Ti dimenticherò domani. di Disneyana (/viewuser.php?uid=175694)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. La mia vita è noiosa!! ***
Capitolo 2: *** I.Razza di altezzoso scimmione! ***
Capitolo 3: *** II. Ragazzina ***
Capitolo 4: *** III. Alla luce del giorno. ***
Capitolo 5: *** IV. Venti lettere ***
Capitolo 6: *** V. Aspettando venerdì ***
Capitolo 7: *** VI. Qualcosa di te ***
Capitolo 8: *** VII. Cambi di programma ed erotiche gaffe... ***
Capitolo 9: *** VIII. Urla, poesie e ciondoli. ***
Capitolo 10: *** IX. Coi piedi per terra. ***
Capitolo 11: *** X. Salve a tutti ***
Capitolo 12: *** XI. La mappa della sua pelle ***
Capitolo 13: *** XII. Ora capisco... ***
Capitolo 14: *** XIII. Il giorno del caos ***
Capitolo 15: *** XIV. Il giorno del caos: parte seconda ***
Capitolo 16: *** XV. Li vedi questi anelli? ***
Capitolo 17: *** XVI. Bugie ***
Capitolo 18: *** XVII. Una donna coraggiosa ***
Capitolo 19: *** XVIII. Danze e falò ***
Capitolo 20: *** XIX. Accidenti a te! ***
Capitolo 21: *** XX. A cuore aperto ***
Capitolo 22: *** XXI. Un giorno di ordinaria follia ***
Capitolo 23: *** XXII. Irrimediabilmente sua... ***
Capitolo 24: *** XXIII. Tenere a freno il cuore ***
Capitolo 25: *** XXIV. Ho sempre ragione ***
Capitolo 26: *** xxv. quando tutto si accende di rosso. Parte prima ***
Capitolo 27: *** XXVI. Quando tutto si accende di rosso. Parte seconda ***
Capitolo 1 *** Prologo. La mia vita è noiosa!! ***
PRIMA DI INIZIARE MI
SCUSO CON CHI AVEVA PROVATO A LEGGERE LA STORIA COSA CHE NON DEVE
ESSERE RISULTATA PIACEVOLE DATO CHE IL TESTO AVEVA
DEI PROBLEMI DI FORMATTAZIONE CHE HANNO FATTO SPARIRE MOLTI
DIALOGHI. MI DISPIACE IN PARTICOLARE PER ILSECONDO CAPITOLO NEL QUALE
ERA SUCCESSO UN VERO DISATRO PROPRIO NELLE PARTI SALIENTI
ACCIPICCHIA!!!!! GRRRRRR!!!!
GRAZIE A MELI CHE MI HA RECENSITA E MI HA AVVISATA
DEL DISASTRO!! ORA LA SMETTO DI ROMPERE E VI LASCIO ALLA LETTURA
SPERANDO CHE NON VI ANNOI! ; )
Prologo. La
mia vita è noiosa!!
Il cinema mi
aveva sempre appassionata, vivevo per il cinema. Probabilmente questo
accadeva perchè la mia vita non era mai stata molto
movimentata. Quando nasci in un paesino dove c'è sole, mare,
e una moltitudine di gente che arriva ogni estate, dove
continuamente sei circondata da idilliaci paesaggi e festicciole, non
hai molta voglia di scappare, la stessa natura ti urla di rimanere, il
sole il mare e gli alberi ti dicono che è tutto
lì ciò che si può desiderare, non
esiste altro. Almeno questo valeva per il resto della gente che mi
circondava chiunque sembrava soddisfatto, eccetto io.
Combattevo ogni giorno con un forte impulso: quello di fuggire. Fuggire
da tutta quella serenità per trovare la capacità
di urlare, impazzire, amare e perchè no? anche soffrire.
Avevo la costante impressione di vivere come addormentata, i miei
giorni erano così uguali, noiosi, insopportabilmente
equilibrati. Ecco perchè amavo il cinema: perchè
mi portava altrove, perchè nei film ogni evento
aveva conseguenze imprevedibili.
Frequentavo l'università, avevo scelto di studiare lettere.
I miei genitori non erano molto d'accordo, le possibilità
lavorative che quella facoltà offriva non erano delle
migliori nè tantomeno numerose,non m'importava perchè
così come amavo il cinema, amavo il libri dato che erano
molto più pieni di vita di me. Alla fine avevo dimostrato di
essere parecchio brava, avevo vinto ogni anno la borsa di studio, ora
ero al quarto anno stavo per completare gli studi ed avevo messo da
parte un bel gruzzolo.
Magari starete pensando: "per forza che ti annoi, non fai altro che
studiare!". Non è così, io partecipavo alle
feste, facevo le ore piccole, stavo sempre in giro, eppure non riuscivo
ad essere ciò che volevo essere. Le regole sociali e il
perbenismo mi davano il voltastomaco, e ancora di più mi
davano la nausea i giovani della mia età convinti che vivere
significasse indossare abiti costosi e saltellare in discoteca. Tutto
questo mi lasciava insoddisfatta, sapevo che la vita non poteva essere
tutta lì, eppure ero codarda, non mi azzardavo a deragliare,
avrei potuto, ma non lo facevo perchè dopo mi sarei sentita
troppo in colpa nei confronti dei miei genitori.
<< Carlo?>>
<< Si amore?>>
Carlo era il mio ragazzo, perfetto ed innamorato, un bel
ragazzo dagli occhi nocciola. Anche in quel caso ero stata fortunata,
stavamo insieme da cinque anni e andavamo perfettamente
d'accordo.
<< Ho trovato un volo low cost per Venezia. Ho prenotato
anche per te. Partiresti con me tra... diciamo quindici
giorni?>>
Lui mi guardò sorpreso.<<
Perchè vuoi andare a Venezia?>>
<< Non c'è un motivo, il prezzo era molto
conveniente...Caspita non hai volgia di un diversivo?>>
<< Un diversivo?>>
<< Non so...ho voglia di cambiare un pò aria.
Tu no?>>
Cominciai a pensare di essere io ad avere dei problemi. Non
è certo normale una persona che ha tutto ed è
triste proprio per questo. Ma alla fine lo convinsi. Saremmo rimasti
tre giorni a Venezia, lui aveva uno zio la, non lo vedeva da tempo ma
disse che probabilmente ci avrebbe ospitato. Già... non
avevo pensato al fattore alloggio. Gli hotel a Venezia costavano un
occhio. Ma anche questa cosa adesso era risolta.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** I.Razza di altezzoso scimmione! ***
I.Razza
di altezzoso scimmione!
Partimmo come
promesso due settimane dopo, saremmo rimasti appena tre
giorni. Arrivati a Venezia ci recammo con i nostri zainetti,
dentro i quali avevamo messo l'indispensabile, a casa di zio Alfonso.
Era un uomo eccentrico, viveva da solo, era alla soglia dei
settant'anni ma sembrava più giovane. Zio Alfonso non si era
mai sposato e secondo i racconti di Carlo era stato un gran latin lover.
<< Benvenuti! Benvenuti! Ecco qua mio nipote!Caspita
Carlo, l'ultima volta che ti ho visto te ne andavi in giro con un
aeroplanino giocattolo, me lo hai mostrato tutto contento, ma devo dire
che questa volta porti con te qualcosa di molto meglio di un
aeroplanino! Chi è questa bella ragazza?>>
Si, zio Alfonso era decisamente un latin lover, del
genere gentiluomo galante di altri tempi.
<< Io sono Beatrice, piacere di
conoscerla!>> mi strinse la mano con un sorriso enorme.
Ci fece vedere la stanza che ci aveva riservato. La casa era piccola,
un trilocale, ma dopotutto per un uomo solo era più che
sufficiente, avremmo dormito nel salottino, in un divano/letto.
<< Mi dispiace ragazzi ma lo spazio
è tutto qui, non saprei dove altro
mettervi...>>
<< Oh ma lei è gentilissimo, qui staremo
più che bene!>>
<< Cara Beatrice, dammi del tu, non mi piace sentirmi
vecchio! Su andiamo in cucina, vi offro qualcosa da bere. Un martini vi
va?? O magari del Contreux.>> Carlo lo guardò
sconvolto.
<< Zio sono le tre del pomeriggio...>>
<< Si lo so nipote, anche io ho un
orologio.>> Quell'uomo mi piaceva decisamente e
cominciavo a capire perchè era uno dei pochi ad essere nato
dove io ero nata, ma ad aver avuto il coraggio di fuggirne. Ci
raccontò un pò di cose, scoprii che aveva
lavorato per il teatro, non come attore ma come scenografo. Era un
pittore eccezionale.
<< Allora siete venuti per assistere al festival del
cinema?>> Chiese versando da bere.
Ma come diavolo avevo fatto a non pensarci? C'era il festival
del cinema!! Lui non aspettò risposta.
<< Domani ci sarà la prima di Hugo Cabret, il
nuovo film di Scorsese. Io ho il biglietto, vado sempre alle prime,
costano un occhio ma alla mia età mi concedo ancora molti
vizi!>> Ero sempre più affascinata.
<< Con tutto rispetto, ma alla prime solitamente non sono
ammessi solo personaggi celebri o comunque del settore?>>
<< Il fatto di aver lavorato un'intera vita nel teatro
hai suoi vantaggi, molti vantaggi...conosco parecchia
gente.>> Mi fece l'occhiolino. Rimanemmo ancora un
pò con lui, poi decidemmo di vagare un pò per
Venezia. Era tutto costosissimo, una bottiglietta d'acqua costava due
euro come minimo, dunque non sto qui ad elencare il costo di tutti gli
altri beni, ne tantomeno quello di un giro in gondola. Vagammo a piedi
tutto il giorno, la sera tornammo sfiniti, trovammo Alfonso in dolce
compagnia. Non riuscivo a credere a i miei occhi, si dava ancora molto
da fare,era insieme ad una bella signora di mezza età,
ridacchiavano, chissà cosa si stavano raccontando. Ce la
presentò, si chiamava Camille, era francese, era un attrice
di teatro.
Io e Carlo quella sera andammo a letto presto. In realtà non
avevo per nulla voglia di andare a dormire, avrei preferito passare una
notte insonne a vagare per la città in cerca di avventure,
magari era un'idea stupida e romantica, ma era un'idea che a me
piaceva. Lo stesso non si poteva dire di Carlo, lui aveva dei ritmi
regolari, si svegliava quasi sempre alla stessa ora e raramente faceva
le ore piccole , era quello che si usa definire "un ragazzo con i piedi
per terra". Così il mio progetto di follie notturne
fallì miseramente e mi ritrovai sotto le coperte con lui.
Verso le cinque del mattino fui svegliata da uno strano rumore. Una
tosse molto forte, molto profonda, Carlo dormiva. Senza pensarci un
attimo mi alzai dal letto e mi fiondai nella stanza dello zio. Era
seduto sul letto, l'abajour accesa, il viso violaceo, respirava a
malapena, emmettendo dei rantoli.
<< O mio dio! >> non sapevo che fare. Lui
indicò un mobiletto poco lontano e con un filo di voce mi disse che
c'erano delle compresse, le presi, gliene diedi una. Non riusciva ad
ingoiarla, il respiro era troppo breve e veloce. Osservai intorno nella
stanza, c'erano una bombola di ossigeno ed una mascherina in un angolo.
Capii subito, l'uomo era sicuramente affetto da asma. Avvicinai la
bombola, che aveva sotto della rotelle, gli misi la mascherina ed aprii
la manopola. Lui respirò per un pò con
difficoltà, poi cominciò a calmarsi e finalmente
potè ingoiare la compressa. Mezz'ora dopo stava meglio,
sembrava essere tornato alla normalità.
<< Cara Beatrice mi dispiace di averti spaventata. Ma
devo ringraziarti, solitamente tengo l'ossigeno vicino al letto, ma
ieri ho comprato una nuova bombola, l'ho messa là ed ho dimenticato
di avvicinarla, evidentemente sto cominciando a diventare un vecchio
sbadato. >> Gli sorrisi.
<< Ma no, cosa dici!Anzi mi dispiace di non aver subito
capito quale fosse il problema...>>
<< Sai prima di lavorare nel teatro,quando ero molto
giovane, sono stato operaio dentro una miniera di zolfo. I miei polmoni
sono danneggiati da allora.>> Dalle nostre parti c'erano
molte miniere e quindi molte persone nelle stesse condizioni
di Alfonso. Dopo essermi accertata che stesse meglio andai via e lo
lasciai riposare. Non chiusi la porta della stanza, così da
poterlo sentire se avesse avuto bisogno. Carlo non si era accorto di
nulla stava ancora dormendo.
Il giorno dopo girando per Venezia notammo che c'era un gran fermento,
dato dal fatto che molti attori famosi sarebbero arrivati per la prima
del film, perciò la città era invasa da
giornalisti e fan.
A pranzo zio Alfonso mi si avvicinò tutto sorridente e mi
porse un biglietto.
<< Beatrice, ti piacerebbe andare alla prima del
film?>> Rimasi basita. Lui continuò.
<< Dopo la crisi di sta notte non mi sento benissimo,
potresti andare tu, dato che mi hai detto di amare così
tanto il cinema.>> Avevo voglia di saltare dalla sedia ed
urlare "Si si siiiii!!!certo che voglio andarci!!!" ma non mi
sembrò educato.
<< Non posso accettare...>>
<< Si che puoi accettare! Prendilo come ringraziamento
per avermi aiutato sta notte. Io ne ho viste tante di
prime...>>
Basta, era inutile recitare una farsa, esclamai
<< Mi piacerebbe un mondo andare ! Davvero mi piacerebbe!
Ma se tu dovessi aver bisogno di qualcosa? Insomma non stai
bene.>>>
<< Oh cara, ma verrà Camille a farmi
compagnia...>>Fece un sorriso sornione. Quel birbante di
Alfonso!
Fu così che io e Carlo ci ritrovammo in mezzo ad
una folla scalpitante, era venuto ad accompagnarmi ma sarei entrata
solo io. C'era il tipico tappeto rosso messo la per far sfilare le
varie celebrità, poi dal lato opposto c'era l'ingresso per i
comuni mortali muniti di biglietto. La zona del tappeto rosso era
totalmente circondata da fan urlanti, non riuscii a penetrare il muro
di folla, nè a capire quali fossero le star presenti.
<< Ci conviene andare all'altro ingresso
Bea..>>
Una sopresa amara mi attendeva però. Non avevo considerato
il fatto che per le premiere si deve avere un certo abbigliamento, la
gente in fila era tutta in ghingheri, abiti da sera, e uomini
in papillon ci circondavano. Io e Carlo indossavamo semplicissimi jeas.
Io avevo addirittura un giubbino di pelle, una Kefiah al collo ed i
capelli legati in una coda. Tutti quei ricconi ci guardavano straniti.
Ridevo sotto i baffi senza pensare minimamente che il mio abbigliamento
mi avrebbe impedito di entrare nella sala. Salutai Carlo e mi misi in
fila. Mostrai il biglietto ad un uomo grande e grosso in frac e
papillon. Quello lo timbrò senza guardarmi, ma mentre stavo
per entrare si accorse di avere di fronte una sorta di ragazzina punk .
<< I'm sorry miss. You cannot go in.>> Mi
si parò davanti, avevo già messo il mio
piedino all'interno della sala e stavo osservando estasiata. Quel tizo
diceva che non potevo entrare, lo stava dicendo in inglese per giunta.
Ma perchè diavolo parlava in inglese se eravamo in italia?
Ah giusto, quello era un evento internazionale. Per fortuna
ero abbastanza ferrata: uno dei vantaggi di abitare in un paese
turistico era che avevi modo di imparare bene la lingue. Gli risposi.
<< Come scusi? E perchè? Ho il
biglietto>>
<< Si ma il suo abbigliamento non è
consono.>> Lo guardai esterrefatta.
<< Il mio abbigliamento non è
consono?>>
<< Esattamente signorina. Questa è una
premiere, è obbligatoria un misè
elegante.>> Sapevo che cinque minuti dopo sarebbe stato
chiuso l'ingresso a chiunque, quindi anche volendo non avrei fatto in
tempo a cambiarmi,anche volendo non avrei avuto niente con cui
cambiarmi, non avevo certo messo nel mio zaino un abito da sera. Io
nemmeno lo possedevo un abito da sera! Non mi lascai abbattere.
<< Senta, questi biglietti costano un occhio della testa
e non me ne andrò senza protestare. Ci tengo davvero a
vedere questa prima!>>
<< Avrebbe dovuto informarsi meglio allora signorina. Ora
per favore torni indietro, stiamo già perdendo troppo
tempo.>> Quell'omone serio, categorico e altezzoso mi
irritava parecchio.
<< Non ho intenzione di andare. Se non vuole perdere
tempo le conviene lasciarmi entrare.>> Sentivo la gente
mormorare frasi indignate contro di me, ma non mi interessava, ero
decisa ad entrare.
<< Finchè non indosserà un abito
e...>> Guardò i miei stivaletti consumati
<<...della scarpe da donna, non posso lasciarla
entrare.>> Questo era troppo la furia che era in me
uscì fuori.
<< Delle scarpe da donna?!Queste SONO scarpe da donna
razza di altezzoso scimmione!Dove sta scritto che una donna deve per
forza andarsene in giro su degli scomodissimi trampoli!!>>
Ma da dove mi era uscita quella frase??
Ebbi l'impressione che l'uomo di fronte a me stesse per sollevarmi di
peso per poi scaraventarmi oltre l'ingresso, talmente era arrabbiato.
Rimasi muta a fissarlo aspettandomi il peggio, poi sentii una risata.
Ci voltammo in direzione di quel suono, un uomo fece capolino
dalla sala, un uomo con una sigaretta in mano, mille bracciali, un
magnifico gilet...ma non furono certo la sigaretta, i bracciali e il
gilet ad attirare la mia attenzione; il mio sguardo rimase fisso sul
suo volto. Il volto più bello del mondo. Lì di
fronte e me c'erano due occhi neri, i più caldi e profondi
che avessi mai visto, incorniciati da due zigomi scultorei e
immediatamente sotto le labbra più sensuali dell'universo
piegate in un sorriso accentuato da un paio di pirateschi baffi . Devo
continuare con le descrizioni o è già chiaro a
tutti che davanti a me c'era Johnny Depp??
Ma
cosa ci faceva Johnny Depp lì? Non mi risultava che
recitasse nel film... Non ebbi tempo di pensare nè tanto meno di fare
domande. Mi guardò continuando a sorridere e disse:
<< Sei arrivata finalmente! Su entra.>> Il
buttafuori rimase di stucco, ma mai quanto me.
Entrai senza dire una parola e senza riuscire a staccare gli
occhi dai suoi che brillavano divertiti. Una volta dentro l'unica cosa
che riuscii a dire fu:
<< Grazie...>>
<< Lo vuoi davvero vedere questo film?>> Mi
fece quella domanda con la faccia seria. E altrettanto seriamente e
confusamente risposi:
<< Certo, assolutamente! Non ho mai assistito ad una
premier, io non sono veneziana, la mia vita è terribilmente
noiosa, non mi succede mai nulla di eccitante... quando sono arrivata
qui ieri non credevo che mi sarei ritrovata ad una prima... ma un
gentilissimo cavaliere d'altri tempi mi ha dato il
biglietto. Ora sono qui ed ho addirittura insultato un buttafuori... di
solito sono una persona educata, ma non oggi, oggi non potevo essere
educata perchè altrimenti non mi sarei mai perdonata il
fatto di essermi persa tutto questo solo perchè
sto bene nelle mie comode e vecchie scarpe!>> Avevo
parlato a raffica, come in uno stato di trans senza rendermi
perfettamente conto della mie parole, ero praticamente ipnotizzata dai
suoi occhi. Il suo guardo si spostò verso il pavimento e con
un sorriso mi indicò le sue di scarpe: erano
vecchie e malandate, per nulla in tono con i vestiti eleganti che
indossava.
Ma
gli stavano comunque da dio. Gli sorrisi. Lui disse:
<< Come vedi mi trovi perfettamente d'accordo. Comunque
piacere di conoscerti, io sono Johnny>> Mi strinse la
mano. Mi sembrò assurdo che si presentasse, lo sapevo chi
era, tutti sapevano chi era! Strinsi la sua mano...mentre il mio
cervello continuava a ripetere:
"gli stai stringendo la mano!gli stai stringendo la mano! ma
hai idea di quante vorrebbero essere al tuo posto? Svegliati
diamine!"
Ebbi una reazione fin troppo calma, forse perchè non
riuscivo a credere che stesse accadendo sul serio, biascicai:
<< Beatrice...>> Lui ripetè il
mio nome << Mhhhh...Beatrice. Sei la Beatrice di
Dante?>> MI fece il sorriso più affascinante
dell'universo , che si trasformò in una risata aperta quando
risposi << Non credo che l'angelica Beatrice di Dante
Alighieri avrebbe mai dato dello scimmione ad un pover uomo che stava
solo facendo il suo mestiere!>>
Lui scoppiò a ridere, un sorriso così
bello che la sala sembrò illuminarsi << Ti
giuro che è stato esilarante! Non avevo mai visto niente del
genere. Stavo vicino all'ingresso fumando la mia sigaretta...lo
confesso, mi sono goduto tutta la scena!>> Mi
osservò un attimo, poi un'idea sembrò balenargli
nella testa, << Posso chiederti un
favore?>> Stavo quasi per rispondergli "Tu puoi anche
chiedermi la luna se vuoi!" Invece mi limitai ad annuire
ancora immersa nel mio stato catatonico. Lui continuò
<< Siederesti vicino a me per il film? >>
Non credevo alle mie orecchie,avevo sentito bene?! Si avevo sentito
bene. << Vedi doveva esserci una persona oggi con me, ma
non è venuta...>> "e chi
è questa stronza?" pensai mentre vedevo i suoi occhi farsi
un pò tristi <<...non voglio rischiare di
trovarmi accanto qualche altezzoso riccone...non mi va di fare nioiosi
discorsi. Perciò se tu ti mettessi nel posto che
è rimasto libero, mi toglieresti
dall'imbarazzo.>> Fece una pausa e
giocherellò un pò con i suoi bracciali, sembrava
nervoso. << Allora Beatrice accetti?>>
<< Si.. >> Fu l'unica cosa che riuscii a
dire. Lui sorrise.
<< Devo chiederti un altro favore allora... Dal momento
che saremo nelle prime file, devo purtroppo dare ragione all'altezzoso
scimmione, dovresti indossare qualcosa di diverso, altrimenti i
giornalisti presenti domani non faranno che parlare di te. E non in
modo cortese purtroppo. >>
<< Beh Johnny, ma io non ho niente di elegante da
indossare...>> Lui guardò l'ora.
<< C'è l'ho io. Credo che tu sia della taglia
giusta. Nella mia limousine c'è l'abito che avrebbe dovuto
indossare Van...>> Non completò il nome e si
corresse e dicendo << ...la persona che non è
venuta, se tu mi facessi il favore di indossarlo sarebbe
perfetto.>>
<< Ok, posso indossarlo, se tu dici chè
è della taglia giusta... >>
Mi squadrò tutta e disse << Si decisamente,
credo lo sia... Che numero di scarpe porti?>>
<< 35>> Lui sgranò gli occhi.
<< Trentacinque?Ma chi sei Cenerentola?!Questo
sarà un problema , le scarpe sono 39... Facciamo
così, manca mezz'ora all'inizio della proiezione, intanto
faccio recuperare il vestito che è in macchina, da quella
parte ci sono delle stanze private, potrai cambiarti, io vedo di
mandare qualcuno a comprare delle scarpe. >>
Mi chiesi dove quel qualcuno
avrebbe mai potuto comprare delle scarpe a quell'ora...Bah! Mistero.
Senza rendermene conto mi ritrovai in una stanzetta con due poltroncine
rosse ed uno specchio, una specie di camerino.
<< Aspettami qui. >> Annuii di nuovo.
Oscillavo tra l'essere muta all'essere monosillabica, forse per questo
Johnny mi voleva accanto, così era sicuro che non avrebbe
avuto distrazioni durante il film data la mia scarsissima
loquacità. Poco dopo bussò alla porta di nuovo.
<< Avanti.>>
<< Tieni ragazza di Dante!>> Disse facendo
l' occhiolino. Aveva in mano una grande scatola, una di quelle in cui
di solito stanno i vestiti costosissimi e sopra vi era poggiato un
beauty case. << Tu intanto vestiti, qui dentro ci sono
tutti i trucchi che vuoi. Le scarpe arrivano tra un attimo.
Ok?>>
<< Ok...>>
" Bea che ne dici di provare a dire qualcosa di diverso, magari con
più di due lettere ogni tanto??"
Il suggerimento de l mio cervello non era sbagliato ma trovai comunque
impossibile seguirlo. Johnny uscì dalla stanza. Aprii la
scatola, dentro c'era un abito bellissimo, lungo, con uno breve
strascico. Era color latte sporco e sopra vi era applicato del pizzo
nero. Sembrava minuscolo però , dubitavo che mi sarebbe
entrato. Tolsi i miei abiti e lo indossai, ci misi cinque minuti buoni
per riuscire a chiudere la cerniera laterale, mi guardai nello specchio
rimanendo dal tutto basita. Era magnifico, mi fasciava perfettamente ma
avevo qualche problema nella zona seno, lì mi stringeva molto, tanto
che non potevo respirare a fondo. Oltretutto era molto scollato, una V
scendeva profonda e la pressione portava i miei seni su. Avevo dovuto
indossarlo senza reggiseno perchè dietro tutta la schiena
era scoperta. Davanti a me c'era una donna che non avevo mai
visto.Aprii il beauty case e cominciai a truccarmi, c'era di tutto
dentro. Misi fondotinta e fard, la proprietaria di quei trucchi doveva
avere la pelle chiara come la mia. I rossetti però erano
troppo forti come colori, avevo delle labbra molto carnose sarei
risultata eccessiva, ne applicai uno sfumandolo con le dita e poi misi
del gloss. Sottolineai gli occhi con matita ed ombretto neri in tono
con il pizzo del vestito. Bene ora dovevo trovare una soluzione per i
capelli, li spazzolai per bene e poi decisi di raccoglierli in uno
scignon alto. Dentro la scatola del vestito c'erano anche due
piccolissimi orecchini. Indossandoli mi chiesi terrorizzata se quelli
fossero veri brillanti, sapevo già che avrei passato tutto
il tempo a controllarmi le orecchie per paura di perderli. Bene, avevo
finito. Cercai di alzare un pò la scollatura, niente da
fare....mi sentivo nuda. Rimasi seduta in attesa, poco dopo sentii
bussare, doveva essere di nuovo Johnny.
<< Avanti!>> Fece capolino un uomo con i
capelli grigi.<< Johnny le manda queste. >>
Mi porse una scatola, dentro c'erano due sandali di altezza
stratoferica, neri con qualche strass ed un bracciale alla caviglia,
numero 35. Ringraziai l'uomo e li indossai trovandomi in un'altra
dimensione, il mio metro e sessanta era aumentato di 15 centimetri
buoni. Bene, e ora? Cosa dovevo fare? Andare a cercarlo? Uscii dalla
stanzetta e mi diressi verso la sala principale, era enorme e per
arrivare a i primi posti dovevo percorrere una lunga scalinata, pensai
ai tacchi, ero terrorizzata, cominciai a scendere i gradini cercando
Johnny con gli occhi. Per un qualche strano motivo tutta la gente
intorno mi osservava, mi sentii molto in imbarazzo ma cercai di
proseguire ostentando indifferenza. Ero così impegnata a
sembrare indifferente che non vidi Johnny venirmi incontro da un
corridoio laterale.
<< Ehy Cenerentola!>> Mi voltai e sorrisi
rincuorata. Appena mi fu accanto chiesi:
<< Johnny ho per caso dimenticato di togliere l'etichetta
al vestito? Mi stanno osservando tutti....>> Lui sorrise
alla Jack Sparrow e disse << Ti stanno osservando
perchè non ti hanno mai vista e perchè sei
davvero bella.>> Rimasi scioccata, Johnny Depp mi aveva
appena fatto un complimento. << Come te lo senti addosso
il vestito? Sei comoda?>>
<< Comoda? Non direi proprio...Non posso respirare come
si deve...>> Lui osservò un attimo la mia
scollatura poi spostò gli occhi alla velocità
della luce, << Beh con quel giubottino che indossavi
prima non ho potuto rendermi conto...che...che la taglia non era del
tutto la tua.>> Mi era sembrato imbarazzato nel dirlo,
chi se lo aspettava che un famoso attore provasse imbarazzoo per una
cosa del genere! Andammo ai nostri posti, Johnny si fermò a
salutare della gente, intorno a me c'erano tanti celebri attori ed il
leggendario Martin Scorsese. Dalle loro conversazioni capii che Johnny
era il produttore del film. Ma certo! Avevo letto da qualche parte che
l'attore aveva fondato una casa cinematografica, la Infinitum
qualcosa...Ecco perchè era lì. Mi
presentò a tutti semplicemente come Beatrice o meglio come
diceva lui "Biatris". Detto da lui e dalla sua voce profonda,
quel nome che non mi era mai piaciuto risultava
improvvisamente bello. Dopo i primi momenti di confusione finalmente ci
fu silenzio in sala e cominciò il film. Parlava di un orfano
che viveva nella metropolitana Parigina. Il film era un mix di dolcezza
e mistero. Ad un certo punto parte del mistero fu svelato, sullo
schermo comparve il disegno di una luna con un razzo piantato in un
occhio. Involontariamente esclamai << Les vojage sur la
lune di Melies, il giocattolaio è Melies!>> Ho
già detto che sono un'appassionata di cinema no? Quindi anche di storia
del cinema. Lui si voltò e mi sorrise <<
Brava!>>. Alla fine del film mi commossi, gli
occhi mi si fecero lucidi ma cercai di trattenermi per non sbavare
tutto il trucco nero che mi ero applicata sulla faccia. Quando si
accesero le luci avevo ancora gli occhi piantati sullo schermo ed i
lucciconi, mentre intorno la gente applaudiva. Improvvisamente mi
destai e vidi che Johnny mi osservava con una strana espressione,
un'espressione sorpresa.
<< Che scema...mi sono commossa.>> Dissi
cercando di darmi un contegno.
<< Io non la trovo una cosa scema.>>
Restammo un pò lì senza dire niente. Poi lui si
alzò e mi porse la mano.
<< Usciresti con me?>> In un primo istante
ebbi un infarto, data la mia conoscenza non ottima della lingua mi
balenò in testa l'idea che mi stesse chiedendo un
appuntamento, poi capii che si riferiva al tappeto rosso ed evitai la
brutta figura che stavo per fare.
<< Ma sarà pieno di giornalisti
e....e...fan,lì fuori...>>Bene adesso avevo
anche incominciato a balbettare!
<< Lo so.>>
<< Si chiederanno chi sono.>>
<< Lo so. >> Disse di nuovo con la faccia
divertita.
<< E chi devo dire di essere?>> Lo so
questa domanda sembrava assurda, ma nello star sistem era sempre tutto
programmato, magari se rispondevo in modo sbagliato poteva succedere un
disastro. Io non ero una che si interessava molto di gossip, ma sapevo
che lui aveva una famiglia, dei figli. Si mise a ridere.
<< Devi dire di essere esattamente quella che sei.
>>
<< Una ragazza che non aveva il giusto vestito per la
prima?>> Rise di nuovo di gusto. Poi tornò
serio e chiese. << Chi sei tu Beatrice?>>
Lo chiese in un modo strano...come se anche per lui quello fosse un
grande interrogativo.
<< Sono una studentessa di lettere, appassionata di
cinema che sta facendo una tesi su George Melies...>>
Aggrottò le sopracciglia. <<
Davvero??>>
<< Si...>> Mi resi conto improvvisamente
della coincidenza ed esclamai di nuovo << Si! E non avevo
idea che ci fosse il suo personaggio in questo film!>> Mi
porse il braccio << Vedi è perfetto. Allora,
vieni o mi abbandoni al mio destino?>> Aveva
un'espressione buffa,sorrisi annuendo e lo seguii.
Ciò che non sapevo il quel momento, era che da quel giorno,
sarebbe accaduto di tutto e non avrei mai più potuto dire
che la mia vita era noiosa.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** II. Ragazzina ***
II.Ragazzina
Come
previsto quando uscimmo un'ondata di flash ci investì. Le
fan urlavano: "Johnny!!!Joooohnny!! Ti amo Johnny!!!" e tra le tante
voci ogni tanto sentivo "Ma quella chi è? Non c'era quando
sono entrati!E' un'attrice del film?" ed altri ancora "Sarà
la sua nuova fiamma?" Tutte queste cose erano statte dette in italiano,
perciò Johnny non aveva capito un H. Ma io si. Ad un certo
punto venni assalita dai giornalisti, ero stordita e terrorizzata, era
come essere mangiati vivi. Ma come faceva lui a sopportare tutto questo
quasi ogni giorno?
Ci fu un imbarazzo generale,i giornalisti non sapevano nemmeno cosa
chiedermi, la mia presenza era stata del tutto inaspettata, forse per
loro era impensabile avvicinarsi e dire <<
Scusa tu chi sei?>> Era senza dubbio una situazione
buffa. Johnny era divertito. Ad un certo punto una fan urlò
un inglese << Johnny!! Who is she? Is she your new girl
friend?>> Lui non rispose, finse di non sentire, ma
sapevo che aveva sentito poichè se quella domanda era
arrivata così chiara alle mie orecchie ,doveva essere
arrivata anche alle sue, dato che gli stavo accanto. Non rilasciammo
alcuna dichiarazione, poichè quella era una cosa che si
faceva sempre nella sfilata iniziale, salii in macchina sospinta da una
nuvola quasi tangibile di urla e di flash, mentre Johnny ed il suo
bobyguard erano praticamente stati sequestrati dalle fan.
Quando salii sulla limousine rimasi stordita per parecchi minuti.
Johnny e la sua guardia del corpo stavano ancora fuori, praticamente
braccati dalla folla che sembrava volesse ingoiarli, c’era
gente che spingeva da tutte le parti con una certa forza. Nonostante
quella sorta di aggressione, Johnny aveva firmato diversi foglietti e
foto con la sua faccia stampata sopra, le ragazze del fan club erano
scatenatissime , lui era stato dolce aveva sorriso un
po’ imbarazzato mentre quelle gli dichiaravano eterno amore,
poi ne aveva abbracciata una che se ne stava immobile guardandolo con
la faccia inondata di lacrime. Alla fine il suo body-guard lo aveva
trascinato via. Salirono in macchina tra una miriade di urla confuse
“woahahhaah!!!Johniiiiiiiiii!!Joooooohnn!!!” e poi
“bam” lo sportello si chiuse, l’autista
mise in moto e fu il silenzio.
<< Come va Beatrice tutto ok?>> Era stato
appena mangiato vivo e chiedeva a me se era tutto ok?
<< Si…Vedo ancora strane scie luminose, credo
a causa di tutti quei flash!>>dissi scherzando
<<… ma a parte questo e tutto
apposto.>> Sorrise e si mise a fissare la strada.
Improvvisamente tornai alla realtà, a parte il fatto che non
avevo idea di dove stessimo andando, mi ricordai di Carlo che aspettava
una mia telefonata, avrei dovuto avvisarlo alla fine del
film… << Oh mamma!>> Lo dissi
con un tono un po’ troppo agitato, Johnny ed il body-guard si
voltarono di scatto a guardarmi.
<< Che succede?>>
<< Io…il mio fidanzato doveva venirmi a
prendere…starà aspettando che lo
chiami!>> Io ero incerta e impacciata, lui non si
scompose mi fissò un attimo e con tono leggero
disse:<< Beh, e qual è il problema? Ti
accompagniamo noi.>> Si in effetti era logico, era
inutile fare venire Carlo. Dato che stavo già in macchina
non sarebbe stato un problema per loro scaricarmi davanti casa di zio
Alfonso, ma avrei comunque dovuto avvisarlo. Mi guardai le mani ed
intrecciai le dita nervosamente, mi trovavo in una situazione a dir
poco assurda. Aldilà delle mie mani vidi del pizzo
nero…del pizzo nero? I miei vestiti! Li avevo lasciati nello
stanzino dalle poltrone rosse…Accidenti.
<< Johnny…>>
<< Dimmi.>>
<< Ho ancora addosso questo vestito. Non mi sono
ricordata che avrei dovuto prendere i miei abiti…anche la
borsa con il cellulare e tutto il resto sono rimasti là e
oltretutto non mi ricordo nemmeno il nome della via in cui
dovreste accompagnarmi…Non ho idea di come
arrivarci>> Avevo davvero poco senso
dell’orientamento in più non mi ero curata di
memorizzare la strada per tornare a casa di zio Alfonso dato che Carlo
la conosceva. Feci un’espressione colpevole,
<< Mi dispiace...credo che la situazione in generale mi
abbia un po’ sconvolta.>> Lui ci
pensò un po’ su.
<< Tranquilla, torneremo a prenderli, non subito
però, sarà ancora pieno di gente finiremmo per
rimanere bloccati…Facciamo così, vieni con me al
post serata, credo che rimarrò un’ora non di
più. Poi recupereremo le tue cose. Ti va?>>
Si, mi andava dannatamente, ma non potevo, cosa avrei raccontato a
Carlo? Sicuramente mi aveva già telefonato tremila volte,
sarebbe stato capace di denunciare la mia scomparsa ai carabinieri se
non mi fossi fatta viva. Johnny notò la mia indecisione,
si frugò in tasca e mi porse un cellulare.
<< Tieni, telefonagli fatti dire da lui in che
via e a che numero civico accompagnarti e spiegagli la situazione
… Poveretto, non deve essere molto bello smarrire la propria
ragazza a Venezia!>> Aveva detto l’ultima frase
con tono ironico e un sorriso sghembo alla Jack. Presi il suo
blackberry senza protestare e composi il numero. Come avevo sospettato
Carlo era già in piena agitazione.
<< Pronto?>>
<< Carlo sono io.>>
<< Ma si può sapere dove diavolo sei finita?
Sono usciti tutti! E dove hai il cellulare?Ti sto chiamando da
mezz’ora. Perchè mi chiami con un numero
anonimo?>>
<< Calmo, sto bene. Scusa ma il cellulare non ce
l’ho con me. Non crederai a quello che sto per
dirti…>> Gli spiegai velocemente il problema
del vestito, quello che era successo dopo, dissi che Johnny mi aveva
invitata al party post proiezione e che dopo aver ripreso le mie cose
mi avrebbe riaccompagnata. Raccontai il tutto con tono entusiasta
<<…ora sono su di una limousine con Johnny
Depp. Riesci a crederci? Io no!>> Dall’altra
parte del telefono nessun entusiasmo, solo un dannato silenzio.
<< Carlo ci sei?>>
<< Purtroppo si.>> Tono asciutto.
<< Come sarebbe a dire purtroppo?>>
<< Non ti è venuto in mente che staremo qui a
Venezia per soli due giorni e che se sono venuto era per stare con
te?Mi hai chiesto tu di venire! Poi mi pianti qui e ti aspetti pure che
mostri entusiasmo perché te ne stai andando ad una festa di
attori ubriaconi?>>
<< Carlo mi dispiace, non volevo certo piantarti in
asso…ma capisci è successo tutto per caso, queste
sono cose che capitano solo nei film! Cosa dovevo fare? Dire
“no grazie” e non assistere alla
prima?>>
<< E’ esattamente quello che avresti dovuto
fare. Evidentemente l’idea di allietare la serata di un
attore viziato e tossicomane era irresistibile per te!>>
Ma era impazzito? Quando lo zio Alfonso mi aveva dato il biglietto
anche lui aveva insistito perché andassi “Sei
così appassionata di cinema, è
un’occasione da non perdere per te. Cosa vuoi che siano un
paio d’ore? Troverò come impiegarle, poi mi
racconterai tutto”. Ora invece se ne usciva con quelle frasi.
<< Ma perché ti stai arrabbiando in questo
modo? Sai bene che non sarei andata se tu non avessi
insistito.>>
<< Ne dubito. Pensi solo a te stessa. Sai che ti dico? Fa
come ti pare, va pure alla festa va dove ti pare… anzi va
a quel paese!>> E mi attaccò il
telefono in faccia. Fissai per un po’ il cellulare, era un
ragazzo calmo in genere, ma quando si arrabbiava(raramente)
tirava fuori tutti gli impulsi repressi e non ragionava più,
proprio come stava succedendo adesso, solo che solitamente
c’erano delle ragioni logiche alla base. Mi voltai a guardare
Johnny che mi stava osservando un po’ accigliato, ero certa
che anche se non capiva la lingua si fosse comunque reso conto che
qualcosa non andava e infatti:
<< Ci sono problemi?>> Decisi di essere
egoista, insomma mi era capitata una fortuna assurda, avevo vissuto una
serata da sogno e non avrei permesso che Carlo me la rovinasse
così con il suo improvviso attacco di rabbia, a lui sarebbe
passato presto, ma io non avrei mai smesso di rimpiangere
quell'occasione sprecata. Con tono sicuro risposi:
<< No nessun problema. Andiamo pure al party.
>> Johnny non sembrò troppo convinto ma
annuì.
Una volta arrivata al party mi resi conto che non avevo idea di cosa
fare. Non c’erano giornalisti qui per fortuna,
perciò nessuno cominciò a chiedere chi
io fossi, mi parve di capire comunque che le persone presenti
avevano tutte collaborato al film, chi come attore, chi dietro le
quinte, chi nella fase di distribuzione e post produzione, ovviamente
c’era anche chi aveva prodotto, ergo finanziato il film, ergo
Johnny. Gli attori protagonisti mancavano probabilmente
poiché essendo dei bambini quel party non faceva per loro.
C’erano stuzzichini ma soprattutto c’era alcol, mi
guardai intorno, tutti avevano un bicchiere in mano. Appena entrati in
sala Johnny era stato subito rapito da una donna dentro un abito rosso,
la quale non aveva nemmeno notato la mia presenza, io non avevo osato
seguirli ed i due si erano diretti verso un gruppetto di persone tra le
quali c’era il regista e avevano cominciato a
chiacchierare. Avevo atteso un pò ma quel discorso
sembrava infinito. In realtà tutti in quella stanza erano
impegnati in una qualche conversazione, tranne io che mi sentivo e in
effetti ero, terribilmente fuori posto. Dei camerieri giravano tra le
persone tenendo in mano vassoi dove stavano poggiati dei bicchieri con
dei drink, ne presi uno. “Accipicchia è forte!
Deve essere gin…” ma lo buttai giù
comunque. Poco dopo ne presi un altro. Non avevo cenato e quei due
bicchierini mi arrivarono dritti al cervello. Mi diressi verso
l’uscita per prendere una boccata d’aria.
L’entrata del locale dava su un largo cortile rotondo con al
centro una fontana, ovviamente l’entrata al cortile era
proibita a chiunque non fosse invitato all’evento. Osservai
lo zampillare dell’acqua e la mia mente cominciò a
vagare…
“Carlo…” ero irritata per il modo in cui
mi aveva parlato, aveva detto che pensavo solo a me stessa, mi aveva
mandata a quel paese. Cominciai a pensare al nostro rapporto
“…stiamo insieme da così
tanto…mi sembra un’eternità. Di solito
gli innamorati non dicono sempre di sentirsi come il primo giorno? Io
no. Io li sento tutti questi cinque anni. Ma perché sono
così?”
Lui era stato il mio migliore amico prima di essere il mio fidanzato.
Avevo poi scoperto che in realtà era innamorato di me tempo,
così una sera Carlo “l’amico”
era diventato “il fidanzato”. Era stato bello e
rassicurante scoprire l’amore con lui. “Ma
l’amore non dovrebbe essere rassicurante! L’amore
dovrebbe bruciare, divampare ed anche un po’ spaventare per
la sua intensità … o forse è la
passione che dovrebbe essere così?” Ogni tanto mi
chiedevo se era davvero amore quello che provavo, se magari non era
semplicemente un grande affetto. E la passione? Cos’era la
passione? Io non lo sapevo. Voglio dire ,mi piaceva fare
l’amore, ma non era come lo descrivono nei libri, non avevo
mai sentito il desiderio consumarmi, mi ero convinta che tutte quelle
cose sull’amore scritte nei libri e raccontate ne i film non
esistessero nella realtà.
<< Persa nei pensieri?>> Trasalii e mi
girai di scatto cosa che mi diede una lieve giravolta e mi fece
oscillare. Sentii due mani forti che mi sorreggevano. <<
Ehy attenta...>> Lo guardai in faccia e vidi il suo mezzo
sorriso ed i suoi occhi neri, lo fissai per un po’ senza
sentirmi minimamente in imbarazzo, riflettendo
sull'inquatificabilità del fascino di quell'uomo,
l’alcol aveva spazzato via la timidezza. Dopo qualche attimo
di silenzio sentii la mia voce dire:
<< Credo di aver visto tutti i tuoi film sai?
>>
<< Beh spero non ti abbiano annoiata! >>
Disse sorridendo. Io continuai col il filo dei miei discorsi.
<< Questo tipo di sorriso, un po’ furbo, un po
rassicurante, un po’ ironico…questo tipo di
sorriso ,ce l’hanno tutti i tuoi personaggi, ora ho capito
che non appartiene a nessuno di loro, appartiene a te ed non riesci a
non farlo uscire fuori… E' davvero una bella cosa che tu non
riesca a fingere quando si tratta di sorrisi...>> Mi
osservò con un’espressione incuriosita inclinando
la testa di lato, voltai le spalle e mi diressi verso la
fontana. Mi sentivo ubriaca, mi bagnai i polsi sotto un filo di acqua
che usciva fuori da una specie di decorazione a forma di conchiglia.
Lui mi raggiunse << Cosa fai?>>
<< Credo di non essere del tutto lucida
Johnny…magari così mi riprendo. >>
<< Ma quanti drink hai bevuto? >> Scoppiai
a ridere e risposi << Due! Ci credi? Mi sono bastati due
drink per vedere il mondo girare attorno…>>
<< Caspita piccoletta, non lo reggi proprio
l’alcol! >>
<< Ero a digiuno…>>
Mi prese per mano. << Vieni con me.
>> Mi condusse verso la limousine, la aprì e
mi fece sedere nel posto davanti, poi fece il giro della macchina e si
mise al volante.
<< Ed il tuo autista e il tuo body-guard dove
sono? >>
<< Li ho mandati a casa, dopotutto so guidare e non
c’è più una folla di gente urlante che
mi corre dietro. Ora ti porto a mangiare qualcosa così ti
riprendi, ok?>>
<< Ma io sto bene! >>
<< Ah si? Allora potresti dirmi che ora segna il led
dall’automobile? >> Fissai i numeri, o meglio
provai a fissarli perché li vedevo sfocati ed in
movimento,infatti non riuscii a decifrare nulla.
<< Mhhh…Ok magari non metto a fuoco alcune
cose ma sto bene.>> Lui rise.
<< Anche io tendevo ad alzare il gomito quando ero
arrabbiato o a disagio in passato...ora capita ancora ma solo per le
cose davvero gravi o davvero belle. Tu perché hai
bevuto?>>
<< Per passare il tempo…>> Era
la verità o quasi.
<< Capisco. Non c’entra niente la telefonata
con il tuo lui quindi?>>
<< No.>> Silenzio. Contai mentalmente: uno,
due, tre, quattro….venti…trenta…
Ancora silenzio. Qualcosa si mise ad urlare dentro il mio cervello e di
nuovo la mia bocca parlò senza che
l’autorizzassi a farlo
<< Mi ha fatta arrabbiare, eppure non è a
causa sua che ho buttato giù quei drink, ero là e
non sapevo che fare, stavo ad osservare la gente … non
pensavo che due bicchieri potessero darmi alla testa,
c’è anche da dire che non sono una grande
bevitrice. Comunque non credo che arriverei mai ad ubriacarmi per lui ,
per Carlo… Non l’ho mai fatto e non lo
farò.No, decisamente. >>
<< Quindi se non per amore, per cosa ti ubriacheresti?
Solo per noia?>>
<< Io non ho detto che non mi ubriacherei per amore, ho
detto che non lo farei per lui.>> Nonostante
l'ubriacatura mi resi conto del significato delle parole che avevo
appena detto e maledissi la mia linguaccia.
<< Quindi non lo ami. Perchè ci stai
allora?>>
Sospirai tra me e me, con voce strascicata risposi << Non
lo so più... non lo so se lo amo e di certo non so
perché diavolo sto pensando proprio sta sera a queste
stupide cose! E’ stata una serata così bella , me
la sto rovinando con i pensieri …>>
d’un tratto mi sentii poco stabile, ancor meno di prima
<< …oddio mi gira tutto! >>
<< Abbi pazienza siamo quasi arrivati
…>> Lo disse afferrandomi una mano.
Mille brividi corsero su dal mio braccio, mi voltai a guardarlo, era
bello, terribilmente bello, gli occhi fissi sulla strada, il
profilo perfetto.
<< Ti starai facendo una pessima idea di
me…sto con un ragazzo senza sapere se lo amo… mi
ubriaco come una stupida senza nemmeno
volerlo…>>
Mi interruppe << Vuoi sapere quello che penso di
te?>> Mi lanciò un’occhiata veloce
<< Sarò sincero. Tu hai una maschera, anzi hai
molte maschere… come tutti del resto, ma nel tuo caso la
cosa è tragica, perchè la gente di solito si
affeziona alle proprie maschere, sono una protezione dal mondo, tu
invece mi dai l'impressione di odiare la tua maschera...è
questa la tragedia: perchè se odi la tua maschera vuol dire
che non sei stata tu a costruirla, dunque non sei libera. Credo ci sia
in te una gran voglia di rompere gli schemi, una gran voglia di essere
libera e fare follie ma non ci riesci… Tu non vuoi essere la
guida del paradiso di Dante, cara Beatrice, piuttosto vorresti fare un
giro tra i gironi dell’inferno, ma non ne hai il coraggio.
Almeno per ora. Sbaglio? >>
<< No…>>
Nei minuti successivi regnò il silenzio in macchina, mentre
la testa girava, le sue parole continuavano a risuonarmi nelle orecchie
“…tu non vuoi essere la guida del paradiso di
Dante, cara Beatrice, piuttosto vorresti fare un giro tra i gironi
dell’inferno…”, nessuna descrizione
avrebbe mai potuto essere più azzeccata.
Arrivammo davanti un lussuoso Hotel, io scesi e lui mi
condusse dentro, si diresse verso l’ascensore. Ultimo piano.
Passò una scheda sulla serratura della porta e quella si
aprì. Dentro era enorme, non ebbi modo di focalizzare bene
il tutto ma c’era una grande prevalenza di rosso e colori
scuri … non mi piaceva molto.
<< E’ tutto bordeaux qui
dentro…sembra la tana di un vampiro ricco.>>
Ancora una volta esprimevo un pensiero senza alcun filtro.Ma
perché non tenevo a freno la lingua? Lui si mise a ridere.
<< Credo di essere un vampiro ricco allora! Ho
scelto questo Hotel proprio perché mi piacevano i colori di
questa suite.>> Prese il telefono della camera :
<< Chiamo per il servizio in camera. Cosa
c’è di pronto nelle cucine? Mmhhh, no, non mi
piace, vuol dire che aspetteremo. Portatemi su pasta e ragù
e…non so, bistecca di maiale, ben cotta. Per due persone,
si. Da bere… acqua minerale e vino rosso,
Chardonnè…D’accordo…Si. Ok.
Ah e…il dolce del giorno? Sorbetto alle fragole? Va bene
quello. Grazie.> Riattaccò. Io nel frattempo mi ero
seduta su una poltrona bordeaux. << No,no, no, alzati
cenerentola, così finirai per stare peggio. Vieni ti ci
vuole aria fresca…>> Mi condusse sulla
terrazza, la vista mozzava il fiato. << Wow! E’
una cosa meravigliosa…>> esclamai.
Dopo un attimo di silenzio lui chiese:
<< Toglimi una curiosità Beatrice,
perché reputi la tua vita noiosa? >>
<< Perché lo è. >>
<< Lo è? >> Perché ne
capisse il motivo dovevo raccontargli qualcosa e così mi
misi a parlare senza riflettere troppo e con estrema
sincerità.
<< Sono figlia di un medico, non siamo ricchi ma stiamo
abbastanza bene. Mia madre non lavora, ma passa il tempo in alcune
associazioni di volontariato, non credo lo faccia per carità
cristiana, penso lo faccia per non annoiarsi troppo…
Comunque siamo ben visti da tutti. Per quanto riguarda me, a scuola
sono sempre stata brava e non ho mai fatto casini…non ho mai
cercato molto i ragazzi, non ho mai sentito la necessità di
avere mille storie, ho avuto solo un fidanzato prima di Carlo, ma
è durata poco e nessuno è venuto a saperlo. Non
ho mai distrutto la macchina di papà, non sono mai stata
vista drogarmi o fumare, non ho mai fato niente che fosse contro le
regole…Non ho nemmeno mai marinato la scuola! se non volevo
andare, se ero impreparata lo dicevo chiaro e tondo ai miei e rimanevo
a casa. I miei genitori mi hanno sempre dato piena fiducia ed io non ho
mai voluta tradirla facendo stupidaggini, tranne una volta: al liceo ho
stretto amicizia con un gruppetto di ragazzi appartenenti a famiglie
non esattamente per bene…che cosa vuol dire poi
“per bene” ti giuro che non lo so. Ero attratta da
questi ragazzi,avevano il coraggio di fare ciò che volevano,
erano più irresponsabili di me, non li frenavano i sensi di
colpa, è stato il periodo migliore che ho passato,
con loro ero perfettamente a mio agio. Una sera abbiamo rubato una
barchetta e ce ne siamo andati in giro, birre, erba, chitarre e tante
risate, la mattina abbiamo riportato la barca e nessuno si è
accorto di nulla. La notte più eccitante della mia vita! Ed
è tutto dire, dal momento che ho ventiquattro anni e non
ricordo una sola altra serata altrettanto bella… Comunque,
quando mio padre ha scoperto che frequentavo quel gruppo, me
lo ha vietato, abbiamo litigato furiosamente, è
stata l'unica volta che ho ricevuto una schiaffo, per un po’
ho continuato a cercare i miei amici di nascosto, ma loro si sono
sentiti offesi e con tutte le ragioni, quando mia madre ha messo in
giro la voce che li frequentavo per opera di volontariato, per
riportarli sulla dritta via! Buah!La dritta via!!Ma ci pensi? Non ho
parlato con mia madre per due mesi. Ad ogni modo la gente si
è bevuta quella fandonia ed io ho perso gli unici amici che
mi facevano sentire libera, me stessa e soprattutto viva! Sono la
figlia perfetta di genitori perfetti con un fidanzato premuroso e
perfetto, o almeno questo è quello che si vede
dall’esterno… Penserai che sono
un’ingrata…ma sono stanca di tutto
questo. Mi sento soffocare, ho l’impressione di
vivere una vita che non è la mia. Io non sono perfetta, per
niente! Sono terrorizzata da tutta questa normalità. Sto
facendo la mia tesi di laurea, Carlo si è laureato da poco e
sta cercando lavoro, so che quando lo troverà
tutti si aspetteranno che mi sposi…è come se
tutto fosse già scritto, la mia vita decisa. Vivo
nell'angoscia, ho sempre voglia di urlare…urlare e urlare
fino a svuotarmi! Devo avere qualcosa che non va… Tutto
quello che per la gente del mio paese è normale e giusto, a
me sembra ridicolo, è ridicolo che la massima aspirazione
delle donne debba essere mettere su famiglia, è ridicolo
comprare abiti firmati per cifre esponenziali, quando con la stessa
cifra si potrebbero nutrire dieci bambini africani, è
ridicolo avere case enormi piene di televisori al plasma in modo che
ognuno possa stare per i fatti propri e vedere ciò che gli
pare dimendicandosi del resto del mondo, la società
è stupida, le sue consuetudini sono stupide. Faccio
ciò che è necessario fare e giorno dopo giorno mi
rendo conto che non so niente della vita: non ho mai pianto
così forte da disperarmi, ne tantomeno riso così
tanto da piangere … non ho mai sentito passione per nulla e
non so cosa sia il desiderio, quello che ti consuma e che ti nutre allo
stesso tempo... Per questo amo il cinema ed i libri, perché
i film ed i libri mi mostrano cose che altrimenti non potrei mai vedere
o provare… perché io sono sempre ferma allo
stesso punto, sono come morta e non lo sopporto!! >>
Lo guardai con gli occhi gonfi di lacrime, per un attimo mi
sfiorò il pensiero che non avrei dovuto dire certe cose ad
un perfetto sconosciuto, ma quest’idea fu annullata da una
realtà: dopo quella sera non l’avrei
più rivisto, dunque non avrei dovuto provare imbarazzo per
quello sfogo.
<< Non hai niente che non va, sei solo nata con la
consapevolezza che la vita, quella vera, non è
materialità, ne tanto meno un insieme di regole, devi
ritenerti fortunata, c'è chi impiega l'esistenza a capirlo e
c'è anche chi non lo capirà mai. Dovresti
però trovare il coraggio di far emergere nelle tue azioni
ciò che pensi, perchè se stai così
male dentro la tua pelle, è solo per il fatto che continui a
fare ciò che dettano le regole sociali che odi tanto
.>> Rimanemmo un pò in silenzio. Poi gli dissi:
<< Credo che questa sia la seconda serata più
eccitante che ho vissuto, dopo quella in
barca…>>Lui mi sorrise e
scherzò:<< Dunque mi metti al secondo posto?
>>
Non risposi, ancora una volta ero ipnotizzata dai
suoi occhi, dalla sua sola presenza, mossa da una forza superiore ed
ovviamente dall’alcol , sollevai una mano e gli accarezzai il
viso. Percorsi il suo profilo con la punta delle dita: sfiorai la
fronte, segui la forma di quel naso perfetto ed arrivai alle
labbra…Ne disegnai il contorno con l’indice mentre
lui stava immobile con una sguardo strano e intenso, così
intenso da scuotermi tutta… Quei brividi,
l’incapacità di controllarmi… era
questo che si provava quando si desiderava un uomo? Lui
afferrò la mia mano e mi baciò la punta delle
dita con le quali lo avevo accarezzato. Fu come stare su un
ottovolante. Mi girava la testa ma non era solo l’alcol a
farmi quell’effetto adesso, era soprattutto lui.
<< Credo che tu sia appena balzato al primo
posto… >> Ma che cosa diavolo stavo dicendo?
Una sfacciata, ecco cos’ero. Gli si dipinse in viso un
sorriso lieve. Si avvicinò ancora, sentivo il suo
corpo sfiorare il mio e ancora brividi, calore,il vuoto,la fame, la
sete… i suoi occhi non si staccarono dai miei per un
po’, poi si spostarono sulla mia bocca. Pensai che mi avrebbe
baciata, desiderai che lo facesse. Non avevo mai desiderato
così tanto che qualcuno mi baciasse.
“Toc, toc!”Era il dannato servizio in camera. Ma
lui non si mosse, rimase dov’era mi guardò di
nuovo negli occhi con il suo sorriso inconfondibile << Ti
bacerei ragazza di Dante se tu non fossi ubriaca…
>> Scintille, fuochi d’artificio, il caos nella
mia testa… la mia voce che diceva << Io non
sono ubriaca… >> Quegli occhi neri, mi
fissavano, sorridevano. Per una volta ero io la protagonista del film.
<< Ah no? Ora io apro la porta al servizio in camera e tu
ceni. Se quando avrai finito sarai della stessa idea…
>> piccola pausa, sorriso furbo alla Jack
<< …se sarai della stessa idea allora ti
bacerò.>> Rimasi un attimo la come una stupida
cercando di tirare dei respiri profondi e mettere ordine nei miei
pensieri, ma sentivo ancora il suo sguardo accarezzarmi le labbra. Poi
si diresse verso la porta lo osservai, vidi il cameriere andare via,
lui si voltò nella mia direzione facendomi cenno di
raggiungerlo. Anche lui cenò con me, la pasta era buona. Man
mano che mangiavo riacquistavo lucidità, lentamente
cominciai a rendermi conto di quello che stava accadendo,
l’ubriacatura mi aveva fatto vivere il tutto con un senso di
irrealtà, ora che la testa non girava cominciavo a capire di
aver combinato un guaio. Arrivata al sorbetto ero del tutto lucida e
del tutto imbarazzata. La testa mi faceva male e la bocca che prima
aveva parlato fin troppo, adesso era incapace di proferire sillaba. Lui
finì di cenare, prese una sigaretta e si diresse verso il
terrazzo. Rimase lì a fumare mentre io seduta dentro
ricomponevo i pensieri. Cercai un orologio, erano le due di
notte. La situazione era questa: il mio cellulare era ancora
dove lo avevo dimenticato,il mio fidanzato non aveva idea di dove
fossi, avevo addosso quel costosissimo abito, fuori uno degli
uomini più affascinati del mondo (dopo quella sera ero certa
che fosse il più affascinante di tutti) stava fumando.
Cercai di ricordare dove abitava zio Alfonso … Alla fine
durante la telefonata non lo avevo chiesto a Carlo.
Johnny finì la sua sigaretta e tornò verso di me.
Mi si sedette di fronte e mi fissò senza dire niente, stava
aspettando qualcosa. Mi ricordai della promessa di poco prima
“…se dopo sarai della stessa idea, allora ti
bacerò”. Mi sentii avvampare ed abbassai lo
sguardo. Lui capì, si alzò e disse
<< Per recuperare le tue cose temo sia un po’
tardi, posso fartele avere domani. Per il momento posso solo
accompagnarti a casa.>>
<< Potrei fare un’altra telefonata
prima?>>
<< Certo.Usa pure il telefono della
camera.>> Composi il numero di Carlo, mi rispose la
segreteria. Accipicchia aveva spento il cellulare! Ed ora dove potevo
andare? Non avevo soldi ne documenti con me, non potevo nemmeno
prendere una stanza da qualche parte. Avrei dormito su una gondola?
“Sforzati Beatrice, sforzati…dove abita
Alfonso? Dai devi pur aver visto il cartello con il nome della
via…almeno di sfuggita!” Niente, non lo sapevo.
<< Johnny, la prima volta che ho telefonato a
Carlo…lui si è arrabbiato, mi ha attaccato il
telefono in faccia e non ho avuto modo di chiedergli in che via abita
suo zio…Volevo chiamarlo adesso, ma ha spento il cellulare
e… >>
<< E tu non ricordi minimamente dove dovrei
accompagnarti.>>Feci di si con la testa mentre lui mi
fissava ironico. Che situazione assurda ed imbarazzante. Non disse
nulla e si diresse verso la stanza accanto, dove doveva esserci la
camera da letto. Tornò con una camicia a quadri in mano.
<< Questa dovrebbe andarti bene, puoi usarla come
pigiama, piccola come sei ci nuoterai dentro. Che ne
dici?>> Mi stava dicendo che potevo dormire la ed io non
ero certo nella posizione di poter rifiutare, avrei dovuto prendere la
camicia e ringraziarlo, ma temporeggiai, lui la interpretò
come un’incertezza :<< Tranquilla non
farò quello che ho detto prima...>>lo disse
serio, ovviamente si riferiva al bacio, la mia faccia probabilmente
cambiò mille colori mentre dicevo:
<< Oh no. Io… non ho certo paura di
questo…sono io che devo scusarmi, per la troppa confidenza
che mi sono presa…>>
<< Scusati piuttosto per aver cambiato
idea…non è stato bello scoprire che la
tua…la tua attrazione nei miei confronti, era solo un
effetto del gin…>> lo disse con un sorrisetto
beffardo. Diceva tutto in modo ironico ed io non riuscivo a capire se
pensasse davvero quelle cose o se stesse soltanto cercando di mettermi
in imbarazzo. Mi resi conto che l'ubriacatura non c'entrava niente, io
ero attratta da lui, molto attratta, l’unico merito che il
gin aveva era di aver spazzato via la mia timidezza, che
adesso invece era tornata all’attacco e mi impediva di
pronunciare frasi di senso compiuto. Avrei voluto dire “Non
era effetto del gin, tu mi fai quell’effetto anche
ora… ” ma una ragazza per bene non parla
così, perciò risposi : <<
La camicia andrà benissimo… ti ringrazio.
>> Lui sorrise ancora scuotendo la testa, avevo
praticamente ignorato la sua ultima frase e risposto alla domanda di
prima, chiesi dov’era il bagno ed andai a togliermi quel
dannatissimo abito che mi stava soffocando. Ne uscii poco dopo con la
sua camicia addosso ed i piedi scalzi. Mi arrivava a metà
coscia, le maniche mi stavano lunghissime e le avevo quindi arrotolate,
conciata in quel modo ero ancora più in imbarazzo di prima.
Mi guardai intorno e mi resi conto che in quella stanza
c’erano quattro grosse poltrone bordeaux, un tavolino al
centro e nessunissimo divano. Non importava; avrei dormito su di una
poltrona.
<< Mhhh..Ti sta bene la mia camicia!
>> Scoppiò a ridere. Stava seduto
all’ingresso del terrazzo con una chitarra in mano.Mi voltai
nella sua direzione.
<< Grazie davvero eh! Come se non avessi
accumulato già abbastanza momenti imbarazzanti per
oggi…>> Lo dissi scherzando ma era la sacro
santa verità.
<< Puoi andare a letto se vuoi, io rimango
ancora un po’ qui. La camera è di
la.>> Me la indicò.
<< Sei gentile, ma io mi sistemerò
su una di queste poltrone.>>
<< Caspita, devo farti davvero paura! Il letto
comunque è enorme, non noteresti la mia presenza.
>> Mi squadrò dalla testa
ai piedi con una faccia divertita.
Sta volta senza pensarci esclamai << Non mi fai per
niente paura. E’ solo che ti ho disturbato abbastanza per
oggi, fregarti perfino il letto mi sembra un po’
troppo…>> Fece spallucce e poi
concentrò l’attenzione sulla sua chitarra e si
mise a suonare. Mi sedetti accanto e lo osservai. Era troppo
bello…Ripeto:TROPPO! Si era tolto giacca e gilet,i capelli
erano scomposti, i primi bottoni della camicia bianca aperti. Le sue
mani si muovevano agili sulle corde, non conoscevo la melodia che stava
suonando, ma mi piaceva. A brano finito si tirò indietro i
capelli e si rivolse a me scherzoso << Allora
non mi fai l’applauso?>> Glielo feci
sorridendo
<< Mi hai incantata! >>
<< Grazie.>> Aveva il sorriso
più bello del mondo e non so come mi ritrovai a
dirgli: << Non capisco come la proprietaria di
quell’abito possa aver preferito andare da qualche altra
parte, piuttosto che venire alla prima con te! >> Ero
sincera, insomma era l’uomo perfetto e una qualche cretina lo
aveva snobbato,mi aspettavo un’espressione compiaciuta come
risposta alla mia frase, ma con tono inaspettatamente amaro rispose:
<< Evidentemente, la proprietaria dell’abito,
ne aveva abbastanza di prime con me.>> Fece una pausa,
sembrava pensieroso, era lontano mille anni luce dal mondo. Poi
tornò con i piedi a terra ed indossò nuovamente
la sua maschera sarcastica << Tu non sei una che legge i
rotocalchi vero?>>
<< No…Perché dovrei
sapere qualcosa?>>
<< Fai bene a non leggerli, è tutta
merda… Comunque no ragazzina, non c’è
niente da sapere….>> Strimpellò
qualche nota.
<< Non chiamarmi ragazzina.>> Smise di
suonare e mi fissò divertito. << E
perché? non lo sei forse?Non voglio certo offenderti, ma se
davvero hai provato così poche emozioni nella vita, allora
hai una lunga strada da fare…>>
Era la verità, ma non sopportavo che parlasse in quel modo,
l’uomo di mondo che guardava dall’alto in basso la
ragazza con poca esperienza. Un fatto era che fossi io a dirlo, ben
altra cosa era sentirmelo dire. Il mio lato irascibile venne fuori
<< Se tu non fossi stato così tanto gentiluomo
prima, forse adesso questa ragazzina avrebbe un’esperienza in
più nel suo bagaglio di vita!>> Ma cosa
diavolo stavo dicendo?? STUPIDA, STUPIDA, STUPIDA! Mi
osservò sorpreso, poi la sua smorfia divenne
un’espressione divertita.
<< Non provocarmi… perché adesso
sei perfettamente lucida e quindi non sono tenuto a comportarmi
bene.>> Lo diceva in tono scherzoso e minaccioso ed in
tono altrettanto scherzoso e provocatorio dissi:
<< Sono solo parole!>> Posò la
chitarra di lato e si alzò, mi si piantò davanti
,mi afferrò entrambe le mani tirandomi su dalla poltrona con
uno strattone. Rimase li fermo a guardarmi a pochi centimetri
da me, sorrideva, sostenni lo sguardo con un’espressione
divertita. Ma a poco a poco qualcosa cambiò, lui si fece
serio ed i suoi occhi si accesero di una luce strana e
sensuale, non stava più scherzando, di nuovo
l’imbarazzo ebbe la meglio, senza rendermene conto abbassai
gli occhi. Questa volta ero sobria, ma dentro di me si agitavano
comunque le fiamme dell’inferno. Mi afferrò il
mento e mi sollevò il viso
<< Se sfidi qualcuno, dopo non distogliere lo
sguardo ragazzina…comincia con l’imparare
questo...>>. Aveva ragione. All’inizio feci
quasi violenza a me stessa per riuscire a non spostare più
gli occhi, ma dopo un po’ divenne facile, anzi la situazione
si capovolse e divenne impossibile sfuggire a quegli occhi neri. Non mi
stava nemmeno sfiorando eppure avevo brividi lungo tutto il corpo e
sentivo di non potere nemmeno muovermi. Mi guardava gli occhi e poi le
labbra e poi ancora gli occhi … Stava giocando o mi avrebbe
baciata sul serio? Inclinò un po’ la testa come se
stesse finalmente per farlo, sentivo il suo respiro sulla mia pelle. Mi
prese una mano, intrecciò le dita alle mie e poi disse
<< Accarezzami… come hai fatto
prima, vediamo se eri tu o se erano i drink a muovere le tue
mani …vediamo se riesci a fare quello che
vuoi...>> Lo aveva detto con una voce bassa e vibrante,
mi sentivo svenire, ma non avrei ceduto, era una sfida. Avvicinai la
mano al suo viso ed accarezzai quegli zigomi perfetti, aveva il sorriso
stampato in volto, ma i suoi occhi erano carbone ardente. Mi
passò una mano attorno alla vita e mi attirò a
se. Pensai che il mio cuore sarebbe schizzato fuori dal petto da un
momento all’altro, tanto batteva forte. Gli accarezzai le
labbra come avevo fatto prima, avevo il volto in fiamme, ma non avrei
smesso, non avrei ceduto. Il suo sorriso si distese un po’ di
più e gli occhi gli brillarono, riprese la mia mano ed
intrecciò nuovamente le dita con le sue. Si
avvicinò ancora di più, in un soffio disse :
<< Lo vuoi davvero o vuoi solo vincere una
sfida?>>
Lo volevo, lo volevo dannatamente, la mia testa diceva:
“Non lo rivedrai più … non lo
verrà a sapere nessuno. Accipicchia Bea, nessuno ti ha mai
fatto sentire come adesso … vuoi davvero rimanere con questo
rimpianto?” No, non volevo. Eppure ero lì
bloccata, inibita, muta. Lui allentò la presa e si sciolse
dall'abbraccio.
<< Se non hai nemmeno il coraggio di dire
ciò che vuoi ad alta voce, la tua vita non
cambierà ragazzina.>>
Stava per tornare verso la poltrona ma gli presi una mano per
fermarlo, mi guardò sorpreso. Al diavolo la timidezza,
fanculo ai perbenismi.
<< Non voglio vincere nessuna
sfida…>> feci un respiro profondo
<<… voglio solo che mi baci.>>
Non credevo di essere riuscita a dirlo. Sorrise di un sorriso dolce, si
avvicinò piano,dopo un attimo che sembrò
interminabile, sentii le sue labbra posarsi sulle mie,morbide calde
… chiusi gli occhi, dimenticai chi ero e dove mi trovavo,
dimenticai tutto. Mi strinse, sentivo il suo corpo i suoi muscoli
,avevo voglia di accarezzarlo, passai un braccio intorno al suo collo,
dovetti stare in punta di piedi per riuscirci, gli accarezzai la nuca
la schiena. Ero incapace di pensare, incapace di frenare le mie mani,
il suo sapore, il suo odore mi facevano impazzire. Sentii che si
accendeva di desiderio, il bacio divenne più intenso,
passionale, quasi brutale. La sua lingua mi accarezzava e divorava al
contempo. Non ero mai stata baciata così.
Cominciò ad accarezzarmi,non c'era violenza ne invadenza in
quelle carezze, era come se cercasse di non esagerare, scese con le
mani lungo i miei fianchi, si intrufolò sotto la camicia e
quelle dita abili da chitarrista cominciarono a sfiorarmi la schiena
facendomi tremare di piacere. Non avrei mai pensato che delle carezze
tanto delicate potessero eccitarmi a tal punto. Mi strinse di
più, sempre di più … Mi
trascinò nella stanza accanto senza smettere di baciarmi, un
passo dopo l’altro mi ritrovai sopra il letto con lui sopra
di me. Gli sbottonai la camicia e posai le labbra su quel petto liscio,
anche il suo cuore batteva forte. Lo guardai negli occhi lui mi
accarezzò il collo e salì fino al mio viso
posando il pollice sulle mie labbra.
<< Dobbiamo fermarci ragazzina…
>> Aveva la voce roca. Non credevo alle mie orecchie.
“Dobbiamo fermarci?” Io non volevo fermarmi.
<< Perché?>>
Tirò un respiro profondo e si mise accanto a me nel letto.
<< Perché… Vediamo un
po’… Innanzitutto perchè ho il doppio
dei tuoi anni e se ho ben capito tu hai fatto l’amore solo
con quel tuo ragazzo fin ora e anche se non lo ami hai intenzione di
continuare a starci. Io domani prenderò un volo per Los
Angeles, non mi vedrai più, non ti vedrò
più. Non è così che deve essere. Io ho
capito cosa vuoi fare: tu ti stai lasciando andare così con
me, proprio perché non mi vedrai più, proprio per
poter dimenticare subito dopo e tornare alla vita che odi tanto. Farai
come se nulla fosse accaduto domani, questa notte sarà uno
dei film che guardi, distante e irreale. Mi dispiace ma io
non ci sto.>> Mi sentii avvampare, già era
stato difficile confessare che desideravo i suoi baci, ma ancora
più umiliante era venire rifiutata in quel modo.
<< Perchè mi hai baciata
allora?>> Dissi senza riuscire a guardarlo in faccia.
<< Ho giocato a provocarti, ma non credevo che
avresti trovato il coraggio per chiedermelo.Invece lo hai chiesto e
allora...beh lo sai.>>
Ora si che mi sentivo davvero umiliata. Ero inchiodata a quel letto,
lo sguardo piantato a terra, gli avrei dato uno schiaffo se
solo fossi riuscita ad uscire da quello stato.
<< Prendimi pure per un'ingenua quando ti dico che un
attimo fa non mi sei sembrato affatto restio a soddisfare la mia
richiesta. Però devo ammettere che hai indovinato le mie
intenzioni, io dimenticherò domani, domani tutto questo
sarà distante è irreale. In fondo penso che farai
la stessa cosa anche tu. >>
<< A quanto pare dimentichi la timidezza quando
ti arrabbi. Comunque, tanto per chiarire ragazzina, io non ho detto che
non volevo baciarti, ho solo detto che non l'avrei fatto se tu non
l'avessi voluto. Per quanto riguarda il dimeticare, ti sbagli, io non
mi dimenticherò di te ed è per questo che non
voglio essere dimenticato, non so che idea ti sei fatta, ma
sappi che in genere non mi metto in queste situazioni con ragazze
appena incontrate. O almeno è dall’adolescenza che
non lo faccio più ed è ovvio che ne è
passato di tempo dall’adolescenza.>>
Il suo modo schietto di parlare aveva la capacità di farmi
arrabbiare come una furia e addolcirmi un secondo dopo.
<< E perché lo hai fatto con
me?>>
<< Perchè la parte di te che sta
sotto la superficie mi attrae e incuriosisce… ogni tanto
viene fuori, ma è un attimo, poi ti spaventi e torni dentro
quegli schemi che odi, ti offendi, ti chiudi smetti di essere sincera e
non ti lasci andare a te stessa… sarebbe bello rincontrarti
il giorno che riuscirai a farlo. Se ti rincontrassi quel giorno
…>> fece una pausa mi squadrò dalla
testa ai piedi con lo stesso sguardo caldo di prima.
<< Se mi rincontrassi quel giorno
cosa?>>
<< …se ci rincontreremo lo
scoprirai…>> Fece un sorriso <<
…ora dormi ragazzina…>>
Mi raggomitolai su me stessa ed il sonno mi portò
via.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** III. Alla luce del giorno. ***
III.
Alla luce del giorno
Le tende della stanza non erano state chiuse bene,
perché fu un filo di luce che entrava dalla finestra finendo
direttamente sui miei occhi a svegliarmi.
“Mhhh…ma dove
sono…” Sentivo il rumore di un respiro. Aprii bene
gli occhi ed in un attimo ricordai tutto.
Mi resi conto di avere la testa sul petto di Johnny che
dormiva tranquillo. Mi sollevai lentamente cercando di non svegliarlo,
non potevo credere a ciò che avevo fatto…Era
giorno, Carlo doveva essere fuori di testa oramai …ed il mio
comportamento? Non mi ero mai comportata in quel modo! Avevo chiesto ad
un uomo di baciarmi, un uomo incontrato poco prima e ci sarei pure
andata a letto se lui non si fosse fermato. Ma lui si era
fermato … Mi vergognavo sempre di più! La notte,
le note dalla chitarra, quella suite dai toni rossi, avevano
trasformato tutto, solo adesso mi rendevo conto di non aver sognato. Mi
ero spinta oltre, avevo fatto ciò che desideravo, molta
gente avrebbe detto che mi ero comportata da troia… Ed in
quel momento anche io lo stavo pensando di me stessa. Ma in
parte ero giustificata, osservai l’uomo che dormiva sul
letto, aveva una magia in se, una magia che mi aveva stregata. Johnny
non era solo bello, ne avevo conosciuti di bei ragazzi ma nessuno mi
aveva mai minimamente smossa, nessuno mi aveva mai portata a
comportarmi in quel modo,in lui c’era di più,
c’era fascino, un fascino che non veniva dal suo aspetto ne
tantomeno dalla sua fama, ciò che lo rendeva così
irresistibile era la sua capacità di guardare oltre, oltre
le apparenze, oltre le parole, oltre le maschere: lui aveva visto me ed
era per questo motivo che ero stata incapace di resistergli, per questo
motivo avevo desiderato lui ed i suoi baci. Johnny sapeva che
c’era una parte selvaggia che reprimevo, sapeva che stavo
fingendo “…non ti lasci andare a te
stessa…” così aveva detto. Aveva
dannatamente ragione. Per una volta qualcuno si era reso conto che non
ero semplicemente una ragazzina per bene. Mi ero sentita scoperta e
proprio per questo avevo deciso di smettere di nascondermi, finendo per
essere sfacciata ed insicura allo stesso tempo. Adesso, alla luce del
giorno, non avevo il coraggio perseverare con quel comportamento,
dovevo scappare prima che si svegliasse. Si ma come? Non avevo abiti e
non sapevo dove andare. Non potevo indossare l’abito della
sera prima e sperare di andare in giro inosservata per
Venezia… Che situazione! Girai un po’ per la
stanza, cercando di non fare rumore. C’erano dei jeans ma
erano da uomo…i suoi jeans. Niente da fare erano troppo
grandi. Guardai l’orologio, le nove. Avevo dormito poco.
Adesso era mio dovere chiamare Carlo e dirgli che stavo
bene, indipendentemente dalla lite che avevamo avuto, indipendentemente
dal fatto che ero finalmente certa di non amarlo e avrei dovuto
canfessarglielo il prima possibile. Andai nella stanza accanto ed
afferrai la cornetta composi il numero. Squillava.
<< Pronto?>>
<< Carlo sono io…>>
Silenzio. Allontanai un po’ la cornetta
dall’orecchio, ero certa che si sarebbe messo ad urlare,
invece: << Bea? Ma stai bene? Dove sei?>>
<< Si…sto bene.>>
<< Ma dove hai dormito? Il mio dannato
cellulare si è rotto… o meglio si è
rotto quando l’ho sbattuto contro un
muro…>> Ecco perché era spento. Lui
non lo spegneva mai.
<< L’hai sbattuto contro un
muro?>>
<< Si…senti a proposito, credo di
aver avuto una reazione esagerata ieri… Ma ne parliamo
faccia a faccia. Dimmi dove sei, hai preso una stanza da qualche
parte?>> Ecco perché era così
calmo, non immaginava certo che io fossi rimasta a dormire nella suite
di Johnny. Aveva dato per scontato che dopo il suo comportamento io
avessi preferito pagare una stanza in qualche hotel, piuttosto che
vederlo. Che potevo dire ora? Forse una mezza verità era la
miglior cosa.
<< Ehmm si mi trovo…mi
trovo… >> Cavolo ma dove mi trovavo? Afferrai
il un posacenere che stava accanto il telefono, lo capovolsi, sotto era
riportato il nome dell’hotel, glielo dissi.
<< Ma è costosissimo!
Come hai pagato?>>
<< Senti Carlo non ti arrabbiare, ma ieri le
miei cose sono rimaste al cinema…in una sala. Ti ho
già spiegato che ho dovuto cambiare i miei vestiti no?
Comunque dato che il tuo cellulare era spento e non riuscivo a
rintracciarti e non mi ricordavo dove abita Alfonso…beh
Johnny ha prenotato una stanza per me in
quest’hotel.>> Attimi interminabili di silenzio
e poi nuovamente una reazione inaspettata << Beh almeno
ha avuto la decenza di non lasciarti per strada. Ma lo sai che sei su
mille siti internet ed anche in qualche programma tv?>>
<< Cosa??>>
<< Senti Bea, sei stata un’ingenua.
Ora vengo a prenderti e ti spiego tutto. Fatti trovare
giù.>> Riattaccò. Rimasi un attimo
a pensare alla sua ultima frase…ero nei programmi tv? Ero
stata un’ingenua? Dovevo vederci chiaro il prima possibile .
Decisi di andare in bagno ed indossare di nuovo
l’abito da sera dato che non avevo altra scelta. Sopra
l’abito misi la camicia di Johnny per coprire
quell’enorme scollatura che alla luce del giorno sembrava fin
troppo esagerata. Ero ridicola e non passavo di certo
inosservata, ma almeno ero vestita. Sbirciai ancora una volta nella
camera da letto. Lui stava ancora dormendo. Scappai via come una ladra.
Carlo fu da me dieci minuti dopo. Si era fatto prestare la
macchina da Alfonso. In un primo momento non lo riconobbi, poi mi
diressi verso di lui in tutta fretta e salii a bordo velocemente.
<< Ma come sei conciata?>>
<< Devo spiegartelo di nuovo?>>
<< No, non spiegarmi nulla che è
meglio…>>al telefono mi era sembrato calmo, ma
ora che lo vedevo in faccia mi rendevo conto che la mia impressione era
stata sbagliata.
<< Senti…ieri una cosa ha tirato
l’altra…prima ero in fila per entrare un attimo
dopo stavo litigando col buttafuori e quello dopo ancora avevo addosso
questo vestito…io non volevo certo piantarti in
asso.>>
<< Ma non ti è sembrato strano che
un famoso attore si sia preso la briga ti aiutare te e di darti
addirittura un vestito?>>
<< Beh…mi è sembrato un
colpo di fortuna… Ma insomma Carlo, vieni al punto e
spiegami tutto.>>
<< I siti internet ti dipingono come una rovina
famiglie, le trasmissioni tv si chiedono da dove tu sia spuntata.
C’è la tua foto dappertutto, quello che non
c’è è il tuo nome, ma sono sicuro che
ci vorrà poco perché i giornalisti scoprano pure
quello. Fatto sta che tutti sul pianeta sono convinti che tu sia la
nuova fiamma di quell’attore. Nel caso che tu non lo sappia
lui ha due figli ed una compagna. A quanto pare lui e lei non compaiono
insieme da tempo e tutti si chiedevano quale fosse il motivo. Adesso
hanno trovato il motivo: tu. >>
<< Ma sono impazziti Comunque non dobbiamo
preoccuparci, queste notizie sono appena uscite ma vedrai che appena
lui lo verrà a sapere, smentirà
tutto.>> Carlò mi guardava basito.
<< Ma sei davvero così ingenua? Sai
cosa credo io? Credo che lui l’abbia fatto apposta, credo che
gli servisse della pubblicità e credo pure che non
smentirà un bel niente.>>
<< Ma perché pensi
questo?>>
<< Perché?! Che bisogno
c’era di uscire sul tappeto rosso insieme a lui alla fine de
film? Se vi foste salutati dopo la proiezione e tu fossi uscita da dove
eri entrata sarebbe finita lì , nessuno vi avrebbe
fotografati. Scommetto che è stato lui a chiederti di
accompagnarlo nell’uscita. E’ vero o
no?>> Annuii cercando di trovare un nesso, un senso a
tutto quello che Carlo ipotizzava.
<< Ma non capisco che utilità possa
aver avuto per lui…>>
<< Questo lo sa solo lui Bea. Fatto sta che
è un attore e sa benissimo che dal momento in cui
si fa vedere insieme ad una sconosciuta, i media non faranno
altro che parlarne. Non lo so, forse lo ha fatto per
pubblicità. Il punto è che ora tutti si faranno i
fatti tuoi, ha preso una ragazza sconosciuta e l’ha messa
sotto i riflettori, quando alla fine verrà fuori il suo
“atto caritatevole”, ovvero che è stato
così gentile da regalarti addirittura una abito
perché tu potessi assistere alla prima, quando
verrà fuori e se verrà fuori, lui ne
uscirà comunque pulito. Per il momento è sicuro
che tutti ne stanno parlando e ne parleranno per un bel
po’.>>
<< E’ assurdo pensare che lo abbia
fatto apposta Carlo… Non poteva pianificare una cosa del
genere!>>
<< Non dico che l’ha pianificata, ma
di sicuro ha colto la palla al balzo.>>
<< Sono certa che quanto prima darà
spiegazione di tutto e nessuno penserà più a me.
Ora è fondamentale che io mi tolga questo vestito altrimenti
chiunque mi riconoscerà … Ma prima dovremmo
passare dal teatro, il mio cellulare ed i miei documenti sono
la.>>
Carlo scuoteva la testa irritato. Una gran confusione si era
creata nella mia mente. Non riuscivo a capire che motivo poteva avere
Johnny Depp di farsi pubblicità in quel modo, era uno degli
attori più richiesti di hollywood, aveva innumerevoli fan, i
giornalisti lo perseguitavano. No, ero certa che lui avrebbe spiegato
come erano andate le cose, ero certa che non lo aveva fatto apposta.
L’unico punto interrogativo restava il tappeto rosso, in quel
caso la cosa risultava strana, non potevo negarlo. E infine: chi era la
proprietaria dell’abito che indossavo? Per la prima volta
nella mia vita avrei letto i siti di gossip.
Carlo recuperò le mie cose e tornò in
macchina, poco dopo fummo a casa di Alfonso. L’uomo mi fece
più o meno le stesse domande di Carlo, ma al contrario del
nipote, accolse le mie risposte in modo divertito
<< Proprio una bella avventura Beatrice cara,
una di quelle che è bello raccontare! Suvvia, ora ti lascio
libera, vorrai lavarti, vestirti, fa come fossi casa
tua.>>
Cercai di essere pronta nel più breve
tempo possibile, dovevo trovare un internet-point . Fu stranissimo
vedere me stessa su dei siti di gossip, mi fece quasi sentire male. La
mia faccia era spiattellata ovunque. Le foto che circolavano non erano
molte, cinque in totale, tre mentre percorrevo il tappeto e due mentre
salivo in macchina, seguiva poi la foto di Johnny che saliva nella
stessa auto ed i commenti: “La misteriosa ragazza non ha
fatto l’ingresso in sala insieme all’attore, ma
come dimostrano le foto i due sono andati via insieme alla fine della
proiezione.” Lessi le cose più assurde
nei vari siti:
“ Da tempo la relazione tra Vanessa Paradis e
Johnny Depp era agli sgoccioli, fin ora nessuno dei due aveva
rilasciato dichiarazioni in proposito. A mettere in chiaro tutto
è stato alla fine il bell’attore, che ha deciso di
presentarsi alla prima di Hugò Cabret accompagnato dalla sua
nuova fiamma. La giovanissima accompagnatrice ha mostrato un abbondante
decolletè messo in evidenza da un bellissimo abito
Valentino. A quanto pare il caro Johnny ne aveva abbastanza di donne
piatte e filiformi… tutta la nostra comprensione Johnny,
anche l’occhio vuole la sua parte!”
Più andavo avanti a leggere più gli
articoli diventavano surreali :
“ Fonti anonime rivelano che la misteriosa ragazza
altro non è che la baby sitter di Jack e Lily,i figli
dell’attore. Risulta chiaro che la cara Vanessa avrebbe fatto
meglio a mettersi in casa una tata vecchio stile, dato che
l’ambiziosa bambinaia ha finito per fregarle il
marito.”
Più andavo avanti più gli articoli
diventavano assurdi e di pura fantasia.
“A quanto pare il motivo della fine della
relazione tra Johnny Depp e Vanessa Paradis sarebbe questa ragazzina
sconosciuta, che poi tanto sconosciuta non è. A quanto pare
la suddetta ragazza ha conosciuto Depp sul set di The Rum Diary dove ha
lavorato come truccatrice. Un anonimo ha rivelato che durante le
riprese Depp si sia fatto rifare il trucco un po’ troppo
spesso, adesso il perché è chiaro.”
Infine il più assurdo di tutti:
“Vanessa Paradis era molto addolorata,
ha confidato ad un amico che la giovane ragazza apparsa ieri accanto
all’attore Johnny Depp, è stata la causa della
loro rottura. Pare che la bionda meretrice abbia tampinato Depp per
molto tempo riuscendo alla fine ad ottenere ciò che voleva.
Vanessa ha anche subito delle minacce da parte della stessa, minacce
che sono durate diversi mesi. Come può Johnny essersi fatto
abbindolare da questa strega rovina famiglie? Per quanto ci riguarda le
auguriamo il peggio.”
La versione della bambinaia e quella della pazza
strega erano le più diffuse. Ma chi diavolo erano questi
anonimi che dichiaravano tutte quelle cose? Ero basita.
<< Carlo ma queste cose sono
assurde!>>
<< Lo so Bea, ma per chi non sa chi tu sia
sono vere…>>
Passai la giornata col terrore che qualcuno potesse
riconoscermi. In più mi sentivo in colpa nei confronti di
Carlo, lo avevo tradito con un uomo che a quanto pare mi aveva usata.
Dovevo parlargli, dirgli che era finita ma con tutto il casino che era
successo, quello non era certo il momento migliore per farlo e poi lui
era già abbastanza arrabbiato… Il giorno dopo fu
un sollievo andare via da Venezia.
Una volta arrivata in paese però mi resi conto
che molta gente seguiva il gossip, mi avevano riconosciuta. Mia madre e
mio padre erano arrabbiati neri. Naturalmente tutti sapevano che non
ero ne la bambinaia ne la truccatrice ne tanto meno la persecutrice di
Johnny Depp ma cercavano lo stesso una spiegazione. Io dissi
la verità, ovviamente mentendo sul dopo serata. In paese le
acque si calmarono e tutti cominciarono chiedermi com’era lui
dal vivo, di cosa avevamo parlato ecc ecc… Io aspettavo
impaziente che Johnny smentisse quelle voci, ma niente. A quattro
giorni dall’accaduto il mio nome uscì fuori,
sapevo che prima o poi sarebbe successo, era stata la solita fonte
anonima a rivelarlo ma questa volta avevano detto la verità.
Così gli articoli cambiarono, le ipotesi divennero sempre
più astratte, per alcuni ero una fan che aveva vinto un
premio, per altri restavo una maniaca che aveva perseguitato
l’attore fino a conquistarlo. Il quinto giorno lessi una
dichiarazione di Johnny, o almeno il sito la riportava come tale.
“ Chi è quella ragazza? Pensavo aveste
già detto tutto voi! E’ la mia truccatrice,
è la baby sitter dei miei figli, è una fan
fortunata, una pazza psicopatica…Dopo aver letto tante
spiegazioni sono davvero in dubbio…non so se dirvi la
verità o meno, ho paura che la verità
risulterebbe fin troppo banale!”
Tutto qui? Dopo tanto casino lui ironizzava lasciando ogni
cosa nel dubbio? Non riuscivo a crederci! Allora aveva
ragione Carlo, era solo pubblicità che cercava! Praticamente
aveva incoraggiato i giornalisti a continuare con le ipotesi. Che
situazione assurda! Il settimo giorno sull’ennesimo sito
lessi l’articolo più assurdo di tutti:
“Marika (così la chiameremo,
perché la donna non ha permesso di soggiorno e dunque non
vuole rivelare la propria identità) è una Rom,ha
quarant’anni, è arrivata in italia che ne aveva
quattordici, a sedici anni ha messo al mondo Beatrice Fiore. Chi
è Beatrice Fiore? Ricordate la misteriosa ragazza che era
stata vista insieme all’attore americano Johnny Depp? Lei
è Beatrice Fiore. Marika ha visto la ragazza in tv, dice di
aver riconosciuto l’ambulatorio in cui lavora il padre di
Beatrice, Renato. Una notte di 24 anni fa la donna ha partorito in
quell’ambulatorio ed ha ceduto la bambina al medico dopo che
questi l’ha minacciata di farla estradare. Così ha
dovuto tacere e vendere sua figlia in cambio del silenzio
dell’uomo. ”
Mi alzai da davanti il pc, oramai ci ridevo sopra aspettando
che i giornalisti trovassero qualcun altro da importunare. Andai in
salotto, mio padre guardava la tv.
<< Papà vuoi sapere
l’ultima?>>
<< Sentiamo. Cosa si sono inventati questa
volta, che sei un’attrice pure tu?>>
<< Oh no, quella non sarebbe
un’ipotesi abbastanza assurda! Senti questa: a
quanto pare tu mi hai “comprata” ventiquattro anni
fa, da una ragazza rom che è venuta a partorire nel tuo
ambulatorio!>> Scoppiai a ridere, mio padre
impallidì.
<< Ehy papà…ma hai
capito quello che ho detto?>> Si alzò di
scatto dalla poltrona << Ma come si permettono di
inventare simili fesserie? Ora ne ho abbastanza! Io querelo tutti!
Querelo tutti!>>
<< Ma dai… stai calmo. E’
solo l’ennesima stupidaggine…>> Lui
mi fissò un attimo e poi disse << Ma certo che
lo è! Tu comunque dovresti smetterla di guardare tutti quei
siti…>>
Quel giorno non mi ero resa conto che la reazione
di mio padre aveva della motivazioni sotto. Fu solo la settimana
successiva che mi trovai di fronte un’amara
realtà. La donna rom era andata ad una trasmissione
televisiva comparendo di spalle e con la voce camuffata, aveva
cominciato a descrivere l’ambulatorio, mio padre e poi me:
<<…la bambina aveva un neo rosso
fragola sul fianco sinistro. Io ho lo stesso
neo…>>
Come poteva una sconosciuta sapere di quel neo? Ce
l’avevo davvero, era piccolo e rotondo, e dato il punto in
cui era situato era difficile che qualcuno se ne accorgesse, perfino
quando andavo a mare rimaneva coperto dal costume. Cominciai
a riflettere. Mia madre mi aveva detto che ero nata in casa e
perciò non c’erano foto dell’ospedale.
Il mio gruppo sanguigno era AB positivo. Mia madre era B positivo, mio
padre era AB positivo… Fin qui tutto quadrava.
Già tutto quadrava finchè non decisi di prendere
il portafoglio di mio padre, mentre lui era in bagno, per sbirciarci
dentro. C’era la sua carta d’identità,
il suo codice fiscale, una copia del mio e di quello di mia madre,
diverse carte di credito e la tessera sanitaria. Ma cosa speravo di
trovare lì? Tutte quelle voci folli stavano facendo
impazzire anche me. Decisi di riporre di nuovo tutto dentro prima che
lui se ne accorgesse. E di nuovo: carta
d’identità…codice
fiscale…tessera sanitaria… Tessera sanitaria? La
guardai bene non credevo ai miei occhi. Gruppo sanguigno: Zero. Zero?
Non poteva essere! Se mio padre era zero e mia madre era B come potevo
io essere AB positivo? Era impossibile.
Vi ricordate che all’inizio avevo
definito la mia vita noiosa? Beh da questo momento non lo sarebbe
più stata.
Gli articoli e le dichiarazioni fatte dalla donna
rom avevano suscitato molti scandali, mio padre era un medico e alla
fine era partita un’inchiesta, come purtroppo temevo la donna
aveva detto la verità. Da quel momento smisi di essere la
figlia perfetta di genitori perfetti e mio padre divenne un
delinquente. Aveva fatto una cosa illegale e la sua reputazione di
medico ne uscì distrutta. Nonostante la scoperta di
quell’amara verità volevo bene a mio padre e non
sopportavo tutto ciò che stava accadendo.
Ero arrabbiata: arrabbiata con i miei genitori per quelle
bugie, arrabbiata con la mia vera madre per avermi venduta, arrabbiata
con me stessa perché ora più che mai non sapevo
chi ero, arrabbiata con Johnny perché era per colpa sua se
tutta quella storia era venuta fuori.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** IV. Venti lettere ***
IV.
Venti lettere
Avevo scoperto di essere stata ingannata tutta la vita da
coloro dei quali mi fidavo di più al mondo. Razionalmente mi
rendevo conto che lo avevano fatto per paura e per affetto,
inconsciamente provavo rancore. La cosa che più mi
angosciava era pensare a mio padre come ad un criminale. Secondo quanto
era stato detto lui aveva minacciato la mia madre naturale. Era una
cosa terribile, non credevo fosse vera eppure il dubbio mi stava
uccidendo.
Improvvisamente mi rendevo conto di cose alle quali non
avevo mai fatto caso: il mio carattere opposto a quello dei miei
genitori, così razionale mio padre, così pacata
mia madre ed io che non facevo altro che sognare di paesi lontani e
reprimere la voglia di fuggire,la mia continua irrequietezza e
insoddisfazione, avevo sangue zingaro nelle vene. E poi i tratti
somatici ed i colori così diversi; mia madre mora con gli
occhi scuri, mio padre altrettanto, io bionda con gli occhi verdi.
Per un mese non feci altro che avere incubi. Sognavo di
correre in cerchio in una grande stanza, cercavo un via
d’uscita ma non la trovavo, tutt’intorno
c’erano delle donne di spalle, una di loro era mia madre ma
non voleva rivelarsi ed io correvo e correvo. Poi le donne sparivano ed
al posto loro innumerevoli specchi, vedevo il mio riflesso ed a quel
punto il terrore mi invadeva poiché non riuscivo
più a riconoscere il mio viso. A questo punto mi svegliavo
in un bagno di sudore.
A casa la tensione si tagliava a fette eppure i miei si
rifiutavano di toccare l’argomento. Soltanto subito dopo la
scoperta del tutto mia madre aveva pianto abbracciandomi, dicendo che
per lei io ero sempre stata sua, la sua bambina…
l’avevo perdonata. Avevo perdonato anche mio padre, eppure
non riuscivo a smettere di avere incubi, non riuscivo a non pormi mille
domande. Sapevo che la soluzione era incontrare quella donna
…volevo semplicemente guardarla negli occhi per vedere se
erano uguali ai miei e chiederle: Anche tu hai sempre avuto voglia di
fuggire?
Avevo provato a telefonare ai programmi tv che
l’avevano ospitata in incognito, ma niente non avevano
scucito una sola informazione. Non sapevo nemmeno dove si trovava di
preciso. Avevo ipotizzato Roma, ma non potevo esserne certa.
Ah! Mi stavo quasi dimenticando di Carlo. Non era stato
necessario che io lo lasciassi perché quando la
verità sulla mia provenienza era venuta fuori,
improvvisamente ed inspiegabilmente era stato lui a
mollarmi… Cosa aveva detto?
“Bea tu sai che ti voglio bene e che te ne
vorrò sempre…ma ti stanno accadendo
così tante cose. La tua vita sta cambiando. Io non so se
voglio rimanere a vedere cosa accadrà…”
Dopo cinque anni non avrebbe potuto lasciarmi in modo
più assurdo. Avrei di gran lunga preferito che dicesse : non
voglio stare con una zingara. Sarebbe stato più sincero e di
certo più soddisfacente.Ad ogni modo, mi aveva tolto
dall’impiccio di spiegare che non lo amavo più da
tempo e mi aveva anche tolto diversi sensi di colpa per averlo tradito
quella notte di quasi due mesi prima con Johnny.
Già, a proposito di Johnny, certamente se ne era
tornato nella sua villa a Los Angeles e non aveva la minima idea di
cosa una sola sera con lui su di un tappeto aveva comportato per la mia
intera esistenza… Non era giusto. Pensai che volevo trovare
la mia vera madre, avevo bisogno di un aiuto, forse se
quell’aiuto fosse arrivato da un famoso attore quelle stupide
reti televisive si sarebbero sbottonate. Già ma come si fa a
contattare un attore che viaggia continuamente, vive
dall’altra parte del mondo e non dà certo in giro
i suoi recapiti? Cercai su internet, finii su vari blog di fan che
avevano provato a contattarlo, c’erano una miriade di
indirizzi diversi ed ovviamente nessuno sapeva quale fosse quello vero.
Decisi di provarli tutti. Erano una ventina sparsi in giro per il
mondo. Scrissi una lettera che stampai in varie copie per inviarla a
tutti quei recapiti, poi mi resi conto di una cosa: se anche uno di
quegli indirizzi fosse stato corretto, quante possibilità
c’erano che Johnny aprisse la busta e leggesse la lettera?
Pochissime dal momento che di sicuro di lettere ne riceveva centinaia e certamente doveva esserci qualche domestica che le buttava nel
cassonetto così come arrivavano. Questo era un bel problema
… Come evitare che la mia lettera passasse inosservata?
Forse se fosse stato un pacco la domestica non lo avrebbe buttato e
Johnny lo avrebbe aperto… Già ma non
bastava… Serviva qualcosa che attirasse la sua attenzione.
Mi venne un’idea, un po’ stupida, un po’
folle, ma poteva funzionare. Avevo ancora la sua camicia a quadri, ne
strappai via una manica e ne feci varie strisce, con quelle strisce
realizzai dei fiocchi che fissai bene su ogni pacco con diversi punti
di spillatrice per accertarmi che non venissero via. La mia speranza
era che riconoscesse l’indumento in quel brandello di stoffa
e si ricordasse di me. Infine come mittente in ogni pacco scrissi:
Beatrice ovvero la ragazza di Dante. La lettera che misi
all’interno di ognuno di essi diceva questo:
Hai detto che non mi avresti dimenticata, quindi confido che
questo pacco ti abbia fatto capire chi sono. Quando sono andata alla
prima di Hugo Cabret non avevo idea che la mia esistenza ne sarebbe
stata sconvolta. A causa tua, la mia faccia è finita
dappertutto ed i paparazzi hanno cominciato ad indagare sulla mia vita,
e sai cosa ne è venuto fuori? E’ venuto fuori che
sono stata adottata illegalmente. Ora mio padre sta passando dei grossi
guai ed io non posso più dire che la mia vita è
noiosa poiché è diventata un vero incubo. Spero
che capirai se non ti ringrazio per questo.
Ti scrivo perché non so a chi chiedere aiuto, ho
intenzione di incontrare la mia vera madre, ma per una
signorina nessuno come me non è affatto facile scoprirne
l’identità, sono certa invece che tu potresti
ricavare molte più informazioni senza il minimo sforzo.
Mi hai messo tu nei pasticci Johnny, ora aiutami a trovare
mia madre.
Alla fine avevo aggiunto il mio indirizzo e numero di
telefono, dopodiché avevo spedito quegli strani pacchi in
giro per il mondo. Una settimana dopo nessuna novità, alla
fine della seconda settimana stavo cominciando a perdere le speranze,
poi arrivò una lettera con posta prioritaria. La aprii e
all’interno trovai un biglietto aereo e poche parole:
Ciao ragazzina. Sarò a Londra per lavoro fra due
giorni e non potrò allontanarmi da lì per un
pò, perciò devo chiederti di raggiungermi
così mi spiegherai tutto ed io cercherò di
riparare ai guai che a quanto pare ti ho causato.
Johnny
Oltre al biglietto aereo c’era un foglio con la
prenotazione di un Hotel, quindi avrei dovuto prendere il volo ed
andare a quell’hotel appena arrivata. Il volo era per il
giorno dopo.
<< Ma certo Johnny… ed ora ti
aspetti che io prepari armi e bagagli e parta
domattina?>> Con una certa irritazione lo feci. Non fu
facile spiegare ai miei quella partenza improvvisa ma me ne uscii con
qualcosa di credibile:
<< Ho trovato questo volo per
domani…ho bisogno di allontanarmi per qualche giorno da
tutto questo caos...>> Mi credettero , in fondo era una
mezza verità. Non sapevo quanto sarei rimasta la
poichè il volo era di sola andata, preparai una piccola
valigia con una paio di cambi.
Così a mezzogiorno di una domenica di luglio
atterrai a Londra. Mi aspettavo un clima più freddo invece
mi invase una terribile afa. Presi la metro ed arrivai vicino la zona
del’hotel. Chiesi indicazioni e scoprii che i Londinesi non
erano molto propensi in tal senso, ad ogni modo riuscii a trovare
l’hotel. Un edificio enorme con una hall gigantesca. Arrivai
davanti il bancone della reception e porsi il foglio ad una signorina
dall’aria zittita, quella chiese il mio nome ed un documento,
poi mi diede la chiave di una stanza. Un tizio con un buffo cappello in
testa ed una divisa prese la mia valigia e mi accompagnò.
Era una situazione buffa, camminavo dietro questo ragazzo che
continuava a dire “Prego Miss” con aria tutta
impettita, alla fine giunsi alla mia stanza ed andò via.
Aprii la porta, dentro era un tripudio di colori, i muri arancio, la
parete dietro la testata del letto blu, coperte ocra, mobili chiari. Mi
buttai sul letto sfinita dal viaggio e mi accorsi di un
foglio poggiato sul comodino, lo presi era piegato a metà,
lo aprii:
Sarò in hotel questa sera, mi farò
vivo io.
Ps: Questi colori ti piacciono? Ho chiesto espressamente una
stanza che non sembrasse quella di un vampiro.
Ma si ricordava proprio tutto di quella sera? Assurdo!
Pensai che sarebbe stato imbarazzante rivederlo, ma ero troppo
arrabbiata perché questo mi fermasse. Dopotutto erano stati
solo baci, i baci migliori che avessi mai ricevuto certo, ma avrei
fatto comunque finta di niente, il mio unico obiettivo era trovare mia
madre parlarle almeno una volta e mettere pace nel mio cuore. Mi
diressi verso il bagno, ebbi la piacevole sorpresa di trovarvi una
vasca idromassaggio, mi immersi e ci rimasi un’ora. Ne uscii
serena e rilassata, mi rivestii e decisi di ordinare il servizio in
camera a spese del caro Depp. Dopotutto a causa sua avevo
letto un’infinità di siti di gossip ed avevo
scoperto che possedeva addirittura un’isola,
pagarmi una cena non lo avrebbe certo rovinato. Ero arrabbiata con lui
e provavo una certa soddisfazione ad addebitare cose sul suo conto.
Finii la cena ed una cameriere passò a portar via tutto ma
di Johnny nemmeno l’ombra. Mi ero appisolata quando sentii
bussare, guardai l’orologio, le ventidue e
cinquanta…
Mi alzai ed andai ad aprire. Era lui. Maledissi me stessa
quando sentii lo stomaco capovolgersi alla sua sola vista. Ma
perché mi faceva quell’effetto? Mi
guardò con un sorriso e dopo un attimo di silenzio
esordì:
<< Sei scappata via come una ladra, senza
salutare, mi hai rubato la camicia e me la hai restituita a brandelli
appiccicata su dei pacchi! Ti sembra un comportamento normale
questo?>> Il suo tono era scherzoso.
<< Quindi hai ricevuto più di un
pacco?>>
<< Ne ho ricevuti cinque. Creativa
l’idea del fiocco, sei riuscita a non finire tra la
spazzatura.>>
<< Oh… chissà di chi
erano gli altri quindici indirizzi…>> Johnny
era la davanti a me e mi osservava con aria interrogativa e divertita.
Ed io a cosa pensavo? Agli indirizzi. L’ennesima
dimostrazione che quell’uomo mandava in tilt il mio cervello.
<< Ehy ragazzina non è questo il
punto! Il punto è che sei scappata via con la mia camicia,
era una delle mie preferite lo sai?>>
<< Me ne duole caro signor Depp,
perché quella camicia è oramai
defunta!>> Lui entrò e si chiuse la porta alle
spalle. Osservò la stanza e poi me.
<< Allora questi colori ti vanno bene o
no?>>
<< I colori della stanza vanno bene, ma
comincio a domandarmi se mi chiederai mai il motivo della mia presenza
qui o se continuerai a fare battute.>>
<< Mmhhh…io avevo intenzione di
continuare con le battute per un’oretta o
due…>> lo guardai storto << Ok,
ok…ho l’impressione che sarà
un discorso abbastanza lungo. Ti dispiace se mi
siedo?>> Gli indicai la poltrona ed io mi misi sedere sul
bordo del letto, era meglio stare il più lontana possibile.
Lui continuava a fissarmi con un’aria divertita.
<< Si può sapere
perché hai quel sorrisetto stampato in faccia Johnny? Guarda
che se ho preso un volo e sono venuta fin qui è per una
questione seria… e se ti vedo così divertito non
riesco a parlarne.>>
<< Ti sei resa conto che è da
cinque minuti che ti stai torturando le mani? Sei nel più
totale imbarazzo ragazzina, io stavo solo cercando di rompere il
ghiaccio, ma se vuoi divento serio in un
attimo.>>
<< E’ vero sono imbarazzata. Ma sono
soprattutto irritata, perché da quando ti ho incontrato
quella maledetta sera, la mia vita è diventata surreale!
Avevo già abbastanza dubbi su me stessa e non mi serviva
proprio di essere sfruttata da un attore e dalle sue…manovre
pubblicitarie! Quindi Johnny fammi un favore smettila di fingere e di
scherzare!>> Avevo alzato un po’ i toni, mi
faceva rabbia vederlo la seduto tutto tranquillo come se niente fosse
accaduto. In effetti per lui non era accaduto nulla dato che
non era la sua vita ad essere stata messa sottosopra e rivoltata come
un calzino.
Sgranò gli occhi incredulo
<< Come, come? Manovre pubblicitarie? Quali manovre
pubblicitarie?>> No, potevo sopportare tutto, ma non che
se ne stesse la a fingersi inconsapevole. Se c’era una
qualità che non avevo mai posseduto era la calma,
così esplosi :
<< Oh per favore, non fare il finto tonto!!
Forse per te è stato un gioco ma non per me! Io non sono
abituata a vedere la mia faccia dappertutto e non sono abituata a
subire le cattiverie dei media e del gossip! Prima d’ora non
sapevo nemmeno cosa fosse di preciso il gossip! Da un giorno a
l’altro per il mondo intero sono diventata una rovina
famiglie, una pazza psicopatica, una ragazzina arrivista che si fa
spupazzare dal grande divo! Magari…magari quello che
è accaduto quella sera, può averti portato
pensare che per me fosse un onore…beh sappi che non
è stato affatto un onore essere scambiata per il
tuo nuovo passatempo!! E per inciso quella sera non ero in
me, se ci ripenso non riconosco me stessa!>> Questa volta
smise di ridere ed il suo sguardo si fece duro.
<< Non essere ipocrita Beatrice… io
credo che invece tu sia stata pienamente te stessa e lo sai anche tu
che è così! Ti fa sentire meglio
buttare merda su tutto? Fa pure. Di pure quello che ti pare, ma
entrambi sappiamo che hai solo fatto ciò che volevi. E per
questo che non ti riconosci? Perché sei troppo abituata a
seguire le regole e non riesci mai ad agire come vorresti? Potrei
andare avanti ed aggiungere molto altro a questo discorso ma
finirei per essere…poco gentile! Però fammi un
favore, se non vuoi che perda la pazienza non azzardarti mai
più a dire che faccio il finto tonto e
non provare più a fare certe insinuazioni su di me. Davvero
credi che abbia bisogno di questo genere di
pubblicità?>>
<< E allora perché non hai negato
tutto nella tua intervista? Perché non hai detto quello che
era accaduto realmente? No! Hai lasciato che continuassero a ricamarci
sopra.>>
<< Di quale intervista parli? Ho rilasciato
una sola intervista in America qualche giorno dopo
e non è vero che non ho smentito, non mi è
sembrato necessario fornire informazioni sull’abito e tutto
il resto, ci avrebbero tirato fuori una storia infinita,
così mi sono limitato a dire che non ci eravamo mai visti e
che ti avevo incontrata in sala, alla prima,come in effetti
è stato, ho detto che eri una studentessa che stava facendo
una tesi su Melies e che eri venuta via con me perché volevi
chiedere delle informazioni allo sceneggiatore del film. Una
mezza verità per evitare malintesi.>>
<< Io ho letto qualcosa di totalmente
diverso… Questa cosa non stava scritta da nessuna
parte.>>
<< In Italia forse. Per quanto mi riguarda,
dopo questa spiegazione nessuno ha più chiesto nulla. Certo
qualche altra insinuazione c’è stata, ma questo
mondo funziona così, non ci si può fare nulla,
solo aspettare che e voci tacciano e dire il meno possibile per fare in
modo che le proprie parole non vengano manipolate.>>
<< Perché mi hai chiesto di uscire
con te sul tappeto rosso allora? Sapevi che mi avrebbero fotografata.
Tu conosci questo mondo, al contrario di me, non hai previsto che
sarebbe successo un casino?>>
<< Ti ho chiesto di venire con me
perché mi hai incuriosito e volevo chiacchierare un
po’ dopo il film. Sottolineo che volevo solo chiacchierare e
se adesso la tua machiavellica testolina sta pensando che
avevo pianificato di portarti in hotel, sappi che non è
così e a prova di ciò ti pregherei di riflettere
sul fatto che non sono stato io farti bere e tantomeno sono stato io a
dimenticare documenti, vestiti e indirizzo. Se la mia fosse una mente
maliziosa potrei arrivare a dire che sei stata tu a pianificare tutto,
ma si da il caso che credo nella casualità degli eventi. Per
quanto riguarda il tappeto rosso… ok , lo ammetto, ho fatto
un errore, ma solo perchè non mi sembrava molto gentile
chiederti di uscire dall’altro lato per farti salire in
macchina di nascosto in un vicolo. Poi solitamente
i giornalisti stanno la solo all’arrivo dei vip, ma quella
sera ne era rimasto qualcuno… Ti sembrerà
incredibile ma non ho pensato che potesse succedere un tale casino. Non
ho la sfera di cristallo.>> Improvvisamente mi resi conto
della mia enorme gaffe, era logico quello che stava dicendo, io mi ero
fatta convincere da Carlo e con tutto quello che era accaduto dopo non
avevo ben riflettuto sul corso degli eventi. << Bene
adesso dimmi Beatrice sei venuta qui solo per parlare di questo e per
sfogare la tua rabbia addosso a me o davvero hai bisogno del
mio aiuto?>> Mi fissò in silenzio. Avevo fatto
la figura della pazza stupida ed isterica, dovevo scusarmi.
<< Ammetto di essere saltata a conclusioni
affrettate…ma credimi quando ti dico che mi sono piovute
addosso una marea di insinuazioni e storie senza
senso…all’inizio ho pensato che sarebbe
finita appena tu avessi spiegato tutto, e quando non
è arrivato nessun chiarimento, ma solo altra confusione, me
la sono presa con te. Solo ora capisco che evidentemente
hanno preferito sorvolare sulle tue dichiarazioni ed inventare di sana
pianta anche quelle. Non credevo che il mondo del gossip fosse
così selvaggio. Ma come fai a restare così
calmo?>>
<< Io non sono calmo, ho solo alle spalle anni
di…allenamento. E’ ovvio che mi danno ancora
fastidio ma devo fare finta di nulla se voglio continuare
a fare il lavoro che faccio. Capisco che tu ne sia stata
spiazzata ed è proprio perché ti capisco che non
mi sono alzato ed andato via cinque minuti fa quando mi hai aggredito
verbalmente dandomi del bugiardo finto tonto.
>> Mi lanciò un’occhiata fulminante,
io abbassai gli occhi mortificata, lui capì e
disse: << Adesso mettiamo un punto a questo discorso e
dimmi il vero motivo per il quale sei qui.>> Gliene fui
grata, feci un bel respiro e cominciai a raccontare:
<< Tutta l’attenzione mediatica ha
portato alla luce qualcosa di me che nemmeno io sapevo…
Sono stata adottata e non in modo legale. Forse è
più corretto dire che mio padre mi ha comprata. E’
meglio se comincio dall’inizio: ventiquattro anni fa mia
madre ha avuto un aborto al sesto mese in seguito al quale ha
riportato danni che l’hanno resa sterile, hanno dovuto
rimuoverle l’utero che si era lacerato .E’ caduta
in depressione si è chiusa in casa, non si alzava dal letto
da più di un mese quando una notte mio padre ha visto
arrivare all’ambulatorio una ragazza rom, una ragazzina senza
alcun documento arrivata clandestinamente in italia che stava per
partorire. Quella notte sono nata io, mio padre l’ha aiutata
a partorire. Le procedure per l’adozione sono piuttosto
lunghe in italia, possono passare anni. A questo punto le versioni sono
due: mio padre dice che la ragazza ha dichiarato di non potersi
occupare di me, così lui ha fatto un patto con questa, ha
detto che mi avrebbe presa e cresciuta come una figlia se lei avesse
mantenuto il segreto. La versione della donna è diversa, lei
dice di essere stata minacciata da mio padre, dice che lui ha
minacciato di rivelare alle autorità che era una
clandestina, perciò per rimanere in italia avrebbe dovuto
rinunciare a me e non cercarmi mai più. Ha detto
anche che mio padre le ha dato dei soldi. In paese è stato
detto che mia madre aveva partorito in casa, dato che nessuno la vedeva
da qualche tempo la cosa fu presa per vera.
Il punto è che adesso io non so più
chi sono, non so la verità su me stessa ne su quella su mio
padre. Mi rifiuto di credere che lui abbia minacciato la mia madre
naturale Non so perché la mia madre naturale ha rilasciato
quelle interviste, forse solo per guadagnare dei soldi,ma non mi
importa e non mi importa nemmeno che mi abbia abbandonata, vorrei
incontrarla lo stesso, non so bene cosa chiederle ma so solo che voglio
incontrarla e guardarla negli occhi, magari può sembrare uno
stupido capriccio ma so che è l’unico modo per
capire qualcosa di me stessa.. Per me i miei genitori sono coloro che
mi hanno allevata, questo deve essere chiaro, ma mi sento incompleta da
tutta una vita, devo incontrarla Johnny. Il problema è che
lei è ancora una clandestina, ha rilasciato quelle
interviste senza mostrare il viso e con la voce camuffata, le
trasmissioni televisive si rifiutano di darmi informazioni, non so come
trovarla. Li ho chiamati centinaia di volte ma non ho ottenuto
nulla… Forse se sarai tu a chiedere, le cose potrebbero
cambiare.>> Lui mi guardò con una faccia un
po’ triste.
<< Credimi non avevo idea di averti causato
tutto questo. Capisco che non deve essere facile scoprire una
verità del genere. Ma sta tranquilla farò del mio
meglio, la troveremo.>>
<< Grazie…>>
<< Ho bisogno che tu mi scriva su un foglio in
che trasmissioni è comparsa…tua madre. Io
contatterò alcune persone e vedremo di sapere dove
si trova. Ok?>>
<< Ok.>> Lo feci e gli consegnai
il foglietto. Lui diede un occhiata veloce.
<< Un’altra cosa. Hai degli impegni
o puoi rimanere a Londra?>>
<< Risolvere questa questione è il
mio impegno principale adesso.>>
<< Bene, allora rimarrai. Buona notte
ragazzina.>>
Avrei voluto dirgli di non chiamarmi ragazzina, ma non
potevo perché mi ero appena comportata come tale. Mi
accontentai di rispondere con tono ironico:<> Lui si fece una risata ed andò via.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** V. Aspettando venerdì ***
V. Aspettando
Venerdì
Mi svegliai alle dieci del mattino. Dopo un attimo di indecisione
decisi di vestirmi e di andare nella hall. Come al solito ero stata una
sbadata e non avevo chiesto a Johnny in quale stanza alloggiasse,
perciò decisi di chiedere in portineria.
<< Buon giorno, potrei sapere in che stanza alloggia il
signor Depp?>> La tizia digitò il
nome sul pc e mi rispose immediatamente << Qui non
c’è nessuna stanza a nome del signor Depp,
signorina.>>
Ma certo, che scema, sicuramente si era registrato con qualche nome
finto, i divi facevano sempre così. Mi avvicinai al bancone
e cercai di convincere la donna che mi stava di fronte a rivelarmi il
numero della stanza.
<< Sia io che lei sappiamo che
c’è un signor Depp in questo hotel, il problema
è che non so con che nome si è
registrato…per favore, le assicuro che lui mi conosce,
è stato lui a prenotare la mia stanza qua. >>
<< Mi dispiace signorina, ma come ho
già detto non c’è nessun signor
Depp.>> Niente da fare quella tipa era glaciale, sembrava
quasi un robot. Decisi di uscire ed andare in giro per Londra, non
potevo mica rimanere chiusa in camera tutto il giorno aspettando che
lui si facesse vivo. La città era meravigliosa, il
pomeriggio volò via, quando tornai c’era
un messaggio per me alla reception.
Avrei voluto dirtelo
subito,ma a quanto pare hai deciso di sparire. Non sono riuscito ad
avere il nome, ne ha lasciati diversi in ogni trasmissione, tutti falsi
immagino, in compenso so dove si trova.
Se mi cerchi la mia
stanza è la 834, prenotata a nome del signor Stench.
Ebbi quasi un infarto, l’aveva trovata, era
passato solo un giorno e l’aveva trovata. Corsi verso
l’ascensore, ottavo piano, ovviamente era al piano attico.
831…832…833...eccola! Bussai. Niente. Bussai di
nuovo. Non c’era. Stavo andando via ma la porta si
aprì.
<< …mi hai
svegliato…>> Stava di fronte a me, i capelli
scomposti, un pantalone blu da pigiama e niente sopra...tutti i suoi
tatuaggi in bella mostra ed una bellezza sconvolgente. I miei ormoni
ballavano la deliranza!
<< Mi…mi dispiace. Sono solo le nove, non
pensavo dormissi…>>
<< Ho avuto una giornata
pesante…>>
<< ok…allora ti lascio in
pace…>> "Fuggi Beatrice!" mi diceva il mio
cervello.
Sbadigliò. << Mhhh…no,
oramai mi hai svegliato. Entra su.>> Obbedii ignorando il
buonsenso e concentrando il mio sguardo su tutto tranne che su lui.
Scopri che anche questa suite era piuttosto lugubre , proprio come
quella che aveva scelto a Venezia, ma sta volta non dissi nulla ed
andai subito al punto.
<< Johnny sono venuta chiederti di darmi
l’indirizzo. Voglio andare il prima possibile, anche domani
se trovo un volo…>> Lui nel
frattempo si stava infilando la maglia del pigiama, ringraziai il
cielo, non era semlice stare in una stanza con lui mezzo nudo davanti,
ne andava della mia salute mentale.
<< No, domani non puoi andare. Dovrai aspettare
venerdì.>>
<< Venerdì? Ma mancano tre giorni!
Perché devo aspettare venerdì?>>
<< Perché c’è il fine
settimana e non ci sono riprese.>>
<< Stai girando un film?>>
<< Un film-documentario. Non credo che lo
passeranno in Italia.>>
<< Johnny, ma cosa c’entrano i tuoi
giorni liberi con la mia fretta di partire?>>
<< Io verrò con te.>>
Lo disse come se quella fosse stata una cosa ovvia.
<< Eh? Ma non è necessario
… io ti ringrazio di tutto, ti ringrazio di averla trovata,
ma adesso posso fare da sola.>>
<< Senti… tua madre sta in un campo
rom nella periferia di Roma. Questo è tutto
ciò che ho scoperto, ma non sono riuscito ad ottenere ne una
foto ne un nome certo, ne ha utilizzati diversi. Dobbiamo accertarci
che sia lei, finchè la cosa non sarà sicura non
mi considererò libero dall’impegno. Potresti anche
arrivare la e scoprire che non c’è, o potrebbe
accaderti qualcosa, non voglio anche questa
responsabilità.>> Aprii bocca per ribattere di
nuovo, ma lui mi anticipò
<< Poche storie ragazzina, o io vengo con te o non ti
dirò dove si trova di preciso. In fondo sono solo tre giorni
di attesa a Londra, fai la turista, visita la città, vedrai
che voleranno.>>
Il momento serio era finito, aveva il suo solito sorrisetto stampato in
faccia. Non c’era niente da fare, lo osservai da testa a
piedi con una punta di irritazione e con una grande dose di attrazione
che cercavo di ignorare.
<< Lo sai che questo tuo modo di comandare la gente a
bacchetta può risultare irritante?>>. Ecco che
facevo di nuovo l'antipatica. Con quell'uomo ero capace di fare solo
due cose: 1 farmi odiare 2 farmi baciare...ovviamente il primo punto
era quello che si verificava più di frequente. Il secondo
punto...beh il secondo punto, oramai era un sogno lontano!
Fece una smorfia alla Jack Sparrow<< Ma io non
comando la gente a bacchetta, lo faccio solo con te!>>
<< Sai che ti dico? Ti dimostrerò la mia
maturità lasciando cadere qui la conversazione. E poi
è meglio che io vada e ti lasci dormire, oramai hai una
certa età, suppongo che tu abbia bisogno molto
riposo!>> Lui rise scuotendo la testa <<
Devi per forza avere sempre l’ultima parola
eh?>>
<< Sempre!>> Dissi chiudendo la porta.
: (
Lo so questo capitolo è un pò
breve...ufff ma per ora sono incasinatissima, non ho tempo!!! Comunque
la storia è tutta dentro la mia testa (più o
meno!) spero di trovare il tempo di scriverla anche se la
vedo ardua accipicchia!!!!! grrrrrrrrrrrrr!!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** VI. Qualcosa di te ***
- VI. Qualcosa di te
- Me ne tornai alla mia stanza con mille pensieri per la
testa. Johnny era riuscito ad ottenere dei risultati molto prima di
quanto pensassi, ero del tutto impreparata , sapevo di voler incontrare
mia madre ma adesso che la cosa si stava concretizzando sentivo il
panico invadermi. Rimasi sdraiata sul letto a fissare il soffitto per
un tempo infinito. Cercai di immaginarla, cercai di pensare a cosa le
avrei detto Già... cosa le avrei detto? E lei sarebbe stata
disposta ad ascoltarmi? Una paura si fece spazio tra tutti questi
pensieri: e se dopo averla incontrata non avessi trovato le risposte
che cercavo?Se le risposte fossero state quelle che tanto temevo?
L'ansia e la tensione per tutto ciò che mi stava succendendo
vennero fuori e mi ritrovai il viso inondato di lacrime.
- Dovevo uscire da quella stanza, non importava
dove sarei andata, sentivo di dover fuggire dai quei pensieri. Mi alzai
velocemente mi diressi verso la porta e mi catapultai fuori, qualche
passo nel corridoio e "Bum!" andai a sbattere contro qualcosa...no
contro qualcuno. Alzai gli occhi già pienamente consapevole
di chi mi sarei trovata di fronte.
- << Ehy piccoletta mi hai fatto
passare il sonno, stavo venendo a chiederti...>> Si
interruppe quando vide la mia faccia, cambiò espressione,
d'impulso cercai di fuggire e tornare nella mia stanza, non volevo
piangere davanti a lui,non volevo farlo davanti a nessuno in
realtà. Nell'ultimo mese non avevo fatto altro che fingere
di essere serena, fingere che non fosse cambiato nulla e adesso ero
lì a piangere davanti ad un'altra persona, non riuscivo a
sopportarlo. Gli voltai le spalle ma lui fu più veloce e mi
bloccò. Mi afferrò il viso mi guardo
bene per un tempo che mi sembrò interminabile e poi disse:
- << Stai piangendo.>> Non era
una domanda, ma una costatazione. Avevo un nodo alla gola, avrei voluto
chiedergli di lasciarmi andare, ma sapevo che se avessi aperto bocca i
singhiozzi sarebbero venuti su e non sarei riuscita a controllarmi.
Rimasi a guardarlo con gli occhi sgranati mentre qualche lacrima che
non riuscivo a controllare mi rigava il viso. Non erano necessarie
parole, non era necessario chiedere quale fosse il motivo di quelle
lacrime, lui sapeva, capiva. Lo vedevo dal modo in cui mi stava
guardando , fin dalla prima volta che lo avevo incontrato avevo avuto
la netta impressione che mi scrutasse dentro con estrema
facilità, ora più che mai lo stava facendo.
- << Andrà tutto
bene...>> Lo disse con una voce ed un'espressione
così dolci che ebbi ancora più voglia di
piangere, tremavo. Con la stessa dolcezza mi scostò una
ciocca di capelli dal viso, sentivo il forte impuso di abbracciarlo,
avevo la necessità di aggrapparmi a qualcuno moralmente e
fisicamente, ma inutile dirlo ; ero bloccata. Stavamo la in
silenzio, lui non smetteva di fissarmi serio, triste.
- << Hai preso in giro anche me
piccoletta...ti credevo serena quando sei andata via dalla mia stanza,
che scemo. Mi dispiace...mi dispiace per tutto questo, mi dispiace per
il casino che ti ho creato...>> Era davvero dispiaciuto,
si vedeva che si sentiva in colpa. Ma non era colpa sua, in fondo lui
non era stato altro che la chiave che aveva aperto un baule pieno di
brutte cose...ma non era lui ad aver riempito quel baule.
- << Tu non c'entri niente
Johnny...>> dissi tra i singhiozzi che oramai non
riuscivo più a trattenere <<
...sono loro che mi hanno ingannata...come hanno potuto
ingannarmi per tutti questi anni?? Non so di chi fidarmi, non so
più di chi fidarmi...sono sola. Sola...>>
- << Non è vero...non lo
sei.>>
- Fu allora che mi abbracciò, mi strinse forte,
fortissimo. Fu lì, ferma davanti la porta d'una stanza
d'albergo, tra le braccia di un uomo che mai avrei pensato di poter
incontrare, che piansi tutte le lacrime che avevo trattenuto fino a
quel giorno. Lo conoscevo a malapena, non sapevo niente di lui a parte
quello che dicevano i giornali, eppure adesso con una guancia
appoggiata al suo petto, bagnando la sua camicia con le mie
lacrime mentre in silenzio mi accarezzava i capelli, mi
sentivo protetta ed il senso di solitudine che mi stava divorando
sembrò dileguarsi.
- Nel corridoio una porta si aprì. Per evitare che
dei perfetti sconosciuti mi vedessero in quello stato, mi
trascinò dentrò la mia stanza e chiuse la porta.
Passò ancora un bel pò di tempo prima che
riuscissi ad aprire bocca, poi finalmente mi calmai.
- << Mi...mi dispiace... ti ho
rovinato la camicia... >>
- << Beh non è certo la
prima volta! Almeno questa è ancora
intera...>> Scherzò lui ed io sorrisi.
Improvvisamente mi sentivo più serena, nell'ultimo mese ero
stata come in apnea non ero esplosa, non mi ero sfogata con nessuno. La
mia natura introversa me lo aveva impedito.
- << Grazie Johnny...>>
- Lui continuò a scherzare <<
Abbiamo un rapporto strano io e te Beatrice passi il tempo ad
insultarmi o a ringraziarmi...due attività piuttosto diverse
non credi?>>
- << Non ce la fai proprio ad
accettare un grazie senza fare battutine vero?>>
- Fece spallucce e si lisciò i baffi.
Cominciavo a rendermi conto che quel suo scherzare continuamente non
era altro che un modo di nascondersi, un modo per proteggersi dagli
altri. Ma lui oramai sapeva molto di me. Le poche volte in cui lo avevo
incontrato erano state un compendio di situazioni imbarazzanti, ero
stata irascibile, ubriaca, mezza nuda, sfacciata, infantile ed ora
addittura in lacrime. C'era troppo squilibrio, dovevo sapere qualcosa
in più su di lui, sul vero Johnny non sul personaggio che
tutti conoscevano.
- << Johnny...ho una richiesta da
farti.>> Mi guardò interrogativo, io continuai
<< Ti andrebbe di raccontarmi qualcosa di
te?>> La sua faccia era tra il dubbioso e il divertito.
- << Devo raccontarti qualcosa di me? Cosa vuoi
sapere?>>
- << Qualcosa che non sanno tutti. Una cosa che
non è sui giornali o sui siti internet... non serve che sia
un gran segreto, basta una cosa semplice.>>
- << Perchè?>> Aveva
uno sguardo dolce e incuriosito
- << Vorrei solo sapere qualcosa che fa parte
di te, non del tuo personaggio pubblico. Non prendermi per matta ma
è solo che mi sento sempre così in imbarazzo,
è come se tu sapessi troppo di me ed io troppo poco di te.
Così non va bene.>>
- Sorrise. << E' la prima volta che mi succede
una cosa del genere lo sai? Solitamente sono io a sentirmi come te, la
gente sa molto della mia vita ed io non so mai niente della gente che
incontro, adesso tu dici di non sapere abbastanza... Va bene, ci sto,
chiedimi quello che vuoi, se è una domanda che nessuno mi ha
mai fatto ti risponderò.>>
- << Non saprei cosa chiederti,
scegli tu cosa dirmi.>>
- << Non mi piace molto parlare di
me...>>
- << Lo so.>>
- << Ah lo sai?>>
- << Si. Lo so perchè
eviti sempre che il discorso si sposti su di te, sei bravo a cambiare
discorso con le battute e quando ti capita di non riuscire a
sfuggire sei sempre imbarazzatissimo, fai mille gesti, giochi con il
bracciali, ti gratti la testa, fissi il pavimento...vabbè mi
fermo qua perchè l'elenco sarebbe infinito.>>
- Mi diede un buffetto sulla guancia
<< Mi hai osservato
ragazzina!>> Io feci spallucce.
- << Ti racconterò della
sera a teatro va bene?>>
- << Ma io ero presente, non ci
sarebbe niente di nuovo!>>
- << Hai detto che potevo
scegliere...>>
- << Si ma doveva essere qualcosa di
tuo.>>
- << E' qualcosa di mio,
c'è una cosa che per onestà devi sapere...non
credo ti piacerà però.>>
- << Ok ti ascolto.>>
- << Quella sera doveva venire con me
Vanessa. Sai chi è ?>>
- << Prima di quella sera non lo
sapevo, ma ora si, lo so.>>
- << Abbiamo litigato, come sempre
dopotutto... lei se ne andata in un albergo non so dove... Mi ha
lasciato in macchina il vestito, l'avevo scelto io a lei non piaceva
granchè e... così mentre me ne stavo tranquillo a
fumare la mia sigaretta, mi è arrivata una voce
alle orecchie :" queste sono scarpe da donna razza di scimmione!". Ho
subito pensato " Questa frase non può averla pronunciata una
di queste rigide e frigide signorine tutte in ghingheri!" Mi
affaccio alla porta e chi vedo? Una sorta di figlia dei
fiori, una creatura vera in mezzo a quella noiosa marmaglia. Mi ha
fatto ridere la tua faccia, un attimo prima infuriata ed un secondo
dopo terrorizzata. Eri del tutto fuori dal coro perciò mi
hai incuriosito e ti ho fatta entrare. Adesso arriviamo alla
parte che non sai : avresti potuto assistere alla prima anche con i
tuoi abiti, non era vero che i giornalisti avrebbero parlato di te, i
giornalisti stavano fuori, dentro c'erano solo i critici per
valutare il film. Ti ho chiesto di mettere quel vestito per ripicca,per
ripicca e stupidità, non so cosa volevo ottenere, una
vendetta puerile e senza senso nei confronti di Vanessa, le avevo fatto
un regalo, non le era piaciuto, così ho pensato ,
di darlo a qualcun altro, di darlo a te. Ecco qui, volevi un pezzo del
vero Johnny? Sono questo, io sono così, niente di grandioso,
niente di eccezzionale, una persona impulsiva che fa cose stupide.
>>
- Non sapevo che dire, ero sorpresa e confusa. Quando avevo
chiesto di farmi conoscere qualcosa di lui non pensavo certo che
avrebbe scelto una caratteristica negativa. Cosa voleva ottenere?
- << Su Bea arrabbiati pure, sei
divertente quando ti arrabbi!>>
- << Non vedo perchè
dovrei arrabbiarmi, certo dare il vestito a me per vendetta
è un'idea un pò contorta... non credo di averla
capita fino in fondo, credo che non l'abbia capita nemmeno
tu!>> Lui fece una faccia da "non ne ho la più
pallida idea " << Perchè hai scelto di
raccontarmi una cosa negativa?>>
- << Perchè ci vuole molta
più onestà a raccontare le cose imbarazzanti e
negative piuttosto che quelle di cui andare fieri. Volevi conoscermi
meglio? Beh sono stato onesto, questo non è un genere di
cose che dico nelle interviste, questo tipo di reazioni fa parte del
mio carattere non del mio personaggio, solitamente non vado a
raccontarle in giro, quindi adesso sai qualcosa di vero, qualcosa di
me, qualcosa che di sicuro non ho mai detto in
un'intervista.>>
- Mi aveva sorpresa, dopotutto lui mi sorprendeva
sempre.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** VII. Cambi di programma ed erotiche gaffe... ***
VII.
Cambi di programma ed erotiche gaffe...
Quella notte
dormii bene, lo sfogo che avevo avuto era servito a darmi una
tranquillità che oramai non sentivo da tempo.
Però dopo il racconto di Johnny riguardante la sera della
prima, una serie di pensieri si erano messi in moto. Lui mi aveva
voluta là, accanto a lui, dentro quell'abito, solo per
ripicca... se era così, allora anche quello che era successo
dopo, era stato per ripicca. Adesso ero certa che non avesse
alcun interesse nei miei confronti, ma era meglio così,
almeno non mi sarei fatta illusioni. Certo non posso dire che la cosa
non mi desse fastidio, semplicemente mi sforzavo di non pensarci, anche
perchè non potevo certo incolparlo di essersi approfittato
di me, ero stata io a chiedergli di baciarmi ed ero stata anche sul
punto di chiedergli di possedermi, se solo non si fosse fermato. Si era
fermato: ennesima dimostrazione che non gli piacevo affatto. Eppure mi
era sembrato coinvolto, combattuto... La mia mente mi aveva ingannata,
non c'era altra spiegazione, cosa poteva mai trovarci in me? Troppo
giovane, inesperta, insicura... e di sicuro priva della bellezza e del
fascino che possedevano tutte le magnifiche attrici che incontrava ogni
giorno. Ero solo una "ragazzina" in confronto.
"Basta razza di scema non pensarci più!!"
"Ma sei tu dannato cervello che non la smetti di pensare!"
Nel bel mezzo del mio monologo mentale suonò il
cellulare. Era Stefania la mia migliore amica. Stefania più
grande di me di due anni, era una ragazza dolce e molto estroversa, una
sorta di tornado. Era una persona su cui contare,era sempre stata
presente sopratutto durante la catastrofe degli ultimi mesi, ma ero
partita per Londra in fretta e furia senza avvisarla, lei non sapeva
che ero la con Johnny. In realtà per il momento preferivo
non diglierlo, lei era una delle pochissime persone al mondo alle quali
non piaceva Johnny Depp. Ovviamente non condividevo la sua opinione.
Lei non riusciva a negare il suo talento come attore, ma insisteva a
dire che secondo lei doveva essere un uomo dal carattere
insopportabile, una persona piena di se e dopo quello che mi era
accaduto, la sua antipatia nei confronti dell'attore era aumentata.
<< Disgraziata! Ma è possibile che vengo a
casa tua a trovarti e devo sentirmi dire da tua madre che sei in
Inghilterra? Ma ti sembra normale? Potevi avvisare!!!>>
<< Steeeefff!!!Dai non te la prendere, lo sai che sono
molto scombussolata per ora, sono partita
all'improvviso...>>
<< Ma sarei venuta con te! Se volevi fare una vacanza
potevi dirmelo! Non ti annoi tutta sola?>>
" Che faccio glielo dico o non glielo dico?? "
" Ma sei scema? Se le dici la verità quella si infuria!"
" Si. ma è la mia migliore amica."
<< Senti Stefy...Non ti arrabbiare. Non solo sola e non
è una vacanza....>> Le raccontai tutto e alla
fine del mio discorso, come era prevedibile lei esplose:
<< E tu te ne stai lì in una nazione
sconusciuta con quel montato pieno di collane??!!>>
<< Ma dai! Non capisco perchè lo odi
così, lui non è un montato e mi sta aiutando...
Se tu lo incontrassi cambieresti idea.>>
<< Prrrrfff.....ne dubito. Comunque almeno non ha
ignorato le tue lettere, questo mi sorprende.... ma non cantare
vittoria, mi starà sempre sulle scatole, è
più forte di me!>>
Mentre diceva così non potevo fare a meno di pensare:
"Ah se tu sapessi Stef quanto è stato dolce con me ieri, se
avesse abbracciato te in quel modo, se avesse detto a te, non sei sola
, avresti cambiato idea in un millisecondo..."
Preferii tacere. Stefania era una ragazza d'oro come ho già
sottolineato, ma se si interstardiva su una cosa non c'era modo di
farle cambiare idea. Chiacchierammo per un pò, le chiesi di
mantenere il segreto, lei mi mise in guardia altre mille volte nei
confronti di Johnny e poi ci salutammo.
La giornata la passai a fare la turista. Visitai la National Gallery;
passai delle ore li dentro , osservando estasiata quelle opere
magnifiche, c'erano Caravaggio ,Leonardo, Botticelli... e mille altri
ancora. Pensai alle storie alle vite che erano tessute fra le trame di
quelle tele, chissà chi erano i modelli, le modelle, che
avevano posato per quelle opere, chissà cosa aveva
illuminato la mente di quei pittori mentre una pennellata dopo l'altra
facevano la storia.
Mangiai un hot dog con molta senape, sicuramente poco sano, ma
buonissimo, totalmente diverso dagli hot dog italiani. Nel pomeriggio
andai a Portobello Road, il mercato era pieno di articoli e gente di
ogni genere, vendevano qualunque cosa, cose utili, altre del tutto
inutili ed altre ancora di non facile comprensione. Comprai in un
diario, o almeno una sorta di diario. Stava dal robivecchi, era un
quaderno con la copertina di stoffa, sopra vi era attaccata una spilla
a forma di cuore con la scritta : "
Looking for you I found my self " ovvero "Cercandoti ho trovato me stesso".
Mi colpì molto. Pensai che sarebbe stato utile, mi
attendevano giorni difficili, avrei scritto ciò che provavo,
questo mi avrebbe aiutata a riflette e a stare bene.
Tornai in hotel che era sera, attraversai la hall prenotai l'ascensore
e ci salii. Le porte si stavano chiudendo quando:
<< Aspetta!>> Era Johnny aveva bloccato
l'ascensore, salì aveva una faccia esausta
<< Mi dai un passaggio su?>> disse con un
sorriso.
<< Certo! E poi sembri stanchissimo...>>
<< Eh si lo sono...giriamo da stamattina, ci sono stati
problemi tecnici ed i tempi si sono prolungati, è
esasperante quando è così...>>
disse sbruffando e sistemandosi sulla testa un buffo cappello con una
piuma, che gli dava un'aria ribelle e un pò matta. Nel
frattempo aveva pigiato il numero otto, io mi ero dimenticata di
prenotare per il mio piano che era il quinto.
"Ma perchè diavolo dimentico sempre tutto? Anche le cose
più elementari??!!"
" E' questo tizio che ti fa rimbecillire cara Bea..."
"Grazie per la tua attenta analisi caro cervello, mi ci voleva
proprio!!"
<< Dai vieni ragazzina!>>
<< No...devo scendere al mio piano...questo non
è il mio piano...io...io non ho pigiato
e...beh...>> Ma come diavolo parlavo?!?
<< Lo so che non è il tuo piano, ma
già che sei qui vieni, così chiacchieriamo un
pò.>> disse con la sua solita irresistibile
faccia da schiaffi.
<< Ma non eri stanco?>>
<< Si infatti mi farò subito portare la cena
in stanza, ho pensato che puoi cenare con me se non hai già
mangiato.>>
<< Ok...>> Lo seguii in corridoio.
<< Bea , è una mia impressione o hai paura di
me? Ho sempre la sensazione che tu voglia scappare!>> Mi
lanciò un'occhiata ironica. Non gli sfuggiva nulla, era
inutile mettersi a fare mille discorsi, adottai la strategia "DEPP" e
decisi di tergiversare buttandola sullo scherzo.
<< Certo che mi fai paura, sono letteralmente
terrorizzata!!>> Nel frattempo eravamo arrivati nella
suite, lui aveva lanciato sul divano il cappello ed aveva sollevato la
cornetta del telefono.
<< Cosa vuoi per cena?>>
<< Non so...scegli tu, non sono schizzinosa in fatto di
cibo.>>
<< Ma in compenso lo sei per tutto il resto!
>> disse prendendomi in giro, poi ordinò per
entrambi. Di punto in bianco disse:<< Se vuoi, possiamo
partire domani...>>
Inutile dire che entrai nel panico per l'ennesima volta,
<< Domani? Domani è giovedì...tu
avevi detto...>>
<< Si lo so, avevo detto venerdì, ma per vari
problemi è stato deciso che domani non gireremo,
quindi possiamo anticipare la partenza. Te la senti? >>
Ansia, batticuore, agitazione, la mia faccia che sorrideva per celare
tutto << Si certo, per me va
bene.>> Lui mi scrutava come sempre, evidentemente il mio
sorriso plastico non gliela dava a bere.
<< Come stai piccoletta? Voglio dire...dopo ieri
sera.>>
<< Bene...mi ha fatto bene sfogarmi. Solo mi dispiace che
tu abbia dovuto assistere, non permetto mai che gli altri mi vedano
piangere...>>
<< Non dispiacerti, mi sono sentito
utile...>> ancora una volta smise di essere serio e con
un sorriso a trecentoquaratadue denti in stile Ed Wood
disse << Lo sono stato
vero??>>
Io risposi di cuore ed in tutta sincerità <<
Lo sei stato molto Johnny.>> Il discorso era chiuso, non
serviva aggiungere altro.
Andò a fare una doccia in attesa che arrivasse la cena. Io
andai sul terrazzo e mi sedetti sul bordo della balaustra osservando la
città e le sue luci. Poco dopo sussultai sentendo una voce
alle mie spalle.
<< Hey ragazzina non vorrai buttarti!>>
<< Oddio! Non ti ho sentito arrivare!>> Si
era cambiato; jeans e t-shirt bianca, non lo avevo mai visto
così semplice, mentalmente lo paragonai ad una spiaggia , lo
so è un pensiero buffo, ma lui esattamente come
una spiaggia, più era semplice, privo di architetture,
fronzoli e decorazioni, più era bello.
<< Scendi da lì.>> Era
stato un ordine categorico, ovviamente non obbedii.
<< Mi dispiace ma la mia natura da ragazzina mi impedisce
di seguire ordini, anzi tendo a fare tutto il contrario!>>
Si avvicinò << Dai scendi.>>
<< Ma perchè? Guarda che non cado
mica!>>
<< Eh chi lo sa? Magari arriva un colpo di vento e ti
porta via!>>
<< Ti piacerebbe eh??>>
Fece finta di pensarci su, aveva una faccia buffa << No,
in effetti sarebbe molto più soddisfacente buttarti
giù con le mie stesse mani!>> Si
avvicinò minaccioso, mi afferrò le braccia e mi
spinse indietro, ma senza mollarmi ovviamente. Nonostante tutto presi
una gran paura e lanciai un urlò <<
Woaaaaaaaaaaahhahahhhhhh!!!!!>>. La mia reazione
istintiva fu di buttarmi in avanti, verso l'interno del terrazzo.
Risultato? Gli finii addosso a tutta velocità facendolo
cadere e ritrovandomi sdraiata su di lui.
<< Ma sei matto!! Mi stavi davvero buttando
giù!!>> dissi tutta sconvolta e impacciata,
cercando di rialzarmi e darmi un contegno.
Naturalmente, manco a dirlo lui rideva, ecco cos'ero per lui, una sorta
di clown, non faceva che ridere quando era con me, io dal canto mio con
le mie mille gaffe non miglioravo certo la situazione.
<< Ma no ragazza pazza, guarda che ti
tenevo!!>>
Mi resi improvvisamente conto che ancora una volta,
io e Johnny eravamo soli in una suite, in posizione orizzontale, l'uno
sull'altra. Adesso ne ero certa, la mia già precaria salute
mentale, sarebbe uscita distrutta alla fine di questa storia: quanto
autocontrollo può mai possedere una povera ragazza?!
Johnny smise di ridere, si alzò a sedere, cosa che
peggiorò la situazione perchè mi ritrovai a
cavalcioni su di lui in una sorta di "posizione del ragno" . Imbarazzo,
silenzio, situazione ambigua: solitamente nei film, quando accade una
cosa del genere i due protagonisti finiscono per baciarsi e magari
rotolarsi a terra, ma questo non era certo un film ed a dimostrazione
di ciò la sua voce mi arrivò alle orecchie con
queste esatte e testuali parole:
<< Sono famoso per le mie cadute in pubblico, ma devo
ammettere che non è facile farmi finire a terra quando sono
sobrio.>>
<< Così impari a non attentare alla mia
vita!>> Dissi cercando di alzarmi.
Lui mi osservò tutta e disse: << Sei tu che
attenti alla mia...>> La sua voce aveva assunto
un tono basso e strano mentre pronunciava quelle parole, sembrava quasi
un pensiero espresso ad alta voce per errore. Si
tirò su, io ero seduta a terra adesso. Fissandomi mi porse
la mano perchè mi rimettessi in piedi, tanto per
cambiare rimasi intrappolata in quegli occhi e mi alzai senza nemmeno
rendermene conto. Poi, come se nulla fosse,mi piantò
lì senza una parola e si diresse verso l'interno della
suite. Io rimasi un attimo a pensare a quella sua risposta. Quell'uomo
era un enigma.
L'arrivo della cena mi tolse dall'imbarazzo. Ci mettemmo
d'accordo per la partenza, lui viaggiava molto ed era un vero esperto
di voli, era quasi certo di trovarne uno in tarda mattinata,
perciò mi raccomandò di non svegliarmi
più tardi delle nove.
<< Ragazzina?>>
<< Si messer uomo di mondo?>>
<< Non credere che non mi sia accorto che sei
terrorizzata per domani!>> Mi fece l'occhiolino, io
sorrisi e me ne andai.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** VIII. Urla, poesie e ciondoli. ***
VIII.
Urla, poesie e ciondoli.
Prima di intraprendere
questo viaggio verso Roma,ho bisogno di scrivere su te caro diario, tu
che hai una spilla a forma di cuore sopra la copertina, dentro te
metterò pezzi del mio cuore che si alleggerirà e
starà meglio.
Cominciamo
dall'inizio....
La persona che ho amato
di più si chiama Elide. Se adesso state pensando che sono
lesbica beh non è così! Non che io abbia qualcosa
contro l'amore saffico, nulla da ridire, ma Elide era mia nonna. Se
potessi scegliere come diventare, chi diventare, sceglierei lei. Ho
sempre pensato che il nome Elide e la parola emancipazione fossero
sinonimi. Mia nonna era nata negli anni trenta eppure non
aveva mai accettato il semplice ruolo di moglie e madre, innanzitutto
da giovane era una delle pochissime donne in paese ad avere una
patente, un' automibile e un lavoro. Non perchè fosse
necessario, ma perchè lo voleva. Aveva fatto un corso ed era
diventata infermiera, a qualsiasi ora la chiamassero lei saliva sulla
macchina con tutto il necessario ed andava dove serviva, i suoi giorni
erano pieni, non si fermava mai un attimo. Con lei, su quella vecchia
seicento bianca, io avevo imparato a conoscere il mondo, ad amare la
natura, i libri, l'arte, la musica, insomma tutto ciò che
è sentimento. La domenica mi prendeva e partivamo le nostre
gite, mi portava spesso a mare in una spiaggetta che era rimasta
incontaminata, senza bar e villaggi turistici, lì facevamo
volare gli aquiloni, costruivamo castelli e lì mi
leggeva poesie e favole , ma non favole tradizionali, lei non
amava storie come Cenerentola diceva:
<<
E' un esempio di maschilismo! Perchè mai una ragazza
dovrebbe indossare scomode scarpe di cristallo per piacere ad un
principe viziato e musone?>> In effetti non aveva torto,
se il principe amava Cenerentola avrebbe dovuto riconoscerla senza il
bisogno di infilarle una scarpetta!
Così
mi leggeva Shakespeare, Boudelaire, Alda Merini, Kalil Gibran e molti
altri. Io rimanevo lì ad ascoltare incantata cullata dalle
onde del mare, con lei nulla era noioso, l'energia e l'amore che
metteva in ogni cosa rendevano quegli attimi perfetti e le parole di
quei poeti chiare e forti come un grido, un grido che riusciva a
risuonare anche nel mio cuore di bambina. Ancora oggi, nonostante lei
non ci sia più, quelle voci continuano ad agitarsi in me ad
alimentare il fuoco che mi ha sempre fatto pensare che nella vita
c'è molto di più che un solo e semplice scopo,
quello scopo, quel fine, che tutti cercano. Nella vita non
c'è un fine, ce ne sono cento, mille, infiniti e
continuamente, in ogni istante di esistenza , portiamo a termine
qualcosa ed al contempo ne cominciamo un altra. Elide ha aperto la mia
mente ad un mondo sconfinato, un mondo dove si può essere
liberi, un mondo dove il pensiero e l'essenza che è in noi,
contano più di ogni altra cosa. Se crediamo in
ciò che abbiamo dentro, allora potranno accaderci cose
straordinarie. Io ero certa di tutto questo, dunque nel corso degli
anni non avevo mai cercato uno scopo, ma piuttosto di trovare il modo
per smettere di essere insicura, credere pienamente in me stessa e
così definire la mia essenza. Forse per questo desideravo
così ardentemente di incontrare una madre che mi
aveva data via, perchè a discapito di tutto, quella madre e
quell'abbandono, erano un pezzo di me, un pezzo di quel puzzle che
giorno dopo giorno cercavo di ricomporre. Riempivo la mia testa di
libri, di cultura, ma adesso ciò che più mi
serviva era riempire la mia testa di sogni, dei miei sogni. Ecco chi
sono: una ragazzina che è cresciuta con la poesia nelle
orecchie, la punta dei piedi immersa nella schiuma di una riva ancora
incontaminata, le mani tra la sabbia a costruire castelli di polvere,
ma sopratutto di idee. Ancora oggi se sento il profumo delle onde
salmastre, il volto di mia nonna, quegli occhi grandi e
ardenti come i crateri di un potente vulcano, mi tornano alla mente e
le sue parole riempiono il mio cuore:
"Io ho fatto
ciò ho voluto bambina mia, seguendo me stessa ho trovato
cose meravigliose, ho trovato sguardi pieni d'affetto, amici talvolta
leali, talvolta traditori, ma pur sempre persone uniche nel loro
genere, ho trovato tuo nonno e tua madre e te. Guardo te ed
ho la certezza che seguire me stessa e le mie aspirazioni, sia stata la
cosa giusta da fare. Non lasciarti mai compromettere e deviare da
questa società spaventata dal singolo, da questa gente che
non desidera altro che confondersi tra la massa. Riempi il tuo
bagaglio, studia, cresci, prendi tutto ciò che la vita ti da
e se un giorno sentirai che questo ancora non ti basta, allora parti e
va verso ciò che ancora non ti è chiaro, risolvi
i tuoi dubbi, fa luce su ogni cosa e così illuminerai i tuoi
giorni. E così sarai una donna e verrai amata e amerai e
sentirai che l'universo è troppo piccolo per contenere tutta
la bellezza che è in te. E così produrrai nuova
bellezza da donare agli altri."
Era per
queste, pazze, folli , magnifiche idee che nulla mi bastava, per queste
parole io sapevo che la vita non si compiva in un locale o ad una
festa, ne tantomeno si compiva nei bei voti presi a
scuola,così come non si compiva nel nel prestigio sociale da
tutti agognato. La mia vita doveva compirsi diversamente, volevo
collezionare attimi e tenerli dentro me come delle preziose perle
finchè un giorno guardandomi dentro sarei stata felice di
trovarvi tutta quella ricchezza, quel giorno avrei avuto la certezza di
aver vissuto bene, di essere stata degna di quella grande donna di nome
Elide e dei suoi insegnamenti.
Ora caro diario
cercherò di dormire, c'è molto da dire, ma l'ora
è tarda per raccontare tutto..
<<
DRRRRRRRRRIIIIIIIIIINnnn!!!!!!DRRRRRRRRRRRIIIINNNN!!!!!!!!!!>>
<< Accipicchia.....dannatissima sveglia!..che
suono atroce...>>
Mi ero addormentata con diario in mano, le ore erano volate
tra strani sogni confusi, erano già le otto. Mi
alzai lentamente, la doccia mi aiutò a svegliarmi. Cosa
avrei indossato per quel viaggio? Quel viaggio verso Roma, quel viaggio
che mi spaventava? Pensai a Johnny ed all'improvviso mi sentii
sollevata, dovevo ammetterlo, ero felice che venisse con me, ero felice
che non avesse voluto lasciarmi sola. Sarebbe venuto la a controllare
che tutto andasse per il verso giusto e poi...e poi gli avrei detto
addio. Ma adesso non volevo pensarci, adesso lui ci sarebbe stato.
Avevo al polso un bracciale che mi aveva fatto mia nonna, lo osservavo
sempre quando ero in ansia, era una catenina con molti ciondoli, lei li
aveva raccolti per un pò di tempo e poi li aveva messi
lì tutti insieme, erano tondi e piccoli, ma su ognuno era
inciso qualcosa di diverso: una nuvola, un fiore, un delfino,la parola
"gioia", la lettera alfa, il simbolo dell'infinito ed infine un
quadrato.
Ovviamente ognuno aveva un significato, ma non starò qui ad
annoiarvi con queste spiegazioni. Torniamo alla stanza, ai vestiti, a
Johnny. Indossai un jeans comodo ed una maglietta blu, niente di
speciale, legai i capelli con un nastro rosso. Pronta, ora dovevo solo
aspettare e non impazzire. Nove, nove e trenta, dieci, dieci e
trenta.... Grrrrrrrrrrrrrrrr
<< Basta!!>> Uscii
dalla stanza, salii in ascensore, ottavo piano, la porta era socchiusa.
<< Johnny??>> Nessuna
risposta,ero troppo ansiosa, spinsi la porta, niente. Entrai mi guardai
intorno, poi sentii una voce provenire dalla stanza da letto.
<< Io te l'ho chiesto per i bambini Van!!L'ho
chiesto per i bambini cazzo!! Perchè insisti a dire che
voglio prenderti in giro...io ero stato chiaro!>>
<< Ah si? Tu eri stato chiaro? Tu non sei mai
chiaro... vieni con me hai detto, vieni alla prima, mettiamo a tacere
questi stronzi paparazzi...>>
<< Esatto è quello che ho
detto.>>
<< Pensi di essere stato chiaro?? Hai
aspettato di essere a Venezia per dirmi....>>
Non sentii il resto della frase, non volevo
certo ficcare il naso nelle faccende personali di Johnny e poi c'era il
rischio che uscissero da un momento all'altro e mi trovassero
lì. Quatta quatta uscii dalla stanza e nuovamente mi diressi
verso l'ascensore, prenotai. Sentii una porta che sbatteva con violenza
inaudita ed il rumore di passi leggeri e veloci nel corridoio. Non osai
girarmi, l' ascensore si aprii e ci entrai, poi una voce sottile disse:
<< Aspetti, aspetti...>> Vanessa
Paradis in tutta la sua classe francese in pieno stile Cocò
Chanel, salì in ascensore. Pensai alle cose che avevo letto
su internet, sicuramente anche le dichiarazioni di lei su di me
dovevano essere inventate come tutto il resto, ma preferivo comunque
che non mi riconoscesse. Ma come la mia immensa fortuna
voleva, proprio mentre formulavo questo pensiero:
<< Tu sei Beatrice
vero?>> A giudicare dalla sua espressione, non sembrava
avercela con me. Strano.
<< S...si.>>
<< Eri venuta da
Johnnì?>>
<< Si.>>
<< E perchè ora
scappi?>> Sorrideva. Sorrideva?? Oddio quella donna
cominciava a farmi paura, come poteva essere così tranquilla
se un attimo prima stava urlando a squarciagola?
<< Ho sentito urlare, non mi piace
intromettermi in cose che non mi riguardano...>>
Ancora un sorrisetto, sembrava addirittura cordiale...
<< E' la stampa che ci fa andare fuori di testa...penso
che tu ne abbia avuto un assaggio no?>> Eravamo ferme al
quinto piano già da un pò, lei teneva una mano
vicino il sensore dell'ascensore per evitare che ripartisse.
"Scappa Bea Scappa!!! Questa tra un pò prende una
rivoltella e ti uccide!!"
<< Si, uno sgradevole assaggio. Ovviamente non
c'è bisogno che ti dica che non c'era nulla di
vero...>>
Lei adesso sembrò addirittura divertita:
<< Ma certo che non era vero! Se credessi a tutte queste
storie io e Johnnì non staremmo insieme da quattordici anni!
E poi per lui sei una bimba, potresti essere sua
figlia!>> Continuava a parlare con tono simpatico e
allegro. << Io e lui siamo abituati a tutto questo, ogni
tanto andiamo fuori di testa come un attimo fa, ma poi va tutto
apposto, perchè ci amiamo, quindi tranquilla non sentirti in
colpa.>> Non riuscivo a capire perchè mi
stesse dicendo tutte quelle cose, sembrava ci tenesse a chiarire che
tra lei e Johnny andava tutto bene: "...ci amiamo...". Beh si, di certo
Johnny la amava, altrimenti non avrei visto i suoi occhi adombrati
dalla tristezza così spesso, altrimenti non mi avrebbe
portata con lui per ripicca quella notte a Venezia, altrimenti forse
non mi avrebbe respinta quella notte a Venezia... A quanto pare anche
lei lo amava. Mi si stringeva lo stomaco, ma la mia era una stupida
cotta che sarebbe passata, la loro era una storia lunga una vita, era
giusto così.
<< Il tuo fidanzato non è venuto
con te a Londra Beatrice?>> Come sapeva di Carlo? Avrei
dovuto dire: "non sono più fidanzata", ma pensai che sarebbe
stato meglio se lei lo avesse creduto.
<< Lui lavora, non poteva
venire...>>
<< Capisco. Comunque piacere di averti
conosciuta, spero che trovi tua madre e che tutto si
sistemi.>>
<< Lo spero anche io...>> Mi
strinse la mano, io scesi dall'ascensore e lei andò via.
Quando Johnny venne da me dieci minuti dopo, non
sembrava affatto tranquillo, era nervoso, molto nervoso.
<< Allora sei pronta? Il volo è
alle dodici e quaranta, dobbiamo correre.>>
Taxi, case dai mattoni rossi, alberi e scoiattoli, periferia
e infine aeroporto. Salutai mentalmente Londra, promettendo a me stessa
che ci sarei tornata, più avanti quando la mia mente fosse
stata sufficientemente serena da permettermi di godermi le sue
meraviglie. Johnny si mise un cappello in testa un pò
più anonimo di quelli che portava di solito, occhiali scuri
e non quelli tipici con le lenti blu, ovviamente il tutto serviva a non
farsi riconoscere. Andammo subito al check-in, lui acquistò
i biglietti sul momento, io fornii semplicemente i miei documenti. Poco
dopo stavamo volando, naturalmente in prima classe , che non
aveva niente di diverso da quella economica, pensai, a parte
i sedili un pò più grandi e distanti gli uni
dagli altri.
Johnny non proferì parola per tutta la prima
parte del viaggio. Pranzammo a bordo, poi si fece portare un drink, io
preferii evitare.
<< Se io sono silenzioso, ciò non
vuol dire che devi esserlo pure tu...>> disse con un tono
strascicato e annoiato.
Cercai le giuste parole e le trovai dentro quel bagaglio di
letteratura che mi portavo dentro:
<< Pensiero, io non ho più parole.
Ma cosa sei tu in sostanza? Qualcosa che lacrima e a volte, a volte
dà luce...>>
Per l'ennesima volta mi guardò con una faccia
stranita, oramai mi ero abituata a quell'espressione, anche se devo
ammettere che questa volta me l'ero voluta.
<< Cos'è ti metti a fare la poetessa
per riempire i silenzi?>>
<< Oh sarei felice se questo verso fosse mio,
ma è l'incipit di una poesia di Alda Merini, una
poetessa italiana, una grande poetessa. Ho pensato che fosse adatto a
descrivere come sei oggi, così pensieroso da non avere
più parole. Ma non riesco a intuire cosa stia facendo il tuo
pensiero adesso, sta lacrimando Johnny o ti sta dando luce? Dove ha
vagato la tua mente fin ora?>>
Ignorò la mia domanda << E'
così sei una che ama la poesia...>>
<< E chi non ama la poesia
Johnny?>>
<< Ti stupiresti di quanto è
elevato il numero di persone, che non si è mai minimamente
interessato, alla poesia.>>
<< Tu sei fra questi?>>
<< No, pur non essendo stato un genio
a scuola, pur avendo abbandonato presto gli studi, una cosa buona l'ho
sempre fatta; leggo, leggo molto.>>
<< Mmmhhh... e cosa leggi?>>
<< Romanzi, poesie... di tutto. Secondo te
quali sono gli autori che mi piacciono?>>
<< Gli autori che ti piacciono? E come faccio
io a saperlo?>>
<< Tira ad indovinare!>>
<< Beh, vediamo...>> Feci una
pausa, incerta se dire o meno ciò che pensavo, poi lo dissi
: << Tu hai due anime Johnny, una spregiudicata e un
pò amara, così come la poesia di
Boudelaire, l'altra profonda e... romantica, come
gli scritti di Pablo Neruda. Poi c'è un'altra parte di te
quella che mostri al mondo, ma quella non mi ricorda poesie,
piuttosto storie, storie leggere, divertenti, curiose, come le favole
dei fratelli Grimm o i viaggi di Gulliver.>>
<< Mmhhh sono lusingato da questa tua
analisi...>> disse con un sorriso che stava a
metà tra l'ironia e l'imbarazzo <<
Si hai ragione, amo Boudelaire e amo Neruda, ma credo che le
favole dei Grimm siano solo all'apparenza leggere, c'è
sempre una riflessione da fare no?>>
<< Oh ma questo è scontato Johnny,
tutte le cose divertenti in fondo hanno dentro una seria riflessione,
altrimenti non colpirebbero nessuno!>>
<< Mi accorgo che non so un bel niente di te
ragazzina. Voglio dire, l'ho visto subito che dietro questa faccetta
all'apparenza così angelica c'era molto di più,
molta vita, molta irriverenza, ma credo che in realtà tu sia
più piena di cose di quanto potessi
immaginare...>> Mentre parlava aveva giocherellato con il
bracciale che stava sul mio polso osservandone i ciondoli, sfiorando a
malapenna la mia pelle, ma dandomi i brividi come ogni volta.
Dopo le belle frasi che aveva detto, come al solito,
stemperò tutto con una battuta << Hmmm!
Carino.>>
<< Non è carino è
stupendo!>>
Lui rise. << Ok, ti piace molto il tuo
bracciale, non arrabbiarti!>>
<< Questo bracciale l'ha fatto mia nonna,
anche questo bracciale è pieno di cose e di vita, ecco
perchè è stupendo.>>
<< Quindi questi ciondoli hanno un
significato?>>
<< Certo.>>
<< Eh dai, dimmi che
significano.>> Era curioso come un bambino a volte.
<< Solo se tu in cambio mi spieghi il
significato di qualcuno dei tuoi tanti accessori, tatuaggi,
bracciali...>>
<< Affare fatto.>>
<< Ok. I ciondoli sono sette. Sette
è il numero perfetto, matematicamente, biblicamente...ma non
mi dilungherò su questo! Quello che sta in centro porta
scritta la parola "gioia" e tutti quelli intorno spiegano come vivere
con gioia. La nuvola è il sogno, bisogna sempre avere dei
sogni. Il fiore è la vita, bisogna prima di tutto, prima di
ogni cosa preservare la vita. Il delfino è la
libertà e l'intelligenza, rappresenta la capacità
di attraversare le onde per andare dove vogliamo senza lasciarci
trascinare dalle correnti. La lettera alfa è l'inizio,
l'inizio di quasiasi cosa, un viaggio, un amore, un'amicizia
e come vedi accanto c'è il simbolo dell'infinito,
ciò vuol dire che esiste un'alfa, un'inizio, ma non una
fine, ogni cosa è destinata a stare per sempre
dentro noi , all'infinito. E poi il quadrato rappresenta una finestra
aperta, è un invito a non chiudersi mai alle nuove
opportunità, un'invito a guardare oltre quella finestra e
vedervi il mondo, il futuro e ancora una volta l'infinito che gli sta
accanto... Tutto questo porta gioia e amore.>> Girai il
ciondolo con sopra la parola gioia, dietro c'era un cuore.
Johhny mi guardava con un'espressione indecifrabile in viso,
sembrava colpito.
<< E' seguendo questi principi che vivi
Beatrice?>> Io annuii. Lui inaspettatamente mi fece una
carezza lieve su una guancia guardandomi con una tale
intensità che l'aereo sembrò precipitare, ma non
era l'aereo a precipitare, era il mio cuore che si scioglieva sotto lo
sguardo di un uomo così distante da me in tutto, per la sua
età, la sua vita, la sua provenienza, eppure così
inspiegabilmente vicino al mio modo di vedere la vita. Qualcosa mi
diceva che i principi secondo i quali viveva non dovevano essere molto
diversi dai miei.
<< Ora tocca a te Johnny.>>
<< Non oggi piccola, ti spiegherò
un'altro giorno qualcos'altro di me.>>
<< Ma avevi promesso!>>
<< Ma non avevamo stabilito che dovessi
mantenere la promessa oggi.>> disse con un sorriso furbo
<< Tranquilla lo farò, ma più
avanti, oggi non mi va proprio di parlare di me, oggi non è
molto buona l'opinione che ho di me...>>
tornò di nuovo quella dannata ombra di tristezza nei suoi
occhi, ma sparì in un attimo lasciando il posto al "solito"
Johnny << ... in compenso è stato molto bello
scoprire queste cose su di te. Fermiamoci qui d'accordo?>>
<< Anche se non fossi d'accordo tu ti
fermeresti comunque qui...>>
<< Questo è vero.>>
Sorrise e poi si mise a guardare le nuvole oltre il
finestrino.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** IX. Coi piedi per terra. ***
IX. Coi piedi
per terra.
A un certo punto sorvolammo il Vaticano e la sua grande piazza. Johnny
sorrise e tornò alla realtà.
<< Stiamo per atterrare ragazzina...>>
<< Eh, già...in questo momento siamo sopra la
testa del Papa però...>>
<< L'Italia, la nazione che ospita il Dio in
terra!>> Disse ironico , poi mi guardò un
pò mortificato << ...ehmmm scusa non voglio
offendere nessuno, è solo che non condivido certe
idee...>>
<< Tranquillo Johnny, nemmeno io le condivido...Voglio
dire, non credo che il cielo sia vuoto, ma non credo nemmeno che la
spiritualità debba tradursi in istituzione e la chiesa
è un'istituzione...>>
Qualche minuto dopo eravamo a terra. Johnny indossò
nuovamente cappello ed occhiali, aggiungendo questa volta un grande
foulard che gli copriva mezza faccia.
<< Mi spiace dirtelo ma anche così camuffato
sei riconoscibilissimo...>> Il suo profilo, il suo modo
di camminare, erano inconfondibili.
<< Dici?? Non so, solitamente funziona...>>
Disse sdrotolandosi le maniche della camicia per coprire tatuaggi e
bracciali.
<< Beh spero funzioni anche sta volta, casomai corriamo
via!>> dissi scherzando. Lui non sembrò molto
convinto. Avevamo portato solo dei bagagli a mano, perciò
non dovemmo aspettare in aeroporto, lo attraversammo e ci dirigemmo
all'esterno. Salimmo su uno dei tanti taxi che stavano parcheggiati la
davanti. Johnny aveva prenotato in un albergo, disse al tizio
l'indirizzo, ma quello non capì perchè il forte
accento americano distorceva le parole, così fui io a
riperterlo. Questa volta risultò comprensibile.
<< Beh? Ma io avevo detto la stessa cosa? Non gli
è piaciuto come ho pronunciato il nome
dell'albergo?>>
<< Ma no. E' solo che l'hai detto velocemente. Siamo
italiani Johnny, noi abbiamo un modo di parlare abbastanza marcato,
tendiamo a scandire ed evidenziare le vocali.>>
<< Ah si...questo lo so... Come grammatica
però è simile al francese no?>>
<< Si... solo che nel nostro caso si scrive come si
pronuncia. Poi abbiamo un'infinità di termini, di
sinonimi e via discorrendo...ma ci sono alcune frasi e parole
che si usano in un solo e unico caso, come per esempio la frase "ti
amo" ; in inglese "I love you" può voler dire anche ti
voglio bene, voi infatti lo usate continuamente, la stessa cosa accade
con il francese...Ma in Italia no, trovo sia una della cose
più belle della nostra lingua...>> Ma
perchè gli stavo dicendo quelle cose? Spesso mi perdevo in
discorsi inutili.
<< Ti amo...>> disse lui.
Le mie pulsazioni crebbero giungendo ad un ritmo esponenziale, ero
quasi certa che le mie arterie sarebbero scoppiate o che un'infarto mi
avrebbe stesa a momenti, ma ebbi il buonsenso di mantenere ( almeno
esteriormente) il controllo e voltarmi a guardarlo.
Vidi che stava riflettendo, infatti continuò
dicendo: << Beh suona bene...interessante
comunque, questa cosa che lo si usa solo in un caso. Bella, bella cosa,
noi invece lo utilizziamo continuamente, forse per questo se ne perde
il valore...>>
Ero quasi morta a sentirglielo dire...sentire la sua voce
perfetta e profonda proferire in italiano la frase "ti amo" , mi aveva
letteralmente mozzato il fiato e portato i miei battiti ad una
velocità supersonica, per fortuna lui ,immerso
nelle sue riflessioni, non si era accorto di nulla. Non si era accorto
di avermi quasi uccisa con due semplici paroline dette con noncuranza.
Pensai, che se quelle paroline, fossero state dirette a me, avrei avuto
la morte più dolce che si potesse immaginare.
Dopo un tragitto non molto breve, arrivammo in hotel, questa volta
aveva prenotato due stanze normali una accanto all'altra, niente suite.
Stranamente le aveva prenotate a nome mio, con il mio cognome. Quando
fummo su gli chiesi il motivo.
<< Niente, ho solo pensato che un nome italiano
sarebbe passato inosservato più facilmente, così
ho usato il tuo.>>
<< Furbo, proprio furbo mister Fiore! Johnny Fiore,
sembra il nome di un gangster italiano emigrato in
America!>> Lo canzonai. Lui alzò gli occhi al
cielo e poi si lasciò andare ad una breve risata.
Andammo ognuno nella propria stanza per una doccia ed un
pò di riposo; appuntamento un'ora dopo. Puntuale come un
orologio lo sentii bussare alla stanza.
<< Sei pronta ragazzina??>> Disse da dietro
la porta. Ovviamente io non ero pronta, la puntualità non
era mai stata il mio forte.
<< Ehhhhmmmm....si ....un...un attimo...>>
" Su apriti stupida valigia!!"
"Sei sempre la stessa Bea, ma si può sapere
perchè sei ancora in mutande?"
"Zitto cervello, zitto...zitto! Mi serve solo una maglietta pulita...ah
eccola."
In fretta e furia mi infilai le prime cose che mi capitarono in mano e
mi fiondai alla porta, la aprii.
<< Eccomi sono pronta!>> Feci qualche passo
in direzione dell'ascensore, ma Johnny non mi seguì.
<< Allora? Che fai lì fermo? Sono
pronta.>> Mi osservava divertito ed in silenzio.
<< Ehy Joooh? Sveglio!>>
<< Io sono sveglissimo cara pazza sbadata
ragazzina!>> Disse mentre il suo sorriso si allargava in
una risata. Continuavo a non capire. Si avvicinò di qualche
passo sempre ridendo e...e mi schiacciò un piede!
<< Ahia!!>> Accipicchia ero scalza!! Era
ufficiale: il mio cervello era andato definitivamente in brodo.
Scoppiai a ridere anche io.
Quando fui davvero pronta, con tutti gli indumenti al loro posto ed i
neuroni nuovamente in funzione, finalmente uscimmo. Però
accadde qualcosa, in ascensore un ragazzo non aveva fatto altro che
fissare Johnny, evidentemente lo aveva riconosciuto, stranamente non
disse nulla. Sperai che non andasse a raccontare in giro che lui era
lì, altrimenti ci saremmo trovati intorno
un'ondata di paparazzi e chissà cosa si sarebbero inventati
questa volta.
Prendemmo nuovamente un taxi e ci diriggemmo nella periferia di Roma,
non ci volle molto tempo, perchè Johnny aveva preso
l'albergo in quella zona. Eppure mentre osservavo dal finestrino, il
paesaggio cambiò sotto i miei occhi in un modo incredibile,
ci ritrovammo in una zona che non sembrava affatto appartenere a Roma
tanto ero spoglia, priva di edifici e di traffico. Capii che eravamo
arrivati a destinazione, quando vidi una serie di baracche messe in
fila; alcune avevano la pareti di alluminio altre di legno e i tetti
erano costruiti con i materiali più vari. C'erano anche
delle vecchie roulotte, vestiti messi a stendere al sole, per terra
niente asfalto, ma un terreno rossiccio e ciuffi d'erba che crescevano
qua e la. Oltre l'accampamento un grande prato incolto, con qualche
albero molti fiori e qualche altra roulotte. Non avevo mai visto un
campo rom...eppure non mi fece molta impressione, la televisione
dipingeva quei posti in modo drammatico, luoghi pieni di sporco, ruote
d'auto e immondizia, ma adesso che lo vedevo con i miei occhi e non
attraverso la fluorescenza del led, o la voce concitata dei
giornalisti, quel luogo immerso nel verde sembrava un'oasi
più che un disperato rifugio per clandestini, le fatiscenti
baracche non sapevano di tristezza ne di sporcizia, ma di
semplicità e sincera povertà e per quanto triste
possa essere la povertà, lo era sicuramente di meno di una
città invasa dallo smog e dal cemento. Scendemmo dal
taxi chiedendo al conducente di aspettare. All'inizio, sia io
che Johnny, ci guardammo intorno un pò disorientati. Mia
madre era lì, da qualche parte, molto probabilmente ora
stava dentro una di quelle case improvvisate. Tirai un respiro
profondo. Dovevo farmi coraggio, non potevo lasciarmi andare a crisi di
pianto, dovevo essere forte.
<< Bene Johnny... non mi resta che chiedere di lei
...>> Lui annuì. Ci avvicinammo a quel
"villaggio" vidi che c'erano dei bambini che giocavano. Si accorsero di
noi, all'inizio rimasero fermi a guardarci, poi uno di loro corse in
direzione del prato ed entrò in una casa mobile. Ne
uscì un uomo senza capelli e con dei grossi baffi. Ci venne
incontro. Noi eravamo la fermi e zitti, guardai un attimo Johnny, stava
osservando l'uomo, ma non sembrava affatto intimorito, come invece ero
io. Quando ci fu vicino finalmente aprii bocca.
<< ....Salve...Io mi chiamo Beatrice...lui è
un mio amico. Sono qui perchè sto cercando mia
madre.>>
<< Io sono Azuz. >> Disse l'uomo senza
aggiungere nient'altro e rimanendo a fissarmi.Non aveva un'aria molto
rassicurante.
<< Piacere di conoscerla Azuz.>> Gli porsi
la mano e lui la strinse. << Come le stavo dicendo, cerco
mia madre...ma non so il suo nome, so che vive qui, è andata
a delle trasmissioni televisive qualche tempo fa...>>
L'uomo mi interruppe. << Ho capito chi sei. Aspettate
qui.>> Ci voltò le spalle e si
allontanò. Io e Johnny ci guardammo, poi lui disse:
<< Potresti tradurre? Non ho idea di cosa abbiate
detto...>>
<< Gli ho spiegato chi sono e chi cerco e lui...beh lui
è andato via dicendomi di aspettare qui.>>
<< Ah bene...aspettiamo allora. >>
<< Si aspettiamo...>> Ero nervosissima,
eppure sapere che c'era lui li accanto a me mi rincuorava. Azuz
tornò da noi questa volta seguito dai bambini di poco prima
che osservavano con aria incuriosita. Erano un maschio ed una femmina,
sui sette anni circa, con dei grandi occhi neri.
<< Lei non ti vuole incontrare, mi
dispace...>> Inaspettatamente, quell'omone grande e
grosso era davvero dispiaciuto ed un pò impacciato, mentre
mi dava quella terribile notizia.
<< Perchè? Perchè non
vuole?>>
<< Mi dispiace non vuole...>>
<< Ti prego Azuz, dille che io non voglio nulla, voglio
solo vederla, vederla una volta, parlarle, poi
sparirò...>> Lui fece cenno di no con il capo.
Riferii a Johnny quello che stava accadendo, anche lui rimase di
stucco. Azuz ci salutò ed andò via seguito dai
bambini. Non riuscivo a crederci, dopo tanto casino venivo
liquidata in quel modo, con un semplice no. Avrei potuto ribellarmi,
andare dietro quell'uomo, entrare nelle capanne e cercarla, ma ero
immobilizzata dalla delusione. Perchè rifiutava di
vedermi? Dopo qualche altro minuto di
silenzio e immobilità la mano di Johnny mi si
posò su una spalla, i suoi occhi cercarono i miei e con voce
dolce e rassicurante disse:
<< Ehy ragazzina...non preoccuparti, non ce ne andremo
finchè lei non verrà fuori. La vedrai , fidati.
Noleggeremo un camper e ci piazzeremo qui, verrà fuori prima
o poi, non può restare chiusa per giorni.>>
Era deciso e categorico.
<< Ma Johnny anche se ci piazzassimo qui, come
farò a sapere che è lei?>>
<< Questo non lo so... ma troveremo un modo...per il
momento l'unica cosa che mi viene in mente è questa. Gli
zingari non sono facili da convincere, sono un clan, si proteggono a
vicenda, quest'uomo non ti aiuterà dato che lei ha detto di
no... dobbiamo forzare un pò la mano. E la forzeremo.
>>
Io annuii ancora ammutolita. La mia delusione era troppo forte;
abbandonata ventiquattro anni fa e rifiutata adesso, entrambe le volte
senza un perchè. Johnny mi sorrise, come solo lui sapeva
fare e mi tornò il coraggio.
.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** X. Salve a tutti ***
Holà
Bentrovate! :) !!
So che mi odierete, ma prima di lasciarvi alla lettura del nuovo
capitolo vorrei fare uno sparrowniano e alquanto delirante discorso:
Donzelle! fanciulle, fanciulli o
comunque imperterriti e audaci lettori che navigate in queste
sperdute rive: Mi preme oltre ogni dire, rigraziare voi e le vostre
coraggiose pupille per l'attenzione data a questi miei folli sogni, che
sebbene in modo spesso confuso e grammaticalmente discutibile, mi
preoccupo di tradurre in parola leggibile. E se mi trovo qui a
disquisire con voi brava gente ,non posso non dire e dunque non negare
perciò affermare che i sogni son fatti per esser condivisi,
reputo dunque me medesima fortunata per aver catturato la vostra
attenzione. Ma ancora una volta mi trovo costretta a non poter negare
l'amara realtà: che sarebbe cosa molto gradita un vostro
qualsiasi commento, sproloquio, soliloquio....commento. Grazie alla
vostre gentili parole la mia confusa mente potrebbe trovar risposte;
non importa l'entità, accuratezza, o lunghezza di tali
parole, sia che questi scritti vi piacciano tanto quanto una bottiglia
di rum o che non vi piacciano tanto quanto la bianca ripugnante
parrucca del nostro Barbossa, sarebbe nobile cosa mettermene a
conoscenza. Vi lascio ora con una solenne promessa: mi piace sondare
ogni tipo di mare e portare i miei viaggi a termine prima di
intraprenderne altri, dunque questa storia non rimarrà
incompiuta... prevedo però che da adesso alla pubblicazione
del prossimo capitolo passerà del tempo ( ho cataste di
libri da studiare ed esami con pomposi professori da sostenere povera
me!), dunque che ne direste di approfittare di questo tempo per
recensire i capitoli precedenti? Dirmi cosa vi è piaciuto e
cosa no? Perchè come ho già
eloquentemente affermato qualche espressione di gradimento o non
gradimento, gioverebbe di molto alla mia dose quotidiana di ispirazione
e potrebbe motivarmi a trovare nelle mie giornate che
brulicano d'impegni un attimo da dedicare a questa storia!
Qui alzo la mano e amorevolmente vi saluto!
X. Salve a
tutti
Era passata solo un'ora, da quando Azuz,
in tono categorico, mi aveva detto che non c'era nulla da fare, che
"lei" non voleva vedermi. Io e Johnny eravamo poi andati in albergo a
recuperare le nostre cose e adesso eravamo a bordo di un bel
camper con gli interni in legno. Dentro c'era tutto, una casa formato
viaggio; con bagno cucina e letto a castello. Johnny guidava, pensai
che lo avevo trascinato in una situazione davvero paradossale.
<< Johnny, mi dispiace per tutto
questo.>>
Mi lanciò un'occhiata
interrogativa. << Ti dispiace per cosa?>>
<< Beh tu sei abituato al lusso, ad
enormi suite ed io ti ho trascinato in una situazione a dir poco
assurda, dentro una casa mobile in un campo rom!>>
Inaspettatamente lui si mise a ridere
<< Ti sbagli di grosso piccoletta...io non sono
certo abituato al lusso da sempre! Adesso prenoto suite, ho
diverse case, una barca, insomma mi permetto di spendere e
spandere...forse perchè per anni non l'ho fatto...mi piace
viziarmi questo è vero, ma sappi che prima di essere un
attore non è che io ne abbia viste molte di suite! Anzi se
proprio lo vuoi sapere da ragazzo io ed un mio amico abbiamo vissuto
per un pò dentro una Chevrolet ed è stato uno dei
periodi più assurdi ed indimenticabili della mia
vita!>>
<< Hai vissuto in una macchina?
Davvero?>>
<< Davvero, per diversi mesi in effetti, in
Florida. E' stato quando cercavo di sfondare con la mia primissima
band, i The Flame, che poi sono diventati i Kids... >>
gli affiorò alla labbra un sorriso, <<... e
qualche tempo dopo, ho fatto la mia prima comparsa sugli schermi in
Nightmare. Non volevo fare l'attore, ma solo raccimolare qualche
quattrino. E' stato tutto un caso, il mio successo è stato
un colpo di fortuna in effetti, devo molto alla gente che ho
incontrato, che per un qualche motivo che ancora sconosco, mi ha dato
delle possibità. Non so nemmeno se me le sono meritate
quelle possibilità. Tutt'ora quando vedo i fan agitarsi,
emozionarsi, quando vedo ammirazione in loro, non riesco a capirne il
motivo. Insomma il mondo è pieno di grandi uomini che
agiscono nell'anonimato e fanno davvero grandi cose. Io sono solo uno
che racconta bugie su di uno schermo. Ho sempre voglia dire loro: "Ehy
calma non sono nessuno! Sono solo un uomo fortunato,che vive di lusso
facendo qualcosa che lo diverte." Cerco sempre di stare con i
piedi per terra, sono spaventato dall'idea di diventare un coglione
autocompiacente e pieno di se... >>
<< Se non lo sei diventato fin'ora, non lo
diventerai mai Johnny.>> Fece spallucce come a dire " e
chi lo sa?"
Mi sorprendeva, che per una volta, stesse parlando
così tanto di se stesso, cominciava ad aprirsi con me, mi
morsi la lingua per evitare di sorridere come un'ebete. Avrei voluto
che Stefania fosse presente, che sentisse con le sue orecchie quanto
umile era l'uomo che lei amava tanto definire "un montato pieno di
collane". E mentre gioivo per le confidenze che mi stava
facendo, lui d'improvviso deviò il discorso, portandolo a
conclusione:
<< ...ma adesso sto divagando
troppo, quello che in origine volevo dire Beatrice, è che
non mi dispiace affatto stare per un pò fuori dagli hotel, a
contatto con la natura, è da un pò che non lo
faccio, mi ci vuole, mi aiuta a tenere i piedi per terra, a respirare
un pò d'aria pura e non inquinata dal mondo falso e corrotto
dello show business. Da quando mi sono trasferito a Los Angeles la
natura mi manca...Los Angeles è una città folle,
ci sono tornato da un anno, ma prima vivevo in Francia, in mezzo alla
campagna francese...>> Ecco che aveva di nuovo
dipinta in faccia quella strana espressione un pò
triste. In Francia c'erano i suoi figli, ma perchè non
abitava più con loro? Non ebbi il coraggio di chiederlo.
Arrivammo di nuovo al campo e ci piazzammo in una zona
libera, ancora una volta Azuz uscì dalla sua "casa" per
controllare la situazione, anche altre facce fecero capolino dalla
capanne. Bene, ora eravamo accampati pure noi, esattamente come dei
nomadi. Nemmeno nei miei sogni più folli, avrei mai
immaginato di trovarmi un giorno in una casa mobile, in compagnia di
Johnny Depp. L'adolescente che era in me realizzò che ancora
una volta io e Johnny saremmo stati soli, l'uno sopra l'altra...ma
questa volta a causa del letto a castello!
Per la prima ora di "soggiorno" nel campo, non accadde
nulla. Poi cominciarono ad arrivare diverse persone, evidentemente, la
maggior parte degli inquilini delle baracche, stava in giro per la
città durante il giorno, a raccimolare denaro. C'era davvero
parecchia gente. Li osservavo attraverso la finestrina della roulotte e
loro osservavano me, ma nessuno osava avvicinarsi. Evidentemente
avevano deciso di ignorarci. Continuavo a cercare "lei" tra le
donne presenti, ero convinta che se l'avessi vista avrei
provato una qualche sensazione particolare. Ma nessuna strana
percezione arrivò. Johnny uscì a fumare una
sigaretta, lo seguii un pò nervosa.
<< Dai dammene una.>>
Mi guardò con un sopraciglio alzato
<< Darti cosa?>>
<< Una sigaretta Johnny, una
sigaretta!>>
Rise << Ma dai smettila, capisco che sei
nervosa, ma tu non fumi!>>
<< E chi te lo ha detto? Io fumo, magari non
sempre...ma fumo.>>
<< Ok...ok...>> Accese quella
che aveva preso per lui e me la passò. Per un qualche strano
motivo questo gesto aveva qualcosa di sexy...
"Se...come no, qualcosa di sexy! Sei tu Bea che hai gli
ormoni totalmente fuori controllo oramai! Sei regredita
all'adolescenza! "
" Ma lo hai visto quest'uomo? Dico, lo hai visto?"
" Si l'ho visto...è un uomo tutto qui."
Lo osservai mentre fumava. Si era un uomo, ma non era tutto
lì, ogni cellula di quell'uomo era come una sorta di
calamita, se mi avvicinavo troppo finivo per esserne inesorabilmente
attratta.
<< A cosa pensi ragazzina?>>
Sussultai, il fumo mi andò di traverso e mi misi
a tossire. Non potevo certo dire a cosa pensavo! Lui scosse la testa
divertito.
<< Ah si...sei proprio una gran
fumatrice!! Assolutamente si!!>>
<< Smettila di prendermi in giro! E
comunque quello che penso non sono fatti tuoi!>>
<< E' vero, non sono fatti miei, ma lo voglio
sapere comunque!>> Sospirai, lui non la smise
<< Dai, sii donna, abbi il coraggio di dire esattamente
quello a cui stavi pesando!>> Mi stava punzecchiando.
<< Io SONO donna, ma per una volta,
di grazia, potresti lasciare i miei pensieri dentro la mia
testa?>>
<< Ti arrabbi con una
facilità assurda ragazzina!>>
<< Ho l'impressione che a te
piacciano questi miei sfoghi isterici Johnny, cerchi sempre di
provocarmi!>>
<< E' vero, mi piacciono.Lo sai
perchè?>>
<< Non ne ho idea.>>
<< Perchè quanto ti
arrabbi sei vera e non menti.>>
<< Pensi che ti menta quando non
sono arrabbiata?>>
<< Non esattamente... è solo che
sei troppo controllata...si vede che scegli con cura le parole, che hai
paura di quello che dici, paura di ogni cosa che fai. Ti
sembrerà assurdo ma quando ti arrabbi e vai fuori
di testa, dici ciò che pensi senza troppi filtri e a me non
dispiace affatto, perchè sono certo che quella è
la verità. E' per questo che mi piace farti
arrabbiare...>> Poi sembrò pensarci su e
aggiunse << Ma questa credo sia una mia mania.
Se c'è una cosa che mi disgusta sono le bugie, nel mondo
in cui vivo c'è n'è abbastanza di
finzione e ipocrisia. La gente che mi circonda spesso vuole solo un
pezzo di popolarità, sono tutti così gentili e
pieni di riverenze...questa cosa mi irrita, mi irrita enormemente.
Preferisco chi mi urla contro a chi mi sorride cordiale, senza mai
sorridere veramente...>>
<< Capisco quello che vuoi dire. Ma non
è necessario che tu mi faccia arrabbiare per sentire la
verità. >>
Scosse la testa << Non
è vero.>>
<< Si è vero.>>
<< Allora dimmi quello a cui
pensavi!>> Ma perchè diavolo insisteva tanto?
A malinquore, questa volta dovevo mentirgli sul serio .
<< Pensavo...io stavo pensando... a tutta la
situazione in generale, ai giorni appena trascorsi...>>
Si avvicinò di un passò, mi
fissò negli occhi divertito e a bassa voce disse
<< Bugiarda.>>
<< Perchè non mi
credi?>>
Sorrisetto furbo, sbilenco, provocatorio:
<< Perchè mi stavi fissando
ragazzina, stavi pensando qualcosa su di me. Evidentemente, una cosa
non molto positiva, dato che ti rifiuti di dirla...>>
Bene ora mi leggeva pure nella mente, ma su di una cosa si
sbagliava, io non pensavo cose negative di lui...anzi.
<< Non era una cosa
negativa...>> Ecco che mi ero tradita! Avevo appena
confessato che pensavo a lui.
"Ma tu maledetto cervello dove sei quando mi servi???"
"Sono qui, ma tu non mi ascolti!!"
<< Ah! Ti ho beccata! Visto stavi pensando a
me!>> Era tutto soddisfatto, sembrava un bimbo che aveva
vinto giocando a biglie. Ma non avevo intenzione di proseguire oltre
nelle miei brutte figure.
<< Sei...sei davvero, davvero
egocentrico!!!>> Sbuffai, buttai la sigaretta a me ne
tornai dentro il camper lasciandolo la a ridere di me, ma anche io in
fondo, stavo ridendo sotto i baffi. Dopo un pò
rientrò anche lui, mi voltai sentendolo arrivare e vidi che
aveva in mano qualche margherita che evidentemente aveva strappato dal
prato, non trattenni più le risate, quando con una faccia da
cartone animato e con una specie di barcollante inchino mi porse quei
fiorellini dicendo: << Facciamo pace isterica
donzella??>>
Nella mezz'ora successiva, scoprii che tra le sue tante
doti, c'era anche quella di saper cucinare ( figuriamoci se c'era
qualcosa che non sapeva fare!) preparammo la cena insieme, ma io
sembravo quasi l'assistente del cuoco.
Finito di mangiare tornammo fuori nel prato. Il villaggio,
che stava ad una cinquantina di metri da noi, si era animato
parecchio. Uomini e donne sedevano in gruppetti chiacchierando, dovevo
darmi una mossa.
<< Vado da loro Johnny...non so, cerco di
socializzare.>>
<< Brava, buona idea. >> Io
partii tutta sparata ma lui non mi seguì, rimase la seduto,
con la schiena contro un albero e la sua solita sigaretta.
Appena il gruppetto di persone, notò la mia
presenza, i loro discorsi s'interruppero all'istante e tanto per
cambiare, mi fissarono silenziosamente.
"Bene...cominciamo proprio bene..."
"Bea, sarebbe il caso che tu ti dessi una mossa
perchè loro di certo non ti rivolgeranno la parola!"
<< Salve a tutti!>>
Ancora silenzio.
"Mhhhh... socievoli, proprio socievoli..."
<< Io...resterò accampata qui per
un pò...quindi volevo presentarmi a tutti
voi...>>
FInalmente qualcuno si degnò di aprire bocca, era
una ragazza che doveva avere più o meno la mia
età. L'espressione insolente, l'aria vissuta, mora come la
notte, avrebbe potuto essere bellissima, ma qualcosa rovinava
l'armonia, forse gli occhi privi di dolcezza o magari quel senso di
disincanto che l'avvolgeva. Mi si rivolse con un tono annoiato ed uno
strano accento, forse argentino .
<< Devi chiedere el permeso alle
autorità, por accamparti qui. Esto non è un campo
abusivo, no voliamo guai.>>
<< Oh si, l'ho chiesto
infatti...>> Balla, grossa ,enorme balla.
Azuz era tra di loro, intervenne
<< Ah Fatima sei scontrosa! >>
Mandò giù un sorso di birra e si rivolse a me
<< Dai siediti con noi, Janus sta imparando a suonare la
chitarra e voleva farci sentire qualcosa, se ti va puoi assistere anche
tu al concerto!>> L'uomo esplose in una grassa risata.
<< Sceba, vai a prendere un'altra cassa, per
far sedere la nostra ospite.>>
Sceba era la bambina che avevo visto quel pomeriggio, corse
via in direzione di una di quelle casupole e ne uscì con una
di quelle casse di plastica che di solito contengono le birre, ma era
vuota e la utilizzai come sedile, come in fondo tutto il resto del
gruppo.
Janus era un ragazzo moro, piuttosto bello devo dire, stava
la con la sua chitarra in mano, tenendola senza sufficiente
padronanza. Si vedeva che aveva imparato da poco. Cominciò a
suonare una musichetta incerta, che somigliava a quella de "Il
ciclone", mentre un'altro ragazzo accanto a lui lo accompagnava
suonando il bongo, il chitarrista inesperto però, ogni tanto
si bloccava o sbagliava delle note. Mi misi ad osservare tutta la gente
in quel gruppetto sperando di scorgere un viso che somigliasse al mio
almeno un pò. In totale c'erano una quindicina di persone,
tra cui quattro erano bambini, c'era poi la giovane ragazza che mi
aveva rivolto la parola prima, due donne di mezza età con le
quali non avevo alcuna somiglianza, una donna anziana e poi
Azuz ed altri uomini più o meno della sua stessa
età. Quandò Janus finì di suonare gli
feci l'applauso, gli altri prima guardarono stupiti, poi applaudirono
anche loro ridendo. Il ragazzo suonò un altro brano, mentre
la gente del gruppo lo prendeva in giro per i suoi molti errori. Sceba
mi si avvicinò incuriosita.
<< Mi piace il nastro che hai tra i capelli,
il rosso è il mio colore preferito!>> Disse
guardandomi tutta sorridente.
<< Davvero ti piace?>> La bimba
annuì << Beh, vieni qua!>> Si
avvicinò, mi tolsi il nastro e lo sistemai sulla sua testa,
esattamente come lo portavo io: a mò di fascia con i lembi
che pendevano dalla nuca dando l'aria di una figlia dei fiori. Ero
sempre stata semplice nel modo di vestire, quello era uno dei pochi
vezzi che mi concedevo, mi piaceva avere un tocco di colore sulla
testa. Lei mi guardò tutta contenta.
<< Come si dice Sceba?>> Era
Azuz a parlare, evidentemente doveva essere suo padre. La ragazzina mi
ringraziò e poi corse via dicendo << Vado a
guardarmi allo specchio!>>
A poco a poco il gruppo smise di essere sulla difensiva e
cominciarono a rivolgermi la parola, mi offrirono addirittura una
birra. Probabilmente, tutti sapevano perchè ero
lì, ma nessuno toccò l'argomento. Mi chiesero
altro, la mia età, se avevo un lavoro e cose simili. Poi, la
ragazza che mi aveva parlato all'inizio, mi disse con una faccia tutta
maliziosa:
<< Ma porchè tuo marito se ne sta
en disparte?>> Lanciò un'occhiata
incuriosita verso Johnny.
La birra per poco non mi andò di traverso.
<< Oh no, non è mio marito.
>>
<< Oh...quindi è
libero...bene!>> Evidentemente quella ragazza non aveva
idea che il "tipo libero" fosse Johnny Deep, dopotutto
nell'accampamento non avevano tv e non credo che andassero al cinema,
ma sicuramente Fatima aveva una chiara idea di cosa avrebbe voluto fare
con lui.
"Beh cara Fatima, sapessi quante donne al mondo hanno le tue
stesse idee!"
"E tu cara Bea sei una di queste, non è vero??"
"Zitto sta zitto!!"
Tra una conversazione e l'altra lo scarno repertotio di
Janus si esaurì ed il gruppo protestò ,
perchè aveva ancora voglia di musica.
<< Ma come ho fatto a non pensarci prima!
>> Esclamai senza rendermene conto, quelli mi guardarono
con aria interrogativa, io mi alzai << Torno tra un
attimo!>> e corsi in direzione del camper. Cercai Johnny;
ma dove era finito? Dentro non c'era, fuori nemmeno. Tutt'intorno era
buio dato che erano già le nove di sera. Mi inoltrai nel
prato, oltrepassai qualche albero e poi lo vidi, camminava nervosamente
avanti e indietro, stava parlando al cellulare, pensai che era meglio
non disturbarlo, feci dietro front.
<< Guarda che ti ho vista.>>
<< Ho visto che eri al telefono e non volevo
disturbarti.>>
<< Volevi chiedermi qualcosa?>>
Al buio non riuscivo a vedere l'espressione del suo volto, ma ancora
una volta percepivo un'aria elettrica intorno a lui, non doveva essere
stata una bella telefonata.
<< Volevo chiederti se ti andava di suonare la
chitarra...>>
<< Si mi andrebbe, ma non l'ho portata come
ben sai.>>
Proprio la risposta che volevo sentire, tutta contenta dissi
: << Tranquillo a questo ci penso io, lascia ogni
amarezza e seguimi Johnny!>>
<< D'accordo!>> Disse ironico.
Lo condussi verso il gruppetto dei miei "nuovi amici".
<< Signori e signore, bambini e bambine, vi
presento il musicista che allieterà la nostra serata!
>> Lo indicai tutta contenta con un gesto teatrale , lui
alzò un sopracciglio e mi fisso come a voler dire "tu sei
fuori, ragazzina". Janus gli cedette la chitarra, lui si sedette, fece
scorrere le dita sulle corde e fece una smorfia.
<< Ahia! E' proprio fuori fase...povera
chitarra...>>
Passò qualche minuto ad accordare lo
strumento, facendo vibrare le corde e ruotando le manopoline per
tenderle al punto giusto. Guardandolo ebbi l'impressione di trovarmi
dentro Chocolat... davanti a me c'era Roux, in tutto il suo splendore.
Suonò ancora una volta un accordo e annuì tra se
e se. Lo spettacolo ebbe inizio. Inutile dire che riscosse un gran
successo. Mi accorsi che anche Johnny si stava divertendo parecchio,
amava suonare e gli piaceva avere un pubblico da intrattenere.
Il ritmo della musica divenne allegro, la birra invece aveva
reso un pò più allegra me, così mi
alzai e presi Sceba mettendomi a ballare con lei, la ragazzina
saltellava tutta contenta, ben presto anche gli altri bambini ci
circondarono esibendosi nelle più strambe danze. Vidi che
Janus suggeriva delle note a Johnny, la musica cambiò, era
una melodia gitana. Le due donne più grandi intonarono un
canto, Fatima cominciò a danzare un ballo tipico facendomi
cenno di imitarla. Oramai mi ero lanciata, cominciai ad osservare i
movimenti della ragazza , che si esibiva in una sorta di danza del
ventre, spiegandomi come muovermi. Imparai con facilità era
come se già conoscessi quei passi. Poi Janus venne nella mia
direzione e cominciò a danzare con me. Johnny rideva
osservandomi. Alla fine perfino Azuz si mise a ballare insieme ad una
una delle donne presenti, a giudicare dalla loro confidenza
doveva essere la moglie. Dopo una mezz'ora circa di saltellii e
girotondi il musicista più bello dell'universo
restituì la chitarra a Janus e si mise a bere del vino che
gli era stato offerto da uno degli uomini presenti. Fatima non perse
occasione di avvicinarsi a lui, tutta sorridente e se mi è
concesso dirlo, piuttosto "surriscaldata". Tra loro però la
conversazione non era facile, anzi era impossibile, perchè
la ragazza non parlava inglese, provai una punta di irritazione verso
me stessa quando mi accorsi che questa cosa mi faceva piacere. Dopo un pò
vidi che Johnny chiacchierava con Azuz, ma come era possibile? Aguzzai
le orecchie mi resi conto che parlavano in francese, forse quell'uomo
doveva aver vissuto in Francia prima di venire in Italia, dopotutto era
un nomade. Fatima alla fine sembrò rinunciare alla sua
opera di conquista e venne verso di me.
<< Siete proprio simpatici!>>
Esclamò tutta contenta , mi stupì quel suo cambio
di opinione, ma pensai che era sicuramente da attribuire a Johnny. Poi
aggiunse << ...però el tuo amico non parla
italiano, ne albanese, ne "arghentino"...uff io di lingue non ne
conosco altre. Ma dimmi...che tipo è?>>
Evidentemente la barriera linguistica non l'aveva scoraggiata a
sufficienza.
<< Che tipo è... beh Johnny
è...uno di cui ci si può
fidare...>> lo osservai un attimo mentre gesticolava e
parlava con Azuz in modo aperto e cordiale, un sorriso
affiorò sul mio volto senza che me ne rendessi conto ,
<< ...è una persona umile, che non ha
pregiudizi, pronta ad aiutare gli altri. Mette passione in
ciò che fa e proprio per questo è terribilmente
bravo in tutto ciò che fa. E poi ...e poi sa vedere dentro
gli altri e sa arrivare al cuore delle persone con un semplice
sguardo...E' divertente, spiritoso e ha la capacità di
mettere chiunque a proprio agio. Potrei continuare all'infinito, ma ti
basti sapere che Johnny, è una persona eccezionale!
>>
La ragazza fece una risatina e disse << E
dimmi , lui lo sa che ne estai innamorada?>>
Sgranai gli occhi, quella ragazza non la smetteva proprio di
spararle grosse << No! Io non ne sono
innamorata...>>
<< Ah no?>> Fece un sorrisetto
malizioso <<...devi vedere la tua faccia quando lo
guardi! Ma te comprendo...oh lui està muy maschio...muy
actrattivo...>> Lo guardò di nuovo in un modo
tutt'altro che casto. Per fortuna Johnny era abbastanza distante da non
sentire quei discorsi.
<< No Fatima, ti dico che non è
così...è solo che lo stimo... E poi lo
conosco da troppo poco tempo...>>
<< Non necessita conoscere qualche uno da anni
por innamorarsene, ce se può innamorar anche in un dia , o
che so, en un minuto. Ma se non lo vuoi melio...melio por me!
>> mi diede una gomitata che doveva essere
d'intesa, ma che quasi mi buttò giù dal
mio sedile e scoppiò in una risata un pò roca. In
fondo quella ragazza non era antipatica, era solo spregiudicata ed io
dovevo sembrargli una noiosa santerellina.
Le cose che aveva detto però mi causarono una
certa agitazione. Avevo fatto di tutto per non pensarci e adesso ero
stata punta sul vivo. Cominciai a riflettere. Di certo ero molto
attratta da lui, ma in questo non c'era niente di nuovo, e poi che
altro? Si, c'era dell'altro. Non sopportavo di vederlo triste, quel
giorno quando aveva avuto la sua lite con Vanessa e lo avevo visto
così cupo e nervoso, mi era venuta una gran rabbia dentro.
Poi c'era un altro fattore: non riuscivo a concepire l'idea che in
futuro non lo avrei più rivisto, che dopo quel fine
settimana lui sarebbe partito ed io sarei rimasta con il suo ricordo ma
senza la sua presenza. Sentivo di aver bisogno della sua presenza. Ma
poteva tutto questo definirsi amore? Avevo paura di cercare una
risposta, ma in fondo sapevo già che la risposta era si.
Tra pensieri confusi e note di chitarra, quella
sera non riuscii a scoprire chi era mia madre, le due donne presenti
non sembravano avere niente in comune con me. Forse lei vedendomi
lì aveva deciso di rimanere chiusa in qualcuna di quelle
roulotte. Avevo provato a riprendere il discorso con Azuz ma lui era un
pò su di giri a causa della birra e non mi aveva dato retta.
Per quanto riguarda il resto del gruppo, mi andavo lentamente
convincendo che forse molti di loro non conoscevano il vero motivo
della mia presenza lì, Azuz doveva aver mantenuto il
segreto, tutti erano convinti che io e Johnny fossimo davvero dei
nomadi di passaggio. Verso mezzanotte il gruppo
cominciò a sciogliersi, io ero stanca e mi diressi verso il
camper. Johnny rimase ancora un pò con Janus, gli stava
mostrando il modo migliore di prendere certi accordi. Ora si era messo
pure a fare l'insegnante di chitarra!
Pescai il mio diario e una penna da dentro la valigia e
andai a sdraiarmi sul prato. Era una notte calda, dall'atmosfera
magica. Data la zona isolata in cui ci trovavamo le luci erano poche e
le stelle erano chiare e visibili, la luna sembrava luminosissima.
Mi scuso per la lunghezza eccessiva del capitolo, avrei voluto dividerlo in due parti ma l'ho buttato giù d'un fiato e non riuscivo a trovare il punto giusto in cui spezzarlo.. Sorry!!! :) Comunque volevo solo aggiungere che i discorsi di Johnny sui Kids, sul fatto che ha vissuto in macchina sono veri, li ho letti in un'intervista che ha rilasciato ai tempi in cui stava con Kate Moss.
Ora la smetto di rompere dato che sono già sono stata parecchio insopportabile con il mio discorso iniziale!
Baci a tutti!! ;)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** XI. La mappa della sua pelle ***
XI. La mappa della
sua pelle
Torno qui, su
questi fogli, questa volta non per pensieri nostalgici, ma per
ciò che sta accadendo nel presente. Sono combattuta, mi
perdo tra emozioni contrastanti...
Credevo che
sarebbe stato difficile parlare con questa gente, invece la parte di me
che è simile a loro mi ha aiutata ad avvicinarmi. "Lei", la
donna per la quale sono qui, della quale nemmeno conosco il nome, non
l'ho ancora vista, ma sono fiduciosa, se davvero si trova qui, non
potrà ignorarmi ancora, mi rifiuto di credere che possa
farlo. Lei è donna ed anche se mi ha portata con
sè per soli nove mesi, in quei nove mesi è stata
madre. Nonostante i suoi rifiuti ha fatto qualcosa di buono per me, non
si è arresa, avrebbe potuto gettarmi via quando ero ancora
un griviglio di cellule, avrebbe potuto fare come quelle donne che la
geniale Oriana, descrive nella sua Lettera ad un bambino mai nato :
"Molte donne
si chiedono: metter al mondo un figlio, perché?
Perché abbia fame, perché abbia freddo,
perché venga tradito ed offeso, perché muoia
ammazzato alla guerra o da una malattia? E negano la speranza che la
sua fame sia saziata, che il suo freddo sia scaldato, che la
fedeltà e il rispetto gli siano amici, che viva a lungo per
tentar di cancellare le malattie e la guerra."
Mia madre non
mi ha negato quella speranza e già per questo ha fatto il
mio bene. E solo per questo confido che non mi rifiuterà
ancora a lungo.
Si, sono
fiduciosa... lo sento , domani cambierà qualcosa.
Anche se adesso sono qui e mi chiedo dove ho trovato oggi la forza per
restare così calma. Dove trovo la forza ora di non
disperare? Non lo so...O forse si? Si lo so.
Parte del mio
coraggio viene da quest'uomo; questo celebre uomo così
avvezzo a stare su copertine patinate, che invece poi ,di patinato non
ha nulla, perchè è colmo di umana
semplicità.
Un attore
attraverso lo schermo , è sempre avvolto da un'aura che lo
fa sembrare distante, estraneo ai problemi, protagonista di
un'invitante paese dei balocchi, nel quale tutti vorrebbero entrare.
Ora so che quest'uomo...quest'attore, non è distante ed
improvvisamente mi rendo conto che per me è diventato
importante. C'è riuscito nel breve tempo di un schiocco di
dita, con poche frasi e pochi sguardi ,così diretti e
schietti che hanno saputo conquistarmi. Lui non vive nel paese dei
balocchi, ma in un posto diverso, che si trova a metà strada
tra il pianeta terra e il sole. Me lo immagino lì Johnny,
appollaiato su di un satellite tutto suo, con un binocolo in mano ad
osservare la terra . Per questo sa dove andare , che scelte fare,
perchè da là ,può benissimo rendersi
conto di quali sono le cose veramente grandi e quali le piccolezze da
evitare. Come un funambolo, sta in equilibrio fra due poli: il
personaggio e l'uomo, tenendo entrambi in contatto senza
permettere però che l'uno abbia la meglio sull'altro. Ha
bisogno del personaggio per sopravvivere a tutta l'attenzione della
quale è continuamentte protagonista e ha bisogno dell'uomo
per vivere una vita vera.
E
se già il personaggio è così amabile
da far urlare le folle, adesso posso dire che l'uomo, è di
gran lunga migliore.
Mi accorsi improvvisamente di due inconfondibili scarpe
consumate a pochi centimetri da me, ero sdraiata a pancia a terra,
girai un pò la testa e vidi due occhi divertiti che
cercavano di scorgere quello che avevo scritto. Chiusi il diario di
botto. Pur sapendo che essendo lui in piedi e con la scarsa luce
disponibile, non poteva aver visto molto, la mia faccia
cambiò comunque mille colori. Speravo solo che non fosse
riuscito a distinguere il suo nome tra quelle righe. Si sedette accanto
a me con la sua solita faccia divertita.
<< Ma tieni un diario
ragazzina?>>
<< Si! Perchè che
c'è di male?>> Dissi stando sulla
difensiva e pensando che l'avrebbe trovata una cosa infantile.
<< Nulla assolutamente, lo faccio
anche io.>>
<< Davvero?>>
<< Si però...il mio
è un pò diverso, è sulla mia
pelle.>> Ovviamente parlava dei tatuaggi.
<< A proposito Johnny... devi ancora
mantenere la promessa che hai fatto in aereo...>> Mi
alzai a sedere a gambe incrociate guardandolo in modo eloquente,
cercando di fargli capire che sta volta non la scampava.
<< Ah...accidenti, non l'hai
dimenticato!>>
<< Non ho una memoria
così fatua! >> Dissi con una smorfia.
<< Ok, mantengo la promessa. Quale
tatuaggio ti interessa?>>
<< Mmmhhhh...non so, ne hai
un'infinità...fa vedere.>> Si
scoprì le braccia, era pieno. Poi vidi tre parole, scritte
in modo molto chiaro sul suo avambraccio destro: silence,
exile, cunning, ovvero, silenzio, esilio, astuzia. Avrei
voluto passarci sopra le dita, ma mi limitai ad indicarlo.
<< Cominciamo da
questo.>>
<< Cominciamo? Non penserai che ti
"leggerò" tutto il mio "diario" vero?>>
<< Solo qualche pagina Johnny. Su
coraggio!>> Dissi dandogli una pacca su un ginocchio
cercando di sembrare disinvolta e meritandomi l'ennesima faccia
divertita.
<< Ok...Dunque, questo che hai
scelto, in effetti è tra i più recenti. Si
rifà ad un passaggio di uno dei miei libri preferiti,
è di James Joyce, "A Portrait of the Artist as a
Young Man". Dovresti leggerlo ragazzina. >>
<< Beh lo
farò.>>
<< Brava.>> Silenzio,
sorrisetto di circostanza.
Lo guardai tutta indignata << Non
crederai di aver finito qui vero? Io il libro non l'ho ancora letto e
poi voglio sapere cosa significa per te, perchè hai scelto
proprio queste parole.>>
Lui si mise a giocherellare con uno strappo che aveva sui
jeans, faceva così quando lo mettevano in
difficoltà. Poi sospirò
<< Ok... >> fece ancora
una pausa, piantò gli occhi nei miei, poi
cominciò a parlare, con voce lenta e decisa ;
<< "Io ti dirò quello
che farò e quello che non farò. Io non
starò al servizio di quello in cui non credo più,
sia che si chiami casa, patria, o chiesa: ed io tenterò di
esprimermi nella vita o nell’arte come liberamente posso fare
e come completamente posso fare, usando per la mia difesa le uniche
armi che mi è consentito usare - silenzio, esilio, ed
astuzia".>>
Aveva ripetuto quella citazione con una tale
profondità, da dare i brividi. Pensai un attimo a quelle
parole,parlavano del suo modo di vivere, del modo in cui si difendeva
da mondo. Inclinò la testa osservandomi, era evidente che mi
aveva colpita, continuò a parlare, << Non
penso servano molte altre spiegazioni: mi sono ritrovato molto nel
protagonista, Stephen, ho quasi avuto l'impressione di essere io. Ma
Joyce è riuscito a scrivere ciò che penso in modo
chiaro, sintetico e di gran lunga migliore rispetto a come avrei potuto
dirlo io. Joyce ha trovato queste tre parole chiave, mi stavano bene
addosso... ho deciso di mettermele addosso sul serio ed eccole
qui.>> Piccola pausa, cambio di espressione
<< Sono stato esaustivo questa volta?>>
<< Si...direi di si. Promosso.>>
Fece una finta faccia soddisfatta. Adesso che ero entrata nel "mondo di
Johnny" tra terra e sole, volevo saperne di più, volevo
restare in orbita. << Spiegamene qualcun altro
Johnny.>>
<< Ah, ora te ne approfitti
però!>> Mi rivolse uno sguardo di
sfida, che espressamente evitai, continuando con i miei
intenti.
Questa volta ne scelsi uno ancor più enigmatico,
era sempre sul braccio sinistro, in alto ,nella parte posteriore. Una
serie di linee nette e nere: tre continue, una spezzata e
altre due continue. << Questo qui...>>
Sta volta non fece resistenza, sapeva che non avrei mollato
l'osso.
<< E' un I Ching, questo in particolare
significa: "Vento sopra il Cielo". Se ci pensi , non può
esserci vento al di sopra del cielo, perchè c'è
lo spazio, il vuoto, quindi questo è un concetto astratto.
E' una spinta a perseguire i propri obiettivi a superare gli ostacoli ,
a essere tolleranti, pazienti, a sapersi adattare, nonostante tutto. In
effetti io, non sempre sono tollerante e paziente, l'ho messo
lì per ricordarmi di esercitare queste doti, credo...
Comunque, per concludere, quello che principalmente questo simbolo
vuole dire, è che noi e solo noi, abbiamo il potere di
cambiare noi stessi. Nessun altro. >> Pausa, sorriso
disarmante << Delusa? Nessun segreto eclatante dietro i
tattou che hai scelto, solo forme di pensiero.>> Si
tirò indietro i capelli.
<< No, non sono delusa, sono
affascinata. Ma te ne chiedo un altro, l'ho visto adesso che hai alzato
il braccio, mi incuriosisce molto perchè è
davvero accurato...credo sia stato anche parecchio doloroso fartelo
fare...>>
<< Di quale parli? >>
disse cercando tra quella fitta mappa situata sulla sua pelle. Gli
presi la mano destra, perchè ruotasse il braccio. Anche
questo era un tatuaggio abbastanza grande che prendeva gran parte
dell'avambraccio, nella sua zona interna, partendo dal polso e
giungendo quasi al gomito.
Lui lo osservò per un pò con
gli occhi che brillavano. << E' mio nonno, Jim.
Si E' stato doloroso farlo, ma non doloroso come perderlo. Avevo sette
anni, eppure in quei pochi anni ho imparato tanto da quest'uomo. Aveva
una passione per la musica ed il gospel e la domenica mi portava ad
ascoltare i cori, da lì è nata la mia di
passione. E poi, come puoi ben vedere dall'immagine, era un marinaio.
Penso venga da lui la mia continua voglia di stare per mare, il mio
illudermi di essere un pirata!>> disse divertito,
prendendosi gioco di se stesso << Eh
già, è tutta colpa sua, colpa e merito
suo...>> Poi mi sorrise << Vedi? Abbiamo
qualcosa in comune ragazzina, molto di ciò che siamo, molto
di ciò che vogliamo, viene dai nostri nonni. Tu hai
lì un bracciale a ricordartelo, io ho una
foto.>>
Io annuii sorridendo << E non
è l'unica cosa che abbiamo in comune. Entrambi abbiamo
strane origini o sbaglio? Ho letto da qualche parte che hai origini
Cherokee ed io, come ormai ben so, come ormai ben sai; ho origini
gitane.>>
<< Un'indiano e una gitana...bella accoppiata!
>> Disse ridendo, poi mi rivolse uno sguardo inquisitore,
<< ...e tu come le sai queste cose su di me? Non sarai
una mia fan e non me lo hai mai detto??>> che faccia da
schiaffi che aveva messo su!
<< Caro, carissimo Johnny, a parte
il fatto che sul tuo braccio c'è una grossa testa di un capo
indiano, che si dovrebbe essere completamente cecati per non vederla,
ti faccio sapere che ho DOVUTO informarmi su di te, dato che per un
periodo per l'intero mondo sei stato il mio...il mio
fidanzato/amante/non si sa bene cosa! Non mi sembrava normale avere un
"rapporto così stretto" con te e non conoscerti!
>>
Lui rise di gusto e mi canzonò <<
Che brava ragazza! Però avresti potuto dire che
era stata un'avventura occasionale no? Così non eri
costretta a fare ricerche su di me!>>. Questa battuta mi
imbarazzò parecchio, anche perchè un'inizio di
"avventura occasionale" tra noi due c'era veramente stata, anche se
adesso facevamo finta di nulla. Cambiai discorso.
<< Ah smettila!... Dai, ora spiegami
un altro tatuaggio e poi ti lascio in pace!>>
<< No, no. Ora
basta.>> Disse ruotando la testa a destra e a manca,
spingendo un pò fuori le labbra, quasi come un bambino
imbronciato.
<< Su dai, puoi sceglierlo
tu!>>
<< Ah, grazie davvero per la
concessione!>> esclamò con sarcasmo.
Ci pensò sù un attimo :<< Poi mi
lascerai in pace?>>
<< Ma certo!>> Dissi
con un tono non troppo convincente.
<< Sicuro??>> Chiese
alzando un sopracciglio.
<< Sicuro!>> Risposi
cercando questa volta di risultare più credibile.
<< Va bene... vediamo se riesco a
spaventarti con una delle mie fissazioni...>> Fece una
faccia da Sweeney Todd.
<< Johnny... sai ,quasi
quasi non lo voglio più sapere!>>
<< Eh no, ora mi ascolti! Dunque,
dunque... Sono del tutto ossessionato dal numero
tre!>> e indicò il tatuaggio che
stava sulla sua mano sinistra, tra il pollice e l'indice
<< Tre è una sorta di numero speciale per me.
E 'un numero molto creativo. Triangolo, trinità, due persone
che fanno un'altra persona. Tre è un mistico, è
un numero magico. E poi sono nato il 9- 6- 1963 ...tutti
multipli di tre, tranne l'uno che è un sottomultiplo... Sono
un maniaco del tre insomma!>> disse ridendo.
<< Ah... ora si che sono davvero
terrorizzata!! >> Sbruffai << Ed io che mi
aspettavo chissà quale compromettente segreto... comunque
è affascinante questa cosa del tre! E sono sempre
più incuriosita da tutti gli altri tattou
adesso!!>>
<< Eh no , questa volta la finiamo
davvero qui! >> Assunse un'espressione fortemente
Sparrowniana e continuò << Se ti svelo tutti i
miei segreti come potrò poi affascinarti?>>
E mentre vari impulsi cerebrali mandavano alle mie
corde vocali il messaggio: " tu mi affascinerai sempre", grazie al
cielo i miei denti ebbero il propizio impulso di mordere la lingua e
farmi tacere. Nel frattempo il fascino fatto uomo si
alzò. << Prendo le sigarette, torno
tra un attimo.>>
Lo vidi allontanarsi con il suo passo deciso:
Johnny in orbita tra terra e sole, Johnny, che per non smarrire la
rotta , incideva sulla sua pelle le cose in cui credeva, la mappa di
tutta una vita.
Eccomi!Sono riuscita a trovare un attimo per
pubblicare.
Fanciulle! Che ve ne pare di questa analisi dei
tatuaggi del nostro caro Johnny? Io sono sempre stata mooooolto
incuriosita dal loro significato...ho fatto qualche ricerca ed ho
deciso di inserire la spiegazione di questi quattro tatuaggi in
particolare. Dovrebbero essere informazioni attendibili.... l'unica
cosa che mi sono invetntata è il collegamento tra il numero
tre e la sua data di nascita...ho notato questa coincidenza,
chissà magari è davvero uno dei motivi per cui si
è tatuato quel numero lì...boh! Fatto
sta che ha anche tre cuoricini su di un braccio (Vanessa e i figli),
tre puntini sul una caviglia, tre triangolini su un dito, di
recente è comparso con un nuovo tatuaggio dove
c'è un uccello ( un corvo, un merlo, un
avvoltoio...non so la razza del volatile, ma so che è il
simbolo di un antico gioco di carte tipico del Kentucky che suo nonno
faceva sempre) che tiene nella zampa tre carte e su una di queste
indovinate cosa c'è? Ma brave! il numero tre...Si,
è proprio fissato questo è certo! Ed anche io
sono fissata dato che mi sono presa la briga di fare queste
ricerche...eh vabbè ognuno di noi ha le sue psicosi no? La
mia si chiama JOHNNY DEPP!! :)
Adesso questa folle psicopatica fissata vi
saluta e vi manda tanti baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** XII. Ora capisco... ***
marea
Ehhmmm...siori e siore un
avviso: questo capitolo è un pò...come dire??
AH si "palloso", ovvero scarso di eventi, è tutto
dialogo, dialogo, dialogo..., ma DOVEVO metterlo, perchè
serve alla storia.Vi assicuro però, che i prossimi saranno
pieni di colpi di scena :)
Cambiando discorso...mi rivolgo a voi, proprio voi che non mi lasciate
nemmeno un piccola, piccolissima, microscopica, recensionina... :(
Ovviamente sono felicissima che leggiate la mia storia e vi ringrazio
di cuore...però suvvia non siate timide, lasciate qualche
parere! DAI DAI VI VOGLIO ATTIVE!! :D
LO SO SONO UNA ROMPISCATOLE!!!! xD
Infine un'altra richiesta: per pubblicare uso il programma NVU, avrei voluto arricchire la
storia con qualche foto,però non riesco a
inserire immagini, o meglio se le metto poi quando pubblico non
compaiono, restano solo spazi vuoti. Naturalmente
è ovvio che la mia testa è bacata e quasi
sicuramente la soluzione è semplicissima ma io non la trovo
, uffffff -.-°'
Così se qualcuno volesse darmi una mano e spiegarmi come si
fa, gliene sarei immensamente grata :)
Bacioni a tutte.
La vostra speranzosa, imbranata , mononeuronica e bacata Rory
XII. Ora capisco...
Era notte
ed ero ancora lì sul prato, senza la minima voglia di
dormire, troppe cose impegnavano la mia mente. Una di queste mi stava
di fronte aspirando del fumo dall'aroma di liquirizia.
<<
Ora che abbiamo finalmente smesso di parlare di me , ne approfitto per
farti i complimenti piccoletta. Quando hai detto "vado a
socializzare"... >> ed imitò la mia voce,
beccandosi un'occhiata fulminante e storta che decise di ignorare,
<< .. se devo essere sincero non pensavo che avresti
riscosso tanto successo... Erano così sulla difensiva
all'inizio ... e invece chi l'avrebbe detto? Sei riuscita a
conquistarli...Hai praticamente messo su una festicciola! Sei proprio
imprevedibile...proprio imprevedibile Beatrice... Beatrice dai grandi
occhi color del mare...>> Ironia e dolcezza
coesistevano in quelle frasi, sentivo di starmi sciogliendo dentro e
abbassai gli occhi con il mio solito imbarazzo.
<<
Il merito in realtà è tuo, sei tu che sei un
ottimo intrattenitore, un ottimo musicista. Comunque mi è
sembrato che tu ti sia divertito, o sbaglio? >>
<<
Non sbagli, è stata una bella serata, senza luci puntate
addosso. E' stato bello stare con persone che non avevano idea di chi
fossi. Un'esperienza unica quanto rara, in effetti. Si , mi sono
trovato bene con questa gente.>>
<<
Beh, dopotutto loro sono nomadi e tu sei un pirata! Avete qualcosa in
comune, no? Comunque anche io mi sono divertita...>>
<<
Ah si ho visto! Una bimba che ballava tra le bimbe! >>
Disse ridendo.
<<
Beh, sempre meglio di te che non muovi un muscolo!>>
<<
Su questo hai ragione, io sono una frana a ballare, una vera
frana!>> rise << Nei film devono usare
controfigure, oppure le povere e ripeto povere, attrici malcapitate
devono subire la mia goffaggine! Quando abbiamo girato Chocolat,
Juliette praticamente ha dovuto portarmi lei ed
anche così il risultato è stato pessimo. Dopo
mille prove, non sono nemmeno riuscito a farle fare la giravolta in
modo decente, è quasi inciampata nel mio piede,
però alla fine hanno tenuto la scena perchè era
la migliore. Il che è tutto dire!>> Era
disarmante il modo in cui rideva di sè, disarmante e
trascinante.
<<
Suvvia, non puoi essere così tremendo! Forse... dovresti
impegnarti di più ?>>
<<
Fidati sono totalmente impedito.>> Aveva una faccia
troppo sincera e convinta per contraddirlo ancora <<
...Vanessa ci ha provato per anni a farmi ballare, poi si è
arresa...e mi sono arreso anche io...>> Il tono con cui
aveva pronunciato l'ultima frase non faceva affatto pensare che
parlasse di ballo, l'amarezza era tornata ancora una volta a sporcare
la sua bella voce.
Di nuovo
provai un senso d'irritazione e senza starci a pensare troppo mi decisi
a chiedere: << Johnny, perchè
c'è questa tristezza in te?>>
Mi
guardò sorpreso << E' così
evidente?>>
<<
Si , lo è.>>
<<
Credevo di essere un attore migliore... Comunque non è
niente, non preoccuparti.>>
<<
Sarà pure niente... ma a me non mi piace vederti triste!
>> L'avevo detto di cuore.
Ancora una
volta mi rivolse uno sguardo dolce e stupito. << Questa
sera, quando sei venuta a cercarmi e mi hai detto " lascia ogni
amarezza" ti eri accorta che c'era qualcosa che non andava,
vero?>>
Io annuii.
<<
Devo ringraziarti, perchè se non mi avessi messo in mano
quella chitarra avrei passato proprio una
brutta
serata...ero deciso ad andare a comprare una bella bottiglia e
scolarmela d'un fiato. Ero arrabbiato... avevo appena fatto una
telefonata, volevo parlare un pò con Jack e Lily, non riesco
a stare un giorno senza sentirli... ma Vanessa non me li ha passati, si
è inventata delle scuse e poi ha cominciato a
discutere...>> scosse la testa con irritazione e poi
tirò un sospiro << ... Ci sono delle cose che
devo affrontare una volta per tutte...>> Si
passò le dita tra i capelli e cominciò a fissare
un punto nel vuoto. Stava riflettendo e mentre lo faceva con
le mani si torturava nervosamente le labbra . Io rimasi in silenzio,
aspettando qualche altra parola e dopo un pò lui si decise a
tirar fuori i suoi pensieri.
<<
Tra me e Vanessa è finita da un pezzo
oramai...Negli ultimi anni è stata tutta una crisi con brevi
riappacificazioni, troppo brevi...e tutte le volte che abbiamo fatto
pace non era altro che una presa in giro verso noi stessi. Abbiamo
cercato di rimettere in piedi la relazione, per amore di Lily e
Jack...l'amara verità è che oramai da tempo loro
sono l'unica cosa che mi lega a lei. >>
Strappò un filo d'erba osservandolo come se fosse un qualche
misterioso e arcano oggetto e continuò a parlare
con tono fin troppo rassegnato << All'inizio siamo
riusciti a celare bene, a far finta di nulla, poi le liti sono
aumentate. Ai bambini abbiamo detto che che mi sono
trasferito a Los Angeles per lavoro. La verità è
che mi sono allontanato solo per evitare di urlare e litigare davanti a
loro. Vado a trovarli tutte le volte che posso, mi mancano
molto, moltissimo, ma che posso fare? Sicuramente stanno meglio con
Vanessa, lei è una brava madre e non è
perseguitata dalla stampa come invece succede a me. >> Mi
lanciò un'occhiata veloce e poi di nuovo deviò lo
sguardo. A poco a poco la sua voce cominciò ad avere
sfumature di rabbia ; << Il problema però
è che da circa un anno la stampa non ci da tregua, il fatto
che non ci si veda più in giro insieme, ha alimentato molti
gossip sulla nostra rottura...e purtroppo sta volta sono veri! La cosa
che mi da fastidio è che abbiamo cercato di tenere i bambini
fuori dalla nostre liti, di non far capire loro che ci eravamo
lasciati...quei maledetti giornalisti però si sono messi in
mezzo, hanno cominciato a scrivere e scrivere e diffondere voci! Lily
è venuta da me piangendo qualche tempo fa, ha detto che non
voleva più sentire bugie, è stato
terribile...è terribile quando ti accorgi di aver deluso tua
figlia...>> c'erano una tale amarezza e rabbia nella sua
voce, nei suoi occhi! Avrei fatto di tutto per non vederlo
così.
<<
...Lily non riusciamo più a ingannarla, solo Jack che
è più piccolo non ha ancora ben capito. Mi fa
rabbia che abbia dovuto essere la stampa a sbattere così
brutalmete la verità in faccia a mia figlia.
>> Quanto dolore nelle sue parole!
<< Non posso più negare, non posso prendere in
giro la mia bambina...vorrei solo che queste voci tacessero. Il giorno
che ti ho incontrata a Venezia, io e Vanessa ci eravamo accordati per
quell'uscita pubblica, così da zittire per un pò
i giornali...Ma lei ha capito male; quando le ho proposto di venire con
me, ha pensato che volessi ricominciare , che la amassi di nuovo. Poi,
quando ha capito che ancora una volta lo avevo chiesto solo per i
bambini, si è infuriata. Da allora la situazione
è diventata del tutto insostenibile ed io sono con le spalle
al muro. Non volevo ferirla, non volevo ferire nessuno. Non so che
fare, forse dovrei davvero provarci ancora con lei...riprovarci per la
milionesima volta. Darei qualsiasi cosa per stare di nuovo bene con
lei, per non dover stare lontano dai miei figli, per non farli
soffrire. Io sono figlio di genitori separati. Non volevo questo per
loro, non voglio questo per loro. Non so più se continuare
con Vanessa o se mettere un punto a tutto, sto cominciando a pensare
che la cosa migliore sia spiegarlo ai bambini e rendere pubblica la
separazione, così che tutte le indagini di questi
giornalisti succhiasangue cessino una volta per tutte. Così
la smetteranno di seguirci , di speculare sulla mia vita privata, di
fotografare i miei figli ovunque vanno, solo per vedere se ci sono
anch'io. Sono pervaso dai dubbi, perchè non posso scegliere
con calma e lucidità, perchè tutti questi
articoli curiosi e cattivi mi mettono fretta. Vorrei
temporeggiare, temporeggiare ancora, ma più lo faccio,
più loro vengono bombardati da informazioni infamanti!
Insomma continuano ad uscire articoli su presunti tradimenti, non posso
avvicinarmi a nessuna che quella improvvisamente diviene per tutti la
mia amante...e tu ne sai qualcosa. La stampa mi dipinge come un uomo
con una crisi di mezz'età che passa il tempo ad ubriacarsi.
Sono costretto ad isolarmi più di quanto non faccia di
solito...Ho fatto troppi passi falsi, è bastato che mi
facessi beccare una volta in hollywood boulevard per essere
nuovamente etichettato come un totale alcolizzato, mi sembra di essere
tornato ai tempi di 21 Jump street, di essere di nuovo uno stupido
stereotipo. E' vero, di vizi ne ho avuti molti,pur
non avendo mai avuto delle vere dipendenze, ma dalla nascita di
Lily sono cambiato, perchè quando vedi di poter
fare meraviglie non hai più bisogno di droghe, ti rendi
conto di quanto molte cose siano stupide e superflue, rivaluti tutto,
vedi tutto in modo diverso ed io sono un uomo diverso. Ma adesso,
adesso che di nuovo si parla di me come un dannato, come una sorta di
dongiovanni ubriaco, che esempio dò ai miei figli ? Come
possono essere fieri di me? Ho paura che crescendo finiranno per
odiarmi.>>Tacque perdendosi nei suoi brutti pensieri. Mi
sembrò improvvisamente fragile, indifeso, immerso in quel
suo tacito imbarazzo.
<<
Odiarti? No Johnny. I tuoi figli sanno chi è il loro
padre... le stupidaggini della stampa ,non potranno MAI
essere più vere e convincenti della tua presenza nella loro
vita. Come possono odiare un padre che non sa stare un solo giorno
senza sentirli? Come possono odiare un padre che corre da loro ogni
volta che può? Da quello che ho capito tu sei
molto presente, nonostante il tuo lavoro ed i continui viaggi. La
figura di un padre affettuoso e presente non può essere
usurpata dagli articoli di un giornale che il giorno dopo
sarà spazzatura. I gossip saranno sempre diversi, ma tu
sarai sempre lo stesso... e li amererai allo stesso modo, nulla conta
più di questo.>>
Mi rivolse
uno sguardo tenero e sorrise << Così giovane e
così saggia... chi l'avrebbe detto
ragazzina...>> Fece un profondo respiro <<
Credo che tu abbia ragione...io mi sento dentro un ciclone e non riesco
a vedere obiettivamente le cose. Però l'unica cosa che non
volevo ,era che anche loro come me, dovessero avere genitori
separati... questo non posso cambiarlo, in questo ho davvero fallito,
so che li farò stare male.>>
<<
Johnny...>> non sapevo se chiederlo o meno, lo chiesi,
tanto oramai quella notte avevamo parlato di qualsiasi cosa
<< sei certo di non amare più Vanessa? Sei
certo che non sia solo un momento?>>
<<
Un momento? Se è un momento è
piùttosto prolungato...perchè dura da qualche
anno. Non saprei dire cosa è accaduto di
preciso...lei è così cambiata, o forse io sono
cambiato, ma non provo più amore... non so
più se ho amato la donna che è in lei o la madre,
l'idea di una stabilità familiare che non ho mai avuto. Lei
crede che le mie incertezze derivino da fattori esterni, da altre
donne... ma si sbaglia. O almeno si sbagliava fino a poco tempo fa,
perchè adesso è vero. C'è una persona
che si è fatta spazio nel mio cuore, l'ho incontrata e...non
so... è stato come un uragano, è passata fulminea
e ha scoperchiato i tetti e messo in evidenza le mie incertezze,
è come se adesso non potessi più fingere e ancor
più di prima sono certo che sia finita. Per un pò
ho pensato che dipendesse da me, dall'aver provato troppe cose nella
vita, credevo che questo mi avesse alla fine reso insensibile ai
sentimenti, ma adesso che provo qualcosa per un'altra, non
posso più negare di non amarla... E mi sento un schifo,
perchè devo molto a Vanessa. Vorrei trovare il modo di
separarmi pacificamente da lei, ma credo che lei non me lo
lascerà fare, è troppo arrabbiata. Non posso
darle torto... giorno dopo giorno, si sono accumulati dubbi in me e
rancori in lei... >> Aveva parlato con un tono sommesso,
rabbioso, triste, sfumature che rispecchiavano la confusione che lo
aveva completamente invaso.
Adesso
era chiaro il perchè di quella sua aria agitata, tormentata:
c'erano troppe persone che aveva paura di ferire. In primo luogo i suoi
figli, che, a giudicare da come ne parlava, amava più di se
stesso. Poi Vanessa, che sperava ancora di sistemare le cose. Ripensai
a quello che lei mi aveva detto in ascensore: "ci amiamo". Ora sapevo
che quella sua frase dipendeva da una negazione del fatto, che in
effetti tra loro stava finendo tutto. Infine c'era questa nuova donna,
quest'incognita che a quanto pare Johnny non voleva perdere. Mio
malgrado sentii un senso di vuoto dentro... volli ignorare questa
sensazione; un misto di delusione e gelosia. Lui si stava confidando
con me, non potevo stare a pensare alla mia infatuazione, dovevo
cercare di dargli dei consigli leali e sinceri. Ma il tutto era
talmente complicato, che non sapevo veramente cosa consigliargli.
<<
La situazione è davvero difficile ed io non sono nessuno per
pronunciarmi a riguardo, ma posso dirti ciò che penso se
vuoi...>>
<<
Si. Voglio sapere ciò che pensi...>>
<<
Io... credo che tu non debba avere fretta, non pensare ai giornalisti,
pensa solo a chiarire con Vanessa, una volta per tutte,
perchè trascinando avanti questa storia non fai che
ingannarla e la sua rabbia potrà solo crescere. Non indorare
la pillola, non otterresti nulla, finiresti solo per illuderla ancora,
sii sincero, dì tutta la verità a cuore aperto.
Capisco che hai paura di ferirla dicendole che c'è un'altra,
ma la feriresti di più se la lasciassi lì ad
aspettare ancora, raccontandole bugie. Quando avrai chiarito con lei,
quando avrà digerito la cosa, insieme potrete dirlo ai
vostri figli. Penso sia fondamentale che tu le dia il giusto
tempo per metabolizzare il tutto. Dovete essere tranquilli l'uno verso
l'altra, perchè se Jack e Lily vi vedono sereni, per loro
non sarà un trauma, ma un cambiamento. E poi, dato
che ti sei già allontanato, trasferendoti da un'altra parte,
loro sono già in parte preparati alla nuova situazione.
Penso che la cosa che più potrebbe ferirli , sia vedere odio
tra te e Vanessa. Magari Vanessa per ora è arrabbiata, ma
con il tempo si calmerà, se non per te, di certo lo
farà per i bambini. Perciò devi prenderti tutto
il tempo necessario e non farti mettere fretta da gossip. Che dicano
ciò che vogliono, tanto lo farebbero comunque, o sbaglio?
Capisco anche, che il fatto che ci sia un'altra donna ad aspettarti,
complichi le cose... ma se lei ci tiene, ti
aspetterà. >>
Stranamente
vidi che rideva, un sorriso un pò nervoso, autoironico
<< Non so se lei mi
aspetterà...>>
<<
Perchè non lo sai?>>
<<
Perchè...>> Alzò gli occhi al
cielo, socchiuse la bocca più volte per parlare, ma senza
emettere alcun suono, poi come se lui stesso si stupisse di
ciò che stava dicendo, enunciò:
<<
Perchè lei... lei non ha idea di quello che
provo!>> rise di nuovo scuotendo la testa
<< C'è stato qualcosa tra noi tempo fa, ma
dato il totale casino in cui mi trovavo e mi trovo, ho troncato tutto
sul nascere e non l'ho più cercata. Ma...io non lo so, non
appena l'ho vista ho sentito che mi apparteneva, ho voluto che fosse
mia. E' stata...non lo so, una cosa strana! Speravo in una
delle mie tante idee follie, speravo fosse la confusione del momento...
ma il pensiero di lei è tornato spessissimo nella mia testa,
troppo spesso. L'ho rivista per caso... ed ora non ho dubbi, SO che lei
mi appartiene...ne ho la certezza. Che dici sono pazzo?>>
Disse con una faccia imbarazzata e i suoi begli occhi sorridenti
grattandosi nervosamente la testa. Mi fece ridere, sembrava un
ragazzino adesso.
<<
Beh... non credi che se tu glielo dicessi , potresti almeno toglierti
qualche dubbio?!>>
<<
No. Finchè non avrò sistemato le cose con
Vanessa, non le dirò nulla, non voglio fare danni
anche con lei. Non posso fare alcun passo avanti perchè
può anche darsi, che io non riesca a sistemare un bel niente
e in quel caso la cosa migliore è che lei non sappia
ciò che provo, che non lo sappia mai. Solo di questo sono
certo.>>
In
tutta la sua gran confusione, aveva qualche certezza. Chissà
chi era, questa donna così fortunata, da essere amata da un
uomo tanto meraviglioso senza nemmeno saperlo...Ancora una volta mi si
strinse lo stomaco, respirai a fondo ostentando
tranquillità. Intanto la notte avanzava ed il sonno premeva
sulle mie palpebre.
Andai
a letto, lui fumò l'ennesima sigaretta prima di fare lo
stesso. Non lo vidi entrare perchè Morfeo mi aveva
già trasportata nel suo mondo spaventoso e incantato.
EBBENE SI! CE
UN?ALTRA DONNA . Mi odiate??si??! E fate bene!! buahahahahahaha!(risata
da strega malefica)
COMUNQUE SI ACCETTANO SCOMMESSE: CHI PENSATE CHE SIA QUESTA
MISTERIOSA LEI??? :)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** XIII. Il giorno del caos ***
XIII. Il giorno del caos
Era sera ed io stavo
fuori sul prato, Johnny si diresse verso di me. Osservandolo mi resi
conto che la sua andatura non era molto stabile, aveva bevuto forse...
Si fermò a quache passo da dove mi trovavo. Mi si
accovacciò accanto portando il suo viso ad una distanza
così minima da risultare preoccupante, tutto mi appariva
rallentato... immerso in una strana atmosfera grigia, che frazionava la
luce debole della luna in mille particelle. Non disse nulla, mi
fissò e basta attirandomi con il superbo magnetismo di
quegli occhi profondi come pozzi dei desideri.
<<
Vado via... vado a letto. >> Mi alzai dal prato e lui
fece lo stesso, mi bloccò tenendomi per un braccio.
<< Non
credo proprio...>>
Si avvicinò
con la sua faccia da John Wilmot e mi afferrò per i polsi,
indietreggiai di qualche passo, finchè
non sentii contro la schiena il freddo metallo della parete esterna
della roulotte. Lui era troppo vicino ed io in trappola.
Cercai di osservarlo e
leggere i suoi pensieri, ma quella strana luce sempre più
densa, rendeva la mia visione poco nitida. Mise le mani sulle mie
spalle e le fece scorrere lentamente, molto lentamente, lungo tutte le
braccia, fino a giungere alle mani. Il cuore perse qualche
battito.
Mi accarezzava i palmi
con le dita, in modo molto provocante , aspettando una reazione. Mille
brividi corsero attraverso la mia colonna vertebrale giungendo alla
testa con la potenza di un sisma. Pensai di superare i pochi centimetri
che ci separavano per morire su quelle labbra. Si era giusto, era il
momento...
Poi un'idea fastidiosa
e più pungente di una cimice, si fece spazio nella mia
mente: Chi sono io per lui? Una voce surrurrò nelle mie
orecchie, così come fa il narratore onnisciente di un
romanzo:
"Sei una curiosa
creatura, una ragazzina da provocare, una boccata d'aria fresca per
distrarsi dai casini della sua vita... Questo sei, non sei nient'altro.
E non lo bacerai , non lo farai. Lui non ti amerà,non lo
farà... Lui già ama ed ama un'altra."
L'insinuante voce
aveva ragione... Ma lui era lì, ancora troppo vicino,
immobile come un fotogramma di un suo film.
Ed ancora intervenne
l'invisibile suggeritore:
"Sei una
donna non una ragazzina, comportati da tale. Una donna sa resistere ed
essere fiera, sa anche andare contro i suoi sentimenti , se necessario.
"
Si avvicinò
ancora, l'aria divenne carica d'irrespirabile tensione quando tutto il
suo corpo aderì al mio , premendomi contro la parete.
Sentivo il suo petto, il suo bacino, il suo odore.
Impazzire, morire,
soffocare... era tutto ciò che avrei potuto fare.
E la vocina
gracchiante e petulante , non smetteva di parlare:
<<
Ripensa a quella prima notte in hotel, a come si è fermato
mentre tu volevi essere sua. Se non ti ha voluta allora, non ti
avrà adesso.>>
Poi un'altro suono mi
giunse alle orecchie, con la timbrica calda di un vento estivo. Era la
sua voce.Il suo respiro veloce...
<<
...ragazzina di' qualcosa...>>
Occhi che davano i
brividi, brandelli di ragione si confondevano alla conturbante voglia
di dirgli di nuovo : "Voglio solo che mi baci...". Ma la bocca
restò afona.
A colmare i suoni e le
parole mancanti, arrivarono le sue mani su di me, carezzevoli...
oltremodo allettanti... sotto la maglietta sfiorarono i
fianchi, mi cinsero la vita
.
Altre due voci si
alzarono , due voci che conoscevo bene:
"Non reagire Beatrice,
non reagire..." Ripeteva la mia mente.
"Non lasciare che
qualcuno mi spezzi!" Diceva il mio cuore.
Per la prima volta
nella vita , mente e cuore non si opponevano l'uno all'altro.
Il cielo si fece rosso
fuoco, quando le labbra di Johnny si posarono sul mio collo, baciandolo
lentamente, sensualmente.
Poi si
schiusero e la sua lingua sfiorò la mia pelle, in modo fin
troppo perfetto, insopportabilmente eccitante. Le sue mani mi
attiravano sempre di più, non un solo millimetro ci separava
adesso... Sembrava quasi che il suo corpo fosse stato fatto per colmare
ogni mia cavità.
Pensieri
impuri,malsani e ferocemente invitanti mi attraversarono la
mente.Cercai di schiacciarli via...ma non era semplice, quasi
impossibile direi.
Brividi
d'inconcepibile intensità mi scossero tutta.
Niente più respiro, fiato, volontà, ragione
pensiero: niente. Solo carne urlante e desiderosa, ogni organo, tutti i
sensi gridavano di lasciarmi andare alla passione, alla forte pulsione
che mi agitava in ogni cellula. Eppure la voce del cuore non tacque :
"Soffrirai...ti
umilierà e mi spezzerà se adesso cedi. Lui ama
un'altra. "
E la mente:
"Ti accusa di non
essere donna, dimostragli che non è così!
Dimostra di saper scegliere!"
Quelle labbra
deliziose, continuavano ad assaporare la mia pelle, lente, calde,
morbide. Dita carezzevoli sulla mia nuca, sulla mia schiena...
Irresistibile calamita , il suo corpo mi attirava come a voler danzare
col mio.
Reagire: dovevo farlo
ora.
Fu così che
nell'istante in cui le sue labbra sfioravano l'angolo della mia bocca,
le mie corde vocali emisero dei suoni che ascoltai con rammarico, quasi
non fossi stata io pronunciarli:
<< Non
giocherai con me. >>
La frase
sembrò propagarsi e risuonare nell'aria, fino a
quando rimase solo il silenzio tutto intorno e davanti a me,
un Johnny dal viso immobile , fisso in un irreale fermo immagine, mi
guardava turbato ...
Fu in quel momento che
mi svegliai. Sudata , sconvolta, eccitata... Sprofondai la
faccia nel cuscino odiando me stessa.
Ma perchè
nemmeno nei sogni riuscivo a lasciarmi andare? Stupida,
stupida...stupidissima! Tornata definitivamente alla realtà,
aggrovigliata tra le lenzuola sgualcite, pregai cielo, terra e santi di
non aver parlato nel sonno. Mi alzai silenziosamente. Johnny dormiva
nel letto sopra il mio...e dormiva così bene!
" Smetti di guardarlo
e va a prendere una boccata d'aria fresca, che è meglio!!"
Uscii dal
camper, con addosso una lunga canotta blu che usavo come pigiama, era
già mattino inoltrato, il sole scottava. Intorno la calma
più assoluta. Che sogno stupendo e orribile che avevo appena
fatto! Mi ero innamorata di un uomo che solo qualche ora prima si era
confidato con me dicendo che amava un' altra.
"Furba, proprio furba
Beatrice!"
Mi diressi verso una
zona del campo in cui c'erano docce e fontanelle, essendo un campo
autorizzato, l'acqua non poteva mancare. Mi sciacquai il viso
più volte per schiarimi i pensieri...Quel sogno era stato
fin troppo realistico, mi sembrava ancora di sentire l'odore di Johnny.
Cominciai ad aggirarmi in lungo e largo tra le baracche, senza un
perchè, solo per sfogare la tensione e l'eccitazione che
quel sogno aveva provocato.
<<
Beatrice... >>
Una voce femminile mi
aveva chiamata. A qualche metro da me stava una donna. Aveva l'aria
sfatta, come di un disegno spiegazzato, ma non era vecchia,
al massimo doveva avere quarant'anni... forse anche meno. Non l'avevo
vista la sera prima. Improvvisamente le sinapsi del mio cervello
cominciarono a connettere... era "lei"? Era possibile che fosse lei?
Scrutai nei suoi occhi, erano grigi contrastavano con una pelle
olivastra e dei capelli scuri qua e là sfumati da qualche
filo bianco. Non mi somigliava, non sentivo
niente...però...però lei mi fissava in modo
strano. Mi decisi a chiedere con tono incerto:
<< Sei
tu?>>
Un cenno d'assenso, un
secco << Si.>>
Era lei.
"Lei". Strinsi così tanto i pugni da ferirmi i palmi con le
mie stesse unghie. Si avvicinò.
<< Vuoi
fare colazione?>> Non risposi subito. Dovevo capire,
capire che finalmente la stavo conoscendo. Avevo un nodo in gola, ma
lei era così calma... troppo calma. Non vedevo emozione in
quella donna, ma indifferenza. Annuii, rispondendo così al
suo invito.
Entrò in
una baracca e ne uscì con una busta di latte, due bicchieri
e un pacco di biscotti.
<<
Queste cose ce le passa la Caritas...>> Disse aprendo la
busta di latte e versandomene nel bicchiere. Si sedette su una panca di
legno e la imitai. Era tutto surreale. Possibile che stessi ancora
dormendo? No, ero sveglia. Era il momento di parlare, di fare
le mie domande.
<< Come
ti chiami?>>
Intinse un biscotto
nel latte << Vesna. Mi chiamo Vesna.
>> Mi guardò, analizzò il mio viso,
parlò di nuovo con voce decisa, un pò infastidita
<< Non dovevi chiamarti Beatrice, dovevi chiamarti
Fiamma.>> Pensai che forse quel nome sarebbe stato molto
più adatto alla mia indole.
<<
Perchè non hai voluto vedermi ieri?>> Dovevo
lottare perchè la voce non si spezzasse, dovevo lottare per
non sentirmi offesa dalla sua freddezza.
<< Ho
promesso che non mi avresti mai vista. L'ho promesso a quel medico che
ti ha dato questo casto nome. >> Il suo
italiano era scorrevole, un leggero accento si percepiva in alcune
parole, delle "O" troppo marcate, una cadenza cantilenante, ma si
capiva che era in Italia da molto.
<< E
perchè adesso ti sei decisa a vedermi?>>
Parlavo quasi come un automa...non riuscivo a credere che fosse lei,
non poteva essere lei, così fredda, distante... Ma lo era.
<<
Perchè altrimenti non te ne saresti più andata.
Devi andare via, tu appartieni ad un mondo diverso oramai. Non puoi
venire qui, sederti sul prato, mettere nastri rossi tra i capelli delle
bimbe Sinti... Non è un gioco. Non puoi fingere di essere
una di noi, non puoi farlo proprio perchè non sei cresciuta
con noi. Sei cresciuta con gente che ci odia, ci considera degli
appestati e brucia i nostri accampamenti senza un perchè.
Non appartieni a noi e noi non apparteniamo a te. La mia gente non deve
affezionarsi a te, porteresti solo guai. Devi andare
via.>>
Non avevo
capito il suo discorso ma era riuscito comunque ad attraversarmi il
cuore con la potenza di una freccia avvelenata. Ero attonita, tutto
ciò che riuscii a fare fu chiedere:
<< Le
bimbe Sinti? Cosa vuol dire..?>>
<< Vedi?
Non sai nemmeno chi siamo, questo significa che non ti interessano
veramente le tue origini. La gente ci chiama Rom, ma noi siamo
Jugoslavi, almeno gran parte di noi lo è, e ci chiamiamo
Sinti. Il nostro popolo ha sempre vissuto lavorando il metallo o
facendo musica, ci spostiamo da un paese all'altro con le stagioni,
siamo liberi e apparteniamo al mondo. E' questo che siamo, non ci
interessa il lusso e non voglio che tu venga qui con il tuo magnifico
camper e porti questo tipo di idee tra la nostra gente. >>
<< Io
non sono venuta a portare nessun tipo di idee, sono venuta solo per
chiarire le mie...>>
Lei sembrò
innervosirsi << Cosa? Cosa vuoi chiarire?>>
<< Ma
perchè mi tratti così? Cosa ti ho
fatto?>> Dissi in un moto di disperazione.
<<
Niente. Non mi hai fatto niente. Ma ho rinunciato a te quando sei nata.
Ho fatto una scelta, non posso tornare indietro.>>
<< Non
ti sto chiedendo di tornare indietro, vorrei solo farti delle domande,
sapere perchè mi hai data via.>>
<< Vuoi
saperlo? Bene. Ti ho data via perchè ero giovane e non
volevo intralci alla mia libertà, ti ho data via
perchè quel medico mi ha minacciata e perchè quel
medico mi ha pagata.Ora sei contenta? Ora puoi andare. Torna alla tua
vita, con la TUA gente. >>
Mi crollò
il mondo addosso, avevo sperato con tutta me stessa in una
verità diversa. Invece era così? Era tutto qui?
L'uomo che chiamavo padre aveva minacciato mia madre. La donna che
avrebbe dovuto essere mia madre, mi aveva ceduta per soldi. Il mio
spirito fiducioso e romantico mi aveva fatta sperare in fini e
motivazioni più nobili, invece ora, scoprivo di aver fatto
tanti sforzi, solo per confermare una realtà
amara. Avevo l'impressione di respirare catrame, sentivo i
polmoni comprimersi, con l'unico filo di voce che riuscii a tirare
fuori feci un'ultima domanda:
<< Se
non volevi più saperne nulla di me...perchè sei
andata a quelle trasmissioni? Se non volevi che venissi,
perchè mi ha fatto scoprire la verità in modo
così brutale?>>
<<
Credevo la sapessi già la verità. Quando il
sangue delle tue vene è Sinti non puoi non farti domande,non
puoi non aver voglia di libertà. Scopro invece con
dispiacere e delusione che in te non è rimasta
traccia libertà, se fosse rimasta l'avresti capito anni fa
chi eri. Sono andata a quelle trasmissioni per un unico
motivo: soldi. Io faccio gioielli di rame, vado a venderli a Porta
Portese, mi metto sempre vicino la baracca di un giornalaio. Ho visto
quella foto...i tacchi e l'abito da ragazza ricca. >>
fece un'espressione disguastata << Ho letto il cognome,
il paese,il nome di tuo padre, i tuoi anni, coincideva tutto. Ho
pensato che potevi aiutare la gente che ti ha generata, ho pensato di
sfruttare l'occasione. A Janus serviva uno strumento, a Sceba delle
scarpe nuove, ad Azuz altri martelli per le sue pentole di
rame...Servivano coperte...Ho comprato quello che serviva. Vedi? Era
meglio se non venivi, era meglio se non sapevi!>>
Si sarebbe stato
meglio, molto, molto meglio, pensai mentre la gola si stringeva
trattenendo dentro di me le urla. Ero immersa in un silenzio doloroso,
sotto gli occhi di una donna che era riuscita in pochi momenti, con
poche parole dirette e fin troppo crude a far crollare il mio mondo.La
faccia di mio padre... vedevo la faccia di mio padre e non riuscivo a
far combaciare quell'immagine con quella di un uomo così
disonesto da comprare una neonata...Io ero stata una merce di scambio,
ognuno aveva avuto ciò che voleva, mia madre aveva
sostituito il figlio perso, la donna gitana di fronte a me aveva
ottenuto soldi e libertà, mio padre si era messo in casa una
"bambolina" da allevare con tutte le regole che la società
comanda, una bambolina da plasmare secondo il suo modello . Tutti
avevano avuto ciò che volevano ed in cambio mi erano state
date bugie. Il fiato mi divenne corto, gli occhi grigi da gatta
affamata mi scrutavano senza alcun rispetto, sapevo che stava vedendo
la mia disperazione, mi disperavo ancor di più
perchè a lei non importava nulla di quella disperazione.
Vesna era stata così schietta da risultare cattiva. Le mani
tremavano stringendo quel bicchiere di latte. Che ci facevo
lì? Che ci facevo? Dovevo andare via... In un luogo sicuro.
Il panico si impossessò completamente di me, quando mi
accorsi, che non avevo più luoghi sicuri dove andare.
Le persone,
quando sono in difficoltà, pensano alla loro casa come
un'oasi di pace, un rifugio,io pensavo alla mia casa e vedevo mio padre
e vedevo l'inganno e sentivo che non avrei mai più potuto
guardarlo con gli stessi occhi. Io non avevo più porti
sicuri. Non avevo più "casa". Ero allo sbaraglio in un mondo
ostile, senza radici, senza certezze. Posai il bicchiere in un gesto
automatico e in un ancor più meccanico movimento, mi alzai
senza proferire parola. Corsi, corsi attraverso le baracche, corsi tra
l'erba le pietre sforzandomi di piangere, ma non riuscivo a fare
nemmeno quello. Arrivai al camper, il fiato mozzato il cuore
negli abissi.
"Cosa faccio... cosa
faccio...dove vado... dove vado??"
La porta chiusa si
aprì e vidi lui...
<<
Ragazzina, cosa fai lì ferma?>>
Ragazzina...ragazzina.
Quella parola ebbe per me il significato che fino a qualche mese
prima, aveva avuto la parola "casa". La sua voce, i suoi
occhi, le sue braccia per me in quel momento erano "casa", lui era il
mio unico rifugio. Per assurdo che fosse, in quel momento era
proprio così.
Mi precipitai ad
abbracciarlo, gli buttai le braccia al collo, senza ancora riuscire a
tirar fuori parola, nè lacrima. Lo strinsi tanto forte
quanto grande era il mio dolore, lo strinsi forte per sentire la sua
presenza.
<<
Bea stai tremando... perchè tremi così? Cosa
è successo?>>
Non riuscivo a
rispondere a quella voce preoccupata, ma non importava
perchè lui ricambiò il mio abbraccio, con la
stessa forza, con quel suo modo schietto e deciso che riusciva ad
allontanare le mie paure.
<< ...
ci sono io...ci sono io qui...>>
Si c'era lui, l'unica
mia certezza in quel momento era questa: c'era lui.
<< Chi
è stato? Cosa ti hanno fatto? Dimmi chi è
stato!>>La sua voce adesso era nervosa e arrabbiata. Mi
scostò di poco chiudendo il mio viso tra le sue mani,
accarezzandomi le guance con i pollici, osservandomi con estrema
preoccupazione. Ero disperata perchè le parole si
rifiutavano di venir fuori.
<<
A me puoi dire tutto...>> Sapevo che potevo, ma non
riuscivo. Nemmeno a respirare riuscivo. Lui continuava ad accarezzarmi
il viso, provava ad entrare coi suoi occhi nei miei pensieri. Poi con
uno sforzo enorme parlai:
<<
...Io...io speravo che la verità fosse diversa...sono venuta
qui sperando in una verità diversa...ma non è
così..non c'è niente di diverso da quel che
è stato detto....>> Singhiozzi ,lacrime, fiato
corto, corpo tremante. << ...Lei si chiama Vesna...mio
padre l'ha pagata...mio padre... non voglio più vederlo!!
Lei si chiama Vesna ed è fredda ed è cattiva...e
vuole solo che io me ne vada...>> Ero inondata di
lacrime, che lui asciugava con le dita senza smettere di guardarmi
preoccupato, arrabbiato. << ...sono stata stupida...ho
sperato....ma in cosa ho sperato poi? Non volevo fosse tutto
così squallido... sono stupida...stupida... e inutile.
>>
<<
No...non lo sei.>>
<< Oh
si...io sono un essere indefinito...diversa da chi mi ha allevata,
uguale a della gente che non mi vuole... non ho alcun senso...non ho
senso... >> Le parole erano spezzate, il mio corpo
continuava a tremare, quasi fosse troppo piccolo per contenere tutta
quella disperazione.
<< Non
dire queste cose.>> Mi strinse di nuovo forte facendomi
appogiare il viso sulla sua spalla, mi diede un bacio su una tempia e
cominciò a sussurrarmi in un orecchio <<
Ascoltami bene: non importa cosa dice questa gente, non importano le
bugie e le cattiverie che ti sono state dette...perchè tu
sei molto più di questo. Avere sperato in qualcosa di
diverso non fa di te una stupida, tu non sei una stupida... hai
capito? Ciò che sei non lo decideranno gli altri,
nè le brutte verità... Capito? >>
restammo per un pò così finchè non mi
calmai un pò, poi mi disse << Vieni
dai...>>
Mi portò
dentro il camper, riempì un bicchiere d'acqua, io ero molto
scossa, avrei voluto smettere di starmene là tremante e
mezza muta, ma proprio non ci riuscivo.
<<
Bevi.>>
Mi porse il
bicchiere, stavo seduta sul bordo del letto, lui mi si
accovacciò davanti, poggiando le mani sulle mie ginocchia e
guardandomi fisso negli occhi. Era incredibile come con dei gesti tanto
semplici, riuscisse a stabilire immediatamente un così forte
contatto, lo sentivo vicino in ogni senso. Riuscii a buttar
giù solo qualche sorso e posai il bicchiere. Passarono
diversi minuti, minuti in cui il mio respiro
rallentò e il mio corpo smise a poco a poco di tremare,
minuti durante i quali lui, non si staccò da me un solo
attimo. Quando finalmente mi vide più serena
parlò:
<<
Perchè non provi a raccontarmi cosa è successo.
Vuoi farlo?>>
Respirai a fondo
<< Non c'è molto da dire
Johnny...>> lui mi accarezzava le ginocchia come a
rassicurarmi, cominciai a parlare con un tono agitato fermandomi di
tanto in tanto per non ricominciare a piangere,
<< ...camminavo tra le baracche e lei mi ha chiamata per
nome. Ha detto che l'unico motivo per il quale aveva deciso di parlarmi
era di mandarmi via, ha detto che sono una delusione, che ho perso ogni
briciola della libertà che dovrebbe essere insita nella mia
natura... pensa che possa portare qui strane idee sul lusso o non so
cosa...io non ho capito bene i suoi discorsi, ma era così
brusca, infastidita... come se io le avessi fatto un torto. Ha detto
che è andata a quelle trasmissioni tv solo per soldi e
sempre per soldi mi ha data a mio padre quando sono nata. Lei
vuole solo che mi levi di torno... Sono stata una stupida, nella mia
testa mi ero fatta delle idee su di lei, invece... le uniche due volte
che è entrata in contatto con me lo ha fatto solo per
denaro. Io mi sento svuotata, sento ogni mia certezza cadere, penso
alla mia casa ai miei genitori e mi sembrano improvvisamente dei
perfetti estranei. Avrei potuto giocarmi la testa, ero certa che tutte
quelle storie sulle minacce, su mio padre che mi aveva comprata fossero
false, avevo BISOGNO di sentirmi dire che erano false. Ora invece penso
a lui e non vedo lo stesso uomo...e non ho il coraggio di pensare alla
mia casa, non sopporto l'idea di tornarci. Sono così
disorientata Johnny, così svuotata, come se molte cose delle
mia vita non avessero più senso. Avevo bisogno di
verità diverse, ne avevo bisogno... per questo ho fatto
tutto ciò che ho fatto, ti ho cercato, sei venuto fin
qui...per cosa? per nulla! Per la mia stupida voglia di riscatto,
perchè volevo poter essere fiera delle mie origini e di
coloro che mi hanno allevata. Adesso invece mi vergogno di chi mi ha
allevata e vengo cacciata via da chi mi ha generata. Avrei
fatto meglio a rimanere nel dubbio, sarebbe stato meno angosciante
della certezza di essere una stupida illusa... e non so più
di chi fidarmi, non posso fidarmi di nessuno, nemmeno delle mie idee!
>> Bene, avevo detto ogni cosa, a fatica ma lo
avevo fatto, però questo , non mi faceva certo stare meglio.
Tutto
cambiò, quando Johnny con quel suo fare dolce e a voce bassa
disse << Puoi fidarti di me...>>
Questa frase
inaspettata e bellissima mi fece sorridere e ogni cosa per un attimo
sembrò illuminarsi .
Lui scherzò
<< Questo sorriso è dovuto al fatto che ti
sembra strano fidarti di qualcuno che conosci da così
poco?>>
Mi sentii
improvvisamente fortunata, mi stava succedendo di tutto, cose orribili,
eppure lui stava lì con me, cercava di consolarmi.
Perchè lo faceva? Perchè faceva questo per una
ragazza piovuta dal nulla una sera ad una prima? Non avevo risposta,
sapevo solo che ero fortunata ad averlo lì e che mi fidavo
di lui, ciecamente.
<< Ma
come fai? C'è una magia in te Johnny...non so come fai,
riesci sempre a farmi stare meglio...>> Ci fu un silenzio
imbarazzato, poi sorrise.
<<
Bene...allora ci sono riuscito, menomale. Sai? Ero anche disposto a
mettermi a fare un balletto pur di farti ridere, sarebbe stata una
scena pietosa, ma almeno avresti riso...>> Mi
accarezzò una guancia , con una tenerezza infinita.
Nonostante la
disperazione, il momento tragico, la mia amara scoperta, gli sarei
saltata addosso all'istante se lui non si fosse alzato dicendo:
<< Se
preferisci possiamo andare via da qui, mi metto alla guida e...non so,
andiamo dove vuoi tu!>>
<<
Si hai ragione andiamocene. Basta con tutto questo, volterò
pagina. Sai cosa voglio fare oggi? Voglio fare pazzie e non pensare a
nulla. Basta piangermi addosso.>>
Lui annuì e
sorrise: << Allora metto in
moto?>>
Continua...
Ta
ta ta TAAAAAAA!!!RIECCOMI QUI, SONO IL VOSTRO INCUBO!
Devo
RINGRAZIARVI, finalmente il numero delle recensioni sta aumentando!
Inoltre mi sono accorta solo ora che qualcuna di voi ha messo la mia
storia tra le preferite!! Grazie ragazze!! :D
Io
scrivo e sono SEMPRE MA SEMPRE curiosa di sapere che ne pensate, in
effetti questo è il SOLO E UNICO motivo per il quale non
tengo la storia chiusa nel mio netbook ma la pubblico, quindi mi avete
resa felice fanciulle! ahahaahah! Brave, brave e simpatiche :D
Naturalmente,
spero non perdiate questa bella nuova abitudine e che
continuiate con i commenti e chi ancora questa abitudine non
l'ha presa (moltissime) , spero la prenda! ; )
Infine
ho deciso che alla fine di ogni capitolo sarò io a porvi
delle domande alle quali, se vi và, potete rispondere,
così potremo confrontare i nostri pareri.
Per
esempio, riguardo al capitolo che avete appena letto ho da chiedervi:
1.
Che ne pensate del sogno all'inizio? Vi ha ingannate o avete subito
capito che c'era qualcosa di strano? (diciamo che la mia
intenzione era quella di farvi prendere un piccolo "colpo" e beccarmi
molti insulti. Ci sono riuscita?! )
2.
Il cambiamento di umore di Beatrice alla fine, quando dice " Si hai
ragione andiamocene. Basta con tutto questo, volterò pagina,
ecc... " , vi è sembrato troppo repentino? Scrivendo ho
cercato di far capire che era passato del tempo e che lei aveva avuto
modo di calmarsi, ma una cosa è come io immagino la scena,
un'altra è quel che riesco a comunicare a voi. Non vorrei
aver fatto sembrare la nostra protagonista una pazza schizoide...
(anche se un pò lo è...) ù.ù
Infine:
lo so, Beatrice spesso è una gran piagnona (però
poverina gliene sto facendo capitare di tutti i colori) , ma vi
assicuro che tirerà fuori gli attributi nei momenti giusti ;)
Attendo
vostre notizie! Bacissimissimi!!!! ^.^ A presto Rory
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** XIV. Il giorno del caos: parte seconda ***
XIV.
Il giorno del caos: parte seconda
Johnny, come promesso e senza chiedere altro, mise in moto. Sapeva che
avevo bisogno di scappare da lì, di andare il più
lontano possibile da Vesna, non avrei sopportato di incrociare di nuovo
quegli occhi grigi dipinti di disprezzo.
Qualche piccola manovra e l'enorme mezzo di trasporto, fu fuori dal
campo. Si immise nel traffico. Viaggiammo un pò senza sapere
bene dove andare, lui si mantenne in strade periferiche. All'inizio il
silenzio fu piacevole, guardavo la strada scorrere veloce, cacciando
via con tutte le mie forze i brutti pensieri, sfrozandomi di apparire
serena.
Dopo circa dieci minuti parlò : << Hai deciso
dove andare?>>
In realtà non ci avevo nemmeno pensato. Lui non sembrava
impaziente di ricevere una risposta, sembrava che lo avesse chiesto
tanto per parlare, ma a me dispiacque vederlo lì che guidava
senza una meta, solo per assecondarmi, in quello che avrebbe dovuto
essere il suo giorno di riposo, dopotutto una volta tornato a Londra
lui avrebbe dovuto lavorare. Cercai di pensare a cosa poteva piacergli,
rilassarlo... Ma certo, il mare,ovvio!
A Johnny di sicuro piaceva il mare e con la temperatura
caldissima di quel giorno, sarebbe stato perfetto. Accesi la radio,
feci girare la monopolina cercando fra le varie stazioni una musica
allegra che mi accompagnasse, mentre lo mettevo al corrente della mia
decisione ( stranamente pensavo che una musichetta avrebbe reso
più allegra e convincente anche la mia voce). Lui mi
lanciò un'occhiata dubbiosa. Forse pensava che il recente
trauma, mi avesse del tutto rimbecillita. Non potevo dargli torto...
Poi trovai la "colonna sonora" adatta, in realtà non
conoscevo quel brano, ma mi parve sufficientemente frizzante.
<< Johnny ho deciso di andare a mare. Che ne
pensi?>>
Lui aveva una faccia basita; << E per dirmelo hai prima
dovuto cambiare venti stazioni radio?!>>
<< Ma certo. Quando uno è in una macchina e
sta andando a mare, la cosa che non deve ASSOLUTISSIMAMENTE mancare
è la musica!Non lo sapevi? >>
Sta volta rise << Tu sei strana ragazzina!>>
<< Allora che ne pensi? Ti va? Così ti rilassi
un pò, ti sto facendo vivere un weekend
terribile...>>
<< Non prendertela, ma non mi va affatto. A me non piace
il mare...>> disse sbruffando.
- CCHE?! Rimasi di stucco. Passava la maggior
parte del tempo ai Caraibi, suo nonno era un marinaio, per il mondo
intero lui era il pirata Jack Sparrow, possedeva uno yacht , un'isola
nel pacifico e NON GLI PIACEVA IL MARE?!
- Mi lanciò un'occhiata e quando vide
che ero rimasta a bocca aperta, scoppiò a ridere in quel suo
modo ritmico e travolgente << Sto scherzando
ragazzina!! Io ADORO il mare. Io vivo per il mare e ADORO anche questa
tua idea!!>> Continuava a ridere, lo stesso
feci io dandogli un pizzicotto su un braccio e facendolo saltare un
attimo << Ahu!!>>
- << Te lo sei voluto! Mi prendi
sempre in giro!>>
- " E ADORO il tuo modo di prendermi in
giro..." formulai nella mia mente.
- << Dunque...ora quello che mi
chiedo è: a Roma c'è il mare
Beatrice?>>
- << Certo! Almeno credo... Ad
Ostia...solo che non so come ci si arriva...dovrebbe esserci qualcosa
come...ah si! La via del mare...percorrendola si incontrano molte
spiaggette. Se la troviamo, scegliamo un posto e...
SPLASH!>>
- << Bene allora troviamola!!
>> Prese il cellulare per accedere alla connessione
internet o forse per attivare il navigatore satellitare. Ma io avevo un
navigatore migliore... e poi mi servivano informazioni
aggiuntive.Quindi telefonai a Stefania.
- << Steeeefff!>>
<< Heilà! Allora fuggitiva che non
sei altro, com'è Roma?! >>
<< Mmmhhh...in realtà non ho visto molto di
Roma...ma vorrei vedere il mare e vorrei vederlo adesso. Senti...non
è che mi faresti da navigatore?! Siamo in giro...io ti dico
in quale zona ci troviamo e tu mi dici dove andare per raggiungere le
spiagge di Ostia. Sei a casa no? >>
<< Sei un'opportunista!>> disse scherzando
<< Dai non fare così! Dunque...se sei a casa
dovresti andare su google maps e...>>
<< Si si, lo so come si fa! Hai dimenticato che l'esperta
sono io?! >>
<< Si però...cioè mi serve che
cerchi una spiaggetta non troppo affollata...Anzi proprio isolata se ne
esistono!>>
<< Disgraziata, ma che intenzioni hai?!>>
Disse maliziosa.
<< Noooo Stef...è solo che LUI è
famoso! Lo hai dimenticato? Se andiamo in un posto pieno di gente,
finisce che lo riconoscono e addio relax e benvenuti
paparazzi!>>
<< Mmhhh..se se, certo...Faccio finta di crederti! Dai
dimmi dove ti trovi adesso...>>
Glielo dissi e lei cercò. Intanto avevo fatto cenno a Johnny
di accostarsi, avevo preso il mio diario ( non c'era altro su cui
scrivere in quel camper) e mi ero segnata tutte le indicazioni finendo
per disegnare una mappa e mille nomi di strade. Il tutto conduceva ad
un piccolo lido circondato da scogli, che Stefania stava osservando su
google earth.
<< Però dovreste parcheggiare il camper in uno
spiazzale che sta più avanti , penso sia un parcheggio a
pagamento, ma non potete fare altrimenti dato che state viaggiando su
un enorme camper... poi fate un pò di strada a
piedi, tornate indietro...diciamo a ...cento metri,no,no più
di cento metri...oddio da qui non lo capisco...! Comunque dovreste
vedere una stradina con una curva molto stretta. Da qui vedo che
c'è parecchia vegetazione quindi sarà difficile
individuare la stradina...che tra l'altro è molto scoscesa,
quindi mi raccomando non ti spiaccicare a terra! La spiaggia non
è visibile dalla strada, ed è quasi
irragiungibile, perciò non credo ci sarà
qualcuno...più che una spiaggia è uno sputo di
sabbia circondato da scogli...ma il DIVO dovrà
accontentarsi, perchè gli altri sono tutti lidi attrezzati e
molto esposti... >>
<< Ovviamente Stef sappi che se ci perdiamo me
la prenderò con te!>>
<< Con me?! No no, non voglio responsabilità
mia cara! Ti mando il link in un sms, così vi orientate
meglio...il riccone ce l'ha una connessione internet sul suo cellulare,
no?>>
<< Si certo...>>dissi rassegnata al fatto
che Stefania, per motivi sconosciuti al mondo e fuori da ogni logica,
avrebbe sempre avuto da ridire su Johnny. La mia iperprotettiva e
irrazionale Stef!
<< Senti Bea... parliamo di cose più
serie...come mai vuoi andare a mare? Voglio dire, hai già
risolto? L'hai trovata? Hai parlato con lei?>>
- Un groppo mi salì alla gola e
deglutii respirando a fondo. Avevo promesso a me stessa che sarei
andata oltre. Ero a Roma con Johnny, tra qualche giorno non lo avrei
più rivisto...volevo passare quel giorno a mare con lui e
godermelo. Poi, sarei tornata a piangermi addosso, se prorpio dovevo.
Ma ADESSO... adesso i miei casini dovevo dimenticarli, seppellirli in
un angolo remoto della mia mente e VIVERE.
- << Stef...di lei ti racconto
quando torno...ora non mi va...OK?>> La mia amica
capì subito. Mi conosceva troppo bene. La salutai
affettuosamente e lei:
- << Mi raccomando non farti
stuprare da quello lì!!>> Non risposi, feci
una risatina molto poco spontanea pensando:
- " Mi piacerebbe molto, se questo qui
mi stup...NO! Non devo pensare queste cose!!"
- Riattaccai e sorrisi a Johnny, che nel frattempo
aveva aperto il mini frigo , si era fatto pane e marmellata e
me ne stava porgendo una fetta. La addentai e gli comunicai:
- << Capitano abbiamo una
rotta!>>
- Dopo esserci persi almeno un centinaio di
volte,aver richiamato Stefania senza però trovare soluzione
e aver seguito il navigatore satellitare che a quanto pare navigava
malissimo, dato che ci invitava ad immetterci contromano in certe
corsie assurde; decidemmo che era meglio accostarci in una piazzola di
sosta.
<< Dobbiamo chiedere indicazioni.>>
Lui scese con me e ci piazzammo fuori dal camper sperando che qualcuno
si fermasse. Ovviamente eravamo in una strada statale, mica in mezzo
alla città, dunque non era cosa facile che qualcuno si
fermasse, passavano tutti velocissimi, alcuni rallentavano un
pò ma poi proseguivano. Mi venne un'idea.
<< Johnny... potresti tornare sopra il camper e non farti
vedere?>>
<< E perchè mai?>>
<< Fidati...>> dissi con un sorrisetto
malizioso. Avevo ancora addosso la mia canotta/vestito/pigiama, che per
inciso era parecchio corta, forse avrei dovuto cambiarmi; in un giorno
normale, una persona normale, non va in giro con un indumento che di
solito usa per dormire, ma questo non era un giorno normale ed io avevo
oramai avevo mandato all'aria, ogni regola e convinzione,
dunque non me ne fregava un bel niente di come ero vestita. Per
rendermi visibile ai passanti, mi piazzai fuori dal camper, dal lato
opposto rispetto a dove era parcheggiato, così da far
credere che fossi sola. Mi sciolsi i capelli, scossi la testa per
renderli vaporosi e mi misi a fare l'autostop. Ok, magari non ero
Angelina Jolie (questo era certo!), ma ero pur sempre una ragazza con
un mini abito, apparentemente sola... nonostante la fretta, qualcuno si
sarebbe fermato. Almeno lo speravo, sennò avrei solo
rimediato una grossa figura del cavolo...
- << Ma che cosa diavolo fai
Beatrice?!>> Mi urlò Johnny dal
finestrino.
- << Istigo i passanti a
fermarsi.>> Affermai più convinta di quanto in
realtà non fossi.
- << Tu sei matta, così
li istighi solo a rapirti!>> Disse divertito scuotendo la
testa, lasciandomi intendere che secondo lui non avrebbe mai
funzionato.
- Aveva appena finito la frase, che una
macchina rallentò e mi si accostò. Caspita, c'era
voluto poco! La mascella di Johnny era in caduta libera: eravamo stati
un quarto d'ora a cuocere sotto il sole e adesso in meno di un minuto,
avevo raggiunto il mio scopo. Non ci credevo nemmeno io. Allora
funzionavano davvero questi metodi!
- << A bbella, ma cche
ffai sotto sto sole cocente?! Viè en macchina cò
me che te porto sulla luna: llà se sta più
freschi!!>>
- Bene, mi era capitato il peggior
burino di Roma. Osservai il "gentile" automobilista; sembrava uscito da
una scenetta di Zelig o ancora meglio da un film di Verdone. Indossava
una canotta gialla larga tipo hip hop, masticava vistosamente un
chewingum, aveva sugli occhi un paio di orribili occhiali da sole con
effetto specchiante e montatura bianca ed i capelli erano legati in un
codino con un elastico fucsia.
- << Sei gentile ma non mi serve un
passaggio. Vedi io e il mio amico ci siamo persi...>>
indicai Johnny affacciato al finestrino del camper, <<
Dovremmo trovare l'uscita per raggiungere la Via del mare, per
Ostia.>>
- << Che ppeccato che stai
già en compagnia...>> si tolse gli occhiali e
masticò ancora squadrandomi tutta con una faccia da
mandrillo, io più che essere intimorita da
quell'attegiamento mi trattenevo dal ridere <<
...comunque ce state vicini, è solo che l'uscita l'avete
già ppassata...>> Mi spiegò dove
dovevamo andare e poi prima di andarsene premette il pulsante
per abbassare il finestrino dal lato del passeggero, alchè
si sporse un pò in modo da farsi vedere da Johnny e
urlò: << Ah sceeemo! Ma che se va a perde
ttempo a mmare se ch'ai un camper con sopra na rragazza come questa?!
Ma io nno llo so...è vero quello che se dice: chi c'ha er
pane non c'ha ei denti! >>
- Poi si rivolse nuovamente a me <<
AH fata turchina...? >> riferendosi al colore della mia
canotta << ...sei sempre en tempo ar salì
sulla mia macchina è? Perchè sai, l'amico tuo
lla, me sembra tutto frocio!>> Questa volta non riuscii a
non ridere e tra una risata e l'altra riuscii solo a
rispondere: << Grazie dell'offerta, ma non posso piantare
il mio amico qui!>>
- << Contenta tu..Sciao
tessoroooo!>> Urlò mentre sgommava via.
- Io ero piegata in due dalle risate e guardavo
Johnny che affacciato al finestrino aveva una faccia a punto
interrogativo.
<< Cosa accidenti mi ha detto quello?!>>
Chiese indicando col pollice la strada e sgranando gli occhi vedendomi
ridere a quel modo. Lo raggiunsi e salii a bordo.
- << So
doveee...aahahhaah>> Dovevo dirgli che sapevo dove
andare, ma non riuscivo a formulare la frase, mi era presa la
ridarella. << Joh...dobbiamo
tornare...ahahahaha!!>> mi tenevo la pancia, lui era
perplesso più che mai << ...tornare
indietro!>>
- <<
COSA-HA-DETTO-QUELLO?!>> Scandì le parole,
stava morendo dalla curiosità, rideva sotto i baffi vedendo
me in quello stato.
- << Rido
così...perchè aahahaah>> Mi
lanciò un'occhiata storta e seccata
<< No Johnny, non te lo posso dire cosa ha
detto! Comunque, mi ha fatto ridere lui più che altro, il
modo in cui era conciato, l'accento romanaccio...insomma anche a
tradurlo non sarebbe così esilarante!>>
- << Guarda che se non me lo dici,
ti butto fuori da questo camper!>> disse scherzoso.
- << Ok! ok....ehmmm...ma niente! Mi
ha fatto qualche avance del tipo... vieni ti porto sulla luna che la si
sta più freschi...eccetera, ma detto così non fa
ridere...Poi quando ha parlato con te...beh..>>
- << Beh?!>>
- << Ti ha dato dello scemo. Ha
detto che... che...>> mentre ridevo, contemporaneamente
arrossivo << ...che se hai un camper con sopra
una...ragazza , non vai certo a passare il tempo a mare...
poi ha aggiunto che "chi ha il pane non ha i denti" infine mi ha
chiamata "fata turchina", con una voce ed un tono tutt'altro che soavi
che mi hanno letteralmente stesa dal ridere e mi ha invitata a salire
sulla sua macchina perchè secondo lui eri ... beh,
si...omosessuale! >>
- Lui mi fissò a bocca aperta e tra il
divertito e l'indignato esclamò d'impulso:
<< Ma senti questo!! Vorrei vedere lui al posto
mio con... con...>> E si bloccò come se avesse
detto chissà cosa.
- << Al posto tuo con
cosa?!>>
- << Con due figli e il doppio dei
tuoi anni!>> sbottò agitando le mani con
eloquenza, come se quella fosse una questione insormontabile, oltre che
la cosa più ovvia dell'universo.
- Dopo dieci secondi di imbarazzante silenzio,
durante i quali io non sapevo decidermi se ridere o morire di vergogna,
lui con un tono del tutto diverso aggiunse: << E poi...
io sono qui per soccorrere una damigella in difficoltà, non
certo per irretirla! Comprendi?! >>
- Io risi e lo canzonai: << Ah salve
Capitan Sparrow! Siete forse venuto per soccorrere il vostro imbranato
alterego?!>> Lui strizzo gli occhi, con fare stizzito e
buffo, io decisi di chiudere la conversazione, prima che diventasse
troppo imbarazzante.
- << Allora guido io
Johnny?>>
- Ennesima faccia basita << Come
scusa?!>>
- << Beh dobbiamo raggiungerla
quella spiaggia, o no? E comunque non essere tanto stupito, io so
guidare sai!>>
- << Già è
tanto se arrivi ai pedali!>> Lo fulminai con gli occhi e
lui mise in moto.
- Dopo un ora circa ( avevamo fatto una sosta in
un auto grill , per pranzare e darci una rinfrescata) arrivammo al
parcheggio descritto da Stefania, erano quasi le quattro del
pomeriggio. Era in effetti un parcheggio custodito e a pagamento, ma
meglio così dato che il camper era in affitto.
Ci incamminammo cercando la famosa stradina, fui io ad
individuarla, stava dietro uno steccato alto circa un metro.
- << Johnny eccola! Su
scavalchiamo!>>
- << Non è che ci
arrestano?>>
- << MADDAI!! Casomai facciamo i
turisti scemi...funziona sempre.>>
- << Oppure potresti "sciogliere i
capelli"...anche quello a quanto pare funziona!>> disse
con una faccia da schiaffi, riferendosi alla scena di prima.
- << Se non avessi "sciolto i
capelli" mister Depp, ora staremmo ancora cercando!>>
- <<
Aaahhh...smettila!>> Si avvicinò veloce e
prima che potessi dire anche solo proferire sillaba, mi aveva
già depositata con non molta gentilezza, dall'altro lato
dello steccato.In un attimo fu dentro anche lui e mentre lo fissavo con
la faccia irritata per quei suoi modi, come se niente fosse disse :
<< Su, andiamo!>> porgendomi la mano. Non
potevo certo non prenderla...
Così, tenendomi per mano, mi fece strada tra le piante. Io
avevo dei sandali e non era facile camminare sullo strano pietrisco di
quel percorso , che oltre tutto, era talmente in discesa da dare
l'impressione che si potesse cadere giù a picco, finendo
direttamente in mare. In effetti rischiai più volte di
scivolare, ma tanto lui era sempre lì pronto a prendermi!
- << Oh mamma! La cinquantenne in
questo momento sembro essere io!>> Esclamai costatando la
sua agilità e reggendomi energicamente alla sua mano, mentre
uno dei miei piedi , faceva surf sulle pietruzze mettendo a rischio la
mia vita.
- << Ehy, ne ho quarantotto di
anni!>> disse , regalandomi un sorriso stupendo , che
ricambiai.
Finalmente arrivammo alla meta. Mi resi subito conto, che quel
posticino isolatissimo valeva la fatica. Come aveva detto la mia amica,
la spiaggia era minuscola,cinque o sei metri di larghezza, non di
più, una piccola conca simile ad una mezza luna nella quale
entrava lentamente la risacca, facendo rotolare ogni volta piccole
conchiglie e sassolini che la erano depositati. Ai lati era
delimitata da alti scogli che impedivano di vedere oltre, dietro
stava la lunga salita piena d'alberi e piante varie dalla
quale eravamo appena sbucati e davanti a noi si mostrava in
tutto il suo splendore un'invitante quanto smisurata distesa d'acqua.
C'era la pace lì, un piccolo angolo di paradiso, i miei
problemi erano lontani anni luce.
Dopo un attimo di contemplazione Johnny mi guardò e chiese
<< Bagno?>>
- << Certo che si!>>
- Afferrai bordi del mio vestitino, per
toglierlo...ma mentre mi accingevo a farlo mi bloccai.
Avevo messo in una tracolla due tovaglie, una bottiglia d'acqua,
perfino delle merendine ed una crema protettiva comprate all'autogrill
e non avevo pensato all'unica cosa indispensabile quando si va a mare:
il costume! Non avevo indossato il costume!!
Ma dico? Si può essere più stupide? SI PUO'?! No,
non si può. Mi voltai nuovamente a guardare Johnny con in
faccia dipinta un'espressione da :"lo so, sono una perfetta ebete,
cerca di compatirmi!". Stranamente vidi che lui si era tolto la
maglietta, ma aveva ancora addosso i jeans e mi osservava con una
faccia molto simile alla mia. Anche lui se ne era dimenticato!
- Non fu necessario dire nulla, scoppiammo a
ridere come due pazzi, insieme, nello stesso preciso istante. Io avevo
le lacrime agli occhi, lui aveva lasciato cadere la maglietta sulla
sabbia per poi buttarsi a terra a sua volta, stava
seduto e si piegava in avanti ridendo come un matto . Io
continuavo a dire : << Siamo due scemi, due perfetti
scemi!!>> Johnny annuiva dandomi ragione senza
riuscire a parlare, tanto era scosso dalla risate.
Quando si fu un pò calmato disse << Ragazzina,
io il bagno lo DEVO fare, c'e troppo caldo! Ti scandalizzi se mi vedi
in mutande?!>> rideva ancora.
- "Figurati mi stai già davanti a torso
nudo, tutto sudato e sorridente ... se poi ti spogli completamente,
potrò solo avere un infarto, che vuoi che sia!"
- La mia bocca fortunatamente pronuciò
parole diverse << Penso sia un ottima idea, anche
perchè il solo pensiero di quella salita...>>
e indicai dietro con una smorfia << ...mi terrorizza!
Farò lo stesso anche io, se non è un
problema.>>
- << Speriamo non ci siano paparazzi
in giro... >> disse alzandosi da terra e facendomi
l'occhiolino. Si sbottonò i jeans e...Oh signore santo
benedetto c'era John Christopher Depp II in mutande davanti a me!
- Mi correggo, non erano mutande, erano dei boxer
blu scuro. Ora, lo so che dei boxer non sono molto diversi da un
costume, o almeno in linea generale, perchè in quell'istante
mi resi conto che in realtà erano MOLTO diversi, dato che i
costumi, non erano certo così attillati! Con quei boxer si
vedeva TUTTO e non è che quel che si vedeva fosse poco! Mi
resi conto di stare diventando gradualmente di un rosso fluorescente,
ne ero sicura perchè sentivo il sangue affluirmi velocemente
alle guance.
- " Beatrice guarda altrove...Beatrice GUARDA
ALTROVE!!"
- Ok, ero una ragazza con diversi problemi, avevo
appena avuto la conferma che mio padre era un criminale e avevo pianto
come una disperata quella mattina, quindi può sembrare
strano il fatto che in quel momento non ci fosse altro nella mia mente,
se non la visione di Johnny in mutande...ma non dimentichiamo il
concetto fondamentale: ero pur sempre una ragazza e lui era..beh era
lui!
- I miei ormoni avevano deciso di ammutinarsi e
stavano facendo la guerra al mio cervello.Fui però
abbastanza rapida nel distolgliere lo sguardo, evitando così
che si rendesse conto del modo in cui lo stavo osservando.
Mi lanciò un'occhiata tranquillissima, come se starsene la
mezzo nudo fosse la cosa più normale del
mondo << Io vado ok?>>. Si
avviò verso l'acqua.
Cercai di ricordare cosa indossavo sotto la
canotta...Dunque...mutandine microscopiche nere e...sopra. Sopra? Oh
cavolo, sopra non avevo niente! Io ero una che non riusciva a dormire
con il reggiseno, di notte non lo mettevo, la canotta non era attillata
perciò non si vedeva granchè e con tutto il
casino che era successo non mi ero cambiata... Di male in peggio uffa!
- Beh, avrei fatto il bagno così
com'ero. Mi diressi verso l'acqua, Johnny era gia abbastanza distante,
si era fatto una bella nuotata arrivando al largo, quando vide che
stavo entrando in acqua tornò indietro e mi raggiunse poco
dopo la riva. L'acqua mi arrivava appena sopra le ginocchia ed io
temporeggiavo ad entrare. Mi osservò con una faccia ironica,
sicuramente perchè stava costatando il fatto che ero ancora
vestita. Poi mi indicò con l'indice da testa a
piedi e cominciò con tono canzonatorio: <<
Ragazzina...non vorrei essere indiscreto, ma credo di doverti fare
notare che...>> Non lo lasciai finire e tutto d'un fiato
dissi :
- << Non me la posso
togliere!>>
- << Ti è...rimasta
attaccata addosso?>> chiese con un sopraciglio alzato.
- Io sbruffai << Senti, io lo so che
ti diverti come un matto a mettermi in imbarazzo, ma ti comunico che
sta volta non ci riuscirai. Dunque... io ho quasi venticinque anni e
non sono una bambina, tu...beh tu sorvoliamo sulla tua
età... >> dissi ironica <<
...comunque siamo due persone adulte e non trovo nessun imbarazzo a
dire, che non posso togliere la canotta perchè non indosso
niente sotto.>> incrociai le braccia davanti al petto
fissandolo altezzosa e sperando di non arrossire.
- Lui sgranò gli occhi, sembrava che
gli fosse andato qualcosa di traverso. E che cosa mai avevo detto?!
- << E
perchè?!>> chiese come uno bambino che non si
spiega per quale ragione bisogna studiare la matematica.
- << Volevo dire che non indosso il
reggiseno...io, cioè...la notte non lo indosso,
perchè mi dà fastidio e oggi quando mi sono
svegliata ho dimenticato di metterlo. Ora che hai colmato la tua
curiosità, stendiamo un velo pietoso su questa
conversazione?!>> Feci con un faccia implorante.
- Lui sta volta mi osservò malizioso...
e non certo in viso! << Non si nota
sai?>> io divenni color pomodoro e Johnny
con un mezzo sorriso si diresse minaccioso verso di
me prendendomi in giro : << Allora sei una nudista! Una
svergognata nudista!!>> così dicendo mi
afferrò per le gambe caricandomi su una spalla come un sacco
di patate, mentre io pensolando urlavo <<
NOOOO!!! LASCIAMIIII!!>>
- << Devi essere punita per la tua
mancanza di pudore!!>> rideva. Andò verso
l'acqua più alta, e mentre io non la smettevo di urlare
colpendolo con mille pugni sulla schiena, mi lanciò
facendomi finire sott'acqua. Riemersi tutta infuriata annaspando ,
andai verso lui per vendicarmi, ma fu battaglia persa,
perchè lì l'acqua era proprio alta e data la mia
statura toccavo a malapena stando sulle punte. Gli saltai addosso da
dietro prendendolo per le spalle e cercando di annegarlo, ma lui
più che altro se la rideva tranquillo << Ma
che stai cercando di fare?!>> Dopo dieci minuti di
lotta ero sfinita e Johnny aveva le lacrime agli occhi per il
forte ridere. Era arrivato il momento di arrendermi. Lo mollai e nuotai
in direzione della riva.
- << Ehy ma dove vai? Batti in
ritirata?>>
- << Mi arrendo ok?! Oddio! Qui
tocco a malapena... Devo andare più in là a
riposarmi o annegherò!>>
- << Ma smettila! Dai ti reggo io,
ti prometto che non ti faccio annegare!>> Mise una mano
sul cuore in segno di giuramento, con una faccia più
divertita che mai.
- << Non mi fido di
te!>>
- Scuotendo la testa fece due passi ( non
è che mi fossi allontanata di molto, come nuotatrice facevo
pena) fermò la mia fuga prendendomi in braccio,
esattamente come si fa con in bambini, mi passò un braccio
sotto le gambe ed uno dietro la schiena.
- " E questa è la seconda volta
oggi..."
- Ma se prima mi aveva depositata subito e con
poca grazia, oltre lo steccato, ora non accennava a farlo,
così gli passai un braccio attorno al collo e mi lasciai
andare per riprendere fiato. Non mi dispiaceva affatto stare in quella
posizione, era un pò imbarazzante si, ma mi sentivo bene,
infinitamente bene! Tra le sue braccia , appoggiata al suo petto,
fluttuando dentro un mare stupendo...era magico.
- Mi sembrava assurdo riuscire a sentirmi
così serena, dopo le cose che avevo appena
scoperto.
Il mondo mi era crollato addosso, eppure in quel momento, in quel
preciso istante, sotto i suoi occhi dolci e scuri, ero felice.
Lui mi scrutava senza dire niente, col suo tipico mezzo sorriso sghembo
alla Jack. Avrei voluto ringraziarlo...ma dire "grazie" non mi sembrava
abbastanza.
- Non dissi nulla ,d'impulso gli posai un bacio
dolce, lento e leggero, su una guancia.
- Mi rivolse uno sguardo talmente serio e intenso
da farmi sentire al centro dell'universo e tutto si fermò:
non c'era il rumore delle onde,non c'era il mondo, non c'era
niente...solo lui.
I suoi occhi si spostarono sulla mia bocca, ero appoggiata al
suo petto ed ebbi l'impressione che il suo cuore stesse accelerando i
battiti. Si avvicinò di poco al mio viso, non
così vicino da baciarmi, ma abbastanza da stordirmi... I
suoi occhi erano ancora fissi sulle mie labbra, poi tornarono ad
incrociare i miei, mi sentivo morire e trattenevo il fiato, il sangue
pulsava nelle mie vene ed i polmoni erano incapaci di riempirsi
d'ossigeno.
- Ero in attesa; in attesa di un bacio
che desideravo tanto e la paura in me cresceva, mentre vedevo il dubbio
farsi spazio nei suoi occhi, che come specchi, riflettevano troppe
cose, mi confondevano..In un attimo avevo visto il sorriso
abbandonarli, la passione possederli e adesso una strana angoscia
invaderli.
Cosa, cosa passava nella sua mente? Era Vanessa? Era l'altra
donna? Ero io?
- Chiuse un attimo le palpebre, vidi la sua fronte
contrarsi ed un secondo dopo, inspiegabilmente, insensatamente, non ero
più tra le sue braccia.
- Le punte dei miei piedi sfioravano di
nuovo la sabbia del fondale, lui di fronte a me stava accennando un
sorriso così lieve e incerto, che per un istante pensai
fosse frutto della mia immaginazione. Mi sfiorò una guancia
lentamente, con il dorso della mano e con voce
bassa disse:
- << Ho appena scoperto
che i baci delle fate turchine fermano il tempo...>>
- Ogni parte di me, non faceva che interrogarsi e
torturarsi. Ero certa che qualcosa fosse successo, ero certa del modo
in cui mi aveva guardata,dei suoi battiti veloci, non potevo essermi
ingannata, i suoi occhi e la sua voce me lo stavano dicendo
anche adesso. Sapevo che entrambi ricordavamo quei baci scottanti,
fuori da ogni regola e logica, che ci eravamo scambiati mesi prima. Non
poteva averli dimenticati. Ma allora perchè adesso stavo
lì di fronte a lui che non mi sfiorava più, che
sembrava improvvisamente volermi allontanare?
- Ero confusa... non potevo dire nulla, solo
cercare di celare i miei sentimenti. Così mi sforzai di
sorridere, un sorriso era la sola risposta che riuscivo a dare alla
frase da lui pronunciata.
- Se solo non fossi stata innamorata, se
fosse stato solo desiderio fisico, forse avrei agito in maniera
diversa, spregiudicata, forse avrei preso quel viso sfacciatamente
bello tra le mie mani, per ricoprirlo di baci. Ma era inutile negarlo,
per quanto lo conoscessi da poco tempo, per quanto fosse assurdo, io lo
amavo e quindi non potevo farlo... non potevo superare il
confine e trasformare la nostra amicizia, in sesso. Perchè
per lui sarebbe stato solo quello: sesso. E a me sarebbero rimaste in
mano un pugno di mosche e molta delusione...Il suo cuore era
già troppo affollato, perchè potessi entrarci
anche io. Meglio che fosse mio amico, meglio fingere di non provare
alcuna attrazione. E poi non ero certa che lui fosse davvero attratto
da me, insomma dopotutto avrebbe potuto avermi, lo sapeva che avrebbe
potuto, eppure mi aveva lasciata andare concludendo quel momento con
una delle sue frasi gentili e nulla più.
Mio malgrado un brivido mi scosse.
- << Hai freddo?>>
aveva ancora un tono strano e incerto.
- Parlai con un tono leggero, fingendo che nulla
fosse accaduto << Si! >> era una bugia
<< Ho freddo, infatti credo che adesso
uscirò... ehmm...vado. >> Mi voltai senza
aspettare risposta e nuotai verso la spiaggia lasciandolo la.
- << Io... ti raggiungo tra un
pò.>> Sentii che si tuffava.
- Mentre camminavo nell'acqua con il cuore e il
cervello urlanti, gli eventi della giornata mi passarono
davanti agli occhi: la faccia di Vesna ed il suo sguardo freddo, il
campo pieno di baracche dal quale ero fuggita senza voltarmi indietro,
il sorriso di Johnny, il suo modo di ridere, di scherzare, di essere.
Le sue braccia intorno a me...Il mio cuore non aveva fatto altro che
battere come un tamburo impazzito per tutto il giorno, ed ogni volta
per emozioni diverse, aveva battuto per il dolore, aveva battuto per la
paura, poi lo aveva fatto per le risate, per l'eccitazione e dopo
ancora per l'emozione. Adesso batteva di delusione.
Ascoltando quel suono rimbombarmi nelle orecchie, seppi che per sempre
avrei ricordato questo giorno: un giorno pieno di eventi e di
sensazioni contrastanti. Tutto era pura confusione, tutto era caos.
POV JOHNNY
- "Sto diventando matto! Sto decisamente
diventando matto...no stupido! Ma che cazzo combino?! Mi comporto come
un ragazzino idiota del cazzo! L'unica cosa che dovevo fare
in questi giorni era tenermi a distanza, aiutarla in questa faccenda di
sua madre e poi sparire. Sparire!
E invece? Invece non riesco a tenere a freno, nè queste
dannate mani, nè la lingua!
L'altra sera, per poco non le ho detto che sto pensando a lei fin da
quella volta a Venezia... e adesso quasi la bacio per poi mollarla in
mezzo all'acqua, in quel modo, senza dire un bel niente, come
un perfetto ebete! Ma poi che bisogno c'era di prenderla in braccio?!
E' possibile che non riesco ad avere un pò di autocontrollo
Dio santo?!
Ah...ora me ne vado a nuotare al largo e dovessi pure
arrivare in Sardegna, giuro che non mi fermo
finchè non mi sarò dato una calmata... ben mi sta!
Sono certo che lei non si rende nemmeno conto di quello che provoca in
me...non si rende conto che quando si avvicina...io muoio! Muoio
guardando il modo in cui sorride, i suoi occhi così grandi e
trasparenti...il suo corpo, il suo corpo che un attimo fa non aveva
segreti... sotto quella stoffa bagnata che le si era attaccata addosso
e che avrei volentieri strappato via... Cazzo! E' meglio non pensarci o
finisce che arrivo davvero in Sardegna!
- Ed oggi? Oggi dopo quello che si
è sentita dire, dopo quello che ha subito, ha trovato la
grinta per andare avanti...è venuta qui e so che sta facendo
uno sforzo enorme. E' incredibile come riesce ad essere forte e fragile
allo stesso tempo. Lei è incredibile! Non fa che stupirmi,
con ogni gesto...Non me lo aspettavo quel bacio, mi ha colto di
sorpresa.E' così spontanea e dolce, ho continuamente voglia
di proteggerla, di stringerla...di averla!
- Mi ha stregato e nemmeno io so come. Eppure dopo
Venezia ho cercato di svagarmi...come si chiamava quella modella?
Uhmmm...Clarisse...Larisse...Di che colore erano i suoi occhi? Ah! Non
ne ho idea cazzo! Non ne ho idea, perchè da quella dannata
sera a Venezia, ho voglia solo di lei...non avrei dovuto portarla in
albergo, non avrei dovuto fare nulla di quello che ho fatto, ma come
potevo immaginare che sarebbe rimasta così impressa nella
mia mente e nei miei sensi? E' tutto talmente privo di logica...
- E la notte della prima,quando mi sono fermato ho
perfino fatto la mia stupida battuta...com'era? Ah si : " ...non riesci
a seguire te stessa, vorrei rincontrarti il giorno che riuscirai a
farlo..."
- Si proprio bravo Johnny, bella battuta
da film! Mi si è rivoltata contro, perchè non
credevo certo arrivasse quel giorno! E ora? Ora che invece l'ho
rincontrata, ora che l'ho conosciuta? Ora che mi sono reso conto che le
cose belle che avevo visto quella notte, erano solo una minima parte
della sua meraviglia? Ora, come me ne esco?
Non ne ho idea...So solo che in questi pochi giorni con lei,
ho dimenticato chi sono, tutti gli orpelli e le finzioni del mondo in
cui vivo, sono lontani anni luce quando lei è presente.
Non mi ha mai guardato, nè trattato, come Johnny
Depp l'attore...ho percepito fin dall'inizio che non era
interessata ai miei personaggi o alla mia fama... Mi ricordo
perfettamente il suo sguardo, il tono della sua voce quando al party
dopo la premier, ha detto " Credo di aver visto tutti i tuoi film..."
Pensavo partisse con la solita sfilza di osservazioni sui miei
personaggi, invece ha detto una delle cose più belle che mi
siano mai state dette: " ...questo sorriso non appartiene a nessuno dei
tuoi personaggi, appartiene a te e non riesci a non farlo uscire
fuori...è bello che tu non riesca a mentire quando si tratta
di sorrisi..."
SBANG! E' stato in quell'istante che la mia testa ha detto "tu sei
mia"...non sono stato io a pensarlo, la mia mente ha formulato questo
pensiero contro la mia volontà!! Che follia!!
E' riuscita ad entrare in contatto con ME e non con la mia
immagine, ci è riuscita con una semplicità ed
un'immediatezza incredibili.
E adesso più la conosco più ne sono preso,
catturato...Cosa provo di preciso? Non ne ho idea. Non posso essermi
innamorato così presto, non avrebbe senso. So soltanto che
ho voglia di lei e non posso averla. L'ultima cosa che le
serve adesso sono altri problemi, altre persone che la feriscano. Nella
mia vita ho sempre fatto ciò che mi sentivo e per la prima
volta non posso fare ciò che sento, ciò che
vorrei...E' una cosa nuova per me e non so' gestirla come dovrei.
Ma le ho detto che può fidarsi di me e sarà
così, non mi approfitterò di lei...ha bisogno di
qualcuno di cui fidarsi adesso, non di un uomo incapace di ragionare!
- Se fosse davvero una stupida ragazzina, non mi
farei scrupoli, ma è anche vero che se lei fosse una stupida
ragazzina, non proverei ciò che provo... Ma la
realtà è che lei è una miriade di
magnifche cose ed io sono solo uno con troppe complicazioni.
- La verità è che non
lascerò Vanessa.
- Nè ora nè in futuro,non
posso. Se solo potessi...se solo potessi adesso non starei nuotando
fino a perdere il fiato, se solo potessi adesso starei facendo l'amore
con lei dentro questo mare... Ma non posso!
- Nessun giudice affiderebbe mai a me i bambini e
Vanessa sa essere davvero vendicativa. Non me li farebbe vedere per un
bel pezzo. So che ne sarebbe capace.
Sono due giorni che non me li fa sentire, fa così per la
lite avuta a Londra... fa così perchè non l'ho
seguita in corridoio e non l'ho fermata. Ma fermarla per cosa? Per
raccontare balle? Io non la amo, io le voglio bene, un bene infinito,
ma non la amo! Eppure non posso lasciarla...e starò con lei
perchè non posso fare altrimenti, non ci sono altre
soluzioni. Starò con lei...e penserò a
questa "ragazzina" che mi ha letteralmente sconvolto con la sua
essenza...
- Beatrice troverà qualcun altro,
qualcuno che possa viverla ogni giorno, che possa starle accanto sempre
e quello non sono io. Non voglio diventare lo stronzo che l'ha presa
una notte per poi sparire, farò di tutto per non
diventarlo...Anche se non è facile, perchè adesso
Beatrice è tutto ciò che voglio e tutto
ciò che non vorrei volere!
http://www.youtube.com/watch?v=MZq-TvO4lh0
Splendori!
Rieccomi qua con un nuovo capitolo ^.^
Mentre lo scrivevo ho avuto enormi dubbi... hmmmmm... bah!
ò.ò
Dunque ci sono alcune cose
che ci tengo a dire:
Innanzitutto
io non sono di Roma
e purtroppo l'unica volta che ci sono stata ero di passaggio,
perciò non conosco la città( anche se avrei tanta
voglia di visitarla!). Ho ambientato la storia lì
perchè in effetti ci sono diversi campi rom e
perchè mi piaceva l'idea...Non sono certa che una spiaggetta
nascosta come quella che ho descritto, ci sia veramente, ho solo
ipotizzato che tra tanti lidi se ne possa trovare uno simile (dalle mie
parti è così).
Se così non è vi chiedo di non
volermene e adottare quella che in teatro viene chiamata "sospensione
dell'incredulità" che tradotto sarebbe...beh chiudete un occhio e
fate finta che sia vero! Please!! :D
Inoltre voglio sottolineare che con il personaggio del "burino" non voglio offendere nessuno
e non credo certo che i romani siano tali, ma in tutte le
città ci sono dei tipi poco...beh poco sofisticati! E poi
serviva un pò di comicità per tirare
sù l'umore di Beatrice e poter scrivere questo capitolo un
pò più spensierato dei precedenti, (nonostante il
paranoico finale xD).
Infine ancora una volta voglio porvi qualche domanda perchè
ho diversi dubbi.
Quando ho
iniziato a scrivere questa storia mi
ero ripromessa che l'avrei raccontata tutta dal punto di vista della
protagonista , ma mi
sono resa conto che
i comportamenti di Johnny andavano motivati, insomma
io nella mia testa sapevo perfettamente il perchè di tutte
le sue incertezze, era giusto perciò metterne a parte anche
voi.
Ho
deciso di aggiungere a questo capitolo la parte finale con le paranoie
del nostro caro attore. Pensate
che abbia sbagliato? Che questa cosa rovini la narrazione? Io
nell'indecisione alla fine ho deciso di inserire il Pov di Johnny, ma
vorrei sapere se questa novità è gradita o se ha
creato confusione.
Concludo
con un discorso che non c'entra nulla, o quasi. Ho appena letto che J.
e Vanessa si sono lasciati ufficialmente... :( :( :( Sogni e
fanfiction a parte, la cosa mi ha davvero rattristata, mi piacevano
come coppia!! Uffaaaaaaaaaaaa!!!!! Voi che ne pensate?
TANTI
BACI RAGAZZE BELLE!!!! CI SENTIAMO AL PROSSIMO CAPITOLO CHE IN EFFETTI
NON HO IDEA DI QUANDO ARRIVERA'.... VABE' MA TANTO VOI MI ASPETTATE NO?
NO?! ;D
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** XV. Li vedi questi anelli? ***
XV.
Li vedi questi anelli ?
Ero rimasta sulla spiaggia per un pò, seduta su una
tovaglia. I miei indumenti si erano quasi asciugati e Johnny ancora non
accennava ad uscire dall'acqua. Io nel frattempo avevo perfino avuto il
tempo di tirare fuori il diario dalla mia tracolla ( lo avevo portato,
perchè dentro mi ero appuntata le indicazioni di Stefania,
per trovare la spiaggetta) e buttare giù due righe, per dare
sfogo alla mia mente confusa ed al mio cuore urlante, avevo finito con
lo scrivere una lista di emozioni:
Rieccomi qua...Sono triste ,
felice, agitata, innamorata, serena, confusa...sono tutto e niente! Per
la prima volta non so cosa aspettarmi dal domani. Vivrò alla
giornata , è tutto ciò che posso fare.
Assurdo come
le uniche certezze che ho in questo momento riguardino Johnny...
Sono certa di
potermi fidare di lui.
Sono certa che mi
mancherà dopodomani, quando ognuno di noi
prenderà la sua strada. Lui sarà in giro per il
mondo come sempre, ed io non so ancora dove sarò...
Sono certa che
ciò che provo non è semplice attrazione,
nè semplice stima, nè amicizia.. Se penso al
fatto che non lo vedrò più, che non lo
sentirò più chamarmi "ragazzina" e prendermi in
giro e sorridermi in quel suo modo meraviglioso... se ci penso , tutti
gli altri problemi appaiono improvvisamente insignificanti...Posso
cercare mille frasi e parole ,per esprimere ciò che ho
dentro in questo istante...Ma mi viene in mente solo un verso...un
verso di Shakespeare:
"E ogni angoscia che ora
par mortale, di fronte al perder te, non parrà eguale."
Ed ogni angoscia che ora par
mortale, di fronte al perder "lui" non mi sembra eguale!
Ero rimasta per un pò immobile con la penna a mezz'aria,
rileggendo l'utima frase, per rendermi infine conto che era meglio
smettere di scrivere...non era il giorno giusto per analizzare i miei
sentimenti, in quel modo sarei riuscita solo a deprimermi.
Sbruffando mi ero sdraiata sulla tovaglia, forzando la mia mente a
concentrarsi sul rumore delle onde. Mi ero infine addormentata
senza nemmeno rendermene conto.
Ad un certo punto avevo sentito qualcosa di freddo sul naso, ma non
riuscivo ad aprire gli occhi, il mio sonno era troppo profondo ed ero
ancora immersa tra la realtà e l'oblio.
<< Ehy...>> Johnny stava cercando di
svegliarmi, ma non era facile. Nelle ultime notti avevo dormito
talmente poco, che ora, era come se il mio corpo si rifiutasse di
tornare cosciente.
<< Ehy ragazzina...stai russando!>> Questa
frase arrivò al mio cervello quasi come un insulto e
così mi decisi a rispondere con voce
assonnatissima ma stizzita << ...MMHH!!! Io non ho mai
russato....>> Lo sentii ridere e lo guardai storto con
gli occhi mezzi chiusi. La cosa fredda che avevo sentito, erano le sue
dita; l'indice e il medio chiusi a tenaglia sul mio naso, ci giocavano
in modo irritante, facendomi sentire un pò scema. A poco a
poco aprii gli occhi completamente e mi sollevai appoggiandomi sui
gomiti.Non essendo certa che mi avesse sentito la prima volta, ripetei
con veemenza:
<< Io non russo!>>
<< Lo so. Era una bugia! Però la mia bugia ti
ha svegliata, visto?>> Fece un sorriso, tanto smagliante
quanto insolente.
<< ...stavo dormendo così
bene...>> dissi ancora stordita.
<< Non ti avrei mai svegliata, se non fosse per il fatto
che tra non molto il sole se ne andrà...Dobbiamo
ripercorrere la salita finchè c'è luce,
altrimenti rischiamo di farci male inciampando su qualche
arbusto.>>
<< Ma tu sei ancora fradicio...ti gocciolano i
capelli...>> Sbadigliai, pensando che in effetti non era
poi tanto male essere svegliata da una tale visione.
<< Sono uscito da poco dall'acqua.>>
<< Ti stai preparando per le olimpiadi?>>
Chiesi ironica. Non mi rispose, fece un sorrisetto strano e
cominciò a vestirsi. Indossò i jeans,
agitò la maglietta perchè la sabbia scivolasse
via: era pronto.
<< Tu sei gia vestita, quindi che dici
andiamo?>>
Salutai quell'angolo di paradiso e mi decisi a risalire la stradina
nascosta. Anche questa volta Johnny mi aiutò, ma il suo
attegiamento era diverso rispetto a quello di sole poche ore prima. Era
gentile, sorridente come sempre, ma stranamente silenzioso e sembrava
quasi che volesse evitare il mio sguardo. Forse mi ero tradita poco
prima dandogli quel bacio, non tanto per il bacio in se , che era stato
casto, innocente, ma per il modo in cui lo avevo guardato. Forse si era
reso conto che mi stavo innamorando di lui, magari lo sapeva
già e cercava di mantenere le distanze. Mi consolai pensando
che dopotutto lui era Johnny Depp (anche se io, dimenticavo
continuamente quanto fosse famoso) era di certo abituato alle ragazze
che cadevano ai suoi piedi.
Parlammo di molte cose mentre tornavamo verso il camper, Johnny mi fece
un sacco di domande sulla mia vita, i miei studi, i miei amici.
<< E questa Stefania che ci ha fatto da navigatore
satellitare?>> chiese ad un certo punto <<
Siete molto amiche?>>
<< Oh si, è la mia migliore amica, anche se
abbiamo caratteri opposti. Lei è molto fiera, quasi
aggressiva a volte, ma io so che è una facciata,una
difesa... la conosco fin dalle elementari.>>
<< Dai racconta.>>
<< Cosa?>>
<< Il vostro incontro alle elementari.>>
<< Ok...>> dissi un pò scettica.
Johnny era proprio strano, mi camminava ad un metro di distanza, mi
lanciava a malapena qualche occhiata e faceva mille domande, come se
stare in silenzio gli desse troppo fastidio. Era un enigma, non avrei
mai capito cosa gli passava per la testa. Mi rassegnai e cominciai il
mio racconto:
<< Lei è più grande di me di due
anni... Alle elementari non le permettavano di passare alla seconda
perchè non riusciva ad imparare a leggere. Ma Stefania
è intelligentissima, sta per laurearsi in Scienze
matematiche...però diciamo che ha sempre avuto problemi con
le lettere, con la scrittura, perchè è
dislessica. Da bambina questo le ha causato problemi enormi, non
riusciva proprio a leggere, sbagliava, invertiva le lettere e
le parole e finiva per scoraggiarsi e vergognarsi, questo la portava
perfino a balbettare, motivo per il quale preferiva non parlare. Era
silenziosissima da bambina, l'opposto di quello che è ora!
Ora è un fiume di parole, oramai le capita raramente di fare
qualche errore, a volte inverte i termini parlando, ma è
rarissimo, solo io che lo so me ne accorgo. Comunque, io da piccola
invece ero una gran chiacchierona, la maestra se n'è accorta
fin dal primo giorno di scuola e mi ha messa nel banco con Stef,
pensando che potevo esserle da aiuto. Aveva ragione. Noi siamo amiche
da allora.>>
<< Quindi l'hai aiutata tu?>>
<< Aiutata...mmhhh no, cioè si. Insomma io
stavo con lei perchè volevo esserle amica non
certo per i suoi problemi a scuola, fatto sta che un pomeriggio, le
chiesi di fare i compiti insieme , sai per annoiarci di meno, quella
poi divenne un'abitudine, una volta pranzava lei da me, una volta io da
lei, a giorni alterni e lei non è più stata
bocciata. Da sempre io sono quella che ama le lettere e lei quella che
ama i numeri, così ci siamo sempre aiutate, sia a scuola che
in tutte le altre cose della vita. Casa di Stefania è come
se fosse casa mia, i suoi familiari sono abituati a vedermi
là in giro a qualsiasi ora, ovviamente casa mia
è casa di Stef. Praticamente siamo sorelle, e litighiamo
come le sorelle a volte! Io le ho anche dato mille soprannomi e lei non
lo sopporta! >> risi
<< E quali sono questi soprannomi?>>
<< Un'elenco infinito... Dunque ti cito i migliori... Lei
è: "la stordilingue", questo veramente se lo è
affibbiato da sola e si riferisce appunto alla sua dislessia, oramai
è storia passata e ci ride sopra. Poi è la
"Specchiettomicida", perchè guida come una pazza e spesso
finisce che tira via gli specchietti laterali delle altre vetture, e
infine ovviamente è la "Iperparanoico-protettiva" Stef,
infatti nei miei confronti è così. A proposito,
lo sai che non ti sopporta? Credo sia l'unica persona al modo a non
sopportarti!>> mi veniva da ridere, nonostante non fossi
assolutissimamente d'accordo con Stef, avevo presenti le sue facce
assurde quando vedeva qualche intervista con Johnny.
<< Come scusa?! E cosa le ho fatto?>>
<< Te l'ho detto, lei è iperprotettiva e tu
mio caro hai OSATO farmi finire suoi giornali. Dovevi vedere come era
arrabbiata, avrebbe potuto picchiarti. Seriamente sai!>>
dissi con tono spiritoso.
<< Mhhh...mi fa piacere.>>
<< Ti fa piacere che la mia amica voglia
picchiarti?!>>
<< No. Mi fa piacere che tu abbia un'amica che ci tiene
tanto a te, mi fa piacere pensare che non sarai sola quando... tornerai
a casa.>>
Arrivammo al camper immersi nel silenzio, entrambi stavamo pensando che
quell'avventura stava per giungere al termine. Era stata un parentesi
nelle nostre vite, adesso dovevamo chiuderla e tornare al "racconto
principale" quello in cui io ero una comune ragazza italiana e lui un
divo americano, conosciuto in tutto il mondo. Era stupefacente pensare
che queste due realtà, così distanti e opposte,
si fossero incontrate per caso ed altrettanto incredibili erano la
serie di eventi che quell'incontro aveva messo in moto.
Salimmo a bordo, Johnny propose di andare allo stesso hotel in cui
eravamo stati qualche giorno prima, così da poterci lavare
in un vero bagno e non in quello minuscolo del
camper. L'idea mi piaceva, erano già le otto passate,ero
sfinita ed avevo decisamente bisogno di una doccia. Ci avviammo. Questa
volta sbagliammo strada solo una volta, poi trovammo la giusta
direzione. I discorsi si fecero leggeri, anche un pò scemi
in effetti, fare finta di nulla era il nostro forte, ci riuscivamo
benissimo e poi scherzare con Johnny mi veniva spontaneo, aveva un
umorismo strano, diceva sempre cose originali e divertenti. In
realtà le sue non erano vere e proprie battute, erano cose
che pensava, ma essendo lui una persona eccentrica pensava cose
eccentriche. Un esempio? Parlando di Los Angeles se ne uscì
con questa frase:
<< Los Angeles è una città piena di
stranezze, ma tra le tante stranezze ce n'è una che quasi mi
terrorizza.>>
<< E quale sarebbe?>>
<< Le gambe delle donne.>>
Affermò annuendo come se stesse proferendo una grande
verità.
<< Le gambe delle donne Johnny?!>>
<< Eh si. Credo che le donne di Los Angeles vadano tutte
a comprarsi le gambe nello stesso posto. I loro fianchi mi arrivano
all'altezza delle spalle!>>
<< Ah certo e chi la vorrebbe mai una donna slanciata con
delle gambe chilometriche!>> Dissi ironica con una voce
da " ma a chi vuoi darla a bere".
<< Non io giuro!>> disse ridendo.
Tra una conversazione strana e l'altra il mio cellulare
cominciò a suonare. Era Carlo.
Una telefonata di Carlo era l'ultima cosa che mi sarei aspettata,
avevamo completamente tagliato i rapporti e non avevo affatto voglia di
sentirlo. Misi il telefono in modalità silenziosa e lo
lasciai a lampeggiare.
<< Non rispondi?>>
<< No...è Carlo, l'utima persona che vorrei
sentire adesso.>> Lui aggrottò le
sopracciglia, sembrò stupito << Carlo
è... il tuo fidanzato? Mhhhh...pensavo...pensavo non steste
più insieme...>> Avevo menzionato il nome del
mio ex, solo un paio di volte a Venezia, mesi prima, assurdo che se ne
ricordasse! Probabilmente a forza di imparare interi copioni, la sua
memoria era allenatissima.
<< Infatti è così.>>
<< Ah.>>
<< Mi ha lasciata lui.>>
<< AH!>> Stavolta era davvero sorpreso.
<< Mi pare di ricordare che a Venezia eri tu ad avere
dubbi...>>
<< Ricordi bene. Infatti avevo deciso di
lasciarlo...però poi è scoppiato tutto quel
casino con gli articoli di giornale, stavo cercando il modo migliore
per chiudere la storia, ma lui mi ha anticipata...>>
<< Meglio così. Quindi immagino siate rimasti
in buoni rapporti...>>
<< Non esattamente. Io non riuscivo a lasciarlo
perchè lui era dolce...continuava a dire quanto mi amava ed
io continuavo a sentirmi una grande stronza. Poi quando è
scoppiato lo scandalo sulla mia adozione, all'inizio mi è
stato vicino, credendo che fosse solo l'ennesimo gossip. Quando
è venuto fuori che era tutto vero, prima è
scomparso e non l'ho visto nè sentito per tre giorni, poi mi
ha lasciata dicendo che la mia vita stava cambiando...che lui non se la
sentiva di vedere ciò che sarebbe successo e mille altri
discorsi senza senso. Cose assurde, per uno che solo qualche giorno
prima diceva di amarmi.Non si è più fatto vedere
ne sentire. Ma me lo dovevo aspettare....>> dissi
sospirando << Carlo è uno di quelli che
desidera avere accanto una ragazza perfetta e senza problemi. Credo che
vedesse solo questo in me, in cinque anni non credo sia mai riuscito ad
andare oltre la mia facciata, se provavo a fare discorsi un
pò più profondi trovavo un muro...
>> sbruffai rendendomi conto che non me ne fregava
più nulla di Carlo; gli avevo voluto bene, ma in
effetti con lui avevo solo vissuto una storia "standard" senza mai
colpi di scena o grossi batticuori << Probabilmente
avrà pensato che potrei mettere al modo bambini con tre
teste, data la dubbia provenienza del mio codice
genetico!>> dissi ironica. Avevo parlato guardando fuori
dal finestrino, con il sorriso sulle labbra mi voltai in direzione di
Johnny e inaspettatamente vidi che aveva una faccia parecchio
contrariata; fronte aggrottata ed occhi sgranati come se gli
avessi appena rivelato che il mondo stava per essere invaso dagli
alieni. Io dopotutto avevo parlato in modo leggero, non avevo certo
espresso dolore, perciò mi stupì scoprire sul suo
volto quell'espressione. Lui mi guardò e poi secco
enunciò :
<< Carlo è un coglione. >>
L'aveva detto lentamente, scandendo bene le parole, come se stesse
enunciando la più grande verità dell'universo
<< E con questo chiudiamo il discorso, perchè
rischio di diventare davvero volgare.>>
<< Tranquillo Johnny, guarda che non ci sto certo male,
più che altro in cinque anni non ho capito che non eravamo
fatti per stare insieme...Sai cosa mi ha sempre detto? "Sono la tua
ancora Beatrice, se non ci fossi io a tenerti sulla terra vagheresti
sulle nuvole tutto il santo giorno!" lo diceva come se fosse una cosa
positiva e forse un pò me ne ero convinta anche io, credevo
che quello fosse il suo modo di "completarmi" ma era solo un modo
di "limitarmi" , perchè la verità
è che non ho mai voluto un'ancòra. Io voglio un
aquilone accanto a me... voglio stare tra le nuvole! Ma avrei dovuto
darmi prima una svegliata, avrei dovuto avere coraggio di ammettere
questa cosa!>> Dissi facendo spallucce. Johnny sorrise
delle mie frasi. Intanto lo schermo del cellulare continuava ad
illuminarsi, ed era sempre lui. Alla quindicesima chiamata dissi
<< Temo che dovrò rispondere...è
troppo strana questa sua insistenza...>> Johnny si
limitò ad alzare un sopracciglio spingendo un pò
in fuori labbra come se volesse dire " fa come ti pare, ma io lo
lascerei friggere.
<< Pronto?!>>
<< Bea! Bea... menomale che hai risposto!>>
<< Carlo che succede? Noi non ci sentiamo
da...>>
<< Lo so, lo so... Senti Bea io...io ti vorrei vedere,
parlare...ci sono delle cose che ti devo dire...>>
<< Beh, dimmele.>>
<< Non a telefono. Voglio parlarti di
presenza.>>
<< Temo sia un pò difficile allora,
perchè io sono...>> Mi interruppe nuovamente e
completò la frase << A Roma. Sei a Roma lo so.
Anche io sono qui...sono venuto per vederti. Sono appena arrivato. Io
mi sono comportato male con te. Stefania mi ha detto che sei qui a Roma
per trovare tua madre, così ho preso un volo ed eccomi,
voglio dimostrarti che mi dispiace di non esserti stato
vicino...voglio aiutarti!>>
OHSSIGGNORE...Ci mancava solo questa! Carlo era a Roma? Carlo era a
ROMA! E Stefania, quella traditrice, era stata lei a rivelargli il mio
segreto!! Ma come aveva potuto? Quando mi aveva lasciata in quel modo,
lei lo aveva ricoperto di ogni tipo di insulto ed ora lo aiutava a
trovarmi?! La mia amica era impazzita, e mi avrebbe sentita! ECCOME SE
MI AVREBBE SENTITA!! Intanto Carlo continuava a parlare:
<< Dimmi dove ti trovi...io sono in centro, dimmi dove
sei che ti raggiungo!>>
<< Carlo io...ti richiamo tra un
pò.>> sospirai e chiusi la chiamata senza
aspettare risposta. Ero troppo stupita dalla cosa. Avevo la testa nel
pallone.
<< Carlo è a Roma!! Cioè , non mai
fatto follie per me in cinque dannatissimi anni, ed ora tutt'ad un
tratto viene qui a Roma!Mister piedi per terra è venuto a
Roma senza avvisare! Ma si può? E' possibile che mi stiano
accadendo così tante cose in un solo
giorno?!>> esclamai irritata.
<< Che razza di coglione...>> Johnny
parlava tra se e se, io continuai con i miei sproloqui <<
Ah ma ora Stefania mi sente!! Ma come caspita le è venuto in
mente di dirgli dove mi trovo!! Non la riconosco!!>> Il
telefono squillò : tuuuuu....tuuuuuu.....tuuuuuu.....
<< Non dirmi che vi siete persi di nuovo!>>
<< Stefania Giorgi , come diavolo ti è venuto
in mente di dire a CARLO CHE IO SONO A ROMA!!! TI RENDI CONTO CHE
QUELLO è VENUTO QUI??!>> Stefania rideva.
L'avrei strozzata.
<< Wow! Allora ha avuto le palle di venire a cercarti!
Non ero sicura che lo facesse sai?>> e rideva rideva.
<< Ma perchè ridi?!!>>
<< Senti Bea, tu sei stata troppo buona con lui, io
invece ho pensato che servisse una vendetta!>>
<< E ti sembra una vendetta spedirmelo
qui?>>
<< Certo! Tu gli dirai di tornarsene da dove è
venuto e lui si sarà fatto un viaggio a vuoto. Se lo
merita!!Gli dirai di tornarsene da dove è venuto, lo farai
VERO?!>>
Mentalmente immaginai di prendere la testa della mia migliore amica e
sotterrarla nella sabbia facendola somigliare ad uno struzzo. Avrei
potuto farlo, ne avrei avuto tutto il diritto!
<< Stef, io lo so che sei matta, ma questa proprio non me
l'aspettavo...Ti rendi conto? Quello è in giro per Roma che
mi cerca! Non dovevi farlo Stef...e poi lo sai che non è da
me essere tanto stronza, ora mi tocca incontrarlo e sentire che
vuole...>> dissi sospirando.
<< Ancora meglio! SI incontralo! Lui è
convinto che tu sia sola soletta, vuole fare la parte del cavaliere
venuto in tuo soccorso, è convinto che così
tornerai con lui!>>
<< Non gli hai detto che sono con Johnny?!>>
<< Certo che no! E' meglio che lo scopra da solo! Gli
verrà un colpo!!>>
Mi correggo, l'avrei sotterrata del tutto, non solo la testa.Poi avrei
ballato la danza Waka sopra la sua tomba.
<< Stef non ho parole, sei stata davvero
cattiva!>>
<< AAh certo, perchè lui è stato un
angelo a lasciarti in quel modo!!!>>
<< Ma io non lo amavo più!>>
<< Si ma...>>
<< Non non ce nessun "ma"! Non ha senso questa cosa che
hai fatto!>>
<< Ok...forse ho fatto una stronzata...>>
Deus gratias, almeno lo stava ammettendo!
<< Ma...Bea, dovevi vedere con che faccia è
venuto da me due giorni fa! Ha detto che ti voleva di nuovo! Che ti
RIVOLEVA! Ma cosa sei un pacchetto, un articolo da regalo?! Era
convinto che tu stessi ancora a torturati per lui, convinto che ci
saresti tornata insieme come nulla fosse. Senti lo sai che sono
impulsiva, e...non ho resistito!! Se vuoi, lo chiamo e lo mando a quel
paese io... Scusami dai...insomma, però se lo merita
uffa!!>>
Avevo ringraziato Dio troppo presto. Ecco questa era Stefania, non si
smentiva mai. Quando meno me lo aspettavo ne combinava una delle sue.
Avrei dovuto arrabbiarmi? Non potevo arrabbiarmi, perchè
quello era il suo modo contorto di dimostrarmi affetto. Un modo
moooolto contorto!
<< No...lascia stare. Ora lo richiamo, lo incontro e gli
spiego tutto. Mi sento una disonesta.Dopotutto avrei dovuto confessare
che cercavo di lasciarlo da tempo, se lo avessi fatto non avrebbe avuto
la geniale idea di venire fin qui. Ma ho permesso che mi lasciasse lui
e mi sono pure sentita sollevata quando l'ha fatto. Gli devo un
chiarimento, anche se è stato un stronzo. Dopotutto non
dimentichiamoci che l'ho anche tradito...>>
<< Eeehhh...tradito. Che esagerata! Per qualche innoquo
bacetto!!>>
<< Io mi sono innamorata di LUI.>> dissi
d'un fiato senza sapere nemmeno perchè. Avevo bisogno di
dirlo a qualcuno. Johnny l'oggetto del mio discorso mi stava accanto
guidando, senza avere la minima idea di quello che stavo dicendo alla
mia amica, dal momento che parlavo in italiano. Nel frattempo eravamo
arrivati in hotel, Stefania stava urlando dall'altro capo del telefono
cose che nemmeno più capivo, io mi sentivo solo strana ,
perchè per la prima volta avevo detto ciò che
sentivo ad alta voce, adesso non lo potevo più negare, ora
che lo avevo detto era vero più che mai.
<< Di lui? Dell'attore?! Ma sei matta! Ma
come...oooohhhh!!ma tu non ci stai con la testa! Non so' che
dirti...forse sei solo infatuata,insomma siete lì soli
soletti, a stretto contatto...ma vedrai che ti passa!>>
<< Non mi passa Stef, non mi passa...E so che tu non
condividi, ma avevo bisogno di confidarmi con te...>> Ero
più seria che mai. Sobbalzai quando Johnny attirò
la mia attenzione, per farmi capire che stava entrando in
hotel, per chiedere non so cosa. Mi morsi le labbra e annuii veloce
restando sul camper che era parcheggiato oltre il cancello
d'ingresso.Che stramba idea, parlare di lui con la mia migliore amica,
mentre LUI era presente. Aveva ragione Stef, non ci stavo
più con la testa.
<< Senti Bea...a parte le mie battute sulle collane e il
resto, non devo certo essere io a dirti chi amare e chi no. E'
solo...ti voglio bene lo sai e sto pensando a mille cose. Non posso
dirti "ok lanciati bella!" perchè ho paura per te. Mi
conosci, se tu adesso mi dicessi "sai ce
c'è Stef? Me lo voglio solo fare!!" , io
risponderei : "Eh vai col tango baby!!". Ma mi stai dicendo che LO AMI!
Insomma io non so' su quali basi...ma dopotutto può
succedere di innamorarsi velocemente, io sono una professionista in
questo! Te lo ricordi Samuel? Il turista australiano dell'anno
scorso... Beh io faccio finta di niente, ma anche se stiamo stati
insieme solo due settimane, anche se in quelle due settimane mi
ripetevo continuamente che per me era solo una storia estiva, la
verità è che ci sto ancora pensando a lui e non
è facile, e non è bello! Ci scriviamo ancora, ma
il punto è che io sono in Italia e lui è
dall'atro capo del globo! Io posso sopportare la cosa,
perchè ho sempre avuto la capacità di chiudere le
cose a chiave in un angolino del cervello e ridere lo stesso... Ma
tu...tu, non dico che tu non sia forte Bea, lo sai quello che penso di
te, ma ora come ora, sei già abbastanza
scombussolata per tutto il resto e...insomma lui vive in America ,
è famoso, abituato ad avere tutto ciò che vuole e
di sicuro avrà mille donne... finirebbe per usarti
e...>>
<< Le so tutte queste cose...>> la
interruppi, quei pensieri erano già passati mille volte
nella mia testa << ... so anche che questa storia non
potrebbe mai esistere, ma ti assicuro che lui non ha alcuna intenzione
di usarmi. Avrebbe già potuto farlo! No, lui mi vede come
una bambinetta da proteggere, figurati mi chiama sempre ragazzina!
Comunque, io avevo bisogno di dire ad alta voce ciò che
sento, questo non significa che farò stupidaggini o
soffrirò...Ma non provare ciò che provo... mi
è impossibile! Quando sarò lì, quando
ti racconterò tutto quello che lui ha fatto per me, quando
ti descriverò quanto lui sia increbile, capirai... Ma ora
però devo staccare e chiamare Carlo, perchè
adesso spero ti renderai conto che non posso certo lasciarlo vagare per
Roma. Anche io ho la mia parte di colpe, anche io sono stata
stronza.>>
<< D'accordo...allora incontralo. Però fammi
sapere come va, ok?>>
<< Ma certo...>>
<< Allora un bacio dannatissima sentimentale che non sei
altro!!>>
<< Ehy Stef?>>
<< Si..?>>
<< Lo sapevo di Samuel... Ma so' anche che detesti
sentirti debole e non ti ho detto niente. Ti prometto che appena
finisco la mia tesi, cascasse il mondo, io e te andiamo in vacanza in
Australia. Ti voglio bene paranoica Stef!!>>
<< Sono un libro aperto eh?...>>
<< Solo per me che ti conosco troppo bene.>>
<< Ti voglio bene anche io.>> Concludemmo
la chiamata.
Vidi Johnny che usciva dall'hotel insieme ad un tizio in una divisa
bourdeax con cappellino buffo. Il tipo si fermò al cancello
e lo aprì del tutto. Johnny montò sul camper e
mise in moto.
<< Ci permettono di parcheggiare dietro l'edificio...per
ora non mi va di restituirlo,domani potrebbe servirci e poi
è ancora sotto noleggio...>> disse riferendosi
al camper. L'uomo in divisa ci indicò dove parcheggiare il
mezzo e poi se ne andò. Johnny spense il motore e
mi si rivolse nuovamente:
<< Allora?!>> Lanciando un'occhiata al
telefono che avevo ancora in mano.
<< Allora la mia amica Stefania ha pensato bene di far
fare un viaggio a vuoto a Carlo solo per vendetta...E' così
perversa a volte!!>> sbruffai rassegnata. Sul viso di
Johnny affiorò un sorrisetto << Mi sta davvero
simpatica questa tua amica! >>
<< Oh signore! Ma ti ci metti pure tu adesso?!
Senti...>> dissi puntandogli un dito contro il petto con
aria minacciosa << ...togliti quell'espressione
compiaciuta! toglietela subito!!>> il suo sorriso si
stava allargando trasformandosi in una risata e irritandomi
enormemente. E come sempre, quando io mi infuriavo, lui si
divertiva.
<< Si si ragazzina, sei proprio
minacciosa!!>>
<< Aaaaahhhh!!! ridi pure allora! ok ridi di me! Bravo
sei davvero d'aiuto!>> dissi mulinellando le mani in aria
<< Comunque ora mi tocca incontrarlo Carlo. Io non sono
così, non me la sento di liquidarlo per telefono dopo che
è venuto fin qui. Gli devo delle
spiegazioni...accidenti!! Accidenti a Stefania...accidenti a te che te
la ridi!!>>
<< Smetti di agitarti! E che sarà
mai... gli dici di tornarsene da dove è venuto e sistemi le
cose.>> Continuava ad avere quell'irritante
sorrisetto.
Io strizzai gli occhi ; << Ma vi siete messi d'accordo tu
e Stefania per caso?! Dite le stesse cose!>>
<< Dai ragazzina smetti di sbraitare e andiamo. Ho
già preso due stanze e sto morendo di fame. Che dici ?
Doccia veloce e poi cena?>>
<< D'accordo...>> biascicai rassegnata
<< ...ma prima chiamo Carlo e gli dico di raggiungermi
qui...>> Johnny fece spallucce.
Scendemmo dal mezzo e ci avviammo verso l'interno. Chiamai Carlo, gli
dissi il nome e l'indirizzo dell'hotel. Ero in periferia e lui era in
centro, disse che doveva prima passare dall'hotel che aveva prenotato
online per fare accettazione prima della mezzanotte, perciò
ci avrebbe messo un pò a raggiungermi. Mi proposi di
raggiungerlo io, ma lui insistette.
Dopotutto forse ce lo avevo davvero il tempo di una doccia e di mettere
qualcosa di veloce nella pancia. Anche io morivo di fame.
<< Dobbiamo prendere i bagagli Johnny!>>
dissi ricordandomene quando già eravamo all'ingresso e feci
per tornare indietro.
<< Già fatto. Li ha presi il tipo col cappello
mentre tu parlavi al telefono.>> Mi porse le chiave della
mia stanza
<< Ceniamo nella tua stanza ragazzina. Ok? Guarda che
sarò da te tra dieci minuti al massimo. Ho già
ordinato la cena quando siamo arrivati.>>
<< Davvero efficiente signor Depp... E' vedermi
arrabbiata che ti rende così attivo e di buon
umore?!>>
<< E' solo che sei davvero buffa quando ti arrabbi
ragazzina. Non posso farci niente, mi metti allegria.>>
<< Sei insopportabile
e...incomprensibile!>> esclamai.
Nel frattempo l'ascensore era arrivato al suo piano.
<< Tu sei un piano più sù Beatrice.
E' un hotel piccolo, hanno solo una suite.>> disse
scendendo dall'ascensore. Le porte si chiusero. Arrivai al mio
corridoio e al numero della mia camera, rimasi basita quando mi accorsi
che Johnny la suite l'aveva ceduta a me.
<< Ma che gentiluomo...>> dissi tra me e me
sentendomi anche in colpa e sempre più in debito. Feci una
doccia velocissima ( in un bagno enorme) e mi avvolsi
nell'accappatoio dell'hotel.
<< Servizio in camera! >>
Andai ad aprire la porta. Caspita erano stati proprio veloci. Il
cameriere sistemò tutto sul tavolo apparecchiando per bene.
Avrei forse dovuto dargli una mancia? Bah?! Non ero certo abituata a
tutto questo. Il tizio mi salutò cortesemente senza chiedere
nulla. Aprii la valigia per prendere qualcosa con cui vestirmi...
"Dunque...un abbigliamento che si adatti a questa stanza iperlussuosa e
a questa cena che potrebbe sfamare quindici persone??"
Frugai nella valigia. T- shirt arancione...top a
fiorellini...calzoncini ... Ma perchè a ventiquattro anni i
miei vestiti erano ancora quelli di una teenager? E per forza che
Johnny mi chiamava ragazzina! Mi decisi per un top nero semplice a
bratelline e dei jeans chiari. Look del tutto anonimo, ma almeno non
urlava: " ciao sono Beatrice e non ho ancora superato la
pubertà!" mi stavo infilando i jeans quando sentii bussare.
<< Un attimoooo!!>> mi infilai il top
velocemente << Avanti.>>
Entrò un pò incerto. Jeans , una camicia leggera
di lino bianco, capelli ancora umidi e un pò alla rinfusa...
Ora si che mi sentivo una rana! Ero l'unico elemento dissonante in
tutta quella perfezione. Stanza perfetta, cena perfetta, uomo
perfetto...ed io.
<< Ah! Hanno già portato la
cena!>>
<< Si si...ehmmm comincia pure a mangiare
sennò si fredda! Io mi asciugo velocissimamente i
capelli o mi verrà un'accidenti!>>
<< Ok...>> afferrò una
fetta di pane e la morse. Io corsi in bagno e presi il phon. Capovolsi
la testa in giù e cominciai ad asciugare la mia lunga
matassa bionda. Qualche minuto dopo Johnny fece capolino dalla porta
socchiusa.
<< Posso?>> Gli feci segno di entrare,
sempre tenendo la testa in giù. Lui mi si
affiancò e si mise nella mia stessa posizione osservandomi
divertito. Spensi il phon.
<< Ma si può sapere che fai?!>>
<< Aspetto che ti sbrighi...>>
<< Johnny ti ho detto che potevi cominciare a
cenare...>>
<< Non mi va di cenare da solo!>> disse con
un mezzo broncio.
In tutto questo discorso eravamo rimasti a testa in giù. Non
eravamo molto normali. Osservai la sua faccia da cucciolo indifeso e
scoppiai a ridere, che scena assurda!
<< Tu sei strano Johnny Depp! Proprio
strano!!>> dissi tirandomi su e puntandogli contro il
phon a mò di pistola, riaccendendo il getto. Lui
mimò un colpo al cuore e si accasciò a terra.
Benissimo, stavamo giocando alla guerra dentro il bagno di una suite,
come due ragazzetti scemi. Dopo la scena imbarazzante a mare,
Johnny era stato freddo con me, perciò ero contenta che
avesse ripreso i suo solito atteggiamento spontaneo, anche se in
realtà avevo oramai rinunciato a capire i suoi
atteggiamenti. Aveva mille volti, mille sfaccettature e tra tutte il
suo lato giocoso e divertente finiva sempre per prevalere.
<< Dai Johnny-Bambino-Depp, tirati su o mi mangio tutto
io. Alla guerra ci giochiamo dopo!>>
Ci mettemmo a tavola e divorammmo il primo, meglio i primi
perchè c'erano tre vassoi con tre tipi di pasta.
<< Ma quante cose hai ordinato!?>>
<< In realtà non mi andava di starci a
pensare, così ho detto a quelli dell'hotel di portarmi
tutto. Mi hanno seguito alla lettera!>>
<< Io non riesco a capire com'è che la gente
non ti riconosce! La tua faccia è inconfondibile, parli
inglese, ordini una cena stratosferica e -senza offesa- da riccone, e
loro non ti hanno riconosciuto?!>>
<< Eh no ragazzina, ti sbagli, anche se ho prenotato di
nuovo a tuo nome, mi sono messo un cappello ed ho tenuto la testa
bassa... questa volta purtroppo mi hanno riconosciuto.>>
<< Ma Johnny allora arriveranno i
giornalisti!>> dissi terrorizzata.
<< No.>> Affermò sicuro.
<< No?>>
<< Diciamo...che li ho convinti a non rivelare a nessuno
che sono qui.>>
<< Li hai convinti?>>
<< Ok............Li ho pagati. >>
<< Come convinci tu la gente non sa farlo
nessuno!>> lo canzonai mentre gli passavo un gran
vassoio, pieno di assurdi involtini di carne. Il telefono della stanza
squillò, il mobiletto su cui era poggiato non era lontano e
a Johnny bastò inclinare la sedia indietro e
allungare un braccio per prenderlo.
<< Si...Si fatelo salire.>> si rivolse a me
<< Il tuo... ragazzo, è qui.>>
Mi immobillizzai << E' già qui?!Mi aveva detto
che avrebbe perso un pò di tempo...Oddio è
già qui...>>
<< Ho detto di farlo salire...mi sa che mi
porto via un vassoio e vi lascio discutere in pace.>>
Fece per alzarsi.
<< Non c'è bisogno che tu te ne vada. Continua
pure a mangiare...io...insomma , di là c'è la
stanza da letto, possiamo discutere lì...>> mi
alzai dal tavolo improvvisamente agitata.<< Mi rendo
conto solo adesso che sta accadendo davvero...non so nemmeno che
dirgli! Questa giornata è assurda...è
infinita...>>
Ora stavo camminando per la stanza avanti e indietro. Veramente non mi
ero resa conto di nulla...Ne stavano accadendo troppe di cose per un
solo giorno! Ed io che credevo che la mia giornata si fosse conclusa su
quella magnifica spiaggia... stupida illusa!
Non avevo nemmeno riflettuto davvero, mi ero rassegnata al fatto che
dovevo incontrarlo...Un secondo prima, stavo giocando ai soldati con
l'uomo che volevo più di ogni altra cosa, e che non
l'avrebbe mai saputo, ed ora aspettavo che il ragazzo con il quale ero
stata per cinque anni e che forse non avevo mai amato
davvero, entrasse dalla porta.Mi avrebbe trovata lì con
Johnny, che reazione avrebbe avuto? Maledetto Johnny non mi aveva
nemmeno dato modo di fare diversamente, se avessi risposto io a quel
dannato telefono gli avrei detto di aspettare giù e l'avrei
raggiunto, risparmiandogli il trauma di trovarmi in una suite con lui.
Invece ora, sarebbe rimasto come minimo sorpreso. Anzi più
che sorpreso, scioccato! No, dovevo evitare quella situazione assurda.
Non riuscivo a detestare Carlo,non volevo nessuna vendetta, nonostante
tutto provavo affetto per lui. Nella mia testa era ancora il compagno
di classe del liceo, quello con il quale andavo a prendere il gelato al
chiosco in riva al mare, quello che nell'anno della maturità
mi aveva baciata a bordo di un pedalò al tramonto. Era
così dolce all'inizio Carlo, nell'ultimo anno
però si era spento. Non era mai stato uno molto spericolato
e con la laurea e la fine della vita da studente, si era stabilizzato
un pò troppo.
Adesso tutta la nostra storia mi appariva sotto un'altra prospettiva,
non potevo fare a meno di paragonare le emozioni provate con lui a
quelle che un solo sguardo di Johnny provocava in me.
<< Johnny io..non è una buona idea che mi
trovi con te, lo conosco, penserà chissà
cosa...>>feci per andare verso la porta <<
...esco io, magari lo becco all'uscita dell'ascensore...dammi le chiavi
della tua stanza, andro là a parlare con lui,
così puoi finire di cenare!>> Ero tutta
agitata, Johnny mi osservava stranito, oramai detestava Carlo
anche se non lo aveva mai incontrato, ed esattamente come Stefania non
capiva perchè mi preoccupassi tanto. Fece per pormi le
chiavi ma sentii bussare alla porta. Troppo tardi accidenti!! Era
inutile fare scene idiote oramai, andai ad aprire ripromettendomi che
avrei mantenuto la calma.
Carlo rimase un attimo impalato, dubbioso, osservando prima me e poi
l'enorme stanza che mi stava dietro.
Guardai i suoi occhi nocciola, tondi a grandi, osservai il suo viso dai
lineamenti regolari,le labbra sottili, i capelli castani e un
pò mossi: nessuna stretta allo stomaco, nessuna nostalgia,
nessun tipo di attrazione. Solo un senso di familiarità, di
sicurezza. Un amico era questo che vedevo. Gli diedi un bacio su di una
guancia.
<< Entra...>> Mi feci da parte, lui
entrò, io chiusi la porta. Fu in quel momento che si accorse
di Johnny.
<< Chi è quello...>> chiese
quasi a se stesso. Johnny fece un cenno con la mano <<
Hi!>> disse con una tranquillità invidiabile
<< Would you like...ehhmmm...something?!>>
disse indicando la tavola colma di cose. Ma lo faceva apposta?!
Era una situazione assurda, paradossale. Le palpebre di Carlo non
battevano, gli occhi erano fissi, inchiodati. Stefania avrebbe riso a
quella scena, io mi sentivo uno schifo, era come se lo stessi
umiliando. Ma perchè non mi aveva chiamata prima?
Perchè diavolo aveva aspettato di essere a Roma per
chiamarmi? Se mi avesse chiamata prima avrei davvero potuto dirgli di
restare dov'era, evitando tutto questo.
<< No.>> disse secco, poi mi
osservò con la stessa espressione di prima <<
Beatrice, lui è chi credo che sia?>>
<< Si. Mi ha aiutata a trovare mia
madre...>>
<< E stavate cenando insieme in una stanza
d'albergo?>>
<< Senti Carlo se ti stai facendo strane idee, ti
assicuro che sei fuori strada. Sei venuto per parlarmi
no?>>
<< Si...>> Non mi ascoltava era scioccato.
Tornò a guardare Johnny e poi me, la stessa faccia incredula
<< Bea perchè sei in una stanza d'albergo con
lui?!>>
<< Te l'ho gia detto perchè. Senti... andiamo
di là a parlare.>> indicai la porta della
stanza da letto. Carlo non mi ascoltava. Si stava gradualmente
infuriando << Non posso credere di essere venuto fin qui
per te! Ero venuto per chiederti scusa...per sistemare le cose tra noi.
Che idiota! Ma chi sei tu?! Dov'è cazzo è finita
la Beatrice che conoscevo? Sono venuto fin qui per te e ti trovo
insieme a questo qui!>> Ecco: si era infuriato. Lo
scherzetto di Stefania mio malgrado aveva funzionato alla perfezione.
<< Carlo, lo so che è una situazione
strana...ma stai immaginando cose che non esistono.>>
" Respira Beatrice respira..."
<< Perchè sei piombato qui in questo modo?
Perchè non mi hai chiamata prima di venire a Roma? Avremmo
potuto parlare quando fossi tornata.>> Dovevo cercare di
mantenere la calma o sarebbe successo un putiferio.
<< Perchè volevo porre riparo al mio
comportammento e dimostrarti che ci tengo a te, ho pensato che eri qui
da sola...pensavo di fare un bel gesto nei tuoi confronti! Ma a quanto
pare ti sto solo infastidendo!Sono di troppo!>> La voce
di Carlo era alta e sprezzante, e anche se Johnny non capiva cosa
stavamo dicendo, si era certo reso conto dal tono che non doveva essere
nulla di piacevole. Infatti, osservò con estrema freddezza
il mio ex ragazzo da testa a piedi , per poi lanciare un'occhiata a me
chiedendo << E' tutto ok?>>
Carlo scoppiò definitivamente, si rivolse a lui in un
inglese non perfetto, ma comprensibile
<< E' tutto ok?! Ma cosa cazzo te ne frega a te! Senti
divo dei miei stivali, queste sono questioni tra me e Bea,
perciò lasciaci in pace.>>
La cosa era decisamente degenerata, non avevo previsto una reazione
tanto violenta. Stupore si, dubbi, domande certo! Magari agitazione, ma
non rabbia incontrollata. Dopotutto non mi aveva mica trovata a letto
con lui e poi anche se così fosse stato non avrebbe avuto il
diritto di infuriarsi, non stavamo più insieme e non gli
avevo chiesto io di venire. Johnny ora si era alzato dirigendosi verso
di me, con tono calmo e ignorando del tutto Carlo, chiese
<< Vuoi che ti lasci sola con lui?>> Stavo
per rispondere " si forse è meglio" ma Carlo non me ne diede
il tempo, mi afferrò un braccio strattonandomi leggermente
verso di sè e rispondendo al posto mio << Si
lasciaci soli.>>
L'espressione di Johnny cambiò << Non
toccarla.>> Disse con lo stesso tono calmo di prima, ma
la sua mascella era contratta e guardava Carlo come si guarda
un'insetto da schiacciare.Mi sentivo una marionetta in mezzo a due
fuochi.
" Sono una stupida! Ma come mi è venuto in mente di
incontrarlo, avrei dovuto dare retta a Stefania...Ah Stefania!! Ma
perchè ha fatto questa gran cavolata?!"
<< Sarebbe una minaccia questa? Senti io posso toccarla,
posso farlo perchè lei è la mia ragazza...La mia
ragazza! >> Ringhiò ancora una volta nel suo
incerto inglese, fissando Johnny con aria di sfida. Mi
attirò ancora di più a se, e mentre una mano
stava ancora salda sul mio braccio, l'altra si appoggiò al
mio fianco in un gesto di possesso e confidenza che oramai non ci
apparteneva più. Ma cosa credeva che fossi una
bamboletta?!Sta volta fui io ad irritarmi, mi divincolai nervosamente.
<< Io non sono più la tua ragazza e lo sai
bene! Pensavo di doverti parlare, pensavo fosse giusto dato che sei
venuto fin qui, ma mi rendo conto che non è
possibile.Speravo di poter mantenere un minimo di amicizia tra noi...ma
sono io a non riconoscerti più adesso. Questi atteggiamenti,
questa prepotenza... da dove sono spuntati fuori? Forse è
meglio che tu vada via... >>
Non si aspettava quella risposta, mi guardò allibbito
<< Ma sei impazzita Bea? Dai non fare
la scema. Insomma cosa ti aspettavi? Che ti trovassi qui con lui e non
facessi domande? Quella stronza di Stefania si è guardata
bene dal dirmelo! Ok cercherò di mantenere la
calma...>> inspirò profondamente
<< Vieni... andiamo di là a parlare da soli.
Andiamo, così mi darai le spiegazioni che mi sono dovute,
così mi spiegherai cosa ci fai qui con questo
imbecille!>>
Le spiegazioni CHE GLI ERANO DOVUTE? Aveva ragione Stefania! Che
cos'era tutta questa sicurezza? Mi aveva mollata e per lui ero ancora
la SUA ragazza e gli DOVEVO delle spiegazioni?! E poi aveva dato della
stronza a Stefania,magari a volte lo era pure,ma solo io potevo darle
della stronza! E aveva chiamato imbecille Johnny...? EH NO! Tutti i
miei propositi di calma e razionalità andarono a quel paese,
insieme a i miei sensi di colpa nei suoi confronti. Ne avevo sopportate
troppe per un solo giorno, ci mancava solo la sua arroganza ed il suo
senso di possesso!
Lo fissai negli occhi gelida << L'imbecille sei
tu Carlo. Io non ti devo nessuna spiegazione! Ci siamo lasciati , mi
hai lasciata. E sai che ti dico? C'erano delle cose che per
onestà credevo di doverti dire, ma adesso non importa
più, io non voglio più parlare con te,
non sono tenuta a farlo! Vattene! >>
<< Allora è vero quello che hanno
scritto i giornali, ti fai sbattere da questo
stronzo...>> sibilò << ...sei
proprio una troia Bea! Una grande troia!!>> Mi
afferrò forte per un polso tirandomi violentemente verso di
se, persi quasi l'equilibrio per quel gesto furioso, repentino e
inaspettato, il mio polso si storse ,mi fece parecchio male e lanciai
un piccolo urlo di dolore, urlo del quale mi pentii immediatamente,
perchè fu in quel momento, che Johnny, perse definitivamente
la calma. Partì come un razzo, spinse via Carlo bruscamente
facendolo sbattere contro il muro, poi piazzò una mano sulla
sua gola ed un pugno vicino al suo viso, ma senza colpirlo, sembrava
quasi volesse strozzarlo. Rimase a fissarlo emettendo fulmini. Con una
voce che dava i brividi lo minacciò.
<< Le vedi le mie mani? Li vedi questi anelli? Sai cosa
potrebbero fare alla tua faccia? Ti prometto, che se provi di nuovo a
toccarla, domani non ti riconoscerai allo specchio. E' una certezza! Ti
giuro che se provi ad avvicinarti ancora a lei, te ne darò
così tante e con così tanto piacere, che ti
risulterà impossibile fermarmi. Devi chiederle scusa, devi
chiederle scusa per tutto, per il tuo comportamento da stronzo, per non
averla mai capita, per essere stato così coglione da
lasciarla quando avrebbe avuto bisogno di te. Chiedi scusa. Chiedi
scusa e non farti più vedere!>>
Non aveva urlato, aveva parlato a denti stretti con tono vibrante e due
occhi spaventosi. Era inquietante, irriconoscibile. Pregai il cielo che
Carlo non reagisse, o si sarebbero davvero presi a pugni. Dovevo
intervenire subito. Incerta più che mai mi avvicinai, Carlo
stava per scattare. Posai la mano sul pugno di Johnny perchè
lo abbassasse e cercai il suo sguardo, solo così potevo
calmarlo.
<< Johnny... lascialo. >> dissi lentamente.
Non era un ordine ma una richiesta. Lui mi fissò un attimo,
guardò di nuovo Carlo e infine mi accontentò, ma
era evidente che avrebbe voluto fare tutt'altro.
Mi rivolsi a Carlo << Non devi chiedermi scusa, devi solo
andar via. Carlo tu mi hai lasciata ed io non te ne voglio per questo,
perchè la nostra storia era già finita e sono
stata codarda a non dirtelo prima...quindi non voglio che ti scusi.
Vorrei solo dimenticare quello che è successo sta sera. Non
è da te questo comportamento. Avevo sperato di poter
parlare, chiarire civilmente, ma evidentemente ho sperato
troppo. Adesso è meglio che tu vada. Se in futuro, quando ti
sarai calmato, quando questa serata sarà lontana e avrai
potuto ragionare a mente fredda, desidererai parlarmi, potrai farlo. E
spero che tu lo faccia, perchè non voglio sostituire
l'immagine che ho sempre avuto di te con questa che stai mostrando sta
sera. Per il momento però, devi andare via. E' la cosa
migliore.>>
Rimase in silenzio per un pò, era arrabbiato nero, ma era
sempre stata una persona molto orgogliosa, sapevo che non avrebbe retto
oltre il mio rifuito, che non avrebbe insistito. Infatti si
limitò a dire con voce disgustata << Potrebbe
essere tuo padre...>> riferendosi a Johnny.
<< Non ho bisogno di ragionare a mente fredda. Sta certa
che non mi vedrai più.>> Dopo avermi
lanciato un'ultima occhiata piena di risentimento, se ne
andò.
Per il primo minuto regnò il silenzio, rimasi a fissare la
porta mentre Johnny fissava me.
<< L'hai mai fatto altre volte? Ha alzato altre volte le
mani su di te?>> Domanda secca, fredda, nervosa.
<< No!>> l'avevo esclamato con forza, non
riuscivo a credere a quello che era appena successo << No
giuro...non si è mai comportato così. In cinque
anni, non si è mai comportato così. Lui non
è così...>> Ero amareggiata,
continuavo a dirmi che era giustificato, che era stata tutta quella
situazione assurda a portarlo a parlarmi e a comportarsi in quel modo,
ma ero comunque amareggiata.
<< Cosa ti ha detto uscendo? >>
Si era calmato, era bastato che Carlo uscisse di scena
perchè l'espressione inquietante di prima, sparisse dal suo
volto. In realtà anche la sua reazione era stata per me del
tutto inaspettata.
<< Che non lo rivedrò mai
più.>> enunciai lentamente .
<< Non è una cattiva notizia. >>
si avvicinò di un passo << Stai
bene?>>
<< Si.>> sorrisi <<
Tranquillo sto bene. Sono solo... non lo so come sono in questo
momento, l'intera giornata è stata irreale... Voglio solo
concluderla.>> Volevo solo dormire, ma dubitavo
che non ci sarei riuscita senza un aiuto. Mi diressi verso il tavolo,
mi riempii un bicchiere di vino rosso e mi rivolsi a lui
<< Ne vuoi anche tu?>>
<< Vuoi ubriacarti?>>
Feci spallucce << Voglio dormire, dormire,
dormire...>> Bevvi un sorso. Johnny si
avvicinò e mi tolse il bicchiere di mano <<
Non ti serve questo.>> Lo buttò giù
lui d'un fiato
<< E a te serve
Johnny?>>
<< A me non fa male.>> Disse con
un sorrisetto. << E poi non mi piace l'idea che tu beva
per un tipo del genere. Non ne vale la pena>> mi
osservò inclinando la testa di lato << Va' a
dormire piccoletta... non pensarci più.>>
Poggiò il bicchiere e se ne andò via
così; incredibilmente serio, incredibilmente bello.
Domani. Sabato. Ancora un giorno con lui...un solo giorno.
Holà!!!
:D
Dunque...dunque...dunque... Questa storia è un parto! Dopo
il capitolo precendente nel quale si respirava un pò
di...come dire " aria fresca" tornano i disastri. Lo so, inserisco
tragedie in ogni capitolo...comincio a credere di avere una tendenza al
dramma! ù.ù
Ad ogni modo questo è un capitolo di transizione...inoltre
volevo tirare fuori un altro lato del carattere di Johnny...
Ma molte cose devono ancora accadere, anche se manca solo un
giorno perchè Beatrice e Johnny si salutino, considerando il
fatto che sono riuscita a scrivere tre capitoli per raccontare una sola
giornata (me ne sono appena resa conto e mi sto seriamente preoccupando
per me stessa... ò.ò ) un giorno potrebbe
stravolgere tutto...Vedremo! ; )
Ah! La frase di Johnny sulle donne di Los Angeles è
vera...l'ho letta l'altro giorno, l'ho trovata strana ed eccentrica;
come gli viene in mente di dire che le donne si "comprano" le gambe??
è matto. Comunque mi ha fatta ridere e siccome serviva un
dialogo in mezzo l'ho inserita.
Domanda di rito:
Ci sono parti in cui Beatrice parla in italiano ma non ho messo niente
per distinguere queste parti, mi sono limitata a specificarlo nel
racconto. Credete che la cosa crei confusione? Che sia il caso che
evedenzi questi dialoghi con un carattere diverso, non so magari un
corsivo? Boh! ditemi voi!! : )
Vi voglio ringraziare ancora una volta perchè senza tutte le
vostre recensioni questa storia non andrebbe avanti e di
certo non pubblicherei tanto spesso! Che dire? siete le mie muse
ispiratrici! XD THANK YOU GIRLS!!!!!!!!!!
baci!! La vostra drammatica Rory!! :D
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** XVI. Bugie ***
XVI. Bugie
Eccomi: ero sola, sul
tavolo della suite c'era ancora la bottiglia di vino, avrei potuto
prendere un altro bicchiere e riempirlo, ma Johnny aveva ragione; non
valeva la pena di bere per Carlo. Meglio concludere tutto
lì, tuffarmi tra le lenzuola, e lasciar volare via i
pensieri.
Prima di mettermi a letto però, sentii l'obbligo morale ( o
l'obbligo e basta ) di aggiornare Stefania sull'accaduto. Mi aveva
detto " Fammi sapere!" e se non le avessi fatto sapere ero certa che
avrebbe dato di matto, magari mi avrebbe svegliata con una telefonata
nel cuore della notte, urlando:
<< Disgraziata guarda che sto aspettando notizie da
ore!!>>
Sentivo già la sua voce rimbombarmi nelle orecchie. No no!
Era decisamente meglio metterla al corrente di quanto era accaduto.
Se le avessi telefonato però mi avrebbe come minimo
costretta ad ascoltare per un'ora le sue elucubrazioni su Carlo... e
anche quelle riuscivo già a sentirle: una serie di insulti
tra i meno conosciuti all'uomo, recitati come fossero litanie. Ero
decisamente troppo stanca. Optai per uno dei nostri "sms telegramma":
Carlo
impazzito dato me della troia STOP Anelli di Johnny quasi finiti nei
profondi meandri di Carlo STOP
L'sms telegramma, era
uno dei nostri codici, lo utilizzavamo quando avevamo fretta o non
eravamo nella situazione di approfondire meglio l'argomento, oppure,
come in questo caso, quando eravamo troppo sfinite per fare
conversazione. In effetti era una cosa un pò scema, ma ci
piaceva la chiarezza schematica di quel codice, si arrivava dritti al
succo.Inoltre era l'unica maniera esistente per tenere un pò
a freno l'esuberanza della mia amica, infatti il telegramma era SACRO,
si poteva rispondere solo in modo altrettando sintetico, aspettando
tempi più consoni per i lunghi discorsi.
La sua risposta fu:
Anelli
di Johnny finalmente divenuti utili STOP Carlo
troglodita,cerebroleso, futuro candidato per premio "Tacco di Stef
sù per il culo" STOP Ammetto forse Johnny non tanto male.
STOP
Sorrisi per
quell'ultima frase, poi sprofondai in un sonno profondo e privo di
sogni.
Quando
riaprii gli occhi erano le sette del mattino, niente di strano dato che
non erano nemmeno le undici, quando ero crollata del tutto.
Mi rotolai
a lungo sull'enorme letto della suite, prima di decidermi ad alzarmi.
Le immagini della sera prima mi tornarono alla mente, ripensai a Johnny
che aveva attaccato Carlo al muro, quasi fosse un quadretto...
" Di certo sa essere persuasivo ed anche piuttosto spaventoso quando
vuole, assurdo come sia riuscito ad ammutolire Carlo senza nemmeno
prenderlo veramente a pugni. Violenza priva di violenza...E' unico
perfino quando si infuria, un lato di lui che non avevo ancora visto...
e ovviamente anche questo lato di lui mi piace dannatamente! Mi chiedo:
esiste qualcosa in Johnny che non mi piace? mhhhh.... accidenti a
me...No. "
Andai nella stanza accanto, il tavolo era ancora pieno di cose oramai
fredde , che gran peccato, avevano decisamente perso l'aspetto
appetitoso della sera prima. Mi sentii incredibilmente in colpa quando
mi resi conto, che Johnny non aveva nemmeno potuto finire di cenare...
" Potrei ordinare la
colazione per lui..."
Si era una buona idea, ma mi sembrava ancora presto per svegliarlo. La
sala principale aveva un piccolo balcone, mi affacciai per un
pò...Nonostante il sole fosse sorto da poco, faceva
già un gran caldo. Andai a fare una doccia. Rimasi per un
bel pò sotto il getto chiedendomi cosa avremmo fatto io e
Johnny per il resto della giornata.
La mia missione " trova la donna che ti ha data via", era
giunta al termine,non c'erano più motivi perchè
lui restasse con me. Ma non volevo rinunciare a quell'ultimo giorno.
Mi asciugai e anche se preferivo i jeans, mi decisi ad indossare una
gonnellina un pò svolazzante e molto colorata, che avevo
messo in valigia, non volevo assolutamente fare la sexy ( in
realtà in non mi ero mai sentita sexy in tutta la mia vita,
quindi sarebbe stato un tentativo inutile) volevo solo stare fresca.
Sopra misi un top che si legava al collo lasciando le spalle scoperte.
Ok ero pronta. Cominciai a chiedermi cosa potevo ordinare per Johnny.
" Chissà cosa mangia di solito a colazione...mmhhh gli
americani sono così assurdi, sono capaci di ingurgitare uova
e bacon di prima mattina. Sarà anche lui così?"
Decisi di ordinare una colazione internazionale, quindi
caffè americano e schifezze varie, ed una colazione in
perfetto stile Beatrice.
C'è da dire che il mio modo di iniziare la giornata cambiava
secondo le stagioni, in estate, la mia colazione ideale, era
così composta: caffè forte e gelato in coppetta.
Semplice e meravigliosa. Tenevo chili di gelato nel freezer di casa, la
mattina mi riempivo un bel bicchiere, ci piantavo dentro dei biscotti o
a volte fragole, ciliegie, insomma quel che il frigo di casa Fiore
metteva a mia disposizione, e mi davo alla pazza gioia.
Chiamai la reception
e dopo aver scoperto che a mio nome c'erano due stanze, ovvero la suite
in cui mi trovavo e la 559, chiesi se avevano il gelato, non lo
avevano, ma dissero che potevano mandare qualcuno a prenderlo al bar
vicino.
Ecco cosa accadeva se eri in un albergo insieme ad un famoso attore, il
quale corrompeva il personale in cambio del loro silenzio e
inoltre sborsava quattrini per la suite: andavano perfino a
prenderti il gelato per consegnartelo in stanza!
Ordinai il tutto dicendo di portarlo alla 559. Non sapendo se
Johnny avrebbe gradito il gelato e sopratutto non conoscendo i suoi
gusti preferiti, ne ordinai diversi. Il classico cioccolato, panna
montata che non poteva mai mancare, nocciola, stracciatella, fragola
e...ma si! Anche pistacchio, banana, menta e vaniglia. Di
tutto insomma. Ovviamente ordinai anche tutto quello che poteva andare
dentro il gelato.
Mi piazzai davanti la
porta della sua stanza e appena vidi arrivare il cameriere con il
carrello, sfoderai tutto il mio spirito di persuasione, per convincerlo
a lasciarmi svolgere il suo lavoro. Quello mi osservò in
modo strano, oppose un pò di resistenza, ma alla fine
acconsentì.
Bussai alla porta. Nulla. Bussai di nuovo... Cavolo stava ancora
dormendo. Beh l'avrei svegliato! Bussai una terza volta un
pò più forte, dicendo << Servizio
in camera!>> Sentii dei rumori oltre la porta
e....."SBADABOOMCRASHBAM!!"
"ODDIO! Devo averlo fatto cadere dal letto!"
Dopo un
pò, un assonnatissimo Johnny Depp, con addosso soltanto dei
jeans mezzi sbottonati (doveva appena esserseli infilati) mi si
parò davanti.
Sbadigliò grattandosi la testa , con un occhio chiuso ed uno
a malapena aperto fissò il carrello <<
...mmmmhhh....credo...credo ci sia stato un errore...io non ho
ordinato...>> sbadigliò di nuovo
più stordito che mai e si tirò indietro i capelli
che sembravano essere usciti direttamente dal set di Sweeney Todd.
<< ....non...non è mia quella
colazione...>> biascicò con una voce
impastatissima.
Mi stavo trattenendo dal ridere con tutte le mie forze. Era
buffo, buffissimo e vederlo così, tutto
stropicciato, mi faceva venire una gran voglia di stropicciarlo ancor
di più con le mie stesse mani per poi... per poi...oh mamma!
Meglio non dire cosa avrei fatto poi!
Fece per chiudere la porta ed io cercai di simulare una voce
diversa , borbottando:
<< Ah questi americani... arrivano qui e si credono
chissà chi...>> Ovviamente, la mia voce era
riconoscibilissima. Johnny aggrottò la fronte per un
millisecondo, poi gli angoli della sua bocca si sollevarono in un
sorrisetto e finalmente alzò la testa e mi guardò
in faccia con i suoi magnifici occhi ancora mezzi chiusi.
<< Buongiorno stella del cielo la terra ti
saluta!>> dissi ridendo.
<< Ragazzina!>> il suo sorriso si
aprì mostrando i denti e trasformando il suo volto in un mix
di assonnata tenerezza e sfacciata bellezza.
<<
Allora signor Depp, la vuole questa colazione o no?>> Si
fece da parte ed io spinsi il carrello dentro.
<< A cosa devo questo...uhhmmm.... inaspettato
risveglio?>> Chiuse la porta e si diresse verso di me
ancora storditissimo.
<< Dai...scusa se ti ho svegliato, ma in fondo anche tu
l'hai fatto ieri!>>
<< Quindi sei venuta per pareggiare i conti?
Perfida!>> Disse tirandomi scherzosamente i capelli che
erano legati in una coda.
<< Ma no. E' solo che ieri sera non hai nemmeno finito di
cenare e... beh è stata colpa mia, quindi questo
è il mio modo si chiedere scusa. In effetti, solo ora mi
rendo conto che svegliarti mentre eri nel pieno del tuo sonno, forse
non è il miglior modo di chiedere scusa...>>
Feci con un espressione colpevole e imbarazzata.
<< Fossero tutti così i miei
risvegli... >> sorrise e sulla mia faccia
affiorò un'espressione ebete che mi fu impossibile
eliminare. Poi si stroppicciò gli occhi <<
Credo di dovermi dare una sistemata...>> fece per andare
verso il bagno.
<< Ma dai non c'è bisogno, anche
così sgualcito vai bene!>> scherzai.
<< Sgualcito?!>>
<< Dovresti vedere i tuoi capelli!>> lui si
portò una mano sopra la testa con espressione dubbiosa ed io
continuai a prenderlo in giro << Tranquillo, non
dirò a nessuno che anche tu sei un essere umano! Croce sul
cuore. Il mondo continuerà a credere che Johnny Depp quando
si sveglia è ben pettinato, pieno di collane anelli e
gingilli, ed ha i suoi magnifici occhiali blu sul naso!>>
risi.
<< Sei tremenda!>> disse scuotendo il capo
e si sedette sul bordo del letto. Gli avvicinai il carrello:
<< Dunque messieu, cosa desidera per colazione? Abbiamo
due menù speciali, solo per lei. Menù numero uno:
insipido caffè americano, uova fritte nemiche del fegato, il
vecchio affidabile succo d'arancia ricco di vitamina C, burro, pane
tostato, croissant, marmellata e chi più ne ha
più ne metta! Menù numero due, alias Beatrice e
la sua colazione: Gelato tutti i gusti...oddio non proprio tutti, ma
comunque parecchi, da guarnire con... ciliegie, fragole, panna
montata... questi strani biscottini che sembrano ciambelle ristrette...
e qualsiasi altra cosa lei desidera. E ovviamente abbiamo anche del
VERO, OTTIMO caffè all'italiana, che se troppo forte per i
suoi gusti può scegliere di macchiare con del latte.
>>
Johnny rideva osservando il tutto. << Proprio
originale...credo che la mia colazione sarà... la numero
due: il menù Beatrice.>> mi squadrò
tutta, con il suo tipico mezzo sorrisetto, e aggiunse
<< Devo dire che è davvero invitante...
>>
"E che cosa erano questi doppi sensi ora?!"
<< Ottima scelta.>> dissi impedendo a me
stessa di soffermarmi su quell'utima frase.
Se mi fossi soffermata, anche solo un secondo, avrei finito per
spingere il carrello dall'altra parte della stanza con un bel colpo di
tacco, per poi lanciarmi su di lui urlando "BANZAAIIIII!!!!"
facendolo affondare in quel dannato letto disfatto, come nemmeno Freddy
Krueger, nel miglior remake di Nightmare sarebbe mai riuscito a fare!
<< Dai
ragazzina siediti.>> Mi misi accanto a lui
<< Fai davvero colazione così tu
solitamente?>>
<< D'estate si.>>
<< E d'inverno? >> chiese. Si
versò del succo d'arancia e si mise ad esaminare
le varie coppette di gelato, cercando di decidersi
su quale prendere.
<<
D'inverno, cioccolata calda, quando non ho fretta. Quando ho fretta,
caffè bollente e croissant. Classico.>>
<<
Classico.>> sorrise << Tu che gusto prendi
Beatrice?>> Mangiò una ciliegia.
" Io prendo un Johnny
Depp con panna montata!"......Si mi sarebbe piaciuto poter rispondere
così.
<< Ehmmm...Credo che
prenderò.....cioccolato, si. Cioccolato e... pistacchio.
Tu?>>
<< Io prima li provo...>> prese un
cucchiaino e cominciò a provare i vari gusti. E' possibile
che il suo modo di
gustare le cose, facesse pensare a TUTTO tranne che al cibo?! Lui
osservava estasiato le coppette ed io osservavo estasiata lui.
" Se continua di questo passo gli salto davvero addosso... Ma che mi
prende sta mattina?!"
<< Caspita!Questo non ha niente a che vedere con il
gelato di Los Angeles, nè con quello francese
nè...>>
Lo interruppi << Prima che elenchi tutte le nazioni del
mondo, ti fermo e ti ricordo che siamo in Italia. Italia, sai quel
piccolo stato a forma di stivale, immerso nel Mediterraneo, famoso per
la sua ottima cucina, per l'ospitalità della gente, per i
suoi politici corrotti...ok i politici non c'entrano. Il punto
è: qua il cibo è vero cibo.>>
<< Hai detto una grande verità
ragazzina.>> Disse con il gelato ancora in bocca
<< Ne prenderò un pò di
ognuno.>>
<< Addirittura!>>
<< Mi rifiuto di scegliere.>>
I minuti successivi
furono tutti un: "Passami quello.."; "Qua ci sta la panna montata"; "
Sei proprio un pozzo senza fondo"; " Le ciliegie col cioccolato sono
perfette"; "gnam, gnam"; "questo pistacchio sa' davvero di
pistacchio!" e cose simili.
<< Toglimi una curiosità, cos'era quel
trambusto che ho sentito prima che aprissi la porta?>>
<< Si è sentito?!>>
<< Eh già, pensavo fossi caduto dal
letto!>>
<< No, però ho ucciso il
quadretto!>> disse ridendo.
<< Il quadretto?>>
<< Ma si. Avete questa strana abitudine di appendere
quadretti al capezzale del letto...ho stirato le braccia in alto e...
non so come, ma l'ho colpito ed è
caduto!>> Sulla sua faccia si
materializzò un'espressione da ragazzetto che fa le
marachelle, indicò una sedia in un angolo della stanza,
sopra c'era una cornicetta di legno spaccata e una stampa su carta dei
Girasoli di Van Gogh. Sotto la sedia un cumulo di vetri, che
evidentemente aveva spinto fin lì cercando di
toglierli di mezzo. Scoppiammo a ridere.
<< Sono un disastro lo so!>> disse fra le
risate
<< Ma no! E' solo che questa stanza è troppo
piccola per i tuoi... "stiracchiamenti" mattutini! Ma si può
sapere perchè hai dato la suite a me?>>
<< La suite a te? Ma cosa dici ragazzina, è
evidente che è questa la suite, c'è pure un'opera
di Van Gogh!>> esclamò ironico.
Continuammo a ridere
e scherzare per un pò e poi, tra un cucchiaio di gelato e
l'altro, il suo cellulare suonò.
In effetti una cosa
che non ho ancora detto, è che il telefono di Johnny suonava
spessissimo. Ovviamente conosceva una miriade di persone e aveva mille
impegni, riceveva quotidianamente inviti per concerti e eventi di ogni
genere, chiamate dai registi, telefonate amichevoli... Una volta lo
avevo sentito esclamare: " Tim my crazy genially friend!", con un
sorriso che arrivava da un orecchio all'altro, sorriso che si era
trasferito a me mentre pensavo " Passamelo, passamelo!!" e poi " E se
me lo passa che gli dico?!" E mentre mi perdevo nei miei dubbi, era
stato il momento a passare. Decisamente il tempismo non era il mio
forte!
Avevo notato però, che ogni volta che quel telefono
squillava, Johnny guardava lo schermo con ansia, forse sperava fosse
Vanessa. Lo avevo intuito perchè, ogni giorno l'avevo visto
fare delle chiamate alle quali non riceveva risposta, ed ogni volta che
rimetteva il cellulare in tasca aveva sempre un'espressione
amareggiata, che cacciava subito via, facendo finta di nulla.
Probabilmente non si sentivano dalla prima sera al campo, la
sera in cui avevano litigato e poi lui si era confidato con me; se le
mie ipotesi erano esatte, ciò voleva dire che non sentiva i
suoi figli già da qualche giorno. Così, ogni
volta che coglievo in lui quell'espressione delusa, un'ondata di
dispiacere mi investiva. Anche questa volta avevo letto la stessa
passeggera speranza sul suo viso, ma dopo, aveva risposto a quella che
evidentemente era una telefonata di lavoro.
Almeno così mi parve, perchè passava da discorsi
seri del tipo "come siamo messi con le scadenze?", a battute del genere
" che vuoi che ti dica amico? Evidentemente non puoi vivere senza di
me!"
Quando la telefonata si concluse, disse
sarcastico<< Vedi? Solitamente è
così che vengo svegliato. Bello no? Detesto i
cellulari!>>
<< E tu spegnilo.>>
<< Non posso. Sono schiavo, purtroppo per
me!>> fece una smorfia, poi completò il tutto
con un sorrisetto di circostanza.
Di punto in bianco chiese << Allora...l'idiota ti ha
telefonato ancora ieri o ha mantenuto la sua geniale promessa
di scomparire?>>
<< Si, l'ha mantenuta.>> Risposi senza
trattenere una risatina, Johnny aveva detto " l'idiota", con
una tale nonchalance da fare risultare strana
quell'espressione...insomma non ci aveva messo disprezzo, era come se
Carlo fosse stato ribattezzato "l'idiota" e dunque fosse normalissimo
chiamarlo così. Ma non mi interessava affatto parlare di
Carlo, c'era una cosa che mi premeva chiedere: << Hai
intenzione di ripartire oggi?>>
<< Vuoi che me ne vada?>> disse con tono
provocatorio.
<< Oh no!>> dissi con più impeto
di quanto avrei voluto mostrarne.
Lui sorrise evidentemente compiaciuto ; << Beh.... sono
in Italia, un paese a forma di stivale circondato dal mare, dove il
cibo è vero cibo, la gente è
ospitale...>> mi stava facendo il verso <<
...e le ragazze ti piombano in stanza a sorpresa per servirti la
colazione! Ho ancora un giorno libero e date le premesse, credo proprio
di volerlo trascorrere qui. Prenoterò domani, posso anche
prendere un volo nel pomeriggio, non c'è fretta. Tu hai
fretta di tornare a casa?>>
<< Assolutamente no.>>
<< Bene. Allora che c'è in programma per
oggi?>> chiese mentre versava il caffè per
entrambi.
<< Non ci ho ancora pensato...>>
In realtà
c'era una cosa che volevo fare, non ne ero perfettamente sicura
però. Rimasi un pò in silenzio riflettendo, senza
rendermi conto che stavo fissando la tazzina di caffè, come
se quella potesse suggerirmi la soluzione.
<< Dai spara ragazzina, che pensi?>>
<< Sto pensando... che ieri sono scappata dal campo come
una ladra. Ok ero sconvolta e quindi ci sta. Ma ora a mente fredda, mi
rendo conto che mi dispiace non aver salutato Azuz, Fatima, Janus e gli
altri. E' vero che non li rivedrò più e quindi
forse non dovrebbe importarmi, ma loro sono stati gentili con noi,
abbiamo passato una bella serata insieme e poi me ne sono andata in
quel modo...Vorrei passare di là al volo a salutarli,
salutarli soltanto, e poi non so, potremmo girare per Roma...
>>
<< Davvero te la senti?>>
<< Si. Sempre se a te non dispiace...>>
dissi incerta.
<< No, certo che no...>>
Continuò con tono cauto; << ...mi preoccupo
solo...insomma se la incontri là in giro?>> Si
riferiva a Vesna.
<< Ho già accettato la cosa. Se la
incontro...incontrarla non cambierà nè
accrescerà la delusione che sento. Ascolta, lo so che
può sembrare strano e anche masochistico, che io abbia tutta
questa voglia di andare a salutare persone con le quali ho trascorso
solo una serata... Ma mi sono sentita a mio agio con loro, di
loro voglio conservare un bel ricordo e voglio lasciare un bel ricordo
di me. Ho bisogno che questa faccenda, almeno sotto un certo punto di
vista, abbia una conclusione positiva. Sento di doverlo fare. Chiamala
irrazionalità, chiamala come vuoi, ma...>>
<< No, non è irrazionalità, lo
capisco, e per me va bene.>>
Finimmo la colazione e me ne tornai nella mia stanza, così
che Johnny potesse vestirsi tranquillamente. Avevo bisogno di tornare
là e chiudere pacificamente quel capitolo della mia vita.
Tornata a casa avrei chiesto a Stefania di ospitarmi qualche giorno e
nel frattempo avrei cercato dentro di me il coraggio per tornare alla
realtà, per vedere mio padre e comunicargli che sapevo
tutto. Questi erano gli unici programmi per il mio futuro.
Johnny
chiamò nella mia stanza per dirmi di scendere nella hall.
Riconfermò la prenotazione delle camere, sempre a nome mio,
avremmo passato quella giornata in giro, poi una volta restituito il
camper, saremmo tornati lì per la notte. Il giorno dopo
avrebbe prenotato un volo per la partenza e lo stesso avrei fatto anche
io.
Appena arrivati al
campo ebbi una breve stretta allo stomaco. Strano... sembrava fosse
passato un millennio, dal giorno in cui avevo visto quel posto per la
prima volta. Invece era passato pochissimo tempo. Ma un tempo breve
fitto di eventi può sembrare eterno a volte.
Scendemmo e ci
dirigemmo verso la roulotte di Azuz. Mentre passavo tra le baracche,
cercai di non guardarmi intorno, non volevo in alcun modo rischiare di
incontrare lo sguardo di Vesna.
<< Azuz?>> Bussai alla porta. Poco dopo lui
aprì e ci guardò con un faccia sorpresa, dietro
di lui sua moglie seduta ad un tavolino faceva bracciali di perline.
<< Beatrice! Allora non eravate andati via. Mi sembrava
strano foste scomparsi in quel modo...Credevo che le
autorità vi avessero fatto sloggiare.>>
<< No...in realtà non siamo tornati per
restare, ma solo per salutare.>>
L'uomo rimase stupito e infatti disse << Non
restate allora? Come mai?>>
<< L'ho incontrata...ho parlato con Vesna...io...non ho
motivo di restare, non c'è più niente che devo
sapere.>> La mia voce era risultata un
pò tremante mentre dicevo questa frase.
<< Hai parlato con Vesna?! E cosa ti ha
detto?>> Ma perchè Azuz era così
sorpreso?
<< Mi ha detto...mi ha detto che è lei mia
madre e mi ha detto ... che le storie che ha raccontato in tv erano
vere.>> Azuz era a bocca aperta. Disse qualche frase in
una lingua che non conoscevo ,rivolgendosi a Zaira sua moglie, anche
lei assunse un'espressione stupita e si alzò dal suo
tavolino per avvicinarsi a noi. Poi l'uomo tornò a parlare
con me.
<< Ah no...questo no!>> ma che gli
prendeva? << Fin ora sono stato tollerante, ma
lei non può rovinare la memoria di tua madre! Non glielo
permetto. Quelle storie erano tutte bugie e lei non è tua
madre!>> esclamò.
Quante volte
può rompersi un cuore? Un numero infinito di volte...ora ne
ero certa. Johnny vedendo Azuz alterato, mi chiese cosa stesse
accadendo. Intervenne Zaira, che parlando in francese gli
spiegò tutto.
Scoppiò un
putiferio. Io ero ammutolita.
Johnny alzò la voce con Azuz... Con il
poco francese che conoscevo riuscii a cogliere solo alcune parole,
comunque mi sembrò di capire che rimproverasse l'uomo per
non aver voluto dire il primo giorno chi fosse la mia vera madre, gli
stava dicendo quanto fossi stata male a causa loro. Azuz rispose che
non aveva mai voluto prendermi in giro e altre cose
che non riuscii a capire, poi i due si allontanarono. Volevo
seguirli ma Zaira mi trattenne facendomi entrare.
<< Non preoccuparti Beatrice...ora ti spiegheremo tutto.
Azuz aveva già deciso di dirti la verità ma poi
siete andati via... non potevamo immaginare che nel frattempo Vesna
aveva fatto danni. Vesna non ci ha detto che ti aveva parlato!
>>
Oramai non avevo nemmeno la forza di stare male, ero solo confusa. Non
riuscivo neanche a capire se ero sollevata o meno per il fatto che
Vesna non fosse mia madre...Non riuscivo a trovare spiegazioni, era un
mistero, un crudele mistero.
Rieccomi! ^.^
Audaci
, coraggiose e pazienti lettrici, bentornate nei meandri di questo
intricato racconto! Siamo arrivate ad un punto di svolta che avevo
progettato fin dall'inizio.
Mi dispiace che il capitolo sia così breve, in
realtà non doveva interrompersi in questo punto, ma dal
momento che avrò molto da fare questa settimana, e che la
seconda parte con tutte le spiegazioni relative alla madre di B.
è ancora da sistemare...ho deciso di spezzarlo in due...non
ho resistito dovevo pubblicare e leggere le vostre
opinioni!!................................................................Ebbene
si!! Mi avete resa recensione/dipendente!!aahahhahahaha!!
Sta volta non ho domande da fare....anzi una si:
voi cosa servireste per colazione a Johnny?! Io avevo pensato di
metterci Beatrice sopra il carrello al posto del gelato...ma poi sarei
andata "giusto un tantinino" fuori dal carattere del
personaggio!!ahahhaahhaha! :D
Vabbè dai la smetto di fare la scema assatanata.... =.=''
Un abbraccio a tutte!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!SMACK E RI-SMACK! :D
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** XVII. Una donna coraggiosa ***
Premessa:
E' una sera di fine
estate e la pseudo/scrittrice di questa storia, se ne sta genuflessa
davanti al pc con le mani unite recitando così:
<< Perdono
ragazze, perdono e pietà!! >> :'(
<< So
di essere praticamente scomparsa e di non aver aggiornato la storia per
un secolo!! Potrei dire di essere stata rapita da un gruppo di
terroristi afghani, o magari non so... di aver avuto un incontro del
terzo tipo con Alien, Predator, ET, e Godzilla tutti insieme....Ma
l'amara e imbarazzante e vergognosa verità , è
che l'estate mi ha TRAVOLTA!
Ecco dunque
cosa ha causato la mia assenza: una cronica mancanza di ispirazione,
unita al fatto che di pomeriggi e serate a casa ne ho trascorsi davvero
pochi! Perciò niente ispirazione+niente tempo+mare+ore
piccole= niente scrittura... Lo so... sono pessima, davvero
pessima!>>
SCUSATEMIIIIII!!!!!
:'(
Ma come si suol dire,
chi non muore si rivede...non so se qualcuno avrà ancora
voglia di seguire questa storia, ma io intanto nel tentativo di farmi
perdonare, ho pensato di pubblicare due capitoli in una volta.
Inoltre ho fatto una
sintesi della storia, che se volete potete leggere per riprendere il
filo del racconto.
Beatrice
è una ragazza come tante, che si sente intrappolata nella
sua vita e nelle regole della società.
Ha una bella famiglia, un bel fidanzato, ottimi voti...ma
tutto questo non le basta.
Le cose cambieranno quando ad una prima cinematografica a
Venezia ( della quale ha ottenuto il biglietto d'ingresso per un caso
fortuito) incontra Johnny Depp, il quale resta colpito dal suo essere
tanto fuori dal contesto raffinato in cui si trova.
La
ragazza trascorre la serata con l'attore. E' una notte strana, Beatrice
litiga con il suo ragazzo, si ritrova ad un party di gente sconosciuta
ed alza un pò troppo il gomito. Ubriaca si ritrova nella
suite di Johnny che cerca di farla tornare in se prima di
riaccompagnarla. Ma le cose prendono un verso strano e Beatrice finisce
per chiedere all'attore di baciarla, cosa in cui viene accontentata.
La
mattina dopo Beatrice è troppo imbarazzata così
telefona al suo ragazzo e va via di nascosto lasciando Johnny
addormentato. Nelle ore successive scopre di essere stata fotografata
in compagnia dell'attore e di aver scatenato i gossip. I
giornalisti cominciano così ad interressarsi a lei, nel
tentativo di scoprire quale sia il suo rapporto con l'attore. Nel
frattempo Johnny è tornato a Los Angeles e Beatrice
è tornata a casa.
I
pettegolezzi continuano a lungo, le voci più assurde si
sovrappongono, finche un giorno una donna rom rilascia un'intervista (
senza rivelare la propria identità) nella quale afferma che
Beatrice è sua figlia e che il padre della ragazza l'ha
minacciata e pagata perchè le lasciasse la neonata al
momento della nascita.
Il mondo
di Beatrice crolla. Decide di cercare sua madre per capire di
più sulla sua storia e nella speranza che questa ritratti le
affermazioni che dipingono il padre di B. come un delinquente.
Per
riuscire nel suo scopo ( dato che le reti televisive si rifiutano di
rivelarle l'identità della donna rom) la ragazza contatta
Johnny tramite una serie di pacchi postali e quando riceve risposta da
parte dell'attore , lo raggiunge a Londra dove lui si trova per delle
riprese.
Qui i due
hanno un'accesa discussione riguardante la sera della prima,
discussione che si conclude con le scuse di Beatrice.
Qualche
giorno dopo i due partono per Roma poichè l'attore ha
scoperto che la madre della ragazza si trova in un campo rom della
città.
La donna
però non vuole incontrare la ragazza e così
Johnny decide di affittare un camper per piazzarsi nel campo
finchè la verità non sarà venuta a
galla.
Beatrice
riesce a far amicizia con le persone del campo, ma della madre nessuna
traccia.
Beatrice
e Johnny trascorrono la prima notte al campo raccontandosi diverse
cose, Johnny le parla dei suoi problemi con Vanessa e di quanto sia
preoccupato per i suoi figli.
Il
mattino seguente, mentre la ragazza appena svegliatasi ( dopo un
particolare sogno) vaga per il campo rom, una donna la chiama e le
rivela di essere sua madre.
La donna
si chiama Vesna e si mostra arrabbiata e fredda. Dice a Beatrice di
essere interessata solo al denaro, motivo per il quale ha rilasciato le
interviste dei mesi precedenti e poi la caccia via
rimproverandola di essere una snob, una persona che ha perso la
libertà tipica del popolo nomade al quale appartiene.
Beatrice
è molto ferita e sconvolta si ritrova tra le braccia di
Johnny, rendendosi conto che non le rimane nessuno di cui fidarsi,
poichè se ciò che le ha detto la donna
è vero ciò sta a significare che i suoi genitori,
quelli che l'hanno cresciuta, non sono affatto le persone oneste che
mostrano d'essere.
Johnny e
B. vanno via dal campo e dopo un pò di peripezie decidono di
andare a mare. Grazie ai suggerimenti di Stefania ( migliore amica di
B. e per nulla fan di Johnny) riescono a trovare una spiaggia
isolata. E' qui in mezzo all'acqua e scherzando con Johnny che B. si
rende conto di essersi innamorata ed è sempre qui che J. si
trova a riflettere sui suoi sentimenti e ad ammettere a se stesso che
in Beatrice non vede solo una "ragazzina". Così l'attore
decide di mantenere le distanze, poichè
non può permettersi di lasciare Vanessa.
Di
ritorno dal mare, Beatrice riceve un'altra spiacevoloe sorpresa. Carlo,
il suo ex ragazzo ( il quale l'ha lasciata dopo aver saputo la
verità sulle sue origini ) si trova a Roma, vuole aiutarla e
riconquistarla, ma trovandola con Johnny dà in escandescenza
ed i due si scontrano. Ovviamente ne esce sconfitto Carlo!
Il giorno
dopo B. decide di preparare una colazione a sorpresa a Johnny.
E'già Sabato ed il giorno dopo l'attore dovrà
partire. Beatrice gli propone quindi di passare la giornata a visitare
Roma, ma prima vuole passare un'ultima volta dal campo rom, per
salutare in maniera civile le persone che ha conosciuto lì (
Azuz, Fatima, Zaira, Janus ecc..).
Una volta
giunti al campo ecco l'ennesima "sorpresa". Azuz le rivela che Vesna
non ha detto la verità, che Vesna non è sua madre.
Spero che questa
sintesi vi sia stata utile, ora non rompo e vi lascio al nuovo capitolo.
:)
XIV. Una donna coraggiosa
Azuz e Johnny tornarono poco dopo, con loro c'era Vesna. Il mio stomaco
si contrasse alla vista di quegli occhi grigi, di quel volto
sfatto e colmo di rancori che non riuscivo a comprendere.
Johnny la guardava con una faccia da killer, ero certa che se
fosse stato un uomo l'avrebbe picchiata. Io, dal canto mio ero
totalmente priva di energie, tutte quelle emozioni forti mi
avevano infine come annullata. Volevo solo sapere la verità
qualunque essa fosse e mettere un punto a quella storia, chiudere il
cassetto e non aprirlo più. Dopo tutto quello che
già avevo sentito e provato, nulla poteva abbattermi. Almeno
lo speravo...in fondo non c'è mai fine al peggio.
<< Dille la verità!>> Era
Azuz che dall'alto della sua emorme stazza, ringhiava contro
Vesna furioso. La donna mi guardava con aria insolente.
<< Vesna...sai che non ero d'accordo quando hai fatto
quelle interviste ma ti ho protetta comunque,
perchè è così che fa la nostra gente,
qui tutti conosciamo il tuo caratteraccio, sappiamo che non ci stai con
la testa, ma questo non dovevi farlo! Tu ora hai fatto del male ad una
di noi, perchè Beatrice è una di noi! Ha capito o
no? Quindi spiegale tutto e chiedile scusa!>>
<< Sei uno stupido Azuz. Ma non la vedi? E' diventata
uguale alle persone che hanno ucciso sua madre!>>
Le persone che avevano ucciso mia madre? Mia madre era stata uccisa e
questa donna mi accusava di essere uguale ai suoi aguzzini...cercavo un
nesso logico nella mia testa e non ne trovatvo nessuno. Intanto i due
continuavano a darsi contro:
<< Ma che cosa diavolo stai dicendo! Tu sei pazza Vesna,
ne ho abbastanza dei tuoi rancori! Chiedile scusa oppure vai via dal
campo. Hai fatto troppi casini e se non dimostri di avere ancora un
pò di cervello in quella testa, nessuno di noi
potrà più fidarsi di te e dovrai andare via.
Quindi adesso se ci tieni a rimanere nella nostra comunità,
smetti di fare la stronza e di' la verità a questa
ragazza!>>
La donna non ebbe il coraggio di guardarmi in faccia, ma si decise a
parlare << Non sono io tua madre. Ma la
conoscevo...L'ho conosciuta a Belgrado, io volevo fuggire e anche lei
voleva fuggire, prima che i suoi scoprissero che era incinta e
la costringessero ad abortire o a sposare qualche lurido
vecchio. Così ci siamo fatte coraggio e ci siamo
imbarcate su un gommone clandestino. Ci siamo aiutate a vicenda
e siamo arrivate qui. Io non sono tua madre, ma ho avuto modo
di conoscerla bene e quando ti ho vista su quel giornale...piena di
trucco con quell'aria da ricca viziata, mi ha dato fastidio vedere che
eri diventata così diversa da lei e così uguale
alla gente "perbene" che ne ha causato la morte! Quindi no, non ti
chiederò scusa.>>
Si rivolse ad Azuz << Mi troverò un altro
posto in cui andare.>> Voltò le spalle e ci
lasciò tutti lì. Quella donna mi aveva giudicata
per qualche stupida immagine su di un giornale, io sapevo di non
corrispondere alla descrizione che aveva fatto di me, eppure non ero
riuscita a ribattere, troppo incredula, troppo desiderosa di arrivare
alla verità.
Johnny stava accanto a Zaira, che oramai era diventata la sua
interprete traducendo in francese ogni parola di ciò che
veniva detto.
Io stavo di fronte ad Azuz sempre più confusa, immersa nel
più totale silenzio.
L'uomo era rimasto per un pò a fissare accigliato l'uscio
della casa mobile e le spalle di Vesna che s'allontanava adirata.
Infine si era rivolto a me:
<< Ti parlerò io di lei, avevo già
deciso di farlo, quindi lo faccio adesso.>>
Respirai a fondo, strinsi i pugni e mi limitai ad annuire.
<< Tua madre si chiamava Amaranta, come il
fiore e lei era un fiore, era bella, bellissima! Noi siamo tutti mori,
diversi, ma lei aveva i capelli color del grano la vedevi arrivare da
lontano e brillare sotto il sole... tu le somigli in un modo
impressionante, quando ti ho vista mi è quasi preso un colpo
e l'altra sera mentre ballavi mi è sembrato di vederla.
Lei ballava, questo era il suo lavoro. All'inizio come mia
moglie Zaira , vendeva oggetti, bracciali, collane. Poi quando ha
ottenuto il permesso di soggiorno ha cominciato a fare la cameriera in
un locale. Un giorno l'hanno vista ballare e quello è
diventato il suo lavoro. Faceva degli spettacoli nei ristoranti, si
esibiva nella tipica danza Sinti durante delle feste...
Poi quando poteva, prendeva un pò di soldi, saliva
sul treno e spariva per giorni...veniva da te, ti veniva a
guardare, da lontano, senza farsi vedere e quando tornava era sempre
felice, perchè vedeva che ti stavano crescendo con amore,
che non ti mancava nulla...Stava aspettando che tu crescessi, voleva
incontrarti quando saresti stata abbastanza grande da poter capire.
Diceva sempre: "vado a vedere la mia Fiamma!", lei ti chiamava
così, perchè eri la fiamma del suo cuore e
avrebbe voluto darti quel nome... Era una donna determinata, tu sei
come lei.
Non mi aspettavo che venissi qui a cercarla, mi hai colto di
sorpresa, così ti ho detto che non ti voleva
vedere perchè non sapevo che fare... avevo paura che se ti
avessi detto delle bugie di Vesna, avremmo potuto avere guai qui al
campo. Ma poi sei rimasta, non mi aspettavo che rimanessi... che
cercassi di conoscere tutti noi,la gente è prevenuta con
noi; ma tu no.
Ho visto che sei come lei , sei testarda e coraggiosa e senza
pregiudizi. Ho capito che non ci avresti danneggiati, ho capito che
potevo raccontarti tutto. Ma Vesna si è messa in mezzo...
Vesna rimproverava a tua madre il fatto di averti data a gente
così diversa da noi e per questo forse è
così arrabbiata...per questo ha fatto ciò che ha
fatto...E' sempre stata scorbutica, però a tua madre voleva
bene, anche se molto diverse, erano amiche...Ah...forse è
meglio che io cominci dall'inizio...>>
Azuz sbruffò un attimo sotto i suoi grossi baffi e poi
continuò il suo racconto.
<< Vesna e Amaranta le ho conosciute sul
gommone clandestino venendo in Italia e con me c'era pure mia moglie
Zaira . E' stato un viaggio terribile, quella barca era
pienissima...c'era caldo, non c'era cibo...terribile! Loro due erano le
più giovani... Vesna era di qualche anno più
grande di tua madre, cercava di aiutarla e anche io e Zaira cercavamo
di aiutarla.
Amaranta era così piccola, indifesa...solo 15 anni e te
nella pancia. Era scappata dalla sua famiglia, erano degli integralisti
islamici...molto severi. Ma lei non ha mai raccontato molto di
questo... ha solo detto che voleva essere libera ma sopratutto voleva
che TU fossi libera e perchè questo accadesse doveva
metterti al mondo in un posto diverso da Belgrado e sopratutto lontano
dalla sua famiglia... penso che i suoi genitori la trattassero male...
Quindi sappi che se lei ti ha data via non è stato certo per
denaro!
Quando siamo arrivati in Italia aveva paura che la sua famiglia la
trovasse ... eravamo clandestini e non voleva essere rispedita in
Jugoslavia. La notte in cui sei nata, è stata una notte
assurda! Avevamo bisogno di un medico, avevamo paura però
che in ospedale ti avrebbero presa. Amaranta non voleva che finissi
chissà dove, lei ti aveva portata con se in Italia, lei non
voleva staccarsi da te. Poi abbiamo visto quell'ambulatorio, il medico
ha promesso che non avrebbe detto nulla e l'ha aiutata a partorire.
La prima settimana tu sei stata con noi, ma vivevamo all'aperto e non
avevamo soldi e ti sei ammalata, così tua madre ti ha
portata di nuovo in quell'ambulatorio.
Insomma , io non so di preciso come è accaduto...
so solo che lei si è resa conto che non poteva tenerti con
se, perchè eri debole, piccola e in quel modo avresti fatto
una brutta fine. Quel medico era stato molto
gentile...Amaranta tornò al nostro accampamento
piangendo e senza di te, ma disse queste parole : " Ha guardato la mia
bambina con amore, l'ha curata con amore...credo la crescerà
con amore. So che non le mancherà nulla...potrà
studiare ed essere libera, non una clandestina costretta a nascondersi!
Non posso curarla, non posso sfamarla... ma posso salvarla dandola a
quella famiglia italiana. Nessuno lo deve sapere, solo così
mia figlia sarà libera. "
Per questo ti ha data a quel medico, perchè ti amava e
voleva il tuo bene. E prima di darti a lui ha voluto conoscerlo, capire
com'era. Ha detto di aver conosciuto anche sua moglie e sua madre, una
donna "anziana e libera" così l'aveva definita, dicendo che
era sicura che nelle sue mani avresti imparato quali sono le cose
importanti...Ha chiesto loro di amarti...solo questo. Anche se era
così giovane...anche se aveva soli quindici anni ha fatto
l'atto più bello che si possa fare, ha preferito soffrire la
tua assenza, farsi da parte, piuttosto che farti mancare qualcosa. Non
ha mai smesso però di controllare che tutto andasse bene,
che ti trattassero davvero come una figlia...di nascosto, in silenzio
senza che tu la vedessi veniva a controllare...e non ha mai smesso di
farlo fino al giorno in cui è morta.>>
Ancora una volta tutto il mondo appariva diverso. Ancora una volta sul
mio viso scorreva qualche lacrima, lenta...qualche lacrima di
commozione, non più di dolore.
<< Come è morta mia madre...?>>
chiesi con l'unico filo di voce rimastomi.
<< Eravamo già a Roma quando è
morta...è stato otto anni fa, in una zona diversa da
questa... Eravamo in un campo abusivo e qualcuno lo ha incendiato,
probabilmente le persone che abitavano in quella zona,
perchè il campo dava loro fastidio. Amaranta e altri tre di
noi non sono riusciti a salvarsi...erano troppo vicini alla baracca in
cui tenevamo le bombole del gas.... non lo so perchè quella
gente ha voluto fare questo! Non si è mai scoperto
di preciso chi è chi è stato, la polizia ha avuto
dei sospetti su alcuni ragazzi di buona famiglia cha abitavano
lì, ma non c'erano prove, niente di certo, sono stati
scagionati... Ma Vesna da allora ha nutrito molta rabbia verso tutti...
E' per questo che fa quei discorsi strani, che ti ha fatto quelle
accuse.
Però tu non devi essere triste nè
arrabbiata Beatrice, tua madre ha vissuto qui in Italia gli anni
più belli, se fosse rimasta in Jogoslavia non avrebbe mai
potuto essere se stessa, avrebbe dovuto sottomettersi a delle leggi
assurde e avrebbe dovuto rinunciare a te. Sapessi, me la ricordo
così bene...lei sorrideva sempre e tu eri uno dei motivi per
i quali sorrideva. Si sentiva realizzata per essere riuscita a mettere
al mondo una figlia libera in un paese libero. >>
La verità fu finalmente chiara ai miei occhi, e non era
spaventosa, era la verità che in cuor mio avevo sempre
sperato di sentire: non ero stata venduta o abbandonata; ero stata
AMATA. Amata dalla mia madre naturale, amata dai miei genitori adottivi.
Mio padre era l'uomo che avevo sempre creduto fosse, non un
ricattatore, non un disonesto. Era un medico che aveva aiutato una
ragazza clandestina, con tutti i rischi che questo comportava, era
stato fedele ai suoi giuramenti, curare ed aiutare il prossimo. Renato
Fiore era l'uomo che mi aveva presa e cresciuta al meglio che
poteva, come fossi sua ed era esattamente l'uomo che conoscevo. Nessun
orribile scheletro...solo un uomo che aveva voluto essere padre, e che
si, non mi aveva mai detto la verità, ma ora ero
certa lo avesse fatto solo per paura di perdere il mio
affetto e non per nascondere un lato oscuro di sè. Viste
così le menzogne dei miei genitori non mi ferivano
più, piuttosto creavano in me comprensione e tenerezza nei
loro confronti.
E infine nonna Elide, il centro di tutto.
Elide ed Amaranta si erano conosciute, erano due lati di una stessa
medaglia...
I discorsi che mia nonna mi aveva sempre fatto; libertà,
correttezza, forza nel seguire i propri obiettivi, nell'avere il
coraggio di essere ciò che si è, nell'essere
capaci di non giudicare gli altri in base al loro stato sociale... a
quei discorsi avevo sempre fermamente creduto, ma ora avevano
più senso che mai.
Erano discorsi che celavano in sè la verità, che
mi spingevano a non aver paura per ciò che ero e
ciò che avrei potuto scoprire in futuro. Elide sapeva che un
giorno avrei conosciuto Amaranta, Elide voleva che quel giorno potessi
mettere in atto la pazienza e la tolleranza che lei mi aveva insegnato.
Osservai il mio bracciale...il fiore, la vita, Amaranta aveva
preservato la mia vita. Il delfino: aveva affrontato le onde,
letteralmente e figurativamente, per poter essere libera e
perchè anche io lo fossi. I suoi erano gli stessi principi
secondo i quali vivevo io e secondo i quali aveva vissuto mia nonna. Un
legame, un filo invisibile che ci univa...
In quei ciondoli, nel loro significato c'era la linea guida della mia
vita. Tutto lo smarrimento che avevo provato scomparve: mi resi conto
che non ero affatto un essere indefinito, non ero diversa da chi mi
aveva cresciuto e non ero diversa da chi mi aveva generato. In me si
compivano la cose più importanti che caratterizzavano le
persone a me care.
Persone tanto diverse legate da un'unica cosa; l'amore. Ognuna di
quelle persone, praticando l'amore era stata felice e dunque
come potevo io non esserlo?
Amaranta non c'era più... e Dio solo sa quanto avrei voluto
che lei fosse ancora viva, quanto avrei voluto parlarle, conoscerla.
Eppure un pensiero mi consolava, lei aveva conosciuto me ed era
contenta quando mi vedeva ed anche se non ci eravamo mai
parlate anche io la conoscevo, per il semplice fatto che ero come lei.
Me lo aveva appena detto Azuz... ero come lei.
Ecco perchè piangevo adesso; sentivo la mancanza d'una donna
mai incontrata, ma mentre ne sentivo la mancanza era viva in me la sua
presenza, così il dolore si mischiava alla gioia,
e all'improvviso, l'inquietudine che mi aveva sempre invasa
quando mi scoprivo tanto diversa dalla gente intorno a me, era
scomparsa, sostituita da un senso di fiero orgoglio perchè
dopotutto, non ero folle, incompleta e strana, ero solo IO: una zingara
e una studentessa modello, la figlia di due persone oneste e la figlia
di una coraggiosa Sinti...
Avevo sempre oscillato tra due poli opposti, tra la voglia di
libertà e far follie e quella di essere matura e stabile, e
tutto questo, ora, per la prima volta, era infinitamente logico: in me
c'erano quei poli opposti, in me c'erano due anime e ci sarebbero
sempre state.
Avevo sempre creduto che questa mia incapacità di scegliere,
dipendesse da un'immaturità di fondo, ma adesso in un
mattino caldo di Luglio, scoprivo di non essere una ragazzina
incerta, ma una donna, con tutte le sue sfaccettature, che per quanto
varie e contrastanti mi rendevano la persona che ero e di nessuna di
quelle sfumature avrei mai voluto fare a meno.
Mi alzai dalla sedia e tutto ciò che riuscii a fare fu
abbracciare Azuz per avermi finalmente detto tutto.
Poi lanciai uno sguardo a Johnny, avevo gli occhi gonfi di lacrime ma
sulle mie labbra aleggiava il sorriso. Non fu necessario dire nulla, si
avvicinò e basta, non mi sfiorò non disse nulla,
mi guardò a lungo e poi sorrise... ad un passo da me ma
più vicino che mai.
Rimase lì anche nei minuti successivi, quando finalmente
uscendo dal mio silenzio chiesi tutto ciò che mi veniva in
mente, volevo sapere più cose possibili di Amaranta.
Sul mio padre naturale tutto ciò che riuscii a scoprire fu
che era un soldato Americano e che era stato il primo amore di
Amaranta. Quando aveva finito la sua missione, si erano detti addio e
da quell'addio ero nata io. Non volevo sapere altro, non mi servivano
altre ricerche, ero venuta a cercare la verità e a trovare
me stessa e finalmente ci ero riuscita.
Ragazze questo
capitolo l'ho odiato ed è stato uno dei motivi del mio
blocco ( blocco che finalmente si è interrotto)!!
:( Insomma
è un capitolo noioso e praticamente non
compare il personaggio di Johnny, ma non potevo fare altrimenti,
è il capitolo delle spiegazioni, dopo tanti casini
è venuta fuori la verità.
Il vantaggio di tutto
ciò è che da ora in poi Johnnino caro
sarà più che presente, assolutissimamante
presente :D
Che dire??
Spero
che voi ci siate ancora nonostante la mia prolungata assenza!!
Daaaaaiiiiii ditemi che ci siete!! vi preeeeegooooo!!!! :) :)
tanti
baci belle fanciulle,spero di sentirvi nelle recensioni!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** XVIII. Danze e falò ***
A.A.A : Se avete cliccato su
"ultimo capitolo" vi chiedo di andare un capitolo indietro
perchè ne ho pubblicati due in una volta.
Se non avete cliccato sul ultimo capitolo...beh allora è il
caso che io mi tolga dalle scatole e vi lasci leggere! XD
XVIII. Danze e falò
Comprai degli
Amaranti un enorme mazzo e li portai sulla tomba di mia madre, insieme
vi misi una lettera:
Ho
sempre creduto che i pensieri e le parole possano arrivare ovunque,
superare qualsiasi limite e barriera, perfino la distanza creata dalla
morte. Mi sentirai, lo so.
Dovrei
essere triste per non averti conosciuta..e lo sono mamma. Ma
più forte della tristezza è il mio orgoglio.
Sono orgogliosa, orgogliosa di avere il tuo sangue nelle vene,
orgogliosa di ciò che sei stata...felice di sapere che anche
se a distanza tu mi hai conosciuta, osservata e vegliato su di me.
Tutto ciò che riesco a pensare adesso è che di
certo ,anche ora , mi stai osservando, attraverso questi
fiori...attraverso il vento, attraverso il mio cuore che è
il tuo stesso. Ora so dare un nome alla mia voglia di
libertà: Amaranta.
Tu
hai vissuto libera e sono certa che anche adesso sei libera e presente,
come l'aria che respiro, che sei intorno a me e lo sei sempre stata.
Ora so da dove viene questa mia voglia di fuggire, questo mio amore per
una vita priva di limiti.
Ora capisco, che il mio desiderio di una vita piena e totalmente priva
di gabbie, mentali e sociali, non è follia o capriccio ma
è la manifestazione della tua essenza, del tuo essere che
sta continuando in me, tua figlia.
Ti prometto mamma che sarò libera SEMPRE, non
renderò vani i tuoi sforzi e niente corromperà
quell'energia che viene da te e esiste in me. Sarò sincera e
amerò senza riserva, senza paura, come hai fatto tu. E
danzerò e sorriderò e andrò in giro
per il mondo con gioia e fiducia portandoti con me ogni momento.
Ti
penserò e ringrazierò per questo tutti
i giorni della mia vita...
La tua
Fiamma
Lasciai quella lettera e tornai in direzione di Johnny,che era rimasto
a pochi metri da me. Nelle ultime ore mi era stato accanto
pazientemente, senza chiedere nulla. Lo raggiunsi, aveva un sorriso un
pò imbarazzato, probabilmente gli sembrava strano rompere
quel silenzio, o forse non sapeva che parole utilizzare per
farlo.
Credeva che fossi ancora scossa, ma io adesso ero serena e avevo
intenzione di seguire l'esempio di Amaranta, reagire con gioia e con un
pò di follia.
<< Johnny...?>>
Mi guardò interrogativo.
<< Voglio organizzare una festa.>> dissi
risoluta mentre lui mi guardava stupito.
<< Una festa?!>>
<< Lo so ti sembrerò matta,ma ciò
che ho scoperto oggi mi fa venir voglia di festeggiare. La persona che
ho conosciuto tramite i racconti di Zaira e Azuz è una
persona che va festeggiata, non me ne starò a piagnucolare.
Allora ci stai? Festeggiamo?>>
Sembrò pensarci sù un attimo, poi scosse la testa
divertito, mi afferrò per il mento e con aria buffa rispose
<< Ovvio che ci sto
ragazzina!>>
------------------------------
Fu così che nell'ora successiva, dopo aver chiesto ad Azuz
il permesso per organizzare la suddetta festicciola, mi ritrovai a far
la spesa.
Portai con me Fatima perchè potesse suggerirmi
cosa comprare, cosa piaceva agli altri. Ci caricammo di carne da
grigliare, panini , salsette varie e stuzzichini di ogni genere.
Ovviamente Johnny scelse il vino. Litri e litri di vino!
Tornati al campo Azuz ci presentò il resto del gruppo:
Rodrigo, Giosuè, Arianna, Fernanda e Davìd.
Davìd, figlio di Arianna e Giosuè, era un bimbo
dell' età di cinque anni circa, Zaira mi
spiegò che era una sorta di mascotte per quel gruppetto;
infatti i cinque si guadagnavano da vivere animando feste e fiere di
paese, con balli , musica e canti. La sera che io e Johnny eravamo
arrivati per la prima volta al campo, loro erano appunto impegnati in
una di queste feste, motivo per il quale non li avevamo ancora
conosciuti.
Dopo le dovute presentazioni cominciammo a sistemare tutto per la
nostra festicciola. Era ormai sera e per avere sufficiente luce
decidemmo di creare un piccolo falò.
Quando la carne fu sul fuoco ed il vino nei bicchieri, la serata si
animò velocemente.
Il piccolo David fece sfoggio delle sue qualità nel ballo,
sembrava quasi una molla quel piccoletto, dati i salti e le capriole
che riusciva a fare!
Mi sentivo finalmente felice, in pace con me stessa e sopratutto in
pace con le persone che amavo, i miei genitori.
Mi sedetti vicino al
falò, accanto a me, Zaira e Azuz ,si scambiavano smancerie,
che mai mi sarei aspettata da persone della loro età, ed io
intanto non facevo che ridere e bere, bere e ridere... Al quinto
bicchiere di vino, mi resi conto di avere gli occhi fissi su
Johnny...mi accorsi anche che non avevo intenzione di distoglierli.
Ancora un giorno con lui e poi non avrei più
potuto ammirare la sua bellezza se non attraverso lo schermo, quindi
volevo stamparmelo in mente esattamente come era in quel momento:
rilassato, naturale con il suo inconfondibile modo di muoversi e di
scherzare. Mi stava di fronte, toccando le corde della chiatarra che
docili emettevano i più bei suoni ed io desideravo essere
come quello strumento nelle sue mani.
Si accorse che lo fissavo, ma non distolsi lo sguardo. Era eccitante
non cedere, rimanergli incollata, anche se solo con la mente...
Passò un tempo infinito, lui abbandonò i miei
occhi un millesimo di secondo per guardare le corde, e poi
con prepotenza, invadenza ed un magnifico sorriso tornò a
guardare me. Cambiò melodia e lessi nel suo labiale queste
parole :
" This is for you..."
Almeno questo mi parve di capire dai movimenti delle sue labbra,
perchè lui non aveva emesso suono...eppure continuava a
fissarmi in modo strano.
All'inizio non
riconobbi il brano, poi mi parve familiare. Johnny non stava cantando,
ma solo eseguendo gli accordi... (
1 )
Il brano era un
classico... You are so beautiful , più andava avanti
più mi rendevo conto che era proprio quello. Era vecchissima
come canzone, ma io la conoscevo perchè, una volta un
ragazzo, un turista, l'aveva dedicata a Stefania e quando era partito
lei non aveva fatto altro che ascoltarla per giorni, con la faccia
sognante e nostalgica.
Era diventata una droga per lei ed un tormento per me, che avevo finito
per impararne a memoria (senza volerlo) le parole, che in effetti non
erano molte e si ripetevano sempre uguali. Cominciai a cantarla
mentalmente mentre lui suonava. No, non poteva essere... Sicuramente mi
ero immaginata la dedica. Perchè? Perchè il testo
della canzone faceva più o meno così:
You are so beautiful to
me- Sei così bella per me
you are so beautiful to
me- Sei così bella per me
can’t you see?-
Non riesci a vederlo?
You’re
everything I hope for - Tu sei ogni cosa che desidero
you’re
everything I need- tu sei tutto quello di cui ho bisogno
(...)
Non ricordavo tutte
le parole, ma più o meno il succo era questo! Impossibile
che mi stesse dedicando quella canzone, decisamente impossibile...Me lo
ero sicuramente immaginata... forse dovevo smetterla di bere.
E lui intanto sorrideva e le sue dita si muovevano agili...
ed il suo sorriso accennato, muoveva invece i miei
sensi e i miei pensieri, verso luoghi tanto invitanti quanto
peccaminosi...
<< Ooohhhii??? EHhy?? Beatrice estai aquì o in
un otro mundo?>>
<< Fatima! Oh si sono qui...>>
<< Beh..te sto chiamando da un ora. Eri incantata
eh?>> Sorriso ammiccante. L'ultima cosa che mi serviva
era che Fatima si mettesse a fare di nuovo discorsi sul mio
innamoramento per Johnny e sulla sua mascolinità.
Presi in pugno la situazione:
<< Su
dai! Continua a darmi le tue lezioni di ballo!>> Mi alzai
dal prato con un mezzo capogiro.
<< No, no...sennò mio fratello se
arrabbia...>>
<< Tuo fratello?>>
<< Janus! >> Ah! Quindi Janus era suo
fratello!
<< E perchè si dovrebbe
arrabbiare?>> Dissi sorridendo presa dall'ebbrezza
dell'alcol.
<< Porchè vuole ballare lui con te. Ma non se
decide a venirtelo a chiedere. Me sa che ha preso una
cotta!>> E rise con quel suo modo strano e roco.
Pensai che era perfetto, ottima soluzione : ballare con un bel ragazzo
che si era preso una cotta per me ( secondo sua sorella ovviamente, ma
io avevo i miei dubbi...) mi avrebbe distratta da Johnny.
Partii in direzione di Janus tutta allegra:
<< Dai fammi ballare!>> Dissi prendendogli
sfacciatamente una mano. All'inizio il ragazzo mi
guardò un pò stordito, forse Fatima mi
aveva presa in giro... Poi fece un gran sorriso soddisfatto e disse:
<< Te lo volevo chiedere da un ora!>> No,
forse Fatima non mi aveva presa in giro.
Il ragazzo cominciò a farmi volteggiare, a girarmi e
rigirarmi. Nel frattempo Johnny aveva smesso di suonare, sostituito da
Rodrigo e Giosuè, mentre lui si dedicava al bere.
Chiacchierava con quelli del gruppo che parlavano francese ed anche con
chi non lo parlava, cercando di farsi capire a gesti. In alcuni momenti
era buffissimo!
Io me ne stavo la, in mezzo agli altri a fare giravolte mezza
stordita. Però mi stavo divertendo come una matta. Janus mi
prese una mano e mi fece girare finchè il braccio fu steso,
poi con uno strattone mi fece nuovamente girare su me stessa,
arrotolandomi come una trottola al mio stesso braccio, così
mi ritrovai appiccicata a lui di schiena, una mano sulla vita e
un'altra che mi avvolgeva trattenendomi in quella posizione.
Sensuale, parecchio sensuale...Allora perchè non me ne
fregava niente accidenti??! Lo guardai ed ebbi l'ennesima conferma di
ciò che Fatima sospettava. La sua faccia parlava chiaro,
Janus ci stava provando...ci provava di brutto, perchè
adesso mi ballava un pò troppo vicino e mi fissava in modo
inequivocabile. Se solo anche i comportamenti di Johnny fossero stati
tanto trasparenti come quelli di quel ragazzo... invece non lo capivo!
Mi stavo ancora chiedendo se mi avesse o no dedicato la canzone!! Ma
come si fa a non capire se uno ti ha dedicato o no una canzone?
Dubitavo seriamente delle mie capacità intellettive ed ero
sempre più convinta che il desiderio di piacergli mi facesse
vedere cose che in realtà non esistevano.
"Bea stai di nuovo pensando a lui...non dovevi distrarti?"
Cercai di schiacciare dalla mente la faccia di Johnny e mi
concentrai su quella di Janus: riccioli
ribelli, carnagione scura, labbra carnose,un piccolo neo sulla
guancia...Proprio niente male. Mi strinse ancora di più e
prima che me ne rendessi conto, mi stampò un bacio sulla
bocca. Le mie labbra rimasero serrate. Niente, nessuna, nessunissima
emozione. NIENTE! E questo per un solo e semplice motivo: le uniche
labbra che volevo, stavano a qualche metro di distanza da me, dietro le
mie spalle e sotto due famosi baffi.
Janus si staccò deluso. Io ero fredda e rigida.
<< Scusa Beatrice pensavo...>>
<< Tranquillo...non fa niente.>>
Si può reagire con tanta indifferenza ad un bacio?
Io lo avevo appena fatto, non era stato nè
sgradevole nè piacevole... avrei di certo provato
più emozioni mangiando una caramella!
Vidi spuntare una chitarra, la percorsi lentamente con lo sguardo,
avevo i riflessi rallentati. La chitarra era sorretta da una mano con
diversi anelli ...
<< Che ne dici di suonare un pò tu Janus? E'
il mio turno di ballare...>>
CCHE??? CHE COSA?? Chiaramente stavo di nuovo dormendo e sognando,
figurarsi se Johnny voleva ballare, l'aveva detto lui che non ballava!
Invece era lì accanto, con un sorrisetto
sarcastico in viso, stava porgendo la chitarra a Janus , il quale la
prese senza fare storie e si andò ad aggregare agli altri
due musicisti. Io ero in uno stato pseudo vegetativo e lo guardavo
stupita.
<< Ho pensato che volessi essere salvata,
ragazzina!>> mi fece l'occhiolino lanciando un'occhiata
veloce in direzione di Janus, per poi tornare su me.
<< Salvata?>>
<< Sbaglio o stavi cercando di rifiutare quel
ragazzo?>>
<< Veramente era tutto apposto Johnny...>>
Con questo intendevo dire, che Janus non aveva insistito poverino e non
mi stava certo forzando, quello che invece Johnny
capì fu tutt'altro, a giudicare dalla sua espressione.
Fece una faccia assurda, come se dormendo fosse caduto dal
letto risvegliandosi col sedere su di un cactus , poi rimase per un
pò a bocca aperta e con gli occhi sgranati emmettendo un
solo suono:
<< Ah.>>
Rimasi in attesa fissandolo interrogativa e cercando con
tutta me stessa di non ridere. Lui, finalmente chiuse la bocca, e a
labbra serrate fece un sorriso che mi sembrò di plastica,
uscendosene infine con questa frase: << Bene, allora te
lo chiamo subito, così potrete continuare. Credo di avervi
interrotti.>>
<< No. Tu ora balli con me!>>
Dissi dispettosa e divertita. Era forse geloso?
Alzò un sopracciglio << E lasci il tuo Romeo
là ad aspettare?>>
<< Ma quale Romeo Johnny! Dai, non fare il finto tonto,
hai visto che mi ha baciata no? >>
<< Si, giust'appunto!>> Aveva un tono
sarcastico e muoveva la testa annuendo.
<< Allora avrai visto anche, che sono rimasta di
ghiaccio.>>
<< Non lo so, eri di spalle. Sei rimasta di
ghiaccio?>> era un sorriso soddisfatto quello che gli
leggevo in volto? << Ma povero
ragazzo!>> Si, lo era.
<< Ma sei geloso?! >> Non ero io a
chiederlo, era il vino!!
<< Si gelosissimo!>> Rispose ironico
ridendo. Era su di giri pure lui a causa dell'alcol, non lo avevo mai
visto così. Era irritante. Terribilmente irritante!
<< Su ragazzina... se vuoi divertirti con quel ragazzo
puoi farlo, non ti vergognare! Cogli le occasioni che la vita ti offre,
io di certo non starò qui a biasimarti! >>
<< Ma sentilo!Non ho certo bisogno del tuo
permesso!!>> Ecco che mi stavo incavolando sul serio. Per
un millesimo di secondo avevo davvero pensato che fosse geloso, ma se
uno è geloso di te, non ti spinge certo ad andarti a
"divertire" con un altro! Questa però era una serata di
festa, una serata tra gitani alla luce di un bel falò e con
il suono delle chitarre... non potevo incavolarmi in una serata del
genere. Feci un sorrisetto furbo.
<< Stai facendo tutti questi discorsi irritanti ed
inutili solo per non ballare. E' vero o no uomo di
mondo, abilissimo con la chitarra ma incapace di mettere un
piede davanti all'altro a ritmo di musica?>>
Rise di nuovo ed alzò le mani in segno di resa
<< Ebbene mi hai scoperto! >>
<< E invece sai che ti dico? Tu non scappi ed ora la
paghi!>>
<< La pago per cosa?>>
<< Ma per avermi separata dal mio Romeo
no?!>> Avevo imparato ad imitare il suo sarcasmo, devo
dire che era utile e divertente.
<< Ah...ho fatto una cosa davvero grave
allora...>> spinse le labbra in fuori e
strizzò un pò gli occhi, fingendo di riflettere.
<< ...in tal caso, se devo scontare la pena, dovrai
insegnarmi a ballare e già so che non ci riuscirai
ragazzina... >> disse oscillando il dito indice in
perfetto stille Willy Wonka.
<< Mi sottovaluti Johnny...non hai idea di quante cose
potrei riuscire a farti fare... >> Ma che cavolo stavamo
facendo? Stavamo flirtando?? Ero troppo ubriaca per pensarci... anche
lui era troppo ubriaco. Al diavolo tutte le mie paranoiche riflessioni!
<< Ah si? E cos'è che riusciresti a farmi
fare?>> Lui aveva una faccia maliziosa ora e non me la
stavo di certo immaginando!
<< Innanzitutto... tanto per cominciare, posso farti
ballare. >>
<< E cosa aspetti?>>
<< Aspetto che ti avvicini. Te ne stai ad un metro da
me...non mordo mica sai?>>
<< Non ne sono sicuro...>> disse
facendo un passò avanti e rimanendo a pochi centimetri da me
con quella sua faccia da schiaffi, che ora ricordava tanto il capitan
Sparrow quando si confrontava con Elizabeth.
<< Ora dovresti stringermi.>>
Non se lo fece ripetere due volte...
<< Ah...questo lo so fare! >>
Si lo sapeva fare e pure bene. Mi passò una mano dietro alla
vita e mi attirò a se in maniera decisa, molto decisa.
Sentii tutto il suo corpo contro il mio. Stavo giocando con il fuoco e
mi piaceva terribilmente il calore di quel fuoco... Cominciarono le
danze.
In realtà non stavamo davvero ballando, quello che Johnny
stava facendo era oscillare in modo piuttosto aritmico e un
pò troppo lento per la musica che c'era in quel momento, ma
che dire? Era comunque da brividi, per alcuni semplici motivi:
Uno: eravamo faccia a faccia, vicinissimi, così vicini da
sentire il suo respiro sfiorarmi, così vicini che potevo
letteralmente annegare nell'abisso del suo sguardo. Due: le
sue mani su di me, erano tutt'altro che timide e mi attirava
sempre di più. Tre: Potevo rimanere abbracciata a lui pur
non essendo in lacrime o sconvolta ( evento eccezionale!) e
abbracciarlo era una cosa che mandava i miei sensi all'ospedale. Motivo
numero quattro: il modo in cui mi guardava mi ricordò il
sogno che avevo fatto la mattina prima. Infine, motivo numero cinque:
stando nella posizione sopra illustrata, ad un certo punto mi rivolse
queste parole con una voce sussurrata e a dir poco
elettrizzante :
<< Noi non stiamo certo ballando
ragazzina...perchè se ballare fosse sempre stato
così, lo avrei fatto ogni giorno...>>
" Baciami ti prego
baciami...baciami! Perchè non mi baci?Oddio! Devo parlare o
finirò per baciarlo io... e che il cielo mi fulmini se lo
faccio...se lo faccio e lui si ferma di nuovo come ha fatto a Venezia,o
come ha fatto a mare, mi lancio dentro il falò per la
vergogna!! Lo giuro!! Parla Beatrice parla..."
Parlai, pronunciando
frasi del tutto inutili. << In effetti non stai proprio
ballando...stai dondolando e...>> sentii qualcosa di
strano, uno strano movimento che proveniva dai suoi pantaloni...
<< ...e... stai vibrando?... stai vibrando
Johnny?!>>
<< Vibrando?!>> Strabuzzò gli
occhi e il momento magico finì mentre io mentalmente mi
prendevo a pugni da sola, con violenza con molta violenza!
Tempismo a dir poco perfetto... Non credo di aver mai odiato
tanto la tecnologia! Johnny si mise una mano in tasca e tirò
fuori il cellulare, lo schermo era illuminato, lo
guardò, aggrottò la fronte e poi rise
<< Eh si, stavo proprio vibrando!>> Poi mi
rivolse un'occhiata dispiaciuta << E' mia sorella
Christie, è strano che mi chiami a quest'ora... Credo
proprio che dovrò rispondere.>>
Si staccò da me e mentre si voltava disse a voce alta con
tono insolente: << Se vuoi... puoi tornare a ballare con
il tuo "Romeo" , ma non credo che possa equiparare la mia immensa
maestria nella danza!>> e si allontanò.
Ma non potevo stare zitta? Maledetti cellulari. MALEDETTI,
MALEDETTISSIMI, STRABIMALEDETTI CELLULARIIIIIIIIIII!!!!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** XIX. Accidenti a te! ***
XIX. Accidenti a
te!
“Ei fu siccome immobile dato il
mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, cosiiii….mmhhhh…così percossa e
attonita la terra a nunzio sta,muta pensando all’ultima ora
dell’uom fatal….Ne
sa…...........ne sa?...che né sa?! Ah si: ne sa quanto una simile orma di
piè mortale la sua cruenta polvere a calpestar
verrà…Lui….lui….lui
sfolgorante
e…....sott’olio?!mmmmhhh….no!Lui sfolgorante e in solio vide
il mio genio e….giacque?! …No,no: tacque! Dunque
dov’ero arrivata? …Mhhhh…Vide il mio genio e
tacque….cavolo poi non me la ricordo
più…maledetta, maledetta poesia!!!!”
Sicuramente vi starete
chiedendo per quale motivo, io Beatrice Fiore, stessi ripentendo dentro
la mia mente Il cinque Maggio di Manzoni.
No
tranquille, non ero tornata indietro nel tempo fino alla terza
elementare, assolutamente no. Ero ancora nel campo rom a Roma, era
ancora sera, c’era ancora festa, Johnny si era allontanato da
qualche minuto ed io ero ancora impalata al centro della nostra
improvvisata pista da ballo.
Capisco
che tutto questo, continua a non spiegare, il motivo per il quale il
mio cervello, era tornato in terza elementare ed in particolare a
quella poesia.
Beh…per
una serie di motivi:
- Quella
poesia mi aveva sempre annoiata a morte
- Quella
poesia mi stava così tanto sulle balle che non ero mai
riuscita ad impararla
- Il
fatto di non esser mai riuscita ad impararla mi faceva imbestialire
- Imbestialirmi
per quella poesia, in quel preciso istante, era l’unico
metodo che il mio povero cervello preda dell’alcol e dei miei
ormoni incompresi e disadattati, era riuscito a trovare per evitare che
io svolgessi una delle seguenti azioni:
Correre
dietro a Johnny, afferrare il suo cellulare, lanciarlo in aria e poi
chiedergli di darmi una dimostrazione, della differenza tra un bacio
cinematografico ed uno reale.
Oppure,
correre dietro a Johnny afferrare il suo cellulare e chiedere scusa a
Christie perché purtroppo mi trovavo costretta ad abusare
del corpo del suo fratellino.
Mi pare
chiaro che per quanto allettanti, queste possibilità, erano
da scartare del tutto. Ecco dunque perché io, Beatrice
Fiore, alias ragazzina alias zingara alias maniaca sessuale stavo
ripetendo Il cinque maggio di Manzoni! Adesso è tutto
più logico e sensato non è vero? Si come
no…forse in un universo parallelo.
<<
Beatrice…ti senti bene?>>
Uscii dal
mio folle universo e mi trovai di fronte la faccia preoccupata di
Zaira, doveva aver notato lo stato catatonico nel quale ero
improvvisamente caduta.
<<
Oh si! Si certo…sto bene!>> feci con un
sorrisetto da psicopatica.
<<
Ehmmm…>> la donna mi guardava poco convinta
<< Credo tu abbia bevuto troppo, su dai, vieni a mangiare
qualcosa!>>
Beh si, in
fondo non era una cattiva idea, era meglio dedicarmi azzannare
costolette per non rischiare di “azzannare” Johnny.
Seguii docile Zaira che mi osservava ancora perplessa.
Nei minuti
successivi, riuscii per fortuna a riprendere il controllo di me stessa
e delle mie funzioni cerebrali. Mentre stavo a scherzare con gli altri,
vidi una donna uscire da una delle baracche ed allontanarsi in
direzione opposta, rispetto al punto in cui ci trovavamo io ed il resto
del gruppo. La riconobbi dall’andatura, era Vesna.
Mi ritrovai ad
andarle dietro, senza pensarci sù nemmeno un attimo,
affrettai il passo ed in breve la raggiunsi. Lei camminava piano e
portava in spalla un grosso borsone logoro, che evidentemente doveva
contenere le sue poche cose. Stava andando via dal campo,
così come gli aveva chiesto Azuz. All'improvviso mi resi
conto che non era giusto.
<<
Aspetta Vesna!>>
Si accorse
di me, si fermò e si voltò a guardarmi, non
potevo vedere bene la sua espressione, c’era poca luce.
<<
Cosa vuoi…?>> Il suo tono era sempre aspro, ma
traspariva una certa stanchezza, o forse sconfitta. Non mi interessava
vederla sconfitta, mi dispiaceva anzi, perché a modo suo,
pur nella sua assurdità, si era dimostrata una donna forte.
<<
Non è giusto che tu vada via. >> indicai il
gruppo festante alle mie spalle << Loro sono la tua
famiglia. Da quanti anni vivete insieme? Da quella notte sul gommone
non è vero?>>
Attesi una
risposta, che non arrivò , e così proseguii
parlando con fare concitato << Senti Vesna, non importa
quello che è successo…insomma tu sei stata amica
di Amaranta. Sai…>> sorrisi tra me e me
<< …anche io ho un’amica molto
protettiva nei miei confronti,è quasi una sorella, ed anche
se a volte fa cose assurde e mi fa arrabbiare, io non le farei mai del
male, non vorrei mai fargliene. E tu…insomma, tu sei stata
amica di mia madre, amica e sorella e… e se è
vero che io e Amaranta ci somigliamo almeno un po’,allora
sono certa che lei ti avrebbe perdonata, motivo per il quale lo faccio
anche io. Tu ti sei arrabbiata perché hai perso la tua
amica, e lo capisco. Lo sarei anche io. Perciò non andare
via, resta.>>
Si era
chiusa nel silenzio, non aveva intenzione di rispondere, era una donna
troppo orgogliosa. Ma a me non importava, mi voltai per andar via e nel
farlo le dissi di nuovo.
<<
Resta. Vieni alla festa. Parlerò io con Azuz.>>
Mentre mi
allontanavo mi sembrò di sentirle dire
“grazie”, ma non era necessario alcun grazie, quel
campo era la sua casa oramai e le persone che io conoscevo solo da
qualche giorno erano la sua famiglia da anni.
Azuz mi
sembrò sollevato quando gli espressi il mio desiderio che
non cacciasse via Vesna, evidentemente lo aveva fatto in un momento di
ira e perché oramai non sapeva più come
fronteggiare i colpi di testa della donna, ma in fondo, non voleva
davvero che andasse via.
Bene, ora
veramente era tutto concluso. Fui felice quando dopo un
po’ vidi Vesna comparire e riempire due bicchieri
di vino, si diresse verso di me e disse:
<<
Brindiamo: brindiamo al fatto che io sono una vecchia testona pazza .
Brindiamo perché mi sono sbagliata. Brindiamo al fatto che
tu sei la degna figlia di tua madre che era la mia migliore
amica.>>
Il suo
tono era aspro come sempre, ma in quel momento mi resi conto che
dopotutto quella era semplicemente la sua voce e che anche se il suo
suono era ruvido le parole che aveva appena pronunciato non lo erano
affatto.
Stette un
po’ a parlare con me, Vesna non era una donna di molte
parole, volle solo raccontarmi alcuni eventi della vita di Amaranta,
cose che avevano fatto insieme, volle solo farmi conoscere un altro
pezzetto di mia madre.
E intanto
Rodrigo e Giosuè suonavano la chitarra, Fernanda li
accompagnava con un tamburello, il piccolo Davìd aveva
ceduto al sonno e si era addormentano fra le braccia di sua
madre…ma di Johhny ancora nemmeno l’ombra.
Cominciai
a preoccuparmi, era passata almeno un’ora, quanto durava
quella telefonata con sua sorella?
Mi decisi
ad andarlo a cercare. Mi diressi verso la zona alberata che stava
dietro il nostro camper, ma non era lì. Che fosse dentro?
Bussai
alla porta ed aprii piano. La scena che vidi mi spiazzò.
Un
nervosissimo Johnny chino sul minuscolo lavandino della casa mobile,
teneva la testa sotto il rubinetto aperto, continuando a
ripetere con voce bassa ed estremamente inquietante :
<<
Cazzo...cazzo! Non ci voleva... CAZZO!!>>
Non si era
accorto di me. Diedi un'occhiata in giro e vidi per terra il suo
cellulare...era praticamente a pezzi! La batteria era finita
in un angolo della stanza, la tastiera si era staccata e dei
frammenti trasparenti vicini, mi facevano intendere che anche lo
schermo aveva fatto una pessima fine. Per terra c'era anche una
bottiglia vuota, solo un piccolo rivolo di vino usciva fuori
serpeggiando sul pavimento, non era difficile immaginare dove fosse
finito il resto.
Johnny
continuava ad imprecare. Cosa poteva avergli detto sua sorella per
mandarlo così fuori di testa e averlo spinto a scolarsi
un’intera bottiglia? Ero certa che il vino fosse complice,
sicuramente il fatto di essere poco lucido non gli aveva permesso di
mantenere il controllo.
Pensava
forse di riuscire a tornare lucido inzuppandosi la testa in quel modo?!
Era una scena assurda e l’ultima cosa che mi sarei aspettata
di vedere. Mentre io lo fissavo sconvolta, lui continuava ad imprecare.
<<
Che si fottano!...cazzo…si fottano tutti!>>
Chiesi,
<< Johnny...cosa è
successo?>> e nel farlo quella mi
sembrò la domanda più stupida ed inopportuna del
mondo.
Sentendomi
si voltò di scatto con la faccia ed i capelli bagnati e
gocciolanti, il suo bel volto aveva i lineamenti sconvolti dalla rabbia.
<<
Da quanto tempo sei lì...?!>> disse con voce
strascicata e irritata.
<<
Da poco... cosa succede Johnny?>> Ignorò la
mia domanda e me ne rivolse un'altra stranissima con voce furiosa.
<<
Dimmi, ti sembro uno che picchierebbe una donna?! E disabile per
giunta??!>> Era alteratissimo.
<<
NO! Certo che no! Ma che cavolo dici!>>
<<
EH ti sbagli, ti sbagli! Perchè io ieri a quanto pare, ero a
Los Angeles in un privè ed ho picchiato una donna! O forse
ho ordinato alle mie guardie del corpo di picchiarla... non so una
delle due cose!! Ma le ho comunque provocato diverse lesioni! Quindi
sta attenta perchè sono un violento! >>
<<
Ma che cosa dici! Eri qui con me!! Senti Johnny... sei ubriaco...non so
cosa sia successo ma devi calmarti un attimo...>> Mi
avvicinai lentamente, era inquietante vederlo così fuori di
sè, sapevo che mai e poi mai avrebbe potuto prendersela con
me, ma non volevo irritarlo ulteriormente, volevo solo capire cosa
fosse accaduto. Lui era accigliato e inspirava velocemente dal naso, le
braccia lungo i fianchi ed i pugni stretti.
<<
Non voglio calmarmi.VOGLIO STARE SOLO! CHIARO? Quindi lasciami in pace
e torna alla tua festa ragazzina! >>
Ringhiò
tra i denti quasi fulminandomi. Ok: era decisamente fuori di
sè.
Questo era
un lato di Johnny che non avevo ancora visto, non sapevo bene come
comportarmi, ma ero certa che fosse successo qualcosa di grave,lui era
un uomo dolce ma non amava certo mostrarsi vulnerabile.
A Johnny
piaceva nascondersi dietro le battute, dietro le sua mille facce ed i
suoi sorrisi enigmatici. Ma adesso lì davanti a me
ed era tremendamente vero, scoperto, esposto a miei occhi senza il suo
solito autocontrollo. Percepivo il fastidio che provava per essersi
fatto sorprendere in quello stato. Ma non obbedii al suo ordine di
lasciarlo in pace, perchè oltre la rabbia in quegli occhi
profondi riuscivo a leggere un’enorme angoscia, e mi resi
conto che tutto ciò che volevo, era fare in modo che quel
dolore sparisse.
Inspirai
profondamente e rimasi ferma a guardarlo, la sua reazione violenta mi
aveva sicuramente spiazzata, ma una cosa era certa, non me ne sarei
andata lasciandolo in quello stato, anche se in effetti non sapevo se
sarei riuscita a mantenere la calma.
Lui
rincarò la dose:
<<
Allora? Non hai sentito?! LASCIAMI SOLO CAZZO!
>> mi stava urlando contro.
<<
No.>> feci con un filo di voce.
<<
No? NO?! Ma chi credi di essere ragazzina?! Cosa credi di fare? Pensi
che il fatto che io ti abbia raccontato qualcosa di me, che io abbia
passato qualche giorno con te, ti dia il diritto di intrometterti nelle
mie faccende? Beh ti do una notizia: tutto questo non ti dà
un cazzo di diritto e tu non puoi capirne niente dei miei casini!
Perciò vattene!....E VATTENE ORA!>> mi fissava
negli occhi e sembrava volermi incenerire...non mi aveva mai guardato
in quel modo nè tantomeno trattata con tanta sufficienza.
" Conta
fino a dieci Beatrice...conta fino a dieci...uno, due..." NO al diavolo
la calma!! Al diavolo!!
Questa
volta mi avvicinai in modo deciso, afferrai l'asciugamano accanto al
lavandino e glielo misi in mano, anzi sarebbe meglio dire che glielo
"picchiai" sulla mano, con forza e molta poca cortesia.
<<
Non mi parlare con questo tono NON FUNZIONA! Sbraita pure
quanto ti pare, ma io tanto non me ne vado! HAI CAPITO?! Non ho alcuna
intenzione di lasciarti qui a distruggerti!
Tu
dici che non ho un cazzo di diritto?! Che non sono in grado di capire?
Pensi davvero che bastino frasi del genere, stupide e teatrali, a farmi
scappare via?! Nemmeno le pensi quelle cose Johnny!!
Vuoi
essere lasciato in pace?! Allora perdi la tua fottuta abitudine di
essere tanto gentile e generoso...ci sei stato per me in questi giorni
e adesso io DEVO stare qui, ne ho il diritto ed il dovere, e VOGLIO
stare qui perché so perfettamente che non sei lo stronzo che
stai cercando di sembrare adesso! Quindi smetti di dire cazzate,
asciugati quella faccia e dimmi subito che cosa diavolo ti ha
ridotto in questo stato accidenti a te! >> L'avevo
praticamente gridato.
" Brava
Beatrice, così; decisa e poco garbata, come una dittatrice!
E' il modo giusto per calmare un uomo incazzato nero ed ubriaco, ottima
strategia! Credo proprio che ti solleverà di peso e ti
lancerà fuori dal camper! "
Osservò
la tovaglia che aveva in mano e poi me con aria esterrefatta.
<<
Ma cosa diavolo sei posseduta?!>>
<<
NO, SONO SOLO PREOCCUPATA PER TE, RAZZA DI CAFONE SCORBUTICO
ED AUTODISTRUTTIVO!!>>
Silenzio.
Il mio cervello che diceva : " Sei un genio ragazza, ma si
insultalo pure!"
Inaspettatamente
lui si mise a ridere, in modo strano ed inquietante... però
rideva. Io lo guardavo con gli occhi sgranati, basita.
<<
Me lo sono meritato!>> disse amaro.
<<
Si te lo sei proprio meritato.>>
Restammo
alcuni minuti in silenzio, uno di fronte all’altra, lui era
ancora adirato e si vedeva, ma almeno aveva capito che a prendersela
con me non ci guadagnava nulla. La tensione era salita alle stelle ed
anche adesso si tagliava a fette, ma non c’era più
violenza né voglia di urlare. Per assurdo che fosse quella
mia reazione esagerata sembrava quasi aver placato Johnny, che adesso
si mordeva il labbro inferiore e mi guardava con una faccia alterata,
ma al contempo dispiaciuta.
Presi
l'asciugamano che stava ancora nelle sue mani e gliela passai sulla
testa lentamente, frizionando i capelli che stavano gocciolando
ovunque, mentre lui se ne stava là arrabbiato e inerme come
un ragazzetto a cui qualcuno ha bucato le ruote della bici. Questo mio
gesto lo calmò. Mi osservò accigliato e disse
lentamente: << Sei una strana
ragazza...>> Sapevo che quello era il suo
contorto modo di dire "mi dispiace".
Riposi
l'asciugamano e sta volta gli parlai con un tono più dolce
<< Sarai pure un pò matto, ubriaco e
arrabbiato nero caro John Christofer, ma non puoi andartene in giro con
i capelli fradici, se ti prendi un accidenti chi
interpreterà i personaggi più strambi di
Hollywood? Capisci bene, che getteresti la cinematografia nella
disperazione, e sopratutto, il tuo amico Tim Burton si troverebbe
perso, non credi?>>
Lui fece
un mezzo sorriso sgembo , che sollevava solo un angolo della bocca e
non coinvolgeva gli occhi, ma quell'espressione mi
incoraggiò e chiedere nuovamente spiegazioni.
<<
Ora per favore, vuoi dirmi cosa ti ha fatto ridurre il tuo povero
cellulare in mille pezzettini?>>
<<
I giornalisti.>> Disse secco, ma già
più calmo.
Avevo
avuto il sospetto che ci fosse la stampa dietro... Sospirò,
spostandosi nervosamente dalla fronte i capelli bagnati, solo in quel
momento mi accorsi che aveva le nocche della mano arrossate e su di una
c'era pure un taglio sanguinante. La presi << Ma che hai
fatto?>> Si guardò la mano anche lui
fissandola quasi come non fosse la sua << Non me ne ero
accorto... Ma sta tranquilla, al contrario di quel che si dice in giro,
se proprio devo picchiare...picchio i muri e qualche volta gli stronzi.
Ma sta sera non avevo stronzi a disposizione,
quindi...>> fece spallucce.
<<
Senti… non puoi metterti a dare pugni ai muri e romperti le
mani, solo perchè qualche inetto giornalista, ha scritto
stupidaggini delle quali tutti si dimenticheranno! Picchia i
giornalisti se proprio devi!>> Dissi sorridendo. Volevo
calmarlo, portarlo a scherzare, era teso come una corda di
violino. Nel frattempo avevo preso dei tovaglioli e li avevo inumiditi
per poi pulire delicatamente il taglio. Lui mi lasciò fare.
<<
Una volta ne ho picchiato uno, non proprio picchiato in
realtà... l'ho solo spintonato e minacciato un
pò.>> disse con una faccia che sembrava dire
"avrei dovuto picchiarlo davvero" << E' stato anni fa, ma
ancora escono articoli sull'argomento!>> disse con un
sorrisetto amaro. Quello che stava cercando di farmi capire era che
purtroppo nel suo mondo un qualsiasi errore di quel genere diventava un
marchio.
<<
Che articolo è uscito sta volta Johnny?>>
<<
Quello che ho detto prima... Hanno scritto che ho ordinato alle mie
guardie del corpo, di picchiare una donna che mi infastidiva, mentre
ero in un locale a Los Angeles, ieri. Buffo dato che ero qui!
Ma hanno approfittato del fatto che dovrei essere a Londra e invece non
ci sono, così hanno dato per scontato che fossi
andato a passare il weekend a LA in giro per locali...
Christi è mia sorella, ma è anche la mia manager,
perciò sta già pensando a querelare le riviste
che hanno pubblicato la notizia... ma purtroppo la notizia
oramai è uscita, ed è anche sul web. Per
esperienza, so bene che quando una notizia esce, c'è ben
poco da fare...puoi smentire, denunciare, ma tutti avranno sempre il
dubbio, che quelle cose siano vere . Anche nel caso in cui
sono gli stessi giornali a smentire, a rimangiarsi la parola, questo
non risolve comunque nulla, perchè si finisce comunque col
pensare, che il "divo" ha sborsato fior di quattrini per mettere tutto
a tacere...il che equivale a dire che era tutto vero. Finchè
escono cavolate su amanti o ubriacature, la cosa mi infastidisce, mi
infastidisce parecchio, ma la sopporto...quel tipo di articoli, vengono
scritti su un pò tutti i personaggi famosi, se ne parla, ma
sono argomenti frivoli e la cosa non modifica di molto ciò
che sei agli occhi del mondo. Diverso è quando si parla di
te come un violento... Christie mi ha descritto l'articolo, a quanto
pare è molto convincente, perchè c'è
stata davvero una zuffa in quel locale ed era davvero presente una
delle mie guardie del corpo, in realtà una mia ex guardia
del corpo. Questo tizio ha lavorato per me solo qualche volta,
però ci sono delle foto mie insieme a lui. A quanto pare,
nell'articolo, è stata inserita un'immagine di lui nel
locale in mezzo alla ressa ed un'altra di lui con me a Los Angeles. Le
hanno passate per foto della stessa sera...>> prese un
respiro lunghissimo socchiudendo gli occhi, poi tornò a
guardarmi per dire ciò che più lo preoccupava ;
<< Non è nulla di positivo Beatrice, e non ci
voleva adesso, non in questo periodo…se mi
separerò da Vanessa, difficilmente otterrò
l’affidamento dei miei figli… e questo, questa
menzogna, è un altro punto a mio sfavore. E poi…
>> si passò una mano tra i capelli espirando
nervosamente << E poi con oggi, non sento Jack e Lily da
tre giorni... ed ora leggeranno quell'articolo, oppure si sentiranno
dire, che il loro padre è un violento che picchia le donne!
>> Aveva parlato nervosamente, gli occhi erano lucidi ma
non certo a causa dell'alcol... la timbrica della sua voce era bassa e
collerica...aveva la mascella contratta ed pugni più serrati
che mai. Adesso ne capivo il motivo e non potevo
biasimarlo...però...però forse potevo aiutarlo!
<<
Ma se vuoi posso parlare ai giornalisti, posso dire che tu eri qua
ieri, qua con me! Dirò loro perchè sei qui, non
importa se scriveranno di me... così si risolverebbe tutto!
>>
Mi
sembrava perfetta come soluzione, ma lui prese un lungo respiro,
facendo cenno di no con il capo << No...non servirebbe,
alimenterebbe ancor di più questa storia o ne creerebbe
altre. Tieni bene a mente una cosa Beatrice: loro vivono di questo, si
aggrappano ad ogni parola che possa essere anche solo minimamente
fraintesa e su quella costruiscono storie. Non serve parlare ai
giornalisti in questi casi...con i giornalisti la cosa migliore da
fare, è dire il meno possibile. Ricordalo bene: il meno
possibile. Si può parlare di cose formali...dei film, della
carriera, ma nel momento in cui si entra nel genere scandalistico
,alcuni darebbero la madre ad un pescecane pur di ottenere uno scoop,
dato che quelli sono gli articoli che fanno vendere di più .
Perciò è meglio non dire nulla.>>
Capivo
bene il perchè del cellulare spaccato, delle nocche
tagliate...la rabbia che aveva invaso lui ora la sentivo crescere
dentro di me. Avrei voluto aiutarlo in qualche modo, ma come aveva
già detto, non c'era praticamente soluzione e questo mi
mandava in bestia. Però dovevo mostrarmi calma, non l'avrei
certo potuto aiutare agitandomi!
<<
Nessuno crederà che tu abbia fatto una cosa del
genere.>>
<<
E perchè non dovrebbero crederci?>>
<<
Perchè è ovvio che non sei
così!>>
<<
Per chi non mi conosce non è poi così
ovvio.>>
<<
Chiunque ha un paio d'occhi può costatarlo... Tu che picchi
una donna? MADDAI!...Te l'ho visto fare in
Donnie
Brasco e nonostante le tue indubbie doti di attore, devo dire che ti
è riuscito male...non sei capace di picchiare una donna per
finta, figuriamoci se lo faresti mai sul serio! E poi... con la gente ,
con i tuoi fan sei sempre così gentile, non è che
uno impazzisce da un giorno all'altro e si mette a picchiare le donne.
No... la gente non ci crederà, non sei il tipo. Ma poi per
quale motivo avresti dovuto picchiare una donna sconosciuta? Non ha
alcun senso, chi ha un minimo di logica lo capirà... e chi
non lo capisce, pietà di lui, significa che è
stupido!!....e poi Johnny io so che hai un'immagine pubblica da
difendere, ma non puoi sacrificare la tua serenità per
quell'immagine... soprattutto in casi come questi dove non hai alcuna
responsabilità ed è tutto dovuto alla
follia e alle bugie degli altri. No seriamente, pensa a te
stesso, non farti del male per favore!>>
Mi
fissò un attimo con un'intensità e
dolcezza disarmanti, mi prese una mano e ne accarezzò
lentamente il dorso con il pollice osservandola pensieroso. Rimase per
un po’ così e poi mi si rivolse serio :
<< Mi dispiace per prima, non volevo prendermela con
te...>>
<<
Lo so Johnny.>>
Il
discorso era chiuso. Guardò il pavimento <<
...credo che domani dovrò comprare un
cellulare...>>
Buogiorno
o buonasera meravigliose creature!!! ^.^
Come avrete già notato leggendo il capitolo, la mia vena
tragica si è fatta risentire! ù___ù
Si sono appena risolti i casini di Bea ed io che faccio??
Incasino Johnny!
Ho riflettuto a lungo ed ho concluso che nella mia mente deve esserci
qualche circuito guasto...!! però vi giuro che voglio bene
ai protagonisti di questa storia anche se a giudicare dalla
quantità di tragedie che sto lanciando loro addosso si
potrebbe pensare il contrario... o.O
Facciamo un sondaggio: quanto
mi detestate da 1 a 10??
a) da 1 a 5
b) da 5 a 10
c) 10 non basta!
Invia un sms al 9018371417491sbjdbjfjf!!
con scritto a, b, oppure
c e potrai vincere una bomba Moltov da lanciare contro la
scrittrice di questa fanfiction!!
Ad ogni modo a mia
discolpa posso dichiarare che:
Dovevo inserire anche
quest'altra sfumatura caratteriale di Johnny perchè ne
risultasse un'immagine realistica.
Si sa che non ama la stampa e si sa anche che pur
non essendo un alcolizzato non disdegna il vino.
L'ispirazione per
questo capitolo mi è stata data da un articolo uscito tempo
fa e che mi aveva lasciata sgomenta per la sua assurdità.
Nel suddetto
articolo si parlava appunto di Johnny Depp che aveva ordinato alle sua
guardie del corpo di picchiare una donna disabile che lo importunava.
Ovviamente poi la cosa è stata smentita ed in effetti non
è nemmeno chiaro se questa fantomatica donna esiste o no.
L'articolo è questo (1)
Comunque diciamo che ho
"romanzato" questa cosa anche perchè credo che sia uno degli
esempi più lampanti delle cavolate che sparano i giornalisti.
A proposito, l'altro giorno mi
è preso un colpo per la (fortunatamente) falsa
notizia della morte di Johnny ( presto ragazze, facciamo gli scongiuri,
tocchiamo ferro e appendiamoci una collana di peperoncini al collo!!!!
) ....sono matti!! Voi l'avete sentita????Ma dico si fa
così???? ò.ò
Coooomuque ora la
smetto di delirare....
Anzi no, un'ultima
importantissima cosa:
Voglio ringraziare
ancora una volta tutte le persone che leggono\seguono\commentano questa
storia...sappiate che vi stimo: SIETE DAVVERO CORAGGIOSE!! :D
Grazie per aver
inserito il racconto tra i preferiti\ricordati\seguiti.....sono tanto
onorata! ^.^
Detto questo vi mando
un bacione e.....Johnny sia con voi!ahahahah!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** XX. A cuore aperto ***
XX. A cuore
aperto
Quando vidi che Johnny si era un pò calmato, lo lasciai solo
nel camper, non perché volessi allontanarmi da lui, ma
perché avvertivo che gli serviva un attimo di privacy per
ricomporsi.
Dopo le scene di prima era piuttosto impacciato e dispiaciuto, non
volevo si preoccupasse anche per me, per il modo in cui mi aveva
trattata.
Una volta fuori, continuai a spremere le miei meningi a
lungo, avrei davvero voluto trovare una soluzione per lui, un modo per
svergognare quei giornalisti bugiardi.
Ero davvero preoccupata, poiché tra non molte ore, sarebbe
dovuto tornare a Londra e lavorare come se nulla fosse, ma era
tutt’altro che sereno e sapevo che non sarebbe stata
un’impresa facile per lui restare impassibile.
Di certo la stampa lo avrebbe raggiunto sul set e riempito di
domande…non dubitavo certo della capacità di
Johnny di metterli a posto con le dovute risposte, ma il saperlo
sottoposto a tanto stress mi innervosiva...anzi dire che mi
"innervosiva" era un eufemismo, più corretto è
dire che mi faceva proprio star male!
Doveva affrontare la fine di un rapporto durato per anni,
adattarsi ad una nuova vita nella quale non avrebbe visto i figli che
tanto amava con la stessa frequenza di sempre. Tutto questo
lo lacerava e l’ultima cosa necessaria era quello stupido
articolo!
Con tutti questi pensieri non riuscivo più a partecipare
alla festa, così dopo un po’ mi defilai arrancando
la scusa della stanchezza. Dopotutto era già tardi. Quando
mi chiesero di Johnny, dissi che non si era sentito bene e allora
Fatima come al solito, mi fece l’occhiolino e disse:
<< Se hai bisognio de aiuto per
curarlo…chiamame!>> Le risposi con un
sorrisetto fuggendo dalla sua euforia a passi veloci.
Entrai nel camper. Il cellulare non era più a terra, i
pezzetti erano radunati sul piccolo tavolino estraibile della casa
mobile, Johnny aveva anche tolto la bottiglia di vino da terra e pulito
il tutto.
Ora era a letto in posizione supina, con un braccio dietro la
testa e l'altro che penzolava un pò dal materasso. Si era
tolto la t-shirt ma indossava ancora canottiera e jeans, troppo stanco
per mettere il pigiama, il suo petto si alzava e abbassava in modo
regolare: dormiva.
Io in realtà non avevo affatto sonno, ma decisi comunque di
spogliarmi e mettermi a letto. Torturai il cuscino, stropicciai le
lenzuola fino all’inverosimile, mi girai e rigirai
un numero infinito di volte ed infine crollai.
Era ancora notte fonda, quando fui svegliata da un urlo.
Sobbalzai convinta di averlo sognato, ma non era così.
Sentivo Johnny agitarsi nel letto sopra il mio...che stesse male?
Mi alzai e sbirciai sopra. Dormiva, ma stava sicuramente avendo un
incubo. Mi arrampicai sopra la scaletta per osservarlo meglio. La
finestra del camper, lasciava filtrare la luce dei faretti esterni, ed
in penombra potevo veder piccole goccioline di sudore sulla sua fronte
contratta. Johnny stava dicendo qualcosa di incomprensibile e
continuava ad agitarsi.
Non sapevo se svegliarlo o tornarmene nel mio letto. Mi fece una gran
tenerezza, potevo immaginare quali brutte immagini stessero
attraversando i suoi sogni, non aveva certo avuto una bella serata.
Ripensai alla sua rabbia di qualche ora prima, ai suoi occhi lucidi...
Detestavo vederlo star male.
Ero in ginocchio sul materasso accanto a lui, decisi di
provare a parlargli senza svegliarlo, solitamente questa cosa
funzionava con chi stava avendo un incubo.
Mi avvicinai al suo orecchio perchè mi sentisse e dissi
piano:
<< Johnny...Stai sognando, non c'è niente di
vero...stai sognando...>> Ma lui continuava ad agitarsi,
vedevo le vene pulsare veloci sul suo collo,il respiro mozzarsi di
tanto in tanto.
In un moto d'affetto passai la mano sulla sua guancia e poi le dita tra
i suoi capelli,più e più volte, mentre a bassa
voce gli ripetevo che stava solo avendo un brutto sogno. Dopo
un pò sembrò calmarsi, la sua espressione si
rilassò...era talmente bello...!
Era decisamente il momento di tornarmene nel mio letto, anche
se a dir la verità sarei volentieri rimasta
lì dov'ero tutta la notte.
Gli feci un'ultima carezza e mentre stavo staccando la mano per andar
via, la sua arrivò veloce a bloccarla.
Aprì gli occhi e balzò a sedere con uno scatto
veloce.
Per i primi dieci secondi sembrò che stesse ancora dormendo,
poi tornò alla realtà e con voce confusa
mormorò << Beatrice...>>
Accidenti alla fine lo avevo svegliato.
Parlai a voce bassa, celando l'imbarazzo per essermi fatta trovare ad
accarezzarlo mentre dormiva, ma probabilmente lui non se ne era reso
conto. La mia mano l' aveva afferrata di riflesso, solo ora era davvero
cosciente.
<< Non volevo svegliarti...ma hai lanciato un urlo, stavi
avendo un incubo, così ho voluto controllare... Ora vado...
Continua a dormire. >>
Ma non potevo andare, la sua mano destra non si staccava dalla mia, era
serrata al punto da farmi male.
<< Si stavo avendo un incubo...accidenti mi dispiace
d'aver urlato>> disse con una voce scossa ed impastata
dal sonno.
<< Tranquillo è tutto ok...>>
Annuì e provò ad accennare un sorriso, ma venne
fuori una piccola smorfia che lasciava trasparire tutta la sua
tensione.
Mi sembrava strano stare a rassicurare Johnny, lui
così forte, così calmo... poi invece aveva questi
lati vulnerabili che cercava in tutti i modi di nascondere, anche ora
stava provando a sorridere, ma era chiaro ai miei occhi quanto invece
avesse bisogno di lasciarsi andare ogni tanto, di smettere di recitare
una parte e mostrarsi per come era, anche nelle sue debolezze.
Volevo abbracciarlo, stringerlo forte perchè capisse che non
era necessario fingere...e in effetti non ci pensai due volte e lo
abbracciai affondando il viso nella cavità fra il suo collo
e la sua spalla.
Lui all'inizio rimase teso, fermo, poi lo senti espirare e
rilassarsi.
<< Sei ancora dentro il tuo incubo?>>
mormorai, inebriata dall'odore della sua pelle.
<< No...sono dentro il tuo abbraccio.>> Mi
rispose dolcemente in un orecchio, mentre i miei battiti raggiungevano
la velocità della luce.
Oddio... avrei tanto voluto dirgli che lo amavo, avrei voluto che
sapesse quanto intensamente tenevo a lui, nonostante tutto, nonostante
fosse entrato da così poco nella mia vita...volevo
proteggerlo da tutto; dagli incubi, dai malumori,dalla tristezza. Ma
chi ero io per fare tutto ciò? Non ero nessuno.
Così, lo strinsi di più e basta. Poi finalmente
ritrovai il dono della parola.
<< E' un buon segno che tu abbia degli incubi sai?
Significa che il tuo cervello funziona.>> Scherzai e
sentii che rideva piano<< Vuoi parlarmi del tuo sogno
Johnny?>>
<< Non lo ricordo nemmeno chiaramente...no, meglio non
parlarne, ho solo...solo immagini confuse.>>
<< Ok...>>
<< Ho un gran mal di testa...maledetto vino. Mi spiace
averti svegliata. Davvero.>> nel dire questo si
staccò per guardarmi in faccia << Che
disastro... prima mi trovi in quello stato, ora mi faccio prendere
dagli incubi. Da non crederci...>> sospirò
<< Non è questo che ci si aspetta da un uomo
della mia età, non dovrei comportarmi
così...dovrei essere razionale, invece è bastato
un'articolo per farmi andare fuori di testa....Pensavo di aver
acquisito più autocontrollo negli ultimi anni, di essere
diventato migliore e invece mi sono ubriacato, me la sono presa con te,
ti ho urlato contro ho cercato di spaventarti...che comportamento
idiota e deludente!>> Era così
amareggiato mentre diceva queste parole, come se fosse disgustato da se
stesso, non potevo sopportarlo.
<< Smettila di rimproverarti! Siamo tutti fragili Johnny,
ognuno di noi cede in un modo o nell'altro, tutti cerchiamo un modo di
dimenticare anche solo per un attimo i problemi...Tu hai
provato a farlo riempiendoti di vino,ma voglio chiederti un favore; la
prossima volta che vedrai tutto nero, lascia perdere le bottiglie, non
farti del male. Sò che non sono nessuno per te,
però sappi che per quanto poco io possa contare, la prossima
volta avrai due scelte: distruggerti il fegato, oppure cercarmi...
spero davvero che tu scelga la seconda.
Sarò sempre pronta ad ascoltarti. Sempre. E per
favore smettila di essere tanto in imbarazzo, non è successo
niente di grave, anzi cominciavo ad aver paura di te sai? E non per il
fatto che mi hai urlato contro, no, ma perchè cerchi di
apparire sempre tranquillo, ti chiudi in te stesso. Non ti fa
bene questo.
Tutti esplodiamo prima o poi, è una necessità, e
tutti abbiamo bisogno di appoggiarci a qualcuno. Capisco, che tu voglia
proteggere le persone a te care da questo lato del tuo carattere, forse
perchè hai paura di deluderle o di spaventarle, sappi
però che io non sarò mai spaventata da te e non
c'è niente che tu possa fare per deludermi perchè
in questi pochi giorni ho conosciuto un'uomo talmente speciale che
niente potrà farmi cambiare idea.
Cercami se dovessi aver bisogno, potrai urlarmi contro, sbraitare
quanto ti pare, non mi farai paura...anzi se vuoi potremo
urlare insieme o magari prendere a pugni i muri in
compagnia...! anche se visti gli effetti questa sarebbe una cosa da
evitare...>> scherzai guardando le sue mani e i tagli che
c'erano sopra, << Il punto Johnny è
questo: non rimanere solo con una bottiglia, è triste e non
è quello che ti meriti, perchè sei una bella
persona, sei bravo a stare vicino agli altri quando hanno bisogno e non
è per niente giusto che tu te ne stia solo quando sei tu ad
aver bisogno...scommetto che ci sono centinaia di persone pronte a
starti accanto, tra quelle centinaia mettici pure questa insignificante
"ragazzina" che hai conosciuto per caso.>>
Gli avevo parlato a cuore aperto, ma adesso avevo l'impressione di
essere andata troppo oltre perchè
Johnny dopo avermi guardata per un millisecondo, distolse lo sguardo
verso un punto indefinito nel vuoto. Non riuscivo a capire se le mie
parole lo avessero infastidito, per questo rimasi oltremodo stupita
quando dopo un lungo silenzio disse:
<< Mi hai detto cose così belle, che non so
come rispondere...lo ammetto, per la prima volta sono io quello in
imbarazzo.>> Tornò a guardarmi in faccia
grattandosi la nuca come faceva tutte le volte che non sapeva
che dire. Poi aggiunse:
<< Chiariamo una cosa però: è vero,
sei una ragazzina che ho conosciuto per caso, ma non sei affatto
insignificante, di certo non per me!>>
Mi fece uno dei suoi sorrisi disarmanti, uno di quei sorrisi capaci di
sciogliere l'antartico in un secondo, poi prese una ciocca dei miei
capelli e ci giocherellò, lasciandosela scorrere tra le dita
.Stava pensando a qualcosa...
<< Devo essere sincero, in realtà
una cosa del mio sogno me la ricordo...>> Lo fissai
interrogativa << ...ti ho sentita. Ho sentito che mi
dicevi che era un sogno. >>
<< Eri...già sveglio?>>
<< No. Ti sei intrufolata nel mio sogno. Strano
vero?>>
<< Già...è
strano...>> risposi mentre i miei neuroni andavano in
tilt, ero certa che avrei avuto un infarto da lì
a poco, non era facile in una sola volta sentirsi dire che per
lui non ero insignificante, che ero entrata nel suo sogno e tutto
questo mentre mi accarezzava i capelli con un dolcezza inaudita.
" Beatrice fuggi! Fuggi prima di svenirgli addosso, fuggi prima di
cominciare a sbavare, hai appena fatto un discorso maturo e saggio, non
ti puoi sciogliere in questo modo!"
Indietreggiai in direzione della scaletta, nel tentativo di tornare nel
mio letto. << Ok...io ora, è meglio se ti
lascio riposare...Ehmmm...Vuoi che ti prenda qualcosa Johnny? Un
bicchiere d'acqua...un'aspirina. Non so...>>
Fece cenno di no con la testa.
<< Ok...>> misi un piede sul primo piolo.
<< Però mi piacerebbe che tu restassi qui
ancora un pò.>>
Lo disse così piano che non fui sicura di ciò che
avevo sentito. Lo osservai in silenzio, spiazzata. Il mio piano di fuga
era fallito ... glielo avevo appena detto io che poteva chiedermi
aiuto, adesso lui non voleva stare solo, voleva qualcuno accanto,ed io
non potevo cercare scuse.
" Autocontrollo Bea..."
Gattonai fino ad arrivargli accanto.
<< No, non resto qui un pò. >>
Gli dissi dispettosa << Resto qui tutta la notte.
Dai ubriacone fammi spazio! >>
<< Ubriacone?! >>
<< Si hai sentito bene!>> Nel frattempo si
era spostato liberando una porzione di letto.
Ok mi ero messa in trappola da sola...anche se in effetti come trappola
non era niente male...anzi era la trappola migliore del mondo.
<< Ti avviso però, devo darti le spalle, io
proprio non so' dormire sul lato destro...>> dissi mentre
mi sistemavo vicino lui. Era una bugia, ma proprio non me la sentivo di
stargli sdraiata accanto faccia a faccia, sarebbe stato chiedere troppo
a me stessa.
<< Come vuoi...>> fece fissandomi con quel
suo modo tipico che mi faceva sentire terribilmente scoperta, non mi
riuscivano per niente bene le bugie con lui!
<< Vuoi che parliamo un pò? Tiiii....ehmm...ti
racconto una barzelletta?>> chiesi con un sorrisetto
nervoso , cercando di uscire dall'imbarazzo nel quale ero
inesorabilmente precipitata.
<< No, mi basta che tu stia qui... >> disse
in un soffio.
Ignorai il mio cuore che andava a mille, ignorai il cervello
che continuava a chiedersi cosa diavolo stessi facendo lì
sdraiata ...ignorai tutto. Mi accoccolai dandogli le spalle, cercando
di non stargli troppo attaccata, ma lui si avvicinò
abbracciandomi. Mi avvolse a se passandomi un braccio sopra.
Tastò il materasso <<
Mhhh...dov'è?>> stava cercando la mia mano.
Gli sfiorai le dita incerta e lui le prese subito intrecciandole alle
sue, le strinse.
<< Grazie...>> sussurrò
mentre sentivo il suo respiro sul mio collo.
Difficilmente sarei riuscita a dormire.
Mi posò un bacio su di una spalla ed ebbi l'impressione che
la mia pelle avesse preso fuoco. Poi mi strinse ancora di
più, avvolgendomi completamente a se.
Decisamente non sarei riuscita a dormire!
Johnny pov
Che notte fu quella... che strana e bella notte.
Ero stato sul punto di baciarla prima che il mio telefono suonasse.
L'avevo interpretato come un segno del destino...bah forse era meglio
così! Decisamente ubriacarmi in presenza di Beatrice non era
stata una buona idea.
L'alcol, mi aveva prima fatto pensare che non era affatto
sbagliato desiderarla tanto, e poi quello stesso alcol mi aveva reso
stronzo, l'avevo aggredita "non hai un cazzo di diritto!... torna alla
tua festa ragazzina!".
Ma quale ragazzina? Oh no, non era una ragazzina, non lo era certo
stata quando mi aveva tenuto testa! Le avevo sbraitato contro in
maniera cattiva, perchè non sopportavo di esser visto in
quello stato,di sembrare tanto vulnerabile, ma lei mi aveva rimesso al
mio posto. Fiera: la testa alta, i suoi grandi occhi chiari privi di
paura, decisi, sicuri.
Avevo riso...riso come un folle, perchè ero
spiazzato, ancora una volta.
Dannazione io ero Johnny Depp, il ribelle, il dannato a detta
di tutti, non me li ero certo affibbiati da solo quegli appellativi!
La gente in genere, non si metteva a ribattere quando ero in quello
stato e le poche volte in cui qualcuno ci provava, difficilmente
riusciva nell'intento di frenare i miei deliri, il mio lato
odioso e rabbioso feriva gli altri a tal punto, che la sola scelta
logica sembrava quella di lasciarmi cuocere nel mio brodo e
andar via.
Nemmeno Vanessa restava. Lasciava che la sbronza mi distruggesse e poi,
il giorno dopo, mi copriva di rimproveri per il mio atteggiamento
irresponsabile.
Beh, certamente aveva ragione a farlo...anche se purtroppo negli ultimi
anni, molto spesso era stata lei la causa delle mie sbronze.
C'era una cosa che mi aveva sempre ferito, nei rimproveri di
Vanessa: l'argomento principale con lei era "l'immagine", il fatto
che ero un personaggio celebre e che dunque avrei dovuto
avere un atteggiamento consono.
Erano state rarissime le volte in cui aveva chiesto il motivo
di quei miei gesti, pensava solo ci trovassi gusto a fare il matto...le
avevo spiegato che per me bere a volte , per quanto fosse dannatamente
sbagliato, era
l'unica anestesia possibile, ma lei era convinta che non avessi alcun
problema da anestetizzare:
" Perchè ti ostini a fare il ribelle? Sono passati
i tempi della tua giovinezza problematica! Cosa hai da lamentarti ora?
Cosa ti manca?!"
Mi sentivo uno schifo quando diceva così...Già,
cosa mi mancava? Come potevo dirle che mi mancava di amare? Che mi
mancava la Vanessa, che era stata la mia donna e la mia amica e che
negli anni, era invece diventata una sconosciuta, interessata
a tutto tranne che a noi due?
Era questo che avevo sognato quella notte: i suoi rimproveri, il suo
sguardo disgustato e risentito, che mi faceva detestare me stesso ...ma
mentre ero la, negli abissi della mia mente, a litigare ancora una
volta con lei, improvvisamente avevo visto la sua bocca muoversi ma
avevo smesso di sentirne i suoni e nell'aria era arrivata la voce di
Beatrice.
Era entrata nel mio sogno: c'era qualcosa di magico in
questo, era da molto tempo che non sentivo una persona così
profondamente vicina.
Mi ero sentito molto stupido dopo, quando le avevo chiesto di restare,
ma desideravo prolungare quella sensazione, era così bello
sentire di essere capito senza il bisogno di spiegare...era
così strano provare di nuovo una tale sintonia con qualcuno!
Con i suoi discorsi aveva centrato il punto, capito appieno il mio
stato d'animo. Ma per la prima volta il fatto di essere così
scoperto non mi aveva dato fastidio, anzi mi aveva fatto sentire bene,
stranamente più leggero.
Di certo gli amici non mi mancavano , avevo la fortuna di conoscere
molte persone sensibili ed intelligenti, persone che viaggiavano sulla
mia stessa lunghezza d'onda, eppure difficilmente mi lasciavo
andare. Volevo sempre mostrarmi forte, con mia madre, mio fratello,
Tim...con tutti ero lo stesso Johnny, un pò strambo eppure
una persona stabile, capace di fare spallucce a passare oltre i
problemi. Io ero quello che sul set faceva scherzi a tutti, quello che
piombava a casa di mia madre all'improvviso magari vestito in qualche
strano modo, solo per ridere un pò, quel Johnny
sopra le righe capace di invitare Marilyn Manson ad animare la festa di
complenno del figlio o di andarsene in giro con una maglietta di di
Justin Bieber solo per far felice Lily, quello che nel tempo libero si
aggirava per le spiaggie con un romanzo in mano o che magari si metteva
a dipingere nel suo studio.
Ed in effetti io ero così.
Sapevo però che il vecchio Johnny , quello che per non
pensare ai problemi, per riuscire a dormire la notte e a superare le
giornate, finiva per stordirsi e avvelenarsi, purtroppo quel vecchio
stupido Johnny esisteva ancora e non volevo assolutamente che qualcuno
se ne accorgesse. Perciò , con i miei amici scherzavo e
costruivo sogni, ma non lasciavo mai cadere del tutto la mia maschera,
non permettevo che mi vedessero debole o adirato e di certo non
chiedevo aiuto!
Ma questa ragazzina non aveva atteso richieste, aveva capito e basta.
Per la prima volta dopo tanto tempo, la paura di mostrarmi vulnerabile
era scomparsa, le avevo chiesto di restare e l'avevo stretta forte,
scoprendo così che la sua semplice presenza aveva il potere
di dileguare le mie angoscie, trasformando ogni pensiero più
nero in qualcosa di diverso, di vivo, di colorato.
Sarei un bugiardo se affermassi di non aver avuto pensieri impuri
quella notte. Quando l’avevo abbracciata lei si era un
po’ irrigidita , avevo sentito il suo cuore aumentare i
battiti e avevo desiderato che accelerassero ancor di più
sotto l’effetto dei miei baci, delle mie carezze. Mi sentivo
bruciare per la voglia che avevo di lei... la voglia di sentirla vicina
in ogni modo possibile.
Ma non avevo osato far nulla, avevo tenuto a freno e mani, la bocca ed
i pensieri.
Perchè? Per egoismo.
Desideravo poterle telefonare nei mesi a seguire, rivederla per provare
ancora la sensazione di pace, che riusciva a darmi.
Io volevo tutto: volevo evitare di lasciare definitivamente Vanessa,
provare per l'ennesima volta a salvare la nostra famiglia e al contempo
non volevo rinunciare all'affetto ed al calore di questa ragazzina,che
non si era lasciata spaventare dalla mia furia ed era stata
capace di andare oltre i miei vizi, i miei incubi e miei casini...
Sapevo che l'unico modo per riuscire a tenerla nella mia vita, era non
oltrepassare quella linea sottile, che mi permetteva di definirmi suo
amico.
Così , ero rimasto per un pò ad
ascoltare il suo respiro, stringendo le sue dita sottili tra le mie...
poi avevo dormito profondamente, come non facevo da tempo. Nessun altro
incubo quella notte, solo un lungo abbraccio.
OK ragazze : sono
consapevole che questo capitolo è deludente..... Yes, I
know! ù.ù
E' breve ,monotono e
triste. MOTIVO??? non lo so...posso solo azzardare delle ipotesi...
MMMMMhhhhhh.....vediamo.... = ,= ?
Sarà
l'autunno??? Sarà che il mio computer fa i capricci
e mi fa imbestialire??? ò.ò
Sarà la mia bradipo/connessione??! T.T
Sarà
quel che sarà...( sè vabbè ci manca
solo che io mi metta a cantare " che serà
serààà whenever will be will
beeeeeee!!!... " ù_ù' ) fatto sta che questo
capitolo è così!
E VOI
GIUSTAMENTE DIRETE: CHE COSA ACCIDENTI LO PUBBLICHI A FARE SE FA TANTO
SCHIFOOOO???!! ò.ò
Legittima, leggittimissima domanda care donzelle! Ma che dire??
Mi rimetto al vostro buon cuoreeee non ammutinatevi vi
prego!!! XD
In
realtà per evitare stati depressivi avevo deciso di
continuarlo, ma dal momento che la seconda parte non l'ho ancora finita
ed è da un pò che non pubblico ho pensato di
pubblicare questa....
HO FATTO
MALE???!!!! Boh!
Vabbè ora
che ho finito di fare la simpaticona, direi che posso mandare un grosso
bacio a tutte voi . Vi ringrazio di essere passate a leggere! :)
Smaaaaaaaacckkkkkk :*
La vostra Rory in
versione autunnale e con un indegno computer quasi in fumo!!!
ps. attendo le
recensioni eh!! XD
ps di ps: a coloro i
quali si stessero chiedendo : "riusciranno i nostri eroi e darsi una
mossa prima o poi?!", suggerisco di attendere solo un paio di
capitoli :)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** XXI. Un giorno di ordinaria follia ***
Piccolo avviso: ho provato a ripubblicare più
volte il capitolo, per un qualche motivo il sito non fa entrare il
testo per bene nella schermata e bisogna scorrere da sinistra a destra
per leggere le frasi per intero.
Non so se anche voi lo vedrete così, spero di no
perchè è una seccatura, ma se doveste avere
questo problema, l'unica soluzione è premere "ctrl" e
contemporaneamente "-" un paio di volte, questo rimpicciolirà
l'intera pagina ma almeno vi permetterà di leggere in santa pace.
fatemi sapere se ci sono problemi!
Uffaaaaaa!!!maledetto html!!!
Un giorno di ordinaria follia
Aprii
le palpebre lentamente, senza riuscire a distinguere nulla, il camper
era pieno di luce ed i miei occhi non si erano ancora abituati al
giorno. Mi sentivo felice...quando finalmente le mie pupille si
adattarono alla
luce
mi fu chiaro il perchè di quella sensazione.
A
pochi centimetri dal mio naso, le inconfondibili labbra di Johnny
stavano sorridendo. Misi a fuoco e mi spostai suoi suoi occhi , era
sveglio e mi osservava.
<<
Buongiorno...>> mi disse piano, mentre io realizzavo di
essermi
voltata durante la notte e di stargli praticamente spalmata addosso.
La
mia mano sinistra, si era inspiegabilmente intrufolata sotto la sua
canottiera, cercando un contatto diretto con la pelle del suo torace e
la mia gamba tanto per non essere da meno, aveva deciso di avvinghiarsi
a lui tipo koala assatanato. Insomma se mi avessero tolto il materasso
da sotto, non me ne sarei minimamente accorta, dato che LUI era
diventato il mio materasso...e che materasso!Altro che eminflex,
foppapedretti e memory form, non esisteva al mondo nulla di
più
ergonomico, se avessero prodotto con lo stampino letti di
quel genere,
ogni donna sulla faccia della terra avrebbe deciso di poltrire in
eterno e amen!
Improvvisamente
sentivo un gran caldo!
Sembrò
quasi avesse letto nella mia mente, perchè mi si rivolse
divertito
<< Non avevi detto di non riuscire a dormire sul lato
destro?>>
Si
glielo avevo detto, ed era una grossa balla.
"
Mmmhhhh...fammi pensare questa è la figura di merda numero
949878478618148873 bis vero??!"
Mi
staccai bruscamente , con la stessa grazia di chi
è stato punto sul sedere da una vespa , e balbettai:
<<
Ehhmmmm....ma..ma che c'entra!!...durante il sonno mi
muovo...mi giro,
mica sono una statua!!>> la mia voce era risultata
stridula e
isterica ed ero certa di avere dei capelli modello porcospino caduto da
una rupe, così per darmi un contegno aggiunsi
<< Buongiorno
comunque...>>
Manco
a dirlo Johnny scoppiò a ridere.
"
Ok datemi una parrucca verde, un fiore che spruzza acqua ed un naso a
pomodoro: ho scoperto la mia vocazione e domani mi unirò ad
una
compagnia circense diretta in Nicaragua... "
<<
Credo che ci daranno un premio! Probabilmente siamo le uniche
due
persone al mondo capaci di dormire in due , su un minuscolo
letto
singolo di un camper, occupandone solo la
metà!>> esclamò
divertito.
Beh
una cosa era certa : se il mio lato "clownesco" era capace di farlo
ridere il quel modo avrei accettato di buon grado di fare concorrenza
al Chrusty il Clown!
<<
Ma tu perchè non mi hai svegliata o spostata dato che ti
stavo addosso?!>> feci avvampando sempre di
più.
<<
Perchè volevo aggiudicarmi il premio...ovvio!
>> disse
ironico.<< Ma devo ammettere che pesi...è
stata una
grande...grandissima sofferenza!>> aggiunse con tono
teatrale.
Lo
guardai storto, anche se in effetti ridevo sotto i baffi.
<<
Oh poverino, che enorme fardello hai dovuto reggere! Comunque
congratulazioni, il premio te lo sei aggiudicato, e consiste
esattamente nel liberarti all'istante di questa PESANTISSIMA
ragazza...Perciò vado a fare una doccia!>>
feci sarcastica ,
fiondandomi velocemente verso la scaletta del letto al castello, ma
quel maledetto aveva i riflessi troppo veloci, o forse io ero troppo
lenta dato che non ero ancora del tutto sveglia; mi
afferrò per la
vita e gli caddi di nuovo sopra, sta volta di schiena...evidentemente
non gli dispiaceva affatto avere il mio peso addosso!
<<
Ehy ehy ehy , non si scappa così dai letti... e non si da
così il buongiorno!>>
Ok,
era ovvio che si era ripreso alla grande dalla sbronza, era allegro e
sembrava aver una gran voglia di scherzare....ed una grandissima
dannata voglia di farmi morire d'infarto!
<<
E come si da il buongiorno?!>>
Mi
stampò un bacio sulla fronte, mi scompigliò del
tutto i capelli mentre
io protestavo inutilmente. Poi indicò con l'indice la
propria guancia e
rimase in attesa che ricambiassi. Sbruffai e gli diedi un bacetto
veloce, senza che i suoi occhi divertiti mi abbandonassero un solo
istante.
<<
Bene, direi che per il momento ti ho messa abbastanza in imbarazzo...
>> concluse con una faccia da schiaffi <<
Vai ragazzina, è
il momento buono per scappare!>> rise.
<<
Scappare? SCAPPARE?! Eh no John Christofer Depp , questa è
guerra!!>> gli sfilai velocemente il cuscino da sotto la
testa,
ebbi il tempo di verderlo sgranare gli occhi per la sopresa e poi..."
SBAM!" glielo tirai dritto in faccia. Lo sentii bofonchiare
attraverso
la spugna: << Ahyy...accidenti...MI HAI FATTO UN MALE
CANE!>>
"
Oddio! No, vi prego ditemi che non ho rotto il naso perfetto di Johnny
Depp....oh mamma ditemi di no!!"
Si
tolse il cuscino dalla faccia e se la coprì con le
mani << Ma porca....che dolore!>>
"
Mi uccideranno, le sue fan mi uccideranno, mi prenderanno a
scudisciate....e con tutta ragione!! Gliel'ho rotto davvero!Ho rotto il
suo naso perfetto dalla forma perfetta sulla sua faccia perfetta!"
<<
Johnny, scusa scusa!! Non credevo d'aver colpito così forte!
Scusa! dai
fammi vedere!>> lui continuava a lamentarsi, io tutta
preoccupata
cercai di spostargli le mani per vedere che razza di danno avevo
causato, lui le tolse di scatto dalla faccia, urlando :
<<
BOOOOHH!!!>>.
Saltai
tre metri per lo spavento , mentre quel matto ricominciava a ridere.
Alla fine trascinò anche me nel suo delirio, praticamente
piangevo!
<<
Ma sono proprio una scema! Dopotutto è un cuscino! Come ho
potuto
crederci?!COME?!>> dissi più a me stessa che a
lui.
<<
Sei una ragazzina credulona ecco la spiegazione!>>
<<
Mi consola il fatto che c'è il voluto il miglior attore del
secolo, per
farmi ingoiare una simile boiata.>> dissi rassegnata
Lui
finse di darsi una pacca sulla spalla da solo, mimando un'espressione
esageratamente compiaciuta. Era un cartone animato.
<<
Senti tu..ma com'è che appena sveglio sei così
energico?>> chiesi
terminando la frase con uno sbadiglio modello orso in letargo.
<<
Non è sempre così , ma stanotte ho dormito
bene... >>
<<
Ma sei hai avuto una nottata d'inferno...!>> dissi
stupita.
<<
Ha presente gli acchiappasogni indiani, quelli rotondi pieni di
piume?>> chiese di punto in bianco.
<<
Ehhmmm, si.>> risposi cercando di capire dove sarebbe
andato a parare, l'ennesima battuta di certo.
<<
Sai a cosa servono?>>
<<
Beh non ci vuole un genio: un acchiappasogni acchiappa i sogni e
scaccia via gli incubi >>
<<
Brava. Ecco, tu funzioni esattamente così... è
per questo che ho
dormito tanto bene. Sei il mio acchiappasogni. >>
Sorriso
dolcissimo con conseguente tachicardia da parte mia.
<<
Senti Johnny, sono sveglia da cinque minuti e tu mi hai
già presa in
giro, messa in imbarazzo, fatto prendere uno spavento ed ora te ne esci
così?...beh direi che per oggi posso fare a meno del
caffè, però non
posso fare a meno di una doccia, puzzo di carne alla
brace!>> gli
feci una linguaccia e sta volta filai via sul serio , lasciandolo
là a
ridere di me.
Entrai
nel piccolo bagno del camper e mi fissai allo specchio. Mi
ero
sbagliata, i miei capelli non somigliavano ad un porcospino caduto da
una rupe, ma ad un'intera famiglia di porcospini sterminati da una
scossa elettrica di 3000 volt! In fondo però, non me ne
fregava nulla,
Johnny mi aveva appena detto che ero il SUO acchiappasogni...sorrisi
come un'ebete al mio stesso riflesso.
<<
Ragazzina?>> lo sentii chiamare da dietro la porta.
<<
SI?>>
<<
Posso mettere la mia scheda nel tuo cellulare? Il mio è a
pezzi e devo fare un pò di telefonate...>>
<<
Si si, fa pure!>>
Entrai
sotto il getto d'acqua e dopo una doccia breve , ma comunque
rigenerante, mi avvolsi in un asciugamano ed uscii dal minuscolo box .
Johnny era fuori a fare le sue telefonate. Mi vestii e mi sdraiai di
nuovo sul letto fissando il soffitto e aspettando che mi comunicasse i suoi programmi per la giornata.
" Una cosa
certa, è che tra i suoi programmi, ci sarà
sicuramente un volo diretto a Londra... " pensai con un nodo allo
stomaco.
Quando
rientrò mi venne accanto e mi porse il cellulare. La mia
faccia doveva
essere tutt'altro che allegra perchè mi chiese
<< Stai
male?>>
<<
No..no. Sei riuscito a telefonare?>> domanda
inutile...ovvio che
era riuscito a telefonare , altrimenti che cosa mai aveva
fatto fuori
nell'ultima mezz'ora?!
<<
Si, ho chiamato Christie, ha bestemmiato in aramaico
perchè è da ieri
che prova a contattarmi.>> disse rigirandosi tra le dita
il suo
anello a teschio << Purtroppo non è riuscita
ad impedire l'uscita
dell'articolo.>> sbruffò << Fa
niente...Mi intervisteranno
e smentirò come ogni santa volta.>>
<<
Mi dispiace Johnny.>>
<<
Dai non fare quella faccia preoccupata, non ho intenzione di ubriacarmi
di nuovo>> sorrise. << Cambiando
discorso...Ho telefonato a
Londra, e a quanto pare posso prendermela comoda, perchè per
ora c'è
mal tempo ed il documentario è in standby . Io dovevo
partecipare ad
alcune riprese all'aperto ma sono state rimandate. Li
richiamerò di
nuovo più tardi, per sapere quanti giorni salteranno di
preciso...>>fece una pausa, poi s'illuminò
<< ...comunque
la cosa più importante è che finalmente
ho parlato con Lily e Jack, la
telefonata è stata breve perchè stavano partendo
per una
gita...Comunque tutto apposto, non ne sanno niente delle ultime
notizie...>> si toccò il mento pensieroso
<< Se rimandano
le riprese di almeno un paio di giorni credo che andrò in
Francia.
>> concluse parlando più a se stesso che a me.
<<
Beh speriamo che saltino allora!>> dissi sinceramente
rincuorata
per lui. Finalmente Vanessa s'era decisa a rispondere alle telefonate,
deus gratias! << Quindi che hai intenzione di
fare? Vuoi andare
a prenotare il volo per la Francia adesso?>>
Scosse
la testa << Per il momento sono bloccato, fino al
pomeriggio non
sapranno dirmi se le riprese salteranno solo domani o anche qualche
altro giorno, partire per la Francia ora non avrebbe senso, rischio di
arrivare là per pranzo e dover ripartire domattina e dato
che i bambini
sono in gita non li vedrei...Perciò, dal momento che non ho
una gran
voglia di tornare a Londra...>>
Fece
spallucce mentre il mio cuore ballava il boogie boogie
<<
...Credo che rimarrò qui, ti accompagnerò in
aeroporto e poi girerò un
pò per Roma e...che ne sò comprerò un
cellulare e visiterò qualche
museo... Ma per il momento che ne dici di andar a fare colazione? O
preferisci controllare subito gli orari delle partenze per il tuo
volo?>>
Il
mio cuore smise di ballare il boogie boogie...
<<
Mi stai dicendo che non ne puoi più di avermi intorno
Johnny?>>
<<
No, perchè lo pensi?>>
<<
Beh hai menzionato voli e aeroporti già due volte
in cinque secondi..>>
<<
Sei completamente fuoristrada...>> fece con una faccia
serissima
<< E' solo che...insomma...qui hai risolto tutto e magari
hai
voglia di tornare a casa...non so..Perchè dovresti voler
rimanere a
Roma con me?>>
Lo
osservai dubbiosa, non mi convinceva quella risposta <<
Ok...capita l'antifona, prenoto subito il volo e mi tolgo dalle
scatole.>>
<<
Sei proprio viziata e dispettosa...tu vuoi che te lo chieda! Hai deciso
che devo chiedertelo non è vero?!>> mi
fissò con aria
inquisitrice.
<<
Chiedere cosa?>> risposi con finto candore.
<<
Chiederti di restare.>>
<<
No no... davvero, ora volo via!>> feci mimando con le
mani il
volo di una colomba << Oramai ho deciso che me ne vado e
ti
lascio in pace!>> continuai fingendomi offesa.
<<
Va bene te lo chiedo.>>
<<
Oh ma tu sei fissato...ti ho detto che non serve a
nient...>>
<<
Resta qui a Roma con me oggi Beatrice...Resta.
>> Il maledetto
aveva appena sfoderato due esageratissimi occhioni da cucciolo con
sorrisetto sghembo finale: una combinazione micidiale!
<<
Così non vale! Non mi puoi fare quella
faccia!ufff....>>
<<
Faccio una doccia e andiamo a fare colazione!
>> proclamò con
aria vittoriosa...quello che non sapeva era che ero io ad aver vinto un
altro giorno con lui.
Un
quarto d'ora dopo, io ed un Johnny dalla bellezza solare, con
addosso
una maglietta a righe gialle e marroni, i suoi jeans strappati da
cattivo ragazzo e completo di cappello e collanine, stavamo facendo
colazione in una bar della zona.
Dopo
due cioccolatosissimi cornetti chiamammo un taxy pur
non avendo la benchè minima idea di dove andare.
<<
Dunque Beatrice dove si va?>>
<<
E che ne so io!>>
<<
Come che ne sai? Tu sei italiana, devi farmi da guida!>>
<<
Sono una turista esattamente come te oggi, non sono mai stata prima a
Roma...>> feci spallucce.
<<
D'accordo allora faccio da guida io,però solo ad una
condizione...>> non mi piaceva l'espressione furbetta che
si era
materializzata sul suo viso.
<<
Mmmhhhh e quale sarebbe questa condizione?!>>
<<
Che tu faccia la turista in tutti i sensi. Oggi non devi proferire una
sola parola in italiano ,nè per chiedere informazioni
nè per nessun
altro motivo, devi fare la mia stessa fatica!>>
<<
Ma non ha senso!>>
<<
E' proprio questo il punto!>> sorrise.
<<
Ho capito Johnny, oggi si fanno cose sensa senso...mi
piace!>>
<<
Se trasgredisci alla regola sono guai eh!>>
Alzai
la mano destra come se stessi giurando << Non
trasgredirò!>>
Era
stata una pessima idea fare quel patto, perchè non appena
arrivò il taxy e vi montammo su, fu tutto un delirio!
Johnny
cercò di chiedere al conducente quali posti ci consigliava
di visitare.
Premessa: il conducente era un tunisino che parlava uno strano
italiano/romano e non capiva un H d'inglese.
<<
Please, could suggest a nice place to visit?>>
Ovviamente
il tassista lo guardò con gli occhi a punto interrogativo e
l'espressione da "ma mi prendi per il culo?".
<<
A nice place...her in Rome.Tourist, we are tourist... we want to visit
the must nices places in Rome! >> continuava a
dire Johnny
scandendo bene le parole,ma quello naturalmente
continuava a
guardarlo confuso. Poi ad un certo punto lo sentii rispondere:
<<
Certo, Roma, qui tu essere a Roma! Dove tu pensava di essere? Questa
essere Roma!>>
Quasi
mi strozzai con la mia stessa saliva. Esilarante!
<<
E dai ragazzina aiutami!>> mi tirò una
gomitata.
<<
Ma tu hai detto che non devo parlare in italiano! >>
<<
E infatti non devi, aiutami in un'altra lingua!>>
Tirai
fuori dalla mia borsa la mappa di Roma ,che avevo comprato il giorno in
cui eravamo andati a mare, la mostrai al tassita ed indicai
il mercato
di Porta Portese esclamando << Here!>> fece
un cenno
d'assenso e partì.
<<
Ehy hai barato!>>
<<
Non è vero, e poi di quel passo non saremmo più
partiti...dai andiamo a visitare il mercato, è famoso
sai?>>
______________________________________________________________________________________________________
Quando
arrivammo mi sembrò di trovarmi nella versione "spaghetti"
di
Portobello Road. Il mercato londinese era molto simile a quello romano,
ma potevo senz’altro affermare di preferire
quest’ultimo per diversi
fattori:
Mi
piacevano le voci degli ambulanti e le loro facce, alcuni sembravano
dei gran furbacchioni pronti a venderti i tuoi stessi vestiti, altri
invece sembravano usciti da un film di Fellini. E poi tutto
l’ambiente
circostante sapeva di antico, di vissuto... Inutile, nelle altre
nazioni si potevano trovare cose divertenti, particolari, ma
solo in
Italia si riscontrava quel genere di fascino che ti incuriosiva e ti
metteva allegria allo stesso tempo.
C'era
parecchia folla ed era facile confondersi tra la gente, difficilmente
qualcuno ci avrebbe notati.Ci aggirammo per un pò
incuriositi tra le
bancarelle, c'era davvero di tutto, abiti assurdi, ambulanti che
vendevano padelle, scarpe, cappelli eccetera eccetera, una marea di
oggetti usati e le cianfrusaglie più inutili...c'era da
perdersi!
Una
piccola folla si era radunata intorno ad una bancarella, incuriositi ci
avvinammo.
Un
certo Mustafà, con un aggeggino per tagliare le verdure,
faceva forme
d'ogni genere e così ti ritrovavi davanti carote a spirale ,
zucchine
"artistiche" e patate a cannolo... Mustafà non stava zitto
un attimo:
"...guarda
che te fa Mustafà, la patata a rondella e questa la metti
qua e la
friggi e poi la zucchina ce metti dentro questo e te la fai ripiena
guarda che bella , lo voi comprà? costa cinque euro
perchè è tutta roba
rubata fidate de Mustafà!"
Parlando
a ruota libera continua a decimare intere popolazioni di ortaggi!
Ma
dico io, vendendo l'affettatrice riusciva poi a recuperare i soldi che
aveva speso in verdure? Mistero!
<<
Altro che Edward mani di forbice Johnny, Tim il film doveva farlo su
Mustafà l'affetta verdure!>> lo presi in giro
ridendo
<<
Non male come idea ragazzina, potrebbe diventare un sequel!Ti assicuro
che Tim sarebbe capace di farci un film e lo farebbe pure diventare un
capolavoro!>>
<<
Non ne dubito affatto!>>
Continuammo
a vagare incuriositi e ad un certo punto, tra le varie cose i miei
occhietti estasiati caddero su di una Polaroid, una di quelle che
sviluppano istantaneamente la foto scattata. Accidenti prima d'allora
le avevo viste solo nei film! Doveva essere mia.
<<
Guarda!>> dissi indicandogliela << Secondo
te funziona?>>
Lui
la prese e la esaminò << Sembra integra...ne
avevo una un
millennio fa, scattavo le foto ai clienti del Viper room. Questo
però è
un modello diverso....>>
Lo
lasciai a parlare da solo e mi diressi verso l'ambulante , che se ne
stava all'altro estremo della bancarella, per acquistare sia la
macchina che il rullino adatto. Una mano si insinuò tra i
miei capelli
scompigliandoli.
<<
Ehy ti sembra il modo?? Ci ho messo un pò prima di
rendermi conto che stavo parlando da solo!>>
<<
Senti vecchietto, non posso mica stare ad ascoltarti, ogni volta che ti
perdi nei tuoi nostagici ricordi del passato!>> esclamai
ridendogli in faccia mentre lui assumeva un'espressione indispettita.
<<
Vecchietto?! VECCHIETTO?!!Ti faccio vedere io il
vecchietto!>> lo
vidi chinarsi e afferrarmi le gambe. Mi ritrovai a testa in
giù, mentre
lui simulando una voce da tragedia greca diceva <<
Rimangiati
quello che hai detto o le conseguenze saranno
inenarrabili!!>>
<<
Ahahahaha! Smettila dai! Stiamo attirando l'attenzione!>>
La
gente intorno ci guardava quasi fossimo dei poveri matti e a me
sembrava impossibile che nessuno di loro stesse riconoscendo Johnny,
però dopotutto chi si sarebbe mai aspettato che un attore di
Hollywood
ricco sfondato, si aggirasse per Porta Portese tenendo sottosopra una
ragazzetta sconosciuta?
<<
No ragazzina, non importa se attiriamo l'attenzione rimangiati quello
che hai detto o ti scarico sul banco degli
ortaggi!>> Disse
dirigendosi verso alcune casse piene di pomodori.
<<
Joooooo!! No dai torna indietro dobbiamo prendere la Polaroid,voglio
comprarla!!>>
<<
Sarebbe una spesa inutile, non avresti modo di utilizzarla dato che
stai per lasciare questo mondo...>>
<<
Ok dai ti chiedo scusa! Non sei un vecchietto!>>
<<
Mhhhh, ripeti prego?>>
<<
Non sei un vecchietto.>>
Mi
mise giù e appena ebbi posato i piedi a terra continuai
<< Non
sei un vecchietto però al posto tuo un lifting lo terrei in
considerazione!!>> Esclamai ridendo, Johnny
scattò verso di me
nel tentativo di acchiapparmi di nuovo, io feci un balzo indietro per
cercare di scansarlo. Risultato? Persi l'equilibrio e finii veramente
tra i pomodori.
Ora
la situazione era questa: l'ambulante sbraitava, Johnny rideva senza
prestarmi il minimo aiuto ( maledetto Depp!), la gente intorno era
impegnata a fissare il mio sedere che nella collisione aveva
spiaccicato i pomodori e si era di conseguenza tinto di rosso ed
io...beh io avevo appena fatto una delle più deleterie
brutte figure
delle mia vita ed ero certa che non l'avrei più dimenticata!
Ciliegina
sulla torta? Mentre il mio "carissimo" compagno d'avventure, che in
quel momento avrei volentieri annegato nel Tevere, se la rideva come un
matto, io dovetti pagare l'intera cassa di pomodori all'ambulante, dal
momento che essendovi finita dentro li avevo trasformati in salsa!
<<
Smetti di ridere o ti picchio! Ma è possibile che con te
devo sempre
fare brutte figure? Ho pure dovuto fingere di non parlare italiano per
non perdere la scommessa ...!Non hai idea di quante me ne ha dette
l'ambulante in pochi minuti, ed io dovevo fare finta di
niente! Uffa
guarda i miei jeans... sono più piena di
pomodoro di una pizza
margherita! >>
Finita
la mia arringha, mi piazzai davanti a Johnny con le mani sui fianchi e
l'espressione stizzita. In realtà stavo facendo di tutto per
non ridere.
Lui
con gli occhi ancora lucidi per le risate mi prese la mano :
<<
Dai, vieni con me Furia, poco fa ho visto qualcosa che fa al caso
nostro...>>
<<
Che cosa hai visto? Del basilico per completare la
ricetta?!>>
chiesi divertita, non ce la facevo proprio a fingermi arrabbiata
con
lui.
<<
Non serve il basilico, sei già appetitosa
così!>> rispose
beffardo, lanciandomi un'occhiata di traverso, dal canto mio gli diedi
una piccola spinta per mandarlo metaforicamente a quel paese.
Arrivammo
davanti una bancarella di abiti, e lui si mise ad osservare i vari
indumenti. Entrò fra due file di vestiti appesi ed io lo
seguii, era
come stare in mezzo ad uno stretto corridoio.
<<
Mhhhh...eppure era qua, l'ho visto passando...secondo me ti starebbe
proprio bene...>>
<<
Che vuoi fare Johnny?>>
<<
Cogliere l'occasione per farti togliere quei jeans....>>
rispose come se nulla fosse.
<<
Coooosa?!>> esclamai alle sue spalle mentre lui
continuava ad armeggiare.
Mi
guardò un attimo, con un guizzò birichino negli
occhi << Suvvia
non fare quella faccia, non voleva essere una frase maliziosa
ragazzina!>>
<<
Oggi sei insopportabile, lo sai?>> feci continuando a
seguirlo e
facendomi spazio tra la roba, era come stare tra una foresta di stoffa!
Si
fermò e si voltò nella mia direzione, mi
fissò, era pericolosamente
vicino, indietreggiai di poco sprofondando nell'ammasso di indumenti
appesi.
<<
E se sono tanto insopportabile, allora come mai non riesci a smettere
di ridere? >> Sussurrò. I suoi occhi divertiti
non mi davano
scampo.
<<
Perchè con te, perfino finire dentro una cassa di pomodori
è
divertente. Rendi tutto divertente Johnny, che posso farci io?
>>
Ecco,
questo era uno di quei casi in cui, la mia timidezza non si attivava
alla stessa velocità della mia lingua.
Eravamo
lì, faccia a faccia, mi sentivo incredibilmente stupida per
la frase appena detta ma lui mi spiazzò con la sua risposta.
<<
Come farò senza il mio acchiappasogni?>>
chiese con un sorriso.
Annullai
la brevissima distanza che ci separava, con un piccolo passo, era come
stare di fronte ad una potentissima calamita. Mi sentivo
così
tremendamente piccola mentre lui mi fissava con i suoi occhi
profondi,
irresistibili.
Mi
posò le mani sui fianchi e rimase fermo così.
<<
Non so proprio come farò!>> ribadì
, senza che il sorriso abbandonasse la sua faccia.
<<
Beh, tu sai dove trovarmi...>>
<<
Ve posso essè utile?>> Disse una voce alle
spalle di Johnny,
ipnotizzata com'ero da lui, non mi ero accorta del commerciante, era
come se fosse sbucato dal nulla.
Lo
fissammo entrambi sorpresi, poi Johnny mi mollò , ed anche
se quel
giorno c'erano almeno trentotto gradi, mi mancò da morire il
calore
della sue mani sui miei fianchi.
<<
Sorry, I looking for a dress, a green dress...>>
cominciò a dire Johnny, ma quello lo zittì.
<<
Ah ma siete turisti! Aspetta un momento che chiamo a mì
moglie, che lei
un pò d'englese ce capisce, prima stava in
Germania...>> si voltò
e si mise ad urlare:
<< AH
GIOVANNA?! VIE' QUA, CHE C'E' SO' DU STRANIERI E NON CE STO A
CAPI' NNA MAZZA!>>
Io
naturalmente tacevo fingendo di non capire, portando avanti il nostro
gioco senza senso. Mi resi conto di quanto quel gioco fosse rischioso,
quando ci trovammo di fronte una signora sulla quarantina e quando
quest'ultima alla vista di Johnny sgranò gli occhi sorpresa.
<<
Gianni? Ma sto signore non te pare che somiglia a quell'attore...quello
che piace tanto a Martina, quello la...il pirata
comesichiama? >>
<<
Johnny credo che ti abbia riconosciuto...>>
<<
Gianni me stai a sentì? Il poster che c'ha Martina in
stanza, ce
l'hai presente? La c'ha il cappello, i capelli lunghi è
tutto
strambo...ma dalla faccia me pare lui...guardalo! >>
Il
marito non le diede molta importanza e si allontanò dicendo
<<
Certo perchè ora gli attori de
"Ollivùùd" se vengono a vestì a Porta
Portese! >>
La
signora scoraggiata dal marito si limitò a fissarlo ancora
un attimo, ma non chiese nient'altro.
Pochi
minuti dopo ci allontanavamo dalla bancarella con un saccetto in mano
dentro il quale stava un abitino verde, che Johnny aveva scelto per me,
ignorando del tutto ogni mia protesta.
Aveva
anche comprato per se un cappello abbastanza anonimo ed una camicia a
maniche lunghe , per coprire i vari tatuaggi che potevano
renderlo fin
troppo riconoscibile, come ad esempio la scritta "Jack" che aveva
sull'avambraccio e che tutti i fan del pirata Sparrow avrebbero
facilmente potuto notare. Infine si era tolto le collanine che
indossava e se le era messe in tasca.
<<
Accidenti Johnny, morirai di caldo con quella camicia!>>
<<
No ragazzina tranquilla. Magari fosse così anche a Los
Angeles, la non
perdo tempo a camuffarmi perchè tanto i paparazzi sono
ovunque e sono
allenati a riconoscerti. Ma qua in Italia per fortuna è
differente. E'
bello pensare che bastino una camicia ed un cappello diversi dal solito
per essere lasciato in santa pace.>>
<<
Beh..speriamo che bastino.>>
<<
Basteranno non preoccuparti. C'è un bar lì, che
ne dici se entriamo e chiediamo della toilette per
cambiarci?>>
<<
Io preferirei non cambiarmi.. >>
<<
Non ti piace il vestito? Non è da boutique
ma...>>
Lo
interruppi << No, no, il vestito mi piace ma non
è da me...Preferisco i miei jeans al
pomodoro!>>
<<
Niente storie.>> si limitò a dire
trascinandomi dentro il bar.
Poco
dopo uscii dalla toilette con addosso quel coso svolazzante...non ci
ero abituata , ma dovevo ammettere che non era male come abito,
semplice, molto femminile. Indubbiamente Johnny aveva gusto. Anche lui
si era cambiato, mi squadrò dalla testa ai piedi, sembrava
soddisfatto.
<<
Sono ridicola...>>
<<
Ridicola? Strano...il tuo concetto di ridicolo concide con il mio
concetto di bello. >> rispose con il suo mezzo sorriso
sgembo.
<<
Diresti qualsiasi cosa pur di farti perdonare per avermi buttata dentro
una cassa di pomodori, vero?!>> feci puntandogli l'indice
contro
il petto.
<<
Diresti qualsiasi cosa pur di non accettare un complimento,
vero?>> mi fece il verso.
Dentro
i nostri inusuali abiti e muniti di bottigliette d'acqua per combattere
l'afa, ricominciammo il giro turistico. Io continuavo a
guardarmi
intorno alla ricerca di un regalo. Volevo avesse qualcosa che potesse
ricordargli me, qualcosa di speciale. La soluzione arrivò
quando vidi
una ragazza con mille treccine, che creava dei ciondoli personalizzati.
Aveva
delle placchette di metallo di forma rotonda o quadrata e su di queste
incideva ciò che le veniva richiesto. Sapevo esattamente
cosa fare
incidere. Alla prima occasione buona sarei andata a darle istruzioni,
ma dovevo prima distrarre Johnny, desideravo fosse una sorpresa.
L'occasione
si presentò poco dopo, quando lui mi chiese nuovamente il
mio cellulare
per richiamare Londra. Approfittai del fatto che si era un
pò
allontanato, per spiegare velocemente alla ragazza
l'incisione da
fare, le feci uno schizzo su della carta. Appena ebbi finito cercai
Johnny con lo sguardo ma non lo vidi. SI era allontanato. Decisi di
restare in quella zona aspettando che tornasse.
Il
ciondolo fu pronto in poco tempo, dopotutto era molto semplice
l'incisione che avevo scelto.
Johnny
tornò nella mia direzione.
<<
Ah eccoti ragazzina, stavo quasi per smarrirti tra la
folla!>> mi
restituì nuovamente il cellulare << Giuro
è l'ultima volta che te
lo rubo!>> fece stropicciandosi il pizzetto come faceva
sempre.
<<
Non è un problema, e poi oggi è domenica, dubito
che troveremo un negozio di elettronica aperto...>>
<<
Hai ragione, non ci avevo pensato. Beh allora mi rimangio
quello che
ho detto, credo che te lo ruberò di nuovo.>>
Feci
spallucce << Ti ho preso un pensierino
Johnny!>> feci agitando una piccola busta.
<<
Davvero? Anche io!>> rise lui mostrandomi una busta
più grande.
<<
Oh signore ti prego, fa che non sia un altro vestitino svolazzate e dai
colori appariscenti!>> scherzai unendo le mani
e guardando il
cielo.
<<
Ehy guarda che quel vestito è perfettamente in tono con i
tuoi occhi,
razza di ingrata!>> mi bacchettò
sgranando gli occhi.
<<
Si si certo... Fatto sta che ho paura di sapere cosa c'è li
dentro!
>> dissi indicando il suo sacchetto <<
Facciamo così,
manteniamo un pò di mistero, è ora di pranzo,
mangiamo da qualche parte
e poi spacchettiamo questi misteriorsi regali. Così
avrò tutto il tempo
di fare ipotesi!>>
<<
No.>> Rispose deciso.
<<
No?!>>
<<
Proprio così: No. Voglio saperlo adesso cosa mi hai preso,
sono
curioso....>> disse cercando di sbriciare dentro il
sacchettino.
<<
E poi sarei io la ragazzina?!>>
Alla
fine si arrese. Girovagammo un pò ed alla fine trovammo una
piccola
trattoria dall'aspetto pittoresco, non c'era molta gente e
c'era la
possibilità di mangiare in una piccola veranda all'aperto.
Individuammo
subito un tavolo in un angolo, e decidemmo di sederci e ordinare.
Mentre
aspettavamo la prima portata gli strappai di mano la busta per scoprire
cosa mi aveva preso.
<<
Ehy ragazzina!Toccava prima a te!>>
<<
Ora non più...>> dissi tirando fuori il
contenuto << Ma mi
hai preso la Polaroid! Me ne ero quasi dimenticata...Grazie
Johnny!>>
<<
Beh in realtà l'ho presa perchè sei l'unica
persona a questo mondo che
non mi ha ancora chiesto una foto ed un autografo...e stranamente mi
è
venuta voglia di chiedere io a te una foto ed un
autografo!>>
Fece ridendo.
<<
Ti accontento subito!>> Ero seduta di fronte a lui mi
alzai per
andargli accanto << Ok, ora fammi gli occhi storti Johnny
Depp!>>
<<
Come?>>
<<
Beh non vorrai una di quelle foto dal sorriso plastico! Scegli: o tiri
fuori la lingua o fai gli occhi storti!>>
<<
Stai annullando ogni mio residuo di serietà
ragazzina...>> borbottò fingendosi contrariato.
<<
Me la devi una foto ridicola, ti ricordo che per colpa tua sono finita
con il sedere tra i pomodori!>>
<<
Eh beh, quando hai ragione hai ragione!>>
Venne
fuori uno scatto esilarante.
<<
Molto artistica!>> commentò lui, mentre la
agitava perchè l'immagine venisse fuori del tutto.
Io
tornai ad esplorare la busta e tirai fuori il secondo regalo. Era il
terzo volume della divina commedia; il Paradiso.
<<
Visto? Ti ho comprato addirittura IL PARADISO, quanti altri ne
sarebbero capaci?!>> Si accese una sigaretta.
<<
Mhhhh? Il mio professore di letteratura?>> feci ironica.
<<
Ah ma tu devi apprezzare il senso metaforico del mio
regalo...!>> esclamo con fare altezzoso.
<<
Lo apprezzo, non temere!>>
<<
Sicuramente ne hai già una copia,ma questa è
diversa e ti spiego subito
il perchè... >> aspirò del fumo e
lo cacciò via dalle narici.
Cambiò tono e continuò dicendo: <<
L'ho visto su una
bancarella... dopo la bibbia è il libro più
celebre del mondo, ci sono
mille collegamenti che una persona può fare vedendolo...
invece la mia
testa lo ha collegato direttamente a te. Ecco perchè
è diverso, perchè
questa copia qui, mi è capitata sotto gli occhi senza che la
cercassi,
e mi ha parlato di te. >> inclinò la testa di
lato fissandomi
<< Ti ricordi cosa ti ho detto a Venezia, un secondo dopo
averti
conosciuta?>>
Fu
come essere catapultata indietro di diversi mesi, ricordai il teatro,
l'odore della sua sigaretta, quel sorriso che per la prima volta vedevo
dal vivo...
"
Sei la Beatrice di Dante?" mi aveva chiesto, stendendomi all'istante
con il suo immenso fascino.
<<
Certo che mi ricordo Johnny...>>
Ripensai
al mio sfogo, a tutti i discorsi che avevamo fatto quella notte, a
quando lui in macchina mi aveva detto " Tu non vuoi essere la guida del
paradiso di Dante, cara Beatrice, piuttosto vorresti fare un giro tra i
gironi dell’inferno, ma non ne hai il coraggio....", quante
cose erano
cambiate da allora!
<<
Apri.>>
Lo
feci. Nella prima di copertina c'era una scritta a penna:
- A
Beatrice che ha saputo attraversare l'inferno, senza perdere il suo
sorriso di paradiso.
- A
Beatrice che arrossisce per un abbraccio , ma non si intimidisce
affatto se le urli contro.
- A
una ragazzina che mi ha stupito, capito e catturato , in un tempo
brevissimo.
- Metti
questo libro da qualche parte nella tua stanza , perchè
possa
ricordarti che dall' altro lato del mondo, qualunque cosa
accada, c'è
qualcuno su cui puoi contare.
In
fondo alla pagina c'erano due numeri telefonici ed un indirizzo e-mail.
Alzai
gli occhi su di lui che mi osservava in attesa di un commento,
rigirandosi tra le dita il suo anello a forma di teschio, chiaro segno
di un certo imbarazzo.
Erano
belle le parole che mi aveva scritto, poche, semplici, ma c'era dentro
tutto. Johnny non sapeva, che se avevo attraversato l'inferno senza
perdere il sorriso, era stato in gran parte merito suo, così
come non
sapeva che SOLO i suoi abbracci riuscivano a farmi arrossire tanto, e
mentre i miei occhi fissavano la più bella delle tre
frasi "ad una
ragazzina che mi ha stupito, capito e catturato" l'unico pensiero che
la mia mente elaborava era che sarei stata pronta a seguirlo dall'altra
parte del mondo, se solo lui lo avesse voluto, perchè "il
paradiso" non
era lì tra le mie mani , tra quelle pagine, mi stava seduto
di fronte
e profumava di tabacco e liquirizia.
Ruppe
il mio silenzio con il suo solito umorismo : << Avrei
potuto
scriverlo su un pezzo di carta qualsiasi, ma trovo che solo la Divina
Commedia sia un degno supporto per le mie frasi poetiche..e sopratutto
per il mio indirizzo e-mail!>>
<<
Grazie Johnny...>> dissi sincera. Dopo
l'ennesimo silenzio
imbarazzante, anche io la buttai sulla battuta << Ma ti
rendi
conto che c'è gente che ucciderebbe per avere questi numeri
di
telefono?!>>
<<
Uccidere no...pagare si. Ma conto che tu non ti faccia
corrompere!>>
<<
Fossi in te non ne sarei tanto sicuro...non so, con il denaro ricavato
potrei comprarmi un'isola!>>
<<
Ti presto la mia!>>
Fummo
interrotti dalla cameriera che ci posò davanti due piatti
fumanti di rigatoni alla parmigiana.
<<
Allora, e il mio regalo quando me lo dai?>> chiese dopo
un pò.
Mi
decisi a tirare fuori il ciondolo. Avevo scelto la piastrina quadrata e
sopra spiccava un'incisione e a forma di uncino ed un punto rosso. Era
lo schema di una costellazione. (1)
(2)
Johnny
lo guardò affascinato, io cominciai a spiegare.
<<
C'era una ragazza poco fa al mercato che faceva queste piastrine
personalizzate...così le ho fatto realizzare
questa. Però devo
spiegarti che significa...>>
<<
Muoio di curiosità.>>
<<
Lo vedi questo punto rosso? Questa è la stella Antares. Fa
parte della
costellazione dello Scorpione, ma ha sempre suscitato
curiosità in
diverse culture per molti fattori. E' una delle stelle più
grandi e
luminose conosciute, ma la sua particolarità sta
nel colore, è una
stella rossa, totalmente diversa dalle altre, impossibile da confondere
con le altre. Ci sono circa mille e duecento stelle in questa
costellazione, ma sono tutte azzurre, tutte uguali e al centro invece
c'è questa gigante rossa...
Il
suo colore dipende dal fatto che ha consumato tutto il suo
idrogeno ed
ha imparato a brillare sfruttando tutti gli altri elementi. Insomma non
si è spenta, si è reinventata diventando
più grande e più luminosa di
prima.
E'
così distante, che anche se la vediamo chiaramente grazie
alle sue
grandi dimensioni, non si è ancora riuscito a stabilire
quale siano le
sue precise caratteristiche, insomma si mostra con facilità
eppure non
è facile collocarla in una categoria precisa ...è
immersa in una nube
che ne riflette e amplifica la luce, si mostra eppure rimane un mistero.
E
poi Antares deriva dal greco e significa "opposto ad Ares". Ares era il
dio della guerra e del disordine e corrisponde al pianeta Marte
ed in
tutto lo spazio a noi visibile Marte è l'unico pianeta che
ha lo stesso
colore di Antares, insomma sono due gemelli e due
opposti...due anime.
Tu
secondo me sei simile ad Antares per molte cose: per il modo in cui ti
distingui, per come ti mostri senza mostrarti mai del tutto, per le due
anime opposte...L'ho pensato fin dall'inizio, da quando ti ho
conosciuto ho avuto l'impressione che tu fossi un pianeta a parte, e
poi oggi ho capito, sei come Antares.
Credo
che tu possa reinventarti all'infinito e crescere sempre più
,sia come
artista che come persona.Credo che tu abbia un'energia inesauribile
Johnny. E allora eccoti il tuo ciondolo, spero ti porti fortuna e
magari qualche sorriso ricordandoti questa matta, che è
riuscita a
trovare somiglianze tra te ed una stella rossa. >>
Glielo
porsi sorridendo.
<<
Accidenti...>> fu l'unica cosa che disse fissando il
ciondolo.
<<
Riesco ad essere noiosa lo so!>> scherzai
<< Ma insomma
senza una dovuta spiegazione avresti solo visto una placchetta
di
metalllo con un punto rosso ed un'incisione e forma d'uncino! Ah ecco
stavo quasi dimenticando l'altra coincidenza, Antares forma un uncino,
niente di più adatto per un pirata direi!>>
<<
Il mio regalo è uno schifo in confronto a
questo!>> esclamò
<< Sono senza parole ragazzina.... anche se credo che tu
mi abbia
sopravvalutato!>>
<<
Sei proprio scemo.>> feci scuotendo la testa.
<<
Me lo metto subito...>> se lo infilò al collo.
<<
Quindi è entrato a far parte della tua collezione di
collane?>>
<<
No,non fa parte della mia collezione, questo è unico nel suo
genere.Non
credo che me lo toglierò più! >>
sorrise << Com'è che sai
tutte queste cose sulle stelle?>>
<<
A Carlo un Natale i suoi nonni hanno regalato un cannocchiale...lo
teneva nella sua stanza quasi fosse un oggetto decorativo, una sera ci
ho guardato dentro ed è stata la fine! Ho cominciato ad
interessarmi di
astronomia...è bellissimo osservare i pianeti,le stelle...
conoscerne i
nomi. Specialmente nelle notti d'estate mi capita di passare intere ore
alla finestra...>>
Continuammo
a chiacchierare di mille cose, di stelle, di musica, delle nostre
abitudini.
Restammo
seduti per un' ora buona dopo la fine del pranzo. I proprietari del
locale non fecero problemi, anche se la cameriera continuava a venire
al nostro tavolo per mille ragioni diverse ed improbabili . Alla
milleunesima volta si rivolse a Johnny.
<<
Ho creduto di avere le visioni...ma non posso sbagliarmi! Tu sei Johnny
Depp, vero?>> Disse tutta emozionata, mangiandoselo con
gli
occhi, come del resto aveva fatto dal momento in cui eravamo entrati.
Lui
le sorrise e la ragazza sembrò quasi stesse per
svenirgli davanti... non c'era da biasimarla!
Nei
minuti successivi fu tutto un complimentarsi per i suoi film e per la
sua bellezza. Johnny rispondeva con una delle poche parole che
conosceva della nostra lingua ovvero "grazie".
La
ragazza nei suoi discorsi mischiava frasi in italiano a frasi in
inglese. Dubitavo che lui ci stesse capendo davvero qualcosa,
così di
tanto in tanto facevo da interprete, approfittandone per prenderlo in
giro.
<<
Sta dicendo, che adora così tanto i film che fai con Tim,
che ha
chiamato i suoi due criceti Tim e Johnny...! >>
ridacchiai
<< Non ne sei onorato ?>> chiesi mentre lui
mi lanciava
un'occhiataccia.
<<
Smettila di inventarti le cose ragazzina, già non ci capisco
niente così!>>
<<
Purtroppo non l'ho inventato!>>
La scena si concluse con la
classica foto ed autografo.
Passammo
le ore successive, a spostarci nelle varie zone della città,
Johnny
riuscì a passare inosservato per la maggior parte del
tempo, cercava
di non avere contatti diretti con le persone, se c'era da chiedere
un'informazione lo facevo io, mentre lui fingeva di osservare qualcosa
dalla parte opposta , così da non mostrare bene il viso.
Questa si
dimostrò una strategia efficiente , le uniche altre persone
a
riconoscerlo furono un tassista ed una turista cinese, in entrambi i
casi il rito fu lo stesso che con la cameriera, escluso il discorso sui
criceti ovviamente!
Visitammo
i luoghi più celebri, ovvero la fontana di Trevi, il
Colosseo, i fori
Imperiali e tutto quello che ci capitava sott'occhio, ma non fu un
semplice giro turistico piuttosto fu una sorta di caccia al tesoro,
avevo infatti proposto una sfida:
<<
Chi riesce a fotografare la cosa più strana o più
divertente, vince.
Chi perde deve rivelare all'altro le proprie stranezze. Ci
stai?>>
Consumammo
l'intero rullino della Polaroid, facendo foto assurde. A fine giornata
avevamo un repertorio di immagini esilaranti, c'era di tutto: una donna
con un barboncino che sbucava dalla borsa, un segnale
stradale di
divieto sul quale qualche graffitaro aveva disegnato un pupazzetto
nell'atto di fare pipì, un' albero talmente storto che non
si capiva
come stesse in piedi , un ragazzo con i capelli di almeno dieci colori
diversi e cose simili.
Alla
fine vinsi io fotografando un cartello affisso su di un cancello, il
quale riportava testuali parole:
" For tourist: no parking here
please.
PER TUTTI L'ARTRI: AVETE ROTTO ER CAZZO!"
Johnny
pagò il suo pegno rivelandomi alcune cose su di lui:
Sapeva
dire "grazie" in quasi tutte le lingue, riteneva fosse importatissimo,
saper dire grazie ai suoi fan.
Aveva
una passione per le frasi strane; in francese una delle prime
che
aveva imparato era "la nocciolina è nel mio ombelico" in
tedesco sapeva
dire " io sono un'anguria" e "mio padre è un
torero" ed in italiano
diceva " canto solo di lunedì".
Aveva un occhio
pigro, quindi non poteva vedere il cinema in 3d e infine, gli
facevano paura i clown.
La
giornata volò via così, tra stranezze e risate
senza che ce ne rendessimo conto.
Per
cena prendemmo due pizze, ma purtroppo questa volta il nostro intuito
non funzionò come aveva fatto a pranzo, poichè
non appena varcammo
l'uscita del locale, ci trovammo con nostra grande sorpresa assaliti
dai flash.
Qualcuno
all'interno doveva aver riconosciuto Johnny e segnalato la sua
presenza, dal momento che eravamo praticamente circondati da paparazzi.
Cominciarono
ad urlare domande.
Guardai
Johnny interrogandolo con gli occhi, cercando di capire cosa fare.
<<
Tranquilla...>> sussurrò.
Oramai
non mi ingannava più, io riuscivo a capire quando era
davvero sereno e
quando invece fingeva, cercando in tutti i modi di mantenere la calma,
era proprio quello che stava facendo adesso. Stava là
osservando
intorno attraverso le sue lenti blu, spostava lo sguardo rapidamente da
una faccia all'altra senza battere ciglio, le braccia dritte lungo in
fianchi in un finto rilassamento che di tanto in tanto veniva tradito
da una sorta di impulso che lo portava a stringere i pugni forse per
sfogare la tensione.
<<
Signor Depp, si dice che sia stato coinvolto in una rissa durante la
quale una donna disabile è stata ferita, ci chiediamo, un
personaggio
famoso come lei non dovrebbe fare più attenzione? Non la
preoccupa il
messaggio di violenza che manda con i suoi gesti? Dopotutto ha molti
fan, potrebbero ritenere giusto imitarla. Cosa mi dice al
riguardo?>>
Bene,
avrei preso la testa di quel giornalista e l'avrei spiaccicata contro
il muro, tanto per dare un esempio del tipo di violenza che sarebbe
stata più che opportuna in quel momento. I pugni di Johnny
erano
stretti, parlò con voce ostentatamente calma:
<<
Non c'è niente di vero, e non vedo come potrebbe esserci,
dal momento
che è da quasi due settimane che manco da Los Angeles.
Sicuramente mi
preoccupa il fatto che circolino certe voci su di me, che la mia
immagine venga così strumentalizzata poichè non
ho alcuna intenzione di
essere un cattivo esempio. Tutto ciò che posso fare
è smentire per
l'ennesima volta, ma non posso fermare le false voci che vengono messe
in giro quotidianamente, a mio discapito.>> Ero
sinceramente
ammirata dalla sua quantità di autocontrollo. Ma quel tizio
non aveva
ancora finito, aggiunse l'ennesima spiacevole frase:
<<
Eppure ci sono dei testimoni del fatto, non crede che
anzichè smentire farebbe meglio a scusarsi?>>
No,
ora era troppo, davvero troppo! Lo aveva preso per un violento e per un
bugiardo. Sapevo che Johnny avrebbe cercato di rispondere ancora una
volta il più pacatamente possibile, ma io non potevo stare a
guardare
quella gente che insinuava cose assurde su lui, sapevo che quei
discorsi lo ferivano, sapevo che stava pensando ai suoi figli che
ancora una volta avrebbero dovuto sentire brutte cose sul loro padre.
Feci un passò avanti e mi piantai davanti a quel
giornalista
squadrandolo con due occhi furibondi...stavo per esplodere...stavo
decisamente per esplodere...esplosi:
<<
Lasciatelo in pace una buona volta!! E' un uomo esattamente come voi.
Ma che dico?! Che cosa dico! Lui è molto di
più di quanto voi sarete
mai, perchè lui è generoso, umile,altruista,
spiritoso, sensibile,
intelligente, gentile... lui è un'infinità di
belle cose che voi con le
vostre ottuse teste assetate di notizie non potrete mai essere! Quello
che è sicuro, è che non è uno, che se
ne va in giro a picchiare le
donne! Non bisogna certo conoscerlo a fondo per capire questo e voi
siete matti a pensarlo, anche solo ad insinuarlo! Ma vi rendete conto
dei danni che fate con i vostri articoli pieni di bugie? Per quanto il
vostro lavoro, necessiti una gran dose di insistenza ed una totale
mancanza di tatto, potreste di tanto in tanto ricordarvi che non
è
compremettendo la dignità umana che si diventa dei grandi.
Non è
inventando storie stupide e indegne che riuscirete a scrivere qualcosa
di veramente memorabile!!>>
Ecco,
ero esplosa, e me ne ero uscita con una specie di delirante
predica.
Ora
Johnny si sarebbe infuriato, mi aveva detto che a parlare con i
giornalisti si ottengono solo molte rogne, che la cosa migliore
è non
spazientirsi mai e dire il minimo.Ed io cosa avevo appena fatto?
L'esatto opposto.
Mi
voltai a guardarlo, sicura che mi avrebbe fulminato con i suoi profondi
occhi neri, invece era la che mi osservava con un sorriso lieve, ma non
era la solita espressione ironica che teneva sempre su per mascherare
tutto, era un sorriso pieno di dolcezza.
<<
Andiamo via.>> Si limitò a dire.
Il
gruppetto di avvoltoi era rimasto per qualche secondo spiazzato , ma
dopo avevano ricominciato ad urlare domande stupide, insensibili e
impertinenti. Era inutile; niente e nessuno li fermava. Salimmo
sul
primo taxi che ci capitò sott'occhio . Una volta a bordo mi
affrettai
ad accatastare scuse mortificate:
<<
Johnny scusa! Mi dispiace! Scusa, scusa davvero! Non volevo esplodere
in quel modo...forse ti causerò ancora più
problemi!! Sono proprio un
disastro...ma mi ha innervosita troppo sentirli dire quelle brutte cose
su di te! Abbiamo passato una giornata così bella , volevo
che tu
avessi un bel ricordo di questa giornata e poi sono spuntati dal
nulla...se ne stavano lì con i loro antipatici grugni...mi
sono saltati
i nervi! Non capiscono il male che fanno! Ma io l'ho visto, ho visto
che eri nervoso, preoccupato...e loro che non la smettevano,
così sono
esplosa! ... se ci penso mi viene ancora da urlare!!! Come fanno a dire
certe cose di te? come diavolo fanno!!! Sono pazzi, stupidi e
oppurtunisti!!!...oh mamma... vedi, sto ricominciando ad
urlare...scusa...>> Agitavo le mani gesticolando nervosa,
avrei
continuato all'infinito con i miei deliri se lui non avesse
acchiappato una di quelle mani stringendola un attimo tra le sue, per
poi portarsela al viso e baciarla. Improvvisamente il fiume in piena
delle mie parole, si arrestò per lasciare spazio ad un
silenzio fitto
di stupore .
<<
Grazie Beatrice.>> Gli occhi nei miei, seri,
luminosi <<
Forse non è stata la cosa migliore da fare, ma non importa
perchè
nessuno si è mai arrabbiato tanto solo per
difendermi...Nessuno. Hai
ragione tu, è stata davvero una bella giornata e ti assicuro
che loro
non l'hanno rovinata. >> Poi si mise a ridere ed era una
risata
vera, non forzata, non nervosa.
<<
Che c'è di tanto divertente?!>>
<<
Diavolo dovevi vederti: una vera furia! Beatrice il terrore dei
paparazzi!>>
<<
Ma smettila di prendermi in giro uffa!!>> dissi
pizzicandogli un
braccio. Lui mi afferrò la mano per difendersi, ma per il resto del tragitto non
la lasciò un solo secondo , la tenne tra le sue
stringendola e accarezzandola, mentre come sempre il mio cuore batteva ad un
ritmo sovrumano.
Holà
splendori! Come state??
^.^ Io un pò
fusa...ma sarebbe strano il contrario! xD
L'ispirazione
è arrivata all'improvviso e come avrete potuto notare, ho
tirato fuori
un capitolo lunghissimo e me ne scuso, non ho voluto dividerlo
perchè mi piaceva il fatto che la
giornata fosse raccontata tutta insieme, senza interruzioni.
Se
ci mettiamo poi anche il fatto che la parte iniziale ,
quella del
risveglio, doveva far parte del capitolo precedente, il risultato
è un
papiro!
Spero non vi abbia annoiate o
stancate.
Detto questo, alcune piccole
note:
Non
sono mai stata a Roma, non ho mai visitato Porta Portese ma ne ho
sentito parlare. Mi sono rifatta a racconti e ricerche internet.
Se ho sparato troppe
baggianate inverosimili, non me ne vogliate!
Mustafà l'affetta
verdure però esiste davvero, gli altri personaggi invece
sono frutto della mia testolina bacata.
Per quanto riguarda le
stranezze di Johnny sono vere:
Il
fatto che impara frasi strane nelle varie lingue, la frase della
nocciolina e quella dell'anguria e del torero le ho lette in
un'intervista, mentre la frase strana in italiano, me la sono inventata
io perchè non mi sembrava giusto non mettere una frase
italiana, ecco!
ù.ù
E' vero che non
può vedere il 3d per un problema di vista ed è
vero che ha paura dei clown.
Concludo
dicendo che il prossimo capitolo non sarà così
lungo, ma sarà
intenso....e siccome sono cattivella tanto per stuzzicare la vostra
curiosità faccio una cosa che non ho mai fatto: vi metto un
piccolo,
piccolissimo, ma significativo spoiler :)
(...)non
avevo dubbi: ogni parte di me era sua, la nostra pelle era fatta per
fondersi, la nostra carne per stringersi, finchè il respiro
sembrò
essere uno solo, così come ogni pulsazione, ogni
battito del cuore,
ogni più piccolo fremito. Ecco cos'era la passione (...)
Che altro aggiungere? Aspetto
le vostre opinioni!
bacissimi!!
^.^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 23 *** XXII. Irrimediabilmente sua... ***
XXII. Irrimediabilmente sua
Dopo la fuga dai
paparazzi, dopo le mie deliranti scuse , io e Johnny eravamo rimasti in
silenzio contemplando Roma oltre i vetri dell'auto. La città
eterna che per ironia della sorte mi avrebbe lasciato ricordi
eterni!
Mi ero innamorata di quella città e non solo per la sua
indubbia bellezza e storia, non solo per la simpatia dei suoi abitanti,
ma sopratutto perchè Roma era stata lo scenario di giorni
stupendi, durante i quali avevo pianto e riso ed ora mi aveva regalato
un gran finale, una giornata magnifica, accanto a lui che aveva la
capacita di portarmi in cielo solo stringendomi le mani.
Eravamo quasi
arrivati al campo quando fui bruscamente tirata fuori dai
miei pensieri romantici...
<< ...Non si fermi!!>> quasi urlai al
tassista. Johnny sussultò.<< Ma che ti prende
ragazzina!?>> Lo ignorai, non c'era tempo di spiegare.
<< Non rallenti e non si fermi. >> dissi,
sta volta con più calma << Faccia il giro,
come se non dovesse fermarsi, aggiri il campo e arrivi fino alla parte
opposta per favore...>> Appoggiai ilnaso contro il vetro
per riuscire a vedere bene. Non era stata un'allucinazione.
<< Ah segnorì ma che stamo a girà
un film de spionaggio?>>
<< Qualcosa del genere!>>
<< Ste turisti sò tutti
matti...>> disse tra se eseguendo il mio ordine.
Vari punti interrogativi fluttuavano intorno alla testa di
Johnny mi decisi a spiegare:
<< Guarda là...>> indicai una
zona che avevamo appena sorpassato, accostate c'erano due automobili
<< Non ti sembrano strane quelle auto parcheggiate
lì? Devono essere paparazzi...>>
<< Mi sa che hai ragione...>> fece Johnny
avvicinandosi anche lui al finestrino per osservare meglio.
<< Ma dove devo annà?>> Nel
frattempo stavamo arrivando dietro la zona del prato, piuttosto
distanti dalle baracche di rimpetto alle quali erano parcheggiate le
macchine dei paparazzi. Loro non ci avevano visti, perchè
non gli eravamo passati davanti.
<< Si fermi qui, ma non se ne vada...>>
Lasciammo il tassita
la ad aspettare e scendemmo
<< Oh? Guardate che er tassametro scorre!>>
<< Non si preoccupi il fatto è...che forse
dovremo di nuovo andar via, quindi resti lì!>>
<< Se non me pagate, ve denucio, pure se non so chi
siete!>>
Ci inoltrammo fra gli
alberi, da lì si poteva arrivare alla zona delle fontane,
che distava un pò dall'accampamento vero e proprio.
<< Come facciamo a capire se sono davvero giornalisti,
perchè se sono giornalisti temo che ce ne dovremo andare
davvero...>>
Johnny fece spallucce e scosse il capo.
Poco dopo da una delle macchine scese un tizio con un'enorme macchina
fotografica che penzolava dal collo. Il tipo si avvicinò ad
un albero e........ si mise a fare pipì!
<< Quando si dice vivere secondo natura!>>
Esclamò Johnny ironico << Comunque,
è confermato, sono paparazzi. Ma poi come avranno fatto a
capire che eravamo qui?>> era seccato.
<< Dev'essere stato il tassita che oggi ti ha
riconosciuto...o magari qualcuno del bar dove abbiamo preso i
cornetti...>> ipotizzai
<< Già probabile...Che proponi di fare
ragazzina? Torniamo in centro?>>
<< Non lo so...Johnny quanto tempo stanno appostati di
solito i giornalisti?>>
<< All'infinito...>> disse con una smorfia.
<< Uhmm bene...Accidenti!! Senti aspettiamo un
pò, mi verrà un'idea...>> Lui mi
squadrava ironico.
<< Un'idea?>>
<< Si! Voglio vendetta e sono in vantaggio dato che io li
ho visti e loro no!>> Feci simulando un'espressione
perfida.
<< Tu sei matta.>>
Proclamò con sicurezza.
<< AH! Zitto... così non mi
concentro!>> Esclamai agitando le mani come se stessi
cacciando via delle mosche.
<< Sei decisamente matta...>>
Vidi Fatima uscire da
una baracca e dirigersi verso la casa mobile di Azuz che stava a dieci
metri circa rispetto a dove eravamo nascosti noi. L'idea
arrivò luminosa come una lampadina.
Cercai di chiamarla, agitai le braccia per attirare la sua attenzione,
ma non potevo urlare e lei non mi sentiva.
<< Accidenti non mi ha vista!>>
"Spremi le meningi Beatrice..."
<< Tieni! >> Porsi un sassolino a Johnny
<< Lancialo verso Fatima, io non ho una buona mira.Ma non
farle male eh!>> Johnny nel frattempo aveva rinunciato a
capirmi o anche solo a contraddirmi, si limitava ad osservarmi con la
fronte corrucciata e le labbra piegate in un sorrisetto incredulo.
Eseguì il mio ordine senza togliersi quella smorfia dalla
faccia. Fatima finalmente ci vide e ci squadrò con quella
sua espressione furba e un pò annoiata. Prontamente misi
l'indice davanti le labbra per intimarle di stare zitta e poi le feci
cenno di raggiungerci . Lei venne verso di noi un pò incerta.
<< Ma èstate giocando a
nascondino?>>
<< No... Senti mi devi aiutare a... a fare uno scherzetto
a certe persone...>> Il piano era tutto dentro la mia
testa e sia Johnny che Fatima sembravano molto incuriositi.
<< Janus è nei paraggi?>> Le
chiesi
<< Si, està nela casa de
Azuz...>>
<< Perfetto!!>> Squadrai Johnny dalla testa
ai piedi e tra me e me dissi << Vediamo se
funziona...>> poi mi rivolsi a lui con tono
imperativo << ...Johnny spogliati!>>
Mi sembrò quasi che gli occhi stessero per uscirgli dalle
orbite << Eh?!>>
<< Senti, fidati! Comunque tranquillo, non serve che ti
spogli completamente...togliti la maglietta, il cappello e...dove sono
i tuoi dannati occhiali? Li porti sempre e proprio ora che
servono...>>
<< Calma ragazzina...>> Mi interruppe e
indicò gli occhiali che erano appesi ad un passante dei suoi
jeans.
<< Perfetto! Dai che aspetti?
Spogliati!>> Lui continuava a temporeggiare
guardandomi dubbioso .
<< Oh madonna santa Johnny! Ma da quando in qua sei
diventato tanto timido?!>>
Sbruffò, si tolse il cappello e me lo
spiaccicò letteralmente sulla testa ridacchiando e
mormorando fra sè << ...ubbidisco solo
perchè sono troppo curioso di sapere cosa hai in
mente...>>
Sollevai la tesa e vidi che finalmente si stava togliendo
quella dannata camicia.
La faccia di Fatima parlava da sola, ma tanto per completare l'effetto
esclamò: << Me piace molto esto gioco che
fate!>>
Johnny la fissò sbigottito e fu chiaro che anche se non
aveva ben inteso le parole, in qualche modo aveva afferrato il senso.
Non riuscii a trattenere una risata.
Presi camicia, cappello e occhiali e li porsi alla ragazza.
<< Allora Fatima, ascoltami bene, devi fare indossare
queste cose a Janus, dopodichè passate dietro le baracche e
non fatevi assolutamente vedere da quei tipi
là...>> indicai le macchine, delle quali dal
punto in cui ci trovavamo si scorgeva solo una piccola parte
<< quando sarete qui, ti dirò cosa
fare.>>
<< Ok!>> Lanciò un'occhiata
colma di malizia a Johnny e poi si allontanò.
Il mio compagno di sventura oramai aveva capito e disse solo
<< Non funzionerà.>>
<< E perchè non dovrebbe? Siete alti quasi
uguale, ha i capellli scuri come i tuoi...si che
funzionerà.>>
<< Io sò soltanto che è la seconda
volta che ti freghi un mio indumento!>>
ironizzò << ho capito che devo tenere le mie
camicie lontane da te!>>
Poco dopo Fatima fu di ritorno insieme al fratello, che indossava gli
abiti di Johnny , il quale invece era rimasto a torso nudo.
Calcai di più il cappelo sulla testa di Janus, sistemai
qualche ciocca di capelli perchè ne nascondesse i
lineamenti, misi a posto gli occhiali... Ok non si somigliavano
affatto, ma dopotutto era sera e contavo che i paparazzi vedendolo da
lontano, nella penombra e con addosso quegli indumenti, ci cascassero.
Era un piano azzardato, ma valeva la pena tentare.
Fatima e Janus montarono sul taxy, diedi loro i soldi necessari per la
corsa. Io e Johnny rimanemmo ad osservare.
La vettura fece di nuovo il giro del campo, rallentò e si
fermò poco distante rispetto alle auto dei paparazzi, i
quali si animarono subito inforcando le loro macchine fotografiche.
Janus esitò un attimò prima di scendere, poi fu
perfetto.
Aprì lo sportello venne fuori tenendo la testa
bassa. Subito scattò qualche flash. I paparazzi si
avvicinarono chiamandolo:
<< Signor Depp, qualche dichiarazione! Signor Depp!
SIGNOR DEPP!>>
Prima che si
avvicinassero troppo, lui rientrò velocemente nel taxy e
dopo qualche momento partì . I paparazzi corsero verso le
loro auto e vi montarono per inseguirlo.
Non potevo crederci,
aveva funzionato! A quei cretini era bastato vedere lo stesso cappello
e camicia che aveva Johnny poco prima, per cascarci in pieno.
Incredibile!
<< Ce ne siamo liberati! ahahha! Johnny ce ne siamo
liberati!! Non è possibile ci sono cascati!!>>
esclamai euforica e lui non era da meno, rideva incredulo.
<< Corriamo a nasconderci!>> feci tutta
esaltata , prendendogli la mano. Non aveva senso correre, non
c'erano più i giornalisti, non aveva senso fingersi
inseguiti, ma noi lo stavamo facendo .
Entrammo nel camper in fretta e furia ridendo come matti...
<< Oddio piccoletta! Devo ammettere che la tua strategia
è stata a dir poco perfetta! Assurda ma perfetta! Giuro se
non l'avessi visto non avrei mai creduto potesse
funzionare!>>
<< Non sai cosa pagherei per esserci quando si
accorgeranno che non sei tu! Ahaahahah! Ma l'hai vista la loro faccia
Johnny?! Erano entusiasti, sono partiti a razzo credendo di poter fare
lo scoop del secolo!>>
<< Li ho visti, li ho visti! Sto pensando seriamente di
assumerti come dipendente!>>
<< Ah si? E con quale titolo?>>
<< Pianificatrice di fughe perfette! Saresti un vero asso
nella manica!>>
<< Mi piace. Assumimi!>>
<< Dovresti stare con me sempre. Pensi di potercela
fare?>>
<< Non avevo valutato questa cosa...doverti sopportare
ogni giorno...mhhhh..non so!>>
<< Ah si è
così?!>> Si avvicinò di
scatto e mi spinse in direzione del letto che stava dietro di me , ci
finii sopra come un sacco di patate, mi si fiondò addosso e
cominciò a farmi il solletico.
<< Noooo ti prego...non lo sopporto il
solletico!!!>> Ma lui continuava ed io non riuscivo a
prendere respiro, tanto erano convulse le mie risate. Dopo un
pò ,stremata, per farlo smettere dissi << Ok,
ok...hai vinto! Mi piacerebbe molto stare con te. Mi piacerebbe stare
con te SEMPRE!>> Era la stramaledetta verità.
Lui si fermò continuando a sorridere. << Ah
allora ti piacerebbe? Ti piacerebbe ragazzina...?
>> Il suo sorriso si spense lentamente
lasciando posto ad un'espressione del tutto diversa, ci furono attimi
di silenzio, il mio cuore cominciò a battere come un tamburo
e la mia bocca a parlare.
<< Sai una cosa? Mi piace tanto quando mi
chiami ragazzina... E mi mancherà! Mi mancherà il
tuo modo di chiamarmi. Mi mancherai TU... >>
gli sorrisi un pò triste e improvvisamente emozionata. Lui
parlò con una voce lenta, rimanendo vicinissimo al mio viso.
<< Ti rivelerò un segreto: ti chiamo sempre
ragazzina... ma la verità è che sei molto di
più Beatrice, tu sei qualcosa di raro; sei una donna e sei
una ragazzina allo stesso tempo... Sei donna per il tuo coraggio, per
la tua forza e per le tue idee e sei una ragazzina per la tua dolcezza,
per l'entusiasmo con il quale guardi il mondo e per quel tocco
d'impulsività che ti rende imprevedibile. Una
donna e una ragazzina... non credevo che queste due cose potessero
coesistere. Ma eccoti qui... >>Il modo in cui aveva
parlato, il modo in cui mi stava osservando, così come si
guarda una donna... mi sentii improvvisamente in orbita, sospesa
insieme a lui tra terra e sole.
Non so dire bene cosa avvenne, so solo che sotto i suoi occhi
improvvisamente torvi, tutto l'amore e l'attrazione che reprimevo
invasero ogni fibra del mio essere. Fece per togliere le mani dai miei
fianchi, ma le bloccai mettendovi sopra le mie.
<< No per favore... >> dissi d'un
fiato.
Lui si immobilizzò e mi fissò con le labbra
socchiuse e lo stesso sguardo di prima. L'aria divenne elettrica. Il
respiro era ancora accelerato, per la corsa che avevamo fatto, ma anche
se ora eravamo fermi non accennava a calmarsi, qualcos'altro stava
scuotendo i nostri sensi
.
Johnny si
chinò su di me, senza distogliere lo sguardo per un solo
attimo e poi disse lentamente, in un soffio
<< Fermami...ho troppi anni e troppi legami...
fermami... >>
Lo diceva a me e a se stesso al contempo. Ma le sue mani erano rimaste
su di me anche se io avevo smesso di trattenerle, lo sentii muovere i
pollici, accarezzarmi appena.
Rimase ancora un attimo in attesa, aspettando un mio rifiuto, che non
arrivò.
Tutto ciò che riuscii a fare fu passare le dita fra i suoi
capelli, accarezzandolo, guardando incantata il suo viso, ascoltando il
suo respiro leggermente accelerato .
Ruotò un pò il viso in direzione della mia mano,
socchiudendo gli occhi, prendendosi tutte le mie carezze,
ascoltandole... e poi come promesso non si fermò.
Si
avvicinò piano, pianissimo, fino a quando le nostre labbra
si sfiorarono, rimase un pò così con gli occhi
chiusi, senza baciarmi veramente, muovendo leggermente il capo in modo
da accarezzare le mie labbra con le sue, inebriandomi col suo odore.
Ogni suo movimento
ero così caricò di sensualità,
così intenso da invadere tutti i miei sensi, distinguevo con
chiarezza estrema il suo respiro caldo, le sue labbra
così morbide, i battiti del suo cuore forti come un tamburo,
veloci come i miei...Ognuna di queste cose giungeva a me con
una tale potenza da farmi tremare.
Poi cominciò ad aprire le labbra, a
farmi sentire sempre più il sapore... come era buono il suo
sapore!
Ad occhi chiusi, con la fronte poggiata alla mia, lo sentii mormorare:
<< Ho provato a fare a meno di te... ma la
verità è che non posso!>>
Non ebbi il tempo di dire nulla, in un attimo l'emozione provocata da
queste parole si mischiò all'eccitazione per quel bacio che
avevo tanto atteso; mi strinse forte e finalmente la sua bocca fu sulla
mia con decisione, con impeto.
La sua
lingua si muoveva con meravigliosa insistenza; avida ed
esperta esplose in un bacio talmente bello, profondo, eccitante, da
risultare indescrivibile. Avrei dovuto resistere, avrei dovuto
fermarlo...avrei dovuto salvarmi. Ma non potevo, non volevo! Non volevo
più mettere freno alla passione, volevo solo rispondergli
allo stesso modo, volevo appartenergli, volevo mi prendesse, non potevo
pensare al domani, non adesso con lui lì , con la
sua bocca sulla mia, con le sue mani sul mio corpo e la mia pelle che
bruciava ad ogni suo tocco.
I pensieri si dileguarono dalla mia mente mentre quelle magnifiche
mani, entravano sotto la mia maglia accarezzandomi senza tregua,
sfiorandomi i fianchi e salendo più su al confine del mio
seno percorrendone il perimetro con delicatezza.
Un'intenso brivido
partì dal mio petto, per giungere al ventre e da
lì accendere ancora di più la voglia che avevo di
lui. Le labbra bruciavano, la lingue si cercavano spasmodicamente, le
mie mani smaniose esploravano il suo petto liscio, la sua schiena nuda
e le sue ancor più audaci percorrevano le mie
gambe per salire sempre più su.
Sentivo la sua
eccitazione crescere, il suo corpo premere contro il mio. Scese con le
labbra lungo il mio collo e ne assaporò la
pelle,inclinai la testa per lasciarlo fare, il piacere che mi procurava
era incontenibile.... poteva farmi tutto, non avrei avuto
nè la forza nè la volontà di
rifiutare.
Continuai a vagare
con le mani sul suo corpo sfiorandone le spalle forti, le braccia, i
suoi tatuaggi pieni di segreti, segreti che avevo avuto la fortuna di
conoscere. Ed intanto rispondevo ai suoi baci nei quali dolcezza e
forza si mischiavano,mozzandomi il fiato.
Ebbi mille capogiri quando si fermò un attimo, il
viso nell' incavo tra il mio collo e la spalla, con voce ansimante ,
bassa e profonda , disse:
<< Voglio vederti nuda Beatrice...voglio vedere e toccare
ogni centimetro della tua pelle...>> Si
tirò su, mi prese le mani in modo che anche io mi mettessi
in piedi, obbedii seguendo i suoi gesti oramai incapace di controllare
me stessa, i miei pensieri, i miei movimenti.
Mai in un
volto avevo visto tanta passione, tanto desiderio. Mi
guardava con i suoi occhi magnetici , non avevo scampo. Mi
baciò ancora sulle labbra e così facendo
cominciò a spogliarmi lentamente e con dolcezza.
Afferrò i lembi del vestito e lo tirò su
sfilandomelo.
Sentii che arrossivo, mentre il suo sguardo ardente, si
posava sul mio corpo seminudo.
<< Sei
bellissima! >> Disse con una voce che era al contempo
calda, eccitata, dolce, roca, affettuosa, sensuale...mi accarezzava il
viso e sorrideva appena.
Poi con
delicatezza mi sciolse i capelli ,che ricaddero dorati e morbidi sulle
mie spalle. Mi osservava rapito e sorpreso così come si
guarda la scia luminosa di una stella cadente... e per la prima volta
in vita mia, mi sentii veramente bellissima!
Sorrisi
e fu come se lui d'improvviso non riuscisse più a
trattenersi.
Si avventò
nuovamente sulla mia bocca baciandola, mordendola, poi la sua lingua
selvaggia e insaziabile cercò la mia, aveva fame e sete del
mio corpo, bisogni che oramai non riusciva più a trattenere
nè a celare, me lo stava comunicando in tutti i
modi: lui mi voleva, come lo volevo io.
Ricambiavo ogni suo gesto senza riuscire a parlare, ma il mio corpo
parlava per me, il mio corpo desiderava Johnny oltre ogni limite, nelle
sue mani ero come cera e quelle dita mi scioglievano ad ogni tocco.
Mi abbassò
le bratelle del reggiseno e riempì di baci le mie clavicole,
il mio collo, le mie spalle e quando il mio seno fu finalmente nudo la
sua bocca cominciò ad assaporarlo lentamente, togliendomi il
respiro. Non è possibile esprimere a parole la sensazione
delle sue labbra, della sua lingua, sui miei capezzoli, turgidi come
non lo erano mai stati... Non riuscivo a trattenere i sospiri, sentivo
che lui era felice del piacere che mi stava dando, e che quel piacere
lo eccitava ancora di più.
Mi strinse
forte, facendo aderire il suo corpo al mio; lo assecondai alzandomi in
punta di piedi avvolgendo le braccia intorno a lui. Percepivo la sua
erezione attraverso i jeans, cosa che rendeva ancora più
prepotente la mia smania di appartenergli.
Mentre mi accarezzava
ovunque e la sua lingua danzava con la mia, io esploravo il suo torace,
la sua schiena. La sua pelle era così liscia, calda...non mi
sembrava vero poterlo finalmente accarezzare a quel modo . Il suo corpo
era stretto al mio,pelle a pelle, in una sinfonia di sensazioni
sublimi. Mi accarezzava la schiena, le spalle,i fianchi...sentivo il
mio seno nudo strisciare contro il suo petto e ad ogni movimento morivo
sempre più.
Percorse ogni mia
curva con travolgenti e inarrestabili carezze.
Andò con le mani verso il mio bacino in un gesto
lento, guardandomi in viso per osservare le mie reazioni. I suoi tocchi
si fecero sempre più intimi. Mentre con una mano mi attirava
a se con decisione; stringendo la mia vita e accarezzadomi la schiena e
ancor più giù, con l'altra
s'intrufolò dentro i miei slip con delicatezza.
Il suo respiro affannoso ed i suoi muscoli contratti, rendevano chiaro
che non doveva essere facile per lui mantenere il controllo. Sentivo
che mi voleva disperatamente, così come io volevo lui,
eppure il modo in cui mi baciava, tutto ciò che
faceva, era intriso di una tale dolcezza, che dovetti fare appello al
mio orgoglio per non urlargli quanto lo amavo. Ma non volevo
parlare, avevo paura che se avessi parlato tutto sarebbe finito. E
tacqui. Le sue mani esperte mi toccavano senza vergogna , come nemmeno
io sarei mai stata capace di toccarmi, le sue
labbra erano sul mio collo, sulla mia bocca, sul mio seno : erano
ovunque.
Quanti
brividi può provare un corpo? Quanto forte può
essere il piacere che un uomo può donare ad una donna? Fino
a quel momento non lo avevo mai saputo.
Le
sue carezze si fecero sempre più audaci e invadenti; sapeva
come farmi morire. Con le dita andò ancora più a
fondo...tra le mie gambe, sempre di più, entrando infine in
me. Le muoveva lente e decise, costringendomi a gemere di piacere e a
stringermi ancor più forte a lui.
Gli baciai il petto, il collo, le labbra, senza più
aspettare che fosse lui a farlo, prendendomi quei baci che esigevo, dei
quali non potevo più fare a meno. Sapeva di sale e di mare
la pelle del mio pirata...
Con voce roca,
ansimante mi disse in un orecchio:
<< ...ti voglio Beatrice! Ti desidero... ti desidero
tanto, troppo, da troppo tempo... da sempre! >>
Sconvolta dal suono e dal senso di quelle parole , risposi coi miei
gesti, non volevo altro che essere sua.
Percorsi con le dita i suoi addominali, lo baciai sui suoi
zigomi perfetti e poi sul collo , lo sentii sospirare mentre
le mie mani si muovevano suoi suoi jeans, li sbottonai, aprii
la zip e feci scivolare la mia mano dentro cominciando ad
accarezzarlo...
Lui staccò la bocca dalla mia, per guardarmi in viso con
un'espressione indecifrabile e bollente. Fermai la mano un attimo,
forse gli stavo dando fastidio...non ero esperta mentre lui,
lui lo era di certo.
Ma mi sbagliavo,
perchè i suoi occhi brillavano di desiderio ,
sussurrò << ...non
fermarti...>> mi morse le labbra, con il respiro sempre
più corto e il corpo che tremava di voglia e di piacere.
Mani, lingue, abbracci; nulla più sembrava bastare, eravamo
assetati l'uno dell'altra, una sete che non faceva che crescere. La
passione era sempre più forte...le mie mani con mille
carezze cercavano di donargli lo stesso piacere che lui stava dando a
me e a giudicare dai suoi fremiti, ci stavo riuscendo.
Fummo
di nuovo sul letto, scese con le labbra sul mio mento, sul mio collo,
sul mio seno e arrivò al ventre , percorse con la lingua il
contorno del mio ombelico. Poi mi baciò l'inquine e
l'interno delle cosce. Ovunque si posassero le sue labbra,
là una scia ardente infiammava la mia pelle,
provocandomi sensazioni delle quali prima d'allora non
conoscevo l' esistenza.
Qualsiasi forma di razionalità mi aveva lasciata da tempo,
sapevo solo abbandonarmi alle sue mani alla sua bocca e rispodere con
tutta me stessa, mentre i miei polmoni si riempivano del suo profumo ed
il mio cuore urlava d'amore.
Mi sfilò
gli slip, sapevo e vedevo che moriva dalla voglia
di entrare in me, eppure si godeva ogni attimo, ogni
contatto... mi accarezzò tutta partendo dalle
caviglie, giungendo ai fianchi, alla vita e di nuovo al mio
seno che sembrava essere stato creato per stare nei palmi delle sue
mani, così grandi, così belle così
forti e delicate allo stesso tempo.
Poi si sdraiò su di me. Il contatto dei
nostri corpi nudi, era qualcosa di incredibilmente perfetto. Sentivo la
sua virilità premere sulla mia pancia e aspettavo con ansia
di poterla finalmente sentire in modo completo. Mi portò le
mani indietro, palmo a palmo, le nostre dita intrecciate si
stringevano forte, tornò a baciare la mia bocca
con più ardore di prima, ancora e ancora... poi si
staccò un attimo, solo di qualche millimetro, per sussurrare
sulla mia bocca con un tono intenso, carezzevole : <<
...apri gli occhi ...guardami negli occhi...>>
Obbedii e affogai in quel mare nero, ancora una volta preda
della sua ipnosi, più che mai vittima della sua magia ,
schiava di quegli occhi, dei suoi pensieri nascosti...schiava di lui!
Mentre riempivo di
baci la sua mano che mi sfiorava il volto, succhiandone le dita,
sentendone il sapore, lui fissandomi con il suo sguardo ardente e pieno
di mille parole, finalmente con un piccolo magnifico lamento, mi
penetrò.
E fui del
tutto sua, inesorabilmente, irreparabilmente...magnificamente sua.
Sul
suo viso comparve un'espressione di piacere che lo rese bello oltre
ogni umana comprensione. Le sue labbra bellissime, socchiuse,
vicinissime alle mie, il respiro caldo e veloce, i nostri sguardi
ancorati l'uno all'altro: penetrava il mio corpo e la mia mente senza
lasciarmi scampo, ogni senso era intriso di lui. Si spinse in me
più a fondo, con decisione,entrando del tutto, era
una sensazione splendida... mi sfuggì un forte gemito.
Vidi un accenno di
preoccupazione nei suoi occhi << ...ti ho...ti ho fatto
male?... >> disse con voce più ansimante che
mai.
Mi baciò a fior di labbra, continuando ad accarezzarmi il
viso e rimanendo fermo dentro di me... Perfino in questi momenti ,
mentre il corpo urlava d'esser soddisfato, lui rimaneva dolce, attento,
premuroso....Dio quanto lo amavo!
<< Non era dolore... >>
Sorrise alla mia risposta, presi il suo volto tra le mani avvicinandolo
al mio per baciarlo appassionatamente, con tutta me stessa.
A quel
bacio si lasciò completamente andare, smise di
trattenere le pulsioni del suo corpo e prese a possedermi con
intensità, con la bruciante passione delle fiamme
dell'inferno...
Era così che mi sentivo: all'inferno e contemporaneamente in
paradiso! E finalmente capivo cosa significava sentirsi pienamente
donna, tra le braccia di un uomo... e finalmente capivo, che l'amore e
la passione narrate dai libri, cantate dai poeti, quel tipo d'amore e
passione che prima d'ora mi erano apparsi come sogni irrealizzabili,
erano in realtà solo una tenue scintilla se paragonate al
fuoco di quel momento!
Johnny si muoveva su di me a un ritmo crescente con la forza
di un'onda che s'infrange sugli scogli, indeciso se baciare
le mie labbra, il mio collo o il mio seno, mentre io ricambiavo con
carezze, sospiri e baci, mille e mille baci...e affondavo le dita fra i
suoi capelli e mi stringevo al suo corpo e condividevo il suo stesso
respiro e impazzivo di piacere, di passione, di amore!
Sussurrò
il mio nome più volte ed io mi aggrappai alla sua schiena ,
forte, ampia, liscia, con tutta me stessa, sentivo ogni suo muscolo
contratto, ogni suo movimento in sintonia coi miei. Buttai la testa
indietro, chiudendo gli occhi, ascoltando ogni sua spinta e
gemito...aveva le labbra sulla mia gola e mi baciava e mordeva in quel
suo modo perfetto e oltremodo eccitante. Mi piacevano quei morsi, mi
eccitavano i suoi lamenti soffocanti che si mischiavano ai miei...
Il ritmo del suo corpo era perfettamente in accordo con il mio...non
avevo dubbi: ogni parte di me era sua, la nostra pelle era fatta per
fondersi, la nostra carne per stringersi, finchè il respiro
sembrò essere uno solo, così come ogni
pulsazione, ogni battito del cuore, ogni più piccolo fremito.
Ecco cos'era la passione, ecco cosa accadeva quando due
persone trovavano la perfezione nello stare insieme. C'era chimica e
sentimento, c'era molto, c'era tutto e quel tutto era così
profondo e unico che non v'era parola o descrizione che
potesse anche anche solo minimamente avvicinarsi a definirlo. Per
questo ero stata fin dall'inizio così catturata da lui,
perchè la carne aveva una conoscenza che andava oltre la
ragione, la mia carne molto più della mia mente, sapeva
perfettamente che in quell'uomo avrebbe trovato completezza.
Eravamo
immersi in un bagno di sudore oramai. Lui rallentò il ritmo
di poco, con il fiato spezzato mormorò :
<< ...non voglio finisca subito...
>> e ancora baci, carezze, il suo odore, il suo
sapore... << ...voglio rimanere ancora in te, dentro di
te... voglio rimanere per sempre qui sul tuo corpo nudo...
>>.
Ero pazza di lui, in
ogni senso, le sue mani, la sua pelle... le cose che diceva, il modo il
cui mi guardava, come spingeva dentro di me...potevo morire! Afferrai
quel suo viso dannatamente bello e lo baciai come non avevo mai baciato
nessuno, mordendo, succhiando...avvolgendo la sua lingua con le mie
labbra. La ragazza timida che aveva paura d'osare, lì tra le
sue braccia era scomparsa, c'era una donna ora, una donna completa che
desiderava un uomo, quest'uomo, in modo completo e totale.
Il mondo era sparito,
la realtà non esisteva, galleggiavo in una dimensione
parallela nella quale l'unica cosa importante era che io lo amavo.
L'unica cosa importante era la bellezza di quegli attimi, l'incredibile
voglia di raggiungere il culmine insieme, contrapposta al desiderio di
prolungare il più possibile quei momenti.
Le mie sensazioni
erano sempre più forti, potevo godermi tutto. E
l'intensità dei suoi baci, i brevi lamenti che si
originavano dalle sue musicali corde vocali per poi morire nelle mie
orecchie, mi dicevano che anche per lui era così.
Era in me, in ogni parte di me.Mente, cuore, corpo... Invasa da lui mi
sentivo felice. Il piacere era incontenibile e bastò
l'ennesima frase, vibrata con estasi, a farmi esplodere definitivamente
nell'amplesso più intenso della mia vita.
<< ...Beatrice... non ho mai gustato un sapore
più dolce del tuo...>> L'aveva detto
con voce roca e spezzata dal piacere e da un respiro oramai troppo
veloce. Poi mi strinse a se ancor più forte ed io ricambiai
l'abbraccio donandomi senza riserve al suo corpo fremente, avvolgendo
le mie gambe intorno al suo corpo cosi che arrivasse a fondo, sempre
più a fondo, desideravo dargli la stessa magnifica
sensazione che ancora mi agitava facendomi nascere e morire
insieme ...ancora uno, due, tre colpi...forti, profondi... il
suo respiro si mozzò gli occhi si chiusero e sentii che
veniva in me con un lamento di piacere.
Il suo corpo poi rallentò il ritmo, fino a fermarsi, i
muscoli abbandonarono la tensione, eppure non smise di baciarmi.
Tornò a guardare il mio viso. Le labbra socchiuse,i capelli
arruffati dalle mie mani, dalle mie carezze, il respiro velocissimo, un
lieve sorriso, lo sguardo privo di qualsiasi ombra... aveva un volto
così rilassato, sereno, così bello. Era bello,
bello, bello! Così tanto che anche ripeterlo all'infinito,
non sarebbe mai bastato ad eguagliare la sua perfezione!
Molte gocce di sudore gli imperlavano la fronte, la
sfiorai con le dita e vi posai le labbra. Lui
scivolò accanto a me e mi strinse forte tra le sue braccia
donandomi ancora un'altro dolce, magnifico bacio.
Il suo
petto mi faceva da cuscino, sentivo i battiti del suo cuore ancora
velocissimi e chissà perchè, questo mi dava
gioia. A poco a poco rallentarono, così come il suo respiro.
Mi aspettavo che si addormentasse; quando facevo l'amore con Carlo era
sempre stato così.
Ma Johnny era diverso: stava là, guardandomi con i suoi
immensi occhi neri colmi di dolcezza e attraversati da
chissà quali pensieri, mentre con le mani mi riempiva di
tenere carezze.
<< Sei la mia ragazzina...>>
sussurrò.
<< Sei la mia emozione più grande...la
più bella...>> Risposi ad un millimetro dalle
sue labbra. Erano molte le cose che avrei voluto dire, ma adesso non
servivano, potevo stringerlo e baciarlo e guardarlo negli occhi senza
più temere che vi leggesse i miei sentimenti.
Percorreva
i miei lineamenti con le dita, con lentezza, quasi volesse
imprimerseli bene in mente. Sul suo volto l'accenno di un sorriso e
un'espressione appagata. Non servivano più parole...il
silenzio che ci avvolgeva era straordinario, l'unico suono, era il
ritmo cullante del suo cuore ed io dopotutto, non desideravo ascoltare
nient'altro che quello.
Mi sentivo amata,
vittima di un sortilegio, completamente in sua balìa.
Continuò a baciarmi e a coccolarmi fin quando fui io a
sentire gli occhi chiudersi. Lontana anni luce mi arrivò la
sua voce che con un tono dolcissimo diceva << Dormi
amore...dormi.>>
Caddi nel sonno
più sereno e profondo che avessi mai fatto. Amore... mi aveva
appena chiamata amore... chissà forse stavo già
sognando.
Tu sei per la mia mente come
il cibo per la vita,
Come le piogge di
primavera sono per la terra;
E per goderti in pace
combatto la stessa guerra
Che conduce un avaro
per accumular ricchezza.
Prima orgoglioso di
possedere e, subito dopo,
Roso dal dubbio che il
tempo gli scippi il tesoro;
Prima voglioso di
restare solo con te,
Poi orgoglioso che il
mondo veda il mio piacere.
Talvolta sazio di
banchettare del tuo sguardo,
Subito dopo affamato
di una tua occhiata:
Non possiedo
nè perseguo alcun piacere
Se non ciò
che ho da te o da te io posso avere.
Così ogni
giorno soffro di fame e sazietà,
Di tutto ghiotto e di
ogni cosa privo.
Come un pessimo attore
in scena
colto da paura
dimentica il suo ruolo,
oppur come una furia
stracarica di rabbia
strema il proprio
cuore per impeto eccessivo,
anch'io, sentendomi
insicuro, non trovo le parole
per la giusta apoteosi
del ritual d'amore,
e nel colmo del mio
amor mi par mancare
schiacciato sotto il
peso della sua potenza.
Sian dunque i versi
miei, unica eloquenza
e muti messaggeri
della voce del mio cuore,
a supplicare amore e
attender ricompensa
ben più di
quella lingua che più e piu' parlò.
Ti prego, impara a
leggere il silenzio del mio cuore
è
intelletto sottil d'amore intendere con gli occhi.
William
Shakespeare
Salve a voi fanciulle!!! ^.^
Facciamo la ola,
balliamo la danza dei pinguini, spariamo stelle filanti e lanciamo
fuochi d'artificio perchè nonostante le persistenti
paranoie, finalmente questi due ce l'hanno fatta!! happiness! XD
Spero che
dopo tanta attesa questo capitolo sia stato di vostro gradimento...beh
sicuramente a me è piaciuto scriverlo! U.U lo so, lo
so...sono senza vergogna! =.='
In genere non scrivo
questo tipo di scene, spero di non essere stata volgare o troppo
prolissa e sdolcinata.
Ho cercato di
descrivere a fondo le emozioni della protagonista alternandole con
l'azione in svolgimento...volevo che trasparissero sia la passione che
la dolcezza del momento e non so se ci sono riuscita.
Naturalmente la
storia non è finità qui, ci sono cose che devono
accadere, cose che questi due devono
dirsi...perciò aspettatevi di tutto! ;D
Ovviamente attendo le
vostre recensioni eh!! Non lasciatemi qui a mangiucchiarmi le unghie
per il dubbio! Fatemi sapere ^.^
Bacissimi!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 24 *** XXIII. Tenere a freno il cuore ***
Prima di lasciarvi alla lettura
voglio mettere in chiaro una cosa molto importante per me:
QUESTA FANFICTION NON SAREBBE
MAI ESISTITA SENZA DI VOI!! :D
L'avrei da tempo abbandonata se non fosse per il fatto che voi ragazze
le avete dedicato attenzione, questo mi ha fatto pensare che valeva la pena di
scriverla ed un capitolo dopo l'altro ho cominciato a tenerci sempre di
più, ho cercato di descrivere al meglio ogni cosa
perchè il tutto potesse arrivarvi con chiarezza e continuare
a divertirvi.
Perdonate gli errori di battitura (mi sono accorta che spesso scrivo
"prorpio" invece di "proprio" ed altre stupidaggini simili, ma a quanto
pare le mie dita ogni tanto vanno per conto loro!) perdonate la grafica
del tutto assente e le mille cavolate che sono certa d'aver scritto senza nemmeno
accorgermene.
Vi ringrazio per il
tempo che mi avete dedicato, per le recensioni, per le vostre
opinioni...per tutto! Siete grandi!
Tranquille non
è un messaggio d'addio, per vostra sfortuna non sto ancora
per concedarmi, siamo quasi alla fine ma quello che segue non
è l'ultimo
capitolo....però...mmmhhh....mettiamola
così: vi farà un pò saltare
i nervi, perciò volevo avere la possibilità di
dirvi grazie adesso, mentre ancora non mi odiate...
Mi tolgo dalle scatole meravigliose creature, ci vediamo
giù! <3
XXIII.
Tenere a freno il cuore
Cosa si sogna in una notte perfetta? Nulla.
Non
sognai nulla dopo aver fatto l'amore con Johnny, non era necessario ,
perchè per la prima volta la realtà si era
dimostrata molto più bella di quanto avrebbe mai potuto
esserlo un sogno.
Ero
stesa supina sul piccolo letto del camper, i miei unici indumenti erano
due braccia forti ed inconfondibli , la mia coperta era una chioma di
capelli ribelli e scuri. Johnny dormiva su di me...mi
abbracciava, aveva il viso sul mio petto e la sua barba mi solleticava
la pelle ogni volta che espirava con un soffio lieve. Gli accarezzai i
capelli, sfiorai le spalle,la schiena... la sentii fredda e
così tirai il margine del lenzuolo il più
lentamente possibile, fino a coprirci entrambi. Johnny
continuò a dormire tranquillo con le labbra atteggiate ad un
piccolo broncio...veniva voglia di morderle! Non lo feci per non
svegliarlo. Mi beai di quella visione e di ogni altra cosa che i miei
occhi e i miei sensi potessero catturare.
Mi
sarebbe piaciuto essere dotata di un sesto senso, che andasse oltre il
tatto , la vista, l'udito, l'olfatto,il sapore; un senso nuovo adatto
ad imprimere per sempre quel momento in me. Avrei catturato il suo
odore, la consistenza del suo corpo e perfino la consistenza di quel
letto non esattamente comodo e me le sarei incise addosso se avessi
potuto, avrei accarezzato quell'incisione perchè mi
ricordasse la magia di quella notte, ogni piccola cosa, ogni sguardo,
ogni carezza. ...ma era un pensiero stupido: quella notte era
già impressa in me e lo sarebbe stata per sempre.
Guardai le sue mani, non aveva anelli, non riuscivo a ricordare il
momento in cui li aveva tolti, ma ero felice che lo avesse fatto; non
c'era stato un solo ostacolo tra noi due, solo quello delle parole,
solo la mia incapacità di dire "ti amo".
Ma m'importava poco di questo, m'importava poco anche il fatto di non
sapere cosa sarebbe accaduto nei giorni a venire. Ero felice e basta,
Johnny mi aveva portata fuori dal mio mondo monotono, statico , ed ora
mi sentivo in grado di fare tutto, perfino di sopportare la sua
mancanza. Mi sarebbe bastato averlo nella mia vita in qualche modo,
sentirlo ogni tanto, sapere che stava bene. Non m'illudevo che
potessimo stare insieme, sarebbe stato bello , ma del tutto
improbabile, non potevo negarlo.
Pensai che mi bastava ciò che era accaduto, che mi sarebbe
bastato.
Mi immaginai con dei pop corn in mano dentro una sala cinematografica
anonima, me ne sarei stata là in
silenzio , seduta tra la gente, a sorridere come una stupida,
perchè io avevo un segreto: avevo potuto conoscere e amare
l'uomo sullo schermo. Conoscerlo ed amarlo sul serio. Dove
tutti avrebbero visto Capitan Jack Sparrow, Barnabas Collins o
qualsiasi altro personaggio di turno, io avrei visto John Christofer
Depp II, la sua dolcezza,i suoi momenti di rabbia, i suoi jeans
strappati, i baffi che torturava con le mani... avrei pensato al suono
della sua risata aperta ed al timbro della sua voce quando
pronunciava "Biatris". Mi sarei rivista su quel letto a spiarlo mentre
dormiva con la faccia imbronciata e mi sarei chiesta se era accaduto
davvero.
"SI" era la risposta, e questo mi bastava.
Mi bastava averlo sentito chiamarmi "amore", mi bastava aver visto i
suoi occhi bruciare di desiderio per me, mi bastava non essere
più una ragazzina qualunque, ma la SUA ragazzina.
Mi bastava.
Mi bastava?
Frottole! Tutto questo in verità non mi sarebbe mai bastato,
mi sarei ubriacata quotidianamente della sua presenza se solo avessi
potuto, ecco qual'era la verità! Ma ero determinata a non
rovinare tutto desiderando l'impossibile, non volevo pretendere nulla
da lui, non potevo...
"Me lo farò bastare" conclusi infine. Era un patto con me
stessa.
Mi sistemai meglio
nel suo abbraccio, emise un piccolo lamento stringendomi più
forte, immobilizzandomi quasi, come se avesse paura che potessi
scappare. Cercai di capire se si fosse svegliato, in realtà
stava ancora dormendo e mi sembrò la cosa più
dolce dell'universo quel suo stringermi nel sonno.
Probabilmente passai
un'ora o forse due a sonnecchiare in quel modo, in uno strano
dormiveglia fatto di pensieri confusi, finchè lo
sentii tirare un respiro più lungo che ruppe il ritmo che
oramai avevo memorizzato.
Aprì lentamente gli occhi <<
Ciao..>> bisbigliò con un sorrisetto assonnato
.
<< Buon giorno... >> risposi piano. Gli
posai un bacio sulla punta del naso, facendo allargare un pò
di più il suo sorriso. Si stropicciò un attimo
gli occhi e tornò a cingermi la vita con un braccio. Mi
strinse come aveva fatto prima nel sonno, ma adesso i suoi occhi erano
aperti e mi fissavano intensamente. Restammo per un pò
così, in silenzio, per un attimo ebbi paura che si stesse
pentendo di tutto, che stesse per dirmi che quella notte era stata un
errore, poi mi fece uno dei suoi sorrisi... uno di quelli
tanto belli da non lasciare spazio ad altro, uno di quelli che ti
costringono a sorridere a tua volta, la mia paura si dileguò
all'istante...ma lui l'aveva già vista quella paura.
<< Ehy...cosa c'è ?>> chiese
sfiorandomi una guancia.
<< Niente...>> risposi serena.
<< Niente..?>> ripetè senza
smettere di fissarmi, poi con un gesto lento e ancora intriso di sonno
invertì le posizioni trascinandomi sopra di lui, lo lasciai
fare e arrossii appena quando per un attimo vidi i suoi occhi
vagare sul mio corpo. Affondò il viso nell'incavo del mio
collo e sussurrò <<
Bugiarda...>>. Mille scariche elettriche saettarono
veloci lungo la mia schiena facendo corto circuto con le sue dita che
mi accarezzavano lente. Mi morse su di una spalla minacciando:
<< Dì la verità o ti sbrano
ragazzina... sono sempre "affamato" appena sveglio!>>.
Riprese a mordermi dappertutto, sulle braccia, sul collo, io
cercai di divicolarmi ridendo ma non ci misi alcun impegno
perchè in realtà volevo restare esattamente
dov'ero.
I suoi
occhi brillavano maliziosi animati da quel mezzo sorriso furbo che
adoravo, aveva l'aria di un felino in procinto di attaccare...ed io ero
felicissima di essere una preda!
<< Sai che c'è? ... >> lo fissai
con aria di sfida e poi mi avvicinai di più per
sussurrargli in un orecchio : << ...credo proprio che non
dirò una parola,non una sola sillaba...sbranami
pure!>>
Ero stupita da me stessa, improvvisamente ogni forma di imbarazzo era
scomparsa,dileguata, ma dopotutto era naturale: l'uomo del
quale ero follemente innamorata stava su di un letto...sotto di
me! Se poi ci aggiungiamo il fatto che Johnny
riusciva ad essere sensuale perfino quando sbadigliava, non c'era da
meravigliarsi che ritrovandomelo lì, completamente nudo, che
mi mordeva e accarezzava , mentre il suo corpo aveva delle
naturalissime "reazioni involontarie" , i miei ormoni avessero preso il
sopravvento.
Sgranò gli occhi, non se l'aspettava quella risposta.
<< Sei una sfacciata ragazzina!>>
esclamò sorpreso e soddisfatto allo stesso tempo
<< Anzi... sei la mia ragazzina...!
>> aggiunse con tono dolce prima di baciarmi , con baci
lenti e teneri, come solo i baci a metà tra il sonno ed il
risveglio sanno essere.
Era surreale poterlo baciare, magnifico sentire le sue mani addosso...
ma essere definita " la sua ragazzina" era stato praticamente letale .
" SUA, SUA, SUA....!" continuava a ripetere il mio cervello.
Tra un bacio e l'altro quel pensiero mi sfuggì
dalle labbra, senza rendermene conto chiesi: <<
La tua ragazzina...?>>
Lui si immobilizzò e con un sorriso dolce ed
enigmatico, tanto dolce da farne indigestione, tanto enigmatico da far
venire voglia di passare la vita risolvere quel rebus chiese:
<< Non vuoi essere mia? >> , aggiunse
<< Oramai non puoi più tirarti
indietro,non hai scelta. E' tutta colpa tua, sei tu che mi hai
fregato... Insomma, mi sono comportato bene fino a ieri...ma TU hai
mandato all'aria tutti i miei buoni propositi!! >>
<< Quali buoni propositi?! >> chiesi con
una risata provocata dal tono teatrale della sua voce.
<< Quali..?! Non sai quali...? >> , con una
mano mi accarezzava lentamente un fianco. Beh...un'idea ce
l'avevo!
<< Proposito numero uno:
tenere a freno i pensieri. >>
enunciò con aria solenne.
<< Hmmm....spiegati meglio, che genere di pensieri?
>> lo stuzzicai per metterlo in imbarazzo. Battaglia
persa in partenza perchè Johnny mi fissò con
un'espressione eloquente , fece un sorrisetto soddisfatto vedendomi
arrossire e si limitò a rispondere << Lo sai
di che genere....>>
Poi continuò:
<< Proposito numero due: tenere a freno le
mani... >> invertì nuovamente le posizioni
intrappolandomi sotto di lui, bloccandomi i polsi
<< ...è evidente che ho
fallito!>> rise.
Ma quanto era bello?
Con estrema soddisfazione dissi: << Se erano tutti
così i tuoi propositi sono felicissima di averli
mandati all'aria!>>
<< Sshhh ragazzina! Devo continuare con
l'elenco.... Proposito numero tre: tenere a freno la bocca
...>> disse mentre le sue labbra erano già sul
mio collo. Sentii le labbra schiudersi, la sua lingua sfiorarmi...si ,
ero decisamente felice di aver mandato all'aria i suoi dannati
propositi!
Con tanti piccoli baci risalì verso la mia guancia per
fermarsi all'angolo delle mie labbra e sussurrare <<
Quattro: ...>> fece una lunga pausa ed io rimasi in
attesa della "tortura" successiva con il fiato sospeso. Il respiro mi
si bloccò del tutto quando aggiunse : <<
...tenere a freno il cuore... ma in questo lo ammetto; avevo
già fallito da tempo! >> lo guardai in volto:
lui era dannatamente serio ; io totalmente in orbita.
Non mi interessava
ascoltare altro, aveva appena detto l'unica cosa che importava, l'unica
che non avevo sperato di sentirgli dire. Socchiusi le labbra per
pronunciare finalmente quel "ti amo" che avevo tenuto in trappola, e li
rimase bloccato....
<<
Holaaa??! Beatrice? Estay aquì?!>>
Di certo il tempismo
non era il mio forte...Fatima invece era una professionista del
tempismo! Stava bussando alla porta del camper:
<<
Tra un poco vado en centro e prima te volevo ridare el
cappello e le occhiali de Johnny...Beatrice? Johnniiii!? Ma estate
lì o nò?!>> Sta volta
bussò più forte e la porta si aprì.
Evidentemente la sera prima nell'euforia del momento non avevamo chiuso
bene e adesso con una semplice spinta si era spalancata.
La scena fu decisamente imbarazzante, va bene che avevamo il lenzuolo
addosso, ma vedere Fatima che ci osservava come due animali rari faceva
venire voglia di scavare una fossa e saltarci dentro.
La ragazza dal canto suo non sembrava affatto a disagio, dopo
un attimo di silenzio allargò le braccia ed
esclamò:
<< Ve siete decisi finalmente!! Veramente non pensavo che
ce riuscivate...e invece ce siete riusciti ! Non ce posso
credere!Bravi! >>
Ma stava succedendo davvero? Veramente io e Johnny eravamo su di un
letto nudi mentre una ragazza Sinti ci urlava "bravi"?! Ebbene si.
L'inarrestabile Fatima senza batter ciglio continuò il suo
discorso << ...Comunque ve volevo solo dire che
ieri è andato todo apposto, quei giornalisti li abbiamo
portati fino a piazza Navona e poi quando hanno visto Janus sono
rimasti come embecilli! Però tu Beatrice me lo potevi
spiegare che esto è un attore...me sembrava che l'avevo
già visto, ma non me ricordavo bene, porchè non
ho el tempo de vedere film jo...ora comunque l'ho capito che
è famosso, ma non te preoccupare non lo dico in
giro sennò poi la gente viene aquì al
campo e combina un desastro, perciò tranchilo
Johnny Depp, non ho detto a niguno che estay aquì. Va bene,
ora che ve ho spiegato esta cosa me ne vado...ma voi non ve muovete eh!
Questi ve li lascio...>> disse poggiando a
terra cappello , camicia e occhiali mentre noi la osservavamo
ammutoliti << Me ne vado emediatamente che
sennò voi ce ripensate e poi recomincia todo da capo...por
carità de Dios no! Contenuate, contenuate...
>> Non aspettò risposta e così come
era entrata se ne andò.
Dopo trenta secondi di silenzio, durante i quali immaginai la vignetta
nera dei Looney Tunes che si chiudeva sulle nostre faccie con la tipica
musichetta da gag comica, Johnny ad occhi sgranati chiese
:<< Ma cosa diavolo ha detto?!>>
Entrambi avevamo un'espressione , a metà tra la risata e
l'imbarazzo. Gli spiegai a grandi linee il monologo di Fatima ,
l'imbarazzo lasciò il posto all'ilarità, alla
fine io avevo i crampi e lui piangeva dal ridere. Quando ci
fummo calmati , con una faccia sincera disse:
<<
Beatrice ... quest'interruzione mi ha riportato alla
realtà... Credimi vorrei solo stare qui con te,
ma...>>
C'era un "ma"
accidentaccio, ed io sapevo pure qual'era.
<< ...è già tardi e devi partire
per Londra...>> lo anticipai intuendo la fine del
discorso. Mi resi conto solo dopo di quanto amaro e rassegnato fosse il
tono di voce che avevo usato.
Mi osservò con una strana tenerezza nello sguardo.
Inspirò a fondo e sembrò improvvisamente su
un'altro pianeta << Si,anche questo, ma sta
sicura che sarei pronto a fregarmene altamente di Londra, se non
fosse...che c'è una cosa che devo fare. >>
aggiunse più serio con l'espressione di chi non
può rimandare.
<<
Ma...>> balbettai confusa.
Mi sfiorò il viso con una carezza guardandomi negli occhi
come se volesse comunicarmi chissà cosa. Alla fine disse:
<< Non scappare ragazzina, torno fra un
pò.>> Si alzò e si
infilò velocemente boxer e jeans. Rimasi lì a
fissarlo.
<< Posso?>> disse prendendo il mio
cellulare.
<< Si certo...>>
Prima di sparire fuori mi fissò con aria furba e
disse : << Appena torno mi dovrai spiegare cosa ti
frullava per la testa quando ci siamo svegliati...credevi d'averla
scampata eh?!>>
<< John Christofer Depp , non sei più nella
condizione di minacciarmi dato che mi hai già
sbranata!>>
<< Mmhhhh....sbranata? Quello era solo un assaggio
ragazzina! >> mormorò con una faccia da
schiaffi osservandomi quasi fossi un bignè. Io divenni color
porpora e lui uscì ridendo.
Così
mi ritrovai dentro il camper da sola, sbruffai,avevo la forte
tentazione di rompere anche il mio di cellulare, ma chi diavolo doveva
chiamare con tanta urgenza?!
Dopo un pò non vedendolo tornare mi decisi ad alzarmi, darmi
una sistemata e vestirmi. Avevo una fame maledetta. Ok Johnny doveva
partire, ma non volevo pensarci. Adesso volevo solo fare colazione
insieme a lui, ignorando tutto il resto.
Feci capolino osservando fuori, non avevo idea di che ora fosse.
Scesi sul prato, mi guardai intorno. Mi sembrò di
sentire la sua voce, girai intorno al camper e lo vidi...
<< Amore mio...>>
Mi immobilizzai. Era
di spalle, stava parlando al telefono.
<< ...Mmmh? ? Baci? Te ne darò tanti, lo sai
amore... ti mangerò di baci!>>
Non volli essere
discreta, non potevo. Rimasi ad ascoltare. La frase che avevo appena
sentito mi aveva raggelata.
<<
...Mi manchi... Ed io ti manco? >>
Stava parlando con
tono dolce...stava dicendo cose dolci, ma non certo a me.
Fece una pausa, poi tornò a parlare, ma in modo diverso,
serio.
<<
Allora è deciso? Mi raggiungi tu a Londra?.... Si si,
certo,sarò lì in serata... >>
Non potevo crederci!
No, era impossibile...Non potevo credere che un attimo prima mi stesse
baciando e che invece adesso se ne stesse lì, tutto
affettuoso a prendere accordi per incontrare Vanessa, perchè
chi altri poteva essere al telefono se non lei?
La frase che arrivò subito dopo confermò le mie
paure.
<< Vanessa sta tranquilla...Ne avevamo già
parlato ieri no? Ti ho promesso che sta sera sarò
lì e ci sarò....Lo so che dovevo darti conferma
stamattina presto, è che......mi sono addormentato.
Dai non sono nemmeno le dieci , un volo lo trovi, anche io
devo ancora prenotare...Si certo, prenoto e ti faccio sapere a che ora
arrivo... Fidati, non ho intenzione di rimandare la partenza,
ho bisogno di vederti al più presto... Ci vediamo in hotel
allora? Mmmh... Si è lo stesso dell'altra volta...
>>
" Non ho intenzione di rimandare la partenza, ho bisogno d vederti al
più presto", questa frase riecheggiò un paio di
volte nella mia mente interrotta solo dal pensiero che un attimo prima,
mi stava dicendo che se ne sarebbe fregato volentieri di Londra e della
partenza, ed ora con tono altrettanto sincero lasciava intendere che
per nulla al mondo avrebbe rimandato. Aveva bisogno di vederla.Lei gli
mancava. Erano parole di un uomo innamorato queste.
Dentro di me qualcosa si ruppe e pezzi di vetro fecero a brandelli le
mie illusioni. Feci qualche passo indietro, dovevo scappare.
Inavvertitamente calpestai un ramoscello secco che si spezzò
facendo rumore. Fu così che Johnny si accorse di me, si
voltò di scatto e sgranò gli occhi, vedendomi
lì con il viso sconvolto.
Disse
velocemente al telefono:
<< Scusa, adesso devo andare. Si ok. Ho già
detto che va bene. Si. Ciao.>>
Fece qualche passo verso di me, ma io non volevo mi toccasse, non
volevo sentirlo. Ero ferita. Corsi via senza sapere nemmeno dove andare.
<< Bea aspetta!>> Non gli diedi retta e
continuai a correre, ma lui più veloce mi raggiunse e mi
afferrò le spalle ruotandomi.
<< Cosa hai sentito?>> Disse in tono
agitato.
<< Ho sentito abbastanza Johnny! >> Dissi
con rabbia, trattenendo a stento le lacrime.
<< Non so cosa hai sentito, ma devo spiegarti alcune
cose...>>
No, non mi avrebbe presa ancora in giro. << Non
c'è assolutamente niente da spiegare. Lasciami
andare!>> Dissi agitandomi e cercando di sfuggire alle
sue mani che mi trattenevano.
<< No! Ascoltami per favore...>>
<< Ascoltarti?! No Johnny ascolta tu me!>>
Mi sentivo usata, presa in giro. Maledissi le
lacrime che mi scorrevano in volto portandosi via gli ultimi residui
del mio orgoglio. Ero ferita e volevo ferirlo.
<< E' meglio così! E'
meglio che io abbia scoperto come sei in realtà.
Ma cosa mi aspettavo?! Io questa notte, ho creduto...ho creduto che
avesse significato qualcosa... che tu...>> respirai a
fondo e infine esplosi << Cielo sei un attore!! Hai
finto, complimenti Johnny, hai finto fino ad un attimo fa, hai finto
così bene, che mi sono fidata di te...No, non mi sono solo
fidata! Ho fatto molto di più: mi sono addirittura
innamorata di te!!!>>
L'avevo quasi urlato. La sua faccia era sconvolta, ma in quel
momento non potevo credere alle sue facce, le mie orecchie lo avevano
appena sentito chiamare Vanessa "amore", prometterle dei baci, dirle
che gli mancava... eppure quando aveva detto che che tra loro era tutto
finito, ci avevo creduto, come una perfetta idiota... mi aveva
guardata, baciata, accarezzata in un modo così dolce, che
avevo creduto di vedere amore in lui, quella notte mi aveva addirittura
chiamata amore, prima che chiudessi gli occhi...evidentemente erano
solo parole, perchè adesso aveva fatto lo stesso con
Vanessa.
<< No
Bea, non è come credi, devi ascoltarmi...>> mi
guardava dolce e mi accarezzava una spalla. Mi risultò
insopportabile...improvvisamente ogni cosa mi sembrava finta...ogni suo
gesto creava in me dubbi.
<< Non
è come credo? E com'è? Lo so che non ho il
diritto di chiederti nulla, ma non mi aspettavo di trovarti qui a
promettere baci ad una donna che hai detto di non amare
più... Erano tutte bugie... Con quanta facilità
usi la parola amore Johnny? Non capisco come fai. Come fai a
stare con Vanessa? come puoi tradirla un attimo prima e quello dopo
telefonarle e parlare in un modo tanto dolce? Come fai Johnny? Come fai
a mentire così?>>
<< Ascoltami...>> disse con calma.
<< No. Non ascolterò nient'altro, nient'altro.
Tu accusi gli altri di fingere, di mentire, e sei il primo bugiardo. Un
dannato bugiardo!>>
Ora stavo piangendo lacrime di rabbia e le mie mani prendevano a pugni
il suo petto, lui non faceva nulla per difendersi, mi guardava affranto.
<< Per favore piccola mia calmati...>>
<< Non sono tua! >> gridai, poi
d'improvviso come se mi mancassero le forze abbassai il tono
<< Non sono tua Johnny... Tu ce l'hai già una
donna che è tua e stai andando a Londra per incontrarla. Ma
sai cosa ti dico? E' meglio così. Come avrebbe mai potuto
funzionare tra di noi? Non posso pretendere nulla da te. L'hai detto
anche tu, hai troppi anni, troppi legami. Non importa...non m'importa
più nulla... Starò bene senza di te, senza
paparazzi intorno, senza le complicazioni che la tua vita porterebbe
alla mia! Perchè mai dovrei sopportare tutto questo? Tu vivi
nella menzogna Johnny...io ho tutta la vita davanti e voglio essere
libera, non voglio dover scappare e camuffarmi ogni volta che vado per
strada. Non voglio aver paura di ogni cosa che dico e faccio, essere
continuamente sotto gli occhi di tutti...Non voglio. E adesso so che
non dovrò farlo. >>
Erano bugie quelle che stavo dicendo, bugie cattive che
avevano il solo scopo di ferirlo, come lui aveva ferito me.
Sapevo che avrei potuto sopportare di tutto pur di stare con
lui, ma non potevo sopportare che mi avesse ingannata. Non
avevo mai visto in lui l'attore, ma l'uomo, e improvvisamente mi
sentivo una stupida per averlo fatto...non c'era niente di vero in
tutto ciò che avevo visto: era una parte, l'ennesima parte
recitata magistralmente.
Ora stava là, fermo, con due occhi pieni di dolore. Avevo
fatto centro. Con un filo di voce , senza più sfiorarmi,
immobile davanti a me disse: << Pensi davvero queste
cose?>>
Non so' dove presi il coraggio per dire : << Si le
penso.>> Fu come dargli una coltellata, le mie cattiverie
avevano avuto il loro effetto, ma questo non mi diede alcuna
soddisfazione, anzi amplificò il mio dolore...nonostante
tutto, ferire lui feriva anche me.
Per la prima volta furono i suoi occhi a sfuggire ai miei,
lui che riusciva ad intrappolarmi con uno sguardo e a leggermi dentro
adesso aveva paura di incontrare il mio. Fissando per terra
parlò di nuovo con voce amara:
<< Come fai dire di amarmi e a pensare queste cose? Sei
tu a mentire allora.>>
Tirai un profondo respiro, se proprio tutto era finito
lì lui doveva sapere ciò che provavo, sapere
quali sentimenti aveva deluso:
<<
No Johnny, io non mento, io non ho mai mentito. La prima volta che ti
ho incontrato, mi hai accusata di non essere abbastanza
donna, di non dire ciò che sento. Bene, adesso
sono qui e non sono una ragazzina sono una donna, e voglio essere
totalmente sincera con te.
La
verità, è che nessuno mi ha mai fatta sentire
come mi fai sentire tu. La verità è che quando mi
guardi il mondo scompare, quando mi abbracci qualunque paura va
via. Non volevo questo, non volevo innamorarmi di te...non
credevo potesse accadermi così in fretta. L'ho negato, ho
cercato di fare finta di niente e con quale risultato? Bugie.
Ma adesso basta ,sappi che non mi sono mai fatta illusioni e fino ad un
attimo fa, non m'importava che il mio fosse un amore a senso unico, ero
felice per il solo fatto di riuscire a provare qualcosa di tanto bello.
A farmi star male, non è la consapevolezza che per te questa
notte è stato solo sesso, io sto male perchè mi
hai mentito mentre io mi fidavo di te...
Perciò non prendere me per bugiarda , io non lo
sono, io ho il coraggio dei miei sentimenti, ed ho il coraggio di dirti
che nonostante tutto io... ti amo . >> respirai a fondo
<< Ti amo... per come ti imbarazzi quando
qualcuno ti fa un complimento, amo la tua ironia, il modo in cui prendi
in giro te stesso e gli altri, come ti illumini quando parli dei tuoi
figli,come riesci a comunicare mille cose anche restando in
silenzio...Ogni piccola cosa di te io la amo, fino ad un
attimo fa pensavo che non avrei mai potuto detestare nulla in te, e
invece ora c'è una cosa che detesto , ed è la tua
capacità di fingere.
Non ho mai preteso di
stare insieme a te, non ho mai sperato di poter essere ricambiata , so
bene che siamo due mondi troppo diversi...eppure...eppure credevo di
poter ricordare questi giorni con un sorriso, come si ricorda un bel
sogno...Volevo ricordare te e tutto ciò che ho vissuto con
te con un sorriso...e adesso si è tutto capovolto.
>>
Lui mi stava di fronte in silenzio, se avesse
ricambiato i miei sentimenti, non sarebbe stato lì
muto,invece non proferì parola.
Oramai non avevo più nulla da perdere, dovevo solo
andare lontano da lui ed affrontare la delusione.
<< Credo che capirai se ti chiedo di non cercarmi
più, di non farti mai più vedere, lascia che ti
dimentichi, dimostrami almeno di non volermi ferire e lascia che io
torni alla mia vita, così come tu tornerai alla
tua.>>
Mi allontanai, lui rimase in silenzio e immobile, senza nemmeno
guardarmi, fissando il prato con la fronte corrucciata, le braccia
lungo i fianchi, i pugni stretti.
Il mio cuore era in mille pezzi, gli avevo confessato tutto ma lui era
rimasto impassibile. Sarei partita quel giorno stesso e non lo avrei
più rivisto.
Non lo avrei più rivisto...
Mi vestii, presi le mie cose, lui non mi fermò non
parlò, non disse nulla...come pensavo, si era solo
divertito, ero stata solo una notte di svago, una cosa di poca
importanza nella routinne della sua vita, fatta di viaggi, di
concerti, di mille donne... di Vanessa.
Lo so che vorreste
prendere la mia testa ed aprirla tipo noce di cocco in questo
momento XD .... Ma concedetemi solo due parole prima di cancellare
definitivamente la mia storia dalle vostre seguite:
Quando ho iniziato a
scrivere questa ff ho stabilito una piccola scaletta di avvenimenti,
diciamo che dall'inizio avevo grosso modo deciso la trama e fin ora ho
rispettato la scaletta . Quello che succede in questo capitolo era in
conto fin dall'inizio, dunque non ho voluto apportare variazioni
all'idea iniziale.
Suvvia ragazze, vi
siete fidate e mi avete sopportata fino ad ora perciò non
abbandonatemi proprio adesso che siamo quasi alla
fine...insomma oramai l'avete capito che questo racconto è
pieno di casini...che nulla e mai come sembra no?! Dai dai non
abbandonatemi!! :)
Con un bacio pieno di
speranza vi saluto! :*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 25 *** XXIV. Ho sempre ragione ***
AAA: Per chi ha cliccato
"ultimo capitolo" vi avviso che ne ho pubblicati due in una volta! :)
XXIV. Ho sempre
ragione
Raggiunsi un bar vicino e da lì presi un taxy. Arrivata in
aeroporto acquistai il biglietto per il primo volo in
partenza. Mentre aspettavo che il gate venisse aperto avevo
la sgradevole impressione di essere osservata da tutti, la sgradevole
impressione che il mio cuore attraverso il mio
petto fosse totalmente esposto, visibile a tutti.
A bordo
mi ritrovai accanto ad una signora anziana , i capelli erano
bianchissimi ma sulle labbra sottili si era passata un filo di rossetto
scarlatto, aveva un aspetto sveglio e cordiale, la tipica
vecchietta che si usa definire "arzilla". Mi sorrise:
<< Quant'è bella la
gioventù!>>
La osservai stralunata e lei mi chiese
<< Paura del volo cara?>>
Non dovevo avere un bell'aspetto, la donna mi osservava con quella
premura tipica delle mamme e delle nonne.
<< Oh no. Sono solo sfinita in realtà.
>> Era una mezza bugia, ero davvero sfinita, sfinita
dalle troppe emozioni.
Annuì con aria complice << Eri qui in vacanza
eh? Ah voi giovani scambiate il giorno e la notte, non vi fermate
mai...e fate bene!Mi sarebbe piaciuto poter fare così ache
io alla tua età, eh... ma erano altri tempi. Diciamo che sto
recuperando adesso!>> sorrise affabile
<< Allora ti è piaciuta la
Roma?>>
Mi era piaciuta Roma?
<< Tantissimo. >> risposi e non avrei
potuto essere più sincera.
L'aereo era appena decollato, osservai attraverso le nuvole i
palazzi e le strade che si allontavano sempre più, mi resi
conto di una cosa: non avrei mai odiato quella città,
così come non avrei mai odiato Johnny. Se avessi
potuto scegliere non avrei cambiato nulla di quei giorni ,
perchè quei giorni avevano cambiato me e dopotutto non mi
dispiaceva quel che ero diventata: più impulsiva, anche
più fragile, ma finalmente capace di afferrare la vita a
piene mani ed immergermi in essa.
Non
potevo odiare Johnny, dopotutto non mi aveva promesso nulla, anzi mi
aveva detto "fermami", ma non lo avevo fatto.
Non odiavo Johnny, ma ero arrabbiata con lui, ero furiosa e lo sarei
stata a lungo, e non per l'atto che avevamo consumato, non era quello
che rimpiangevo, ma erano i discorsi, i racconti , il mio essere stata
così totalmente vera, mentre lui mentiva. Mentiva a me, a
Vanessa, e chissà a quante altre.
Era mortificante pensare che dopo la notte passata insieme, avesse
avuto il coraggio di chiamarla, di dirle che ne sentiva la mancanza,
che voleva riempirla di baci...e sembrava talmente sincero e felice
mentre pronunciava quelle parole!
Cosa c'era di vero in lui? Non lo sapevo più, ma non
riuscivo a credere che avesse potuto fingere per tutto il tempo, non
volevo crederlo.
Avrei dato tutto per tornare indietro, per impedire a me stessa di
spiare quella telefonata. Era meno doloroso provare un amore non
corrisposto per un uomo magnifico...e invece ora sapevo di provare
amore per un uomo che probabilmente non esisteva nemmeno.
Mi presentai davanti
al portone di casa senza alcun preavviso, avevo telefonato il giorno
prima, avevo detto che avrei avvisato sull'orario del mio volo
perchè potessero venirmi a prendere all'aeroporto.
Non avevo
fatto niente di tutto ciò , e appena atterrata ero montata
su di un autobus che mi aveva scaricata nella piazza centrale, avevo
camminato trascinandomi dietro la valigia come un automa.
Sembrava tutto talmente surreale...Era come essere stata catapultata in
una realtà parallela. Solo poche ore prima mi sembrava tutto
così chiaro, così bello. Adesso invece ero
semplicemente una stupida che aveva lasciato le sue illusioni a Roma e
tornava a casa con una valigia mezza vuota e la mente confusa.
Mi accolsero gli occhi sgranati di mia madre e le sue domande a raffica:
<< Beatrice tesoro! Ma perchè non hai
chiamato? Papà aspettava un tuo avviso! Ma come
sei arrivata fin qui dall'aeroporto? Hai preso
l'autobus?>>
Trascinò dentro la valigia e me.
Pensai a tutte le volte che l'avevo detestata da adolescente:
avevo detestato quel suo modo di fare così diverso dal mio,
avevo detestato il suo eccessivo fervore religioso e quel suo essere
piena di regole... Quel giorno mi resi conto che anche i lati del
carattere che spesso ci sembrano insopportabili nei nostri cari,
diventano qualcosa di bello e di rassicurante quando il cuore
è a pezzi. Possiamo contare su quei piccoli difetti,
quei difetti dei quali abbiamo imparato a sorridere e che ci
fanno capire quanto a fondo conosciamo qualcuno . Bastò
questo a farmi stare meglio.
<< Ma a che ora era il tuo volo? Con quale compagnia hai
volato? Ma stai bene tesoro...?>>
Eccola Caterina Fiore, non mi aveva partorita, ma mi aveva insegnato ad
allacciarmi le scarpe,a camminare, a spazzolarmi i capelli. Caterina
Fiore che quando avevo la febbre mi preparava la cioccolata calda e ci
metteva dentro la cannella :" perchè le spezie tirano su
tesoro!".
Mi ci sarebbe proprio voluta adesso , la sua cioccolata calda
e cannella, anche se era estate.
<<
Mamma non ce la fai proprio a farmi una domanda alla volta
vero?>> sorrisi abbracciandola.
<< Oh ma sei tutta sudata...>>
<< C'era caldo in autobus...>>
<< Non capisco perchè hai voluto prendere
l'autobus.>> scuoteva la testa. Impressionante come mia
madre riuscisse a preoccuparsi anche per le cose più minime.
<< Ti voglio bene.>> le dissi, e lei mi
osservò sorpresa.Mi scostò una ciocca dal viso.
<< Hai un'aria così stanca ...Ma non dormivi a
Londra?>>
Non poteva
immaginare cosa avevo fatto negli ultimi giorni, credeva avessi
visitato musei, invece avevo riesaminato la mia intera vita. Sapevo che
avrei dovuto dire la verità, i giornalisti mi avevano
beccata con Johnny a Roma, sicuramente si sarebbe ripetuto il casino
dei mesi prima; foto , articoli e baggianate simili, non
volevo che i miei genitori scoprissero così la
vera natura del mio viaggio. Ma ora non avevo la forza di mettermi a
spiegare, lo avrei fatto dopo.
Ora serviva Stefania.
Lavai via dal mio corpo l'odore di Johnny, ma le sue carezze erano
ancora marchiate a fuoco in ogni strato della mia pelle.
Poco dopo mi trovavo
nella camera della mia amica, piena di cose che riflettevano il suo
carattere eccentrico; un orologio analogico ed uno digitale messi uno
accanto all'altro e regolati su due fusi diversi, una collezione di
giochi da tavolo, in particolare una serie di Domino tutti decorati
diversamente ed acquistati nei posti più disparati, il suo
amato mac book piazzato sulla vecchia scrivania di rovere che era
appartenuta ad uno zio avvocato, la lampada a forma di ufo , l'anta
dell'armadio coperta di foto ; c'eravamo io, i nostri amici, i suoi
familiari, gente conosciuta per caso, turisti di passaggio...c'erano
mille e mille volti. I poster dei Metallica invadevano i muri,
stridendo con i peluche che teneva sul letto. Mi piazzai lì,
tra roger rabbit ed un orso blu.
Stefania Pov
Lo ammetto, mi prese un colpo vedendo comparire Bea.
Cioè, non è che sono scema, ovviamente lo sapevo
che sarebbe tornata, in effetti non vedevo l'ora, ma dalle sue
telefonate era chiaro che non le dispiaceva affatto passare il suo
tempo con l'attore...o meglio sembrava che stesse cercando ogni
pretesto per restare con quel tizio! In fondo non mi dispiaceva che si
togliesse definitivamente dalla testa quell'allocco di Carlo, non avevo
mai capito cosa ci trovasse in un ragazzo tanto monotono,non che la
vedessi meglio con quella specie di attore rockettaro tatuato e
cinquantenne, ma se non altro era un cambiamento, un passo verso la
rivoluzione!
E poi PUFF, mi si era materializzata in casa con un
aspetto tutt'altro che incoraggiante, i capelli raccolti in una coda
che sembrava essere stata fatta da un vecchietto con il morbo di
Parkinson,la faccia bianca bianca di chi è appena sceso
dalle montagne russe e due occhi che erano tutto un
programma. La conoscevo da troppo tempo Bea e conoscevo anche i sorrisi
"prestampati" che si metteva in faccia quando accadeva qualche guaio.
Esattamente il sorriso che aveva quel giorno.
Gli aveva
aperto la porta mio fratello Luigi e l'aveva portata al mio
cospetto, annunciandola con la sua voce " soave".
<< Ah STEEEE!! C'è una viaggiatrice bionda che
ti cercaaa!>>
<< Disgraziata!! Non mi hai avvisata che tornavi oggi!!
Ma che vizio ti sei presa eh?! Parti, vai, torni, ri-vai...ma io non lo
so!>> avevo detto prima di accorgermi che la sua faccia
somigliava a quella del fantasmino Casper...un Casper morto per la
seconda volta.
<< Cosa accidenti è successo?! >>
<< Non ti ho avvisata che tornavo perchè non
ho programmato nulla...ho preso il primo volo che ho trovato...e
comunque ho...ehhmmm...ho perso il cellulare.>> disse
massaggiandosi le tempie.
<< Hai perso il cellulare..?>>
<< L'ho dimenticato a Roma...l'ho prestato a...lui. E poi
l'ho dimenticato.>>
" Lui", modo in cui aveva detto "lui" mi preoccupò
all'istante. Era evidente che dovevamo parlare io e Bea, parlare
parecchio.
Mio fratello Luigi l'impiccione non ne voleva sapere di muoversi e
togliere il disturbo, aveva una cotta per Bea da sempre, ed ora a
quattordici anni, in piena fase adolescenziale la osservava quasi fosse
una coniglietta di Play Boy...penoso! Di solito io e lei ci divertivamo
a metterlo in imbarazzo, ma Bea sembrava essere su un fuso orario
diverso, come i miei orologi.
<< Luis, pulisciti la bava e smamma!>>
Mi aveva lanciato una ciabatta puzzolente sulla testa e rosso
come un peperone era filato via.
Bea ora stava seduta
sul mio letto,ero pronta a riempirla di domande quando...
<< Ci ho fatto l'amore.>> disse di punto in
bianco.
<< Come?!>> sbottai incredula. Insomma
quando stava con Carlo ci aveva messo una vita a decidersi a...come si
dice? Fare il grande salto? Potare l'aiuola? Portare a spasso la
Jolanda? Ad andarci a letto insomma, ed ora così in una
settimana si era decisa. Beh si, mi aveva detto che credeva di essersi
innamorata dell'attore, ma mi aveva anche lasciato intendere che
quello, la vedeva come una specie di bambinetta...e invece? Toh
sopresa!
Il genio tatuato si era svegliato era uscito dalla lampada ed aveva
fatto la magia. Complimenti, complimenti vivissimi!
Ma ad ogni modo, il mio stupore non era dato dal fatto che Bea ci fosse
andata a letto, insomma non facevo altro che dirle "poche paranoie e
vivi la vita cara!", il mio stupore era dato dal fatto che sembrava sul
punto di piangere, anzi vedevo già le lacrime far capolino
tra le ciglia. Cosa mai le aveva fatto quel tizio?
<< Ieri
notte.>> aggiunse.
Analizzai nella mia mente un paio di opzioni:
1) Quel montato pieno di collane faceva così schifo a letto
che Bea aveva deciso di scappare ed ora piangeva per il trauma.
2) Quel montato pieno di collane, a causa dell'età avanzata
non aveva retto allo sforzo ed era deceduto...
Ma la mia fantasia
era sulla strada sbagliata. Me ne resi conto più tardi dopo
essere rimasta per un pò in silenzio ad ascoltare i racconti
di Beatrice.
Mi disse ogni cosa : di Londra, di come lui aveva deciso di affittare
quel camper per scoprire tutto su sua madre, di come dopo la batosta
datale da Vesna lui era stato pronto ad aiutarla, a farla sorridere. E
poi aveva raccontato della festa, dell'ubriacatura, dei giornalisti, di
Porta Portese, dei regali che si erano fatti, della notte appena
trascorsa, del risveglio...e della telefonata in cui lo aveva sentito
chiamare "amore" Vanessa.
Ascoltai attentamente la descrizione di ogni particolare di quei
giorni, ogni frase e gesto. Cercai di trattenere il mio lato
irascibile...lo sapevo che quello lì avrebbe portato guai,
lo sapevo!
Beatrice non era stronza come me, lei si affezionava alle persone,
apriva loro il cuore...ed era successo diverse volte che venisse
delusa, ma mai con questa intensità.
<< E
quell'idiota se ne è rimasto lì fermo mentre gli
dicevi che lo amavi?! E magari ha pure usato il tuo cellulare per fare
la sua bella telefonata!?...No giuro... giuro che io lo trovo ovunque
sia, e lo prendo a padellate in testa, lo stordisco a vita,
così non dovrà far fatica nel barcollare quando
interpreterà il suo pirata ubriacone! Barcollerà
per sempre fuori e dentro il set!!>>
<< Non sarà necessario picchiare nessuno Stef,
devi solo aiutarmi a togliermelo dalla testa...Tu mi avevi messa in
guardia, non ti ho dato ascolto...>>
Stavo sbagliando ad
arrabbiarmi e sbraitare, accidenti al mio caratteraccio!
La mia amica adesso aveva solo bisogno di conforto.
<< Bea lo sai, io parlo e straparlo, ma non potevi
ascoltarmi, non si può mica decidere di chi
innamorarsi...Ora ti sembra tutto brutto, ma ti assicuro che lo
dimenticherai. >> Ed ero sicura che lo avrebbe fatto,
insomma era una ragazza giovane, intelligente e bella...certo che lo
avrebbe dimenticato!
Parlammo ancora a lungo, le feci molte domande, volevo capire bene,
c'era qualcosa che non mi tornava e alla fine dovetti
arrendermi all'evidenza.
Accidenti, io non lo conoscevo mica quel Depp e quando lo prendevo in
giro dicendo che mi stava antipatico ,era solo per scherzare un
pò, per contraddire la mia amica. Ma adesso dovevo essere
obiettiva. Perfino io che ero prevenuta nei suoi confronti mi ero
emozionata a sentire i racconti di Beatrice, il modo in cui le era
stato accanto nella ricerca di sua madre, come aveva dormito
abbracciato a lei la notte che si era ubriacato, senza per questo
approfittare della situazione...insomma uno che vuole portarsi a letto
una ragazza non fa così e di certo uno che vuole portarsi a
letto una ragazza non le chiede di fermarlo perchè ha troppi
anni, non si fa tanti scrupoli!
Avrei dovuto insultarlo e metterlo in cattiva luce così che
Bea riuscisse a toglierselo prima dalla testa, a detestarlo
magari...ma non sarebbe stato onesto, serebbero state bugie
perchè improvvisamente la mia visione di quell'uomo era
cambiata...
<< Bea, a primo impatto mi sono arrabbiata, ma ora a
mente fredda, riflettendoci bene, non posso non dirtelo: c'è
sicuramente qualcosa che ti sfugge. Qualcosa che non quadra.
Non può essere come dici tu. Un uomo che ti vuole
solo usare, non ti dice che non è riuscito a tenere a freno
il cuore, non attacca il tuo ex ragazzo al muro minacciando di
rompergli la faccia e di certo non fa l'amore con te in quel modo...
Uno che ti ha solo usata, non rimane sveglio a guardarti e ad
accarezzarti aspettando che ti addormenti... Insomma lo sai,
io non sono una romantica, ma quello che mi hai appena raccontato,
tutte le cose che lui ha fatto, detto, perfino io mi sono
emozionata...Qualcosa non quadra.>>
Beatrice pov
I giorni successivi furono piuttosto difficili, le parole di Stefania
continuavano a girarmi nella mente , non riuscivo a staccare i miei
pensieri da Johnny e di certo il vedere foto di me e lui a Roma, sparse
per le edicole e per il web, non aiutava. Per fortuna i miei genitori
avevano saputo comprendermi quando avevo spiegato il perchè
del mio viaggio.
Il mio rapporto con loro divenne addirittura migliore, non
avevano più il peso di un segreto addosso, non temevano
più di perdere il mio affetto, era come se fosse stata
eliminata una grossa barriera.
I giorni passarono e
gli articoli divennero spazzatura, i siti cominciarono a parlare
d'altro. Johnny non aveva rilasciato alcuna dichiarazione. Niente.
I rumors si spensero lentamente, i miei sentimenti no.
Perfino mia madre che stava sempre con la testa tra le nuvole, si
accorse che qualcosa in me non andava.
<< Beatrice che succede? Mi sembri così triste
in questi giorni. E' per Carlo?>>
Carlo? Oddio, Carlo era solo un'ombra oramai.Una settimana con Johnny
aveva spazzato via cinque anni con lui. Una notte con Johnny aveva
cancellato centinaia di notti con Carlo.
<< Ma no mamma...sono solo preoccupata per la tesi,
vorrei finirla per ottobre,così mi laureo entro l'anno. Devo
contattare il mio relatore...>>
Le lessi in viso che non si era bevuta la balla, ma non chiese altro.
Provai davvero a dedicarmi alla tesi, con scarsi risultati.
Io e Stefania uscivamo ogni sera, ogni giorno, ogni volta che era
possibile fare qualcosa, andare da qualche parte, partecipare a qualche
festa. Non volevo restare ferma a pensare. Mi capitò spesso
di vedere Carlo, ci ignorammo a vicenda tutte le volte. Mi
capitò di conoscere altri ragazzi...sembravano tutti
insignificanti ai miei occhi.Non potevano reggere il confronto con
Johnny.
Pensavo a lui , al
suo modo di fare. Ogni cosa era rimasta impressa nella mia mente, mi
bastava chiudere gli occhi per vederlo camminare in quel modo strano,
dondolante e spartano, coi suoi mille gingilli che
tintinnavano ad ogni passo. Chiudevo gli occhi e vedevo i suoi
osservarmi.
Mi mancava.
Non riuscivo ad odiarlo. Avrei solo voluto essere sua, sua
all'infinito. Sua come tutta le volte che con uno sguardo aveva inteso
i miei pensieri, sua come quando con il suo corpo aveva invaso il mio.
C'erano cose che non riuscivo a spiegarmi, che non capivo. Aveva
ragione Stefania quando diceva che qualcosa mi era sfuggita. Mi ero
pentita di non averlo lasciato parlare quella mattina, ma ero
così ferita...
La mia mente era piena di domande, perchè quella notte mi
ero sentita amata, avevo vissuto in pieno le sue carezze, la sua
immensa dolcezza, i suoi sorrisi e nessuna di queste cose sapeva di
sesso.
Decisi di affrontare
con calma i miei sentimenti, dopotutto era passato solo un
mese da quella notte, la notte in cui avevo scoperto la passione vera,
la donna che era in me. Avevo provato le emozioni più grandi
della mia vita con quell'uomo, quell'attore. Era naturale che non
riuscissi a dimenticarlo con facilità. Ma ce l'avrei fatta.
A tale scopo evitavo di leggere il gossip, di guardare i
giornali, cambiavo canale quando si parlava di vip. Non seppi nulla di
Johnny fino al pomeriggio in cui Stefania piombò in casa mia
con il suo Macbook in mano.
<< Bea io lo so che non vuoi sentirne
parlare ed è da un mese che facciamo finta di niente...ma
devi leggere quest'articolo. >>
È ufficiale: Johnny Depp e Vanessa Paradis si sono lasciati.
Una delle coppie d'oro di Hollywood, una tra le più longeve,
si è detta addio dopo 14 anni d'amore e due figli insieme.
«Si sono separati amichevolmente», ha dichiarato il
portavoce dell'attore a Entertainment Tonight. «Per favore,
rispettate la loro privacy e quella dei loro bambini». Da
mesi girava voce che Johnny e Vanessa fossero in crisi, il 18 gennaio
ve l'avevamo confermato attirandoci anche qualche critica.
«Chiacchiere come questa possono fare molto male alla mia
famiglia. Le voci non sono altro che business. Se si desse retta ai
giornali di gossip dovrei essere proprietaria di 52 case e essere alla
mia dodicesima gravidanza», aveva dichiarato la Paradis il 25
gennaio.
Ma non ci aveva convinto: avevamo ragione.
Da un anno i due non apparivano più insieme su un red carpet
e si era anche parlato di una relazione di Depp con la giovane ragazza
italiana apparsa per la prima volta insieme a lui alla prima di Hugo
Cabret. I due sono stati di recente avvistati nuovamente
insieme.
<<
Stef mi stupisco di te, è solo l'ennesima
bufala...>>
<< No Bea, l'ha detto il loro portavoce ufficiale, mi
sono informata bene, è una notizia vera, non te
l'avrei fatta leggere altrimenti.>>
<< E anche se fosse vera cosa cambia?>>
<< Cambia tutto. Insomma l'ha lasciata...Eddai! Io te
l'ho detto che qualcosa non quadrava, magari che ne so... quella
mattina a telefono ha detto quelle cose per tenerla buona, per
incontrare i figli. Buh che ne sappiamo!>>
<< Ma tu non dovevi aiutarmi a
dimenticarlo?>>
<< Ci sto provando da un mese ad aiutarti a dimenticarlo
porcodiamine! Ma la verità è che non ti ho mai
vista così spenta Bea... Nemmeno quando hai scoperto che eri
stata adottata eri così triste. Senti , lo so che sto sempre
qui a sparare cazzate e sembra quasi che non mi accorga di
niente.Invece me ne accorgo: usciamo, vieni alle feste,hai perfino
ripreso a sfottere mio fratello Luigi...ma non mi fai fessa, tu hai la
testa sempre altrove ed io comincio a pensare che forse non
è così assurdo che tu non riesca a smettere di
pensare a quello lì...Senti, lo sai che non credo nel
destino, mi piace la scienza , mi piacciono le cose chiare, logiche,
nette.... Sono un asso nel calcolo delle probabilità e ti
assicuro che tutto quello che ti è successo non era affatto
probabile. Cioè, te ne sei andata a Venezia così
di punto in bianco ed hai incontrato quel tizio e questo ha messo in
moto il caos! Non riesco a non pensare a tutte le coicidenze che vi
hanno permesso di conoscervi, d'incontrarvi e non riesco a
non pensare che c'è qualcosa che non quadra in tutta la
faccenda...>>
<< Si può sapere dove vuoi
arrivare?>>
Fece un sospiro e mi guardò seria :
<< E se fosse stato tutto un malinteso quella
mattina?>>
<< Stefania è passato un mese, lui sa dove mi
trovo, avrebbe potuto cercarmi...>>
<< Ma gli hai detto tu di non farlo! Mi hai raccontato
che per ferirlo gli hai detto che non avevi intenzione di sopportare
paparazzi e quant'altro a causa sua e che poi gli hai chiesto di non
farsi più vedere. Magari non ti cerca per
questo.>>
<< Credi che se davvero volesse vedermi
starebbe a farsi scrupoli solo perchè gli ho chiesto di non
farlo?!...Io non credo! Per favore non parliamone
più...>>
Stefania Pov
Il discorso terminò così, Bea era stata
categorica, ma se avessi saputo cosa sarebbe accaduto solo qualche
giorno dopo , col cavolo che non ne avrei parlato più!
Sapevo
di avere ragione, voglio dire, non per peccare di presunzione, ma io
raramente avevo torto! Delle questioni amorose, è vero , non
sono mai stata una grande esperta e forse per questo quel giorno non
insistetti... Eppure sapevo di avere ragione. Se solo avessi potuto
prevedere questa telefonata allora non mi sarei arrovellata il cervello
in cerca di una soluzione...ma non ho mica i super poteri io!
Quale telefonata vi chiedete? Questa:
<<
Pronto? Ah Caterina, dimmi!>>
La mamma di Bea mi telefonava spesso per le cose più
svariate, le davo del tu da anni, ero di famiglia oramai. Pensai che
magari avesse l'ennesimo problema con la connessione internet, un anno
prima aveva deciso di darsi alla tecnologia e si era comprata
un pc...pessima idea!
<< Oh Stefania! Menomale che hai risposto. Beatrice non
è in casa e non voglio chiamarla. Ma io non parlo americano
perciò potresti venire tu a dire a questo signore di
lasciare in pace mia figlia?Non voglio assolutamente che Beatrice
finisca di nuovo suoi giornali...>>
Non chiesi chi fosse colui che con tono aspro la mamma di Bea
aveva chiamato " questo signore" ,lo sapevo già chi era, non
lasciai nemmeno che Caterina Fiore terminasse la frase:
<< Arrivo subito!>>
Avevo ragione.Io ho sempre ragione!
Rieccomi qui. Lo so
ho la faccia tosta... ma spero che questo finale confermi
ciò che avevo scritto nel capitolo precendente : niente
è come sembra! :)
Come avrete
già notato ho voluto dare spazio a Stefania. Diciamo che se
questa parte del racconto fosse stata raccontata solo da Bea sarebbe
risultata eccesivamente deprimente, perciò ho dato la parola
a quest'altro personaggio un pò pazzerello , anche
perchè serviva un punto di vista esterno per sottilineare la
stranezza del comportamento di Johnny. Ad ogni modo anche questo casino
verrà spiegato nel prossimo capitolo che credo
sarà l'ultimo o il penultimo....mhhhhh.... dipende tutto da
quanto mi dilungherò nelle descrizioni, ma prometto che
siamo alla fine ragazze, niente più torture!
Tanti abbracci
donzelle belle e grazie mille per aver letto :) <3
Affettuosamente Rory
|
Ritorna all'indice
Capitolo 26 *** xxv. quando tutto si accende di rosso. Parte prima ***
1
Ciao
ragazze!! ^.^ !!!
Rieccomi
qui per la serie: a volte ritornano =.='
Mi
dispiace avervi fatto attendere tanto per gli ultimi capitoli, ma tra
esami e casini vari non ho avuto assolutamente modo di pubblicare! :( :(
Perdonatemi se non ho risposto subito alle recensioni ed anche per
essere stata breve nelle risposte ma altrimenti non sarei
riuscita pubblicare.
Nonostante
la mia assenza voi siete state grandi! Le vostre
recensioni mia hanno
resa felice *.* *.* taaaanto taaaanto!!! e non vi nego che mi
hanno
anche fatta sentire in colpa, mi sono detta " ti scrivono
così
tante belle cose e tu non pubblichi?? Datti una mossa!"
Perciò eccomi
qui!
Ho diviso il capitolo in due
parti perchè era
LUNGHISSIMO,
in questo modo sarà meno pesante per voi e credo anche che
sia meglio
per le recensioni così se vorrete potremo commentare
metà capitolo alla volta e scambiarci opinioni anche su
cose che magari lette tutte in una volta verrebbero dimenticate.
Detto questo...beh ci vediamo
giù! <3 <3 <3
XXV
Quando tutto si accende
di rosso
Parte prima
Ogni momento
importante della vita
è segnato da luoghi importanti. Magari a volte sono posti
all'apparenza banali, ma questi all'improvviso si caricano di ricordi
diventando bellissimi. Chi di voi non ricorda il posto in cui ha dato
il primo bacio? Chi di voi non ricorda il posto in cui ha imparato a
nuotare, o ad andare in bicicletta?
Per
ogni emozione c'è un luogo e questo può essere un
garage,
una spiaggia, uno sgabuzzino, un pub, una stradina nascosta... oppure,
come nel mio caso, può essere una piccola casa di campagna.
La casa di campagna
dei
miei, stava in un luogo piuttosto isolato e mia madre aveva voluto
farvi crescere un giardino tutto intorno. Era molto piccola, due stanze
in tutto, sembrava la casa delle fate, immersa nel verde e nel rosso
dei papaveri che spuntavano selvaggi ovunque.
Mia madre se ne
lamentava sempre
perché era un pò vecchia e malandata, sarebbe
stato
necessario ristrutturarla, ma a me non importava che dalle
porte
entrassero gli spifferi o che l'intonaco fosse un po
screpolato,
la trovavo comunque bellissima. Mi piaceva stendermi a riflettere
lontana dal rumore delle automobili, lontana dalle voci della gente:
era il regno della pace. I miei preferivano usarla solo
durante
il giorno, andare a rilassarsi , ma la sera tornavano sempre a casa
Fiore, molto più vicina all'ambulatorio ed allo studio di
mio
padre.
Dopo l'uscita
dell'articolo sulla
separazione di Johnny e Vanessa, accendere la tv era diventata
un'azione pericolosa per la mia stabilità mentale.
Non che
le trasmissioni parlassero solo di loro, ma di certo lo facevano
più spesso del solito.
In genere erano articoli di appena trenta
secondi, magari trasmessi come cronaca rosa nei tg o negli stupidi talk
show pomeridiani, eppure questi provocavano in me reazioni esagerate;
per esempio mi ero ritrovata a strappare in malo modo il
telecomando dalle mani di mio padre ed a spegnere la tv
inveendo contro quest'ultima come se potesse sentirmi e
rispondermi:
" Ma perchè non provate a trasmettere qualcosa di
intelligente o
utile?! Gossip gossip! Ma che cavolo me ne frega? Ah e poi ci
si
lamenta del basso livello culturale dei giovani d'oggi. E certo, il
principale mezzo d'informazione ci informa solo di cose che non serve
sapere! Che nervi!!"
Lo sguardo sbigottito dei
miei genitori aveva funzionato come una sorta di specchio, mi ero vista
dall'esterno e mi ero resa conto che era il caso di trovare
una
soluzione prima di venir rinchiusa in un manicomio.
Alla fine mi ero
trasferita per un
pò in quella casetta isolata, quasi fosse una sorta di limbo
esterno al mondo. Da circa una settimana quella casetta era diventata
il mio rifugio, speravo che la sua pace mi aiutasse a completare la mia
tesi e a svuotare la mente.
Non ero ancora
riuscita a fare nessuna delle due cose.
Era il
ventotto di Agosto ed
io fuori in giardino appoggiata ad un alberello di more
guardavo
incantata il tramonto che stava colorando di rosso ogni cosa.
Chissà come stava Johnny, chissà se gli capitava
di
pensarmi...Era passato più di un mese da
quella
bellissima notte, da quella terribile mattina.
Mi
mancava, a volte se pensavo troppo a lui l'aria sembrava andar via per
l'insopportabile consapevolezza che non mi avrebbe amata, che non
poteva amarmi.
Alla fine mi ero resa
conto che la
cosa migliore sarebbe stata dimenticarlo, avevo scoperto
però di
non averne la capacità.
Perfino l'inaffondabile Stef dopo la nostra ultima
discussione si
era resa conto che il mio cuore non si sarebbe sanato tanto facilmente.
Avevo provato il vero amore ed era stato magnifico e straziante.
Una macchina
arrivò dal
vialetto, inerpicandosi tra il fogliame ed il pietrisco, due fari mi
illuminarono il volto abbagliandomi.
In un primo momento
non riuscii a
riconoscere l'auto ne tanto meno i suoi passeggeri. Aguzzai gli occhi
rimanendo esattamente dov'ero. I fari si spensero. Era la macchina di
Stefania, dopotutto me lo aspettavo, chi altri poteva venire a trovarmi
a quell'ora ed in quel posto fuori dal mondo? Dalla nostra ultima
discussione dopo la quale le avevo categoricamente vietato di parlarmi
di Johnny, lei aveva ricominciato con la sua vecchia strategia:
"adescare" turisti spensierati, biondi ed abbronzati e scatenarmeli
contro!
I turisti erano la
sua passione ed in qualche modo stava provando a contagiarmi, con
scarsissimi risultati devo dire...
Aspettai di vedere quale baldo
giovane sarebbe uscito dalla vettura. Per qualche strano motivo
Stefania non si decideva a scendere dall'auto , mi staccai
dall'albero, mossi un passo nella sua direzione e
poi... e
poi tutto sembrò di nuovo accendersi di rosso.
Vi è mai capitato di
mettere un piede in fallo scendendo i gradini? Conoscete quella
sensazione di vuoto, quando si è convinti che ci sia un
altro
gradino e invece sono finiti? Più o meno mi
accadde
questo. Lo riconobbi subito e credetti di cadere, di svenire, di
dovermi svegliare.
Era immerso
nell'ombra, vedevo
solo la sua sagoma, ma mi bastò. E poi quando si mosse, il
ritmo
dei suoi passi...i suoi passi, quel modo strano di camminare. Era
Johnny, era lui!
Stefania gli rivolse
qualche
parola che non potevo sentire, ero pietrificata ed ebbi
l'impressione che il tempo procedesse con una lentezza innaturale. La
mia amica non venne a salutarmi ma accese nuovamente il mezzo
e
ingranando la retromarcia ed andò via.
La
luce dei fari lo illuminò; dei jeans chiari, le sue
solite vecchie scarpe, una t-shirt nera e larga con la testa d'un capo
indiano stampata davanti, al collo aveva solo la medaglietta con
l'incisione di Antares ed i capelli erano più lunghi
dell'ultima
volta e più scompigliati del solito... niente fronzoli,
nessun oranamento, eppure era perfino più
bello di quanto ricordassi! O meglio lui era bello come sempre, ma il
non averlo visto per così tanto me lo fece apparire d'uno
splendore accecante.
I
miei piedi avrebbero voluto correre da lui, le mie braccia stringerlo
forte, ma il cuore ferito stava fermo, piantato contro l'albero di
more. A trattenermi era il ricordo del suo sguardo basso e distante
mentre io gli dicevo " ti amo". Era stato così freddo ed
indifferente mentre io andavo via...
Avevo
passato l'ultimo mese a cercare di cancellarlo, avevo passato l'ultimo
mese a ripetermi che non l'avrei più visto... Ma adesso lui
era
qui. Perchè mai era qui? E perchè solo ora?
Lo vidi avanzare e
guardarmi, ero
come pietrificata. Distolsi lo sguardo per non incrociare il suo,
così che non potesse vedere ciò che sentivo. Non
volevo
si accorgesse che per me non era passato un solo minuto da quei giorni
a Roma, che non avevo dimenticato nessun particolare.
Assurdo quanto si
può essere stupidi ed orgogliosi quando si ama tanto...
Mi arrivò
di fronte, non
riuscivo ad alzare gli occhi, fissavo il terreno con insistenza, sapevo
che se solo per un attimo mi fossi soffermata sul suo viso allora non
ce l'avrei fatta, l'avrei abbracciato, l'avrei implorato di non andare
più via, anche se non mi amava. Lui cominciò a
parlare,
con la sua voce bella, vibrante e... tremante:
<< Me
ne vado se vuoi, ma
prima devo dirti alcune cose. Ascoltami... e dopo ti prometto
che
sparirò, così come mi hai chiesto di
fare.>> Fece
una pausa, lo sentii respirare a fondo, C'erano tensione e stanchezza
nel suo tono. La mia mente, il mio cuore, tutto in me ripeteva solo una
frase:
"Non lasciarlo andar
via!"
Ma le mie labbra
erano serrate.
<<
Beatrice...dalla prima
volta che ti ho incontrata ho subito sentito l'impulso di proteggerti,
di impedire che chiunque ti facesse del male...e alla fine sono stato
io a fartene.>>
La sua voce era dolce
ed amara al contempo, continuò con veemenza:
<<
Volevo mantenere le
distanze, pensavo di riuscirci ma tu sei......sei così
bella! E
non parlo solo del tuo corpo, sei bella sotto tutti i punti di vista,
bella nel tuo modo di fare, bella nel tuo modo di muoverti, di
sorridere, di arrabbiarti...di essere! Sei bella in un modo atroce e
incomprensibile e sembra quasi che tu non te ne renda conto. Ma io si,
e ti ho subito desiderata selvaggiamente fin da quella sera a Venezia,
ho dovuto tenere a freno me stesso...poi, poi non ce l'ho
più
fatta, ho ceduto e non avrei dovuto! Io sono abituato a
seguire i
miei istinti e con te per la prima volta ho cercato di non farlo... ed
ho fallito. Mi trovavo in una situazione confusa e ti ci ho trascinata
dentro senza riflettere perchè.... ti volevo troppo.
>>
Mi sentii tremare al
suono di
quelle parole, mi sconvolgeva la sua sincerità, bruciavo per
la
voglia di dirgli che se mi voleva poteva avermi, indipendentemente da
tutto, poteva avermi anche se non mi amava. Ma lui continuò
a
parlare, sentivo la sua urgenza di spiegare e l'ultimo stralcio di
razionalità e di orgoglio mi trattenne dal fermarlo,
dopotutto avevo bisogno
di capire.
<<
Quella mattina mi sono
comportato da codardo ma adesso sono qui perchè è
importante che tu sappia che non è stato solo sesso, che non
sei
stata un divertimento, è importante che tu sappia che sono
uno
stupido, perchè nella mia mente malata ho pensato che
lasciarti
libera fosse la cosa cosa migliore che potessi fare per te... e sono
ancora convinto che lo sia, perchè non dovresti stare con
uno
come me, che ha figli, che ha troppi anni. Perciò se
dopo
le mie spiegazioni continuerai a non volermi vedere lo
capirò.
>> inspirò a
fondo << Beatrice io non ti ho mentito; quel
giorno la persona che mi hai sentito chiamare "amore" era Lily, mia
figlia, aveva strappato il telefono a Vanessa per salutarmi, fa sempre
così la mia miss Lily... Mi sono subito reso conto che avevi
frainteso e avrei voluto spiegartelo ma quando hai detto... quando hai
detto che volevi essere libera,che non volevi passare la vita a
nasconderti, quando hai detto che io vivo di bugie... Era la
verità ragazzina e...io non lo so, ho agito in quel modo per
orgoglio. Avevi ragione a dire che saresti stata meglio senza di me e
senza tutte le mie complicazioni... io non potevo contraddirti e
difendermi...e
questo mi ha fatto.....arrabbiare!
In pochi giorni mi hai dimostrato che a discapito del tuo aspetto tanto
fragile hai in te una forza ed una determinazione incredibili. Hai
saputo affrontare me e la mia rabbia senza batter ciglio...hai perfino
rimesso al loro posto tutti quei paparazzi...ho pensato che forse non
era tanto assurdo pensare di poter stare insieme e che tu
avresti
avuto tutte le capacità di affrontare i miei casini, ma non
ho considerato il fatto che magari tu non VOLESSI affrontarli
i
miei casini... ho dato tutto per scontato e poi le tue parole mi hanno
riportato alla
realtà. Non è facile stare
con me, io non sono una persona facile, sono irascibile, sono lunatico
e di certo la mia vita, il mio essere continuamente sotto i riflettori
non aiuta. Ne ero già consapevole, ma sentirtelo
dire...io....beh è stata ben altra cosa.
>> Avevo
voluto ferirlo e ci ero
riuscita fin troppo bene. Ero stata una stupida... una vera stupida!
<< Ti ho lasciato credere che quelle parole
fossero per Vanessa. Volevo allontanarti da me e sono stato zitto, ho
finto solo per farti andar via, perchè mi odiassi, mi
dimenticassi. E probabilmente lo hai fatto.>>
Aveva
parlato senza tregua,
senza lasciarmi tempo di pensare, di rispondere, di respirare.
Continuò con tono più deciso :
<< E' importante che tu sappia che non ti ho usata, ti ho
amata, con il cuore, con l'anima e con il corpo.
Avrei dovuto dirtelo
quella
notte...ma anche se non l'ho detto a parole, in ogni attimo te lo stavo
dicendo con tutto me stesso,in ogni attimo, in ogni gesto, in ogni
sguardo ti stavo dicendo che ti amavo....>>
Erano bellissime le sue parole, eppure terribilmente dolorose da
ascoltare: "che ti amavo" aveva detto. Stava parlando al passato. Non
riuscivo nemmeno a guardarlo in faccia, lui mi voleva con se, avrei
potuto stare con lui ed invece lo avevo ferito con parole cattive dando
retta alla mia dannata impulsività.... ed avevo rovinato
tutto!
<< Per questo quella mattina ho
chiamato Vanessa, ho capito che non potevo più rimandare,
avevo
urgenza di vederla per chiarire tutto, volevo sentirmi libero
di
chiederti di aspettarmi, di dirti che volevo stare con te, che mi ero
innamorato di te. Credimi mi è sembrato folle,
assurdo...insomma
non si ci innamora così,non in una settimana! Ma io sono
sempre
andato matto per le assurdità... Ti amavo, era chiaro ed
innegabile.... E ti amo ancora, così tanto che mi
basta il
minimo pensiero di te per sentirmi più vivo che mai. I miei
baci, la mia passione, le mie carezze sul tuo corpo, non erano dettate
solo dalla carne ma da tutto ciò che è in te: la
tua
dolcezza, quell'imprevedibile pizzico di follia che ti rende
unica, il modo in cui riesci ad avvicinarti agli altri con
semplicità e fiducia, la forza e la determinazione che sai
tirar
fuori quando tutto va storto, il modo buffo in cui ti agiti quando ti
mettono in imbarazzo... come sorridi, come ti arrabbi, come
arrossisci.... io amo tutto di te e mi dispiace che il mio stupido
orgoglio
mi abbia trattenuto per così tanti giorni, ma ognuno di
questi
giorni mi ha aiutato a capire che è meglio perdere lo
stupido
orgoglio per chi si ama ,che perdere chi si ama per lo stupido
orgoglio... ed io ti amo. >>
"Ti amavo e ti amo ancora" aveva detto, ed in quell'istante avevo
alzato gli occhi, per posarli sul suo bellissimo viso ed ero rimasta
sconvolta: era fermo con gli occhi lucidi ed i
pugni stretti...sembrava volesse piangere. Continuò a
parlare senza che i suoi occhi mi lasciassero un attimo.
<< Non hai idea di quello che ho passato.Ho provato a non
venire
a cercarti, ma la gelosia mi ha divorato, mi ha divorato
perchè...non riuscivo ad accettare l'idea che qualcun altro
potesse toccarti, baciarti, guardarti dormire... dalla prima volta che
ti ho vista ho saputo che eri mia! Ti ricordi quella notte, quando ti
ho detto che avevo incontrato una donna,che l'avevo subito sentita
mia? Io parlavo di te. E anche se adesso mi chiederai di
andare,
continuerò a sentirti mia, perchè è
cosi...tu sei
mia...la mia ragazzina, la mia donna, il mio amore... >>
Alzò una mano e mi accarezzò il viso, con gli
occhi
sempre più lucidi.
Quanto avevo desiderato
quelle parole? Adesso che le sentivo l'emozione era così
forte da non lasciarmi respirare.
<< Ora lo sai...ora vado via... >>
Fece per allontanarsi
e fu allora che tornai alla realtà, fu allora che la mia
angoscia esplose.
<<
No!! >> lo
trattenni per un braccio stringendo così forte da lasciare
il
segno << ....mi dispiace, mi dispiace...!
>> Stavo
piangendo come una stupida.
Mi prese
il mio viso
tra le mani e mi guardò con gli occhi pieni di emozione.
<< Le pensavi davvero quelle cose che hai detto? Pensi
davvero che non sopporteresti una vita con me...? >>
<< No! Erano bugie, bugie cattive! Io
sopporterei tutto,
qualsiasi cosa pur di stare con te, sono stata una stupida!
Così
stupida!...Mi dispiace, mi dispiace tanto!Johnny non è
cambiato
nulla... Io ti amo...>>
<< Sshhhh....>> Mi accarezzò le
labbra perchè
tacessi e poi mi baciò: con ardore, con desiderio, con
dolore
represso...sopratutto mi baciò con amore.
<< Johnny non ti volevo ferire...>>
In un attimo il mio inferno era diventato un paradiso.
Le sue
mani addosso a me erano la
cosa più naturale del mondo, mentre quelle dita
percorrevano il mio corpo, la mia bocca non smetteva di baciarlo.
Ancora una volta, più di ogni altra volta , desiderai essere
sua. Adesso potevo volerlo senza paure, potevo essere sua senza alcun
timore.
Lo presi per mano e lo portai dentro casa.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 27 *** XXVI. Quando tutto si accende di rosso. Parte seconda ***
1
Ho
diviso il capitolo in due parti. Se avete cliccato ultimo cap. andate
indietro! :* :*
XXVI
. Quando tutto si accende
di rosso
Parte
seconda
Johnny pov
Un mese
e tre giorni ero rimasto lontano da lei. E per un mese e tre giorni non
ero stato me stesso, incapace di dormire incapace di
scherzare...arrabbiato.
Nella
mia testa ronzavano sempre quelle frasi che lei mi aveva detto a Roma,
prima di andar via "perchè dovrei sopportare di stare con
te?", mi facevano male quelle frasi, perchè non
potevo darle torto, non era facile stare con me. Io accettavo di essere
sotto una lente d'ingrandimento, era stata una mia scelta essere un
attore , ma lei perchè avrebbe dovuto sopportare che la sua
vita venisse spiattellata sulle pagine dei giornali? Era questo l'unico
pensiero che mi aveva trattenuto dal correre da Beatrice
subito dopo quella mattina, ma dopo un pò perfino questo
pensiero per quanto doloroso, per quanto vero non era
riuscito a trattenermi e alla fine non ce l'avevo fatta.
Ripensavo
ai suoi occhi grandi e dolci, a come mi aveva guardato mentre la
baciavo, mentre la spogliavo, mentre entravo in lei. E mi
sentivo in colpa anzi peggio, stavo uno schifo per averle fatto credere
che fosse stato solo sesso... "Sei uno stronzo bastardo!" mi ripetevo
"e sei pure codardo, dovevi dirle che l'ami, lei te lo ha detto, sei un
codardo!"
Dopo due
settimane avevo perso la fame, il sonno, tutto. Dopo un mese mi ero
scoperto irascibile, nervoso, intollerante.
Dovevo lavorare eppure mentre ero sul set, ero continuamente distratto,
"devi dimenticarla" mi dicevo e intanto l'idea che lei potesse essere
con qualcun altro, l'idea che si fosse dimenticata di me, mi mandava
fuori di testa.
"Probabilmente"
pensavo "adesso avrà un nuovo ragazzo, uno con
l'età giusta,senza complicazioni, uno con il quale andare in
giro liberamente che possa baciarla in mezzo ad una piazza senza esser
fotografato, inseguito..." sentivo lo stomaco annodarsi e la rabbia
invadermi. Cercavo di controllarmi, di allontanare quei pensieri, ma
era impossibile.
Tutti avevano notato che qualcosa non andava, alla fine avevo desistito
e grazie al cielo lo avevo fatto! Avevo chiesto un giorno a
Gore " devo risolvere una questione, perchè così
non riesco a lavorare" gli avevo detto, lui aveva capito al volo. Ero
partito quella stessa mattina, avevo viaggiato tutto il giorno,
attraversato un paio di fusi orari, non avevo dormito nè
mangiato decentemente, ma non m'importava perchè adesso ero
con lei...
Era come se fossi stato in apnea per tutte quelle settimane, ora
all'improvviso potevo prender fiato e ciò che respiravo era
il suo odore. Non pensavo che mi avrebbe creduto, ero convinto che mi
avrebbe cacciato via, convinto che avrei dovuto lottare per poterla
finalmente avere accanto. Quando all'inizio avevo parlato lei non mi
aveva nemmeno guardato in faccia... mentre io morivo dalla voglia di
abbracciarla, di coprirla di baci.
L'avevo immaginata per giorni ricordando i suoi occhi, il suo viso
dolce, ed ora che la rivedevo mi rendevo conto di non aver mai
osservato una donna come facevo con lei, ogni sua caratteristica mi
catturava e suscitava in me una tenerezza estrema e allo stesso tempo
una grande smania di farla mia con quanta forza avevo in corpo, con
ogni fibra del mio essere...era una combinazione letale; Beatrice
possedeva quella dolcezza e fragilità che ti facevano
desiderare di proteggerla di farla felice in ogni modo e poi aveva una
bellezza ed una sensualità acerbe che sembravano maturare
ogni volta che il tuo corpo toccava il suo.
La baciai con foga...mi era mancata, mi era mancata tanto! Mi sentii di
nuovo come mi ero sentito a Roma, felice, completo. Le ripetevo "ti
amo" e non mi sembrava abbastanza dirle solo ti amo, avrei voluto avere
le parole giuste per descriverle quanto bene mi sentissi per il solo
fatto che mi aveva sorriso, che mi aveva permesso di stringerla.
La mia ragazzina mi prese per mano e mi condusse dentro casa. Era stata
una saggia decisione o avrei finito per fare l'amore sotto
quell'albero.
<<
Amore...>> fu tutto ciò che riuscii a dirle
una volta dentro.
Avevo parlato ininterrottamente, le avevo espresso tutto ciò
che
provavo ed ora percepivo soltanto il suo calore ed il mio
incontrollabile desiderio
di lei!
Non potevo più aspettare, doveva essere di nuovo mia, volevo
assaggiare di nuovo la sua pelle, vedere il piacere sul suo volto. Mi
trattenevo solo per paura che lei avesse bisogno di tempo, che avesse
bisogno di decidere.
Ecco perchè fui piacevolmente sorpreso quando
cominciò a spogliarmi...
Le sue dita sul mio petto scorrevano lente, riusciva a darmi i brividi
quella ragazzina più di qualunque donna esperiente
conosciuta in passato. A Beatrice non serviva esperienza, lei agiva
d'istinto con la stessa impulsività e spontaneità
che metteva in ogni altra cosa, per questo era impossibile resisterle.
Quando posò le sue labbra calde e morbide sul mio collo,
quando mi sfiorò con la punta della lingua, persi del tutto
il controllo. Le afferrai il volto e la baciai di nuovo senza lasciarle
respiro.
Mia.
Era mia...volevo invaderla in ogni modo.
Temo di non esser stato affatto dolce mentre le strappavo i vestiti di
dosso ma la mia smania era troppa, la esigevo.
La notte trascorsa con lei a Roma non mi aveva saziato, al contrario,
aver conosciuto il suo corpo aveva acceso in me un'incontrollabile fame
di lei.
Avrei organizzato cene a lume di candela, gite al mare, l'avrei portata
sulla mia barca, le avrei dedicato canzoni, ma adesso non potevo far
altro che privarla dei vestiti e lambirla con le mie mani ...
Beatrice pov
<< Amore.... >> Mormorò Johnny
con l'espressione più dolce e calda che avessi mai visto.
<< Mi sei mancato così tanto
Johnny...così tanto! Credevo che non ti avrei più
visto...>>
<< E io credevo che non avresti più voluto
vedermi.>> sorrise sulle mie labbra.
Gli tirai indietro i capelli che gli erano caduti sul viso,
anticipando così il suo solito gesto e lui sorrise
ancora di più. Lo baciai in ogni parte di quel viso
bellissimo ed un pò stanco...Chissà in quale
parte del mondo era stato nelle ultime settimane, chissà
quanti chilometri aveva fatto per essere con me in quel momento.
<< Sei stanco? >> chiesi mentra lui con il
pollice mi accarezzava lentamente una guancia e poi le labbra. Non lo
sapeva ma perfino con un gesto tanto semplice avrebbe potuto
uccidermi!
<< ...non abbastanza...>>
mormorò fissandomi con intensità, fui
attraversata da un brivido, conoscevo quello sguardo... Basta parole.
Cominciai a spogliarlo...Tirai su la sua maglietta posandogli man mano
mille baci sul petto. Dio quanto mi era mancato il suo calore, il ritmo
del suo cuore...Lo accarezzai finchè lui non
riuscì più a trattenere il desiderio e mi prese
il viso baciandomi ancora una volta, senza lasciarmi respiro, senza
darmi tregua.
I nostri corpi finalmente potevano stringersi toccarsi, senza
più paure nè finzione, senza freni e inibizioni,
ci amavamo, ce lo eravamo detti e questo era tutto ciò che
serviva sapere.
Le nostre lingue danzavano le sue mani mi stringevano, accarezzavano e
torturavano di piacere.
In un attimo anche la
mia maglietta cadde a terra e la sua bocca fu sul mio seno, ne
sfiorò la pelle con le sue labbra
morbide, eccitandomi oltre ogni limite. Lo sentivo fremere, sentivo il
suo piacere, tutto il desiderio che aveva represso ed ora veniva fuori
insolente attraverso le sue mani e la sua bocca.
Il fuoco dei nostri corpi, ansiosi di unirsi, divampò con
potenza non lasciando tempo a nulla, nessuna pazienza o gentilezza,
mentre a vicenda ci toglievamo di dosso i vestiti che rappresentavano
solo un fastidioso ostacolo.
Mi spogliò completamente e godetti del tocco delle sue mani
che s'insinuavano bramose sotto i vestiti, per poi lasciarli cadere sul
pavimento.
Feci lo stesso con lui: via la maglietta e le sue braccia forti mi
furono intorno senza barriere; via i pantaloni e si strinse a
me mentre ogni residuo di autocontrollo mi abbandonava del tutto. Era
così bello, così incredibilmente bello.
<< Amore mio, piccola mia, io ti amo. Come hai fatto a
non capirlo?>> Mi baciò ancora e ancora mentre
le mani vagavano vogliose sui miei fianchi, sul mio ventre... Basta non
potevo più aspettare.
<< ...prendimi Johnny, prendimi... ti voglio!
>>
Non me lo fece ripetere. Mi sollevò da terra
mettendomi a sedere sulla scrivania che stava dietro di me.
Lo vidi mordersi il labbro inferiore mentre mi osservava, ero pronta e
nuda sotto i suoi occhi.
Le sue mani partirono dalle mie ginocchia, percorsero le mie cosce, le
aprirono....cominciò a torturarmi sfiorandomi con movimenti
lenti.
Percepivo sulla mia pelle il contrasto fra il calore delle sue dita ed
il freddo dei suoi anelli... e chi l'avrebbe mai immaginato che perfino
questo potesse essere tanto piacevole? Troppo piacevole...
Continuò
a toccarmi fissandomi negli occhi, il suo petto si alzava ed abbassava
veloce insieme al suo respiro << Dillo di
nuovo...>> ordinò in un sussurro dal suono
profondo. Il mio cuore che stava già battendo ad un ritmo
disumano fin dal momento in cui era sbucato fuori dalla macchina di
Stefania, subì una netta impennata: sarei morta
così e sarei morta felice.
<< Ti voglio Johnny... >> ripetei senza
staccare lo sguardo dal suo, nonostante le mie guance stessero
raggiungendo i più accesi toni di rosso.
Tornò a baciarmi con fervore, sentivo il suo membro
sfiorarmi, vedevo il fuoco nel suo sguardo. Era sensualità
allo stato puro, lui era l'essenza stessa della sensualità...
Mi passò una mano dietro la vita e mi avvicinò a
se con decisione... così facendo mi penetrò. Si
fece spazio con piccole spinte fino ad invadermi del tutto,
fui spiazzata dalla lentezza ed intensità dei suoi
affondi...entrava in me con forza ed usciva piano facendomi percepire
ogni singolo centimetro di contatto del suo corpo con il
mio....era talmente eccitante che finii per graffiargli la schiena
mentre senza rendermene conto ripetevo con voce spezzata il suo nome.
Ancora
una volta fu come se non avessi mai fatto l'amore prima, lui sapeva
esattamente cosa volevo, il piacere che mi donava era immenso, i nostri
corpi erano in simbiosi. La prima volta era stata magnifica e proprio
per questo, adesso il nostro desiderio e la nostra passione erano
così forti da diventare violenti, perchè sapevamo
bene cosa l'uno poteva regalare all'altra.
Ogni
spinta del suo corpo era accompagnata dai suoi baci, dalla sua lingua
contro la mia, dal suo sapore mischiato al mio...
Se Johnny fosse stato un colore
sarebbe stato rosso: rosso come la stella Antares, rosso come il sangue
che scottava dentro le mie vene, rosso come le fiamme di un grande
incendio, rosso come la passione.
Mi aggrappai a lui con forza, avvolgendo le gambe attorno al suo bacino
così da non perdermi un solo contatto, mentre le sue mani
bollenti mi stringevano e lui si muoveva ancora e ancora dentro di me,
infiammandomi del tutto.
La sua voce.... quanto mi era mancata la sua voce!
Adesso
era lì e mi prendeva e mi parlava:
<< ...non puoi immaginare com'è stato
difficile ogni giorno non poter fare questo : ... >> e mi
baciò le labbra con lentezza straziante, succhiandole,
mordendole, assaporandomi e continuando a possedermi.
<< ...e questo: ...>>
disse guardandomi negli occhi mentre con una mano
spingeva il mio bacino verso di se, per penetrarmi ancor più
profondamente, con movimenti sempre più veloci ed
intensi, invadendomi completamente, costringendomi ad emettere dei
gridolini di piacere. Con l'altra mano
mi accarezzava il viso , passava le sue dita fra i miei capelli. Era
incredibile come in ogni suo gesto, in ogni minimo movimento, una
sensualità violenta e primordiale riuscisse a
coesistere con la dolcezza.
Nonostante
il piacere crescente mi impedisse quasi di articolare parola, trovavo
impossibile smettere di ripetergli che lo amavo <<
...ti.... amo Johnny... ti amo... e ti ho desiderato ogni
giorno...pensato a te ogni giorno... ti amo.... >> Avrei
potuto dirlo all'infinito.
I nostri
respiri erano sempre più veloci, ansimando lui mi strinse a
se:
<< ...dimmi che sei mia...>> la sua voce
era roca e bellissima.
<< Sono tua...sono solo
tua....tua...tua...>>
Questo lo fece del tutto impazzire, mi sollevò
completamente, adesso ero sospesa, aggrappata a lui che stava in piedi
e sembrava sorreggermi in quella posizione assurda con
facilità incredibile. Io lo abbracciavo forte, stringendo
ancor più le mie gambe ai suoi fianchi, sprofondando il viso
nell'incavo del suo collo, dove le vene pulsavano veloci sotto i miei
baci.
Mi mossi su di lui tenendomi alle sue spalle, facendo leva sui piedi
ancorati dietro le sue gambe e così fui io a dettare il
ritmo.... Era faticoso eppure era impossibile fermarmi non volevo
smettere di sentire il suo fiato spezzarsi, la sua voce
tremare. Mi sentivo così totalmente donna...
<< Oddio... Beatrice........amore.... >>
Mi fulminò con uno sguardo appannato di piacere prima di
ricominciare a sbranarmi di baci...
Johnny pov
L'avevo sollevata per rallentare il ritmo, avevo aspettato
così tanto per averla tra le mie braccia che adesso non
riuscivo a contenermi. Non mi aspettavo certo che lei reagisse
così, che si muovesse il quel modo...che stupido, la mia ragazzina
era fuoco puro, non certo una bambolina passiva! Ero totalmente fuori di me,
sembrava che le mie mani non fossero abbastanza, che le mie
labbra non fossero sufficienti per baciarla tanto quanto avrei voluto.
Mi aveva già portato al limite: era così totalmente
disinibita, così piena di passione... Ogni suo lamento era
una scarica di adrenalina al mio cervello...La sorreggevo con un
braccio e con l'altro non potevo fare a meno di toccarla, percorrendo
le sue gambe, la sua schiena, stringendo i suoi seni. Bella... e
terribilmente donna!
Mi piaceva sentirla chiamare il mio nome, mi piaceva il modo in cui
cercava la mia bocca e rispondeva ai miei baci, mi piacevano le sue
dita sottili tra i miei capelli e mi piaceva il modo in cui il suo
corpo morbido si muoveva assecondando il mio...mi piaceva...anzi mi
faceva letteralmente impazzire!
D'istinto la poggiai con le spalle alla parete e la penetrai
a fondo, con più forza di quanto avrei voluto... La sentii
gemere,ma non di dolore come per un attimo avevo temuto...
<< Ancora... >> disse spingendo la schiena
verso il muro ed inarcandosi verso di me. Socchiuse gli
occhi, inclinò la testa indietro.... l'espressione del suo viso,
le sue guance rosse, il piacere nel suo sguardo: ero finito. Decisamente
finito.
Le
baciai i seni mentre affondavo in lei, ancora ed ancora...
bastò poco perchè i brividi di piacere mi
impedissero di reggermi in piedi...
Beatrice pov
Finimmo sdraiati a terra, lui era sopra di me e mi accarezzava ovunque
mentre il ritmo si faceva sempre più veloce.
Lo sentivo con una tale forza, lo sentivo in tutti i modi in cui
è possibile sentire qualcuno: dentro il mio corpo,dentro il
mio cuore, nella mia testa...lo sentivo parte della mia vita, in quel
momento lui era la mia stessa vita e l'origine di ogni mio
battito.
Buttai le braccia indietro, Johnny mise le mani sulle mie bloccandole
in quella posizione, facendomi percepire tutto il peso, la forza, il
calore del suo corpo, riempiendomi di baci il viso, sfiorandomi il
collo con la punta della lingua.
C'era
magia, istinto, alchimia ed impeto, mille scariche elettriche mi
attraversarono il corpo mentre quasi urlavo di piacere.
Johnny sapeva che ero arrivata ad un punto di non ritorno,
così si lasciò andare e raggiungemmo
insieme il culmine: fu una sinfonia di respiri, di lamenti,
di abbracci così forti da fonderci, lo sentii gemere e
respirare sempre più forte, osservavo estasiata le
sue labbra, il suo viso, le goccioline di sudore che scorrevano sui
suoi lineamenti perfetti....non volevo perdermi un solo attimo, volevo
vedere il suo piacere esplodere col mio.
Mi stringeva forte mentre la sua voce, dal suono di paradiso, faceva
vibrare le mie orecchie con frasi dolci, calde, pronunciate a stento
<< ...ogni..... giorno...... non ho pensato che a te...il
tuo profumo.... il tuo sapore... >>. L'amplesso
arrivò più intenso che mai, lasciandoci
sfiniti.
Fu la pace. La pace dei sensi, della mente...la pace.
Lo abbracciai mentre lui stanco si era abbandonato su di me, poggiando
la testa sul mio petto. Restammo così, incapaci di muoverci,
incapaci di parlare. Felici.
Dopò un pò Johnny sollevò il viso e mi
fissò con un'espressione soddisfatta e rilassata,
aprì le labbra come per dire qualcosa ma sembrò
non trovare parole, gli si materializzò in faccia un sorriso
dolce ed alla fine esclamò semplicemente: <<
....wow!>>.
Mi ritrovai a ridere come una scema, beh dopotutto aveva ragione, "wow"
era proprio il commento più adatto!
Passarono diversi minuti, poi si tirò su lentamente, mi
prese in braccio.
<< Ma che fai..?>>
<< Non voglio schiacciarti...>> sorrise
<< ... non abbiamo scelto un posto molto
comodo...>>
<< Beh in effetti..!>>> dissi
ridendo, era tutto talmente perfetto che non mi ero resa conto di essere
sul pavimento!
Si
sedette sul divano, con me in braccio e mi rannicchiai su di lui
godendo delle sue carezze << ... vedi? qui sarebbe stato
meglio...ma non sono più stato in grado di capire nulla
quando ti ho vista nuda...Tu mi fai perdere il controllo ragazzina!
>>
Mi ricordai cosa avevo pensato la prima volta che avevo visto il suo
sorriso; " illumina tutto", ed in quel momento era più
luminoso che mai!
<< Johnny...>>
<< Dimmi.>>
<< Lo so che te lo dicono tutti continuamente.... ma io
non te l'ho mai detto ed ora che ci penso è assurdo che io
non te lo abbia mai detto! >>
Aggrottò le sopracciglia con fare divertito <<
Che cosa?>>
<< Non ti ho mai detto che sei bello. >>
<< Questo è perchè sei una ragazza
sincera.>> fece convinto << Sono fiero di
te!>> aggiunse ironico.
<< Baaah! Ma smettila!>> risposi dandogli
un schiaffetto.
<< Sei violenta!>> rise.
<< Lo sono perchè tu fai battutine idiote.
Johnny anche se per molti aspetti sei un mistero ci sono una serie di
cose di te che non possono in alcun modo essere messe in
dubbio!>>
<< Ah si?>> fece sollevando un sopraciglio.
<< Si.>> risposi convinta.
<< Sentiamo. >> disse mentre con le mani
non mi lasciava in pace un attimo toccandomi ovunque e solleticandomi.
Cominciai a parlare cercando inutilmente di tenerlo a bada.
<< Dunque... sei indubbiamente bello, così
come sei indubbiamente testone, amante del vino ed incapace di
ballare...>>
<< Ah! grazie mille... sei una maga dei complimenti tu
eh?>> Mi si fiondò sulla bocca e mi morse le
labbra.
<< Ehy...fammi finire...>> mugugnai.
<< Ok, ok...>>
<< E poi... sei indubbiamente sensibile, intelligente e
dotato di un umorismo brillante e di una risata
coinvolgente...>>
Si lisciò i baffi compiaciuto << Hmmm...stai
migliorando. Ma ci sono anche parecchi difetti sai?>>
<< Ti riferisci al fatto che sei lunatico, introverso,
irrequieto, fumatore accanito e che di tanto in tanto ti trasformi in
un esagerato "degustatore" di vini..?>> risposi
fissando divertita la sua faccia sbigottita. Si riprese subito e mi
puntò contro l'indice con atteggiamento
accusatorio, sgranò gli occhi in modo buffo ed
esclamò:
<< Hey questo è un colpo basso... tu sei
innamorata di me ragazzina! Avresti dovuto ribattere dicendo che non ho
difetti! >>
<< Hai ragione....>> gli stampai un bacio
sulle labbra che lui si sforzava di mantenere serie <<
...io sono innamorata di te ma.....>> altro bacio
<< non sono ne scema ne cieca!>> coclusi
dispettosa.
Mi fissò minaccioso e ricominciò a farmi il
solletico << Hai dimenticato un difetto ragazzina...io
non sono solo lunatico introverso eccetera eccetera...io sono anche
vendicativo ed ora la paghi!!>>>
Affondò le mani sui miei fianchi e la bocca sul mio collo in
una combinazione letale di morsi e solletico. Tra una risata e l'altra
la sua vendetta divenne dolce e ricominciò a baciarmi.
<< Se il tuo modo di vendicarti è
questo....mmhhhh penso proprio che potrò sopportarlo,
così come potrò certamente sopportare i tuoi
altri difetti!>> sta volta lui si limitò a
scuotere la testa con fare rassegnato << Però
Johnny prima che tu mi interrompessi stavo parlando dei tuoi pregi.
Perciò continuo...: sei indubbiamente pieno di
talento dal punto di vista musicale, artistico eccetera eccetera, non
sto ad elencare altrimenti non ne usciamo più. Per i tuoi
pregi caratteriali beh...sei generoso, dolce,perspicace,
imprevedibile...no vabè i tuoi pregi caratteriali sono
davvero tanti è meglio se mi fermo qui, altrimenti ti monti
la testa... Perciò torniamo al punto iniziale: non ti ho mai
detto che sei bello il che è assurdo perchè non
ho fatto altro che pensarlo! Ma te lo dico ora; sei bello,sei
bellissimo, ma il punto è che lo sarai sempre. L'ho capito
da tempo; la tua non è solo una bellezza fisica, la tua
è una bellezza che parte da dentro e si sprigiona come una
magia... il tuo cuore è troppo bello e per questo tu sarai
sempre bello... >> Lo osservai rapita.
Mi sorrise << Perchè hai voluto
dirmelo?>>
<< Perchè so che a te da fastidio sentirtelo
dire, perciò voglio che tu sappia che d'ora in poi
quando ti dirò che sei bello, non sarà solo per
la tua bocca o per i tuoi occhi...sarà per tutto quello che
sei, sarà per la magia che hai. Perciò tienilo
presente e non infastidirti quando ti dirò che sei
bello perchè te lo dirò centinaia,
migliaia, miliardi di volte in futuro, chiaro? >>
Io sorridevo ma lui adesso mi guardava con un'espressione stranamente
seria ed intensa <<
In futuro...>> mormorò accarezzandomi i
capelli. << Ti voglio nel mio
futuro Beatrice e giuro che farò di tutto per vederti
sorridere sempre come stai facendo adesso... ma non sarà facile stare
con me, nel mio mondo...Diranno di tutto, inventeranno di tutto, lo sai
questo vero?>>
Quanti danni avevo fatto con quelle stupide frasi che gli avevo detto a
Roma? Anche se gli avevo confessato che erano solo bugie, lui ci stava
ancora pensando. Lo guardai negli occhi:
<<
Johnny non me ne importa nulla di ciò che diranno o
inventeranno...credimi sarebbe infinitamente più difficile
stare senza di te. La gente, i giornalisti, i pettegolezzi non sono
niente. Io non permetterò più a nessun malinteso
di allontanarmi da te... Finchè mi vorrai io ci
sarò.>>
<< Finchè..?>> chiese con
un'espressione tenera.
<< Beh...prima o poi potresti anche smettere di
volermi...>> risposi impacciata mentre il suo sguardo
caldo mi scavava dentro.
<< Smettere di volerti..?!>> ora c'era un
sorriso aperto sul suo viso. Che avevo detto di tanto assurdo?
Dopotutto le storie d'amore finiscono ogni giorno e per quanto io
desiderassi che non accadesse mai e poi mai a noi due, beh sarebbe
anche potuto accadere, no?
Non mi lasciò ribattere, chiuse il mio viso tra le sue mani
e premette le sue labbra sulle mie per darmi l'ennesimo magnifico
bacio...un bacio al gusto di sorrisi, di amore, di Johnny....
Quando si staccò lo guardai confusa. Mi mostrò le
sue braccia:
<< Guarda.>>
<< Cosa..?.....i tuoi tatuaggi? >>
<< Si i miei tatuaggi.... Ho sempre tatuato sulla mia
pelle le cose importanti, perchè volevo ricordarle,
perchè volevo portarle con me ovunque... Tu sei importante
Beatrice, eppure guarda, non c'è nessun tatuaggio per te...
Per la prima volta nella vita non ne sento il bisogno. Cosa ti fa
pensare questo?>>
Una domanda del genere avrebbe potuto spaventarmi se il suo viso non
fosse stato tanto dolce e divertito mentre me la poneva. Forse per
questo risposi senza riflettere:
<< Che...... non vuoi rischiare di ritrovarti un domani
con la scritta "Beato Forever" stampata addosso?>>
Mi pentii immediatamente di quella battutina stupida ed indelicata. Ma
da dove mi era venuto in mente di fare riferimento a Winona? Era tutta
colpa sua, lui mandava fuori gioco il mio cervello!
Mi guardò sorpreso << Ma come ti
permetti...?>>
Accidenti a me, alla mia linguaccia, alla mia
impulsività...accidentaccio!!
<< Oddio Johnny mi dispia....>> Avevo
già sulla punta della lingua mille scuse mortificate quando
lo vidi scoppiare a ridere come un matto. Mi aveva presa in giro!
Tirai un sospiro di sollievo prima di sbottare <<
Maledetto Depp!! Mi ha fatto prendere un colpo!>>
Lo riempii di pizzicotti mentre lui tra una risata e l'altra cercava di
bloccare le mie mani. Alla fine riuscì ad inchiodarmi al
divano sovrastandomi con tutto il suo corpo. Mi bloccò le
mani.
<<
Risposta sbagliata perfida ragazzina... e a dire la verità
"Beato Forever" non sarebbe male come tattoo...mmmhhhh ci faccio un
pensierino!>> disse ironico con il suo mezzo adorabile
sorriso.
<< Sei insopportabile! >> esclamai senza
riuscire a trattenere le risate.
Mi sembrava assurdo, solo qualche ora prima avevo dentro un vuoto
grande quanto una voragine ed ora ero con lui che rideva, scherzava, mi
mordeva...Eravamo un mix perfetto: in sintonia come se ci conoscessimo
da sempre ed euforici come solo due innamorati sanno essere.
<< Ok... te lo chiedo di nuovo;
perchè non ho nessun tatuaggio che mi ricordi te
Beatrice?>>
<< Non lo so... perchè mi conosci da poco...
perchè non sono abbastanza importante...>>
<< Mmhhhhhh...no. Decisamente sbagliato.>>
fece scuotendo la testa.
Divenne serio mentre i suoi occhi brillavano di fuoco e di dolcezza:
<< Non ho bisogno di tatuarti sulla mia pelle ragazzina,
perchè tu ci sei già in questa pelle, in
ogni cellula, negli strati più profondi.... sei intrappolata
lì e credimi quando ti dico che non ne uscirai.....MAI!
>>
Non sapevo cosa ci
riservava il futuro, non sapevo come saremmo riusciti a stare insieme,
ma ero certa che nessuna incomprensione o follia del mondo avrebbe
potuto separarci, perchè quando eravamo insieme noi non
eravamo affatto un attore ed una ragazza comune, non eravamo due mondi
distanti ed opposti, insieme eravamo qualcosa di diverso ed
infinitamente più bello: Johnny e Beatrice, un
uomo ed una donna, un pirata con sangue indiano nelle vene ed
una zingara irrequieta, pronta a seguirlo ovunque per essere ogni
giorno la sua "ragazzina" e la sua donna.
Io e Johnny insieme eravamo esattamente ciò che
volevamo essere: FELICI
<3 <3 <3
Spazio pseudo scrittrice
pazza ( per favore non ignorate questa parte
perchè ho tante cose da dirvi, se vi secca leggere tutto
concentratevi sulle parti di testo colorato ;) )
Noooooooooo!!!!! NON POSSO
CREDERE CHE SIA FINITA...... T.T
Manca
ancora l'epilogo ma la storia in effetti finisce qui.. :'(
Accidenti io mi sono veramente affezionata a questi due! uff.....!!
Alcune di voi mi hanno scritto: "come farò senza Johnny e
Bea?"
Beh ragazze per me è ancora peggio, oltre a dover salutare
Johnny e Bea, la
cosa che mi rattrista di più e dover salutare voi! :(
:( :'(
Davvero; io scrivo storie da sempre ma non ne avevo mai portata una a
termine, in genere le abbandonavo a metà. Poi ho scoperto
questo sito ed ho fatto quest'esperimento. Sapere che c'eravate voi a
seguirmi mi ha fatto portare a termine la storia. Mi avete supportata e
sopportata: grazie
grazie grazie!!!
Ma...bando
alla ciancie! Parliamo del capitolo.
Come vi avevo
anticipato all'inzio mi è venuto fuori un cap.
lunghissimo...dopo ero esausta giuro! L'ho diviso a metà
perchè a leggerlo tutto insieme vi sarebbe venuto il mal di
testa ragazze ( a me è venuto
ò.ò!)
Inoltre il
titolo non è casuale: "quando tutto si tinge di rosso". La
prima parte è rossa come l'amore ed ha un carico di
sdolcinatezze da carie(spero che non abbiate vomitato).Inoltre
è anche pittosto pesante perchè praticamente
Johnny parla ininterrottamente, ma dopo aver incasinato tanto i due
protagonisti come minimo servivano delle spiegazioni.
Anche
la seconda parte per ovvi motivi è rossa.
Spero di non essere
risultata volgare nemmeno sta volta...diciamo che rispetto alla loro
prima volta insieme qui volevo che Johnny e Bea fossero ancora
più passionali...magari ho esagerato un pò, non
lo so...
Non mi dilungo oltre a parlare del capitolo perchè non la
smetterei più, ma ovviamente aspetto le vostre
recensioni con dubbi critiche eccetera e sarò felicissima di
rispodervi :)
Prima
di salutarvi ho un paio di cose da dirvi:
- Cosa ne pensereste se
publicassi un un piccolo seguito?
Ho buttato
giù qualcosa in un momento di ispirazione... forse
sarà dal punto di vista di Johnny e forse sarà a
rating rosso.....cmq vedrò se vale la pena di pubblicare.
- Il Banner che avete visto
alla fine del capitolo precedente (e che trovate anche qui in
fondo) non era lì per caso ma per
incuriosirvi , ebbene si , mi faccio pubblicità sono
pessima... -.- !!!
E' la mia prima originale.
Mi farebbe molto
molto moltissimo piacere se passaste a leggere!
Per il momento c'è solo il prologo.
Si intitola " L'eccezione"
è di genere romantico e ve ne parlo
qui perchè come
avrete potuto notare dall'immagine il protagonista somiglia a qualcuno
di nostra conoscenza...*.* *.*
La storia
non parla di Johnny, gli ho semplicemente
rubato volto, alcune movenze e caratteristiche...insomma lui mi ispira
che ci posso fare?? XD
Credo che questo
protagonista maschile possa piacervi, è un tipino
particolare, da amare e da odiare... insomma è un bello e
dannato con un passato misterioso, la testa dura come un mattone e
tante ferite da guarire...io fisicamente l'ho immaginato come il Johnny
dei tempi del Viper Room....potete darmi torto?? :D
E' ambientata in
ambito universitario,ci sono segreti, batticuori, liti,ma anche
amicizia, romanticismo e sogni, insomma chi pìù
ne ha più ne metta. La trama grosso modo l'ho delineata
e devo essere sincera: è un gran casino
ò.ò!!
Spero davvero che vorrete seguirmi in questa nuova avventura :)
ATTENZIONE: Per
quanto riguarda " Ti dimenticherò domani" non vi
saluto ancora definitivamente perchè manca
l'epilogo ed anche qualche
sorpresina......hihiihihihih!
A presto meravigliose
creature!!! <3 <3 <3 Smaaaaack! :*
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1059658
|