La Giornata della Memoria

di Eowin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un giorno da ricordare ***
Capitolo 2: *** Era inconfondibilmente la realtà ***
Capitolo 3: *** Come un colpo di fulmine... ***
Capitolo 4: *** Una serata fantastica ***
Capitolo 5: *** Una mattinata disastrosa ***
Capitolo 6: *** La paura di amare ***
Capitolo 7: *** Come la Lampada di Aladino ***



Capitolo 1
*** Un giorno da ricordare ***


Era la mattina del 27 gennaio 2009. Io ero lì, nella mia suite d'albergo, e... "Accidenti! Sono le sei! Dovevo essere sul set un'ora fa!" Avevo appena iniziato a girare il mio primo film, "Elise", che parla appunto di Elise, una ragazza orfana di madre, che scopre a 18 anni di essere stata adottata da una famiglia inglese, essendo italiana. La ragazza è perseguitata da dubbi e domande, spesso si chiede che cosa ci sta a fare sul pianeta Terra, tanto la sua vita è inutile... Arrivo tardi sul set di due ore e mezzo, e il regista, Tom McGin, si arrabbia tantissimo, e mi prega, molto gentilmente, di non fare più tardi altrimenti verrò licenziata. Io mi scuso tantissimo e mi spedisce in camerino, a truccarmi e indossare gli abiti. Quella mattina avrei dovuto già girare la scena del bacio tra me e un ragazzo che, capendo cosa provava la ragazza (Elise), voleva aiutarla, ma se ne innamora subito. La ragazza lo lasciava perdere, ma alla fine si accorge di essere persa pure lei. L'attore che avrebbe interpretato Paul, il ragazzo di Elise, sarebbe dovuto essere un certo Sean Tone, ma per problemi familiari rinunciò alla parte solo pochi giorni prima, con una PREVEDIBILISSIMA reazione del regista. Mi avevano avvisato che già era stato scelto il prossimo attore, ma non mi volevano dire chi era, non capivo perchè. "Ascolta, questa mattina arriverà il sostituto di Sean, e trattalo bene" mi avvisa il regista. "Quale motivo avrei di trattarlo male?" chiesi io. " No, è solo per avvisarti. Non vorrei rimanere senza un'altra volta!" rispose Tom. Arrivano le dieci del mattino. Il regista era abbastanza spazientito per il ritardo di... Paul. Poi si sentono dei clacson, due fuoristrada che fanno da scorta a una lunghissima limousine nera, e altri due fuoristrada in coda. L'auitista della limousibne scende, e apre lo sportello posteriore. "Ecco " penso... Scese, pantaloni strappati e larghissimi, una maglietta nera aderente al suo corpo a collo alto, e una collana con una lettera come ciondolo. Non ne distinguevo bene la forma, la dimensione, il colore... vampate d'aria calda mi salgono nel corpo, mi gira la testa... "Mr Bloom, eccoLa finalmente!" dice Tom, il regista "Basta" penso io "ora svengo" Neanche il tempo di pensarlo, che mi ritrovo stesa sul terreno.

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Capitolo 2
*** Era inconfondibilmente la realtà ***


Mi riprendo poco dopo, ma mi ritrovo stesa su un tavolo all'ombra di una quercia. Ancora non riesco a distinguere bene i colori, vedo doppio:quante persone c'erano accanto a me? 10? 20? "Ha aperto gli occhi!" dice Tom, tirando un sospiro di sollievo. Io, pian piano, balbettai "E che dovevo morì?" Eccolo, lo vidi, come una luce scesa dal cielo, si, ora lo riconoscevo, era lui, inconfondibile! Era... ORLANDO [con un sottofondo di trombe] "Stai bene?"mi disse "Non dimenticherò mai le prime parole che mi ha rivolto..." penso "Si si, tutto a posto!" rispondo, e divento davvero molto rossa! "Ma, povera ragazza, quanto fard le avete messo!" scherza Orlando. Io rimango un pò sbalordita, possibile che sia così deficiente?(scusa, cucciolo!) "Dai stavo scherzando!" risponde. "Aaah, ottimo attore direi!" rischerzo. "Don't worry baby, succede con TUTTE.Ci si fa l'abitudine, dopo 10 anni che recito!". "Su su, al lavoro!Dobbiamo riprendere la scena! Cioè, cominciare!" urla Tom. Neanche il tempo di conoscerlo, vederlo, toccarlo, che già l'avrei dovuto baciare.

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Capitolo 3
*** Come un colpo di fulmine... ***


"- 3, 2, 1... Ciak! SI gira!" "Elise, io ti amo!" "Paul, io non..." Paul cerca di baciare Elise... "STOOOOOOOP!!!!!!!Aaaah! Silvia! Devi rispondere al suo bacio!" urlò Tom. "E magari non diventare rossa!" scherzò Orlando. Io sarei voluta sprofondare dall'imbarazzo, giù giù, sotto sotto sotto terra... ma mi limitai a balbettare scherzosamente un "Zitto, tu!" ad Orlando, mentre con una mano cercavo di nascondere il mio viso. "E' la 9 volta che cerchiamo di girare questa scena! Ti chiedo solo un bacio, niente di più! Un piccolo insignificante bacio!" chiese Tom. "Ma..." cercai di rispondere. "Suvvia, molte ragazze nel mondo ora vorrebbero essere in te!" scherzò Orlando. "Lo so ma..." ancora non riuscivo a rispondere. Le cose erano 2: o mi bloccavo io, o erano gli altri che mi interrompevano! Intanto Tom parla sottovoce con Orlando, io bevo un sorso d'acqua. " Senti, adesso riprenditi e proviamo un'altra scena, e questa volta cerca di fare le cose bene. La scena del bacio la proviamo domani." disse Tom. "E se mi travestissi da Legolas?" mi chiese Orlando "E tu come fai a sapere che io..." "Eeeh, ho le mie fonti!" ripose. "Magari!" risposi alla sua prima domanda. "Se vuoi lo faccio!" disse lui, fissandomi negli occhi. Sembrava veramente intenzionato a farlo. "Ma dai! Stavo scherzando!" dissi. "Io no!" disse lui. "Ti toccherebbe mettere lenti a contatto, fare l'allungamento dei capelli...." "Una parrucca andrà benissimo!O...forse...preferisci il... naturale...Orlando?" e mentre lo diceva si metteva in pose...scherzose.Un pò da vanitoso, ma tanto per scherzare.

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Capitolo 4
*** Una serata fantastica ***


La sera stessa io, Orlando e il resto del cast decidemmo di farci una passeggiatina notturna, abbastanza notturna perchè erano le 11:30 passate. Solo un'ora prima avevamo finito di girare ALTRE scene.Niente, io e quel bacio maledetto non ci intendevamo. Orly fu molto contento, come tutto il resto del cast anche se, sfortunaccia delle sfortunaccie, proprio quella sera non gli andava di uscire. "Se vuoi andiamo solo noi due!" propose Orlando. "Ma si, va!". Ero felice. Felicissima. Ma ero certa che non sarebbe successo mai nulla. Come può un'uomo di 32 anni stare con una di 18.E ro già rassegnata, ma lo ero da sempre. Lui non avrebbe mai potuto innamorarsi di una "bambina" alle prime...scene,ma io sì. Camminammo tantissimo, poi vedemmo una spiaggietta isolata e decidemmo di entrarci. Ci sentivamo osservati, ma non c'era nessuno. Parlammo molto, di Elise e delle nostre vite, sogni, speranze... "Santo cielo già l'una!" esclamai. "Allora?" mi disse Orlando. Mi fissava in un modo strano, ma sembrava felice. Si, molto felice. "Come !" risposi "Alle 4 e mezza devo essere pronta per trovarmi alle 5 sul cast!" continuai. "Anche io! Ma, è tanto bello qui..." Ci guardammo un'istante negli occhi. Io mi specchiai nei suoi occhi marroni, lui nei miei occhi verdi/marroni, poi mi circonda i fianchi con le sue braccia, mi stese sulla sabbia e mi diede un lunghissimo BACIO ( ). Quella volta io risposi. E come risposi. "Scusa, non avrei dovuto!" gli dissi. "Neanche io!" mi rispose. Ma, in quell'istante sentimmo un flash, Tantissimi paparazzi erano nascosti e mascherati tra le dune, ci avevano visto, sentito, fotografati, e non ce ne eravamo accorti. Eravamo stati scoperti. Volevo scappare, ma le sue dolci mani bloccarono il mio polso con forza, mi prese e con un braccio mi abbracciò. Io cercai di nascondermi dai paparazzi sul petto di Orlando, mentre lui gridava ai paparazzi: "Ebbene, avete voluto quello ke desideravate! Adesso siete contenti?". Era nero, ma, mi baciò con forza un'altra volta.Poi gridò "Ancora soddisfatti?". Poi ce ne andammo con calma. I paparazzi avevano ottenuto quello ke volevano, ma anche io.

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Capitolo 5
*** Una mattinata disastrosa ***


Quella mattina avevo convinto Tom a fermare le riprese per un giorno, ma x convincerlo sudai 7 camicie. Ormai tutto il mondo già sapeva cos'era successo quella notte. Mi andava bene, perchè avevo ottenuto quello ke volevo, ma io amo la privacy, specie se poi si tratta della mia vita privata. Quella mattina mi sarei presentata alla redazione del "Gossip Time" per protestare, ma avevo paura, una paura terribile, ma non sapevo di che... Mi chiusi in una stanza, ma Orlando mi convinse ad aprire dicendomi che mi doveva parlare. "Mi devi scusare..." mi disse. "E di che?" risposi. "Non avrei dovuto, sono stato uno sciocco!" continuò. "Anch'io.Però ho bisogno di una spiegazione: perchè è successo?Cosa c'è tra di noi?" sfacciata arrivai al punto, ma nn so cm mi uscirono quelle parole di bocca. "Gli scienziati lo definirebbero amore" mi disse, "Ma ti conosco appena, anche se mi fido di te!" risposi. "Non serve conoscerci, basta leggere nei tuoi occhi per capire come sei: e la mia reazione è stata quello che è successo!" disse. "Ho paura!" non sapevo dire altro. Mi appoggiai sulla sua spalla e piansi, lui mi accarezzò la testa, poi me l'alzò e mi guardò negli occhi. Stava per ribaciarmi. Io lo bloccai, non so perchè. Continuavo ad avere paura: di quello che era successo e di ciò che poteva succedere. "Solo amici" gli dissi. Ma come potevo? Io non aspettavo altro nelle mia vita! "Per ora" continuai. "D'accordo" mi rispose, un pò amaramente.

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Capitolo 6
*** La paura di amare ***


Niente. Il “Gossip Time” neanche morto avrebbe tirato indietro la notizia. “Un gossip è un gossip” dicevano. Neanche redazioni di altri giornali l’avrebbero smentita. Che avevo fatto di male per meritarmi ciò? “Arrendiamoci” disse Orlando “Per tutti saremo insieme, ma noi sappiamo che non è così. Lascia credergli ciò!” finì. “Sì ma è un’ingiustizia!” dissi. “Fregatene!” Fu la sua risposta. Entrammo nella limousine di Orlando.Era nero, me ne accorgevo, ma mi accorgevo anche che mi guardava in 1 strano modo, come la sera precedente. Quando si accorse che me ne accorsi, girò il capo dalla parte del finestrino. Il mio cuore lo voleva a tutti i costi, lo sapevo bene, ma avevo paura che una volta insieme, l’avrei perso, e non volevo soffrire, odio soffrire… Sera. Io nella mia suite siedo sulla scrivania, con un pezzo di carta in mano. Non rigare quel viso Non cancellare quel volto Quel sorriso Tu hai tagliato Quelle emozioni Quei ricordi. Hai pensato solo a te. Non hai forse dimenticato Che fai soffrire? Non hai forse dimenticato Che è solo male Quello che fai? Voleva essere una poesia. Doveva essere una poesia, ma non significava nulla, almeno per me. Senza regole da rispettare, quello è il mio modo di fare poesia. Ma una poesia non era. Gli ultimi due versi sono usciti dalla mia mente, sembrano uno stato di rabbia, lo sapevo bene… Strappo il foglio in 4 pezzi e li getto in aria, poi mi butto sul letto, e piango. Tantissimo. Continuo a non sapere perché mi comporto in quello strano modo.Cosa mi prendeva. Devo smettere. DEVO SMETTERE! DEVO SMETTERE! Non riesco a fare altro che piagnucolare più lentamente, in piedi vicino alla portafinestra del balcone. Qualcosa avevo dentro di me, che mi faceva soffrire in quel modo. Ma cosa?

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Capitolo 7
*** Come la Lampada di Aladino ***


Ero rimasta lì, a piangere difronte la portafinestra. Orlando riuscì a entrare nella mia suite aprendo la porta con una scheda magnetica. Entrò piano, e vide pezzi di fogli per terra. Li raccolse molto silenziosamente, e li unì. D'italiano non capiva nulla e mi chiese: "Potrei sapere che hai scritto?" Io, che non l'avevo degnato ne di uno sguardo ne di un saluto, gli risposi: "Ho sfogato la mia rabbia in quei versi, che non significano nulla..." Lui, perplesso, ma vedendomi in uno stato terribile, mi chiese se fosse lui il soggetto di quella poesia... Io gli dissi di no... "Ma allora chi è?..." "Lacrime" gli risposi. Mi vergognavo terribilmente a farmi vedere così da lui in quello stato. Lui mi si avvicinò, e cercò di girarmi a lui con una forza debole, ma dolce allo stesso tempo. Io opposim resistenza, poi scoppiai in un mare di lacrime e mi appoggiai alla sua spalla, e piangevo. "Calma, perchè piangi?" Io scossi la testa, non glielo volevo dire. Avevo paura di soffrire, di amarlo, di perderlo. Ero al massimo stato dell'agitazione. Lui mi alzò la testa, mi guardo fisso negli occhi "Calmati.Non avere paura... di soffrire!" Come l'aveva capito? Le nostre labbra si avvicinavano sempre di più, sembrava una forza magnetica forte, fortissima. Ci baciammo, ci baciammo per un pò. Poi mi disse :"Ti amo!" "Anche io!" Fu la mia risposta "Da sempre" continuai.

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