Just like an Angel

di Shinji Kakaroth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 00 - Il risveglio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 01 - Famiglia ***
Capitolo 3: *** Capitolo 02 - Insieme ***
Capitolo 4: *** Capitolo 03 - Incontro ***
Capitolo 5: *** Capitolo 04 - Decisione ***



Capitolo 1
*** Capitolo 00 - Il risveglio ***


'Cosa è stato veramente?
Io non lo saprei dire.
Ho vaghi ricordi di quei momenti.
L'odore del sangue.
L'odore della mamma.
Le persone che mi vogliono bene.
Le persone a cui voglio bene.
Mio padre.'

PAT!

"Ahi!"
"Baka-Shinji, già con la testa fra le nuvole di primo mattino?" Asuka gli piombò da dietro con una pacca che di amichevole aveva ben poco.
"No è che..." fece lui.
"Tsk! Che espressione orrenda che hai a prima mattina. Ora spostati che devo andare in bagno." il ragazzo si spostò facendola passare.
Nella sua mente era ancora un po' confuso e quella mattina stessa darebbe dovuto andare da Ritsuko-san per un controllo.
Forse era naturale dopo tutto quello che aveva passato.
Era rimasto chiuso per più di un mese all'interno di un Eva e non aveva ricordi chiari della cosa, se non tramite i filmati di controllo della Nerv che a lui però sembravano tanto distanti quanto un film straniero.

"Buon giorno." la voce di Ayanami dall'uscita della metropolitana.
Da quando era stato tratto in salvo dall'Eva lei era diventata diversa, piu' gentile.
Ricordava vagamente di averla vista piangere, aggrappata al corrimano nella zona superiore all'hangar dov'era contenuto lo 01.
La prima volta che l'aveva rivista chiaramente era in un letto d'ospedale. Ogni volta che finiva in ospedale lei veniva a vegliarlo.
"Sai, saresti un ottima infermiera." gli disse una volta, sorridendole.
Lei arrossì a quel complimento e boffonchiò qualche parola d'assenso "S..sì, forse..."
Ora era lì, di fronte a lui, che gli tendeva la mano.
Non ne conosceva il motivo, ma quel palmo bianco aveva già magnetizzato l'attenzione dei suoi sensi e la prese senza pensarci due volte.
"Sai, ti trovo cambiata da un po' di tempo a questa parte." fece lui, mentre si dirigevano a scuola mano nella mano.
"Trovi la cosa strana? Spiacevole?" subito lei si preoccupò ritraeno la mano dalla sua.
Il ragazzo la trattenne con la sua "Affatto, è come se il mio cuore sia sempre al caldo sotto una coperta quando sono con te." lei arrossì ancora, cosa che non poteva nascondere giacché sulla sua carnagione chiara si notava immediatamente.
"I piccioncini già a quest'or... ma che..." Kensuke raggiunse i due incredulo "Ma tu non facevi il filo a Soryu? Ah! Chi ti capisce e' bravo..."
"Ma che stai dicendo? Io e Ayanami..." la ragazza gli strinse la mano un po' più forte per qualche secondo, come una contrazione improvvisa. Shinji la notò e si voltò verso di lei, che era ancora più rossa.
"Vedi?" disse Kensuke esaminando il volto della ragazza "E' come dicevo io... be' ci vediamo a scuola, non vorrei mai disturbare questi momenti romantici..." sorrise dicendo tra se' "...visto che potrebbero finire da un momento all'altro."
"Shinji," disse Rei sotto voce, quasi non volesse farsi sentire dal mondo "quello che hai detto prima..."
"Che sei cambiata?" fece, mentre riprendevano a camminare.
"Ecco, volevo parlarti di questo. Non sono io a essere cambiata." ascoltò le parole ma non riuscì a comprendere il significato. Stava per chiedere spiegazioni quando Asuka piombò in mezzo a loro, spezzando l'intreccio delle loro mani.
"Hey! Che state facendo così appiccicati?"
"Niente." si scusò prontamente Shinji.
"Di quella cosa, te ne parlerò più tardi." promise Rei.
"Di cosa?" la curiosità apparve sul viso della rossa.
"Nulla, una cosa senza importanza." fece Shinji, schermandosi.
Ed Asuka continuò a tormentarlo quasi per tutto il giorno, fino a quando l'intervallo non spezzo' la routine e il ragazzo ebbe modo di parlare con Rei.

"Quello che volevo dirti..." comincio', non appena furono soli "...è che..."
"Ah... oddio... è la mia prima volta..." disse Shinji imbarazzato, aspettandosi una confessione d'amore.
"No, quello che volevo dire è..."
"ATTENTOOOOOOOOOOOO!" una voce arrivò da dietro e quando Shinji si girò istintivamente verso la fonte del suono la piccola pallina da baseball stava già per colpirlo sulla fronte.
Chiuse gli occhi istintivamente.
Nulla.
Aprì gli occhi stupefatto.
La pallina era per terra qualche metro più in là.
Il ragazzo che aveva gridato s'era avvicinato "Ti sei fatto male?"
"No." rispose laconico Shinji.
"Per fortuna." raccolse la palla dal terreno e tornò verso il terreno di gioco.
Shinji si volse verso la First Children "Cos'è successo?"
"E' proprio quello di cui volevo parlarti!" disse Rei, raccolse un sasso da terra e lo passò a Shinji, che lo raccolse al volo "Lancialo contro di me con tutta la forza che hai."
"Ma che stai dicendo?!?" il ragazzo si stupì della richiesta folle di Ayanami "Non potrei mai fare una cosa simile."
"Fidati." il volto di Rei era serio, come non lo era da tanto.
"Va bene..." il ragazzo pero' mirò in modo da non colpire la ragazza, a qualche decimentro all'altezza della testa "Sei pronta?"
"Quando vuoi, lancia pure!" la determinazione e una strana quiete si riusciva a percepire da lei.
"PRENDI!" gridò, mentre lanciava con tutta la forza.
Il sasso andò dritto verso il punto in cui aveva mirato, ma Ayanami si spostò verso quel punto e la pietra le avrebbe sicuramente colpito la fronte.
Shinji rimase stupito nel vedere la reazione fisica dell'oggetto.
Colpi' l'aria a qualche centimetro dalla fronte della ragazza e cadde per terra, come se avesse incontrato un muro d'aria.
"E' questo che è successo anche a te, prima." il ragazzo era pietrificato.
"Qu... quello e...era u...n..." stava per dire.
"Sì." e s'avvicinò piano a lui.
"T...u... sssei..." continuò.
"Sì. Io e te. Noi siamo..." il ragazzo svenne.

Il calore del seno della mamma.
L'odore della mamma.
La voce candida della mamma, la prima dolce musica.
Il sapore del latte materno.
Il viso sorridente della mamma.

"Shinji." il viso preoccupato di Ayanami.
Il ragazzo era steso sotto un albero, col capo appoggiato alle gambe della First.
"Io... cosa m'e' successo?" si alzò piano.
"Hai avuto un mancamento, ora stenditi." lo fece riappoggiare. Il tempo era bello e la brezza che soffiava facendo frusciare le foglie e creando giochi d'ombra sotto gli alberi era rilassante.
"Prima..." cominciò a ricordare di poco fa.
"Ascolta attentamente." lo fermò Rei "Noi siamo umani eppure non lo siamo. Per questo non dobbiamo temere la nostra natura. Dopotutto questa forma umana ci è propria." lui la ascoltava in silenzio, lasciandosi trascinare da quelle parole "Io e te. Era questo che volevo dirti. Il primo ad essere cambiato sei stato tu. Quando sei uscito dall'Eva. Sei diventato un essere superiore, un angelo, anche se non ne provi consapevolezza e questo aspetto di carne e ossa dissimula la vera natura della tua essenza."
"Io, un angelo." alzo' la mano verso il sole che filtrava tra le foglie, ne osservò attentamente il dorso e il palmo, ma non ne riscontrò differenze da prima.
"Io ancora non avevo consapevolezza della mia esistenza e della mia vera natura. E' stato al tuo risveglio nel letto d'ospedale che qualcosa si è mosso nel mio animo." portò una mano al petto "Quella cosa incerta che prima sentivo verso di te era cambiata, trasformandosi in certezza assoluta." Shinji continuava ad ascoltarla, rapito dalla lunga conversazione che stava facendo "Noi due eravamo simili. Esseri unici. Non in quanto persone, ma in quanto esseri a sè. Ho sempre evitato il contatto con gli altri perché in cuor mio sentivo di non potermi comprendere davvero con altre persone, proprio perche' non erano della mia stessa razza." abbassò lo sguardo verso di lui "Ho sentito in quel momento che io e te eravamo simili, creature unite dalla medesima provenienza. Ed è stato poco dopo che mi sono accorta che ti amavo, fratello mio." lui venne rapito dal bacio che la ragazza gli riservò.
Le sue labbra erano calde, umide, come il seno della mamma.
Shinji comprese.
Sentì anche lui quella verità.
Ora era veramente diverso.
Diverso da Misato-san.
Diverso da Asuka.
Diverso da suo padre.
Ora faceva parte di un altra famiglia.

"Cosa faremo? Se dovessero scoprire la verita'..." si preoccupò subito di dire non appena il contatto tra le loro labbra cessò.
"Per ora facciamo finta di nulla e comportiamoci normalmente. Finchè non svilupperemo un Field eccessivo, non potranno individuarci."
"Ma se dovessero?" chiese timidamente il ragazzo.
"Allora io dovrò combattere. Non voglio che il nostro legame si spezzi." Shinji rimase stupito da una simile risolutezza.
"Io... sarò con te."
"Bene. Ora dobbiamo solo attendere. Un altro fratello in sembianze umane sta per raggiungerci. Fra un po' saremo riuniti." disse lei, mentre si rialzavano.
"Aya... Rei?" disse il ragazzo chiamandola per nome per la prima volta.
"Sì?" gli rispose, con un lieve sorriso.
"Siamo cambiati entrambi. Forse in meglio." poi si fermò a riflettere "Non ci lasceremo mai?"
"Il nostro legame durerà anche dopo la vita." rispose lei, sicura delle sue parole.
"Ti voglio bene." le sorrise.
"Anch'io." gli sorrise.

Tsuzuku...

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Capitolo 2
*** Capitolo 01 - Famiglia ***


La settimana che intercorse da li' fu molto difficile per Shinji.
Si sforzava di far finta che nulla fosse cambiato, che tutto fosse "normale", ma ormai nulla lo era.
Da quando aveva preso reale coscienza di se stesso la sua visione del mondo era cambiata radicalmente, tanto da essere a malapena in grado di camminare tra la gente di quella metropoli sotto assedio.

'Gli uomini continuano a moltiplicarsi a discapito della terra, continuano a bruciare le risorse naturali del pianeta, trasformando il terreno in loro habitat, coprendo la terra col cemento, soffocando la natura.
Come può Iddio avere ancora pietà per questi esseri egoisti e reietti? Disposti persino ad ammazzarsi l'un l'altro per trarne un qualche beneficio terreno.
Creature che si distinguono l'uno dall'altro solo per via del loro grande egoismo, che li separa, li fa nemici l'uno dell'altro. Esseri vili e irrisori che usano la conoscenza rubata al cielo per proteggersi, per continuare ad esistere. Il vostro tempo e' giunto. So che tra voi c'e' gente buona e gente cattiva, e non saro' io a giudicare chi vivra' o morira'.
A tutti riservero' la stessa sorte. Ci pensera' poi l'Onnipotente a distinguere tra buoni e improbi.'

Erano questi i bui pensieri che scorrevano nella mente di Shinji, mentre tornava a casa sulla metropolitana.
Quand'era a casa restava chiuso nella sua stanza. Non voleva vedere ne' Misato, ne' Asuka.
Non aveva il coraggio di osservare la loro umanita', quella stessa umanita' che ormai non era piu' sua. Ora lui avrebbe vissuto per l'eternita' in quel corpo, le montagne sarebbero state corrose dalla pioggia prima che una ruga avesse increspato il suo volto.
Eppure sentiva una sorta di pietà e dispiacere sgorgargli dentro.
Misato-san che era stata cosi' gentile con lui, che l'aveva si' usato, ma a fin di bene.
Asuka, con cui aveva vissuto fin'ora, con cui aveva passato momenti divertenti e di cui aveva dovuto sopportare le isterie e l'antipatia superficiale.
"Io..." stava pensando, nel buio della sua camera. Si fermo' quando una sensazione gli attraversava l'animo "Sta arrivando. Non credevo arrivasse cosi' presto."

L'indomani mattina presto il ragazzo era alle porte di Neo Tokyo 3.

Ora vi presento il vostro nuovo compagno, da poco trasferitosi, Kaworu Nagisa."
"Buon giorno!" saluto' tutti, facendo finta di non vedere ne' Shinji, ne' Rei.
Loro due lo sentivano.
Ora tutto sarebbe cominciato.
Ora tutto sarebbe finito.
Finalmente.

Tutte le compagne di classe di Shinji cominciarono a fare capannello sul nuovo venuto, ma il ragazzo riuscì ugualmente a brecciare l'assedio ed eclissarsi verso l'uscita.
Rei fu la seconda ad alzarsi e a uscire dall'aula, mentre Shinji la seguiva a poca distanza.
Asuka osservava la scena con scarso interesse.

"Fratelli." esordi' Kaworu, tendendo le mani a entrambi, che lentamente presero le sue e si presero per mano l'un l'altro, chiudendo quel cerchio.
"Ora siamo uniti." disse Rei.
"Tre unici individui simili." fece notare Shinji.
"Noi porteremo sulla terra e sugli uomini cio' che chiamano sgomento e terrore. Noi uniti potremmo portare alla rovina questa terra, ma non e' questo il nostro scopo." sorrise "Cio' che vogliamo veramente..."
"...l'estinzione." disse Rei, leggendo i pensieri che erano di Kaworu eppure erano suoi.
"Per i lilim nessuna speranza di salvarsi!" disse risoluto Shinji.
"Ora manca una sola cosa." sorrise Kaworu.
"Il quarto!" gli lesse nella mente Shinji.
"Dev'essere scelto per diventare uno di noi, un fratello." comprese Rei "Perche' dobbiamo essere in quattro? Forse non bastiamo noi tre?"
"Sorella, fratello... voi mi amate?" chiese Kaworu.
"Che domande, tu lo sai che ti amiamo, proprio nello stesso modo con cui tu ami noi."
"Allora ascoltate le mie parole." sorrise "Nei testi profetici c'e' menzione di quattro angeli, dobbiamo solo trovare il quarto." sorrise loro.

Attorno la nebbia mattutina si diradava e lasciava intravedere una scena fantastica. Tre ragazzi che discutevano nella bruma, sul tetto semi distrutto di un palazzo semidistrutto quasi al centro di un lago.
Nessuna barca accanto alla parte affondata nell'acqua. Nessun gommone o motoscafo.
Quando ebbero finito di parlare i tre si presero per mano e saltarono dal palazzo, direttamente giu' in acqua. Certo era un tuffo di dieci metri circa, ma sembrava non ne fossero turbati. L'impatto con l'acqua fece salire uno spruzzo alto, meno di quel che avrebbe dovuto. Non erano infatti immersi nell'acqua, ma camminavano sulla sua superficie, come se ci fosse un pavimento al di sotto della superficie del lago, eppure nulla era in quel punto o in quello successivo e quello dopo.
Arrivarono cosi' al bordo del lago e qui si separarono per tornare alle proprie case.

Tsuzuku...

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Capitolo 3
*** Capitolo 02 - Insieme ***


La stava osservando.
Bella, orgogliosa, adirata e imperfetta.
Conscia di sè, ma non del prossimo.
Fosse stata una dea sarebbe stata la spietata Giunone.
Lei non poteva capirlo.
Non poteva stringere la mano tesa del ragazzo.

Per questo non posso scegliere lei.

E Misato?
Bellissima e prospera.
Ancora una donna in fiore, nonostante l'età.
Un cuore grande e pieno d'amore batteva nel suo petto,
un passato cupo e triste, le drappeggiava le spalle.
Conscia del prossimo, ma non di sè.
Lei provava a capirlo, ma non riusciva.

Chi poteva allora?

Chi sarebbe stato scelto come loro fratello o sorella.

"Shinji?" fece Misato.
"Sì?"
"Ritsuko ti ha detto che stamattina non devi andare a scuola, vero?"
"Certo, devo andare alla base per dei test medici e dei prelievi."
"Non ti preoccupare," disse sorridendo e alzando la lattina di birra "sono solo una formalità... dopotutto con quello che hai passato, la sua preoccupazione nei tuoi confronti è più che comprensibile."
'La sua paura nei miei confronti, semmai. Se c'e' qualcuno che potrebbe capire qualcosa è proprio la dottoressa Ritsuko.' pensò il giovane "Ci vado fra poco."

"Molto bene. Per oggi abbiamo finito." gli fece quel suo solito sorriso di cortesia che propinava a tutti, prima di prendere una tazza di caffè.
"Allora, buon lavoro." disse di fretta, uscendo.
"Aspetta." si fermò sulla soglia "Dì a Misato che stasera sono di turno nel defrag dei Magi."
"Molto bene." si fermò di nuovo sulla soglia "Perchè non abbiamo ancora un test di controllo di sincronia con l'Eva?"
"Perche' lo 01 e' tutt'ora posto a sigilli, sotto il controllo della commissione." rispose con noncuranza.
"Ah." fece Shinji, trattando la risposta con le pinze. S'accorse che nella voce della donna c'era uno strano abbassamento, tipico di quando mentiva "Bene."

Non era stato difficile entrare nella gabbia dello 01.
Almeno sulle paratie d'emergenza non erano stati posti sigilli.
L'Eva era completamente ripristinato, con l'armatura costrittiva viola e quell'espressione truce.
Shinji sollevo' le mani verso il busto dell'Eva, sorrise, mentre si sollevava in aria, galleggiando, e toccava con le mani il torace, dove era nascosto il nucleo. Qualcosa emanò un bagliore e l'armatura si aprì.

Delle mani fuoriuscirono da esso.
Shinji le prese tra le sue e tirò, tirò con tutta la forza che aveva in corpo.
Tirò, come se da quello dipendesse la sua vita. Tirò, come una levatrice avrebbe fatto al posto suo.

Prima i polsi, poi le braccia.
Le dita intrecciate a quelle del ragazzo tremavano, mentre lui continuava a tirare disperatamente.
La testa venne fuori. Una chioma di capelli castani bagnati e infine il corpo.

Era una donna.
Lui non la riconosceva.
Lui non sapeva cosa ci facesse una donna nel nucleo dell'Eva.

Le dita del ragazzo strinsero la donna, il suo corpo nudo e meraviglioso non era la cosa che attraeva maggiormente il ragazzo. Era il suo volto, quel volto gentile che gli pareva familiare.
Quel volto che aveva già visto da qualche parte.
Il ragazzo s'era seduto accanto a lei sul ponte, difronte all'Eva. Con un braccio la teneva la schiena alzata, mentre con l'altro le accarezzava la mano.

"Ayanami!" le venne in mente lei. Non ne sapeva bene il motivo, ma le veniva in mente Ayanami, osservando il volto di quella donna.
Poi, dopo poco la donna aprì gli occhi, tossendo via l'LCL.
"Stai bene?" le chiese Shinji, tenendola tra le braccia.
"Io... sì... credo... dove sono?" si girò attorno.
"Tu ti trovavi nell'Eva. Ora sei tornata come nostra sorella." le sorrise.
"Io..." la donna era in chiaro stato confusionale.
"Non preoccuparti, ti spiegheremo tutto. Ora mettiti questo addosso e vieni con me." le porse la sua camicia e si diresse verso il portellone d'emergenza, che una volta passati, venne chiuso esattamente com'era prima.

La portò negli spogliatoi, dandole una divisa da membro della Nerv.
"Questo potrebbe andare, per ora." sorrise alla donna "Il tuo viso, io lo conosco. Perché?"
"Non lo so." allungo' la mano sfiorando la guancia di Shinji "Anch'io, credo di averti gia' visto. Io non so perche', ma mi sembra di ricordare..."
"Qual'è il tuo nome? Se non sbaglio non me l'hai ancora detto."
"Io..." sembrò rifletterci su, ma scosse la testa avvilita "Io non lo ricordo."
"Il mio nome e' Shinji." disse il ragazzo.
"Shinji?" la donna lo abbraccio, stringendo forte il suo viso al seno.
"Che fai?" disse il ragazzo imbarazzato, cercando di divincolarsi dall'abbraccio della donna.
"Io, non lo so proprio. Ma quando ho sentito il tuo nome," lo lasciò andare, gardandogli il viso "ho sentito l'impulso irrefrenabile d'abbracciarti."
"Perché?" la incalzò il ragazzo.
"Io questo lo ignoro." disse dispiaciuta.
"Non crucciartene." le tese la mano "Andiamo sorella."
"Sì, andiamo."

Uscirono in breve tempo dalla base della Nerv, presero un autobus, diretto a casa di Misato.
"Ti senti ancora a disagio?" le fece Shinji, tenendole la mano "Ricordi forse qualcosa?"
"Io... no, scusa." disse d'istinto.
"Non c'e' bisogno di scusarti. Tu non hai colpe. E' stato sicuramente mio padre... sicuramente sarà stata colpa sua." uno scossone li fece sobbalzare di poco.
"Tuo padre?" disse distrattamente "Questa Misato, di cui mi hai parlato, è tua madre?"
"No. E' la mia tutrice." disse con un po' di tristezza negli occhi "Si occupa di me... anzi in verità sono io che mi occupo di lei." sorrise "E' una donna davvero gentile e interessante, anche se è molto disordinata."
"Tu le vuoi bene?" gli chiese.
"Sì."
"Come se fosse tua madre?" continò.
"Non lo so. Per un certo periodo l'ho vista in questo modo, e mi faceva piacere." non arrossì, ormai era superiore a questi stati d'animo umani "Ma in realta' Misato non e' nata per diventare madre. Non ci e' portata. E' piu' come una sorella maggiore."
"Dev'essere davvero una brava persona se ne parli in questa maniera."
"Lo è. Lo è davvero."

Arrivati alla fermata, percorsero il tratto fino a che arrivarono al condominio, presero l'ascensore ed entrarono in casa.
"Sembra che non sia tornato ancora nessuno. Strano." accese la luce "Prego, accomodati. Qui, è dove abito, dove le mie spoglie mortali riposano."
"E' davvero un bel posto." disse, guardandosi in giro "Davvero pulito."
"Grazie. Come addetto alle pulizie, sono onorato dei tuoi complimenti." le indico' una sedia "Mettiti pure a sedere. Preparo del the. Dovrebbe essere tanto che non ne prendi una tazza, no?"
"Ti ringrazio." disse, sorridente.
Shinji si infilo' in cucina, mise l'acqua nel termos elettronico, che la riscaldò in 5 minuti. Poi prese delle bustine, le mise in due tazze e ci versò dentro l'acqua bollente.
Portò entrambe le tazze sul tavolo, poi tornò in cucina per prendere la zuccheriera e vide la giovane donna bere dalla tazza.
"Non dovresti avere cosi' fretta. Senza lo zucchero e' ancora amaro." le disse.
"Però riscalda." l'espressione sul volto di questa donna.
Lui l'aveva gia' vista.
Sì, ricordava di quand'era ancora umano.
Era Rei.
"Rei..." disse senza pensare.
"Rei?" rispose la donna mentre aggiungeva un cucchiaino di zucchero al suo the.
"Ehm... che ne dici se finché non avrai ricordato il tuo nome ti chiamassi Reiko?" propose il ragazzo, preso di soprassalto dal ricordo e da quella sensazione di calore che stava provando nel suo animo.
"Reiko. E' un bel nome." gli sorrise "Ti ringrazio."
Il viso sorridente della donna fece uno strano effetto.
Non riusciva a capire perche' quella felicità che provava era così strettamente legata a una irrazionale nostalgia.
'Io non lo capisco davvero.'

Tsuzuku...

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Capitolo 4
*** Capitolo 03 - Incontro ***


"Sono tornata. Shinji, sei a casa? Volevo parlarti di..." Misato rientrò di fretta in cucina, mentre si toglieva l'elastico dai capelli, lasciando cadere la sua criniera sulle spalle "Ah... non credevo che il piccolo Shin-chan..."
"Misato-san, questa è Reiko-san. L'ho incontrata oggi alla Base e mi ha accompagnato a casa." sapeva che quel che stava dicendo non era una menzogna, ma solo una mezza verità, per eliminare eventuali sospetti dalla mente di Misato.
"Oh... Molto piacere." fece un inchino, mentre Reiko si alzò piano e contraccambiò al saluto della donna.
"Il piacere è mio."
"Stavamo parlando un po' di come vanno le cose. Volevi dirmi forse qualcosa, Misato-san?" chiese incuriosito dall'espressione maliziosa della donna.
Misato s'avvicinò all'orecchio di Shinji e sottovoce gli disse "Non credevo che ti piacessero così adulte... eppure con me non ci hai mai provato." e sbottò a ridere.
"Non prendermi in giro." fece, senza mostrare segni di imbarazzo, ormai quelle erano cose passate.
"Questa sera esco e starò fuori fino a tardi." mentre parlava si diresse verso la sua stanza aprendo lo shoji* e richiudendolo dietro di sè, per nascondere la confusione che nella sua stanza regnava sovrana "Non uscire di casa, perché mi ha chiamato Asuka e m'ha detto che s'è scordata la chiave magnetica."
"Va bene." disse come se niente fosse.

Dopo qualche minuto, Misato uscì in mutande e canottiera e si diresse in bagno.
Shinji e Reiko, continuarono ad assumere lentamente il the verde caldo.
Dopo altri minuti e rumori d'acqua corrente e sciacquettii vari, Misato rientrò nella sua stanza e quando ne uscì era veramente tirata a lustro, con un magnifico tailleur rosso, un trucco perfetto che le impreziosiva il già bel volto e la sua croce bianca attorno al collo.
Shinji non sapeva perche' portasse quella croce, non ricordava d'averla mai vista andare in chiesa o pregare, eppure ovunque andasse portava quel piccolo accessorio con se.
"Domattina non mi svegliare, lasciami la colazione nel micro-onde." alzò la mano in segno di saluto "E' stato un piacere conoscerti Reiko."
"Anche per me." le sorrise.

Il resto della serata lo passarono seduti l'uno accanto all'altra, sul grande divano davanti alla televisione. C'era un drama particolarmete triste sul rapporto difficile tra una madre e un figlio separati alla nascita. Il reincontro di fine storia dei due, lasciò entrambi in lacrime.
Quando poi s'accorsero che anche l'altro stava piangendo, scoppiarono a ridere, cercando di asciugarsi le lacrime.
"Non era un granchè come storia e interpretazione, però non so perché mi abbia commosso." disse il ragazzo, schermandosi.
"Forse non era l'interpretazione che è riuscita a parlare al tuo cuore." disse la donna ponendo la mano destra sul petto del ragazzo.
"Sai..." si confessò, stringendo la mano della donna "Io non ho molti ricordi di mia madre. E' morta quand'ero ancora piccolo e mio padre non ha tenuto neanche una sua foto. Così non ricordo neppure che aspetto avesse." prese la mano della donna anche con l'altra mano "Ricordo solo il calore del suo tocco, delle sue mani gentili che mi accarezzavano il viso, che mi asciugavano le lacrime, che mi stringevano al petto." portò la mano della donna sulla sua guancia destra "E quel calore, è molto simile a questo."
"Shinji..." fece la donna e per un attimo le sembrò di riuscire a ricordare qualcosa...
"Sono tornata!" una voce dall'ingresso scosse entrambi dal torpore tiepido che stava atraversando i loro corpi.
La presa di entrambi si sciolse e entrambi si girarono verso l'entrata.
La rossa entrò nella stanza e rimase sorpresa a notare che i volti che la stavano osservando non erano quelli di Shinji e Misato.
"Dov'è Misato? E questa chi è?" chiese subito aggredendo Shinji.
"Non le avevi detto che t'eri scordata la chiave?" rispose di rimando Shinji.
"Certo, era una piccola bugia per costringerla a non uscire con Kaji... ma tu, baka-Shinji, hai mandato a monte il mio piano perfetto!" gli strillò contro.
"Asuka, smettila. Eppoi il tuo modo di fare è fin troppo infantile."
La stava rimproverando al posto di scusarsi come faceva sempre, la cosa stupì la rossa, che rimase un po' sorpresa dalla reazione di Shinji "Anche tu sei solo un bambino, quindi non cercare di farmi la paternale. Quando non vuoi fare una cosa ti metti a letto e fingi di dormire, non ti vergogni del TUO comportamento infantile?" lui sembrava non dare peso a quello che stava dicendo, quindi, visto che non stava ottenendo i risultati desiderati, cambiò argomento "E quella chi è?"
"Reiko-san, l'ho conosciuta alla base." ancora una volta la donna s'alzò e fece un breve inchino.
"E io che credevo ti interessasse Ayanami." si mise a fissarla "A dire la verità sembra proprio Ayanami fra vent'anni! Hai davvero pessimi gusti in fatto di donne."

L'osservazione di Asuka lo sorprese.
Era proprio quello che aveva pensato lui.
Sembrava davvero Ayanami, come se fossero due sorelle o madre e figlia.
Quella somiglianza non poteva essere una coincidenza.
Lui lo sapeva nel profondo del suo cuore.
Si alzò, prese per mano la donna e si diresse verso l'ingresso.
"Io esco." disse di fretta.
"Dove stai andando a quest'ora?"
"Tu non mi dici mai dove vai, perché io dovrei dirlo a te?" la rigazza rimase paralizzata di fronte al rinfacciamento di quel comportamento.

Shinji che si ribellava al posto di abbassare la testa e chiedere scusa.
Asuka sapeva che c'era qualcosa di strano.
Infatti era da un po' di tempo che Shinji le sembrava strano.
Le sembrava diverso.
Forse l'esperienza d'aver passato un mese all'interno dell'Eva l'aveva cambiato.
Aveva lasciato qualche cicatrice emotiva sul suo sub-conscio.
"Shinji, stai bene?" chiese Asuka preoccupata.
"Mai stato meglio." disse il ragazzo sorridendo.
"Senti volevo sapere se..." non fece in tempo a dire, che il ragazzo aveva già infilato le scarpe e aperto la porta.
"Ci vediamo più tardi." salutò, facendo cenno alla donna di seguirlo ed entrambi uscirono di casa.

Asuka era così irritata per esser stata snobbata, che prese a calci e pestoni il divano.
Poi chiamò il quartier generale, chiedendo di farsi passare Makoto Hyouga.
"Asuka? Che c'e'? Stavo giusto per andarmene. Mi hai trovato per un soffio" fece la voce composta del ragazzo.
"Ecco. Hai accesso ai terminali in questo momento?" chiese.
"Certo, perché me lo chiedi?"
"Senti, fai un controllo sul personale. Una certa Reiko."
"E chi sarebbe?" chiese, mentre trafficava sulla tastiera della sua postazione.
"Dovrebbe essere un membro della NERV, visto che l'ho vista indossare lo stesso completo che indossate voi. Sbrigati con questa ricerca."
"Ok. Vediamo. Risultano tre Reiko. Reiko Kamuri del Reparto Meccanico, Reiko Shinguji della Sezione Informazioni e Reiko Oobata della Sezione di Sviluppo Tecnologico."
"Quanti anni hanno? Sono in servizio al momento?" fece la rossa.
"La prima ha 53 anni e al momento non è in servizio, la seconda ne ha 25 e si trova in trasferta nella sede tedesca, la terza ne ha 35 ed è in servizio al momento."
La ragazza pensò un po' sulle date e poi chiese "Puoi metterti in contatto con lei, per sapere se effettivamente è a lavoro?"
"Certo. Ma non capisco questo tuo interesse." prese un altra cornetta e compose il numero interno "Sezione di Sviluppo Tecnologico? Qui è il Centro di Comando, vorrei sapere se si trova lì la signorina Oobata."
"Certo, ora gliela passo." fece la voce di un uomo.
"Pronto?" era la voce di una donna.
"La signorina Oobata Reiko?" chiese Makoto.
"Sì."
"Questa era solo una chiamata per assicurarci della sua presenza. Mi scusi se le ho fatto perdere tempo."
"Ah. D'accordo."

"Questo è quanto, Asuka." disse alla rossa, a fine comunicazione "Ora se non hai altre richieste strane, ti saluto e vado a riposarmi."
"Ah... no, nient'altro." e chiuse la comunicazione, chiedendosi allora chi diavolo fosse la donna che Shinji aveva portato in casa loro.

Tsuzuku...

*shoji: i pannelli scorrevoli in carta di riso che vengono usati come porte o finestre interne.

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Capitolo 5
*** Capitolo 04 - Decisione ***


 

CLICK

Come al solito il campanello di Ayanami era rotto.
Ma Shinji l'aveva pigiato più per consuetudine che in attesa di sentire un suono provenire dal campanello, visto che Rei era già conscia della loro presenza.
Li aveva sentiti avvicinarsi sempre di più, fino ad arrivare alla sua porta.

"Shinji..." disse lei, poi si fermò stupita, vedendo la donna "Lei... credevo fossi in compagnia di Nagisa."
"Tu la conosci?" le chiese subito Shinji "Non c'è dubbio che tu la conosca, visto che siete così tanto simili."
"Io non la conosco, eppure il mio animo si ricorda di lei, come se l'avessi già conosciuta o l'avessi già vista da qualche parte."
"E' uscita dallo 01." fece Shinji.
"Entrate." disse la ragazza, facendo un breve gesto con la mano.
I due superarono la soglia, cercando di scansare la zona sporca all'ingresso, lasciando le scarpe nella scarpiera.
"E' uscita dall'Eva." disse Rei, ripetendo quella verità mentre fissava quella donna che tanto le assomigliava.
"Sì." risposte la donna, fissando a dissagio gli occhi rossi della giovane albina, mentre rispecchiava la sua immagine in quella della ragazzina.
"Secondo te che significa?" chiese Shinji.
"E' la volontà dell'Eva." ammise Rei.
"La volontà dell'Eva? Vuoi dire che è la personificazione dell'Eva?" chiese fissandola "La forma che ha dato a se stessa è quindi la tua forma?"
"No." la risposta secca lo face tentennare, i secondi di pausa che Ayanami prese dopo aver detto il monosillabo invece lo fecero inquietare "E' un ritorno alle origini. Un rimpianto."
"Io non mi ricordo nulla, ma quando sto con Shinji, sento un calore, e qualcosa mi sembra che riaffiori alla mente." disse Reiko, fissando il ragazzo.

Proprio in quel preciso istante un esplosione rombò lontana.
Il telefono di Rei e Shinji squillò pochi secondi dopo.
"E' una chiamata d'emergenza. Dirigetevi immediatamente alla base. Angelo avvistato in avvicinamento!" fu quello che Makoto Hyouga e Shigeru Aoba riferirono loro, mentre Maya stava contattando nello stesso istante Asuka.
"Dobbiamo andare!" disse Rei risoluta, fissando Shinji negli occhi.
"Andiamo!" disse Shinji, dirigendosi alla porta.
"Vieni con noi." fu proprio Rei a tenderle la mano e invitarla ad unirsi a loro, un evento inaspettato per la ragazza, così passiva.
"Ma così la metteremo in pericolo." obiettò Shinji.
"Se non venisse anche lei, l'Eva non sarebbe completo e non potrebbe più muoversi." disse seria, come se sapesse qualcosa che non aveva intenzione di rivelare agli altri.
"Verrò con voi!" disse Reiko, fissando entrambi.

"Che diavolo! Finalmente ho qualcosa per sfogarmi!" Asuka si trovava a bordo dello 02, lanciato in superficie. In dotazione aveva una lancia e un Pallet-gun, pronto ad essere scaricato addosso all'angelo di turno, in modo da farle sbollire tutta la rabbia che le aveva fatto venire il comportamento così irritante di Shinji qualche ora prima. Non era riuscita a chiudere occhio per la rabbia, tanto che quand'era arrivata la chiamata d'emergenza era pronta e pimpante per entrare in azione.
Il fatto di non aver incontrato né baka-Shinji, né l'allieva modello, aveva aiutato parecchio. L'angelo sarebbe stato tutto suo e l'avrebbe sconfitto in grande stile, dimostrandosi come al solito la migliore in assoluto!
Una volta in superficie attese che da dietro le colline apparisse.
La forma era quella di una gigantesca scatola dalle facce colorate e al centro un cerchio nero, quasi fosse un dado dai tanti colori.
Quando fu a distanza di intercettazione, fece fuoco col Pallet-gun, usando l'AT-field per neutralizzare lo spazio di fase e riuscire a centrare l'obiettivo.
La prima salva centrò pienamente la creatura, che per tutta risposta mandò un urlo e cominciò a cambiare.
La grossa scatola sembrò dividere ogni faccia in tanti quadrati singoli, come fosse un cubo di Rubick, con tanti cubetti che cominciarono a intrecciarsi, salire, scendere, spostarsi in diagonale, e orizzontale, cambiando completamente la forma del cubo in quello che sembrava una versione ingrandita dell'arma che lo 02 di Asuka stringeva tra le mani.

Il grilletto scattò da solo e i colpi esplosero contro Asuka, che presa in contropiede cercò di schivarne la maggior parte e di bloccarne altri con il suo AT-field. I colpi non erano fisici, quasi come se fossero delle esplosioni causate da un potentissimo strumento laser, cominciarono a crivellare il suolo attorno allo 02 e lo stesso 02 subì diversi colpi, che non vennero completamente assorbiti dallo scudo dell'anima degli Eva.
Se la stava vedendo brutta, ma doveva passare all'azione, non poteva continuare a sentirsi seconda al giovane smidollato che si trovava a pilotare un Eva solo perché suo padre era il comandante della Nerv.
Lasciò il fucile ormai scarico e corse in diagonale verso l'enorme fucile che smise di fare fuoco. Con la lancia in pugno si lanciò verso l'avversario, cercando di far breccia nella sua barriera e perforare il nucleo dell'angelo.
Quando la punta della lancia si scontrò con l'AT-field, un suono quasi metallico rimbombò nell'aria. Il field aveva resistito, ma Asuka non demordeva, mentre si concentrava per penetrare l'AT-field nemico con quello del suo Eva.
Era uno scontro di volontà.
Quando era certa che stesse per stracciare il campo avversario, l'angelo mutò di nuovo. I picoli cubi di cui era composto cominciarono a ruotare, muoversi, intrecciarsi, probabilmente anche altri cubi più piccoli all'interno di quelli più grandi stavano mutando e spostandosi allo stesso modo, magari persino a livello infinitesimale e atomico, fino a quando non sembrò che fosse rimasto soltanto un nucleo sospeso in aria e una dozzina di enormi lance, proprio come quella che lo 02 teneva saldamente in pugno e una volta penetrata la barriera, due di quelle lance, grosse e lunghe almeno cinque volte quella di Asuka, le serrarono il cammino interponendosi tra lo 02 e il nucleo, incrociandosi di fronte all'Eva e bloccandone il braccio.
Altre lance circondarono lo 02 fino a quando si unirono tutte formando un perimetro attorno allo 02, che si chiuse sulla sommità a cono.

Asuka era in trappola.

Shinji, Rei e Reiko avevano preso la strada più semplice da casa di Rei, una linea metropolitana privata ad uso esclusivo dei children, che permetteva di raggiungere immediatamente la base e precisamente le gabbie di contenimento degli Eva.
Quando giunsero al quartier generale, Asuka aveva appena cominciato la sua lotta contro l'angelo, sparandogli contro.
Dovevano fare presto.
Quando giunsero di fronte allo 01 constatarono quel che Rei aveva immaginato.
Non c'era parvenza di vita nell'Eva, come se fosse un semplice cadavere, privo di anima.
Rei fissò la donna.
"Mi dispiace." disse soltanto.
Lei fissò l'espressione marmorea della ragazzina e parve comprendere per un attimo quella che era la realtà.
Lei non doveva stare lì.
Per il suo egoismo tanta gente sarebbe potuta morire.
Non sapeva bene come, ma sentiva tutto questo in cuor suo.
"Io, credo di dover andare. Ti ringrazio di tutto, Shinji." e gli tese la mano.
"Che vuoi dire?" fece il ragazzo spaesato, a cui ancora non era chiaro cosa sarebbe successo di lì a poco.
"Non ti preoccupare." fece la donna, tendendogli ancora la mano.
Il ragazzo la prese e la donna al posto di stringerla, tirò il ragazzo a sé e l'abbracciò forte. Per un solo attimo i due intuirono la verità.
Per un attimo la scintilla del loro calore s'era fusa, lasciando che comprendessero come stessero le cose.
Fu solo un brevissimo istante.
Poi la donna si lanciò nel vuoto dal ponte, verso l'Eva.
Shinji preso di soprassalto strillò qualcosa, ma una volta che il suo corpo toccò il nucleo dell'Eva, la donna svanì nel nulla, mentre degli abiti caddero sul pavimento, ai piedi dell'Eva.

"Io..." fece, osservando gli abiti "...per un attimo ho pensato che quella fosse mia madre." disse con un tono lamentoso sulle labbra.
Rei non rispose, rimase lì a fissarlo imperterrita, mentre il bambino caduto a terra in lacrime trovava la forza di rialzarsi e proseguire.
Si voltò verso Rei "Ayanami, Asuka ha bisogno di una mano, andiamo!"
"Sì." rispose soltanto Rei, dirigendosi verso la gabbia accanto che ospitava il suo 00'.

Una volta dentro l'Entry Plug, Shinji sentì quel calore ancora una volta.
La stessa sensazione che aveva provato abbracciando quella donna.
Sua madre.
Lei non era mai andata via.
Lei era sempre rimasta lì con lui.

Owari.

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