Rosario + Vampire: Capu3 [Alternative Capu]

di LoScrittoreMisteriosoX
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuova vita + Vampiro ***
Capitolo 2: *** Keima + Vampiro ***
Capitolo 3: *** Famiglio + Vampiro ***



Capitolo 1
*** Nuova vita + Vampiro ***


Nuova vita + Vampiro:

 

“Accademia Yokai, eh?” pensò Keima, scendendo dal bus con in mano il volantino della sua nuova scuola.
All'apparenza la Yokai sembrava una prestigiosa accademia dagli stili un po'... gotici.
Colonne e ringhiere bianche che spuntavano su tegole nere facevano da esterno ad un'immensa scuola che sembrava spruzzare da tutti i pori il fatto di essere “speciale”.
Non aveva mai sentito parlare di quella accademia, né dai pochi amici che aveva, né da tutte le conservazioni che aveva sempre origliato nelle fermate del tram.
Il ché era... strano dato la sinistra bellezza dell'istituto.
A parte il viaggio attraverso un misterioso tunnel nero in compagnia di un autista a dir poco inquietante che continuava a ripetergli di prepararsi al terrore e il fatto di essere sbucato in un sinistro promontorio che dava da entrata ad una foresta che sembrava presa direttamente da un film dell'orrore, la Yokai non sembrava tanto una scuola diversa da un'altra.
Tuttavia, era impossibile ignorare l'atmosfera di terrore attorno a lui.
In un primo momento valutò di tornare indietro, ma non solo il bus era ormai sparito, ma c'era qualcosa che gli diceva che era meglio non avventurarsi in quel tunnel tanto scuro.
Così, non avendo altre alternative, si sistemò lo zainetto da spalla e cominciò a mettersi in viaggio.
Keima Kurosaki era un semplice sedicenne di seconda superiore, capelli castani corto, occhi color violetto, alto, peso ben bilanciato... nulla di strano: in altre parole era un semplice quanto normale adolescente umano. O almeno era quello che tentava di sembrare.
Chissà come sarebbe parso ai suoi nuovi compagni di classe. Sarebbe sembrato il solito sfigato di sempre oppure un ragazzo “figo”? La prima impressione era tutto nelle superiori.
Preso da un improvviso attacco di panico, piegò il polso destro fino a toccare con le dita della mano il rosario che aveva appoggiato sul palmo della mano.
Gli piaceva accarezzarlo, probabilmente per la sensazione di sicurezza che dava sapere di averlo lì.
Più si inoltrava in quell'orribile posto, più la paura cominciava a prendere il sopravvento. Alberi secchi e spaventosi ovunque si girasse, sinistre tombe piazzate qua e là come un campo minato, uno strano velo d'oscurità onnipresente nonostante la debole quanto fiocca luce solare provenire dall'alto... si, non c'erano dubbi: quel posto gli faceva venire i brividi.
Era pronto a giurare di aver visto piccoli occhietti rossi osservarlo nell'ombra degli alberi, come se attendessero un occasione per sbucare fuori e attaccarlo.
“Dannazione ma quanto è lunga la strada?!” pensò voltandosi con il cuore in gola, pronto a ricevere un infarto al primo segno di pericolo.
Ormai erano passati una decina di minuti dalla sua marcia, eppure non c'era neanche in lontananza alcun segno di civiltà.
Tentando di distrarsi e distogliere l'attenzione dal paesaggio che lo osservava, si mise a pensare. A pensare al come cavolo ci era finito in una situazione tanto disperata...
Keima levò un sospiro distrutto: sapeva che non era una buona idea quella di affidare a suo padre il compito di trovare una nuova scuola in cui trasferirsi.
Ad un tratto un rumore ben distinto, diverso da quelli sentiti fino a quel momento, lo arrestò.
Fermandosi a sensi tesi, pronti a cogliere qualsiasi segno della presenza di qualcuno, Keima cominciò ad sentire il suono di qualcosa di... familiare.
Il tempo di indagare sul cosa il fosse, che dal nulla sbucò una bici.
<< Spostati!! >> esclamarono due ragazze sopra di essa.
Troppo tardi.
L'attimo dopo Keima venne travolto dalla potenza motrice di una ruota con sopra la massa di ben due persone, buttandolo a terra come un sacco di patate.
Invocando ogni Dio che conosceva, il ragazzo rotolò per alcune decine di metri, finché, alla fine, non venne arrestato dalla durezza di un albero rischiando d'altronde di spaccarsi la schiena, come se le ossa rotte durante la caduta non fossero abbastanza.
<< Hmpf. Gli avevo detto di spostarsi. >> sbuffò la ragazzina dai capelli arancioni fermando la bici.
<< Oh, no! Kokoa-chan lo sapevo andavi troppo forte! >> esclamò l'altra ragazza dai capelli rosa scendendo e andando in soccorso del ragazzo appena investito.
<< Ti ricordo che siamo inseguite! Non abbiamo il tempo di pensare agli altri! >>
Ignorandola, la ragazza dai capelli rosa si chinò sul ferito. << E-Ehi! Stai bene? >>
Keima emise alcuni gemiti dolorosi mentre si metteva faticosamente seduto, con le ossa -quelle intatte- che gridavano ad ogni suo movimento. Da cosa diavolo era stato investito? Un treno?
<< Argh... >> mormorò scuotendo la testa, giusto per capire se fosse ancora vivo o meno << … bene direi... non ho nulla di rotto... >>
<< Sei sicuro? Hai bisogno di qualcosa? >>
Con ancora i sensi che stavano sobbalzando per la botta, la vista di Keima cominciò a tornare stabile.
Ma non appena guardò in faccia la sua “soccorritrice”, non riuscì a non arrossire: era bellissima!
<< Uh... io... io... >> cominciò a balbettare, del tutto impreparato per conversazioni con ragazze così belle.
<< Sei della Yokai? >> domandò la sconosciuta.
<< Eh? Eeh... s-sì... Anche tu? >> ribatté osservando la sua divisa.
<< Esatto! Sono A- >>
<< Ehi! >> esclamò la ragazza dai capelli arancioni, Kokoa, di avanzando verso i due a terra << Non abbiamo tempo delle presentazioni! Onee-chan sbrigati a salir... >> Kokoa si bloccò di colpo, voltandosi con sguardo ostile << Troppo tardi, eccoli. >> disse mettendosi sulla difensiva.
L'altra ragazza invece assunse una posa preoccupata, guardandosi attorno alla ricerca di qualcosa. O qualcuno.
Improvvisamente dal nulla della foresta uscirono diverse figure, circondando in pochi istanti i tre.
<< Dannazione... non abbiamo altra scelta che combattere. >> mormorò Kokoa alzando i pugni. Ma non appena la ragazza strinse i denti, pronta a partire all'attacco, il sordo rumore di qualcosa simile allo stappare di una bottiglia seguito subito dopo dall'arrivo di una rete la colse impreparata.
<< Kokoa-chan! >> urlò la sorella preoccupata vedendola cadere a terra, avvolta come un salame dalla rete.
<< Ma che sta succedendo?! >> chiese Keima guardando le figure avanzare.
<< Io e mia sorella siamo inseguite dai... >>
<< ...dai? >>
<< ...dai nostri fan. >>
Fan? Era uno scherzo, vero?
L'attimo dopo, le ombre uscirono allo scoperto mostrando un folto numero di ragazzi vestiti con dei kimono rosa decorati sulla schiena con le foto della ragazza dai capelli rosa e Kokoa, con sotto la didascalia “Akashiya Fan Club”
Akashiya? Dove l'aveva già sentito quel nome?
<< Ti prego, trasformati! Trasformati nella nostra Moka-sama! >> supplicarono in coro.
Moka? Altra rivangata in qualcosa che cominciò frullarli in testa, a venire a galla.
<< Non posso senza Tsukune! >> esclamò l'altra stringendosi a Keima e tenendosi con una mano il rosario sul petto, come per difenderlo.
Rosario? Ma era uguale al suo!
Keima sbarrò gli occhi. Possibile che...? No, non poteva essere.
<< Dove... dove l'hai preso quel rosario...? >> domandò isolandosi, ignorando completamente il pericolo attorno a sé.
<< E' un ricordo di famiglia... perché? >>
Senza aggiungere altro, Keima allungò istintivamente la mano verso la croce, fino a toccarla e a prenderla con le mani.
Era fredda, dura... e sembrava contenere un potere davvero grande.
Spinto da chissà quale forza misteriosa, tirò il rosario, staccandolo dalla catena che lo teneva legato al collo della fanciulla.
Quest'ultima, così come ogni persona attorno spalancò gli occhi quando lo videro con la croce in mano.
<< Co... cosa... >> mormorò Moka senza parole << Tu... come...? >>
Keima fu sul punto di rispondere, ma prima che se ne potesse accorgere, una luce rosa lo accecò non facendogli vedere l'arrivo di uno stormo di pipistrelli che avvolse Moka in pochi secondi.

Quando il rosario sul petto viene rimosso, il sangue vampiresco di Moka si risveglia.

Quando lo stormo se ne andò, al posto di Moka c'era una ragazza ancor più bella dai duri occhi rossi e lucenti capelli bianchi.
Non era più la stessa ragazza dall'aspetto gentile e innocente di prima... no. Ora era una ragazza dall'aspetto freddo e autoritario.
Una ragazza... già vista.
<< Ohee-hamaa!! >> gridò eccitata Kokoa agitandosi come una bambina felice nonostante le corde ben legate.
Alla sua vista, Keima sentì il suo cuore sussultare. No, no, no... Impossibile!
<< Si può sapere perché ora sono stata svegliata? >> domandò la nuova Moka lanciandosi rapidamente un occhio intorno.
Rimase visibilmente sorpresa quando vide Keima con la croce in mano.
<< Tu... come hai fatto? >> chiese con voce dura ma curiosa << Solo Tsukune dovrebbe essere capace di rimuovere il mio rosario... chi diavolo sei? >>
Keima non rispose.
Migliaia di ricordi lo stavano tempestando, martellandogli il cervello con memorie che pensava di aver dimenticato. Anzi, che voleva dimenticare.
Non era possibile. Perché, era tornata nella sua vita? Perché colei che gliela aveva distrutta, era tornata?
Eppure, nonostante quei pensieri, qualcosa dentro di lui si accese.
Quel tono di voce freddo e duro...

<< Questo è un patto. Da questa promessa, i nostri destini sono irrimediabilmente incrociati. >>

Perché allora era stata lei ad andarsene?
Spinto da quella domanda, Keima fu sul punto di aprire bocca ma improvvisamente venne bruscamente interrotto.
<< E' la nostra occasione! >> gridò qualcuno << Fuoco! >>
Come un fulmine a ciel sereno, una rete sbucò dal nulla e avvolse in un istante Inner Moka, facendogli scappare un imprecazione a denti stretti.
<< Dannati ratti! Non sapete qual'è il vostro posto?! >> ringhiò la ragazza maledicendosi per aver abbassato la guardia.
<< Le abbiamo prese! Abbiamo preso le sorelle Akashiya! >> esclamò un altro al settimo cielo.
<< Sì! Presto portiamole al club e veneriamole per tutto il giorno! >>
I fan furono sul punto di muoversi per prendere Inner Moka, ma Keima si interpose con fermezza fra loro e la vampira.
<< Non un altro passo! >> ringhiò il ragazzo erigendosi fiero come un cavaliere in protezione della sua principessa, fermando quell'ondata di pervertiti.
<< C-Chi diavolo sei tu per dirci cosa fare?! >> domandò qualcuno tentando di fare il duro.
Senza dire niente, Keima alzò il braccio destro e dopo aver afferrato il rosario sul polso con i denti, tirò con forza compiendo un secco gesto del braccio.
E di punto in bianco, una forte luce rossa brillò forte, preannunciando l'arrivò di un rapido stormo di pipistrelli neri che circondò il ragazzo in pochi attimi, avvolgendolo in una spessa palla nera.

Quando il rosario sul polso viene rimosso, il sangue vampiresco di Keima si risveglia.

Subito dopo la palla si dissolse così come era venuta, lasciando al suo posto una statua dalla forma vagamente umana, avvolta da sinistre bende formate dalle decina di ali dei pipistrelli neri come la notte.
<< I-Impossibile! >> esclamarono Moka e Kokoa all'unisono e ad occhi spalancati, riconoscendo quel rituale.
Non c'erano dubbi: quella era esattamente la trasformazione in vampiro di Moka.
Nulla si muoveva, gli occhi erano tutti puntati su quella abominevole figura scura quanto spaventosa ferma sul terreno, come in attesa.
<< Non te lo permetterò!! >> gridò qualcuno lanciando un tentacolo dritto contro la statua, colpendola in pieno e trafiggendola.
Ma ogni persona presente rimasero a dir poco sorpresa quando videro i pipistrelli andarsene, scoprendo che all'interno non c'era assolutamente nulla.
<< Ma cosa...? >> mormorò Moka, ancora sorpresa dall'apparizione di prima.
<< Haaah... cavolo... >> sospirò una voce sopra di loro.
Immediatamente, tutti si voltarono verso la fonte del suono, notando un ragazzo dai capelli argentati e gli occhi rossi seduto sulla cima di un ramo proprio sopra di loro.
<< U-Un altro... altro C-Classe S... S...! >> tuonò qualcuno cominciando a farsi prendere dal panico.
<< Undici anni.>> riprese il nuovo arrivato scendendo con un balzo e piazzandosi proprio in mezzo al gruppo << Undici lunghi anni passati a dormire … >> mormorò con una voce soave e affascinante, praticamente attraente << Ditemi: siete stati voi a svegliarmi? >>
Incontrando i terrificanti occhi color sangue di Keima, ogni membro del Club Akashiya cominciò a tremare.
<< I-Io... n-noi.... >> balbettò qualcuno timido, mentre la maggior parte della gente cominciava ad arretrare con passo incerto.
Keima mosse il collo facendo scricchiolare le ossa con piacere, mettendosi poi a fare saltelli come per far tornare il sangue in circolo.
<< Haaah... che seccatura. >> sospirò stiracchiandosi << Vediamo di farla finita in fretta. >>
L'attimo dopo, Keima sparì per poi riapparire in un battito di ciglia sul gruppo più vicino, colpendoli con pugni e calci concatenati che sembrarono una vera e propria tempesta di meteore dato che ogni persona colpita, veniva lanciata qua e là per lo scenario, spesso anche contro gli altri loro compagni attorno.
Il tempo che qualcuno si rendesse conto della sua posizione che Keima era già scomparso dirigendosi ad una velocità disumana verso il prossimo gruppo.
In nemmeno quindici secondi, l'esercito di fan era a terra, tutti doloranti e con le mani dove più faceva male, impossibilitati a muoversi.

Il vincitore di questo capitolo è stato deciso in 101 parole! Chuu
~

Sia Moka che Kokoa erano più che sbalordite, entrambe a bocca aperta.
Certo, Moka era veloce, ma quel vampiro... forse lo era un po' di più. Era stato difficile riuscire a seguire ad occhio nudo i suoi movimenti, neanche per i suoi allentati occhi vampireschi.
Incredula, Moka restò ad osservare il vampiro messo di profilo mentre guardava con orgoglio il suo pestaggio. Com'era possibile?
Il rosario che limitava i poteri di un vampiro era un dono esclusivo della famiglia della Akashiya, anzi, solo Moka dovrebbe possederne uno... allora com'era possibile che anche quel ragazzo lo avesse?
Si immaginò migliaia di scenari, alla ricerca di quello più vicino a tale conclusione. Eppure, nessuno di quelli sembrava quello giusto.
<< A quanto pare ti sei rammollita con il tempo, non è così Moka? >> commentò il mostro di classe S voltandosi con un fiero sorriso sul volto.
Non appena incontrò il suo sguardo, il cuore di Moka sussultò.
Quel sorriso... lo aveva già visto.
Quel sorriso... era un sorriso che odiava, ma amava al tempo stesso.
Quel sorriso... anzi, quel ghigno, era un'espressione arrogante che solo una persona al mondo era in grado di fare.
Qualcosa si mosse dentro Moka, qualcosa che aveva dato per morto e sepolto ormai da anni.
<< Kei...ma? >> mormorò non credendo alle sue stesse parole, con voce strozzata.
Senza dir nulla, il ragazzo si avvicinò alla vampira per poi chinarsi portando i volti a pochi centimetri di distanza.
<< Scusami se non mi sono ricordata di te al primo sguardo... perdonerai mai questo mio errore? >> domandò con un seducente sorriso.
Moka continuò a fissarlo ad occhi sbarrati, rivivendo in pochi istanti migliaia di ricordi a cui aveva rinunciato.
Ad un tratto, quasi come se si fosse ripresa di colpo, la ragazza si alzò liberandosi con una facile manata della rete che l'aveva fatta prigioniera.
E non appena si eresse assieme a Keima fiera e orgogliosa come lo era sempre stata, anche su di lei comparve un ghigno.

-

<< Sei sicura che vada bene così? >> domandò Keima avvicinandosi al cancello della scuola, dove la stava attendendo Moka.
<< Si... se è il volere della mia altra parte, non posso ribellarmi. >> mormorò la ragazza con tono triste.
Keima la osservò per qualche istante, leggermente sospettoso.
<< Cos'hai? >> chiese vedendola spossata, praticamente abbattuta.
<< Solo che... mi dispiace. >>
<< “Ti dispiace”? >>
<< Sì... per tutto quello che è successo undici anni fa... scusami. >>
Si vedeva lontano un miglio che quella ragazza era dispiaciuta dal fondo del cuore. Le lacrime sembravano essere sul punto di cadere a cascate da un momento all'altro.
Quale essere senza cuore le sarebbe andata contro?
Silenzioso, Keima gli appoggiò una mano sulla testa, come per accarezzarla.
Moka alzò gli occhi, entrambi con i goccioloni alle estremità.
<< Non ti preoccupare. >> sorrise con fare dolce e comprensivo << Sei perdonata. >>
Al suono di quelle parole, un sorriso si accese forte e splendente sul viso della vampira.
<< Keima!! >> esclamò saltandogli addosso e abbracciandogli il collo con tutte le sue forze.
<< E-Ehi! C-Calma! >> ridacchiò l'altro cercando di tenere l'equilibrio mentre Moka si agitava al settimo cielo.
Ad un tratto la ragazza sembrò calmarsi.
<< Questo odore... quanto amavo questo odore... >> mormorò odorando a più non posso.
Un brivido passò rapido e letale per la schiena di Keima << M-Moka... n-non mi dirai che... >>
<< Scusami Keima... è da lunghi undici anni che non assaggio più il tuo sangue... lo amo troppo... non... non riesco a resistere! Scusa! >>
<< MO-MO-MOKA, TI PREGO, N-NOO!! >>

Chuu!!~




Note fine capitolo:

Allora? So che è sembrato tutto un po' troppo veloce ma non c'era altra scelta se si voleva mantenere lo standard di capitolo “tra il lungo e il medio”.
Spero vi sia piaciuto! Nel prossimo capitolo vedrò di aggiungere qualche altra informazione sul come mai di punto in bianco Moka si sia messa a “bere” il sangue di qualcun altro, e il perché il ritorno di Keima l'aveva a dir poco sbigottita. Ma sopratutto...

Comunque, questo è il mio ideale di Keima Kurosaki versione umano e vampira:

Keima Kurosaki (Umano):




Keima Kurosaki (Vampiro):


 

Allora? Cosa ne dite? Mi raccomando commentate e fatemi notare qualsiasi svista!
Intanto... godetevi questa anteprima di episodio! ^_^



Anteprima episodio due:

Keima + Vampiro


La mattina splendeva forte e ridente sul fresco cielo azzurro del campus dell'accademia Yokai.
Tsukune quel giorno era particolarmente di buon umore dato che secondo l'oroscopo, sarebbe successo qualcosa di davvero speciale!
Che finalmente fosse arrivata l'ora del bacio con Moka-san?
Allettato da tale idea che aveva d'altronde sognato, il ragazzo non riuscì a non sorridere.
Lasciandosi trasportare dalla fantasia, Tsukune continuò per la strada verso la scuola in compagnia degli altri studenti del dormitorio.
Era ormai arrivato quando si accorse di una figura dai capelli rosa non lontano: Moka!
All'ennesimo cielo, cominciò a correre in sua direzione, ma si bloccò quando la vide in compagnia di un altro ragazzo. Chi poteva essere?
Moka sembrava molto triste... possibile che la stesse disturbando?
Fu sul punto di intervenire quando lo sconosciuto mise una mano sulla testa della vampira, sorridendo.
L'attimo dopo, improvvisamente Moka abbracciò il ragazzo anch'essa con un largo sorriso felice sul volto.
Tsukune cominciò a diventare sempre più confuso. Che cosa stava succedendo?
Ma sentì il suo cuore fermarsi, i suoi occhi aprirsi fino ad uscire dalle orbite quando vide Moka mordere il collo del ragazzo che stava abbracciando.
Perché? Perché stava mordendo un altro ragazzo? E chi diavolo era?

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Capitolo 2
*** Keima + Vampiro ***


Keima + Vampiro


Tsukune non riusciva a toglierselo dalla testa. Possibile che avesse visto male?
Magari quel morso era in realtà un tentativo da parte di Moka di attaccare il suo aggressore! No... che idiozia... Moka non cercherebbe mai di fare del male a qualcuno.
E se invece stava bevendo un succo di pomodoro? Sì, dentro al collo di uno...
Maledizione. Nonostante tanti ripensamenti, non gli veniva in mente nulla. Nulla!
In silenzio tombale, il ragazzo continuò a fissare il vetro, guardando il riflesso del volto di Moka dietro di lui, tutta sorridente e canticchiando una canzoncina a bassa voce, come se fosse successo qualcosa di estremamente bello.
<< YAHOO!! >> salutò Kurumu, la succubus invaghita di lui, saltando addosso al ragazzo e sopprimendolo sotto i suoi notevoli seni << Come va, Tsukune? >>
<< K-Kumuru!! >> esclamò l'umano, preso di sorpresa << A-Aiuto! >>
<< Kumuru-san! Smettila di infastidire Tsukune-san con quelle tette gigantesche! Non capisci che lo ucciderai prima o poi?! >> intervenne Yukari, la maghetta anch'essa invaghita di lui, tentando di separare i due.
<< Stanne fuori, tavola da stiro! >>
<< Tu dovresti starne fuori, dannata succubus. >> parlò Mizore, la donna delle nevi anche lei innamorata del ragazzo.
<< E tu che vuoi adesso? Non vedi che io e Tsukune ci stiamo scambiando coccole come due piccioncini dovrebbero fare? >> domandò Kumuru stringendo ancora di più.
<< Ah... Ah!! M-Moka-s-san... a-aiuto...! >> chiamò Tsukune, sentendosi soffocare.
Abituati ad un suo perenne quanto inevitabile intervento, tutti si girarono verso la vampira, in attesa della risposta che avrebbe posto -momentaneamente- fine al litigio.
Ma, contro le aspettative di tutti, Moka si limitò ad osservarlo per qualche istante finché improvvisamente tornò a sorridere.
<< Hohoho... Tsukune-san... sei sempre così popolare! >> ridacchiò la ragazza rimettendosi a canticchiare.
La risposta spiazzò letteralmente il gruppo, lasciandolo senza parole. Ma che era successo?
Solitamente era sempre fra le prime a tentare di separare Kurumu dal suo amato Tsukune, ma quel giorno... sembrava che non lo vedesse nemmeno!
Yukari fu sul punto di chiedere se stesse male, quando l'improvviso scattare in piedi di Moka la sorprese.
<< Aaah! >> gridò estasiata << Non ce la faccio più ad aspettare! >>
<< Aspettare? Aspettare cosa? >> chiese Yukari.
<< Oh, nulla! Io esco per un po', torno dopo! >>
Detto ciò, la vampire prese su e uscì di corsa dalla classe.
Il gruppo rimase a guardare la porta lasciata aperta per un po', confusi.
<< Ma cosa...? >> mormorò Kurumu spezzando il silenzio << Possibile che stia male? >>
<< Non lo so... ma mi preoccupa. Di solito non reagisce così quando siamo vicino a Tsukune. >> disse Mizore incrociando le braccia.
<< Magari doveva solo andare in bagno! >> tentò di indovinare la maghetta.
Tsukune invece non disse nulla. Che c'entrasse il ragazzo di quella mattina?
<< Sì, e da quando la gente è così felice di anda- >> Kurumu non fece in tempo a finire che venne interrotta dall'ingresso dell'insegnante.
Amareggiate, le ragazze si dovettero vedere costrette a tornare ai propri posti rimandando per dopo qualsiasi domanda.
<< Seduti, seduti! >> sorrise Neko-sensei, la donna-gatto che faceva anche da insegnante responsabile della seconda classe, sezione terza.
Con una piroetta all'ennesimo cielo e qualche saltello, la professoressa entrò in classe fermandosi poi nella sua solita postazione << Come state oggi? >>
<< Bene! >> si levò un grido dalla classe.
<< Sono proprio felice di sentirlo, dato che da oggi avremo un nuovo compagno di classe! >> esclamò felice.
Immediatamente vari mormorii si sparsero per la classe, tutti rivolti all'inaspettata notizia.
Sempre con il sorriso, Neko-sensei aspettò che tutti finissero di scambiarsi le ultime parole prima di riaprire bocca << Entra pure! >>
Poco dopo la porta si riaprì, subito seguito dall'ingresso di un ragazzo dai corti capelli castani e gli occhi color malva.
Il respiro di Tsukune si mozzò di colpo: era lui.
Non c'erano dubbi, era il ragazzo che quella mattina Moka stava mordendo!
Chi diavolo era?!
<< Uh... err... i... il... >> esordì con un mugolio imbarazzato il castano, esaminando la classe da cima in fondo, come alla ricerca di qualcuno.
<< Qualcosa che non va? Sei forse timido? >> chiese cordiale Neko-sensi.
<< Eeh... n-no! >> balbettò l'altro<< Solo un po' di nervosismo. >>
Lanciò un rapido e ultimo sguardo al volto di tutti finché, ad un tratto, non levò un sospirò sollevato. Chissà perché.
<< Dunque. >> riprese il ragazzo con più vigore << Il mio nome è Keima Kurosaki, sono stato appena trasferito in seguito ad alcuni problemi nella mia vecchia scuola. Non sono molto da “tradizioni” quindi potete anche chiamarmi per nome... cos'altro posso dire? Ho sedici anni e i miei hobby sono manga, anime e videogiochi... >>
<< Come quelli di un qualsiasi umano! Ahr, ahr, ahr!! >> rise il tipaccio che il primo giorno di scuola aveva aggredito Tsukune e aveva tentato di fare sua Moka.
<< E-Esatto... come un essere umano... ma del resto qui siamo tutti yokai, no? Ha-ha-ha... >> partecipò alla risata Keima.
Tsukune si sentì tra l'essere sollevato e deluso.
Per un attimo pensò che ci fosse stato un altro ragazzo umano come lui trasferito per errore lì, un ragazzo con cui condividere discussioni umane e altre cose umane, ma allo stesso tempo, quella dichiarazione, fece capire che Keima era in realtà uno yokai e quindi non poteva in alcun modo avere qualcosa che piacesse alla sua Moka. Dunque, quella mattina doveva essersi per forza sbagliato.
Dando più ascolto al suo cuore che alla ragione, il ragazzo levò un sospiro sollevato.
<< Ci sono domande per il nostro caro Keima-san? >> domandò Neko-sensei.
<< Io! >> alzò la mano Kurumu << Anche se non è per Keima-san, sensei, dove ha intenzione di farlo sedere se tutti i posti sono occupati? >>
<< Non c'è problema... >> rispose l'insegnate indicando una sedia vuota all'angolo <<... abbiamo una sedia extra e finché non arriva il banco nuovo possiamo piazzarlo vicino a qualcuno di voi... >>
Keima la guardò confuso, lanciando poi un occhio al banco vuoto infondo. << Scusi se lo chiedo, sensei... >> si intromise alzando la mano << ...ma il banco laggiù non è libero...? >>
<< Oh... >> emise Neko-sensi tenendosi il volto preoccupato, notandolo solo in quel momento << Oggi Akashiya-san è assente? Raro... >>
Il ragazzo dai capelli castani si voltò, preoccupato. << C-Come... come ha detto? >> chiese timoroso.
<< Nulla... solo che una delle tue compagne di classe oggi sembra essere assente... Moka Akashiya, la conosci, per caso? >>
Il panico si dipinse sul volto del ragazzo, interrotto dall'improvviso aprire della porta.
Immediatamente Keima si girò e quando riconobbe dei capelli rosa fluttuare nell'aria, spalancò i suoi occhi color malva.
<< M-Moka!? >> esclamò sorpreso.
<< Keima! >> tuonò Moka al settimo cielo saltando addosso al ragazzo, ma subito evitato in un'abile giravolta << Keima! >>
<< Moka! >> ripeté il ragazzo, guardandola paralizzato << C-Che ci fai qui?! >>
<< Ero andata a chiedere in che classe eri e quando ho saputo che eri nella mia stessa classe, mi sono subito precipitata qui! >>
<< Okay, okay... sono molto felice anch'io... >> mormorò Keima tenendosi a debita distanza << Però per ora manteniamo la calma, va bene? Nessuna mossa azzardata, Moka... >>
<< E come faccio?! >> esclamò lei con un sorriso mai visto sulle labbra << Sono così felice! Siamo in classe insieme!>>
In un secondo tentativo, la ragazza si lanciò ancora una volta sul ragazzo, stavolta riuscendo ad avvinghiarsi con le braccia al suo collo.
<< N-Nho! Mhoka! Ci farhai cadehre, chavolo! >> balbettò Keima, con le guance premute su quella della vampira, girando in tondo come una coppietta ritrovata.
Tsukune era più confuso che mai. Che stava succedendo?
Incredulo osservò la scena ad occhi sbarrati. Possibile che Keima conoscesse Moka? E da quando Moka aveva un amico... maschio?
<< E-Ehm... >> si intromise ad un tratto Neko-sensei, attirando le attenzioni dei due e fermando Moka prima che cominciasse a far venire la nausea al povero Keima << S-Scusate... non vorrei interrompere questa felice riunione... ma vi conoscete già? >>
<< Diciamo di sì... >> ridacchiò Keima, leggermente imbarazzato << Io e Moka siamo amici d'infanzia... >>
Amici di infanzia? Com'era possibile? Da quello che Tsukune sapeva, l'infanzia di Moka era stata a dir poco... orribile.
<< Sì! >> confermò l'altra stringendolo in un secondo abbraccio.
La notizia risollevò in un qualche modo il morale di Tsukune.
<< Molto bene, quindi! >> esclamò la docente muovendo il registro in modo felice << Questo rende tutto molto più facile! Akashiya-san, ti spiace far sedere affianco a te Keima-san e poi mostrargli la scuola? >>
<< Certamente! >> annuì la vampira.
<< Grazie mille, Akashiya-san! D'accordo, se non ci sono altre domande o simili, direi che possiamo iniziare la lezione! Per favore, accomodatevi ai vostri posti. >> concluse Neko-sensei con un altro dei suoi soliti sorrisi.
Infine, con una conferma sincronizzata, i due ragazzi si avviarono verso il banco di Moka, quest'ultima tirando il braccio del suo amico d'infanzia.
<< M-Moka... non tirare ti sto seguendo... >> sospirò Keima, mentre i due passavano affianco al banco di Tsukune.
E, mentre i due si accomodavano, Tsukune memorizzò ogni dettaglio del viso di Keima. Più tardi avrebbe dovuto farci una chiacchierata, mostro o meno.
Certo, nulla vietava a Moka di fare amicizie maschili, solo che il suo comportamento avrebbe potuto... fraintendere. Non sapeva se Moka si comportava così con tutti gli amici del sesso maschile che avesse – e Tsukune non era nemmeno tanto sicuro che lei ne avesse oltre a lui, Gin e ora Keima- ma una cosa era sicura: vedere il cuore spezzato di un suo nuovo compagno di classe, non era esattamente allettante.
Sì, più tardi, alla fine delle lezioni, avrebbe messo le cose in chiaro con Keima a proposito della relazione fra lui e Moka.

<< Dunque? >>
<< I preparativi sono pronti. Al suo segnale, attaccheremo il nostro bersaglio. >>
<< Ottimo, ottimo... aspettate che suoni la campanella, così potrete confondervi con gli studenti durante la pausa pranzo e non dare nell'occhio. >>
<< Sissignore. >>
<< Preparati a morire... >> sorrise una ragazzina ben conosciuta dai capelli rosso-arancione << ….Moka Akashiya. >>

Che seccatura.
Decisamente una seccatura.
Iniziata la pausa pranzo, Keima si fece cogliere impreparato e dimostrò di avere un certo languorino, dando così l'opportunità a Moka di prenderlo e di trascinarlo in giro per la scuola, con la scusa di “fargli vedere dov'era la mensa”.
Inutile dire che Keima non ebbe nemmeno voce in capitolo, costretto così a girovagare con Moka attaccata al braccio.
Infiniti sguardi si posarono sui due, alcuni confusi, parecchi sbalorditi, molti altri ancora pieni d'invidia.
Con un sospiro il ragazzo varcò la mensa. Ed ecco andarsene la sua possibilità di farsi degli amici a scuola. E ora, con tutti che ce l'avevano con lui, come poteva parlare con qualcuno senza destare la diceria di avere “una come Moka” come ragazza?
Certo, i due non erano proprio una vera e propria coppia, ma agli occhi di tutti lo erano.
Ed era per quello che aveva tentato in ogni modo di evitare l'amica. Sapeva che una volta individuato, Moka le sarebbe stata appiccicata tutto il giorno.
Non che la odiasse, anzi, le voleva molto bene. Solo che la sua bellezza era particolarmente... attraente.
In ogni caso, non che farsi amici fosse la sua priorità da quando aveva scoperto che quella scuola non era altro che un buco si mostri.
Che sfiga.
Doveva parlare con la vera Moka e chiarire ogni cosa.
<< Keima, cosa prendi? >> domandò ad un tratto la ragazza, aggrappata saldamente al suo braccio.
<< Uhm... penso che mi accontenterò di un po' di ramen e un succo di pomodoro... >> rispose l'altro guardando il menù, ormai rassegnato al suo triste destino.
<< Io invece... >> lo guardò intensamente, finché anche lui se ne accorse a la guardò a sua volta << … posso...? >>
Ovvio come il sole che voleva mordergli il collo.
<< Assolutamente no! >> esclamò l'altro sentendo il suo sangue fuggire nell'angolo più lontano possibile dai denti di Moka.
<< Allora prenderò solo del succo di pomodoro... >> sospirò lei, triste.
<< Nee-sama! >> chiamò improvvisamente Kokoa, arrivando da dietro di loro.
Aveva l'aspetto stanco e spossato, con il fiatone, come se avesse corso fino a quel momento.
<< Kokoa-chan... c'è qualcosa che non va? >> domandò la sorella, vedendola tutta preoccupata.
<< Presto, vieni con me! >> disse Kokoa, afferrandola e tirandola verso di sé << Da sola! >>
<< M-Ma Kokoa-chan! E.. e Keima? >>
<< Non c'è tempo! Ti prego vieni! Ho bisogno di te, te soltanto! >>
Moka guardò la sorellina, poi Keima, indecisa se lasciare solo o meno l'amico ritrovato.
<< Vai pure, me la caverò da solo per cinque minuti >> sorrise il castano facendo l'occhiolino.
La ragazza ricambiò il sorriso << D'accordo, grazie Keima! >> annuì lanciandosi all'inseguimento di Kokoa << Aspettami qui, torno subito! >>
Infine, Moka scomparve dietro l'angolo.
Keima si lasciò sfuggire un ghigno vittorioso. Finalmente solo. Finalmente un po' di tempo per pensare.
Ordinò rapidamente tutto quello che aveva programmato e si sedette in un tavolo a caso, da solo.
Stava accadendo tutto troppo velocemente: l'arrivo nell'Accademia, la scoperta che sono tutti mostri, il ritrovamento di qualcuno che aveva ormai dato per morto e sepolto... aveva bisogno di restare con sé stesso e riorganizzare i pensieri.
Si preparò ad avventarsi sul suo ramen, quando ad un tratto sentì dei passi fermarsi dietro di lui, attirando la sua attenzione.
<< Salve, Keima-san > parlò Kokoa con disinvoltura, guardandosi attorno con noia << Hai visto la mia Onee-sama? >>
Incredulo e con ancora il ramen attaccato alle sue bacchette, Keima si voltò, osservandola da cima a fono. Se lei era lì, con chi diavolo era appena andata Moka?
Colto da un dubbio, Keima lasciò andare tutto quello che stava facendo e si lanciò all'inseguimento dell'amica.


<< Kokoa-chan... >> chiamò Moka non appena notò di essere rimaste sole, sole da troppo tempo << … dove... dove stamo andando? >>
Era da un po' che stavano camminando e, in un qualche modo, erano finiti dietro l'edificio scolastico, all'ombra e ben lontani da qualsiasi occhio.
Non gli piaceva quell'atmosfera, per nulla.
Ad un tratto Kokoa si fermò.
<< C-Cosa c'è, Kokoa-chan...? >> domandò timida.
<< Akashiya Moka... >> rispose la sorella, mostrando un diabolico ghigno sul volto << … è tempo per te di morire. >>
Improvvisamente dal nulla dell'oscurità, uscirono alcuni studenti della Yokai, tutti sorridenti.
Quella che aveva davanti non era Kokoa, non c'erano dubbi. E quelli che aveva attorno non era semplici studenti della Yokai.
Fu sul punto di chiedere cosa stesse succedendo, quando ad un tratto gli avversari davanti a lei si trasformarono in giganteschi minotauri.
Spaventata, Moka si mise ad indietreggiare.


<< Ma si può sapere che sta succedendo?! >> esclamò Kurumu, adirata << Cos'è tutta quella... familiarità con Keima-san?! >>
<< Quel Keima-san non mi piace! >> borbottò Yukari, sbuffando.
<< Su, su ragazze... >> disse Tsukune, cercando di placare le loro furie << Lo conosciamo appena... >>
<< Secondo me quel Keima-san deve aver lanciato un qualche tipo di incantesimo per aver fatto perdere a Moka-san l'interesse per Tsukune-san! >>
Tsukune avvertì uno strano brivido alla schiena. Era vero. E se avesse usato un qualche tipo di pozione magica per far comportare Moka in quel modo tanto... “esposto” nei suoi confronti?
<< Ma no... >> rispose il ragazzo, dandogli fiducia << Ha detto che sono amici d'infanzia perciò... >>
<< Perciò un cavolo, Tsukune! >> borbottò Kurumu agitando un dito << Non lo sai che gli amici d'infanzia sono i nemici più pericolosi in amore? Inoltre, come hai detto te, non lo conosciamo nemmeno, Keima-san! >>
<< M-Ma, Kurumu-san... >> Tsukune non fece in tempo a finire la frase che improvvisamente da un angolo sbucò fuori il ragazzo in questione, di fretta e preoccupato.
<< Keima... san? >> domandò Tsukune non vedendolo con Moka.
<< Oh, voi! >> esclamò il castano avvicinandosi al gruppo << Siete della mia classe! Avete per caso visto Moka? >>
<< Per te è MOKA-SAN >> sentenziò Yukari, irritata.
<< No... perché? E' successo qualcosa? >> domandò Tsukune.
<< Maledizione... eppure la sento da queste parti... >> borbottò fra sé e sé Keima, rimettendosi a guardare intorno << Dov'è?! >>
<< “La senti”? >> chiese Kurumu, confusa.
Un grido fece irruzione nella conversazione, facendo trasalire tutti i presenti. Gli unici cinque presenti in quel corridoio deserto.
<< E' Akashiya-san! >> tuonò Mizore, riconoscendone l'urlo.
Senza perdere tempo, tutti si affacciarono dalla finestra.
<< MOKA-SAN! >> gridò Tsukune, individuandola a terra, circondata da orribili quanto giganteschi minotauri.
Doveva intervenire, e al più presto! Se non le si toglieva il rosario, Moka era indifesa!
<< Presto, Tsukune, dobbiamo togliergli il rosario! >> tuonò Kururu facendosi crescere le ali e la coda, interpretando il suo pensiero e tendendogli una mano << Vieni! >>
Tsukune fu sul punto di fare quanto detto, quando ad un tratto la finestra venne aperta da Keima.
<< K-Keima-san! >> disse guardandolo mettere un piede sulla ringhiera << Siamo al terzo piano, che stai facendo?! >>
Ma, senza nemmeno degnarsi di rispondere, Keima si lanciò nel vuoto più totale.

Maledizione, quella stupida!
Reagendo prima di pensare, Keima aprì di scatto la finestra e guardò verso il basso, fissando gli aggressori pronti ad avventarsi su Moka.
Era un bel volo, certo, ma doveva intervenire, in un modo o nell'altro.
Ignorando qualsiasi cosa stesse dicendo il tizio affianco a lui, Keima salì sulla finestra e si buttò senza alcuna esitazione.
<< Moka! >> tuonò atterrando poco dopo davanti a lei, interponendosi fra lei e i nemici a testa alta << Non provate a fare un altro passo! >>
Non importava quanti piani o metri ci sarebbero voluti: sarebbe sempre arrivato a proteggere la sua principessa.
<< K-Keima?! >> esclamò lei, incredula e con le lacrime agli occhi.
<< Sono qui, va tutto bene. >> disse il ragazzo, chinandosi su di lei e accarezzandole la testa << Lascia fare a me. Anzi... a noi. >>
<< Tu sei quello che poco fa eri con Moka... chi diavolo sei? >> domandò la falsa Kokoa.
<< Io? >> domandò Keima voltandosi << Io sono solo un povero Cavaliere costretto a servire la Regina del Male. >>
Con un ghigno sul volto, il castano fece girare fra le dita il rosario che Moka portava al collo, un rosario che solo Tsukune avrebbe dovuto saper togliere.
<< Cos...?! >> esclamò la falsa Kokoa << Il rosario...! >>
Nemmeno il tempo di decidere sul cosa fare, che una forte luce rossa avvolse il luogo, accecando tutti i presenti.

Quando il rosario sul petto viene rimosso, il sangue vampiresco di Moka si risveglia.

L'attimo dopo, al posto di una Moka dai capelli rosa, ne apparve una più formosa e dai capelli argentei: Inner Moka.

<< C-Che cosa?! >> esclamò Kurumu, sorpresa come tutti << Ha... Ha tolto il rosario?! >>
<< Impossibile! >> tuonò Yukari << Solo Tsukune-san dovrebbe poterlo fare! >>
Anche Tsukune rimase senza parole, osservando pietrificato la scena: qualcun altro, oltre a lui, poteva togliere il rosario di Moka?!
Che stava succedendo?!

<< Salve, Keima. >> esordì Inner Moka, facendo passare i suoi lunghi capelli argenti sulla schiena con un gesto di mano << Immagino che tu non mi abbia chiamato per una semplice visita di piacere, vero? >>
<< No, mi spiace... >> rispose il ragazzo senza voltarsi << Ma se ti può piacere, avrei voluto. >>
Un sorriso di soddisfazione si dipinse sul volto di Inner Moka.
<< Molto bene. >> disse la ragazza superandolo con passo deciso e soave << Allora prima concludiamo questa faccenda, più avremo tempo per noi due. >>
Sentendo un po' la mancanza di movimento, la vampira cominciò a stiracchiarsi con fare lento, per nulla preoccupata di abbassare la guardia davanti ai suoi nemici.
<< D-Dannazione... si è trasformata. >> borbottò la falsa Kokoa << Ma non credere che non ce l'aspettavamo! Questi non sono normali minotauri, questi sono mostri creati apposta per l'eliminazione di mostri classe S come te! >>
Moka ignorò completamente quelle parole, limitandosi ad alzare i pugni e fissare i minotauri con aria di sfida << Keima, conto su di te. >>
<< Non ti preoccupare. >> sorrise il castano portando il braccio destro sul volto, facendo poi scivolare il suo rosario dalla manica << Ti proteggerò io. >>
<< Era da un po' che non sentivo quella frase, sai? >> ridacchiò Moka.
In un ghigno, Keima afferrò con i denti il rosario, spezzandolo poi in un secco gesto della testa.

Quando il rosario sul polso viene rimosso, il sangue vampiresco di Keima si risveglia.

<< Che seccatura. >> furono le prime parole di Inner Keima non appena aprì i suoi singolari occhi color sangue.

<< Non... non ci credo... >> mormorò Kurumu ad occhi sbarrati << Keima è... è un vampiro...? >>
<< Quello che più sorprende non è il fatto che è un vampiro >> parlò Mizore, mantenendo sangue freddo ma rimanendo comunque sorpresa << Ma è il fatto che anche lui ha dovuto staccarsi un rosario sul polso per trasformarsi. >>
<< Io... >> Tsukune continuò ad osservare impietrito la scena, alla ricerca di qualcosa da dire su quel Keima dai capelli argentei << Io... non so cosa dire... >>
Stavano succedendo troppe sorprese in una volta sola. La sua mente cominciava a rifiutarsi di credere a quello che stava succedendo.
Qual'era la vera relazione fra Keima e Moka?

<< C-Che cosa?! Un altro Classe S?! >> esclamò la loro avversaria indietreggiando assieme ai suoi minotauri. Un vampiro era una cosa. ma due... la faccenda si stava facendo seria, e pericolosa.
<< E così sono nuovamente stato richiamato per qualcosa di inutile... >> sospirò Keima avanzando muovendosi la spalla con una mano, fino ad arrivare sulla stessa linea di Moka.
<< Hah >> sorrise quest'ultima << Anch'io la pensavo come te all'inizio, ma cerca di abituarti: ci saranno molte altre occasioni dove verrai richiamato inutilmente... >>
<< Be', finché ci sarai te... >> Keima si eresse incrociando le braccia << … non è poi tanto male venir chiamato di tanto in tanto... >>
Un ghigno soddisfatto si dipinse sul volto dei due, fissando con arroganza i loro avversari.
<< M-Maledizione... attaccate! >> ringhiò la falsa Kokoa.
In un grido di rabbia, i mostri impugnarono le loro armi e si lanciarono verso i due vampiri, pronti a ridurli in brandelli.
<< Showtime. >> sorrisero i due all'unisono e caricando nello stesso istante, scomparendo per poi riapparire l'attimo dopo con un calcio sulla mandibola di quei tori.
Pochi colpi ben assestati e la coppia si era già liberata di due minotauri, muovendosi poi verso i prossimi obbiettivi pronti a dar ancora più pugni e calci.
Con facilità, schivavano le asce dei nemici, con altrettanta facilità, sfruttavano quel varco per assestare un sonoro pugno sulla faccia di quei mostri, spesso combinando addirittura i loro attacchi.
Keima e Moka si muovevano con grazia a dir poco incantevole, coordinati come se quel combattimento fosse in realtà una sceneggiata.
Era inutile sprecarsi in parole per dire che quei due, erano un'accoppiata a dir poco magnifica.
<< Che seccatura. >> ripeté Keima non appena abbattuto l'ultimo minotauro << Mi sono proprio arrugginito. >>
<< Non dire così. >> parlò Moka << Hai combattuto bene. >>
<< Maledetti! >> ringhiò la falsa Kokoa << Moka Akashiya, muori! >> urlò lanciandosi verso la ragazza, armata di un piccolo pugnale.
I due vampiri si limitarono a dargli un'occhiata prima di voltarsi verso di lei, pronta a riceverla.
<< RESTA AL TUO POSTO!! >> tuonarono all'unisono colpendo con un perfetto calcio sincronizzato l'ultimo nemico, mandandolo in un KO istantaneo.
<< S-Sì... sissignora... >> mormorò la falsa Kokoa perdendo i sensi.

Il vincitore di questo capitolo è stato deciso in 179 parole! Chuu
~

<< Sbalorditivo... >> mormorò Mizore, a bocca spalancata.
<< Sono statiti... magnifici. >> ammise Kurumu con la stessa faccia.
<< Forza, scendiamo e vediamo come stanno! >> esclamò Yukari aggrappandosi alla mano della succubus << Andiamo, Tsukune-san! >>
<< S-Sì! >> balbettò quest'ultimo, ancora scosso.
<< Uffa! Perché devo sempre portavi io?! Non potete usare le scale una buona volta?! >>

<< E anche questa è fatta. >> sospirò Keima osservando i loro macello << E adesso? >>
<< E adesso nulla. In teoria dovremmo ritornare nei nostri corpi “sigillati”. >> rispose l'altra chinandosi a raccogliere i loro rosari.
<< Che seccatura, davvero. >>
<< Sono le regole della scuola, abbi un po' di pazienza >> disse Moka avvicinandosi e porgendo il sigillo di Keima al suo padrone.
<< Ma non mi dirai che non ti è piaciuto... era da un po', più precisamente undici anni, che non combattevamo più insieme... non ti è mancato? >>
<< Lo ammetto. >> sorrise Moka << Sì, mi è mancato. >>
<< Allora... >> mormorò Keima afferrando il polso della vampira e portandola a sé, osservandola con un seducente ghigno sul volto << … perché non rimaniamo così per un altro po'? Anche tu mi sei mancata molto. >>
Inner Moka lo fissò ricambiando con un sorriso quell'odioso ghigno che amava tanto << Resta al tuo posto. >> si limitò a dirgli prima di allungarsi con il collo, fino a sfiorargli le labbra e baciarlo.
Un lungo e intenso bacio.
<< D-Dannazione... >> sospirò Keima guardando altrove non appena i due volti si separarono << Smettila di sorprendermi così, odio arrossire. >>
<< Lo so. >> rispose Moka con un ghigno << Ma è l'unico modo per farti smettere di sorridere. >>
<< Oooh...? >> una nota di malizia fu udibile dalla vocale allungata del ragazzo << Mi stai dunque consigliando di sorridere più spesso? >>
Moka sbuffò accennando ad un sorriso << Resta al tuo posto ...>> disse sfiorandogli ancora una volta le labbra << ...Keima. >>
Infine, Moka lo baciò una seconda volta.

Tsukune non poteva crederci. Cosa stava succedendo? Cosa? Perché quei due...?
Per la prima volta in vita sua sentiva una strana morsa al cuore, una dolorosa e morsa.
Sentiva cuore stringersi in una stretta insopportabile, come se fosse sul punto di esplodere.
<< M-Moka... >> mormorò ad occhi sbarrati.

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Capitolo 3
*** Famiglio + Vampiro ***


Famiglio + Vampiro
Prima che si inizi: lo so cosa starete per per dire (ai vecchi seguaci della fiction dell'antico novembre 2011) "Keima?! E chi diavolo è?!" be'... troverete tutte le risposte a fine capitolo XD


<< Maledizione... quanto odio l'altro me stesso. >> sospirò Keima, osservando con occhio rassegnato il suo rosario al polso << E' un tale sbruffone. >>
<< Non dire così. >> rise a bassa voce Moka, ancora sotto forma di vampiro << Direi che è naturale per noi essere così... audaci. >>
Keima fu sul punto di rispondere con un altro sospiro, ma un grido lo interruppe.
<< Ehi, voi due! >> tuonò la ragazza dai seni prosperosi e i capelli cobalto facendosi avanti, immediatamente seguita da altre tre persone << Mi volete spiegare cosa diavolo è successo poco fa?! >>
<< Be'... abbiamo combattuto. >> disse semplicemente la vampira, con un tono freddo e totalmente diverso a quello di poco fa.
<< No, dopo! >>
<< Uhm... ci siamo rimessi i rosari? Cioè, io mi sono rimesso... >> provò ad indovinare Keima, fallendo.
<< Prima! >>
<< Moka è stata attaccata...? >>
<< Basta prenderci in giro! >> esclamò spazientita la più piccola agitando con furia una bacchetta magica << E prendi questo, nemico delle donne! >>
Improvvisamente, dall'alto cadde una pentola di metallo che colpì Keima dritto sulla testa, facendolo cadere all'indietro con una stupida espressione sul volto.
<< Ehi! >> ringhiò Moka, innervosita << Se avete qualcosa da dire, ditela e basta! >>
Come a risposta a quell'ordne, l'unico ragazzo del gruppo si fece avanti, mostrando un'espressione dispiaciuta e afflitta << M... Moka... san... >> mormorò quasi come se stesse parlando con una lama puntata alla gola.
Vedendo quel volto così sofferente e confuso, Moka comprese al volo, limitandosi così ad incrociare le braccia e a fissarlo con severi occhi freddi << Tsukune. >> disse senza la minima scompostezza << Immagino abbiate bisogno di spiegazioni. >>
<< Direi! >> esclamò la ragazza prosperosa << Perché hai una relazione così... intima, con lui?! >>
<< Be'... >> rispose Moka voltandosi verso Keima, guardandolo mentre si rialzava con un bernoccolo sulla fronte << … lui è il mio famiglio. >>
<< Famiglio? >> domando Tsukune, del tutto estraneo a quella parola.
<< Descrivendolo in poche parole, è un individuo che è si è “unito” al casato Akashiya in seguito ad un giuramento prestato ad uno dei membri del clan, in questo caso, io. >>
<< “Unito”? >> chiese la succubus evidenziando il doppiosenso di quella frase, facendo passare un brivido sulla schiena di Tsukune << Quindi la tua relazione con Keima-san è... >>
<< Nulla di quello che pensate. >> rispose eloquentemente l'albina con un mezzo sorriso divertito << Se dovessi dare dei ruoli alla nostra “relazione”, possiamo dire che come io sono una Regina, Keima è il mio Cavaliere, nulla di più. >>
<< E quel bacio? >>
<< Semplice formalità. Era da undici anni che non si trasformava più e la sua forza era alquanto debole, così ho dovuto prestargliene un po' della mia. Se non facevo nulla, Keima rischiava che il suo corpo da umano non avrebbe retto alla prossima trasformazione dato il troppo potere improvviso, finendo così con l'implodere su sé stesso.  >>
<< M-Ma è orribile... >> mormorò Yukari, con la pelle d'oca.
Anche Tsukune rabbrividì un poco, ma al suono di quelle parole, si sentì molto più sollevato, sollevato nel vedere che non c'era alcun legame romantico fra i due.
<< Già... >> riprese Keima avvicinandosi fra gli sguardi diffidenti delle ragazze << ...ma del resto questo è quello che succede quando un “purosangue”, infetta un umano... >>
<< Infetta...? >> chiese Tsukune, ponendo l'ennesima domanda della discussione.
<< E' un po' come quello che ho fatto a te. >> rispose Moka << Quando eravamo ancora bambini, ho iniettato parte del mio sangue nel corpo di Keima, trasformandolo in un vampiro. >>
<< Iniettato...? Ma io...>>
<< Lo so, ma tu sei un ghoul. >> finì la vampira con fare serio << Vedi, il motivo è che il rituale di “passaggio” è eseguibile una volta sola nella vita, ovvero la prima volta che si decide di rilasciare il proprio sangue in corpi altrui. Da lì in poi, tutte le altre volte che si decide di farlo, il soggetto che si infetta diventa un ghoul. >> la freddezza nelle parole di Moka colpirono il Tsukune con la stessa forza di una frusta, facendolo sentire inferiore rispetto a Keima che, nonostante avesse avuto anche lui lo stesso tipo di “rituale”, era diventato un vampiro, un essere molto più vicino a Moka di lui.
<< A-Aspetta... >> parlò Tsukune << M-Ma non ero io la tua prima volta...? >> chiese dando per scontato qualsiasi doppio senso sessuale.
<< Be'... questo è quello che l'altra Moka pensa, o meglio, pensava. >>
<< Cosa...? >>
<< Andiamo... davvero pensi che il primo morso di una vampira che ha vissuto per tutta l'infanzia nel mondo umano è stato alle superiori? >> una nota di sarcasmo era udibile nella dichiarazione della ragazza, donandole un aspetto arrogante.
<< Ma come è successo? >> domandò Kurumu, rapita da quella spiegazione.
Moka sorrise, aspettandoselo << Il tempo delle domande è finito. >> disse afferrando il rosario fra le mani di Keima << Da qui in poi, il resto sono solo informazioni private. >>
E prima che qualcuno potesse ribattere, la vampira si rimise il sigillo, tornando nella sua forma normale e cadendo priva di sensi fra le braccia di Tsukune. Almeno quella, era rimasta un'abitudine “intatta”.
<< Che cosa?! >> esclamarono Kurumu,Yukari e Mizore all'unisono << M-Ma non è giusto! >>
Anche Tsukune si sentì deluso per quell'improvviso censura degli elementi più importanti di quella storia, lasciandolo non poco amareggiato.
Per nulla soddisfatte da quello che avevano scoperto, le ragazze continuarono a fissarsi spossate finché, attraversate all'unisono dalla stessa idea, voltarono tutte la testa verso Keima, facendolo rabbrividire.
<< Keima-san... >> esordirono circondandolo senza dargli possibilità di fuga << Adesso ci dici come finisce! Com'è successo? Perché?! >>
<< No! E-Ehi! >> esclamò Keima, sentendosi sotto pressione da tutta quell'aura femminile attorno a lui<< Ra... Ragazze, per favore, no! >>
<< Cosa vuol dire “no”?! >> chiese Mizore particolarmente agitata, raro da vedere data la sua natura mite << Abbiamo il diritto di sapere che è successo! Non potete lasciarci così dopo aver risposto a tutte le domande tranne all'ultima! >>
In un miracoloso divincolamento da quella stretta dai quattro, Keima scivolò sotto di loro e si mise a correre, improvvisando una goffa fuga.
<< Torna qui! Devi finire la storia! >> gli urlarono dietro le ragazze, tutte lanciata al suo inseguimento in una spericolata corsa per il cortile.
<< L'avente sentita! Sono solo un “Cavaliere”! >> si giustificò il vampiro schivando i tentativi di placcaggio << Se la mia “Regina” dice che non devo rivelare altro, non posso rivelare altro! >>
<< Ma che Cavaliere e Regina! Sputa il rospo e dicci tutto! >> ringhiò Kurumu, irritata.
<< Non posso! >>
E mentre quei neo-amici continuarono a correre su e giù per il cortile, Tsukune lanciò una lunga e malinconica occhiata a Moka, ancora fra le sue braccia. Che stava succedendo, esattamente?


<< Ecco cosa succede quando ti fidi di assassini improvvisati. >>
<< Non ti preoccupare, avevo previsto un fallimento iniziale... del resto una Akashiya non è tipa da farsi uccidere ai primi tentativi. >>
<< Quindi... >>
<< Esatto. Avevo bisogno di qualcuno da sacrificare per vedere quanto Moka Akashiya fosse forte e devo ammettere che il risultato mi ha lasciato alquanto... soddisfatto. Probabilmente non sarà l'unico sacrificio che farò. >>
<< E riguardo al suo “Cavaliere”? >>
<< Un insignificante incidente di percorso. Non sarà un gran problema. >>
<< Capisco. >>
<< Bene, direi che per ora abbiamo finito. Torniamo indietro e vediamo di scegliere la nostra prossima pedina da lanciarle contro. >>

-

<< Tsukune-san! >> esclamò Moka non appena l'ultima ora scoccò << Tra poco abbiamo attività con il Club, andiamo? >>
<< Certo! Preparo la cartella e arrivo! >> sorrise il ragazzo voltandosi.
<< Oh, è vero che anche qui ci sono i club... >> commentò Keima affianco a loro << Voi di che club fate parte? >>
<< Giornalismo >> rispose Tsukune << E' piuttosto interessante dato che ci permette di rimanere in contatto con la scuola fornendo loro notizie e scoop. >>
<< E sarebbe più interessante se quel pervertito di Gin si decidesse di andarsene... >> sospirò Kurumu avvicinandosi.
<< Assolutamente! Io non ce la faccio più ad entrare con il costante pericolo che lui arrivi dal nulla solo per fotografarmi sotto la gonna! >> urlò Yukari innervosita << E' indecente come questa tettona! >>
<< Ehi, pianura, cerchi rogne?! >> ringhiò la succubus puntando i piedi << La tua è tutta invidia! >>
<< Giusto! Perché non ti unisci anche tu? >> propose Moka mentre il litigare delle altre due faceva da sottofondo << E' più divertente quando si è in tanti! Inoltre la cosa potrebbe anche aiutarti a conoscere la scuola! >>
Valutando l'idea, Keima si lasciò andare allo schienale con fare pensieroso << Giornalismo, eh? >> mormorò grattandosi il mento << Non è male come idea, ma vorrei provare anche gli altri club. >>
<< Perfetto! >> esclamò la vampira con fare estasiato girandosi verso Tsukune << Se non sbaglio il nostro prossimo articolo parlerà dei club della scuola, giusto? >>
<< B-Be'... penso di sì... >> rispose insicuro il ragazzo.
<< Allora è deciso! Io accompagno Keima per i club, voi invece andate da Morioka-senpai, va bene? >>
<< Se non c'è altra scelta... >> rispose Mizore per le altre due, troppo impegnate a litigare.
<< Allora noi andiamo, a dopo! >> sorrise Moka prendendo Keima per un braccio e trascinandolo.
<< N-No! Ehi, Moka non tirare! Ti sto seguendo! >> esclamò l'altro cercando di liberarsi, scomparendo poi dalla porta prima che potesse riuscirci.
<< Certo che quei due sono davvero intimi... >> commentò Kurumu tenendo ferma Yukari con una mano sulla testa mentre quest'ultima tentava di acciuffarla muovendo le braccia in cerchio, come nelle più classiche gag del “basso contro l'alto”.
<< Non vi preoccupate. >> sorrise Mizore << Ci penso io a tenerli d'occhio. >>

-

<< Il club di matematica? >> mormorò Keima osservando l'insegna.
<< Sì, sembrerebbe sia diretta da Kagome-sensei, la nostra professoressa di matematica. >> parlò Moka leggendo il volantino << Vuoi provarlo? >>
<< Non che i numeri siano proprio il mio forte, ma vediamo com'è... >> rispose lui aprendo la porta con fare poco convinto.
Ma come spalancò la porta, davanti a lui apparve la scena di una crudele donna sopra una cattedra vestita di un corpetto di cuoio nero intenta a frustare gli studenti sotto di lei, tutti impegnati a leggere in modo ossessionato qualcosa sulla matematica.
Immediatamente, Keima e Moka arretrarono, chiudendo la porta come se non l'avessero mai aperta.
<< Okay... >> parlò Keima, ancora stordito dalla sorpresa << Direi che il club matematica sia... >>
<< ...escluso. >> finì l'amica, anche lei con la bocca spalancata.
<< S-Sì... escluso. Passiamo al prossimo? >>
 I club successivi furono abbastanza normali, se non fosse per il fatto che tutti erano un vero inferno per lui. Non che trovasse difficoltà nell'inseguire una palla o simili ma, ogni qualvolta giocava, tutti i membri tentavano di fargli un qualche tipo di dispetto.
Ad esempio a basket c'era chi gli faceva lo sgambetto, chi a calcio tirava pallonate dirette a lui -e,se si conta che sono tutti demoni, il pericolo era triplicato-  o chi nel club di cucina gli passava passava accanto per poi “inciampare” verso di lui, rischiando di colpirlo con pentole piene d'acqua caldissima o coltelli. Insomma, un vero e proprio tentativo di emarginazione.
I motivi?
Il primo era sicuramente perché Keima si era rivelato molto bravo negli sport che provava e forse, appunto perché era più bravo dei capitani stessi, quest'ultimi si sentivano minacciati nella loro immagine, finendo così con il cacciarlo via con patetiche scuse come “Non abbiamo posto” o “Non vogliamo sbruffoni come te nel nostro club!”. Il secondo era perché, ovviamente, c'era Moka.
Fra quelli che volevano fare bella figura con lei nella speranza di impressionarla -fallendo per colpa del vampiro-, chi tentava di uccidere Keima per gelosia e chi tentava di abbordarla, ad occhio e croce dovevano aver superato almeno metà popolazione maschile dell'accademia.
Così, alla fine, dopo un pomeriggio passato più a sopravvivere che provare i club, tutto si concluse con il club di “Scherma Medievale”.
<< Mi spiace tanto, Keima! Sul serio! >> esclamò Moka, dispiaciuta << E' tutta colpa mia! >>
<< Non ti preoccupare... >> sopirò lui ricoperto di graffi dalle testa i piedi e la divisa sporca e malconcia << Uhm... succede. >>
<< Uh... l'ultimo club è quello di Scherma Medievale, vuoi fare un tentativo? >>
<< Sì... >> rispose lui leggermente abbattuto << … almeno se anche con questo fallisce non mi rimarrà che il tuo club. >>
<< Allora speriamo che fallirai. >> sorrise l'amica con l'occhiolino e mostrando la lingua in modo dispettoso.
La sede del club di Scherma Medievale si trovava immediatamente vicino alla palestra, del resto come la maggior parte dei club sportivi in cui si richiedeva uno spazio chiuso dato che avevano una sola palestra e si doveva fare a turni.
Comunque sia, fortuna che voglia, Moka e Keima capitarono proprio nel giorno in cui era il loro turno, mettendoci così non troppo tempo a trovarla.
<< E' permesso? >> domandò Keima entrando attraverso il portone della palestra, venendo subito investito dal tintinnio di spade che si scontravano fra di loro. Rimase leggermente di stucco quando li vide maneggiare con spade di metallo, affilate in entrambi i lati e pericolose, ma del resto... non era mica in un'accademia normale, lui.
Immediatamente l'esercitazione si fermò di colpo, voltandosi verso i due intrusi.
<< Sì? >> domandò con seria professionalità quello che doveva essere il loro capitano, avanzando verso i due vampiri.
<< Uhm, salve. Sono Keima Kurosaki, un nuovo iscritto... >> esordì Keima mentre i membri davanti a lui lanciavano occhiate lussuose in direzione di Moka che, come le altre volte, per la vergogna si nascose dietro Keima -che d'altronde era un po' più alto di lei-, facendo innervosire non pochi studenti.
<< Ah, sì. >> lo interruppe il capitano con noia << Sei quello che sta vagando per la scuola alla ricerca di un club. Sei venuto qui per “provare”, giusto? >> Keima fu sul punto di rispondere affermativamente, ma il ragazzo continuò secco << Be' ti risparmio la fatica: no. Ora vattene di qui, stai disturbando l'esercitazione. >>
<< Ma... >>
<< Mi hai sentito. Non voglio pivelli che giocano con le mie armi solo perché “gli va'”. >>
<< Perché non può?! >> saltò su Moka << Ha il diritto di provare i club che gli interessano! >>
<< E io ho il diritto di dire di no dato che queste sono armi vere, per professionisti. Non sono stupide canne di bambù per giocare, queste uccidono. Se vuoi fare il “piccolo guerriero” iscriviti al club di Kendo, il suo turno è domani. >>
Una risata si udì levare dagli altri membri del club, tutti diretti a schernire il ragazzo e a mandarlo via.
<< Io so cosa maneggio. >> puntualizzò Keima, sentendosi accusato.
<< Credimi: tutti sanno, nessuno fa. >>
Keima cominciò ad irritarsi, avvertendo nell'aria un'atmosfera ostile, odiosa. Del tutto simile a quelle precedenti.
<< D'accordo, addio. >> sbuffò limitandosi dargli le spalle, non potendo fare nient'altro.
<< Bravo, tornatene a giocare con le spadine di bambù! >> rise ancora il capitano, guardandolo lasciare l'edificio inseguito da una Moka dispiaciuta.
A grandi falciate Keima tornò ad attraversare la palestra, sentendosi un totale straccio, un rinnegato.
Era così anche nella sua vecchia scuola, nell'infanzia. Tutti a giudicare per quello che sembrava, non per quello che era.
<< Keima! >> esclamò Moka dietro di lui << Aspetta, ti prego! >>
Ad un tratto, come se avesse obbedito a quelle parole, il ragazzo si arrestò di colpo.
<< Non badare a quello che dicono! >> tentò di alleviare la vampira, poggiandogli una mano sulla schiena << Non sa- >>
<<  ...a terra. >> parlò Keima sopra di lei, serio e determinato.
Moka non capì.
<< Come hai det- >>
Nemmeno il tempo di capire di finire la frase che Keima si girò di scatto e l'avvolse in un abbraccio, gettandosi poi al suolo mentre dietro di lui la porta della palestra esplodeva in fumo e detriti.
<< YORIKA! >> esordì la vociona di un ciclope alto sette metri e ben corazzato con un'armatura di metallo, armato inoltre di un pericoloso martello grosso quasi quanto lui << E' giunta l'ora della vendetta!! >>
<< Ma che...?! Wataru?! >> gridò il capitano mentre i suoi compagni arretravano, intimoriti << Che diavolo stai facendo?! >>
<< Sono qui per vendicarmi perché mi hai soffiato via la ragazza!! >>
<< CHE COSA?! >>
<< Te l'ho detto che un giorno sarei venuto a vendicarmi, maledetto playboy! Hai ingannato la mia ragazza! >>
<< Guarda che ti ha lasciato perché eri brutto e grasso! >>
Al suono di quell'insulto, Wataru serrò i denti con rabbia, fissando con odio il capitano di Scherma Medievale.
<< C-C-Come osi... >> mormorò con le dita tremanti dalla furia ben salde al suo martello << … me la pagherai cara!! >>
In un grido di rabbia, il ciclope caricò con furia ceca, facendo tremare l'intera palestra ad ogni suo passo, schivando Moka e Keima di pochi centimetri.
Guardandolo venire dritto verso di loro, i membri della Scherma Medievale fuggirono nel panico più totale, lasciando solo il loro capitano che, per la paura, inciampò nell'indietreggiare rimanendo poi fermo, paralizzato dalla vista del martello cadere dritto su di lui.
<< A-Aiuto! >> urlò vedendo la sua vita scorrergli davanti, tenendo in avanti la spada in un patetico tentativo di difesa.
Improvvisamente, come a risposta di quelle parole, due lampi rossi illuminarono la palestra.

Quando il rosario sul petto viene rimosso, il sangue vampiresco di Moka si risveglia.

Quando il rosario sul polso viene rimosso, il sangue vampiresco di Keima si risveglia.


L'istante dopo, un secco rumore metallico arrestò di colpo l'esecuzione, fermando l'arma ad esattamente un metro di distanza da Yorika.
<< Che seccatura, perché mi devo scomodare per una mezza calzetta come lui?! >> si lamentò Inner Keima contrastando a denti stretti l'immenso martello del ciclope, armato di una spada lunga, violando ogni legge della fisica.
<< Uh? L'ho schiacciato? >> si chiese Wataru prima di venir buttato di lato da un calcio volante di Moka, portando con sé il suo martello e liberando Keima dalla morsa.
<< Spesso me lo chiedo anch'io. >> sorrise Moka guardando Yorika, ancora con gli occhi spalancati dall'incredulità << Vuoi fargli vedere come si usa davvero una spada? >> chiese spostando lo sguardo verso Keima << E' tutto tuo. >>
<< Certamente... >> sogghignò sicuro l'altro vampiro facendo una breve corsetta, dando al nemico tutto il tempo di rialzarsi e prepararsi a riceverlo << ...showtime! >>
Non appena il ragazzo fu a tiro, il ciclope mosse rapidamente le braccia in avanti, ansioso di schiacciarlo sotto l'immensa massa di metallo della sua arma, ma come questa si abbassò, essa non colpì nulla, se non il legno levigato della palestra che si accingeva a spararsi in alto dovuta dalla potenza del colpo.
E, proprio in mezzo a quei detriti, la figura di un Keima sorridente si distinse arrogante, fluttuando fra di essi come per farsi beffa del suo nemico.
Irritato, Wataru tentò di estrarre il suo martello e sferrare un secondo colpo, ma Keima fu più veloce e atterrò sull'impugnatura in legno, percorrendola poi in direzione del mostro brandendo la spada nello stesso modo in cui un bambino avrebbe fatto con un ramoscello.
L'attimo dopo, non appena Keima fece ingresso sulla mano, l''impugnatura si divise in tanti piccoli cerchietti, rendendo il martello pressoché inutilizzabile.
<< Maledetto! >> ringhiò il ciclope passando alle mani e tentando di acciuffarlo, fallendo in continuazione << Anche tu vuoi aggiungerti alla lista delle persone che voglio far fuori?! >>
<< Perché no? >> ridacchiò Keima passando oltre la sua testa con un balzo elegante, puntando dritto sulla sua schiena << Ricordati però di aggiungermi per ultimo!  >>
Rapido, Keima impugnò la sua spada con due mani e si lasciò cadere in un perfetto rettilineo, aprendo il retro dell'armatura del ciclope come se avesse appena abbassato una cerniera a zip.
<< Ah, giusto, me ne stavo per dimenticare... >> sogghignò il vampiro atterrando sul pavimento per poi proiettarsi in avanti con un secondo balzo, dritto verso l'apertura creata << … resta al tuo posto! >> gridò colpendo un punto sulla spina dorsale con l'elsa della spada, applicando abbastanza pressione da stordirlo.
Senza più alcun contatto con la realtà, il ciclope barcollò in avanti eseguendo alcuni passi incerti mormorando<< S-Sissignore... >>  prima di cadere con gli occhi all'insù e la saliva alla bocca, segno che era completamente KO.

Il vincitore di questo capitolo è stato deciso in 337 parole! Chuu~

<< A quanto vedo sei parecchio portato per le armi da taglio... >> commentò Moka guardando Keima avvicinarsi con la spada appoggiata sulla spalla << Cos'è, durante tutti questi anni ti sei allenato? >>
<< Sfortunatamente non ho mai avuto modo di impugnare un'arma. >> rispose l'altro picchiettandosi la spalla con il lato non tagliente della spada, come a rilassare i muscoli.
<< Eppure ne sei capace... pensi che sia destino? >>
<< Io penso più che sia ironia della sorte. >> sospirò Keima, riferendosi al suo nome.
<< G-Grazie mille! >> esclamò Yorika avvicinandosi con le lacrime agli occhi << Non so davvero come ringraziarvi, davvero grazie! >>
<< Non l'abbiamo fatto per te. >> rispose freddo Keima lanciandogli un'occhiata in cagnesco << Ti abbiamo solo salvato per caso mentre tentavamo di salvare la palestra, quindi non fraintendere. >>
Alla vista di quell'evidente bugia, Moka sorrise.
<< Uh.. uh... gra... grazie mille lo stesso! >> riprese il capitano sfregandosi le mani con fare servizievole << E per quanto riguardava la tua proposta di unirti al club di scherma medievale... >>
<< No grazie, non più interessato. >> sbuffò il vampiro dandogli le spalle, stanco di guardarlo.
<< Ma... ma... ma le tue abilità potrebbero... >>
<< Come ho detto, non mi interessa più. Ho già deciso in che club unirmi. >>
<< Come sarebbe a dire?! >>
<< Ah, giusto e per la ricompensa... >> Keima si avvicinò a Yorika, facendolo sobbalzare dallo spavento << … penso che mi prenderò la tua spada. >> disse afferrandogli il fodero sulla cinta e tirandolo a sé, staccandolo senza romperlo poiché era mal legato.
<< M-Ma quell'arma è fatta di materiali di inestimabile valore ed è stata forgiata da uno dei migliori fabbri del mondo! Tu non poi...! >> esclamò il capitano, inabilito.
<< Appunto per questo la prendo. >> rispose il vampiro rinfoderando la spada e legandosela alla sua cinta << Mi sembra un'ottima spada e mi piace... spero non ti infastidisca. >> sogghignò dandogli le spalle ancora una volta e avviandosi con passo calmo verso l'uscita << O preferisci forse che Wataru torni a farti visita? >>
<< Hii!! >> urlò nel panico Yorika gettandosi in una posa di totale sottomissione << G-Grazie di tutto! >>


<< Ti piace davvero fare il bullo, eh? >> ridacchiò Inner Moka affiancandolo procedendo a passo lento attraverso il cortile.
<< Più che altro mi piace far rimangiare a chi se lo merita le loro stesse parole. >> rispose Keima con un sospiro << Sfortunatamente, quest'ultimi sono davvero tanti. >>
<< Adesso che intendi fare con quella spada? >>
<< Ovviamente la userò per proteggerti, non che ne abbia altri usi.  >>
<< Parole audaci le tue... E se ti dicessi che c'è già qualcun altro a proteggermi? >>
<< Parli del tuo ghoul, quel “Tsukune Aono”? >>
<< Esattamente. >>
<< Be'... tanto meglio. >> sogghignò il vampiro << Saremo in due a proteggerti: più sicurezza per te, meno fatica per me. >>
Moka si lasciò sfuggire un sorriso divertito da quell'affermazione.
<< A proposito... >> riprese Keima toccandosi lo stomaco << … comincio a sentirmi debole... Pensi che...? >>
<< Sicuramente. >>
<< Oddio... >

-

<< Mi domando come stiano Moka-san e Keima-san... >> sospirò Tsukune con la testa appoggiata al tavolo del club di giornalismo.
<< La giornata sta per finire e dobbiamo ancora finire l'articolo... dove si saranno cacciati quei due? >> si lamentò Kurumu con le braccia incrociate, parecchia nervosa.
<< Giuro che se quel nemico delle donne ha fatto qualcosa alla nostra Moka-san, lo concio per le feste! -desu! >> esclamò Yukari anche lei del medesimo umore.
<< A proposito... che relazione ha questo “Keima” con Moka-san? >> domandò Gin.
<< Non so esattamente che significhi >> rispose Kurumu << ...ma in pratica Keima-san sarebbe il famiglio di Moka-san, risultando qualcosa del tipo il “Cavaliere” e la “Regina”... boh. >>
<< Comunque sia, Mizore-chan non dovrebbe essere con loro? >> chiese Tsukune.
Kurumu fu sul punto di rispondere a quella domanda quando ad un tratto la porta del club si spalancò, permettendo ad una Moka e un Keima trasformati di entrare nella stanza con passo fermo.
<< Keima-san? Moka-san? >> domandò Tsukune, leggermente preoccupato << Perché siete...? >>
Senza dir nulla, il vampiro avanzò a grandi falciate attraverso la stanza finché, come preso da un impeto di rabbia, prese Tsukune per il collo e lo portò ad altezza uomo.
<< Che stai facendo?! >> gridarono le due ragazze e Gin, scattando in piedi, pronti ad intervenire al primo segno di pericolo.
<< K... Keima-san...? >> mormorò Tsukune a denti stretti, cercando di divincolarsi, inutilmente.
<< Cristo... >> rispose Keima con un sospiro << Non posso crede di starlo per fare... >>
<< Eh...? >>
<< Be', itadakimasu! >>
E, senza troppi complimenti, Keima affondò i denti nel collo di Tsukune.

Chuu!!~



Note di fine capitolo:

E con questa gag, che spero vi sia piaciuta, anche questo capitolo è concluso, è stata una faticaccia! ;) (Itadakumasu significa "Buon Appetito" in giapponese, giusto per quelli che non lo sapessero XD)
Sì, lo so, avete due domande per me, non è vero?
La prima è sicuramente: “Perché da Kaito è passato a Keima?”
Be', la risposta sta tutto nello scacchi giapponese, lo Shogi! Andatelo a cercare su google e guardate i nomi dei pezzi... capirete il mistero XD
La seconda domanda non può che essere: “PERCHE' DIAVOLO CI METTI COSI' TANTO A POSTARE IL PROSSIMO CAPITOLO!?”
Be'... boh. XD Scusate per i miei ritardi, ma non so cosa rispondervi a dir la verità. Forse perché non avevo mai voglia di scrivere, forse perché scrivevo mezza riga ogni settimana o forse perché avevo altro da fare, alla fine la produzione del capitolo finiva sempre con il rallentare.
Tuttavia, leggendo tutti i messaggi privati che mi avete mandato (Che sono davvero tantissimi, vi ringrazio di cuore ragazzi) dove, sotto forma di minacce, mi chiedevate di mandare avanti la storia, possiamo dire che alla fine mi hanno motivato XD
Sono davvero contento e sorpreso del fatto che vi sia piaciuta così tanto, io non me l'aspettavo, sul serio! XD
Così, per ringraziavi, ho voluto rispolverare i vecchi due capitoli in modo da dare loro un piccolo miglioramento grafico. Dategli un'occhiata, ora sono un più decenti di prima XD
Cosa dire? Ancora una volta grazie di cuore per tutti gli mp che mi mandate e spero vi sia piaciuto questo capitolo dove si capisce un po' di più il legame fra Moka e Kaito Keima! XD

A prestissimo, il vostro “LoScrittoreMisteriosoX”!


P.S. Ah, inoltre e ho pensato anche di postare anche il tema di “Inner Keima”, come di tradizione a quest'opera... spero vi piaccia anche se l'ho presa da Pokémon, l'ho trovata davvero azzeccata XD

Inner Keima's Theme

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