Every Little Thing

di suzako
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** [Kakashi e Sakura] Eyes on me ***
Capitolo 2: *** [Neji e Hinata] Every Rainy Day ***
Capitolo 3: *** [Gaara e Sakura] Shiver ***
Capitolo 4: *** [Neji e TenTen] Who I Really Am ***
Capitolo 5: *** [Sasuke e Sakura] Things I'll Never Say ***
Capitolo 6: *** [Shikamaru e Temari] Sour Girl ***
Capitolo 7: *** [Naruto e Hinata] On a Winter Day ***
Capitolo 8: *** [Itachi e Sakura] Crimson Beautiful ***
Capitolo 9: *** [Sand Siblings] Papercut ***
Capitolo 10: *** [Sasuke e Hinata] Don't look back in anger ***
Capitolo 11: *** [Shikamaru e Ino] Thank you for smoking ***
Capitolo 12: *** [Kakashi e Sakura] Halleluja ***
Capitolo 13: *** [Lee e Sakura] Imagine Sky High Above ***
Capitolo 14: *** [Kiba e Hinata] Dont' make the others suffer ***
Capitolo 15: *** [Itachi e Sakura] Too much love will kill you ***
Capitolo 16: *** [Naruto e Sakura ] How was meant to be ***
Capitolo 17: *** [Gaara e Temari] Far away ***
Capitolo 18: *** [Children gonna be alright] Mirror ***



Capitolo 1
*** [Kakashi e Sakura] Eyes on me ***


Untitled Document Sakura si buttò sul letto, esausta.
Un’altra giornata di scuola finalmente giunta al termine. Non ne poteva più.
Ma non era esattamente la sua situazione didattica che la preoccupava.
Era ogni piccola cosa. Ogni insignificante particolare. E non riusciva a capire il perché.
Non riusciva a capire perché ogni parola che lui gli dicesse, non ne volesse sapere di uscire dalla sua testa, non riusciva a capire perché ogni suo gesto restasse così impresso nella memoria.

“E’ un tuo Sensei… Ed è sbagliato. Assolutamente sbagliato.”

Per quanto tentasse di convincersene in tutti i modi… Non funzionava. Perché aveva l’impressione che quegli occhi non smettessero di fissarla con insistenza quasi fastidiosa? Perché non riusciva, lei stessa, a smettere di cercare quello sguardo?
L’unica cosa che poteva fare, era chiudere gli occhi…
…Pur di non lasciargli vedere cosa sarebbe potuto trapelare dal suo sguardo.

Perché in fondo, erano solo delle piccole cose…

 

* * *

Come aveva preannunciato, eccomi di nuovo qui :)
Riparto con Kakashi e Sakura, visto che molta gente sembra apprezzare questo pairing... Mi fa molto effetto pensarli a universo alternativo, è buffo.
Comunque, come sempre, prendo pairings su commissione.

Non scrivo yaoi, yuri di nessun tipo e ShikamaruTemari. Per il resto, date libero sfogo alla vostra fantasia, e verrete accontentati quasi sicuramente (certo, se mi proponete una SasukeTenTen potrei avere qualche difficoltà... -__-).

Fatemi sapere che ne pensate

suzako

Next=> Every Rainy Day [NejiHinata] "...E camminava nuovamente su quella strada. Perché anche chiudendo gli occhi, poteva percepirlo chiaramente: lui era lì."

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Capitolo 2
*** [Neji e Hinata] Every Rainy Day ***


Untitled Document

Ogni giorno, la medesima scena si ripeteva con puntualità.
Hinata oramai l’aveva presa come abitudine, e si ritrovava così, a ripercorrere quella stessa strada tutti i giovedì, senza neanche sapere perché. Attrice inconsapevole di uno spettacolo mai scritto.
Sapeva che lui sarebbe stato lì. Anche se quel giorno pioveva, e il cielo invernale già andava scurendosi. E anche chiudendo gli occhi, in qualche modo, poteva sentirne la presenza.
Ancora quindici passi, e avrebbe svoltato a sinistra. Lui avrebbe girato impercettibilmente il volto, per controllare, ma comunque senza muoversi di un millimetro. Lei, timorosa, avrebbe abbassato lo sguardo, rallentando appena la camminata. Lui avrebbe finto di non accorgersi di questa premura, mentre i suoi passi avrebbero fatto rumore andando a infrangersi nelle pozzanghere.
Poi, nell’attimo stesso in cui lei gli sarebbe passata davanti, lui avrebbe chiuso gli occhi, quel secondo che sarebbe bastato per fare finta di non notarlo.
…E successe esattamente così. Hinata vide i suoi capelli scuri, lunghi e bagnati, le gocce d’acqua che rendevano quel volto ancora più pallido e fatiscente. Inconsciamente, trattenne il respiro.
Neanche questa volta avrebbe detto nulla, lo sapeva.
Anche questa volta Neji avrebbe chiuso gli occhi, fingendo di non vede che stava piangendo.

 

* * *

Questa, tema sia una coppia che piace solo a me. Non so come mai, ma mi piace pensare a un possiblie rapporto fra Neji e Hinata, senza sfociare nel romanticismo, ma andando oltre le semplici parentele.
Comunque sia.
Ho realizzato la NejiTen, come richiesto. Prendo in commissione SasukeSakura, NarutoHinata e tenterò una SakuraItachi. Potrei anche provare un blando approccio alla ShikaTema. Rabbrividisco al solo pensiero, ma se ho scritto una Ron/Hermione... Tenterò.
Quasi dimenticavo. Rullo di tamburi, perché la prossima storia è il turno del tanuki schizzofrenico e della kunoichi capelli rosa cicca. Ebbene sì...

Next => [Gaara e Sakura] Shiver "Detestava quegli occhi. Ma ancora di più, la disgustava desiderare sentirli su di sé..."

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Capitolo 3
*** [Gaara e Sakura] Shiver ***


Untitled Document Sakura si fermò di colpo, il suono delle scarpe che rimbombava sul pavimento della scuola, oramai deserta. Rabbrividì, sentendo una familiare sensazione di gelo, come un brivido lunga la schiena. Conosceva quel disagio, la voglia di fuggire lontano, pur non riuscendo a muovere un muscolo.
Per il terrore.
Le bastava questo. Non doveva neanche girarsi, aveva la consapevolezza che lui era lì. I suoi occhi erano puntati sulla sua schiena, e quasi riusciva a percepire le pupille che vagavano su ogni centimetro del suo corpo. Tentò in tutti i modi di costringersi a ignorare loro e quell’atmosfera fredda ed elettrica che la sua sola presenza sapeva formare. Si girò di scatto, decisa, questa volta, a sostenere il suo sguardo.
Ma come sempre, quando incontrò quella pelle bianca, quei tratti freddi e capelli color sangue, le mani che s’incrociavano al petto, come ogni volta … Bastò il semplice bagliore verdastro di quelle iridi, quelli occhi spiacevoli che odiava con tutta sé stessa, quegli occhi che la disgustava profondamente desiderare sentire su di sé.
Quegli occhi di cui non riusciva di fare a meno.

<< Cosa vuoi, Gaara? >>, mormorò a mezza voce, tentando un passo indietro.

<< Quello che voglio sempre… >>, rispose lui con voce apatica, avvicinandosi.

I suoi passi erano leggeri, quasi inudibili. E quando fu talmente vicino che le sarebbe stato impossibile evitare quello sguardo, quando fu talmente vicino da sentire il suo respiro sulla pelle, le mani che la sfioravano…
…Ancora una volta, Sakura chiuse gli occhi.

 

* * *

Ho scritto questa drabble in un momento di ispirazione igiustificata, ma ciò non mi ha impedito di arrossire ogni cinque secondi. E' una delle cose più imbarazzanti che abbia mai scritto. -////-
Oh, beh, perlomeno spero sia valsa qualcosa. Ditemi che ne pensate.
Ho preso ufficialmente in commissione i seguenti pairing.

Sasuke/Sakura
Naruto/Hinata
Lee/Sakura


Cercherò di fare del mio meglio per una Itachi/Sakura, ma Sasuke/Hinata...? Non voglio criticare o esprimere giudizi, ma quasi come una Lee/Temari...
...Sfortunatamente per me, mi piacciono le sfide. Vedrò quel che riesco a fare. Non escludo neanche una ShikaTema. Ma sicuramente, che la vogliate o no, vi beccate la ShikaIno :p

alla prossima, suzako.

Next=> Who I Really Am [Neji e TenTen] "...Ma lei riusciva a vedere una meta, in quegli occhi vuoti e senza pupilla, quel colore puro, intoccabile e lontano: eppure concreto e reale."

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Capitolo 4
*** [Neji e TenTen] Who I Really Am ***


Untitled Document La Città è immensa, le sue strade sono rumorose e caotiche, sporche e prive di meta. Ognuno prende una via diversa, ma non c’é un luogo dove portino, non c’é un posto da raggiungere: ti puoi solo perdere fra mille vicoli, arrancare fra i ponti, fino a scordare chi sei
Ma per lei, c’era una meta, un punto d’arrivo, in quegli occhi vuoti e senza pupilla, quel colore puro e privo di macchie: intoccabile e lontano, eppure, concreto e reale.
TenTen amava più di ogni altra cosa perdersi in quello sguardo, anche se di fronte a lei restava sempre freddo e impassibile, e sembrava cieco alle sue attenzioni, troppo occupato a fissare un destino già scritto, un futuro implacabile.
Neji era sempre distante, voltato da tutt’altra parte, concentrato a guardare qualcosa di talmente lontano da risultarle inafferrabile e sfocato, perso nel suo contorto significato. E anche se lei non riusciva a comprendere, anche se sapeva che lui era irraggiungibile, e che la sua figura risultava opaca, avvolta da una fitta bruma ai suoi occhi trasparenti, solo lì, in quel cielo bianco sfumato che sognava nelle notti inquiete, e vedeva ogni giorno, sempre più freddo e distante, riusciva davvero a ricordarsi chi era.



* * *

Un po' troppo introspettiva, forse. Non mi soddisfa molto, ma spero sia comunque di vostro gradimento.
Allora... E' successa una cosa imbarazzante... Diciamo... ecco, vedete... hoscrittounashikamarutemariallafine! >.<
Non so come e neanche perché... Ma a questo punto non c'é nulla che possa fermarmi. Quindi, prendo ufficialmente in commissione anche la SasukeHinata e la KibaHinata (adoro questa coppia! Grazie di averla suggerita!).
E ovviamente vi beccherete i Fratelli della Sabbia con anesso sandcest, ma non so ancora quando.

Prima che mi dimentichi, rispondo in breve.

Per chi vuole sapere come mai non scrivo fic lunghe... A dir la verità non saprei. Credo che finita questa raccolta incomincerò qualcosa. (o meglio, finirò.) Oppure pensavo di fare una raccolta do one-shot lunghe, sempre su questa linea. Come vi sembra, come idea? Credo potrebbe funzionare.
Diciamo che la KibaHina l'ho fatta di mia volontà, eh! (se, basta crederci)
Una domanda, illuminatemi. Chi diamine è Kin?!
Kimmimalfoy, ti ho inviato un'email. Attendo risposta, magari. :)

alla prossima,

suzako

Next => Thing I'll Never Say [Sasuke e Sakura] "...Ci sono molte cose che non ti ho mai detto, Sakura."

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Capitolo 5
*** [Sasuke e Sakura] Things I'll Never Say ***


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Ci sono tante cose che non ho mai detto.
Non credo si possano considerare bugie. Semplicemente, ommissioni.
Ma in fondo, a chi poteva interessare? Che importanza poteva avere?
Anche se avessi gridato, non mi avrebbe sentito nessuno.
Ti ho sempre odiato, fratello.
Le parole non avrebbero riportato nulla indietro. Le parole non mi avrebbero fatto stare meglio.
Perché non sono mai, abbastanza, Padre?
Le parole erano sciocche, erano per i deboli. E io non sarò debole, mai più.
Io non ho bisogno di nessuno. Perché nessuno, in realtà, ha bisogno di me.
E’ per questo che ci sono troppe cose che non sai, Sakura. Ci sono troppe cose che non ti ho mai detto, e che non capirai di certo, perché non lo permetterò.
Non te lo dirò mai.
Non ti dirò mai che il tuo sorriso mi fa sentire meglio. E’ una sensazione strana, quasi fastidiosa, perché fuori dal mio controllo. Ma quando i tuoi occhi brillano in quel modo, ed è come se l’aria fosse più luminosa, e io vorrei poterti guardare per sempre.
Non ti dirò che avrei voluto che le cose fossero diverse. Avrei voluto non essere così sbagliato, così incapace di parlarti sinceramente, di mostrarti chi sono. O forse, semplicemente, chi vorrei essere. Vorrei essere una persone capace di stare al tuo fianco, di ridere come te, senza pensieri e senza incubi. Ci sono così tante cose che vorrei imparare.
Non ti parlerò di tutte le volte in cui avrei voluto toccarti, anche solo per un secondo. Semplicemente sfiorarti la mano, sentire i tuoi capelli fra le dite, il calore della tua pelle.
Vorrei guardarti dormire, Sakura.
Tu mi hai mai sognato?
E’ tardi. Il sole non brillerà ancora a lungo.
E allora riposa, chiudi gli occhi.
Io sono stanco di odiare. Sono stanco di fingere.
M solo per questa notte…Penserò a te.

 

* * *

Sakura e Sasuke. Moltissima gente adora questa coppia, ma a me proprio non fa effetto.
E a voi che ve ne frega del mio parere? Giusta domanda, ma era solo per giustificare il fatto è che davvero troppo sdolcinata e fuori personaggio. Scusate, ma non sempre riesco a dare il meglio.

Uh, continuano a fioccare commissioni. Le riguarderò tutte con calma più tardi, ma allega la lista dei drabble che debbo ancora scrivere, ma confermati fino a questo momento.

Naruto/Hinata
Naruto/Sakura
Itachi/Sakura
Kankuro/Sakura
Lee/Sakura

Alla prossima, suzako.

E domani... La coppia che tutti (?) attendevate:

Next=> Sour Girl [ShikaTema] "Ogni cosa in lei era come veleno..."

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Capitolo 6
*** [Shikamaru e Temari] Sour Girl ***


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Ogni cosa in lei, era come veleno.
Shikamaru non avrebbe saputo dire esattamente quando fosse successo, ma nel momento esatto in cui se ne accorse, fu già troppo tardi. Quel veleno, per lui, era diventato una droga, e oramai era dolorosamente chiaro quanto ne fosse dipendente.
Ogni curva del suo corpo, dal contorno sinuoso della labbra scarlatte , al profilo dei suoi fianchi, sembrava avere un potere ipnotico, in maniera cattiva e perversa. I suoi sorrisi avevano qualcosa di cupo e crudele, una nota di oscurità bassa e vibrante: non erano mai luce o purezza. Tutto in lei faceva avvertire un inquietante, densa, ma in qualche modo eccitante nota di pericolo.
Aveva le dita fredde come ghiaccio, e la sua pelle era liscia e algida, quasi inverosimile sotto il tocco dei suoi polpastrelli; ma allo stesso modo, le loro labbra sembravano bruciare al contatto.
Ma quando aveva incominciato a non poter più fare a meno di sentire quell’odore così pungente e quasi inebriante, un incenso che irretiva i sensi, e lo lasciava con gli occhi foschi e il battito cardiaco a mille? Com’era possibile che fosse finito in una situazione del genere?
Per uno come lui, era decisamente troppo complicato.
Ma allo stesso tempo, come poteva liberarsi da quella sensazione? Quell’impazienza, nervosismo e depressione che la sua semplice assenza bastava a causare. Quella dannatissima dipendenza che lo lasciva a fissare il vuoto, fra l’incoscienza e la veglia, impossibilitato a dormire o fare un pensiero coerente.
Era come un veleno.
Lentamente lo aveva assuefatto, lentamente lo aveva reso schiavo, incapace di fare a meno di quella sensazione. Non era felicità, non era completezza, non era neanche pace o calma. Dolore.
Un dolore bruciante e continuo, soffocamento e paralisi dei movimenti.
Tutto in lei era veleno.
Eppure, Shikamaru non riusciva di farne a meno.

 

* * *

Beh? Allora, non mi paice questa coppia. Non è un mistero per nessuno. Ma visto che l'ho scritta comunque, e visto che c'é tanta gente che apprezza il pairing... Beh, ve la leggete, e sapete che vi dico? Commentate pure, o è la volta che m'arrabbio! Commentate! XD (ovviamente sto schlerand- ehm, scherzando!)

Spero comunque abbiate apprezzato.

Un breve avviso generale: questa fic sarà probabilmente un po' più lunga di Just a Little Pain. Di pairing ne mancano ancora parecchi, oltre a quelli che magari ripeterò due volte. Quindi, anche se so che c'è qualcuno che non sta nella pelle per leggere di una certa coppia... pazientate^_^

Next => [Hinata e Naruto] On a Winter Day: "Le lancette dell'orologio segnavano le quattro passate. In quel momento, Hinata lo realizzò con dolorosa certezza: non sarebbe arrivato..."

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Capitolo 7
*** [Naruto e Hinata] On a Winter Day ***


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Hinata si portò le mani alla bocca, soffiando sulla pelle gelida e spaccata dal freddo.
I fiocchi di neve cadevano al suolo pigramente. L’aria era rarefatta e satura di odori e suoni, provenienti dalle numerose pasticcerie e negozi aperti.
Novembre non era ancora finito, ma l’imminente arrivo delle feste la gettava in uno stato di profonda inquietudine. La formalità con la quale venivano onorate le ricorrenze nella sua famiglia la faceva sentire inutile e fuori posto. Gli occhi taglienti di Neji le ricordavano la sua inadeguatezza, le parole affettate di suo padre e i gesti di stizza della sorella le ricordavano che era solo un peso.
Stava aspettando esattamente da trentadue minuti. A quel punto, lo realizzò con dolorosa chiarezza: non sarebbe arrivato. Eppure, lei era ancora lì.
Tipico, avrebbe detto suo padre, delle ragazze deboli e prive di determinazione. Esattamente come lei. Ma chi era lei, poi?
No, Naruto, non sarebbe arrivato, constatò guardando nuovamente l’orologio da polso. Così, a passi lenti, quasi speranzosi, si allontanò dal Ramen shop, pur restando con le orecchie tese a cogliere qualsiasi richiamo, gli occhi che vagavano da un lato all’altro della strada nel disperato tentativo di riconoscere un volto conosciuto. Nessuno sarebbe venuto, lo sapeva, eppure…
<< Non credo che le cose potrebbero funzionare fra voi due. Siete troppo diversi, Hinata-sama. >>
Si era illusa, ed era giusto soffrisse così. Come monito per il futuro.
<< C-Come? Oh… Ma, ma certo che mi piaci, Hinata! >>
E non stava piangendo. Non sono debole, padre.
<< Dovresti comportati più come una degna Hyuuga. Non disonorare la casata principale. >>
Aveva voluto crederci. A ogni costo, aveva voluto crederci.
No, non stava piangendo…

<< Perché stai piangendo? >>

Quella voce, non poteva essere reale.

<< C-come… Tu, cosa…? >>

Sì, certamente era tutto frutto della sua sciocca mente.

<< Ehi, ehi, non ma è solo per il ritardo? Mi dispiace, davvero, ma in fondo sono solo le… OH DIAMINE, sono già le quattro e un quarto? Scusa scusa scusa scusa! >>

Il flusso continuo e concitato delle parole di Naruto le impedirono di fare anche solo un pensiero coerente, mentre le tracce bagnate sulle sue guance evaporavano a causa del rossore.
E anche se era stupido, anche se avrebbe dovuto essere arrabbiata, con lui e con sé stessa, Hinata non poté farne a meno, e buttandogli le braccia al collo, sorrise.

<< Grazie… >>


* * *

Questa è per chi diceva che le mie fic sono tutte corrente di pensieri, non si vede che è AU, e non succede nulla :p
Più lunga del solito, anche.

A dire la verità, c'erano due possibilità per questa drabble: infatti avevo pensato a un finale alternativo, dove Naruto non arrivava, e la storia si evolveva in Hinata/QualcunAltro. Solo che questo avrebbe fatto risultare Naruto un *&%"x, e la cosa non mi piaceva molto. è____é

/me adora Naruto^^ E' così tenero!

Lasciamo stare le divagazioni: rullo di tamburi, perché il prossimo capitolo è...

Next=> Crimson Beautiful [Itachi e Sakura] "Sin dalla prima volta in cui li aveva incrociati, in quegli occhi aveva letto una sorta di inquietante e tacita premonizione..."

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Capitolo 8
*** [Itachi e Sakura] Crimson Beautiful ***


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Sakura Haruno non aveva mai avuto un particolare intuito, né credeva nei presentimenti, nelle superstizioni o nel destino.
Eppure, ricordava chiaramente cos’aveva provato, la prima che aveva incrociato quegli occhi…
Rosso sporco del colore del sangue ancora vivo e caldo.
…E non aveva potuto fare a meno di leggerci una sorta di inquietante e tacita premonizione.
Come ogni volta in cui li percorreva, i corridoi della casa erano silenziosi e vuoti, l’aria sembrava ancora più ferma, i suoi respiri si facevano inconsciamente più brevi
I passi di Sasuke non facevano alcun rumore sul legno, mentre i suoi rimbombavano con fastidiosa evidenza, facendola sentire ancor più fuori posto.
La sua stanza, sempre uguale. Le sue mani, sempre fredde, sempre le stesse, a ripetere gli stessi meccanici movimenti. I suoi occhi neri restavano spalancati, come a cercare qualcosa che non c’era.
Sin dalla prima volta, sapeva che sarebbe successo.
Sapeva che Sasuke ad un certo punto si sarebbe alzato, sarebbe stato chiamato dal padre o dalla madre, e l’avrebbe lasciata sola, sulle lenzuola stropicciate, nella stanza in penombra.
E sapeva che lui sarebbe arrivati, gli occhi che brillavano leggermente nella semioscurità.
Ma lei non avrebbe abbassato lo sguardo.
All’inizio, erano stati solo silenzi.
Sasuke non si era mai accorto di nulla, la sua ipocrisia stupiva anche sé stessa.
Poi la sua mano l’aveva sfiorata, ed era stata come un pezzo di ghiaccio sul suo viso.
Lui non aveva cambiato espressione.
E poi quelle mani, dal viso, erano scese più giù. Con lentezza esasperante, con crudeltà studiata.
Non lasciava segni sulla pelle, ma si sentiva comunque sporca.
Ma ad un certo punto, Sakura si era accorta che quel semplice contatto non era abbastanza.
…Sasuke non si era mai accorto di nulla, gli occhi di Sakura continuavano a sorridergli.
Ma forse, se lui si fosse soffermato di più a guardarla, avrebbe notato quell’impercettibile, accennata macchia di porpora che andava espandendosi nelle suo iridi smeraldo.
Il marchio che Itachi aveva lasciato su di lei, e che la contaminava lentamente.





* * *
Piccola vendetta personale nei confronti di Sasuke. Non prendetela a male ^_^
Spero sia stata di vostro gradimento. Come sempre, mi raccomando, commentate, anche se immagino che il pairing non sia proprio alla portata di tutti.
Per una volta, non ho altro da aggiungere.

suzako

Next => Sand Siblings [Papercut] "Il primo taglio era alla base dell'avanbraccio. Per te, madre. Il prossimo sarà migliore."

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Capitolo 9
*** [Sand Siblings] Papercut ***


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Temari entrò sbattendo violentemente la porta di casa. Gettò un’occhiata veloce all’orologio: mezzanotte passata. Quel dannato lavoro l’avrebbe uccisa…
Vagò con lo sguardo per la stanza, riconoscendo la sagoma di Kankuro, immerso davanti al piccolo teleschermo.

<< Kankuro… Che stai facendo a quest’ora? >>

<< Direi che non sono fatti tuoi. >>

Temari strinse i denti. La voglia di urlargli contro era forte, ma era stanca di lottare.

<< Dov’è Gaara? >>

<< Non lo so, e neanche mi interessa. >>

Con un ultimo sospiro, la ragazza si addentrò nel corridoio.
La porta della stanza di suo fratello minore era quella più in fondo, così nascosta da sembrare invisibile. Si avvicinò lentamente, con cautela, senza fare rumore.
Appoggiò un palmo sulla superficie liscia e coperta di graffi del legno.
A volte passavano giorni prima che riuscisse a incrociarlo e vederlo in viso: le occhiaie sempre più marcate, e la pelle delle braccia segnata da tagli sui quali non era sicura di voler sapere altro…
L’espressione sempre più vuota e apatica.
E come ogni volta era lì, dopo una giornata di silenzi, solitudine e rabbia, appoggiata al muro che li separava, seppur di pochi passi.
Gaara sapeva che lei era là fuori, e Temari stessa, in qualche modo, riusciva a percepirlo.

la luna piena filtrava dal vetro rotto della finestra, nella stanza buia.
Il primo taglio era alla base dell’avambraccio, il metallo freddo sulla pelle.
Questo è per te, madre. Una vita per una vita, come padre diceva sempre.
[The next one will taste better, I swear]
Il secondo taglio poco sopra l’arteria del polso. Il sangue cadeva sul pavimento, formando macchie scure rappresse. Per te, sorella.
[Don’t call yourself my sister]
La lametta cadde senza rumore per terra.
[If you get in my way, I will kill you..]

Temari guardò un ultima volta la sottile parete. Se solo i suoi occhi avessero potuto passarci attraverso…
…Ma lei, era sicura di voler vedere?
Scosse la testa, allontanandosi a passi leggeri, come ogni volta.

La luce della luna filtrava nella stanza.
Risuonava un singhiozzare irregolare.
Anche quella notte, non sarebbe venuto nessuno.

 


* * *

Mh... Un po' troppo forte? ;)

Papercut significa tagliacarte, ma se proprio volete trovare un remoto collegamento con la storia, vi consiglio di dare un'occhio al testo della canzone dei Linking Park.

Grazie per i commenti alla ItachiSakura. Non l'avrei mai detto che sarebbe piaciuta a tutta quella gente, è stat una bella sorpresa! Potrei anche scriverne un'altra chissà. Riguardo agli altri pairings, come sempre, pazientate: arriverò il turno di ognuno (nei limiti del possibile).

Next => [ Sasuke e Hinata ] Don't look back in anger: "E tutta la rabbia, il dolore, l'odio, si estinguevano, in quegli occhi trasparenti e limpidi, senza fare rumore..."

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Capitolo 10
*** [Sasuke e Hinata] Don't look back in anger ***


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Sasuke Uchiha detestava una lunga serie di cose, molte delle quali erano talmente nascoste nella profondità dei suoi pensieri, che neanche lui stesso avrebbe saputo riconoscerle.
Ma erano esse, su cui si basava la sua esistenza, nonostante avesse quasi finito per dimenticarne la ragione. Chi era quell’uomo che lo desiderava uguale a qualcun altro? E quella donna, dagli occhi tanto dolci quanti tristi?
Anni e anni passati a puntare verso un unico scopo. Per lui il dopo non era contemplato: avrebbe ucciso suo fratello, e quello sarebbe stato più che sufficiente.
Ma perché, poi…?
A volte, dimenticava le ragioni, i pensieri che lo avevano portato fin lì.
Lui doveva odiare. Con che diritto poteva sorridere e desiderare di vivere, quando tutto ciò che gli era caro aveva le orbite vuote, e la pelle mangiata dai vermi?
Odiare. Eppure, in alcuni momenti come mai, si accorgeva di quanto fosse difficile
Occhi colore delle nuvole lo scrutavano da lontano.
Come poteva odiare quegli occhi?
Come poteva girarsi e affrontare quello sguardo?
L’espressione di chi, come lui, aveva sofferto, ma era stata capace di vivere oltre il dolore.
E non poteva voltarsi, perché sapeva che se lo avesse fatto…
Se il suo sguardo pieno d’odio avesse incontrato la pace e l’accettazione di quegli iridi
…Tutto avrebbe perso senso, e anche il suo desiderio di vendetta, la sua voglia di lottare, l’ambizione che lo aveva portato fin lì, sarebbero diventati un ricordo, lontano e irraggiungibile.

<< Perché i tuoi occhi sono così pieni d’odio, Sasuke-kun? >>

E lui non aveva risposto.
Aveva stretto i pugni.

“Cos’altro mi rimarrebbe, senza?”

<< Non è quello di cui hai bisogno… >>

“Non ho nient’altro.”

E lui non aveva risposto.
Aveva stretto i pugni.
Ed era corso via.
Perché lo sapeva.
Sapeva che era vero.
E faceva male.


* * *

Ieri non sono riuscita ad oggiarnare... shame on me! XD
E qua si riprende con il flusso di pensieri che vi piace tanto, oltre che alle situazioni talmente accennate da non essere neanche AU. Ma inventarsi qualcosa con Sasuke e Hinata è stato difficile, quindi spero capirete.
Un'altra cosa: mi sono rotta di scrivere dell'emo-boy. Quindi, niente più richieste con Sasuke di mezzo. Stop. Fine. Caput.

Ricapitolando, le coppie che debbo ancora fare sono le seguenti.
KankuroSakura
NarutoSakura
KibaHinata
LeeSakura

E forse un'altra ItachiSakura e un'altra NarutoHinata...
Mi spiace, ma temo di dover declinare le richieste di LeeTemari e ItachiTemari... intendo... Spero capirete.
La prossima non l'ha chiesta nessuno, ma io la scrivo lo stesso. Ci sarà un piccolo spoiler.

Nex t => Shikamaru e Ino [Thank You For Smoking] "Ino gli avrebbe dato ancora un po' di tempo per gettare la dannata sigaretta, e tornare a guardare lei e soltanto lei..."


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Capitolo 11
*** [Shikamaru e Ino] Thank you for smoking ***


Untitled Document
L’odore delle sue sigarette era penetrante e intenso, il fumo torbido e sinuoso ammaliava e intorpidiva i sensi, creando scie di fumo quasi ipnotiche.
Ed era per quello che lo detestava.
I suoi occhi azzurri si concentravano fino a farle male sulla piccola brace, seguendo i movimenti della mano che la portavano da mezz’aria a quella bocca, e viceversa, con ritmo cadenzato.
Il letto sfatto si impregnava ben presto di quel tanfo, e Ino stessa poteva quasi percepirlo su di sé, fra i capelli che le solleticavano il viso, le mani su cui si appoggiava il mento, le labbra che premevano fra di loro in una linea sottile.
E come ogni volta si alzava di scatto, senza dare alcuna spiegazione, perché nessuna spiegazione le era chiesta: lei gli avrebbe dato il tempo di una doccia, il tempo di lavare via quella sensazione di impurità e malessere, per spegnere la stupida sigaretta, e tornare a guardare lei, e soltanto lei.
Dannato Shikamaru.
Come molte altre volte, il fumo precedente era stato rimpiazzato da una nuova stecca, e lui la guardava con aria semi-annoiata e un pizzico di sfida. Se gli piaceva giocare col fuoco…
A lei bastava avanzare di qualche passo, afferrare con un movimento fulmineo la sigaretta per spegnerla fra le dita: non le interessava del dolore e del marchio che lasciva il fuoco sulla pelle. Lei era forte, e pur non avendo bisogno di nessuno, di lui non poteva fare a meno: era quello il suo vizio, la sua droga.
Dove fino a un attimo prima c’era stata la carta umida al sapore di nicotina, si sostituivano le sue labbra, e dove cadeva la cenere fredda, c’era il calore del suo peso…

…Sì, Ino era sempre stata brava ragazza: avrebbe fatto qualsiasi cosa per far smettere un brutto vizio ad un amico.

 

* * *

L'ho già detto che vi amo alla follia? °_____°
Sono completamente andata, scusate, ma concedetemi che scrivere questa fanfic è una delle cose che mi abbia dato più soddisfazioni. Non so come ringraziarvi per il vostro appoggio e i commenti sempre più belli, mi rendono davvero migliori le giornate.

Ma non divaghiamo. Com ho già detto, vi prego, basta Sasuke. In questa raccolta ha già fatto abbastanza danni, lasciamo a compatirsi sul suo triste destino, ecco.
Mi devo far venire qualche idea al più presto, ma come diamine si scrive una KankuroSakura? ç___ç
Ah, ce la farò.

Speravate di esservi liberati di Kakashi così facilmente?! Illusi!

suzako

Next => Broken Halleluja [Kakashi e Sakura] "E le sue labra emisero quel suono, quel rotto e freddo Halleluja..."

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Capitolo 12
*** [Kakashi e Sakura] Halleluja ***


Untitled Document C’era un accordo particolare, una vibrazione diversa nella sua voce.
Non esattamente un suono, più una nota grave e continua.
Sakura scrutava il cielo grigio, appoggiata al muro umido della scuola, persa in quel vento freddo che le arrossava le guance e le faceva tremare le spalle.
Lo stava aspettando. Sarebbe uscito a breve.
E mentre attendeva, le venne in mente una canzone che doveva aver sentito molto tempo addietro, in un’altra terra e sotto un altro cielo. Com’era che faceva?
La quarta, la quinta e il diesis, la minore abbassa, la quarta e…
Un freddo e malinconico requiem? No, non era quello.
Finalmente udì il familiare rumore di passi, lenti e trascinati. Si staccò dal muro, per osservarlo meglio, prima di seguirlo. E mentre guardava, non poté fare a meno di chiederselo.
Perché teneva sempre la testa china, e i suoi occhi non si alzavano mai verso l’alto? E perché non sembrava aver alcuna fretta di tornare a ‘casa’…?
Un luogo dove fare ritorno.
I suoi passi dietro di lui non facevano rumore. Kakashi non se ne era mai accorto. Non si era mai accorto di quegli occhi verdi che lo scrutavano da lontano, come di altre cose. Sakura teneva lo sguardo fermo sulla sua schiena, lasciando che i piedi si muovessero da soli, e la mente vagasse liberamente. Quel ritornello si fece nuovamente spazio fra i suoi ricordi, un suono basso e vibrante, come un quieto sottofondo. La quarta e la quinta, il minore abbassa…
Che cos’era? Dove l’aveva ascoltata prima?
Così straniata, non si accorse che Kakashi si era fermato. E continuò a camminare. La quarta, la quinta, il maggiore alza…
Pochi metri ancora, e gli sarebbe andata addosso.
Non era un requiem… Cos’era?
Si fermò appena in tempo, gli occhi spalancati e increduli, bruscamente riportati alla realtà.
Lui si era voltato, e adesso la guardava, ma senza che il volto tradisse alcuna emozione. Sakura non riusciva a parlare.
E poi lo sentì.
Solo un sussurro roco, ma era quello…
La quarta, la quinta, il minore abbassa e il maggiore alza.
Era stato solo un attimo, prima che lui si voltasse e tornasse a camminare. Ma questa volta i suoi passi avevano un suono diverso.
Sakura si mise al suo fianco. Era stanca di nascondersi.
…Un freddo e rotto Halleluja.





* * *

Halleluja, Jeff Buckley.
nient'altro da dire.

suzako


Next => Lee e Sakura [Imagine Sky High Above] "Hai mai immaginato...?"

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Capitolo 13
*** [Lee e Sakura] Imagine Sky High Above ***


Untitled Document Hai mai immaginato, Sakura?
Hai mai immaginato il cielo di un colore così puro da poter essere quasi sfiorato, e il riflesso terso dei tuoi occhi fondersi con esso in un’unica sfumatura?
L’ho sognato tante volte, e tu probabilmente lo sai.
Mi piace guardarti. E’ inevitabile, come i miei pensieri sembrino arrivare sempre a un solo punto d’arrivo, e quella meta sei tu. So che te ne accorgi, da come durante le lezioni, in classe, ti volti con aria turbata, come a voler scacciare un pensiero insistente. Eppure non riesco a farne a meno.
Forse per te è solo un fastidio, un inutile presenza, la mia. Ma so che non me lo dirai. Non mi parli, Sakura, non mi guardi. E ho paura di sapere il perché.
I tuoi saluti sono sempre un sorriso dolce ma distante, e mi dicono una sola parola:
Scusa.

Hai mai immaginato, Lee?
Hai mai immaginato un cielo dal colore così chiaro e trasparente da sembrare irraggiungibile, pur essendo così vicino da poterne sentire la freschezza?
A volte mi sembra di vederlo, riflesso nei tuoi occhi.
Li sento su di me, in ogni momento. A volte li immogino anche quando sono da sola, e il silenzio divento un quieto sussurro… Una voce familiare, un pensiero persistente. Forse, se solo mi voltassi, se solo riuscissi a trovare il coraggio, le cose andrebbero diversamente. Perché so chi sei, ma forse non so chi sono realmente io, cosa sento.
Non posso parlarti, non saprei cosa dire.
Non posso guardarti, finiresti per capirlo.
Ogni mio sorriso, ogni pensiero, è solo una richiesta.
Scusami.




* * *

Scusate, ieri non ho avuto proprio tempo di aggiornare.
Anche questa è ispirata a una canzone. Brutto segno. Oramai per farmi venire l'ispirazione devo svuotare la cartella degli mp3.
Comunque, mi raccomando, fatemi sapere.

suzako

Next => Kiba e Hinata [Don't make the others suffer for your personal hatred] "Era stanca di venir lasciata indietro, stanca di non alzare mai la testa. Per una volta sola, voleva essere lei a ferire gli altri."


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Capitolo 14
*** [Kiba e Hinata] Dont' make the others suffer ***


Untitled Document Hinata camminava per le strade semivuote delle sette di sera. Non aveva una meta precisa, semplicemente, desiderava fuggire.

<< I tuoi voti scolastici sono calati ulteriormente. Mi deludi molto, figlia. Pensavo che saresti stata capace di fare di più, ma mi sbagliavo… >>

Le parole di suo padre le riecheggiavano ancora nella mente, i suoi discorsi sempre educati e ben costruiti, ma più feroci di qualsiasi insulto. Non la guardava mai in faccia.
Presa da un impulso improvviso, corse, lontano dalle vie del centro, lontano da quegli occhi, e finì in una stradina buia e vuota, lontana da tutto. I suoi occhi incrociarono un cagnolino, abbandonato sul suolo fradicio. Completamente indifeso.
Hinata non era mai riuscita a tirare fuori la benché minima traccia di violenza, nonostante i continui allenamenti al dojo. Eppure, da qualche parte in profondità, doveva esserci una scintilla, un nervo che scattò esattamente in quel momento.
Come spiegarlo, altrimenti?
Come spiegare perché incominciò ad accanirsi sulla creatura, tirando violenti calci e pestoni, gridando, ridendo e piangendo allo stesso modo. Come spiegarlo?
Forse sfogarsi su qualcuno di più debole, come facevano tutti, l’avrebbe fatta sentire meglio.

<< Non ha senso fare del male agli altri per sfogare il proprio rancore personale, sai? >>

La voce apparteneva a un ragazzo, capelli scuri e occhi affilati, un’espressione di malcelata ferocia dietro la voce apparentemente calma.

<< Mi… Dispiace. >>, sussurò lei, senza forze. Cadde in ginocchio, respirando pesantemente.

Il ragazzo si avvicinò. Hinata rabbrividì, alzando gli occhi: forse l’avrebbe picchiata?
Contrariamente alle sue aspettative, si limitò a chinarsi, prendendo l’animale in braccio.

<< Chiedere scusa è inutile, adesso. Dovresti cercare di rimediare agli errori. >>, e detto questo, le piazzò l’animale in braccio.

Hinata sentì le lacrime premere per uscire, e si morse un labbro un forza: no, questa volta non avrebbe pianto. Avrebbe lottato, anche a costo di cadere ogni volta.

<< Scus-

Prima che avesse potuto concludere la frase, il misterioso ragazzo le aveva piazzato una mano sulla bocca, impedendole di dire altro.

<< Te l’ho già detto… Non serve scusarsi. >>

Hinata sorrise.

<< Allora… Grazie. >>




* * *

Fa schifo. Ve lo assicuro, la detesto.
E poi Hinata si comporta sempre allo stesso modo, eccheppalle. (ma questo credo sia colpa mia).

Facciamo il punto della situazione, gentlemen and gentlewomen. Quali mancano?
Se non erro, l'altra Itachi/Sakura, la Naruto/Sakura e la Kankuro/Sakura.
A proposito di quest'ultima, nota dolente. Non ho idee. Come diamine li piazzo Kanky e Miss Big-Babol? Se ci tenete datemi qualche idea, perché altrimenti la rimpiazzo felicemente con un'altra sui Sand Sibs (mica si può sempre parlare di Sakura, che cavolo.) Quindi... Facciamo altri quattro drabbles più il capitolo speciale (non chiedetemi come mi farò venire un idea. Le vie del signore sono misteriose e infinite... ehm.)

alla prossima, suzako

Next => Itachi e Sakura [Too much love will kill you] "Le sue parole erano fredde e pungenti, a volte crudeli, ma preziose come gocce di pioggia..."

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Capitolo 15
*** [Itachi e Sakura] Too much love will kill you ***


Untitled Document Sakura si sentiva amata.
Non era una consolazione, non un vezzo o un pensiero felice. Semplicemente, una constatazione.
Riusciva ad affermarlo con sicurezza, percependo il calore dei sorrisi che le venivano rivolti dai suoi genitori, dalle amiche più care come da quelle con cui era meno in confidenza. E soprattutto dalle parole di affetto i gli occhi di Naruto, oppure quando le mani calde si avvolgevano sulle sue.
Era una bella sensazione, no? Chi avrebbe potuto negarlo?
Era bello essere amati. Lei quindi avrebbe dovuto sentirsi felice, no?
No…?
E allora perché?
Perché sentiva comunque il bisogno di cercarlo, di sentire il suo tocco freddo e tutt’altro che delicato sulla pelle, i suoi occhi vuoti e i suoi baci violenti…? Perché era questo ciò che cercava disperatamente?
Non era amore, no.
Forse solo sesso, forse qualcosa di più.
Era il freddo dopo un’intera notte passata contro il suo corpo, la sensazione di estraneità quando lo incontrava fuori da quella casa, i suoi silenzi e le sue parole, così poche e improvvise, preziose come gocce di pioggia. Eppure lei gli parlava. Aveva la sensazione di doverlo fare, perché si trattava pur sempre di Sakura, ed era sempre allegra, e gentile, e proprio una brava ragazza.
Stronzate.
Lei gli parlava, perché in qualche modo sembrava fosse l’unico ad ascoltare davvero, invece che annuire vacuamente. Non ne era sicura. Forse non l’avrebbe saputo mai. Oppure l’avrebbe scoperto prima di quanto si aspettasse.

<< Dovrei essere felice. Soddisfatta così, intendo. >>

Aveva parlato con le labbra che gli sfioravano una spalla. Il suo respiro era pesante, mentre lui a mala pena si lasciava scappare un gemito, lo stronzo.

<< Mi amano molte persone. Naruto me lo dice continuamente. Non solo lui... Piaccio a un sacco di ragazzi, l’avresti mai detto? >>

Patetico tentavi di farlo ingelosire? Sakura aveva capito subito che una cosa del genere non sarebbe servita a nulla. E non era neanche ciò che desiderava. Appunto per quello, parlava liberamente.

<< Tutti vogliono l’amore. C’è chi ammazzerebbe per averlo… >>

E in quel momento, si era voltato, le coperte mosse appena dalla rotazione del corpo. Gli occhi semichiusi, ma più vivi e penetranti che mai.
Le sue parole erano pungenti, ma preziose come gocce di pioggia.

<< Too much love will kill you... >>


* * *

Spero che la frase finale non sia un po' ridicola, ma in italiano suonava davvero penosamente.
Prima Sasuke, e adesso Naruto. Parallelismo volontario fra le due storie, spero che l'idea non sembri troppo banale. Certo che Sakura è davvero una ragazzaccia.

Che vi amo l'ho già detto, ma dopo aver letto le ultime recensioni... Vi lascerò la mia eredità XD
Insomma, non potete chiedermi del Sandcest così, e pretendere che non mi commuova ç___ç
Beh, mi spiace per voi... Ma adesso ve lo beccate XD Kanky, non avercela con me.

Piuttosto, importante: visto che siete dei lettori tanto gentili e pieni di idee (SasukeHinata... Ho scritto una SasukeHinata... T___T) rendetevi ancor più utili, e datemi qualche idea per il capitolo finale: basta un immagine, una frase, una citazione, un situazione fra determinati personaggi, qualsiasi cosa. Help!

Alla prossima, suzako

Next => Naruto e Sakura [How it was meant to be] "E anche se non aveva importanza, anche se non significavano nulla, tutti quei momenti passati insieme...Naruto sapeva che non avrebbe dimenticato."


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Capitolo 16
*** [Naruto e Sakura ] How was meant to be ***


Untitled Document
Naruto sapeva perfettamente che molte cose non erano la sua specialità.
La scuola, prima di tutto. Lo studio non faceva per lui ma, ehi, dopotutto c’è altro nella vita.
Nella sua vita c’erano molte altre cose. C’era il maestro Iruka, Sasuke, tutti i suoi amici… C’era lei.
Naruto sapeva che fra le molte cose che gli erano negate, Sakura era una di esse. Sapeva che qualunque cosa avesse fatto, non sarebbe mai stata abbastanza ai suoi occhi, e questo semplicemente perché era lui a farla.
Ma questo non gli impediva di stare al suo fianco. Non gli impediva di tenerle la mano, in silenzio, ogni volta che il dolore era troppo grande, e le lacrime non ne volevano sapere di smettere. Quando l’indifferente freddezza di Sasuke era troppo, quando i suoi gesti e le sue parole diventavano come schiaffi, Naruto era là. E pensava che sarebbe andato bene così, anche senza gridare o combattere per lei. Conosceva Sakura, e dopo un po’ aveva capito che attirare le sua attenzione facendola arrabbiare: per quanto si sforzasse, per quanto tentasse in ogni modo, i suoi occhi restavano là, puntati sulla nuca del suo migliore amico, del loro migliore amico: ma non si voltava, non lo faceva mai.
Lui non capiva.

I suoi singhiozzi erano regolari e silenziosi. Non voleva che qualcuno la sentisse.

<< Sakura! Cos’è successo? Perché stai… >>

<< Lasciami in pace, Naruto, ti prego… Va via! >>

Non voleva che lui la sentisse.

Naruto la sfiorava appena, quasi avesse paura di farle male: lei era Sakura, e anche se voleva far credere a tutti di essere sempre forte… Non avrebbe potuto ingannare Uzumaki Naruto.
I suoi capelli avevano sempre un buon odore. Dopo aver pianto aveva notato che la sua pelle rimaneva rossa e irritata per un bel po’, e se non voleva farsi scoprire, nessuno doveva vederla per almeno mezz’ora.

A volte capitava che passassero intere lezioni sul tetto della scuola, a guardare il cielo. Anche con la pioggia.
Quando sentiva il suo respiro farsi più regolare, si accertava sempre che stesse dormendo, per avvicinarsi e osservarla meglio.
Era davvero bellissima.

Non erano tanto, quelle lacrime e quelle parole, quegli sguardi rari come numerose erano le volte in cui litigavano, e non significava molto, stare lì a fissare il vuoto, davvero non aveva gran significato, il tempo passato insieme. Probabilmente, per lei, davvero no.

Ma lui giurava a se stesso, che avrebbe ricordato quei momenti come i migliori della sua vita.



* * *

Naruto è così tenero^_^ Accidenti, Sakura deve essere davvero scema per non accorgersene! Insomma, è troppo pucci! Altri che Sasuke-kun! Bah...

Comunque, grazie ancora per i commenti, e visti che ve la siete cercata.... Eccola.


Next = > Gaara e Temari [Far Away] "Per quanto avessero sofferto, per quanto dolore avvesero provato... Non era mai cambiato nulla. Non avevano mai fatto nulla per lenire quella solitudine."


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Capitolo 17
*** [Gaara e Temari] Far away ***


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Le nuvole passavano lentamente, nell’aria torrida e secca del deserto.
Le giornate si trascinavano alla stessa maniera, in quella che si sarebbe potuta chiamare noia estiva, esausta attesa e malcelata impazienza. Temari, Kankuro e Gaara si erano ritrovati in quella casa come tutte le estati, portati lontani dalla routine cittadina da un padre invisibile ma presente come un’ombra, sempre protesa su di loro.
In realtà non lo vedevano mai.
Kankuro passava i suoi pomeriggi chiuso in stanza, la musica a palla e il caos sovrano. A volte usciva la mattina presto, per non tornare fino a sera. Cosa facesse, Temari non aveva voluto chiederlo. Le nuvole erano bianche e lontane, riflesse negli occhi opachi e privi di vita di Gaara. Temari non l’aveva mai visto dormire, e ogni ora di luce la passava al vetro sporco della finestra, a fissare quell’infinito di un chiarore accecante. Temari osservava, senza lasciarsi sfuggire nulla.
I giorni trascorrevano, e lei attendeva la pioggia. Per quanto fosse assurdo, avevano bisogno di pioggia.
Alla fine, era successo una mattina più nuvolosa delle altri, macchie grigiastre che occupavano un cielo opaco e sordo. Nonostante questo, gli occhi vacui di suo fratello minore erano fissi sul vetro, come gli altri giorni
“E’ vero. Nulla è mai veramente cambiato…”. Nonostante avessero sofferto, nonostante fossero stati soli così tante volte, nulla che li aveva mai avvicinati, nulla era successo. Il vento caldo del deserto soffiava, sollevando nuvole di polvere, il cielo si faceva sempre più grigio
Temari uscì, non sopportando più la claustrofobia. I suoi piedi affondavano nella sabbia.
[ Siamo nati sbagliati, da gente sbagliata.]
Le prime gocce di pioggia le caddero sul viso.
[Le risposte sono tutte nascoste nella sabbia.]
E l’acqua incominciò a scorrerle sul viso, sulle braccia, impregnandole i vestiti e offuscando il suo sguardo.
[Io non sto piangendo. Io sono forte.]
Alzò gli occhi a quel cielo. Era plumbeo, scuro, senza il minimo raggio di sole. Forse non c’era una speranza di cambiamento, per loro. Non ci sarebbe stato un miracolo, una via di salvezza. Ma la pioggia, la pioggia c’era. Anche se fino a quel momento non era successo nulla…Forse, un giorno, sarebbe avvenuta la loro rinascita.
[Solo una piccola percezione…]
Temari si voltò. La finestra era rigata dalla pioggia, ma vedeva quel volto. Vedeva quei capelli rossi come il sangue, gli occhi chiari e sempre spalancati. Ma quella volta, ne era certa:
Il suo sguardo non si perdeva fra le dune, non stava fissando un punto inesistente, un vuoto. Era fisso su di lei. Temari ricambiò lo sguardo, forse per pochi secondi. Forse per ore.
In quel momento, i suoi occhi non gli apparivano vuoti e morti come sempre, ma vivi, con una luce al loro interno che li rendeva attenti, umani.
Era stato solo un attimo, prima che la pioggia cessasse, ed essi tornassero fra i fantasmi del passato e le visioni del presente.
Solo un granello di polvere nell’immensità del deserto, prima che il vento lo portasse lontano.





* * *

Scusate per il ritardo, ma ieri ho avuto qualche problema. Spero che quest'ultimo capitolo vi piaccia. Manca solo l'epilogo, e rigrazio Jaly Chan che mi ha dato una buona idea :)
Questa drabble si può ricollegare alla precendete suo Sand Siblings, quindi, enjoy^_^

Ho notato un drastico calo nelle recensioni! Non potete farmi questo proprio adesso! Dovreste saperlo quanto ci tengo! *o*
Sforzatevi, suvvia XD

alla prossima, suzako


Next => Children [Nothing is gonna be alright] "Conosceva quegli occhi, come conosceva la solitudine. Eppure, non era mai stato in grado di salvare nessn altro da quello stesso, freddo inferno..."

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Capitolo 18
*** [Children gonna be alright] Mirror ***


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Naruto conosceva bene quelle strade, quei palazzi e le case, tutti i posti che aveva visto sin da quando era bambino. Non aveva mai badato particolarmente ai cambiamenti della città, fossero la chiusura di un particolare negozio, i lavori che modificavano una determinata strada.
Se lui fosse cambiato, la città se ne sarebbe forse accorta?
Lo specchio sporco e macchiato del bagno gli rimandava un’immagine distorta di lui, dove solo gli occhi erano visibili con incredibile chiarezza. Occhi azzurri, penetranti, spesso illuminati da uno sciocco sorriso: ma in quei momenti, sembravano bruciare. Naruto, da bambino, aveva tentato molte volte di capire cosa c’era di sbagliato nei suoi occhi. Sakura-chan glielo avevo detto spesso, i tuoi occhi sono davvero strani, e lo notava anche da come molte persone abbassavano lo sguardo, infastidite, davanti a lui.
Erano gli occhi, quelli, di chi era stato sempre solo. Di chi non aveva mai avuto un vero amico, di chi era stato sempre e unicamente disprezzato, chi non aveva ricevuto né affetto né comprensione.
…Quegli occhi, Naruto, non voleva vederli.
Lo specchio si infranse con un forte crash, le schegge caddero sul pavimento, sul lavandino, si andarono a conficcare nella pelle delle mani e delle braccia. Il sangue era scuro, tingeva e contaminava ogni cosa del suo colore, quel rosso cupo che ti inghiottiva come un inferno freddo e senza uscita, negandoti la possibilità di scappare.
Ma quegli occhi continuavano a fissarlo da ogni pezzo di vetro, e ogni pezzo di vetro sembrava conficcarsi ancora più in profondità…
Eppure, sapeva di non essere il solo, a provare quel dolore.

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Per Gaara, lo specchio era qualcosa di fastidioso, da evitare con lo sguardo
La propria immagine era già abbastanza orribile vista attraverso le pupille di Temari e Kankuro, i loro volti infastiditi e arrabbiati, timorosi nei suoi confronti. Bastavano quelli a ricordargli quanto fosse detestato e odiato, non c’era sicuramente bisogno di una superficie fredda e liscia, per farglielo capire. A fargli capire che era solo.
Eppure, lo specchio era più sincero. Di una sincerità odiosa, bestiale. Esattamente come lui.
Lo specchio era in grado, attraverso un semplice riflesso, di dirgli tutte quelle parole – anche le più orribili – che i suoi fratelli non avevano il coraggio di rivolgergli. Codardi.
Si guardava, e vedeva un mostro.
Assassino. Hai ucciso nostra madre. Hai ucciso Yashamaru. Assassino.
Si guardava, e vedeva un essere detestato e allontanato da tutti.
Vattene via, non vogliamo che tu stia qui! Non capisci? Non vedi che abbiamo paura di te? Che bisogno c’è di dirtelo, non lo ammetteremo mai. Quindi, fai un favore a tutti: va’ via.
Si guardava…
I tuoi occhi, sono spiacevoli.
…E scopriva che era meglio non vedere.
Aveva sempre detestato la vista del proprio sangue. Eppure, la verità, in quel momento, era stata troppo anche per lui. Un movimento fulmineo del braccio, il pugno serrato che andava a infrangersi su quel volto tanto detestato… E il sangue era ovunque. Sulle sua mani, sulla faccia, anche i vestiti ne erano impregnati; cadeva a gocce sul pavimento. Lo specchio infranto. E quell’immagine moltiplicata e ingigantita e riflessa, quegli occhi chiari e allucinati, quello sguardo, quegli occhi su di sé, sempre su di sé, gli occhi di tutti…
Era troppo. Decisamente troppo.

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Sasuke aveva passato molti giorni così, seduto sulle sponde di quel laghetto, nel parco vicino scuola. Guardava con scarso interesse la sua immagine riflessa nell’acqua, che appariva deforme e confusa, e solo i colori e le forme erano vagamente riconoscibili fra i riflessi perlacei. Tuttavia, non amava osservare sé stesso, neanche allo piccolo specchio che teneva in bagno. Guardare, significava ricordare. Ricordare quegli occhi scuri, i capelli neri, la pelle chiara…
Erano gli stessi. Gli stessi che aveva avuto ogni altro membro della sua famiglia… Ogni altro.
Lui compreso. Lui, più di tutti gli altri.
Quando giungeva la sera, e la stanchezza intorpidiva i sensi, permettendo ai fantasmi del passato di fare nuovamente ingresso sul presente, i suoi occhi si confondevano, e gli sembrava di intravedere qualcosa, tra i riflessi acquatici…
Un viso troppo simile al suo che lo fissava con odio, gli occhi rossi come un riflesso di sangue.
A volte, scrutando quell’immagine nell’acqua torbida, gli sembrava di vedere…
Quegli stessi occhi erano stati un tempo come i suoi, affettuosi e sorridenti.
…Il volto di suo fratello, confuso con il suo.
E a quel punto lui si ridestava, comprendeva, e allora bastava un calcio rabbioso, un sasso scagliato con forza su quel riflesso, e tutto tornava all’apparente tranquilla normalità. Lui era Sasuke, Sasuke Uchiha, e nessun altro.
Non era colpa sua. Non era colpa sua, quello che era successo, l’ultima notte.
Non era colpa sua se aveva perso tutto.
Non era colpa sua se quegli occhi, quelle fattezze, continuavano a tormentarlo in sogno, o anche quando il sole splendeva alto nel cielo, non era colpa sua se tutto andava storto, sempre e comunque. Madre, Padre, perdonatemi. Non sono stato in grado di proteggervi.
Perché li avrebbe vendicati, e quella era l’unica ambizione che lo teneva in piedi. Ma allora, quando avrebbe ucciso Itachi – perché lo avrebbe fatto – a chi avrebbe dato la colpa, di essere sempre e comunque solo?




* * *

E questa è la fine. ^_^
Arrivati a questo punto, sarebbe lecito qualcosa tipo un discorso scemo, dove ringrazio tutti i miei fantastici lettori per la meravigliosa esperienza che mi anno regalato, e VVTTTTTTB.
Ma vi risparmierò una cosa del genere.
Vi ringrazio, certamente, perché - diamine - se fare 'sta... roba è stato così divertente e soddisfacente, è in un buon 50% grazie alla meravigliosa media di 10 recensioni a capitolo, cosa che mai, e dico mai pensavo sarebbe successa a una come me. Venale? Sì. :3

Quindi, se adesso non faccio una cosa figa come la lista di tutti i nomi di tutti quelli che hanno recensito, è perché sono troppo pigra (shikamaru rulez) e perché mi dimenticherei sicuramente qualcuno, cosa assolutamente spregevole.
Quindi ringrazio tutti, e con tutti intendo dire chi ha recensito una volta, chi sempre, chi ha seguito questa serie da Just a Little Pain, chi l'ha messa tra i preferiti e chi no, chi ha dato solo un occhiata veloce... E chi ha letto senza commentare, perché è anche giusto che sia così.
Alla prossima.

Thanks, guys.

Ja Ne, suzako.



P.S. = Oddio spero di non essere caduta sul sentimentale: comunque, per quelli che senza drabble non vivono... Quelli di Helen Lance sono anche migliori dei miei, leggere per credere :P

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