Amicizia e Vendetta

di sophie97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentazione ***
Capitolo 2: *** Una mano ***
Capitolo 3: *** Pareri ***
Capitolo 4: *** Stesse idee ***
Capitolo 5: *** Unione ***
Capitolo 6: *** un piano ***
Capitolo 7: *** Assemblea ***
Capitolo 8: *** Assalto ***



Capitolo 1
*** Presentazione ***


Presentazione

 

 
Non solo di guerra vi narrerò in questa storia, ma di vicende a cui ho assistito in prima persona, che mai potrò dimenticare.
E in fondo chi mai potrebbe cancellare dalla memoria le gesta del glorioso Achille o di Ettore, domatore di cavalli, o ancora di Priamo, re della sacra rocca di Troia? Ma siete sicuri di sapere ciò che veramente accadde più di duemila anni fa?
Su cosa vi basate? Su un libro? Non trovate che l’esperienza diretta di uno come me sarebbe più sicura?
Tutto ciò a cui non ho assistito mi fu raccontanto in ogni minimo dettaglio…
Ma adesso passiamo alla narrazione: dunque…come potrei cominciare?
Tutto iniziò all’alba di un giorno apparentemente monotono come gli altri…

 
 
Achille sbadigliò annoiato: stava per cominciare una giornata di guerra come tante altre. L’eroe acheo era svogliato e indossò sbuffando la scintillante armatura.
Uscì dalla tenda e incontrò Ulisse seduto su una pietra, intento nel tracciare delle linee tra la polvere con un bastoncino.
«Buongiorno.».
«Oh, buongiorno Achille!».
«Cosa fai?» chiese il Pelide corrucciando la fronte.
«Niente…aspetto che cominci la battaglia…» rispose distrattamente il guerriero.
«Uff…» fu il commento di Achille.
«Qualcosa non va?» chiese Ulisse alzando lo sguardo.
«Non ne posso più di questa guerra.».
«Detto da te potrebbe essere grave!» sorrise l’astuto acheo.
«Sono dieci anni che siamo qui e ancora non abbiamo concluso niente!» si lamentò il re dei Mirmidoni, sedendosi affianco al compagno.
«Non eri forse tu che cercavi la gloria?».
«Non pensavo fosse così lunga e monotona la strada da percorrere per trovarla.».
«Mettiti l’anima in pace, Achille. La guerra non finirà certo da un giorno all’altro: i Troiani sono più forti del previsto e colui che li guida, Ettore, è molto in gamba.» affermò Ulisse tornando ad armeggiare con il bastoncino.
«Già, Ettore…».
 
 
«Ettore! Ehi! Devo parlarti!» l’acuta voce di Paride risuonò nel grande salone principale del palazzo.
Il principe Troiano si voltò alzando gli occhi al cielo: «Cosa succede?».
«Ho parlato con nostro padre, gli Achei stanno avanzando verso le mura.» comunicò il primo.
“Sai che novità”pensò Ettore fra sé e sé e rispose: «Si lo so…».
«Qualcosa non va?» chiese il giovane correndo per stare dietro al veloce passo del fratello, che ora si dirigeva verso l’uscita.
«Non vedo l’ora che questa guerra finisca, dieci anni di resistenza e ancora quei maledetti Achei non si ritirano.».
«Da qualche giorno me lo ripeti in continuazione.».
«Senti, immagino che non scenderai in battaglia oggi, o sbaglio?» domandò Ettore deviando il discorso.
«Ecco…bé…io…non so…» cominciò a balbettare Paride.
«Si, va bene, ho capito.» lo interruppe l’eroe Troiano «Se non hai niente da fare, stai un po’ con Andromaca per favore, stamattina non si sentiva molto bene.».
«Tranquillo, ci penso io. Vai adesso e fa attenzione, buona fortuna.» disse il giovane.
Ettore uscì a passo deciso dalle mura senza neanche salutare il fratello.
“Vigliacco” pensò.
 
 


Ciao a tutti!
Scommetto che lo troverete un po’ banale e magari anche noioso come prologo, vedrò di rimediare nei prossimi capitoli.
Vorrei precisare che ho tralasciato l’offesa di Agamennone nei confronti di Achille, e quindi questi non si è mai ritirato dalla battaglia. Scusate per questa modifica ma era necessaria per lo sviluppo della storia!
Grazie a tutti coloro che hanno letto, aspetto le vostre recensioni, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate!
Buona serata!
Sophie=D

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Capitolo 2
*** Una mano ***


Una mano

 

 

Allora amici, dove eravamo rimasti? Ah, giusto, Achille ed Ettore…due personaggi completamente diversi, non trovate? Nonostante ciò…
 
 

Gli Achei e i Troiani combattevano già da tempo in quella grigia giornata autunnale.
I corpi dei guerrieri uccisi cadevano a terra e ogni minuto aumentava il numero dei cadaveri.
Achille si distingueva tra i Danai, come sempre, portando morte ovunque passasse.
Ettore si trovò inaspettatamente davanti ad un uomo molto robusto, che lo sfidò senza timore.
Fendenti, affondi, l’eroe Troiano fu messo in difficoltà da quell’Acheo di cui nemmeno conosceva il nome.
Tutt’intorno infuriava la battaglia, un gridò risuonò sopra agli altri.
Ettore si voltò per un secondo, distratto da quel suono…ma commise un errore: lo sconosciuto lo ferì alla gamba destra con la spada.
In quello stesso istante cominciò la ritirata da parte dei Greci, e l’uomo che lo aveva sfidato lasciò l’eroe Troiano a terra, e se ne andò come se nulla fosse successo.
 
Ettore si toccò la ferita sanguinante. Non gli importava del dolore. Era infastidito: lasciarsi sconfiggere da uno sconosciuto!
Improvvisamente si trovò di fronte una mano aperta distesa verso di lui. Il palmo era grande e forte, caratterizzato da alcuni duri calli.
Alzò lo sguardo e rimase senza parole: Achille, il più potente e temuto tra gli Achei, gli stava tendendo la mano.
Restarono a osservarsi a vicenda per qualche istante.
«Allora Troiano?» disse il Pelide avvicinando la mano ad Ettore il quale, senza parole, la prese e si alzò a fatica con il suo aiuto.
Rimase fermo a studiarlo, gli occhi pieni di terrore. Come avrebbe potuto difendersi da un semidio trovandosi in quello stato?
«Achille…» riuscì finalmente a sussurrare.
«Qualcosa non va? Non ti aspettavi di incontrarmi forse?» proseguì l’Acheo con voce tranquilla.
Non diede nemmeno il tempo ad Ettore di rispondere e continuò: «Ho molta stima di te sai? Siamo nemici, è vero, ma ho sempre ammirato la tua forza, il tuo coraggio…».
“Cosa sta dicendo? Lui, praticamente immortale, che stima la miaforza e il miocoraggio?”pensò il principe Troiano spaesato.
«Volevo solo dirti questo Ettore, domatore di cavalli…ci vediamo.» concluse Achille, si voltò e si allontanò incamminandosi verso le navi nere dei Danai, lasciando il suo avversario in mezzo alla piana deserta, solo, incapace di capire.
Si chiese semplicemente perché fosse ancora vivo.
 


 
Ciao!
Eccoci alla fine del secondo capitolo…troppo corto? Non aspettatevi lunghezze migliori da una come me…-.-
Grazie a tutti coloro che stanno seguendo e a Chiara, Pako, Capitanmiki, Steven Uchiha98 e Cimotea per le recensioni, aspetto come sempre di sapere cosa ne pensate!
Buona serata
Sophie=D

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Capitolo 3
*** Pareri ***


Pareri

 

 
Sorpresi? Bé, se lo siete già ora che siamo solo all’inizio siamo messi male...
Achille che stima Ettore e glielo va anche a riferire…non lo trovate un po’ strano o lettori?
Tranquilli, capirete…
 


«Che ne pensi di Ettore?» la domanda suonò strana e inaspettatata alle orecchie dell’astuto Ulisse, che infatti rispose:
«Cosa intendi, Achille?».
«Semplicemente questo: cosa ne pensi di lui.» replicò il Pelide.
«Non è facile da descrivere. È una persona complessa, non è un eroe come gli altri. È legato enormemente alla sua famiglia, vive con il terrore di perderla, anche perché è cosciente di non avere speranze sul fatto che possa accadere il contrario! Combatte contro noi Greci per senso del dovere ma a mio parere non è questo il suo ruolo: non gli importa della gloria, ma solo della difesa della patria e delle persone a lui più care. E ha paura, paura di perdere le persone, paura di…non lo so, ma ha paura.».
«La sua è una battaglia anche contro sé stesso…soprattutto contro sé stesso.» affermò Achille assorto nei suoi pensieri.
«Perché me lo chiedi?» domandò Ulisse, curioso.
«Così…» rispose l’altro stringendosi nelle spalle, come per fingersi disinteressato.
 
 
Ettore entrò nel palazzo, ancora con l’aria spaesata di quando Achille se ne era andato lasciandolo illeso. Vide Paride venirgli incontro: «Com’è andata fratello?» chiese questi.
L’eroe si guardò la gamba ancora sanguinante e poi, tornando a guardare il fratello rispose aspro: «Se fossi sceso in battaglia lo avresti visto da te come è andata. Mia moglie?».
«Sta meglio…sembra.».
«Tu cosa ne pensi di Achille?».
Paride, che non si sarebbe mai aspettato una domanda del genere, aggrottò la fronte: «Achille?».
Ettore annuì, posando la lancia e lo scudo.
«Io non lo posso sopportare. Si crede di essere superiore a chiunque altro e ha un carattere permaloso…è vendicativo e la sua forza, il suo coraggio, la sua invincibilità…tutti doni degli dei. Inoltre…» cominciò il giovane, ma venne interrotto dal fratello: «Però è un bravo guerriero, sa quello che vuole e si impegna per raggiungere il suo scopo.».
«E sarebbe? La gloria? Non pensa ad altro che a quella.».
«Non trovo che sia una persona negativa come lo descrivi tu.» affermò Ettore.
«Perché mi chiedi cosa ne penso?» domandò Paride.
«Mah…così, curiosità.».
La serata passò tranquilla, fino a che…
«Devo andare all’accampamento degli Achei.» esclamò improvvisamente Ettore.
«Cosa? Ma sei impazzito? Ti uccideranno!» protestò un soldato seduto accanto a lui.
«È importante…devo parlare con una persona.».
 



Buonasera!
Ancora un capitolo piuttosto tranquillo, ma adesso ci avviciniamo all’azione…contenti?
Grazie a tutti coloro che mi seguono silenziosamente e a Chiara, Pako, Capitanmiki, Steven Uchiha98,  SSteCimotea e LordStefanius per i vostri commenti e consigli!
Un bacio
Sophie=D

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Capitolo 4
*** Stesse idee ***


Stesse idee


 

 

Due personalità opposte, due schieramenti diversi: niente univa i due eroi…forse.

 
Arrivò non visto all’accampamento il principe Troiano, nascosto dall’oscurità della notte.  Individuò subito la tenda del Pelide e si diresse verso di essa.
Guardandosi intorno cautamente entrò, in silenzio.
Il suo rivale sedeva di spalle, stava lucidando la spada.
Sentendo lievi passi dietro di lui, Achille si voltò, puntando l’arma affilata verso l’uscita.
Incrociò lo sguardo di Ettore, deciso, ma colmo di paura.
Abbassò la spada e sulle sue labbra si dipinse uno strano sorriso.
«Cosa fai qui?» chiese.
«Perché abbassi la spada Achille?» fu invece la domanda del Troiano, a cui il glorioso Acheo non rispose.
«Non sei forse qui per distruggere Ilio? Ebbene, io sono la sua difesa, l’unica, non ti preme di uccidermi?».
«Ti sbagli Ettore, io non sono qui per distruggere la rocca sacra di Troia. Anzi, bramo la fine di questa guerra.».
Il Troiano sembrò sorpreso da quella risposta:
«Davvero desideri che la guerra finisca?».
Achille annuì: «Tu no, forse?».
«Sono più di nove anni che mi impegno per metterle fine.».
«E comunque io sono qui solo per la gloria. Non mi importa di Troia e tantomeno di Elena e Menelao.».
«Come pensi di ottenerla la gloria?» domandò Ettore, e per la prima volta il Greco non seppe rispondere: «Cosa fai qui?» replicò cambiando argomento «E come sei arrivato senza che ti scorgessero le guardie?».
Il principe lo ricambiò con un’altra domanda: «Perché mi hai aiutato oggi, Achille?».
Il glorioso Acheo iniziò a innervosirsi, ricominciò a pulire la spada con gli occhi puntati sull’altro: «Ho detto semplicemente quello che pensavo, non ti ho aiutato, Troiano. Ti chiedi perché non ti abbia ucciso? Bhè, avrei potuto farlo se avessi voluto, non sarebbe stata certo una grande impresa, ma non era ancora il tuo momento, ringrazia gli dei per questo.».
Seguì un momento di silenzio, interminabile.
Ettore si voltò, dirigendosi verso l’uscita.
«Dove credi di andare? Non arriverai vivo alle mura.» mormorò Achille senza alzare gli occhi dalla lucente spada.
«Come sono arrivato fin qui posso anche tornare. A presto, Achille.».
 



Ta-taan!
Incontro tra i due eroi…che ne pensate?
Alla fine ho scelto di utilizzare un linguaggio più semplice, quello epico era troppo complicato, avrei scritto cose senza senso!
Ancora poca azione? Scusate!
Grazie delle recensioni e al prossimo!
Sophie=D

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Capitolo 5
*** Unione ***


Unione


 

Come già vi ho accennato erano tempi duri per i Danai e per i Teucri, domatori di cavalli. Le battaglie si susseguivano senza sosta, ogni giorno, e i soldati erano sempre più stremati…


 
«Ettore!» la giovane gli corse incontro gridando il suo nome.
L’eroe la prese tra le braccia: «Elena, che succede?».
Lei lo guardò preoccupata: «Paride oggi scende in battaglia…».
«Era ora!» fu il commento che sfuggì al principe Troiano.
«Ma come era ora? Lo uccideranno!».
«Non è certo la prima volta che combatte, perché dovrebbe lasciarsi uccidere?» domandò Ettore.
«Ho…ho un brutto presentimento…» confessò la ragazza, con il terrore negli occhi.
«Tranquilla Elena, ci penso io, non gli accadrà niente.» la assicurò Ettore indossando l’elmo e prendendo la spada.
«Me lo prometti?» chiese lei.
«Tranquilla…» ripetè l’eroe allontanandosi, con un sorriso.
 
Poco dopo, fuori dalle mura di Troia, il principe era in prima fila, al fianco del fratello.
«Elena era preoccupata per te…» informò.
«Lo so» rispose Paride «ma non posso stare al sicuro dentro al palazzo mentre il popolo combatte anche a causa mia».
Ettore fu sorpreso da quella risposta: «L’hai capito finalmente!».
L’esercito degli achei avanzava piuttosto velocemente. Paride ebbe appena il tempo di lanciare un’occhiata fuggitiva al fratello, che i due schieramenti si scontrarono. I primi cadaveri cominciarono a cadere nella polvere, macchiando la piana del loro sangue.
Morte, morte e ancora morte: questo vedeva Ettore intorno a sé. Ma non una briciola della gloria di cui gli aveva parlato Achille la sera precedente.
Improvvisamente sentì qualcuno gridare il suo nome e si voltò: poco distante Paride stava combattendo con un guerriero acheo. Era in difficoltà; fu colpito al fianco dalla lucente spada del Greco, che subito si macchiò di nero sangue. Il giovane cadde tra la polvere privo di sensi.
Ettore restò immobile ad osservare la scena, per poi correre verso il corpo del fratello: «Paride, su svegliati…Paride…» sussurrò togliendogli l’elmo dal capo. Non scorgendo in lui nessun segno di vita cercò con lo sguardo l’Acheo che lo aveva colpito. Quest’ultimo lo sfidò, ma ben presto venne ferito mortalmente dal principe Troiano.
Ettore tornò dal fratello, prese il suo corpo sottobraccio per portarlo dentro alle mura. Ma attorno a loro infuriava la battaglia e non era facile dirigersi verso la città.
Qualcuno gli sfiorò una spalla e poi sostenne Paride per l’altro braccio, aiutando Ettore a trasportarlo. Lo sconosciuto si faceva strada tra gli schieramenti a colpi di spada. Quando finalmente arrivarono presso la grande porta delle mura e riuscirono ad entrare portarono il ferito al palazzo. Qui egli fu sistemato in una stanza, spogliato dell’armatura e affidato per le prime cure ad alcune ancelle.
 
Ettore e l’altro accompagnatore uscirono dalla stanza, trovandosi soli in un lungo corridoio.
«Grazie.» mormorò il principe Troiano, guardando per la prima volta negli occhi il guerriero.
Questi rispose: «Non c’è di che.».
A queste parole Ettore sussultò…quella voce…«Chi sei?» chiese, temendo di conoscere la risposta.
Lo sconosciuto si sfilò l’elmo.
L’eroe rimase per l’ennesima volta senza parole: il glorioso Achille era di fronte a lui, di nuovo, ma questa volta all’interno del suo palazzo.
E di nuovo lo aveva aiutato.
«Sorpreso Troiano?».
Ettore si guardò intorno: come avrebbe potuto reagire chiunque avesse visto il Pelide lì dentro? Lo trascinò in un’altra stanza e chiuse la porta.
«Perché?».
«Perché cosa? Perché ho le tue stesse idee? O perché ti ho aiutato, o meglio, aiutato la causa di questa guerra, oppure perché…» l’eroe greco venne interrotto dal suo interlocutore: «Non è la causa della guerra…».
«E cosa allora? Sbaglio o è stato proprio tuo fratello a portarsi via Elena da Sparta? Comunque è normale che tu lo difenda, mi sorprenderei del contrario…».
«Va bé, hai ragione, è colpa sua. Ma non hai risposto, perché mi hai aiutato?» domandò Ettore confuso.
«Questa guerra deve finire.» affermò il grande Pelide.




Buonasera cari lettori!
Allora, intanto devo trovare un modo per farmi perdonare…è una vita che non aggiorno! Scusate…=P
Tornando a noi, Achille è nel palazzo di Priamo…e adesso? Cosa significherà la sua ultima affermazione?
Merci per le recensioni e a presto!
Sophie=D

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Capitolo 6
*** un piano ***


Un piano

 

 

«E come pensi possa terminare?» sospirò Ettore assicurandosi che la porta della stanza fosse ben chiusa.
«Segui il mio ragionamento» cominciò Achille «Io sono l’eroe più forte dell’esercito dei Danai, tu il più forte tra i Teucri. Giusto?».
Il principe troiano annuì cercando di capire dove volesse arrivare quello che fino a poco prima considerava come nemico.
«L’unico modo per porre fine a questa maledetta guerra senza che ci siano né vincitori né vinti è architettare un piano, insieme. Perché forse noi due insieme possiamo contare qualcosa anche se paragonati all’infinità di soldati che compongono l’esercito Acheo e Troiano.» concluse.
«E hai qualche piano?».
«No, per ora. Proporrei di pensarci e poi riparlarne. Nel frattempo ci terremo al corrente su ciò che accade nelle assemblee di entrambi i popoli. Ci stai?» chiese il greco.
Ettore lo guardò ancora diffidente e il glorioso Pelide rispose subito a quello sguardo: «Lo so, pensavi di dover combattere, non allearti con me. Ma se brami davvero la fine della guerra accetta; perché è solo questione di tempo: la tua adorata patria verrà distrutta.».
L’eroe troiano annuì convinto.
«Bene, ci sto. Vediamo di farci venire in mente qualcosa. Adesso indossa di nuovo l’elmo e torna tra i tuoi, nessuno deve sospettare niente.».
Achille accennò a un sorriso e fece come l’altro gli aveva ordinato.
Uscì dal palazzo, senza destare sospetti tra le belle troiane che gli camminavano intorno, e come se nulla fosse accaduto, varcate le mura, ricominciò a combattere.
 
 



Ciao a tutti!
Scusate!!! Sto aggiornando in tempi lunghissimi, ma in questo periodo lo studio mi porta via ore, ore e ore…per fortuna che siamo quasi alla fine!
Scusate anche per questo capitolo che è brevissimo e penso anche niente di che, era più di passaggio!
Cercherò di aggiornare il prima possibile, promesso!
Grazie a Pako e Cimotea che mi continuano a seguire, come farei senza di voi? =P
Buona serata
Sophie=D

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Capitolo 7
*** Assemblea ***


Assemblea

 

 

 

E siamo giunti, o lettori, all’insolito accordo tra Ettore, domatore di cavalli, e il glorioso Pelide…ma qualcuno nel frattempo elaborava altri piani crudeli, bramando la distruzione della sacra Ilio…

 

«Achille, Agamennone ti vuole nella sua tenda. C’è una riunione, sembra che Ulisse abbia escogitato un piano per abbattere Ilio.» esclamò un giovane guerriero entrando nella tenda del Pelide che sussultò. “Un piano per abbattere Ilio”? Ecco, ora cominciavano i guai.
Si voltò verso il ragazzo e gli rivolse un cenno del capo quasi impercettibile, poi si alzò e si diresse contro voglia verso la tenda dell’Atride.
Entrò, trovandosi circondato da compagni di guerra seduti intorno al loro capo. Si posizionò vicino ad Ulisse, che lo salutò con lo sguardo.
«E così sai come distruggere Troia?» gli chiese, nascondendo abilmente la sua preoccupazione  a riguardo.
«Dopo nove anni di guerra bisogna almeno provare a mettere fine a quella dannata città.» fu la semplice risposta del greco, che si alzò attendendo che tutti fossero in silenzio. Quindi cominciò a spiegare:
«Danai, popoli della grecia, siete qui radunati per venire a conoscenza di un mio piano, che se ben eseguito potrebbe portare alla caduta di Troia e quindi alla fine della guerra e di tutti i dolori da essa portati. Ascoltatemi dunque: l’esercito dei Teucri resiste da ormai nove anni grazie a singoli guerrieri molto valorosi, su cui esso punta tutte le possibilità di vittoria. Ma se noi facessimo in modo che sparissero questi punti di riferimento, probabilmente i nostri nemici si ritroverebbero spiazzati e per noi sarebbe facile conquistarli…».
L’astuto Ulisse fu interrotto da un brusio generale, che Agamennone tentò di calmare.
Achille, in un angolo, temeva di aver capito dove il compagno volesse arrivare.
«Propongo quindi nei prossimi giorni, di non combattere contro lo schieramento Troiano, ma contro ogni singolo guerriero che per noi costituisce una resistenza. Attaccheremo insieme una sola persona che anche se difesa dai compagni, probabilmente non avrà via di scampo…».
“È assurdo.” Pensò il Pelide scuotendo leggermente la testa. Il crudele Ulisse continuò:
«E se la mia proposta verrà approvata, allora domani ci occuperemo per primo dell’unica vera difesa di Ilio: Ettore, domatore di cavalli. Perché senza di lui l’esercito sarà già piuttosto svantaggiato rispetto a noi.» concluse. Ci fu un attimo di silenzio, poi dalla tenda si levò un unico grido di approvazione. Achille strinse i pugni adirato, e uscì nella notte dirigendosi a passo deciso verso la spiaggia.
Doveva trovare una soluzione. Non poteva permettere che il piano di cui aveva parlato con Ettore in segreto solo il giorno prima andasse perduto.
Qualcuno gli sfiorò la spalla. Si voltò, trovandosi di nuovo di fronte ad Ulisse:
«Perché sei scappato via in questo modo? Non approvi il mio piano?» chiese.
«È assurdo.» rispose  il glorioso Pelide fissando con lo sguardo il compagno.
«Domani si vedrà.» esclamò il re di Itaca tornando sui suoi passi.
Ettore…doveva essere avvertito.
 
 

Ciao!
Eccoci con il nuovo capitolo, spero non risulti troppo noioso! Mi scuso ancora per il ritardo (appena finisce la scuola mi velocizzo un po’) e ringrazio tutti coloro che seguono la storia e in particolare Pako e Cimotea che continuano a recensire e a cui dedico questo capitolo!
Baci
Sophie=D

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Capitolo 8
*** Assalto ***


Assalto

 

 
 
Questo fu il piano crudele dell’astuto Ulisse, uccidere Ettore, l’eroe più valoroso tra tutti i Teucri.
Ma Achille non avrebbe permesso che la strategia venisse attuata…



Achille arrivò coperto dal buio della notte sotto le mura di Troia. Fece un intero giro intorno ad esse e rimase per un attimo ad ascoltare il silenzio che lo circondava pensando al da farsi.
Doveva in qualche modo avvertire Ettore dell’astuto piano di Ulisse, o dell’eroe Teucro l’indomani sarebbe rimasta solo polvere.
Ma entrare in città era praticamente impossibile, le mura erano troppo alte e se qualcuno lo avesse visto sarebbero stati guai.
Si avviò verso il punto più vicino al palazzo dove riposava il suo “nemico” e improvvisamente ebbe un’idea. Non era sicuro della riuscita ma decise di tentare, contando sul fatto che il palazzo doveva essere protetto da decine di soldati pronti a dare l’allarme in caso di pericolo.
«I greci si avvicinano!» urlò, rompendo il silenzio che regnava sovrano.
 
Rumori, luci accese, uomini che scendevano di corsa dalle case per scoprire cosa fosse successo, qualcuno apriva le porte della città. Una folla confusa uscì dalle mura per scrutare l’orizzonte in cerca dei nemici. Ma…niente. Non videro assolutamente niente.
Allora le grida di paura si tramutarono in borbottii, mentre qualcuno si chiedeva chi potesse essere stato a dare il falso allarme.
Achille approfittò della confusione per introdursi nel palazzo di Priamo senza essere visto. All’ingresso riconobbe molti soldati che erano appena stati svegliati dal suo grido, tra cui Ettore. Il principe scorse il capo dei Mirmidoni e subito comprese quanto era accaduto.
Con un cenno del capo lo invitò allora a seguirlo senza dare nell’occhio. Lo condusse fino ad una stanza utilizzata come ripostiglio ed entrambi entrarono chiudendosi la porta alle spalle.
«Cosa ci fai qui?» chiese il Troiano.
«Ho novità. Abbiamo fatto un’assemblea, Ulisse ci ha illustrato un piano per abbattere Ilio.».
Ettore si tolse l’elmo che aveva velocemente indossato temendo l’arrivo dei Danai e si passò una mano sugli occhi ancora assonnati. Appoggiò le spalle al muro attendendo che il compagno proseguisse.
«Ha proposto di eliminare uno per uno coloro che sono le ancore di salvezza della vostra città che a suo parere corrispondono a pochi soldati, in modo da lasciare l’esercito senza via di scampo.» continuò il Pelide dopo una breve pausa «Il piano è stato approvato. Dunque domani un numeroso gruppo di soldati punterà su di te. Vogliono ucciderti.».
«Quanto numeroso?».
«Temo parecchio. Non puoi farcela da solo contro tutti loro.» affermò Achille.
Il figlio di Priamo sospirò e chiuse gli occhi. Li riaprì subito dopo, non riuscì a mascherare la preoccupazione dipinta nel suo sguardo: «Grazie per avermi avvertito.».
«Non scendere in battaglia domani.».
«Non servirebbe, mi ucciderebbero il giorno dopo. E non posso neanche avvisare il mio esercito perché i Greci capirebbero che eravamo stati avvertiti e andrebbero a cercare il traditore. Scenderò in battaglia…e vedremo. Forse sarà il Fato a salvarmi.».
«Bene, allora a domani Ettore.» salutò l’Acheo prima di aprire la porta e allontanarsi a passo veloce.
 
 
«Tutto chiaro?» Ulisse si assicurò che i guerrieri incaricati di uccidere Ettore avessero capito come procedere.
Il sole era appena sorto all’orizzonte,  e già l’immensa piana che sorgeva davanti alla città di Troia era occupata dagli eserciti dei Danai da una parte e dei Teucri dall’altra.
Un urlo, e cominciò la battaglia. Ma questa volta non sarebbe stata una battaglia come tante altre.
Un gruppo di Achei si diresse verso destra, dove combatteva il loro obiettivo. In un attimo gli furono di fronte.
Il principe sguainò la spada pregando col pensiero gli dei e si lanciò all’attacco.
Chi lo attaccava da sinistra, chi da destra, il Troiano sembrava saper difendersi bene, almeno in un primo momento. Uccise alcuni nemici e ne ferì molti. Qualche suo compagno tentava di andargli in aiuto ma veniva respinto con le armi. Ma mentre l’eroe lottava con uno dei tanti e la stanchezza cominciava a farsi sentire, qualcuno lo colpì da dietro.
Sentì un lancinante dolore alla spalla destra e all’improvviso il peso della spada che teneva in mano divenne insostenibile. Finì con un colpo il guerriero che stava sfidando e si voltò, in cerca di colui che aveva a tradimento affondato l’arma nella sua carne.
Ma prima che potesse individuarlo, qualcuno lo spinse ed Ettore si ritrovò con il viso nella polvere.
Un soldato estrasse la spada che era rimasta conficcata nella ferita sanguinante ed al principe sfuggì un grido.
Un calcio, fu costretto a girarsi, ritrovandosi supino. Alcuni Greci lo guardavano sghignazzando e uno di loro gli assestò un altro calcio, questa volta al volto.
Sentì le voci dei suoi assalitori divenire sempre più lontane e indistinte. Poi uno di loro si posizionò sopra di lui, pronto a dargli il colpo di grazia con la spada…
«Fermo!» urlò qualcuno.
 
Buio.
 



Buio…cosa sarà successo? Povero Ettore, visto come l’ho conciato male? L
Adesso che la scuola è finita penso che riuscirò ad aggiornare un po’ più velocemente (poveri voi!)!! XD
Ora scappo, grazie mille a Chiara e Cimotea per le recensioni!
Sophie=D

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