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Riassunto:Tutto inizia alla fermata dell’autobus, una scorciatoia
attraverso il cimitero, un’incontro inaspettato, un’ amore improvviso.
Disclamer:
Credi che se fosse tutto mio sarei qua?!?!?
Note:
Chiedo scusa se ci sono errori grammaticali ma ho
fatto il possibile per eliminarne il più possibile. Accetto ogni tipo di
commento in quanto credo possano essere istruttivi(a
parte i “che schifo” o cose così). Ah, un’ ultima
cosa. So che i cimiteri di solito sono recintati e che i cancelli di notte sono
chiusi, ma per motivi di produzione ho dovuto cambiare le cose.
Una
mano sbucò da sotto un groviglio di coperte e scagliò la “cosa” che produceva
quel fastidiosissimo rumore lontano dalle orecchie della ragazza che dormiva.
La sveglia andò a sbattere contro un armadio con le ante colorate e smise di
suonare, facendo tornare la persona in questione nel mondo dei sogni.
15
minuti dopo
-
Jessica alzati! E' tardi! Muoviti altrimenti perdi il tram-
Una
voce soave come il suono delle unghie sulla lavagna, le perforarono le orecchie
e quando assimilò la frase si alzò di scatto dal letto e in tutta fretta
cominciò a vestirsi, cercando di trovare dei vestiti decenti in quella camera
che sembrava più un campo di battaglia: scarpe ovunque,libri sotto il letto(di
scuola naturalmente),la scrivania sommersa di ogni cosa possibile
immaginabile,cd ovunque e poi, nell’angolo, il suo indimenticabile borsone da
palestra. Aveva iniziato da qualche anno Boxe e non aveva potuto far scelta
migliore. Era uno sport che aiutava a scaricare i nervi e poi aveva acquistato
un’ottima tecnica di combattimento e, detto fra noi, le serviva, dato che si
cacciava sempre nei guai per colpa della sua boccaccia che non stava mai zitta,
dicendo sempre quello che pensava. E’ vero che bisogna sempre essere sinceri,
ma in certi casi, è meglio stare zitti. In ogni caso ora il suo problema più
grande era, sia prendere il tram,che più di una volta l’aveva lasciata a
piedi,sia trovare una maglietta da abbinare ai jeans. Jessica era una ragazza a
cui piaceva vivere la giornata senza troppe paranoie, non aveva peli sulla
lingua e quando si arrabbiava era meglio starle lontano, perché tutto ciò che
era a portata di mano, faceva una pessima fine.Quella mattina si era vestita con dei jeans scuri larghi strappati in
fondo, tenuti su da una cintura nera borchiata, una maglietta nera a maniche
corte un po scollata con sopra un teschio rosso,la giacca di pelle nera e le
Allstar nere. I capelli neri erano lasciati sciolti e le toccavano le spalle,
aveva gli occhi verdi/marrone; cinque buchi nelle orecchie e un piercing al
braccio sinistro poco sopra il polso. Quel pomeriggio aveva Boxe quindi, oltre
allo zaino con i libri, prese anche il borsone e corse giù dalle scale che la
portavano in cucina cercando di non uccidersi, per poi salutare la madre e
avviarsi di corsa verso la fermata dell’autobus, mentre s’infilava in bocca un
biscotto al cioccolato. La fermata del tram non era molto lontana da casa sua,
ci volevano cinque minuti con un’andatura tranquilla e dato che lei era in
ritardo, arrivò là in due minuti. Per una volta riuscì a non perdere il tram.
-
Allora sei ancora tra noi! Credevo ti avessero rapito!-le disse la sua migliore
amica Danielle, mentre si sedevano negli ultimi posti in fondo.
-
Haha…non vedi come sto ridendo?!?!?- rispose lei mentre estraeva dallo zaino il
suo unico e solo lettore mp3…. Non girava mai senza musica e di mattino era la
cosa migliore per svegliarsi. Accese l' mp3 e iniziò ad ascoltare le canzoni
dei Linkin Park con il volume a palla, mentre parlava con le sue amiche.
-
Diventerai sorda a forza di ascoltare quella soave musica a palla-le fece
notare Dany, ma lei fece spallucce e si mise entrambe le cuffie, chiuse gli
occhi e appoggiò la testa al finestrino non muovendosi fino alla fermata,
quando scese e svogliatamente si diresse a scuola. Come ogni giorno, lei e Dany
andarono a fare colazione in un bar vicino alla scuola e, dopo aver preso un
cornetto e un bicchiere di the a testa, si sedettero ad un tavolino e
cominciarono a chiacchierare del più e del meno.
-
Vediamo che ore abbiamo oggi-disse Jessy, mentre estraeva dallo zaino azzurro
un diario nero alto e il triplo del normale per tutto quello che c’era dentro.
-
Come se non lo sapessi….-disse Dany, mentre finiva il cornetto e n’ordinava un
altro.
-
Pozzo senza fondo!dunque, vediamo….Dio che giornata di merda!
1°ora economia
2°ora economia
3°ora detesto madrelingua
4°ora tedesco
5°ora inglese
6°ora inglese madrelingua
…...Si
sono sprecati a fare questo orario del cavolo!- disse, mentre con un sospiro chiuse
il diario e lo rimise in cartella. A lei piacevano molto le lingue straniere e
per questo aveva scelto una scuola dove si studiava inglese, tedesco e
spagnolo. La lingua che più l’affascinava era l’irlandese, o meglio il gaelico,
ma non conosceva nessuno che avrebbe potuto insegnarglielo.
-
Approposito…hai poi finito quella storia che hai trovato su internet?-le
domandò Dany mentre pagavano la colazione.
-
No ancora no….Però mi piace da impazzire!-disse con entusiasmo Jessy.
-
Immagino sia piena di sangue-
-
Naaaaa... ma c’è il protagonista che, anche se è un vampiro è un figo da far
paura!- disse
-
Devo ancora capire come fanno a piacerti le storie di vampiri... che poi tra
l’altro non esistono -
-
Questo lo dici tu! Come fai a saperlo? Non ti ho mai visto entrare in un
cimitero per andare a cercarli……. Poi hai anche paura dei cimiteri…. Come puoi
aver paura? E’ il posto più tranquillo che c’è! -
-
Ti sei risposta da sola! Per me è troppo tranquillo e poi tutte quelle
lapidi... brrrr… mi fanno venire i brividi. -
-
Allora una notte andremo a fare una passeggiata in un cimitero! -
-
Neanche morta…. Anzi, se fossi morta ci andrei, ma non ci passeggerei e….-
-
Lascia stare… scherzavo …va beh lasciamo perdere e prepariamoci mentalmente a
passare una giornata d’inferno!-disse Jessy mentre facevano le sei rampe di
scale che conducevano alla loro classe: 3B erica. La classe era al terzo piano
e, anche se c’era un ascensore, lo potevano usare solo i bidelli o i
professori, quindi quei poveri sfortunati(gli alunni)dovevano farsi da quattro
a sei rampe di scale con zaini da cento chili.
-
Poi sostengono che ai ragazzi viene la scogliosi o diventano gobbi… per forza!
Siamo sfruttati peggio dei minatori!- disse Jessy mentre faceva l’ultimo
scalino e arrivava davanti alla sua classe. Fece appena in tempo ad appoggiare
lo zaino che entrò la professoressa e la lezione iniziò. Fortunatamente
interrogò in base il giorno e dato che era il dieci marzo interrogò il numero
dieci e il venti, mentre lei essendo il tredici, poteva sonnecchiare
bellamente, aiutata anche dal fatto di essere nell’ultimo banco della classe.
La giornata passò lentamente e quando finalmente suonò l’ultima campana, in
fretta raccolse i libri e se la svignò, anche se sarebbe rimasta a scuola il
pomeriggio per fare un po’ d’allenamento col sacco. La scuola aveva organizzato
dei corsi di Boxe e lei era stata la prima ad iscriversi, ma dato che era
brava, se ne stava sempre da sola a fare a pugni col sacco appeso al soffitto,
mentre vedeva gli altri ragazzi dannarsi per riuscire almeno un pochino a
spostare il sacco rosso che pesava un accidente. Nella pausa pranzo andò al
forno a prendersi qualcosa da mangiare e, dopo essere tornata a scuola, rimase
nel giardino da sola a non fare niente appoggiata ad un albero.In teoria era l’angolo di quelli di
quinta.... ma solo in teoria. Stava seguendo con lo sguardo un gatto sul tetto
a cui era venuta l'idea di improvvisarsi funambolo, quando un rompiballe che si
schiariva la voce attirò la sua attenzione.
-
Guardate chi si vede, ragazzi-disse Yuri, uno sfigato ripetente di quinta,
mentre si rivolgeva ai suoi compagni dietro di lui che sghignazzavano per non
si sa quale cavolata detta da uno di loro.
-
Hei ragazzina non lo sai che questo è il nostro territorio?!-disse con un
sorriso da pirla stampato in faccia.
Jessica
non gli rispose e anzi, tirò fuori il lettore e lo accese, mentre allo stupido
cominciava a pulsare la vena sulla tempia.
-
Sto parlando con te!- disse e lei lo guardò, gli sorrise e poi disse
-
Ho una mosca fastidiosa che mi ronza nell’orecchio- fece il gesto con la mano
di scacciare la mosca, poi si girò e tornò a fissare il gatto che aveva deciso
di sopravvivere…almeno per quel giorno. Yuri, incazzato, si mise davanti a lei
e la guardò minaccioso. Lei con tutta calma si alzò e lo fronteggiò. Era già
pronta a mollargli un pugno, quando Mirko, il suo allenatore di Boxe, le si
avvicinò.
-
Allora che succede? Non lo sai che non s’importunano le ragazze?-disse a Yuri, il quale lo fulminò, si girò e
prima di andarsene seguito dalla sua banda di idioti le disse
-
Io e te non abbiamo ancora finito- e poi se ne andò.
-
Potevo cavarmela- disse Jessy, mentre entravano in palestra.
-
Oh, ma non ringraziarmi! E’ stato un piacere salvarti, mia donzella indifesa-
e, mentre diceva ciò, si mise in ginocchio mimando la parte del cavaliere.
-
Ok ok…grazie. Il fatto è che con un pugno lo stendevo!-disse, mentre iniziava a
estrarre le bende per le mani dallo zaino.
-
Lo so, ma non voglio che tu ti faccia una brutta reputazione-le spiegò .
-
Scusa, ma hai presente la mia reputazione attuale? Sono additata per come mi
vesto(neanche girassi in mutande), per la mia troppa sincerità e ora passerò
per quella che si fa salvare dal suo istruttore di Boxe, mentre l’allenatore in
questione sostiene che sono un fenomeno con il sacco…già…. Proprio una bella
reputazione! La prossima volta se fai qualcosa ti rompo le
gambine…capito?!?!?!?-disse con enfasi, mentre Mirko le fasciava le mani, per
poi ridere per quello che aveva appena detto.
-
Ok Rocky hai vinto! Dammi una mano prima che arrivino le altre.- disse lui
ridacchiando. In mezz’ora misero a posto la palestra, si cambiarono e poi la
lezione iniziò. Dopo due ore di pugni e calci la lezione finì. Jessy rimase ad
aiutare Mirko a mettere a posto la palestra e poi, dopo una doccia veloce, si
diresse alla fermata dell’autobus ma….sorpresa sorpresa …
-
CAVOLO! E’ vero che oggi c’è lo sciopero dei tram. *** ****, è mai possibile
che capitino tutte a me?! -.
Provò
a chiamare i suoi genitori ma non le risposero.
-
Figuriamoci se rispondono.- Così decise di andare a casa a piedi. Si avviò
verso casa e decise di prendere una scorciatoia per il cimitero…
-
Io non so proprio come una persona possa avere paura di andare in un cimitero
di notte… Mah!- Camminava con passo un po veloce per arrivare a casa il più
presto possibile, fino a quando non sentì uno scricchiolio alla sua destra. Si
voltò da quella parte e cercò di vedere oltre i cespugli, ma non vide niente
perché c’era già buio.
-
Me lo sarò sognato-Mormorò a se stessa,
e riprese il cammino, ma si sentiva osservata. Cercando di rimanere calma,
accelerò un poco il passo tendendo le orecchie al massimo. Dopo poco iniziò a
vederci meglio anche al buio. Lei adorava la notte, era tutto magico, le cose
si mostravano per quello che erano e di notte per strada s’incontrava altra
gente, che non fossero persone dirette al lavoro o ragazzi intenti ad andare a
scuola. Fu riscossa dai suoi pensieri da un rumore più forte degli altri, e
stanca di scappare si girò e urlò.
-
Avanti, esci so che sei lì dietro- Rimase ad aspettare e quando fece per
allontanarsi, sbucò da una siepe un gatto randagio che le corse in contro e la
superò, come se avesse il diavolo alle calcagna. Sospirò per calmarsi e fece
per riprendere a camminare, quando, dallo stesso cespuglio, uscì un uomo. O
meglio, sembrava un uomo se non fosse stato per gli occhi gialli da gatto, la
fronte raggrinzita e la bocca da cui uscivano due canini più lunghi del
normale. Le labbra erano talmente tirate da sembrare inesistenti. L’essere la
guardò rimanendo immobile. La studiò. Quando lesse la paura sul suo volto
ghignò, mostrando alla luna che splendeva in cielo, le zanne perlacee. Si
avventò su di lei che, per istinto, si scansò e cominciò a correre. L’essere
rimase immobile cercando di capire cosa doveva fare, quando due vampiri
uscirono da un gruppo d’alberi: uno era alto, spalle larghe, occhi e capelli
scuri tenuti su dal gel. Portava dei pantaloni di pelle nera, una camicia
anch’essa nera e uno spolverino lungo fino al polpaccio del medesimo colore;
L’altro vampiro aveva i capelli biondo platino tenuti indietro dal gel, occhi
azzurri come il ghiaccio. Portava dei pantaloni neri di pelle, una maglietta
nera che aderiva al petto scolpito ma esile, una camicia aperta sopra, uno
spolverino lungo fino a terra nero e degli anfibi sempre neri.
-
Cosa aspetti? Muoviti e vai a riprenderti la cena!- disse il vampiro biondo che
si chiamava Spike al vampiro che prima aveva attaccato Jessy. L’essere li
guardò, poi cominciò a correre con un ghigno in faccia.
-
Andiamo ad assistere?- chiese Spike all’altro vampiro più anziano di nome
Angelus.
-
Mmmmm…Ok. Tanto non abbiamo niente di meglio da fare- disse svogliato, mentre
tirava fuori dalla tasca dello spolverino delle sigarette e ne offriva una
all’altro vampiro per poi mettere via il pacchetto. Entrambi, tranquillamente,
seguirono il primo vampiro.
Era
quasi a casa, le mancava poco, aveva la milza che cominciava a dolerle, ma non
era niente in confronto alla paura di morire. Sentiva che l’essere era vicino,
così, mentre passava di fianco ad un albero, spezzò un ramo robusto e
ricominciò a correre. Corse sino a quando non si sentì tirare indietro con
forza, si sbilanciò e cadde a terra. Si sbarazzò degli zaini e si mise in
posizione di combattimento, mentre pensava che se sopravviveva a quella serata,
avrebbe smesso di leggere storie su vampiri. Perché ne era certa, QUELLO era un
vampiro!! Sapeva che esistevano vari modi per uccidere un vampiro: l’acqua
santa, mozzargli la testa o impalettarlo. E dato che non era vicino a una
chiesa e non aveva una spada ci rimaneva solo il paletto. Il vampiro le era di
fronte e la studiava, ma rimase sorpreso perché non trovò paura in lei Quella
di poco fa era completamente sparita, sostituita dall’adrenalina e dalla
rabbia. Fu così che gli altri due vampiri più anziani li trovarono, uno di
fronte all’altro a studiarsi.
-
Perché non scappa?- chiese perplesso Spike, mentre osservava quella ragazza non
percependo nessun tipo di terrore.
-
Avrà deciso di morire in modo originale- disse Angelus, mentre la guardava
notando che aveva una mano dietro alla schiena. Assottigliò gli occhi neri e si
avvicinò, seguito da Spike.
L’essere
la attaccò e lei si scostò senza difendersi. Voleva capire come combatteva.
L’attaccò un altro paio di volte e quando i due spettatori si stavano per
chiedere se era un balletto, lei colpì il vampiro con un pugno sul naso. Sentì
le ossa del naso cedere sotto il suo attacco e vide l’essere portarsi le mani
istintivamente alla parte che sanguinava copiosamente. I due spettatori si
stupirono della velocità con cui la ragazza avesse sferrato il colpo. Il
vampiro, infuriato, si avvicinò ancora. Lei fece un giro su se stessa e gli
diede un calcio in pieno petto. Al colpo successivo, il vampiro evitò il suo
calcio e cercò di colpirla, spaccandole un labbro, per poi afferrarla per un
braccio e avvicinare il suo viso a quello della ragazza alitandole in faccia.
-
Che schifo! Una mentina?- sdrammatizzò lei, pensando a come liberarsi.
-
E’ finita! Bella battaglia ragazzina- sussurrò Angelus ghignando, ma si stupì,
quando la ragazza diede un calcio molto forte in mezzo alle gambe del suo
assalitore e lo colpì ancora in faccia. Questa volta l’essere le morse la mano
e le sfuggì un gemito di dolore. Riuscì a liberarsi, tirò fuori il pezzo di
legno e, sperando di non sbagliare, centrò il cuore del vampiro che poco dopo
divenne polvere.
-
Meno male che in anatomia umana mi facevo prestare gli appunti- mormorò e poi
buttò il pezzo di legno per terra. Nello stesso momento in cui alzò lo sguardo,
si trovò davanti il vampiro moro che ghignando, la prese per le braccia e
avvicinò il viso della ragazza al suo.
-
Sei stata brava ragazzina. Vorrà dire che sarai la mia cena- e si trasformò
mostrando le zanne bianche. La ragazza cominciò a dimenarsi e quando lo colpì
con una ginocchiata allo stomaco lui la allontanò. Lei, con la mano aperta e il
palmo teso(come nel karatè), gli diede una manata sul naso che cominciò a
sanguinare e qualche goccia del sangue del vampiro cadde sulla ferita sul suo
palmo, ma lei non se n’accorse, troppo presa a scappare. Angelus la riacciuffò
e la inchiodò ad un albero, mentre si chinava su di lei.
-
Mi hai fatto male ragazzina! Credo che berrò fino a che, di te, non rimarranno
altro che le ossa- disse malvagio. La ragazza più si dimenava,più le sue braccia erano strette in una morsa
d’acciaio. Lei, resasi conto che era in svantaggio, chiuse gli occhi pensando
che ormai fosse giunta la sua ora. Stava per arrendersi, quando le venne in
mente una frase che aveva letto su un libro in biblioteca, che parlava di
vampiri.
_
Mal che vada, dopo che mi avrà prosciugata, si farà una grossa risata per il
mio inutile spreco di fiato _ Pensò, e così, quando sentì la pelle del collo cominciare
a bucarsi, urlò con tutto il fiato che aveva in gola quelle strane parole.
All’improvviso non sentì più il peso dell’essere né i suoi denti sul collo.
Aprì gli occhi e vide il vampiro a dieci metri da lei, a terra. Fulminea
cominciò a correre verso casa, senza curarsi degli zaini lasciati indietro.
Tirò fuori le chiavi, che grazie a Dio non aveva dimenticato nello zaino, e in
fretta entrò in casa senza guardarsi indietro.
-
Dannata ragazzina. Non è come le altre! Sa cosa siamo e non ha paura di noi.
Sarà interessante seguirla per un po’!- disse Angelus mentre si rialzava. Dopo
aver guardato nella direzione dove era scappata, si diresse verso gli zaini
abbandonati, tirò fuori il portafoglio dal davanti dello zaino e lesse la carta
d’identità e tutti i documenti. Poi, come se niente fosse, rimise via tutto e
se n’andò seguito da uno Spike pieno di domande.
Arrivata
in casa si diresse immediatamente in camera sua, si spogliò e si fece una
doccia per levare la polvere e il sangue incrostato. Si disinfettò sia il
labbro, che il giorno dopo sarebbe stato gonfio come un gommone, sia la mano,
che fasciò in seguito. Poi guardò al collo e vide due buchi appena accennati.
_
Dove mi stava per mordere _ pensò. Disinfettò anche quelli e dopo averli
coperti con due mini-cerotti si mise a letto, senza leggere, come sua
abitudine, le e-mail su internet.
Quella mattina si svegliò prima dei suoi genitori. Nonostante avesse
dormito poco, non si sentì per niente intontita. Decise di prepararsi, andò in
bagno e dopo essersi lavata, si guardò allo specchio: aveva delle occhiaie
profonde e la pelle più chiara del solito. Si tolse i cerotti sul collo e, con
sorpresa, notò che i segni di ieri sera erano spariti. Il suo collo era candido
e liscio come se non fosse successo niente. Lei, però, era certa di non essersi
sognata tutto. Quando si appoggiò con le mani al lavandino per avvicinare il
viso allo specchio, sussultò per il dolore alla mano. Si tolse la fasciatura e
si toccò la ferita che stranamente si stava già rimarginando. Certo, non guariva
velocemente come succedeva ai vampiri, ma era già migliorata. Per finire, si
guardò il labbro che si era già sgonfiato. Dopo essersi resa presentabile, si
vestì e, quando fece per prendere lo zaino si ricordò di averlo lasciato in mezzo
alla strada la sera prima. Si vestì velocemente, uscì e andò a recuperare gli zaini,
mentre cercava di non tremare ad ogni rumore strano che arrivava alle sue
orecchie. Tornò velocemente a casa, senza far rumore tornò in camera, preparò
lo zaino e uscì dall’abitazione, nonostante fossero le sette. Lei aveva il tram
alle sette e mezza, ma non le importava. Aveva bisogno di riflettere. La cosa che più la preoccupava, non era tanto
il fatto che probabilmente sapevano dove abitava, ma che non l’avevano seguita
per ucciderla… e questo era molto più preoccupante!
- Ehi! Cosa ti è successo?- le domandò Dany in tram, mentre questo
faceva la sua ennesima fermata della mattinata.
- Niente… Ho solo dormito poco- decise di non dirle niente di ciò che
era accaduto la sera prima.
- Ti sei fatta male ieri a boxe?- continuò lei curiosa.
- Ehmmm…già! Ho colpito troppo forte il sacco - disse evasiva.
La giornata a scuola le sembrò più pesante del solito. C’era una cosa
che la disturbava, sorvolando che c’era quel rompi scatole di Yuri che la
seguiva ovunque, probabilmente per menarla. Si sentiva irrequieta e più cercava
di capire cosa le mancava più non trovava delle risposte.
- Che ne dici di andare al Tempo stasera?-le chiese Dany
- Non lo so….- disse lei. Non aveva voglia di uscire, ma non se la
sentiva di dirle di no .
- Daiiii… Tipregotipregotiprego! Casomai incontri anche quel ragazzo
carino che l’altra volta ti puntava- cercò di corromperla l’amica.
- Ok- disse sospirando, anche se il pensiero di quel ragazzo che la
baciava le faceva venire il vomito.
_ Ma che mi prende? Fino all’altro giorno avrei cominciato a sbavare
pensando a quel ragazzo ma ora no . Sarò solo stanca _
- Mamma, sono a casa!- disse, ma non c’era nessuno.
- Che strano- commentò ironica, mentre andava in cucina a mangiare,
dopo aver lasciato lo zaino all’entrata.
In cucina trovò un biglietto ripiegato e dei soldi appoggiati a fianco.
Lo prese in mano e lo lesse
Ciao tata,
io e tuo padre
abbiamo deciso
di concedersi una
vacanza
a sciare. Se hai
bisogno ti ho
scritto i numeri
di telefono
dell’albergo e ti
ho lasciato
un po di soldi per
la spesa.
Mi raccomando non
fare festini
e fai a modo. Ci vediamo
tra una settimana
Baci
Mamma e Papà
Dopo aver letto il biglietto, lo ripiegò, si mise in tasca i soldi
senza nemmeno contarli e si diresse verso il frigo. Si fece una piadina, anche
se non aveva molta fame. Poi si diresse in salotto e si accoccolò davanti alla
tv facendo zapping da un canale all'altro, finché non si addormentò. Si svegliò
quattro ore dopo. Aveva appuntamento con i suoi amici davanti alla discoteca
alle nove e, dato che erano ancora le sei,svogliatamente fece i compiti, si
lavò e riordinò un po la camera, mentre ascoltava la musica.
Alle sette iniziò a prepararsi: indossò dei pantaloni da rapper, la sua
solita cintura borchiata, le allstar nere e una maglietta a mezze maniche nera
con davanti scritto “Davil Angel” in oro. Raccolse i capelli neri in una coda
alta. Si mise la matita nera per gli occhi e, presa la giacca, uscì di casa
senza guardare l’orario, ma sapeva già che mancava molto alle nove e si concesse
una passeggiata. Non sapeva dove stava andando, semplicemente camminava, mentre
le sue gambe decidevano quando girare a destra o a sinistra. Ad un certo punto,
non sentì più i rumori delle auto che le sfrecciavano a fianco. Alzò lo sguardo
e si ritrovò nel cimitero, lo stesso dove ieri sera era iniziato
quell’inseguimento all’ultimo respiro. Alzò lo sguardo alla luna che si
stagliava in cielo e s’incantò a guardarla. Non si era mai accorta di quanto fosse
bella. Era come se la attirasse verso di se ogni secondo di più. Senza pensarci
si sedette su una lapide rotta, posta in orizzontale; Poi si sdraiò per
osservare meglio quella splendida, maestosa signora e si addormentò.
Stava girovagando da un po’ in cerca di una cena, ma in quei cimiteri
di paese non c’era mai nessuno. Persino il custode se n’andava appena il sole
tramontava, lasciando aperto il grande cancello di ferro battuto. Non che gli
importasse, se il cancello fosse stato chiuso lo avrebbe scavalcato, ma, per Dio,
non c’era neanche il custode da terrorizzare. E lui si stava annoiando così
tanto!!! Passò di fianco a un mucchio di lapidi vecchie e sentì la presenza di
qualcuno. Poteva sentirne il battito regolare del cuore.
_ Finalmente si cena _ si avvicinò alla persona che era sdraiata su una
lapide e si stupì non poco quando si rese conto che la persona in questione era
la ragazza della sera prima che stava dormendo
tranquillamente in un cimitero
_ O è incredibilmente scema o è molto sicura di se _ pensò Spike e
senza riflettere tirò fuori un cellulare dallo spolverino.
Quando la voce dall’altro capo del telefono rispose, disse
semplicemente
- Cimitero- e chiuse la comunicazione sedendosi su una lapide poco
lontano da dove stava la ragazza, tenendola d’occhio
_ Come si fa a addormentarsi in un cimitero? Non ha nemmeno un po’ di
paura? Certo che, ieri sera, si è dimostrata una scaltra combattente. Ed ha
persino rotto il naso ad Angelus _ pensò. Mezz’ora dopo Angelus si presentò al
cimitero e quando vide la ragazza i suoi occhi si accesero e brillarono oro.
Spike si avvicinò alla ragazza per primo, mentre Angelus stava dietro di lei.
Non appena Spike si chinò sulla ragazza, lei s’irrigidì appena e aprì gli occhi
di scatto. Quando vide quell'essere, (perché era sicura che non fosse umano, se
lo sentiva nelle ossa) lo colpì forte con una ginocchiata allo stomaco e si
alzò in piedi sulla lapide, con gli occhi sbarrati e il respiro improvvisamente
pesante. E rimase così, immobile, a osservare il vampiro biondo che si piegava
in due su se stesso. Poi, senza voltarsi, disse
- Che cosa volete? E tu, dietro di me, puoi anche venire qua
davanti…aspetta un attimo….Come cazzo faccio a sapere che siete in due?- urlò
allarmata e saltò giù dalla lapide, ma prima che potesse correre Angelus le
avvolse un braccio intorno alla vita e se la tirò contro il proprio petto,
immobilizzandola.
- E’ quello che vorremmo sapere anche noi- disse solo, mentre stringeva
la presa su quel corpo che lo chiamava come un uomo è attratto da una sirena.
- Dannazione. Mi rimarrà il livido per un po!- disse Spike
- Meglio! E ora vorreste spiegarmi cosa diavolo mi avete fatto?-chiese
Jessica, mentre si dimenava, ma invano.
- Buona. Ora ti libero, ma tu non scappi o ti giuro che ti torturerò
fino a che non riuscirai più a parlare.- la minacciò Angelus.
Lei annuì, e quando lui la lasciò, si sentì per un attimo perduta e
avrebbe voluto tornare tra le sue braccia.
_ Ma sono cretina?_ si disse. Poi si allontanò un po’ e li osservò
entrambi. Potevano benissimo passare per esseri umani alla luce del sole,
peccato che sarebbero arrostiti!
- Hai fatto qualche incantesimo di recente?-le chiese il vampiro moro. Lei
lo fulminò con lo sguardo e disse
- Scusa, ti sembro una da incantesimi?-disse guardandolo con un
sopracciglio alzato
- No, ma dato che sai cosa siamo…- disse lui, mentre assottigliava lo
sguardo e pensava velocemente a una possibile soluzione. Per caso notò la mano
fasciata e, improvvisamente, collegò le cose. Senza parlare si avvicinò svelto
alla ragazza e le prese la mano stringendo la sua intorno al polso piccolo e
cominciò a sciogliere la fasciatura
- Hei! Lasciami! Che diavolo fai!- cercò di sottrarre l’arto ma la
presa del vampiro era troppo forte. Quando il palmo fu esposto alla luce della
luna il vampiro passò un dito sopra la ferita e entrambi furono attraversati da
una scossa calda giù per la schiena.
- E’ chiaro-disse solo lui, tenendo sempre la mano su quella della
ragazza. Lei assottigliò lo sguardo e per poco non si mise a fare le fusa.
- Bene. Dato che per te è così chiaro ti spiace illuminarci?-disse
Jessy, mentre cercava di far trasparire la rabbia nonostante si sentisse
incredibilmente calma e rilassata.
- Dopo che ti sei ferita ieri sera, il tuo sangue è entrato in contatto
con il mio e tra noi si è creato un legame.- spiegò
- Tipo quello tra Sire e Childe?-chiese la ragazza
Angelus ghignò – Noto che sai molte cose su di noi- la ragazza alzò
solo le spalle e lui continuò.
- Al tuo sangue si è mischiato il mio, per questo motivo le tue ferite
guariscono più in fretta e senti la presenza d’altre persone, anche se non le
vedi. In ogni caso non è come il legame, ma solo una blanda imitazione di esso,
ma io posso sentirti e lo stesso vale per te- finì lasciandole la mano che
ricadde lungo un fianco. Jessy riprese la benda e, mentre si rifaceva la
fasciatura, disse
- Fantastico! Allora, è per questo motivo che non riesco a guardare il
sole.- mormorò
- Ed è anche per questo che sei attirata dalla luna- disse Spike che
stava fumando
- Ehi come… Lasciamo stare! Non lo voglio sapere! E’ per questo motivo
che sento il bisogno di..- Ma non finì la frase perché cominciò a suonarle il
cellulare. Lo estrasse dalla tasca dei pantaloni e rispose.
- Pronto-
- Si può sapere dove diavolo sei?-
- Ciao anche a te Matte! E, comunque, sono dove diavolo mi pare!-
- Non ti ricordi che dovevamo incontrarci alle nove davanti al Tempo?-
- Perché, che ore sono?-
- Non hai l’orologio? Santa ragazza!-
- Non devo mica avere l’orologio per forza. E poi non è così tardi -
disse guardando i due vampiri.
- Comunque, dove sei?-
- Al cimitero, e prima che tu dica altro mi sono addormentata mentre
guardavo la luna.-
- Io l’ho sempre detto che sei strana!- mentre il suo amico parlava,
lei mimava con la mano una bocca che parlava, per prenderlo in giro.
- Se se, come vuoi! Comunque sto arrivando. Voi intanto entrate.- disse
alla fine
- Uff. Ok. A dopo- e la telefonata si concluse. Jessica mise via il
cellulare e si voltò cominciando a camminare, ma si sentì circondata e
guardandosi ai lati notò di non essere sola
- E voi due cosa avete intenzione di fare?-chiese accigliata
- Veniamo con te-disse Angelus
- STOOP! Io devo andare in discoteca con gli amici e voi non lo siete.
Perché non andate a cenare da qualche altra parte?- disse
- Lo faremo in discoteca- disse Spike
- Ma…- cercò di replicare
- Abbiamo detto che veniamo con te. E poi devo tenere d’occhio la mia nuova
creatura-disse Angelus
- Punto primo io non sono la creatura di nessuno e punto secondo potrei
almeno sapere come vi chiamate?- disse cercando di rimanere calma
- Angelus-
- Spike-
- Che bei nomi. Più che Angelus dovevano chiamarti Lucifero. Spike = chiodino…- e
appena smise di parlare, scoppiò a ridere, mentre i due vampiri la guardavano
perplessi
- Perché non hai paura di noi?- chiese Spike, una volta che Jessy ebbe
finito di ridere.
- Vediamo. Se mi avreste voluto uccidere lo avreste già fatto e poi…boh..istinto-
- E se ti uccidessimo ora?-le chiese Angelus con sguardo serio
- Allora datevi una mossa e fatelo subito!- gli rispose a tono poi s’incamminò
seguita poco dopo dai due vampiri, diretti al pub.
Ringrazio chi ha commentato e
letto fino ad ora…spero che vi piaccia anche questo cap... ciao ciao
Il locale era pieno di
gente a quell’ora, ragazzi con non più di venticinque anni parlavano al bar o
ballavano a un ritmo di musica frenetico. Non appena entrata, Jessy si diresse verso
un tavolo posto contro il muro, a ferro di cavallo rosso e un tavolino nero
posizionato davanti per appoggiare le bevande, senza pensare se Angelus o Spike
fossero dietro di lei.
_Non che mi interessi _
pensò ma stava mentendo a se stessa, cosa che non avrebbe ammesso neanche sotto
tortura.
-Oh, ve che si vede!Adesso
mi spieghi come hai fatto a dormire in un cimitero- le disse Matte vedendola
arrivare, mentre beveva l’ultimo sorso del suo coctail per poi poggiare il
bicchiere sul tavolino.
-Guarda lasciamo stare che
è meglio!- disse solo mentre lanciava un’occhiata a Angelus che le sorrise
furbo.
-E questo bel fusto chi
è?-le arrivò alle orecchie il suono di una voce stridente e , girandosi, notò che la ragazza in questione aveva
piantato gli occhi su Angelus e gli stava facendo i raggi x .
Jessy sentì una morsa
allo stomaco, ma chiudendo i pugni lungo i fianchi, si impose di trattenere
delle parole che potevano sembrare offensive.
-Chi sei tu!-chiese Jessy
poco gentilmente.
La ragazza la squadrò
dall’alto in basso e in modo altezzoso disse –Rebecca…in questo locale fanno
proprio entrare tutti!-la guardò sicura di se. Tutte le persone che stavano
parlando smisero, e ascoltarono attentamente lo scambio di battute tra le due
ragazze e Matte, sapendo quanta poca pazienza avesse Jessy, stava per
intervenire ma il sorriso che si stampò sul viso di Jessy lo lasciò di sasso.
-Hai ragione. Fanno
entrare anche gli animali ora, le oche poi entrano per prime!- disse, felice di
aver fatto sparire il sorrisino dalla faccia di quell’oca e senza aggiungere
altro, si diresse al bar a ordinare da bere mentre Rebecca inviperita, le corse
dietro sbraitando.
-Come osi puttana darmi
dell’oca!Non sai contro chi ti stai mettendo!Mio padre ti…-ma non finì mai la
frase, perché Jessy si girò di scatto e
le mollò un pugno sul naso rompendoglielo e mandandola col sedere all’aria. Le
altre ragazze e ragazzi guardarono scioccati la scena, mentre Angelus in un
angolo alzava solo un sopracciglio.
-Hai finito di parlare? Mi
hai rotto! Se tuo padre ha qualcosa da dire mandamelo che gli riservo lo stesso
servizio che ho fatto a te!-e si girò andando al bar seguita dallo sguardo del
vampiro moro, che dopo aver guardato la
ragazza a terra, a cui era venuto un
attacco isterico, la seguì al bancone.
-Vodka alla pesca- disse
Jessy al barista ancora un pò arrabbiata.
-Non ti facevo così
impulsiva- disse una voce bassa e sensuale al suo fianco e, giratasi, vide
Angelus che la scrutava.
-Non mi conosci bene- disse
solo e fece per prendere la sua bevanda ma Angelus prese il bicchiere e lo
spostò dicendole
-Non ti fa bene bere-
- E a te che te ne
frega?-chiese mentre cercava di riprendersi il bicchiere, ma inutilmente.
-Non puoi affogare la
rabbia nel bere. - le disse leggendole negli occhi
- Dov’è spike?- chiese Jessy
per sviare l’argomento. Lui se n’accorse, ma fece finta di niente.
-Starà cenando- disse lui.
- Allora vai anche tu a
cenare e ridammi quel maledetto bicchiere!-gli disse seria, ma lui ghignò senza muoversi di un millimetro
-Stai tranquilla, cenerò,
ma ho già trovato chi mi farà da cena -le disse e Jessy capì che la sua cena
era proprio lei
_Fantastico….Sarà meglio
andarsene il prima possibile_ pensò ma come si girò si scontrò con una ragazza
abbastanza alta, con i colpi di luce e gli occhi castani.
-Hei, stai attenta -
disse Jessy . La ragazza alzò gli occhi e le disse
-Si salutano così le
vecchie amiche?-le chiese, mentre sorrideva felice
Jessy riconobbe la voce
famigliare, e felice, le saltò al collo dicendo il suo nome
-Ciiiiiiii…che bello
rivederti!Ma che ci fai qui!?-le chiese Jessy
-Sono qui per rilassarmi,
e te?-le chiese la ragazza che si chiamava Cinzia ma Jessy la chiamava solo ‘Ci’…
-Tutto ok. Anche io sono qui
per rilassarmi e per far passare la serata- le disse felice. Parlarono del più
e del meno poi il Dj mise una musica rock e Jessy le prese la mano e, mentre la
trascinava in mezzo alla pista, disse
-Adoro questa canzone- poi
ballarono scatenandosi e Jessy non appena cominciò a muovere il corpo si sentì
subito meglio. Sembrava che nessuna preoccupazione potesse turbarla. La sua
mente era vuota e per un attimo si scordò anche di Angelus e del pasticcio in cui
si era cacciata.
- Dove è Jessy?Non la
dovevi tenere d’occhio?-una voce calma gli arrivò da dietro e senza voltarsi
Angelus disse
- Infatti-e tornò a guardare Jessy che ballava, mentre
Spike seguì il suo sguardo e si accese una sigaretta. Si guardò in giro in
cerca di prede, ma il suo sguardo si fermò su una ragazzina castana con i colpi
di luce che ballava vicina a Jessy.
…...To be
continue….
Mi chiedo una cosa…come mai nessuno mi fa un
commentino-ino-ino-ino-ino?!?!?!?!?non tanto per il fatto di avere dei commenti
ma per capire se me la sto cavando bene oppure no…mah….va beh se qualcuno vuole
lasciare anche un solo “bello” mi farebbe piacere…chiaro che non obbligo
nessuno!!!(forse)…cmq mando un enorme grazie a quelli che hanno letto e
basta…sempre meglio che niente.. ciao ciao alla prox…
- Mi sa che c’è scappato il concetto di "un ballo
" !- disse Ci a Jessy, mentre si
sedevano su degli sgabelli al bancone, già pronte ad ordinare da bere.
-Hehe…è vero, ma almeno ci siamo divertite!- rispose Jessy, mentre si guardava intorno per cercare Angelus
e Spike, ma vide quella troia di Rebecca che, dopo averla vista, la guardava
con il fuoco al posto degli occhi, ma Jessy le lanciò un sorriso disarmante che
avrebbe fatto venire voglia di prenderla a schiaffi.. e questo lei lo sapeva
bene!
-Allora, ultimamente hai conosciuto qualcuno di
interessante?- le chiese Ci curiosa.
-Hmmmm beh.. -cominciò a parlare Jessy, ma venne interrotta da qualcuno che le si
affiancò e rispose al posto suo, mentre
le passava un braccio attorno alla vita
-Salve io sono Angelus, il ragazzo di Jessy- disse
sorridendo e Jessy quasi si strozzò con la coca-cola che stava bevendo.
-Ah, e quando pensavi di dirmelo?-chiese Ci a Jessy osservandola
sorniona
-Cosa?!ehi no aspetta…-Jessy cercava di dare una risposta,
ma ormai non connetteva più e cominciava a girarle la testa…forse la coca-cola
era un po corretta. Cominciò a
riprendersi quando vide Spike che osservava la Ci e decise di cambiare argomento.
-Ci ti presento Spike.. Spike questa è la Ci- disse
osservando la Ci che si era come imbambolata vedendo il vampiro platinato, e
lui non poté che sorriderle. Meno male che la Ci era seduta o sarebbe caduta
per terra come una pera cotta. A Jessy scappava da ridere perché sapeva i gusti
della Ci ed era sicura che Spike sarebbe stato perfetto per lei…ma come dirle
che stava sbavando(e anche molto)dietro a un vampiro?!?!?
-Almeno ricordati di respirare- suggerì Jessy a bassa voce
alla Ci dato che stava diventando viola in faccia, e non era sicura che la
causa fosse solo il bisogno di respirare.
-Andiamo a ballare?-chiese Spike alla Ci e lei, nonostante
tutto, si riprese e si avviò seguita da Spike, che però fu fermato da una mano di Jessy
intorno al braccio. Lui girò la testa e la guardò e lei disse solamente
-Falle qualcosa e t’impaletto - poi si girò verso il barista
e ordinò un’altra coca-cola. Spike guardò Angelus e poi sparì in mezzo alla
pista e i due mori rimasero soli.
-Allora è vero che potete bere e mangiare-disse Jessy
osservando Angelus portarsi alle labbra il suo drink. Lui la guardò e sorrise
-Possiamo sia bere sia mangiare cibo umano, ma non possiamo
sopravvivere con esso- disse lui
-Posso farti delle domande?-chiese lei non sapendo come
comportarsi. Lui la guardò e lei, riconoscendolo come un segno di assenso
cominciò a fare domande.
-Quanti anni hai? Quando sei nato?-
- Ho 254 anni e sono nato, o meglio morto, nel 1753. Tu
invece hai sedici anni, quasi diciassette, e sei nata nel 1990 .- Jessy lo
guardò con tanto d’occhi e le scappo un commento
-Cazzo...però per essere così vecchio ti mantieni bene!-
disse, poi resasi conto di cosa aveva appena detto diventò rossa, ma fece finta
di niente e continuò a fare domande.
- Hei, aspetta un attimo.. come cavolo fai a sapere il mio
anno di nascita?-chiese d’un tratto.
-Ho guardato nel tuo portafoglio, nello zaino che avevi
lasciato in strada l’altra sera.- rispose lui come se fosse la cosa più normale
del mondo.
- Spike è la tua
creatura?-chiese lei
-Si... e tranquilla non farà niente alla tua amica- disse
lui, guardandola.
-Sarò più tranquilla, quando questa serata sarà finita.-
disse lei laconica mentre finiva il suo bicchiere di coca.
Rimasero zitti fino a che Spike e la Ci non tornarono.
-Uff, che caldo….senti io vado a casa perché se no i miei mi
fanno la pelle- disse Ci a Jessy
-Ok…tanto sarei andata via anche io ora. Dai andiamo che ti
accompagno-le disse Jessy e, dopo aver preso i cappotti, uscirono all’aria
fresca della sera seguite da i due vampiri.
Le strade erano semi deserte, fatta eccezione per qualche
cane o gatto che passava ogni tanto, la luna splendeva in cielo e la sua luce
era pari a quella del sole, incorniciata da stelle lucenti. Mentre Ci e Jessy
parlavano del più e del meno, Jessy non poté fare a meno di alzare lo sguardo e
di guardare la luna per poi sorridere senza accorgersene e tornare a posare lo
sguardo davanti a se. I due vampiri, poco dietro di loro, se ne accorsero e
sorrisero entrambi. Erano quasi arrivati a casa della Ci, quando da un vicolo
laterale apparì un essere alto almeno due metri, grosso, molto grosso, con la
pelle nera e con i vasi sanguinei rossi che gli percorrevano tutto il corpo, aveva
due corna lunghe sulla testa e gli occhi gialli con delle zanne al posto dei
denti che uscivano dalla bocca…una schifezza insomma! Jessy inchiodò subito
appena lo vide, ma non fece in tempo a dire o fare qualcosa che il mostro le
andò incontro e con una manata la scagliò contro un muro facendole battere la
schiena forte contro di esso. Il mostro stava per colpire anche la Ci, ma
intervenne Spike che la allontanò, mentre Angelus mollava un pugno forte al
mostro.
-Non avresti dovuto farlo- disse, mentre i suoi occhi
passavano continuamente dal marrone all’oro. Poco dopo anche Spike andò ad
aiutarlo, mentre la Ci si dirigeva verso Jessy che cercava di rialzarsi.
-Come stai?- chiese lei preoccupata.
-Chiedimelo non appena le mie ossa smetteranno di suonare
come campane!-le rispose Jessy, mentre faceva una smorfia per il dolore a una
costola.
_Solo una….è un miracolo se ne usciamo intere…almeno noi
due._ si disse, mentre osservava i due vampiri combattere, ma quando vide sia Angelus
che Spike essere sbattuti a dieci metri di distanza, capì che non potevano fare
tutto da soli. Così, mentre si rimetteva in piedi, cercò qualcosa da usare come
arma. Vide una spranga di ferro, la raccolse e si buttò contro il mostro,
mentre la Ci pregava che non ci lasciasse le penne e cercava anche lei qualcosa
per dare una mano, non le era mai piaciuto starsene con le mani in mano. Intanto
Jessy teneva testa al mostro a modo suo, con colpi bassi e prendendolo in giro
in modo che s’innervosisse e perdesse la pazienza, così diventerebbe più forte
ma più facile da colpire. Finalmente, dopo un paio di calci ben assestati,
riuscì a piantargli la spranga all’altezza del cuore per poi essere sbattuta
anche lei circa a dieci metri di distanza. Il mostro si diresse ghignando vero
la Ci che intanto pensava
_E ora che cazzo faccio?!?!?pensapensapensapensa.._ Intanto
il mostro si avvicinava sempre più e gli altri erano ancora a terra o troppo
lontani per darle una mano, così si rannicchiò un poco e si coprì le mani con
gli occhi, ma proprio quando il mostro stava per toccarla una forza
sovrannaturale lo scagliò via, e una volta toccato terra il mostrò si
disintegrò perché, nella caduta, la spranga lo aveva penetrato ancora più in
fondo facendolo morire del tutto. Ci, non sentendo niente, alzò lo sguardo e
vide la faccia allibita di Jessy e le due perplesse dei vampiri che intanto si
erano avvicinati.
-Oh Ci, sei stata fantastica, ma come diavolo hai fatto?- le
chiese Jessy ancora un po dolorante.
-Chiedimelo quando lo saprò- disse solo la Ci, poi Spike la
aiutò ad alzarsi, la accompagnò alla porta e le disse
-Buonanotte-
-Buonanotte Spike-. Lui attese che lei scomparisse dietro la
porta, poi si incamminò verso Jessy e Angelus che intanto si erano già avviati
verso casa.
-Come stai?- le chiese Angelus
-Bene…credo…mi fa male una costola, ma per il resto è tutto
ok….devo imparare anche io a scagliare la gente così- disse lei
-Lo hai già fatto, non ricordi?- le disse lui e a lei tornò
in mente la formula dell’altra sera e non poté non lasciarsi scappare una
risatina
-Non sapevo se avrebbe funzionato. L’avevo letta su un libro,
ma non credevo potesse essermi d’aiuto -
-Mai prendere alla leggera delle formule scritte su un libro,
che funzionino oppure no.- disse lui. Arrivati davanti a casa Jessy aprì la
porta, stava per salutarli, quando Angelus entrò in casa, mentre diceva a Spike.
-Io e te ci vediamo domani.. stanotte rimango qui- e poi , dopo
che Spike gli ebbe fatto un cenno con la testa, chiuse la porta dietro di se,
mentre Jessy gli diceva
- Cosa?!?!?!?no no…non ti voglio in casa mia e poi come
diavolo hai fatto ad entrare?I vampiri non possono entrare se non sono
invitati- disse lei, mentre si metteva le mani sui fianchi per dar maggior
valore alla sua incazzatura.
- E’ vero non possiamo entrare nelle case private ma dato
che io e te siamo legati e mi appartieni, allo stesso modo anche la casa e le
tue cose mi appartengono. Stanotte rimarrò qui e ora andiamo a letto- disse lui,
mentre la trascinava al piano di sopra.
- Ok, allora se proprio vuoi rimanere puoi dormire sul
divano…- disse lei, poi prese il pigiama e si diresse in bagno per darsi una
lavata. Quando tornò Angelus si era già spogliato e, rimasto in boxer
neri(datemi una bacinella perché sto sbavando sulla tastiera e non vorrei
andasse in corto! = )_ _ _ _ nDA), si era sdraiato nel suo letto e ora le
faceva segno di sdraiarsi al suo fianco. Lei era imbambolata, non aveva visto
niente di più bello e il suo cuore prese a battere più forte e cercò di
ribattere
- Non ci staremmo mai.. il mio letto è troppo piccolo- ma,
mentre diceva ciò, le sue gambe l’avevano già portata di fianco al letto e si
stava gia sdraiando sotto le coperte. Poi Angelus ghignando la abbracciò
facendole appoggiare la testa al suo petto e cominciò ad accarezzarle i
capelli. Jessy non se n’accorse, ma cominciò ad emettere un suono simile alle
fusa per poi addormentarsi. Quando Angelus si accorse che si era addormentata
chiuse gli occhi e un oblio nero li circondò cullandoli in un sonno profondo
senza sogni.
Qualcuno intanto stava osservando una ragazza dormire
attraverso la finestra della sua camera. La stanza era al secondo piano di una
villetta, ma il ragazzo non aveva avuto problemi ad arrampicarsi su un albero
cresciuto proprio sotto la camera della ragazza, una ragazza mora con i colpi
di luce. Il ragazzo accovacciato su un ramo portava uno spolverino lungo nero
di pelle, e l’unica cosa che si riusciva a vedere erano i capelli
incredibilmente biondi e gli occhi che si potevano vedere solo quando aspirava
il fumo dalla sigaretta che stava fumando. Se una persona avesse guardato bene,
si sarebbe accorto che gli occhi erano blu e che le labbra del ragazzo erano
piegate a formare un ghigno molto sexy…
- Sogni d’oro passerotto-
Allora... intanto saluto tutti e auguro un felice anno nuovo
a tutti, sperando che sia pieno di belle cose(come Angelus ad esempio).
Comunque volevo ringraziare una mia amica che si è prestata per fare la parte
di ‘Ci’ nella mia storia (si certo come se per scopare Spike ci fosse da
sacrificarsi….io preferisco Angelus ovviamente)…ringrazio quelli che leggono e
a questo punto posso solo dire…ALLA PROSSIMA E BUON 2007!!!!!
Si sentiva circondata da
qualcosa che la proteggeva.
Si sentiva al sicuro, ma non
riusciva a capire dove fosse, era buio, ma sapeva di non essere in pericolo.
Si sentiva osservata, ma
quegli occhi le trasmettevano sicurezza e improvvisamente sentì una voce, era
una calda, bassa, tremendamente sexy e, mentre sentiva quella voce, vide anche
due occhi di un azzurro intenso che le trasmettevano pace.
- Spike- mugugnò nel
dormiveglia.
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN
_Dannata sveglia!!proprio sul
più bello! _ si disse. Durante la colazione le vennero in mente le parole che
aveva sentito nel sogno e le sembravano tremendamente reali.
Quella voce le aveva detto –
Buonanotte passerotto- . Quando le vennero in mente quelle parole per poco non
cadde dalla sedia e il biscotto che stava inzuppando nel latte, ci cadde
completamente dentro, mentre la facce della ragazza passò da allibita a scossa
e infine a gioiosa, saltando per tutta la casa mentre le guance le si
coloravano di fucsia.
- Ma è stato solo un sogno, eppure
sembrava talmente reale…- non riusciva a togliersi dalla testa quella voce e
quegli occhi meravigliosi, e più cercava di non pensarci, più le venivano in
mente le immagini del ballo della sera prima e le si stampò sul viso una faccia
sognante…le mancavano solo i cuoricini al posto degli occhi…anche perché la
bava ce l’aveva già…
Era arrivata a scuola e stava
per entrare nell’edificio, quando si disse a voce alta
–Ma perché cavolo non gli ho
chiesto il numero?- poi, dopo essersi data della deficiente e essersi sfogata,
entrò nella propria classe ma invece di ascoltare il prof pensò tutta mattina
al sogno e al protagonista di esso.
Sentiva qualcosa di pesante
schiacciarla contro il letto, ma non le faceva male, e inconsapevolmente si
spinse di più contro quel qualcosa rannicchiandosi e sospirando contenta
tornando ad addormentarsi.
Almeno, fino a che non sentì
qualcosa suonare.
_Dannata sveglia_ pensò, sporse
un braccio per spegnerla e come al solito la scagliò per terra.
- Ah, ma allora la finezza
non è un tuo pregio- si sentì dire, da una voce bassa che le parlava vicino
all’orecchio, ma non connesse subito e pensò che fosse un sogno. Ma poi sentì
qualcosa accarezzarle il profilo del collo e, non capendo cosa stesse
succedendo, aprì un occhio e girò la testa trovandosi davanti il sorriso, no
pardon, il ghigno di un angelo…si, bastardo però!!
-E tu che cavolo ci fai qui!-
sbottò, mentre cercava di allontanarsi, ma lui la spinse contro il materasso e
le si sdraiò sopra sempre continuando a ghignare.
-Non ti ricordi?! Ieri sera
mi hai invitato a dormire con te!- disse lui
-Alt!! Io non ho invitato
proprio nessuno!!Ti sei autoinvitato!-le disse lei, mentre si accorgeva che
addosso aveva solo l’intimo.
_E quando mi sono tolta il
pigiama?_ poi capì e gli lanciò uno sguardo di fuoco, ma lui in compenso
allargò il suo ghigno. Bastardo!!
- Potrei sapere che fine ha
fatto il mio pigiama?- disse Jessy mentre cercava con gli occhi il suo pigiama per
la stanza, ma la figura di Angelus le copriva la visuale.
- Mi dava fastidio! Preferisco
il contatto pelle su pelle.- disse lui come se fosse la cosa più naturale del
mondo e, prima che lei potesse ribattere, calò le sue labbra su quelle di
Jessy. Il bacio all’inizio fu casto e dolce, poi Angelus penetrò con la bocca quella
di lei e il bacio divenne appassionato. All’inizio Jessy rimase sorpresa, ma poi
ricambiò con impeto il bacio e fece salire una mano dietro al collo di Angelus fino a stringergli i capelli
tra le dita, per avere un po di controllo ma lui non gli e lo permise e si
staccò dalla sua bocca, rossa e gonfia per il bacio. Jessy si accorse del
bisogno d’ossigeno, solo quando lui si staccò da lei e la osservò respirare a pieni
polmoni. Dopo essersi ripresa lo guardò un po’ negli occhi, vide l’ora e si
rese conto che era molto tardi.
- Dannazione!! Arriverò tardi
ascuola!E’ tutta colpa tua!-disse,
mentre riusciva a districarsi dal suo abbracciò, e si diresse verso l’armadio prendendo
l’intimo, un paio di jeans consunti, tutti stracciati, una cintura blu con
disegnati sopra dei teschi, una maglietta rossa e un maglione blu con il
cappuccio largo. Prese tutto e, senza guardare Angelus, si diresse in bagno per
farsi una doccia veloce e per rendersi un minimo presentabile. Quando uscì
Angelus si stava mettendo i pantaloni e lei si incantò a guardagli il sedere _ Da
mordere!_ pensò, ma poi si ricompose e si diresse alla scrivania per prendere
la cartella. Si dovette chinare per prendere un libro finito casualmente in
fondo alla scrivania(era economia!! ) e così Angelus poté avere un primo piano
del suo fondoschiena, quel giorno fasciato da mutande color verde
fosforescente.
-Sai, non che mi dispiaccia
questa vista ma io proprio questa mania non la capisco- disse lui, senza
staccare gli occhi dal suo sedere e lei disse
- Eh ?!- e, mentre si alzava,
diede una zuccata contro la scrivania e dalla bocca le uscirono delle
imprecazioni che avrebbero fatto impallidire anche gli scaricatori di porto,
mentre Angelus si limitò a fare una risatina.
- Ma che ti ridi !Potrebbe
essere morto anche quel poco di cervello che avevo!!-disse lei, mentre si massaggiava
il punto dolente.
- Naaa!! Hai la pelle
dura!!-disse lui
- Con te non ci dovrei
parlare dato che mi hai fatto perdere il tram e ora mi tocca andare a scuola a
piedi…- disse lei, mentre si caricava lo zaino in spalla e cominciava a
scendere le scale. Lui la seguì e, mentre la sentiva brontolare tra se e se, le
disse -Ti accompagno io in auto-
Lei non comprese subito ma
quando le parole le entrarono nel cervello, inchiodò con la mano sulla maniglia
della porta e girandosi allibita gli disse
-Scusa veh, non per fare la
pignola, ma tu sei un vampiro e se esci ora diventi un mucchietto di cenere e
dopo mi tocca andare a prendere l’aspirapolvere per tirarti su!! - disse lei
-Vero cara, di solito è così
ma non se hai questo!- le mostrò la mano destra dove portava al dito anulare un
anello dall’aspetto antico con una pietra rossa incastonata. Aveva già visto
quell’anello, ma non si ricordava dove. Poi, un’illuminazione
-Non dirmi che quello è
l’anello di Amarra!- disse lei guardandolo con tanto d’occhi.
-Esatto!Con questo gioiellino
posso andare dove voglio, anche di giorno -
Lei lo guardò e poi disse –Ma
perché non esistono più i vampiri di prima?!Quelli deficienti, che avevano solo
fame e giravano solo di notte?!-e, mentre diceva ciò, si avviò all’auto di
Angelus
_In fondo un passaggio non mi
fa male!_
-Guarda te!Non ho mai messo
così tant volte gli occhiali come negli ultimi
tempi!- disse Jessy, mentre si avvicinavano alla scuola.
-A che ora esci?-le chiese lui.
-Alle 13.10… perché?- chiese
lei senza capire.
-Così, per sapere.- disse
lui. Jessy stava per uscire, ma lui la attirò a se e le diede un bacio, quando
lei cominciò a rispondere lui si staccò e le disse
- Ciao- lei lo guardò, mentre
ghignava e le venne voglia di spaccargli la faccia ma disse solo
–Bastardo- e se ne andò inviperita e molto
accaldata.
Lui la guardò chiacchierare
con qualche amica e poi entrare nell’edificio, mise in moto e si diresse verso
la Maison che condivideva con Spike.
LO SO, LO SO è UN
PO CORTO MA NON AVEVO MOLTA VOGLIA DI SCROVERE…CIAO CIAO E GRAZIE ALLA PROX.
Un altro vestito.
Un’altra strisciata di carta di credito. Altro negozio. Un altro paio di
scarpe. Una nuova strisciata di carta di credito. Jessy era impressionata dalla
quantità di soldi che una persona poteva possedere. Se la persona era un
vampiro, poi….
Era dalle due di quel
pomeriggio che entravano in negozi di vestiti, accessori, scarpe, biancheria,
tutto quello che le veniva in mente o che le piaceva lo comprava. Anche se alla
fine era stata obbligata a comprare,e nonostante le sue proteste iniziali
(diciamo che non ci ha messo tanto a cedere!NdA), alla fine aveva dovuto cedere
e ora stava comprando di tutto, ovviamente era Angelus che pagava.. Tutto era
cominciato quella mattina quando era venuto a prenderla a scuola, e lei salendo
in macchina, aveva detto che le sarebbe piaciuto comprare qualcosa di nuovo.
- Mi sa di averti
fatto spendere una fortuna!- disse Jessy, mentre leggeva l’importo della sua
ultima spesa.
- Decisamente!Ma le
mie ragazze non possono andare in giro con degli stracci!- rispose lui mentre
prendeva alcune borse dalle mani di lei.
- Non ho mai comprato
così tante cose in una volta sola. Anzi, forse non le ho mai comprate neanche
in un anno!- disse lei mentre cercava di portare le borsine che cercavano di
cadere dalla sua mano.
- Vieni. Andiamo a
prendere qualcosa da bere- le disse lui vedendola guardare sognante un
bicchiere d’acqua.
- Grazie. Non
immaginavo che provare vestiti potesse stancare così!- disse, mentre si sedeva
su una sedia e Angelus si sedeva di fronte a lei.
- Desiderate- chiese
la cameriera appena arrivata, pronta a scrivere l’ordinazione su un piccolo
taccuino.
- Io solo un bicchiere
d’acqua, grazie- disse lei, mentre si appoggiava allo schienale della sedia e
si guardava intorno.
- Un caffè - disse
Angelus non togliendo gli occhi da Jessy. Dopo che la cameriera se ne andò, lei
disse senza guardarlo
- Grazie-. Lui non le
rispose, ma alzò un sopracciglio. Vedendo la muta domanda sul volto di
lui,continuò a parlare
- Voglio dire,
immagino che non deve essere molto divertente girare per negozi, tutto il
giorno e spendere soldi che potrebbero servire per qualcos’altro- gli spiegò
lei guardandolo negli occhi.
- Beh non è così male
se poi la “modella” fa una sfilata per farsi perdonare di aver comprato tutte
quelle cose- rispose e lei ora era sicura che ci sarebbe stato qualcosa dopo la sfilata. Quell’idea si
solidificò ancora di più vedendo l’espressione sul suo viso….
Jessy si chinò un po’
sul tavolino e gli sussurrò – Pervertito- poi si rialzò in fretta notando, con
la coda dell’occhio, l’arrivo della cameriera con le loro ordinazioni.
Lui sorrise e basta
e, dopo aver ringraziato la cameriera, portò alla bocca la tazzina calda
contenente il liquido scuro e dall’aroma forte.
- Che ore sono?-
chiese lei mentre beveva un sorso d’acqua.
- Mmmm… sono le
sette- disse lui e per poco Jessy non si strozzò con l’acqua appena ingerita.
- Le sette?!? Cavolo!
Sarà meglio andare a casa, ti hai già speso fin troppo e poi devo essere in
piscina tra meno di un ora.-disse,
mentre si alzava e prendeva dalla tasca dei pantaloni degli spiccioli, ma
notando l’occhiataccia di lui, li rimise in tasca sbuffando e alzando gli occhi
al cielo pensando a quanto potessero essere orgogliosi gli uomini, per voler a
tutti i costi pagare facendo la parte dei gentiluomini.
Si stava allenando da
quasi due ore, ma non riusciva a concentrarsi sugli esercizi. Troppe cose per
la testa. E tutti i pensieri portavano a un nome solo : Spike. Dalla prima
volta che lo aveva visto le era piaciuto subito. Alto, biondo, occhi azzurri e
con quel sorriso che avrebbe fatto sciogliere anche un orso polare. Nei giorni
successivi al loro incontro non aveva fatto altro che pensare a lui e anche il
ragazzo che le piaceva, Fabio, ormai non le sembrava così perfetto come le era
apparso la prima volta che lo aveva visto a scuola. Ovunque andasse si sentiva
lo sguardo di Spike addosso e il più delle volte si era ritrovata a guardarsi
intorno, sperando di vedere uno spolverino nero, o una testa tremendamente
bionda spuntare in mezzo alla gente. Anche ora, mentre faceva l’ennesima
schiacciata, le sembrava di avere i suoi occhi puntati sulla schiena. Si
riscosse dai suoi pensieri, solo quando sentì l’allenatore parlare
- Ok ragazze, fate
una pausa.- Si diresse ai primi gradini
degli spalti dove aveva appoggiato una bottiglia d’acqua e un asciugamano per
il sudore. Mentre cominciava ad asciugarsi il viso vide alcune sue compagne
fissare un punto vicino alla porta d’entrata della palestra e, vedendo i loro
sguardi sognanti, diresse il suo sguardo verso essa. Se fosse stato possibile,
avrebbe giurato che le sarebbero caduti gli occhi. Era lui. Dannatamente bello
con il sorriso strafottente sulle labbra, consapevole della sua bellezza e
dell’effetto che stava suscitando su quelle povere ragazzine in pieno
squilibrio ormonale. Lei ora se lo stava mangiando con gli occhi. E il fatto
che fosse vestito come piaceva a lei non aiutava a farle distogliere lo
sguardo. Lui si stava avvicinando, con la sua solita camminata da predatore, a
lei che era senza parole e riusciva solo a guardarlo a bocca aperta.
- Ciao- disse lui
sorridendole.
- Ciao Spike- rispose
Cinzia, sicura che stesse sognando tutto e che tra poco si sarebbe svegliata
rimanendo con un sapore amaro, come la tristezza, in bocca.
- Sei un sogno?-
chiese lei imbambolata.
- Spero di no
dolcezza o non riuscirò a farti passare dei bei momenti in mia compagnia- Lei
si riscosse sentendo quella voce calda e sensuale.
- Ehm, cosa ci fai
qui?- decise che era meglio cambiare argomento. Si sedette su un gradino e
cominciò a bere dalla bottiglia facendo finta di non vedere lo sguardo delle
sue compagne, in quel momento molto meravigliato.
- Ho pensato di
venire a trovarti dato che non ci vediamo molto spesso. Ho chiesto a Jessy dove
ti allenavi ed eccomi qui.- disse Spike mentre si sedeva vicino a lei e la
osservava bere a grandi sorsi.
_Oh Jessy, ti devo un
enorme favore!_ pensò.
- Sai, mi sa che hai
fatto colpo sulle mie compagne.- disse lei sorridendo, mentre gli faceva cenno
con la testa di girarsi. E appena lo fece tutte le ragazze che prima erano
intente a guardarlo, imbambolate, fecero finta di niente e tornarono a
chiacchierare tra di loro, continuando però a osservare di sottecchi quel
ragazzo che le attirava come delle calamite.
Spike sorrise e con
un’alzata di spalle tornò a guardarla. Rimasero a parlare per un po’, incuranti
di chi avevano intorno, e sperando entrambi che il tempo non passasse mai.
Stavano ridendo per una battuta fatta da lei su una cosa che le era successa il
giorno prima, quando l’allenatore fischiò dicendo che la pausa era finita. Lei
si rattristò un po’ e lui, vedendo il suo muso lungo, decise di fare una cosa
inaspettata. La baciò. Piano, leggermente, uno sfiorare di labbra, e a lei
sembrò di rinascere. Non si sentiva così felice da tempo, stava per
approfondire il bacio, volendo qualcosa di più, ma sentirono un leggero tossire
dietro di loro e, girandosi, videro tutte le sue amiche(allenatore compreso)
che li guardavano senza sbattere le palpebre e alcune avevano tirato fuori, da
chissà dove, dei popcorn. I due si staccarono di malavoglia, lei con la faccia
rossa come un pomodoro che cercava di non alzare lo sguardo e lui che, un po’
imbarazzato, si strofinava la parte dietro del collo con una mano.
- Ehm…devo andare. Mi
ha fatto piacere che tu sia venuto.- Stavolta alzò lo sguardo e gli sorrise.
Sorriso ricambiato da lui che, prima di andarsene, le chiese.
- Ti va di andare al
cinema stasera?- Lei sorrise ancora di più e gli disse di chiamarla dopo per
mettersi d’accordo sull’orario. Lui se n’andò contento e lei tornò ai suoi
allenamenti con il sorriso sulle labbra.
- Ciao ragazze, ci
vediamo- disse una sua compagna di squadra mentre usciva dallo spogliatoio.
Erano rimaste in poche in quella stanza. Lei era sempre una delle ultime
perché, dopo l’allenamento, le piaceva rimanere un altro po’ in acqua, facendo
qualche vasca solo per rilassarsi. Di conseguenza era una delle ultime a fare
la doccia, e lo stesso le successe quel giorno. Era stanca, non solo per
l’allenamento, ma anche per il pomeriggio passato a camminare con decine di
borse in mano. Ma si era anche divertita. Le era piaciuta quell’uscita con il
suo ragazzo. Oddio! Non sapeva se poteva realmente considerarlo il suo ragazzo,
ma da quello che lui le aveva detto, lei
era la sua ragazza quindi…E poi era da quasi una settimana che dormivano nello
stesso letto ed era sicura che gli amici non dormono nello stesso letto. Poi
dal modo in cui la baciava, ogni volta le sembrava di morire e rinascere. Le
sensazioni dei loro baci erano sempre diverse. Sempre più forti e belle, ed era
sicura che prima o poi sarebbe morta per davvero. Era persa nei suoi pensieri
con la maglietta in mano e ijeans da
allacciare, quando lui entrò nello spogliatoio, sempre bello, vestito come al
solito di nero ma sembrava che quel colore fosse stato fatto per lui. Jessy era
di spalle quindi non sentì, quando si avvicinò. Si accorse di lui, solo quando
le circondo la vita con le sue braccia forti e la strinse a se, facendole
saltare il cuore in gola.
- Ci stavi mettendo
tanto così sono venuto a vedere a che punto eri- disse lui parlandole
all’orecchio per poi baciarne il lobo e scendere fino al collo baciandolo piano,
facendole scorrere dei brividi lungo la schiena.
- Lo sai che sei
nello spogliatoio delle donne?- chiese lei sospirando appoggiandosi al suo
torace solido.
- Speravo che fossi
appena uscita dalla doccia, con le goccioline che scendevano dal tuo collo e
che ti accarezzavano tutta, facendo venir voglia allo spettatore di toglierti
l’accappatoio e…- le sussurrò l’intera frase all’orecchio, mentre con una mano
le accarezzava il corpo che ora era scosso da fremiti sempre più frequenti, e
lei ora respirava in modo pesante, gemendo, quando lui la accarezzava in modo
un po più deciso.
- Ok basta se altrimenti
dovrò fare un’altra doccia….Ma fredda stavolta!!- disse lei cercando di
riprendersi, di non pensare al corpo di lui che le rispondevafacendosi sentire. Lui rise piano e la lasciò andare, guardandola con occhi bramosi,
mentre finiva di vestirsi e metteva nello zaino il costume e tutto il resto.
Quando lei fu pronta le disse
- Vestiti elegante
stasera, perché ti porto a cena fuori- Lei lo guardò a lungo e gli sorrise
felice, cercando di non pensare al suo corpo traditore che in quel momento
voleva fare altro.
- Grazie, mi sono
divertita stasera- disse lei mentre raggiungevano l’entrata della casa di lei.
- E’ stato un
piacere! Sono stato bene con te- disse lui di rimando.
- Mi piacerebbe che
ci fossero altre serate così belle- disse lei cercando di non arrossire ma non
riuscendoci completamente.
Lui la guardò e non poté
non pensare a quanto fosse bella quella ragazza, con indosso una minigonna nera
che le lasciava scoperte le gambe sode e un po abbronzate, una maglietta bianca
con delle scritte rosse che le lasciava un po scoperta la pancia e una giacca
nera leggera.
- Già- disse lui.
Troppo imbarazzati, preoccupati di dire qualcosa di sbagliato che avrebbe
interrotto quel momento magico, non sapevano cosa dire e un silenzio
imbarazzante calò sui due. Spike, non potendo sopportare quel silenzio pesante
e imbarazzante decise di rompere il ghiaccio e, avvicinandosi, la baciò. Ma
stavolta lei partecipò entusiasta e in poco tempo il bacio da gentile e calmo,
divenne appassionato e lui la abbracciò, sperando quasi che lei si fondesse con
lui, cercando di frenare quell’impulso che li aveva pervasi. Lei, mentre lo
baciava, intrufolò una mano sotto la sua camicia, toccando la pelle liscia e
soda dei suoi addominali, accarezzandoli facendolo ringhiare dal piacere,
mentre l’altra mano era dietro alla sua testa per attirargli la bocca ancora più
vicino. Lui fece scorrere le mani sulla sua schiena, scendendo fino a
raggiungere il sedere sodo e accarezzandolo facendola gemere e sospirare nel
bacio. In poco tempo si ritrovarono in camera di lei, lei felice di quello che
stava succedendo e lui felice che i suoi genitori non ci fossero.
- Spike- sospirò lei,
mentre lui le toglieva la gonna e la maglia. Lei fece lo stesso con lui e in
poco tempo finirono stesi sul suo letto in un mucchio di coperte, corpi, mani,
labbra, denti, con la passione che cresceva sempre di più. Per poi
addormentarsi soddisfatti l’uno di fianco all’altro.
Non fecero in tempo
neanche ad arrivare alla porta. Tutto quello che aveva provato durante la
giornata, la scena dello spogliatoio, l’aveva eccitata oltre modo e ora non
poteva resistere al bisogno che le attanagliava lo stomaco. Lui non era da
meno. Era stato eccitato tutto il giorno e quando l’aveva vista con quel
vestito elegante addosso aveva deciso che quella sera non sarebbe riuscito a
stare senza di lei. Ed ora eccoli lì, che si strappavano i vestiti di dosso per
la troppa voglia di unirsi, per provare a spegnere quel fuoco di passione che
li circondava, senza lasciarli respirare, soffocandoli in una nube di piacere
senza mai fine. Sapeva che era la prima volta per lei, e voleva essere gentile,
ma la forza con cui lei lo attirava contro di sé, gli faceva venir voglia di
possederla forte e subito. Ma alla fine si riprese, e la costrinse ad andare al
suo ritmo calmo e gentile, facendola ansimare e gemere forte. Per poi
raggiungere entrambi la pace, soddisfatti, stanchi, felici. Facendoli
addormentare abbracciati desiderosi che quell’attimo di felicità non finisse
mai.
ECCOMI!!!!!SONO TORNATA!!LO SO
CHE VI HO FATTO ASPETTARE, MA MI SEMBRA CHE NE SIA VALSA LA PENA…O NO?I NOSTRI
DUE VAMPIRI SONO UN PO Più GENTILI IN QUESTO CAP E DEVO DIRE CHE LI PREFERISCO
A QUANDO SONO CATTIVI…GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE COMMENTANO E UN GRAZIE IN
PARTICOLARE ALLA MIA AMICA CICCI12 CHE MI HA ROTTO LE…CIOè, CHE MI HA
SPRONATO(A CALCI) PER CONTINUARE QUESTA STORIA…ALLA PROX SPERO VI PIACCIA CIAO
CIAO BACI
Sarebbe potuta uscire da quell’inferno e correre libera
verso… i centri commerciali ovvio!!
- Finalmente è finita anche oggi!- disse Jessy ad una sua
amica, mentre si dirigevano verso l’uscita della scuola.
- Ma come siamo melodrammatiche! E
poi, come mai hai così fretta di andare a casa?! Hai un’ appuntamento?- le chiese la sua amica. Jessy arrossì
ricordando quello che era successo la sera precedente e si perse nei ricordi.
Sentì il suo fuoco in fiamme e sperò che nessuno si accorgesse del colore del
viso: rosso fuoco. Ma da quando era diventata una
ninfomane? Ogni volta che pensava ad Angelus non riusciva a non pensare al suo
corpo. Alla sua bocca, alle sue mani, ai suoi occhi, al suo
petto, al suo……
_ Ok, meglio non divagare troppo!_ si disse Jessy.
Scacciò quei “brutti” pensieri e tornò a parlare del più e
del meno con la sua amica. Era appena uscita dalla scuola, quando vide distrattamente un gruppo di ragazze, della sua scuola,
raggruppate nel parcheggio riservato agli studenti.
- Hei, ma che succede?- chiese Jessy ad alta voce. Una
ragazza, che era lì da prima che lei arrivasse, le rispose
- Ci sono due fighi della madonna in quella macchina li davanti a te. Non sembrano liceali. Chissà chi sono venuti a prendere.- Detto ciò la ragazza si allontanò,
lasciando Jessy e la sua amica con la pulce nell’orecchio. Decise a scoprire
chi erano, cominciarono a spintonare le altre ragazze che urlavano come pazze.
_ Devono essere proprio due fighi della
madonna!_ si disse.
Riuscirono ad arrivare in prima fila, dove era appostate le oche della scuola. Guardavano quei due
poveri ragazzi come se fossero della carne da macello, e se le
si guardava bene, si poteva notare un po di bava agli angoli della
bocca.
- E tu cosa ci fai qui? Non lo sai
che è il posto riservato alle ragazze belle? Non ce la farai mai a conquistare
quei due tipi la!- disse la più oca di tutte a Jessy.
La quale non le rispose, ma spostò lo sguardo verso la macchina. Era una Viper
nera.
_ Veramente bella! _ si disse. Poi volse lo sguardo ai due
ragazzi che ora erano appoggiati al davanti della macchina. Uno aveva i capelli
di un colore improponibile. Portava occhiali da sole scuri, ed era vestito con
pantaloni e spolverino neri, mentre la camicia era rossa. L’altro ragazzo aveva
i capelli neri e portava dei rayban scuri. Portava dei pantaloni neri e un
maglione dello stesso colore.
Jessy rimase incantata a guardarli. Gli occhi le uscivano
quasi dalle orbite e non poteva credere a quello che vedeva.
_ Ma quelli sono Spike e Angelus!_.
Oche. Oche. Oche. Oche.
In mezzo a tutte quelle ragazze con gli ormoni impazziti non
avrebbero mai trovato Jessy.
- Senti, e se facessimo un cartello
come fanno in aeroporto? – propose Spike stanco di aspettare. Diavolo, lui
voleva andare da Cinzia! Ma non potevano andarla a
prendere se prima non trovavano Jessy.
Poi, finalmente, la videro. Si era appena fatta largo tra la
folla e ora li guardava con gli occhi spalancati e la bocca aperta. Dopotutto,
mantenevano ancora il loro fascino!
Angelus si alzò dal cofano della macchina e si avvicinò al
gruppo di ragazze, che, come lo vide arrivare, cominciò ad urlare ancora più
forte. Jessy era imbambolata e stava zitta, ma improvvisamente si riprese. Come
osavano quelle oche giulive sbavare dietro al SUO
Angelus!? Gli e lo avrebbe fatto vedere lei. La sua espressione mutò. Da
imbambolata diventò imbronciata, per non dire incazzata. Incrociò le braccia al
petto e aspettò che Angelus si avvicinasse. Lui, d’altro canto, notò il suo
cambiamento d’umore e sogghignò, capendo i suoi pensieri.
Le oche vicino a Jessy cominciarono
a mettersi a posto il trucco e i capelli, convinte che il figo si stesse
avvicinando per loro.
- Fatti da parte ragazzina. Lascia
lavorare le professioniste- le disse la capobanda. Jessy non le rispose,
ma le rivolse un ghigno che non prometteva niente di buono.
Intanto Angelus le era quasi arrivato davanti. Si fermarono
giusto a pochi millimetri, ma non fece nessuna mossa. Aspettò di vedere la sua
reazione. Jessy, lasciando spiazzata metà scuola, gli si avventò contro. Si
alzò in punta di piedi e lo baciò, mentre gli metteva una mano nei capelli.
Angelus la abbracciò di riflesso, facendo scorrere le mani sul suo corpo. Gli
mise le mani a coppa sul sedere e lo strizzò, facendo gemere Jessy nella sua
bocca. Anche lei cominciò a far vagare le mani sul suo
corpo, non riuscendo a staccarsi.
- Ehm ehm. Ragazza, state sconfinando nel vietato ai
minori.- Disse una voce alle loro spalle. I due si girarono e videro Spike, che
si era avvicinato a loro due, quando aveva visto come si stavano mettendo le
cose. Angelus e Jessy si staccarono e videro che alcune ragazze li stavano
guardando con gli occhi spalancati, altre erano meravigliate e altre erano
stavano morendo di invidia.
- Ciao Spike!- gli disse Jessy abbracciandolo, ancora rossa
in volto per lo spettacolo che avevano offerto lei e Angelus a metà scuola.
- Ciao dolcezza!- rispose lui sorridendole.
Angelus rimase da parte osservandoli, cercando di non essere
geloso. Sapeva che a Jessy non piaceva Spike, ma non riusciva a togliersi la
pulce dall’orecchio. Gli veniva in mante solo una parola. MIA.
Jessy si staccò da Spike e si girò verso la sua amica che
era rimasta immobile e sorpresa.
- Cri, ti presento Angelus, il mio ragazzo. E questo è Spike, un mio amico.-
- Piacere di conoscervi.- disse Cristina, guardandoli attentamente.
- Jessy, ora devo andare. Ci vediamo domani a scuola. Ciao-
disse Cristina congedandosi.
Angelus non aveva ascoltato neanche una parola dell’ultimo
scambio di parole tra le due ragazze. Solo due parole
gli frullavano per la testa: Suo Ragazzo. Aveva detto
che lui era il suo ragazzo. Il suo ego si gonfiò in modo impressionante. Iniziò
a provare emozioni che non provava da tanto tempo.
Amore. Oltre alla passione e al possesso iniziava a provare una sorta d’amore
verso quella ragazza a cui aveva cambiato la vita improvvisamente.
- Hei, ci sei?- Jessy lo riportò con i piedi per terra. Lo
stava guardando intensamente negli occhi, provando a capire a cosa stava
pensando.
- Andiamo- disse lui,
accompagnandola alla macchina. La fece sedere nel sedile posteriore e lui si
sedette al posto del guidatore, affianco a Spike.
- Ora possiamo andare a prendere la Cinzia?- chiese Spike ad
Angelus, mentre fumava una sigaretta. Angelus non rispose, ma avviò la
macchina, dirigendosi fuori del parcheggio.
- Signorina, la prego di seguirmi.- .
Cinzia si voltò verso il signore che le aveva rivolto
la parola. Stava aspettando che Spike la venisse a prendere. Di solito andava a
casa in treno, ma quel giorno, aveva ricevuto un
messaggio da Spike che la avvertiva di aspettarlo nel parcheggio della scuola.
Stava per chiamare Spike e chiedergli dove diavolo fosse finito, quando un uomo
le aveva rivolto la parola.
- Scusi, ma lei chi è?- gli chiese
dubbiosa. Quell’ uomo non le ispirava per
niente fiducia. Sentiva a pelle che c’era qualcosa che non andava.
- La prego di non fare domande e di seguirmi.- L’uomo si
stava spazientendo. A quell’ora doveva già essere in viaggio con il pacco nel
furgone.
- Mi scusi, ma io non mi muovo se non mi dice chi è e cosa
vuole.- disse, cercando di sembrare sicura di se.
- Ora lei viene con me. Non urli o potrebbe pentirsene.-
detto questo, l’uomo le mostrò una pistola e la Cinzia
per poco non si fece prendere dal panico.
_ No. No. Niente panico. Ma perché
non mi sono allenata con Spike? E figuriamoci se i
miei presunti poteri si manifestano._ pensò, cercando di trovare un modo per
andare via da li. L’uomo le prese un braccio e lo strinse con forza,
cominciando a trascinarla verso un furgone parcheggiato non molto lontano.
Cinzia stava per cominciare a chiedere aiuto, fregandosene
della pistola, quando vide entrare nel parcheggio una macchina. Sperò che fosse
Spike.
- SPIKE!!- urlò con quanto fiato
aveva in gola. Cercando di liberarsi dalla presa dell’uomo.
Erano appena entrati nel parcheggio della scuola, quando sentirono delle urla. Era la voce di una ragazza che
ripeteva sempre lo steso nome: Spike.
Spike riconobbe subito la voce di Cinzia e si gettò fuori dalla macchina.
L’uomo intanto aveva estratto la pistola e l’aveva puntata
alla testa della ragazza. Cinzia si era immobilizzata e aveva serrato gli
occhi, sperando che tutto finisse presto.
Spike si rese conto che era troppo lontano. Non sarebbe mai
arrivato in tempo. Quando si rese
conto che qualcosa non andava. Sentì uno spostamento d’aria. Ma non c’era vento quel giorno. Intanto anche Angelus e
Jessy erano scesi dalla macchina, ed ora stavano pensando a come salvare la
loro amica.
Improvvisamente l’uomo fu sbalzato via, fu sbattuto dentro al furgone e produsse un suono orrendo.
Cinzia continuava atenere gli occhi chiusi, finchè
qualcuno non le mise una mano sulla spalla. Era Spike. Lei si alzò in fretta e
lo abbracciò, felice che fosse arrivato.
-Tutto bene?- le chiese Spike, seriamente preoccupato.
- Si credo di si- rispose la
Cinzia. Le faceva leggermente male il braccio dove l’uomo l’aveva stretta, ma
non era niente di grave.
- Sai, credo che la prossima volta accetterò la tua proposta
di allenarmi con te.- Gli disse Cinzia, mentre vedeva Angelus e Jessy
avvicinarsi. Spike si avvicinò al furgone, ma l’uomo si mise al posto di guida
e partì sgommando.
- Cosa voleva quell’uomo?- chiese
Angelus.
- Non lo so. Mi aveva detto solo di seguirlo o mi avrebbe sparata.- gli spiegò pensierosa.
- Meno male che hai questi poteri.- le disse Jessy,
sentendosi sollevata ora che la sua amica stava bene.
- Già. Peccato che funzionano quando
pare a loro.- disse Cinzia, sorridendo.
- Allora, inizieremo subito ad allenarci.- le disse Spike.
- E io cosa faccio mentre voi vi allenate?-
chiese Jessy con il broncio.
- Ti alleni anche tu ovvio. Non
voglio che ti succeda qualcosa.- le disse Angelus
serio. Se solo pensava che ci sarebbe potuta essere
Jessy al posto di Cinzia, gli ribolliva il sangue nelle vene.
- Ma io mi so già difendere!- cercò
di difendersi lei. Non le andava di passare i suoi pomeriggi ad allenarsi.
- Niente storie. Tu ti allenerai. Punto e basta. – disse
Angelus risoluto, mentre si avviava alla macchina, seguiti da tutti gli altri.
- Hei, ditegli qualcosa anche voi!- disse
Jessy disperata a Spike e a Cinzia.
- Spiacente dolcezza, quando Flagello si mette in testa
qualcosa, nessuno lo può smuovere dai suoi propositi.- le spiegò Spike con un
sorriso divertito.
- Dai, Je. Così mi fai compagnia. E
poi potremmo batterli. Gli faremo vedere chi è veramente forte.- le disse Cinzia, mentre piegava il braccio in alto, mostrando
il pugno.
- Non riuscirete mai a batterci.- disse Spike
pavoneggiandosi.
- Vedremo.- rispose Jessy, mentre si accendeva una luce
pericolosa negli occhi.
- Hai fallito! Dovevi prendere una ragazzina. Come diavolo ha fatto a scapparti?- Era arrabbiato.Aveva a che fare con degli incapaci. Doveva
solo rapire una ragazzina.
- Mi dispiace signore, ma sembra che abbia dei poteri e…-
L’uomo non fece in tempo a finire la frase, perché si disintegrò sotto gli
occhi arrabbiati del suo ex Maestro.
- Dovrò passare al piano B.- disse il Maestro tra se e se.
SALVE GENTE!! PASSO SUBITO AI
RINGRAZIAMENTI. ALLORA:
Drachetta91: Si concordo Angelus e Spike sono molto da
violenza…ciao ciao ^_^
Angelika4ever: Mi fa molto piacere che la mia storia ti piaccia, spero che continuerai a seguirla. Ciao ciao
Bazmouna: Eh sarà stato il fascino di Angelus
e Spike a tenerti incollata allo schermo. Allora vorrà dire
che li dovrò ringraziare in privato.. hehe .. alla prossima ciao ciao.
Bell_Lua: Mi fa piacere che intrighi così
tanto la mia ff. A questo punto Spike e Angelus dovranno avere un
ringraziamento doppio ( Evvai! By Angelus e Spike). Ciao ciao
Cicci 12: Tu ormai sei una veterana. Avrai letto la mia
storia almeno 20 volte ma mi fa piacere che la
continui a leggere, vuol dire che non è da buttare via. Ciao besos ^_^