Eyeshield 21 ~ Road to...

di Princess Kurenai
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1th down ~ Tied by a Promise ***
Capitolo 2: *** 2th down ~ Come se niente fosse ***



Capitolo 1
*** 1th down ~ Tied by a Promise ***


Titolo: Eyeshield 21 ~ Road to…
Titolo del Capitolo: 1th down ~ Tied by a Promise
Fandom: Eyeshield 21
Personaggi: Un po’ tutti [Presenti: Sena Kobayakawa, Mamori Anezaki, Suzuna Taki, Takeru Yamato, Taro “Monta” Raimon, Ryokan Kurita, Shien “Kid” Mushanokoji, Youichi Hiruma, Gen “Musashi” Takekura]
Genere: Introspettivo, Fluff, Sportivo
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Yaoi, Het (in futuro)
Conteggio Parole: 2225 (FiumiDiParole)
Note: 1. Lavoro su questa longfic sin da quando ho letto il capitolo finale di Eyeshield 21, ma solo ultimamente sono riuscita a riorganizzare un po’ le idee sui vari tornei che dovrò descrivere, così come le varie storyline dei personaggi… insomma: un vero e proprio casino X°D
2. Per scrivere questa longfic ho pianificato i vari tornei che descriverò per arrivare prima al Koshien Bowl e, successivamente, al Rice Bowl. Spiegare qui il lavoro che ho fatto sarebbe pesante… quindi ho creato una paginetta con la spiegazione del mio lavoro. Spero vi sia utile per capire ciò che metterò per iscritto. La pagina in questione è questa: Eyeshield 21 ~ Road to…
3. Alto contenuto di yaoi – diciamo che la stramaggioranza delle coppie che appariranno nella storia sono coppie omosessuali. Ci saranno anche accenni a coppie het… in ogni caso, se non vi piace lo yaoi non leggete<3
4. Qualche nota sul capitolo corrente… la storia inizia al termine della partita contro la Koigahama University, ovvero subito dopo la fine del manga.
5. Dedicata alla mia dolce metà che mi ha incoraggiata durante tutta la stesura di questa “cosa”.



{ Eyeshield 21 ~ Road to… ~
- 1th down ~ Tied by a Promise -



" Il football americano.
I fattori che permettono di vincere un incontro sono la forza, una buona tattica e, infine, la velocità."


Era stata quella la prima vera lezione sul football americano appresa da Sena Kobayakawa. Doveva ammettere che però, al suo ingresso alla Deimon High School, non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi in uno sport che non rispecchiava assolutamente le sue aspettative scolastiche... eppure dal momento in cui Hiruma l'aveva costretto a prendere il nome di Eyeshield 21, non era più riuscito a fare a meno del football.
Da quel giorno erano passati oltre due anni ed erano cambiate tante cose in quell'arco di tempo.
Sena aveva scoperto di amare per davvero quello sport così duro e non avrebbe mai smesso di ringraziare le persone che, più o meno gentili, l'avevano introdotto in quel mondo. Un mondo che l'aveva fatto cambiare, tant'è che del ragazzino timido ed insicuro che si faceva scoraggiare e sfruttare da tutti, non era rimasto quasi niente... forse solo un po' di timidezza, tipica del suo carattere.
In quegli anni non solo aveva conosciuto grandi atleti e stretto dei solidi legami d'amicizia, ma aveva anche affrontato le sue paure ed i suoi limiti, riuscendo a superare ogni difficoltà con le sue forze.
Ciò che però gli sembrava più importante di tutto, era l'essere riuscito a trasformare quella bugia che l'aveva reso famoso in verità.
Perché alla fine era andato per davvero a studiare negli Stati Uniti, nella terra del football americano, più precisamente all'Istituto di Notre-Dame. Lì si era misurato con le capacità innate degli atleti stranieri, e anche se talvolta era uscito sconfitto da quelle prove, ogni singolo combattimento l'aveva indubbiamente aiutato a migliorare le sue tecniche ed anche lo stile di gioco.
Vivere negli Stati Uniti rappresentava senza alcun ombra di dubbio un trampolino di lancio non indifferente per la sua carriera e per il conseguimento del suo sogno... ma prima di tutto quello, c'era qualcos'altro che doveva fare.
Non si era dimenticato della promessa che aveva stretto al termine di una partita nel torneo del Kanto anni prima. Doveva prendere parte ad uno scontro per il quale si era preparato duramente e che, come era ovvio, non voleva rimandare.
Per quel motivo si era ritrovato ad abbandonare a metà corso l'Università di Notre-Dame, solo in quel modo poteva continuare gli studi alla Enma University e prendere parte al torneo.
Riuscì fortunatamente a rientrare appena in tempo per la prima partita, e solo al termine dell'incontro - vinto con un ampio distacco - Sena si poté soffermare un po' più a lungo con i suoi vecchi amici ed i nuovi compagni di squadra.
Erano gli Enma Fires, ed era con quei ragazzi - appena conosciuti e non - che avrebbe cercato di raggiungere il Koshien Bowl e, successivamente, il Rice Bowl.
Sena sapeva che non sarebbe stato semplice realizzare quel loro sogno, ma si erano fatti una promessa, nella quale si erano intrecciate tanti altri giuramenti. Tutti avevano un motivo per arrivare al Koshien Bowl, dove avrebbero sfidato il vincitore del Torneo della West Japan, ma più di quell’importante finale il running back aspettava una sola partita: quella dove si sarebbe potuto di nuovo battere contro Seijuro Shin.
Era quella la promessa che l'aveva spinto a rientrare finalmente in Giappone. Non aspettava altro che il potersi misurare ancora contro il linebacker della Oujou University... contro l'atleta che anni prima era stato il suo obiettivo a migliorarsi e a rialzarsi dopo ogni caduta.
Lo cercò con lo sguardo tra gli spalti che si stavano svuotando ma, sfortunatamente, non riuscì ad individuarlo... tuttavia non si fece sfuggire gli degli altri visi conosciuti. Infatti, ad attenderli sulle tribune, scorse Hiruma e Mamori insieme agli altri atleti della Saikyoudai University, ed anche i membri dei Takekura Babels guidati da Musashi.
Con molte possibilità sarebbe stata proprio la squadra di Hiruma quella che avrebbero incontrato al Koshien Bowl come rappresentante della West Japan.
" Mamo-nee!", la squillante voce di Suzuna lo distolse dai suoi pensieri giusto in tempo per vedere la ragazza sbracciarsi in direzione della ex Manager dei Deimon Devil Bats.
Non riuscì a trattenersi dal seguire Suzuna verso i loro vecchi compagni, e anche se cercò di dimostrarsi più maturo e serio, Sena non riuscì a non arrossire quando Mamori non riuscì più a trattenersi dall'abbracciarlo.
Fortunatamente, si disse, era cresciuto di qualche centimetro in quegli ultimi anni e non sarebbe più finito con la testa nel seno dell'amica: quella era sempre stata la cosa più imbarazzante della sua adolescenza.
Alla fin fine però... doveva ammettere che gli erano mancate le attenzioni da sorella maggiore della ragazza.
" Sena! Come stai? Sei cresciuto tantissimo!", le immancabili domande di Mamori giunsero qualche istante dopo come un fiume in piena, riuscendo ovviamente a far ridere di gusto Hiruma - come sempre, riusciva a divertirsi di fronte ad ogni cosa.
" Ma non era il nemico, Mamori nee-chan?", la sfotté facendo poi una bolla con la sua gomma da masticare, mentre anche gli altri membri degli Enma Fires si avvicinavano per salutare i loro vecchi amici.
" Sto bene. Sto davvero bene!", sorrise nervoso Sena, ritrovandosi istintivamente a tremare al ricordo dei battibecchi tra Mamori ed il quarterback.
In quel momento la ragazza sembrò però voler ignorare Hiruma, apparendo più interessata all'amico che non vedeva da tanto tempo e a Suzuna.
Proprio quest'ultima, abbracciando l'amica, riuscì a salvare Sena dalle 'grinfie' della più grande - non che gli dispiacesse rivedere Mamori, ma era imbarazzante.
" Mamo-nee! Stai benissimo con i capelli lunghi!", esclamò estasiata.
" Davvero?", Mamori prese tra le dita una ciocca di capelli, rigirandola distrattamente con un sorriso. " Volevo cambiare un po' look..."
" Sei fantastica! Me li farò crescere anch'io!"
Ovviamente, con l'ingresso dell'argomento 'capelli', l'interesse per Sena parve subito scemare... i discorsi 'da ragazza' sembravano più importanti nel suo rientro e, ad essere sincero, il running back non poté non sentirsi sollevato.
" Oh! Sena-kun!", la vivace voce di Takeru Yamato lo riportò di nuovo alla realtà, così come l'allegra e forte stretta di mano che l'atleta della Saikyoudai gli donò.
" Yamato-kun! È un p-piacere rivederti!", lo salutò Sena, ricambiando il sorriso un po' più timidamente - certe cose non sarebbero mai cambiate.
" Come è stato studiare in America?", domandò sempre più allegro Takeru, sembrava pronto a raccontargli degli aneddoti su quando frequentava lui l'Istituto di Notre-Dame.
" F-fantastico!", rispose prontamente il running back, ritrovando un po' di sicurezza. " C-conto di tornarci dopo aver vinto il Rice Bowl."
" Prevedo una bella partita al Koshien Bowl.", ribatté Yamato. Sena era certo che la previsione dell’altro fosse più che veritiera ma era anche altrettanto convinto che non sarebbe stato semplice per nessuno superare i tornei che li separavano dalla vetta.
Si soffermarono per qualche istante a parlare della partita – Takeru era rimasto impressionato dal gioco di squadra di due ragazzi degli Enma Fires dei quali Sena aveva già dimenticato il nome, li aveva conosciuti solo quel giorno ed era stato un incontro abbastanza confusionario – fino a quando non iniziarono a decidere che sarebbe stato meglio spostarsi in qualche locale per continuare quella piccola rimpatriata.
“ Oh, dov’è Hiruma?”, Kurita si guardò attorno, alla ricerca del quarterback che sembrava essere sparito.
Erano tutti così rilassati – e soprattutto distratti – che non si erano resi conto dell’assenza di Hiruma, anche se erano certi che se ci fosse stato si sarebbe fatto notare in un modo o nell’altro.
“ Andiamo a cercarlo?”, domandò Monta. “ Sarò io a trovarlo per primo, MAX!”, aggiunse esaltandosi non poco all’idea di lanciarsi alla ricerca dell’ex quarterback dei Deimon Devil Bats – forse voleva semplicemente fare colpo su Mamori.
“ No. Non penso sia il caso.”, dichiarò Kid con calma, smorzando all’istante l’entusiasmo del Wide Receiver. “ Hiruma-shi non sarebbe felice… e farlo arrabbiare non porterebbe a niente di buono.”, spiegò sistemandosi il cappello. Aveva notato subito l’assenza di Musashi nel gruppo e ci aveva messo poco nel comprendere la situazione. Anche Kurita parve rendersene conto, infatti sorrise quasi nostalgico.
A quel commento, come era ovvio, tutti si accorsero che all’appello non mancava solo Hiruma, ma preferirono non fare commenti – forse perché c’era chi aveva ancora dei dubbi al riguardo, o forse per non incorrere nelle ire del quarterback se si fosse sparsa la voce.
“ Allora andiamo a festeggiare!”, esclamò Kurita allegro, riuscendo a far distrarre tutti e a trascinare con il suo entusiasmo le tre squadre di football che si erano li riunite.
Il difensore non riusciva a smettere di sorridere felice. Gli sembrava di essere tornato ai vecchi tempi, quando Hiruma e Musashi trovavano sempre un momento solo per loro, mandando al diavolo impegni e tutto il resto… forse anche per quello sentiva dentro di sé un po’ di nostalgia. L’importante però era sapere che niente era cambiato tra quei due.



Era stranamente piacevole rendersi conto che, dopo tutti quegli anni, ad entrambi bastava ancora uno sguardo per capirsi al volo.
I loro occhi si erano incontrati per qualche istante e, dopo essersi scambiati un sorrisetto, Musashi e Hiruma avevano silenziosamente deciso di allontanarsi dal campo da football e dai loro compagni di squadra. Non erano andati tanto lontani a dire la verità, avevano solo trovato un luogo abbastanza appartato - nel quale non sarebbero stati disturbati da qualche impiccione - e si erano permessi di stringersi in un caldo abbraccio, facendo incontrare le loro labbra con forza e necessità: come se non si vedessero da mesi.
Quell'impressione tuttavia non era poi così lontana dalla verità, in quegli ultimi tempi era stato difficile incontrarsi. Hiruma si era ormai stabilito a Kyoto per l'università e la squadra, mentre Gen - che era rimasto a Tokyo - si era diviso tra l'attività del padre e gli allenamenti.
Tra le due città c'erano minimo due ore e mezza di viaggio se si prendeva il treno della linea di Shinkansen, ma tra università e lavoro era sempre stato più complicato riuscire a ritagliare qualche ora da dedicare solo a loro due. Ovviamente non mancavano delle lunghe chiamate giornaliere, ma niente poteva anche solo essere paragonabile a ciò che stavano vivendo in quel momento. Risentire la consistenza dell'altro corpo, il suo calore ed il profumo... nulla poteva davvero eguagliare quel breve istante, tant'è che non si rivolsero la parola per almeno qualche minuto, poi senza sciogliere l'abbraccio decisero di rompere il silenzio.
Anche se non c'era l'effettivo bisogno di dirsi qualcosa, Hiruma pareva interessato alla salute del compagno. Era la domanda che gli rivolgeva sempre, da quando l'anno prima il kicker si era infortunato sul lavoro.
" Come va il braccio, vecchio di merda?", chiese con un ghignò che celava un pizzico di preoccupazione.
" Bene. Non era niente di grave, te l'ho sempre detto.", rispose paziente Musashi. “ Smettila di fare la ‘mogliettina preoccupata’. Non ti si addice, idiota.”, aggiunse poi più divertito.
Era stato un infortunio di poco conto - infatti era guarito nel giro di qualche mese -, ma quel problema era stato però in grado di impedire alla sua squadra di qualificarsi per il Rice Bowl.
" Non sono preoccupato, stronzo.” , ribatté Youichi con tono sprezzante. “ Devo ricordarti per caso la nostra promessa? Se quest'anno non arrivi alla finale ti ammazzo."
" Allora cerca di non essere sconfitto neanche tu.", sorrise tranquillamente Gen, sfiorando ancora le labbra dell'altro con le sue.
Il quarterback parve dimenticare l’irritazione per essere stato paragonato ad una ‘mogliettina preoccupata’, infatti gli rivolse un sorrisetto malizioso e si allungò per poterlo mordere.
“ Ciò che è successo lo scorso anno è stato un semplice, fottuto, caso.”
Musashi ricordava ancora la partita dell’anno prima. Al Koshien Bowl si erano incontrati gli Oujou Silver Knight e la squadra guidata da Hiruma, la Saikyoudai Wizards. Si era conclusa in pareggio nel tempo regolamentare e, nei supplementari, si erano dovuti arrendere per un semplice punto.
Perdere in quel modo era ancor più bruciante di una sconfitta con un ampio margine di distacco, ma ciò che aveva ‘consolato’ Youichi – sempre se di ‘consolazione’ si poteva parlare - era il fatto che alla finale non avrebbe potuto incontrare Gen.
“ In ogni caso…”, tagliò corto il kicker, sottraendosi agli affilati denti di Hiruma che avevano iniziato a torturargli il mento. “ Gli altri ci staranno cercando.”
“ Se ci tengono alla loro vita, non si faranno vedere.”, rispose divertito Youichi, baciando il compagno per metterlo definitivamente a tacere.
C’era del vero in quell’affermazione, conoscendo il quarterback non avrebbe esitato ad attaccare i seccatori… ma era anche probabile che Kurita – l’unico che aveva la conferma della loro relazione – avrebbe fatto il possibile per scoraggiare chi si fosse avventurato nella loro ricerca.
In realtà un po’ tutti avevano quel dubbio – era fin troppo chiaro il loro legame affettivo -, ma Musashi e Hiruma si erano ben visti dall’ufficializzare la cosa… non che non fossero pronti, ma Youichi era sempre stato abbastanza riservato quando si parlava della sua vita privata e Gen l’aveva semplicemente assecondato.
Magari un giorno, forse dopo il Rice Bowl, le cose sarebbero cambiate… ma non in quel momento.
“ Allora… possiamo restare ancora un po’ qui.”, sussurrò Musashi sorridendo, e stringendo con possessività il quarterback a sé, lo imprigionò tra il suo corpo e il muro alle loro spalle.
Hiruma non rispose, trovandosi però d’accordo con le parole di Gen, infatti non riuscì a trattenersi dal rivolgergli un ghignò compiaciuto, e togliendogli la bandana dal capo si sporse verso di lui per baciarlo.
Forse da lì a poco si sarebbero dovuti davvero separare per raggiungere i loro compagni, ma preferivano entrambi non pensarci per godersi quel momento.
Era l’unica cosa della quale avevano davvero bisogno.





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Capitolo 2
*** 2th down ~ Come se niente fosse ***


Titolo: Eyeshield 21 ~ Road to…
Titolo del Capitolo: 2th down ~ Come se niente fosse
Fandom: Eyeshield 21
Personaggi: Un po’ tutti [Presenti: Sena Kobayakawa, Suzuna Taki, Riku Kaitan, Taro “Monta” Raimon, Ryokan Kurita, Haruto Sakuraba, Seijuro Shin e vari Original Character]
Genere: Introspettivo, Fluff, Sportivo
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Het, Yaoi
Conteggio Parole: 2195 (FiumiDiParole)
Note: 1. Lavoro su questa longfic sin da quando ho letto il capitolo finale di Eyeshield 21, ma solo ultimamente sono riuscita a riorganizzare un po’ le idee sui vari tornei che dovrò descrivere, così come le varie storyline dei personaggi… insomma: un vero e proprio casino X°D
2. Per scrivere questa longfic ho pianificato i vari tornei che descriverò per arrivare prima al Koshien Bowl e, successivamente, al Rice Bowl. Spiegare qui il lavoro che ho fatto sarebbe pesante… quindi ho creato una paginetta con la spiegazione del mio lavoro. Spero vi sia utile per capire ciò che metterò per iscritto. La pagina in questione è questa: Eyeshield 21 ~ Road to…
3. Alto contenuto di yaoi – diciamo che la stramaggioranza delle coppie che appariranno nella storia sono coppie omosessuali. Ci saranno anche accenni a coppie het… in ogni caso, se non vi piace lo yaoi non leggete<3
4. Nota sul capitolo corrente. Qui vengono presentati i primi personaggi originali che appariranno di tanto in tanto nella fic<3
5. All’amore della mia vita. Ti amo da morire e mi manchi. Grazie, grazie e ancora grazie di tutto!


{ Eyeshield 21 ~ Road to… ~ -
2th down ~ Come se niente fosse -




Nonostante Sena avesse già frequentato l'università negli Stati Uniti per un intero semestre, non era riuscito a non sentirsi vagamente emozionato all'idea di riprendere gli studi in Giappone insieme ai suoi vecchi compagni delle superiori. Certo, aveva incontrato i suoi amici il giorno prima, ma doveva ammettere che tra la partita e la piccola rimpatriata fatta, non aveva avuto la testa per pensare ai corsi che doveva seguire e al doversi abituare di nuovo ai ritmi giapponesi, così diversi da quelli americani.
Alla fin fine però quel 'fantomatico primo giorno di scuola' era passato velocemente, e in men che non si dica si era ritrovato di nuovo sul campo da football, pronto ad allenarsi.
Salutò subito con un ampio sorriso i suoi amici che lo attendevano, e solo in quell'istante si rese conto che si stava dimenticando di una cosa importante... anche se il giorno prima, tra un tempo e l'altro della partita, aveva tentato di conoscere i membri della squadra, si era subito reso conto di non ricordarsi assolutamente i nomi dei suoi nuovi compagni. Per quel motivo cercò subito di rimediare.
La formazione degli Enma Fires era composta da ventun elementi, e se si tralasciavano i giocatori che già conosceva - ex compagni ed avversari - gli restavano da 'inquadrare' gli altri quattordici elementi... ed ovviamente i primi che riuscirono ad attirare la sua attenzione furono i due gemelli che formavano la linea offensiva.
Non era la prima volta che vedeva una coppia di gemelli. Aveva addirittura anche un esempio molto vicino, Unsui - il quarterback della squadra - e Agon Kongo. Ma a differenza di questi, i Tachibana erano pressoché impossibili da distinguere. Almeno per il momento.
Agli occhi di Sena infatti erano praticamente identici: capelli neri corti ed iridi color nocciola, inoltre erano entrambi alti attorno al metro e ottanta, con la stessa muscolatura. Indistinguibili se non fosse stato per la voce, come gli aveva fatto notare Kurita che li conosceva già da un anno. Secondo il lineman, Daiki Tachibana aveva la voce leggermente più acuta del fratello... ma quando il running back li sentiva parlare non riusciva ancora a scorgere la differenza tra lui e Yuudai.
Si avvicinò ad una soluzione provvisoria quando li vide indossare le loro maglie. A detta degli appunti di Suzuna, che aveva scelto di diventare la manager della squadra per seguire le orme di Mamori, il numero 6 era Daiki, mentre il 9 era Yuudai... ma una volta in campo, senza l'ausilio del blocchetto della ragazza, inizialmente faticò a ricordare chi fosse chi, però sentiva di essere sulla buona strada.
Era stato più semplice invece riuscire a ricordarsi il nome del secondo wide receiver della squadra: Ieyasu Tohaya.
Non tanto per il fatto che frequentavano la stessa facoltà di Scienze della Comunicazione, era l'aspetto a renderlo abbastanza riconoscibile.
Sotto la lunga frangia castano scuro, facevano tal volta capolino due iridi piuttosto 'singolari'. Per descriverlo, utilizzando una sola parola, il running back avrebbe detto che Ieyasu era un tipo 'inquietante'. Occhi ambrati dalla pupilla felina, spesso accompagnati da un sorrisetto tra il malizioso ed il divertito.
Sena sapeva benissimo che erano delle lenti a contatto, ma davanti a quelle iridi chiunque avrebbe tremato - o almeno lui l'avrebbe fatto.
Tralasciando quel piccolo particolare degli occhi - che, come gli confermò poi il wide receiver, erano delle lenti a contatto graduate per via di alcuni problemi di vista - il ragazzo era tutto fuorché pericoloso o realmente inquietante.
Era invece una persona intelligente ed abbastanza spiritosa, che si offrì subito per aiutarlo a memorizzare i nomi dei suoi compagni.
Grazie ad Ieyasu riuscì infatti a ricordarsi facilmente dei due cornerback della squadra.
" Il tipo con gli occhi all'ingiù è Nobuyuki Tsubasa, per tutti Nobu. L'altro con il neo sotto il labbro è Matsuba Shou."
Era stato davvero semplice ricordarsi dei due giocatori memorizzando quelle loro caratteristiche fisiche, sfortunatamente non funzionò con il resto della squadra.
Tutte quelle informazioni iniziarono presto a confondere Sena che si decise quindi a rimandare ulteriori indagini al giorno dopo per potersi invece concentrare sull'allenamento in vista dell'incontro con gli Unicorns dell'università di Keioh.
Secondo i dati raccolti sugli Unicorns, il punto forte della squadra era la tecnica. Le statistiche erano ovviamente a favore dei loro avversari, anche perché nella sua storia quel team era arrivato più volte al Koshien Bowl a rappresentare la Est Japan. Ma gli Enma Fires erano abbastanza motivati da non farsi intimorire da tutti i titoli conquistati dai loro avversari.



Erano da poco passate le sette quando Unsui decise di mettere fine all'esercitazione, permettendo a tutti di andare a concedersi una meritata doccia.
L’allenamento si era svolto nel migliore dei modi e il morale degli Enma Fires sembrava essere particolarmente alto.
Nonostante molti di loro fossero solo delle matricole, la squadra si era sin da subito dimostrata abbastanza equilibrata, e continuando per quella strada non c’erano dubbi che presto si sarebbe creato un certo affiatamento tra i vecchi e i nuovi membri.
Sena infatti era abbastanza fiducioso sulle capacità degli Enma Fires e, abbandonando la facoltà insieme a Monta, Riku e Suzuna, cercarono di tirare insieme le somme su quella prima giornata d’allenamento… tuttavia però non ci riuscirono a causa della ragazza.
" Uh uh uh!"
Suzuna sembro non resistere dall’attivare il suo 'love radar' alla vista di una persona familiare fuori dal cancello dell'università. Ovviamente anche i ragazzi lanciarono un’occhiata, seguendo lo sguardo dell’amica e lì Sena riconobbe subito la persona avvistata dall’altra.
Appoggiata al muro, in disparte come se volesse nascondersi, stava una ragazza che il running back non vedeva da due anni. Si trattava dell’ex quarterback dei Teikoku Alexander e, nonostante tutto quel tempo, Karin Koizumi sembrava non essere tanto cambiata.
“ Che ci farà qui? Ma non viveva a Kyoto?”, si interrogò Suzuna, nascondendosi prontamente dietro un cespuglio e trascinando con sé anche gli altri due tre ragazzi.
“ Non dovremo ficcanasare.”, suggerì saggiamente Riku.
“ Magari aspetta il suo ragazzo! Segreto, MAX!”, al contrario, Monta, sembro appoggiare la curiosità dell’amica.
Anche Sena in realtà era abbastanza interessato alla presenza di Karin lì alla Enma University – era curioso quasi quanto il wide receiver e la manager -, ma d’altra parte non gli sembrava neanche giusto indagare in quel modo: sembrava una cosa losca.
“ Potremo andare a salutarla.”, mormorò il running back cercando una soluzione che soddisfacesse tutti.
“ E il brivido dell’appostamento? Quello dove lo metti?”, ribatté Suzuna senza perdere il contatto visivo con l’altra ragazza ignara di tutto.
“ D’accordo. Io vado a casa.”, dichiarò Riku. “ Vieni con me Sena?”
“ E-ecco… io…”, il ragazzo accennò un sorriso timido.
“ Non ci posso credere…”, sospirò il secondo running back.
“ Shh! Silenzio!”, intimò Suzuna afferrando i due per la maglietta e facendoli abbassare.
“ Stanno uscendo i nostri compagni! Trepidazione, MAX!”
Si costrinsero a stare in silenzio, osservando i giocatori uscire dalla facoltà e andare oltre, ignorando Karin.
Forse non stava aspettando qualcuno degli Enma Fires, ma qualcuno di qualche altro club… ma non erano usciti tutti e non potevano esserne certi.
Avrebbero atteso fino alla fine ma… i loro piani vennero scombussolati dall’alta ed imponente mole di Kurita che si fermò davanti a loro.
“ Che state facendo?”, domandò innocentemente.
I quattro rimasero alquanto spiazzati dall’essere stati subito beccati – forse il lineman li conosceva fin troppo bene o, forse, il loro nascondiglio non era poi così buono come si aspettavano -, e quell’attimo di stupore bastò per far perdere loro l’incontro tra Karin la persona che stava aspettando. Infatti, quando Suzuna si riprese ed aggirò il gigante, scoprì che l’ex quarterback dei Teikoku Alexander era sparita.
“ Oh… è andata!”, esclamò la manager mettendo le mani sui fianchi e sospirando.
“ Chi?”, chiese Kurita, ancora troppo confuso dall’atteggiamento dei suoi compagni.
“ Karin Koizumi.”, rispose Riku, pulendosi i pantaloni dalle foglie. “ Suzuna pensava stesse aspettando il ragazzo.”, spiegò.
“ Ci rifaremo la prossima volta!”, dichiarò con convinzione Monta, stringendo il pugno come per enfatizzare la sua decisione.
Sena li osservò in silenzio e non riuscì a non sorridere.
Era una scena, come dire, ‘familiare’.
Tutto quello lo faceva sentire a casa dopo tanto tempo e, anche se non aveva dubbi a riguardo, se gliel’avessero chiesto lui avrebbe risposto che non si era pentito di aver lasciato gli Stati Uniti per far ritorno in Giappone.



La tiepida acqua della doccia lavò via lentamente il fango e la stanchezza dell’allenamento appena terminato. Era stata una giornata pesante ma, nonostante tutto, Haruto Sakuraba non si sentiva realmente stanco – forse perché i metodi d’allenamento del vice allenatore dei Silver Knight non erano per niente paragonabili a quelli che aveva sostenuto sotto la guida di Shogun.
Sapeva che quell’apparente ‘delicatezza’ era solo passeggera, e al rientro del coach sarebbero ovviamente tornati anche gli infernali allenamenti che lo accompagnavano sin dalle medie.
Gunpei Shouji aveva voluto seguire i suoi allievi anche in quegli anni universitari e per tutti il passaggio dai White Knight ai Silver Knight non si era quasi avvertito. Ootawara non pensava proprio allo studio, andando avanti nella sua carriera scolastica solo grazie ai risultati sportivi, mentre Shin sicuramente non ci aveva neanche fatto caso, troppo occupato ad allenarsi e a volgere i suoi pensieri oltre oceano – Sakuraba sapeva a chi pensava il suo compagno e non poteva non sorridere quasi intenerito.
Dalla sua Haruto forse aveva sentito più di tutti il passaggio delle superiori… o per meglio dire lo sentiva dalla fine del suo secondo anno: nel quale era riuscito a dare il meglio di sé, crescendo non solo come atleta ma anche come persona; se era stato in grado di diventare quello che era, era solo merito di Ichiro Takami e di tutte le speranze che aveva riposto in lui.
L’ex quarterback dei White Knight aveva scelto di non proseguire gli studi alla Oujou University per diventare un medico, e per inseguire quel suo desiderio non aveva cambiato solo istituto, ma si era trasferito da Tokyo a Fukushima.
L’assenza di Takami nella squadra aveva influito leggermente nel suo gioco. Non era propriamente peggiorato ma con Yamauchi – il nuovo quarterback – non sarebbe mai riuscito ad instaurare la stessa intesa che aveva con Ichiro.
Da una parte gli sembrava anche ovvio vista la sua relazione affettiva con l’atleta, dall’altra gli dispiaceva non riuscire a giocare agli stessi livelli anche con il nuovo compagno.
Era un difetto che doveva assolutamente correggere ma, per il momento, gli bastava sapere che i coach erano soddisfatti di come lui e gli altri giocatori si stavano allenando – il che gli avrebbe anche potuto far pensare che la sua era solo un’impressione dovuta solo all’assenza di Takami e non ad un improvviso peggioramento.
Girò in un sospiro la manopola dell’acqua fino a chiuderla e, afferrando l’asciugamano - che legò in vita -, uscì dalla doccia giusto in tempo per vedere il linebacker della squadra legarsi le scarpe.
“ Vai a correre, Shin?”, domandò curioso, sforzandosi di ignorare Ootawara che, ridendo, girava nudo per lo spogliatoio armato di un asciugamano bagnato.
Il ragazzo annuì silenzioso e Sakuraba non faticò a capire il perché di quella voglia di riprendere l’allenamento nonostante si fosse appena concluso.
Il giorno prima avevano assistito alla prima partita degli Enma Fires e tutti, nessuno escluso, erano rimasti colpiti dal miglioramento tecnico di Sena Kobayakawa. Gli anni passati negli Stati Uniti sembravano ovviamente aver giovato al running back e quello aveva riacceso la scintilla della sfida nell’animo di Shin… e Haruto non poteva non capirlo.
Comprendeva la voglia dell’amico di battersi ancora contro Eyeshield 21, perché da una parte anche lui aveva la necessità di misurasi con Monta, il wide receiver degli Enma Fires, ma c’era dell’altro. C’era il motivo per il quale Shin aveva iniziato a divertirsi mentre giocava a football americano e Sakuraba nell’osservarlo, per quanto l’altro riuscisse ad essere criptico talvolta, rivedeva in lui gli stessi sentimenti che lo legavano a Takami.
Forse non era una cosa collegata al ‘romanticismo’ come la sua relazione con l’ex quarterback, ma in un certo qual modo pensava che tra Shin e Sena ci potesse essere un rapporto simile.
“ Buon allenamento, allora.”, augurò con un sorriso mentre il compagno, con un gesto del capo, si ritirava dagli spogliatoi per andare a correre in solitaria come era solito fare.
Rimasto solo con gli altri atleti, Haruto si decise a rivestirsi, lasciando poi l’istituto insieme a tutti gli altri ragazzi. Solo fuori poté prendere il suo cellulare e, mentre si incamminava verso casa, mandò un messaggio ad Ichiro informandolo del termine dell’allenamento – sapeva che anche l’altro aveva finito, ma come al suo solito aspettava il suo messaggio per sicurezza.
Se si tralasciava l’assenza del quarterback in squadra, quello che più pesava per Sakuraba era il non poter passare più tanto tempo con l’altro. Gli mancava tutto: dal trattenersi dopo l’orario del club per poter stare ad allenarsi con Takami, al tornare nelle loro rispettive case… sfiorandosi la mano ad ogni passo, troppo timidi per tenersela per davvero.
Haruto solo in quei momenti rimpiangeva il non aver mai trovato il coraggio per prendere la mano del compagno. Certo, avevano fatto ben altro mentre erano soli… ma erano quelle piccole cose a mancargli più di tutto.
La suoneria del cellulare lo distolse dai suoi pensieri e, concedendosi un sorriso, lesse la risposta di Ichiro che, salutandolo, gli scriveva quelle cinque paroline che gli facevano sempre battere il cuore ogni volta e che gli permettevano di superare quei momenti nei quali stavano separati: “ Ti amo e mi manchi.



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