa alle cinque di mattina >>
<< Che ore sono?? >>
<< Le sette! >> sbotta Harry, con fare indispettito. So che tra non molto si calmerà.
<< E’ già andata via? >>
<< Si, andava di fretta, mi ha a stento salutato. >>
<< Avrà avuto un buon motivo. >>
<< Si certo come no… >> ripete, sospiro.
<< A che ora dobbiamo partire? >>
<< Tra un oretta. >>
<< Sei già pronto? >>
<< Da un pezzo. >>
<< Vuoi venire un po’ nel mio letto mentre mi preparo? >>
Mi rivolge uno sguardo sorpreso. << Ma…Sono vestito, e tu odi quando entro nel tuo letto vestito. >>
<< Faremo un eccezione. >> Ridacchio, aspettandomi già la sua reazione entusiasta. << Solo, togliti le scarpe prima. >>
<< Detto, fatto. >> ad Harry torna subito il sorriso, si sfila velocemente le scarpe e si infila nel mio letto. Gli faccio spazio.
<< Grazie, grazie, grazie. >> Mi schiocca un bacio sulla guancia e si attorciglia nella coperta.
Rido. << Mi piace tutto questo affetto, mette allegria… >>
<< L’affetto e per il tuo letto, mica per te. >>
<< Guarda che sei ancora sul mio letto, io starei attento a quello che dici. >>
<< Oh, scusa, hai ragione. >> Mi si butta addosso e mi abbraccia.
<< Sei un ruffiano, ecco cosa sei. >> Gli sorrido, passando una mano tra i suoi riccioli. Poi mi alzo a fatica, per andare a prepararmi.
<< A dopo. >> Mi dice Harry. Per un po’ rimango sull’uscio a guardarlo, è la terza mattina di seguito che Harry viene nel mio letto. Mi accorgo di desiderare che quest’abitudine non finisca, non lo dico mai, ma adoro averlo intorno. Posso sempre contare su di lui, mi mette allegria e tutto il suo rumore non mi fa mai sentire solo, e credo che rimanere solo mi faccia male, la sua presenza è come un po’ di acqua fresca sul fuoco della mia anima, come le nuvole, che portano pioggerellina, quella d’estate, che ti rinfresca dopo una giornata di caldo insopportabile. Il tempo di concepire questo pensiero che già mi accorgo che Harry si è addormentato.

Mi preparo in tutta fretta, trangugiando qualche biscotto, infilandomi addosso vestiti a caso, e riempiendo uno zainetto di tutto quello che mi capita sotto mano. Appena pronto, corro di nuovo in camera mia, alzo le coperte da dosso ad Harry.
<< Pronti ad andare, in piedi! >>
<< Non puoi essere già pronto… >> Sbadiglia riprendendosi le coperte. Apro le finestre per far entrare il sole, e Harry infila la testa sotto al cuscino.
<< Invece lo sono. >> Mi riprendo il cuscino e Harry scatta in piedi.
<< Bhè, sta volta guido io. >>
<< Hai capito proprio male ragazzino! >>
<< Ricordi l’ultima volta, avevi promesso che mi avresti lasciato guidare. >>
<< Facciamo al ritorno, mi serve un navigatore. >> Dicendo questo io gli lancio una cartina, lui la prende al volo e la squadra con disprezzo. << Se faccio il navigatore, stai certo che ci perderemo. >>
<< Non è possibile, conosco benissimo la strada. >>
<< Allora a cosa serve il navigatore? >>
<< Giuro che al ritorno ti faccio guidare. >> Gli rivolgo un sorriso gentile a mo’ di scusa.
<< Sei un bugiardo! >>
<< Mettiamola così, semplice. La macchina è mia. Guido io. >>
<< Vipera! >>
<< Hai uno zaino? >> Cambio argomento, prima che Harry mi uccida.
<< No, tanto hai messo la mia roba nel tuo, vero? >>
<< E se non l’avessi fatto? >>
<< Si, l’hai fatto. >>
<< Si, ovviamente l’ho fatto. >>
Gli porgo la mano e lo aiuto ad alzarsi dal letto. << Su diamoci una mossa Harry! >>
<< Si, diamoci una mossa Ernie! >>
Gli rivolgo uno sguardo interrogativo, allora non sono io ad essere quello che spara frasi senza senso.
<< Harry Potter, terzo film! >>
<< Ahh! >> A Harry piacciono molto quei libri, ha anche lo stesso nome del protagonista e a volte gli piace scherzare su questo e farsi chiamare Potter, i film li abbiamo visti più volte assieme, a me sinceramente non dispiace e mi diverto quando lui si arrabbia se io faccio commenti poco puliti sull’aspetto fisico di Emma Watson. Ricordo quando siamo andati alla premiere, Harry era davvero felice e anche gli altri ragazzi, io ero piuttosto concentrato sul fatto che avrei incontrato quella grande figa di Hermione! Quando l’abbiamo vista Emma è stata completamente di classe, oltre che molto bella, perfetta oserei dire, e gli altri ragazzi sono rimasti praticamente pietrificati da lei, ricordo la faccia di Niall quando la guardava andare via, l’ha seguita con lo sguardo fino a che lei non è sparita, e io non smetterò mai di prenderlo in giro per questo. Ormai è da un po’ che incontriamo un sacco di gente famosa ma Niall non ha perso quel suo guardo di stupore e di profonda ammirazione, lo stesso che noi vediamo nelle nostre fan. Ricordo quando ha scoperto che Demi Lovato aveva una cotta per noi, per poco non mi sveniva in braccio. Sorrido, dato che mi sono completamente perso nei miei pensieri e Harry non mi ha interrotto ma è rimasto lì ha fissarmi con uno strano sorriso.
<< Ci vogliamo dare una mossa o no?? >> Dice lui infine.
<< Ti voglio dare una possibilità >> Gli rivolgo un sorriso di sfida. << Chi arriva prima alla macchina guida, ma se arriverò prima io, tu non guiderai neanche al ritorno, ci stai?? >>
<< Credi di intimidirmi William? Ti piacerà mooolto fare il navigatore >>
<< Questo lo vedremo Edward. >> Lo guardo dritto negli occhi, entrambi sorridiamo, ma io so che vincerò, vinco sempre io in queste cose, ma lui ogni volta accetta la sempre la sfida, pur sapendo che vincerò, come se gli piacesse semplicemente essere un giocatore. << Adesso! >>
Iniziamo a correre, è avanti a me, lo prendo per i fianchi e lo sposto indietro, lui fa tanta resistenza che per un momento rimaniamo lì a spintonarci, ma poi riesco a trascinarlo dietro continuo a correre, arriviamo sulle scale, io scivolo sul corrimano, e lui subito dopo di me. Scendo con agilità dal corrimano, ma ovviamente lui mi cade completamente addosso, ci ritroviamo atterra, lui è sopra di me, caspita questo è un vantaggio, rimane fermo per un po’, è abbastanza forte da far si che io non possa far niente, è lui a decidere quando ricomincerà la corsa. Mi guarda, il suo sguardo di sfida è ancora lì, ma sta volta si aggiunge un sorriso, un sorriso di un predatore che si sente vicino alla sua preda, ma non l’ha ancora conquistata, manca solo un momento, solo un istante per conquistarla, ma in quell’istante qualsiasi cosa potrebbe accadere, e per questo l’adrenalina sale alle stelle. Sono dominato, ma questo non mi impedisce di rispondere a quel sorriso con il mio, e trattengo il respiro, aspettando la sua decisione. Improvvisamente, senza dare segni, si alza e continua a correre, ma io sono più veloce, quindi appena riesco a realizzare che non è più su di me, mi alzo in piedi, lo raggiungo in pochissimo tempo. La sfida si sta facendo intensa, e sta volta non mi limito a prenderlo per i fianchi, mi aggrappo a lui con violenza, e lo scaravento indietro, quando ricomincio a correre sta ancora facendo qualche passo indietro spinto dall’inerzia della mia forza, ma poi sento i suoi passi dietro i miei. Arrivo alla porta, cerco velocemente le chiavi, appena le prendo cerco di aprire, ma l’adrenalina ha questo piccolo difetto, proprio non riesco a stare fermo con le mani, e a centrare quel maledetto buco della serratura.
Poco dopo sento il corpo di Harry che mi spinge contro la porta, sento la sua risata soffiare nelle mie orecchie, e poi mi tira indietro, mette la sua mano ferma sulla mia e mi guida nel buco della serratura, gira la chiave, servendosi ancora della mia mano e siamo fuori. Corriamo entrambi alla pari, ma come ho già detto sono io il più veloce, una volta fuori non ci metto molto ad arrivare alla macchina, e Harry arriva qualche secondo dopo di me.
Lo sento ridere. << Hai vinto bastardo! >>
<< Dammi le chiavi. >> sorrido di rimando.
<< Le hai tu. >>
<< Mentre eravamo a terra te le ho infilate in tasca, per avere la soddisfazione di guardarti negli occhi mentre me le consegnavi. >>
Mi sorride e mi lancia le chiavi, tanto sa già che mi basterebbe uno di quei suoi sorrisi per prendere il mio posto alla guida, ma lui è orgoglioso, e accetta la mia vittoria, almeno per ora.

                                                                                                                                   

                                                                                                                              _Carrotscupcake_

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Capitolo 7
*** Diamoci una mossa Ernie. ***


Qualche oretta dopo siamo arrivati, Danielle e Eleanor ci stanno aspettando, la loro macchina è parcheggiata in mezzo al verde, questo posto è poco famoso, non ci viene mai nessuno e poi non è neanche tempo di campeggi, quindi è l’unica macchina che si vede, parcheggio la macchina accanto alla loro e poi scendiamo. Le ragazze sono scese dalla macchina appena ci hanno visto arrivare, corro verso Eleanor, so benissimo che anche se Niall non l’ha detto è stata lei a dirgli che mi vedeva freddo in questo periodo, tutto quello che voglio è farle dimenticare quello stupido pensiero, per cui appena l’ho raggiunta la stringo in un abbraccio sollevandola leggermente da terra, e le bacio delicatamente le labbra.
Lei mi sorride << Buongiorno, amore. >>
<< Buongiorno a te. >> Le rivolgo un sorriso radioso, intanto anche Harry è uscito dalla macchina e mi guarda un po’ infastidito. << Immagino tocchi a me prendere lo zaino, dato che sei così impegnato. >>
<< Sta mattina si è svegliato nervoso. >> sussurro all'orecchio di Eleanor per rispondere al suo sguardo interrogativo.
<< Guarda che ti sento. >>
<< Ops! >>
<< Cretino! >> dicendo questo mi lancia lo zaino appresso, ma sbaglia mira e prende in pieno Danielle.
<< Oh cazzo, lo zaino non era per te! >>
Danielle intanto è scoppiata a ridere. << Stiamo tutti lontani da Harry sta mattina è un pericolo pubblico! >>
<< Ma gli altri non sono con voi?? >> chiede Eleanor.
<< No, venivano tutti con Liam. >>
<< Scommetto che Zayn si è svegliato tardi, e io mi sono dovuto svegliare presto. >> Harry sbuffa, facendo sollevare un ricciolo che si riposa sugli occhi, spontaneamente allungo la mano per sistemarlo, ma lui si sposta, lanciandomi uno sguardo avvelenato.
<< Oh  bhè, tieniti i capelli sugli occhi allora. >>
<< Bene. >> Harry incrocia le braccia, ma subito dopo si rende conto che i capelli davanti agli occhi gli danno fastidio, e se li sposta con un gesto veloce, sperando che io non me ne accorga, ma ovviamente me ne accorgo e rimango a fissarlo trattenendo una risata.

Poco dopo arrivano anche Liam, Zayn e Niall. Ci mettono un po’ a scendere dalla macchina perché hanno un sacco di cose, Niall ha uno zaino come quello mio e di Harry e una busta enorme, Zayn ha un altro zaino e una tracolla con la macchina fotografica e Liam, bhè Liam ha uno zaino enorme e tutta l’attrezzatura da campeggio, noi tutti lo guardiamo con uno sguardo canzonatorio ma nessuno di noi si offre di aiutarlo.
Lui viene avanti. << Hey! >> si avvicina a noi e butta a terra tutto quello che ha addosso, saluta tutti e da un bacio veloce a Danielle, intanto Niall e Zayn sono rimasti indietro, Zayn sta guardando dentro la busta che ha portato Niall.
<< Di certo non avremo problemi su cosa mangiare! >> sentenzia dopo averla squadrata bene, Niall ritira a se la busta.
<< IO non avrò problemi su cosa mangiare, chi ha pensato a tutta questa roba?? Io! Quindi è tutta roba mia! >>
<< Non potrai mai mangiarla tutta! >>
<< Scommettiamo?? >>
Tutti ridiamo, ma Liam ci interrompe.
<< Bhè invece di pensare a mangiare, pensiamo a dove montare la tenda. >>
<< Ovvero a dove tu monterai la tenda. >> precisa Harry.
<< Se vuoi ti aiuto io. >> Eleanor si offre volontaria.
<< Non lo lascerei mai fare a te, per questo lo faccio fare a Liam. >> commento.
<< Sapete cosa vi dico, me la caverò benissimo anche senza di voi. >>
Liam si allontana tutto impettito, per montare la tenda e noi ci sediamo tutti a terra, a guardarlo mentre lavora.
Niall caccia dalla sua busta un po’ di popcorn e li porge a tutti.
<< Bhè, non erano solo per te?? >>
<< Oh, ma che spettacolo sarebbe senza popcorn. >>
Scoppiamo a ridere e ci mettiamo tutti i comodi, Eleanor si siede tra le mie gambe e afferra il pacco di popcorn.
<< Allora apro le danze. >> Mangia un po’ di popcorn, e me ne infila qualcuno in bocca, poi li mette al centro tra tutti noi.
Liam sta avendo qualche difficoltà e noi non perdiamo l’occasione per prenderlo in giro.
Niall inizia fare la telecronaca.
<< Liam ha finalmente posato le istruzioni, adesso si accinge a prendere un paletto, cerca di fissarlo a terra, il paletto cade, ma Liam non si arrende, prende il paletto e ci prova ancora, sta volta con più energia, avanti, Liam crediamo in te, puoi farcela, pende la ricorsa, si prepara e via… Il paletto cade di nuovo. >>
Abbiamo tutti le lacrime agli occhi dalle risate. << Avanti lasciatelo in pace. >> Tenta di dire Danielle quando riemerge dalle risate, ma poi quel maledetto paletto cade per la terza volta e lei ricomincia ridere.
<< Hai un fidanzato incapace, rassegnati. >> commenta Harry.
<< Se fossi in te lo lascerei >> continuo io.
<< In effetti non ho la minima idea di perché non l’ho ancora fatto. >>
<< Perché è Liam Payne ed è incredibilmente sexy. >>
<< Perché non ti ci fidanzi tu allora, Harry? >> gli lancio un popcorn, che gli rimane attaccato tra i capelli.
<< E se lo facessi sul serio?? >>
Scoppio a ridere. << Proprio non riesco a prenderti sul serio con quel popcorn tra i capelli. >>
<< Che hai contro i miei capelli, oggi? >>
<< E’ solo geloso perché i suoi non sono così ricci. >> Eleanor mi scompiglia i capelli.
<< Vorresti un ragazzo con i capelli ricci come i suoi, non è così? >>
<< No amore, tu sei perfetto come sei. >>
<< Sbaglio o avevi un tono ironico. >>
<< Ti lascio il beneficio del dubbio. >>

Quando Liam riemerge tutti noi gli scoppiamo a ridere in faccia.
<< Intanto mentre voi fannulloni vi divertivate io ho montato la tenda. >>
<< Sei stato bravissimo, amore. >> Ma Danielle non riesce a trattenere le risate.
<< Oh bhè, quando vi servirà la tenda, cambierete idea, razza di ingrati. E comunque adesso è tempo di lavorare anche per voi. >>
Zayn che si era quasi addormentato sulle gambe di Niall si alza a sedere. << Lavorare? >>
<< Ci serve della legna, ed ecco cosa faremo: ci divideremo. >>
<< E’ così che disse Fred! >> commenta Niall.
<< Fred? >> chiede Liam << Adesso ti dimentichi anche come mi chiamo?? >>
<< Ma voi non l’avete mai visto scooby doo?? >>
<< No >>
<< Ehm, no. >>
<< Raramente. >>
<< Nahh. >>
<< Oh lasciate perdere, ignoranti. >> sbotta Niall.
<< D’accordo tornando a noi. Harry e Louis andrete a cercare legna di là, mentre io, Niall e Zayn andremo dall’altra parte e le ragazze, loro rimarranno qui vicino alle nostre cose. >>
<< Ma noi non lavoriamo mai?? Mi piace! >>
<< I ragazzi hanno pensato alla cavalleria per sentirsi superiori, ma intanto si comportano come schiavetti e abbiamo anche tutto il diritto di lamentarci. Siamo noi che governiamo il mondo! >>
<< Mi sa che Danielle ha ragione. >> commenta Zayn, alzandosi a fatica.
<< Cercare legna è una cosa figa, avanti! >> Niall si alza entusiasta.
<< Diamoci una mossa Ernie! >> sospiro ad Harry e lo aiuto ad alzarsi, lui mi sorride e io sorrido a lui, ma nessuno degli altri ha capito a cosa ci riferiamo e quindi ci guardano in maniera interrogativa.
<< Lunga storia. >> diciamo assieme io ed Harry e, ancora sorridendo ci avviamo verso il bosco, scambiandoci qualche sguardo complice.

                                                                                                                                   

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Capitolo 8
*** Inciso sulla corteccia. ***


Io ed Harry ci inoltriamo nel bosco, il chiacchiericcio e le ristate degli altri scompaiono dalle nostre orecchie, ci guardiamo un po’ indecisi sul da farsi.
<< Quindi, da dove si comincia?? >> chiede Harry.
<< Io direi di seguire il ruscello, percorrerlo così non ci perderemo. >>
<< Ma tu non avevi detto che conoscevi bene questo posto? >>
<< Si infatti, tu per caso sapevi che c’era un ruscello? >>
<< No! >>
<< Allora sta zitto, sicuro lo conosco meglio di te… >>
<< Perché questo non mi tranquillizza affatto? >>
<< Poche storie e cerchiamo questo maledetto ruscello. >>
<< Bene, non sai neanche dov’è. >> 
<< Non lo senti il rumore dell’acqua? >>
<< Veramente no… >>
<< Sei inutile e anche fastidioso, su muoviti! >> gli prendo la mano e lo trascino più in là nel bosco, comminiamo per qualche minuto, minuti di silenzio interrotto solo dai sospiri infastiditi di Harry, fino a che non vediamo il corso d’acqua.
Ci fermiamo vicino alla riva, e Harry tira un sospiro di sollievo.
<< Visto?? Quando mai ti ho portato a spenderti? >>
Harry sorride, ci pensa su per qualche secondo << Allora vediamo… Quella volta in Spagna, ci conoscevamo da poco e tu avevi voglia di… >>
<< Bhè, a parte quella volta. >> lo interrompo. 
<< Qualche giorno fa ti ho accompagnato a… >>
<< No, quello non centra è stata colpa tua! >>
<< E quel giorno un mese fa quando eri convinto che quella strada portasse… >>
<< Oh, d’accordo hai vinto tu: a volte mi confondo un po’ con le strade. >>
<< A volte?? >>
<< Non girare il coltello nella piaga! >> do una leggera spintarella ad Harry, o almeno credo di avergliela data leggera, ma dev’essere stata piuttosto forte, perché lui barcolla all’indietro e perde l’equilibrio, fa per aggrapparsi a me, ma io indietreggio, ridacchiando, e lui cade dritto in acqua.
<< Porca… Louis, tu sei pazzo! >>
<< Si, me lo dicono in tanti, ma con tutto il rispetto, sei tu quello che miagola come un gattino bagnato! >>
<< Non sto miagolando, e l’acqua è davvero fredda! >> Harry si arrampica e risale dall’acqua, si toglie la maglietta fradicia e me la lancia addosso, poi rimane lì, a fissarmi con un sorriso.
Alzo lo sguardo verso di lui e, malgrado ci provi, non riesco a distoglierlo, Harry sa bene che lo sto guardando, per questo rimane immobile, lasciandosi guardare e lasciandomi il tempo di pensare a lui. Di solito non ci capita mai di stare fermi abbastanza tempo, per stare a guardarci. Stiamo praticamente sempre assieme, e ormai diamo per scontato l’aspetto fisico l’uno dell’altro, per cui ho sempre saputo che Harry è un bel ragazzo, ho sempre detto che piacerebbe a chiunque, anche solo per il suo sorriso, ma non ci ho mai davvero pensato. Trovarmelo lì di fronte, non avendo niente da dire, o da fare, per evitare di guardarlo, non prendendo neanche in considerazione l’idea di staccare gli occhi da lui, fa apparire tutto diverso.
Il suo sorriso è uno dei più bianchi che io abbia mai visto, e a guardarli bene i suoi denti sembrano davvero lisci, ma così lisci che avrei quasi voglia di avvicinarli alle mie labbra, e le sue, le sue labbra sono increspate in un sorriso che potrei definire quasi selvaggio, un sorriso sicuro, di chi sa di essere osservato, di chi sa di essere desiderato. Anche i suoi occhi sorridono, improvvisamente sembrano più brillanti, come accesi da un desiderio di cui ignoro l’entità. E poi ci sono i suoi capelli, Harry sa che sono un ossessione per me, sono così voluminosi e brillanti e così dannatamente ricci, che ho sempre voglia di toccarli, di stringerli tra le mani, e poi lasciarli e scoprire che sono ancora lì perfetti, nonostante sia capace di passare le intere giornate a cercare di scompigliarli. Anche adesso, completamente grondanti d’acqua, sono ancora perfettamente ricci. Seguo una goccia d’acqua che gli cade dai capelli, gli scivola lungo la faccia, tracciando il contorno del suo naso e lentamente scende attraverso il collo, sul suo petto. E sempre stato così muscoloso? Inclino leggermente la testa a sinistra, no decisamente, ricordo bene quando io ed Harry ci siamo conosciuti, al posto di quella tartaruga c’era una tenera pancetta, Harry ha lavorato davvero duro per diventare così, così perfetto. Io gli ho sempre detto che non importava, che alle ragazze sarebbe piaciuto anche con due chili di più, ma forse perché avere Liam intorno non è una grande fonte di autostima per i tuoi muscoli, o forse per la sua fissazione di andare in giro senza vestiti addosso, Harry si è allenato e allenato, e posso testimoniare che, cavolo se non è valsa la pena. 
Molto lentamente, e molto faticosamente, alzo di nuovo gli occhi verso il suo viso, ci scambiamo uno sguardo, chissà cosa sta pensando adesso, chissà cosa provoca quel sorriso così intenso da essere incredibilmente magnetico.
<< Bhè, che dici ce lo facciamo un bagno?? >> La mia voce sembra strana dopo tutto quel silenzio.
<< Mmm… >>
<< Per favore, per favore, per favore. >> 
<< D’accordo! >> Si ributta subito in acqua, senza darmi il tempo neanche di riflettere. << Avanti muoviti! >>
Mi tolgo in fretta la maglietta e la butto accanto alla sua, mi sfilo le scarpe e lo raggiungo, quando mi butto caccio un urlo che riecheggia per tutto il bosco, Harry mi mette una mano sulla bocca.
<< Ma che ti urli, cretino! >>
<< Oh carote, è gelata! GELATA! >>
<< Shhh, e non dirmi con non ti avevo avvertito! >>
Gli salto addosso e lo stringo tanto forte da non farlo più respirare. << Ho freddo, ho freddo, ho tanto tanto freddo! >> Inizio a saltellare.
<< Cavolo Louis, mi piacerebbe respirare, mollami! >> Mi mette una mano sulla faccia e mi spinge via, ma io sono attaccato peggio di una piovra.
<< Ma io ho freddo! >>
<< La prossima volta non ti facevi il bagno. >>
<< Ma io l’ho fatto per te. >> Gli faccio gli occhi dolci.
<< Ma… Adesso ti ammazzo proprio. >>
<< No ti prego, farò i bravo. >> mi allontano da lui.
<< Oh no, vieni qui, ho freddo. >> così dicendo mi trascina verso di lui, cadiamo seduti in acqua. << Promettimi che staremo poco. >>
<< Giuro. >> rispondo con un sorriso.

Io Harry siamo rimasti a fare il bagno per più di un ora, credo. Dopo esserci abituati al freddo ci siamo resi conto che l’acqua era meravigliosa, e nessuno di noi voleva uscire, ma tanto alla fine so che darà la colpa a me, dato che avevo promesso che saremmo stati poco.
Harry è il primo ad uscire e io subito dopo di lui, appena siamo usciti il freddo torna a farsi sentire, Harry è appoggiato all’albero sotto al quale avevamo appoggiato le nostre magliette, con le mani incrociate sul petto, trema. << Si congela! >>
Mi infilo la maglietta, ho la pelle d’oca, è vero si congela. << Vestiti, stupido! >>
<< L’avrei già fatto, ma la mia maglietta è fradicia…E di chi è la colpa…? >>
<< Mia… >> gli rivolgo un sorriso di scusa, e gli porgo la mia felpa. << Mettila sulle spalle, almeno ti riscalderà. >>
Harry sfila la felpa dalle mie mani. << Non pensare che questo ti metta fuori dai guai, me la pagherai. Avevi promesso che saremmo stati pochissimo tempo… >>
<< Non siamo mica stati tutto questo tempo. >> Appoggio la mano affianco alla testa di Harry, sulla corteccia ruvida.
Di tutta risposta Harry mi mette le sue mani davanti alla faccia, trattengo il sorriso, sembrano quelle di una vecchietta.
<< Allora, mi vuoi spiegare perché le mie mani sono ridotte in questo modo? >> 
<< Passo. >> tremo, battendo leggermente i denti.
<< Hai le labbra viola. >> Harry mi fissa per un po’, poi mi poggia le mani sulle labbra, segnandone il contorno con le dita. Poi rimane fermo ad invadermi con il suo sguardo, mi accorgo che sto trattenendo il respiro, e se ne accorge anche lui. << Oh cazzo. >> sussurra, senza smettere di guardarmi.
<< Oh cazzo si. >> così dicendo, prendo la sua mano, la sposto dalle mie labbra e la intreccio con la mia. Siamo così tesi che chiunque ci vedesse giurerebbe che non stiamo neanche respirando, ma grazie a dio nessuno può vederci. Credevo che saremmo stati così fermi per ore, ma noto che Harry sta muovendo una mano tremante verso di me, quella che non è ancora stretta nella mia, non faccio nulla per fermarlo, mi accorgo di non aver alcuna intenzione di fermarlo. Con un movimento deciso e totalmente improvviso Harry intreccia le sue mani fra i miei capelli e mi avvicina a se. Le nostre labbra si sfiorano e poi, lentamente, impercettibilmente, si incrociano. La mia felpa scivola dalle spalle di Harry e cade ai nostri piedi, nessuno di noi se ne cura, di certo il freddo non è più un problema. Poso una mano sul suo fianco, l’unica cosa che voglio in quel momento e averlo più vicino a me, il suo sapore mi entra nelle vene, mi annebbia il cervello, mi avvicino a lui, spingendolo contro l’albero, più forte di quanto avessi intenzione. Harry stringe la mano quasi mi volesse tirare i capelli, ma non provo dolore, solo un incontrollabile piacere. Le nostre bocche combaciano come fossero una sola, e i nostri corpi sono vicini come non lo sono mai stati, sento il corpo che spinge contro il mio, non potrei mai dire basta. Preso da una passione incontrollabile gli mordo un labbro, come se mi volessi nutrire di lui, nutrire di quel momento per sopravvivere, si lascia sfuggire un fremito di dolore o di piacere, non mi prendo neanche la briga di cercare di immaginarlo, preso come sono da lui. 
Più vado avanti, più vorrei continuare, più so che è sbagliato, richiamo a me ogni particella del mio corpo che adesso appartiene a lui, e con un ultimo immenso sforzo lo separo con forza da me.
Con immensa sorpresa, quando ho il coraggio di alzare gli occhi verso i suoi, noto che Harry mi sta sorridendo, è come se il mio cuore avesse ricominciato a battere, forse, forse in quello che provo non ce niente di sbagliato, dopotutto quel ragazzo è uno dei miei migliori amici, e condividiamo tutto, il lavoro, la casa, la musica, spesso anche i pensieri, forse non c’è niente di sbagliato a condividere un bacio silenzioso, un momento di piacere e divertimento, non tanto di verso da mille altri passati assieme.
<< Bhè, mi sa che la legna dovrà aspettare. >> ricambio il suo sorriso.
<< Non è che abbiamo poi tanto bisogno del fuoco per riscaldarci… >> sussurra e poi entrambi, tanto per cambiare, scoppiamo a ridere. Le nostre riecheggiano nel bosco, attorno a noi, noi siamo l’unico rumore, l’unica vita che si più scorgere tra queste foglie, e quel momento ci appartiene, a noi e a nessun altro.
<< Ehy… >> gli alzo la testa con la mano, per guardarlo negli occhi e poi poso le mani sui suoi fianchi.
<< Si? >> Mi guarda dritto negli occhi, non gli rispondo, non ho niente da dire, solo qualcosa da fare, lo spingo leggermente verso di me, posa le sue mani sul mio petto, appoggia il suo naso sul mio e mi sorride, poi lascia scivolare le sue mani per cancellare ogni ostacolo che c’è tra noi e ancora una volta le nostre labbra si trovano vicine, ma stavolta più dolcemente, senza fretta, come se avessimo tutto il tempo e tutto il tempo fosse destinato solo ad essere condiviso.
Lui appoggia le sue mani sul mio viso, come se non fossimo mai abbastanza vicini, e io mi avvicino ancora a lui, i nostri piedi si sfiorano, muovo le dita dei miei, cercando anche con quelle il suo contatto e lui si lascia sfuggire un sorriso, senza però separare la sua bocca dalla mia. Sposto le mie mani dai suoi fianchi e inizio ad accarezzargli la schiena, tracciando con le mie dita ogni singola curva della sua pelle, ma Harry improvvisamente separa da me.
<< Louis, dobbiamo tornare. >>
<< Si, hai ragione. >> ma non mi separo da lui, anzi cerco ancora le sue labbra, ma lui si scosta velocemente.
<< Louis, sul serio. >> detto questo si abbassa, è ancora così vicino a me che sento il suo corpo scivolare via, non vorrei lasciarlo andare, raccoglie la mia felpa e la indossa. 
Con un sospiro risoluto, mi preparo anche io ad andare, raccolgo la sua maglietta e mi infilo le scarpe. Così ha fatto anche lui, e senza neanche allacciarle, torniamo indietro, lanciando un ultimo sguardo a quel albero, che forse nessuno di noi due avrebbe mai visto più, e a quel momento che forse non avremmo mai più vissuto.
<< Aspetta. >> Mi viene in mente un pensiero stupido, ma in quel momento ho voglia di metterlo in atto. << La facciamo una cosa? >>
Harry aggrotta le sopracciglia e mi guarda con sospetto. << Louis, dobbiamo andare! >>
<< Solo una cosa, una cosa piccolissima, per favore. >>
<< Perché continui a dirmi per favore, e io continuo a dirti di si? >>
Gli sorrido è la risposta più semplice che mi viene in mente e torno verso l’albero, mi avvicino a lui e gli sussurro nell’orecchio << Grazie. >> poi lo prendo per mano e lo porto davanti all’albero, lì di fronte entrambi ci scambiamo un sorriso.
Io frugo tra le tasche, ci sono le chiavi di casa nostra, ma è il portachiavi che mi interessa, è un coltellino svizzero.
Con un leggero sorriso, mi inginocchio ai piedi dell’albero e intaglio un po’ grossolanamente le nostre inziali, poi mosto la mia opera ad Harry.
<< Non l’hai fatto sul serio. >> mi rivolge un sorriso canzonatorio, ma so che dietro quel sorriso è nascoso qualcosa in più di una semplice presa in giro.
<< Cosa, non ti piace la mia opera d’arte? >>
<< Hai inciso le nostre iniziali sulla corteccia. Sei pazzo. >> 
<< Si, è la seconda volta che me lo dici. >>
<< E’ perché lo sei. >>
Ci scambiamo l’ennesimo sorriso e questa volta ci incamminiamo sul serio, anche se contro voglia, passiamo l’intero percorso in silenzio, ma è il silenzio più meraviglioso che abbia mai sentito, bhè ognuno di noi sa che l’altro sta pensando a lui, a noi, e a quel momento sull’albero, e camminiamo ancora con il nostro sapore sulle labbra e il nostro odore nelle narici, guardando il terreno e con le mani che, dondolando, si sfiorano.

 


P.S. Una piccolissima nota, questo capitolo è dedicato a quelle due pazze di Federica e Claudia, malate di Yaoi/Slash senza le quali questa storia non sarebbe mai esistita (si prendetevela con loro v-v ) Lo so che state aspettando una scena rossa voi due, ma datevi una calmata!
E poi vorrei dire a TUTTI che questo capitolo non è stato facile da scrivere per me, quindi siate clementi, e accetto ogni suggerimento per migliorare, perché ho ancora tanta strada da fare.
Baci, spero che vi sia piaciuto!

                                                                                                                                                                                     _Carrotscupcake_

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Capitolo 9
*** A guardarci negli occhi. ***


Dopo poco tempo, molto meno tempo di quanto io avrei voluto, raggiungiamo gli altri, subito ci accorgiamo che il fuoco è acceso, ci scambiamo un sorriso colpevole e ci avviciniamo a loro.
<< Eccoli! >> Niall sorride indicando verso di noi.
<< Non hanno nemmeno la legna. >> sospira Liam.
<< Ma dove eravate finiti?? >>  chiede Danielle.
<< Ci eravamo preoccupati. >> conclude Eleanor.
<< In realtà speravamo che vi foste persi, e che ci saremmo finalmente liberati di voi. >> precisa Zayn.
<< Allora dove siete stati? >> insiste Niall.
Io ed Harry ci guardiamo senza smettere di sorridere, un po’ presi dal panico, senza sapere cosa rispondere, ma continuando a goderci l’ilarità di tutta questa situazione.
<< Ci siamo persi. >> dice Harry, ma anche io ho iniziato a rispondere. << Harry è caduto in acqua. >>
Sospiro profondamente per non scoppiare a ridere. << Ehm, Harry è caduto in acqua e poi ci siamo persi. >>
<< Ok, abbiamo capito tutto. >> sentenzia Zayn.
<< Cosa?? >> io e Harry esclamiamo contemporaneamente.
<< Siete rimasti qui dietro tutto il tempo a guardarvi negli occhi, mentre aspettavate che noi faticassimo per voi. >>
<< Si, a guardarci degli occhi. >> Harry l’ha detto troppo in fretta, ancora una volta ci scambiamo un sorriso, non riesco proprio a capire come ai ragazzi possano sfuggire le nostre occhiate furtive e incredibilmente peccaminose, fatto sta che sembrano non notare proprio niente, ed è meglio così.
<< Bhè, dato che ci siete, sedetevi. >> Eleanor mi prende la mano e mi trascina a se, cado sul pavimento accanto a lei. Harry si allontana subito da noi, e va a sedersi accanto a Liam e a Danielle, gli lancio l’ennesimo sguardo, ma questa volta lui non sorride, e nemmeno io, non vorrei che andasse via, e non capisco perché l’abbia fatto.
<< Indovinate cosa ho portato?? >> Liam sorride e sposta le mani dai fianchi di Danielle per frugare nel suo zaino, che ricorda tanto la borsa di Mary Poppins, e infatti poco dopo ne caccia una chitarra.
<< Non ci vorrai mica far cantare? >> si lamenta Zayn, e io Harry lo appoggiamo subito.
<< Passo >>
<< No grazie. >>
<< Avanti ragazzi, sarà divertente! >> Eleanor appoggia la testa sulla mia spalla, e mi rivolge un bel sorriso, sa già che non gli risponderei di no, ma per esserne sicura, si allunga verso di me e mi sfiora le sue labbra con le sue. Le sue labbra sono lisce come la seta, e come al solito hanno un buon sapore, non mi scosto a quel bacio, anzi la tiro su, verso di me, e la stringo forte, più forte che posso. Tutto quello che voglio è dimostrarle, e dimostrarmi, quanto la amo, per cancellare ogni minimo senso di colpa che si possa affacciare nella mia mente, e rovinare il momento di puro divertimento che avevo vissuto con il mio amico nel bosco poco tempo primo.
<< Se finirai di esplorarle l’esofago, forse potremo evitare di vomitare tutto quello che abbiamo mangiato nell’ultimi sei mesi. >> ci interrompe Harry, con amarezza sarcastica.
<< D’accordo, cosa cantiamo? >>
Eleanor mi sorride, io ricambio il suo sorriso, ma intanto sto cercando lo sguardo di Harry, che non mi sta guardando, ma sembra appassionatamente interessato all’erba ai suoi piedi.
<< Dai a me la chitarra, dai a me la chitarra. >> Niall esclama con entusiasmo. << Dammi la chitarra, oppure non canto. >>
<< Tieni, rompiscatole. >> Liam la passa ad Harry, che la passa a lui.
<< Allora, cosa cantiamo? >> sospira Zayn rassegnato.
<< Perché non cantiamo Torn, non la cantiamo un da un po’… >> propone Liam.
<< Torn?? >>
<< D’accordo. >>
<< Ci sto! >>
<< A me sta bene… >>
<< Vai Niall, inizia a suonare. >>

Dopo Torn, abbiamo iniziato a prenderci gusto e abbiamo cantato per tutta la serata, fino a che Zayn si è addormentato, ancora una volta addosso a Niall, che ha dovuto posare la chitarra, perché non voleva svegliarlo, e allora muovendosi a gesti impercettibili a tirato fuori i marshmallow.
<< Li cacci adesso che si è addormentato, se Zayn lo viene a sapere, sei morto. >> ridacchia Liam.
<< Bhè, adesso c’è una bocca in meno da sfamare. >>
<< Il lato crudele di Niall Horan. >>
<< Ma io non sono crudele! >>
<< La volete vedere una cosa davvero crudele? >>
<< No Lou, non la vogliamo vedere! >>
<< Neanche una cosa divertente, e non crudele. >>
<< Per te anche un assassinio sarebbe divertente e non crudele. >>
Ignoro i commenti dei ragazzi, tanto lo sanno che se ci sono io con loro, non possono addormentarsi e svegliarsi esattamente come si sono addormentati, altrimenti non sarebbe divertente.
<< Harry lanciami il nostro zaino. >> Harry ubbidisce in silenzio e io inizio a frugare, ci trovo un pennarello.
<< Lou, stai diventando scontato. >> commenta Liam.
<< Bhè, se vuoi posso distruggergli lo specchio mentre dorme, sarebbe decisamente meno scontato, ma decisamente più crudele, dato che stiamo parlando di Zayn. >>
<< No, no, vada per il pennarello, ma attento a non svegliarlo. >>
<< Niall, tu sei complice?? Non me lo aspettavo da te! >> Danielle continua a ridere sommessamente sulla spalla di Liam.
<< No, era solo per evitare che gli rompesse lo specchio, perché tutti continuate a credere che io sia crudele! >>
<< Perché hai la faccia di un angioletto. >> mi avvicino a gattoni a Niall e a Zayn, in silenzio per non svegliarli.
<< Allora, cosa scrivo?? >> sussurro.
<< Noi non siamo complici. >>
<< Avanti Harry, so che vuoi farlo. >>
<< Cosa?? >>
<< Essere complice, cosa se no? >>
<< Si.. NO! >>
<< Siete una massa di codardi… Avanti farò uno scarabocchio se non avete idee migliori. >>
<< Tanto, sembrerà uno dei suoi seicento tatuaggi. >> ironizza Liam.
<< Questa era cattiva. >>
<< Si, mi è uscita bene! >>
<< Perché hai scritto Liam Payne sulla sua faccia?? >>
<< Zitto Horan! >> troppo tardi, Liam già si è lanciato su di me, per controllare la faccia di Zayn, lo fermo giusto in tempo.
<< Shh, così lo sveglierai. >>
<< Cancella subito la sua faccia! >>
<< Vorrei, ma non posso! >>
<< ORA! >>
<< Shhh, lo svegli! >>
<< Ok, ok, basta ragazzi. Liam, vieni qui. Louis posa quel pennarello! >>
<< Il generale Danielle ha parlato! >> Eleanor l’ha presa in giro, ma entrambi, sia io che Liam ci facciamo condizionare dall’autorità della sua voce e torniamo ai nostri posti, di nuovo tranquilli come degli agnellini.
Harry sbadiglia.  
<< Bhè, io mi addormento, Louis prova a usare il tuo maledetto pennarello su di me e giuro che ti ammazzo. >>
Gli lancio uno sguardo malizioso. << Non userò il mio pennarello, giuro, non mentre dormi. >>
Harry mi rivolge un sorriso un po’ scandalizzato, abbastanza da farmi capire che ha colto il doppio senso.
 << Buonanotte Louis. >>
<< ‘Notte Harry. >>
<< Notte ragazzi. >> Harry si appoggia ad una roccia con gli occhi chiusi, e noi continuiamo a chiacchierare.

Tutti sono addormentati da un bel po’, Eleanor sonnecchia sulle mie gambe, ma io proprio non riesco proprio a dormire, non capisco perché ma sono davvero sovreccitato. Per calmarmi accarezzo i capelli della mia ragazza, ma dopo un po’ capisco che non servirà a niente, non mi addormenterò, ho voglia di riprovare quelle sensazioni che avevo provato questo pomeriggio, e di scaricare tutta la tensione che ne era derivata, così prendo una veloce decisione. Mi sfilo la maglietta, e l’appoggio sul terreno, mi alzo lentissimamente e poso la testa di Eleanor sulla mia maglia, le schiocco un bacio silenzioso e le sorrido, anche se non può vedermi, poi gattono in silenzio, fino a che non arrivo dietro ad Harry, con le mie mani stringo i suoi fianchi, per svegliarlo.
Harry subito gira la testa e caccia uno strillo acuto, gli poso due dita sulla bocca.
<< Shhh. >>
<< Louis, ma che hai oggi? Stavo dormendo… >> sussurra, e si gira dall’altra parte, riappoggiandosi sulla roccia, gattono fino ad arrivare difronte a lui, lo prendo da sotto alle braccia per farlo alzare e metterlo davanti a me, mi avvicino a lui, tanto da fargli sentire il mio respiro.
<< Non è colpa mia, ma… Raccogliere la legna è una cosa che mi ha sempre eccitato. >>
<< Ma cosa…? Fatti un piacere, vai a dormire. >>
<< E se non avessi nessuna voglia di dormire? >>
<< Allora resta sveglio, e lasciami dormire. >>
<< E se non avessi alcuna intenzione di farlo? >>
<< Allora rimarrai deluso. >> Harry, si alza a sedere con la schiena appoggiata alla roccia, e io seguo i suoi movimenti, finendo inginocchiato davanti a lui, mi avvicino più che posso a lui, lui cerca di indietreggiare, ma c’è la roccia dietro di lui, quindi rimane fermo davanti a me. << Non hai intenzione di andartene, vero? >> sospira, voltando la faccia, per non farsi guardare. Rimango in silenzio, non intendo sprecare parole, mi limito semplicemente a fare segno di no con la testa, poi avvicino il mio viso al suo cercando le sue labbra, ma l’unica cosa che riesco a fare è schioccargli un bacio sulla guancia.
<< Ho detto che voglio dormire. >> gira la testa verso di me, dalle sue labbra increspate capisco che sta trattenendo un sorriso. << Lou, te ne devi andare. >>
<< Devo passare alle maniere forti? >> senza smettere di sorridere gli prendo la testa tra le mani, per farmi guardare negli occhi, lui non mi risponde, ma mi rivolge uno sguardo di rimprovero, che io ignoro. Mi avvicino ancora di più, scivolo verso di lui, sposta di nuovo la testa lontano da me, allora mi spingo su di lui e infilo la mia testa sotto il suo collo, per baciarlo, il contatto con la sua pelle mi provoca esattamente la sensazione che mi aspettavo di provare, quell’annebbiamento, quella voglia disperata di continuare, sento un fremito lungo la spina dorsale, lo bacio di nuovo, un po’ più giù. Harry non ha ancora detto niente, ma sento le sue mani accanto alle mie che si contraggono, e le unghie che si infilano nel terreno. Lo bacio per la terza volta e questa volta lo sento muoversi, spinge il suo corpo verso di me e solleva le mani da terra, le sposta sulle mie spalle e poi, ancora una volta, mi spinge via, ci troviamo di nuovo faccia a faccia.
<< Ora basta. >> nella sua voce colgo tanta autorità, il suo tono è tanto secco e i suoi occhi così vuoti che mi allontano subito da lui.
<< Ma… >> il mio sguardo deluso, intenerisce il suo, sorride quasi impercettibilmente, posa le sue mani sul mio petto nudo, si avvicina a me e mi da un bacio sulla guancia. << Buona Notte, Lou. >> mi dice con un tono dolce, ma che non ammette repliche.

                                                                                                                                   

                                                                                                                              _Carrotscupcake_

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Capitolo 10
*** Momenti. ***


Questa mattina io ed Harry siamo stati presi dai preparativi per il ritorno a casa e non ci siamo quasi parlati, si eravamo tutti pieni di euforia nel mettere tutto a posto, ma anche di malinconia perché era tutto finito.
<< Aspetta Zayn, non cancellarti la faccia, che faccio un’altra foto! >> Danielle ha avuto la macchina fotografica di Zayn in mano tutto il tempo è si è sbizzarrita a fare foto, credo che ci sia un intero servizio fotografico di Zayn che mi rincorre tentando di uccidermi, per aver rovinato la sua bellezza.
Io ed Harry stiamo raccogliendo le cose accanto a Zayn e lui mi lancia un'altra occhiata assassina ma poi fa un enorme sorriso a Danielle, o meglio, alla macchina fotografica.
<< Ora a voi, ragazzi. >> La ragazza sposta l’obbiettivo verso me ed Harry, io lo tiro verso di me, e faccio un enorme sorriso, e lui fa lo stesso mettendomi una mano intorno ai fianchi.
<< Guardatevi, la foto verrà più bella, se vi guardate e non guardate l’obbiettivo, sembrerà più naturale. >> Eleanor è appena comparsa da dietro all’amica, e ci sorride. A me ed Harry sembra subito una buona idea, e ci guardiamo, rivolgendoci un sorriso, Danielle scatta. << Un’altra, non si sa mai. >> Danielle si prepara a scattare di nuovo, ma io spingo Harry verso terra, lui per stare in piedi si aggrappa alle mie bretelle, e mi trascina giù con lui, scoppiando a ridere, Danielle ha scattato.
<< Bhè, la volevi naturale, e io te l’ho data naturale. >> sorrido ed Eleanor.
<< Si accosto di uccidermi. >> Harry si alza e borbottando continua a riporre le nostre cose nello zaino.
<< E adesso voi due. >> Danielle indica me e Eleanor, Harry inizia a frugare disperatamente nello zaino.
<< Danielle, ti stai appassionando. >>
<< Sono una fotografa meravigliosa, poi vedrete quando vi mostrerò la mia opera d’arte! Avanti avvicinatevi… >>
Vado da Eleanor e la prendo in braccio, lei strilla. << Louis, lasciami! >>
<< Ehm, sorridi. >>
<< Fammi scendere. >>
La metto sulle mie spalle tenendola per i piedi, e poi mi giro all’indietro per rivolgere la sua faccia all’obbiettivo. Danielle scatta. La metto giù schioccandole un bacio sulla fronte, e ancora una volta Danielle scatta.
<< Ora basta! >> Mi metto una mano davanti alla faccia, e Danielle scatta di nuovo. << Prendetele quella macchina fotografica, prima che sia troppo tardi! >>

Arrivati al momento di salutarci tutti lo facciamo molto lentamente, come se stessimo per partire per un lungo viaggio, anche se tutti sappiamo che il giorno dopo staremo di nuovo tutti assieme. Harry saluta Zayn, Zayn saluta Niall, Niall Danielle, Danielle saluta Liam con un bacio, insomma c'è un gran incrocio di abbracci, dei soliti abbracci.
Quando finalmente ci mettiamo in macchina, salgo subito sul posto del guidatore, ma Harry si siede al mio fianco senza protestare, silenzioso. Noi due siamo i primi ad andarcene, saluto con la mano dal finestrino e così fa Harry, finché gli altri non sono troppo lontani per vederci. Harry è stranamente sempre più silenzioso, accendo la radio, e per un lungo periodo del viaggio rimaniamo in silenzio, entrambi aspettando che l’altro parli, ma anche un po’ persi nei nostri pensieri. Per questo sobbalzo quando Harry, con un movimento repentino, spegne la radio, lasciando il silenzio attorno a noi.
<< Non possiamo più ignorare tutto questo. >> sentenzia pochi secondi dopo, con voce fredda.
Io sorrido. << Bhè io non lo sto ignorando, a me sembra che lo stia facendo tu! >>
<< Lo stai ignorando anche se non lo sai… >>
<< Avanti Hazza, tu gli stai dando troppo peso… >> ridacchio.
<< Tu non gliene stai dando abbastanza. >>
<< Ci siamo solo divertiti, tutto qui. >>
<< Non è vero, non per me. >>
<< Per favore la vuoi smettere di tirarla così tanto per le lunghe, ti preferivo quando stavi zitto e mi baciavi. >> appena mi esce dalla bocca mi accorgo che questa frase può sembrare troppo rude, e davvero troppo superficiale, persino per me. La stempero con il mi sorriso angelico.
<< Non capisci Louis, che sta volta non è solo un gioco. >>
<< E’ sempre solo un gioco se sono io che stabilisco le regole. >>
<< Ma questa volta ci sono anche io, non puoi continuare a farmi fare quello che vuoi con un sorriso. >>
<< Avanti Harry, non dirmi che non avresti voluto fare. >>
<< Non è questo il punto. >>
<< Allora spiegami qual è! >>
<< E’ che questo non è solo un gioco. >>
<< Si che lo è. >> insisto come un idiota, si proprio come un idiota insensibile, e in cuor mio non so neanche perché Harry sta ancora parlando con me, sono una causa persa, e continuerò a fare il cretino per non accettare la realtà, lo benissimo, ma non sono proprio capace di evitarlo.
<< No, non lo è stato, se lo fosse stato noi avremmo… >> Harry ferma la sua frase, sbaglio o sta arrossendo?? Harry Styles che arrossisce per una cosa del genere, brutto segno.
<< Se fosse stato per me ci saremmo già fatti una bella sc… >>
<< Non ci credo che lo stai dicendo. >> Harry mi interrompe, prima che possa finire la mia frase, e in effetti non credo nemmeno io a quello che sto dicendo.
<< Ancora non colgo il problema. >>
<< Il problema è che non voglio essere il tuo amante Louis, non voglio essere costretto a mentire ad i nostri amici, a vederti con la tua ragazza e sgattaiolare in un hotel di seconda mano per divertirci per una sera. >>
<< Harry, sai che viviamo assieme, vero? >>
<< Insomma era metaforico, la smetti di vaneggiare e mi ascolti? >>
Lo guardo per un secondo, perdendo il mio sorriso ironico, lo guardo con serietà, con la paura di sentire la verità nelle sue parole, una paura che le renderebbe ancora più realistiche, se fossero proprio quelle che temo di sentire, aspetto che lui parli, e torno con gli occhi sulla strada.
<< Louis, tu sei il mio migliore amico. Si è vero lo sei, ma sei anche di più, non credere che sia facile per me, non so cosa sei, non credere che ti dirò con facilità che ti amo, o anche solo che mi piaci, o altre cazzate del genere, perché non ho la minima idea di quello che sia. Ma so che qualcosa c’è, di diverso dall’amicizia, e devo capire cos’è, se voglio accettarla, e accettarmi, e non voglio vivere tutta la mia vita nascosto e se è questo che tu vuoi, sappi che non possiamo più continuare. >> Eccole le parole che temevo, esattamente come le avevo immaginate, se solo avessi qualcosa da dire per contraddirlo, se solo non avesse così dannatamente ragione. << Non… Mi stai dicendo che non possiamo più essere amici? >>
<< No, ti sto dicendo che possiamo essere amici, ma allora saremmo solo amici e non potrai continuare giocare con me come ti pare. Oppure possiamo capire che succede, assieme. >>
<< Cosa dovrei risponderti? >>
<< Solo quello che decidi. >>
Ovviamente non rispondo, non so cosa dire, da un lato vorrei che le cose tornassero esattamente come prima, ma dall’altro adesso che so cosa significa, non so come potrò fare a meno di momenti come quello passato al ruscello, non so come potrò fare a meno dei nostri momenti, così diversi da tutto quello che provo, da tutto quello che potrò mai provare, non so come potrò fare a nascondere quel mio incontrollabile desiderio di sentirmi suo.
Accendo la radio, per colmare il nostro silenzio, rabbrividisco, riconosco la voce di Liam che canta e le note della nostra canzone: stanno dando Moments. Noi adoriamo sentire le nostre canzoni alla radio, è il nostro lavoro e ci da infinite soddisfazioni, ma tra tutte le nostre canzoni, proprio Moments, non poteva capitare, che ne so, One Thing o What Makes You Beautiful? Ovviamente no, allungo la mano per cambiare, ma Harry la posa sulla mia, e io la ritraggo subito, e lascio andare la canzone.
Harry sta guardando fuori dal finestrino, per nascondere il suo viso da me. Ma anche se coperti dalla voce di Niall, riesco a sentire i suoi singhiozzi sommessi, come vorrei che la smettesse, come vorrei che non rendesse le cose anche più difficili di quanto lo siano. Come riflesso dei miei pensieri, sento la mia voce penetrare nella mia testa  “But it makes this harder. And the tears stream down my face” Harry ha iniziato a piangere rumorosamente, stacco una mano dal volante, mentre sento la sua voce meravigliosa cantare nelle mie orecchie, e stringo la sua mano. Harry non la allontana, ma me la stringe, anche quando sono così maledettamente debole, il mio amico cerca la forza in me, nel mio contatto, nei nostri momenti. 

                                                                                                                                   

                                                                                                                              _Carrotscupcake_

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Capitolo 11
*** Quello che vuole. ***


Io ed Harry abbiamo passato gli ultimi giorni ad ignorarci, cosa che è un tantino complicata, dato che viviamo assieme. Facciamo colazione ad orari diversi, e scappiamo dalla stanza se c’è anche l’altro, stiamo giornate intere chiusi in camera nostra, senza uscire nemmeno per mangiare. Ed è infatti qui che mi trovo in questo momento, con il mio computer in mano, cercando un pretesto per ingannare il tempo, Danielle mi ha appena inviato le foto del campeggio e decido di guardarle per fare qualcosa.
La prima foto e sua e di Eleanor, sorridono abbracciate come due vecchie amiche, poi tocca ad una cinquantina di foto di Liam in tutte le pose possibili, cretino come sempre, che scorro velocemente, poi c’è Niall e la sua chitarra, il fuoco, Zayn addormentato sulle gambe di Niall, Harry ed Eleanor abbracciati, faccio scorrere velocemente la foto per toglierla subito dalla mia vista, la successiva sempre Harry, sta volta con Danielle. Le foto sono tante, ma sono davvero belle, Liam che lancia un secchio d’acqua a Zayn, questa me l’ero persa, il riflesso di Zayn nello specchio, io che infilo un marshmallow in bocca ad Eleanor, ancora io mentre sto cantando, e poi ci sono tutte le foto di Zayn con scritto sulla faccia Liam Payne, che mi insegue.
E poi c’è una foto che non avevo mai visto, Harry mentre dorme su quella roccia, mi incanto un po’ su quella foto, non ho Harry intorno da quando siamo tornati dal capeggio due giorni fa, mi manca la sua presenza, e cerco di ritrovarla in quella foto, sfioro lo schermo con le dita, e rimango immobile in quella posizione per un po’.
Improvvisamente sento la porta aprirsi, sobbalzo e chiudo il computer in fretta, nascondendolo sotto le coperte quasi contenesse un tesoro rubato, mi trovo davanti Harry in carne ed ossa, che mi sorride, ma ha un sorriso stanco ed esasperato.
<< Sono venuti Liam, Danielle e un altro tizio che non ho idea di chi cavolo sia, scendi? >>
Annuisco e mi alzo, proprio in quel momento compare Liam dietro di Harry.
<< Ragazzi, il migliore amico di Danielle e venuto a trovarla, abita lontano, quindi c’è di rado, e lei ha voluto presentarci, non l’avesse mai fatto… >>
<< Sbaglio o sei geloso? >> ridacchio.
<< E come dargli torto, è un gran bel ragazzo. >>
<< Risparmiaci i tuoi apprezzamenti, Harry. >> gli rivolgo uno sguardo avvelenato.
<< Mi dispiace le cose vanno dette come stanno: gran bel fisico e visino innocente, l’ideale per fregare le ragazze. >>
<< Mi ricorda qualcuno… >>
<< Ragazzi rimanete focalizzati. >> Liam ci interrompe.
<< Dicci qualcosa di più su di lui. >>
<< Bhè Danielle dice che è gay… >>
<< Non è poi una così grande garanzia… >>
<< Esatto! Quanti ragazzi si fingono gay per attirare le ragazze, questo qui non me la conta proprio giusta! >> mi sembra che Liam si stia friggendo il cervello dalla gelosia, mentre cerca in tutti i modi di rimanere calmo.
<< Si infatti, io l’ho fatto mille volte è una gran figata, si spogliano davanti a te come se fossi una di loro! >>
<< Harry, non sei rassicurante! >> Liam gli lancia uno sguardo terrorizzato.
<< Bene ci penso io. Harry tu scendi da Danielle, meglio non lasciarla troppo sola con il tizio, ci penso io ad aiutare Liam a ricomporsi. >> Harry sparisce e io tranquillizzo un po’ Liam, quanto mai bello potrà essere questo ragazzo per mettere così tanto in crisi Liam Payne?
Infine scendiamo anche noi in salotto, accanto ad Harry che chiacchiera con interesse c’è un ragazzo, basta solo uno sguardo per condividere la preoccupazione di Liam. Il ragazzo è appoggiato delicatamente allo schienale e parla, con tutti gli occhi puntati su di lui, mentre racconta quella che dovrebbe essere una storiella divertente, ci mostra un sorriso angelico e sicuro, e passa le mani tra i capelli, castani scuro, quasi neri, più ricci e più lunghi di quelli di Harry. I suoi occhi sono incredibilmente magnetici, marroni, davvero chiari, con qualche sfumatura di verde nascosta, incorniciati da folte e lunghe ciglia nere.
Pensandoci su credo che sia il ragazzo più carino che io abbia mai visto, ed è anche vestito in un modo straordinariamente particolare e ricercato che sottolinea un incredibile buon gusto. Sopra ai blue jeans ha una maglietta nera molto aderente a mezze maniche che, proprio come mi aveva anticipato Harry, mette in evidenza il suo fisico perfetto, ma quello che mi colpisce e che rende l’abbigliamento così particolare è un papillon bianco a pois neri e rossi e attaccato alla maglietta. Notando il mio sguardo il ragazzo alza il suo e mi sorride.
<< Eh, tu devi essere Lonnie… >>
<< Louis. >> lo correggo con voce scortese, guardando la sua mano poggiata sulla gamba di Harry che ride al suo fianco.
<< Io sono Darren, è un piacere conoscerti. >> mi porge la mano, e io la stringo con riluttanza. Poi sia io che Liam ci accomodiamo guardandolo in cagnesco, lui però non fa una piega e ci rivolge un sorriso.
<< Lorin, stavo giusto dicendo al tuo ragazzo… >>
<< Louis. Ed Harry non è il mio ragazzo, solo il mio migliore amico. >> pronuncio questa frase senza guardare Harry, ma fissando con particolare interesse le mie scarpe.
<< Perfetto, allora non ci saranno problemi se ci provo con lui! >> sia Darren che Harry scoppiano a ridere, ma io sinceramente non ci trovo proprio niente da ridere, e rimango in silenzio. Ed è così che rimaniamo tutti per il resto della serata, tutti in silenzio ad ascoltare i monologhi di Darren, che è sempre perfetto in ogni parola, sa sempre la cosa giusta da dire in ogni istante, Harry e Danielle lo ascoltano incantati e dopo un po’ anche Liam inizia suo malgrado a provare interesse per i suoi discorsi e a ridere alle sue battute, sinceramente non sono per niente abituato a fare la parte del pubblico nelle conversazioni, come in niente, solitamente sono io il protagonista, e mi piace anche esserlo, ma questo Darren con la sua perfezione ruberebbe la scena a chiunque, proprio non lo sopporto, e solo un egocentrico, cosa ci troveranno mai Harry e gli altri ragazzi di così interessante in lui?
<< Bhè ragazzi si è fatto tardi. >> sentenzio improvvisamente quando proprio non ce la faccio più a sentire le chiacchiere di quel ragazzo. << Non vorrei cacciarvi ma… >>
<< Oh Lucian, ovviamente, togliamo il disturbo. >>
<< Louis… >>
<< Ma non disturbate a fatto. >> Harry trattiene Darren per un braccio.
<< Ma il tuo amico ha ragione, si è fatto tardi Harry. >> il suo nome però se lo ricorda.
<< Oh bhè, Louis ha proprio ragione, che dici andiamo, Danielle? >> conviene Liam.
<< Certo, grazie ragazzi abbiamo passato un pomeriggio meraviglioso. >>
<< Vi accompagno alla porta. >> taglio corto e guido tutti alla porta ed Harry viene dietro di me.
Saluto Liam e Danielle con un abbraccio e poi faccio per salutare anche Darren ma lui si è fermato con Harry sull’uscio.
<< Chiamami se ti va, mi farebbe piacere chiacchierare un po’. >> sta dicendo. Harry gli sta sorridendo come un idiota, annuendo a tutto quello che lui dice, li guardo un po’ infastidito e poi decido di intervenire, arrivo da dietro ad Harry e gli poggio le mani sulle spalle.
<< Lui è etero, quindi è inutile che lo spogli con gli occhi. >> sono stato molto scortese, e non c’era nemmeno l’ombra di ironia nelle mie parole, anche se coperte da un sorriso stirato.
Lui come al solito non fa una piega, ma mi sorride << E’ stato un piacere Loyd, ci vediamo Harry. >> squadra entrambi un’ultima volta e poi esce di casa, senza smettere di sorride.
<< Il mio nome è Louis. >> dico tra i denti, quando è troppo lontano per sentirmi.
Io ed Harry rimaniamo da soli, ce ne stiamo su l’uscio per un po’, in silenzio, poi io faccio per tornarmene in camera mia.
<< Simpatico questo Darren. >> la voce di Harry mi interrompe, mi fermo ai piedi delle scale.
<< Se devo essere sincero, l’ho trovato narcisista ed egocentrico. >>
<< Invece per me è una persona brillante, e anche molto interessante. >>
<< Pareri. >> alzo le spalle, fingendo che la sua frase non abbia fatto male, che mi sia stata indifferente, dopo tutto cosa mi importa di cosa pensa Harry di questo stupido, perfettissimo ragazzo?
<< Non dovevi essere per forza così scortese con lui, solo perché una per una volta le attenzioni non sono state concentrate su di lui. >>
<< Non è questo il punto. >>
<< Ah, si? E qual è? >>
<< Non mi piace, punto. >>
<< Non pensavo che tu fossi così omofobo. >>
<< Ah buona questa, non sappiamo neanche se è veramente gay! >>
<< Ehm, su una cosa puoi star certo, lo è. >>
Quelle parole di Harry, dette con quella sicurezza e con quel sorriso, alzano alle stelle la mia gelosia, non c’è proprio modo di dissimularla, e quindi devo ammetterla, forse non odierei così tanto Darren, se ad Harry non piacesse così tanto, quella frase pronunciata da Harry mi da talmente fastidio che vorrei cancellarla per sempre dalla mia testa.
Cerco di dimenticare il sorriso sicuro e soddisfatto di Darren, il sorriso di qualcuno che non ha paura di mostrare di sapere per certo che otterrà quello che vuole, ogni volta che lo vuole, e lo potevo leggere dal suo sguardo per tutta la serata, quello che voleva era Harry.

                                                                                                                                   

                                                                                                                              _Carrotscupcake_

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Capitolo 12
*** Se solo tu mi chiederai di restare. ***


Qui in camera mia, mi sembra di stare in prigione. Non possiamo continuare così. Queste mura mi stanno strette e qui da solo non ho niente da fare se non guardare il soffitto e pensare, e adesso ho bisogno di tutto tranne di pensare. Io Harry abbiamo sempre detto che la nostra casa era enorme, e in effetti lo è, ma in questo momento mi sembra davvero troppo piccola.
Ma che stupidaggine è stata non far mettere la televisione anche in camera mia, decido di uscire dal mio isolamento e di andare un po’ in salotto, con un po’ di fortuna Harry sarà da qualche altra parte della casa.
Scendo le scale con una lentezza esasperante, tanto di tempo ne ho fin troppo e di cose da fare troppo poche. Appena arrivo in salotto trovo Harry che guarda la T.V. Come ho pensato di poter essere fortunato? Io non lo sono mai. Cerco di salire di nuovo in camera, senza fare il minimo rumore, ma la voce di Harry mi blocca, quando non ho fatto nemmeno un passo.
<< Rimani, se ti va. >>
Annuisco, anche se so che non può vedermi, ma so per certo che lui non ha il minimo dubbio che io voglia di restare con lui, non capisco proprio perché ci stiamo evitando, insomma so bene perché, ma così ci facciamo del male, o almeno a me fa davvero male.
Mi siedo sul divano all’estremità opposta della sua, e fisso il televisore, stanno dando un film in bianco e nero, ma capisco che non lo sta guardando, perché non c’è volume. Sento Harry muoversi accanto a me, lo sento e so che si sta avvicinando a me, molto lentamente, arriva affianco a me e posa la testa sulle mie gambe. Alzo la mano e la poso sulla sua testa, poi con un dito traccio delicatamente il contorno della sua fronte, scendendo lungo il naso e infine la bocca, lui la socchiude al mio tocco, e la mia pelle sfiora i suo denti. Poi infilo la mano in tasca, per costringerla a stare lontano da lui, allora lui si alza a sedere, per un momento penso che voglia allontanarsi da me, ma poi lui prende la mia mano e me la sfila dalla tasca, la posa sul divano e poi si mette di in ginocchio, con lo sguardo rivolto verso di me.
Per qualche minuto rimango immobile, senza guardarlo, a fissare quel film in bianco e nero. Lui non muove un muscolo e continua a guardarmi, in attesa. Sento il suo respiro sul mio collo, ci sto cadendo un’altra volta, ancora una volta sento un’esigenza che non si può fermare, l’esigenza di trovarmi troppo vicino a lui. Con un movimento rapido mi volto verso di lui, allungo le mani verso il suo viso, lo accarezzo, faccio scivolare le mani sul suo collo, sento che ha la pelle d’oca, si morde un labbro. Ci stiamo guardando, in attesa che accada l’inevitabile, scivolo verso di lui, lui abbassa il viso per incontrarsi con il mio, e si spinge leggermente fuori equilibrio, con il suo corpo appoggiato al mio. Alzo leggermente la testa, quanto basta per lasciare che le mie labbra incontrino le sue, ci baciamo di nuovo, senza nessuna idea di dove stiamo andando, o di cosa stiamo facendo.
Senza smettere di baciarlo, faccio scivolare le gambe sul divano e, sempre molto lentamente, spingo la schiena sul cuscino, stendendomi e lui si me. Quasi non mi accorgo che Harry, con la mano che non è sotto la mia schiena sta cercando i bottoni della mia camicia, e mi ha già sfilato una delle bretelle, tengo gli occhi chiusi e mi abbandono a lui.
Sobbalzo quando suona il suo telefono. No, non può essere vero. Harry si sta alzando, lo trattengo per il braccio. << Non rispondere, ti prego. >>
Harry mi rivolge uno sguardo di scusa e si alza e corre in cucina. Io rimango steso sul divano, toccandomi la fronte con la mano, totalmente in preda a pensieri e emozioni che non posso allineare o comprendere, ma sicuramente pronto ad uccidere chiunque sia dall’altra parte del telefono. Harry torna in salotto e si siede sul divano, ancora con il telefono il telefono in mano, mi alzo a sedere.
<< Oh cazzo, l’avevo completamente dimenticato! >> Harry rimane in silenzio aspettando la risposta dell’interlocutore. << Arrivi tra cinque minuti?? Certo, sarò pronto. No, figurati non disturbi affatto, a tra poco.>>
Harry attacca, dal suo sguardo capisco che non ha una buona notizia per me. << Era Danielle, ti avevo detto che Darren è un attore di teatro? >>
<< No, non mi avevi detto di Darren, non ci parliamo da due giorni, non vedo come avresti mai potuto darmi questa meravigliosa informazione. >> mi sorprendo dell’amarezza che trapela dalle mie parole.
<< Bhè comunque ha invitato me e Danielle ad una sua rappresentazione sta sera. >>
<< Oh, bhè… Penso che tu debba andare quindi. >>
<< Non andrò, se solo tu mi chiederai di restare. >> Harry mi rivolge uno sguardo di supplica, i suoi occhi mi stanno chiedendo di pregarlo di rimanere lì con me, di non lasciarmi. Ma per chiedergli di restare dovrei ammettere la mia gelosia, oltre il mio desiderio di averlo accanto, e non posso ammetterlo, senza ammettere una quantità altre cose che sto tenendo gelosamente nascoste.
Dopo qualche momento di silenzio, Harry sospira rassegnato, mi sorride, sfiora le mie labbra con le sue. << A dopo, Louis. >>
ed esce.
Appena è fuori vorrei così tanto averlo fermato, è uscito, è lontano da me, e peggio è con quel Darren. Come ho potuto essere così stupido, e adesso? Me la merito tutta la gelosia che sta corrodendo il mio cervello, fino a farmi diventare paranoico, appena guardo il divano dove qualche secondo fa io Harry giacevamo assieme ci vedo Darren, perfetto come sempre, distolgo lo sguardo prima di ritrovarmi come un folle a fare a botte con un cuscino.
Non posso certo rimanere così a consumare tutta la serata, ma cosa posso fare? Di chiamare Harry e chiedergli di tornare non ne ho intenzione, ho perso la possibilità di farlo rimanere con me, buttandola all’aria. Andare io stesso a chiamarlo, e come lo giustificherei? No, Harry ormai è andato, devo trovare un modo per distrarmi, penso di chiamare Eleanor, ma scarto subito l’ipotesi, ignorando il terrificante pensiero di non aver alcuna voglia di vederla.
Prendo il telefono e compongo il numero di Liam, dopo qualche squillo mi risponde la sua voce un po’ tesa. << Hey Lou, Harry è andato con loro, vero? >>
<< Ciao Liam. >>
<< Oh scusami, ma devo saperlo. >>
<< Si c’è anche lui con loro, non ti devi preoccupare. >> No, tu non ti devi preoccupare.
<< Non che mi senta più tranquillo, Harry potrebbe distrarsi un attimo. >>
<< Come potrebbe distrarsi Danielle. >> bisbiglio nervoso.
<< Cosa…? >>
<< Niente, niente. Ti va di venire da me? >>
<< Certo, ovvio. Ma non posso stare molto perché voglio essere a casa per quando tornerà Danielle. >>
<> attacco senza neanche salutare.
Mentre aspetto Liam inizio a tranquillizzarmi, infondo Danielle è con loro, non può succedere niente, niente. Appena sono tranquillo il mio pensiero ricade su me e su Harry, su quello che sarebbe potuto succedere quel pomeriggio se Danielle non avesse chiamato, su quanto desidererei che qualcosa fosse successo. Ormai è davvero impossibile negarlo, non ho scusanti, Harry aveva ragione, non è mai stato solo un gioco. Nascondere quello che provo mi sarà possibile per ancora quanto tempo? E se nel nasconderlo dovessi perdere Harry per sempre, allora come reagirei? Il mio cuore protesta con un battito accelerato a quel pensiero terrificante. E poi c’è Eleanor, quando riuscirò a dire a me stesso che non provo per lei quello che provo per Harry? E se lo facessi, dovrei lasciarla, e poi? Non riuscirei mai a dire ad Harry che io, che noi, insomma non riuscirei mai a mettere apposto la nostra situazione. E se mai dovessi? Come potrebbe essere se io ed Harry facessimo quello che facciamo alla luce del sole? Cambierebbe tutto più velocemente di quanto io possa raggere, la gente non capirebbe mai quanto dolore e confusione c’è dentro di me, loro vedono solo il mio sorriso, così distante da quello che sono veramente.
Sento la porta suonare, corro ad aprire. << Hey! >> sorrido al mio amico.
<< Ho portato la pizza. >> mi dice a mo’ di saluto.
<< Sposami! >> gli tolgo la pizza dalle mani con voracità, e lo conduco in salotto.
<< Sapevo che ti avrebbe fatto piacere. >> mi sorride.
<< Sto morendo di fame, in realtà sarebbe bene se avessi portato anche qualche alcolico, ho un esagerato bisogno di ubriacarmi! >>
<< Sai bene che io non posso bere e comunque sono io quello che dovrebbe sentire il bisogno di ubbriacarsi… >>
<< Avanti Liam, non essere paranoico, Danielle ti ama da morire e tu lo sai. >>
<< Si ma quel Darren non mi piace per niente! >>
<< Neanche a me! >>
<< E’ così dannatamente perfetto. >>
<< Sembra di plastica. >>
<< Secondo me si sente un dio! >>
<< E’ un egocentrico. >>
<< Ma come può essere il migliore amico di Danielle? >>
<< Ma come può Harry trovarlo simpatico? >>
<< Lo odio. >> Liam crolla sul divano, e prende un pezzo di pizza.
<< Vado a prendere qualcosa di alcolico. >>
<< Fai presto. >> se Liam ha acconsentito deve essere distrutto almeno quanto me.
Liam, nonostante la sua gelosia, per tutta la serata ha fatto si che ne io ne lui esagerassimo, sono così contento di averlo chiamato, senza di lui dopo un’ora passata a parlare male di Darren sarei già finito più ubbriaco di una spugna, non voglio che Harry mi trovi ubbriaco al suo ritorno, per questo non ho protestato le infinite volte in cui Liam mi ha tolto una bottiglia di non so nemmeno io cosa dalle mani.
<< Bhè, io devo proprio andare. >> dice Liam.
<< Oh, già? >>
<< Non toccare gli alcolici Louis, anzi adesso li nascondo. >>
<< Per chi mi hai preso, mammina? >>
<< Non so, ma sta sera sembri anche più sconvolto di me, meglio non rischiare. >>
<< D’accordo. >>
Liam sparisce con tutte le bottiglie, e con gli avanzi della nostra pizza, segretamente gli sarò sempre grato di essere stato qui in questo momento, io e Liam litighiamo di tanto in tanto, perché abbiamo visioni della vita completamente diverse, ma un amico come lui è difficile da trovare, un ragazzo come lui è difficile da trovare. Non solo è stato la mia coscienza, ma mi è stato vicino senza neanche accorgersene, di certo non me ne dimenticherò mai.
Quando Liam torna l’accompagno alla porta. << Buonanotte, grazie per la compagnia. >> gli assesto una bella pacca sulla spalla, sorridendo.
<< E’ stato un piacere, amico. >>
<< Notte Liam. >> ripeto.
<< Buonanotte Louis. >>
Rimasto da solo mi siedo sul divano, deciso di aspettare Harry lì, ma dopo pochissimo tempo mi cado in un sonno tormentato.

Nel cuore della notte sento la porta aprirsi, mi sveglio subito, ma rimango lì fermo sul divano, sperando che Harry venga da me, con gli occhi ancora chiusi. E infatti poco dopo sento il suo profumo, e sento i suoi jeans contro le mie gambe, si è steso affianco a me. Apro gli occhi. << Harry, che ore sono? >>
<< E’ mezzanotte, dormi. >>
<< Ti sei divertito. >>
Harry non risponde, ma mi posa le dita sulle labbra. << Dormi Louis. >>
<< Buonanotte Harry. >> gli prendo una mano, e con l’altra lo avvolgo in un abbraccio per non farlo andare via.
<< Buonanotte. >>
Io ed Harry ci addormentiamo sul divano, assieme.

                                                                                                                                   

                                                                                                                              _Carrotscupcake_

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Capitolo 13
*** Il mio motivo per combattere. ***


Il campanello fa sobbalzare sia me che Harry, sbadiglio e guardo Harry che apre lentamente gli occhi.
<< Ma che ore sono? >> mi chiede.
Io non ho l’orologio, perciò mi alzo un po’ per liberare il suo braccio dal mio corpo, poi gli prendo la mano e guardo l’ora.
<< Caspita è la mezza, abbiamo dormito un po’ troppo, mi sa. >>
<< Ma chi può essere? >> Harry sbadiglia, ma non dà segni di volersi alzare.
<< Rimani qui, vado io. >> Mi alzo, stiracchiandomi e vado pigramente ad aprire la porta.
Quando la apro un ragazzo mi guarda e, aggiustandosi il papillon, mi rivolge un sorriso falso.
<< Ciao Leo. >>
<< Louis. >> comincio a pensare che sbagli appositamente il mio nome.
<< Cercavo Harry. >>
<< Oh bhè, lui non… >>
Una voce entusiasta mi interrompe alle mie spalle, Harry è dietro di me, ma da dove è sbucato? << Hey Darren entra! >>
Darren praticamente mi butta per l’aria per arrivare ad Harry.
<< Ieri sei fuggito, non ho fatto in tempo a chiederti un parere! >>
<< Ma sei stato meraviglioso! >>
<< Lo dici solo perché sei gentile. >> mentre Darren parla, dando la giusta enfasi ad ogni parola, io dietro di lui imito le sue mosse, un po’ esagerandole. Harry mi rivolge uno sguardo di rimprovero, ma so che sta trattenendo un sorriso.
<< Ma scherzi? Per niente! Sei stato strepitoso, un vero artista. >>
<< Sono contenta che ti sia piaciuto, tenevo particolarmente al tuo parere. >> Se Darren cercava di escludermi completamente dal discorso, c’è l’ha fatta perfettamente. Ma quello che più mi da fastidio è che Harry glielo ha fatto fare, e conducendolo in salotto hanno iniziato a parlare di cose bizzarre sul teatro, per quanto ne sappia Harry non ne ha mai saputo niente, ne si è particolarmente interessato di teatro, anzi lo trova piuttosto noioso. E adesso parla con Darren come se fosse un vero intenditore, totalmente incurante della mia presenza, e io posso solamente stare a guardarli.
Vanno avanti per un’oretta a chiacchierare, a ridere, a scambiarsi guardi complici, seduti sul divano, su quel divano, sul nostro divano, fanno come si ci fossero solo loro nella stanza, lo sguardo di Harry è così preso da Darren, solo da lui. Darren intanto, fa di tutto per troncare ogni possibilità di inserirmi nel discorso, come se si divertisse a tenermi lontano, o come ne sentisse il bisogno, per avere Harry dedicato solo a lui, e sembra che stia funzionando, dato che da quando è arrivato Darren il mio migliore amico non mi ha rivolto nemmeno uno sguardo.
<< Ragazzi, si è fatto tardi, adesso devo proprio andare, incredibile quanto voli il tempo se ci si diverte. >> dice Darren, parlando la plurale ma guardando Harry.
<< No, per favore non andare, ci piacerebbe se rimanessi a mangiare con noi. >>
<< Certo, ci piacerebbe tantissimo se non fosse che non abbiamo proprio niente da mangiare, dato che né io né Harry sappiamo cucinare. >>
<< Ti potrei insegnare io, sono un ottimo cuoco. >> e così dicendo prende le mani di Harry. << Sembra che tu abbia le mani adatte, sono molto calde. >>
<< Sarebbe fantastico. >>
<< Bhè io non vedo l’ora, comunque starei a non mangiare con voi, ma ho davvero tanto da fare. >>
<< Ma che peccato! Harry non preoccuparti, accompagno io Darren alla porta. >>
<< Ma che gentile… >> Darren mi rivolge un altro di quei suoi sorrisi di plastica.
<< Ciao Darren, mi ha fatto piacere vederti. >>
<< Anche a me. >> il ragazzo agita la mano in direzione di Harry e io quasi lo trascino verso l’ingresso. Arrivati lì, ci troviamo faccia a faccia, vedo il mio riflesso attraverso i suoi occhi, e vedo la scintilla nei suoi occhi, qualcosa di selvaggio che stona con tutta la sua perfezione contenuta, la scintilla della sfida. << Sta lontano da lui. >> gli dico, dopo qualche secondo passato a studiarci.
<< Non so di che cosa stai parlando. >>
<< Oh, lo sai bene. >>
<< Forse non sai una cosa di me, io non perdo mai. >> Darren rinuncia definitivamente a dissimulare la sua furia.
<< Harry è una persona, non un trofeo. >>
<< Harry cadrà ai miei piedi, e tu non potrai far niente. >>
<< Non ti permetterò di farlo soffrire. >>
<< Neanche ti accorgi che sei tu quello che lo fa soffrire, stupido ragazzino. >>
Detto questo Darren esce dalla porta senza nemmeno salutare, lasciandomi in silenzio, non essendo capace di trovare una risposta a quella indiscutibile verità.
Quando torno di là Harry ha ancora quello stupido sorriso che aveva quando Darren era con noi, sento il suo fantasma affollare la casa, vado in cucina, il mio amico viene dietro di me.
<< Dovremmo invitare Darren più spesso. >> ho come l’impressione che abbia pronunciato queste parole con la specifica intenzione di farmi stare male, se è così, funziona.
<< Sai che non lo sopporto. >>
<< Sai cosa penso? >>
<< Cosa pensi? >>
<< Io penso che tu sia solo geloso. >>
Ridacchio nervosamente, passandomi la mano tra i capelli, Harry intanto è arrivato di fronte a me, mi guarda, mi è vicino e così mi confonde, mi mette in difficoltà, e lo sa benissimo. << Non sono per niente geloso. >>
<< Quindi, se ora lo chiamassi e gli chiedessi di tornare, a te starebbe bene. >> Harry mi sorride, scoprendo i denti che mi appaiono come zanne scintillanti, quelle di un predatore.
<< Chi ti dice che tornerà? >>
<< Lo farà. >>
<< Io dico di no. >>
Harry infila la mano nella mia tasca, lo sento frugare, prende il mio cellulare e digita un numero, suppongo sia quello di Darren, perfetto sa anche il suo numero a memoria. << Scommettiamo? >> Harry si accinge a premere verde con una lentezza inaudita, sapendo che l’avrei fermato. E infatti così faccio. << Aspetta. >>
<< Cosa? >>
<< Non chiamare. >>
<< Dammi un buon motivo. >>
<< D’accordo, sono geloso. Sono geloso, e so che non dovrei esserlo, ma mi da fastidio che un altro ragazzo, o ragazza, o animale o vegetale, o… qualsiasi essere vivente che non sia io si avvicini troppo a te. Lo so che è sbagliato, ma mi sento di impazzire ogni volta che quel ragazzo perfetto, bellissimo e spiritoso ti ruba un sorriso solo vostro, perché vorrei che i tuoi sorrisi siano solamente miei. >>
Quasi a rispondere alle mie parole Harry mi sorride e lancia via il mio cellulare, che cade a terra, spegnendosi, molto lontano da noi. << Quello era il mio cellulare… >> protesto.
<< E importa qualcosa? >>
<< No, per niente. >>
Avvicino Harry a me, e gli bacio le labbra una volta, due, tre, forse infinite, lui quasi mi lascia fare, senza smettere di sorridere, ma guardandomi come se avessimo ancora una conversazione in sospeso, e in effetti l’abbiamo, ma sta volta non mi fa più così paura, non sembra così più grande di me, chissà forse, ce la farò ad affrontarla, finalmente.
<< Ci aspetta una battaglia, non è così? >> chiedo, senza smettere di guardarlo negli occhi.
<< Si, immagino. >>
<< E hai paura? >>
<< No. >>
<< Come fai? >>
<< Io so che sto combattendo per qualcosa che amo. >>
<< Per cosa? >>
<< Per te. >>
Sorrido ad Harry, senza rispondergli, gli prendo una mano e con l’altra gli sposto un po’ i ricci dal viso, e poi la poso sulla sua guancia per avvicinarlo a me, proprio in quel momento suonano alla porta.
<< Ma dai! >> si lamenta Harry.
<< Hanno la licenza per interromperci? >> convengo io, avviandomi verso la porta.
Un po’ infastidito apro, senza neanche chiedere chi è, mi trovo di fronte al sorriso allegro della mia fidanzata. Sono preso dal panico, quasi per istinto avrei voglia di chiuderle la porta in faccia e scappare via, ma rimango lì a fissarla, Eleanor entra.
<< Hey! >>
<< Ehm, ciao… >>
<< Sono così contenta di vederti. >> Mi abbraccia, dando un leggero calcio alla porta per chiuderla. << Mi manca passare un po’ di tempo da soli… >> avvicina il suo viso al mio, per baciarmi, ma io la tengo distante trattenendola delicatamente per le spalle.
<< Ehm, in realtà non siamo soli. >>
<< Chiudi Harry in uno stanzino e saremo soli. >>
<< Grazie mille Eleanor. >> Harry è comparso dietro di me, sorridendo con affabilità alla mia ragazza.
<< Harry, vattene e non protestare. >>
<< Vado in cucina, il salotto è tutto vostro. >>
<< Possiamo sempre andare in camera tua. >> Eleanor mi sorride.
<< Il salotto andrà benissimo. >> mi affretto a rispondere, lanciando uno sguardo nervoso ad Harry, lui mi sorride e scappa in cucina, lasciandomi solo con lei.
Io e Eleanor arriviamo in salotto, io la fisso non sapendo proprio cosa di dire. << Ehm, aspetta un attimo… Vado a… Torno subito, non scappare. >>
<< Mi troverai qui. >> suona come una manaccia nella mia testa, corro in cucina.
Harry, che la stava misurando la stanza a grandi passi avanti e indietro, si ferma per guardarmi.
<< Cosa devo fare? >> gli chiedo in preda al panico.
<< Lou mi dispiace, ma non devo dirtelo io cosa devi fare. >>
<< Ma… >>
<< Io mi fido di te. >>
<< Baciami. >>
<< Cosa? Louis c’è la tua ragazza nella stanza affianco. >>
<< Fallo e basta. >>
Senza aspettare la sua risposta mi avvicino a lui, spingendo Harry contro il frigorifero e gli rubo un bacio prezioso, intrecciando le mie mani fra i suoi morbidi ricci, lo spingo sempre di più verso il frigorifero, quasi schiacciandolo, per colmare ogni minuscolo spazio fra di noi, cerco di tenere a mente tutte le sensazioni che sto provando. Il sapore delle sue labbra, la sua pelle sulla mia, il suo profumo, voglio portare con me ogni sua singola parte, quando andrò via. Dopo qualche secondo, o forse qualche minuto, quando io non dò segno di volermi separare da lui, Harry mi spinge via.
<< Devi andare. >>
<< Volevo ricordarmi. >>
<< Di cosa? >>
<< Del mio motivo per combattere. >>
Eleanor mi sta aspettando seduta sul divano, arricciandosi distrattamente un ciuffo di capelli tra le dita, la guardo intensamente, per cercare quel qualcosa in lei che mi aveva fatto perdere la testa appena l’avevo vista, ma mi pento subito di averlo fatto, non solo perché guardandola mi accorgo di non provare nient’altro che l’ombra dei sentimenti passati, ma anche perché dopo tutto quello che io Harry ci siamo detti tornare indietro sarebbe un errore colossale, che ci farebbe solo stare male.
La ragazza si accorge della mia presenza e batte con la mano leggermente sul divano, per invitarmi a sedermi con lei, così faccio. Lei mi sorride, e si avvicina a me, sedendosi su di me.
<< Mi manchi così tanto quando non ci sei. >>
<< Eleanor, ti prego, ascoltami per un secondo… >>
Lei subito si allontana da me, sentendo le mie parole fredde e distaccate, e si risiede al mio fianco, non ho il coraggio nemmeno di guardarla negli occhi.
<< Non promette niente di buono. >>
<< Mi dispiace. >> riesco solo a replicare con un fil di voce.
<< Mi stai lasciando, non è così? >> Alzo timidamente gli occhi verso i suoi, e noto una lacrima che lentamente le riga la guancia, vorrei che non piangesse mai, per nessuno, figurati poi per me. Quante persone farò ancora piangere per i miei errori?
<< Mi dispiace. >> ripeto, e avvicino la mia mano alla sua guancia per asciugarle le lacrime, ma lei si scosta via.
<< Hai un’altra? >> mi dice, sento la rabbia nelle sue parole, una rabbia che riesce a stento a contenere.
<< No! No… >>
<< Lo sapevo, sapevo che prima o poi sarebbe successo. Ti vedevo distaccato e freddo, come se pensassi continuamente a qualcos’altro. >>
<< Davvero, non ho un’altra. >>
<< Cosa importa, tanto mi stai lasciando lo stesso. >>
<< Mi dispiace. >>
Eleanor è una ragazza forte, si asciuga le lacrime e mi sorride. << Addio Louis Tomlison. >> poi si avvicina a le e mi sfiora la bocca con le sue labbra. << Mi mancherai. >> E scappa via, prima di sentirsi ripetere il mio stupido “Mi dispiace”. Sento chiudersi la porta, Eleanor Calder se ne è andata dalla mia vita, per sempre.
Rimango lì fermo a guardare il punto in cui lei era sparita, e proprio in questo momento mi passano davanti tutte le cose che avevamo fatto assieme, cose che non ritorneranno più,. E’ sempre difficile dire addio a qualcosa: anche quando sai di star salutando una cosa che ormai portava solo sofferenze, lascia comunque un grande vuoto, e la paura di non poter più tornare indietro. Harry viene vicino a me, e si siede senza parlare, rispettando il mio dolore nonostante probabilmente stia esplodendo di felicità. Sempre in silenzio mi appoggio alla sua spalla, piangendo silenziosamente, lui si limita ad accarezzarmi i capelli, senza chiedermi il vero motivo di tutta questa sofferenza.

                                                                                                                                   

                                                                                                                              _Carrotscupcake_

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Capitolo 14
*** La fame. ***


Quando mi sveglio quasi sono sorpreso di trovare il mio migliore amico dormire accanto a me, ma poi mi accorgo di non essere nel mio letto e ricordo improvvisamente tutto quello che è successo ieri. Quando Eleanor è andata via, ancora un po’ tremo al pensiero e non posso farci niente, sono rimasto lì a piangere sulle spalle di Harry, e lui con me, tutto il giorno, fino a quando esausto da tutta quella disperazione non ero crollato fra le sue braccia, lui deve avermi portato qui e messo a dormire. Mi alzo impercettibilmente per non svegliarlo e inizio a fissarlo, a fissare il ragazzo che ha sconvolto completamente la mia vita. Provo un infinito piacere a guardarlo, adesso che posso farlo senza torturarmi, sentendomi libero di sentire tutto quello che provo, senza scatenare un temporale nella mia testa.
<< Hey >> la sua voce mi trova sorpreso, ha parlato senza nemmeno aprire gli occhi.
<< Come fai a sapere che sono sveglio? >>
<< Sento il tuo sguardo. >> Harry socchiude i suoi occhi e mi rivolge un sorriso assonnato, ma talmente felice che genera immediatamente il mio.
<< Adesso puoi. >>
<< Cosa? >>
<< Saltare per la stanza, esultare e fare tutte quelle cose che non hai fatto ieri, quando io e Eleanor ci siamo lasciati. >>
<< Quando tu l’hai lasciata. >>
<< Fa lo stesso… >>
<< E comunque ho troppa classe per dimostrarti quanto sono felice. >>
<< L’ha già fatto il tuo sorriso. >> Ci guardiamo negli occhi, raccogliendo questo secondo tutto nostro, tutto ci sembra così facile adesso, dopotutto adesso per noi la vita è davvero facile, siamo giovani e abbiamo solo voglia di divertirci, e abbiamo tutta la vita avanti a noi per farlo, e soprattutto abbiamo tutta la vita per farlo assieme.
Harry si alza sulle ginocchia e gattona verso di me, quel letto singolo è anche troppo grande per noi. << A proposito, buongiorno, mio migliore amico single. >> mi sussurra all’orecchio, facendomi formicolare la schiena con il suo respiro, avvicina il suo naso alla mia guancia, strofinandolo.
<< Ah, quindi mi consideri ancora single, e soprattutto ancora il tuo migliore amico, eppure ho lasciato la mia ragazza per te, riccio. >> intreccio una mano tra i suoi riccioli, stringendoli con forza e godendo della liscezza di quelle onde tra le mie mani.
<< Ci vuole ben altro per incastrare Harry Styles. >> mi sorride.
<< Potrò mai capire cosa? >> Mi alzo un po’ per trovarmi vicino, e sfioro appena le sue labbra con le mie, per poi allontanarmi.
<< Eri sulla buona strada. >> Si avvicina a me e io lo spingo su di me, facendo scivolare le mie mani dai suo capelli al suo collo e colmando quella distanza che tormenta il mio desiderio. Lui risponde al mio richiamo infilando le sue mani dietro di me, sulla mia schiena, lo sento stringere forte la mia maglietta, quasi fosse aggrappato a me.
Con un sorriso mi stacco da lui, e lui fa forza per trattenermi accanto a se, ma io gli rivolgo uno sguardo sfuggente. << Ah, ah… Ho fame, vado a fare colazione. >>
<< Hai fame? Non preoccuparti ci penso io… >>
<< Andrai a prendere la colazione? >>
<< Conosco un altro modo. >> mi guarda e ancora una volta riconosco i suoi occhi brillanti, quegli stessi che aveva quel giorno al fiume, quando le nostre bocche si sono intrecciate per la prima volta, quegli occhi più di altra cosa di lui sono capaci di accedere la mia passione, ok, forse non proprio più di ogni altra cosa.
<< Non scommetterei che funzionerà, ho davvero troppa fame. >> mi mordo un labbro, distogliendo per un secondo lo sguardo da lui, quando lo rialzo è ancora più vicino di prima, il che sembra impossibile, sembra impossibile non esserci ancora sfiorati, eppure essere così vicini, non posso fare a meno di rivolgergli uno sguardo d’attesa.
<< Ci scommetto io. >> Dice Harry e trova conferma nei miei occhi ardenti. Lentamente, molto lentamente, per esasperare il mio desiderio si avvicina a me e mi bacia sulla guancia, le sue labbra si soffermano sulla mia pelle, per qualche secondo rimane fermo così, poi mi bacia di nuovo sta volta sull’orecchio, all’altezza del lobo. La mia spina dorsale protesta, con un brivido, ma io la ignoro appoggiando le mani sulla cintura del mio amico, infilo le dita tra i passanti per spingerlo verso di me, Harry mi sta baciando di nuovo, sul collo. Sento il suo corpo premere su di me, posso sentire ogni cosa di lui così vicina a me, incrocio le mie gambe alle sue, e improvvisamente sento il desiderio incontrollabile di far si che non ci sia niente a separarci, ma proprio niente. Faccio scorrere le mie mani lungo i suoi i jeans, mentre lui ha raggiunto con le sue labbra l’incavo più nascosto del mio collo, salgo su lungo la sua schiena, sotto la sua maglietta, lui si stacca leggermente da me, con un movimento repentino mi libero della sua maglietta, spingendola via lontano da noi. Harry rimane un secondo distante da me, lasciarsi guardare e per godere della mia voglia incontrollabile, ma anche per ricordarmi che aveva ragione, che ha vinto, che sono suo, e che voglio che faccia di me quello che gli pare, poi torna su di me, mi lascio sfuggire un sospiro. Le sue mani sono sicure e non hanno indugio quando si muovono sui bottoni della mia camicia, ma sono ancora troppo lente, almeno troppo per me, poso le mie mani sulle sue, dando fretta ai suoi gesti, lui mi rivolge un sorriso e poi continua il suo lavoro minuzioso, prendendo sempre più tempo, quando io vorrei risparmiarlo. Stacco le mani dalla sua schiena e poggio sulla sua cintura slacciandola, faccio scivolare velocemente giù i suoi pantaloni, ma lui stacca le sue mani dalla mia camicia e le poggia sulle mie, rallentandomi, vuole forse farmi impazzire? Gli lancio uno sguardo veloce, e lui mi sorride, finalmente sfila via con forza la mia camicia, lasciandomi solo con le bretelle, che afferra con forza per spingermi verso di lui. Mi trovo con il mio naso sul suo, lui ride, quella risata mi entra nelle orecchie e mi pulsa nella vene, riecheggiando nel mio cervello più forte dei battiti del mio cuore, mi avvicino a lui, e lo metto a tacere con un bacio. Mi morde le labbra, mi stringe la schiena e mi spinge forte verso la testiera del letto facendo battere la mia testa sul muro con forza, il dolore mi fa lacrimare gli occhi e mi annebbia la vista, e mi fa desiderare quel ragazzo, ancora più di prima. Poi Harry scivola di nuovo giù e mi trascina con lui, sotto le coperte, per un momento rimane fermo a guardarmi, vedo il mio viso nei suoi occhi, ancora una volta attendo, che lui decida cosa fare. Ma negli occhi di Harry non c’è più neanche l’ombra di quel sorriso, la sue labbra sono ancora incurvate, proprio come prima, e i suoi denti ancora scoperti, ma i suoi occhi, che si specchiando nei miei, hanno un colore diverso. Sento i nostri respiri ansimanti fermarsi per un secondo, ancora una volta Harry mi sorprende, muovendo la mano velocemente verso di me. Il ragazzo mi passa una mano tra i capelli, socchiudendo leggermente le labbra e poi le fa scorrere lungo il collo e le spalla, facendo scivolare giù una bretella e poi l’altra, poi rimane a fissarmi, trattengo il mio istinto di interrompere quei secondi immobili avvicinandomi a lui, e rimango fermo, senza staccare il mio sguardo dai suoi occhi.
<< Ti amo Louis William Tomlinson. >> Il mio cuore sobbalza a quelle parole, pronunciate da quella voce, sembra quasi di averle sentite, immaginate, cercate, tante volte nella mia testa, alzo lo sguardo verso di lui, ancora non sapendo cosa rispondere.
<< E me lo dici adesso? >>
<< Te l’ho detto quando l’ho pensato, dovresti provarci anche tu. >> Mi sorride.
<< Che coincidenza, pensavo di farlo proprio adesso, se melo avessi chiesto.>>
<< Allora te lo chiedo adesso: Cosa pensi? >>
<< Ti amo anche io e… >> Harry si avvicinato a me e mi ha posato l’indice sulle labbra.
<< Shh, hai detto abbastanza. >>
<< Avevi detto tutto quello che penso… >> Non perde tempo a parlare ancora, si avvicina a me e mi bacia per zittirmi, gli prendo la mano e la stringo, più forte che posso, premendo con le dita sulle sue dita, tracciandone il profilo, e rendendo la mia pelle una sola cosa con la mia. Dopo aver lasciato che le mie dita la esplorassero, Harry stacca la sua mano dalla mia per poggiarla sul mio fianco, lo accarezza con lentezza e poi infila il pollice nei pantaloni, sento le sue unghie graffiare sulla mia pelle, mentre li spinge giù. Scivolo verso di lui, piegando mia ginocchia contro le sue gambe per cercare il contatto con la sua pelle. Lui socchiude leggermente le gambe per permettere alle mie di intrecciarsi con le mie, siamo così vicini che ogni singolo pezzo delle nostra pelle è condiviso, sento il mio corpo fremere di piacere, ogni singola particella di me è completamente impegnata in lui e non ho niente altro in mente che sentirmi parte di lui, trovarmelo vicino, assaggiare il suo sapore e farlo mio. Chiudo gli occhi, lasciando che sia il mio corpo a comandarmi, e non quello che vedo o che provo, solo il mio istinto il mio desiderio, la mia fame, mi lascio sfuggire un gemito e il mio amico capisce. Lo sento muoversi dentro di prima che  una tempesta di dolore e piacere e passione possa impadronirsi di ogni altra emozione e impedire al mio cervello di concepire qualsiasi altro pensiero.

                                                                                                                                   

                                                                                                                              _Carrotscupcake_

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Capitolo 15
*** Senza perdere la speranza. ***


Il suono del campanello mi penetra nel cervello, lo sento cento volte più forte di quanto sia in realtà, mi domando se non stia solamente sognando, o che ore siano, comunque non ho la forza di alzarmi. Mi sento incredibilmente bene, forse sono esagerato, ma davvero non ricordo di essermi sentito mai meglio. Anche senza aprire gli occhi posso dire che Harry è ancora vicino a me, sento il suo respiro forte, questo vuol dire che il campanello non lo ha svegliato, non mi sorprende. Improvvisamente ho una voglia disperata di aprire gli occhi per guardare Harry, mi manca il suo viso, il suo sorriso, i suoi ricci, le sue mani, il contorno del suo naso, il suo petto e il calore di averlo vicino, mi manca il suo tutto, eppure ho la sensazione che non sia passato tanto tempo da questa mattina, non ricordo esattamente il momento in cui mi sono addormentato, né ho idea di quanto abbia dormito. Ma se apro gli occhi, dovrò vestirmi, alzarmi, andare ad aprire alla porta e tutto quello che è successo svanirà, ed è stato troppo perfetto per farlo svanire. E se lasciassi solo il campanello suonare? No, è se sono i ragazzi, sanno bene dove sono le chiavi, apriranno ed entreranno da soli, e se ci troveranno qui, nemmeno loro sarebbero tanto stupidi da non capire, apro improvvisamente gli occhi. Persino il panico di quell’istante non mi impedisce di sorridere, rivolgendo lo sguardo al mio amico, al mio amante, che dorme senza nessuna preoccupazione, coperto solo dal lenzuolo. Devo scuotere la testa, prima di poter distogliere lo sguardo da lui, e di poterlo sfiorare, per trascinarlo via dai sogni con un sospiro risoluto. Il campanello ha smesso di suonare.
<< Harry, Harry. Devi svegliarti. >>
Harry apre lentamente gli occhi, che si incrociano con i miei. Sono così belli, brillanti, ribelli, anche se assonati.
<< Buongiorno. >> Si alza, senza staccare gli occhi da me, il lenzuolo gli scivola da dosso, ancora non sono abituato ad avere davanti tutto quello che ha sempre tormentato il mio desiderio, devo concentrare il mio sguardo sul cuscino stropicciato dove prima poggiava la testa, per non arrossire. Lui però mi si avvicina, avverto ogni suo movimento con la coda dell’occhio, arriva seduto proprio di fronte a me è impossibile non guardarlo, ho dimenticato del campanello, e dei ragazzi, e il mio cervello è troppo concentrato su Harry perché le mie orecchie possano sentire il rumore delle chiavi che trafficando nella serratura. Avvicina la sua bocca alla mia sfiorandola, prima o poi smetterò di sorprendermi della morbidezza delle sue labbra e del loro sapore dolce, schiudo le mie per baciarlo, ma ancora vengo interrotto dalla voce di Liam, o forse è quella di Zayn, perché quando Harry mi è così vicino non rispondo più a me stesso? Dobbiamo fermarci subito, dobbiamo sbrigarci, come ho potuto essere così stupido da scordarmi di loro? Lo separo da me.
<< Vestiti! >>
<< Cosa? >>
<< Stammi a sentire, fai presto. >> Mentre parlo già mi sono infilato i pantaloni, non so nemmeno io come ho fatto a fare così in fretta, ma Harry deve aver capito l’urgenza della situazione, perché quando alzo lo sguardo vedo che si sta abbottonando la cintura, seguo per un secondo le sue mani in quel movimento, ma poi distolgo velocemente lo sguardo, sentendo che il suo è su di me. Non riesco a trovare da nessuna parte la mia camicia, tra le lenzuola, sotto i cuscini, a terra, sotto il letto, sembra essersi dissolta. Alzo di nuovo lo sguardo, Harry ha infilato la mia camicia.
<< Quella sarebbe mia! >>
<< Ah, scusa. Non ragiono appena svegliato. >>
<< Ci toglierei anche l’appena svegliato. >>
<< Scusa! >>
Gli rivolgo uno sguardo di rimprovero, misto al panico, ma non può durare a lungo, è così carino mentre cerca disperatamente di abbottonarsi i bottoni della mia camicia, con la lingua da fuori per la concentrazione, gli rivolgo un sorriso dolce, mio malgrado.
<< Non importa, dammi la tua maglia. >> Non ho neanche il tempo di finire la frase che mi ritrovo la miglia di Harry in faccia, è impregnata del suo dolce profumo, la infilo volentieri, molto volentieri.
Sgattaiolo fuori dalla stanza di Harry, sperando di riuscire ad eludere i ragazzi, ma mi trovo Niall davanti.
<< Ma questa non era la camera di Harry? >>
<< Ciao a te… >>
<< Come mai sei uscito dalla sua camera? >> Zayn è arrivato affianco a Niall, entrambi hanno delle buste in mano, immagino allora che sia ora di pranzo, e che abbiano portato da mangiare, non che io abbia tutta questa fame.
<< Io ero andato a prendere… >> Non mi viene in mente una scusa decente, quindi lascio cadere lì la frase. Harry compare dietro di me, poggiandomi un mano sulla spalla, la sua presenza mi rassicura.
<< Ciao ragazzi. >>
<< Ciao Harry! >> anche Liam è arrivato sulla soglia della camera di Harry, e noto con un certo terrore che accanto a lui c’è Danielle, non avrei mai voluto più guardarla negli occhi, dopo aver rotto con Eleanor.
<< Ma quella non è la maglia di Harry? >> Ecco, sapevo che se ne sarebbero accorti.
<< Harry, come mai hai i bottoni della camicia abbottonati storti. >> Mi giro verso di Harry, perfetto sono innamorato di un idiota, la situazione è piuttosto critica, e pure guardandolo mentre si aggiusta freneticamente, mi lascia in grado solo di rivolgergli un sorriso ebete.
<< Ma questa è una visita di cortesia o un interrogatorio? >>
<< In realtà è un interrogatorio, siamo venuti a capire perché hai lasciato Eleanor. >> Danielle mi rivolge uno sguardo di fuoco, immagino che Eleanor stia soffrendo, altrimenti la ragazza non sarebbe stata così dura con me, forse non dovrei sentirmi in colpa, eppure è proprio come mi sento, mi gratto la testa con nervosismo.
<< Non dovevi essere così diretta, amore. >>
<< Che dite scendiamo a mangiare giù? >> Harry mi salva da quella situazione imbarazzante, forse non è proprio così idiota come sembra, sorrido tra me e me, quando sento la sua grande mano avvolgere la mia e trascinarmi al piano di sotto. Ci sediamo tutti sul divano.
<< Bhè io mangio. >> Niall rovista tra le buste del McDonald’s per trovare il suo panino.
<< Abbiamo preso i vostri preferiti. >> Liam ci lancia i panini, sembra quasi che mi stia rivolgendo un sorriso di scusa, io gli sorrido di rimando, e ancora una volta mi sento invaso dai sensi di colpa. Non avevo mai pensato a quanti segreti sto tenendo con quei ragazzi, i miei amici, i miei fratelli. So di potermi fidare di loro, ma ho appena ammesso a me stesso i miei sentimenti, e non sono per niente pronto per ammetterli ad altri, a parte Harry ovviamente.
Si, prima o poi sarei stato pronto, non gli stavo facendo nessun torto, dopotutto un omissione non è proprio una bugia.
<< Allora? >> Danielle riparte all’attacco, ho paura che le sue domande trasformeranno le miei omissioni in vere e proprie bugie, vorrei che non fosse così insistente.
<< Allora cosa?? >> Addento il panino, per tenere la bocca occupata, mi accorgo di avere la nausea, stringo i denti per farmi forza.
<< Allora, perché l’hai lasciata?? >>
<< Non ho un'altra, se era questa la domanda indiretta. >> Bhè, questa non è una bugia.
<< Quindi non l’hai tradita? Giuralo, perché se scopro che l’hai tradita ti prometto che ti taglio le palle. >>
<< Danielle! >> Almeno sembra che Liam sia ancora intenzionato a difendermi, anche se per quanto mi riguarda sono indifendibile.
<< Devi dirmi se l’hai tradita. >>
<< Non ho un’altra. >> Ripeto, non posso dire di più, detesto mentire.
<< Allora dimmi perché l’hai lasciata! >>
<< Io… >>
<< Ora basta, lasciatelo in pace. Anche lui ha sofferto moltissimo, quindi piantatela tutti quanti. Se l’ha lasciata è perché non l’amava più, e non aveva senso continuare a stare assieme, per il bene di entrambi. Louis è una persona onesta, e lo conoscete tutti, dovreste dare per scontato che lui non abbia tradito Eleanor, non potete tormentarlo per i suoi sentimenti. E se siete venuti per questo, fuori di qui! >>
Le parole di Harry, dette così all’improvviso, generano un silenzio inaspettato. Per quanto mi riguarda ho dimenticato di tutto il resto, vorrei andare da lui e abbracciarlo e baciarlo fino a consumargli le labbra, il modo in cui si è battuto per me, nessuno si era mai battuto per me prima. Mi accorgo di quanto lo ami, ogni secondo di più, non potrò fare a meno di lui, qualsiasi cosa dicano o pensino gli altri, e lui ci sarà sempre per me, a combattere al mio fianco, io e lui contro il mondo se sarà necessario.
<< Bhè, Harry ha ragione, meglio lasciarlo da solo. >> La voce di Liam interrompe il mio momento di irrefrenabile romanticismo, fortuna che mi sono trattenuto dal lanciarmi tra le braccia del mio salvatore. Questi pensieri sdolcinati non sono proprio da me, ma chissà, dicono che il vero amore ti cambia, ancora pensieri sdolcinati.
<< Allora ci si vede in giro. >>
<< Ciao ragazzi. >>
Accompagniamo tutti alla porta, e ci salutiamo con un imbarazzato sorriso, poi io e Harry siamo di nuovo soli.
Non ci curiamo neanche di spostarci dall’ingresso, ma rimaniamo fermi lì a guardarci l’un l’altro, ancora non abbiamo avuto il tempo di parlare di quello che è successo sta mattina, non che ci sia molto da dire, insomma basta solo il pensiero per rendere al massimo l’idea. Ci avviciniamo lentamente, senza spostare lo sguardo riflesso nei nostri occhi, i nostri nasi si sfiorano, mi stringe le mani sui fianchi, accostando il mio corpo al suo, gli poggio le mani sul viso, guidandolo alla mia bocca. Finalmente possiamo baciarci di nuovo, quasi non riuscivo più ad aspettare, quasi era diventato necessario averlo vicino, un bisogno incontrollabile. La calma del suo respiro, la morbidezza del suo tocco, la dolcezza del suo sapore e del suo profumo, il calore del suo corpo, la sua presenza mi tranquillizzano.
<< So bene che non possiamo continuare così. >> Mi separo da lui, perché ho finalmente trovato il coraggio di pronunciare queste parole e ho paura di poterlo perdere in un solo millesimo di secondo.
<< Prima o poi qualcuno capirà. >>
<< Non voglio che le persone che mi amano vengano a sapere quello che sono da altri >>
<< Dobbiamo dirlo noi, non è così? >>
<< E presto. >>
<< Da dove si inizia? >>
<< Dai genitori? >> 
<< Ma cosa dovremmo dire. >>
<< Solo quello che pensiamo. >>
<< Che ci amiamo. >>
<< Saranno felici per noi, ne sono sicuro. >>
Né io, né Harry eravamo affatto sicuri, ma dovevamo affrontare la realtà e lo avremmo fatto senza perdere la speranza.

                                                                                                                                   

                                                                                                                              _Carrotscupcake_

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Capitolo 16
*** Aspettiamo. ***


<< Sveglia, sveglia, sveglia! >>
La voce di Harry mi fa sobbalzare, ma subito penso di essere dentro ad uno di quei sogni che mi hanno tormentato tutta questa notte, la voce di Harry non è mai così squillante al mattino, ed Harry non si sveglia quasi mai prima di me.
Dopo qualche minuto di insistenza mi devo rassegnare di essere proprio nella realtà, quindi apro con lentezza gli occhi e me lo trovo di fronte, già perfettamente vestito.
<< Oh mio Dio, ho fatto tardi! >> Mi alzo a sedere repentinamente, ma Harry mi sorride rassicurante, ma come fa a sorridere, come fa ad avere quel sorriso così bello e brillante, mentre io sono solo inutile e preso dal panico?
<< No, sono io che ho fatto presto. >>
<< Come mai ti sei svegliato prima di me? >> Tremo un po’ dal freddo, ma non torno sotto le lenzuola come avrei fatto in un’altra circostanza, né cerco il calore del corpo di Harry, invitante e vicinissimo dal mio, devo svegliarmi, e darmi una mossa.
<< Ero nervoso, e poi tu non sei stato fermo un minuto. >>
<< Ero nervoso anche io, anzi sono nervoso. >>
<< Penso che andrà tutto bene. >> Harry mi lancia uno sguardo, incrocio i suoi occhi, il suo sguardo è così intenso da essere difficile da sostenere, l’amore traspare da un semplice sguardo in maniera così diretta che mi coglie sorpresa. Non avrei mai pensato che qualcuno mi potesse amare incondizionatamente, semplicemente per come sono, e senza una ragione razionale, ma soprattutto non avrei mai pensato che qualcuno potesse amarmi in una maniera così forte e travolgente come leggo negli occhi di Harry. Nei suoi occhi posso vedere quelli di una madre quando vede il suo bambino per la prima, e avendolo finalmente tra le braccia, pur non conoscendo niente di lui o di come sarà, sente di amarlo e lo trova bellissimo; nei suoi occhi c’è il sorriso di un fratello che, mentre prende in giro il suo piccolo fratellino sa che sarà pronto a difenderlo sempre con il suo stesso corpo; o quello di un amico che dal momento in cui ti conosce ti sta scegliendo, senza neanche rendersene conto, come compagno di avventure, di risate, di problemi, come compagno di vita. E infine il suo sguardo è quello di un amante, che è pronto ad andare contro tutto il mondo, solo per rimanere accanto alla persona che ama e desidera, per tutta la vita. Per un secondo, solo un instante, tutto il mio terrore sparisce, anzi tutti i miei pensieri spariscono, troppo occupati a studiare il suo sguardo così profondo, poi, senza preavviso, mi avvicino e lo stringo in un abbraccio.
Lui non dice niente, ma mi stringe forte, intrecciando delicatamente le mani tra i miei capelli, i suoi vestiti sono caldi e riscaldano la mia pelle gelata, infilo la testa nell’incavo del suo collo, respirando il suo profumo, lì mi sento nascosto, protetto da lui, come se nessun dolore potesse raggiungermi, lascio scorrer alcune lacrime silenziose, non sono esattamente lacrime di dolore, bhé di certo non posso dire che siano lacrime di gioia, ma non sono lacrime di dolore, si tratta di un miscuglio insensato di sentimenti che mi hanno travolto fino a non poterli più trattenere.
Dopo un po’ Harry mi separa da se, per rivolgermi ancora quello sguardo che mi aveva procurato quella strana reazione poco prima, mi asciuga le mani con il pollice, chiudo gli occhi al contatto con la sua pelle, ma poi li apro immediatamente per non perdermi un secondo di lui.
<< Anzi, sono sicuro che andrà tutto bene. >>
<< Ti amo. >> il mio è un sussurro appena percepibile, ma so bene che lui l’ha sentito, e se pure non l’avesse sentito, l’avrebbe letto nei miei occhi, annuisce e non c’è bisogno di dire “Anche io” per capire che è a quello che sta pensando.
Dopo essere rimasti per qualche secondo così, scuoto la testa, tirando su con il naso << Meglio che mi vesta. >>
Ancora una volta Harry si limita ad annuire, guardo i vestiti sistemati perfettamente ai piedi del letto, che abbiamo scelto assieme qualche giorno fa.
<< Sta notte pensavo… Il mio pantalone è dello stesso colore della tua maglietta, non credi che sia un po’ esagerato? Sembreremo una di quelle coppie… >>
<< Sei tu che sei esagerato, vestiti! >>
<< Ok, scusa… >> anche senza alzare lo sguardo, posso sapere che Harry mi sta sorridendo, continuo a vestirmi.
<< Oh no! >>
<< Cosa c’è ancora? >>
<< I calzini non sono uguali! >>
<< Avanti Louis, nessuno ti toglierà le scarpe per controllarti i calzini, ti prego infila quelli e basta. >>
<< E, Harry? >>
<< Si…? >>
<< Non credi che avremmo dovuto prepararci qualcosa da dire? >>
<< Si, ci ho pensato io, adesso ti prendo il foglio dove l’ho scritto e poi lo mettiamo su un leggio così possiamo fare il nostro discorso. >>
<< Non prendermi in giro! >>
<< Scusa, scusa. Ma seriamente Louis, non siamo mica ad un Oscar! >>
<< Magari… >>
<< Diremo quello che ci viene in mente. >>
<< Si, perfetto: ciao mamma, ciao papà, sono gay, gradite del tè? >>
<< Bhè, il tè sistema sempre tutto, si sa. >>
<< Non scherzare. >>
<< Tu che dici a me di non scherzare. Chi sei? Che ne hai fatto del mio ragazzo? >>
<< Cosa hai detto? >> Certe volte quando sono con Harry non riesco proprio ad evitare di essere risucchiato in un mondo tutto nostro, senza curarmi delle preoccupazioni esterne, questo momento è uno di quelli, e non posso fare a meno di sorridergli.
<< Io?? Niente >>
<< Mi hai appena chiamato il tuo ragazzo. >>
<< Nahh, hai capito male. >>
<< Sbaglio o ho incastrato Harry Styles? >>
<< Non so di cosa stai parlando. >>
<< Sono il tuo ragazzo, sono il tuo ragazzo. >>
<< Ce l’hai un minimo di dignità? >>
<< Non sono io che mi sono fatto incastrare! >>
<< Ti odio. >>
<< Ah, tanto lo so che non è vero. >>
<< Finisci di prepararti, che tra poco arriva Darren. >>
<< Chi? >>
<< Darren! >>
<< Scherzi, vero? >>
<< No! Tu mi hai detto di procurarmi qualcuno che potesse preparare un pranzo che sembrasse fatto in casa, bhè Darren è l’unica persona che conosco capace di cucinare. >>
<< Danielle è bravissima. >>
<< Si, e poi spiegaglielo tu a Danielle come mai ci serve un pranzo perfetto. >>
<< Non ci potrebbe essere giorno peggiore di questo! >>
<< Avanti, non fare così. >>
<< Hai solo trovato una scusa per rivedere Darren. >>
<< Non lo guarderò neanche di striscio. >>
<< Come potrai non guardarlo? E’ così perfetto, ed ha occhi solo per te! >>
<< Non devi essere geloso. >>
<< Dammi una sola buona ragione. >>
<< L’hai detto tu, no? Mi hai incastrato. >>
Mentre mi dice queste parole suona il campanello, e lui non mi dà neanche il tempo di prenderlo in giro, e scappa via ad aprire, mi infilo repentinamente la scarpa per andargli dietro, ovviamente non mi premuro di allacciarla. Scendo le scale quasi correndo, mentre sento Darren e Harry che si salutano, a giudicare dai passi si stanno avvicinando, nemmeno so perché corro così tanto, ma proprio non riesco a sopportare che quei due stiano troppo tempo da soli. Li posso vedere, hanno appena voltato il corridoio, affretto ancora il passo, troppo, appoggio il piede sul laccio slacciato e intrappolo l’altro piede, arrotolandomi su me stesso e trovandomi lungo disteso ai piedi le delle scale, dopo aver battuto la testa, con gli occhi che mi lacrimano dal dolore.
<< Ehm, ciao Lionel. >> Darren e il suo papillon sono arrivati proprio di fronte a me, in tutta la loro perfezione, mentre io sono qui, ridicolo e sofferente.
<< Mi chiamo Louis. >> riesco solo a sospirare, toccandomi la fronte per il dolore, sanguina.
<< Oh cavolo Lou, tutto bene? >> Harry arriva da dietro a Darren e corre verso di me, cercando in tutti i modi di alzarmi da terra, mi stringe un braccio contro i fianchi e io mi faccio forza per alzarmi, ignorando la forte fitta alla caviglia.
<< Oh, sei messo male. >> Darren mi rivolge uno sguardo, non so se mi sto facendo condizionare dalla vergogna di essere un imbranato totale, ma mi sembra quasi che stia ridendo di me.
<< Darren, abbiamo abbastanza fretta, ti prego puoi iniziare a cucinare, mentre i mi occupo di lui? Verrò ad aiutarti appena posso. >>
Darren ci rivolge uno sguardo misto tra il deluso e l’arrabbiato, ma immediatamente ricompone il suo sorriso di plastica.
<< Ma figurati, fate pure con comodo. Me la cavo da solo in cucina. >>
Harry mi trascina sul divano, bhè, in un modo o in un altro sono riuscito a separarlo da Darren. Mi metto a sedere soddisfatto, ignorando il sangue che mi scende dalla fronte.
<< Diventi incapace quando sei geloso. >> Harry ridacchia.
<< Non mi sono fatto poi così male. >>
<< Vado a prendere qualcosa per medicarti. >>
<< E da quando in casa abbiamo qualcosa per medicare le persone? >>
<< Da quando Liam si è lamentato della “mancanza di sicurezza” della nostra casa con mia madre, facendomi sorbire una grande ramanzina, e giustificandosi dicendo che era preoccupato per noi. >>
<< Forse aveva ragione. >>
<< Ma noi questo non lo ammetteremo mai. >>
<< Mai. >>
Guardo Harry andare via, e lo aspetto con pazienza, non ci mette molto a tornare, carico di qualcosa che potrebbe essere garza e acqua ossigenata, o qualcosa del genere.
<< Sei sicuro di saperlo fare? >>
<< No, per niente, improvviserò. >>
<< Sei molto sexy quando ti prendi cura di me. >>
<< Sei molto cretino quando… Sei molto cretino sempre. >>
<< Resisti alla mia seduzione? >>
<< Certe volte sei anche più cretino di quanto possa immaginare, avanti alza la testa. >>
Harry si è messo davanti a me, stringendo goffamente la garza tra le mani, inizio a preoccuparmi seriamente per la mia fronte, ma non riesco ad essere preoccupato ancora per molto perché ben presto mi perdo nel guardarlo, è bellissimo, come al solito. I suoi occhi sono così concentrati che quasi si direbbe che sa esattamente quello che sta facendo, ma ovviamente so che non è così, le sue labbra sono increspate e tese e lasciano intravedere i denti banchi.
<< Ah. >> Esclamo all’improvviso, sentendo una fitta, non mi ero accorto che aveva già cominciato a tentare la medicazione sulla mia fronte, prima di sentire il dolore.
<< Scusa, non volevo farti male. >> Harry si morde un labbro, rivolgendomi uno sguardo mortificato. << Cercherò di stare più attento. >>
<< Sinceramente, mi sembra di stare in uno di quei film romantici, mielosi e scontati in cui un coraggioso lui si è appena ferito gravemente per salvare la vita ad una gentile damigella, che sta facendo di tutto per dargli le sue dolci cure. >>
<< E io sarei la dolce damigella. >>
Annuisco, cercando di immaginarmelo come una dolce damigella, trattenendo a stento le risate.
<< Ah, è come andrebbe avanti questo film. >> Mi chiede.
<< Bhè, lei per un momento smetterebbe di prendersi cura di lui , rendendosi conto di amarlo. >>
<< E poi…? >> Harry ha sollevato per un secondo la garza dalla mia ferita, ed è rimasto ad invadermi con il suo sguardo.
<< Poi lui alzerebbe lo sguardo, e la guarderebbe negli occhi, e sentirebbe un improvviso e inspiegabile desiderio di baciarla, allora si avvicinerebbero lentamente, molto lentamente per creare la tensione, e infine… >>
Non ho tempo di finire la frase che sento le labbra morbide e calde di Harry sulle mie. Nonostante questa settimana siamo stati chiusi in questa casa senza mai uscire, senza mai ricevere visita, eravamo stati talmente impegnati a cercare in tutti i modi di rendere questo giorno perfetto, che di giorno non avevamo avuto un secondo per essere l’uno dell’altro. E quando arrivava finalmente il momento di metterci a letto, le notti sembravano correre troppo in fretta e scorrere via, per dare spazio ad un altro infinito giorno. Per questo motivo sia io che Harry bramavamo da un po’ un contatto, uno spazio di tempo ritagliato solo per noi, e entrambi ci dimentichiamo subito della presenza di Darren della casa, appena ci troviamo finalmente vicini.
Lui mi posa lei mani sul collo, ignoro la sensazione di solletico e lo prendo per i passanti del jeans, per avvicinarlo a me, e lui si lascia andare completamente a me, spingendomi fortemente contro la morbida spalliera del divano con il suo corpo, senza separare per nemmeno un secondo, nemmeno di un millimetro, la sua bocca dalla mia, intreccio le mie mani tra i suoi ricci.
<< Devo dire che tu e il tuo migliore amico siete davvero molto vicini. >>
Quella voce sembra fin troppo selvaggia, fin troppo arrabbiata per provenire proprio dalla bocca perfettamente educata di Darren, ma so bene che è stato proprio lui a parlare. Mi separo immediatamente da Harry, spingendolo via con più violenza di quanto avessi voluto, ma ovviamente è troppo tardi.
<< Io… Noi… Non… Non stavamo… >>
<< So riconoscere un bacio, e non sono ancora cieco, fino a prova contraria. >>
Lo sguardo di Darren è dritto su di me, posso leggerlo negli occhi, mi sta giudicando, sta cercando di capirmi senza sapere niente di me, i suoi occhi sono così taglienti da farmi male, non posso far altro che abbassare lo sguardo, come un vigliacco.
<< Darren, per favore… >>
<< Non devi preoccuparti Harry, non ne parlerò con nessuno. >> ancora una volta riesco a sentire il disprezzo nella sua voce, come se stesse criticando le nostre bugie, o i nostri segreti, ma lui non sa niente della storia. << Ero venuto ad avvisare che il pranzo è nel forno, deve solo cuocere. Ho anche apparecchiato, quindi tolgo il disturbo. >>
<< Ma Darren… >>
<< Mi ha fatto piacere essere di aiuto. >>
Detto questo sparisce dalla stanza senza nemmeno salutare, il rumore della porta che sbatte ci avvisa che è andato via. Io e Harry rimaniamo in silenzio per un po’, senza sapere cosa fare, con il sangue rigelato, e lo sguardo di Darren impresso nella mente.
<< Non… Non l’ha presa bene. >> Harry è il primo a rompere il silenzio.
<< Ho paura che non terrà la bocca chiusa per molto. >>
<< Un altro motivo per dire la verità, no? >>
<< Già… >>
<< Ma?? >>
<< Ma… >>
<< Sapevo che c’era un ma! >>
<< Ma preferirei morire che vedere di nuovo qualcuno guardarmi così, con quel silenzio che sottintende mille giudizi, e rimanere fermo in attesa di un verdetto. >>
<< Sapevamo che non sarebbe stata facile. >>
<< Ma ancora non sappiano quanto sarà difficile. >>
<< Ce la faremo. >>
<< Dobbiamo farcela. >>
<< Già… E adesso? >>
<< Adesso aspettiamo. >>
<< Aspettiamo. >>

                                                                                                                                   

                                                                                                                              _Carrotscupcake_

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Capitolo 17
*** Quattro su cinque. ***


Vorrei che il campanello suonasse in quest’istante, aspettare mi sta logorando, almeno se succedesse tutto adesso, non avrei il tempo di pentirmi di quello che sto per fare, e invece adesso sento che l’idea di fuggire via si sta facendo sempre più forte in me, scivolando tra le mie deboli convinzioni. Forse io ed Harry ci siamo dati così tanto da fare, in questi giorni, per evitare di pensare a quello che andavamo in contro, so che anche per lui è difficile, in questo momento lui ha la testa poggiata sulla mia spalla e gli occhi chiusi, quasi volesse convincermi che dorme tranquillamente, e convincerebbe chiunque ma non me, vedo i suoi occhi muoversi inquieti sotto le palpebre, le sue sopracciglia sono alzate in un espressione preoccupata, e la mascella serrata. Passo la mano tra i suoi capelli, quasi meccanicamente, sento la sua mascella allentarsi, e il suo sospiro diventare regolare e più forte, sembra che il tocco delle mie mani lo faccia stare meglio, per questo rimango lì, a giocare con i suoi ricci, le mie mani si muovono da sole, ma io sono molto lontano, nei miei pensieri, persino i ricci di Harry non riescono a trascinarmi via dall’incertezza. La verità è che ogni volta che chiudo gli occhi, vedo gli occhi di Darren, il suo sguardo tagliante, pieno di disprezzo, saranno così gli sguardi che verranno rivolti a me e Harry dopo questo pomeriggio, saranno così gli sguardi delle persone che amiamo, e che ci amano, saranno deluse da noi? Forse ho sbagliato tutto, non avrei mai dovuto baciare Harry, non avrei dovuto mai nemmeno guardarlo, sarei dovuto fuggire da lui, lontanissimo, nello stesso momento in cui mi ha sorpreso a guardarlo attraverso quello specchio, quando ci siamo conosciuti, avrei dovuto sospettare che sarei arrivato a questo punto. Se solo non mi fosse venuta la stupida idea di chiedere ad Harry di venire a vivere con me, quanto ero stato stupido, sapevo benissimo, fin dal primo istante che mi sarei innamorato di lui, forse ero anche già innamorato, certo che lo ero, forse sarebbe stato meglio che non l’avessi mai incontrato. Blocco immediatamente le mani, liberandole in fretta dai capelli di Harry, e gli rivolgo uno sguardo colpevole, da quando ci siamo incontrati è la prima volta che penso una cosa del genere, e sono sicura che lui non lo penserebbe mai, per quanto possa essere spaventato, non desidererebbe mai di non avermi incontrato, come ho solo pensato una cosa del genere? Faccio silenzio, quasi fino a trattenere il respiro, ho paura che lui si svegli, ho paura di sostenere il suo sguardo pieno d’amore, di speranza, ricordando quello che ho pensato, quello che ho desiderato così intensamente. Devo uscire da quella casa, mi sento soffocare, quella casa è così piena di noi che sembra come se tutti gli oggetti mi guardino con disgusto per quello che ho osato immaginare, mi alzo con impeto, senza neanche fare attenzione a non svegliare Harry, e corro verso la porta.
<< Louis! >> la voce di Harry mi fa sussultare il cuore, vorrei tornare da lui, stringerlo forte e giurargli che niente potrà mai farmi smettere di amarlo, ma mi vergogno troppo, e non sono nemmeno più sicuro che non sarebbe una bugia. Esco sbattendo la porta, e subito mi accorgo che sta piovendo, meglio, le gocce nasconderanno le mie lacrime, posso almeno smettere di lottare contro di loro, e lasciarle scorrere sul mio viso, mentre la pioggia le lava via. 
In pochi secondi sono fradicio, con i vestiti attaccati addosso, credo di essere arrivato addirittura a correre, perché ho proseguito per qualche isolato, ma solo adesso che sto rallentando, quasi fino a fermarmi, inizio a riflettere su che intenzioni avevo, forse di scappare? Mi accorgo di tremare solo al pensiero di dover stare lontano da Harry un secondo di più, figurati tutta la vita, e poi che stupidaggine scappare, mi avrebbero trovato in pochissimo tempo e avrei solo fatto preoccupare tutti, e poi come avrei vissuto? Nei boschi, dandomi alla caccia? Si come Katniss Everdeen, certe volte mi dovrei ricordare di non essere in un film. Harry avrebbe riso fino alle lacrime, dicendo che mi immaginava, a correre per i boschi con una lunga treccia scura, improvvisamente le mie orecchie si riempiono della sua risata, quasi penso di averlo dietro, tremo per la delusione quando mi giro e lui non c’è, mi accascio a terra e mi rendo conto, sorprendendomi, di essere invaso da una risata convulsiva, e di non riuscire a togliermi dalla testa l’immagine di me con una treccia. Per un secondo penso al momento in cui l’ho visto per la prima volta, e mi rendo che è il ricordo più felice che ho, provai esattamente la stessa sensazione di questo momento, la voglia di scoppiare a ridere senza un razionale motivo, come quando ci baciammo per la prima volta al ruscello e le nostre risate riecheggiarono nel silenzio del bosco, avevo inciso le nostre iniziali nella corteccia, quasi mi ero dimenticato di averlo fatto, chissà se Harry se ne ricordava. Ma cosa diavolo ci faccio ancora qui, seduto sul pavimento? Perché non sono a casa nostra? Perché anche solo ero uscito? Non avevo desiderato sul serio di non averlo mai conosciuto, e se lo avevo fatto era stato un desiderio stupido, perché io lo amo, e non ci sono dubbi, anche se ho paura, non posso costringermi a cambiare idea, e pensandoci, neanche voglio farlo. Senza neanche finire il mio pensiero mi alzo e iniziò a correre, ancora più forte di quanto avevo fatto prima, per tornare da Harry, sperando con tutto il cuore che i nostri genitori non siano ancora arrivati, l’ho lasciato ad affrontare tutto da solo, e ho provato ad affrontare tutto da solo, ed è la cosa più stupida che io abbia mai fatto, e l’unica cosa che desidero in questo momento è trovarmelo davanti, e stringerlo forte, e baciarlo, e baciarlo di nuovo, e dirgli che lo amo, e che non sarei mai dovuto andare via, e che non sono nient’altro che un coglione.
Spalanco la porta di casa senza nemmeno bussare, Harry è lì davanti, e nei suoi occhi riesco a vedere il panico, le lacrime, e il dolore, che come al solito o provocato io. 
<< Ho temuto che non saresti tornato. >>
Qualsiasi parola che io possa dire non potrebbe mai esprimere quanto sia dispiaciuto di essere scappato via in quel modo, quindi non faccio altro di correre verso di lui, lasciando la porta spalancata, e buttarmi tra le sue braccia, scosso dal terrore che lui possa non ricambiare l’abbraccio. Ma quasi immediatamente sento le braccia di Harry stringermi a lui forte e il suo viso farsi strada nell’incavo del mio collo, respiro a lungo il suo profumo in silenzio, accorgendomi di quanto l’abbia potuto ferire la mia assenza, e di quanto mi sia mancato in questo breve tempo in cui ho pensato di fuggire via, in cui ho pensato che non l’avrei mai rivisto.
<< Non sarei mai dovuto scappare via. >>
<< No, non avresti dovuto. Ma perché l’hai fatto? >>
<< Io ho pensato… >> Scuoto la testa, e mi separo un secondo da lui, prendendo la sua testa fra le mie mani. << Non ha nessuna importanza, adesso sono qui, e non andrò da nessuna parte. >>
<< Lo devi promettere. >>
Annuisco, e avvicino delicatamente, lentissimamente il suo viso al mio, in modo da poterlo guardare negli occhi fino all’ultimo istante, e sapere che quello che sto facendo è esattamente quello che voglio, e quello che sempre vorrò, qualcosa nei suoi occhi me ne da la certezza, ancora prima che le nostre labbra si sfiorano. Le labbra di Harry sono più gonfie, deve aver pianto molto, desidero con tutto il cuore cancellare tutto il dolore che ho provocato, lo avvicino ancora a me, baciandolo con estrema delicatezza, quasi come se un movimento improvviso potesse distruggerlo, lui si lascia sfuggire un sospiro, e mi posa una mano sulla spalla, la sento tremare, inizio a baciarlo con più intensità, e la sua mano smette di tremare, ma si stringe sulla mia spalla, avvicinandomi a lui. Improvvisamente mi rendo conto di aver avuto paura anche io di poterlo perdere, mi rendo conto che ormai la mia vita non significherebbe più niente se non ci fosse lui, il mio cuore si riempie di una gioia irrazionale, mentre lo sento vicino a me, esattamente dove dovrebbe essere, mi lascio sfuggire una risata, che mi costringe a separarmi da lui.
Lancio uno sguardo ai nostri vestiti bagnati.
<< Ci abbiamo messo una settimana per prepararli. >>
<< Forse avremmo dovuto pensare a preparare noi stessi. >>
<< Non sbaglieremo adesso. >>
<< Ma i vestiti resteranno bagnati. >>
<< Si asciugheranno. >> lo prendo per mano e lo trascino in salotto, chiudendoci la porta alle spalle. Con uno sforzo notevole e rischiando di bruciarmi riesco ad accendere il caminetto, la casa viene avvolta da un atmosfera accogliente, stendo una coperta davanti al caminetto, Harry ci butta sopra due cuscini, e poi ci sediamo assieme. Il calore del fuoco non ci sembra abbastanza, ci stringiamo, sperando di asciugarci, e io riprendo a giocare con i capelli di Harry, ma mi sono lasciato i pensieri alle spalle, e chiudo gli occhi, lasciandomi cullare dalla sua vicinanza.
Alle due, puntualissimo, suona il campanello, balzo in piedi, e mi precipito ad aprire, mentre Harry fa sparire la coperta e i cuscini, i miei vestiti sono ancora umidi, ma al momento è l’ultima delle mie preoccupazioni.
<< Hey!! >> il sorriso entusiasta della madre di Harry mi accoglie appena apro la porta, e lei mi stringe in un abbraccio.
<< Anne! >> mi sforzo a cancellare qualsiasi traccia di preoccupazioni dalla mia voce, mentre lei si separa da me.
<< Sei tutto bagnato, così ti prenderai un malanno! >>
Gli sorrido e lei entra, lasciando che io possa salutare i miei genitori, e andando alla ricerca di Harry. L’abbraccio di mia  madre è un po’ più difficile da sostenere, non posso fare a meno di chiedermi se ci saranno altri abbracci come questi, poi è la volta del patrigno di Harry e di suo padre, che mi stringono la mano, e io sono piuttosto sollevato, questo è meno doloroso degli abbracci. Harry è molto più nervoso di quanto sembrasse prima, lo devo trattenere due tre volte con tutta la forza che ho per non farlo cadere, ci muoviamo in simbiosi, non ci stacchiamo mai troppo l’uno dall’altro, per farci forza, ed ad ogni suo movimento ne corrisponde un mio, quasi fossimo pezzi dello stesso puzzle. Nonostante l’agitazione il pranzo striscia via veloce, e senza intoppi, siamo comunque felici di vedere la nostra famiglia, succede troppo raramente, impegnati come siamo, e senza neanche accorgercene decidiamo di rimandare la confessione a dopo, e goderci almeno il pranzo in tranquillità, riescono perfino a strapparci qualche risata non troppo forzata. Appena abbiamo finito, mia madre e Anne si offrono di aiutarci a sparecchiare, mentre gli altri ci aspettano in salotto.
<< Hey, mamma, potete andare ora, lo sappiamo fare il tè da soli. >>
<< Non brucerete niente? >>
<< Avanti Jay, sarebbe strano che due ventenni non sappiano preparare un po’ di tè… >>
<< Grazie, Anne. >> sorrido.
<< Dimentichi che è dei nostri figli di cui stiamo parlando. >>
<< Mmm, in effetti non hai tutti i torti. >>
<< Mamma! Su andate via, tutte e due! >> Harry spinge sua madre e la mia fuori dalla cucina e si chiude la porta alle spalle.
<< Perfetto, tu sai fare il tè? >>
<< No, ma dovrebbe far tutto il bollitore, noi ci dovremmo solo limitare ad aspettare che fischi, e mettere dentro la bustina, no? >>
<< Se ne sei così sicuro… >>
<< Non ne sono affatto sicuro! >>
Sembra impossibile crederci ma io e Harry riusciamo a mettere insieme del tè decente, e dei biscotti su un vassoio, senza provocare danni irreparabili alla cucina.
<< Ci siamo. >> dico mentre scendo le scale, trattenendo il respiro, in parte per non rovesciare il tè, in parte per la paura e per l’incertezza che credevo di aver chiuso fuori, ma che stanno trovando il modo di rientrare dentro di me. Harry non risponde, ma posso capire che anche lui è molto agitato, e questo mi fa sentire un po’ meglio, meno debole.
Sono piuttosto felice di poggiare il vassoio sul tavolo davanti al divano, io ed Harry rimaniamo in piedi, non c’è spazio per tutti e sette, sul nostro piccolo divano.
<< Non capisco perché in una casa così grande hai messo un solo divano. >>
<< Papà, io ed Harry siamo sempre da soli, al massimo vengono i ragazzi ed Danielle, e allora ci stringiamo. >>
<< Eleanor? >>
Per poco non sputo tutto il tè che ero riuscito in qualche modo ad ingurgitare, avevo dimenticare di avvisare mia madre che mi ero lasciato con lei, inizio a tossire, perché tutto il tè che non avevo sputato mi è andato di traverso.
<< Loro si sono lasciati. >> Harry risponde con fermezza, senza lasciar trasparire nessuna emozione, quasi stessimo parlando del tempo, e mette a tacere mia madre, gli sarò sempre grato per questo.
<< Quindi, perché siamo tutti qui? >> Anne ha chiesto all’improvviso.
<< Cosa intendi? >> dico, riemergendo dal mio attacco di tosse. 
<< Niente, mi chiedevo quale fosse il motivo di questa riunione di famiglia. >> 
<< E se fosse solo perché avevano piacere di vederci? >> Robin ci rivolge un sorriso complice.
<< Non esattamente. >> Harry capisce che sua madre ci ha offerto l’occasione per parlare su un piatto d’argento: o ora o mai più.
<< Ecco lo sapevo! >>
<< Successo niente di grave? >> mia madre mi rivolge uno sguardo preoccupato.
<< Nessuno di noi è finito in ospedale. >> non sono proprio sicuro di poter affermare che non è successo niente di grave, dipende da come la penseranno loro, sto per saperlo, per sapere è davvero non è successo niente di grave.
<< Qualcosa che riguarda i One Direction? >> chiede Des.
<< E se ve lo dicessimo invece che voi proviate ad indovinare? >> commenta Harry risoluto.
<< Quindi ditelo… >>
Io ed Harry non parliamo, quindi avevo ragione, avremmo dovuto prepararci qualcosa da dire, adesso tutte le parole ci sono svanite da bocca, e ho addirittura il sospetto di non avere voce, sento gli sguardi di tutti su di noi, esattamente quello che temevo di più, come un flash mi torna in mente lo sguardo di Darren, sento quasi come se mi stessi per accasciare sulle ginocchia, Harry deve esserne accorto, perché fa qualche passo lento verso di me e mi stringe la mano, non sono sicuro che questo gesto abbia fatto una buona impressione sui nostri genitori, adesso avranno iniziato a immaginare il motivo per cui sono tutti qui, ma sono comunque felice che Harry l’abbia fatto, immediatamente mi sento più forte, quasi abbastanza per parlare. 
<< Io e Harry… >> la mia voce non è più forte di un sussurro, mi sforzo a deglutire, anche se mi sento la gola così secca, che è quasi dolorante, e poi provo di nuovo. << Io ed Harry stiamo assieme. >> 
La mia voce sembra forte e sicura, non è esattamente il discorso pieno d’amore e strappalacrime che mi aspettavo di fare, ma insomma almeno l’ho detto.
<< Che significa? >> la voce di mio padre non mi sembra la sua, sembra quasi che io sia scivolato via dal mio corpo, e stia assistendo a questa scena dall’esterno, sembra così surreale, come se non stia succedendo proprio a me.
<< Significa che ci amiamo. >> non ho parlato io, quindi sono piuttosto sicuro che sia stato Harry a farlo.
Mi accorgo di avere gli occhi fissi sulla faccia di mia madre, non sembra sorpresa o sconvolta, o niente di quello che mi aspettassi. Mi rivolge un sorriso triste.
<< Come se non l’avessi sempre saputo. >>
<< Cosa? >> l’incredulità di sentire la voce di mia madre così tranquilla, mi ha fatto tornare in me, e mi accorgo quasi di star urlando. << Cosa? >> ripeto con la voce più bassa.
<< Sono tua madre… >>
<< Lo sapevi anche prima di me. >> 
<< Forse sono l’unico a cui questa notizia è completamente nuova… >> sposto a fatica lo sguardo dal sorriso di mia madre, ancora incapace di decifrarlo, e lo rivolgo a mio padre, che non sta sorridendo, ma ha uno sguardo confuso e agitato, esattamente quello che mi aspettavo da lui, stringo più forte la mano di Harry. << Ma io e tua madre ti staremmo vicini qualsiasi cosa tu decidessi di fare, quindi per favore, cancella dal tuo sguardo quell’aria da funerale, prima che cambi idea. >> 
Mio padre mi sorride, vorrei correre tra le sue braccia, oppure scoppiare a ridere per le cose che ha detto, o per il modo confuso in cui le ha dette, o solo perché è stato lui a dirle, mio padre, che mi sta guardando, con uno sguardo pieno un po’ di tutto, di amore, di perplessità, si un po’ anche di paura, ma non di certo di disprezzo. Ma rimango stretto alla mano di Harry, senza permettermi neanche di sorridere, i suoi genitori non hanno ancora detto una parola, e io non lo abbandonerei mai in un momento del genere, soprattutto dopo averlo già abbandonato sta mattina, lasciando solo, a temere che non sarei mai tornato indietro. 
<< Harry, questo non cambia niente per me, è vero quando l’hai detto stavo quasi per strozzarmi con il tè… >>
<< A chi lo dice… >> mi lascio sfuggire, ma mi zittisco subito quando lo guardo di Anne si sposta su di me e, dispiaciuto per averla interrotta, inizio a fissare il pavimento, lasciandola proseguire.
<< Ma per me tu sarai sempre il mio bambino, qualsiasi cosa succeda. >>
<< Non proprio un bambino. >> mi sembra di sentire bofonchiare Harry. 
Robin si limita a sorriderci con affetto, e sembra che l’atmosfera si sia allentata, quasi potrei sperare che tra pochi secondi ci ritroveremo tutti a bere il tè e a parlare del più meno, proprio come se niente fosse successo.
<< Papà, dì qualcosa. >> 
Giusto, Des non aveva ancora detto niente, era rimasto immobile a fissarmi, ed ecco, sapevo che ci sarebbe stato quello sguardo, sarebbe impossibile non riconoscerlo, lo sguardo che avevo tanto temuto, lo sguardo di disprezzo.
<< Harry, sai bene che io accetto ogni decisione. >>
<< Grazie! >> Harry mi ha lasciato la mano ed è avanzato verso suo padre, ma c’è qualcosa che non quadra, Des non ha sorriso, e non ha smesso di guardarmi come se avesse intenzione di disintegrarmi solo con i suoi occhi.
<< Harry, non ho finito. Io accetto ogni tua decisione, ma sono più che sicuro che questa non è affatto una tua decisione. >>
<< Cosa… Cosa vuol dire? >> Harry sembra sconvolto.
<< Io lo sapevo che era una stupida idea lasciarti andare a vivere con lui! >> Lo sguardo di Des è tutto per me, sento che il mio cuore si è fermato, avrei voglia di saltargli addosso e metterlo a tacere, anche se con la violenza, stringo i pugni e serro la mascella, con rabbia.
<< Dove vuoi arrivare? >> quasi gli ringhio contro.
<< Non rivolgermi la parola. Anzi, dimmelo, dimmelo, come hai fatto a convincere mio figlio, come gli hai infilato in testa le tue idee malsane? >>
<< Papà… >> la voce di Harry e poco più di un singhiozzo, rotto dalla disperazione, tutto intorno a noi si è come gelato.
<< Oh Harry, per favore. Questo… ragazzo ti ha ingannato, ti ha convinto, condizionato! Ce l’ha sempre avuto scritto in faccia che è un frocio! >>
<< Des! >> 
Le sue parole mi attraversano come dei pugnali, barcollo e indietreggio fino a che le mie spalle possano essere sorrette dal muro dietro di me, vorrei poter sostenere quello sguardo pieno d’odio, ma è quasi impossibile, sento la sua cattiveria che mi entra dentro, mi infesta il sangue, mi annebbia il cervello, mi accascio a terra.
<< Anne fammi finire! Harry, per favore, fidati di tuo padre, capita a tutti di essere confusi, se si viene sottoposti a certe pressioni. >> sento il suo sguardo posarsi di nuovo amaramente su di me, mentre parla. << Ma se tu solo te ne andassi da questa casa, c’è sempre un posto da me per te, e potresti capire che non è questo che provi veramente. >>
<< Ora basta papà, io lo amo e non andrò da nessuna parte, questa è la mia casa! >>
<< No Harry, i tuoi genitori sono la tua casa. >>
<< Mi hai sentito bene? Lo amo, e se tu non lo accetti allora fuori da casa mia! >> 
La voce di Harry è così aspra da spaventarmi, e credo che abbia avuto la stessa razione anche su Anne, lo capisco dalla sua faccia distrutta, so che non piangerebbe mai, è una donna forte, per un secondo mi vergogno di essere accasciato a terra, rannicchiato come una bambina paurosa, mi faccio forza, mi alzo per andare al fianco di Harry.
<< Non sai quello che dici. >> Des non mi degna di uno sguardo, ma questo non serve a farmi sentire meno distrutto.
<< Via di qui! >>
<< Harry, se è questo quello che vuoi… >> Il padre di Harry va via, senza nemmeno salutare, lasciandoci tutti in un doloroso silenzio. 
<< Harry, sono sicura che a tuo padre passerà, sai come è fatto. >> le parole di Anne sono inutili, Harry sembra neanche sentirle, rannicchiato muto sul divano, invaso dalle lacrime.
<< Non servirà… >> poso la mano sulla spalla di Anne e la allontano da suo figlio.
<< Lo so bene, ma vederlo così e non poter far niente è così… >>
<< Frustrante. >>
<< Mi dispiace per le parole che ti ha rivolto Des, sono sicura che non le pensava veramente. >>
<< In questo momento sono più preoccupato per Harry. >>
Appena termino la frase Anne mi avvolge in un abbraccio diverso dai suo soliti saluti affettuosi, questo è più impulsivo, come se avesse bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi per non cadere.
<< Prometti che avrai cura di lui. >>
<< Prometto. >> le sussurro all’orecchio.
<< Bhè, credo che adesso sia ora di andare. >> si separa da me e mi sorride, Robin si alza, aspettando che Anne dia l’ultimo bacio a suo figlio, poi entrambi ci rivolgono un sorriso, prima di andare via.
Poco dopo i miei genitori fanno la stessa cosa, lasciando me è Harry da soli. 
Mi siedo sul divano accanto a lui << Harry…? >>
<< Bhè, quattro su cinque, non male come primo risultato, no? >>
Mi strappa un sorriso triste, poi lo avvolgo in un abbraccio silenzioso, non posso fare altro che lasciarlo piangere tra le mie braccia.

 

 

Piccole note dell’autore.
Lo so vi ho fatto aspettare un bel po’ prima di questo capitolo, ma è stato proprio tosto da scrivere!! Spero di aver messo insieme qualcosa che vada un po’ oltre la massa di cazzate che mi erano venute in mente in precedenza, LOL Bhè, ci terrei che me lo facesse sapere nelle vostre recensioni ^^ Poi volevo dire che non ho assolutamente idea di come reagirebbero i genitori di Harry e Louis al coming out che tutti sogniamo, quindi questo è TOTALMENTE frutto della mia immaginazione, e non credo che andrebbe così, magari sarebbero tutti felicissimi :’3
Detto ciò, spero che abbiate gradito la lettura <3

                                                                                                                                   _Carrotscupcake_

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Capitolo 18
*** Liam lo adorerà. ***


Sono tre giorni che Harry non si alza dal divano, è praticamente distrutto, ma io non ci posso fare niente. Proprio come avevo promesso ad Anne, mi sto prendendo cura di lui. Mi addormento su una sedia accanto al divano, gli porto da mangiare, e lo costringo a ingurgitare qualcosa, ma non c’è niente che io possa dire che lo farà sentire meglio, odio questa sensazione di impotenza di fronte al sua dolore, ma mi mostro forte con lui, non mi lascio mai andare alla tristezza, sta volta è Harry ad avere bisogno della mia forza, e io non ho intenzione di tirarmi indietro.
<< Buongiorno Harry! >> la mia voce trillante lo sveglia, mi rivolge uno sguardo torvo e chiude di nuovo gli occhi. << Avanti, devi mangiare qualcosa, è quasi mezzogiorno. >>
Tira un sospiro rassegnato e si alza a sedere, mi seggo accanto a lui e gli porgo una tazza, lui non la guarda nemmeno, allora prendo un cucchiaio lo riempio di cereali e glielo ficco direttamente in bocca, mastica senza degnarmi di uno sguardo, e io lo faccio di nuovo, e di nuovo ancora finché i cereali non sono finiti, a quel punto è lui a sfilarmi la tazza di latte dalle mani, e io rimango a guardarlo mentre beve. Non mi ha rivolto la parola da quando i nostri genitori sono andati via, mi domando se sia arrabbiato con me, se abbia riflettuto sulle parole del padre, e se stia addirittura pensando che magari lui aveva ragione, se abbia intenzione di fuggire via da me proprio come lui gli aveva suggerito. Mi restituisce la tazza vuota e io mi alzo per portarla in cucina, ma lui mi trattiene intrecciando le sue mani nella mia, mi sento sollevato da quel contatto dopo giorni di freddo silenzio, e mi risiedo sul divano, poggiando la tazza sul tavolino. Mi faccio più vicino a lui, aspettandomi che si sarebbe scostato, ma invece rimane lì, senza lasciarmi la mano, ancora stretta fra le sue, rimaniamo vicini per un po’, poi lo sento sospirare.
<< Vado io. >> sentire la sua voce mi fa quasi sobbalzare, e non posso fare a meno di sorridere. Lui si alza, finalmente, prende la sua tazza e i cereali, e va in cucina. Decido di seguirlo, ma vengo interrotto dal suono del suo cellulare, salgo in camera sua, doveva l’aveva lasciato, per vedere chi è. E’ Niall, quindi decido di rispondere.
<< Pronto? >>
<< Louis? >>
<< Si, sono io. >>
<< Bene! >> la sua voce entusiasta mi fa sobbalzare, sorrido, non ci sentiamo da un bel po’.
<< Bene? >>
<< Volevo parlare con te ed Harry. >>
<< Ehm, dici. >>
<< Sono qui con Zayn. >> e infatti sento la voce di Zayn, che si sovrappone alla sua, urlando quello che mi sembra un saluto. << Stavamo pensando, >> continua Niall << Oggi è 28 agosto. >>
<< E…? >>
<< Domani è il compleanno di Liam! >> Si, certo, il compleanno di Liam, come avevo fatto a dimenticarlo?
<< Oh, certo, ma pensavo che lui festeggiasse con Danielle e la famiglia. >>
<< Si, infatti, però avevamo pensato di organizzargli una festa a sorpresa sta sera e aspettare la mezzanotte tutti e cinque assieme. >>
<< Una festa a sorpresa? Sul serio? Ma quanti anni avete? >> 
<< Infatti non è stata una mia idea! >> Zayn parla dopo un secondo di silenzio, immagino che abbiano combattuto per tenere il telefonino in mano, e evidentemente lui è riuscito a strapparlo dalle grinfie di Niall, trattengo una risata, che dopo giorni di silenziosa tristezza, suona strana alle mie orecchie.
<< No, tu sei troppo figo per avere un’idea del genere. >>
<< Proprio non riesco a capire se sei ironico, ma immagino che tu non lo sia, dato che io sono davvero molto figo! >>
<< Avanti, sarà divertente! >> Niall ha riconquistato il telefonino.
Io esito, avrei tanta voglia di passare una serata con i miei amici, ma non sono sicuro che a Harry vada, e non ho intenzione di lasciarlo da solo.
<< Bene, ne parlo con Harry, vi facciamo sapere. >>
<< Ok, vi aspettiamo a casa di Zayn alle 8:00 >>
<< Ehi, aspetta. Perché proprio a casa mia? >> 
<< Perché così ho deciso! >>
<< Sei un despota. >>
<< Ragazzi, vi ricordate che ci sono ancora io al telefono? >> interrompo il loro battibecco, che avrebbe potuto durare all’infinito se non fossi intervenuto.
<< Scusa Lou, non è colpa mia se Zayn è un idiota. >>
<< Non è colpa mia se Niall è peggio di un dittatore! >>
<< RAGAZZI! >> 
<< Scusa, allora alle 8:00 a casa di Zayn! >>
<< Ti ho detto che ti avrei fatto sapere, non sono sicuro che Harry possa… >>
<< Certo come no, ci vediamo alle 8:00… Puntuali! >>
<< Ok, credo che Zayn abbia ragione Niall, sei proprio un despota. >>
<< Scusami se mi preoccupo ancora di Liam, mentre tu ti eri anche dimenticato che era il suo compleanno, sono l’unico che pensa alla comunità, tra noi! >>
Sento la risata ironica di Zayn, e mi ci unisco, immagino lo sguardo torvo e falsamente arrabbiato che mi avrebbe rivolto il mio amico irlandese se fossimo stati faccia a faccia.
<< Bene ragazzi, a sta sera. >> mi lascio sfuggire, ma poi mi mordo la lingua, non ho ancora chiesto ad Harry se gli va di uscire, ma ormai è troppo tardi, devo trovare un modo per convincerlo.
<< A sta sera! >>
Attacco e scendo le scale, assorto nei miei pensieri, cercando un modo per avvisare Harry dell’impegno che ho preso per entrambi, sperando che non si arrabbierà e che non si rifiuterà di venire, lo trovo seduto in cucina che fissa con sguardo spento il frigorifero chiuso, improvvisamente mi sento in colpa, come ho potuto pensare al compleanno di Liam in queste circostanze, Harry è distrutto e praticamente sto per cercare di costringerlo ad uscire, mi sento improvvisamente senza cuore, e cerco di autoconvincermi che lo sto facendo per Liam, e non per la mia personale, egoistica, voglia di rivedere finalmente i miei amici.
<< Hey Harry…? >>
<< Si? >> ma non gira lo sguardo verso di me, e continua a fissare il frigorifero in maniera che diventa un tantino inquietante, rabbrividisco e mi avvicino a lui, poggiandogli una mano sulla spalla, lui sposta finalmente lo sguardo per posarlo sulla mia mano.
<< Che ne dici di uscire oggi? >> cerco di assumere un tono allegro, come se non fosse successo niente, ma dalla mia voce traspare completamente la mia insicurezza, sembra quasi che io stesso non sia sicuro che sia una buona idea, e infatti non lo sono per niente, cosa che non aiuta, dato che sto cercando di convincere una persona che ai miei occhi sembra solo aver voglia di tornare al caldo sotto le coperte sul divano, nonostante sia pieno agosto.
<< Perché no… >> la risposta di Harry mi coglie completamente alla sprovvista, quanto meno mi sarei aspettato di dover insistere, così è troppo facile.
<< Sul serio? >>  le parole mi escono di bocca prima che possa fermarle.
<< Sei assurdo. >> Harry accenna ad un sorriso, per la prima volta da un po’ di tempo vedo, per solo un secondo, i suoi occhi brillare, quel luccichio che mi ha sempre attirato di lui, più di ogni altra cosa.
<< Harreh! >> lo chiamo, non so perché, con una nota giocosa nella voce, sarà l’euforia che ho provato nel vederlo sorridere di nuovo, o la voglia di allegria che avevo represso in questi giorni, oppure semplicemente un attacco di follia, che non sarebbe da escludere visto che si parla di me. Comunque non riesco a smettere di sorridere o a smettere di guardare Harry, che intanto ha spostato il suo sguardo verso di me, e mi fissa un po’ stranito. 
Appena ritorno in me, abbasso lo sguardo e smetto di sorridere, aspettando che Harry faccia qualcosa, siccome lui non fa niente, rimango in silenzio, e inizio a giocherellare nervosamente con un filo sporgente dal bordo della mia maglietta, chiedendomi se avessi dovuto contenere il mio entusiasmo. Non faccio niente, finché non sento la sedia di Harry spostarsi, alzo di scatto la testa e me lo trovo di fronte, gli rivolgo lo sguardo, mentre le mie dita continuano ad intrecciarsi su quel filo quasi con violenza, rischiando di sfilare completamente la maglietta.
<< Lou. >> Harry posa la sua mano sulla mia, interrompendo il mio movimento frenetico, io mi limito ad annuire, stringendogli forte la mano, per evitare che lui possa ritirarla, ma lui non ci prova nemmeno, rimane così a guardarmi, sento i suoi occhi percorrere con estrema lentezza e attenzione ogni parte di me, mi accorgo di sentire le guance più calde, sto arrossendo, è una cosa ridicola, come se Harry non conoscesse già ogni singola parte di me, ma questo pensiero non mi fa stare meglio, arrossisco ancora di più, e allora sono io a cercare di separare la mia mano dalla sua, rispondendo all’improvviso impulso di passarmela tra i capelli, ma lui la stringe troppo forte, quindi ci rinuncio. Alla fine mi sorride, tiro un sospiro di sollievo, e poi mi rivolgo verso di lui, con la precisa intenzione di farmi ipnotizzare dal suo sguardo brillante, ma i suo occhi sono chiusi, lo osservo, cercando di capire cosa sta facendo, mentre sento le sue dita che, lentamente, perlustrano ogni centimetro di pelle della mia mano, sono così nervoso che per calmarmi chiudo gli occhi anche io e inizio a contare i suoi respiri regolari, ne ho contati 23 quando, del tutto inaspettatamente, sento le sue labbra calde poggiarsi sulle mie. Sussulto, e lui preme forte sulle mie labbra, mentre io cerco disperatamente di rallentare i battiti del mio cuore, che ha iniziato a protestare forte nel mio petto a causa della sorpresa e anche della felicità di avere quelle labbra, che ormai mi sono tanto familiari, finalmente di nuovo dove dovrebbero stare, sulle mie. Superata la confusione, decido di lasciare che il mio cuore minacci di uscire dal petto e ignorarlo, per concentrarmi su Harry, schiudo le labbra, lasciandomi baciare.
Mi concedo un enorme sospiro rumoroso, quando Harry si separa da me. << Mi sei mancato. >> ed è buffo dirlo, perché in questi giorni non mi sono staccato da lui per un secondo, ma capisce benissimo cosa intendo.
<< Lo so, mi dispiace. >> 
Mi limito ad alzare le spalle, non è mica colpa sua se la sofferenza l’ha portato via da me in questi giorni, anche se devo confessare che proprio non vedevo l’ora che tornasse.
<< Bhè, allora dove andiamo? >> mi guarda con la fronte corrugata e uno sguardo curioso, mi ero quasi dimenticato del compleanno di Liam, per la seconda volta, prendo l’appunto mentale di fargli passare un giorno meraviglioso, per farmi perdonare della mia dimenticanza, anche se teoricamente lui non ne sarà mai a conoscenza.
<< Ehm, a casa di Zayn...>>
<< Non vorrai mica…? >> il sorriso flebile che Harry aveva riconquistato sparisce all’istante, scuoto la testa.
So bene cosa intende, ma io non ho la minima intenzione di ripetere la stessa scenetta di tre giorni fa con i ragazzi, almeno non ora, e non mentre festeggiamo.
<< Oh no, è solo che domani è il compleanno di Liam, e Niall gli organizzato una festa a sorpresa da Zayn, aspetteremo assieme la mezzanotte. >> preciso immediatamente.
<< Oh giusto, il compleanno di Liam! >> si batte con la mano sulla fronte, sorrido, so esattamente che sta pensando le stesse cose che ho pensato io quando ho parlato con Niall.
<< Si. Bhè, anche io l’avevo dimenticato. >> lo rassicuro.
<< Ma noi non abbiamo un regalo… >> 
Giusto, un regalo!
<< Giusto, un regalo! >> ripeto i miei pensieri, guardandomi intorno per cercare nella nostra cucina un’ispirazione per il regalo giusto da fare a Liam, ma non funziona, quindi torno a rivolgere lo sguardo ad Harry, che sembra aver qualcosa in mente, e ha definitivamente recuperato il sorriso.
<< A che ora dobbiamo essere lì? >> 
<< Alle 8:00 >>
<< Bene, possiamo farcela. >>
<< Harry a fare che…? >>
<< Mi dai il tuo cellulare? >>
<< Harry che cosa…? >> mentre parlo ha già sospirato, infilato la mano nella mia tasca e sta componendo un numero.
<< Niall, sono Harry. >> cerco di strappargli il telefono dalle mani, per seguire la conversazione, ma lui me le stringe forte, tenendole intrecciate con le mie, e con il cellulare incastrato tra la testa e il collo, decido di non fare resistenza, ma non gli permetto di liberare le mani.
<< Si, si, certo che ci saremo. Senti, andiamo un po’ di fretta, l’avete la torta per Liam? >> silenzio, non riesco a sentire una parola di quello che dice Niall. << Non preoccuparti allora, della torta ci occupiamo noi. >>
<< Noi cos…? >> Harry ha lasciato una mano dalle mie, per posarmela sulle labbra e mi ha rivolto uno sguardo di rimprovero, così rinuncio a parlare, e aspetto che lui abbia voglia di illuminarmi su cosa gli passa per la testa. 
<< Perfetto, perfetto, a dopo. >> Harry attacca, e mi rivolge uno sguardo sbrigativo.
<< Bene, il nostro regalo sarà la torta. >>
<< Harry, ma noi sappiamo cucinare. >>
<< Quanto può essere difficile fare una torta? E poi Darren ha detto che ho le mani adatte. >>
<< Non ti ha mai sfiorato l’idea che ci stesse solo provando te? >> sbuffo.
<< No, non senti come sono calde e morbide? >> e me lo dice con una voce intrigate e uno sguardo malizioso, passandomi le sue mani tra i capelli, scoppio a ridere.
<< Più che altro sono enormi! >>
<< Guarda che lo prendo come un complimento. >>
<< Infatti era eccome un complimento! >>
<< Tornando a noi, abbiamo poco tempo… >>
<< Ma se dobbiamo essere lì alle otto sera! >> 
<< Non dimenticarti che non sappiamo cucinare. >>
<< A me sembrava che TU te ne fossi dimenticato! >>
<< Allora questo è il piano, adesso usciamo e ci divideremo, tu raccatterai tutti i libri di dolci che riesci a trovare, meglio se contengono anche quei CD con una tizia carina e sorridente che ti fa vedere passo per passo come devi fare lo cose, per gli idioti come noi, e pensa anche al nostro pranzo, io penso al resto. >>
<< Ok, capo! >>
<< Corriamo a prepararci. >> 
Saliamo le scale e ci dirigiamo ognuno verso un bagno, io vado verso il quello che dovrebbe essere quello di Harry, ma che non usiamo mai, e lui va verso il mio, dove ci sono già tutte le sue cose, prima di aprire la porta del bagno mi giro di nuovo verso di lui. 
<< Ah, Harry? >>
<< Si? >>
<< Ti amo. >>
Lui sospira e mi sorride. << Ti amo anche io. >>

Quando torno a casa Harry non c’è ancora, così poso sul tavolo della cucina la montagna di libri di cucina che ho rimediato e anche il cibo tailandese, poi decido di vedere uno dei CD, così per ammazzare un po’ il tempo mentre lo aspetto.
Scopro che fare una torta, a meno che non sia una di quelle troppo elaborate, non è poi così difficile, devi solo rispettare le dosi di ogni ingrediente e mischiare tutto e il gioco è fatto, la parte più difficile è la cottura, e io non sono nemmeno sicuro di sapere accendere il forno. Sfogliando il libro trovo una ricetta che sembra una delle più lineari, è un dolce allo yogurt con le gocce di cioccolato, e dalla figura sembra molto buono, e ha solo una stellina nell’indicatore della difficoltà quindi è quello che fa per noi, sperando che Harry abbia comprato gli ingredienti giusti.
Non passa molto dal suo ritorno e scopro che gli ingredienti sono quelli giusti, e ha anche comprato un ruoto a forma di nota musicale, così se la torta farà schifo almeno avrà un bell’aspetto.
<< Bene, mettiamoci a lavoro! >> vedere Harry che sprizza allegria mi sorprende, se penso a sta mattina, forse è stata proprio una buona idea non rinunciare alla festa a sorpresa per Liam.
<< Da dove si inizia? >>
<< Dalla.. >> Harry stringe in mano il libro di cucina, e lo guarda con estrema concentrazione. << Farina! >>
Prendiamo una grande ciotola, e a partire dalla farina pesiamo tutti gli ingredienti e li mettiamo lì dentro, procede tutto liscio, fin troppo per me. 
<< E’ troppo facile, stiamo sicuramente sbagliando qualc… >> Harry mi interrompe, ficcandomi un cucchiaio di yogurt in bocca, io quasi mi affogo, mentre ingurgito tutto quello che mi ha messo in bocca, sporcandomi completamente, Harry scoppia a ridere.
<< Hai giusto un po’ di yogurt sulla faccia… >>
<< Tipo così? >> mi sfilo il cucchiaio dalla bocca, e gli passo il dorso, ancora pieno di yogurt sulla punta del naso, lui sbuffa e cerca di leccarsela, strizzando gli occhi e allungando la lingua il più possibile, adesso sono io a ridere.
<< Non lo stai facendo nel modo giusto! >> gli passo il pollice sul naso, lasciandolo pulito e poi glielo infilo i bocca. 
<< Grazie, però tu sei ancora sporco. >> i suoi occhi guizzano sulle mie labbra piene di yogurt, e io capisco cosa ha in mente, quindi decido di anticiparlo e lo avvicino a me, per baciarlo. Mentre ci baciamo, Harry fa scivolare le mani sul marmo del piano cottura per avvicinarle a me, rovesciando completamente il cartone di latte ai nostri piedi, ci stacchiamo sussultando.
<< Oh no! >> guardo il disastro ai nostri piedi.
<< Non ti preoccupare, ho un altro cartone di latte, tu continua a cucinare, mentre io pulisco qui. >>
Mancava solo un po’ di latte, le gocce di cioccolata e l’impasto sarebbe stato pronto, appena finisco di mescolare rimango a guardare la nostra opera un po’ diffidente, sembra molto buono, ma non ne sarei proprio sicuro.
<< Hey Harry, ho finito! >>
<< Bene! >> arriva subito al mio fianco e lancia anche lui un’occhiata al nostro impasto, sorridendo.
<< Secondo te com’è? >>
Di tutta risposta Harry ci infila l’indice dentro e poi se lo mette in bocca. << Buona! >>
<< Sul serio? >> 
Ancora una volta non risponde, ma infila l’indice dell’altra mano nell’impasto e poi me lo mette in bocca. Aveva ragione, è davvero buono, ma davvero, davvero buono, dopo qualche secondo mi accorgo di star leccando il suo dito fino a cancellare ogni piccolissima traccia del buonissimo impasto, lui lo ritrae e se lo asciuga sulla maglia, rivolgendomi uno sguardo di rimprovero, e io gli sorrido. 
<< Non pensavo che cucinare fosse così divertente! >>
<< Cambierai idea quando dovremmo accendere il forno… >>
E infatti ci sono voluti parecchi tentativi e qualche bestemmia prima di riuscire ad accenderlo, ma alla fine ci siamo riusciti, e mentre aspettiamo che si riscalda io decido di iniziare a mettere l’impasto nel ruoto, dopo averlo imburrato e infarinato, ma Harry mi ferma.
<< Aspetta. >>
<< Cosa? >>
Harry infila al centro della nota musicale uno scatolino trasparente, lo guardo in maniera interrogativa.
<< E’ il nostro regalo, di noi quattro. >>
<< Sei sicuro che non si cuocerà assieme alla torta? >>
<< Lo scatolo è fatto apposta. >>
Sono curioso di sapere cosa contiene quello scatolino, e dato che Harry non mi sembra sul punto di darmi spiegazioni, io lo prendo lo porto alla luce, c’è un bracciale d’argento molto bello, un intreccio di fantasie che ricorda le radici di un albero, e in qualche modo, se fai attenzione, compone le parole “One Direction”, lo rimetto nella torta.
<< E’ bellissimo. >> 
<< Lo so, è una smanceria, ma ormai siamo una band da più di tre anni, e non abbiamo mai fatto una cosa del genere, credo che prima poi avremmo dovuto farla. >>
<< Liam lo adorerà. >> e lo penso sul serio.

p.s. Bene, ormai ci ho fatto l’abitudine a lasciare piccole note, quindi dovrete sopportarmi v.v Quello che volevo dirvi è semplicemente che non sono un ignorante matricolata, e Harry dice “siamo una band da più di tre anni” perché la mia storia è ambientata un anno avanti rispetto alla realtà :D Bhè, detto questo, posso anche dileguarmi, e sperare con tutto il cuore che vi sia piaciuto il capitolo. Quindi, per favore, PER FAVORE, fatemi sapere che ne pensate!
Adios, vi voglio bene :’3

                                                                                                                              _Carrotscupcake_

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Capitolo 19
*** Ai One Direction. ***


 

Ho persino lasciato Harry guidare, e devo dire che è stato solo grazie a lui se adesso siamo davanti alla casa di Zayn, e siamo in perfetto orario. Come al solito avevamo fatto ritardo, ma la torta ci aveva messo del tempo a cuocere e noi non ci eravamo ancora nemmeno iniziati a preparare alle sette e mezza, per fortuna la casa di Zayn non è poi così distante dalla nostra, quindi, grazie alla guida veloce di Harry, siamo arrivati in tempo. Appena bussiamo alla porta Harry mi lascia repentinamente la mano, che si era trovato a stringere involontariamente, anche se secondo me non era necessario, abbiamo fatto di peggio di fronte ai ragazzi, e non hanno mai sospettato niente, comunque capisco che stare ad una distanza di sicurezza da me lo fa sentire più tranquillo, e anche se mi da un po’ fastidio, lo lascio fare.
Ci troviamo Zayn di fronte poco dopo, che ci sorride, un po’ sorpreso di vederci in orario.
<< Oh, siete già qui! >> sospira. << Grazie al cielo! >>
<< Niall ti ha messo a lavorare? >> azzardo a indovinare, guardando il suo sorriso sollevato.
<< Già, mi ha messo a gonfiare i palloncini. >>
<< I palloncini? Sul serio? >> Harry scoppia a ridere, la sua risata ha il suono più meraviglioso che io abbia mai sentito, ovviamente è un pensiero che ho concepito tante volte, ma dopo quello che è successo, pensarlo lì davanti a Zayn, mi fa arrossire, quasi avessi paura che potesse leggermi nel pensiero, spero che quella di arrossire non sia diventata un’abitudine, sta succedendo davvero troppo spesso ultimamente. Non voglio guardare Zayn, perché ho paura di far notare troppo il mio rossore, ma non voglio guardare Harry per non sembrare troppo innamorato, che pensiero stupido, ma comunque mi sento molto più a mio agio a guardarmi i piedi mentre parlo.
<< Ma Niall ti sta almeno aiutando? >>
<< No, per niente, lui suona la chitarra, con la scusa che vuole solo alleggerirmi il lavoro, se solo gonfiasse un dannato palloncino! >>
<< Dai, adesso ti aiutiamo noi. >> anche se non lo sto guardando, riesco ad immaginare lo sguardo di Harry, deve essere una di quelle volte in cui sembra totalmente dolce, e anche un po’ più piccolo, oserei dire addirittura innocente.
<< Davvero? >> alzo la testa, per rivolgergli uno sguardo lamentoso.
<< Davvero. >> afferma Zayn, e ci fa cenno di entrare.
Appena entriamo sentiamo da lontano il suono della chitarra di Niall, anche se è ancora troppo distante per riuscire a distinguere la melodia, e Zayn ci giuda in salotto, come se non fossimo stati a casa sua già tantissime volte.
Appena entriamo io e Harry, simultaneamente, ci soffochiamo dalle risate, Niall si è dato davvero da fare, o meglio a costretto a Zayn a darsi da fare, per rendere quella stanza simile a quella di una festa di compleanno di un bambino di tre anni. Il tavolo è disposto al centro del salotto con una tovaglia di un azzurro tanto brillante che fa male agli occhi anche solo guardarla, i piatti e i bicchieri di plastica e sono arancioni, e essendo altrettanto brillanti fanno fortemente a pugni con la tovaglia, e dentro a ciotole enormi sono disposte le patatine di tutti tipi, e dentro dei vassoi pizzette e panini, quasi dovessimo sfamare un esercito di ragazzini urlanti, la presenza di ragazzi maggiorenni in quella casa è rivelata solo dalle birre, appoggiate accanto alla coca-cola un in angolino del tavolo. Per completare questo assurdo quadro, appeso da un lato all’altro della parete c’è un enorme festone con lettere dorate, con scritto “Happy Birthday Liam”. Zayn deve recuperare la torta dalle mani di Harry per evitare che cada a terra, e lui si appoggia a me, scosso da risate troppo rumorose anche per contrastare la musica di Niall, proveniente dalla cucina, poco dopo ci troviamo il ragazzo che prendevamo in giro proprio di fronte, cerchiamo di ricomporci, e assumere un’espressione meravigliata.
<< Molto bello, complimenti. >> dico io, ma mi basta un sguardo di sfuggita, che mi scambio con Harry, per farmi scoppiare di nuovo a ridere.
<< Ciao ragazzi. >> Niall ci guarda con la fronte corrugata, e si passa una mano tra i capelli biondi sospirando, ma non fa riferimento alle nostre risate, per eliminare ogni possibilità di essere preso in giro. << Bene, che ne dite di venire in cucina ad aiutare con i palloncini? >>
<< D’accordo. >> contraddirlo in questo momento porterebbe solo guai, quindi tutti e tre, con sguardo rassegnato, ci avviamo in cucina, seguiti a ruota da lui. 
<< Perfetto. Sedetevi e gonfiate. >> dice Niall, tornando alla sua chitarra, e noi non protestiamo. 
Dopotutto scopro che gonfiare palloncini con i due dei tuoi migliori amici e il ragazzo che ami, non è poi una cosa così noiosa, la musica di Niall mette allegria, e di tanto in tanto canticchiamo anche noi quello che suona, poi chiacchieriamo, e ci prendiamo in giro, torno ad essere quel ragazzo spensierato che spara la prima cazzata che gli viene in mente, e sono felice, perché mi mancava quel ragazzo, e so, dagli sguardi di Harry, che mancava anche lui, ben presto ci dimentichiamo di essere imbarazzati ogni volta che ci sfioriamo, e ritorniamo a comportarci come se non ci fosse successo niente.
Dopo aver gonfiato un’infinità di palloncini, quando ormai mi sento senza fiato, lancio un occhiata a Niall, che in quel momento è tutto impegnato a suonare “Fireflies” e ha smesso di controllare il nostro lavoro, prendo un coltello, mi avvicino ad Harry, che tiene ancora in mano un palloncino che ha appena finito di legare e lo scoppio, lui urla e poi mi spinge via, facendomi scivolare su un palloncino che scoppia anche quello, e facendomi cadere a terra ai suoi piedi, Zayn mi lancia un palloncino addosso, approfittandone del momento di svago, per smettere una volta per tutte di gonfiare, Niall interrompe la canzone attirato dal nostro rumore, ma noi ignoriamo le sue lamentele e io decido di lanciargli dietro un palloncino. Senza neanche accorgermene ho dato iniziò ad un aspra guerra all’ultimo palloncino, che trascina la cucina nella confusione più totale.
<< Perfetto, siete degli animali, avete bucato la metà dei palloncini. >> afferma alla fine Niall, tralasciando il fatto che si era lasciato anche lui coinvolgere nella nostra guerra e ne aveva scoppiati parecchi anche lui.
<< Bhè, ce ne hai fatti gonfiare talmente tanti, che ne abbiamo ancora troppi! >>
<< Poche storie e portiamoli in salotto, Harry tu porta la torta, se la fai cadere ti faccio a pezzi. >>
<< Grazie Horan, mi uccideresti per così poco, buono a sapersi, questa me la lego al dito. >>
<< Non preoccupare, non lascerei che ti uccidesse. >> lo rassicuro.
<< Di questo non avevo dubbi. >> io ed Harry ci scambiamo un sorriso, che mi lascia ancora un po’ mezzo rincoglionito mentre mi abbasso per raccogliere i palloncini, mi sento dentro ad una bolla di amore che non riesco a scoppiare e le mie guance fanno male, ma non riesco a perdere il sorriso, sto fluttuando. 
Arrivati in salotto, appendiamo qualche palloncino e il resto lo lasciamo a terra, e finalmente possiamo rilassarci mentre aspettiamo Liam, e, mentre chiacchieriamo, mi concedo persino il lusso di arrotolare i ricci di Harry tra le mie dita, e nessuno sembra farci caso, nemmeno lui, quindi continuo a farlo finché non sentiamo il campanello suonare. Tutti corriamo a nasconderci, e io Harry finiamo incastrati in una specie di credenza, ma che posizione favorevole! Harry intuisce subito i mie pensieri dal mio sguardo, quindi striscia ancora più vicino a me, lasciando che i nostri nasi siano premuti uno sull’altro, ma poi sposta la testa, avvicinandosi al mio orecchio.
<< Non possiamo distrarci, o rimaniamo qui tutta la serata. >> sussurra impercettibilmente, sorrido, ha ragione. 
Senza dire niente allargo le gambe, per fare un po’ di spazio alle sue tra le mie, e gli faccio appoggiare la testa sul mio petto, mentre lui chiude gli occhi, io rimango in attesa di un rumore che mi possa indicare l’arrivo di Liam.
Poco dopo sento le voci di Zayn e di Liam, provenienti dall’ingresso, sento il loro passi sempre più vicini.
<< Zayn ma cosa cazzo…? >> 
Ecco, sono arrivati in salotto, la voce di Liam, sorpresa e divertita, mi strappa una ristata troppo rumorosa, e la mia risata provoca quella di Harry, ormai siamo stati scoperti, meglio uscire prima che aprano loro e ci trovino anche fin troppo attaccati, o fin troppo a nostro agio dentro a quella credenza, dove a stento riusciamo a respirare tanto poco è lo spazio tra noi due, spingo me e Harry fuori, e subito anche Niall si rivela.
<< Sorpresa!! >> l’urlo doveva essere simultaneo, ma non riesce molto bene, chi lo dice prima, chi lo dice dopo, anche in quattro riusciamo a creare una confusione di suoni, sarebbe un casino se facessimo così anche nelle canzoni.
<< Ragazzi ma siete fuori di testa? >> a questo punto il sorriso di Liam è diventato una mezza risata, tutti quanti indichiamo Niall, che scrolla le spalle con un sorriso.
<< Bhè, è stata un mia idea, si. Che dici di aspettare la mezzanotte con noi? >>
Liam, non risponde e poi con nostra grande sorpresa, va verso Niall e lo abbraccia, sollevandolo da terra.
<< Liam, mi devi mettere subito giù! >> Niall però non riesce ad ottenere un tono serio o arrabbiato, ma solamente a ridere, finché Liam non decide di posarlo di nuovo con i piedi a terra.
<< Ma, grazie, ragazzi. Non abbiamo mai festeggiato un compleanno tutti assieme. >> 
Liam sembra davvero commosso, scommetto che morirà quando vedrà il regalo che gli ha fatto Harry, vederlo così è molto strano, certe volte ci dimentichiamo di quanto siamo diventati amici, non ci diciamo mai che ci vogliamo bene, e il nostro rapporto è quasi scontato, siamo compagni e colleghi, dobbiamo andare d’accordo, non c’è un’altra possibilità, quindi ogni tanto è bello dimenticarci del fatto che lavoriamo assieme e comportarci come un normalissimo gruppo di amici, anche se non direi proprio normalissimo, guardandoci dall’esterno piuttosto direi, un gruppo di pazzi.
Liam si ferma per guardare il tavolo e sorride, guardando la torta, i e Harry ci lanciamo uno sguardo soddisfatto.
<< E’ davvero bella! >>
<< L’abbiamo fatta noi! >> trillo tutto entusiasta, avvicinandomi alla torta. E’ bella infatti, anche se non sappiamo se è davvero buona, l’abbiamo ricoperta di nutella e zucchero, sembra quasi una nuvola, e almeno non è piena di colori poco abbinati come tutto il resto.
<< Adesso ho davvero paura a mangiarla. >>
<< Poche lamentele, ci abbiamo messo tutta la giornata. >> 
<< Grazie ragazzi. >> ripete Liam, ancora una volta.
<< Oh bhè, vuol dire che mi perdonerai se… >> sorrido e lentamente mi avvicino alle patatine al formaggio, ne prendo una manciata, e me ne infilo una in bocca, per non attirare l’attenzione.
<< Se…? >> Liam mi guarda con fare preoccupato.
<< Se faccio questo. >> improvvisamene mi avvicino a lui, sbriciolandogli le patatine tra i capelli, lui li scuote, con tutta l’energia di cui è capace, ma rimangono pieni di briciole, sospira e mi rivolge uno sguardo torvo.
<< Non pensare di passarla liscia. >> mi spintona, ma senza troppa energia, so già che se l’avesse voluto sarei finito a terra, e io lo spintono di rimando, e lui lo fa di nuovo sta volta un po’ più forte, cammino all’indietro per non cadere, e mi accorgo che Harry mi ha preso per i fianchi, riprendo l’equilibro.
<< Hey, lascialo in pace. >> Harry non mi lascia i fianchi e mi tiene stretto, lontano dalle grinfie di Liam.
<< Ohohoh, guarda come se lo difende. >> Zayn fa ridere un po’ tutti, tranne Harry, che si allontana subito da me.
<< Zitto stupido. >> gli ringhia contro.
<< Non vorrai mica tirarmi dietro un’altra scarpa? >> 
<< Zayn sei rimasto davvero traumatizzato da quel pomeriggio. >> scoppio a ridere.
<< Si, perché Harry è diventato un pazzo. >> Zayn si allontana da lui, trattenendo un sorriso.
<< Come se non lo fosse sempre stato. >> Liam si alza le spalle, e si avvicina alle patatine, e io spontaneamente mi nascondo dietro di Harry, per proteggere i miei capelli. 
<< Cosa c’è? Volevo solo mangiare. >> mi rassicura Liam.
<< Certo che tu nei hai di coraggio, ragazzo. >> 
<< Oh, Niall, non prendermi in giro, ci tengo ai miei capelli! >> faccio capolino da dietro le spalle di Harry.
<< Ma secondo te la mammina Liam ti riempirebbe mai i capelli di briciole? >> 
<< Prevenire è meglio che curare. >>
<< Non ti preoccupare, ti farò da guardia del corpo. >> Harry ha riconquistato il sorriso, e evidentemente, dopo una lotta interiore, deve aver deciso di ignorare il commento ironico di Zayn, perché mi poggia le mani sui fianchi di nuovo, io mi limitò a sorridere tutto soddisfatto. 
Ci siamo seduti di nuovo sul divano, con qualche birra e delle patatine, e Zayn è sempre sull’attenti minacciandoci che se sporchiamo, dobbiamo pulire noi. Niall ha ripreso a suonare la chitarra, mi chiedo come faccia a suonare e a chiacchierare con Liam contemporaneamente, sembra che le sue mani si muovano da sole sulla chitarra, mi domando se qualcuno gli abbia mai detto che ha un vero talento. 
Verso le undici siamo già stanchi, io ho poggiato la testa sulla spalla di Harry e Zayn è completamente appoggiato su di me, Niall però non ha smesso di suonare, e noi praticamente ci stiamo rilassando con la sua musica, ma quando inizia a suonare “Baby” e decide, ovviamente, di cantarla anche, io mi unisco a lui nel ritornello, trascinando tutti assieme a me, a dir la verità il complesso sembra piuttosto stonato, Harry ha iniziato a cantare in falsetto, che non è arte sua, e io praticamente scoppio a ridere ad ogni parola, ma scommetto che alle nostre fan piacerebbe comunque, anche se quando arriva il pezzo rap, raggiungiamo addirittura lo squallido, ci ostiniamo a cantarlo anche se, escluso Niall, non c’è nessuno di noi che conosce le parole, quindi risulta un impasto folle di parole senza alcun senso e battiamo le mani in maniera scoordinata. Dopo aver storpiato quel pezzo in maniera così terribile, Niall ci impedisce di continuare a cantare, e torna al ritornello con la sua voce pulita, e con le parole giuste, a quel punto io decido di alzarmi, lascio la birra nelle mani di Zayn, e prendo Harry di peso, portandolo al centro del salotto, per farlo ballare. Lui mi rivolge uno sguardo pieno di odio, ma io riesco a sorridergli talmente dolcemente che farei sciogliere chiunque come un gelato al sole, figurati lui. Quindi si lascia spingere da me, e iniziamo a girare per il salotto come due idioti, Zayn scoppia a ridere e bofonchia qualcosa sulla mia insanità mentale, però mentre faccio fare una giravolta ad Harry, che ci viene un po’ storta, Liam toglie la birra dalle mani di Zayn e gli fa segno di unirsi a noi, e anche Niall si alza dal divano. Difficile a credersi, perché sembriamo spesso ridicoli, ma non credo che siamo mai sembrati più ridicoli di così, per questo Liam decide di farci un video, mi ci gioco la testa che finirà su twitter, ma non smetto di fare l’idiota, neanche quando la canzone è finita, o quando Niall ricomincia a suonare.
<< Ragazzi fermi!! >> controllo l’orologio qualche canzone dopo, manca un minuto a mezzanotte. 
<< Tra un minuto è il mio compleanno! >> 
<< Si, ma vedi di non gasarti troppo! >> Zayn, sbadiglia e si avvicina al tavolo della torta.
<< Ma dai, ha quasi 20 anni, può gasarsi! >> dice Niall.
<< Lo dici solo perché tu ti gasi per qualsiasi cosa. >> commenta Harry. 
<< Lo dici solo perché tu non hai ancora 20 anni. >>
<< Se per questo nemmeno tu! >>
<< Ma io sono felice per Liam!! >>
<> li interrompo, perché è mezzanotte.
Ci lanciamo tutti su Liam, per fargli gli auguri, spettinandogli i capelli uno alla volta, cosa che lui non sopporta.
<< Ragazzi smettetela. >>
<< AUGURI! >> ripete Niall, quando abbiamo finito di tormentare il festeggiato.
<< Grazie! >>
<< Alla torta, su! >> esorto tutti ad avvicinarci al tavolo, troppo curioso di sapere come è il mio capolavoro.
Liam la taglia e da una fetta a tutti, e ci concediamo un minuto di silenzio, prima di iniziare a mangiare, tutti decisamente preoccupati, dato che non è un segreto che non sappiamo cucinare. 
Il primo ad avere il coraggio di mangiare e Niall, che non rifiuterebbe nessun tipo di cibo, restiamo con il fiato sospeso a guardarlo masticare e ingoiare, e poi ad aspettare un suo responso.
<< Mmm, buona! >>
Dopo questa osservazione ci lanciamo tutti sulla torta, che è davvero buona, e siamo talmente famelici che non diamo neanche il tempo a Liam di arrivare al centro della nota musicale, e iniziamo a mangiare direttamente dal piatto, per questo si accorge del regalo, solo quando della torta ne è rimasta solo una piccolissima fetta.
<< Facciamo schifo. >> commento, e gli altri annuiscono con un mezzo sorriso, mentre Liam è occupato a fissare il centro del piatto.
<< Ragazzi ma… >> prende in mano lo scatolino, pulendolo dalle briciole della torta, e lo apre con delicatezza, rivelando il braccialetto. 
<< Ti piace? >> dice con voce incerta Harry. << Ho…esagerato? >> aggiunge poi, quando Liam rimane a fissare il regalo senza parlare. 
<< Wow. Bhè, ragazzi. Lo so che queste cose di solito le dico solo ai concerti… >> inizia Liam, arricciando il naso, quasi si vergogni di quello che sta dicendo, e azzardando un sorriso emozionato, che, se devo dirla tutta, lo rende davvero carino, oggettivamente intendo, avresti voglia di abbracciarlo, ha quasi gli occhi lucidi. << Ma, sono stato davvero fortunato ad avere dei compagni come voi, insomma, guardateci, siamo una famiglia… >>
Il mio sguardo spontaneamente si sposta verso Harry, e scopro che anche lui mi sta guardando, gli avvolgo un braccio sulle spalle avvicinandolo a me.
<< Vi voglio bene, massa di imbecilli. >> riesce a concludere Liam, strappandoci una risata, poi indossa il braccialetto, e ci propone e decidiamo di brindare.
<< Ai One Direction! >>
<< Ai One Direction. >> ripetiamo tutti, accostando in nostri bicchieri.
<< Bhè, prima che vomiti tutta la torta sul mio bellissimo pavimento, smettiamola con le smancerie. >> Zayn decide di interrompere quel momento, che per essendo totalmente emozionate, era anche totalmente imbarazzante.
<< Eggià. >> Harry, si libera dal mio abbraccio.
<< Grazie per la festa. >> 
<< Figurati, amico. Sapevo che era un’idea meravigliosa! >>
<< Niall, smettila di autogratificarti, non hai gonfiato nemmeno un palloncino. >> gli ringhia contro Zayn.
<< Bhè, prima che Niall e Zayn si uccidano a vicenda, io e Harry dobbiamo andare. >> decido di tagliare corto, perché è davvero tardi, e sinceramente non vedo l’ora di rimanere un po’ da solo con Harry.
<<  Bene, vi accompagno alla porta. >> dice Zayn.
<< Aspetta veniamo tutti! >> 
<< Ehm, ragazzi… Ci vediamo la prossima volta in sala registrazione? >> chiede Niall, sull’uscio.
Io ed Harry ci rivolgiamo uno sguardo terrorizzato, avevamo deciso di dire tutto ai ragazzi prima di ricominciare a lavorare, e ci eravamo praticamente dimenticati che avremmo ricominciato già a settembre.
<< Mmm, potremmo vederci anche prima, a casa nostra… >> propone incerto Harry.
<< E perché? >> Zayn corruga la fronte.
<< Bene, se non vuoi vederci non fa niente! >> sbotto.
<< No, no…Mi chiedevo solo da dove proveniva questo invito. >>
<< Da niente, solo per vederci prima di ricominciare a lavorare. >>
<< D’accordo allora. >> ma Zayn sembra ancora sospettoso, anzi sospettoso è esagerato, è curioso.
<< Bhè, ciao ragazzi. >> Liam mette fine a questo momento di incertezza, e gliene sono segretamente grato, non so come fa, ma riesce sempre a trovare la cosa giusta da dire per tenere tutti tranquilli, anche quando non ne ha intenzione.
Salutiamo tutti, facciamo di nuovo gli auguri a Liam e poi ci precipitiamo fuori, ansiosi di rimanere di nuovo soli. Ho paura che Harry ricada nel suo baratro di tristezza, con la prospettiva di dover parlare anche con i ragazzi, di rivivere tutto quello che avevamo vissuto con i nostri genitori, e anche a me fa un po’ paura l’idea, se lo superi una volta, non è detto che ci riuscirai anche una seconda, per questo non posso aspettare ancora, appena arrivati in macchina, ne parlerò con Harry.

 

 

p.s. Bhè, questo capitolo è stato un mezzo parto (?) perché non avevo ispirazione, ma ci tenevo a scriverlo perché domani parto e tornerò a fine luglio e non volevo lasciarvi appesi LOL! Quindi non siate troppo cattivi con me, e RECENSITE! Grazie sempre per leggere le cazzate che scrivo... Bhè, che altro dire, spero che vi piaccia, mi mancherete, alla prossima!!

                                                                                                                                                                                _Carrotscupcake_

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Capitolo 20
*** 'Fanculo. ***


 

Harry entra in macchina, sbattendo rumorosamente la portiera, con sorpresa noto che ha preso il posto del passeggero, lasciando a me il volante, senza fare storie. Salgo in macchina.
<< Non vuoi guidare? >> gli chiedo con un fil di voce.
<< Non mi va.. >> sbuffa lui, senza degnarmi di uno sguardo.
<< Ok, ok.. Vuoi almeno parlare? >>
<< Parlare di cosa? >>
<< Ti ricordi quando mi hai detto che devo provare a dire le cose che penso proprio nel momento in cui le ho pensate? >>
Harry annuisce trattenendo un sorriso, me l’aveva detto quella mattina, un istante dopo avermi detto per la prima volta che mi amava, un istante prima avermi trascinato definitivamente nel nostro amore, lasciandomi senza una via d’uscita. 
<< Bhè, allora fallo adesso, dimmi quello che pensi. >> dico.
Lui mi rivolge uno sguardo, è uno sguardo triste e assente, ho sperato che avrei potuto non rivederlo mai più, quello sguardo che taglia più di cento lame affilate, ma eccolo lì, che cattura il mio strappandolo alla strada davanti a me, strappandolo ad ogni sorta di serenità che posso costruirmi, quasi cancellando ogni speranza per il futuro, ogni ricordo felice.
<< Sono stanco. >>
<< Sei..? >>
<< Sono già stanco, e questa storia non finirà mai. >>
<< Invece si, finirà, e finirà presto, e noi potremo essere felici, assieme. >>
<< Ah, cazzate.. >>
<< Cosa vorresti fare adesso? >>
<< Ma non lo so, forse amarti e basta, senza tutte queste controindicazioni, o forse semplicemente scappare via, o magari.. >>
<< O magari sarebbe stato meglio se non mi avessi mai incontrato. >>
<< Cosa?! Non ho detto questo! >>
<< No, ma lo hai pensato.. >>
<< Come..? >>
<< Come lo so? Perché l’ho pensato anche io, una volta, prima di dire tutto ai nostri genitori, quando sono scappato via. >>
Harry rimane un po’ in silenzio, forse sorpreso da questa affermazione, forse pensava che io non avrei mai potuto pensare una cosa del genere, esattamente come avevo creduto io di lui, ma alla fine i pensieri sono un irrazionale flusso di idee, che noi non possiamo controllare, sono le nostre decisioni, quelle che contano davvero.
<< Allora come mai sei tornato? >>
<< Immagino perché l’amore vince tutto, non è così? >>
<< Forse. >> Harry smette di guardarmi, lasciando vagare il suo sguardo nel vuoto, immerso nei suoi pensieri, quelli che lo tengono distante da me.
<< Harry, tu credi che potremmo tornare indietro, smettere di fare quello che stiamo facendo e vivere la vita che vivevamo prima, guardandoci in faccia e fingendo di non amarci? >>
<< No.. >>
<< E tu desidereresti che fosse possibile? >>
Eccoli un’altra volta, i pensieri contrastanti che combattono una guerra nel cervello di Harry, posso vederli anche io da fuori, uccidersi fra loro, lo posso vedere dalle sue sopracciglia inarcate, dai suoi occhi lucidi, o dalle sue mani strette in un pugno così solido da farsi male, a questo punto è arrivato il momento di prendere una decisione, e non può più aspettare.
<< No, non desidero questo. >> dice con fermezza, e il mio cuore esulta di gioia quasi a voler uscire dal petto.
<< Allora ‘fanculo al resto… >> sussurro.
<< Cosa? >>
<< Ho detto ‘fanculo! >> questa volta lo urlo, e poi, cogliendo di sorpresa anche me, premo il piede sull’acceleratore, facendo scattare la macchina ad una velocità pazzesca, almeno pazzesca per me, dato che non mi piace correre, affatto. Apro i finestrini per lasciare che l’aria entri e mi scompigli i capelli, e continuo ad accelerare per la strada deserta, sto rischiando, dato che sicuramente supero i limiti e teoricamente non dovrei nemmeno guidare dato che ho bevuto un po’ di birra, ma chissenefrega!
<< Louis, Lou..Ma cosa diavolo fai? >>
<< Non ne ho idea! >>
<< E ti sembra una cosa intelligente? >> Harry sta alzando la voce, la sento un po’ presa dal panico, questa cosa mi diverte, mi eccita, schiaccio di nuovo il piede sull’acceleratore.
<< No! >> scoppio a ridere.
<< Allora mi spieghi perché lo stai facendo? >>
<< Perché, perché mi andava, perché sono stufo di pensare.. >>
<< E quindi vuoi ucciderci! >>
<< Hai paura? >> stacco lo sguardo dalla strada per rivolgergli un sorriso beffardo.
<< Ma vaffanculo! >>
<< Si, si esatto, è quello che ho detto io! >> 
<< Sei pazzo. >>
<< Già, ma tu continui ad avere paura. >>
<< Al diavolo, accosta. >>
<< Cosa? No.. >>
<< Accosta, ho detto! >>
<< E io ho detto no.. >>
Harry mette le mani sul volante e lo gira, costringendomi a frenare di botto in mezzo alla strada, sentiamo le ruote che strisciano sull’asfalto, lui mi sorride, e poi scende dalla macchina.
<< Ma dove cazzo vai? >>
Torna indietro e apre la mia portiera, forse io sarò imprevedibile, ma lui, ai miei occhi, lo è ancora di più.
<< Scendi. >> dice, senza battere occhio.
<< No! >>
Non insiste, ma prende le mie mani e mi trascina fuori, vado a sbattere contro di lui, e lui continua a tenermi i polsi stretti, e rimaniamo così, fermi a fissarci, naso contro naso, nel bel mezzo della strada. Poi io gli prendo la testa con violenza, e premo forte le sue labbra sulle mie, senza baciarlo, semplicemente uso tutta la violenza che ho per fargli sentire la mia presenza su di lui, che ci sarà sempre, perché non lo lascerò mai, perché lo amo, che lui lo voglia o no.
Passa un po’ di tempo prima che lui mi spinga via con violenza, e prenda il mio posto al volante.
<< Non adesso. >> mi squadra da testa ai piedi, con un sorriso selvaggio. << Sali. >> aggiunge poi quasi ringhiando, e io ubbidisco.
Non mi lascia neanche il tempo di chiudere la portiera e parte, così veloce che non è possibile distinguere nessuna figura lì fuori, solo un’alternanza di nero e grigio ancora più confusa dei nostri pensieri.
<< Questo è guidare veloce. >> Harry alza le spalle, tenendo fermamente il volante, se non fosse per il vento che entra con forza dai finestrini, quasi non mi accorgerei che stiamo andando così veloce.
<< Stronzo. >> gli do una spintarella, e poi chiudo gli occhi, sentendo una risata che si forma sul mio viso, apro la bocca e la lascio uscire, forte come non mai, senza nessun contegno, rido, rido come un folle, e continuo a farlo finché non siamo a casa.
Harry chiude la porta alle nostre spalle, e io rimango fermo nell’ingresso con le spalle contro il muro a guardarlo mentre si avvicina e si piazza davanti a me, senza sorridere, ma guardandomi dentro, con aggressività.
<< Strano, no? Mi sento proprio fatto, ma sono piuttosto sicuro di non essere fatto. >>
Harry non risponde, ma rimane a guardarmi ancora una volta, serrando la mascella, e poi mi tira uno schiaffo, più rumoroso che doloroso, scoppio di nuovo a ridere.
<< Cosa fai, mi prendi a schiaffi? E’ piuttosto patetico.. >>
Mi interrompe tirandomi un pugno dritto sul naso, e questo giuro che fa male, sento il sangue bollente che mi arriva fino in bocca, pizzicandomi con il sapore ferroso, lo sputo sul pavimento accanto a noi.
<< Soddisfatto? >> 
<< Molto meglio. >> gli sorrido, e poi lo prendo per la maglietta, e lo allontano da muro, facendolo indietreggiare e indietreggiare, finché non arriviamo all’altro lato del corridoio, lo spingo forte contro la parete opposta, sentendo il rumore della sua testa che sbatte, lui non da segni di provare alcun dolore, ma prende il colletto della mia camicia e mi avvicina, tanto che io possa specchiarmi nei suoi occhi luminosi.
<< Voglio assaggiare il tuo sangue. >> sorride.
<< E allora fallo. >>
Senza aggiungere altro Harry mi tira a se e mi bacia, presto il sapore di ferro del mio sangue è lenito dalla sua bocca, e io passo le sue mani sulla sua faccia, tra i suoi capelli, sul suo collo e poi sotto la maglietta, con rabbia e con desiderio.
Quando ne ha avuto abbastanza, mi spinge via, lasciandomi talmente debole da farmi cadere, e poi si avvia in salotto, io rimango a terra con gli occhi chiusi, e un sorriso stampato sulle labbra, mentre lo sento prendere a calci qualcosa.
<< ‘Fanculo stupido divano, sta notte dormo nel mio letto. >> bofonchia. << Che cazzo ci fai ancora seduto a terra? >> urla poi, e immagino stia parlando con me, per questo mi alzo, e lo raggiungo.

Vengo svegliato dalle mani di Harry che mi accarezzano i capelli strappandomi ai mie sogni, sorrido, non credo che qualsiasi sogno potrebbe essere mai bello come la sensazione della sua presenza accanto a me, decido però di non riferire quel pensiero sdolcinato al mio ragazzo, anzi smetto subito di sorridere e tengo gli occhi chiusi sperando che lui continui all’infinito e quelle mani non si stacchino mai da me.
<< Guarda che lo so che ti sei svegliato. >> sussurra Harry, senza smettere di accarezzarmi i capelli, sento le sue labbra che si muovono vicino al mio orecchio e il calore del suo respiro, decido di voltarmi verso di lui. Quando mi giro mi accorgo che le sue labbra sono tanto vicine alle mie da sfiorarsi, senza pensarci un secondo le congiungo, socchiudendo gli occhi. 
Harry si separa da me e io crollo sul cuscino, ancora con gli occhi chiusi, inizia a tamburellare con le dita sulla mia guancia, ma io non faccio cenno di sentirlo, come se stessi ancora dormendo.
<< Louuuuis, devi svegliarti. >> mi dice con voce cantilenante, e ripetendo il mio nome quasi ci provasse gusto, di tutta risposta mi giro dall’altra parte, fingendo di ignorarlo, ma completamente rapito dal modo in cui il mio nome suona detto dalla sua voce assonnata.
Harry si avvicina ancora di più a me, il suo corpo è schiacciato sul mio quasi con violenza, in modo che io ne possa distinguere ogni parte sulla mia pelle, ok, adesso sono definitivamente sveglio, maledetto. Con le dita percorre il profilo del mio corpo nudo, non risparmiandone neanche un centimetro al suo tocco e facendomi tremare, poso la mia mano sulla sua, fermandola sul mio fianco.
<< Mi stai facendo il solletico. >> la mia voce doveva sembrare quasi un lamento, ma il mio sorriso felice, che sarebbe stato impossibile arrestare, mi tradisce.
<< Devi svegliarti. >> ripete, come per giustificarsi, e poi libera la sua mano dalla mia, allontanandosi un po’, questo è il metodo più efficace per svegliarmi, farmi venire voglia di andare da lui. Mi giro verso di lui e striscio al suo fianco, e lui si mette a sedere, per questo faccio la stessa cosa.
<< Ok, ok, sono sveglio. >> sbuffo, e il mio viso è talmente vicino al suo che faccio volare un ricciolo, che torna subito al suo posto, possibile che i suoi capelli siano così perfetti anche di mattina?
<< Buongiorno. >> mi rivolge un sorriso angelico, e si sporge per baciarmi, di nuovo. << Mi mancava dormire nel mio letto. >> dice poi, con un enorme sbadiglio.
<< Ah, ti mancava il letto. >> incrocio le braccia al corpo, trattenendo l’ennesimo sorriso.
Sembra pensarci un po’, e poi appoggia la testa sulla mia spalla. << No, mi mancavi tu. >> 
<< Però hai dovuto pensarci.. >>
<< Bhè, il divano era scomodo. >>
<< Già, ecco perché ieri notte l’hai mandato a ‘fanculo.. >> 
<< Lasciamo perdere ieri notte! >>
<< Anche perché altrimenti dovrei chiederti come mai mi hai dato un pugno in faccia. >>
Mi rivolge un sorriso e subito dopo arriva un altro bacio, sembra che sta mattina abbia voglia di consumarmi le labbra, in ogni caso, non riesco a pensare ad un modo migliore per consumarle, rendo il nostro bacio più lungo e più intenso, prendendo il suo viso tra le mani, e avvicinandolo a me con tutta la forza che ho, finché lui non intreccia le sue tra i miei capelli, i nostri nasi sono incollati, e i nostri corpi spinti uno contro l’altro lottano contro anche la più piccola distanza.
<< Ti amo… >> dice Harry, sistemandomi i capelli scompigliati. << …e devo andare. >>
<< Cosa? Dove? >> esclamai, sprofondando di nuovo tra le coperte.
<< Gemma è andata a fare visita alla mamma, e dato che è lì e che non sa niente, vorrei andare a trovarla.. >>
<< Oh, devo venire anche io? >>
<< No, mia sorella è innocua, non avrò problemi. E ho bisogno di farlo da solo, sta volta>>
<< Sei sicuro? >> mi alzo di nuovo a sedere, tornando al suo fianco.
<< Sicurissimo. >> annuisce, fissando il vuoto davanti a sé, chissà a cosa pensa.
<< Ma mi mancherai. >>
<< Sopravviverai.. >> mi rivolge un mezzo sorrisetto, che gli da un’aria totalmente irresistibile ai miei occhi, e poi torna a guardare il vuoto.
<< Non ne sarei così sicuro. >> sposto la sua testa verso di me, lui mi da un bacio sulle labbra, e si allontana un po’ gattonando sul letto.
<< Ma devo andare. >>
<< Ma io non voglio. >> gattono verso di lui, per non separare le sue labbra dalle mie, e lui si sofferma un po’, prima di indietreggiare ancora, lo seguo lasciando le nostre labbra incollate fino a che non arriva al limite del letto, ed è costretto ad alzarsi.
<< Ma devo andare. >> Ripete, e poi esce dalla stanza, ancora senza vestiti, per andare a fare colazione. << Ma tu torna a dormire! >> 
Ubbidisco, e mi stringo tra le coperte, ma rimango lì con gli occhi serrati, con il pensiero di Harry troppo forte nella mia mente perché io possa abbandonarlo, ma non importa perché, ne sono sempre più sicuro, non potrei mai fare un sogno migliore di lui. 
<< Oh, ‘fanculo! >> esclamo pochi secondi dopo che lui è sceso, sarà sicuramente ancora in casa, spero. Scendo giù dal letto, ancora senza vestiti, al contrario di Harry non mi piace girare per casa senza vestiti, ma adesso non importa. 
Lo trovo in salotto, che fissa in silenzio la porta, mi avvicino a lui, infilando la testa fra i suoi capelli, abbracciandolo e respirando il suo profumo, lui si gira.
<< Ehi, Lou. >> mi sorride, accarezzandomi il viso con delicatezza, proprio dove poche ore prima mi aveva sferrato uno schiaffo. << Tornerò per cena, promesso. >>
Mi bacia un ultima volta, e si prende tutto il tempo necessario per farlo, e poi esce, lasciandomi lì a pendere dalle sue labbra.

p.s. Non mi chiedete da dove ho tirato fuori questa merdata, lol. Bhò, mi è venuto in mente e l’ho scritto, poi mi sono chiesta se faceva troppo schifo per pubblicarlo, e di tutta risposta ho detto ‘‘Fanculo!’’. Spero che vi piaccia nonostante la mia follia, e niente le solite cose, fatemi sapere che pensate, recensite e non lanciatemi troppi pomodori :D

                                                                                                                                                                                _Carrotscupcake_

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Capitolo 21
*** Confusione. ***


Da quando io e Harry ci siamo detti di amarci, è la prima volta che rimango solo a casa, la nostra. Mi va bene, mi piace il silenzio che c’è intorno, e lascia la mia mente libera di pensare, ho bisogno di pensare, almeno sta volta.
E’ stato tutto così confuso, e così fugacemente veloce, quello che ci è successo, che io e Harry non abbiamo neanche avuto il tempo di essere davvero felici. Essere felici, è così strano pensarlo di noi due, è un concetto così astratto per noi, la felicità, per noi che dobbiamo lottare ogni giorno per affermare noi stessi, dobbiamo lottare contro il mondo intero e, cosa ben peggiore, contro noi stessi, le nostre insicurezze. Ad dire la verità, ogni sentimento, non solo la felicità, è così poco reale adesso, i sentimenti sono così confusi tra di loro, che un attimo di gioia può avvenire anche contemporaneamente ad uno di dolore, e ancora assieme alla rabbia, e, ovviamente, all’amore. Ed è per questo che questo silenzio è bello, è una calma piatta, in questo mare troppo agitato, non provo sensazioni, e posso finalmente provare a riordinare tutte quelle che ho provato.
Cosa siamo io ed Harry adesso? Siamo migliori amici, ancora? E’ così strano, ma è così, lo siamo. Infondo è del mio migliore amico che mi sono innamorato, il mio migliore amico che ho baciato quel giorno al fiume, ed è forse proprio questo che porta la felicità. Già, perché c’è qualcosa nell’amicizia, che è anche più forte dell’amore stesso, perché l’amicizia è innocente, a volte sembra anche superiore ad ogni altro legame, perché nel momento in cui tu scegli un amico, e lui sceglie te, non sei condizionato da niente, semplicemente da due pensieri che si uniscono e che si trovano in sintonia, senza complicazioni, e se l’amicizia è vera, allora hai la sicurezza che sarà per sempre, che appartieni al tuo amico, solo questo e basta.  Si, ma, ovviamente, Harry non è solo questo, e non lo è stato più dal primo momento in cui ho iniziato a guardarlo, a fare attenzione ad ogni particolare di lui, a desiderarlo, a bramare un contatto con il suo corpo, da quando ho fatto di lui l’oggetto del mio desiderio, e da quando ho capito che mi ricambia, da allora lui è anche il mio amante, unendo alla felicità un sentimento diverso, del tutto nuovo per me, la passione, l’avidità, quasi l’ingordigia. Ma ancora una volta Harry è di più, lo è da quando ci siamo sussurrati il nostro amore, lui è per me qualcosa di indecifrabile, di complicato, di unico, che mi rende diverso, mi adatta a lui, perché da quando gli ho detto che lo amavo non esiste un me stesso senza di lui, ed Harry non è più il mio migliore amico, non è più il mio amante, lui è il mio amato, e qui iniziano i guai.
L’amore porta sofferenza, sarà vero perché lo dicono tutti, succede anche nei film, e non tutti finiscono bene, l’amore è una continua battaglia dove non esistono perdenti o vincitori, perché se vuoi vincere il cuore del tuo amato, devi perdere, devi rinunciare a qualcosa di te, ma se decidi di lasciare il tuo essere intatto, se decidi di non combattere,  allora hai già perso. Ed ecco perché il dolore, specialmente per noi, per un amore come il nostro, per un amore proibito, nato nel segreto, nelle bugie, e le bugie portano distruzione, perché prima o poi vengono svelate, e quando succede sono sempre più grandi rispetto a quando hai tentato di nasconderle.
Nel momento in cui mi siedo sul divano, sembra tutto un po’ meno confuso, perché mentre fissavo la porta da cui Harry è appena uscito, ho pensato a quello che provo, e mi sono concesso questo momento di pausa, ma infondo, in cuor mio, so benissimo, che quando verremmo ributtati assieme nella nostra lotta, sarà come se non avessi mai concepito questo pensiero, e i sentimenti si mescoleranno di nuovo, e io Harry non saremo più né amici, né amanti, né amati, ma semplicemente Louis ed Harry.
Harry mi manca, adesso, ma il suo mancarmi è piacevole, perché mi indica la sua presenza dentro di me, e accende una piccola euforia, aspetto il momento in cui tornerà, desiderando che sia tutto perfetto, immaginandomelo come qualcosa di perfetto, idealizzando l’istante del suo ritorno. Harry sembra perfino più bello nelle mie fantasie, ed è felice, questo mi fa venire voglia di fare qualcosa. Non mi va di aspettare qualcosa di così bello in modo passivo, non voglio solo occupare il tempo mentre aspetto di riaverlo con me, voglio fare di più, voglio renderlo fruttuoso.
Quando finalmente mi do una tregua dai miei pensieri, mi accorgo di stare tremando, è ovvio, sono rannicchiato sul divano, ancora completamente nudo. Ecco la prima cosa da fare, lavarsi e vestirsi. Entro nella doccia controvoglia, so che quando l’acqua calda e il sapone toccheranno la mia pelle, l’odore di Harry svanirà, e io sentirò ancora di più la sua mancanza. Indugio più tempo possibile sotto il getto dell’acqua, godendo del calore quasi bollente, e della morbidezza sfuggente del bagnoschiuma tra le mie mani e tra i miei capelli, mi viene in mente che un giorno dovrò costringere Harry a farsi fare lo shampoo da me, sarebbe divertente avere tutte quelle bollicine tra le mani.
Mi prendo più del tempo necessario per asciugarmi i capelli, pettinandoli più volte, in maniera maniacalmente meticolosa, e faccio lo stesso con i vestiti, svuotando il mio armadio e provando tutti i vestiti che ho, davanti allo specchio. Non mi guardo quasi mai allo specchio, forse dovrei farlo più spesso, oppure mi dimenticherò come è fatta la mia faccia, non che sia una grave perdita. Fisso i miei occhi, quasi mi stessi rivolgendo uno sguardo di sfida, è vero sono azzurri, molto azzurri, come il cielo, e sono sorridenti, lo sono sempre anche quando non sorrido, forse potrei dire che sono carini, forse è per questo che Harry si è innamorato di me, per i miei occhi, non lo so. So benissimo ogni singolo motivo per cui lo amo, dal suo sorriso bianco, al suo comportamento spensierato, dai suoi capelli ricci, alla sua voce attraente, amo ogni singolo angolo del suo corpo, ogni singolo lato del suo carattere. Ma c’è una cosa che non so, non so perché lui ama me, e se adesso fosse qui, credo che glielo chiederei, e lui mi saprebbe rispondere, perché tra tutte le persone di questo mondo, quella che da sempre possiede il mio cuore ha deciso di amare proprio me, ed è la prima volta che capisco davvero quello che significa, la prima volta che capisco che sono fortunato ad avere lui, ad avere noi.
Quando mi sono guardato abbastanza a lungo, decido di indossare i primi pantaloni che avevo preso, tanto è uguale, e poi metto una felpa di Harry, per riacquistare il suo odore sul mio corpo, perduto dopo la doccia.
Una volta vestito, guardo l’orologio: sono ancora le undici. E adesso cosa faccio?
Vagolando per la casa, mi rendo conto che io e Harry siamo davvero disordinati, forse un po’ troppo, è ora di mettere apposto, un’altra ondata di euforia si impossessa di me, adesso che ho trovato qualcosa di costruttivo da fare.
Inizio dalla camera di Harry, cioè quella che adesso usiamo per dormire, accendo la radio, e la metto al massimo, per riempire la casa in un indaffarato entusiasmo, sentendomi un po’ come Mary Poppins, e mi metto all’opera.
Piego tutti i nostri vestiti e li sistemo nell’armadio, passo l’aspirapolvere, dopo essermi sorpreso io stesso di avere un’aspirapolvere in casa, metto a posto le nostre cose buttate in una disordinata accozzaglia sul comodino, e infine, con estrema cautela, faccio il letto. Continuo per tutta la casa, portandomi la radio dietro, lavo i piatti, pulisco i bagni, lavo il pavimento in salotto, pulisco con la retina la piscina, e raccolgo persino dei fiori dal giardino, con cui fare un centrotavola, finché non brilla tutto come uno spillo, e quasi non sembra più casa nostra.
Quando crollo esausto sul divano, sono le quattro, e capisco che non posso più resistere, manderò un messaggio ad Harry.
“ Hei, che fai? Qui si sente la tua mancanza ’’
E’ sorprendentemente poco il tempo che ci mette il mio cellulare per squillare da quando ho mandato il mio messaggio, e io lo prendo subito in mano entusiasta, sperando in una risposta di Harry.
“ Fingo di ascoltare mia madre che parla della possibilità di cambiare le tende in salotto, mentre penso a ieri notte. ” la sua risposta mi fa sorridere come una ragazzina frivola.
“ Mmm.. Prospettiva interessante, a quale momento di ieri notte, esattamente? ” aspetto con impazienza che il cellulare trilli di nuovo.
“ Direi quello in cui sei salito in camera mia. ”
“ Quando sono salito? Esattamente cosa ricordi? ” la conversazione sta prendendo una piega divertente, anche se mi imbarazza un po’ pensare che mentre lui messaggia con me, sua madre si aspetta un parere sul colore delle nuove tende, o magari se preferisce la fantasia floreale.
“ Che ti ho tolto la maglietta, sbottonato i pantaloni, e spinto sul mio letto. ”
“ Ricordi anche che ho insinuato la mia lingua tra le tue labbra e strisciato il mio corpo contro il tuo? ”
La risposta tarda ad arrivare, mi ritrovo a fissare il cellulare con le guance un po’ rosse, ma il sorriso ancora stampato sulle labbra, avanti Harry rispondi, rispondi.
Trilla il cellulare.
“ Mi sono chiesta perché Harry non sembrava tanto interessato alla fantasia floreale, e adesso l’ho scoperto. Mio figlio sarà tutto tuo sta sera, e potrete strisciare i vostri corpi quanto volete, ma per adesso vorrei sapere come diavolo mettere le tende, comportati bene Louis. Baci, Anne. ”
Inaspettatamente, quando leggo il messaggio scoppio a ridere, mi contorco sul divano trattenendo risate convulse, quasi da farmi lacrimare gli occhi, non posso credere che Anne abbia letto il mio messaggio ad Harry, dovrei volermi sotterrare per sempre dall’imbarazzo, ma la situazione è davvero troppo esilarante per non ridere.
“ Secondo me per la vostra casa sarebbe meglio una tinta unita, per esempio un azzurrino chiaro. ” sono un po’ indeciso se inviare il messaggio, ma poi immagino le risate che si farà Harry quando il suo cellulare squillerà di nuovo, e quando la madre leggerà il messaggio ad alta voce, forse è per questo che mi ama, perché lo faccio sorridere, decido di inviare.
“ Grazie, non avevo pensato all’azzurro, è geniale. ”
Bene, questo sicuramente farà sì che Anne mi perdoni per aver distolto l’attenzione di suo figlio da lei e il suo salotto, dopotutto ho trovato il colore giusto, avrò sempre una piccola parte di merito per questo.
Ma adesso non ho di nuovo niente da fare, potrei mangiare qualcosa. Vado in cucina, apro il frigorifero, è vuoto, avrei dovuto sospettarlo. Decido di uscire, potrei fare la spesa, comprare qualcosa di buono da mangiare per me e Harry.
Vado da Marks&Spencer sotto casa, stranamente la strada è deserta, quindi non vengo fermato da nessuno. Compro delle pizze, un po’ d’acqua, e poi mi trovo a girovagare a vuoto per il negozio. Finisco nel reparto della frutta e decido di comprare delle fragole, poi mi trovo nel reparto dei biscotti, e allora la golosità ha la meglio su tutto, riesco persino a dimenticarmi di Harry, e rimango anche troppo tempo lì, mentre vago affascinato tra uno scaffale e un altro, scegliendo quelli che mi piacciono di più, quelli che sembrano pieni di cioccolata e burro, e quelli, ovviamente, che hanno più calorie, alla fine mi ritrovo ad avere una busta piena solo di biscotti.
All’uscita vengo fermato da un gruppo di ragazze, particolarmente emozionate e rumorose, ci sono quei giorni in cui firmare autografi mette davvero allegria, quando sei davvero felice, e non sei costretto a dissimulare i problemi con un sorriso. In questi giorni, quando le ragazze urlano il tuo nome piangendo, non ti senti niente altro che amato, e voluto bene, allora è come se niente ti potesse andare storto, tornato a casa sono decisamente di buon umore.
Mentre sistemo le cose nel frigorifero e nella dispensa, squilla il telefono di casa, deve essere Harry che mi avvisa che sta per tornare, mi precipito al piano di sopra, per rispondere.
<< Amore! >> esclamo con enfasi appena ho alzato la cornetta.
<< Ehm…Louis? >>
<< Oh, cazzo, Niall! >>
<< Aspettavi un’altra chiamata, per caso? >>
<< Nahh, non ti preoccupare.. >> mi gratto la testa un po’ a disagio, so bene che il mio amico starà cercando di immaginare perché diavolo l’ho chiamato amore.
<< Comunque, come stai? >>
<< Ah, tutto bene, le solite cose. Tu? >>
<< A dire la verità, non vedo l’ora di riprendere a lavorare, non ne posso più di stare chiuso a casa. >>
<< Sul serio? Io ed Harry adoriamo stare chiusi a casa. >> mi sforzo di mantenere un tono di voce piuttosto neutrale, ma in realtà quasi sto ridacchiando.
<< Comunque, è ancora valido l’invito di venire a casa vostra prima di vederci in sala registrazione? >>
<< Assolutamente! Quando volete.. >>
<< Bene, credo che impazzirei se dovessi rimanere qui un altro secondo senza la prospettiva di qualcosa di interessante da fare! >>
<< No, impossibile, sei nato impazzito.. >>
<< Guarda chi parla… Allora quando vogliamo fare? >>
<< Mmm…Oggi Harry è andato dalla madre, e tornerà tra due giorni. >> è vero, ho detto una bugia. Ma non mi va di vedere tutti domani, Harry mi è mancato, davvero troppo, e voglio stare con lui, solamente con lui, detesto mentire, ma ne varrà la pena.
<< Perfetto, vogliamo fare dopodomani? >>
<< Affare fatto, allora a dopodomani? >>
<< Aspetta, aspetta.. Rimani in linea, chiamo Liam dal cellulare, così ti faccio sapere subito. >>
<< Puoi anche richiamarmi dopo… >>
<< Allora è vero che aspetti una telefonata? >>
<< No, no, rimani pure il linea.. >>
<< Ti stai vedendo con qualcuna? >>
<< No.. Niall? >>
<< Si, ho capito, mi faccio i fatti miei! >>
<< Grazie.. >>
<< Liam? Sono Niall, allora dopodomani andiamo da Harry e Louis, ci stai?  >>
Aspetto con impazienza, battendo freneticamente il piede per terra, che Liam dia una risposta, sperando che Harry pensi bene di chiamarmi sul cellulare, quando dovrà avvisarmi del suo arrivo.
<< Ok, allora a dopodomani, aspetta chiamo anche Zayn! >>
<< NO! No… Non fa niente, lo chiamo io dopo, non ti preoccupare, ci vediamo dopodomani. >> taglio corto.
<< Bene, allora salutami la ragazza che chiami amore, di cui stai aspettando con ansia una telefonata! >>
<< NIALL! >>
<< D’accordo, d’accordo, sciupafemmine.. Tanto prima o poi verrò a sapere chi è! >>
<< A dopodomani. >> insisto, fuggendo disperatamente dall’argomento.
<< Ciao.. >>
Appena attacco decido che ormai è tardi e Harry dovrebbe essere qui da un po’, cerco il mio cellulare per tutta la casa ma non lo trovo, sono già le otto, non mi ha chiamato e quasi inizio a preoccuparmi. Arrivato in salotto alzo i cuscini del divano, buttandolo quasi completamente all’aria, e lì sotto ci trovo il cellulare. Tre chiamate perse da Harry, diamine. Un messaggio ricevuto, sempre da lui.
“ Ma dove diavolo sei? Mio padre è qui, avevo bisogno di te. “
Cazzo, questo messaggio mi è arrivato un quarto d’ora fa, ho lasciato Harry da solo un quarto d’ora, a parlare con suo padre e lui non è ancora tornato, questa cosa mi manda leggermente in paranoia. Lo chiamo, una, due, tre volte, ma lui non risponde, decido di mandargli un messaggio.
“ Sto venendo da te. “
“ E’ troppo tardi, non torno a casa sta sera, non venire. “
<< Dannazione! >> il mio urlo rimbomba tutta la casa, mentre calcio il divano. Nella mia testa maledico me stesso, il mio disordine, Niall, la mia stupida voglia di andare a fare quella stupida spesa, ma soprattutto il padre di Harry. La cosa che più mi spaventa è che non so cosa diavolo è successo, non so cosa ha detto ad Harry, e cosa lo spinge a non tornare a casa nostra. Non so se mi odia, se ce l’ha con me per qualche motivo, so solo che sono solo a casa, e non so per quanto tempo ancora lui non ci sarà.
Continuo a chiamarlo, ma il cellulare è irraggiungibile, questo vuol dire che lo ha spento, quindi adesso so per certo che ce l’ha con me, so per certo che non tornerà sta sera, e se non dovesse tornare mai più? Ecco, lo sapevo, per una volta, per una volta in cui iniziavo a sentirmi felice, a sentirmi tranquillo, ecco di nuovo quella confusione.
Mi butto sul divano con violenza, facendomi male la testa, ma avrei voglia di farlo di nuovo, di provare ancora dolore, di farmi ancora del male, per giustificare le mie stupide lacrime.
Non ho la più pallida idea del motivo di tutto questo, mi sento così abbandonato, ma in effetti non ne ho motivo, Harry potrebbe aver semplicemente deciso di voler chiarire le cose con suo padre, prima di tornare a casa. Ma poi mi viene in mente che l’unico modo che ha Harry per chiarire le cose con suo padre è lasciarmi per sempre, e se ne avesse intenzione?
No, Harry mi ama.
Harry mi ama, ma io non sono con lui adesso, non ha sentito il mio amore, perché non ho risposto a quel dannato cellulare.
Harry mi ama, ma il mio amore è così lontano da lui in questo momento, che sarà così debole, e non avrà difese contro le studiate argomentazioni di suo padre. Penserà davvero che il nostro amore non esiste? Che è tutta opera della mia mente contorta e malata? Deciderà davvero di rimanere con suo padre per un po’? Per un po’ prima o poi diventerà per sempre?
E’ così evidente che sto saltando a conclusioni affrettate, ma non posso farne a meno, lo amo così tanto, così come non ho amato nessun’altro, non posso perderlo, ho giurato che avrei combattuto per lui, e invece sono seduto su un divano con i cuscini divelti, così debole, così impotente.
L’unica cosa che posso fare e aspettare che torni, sperare che torni, l’unica cosa che posso fare è piangere, farmi divorare di nuovo dalla confusione. Sento che potrei impazzire, così da un momento all’altro, senza una precisa ragione razionale.
Cerco un modo per rimettere apposto le mie idee, rimanere attaccato ad una realtà conosciuta, quasi fossi un folle, accartocciato con le gambe strette contro il torace.
Sono Louis Tomlinson e mi piacciono i ragazzi.
Anzi no, mi piace un ragazzo, amo questo ragazzo.
Sono Louis Tomlinson e amo Harry Styles.
Lui ama me.
Quando siamo assieme, in qualche modo, siamo felici.
Non c’è modo che io smetta di amarlo.
Amo svegliarmi nel suo letto la mattina, se lui si sveglia prima di me e rimane a guardarmi.
Amo il modo in cui mi guarda, come se fossi l’unica ragione della sua vita.
Amo il modo in cui parla di me, e tutti potrebbero accorgersi che mi ama.
Amo sfiorarlo quando e distratto, e farlo sobbalzare.
Amo toccare la sua pelle quando lo bacio, e sentire che ha la pelle d’oca.
Amo i suoi occhi che brillano ogni volta che facciamo l’amore.
Amo le sue narici tonde, che si allargano ogni volta che mi avvicino troppo a lui.
Amo parlare con lui di qualsiasi cosa, ed avere sempre la sensazione di star dicendo qualcosa di interessante.
Amo il modo in cui cerca il mio contatto quando si sente debole.
Amo che lui è più piccolo di me, e sento che si sente protetto dalla mia presenza, anche se sono un completo idiota.
Amo il rumore della sua presenza in quella che chiamiamo la nostra casa.
Amo il nostro amore, amo il semplice fatto che lui mi ami.
Lui mi ama e tornerà, tornerà, tornerà, tornerà… Quando mi sarò svegliato, domani mattina, lui sarà qui.

                                                                                                                                   

                                                                                                                              _Carrotscupcake_

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Capitolo 22
*** Non puoi amarmi così tanto. ***


 

Sono sveglio, almeno credo, ho la schiena dolorante e sono rannicchiato su un divano senza cuscini.
Appena apro gli occhi pian piano metto a fuoco la stanza attorno a me, un po’ accecato dalla luce, e altrettanto lentamente rievoco i ricordi del giorno prima. Quando ti svegli la mattina, dopo che è successo qualcosa di particolarmente brutto, è sempre orribile, perché il tuo cervello appena apri gli occhi e sintonizzato sulla tua vita normale, e quando finalmente ricordi tutto è come ti crollasse il mondo addosso, ricordando che quando si dice che per risolvere un problema basta dormirci sopra, è una cazzata, per risolvere un problema devi lottare, e allora forse ci riesci. 
La delusione di non avere Harry accanto a me è forte come se non lo sapessi già, come se mi aspettassi che l’avrei trovato, infondo era quello il pensiero con cui mi sono addormentato ieri sera, questo fa di me solo un illuso, mi ero illuso che il nostro amore fosse più forte, ma forse mi sbagliavo. Non sono ancora pronto ad accettare la semplice verità di sbagliarmi, quindi dico forse, e decido di alzarmi, di darmi una sistemata. 
Appena mi alzo in piedi sento i dolori di una notte passata nella scomodità, che si fanno sentire su tutto il corpo, ma li ignoro, e sistemo i cuscini del divano, prendendo il mio cellulare, nella speranza di trovarci qualche chiamata da parte di Harry, neanche una. Nemmeno un misero messaggio.
Mi domando se lo debba chiamare,  vorrei tanto, darei qualsiasi cosa per sentire la sua voce in questo momento, ma ho troppa paura che non mi possa dare nient’altro che brutte notizie, e la certezza che il nostro amore non è abbastanza forte. 
Un po’ zoppicando arrivo fino alla cucina, mentre le mie gambe si abituano molto lentamente a stare di nuovo distese, prendo un po’ di cereali e me li ficco in bocca assieme al latte, io adoro i cereali. 
Dopo aver mangiato esco definitamente da quell’ovattato mondo di chi si è appena svegliato, e posso dire di essere al massimo delle mie forze, in questo momento preferirei un milione di volte di essere sedato. La paranoia di ieri sera torna al suo posto, occupando tutto il mio cuore, tanto da farmi sentire addirittura i battiti accelerati. 
Prendo il cellulare e, dopo averlo fissato per un po’, digito il numero di Harry, ad ogni squillo il mio cuore fa una capriola, ogni volta che non ricevo una risposta sento gli occhi pungere, con la voglia disperata di far cadere delle lacrime. Ma non voglio, mi rifiuto di piangere come un ragazzino, anche se dentro di me mi sento come un essere minuscolo in balia del vento, inginocchiato e sottomesso, fa che risponda, fa che risponda…
La mia attenzione è catturata dal rumore di un’auto, rischio di vomitare il mio cuore, e mentre corro alla finestra, con la speranza folle di vederci la nostra macchina, mi sento così vulnerabile, sono completamente condizionato a lui, ma non mi dispiace, non mi dispiacerebbe essere il suo schiavo per sempre, se solo tornasse.
Quando arrivo alla finestra la apro, il mio cuore, che fino a questo momento non la smetteva di ballare come un folle, si blocca, pietrificato, come tutto il resto del mio corpo.
Quando lo vedo andare verso il nostro garage tutto diventa fermo immobile, vorrei correre da lui, ma sono così bloccato, da tutto quello che si sta riversando dentro di me. La felicità di averlo rivisto, e che lui sia proprio lì, non è niente, niente in confronto alla paura che ho avuto di non vederlo mai più, solo adesso mi rendo conto di quanto è stata intensa e assurda, solo adesso che l’ho superato, adesso che Harry è qui, mi rendo conto di quanto quella paura mi dominava.
Appena riprendo il controllo di me stesso corro fuori, verso il garage. 
Ci trovo Harry, appoggiato alla macchina, con un sorriso stanco, che mi squadra.
<< Ciao Louis. >>
<< Harry! >> sono addirittura sorpreso che mi sia uscita la voce, ma è uscita fuori eccome, ho urlato tanto che è un miracolo se non mi ha sentito tutto il vicinato.
Corro verso di lui, e lui fa qualche passo verso di me, uscendo dal garage, appena siamo vicini abbastanza lo catturo in un abbraccio. Lo stringo tanto forte da fargli mancare il respiro, strisciando le mie mani sul suo corpo per realizzare la sua presenza, infilo la testa tra i suoi ricci aspirando il suo profumo come fosse più vitale dell’ossigeno.
Lui mi lascia fare, e poi si allontana un po’, ci troviamo faccia a faccia, immobili.
So che non posso, non devo baciarlo adesso, fuori casa, ma è così difficile, e lui è così vicino. Striscio il naso contro il suo, trattenendo la calamita che vuole unire le mi labbra, mi mordo un labbro, concentrandomi quanto posso sul mio dolore, se solo lui si allontanasse, ma non lo fa, e quando si rende conto di quanto lo desideri è troppo tardi, lo sto già baciando, mi prende per la maglietta e mi trascina dentro il garage, chiudendo la porta alle nostre spalle.
Lo bacio ancora, prendendo la sua testa fra le mani, lo spingo contro la parete strisciando il mio corpo contro il suo, neanche mi rendo conto di sta piangendo, mentre gli mordo le labbra e stringo i suoi morbidi capelli tra le mie mani come se dovesse essere l’ultima volta che lo tocco. 
<< Ehi, cosa ti prende? >> mi impedisce di baciarlo ancora spingendo le mani contro il i mio petto, ed è in quel momento che mi accorgo delle lacrime che mi rigano le guance.
<< Pensavo che non saresti più tornato. >> ammetto, guardando il pavimento.
<< Cosa? No.. >> Harry mi alza la testa, costringendomi a guardarlo, e a dover trattenere di nuovo la voglia di baciarlo, cosa che ho dimostrato di non essere capace di fare appena pochi secondi fa.
<< Quel tuo messaggio sembrava così arrabbiato, e poi hai spento il cellulare. >>
<< Si certo, è stata una serata lunga, e avrei voluto averti accanto, ma non me ne sarei andato via così, solo per questo.. >> Harry sorride, facendomi sentire irrimediabilmente stupido, ma se lui capisse quanto è diventale fondamentale la sua presenza nella mia vita, se sapesse di aver piantato le sue radici nel mio cuore, allora giustificherebbe la mia irrazionale paura.
<< Ma c’era tuo padre e lui.. >>
<< Non credo ad una sola parola di quello che lui dice di te, e io sono sicuro di amarti, avresti dovuto fidarti di me.. >>
Non mi lascia possibilità di rispondere, ha ragione, avrei dovuto sapere che non si sarebbe lasciato condizionare, certe volte mi dimentico di quanto Harry sia forte, molto più forte di me. 
<< Quando piangi i tuoi occhi si fanno ancora più azzurri e le tue ciglia ancora più lunghe, sei così bello. >>
Harry sposta le sue mani dal mio petto e mi accarezza il viso sfiorandomi appena, il suo sguardo è ipnotizzato da me.
 Appena la sua spinta che mi teneva lontano si allenta, mi trovo di nuovo su di lui, di nuovo a baciarlo, senza aver nemmeno mai avuto la percezione di essermi mosso.
Non credo di averlo mai baciato con così tanto desiderio, sono insaziabile, e lui quasi fa fatica a starmi dietro, mentre lo spingo con così tanta forza verso la parete che deve tenersi aggrappato a me per non farsi male.
Insinuo le mie mani dentro la sua maglietta e tocco ogni parte della sua pelle, muovendo le dita con una velocità disumana, ma non mi sembra ancora abbastanza veloce, non mi sembra ancora abbastanza vicino, nonostante il suo corpo sia completamente di mia proprietà, io voglio di più, voglio disperatamente di più. 
Sposto la testa nell’incavo del suo collo, sentendo il sapore salato del suo sudore sulle mie labbra, quel sapore mi fa perdere anche quel minimo di cervello che era rimasto concentrato sul mondo reale, adesso sono come un animale, come un malato, come se nel deserto Harry fosse la mia unica fonte d’acqua. La mia lingua è sulla sua pelle, e si muove rapida per cercare ancora quel sapore, e non ne sono mai sazio, nemmeno mentre torno alle sue labbra. 
Le mie mani cercano la sua cintura, e gliela sbottono con un rapido gesto, quando mi sento di nuovo trascinare via da quel corpo che aveva richiamato il mio, facendosi amare.
Come riportato alla realtà, ricomincio improvvisamente a sentire il pavimento sotto ai piedi, alzo lo sguardo verso di Harry, e noto che le sue mani sono di nuovo sul mio petto, le sue labbra socchiuse mi fanno ricordare che ho bisogno di respirare, apro anche io la bocca, facendomi entrare dentro più aria che posso, e poi torno a guardare Harry. 
Ha gli occhi accesi, le narici dilatate, il respiro corto e le guance arrossate, e mi sembra la creatura più meravigliosa dell’intero universo, non voglio più fare nient’altro che guardarlo.
<< Devo andare via più spesso, se mi aspetta di nuovo quest’accoglienza. >> Harry sorride, con la voce ancora un po’ ansimante.
<< No, io non ti farò più andare da nessuna parte senza di me, nessuna. >> 
<< Non ho il minimo interesse ad andare da qualche parte senza di te, non ne ho mai avuto, non ne avevo neanche prima di incontrarti. >>
<< Come facevi a voler stare con me prima di incontrarmi? >> mi gratto la testa, ricominciando a sorridere.
<< Chiediti come faccia ad amarti così tanto. >>
<< Torniamo a casa, ti va? >> gli dico, prendendogli la mano e stringendola forte, lui annuisce e si lascia guidare da me a casa nostra. 
<< Sai di cosa mi sono appena accorto? Ho fame.. >>
<< Louis, sono le undici è mezza.. >>
<< Ma ieri non ho cenato, ti va una pizza? >>
<< Sul serio? >>
<< Si. >> alzo le spalle, sentendo il suo sospiro.
<< Allora d’accordo, ne dividiamo una? >>
<< Ok, la vado a fare. >>
<< Ce la fai da solo? >>
<< Devo solo metterla in forno, Harry. >>
<< Non combinare guai.. >>
Mentre aspetto che la pizza sia pronta mi concedo un po’ di tempo per riprendermi, faccio un respiro profondo. 
Harry è di nuovo a casa, qualsiasi cosa abbia detto suo padre non era stata abbastanza per convincerlo ad andare via, e credo che a questo punto io possa dirlo, sono felice. 
Certo è un po’ strano essere vincolato a lui in questo modo, basta avvertire un secondo la sua mancanza, che il bisogno della sua presenza diventa maniacale, è come una dipendenza, ho rischiato di mangiarmelo in garage, ridacchio tra me e me, ma adoro la sensazione che provo quando lui è vicino, perdo ogni concezione del resto del mondo, e perdo persino me stesso, esiste solo lui.
Trovo Harry sul divano a guardare la TV e mi siedo accanto a lui, con il piatto con la pizza appoggiato sulle ginocchia, lui lo sposta sulle sue gambe e si mette al posto del piatto, con la schiena appoggiata sulle mie gambe. Inizio a divorare la pizza, mentre con la mano libera arrotolo i riccioli di Harry e ho gli occhi puntati sulla televisione senza nemmeno guardarla, perso tra i miei pensieri.
<< Harry.. >>
<< Si? >>
<< Siamo proprio una vera coppia, io e te, non è così? >>
<< Si, immagino di si..  >> dice lui, tracciando distrattamente con un dito il contorno del mio ginocchio, mi fa tremendamente il solletico, ma non importa, perché mi piace l’idea che lo stia facendo, che quando è sovrappensiero, mi sfiori.
<< E non ti sembra po’ strano? >>
<< Si, è strano, ma strano bello. >>
<< Già. >>
E poi crollo di nuovo nel silenzio, mettendo in bocca un altro pezzo di pizza, e rituffandomi nei miei assurdi pensieri.
<< Harry.. >>
<< Cosa c’è, ancora? >> dice, ingozzandosi del suo pezzo di pizza, per rispondermi.
<< Ieri, stavo pensando, ma come mai tu mi ami? Cosa ci trovi in me? >>
<< E’ una domanda un po’ strana da fare, non trovi? >>
<< Rispondi e basta. >> taglio corto.
<< Uhm, d’accordo.. Allora, non è facile farlo senza sembrare banale. >> Harry ha rivolto lo sguardo verso di me, come per cercare l’ispirazione. << Fin dal primo istante in cui ti ho incontrato, è cambiato tutto dentro di me. >>
<< Detta così sembra la nostra canzone.. >>
<< E ti vuoi stare zitto? Avevo detto che era difficile.. >>
<< Scusa, scusa, continua pure.. >>
<< Grazie, dicevo.. Hai mosso qualcosa dentro di me, e non ci è voluto molto per capire che ero completamente subordinato a te. Non solo ti ho trovato stupendo, tanto stupendo che non riuscivo a distogliere lo sguardo, da cercare disperatamente ogni scusa per sfiorarti o starti più vicino, non solo questo… Il modo in cui eri, era così simile a tutto quello che mi sarebbe piaciuto essere, per me eri così perfetto che ben presto sei diventato quasi un modello, e poi tutta mia ragione di vita. Il modo in cui mi facevi ridere e stare bene era completamente diverso da quello in cui mi fanno stare bene gli altri, sono arrivato ad un punto, sono in un punto in cui solo con te posso essere felice.
Mi sono reso conto di pensare a te più spesso di quanto pensassi a qualsiasi cosa, diciamo in continuazione, anche quando tu non c’eri, all’inizio pensavo solamente a tutte le cose belle di te, a come ti ammiravo, poi ho iniziato a pensarti con me, e mi piaceva, mi piaceva così tanto che ho capito subito di amarti, ma ho mentito, non a me stesso, ho mentito a te, perché ho sempre saputo cosa succedeva tra noi, ma ho sempre avuto il terrore che se tu l’avessi capito mi avresti allontanato, e senza di me tu saresti andato avanti, perché hai miei occhi non c’è niente che tu non puoi fare, ma io senza di te, senza di te sarei affondato.. Non ho mai amato qualcuno quanto amo te. >>
Silenzio, è l’unica cosa che meritano queste parole, perché ogni mia risposta sembrerebbe minuscola e insignificante, perché non ho mai sospettato che Harry mi amasse così tanto, perché non ho mai nemmeno saputo che si potesse amare una persona così tanto, e perché i miei sentimenti per quanto immensi sembrerebbero ridicoli difronte ai suoi. 
<< Sapevo che sarebbe sembrato stupido, ecco. >> lo sento sbuffare.
<< Non sembra affatto stupido, è solo che sembra così, così immenso. >>
<< E il concetto non è neanche vicino a quanto sia immenso in realtà. >>
<< Ma Harry tu, non puoi amarmi così tanto… >>
<< Nessun altro ti amerà mai quanto ti amo io Louis. >>
<< Ti amerò mai abbastanza? >>
<< Del tuo amore, per me è anche un briciolo è abbastanza. >>
<< Mi sento così insignificante. >>
<< Non farlo, perché non lo sei. >>
<< Ti amo. >>
<< Ti amo anche io. >>
<< Lo so.. >>
Mi allungo per far si che la mia bocca sfiori la sua, per trasmettergli, ma con delicatezza sta volta, tutto il mio amore.

 

p.s. Allora, salve a tutti(?) Lo so, il capitolo è corto, ma non uccidetemi, è solo che mi piaceva l’atmosfera che si è creata alla fine e non volevo interromperla continuando :D Ho cercato in tutti i modi che potevo di ricreare l’intensità dell’amore che si legge dagli occhi di Harry quando è con Louis, ma sembra così immenso che è praticamente impossibile esprimerlo a parole, quindi spero di essermi almeno avvicinata. Vorrei anche ringraziare tutti quelli che leggono, ma soprattutto quelli che recensiscono, perché mi aiutano a migliorare e soprattutto mi danno la voglia di continuare, quindi grazie a tutti. E fatemi sapere che ne avete pensato, è fondamentale.
xoxo!

 

                                                                                                                                                                                _Carrotscupcake_

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Capitolo 23
*** Oh cazzo, Zayn. ***


 

 

Mi sveglia un fastidioso raggio di sole che filtrando dalle tapparelle finisce dritto sui miei occhi, impreco nella mente e guardando l’orologio scopro che sono appena le sette, perfetto, io ed Harry ci siamo addormentati nemmeno un’ora fa, e io ho decisamente bisogno di dormire.
Non ci vuole molto a capire che non mi riaddormenterò, da quando ho Harry sempre attorno ogni volta che mi sveglio non riesco a riaddormentarmi, perché si impossessa dei miei pensieri esattamente come già si è impossessato del mio corpo e di tutto quello che possiedo, nonostante questo sono obbligato a rimanere fermo dove sono, perché nel piccolo spazio di una piazza e mezzo del suo letto, Harry, che quando dorme non sta fermo un minuto, ha trovato la posizione più comoda completamente addosso a me, e io non ho intenzione di svegliarlo, perciò chiudo gli occhi e mi concentro sulla sensazione di avere la sua pelle appiccicata alla mia, sensazione che ormai posso dire di conoscere piuttosto bene, ma non smette mai di cogliermi di sorpresa. 
Avrei voglia di toccarlo, accarezzargli la schiena o intrecciare le mani fra i suoi ricci, ma ho paura che così facendo lo sveglierei, e poi che cavolo, posso resistere almeno un’ora, una maledetta ora, senza vivere della sua vicinanza, o quando rincominceremo a lavorare saranno guai, quindi rimango fermo immobile, con i pugni serrati e cerco di distogliere il pensiero.
Sul serio, ma come diavolo fa Harry a non svegliarsi, mi si sta addormentando il sedere, e ho proprio bisogno di muovermi, e saranno passate due ore da quando mi sono svegliato, ma per quanto ne so potrebbe rimanere qui anche fino a mezzogiorno, ma non ho voglia di tollerarlo che mi sbuffa dietro tutta la giornata perché l’ho svegliato, sarebbe anche peggio di un sedere addormentato, quindi posso solo rimanere a fissarlo e pensare ‘Svegliati, svegliati’ magari funziona.
E infatti qualche secondo dopo, come per magia il mio fidanzato apre gli occhi color smeraldo catturando subito il mio sguardo.
<< Non mi piace quando le persone mi fissano mentre dormo.. >> piagnucola, sbadigliando.
<< Bhè, ma io non sono ‘le persone’, io sono io. >>
<< Il ragionamento fila, a pensarci. >> 
<< Ti vuoi alzare? >> sospiro spazientito, quando capisco che non ha assolutamente intenzione di muoversi e potrebbe rimanere steso addosso a me anche tutta la giornata, mentre io ho la disperata necessità di stiracchiarmi.
<< Mammamia, che gentilezza. >> dice Harry mettendosi a sedere, e lasciandomi finalmente la possibilità di alzarmi, sento i muscoli che protestano appena mi metto in piedi, avrei voglia di fare un balletto perché sono stato immobile davvero, davvero troppo tempo, ma non credo che mettermi a correre nudo per la stanza sarebbe una buona idea e comunque Harry cadrebbe dal letto dalle risate, anche se un po’ se lo meriterebbe.
<< Scusa, ma a furia di stare immobile mi faceva male il culo! >>
<< Sicuro che fosse questo il motivo e non qualcosa che è successo prima? >>
Certo che tra me e lui non riusciamo a mettere assieme un briciolo di finezza, forse è meglio cambiare argomento, prima che le cose degenerino nella perversione.
<< Forse dovremmo prendere in considerazione l’idea di comprare un letto matrimoniale. >>
<< Ma perché, a me piace stare stretti, e poi non è che ci dormiamo più di tanto qui dentro. >>
Ok, sta mattina il riccio si è svegliato dalla parte sbagliata del letto, anche se devo ammetterlo il suo sorrisetto furbo è terribilmente affascinante.
<< La vuoi smettere di fare il cretino? >>
Gli lancio un cuscino in faccia, trattenendo le risate, ma dalla sua espressione capisco che non ha nessuna intenzione di smettere di fare il cretino, quindi immagino che dovrò rassegnarmi, non che poi mi dispiaccia così tanto, in effetti, fare il grande e maturo che mette freno alle sue voglie non è che mi riesca tanto bene, diciamo che non mi riesce per niente bene.
<< Eddai, torna a letto. >>
Non me lo faccio ripetere due volte, e striscio sotto le coperte assieme a lui.
<< Quindi, oggi abbiamo la giornata tutta per noi. >> mi sussurra nell’orecchio, ma ovviamente non si aspetta una risposta, perché appena ha smesso di parlare ha già reso la mia bocca troppo impegnata.
Nonostante la mia mente sia completamente andata per l’effetto del suo bacio, cerco di recuperare una piccola parte del cervello perché c’è qualcosa, qualcosa di importante che mi rendo conto di aver dimenticato, mentre mi arrendo alla sua lingua che si insinua insistente fra le labbra che tenevo serrate, lotto con tutto me stesso per recuperare quel pensiero, potrei tentare di separarlo da me, ma sarebbe inutile, perché quando Harry si mette in testa una cosa, chi lo ferma più, e inoltre la mia forza di volontà nel tenerlo lontano è praticamente inesistente, le mani di Harry indugiano su di me, strappandomi un piccolo gemito, e a quel punto ho rinunciato a pensare a qualsiasi altra cosa che non sia lui, ma improvvisamente, ecco l’illuminazione.
<< Oh cazzo, Zayn! >> lo separo bruscamente da me.
<< Ma cosa..? >> Harry mi rivolge uno sguardo a metà tra il confuso e il disgustato, e in effetti giudicando la situazione dall’esterno, ho decisamente bisogno di dargli una spiegazione, e anche subito se non voglio che mi tiri un ceffone, o peggio un altro cazzotto, ci tengo al mio naso.
<< Dovevo chiamare Zayn, i ragazzi devono venire qui, oggi! >>
<< Cazzo Louis, potevi dirmelo prima! >>
<< Mi sono completamente dimenticato, dammi il telefono. >>
<< Adesso? >>
<< Per quanto ne so potrebbero essere qui anche tra cinque minuti. >>
<< Sei un disastro, torna in camera tua, meglio se non ti trovano qui. >>
Di malavoglia mi separo da lui, mi alzo, prendo il telefono e vado dritto di filato sul mio letto, sembra strano entrare nella mia stanza, che è stata praticamente disabitata per tanto tempo, il mio letto è perfettamente apposto, non lo uso da secoli, mi ci stendo sopra, tremando al contatto della mia pelle con il lenzuolo gelato, e poi chiamo Zayn.
<< Pronto? >>
<< Hei Zayn, sono Louis. >>
<< Oh, ciao. >>
<< Non essere troppo entusiasta di sentirmi, amico. >>
<< Senti Louis, cosa c’è? >>
<< Puoi venire oggi a casa nostra, gli altri ragazzi vengono. >>
<< Ho da fare. >>
<< Al Diavolo, vieni e basta. >>
<< Louis, se hai qualcosa da dirmi, qualsiasi cosa, puoi dirmela anche adesso, lo sai vero? >>
<< Ma io non ho niente da dirti.. >> bugia.
<< Sicuro? >>
<< Sicurissimo. >> altra bugia.
<< Bhè, allora non c’è bisogno che io venga. >>
<< Si, invece, c’è bisogno, eccome! Tu vieni, chiaro? >>
<< D’accordo, ci vediamo, che palle.. >>
Mi attacca il telefono in faccia, devo dire che più strani di lui sulla terra ce ne sono pochi, sicuramente io ed Harry siamo due di questi, insomma a pensarci bene ci hanno accoppiati una meraviglia a noi cinque, se appariamo un cervello tutti assieme è solo perché c’è Liam, anche se ultimamente anche lui l’abbiamo perso. 
Se devo essere sincero, non vedo l’ora di dirgli la verità, a quei tre stronzetti, forse sarà difficile, ma continuare a mentire in faccia ai miei migliori amici, con un sorriso falso, è ancora più difficile, mi da i nervi che io ed Harry ci siamo dovuti separare proprio perché sappiamo che stanno arrivando, la verità è che loro dovevano essere i primi a saperlo, dovevano saperlo da quando io Harry abbiamo iniziato ad avere dei dubbi sul nostro rapporto, ci avrebbero sicuramente aiutato, e adesso non ci troveremmo in questa situazione.
Sono costretto a lavarmi nel mio bagno, usare il mio spazzolino, fare la doccia da solo (spreco inutile di acqua!) perché potrebbero arrivare da un momento all’altro, ma quando finalmente sono pronto, scendo le scale di corsa e mi vado a fiondare sul divano, sapendo che Harry mi stava aspettando lì.
Il suo sorriso si fa raggiante appena mi siedo affianco a lui, quanto amo quel suo sguardo dedicato solo a me, è strano avere la certezza di essere così importante per la persona che conta di più al mondo per te, a dir la verità è strano avere la certezza di essere così importanti per chiunque, potrei rimanere a guardare quel sorriso perfetto per ore ore, potrei imbottigliare la sua felicità e nutrirmene per il resto della mia vita, e la luce nei suoi occhi quando scopre che il mio sguardo, come sempre, è su di lui, mi fa tremare il cuore e persino le mani, mentre le poggio delicatamente sulla sua spalla.
<< Allora dove eravamo rimasti? >> Harry si avvicina sempre di più a me, intrappolandomi tra il bracciolo del divano e il suo corpo.
<< Non possiamo adesso, i ragazzi potrebbero essere qui da un momento all’altro. >> 
<< Voglio un bacio dal mio ragazzo, e lo voglio adesso, non ti sembra che io ne abbia il diritto? >>
Devo ammetterlo, non mi viene davvero niente in mente che mi possa permettere di obbiettare, o forse non mi sto impegnando abbastanza, dato che anche io voglio quel bacio, e anche io lo voglio adesso.
<< Harry, solo un bacio, d’accordo? >>
<< Solo un bacio, promesso. >>
Già, solo un bacio, come se fosse facile, appena trovo le sue labbra con le mie succede sempre tutto così velocemente, che anche se potessi descriverlo dopo, sono sicuro che non ci riuscirei, mi infilo le mani in tasca, con la determinata intenzione di fare entrare a contatto con lui solo con le labbra, ma ovviamente Harry non ha alcuna intenzione di facilitarmi le cose, si fa sempre più vicino a me, che da un momento all’altro potrebbe buttarmi giù dal divano e poi sento le sue mani dappertutto, e quando le infila nei pantaloni so che devo fermarlo, subito. 
<< Harry, avevo detto solo un bacio. >>
Lo guardo storto mentre mi riallaccio la cintura, ma lui non la smette di sorridere, e non posso essere arrabbiato con lui mentre sorride in questo modo, e poi con le guance arrossate è così simile ad un bambino innocente, che quasi stento a credere che sia la stessa persona che mi aveva incatenato all’angolo del divano.
<< Era solo un bacio. >>
<< Hai davvero una strana concezione di bacio, dico sul serio. >>
<< Bhè, forse non era proprio solo un bacio, ma i ragazzi suoneranno il campanello prima di entrare… >>
<< Si, Harry, ma se tu fai così io ti salto addosso! >>
Scoppia a ridere, la sua risata ha un suono così meraviglioso, non lo so nemmeno io quanto lo amo.
<< Solo un bacio? >> gli lancio un’occhiata un po’ colpevole, e lo faccio indietreggiare per allontanarmi dal bracciolo del divano, non ci ricascherò di nuovo, lui dal suo canto si limita ad annuire come se gli avessi fatto la proposta più immacolata della terra, e allora io mi sporgo su di lui, prendo la sua testa tra le mani e gli do un veloce bacio delicato sulle labbra, separandomi subito da lui, ma lasciandogli impressa addosso la mia dolcezza.
<< Fallo di nuovo, per favore. >>
<< L’ultima volta. >>
Lo bacio di nuovo, sta volta più a lungo.
<< Ancora. >>
<< Oh, Harry... >> 
<< Ti amo. >>
<< D’accordo, ma questa è davvero l’ultima volta. >>
No, non era d’avvero l’ultima volta, perché quando suona il campanello, parecchie volte dopo, le nostre bocche sono ancora incollate, entrambi sussultiamo, e sento la voce di Harry tremare mentre urla.  << Le chiavi sono al solito posto, e noi siamo in salotto! >>
Gli rivolgo un sorrisetto triste, appena lui striscia un po’ più lontano da me, e poi veniamo invasi dai rumori dei nostri amici, le loro voci, infondo, ci danno un po’ di speranza, perché quando tutto questo sarà finito, finalmente potremmo averli di nuovo davvero vicini.
<< Buongggggggiorno gente. >> strilla Niall facendosi strada nel salotto e buttandosi a sedere tra me e Harry con la grazia pari a quelle di un rinoceronte, Harry ride, e io mi unisco a lui, dando una leggera spintarella al biondo.
<< Ci eri mancato, Irlandese. >>
<< Anche voi. >>
Niall ci avvolge le braccia intorno alle spalle, avvicinandosi a lui, penserei quasi che sia ubriaco se non sapessi che è così di suo.
<< Potrei vomitare.. >>
<< Liam! >> diciamo tutti e tre contemporaneamente, sentendo la sua voce.
<< Niall, ma che cazzo..? Ci siamo venuti assieme qua. >>
<< Salutare due volte no fa mai male. >>
<< Certo, certo, contento tu. >>
Liam si siede accanto a noi, seguito a ruota da Zayn, che però rimane in piedi davanti al divano.
<< Che ci fai ancora in piedi, imbecille. >> dico azzeccandomi a Niall per fargli un po’ di posto.
<< Inbecille lo dici a tua sorella. >>
<< Wow, Zayn, ma che ti prende? >> Liam come al solito è intervenuto per calmare le acque, e io lo lascio fare, non so cosa abbia passato Zayn, ma sinceramente il mio piano non era quello di litigare.
<< Vuoi sapere cosa mi prende? >> il ragazzo fa qualche passo indietro, per poco non inciampa sul tavolino, Niall non riesce a trattenere le risate e incambio ottiene uno sguardo brusco e colmo di tensione, da parte dell’altro.
<< Ecco. >> quasi urla Zayn, appena si è rimesso in piedi, e butta sopra il tavolino qualcosa, probabilmente con più violenza di quanto intendesse, dato che ha fatto un rumore di pazzi.
Ci spostiamo tutti a vedere cos’è e, oh cazzo, forse intendeva lanciarlo proprio con quella violenza, e adesso gli occhi sono tutti puntati su me ed Harry.

 

p.s. Muahahhahahaha, vi ho lasciati appesi, lol. Ok, sclero, vabbè insomma, adesso inizia la scuola, quindi perdonatemi se sarò in ritardo *faccia da angelo* Come al solito spero che il capitolo vi sia piaciuto, e come al solito RECENSITE, grazie. Bhè, adesso non ho niente altro da aggiungere, alla prossima, bellezze :D *vola via*

                                                                                                                                    _Carrotscucake_

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Capitolo 24
*** Non posso perderli. ***


 

Liam prende in mano quello squallido giornalino di gossip che prima Zayn aveva buttato sul tavolino con un sorriso di sufficienza, quasi sarcastico.
<< Oh, Zayn si stanno solo tenendo per mano, qual è il problema, davanti a noi hanno fatto molto peggio… >>
Niall ridacchia, e strappa dalle mani di Liam il giornalino, sopra c’è una foto di me ed Harry, fuori dal nostro garage, mano nella mano, a dire la verità, a parte le nostre dita intrecciate l’una dentro l’altra, non c’è davvero tanto di nuovo in quell’articolo, il solito titolo ‘Nella boyband è celato un segreto’, il solito sottotitolo ‘Bromance o Romance?’, sul serio questo giornalino non sarebbe buono neanche per essere usato come carta igienica, niente di tutto ciò che è scritto è minimamente attendibile, sinceramente non vedo perché Zayn si sia innervosito così tanto, anche se tremo al semplice pensiero che io ed Harry siamo praticamente sorvegliati, e al pensiero che noi ci stavamo davvero tenendo le mani, e un secondo prima ci stavamo baciando, e chiunque potrebbe averci visto.
Al contrario di quello che pensavamo tutti, Zayn non si tranquillizza, anzi si irrigidisce e rimane in silenzio.
<< Ok, ‘continua a pagina 28’.. Mmm…Vediamo un po’ qual è questo grande scoop! >> Niall sta sfogliando le pagine con leggerezza e non curanza, come se non fosse successo niente, per niente turbato dalla situazione critica, possibile che non riesce a sentire l’aria densa che si potrebbe tagliare con un coltello?
Improvvisamente, a quanto pare è arrivato a pagina 28 si zittisce e chiude di scatto il giornalino, questa situazione mi confonde parecchio, si può sapere cosa diavolo sta succedendo a tutti.
<< Bhè, questo giornalino dice solo cazzate, lascia perdere Zayn. >> sentenzia Niall.
<< No, aspetta, cosa c’era a pagina 28? >> Liam si allunga per guardare, ma è Harry a pendere il giornale in mano e ad aprirlo a quella fatidica pagina, mi sporgo sopra di Niall per guardare.
La foto risale a poco prima di quella in copertina, e rappresenta esattamente quello che temevo, due ragazzi, più dentro che fuori il nostro garage che si stanno baciando, stretti l’uno all’altro come fossero un'unica cosa. Non si può dire con certezza che siamo noi due, dato che la foto è mossa e le facce sono appiccicate, ma le due figure ci assomigliano, riesco a distinguere i ricci di Harry e le mie mani intrecciate tra quelli, in più i vestiti sono gli stessi di quelli della foto precedente, dove si vedevano chiaramente le nostre facce, e come se non bastasse quella che abbiamo alle spalle è definitivamente casa nostra, comunque a me non sono necessarie tutte queste prove per sapere con certezza che quei ragazzi siamo noi due. Maledizione, questo è tutto quello che la mia mente, tutt’altro che lucida in questo momento, riesce ad elaborare in non meno di due secondi.
<< E questo come lo spieghi? >> nonostante sia fredda e amara, sentire di nuovo la voce di Zayn è un sollievo, temevo si fosse congelato nella sua rabbia per sempre.
<< Avanti Zayn, potrebbero essere chiunque, non capisco come fai a credere a queste cose, se ci fosse qualcosa tra loro ce lo direbbero e basta, no? >>
No. O meglio, non è quello che abbiamo fatto, forse ci converrebbe fingere che siano davvero altre persone, rimandare la confessione, altrimenti sembreremo così incredibilmente bugiardi e colpevoli, forse dovremmo negare e nasconderci per sempre, e fare in modo che ci riesca un po’ meglio, forse dovremmo separarci e smettere di vivere la vita in funzione l’uno dell’altro, forse dovremmo semplicemente mentire, continuare a mentire per sempre, sarebbe forse meno doloroso?
<< No, Liam. Zayn ha ragione, quelli siamo noi. >>
Harry l’ha detto, distruggendo tutti i miei piani di menzogne in un secondo, un attimo fuggente ha cambiato la mia vita per sempre, ma come posso dargli torto, lui ha fatto la cosa giusta, quella che avremmo dovuto fare da sempre, quella che lui sta cercando di fare da sempre.
Potrei aggiungerlo alla lista delle cose che mi hanno fatto innamorare di lui, o dio potrebbe essere infinita, Harry non sa dire bugie, al contrario di me, e non ha nemmeno nessuna intenzione di provarci, le trova una cosa ripugnante e inutile, possibile che nessuno mai si accorga di quanto sia buono e puro quell’essere, eppure a me basta la perfezione di uno di quei sorrisi da bambino, per rendermene conto, tanto da aver paura solo di sfiorarlo, perché potrei ferirlo, perché potrei sporcarlo.
La razione dei miei amici ha perso ogni importanza per me mentre lo sto guardando, con gli occhi bassi e umiliati, le mani strette su quella pagina che ha immortalato il nostro amore, che lo ha profanato, svenduto e distrutto, con la consapevolezza di aver sbagliato tutto, di aver sbagliato a tacere, perché avrebbe dovuto, e avrebbe voluto, gridarlo al mondo quello che pensava, dal primo istante in cui mi ha visto, avrebbe messo a tacere tutti con la sua verità, ma non l’ha fatto, ha lasciato che tutto questo o logorasse, e lo distruggesse piano piano, e il pensiero più terribile è che l’ha fatto per colpa mia, per proteggere me, per tutelare le mie bugie, si è messo in vendita per me, si è macchiato per me, e forse, forse sta per perdere i suoi più grandi amici, sempre per me.
<< E’ solo che, pensavo che ci dicessimo tutto… >> frigna Niall, stringendosi su un angolino del divano e aggrottando le sopracciglia. 
<< Stavamo per dirvelo, vi avevamo chiamati qui proprio per questo, avevamo…Avevo bisogno di tempo, per capire, per accettare. >> replico io, cercando in qualche modo di difendermi.
<< Missà tanto di copione, tutto quello che ci avete detto è stato sempre frutto di un copione, tutte le parole che avete detto a chiunque sono state una stupida recita, pensavo fossimo amici, e invece sono solo amico di una stupida bugia… >> Zayn sembra sconvolto, lo sono un po’ tutti a dire la verità, e mi passa per la testa una cosa talmente paradossale che potrei scoppiare a ridere, se solo non avessi una opprimente voglia di piangere: nessuno dei tre ragazzi che sono davanti a noi ha fatto un minimo accenno al nostro orientamento sessuale, non sembra neanche che ci abbiano davvero fatto caso, loro sono arrabbiati con noi perché abbiamo mentito, perché non ci siamo fidati, se avessimo detto loro le cose come stavano dall’inizio probabilmente avrebbero passato la serata a prenderci in giro come niente fosse. La cosa peggiore è che non mi sono fidato di loro, quando sapevo che potevo farlo, la cosa peggiore è che non posso prendermela con loro se sono arrabbiati, perché è colpa mia, e non ho scusanti.
<< Ci dispiace. >> la voce di Harry è ancora sottile, e i suoi occhi ancora bassi, e so che non aggiungerà altro, perché sarebbe come giustificarsi, e lui non può giustificarsi quando sa di aver sbagliato.
<< Perché ce lo avete tenuto nascosto? Temevate che non avremmo capito? Oh, ragazzi, noi non vi giudicheremmo mai, in nessun modo, siete nostri amici… >>
<< Evidentemente il sentimento non è reciproco, magari semplicemente non volevano seccature, tanto cosa importava dirci una bugia ogni volta che gli chiedevamo anche semplicemente cosa stavano facendo, o perché non avevano risposto al telefono, se siete abituati a mentire su tutto, allora non so nemmeno chi siete.. >> 
<< Zayn, aspetta, Harry non c’entra, non metterlo in mezzo, è stata colpa mia, solo che… Solo che non riuscivo neanche a dire la verità a me stesso, sono stato io a stesso a giudicarmi, e avevo solo paura… >>
<< E se fosse anche questa una bugia? >> 
<< Avremmo potuto esservi vicini, aiutarvi a capire cosa provavate, e le cose sarebbero state più facili se avesse avuto qualcuno con cui condividerle… >> 
<< Piuttosto, da quanto va avanti questa storia? >> la voce arrabbiata di Zayn contrasta con il tono dolce di Liam. Mi aspettavo, o meglio speravo, che almeno qualcuno lo zittisse, che gli dicesse di non esagerare, che non era colpa mia, speravo che qualcuno mi avesse sottratto a questo interrogatorio, perché non ho voce per rispondere, non ci riesco.
<< Per me da sempre, per lui.. credo più o meno da quando siamo andati tutti assieme in campeggio. >> Harry risponde subito, forse per paura che io possa dire un’altra bugia, gli vorrei dire che anche per me va avanti da sempre, ma forse peggiorerei solo la situazione con gli altri, quindi è meglio che rimango in silenzio.
<< Aspetta. Stavi ancora con Eleanor, ci avevi detto di non averla tradita! >> Bene, adesso anche Liam ha rinunciato al suo tono dolce.
<< Oh, un’altra bugia, chissà perché questa cosa non mi sorprende. >> non ho mai visto Zayn così incazzato, davvero mai.
<< Io vi ho detto che non avevo un’altra, e poi quello era stato solo un bacio, e io non avevo ancora idea di che cosa significasse! >>
<< Mi chiedo come possa essere un bacio frainteso… >>
<< Tu non capisci com’è, innamorarsi del tuo migliore amico, e non capire quello che ti sta succedendo o quello che vuoi, e pensare di aver sbagliato tutto, e pensare di doverti nascondere, e avere paura di quello che gli altri penseranno di te, averla costantemente, perché ormai non sai nemmeno tu cosa pensi di te stesso, o quello che stai provando. >>
<< Già, non lo so, perché tu non ti sei degnato di dirmelo. >>
<< Zayn, tutti possono sbagliare, avevano deciso di dircelo, forse stiamo solo esagerando.. >> sospira Liam.
<< LORO hanno detto che avevano deciso di dircelo, ma io non posso sapere se è vero, vorrei potermi fidare, ma non posso. >> 
A questo punto mi rendo conto di quanto noi cinque siamo importanti l’uno per l’altro, ho pensato solo a me stesso fino ad adesso, come un egoista, ma Zayn quasi trattiene le lacrime, sta male, si sente come se abbia perso le sue certezze su di noi, quasi come se la nostra amicizia fosse davvero tutta una finzione, fosse davvero tutta per le telecamere, è stato così difficile imparare a conoscerci e a fidarci l’uno dell’altro, e a capire che non eravamo una forzatura, non eravamo una bugia, e in cosi poco tempo abbiamo distrutto tutto, ho paura che niente possa più essere come prima.
<< Cosa posso fare per dimostrarti che puoi fidarti? Potrei fare qualunque cosa, in questo istante. >> prometto, alzandomi in piedi per poi trovarmi faccia a faccia con il mio amico, gli stringo le spalle con le mani, affinché non possa sottrarsi al mio sguardo.
<< Non credo che ci sia qualcosa. >>
<< Ti prego… >>
<< Lasciami solo andare a casa. >>
Ero deciso a non mollarlo finché non avessi risolto le cose, ma in questo momento non riuscirò a risolvere le cose, forse non ci riuscirò mai, e il suo sguardo è triste ed esausto, quasi non potesse reggere il mio per un altro secondo in più, non senza provare dolore, mi avvicino al suo viso quasi rimanendo attaccato, e gli sussurro piano in modo che solo io e lui possiamo sentirlo.
<< Ti voglio bene, sempre. >>
Poi lo lascio andare, e lui scappa via prima che possa leggere nei suoi occhi la sua reazione. Niall, che fino a quel momento era stato seduto in silenzio, scatta in piedi appena vede che Zayn ha fatto un passo.
<< Aspetta, ti accompagno a casa. >> gli corre dietro, lanciandoci uno sguardo triste, ma senza fermarsi neanche un secondo, per paura che lui possa andare via e sparire, e so che Niall non può permetterlo.
Il rumore della porta che sbatte fa sussultare Harry, che come un bambino svegliato da un brutto sogno, si abbandona ad un pianto singhiozzante e rumoroso, non riesco a vederlo così, scivolo a canto a lui sul divano e gli bacio una guancia, e poi l’altra, e poi le labbra, prendendo la sua testa fra le mani, cullandolo leggermente e invadendolo del mio respiro. Rimango così, con le mie labbra appoggiate alle sue, finché non sento i singhiozzi calmarsi, il respiro regolarizzarsi, a quel punto posso rivolgermi a Liam che era rimasto a guardarci aspettando pazientemente, non senza però prima assicurarmi che le mani di Harry siano ancorate tra le mie.
<< Avete sbagliato. >> mi dice Liam, con uno sguardo triste.
<< Per favore, non credi che lui stia già soffrendo abbastanza. >>
<< Avete sbagliato, ma posso cercare di capire quanto sia stata dura, posso cercare di dimenticare quelle bugie, e così faranno anche gli altri. >>
<< Ma non abbiamo la certezza che ci riusciranno, che ci riuscirete. >> dico e Harry ricomincia a piangere, questa volta lentamente e in silenzio, forse quasi non me ne sarei accorto se non l’avessi così vicino da percepire la sua tristezza, gli stringo le mani ancora più forte.
<< Si risolverà tutto, ve lo prometto. >> Dice Liam, non so quanto lo pensi davvero, ma lo apprezzo tanto, e mi fa stare meglio.
<< Grazie. >>
<< Vi vogliamo davvero bene ragazzi, ve ne vogliamo tanto, tutti e tre. >>
<< Anche noi. >> risponde Harry, con voce strozzata.
Liam annuisce in segno d’assenso, ma non aggiunge altro .
<< Ci vediamo domani, buona notte. >>   
E poi ci lascia soli, a riflettere di tutto quello che è successo, in questo pomeriggio che sembrava interminabile e nello stesso momento passato in un secondo, in questo pomeriggio in cui per la prima volta in vita mia, ho davvero temuto di perdere i miei migliori amici, e adesso non so cosa pensare, perché non posso perderli, eppure li sento così distanti.
Penso che anche Harry stia pensando le stesse cose, ho paura che stia pensando, che stia capendo, che tutto questo è colpa mia, ho paura che mi odi. Non ho il coraggio di chiederglielo, e lui non ha il coraggio di parlare, però si stringe a me, attaccando il suo petto al mio talmente forte che potrei giurare di sentire il suo cuore battere, mi spinge un po’, delicatamente, fino a farmi trovare steso sul divano, e lui rannicchiato accanto a me, tremante di freddo e di tristezza.
I nostri volti sono vicini, fino a toccarsi, fino a sentire che le sue lacrime bagnano anche le mie guance, o forse ho iniziato a piangere anche io, non sono capace di dirlo. I suoi occhi sono sbarrati, e così rossi che sembrano anche più verdi, soprannaturali, non smette di guardarmi, di scrutarmi, facendo fermare il mio respiro, e stacca una mano dalla mia, e inizia a tracciare i contorni del mio volto, premendo sulle sopracciglia, sul naso, sugli zigomi, con una precisione puntigliosa.
So bene che lo sta facendo perché non vuole pensare, così lo lascio fare, e chiudo gli occhi.
<< No, riaprili, voglio guardarli, ti prego. >>
Così, senza parlare, ubbidisco, lottando contro il sonno per provare a renderlo felice.

 

P.S. Lo so, non aggiorno da seeeeecoli...Ma vi avevo avvisato! Comunque, spero che intanto non vi siate dimenticati di me, e che leggerete in tanti. Vi voglio pregare, se leggete, di recensire (e ringrazio tutti quelli che l'hanno fatto e continuano a farlo sempre) anche una piccola recensione, o una recensione negativa, sono fondamentali per me me per capira cosa sbaglio e migliorare, quindi, vi prego.. Comunque, passando ai miei amati Larry, sono convinta che nella realtà, gli altri tre sappiano tutto (ne è testimonianza il nostro amato, capitano delle Larry Shippers, Niall)! E poi...Avete visto i Teen Awards?? A parte che i ragazzi hanno spaccato vincendo tutto come al solito (proud) ma avete visto come Louis era cronicalmente, paranoicamente geloso di Grimshaw?? HAHAHAHAHAHAHA Lo amo. Vabbè, ho parlato fin troppo, evaporo adesso, spero che vi siate godute il capitolo!! Alla prossima xx

                                                                                                                                    _Carrotscucake
_

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Capitolo 25
*** Non mi piace quando ti arrabbi. ***


Ok.
Scusate se rompo, ma prima di cominciare vorrei dire due parole. 
Innanzi tutto, mi dispiace di essermi fermata per così tanto tempo, come forse saprete avevo intenzione di mollare, ma alcune di voi mi hanno convinta a continuare a scrivere, anche se mi sarei presa una pausa.
E così ho fatto, e adesso credo di essere pronta a ricominciare, anche se non manca molto alla fine!!
Vorrei innanzitutto ringraziare quelle che mi hanno dato l'incoraggiamento a ricominciare (chi l'ha fatto lo saprà!!) e poi dirvi che adesso, ancora più di prima, è fondamentale che TUTTi quelli che leggono lascino una recensione, anche piccola, anche negativa, per sapere che ci siete ancora, e per continuare.
E' stato un periodaccio per me, quindi spero di essere giustificata (anche se in realtà non lo sono!!) sono avanti con i capitoli, quindi mi impegno a postare i capitoli una volta alla settimana (quindi ogni giovedì) sempre se avrò ricevuto un numero decente di recensioni, e che non mi abbiate mollata tutti.
Spero che il capitolo vi piaccia e che ne sia valsa la pena di aspettare.
Buona lettura. 

                                                                                                                 _Carrotscupcake_

 

Mi sveglia un odore dolciastro nelle narici, è l’odore più buono che abbia mai sentito, sul serio.
Ma chi diavolo si è messo a cucinare dopo la situazione di ieri? Pensavo che avrei trovato Harry accanto a me sul divano con gli occhi rossi e pieni di lacrime, e invece lui non c’è, e al suo posto c’è una calda copertina leggera.
Stropicciando gli occhi alla luce mi alzo, rabbrividendo al contatto dei miei piedi sul pavimento gelato, poi cammino scalzo fino alla cucina, guidato da quel bel profumino.
<< Hey Harry, ma cosa cavolo..? >>
Harry lascia i fornelli per rivolgermi un sorriso triste, poi si avvicina per baciarmi, cogliendomi di sorpresa.
<< Non riuscivo a dormire sta notte. >> spiega in fine, passandomi una mano tra i capelli per sistemarli. << Così dopo averti guardato, fino a che non avevo la tua immagine impressa anche all’interno delle palpebre chiuse, ho deciso di preparare qualcosa di buono, dicono che un buongiorno si vede dal mattino. >>
<< Non dovevi stancarti, oggi dobbiamo lavorare. >> gli rivolgo uno sguardo preoccupato, ma lui abbassa il suo.
E’ la prima volta che ha l’evidente intenzione di nascondermi quello che prova, anche se ovviamente non ci riesce. Credo che il pensiero di poter perdere i ragazzi, e con loro tutto quello che abbiamo costruito assieme, lo distrugga a tal punto che abbia bisogno di fingere, anche con se stesso, di essere sicuro che andrà tutto bene.
Non sono convinto di quanto questa cosa sia giusta, ma sembra che potrebbe farci stare meglio, e poi io sono bravo a mentire.
<< Bene, allora mangiamo. Vediamo cosa hai combinato.. >>
<< Guarda che ho fatto delle ciambelle, ci ho messo tutta la notte, e vedi di far finta che ti piacciano, d’accordo? >>
<< Mi piaceranno sicuro. >>
Mi viene da sorridere, ho i miei dubbi che mi piaceranno sul serio, e mi siedo al tavolo, che Harry ha apparecchiato con cura, cercando di mantenere come più grande preoccupazione quella di cosa mi toccherà mangiare per colazione.
Quando Harry porta a tavola le ciambelle devo ammettere che l’aspetto sembra proprio quello giusto, sembrano uscite dalla casetta della strega di Hansel e Gretel, per quanto ne so potrebbero essere avvelenate.
Allungo la mano con un riluttanza e porto la ciambella alla bocca, so bene che qualsiasi sapore abbiano queste ciambelle mi mostrerò interamente soddisfatto, dopo tutto il tempo e l’impegno che ci ha messo Harry.
Dopo averne addentata una scopro che sono davvero buonissime, e da un morso timoroso passo a trangugiare praticamente una ciambella intera in un morso solo, inizio a sospettare che le abbia comprate dal fornaio di fronte.
<< Amore, amore, aspetta, mangia più piano, e lasciamene una! >> ridacchia Harry, piuttosto soddisfatto di se, dopo essersi accorto che ne ho mangiate già tre nel giro di sei secondi.
<< Ma sono buonissime, cavolo. >>
<< Beh, ne sono felice, ma questo non ti autorizza di divorarle con la stessa grazia di un maiale impazzito. >>
Dicendo questo prende una ciambella, per portarsela lentamente alla bocca. Le da un piccolissimo morso, e poi inizia a masticare con una lentezza esasperante, senza nascondere un leggero sorriso beffardo.
Appena ha finito pensa bene di leccarsi anche le labbra, tenendo i suoi brillanti occhi verdi su di me.
Come cazzo fa quel ragazzo ad essere eccitante persino quando mangia? Oh santo cielo, mi farà impazzire. E poi, è troppo bello per me, io odio essere guardato mentre mangio, soprattutto se è la perfezione del ragazzo che amo che mi guarda, e che, non si sa per quale sconosciuta ragione, non ha ancora smesso di ricambiare il mio amore. No è assurdo, e adesso sa anche cucinare, devo tenermelo relegato in casa, o altrimenti sarò geloso di ogni essere che gli si avvicina.
<< Dove hai imparato a farle così buone? >> faccio comunque finta di non essere stato per niente toccato dalla sua provocazione.
<< Non ne ho idea. >> fa le spallucce. << Ho improvvisato, sembra sia un talento naturale. Forse quando tutta questa situazione sarà finita, potrei cercare di imparare sul serio, così almeno non avremmo bisogno di andare sempre dal cinese. >>
Harry scuote la testa, e a quel punto io capisco che ha raggiunto il suo massimo di sopportazione, quindi rinuncio alla quarta ciambella per andargli vicino, appena mi avvicino lui abbassa di nuovo la testa, passandosi una mano tra i ricci.
Gli alzo il mento per guardarlo negli occhi.
<< Lo so che sei preoccupato, ma ce la caveremo. >>
<< Lo so, ma… >>
<< Niente ma, adesso ti dico come andrà. Noi due ci andremo a preparare, arriveremo in sala registrazione, e poi dopo, qualsiasi cosa succederà l’affronteremo assieme, e troveremo un modo per superarla. >>
<< Ti amo. >> mi prende per mano, incrociando le dita tra le mie, ogni volta che mi dice che mi ama, mi lascia sempre incredulo come la prima volta, spiazzato, incredibilmente riconoscente per averlo incontrato, per avere un amore come il suo.
<< Ti amo anche io. >>
Io e Harry scendiamo dalla macchina, so benissimo che ci saranno fotografi ovunque, ma non mi importa più niente ormai, gli prendo la mano e camminiamo assieme fino alla sala registrazione, quando entriamo la troviamo che è tutta un subbuglio.
Liam mi viene incontro con un aria preoccupata, e io stringo ancora di più la mano di Harry.
<< Ragazzi, per fortuna siete qui. Niall e Zayn non ho la più pallida idea di dove siano, ma siete in ritardo, volevano che incominciassi a registrare, ma da solo è inutile. >>
<< C’era traffico. >>
Spiego io rabbrividendo, insomma io, ed Harry per colpa mia, eravamo sempre stati i ritardatari del gruppo, e non si era mai creata questa confusione all’interno della sala, anzi in sala registrazione è uno dei pochi ambienti in cui non si crea mai tensione, anche se dobbiamo lavorare.
Siamo sempre molto rilassati ed eccitati, sono quei momenti in cui ci rendiamo conto di quanto funzioniamo bene assieme, e non solo come gruppo, abbiamo un’intesa nel nostro lavoro, che deriva dal semplice fatto che siamo amici, ma adesso questo clima giocoso sembra essersi dissolto.
Ho il terrore che l’unico motivo di tutto ciò sia proprio che la nostra amicizia si sia dissolta.
Liam chiede, ostentando una tranquillità che non so proprio di da dove gli esca in questo momento, di darci un altro po’ di tempo, perché i ragazzi staranno sicuramente per arrivare.
Nessuno lo pensa sul serio.
Io ed Harry, senza scollarci le mani, ci accoccoliamo su un divanetto, appena seduti ci accorgiamo che Liam si avvicina indugiando a noi, mi azzecco a Harry e gli faccio spazio sul divano.
Appena in si siede sul divano io gli avvolgo un braccio sulle spalle, senza dire una parola, lui si appiccica a me e rimaniamo in silenzio ad aspettare.
Così, tutti vicini, con la tensione che si può quasi respirare nell’aria, aspettiamo, e sembra quasi di essere tornati a quando, ai tempi di xfactor, trovavamo conforto della nostra vicinanza, aspettando il parere dei giudici. Solo che adesso, al nostro fianco abbiamo due grossi enormi buchi neri di paura, al posto dei nostri compagni di avventura, e questo non lascia spazio a nessuna speranza.
Mezz’ora dopo il silenzio tombale viene bruscamente interrotto, facendoci sussultare tutti, dalla suoneria del cellulare di Liam, lui si affretta a rispondere sperando in qualche buona notizia.
<< E’ Niall. >> sentenzia lui, poco dopo, facendomi scattare la testa e aguzzare le orecchie.
<< Metti in viva voce. >> dico, e lui ubbidisce, nonostante sia affannato e singhiozzante sentire il respiro del mio amico attraverso il telefono mi fa sentire meglio, almeno lo sento un po’ più vicino, e so che non si è ancora rifiutato di parlare con me.
<< Zayn è sparito. >>
Merda, questo non è per niente rassicurante.
<< Cosa? >> sento la voce di Harry forte dentro le orecchie, mentre e tremula dal panico, e io stesso sono completamente ammutolito e terrorizzato, e avrei voglia di scomparire all’istante da tutto ciò che mi circonda.
<< Aspetta, calmati, in che senso è sparito? >> Liam è l’unico a mantenere la calma, lo so che in realtà dentro di se è spaventato almeno quanto noi, ma non è capace di arrendersi così facilmente, sta lottando per se stesso e per la sua carriera, ma lo sta facendo anche per noi, non è disposto a lasciarci sparire dalla sua vita, non dopo quello che abbiamo passato insieme, certe volte vorrei davvero essere forte come lui, è davvero il più forte tra tutti noi, nessuno lo nota mai, ma io l’ho capito fin dal primo istante in cui l’ho visto, ed ecco perché all’inizio mi spaventava un po’ l’idea di lavorare con lui.
<< Beh, ieri sera era sconvolto, ma io mi sono fatto promettere che sarebbe venuto a registrare oggi. Solo che alla fine mi sono preoccupato e sono rimasto a dormire da lui, pensavo che in questo modo non avrebbe potuto cambiare idea! >>
<< Ma..? >> chiede Liam, quasi trattenendo il respiro.
<< Sta mattina mi sono svegliato e niente! E’ andato via, senza lasciare nemmeno un biglietto.. >>
<< E’ andato via da casa sua? >>
<< Esatto! >> esclama Niall, mi sembra di sentirlo piangere.
<< Ok, tu dove sei adesso? >>
<< L’ho cercato un po’ in giro, ma non l’ho trovato, così sono tornato a casa sua, le chiavi erano sotto lo zerbino come sempre, e sono entrato, ma lui non c’è! >>
<< Ok, non ti muovere, stiamo arrivando lì.. >> Liam attacca frettolosamente il telefono.
<< Cosa? Non ce ne possiamo andare così, dobbiamo registrare, ci stanno aspettando e… >>
<< Louis, ascolta, in questo momento ci dobbiamo dimenticare del lavoro. >>
<< Se andiamo via adesso capiranno che c’è qualcosa che non va, abbiamo un contratto! >>
<< Per favore, al diavolo il contratto! >>
<< Non voglio mandare tutto all’aria! >>
<< Se ci tenessi a Zayn almeno un po’… >>
<< ‘Fanculo Liam, continuate a rinfacciarci una cosa che per noi è stata sicuramente molto più difficile che per voi! >>
<< Non ti sto rinfacciando niente, sei tu che metti il lavoro prima delle tue amicizie. >>
<< Abbiamo delle responsabilità. >>
Harry, che fino ad ora è stato in silenzio geme nel mio orecchio per richiamare la mia attenzione, sposto subito il mio sguardo su di lui in attesa che parli.
<< Amore, andiamo, ti prego. >>
<< D’accordo >> sospiro, alzandomi << avete ragione. >>
<<  Lo troveremo e torneremo subito qui, il massimo che ci succederà sarà avere una sonora cazziata, ma non ci facciamo sentire mentre usciamo.. >>
<< Non volevo arrabbiami con te, mi dispiace >>
<< E’ tutto a posto, amico. >> dice Liam, facendo le spallucce.
Prendiamo la mia macchina, ma guida Liam, mentre io e Harry ci infiliamo nei posti posteriori per stare vicini, anche se entrambi fremiamo di ansia e lo esortiamo senza dargli tregua per farlo accelerare, e lui continua ad ignorarci e a fare la sua strada.
Nonostante la guida tranquilla di Liam, arriviamo subito a casa di Zayn, anche perché a quest’ora non c’è nessuno per strada, Niall è lì fuori da aspettarci, camminando avanti e indietro come un forsennato, con gli occhi azzurri venati di rosso, segno che non mi sbagliavo sentendo la sua voce al telefono: ha davvero pianto. Ci precipitiamo da lui.
<< E adesso che facciamo? >> chiedo io, guardandomi intorno, come nella speranza di vedere Zayn e il suo sorriso spuntare da un momento all’altro da dietro l’angolo, a dirci che è tutto uno scherzo.
<< Cosa cazzo possiamo fare secondo te? Lo cerchiamo, è sparito, e quindi dobbiamo cercarlo. >> Niall si asciuga una lacrima, rivolgendomi uno sguardo feroce, credo che tra tutti noi, quello a cui faccia più male l’assenza di Zayn sia proprio lui, non può stare più di un’ora senza iniziare a battibeccare con lui.
<< Niall, lo so che ti manca, manca anche a me, ma non prendertela con me. >>
<< Merda, Louis! Io non voglio prendermela con voi, ma è colpa vostra! >>
<< Abbiamo già detto che ci dispiace. >> interviene debolmente Harry.
<< Ma dire che ti dispiace non riporterà qui Zayn.. >>
<< Oh santo cielo, Niall! E’ sparito per un’oretta, non è morto, non l’abbiamo ucciso, non ci trattate come degli assassini. >>
<< Assassini no, bugiardi sì. >>
<< Avete detto che se noi ve lo avessimo detto prima non ci avreste giudicati, ma questa è solo una cazzo di fottutissima scusa! Se non giudicaste, allora avreste capito, ma la verità è che il vero problema è che io e Harry ci amiamo e a voi da fastidio, non è così? >>
<< No, Louis, non dire cosi. >> Harry mi afferra per un braccio, per fermare il mio impeto, ma adesso sono così arrabbiato che mi stacco da lui con violenza, non ne posso più di queste stupide recriminazioni, e nemmeno i singhiozzi sommessi del mio ragazzo possono distrarmi da questa discussione.
<< Oh, sta zitto Harry! >> anche se mi sento un po’ in colpa appena lo dico.
<< Tu non capisci com’è venire a sapere una cosa così importante di due persone che credi tue amiche da un giornaletto di quattro soldi, ci siamo sentiti degli idioti, tagliati fuori dalla vostra vita! >>
<<  Vi avevamo chiamati appositamente per dirvelo! >>
<< Ma io non posso sapere se è vero… >>
<< Potreste fidarvi, diamine. >>
<< Oh cazzo tutti quanti, basta! Non ne posso più di queste discussioni inutili, Zayn è appena sparito vogliamo cercare di trovarlo e smetterla di accusarci, mi sono rotto. >>
Io, Harry e Niall guardiamo Liam ammutoliti, se non fosse una situazione così tragica scoppieremmo tutti a ridere, Liam non alza mai la voce, e sentirlo urlare è stranissimo, e tantomeno arrabbiarsi o dire parolacce, si vede proprio che lo abbiamo esasperato, e in secondo ci rendiamo conto di quanto è stupida questa discussione, quando tutti noi non desideriamo altro che poterci riabbracciare e lasciarci tutto alle spalle, e forse non lo stiamo facendo solo per una questione di orgoglio.
<< Già. >> grugnisco io, abbassando la testa imbarazzato.
<< Hai ragione. >> mi fa eco Niall.
<< Scusaci. >> conclude Harry, tirando su con il naso.
<< Bene. >> esordisce Liam, con un  mezzo sorriso soddisfatto. << Adesso che ho ottenuto la vostra attenzione, ho un piano. >>
<< Adesso ci proporrà di dividerci. >> sibila Niall, sarcastico.
<< Aspetta, come hai fatto a capirlo? >> Liam alza la testa un po’ infastidito.
<< E’ che siamo amici, ti conosciamo. >> risponde Harry, guadagnandosi un sorrisino di Niall, sorrisini che sembrano così rari in questo momento, e infatti lui si sforza subito di nasconderlo, voltando lo sguardo, anche se ce ne siamo accorti tutti.
<< Scusate se distruggo il momento, ma abbiamo fretta, tornando al piano? >>
<< Louis ha ragione, il tempo stringe. Ci divideremo e guarderemo in tutti posti dove Zayn va di solito e anche un po’ in giro per Londra, credo che in questo modo attireremo un po’ l’attenzione, ma è inevitabile… Mentre lo cerchiamo possiamo tempestarlo di chiamate e messaggi, e ci rivediamo tutti qui appena lo abbiamo ritrovato. >>
<< Nel.. Nel caso non dovessimo ritrovarlo? >> chiede timidamente Harry.
<< Lo ritroveremo. >> taglia corto Niall.
<< No, Harry ha ragione, dobbiamo essere pronti a tutto. >> dico io, anche un po’ per farmi perdonare di averlo messo a tacere, prima.
<< Se non lo ritroviamo ci vediamo comunque qui tra due ore. >>
<< D’accordo, io vado. >> Niall si precipita via.
Liam indugia rimanendoci a guardare, ha capito che né io né Harry siamo tanto entusiasti all’idea di separarci, ma comunque è una cosa che dobbiamo fare, e la faremo, perché entrambi teniamo ai nostri amici, forse anche più che alla nostra vita.
<< Avviati, cinque minuti e partiamo anche noi, lo troveremo. >> dico io.
Liam annuisce e va via in silenzio, lasciandomi solo con Harry.
<< Non avrei dovuto trattarti male prima. >> gli dico.
<< Non mi piace quando ti arrabbi. >> risponde lui.
<< Lo so, è che non ci riesco, mi sento… >>
Ma il mio riccio mi tappa la bocca con un bacio improvviso e appassionato, anche se sono consapevole che quello è il momento meno opportuno gli sto dietro esplorando ogni singolo angolo della sua bocca, non riuscirò mai a essere sazio di quei baci, di cui troppo a lungo ci siamo privati.
Gli poso le mani sui fianchi e sorrido, perché infondo mi rendo conto che questa è la prima volta che lo bacio in mezzo alla strada, e non me ne frega niente, perché lo amo, lo amo da impazzire, ed è la cosa più bella che sia mai entrata a far parte della mia misera vita, e ne sono così fiero che lo urlerei al mondo, perché proprio lui ha deciso di amarmi e non ce niente altro che potrei chiedere, avendo questo, avendo il suo amore, ho già tutto.
Lo sento muoversi ancora più vicino, sento le sue mani fra i miei capelli e il suo mordicchiare leggero sulle mie labbra, e lo so, che come me, anche lui sta sorridendo, come me anche lui non si staccherebbe mai, perché solo questo momento è degno di occupare la nostra intera vita, può durare in eterno, e la passione che ci unisce non potrebbe mai spegnersi o essere soffocata, e non ha bisogno di nient’altro che di me e di lui, per alimentarsi senza fine.
Le sue mani si spostano dai miei capelli alle guance, le accarezza con cura e dolcezza, assecondandone le curve con le dita, e poi dalle guance al collo, facendomi fremere dalla spina dorsale fino alla punta dei piedi, spingendomi ad aumentare l’intensità del bacio e sollevargli leggermente la maglietta con le mani, ancora ancorate sui suoi fianchi.
Pochi secondi ancora e dovrò lasciarlo, mi concentro sul sapore delle sue labbra, e trattengo il respiro, ogni volta che lo bacio sono timoroso e innamorato come se fosse la prima volta, e eccitato e vorace come se fosse l’ultima, e staccarsi è la cosa più difficile che mi sia mai capitato di fare.
Quando ci riesco finalmente, mi prendo ancora un po’ di tempo per rimanere a guardarlo negli occhi, poi intreccio le miei mani nelle sue.
<< Ti amo, ti amo, ti amo. >> gli dico intervallando ogni frase con un bacio a stampo. << E non mi pentirò mai di nessuna cosa che abbiamo fatto assieme. >>
<< Ti amo anche io. >>
<< E adesso dobbiamo dividerci. >>
<< Troveremo Zayn. >>
<< Lo so. >>
E detto questo vado via, prima che il mio sguardo innamorato possa consumare la sua effimera bellezza.

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Capitolo 26
*** Niente ***


 

Come promesso, ecco il capitolo, ed è giovedì :) Sono stata diligente?? Lo so il capitolo è corto, ma volevo fare come quelle serie tv cazzimmose che lasciano appesi nel momento della svolta... Quiiiiiiindi, se siete curiosi (ma magari anche se non lo siete, loool) lasciatemi un recensione, e se ci sarà un numero di recensioni decenti


<< Niente. >>
Sospira Niall, che è l’ultimo arrivato dopo le due ore di ricerca, nessuno di noi è riuscito a trovare Zayn, nessuna chiamata ha ottenuto una risposta, lui è ancora disperso, e noi siamo senza speranza.
Arrabbiato e frustrato, sferro un calcio nell’erba fresca, staccandone una piccola zolla, e sento le lacrime pungenti fare capolino tra i miei occhi, ma per una volta non me ne curo, anzi è l’ultimo dei miei problemi in questa situazione.
<< Oh merda, mi dispiace. >> sbotto.
Sento Harry che mi poggia una mano sulla spalla, arrivando al mio fianco e scrutandomi il viso, lo sento sospirare e toccarmi le guance, con una smorfia di dolore.
<< Amore, non piangere. >>
<< Troveremo un modo, Louis.. >> Niall si avvicina a me, e riesco a vedere nel suo viso stanco e affranto l’ombra di un minuscolo e vuoto sorriso, e so bene ha dovuto lottare contro il dolore che lo sta tormentando per rivolgermelo.
<< Io non volevo creare tutto questo casino. >>
<>
Niall scavalca Harry per venirmi completamente addosso in un abbraccio quasi violento, mi stringe tanto forte da mancarmi il respiro, e io sollevato, anche se sorpreso, da quell’improvvisa manifestazione d’affetto, lo stringo, se è possibile ancora più forte di quanto abbia fatto lui, per non lasciarlo andare via, anche se ne avesse voglia.
In poco tempo avverto l’umidità delle sue lacrime sulla mia spalla, e quasi come siano state svegliate dalle sue, anche le mie iniziano a fiottare impazzite fuori dai miei occhi, quasi accecandomi, ma nonostante questo continuo a stringermi al mio amico, non notando nemmeno che quest’abbraccio a fatto calare intorno a noi il silenzio.
Stavo impazzendo all’idea che Niall fosse arrabbiato con me, non riesco nemmeno a pensare ad una cosa del genere, lui non è mai arrabbiato con me, nel gruppo è sempre quello che mi difende e mi da manforte, ride alle cose che dico, anche se non sono per niente divertenti, mi rendo conto solo adesso di dare per scontata la sua presenza nella mia vita, mi è sempre affianco, e io non ricordo mai di ringraziarlo, quasi come se il suo affetto mi fosse dovuto, e dimentico che potrebbe voltarmi le spalle da un momento all’altro se solo volesse, e allora cosa farei?
Mi da un forte scossone per avvicinarmi ancora di più, e poi mi lascia libero, regalandomi un altro prezioso sorriso.
<< Non avrei dovuto far gravare tutto questo su di te. >> ammette poi, facendo le spallucce.
<< Ma è davvero colpa mia! >> ruggisco, ma sta volta solamente contro me stesso, strisciandomi con violenza le mani sulla faccia, per asciugarmi le lacrime.
<< Innanzitutto, smettila di rigirare tutte le nostre decisioni su di te, Louis. Anche io ho la mia responsabilità, lo sai che odio contraddirti, ma se avessi davvero voluto dire subito tutto ai ragazzi avrei almeno provato a convincerti. >> Harry fa un passo avanti verso di noi, intromettendosi nella discussione, non voglio che lo faccia, non voglio che si prenda la colpa e soffra come sto soffrendo io.
<< Non dire sciocchezze, tu non centri niente, sono io che ho preso le decisioni, è colpa mia. >> ribatto, con un tono irremovibile.
<< Oh, ti prego, smettila. Lo sai che sono dentro in tutta questa situazione almeno quanto te, e devi smetterla di cercare di proteggermi, perché è inevitabile che io soffra e devi sapere che io sono pronto ad affrontarlo. >>
Non sento neanche un tremolio nella sua voce, neanche un segno del suo dolore, o un’incrinatura, un’indecisione, nemmeno un singhiozzo, è così strano che io abbia pensato di voler difendere Harry da tutto ciò che c’è all’esterno e potrebbe farlo soffrire, è strano pensare adesso che mi ero riproposto di fargli scudo dai dolori della vita con il mio stesso corpo, quando vedo me, fragile e tremante di pianto e poi vedo lui, che non ha paura di quello a cui sta andando in contro, o almeno che non dimostra di averne, ed è pronto a rialzarsi e risorgere dalle sue stesse ceneri ogni volta che ce ne sarà bisogno.
Certe volte è così difficile ricordare che il mio piccolo, sensibile Harry, è molto più forte di quanto dia a vedere, è coraggioso e fiero, e dovrei smettere di trattarlo come se lo sottovalutassi, e cercare di proteggerlo, solo per darmi uno scopo nella sua vita, per avere la certezza che abbia un motivo per restarmi accanto.
<< E comunque siamo stati un po’ esagerati, eravamo sconvolti, e la notizia ci ha preso un po’ alla sprovvista, e non abbiamo fatto niente per capirvi. >> aggiunge Niall.
<< Smettila di prenderti il peso del mondo sulle spalle, Louis. Non puoi farcela da solo. >> Dice Liam, dopo essersi avvicinato a noi, con la sua solita pacata discrezione.
<< Ed è per questo che hai noi. >> Harry intreccia le sue dita tra le mie, strappandomi un sorriso.
<< Tutti noi. >> precisa Niall.
Li guardo tutti e tre, la mia vita ha un senso grazie a questi ragazzi, e so che non mi abbandonerebbero mai, neanche Zayn lo farebbe, anche se ha bisogno di un po’ di tempo per capirlo, e io ho realizzato che sono disposto ad aspettarlo anche per il resto della mia vita, perché, anche se amo il mio lavoro e amo la nostra musica, non c’è niente di più importante della loro amicizia. Le persone che ti sono care condizionano tutta la tua vita e le tue azioni senza che nemmeno tu te ne accorga, e non puoi fare a meno della loro presenza, quindi è meglio rassegnarsi, e cercare in tutti i modi di tenerle vicine quanto più possiamo.
<< Grazie ragazzi. >>
<< E adesso sediamoci e aspettiamo, dovrà tornare a casa prima o poi. >> afferma Liam.
<< Io sono disposto ad aspettare anche tutta la vita. >> conferma Niall.
<< Anche io. >> dico io.
<< Sempre che il management non ci venga a prendere per i capelli per farci lavorare… >> sospira Harry.
<< Al diavolo il management! >> esclama Liam, e la seconda volta nella giornata che alza la voce, ma ‘sta volta ci prendiamo un po’ tutti la licenza di ridacchiare, anche perché sembra che si stia prendendo gusto: quel ragazzo è talmente paziente con tutti che ogni tanto anche lui ha bisogno di sfogarsi e buttare tutto fuori.
<< Ben detto, amico. >>
<< Puoi dirlo forte. >> dico, prima di assestargli una bella pacca sulla spalla.
Poi sento la mano di Harry, ancora ancorata alla mia, che mi tira giù sul prato, cado con delicatezza a terra al suo fianco, appiccicandomi a lui, e stringendogli forte la mano, quasi fino a bloccargli la circolazione.
Niall si siede accanto a me, e mi poggia la testa sulla spalla, mi accorgo che ha ancora le guance rigate dal pianto, credo che adesso sia solo per scaricare la tensione e la stanchezza, e quindi lo lascio sfogare, e appoggio la mia testa alla sua.
Appena anche Liam è seduto accanto ad Harry, possiamo rimanere lì ad aspettare, siamo affranti come lo eravamo in sala registrazione, e non ne possiamo più di aspettare un futuro incerto che non riserva niente di buono, ma almeno questa volta i vuoti al nostro fianco non sono due, ma solo uno.
E comunque avere la casa del nostro amico alle nostre spalle, stare seduti sul suo giardino, aspettando proprio lui, allevia un po’ il buco nero della sua mancanza, perché sappiamo che non ci stiamo arrendendo e non lo stiamo abbandonando, e quindi possiamo convincerci che presto o tardi, tornerà.

Non so quanto tempo siamo stati in silenzio, ad aspettare Zayn, l’unica cosa che so e che nessuno di noi ha smesso di essere teso, nessuno di noi ha chiuso gli occhi, o nemmeno sospirato, tremato per il freddo o per la fame, mentre l’aria attorno a noi si sta facendo sempre più scura, la sera si sta avvicinando, e lui non è ancora tornato.
<< Sono le cinque, forse dovremmo mangiare qualcosa. >> suggerisce Liam interrompendo il silenzio, che ormai è diventato più doloroso e stridente di mille urla.
<< Non ho per niente fame. >> risponde Niall, se Zayn fosse qui non avrebbe esitato a prenderlo in giro, chiedendosi per quale assurdo motivo proprio lui non ha per niente fame, e facendo riferimento alle volte in cui il biondino una volta seduto a tavola si è trasformato in una aspirapolvere, ma Zayn non è qui, e ovviamente è proprio per quello che Niall si rifiuta di mangiare.
<< Non ho voglia di alzarmi da qui. >> concorda Harry, stringendosi ancora un po’ a me.
<< Potrebbe andare solo uno di noi a prendere da mangiare, così quando Zayn arriverà troverà gli altri. >> insiste Liam, mi piace il fatto che lui abbia utilizzato la parola “quando” e non la parola “se”. E’ ovvio che una semplice frase pronunciata da lui possa cambiare di certo le cose, ma mi da la sicurezza che gli altri non si siano arresi, quindi non ho nessuna intenzione di farlo io.
<< Non voglio andare a prendere qualcosa da mangiare, non voglio che proprio mentre sono via lui arrivi, e trovi tutti voi ad aspettarlo tranne me, anche se non credo che gli dispiacerebbe… >> sussurro.
<< Scommetto che gli manchi un sacco… >> dice Harry, rivolgendomi un sorrisetto.
<< Cosa te lo fa pensare? >> dico io, passandogli una mano fra i morbidi ricci.
<< Beh, a me mancheresti. >> afferma lui con una tale semplicità da farmi sorridere.
Dovrei essere abituato ad Harry ormai, ma non fa altro che sorprendermi in continuazione.
Harry è capace di essere così fragile che avrei paura di ucciderlo stringendolo un po’ più forte, che l’unica cosa che avrei voglia di fare e tenerlo lontano da tutto il mondo, per paura che persino l’aria potrebbe consumarlo, che ogni singolo dolore, anche se piccolo come una puntura di uno spillo, potrebbe distruggerlo mentre io lo sto a guardare.
Harry è capace di essere tanto forte da mettermi a tacere in un secondo, da farmi fare esattamente quello che lui vuole senza nemmeno che io mi accorga di star prendendo degli ordini da lui, da trascinare me e lui di nuovo in superficie quando stiamo affondando, da non perdere mai la speranza anche quando sembra tutto perduto, da avere il coraggio di prendere la decisione più giusta e non quella più facile.
Harry è capace di essere così insicuro che persino io riesco a capire quanto ha paura di perdermi, quanto si sentirebbe vuoto senza di me, quanto mi ha fatto diventare il senso della sua vita, senza che io meriti minimamente tutto questo, facendomi sentire la persona più sicura e più amata della terra, dandomi la certezza che non lo perderò mai, in nessun caso, che ha bisogno di me.
Harry è capace di essere così determinato e sicuro di sé, da far capire al mondo intero, o almeno a chi per qualche assurdo motivo non se ne sia già accorto da solo, quanto sia incredibilmente perfetto, bello, desiderabile, da farmi andare in paranoia dalle gelosia, farmi venire voglia di rinchiuderlo e tenerlo tutto per me, farmi sentire terribilmente insignificante in suo confronto.
Harry è capace di essere così ingenuo come un bambino, tanto da farmi sorridere, farmi venire voglia di coccolarlo, come quando sorride come se tutto il mondo gli ruotasse attorno, o guarda le cose con curiosità, come se non se sapesse ancora niente della vita, ma avesse già un’idea tutta sua, in un mondo tutto suo, o quando mi dimostra i suo amore in modo semplice e schietto, ignorando semplicemente che le cose potrebbero essere molto più complicate, addirittura un po’ sbagliate.
Harry è capace di essere malizioso e provocatore come nessuno, facendosi desiderare, facendomi impazzire dalla voglia di baciarlo, e poi di baciarlo ancora, e poi solo di starlo a guardare, e poi di toccarlo, toccarlo ovunque, insistentemente, e spogliarlo, lasciarlo senza vestiti e farlo completamente mio.
Non so mai veramente cosa potrò aspettarmi da lui, cosa gli passa per la testa, e questo è uno dei tanti motivi per cui lo amo, stare con lui è sempre una sorpresa, e le sorprese sono come gli enigmi, sono come i cruciverba, ti lasciano quel sospetto che stia per succedere qualcosa, quella voglia disperata di sapere cosa, ma c’è bisogno di pazienza per arrivare alla soluzione, ma è una pazienza che vibra di tensione e curiosità, non quella pazienza noiosa che serve quando fai la fila alla posta, è una pazienza eccitante, che non ti da mai il tempo di riposare, e prima o poi ti coglie di sorpresa lasciandoti senza parole.
<< Io proporrei di chiamare Zayn, allora. >> dice Liam, che chiaramente non ne può più di stare lì fermo senza far niente, cogliendomi un po’ alla sprovvista, dato che non ho proprio idea di quanto tempo sia stato a fissare il vuoto, perso nel mio mondo di arcobaleni e cuoricini a pensare a quanto sia speciale Harry.
<< Credo sia una buona idea. >> replico, dopo aver ripreso il controllo di me stesso.
<< Già. Potremmo dirgli che Niall stai facendo lo sciopero della fame, scommetto che così torna sicuro. >> dice Harry.
<< D’accordo, usiamo il mio cellulare, però. >> commenta Niall, staccando per la prima volta la testa dalla mia spalla, per prendere il cellulare.
Compone il numero in silenzio, e mette in vivavoce, sentiamo il telefono squillare, e squillare, e squillare…
<< State parlando con la segreteria telefonica di Zayn, non posso parlare al momento, lasciate un messaggio dopo il bip, lo troverò a meno che Niall non si mangi anche quello. >> dopo la voce allegra e ironica di Zayn, che fa sospirare un po’ tutti, si sente, per un secondo prima del bip, la risata cristallina di Niall. Mi ricordo bene che eravamo tutti assieme quando fece questa segreteria, eravamo a casa sua e stavamo mangiando, e appena Zayn si era distratto per prendere il cellulare io avevo nascosto il suo panino per dispetto, lui aveva ovviamente subito pensato che Niall se lo fosse mangiato, e per questo aveva fatto questa segreteria telefonica, ma dopo quando io gli restituii il panino lui si arrabbiò un sacco, perché mi ero permesso di scaricare la colpa sull’irlandese, e solo lui poteva dargli fastidio, ricordo ancora che per questo mi inseguì per ore, e facemmo anche tardi alle prove di un concerto, non mi ricordo nemmeno quale fosse e dove eravamo, perché ci stavamo talmente divertendo da esserci distratti tutti, persino Liam.
So bene che tutti noi abbiamo ricordato di quel pomeriggio, perché prima di cominciare a parlare ci prendiamo un secondo di silenzio.
<< Ciao Zayn. >> dice Harry.
<< Ehm… Siamo fuori casa tua, aspettiamo che torni… >> continua Liam.
<< Abbiamo fatto una specie di filone dal lavoro, non ci andava di stare lì senza di te. >> aggiungo io.
<< Per favore, fai presto, ci manchi.. >> sospira Niall.
<< Ci dispiace per quello che è successo, ma almeno parliamone. >> dico io.
<< Non abbiamo nemmeno mangiato, Niall ha detto che non ha fame. >> commenta Liam.
<< E stare seduti sul prato dopo un po’ è scomodo. >> si lagna un po’ Harry.
<< E fa freddo. >> lo appoggio.
<< E poi non riesco a credere che ti abbiamo cercato per tutta la città e non ti abbiamo trovato, sono frustrato. >> sbotta Liam.
<< Si insomma torna, per favore, fallo per me. >> Niall attacca il cellulare, e se lo rimette in tasca, e rimaniamo tutti in attesa.
Poi decidiamo di stenderci, senza separarci troppo l’uno dall’altro, e ci mettiamo a fissare le nuvole nel cielo scuro.

Un quarto d’ora di silenzio dopo, sentiamo il telefono squillare.


 

Piccole Note:

Come promesso, ecco il capitolo, ed è giovedì :) Sono stata diligente?? Lo so il capitolo è corto, ma volevo fare come quelle serie tv cazzimmose che lasciano appesi nel momento della svolta... Quiiiiiiindi, se siete curiosi (ma magari anche se non lo siete, loool) lasciatemi un recensione, e se ci sarà un numero di recensioni decenti, aggiornerò giovedì prossimo! Ah, e a proprosito di questo volevo ringraziarvi DAVVERO, perché pensavo che sareste spariti tutti dopo la mia luuunga pausa, invece ho avuto tanto recensioni, GRAZIE! Grazie!! Alla prossima..

                                                                                                                                                                                                  _Carrotscupcake_ 

 

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Capitolo 27
*** Sembra che la mia anima gemella sia Harry. ***


Alloooora, 
Prima di tutto prima di cominciare mi scuso per l'ulteriore ritardo, solo che mi si è rotto il computer, ho tentato di recuperlarlo ma è stato inutile quindi ho dovuto scrivere tutto daccapo sul computer di mia madre, ed eccoci qui...
Poi vorrei darvi la brutta (ehm, ehm bella per voi) notizia che questo è.... *rullo di tamburi* l'ultimo capitolo!!
Ma non temete! Avremo anche l'epilogo... :D
Però fatemi un regalino, RECENSITE.. Dato che siamo alla fine, prima di postare il nuovo capitolo aspetterò di avere il recordo di recensioni, ovvero non pubblicherò fino a che non siamo arrivati a 1O recensioniii, non sono poi tante, PER FAVOREEE!
Detto questo vi chiedo di ricordarvi la frase "Looks like my Valentine is Harry. I don't have a choice!" e apprezzare la finezza...
GODETEVELO!

                                                                                                                                                                _Carrotscupcake_ 

<< Zayn! Zayn… >> esclama Niall nella cornetta.
Silenzio, infinito silenzio, noi tutti lo fissiamo, come se cercassimo Zayn nascosco dietro di lui, dentro le tasche della sua felpa, o infondo ai suoi preoccupati occhi azzurri. Ma tutto quello che otteniamo è il silenzio, e un espressione accigliata, e delle labbra dormentate da morsi ansiosi, nessun segno di risposta dal telefono, nessun cambiamento nell’espressione di Niall.
<< Zayn andiamo! >> ripete Niall urlando, ma poi scoraggiato lancia via il cellulare, in un moto d’ira, poco più avanti di noi, e non smette nemmeno di mordersi le labbra, che stanno quasi per sanguinare.
<< Non riesco a capire perché cazzo mi chiama se poi non risponde.. >> è visibilmente frustrato, è agitato, capisco che non può reggere la situazione un momento di più.
<< Volevo dirvi che stavo arrivando, ma.. Sembra che sia caduta la linea. >>
Tutti noi sobbalziamo e alziamo lo sguardo all’unisono, quella voce, come potremmo mai confonderla, ormai è diventata una piccola parte della nostra stessa voce, sappiamo tutti benissimo chi ha parlato, solo che sembra così impossibile: quello era davvero…
<< Zayn! >> dice ancora Niall, ma in quel momento il suo strillo si sovrappone al mio pensiero, sbatto precipitosamente gli occhi, ma giusto il tempo di percepire che non c’è più nessuno seduto affianco a me, dove prima c’era il mio amico irlandese, giusto il tempo di alzare lo sguardo che già li vedo.
Zayn , un po’ impacciato, con un mezzo sorriso sulle labbra, il suo solito sorriso sghembo, che stringe Niall, completamente avvinghiato a lui quasi con i piedi che non toccano terra, cosa che non mi sorprende affatto, dato che so bene che per quel ragazzo la gravità non è poi un così un grande ostacolo, anzi direi pure che niente è un grande ostacolo, soprattutto se qualcosa vuole mettersi tra lui è la sua gioia di vivere, tra lui e il cibo, o tra lui e Zayn.
<< Uno, due e… >> Liam mi rivolge un sorrisino, mentre si alza per raggiungere i due, so bene  a cosa si sta riferendo, tutta questa dolcezza non fa proprio al caso dei nostri amici, e sappiamo bene che superato il momento di shock ricominceranno a battibeccare, e come ci era mancato il loro battibeccare, come se venisse a mancare una cosa di cui ormai dai per scontato l’esistenza, e quando la vedi non ci fai neppure caso, come se improvvisamente non respirassimo più, come se io e Harry smettessimo di amarci, come se perdessimo le nostre fans, è una cosa naturale per noi: Niall e Zayn litigano, fa parte del normale corso della vita.
Zayn socchiude gli occhi e stringe più forte il biondino, rimane così, sospeso in quell’abbraccio per un secondo e poi…
<< Tre! >> affermo io con un sorriso, e nello stesso istante Zayn molla l’abbraccio e Niall quasi non si trova a terra, e barcollando sospira, anche se non posso vedere la sua faccia conosco bene l’espressione che deve avere in questo momento: fronte corrucciata, mascella sporta in avanti, sguardo di rimprovero, ma occhi sorridenti, perché in fondo lo sappiamo tutti che si diverte ad essere sbeffeggiato se è Zayn a farlo.
<< Ehi biondo, levati di dosso, sei più appiccicoso di una sanguisuga! >> esclama Zayn passandosi una mano tra i capelli e rivolgendogli un sorriso disinvolto, come se non fosse successo nulla.
Niall si mette le mani in vita come una mamma di altri tempi, sappiamo tutti che Zayn è fortunato che non abbia una cucchiarella di legno a portata di mano.
<< Tu, razza di stronzo… Sparisci per una giornata intera, mi lasci qui al freddo e senza cibo ad aspettarti, ritieniti fortunato di aver ricevuto un abbraccio! >>
<< Ah, perché quello era un abbraccio, pensavo che fosse un tentativo di soffocarmi. >>
<< Se fosse stato un tentativo di soffocarti, saresti già morto! Ripeto, forse non ti è chiaro il concetto: mi hai lasciato senza cibo! >>
<< Un po’ di digiuno non ti fa male.. >> Zayn fa le spallucce e sorride sprezzante, lo sa benissimo che quel sorriso manda Niall su tutte le furie.
<< Adesso ti ammazzo sul serio, brutto bastardo! >>
Niall sta per scattare di nuovo su di lui, ma questa volta per fare qualcosa di meno dolce di abbracciarlo, ma Liam gli posa una mano sulla spalla, frenandolo senza molta fatica.
<< Adesso vorremmo salutare anche noi Zayn, e vorremmo farlo mentre è ancora vivo e in buona salute, poi puoi picchiarlo dopo..>>
<< Devi a Liam la tua vita! >> afferma Niall facendosi da parte, anche se tutti sappiamo che non gli torcerebbe mai nemmeno un capello, la peggiore cosa che potrebbe fargli e lanciargli i popcorn al cinema nel bel mezzo di un film oppure fargli il solletico, e lui nemmeno lo soffre.
<< Ok, ok.. Però basta con gli abbracci. >> dice Zayn.
E Liam ubbidisce, sfiorandolo a stento nel suo saluto, però Harry si limita ad avvicinarsi con la faccia da piccolo pulcino bagnato, e se fossi stato io davanti a lui gli sarei saltato addosso rubandogli tutti i baci che la mia bocca riesce a sostenere, e neanche Zayn riesce a resistergli, e lo stringe in un riluttante abbraccio, nel desiderio di vederlo di nuovo sorridere.
<< Mi dispiace un sacchissimo Zayn.. >>
<< Oh, Harry “sacchissimo” non è nemmeno una parola! >> sospira Zayn, staccandosi da lui, e guardandolo in faccia aspettandosi un sorriso, ma Harry continua a fissarlo, con i suoi enormi occhi verdi, ancora lucidi di lacrime, e sembra quasi un bambino capriccioso. << Su, Harry, non pensarci, lo sai che ti voglio un mondo di bene.. >>  dice infine Zayn, rassegnato, provocando finalmente un sorriso sulle bellissime labbra del mio riccio.
Io ho guardato questa scenetta vomitevolmente dolce in silenzio, senza avere il coraggio di avvicinarmi, convinto che Zayn ce l’abbia ancora con me, ma che si sia solo stancato di stare fuori casa, ed è questo l’unico motivo per cui è tornato, almeno così credo, e per questo ho paura che vedendomi si arrabbierà di nuovo, e me ne rimango nel mio angolino, sperando che nessuno mi noti.
E infatti sono tutti troppo entusiasti per stare a pensare a me, e questa cosa mi fa piacere, perché rimarrei a guardarli per tutta la vita. Loro, la mia famiglia, felici e completamente in armonia, come se non ci fosse mai stato nessun litigio, esattamente come dovrebbero essere le cose.
<< Che ne dite di entrare a casa, qui si gela.. >> propone Zayn, ottenendo un consenso generale.
Si avvinano tutti alla porta, Zayn la apre e la tiene aperta per loro, e poi, proprio quando pensavo che tutti, persino il mio Harry, si fossero davvero dimenticati di me, Zayn si volta e mi rivolge un sorriso.
<< Vuoi rimanere li fuori amico? >>
<< I-Io veramente, pen..pensav.. >> da quando in qua balbetto anche?
<< Avanti, entra. >> taglia corto Zayn, e io lo raggiungo senza obbiettare.
Quando entriamo gli altri sono già tutti stravaccati sul divano, e hanno già occupato tutto lo spazio disponibile, quindi Zayn fa una corsa per prendersi la poltrona, e io sono costretto a sedermi sulle gambe di Harry.
Si costretto, come no… Sentire che sue mani calde che mi cingono i fianchi, e mi spingono verso di lui, e il suo respiro sul mio collo, le sue dita che indugiano nel piccolo spazio di pelle scoperta sulla mia schiena tra maglietta e i pantaloni, e le sue labbra che mi regalano un discreto bacio sulla guancia, mi ferma il cuore, lo fa rivoltare dentro il mio petto come un calzino, e poi quando torna al suo posto devo concentrarmi per obbligarlo a continuare a battere, ed è impossibile concentrarmi quando ho Harry vicino, solitamente riesco a sopravvivere allungandomi verso di lui e baciandolo, e la vita continua ad andare avanti, anche se è come se fosse troppo lenta e troppo veloce contemporaneamente, e sento il cuore pompare di nuovo il sangue nelle mie vene, tanto forte da farlo arrivare al cervello, e tingerlo di rosso e farmi venire voglia di mangiare le sue labbra, e trovare la mia linfa vitale, e sentire il suo odore, e diventare un selvaggio animale del deserto, e lui la mia unica fonte d’acqua, e impazzisco finché la mia unica ragione di vita è il battito del suo cuore, e il mio corpo non è più capace di funzionare da se, quindi ho bisogno di quello di Harry, ho bisogno di essere parte di lui, per vere l’elettricità che mi riporta alla vita.
Ma adesso non posso farlo, perché non so quanto siano pronti gli altri a vederci assieme, o forse non so quanto sia pronto io baciare Harry davanti agli altri, quindi mi limito a contare ogni mio respiro con cautela, e ad ordinare al mio cuore di andare avanti, incurante di tutto quello che stia succedendo attorno a me.
<< Tu che ne pensi Lou? >> e la voce di Niall che mi sta interpellando?
<< Ehm… Scusami di cosa? >>
Sento Harry sorridere dietro di me, sa bene di essere la causa del mio blackout, e io so bene che questa cosa lo fa compiacere più di quanto ammetterà mai, stacca le mani dai miei fianchi e io posso riprendere il controllo di me stesso.
<< Stavamo parlando di cosa ordinare per mangiare sta sera.. >>
<< Mmm… Hai qualcosa in casa Zayn? >>
<< Si, ma… >>
<< Allora lasciamo cucinare Harry, gli serve solo una ricetta e poi può imparare da solo a cucinare qualsiasi cosa… >>
<< Davvero? E come mai conosci questo talento segreto di Harry che noi non abbiamo mai saputo? >>
<< E non è l’unico.. >> mi viene spontaneo di sussurrare, strappando al mio ragazzo una risata tutta per me, come al solito sono dipendente dal suono della sua risata quando ne sono la causa, quando ride per me ha un suono del tutto diverso, unico, paradisiaco, e devo di nuovo concentrarmi per rimanere nel mondo dei mortali.
<< Fidatevi, è bravo. >> riesco ad affermare, dopo che lui ha smesso di ridere.
<< D’accordo, io direi di provare… >>
<< Ci sto! >>
<< Oh, speriamo solo di non rimanere digiuni. >> Niall mette il broncio.
<< Come ho già detto, di certo non ti farebbe male: Niall Buconeroalpostodellostomaco Horan. >> ridacchia Zayn.
<< Ecco, ci risiamo. >> sospira Liam.
<< Ora basta, sei morto! >>
Niall afferra un cuscino dalla sotto alla schiena di Liam, guadagnandosi una delle occhiatacce infastidite alla mamma-Payne e poi si fionda sulla poltrona dove Zayn è seduto, e inizia la lotta, e noi nemmeno ce ne curiamo, abituati come siamo.
<< Beh, sembra che mi tocchi cucinare. >>
Harry si alza, adagiandomi comodamente sul divano al suo posto, e poi, improvvisamente e del tutto semplicemente, come stesse per bere un bicchiere d’acqua, fa la cosa più bella che avesse mai potuto fare.
Si abbassa leggermente per rendere il suo viso incredibilmente vicino al mio, guardandomi talmente fisso da rendere ancora più immensi i suoi occhi color smeraldo, dilatando ancor di più le sue narici perfettamente tonde, con il suo naso che quasi si sfiora al mio, e i ricci scompigliati che gli cadono incorniciandogli il volto perfetto rendendolo la più mirabile visione che sia mai arrivata ai miei troppo umani occhi, così mirabile da essere ineffabile al mio pensiero, nello stesso momento in cui lo contemplo faccio fatica ad riportare il suo viso nella mia immaginazione, e sarà impossibile descrivere scrivendo, con le mie troppo umane parole, quanto sia simile ad un angelo, o a qualcosa di ancora più vicino al divino, questo volto che ha rapito i miei occhi, che illumina la stanza di certo più di una flebile lampadina, brillando di una luce che so bene che non  è riflessa, perché altrimenti saprei indovinarne la fonte, invece sembra proprio che la fonte sia lui stesso, e la sua luce si irradia su di me, riscaldandomi.
Mi lascia ipnotizzato, e si inclina ancora di più, regalandomi le sue labbra, pregandomi in silenzio di riprendere il controllo della situazione, di tornare sulla terra, e di profanare quel volto angelico, rendendolo mio.
Adesso non posso più pensare a quello che ho intorno, devo solo rispondere alla sua richiesta, muovermi sulle sue labbra, averlo più vicino. E così lo bacio con foga, e gli poggio le mani sui fianchi, spingendolo sul divano verso di me, facendolo cadere e stappandogli uno strillo frivolo.
Sorrido mordendo le sue labbra, così come avevo sognato di fare poco tempo prima, esattamente come mi ero vergognato di fare poco tempo prima, e passando la mano tra i suoi morbidi ricci, dai quali non posso stare mai lontano, tanto che quasi appartengono più alle mie mani che alla sua testa.
E poi, così come mi aveva baciato così si alza, come se non fosse successo niente, come se fosse una cosa del tutto naturale, e dentro di me tornano le paure che avevo avuto prima.
Poi mi guardo intorno e nessuno si è nemmeno lontanamente curato di quello che c’è stato tra me e Harry, come se lui avesse bloccato il tempo: Zayn e Niall stanno ancora litigando sulla poltrona, Liam è ancora infastidito in cerca di un altro cuscino, nessuno si è fatto nemmeno lontanamente turbare da noi.
Ed è in questo momento che lo capisco, capisco tutto quello che ricercavo da quando ho incontrato Harry, da quando ho iniziato a scrivere quello che mi succede per cercare di dargli un senso, e improvvisamente realizzo quanto il senso che cercavo fosse proprio sotto al mio naso.
Il mio senso si chiama Harry Styles.
Quando l’ho incontrato lo stavo già aspettando da secoli, non solo stavo aspettando qualcuno che mi tirasse fuori dal mio mondo di finzioni, qualcuno che mi aiutasse a capire chi ero veramente, e cosa mi piaceva, qualcuno da amare così tanto, qualcuno che mi amasse così infinitamente come mi ama lui, io stavo aspettando proprio lui, lui e nessun altro che avrebbe potuto fare le stesse cose.
E’ come se tutto sia già stato scritto, e niente al mondo potrà cambiare questa cosa.
Pensavo di star lottando per la mia identità, per l’amore di Harry, pensavo di star lottando per essere capito, o per capirmi, per cambiare, o per rimanere lo stesso, pensavo di star lottando per un sogno, o forse per sopravvivere, perché la società non poteva accettare, o perché io non riuscivo ad accettarmi, pensavo di star lottando perché il tempo non era abbastanza, o perché era troppo, perché non sapevo cosa stavo affrottando o perché ne avevo paura, pensavo di star lottando per trovare il mio destino, e invece lottavo perché lottare è il mio destino.
Ho capito questo e la mia storia è finita, non ho più niente da raccontare, anche se in effetti si potrebbe obbiettare tante questioni in sospeso: il giorno di lavoro saltato, i manager, il coming out pubblico, gli omofobi, i rumors, e tutte le altre cose terrificanti che in questo momento non mi vengono in mente .
Si beh, ma ormai tutto questo non è più un problema, e se ci penso non lo è mai stato.
Il mio probleme era capire chi sono, ho iniziato a scrivere di me, a raccontarmi, per capire chi sono, e adesso lo so: Io ero, sono e sarò per sempre colui che ama Harry, e tutti i problemi che verranno fanno solo parte del mio destino, e del mio amarlo.
Adesso ho capito, è come un cuore che batte, o la terra che gira intorno al sole, i pesci che hanno le branchie o gli uccelli le ali, la pioggia che porta l’acqua sulla terra e crea la vita, è come la notte che da vita al giorno e il giorno alla notte, la mia vita non è altro che un disegno, un disegno che ha un centro, il mio scopo, la mia ragione per scrivere era capire il mio centro.
Tutto ciò che è successo fin ora mi serviva per trovare il mio centro, essere nato, i giochi che facevo da bambino, le scuole che avevo frequentato prima, i ragazzi che avevo conosciuto, il mio rapporto con le mie sorelle o con mia madre, quello che mangiavo a colazione, e poi capire che cantare era ciò che volevo fare per vivere, decidere di fare i provini per xfactor, essere messo in un gruppo, conoscere gli altri ragazzi, diventare famosi, i tagli di capelli che avevo avuto, i luoghi che avevo visitato, la mia sofferenza, le mie insicurezze, ogni singolo concerto, ogni singola intervista, ogni mattina in cui mi ero alzato dal letto, tutto, persino Eleanor, faceva solo parte della mia strada per arrivare al mio centro.
Il mio centro è il mio amore Harry, e tutta la mia vita da adesso scorrerà veloce tra le mie mani, perché ho capito il motivo per cui sono qui.
Ed è per questo che il mio viaggio è concluso, perché ho capito.
E chi avrebbe mai immaginato che avrei capito passando una serata con i miei quattro migliori amici, come avevo sempre fatto, eppure era stato proprio guardando loro che avevo capito.
Vedendo me ed Harry che ci baciavamo nessuno si era sorpreso, perché era esattamente così che erano sempre andate le cose.
Come Niall e Zayn che litigano o Liam che bofonchia, io ed Harry stiamo assieme, è così ovvio.
Dire ad Harry che lo amo non è mai stato abbastanza, sembra la mia anima gemella sia Harry, io non ho una scelta.

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Capitolo 28
*** 19 anni dopo. ***


Louis fu svegliato da un soffio caldo dietro i collo gelato, che gli fece rabbrividire la  pelle, e quando sentì la labbra di suo marito avvicinarsi fino a toccarlo con un bacio i brividi attraversarono tutta la spina dorsale, costringendolo a ritrarsi leggermente, anche se non avrebbe mai voluto, e a rannicchiarsi su se stesso.
Serrò gli occhi, emettendo un flebile lamento e tirò a se il lenzuolo.
Harry ignorò qualsiasi suo tentativo di rimanere aggrappato al suo sonno, continuando a tormentargli il collo con baci fugaci, che non facevano altro che accendere in lui il desiderio di abbandonare al morbido cuscino per averne di più.
Harry aveva sempre saputo che il modo migliore per svegliare Louis era lasciarsi desiderare, ma questa volta lui sembrava più determinato del solito a rimanere con gli occhi chiusi, e questa cosa lo divertiva, perché gli stava ponendo una sfida, e sapeva benissimo che non sarebbe stato difficile metterlo ai suoi piedi.
Si alzò leggermente strisciò il suo naso sulla morbida guancia dell’altro, arrivo a sfiorarne il lobo e poi sussurrò al suo orecchio, con voce strisciante. << Amooooore, devi alzarti adesso.. >>
Louis si morse le labbra e serrò ancora di più gli occhi fino quasi a farsi male, non poteva sempre vincere lui, questa mattina voleva dormire, e avrebbe resistito, almeno per un altro po’.
Vedendo che non si muoveva, Harry corrugò la fronte indispettito e si stese affianco a lui, sotto alle spesse coperte, grazie al cielo aveva ancora tutti i vestiti addosso altrimenti sarebbe stata sicuramente la fine per i bei sogni di Louis.
Comunque non fu per niente facile resistere quando sentì Harry intrecciare le gambe alle sue, spingerlo verso di se, e muoversi leggermente facendo strisciare il corpo contro il suo, in modo che le magliette si alzassero entrambe quanto bastava per far sì che le loro pelli si toccassero.
Louis si sentì il cervello scoppiare, proprio come gli succedeva fin dalla prima volta, e il desiderio scorrere amaro nelle vene, ma non voleva dargliela vinta, strinse i pugni, infilandosi le unghie dentro la carne, dimenticandosi che ogni volta il dolore lo faceva eccitare ancora di più.
Ci volle una forza di volontà che neanche conosceva di avere per staccarsi da lui, ma quando ci riuscì, Louis socchiuse gli occhi, e increspò le labbra in uno sorriso selvaggio e sprezzante, che sperava avrebbe mandato Harry su tutte le furie, gli piaceva quando era nervoso per colpa sua, quando cercava in ogni modo di controllarlo, cosa che non sapeva di riuscire a fare perfettamente senza nemmeno il bisogno di provarci, e quando temeva irrazionalmente di perderlo, adorava tutte le attenzioni che aveva da lui in continuazione, ed Harry lo sapeva benissimo, sapeva che ne aveva bisogno, perché lui sì che era davvero geloso, e non si era mai sentito di essere all’altezza di quell’essere perfetto che aveva al suo fianco.
<< Niente da fare Hazza.. >>
<< D’accordo, allora mi costringi ad usare le maniere forti. >>
Harry si alzò a sedere, e Louis rimase lì ad aspettare che sfoderasse la sua arma vincente, ma lui non fece niente per un po’.
<< Daaaarcy >> chiamò infine. << Perché non sali a fare gli auguri a papà? >>
“Oh cazzo, fine del sonno.”
<< Hai vinto stronzo. >> sibilò Louis tra i denti stretti, mettendosi a sedere. << Non ti vergogni di usare nostra figlia? >>
<< Buon compleanno, amore. >>
Louis non rispose, ma sospirò godendosi quell’ultimo momento di silenzio prima dell’arrivo del suo uragano personalizzato, che era il più distruttivo della Gran Bretagna, anzi di tutto il mondo, dato che non è che poi ci siano uragani in Gran Bretagna, se non conti un mucchio di bambini troppo rumorosi.
Il suo uragano si chiamava Darcy, e aveva la pelle tanto bianca è luminosa da ricordare la superfice lunare, puntellata di lentiggini color cappuccino, i capelli ricci e rossi come nessun’altra bambina al mondo li aveva, non erano rossi come le carote, ma di più rossi come il fuoco e sembrava si muovessero continuamente come scossi da un vento inesistente, i suoi occhi, che erano enormi e azzurri, somigliavano in maniera impressionante a quelli di Louis, tanto che a volte lui faticava a credere che tra loro non ci fosse nessuna parentela di sangue.
Anche la voce, purtroppo per i suoi poveri genitori, sapeva essere altrettanto acuta e assillante come quella del padre, e quando voleva urlare faceva tremare ogni singola stanza della loro casa.
<< Auguri papààààà! >>
Ecco. Come per esempio in quel momento.
Darcy stava ancora salendo le scale, ma i due sentirono la sua voce come se fosse già dentro la loro testa. Harry si tappò le orecchie immediatamente, provocando il sorriso di Louis.
Si ricordava bene come l’aveva sempre fatto quando lui gli urlava nelle orecchie, sospettava che gli dessero fastidio i rumori forti, ma che non l’avesse mai confessato, perché con uno come Louis affianco tutta la tua vita è un rumore forte.
E proprio mentre pensava ai rumori forti, Darcy entrò nella camera, fiondandosi con tutta la sua forza sul letto matrimoniale, infilandosi in mezzo ai suoi genitori, e facendo ballonzolare tutto il letto come se fossero su una nave in mezzo alla tempesta.
Louis la attirò a se e le scompigliò i ricci che, proprio come succedeva con quelli di Harry, ritornarono subito a posto.
<< Auguri papà! >> ripeté la piccola, sta volta senza urlare troppo.
<< Papà si sta facendo vecchio.. >> sospirò Louis.
<< Macché, tu sarai sempre più piccolo di me, ricordi? >> replicò lei.
Già, era così che gli aveva detto una volta Harry, aveva detto che doveva costantemente prendersi cura di due bambini, e che sicuramente tra i due la più grande era Darcy, ma non l’aveva fatto suonare come un rimprovero, ma come una cosa di cui fosse grato, e Louis in quel momento ebbe la sensazione di avere un ruolo nella vita di Harry, ebbe la percezione che l’avesse sempre amato per essere il suo costante sorriso, e giurò che non avrebbe mai permesso che Harry smettesse di sorridere, perché non avrebbe sopportato di perdere questa piccola cosa di lui, meravigliosa come tutte le altre, che in qualche modo gli apparteneva.
<< Io e Darcy ti abbiamo preparato la colazione! >> Harry sorrise, prendendo un vassoio poggiato sul comodino, che fino a quel momento Louis non aveva notato.
<< Davvero? >> Louis sbirciò nel vassoio, era pieno di tutte le cose che preferiva, soprattutto di quelle buone ciambelle che Harry gli aveva preparato per la prima volta tanto tempo fa, ancora prima che tutto il mondo sapesse la verità su di loro, prima di perdere i loro manager e di dover ricominciare tutto d’accapo.
Se l’erano cavata piuttosto bene, a pensarci, loro cinque assieme, avevano iniziato a scrivere addirittura le loro canzoni, non avevano avuto più manager da allora, fare da soli era stato durissimo all’inizio, ma Liam aveva preso in mano la situazione e come sempre aveva tirato tutti fuori dai casini.
Molte fan erano andate via, ma se ne erano aggiunti altri, e soprattutto c’erano ancora molte di quelle che erano fan già da prima del coming out, ed erano rimaste, perché in effetti l’avevano sempre saputo, oppure non era mai contato più di tanto.
Quando i One Direction dicevano di avere le fan migliori del mondo, lo avevano sempre detto e lo pensavano sul serio, era a loro che si riferivano.
<< Davverissimo, ma ho fatto tutto io, papà ha solo aiutato. >>
Louis sorrise, e quando si rivolse ad Harry notò che lo stava guardando, e stava sorridendo anche lui, quindi capì che tutta quella bontà che aveva davanti era opera delle mani perfette di suo marito, ma che non avrebbe mai dovuto accennare nemmeno per sogno a sua figlia di averlo sospettato, altrimenti lui l’avrebbe ucciso, secondo lui Harry la coccolava troppo, ed era strano perché tra i due era proprio Harry il genitore severo.
<< Brava la mia signorina! Allora assaggiamo.. >>
Prese in mano una ciambella e iniziò a trangugiarla con gusto, con il tempo Harry aveva deciso di dedicarsi sempre di più a questo suo talento, aveva smesso di improvvisare e adesso conosceva tantissime ricette, tutte conservate nella sua testa, ed era diventato talmente bravo che sembrava impossibile che fosse lo stesso Harry che non potevi lasciare a cucinare neanche una pizza precotta senza il rischio di bruciare la casa, e comunque questa era un’altra cosa che Darcy non poteva sapere.
Louis sapeva che Harry era stato molto attento ad essere sempre la mammina perfetta con lei, era ossessionato dall’idea che non avrebbero mai dovuto adottarla e che non avere una figura materna le avrebbe fatto male, perché era una bambina e aveva bisogno di un modello da seguire, e quindi si era addirittura comprato un grembiulino rosa.
Louis pensava che fosse una stupidaggine, pensava che la piccola stesse crescendo benissimo, anche perché non avrebbe potuto pensare altrimenti siccome stravedeva per lei. Gliel’aveva detto una volta, quando si era reso conto che Harry stava cercando di reprimere tutto ciò che c’era di maschile in lui fino ad entrare in paranoia, gli aveva giurato che Darcy sarebbe stata felice comunque perché aveva due genitori che l’amavano e si amavano, e che tutto quello di cui ha bisogno un bambino per essere felice è l’amore, e che ormai le etichette di madre e di padre non esistono più, e lui non ci aveva mai creduto, e che non è detto che siano gli uomini ad andare a lavorare e le donne a casa con il grembiulino rosa, almeno non nel ventunesimo secolo.
Harry alla fine si era convinto ed era uscito da quella paranoia, ma aveva conservato il grembiulino, e Louis ne era stato segretamente felice, perché adorava vederlo camminare per casa tutto rosa accesso, con quell’odore di buona cucina addosso e una mollettina che gli teneva il ciuffo per permettergli di cucinare. Quando lo faceva, a Louis veniva prima una gran voglia di ridere, e poi di togliergli tutte quelle ridicole cose di dosso e fare l’amore con lui sul marmo del lavabo, ed era successo una volta, per fortuna Darcy era a giocare da Taylor.
Dopo aver finito la terza ciambella decise di lasciarne una per Harry e Darcy e passare avanti, c’era davvero di tutto lì dentro, dai dolci di cannella al cheesecake, dalle uova con il bacon alle salsicce in agrodolce, c’era persino il porridge!
<< Ma…Ma quanto ci avete messo? >> chiese Louis.
<< Non molto. >> Harry fece le spallucce.
<< Non è vero, mente, mi ha tirato fuori dal letto prestissimo! >> precisò Darcy.
<< Piccola, non si dice mai quanto è costato fare un regalo, se è un regalo è un regalo. >> la rimproverò Harry.
<< Ma mi hai detto che non devo dire bugie! >> si lagnò lei, facendo volare un ciuffo di capelli rossi con uno sbuffo, e facendo quindi sciogliere entrambi i genitori in un sorriso da ebeti: era così bella, e in un certo senso era la loro creatura, la stavano educando al meglio che potevano, ed era emozionante pensare che qualsiasi cosa sarebbe stata in futuro almeno una piccola parte di merito sarebbe stato loro.
<< Questa è un’eccezione amore. >>
Harry le sistemò i capelli dietro alle orecchie, ma lei lo allontanò subito, e li liberò per lasciarli come sempre liberi di ondeggiare.
<< Comunque sia è tutto perfetto, grazie. >> commentò Louis.
<< Non devi ringraziare, ma devi fare presto a mangiare, perché abbiamo una sorpresa per te. >>
<< Oh, ditemi che per la sorpresa non dovrò alzarmi dal letto. >>
<< Si che dovrai, e anche prepararti per uscire di casa. >>
Alle parole di Harry l’altro emise un leggero lamento e si buttò di nuovo sotto le coperte, cosa che fece ridere Darcy, che si infilò anche lei sotto al letto trascinando il padre con lui.
Amavano fare questa cosa tutti e tre, era un gioco che aveva inventato Louis, fingevano di trovarsi intrappolati nel profondo del mare e di dover cercare in tutti i modi di risalire, uno alla volta dovevano impersonare uno squalo che li teneva sotto, e Louis aveva pensato che il momento preferito di Darcy mentre giocavano fosse quando toccava a lei.
Cercavano di spiegarle che doveva evitare, ma continuava a prendere a morsi e a pugni i genitori e a volte gli faceva anche male, e pareva si divertisse parecchio, tanto che i due avevano temuto che fosse così violenta anche quando giocava con i suoi compagni, ma a sentire le sue mastre d’asilo era un angioletto, e nemmeno Taylor si era mai lamentato di averla intorno, anche se forse era solo perché lui era un maschio e aveva dodici anni, e a quest’età i maschi sono violenti.
Comunque qualche pugno e un po’ di solletico dopo uscirono tutti e tre indenni dalle coperte e fu il momento di andarsi a preparare anche per Louis, mentre gli altri che erano già perfettamente pronti per uscire scersero di sotto per giocare.
Per prima cosa Louis, dopo essere riuscito ad alzarsi dal letto e dopo essersi dovutamente stiracchiato si mise in piedi barcollando faticosamente, e infine raggiunse la doccia.
Mise l’acqua più fredda che poteva, strano dal momento che era una mattinata di dicembre anche più fredda del solito, poiché il giorno prima, come non succedeva spesso vicino Londra, aveva nevicato.
Lui però aveva bisogno solo di svegliarsi per un momento, poi gradualmente alzò la temperatura, e alla fine ci mise un po’ più del tempo previsto, e quando uscì dal bagno Harry era seduto sul loro letto, ad aspettarlo pazientemente.
<< Non stare con i vestiti sul letto.. >> si lamentò Louis.
<< Ma se ci siamo stati sia io che Darcy poco fa! >> ribatté Harry rivolgendogli un mezzo sorriso.
<< Ma ero troppo intontito dal sonno e dalle vostre coccole per accorgermene. >>
<< Beh, se è necessario a farmi rimanere sul letto sono pronto a tutte le coccole del mondo. >> gattonò fino all’estremità del letto e lo prese per entrambe le mani, per portarlo verso di lui, poi si mise in piedi sulle ginocchia.
Louis si era lasciato spingere verso di lui fino a trovarsi attaccato al letto, e adesso lo aveva di fronte, per una volta le loro teste erano alla stessa altezza, così strisciò il naso contro il suo guardando diritto nei brillanti occhi verdi, senza chiudere mai i suoi fino a quando Harry non congiunse le loro labbra, premendo con delicatezza contro la sua bocca.
Louis si godette quel secondo di innocenza, e lasciò per un momento le labbra serrate intrecciando le sue mani a quelle di Harry come fossero solo due bambini intenti a scoprirsi l’un l’altro, poi schiuse le labbra, lasciando finalmente spazio alla lingua di Harry e permettendo alla bocca di accogliere il suo sapore.
Lo baciò lentamente ed approfonditamente, tenendo ancora le mani nelle sue, e come al solito il pavimento sotto ai suoi piedi scomparve, e l’aria si fece ovattata e rovente, i rumori tutti attorno sparirono, anche se non poteva vederlo sapeva che le guance di Harry stavano diventando rosse, sempre più rosse ogni volta che il bacio diventava più intenso e veloce, sempre più rosse ogni volta che faceva pressione con il corpo contro il suo, ancora più rosse quando cominciò a mordergli le labbra e staccò le mani dalle sue e le lasciò scivolare sulla sua maglietta, o quando alzandola leggermente accarezzò la sua pelle piacevolmente calda è sudata, percorrendo le linee precise dei suoi addominali, e poi più giù fino all’ombelico perfettamente tondo e poi ancora di più, fino a sentire la cintura gelata.
Mentre ancora lo baciava, mentre ancora immaginava il rossore delle sue guance, Louis superò anche la cintura, muovendosi lentamente su di lui, facendolo gemere sommessamente, il suono della sua voce era così meraviglioso, come il suo profumo e il calore che emanava il suo corpo che fremeva per l’eccitazione.
E poi Louis, molto più velocemente di quanto avrebbe voluto, ritirò la bocca, tenendo ancora gli occhi chiusi, poi allontanò i loro corpi, e gli occhi erano ancora chiusi, infine allontanò le mani, e fu in quel momento che aprì gli occhi.
Sapeva già cosa avrebbe avuto davanti, ma come sempre quella visione superò ogni sua immaginazione.
I suoi occhi lucidi brillavano di un verde inumano, anche più chiaro del solito, incorniciati da folte ciglia nere scurissime e umide, profondi, infiniti, che si specchiavano nei suoi, rendendo infinito anche Louis.
I capelli ricci gli scendevano indisciplinati sul viso, eppure avevano un ordine tutto loro, capaci in qualche modo innaturale di esaltare le parti più belle del suo volto, dandone forma, movimento, vita, e così anche Louis si sentiva vivo.
Le labbra erano rosse come il fuoco, appiccicose e umide, quasi tremanti, Louis riusciva a vedere il segno del suo bacio che continuava a rifiorire eternamente su di esse.
E poi c’erano quelle guance, più rosse di quanto Louis avesse immaginato, così meravigliose da fare paura, tonde e morbide persino alla vista, rendevano Harry simile ad un bambino, sarebbe sempre stato così perfetto, come se il tempo per lui si fosse fermato, e la sua bellezza non avrebbe mai avuto una fine, la sua bellezza non sarebbe mai invecchiata.
<< Dio quanto sei bello. >> sussurrò Louis.
Harry sorrise, rendendosi ancora più bello, sembrava incapace di staccare gli occhi dall’altro.
<< Louis ti amo, è incredibile ti amo di più ogni giorno che passa, ti amo in maniera travolgente e logorante, non mi sembra mai abbastanza, ho bisogno di guardarti e di averti al mio fianco per sempre, la mia vita ruota attorno a te, e lo ha sempre fatto da quando ti ho incontrato, sei la persona più incredibile che abbia mai conosciuto, cavolo ti amo, ti amo da impazzire, lo sai? >>
<< Ti amo anche io. >> Louis rispose.
E poi stettero così per qualche momento in silenzio, con i sorrisi stampati sulle labbra, e l’azzurro degli occhi di Louis non faceva altro che perdersi nel verde di quelli di Harry, e così accadeva per Harry stesso che guardava Louis.
Quest’ultimo poi, emise un lungo e rumoroso respiro, prima di riuscire a distogliere finalmente lo sguardo e avvicinarsi all’armadio.
<< Ma Darcy? >> chiese distrattamente Louis, mentre frugava qualcosa da mettersi, non era preoccupato per la figlia, perché sapeva che Harry non l’avrebbe mai abbandonata a sola a gironzolare per casa.
<< L’ho lasciata giù a dormire davanti ai cartoni animati, se si sveglia la sentirò dalla radio. >>
<< Oddio Harry, Darcy ha cinque anni ormai, non ti sembra il caso di gettare questi aggeggi infernali? >>
<< Mi sento più sicuro se so sempre cosa sta facendo.. >>
<< D’accordo.. >>  disse dal momento che non aveva alcuna intenzione di continuare la discussione, e si limitò, indeciso come al solito, a prendere una maglia a caso e poi a fissarla non del tutto convinto.
<< Non stiamo andando in un posto elegante vero? >> chiese dopo un po’.
<< No, ma.. Mettiti quella maglietta nera che mi piace tanto, e sopra ti serve un maglione pesante perché nevica. >> rispose Harry.
<< Nevica ancora? >> Louis si diede alla ricerca, nel suo armadio disordinatissimo di quella maglietta che gli aveva suggerito Harry e di un maglione abbastanza pesante.
<< Ah, ah… >> annuì Harry mentre si alzava verso il suo armadio, senza tutte le incertezze di Louis arrivò diritto al punto prese uno dei suoi maglioni e si avvicinò verso Louis. << Se non trovi niente puoi mettere il mio. >> poi guardò anche lui nell’armadio del più grande, e individuò subito la maglietta in mezzo a tutte le altre. << Ed ecco la maglietta, che cercavi. >> la prese e gliela porse assieme al suo maglione.
<< Oh grazie. >> Louis gli regalò un veloce bacio a stampo e poi infilò tutto quello che gli aveva dato senza nemmeno guardarlo, intanto Harry tornò sul letto.
<< Ha chiamato mia madre oggi.. >>
<< Mmm..? >> Louis non disse niente, ma gli fece capire che stava ascoltando.
<< Voleva solo che avvertissi Jay che sta sera i dolci li portano loro, non deve preoccuparsi.. >>
<< Sai com’è mamma, lei cucinerà comunque tutto, e dato che tu fai il primo e Anne il dolce, finirà che avremo due primi e due dolci, non che mi dispiaccia in effetti… >>
<< Quello che avanza possiamo portarlo domani da mia madre. >>
<< Tanto non avanzerà niente… >> in effetti dicevano sempre così quando si trattava di mangiare nei giorni di festa, era sempre tutto troppo, e tutti si rifiutavano di credere che avrebbero mangiato così tanto, così si facevano grandi progetti per tutto quello che si sarebbe portato a casa e secondo loro sarebbe bastato per farli mangiare per tre mesi, ma poi non avanzava mai neanche una briciola di pane.
<< Quest’anno ci saranno anche Gemma, Jason e Hope.. >>
<< Ma che bello! Ti prego.. Dimmi che ci saranno anche loro il 26 da tuo padre, ti prego! >> ma Louis sapeva già quale sarebbe stata la risposta.
<< Lo sai che Santo Stefano per papà è la festa che dedica a noi.. >> si lagnò.
<< Eh, grazie tante! >> sorrise sprezzante Louis.
<< Avanti non dire così, è mio padre.. E’ stato difficile per lui accettare il nostro matrimonio e la bambina, dobbiamo avere pazienza con lui, dopo tutto lo vediamo praticamente solo una volta all’anno.. >> disse Harry in tono conciliante.
<< Dici così perché non è te o la piccola che odia, ma me.. >>
<< Lui non ti odia. >>
<< Andiamo Harry, poi dici a tua figlia che non deve dire bugie! >>
<< Nostra figlia Louis! E comunque lui ha capito che per accettare suo figlio deve accettare anche te, quindi anche se ti odia un giorno con lui non ti ucciderà, per favore.. >>
<< D’accordo Harry, ma solo perché ti amo tantissimo e lui è tuo padre. >>
<< Grazie, ti amo anche io. Pronto a scendere? >> tagliò corto Harry prima che cambiasse idea.
Louis annuì, tirandosi su in fretta e furia la zip dei pantaloni.
Scesero le scale due gradini alla volta, e il festeggiato con tutta questa frenesia stava diventando sempre più curioso di sapere quale fosse la sua sorpresa.
Harry si mise un giubbotto pesante, e incappucciò bene Darcy, con i paraorecchie, una sciarpa, i guantini e il suo giubbotto viola, il più pesante che aveva, tanto che a stento si vedeva la sua faccia.
La piccola incominciò subito a lagnarsi, non piangeva, ma si lamentava in maniera rumorosa per attirare l’attenzione dei genitori, e Louis non poteva biasimarla perché con tutte quelle cose addosso stava soffocando.
<< Peste, devi coprirti per bene fuori nevica. >> l’apostrofò Harry con un tono dolcemente severo, secondo Louis solo lui era capace di fare una voce del genere, come era possibile che riuscisse a sembrare nella stessa frase terribilmente innervosito e terribilmente affettuoso?
<< Noo, papà, noo.. >> continuò a lagnarsi lei totalmente incurante.
Louis si avvicinò posandosi l’indice sulla bocca per zittirla, e lei capì cosa voleva fare e stette subito zitta e gli rivolse un sorriso furbo, uno di quelli che lo facevano impazzire e che gli ricordavano quando la figlia gli assomigliasse e quanto stesse prendendo da lui tutte le cose che lo rendevano speciale agli occhi di Harry.
<< Harry, perché non vai a prendermi il giubbotto più pesante, si congela.. >> disse lui.
<< Perché non ci vai tu? >>
<< E’ il mio compleanno, edddddai.. >> gli fece gli occhi dolci, tra di loro questa tecnica era infallibile, perché entrambi sapevano bene che non potevano resistere, e che avrebbero fatto qualsiasi cosa per l’altro, dal salire un paio di scale anche se si scocciavano, al dare la propria vita.
<< D’accordo, solo perché è il tuo compleanno. >>
Louis aspettò di sentire i passi del riccio salire le scale, e poi si avvicinò a Darcy con aria sospetta.
<< Facciamo così, mi prendo la sciarpa senza dirlo a papà e tu ti tieni i paraorecchie e i guanti senza fare storie, affare fatto? >>
La piccola annuì, facendo volare i boccoli rossi tanto da sembrare una fiamma che nasce sulla neve della sua bella pelle bianca e che brucia tutto ciò che intorno senza che però si consumi, persino i paraorecchie azzurrini sembravano come l’acqua in mezzo a un fuoco troppo forte per essere spento.
<< Facciamo presto, prima che arriva. >>
La piccola non se lo fece ripetere due volte, e si sfilò velocemente la sciarpa di lana e la lanciò al padre senza dire una parola, ma con gli occhi ancora brillanti di quell’acuta furbizia, e della soddisfazione di aver eluso il tentativo di soffocamento, e di essere riuscita a scappare ad un ordine del padre.
<< Signorina, non crogiolarti troppo, è l’ultima volta che ti copro, non devi mai disubbidire a tuo padre. >>
<< Cosa vuol dire “crosolatri”? >> aggrottò le sopracciglia, che erano almeno tanto rosse quanto i suoi capelli.
Louis stava per rispondere quando sentì Harry da dietro che gli sfilava in giubbino per sostituirlo con quello più pesante, pensò che grazie a questa sua marachella per sua figlia sarebbe morto di caldo, ma per lei questo ed altro, sorrise tra se e se.
Ma poi sentì Harry attirarlo ancora di più verso di se e coprirsi gli occhi con una benda.
<< C-Cosa stai facendo? >>
L’unica volta che gli aveva coperto gli occhi con una benda era stato quando gli aveva chiesto di sposarlo.
Louis non si sarebbe mai dimenticato quel giorno, sette anni prima, quando al ritorno dalla spesa si era trovato il riccio davanti, sorridente come non mai, che gli disse che aveva una sorpresa per lui, ma che doveva bendarlo.
E lui fu molto felice di lasciarsi bendare, e disse che era nelle sue mani e che poteva fare di lui quello che voleva, ma lui non fece niente tranne che prenderlo per mano, e spiegargli che c’era un regalo per lui in ogni stanza della casa, e che lui avrebbe dovuto trovarlo senza mai togliersi la benda, ma ogni volta che lo avrebbe trovato avrebbe potuto sfilare a Harry un indumento a sua scelta.
Louis era scoppiato a ridere e aveva pensato che quella fosse una follia, ma in effetti sembrava tutto così eccitante che non poté resistere dall’iniziare a giocare, anche se non sapeva cosa si sarebbe aspettato alla fine.
Per prima cosa entrarono in cucina, Louis toccò alla cieca ogni parte della stanza fino a che, proprio al centro del tavolo non trovò una torta, per farlo però infilò completamente le mani nella panna, e allora gli venne un attacco incredibile di ridarella cercò il viso di Harry e gli passò le mani tra i capelli riempiendolo di panna, ma improvvisamente lui lo zittì con un bacio, e poi posandogli tra le labbra un pezzo di torta, ne ricordava benissimo il sapore con il pandispagna al cioccolato la crema di cioccolato fondente e le fragole, e poi un altro bacio e altra torta, e ancora una volta un bacio finché la torta non era finita e le sue labbra erano quasi consumate dai baci.
Allora Louis aveva deciso di sfilargli il cardigan e l’aveva fatto con calma, nonostante sentisse la pressante agitazione dell’altro incalzare sempre di più, sbottonando un bottone dopo l’altro per godersi quel momento che era un misto tra uno dei più folli e uno dei più divertenti della sua vita.
Poi c’era stato il salotto dove aveva trovato un orologio sotto i cuscini del divano, e Harry gli aveva sussurrato all’orecchio che dietro c’era un incisione con dei numeri “08-02-09” e Louis si ricordava benissimo che quella era la data della prima volta in cui si erano trovati nello stesso posto, anche senza saperlo, al concerto dei The Script e si ricordava anche quanto questa cosa avesse sempre emozionato Harry, che diceva che incontrarlo era scritto nel suo destino, e lo diceva da molto tempo prima di quando Louis aveva accettato che tra loro ci fosse molto di più di una semplice amicizia, perché Harry era sempre stato incredibilmente fiero di amarlo.
E’ così quella situazione diventò oltre che incredibilmente eccitante, anche incredibilmente romantica, come erano sempre tutte le cose quando si trattava del suo piccolo Harry, che restava sempre oltre che il suo amante, il suo migliore amico, Louis si lasciò sfuggire qualche lacrima, che però per fortuna fu catturata dalla benda stretta sui suoi occhi, poi cercò Harry seduto sul divano e appoggiò la testa contro il suo petto, per sentire il suo cuore battere, e quanto l’aveva amato in quell’istante non si può nemmeno raccontare, sincronizzò i suoi respiri con quelli dell’amante e poi infilò la testa nell’incavo del suo collo per baciarlo.
Rimase lì per un po’ ed Harry lo lasciò fare, finché non si abbassò percorrendo tutto il suo corpo con le mani, per sfilargli i pantaloni.
Poi fu il turno del bagno, dove per cercare Louis si infilò persino nella doccia e per sbaglio aprì l’acqua bagnandosi completamente, ma non se ne curò molto e continuò la ricerca, scoprì che accanto ai loro accappatoi ce ne era uno nuovo.
Harry gli spiegò che l’accappatoio nuovo non era per lui, ma l’aveva comprato per se stesso, gli spiegò che voleva regalargli il suo, perché aveva sempre detto che odiava farsi la doccia la mattina dopo aver dormito con lui perché amava avere addosso il suo odore, e così aveva pensato che regalandogli il suo accappatoio sarebbe bastato indossarlo dopo la doccia per sentirlo di nuovo.
Dopo questo Louis prese Harry per la maglia e lo buttò sotto la doccia, aprì di nuovo l’acqua che questa volta bagnò entrambi, e lo baciò sotto il getto gelato, poi gli tolse la maglia e si lasciò condurre in camera da letto.
Fu lì che sul comodino trovò un piccolo scatolino, ma non aveva la più pallida idea di cosa si trattasse e Harry gli chiese di non aprirlo, finché non gli avrebbe tolto la benda, gli permise comunque di togliergli l’ultimo indumento e Louis lo lasciò completamente nudo, poi si sentì trascinato tra le lenzuola e sentì le mani di Harry attraversargli la schiena e tutto il corpo, spogliandolo di tutto quello che aveva, così rispose al suo tocco, con foga e passione, ed era strano perché non vedeva niente, ma questo non gli impedì di schiacciarlo tra il suo corpo e il letto e di rintracciare la sua bocca per strappargli un bacio, e poi un altro, e poi altri cento e altri mille, questo non gli impedì di fare l’amore con lui, guidato dalle sue braccia che lo stringevano e dall’istinto del suo corpo che si legava a quello di Harry, e fecero l’amore per tutta la notte, finché la mattina Harry gli tolse la benda.
Louis non pensò a per niente alla scatolina appena poté vedere di nuovo, pensò solo ad Harry e a quanto gli era mancato guardarlo, anche se non essendo distolto dalla sua bellezza aveva notato tante piccole cose quella sera, come il suo profumo, l’intensità del suo respiro affannoso, la sua pelle al tatto, i suoi capelli morbidi, il suono dei suoi movimenti o il fresco delle lenzuola.
Quando finalmente lo ebbe guardato abbastanza gli sfilò la scatolina dalle mani: c’erano due fedi.
<< Harry… >> non riuscì a dire altro.
<< Louis, ascoltami per favore.. Sto pensando a quello che devo dirti da giorni, perché ci provo sempre ad esprimere a parole quanto ti amo, ma è impossibile, lo sai… Alla fine ho organizzato la sorpresa di ieri per rendere tutto speciale, anche se adesso non dirò le cose giuste, e ho deciso di improvvisare quindi.. Qualsiasi cosa dirò tu lasciami parlare e ascolta.
Louis, ogni giorno della mia vita da quando ti ho conosciuto mi sento fortunato ad averti accanto, e vorrei che andasse avanti così per sempre, perché ti amo.
E non ti amo solo per tutte quelle grandi cose che qualsiasi persona sana di mente amerebbe di te, per come affronti la vita trovando sempre il motivo giusto per essere felice, o per i tuoi immensi occhi azzurri, o perché la tua voce è talmente dolce che sembra quella di un angelo, per il modo in cui ti relazioni alle persone e non potresti mai risultare antipatico a nessuno, e loro ti rispettano e sai come far fare loro quello che vuoi tu, e non ti vergogni di essere sempre al centro dell’attenzione.
Questi motivi, sono solo i motivi per cui ti ho sempre ammirato, quelli per cui ho deciso che se avessi dovuto scegliere di assomigliare a qualsiasi persona nella terra  saresti stata tu, quelli per cui per me sei sempre stato come fratello maggiore, un modello da seguire, il mio faro.
Ma i motivi per cui ti amo vanno ben oltre questi, si trovano nelle piccole cose, quelle che solo io e te conosciamo, anche se sono imperfezioni, anche se hai paura di mostrarle al mondo.
Amo che quando ti svegli al mattino prima ancora di realizzare dove ti trovi regali al mondo un tuo sorriso, amo il fatto che continui a canticchiare sotto la doccia nonostante cantare sia ormai il tuo mestiere, amo come sei sempre attento a quello che indossi e anche quando scegli delle cose a caso dall’armadio perché ti metto fretta sono sempre abbinate tra loro.
Amo il modo in cui impugni la tazza di tè con tutte e due le mani perché ne possa percepire completamente il calore, amo come ogni volta che sei distratto le tue mani in un modo o nell’altro finiscono sui miei capelli, e il modo in cui ogni volta che andiamo a casa di mia madre le suggerisci di cambiare qualcosa nell’arredamento, e lei è sempre d’accordo.
Amo quando strilli troppo perché sei nervoso, e quando ti guardi allo specchio per ore per cercare tutte le cose che non vanno e sei così insicuro che muoio dalla voglia di riempirti di complimenti e non sarebbe difficile perché sei bellissimo, ma ogni volta che lo dico non ci credi.
Amo il modo in cui mi hai fatto innamorare di te, scherzando e provandoci con me, anche se involontariamente, standomi sempre azzeccato, e rendendomi la tua presenza indispensabile, toccandomi anche quando non era necessario, e guardandomi senza battere ciglio per secondi interi, che per me erano interminabili, perché tutto si bloccava, e avevo timore di fare e dire qualsiasi cosa che potesse farti distogliere lo sguardo, perché in quel momento tutto il mio mondo era rivolto verso di me, e mi stava notando, e io mi sentivo come una ragazzina alle prime armi, e mi succede sempre anche adesso.
Amo il modo in cui mangi quello che preparo, sporcandoti completamente e avendo l’abilità di diventare l’essere meno attraente di tutto il pianeta, e amo quando ti perdi a guardarmi e mi dici che sono troppo bello per essere reale, ed è l’unico motivo per cui vale la pena impegnarmi ad essere davvero bello.
Amo quando sei geloso e tratti male tutti i miei amici, e non sopporti che esco da solo, e ti addormenti sul divano per aspettare che torni, ed è il momento che preferisco della serata, tornare a casa e infilarmi anche io sul divano e dormire al tuo fianco.
Amo quando dici cose senza senso, e il modo in cui fai di tutto per farmi ridere, e anche quando le tue battute non fanno per niente ridere è la tua risata che mi contagia, perché se tu sorridi, io sorrido ed e sempre stato così.
Ma soprattutto amo come le persone sappiano che ti amo, perché amarti è la cosa migliore che faccio, e la cosa più giusta e ne sono fiero, e so che non potrò mai smettere e quindi vorrei che fosse per sempre, quindi per favore Louis, fa che sia per sempre, Louis sposami. >>
<< SORPRESA! >> la voce di Darcy colse completamente di sorpresa Louis, immerso nei ricordi, tanto che fece un balzo all’indietro rischiando di inciampare e cadere lungo disteso ai piedi della piccola,  lei iniziò a ridere, aveva una risata meravigliosa, fresca come un petalo di rosa appena sbocciato, pulita e cristallina.
<< Ma a cosa pensavi? >> anche Harry rideva.
<< A quando mi hai chiesto di sposarti. >> Louis decise di essere sincero.
<< Beh, forse questa non è così grande come quella sorpresa, ma ti piacerà comunque.. Ora mettiamoci in macchina. >> così dicendo Harry lo prese per mano e lo guidò fuori casa, e Louis sentiva Darcy che gli trotterellava dietro tutta entusiasta.
Il viaggio fu abbastanza lungo, quindi Louis dedusse che stavano andando in un posto piuttosto lontano, perché sapeva che Harry non aveva perso l’abitudine a guidare veloce, anche se lo faceva talmente bene che dalla macchina non avvertiva nessun movimento.
Quando le orecchie di Louis stavano per esplodere a furia di sentire le canzoncine cantate a squarciagola di Darcy, e la sua curiosità era ormai giunta all’esaurimento, sentì la macchina fermarsi ed Harry prenderlo di nuovo per mano.
Fu spinto di qualche passo in avanti, e fu allora che inizio a sentire un sussurrare indistinto, capì che si trattava delle solite persone con cui passava ogni singolo compleanno da circa venti anni, e chi altro potevano essere? In effetti non avrebbe desiderato di aprire gli occhi e trovare nessun altro, perché quello che aveva era meraviglioso, gli amici più importanti che avesse mai potuto desiderare, parte della sua vita e parte anche di se stesso, che sicuramente lo conoscevano meglio di quanto lui stesso si conoscesse.
Louis non fu sorpreso di aprire gli occhi, una volta liberato dalla benda di Harry, e trovarsi One Direction e famiglia al completo pronti a festeggiare, ma nonostante questo, gli scappò spontaneamente un sorriso, e si preparò alla tanto familiare processione di abbracci e di auguri che lo aspettava.
Il primo a muoversi fu Liam che, con lo stesso sorriso pacato e affettuoso che aveva avuto da sempre, o almeno da quando lo conosceva, e il segno di una saggezza eterna, che non centrava niente con la vecchiaia imminente, mischiata a quell’aria sognatrice da bambino che, Louis ne era sicuro, sarebbe stata altrettanto eterna, negli occhi nocciola, non esitò a stringerlo in un abbraccio possente, ricordando involontariamente all’amico quanto continuava ad essere inevitabilmente più forte di lui.
Allegro dietro di lui c’era Taylor, il figlio di Liam, che era una copia rimpicciolita di suo padre: stessi occhi enormi, stessi tratti morbidi, stesse labbra carnose, stessa pelle scura, e aveva persino la stessa voglia marrone nello stesso punto del collo, un impressionante scherzo della natura. Solo i capelli erano più scuri, ricci e indisciplinati come quelli della madre.
Il piccolo rivolse degli auguri frettolosi a Louis e corse subito a giocare con la sua Darcy, inseparabile migliore amica da quando l’aveva conosciuta ancora neonata.
Poi fu il turno di Harriet, la bellissima sorella maggiore di Tay, corpo da modella, sguardo da ragazza più desiderata della scuola e cellulare perennemente in mano.
<< Potresti almeno spegnere quell’aggeggio mentre fai gli auguri a tuo zio! >> esclamò Danielle alle sue spalle, facendo scivolare le mani lungo i fianchi sottili, e rivolgendo uno sguardo stanco alla figlia.
<< Non importa, lascia stare.. >> disse Louis, poggiando la mano sulla spalla della ragazza come per autorizzarla ad andare e continuare la sua telefonata.
<< Ah, mi dispiace Louis.. Auguri. >> la donna gli rivolse un rassegnato sorriso affabile.
<< Figurati, immagino sia l’età, è stato così anche per le mie sorelle. >>
<< E sarà così anche per Darcy, papà possessivo. >> esclamò Perrie, sbucata come dal nulla, e Louis si chiese come aveva fatto a non vederla nonostante il pancione derivato da quasi otto mesi di gravidanza.
<< E’ inutile che mi prendi in giro, mammina, tanto toccherà anche a te, ti ricordo che la tua dolce attesa è una femminuccia. >>
<< Beh, ma io voglio che lei sia la più bella della scuola, con due genitori come i suoi, sarà sicuro quantomeno una cheerleader, guarda suo fratello, è perfetto. >> e così dicendo catturò tra le braccia il suo primo figlio, che aveva appena tre anni, ma già era il più bello della famiglia. 
James, così si chiamava, era un folle intreccio tra i colori chiarissimi della madre e quelli scuri di Zayn, aveva gli occhi più azzurri che Louis avesse mai visto, la pelle scura, i capelli quasi neri, e un viso affilato che non aveva alcuna traccia della paffutezza tipica dei bambini, con dei denti bianchissimi e le labbra sottili, sembrava un ibrido figlio di un lupo mannaro e un vampiro, un perfetto essere soprannaturale.
<< Diciamo che ho conosciuto donne più modeste di te.. >> affermò Louis, facendo ridacchiare Danielle.
<< Asseconda la voce disperata di una donna incinta che cerca di ricordare la sua antica bellezza. >> si lagnò la biondina, con un po’ di autoironia.
<< Sei sempre bellissima. >> commentò lui.
<< Mi piacerebbe.. >> disse prima di andare via, trascinando con se Danielle, e lasciando un sorriso divertito sulle labbra di Louis.
Poi fu il turno di Alison, una ragazzina paffuta, con lo sguardo azzurro da prima della classe, che era capace di fulminare in maniera inquietante chiunque, attraverso il vetro spesso degli occhiali.
Saltellò leggiadra fino a Louis, facendo fluttuare la cascata di ricci biondi che arrivava quasi fino al terreno, e poi gli rivolse un sorriso un po’ altezzoso.
<< Buon compleanno Louis. >>
<< Quando inizierai a chiamare “zii” i tuoi zii, Al? >> disse subito Lily.
Lily era in assoluto la donna più simpatica che Louis avesse mai conosciuto, ed era stata la ragazzina più simpatica che avesse mai conosciuto quando aveva iniziato a uscire con Niall, tre anni più piccola del ragazzo e perennemente spaventata di dire qualcosa di sbagliato.
Aveva i capelli biondi e gli occhi quasi neri, che potrebbe sembrare un accostamento a dir poco bizzarro, ma nel suo visino tondo tutto sembrava perfettamente armonizzato, e una bellissima bocca rossa a forma di cuore, il corpo segnato da un filo di grasso quasi bambinesco, il naso tipicamente irlandese, come quello di Niall, e il sorriso più dolce della terra.
<< Tecnicamente non sono miei zii. >> ribatté Alison.
<< Oh, non so come è potuto nascere da me un essere così freddo. Cosa ho sbagliato con te, ragazzina? >> aveva un accento terribilmente irlandese, non come quello che Niall col tempo era riuscito a stemperare imitando alla perfezione qualsiasi accento inglese.
<< Io non sono fredda, sono solo intelligente madre. >> disse la bambina prima di andare via senza nemmeno rivolgerle uno sguardo.
Lily scosse la testa, e poi si avvicinò a Louis per stringerlo un forte abbraccio, lui la sollevò leggermente, facendole cacciare un leggero strillo, ma nessuno si voltò, perché lo facevano sempre, era il loro modo di salutarsi.
Niall e Zayn intanto erano rimasti indietro per battibeccare, cosa che ovviamente ancora una volta non sconvolse nessuno, ma poi saltarono contemporaneamente addosso a Louis per fargli gli auguri, sommergendolo con una specie di abbraccio vagamente violento, qualche pugno ogni tanto e tanti strilli, insomma una gran confusione.
<< Ma voi due non crescete mai? >> chiese Louis.
<< Ti prego, guarda chi parla! >> affermò Zayn.
<< Voi tutti cercate sempre di ammazzare il mio entusiasmo, perché volete ammazzare il mio entusiasmo? >> Niall incrociò le mani sul petto.
<< Oh, guarda Lou, il bambino mette il broncio. >>
<< Zayn, ti odio. >>
<< No, Niall, io odio te. >>
Ecco che avevano incominciato di nuovo, Louis si allontanò ridacchiando e finalmente, superato l’assalto iniziale ebbe l’opportunità di guardarsi intorno: come avrebbe potuto non riconoscere quel luogo? Harry aveva fatto, come al solito, tutte le cose per bene.
Nonostante il terreno, che l’ultima volta era puntellato da un’allegra erba verde brillante, fosse ormai ricoperto di neve ghiacciata e scivolosa, tutto il resto era esattamente uguale a come quando Louis c’era stato 19 anni prima, quasi come fosse tornato indietro nel tempo.
L’enorme distesa di terreno pianeggiante per fare spazio alle tende dei campeggiatori, che quel giorno erano solamente le loro cinque tende che probabilmente aveva montato tutte Liam prima del suo arrivo, circondata dalla foresta di sempreverde fitti e scuri, il rumore della natura che frusciava e si riparava nei meandri più nascosti di quel luogo quasi incantato, la vista a perdita d’occhio di verde e solo verde, dove solo le loro macchine e il chiacchiericcio ridanciano lasciavano percepire la presenza umana, nulla era cambiato in quel luogo isolato dal mondo, eppure infinite erano le cose cambiate nella vita di Louis e Harry da quando c’erano stati l’ultima volta.
Louis si chiese distrattamente dove si nascondesse il ruscello nel quale aveva fatto il bagno con l’unico ragazzo che aveva mai amato, il ragazzo più bello che quel ruscello avesse mai visto, che allora era ancora costretto a chiamare amico, e si domandò se sarebbe stato capace di trovare quell’albero, tra i milioni della foresta, dove tempo prima aveva inciso la sua silenziosa promessa di amore eterno; cercò poi lo sguardo del più piccolo, e nello stesso momento in cui i loro occhi si incrociarono realizzò che stava pensando la stessa cosa, dovevano trovare quell’albero, unico spettatore muto del loro primo bacio, Harry l’aveva portato lì proprio per questo.
E così i due innamorati non riuscirono proprio a divertirsi, mentre pianificavano silenziosamente e aspettavano che dopo mangiato tutti fossero abbastanza stanchi da riposare, e che Zayn decidesse di usare le gambe di Niall come cuscino, così che l’Irlandese avrebbe smesso di suonare la chitarra, sua inseparabile compagna, e col silenzio sarebbe dilagato il sonno, negli abbracci caldi che intorpidiscono i muscoli e li rendono pigri alla vita, quando fuori fa freddo, e così loro sarebbero potuti fuggire assieme, nel loro nido d’amore.
Mano nella mano non fu difficile per i due come avevano creduto raggiungere il ruscello tanto caro, come se la strada fosse già segnata nei loro cuori, e se uno si perdeva per un secondo lo guidava l’altro, e poi viceversa.
Harry si accovacciò sulla riva e mise distrattamente una mano nell’acqua.
<< Adesso sì che è davvero gelata. >> sorrise leggermente, e Louis capì che era già perso nel ricordo, così si avvicinò a lui, sedendosi sul terreno ghiacciato e con delicatezza voltò il suo viso per guardarlo negli occhi, bastò un secondo, uno sguardo, una scossa di elettricità, e fu risucchiato da quell’oceano verde, spinto nei ricordi, che sembravano così vivi attorno a se.
Ricordava ogni singola cosa, tutto quello che Harry aveva detto e fatto, i suoi gesti più piccoli, la sua intenzione di farsi desiderare, lo vide di nuovo, così bello senza maglietta, e i riccioli scuri grondanti d’acqua, Louis non sapeva cosa volesse dire aver voglia di qualcosa finché non vide i suoi denti bianchi e si chiese se fossero davvero lisci come pensava, Dio quanto, quando aveva desiderato scoprirlo in quell’istante, ed era attratto da lui come non lo era mai stato fino a quel momento, come lo sarebbe stato altre mille volte in seguito.
Louis sentì le loro risate, e li vide giocare innocenti nel fiume, senza staccarsi mai troppo dall’uno all’altro, toccandosi sempre il più che potevano, senza sapere perché lo facevano, non a conoscenza di quella calamita che li aveva tenuti legati stretti fin dal primo giorno.
Poi arrivò quel ricordo, il loro primo bacio, forte come se Harry lo stesse baciando di nuovo in quel momento, ed era talmente tanto preso dal ricordo che pensò che lo stesse facendo davvero, o forse lo stava facendo, perché sentiva il suo inconfondibile sapore sulle labbra, ne fu completamente sopraffatto.
Dal ricordo di quel primo bacio ne arrivarono altri che sembravano infiniti, quelli arrabbiati e pieni di sensi di colpa e tradimento, quelli infiammati di desiderio e eccitazione, quelli sereni tra le lenzuola del loro letto, quando era ancora ad una sola piazza, quelli che avevano il sapore del te preferito di Harry, rubatigli prima che si addormentasse, e poi il loro primo bacio in pubblico, il loro primo bacio davanti agli altri ragazzi, o quello bagnato delle lacrime di gioia dopo che Louis aveva accettato di senza pensarci nemmeno per un secondo di sposarsi.
E poi il bacio della notte prima del matrimonio, prima di salutarsi per passare la notte prima delle nozze separati, pieno di speranza di aspettative, o il loro primo bacio da sposati, che aveva suggellato la perfezione del loro amore come qualcosa di etereo ed eterno, qualcosa che andava oltre il fuoco che ardeva dentro di loro ogni volta che si sfioravano, qualcosa più simile ad un giglio, qualcosa di puro, il loro destino.
E tutti i baci che erano seguiti la prima notte di nozze, che di puro quella volta non avevano proprio niente, e quelli del buongiorno e della buonanotte, quelli dati di fretta prima di una lunga giornata di lavoro, quelli che avevano il suono delle risate.
Ricordò di come Harry l’avesse baciato a lungo dopo che lui l’aveva convinto ad adottare un bambino, e aveva riversato in quel bacio tutta la paura di quella loro scelta, sussurrandogli poi all’orecchio che lo faceva solo perché aveva la certezza che Louis sarebbe stato un genitore meraviglioso, e che non poteva togliere ad un bambino l’opportunità di avere il padre che lui stesso desiderava, e non era mai stato più serio di come lo era in quel momento, e subito dopo lo baciò ancora, comunicandogli il suo amore devoto, quasi disperato.
Ricordò tutti i baci che seguirono, quelli ansiosi prima che arrivasse la bambina, e poi dopo furono i baci maturi di due genitori consapevoli che il loro amore stava dando dei frutti, e quelli pieni di mancanza tra un pianto e l’altro durante i primi mesi di Darcy, quelli a stampo con le labbra incurvate in un sorriso, gli unici che si permettevano davanti alla bambina, o quelli selvaggi, frettolosi e esagerati quelle rare volte in cui Harry acconsentiva a lasciarla a casa di Liam a giocare con Taylor.
Ricordò, ricordò e ricordò ancora, finché non fu portato al presente dalla bocca di Harry che sfiorava la sua per un ennesimo bacio.
<< Aspetta un secondo, riccio. >> disse con un sorriso, epoi lo prese per la mano e lo guidò davanti al loro albero.
Sorprendentemente le incisioni erano ancora lì, certo un po’ cambiate dal tempo ma non meno visibili non meno vive, proprio come il loro amore.
Louis prese la mano grande di Harry, e guidò le sue dita pressandole sulle scanalature che formavano le loro iniziali sulla corteccia, l’altro sorrise.
<< Giurami che sarà per sempre. >>
<< Louis, te l’ho giurato diciannove anni fa, quando ti ho baciato per la prima volta. >>
<< Allora giuralo di nuovo. >> implorò Louis.
E Harry senza dire una parola eseguì il suo desiderio, baciandolo ancora una volta.


RINGRAZIAMENTI!
Ebbene sì, è finita ragazzi!! E' durata quasi un anno questa ff, e non so più cosa farò adesso!! :(
Comunque probabilmente sono l'unica a cui dispiace, ma non importa (confessssso, ci sono rimasta un po' male per le poche recensioni dell'ultimo capitolo)
Nonostante questo voglio comunque ringraziare quanlcuno perché sono trasgry e mi fa sentire una vera scrittrice (anche se non lo sono, lool
Prima di tutto voglio ringraziare Harry e Louis, e anche quegli altri tre coglioncelli (Niall, Liam e Zayn, per chi non avesse capito) che oltre ad essere stati la mia fonte di ispirazione per questa ff, sono la mia fonte di vita ogni singolo giorno e i miei idoli, e vi risparmio lo sproloquio strappalacrime su quanto il ami, ma sappiate che li amo tanto.
Poi c'è la cara zietta J.K.Rowling, la donna più meravigliosa della terra che mi ha trasmesso tutto quello che so e in cui credo, a cui (tra l'altro) è dedicato il mio epilogo ''19 anni dopo'' (qualunque persona sana di mente capirà l'omaggio!)
Voglio ringraziare anche Claudia e Federica che mi hanno convinto/constretto ad iniziare a scrivere, e iniziato al mondo pieno di amore e arcobaleni e amenità dello Yaoi/Slash, e Serena che mi sostiene in quasiasi cosa che faccia e ormai shippa Larry anche più di me.
Ringrazio tutte quelle persone che hanno letto e recensito regolarmente, specialmente _click_24_ (purtroppo mi storpia il nome) , ma anche tantissimi altri (chi lo ha fatto lo sa!!)
E infine te, si proprio tu che stai leggendo adesso, grazie mille di aver sprecato il tuo tempo con me, spero che ne sia valsa la pena almeno un po'...
BACI BACI

                                                                                                                                                                   _Carrotscupcake_ 
 

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