Keep me in your thoughts

di JuChan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Triste saluto ***
Capitolo 2: *** Lontano da te ***
Capitolo 3: *** Rimpianti ***
Capitolo 4: *** Corsa ***
Capitolo 5: *** confession ***
Capitolo 6: *** Amore sincero ***
Capitolo 7: *** Imbarazzante gelosia // di nuovo a casa ***
Capitolo 8: *** Dolce notte ***
Capitolo 9: *** Momento imbarazzante *episodio extra* ***



Capitolo 1
*** Triste saluto ***


« Per l'ennesima volta no!» Misaki allontanò goffamente Akihiko « hai solo pochi giorni per finire il libro, e Aikawa-san si rifiuta di aspettare ancora!» .

Il ragazzo era ormai ben deciso.

« Misaki...» sussurrò lo scrittore, con la solita espressione stanca che significava la fine di un lungo periodo di lavoro e stress. Anche i suoi occhi dimostravano stanchezza, ma Misaki li trovava comunque affascinanti e belli come al solito.

« Non devi concentrarti su di me, ma sul tuo manoscr...» Akihiko appoggiò l'indice destro sulle labbra del ragazzo.

« Ti prego, dillo... dillo ancora... dimmelo... come quella sera sulla ruota panoramica...» la sua voce era sfinita.

« Di cosa stai parlando?! Sei impazzito?!» borbottò Misaki tutto rosso, fingendo di non ricordare le parole da lui pronunciate un mese prima. Era così difficile dirlo, dimostrargli i suoi sentimenti. « Ormai ho preso la mia decisione, passerò questa settimana da Takahiro e sua moglie. Se stessi qui, tu finiresti per distrarti e non finiresti il lavoro in tempo, e lo sai che Aikawa-san non..»

« Questo lo hai già detto»

« Bene, vedo che oggi sei abbastanza lucido da lavorare! Siediti li e finisci quel dannato libro!» .

L'espressione leggermente ferita di Usagi-san colpì Misaki, che si rese conto di essere stato probabilmente troppo rude. Il ragazzo trascinò la pesante valigia fuori dalla porta.

« Sai che lo faccio per il tuo bene, Usagi-san. Appena avrai terminato tutto e tenuto la conferenza di presentazione, tornerò. Stammi... stammi bene » .

Misaki sapeva che l'espressione ferita di Akihiko gli sarebbe rimasta impressa nella mente durante quei pochi giorni di lontananza. Gli occhi gli divennero lucidi. Si affrettò ad asciugarsi la lacrima che colava timidamente dal suo occhio destro.

Con decisione, chiuse la porta alle sue spalle.

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Capitolo 2
*** Lontano da te ***


Durante il viaggio in treno, Misaki non aveva potuto fare a meno di chiedersi se Usagi-san sarebbe mai riuscito ad arrivare vivo e vegeto al giorno della conferenza.

Gli era apparso così stanco, quasi distrutto. Forse avrebbe dovuto dirglielo, dirgli che lo am...

DRIIIN! Gli occhi leggermente socchiusi di Misaki si spalancarono. Un cellulare stava squillando. Anzi, il SUO cellulare. Numero sconosciuto.

« Pronto?» rispose il ragazzo, un po' sorpreso.

« Che diamine di fine hai fatto?! Usagi-san è più morto che vivo e tu sparisci?! » . Aikawa-san strillava così forte dall'altra parte del cellulare che per Misaki era quasi assordante, ma il ragazzo era completamente preparato alla sua reazione.

« Lo sto facendo per il suo bene, e lui lo sa! Non morirà mica, trascorrendo quattro o cinque giorni da solo. Prima di conoscermi come avrebbe fatto?!»

« Da solo, eh?... veramente non sarà da solo... io e Aisaka-san abbiamo preferito che avesse qualcuno che potesse sostenerlo proprio in questi ultimi giorni, così abbiamo telefonato al suo amico Hiroki, che ha accettato di tenergli compagnia » .

Misaki non sapeva cosa dire. Spense definitivamente il cellulare mettendo fine alla telefonata. Perchè proprio Hiroki? Lo sapevano benissimo che in passato quei due avevano avuto una relazione.

Misaki sentiva di non aver diritto all'essere così geloso, proprio lui che aveva abbandonato Usagi-san alla fine, e conosceva anche l'intrattabilità dello scrittore nei suoi momenti di stanchezza, coi suoi occhi viola così suadenti che annullavano ogni sforzo di rifiuto di colui che veniva “sedotto”... e Misaki segretamente sperava di essere in futuro l'unico a conoscere quelle sue espressioni o “sfumature di personalità”.

Non avrebbe dovuto abbandonarlo.  

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Capitolo 3
*** Rimpianti ***


I giorni a casa di Takahiro trascorrevano lentamente.

La città era completamente vuota, la neve aveva impedito a molti di uscire.

All'insaputa di Misaki, suo fratello sarebbe partito a breve per New York a causa di una conferenza, e il raqgazzo si trovava quindi a casa di Takahiro ma senza di lui.

A tenergli compagnia erano solo la cognata e il nipotino, che non gli dava tregua, permettendogli di stare solo unicamente la sera, quando il piccolo si addormentava.

Quelle notti furono difficili. Stranamente a Misaki mancava la vicinanza di quel corpo caldo che lo abbracciava, le suadenti labbra che gli sussurravano parole imbarazzanti all'orecchio, le loro mani che si stringevano e le sue dolci carezze.

Gli costava ammetterlo ma gli mancava Usagi-san. Gli mancava terribilmente. Gli mancavano quei semplici gesti che ormai Misaki considerava d'abitudine.

Per l'ennesima volta si asciugò le lacrime che colavano lungo le sue guance.

« A quest'ora staranno festeggiando per la portata a termine del nuovo manoscritto e nessuno si è nemmeno preso la briga di informarmi riguardo a nulla. E io, che gli avevo anche comprato dei cioccolatini » .

Così facendo afferrò la busta impacchettata, tentando di aprirla. Con tutto quello che avrebbe mangiato alla festa, non gli sarebbero certo mancati i suoi stupidi dolcetti.

Era mezzanotte passata, e il cioccolato la sera non lo aiutava certo a dormire, ma non ci sarebbe riuscito comunque.

Sentì ancora quella strana suoneria. Il cellulare suonava un'altra volta. Lo lasciò squillare per cinque o sei volte, prima di decidersi a rispondere.

« Finalmente qualcuno si è degnato di telef..»

« Misaki, devi correre qui!! Usagi-san è... Usagi-san è... Ti prego, corri!»

Si sentì la testa completamente svuotata. La voce disperata di Aikawa-san gli rimbombava in testa. Non sentiva più il pavimento sotto i piedi. Gli crollarono le ginocchia.

Fissò il cellulare, incredulo.

Non era possibile.

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Capitolo 4
*** Corsa ***


Cinque minuti dopo Misaki era già per strada.
Non si sarebbe mai aspettato che la moglie di suo fratello potesse guidare tanto velocemente. Nel giro di una trentina di minuti sarebbero arrivati a destinazione.
In macchina sembrava regnare la pace più assoluta. 
Il nipotino si era addormentato, data l'ora tarda, sul sedile posteriore.
La cognata non aveva parlato molto, dando modo a Misaki di restare solo coi suoi pensieri.
<< Pensi che stia bene? >> sussurrò lei con voce roca.
Misaki la fissò. 
Le lacrime gli rigavano le guance.
Non volevano proprio fermarsi.


Angolo autrice *mi fa strano chiamarmi autrice ._.*
chiedo scusa! questo capitolo è davvero corto corto, e la situazione non è per niente più chiara! ma vi renderò giustizia nel prossimo capitolo, che sarà decisamente più lungo e animato :) continuate a seguirmi, e siate clementi con le recensioni :3 

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Capitolo 5
*** confession ***


Quando varcarono la porta dell'ospedale era quasi l'una di notte.
Le infermiere avevano accompagnato il ragazzo sino alla camera di Usagi.
Misaki non si preoccupò di bussare, spalancò la porta e corse di filato al letto dello scrittore. 
I suoi lineamenti erano sempre così belli, sebbene dimostrassero quanto fosse stato male negli ultimi giorni.
Per l'ennesima volta, sentì le lacrime fredde scorrergli sulla pelle sudata per la corsa tra le sale dell'ospedale.
« Stai piangendo? >>. Ecco quella voce calda e roca, che tanto gli era mancata, quella che aveva la mattina dopo aver trascorso intense nottate assieme a lui.
« Usagi-san, ti prego, perdonami... io... io... »
I suoi occhi viola erano puntati su di lui.
« Ti amo così tanto, Usagi-san » e per la prima volta, Misaki avvicinò le sue labbra a quelle dell'uomo di cui era, ora consapevolmente, innamorato.
Quest'ultimo ricambiò il bacio in modo decisamente appassionato. 
Dopodichè Usagi sorrise: « Lo avevo sempre saputo» disse « E pare che ora lo sappia anche tu, eh?».
Con questa seconda affermazione Misaki capì che Usagi-san non si riferiva a lui, bensì a qualcuno alle sue spalle.
La moglie di Takahiro sorrideva teneramente, stringendo il figlioletto addormentato fra le sue braccia.
« Penso di averlo sempre saputo anch'io ».

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Capitolo 6
*** Amore sincero ***


Poco dopo, Usagi-san si addormentò. La massiccia dose di antidolorifici e tranquillanti faceva proprio effetto.
La cartella clinica diceva che, fortunatamente, Usagi-san non aveva niente di grave, nonostante la botta presa a causa dell'incidente, provocato a causa di una scarsa attenzione alla strada, dovuta alla stanchezza, e una difficile frenata su di essa, lastricata di ghiaccio.  L'auto era finità contro un'altra macchina in movimento.
Il giorno dopo sarebbe potuto tornare a casa, fortunatamente.
Più tranquillo, Misaki decise di tornare nella camera dell'infortunato. Gli piaceva osservarlo dormire. Erano passati solo pochi giorni, ma a lui erano sembrati un'eternità,
da quando si erano visti l'ultima volta.
Usagi evidentemente si accorse della sua presenza, perchè fece cenno al ragazzo di avvicinarsi.
<< Prima non sono riuscito a dirtelo>> sussurrò
<< Cosa? >> chiese Misaki col fiato sospeso
<< Che ti amo più di ogni altra cosa al mondo. Ti amo tanto da non potere più fare a meno di te. Resta insieme a me, sempre >>
Non suonava come una richiesta, ma come un ordine.
Un ordine che Misaki non voleva fare altro che accettare.

Ecco l'angolo "autrice":  
Eccomi qui :3 So che i capitoli sono cortissimissimissimi, ma spero li apprezziate lo stesso. Posterò subito il seguito *ma proprio subito subito*. La fine di alcuni capitoli precedenti, non so voi, ma forse mette un pò ansia, ma era proprio quello che volevo comunicarvi. Pensate se in questo momento qualcuno vi dicesse che la persona a cui volete più bene, o di cui siete innamorati, non c'è più o è in ospedale. Volevo comunicarvi i sentimenti di Misaki, spero possiate capirmi T^T posterò subito il seguito, se vi va lasciate una recensione :3 Bye, Ju.

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Capitolo 7
*** Imbarazzante gelosia // di nuovo a casa ***


«Alla fine Kamijou ti ha tenuto una buona compagnia?>> chiese Misaki alquanto indispettito mentre tornavano a casa dall'ospedale.
 
«Hiroki e il suo ragazzo sono stati molto gentili con me. Nowaki-san è piuttosto bravo a cucinare»
«Il suo... ragazzo?»chiese Misaki sorpreso e completamente rosso. Le sue guance scottavano dall'imbarazzo per essersi dimostrato geloso davanti ad Akihiko.
«Ma certo»rispose Usagi come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo «cosa ti aspettavi? Quei due di notte facevano così tanto casino che mi veniva una voglia di...»
Misaki lo zittì, per l'ennesima volta con le guance rossissime.
«Come fai a dire queste cose a quest'ora del giorno?! sii serio una volta tanto!»
«Non devo pensarci di giorno, eh? posso farlo stanotte, allora?»
Ecco che gli intensi occhi viola si posavano su di lui.
«Penso che tu possa farlo»
 
Arrivarono all'appartamento di Usagi verso sera. Il dottore gli aveva raccomandato di disinfettare spesso la ferita che Akihiko si era procurato.
«Misaki, puoi aiutarmi a toglierla?»chiese Usagi, indicando la lunga benda che gli avvolgeva completamente la schiena, lasciandogli scoperte solo le larghe spalle.
«E' meglio se andiamo in bagno, però. La cassetta dei disinfettanti l'abbiamo sempre tenuta li»disse tranquillamente Misaki, avviandosi. Usagi- san lo seguì, sedendosi poi sul bordo della grande vasca da bagno, con le spalle rivolte al suo innamorato, che aveva cominciato a sciogliergli il bendaggio.
«Usagi-san, sembri una mummia»non potè fare a meno di dire Misaki, soffocando le risate.
«Dimmi, Misaki, ti sono mancato in questi gior.. AHI!»
Il ragazzino aveva cominciato a strofinare un piccolo batuffolo di cotone, imbevuto nel disinfettante, sulla schiena dell'altro.
«Fa tanto male?»chiese quindi preoccupato
«Mai quanto il pensiero di non averti accanto»ammise Akihiko, che si era leggermente girato verso di lui e aveva posato i palmi freschi sulle sue guance.
La lingua di Akihiko si insinuò invadente tra le labbra socchiuse del ragazzo.
«Usagi-san, è meglio se scendiamo a cena adess..»un altro bacio. Se avesse insistito ancora, non sarebbe più riuscito a prendere il controllo di sè.
«Ti ho cucinato i polipetti di wuster che ti piaciono tanto!!». Misaki ora era per l'ennesima volta completamente rosso.
Akihiko fece una risatina, accarezzando dolcemente la testa del ragazzino.
«Sei sempre lo stesso. E va bene, ceniamo»
 
 
angolo pseudo-autrice:
Eccomi quì per l'ennesima volta è.é spero abbiate gradito questo capitolo :3 a dire la verità sono due, ma li ho messi insieme :3 Il momento più dolce deve ancora venire è.é quindi continuate a leggermi *non è un obbligo :3*  XD as usual: siate bravi con le recensionss! un bacio! ju  *fa il tifo per Misaki imbarazzato*

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Capitolo 8
*** Dolce notte ***


Misaki aveva cucinato cose semplici, ma Akihiko aveva sempre apprezzato il cibo cucinato da lui.
« Ah, già, Usagi-san, me ne stavo dimenticando! Congratulazioni per aver terminato il manoscritto con successo!» disse Misaki, porgendogli la confezione di cioccolatini un pò stropicciata per essere stata sballottata quà e là.
« Misaki, sei proprio incredibile. Ogni tuo regalo, ogni cosa che fai per me, mi rende così felice che... »
« Ma non ti stanchi mai di dire cose imbarazzanti?!» rispose Misaki, scartando un cioccolatino e andandosi a sedere sul lungo divano del soggiorno.
Akihiko abbassò quasi completamente la luce. Le grandi vetrate mostravano l'enorme metropoli notturna in tutta la sua bellezza, illuminata da luci che, da li, parevano migliaia di piccole lucciole.
Misaki sentì le forti braccia di Akihiko stringersi attorno a lui.
« Ti amo così tanto » sussurrò Usagi nell'orecchio del ragazzo, cominciando poi a mordicchiargli il collo.
Tutt'a un tratto Misaki si trovò seduto sulle gambe di Akihiko, petto contro petto. 
Le braccia di ques'ultimo gli stringevano la schiena così forte che Misaki sentiva che non ci sarebbe stato posto più sicuro al mondo che tra un abbraccio del suo innamorato.
Le grandi e calde mani di Usagi cominciarono a insinuarsi sotto la sua maglietta, finendo per sfilargliela dolcemente.
Il più piccolo appoggiò la testa nell'incavo del collo di lui. Quella sarebbe stata una di quelle notti che si sarebbero ricordati per molto tempo.
Misaki timidamente baciò di propria iniziativa il fidanzato, passandogli dolcemente con la lingua il cioccolatino. Riuscì a sentire il cuore di Akihiko mancare un battito. 
Doveva essere rimasto sorpreso.
«Sai cosa, Usagi-san?»
Gli occhi viola erano lucidi.
« Ti amo più di quanto tu possa immaginare»

angolo autrice :3
eccoci quì, stiamo per raggiungere la fine! :3 beh, misaki doveva riucire a dire ad Usagi-san che era realmente innamoratissimo di lui, e penso abbia reso l'idea, no? *fa il tifo per misaki*
Quindi, aspettatevi un prossimo divertente capitolo! :3 a presto! Ju

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Capitolo 9
*** Momento imbarazzante *episodio extra* ***


La notte appena trascorsa era stata davvero magnifica. 
Misaki si era sentito amato mai come prima d'allora.
Aver espresso appieno i suoi sentimenti gli faceva apparire tutto differente.
Dopo aver trascorso buona parte della nottata sul divano, il ragazzino si era addormentato, non lasciando altra scelta ad Akihiko che di portarlo in camera da letto.
Si girò su un fianco, osservando Usagi dormire.
Il lenzuolo doveva essere caduto durante la notte, perchè gli addominali scolpiti di Usagi-san erano bene in vista.
Misaki si chiese se fosse la prima volta che li notava.
Inoltre, doveva essersi fatto una doccia, ma come al solito si era dimenticato di asciugarsi i capelli.
"E' così sexy così, coi capelli bagnati" si disse Misaki, arrossendo e vergognandosi dei suoi stessi pensieri.
Certo che lo aveva proprio fatto preoccupare, quella notte.
Si era precipitato fuori di casa in un batter d'occhio che...
« Oh, no! non è possibile ». I respiri regolari di Akihiko si  interruppero.
«Che diavolo hai da urlare a quest'ora del mattino?! »chiese Usagi con voce assonnata, sbadigliando e passandosi una mano tra i capelli, che avevano preso una forma bizzarra.
«Tralasciando che sono da poco passate le undici »borbottò Misaki «l'altro giorno, nella fretta, ho scordato la valigia a casa di Takahiro!»
«Il solito imbranato!»disse Usagi-san, facendo affondare in modo teatrale la faccia nel cuscino.
Non sopportava proprio essere svegliato, la mattina.
«Vuoi forse morire soffocato?»
«Sentiresti la mia mancanza? »
«Sempre in vena anche di mattina, eh? piuttosto alzati e comincia a... a vestirti »ordinò Misaki non più molto convinto, osservando il corpo completamente svestito del fidanzato.
«Cosa guardi, Misaki? »chiese innocenemente Akihiko. Lo sapeva benissimo.
«Su, vestiti »gli rispose l'altro, gettandogli una maglietta sul viso.
Con le guance bollenti, uscì dalla camera da letto.
Arrivarono a casa di Takahiro nel tardo pomeriggio.
Misaki uscì frettolosamente dall'automobile, lasciando Akihiko a cercare un parcheggio.
«Ciao, Misaki!! ce ne avete messo di tempo, eh? ». Takahiro si era fiondato fuori di casa nel momento esatto in cui Misaki aveva suonato il campanello.
Lo fece accomodare in soggiorno, offrendogli valanghe e valanghe di dolcetti americani.
«Allora, t'è proprio piaciuta New York, eh? »chiese Misaki interessato, osservando il nipotino che, nel frattempo, aveva scartato un marshmallow e glie lo stava porgendo.
«Entra pure, Usagi-san »sentì Misaki alle sue spalle. La moglie di Takahiro gli aveva aperto la porta e lo aveva condotto al salotto.
«Usagi-san? Usagi-san! »sorrise il nipotino «TI AMO, USAGI-SAN! »strillò il bambino, sorridendo e saltellando per il soggiorno.
«Cosa? » chiese Takahiro, perplesso.
«Misaki ha detto così! Ha detto "ti amo, Usagi-san!". Lo ha detto, lo ha detto! ».
La situazione era indescrivibile.
Takahiro sembrava tra l'imbarazzato e il pietrificato.
Usagi-san aveva mantenuto la calma, come sempre, accendendosi una sigaretta.
Misaki, che normalmente sarebbe diventato rosso, aveva assunto un colorito più simile al viola, mentra la cognata cercava, ormai inutilmente, di zittire il figlioletto che aveva cominciato a saltellare da un divano all'altro ripetendo allegramente le parole pronunciate da Misaki ad Usagi.
Situazioner bizzarra. Anche troppo.
Ma in realtà, anche Takahiro sentì che, in quell'istante, avrebbe potuto accettarli.
Per il loro bene, contava altro se non la felicità?

Angolo autrice:
Ed eccomi giunta al termine di questo supplizio. Lol, dico così perchè era la mia prima fan fiction, e magari avrei potuto fare di meglio. Sono comunque soddisfatta, però u_u. 
Chiedo tremendamente scusa per il ritardo, oltretutto! *si inchina fino a terra chiedendo perdono*.
Spero vi sia piaciuto questo capitolo extra, che era abbastanza divertente. 
Vi prego, siate clementi con le recensioni TT^TT fatemi sapere che ne pensate, e se sarà il caso, scriverò altro! *yaoi eheheh*
A presto!!
JuChan

 

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