Chatting with an angel.

di Loulou_24
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Euforia ***
Capitolo 2: *** Il ragazzo nuovo. ***
Capitolo 3: *** La festa. ***
Capitolo 4: *** La festa (parte due) ***
Capitolo 5: *** Passeggiata ***
Capitolo 6: *** Il sogno ***
Capitolo 7: *** L'invito. ***
Capitolo 8: *** L'ospite a sorpresa. ***
Capitolo 9: *** E lei è? ***
Capitolo 10: *** Eleanor. ***



Capitolo 1
*** Euforia ***


-From the moment I met you everything changed
I knew I had to get you whatever the pain
I had to take you and make you mi..

Spensi  la sveglia prima che finisse la frase e guardai fuori dalla finestra:il sole spendeva nel cielo azzurro e dopo aver maledetto l’invenzione del lunedì,la scuola,chimica ,matematica e altre materie che avrei preferito non inventassero mi buttai  letteralmente giù dal letto e mi fiondai sotto la doccia con la radio ad alto volume. Con un asciugamano intorno al corpo passai ,come del resto ogni mattina,molto tempo a fissare l’armadio aperto aspettando che qualche nuovo capo d’abbigliamento apparisse magicamente ,ciò non avvenne quindi optai per un golf rosso dei jeans scuri e  le mia adorate superga. Mi fissai attentamente allo specchio  stesi una leggera dose di fondotinta -per non coprire le piccole lentiggini sugli zigomi- una sottile riga di matita nera sui miei occhi verdi e un po’ di burro di cacao sulle labbra   carnose. Dopo aver raccolto  i miei ricci biondi in uno chignon alto uscii in fretta di casa diretta verso scuola. Accesi l’ipod e alzai il volume al massimo con Look after you ,la cover di Louis Tomlinson.

Ai cancelli di scuola salutami la mia amica Angelica con un leggero bacio sulla guancia e ci avviammo   una vero verso l’aula  al terzo piano e l’altra verso l’aula al quarto piano. Arrivai in classe anche oggi  con un leggero ritardo e anche oggi il professore mi fulminò con lo sguardo, dopo essermi scusate  mi sedetti al secondo banco accanto al ragazzo sfigato di cui dopo 4 mesi di scuola ancora non avevo  imparato il nome:forse Dario o forse Silvio. La mia attenzione durò molto poco,dopo pochi minuti ero già distratta,troppo occupata ad osservare quel piccolo uccellino che svolazzava,al contrario di me, libero di ramo in ramo.. Passarono altre cinque pesanti ore di lezione.. Con grande sollievo di tutti la campanella suonò per annunciare l’inizio della ricreazione . Mi affrettai  ad uscire dalla classe per raggiungere Angelica al piano superiore ma appena misi il piede fuori dall’aula percepii nell’aria una strana euforia, pensai di essermela immaginata così osservai con più attenzione e vedevo  ovunque gruppetti di ragazze eccitate chiacchierare sorridenti,tesi le orecchie per riuscire a capire qualcosa:non mi ero sbagliata,molte ragazze erano concentrate a fissare,divertite ed emozionate, qualcosa dietro l’angolo. Riuscii a sentire le parole “nuovo” ed “inglese”continuai a camminare curiosa di scoprire il motivo di tutta  quell’eccitazione ma andai addosso a qualcosa o meglio a qualcuno e finalmente capii anch’io il motivo di tutta quell’euforia.

Era colpa di un ragazzo ma non era un ragazzo qualsiasi era il ragazzo più bello che io avessi mai visto e quegli occhi non erano dei semplici occhi azzurri erano due piccole bolle di cielo. Quel ragazzo mi ricordava qualcuno ma prima che potessi pensarci lui disse qualcosa e la sua voce limpida mi colpì

Non capii quello che mi disse ero persa nei suoi occhi e nella sua voce!

 
  

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Capitolo 2
*** Il ragazzo nuovo. ***


Non capii quello che mi disse ero persa nei suoi occhi e nella sua voce
Mi sentii una perfetta idiota,ero immobile davanti a lui lo stavo fissando  e probabilmente avevo un sorriso da ebete. Lui si schiarì la voce e ripetè ciò che aveva detto
-Ehm….Ciao mi chiamo Alex,e tu sei?
La sua voce mi colpiva  sempre di più era così delicata e melodiosa riusciva a provocarmi dei piccoli brividi che risalivano lungo tutta la schiena. “No, cosa sto dicendo non è la sua voce è il freddo si sarà sicuramente quello il motivo” pensai. Continuava a ricordarmi qualcuno. Ora era lui a fissarmi,attendeva una mia risposta. Distolsi con fatica  i miei occhi dai suoi per concentrarmi sulla risposta.
- Mi chiamo Amanda. Tu..tu sei nuovo non è vero?
 Farfugliai ,cercando di nascondere il mio nervosismo. Non riuscii molto bene nell’intento.
-Si sono arrivato ieri da Londra e sono piuttosto disorientato ,mi aiuteresti a trovare la mia classe? Devo andare a lezione di storia..
-Oh,si anch’io sono in quella classe,seguimi.
Per un attimo sentii un vago senso di felicità ma non volevo ammettere che era tutto dovuto al fatto che fossimo nella stessa classe,allontanai quell’idea:non potevo innamorarmi del ragazzo nuovo,il ragazzo che non mi guarderà mai,il ragazzo che probabilmente si innamorerà di…Ecco era proprio di lei che stavo parlando.                                                                                                                               Rebecca Lewis.                                                                                                                               
 Lei era la classica ragazza bella,la classica ragazza a cui tutte vorrebbero assomigliare. Le sue scarpe di marca ticchettavano nel corridoio della scuola e i suoi perfetti capelli biondo ramato gli ondeggiavano  sulla schiena incorniciavano  il suo viso dalla pelle abbronzata dovuta alle sue origini  californiane;camminava spedita, ancheggiando, con uno sguardo determinato. Sapeva perfettamente  che ogni ragazzo di quel corridoio stava osservando le sue curve perfette e quelle gambe da modella sottolineate dai jeans scuri attillati. Mi voltai per osservare i ragazzi,era proprio così:ogni singolo ragazzo la stava osservando desideroso, tutti tranne uno;Alex era lì che mi guardava aspettando che mi dirigessi verso l’aula di storia,senza neanche degnare Rebecca di uno sguardo. Arrivata in classe mi sistemai all’ultimo banco sperando che finalmente avrei potuto rilassarmi,ma lui si sedette accanto a me. La sua presenza mi metteva in ansia,mi sentivo sempre osservata e prestavo attenzione a tutte le mie mosse e a ciò che dicevo per paura di essere giudicata male , ma allo stesso tempo ero felice che avesse scelto me come compagna di banco.
La professoressa chiamò Alex alla cattedra per presentarlo alla classe
-Ragazzi lui si chiama Alex Stonem,si è appena trasferito da Londra ha un anno in più di voi ma lo abbiamo inserito in questa classe in modo che potesse abituarsi all’italiano e a cose un po’ più semplici.
Lui pronunciò un breve “Ciao” con il suo meraviglioso accento inglese e tornò a sedersi tirando fuori un quaderno. Incominciò a scrivere incurante di tutto ciò che accadeva intorno a lui,approfittai della sua distrazione e lo osservai meglio:portava una sciarpa blu che gli copriva gran parte del viso,un maglioncino molto attillato a righe di diverse tonalità di marrone con dei pantaloni stretti arrotolati fino a metà polpaccio . Riuscivo a sentire il suo profumo,era un profumo che conoscevo:Gucci Guilty.                    
Alex era molto concentrato in quello che stava scrivendo,ogni tanto alzava gli occhi verso la finestra e scrutava il cielo quasi stesse cercando l’ispirazione ,si illuminavano raggiungendo un colore azzurrino meraviglioso,poi li riabbassava  tornando a scrivere qualcosa in quel quaderno .Cercai di allungare il collo e riuscire a leggere qualche parola ma prima che potessi concentrarmi…
-De spirito!
La professoressa pronunciò il mio cognome a voce alta facendomi quasi cadere dalla sedia.
-La vedo molto interessata alla lezione,perché non ci fa un resoconto di quello che ho detto fin’ora?
- S-si certo,lei stava parlando del…Si insomma l’argomento di cui parlavamo riguardava…
Driiin.
-Sei stata fortunata De spirito.
La campanella suonò più chiara e forte del solito salvandomi dalla domanda della professoressa.                 
Con un sospiro di sollievo raccolsi le mie cose velocemente per evitare di incontrare ancora lo sguardo di quel ragazzo perfetto e misterioso ma prima che potessi prendere la borsa e voltare le spalle ad Alex lui mi sfiorò un braccio per attirare la mia attenzione.
-Grazie per avermi accompagnato in classe,spero ci rivedremo.
Il mio curo fece un balzo,cercai di ignorare il suo sguardo e mi concentrai su un ramoscello che si muoveva spinto dal vento alle sue spalle
-Mh..ma no figurati è..è stato un piacere,si lo spero anch’io.
Dissi velocemente affrettandomi verso la porta,lasciandolo lì da solo.                                               
     Mi diressi verso la porta principale per  raggiungere la mia amica ,la vidi e le corsi in contro per raccontargli del mio incontro con il ragazzo nuovo.
-Angelica!
La chiamai.
-Amanda!Dio hai visto il ragazzo nuovo?E’ così assurdamente bello,o almeno per quello che si vede,ha quella sciarpa enorme che gli copre metà del viso ma ha quegli occhioni azzurri meravigliosi. Ho sentito che si chiama Andrea…
-No,si chiama Alex,Alex Stonem è inglese!
Dirigendoci verso casa le incominciai a raccontare del nostro breve dialogo in corridoio e di come aveva ignorato Rebecca. Le raccontai anche che si era seduto accanto a me e di ciò che mi aveva detto alla fine dell’ora. Lei ne fu sorpresa continuandomi a ripetere quanto fosse fantastico il fatto di averci parlato e che lui si fosse seduto proprio vicino a me.                                                                                                                                     
Arrivata davanti al portone di casa ci salutammo promettendoci di sentirci più tardi per telefono.Salii di corsa le scale di casa e accesi il computer andato direttamente su facebook.                                     
   Una richiesta di amicizia,cliccai sull’icona curiosa di sapere chi potesse essere.
Appena lessi il nome la mia espressione cambiò radicalmente.
Era lui.
Alex Stonem mi aveva aggiunto ai suoi amici!
 
  

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Capitolo 3
*** La festa. ***


Alex Stonem mi aveva aggiunto ai suoi amici!
 
Quel nome cambiò radicalmente la mia espressione,un sorriso da ebete si stava impossessando del mio volto. Ripresi il controllo di me stessa  cercando di far sparire quel sorriso che odiavo. Quando sorridevo in quel modo voleva dire solo una cosa:ero innamorata.
Cercai di pensare ad altro.
 Alex era fuori dalla mi portata.
Per distrarmi andai verso la cucina in cerca di uno spuntino,presi un cucchiaio e un barattolo di Nutella sapendo che subito dopo mi sarei pentita di quella scelta. Il mio cellulare cominciò a squillare,posai il barattolo sul piano della cucina e andai a cercare il mio iPhone  all’interno di quella borsa infinita quasi quanto quella di Mary Poppins.
Trovato.
-Pronto?
Tornai verso la mia “salutare” merenda e mi sedetti sul tavolo della cucina a gambe incrociate con il telefono incastrato tra la spalla e l’orecchio.
-Hei amanda!Mi sei quasi mancata dopo tutto questo tempo.
Il suo tono sarcastico mi fece ridere e per poco non mi strozzai con la nutella che avevo appena inghiottito
-Ciao!oh si anche tu… Davvero troppo!
-Allora,di che stavamo parlando?Ah si:Alex. Continua quello che stavi raccontando!
Cambiai posizione abbandonando il cucchiaino e sdraiandomi sul  tavolo con le gambe appoggiate al muro cercando di prendere tempo. Non volevo pensare ancora a lui,mi ricordava semplicemente quanto fosse stupendo e perfetto quanto la sua voce fosse dolce  e il modo in cui  il suo sguardo sembrasse  quasi accarezzarti  e il suo perfetto accento inoltre mi ricordava quanto i suoi occhi fossero terribilmente perfetti e i suoi..
-Amanda? Allora? Che altro è successo stamattina con Alex?Dai voglio sapere ogni minimo e insignificante dettaglio.
 Sentir pronunciare il suo nome mi provocò dei piccoli brividi che percorsero il mio stomaco da cima a fondo. Dentro di me sbuffai per quelle stupide reazioni.
-Ti ho già raccontato tutto…
Risposi vaga.
-Mi ha anche aggiunta ai suoi amici!
Per un attimo sentii un lungo silenzio e poi Angelica esplose,la sua voce allegra e sorpresa mi fece sobbalzare.
-Che cosa?!E che aspettavi a dirmelo?
-Non era una cosa così importante.
Ribattei cercando di autoconvincermi di quell’affermazione.
 
Dopo  aver parlato di Alex per il resto della conversazione  al telefono con la mia amica tornai in camera mia accendendo l’iPod. Misi You found me dei The fray e mi rilassai sul letto.

Mi addormentai in pochi minuti cullata dalle note della canzone e sognai,ero in un posto indefinito che però mi sembrava di conoscere da sempre ed ero insieme ad un ragazzo moro anche lui mi sembrava familiare.

 Prima che potessi osservare più attentamente il ragazzo il trillo del mio telefono mi svegliò,l’iPod era ancora acceso e riproduceva la splendida voce di Avril Lavigne nella canzone i wish you were here . misi in pausa la canzone e lessi il messaggio con gli occhi ancora addormentati

-Festa a casa mia sabato sera,vieni?
Un bacio Silvia. XX.

Scrissi alla mia compagna di classe  una  breve risposta dicendole che ci sarei stata sicuramente e mi sdraiai di nuovo sul letto abbassando un po’ il volume troppo alto per i miei sensi ancora intorpiditi dalla dormita appena fatta. Controllai l’ora sul display del cellulare:7.30 di sera.
In quel momento sentii la chiava girare dentro la toppa della porta  e la voce di mia madre irrompere in casa.
-Amanda sono a casa!
-Ciao mamma!
 
 
Quel sabato mattina la sveglia suonò alle 6.30 come ogni giorno e la giornata trascorse tranquillamente. A ogni cambio dell’ora speravo di incrociare quegli splendidi “fari” azzurri e vedere il suo sorriso illuminare il corridoio. Solo allora mi resi conto che non lo avevo mai visto sorridere a causa della sciarpa che gli copriva sempre la maggior parte del volto.
Strano.

A fine lezioni mi incontrai con Angelica per decidere l’abbigliamento per la festa di Silvia  . Indossavamo entrambe un vestitino corto,il mio era color lavanda e mi copriva metà coscia il suo invece era verde a tubino e le toccava il ginocchio,dopo  uno strato leggero di trucco e una spruzzatina di profumo  ci avviammo verso la villa della nostra amica con la mia macchinetta. Arrivammo alla festa con un leggero ritardo e la villa a due piani era già stracolma di gente dal cortile riuscivamo  a sentire della musica ad alto volume provenire dall’interno dell’abitazione. Entrate dentro ci rendemmo conto con  disappunto che l’ambiente era in penombra e un forte odore di birra regnava nel lussuoso salone insieme ad una nube di fumo di sigaretta che aleggiava sul soffitto . Con i nostri tacchi alti camminammo fino a raggiungere la festeggiata e dopo averle fatto gli auguri comincia a guardarmi intorno in cercando nessuno in particolare.
Percorrendo la sala con gli occhi il mio sguardo si incatenò con quello di Alex il mio cuore fece una piroetta , lui mi sorrise e sentii le mie guance avvampare, cercai di distogliere lo sguardo ma non ci riuscivo ero imbambolata. Cominciai a sentirmi molto in imbarazzo e prima che potessi fare qualsiasi cosa lui mi fece un cenno con la mano in segno di saluto in quel momento mi resi conto ,senza un minimo di felicità, che non era solo,tornò a ballare con la ragazza  avvinghiata alle sua braccia abbronzate.
Non riuscii subito a capire chi fosse ma poi la misteriosa ragazza con cui Stonem stava ballando si girò facendo una perfetta  giravolta facendo ondeggiare i suoi capelli luminosi.
Era Rebecca.
Alex e Rebecca stavano ballando allegri, abbracciati l’uni agli altri.
Mi sentii sprofondare.
  

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Capitolo 4
*** La festa (parte due) ***


Mi sentii sprofondare.

Per un attimo rimasi lì,impalata a fissare la scena da lontano,come se ci fossero solo loro in quella sala affollata mentre tutto il resto della festa andava avanti incurante di me,incurante della tempesta che si stava scatenando dentro il mio corpo.

 Non riuscivo a non guardarli.

Erano lì con quell’aria complice scambiandosi dei sorrisini divertiti tra un passo di danza e un’altro.
Mi girai di scatto  tenendo la mia borsetta stretta tra le mani e cominciai a correre scossa dai singhiozzi  mentre le lacrime mi rigavano il volto.

Sapevo che non avrei dovuto innamorarmi di lui sapevo che sarebbe finita così ,come avrebbe potuto non finire in quel modo: Rebecca è stupenda e lui lo è ancora di più,formano proprio una bella coppia non dovrei neanche essere stupita di vederli insieme.
Continuai a correre inciampando in ogni passo e  odiandomi per aver messo quei tacchi così alti. Mi ritrovai davanti ad una rampa di scale,le salii di corsa con la vista annebbiata e mi ritrovai nel terrazzo di Silvia.
Era molto grande con dei tavoli e cuscini sparsi ovunque su quelle piastrelle chiare,mi andai a rifugiare in un angolo del balcone abbandonandomi al pianto sui cuscini tenendo gli occhi verso l’alto per rinfrescarmi il viso. Presi l’ iPod dalla borsa e lo accesi  tenendolo a basso volume. C’era un venticello leggero che mi accarezzava le guancie mentre le lacrime continuavano a scorrere una dietro l’altra, le lasciai scendere  finché  finalmente non mi calmai;mi passai una mano sul volto per asciugarmi,allontanai le dita nere a causa del trucco che mi era colato e rimasi seduta su quel terrazzo per molto tempo mentre al piano di sotto lui ballava con lei.
Improvvisamente sentii dei passi leggeri sugli scalini e qualcuno apparve dietro di me,non mi girai neanche.
-Ciao,vuoi un po’ di compagnia?
La voce di Alex mi rimbombò nelle orecchie . Feci l’errore di girarmi verso di lui scordandomi del mio pessimo aspetto e  mostrandogli ciò che rimaneva del trucco depositato ormai ovunque tranne che sugli occhi.
-Hei Piccola,che succede?
Il suo sguardo sinceramente preoccupato mi riempì,per un momento,di gioia.
Si inginocchiò accanto a me posandomi una mano sulle spalle e posando l’altra sul mio ginocchio nudo con un tocco leggero. Ora che era così vicino a me lo fissai dritto negli occhi ed erano così profondi che avrei potuto nuotarci dentro ed così luminosi anche nel pieno della notte,lui mi fissò a sua volta con così tanta intensità che mi sentii trafiggere dal suo sguardo fin nell’anima, il sangue fluì velocemente nelle mie guancie facendole arrossire violentemente;abbassi lo sguardo sulla sua  mano fresca che toccava la mia gamba,il colore della sua pelle era bellissimo,un colorito argenteo donato dalla luce della luna e delle stelle che si riflettevano su di lui illuminandolo in ogni suo dettaglio.
-Oh..ehm niente di importante solo..solo..
 Dissi abbozzando un sorriso. Lasciai la frase in sospeso non sapendo come continuare o cosa aggiungere per non sembrare una perfetta idiota.
-Farò finta di credere al “niente di  importante” ma se ti venisse voglia di sfogarti io sono qui.
La sua gentilezza e comprensione mi colpì e le mie labbra si incresparono in un piccolo sorriso,che mascherai portandomi la mano nei capelli per sistemarli con un gesto naturale. Il mio sguardo era ancora fisso sulla sua mano,all’improvviso la sollevò postandola sulla mia  guancia per pulire le tracce di mascara.
- Credo che stasera avrei fatto meglio a mettere un mascara waterproof!
Dissi per sdrammatizzare con una battuta  che, ora, mi sembrava la più stupida del mondo. Mi sembrò di scorgere un piccolo sorriso ma con quella sciarpa che portava mi fu impossibile esserne sicura. In quel momento notò che avevo le cuffiette,me ne sfilò una e se la portò all’orecchio,stavo ascoltando  Moments una canzone cantata dai One Direction mi sembrò di cogliere un’espressione sorpresa sul suo volto poi all’improvviso si alzò come se avesse avuto un’idea.
-Vieni,ti va di fare una passeggiata? E’ una bella serata è un peccato rovinarla!
Alex si mise davanti a me tendendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi.
 Annuii stringendo la sua mano delicatamente,tenendomi sempre per mano mi accompagnò fino alle scale  dove lasciò la mia mano e camminò davanti a me. Uscii insieme a lui guadagnandomi un’occhiata ostile da Rebecca.
Ci ritrovammo in una grande strada del centro, ormai  quasi vuota,il silenzio era molto pesante mi concentrai intensamente per trovare una frase più o meno intelligente da dire o un argomento di conversazione. Fu lui a rompere il silenzio
-Adoro le serate così:il cielo è libero dalle nuvole e si riescono a vedere chiaramente le stelle e la luna,poi c’è quel vento leggero che ti sfiora il viso..
Ero affascinata dalle sue parole e pendevo dalle sue labbra. Mi aveva tolto le parole di bocca.
-Si hai ragione,è stupendo e poi rende tutto così romantico!
Mi morsi un labbro per quella affermazione così stupida,cosa mi era saltato in mente?Lui è impegnato,con quella specie di barbie. Ora penserà che ci voglio provare con lui,cosa non del tutto falsa.
 
Dopo una lunga passeggiata per tutte le strade della città i miei piedi erano terribilmente doloranti,mi lasciai sfuggire un piccolo lamento, odiandomi ancora per aver messo quelle scarpe. Lui si girò verso di me con un dolcissimo sguardo preoccupato
-Ahahah,niente di grave,questi tacchi mi stanno distruggendo i piedi.
Lo rassicurai sorridendo. Il suo sguardo corse lungo tutte le mie gambe fino ad arrivare alle mie scarpe, mi sentii sotto esame, le mie gambe erano tutt’altro che perfette.
-Oddio scusami mi ero scordato che avessi quei trampoli al posto delle scarpe,vuoi le mie ? Io posso camminare in calzini non c’è problema,sul serio,tieni!
Si chinò per sfilarsi le sue Tom’s. Il suo gesto mi intenerì , ma prima che potesse levarsele lo fermai.
-No,no no no!Non ci penso proprio a farti girare scalzo per il centro. Ti scandalizzi tanto se me le tolgo io le scarpe?
 Scoppiò in una risata appena pronunciai l’ultima parola. Dio la sua risata era la più bella che avessi mai sentito. Mi rendeva felice!
-No certo che non mi scandalizzo,solo mi dispiace,sicura di non volere le mie scarpe?
-Non le voglio!
Risposi decisa.
-Quindi ti piacciono i One Direction…
Esordì  improvvisamente indicando l’ipod che avevo ancora tra le mani.
 
  

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Capitolo 5
*** Passeggiata ***


Quindi ti piacciono i One Direction…
Esordì  improvvisamente indicando l’ipod che avevo ancora tra le mani.
 
Rimasi sorpresa da quella domanda,non immaginavo neanche che li conoscesse.
-Si,li adoro ,sono una delle mie band preferite!
Il suo sguardo si fece pensieroso.
-Hm…sai ,anch’io sono loro fan!
E’ il ragazzo della mia vita!pensai convinta. Ero davvero sbalordita  da quella affermazione , non mi era mai capitato di incontrare ,di persona, una ragazzo a cui piacessero.
-Le loro canzoni sono fantastiche e la loro voce lo è ancora di più!
-Qual’à la tua canzone preferita?
Disse girandosi verso di me.
-Moments. Il teso di quella canzone è stupnedo!
Il suo sguardo si illuminò.
-Si anch’io la adoro!!
-Immagino che Harry sia il tuo preferito..
Mi chiese con tono quasi offeso.
-Oh no! E’ un bellissimo ragazzo ma un altro di loro mi ha colpito…
-Qual è il tuo “preferito”Allora?
Disse mimando con le dita delle virgolette.
 Chiese fissandomi dritta negli occhi,come se per lui questo fosse un argomento di vitale importanza
-Louis Tomlinson.
Risposi senza alcuna esitazione.
-Ci rimasi malissimo quando scoprii che era fidanzato con Eleanor Calder..per fortuna ora si sono lasciati,quelle foto di loro due insieme mi stavano uccidendo…
La sua espressione era davvero indecifrabile.
-Oh bè era una ragazza molto dolce probabilmente,secondo me è per questo che lui se ne era innamorato. Ma poi le cose sono cambiate,almeno così immagino.
Quindi è Louis è il tuo “preferito”?
-Si,mi sono innamorata sin dall’inizio…
-Cosa ti ha colpito di lui?... scusami ti sto facendo tante domande ma sono..curioso,sai  in classe avrei voluto parlarti… ma sei scappata via!
Mi sentii così importante, lui voleva  parlare con me. Lui che era uno dei ragazzi più belli della scuola,anzi il più bello.
 Una sensazione di piacere attraversò il mio corpo.
-No tranquillo non è un problema. Si..uh..dovevo incontrami con una mia amica…Comunque..
Dissi ritornando alla domanda su Louis.
-Non so Louis ha quel suo modo di fare ,sempre allegro e poi i suoi occhi ti colpiscono nel profondo , la sua voce  quando canta è stupenda :così dolce e limpida…. Lui è davvero un ragazzo meraviglioso
Tagliai corto rendendomi conto che  nel frattempo i miei occhi avevano cominciato a luccicare al solo pensiero della sua voce.
Sentii Alex  sussurrare qualcosa come se stesse parlando tra se e se.
Mi girai per leggere il labiale ma i miei occhi si incontrarono con  i suoi  e ancora una volta mi sentii trafitta dal suo sguardo intenso, rabbrividii e i suoi occhi scesero lungo le mie braccia scoperte notando che avevo la pelle d’oca.
Senza dire una parola si sfilò il suo maglione scuro e me lo posò sulle spalle.
Lo guardai sorridendo riconoscente.
-Grazie.
Ma questi brividi non sono provocati dal freddo ,avrei voluto aggiungere.
L’immagine  di Rebecca e Alex che ballavano nel salotto affollato  mi apparse di nuovo davanti agli occhi e per poco non ricominciai a piangere.
Distolsi lo sguardo  da lui girandomi verso uno dei tanti palazzi antichi ai lati della strada,rompendo quello scambio di sguardi che si era creata attorno a noi.
-Allora, come ti trovi in questa nuova scuola?
Dissi la prima cosa che mi venne in mente in un disperato tentativo di distrarmi da quella terribile immagine e cercando di rompere quel silenzio imbarazzato .
-Molto bene..Si, sono stati tutti molto gentili con me!
Non mi fu difficile immaginarne il motivo…
 
abbiamo passato ancora molto tempo parlando del più e del meno e passeggiando ovunque e all’improvviso ci trovammo sotto casa mia e solo all’ora mi resi conto che probabilmente era molto tardi
In quel momento le nostre mani ,che dondolavano coordinate ai lati dei nostri fianchi,si sfiorarono.
Il mio stomaco sobbalzò.
-E’ molto tardi,dovrei andare a casa.
Dissi indicando il portone. Lui si piazzò davanti  a me indeciso su cosa fare, i nostri sguardi erano fissi li uni sugli altri,lui fece un piccolo passo in avanti avvicinandosi a me.
La terribile suoneria del mio telefono interruppe tutto,lui si allontanò di nuovo io distolsi lo sguardo e mi misi in cerca del telefono nella borsetta nera.
Lessi sul display la scritta “papà”.
Che tempismo!
Rifiutai la chiamata.
-Ora devo andare…
La mia voce era poco più di un sussurro.
 Andarmene, ora, era l’ultima cosa che avrei voluto fare.
Con una leggera carezza sulla mia guancia arrossata Alex mi salutò e si voltò camminando svelto.
Strinsi a me il suo maglione ,che avevo ancora sulle spalle, ci infilai il viso dentro e mi sentii invasa dal suo profumo. Quel profumo che ormai avrei riconosciuto fra milioni e che mi era così assurdamente familiare. Finalmente espirai,rilasciando tutta l’aria che avevo trattenuto fino a quel momento e rimasi lì impalata con il viso nascosto nel morbido cotone ancora scossa per quel breve attimo prima di quel bacio mancato.
 Finché il mio cellulare ricominciò a vibrarmi tra le mani, ancora una volta rifiutai la chiamata, aprii il portone e corsi in camera mia buttando i vestiti e quei dannati tacchi alti qui e là per la casa.
La tv era accesa su Mtv e stavano trasmettendo una vecchia intervista dei one direction, mi sdraiai sul letto per guardarla ma dopo pochi minuti mi addormentai con la loro voce in sottofondo.
 Con le immagini dell’intervista ancora in mente ,sognai.
C’era Louis e Alex e improvvisamente apparse anche il ragazzo che avevo sognato pochi giorni fa.
Continuavano a mischiarsi.
Il viso di Louis con il corpo di Alex e viceversa gli occhi del ragazzo nel viso di Louis.
Non ci capivo più niente.
Ma improvvisamente mi fu tutto chiaro. 

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Capitolo 6
*** Il sogno ***


Non ci capivo più niente.
Ma improvvisamente mi fu tutto chiaro.
 
Come ogni mattina mi svegliai al suono della sveglia sul mio comodino,la spensi con un gesto svogliato della mano e rimasi lì a fissare il soffitto bianco mentre i raggi del primo sole primaverile inondavano la mia stanza e riscaldavano il mio viso.
Sbattei il portone di casa nella fretta di arrivare presto a scuola, girandomi di corsa urtai qualcuno e nel giro di pochi secondi mi ritrovai a terra a pochi centimetri dal suo viso. O meglio da quei due occhi azzurri che mi scrutavano divertiti.
Quegli occhi che conoscevo perfettamente.
E che ancora una volta mi tolsero il fiato.
Solo ora mi resi conto del fatto che ero sdraiata in mezzo alla strada.
E su Alex Stonem.
-Se volevi abbracciarmi bastava dirlo.
Il suo tono era scherzoso,mi fece ridere.
-Mi piace la tua risata.
Stavolta il suo tono era serio
-E’ solo una risata..come tutte le altre.
Nonostante il suo complimento mi rendeva felice,cercai di distogliere l’attenzione dalla sua ultima affermazione,mi rendeva nervosa. In realtà solo il fatto di averlo vicino mi rendeva nervosa.
-Scusami,ero di fretta e..
Continuai,guardandolo.
-Non preoccuparti.
Per qualche attimo il suo sguardo rimase fisso su i miei occhi poi con calma scese lungo le mie labbra.
 Ebbi una sensazione strana,come di deja-vù, o come in un sogno.
Si un sogno! La sensazione di averlo sognato. Non riuscii a ricordare cosa rappresentava il sogno e cosa c’entrava lui.
Il battito del mio cuore cominciò ad aumentare velocemente e così forte che, forse,anche lui se ne accorse.
-Forse ora è meglio alzarci..
Il suo sguardo era ancora fisso su di me.
-Si,certo.
Ma rimasi lì,immobile sopra di lui. Non molto convinta di alzarmi.
-Sai,non posso muovermi se tu sei sopra di me.
-Oh..si,giusto..ovvio. Scusa.
Sputai quelle parole una dietro l’altra,alla rinfusa e mi alzai imbarazzata colpendomi le gambe  facendo finta di spazzare via la polvere,per evitare di guardarlo negli occhi,lo aiutai a  raccogliere  i libri che nella caduta erano usciti dal suo zaino. Lo vidi con la coda dell’occhio controllare l’ora,inaspettatamente mi prese per mano tirandomi.
-Vieni! E’ tardi dobbiamo sbrigarci.
Senza staccare gli occhi dalle nostre dita incrociate cominciai a camminare dietro di lui che camminava svelto per non arrivare in ritardo con l’emozione che saliva a contatto della la sua pelle contro la mia.
Arrivammo durante il suono della campanella,mentre varcavamo il portone Rebecca si piantò davanti ad Alex e lo salutò con un bacio su entrambe le guance stringendolo forte con le braccia,lui staccò la sua mano dalla mia e la posò sulla sua schiena,mi sentii vuota e sentii ricadermi addosso la tristezza che avevo provato la sera prima alla festa.  Stavolta rimasi lì a fissarla mentre lei lo stringeva. Finalmente si staccò e sembrò solo ora accorgersi di me.
Mi guardò con aria truce,ma fu solo per un breve istante  poi le sua labbra glitterate si aprirono in un largo sorriso scoprendo la sua dentatura perfetta.
-Ciao Amanda,tesoro! Come stai?
Baciò anche me sulla guancia.
-Bene.
Risposi freddamente senza ricambiare il suo sorriso. Da quando Rebecca Lewis conosceva il mio nome, e da quando ero “tesoro”.
La superai,senza guardare né lei né Alex dissi solo un timido “Ci vediamo in classe” rivolto solo a lui e cominciai a camminare in corridoio a passo di carica sbattendo la suola delle Superga.
Mentre camminavo,o meglio marciavo,  sentii il cellulare squillare, lo tirai fuori. Era Angelica C’erano 3  suoi messaggi e altre due chiamate dal suo numero. Mi ero completamente scordata di lei dalla sera della festa, improvvisamente mi ricordai di averla lasciata da sola lì,sarà arrabbiatissima,l’avrei dovuta riaccompagnare io a casa dopo la festa; mi affrettai a leggere i messaggi.
-Dove sei Amanda? Ti sto cercando da un’ora,devo tornare a casa!
Angi.
Perché mi sono arrivati solo ora i messaggi? Cominciai a leggere l’altro messaggio
-Non ti preoccupare ho incontrato  Lorenzo,del corso di scienze,mi riaccompagna lui. Grazie per essere sparita,se tutto va bene stasera con lui succederà qualcosa,me lo sento.
Un bacio Angi.
Lessi il messaggio tirando un sospiro di sollievo. Almeno non era arrabbiata,infine aprii l’ultimo messaggio.
-Hei,sei ancora viva? Chiamami,sono preoccupata.
p.s devo raccontarti delle cose su Lorenzo.
Angelica.
Ero arrivata davanti alla classe e il professore era già entrato, Angelica avrebbe dovuto aspettare ancora un po’. Il Silvestri stava facendo l’appello, cercai di non  farmi notare mentre mi andavo a sedere al mio posto ma prima che potessi raggiungere la sedia il professore mi chiamò.
-Signorina De spirito,crede forse di essere invisibile? Questa è l’ultima volta che arriva in ritardo alla mia lezione! La prossima volta resta fuori.
Mi rimproverò con un tono piatto,senza alzare gli occhi dalla lista di nomi sotto il suo naso.
Mi scusai.
Scrissi un veloce messaggio ad Angi. Almeno per farle sapere che non ero morta.
-Scusa,poi ti racconto. Ho della novità. Sono curiosa di sentire le tue.
Ami.
 
Arrivò la fine della lezione.
 In corridoio  sperai di non incontrare Rebecca,il mio tesoro,pensai acida,vidi dei capelli ramati,li osservai con attenzione  per assicurarmi che non fosse lei,non avrei sopportato altre smancerie da parte sua ma prima che potessi accertarmi che non fosse lei, il mio piede finì su qualcosa di scivoloso e inciampando lanciai i mie quaderni per aria. Mi chinai a raccoglierli per terra quando la mia attenzione fu catturata da un volantino dai colori accesi,lo raccolsi osservandolo. Si trattava del volantino del ballo primaverile.
Ma certo! Come avevo fatto a scordarlo,le ragazze della mia classe non fanno altro che ricordamelo,ne parlano da mesi. Presi i quaderni ancora a terra e cominciai a camminare continuando ad osservare il manifesto,le mie cose  finirono di nuovo a terra:compreso il volantino. Avevo urtato qualcuno.
-Credo che tu debba smetterla di colpirmi in questo modo,prima o poi mi farai male!
Alzai lo sguardo,Alex era inginocchiato a raccogliere i miei quaderni.
Di nuovo la sensazione di averlo sognato
-Scusa,di nuovo. Perché ultimamente non faccio altro che chiederti scusa?
Dissi  scusandomi con un sorriso.
Rise. La sua risata candida invase la mia mente. Il ragazzo mi porse i miei quaderni.
-Grazie.
Chiuse un occhio azzurro,facendomi l’occhiolino.
-Ci andrai? Al ballo intendo.
Indicò il manifesto in cima alla pila di quaderni.
-Sì pensavo di andarci, e tu? Ci andrai con Rebecca?
Quelle parole mi uscirono prima che potessi fermarle.
Il suo sguardo si fece confuso. Poi guardò in basso.
-No,credi che dovrei andarci con lei?
Rialzò lo sguardo su di me.
-Credo che voi due siate molto…Affiatati.
-Affiatati?
-Oh si,sai, i balli,gli sguardi complici,il vostro saluto questa mattina…
-Rebecca è una bella ragazza,tra noi però non c’è niente,siamo solo amici!
Sembrava molto riluttante a voler ammettere che c’era qualcosa tra loro ma una piccola speranza si insinuò dentro di me:magari mi ero immaginata tutto sguardi complici compresi.
Ma non potei fare a meno di sentirmi offesa per quel “bella ragazza”
Non risposi.
Alex era sul punto di dirmi qualcosa.
-Tu..Vorresti..

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Capitolo 7
*** L'invito. ***


Alex era sul punto di dirmi qualcosa.
-Tu..vorresti..
Guardava in basso torturandosi le mani,non lo avevo mai visto così agitato,era sempre  così sicuro di se.
Cercavo di tenere lontana dalla mia mente quell’idea, schiacciandola in un angolino del mio cervello,ma quella premeva per uscire.  Sentivo quella vocetta che mi convinceva che lui volesse invitarmi al ballo,sempre più forte,sempre più insidiosa.
Gli presi le mani e lo costrinsi a guardarmi negli occhi. Sorrisi per rassicurarlo.
-Volevo sapere se..
-Stonem!
La voce sensuale di Rebecca lo interruppe.
Guardai oltre la spalla di Alex,mentre lui si girava con un sospiro, mi lasciò le mani e rimasero sospese nel vuoto . Lei era appoggiata al suo armadietto con le braccia incrociate al petto mettendo in risalto il suo seno prosperoso,sorrideva,contenta di aver interrotto quel momento.
-Ciao Ami.
Oh ora siamo arrivati anche ai soprannomi. Ottimo.
Usò  lo stesso tono dolce di stamattina. Detto questo la gatta morta si dimenticò completamente di me e si avvicinò a lui con un passo.
-Mi chiedevo chi avessi invitato al ballo primaverile..
Con un gesto fluido si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e fece un altro passo avanti. Se prima tra loro non c’era niente  sicuramente ora ci sarebbe stato qualcosa. Alex non avrebbe rifiutato la sua proposta.
Le mie speranze di andare al ballo con lui andarono  letteralmente in fumo.  Mi sentii così stupida.
 Guardai Rebecca in cagnesco e mi allontanai,non avrai assistito a quella scenetta romantica tra loro due.
A passo svelto mi diressi verso i bagni delle ragazze mentre gli occhi mi pizzicavano e le lacrime spingevano per uscire,cercai di trattenerle in tutti i modi non volevo piangere ancora per quella stronzetta.
Scaricai la mia rabbia sulla  porta del bagno che sbatté con forza sulla parete,a quel punto le lacrime cominciarono ad uscire come un fiume e mi ritrovai aggrappata al bordo freddo del lavandino,stringendolo talmente forte che le mie dita diventarono bianche.
La porta del bagno si aprì di nuovo e comparse Rebecca puntò gli occhi su di me con uno sguardo trionfante,fu solo un attimo,credei di essermelo immaginato, poi ricominciò con la sua recita da “sono la tua migliore amica” si avvicinò a me con uno sguardo preoccupato.
-Tesoro!
Dio di nuovo,se mi richiama ancora così la prendo a pugni. Giuro.
-Che succede? Dai non piangere sono sicura che andrà tutto bene.
Cercò di avvicinarsi e me per abbracciarmi,ma mi allontanai velocemente da lei.
-Dai raccontami che succede,io posso aiutarti!
-No Rebecca,scusa ma credo che tu sia proprio l’ultima persona che può aiutarmi.
Mi asciugai gli occhi ancora umidi e me ne andai ma prima che potessi raggiungere l’uscita mi fermò prendendomi per il braccio,la guardai con aria interrogativa.
-Oh Ami! E’ per il ballo vero? Non hai ancora trovato un accompagnatore? Sei una ragazza così carina,vedrai che presto qualcuno ti inviterà. Ti aiuterò! Io ci andrò con Alex,sai mi ha appena invitato,è stato così dolce…
Stava continuando a blaterare su quanto fosse stato romantica la sua proposta ma ormai non la ascoltavo più,ero nera di invidia. E di rabbia. Tanta rabbia.
-…E’ così figo quel ragazzo, oh e il suo accento poi, irresistibile!
Gli occhi cominciarono di nuovo a pizzicarmi,sbattei le palpebre più volte e con uno strattone mi liberai dalla presa di Rebecca.
-Congratulazioni tesoro! Divertitevi.
Imitai il suo tono dolce e falso come non mai ma di dolce nel mio cervello c’era ben poco,quello era sicuro! Sbattei di nuovo la porta e uscii.
Mi ritrovai davanti Alex. I miei occhi  si incrociarono per poco con i suoi. Distolsi subito lo sguardo
-Ciao!
Il suo tono allegro mi travolse.
-Ciao.
Gli risposi freddamente e lo superai dandogli una spallata, lo sentii chiamarmi da dietro ma lo ignorai, non avrei resistito un altro minuto in sua presenza.
 
La campanella suonò di nuovo segnalando l’inizio della lezione.
Avrei dovuto sopportare un’ora di lezione,nella stessa classe con Alex e Rebecca. Mi fermai davanti all’aula incerta se entrare o no.
Feci un lungo sospiro per rilassarmi,sorrisi a me stessa per convincermi che andava tutto bene ed entrai con il sorriso stampato ancora sulle labbra,sorriso che scomparve ben presto quando vidi che Alex e Rebecca erano intenti a parlare. Lei era seduta sul mio banco con le sue gambe perfette elegantemente accavallate sfoggiando un sorriso raggiante e lui era davanti a lei che continuava a parlare  fissandola con i suoi occhi chiari. Lei gli prese la mano. Li guardavo con aria disgustata
-Alex! Dio,sei così divertente.
La sua voce sensuale mi risuonò nelle orecchie.
I loro volti ora erano molto vicini,troppo per i miei gusti.
Mi diressi verso il mio banco e passai tra di loro spingendo Rebecca giù dal banco. Fissavo il muro davanti a me,fingendo indifferenza.
-Scusate se vi ho interrotti ragazzi ma questo è il mio posto.
Mi sedetti sbattendo i libri sul tavolo.
La professoressa per fortuna entrò e i due si allontanarono andando a sedersi ai loro banchi.
 
Durante tutta l’ora spostai il mio sguardo dal muro a Rebecca ad Alex il quale continuava a tenere gli occhi fissi sul suo quaderno continuando a scarabocchiare qualcosa.
 Al termine della lezione stavo ancora fissando lui,si accorse che lo guardavo e mi fece un cenno di saluto con la mano. Lo ignorai presi le mie cose e uscii dall’aula.
 
Le lezioni mi scorrevano davanti,la mia mente era altrove, continuavo a pensare a  tutto quello che era successo nella mattinata. Decisi di saltare l’ultima ora di lezione e di chiudermi in camera mia.
 
 
Dopo essere tornata a casa da scuola mi ero buttata sul letto e mi ero addormentata in pochi minuti.
Mi risvegliai con la voce arrabbiata di mia madre
-Amanda che ci fai a casa a quest’ora,non dovresti essere a scuola?
-Si. Mi…mi sentivo poco bene. E poi avevo educazione fisica all’ultima ora quindi sono uscita.
Balbettai con la voce ancora impastata dal sonno.
-Oh tesoro che hai?
Anche lei mi chiamò tesoro,una fitta allo stomaco mi ricordò di Rebecca, di Alex e del ballo. Soffocai un gemito e mi girai dall’altra parte.
-Solo un po’ di mal di pancia,tranquilla.
-Ti vado a preparare un tè!
Uscì dalla stanza e chiuse la porta. Presi il telefono per controllare l’ora ed entrai su facebook dal cellulare.
Un messaggio.
Alex.
Un sospiro.
Un turbine di emozioni mi travolse: ansia,allegria,rabbia,amore.
Il cuore continuava a battere sempre più forte,mi sistemai una ciocca di capelli dietro l’orecchio e respirai affondo.
Calma Amanda è solo un messaggio,non c’è bisogno di emozionarsi tanto. Solo un messaggio.
Finalmente cliccai e lo aprii.
 
“Ei,mi hai ignorato tutto il giorno ho fatto qualcosa di sbagliato?
Ti prego rispondi!”
 
 Si,hai sbagliato tutto. Non dovevi trasferirti qui,non dovevi entrare nella mia vita e nella mia mente, mi hai permesso di innamorarti di te,mi hai conquistato con il tuo sguardo,con la tua dolcezza! Avresti dovuto impedirlo,avresti dovuto dirmi subito che sei come tutti gli altri, anche tu sei caduto nella trappola di Rebecca, e io sono caduta nella tua.
Mi hai illusa,mi hai illuso facendomi credere che quella sera avresti voluto baciarmi,mi hai fatto credere che ci tenessi a me,credevo che tu volessi invitarmi al ballo.
Lanciai il telefono in fondo al letto e affondai la faccia nel cuscino,avrei voluto urlargli dietro tutto questo e lanciargli addosso tutta la mia frustrazione.
In quel momento entrò mia madre con un vassoio di tè fumante e dei biscotti.
 
-Ti senti meglio?
-Un po’…
-Amanda, c’è un ragazzo qui sotto,mi ha chiesto di te e ti sta aspettando,vuoi che lo faccio salire?
Il mio cuore prese a battere più forte,forse anche mia madre riusciva a sentirlo.
-Ti ha detto il suo nome?
La mia voce uscì più bassa di quanto immaginassi.
La sua espressione parve pensierosa.
-Ha detto di chiamarsi Alex,Alex Stonem.
Il cuore che prima batteva all’impazzata sembrò perdere un colpo,piccoli brividi lungo tutto il corpo.
-Puoi dirgli che scendo fra un minuto?
 
 
  

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Capitolo 8
*** L'ospite a sorpresa. ***


-Amanda, c’è un ragazzo qui sotto,mi ha chiesto di te e ti sta aspettando,vuoi che lo faccio salire?Ha detto di chiamarsi Alex,Alex Stonem.
Il cuore che prima batteva all’impazzata sembrò perdere un colpo,piccoli brividi lungo tutto il corpo.
-Puoi dirgli che scendo fra un minuto?

Mi alzai dal letto con uno scatto  e rimasi a fissare la parete davanti a me,incapace di muovermi.
Alex.
Sotto casa mia.
Oh mio dio.
Cominciai a chiedermi se scendere o fingere un altro improvviso e doloroso mal di pancia per evitare di vederlo ma la curiosità cominciò a farsi sentire.  Andai in bagno a sistemarmi,passai un velo di lucidalabbra e una spruzzata di profumo sul collo e sui polsi, presi la borsa e uscii di casa. Scendendo le scale cercai di calmarmi e di tenere bene a mente che non aveva nessun interesse nei miei confronti ma la speranza che lui tenesse davvero a me si faceva sempre più forte.
La rampa di scale che percorrevo ogni giorno oggi mi sembrava infinita poi finalmente ,eccolo,  riuscivo a vedere Alex attraverso il vetro che camminava avanti e indietro,era al telefono,una fitta di gelosia mi colpì: e se fosse al telefono con Rebecca?
Quando aprii il portone mi accorsi che parlava in inglese,forse parlava con qualche parente o magari un amico della vecchia scuola. Mi tranquillizzai. Ora che  lo sentivo parlare in inglese ebbi di nuovo la sensazione di aver già sentito quella voce,come la prima volta che lo avevo visto. Mi concentrai su quello che diceva ma parlava molto veloce e l’inglese non era esattamente il mio forte,tutto ciò che riuscii a sentire era un nome: Harry. Mi sembrò che nella mia mente si stesse per collegare qualcosa.
In quel momento Alex si accorse di me e mi salutò con la mano.
-I’ll call you later, bye.
Concluse la chiamata e si avvicinò a me con aria sollevata. Credeva davvero che non mi sarei presentata?
-Ciao Amanda, Posso parlarti? Ci vorrà poco, solo due minuti…
-Certo,vieni andiamo a prendere un frullato.
Lo guardai con uno sguardo sospettoso e cominciammo  a camminare verso il bar più vicino.

Eravamo seduti nel bar della piazza da più di dieci minuti con un grosso bicchiere di frullato alla fragola davanti a noi e parlavamo del più e del meno: scuola,compiti musica…Attendevo impaziente che Alex mi spigasse il vero motivo per cui eravamo qui,ma non sembrava accennare lontanamente al discordo.
Per quanto adorassi il fatto che eravamo solo noi due per una volta,senza il pericolo che Rebecca interrompesse tutto,la mia agitazione continuava a crescere e non avrei resistito ancora per molto senza sapere di cosa si trattava.
Lo interruppi mentre parlava di un nuovo video che aveva visto in tv.
-Alex,siamo qui seduti da dieci minuti! Vuoi dirmi di cosa devi parlarmi?
Avvicinai una mano alla sua per cercare di rassicurarlo.
Spostò lo sguardo rassegnato sulle nostre mani che si toccavano poi guardò me e fece un sospiro.
-Scusa se mi sono presentato sotto casa tua all’improvviso ma avevo bisogno di sapere cosa stava succedendo,sei stata così fredda con me in classe , in corridoio e all’ultima ora non c’eri e neanche all’uscita,mi sono preoccupato molto così sono venuto a cercarti!
Ascoltai ogni parola immobile osservando il suo viso così preoccupato,mi sentii in colpa per averlo trattato male e non riuscii più a sostenere il suo sguardo allontanai la mia mano ancora posata sulla sua e guardai in basso verso il mio bicchiere giocherellando con la cannuccia di plastica. Cosa avrei potuto dirgli adesso? Che ero solo gelosa di un ragazzo che non mi apparteneva e che ero arrabbiata con lui solamente perché aveva invitato al ballo la più bella ragazza della scuola?
-Oggi stavo cercando di chiederti una cosa importante ,poi è arrivata Rebecca e ci ha interrotti quando ci ho riprovato tu mi hai ingorato…Ti prego dimmi perché fai così!
Chiusi gli occhi e cercai di raccogliere le idee su cosa dirgli.
-Mi dispiace davvero tanto,tu… io…
Iniziai a intrecciare le dita guardandomi intorno. Passarono altri minuti in silenzio.
Alex mi guardava e aspettava paziente una mia risposta.
Altro silenzio.
Improvvisamente si alzò e io lo guardai preoccupata.
-Dove vai? Non mi hai lasciato spiegare!
-Mi sembra che tu non abbia voglia di dirmi cosa non va. Ho sbagliato a venire,volevo solo chiarire con te,perché ci tengo e per un attimo ho creduto che per te fosse lo stesso. Mi sbagliavo.
Cominciò a camminare veloce verso la porta,mi alzai di scatto e gli corsi dietro.
Ora o mai più Amanda. Decisi che quello era il momento per dirgli tutto
-Non sono arrabbiata con te!
Aveva appena oltrepassato l’uscita e finalmente si fermò ma rimase di spalle.
Ora che avevo la sua attenzione e le parole da dire continuai il mio discorso senza preoccuparmi delle conseguenze.
-Sono solo gelosa ok?
Stavo quasi urlando.
Alex si girò a guardarmi.
-Gelosa ? E di cosa?
Aveva lo sguardo confuso. Come poteva non capire cosa provavo ogni volta che quella stronza si avvicinava a lui.
Chiusi gli occhi e gli dissi tutto in un soffio.
-Sono gelosa di te! Non dovrei ma lo sono. Ogni volta che Rebecca si avvicina a te,quando ti sorride e parlate,quando ti sfiora, mi sento morire! So che parlartene non cambierà i tuoi sentimenti per lei..
Ora lui sembrava ancora più confuso di prima,tentai di spiegarmi meglio.
 Sentii che ero ad un passo dalle lacrime,mi feci forza le ricaccia indietro e continuai.
-Ti ho evitato tutto il giorno per evitare di urlarti in faccia quanto odio il fatto che tu non sia mio,quanto odio che tu non sarai il mio cavaliere per il ballo ma sarai il suo, tu non sai quanto questo mi faccia stare male.. Perché tu mi piaci Alex! Mi piaci da impazzire ti conosco da così poco ma mi sembra di conoscerti da sempre.
Il mio tono si era abbassato ad ogni frase ora era così basso che mi chiesi se fosse riuscito a sentire tutto il discordo.
Si avvicinò a me velocemente e quando mi posò le mani sui fianchi mi accorsi che stavo tremando, gli avevo appena confidato tutti i miei sentimenti e non sapevo come avrebbe reagito,facevo fatica a guardarlo negli occhi.
Mi resi conto che in realtà non volevo saperlo,sarebbe stato troppo umiliante.
Posai le mani sulle sue che stringevano ancora i miei fianchi e le allontanai.
-Ora sai il motivo. Devo andare.
Continuavo a tremare mentre il cuore batteva sempre più forte.
Mi affrettai ad allontanarmi lasciandolo lì da solo,provai la tentazione di girarmi ma non lo feci,sarebbe stato troppo pericoloso.
-Amanda aspetta! Aspetta ti prego.
Sentii i suoi passi dietro di me.
Mi immobilizzai.
 
  

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Capitolo 9
*** E lei è? ***


-Amanda aspetta! Aspetta ti prego.
Sentii i suoi passi dietro di me.
Mi immobilizzai.

  -Ma di cosa parli? Quali sentimenti per lei? Io non provo niente per Rebecca.
Non avevo più voglia di sentire le sue bugie,sapevo che non era così, tra di loro c’era qualcosa,se ne sarebbe accorto chiunque.
-Non sono stupida Alex! Ho visto i vostri sguardi,i vostri sorrisi…
Vidi il suo sguardo farsi confuso.
-Dico davvero,non provo niente per lei…Ti prego credimi.
Mi si strinse il cuore sentendo la sua voce così implorante,abbassai lo sguardo sulla punta delle mie scarpe cercando di riflettere. Rialzai piano gli occhi su di lui ,dai miei piedi ai suoi poi guardando il suo torace e fissando di nuovo lo sguardo nel suo.
“Credimi”.  Avrei dovuto?
-Se non c’è niente tra lei e te,perché l’hai invitata al ballo?
-Io non l’ho fatto! E’ stata lei a decidere per me,l’unica cosa che ha detto è stata: “io e te  andiamo insieme,passa a prendermi alle 9.00.” prima che io potessi dire qualsiasi altra cosa lei era già sparita,mi sono girato per ribattere ma non avevo idea di dove si trovasse.
Finalmente qualcosa cominciava a chiarirsi nella mia mente e tutta la rabbia che provavo per lui ora era svanita spostandosi tutta su Rebecca.
-Io si:era nel bagno a sbattermi in faccia quanto la tua proposta sia stata infinitamente romantica.
Accompagnai la mia risposta con un sorrisetto ironico scoppiai in una piccola risata liberatoria  e subito dopo sentii la risata di Alex unirsi alla mia.
-Davvero ha detto così?! Oh non posso crederci…
Ancora ridendo annuii poi vidi Alex ritornare serio,mi fissò con uno sguardo intenso e il mio cuore cominciò a battere come impazzito,la mia risata si fermò di colpo.
-Aspettami qui.
Lo guardai confusa mentre lui rientrò nel bar lasciandomi lì fuori da sola.
Dopo pochi minuti lo vidi riuscire dal locale con la mia borsa e le nostre giacche. Durante la nostra discussione eravamo usciti dal bar lasciando tutto dentro.
-Sediamoci lì in quel parco voglio dirti una cosa.
Dopo avermi rivolto un occhiolino cominciò a camminare  davanti a me verso il parco dietro l’angolo senza assicurarsi se lo stessi seguendo oppure no. Non mi rimase altro che seguirlo con la scia di farfalle che si agitavano nel mio stomaco.
 
Alex distese la sua giacca sul prato verde ricoperto da qualche margherita qua e là spuntata con l’inizio della primavera , mi invitò a sedermi accanto a lui. C’erano uno strano silenzio imbarazzante,cercai di tenere le mani occupate  passando la mano sul prato che mi faceva il solletico sul palmo poi  cominciai strappare piccoli fili d’erba. Alex si accorse del mio nervosismo e mi strinse piano il braccio.
-Se continui così strapperai tutto il prato.
Feci un piccolo sorriso imbarazzato e abbassai lo sguardo,sentivo i suoi occhi fissi su di me ma tenni lo sguardo basso e mi sdraiai a pancia in su chiudendo gli occhi e assaporando quei raggi di sole caldi che riscaldavano il mio corpo. Aprii gli occhi per assicurarmi che Alex non mi stesse ancora guardando ma incontrai subito il suo viso rivolto verso di me e le mie guance si tinsero di un leggero rosso. Richiusi gli occhi.
-Adoro questo periodo dell’anno:quando dopo tutto il freddo finalmente arriva la primavera con questo sole stupendo….
Dissi qualcosa per togliermi dall’imbarazzo.
-Si,anche a me piace molto.
Improvvisamente sentii un calore lungo il mio braccio e le mie gambe,si era disteso accanto a me e la sua mano si era avvicinata alla mia posandosi leggermente,lentamente si chiuse sulla mia provocandomi piccoli brividi che partivano dal braccio e arrivavano sino alla punta dei piedi.
-Amanda?
-Si?
La sua mano si era spostata sul mio viso costringendomi a guardarlo.
Mi tirai su reggendomi su un gomito. Alex mi stava porgendo un margherita bianca piena di petali. Guardai prima il fiore e poi i suoi splendidi occhi azzurri.
-Amanda, vuoi venire al ballo con me?
Il mio respiro era aumentato gradualmente e ora era così veloce e ansioso che temevo potesse sentirlo anche lui-
-Si…si certo.
Presi la margherita che teneva ancora in mano aspettando che la prendessi.
Sorridevo felice ,fino a quando mi venne in mente Rebecca che rovinò tutto quel momento;cominciai a rigirarmi la sua margherita tra le mani sempre più velocemente i petali non si distinguevano più,era un unico cerchio bianco con al centro un po’ di giallo.
Alex si accorse del mio nervosismo.
-Cosa c’è?
Si avvicinò di poco a me.
-Non posso farlo…
Sollevò la schiena lentamente continuando a guardarmi.
-Cosa vuol dire,come non puoi farlo?
Mi tirai su anche io e mi avvicinai a lui sedendomi sulle ginocchia.
-Rebecca si aspetta che tu ci vada con lei e…
-No,non mi interessa di lei…le parlerò e le spiegherò tutto,è una bella ragazza non avrà problemi a trovarsi un altro ragazzo ne sono sicuro.
A quel “non mi interessa di lei” mi sembrò che il mio stomaco stesse prendendo il volo, d’impulso mi avvicinai al suo viso.
Avevo una voglia incredibile di baciarlo, avvicinai una mano alla sua sciarpa per abbassarla al di sotto delle sue labbra e di nuovo pensai di non averlo mai visto senza un foulard una sciarpa o uno scalda collo tirato su fino a metà viso .
Quando le mie dita sfiorarono il tessuto leggero della sciarpa lui scattò all’indietro e si alzò velocemente.
Lui non voleva baciarmi.
Il mio corpo era ancora lì ma mi sembrò che stesse sprofondando al di sotto del prato e un po’ sperai che fosse così.
Non avevo mai baciato molti ragazzi,ma quei pochi baci che avevo dato non erano stati una mia iniziativa ma loro,non ero preparata ad un rifiuto. Non ne avevo mai ricevuto uno.
Presi velocemente le mie cose e cominciai ad incamminarmi verso casa.
-Credo che io debba andare ora. Ci vediamo Alex.
-Amanda,aspetta. Scusami io…aspetta,non è colpa tua,se…
-No è tutto apposto,non fa niente…ciao.
Ricominciai a camminare il più veloce possibile.
Alex mi stava correndo dietro e mi bloccò per un polso.
-Lasciami spiegare…
-Non c’è nulla da spiegare, non vuoi baciarmi sei stato sufficientemente chiaro.
-No non è questo c’è dell’altro.
-Ok allora illuminami perché io sinceramente vedo solo questa spiegazione.
Feci una pausa incrociando le braccia sul petto e fissandolo dritto negli occhi attendendo una risposta che non arrivò.
-Davvero Alex,va bene! Non te la senti? Non fa niente,probabilmente avrò frainteso le tue intenzioni.
Ora ero più calma ma il coraggio che avevo trovato prima svanì e di nuovo mi ritrovai a fissarmi le scarpe.
-Non hai frainteso niente…solo io…Non posso!
Una ragazza dai capelli lunghi e mori entrò nella mia visuale e si avvicinò piano ad Alex.
-Louis?
Esclamò. Il suo sguardo si spostò su di lei incredulo.
Louis?
 
 
 

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Capitolo 10
*** Eleanor. ***


Una ragazza dai capelli lunghi e mori entrò nella mia visuale e si avvicinò piano ad Alex.
-Louis?
Esclamò. Il suo sguardo si spostò su di lei incredulo.
Louis?
 
 Ero confusa.
Sbaglio o lo aveva appena chiamato Louis? Diedi una rapida occhiata ad Alex e anche lui sembrava piuttosto confuso,nessuno diceva niente.
Il fatto che anche lei aveva un forte accento inglese  mi suggerì che probabilmente era una sua vecchia amicizia di Londra , ma comunque non mi fidavo di quella ragazza.
 Teneva i capelli mossi sciolti sulle spalle e indossava un grosso paio di occhiali neri con una camicetta bianca,di quelle larghe, e dei jeans neri che aderivano perfettamente alle sue gambe magrissime.  Era girata per metà verso Alex e non riuscivo a vederla completamente ma già odiavo il suo fisico perfetto.
-Credo che tu ti sia confusa,il suo nome è Alex…
Intervenni io pur sapendo che lei non mi avrebbe capito,infatti nessuno sembrò curarsi di me, continuavano a fissarsi l’un l’altro. Sempre più confusa cercai di attirare la loro attenzione con un piccolo colpo di tosse  ma di nuovo venni ignorata,decisi infine di fare qualche passo verso di loro per intromettermi nel loro scambio di sguardi.  Lui aveva un’espressione tra l’incredulo e il disperato, ero ancora troppo indietro per riuscire a vedere lei in faccia così feci ancora qualche passo e finalmente riuscii a vederle bene il viso.
Oh. Mio. Dio.
Quella che avevo davanti era Eleanor Calder.
In carne ed ossa,più ossa che carne a dirla tutta.
Nella mia mente i pezzi cominciarono a posizionarsi da soli
Ragazzo straniero.
Londra.
Eleanor Calder.
Il sogno.
I visi che ti scambiavano.
La sciarpa perenne sul viso di Alex.
Sul viso di Alex? O forse avrei dovuto dire il viso di Louis Tomlinson?
 
Inconsciamente avevo fatto altri passi verso la loro direzione mentre nella mia mente regnava il caos più totale,forse i miei passi dovevano averli risvegliati dal loro silenzio. La ragazza,Eleanor, disse qualcosa che riuscii a tradurre grazie a quelle poche lezioni di inglese prese con: “Non sei felice di vedermi?”. Richiuse subito la bocca e lo fissò con una finta aria offesa,sporgendo il labbro inferiore. Effettivamente lui non sembra sprizzare felicità da tutti i pori.
Spostò gli occhi spalancati da me a lei non sapendo cosa dire.
Dopo qualche minuto di indecisione fece segno a Eleanor di aspettare e portando una mano dietro la mia schiena mi spinse leggermente lateralmente per poter parlare da soli –non che facesse qualche differenza visto che non capiva una parola di italiano-  sotto gli occhi increduli di lei che si portò le mani sui fianchi  e spalancò la bocca.
Rimasi immobile fissandolo in stato di shock.
Louis.
Louis Tomlinson.
Dio era tutto così assurdo.
Avevo avuto per tutto il tempo Louis sotto i miei occhi.
Ripensai a tutte le volte che avevo desiderato poterlo stringere tra le braccia anche per un solo istante.
A tutte le volte che con le lacrime agli occhi lo avevo fissato attraverso uno schermo.
A tutte le volte che avevo immaginato di essere al posto di Eleanor Calder.
Tutte le santissime volte in cui avevo desiderato,disperatamente,che ci fosse lui al mio fianco.
Solo lui,non desideravo altro.
E ora era qui davanti a me,dopo giorni in cui lo avevo avuto a fianco senza rendermi conto della ovvia somiglianza.
E dopo tutte le volte in cui avevo immaginato di parlare con lui e potergli dire quanto per me fosse speciale non riuscivo a spicciare parola.
-Alex,Louis….Io….io non posso crederci..
-Amanda.
Cercò di calmarmi lui.
Tutto mi sembrava surreale,volevo vederlo in faccia,volevo vedere il suo viso per intero.
Allungai le mani verso la sua sciarpa,muovendomi piano,come se un mio movimento sbagliato avrebbe potuto farlo scappare via come un gatto impaurito.
Restai per un po’ con le dita sollevate verso il suo viso,immobile.
Alex…Louis mi fissava, i suoi occhi sembravano implorarmi di fare qualcosa,quando posai la punta delle dita sul tessuto morbido Louis sobbalzò e per un attimo mi strinse le mani per allontanarle ma ci ripensò e fece ricadere le sua braccia lungo i fianchi.
Strinsi la sciarpa e tenendo gli occhi fissi nei suoi la srotolai piano dal suo collo,improvvisamente  le sue mani tornarono sulle mie fermandomi. Scosse la testa velocemente.
-Non qui,qualcuno potrebbe vedermi.
Mi prese per mano trascinandomi verso l’uscita,le sue dita combaciavano perfettamente con le mie e a quel contatto lunghe scosse di calore mi percorsero l’intero braccio.
 Mi girai verso Eleanor lanciandole una rapida occhiata, era rimasta qualche metro più in là,esattamente dove l’avevamo lasciata, a fissarci. Si sfilò gli occhiali da sole che portava sul naso e li mise in testa a mo’ di cerchietto e portandosi dietro qualche ciocca boccolosa.
Quella ragazza non mi era mai stata simpatica fino in fondo,lei aveva qualcosa che io credevo di non poter mai avere:Louis nella mia vita.
Ma ora vedendola lì sconcertata e triste allo stesso tempo,mi fece un po’ pena. Louis notò che la stavo fissando e si fermò anche lui a guardarla con un’espressione pensierosa.
Mi lasciò la mano e si diresse verso di lei mentre lo guardavo allontanarsi.
Appena Louis la raggiunse comparve un piccolo sorriso sulle sue labbra ,cominciò a ravvivarsi i capelli già perfetti con le dita, ma dopo pochi minuti il sorriso apparso poco prima sparì; ritornò a toccarsi i capelli con gesti più nervosi. Lui si avvicinò di poco a lei e le prese le mani,una fitta di gelosia mi colpì proprio al centro dello stomaco.
Avevo visto così tante foto che li raffigurava esattamente in quella posizione. Mi faceva così male vederlo  con lei,anche più di quanto non mi aveva fatto male vederlo con Rebecca.
Era ricomparso il sorriso sulle labbra della ragazza,ma era più un sorriso di rassegnazione che di gioia. A quel punto Louis si allontanò da lei e venne verso di me mentre Eleanor si rimise gli occhiali da sole che poco tempo prima aveva sfilato mettendoli sulla testa e si strinse le braccia al petto. Rimase ancora qualche secondo con il viso rivolto verso Louis poi si voltò facendo ondeggiare i capelli e incamminandosi nella direzione opposta alla nostra.
Purtroppo non ero riuscita a sentire una sola parola di ciò che si erano detti,ma non osai chiedere nulla.
Louis tese una mano verso di me invitandomi a stringerla,di nuovo le nostre dita si intrecciarono alla perfezione e mi guidò fuori dal parco.
 
Ci fermammo  davanti ad un palazzo non molto lontano dal mio,tirò fuori un mazzo di chiavi con un piccolo aeroplanino di carta come portachiavi per aprire il portone, quel portachiavi mi ricordò  un ciondolo visto chissà dove. Dopo aver percorso due piani di scale Louis tirò di nuovo fuori le chiavi dando accesso al suo appartamento.
-Vieni entra.
Il suo tono era gentile.
Ubbidii e con un passo veloce oltrepassai la porta ritrovandomi in un ingresso luminoso,con fotografie e oggetti ovunque. A destra c’era un piccolo corridoio che portava a due stanze e a sinistra una cucina sui toni del rosso. Il bancone divideva in due spazi l’ambiente. Al di là di esso c’era un salone accogliente.
E così questa era la casa di Louis Tomlinson in persona!
Era piccola,e piena di oggettini inutili ma carina e confortevole.
Sentii gli occhi di Louis su di me,smisi di guardarmi intorno e portai tutta la mia attenzione su di lui,fece un passo verso di me facendo segno di lasciare a lui la giacca. Vedendo che non accennai a muovermi si avvicinò ancora per sfilarmela delicatamente dalle spalle,la appese ad un gancio dietro di lui e quando si voltò nuovamente verso di me fui io ad avvicinarmi.
Strinsi le sue mani tra le mie e le osservai facendo attenzione ad ogni linea del palmo,erano calde e grandi. Le rilascia cadere lungo i suoi fianchi e feci scorrere la punta delle mie dita sul suo petto e riuscii a sentire persino il battito del suo cuore sotto il palmo,arrivai [i]fino all’altezza del suo collo e di nuovo strinsi le mani sul tessuto. Louis trattenne il fiato e io con lui. La sciarpa rotolò per terra e io finalmente avevo il suo splendido,magnifico, viso davanti a me.
Aveva una leggera ricrescita della barba sul mento e sulle guancie che gli dava un aria un po’ trasandata e i suoi occhi blu risplendevano.
Accennò un piccolo sorriso e sentii una leggerezza incredibile aprirsi nel mio stomaco.
Aveva un sorriso così bello,nessuna foto gli poteva rendere giustizia. Mi ritrovai a sorridere anche io con il battito che accelerava ogni secondo di più,con brividi che percorrevano su e giù la mia schiena.
Con un movimento impercettibile il ragazzo si avvicinò e portandomi una mano dietro il collo diminuì la distanza tra il mio viso al suo. Era così vicino che sentivo il suo respiro sul mio viso.
Tutto il mio corpo fremeva e il mio cuore continuava a martellare forte nel petto,così forte che avevo paura che potesse uscire fuori.
 
 


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