Notte d'amore e inquietudine

di Tanit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Notte d'amore e inquietudine ***
Capitolo 2: *** secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** Finale d’estate da dimenticare. La disperazione di Korin, l’empatia di Shin, la confusione di Tenku ***



Capitolo 1
*** Notte d'amore e inquietudine ***


 

Era ormai tardo pomeriggio, quando Touma si apprestò a rientrare nella stanza che lo zio di Shu, aveva loro gentilmente concesso durante quei pochi giorni trascorsi a New York. Non era la prima volta che il ragazzo si recava nella metropoli americana: in altre occasioni aveva accompagnato sua madre in qualcuno dei suoi tanti viaggi di lavoro, ma quello era stato senza dubbio il soggiorno più terribile e movimentato. Come al solito, lui e i suoi amici, avevano dovuto affrontare un nuovo e pericoloso avversario: Shikaisen, che oltre a seminare morte e distruzione nel mondo degli umani, era anche riuscito a utilizzare l’armatura del Nimbo per attuare i suoi scopi malvagi. Alla fine, dando fondo a tutte le loro forze, erano riusciti a sistemare le cose: avevano neutralizzato il temibile alleato del male, riabilitando in un qualche modo il nome dei samurai. Inoltre - Touma deglutì - avevano salvato Seiji.

La sera della festa di Ryo, quando il biondo samurai non si era presentato all’appuntamento con tutti loro, Touma aveva sentito lo stomaco stringersi in una morsa di inquietudine e preoccupazione. Tenku voleva un gran bene a tutti quanti i suoi amici, ma Seiji … beh, era Seiji! Quante notti avevano trascorso nella camera che dividevano a casa di Nasty, a parlare, confrontarsi … a volte battibeccare! Prima di allora lui non aveva mai avuto dei veri e propri amici con cui condividere tutto, nè tantomeno aveva avuto qualcuno con cui confidarsi. Con Seiji, dopo un primo periodo di smarrimento in cui aveva dovuto adattarsi alla convivenza con altre persone,  gli era sembrato così naturale condividere i propri pensieri e le proprie debolezze. Dietro la dura corazza rigida e impostata, del samurai del Nimbo, vi era davvero una persona piena di sensibilità.

Arrivato davanti alla porta della camera, Touma si bloccò per un attimo, chiedendosi se dovesse bussare. Non voleva assolutamente disturbare il riposo di Seiji! Il suo amico aveva passato dei giorni veramente terribili nelle mani di quei pazzi ed era sicuramente stanco sia fisicamente che mentalmente. In un flash, Touma rivisse l’attimo in cui aveva liberato il biondo samurai dalle catene che lo tenevano prigioniero. Rivide gli occhi violetti di Seiji guardarlo con un moto di speranza e le sue labbra sussurrargli “ Sei venuto a liberarmi, Touma “ Un tenero sorriso apparve sul volto del samurai dai corti capelli corvini – Sarei venuto a salvarti anche in capo al mondo …  - Pensò tra se e sé. Gli aveva fatto male vedere Seiji così sofferente e apparentemente vulnerabile; non poteva sopportare di sapere in tale condizione proprio lui, la cui fermezza e solidità erano sempre stati un punto fermo per tutti loro. Decise infine che era meglio entrare senza fare rumore: se il suo amico stava dormendo non l’avrebbe disturbato, in caso contrario gli avrebbe chiesto di fare compagnia a tutti loro per la cena, dato che lo zio di Shu aveva organizzato un banchetto coi fiocchi per festeggiare la recente vittoria sulle forze del male e ci teneva ad averli tutti presenti. Touma sentì lo stomaco brontolare. Cavolo! Dopo tutto quel combattere ci stava davvero di mettere qualcosa sotto i denti e sarebbe stato meglio affrettarsi prima che Shu facesse piazza pulita di tutti gli squisiti piatti che sicuramente erano stati preparati apposta per loro.

Lentamente abbassò la maniglia ed entrò. La stanza era in perfetto ordine e dagli scuri delle finestre, lasciati aperti, filtravano le ultime luci della sera. Il letto di Seiji, vuoto e perfettamente riassettato, faceva decisamente una figura migliore del suo, che al contrario sembrava un campo di battaglia. Touma entrò velocemente, chiedendosi dove si fosse cacciato il suo amico, quando udì provenire dall’attiguo bagno lo scrosciare della doccia.

Touma sorrise; Seiji non era certo tipo da indugiare a letto più del dovuto, era lui quello dormiglione!!! Con passo veloce si avvicinò al suo letto e prese a sistemare le proprie lenzuola, riflettendo sul fatto che fosse meglio vincere il suo proverbiale disordine per non abusare dell’ospitalità di zio Chin. Mentre era ancora intento a districare il groviglio delle coperte, dalle quali erano magicamente sbucati il pigiama e un paio di libri, la porta del bagno si aprì rivelando un Seiji dai capelli ancora umidi e con addosso un paio di jeans molto aderenti.

 

-          Questa me la devo segnare – Ridacchiò il biondo samurai avvicinandosi all’amico – Touma che riordina la stanza –

 

- Cosa vorresti …. - Touma si voltò nella sua direzione, pronto a ribattere alla frecciata, quando alla vista dell’altro in tale veste, rimase semplicemente a bocca aperta. La figura alta e snella, la pelle candida, i biondi capelli che ancora bagnati, gli ricadevano aggraziatamente sulle spalle … Dio, quanto era bello!

 

-          Beh? Perché mi fissi a quel modo? – Chiese il biondo, ignaro dei veri pensieri dell’amico – Ho un’aria così terribile? –

 

Touma deglutì, cercando di tornare in sé. Maledizione! Se solo Seiji avesse saputo cosa si agitava nella sua mente e … beh, non solo in quella ^///^, di certo non avrebbe mai più voluto guardarlo in faccia! Non sapeva dire da quando aveva iniziato a provare per il suo compagno d’armi qualcosa che andava oltre l’amicizia. Tutti loro cinque erano legati da un un vincolo indissolubile, al quale si aggiungeva un sentimento comune di empatia. Quando si trovavano insieme, Touma poteva sentire la loro presenza come un abbraccio attorno a se: erano, assieme in parte anche a Nasty e Jun, la famiglia affettiva che di fatto non aveva mai avuto. Con Seiji però, era diverso: tra loro due c’era qualcosa di più profondo. Il solo pensiero di vederlo soffrire lo atterriva in una maniera che mai avrebbe creduto possibile; gli bastava vedere i suoi bellissimi occhi sorridere, per rallegrargli la giornata, gli bastavano la sua vicinanza, le sue parole, per renderlo sereno e felice come non mai. Lo amava, punto. Che altro c’era da dire?

 

-          Emh … no, no, è che … ecco, non mi aspettavo di trovarti già sveglio, tutto qui! – Balbettò, non trovando nulla di meglio da argomentare e distogliendo lo sguardo dallo splendido corpo dell’amico. Non era il caso di continuare a fissarlo con quell’aria da maniaco!

 

Seiji ridacchiò, tamponandosi i capelli con un asciugamano

 

-          Ma và … sei tu quello che non si sveglierebbe nemmeno con le cannonate! – Disse sorridendo.

 

Lo sguardo di Touma percorse velocemente il corpo dell’amico, individuando gli inconfondibili segni della recente prigionia. Gli occhi del bruno indugiarono sugli evidenti ematomi che le catene alle quali Seiji era stato costretto per diversi giorni, avevano lasciato sui suoi polsi. Ad essi, si aggiungevano alcuni segni bluastri sul torace e all’addome.

 

-          Come stai? – Gli chiese senza tanti preamboli.

 

Seiji trasalì e interpretando lo sguardo dell’amico, istintivamente volle coprire le ferite,  abbandonando l’asciugamano sul letto e infilandosi velocemente la camicia che aveva lasciato appoggiata su una sedia.

 

-          Sto bene – Disse, sorridendo debolmente - … grazie a voi. Vi devo la vita e l’onore dell’armatura del Nimbo –

 

-          Smetti, non ci devi nulla. Siamo una squadra, no? … Inoltre per colpa di quel maledetto demonio era in gioco l’onore di tutti quanti i samurai!  – Replicò Touma, ben conscio che il biondo gli stava nascondendo il suo vero malessere. Come al solito Seiji cercava di sembrare forte, cercava di convincere se stesso e gli altri che tutto andava bene, di avere tutto sotto controllo, ma i suoi occhi spenti tradivano ciò che realmente si agitava nel suo animo tormentato.

 

-          Gia’ … - Ribattè Seiji amaramente - … e tutto questo per colpa mia –

 

Touma si sentì stringere il cuore alla vista dell’amico così giù di morale: maledizione a lui e alla sua boccaccia! Se prima Seiji si sentiva in colpa, ora grazie al suo brillante intervento era riuscito a farlo stare ancora peggio, se possibile!

 

-          Seiji, non intendevo dire questo – Si affrettò a ribattere, avvicinandosi all’amico e mettendogli una mano sulla spalla. – Tu non hai colpa di nulla, hai capito? Di nulla!-

 

Il biondo si girò a fronteggiare l’amico. Nei suoi occhi Touma potè leggere un’infinita tristezza, che gli ferì il cuore.

 

-          E’ così invece … la colpa di cio che è accaduto è mia, mia soltanto. Se solo non fossi stato così ingenuo da farmi catturare come un bambino, tutto questo non sarebbe mai successo! Quelle persone uccise dall’armatura sarebbero ancora vive; quella ragazza, Luna, non sarebbe rimasta uccisa e voi  … - la voce di Seiji si spezzò per un attimo - voi non avreste dovuto rischiare la vita per me! -

 

-          Basta Seiji! – Esclamò il ragazzo moro afferrando l’altro per le spalle – Ormai quello che è fatto, è fatto … la verità è che sarebbe potuto accadere a chiunque di noi! Cosa potevi saperne che si trattava di una trappola? –

 

Il samurai del Nimbo abbassò lo sguardo e Touma si sorprese nel vedere che i suoi occhi erano lucidi

 

-          Touma … - Replicò il ragazzo in un sussurro – Davvero non lo capisci? Cio che mi ferisce di più è il pensiero che tu … che voi tutti siate stati costretti a tornare a combattere a causa mia! –

 

Il guerriero del cielo rimase a fissarlo con un’espressione grave. Dunque era questo che gravava sul cuore di Seiji. Possibile non capisse, che per lui avrebbe fatto qualsiasi cosa? Qualsiasi, maledizione?

Senza sapere da dove gli provenisse tanto coraggio, prese il volto dell’amico tra le mani, avvicinandoglisi col proprio viso, come mai prima aveva osato fare.

 

-          Io combatterei contro un intero esercito di demoni, per te … solo per te –

 

Seiji fissò il proprio sguardo su quello del compagno con aria attonita. Rimasero così, a fissarsi per alcuni secondi che sembrarono eterni. Cosa stava accadendo? Sentiva il cuore battere a mille e le mani tremare. Quante volte avrebbe voluto trovarsi così vicino a Touma, così tanto vicino che i loro volti si sarebbero potuti sfiorare… tanto che le loro labbra … Scosse il capo violentemente, come per svegliarsi da un sogno.

 

-          Che hai Seiji? – Chiese Touma sentendolo tremare sotto di se – Hai freddo? – Per un attimo a Tenku era sembrato di vedere negli occhi dell’altro una luce strana … Ma no, cosa gli saltava in mente? Stava correndo troppo con la fantasia! Certo che avere il *suo* Seiji lì davanti, con quell’aria arruffata e la camicia semiaperta non lo aiutava di certo ad essere obiettivo. Cavolo … non si ricordava di averlo mai visto più sensuale e desiderabile di così.

Il biondo ridacchiò nervosamente, divincolandosi dalla stretta dell’amico:

 - E’ meglio che mi asciughi prima che mi prenda un raffreddore – Si affrettò a dire, riacciuffando l’asciugamano e riprendendo a strofinarsi energicamente i lunghi capelli biondi. Non sapeva perché, ma voleva fuggire da quella situazione, che a sorpresa si era fatta davvero imbarazzante …

- Va bene, ti aspetto di sotto allora, gli altri si staranno chiedendo dove siamo spariti tutti e due – Concluse Touma, lasciando il samurai della luce perso nei propri pensieri.

 

Appena Touma raggiunse il resto del gruppo, trovò già tutti quanti seduti attorno a un grande tavolo cinese rotondo, con davanti i piatti ancora vuoti. Shu come al solito si stava lamentando per la fame, preso in giro da Shin e Ryo; lo zio di Kongo chiacchierava con Nasty, mentre Jun e Fiamma Bianca scorrazzavano allegramente per la sala. Il locale era ancora abbastanza malridotto dopo l’attacco dei guerrieri di Shikaisen, ma era stato ugualmente riassestato in un modo che Touma non avrebbe mai creduto possibile, dopo solo un paio di giorni dalla sua devastazione. Non appena Tenku si accostò al tavolo, Shin si rivolse a lui con aria preoccupata:

 

-          Touma … allora come sta Seiji? –

 

      -Tutto bene – Rispose l’interpellato – Sta per raggiungerci per la cena –

 

-          Coooosa? Lo hai lasciato solo? Potevi anche rimanere con lui, testone che non sei altro! – Lo apostrofò Shu con stizza

 

-          Guarda che Seiji non ha bisogno della balia – Ribattè Touma lanciandogli un’occhiataccia. In realtà anche lui, come Korin, aveva sentito il bisogno di allontanarsi, in quanto la situazione di prima lo aveva decisamente destabilizzato. Cavolo, erano così vicini … ci era mancato poco che non avesse seguito l’impulso di posare le sue labbra su quelle dell’altro! Inoltre lo sguardo di Seiji era così strano; sembrava quasi che con gli occhi lo pregasse di abbracciarlo. Tenku soffocò un sorriso amaro; si, certo … Seiji che pregava qualcuno … ma che razza di film si stava facendo? Era forse impazzito? Conosceva abbastanza bene l’amico da riconoscere che il biondo samurai sarebbe morto piuttosto che ammettere di avere bisogno di rassicurazioni o supporto da parte di qualcuno. Anche se quel qualcuno era il suo fidato compagno di stanza.

 

-          Dai ragazzi, piantatela! … almeno per stasera, evitiamo di litigare per cortesia! – Intervenne Ryo sbuffando, mentre afferrava uno degli involtini primavera che un paio di cameriere avevano gia servito a tavola. Shu lo imitò velocemente e senza ribattere altro si riempì la bocca con una buona porzione di riso, mentre Shin aprì una birra e ne versò un po’ per sé e un po’ per gli amici.

 

-          Ehy, vacci piano Shu … lascia qualcosa anche per noi! – Disse Seiji, spuntando dalle scale.

 

Tutti i presenti si voltarono a guardarlo

 

-          Hey amico, tutto bene? – Chiese Ryo per primo, rivolgendogli uno dei suoi ampi sorrisi.

-          Sto bene grazie – Asserì il biondo, prendendo posto tra Nasty e Touma – Ho una gran fame a dire il vero! –

-          Mangiate pure a volontà miei cari! – Offre la casa! – Disse allegramente lo zio di Shu. Mentre altre cameriere servivano in tavola ogni prelibatezza.

-          Se è così, diamoci dentro ragazzi! – Farfugliò il nipote ingurgitando una spropositata quantità di riso

-          Che scroccone … - Lo rimbeccò Shin guardandolo disgustato.

-          Shu, fai una pausa, o soffocherai – Ridacchiò Nasty con aria materna.

 

La cena proseguì tra le risate e l’allegria di tutti; Touma adorava quei momenti, quando dopo una battaglia, potevano permettersi di tornare ad essere dei normalissimi teenagers

… o almeno a far finta di esserlo.

Improvvisamente notò con disappunto che una delle cameriere pareva non riuscire a togliere lo sguardo da Seiji * Tsk, ma guardala … ha gli occhi a cuore * Pensò il giovane Tenku distogliendo lo sguardo con noncuranza. Drizzò le antenne solo quando la tizia in questione tentò inaspettamente un approccio diretto verso il biondo samurai, che rispose con educata freddezza. Touma non sentì cosa si dissero, ma a giudicare dall’espressione della ragazza, Seiji non doveva averle dato l’impressione di volere approfondire la conoscenza, costringendola a battere in ritirata alquanto delusa. Il giovane si lasciò sfuggire un sorriso divertito: poverina, a Seiji non erano mai piaciute le ragazzine oche e in ogni caso, quella sera era più taciturno del solito; cosa peraltro perfettamente comprensibile, dopo tutto quello che aveva passato nelle scorse giornate.

 

-          Che fai Touma? Ridi con gli angeli? – Lo canzonò Shu balzandogli addosso e scompigliandogli i capelli.

-          Lasciami!!! Lasciami accidenti a te!!! –

 

Shu rise e lo trascinò con gli altri in una saletta poco distante dotata di un grande televisore, dove a turno i ragazzi si sfidarono a colpi di videogiochi. Il samurai dell’etere si sentì finalmente rilassato: quell’atmosfera chiassosa, tipica del loro gruppo e a lui tanto famigliare, lo metteva di buon umore; complice anche la grossa quantità di birra che Ryo e Shu gli versavano in continuazione nel bicchiere, ovvio.

 

-          Touma, se vai avanti di questo passo dormirai una settimana intera per smaltire la sbornia – lo canzonò Ryo

-          Allora smetti di versarmi da bere! – Ribattè Touma ormai già più che alticcio.

-          Hey, andateci piano! Guardate che poi devo subirmelo io in camera mentre russa! – Ridacchiò Seiji, che seduto sul bracciolo della poltrona, pareva finalmente più tranquillo.

 

Touma non potè fare a meno di pensare che se fosse dipeso da lui, avrebbe fatto ben altro in camera con Seiji piuttosto che dormire, e quel pensiero lo fece arrossire furiosamente.

 

-          Non vorrei essere nei tuoi panni Seiji! – Affermò Shin con aria paziente

–        Gia, Si meriterebbe che lo mollassi in stanza da solo, così impara! … Guardalo, ha la faccia già incendiata! –

–        Ma no, povero Touma … non lo abbandonerei mai nel momento del bisogno – Scherzò il biondo posandogli una mano sul braccio., ignaro che il rossore del giovane moro fosse di tutt’altra natura.

 

Touma ebbe un sussultò; la pelle di Seiji era fredda … eppure perché lui se la sentiva ribollire sul suo corpo come se fosse di fuoco?

 

-          Piantatela! non sono affatto ubriaco! – Si difese, ritirando velocemente il braccio come se fosse stato morso da un serpente. Solo quando fu troppo tardi, notò con rammarico lo sguardo addolorato dell’amico alla sua improvvisa reazione.

 Non sapeva perché l’avesse fatto, era solo che a volte la presenza di Seiji riusciva a turbarlo e quella era una di quelle volte.* Accidenti a me, ma che mi prende stasera? * si ammonì: era la seconda volta in poche ore che in un qualche modo feriva la persona che più amava al mondo. Si sentì un vero idiota! In quel modo riusciva soltanto ad allontanare l’amico da se, peraltro in un momento in cui Seiji aveva sicuramente bisogno di parlare e di aprirsi con qualcuno: cosa che già in condizioni normali non gli riusciva affatto facile! Mentre Tenku era invischiato in questi pensieri, il biondo si alzò da dove era seduto e si congedò con gli amici rivendicando il fatto che l’indomani avrebbero dovuto alzarsi molto presto per il ritorno a casa.

 

-          Buona notte ragazzi – Li salutò Seiji con un mezzo sorriso

-          A … aspetta Seiji, vengo con te! – Disse prontamente Touma, scattando in piedi come una molla.

-          Hey … e la nostra gara? – Sbraitò Shu con disappunto acciuffandolo per la maglietta

-          Cedo il testimone a Jun! – Ribattè Touma – Jun, vai … distruggilo! –

 

Il bambino parve ben felice di prendere il posto del ragazzo alla playstation e si sedette accanto al samurai della terra con aria soddisfatta.

 

-          Buon letargo Touma! – Lo canzonarono gli amici, guardandolo camminare con un equilibrio alquanto instabile. Quest’ultimo rivolse loro una linguaccia e con Seiji accanto uscì dalla sala.

 Appena ebbero guadagnato le scale, il samurai del Nimbo osservò con aria critica l’amico che si aggrappava alla ringhiera come uno storpio al bastone.

-          Ehm … Touma, sei sicuro di riuscire ad arrivare fino in cima? –

-          Che dici? Ti ci metti anche tu adesso? – Ribattè Tenku risentito, inciampando quasi senza accorgersene su un gradino. Il giovane sarebbe di sicuro rovinato a terra sbattendo la faccia sulla scala di granito, se Seiji non l’avesse afferrato al volo.

-          Ehy, ti vuoi rompere la testa? Stai un po’ attento! – Disse il biondo con un tono tra il severo e il divertito. Come al solito non sapeva se rimproverarlo o scoppiare a ridere. Touma era davvero buffo quando ci si metteva! Vederlo mezzo ubriaco poi, era spassoso. Ricordava bene di alcune notti, trascorse a vegliarlo mentre il moro straparlava smaltendo i postumi di una serata alcoolica.

 

Sentirsi tra le braccia dell’amico generò in Touma la stessa sensazione di estremo calore che aveva avvertito quando Seiji gli aveva posato la mano sul braccio. In un attimo ricordò che solo qualche ora prima si era trovato a pochi centimetri dal suo viso e il turbamento divenne se possibile ancora più intenso. Tenku rise nervosamente e avvampò di nuovo in volto, sia per l’imbarazzo che per l’alcool che aveva in corpo, mentre Korin lo fissava a bocca aperta.

-          Ma si può sapere che hai stasera, da ridere in continuazione come una iena? – Borbottò il biondo osservandolo in tralice.

Per tutta risposta Touma barcollò di nuovo continuando a ridacchiare.

-          Ok … ho capito che ti dovrò trascinare in camera – Concluse Seiji rassegnato.

Touma, guardando dinnanzi a se, vide le scale sbiadirsi e sdoppiarsi. Ok; forse aveva davvero bevuto un po’ troppo! Si lasciò trasportare dall’altro samurai fino alla camera senza fare altre storie. Accipicchia … ora l’abbraccio di Seiji gli sembrava così avvolgente.  Quando finalmente furono entrati in camera, il moro sentì lo stomaco contorcersi pericolosamente ed emise un sonoro singhiozzo.

-          Touma … sei sicuro che non devi vomitare? – Gli chiese il biondo guardandolo con disappunto.

-          Umhhhh … ho sonno … voglio andare a letto – Rispose l’interpellato con voce impastata.

 

Seiji pazientemente lo condusse fino al letto, adagiandolo sul materasso e sedendogli accanto.  

 

-          Accidenti … sei proprio un peso morto! Che fatica mi hai fatto fare!!! – Lo accusò, senza però ottenere risposta – Touma! … Touma! Ma stai già dormendo??? –

 

Il biondo rimase qualche attimo in silenzio ad osservare l’amico respirare pesantemente, poi non ottenendo risposta, fece per alzarsi ma fu trattenuto da un mugugno provenire dal samurai dell’etere

 

-          Seiji … -

-          Cosa? – Ridacchiò il biondo accarezzandogli i capelli. Nonostante avesse già 16 anni, a volte Touma  si comportava proprio un bambino e lui … beh, lui era davvero uno sciocco! Anziché rimproverarlo stava li a fargli le coccole, manco fosse un gattino e non un suo compagno d’armi. D’altronde cosa poteva farci se vedere Tenku in quelle condizioni gli faceva una tenerezza infinita?

-          Seiji, io ti amo tanto, tanto tanto … - biascicò Tenku con la faccia premuta sul cuscino. – tanto …-

Il ragazzo biondo ebbe un tuffo al cuore.

-          Touma … - Disse con aria quasi allarmata, mentre per un attimo sentì il cuore bloccarsi nel petto; proprio in quel momento però l’altro giovane prese a russare leggermente.

 

Seiji sorrise e riprese ad accarezzargli dolcemente i capelli. Come al solito Touma straparlava! Nel sonno sembrava talmente fragile e indifeso, ma proprio per questo era così carino. Avrebbe potuto rimanere ore così: in silenzio a guardarlo dormire, come tante altre volte aveva fatto in passato. Dividere la stanza con Touma non era stato facile all’inzio: Tenku era sempre stato abituato ad essere solo e non trovava facile adattarsi alle esigenze di qualcun altro, soprattutto per quanto riguardava il rispetto degli orari. A volte Seiji aveva creduto di essere praticamente agli antipodi riguardo a diversi punti del loro carattere: Touma era ribelle, mentre lui era rispettoso delle regole; Touma era egocentrico e poco adattabile, mentre lui cercava sempre la chiave per poter trovare un equilibrio tra se stesso e gli altri. Non parliamo poi delle abitudini di vita: Tenku era dormiglione e ingordo, quanto lui era mattiniero e morigerato anche nel cibo. Insomma: apparentemente potevano sembrare due persone diametralmente opposte! In realtà con il tempo, aveva capito che il carattere difficile dell’amico era in realtà dettato proprio dal fatto che il giovane aveva trascorso in solitudine i primi anni della sua vita e dunque mancava di esperienza riguardo ai rapporti umani. Loro quattro erano stati i suoi primi amici, i suoi primi coinquilini … la sua prima vera famiglia e nonostante le inevitabili incomprensioni iniziali, il loro rapporto era cresciuto sempre più, fino a diventare di importanza vitale per ognuno di loro.

Quasi senza accorgersene, mentre era perso in questi pensieri, Seiji si lasciò vincere dalla stanchezza, scivolando in un sonno senza sogni. Nonostante non volesse ammetterlo, la recente prigionia e la battaglia che ne era conseguita, l’avevano indebolito parecchio e il suo corpo necessitava di ulteriore riposo.

 

 

Touma si mosse quasi impercettibilmente dalla posizione in cui si trovava; sentiva la testa che gli doleva e una vaga sensazione di nausea rivoltargli lo stomaco. Dove diavolo era? Ah, si … la cena … aveva bevuto troppo e si era preso una bella sbronza. Ancora prima di aprire gli occhi, si rese conto di essere appoggiato col capo su qualcosa di caldo e morbido … qualcosa che gli era decisamente famigliare. Gli prese quasi un colpo, quando si accorse che il suo improvvisato cuscino era proprio il ventre di Seiji! Oh, accidenti! … Adesso ricordava benissimo di essere stato praticamente trascinato di peso dal suo amico fino alla stanza in cui si trovavano! Che figura!!! In realtà, visti i recenti avvenimenti, avrebbe dovuto essere lui a prendersi cura di Korin e non il contrario!!! Al solito, tutti i suoi buoni propositi erano stati completamente disattesi!

Cercando di muoversi il più lentamente possibile, si alzò a sedere sul materasso. In un’altra situazione, dormire tra le braccia di Seiji gli sarebbe sembrato il massimo, ma in quel caso gli pareva doveroso aiutare l’amico ad assumere una posizione un po’ più comoda, dopo tutta la fatica che aveva fatto trascinandolo su per le scale. In silenzio, Touma lo osservò: il volto stanco di Seiji era illuminato per metà dalla luce della luna che filtrava dalle finestre semiaperte. Il ragazzo si era addormentato in posizione semiseduta, con la schiena addossata alla parete e il capo reclinato verso la spalla destra. I capelli, un po’ spettinati, avevano comunque la solita piega e coprivano con grazia l’occhio destro. Era ancora completamente vestito e nel punto in cui Touma era stato appoggiato con la testa, la camicia si presentava leggermente stropicciata. Un tenero sorriso illuminò il volto di Tenku: anche nel sonno Seiji era talmente bello, nonostante l’aria innegabilmente spossata. Tenendosi la testa con la mano e cercando di non svegliare l’amico, Touma si alzò dal letto e preso un plaid dal mobile accanto, coprì con cura Seiji. Si avvicinò poi alla sua borsa da viaggio e ne estrasse un blister di compresse bianche: doveva assolutamente fare qualcosa contro quel fastidiosissimo mal di testa. Sempre muovendosi il più silenziosamente possibile, andò in bagno e aperto il rubinetto del lavandino, lasciò scorrere un poco l’acqua prima di sciacquare con cura il viso e di riempirsi metà bicchiere di liquido fresco. Si sentiva decisamente accaldato e se non avesse voluto fare rumore, avrebbe volentieri approfittato della doccia. Per un attimo rivide in un flash il Seiji del pomeriggio precedente uscire dalla doccia a torso nudo, con quel paio di jeans così sexy …  i muscoli tonici … un sedere che … arghhhh bastaaaa … non era proprio il caso di pensare a quelle cose, altrimenti la sua emicrania sarebbe sicuramente peggiorata!!! Senza ulteriori indugi, rientrò in camera e ingoiò di seguito prima una compressa e poi altre due … se non voleva rimanere tutta la notte con un martello pneumatico nel cervello, meglio andarci giù pesante con le dosi!!! Poi vabbè … non c’era il pericolo di intossicare ulteriormente il fegato: se era sopravvissuto alla precedente maratona di birre, di sicuro avrebbe resistito a qualche antinfiammatorio in più!

-          Touma – Disse una voce alle sue spalle – Ti farà male prendere tutta quella roba, specie dopo esserti bevuto l’impossibile! –

Tenku trasalì un poco girandosi verso il samurai del Nimbo.

-          Scusa, non ti volevo svegliare … - Ribattè sottovoce.

-          Che ore sono? – Chiese il biondo, stropicciandosi l’unico occhio lasciato libero dalla folta capigliatura.

-          Non ho l’orologio, ma a giudicare dall’esterno direi che mancano ancora parecchie ore all’alba – Rispose l’altro.

Seiji ridacchiò

-          Accipicchia … ti sei svegliato prima di me; questo è un avvenimento da segnare sugli annali! … e io che credevo ci sarebbero volute le bombe a mano per tirarti giù dal letto domattina! –

-          Vedi che dopo tanto tempo, riesco ancora a sorprenderti? – Scherzò Touma sogghignando.

Il biondo lo fissò con una strana aria indagatrice. Tenku aveva sempre trovato lo sguardo di Seiji un po’ inquietante … forse per via di quegli occhi di ghiaccio, che parevano trapassare l’anima di chiunque li incrociasse. Una delle cose che lo mettevano in soggezione nei riguardi dell’amico, era appunto questa: gli sembrava che qualunque cosa lui avesse nell’anima, Seiji fosse in grado di leggerla. Come ad esempio era riuscito a capire il suo dolore per l’assenza di una famiglia solida alle spalle e tantissime altre cose riguardo il suo carattere.

-          Già – sussurrò Korin – decisamente a volte riesci a sorprendermi … -

Questa volta fu Touma ad osservarlo incuriosito.

-          A cosa ti riferisci? – Gli chiese avvicinandosi.

-          A nulla in particolare … mi sorprendi e basta – Rispose Seiji guardandolo intensamente.

Touma fece un sorrisetto e gli si sedette accanto.

-          Posso sdraiarmi qui con te? Vediamo se il tocco di Korin è efficace anche contro l’emicrania –  Disse con la sua solita ironia.

-          Insolente! – Lo rimbeccò il biondo – Piuttosto, dovresti cercare di strapazzarti di meno, soprattutto dopo una battaglia! –

-          Perché mai? Così ho una scusa per averti come mio infermiere personale! – Rise il moro - … dai, fammi spazio! –

 

Senza tante cerimonie, Touma si stese completamente sul letto occupando gran parte dello spazio a disposizione.

-Hey, c’ero prima io! – protestò Seiji – sei sempre il solito egoista! –

- Veramente questo sarebbe il mio letto ... e poi non eri mica male come cuscino, sai? – Sestenziò Tenku afferrando l’amico per i fianchi e attirandolo a se a mò di guanciale.

Seiji non potè fare a meno di scoppiare a ridere. Evidentemente Touma era in vena di fare scherzi, ma a dire il vero nemmeno a lui dispiaceva il fatto di averlo così vicino, soprattutto quella sera. Era difficile spiegarne il motivo, ma nella sua mente aleggiavano mille dubbi ai quali ancora non riusciva a dare una identità concreta. Domande su se stesso … sulle battaglie che avevano intrapreso … sul loro rapporto. Non il rapporto amicale in senso stretto, no di certo, ma sulla loro identità come gruppo di guerrieri … e non sarebbe bastato quella volta convincersi che combatteva per svolgere il proprio dovere. Seguire le regole e agire secondo uno schema prestabilito era quello a cui era stato educato fin da piccolo, ma se questo voleva dire vedere di continuo morire delle persone e rischiare di perdere i suoi migliori amici; beh … allora lui non ci voleva più stare! A maggior ragione se si trattava della possibilità di perdere Touma.

-          Sciocco … bella la vita comoda, eh? – Esclamò, cercando di allontanare quei pensieri, mentre Tenku nel frattempo aveva definitivamente preso possesso sia del materasso, che della sua pancia.

-          Mmmm … dai, fammi qualcosa che mi faccia passare il mal di testa –

-          Ah ah … se vuoi proviamo a tagliarla via; sai come si dice? Via il dente, via il dolore!  … poi spostati più in su, mi stai schiacciando lo stomaco, sai che hai una zucca davvero pesantissima?!? –

-          Tsk … è pesante perché è molto piena di intelligenza – Sentenziò Touma altezzoso.

-          Di intelligenza o di segatura? – Scherzò Seiji posando una mano tra i capelli corvini dell’amico.

-          Di intelligenza … che domande! – Ribettè l’altro con fare presuntuoso.

Il tenero tocco della sua mano riempì l’animo di Touma che in un attimo si dimenticò della nausea, del mal di testa e di quant’altro non riguardasse lui e Seiji stesi in quel letto. Avrebbe potuto rimanere così tutta la vita, in quella camera afosa con la testa affondata sulla pancia del suo Korin. Anzi … a pensarci bene avrebbe preferito averlo ancora più stretto a sé. Molto lentamente, sollevò le braccia che fino ad allora aveva tenuto distese lungo il corpo, e con esse circondò il busto dell’amico, abbracciandolo. Rimasero così per diversi minuti, senza parlare. Touma poteva sentire chiaramente il cuore di Seiji battere ritmicamente nel petto e il calore del suo corpo pervaderlo totalmente. Korin era il suo rifugio … la sua certezza e non avrebbe mai permesso che niente e nessuno glielo portasse via.

-          Perché oggi hai fatto quegli strani discorsi sulla colpa, la battaglia, l’armatura e tutto il resto? – Gli chiese improvvisamente, ricordando la discussione che avevano avuto nel pomeriggio.

Seiji trasalì. Non si aspettava quel genere di domanda e non avrebbe voluto affrontare quell’argomento. Forse, una volta focalizzati bene i propri dubbi, immaginava che un giorno avrebbe potuto parlarne con Shin. Il samurai del torrente era dotato di una grande spiritualità e di un’ empatia fuori dal comune … forse Suiko avrebbe potuto capirlo … consigliarlo magari. In ogni caso Korin non voleva assolutamente  parlarne con Touma  o comunque non quella sera!

-          Io … - Rispose incerto - … ero solo preoccupato per voi e non mi ha fatto piacere vedervi costretti a tornare a combattere, tutto qui –

-          Ma che dici? Noi, siamo una squadra! Siamo nakama! … non importa quanto grande possa essere il rischio! Chiunque di noi sarebbe ben lieto di mettere a repentaglio la propria vita pur di salvare un amico! –

Seiji deglutì

-          Nakama … certo … - Sussurrò distogliendo lo sguardo

-          Seiji? … Stai mettendo in dubbio la nostra amicizia per caso? - Disse Tenku sollevandosi a sedere sul letto. Ma che stava succedendo al suo amico? Lui era sempre stato un punto fermo; la persona più forte interiormente tra loro; quello che li aveva sempre spronati e in un certo senso guidati verso il loro dovere di samurai. Possibile che proprio lui dovesse nutrire dubbi sulla necessità di combattere per proteggere il bene e chi si ama?

-          Cosa? No, Touma no … che hai capito? – Rispose prontamente l’altro – Non sto mettendo in dubbio la nostra amicizia, non lo farei per nulla al mondo! È solo che … oh è difficile … -

Korin sospirò, mentre Touma continuava a fissarlo come in attesa.

-          Voglio solo dire – continuò il biondo – che … che quando noi siamo insieme … tutti insieme intendo … accadono cose tremende e forse questo dipende dalle armature. Forse esse non sono così benevole come si potrebbe pensare … hai visto cosa è successo a quella del Nimbo? Nonostante tutto, ha creato morte e devastazione … è stata uno strumento nelle mani del male . –

-          Questo è successo soltanto perché era stata soggiogata dalla volontà di Shikaisen – Obiettò prontamente Tenku indispettito.

-          No! … Non solo … questo è successo perché IO non sono riuscito a impedirlo – Sbottò il biondo. – E’ colpa mia … e ci è mancato poco che non fossi pure la causa della vostra morte … io … io … oh maledizione! –

Seiji si prese la testa tra le mani, raccogliendo le gambe al petto, mentre Touma lo fissava attonito. Non l’aveva mai visto così in crisi e si trovava spiazzato. Anzi: a dire il vero non l’aveva praticamente mai visto turbato: Korin era sempre stato quello più ragionevole, sicuro e ponderato. No … se crollava lui, sarebbe crollato tutto e questo non poteva permetterlo. Tutti loro non potevano permetterselo! La sopravvivenza dei samurai troopers dipendeva anche da questo.

-          Seiji, noi siamo qui … e siamo vivi … smettila di tormentarti –

-          Già … vivi, ma per quanto ancora? Fino alla prossima disperata battaglia … e fino ad allora che faremo? La verità … la verità è che penso dovremmo provare a stare separati per un po’ … -

-          Cosa???? – Touma trasecolò. – ma cosa stai dicendo? – Esclamò afferrandolo per le spalle – Cos’è, ti è partito un embolo??? Si può sapere che ti prende? Io non ci penso neppure lontanamente a starti lontano! –

Colpito dalla sua forte reazione, Seiji fissò il suo occhio violetto su di lui con aria smarrita.

-          Tutti voi siete stati e siete tutt’ora una famiglia per me; la mia VERA famiglia – Continuò Tenku - … e ora mi dici di buttare tutto all’aria per cosa? Per dei dubbi? No, Seiji … non si passano anni accanto a delle persone, per poi dargli il benservito come niente fosse! –

Il giovane biondo era senza fiato. Non aveva mai visto Touma tanto infervorato … a parte quando si trovavano in battaglia ovviamente.

-          Non sto dicendo di cancellarci a vicenda dalle nostre vite … - Tentò di spiegare Seiji con pazienza -  Ti ripeto che la nostra amicizia non è in discussione –

-          E io ti ripeto … - Lo interruppe Touma con enfasi avvicinando il proprio volto a pochi centimetri da quello del compagno – Che siete … che SEI troppo importante per me e non solo come amico, tu sei molto, molto di più … e non parlo del gruppo, delle armature o di altro. Parlo di noi, di me e di te. –

Seiji sorrise dolcemente. Oh … se solo Tenku avesse saputo quello che lui provava in fondo al cuore!

-          E’ bello sentirtelo dire – sussurrò – Anche tu per me sei speciale e proprio per questo … -

-         Basta, non voglio più sentire nulla … - Disse Touma senza riuscire più a controllarsi. Quel discorso senza capo né coda doveva finire, non voleva ascoltare altro! Perdere la sua famiglia? Perdere Seiji? Ritrovarsi di nuovo solo? Sarebbe morto piuttosto! Doveva fare tacere il suo amico, a qualsiasi costo: quelle parole gli facevano troppo male. Quasi senza accorgersene si trovò a premere le sue labbra contro quelle di Seiji … con forza.

Korin si ritrovò in un attimo schiacciato contro il muro: le mani di Touma strette sulle spalle e la bocca spinta contro la sua.  Stordito, sgranò gli occhi abbandonando il suo proverbiale autocontrollo, mentre il cuore gli batteva talmente forte che da un momento all’altro avrebbe potuto schizzargli fuori dal petto. In un primo momento fu colto dall’impulso di divincolarsi, ma poi decise che le labbra di Touma erano troppo morbide e troppo invitanti per potersi allontanare da esse. Quanto aveva desiderato quel bacio! … e ora era li, in una stanza a migliaia di kilometri da casa, con la bocca letteralmente imprigionata da quella dell’amico. Si chiese cosa stesse succedendo a entrambi: stava accadendo tutto troppo in fretta! Certo, agognava da molto tempo quel bacio, ma non così. Non era la situazione che aveva tante volte immaginato, ecco tutto … ma in fondo andava bene lo stesso.

Fu Touma a staccarsi per primo, imbarazzatissimo. Che razza di situazione! Cosa cavolo gli era saltato in mente di baciarlo??? Ora sicuramente Seiji l’avrebbe guardato con disgusto, o peggio avrebbe riso di lui.

-          Se non altro … se non altro sono riuscito a farti stare zitto … - Disse cercando di evitare lo sguardo dell’altro samurai, che continuava a fissarlo con un’espressione indefinibile.

-          Se mi hai baciato solo per farmi tacere, potevi anche risparmiartelo! – Ribattè il biondo bruscamente, lasciandolo a bocca aperta. - … Io sto cercando di essere sincero con te e tu non trovi nulla di meglio da fare che prendermi in giro?

Seiji si alzò di scatto e fece per andarsene; era davvero arrabbiato! Aveva appena ricevuto un bacio dalla persona dei suoi sogni e si era trattato soltanto di uno scherzo? Non poteva tollerarlo! Il samurai del nimbo fu però prontamente fermato da Touma, che lo afferrò saldamente per un braccio impedendogli di allontanarsi.

-          Lasciami … voglio andare a dormire … DA SOLO! –

Per tutta risposta, il bruno lo attirò a sé, sbilanciandolo all’indietro e costringendolo a ricadere al suo fianco.

-          Ora basta, ti ho detto di lasciarmi in pace! – Esclamò il biondo visibilmente infuriato.

-          Non ti lascio andare da nessuna parte! – Lo interruppe Touma facendo scivolare una mano tra i capelli del compagno e avvicinando, questa volta dolcemente, il proprio viso al suo. Si fermò a pochi centimetri dalla bocca di Seiji. Poteva sentirne il fiato caldo e il ritmo del suo respiro, leggermente accelerato sia per la rabbia che per l’eccitazione.

-          A che gioco stai giocando Touma? – Gli chiese Korin teso.

-          Non sto affatto giocando – Sussurrò l’altro – Pensavo ti desse fastidio … voglio dire, baciare un altro ragazzo … -

Seiji rise piano

-          Sei il solito testone … e non hai capito niente –

Le loro labbra si unirono per la seconda volta, in un lungo ed emozionante bacio. Touma si sentiva in paradiso; nemmeno nei suoi sogni più improbabili avrebbe mai immaginato che Seiji provasse per lui il medesimo sentimento di amore. Le mani del biondo scivolarono lungo le sue braccia in una delicata carezza, facendogli provare un’emozione indescrivibile. Una intensa sensazione di calore lo percorse come una scossa elettrica dalla zona in cui Seiji lo stava toccando, fino al cuore, ai visceri … e più in giù ancora. Tuffando le mani tra i capelli del compagno, Tenku lasciò scivolare fuori la punta della lingua, facendola scorrere dolcemente sul labbro inferiore dell’altro. Sentì Seiji irrigidirsi un poco a quel contatto inaspettato, ma poi i suoi muscoli si rilassarono, abbandonandosi alla pioggia di emozioni che entrambi stavano vivendo. Era tutto così strano, nuovo … e dannatamente coinvolgente! Touma si sorprese nello scoprire che in definitiva, le cose erano molto più semplici e naturali di quanto non si fosse aspettato. Avvertì le labbra di Seiji premere delicatamente contro le proprie, nell’evidente intenzione di approfondire ulteriormente il bacio e Touma lo lasciò fare, assaporando ogni attimo di quella notte magica. Ora le loro bocche erano schiuse e le loro lingue danzavano e si cercavano con passionale irruenza; mani frementi si accarezzavano in cerca dei lembi di pelle sotto gli abiti, ormai completamente stropicciati. Touma schiuse gli occhi lentamente e abbandonò la bocca di Seiji, mentre le sue labbra scesero delicatamente lungo il collo del biondo samurai, facendolo fremere di desiderio e spingendolo a sdraiarsi supino sul letto. Con le mani frementi, cercò di sbottonargli la camicia e lasciando una scia di piccoli baci, si soffermò sul suo petto, mordicchiandolo in maniera seducente.

Seiji sussultò – Touma … - Mormorò avvampando in volto.

-          Che c’è … - Rispose l’altro in un sussurro, alzando lo sguardo sul compagno. La sua espressione imbarazzata e allo stesso tempo eccitata, lo fece impazzire.

-          Così … mi rimarrà il segno –

-          Chi se ne importa … - Farfugliò Touma liberandolo completamente della camicia e sdraiandoglisi  praticamente sul corpo. Oramai la sua eccitazione era palesemente riscontrabile all’interno dei suoi pantaloni e premeva contro la gamba dell’altro, che ridacchiò di sopresa e di imbarazzo. Si baciarono di nuovo, a fondo, e a ogni bacio il calore e la passione aumentavano esponenzialmente. Touma si sorprese nel sentire che anche le mani di Seiji stavano lottando per cercare di togliergli la maglietta  e con una risatina decise di aiutarlo; si sollevò dal compagno, rimanendo a cavalcioni su di lui e si sfilò velocemente la maglietta, facendola volare da qualche parte ai piedi del letto. Da quella stessa posizione, rimase immobile a fissare Korin, che gli sorrideva delicatamente. Il suo volto, e il suo fisico scolpito erano illuminati dalla luce della luna, che quella notte era incredibilmente luminosa. Tenku non si ricordava di avere mai visto una notte più chiara di quella.

-          A cosa stai pensando? – Gli chiede Seiji in un sussurro

-          Penso che mi piaci un sacco … - Rispose il moro accarezzandogli i capelli – … e che ti voglio tutto per me –

Seiji rise piano

-          Sono tuo … - Affermò semplicemente - … e ti amo, ti amo moltissimo. –

Quelle parole colpirono a fondo il cuore di Touma, risvegliandolo un poco dal torpore in cui era scivolato a causa dell’eccitazione. Certo, tutto ciò che stava accadendo tra loro significava che l’attrazione e i suoi sentimenti per Seiji, erano decisamente ricambiati, ma sentirselo dire a parole, faceva tutto un altro effetto.

-          Ti amo anche io … -  Disse Tenku con uno sguardo dolce

-          E’ la seconda volta che me lo dici stasera – Sussurrò Korin sorridendo

-          Uhm? – Il moro era sorpreso - … Hey aspetta … cos’ho combinato mentre ero ubriaco –

Seiji rise di gusto.

-          mah … segreto – Rispose con fare vagamente misterioso.

-          Cattivo! – Sestenziò Touma fingendosi profondamente offeso – Non è affatto etico approfittarsi di una persona alticcia –

-          … dì pure ubriaca –

-          Alticcia! – Sottolineò Touma tornando a baciarlo maliziosamente sul collo.

Seiji sospirò di piacere, abbracciando strettamente il compagno sopra di lui.

-          Dimmi che non è un sogno … - Disse improvvisamente, mentre la sua voce si incrinò – Dimmi che domattina non sarà tutto finito e non mi troverò di nuovo …legato in quell’orribile sotterraneo –

Tenku si sentì stringere il cuore nel petto. Maledizione … si era lasciato prendere un po’ troppo la mano. Desiderava Seiji da morire, ma ci sarebbe stato tempo per andare al sodo, ora che il ghiaccio era stato rotto.

-          stttt … va tutto bene – Tentò di rassicurarlo – Sono qui al tuo fianco … sono vero e sono pazzo di te! Come lo sono sempre stato – Aggiunse.

L’altro giovane lo strinse forte a sé

-          Non sai quanto ti ho pensato durante questi giorni – Disse con voce rotta – La tua immagine è stata la mia forza, sempre … -

-          Te l’ho detto … farei di tutto per te – Mormorò Touma - … morirei per te –

-          Non dirlo nemmeno per scherzo … - Esclamò il biondo – Non dirlo mai più! Nessuno di noi morirà –

-          Adesso basta con le paranoie – Gli disse Touma all’orecchio – Non voglio più sentirti fare certi discorsi –

Seiji, sorrise tristemente non visto dal compagno. I suoi dubbi e le sue inquietudini nonostante tutto rimanevano e il fatto che Touma stesse diventando sempre più importante nella sua vita, non semplificava di certo le cose. Non era pronto a combattere di nuovo; non era pronto a rischiare di perdere per l’ennesima volta i suoi amici e il suo … grande amore. Decise comunque che quella notte avrebbe cercato di dimenticare qualsiasi pensiero negativo. Si lasciò avvolgere dall’abbraccio di Tenku e si fece cullare dai suoi baci. Non voleva rovinare quella notte così importante per loro: la notte in cui si erano dichiarati i propri sentimenti.

Si addormentarono così: abbracciati l’uno all’altro in attesa del giorno; sicuri che qualsiasi cosa fosse accaduta, il loro amore li avrebbe sorretti e spinti verso la luce.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** secondo capitolo ***


 
Touma riattaccò il telefono con aria abbattuta. Era tutto il giorno che tentava di telefonare a Seiji, ma questi non era in alcun modo reperibile. Ok, c’erano la scuola e le lezioni di Kendo; Korin era sempre stato molto attivo nella gestione del Dojo di famiglia, ma lui? … Possibile che dovesse venire sempre dopo tutto il resto? Erano già trascorse tre settimane dal loro ritorno da New York e le cose tra lui e Seiji non avevano preso la piega che avrebbe voluto. A parte il fatto che non erano ancora riusciti ad incontrarsi, ma anche al telefono, Seiji gli sembrava essere tornato il solito ghiacciolo freddo e distaccato. Eppure quella notte erano stati talmente vicini! Cominciava a pensare che il suo compagno non fosse stato del tutto sincero nel dichiarargli i suoi sentimenti. Possibile che proprio Seiji fosse il tipo da baciare qualcuno, dirgli “ti amo” e poi scaricarlo come se niente fosse? Cosa credeva quel bellimbusto? Che lui fosse una specie di passatempo estivo? Il ragazzo andò in cucina e dopo avere preso dal mobile un barattolo colmo di biscotti al cioccolato, si gettò con aria rassegnata sul divano, accendendo la televisione. In realtà avrebbe dovuto finire una ricerca per la scuola, ma non era dell’umore giusto per farlo … tanto per lui lo studio non era certo un problema. Avrebbe finito il lavoro all’ultimo momento, dato che le lezioni dovevano ancora riprendere dalla pausa estiva. Addentò un primo biscotto e poi un secondo, provando una profonda nostalgia per le generose moli di dolcetti che sfornava per tutti loro Shin, quando ancora vivevano tutti assieme alla villa di Nasty. Quelli si che erano bei tempi! Nonostante le perenni battaglie, le ferite e tutto il resto, di sicuro preferiva di gran lunga il periodo trascorso coi ragazzi all’attuale situazione in cui si trovava. Rimanere solo a casa di suo padre, sempre rinchiuso nel laboratorio in cui prestava servizio come scienziato, non era propriamente il massimo della vita.
Dopo l’ultima trasferta americana, ognuno di loro aveva dovuto fare ritorno alla propria famiglia; dopotutto anche i loro cari avevano il diritto di poterli vedere ogni tanto. Come dare loro torto? In fondo, nonostante le battaglie che avevano sostenuto, erano soltanto ragazzini di sedici anni appena! Tutto questo ovviamente valeva per la maggior parte di loro, ma non per lui che non aveva una famiglia unita; non che i suoi genitori non gli volessero bene, ma erano probabilmente troppo presi da loro stessi e dai loro impegni per potersi ricordare di avere anche un figlio. A loro bastava saperlo vivo e vegeto, con qualcosa nella pancia e il naso ficcato dentro un libro, per essere convinti di avere già adempiuto ai loro doveri genitoriali. Touma sospirò; quello che più temeva alla fine si era concretizzato: era nuovamente solo con se stesso e per quanto la cosa lo rattristasse, non poteva fare nulla per evitarlo. Ciò che lo feriva maggiormente, era che Seiji SAPEVA. Sapeva benissimo il suo stato d’animo; sapeva che aveva un fottuto bisogno di sentire vicino sia lui che tutti gli altri … e allora perché si comportava in quella maniera incostante? Non riusciva davvero a spiegarselo! Per quanto Korin fosse sempre stato freddo, controllato, a volte rigido e duro negli atteggiamenti, gli aveva sempre in qualche modo dimostrato affetto e comprensione … dunque PERCHE’? Si alzò dal divano, dirigendosi nuovamente verso il telefono e ricompose il numero dell’amico, rimanendo in attesa. La linea suonava libera, ma dopo qualche squillo rispose la fredda voce di una segreteria telefonica, che lo invitò a lasciare l’ennesimo messaggio vocale. Imprecando in maniera decisamente poco elegante, Touma decise quindi di tornare ai suoi biscotti, facendo zapping alla televisone; chissà che stavano combinando Shu, Ryo e Shin … magari avrebbe potuto organizzare un incontro goliardico per il week end, dato che sarebbe stato l’ultimo prima della fine delle vacanze estive.
In quel momento il telefono iniziò a squillare e Touma si precipitò in corridoio alla velocità della luce … era LUI finalmente!!!
 
  • Seiji! Non sai quante volte ti ho … – Esclamò sollevando la cornetta; ma l’emozione si mutò subito in delusione, quando il giovane samurai si rese conto che non si trattava di Korin. - … si papà … ok, non ti aspetto per cena! … si, tutto a posto … ciao –
 
Tenku posò tristemente la cornetta; gli sembrava di avere un macigno sul cuore! Aveva una voglia tremenda di sentire la voce di Seiji, anche solo per pochi minuti. Ora più che mai, la distanza fisica che li separava, gli sembrava incolmabile.
Improvvisamente, con sua grande sorpresa, il campanello dell’appartamento suonò.
* Ma chi diavolo sarà?*  Si chiede il samurai grattandosi la testa; un’improvvisata di sua madre? Suo padre che aveva scordato qualche documento? Curioso andò alla porta:
 
  • Chi è? -  Chiese sollevando il citofono
  • Hey Touma, sono io! –
  • Io chi? – Commentò il giovane indispettito; era da molto che suo padre doveva fare riparare quell’apparecchio dato che non si sentiva quasi nulla. Figurarsi se poteva riconoscere le voci!
  • Come “Io chi”? Sono Ryo, sciocco! -
-    RYO? – Chiese il giovane stupito - … Sali! –
 Questa si che era una sopresa!
 
 
Seiji tornò a casa decisamente tardi. La giornata era stata molto stancante e aveva una gran voglia di farsi un bagno caldo e poi di ficcarsi a letto dopo una cena frugale. Tentando di non essere intercettato da nessuno dei membri della sua famiglia, cercò di sgattaiolare nella sua camera; se l’avessero visto le sue due sorelle, non ci sarebbe stato scampo … soprattutto Yayoi non faceva altro che fargli domande sulla sua recente assenza e ormai non sapeva più che scuse raccontarle; quella donna era davvero una dannazione! Da quando era tornato a casa da New York, tutto sembrava essere tornato alla normalità: la vita coi suoi famigliari, lo studio, gli allenamenti di kendo al dojo di famiglia. Normale routine! Passeggiando per le vie alberate della sua città, il luogo in cui era cresciuto, si era sorpreso nel constatare che effettivamente nulla pareva essere cambiato. Sorrise tristemente pensando ai suoi piccoli allievi invidiarlo, perché a detta loro, aveva fatto una vacanza nella grande mela.
  • Seiji sensei, la prossima volta ci porterai con te? – Gli avevano chiesto con le loro vocine innocenti.
Seiji chiuse gli occhi, appoggiando la schiena alla porta chiusa della sua stanza. Se solo avessero saputo … se avessero anche solo immaginato cosa avesse passato in quelle settimane d’inferno! La lotta con le forze del male sembrava non avere mai fine e quell’armatura di cui era stato così orgoglioso, ora gli sembrava più una dannazione che una benedizione. Combattere, combattere e ancora combattere; era forse quello il destino che aspettava lui e gli altri? … e per che cosa poi? Cosa avrebbero ottenuto in cambio, a parte dolore e disperazione? Sorrise ripensando ai suoi amati nakama. Non era trascorso poi molto tempo da quando si erano separati per tornare alle loro famiglie d’origine, eppure già gli mancavano profondamente; soprattutto una persona in particolare. Il suo viso si fece triste
  • Touma … - sussurrò dolcemente. Era sorprendente quanto quel nome risuonasse in maniera tanto armoniosa.
 
Si sedette sul letto e osservando il telefono sul comodino, vide lampeggiare la spia della segreteria, segno che vi erano dei messaggi da ascoltare. Sentendo il cuore balzare nel petto digitò subito il tasto di avviamento del nastro e in un attimo la stanza fu pervasa dalla voce di Touma.
 
 * Seiji, appena torni chiamami * … * Seiji, ma dove ti sei cacciato?* … * SEIJI ACCIDENTI A TE, MI FARAI IMPAZZIRE!!! *
 
A quell’ultima esclamazione indispettita, Korin non potè fare a meno di sorridere; sempre il solito Touma! Non si poteva certo dire che i formalismi fossero il suo forte! Ridacchiò piano, cercando di visualizzare Tenku che impaziente, continuava a chiamarlo e richiamarlo. Quel ragazzo! Se non aveva tutto subito diventava davvero incontenibile! In un momento gli tornarono alla mente gli attimi meravigliosi che avevano passato l’ultima notte a New York; gli sembrava ancora di sentire sulla pelle i suoi baci e le sue carezze. Se non fossero subito ripartiti; se avesse potuto avere Touma al suo fianco anche solo per qualche giorno in più, forse il gelo che aveva nel cuore avrebbe potuto in qualche modo sciogliersi. Chissà? La verità era che amava quel ragazzo sopra ogni cosa, ma forse non sapeva ancora bene COME. Era giusto desiderare di stare accanto a qualcuno, ben sapendo che la vostra unione avrebbe potuto metterlo in pericolo? A Seiji sembrava egoismo bello e buono. Stare lontano da Touma gli faceva male da morire, ma se solo gli fosse dovuto succere qualcosa per causa suo, sarebbe morto di dolore. Non sopportava il pensiero di mettere di nuovo in pericolo la persona che amava con nuove disperate battaglie e questo valeva anche per gli altri suoi carissimi amici.
Tormentato da quei pensieri, sollevò la cornetta e compose il numero di Tenku, contando poi con il fiato sospeso gli squilli che lo separavano dal sentire la sua voce.
 * Eddai Touma … * disse fra se e sé, pensando quasi divertito che ora era lui ad essere impaziente.
Rimase incollato alla cornetta per diversi minuti, ma nessuno rispose. Tristemente rimise l’apparecchio al suo posto, chiedendosi dove si fosse cacciato Tenku a quell’ora di sera. Di certo non era mai stato un campione nel rispettare gli orari canonici del pranzo e della cena e a dire il vero i suoi bioritmi sembravano essere del tutto estranei a quelli della gente comune, dato che era solito stare sveglio fino a tardissimo la notte, per poi indugiare a letto fino a mezzogiorno! In ogni caso erano quasi le otto di sera!!! Dove si era cacciato quel disgraziato? Con un sospiro si alzò dal letto e si spogliò pigramente; meglio lavarsi in fretta, se voleva essere puntuale per cena. I suoi parenti non erano così elastici per quanto riguardava le regole: si mangiava alle otto in punto e niente discussioni!
 
Touma era rimasto molto sorpreso dalla inaspettata visita di Ryo, che d’altro canto si era rivelata decisamente provvidenziale, visto che sarebbe sicuramente morto di depressione chiuso tra quelle quattro mura pensando a Seiji. A quanto pareva il samurai del fuoco aveva approfittato del fatto che suo padre, un noto fotografo, fosse chiamato da quelle parti per lavoro e senza pensarci due volte, si era precipitato a trovare Tenku. Imbarazzato per il fatto di non avere nulla in dispensa da offrire all’amico, il samurai dell’etere aveva pensato che fosse una buona idea invitare fuori Rekka a mangiare un paio di hamburger in compagnia.
 
  • Umh … vediamo un po’ dove si può mettere qualcosa sotto i denti! – Disse Touma guardandosi attorno, mentre camminavano per le vie della città
  • Ah ah … Touma, ma sei sicuro di avere sempre abitato qui? – Chiese Rekka incredulo – Sembri abbastanza spaesato –
  • Beh, non è che sia mai stato un grande viveur – Rispose il ragazzo dai capelli corti
  • Il solito orso! – Sgnignazzò l’altro fermandosi davanti un locale, dal quale proveniva un buon profumo. – Che dici? Ci buttiamo qui dentro? –
  • Perfetto, ho già una fame che non ci vedo! – Asserì Touma sentendo lo stomaco brontolare. In effetti in tutta la giornata aveva mangiato solo dei biscotti, dando fondo alle ultime provviste. Accidenti alla sua pigrizia! Era talmente abituato al fatto che fossero Shin e Nasty ad occuparsi delle faccende di economia domestica, che non aveva nemmeno pensato a fare la spesa! Era buffo pensare a come avesse fatto fatica ad abituarsi a vivere in compagnia di altre persone e come invece adesso facesse ancora più fatica a tornare a stare solo! In fondo doveva ammetterlo: era bella la sensazione di avere qualcuno che si occupava di lui. E’ un vero peccato che di alcune cose non se ne conosca il valore se non quando è troppo tardi per apprezzarle appieno.
Il locale era decisamente affollato e i due occuparono fortuitamente l’ultimo tavolo disponibile, ordinando poi Hamburgher, patatine e coca-cola. Ryo avrebbe voluto bere birra, ma dato che appena lanciata l’idea, Touma ebbe quasi un conato di vomito, visto com’era finita l’ultima bevuta in compagnia, anche il samurai del fuoco abbandonò l’iniziativa, per solidarietà verso l’amico.
  • Certo che l’ultima volta ti sei preso proprio una bella ciucca eh? Hihihih – Ridacchiò Rekka
  • Umhhhh – Mugugnò Touma, bevedo un grosso sorso di bibita dalla cannuccia.
  • Comunque la mattina dopo eri particolarmente arzillo … cosa strana da parte tua, anche in condizioni normali – Aggiuse il samurai del fuoco con aria indagatrice - … chissà che ti ha raccontato Seiji tutta la notte, per farti rimanere così vigile! –
Touma sputò praticamente quello che stava bevendo e avvampò in volto.
  • Cosa … cosa vorresti dire? – Chiese col cuore che gli balzava in gola. Che Ryo avesse intuito qualcosa riguardo ai suoi sentimenti per il biondo? Era imbarazzante anche solo pensarlo.
  • Niente, niente … dicevo solo tanto per dire, perché ti agiti tanto? – Rispose Rekka guardandolo con curiosità.
  • Non mi sto affatto agitando! – Disse Touma rovesciando l’intera bottiglietta di chetchup sulle patatine. – Oh nooo … adesso sono immangiabiliiii –
  • Oh santi numi! – Esclamò Ryo ridendo senza ritegno – Sei proprio maldestro!
  • Ioooo? Guarda che è colpa tua! –
  • Bwahhahahaha … colpa mia? Sei tu ad essere più suscettibile di una tardona in menopausa! –
  • COOOSAAAA??? Ma che razza di insulto è?!–
La serata continuò tra battibecchi e risate, finchè non venne l’ora di rincasare. A Touma avrebbe fatto piacere che Ryo rimanesse a dormire a casa sua, ma l’altro ragazzo rifiutò a malincuore; suo padre sarebbe partito per l’europa dopo un paio di giorni e ci teneva a trascorrere un po’ di tempo insieme. Prima di separarsi, decisero comunque di allungare un po’ la strada passando per un parchetto lì vicino; almeno avrebbero potuto scambiare altre due chiacchiere.
 
  • Pensa che proprio oggi stavo pensando di organizzarci tutti quanti per il prossimo week end! – Disse Tenku all’amico. – Dopo che la scuola sarà ricominciata, sarà un po’ difficile vedersi così spesso! –
  • Già, hai ragione – Rispose l’altro sorridendo – Sembra così strano riprendere le nostre vite normali … -
Ryo aveva assolutamente ragione, pensò Touma. Forse tra tutti era quello che poteva comprendere meglio il suo stato d’animo, dato che anche lui non aveva una vera e propria famiglia alla quale tornare.
  • Non so a te, ma a me mancate un sacco! - Ammise mestamente il samurai dell’etere.
  • A chi lo dici – Convenne l’altro con altrettanta tristezza
  • Una volta Nasty mi disse una cosa: il legame che vincola chi porta le yoroi è più profondo anche di un legame di sangue – Aggiunse Tenku con aria seria – Penso proprio avesse ragione! –
Ryo fissò lo sguardo sull’amico. Ricordava bene come Touma avesse faticato ad ambientarsi a vivere con loro; essendo cresciuto in maniera molto solitaria, per lui non era stato facile adattarsi a delle regole comuni. Gli era poi risultato sempre incomprensibile come lui e Seiji avessero potuto sviluppare un’intesa tanto profonda, vista la rettitudine e l’osservanza alle regole di Korin e l’atteggiamento spesso indisciplinato dell’altro. All’inizio, quando i due avevano iniziato a dividere la stanza, credeva veramente che il biondo samurai, in un impeto di esasperazione, avesse utilizzato la sua spada per fare di Tenku uno spiedino! Nonostante tutto, Touma e Seiji erano diventati profondamente amici e molto uniti tra loro.
Nemmeno Ryo, a dire il vero, riusciva a immaginarsi un’esistenza totalmente divisa dai suoi quattro compagni.
 
  • Nasty aveva perfettamente ragione – Disse il samurai del fuoco – Voi per me siete come una famiglia! –
  • Anche per me è lo stesso – Ammise Touma sommessamente.
Continuarono ad avanzare tra i vialetti del parco, restando per qualche minuto in silenzio, finchè Touma non prese di nuovo la parola.
  • Ti confesso che sono preoccupato non poco per Seiji – Disse il samurai dell’etere – Dopo tutto quello che è successo, ha qualcosa … non è più la stessa persona di prima –
  • Umh … Anche a me è sembrato più taciturno del solito – Ammise Rekka
  • Dì pure assente! Lo cerco e non si fa sentire; mi chiama ed è freddo come un congelatore … manco fossi un vecchio parente rompiscatole! –
  • Ah ah ah … che ne sai tu di vecchi parenti rompiscatole? – Chiese l’altro ridacchiando – Diamogli tempo … di sicuro non sarà stato piacevole per lui rimanere tanti giorni nelle mani del nemico –
  • Si … certo … - Rispose Tenku, ripensando a quanto gli era sembrato fragile e insicuro Korin l’ultima notte che avevano trascorso a New York. Per non parlare poi degli strani discorsi che aveva fatto sul loro gruppo, sul significato di lottare, sulla natura delle armature e tutto il resto. Certo, erano domande che sfioravano anche lui in alcuni momenti, ma aveva sempre liquidato la questione in maniera piuttosto spiccia: combatteva perché c’era da combattere, punto. Inoltre, di certo, non avevano avuto molto tempo per riflettere sull’eticità o meno del loro operato, dato che avevano lottato senza sosta praticamente un giorno si e uno si. La tregua dopo la sconfitta di Arago era stata decisamente meno duratura di quanto non si fosse aspettato e la comparsa di nuove creature del male, dimostrava che erano riusciti a distruggere soltanto uno dei baluardi dell’impero degli youja. Sapere che proprio Seiji, il quale era di fatto una colonna portante del loro gruppo, nutriva certi dubbi, lo faceva sentire inquieto. Lui SENTIVA che il samurai della luce aveva qualcosa che non andava. Tutti loro erano legati da un sottile filo, e spesso il suo cuore entrava in risonanza con quello degli altri, armatura o no … Ok, forse non aveva la stessa capacità empatica di Shin, ma riusciva benissimo a sapere più o meno in che stato d’animo si trovassero i suoi amici.
 Si chiese se avesse dovuto fare parola con Ryo di quanto Seiji gli aveva confidato; dopotutto oltre che un carissimo e fidato amico era anche il loro leader, Ciò nonostante, decise di tenere tutto per sé, ripromettendosi di riparlarne con Korin, appena fosse stato possibile. Ripensò ai tanti messaggi che aveva lasciato alla segreteria del samurai biondo chiedendosi se finalmente Seiji si fosse degnato di fargli uno squillo. Comunque lui non era tipo da arrendersi facilmente … in un modo o nell’altro sarebbe riuscito a scongelare il cuore del suo fiero spadaccino.
 
Dopo la cena, Seiji si ritirò velocemente in camera sua. Si sentiva inquieto e non gli piaceva darlo a vedere, soprattutto alla sua famiglia … li aveva già fatti preoccupare a sufficienza nelle ultime settimane! Provò a richiamare Touma diverse altre volte, ma a quanto pareva ora era il samurai dell’etere ad essere irreperibile. Con un sospiro rassegnato, il ragazzo si stese sul letto; chissà dove era andato Touma? Magari era uscito a cena con suo padre o magari con qualche amico. A quel pensiero il suo cuore ebbe un lieve sussulto di gelosia. Per colpa di tutti i dubbi che lo tormentavano, negli ultimi giorni si era rivelato veramente sfuggente e Touma avrebbe avuto tutte le ragioni per stancarsi di lui! Se solo avesse immaginato quanto invece gli mancava e quanto avrebbe voluto comportarsi diversamente, ma quello che aveva vissuto in America aveva lasciato un segno indelebile nel suo animo. Non erano tanto le ferite del corpo a causargli dolore: quelle si sarebbero rimarginate in fretta, ma le ferite dell’anima … quelle si che bruciavano ancora inesorabilmente. Si portò una mano alla bocca, sfiorandosi dolcemente le labbra, quelle stesse labbra che erano state accarezzate e assaporate dal suo Touma. Già … il suo Touma. Era davvero degno del suo amore? Tenku poteva essere eccessivamente egoista, eccessivamente ironico, eccessivamente tagliente … eccessivamente tutto; ma era anche straordinariamente franco e sincero. Lui invece non lo era stato del tutto … avrebbe voluto farlo, ma era troppa la paura di perderlo! Era stato molto più facile lasciarsi sedurre, piuttosto che aprirgli totalmente il suo cuore.
Aprire il proprio cuore … una grande lezione che a quanto pare non aveva ancora imparato.
Quasi senza accorgersene, il samurai del Nimbo scivolò in un sonno profondo, coccolato dai dolci ricordi della notte trascorsa con Touma. Il pensiero dei suoi baci e delle sue carezze era decisamente meglio di qualunque altra medicina! Ben presto però il riposo del samurai venne disturbato dalle ombre di un terribile incubo. Si trovava di nuovo incatenato e impossibilitato a muoversi, imprigionato in un’oscurità terribile ed inquietante che non faceva altro che aumentare la sua angoscia.
  • Dove … dove sono? – Disse con voce tremante. Non era possibile! No, no, non poteva essere di nuovo nelle mani di Shikaisen! I suoi amici lo avevano liberato, Touma lo aveva preso tra le sue braccia e portato via da quell’inferno! Provò a fare forza sulle catene che lo tenevano immobilizzato, ma senza alcun frutto … si sentiva più debole di un bambino e c’era sempre quell’intorpidimento, quella sensazione di istupidimento che gli annebbiava la mente, fino a non fargli più distinguere il sogno dalla realtà. Sentì una mano sfiorargli il viso e scostargli una ciocca di capelli dalla fronte. Il giovane sgranò gli occhi, nel tentativo di vedere qualcosa in tutte quelle tenebre, ma il suo sforzo si rivelò vano.
  • Chi sei? … Touma? – Chiese angosciato, mentre avvertì il rumore di qualcuno che gli respirava vicino e dita gelide scivolargli lungo il corpo in maniera lasciva.
  • Non sono Touma – Rispose la stessa voce, a pochi centimetri dal suo orecchio sinistro, per poi scoppiare a ridere crudelmente.
 
Seiji soffocò un grido tentando ancora disperatamente di liberarsi, ma più si divincolava, più le catene sembravano stringere, penetrandogli maggiormente a fondo nelle carni. Altre paia di mani iniziarono ad esplorare il suo corpo; carezze oscene che lo frugarono in zone su cui una sola persona avrebbe in realtà avuto il permesso di indugiare … e quella persona non era affatto li con lui. Era perduto, senza più speranza!
  • No! Vi prego, no!- Disse con voce rotta.
Altre risate di scherno gli risuonarono nei timpani, mentre attorno a se vide comparire orribili, luminosi occhi scarlatti di chissà quali diaboliche creature.
  • Sarai nostro invece e nessuno ti salverà – Proseguì il suo sconosciuto interlocutore – Poi useremo la preziosa armatura del Nimbo per uccidere il tuo bel Touma; anzi … sarai proprio tu a farlo, perché a te piace uccidere, no? Sei nato per questo! –
  • No … non lo farò mai! MAI! – Gridò il ragazzo a perdifiato, svegliandosi poi di soprassalto. Si era trattato come sempre del solito incubo che lo tormentava da settimane! Seiji si sollevò a sedere sul letto e si guardò attorno smarrito, sollevato dal fatto di trovarsi ancora nella sua stanza, al sicuro. In breve però, il sollievo mutò in costernazione: per quanto tempo ancora sarebbe stato condannato a rivivere quell’inferno nei suoi sogni? Si rannicchiò su se stesso, chinando la testa sulle ginocchia, mentre alcune perle argentate scintillarono sulle sue ciglia. Ecco … ora si metteva pure a piangere come una stupida femminuccia! Era sgomento, sofferente, spaventato … e disgustato da sé stesso. Perché non riusciva a superarlo? Perché?
Rimase qualche minuto immobile, respirando profondamente, cercando di calmarsi. Non poteva continuare così … per quanto non volesse ammetterlo neppure a se stesso, aveva bisogno di aiuto, o se proprio non di aiuto, almeno di confrontarsi con qualcuno di fiducia e lui sapeva bene chi era la persona più indicata in questo caso. Vincendo l’indecisione, riprese in mano la cornetta del telefono; era già abbastanza tardi per chiamare a casa di qualcuno: non sarebbe di certo stato … cortese, pensò sorridendo amaramente … ma maledizione! Quella era un’emergenza! Prese in mano il telefono e compose un numero: doveva assolutamente vedere una persona e doveva farlo il prima possibile!
 
Touma tornò a casa piuttosto tardi. Dopo cena, la passeggiata con Ryo si era protratta più del previsto e avevano finito per perdere la cognizione del tempo. Alla fine, tutti i loro discorsi su quanto si mancavano a vicenda, avevano finito per farlo sentire ancora più depresso e solo di prima e quando Ryo aveva varcato la soglia dell’albergo in cui alloggiava con il padre, il suo stomaco aveva iniziato a contorcersi, peggio che se si fosse bevuto un’intera cassa di birra. Mestamente entrò nell’appartamento e ovviamente il suo pensiero andò immediatamente a Seiji … chissà se gli aveva lasciato sue notizie. Senza troppe speranze, si diresse verso il telefono ed ebbe un tuffo al cuore quando vide la presenza di un messaggio in segreteria. Col fiato sospeso avviò il nastro e si mise in ascolto.
 
*Touma … sono Seiji; ho sentito i tuoi messaggi … volevo chiederti scusa per … per … * Una pausa e un sospiro * … Dio, non lo so nemmeno io per cosa; comunque volevo avvertirti che nei prossimi giorni non sarò a casa; non starò via molto, mi farò sentire io al mio ritorno … * un’altra pausa * … ti amo … *
 
Tenku rimase fermo in quella posizione per qualche minuto senza fiatare. Cosa voleva dire quel messaggio? Cosa aveva in mente Seiji e soprattutto … dove diavolo doveva andare tanto all’improvviso. Preoccupato andò in camera sua e si sedette alla scrivania; avrebbe continuato la famosa ricerca per la scuola … tanto per quella notte non ci sarebbe stato verso di chiudere occhio comunque.
 

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Capitolo 3
*** Finale d’estate da dimenticare. La disperazione di Korin, l’empatia di Shin, la confusione di Tenku ***


Nota di Autrice: Ciao a tutte le fan e grazie mille per avere letto la mia fanfiction :-) Premetto che il tema di questo capitolo è un po' "forte" perchè tratta di una violenza subita ( lo so, sono cattivissima con i personaggi che amo ç__ç non so perchè mi piaccia tanto farli soffrire, poverini ç___ç ) Spero che la cosa non vi dia fastidio; in ogni caso nulla di troppo descrittivo; sono sadica, ma non maniaca :-P Baci.


Il treno correva veloce sulle rotaie e Seiji avrebbe voluto che bruciasse in un soffio la strada che lo separava dalla sua destinazione. Seduto in un posto accanto al finestrino, il samurai guardava distrattamente il panorama scorrergli davanti agli occhi. Si era assentato da casa all’alba, lasciando un biglietto ai suoi con la scusa che sarebbe andato un paio di giorni da un amico per questioni di studio. Ovviamente al suo ritorno avrebbe dovuto pagare le conseguenze di questa ennesima e improvvisa fuga: di sicuro i genitori gli avrebbero fatto un sacco di storie, per non parlare di sua sorella Yayoi, che l’avrebbe riempito di domande scomode alle quali sarebbe stato impossibile rispondere in maniera veritiera. Tsk … oltre che debole e piagnone, anche bugiardo; decisamente non era un buon elemento! In ogni caso non poteva agire altrimenti: era suo dovere proteggere le persone che amava, anche se questo comportava il fatto di dovergli mentire. Ripensò tristemente a Touma; chissà se aveva ascoltato il suo messaggio e cosa ne pensava. Korin sapeva benissimo che nell’ultimo periodo era stato piuttosto freddo e distaccato con il samurai dell’etere, ma davvero non sapeva come affrontarlo. Se avesse potuto ascoltare soltanto il suo cuore, di certo in quel momento sarebbe stato tra le sue braccia, ma non lo trovava onesto da parte sua: prima di coinvolgere Touma in una relazione che poteva fare male ad entrambi, era suo dovere fare chiarezza dentro di sé. L’amore che provava per Touma era troppo puro e troppo forte per poterlo sporcare con i suoi dubbi, le sue incertezze e le sue paure. Era necessario elaborare il proprio passato per potere sperare in un futuro migliore. Davanti ai suoi occhi il paesaggio cambiò e con grande gioia, il ragazzo si trovò ad ammirare il mare. Finalmente dopo un lunghissimo viaggio, fatto di svariati cambi treno, piccoli intoppi e svariate pasticche contro il mal di testa, poteva dirsi arrivato: presto sarebbe sceso alla stazione di Hagi.  Aveva attraversato praticamente tutto il paese per raggiungere quel luogo e si era sentito praticamente morire quando il convoglio aveva fatto tappa vicino alla stazione di Osaka: la città di Touma. Sapere il samurai dell’etere così maledettamente vicino a lui e non poterlo raggiungere era stato difficile da tollerare, anche per una persona controllata come lui. Ci era mancato poco che non si lanciasse fuori dal treno in corsa per andarlo ad abbracciare.
Dall’altoparlante, una voce segnalò ai passeggeri che in pochi minuti sarebbero giunti a destinazione.
Seiji si alzò composto dal suo sedile, prese la valigia che aveva precedentemente riposto nel portabagagli e barcollando si mise in fila per l’uscita. Al solito il treno, come tutti quelli che aveva avuto modo di visitare, era molto affollato, ma una volta fermo, la massa di gente in attesa per la discesa si smaltì in fretta e il ragazzo riuscì in breve tempo a raggiungere la passerella del binario sul quale era arrivato. Appena mise i piedi a terra, Seiji si sentì decisamente bene: l’aria del sud era decisamente più calda rispetto a quella del Sendai e forse per il fatto che si trovava in territorio neutro, la sentì anche meno pesante. Il ragazzo si avviò con la borsa in mano verso le scale che davano al sottopassaggio. Aveva una gran voglia di sgranchirsi le gambe, dato che aveva viaggiato per molte ore; i treni in giappone erano puntuali e veloci, ma la distanza tra la sua città e quella dell’amico Shin era decisamente troppa per poterlo considerare un viaggio breve. Camminando nella galleria sotterranea, circondato da pendolari dall’aria distratta che camminavano frettolosamente, il ragazzo notò un telefono pubblico e improvvisamente gli venne una gran voglia di sentire la voce di Touma. Con il cuore in gola si avvicinò al telefono e inserì le poche monete spicce che aveva in tasca, nell’apposito spazio; sarebbero bastati per scambiare qualche parola?  Si maledisse per non avere a portata di mano nemmeno una scheda telefonica, ma dopotutto cos’aveva di tanto urgente da raccontare a Tenku? Era già tanto se dopo il suo comportamento degli ultimi giorni Touma non gli sbattesse la cornetta in faccia. Era veramente terrorizzato all’idea di affrontarlo, anche perché nonostante sapesse bene che stava facendo la cosa più giusta a prendere tempo fintanto che non si fosse chiarito le idee, allo stesso tempo temeva che Touma lo mandasse definitivamente a quel paese. A giusta ragione, peraltro … Con la mano tremante compose il numero del compagno rimanendo in attesa e in pochi istanti raggiunse il suo orecchio il tipico suono che indicava la linea libera. Seiji sentiva la sua ansia crescere ad ogni tuuu-tuuu dell’apparecchio e nella sua mente presero forma diversi pensieri negativi, mentre la voce maligna della sua coscienza iniziò a tormentarlo:
*Magari non è neanche tornato; sarà con un altro … anzi, magari ci avrà pure passato la notte insieme * A quel pensiero Seiji sentì lo stomaco contorcersi in una morsa di dolore * no, no, no … Touma non lo farebbe mai * Ma la vocina dentro di lui rise crudelmente * … e perché mai non dovrebbe farlo? Sei stato tu a tenerlo lontano in queste settimane. Cosa credi? Di avercelo solo tu? * Korin deglutì * … Eddai Touma … ti prego rispondi! Ti prego, ti prego, ti pre … * Finalmente qualcuno dall’altro capo della linea rispose, interrompendo i lugubri pensieri del samurai della luce.
 
 

  • Pronto? -  Era lui … era Touma! Korin rimase per un attimo in silenzio, sentendosi la gola secca.
  • Pronto? Chi parla? – Ripetè Touma spazientito.
  • Touma … sono io! – Riuscì a dire infine Seiji
  • Seiji! – Esclamò Tenku con apprensione – Dove diavolo sei? Tu vuoi farmi morire! –
  • Devo vedere una persona … starò via un paio di giorni – Rispose esitante il samurai - … Dov’eri ieri sera? –
  • Potrei farti la stessa domanda, sai? –
  • Stupidaggini … sai benissimo che ero al dojo dei miei … -
  • Guarda che al mondo non ci sei solo tu ad avere impegni … - Ribattè Tenku esasperato. Era assolutamente intollerabile che fosse lui a doversi giustificare per una serata trascorsa fuori casa, quando il signorino “faccio-tutto-io” non si faceva trovare da giorni! – Se proprio vuoi saperlo, ero uscito con un amico! –

Seiji credette che il cuore gli si fermasse nel petto. Rimase senza parole, con la cornetta del telefono in mano, incapace di proferire parola.
 

  • Seiji … ci sei ancora? –
  • Si … - Rispose il biondo facendo leva su tutta la sua forza di spirito per rimanere calmo – Bene … spero proprio che tu ti sia divertito allora! –

Touma non fece in tempo a replicare che sentì l’altro sbattergli letteralmente il telefono in faccia. Il samurai dell’etere avrebbe voluto prendersi a pugni; ma che gli era preso? Perché non aveva detto a Seiji che l’amico di cui stava parlando era Ryo? Ora di sicuro Korin lo odiava! Accidenti alla sua boccaccia! Il fatto era che siccome Seiji l’aveva fatto innervosire, si era voluto vendicare ferendolo … e a quanto pare ci era riuscito fin troppo bene! Chissà cosa gli aveva messo in testa adesso! Il moro sospirò, passandosi la mano tra i capelli. Se soltanto avesse saputo dove Seiji si trovasse, lo avrebbe raggiunto di corsa! Ora invece gli rimaneva soltanto di attendere che l’altro si rifacesse vivo. Comunque … con chi cavolo doveva parlare Seiji?!? La faccenda si faceva sempre più preoccupante! Lui avrebbe voluto proteggerlo da tutto e da tutti, ma come poteva farlo se l’altro non gliene lasciava la possibilità? Seiji aveva tutte le ragioni a dire che lui era testardo e talvolta irragionevole, ma pure Korin quando ci si metteva, non scherzava affatto!
 
Seiji riattaccò la conversazione con rabbia. Accidenti a Touma … * Stupido! Stupido! Stupido! * Pensò sentendosi un nodo in gola e gli occhi umidi; era disonorevole e vergognoso anche solo pensarlo: ma avrebbe pagato qualunque cifra per potere scoppiare a piangere liberamente, senza sentirsi per questo uno sciocco o una femminuccia. Alla fine Touma lo aveva abbandonato e non poteva del tutto biasimarlo per questo! Se l’era voluto e di sicuro Tenku meritava qualcuno che fosse molto meglio di lui! Sorrise amaramente soffocando un singhiozzo … le cose non avrebbero potuto andare peggio di così.
 
 

  • Seiji! – Lo chiamò una voce limpida alla sue spalle.

 
Il ragazzo si voltò, trovandosi davanti proprio la persona per cui aveva fatto tutta quella strada.
 
 

  • Shin! – Esclamò Korin con un tuffo al cuore – Grazie per essere venuto –
  • Grazie a te per avermi raggiunto fin qui! – Disse l’altro sorridendogli – Era il minimo che ti venissi a prendere in stazione –

Suiko osservò Seiji con attenzione: aveva un’aria decisamente trafelata e di sicuro non soltanto per il viaggio. Poteva avvertire chiaramente lo stato di agitazione in cui versava l’animo del suo amico, sembrava quasi che avesse appena litigato con qualcuno.
 

  • Sembri stanco, dammi la valigia – Continuò il rosso facendogli strada verso l’uscita della stazione
  • Non ti preoccupare è tutto a posto – Rispose Seiji sorridendo.
  • Davvero? – Ribattè l’altro in tono pacato, posandogli una mano sul braccio – Al telefono mi sembravi abbastanza sconvolto … -

Seiji si fermò un attimo e reclinò il capo verso il basso, distogliendo lo sguardo dall’amico.
 
 

  • Si … per la verità hai ragione – Affermò – Ti spiegherò strada facendo –

 
Suiko annuì in silenzio ed entrambi ripresero il loro cammino.
 
Hagi era veramente una graziosa cittadina e una volta riposti i bagagli a casa di Shin, il quale non aveva assolutamente permesso a Seiji di pernottare in un albergo, i due ragazzi spesero il resto della giornata a visitarla in lungo e in largo. Passeggiare in quei luoghi antichi e pieni di storia, dalla incomparabile bellezza che avevano visto la nascita di molti samurai, era davvero emozionante. Le eleganti residenze di quegli antichi guerrieri, i templi e i numerosi santuari, evocavano un’atmosfera di assoluta tranquillità. Seiji colse anche l’occasione per acquistare un piccolo dono per la sorella Yayoi: un piccolo monile di ceramica, dato che la città di Shin era famosa proprio per quel tipo di artigianato. Chissà che con quel pensiero gentile, non avesse distolto la sorella dal fargli domande scomode riguardo al suo inaspettato viaggio.
I due amici tornarono a casa di Suiko solo con le ultime luci del tramonto e dopo essersi rinfrescati, si misero a tavola. Cenarono in compagnia della madre di Shin che si rivelò essere una donna minuta, dall’aspetto fragile, ma dallo sguardo dolce e dagli occhi limpidi come il figlio. La sorella del samurai del torrente era fuori città col fidanzato e non sarebbe tornata prima di qualche giorno; a Seiji avrebbe fatto piacere conoscere anche lei, dato che solo Shu fino a quel momento aveva avuto quel piacere ma pazienza … ci sarebbe stato tempo e modo per farlo in un’altra occasione.
Dopo cena, Seiji e Shin, uscirono nel vasto giardino antistante la casa dei Mouri e Korin si sorprese nel constatare quanto fosse grande la proprietà dell’amico per essere abitata da soltanto tre persone … che presto sarebbero diventate due peraltro, dato che a breve la sorella di Shin si sarebbe sposata col compagno.
 

  • E’ tutto molto bello qui – Disse Seiji guardandosi attorno con ammirazione – Questo parco è qualcosa di sublime –
  • Ah ah … è tutto grazie a mia madre; anche se a causa della salute non dovrebbe, passa gran parte del suo tempo a curare le sue piante – Replicò Suiko con fare allegro - … vieni, c’è anche un laghetto con i pesci –

In cielo ormai le luci della sera erano scomparse e avevano lasciato il posto a un limpido cielo stellato. Seiji non potè fare a meno di pensare a Touma. Aveva sbagliato a sbattergli giù il telefono a quel modo non era da lui agire in maniera tanto impulsiva, ma venire a sapere che l’amico si era visto con chissà chi, l’aveva fatto fremere di gelosia. Sapeva benissimo che Touma lo amava e che non avrebbe mai fatto nulla per ferirlo e ora a mente lucida, si rendeva conto di essersi comportato male nei suoi confronti. Aveva aggiunto a tutto il resto, anche un altro motivo per dovere essere perdonato … ultimamente non ne faceva davvero una giusta!
 

  • Mi fa piacere che tu sia venuto a trovarmi – Disse improvvisamente Shin – In genere è Shu che mi trovo sempre tra i piedi nel week end ah ah ah –
  • Ma figurati – Rispose Korin – Anzi … grazie a te per avermi invitato; spero di non essere di disturbo! –
  • La vuoi smettere di essere sempre così formale? – Lo rimproverò l’altro - … la casa è grande, inoltre mi hai fatto veramente preoccupare al telefono … cosa ti succede? –

Seiji chinò il capo e continuò a camminare a testa china, non sapendo proprio da dove inziare … aveva nel cuore un tale groviglio di emozioni, che era difficile scegliere cosa lo preoccupasse di più: se l’ingarbugliato rapporto con Tenku, la faccenda delle armature o la terribile esperienza della prigionia.
 

  • Hai litigato con Touma, per caso? – Gli chiese Shin guardandolo con aria indagatrice.
  • I … io … Diciamo di si – Rispose Korin arrossendo lievemente

Shin sorrise silenziosamente e si fermò sul posto, guardandolo con un velo di malizia
 

  • Siete diventati molto intimi ultimamente, non è così? Non che non lo siate sempre stati, però credo che qualcosa si sia in un certo senso … evoluto, o mi sbaglio? –

Il samurai della luce avvampò. Era davvero così evidente il sentimento che provava per Tenku? O forse era Shin ad essere particolarmente ricettivo per quanto riguardava i rapporti umani. Probabilmente entrambe le cose … doveva ammettere che non aveva mai conosciuto nessuno che fosse empatico quanto Shin. Lui riusciva sempre a cogliere e ad analizzare ciò che gli altri avevano nel loro animo: era una sua dote innata. Korin però non era certo che questo fosse propriamente un vantaggio per il samurai del torrente. Tante … troppe volte egli aveva sofferto in silenzio per non pesare sul gruppo, preoccupandosi più del benessere dei suoi Nakama, piuttosto che di se stesso e Seiji l’aveva sempre ammirato per questo.
 

  • Ecco … noi ... – Balbettò Korin nervosamente, sobbalzando poi quando l’amico gli posò una mano sulla spalla con aria rassicurante.
  • Seiji … va tutto bene. Non serve che tu nasconda i tuoi sentimenti. Non con me … non coi noi – Disse Shin guardandolo negli occhi con una dolcezza infinita nello sguardo.

Il biondo lo guardò ridacchiando nervosamente
 

  • Non ti si può proprio nascondere nulla, eh? – Sospirò con aria rassegnata.

-    … comunque che è successo? Perché avete litigato? – Incalzò Shin
 

  • Non è che abbiamo propriamente litigato … la colpa è mia: diciamo che è un brutto periodo –
  • Questo mi era abbastanza chiaro – Annuì Shin

I due ripresero il cammino ed arrivarono a un bel laghetto, circondato da meravigliosi alberi di ciliegio e Korin non potè fare a meno di pensare allo spettacolo che potevano offrire al momento della fioritura. Tutto era molto curato, anche la deliziosa panchina di pietra antistante allo specchio d’acqua che era attorniata da aiuole fiorite.
- Adesso mi vuoi dire qual è il problema? – Iniziò Shin lanciando un sasso nell’acqua e facendolo rimbalzare. Il ragazzo sapeva quanto l’amico fosse riservato e non voleva essere invadente, però sentiva che Korin aveva bisogno in qualche modo di buttare fuori la pena che aveva nel cuore. di qualunque cosa si trattasse.
Seiji sospirò e si mise al suo fianco, nascondendo le mani in tasca.
 

  • Nell’ultimo periodo ho pensato e ripensato a molte cose – Rispose in tono calmo – Non dirmi che anche tu non hai mai nutrito dubbi sulla vera natura delle nostre armature … esse sono state generate per combattere e uccidere ma nonostante questo, noi continuiamo a servirci di loro … -
  • Se lo facciamo è soltanto per un fine benefico … - Protestò Shin - Nessuno di noi vorrebbe combattere, ma è necessario farlo per proteggere il nostro mondo dalle forze del male –

Seiji sorrise tristemente
 

  • Già … difendere il mondo dal male con la violenza … e non ti sembra un controsenso? –

Suiko rimase in silenzio per qualche attimo, non sapendo davvero cosa ribattere. Tutti loro erano stati attraversati da quel genere di dubbio ma nessuno aveva davvero avuto il coraggio di affrontarlo seriamente … forse perché faceva troppo male ammettere di potere essere degli strumenti nelle mani di qualcosa più grande di loro.
 

  • E’ vero … sembra un controsenso, ma che altro potevamo fare se non combattere? La vita delle persone che amavamo era in pericolo ed eravamo soltanto noi gli unici a potere fare qualcosa di concreto … forse le armature non sono del tutto votate al bene, ma ci sono state utili! –
  • Noi e le armature ci siamo usati a vicenda … è questo quello che vuoi dire? – Chiese Korin osservando l’amico con attenzione.
  • Beh … se vuoi metterla su questo piano … si –

Seiji sospirò.
 

  • Sai cosa mi ha fatto più male, mentre ero prigioniero di Shikaisen? – Disse in un sussurro - … il fatto che voi tutti siate stati costretti a tornare a combattere per causa mia; il fatto che potevo essere la causa della vostra morte e tutto per colpa della mia debolezza –
  • Seiji … che dici? – Mormorò Suiko mettendogli una mano sulla spalla – Tu non sei affatto debole … sei stato ingannato e preso di sorpresa; sarebbe potuto succedere a chiunque di noi! Non devi fartene una colpa! –
  • Me la faccio eccome invece – Esclamò l’altro distogliendo lo sguardo e stringendo i pugni – Non sai quanto mi odio … per essere caduto nella trappola del nemico, per avere messo a rischio la vostra vita, per non essere stato abbastanza forte da impedire che l’armatura della luce venisse usata per uccidere degli innocenti! … -
  • Seiji … - Ripetè Shin scosso. Vedere l’amico tanto disperato gli faceva male; anche perché non sapeva veramente cosa fare o cosa dire per poterlo consolare e sentirsi così impotente lo gettava in uno stato di profonda frustrazione.

Korin intanto, era un fiume in piena … si era tenuto tutto dentro per troppo tempo e ora che finalmente aveva qualcuno con cui sfogarsi, parlare di tutto ciò che gli passava per la mente, gli sembrava la medicina migliore per il suo animo ferito.
 

  • Shin … con voi ho passato dei momenti meravigliosi, siete troppo importanti per me e non voglio assolutamente perdervi per colpa di una stupida lotta di cui nemmeno capiamo il motivo! –  Il samurai del torrente lo abbracciò e Seiji lo lasciò fare; aveva bisogno del suo supporto e anche solo la presenza di Shin in qualche modo riusciva a rassicurarlo. Non aveva bisogno che l’amico gli dicesse nulla di che, bastava che fosse li con lui, ad ascoltarlo. – … Ma nonostante questo ho il terrore di incontrarvi di nuovo tutti assieme – continuò il biondo - ho paura che questo possa sfociare in una nuova battaglia … in una nuova assurda guerra. Ho il terrore di trovarmi di nuovo imprigionato e di sentirmi senza speranza … pieno di dolore e di paura e … - Seiji

emise un singhiozzo e la sua testa bionda si nascose sul petto dell’amico, che prese ad accarezzarlo dolcemente.
 

  • Lo vedi … sono un vigliacco – Disse Korin tremante – Non faccio altro che piagnucolare come una femminuccia –

Sta tranquillo Seiji, sei solo sconvolto da quanto ti è successo … sei stato imprigionato per parecchio tempo è logico che tu ti senta ancora male; ci vuole tempo … - Il samurai del torrente ricordò i terribili momenti nelle mani di Arago, quando erano stati incatenati nei sotterranei del castello. In quell’occasione era stato proprio Korin il supporto suo e di Shu nel momento del dolore e della tortura … nonostante tutto quello che avevano passato, il samurai non aveva mai vacillato, mostrando una forza d’animo fuori dal comune. Cos’era cambiato quella volta? Cosa aveva fatto realmente perdere all’amico la sua determinazione? Forse aveva veramente perso la fiducia nelle armature e nella lotta contro il male? …e dopotutto … non aveva forse tutte le ragioni di averlo fatto? Quelle armature erano state per tutti loro solo fonte di dolore e di sofferenza! Era un fatto oggettivo e innegabile! Shin era turbato: come poteva supportare il suo nakama? Come poteva dire a Seiji che si stava sbagliando e che tutto quello che era successo loro era legittimo? Non poteva! La virtù di Suiko era quella della fiducia, ma come poteva trasmetterla a Seiji, se nemmeno lui era più certo che la loro lotta fosse veramente giusta?
 

  • Inoltre … c’e anche un’altra cosa … - Disse il samurai della luce, con angoscia – Io … non avrei voluto parlarne con nessuno, ma se non lo faccio muoio … -

Seiji si sentiva in colpa: sapeva bene che vomitare addosso a Shin tutta la sua ansia e la sua sofferenza, non avrebbe di certo fatto bene all’amico, che tendeva ad interiorizzare tutti i loro problemi, facendoli suoi. Però ormai il dado era tratto e non si poteva tornare indietro. Nemmeno lo stesso Shin glielo avrebbe permesso. Korin sarebbe stato sincero con lui fino in fondo, almeno questo glielo doveva.
 

  • Vai avanti … - Gli disse Shin stringendolo un po’ di più a sé.
  • E’ una cosa che è successa quando mi hanno imprigionato – Continuò Seiji incerto - … Dio, non so nemmeno se si tratta di un ricordo o di un incubo generato da quel maledetto … - Il ragazzo fece una pausa, quasi dovesse riprendere fiato, poi riprese a parlare – Ero in una stanza buia, immobile, vedevo tutto sfuocato e i suoni mi giungevano ovattati … poi ho sentito che mi stavano legando le mani … ho visto diverse figure davanti a me, i soldati di Shikaisen immagino, che ridevano tra loro … - Seiji si staccò dall’abbraccio di Shin e si strofinò il viso con una mano; i suoi occhi erano rossi e lucidi; il viso pallido - … All’improvviso uno di essi mi si è avvicinato, tanto che potevo sentire il suo fiato sul mio viso e ha iniziato a toccarmi … - Seiji fremette e nascose il viso tra le mani, mentre Shin si sentì gelare, temendo che il resto del racconto nascondesse un segreto davvero troppo pesante per potere essere sopportato, anche da una persona forte come Seiji. – … Ad un certo punto mi ha detto * siamo in dieci qui … se ti violentassimo tutti e dieci, che faresti? * - Shin impallidì e arrancò fino alla panchina, sentendo l’improvviso bisogno di sedersi. I suoi occhi verdi erano fissi sull’amico con un’espressione incredula.
  • Dimmi che non è successo … ti prego, dimmi che non è successo quello che credo – Disse sgomento.

Sempre senza guardarlo, Seiji riprese il suo doloroso racconto.
 

  • Ti giuro che in quel momento mi sono sentito morire. Avrei voluto scomparire per sempre dalla faccia della terra … gli chiesi perché volessero farmi una cosa tanto orribile … che cosa gli avessi fatto – Gemette il ragazzo – Lui mi rispose semplicemente che ero un nemico … che meritavo tutto quello e che se avessi tentato di fuggire, lo avrebbero fatto veramente … -

Shin si sbottonò la camicia attorno al collo, come se si sentisse strangolare … non poteva essere vero … non poteva essere capitato DAVVERO a Seiji.
 

  • Li ho sentiti discutere tra loro … sembrava che litigassero per qualcosa, ma io ero troppo stordito per ascoltare quello che dicevano. Poi mi tre di loro mi hanno afferrato e mi hanno trascinato in una stanza … hanno iniziato a strapparmi i vestiti … a toccarmi e poi … e poi … - Seiji a quel punto non riuscì più a controllarsi e iniziò a singhiozzare sommessamente. Suiko, si alzò da dove era seduto e lo prese tra le braccia stringendolo forte. Shin non sapeva che dire … non sapeva cosa pensare … avrebbe soltanto voluto che Seiji non avesse dovuto sopportare tutto quello schifo … tutto quel dolore e tutta quella disperazione.
  • Ti prego Shin perdonami … perdonami … - Singhiozzò il biondo tremando tra le braccia dell’amico.
  • … e di cosa dovrei mai perdonarti? – Disse Suiko cullandolo leggermente – Tu non devi scusarti di nulla, hai capito?

Seiji si sentiva incredibilmente ingiusto a scaricare tutta la sua disperazione su Shin. Sapeva benissimo quanto l’amico potesse essere rimasto toccato dal suo racconto  e non voleva che egli stesse male per causa sua.
- Avevo sempre immaginato che la prima volta fosse con Touma e invece … - Sussurrò serrando gli occhi  – … Invece mi sono ritrovato gettato su un pavimento gelato, con addosso uno che ero troppo stordito e sconvolto anche per ricordarmi la faccia che aveva, mentre gli altri due mi tenevano fermo … non che avessi avuto modo di reagire visto quella specie di torpore in cui mi teneva il potere di Shikaisen. Rivedo tutto annebbiato, come in sogno; ma è stato vero … Dio se è stato vero – Continuò il ragazzo - … Ricordo ancora il suo corpo premuto su di me, il suo fiato sul collo … le sue parole crudeli, le risate degli altri. Poi, quando ha … finito …sono svenuto e non ho idea di cosa possa essere accaduto. Quando mi sono svegliato ero legato nel luogo dove mi avete trovato e sono iniziati gli incubi indotti da Yagyu perché facessi loro prendere il controllo della mia armatura e …Shin … -
Seiji sollevò il capo e per la prima volta da quando aveva iniziato il suo racconto, incontrò lo sguardo dell’amico.
 

  • … non credo che vi ringrazierò mai abbastanza, per avermi tirato fuori da quell’inferno –

Suiko annuì senza dire una parola; era troppo sconvolto per potere replicare alcunché e a dire il vero non c’era poi molto da aggiungere. Riusciva soltanto a chiedersi come poteva essere possibile arrecare a una persona come Seiji tanto dolore. Ora, nonostante non riuscisse ad accettarlo, tutto gli risultava più chiaro … la soffernza di Seiji, la sua confusione, l’incrinatura della sua forza d’animo. Sarebbe stato impossibile per chiunque superare tanto facilmente un’esperienza simile. E tutto per cosa? Perché una maledetto pazzo voleva ottenere il controllo delle loro armature.
Già … le armature. Alla fine si tornava sempre allo stesso punto: era come un cane che si rincorreva la coda. Seiji aveva perfettamente ragione ad avere perso fiducia nella loro crociata contro l’impero degli youja: la colpa di tutto era sempre e solo di quelle maledette armature!
Improvvisamente, nell’aria si sollevò una rigida brezza ed entrambi i ragazzi furono attraversati da un brivido di freddo.
 

  • Inizia a fare fresco … - Disse Shin all’amico – Rientriamo –

Korin annuì silenziosamente e insieme si avviarono verso l’interno della villa.
 
Una volta nel soggiorno, Shin notò con sollievo che sua madre si era già ritirata nella sua camera. Meglio così: non avrebbe saputo mascherare di certo la sua espressione turbata e anche il povero Seiji non era da meno. Suiko non ricordava di averlo mai visto tanto sconvolto in nessun’altra occasione. Il samurai del torrente preparò un tè bollente sia per se che per l’amico; aveva decisamente bisogno di qualcosa di caldo per scongelare un po’ il freddo che sentiva dentro l’anima! Portarono le tazze nella camera degli ospiti, in cui Seiji avrebbe passato la notte e si sedettero sul letto. Shin osservò con un velo di tristezza Korin bere la bevanda calda rannicchiato in un angolo con la schiena contro il muro e le gambe raccolte; gli faceva una tenerezza infinita vedere proprio lui tanto indebolito e  vulnerabile.
 

  • Va un po’ meglio? – Gli chiese quieto
  • Si, grazie – Annuì il biondo – Grazie per … per ESSERCI. Pensavo che avrei dimenticato, che avrei superato questa cosa da solo … - Continuò con un’aria quasi colpevole - … mi sento uno sciocco egoista! Con tutti i problemi che abbiamo … ci mancano solo i miei piagnistei per … per … una cosa così –
  • Stai scherzando spero? Mi sembra di sentire parlare Ryo! – Protestò Shin – Quello che ti è successo non è certo una sciocchezza … anzi è … è … - Non trovava nemmeno le parole per definirlo; Shin non avrebbe saputo dire come avrebbe reagito al suo posto! – Comunque … ora mi è tutto molto più chiaro, hai fatto bene a parlarmene! Non potevi continuare a tenerti tutto dentro, qualsiasi persona normale impazzirebbe! –

Seiji finì in un sorso il te e posò la tazza sul comodino.
 

  • Mi dispiace di averti assillato con i miei problemi –
  • La vuoi smettere di dispiacerti? – Sbottò Shin – Siamo o non siamo amici? Poi Seiji … se vuoi la mia opinione, credo che dovresti parlarne anche con Touma –

Korin guardò l’amico come se fosse improvvisamente impazzito.
 

  • Stai scherzando? – Esclamò irrigidendosi – No … no … non glielo posso dire; Touma non dovrà mai sapere nulla di tutto questo! Non avrei mai più il coraggio di guardarlo in faccia! –
  • Se lo ami veramente, devi fidarti di lui … ed essere sincero con lui –
  • Io mi fido di lui – Replicò l’altro stringendosi su se stesso - … ho soltanto paura che poi non mi guardi più con gli stessi occhi. Che possa giudicarmi in qualche modo … macchiato  –

Shin gli posò una mano su un ginocchio, osservandolo con intensità
 

  • Questo non devi nemmeno pensarlo! Tu sei sempre il Seiji di prima e Touma ti ama, lo capirebbe anche un cieco! –
  • Non so se sono più la persona di prima! – Ribattè Korin sommessamente - … e non soltanto per quello che … quello che mi hanno fatto; ma anche perché temo di non credere più in tutto quello per cui abbiamo combattuto –

Shin lo osservò in silenzio; cosa poteva dire? Non poteva certo biasimare l’amico dopo tutto quello che aveva passato.
 

  • Shin … il mio cuore è offuscato dalla paura e dall’incertezza. Devo prima capire delle cose di me stesso; devo capire il senso del nostro gruppo, il mio ruolo nella nostra battaglia e soprattutto … - la sua voce si incrinò – Devo capire il perché di tanta violenza –

Suiko annuì. Avrebbe voluto dire a Seiji che in realtà anche lui aveva gli stessi dubbi e perplessità riguardo le armature e la lotta in cui erano invischiati loro malgrado, ma non gli sembrava il caso di gettare benzina sul fuoco. Seiji aveva già abbastanza dolore e sofferenza da elaborare, senza che lui incrementasse il suo disagio caricandolo anche del proprio. Capiva bene lo sgomento e la confusione dell’altro. Avevano passato gran parte della loro vita ad essere addestrati e a ragionare come samurai prima e a combattere come tali in seguito; il tutto tramite l’ausilio delle armature, che avrebbero dovuto essere un qualcosa di totalmente positivo. Ora tutte le loro convinzioni stavano venendo meno … stava venendo meno il senso della loro lotta, la loro identità di gruppo, la loro stessa natura di samurai. Se hai passato la vita a credere di essere qualcosa, nel momento in cui quel qualcosa non esiste più … allora che diavolo sei? Cosa rimane di te?
Shin non lo sapeva, non sapeva più niente. Era certo solo di una cosa: che nessuno di loro meritava di soffrire a quel modo; tantomento Seiji … e forse conosceva qualcuno che meglio di lui sarebbe riuscito a tirarlo su di morale.
 

  • Touma ti manca, non è vero? – Gli chiese improvvisamente

Korin si girò verso l’amico; gli occhi lucidi, il volto tirato …
 

  • Da morire … - Rispose con voce tremante.
  • Allora vai da lui … - Concluse Shin – Il vostro rapporto è più importante di qualsiasi altra cosa! –

Il samurai della luce non replicò, ma dalla sua espressione combattuta, Shin capì che nonostante il suo disagio, non sarebbe riuscito a rimanere ancora per molto lontano da Tenku. Quando tutte le luci si spengono, l’unica verità a cui aggrapparsi rimane quella dell’amore.
 
… e indubbiamente quei due si amavano immensamente.
 
Altrove, Touma era seduto alla sua scrivania, cercando invano di pensare a qualcos’altro che non fosse Seiji. Aveva provato a distrarsi facendo qualche ricerca al computer, ma non c’era verso di togliersi dalla mente Korin e l’assurda telefonata del giorno appena trascorso. Spesso Seiji gli diceva che avrebbe dovuto tagliarsi la lingua prima di parlare e aveva ragione! Certe uscite poteva anche risparmiarsele! Possibile che dovesse sempre ferire le persone che amava? … e dire che nemmeno lo faceva apposta! Gli veniva proprio spontaneo; che razza di dote gli era toccata! Tra i rimorsi e i ripensamenti, sprofondò nel sonno quasi senza accorgersene. Quando si svegliò, si ritrovò ancora davanti al computer acceso e con la schiena a pezzi. Aveva dormito chissà per quante ore rannicchiato sulla seggiola e ora non c’era un distretto del suo organismo che non gli facesse male. Intontito si rialzò, stirandosi con cautela. Che razza di ora poteva mai essere? Gli sembrava di avere dormito un secolo! Con riluttanza si trascinò in cucina e guardando l’orologio sopra al tavolo, notò con sorpresa che erano già le tre del pomeriggio!
 

  • Accidenti a me … - Si disse, accorgendosi di avere anche un certo appetito.

Aprì il frigorifero alla ricerca di qualcosa di commestibile e vide con gioia gli avanzi del padre della sera prima; una scaldata e via … il pasto era pronto! Certo, non erano i pranzetti di Shin, ma si sarebbe accontentato.
Divorò tutto in fretta poi si concesse un bel bagno caldo; il tempo fuori era buono e ne avrebbe volentieri approfittato per farsi una bella camminata e magari leggere un buon libro seduto da qualche parte in una zona con un po’ di verde. Tornare al grigiore della città dopo essersi abituato a vivere nella casa di Nasty, completamente immersa nella natura, era decisamente un po’ triste da accettare. Inoltre se presto avrebbero aperto le scuole, non ci sarebbe stato molto tempo per le scampagnate; senza contare che un po’ di aria fresca gli avrebbe probabilmente schiarito le idee e svuotato da mente dal pensiero costante di Korin. Con calma si preparò, indossando abiti comodi: un paio di jeans e una maglietta chiara. Non aveva mai prestato molta attenzione al suo abbigliamento, al contrario di Seiji, che era sempre così accurato in tutto ciò che faceva … Tsk! Seiji! Ecco che ricominciava a ripensare a lui … ormai quel ragazzo era il suo chiodo fisso; non che non lo fosse stato quasi dal primo momento che lo aveva visto, ormai un paio di anni prima. Prese dalla sua stanza un piccolo zainetto, abbastanza grande da contenere un libro di biochimica che aveva trafugato dallo studio del padre e fece per incamminarsi verso la porta, quando il campanello dell’ingresso suonò, sorprendendolo non poco.
 -  Ah … ma allora in questi giorni sono decisamente ricercato! – Disse indispettito. Suo padre e sua madre non erano di certo; Ryo ormai era partito col padre, quindi di sicuro doveva essere per forza qualche scocciatore. Senza nemmeno rispondere al citofono spalancò la porta e con sua grande sorpresa si trovò davanti due occhi violetti che lo guardavano intensamente da sotto una cascata di capelli biondi.
 

  • Seiji! – Esclamò a bocca aperta.
  • Posso entrare? – Chiese l’altro con una nota di emozione nella voce

Il samurai dell’etere annuì, scostandosi dall’uscio per permettergli di passare e una volta chiusa la porta alle sue spalle, rimase a fissarlo incredulo, quasi credesse di avere le allucinazioni. Pensò che fosse carino invitarlo a sedere e offrirgli qualcosa, dopotutto Seiji era sempre stato molto ricercato nelle maniere e non voleva fare la solita figura del cafone, ma non fece in tempo a proferire parola che Korin gli si gettò letteralmente tra le braccia, catturando le sue labbra in un bacio. Tenku, sebbene al colmo della sorpresa, fu ben felice di ricambiare lo slancio di affetto dell’altro e lo baciò con passione, affondando le sue mani tra le chiome bionde di Seiji. In un attimo tutte le sue inquietudini sparirono magicamente: esistevano solo lui e la meravigliosa creatura a cui era avviluppato.
 

  • Mi mancavi troppo – Gli sussurrò Seiji in un orecchio – Non ce la facevo più a starti lontano –
  • Seiji … l’altro giorno, ero uscito con Ryo … non esiste nessun altro per me, ci sei solo tu … solo tu … io … -
  • Sttt … lo so! – Replicò Korin posandogli un dito sulla bocca – Non sono più arrabbiato –

Touma emise un sospiro di sollievo
 

  • Credevo che non mi avresti rivolto più la parola … non avevi mai reagito così –
  • Ah ah … è che ero geloso … credevo ti fossi stancato di me – Replicò il biondo rattristandosi e arrossendo leggermente. Aveva sempre un certo pudore nell’esprimere i propri sentimenti, soprattutto se questi avevano a che fare con Touma.
  • Sciocco … come potrei mai fare a meno di te? A dire il vero io pensavo la stessa cosa! -
  • Hai ragione, nell’ultimo periodo sono stato davvero incostante – Ammise Seiji – Mi devi scusare, è che sono ancora troppo confuso … ho talmente tante paranoie in testa che a volte non ci sono per me stesso, figuriamoci per gli altri! – Ridacchiò nervosamente.
  • Questo ha qualcosa a che vedere con noi due o con quello di cui mi hai parlato … quella notte? – Gli chiese Touma con aria estremamente seria.

Seiji gli prese il volto tra le mani, osservandolo intensamente
 

  • Guardami … io ti amo, ti amo, hai capito? E’ l’unica certezza che ho in questo momento. Non devi pensare MAI  che io abbia qualche dubbio su me e te -
  • Va bene – Disse Tenku un po’ più sollevato - ... posso sapere chi dovevi vedere con tanta urgenza? –

Korin sospirò
 

  • Sono stato da Shin – Rispose con riluttanza – Avevo bisogno di confrontarmi con lui –
  • Ah … con Shin ti puoi confidare e con me no? – Ribattè l’altro visibilmente risentito – Posso capire che lui sia più comprensivo e predisposto all’ascolto, ma dopotutto sono io la persona che dici di amare, o no? –
  • Gli ho detto niente di più e niente di meno rispetto a quello di cui ti ho già parlato la sera che siamo stati assieme. Volevo sapere anche il suo pensiero a riguardo. – Si giustificò Korin
  • … e dunque? –
  • Niente … ha cercato di rassicurarmi sulla bontà delle armature, ma non ti nascondo che mi è sembrato alquanto turbato. Credo che anche lui nutra i miei stessi dubbi, o almeno in parte … -
  • Umh … come tutti noi del resto – Ribattè Touma – Dopotutto interrogarsi su ciò che si fa è … saggio – Il samurai dell’etere sorrise e prendendo il compagno per un braccio, lo condusse fino al soggiorno.
  • Vieni, avrai sete! –

Seiji si lasciò guidare; aveva sete si … ma di lui. Si sedettero sul divano, abbracciandosi stretti; quelle poche settimane trascorse l’uno lontano dall’altro erano state una tortura per entrambi e ora dovevano recuperare, in termini di baci e carezze. Nel leggero e amabile tocco di Touma, Korin era certo di potere scordare un giorno, tutto il male che gli era stato fatto. Secondo Shin avrebbe dovuto dire al compagno ciò che era accaduto, ma lui non poteva … era certo che se l’avesse fatto, avrebbe rovinato tutta l’atmosfera magica che veniva a crearsi tra loro in quegli istanti magici in cui si scambiavano il loro amore. Inoltre lui voleva solo dimenticare … dimenticare tutto quanto, come se non fosse mai realmente successo; illudersi che si fosse trattato soltanto di un orribile incubo.  Forse un giorno, quando la ferita avesse smesso di sanguinare e fosse stato in grado di rielaborare il tutto con un più sano distacco, avrebbe potuto parlargliene … ma ora era troppo presto. Troppo presto! Ricacciò nel profondo del suo animo tutte le immagini terribili che piano piano gli riaffiorarono alla mente, mentre la mano di Touma si intrufolava sotto la sua camicia  per accarezzargli con delicatezza i pettorali. Forse, se fosse stato suo … suo totalmente, tutto il dolore che provava sarebbe scomparso come neve al sole. Non poteva permettere che le azioni aberranti di quei maledetti rovinassero anche la sua vita intima, oltre che la sua coscienza di guerriero. Il ragazzo si abbandonò all’altro, ricambiando le sue attenzioni, baciandolo e toccandolo con desiderio. Sapeva soltanto una cosa: che non voleva perderlo per nessuna ragione al mondo … e in quel momento non contava nient’altro; né le armature, né la lotta contro le forze del male. Nulla che non fossero loro due. Baciò Touma sul collo, sentendolo imprecare garbatamente mentre armeggiava con la cintura del jeans … era sempre così tenero e buffo; così totalmente autentico in tutto il suo essere che era impossibile non fidarsi di lui.
Improvvisamente, mentre erano dediti a quell’attività così intima, sentirono una chiave girare nella serratura della porta e una voce squillante di donna gridare:
 

  • Touma-kuuuunnnnn, sorpresa sorpresaaaaaaaaaaaaa –

Entrambi i ragazzi balzarono in piedi, ricomponendosi alla bell’e meglio, giusto in tempo per non essere colti in fragrante dalla madre di Tenku, che inaspettatamente era tornata in anticipo dal suo viaggio di lavoro.
 

  • Mamma! Che ci fai qui??? – Esclamò Touma rosso in volto come un peperone.
  • Mi hanno anticipato il volo di ritorno e così eccomi qui! – Disse la donna con entusiasmo – Non sei contento? … oh, ma c’e anche il tuo amico Date-Kun! Ciao!!! –
  • Hem … buonasera signora – La salutò Seiji sorridendo cordialmente.
  • Bene ragazzi, allora stasera andremo tutti e tre a cena assieme, va bene? – Cinguettò con entusiasmo l’altra – Lasciatemi solo il tempo di sistemarmi! Date-kun … verrai, non è vero? Non accetterò un no come risposta! –
  • Ce … certo, grazie mille – Replicò Seiji con un lieve inchino.
  • Bene, bene! – Concluse la donna sparendo oltre la porta, lasciando i bagagli nel corridoio.
  • Ma i tuoi non erano separati? – Chiese Seiji a Touma, guardandolo con stupore.
  • Si … ma mia madre viene e va quando le pare … lei è fatta così e a mio padre non dispiace, in fondo sono rimasti in buoni rapporti! –
  • Capisco – Replicò il biondo sorridendo - … mi sa che dovremo rimandare il nostro … discorso –
  • Ah ah … non credere che mi sfuggirai ancora per molto; non penserai che ti lasci tornare a casa questa sera – Ridacchiò Touma dandogli un buffetto su una guancia – Mi sa però che finchè ci sarà lei … saremo costretti a dormire separati … uff … mio padre non si sarebbe accorto nemmeno della tua presenza, ma mia madre è abbastanza impicciona -
  • Non temere, sapremo aspettare – Concluse Korin sfiorandogli le labbra con un bacio.

Chissà … forse l’arrivo della madre di Touma era stato in un qualche modo provvidenziale; forse era meglio non bruciare troppo le tappe.
Dopotutto erano insieme … contava solo questo.
Improvvisamente il telefono di casa squillò, interrompendo la loro conversazione.
 

  • Touma-kuuuuuuuuuunnnnnnn vai tuuuuuuuuuuu – Gridò la madre di Tenku dal bagno.
  • Ok, ok vado! – Disse il ragazzo a voce alta, mentre Seiji ridacchiava. Era incredibile quanto fossero rumorosi quei due! In casa sua invece avevano tutti un atteggiamento così posato! In ogni caso quella loro genuinità gli piaceva: la trovava in un qualche modo divertente e autentica.

Touma nel frattempo sollevò la cornetta con aria corrucciata
 

  • Pronto! – Disse in fretta
  • Pronto … Touma, sei tu? … sono Shin! –
  • Eh?! Ciao!!! – Rispose Tenku sorpreso
  • Seiji è lì con te? – Chiese Suiko senza tanti preamboli
  • Si, si certo … è qui! –

Dall’apparecchio, Touma sentì Shin sospirare sollevato.
 

  • Bene … - Disse – Volevo solo avvertirti di una cosa … -
  • S..si? – Domandò il samurai dell’etere sempre più confuso
  • Guarda che se lo farai soffrire in qualche modo, dovrai vedertela con me! …- Esclamò il rosso in tono intransigente - Quindi quando ti salterà in mente di dire una delle tue solite sparate, conta fino a cento, ok? –
  • Emh … ma … ma … Shin –
  • Touma … Seiji ti ama. Cerca di stargli vicino, ok? – Disse Shin con fermezza - … … ha bisogno di te, mi raccomando –
  • Certo che gli starò vicino … non chiedo di meglio che stargli accanto! – Rispose Tenku.

Dalla cornetta provenne l’allegra voce di Shu che lo salutò da lontano.
 

  • Shu ti saluta – Disse Shin - … è appena arrivato per il week end! Ora ti lascio ma mi raccomando, ricordati bene quello che ti ho detto! Seiji sta attraversando un periodo molto difficile e solo tu puoi aiutarlo per davvero! –
  • Cercherò di farlo – Confermò il moro sospirando, congedandosi da Suiko.

Tornò nel soggiorno, dove Seiji lo aspettava guardando il telegiornale alla televisione.
 

  • Tutto bene? – Gli chiese il biondo sorridendo
  • Si … nulla di importante – Replicò inquieto Tenku.

Se prima era in pensiero per Seiji, ora si sentiva ancora più preoccupato. La telefonata di Shin gli aveva fatto capire che la situazione era piuttosto seria, altrimenti l’amico non l’avrebbe chiamato facendogli quelle raccomandazioni. Korin era sempre stato per loro un punto fermo; in genere era lui a sostenere i suoi nakama e non il contrario. Quella nuova situazione lo faceva sentire inadeguato e impotente. Si sedette accanto al biondo e gli sfiorò una mano con la sua, sperando ardentemente che almeno la sua vicinanza gli avrebbe arrecato un po’ di conforto.
Fuori dall’appartamento, il sole iniziava a volgere al tramonto e le prime stelle della sera li videro l’uno accanto all’altro, intenti a scambiarsi un fugace bacio d’amore. 



 

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