Ma io volevo solo andare in Cina! di giu91 (/viewuser.php?uid=29410)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Saluti e strani incontri ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Cap 0
Discaimers: Questi personaggi non mi
appartengono (magari!)
Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro (Figurasi se qualcuno mi paga per
sta roba -.- )
Il corsivo indica i pensieri di Alice. Buona lettura.
...
"Non se ne parla Alice! Sei forse impazzita? Passi mandare a
monte il tuo fidanzamento con Amish, passi comportarsi come una pazza
davanti a tutti, passi persino, che il cielo mi aiuti, che una ragazza
come te voglia lavorare come apprendista nella compagnia di Lord
Ascott, ma andare in Cina? Ti rendi conto di quello che stai dicendo?"
In ordine: primo non sono certo
impazzita adesso mamma, se non te ne fossi resa conto sono sempre stata
così, secondo sì!
Cina.
E terzo nuovamente sì, so quello che sto dicendo sarò anche matta ma
parlo e comprendo perfettamente l'inglese e non ho problemi di memoria
a breve termine perciò quando
parlo normalmente so che cosa ho detto.
"Alice mi stai almeno ascoltando!" il tono di voce della signora
Kingsley stava pericolosamente iniziando a diventare isterico, Alice
cominciava a temere che tra poco un 'tagliatele la testa' sarebbe
uscito dalle sue labbra.
"Mamma ti prego abbiamo ripetuto questa conversazione infinite volte
negli ultimi due mesi, non sei riuscita a convincermi fino ad adesso
cosa ti fa pensare di riuscirci ad un giorno dalla partenza?" chiese in
modo retorico la sopracitata pazza.
Notando di avere finalmente ottenuto l'attenzione della figlia la
signora Kingsley sospirò e parve calmarsi sensibilmente "Se devo essere
onesta, niente, so di non avere speranze ma, Alice, Cinque mesi! Solo
per arrivare in Cina e se non incontrate problemi durante il viaggio.
Anche considerando che vada tutto bene e stiate in Cina per poco tempo
non ti rivedrò per almeno un anno." il tono divenuto ormai lamentoso
verso la fine della frase.
Questa volta fu il turno di Alice di sospirare "Non è poi molto diverso
dalla situazione di Margareth, abitando così lontano anche lei non la
vedi molto spesso."
La spiegazione non sembrò convincere per niente sua madre "Non dire
assurdità è del tutto diverso, di Margareth posso avere notizie quando
voglio, e poi lei si trova al sicuro, a casa sua, non inbarcata su di
una nave per mesi, con soli uomini poi! Terribilmente inapropriato per
una ragazza della tua età."
Figurarsi se non era inappropriato!
"Abbiamo già discusso anche di questo, e poi hai già conosciuto il
capitano e hai detto che ti sembrava un tipo affidabile." Nonchè,
secondo me, tanto formale quanto un cameriere della regina durante una
cerimonia. Era servita tutta la diplomazia di Lord Ascott per fargli
accettare la mia presenza a bordo.
"Certo, John Kaye, una persona sicuramente a modo ma questo non cambia
la pericolosità del viaggio, come farò a sapere che stai bene senza tue
notizie per un anno?"
Alice continuò imperterrita la preparazione dei suoi bagagli "Cercherò
di farti arrivare delle lettere quando ci fermeremo per i rifornimenti
ma tu cerca di stare tranquilla mamma, odio vederti così ma non
cambierò idea, non posso perdere questa occasione."
Sua madre fece di nuovo per aprire bocca ma questa volta Alice la
precedette "Basta, il discorso e chiuso, il capitano ci ha assicurato
che sarà un viaggio sicuro. E ora se non ti dispiace vorrei andare a
dormire." disse, senza osare guardare sua madre in faccia perchè
davvero non poteva sopportare di vederla così preoccupata, e senza
darle il tempo di replicare chiuse la porta della sua stanza e si buttò
stancamente sul letto, sfinita dalla ormai abituale discussione serale
con sua madre.
Per fortuna questa e l'ultima sera
che mi tocca sentirla, e poi, cosa potrà mai succedermi di così
pericoloso che io non abbia già affrontato?
...
Note dell'autrice: e dopo tre anni di totale assenza da efp rieccomi
resuscitare dall'oltretomba! Sì, lo so, ve lo potevo risparmiare ma
sono particolarmente crudele in questo periodo. Nel caso ve lo steste
chiedendo l'inferno non è tanto male, anche se gli indegeni del luogo
insistono a chiamarlo 'università', chissa perchè?
Comunque critiche e commenti sono tutti bene accetti e, non
preoccupatevi gli altri capitoli li farò un po' più lunghi questo è
solo il prologo
Coro di anime dannate: nooooooo
Oh zitte voi!
A presto ;)
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Capitolo 2 *** Saluti e strani incontri ***
Saluti
Ecco qui il primo vero capitolo, potrebbe risultare un po'
confuso perchè in questo capitolo fa un cameo (forse posso considerarlo
un mini crossover) un personaggio di un manga che adoro: Pet Shop of
Horrors.
Comunque non preoccupatevi se non lo conoscete perchè non riapparirà
più in questa storia e il capitolo è comunque comprensibile, anzi, se
alla fine vi avessi incuriosito un po' su questo personaggio ecco il
link di Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Pet_Shop_of_Horrors
Chiedete pure per qualsiasi ulteriore chiarimento, buona
lettura :)
...
La
notte prima del viaggio Alice sognò nuovamente i suoi amici del
Sottomondo, non le capitava più tutte le notti come quando era una
bambina
ma comunque piuttosto di sovente. Alice non credeva possibile che i
suoi sogni potessero diventare ancora più strani di quanto già non
fossero ma questa volta le memorie del Sottomondo erano mischiate con
le immagini della Cina di cui tanto aveva letto in questi mesi. Nel
sogno la regina bianca indossava un candido chimono con in vita una
fascia scarlatta e le porgeva fiduciosa una Jiàn* invece della spada
Bigralace mentre il cappelaio stava seduto sulle ginocchia davanti ad
un basso tavolino e le offriva
un bicchiere di terracotta contenete un profumatissimo té verde.
E' normale che io riesca a ricordare
anche i profumi che sento nei miei sogni?
Certo, a volte le capitava di chiedersi se avesse fatto bene a lasciare
Sottomondo,
soprattutto quando notava gli sguardi diffidenti delle persone che, non
capendola, la ritenevano strana e un po' pazza, ma questo era il suo
mondo, un mondo da cui non sarebbe scappata per scegliere la via più
facile, era il suo mondo e lei si sarebbe impegnata con tutta se stessa
per renderlo un po' più pazzo e divertente che la gente lo volesse o
meno.
Se a Sottomondo la sua presenza si incastrava perfettamente come la
tessera
di un puzzle, qui avrebbe lottato per conquistarsi il un posto, come un
germoglio che scava con forza la terra per venire alla
luce.
Doveva almeno tentare, doveva farlo se non altro per sua madre che,
nonostante
le loro incomprensioni la amava profodamente così come aveva amato suo
padre. Quella madre che la stava già attendendo in cortile, insieme
alla carrozza che le avrebbe condotte fino al porto.
Alice aveva
salutato la sorella pochi giorni prima e avrebbe salutato Lord Ascott
appena scesa, ma sua madre aveva insistito per accompagnarla fino alla
nave per vederla partire e accertarsi che stesse bene almeno fino a
quel momento.
Sbrigandosi per non farla aspettare troppo diede un'ultima occhiata
alla sua stanza e, con un largo sorriso che le illuminava il volto,
chiuse la porta.
"Vedo che sei pronta.", disse una voce alle sue spalle.
"Lord Ascott! Non fatemi spaventare così, stavo pensando e non vi ho
sentito arrivare."
"Tu stai sempre pensando a qualcosa Alice.", disse lui accenando un
sorriso, "Lascia che ti dia una mano con quella borsa.", così dicendo
le sfilò il bagaglio che teneva tra le mani e inizio a dirigersi verso
l'uscita.
"Agitata?"
"Impaziente direi, questi ultimi giorni sembravano non passare più.",
gli confessò.
Usciti, lord Ascott porse il bagaglio al conducente e strinse la mano
la mano ad Alice,
"Confido in te per questa spedizione, la compagnia di tuo padre ora
dipende anche nelle tue mani."
A salutarla era venuto anche qualcuno che non si aspettava di vedere,
"Amish!"
Durante questi mesi di preparativi Alice era riuscita a conoscere Amish
un po' meglio e, per quanto lo trovasse sempre terribilmente noioso e
pomposo, aveva imparato che non era una cattiva persona e aveva preso
da suo padre più di quanto non sembrasse all'apparenza. E poi Alice
aveva scoperto un nuovo passatempo nel mettere Amish a conoscenza
di tutte le sue 'visioni', ricordava ancora la memorabile faccia che
aveva fatto all'idea di aragoste danzanti la quadriglia** al posto
delle
persone.
"Alice Kingsley", esordì con tono formale, "Ti auguro un buon viaggio."
Lui sì che sa come si saluta con
calore.
Alice osservò per un attimo divertita la sua espressione solenne e posa
rigida prima di abbracciarlo.
"Grazie, Amish."
Il suddetto era rimasto immobile e allibito e Alice rimpiangeva
veramente molto di non poter vedere la sua espressione in quel momento.
"Ah, sì, va bene", disse lui balbettando leggermente e staccandosi
dall'abbraccio.
"Comunque cerca di non mettere quella tua testolina strana in troppi
guai.", aggiunse alla fine senza avere il coraggio di guardare Alice in
faccia, la quale ,comunque, notò perfettamente il rossore che gli si
era
diffuso sulle guance.
Una volta salita sulla carrozza insieme alla madre Alice non pote fare
a meno di pensare
che, se mai un giorno fosse
tornata a Sottomondo, era così che avrebbe
voluto salutare tutti.
...
Grazie all'infallibile
puntualità di sua madre erano arrivate al porto con un notevole
anticipo e dopo poco tempo Alice iniziò a guardarsi intorno
annoiata, mancava ancora più di un'ora prima che la
nave partisse, sua madre le aveva consigliato
di fare un breve giro in città tanto per ammazzare il tempo, lei era
inorridita al solo pensiero, sapeva bene cosa succedeva a che faceva
arrabbiare il Tempo figurarsi provare ad ammazzarlo!
In ogni caso Portsmouth non era poi molto diversa dalle altre città
inglesi che aveva già visto, non che le sarebbe dispiaciuto dare
un'occhiata in giro ma aveva quasi paura che la nave partisse senza di
lei se solo avesse osato allontanarsi, per questo continuava a ternerla
d'occhio tanto per accertarsi che
fosse sempre al suo posto.
Aveva già tentato di fare un po' di conversazione con i marinai, suoi
futuri
compagni di viaggio, ma questi erano tutti o troppo indaffarati o
troppo
sospettosi del suo essere una donna che voleva viaggiare il mondo come
fosse un uomo per prestarle più di
qualche minuto di attenzione.
Nel frattempo una piccola folla si era radunata incuriosita per
assistere alla partenza, la voce del loro viaggio commerciale in Cina
si era diffusa in tutta la città che era diventato uno degli argomenti
di cui spettegolare più in voga del momento.
Alice riusciva a percepire frammenti di conversazioni in mezzo alla
confusione, parlavano di lei e di Lord Ascott, delle scommesse che
giravano sulla riuscita della loro imprese e sulle storie che avrebbero
potuto raccontare i marinai una volta tornati a casa.
Ad un certo punto un frammento di conversazione catturò la sua
attenzione più degli altri, "Chissà se il Conte verrà ad assistere alla
partenza, in fondo la nave è diretta verso la sua terra natale."
Terra natale?
Alice cerco di individuare chi, tra tutta la gente che stava
chiacchierando intorno a lei, avesse pronunciato quelle parole.
"Non saprei proprio, sai che non lascia sovente il suo negozio se non
per procurarsi qualche dolce per il the.", disse una signora che
portava un'appariscente cappello verde ad un'altra che si stava
sventolando con un ventaglio.
Alice si avvicinò alle due, "Scusatemi, non vorrei sembrarvi
impertinente ma mi è sembrato di sentirvi parlare di un conte
proveniente dalla Cina, ho capito bene?"
Le due si voltarono e la osservarono accuratamente per qualche istante
prima di chiedere "E tu chi saresti, ragazza?"
"Perdonatemi, mi chiamo Alice Kingsley, partirò tra poco per la
spedizione in Cina e quando vi ho sentito parlare..."
Ma le due non la lasciarono finire, appena ebbero capito chi era la
ragazza che avevano davanti il loro occhi si illuminarono di una
vibrante curiosità.
"Oh cara, perchè non l'hai detto subito. Che ragazza coraggiosa che
sei, andare in posto così lontano da casa... lo sai che sei al centro
delle conversazioni in molti salotti in questo periodo."
"Sì, sì"-tagliò corto lei-"ma io vi ho sentite parlare di un cinese."
"Certo il Conte D, davvero non lo conoscete? E' l'uomo del momento,
possiede un negozio di animale in fondo a quella strada, vedete,
proprio quella alle vostre spalle"-disse indicando una via che Alice si
voltò a osservare-"è l'unico argomento di cui si parli più ancora che
del vostro viaggio, è arrivato una notte, come dal nulla, e si dice che
nel suo negozio si possano trovare animali da ogni luogo del pianeta.",
concluse ammirata.
Conte D, che starno nome, non mi
sembra cinese.
"Siete sicure che sia davvero un cinese?"
"Senza alcun dubbio, anche se non so per quanto tempo abbia vissuto là,
il suo accento inglese è a dir poco perfetto. Se fai una corsa forse
puoi trovarlo nel suo negozio, potrebbe darti qualche utile consiglio."
E Alice, un po' per noia e un po' perchè questo misterioso Conte aveva
davvero catturato il suo interesse, corse.
Riuscì a trovare il negozio senza troppi problemi, sembrava davvero
piccolo visto dall'esterno ma l'insegna non lasciava dubbi, si trattava
di un negozio di animali.
Incerta busso alla porta e mentre attendeva risposta continuava a
voltarsi in direzione del porto chiedendosi se fosse stata una buona
idea, in fin dei conti mancava davvero poco alla partenza .
Dopo qualche istante la porta si aprì, facendo vibrare un campanellino
che riempi l'aria con le suo note argentee, come la voce che
la accolse "Benvenuta nel mio umile negozio, prego entra pure a dare
un'occhiata qui si vendono amori, sogni e speranze.".
L'uomo, anche se Alice non era sicura che lo fosse dato i suoi tratti
incredibilmente delicati e femminei, teneva la porta del negozio aperta
e le sorrideva facendo cenno di entrare.
"Umh, salve, io starei cercando il Conte D, siete voi?", chiese Alice
osservandolo meglio, portava i lunghi capelli corvini raccolti in una
coda e i
suoi abiti erano decorati con intricate fantasie floreali.
"In realtà il titolo di conte appartiene a mio nonno, io gestisco solo
il negozio in sua assenza.", il Conte, dato che comunque non sapeva
come altro chiamarlo, continuava a sorriderle con labbra sottili
dipinte di nero.
"Ah"-esclamò lei-"vedete io oggi parto per la Cina e due signore
mi hanno parlato di voi e di questo negozio, speravo mi poteste dare
qualche informazione utile al mio viaggio", disse quasi timidamente.
Ma cosa mi sta succedendo? Non mi
sentivo così intimidita neanche alla Rocca Tetra, ma quest'uomo... e
questo odore, incenso? Lo sento provenire dal suo negozio, mi da le
vertigini, è soffocante e allo stesso tempo irresistibilmente
invitante.
Il conte si portò una mano alla bocca e spalanco lievemente gli occhi
screziati di viola in un'espressione di sorpresa
"Avevo sentito parlare di questa spedizione ma non era a conoscenza che
anche una creatura rara come voi ne facesse parte."
Rara? Creatura? Ma cosa sta dicendo è
forse impazzito? Sì, è vero, non è che io sia la più adatta a giudicare
la sanità mentale di altre persone.
"Sicuramente avrei molte storie interessanti da raccontarvi sul mio
paese, alcune delle quali sconosciute agli abitanti stessi. Ma non
state lì sulla porta, entrate.", dicendo così le prese delicatamente la
mano con le proprie per condurla all'interno, le unghie curate e
affilate come artigli.
"Posso offrirvi una tazza di té?
Ho una torta appena sfornata dal miglior pasticcere della città.".
"Mi piacerebbe ma non ho molto tempo, la nave partirà tra poco.",
incurante della risposta della ragazza il conte stava già versando del
the in una delicata tazzina di porcellana smaltata di rosso e oro.
Intera, peccato, sono abituata a
quelle rotte.
Il conte le porse la tazzina e Alice se la portò alle labbra
quando percepì un brusio sommesso
provenire da dietro di lei, come di persone che parlottano. Per la
prima volta distolse lo sguardo dal conte e vide l'ambiente in cui si
trovava: era molto più grande di quanto le fosse apparso da fuori ma
soprattutto era pieno di persone, molte persone! Dagli abiti talmente
strani che non avrebbero per niente stonato a Sottomondo, anzi, avevano
qualcosa di ancora più esotico. C'erano signore
dai vestiti variopinti che si pavoneggiavano dietro dei ventagli e
uomini abbigliati altrettanto vistosamente che cantavano per loro, un
gruppo di bambini dai grandi occhi luminosi la guardava come cuccioli
curiosi, delle persone con addosso strane pellicce e dalle pupille
insolitamente allungate erano pigramente accoccolate su di un divano.
Ma cosa sta succedendo? Chi sono
tutte queste persone.
Alice non riusci nemmeno a finire di osservare tutti gli strani
individui presenti che una mano le si posò lieve sulla spalla facendole
quasi
cadere la tazzina di the dalle mani, "C'è qualche problema?", le
sussurrò il Conte all'orecchio.
"Io non capisco, chi sono queste persone? Non dovreste vendere animali
in questo negozio? Sono forse schiavi questi o peggio?", ora Alice era
davvero spaventata e tremava leggermente, in che guaio l'aveva cacciata
questa volta la sua
curiosità, ma il Conte continuava a sorriderle tranquillo.
"Non c'è motivo per cui tu debba allarmarti. Posso assicurarti
che questi sono tutti animali e sono l'unica cosa che il mio negozio
venda."
"Animali? No, non è possibile, non...", all'improvviso il suono di una
campana annunciante l'imminente partenza di una nave la riscosse come
da un sogno, il Conte aprì la porta del negozio e una ventata di aria
fresca spazzò via l'aroma di incenso.
Quindi il Conte le prese nuovamente la mano, questa volta
baciondogliela
delicatamente in segno di saluto, "Credo che tu debba andare ora,
Alice,ma prima lascia che ti faccia un piccolo dono, consideralo un
regalo di buon augurio.", e così dicendo porse tra le mani
della ragazza una collana fatta di un semplice filo d'aggerto a cui era
attaccata una perla,
"Pensa che l'ostrica che l'ha prodotta è vissuta proprio in questo
negozio, sono sicuro che saprà portare la buona fortuna nel tuo
viaggio."
Con un cenno di assenso e un sorriso Alice lo ringrazio, ancora troppo
scossa e confusa per parlare, e si mise al collo la collana. Prima di
correre via, inesorabilmente attirata dal suono della nave che la stava
chiamando, diede un'ultima rapida occhiata all'interno del negozio, ma
delle persone che aveva visto prima non c'era traccia, intravide solo
qualche uccellino intento a cantare, alcuni cagnolini che giocavano sul
pavimento e gatti di diverse razze che dormivano su di un divano.
Che strano, proprio stranissimo. La
mia pazzia sta decisamente peggiorando, a mia mamma verrebbe un colpo
se lo sapesse... se lo sapesse il cappellaio invece ne sarebbe
terribilmente fiero.
Un sorriso triste le increspò le labbra a quel pensiero, presto rimpiazzato da
un'espressione più preoccupata quando un'altra riflessione le tocco la
mente.
Come faceva a sapere il mio nome, io
non glielo ho mai detto.
Il sorriso sornione del conte, che vedeva correre via quella ragazza
she sapeva vedere la verità del mondo molto meglio della maggior parte
delle persone, avrebbe fatto invidia
anche ad uno stregatto.
Buon viaggio, Alice.
...
*Secondo quanto ho trovato dovrebbe essere il nome delle spade cinesi,
se qualcuno ne sa più di me mi corregga per favore.
**La quadriglia delle aragoste viene mostrata ad Alice
dal Grifone e dalla Finta tartaruga nel libro
Allora? Vi ho del tutto terrorizzato con la follia della mia mente che
riesce a concepire un crossover simile o siete ancora vivi e disposti a
sopportare stoicamente un altro capitolo ;P
Se volete lasciatemi una recensione e fatemelo sapere.
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