Come farei senza te?

di mangakagirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Baro! ***
Capitolo 2: *** cantare ***
Capitolo 3: *** Lacrime ***
Capitolo 4: *** Ran ***
Capitolo 5: *** Shinichi ***
Capitolo 6: *** Insieme ***
Capitolo 7: *** Vita ***
Capitolo 8: *** Gelosia ***



Capitolo 1
*** Baro! ***


Come farei senza te?

Ciao a tutti :D spero vi piaccia qst piccola raccolta di one-shot su Ran e Shinichi. Volevo fare una piccola premessa: qnd accanto al titolo trovate le sigle p.d.t.* intendo prima della trasformazione di Shin in Conan, qnd troverete d.la t. intendo dopo la trasformazione. Spero di nn essere stata trpp OOC con i personaggi ^---^ buona lettura!

1. Baro!                        P.d.t.*

-Baro! Perché diavolo non ti sei fermata?!- sbottò Shinichi sorreggendo Ran per evitare di farla cadere.
-BARO! Mai sentito parlare di “campionato nazionale” ?!-
-Certo baka! Ma continuare a combattere con una caviglia quasi slogata è troppo!- rispose lui passandosi un suo braccio attorno al collo e camminando lentamente.
-Se mi fossi fermata… Ma scusa, dopo che ho vinto il campionato nazionale, l’unica cosa che sai dirmi è : BARO perché NON TI SEI FERMATA?!- chiese lei sbuffando infastidita.
Era proprio così: Ran aveva appena vinto il torneo nazionale di Karate. Ora lei e il ragazzo stavano tornando a casa ma durante l’incontro Ran si era slogata una caviglia quindi Shinichi la sorreggeva cercando di aiutarla nel tragitto.
-Cosa ti devo dire?! Sono contento che hai vinto il campionato ma avrei preferito che tu perdessi piuttosto di vederti con una caviglia slogata…- rispose lui notando la sua smorfia di dolore.
-Uff… da quando ti preoccupi così per me?- chiese Ran cercando di non mettere troppo peso sulla caviglia.
-Che domanda è?!- fece il ragazzo arrossendo – Da sempre! Mi pare ovvio…-
-AHIA!- esclamò Ran qualche secondo dopo.
-Sediamoci su quella panchina così ti riposerai un po’…- disse lui guidandola verso una panchina. L’aiutò a sedersi e si sistemò al suo fianco con le braccia dietro alla testa. Ran cominciò a massaggiarsi la caviglia e Shinichi la osservò cercando di nascondere la sua preoccupazione. Quando la ragazza si voltò a guardarlo si perse nei suoi occhi lilla-azzurri: quanto erano belli…
-Hey?! Che ti prende?- chiese lei sventolandogli una mano davanti al viso. Lui si scosse e guardò dalla parte opposta alla sua, mentre la ragazza sospirò rumorosamente ed esclamò: - Chi ti capisce più ormai detective!-
-Congratulazioni Ran- disse dopo qualche minuto di silenzio. La ragazza lo fissò sbalordita: un attimo prima la rimproverava e ora si complimentava con lei?!
Fece per dire qualcosa ma appena lui si voltò a guardarla e le sorrise dolcemente si perse nei suoi occhi blu oceano.
-Sono fiero di te- aggiunse il ragazzo sinceramente, lei annuì appena, senza staccare gli occhi dal suo sguardo magnetico, e sussurrò:
-Grazie…-
-Adesso che ti prende a te?- chiese lui divertito – Non riesci più a levarmi gli occhi di dosso?! Sono troppo bello, vero?-
Ran dissolse subito lo sguardo e arrossì fino alla punta dei capelli dicendo:
-BARO!- mentre il ragazzo rideva di gusto. Tornò il silenzio mentre Ran si massaggiava ancora la caviglia, che stava gonfiando, e Shinichi la osservava di nascosto.
-Dai, torniamo a casa- le propose dolcemente alzandosi. Lei annuì e cercò di imitarlo ma, appena appoggiò il piede a terra, fece una smorfia di dolore, così lui si voltò e si abbassò:
-Sali sulle mie spalle, così non affatichi la caviglia…-
-…ma affatico la tua schiena!- finì Ran scuotendo la testa.
-Tu non preoccuparti per la mia schiena. Sali!- insistè lui. Ran scese dalla panchina e si aggrappò alla schiena dell’amico, che si alzò ed esclamò:
-Pensavo peggio!-
-BARO!- sbottò Ran capendo che alludeva al suo peso e dandogli un debole pugno in testa.
-Stavo scherzando baro! Come sei suscettibile!- aggiunse lui ridendo e cominciando a dirigersi verso casa. Ran farfugliò qualcosa, poi sospirò e passò le mani davanti al collo di Shinichi per tenersi meglio in equilibrio: non era male stare in braccio a lui…

*  *  *

Ran passò le chiavi all’amico, che aprì la porta dell’ufficio ed entrò. Nella stanza aleggiava odore di birra e risuonava il russare di Kogoro Mouri, il padre di Ran. La ragazza fece cenno a Shinichi di avvicinarsi alla scrivania su cui dormiva il detective ubriaco e, una volta davanti, urlò sdegnata:
-UN PO’ DI CONTEGNO! DOVRESTI VERGOGNARTI!!-
Il detective sobbalzò e si svegliò di scatto, guardò la figlia con gli occhi arrossati e disse strascicando le parole:
-Ciao teesoooro, ich!- singhiozzò per la sbornia – come è andata il canzonato, campinotato, campui… o insomma quello là!-
Ran lo fulminò sprezzante:
-CAMPIONATO PAPà! Sei così ubriaco che non riesci nemmeno a parlare! VERGOGNA!-
-O insomma…. Quante storie, ich!-
-Comunque, anche se tu non sei venuto a vedermi perché è dall’1 di stanotte che ti ubriachi e giochi a majong con i tuoi amici, ho vinto!-  rispose lei furiosa.
-BRAVAAAAA! GO GO YOKO GO GO YOK... No non sei Yoko, GO GO RAAN GO GO RAAN!- esclamò battendo scoordinatamente le mani e alzando una lattina di birra per aria – DOBBIAMO BRINDARE!-
-EVITIAMO PAPà!- disse Ran squadrandolo arcigna, ma lui sembrò non sentirla e ingogliò una lunga sorsata di birra.
-Tuo padre è andato!- disse Shinichi sghignazzando a Ran.
-Laciamo perdere!- esclamò sconsolata affondando la testa sulla spalla del ragazzo.
Kogoro sembrò notare Shinichi per la prima volta e, puntandogli l’indice al petto, esclamò: - L-U-I che ci fa qui?! E perché TI STA TENENDO IN BRACCIO?! BRUTTO MANIACO, LASCIA MIA FIGLI…-
-PAPà!- esclamò Ran perdendo la pazienza – si da il caso che SHINICHI sia venuto a vedermi e che mi abbia riaccompagnato a casa in braccio perché mi sono fatta male alla caviglia! NON è UN MANIACO!-
Shinichi guardò Kogoro e notò lo sguardò furioso che gli lanciava.
-TU! HAI OSATO FARE DEL MALE ALLA MIA BAMBINA PER PORTARLA IN BRACCIO?!-
-MA CHE DICI?!- esclamarono Ran e Shinichi in coro.
-SI! HO RAGIONE! TU LE HAI FATTO DEL MALE PER APPROFITTARNE!-
Shinichi indietreggiò, con ancora in braccio Ran, appena Mouri si alzò di scatto dalla sedia e e fece scricchiolare le dita delle mani con fare minaccioso.
-Emm… Ran…?!- disse agitato verso l’amica, ma lei scrutò il padre abbastanza tranquilla e rispose:
-Tranquillo sta’ a vedere. Tre, due, uno…-
Kogoro crollò sulla sedia e cominciò a russare più forte di prima. Shinichi guardò perplesso Ran, che gli rispose con un rapida occhiata divertita:                   -Mangiamo insieme?-
-Come fai a cucinare se non ti reggi in piedi?!- chiese sarcastico guardandole la caviglia.
-Mai sentito parlare di pizza a domicilio?- chiese lei coprendogli gli occhi con le mani per irritarlo un po’. Il ragazzo si liberò e rispose:
-E da quando Miss-mangio-solo-cose-a-domicilio-in-punto-di-morte ama la cucina ITALIANA?-
-Da quando mi sono slogata una caviglia!-rispose lei dandogli un pugno in testa irritata da quell’appellativo.

*  *  *

-Tranquilla Ran, una settimana e tornerà come nuova- disse rassicurante Araide alla ragazza seduta sul lettino del suo studio medico. Le afferrò la caviglia e cominciò a spalmare una crema particolarmente puzzolente.
-Ahia!- esclamò Ran chiudendo un occhio e stringendo il lenzuolo del lettino.
-Scusa tesoro! Mi dispiace di averti fatto male- si affrettò a dire Araide dispiaciuto, mentre Ran rispondeva paonazza: -Oh non si preoccupi, è tutto apposto! Fa solo poc…ahia…male…-
“Perché non sto mai zitta!? Così lo faccio sentire in colpa!” pensò arrabbiata con se stessa.
-Sbaglio Ran o quella terribile irritazione al viso della settimana scorsa è del tutto scomparsa?- chiese il dottore fermandosi un attimo e scrutandole le guance rosse come mele.
-H-ha ragione…!-rispose Ran arrossendo fino al midollo questa volta - allora… si nota? -
-Ma certo tesoro! Stai benissimo e hai la pelle perfetta ora!- disse lui accarezzandole una guancia affettuosamente.
-Grazie mille dott…-
-EMH. EMH!- tossicchiò Shinichi particolarmente irritato: era più di mezz’ora che scrutava la scena in silenzio con le spalle appoggiate al muro, le braccia incrociate e lo sguardo cagnesco verso il dottore.
“VOMITEVOLE!” pensò fulminandolo “Cosa son tutti quei –tesoro- e –hai la pelle perfetta!- e le carezze e il resto?!”
Ran si voltò verso di lui e arrossì ancora di più notando il suo sguardo imbronciato; voleva dirgli qualcosa, ma cosa?!
-Shin…- iniziò ma Araide la interruppe – Bene, abbiamo finito!- si voltò verso il ragazzo e rabbrividì percependo una minacciosa aura maligna.
-Cavolo Kudo- disse ridacchiando nervosamente e passandosi distrattamente una mano tra i capelli –sembri infuriato! Sei stressato ultim…?-
-Tutto apposto, grazie. Anzi…- aggiunse con tono disgustato –…ora che ci penso mi sta venedo una terribile nausea. Se abbiamo finito, Ran, possiamo andare!- si avvicinò alla ragazza senza staccare gli occhi dal dottore e le porse le stampelle. Ran annuì stupita e imbarazzata allo stesso tempo e le prese in mano, cercò di alzarsi ma non ci riuscì, così Araide disse:
-Emm.. ti aiut…-
-Ci penso io, stia tranquillo!- lo bloccò Shinichi  facendo alzare delicatamente Ran e mettendola in equilibrio – è stato un piacere! A presto, anzi…- aggiunse recandosi verso la porta - …a più tardi possibile!-
-S-si certo!- rispose Araide stupito – Mi raccomando Ran: riposo per una settimana- La ragazza annuì, ringraziò e seguì a fatica l’amico.

*  *  *

-Tutto bene Shinichi?- chiese timidamente Ran camminando, o meglio
saltellando con le stampelle, accanto ad un ragazzo particolarmente infastidito che borbottava cose simili a :
“Vomitevole! Ho la nausea! –Ti aiuto!- ma non scherzare nemmeno! Vomitevole!”
-Si certo tutto ok- rispose lui sbrigativo. La ragazza lo scrutò un po’, poi finalmente capì il senso di “vomitevole” e chiese sorridendo:
-Shinichi, non sarai mica geloso del dottor Araide?-
Il detective si fermò di botto e Ran quasi cadde a terra sbattendogli contro.
-IO GELOSO?! BARO! MA CHE TI VIENE IN MENTE?!-
-Allora perché ti scaldi tanto?!-
-B-baro!- il ragazzo era stato messo alle strette! Ma non poteva lui, SHINICHI KUDO, farsi mettere alle strette dalla sua migliore amica –Io non mi sto scaldando! Che ti salta in testa?!-
-Allora perché sei arrossito?- chiese Ran divertita per averlo messo in difficoltà.
-Baro! Non è vero! È colpa del tramonto!- rispose lui imbronciato e imbarazzato accellerando il passo.
-Si certo, come no!- disse Ran sorridendo e seguendolo – ASPETTAMI PERò!-
-Lumaca muoviti!- rispose con tono noncurante lui tornando del colore normale e sereno per la caduda di quell’argomento imbarazzante.
“ La prossima volta che la chiama “tesoro” giuro che trovo le prove nel suo studio in grado di farlo esiliare dal Giappone a vita! Servirà a qualcosa essere un detective, no?!”

 
Nota dell’autrice: AHAHA! Minna konnichiwa! Sn tornata, ma nn temete ke TRIO KHK continuerà normalmente il suo corso! Allora, ke ve ne pare??? È una delle prime storie ke ho scritto su RAN E SHINICHI! Vi piace Shin ke fa il gelosone??? ^---^ recensite please e fatemi sapere! Mangakagirl!

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Capitolo 2
*** cantare ***


2. Cantare                      p.d.t.

-Brava Sonoko!- esclamò Ran ridendo e battendo le mani all’amica che le si chinò davanti teatrealmente. Lei, Shinichi e la ricca ereditiera erano al karaoke per festeggiare il compleanno di quest’ultima.
“Brava se fosse stata ad un concorso di cornacchie!” pensò Shinichi buttato su un divanetto rosso mentre sorseggiava un frappè alla pesca. Si stava annoiando a morte! Non solo odiava i karaoke, ma odiava cantare e, fino a qualche ora prima, non aveva minimamente immaginato di dover andare lì a festeggiare il compleanno di quell’oca; ma Ran non ne aveva voluto sapere e se l’era trascinato dietro. “Grazie mille Ran!” pensò fulminandola. La ragazza gli sorrise sconsolata, quando Sonoko le ficcò tra le mani il microfono ed esclamò:
-Io ho cantato già 4 canzoni…-  Shinichi pensò “SOLO 4?! MI SEMBRAVANO ALMENO 100!” -… quindi ora tocca a te!-
Ran arrossì fino al midollo: -No… Sonoko…-
-Niente storie! Vai! Ho già scelto io la canzone!- aggiunse pigiando il tasto play e facendola partire. Sentendo l’inizio Ran esclamò frustrata:
-Sei pazza?! È “Your best friend” di Mai Kuraki! Come posso cantarla io..?! NON è  MICA SEMPLICE!!-
Sonoko le indicò lo schermo con le parole e Ran, scoccando una rapida occhiata a Shinichi, che ora rizzava le orecchie, sospirò esasperata e deglutì.
Eccola lì: la prima parola che stava per illuminarsi…
” Accidenti a te Sonoko, questa me la paghi!” pensò inspirando a fondo.
-Kimi no koto zembu…- cominciò stupendosi di quando fosse venuto bene
 l’attacco.
“Cavolo! Da quando so cantare così?!” pensò andando avanti: era divertente…!
Shinichi si sporse in avanti, posò il frappè sul tavolo e osservò la ragazza.     “ Però… Niente male!”
Il ritornello diceva:
- Wakaru yo sugu ni ne YOU'RE MY BOYFRIEND. SO YOU CAN LEAN ON ME…-  e Ran , istintivamente, si voltò verso il ragazzo. Arrossì violentemente. “Sono scema?! Dovevo guardarlo proprio ora…?!”         Anche Shinichi arrossì a “Boyfriend”, così distolse lo sguardo, riafferrò il suo frappè e si appoggiò allo schienale del divano cercando di apparire il più disinvolto possibile.
-kotoba ni dasa nakute mo wakaru yo zutto YOU'RE MY BEST FRIEND- Ran terminò la canzone e Sonoko le fece un lungo fischio con le dita:
-FANTASTICA RAN! E TU CHE NON LA VOLEVI NEMMENO CANTARE! AHAHA…- si voltò verso Shinichi – Tu non dici nulla?! Nemmeno un “ Brava mogliettina, ottima performance!” ?! -
Shinichi si strozzò con il frappè e urlò simultaneamente con Ran:
-SONOKO SMETTILA!-
-Ok, ok…- sghignazzò lei cambiando CD – Però questa non puoi non cantarla…- disse senza rivolgersi a nessuno. Ran si avvicinò e disse:
- Sai che non mi piace molto questa canzone…-
-Non devi cantarla tu, ma lui!- rispose interrompendola e indicando il ragazzo con un dito. Lui si strozzò di nuovo e cominciò a tossire battendosi una mano sul petto e diventando viola.
-SEI PAZZA?!- chiese tra i conati – Io non CANTO!-
-TU canti invece!- rispose Sonoko decisa afferrandolo per un braccio, piazzandolo davanti al televisore su cui cominciava ad apparire il testo della canzone e ficcandogli il microfono in mano.
-MISS MISTERY DEI BREAKERZ?! SEI FUORI?!- urlò vedendo il titolo della canzone -Te lo scordi!-  aggiunse cercando di posare il microfono e tornare al suo divano, ma Sonoko gli arpionò un braccio:
-Avanti fallo per me! È il mio compleanno!- disse sbattendo le ciglia teatrealmente.
-No!- rispose lui guardandola leggermente schifato.
-Allora fallo per Ran! Lei ci teneva tanto a sentirti cantare!-
-Io non canto!- ribattè scocciato.
-Andiamo, siamo solo noi! Ti giuro che poi non ti rompo più!- sbottò Sonoko cominciando a perdere la pazienza.
-No…!-
-Kudo, non fare il bambino! Fallo per Ran!-
Shinichi guardò Ran, che gli sorrise imbarazzata: in effetti lei voleva davvero sentirlo cantare perché…
-Ok…- disse lui sbuffando rassegnato allo sguardo dell’amica. Sonoko fece l’occhiolino a Ran, soddisfatta del suo lavoro, schiacciò play e la canzone partì.
-I LOOOVE YOUU MISS MIIISTERYYY…!-
Il ragazzo cominciò a cantare con molta convinzione, imitando gli acuti dei veri cantanti e arrivando a metà canzone addirittura ad imitare le mosse del loro video.
Alla fine del “concerto” Ran e Sonoko lo guardavano con gli occhi ridotti a 2 puntini: l’ereditiera aveva la bocca spalancata mentre l’altra era molto imbarazzata.
Shinichi scoppiò a ridere verso di loro: -Allora?! Non era affatto male, vero?!- chiese fiero pensando di averle lasciate di stucco per sua “bravura”.
 “Volevo sentirlo cantare perché sapevo che era stonato, ma non ricordavo lo fosse così tanto!” pensò la sua amica di infanzia sempre più sconvolta.
Sonoko gli si avvicinò scuotendo la testa verso il pavimento e battendogli una mano sulla spalla; lo guidò vicinò ad una finestra e gli disse: -Kudo, torna ai tuoi casi e lascia perdere la carriera di cantante… Te lo dico da amica!-
Shinichi arrossì e sbuffò allontanadosi di scatto. “Prima vogliono sentirmi cantare poi mi criticano!” pensò buttandosi di nuovo sul divano con le braccia incrociate al petto.
Sonoko scoppiò a ridere come una pazza ripensando al “concerto” e si buttò sopra un divano; appoggiò la testa sul braccio posato sopra il tavolino e cominciò a sbattere l’altro rumorosamente. Quando, dopo due minuti buoni, in cui Shinichi la guardava infuriato e Ran cercava a stento di trattenere le risate, esclamò tra le lacrime rivolta all’amica:
-TU LO SAPEVI CHE ERA STONATO, VERO?! AHAHAHAH…!-
-Sonoko! Insomma…!- rispose lei cercando di sembrare contrariata.
-AHAHAH! Dovevamo registrarlo!- aggiunse Sonoko guardando il diretto interessato.
-SONOKO!- la rimbeccò l’amica guardando Shinichi allarmata. Il ragazzo però scrutava l’ereditiera con uno sguardo mooolto infuriato e sulla sua fronte si notava una vena pulsare furiosamente; lei gli disse ridendo in imbarazzo:
-Scherzava ovviamente! Ma quanto è spiritosa ahahah! Vero Sonoko?!- aggiunse minacciosa, ma quest’ultima ora era buttata per terra e batteva una mano sul pavimento non ascoltandola minimamente.  –Non ti preoccupare Shinichi, mio padre fa di peggio quando è ubriaco… non è la fine del mondo non essere molto intonati- aggiunse sorridendogli per incoraggiarlo.
“Stupida oca di una Suzuki!” pensò Shinichi mandando giù l’ultimo sorso di frappè mentre quella rispondeva all’amica:
-Certo Ran! Potrebbe sempre tenere un concerto per  “ Il detective + stonato di tutto il Giappone!” e vincere il primo premio!! Ahahahahahah!!!!!!!-
 
n.dell’autrice: Minna konnichiwa!
Cm va??? Allora, vi piace qst capitolo??? Sonoko mi fa trpp ridere è smpr in mezzo cm il prezzemolo! Ran è carina qnd si volta a guardare Shinichi mentre dice Yuor my boyfriend, vero…? Ke dite, sn stata trp perfida con Shinichi? ( little devil ù.ù) ma so ke è stonato cm una campana x qst ho scritto qst capitolo! Su youtube ho visto un video dv conan canta le note musicali e stona cm nn so ke cosa: da lì mi è venuta l’idea! xD
Per chi nn lo sapesse, le due canzoni ke ho scelto sn due sigle di kiusura di conan. My best friend di Mai Kuraki io la AMO! Mentre l’altra nn mi dice nnt di ke, cmq se andate a sentirle capirete cm le cantavano Ran e Shinichi.
Fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo con una recensione! ^---^
Gra 1000 mangakagirl!

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Capitolo 3
*** Lacrime ***


Salve! vi ricordo ke qst sigla con l' * sta a significare dopo la trasformazione di shin in conan (ovvero c'è conan -.-) buona lettura!

3. Lacrime                   d. la t.*

Drr. Drr. Drr.
Ran riagganciò per la sesta volta: non voleva parlare con nessuno. Seduta sull’altalena del parco giochi da quasi due ore, alzò gli occhi al cielo e lo scrutò malinconica mentre orrendi nuvoloni neri si avvicinavano minacciosi.
-Vieni Kimiko, sta per piovere! Dobbiamo andare a casa.- urlò una mamma all’unica bambina del parco che giocava su un dondolo a molla. La bambina sbuffò ma scese dal cavallino molleggiante e raggiunse la mamma. Ran le osservò allontanarsi e uscire dal parco: finalmente era sola…
Drr. Drr. Drr.
Riagganciò per la settima volta, nessuna doveva disturbarla ora che stava per piovere e avrebbe potuto confondere le sue lacrime con la pioggia.

*  *  *

-Uffa! Ma che le prende?!- sbuffò Sonoko scrutando spazientita lo schermo del cellulare. Si alzò dal letto e corse verso il cordless, lo afferrò e compose il numero dell’agenzia investigativa: lì c’era quasi sempre qualcuno!             Due squilli, tre squilli… stava sclerando con quel dannato “ tuu tuu…”, quando finalmente una vocetta rispose:
-Pronto?-
-Ah, sei tu moccioso! Non dovresti essere a giocare a fare il finto detective?!-
-Ciao Sonoko- rispose annoiato Conan tornando a leggere il suo manga.
-Cos’è questo tono annoiato?!- chiese piccata la ragazza –stai parlando con la grande Sonoko Suzuki! Ma tu sei solo un mocciosetto che gioca al detective, non puoi capire certe cose!- aggiunse scoppiando a ridere con la solita risata insopportabile. Conan sentì solo la parola “cose”, era ormai bravissimo ad ignorare tutto ciò che diceva Sonoko per irritarlo, e chiese sbuffando:
-Sonoko, hai chiamato per rompere o per qualcosa di importante? E con importante non intendo l’ultimo “ragazzo strafigo che mi ha guardata oggi”, ma mi sembra ovvio questo…-
La ragazza emise un lungo sbuffo e rispose irritata:
-MA GUARDA QUESTA GIOVENTù DI OGGI! Passami Ran, ho chiamato per lei!-
-Non c’è- disse Conan posando il manga avendo sentito parlare della ragazza.
-Come non c’è?- chiese Sonoko tornando al suo tono normale e dimenticando la discussione intrapresa qualche secondo prima.
-Non dovevate uscire insieme oggi?-
-Sì ma poi Ran mi ha chiesto se potevamo fare un’altra volta perché non era dell’umore adatto… L’ho chiamata sette volte ma riaggancia sempre, così ho chiamato all’agenzia pensando che fosse tornata a casa- Sonoko, non ricevendo alcuna risposta dal bambino, aggiunse: -Ma sta bene? È successo qualcosa?-
Conan aveva lo sguardo perso verso la finestra e scrutava i grossi nuvoloni neri avvicinarsi con fare minaccioso. “Dove diavolo è?!” pensò sentendo il cuore accellerare involontariamente mentre Sonoko chiedeva insistente:          -Conan! Le è successo qualcosa?!-
-No Sonoko - cominciò allora mascherando la sua preoccupazione con un tono molto infantile -Ran-neechan è andata a fare la spesa, ma io me lo sono ricordato solo ora! Ahahah… ma tranquilla, starà sicuramente arrivando!- La ragazza sembrò credergli e sospirò tranquillizzandosi.
-Ok, meno male! La prossima volta non farmi più proccupare ragazzino perché mi son…-
-Ok, capito, ciao Sonoko- Conan la interruppe con tono meccanico e chiuse il telefono. “La spesa l’ha fatta ieri. Dove diavolo sarà ora?” pensò afferrando l’ombrello e sentendo il lontano rombo di un tuono avvicinarsi. Uscì dall’ufficio e scese le scale a due a due col cuore in gola. “Ragiona Shinichi” pensò tra sé e sé incamminandosi verso la scuola “dove potrebbe essere Ran a quest’ora? Avrà sicuramente notato che sta cominciando a piovere…” , aprì l’ombrello impedendo alle gocce di pioggia di sporcargli gli occhiali e cominciò a correre. “Sta bene! Sarà da qualche parte qui intorno, anzi forse sta anche tornando a casa e quindi ci incroceremo. Sta - bene!”

*  *  *

Nonostante avesse l’ombrello aperto, Conan era fradicio e tremava. Era più di un’ora che cercava Ran e la pioggia cadeva fitta sull’asfalto bagnando ogni cosa. L’aveva chiamata già due volte ma il telefono era squillato a vuoto.
-DANNAZIONE!- imprecò fermandosi accanto all’entrata del parco giochi e guardandosi attorno: nulla, solo macchine parcheggiate, pioggia, un’altalena, un girello, una ragazza accucciata sotto un albero sul prato…
Conan fece un sospirone di sollievo ed entrò piccato nel parco. “Cavolo! Mi ha fatto pensare al peggio ed era qui al parco! Ora gliene stacco quattro”, ma  notò subito che la ragazza aveva qualcosa di strano e le si avvicinò silenziosamente rallentando il passo. Lei sembrò non notarlo minimamente poiché aveva le ginocchia raccolte al petto e la testa affondata sulle braccia appoggiate ad esse. Il bambino salì sul prato, si fermò e la osservò malinconico. “Ran…” Le si avvicinò e piazzò l’ombrello sopra di lei per ripararla dalla pioggia, nonostante fosse già fradicia, non caurandosi minimamente di bagnarsi; solo a quel punto la ragazza si accorse di lui e alzò lo sguardo: uno sguardo carico di tristezza e stanchezza, lo sguardo di qualcuno che piange ininterrottamente da ore…
-Che ci fai qui?- sussurrò con voce atona guardandolo negli occhi. Conan si sentì pervadere dal dolore, Ran non sembrava la stessa…
-Sonoko mi ha chiamato preoccupata perché non le rispondevi, così sono venuto a cercarti-
-Va’ a casa ora- disse Ran affondando di nuovo la testa tra le braccia. Conan non si lasciò convincere e chiese:
-Tu che ci fai qui?- Silenzio.
-Va’ a casa, voglio stare da sola ancora un po’- ma il bambino non si mosse minimamente e persistè:
-Perché sei seduta sotto un albero e ti stai prendendo tutto questa pioggia?-
-Conan- Ran alzò lo sguardò deciso e ordinò -Va’ a casa. Ora. -
Conan sospirò e la guardò mentre tornava ad affondare la testa tra le braccia; chiuse con movimenti meccanici l’ombrello e le si sedette accanto fissando dritto davanti a sé mentre lei sospirò irritata e si arrese a dover stare in sua compagnia. Passarono dieci minuti buoni in silenzio in cui l’ex liceale sembrava ipnotizzato a fissare l’altalena colpita dalla pioggia e mossa dal vento. Poi la sua voce interruppe quell’apparente pace:
-Stai piangeno per lui, non è vero?-
Ran sentì la rabbia impossessarsi della sua mente e del suo corpo, sentì una voglia irrefrenabile di urlare e sfogarsi con qualcuno. “COME DIAVOLO FA A SAPERE TUTTO DI ME?!” pensò alzandosi di scatto e parandosi davanti al bambino con le braccia lungo i fianchi e le mani strette a pugno.
-Cosa ne sai tu di quello che provo io?! Nessuno sa quello che si prova ad essere abbandonati da un cretino che si atteggia a detective!- nuove lacrime cominciarono a solcarle il viso bagnato. Conan si sentì trapassato da migliaia di lame invisibili: Ran, la sua Ran, stava cedendo e lui aveva sempre saputo che prima o poi sarebbe successo. La ragazza urlò varie altre cose ma lui sembrò quasi non sentirle poiché il muro di dolore che li separava era troppo spesso e le parole non riuscivano a penetrarlo…
Poco dopo l’ex liceale approfittò del momento di silenzio a cui Ran si era abbandonata per riprendere fiato e sussurrò fissandosi le Converse rosse e infangate:
-Lui non vorrebbe vederti così-
Ran spalancò gli occhi e fissò la piccola figura davanti a sè. Scosse la testa e strinse ancora di più pugni conficcandosi le unghie nella pelle:
-Smettila, SMETTILA! Tu come fai a saperlo?! Tu non puoi sapere nulla di lui perché TU non sei LUI! Sei solo un bambino…- i singhiozzi si fecero molto forti e il petto cominciò a sussultarle incontrollabilmente.
Conan alzò di scatto la testa e incrociò lo sguardo della ragazza che rimase allibita e quasi sobbalzò. “Non può essere…!” pensò Ran fissando quegli occhi così profondi e blu come l’oceano, così simili ai suoi… Non riuscì a mantere lo sguardo fisso e abbassò il capo fissandosi i piedi mentre numerose goccioline le attraversarono le guance, il naso, il collo e la schiena. Conan abbassò lo sguardo a sua volta e un pronfondo silenzio si aprì tra i due giovani, lasciando spazio al rumore della pioggia che si abbatteva violenta al suolo…
“Ho avuto la sensazione che fosse davvero lui a dirmelo, che fosse il suo quello sguardo carico di dolore che ha incrociato il mio, che fosse proprio Shinichi a guardarmi…”
-Mi spiace Conan…- sussurrò Ran al bambino asciugandosi con la manica zuppa le lacrime -non è con te che devo prendermela. Senza te non sarei mai riuscita a superare momenti come questi…-
“Momenti in cui solo Shinichi riusciva a consolarmi, ma ora è diverso…-
-Torniamo a casa piccolo- disse dolcemente abbassandosi all’altezza del bambino e sorridendogli mentre con la mano gli sollevava il viso per farsi guardare. Conan annuì ma non incrociò il suo sguardo, si alzarono in piedi e lei strinse quella piccola mano infreddolita dirigendosi verso l’uscita del parco.
“… ora il mio Shinichi sei tu Conan…” pensò stringendo di più la mano del bimbo e sorridendo impeccertibilmente sotto la pioggia.

 
n. dell’autrice: Ohayo! (buongiorno) cm va??? Vi sn mancata???
Allora, ke ne dite di qst capitolo? Trpp triste??? Io credo ke Ran soffra un po’ di qst momenti in cui si sente sola, ma Conan è smpr con lei, quindi l’aiuta a superarli, no? Voi ke ne pensate??? O.o fatemi sapere please!
Grz 100 a Missfunix, Sherry Myano e Ran e Shinichi amore x aver recensito i primi due capitoli: arigatò gozaimasu v.v ( solito inchino giapponese) mangakagirl!
Ps: il prox cap, ke tra l’altro è il mio preferito, sarà molto + divertente e rispecchia una realtà ke, ahinoi -.- , viviamo tt i gg a scuola! Baci!

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Capitolo 4
*** Ran ***


4. Ran                          p.d.t.

-Vediamo un po’ chi interrogare oggi … - dichiarò la prof. di inglese minacciosa scrutando il registro di classe - Mouri, vieni tu -
L’intera classe si voltò verso la malcapitata, alcuni sospirando rumorosamente, felici di non essere stati sorteggiati, altri guardandola dispiaciuti. Ran sentì il battito aumentare furiosamente: aveva studiato tutta la sera, fino a tardi, come mai improvvisamente nella sua mente regnava il vuoto?!
-Mouri, se ti vuoi accomodare alla cattedra - disse la prof. irritata dall’attesa indicando una sedia accanto a sè - e vediamo chi ti farà compagnia…- aggiunse sistemandosi meglio gli occhiali sul naso e passando l’indice sui nomi dell’elenco del registro di classe.
-Kudo. Prego, se vuoi venire anche tu…- chiese sarcastica. Shinichi Kudo aggrottò un sopracciglio: odiava quelle domande retoriche! Come se avesse potuto rifiutarsi e rispondere: “ No, non voglio venire!”
Sbuffò silenziosamente e si alzò in piedi tenendo le mani appoggiate sulla superficie del banco bianco. Un bisbiglio dietro di lui lo costrinse a sbuffare una seconda volta: infatti Sonoko Suzuki, la ragazza più insopportabile che il ragazzo conoscesse, gli sussurrò sghignazzando:
-Va’ Kudo! Aiuta la tua principessina da buon maritino e non fare il secchione!-
“Stupida oca di una Suzuki!” pensò fulminandola con lo sguardo, poi la voce della prof. lo distrasse:
-Su Kudo! Non abbiamo tutto la giornata!-
Il ragazzo si sedette sulla sedia a destra della prof. e Ran su quella a sinistra: in questo modo potevano guardarsi perfettamente in faccia poiché erano uno di fronte all’altro.
-Allora Mouri…- cominciò minacciosa la prof. - Vita e opere di Shakespeare… e ringrazia che te l’ho detto in giapponese!- aggiunse maligna: si stava divertendo vedendola molto agitata.
Shinichi notò che tremava e la guardò neutro. Ran gli scoccò una rapida occhiata, poi puntò lo sguardo sulla cattedra e cominciò incerta:
-Shakespeare was born… -
Panico! Vuoto totale! Aveva ripetuto quella data milioni di volte la sera prima e ora era magicamente sparita, dimenticata… Era il 1573? No, era il 1567… No! Non era nemmeno quella la data!
“ DANNAZIONE!” pensò guardando la prof in preda al panico, ma quella, invece di andarle in contro, la squadrò con un sorrisetto sulle labbra.
“Ok! Prenderò un 4! Lo sento, lo sento!” gli occhi cominciarono a pizzicare. ”Perfetto! Farò anche la figura dell’idiota a piangere davanti a tutta la classe”
-Shakespeare was born in 1564 in Stratford-upon-Avon…- rispose Shinichi al suo posto -  … he was an English poet and playwright…- ma la prof lo interruppe:
-Grazie Kudo, ma non era da te che volevo saperlo!- lo squadrò arcigna  - Comunque, visto che sembri così volenteroso di parlare, puoi esporre tu vita e opere e, sempre perché sembri così intenzionato a parlare, mi reciterai una serie di sonetti a memoria anche se non avevo esplicitamente chiesto di studiarli…-
Shinichi lanciò una rapida occhiata a Ran, poi tornò a guardare la professoressa/iena e ricominciò a parlare. La ragazza gli doveva un grosso favore: pensò che solo lui avrebbe potuto fare una cosa del genere appioppandosi anche un compito di punizione; nemmeno Sonoko, per quanto fosse sua amica, l’avrebbe fatto. In quel momento avrebbe voluto tanto ringraziarlo per averla salvata da quel momento difficoltoso ma ovviamente non poteva interrompere l’interrogazione.
 
6.3 era il voto che era riuscita a strappare Ran da quella iena di prof. L’interrogazione che le aveva fatto, dopo aver spremuto Shinichi come un limone, non era andata poi tanto male…
Ora era suonata la campanella del pranzo e lei gli si era avvicinata silenziosamente. Non sapeva bene cosa dire, lui le aveva fatto un grossissimo favore, lei cosa avrebbe potuto fare per lui? Il ragazzo aveva la testa appoggiata sulle braccia incrociate sopra il banco: era crollato in quella posizione dopo essere tornato a posto e non si era mosso per un’ora.
-Emm…- cominciò Ran cercando di attirare la sua attenzione.
Silenzio.
-Shinichi…- disse appoggiandogli dolcemente una mano sulla spallla. Il ragazzo voltò lentamente la testa verso di lei e incrociò il suo sguardo. Ran notò che sembrava, anzi era, distrutto.
-Ecco io… volevo, insomma… Grazie-
-Di che?- domandò lui alzando un sopracciglio stupito e stanco.
-Di avermi aiutata…! Prima ero entrata nel panico nonostante avessi studiato come una pazza ieri sera… e tu hai risposto al mio posto nonostante sapessi bene che quell’arpia non tollera interventi quando c’è già una persona interrogata…- disse tutta agitata. Come poteva non capire?!
-Oh, quello…- disse sospirando -Avevo capito che era l’agitazione a farti fare scena muta, e non potevi mica prendere un 4 solo perché ti sei fatta prendere dal panico…-
Ran lo osservò un attimo in silenzio: quel ragazzo era meraviglioso, l’aveva aiutata e non le aveva nemmeno rinfacciato di aver dovuto recitare a memoria quei difficili sonetti!
Shinichi notò di averla lasciata senza parole e le sorrise staccando la testa dalle braccia. Si stiracchiò portando quest’ultime in alto ed esclamò divertito:
-Io ho fame! Andiamo a mangiare qualcosa?
Ran annuì e rispose al sorriso.

*    *    *

Quel pomeriggio Ran doveva dipingere i cartelloni per il festival scolastico ed era nervosissima, come tutti, per via del tanto lavoro da sbrigare e del pochissimo tempo a disposizione. Poiché era brava a disegnare e dipingere veniva chiamata in continuazione da un sacco di gruppetti che non riuscivano a trovare un’idea su come rappresentare la loro classe: sottoforma di chibi, caricature, manga??? Proprio non lo sapevano…
-Mouri potresti venire a vedere il nostro lavoro?- chiese un compagno di classe inciampando su una matita incustodita sul pavimento e sporcandole la gonna di vernice blu con il pennello che teneva in mano. La ragazza imprecò e si pulì frettolosamente con la manica, ma ormai il danno era fatto! Lanciò una rapida occhiata al lavoro di cui parlava il ragazzo dalla scala su cui si trovava e disse sbrigativa:
-Va benissimo, torna pure al lavoro…- ma lui non sembrò soddisfatto e disse:
-Non puoi giudicarlo da lassù, devi scendere e ….!- Lei lo interruppe esasperata: - Senti…!- ma una ragazza urlò:
- MOURI SBRIGATI CON QUEI FESTONI, CI SERVE IL TUO AIUTO QUI A …-
Ran non sentì il resto della frase perché un’altra ragazza le si avvicinò tenendo in mano una caterba di fogli e dicendo:
-Questi mi hanno detto di darli a te Mouri. Devi ordinarli e…-
-Ma io ho altro da fare!- esclamò frustrata scendendo dalla scala - Non possono darli a qualcun altro?!-
Lei la guardò spaesata e ripetè: - Mi hanno detto di darli a te…!-
Ran fece per ribattere ma un ragazzo le buttò tra le braccia uno scatolone pieno di pennelli e le ordinò (Sì! LE ORDINò):
-Mouri devi finire di colorare il nostro cartellone, noi vogliamo andare a casa,  sono già le 18.30!- e indicò l’orologio scocciato. La ragazza trattenne a stento di sferrargli una mossa di karate e gli rispose cercando di mantenere la calma:
-Devi è “morto” ! Il cartellone è vostro e ve lo colorate voi! Io non posso fare tutto! Anche a me piacerebbe andare a casa…!-
Il ragazzo cominciò a insultarla ma lei, vedendo un secchio di vernice in bilico su una scala, che minacciava di cadere sul cartellone a cui aveva lavorato per una settimana intera, lasciò cadere la scatola a terra e corse verso la scala.
Questa barcollò paurosamente per via della botta che gli aveva assestato uno studente frettoloso e il secchio cadde colpendo in pieno Ran. La ragazza si ritrovò completamente ricoperta di vernice blu e nella stanza si levò il silenzio: ogni ragazzo la fissava allibito.
Ran constatò che il suo cartellone fosse salvo e si voltò verso i compagni furiosa. In quel momento apparve Shinichi che, incuriosito per via dell’improvviso silenzio, era sceso dalla sua scala e si era avvicinato alla folla. La guardò sbalordito poi, notando che Ran stava per scoppiare a piangere dal nervoso, disse sbrigativo verso i compagni:
-Tornate al lavoro! Avete già finito?! Ci sono un sacco di cose da poter fare in tal caso…! –
La folla tornò ai propri impieghi di corsa col terrore di dover svolgere altro lavoro e solo Shinichi rimase a guardare Ran. Sospirò e le si avvicinò evitando di calpestare il suo cartellone, le prese una mano, macchiandosi di vernice blu, e disse:
-Dai vieni…-
Qualche minuto dopo Ran, con Shinichi accanto, si stava asciugando il viso che era miracolosamente tornato rosa, ma la vernice gocciolava ancora dai capelli e dagli abiti. Aveva una sfrenata voglia di prendere a pugni qualcuno, ma di certo non poteva sfogarsi con lui che l’aveva salvata ancora una volta quel giorno! Così si limitò a rispondere al suo sguardo con un sussurro:
- Grazie, ancora. -
-Figurati. Piuttosto… stai bene?-
Lei annuì.
-Mi dispiace per la vernice…- disse indicando i capelli totalmente blu.
-Oh, non è per quello…- rispose Ran - non è per quello che sono arrabbiata…-
Il ragazzo alzò un sopracciglio. C’era solo un altro motivo per cui poteva essere arrabbiata…
-…è che non mi piace essere sfruttata fino all’esaurimento e… non mi piace che tutta quella gente…- ma Shinichi finì per lei - …ti chiami Mouri. Giusto, Ran?-
Disse il suo nome molto dolcemente e lei rimase colpita: quel ragazzo aveva capito ancora una volta il suo problema!
-Sì, ecco…- disse lei imbarazzata distogliendo lo sguardo - ma com’è che sai tutti i miei problemi?!-  aggiunse ironica qualche secondo dopo.
-Ti conosco da 17 anni! E poi…- aggiunse arrossendo e distogliendo lo sguardo - … quando eravamo piccoli avevi insistito affinchè io ti chiamassi semplicemente Ran e non Mouri…-
Se lo ricordava ancora! Ran scoppiò a ridere contagiando anche il ragazzo: era così bello stare con lui…
Qualche minuto dopo si guardarono sorridendo e lei ripetè:
-Grazie Shinichi-
-Figurati, Ran-
Ran. Quel nome poteva non dire nulla, ma per lui significava tutto…

 
N. dell’autrice: BUONGIORNO MONDOOOOOO! Allora, cm ve la passate?????? Io bn…( nd tutti = nn ci interessa -.-) cmq… qst è il mio chappy preferito e anke il primo ke ho scritto se devo dirla tt (2° nd tutti =Nn ci interessaaaaa -.- !) Alzi la mano ki si è trovato nella situazione di Ran. Tutti. Alzi la mano ki ha mai avuto un salvatore cm Ran. Nessuno -.- (almeno, nn io x mia sfiga!xD) Ke ne pensate??? Shin-chan nn era carino già prima di diventare conan?????? *---* ----> faccina sdolcinata! Voglio sapere ke ne pensateeeeeee! a proposito, mi scs se ho sbagliato a dare il voto di Ran in decimi: so ke in giappone si danno in centesimi, ma anke nelle interrogazioni vale la stessa cosa??? o.O altra cosa: nn so se in giappone si studi shakespeare cm qui in italia al liceo... in tal caso perdonate il mio errore! Gomennasain!!  nn sn praticissima del programma scolastico nipponico (anke se mi intendo di molte altre cose ke riguardano in giappone in generale^--^) (3° nd tutti = NN CI INTERESSAAAAAAA!)
Grz a chi ha recensito gli scorsi cap: Missfunix, Sherry Myano, shinichi e ran amore e Yume98. Arigatò v.v!! mangakagirl!

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Capitolo 5
*** Shinichi ***


5. Shinichi                    d.la.t.

 Era lì, seduta alla scrivania davanti alla finestra sconsideratamente spalacantata essendo inverno. Piangeva. Non gli importava per nulla dell’aria fredda che le sferzava il viso. Osservò la luna e pianse più forte. Erano passati quasi quattro mesi da quando era tornata da Londra. Ripensò mordendosi il labbro a quegli occhi blu e profondi come l’oceano e nuove lacrime si formarono agli angoli dei suoi occhi. Le lasciò scendere sulle gote arrossate senza asciugarle: tanto, appena lo avesse fatto, nuove le avrebbero bagnato ancora il viso. Ripensò a quel sorriso incerto e alla sua bugia, che non stava né in cielo né in terra…
“Stupida!” si insultò mentalmente  “ ti sei lasciata abbindolare e poi…” alzò lo sguardo sulla foto posata davanti a lei che li ritraeva insieme al Tropical Land “…non gli hai detto nulla dopo la sua dichiarazione…”
Affondò il viso tra le mani e un flashback si impossessò per l’ennesima volta della sua mente.

-Se sei un detective dovresti dedurre cosa c’è nel mio cuore! Idiota!-
-Hey aspetta! Ran aspetta!- ma lei lo ignorò del tutto. corse in direzione del ponte e lui la seguì prontamente.
-Ho detto “aspetta” ! - urlò col fiatone afferrandole il braccio mentre lei cominciò a divincolarsi disperatamente.
-No! Lasciami andare!- sbraitò con le lacrime agli occhi.
-Sei davvero problematica!- sbottò lui senza lasciarla andare.
-Eh?!- esclamò la ragazza smettendo di divincolarsi sotto gli occhi increduli di alcuni passanti londinesi, che non afferravano una parola di quello che dicevano.
-Con tutte queste emozioni fuorvianti, anche se fossi Holmes sarebbe impossibile per me decifrarti!- urlò lui deciso -Il cuore della donna che si ama, chi mai potrebbe comprenderlo accuratamente!- aggiunse guardandola deciso e imbarazzato allo stesso tempo negli occhi.

Tornò alla realtà venendo colpita da una ventata gelida e ricominciò a singhiozzare forte ripensando di nuovo a quegli occhi. Ma perché quel ragazzo doveva farla stare così male?!
“Sono un’idiota, una scema, una stupida! Lui non sta nemmeno pensando a me o a quello che è successo a Londra probabilmente!”

* * *

Non indossò gli occhiali, si alzò ed uscì silenziosamente dalla stanza. Passando davanti alla camera di Ran sentì dei singhiozzi e si bloccò puntando lo sguardo sul pavimento. Erano mesi che la sentiva piangere senza poter fare nulla e, a volte, si domandava se fosse stato un bene dichiararsi in quello stupido, e poco romantico modo, a Londra. Aprì piano la porta ma seppe che era un inutile accorgimento: i suoi sighiozzi erano così forti da coprire ogni rumore, persino il cigolio della porta. La vide rannicchiata sulle sedia della scrivania, con le gambe al petto e tremante. La finestra aperta faceva entrare ventate che la colpivano in pieno e sospirò pensando quanto fosse incosciente. La guardò con occhi malinconici e chiuse la porta sapendo di non poter fermare in alcun modo il suo pianto, non nelle condizioni in cui si trovava: un bambino di 7 anni. Tornò a letto e, non appena si sdraiò, sentì gli occhi pizzicare fastidiosamente…

*  *  *

Spalancò gli occhi e guardò l’ora provando una fitta allo stomaco: 7.53 , decisamente tardi!
Uscì correndo dalla stanza e andò in soggiorno per fare colazione e sgridare Ran per non averlo svegliato. Vuoto.
“Ma dove diavolo…?!” pensò sfrecciando in ufficio al piano di sotto aspettando di vedere la faccia annoiata dello zietto. Vuoto anch’esso. “ Ma che succede?” pensò raggiungendo piano la scrivania e notando un biglietto scritto frettolosamente:
“Sono fuori per lavoro, non torno nè pranzo né a cena. Kogoro “
Conan impiegò qualche secondo cercando di decifrare i suoi ideogrammi complicati e frettolosi, poi ridacchiò immaginando che avesse un appuntamento con una bella 58enne che, per e-mail, si spacciava per 30enne. Posò il biglietto sulla scrivania e notò l’ora sull’orologio: 8.03.
“Cavolo! Ero già in ritardo prima e ora…!” imprecò mentalmente correndo su per le scale e rientrando in cucina, ma di lei ancora nessuna traccia.
“Ma non starà ancora dormendo?!” pensò avvicinandosi alla sua porta e bussando un paio di volte.
-Ran-neechan? Posso entrare?-
Silenzio.
-Ran-neechan?!- ripetè più forte e improvvisamente si ricordò che era domenica. “Ok, ma lei non si alza mai tardi, nemmeno la domenica!”
-Ran-neechan!- ripetè.
Silenzio. L’ex liceale si insospettì e aprì piano la porta vedendo la figura della ragazza sotto le coperte: gli occhi erano arrossati e anche le guance erano, stranamente, rosse. La osservò qualche secondo beandosi della sua bellezza e notò il pettò alzarsi ed abbassarsi rapidamente. Si avvicinò aggrottando sospettosamente posò la propria fronte sulla sua: bollente.
-S-Shinichi…- blaterò nel sonno lei stringendo gli occhi sofferente.
-Ran…- sussurrò preoccupato.
-Shinichi…- cominciò a delirare agitandosi tra le lenzuola.
-Shhhh… sono qui…- rispose lui dolce posandole una mano sulla fronte.
-SHINICHI!- urlò la ragazza scoppiando in lacrime.
-Va tutto bene, è solo un brutto sogno Ran… sono vicino a te…- le sussurrò lui avvicinando il viso al suo e spostandole i capelli dalla fronte sudata. Le asciugò le lacrime e continuò:
-Sono vicino a te… non piangere piccola mia…sono qui…-
La ragazza sembrò calmarsi come se quelle parole le avesse dette davvero il liceale e Shinichi sorrise soddisfatto. La osservò meglio e notò quanto fosse bella nonostante stesse male.
-Immaginavo che ti saresti ammalata a stare tutta la notte a piangere davanti alla finestra aperta- aggiunse accarezzandole una guancia con la mano, che lei afferrò e strinse forte mentre una nuova lacrima le solcava il viso. Il ragazzo rispose alla presa e sentì un dolce desiderio farsi strada nella mente. Avvicinò il viso al suo e, nonostante sapesse che era sbagliato, le sfiorò le labbra rosee facendola sobbalzare. Tornò a guardarla pochi secondi dopo e si ripetè mentalmente che era bellissima.
-Ran, ti amo…- le sussurrò dolce e lei sembrò sorridere.
-Shinichi…- fu l’ultima cosa che bisbigliò prima di addormentarsi profondamente.

 
N.dell’autrice: Pardon x il tremendo ritardo!! Ma qst gg sn occupata, davvero occupata tanto da nn riuscire ad aggiornare nemmeno TRIO KHK!! Povera me!!! ; . ; Cmq, ke ve ne pare???? Shin è trpp OOC????? FATEMI ASSOLUTAMENTE SAPERE X MIGLIORARE IN FUTUROOOOOO!
Ora scappo (lo so, è una nota dell’autrice piccolissima, ma l’epilogo di TRIO KHK necessita di essere scritto!!)
Grz a ki ha recensito lo scorso capitolo: Missfunix, Sherry Myano, shinichi e ran amore e la nuova arrivata LucyloveAnimemanga. Arigatò Ragazze e ragazzi!!! v.v Vi adoro!! A presto con il prox chappy!!
Ps: forse nn riuscirò più ad aggiornare fino a mercoledì xkè parto, ma farò il possibile x postare un altro chappy doma! Mangakagirl!

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Capitolo 6
*** Insieme ***


6. Insieme                       p.d.t.

La dolce brezza del mare le inebriava i polmoni mentre il rumore della risacca le rimbombava flebilmente nella testa facendola rilassare; i raggi del sole delle 16.30 passate diffondevano un’aranciata e splendente luce accompagnata dal calore che si può avere in una splendida giornata di metà agosto. L’avrebbe definito un locus ameno, ovvero un luogo piacevole e paradisiaco, come definivano i greci, studiati da poco a scuola, l’isola di Ogigia dove abitava la bella Calipso. Era caduta in quello stato di dormiveglia profondo dal quale, anche con tutta la volontà possibile, non ci si riesce a svegliare. Qualcuno la chiamò molto dolcemente per nome e si sentì spostare le ciocche impregnate di sale che cadevano ribelli sulla fronte. Tentò di aprire gli occhi ma le mancavano le forze: perché avrebbe dovuto svegliarsi? Era così bello stare sdraiata sulla spiaggia bianchissima mentre i raggi del sole le scaldavano le gambe, unica parte non all’ombra.
-Ran- ripetè con un sussurro la voce mentre un gabbiano strideva volando alto nel cielo. La ragazza inspirò profondamente l’aria impregnata di salsedine e, con uno sforzo disumano, aprì lentamente gli occhi non mettendo subito a fuoco la figura che la guardava sdraiata accanto a lei: ciocche corvine, viso fine, labbra carnose e sorridenti, espressione divertita e due splendidi occhi blu come l’oceano. La ragazza si soffermò proprio su di essi per molto secondi, guardando il ragazzo sdraiato sulla pancia sopra l’asciugamano accanto al suo che aveva il viso a meno di 15 cm dal suo.
-Finalmente dormigliona- rise piano Shinichi con espressione divertita -Ma lo sai da quanto ti sto chiamando?- le domandò senza la minima traccia di rimprovero nella voce.
-Mmugh- mugolò lei stropicciandosi assonnata un occhio -Dormivo così bene… sempre che rompi le scatole…stavo sognando!-
-Non è vero- rise Shinichi facendo no con il dito a tre centimetri dal suo naso -Quando si sogna gli occhi si muovono rapidamente sotto le palpebre e si tengono socchiusi, mentre tu non avevi nessuno di questi due segni evidenti, quindi deduco con sicurezza che non stavi sognando. Elementare Watson!-
Ran sbuffò tra il divertito e l’irritato, si mise a sedere a gambe incrociate mentre Shinichi la imitava e si guardò attorno mantenendo il silenzio qualche secondo.
-Dunque, per sapere che non muovevo gli occhi, devo dedurre, mio caro Holmes, che tu mi stessi osservando da parecchio tempo, giusto?- domandò guardandolo melliflua. “Centro!” pensò non appena Shinichi divenne un pomodoro e spostò lo sguardo da tutt’altra parte in cui si trovava lei.
-B-Baro! Non è vero…- grugnì mentre lei gli assestò una potente botta sulle spalle abbronzate.
-Se, se… come no…- disse Ran divertita alzandosi in piedi e afferrandolo per un polso -Dai Lumaca, l’ultimo che arriva in acqua paga il frappè all’altro!- esclamò cogliendolo alla sprovvista e cominciò a correre verso le onde pacate che si stagliavano sulla riva.
-EHY! NON ERO PRONTO! NON VALE!- urlò sdegnato Shinichi seguendola. Ran cominciò a ridere e a schizzargli acqua addosso mentre lui cercava invano di evitarla. Si tuffò sparendo dalla sua vista e il sorriso di lei svanì lentamente mentre si guardava attorno aspettandosi di vederlo comparire da un momento all’altro. Dopo quasi un minuto che si era immerso cominciò a preoccuparsi e lo chiamò.
-Shinichi…-
Silenzio. Un paio di ragazze entrarono in acqua e si allontanarono in fretta lasciandola nuovamente sola.
-Shinichi!- urlò la ragazza prendendo fiato e facendo per tuffarsi, ma un paio di braccia la afferrarono da dietro la schiena e cadde in acqua cominciando a dimenarsi.
-Idiota!- sbraitò mentre la risata del ragazzo si faceva sempre più forte. Ran si voltò e vide Shinichi ridere divertito davanti a lei e facendole il verso.
-Ahahaha dovresti vedere la tua faccia Ran! Sei ridicola!- esclamò allontanandosi repentinamente per evitare il pugno che lei aveva sferrato.
-Baro! Credevo che stessi annegando! Che razza di scherzo è!?- urlò gonfiando le guance furiosa, girandosi e facendo marcia verso il suo asciugamano. Shinichi rise ancora di più e la seguì cercando di afferrarle il polso per fermarla.
-O andiamo!- esclamò divertito -Non ti sarei offesa adesso, vero?-
Ran si voltò dall’altra parte con un sonoro  “TSK” e si sedè con aria da superiore sulla sua asciugamano flettendo le gambe e appoggiandoci sopra le braccia incrociate. Shinichi si grattò un attimo perplesso la testa: sì, si era offesa!
-O ma dai!- disse sedendosi accanto a lei e cercando di farsi guardare negli occhi, cosa non facile visto che Ran aveva deciso di concentrare tutta la sua attenzione su qualcosa di inesistente alla sua sinistra -Volevo vendicarmi per la gara che mi hai fatto perdere… non volevo farti preoccupare! Dai Ran, togli quel broncio…-
-Umpf, io non ho nessun broncio mio caro Holmes- disse lei con tono da superiore mentre una coppietta passava loro davanti lasciandoli un attimo in silenzio.
-Dai, ti offro il frappè se mi perdoni…- disse Shinichi con finto tono arrendevole : quelle battibeccate con Ran gli piacevano infondo, perché la ragazza aveva un’espressione bellissima quando si arrabbiava.
-Mmugh- mugolò Ran annuendo appena -Per stavolta passi…-
Il ragazzo sorrise soddisfatto e la imitò quando fissò lo sguardò sulle onde del mare che, piano piano, si andavano tingendo di rosso per via del tramonto impellente.
-Perché mi hai svegliata, prima?- domandò a mezza voce Ran come per non voler sovrastare troppo il rumore delle onde che la rilassava dolcemente. Shinichi raccolse le gambe al petto, vi posò sopra le braccia incrociate e poggiò il mento senza distogliere lo sguardo dalle onde. Dopo altri attimi di silenzio rispose con un sorriso:
-Non avevi detto a Sonoko che volevi venire al mare con me perché ultimamente non stiamo mai insieme?-
Ran sbarrò gli occhi e arrossì fino alla punta dei capelli agitandosi sul posto. Ma come aveva fatto a sentirglielo dire?! Ne aveva parlato con Sonoko quel pomeriggio dopo il karaoke quando lui era andato in bagno…
-Emmm… ecco…- cominciò non sapendo bene cosa dire -S-sì bè…-
-Se avessi dormito tutto il tempo sarebbe stato inutile venire qui al mare, no?- domandò Shinichi sorridendole e guardandola negli occhi nell’attimo in cui lei, per sbaglio, si era voltata verso di lui. Ran annuì mentre il rossore cominciava a svanire, anche se mooolto lentamente, e si mise a fissare le sue mani poggiate sulle ginocchia piegate davanti al petto.
-Certo che è proprio bello qui, vero?- domandò sereno il ragazzo tornando a fissare il mare.
-Già- rispose Ran mentre il battito cardiaco finalmente si decideva a rallentare. “Uffa! Ma perché doveva sentire quando ho detto a Sonoko che volevo passare più tempo con lui?!”
Dopo qualche minuto di silenzio Shinichi sorrise e tornò a guardarla incrociando i loro sguardi.
-Comunque sta’ tranquilla: anche io era un sacco che volevo…- il suo sguardo cadde sulle labbra carnose della ragazza coperte di salsedine che sembravano attirarlo come una calamita -…volevo…- abbassò la voce mentre sentiva il suo viso avvicinarsi involontariamente sempre più a quello della ragazza, che non arretrava di un millimetro -…passare del tempo insieme, solo io e te…- terminò bloccandosi a qualche centrimetro dalla sua bocca arrossendo come un pomodoro. La ragazza si accorse di quello che stava per accadere e arrossì violentemente a sua volta puntando lo sguardo altrove. Dopo alcuni secondi di silenzio, che parvero secolo per entrambi, a cui si era seccata la lingua dall’imbarazzo, Shinichi si alzò in piedi e propose mentre le guance tornavano del colore naturale:
-Emmm…Allora, andiamo a prendere il frappè?-
-C-Certo!- rispose Ran alzandosi a sua volta e infilando le infradito.
Shinichi cominciò ad avviarsi con un sorrisetto sul volto e, cercando di non farlo passare come una cosa seria, ma come un semplice aiuto per evitare che la ragazza affondasse nella sabbia, afferrò la mano di Ran e non la lasciò finchè non arrivarono al chioschetto che vendeva bibite sulla spiaggia.
Insieme: era così che i due ragazzi desiderarono stare da quel giorno in poi, anche se il destino scelse un modo molto bizzarro per permetterglielo dopo la giornata che vissero al Tropical Land qualche settimana dopo…

 
 
N. dell’autrice:
Emmm… salve (tono imbarazzato)
Lo so! Sn perfettamente e maledettamente in ritardo!! Gomennasein!!!!!! =(
Però, vi è almeno piaciuto il chappy??? Spero proprio di sì!!!! Recensite e fatemi sapere, please!!!
A me è piaciuto molto scriverlo!! È ambientato qlk settimana prima della trasformazione di Shin in Conan… Tristissima! A volte sn trpp drammatica, vero???? ;    .    ;  
Vabbè, passiamo oltre! Preparate i fazzoletti x il prox chappy, perché a me fa quasi piangere!!
Arigatò a ki ha recensito gli scorsi chappy: Yume98, SaraKudo, shinichi e ran amore, LucyloveAnimemanga, missfunix e Sherry Myano.
Mangakagirl!

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Capitolo 7
*** Vita ***


7. Vita                        d. la t.

Premessa: Qui compare anche Haibara per la gioia di tutti i suoi fan ^.^ Bè, ke dire: io nn sn una sua grande fan, ma credo ke snz di lei DC sarebbe tt un’altra storia… E a noi piace sl la vera storia! Giusto??? ^--^ Le parti in corsivo sn il suo lungo flashback che spiega cosa è succ al povero Shinichi… non preoccupatevi, sembra una AiXShin ma non lo è! Qst è una raccolta RANxShin!!!!!!! FORZA RAN E SHINICHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!! (Già vedevo tt i Fan Ranx Shin ke alzavano i pomodori contro di me arrabbiati neri x averli messi in allarme -.-“)


“Stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido! Te l’avevo detto! Te l’avevo detto, ma come al solito, non hai voluto ascoltarmi! Ma cosa ci sto a fare qui io, eh?” Ai scivolò con la schiena appoggiata la muro fino a sedersi per terra mentre le lacrime solcavano il suo viso incessantemente.

-Kudo no!- disse secca Haibara chiudendo la scatoletta di latta che teneva in mano il bambino -Questa volta no! Ascolt… Ascoltami!- ribattè mentre lui scuoteva la testa -Questo è diverso! Non è il solito antidoto… ho raddoppiato tutte le dosi del normale antidoto dell’APTX… non so se funzionerà…ci vogli…-
-Haibara, ne ho bisogno! Ho bisogno del mio vero corpo, avevi detto che eri vicina all’antidoto definitivo, mi serve per salvarti dall’Organizzazione, sanno chi sei e dove stai… Sei la mia migliore amica, mi fido ciecamente di Te! So che questo antidoto funzionerà, quindi tu fidati di me!-
Haibara lo guardò sconvolta: migliore amica? No. Ran lo era, non lei. Lui non doveva fidarsi di lei…


-Brutto emerito pezzo di deficiente che non sei altro! Apri gli occhi Idiota!- quasi urlò Ran seduta su una sedia accanto al letto in cui giaceva inerme, attaccato ad un respiratore, il corpo di un liceale. Gli occhi chiusi, la pelle pallidissima, i capelli che cadevano spettinati e leggeri sulla fronte e le braccia lungo il corpo, sopra la coperta. Il suono sordo della macchina attaccata al suo cuore rimbombava in tutta la stanza, riempiendo ogni angolo.

Bip.  Bip.  Bip.

-Non puoi farlo, non puoi farlo Shinichi! Non ti azzardare a non svegliarti perché giuro che ti sveglio io a suon di calci nel sedere!- continuò Ran stringendo i pugni appoggiati al materasso fissando arrabbiata il ragazzo.
Haibara sapeva quello che stava facendo: non aveva ancora accettato il fatto che fosse in coma e insultandolo sfogava tutta la sua preoccupazione, la sua paura e la sua incapacità di fare qualcosa che lo aiutasse.
-Svegliati dannazione! SVEGLIATI!-

-No… io non mi fido di me…- sussurrò la scienzata perdendosi nei suoi occhi -Kudo, potresti morire… potresti non farcela…-
Il ragazzo sorrise comprensivo afferrandole una mano e stringendogliela con affetto.
-Solo perché tu non ti fidi di te stessa, non vuol dire che io non debba fidarmi te… Dici che potrei morire tutte le volte, ma alla fine non capita mai. Perché oggi dovrebbe essere diverso?- domandò con un sorriso.
“No, non mi lascerò convincere”
-NO! Questa volta… questa è diversa Kudo! Dannazione, perché diavolo non ti decidi a darmi retta una buona volta?!- imprecò la bambina mollandogli la mano e distogliendo lo sguardo dai suoi occhi magnetici.
-Perché se ti avessi sempre dato retta tutte le volte a quest’ora avrei fatto metà delle cose che ho fatto…- rispose lui ridendo.
Ma la stava prendendo come un gioco? Quello non era un gioco! Anzi, lo era: era un gioco con la morte.


“Fa bene a chiamarti Brutto emerito pezzo di deficiente perché è questo che sei Kudo: un Idiota… un masochista… uno sbruffone… un maledetto imbecille che vuole sempre strafare!” lo insultò mentalmente continuando a tremare come una foglia seduta sul pavimento della stanza appoggiata con la schiena alla parete. “Ma cosa farò se non ti dovessi svegliare, eh? Spiegamelo!”
Ran si ammutolì improvvisamente ma, come non faceva da quando era stato ricoverato sei giorni prima, non scoppiò a piangere come lei. Si guardò le mani strette a pugno e conficcò di più le unghie dentro la carne, fino a gemere dal dolore.
No, non avrebbe ceduto alle lacrime, non fino a quando Shinichi non si fosse svegliato, perché si sarebbe svegliato. Ne era certa: quel cretino la stava ascoltando, si divertita a sentirla in pena per lui, ma lei non avrebbe ceduto alle lacrime per compiacerlo. No.
Lei l’avrebbe insultato e insultato finchè non si fosse svegliato, e a quel punto, solo a quel punto, avrebbe permesso alla sua rabbia di trasformarsi in lacrime calde pronte a solcarle il viso.

-Per favore Haibara, dammi quell’antidoto…-
La ragazza scosse la testa sentendo il panico impossessarsi del suo cervello.
-Perché? No, non voglio…- disse piano con gli occhi sbarrati.
-Perché devi fidarti di me, so come aiutarti Shiho- disse sicuro fissandola senza esitazione negli occhi.
Oh no! Usare il suo vero nome era un colpo basso: come poteva rifiutarsi ora? Non poteva, appunto…
Gli porse la scatoletta senza accorgersene, fu involontaria come cosa, e quello fu l’errore più grande di tutti…


Haibara uscì fuori dal flusso di ricordi con un brivido solo perché Ran ricominciò ad insultare Shinichi battendo i pugni sul materasso. Se solo avesse saputo che la causa di quell’enorme disgrazia era lei… probabilmente non le avrebbe più permesso di rimanere in quella stanza con Shinichi… con quel ragazzo che voleva salvarla dall’attacco dell’Organizzazione, che in realtà era un falso allarme… i ricordi che le riaffiorarono qualche secondo dopo erano confusi, come la sua capacità di ragionare in quei giorni…

Urla… urla laceravano il silenzio di villa Agasa… dolore: era quello che provava e lei lo aveva previsto. Shinichi cadde a terra tenendosi il cuore… girò gli occhi all’indietro… Quello non era previsto…
-Kudo!- urlò lei cascando al suo fianco e cominciando a scuoterlo con forza -NO, KUDO APRI GLI OCCHI!-
Gli tastò il petto: il cuore batteva a mille… ma perché non respirava più…
-KUDO MALEDIZIONE RIPRENDITI!- urlò mentre le lacrime affioravano agli occhi.
“Sta morendo… sta morendo…” pensava mentre chiamava a squarciagola il dottore…
Da quel momento solo sprazzi di ricordo… una macchina gialla... visi di medici sconvolti… odor di disinfettante… nero… la chiamata fatta a Ran… urla disperate… camera numero 414… poi più nulla di sensato…


Da giorni il tempo scorreva lentamente e le giornate si assomigliavano tutte… e quell’assordante rumore riempiva i momenti in cui nessuno diceva nulla.

Bip.    Bip.     Bip

-Stammi bene a sentire…- cominciò Ran con tono deciso fissandosi i pugni trattenendo a stento le lacrime -…Io non ti perdono, non ti perdono Shinichi se non ti svegli immediatamente… non ti perdono…- fissò il viso pallido del ragazzo che indossava una mascherina per respirare mentre il cuore le batteva all’impazzata dal nervoso -…Non ti perdono Shinichi! Ma lo vuoi capire che ho bisogno di te per vivere?! Perché riesci sempre a ficcarti nei casini come se fosse la cosa più facile al mondo?! Io non ti perdono! SVEGLIATI SHINICHI!- urlò disperata stringendo forte gli occhi per evitare che le lacrime cadessereo incontrollate.
Fu in quel momento che Ai percepì un cambiamento nell’aria…

Bip. Bip. Bip. Bip.

Il petto del ragazzo si gonfiò improvvisamente e si abbassò qualche secondo dopo, ripetendo il movimento ritmicamente.
Ora, la cosa si potrebbe considerare normale, era attaccato ad una macchina per aiutarlo a respirare, ma quei movimenti erano diversi… erano i movimenti di chi respira da solo e torna alla vita, dopo giorni di morte apparente.
Ran lo percepì e spalancò gli occhi mentre Haibara si alzò come un pupazzo a molla trattenendo il respiro: entrambi gli occhi delle ragazze erano puntati su Shinichi. Nulla per alcuni minuti che parvero ore: forse era solo stata un’allucinazione collettiva… i medici gli davano poche speranze di svegliarsi, le avevano avvisate entrambe…
Però il ragazzo mosse una mano, poi, con estrema lentezza e difficoltà, aprì gli occhi con un piccolo gemito.
Un’enorme macchia di luce e colore lo costrinse a socchiuderli immediatamente, mentre una ragazza finalmente scoppiò in lacrime afferrandogli una mano. La mise a fuoco piano piano e le sorrise con estrema fatica: Ran.
Aveva sentito tutti i suoi insulti, tutti: dal primo all’ultimo. Ma quell’ultima frase, esattamente quella, gli aveva dato la forza di svegliarsi, di uscire da quel maledetto tunnel in cui lo spazio e il tempo non esistono più…

“Ma lo vuoi capire che ho bisogno di te per vivere?! Perché riesci sempre a ficcarti nei casini come se fosse la cosa più facile al mondo?! Io non ti perdono! SVEGLIATI SHINICHI!”

Quella frase era impressa nella sua mente come marchiata a fuoco: No, lei non meritava di soffrire così.
Tentò di sussurrare il suo nome ma non uscì nulla, mentre la ragazza scosse la testa sorridendogli.
-Shhh… va tutto bene… va tutto bene Shinichi… Sei sveglio…- quasi esitò a dirlo mentre gli baciava la fronte spostandogli i capelli dal viso -Sei finalmente sveglio…-
Shinichi fece vagare lo sguardo sulla stanza finchè non vide la piccola scienzata, che aveva finalmente riacquistato la capacità di ragionare, sussurrare:
-Stupido… mai una volta che mi dia retta, eh?- ma non potè fare a meno di sorridere: Shinichi era vivo.
Ran gli tolse la mascherina non appena lui ci provò da solo. Il ragazzo, con le poche energie che si ritrovava dopo giorni che era fermo immobile nella stessa posizione, le cinse debolmente la testa con le mani e, avvicinando il proprio viso al suo, la baciò teneramente sulle labbra chiudendo gli occhi. Ran le inarcò in un sorriso e rispose al bacio afferrando delicatamente la sua testa tra le mani, badando a non fargli male.
Haibara sorrise e si lasciò cadere a terra con un sospiro di sollievo.
“Stupido, sei solo uno stupido Kudo… ma sei e rimarrai per sempre il mio migliore amico”

 
N. dell’autrice:
Sniff… ;    .    ; l’avevo detto io di preparare i fazzolettini… povero SHINICHIIIIIIIIIIII! Nn vi aspettavate che lo facessi morire, vero??
Shin non può e nn deve morireeeeee!! Altrimenti Ran cm farebbe???!??
SHINICHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!
A proposito, spero ke i fan di Haibara abbiano cpt ke qui Haibara, x qnt sia innamorata di lui, xkè sappiamo benissimo anke noi ShinxRan che lo è, ha cpt ke il ragazzo ama Ran. Infatti alla fine dice: rimarrai x smpr il mio migliore amico. E credo proprio ke la piccoletta se lo meriti di avere un migliore amico cm lui xkè, x qnt sia fredda e un po’ antipatica a volte (a volte, nn smpr! Nn lanciatemi quei pomodori!!!) le voglio bn lo stesso! ^--^
W RanxShin comunqueeeee!
Thanks a ki ha recensito lo scorso chappy!
Kiss kiss! Mangakagirl!

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Capitolo 8
*** Gelosia ***


8. Gelosia                        p.d.t.

Keiko Yamagami osservò sospirando Shinichi Kudo, che nemmeno in gita scolastica in montagna perdeva l’occasione di mostrare la sua bravura nel calcio.
-Hey, Keiko!- la chiamò la sua compagna sventolandole una mano davanti al viso. La ragazza sbarrò gli occhi ritrovandosi improvvisamente sulla Terra.
-Ahh, ho capito!- esclamò l’amica seguendo il suo sguardo -Kudo ha fatto colpo ancora una volta!-
-Kudo?- domando interessata Keiko mentre lei annuiva.
-Tu sei arrivata solo il mese scorso, non puoi conoscerlo, comunque lui è Kudo Shinichi della terza classe, sezione B. Mezza scuola è innamorata di lui… e chi non lo è?!- esclamò con gli occhi a cuoricino -A 15 anni guarda che pettorali che ha! È il migliore giocatore di calcio di tutte le medie del Giappone ed è un asso nelle deduzioni… vorrebbe diventare un detective-
Keiko ascoltò interessatissima e chiese con gli occhi illuminati da una luce di speranza:
-E ha una ragazza???- l’amica storse il naso.
-No, cioè sì… insomma loro dicono che non lo sono ma…-
-Loro?!? Loro chi?!? Chi lo dice?!?- domandò agitata Keiko sporgendosi più verso di lei. L’altra indietreggiò leggermente e rispose sbolordita:
-Bè… Kudo e Mouri lo dicono…-
-Mouri?! Chi è?!-
-Lei- rispose indicandole una ragazza con lunghi capelli castani e occhi azzurro-lilla che passava stizzita una bottiglietta d’acqua a Shinichi -Visto? Sono come marito e moglie. Mangiano insieme, escono insieme, vengono a scuola insieme… insomma: dove c’è uno c’è l’altra. Quando chiedi loro se stanno insieme arrossiscono e brontolano qualcosa tipo “Siamo solo amici di infanzia!”-
Keiko osservò con odio Ran mentre un’idea le balenava nella mente.
-Hai detto che non sono fidanzati… Quindi non ci sono problemi se ci provo io con lui, giusto?-
L’amica fece spallucce e tornò al suo itinerario della gita.

*  *  *

Yamagami addocchiò Shinichi mentre stava per sedersi al tavolo con un vassoio della colazione. Col proprio in  mano accellerò il passo e, come da piano, andò a cozzargli addosso facendogli cadere il pacchetto di bacchette.
-Oh, scusa!- esclamò inscenando un perfetto tono dispiaciuto mentre lui si voltava a guardarla: lunghi capelli neri, occhi marrone caldo, alta, snella e formosa.
-Non importa, tranquilla- rispose prendendo il pacchetto.
-Prendi le mie- disse lei porgendogli il suo mentre lui la guardava stupito.
-Emm… grazie- rispose un po’ imbarazzato per quel comportamento appiccicoso.
-Io sono Yamagami Keiko, della classe terza, sezione D-
Il ragazzo annuì incerto e decise di presentarsi a sua volta, visto che lei aveva sentito così tanto il bisogno di farlo…
-Io sono…-
-Kudo Shinichi, 15 anni, il migliore giocatore di calcio di tutte le medie del Giappone, un asso nelle deduzioni… vorresti diventare un detective-
Shinichi aggrottò un sopracciglio mentre lei sorrideva.
-Sono arrivata in questa scuola solo un mese fa, ma già so che hai molta fama. Ti spiace se mi siedo con te?-
-Emm…- rispose incerto Shinichi mentre lei si sedeva al tavolo scelto da lui. Il ragazzo la guardò perplesso, poi si sedè a sua volta, cominciando a fare colazione mentre lei iniziava a parlare del più e del meno.
-A, puoi chiamarmi Keiko ovviamente!- disse dopo un minuto di intenso discorso -Posso chiamarti Shinichi?- domandò sbattendo le ciglia mentre lui era sempre più sconvolto.
-S-se ti va…- rispose tornando a mangiare.
-Oh, ti sei sporcato! Aspetta, ti pulisco io- continuò Keiko sporgendosi verso il suo viso, gli poggiò una mano sulla guancia e gli pulì delicatamente la bocca mentre lui arrossiva e cercava di sottrarsi al tocco.

***

CRICK.

Il bicchiere che Ran stringeva in mano si incrinò pericolosamente quando la ragazza, a qualche metro dal tavolo di Shinichi, lo osservò mentre Keiko gli puliva la bocca. Sonoko spuntò al suo fianco come un fungo e osservò strabuzzando gli occhi il povero bicchiere che minacciava di esplodere da un momento all’altro.
-Ran…- la chiamo guardandola incerta mentre fissava ancora il ragazzo -Stai per rompere il bicchiere… Oh- finì capendo il perché di quel gesto.
-Oh oh!- rise furbetta conficcandole una gomitata nelle costole -Gelosa, eh? Chi è quella modella accanto a Kudo?-
Ran si riprese improvvisamente fissando prima il bicchiere poi l’amica, che si stava piegando in due dal ridere.
-Ma che dici?- chiese posando il bicchiere sul vassoio che teneva nell’altra mano con aria imbarazzata.
-Ahahahah! Non dirmi che non ti dà fastidio perché non ti credo!-
-Ma a cosa, Sonoko?!- sbraitò Ran diventando viola.
La ricca ereditiera la afferrò per un gomito e la guidò fino al tavolo di Shinichi sempre più divertita: si sa, a Sonoko Suzuki quelle situazioni imbarazzanti piacevano da impazzire.
Il ragazzo si voltò verso di loro mentre domandava perfidamente:
-Kudo, ma che fai?! Ti mostri davanti alla tua mogliettina con l’amante?!-
Keiko aggrottò la fronte e puntò lo sguardo sulla ragazza rossa in viso che dava una botta dietro al collo a quella che aveva appena parlato.
“Ecco Mouri” pensò.
-Taci Sonoko, non dare aria alla bocca senza un buon motivo!-
-Ciao Ran- disse Shinichi spostando lo sguardo stizzito per via di Sonoko su lei.
-Ciao Shinichi- rispose lei sedendosi di fronte a lui col vassoio.
-E lei chi è???- domandò Suzuki senza smettere di ridere imitando l’amica sedendosi a sua volta.
-Yamagami Keiko- rispose piatto lui tornando a mangiare il suo riso, che ormai, freddo, era una poltiglia appiccicosa.
-Un’amica di Shinichi- aggiunse lei mentre al ragazzo andava di traverso il boccone.
-Oooooooooh! Sono già amici, Ran! Te lo avevo detto io che se non ti muovevi si trovava un’altra!- esclamò Sonoko scoppiando a ridere.
-Taci Sonoko- sibilò Ran a denti stretti fissando in tralice Yamagami, che la guardava a sua volta con aria velenosa -Allora nell’ora libera…- disse rivolta al ragazzo, ma Keiko la interuppe.
-Shinichi, facciamo una passeggiata nel bosco!-
Ran e Shinichi la fissarono sconcertata.
-Come scusa?!-
-Dai Dai! Può venire anche lei se vuole!- aggiunse con tono infantile aggrappandosi al braccio del liceale.
-Ci mancherebbe!- disse Ran fulminando Shinichi.
-Emmm…- il ragazzo si trovò in seria difficoltà - Io e Ran avevavamo già programmato di stare insieme…-
-Perfetto allora!- rispose Keiko prima che Ran ribattesse -Allora dopo tutti nel bosco!-
Sonoko lanciò un’occhiata divertita a Ran che a stento non spezzò le bacchette che teneva in mano.

***

“Non ti permetterò di rovinarmi il piano, piccola arpia! Dici di non essere fidanzata con Shinichi, allora togliti dalle palle e largo a chi ci tiene davvero ad essere la sua ragazza!” pensò Keiko  dentro la toilette delle ragazze prima di girare la chiave nella serratura della porta per uscire dal bagno, ma una voce la distraè.
-Vado in bagno Sonoko. Visto che tu vai sulla funivia con Kitagawa e Isozaki, ci vediamo stasera in stanza-
Keiko sputò il chewin-gum che masticava e, aprendo la porta, lo attaccò al perno che permetteva di chiudersi nel bagno: era un’ occasione perfetta!
-Mouri!- esclamò vedendola entrare non appena lei uscì -Eccoti qua! Pronta ad andare?-
La ragazza la fulminò, poi assunse un’espressione melliflua e rispose:
-Ma certo! Vado in bagno e arrivo, sta certa che non mancherò- sottolineo a denti stretti le ultime parole.
-Posso chiederti una cosa?- domandò con finta voce ingenua l’altra.
-Mmmm- rispose stizzita Ran.
-Tu e Kudo state insieme?-
Ran arrossì sentendosi messa alla prova.
-N-no! Io e lui…-
-Quindi non ti dispiace se ci provo io con lui, vero?- domandò trionfante Yamagami mentre lei sentiva il cuore perdere un battito.
 -D-di quello che fa Shinichi non mi importa proprio nulla…!- esclamò rossa come un pomodoro con espressione distaccata stringendo forte i pugni: Bugia.
Keiko sorrise melliflua e soddisfatta.
-Ci vediamo dopo, Mouri- disse voltandogli le spalle mentre lei si chiudeva in bagno. La ragazza prese dal distributore a parete un fazzoletto di carta e cercò una penna nella borsa che portava a tracolla. Vi scrisse sopra alcune parole e lo attaccò con dello scotch alla porta del bagno in cui era entrata Ran. Scoppiò a ridere senza curarsi che la karateka la udiva e uscì trionfante dalla toilette.

***

-Era ora! Ma dove diavolo è Ran?!- sbraitò Shinichi appoggiato con le braccia incrociate al muro del cortile della pensione -Abbiamo solo un’ora e mezza libera, ve lo ricordate vero?- aggiunse stizzito.
Keiko gli trotterellò davanti con aria contentissima e gli rispose:
-Ran non viene più-
Il ragazzo aggrottò un sopracciglio.
-In che senso?-
-Oh, non si sentiva molto bene così mi ha detto che preferiva rimanere in camera-
Shinichi, senza darlo a vedere, si sentì in allarme per l’ “amica” e tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il cellulare.
-No!- esclamò lei fermandolo mentre lui sbraitava stizzito:
-Senti, voglio sapere come sta! Se non sta bene qualcuno deve stare con lei, no?-
Keiko si morse il labbro inferiore e pensò in fretta ad un piano per dissuaderlo.
-Mi ha detto che aveva mal di testa e che si sarebbe messa un po’ a letto. Se la chiami non farai altro che disturbarla, non credi? Dammi retta, lascia perdere… Sono una ragazza anche io, so cosa vuol dire-
Shinichi la scrutò serio non sapendo se crederle o meno, poi sospirò chiudendo gli occhi.
-Vabbè, andiamo- disse infilando le mani e il cellulare in tasca.
Mentre si allontanavano lanciò una rapida occhiata alla pensione, non sicuro che quello che faceva fosse la cosa giusta.

***

“Stupida Yamagami! Ma chi si crede di essere?!” pensò Ran poggiando la mano sulla chiave, provando a girarla. “Ma cosa?!” la chiave si mosse a fatica come se fosse ostacolata. Ci provò parecchie volte mentre cominciava a salirle il nervoso. Ad un certo punto tentò di forzarla a spallate. “Maledizione, e ora cos’ ha la porta!? Uff… così arriverò in ritardo all’appuntamento con Shinichi! Quell’oca sarà già incollata a lui come una piovra…! ”
La rabbia prese il sopravvento e scagliò un potente calcio alla porta riuscendo ad aprirla, anzi, quasi a romperla. Ran uscì passando sotto un lungo e appiccicoso filamento rosa attaccato alla serratura della porta e alla cornice.
“Ma che…?!” pensò prima di alzare lo sguardo e trovare attacato alla porta un fazzoletto. Lo strappò bruscamente e lo lesse:
“Oh, scusami! Proprio non sapevo dove mettere il chewin-gum. Non ti dispiace se mentre ti liberi e io vado altuo appuntamento con Shinichi, vero? Infondo l’hai detto tu stessa che non ti interessa quello che fa lui >.< Yamagami <3”
Il fazzolettò si trovò presto appallottolato e gettato nella spazzatura mentre una Ran furiosa pensava “Maledetta! Mi ha chiusa nel bagno per stare con Shinichi!” uscì velocemente dalla toilette “Ma ora le faccio vedere io! Lei non può… con Shin…” si bloccò fissandosi i pugni senza finire il pensiero.
“Perché questa strana sensazione? In questo modo sembra quasi che io sia… che stia andando perché sono gelosa di lui…” scosse la testa con forza “No! Io… a me non interessa niente di lui…”

Sicura?

Era la voce della vera Ran, quella che teneva nascosta dentro sé, quella a cui non dava mai ascolto perché si lasciava trasportare troppo dalle emozioni: fosse stata per quella Ran, lei sarebbe stata con Shinichi già da molto tempo.
-Certo!- rispose a se stessa ad alta voce -Io sto andando lì solo per dirle che non deve più permettersi di chiudermi nel bagno…!-

Non centra nulla Shinichi? Non lo stai facendo anche per lui?

Si bloccò arrivando in cortile, fissandosi i piedi con i pugni stretti lungo il corpo, dopo qualche secondo riprese a camminare.
-Forse- sussurrò piano aggrottando le sopracciglia.
“Preparati Yamagami, perché questa non te la perdono!”

***

Shinichi si guardava attorno, perso tra i suoi pensieri, senza ascoltare minimamente le parole che gli rivolgeva quella piattola che gli stava accanto.
Pensava a Ran: aveva fatto bene a non accertarsi di persona che stesse male? Forse era meglio tornare indietro da lei…
-Shinichi!- lo chiamò Yamagami con tono stizzito -Mi ascolti?-
-Certo- rispose lui senza degnarla di uno sguardo, così la ragazza gli si parò contro costringendolo ad indietreggiare.
-Ecco… voglio dirti una cosa…- disse lei arrossendo visibilmente ma continuando a guardarlo decisa mentre lui indietreggiava sempre di più.
“Ohi ohi… si mette male!” pensò toccando con le spalle il tronco di un albero: era in trappola. Keiko lo fissò dritto negli occhi con le labbra serrate per non cedere troppo alle emozioni, poi disse tutto d’un fiato:
-Io… da quando ti ho visto ho subito provato dei sentimenti per te…-
-Emmm… Yamagami…- tentò il ragazzo poggiandole le mani sulle spalle per allontanarla.
-Io ti amo Shinichi- disse lei decisa diventando viola, poi intrecciò le mani dietro al suo collo socchiudendo gli occhi e avvicinando il viso al suo.
-No… no…- tentò Shinichi facendo pressione sulle sue spalle per allontanarla ma, improvvisamente, il panico si impossessò del suo corpo privandolo delle forze.
“No! Dannazione, nemmeno ti conosco!” imprecò mentalmente, quando un improvviso rumore costrinse lui e la ragazza a voltarsi.
Shinichi perse un battito e sbarrò gli occhi allontanando bruscamente Keiko da sé mentre la persona appena arrivata lo scrutava paralizzata, con occhi sbarrati e vuoti: Ran.
-Ran, non è come pensi!- disse subito senza una ragione precisa: non erano fidanzati, eppure…
Ma la ragazza si voltò di scatto e prese a correre velocemente lasciandolo ancora più sbalordito.
-RAN ASPETTA!- urlò seguendola mentre Yamagami lo chiamava, invano.

***

Ran sentì la voce del ragazzo provenire in mezzo ad alcuni alberi e sbuffò: finalmente l’aveva trovato!
“Ora Yamagami mi sente! E anche Shinichi non la passerà liscia! Lasciarsi abbindolare da un’oca del genere…”
Aumentò il passo e si fece strada tra i cespugli con le mani, evitando per un pelo di accecarsi con un ramo sporgente. Finalmente riuscì a districarsi da quella massa di foglie e insetti e intravide un raggio di sole illuminare un piccolo spiazzo privo di alberi. Non appena ne uscì definitivamente, però, una scena le fece perdere uno o più battiti lasciandola letteralmente pietrificata: Yamagami, quell’oca giuliva che l’aveva chiusa nel bagno di una Yamagami, stava avvinghiata a Shinichi contro un albero e, cosa ancora più sconcertante, stava per baciarlo. Il ragazzo sobbalzò visibilmente non appena la vide e la scostò bruscamente da sé.
-Ran non è come pensi!- disse subito con tono colpevole.
E allora com’era? Perché era avvinghiato alla ragazza? Perché aveva le mani sulle sue spalle?
No, lei non gli credeva: si sentiva svuotata, ferita, tradita
Da lui non se lo sarebbe mai e poi mai aspettato.
Lei non avrebbe mai fatto una cosa del genere.
Una strana sensazione a cui non sapeva dare un nome, si impossessò della sua mente e del suo corpo, sentì l’adrenalina aumentare e provò un odio spropositato per quella Yamagami: come aveva osato provarci con lui?
Lui, il suo lui, il ragazzo per cui tutti sapevano che provava dei sentimenti anche se non era ancora pronta a dichirarglieli
All’improvviso il suo cuore sembrò esplodere in mille schegge, non voleva più vederlo, non voleva stargli vicino, sarebbe scappata lontano, molto lontano… Lontano da lui.
Si voltò si scatto e prese a correre furiosamente senza una meta precisa: non gli importava. Ignorava il dolore dei rami e delle spine che la graffiavano attorno alle caviglie e sulle gambe durante la corsa: quel dolore era nulla confronto a quello che provava il suo cuore.
-RAN ASPETTA!- sentì il suo urlo arrivargli lontano alle orecchie.
Aspettare? Ma aspettare cosa? Che li vedesse baciarsi?!
Le lacrime le offuscarono la vista, impedendole di vedere una piccola fossa del terreno nella quale quasi si storse la caviglia destra, ma non si fermò: doveva andare avanti, doveva mettere più distanza possibile tra lei e quel ragazzo.
-Ran, hai frainteso tutto!- urlò Shinichi raggiungendola: era pur sempre un campione di calcio -Fermati e lasciami spiegare!-
Riuscì ad afferrarle il polso destro e a fermarla mentre lei si voltava con il viso coperto di lacrime.
-Spiegare?! Ma spiegare cosa, eh?!- urlò arrabbiata liberando con una mossa di karate il proprio polso facendogli quasi perdere l’equilibrio -Cosa mi dovresti spiegare Shinichi?! Che non stavi per baciarla?! Ma perché non torni dalla tua amichetta?! Io non voglio sentire nulla da te!-
Riprese a correre asciugandosi con gesto brusco gli occhi.
Aveva ragione Sonoko: era gelosa. Ecco cos’era quella strana sensazione che si era impossessata del suo corpo: gelosia.
 -Ma quale amichetta?! Ran hai frainteso! Io non stavo per baciarla! Mi vuoi ascoltare!?-
-NO!- urlò la ragazza, che aveva smesso di piangere, continuando a correre senza guardarlo nemmeno per un istante -Non voglio ascoltare un bel niente da te!-
Non sapeva affatto dove stava andando e continuava a non importarle: bastava che fosse lontano da lui.
All’improvviso sentì un rumore di foglie secche e di qualcosa che si sgretola, un urlo rimbombò in tutto il bosco costringendola a fermarsi. Si accorse solo in quel momento che il cuore le batteva all’impazzata e che aveva i polmoni che chiedevano pietà. Si voltò indietro lentamente cercando la figura di Shinichi, che era scomparsa nel nulla.
Fece qualche passo con fare incerto guardandosi attorno con le labbra socchiuse: ma dov’era?
-Shinichi?- sussurrò piano osservando ogni angolo che la circondava. Un gemito di dolore la scosse come una secchiata d’acqua ghiacciata attirando la sua attenzione verso un angolo che sembrava appena essere franato. Si avvicinò velocemente col fiato sospeso per quasi urlare non appena vide il ragazzo, steso sul pendio che era appena franato, che si stringeva la caviglia sinistra.
-SHINICHI!- gridò raggiungendolo di corsa rischiando di rompersi l’osso del collo e di scivolare ancora più giù di quanto già non si trovasse il ragazzo.
-Stai bene? Sei ferito?- domandò agitata abbassandosi per terra e posandogli una mano sulla spalla.
-Ah…Credo di essermi slogato una caviglia… Ahia…- gemè lui stringendo gli occhi. Ran si sentì morire e lo fissò con occhi impauriti mentre cercava di mettersi seduto lamentandosi ad ogni movimento.
-È colpa mia…- sussurrò sedendosi senza forze accanto a lui raccogliendo le gambe al petto -…è solo colpa mia…-
Il ragazzo gemè riuscendo finalmente a sedersi e la fissò con una smorfia di dolore e le mani puntate nel terreno per tenere l’equilibrio.
-Ma che dici…? Fsss…- disse trattenendosi mentre malauguratamente muoveva la caviglia infortunata.
-Mi dispiace- disse Ran cominciando a piangere -T-ti ho stroncato la carrier…- un singhiozzo non le permise di finire la frase.
-Ma che dici?!- esclamò il ragazzo deciso -Non hai stroncato proprio niente, Ran! È solo una slogatura… Ahia!-
-Visto?!- disse Ran piangendo più forte - È-è-è solo c-colpa mia!-
-Ran- disse Shinichi con tono dolce scuotendo il capo -Non è colpa tua. È solo una slogatura, ne avevo già presa una all’altra caviglia ma, come hai potuto vedere, fin’ora sono sempre riuscito a giocare, no?-
La ragazza non sembrò consolarsi così, mentre lei piangeva, Shinichi sospirò alzando gli occhi al cielo e chiudendoli. Dopo attimi di silenzio disse:
-La colpa è mia: non avrei dovuto fidarmi di Yamagami quando mi ha detto che non saresti venuta con noi perchè stavi male-
Ran alzò gli occhi sorpresa smettendo di piangere per qualche attimo.
-Non stavo male- tirò su col naso -mi ha chiusa in bagno- disse con voce incrinata dal pianto.
Shinichi la guardò sconvolto, poi scosse il capo sdegnato e sospirò ancora.
-Sono un perfetto idiota- disse richiudendo gli occhi -Avrei dovuto sospettare subito che era una bugia…- stette qualche secondo in silenzio mentre un uccello cominciava a cantare sonoramente.
-Mi dispiace Ran- continuò guardandola negli occhi -Davvero, e quando sei arrivata non stavo per baciarla ma per schiodarmela di dosso. Credimi…-
La ragazza alzò lo sguardo un po’ stupita, poi lo fissò dritto negli occhi. Era la verità, poteva leggerlo in quel blu profondo come l’oceano. Si asciugò le lacrime col dorso della mano e si alzò mentre lui continuava a guardarla.
-Dai che torniamo alla pensione- disse facendosi passare un suo braccio attorno al collo e lo tirò su di peso mentre lui si aggrappava alla sua vita con l’altro braccio.
-Asp… Ahi ahi ahi! Piano…piano!- sbraitò il ragazzo tenendo la gamba infortunata piegata per non poggiarvi sopra il peso. Saltellò con la ragazza che lo reggeva verso la cima del piccolo pendio in cui era cascato e, seguendo il sentiero, dopo quasi un’ora ritrovarono la pensione.

***

Ran aprì la porta ed entrò nella stanza n° 444 con espressione stizzita.
-Mamma, mi lasci parlare?! No… ascolt… mamma! È una slogatura… la prof ha esagerato come al sol… La prof/iena* mamma! Stiamo parlando di quella! Mam… mamma!- sbuffò stizzito Shinichi parlando al cellulare sedseduto sul letto con la caviglia fasciata. Ran prese posto nella sedia accanto ad esso e lui le rivolse una rapida occhiata.
-Non c’è bisogno che torni da Los Angeles, mamma! Me la cavo beniss… Va bene, va bene! Ci vediamo domani mattina!- sbraitò prima di chiudere il cellulare con aria imbronciata -La Iena ha colpito ancora! Le ha fatto credere che mi fossi rotto praticamente tutta la gamba! Ma lo so perché l’ha fatto… vuole parlare con i miei e convincerli che dovrei vivere con un adulto anziché da solo. Uff… perché non si fa un pacchetto di fatti suoi proprio non lo capisco!-
La ragazza lo osservò con aria piccata e lui sbuffò.
-Che c’è? Non dirmi che sei ancora arrabbiata con me per quella storia? Non ti sentivi in colpa perché mi avevi stroncato la carriera…?!-
-In effetti mi sentivo in colpa, all’inizio, ma poi mi sono resa conto che io non centravo nulla e che non era colpa mia se sei un baro che riesce a cadere giù da un pendio…-
Il ragazzo le rivolse un’occhiataccia offesa, mentre lei sorrise melliflua.
-A quanto pare però hai chiarito le cose, vero? L’ho vista andare via di qua furibonda… Per questo hai una cinquina stampata sulla faccia?-
-Già- sbuffò Shinichi passandosi una mano sul segno gonfio che Keiko Yamagami gli aveva stampato in faccia quando lui le aveva detto di non amarla qualche minuto prima -Tsk... Ragazze! Appena le ho detto che non l’amavo, ha iniziato a dire che io l’ho illusa, che le ho fatto credere di essere il suo tipo, eccetera eccetera… Ma se è stata lei a presentarsi a colazione stamattina!-
Ran si sentì improvvisamente di buon umore e sorrise serena.
-Ah… A proposito: mi dispiace- disse Shinichi grattandosi la testa.
Lei rimase un po’ perplessa.
-Per il bacio?-
-No- rispose lui arrossendo -Perché non mi sono accertato di persona che stessi bene. Ti prometto, però, che d’ora in avanti mi accerterò del tuo stato di salute solo ed esclusivamente da te… Per evitare altri incidenti come quello di oggi… penso sia stata una punizione la slogatura…e sinceramente credo di meritarmela in pieno…-
Ran rimase scioccata e non potè fare a meno di sorridere: doveva rimangiarsi tutto. Lui non aveva ma avuto intenzione di baciare Keiko Yamagami, era stato corretto nei suoi confronti, non voleva farla soffrire…
-Perdonato. Comunque… promesso?- domandò sorridendo guardandolo dritto negli occhi blu come l’oceano mentre lui le porgeva il mignolo.
-Promesso- rispose sorridendo a sua volta lui fissandola negli occhi azzurro-lilla intracciandolo con il suo.

*Ve la ricordate la prof/iena???! ^-^ chappy 4!!

 

 
N. dell’autrice: Dire che sono vergognosamente in ritardo è Vergognoso!
Mi dispiace tantissimo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >.<
Solo ke ero sommersa da compiti e interrogazioni e, sinceramente, la voglia di scrivere a fine giornata era pari non a 0, bensì a -10!!! >.<
Ripeto: Mi dispiace tantissimoooooooooooooooooooo!!!
Gomennaseinnnnnnnnnnnnnnnnnnn!
Comunque, dopo tutti i pomodori che mi starete lanciando >-< , ditemi se il chappy vi è piaciuto!!!
Visto il grande successo del primo capitolo “Baro!” in cui avevamo uno Shinichi geloso, mentre ero in albergo e mi lavavo le mani davanti allo specchio (immaginate la scena -.-), mi è venuto in mente ke forse poteva esistere anke una Ran gelosa e mi sono venute anke in mente altre parole chiave: Shinichi ferito, Keiko Yamagami. E da quiiii (cm la canzone MERAVIGLIOSA DI QUEL GENIO DI NEK ke io amo xkè ha degli occhi fantastici e una voce stupenda!!) l’idea di “Gelosia” : l’ottavo e ULTIMO capitolo di “Come farei senza te”. Mi dispiace che sia l’ultimo, gommennasein, ma ora voglio dedicarmi ad un’altra fict ke sto scrivendo e nn posso stare dietro anke a qst ^.^”
(Ci ho provato in qst periodo ma la cosa risulta difficile xkè confondo gli avvenimenti delle due storie! “°>.<°” kiamatemi Baka o Baro, ma le cose stanno così!)
Vi lascio con la speranza che vi sia piaciuta qst piccola raccolta e ke mi seguirete con l’
altra mia fict che uscirà presto, promesso *^*
Ringrazio tt coloro ke hanno sempre recensito e anke coloro ke hanno solo letto.
ARIGATò GOZAIMASU!! v.v
A presto Mangakagirl ^.~

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