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Ciao a tutti! So che non esistono molte fan fiction crisscolfer AU, e mi è venuta quest’idea per una storia che
spero apprezzerete. E’ ambientata ad Hogwarts, all’ultimo
anno, e i protagonisti sono Darren e Chris. Cercherò di postare il prossimo
capitolo il più presto possibile.
DISCLAIMER: Ovviamente né Darren né Chris mi
appartengono. Né Hogwarts. O gli altri personaggi.
Sigh, basterebbe così POCO per farmi felice.
Buonalettura ;)
“YOU DON’TNEED A SPELL TO CHARM ME”
Capitolo 1
Chris girò
sbuffando la pagina del libro. Per quanto fosse appassionato di storia della
magia (e, probabilmente, era il primo ed ultimo studente in tutta la storia di Hogwarts ad esserlo) proprio non riusciva a trovare interessanti
le guerre tra goblin. Sbadigliando, alzò la testa per
guardarsi intorno.
A qualche
tavolo di distanza dal suo, un gruppo di ragazzi troppo rumorosi per essere in
una biblioteca stavano facendo del loro meglio per distrarre tutti gli altri.
Chris conosceva alcuni di loro, erano Grifondoro del
suo anno. Continuavano a discutere di qualcosa che Chris non riusciva ad
identificare data la distanza, ed una di loro puntava freneticamente il dito
verso un libro aperto sul tavolo, probabilmente indicando qualche immagine. La
cosa non fece che innervosire Chris, già oltremodo stressato dalla mole di
compiti che doveva sopportare nel suo ultimo anno a scuola. Stava per alzarsi e
andare a zittirli, quando la bibliotecaria, una donna gentile ma poco
tollerante, trottò verso il gruppetto per cacciarli via.
Quando
passarono davanti al tavolo di Chris, tutti lo ignorarono (Chris era così
abituato a cercare di rendersi invisibile agli occhi degli altri, che quasi si
compiaceva di se stesso quando accadeva) tranne l’ultima, una ragazza che
sembrava uscita da un catalogo di moda e con la quale Chris aveva parlato ogni
tanto, perché frequentavano Artimanzia insieme. Si
girò a guardarlo e fece un lieve cenno con la mano, prima di essere trascinata
via, ridacchiando, dal ragazzo che la precedeva.
Fu solo
dopo che la tranquillità tornò a regnare nella biblioteca, che Chris si accorse
del quaderno che giaceva, abbandonato, sull’altro tavolo. All’inizio pensò di
ignorarlo: chiunque l’avesse dimenticato, la volta successiva avrebbe prestato
più attenzione, e magari avrebbe smesso di usare la biblioteca come luogo di
svago. Poi però il suo senso di responsabilità, sempre presente e
fastidiosamente persistente, lo indusse ad avvicinarsi al tavolo.
Il quaderno
era aperto, e Chris, guardandosi intorno con circospezione, lo chiuse per poter
leggere il nome del proprietario. Non voleva che qualcuno pensasse che si stava
impicciando di affari altrui, per cui lo afferrò con uno scatto veloce, e tornò
al suo posto. Quando fu certo che nessuno dei presenti nella sala aveva
sprecato un solo secondo per osservare le sue azioni, osò poggiare il quaderno
e leggere quale sbadato Grifondoro l’avesse
dimenticato.
Sulla
copertina, di un blu scuro e leggermente consumato dall’uso, c’erano le
iniziali “D C”, scritte probabilmente in fretta e con poca attenzione. La prima
pagina era strappata in un angolo, e per il resto scarabocchiata con quelle che
sembravano parole a caso e alcuni piccoli disegni. Chris continuò a sfogliare,
e ben presto si rese conto di cosa tenesse tra le mani: quasi in ogni pagina
del quaderno c’era il testo di una canzone, con correzioni e commentie note. E Chrissapeva perfettamente a chi appartenesse.
*******
Frequentare
Hogwarts aveva molti vantaggi, vantaggi che Chris,
nato in una famiglia di babbani e cresciuto ignorando
completamente l’esistenza del mondo magico, apprezzava immensamente. Ciò
nonostante, Hogwarts rimaneva una scuola superiore, e
ne manteneva gran parte delle caratteristiche. Per questo, durante il suo
viaggio di ritorno dalla Biblioteca verso la Sala comune, Chris sperò
ardentemente di non incrociare altri alunni. Non che non avesse amici: molti,
tra i Corvonero, ammiravano la sua intelligenza viva
e brillante (che spesso si traduceva in battute sagaci che riempivano la sala
comune di risate); ma non era mai stato facile, per lui, farsi accettare dagli
altri. I Grifondoro tendevano ad ignorarlo; aveva
alcuni amici tra i Tassorosso, ma i Serpeverde rendevano la sua vita un inferno. Non aveva
capito quando, di preciso, fosse diventato uno dei loro bersagli preferiti:
probabilmente era stato il suo essere quasi costantemente solo e di conseguenza
indifeso; oppure il fatto che rispondesse a tono ad ogni offesa gli fosse
rivolta. Certo, il timbro della sua voce era anche molto gettonato, tra i vari
insulti. E poi c’era quel piccolo particolare, il fatto che Chris fosse
interessato ai ragazzi (fatto che, con sua somma meraviglia, tutti sembravano
dedurre dopo averlo squadrato solo per pochi istanti, seppure lui non avesse
mai detto o fatto nulla in proposito che confermasse la cosa).
Per questo,
camminò in silenzio fino alla sala comune, grato della sua fortuna, e fu solo
quando fu al sicuro, sdraiato sul suo letto, che si mise a leggere ogni pagina
del quaderno.
********
-Non posso
crederci! Dove diamine l’ho messo?-
La voce
riecheggiò per tutto il dormitorio, suscitando bisbigli di protesta dai due
ragazzi che erano già addormentati da tempo.
-Ehi,
Riccioli d’oro, calmati o sveglierai tutti! Che cosa hai perso?-un ragazzo dai capelli biondi e il viso
gentile fece capolino dalle tende che circondavano il suo letto. Non trattenne
la sua sorpresa, una volta visto lo stato del letto dell’amico.
-Il mio
quaderno! C’erano… erano anni di lavoro, Chord!
Non posso averlo perso! Maledizione!-
Il suddetto
letto era stracolmo di oggetti così vari che sarebbe stato ben difficile
dedurre la provenienza di una buona metà. Calzini spaiati dai colori brillanti,
fogli di carta (molti dei quali appallottolati malamente), diversi residui di
dolciumi, qualche animale di peluche, vestiti, e il più vasto assortimento di
cianfrusaglie che Chord avesse mai visto. Il tutto,
sovrastato da una chitarra.
-Sei sicuro
di aver controllato bene, amico? Potrebbe esserci letteralmente qualsiasi cosa, in mezzo a quella roba!-
-Ne sono
certo! Dannazione! Oggi ci ho scritto, durante Trasfigurazione…e Pozioni… e
anche Incantesimi. Ma certo!-
Il volto
del ragazzo si illuminò per un secondo, per poi tornare ad un’espressione
disperata.
-L’ho
lasciato in biblioteca. Non lo avrò mai indietro. Se la signorina Lynch ha
capito che è mio, probabilmente in questo momento starà danzando trionfalmente
intorno alle sue ceneri! Quella donna MI ODIA!-
-Oppure
potrebbe chiederti un riscatto.-
Chord fu fulminato da uno sguardo
dell’amico, e tornò velocemente a fissare il letto.
-Ehm,
Darren… è smalto per le unghie, quello?-
*********
La mattina di Chris non era cominciata nel
migliore dei modi. Prima di tutto, una delle sue migliori amiche, Lea, lo aveva
raggiunto nella sala grande e, senza neanche salutarlo, aveva cominciato a
blaterare di un qualche stupido evento che lei e la “Commissione attività
magiche ricreative” stavano organizzando per la fine dell’anno. Il suo
entusiasmo e la sua parlantina non avevano giovato al mal di testa del ragazzo,
che la sera prima aveva speso non poco tempo sveglio, a riflettere.
Il problema
più grande era quel dannatissimo quaderno che se ne stava lì, sul suo comodino,
quasi con aria di sfida. Chris non credeva nel destino, ma spesso si chiedeva
con un’amara risata se ci fosse una qualche sadica entità che si divertiva a
giocare con la sua vita.
Ormai,
specie dopo averne ispezionato con cura ogni pagina, sapeva bene che il
quaderno apparteneva a Darren Criss, Grifondoro del suo stesso anno, talentuoso cercatore nella
squadra di Quidditch, incredibilmente affascinante e
ovviamente tra i più desiderati tra la popolazione femminile. Ma c’erano una
marea di ragazze insoddisfatte, perché la storia tra Darren e la sua ragazza Dianna aveva già battuto ogni record di durata (stavano
insieme dal secondo anno) e sembrava procedere a gonfie vele.
Chris
odiava doverlo ammettere, ma dal terzo anno in poi si era accorto di avere una
cotta per lui, un sentimento che però, represso e combattuto con convinzione,
si era trasformato in un odio che esprimeva con occhiate sprezzanti ogni volta
che ne aveva l’occasione. Non che Darren avesse mai notato la sua esistenza.
Decise che
la soluzione più semplice sarebbe stata usare Dianna
come messaggero. Del resto, a volte parlavano ad Artimanzia,
e avrebbe evitato conversazioni imbarazzanti, nonché di mettersi in ridicolo
davanti all’intero gruppo di ragazzi e ragazze che sembravano seguire Darren
ovunque andasse.
******
-Che gli
succede?-
Chord e Darren erano seduti nella sala
grande, quando la voce del loro amico Harry li raggiunse.
-Si diverte
a fare il tragico.- rispose Chord, senza neanche
staccare gli occhi dai compiti di Pozioni che stava cercando di copiare.
-Deve
essere una cosaseria, visto che non ha
ancora toccato cibo!-
Darren
aveva la testa poggiata sul tavolo, sostenuta dalle braccia. Sospirò
pesantemente, continuando a fissare un punto imprecisato. Harry si abbassò al
suo livello, guardando nello stesso punto, confuso.
-Ha perso
il suo quaderno.-
Lo informò
una ragazza bionda seduta dall’altro lato del tavolo, immersa in un articolo
della “Gazzetta del Profeta”.
-Il
quaderno con le canzoni?-
Chord annuì. Harry sedette accanto a
Darren, rubando la briosche al cioccolato abbandonata
nel suo piatto.
-Mi
dispiace, amico! So quanto duramente ci avevi lavorato!-
Per tutta
risposta ricevette un mugugno.
-Ancora non
capisco come fai a non ricordartele. Le hai scritte tu!-
Darren si
sollevò e fulminò Chord con lo sguardo (cosa che
accadeva spesso).
-Già,
perché di solito non scordo MAI le parole delle canzoni.-
*********
-Ehm… ciao,
Dianna!-
Chris era
sempre nervoso quando gli capitava di rivolgere la parola a qualcuno dei
ragazzi “popolari”. Nonostante sapesse quanto dolce e gentile fosse Dianna in realtà, era sempre incomprensibilmente restio a
iniziare una conversazione.
-Uhm, ciao,
Chris! Tutto bene? Ieri sembravi molto impegnato in biblioteca, scommetto che
il tuo temasarà così ben fatto che
tutti i nostri non reggeranno il confronto- scherzò con una risata.
Entrarono
nell’aula, e un’amica di Dianna le fece un cenno,
mostrando che le aveva tenuto il posto. Non volendo trattenerla oltre, Chris
arrivò subito al punto.
-Ahem, scommetto che anche il tuo sarà perfetto… ascolta, a
proposito della biblioteca… ieri, quando siete usciti, mi sono accorto che
avevate lasciato un quaderno, e mi sono permesso di prenderlo, per
restituirlo…-
Dianna apparve subito molto più
interessata alla conversazione di quanto non lo fosse un secondo prima.
-Un
quaderno? Un quaderno blu, per caso?-
-Si,
esatto, e credo… io credo che sia…-
-E’ di
Darren!-
-Si, credo
di si, ci sono le sue iniziali. Allora posso darlo a te, così puoi
restituirglielo?-
-Uhm… non
lo vedrò prima di stasera, mentre tu di sicuro lo incrocerai a pozioni! Scusa,
ma ora devo andare!-
Chris
rimase stupefatto, e irritato che il suo piano non avesse portato i risultati
sperati. Inoltre, qualcosa nell’espressione di Dianna
lo aveva insospettito, ma non riusciva a capire perché.
*******
-All’allenamento
di oggi dovrai essere un po’ più reattivo, o Naya
potrebbe metterti fuori squadra. Sai com’è fatta-
Darren si
limitò a sbuffare, e occupare il suo solito posto nell’aula. Odiava i
sotterranei e non gli piaceva molto neanche la materia, ma l’insegnante di
pozioni, la professoressa Jones, era di gran lunga la sua preferita.
Harry gli
diede una gomitata.
-Amico, è
solo un quaderno! E potresti sempre provare a chiedere alla signorina Lynch,
non si sa mai…-
-Se non
l’avesse già trovato, lo cercherebbe e poi lo farebbe a pezza davanti ai miei
occhi.-
-Probabile.-
*******
Chris si
affrettò finchè non raggiunse il corridoio dell’aula.
Era in anticipo, ma di solito lo era anche Darren, e per fortuna a pozioni era
più solo del solito.
Infatti,
una volta entrato nella classe dopo essersi fermato a riprendere fiato fuori
dalla porta, vide che la stanza era occupata soltanto dal proprietario del
quaderno, il suo amico Harry, che era
uno degli studenti migliori del loro anno, e due o tre ragazze Corvonero alle quali Chris non prestò attenzione.
Camminando
lentamente e facendosi coraggio (non capiva perché dovesse essere così
difficile, di solito non aveva problemi a ribattere neanche ai più brutti
insulti, eppure una semplice conversazione sembrava un ostacolo
insormontabile!) si avvicinò al banco in cui sedevano i due amici. Rimanendo di
lato e sentendosì arrossire, si schiarì la voce.
I due si
voltarono, stupiti e curiosi.
-Ehm..
ciao.-
Disse con
un filo di voce.
-Ciao!- lo
salutarono entrambi, ancora perplessi.
Chris
approfittò del momento di imbarazzante silenzio per aprire la borsa ed estrarre
il quaderno. Non aveva ancora alzato gli occhi da terra, quando un grido lo
fece sobbalzare.
-OH MIO
DIO! Dove l’hai trovato? In biblioteca, vero?-
Darren lo
stava fissando, incredulo, un sorriso enorme stampato sul viso (viso che, a
parere di Chris, proprio non necessitava di un sorriso, grazie tante, era già
abbastanza destabilizzante senza) e fece per prendere il quaderno. Lui glielo
porse senza esitazione, accorgendosi che tutte le persone nella stanza li
stavano probabilmente fissando ora.
-Si.. era
su un tavolo, e ho pensato che magari..-
-Grazie
amico! Te ne sarò eternamente riconoscente!-
Chris
arrossì se possibile ancora di più, maledicendosi. Non si era accorto della
presenza che si avvicinava al suo fianco.
-Sul serio,
che posso fare per sdebitarmi?-
-Nulla, non
c’è…-
Ma venne
bruscamente interrotto da una voce che conosceva fin troppo bene.
-Tu suoni,
non è vero? Dovresti partecipare allo spettacolo che Chris sta organizzando!-
Chris si
voltò di scatto, furente, per trovare sul viso di Lea un’espressione trionfante
che conosceva fin troppo bene.
Darren
sembrò incerto sul da farsi, solo per una manciata di secondi. Poi sorrise e
annuì.
-Lo farò
con piacere. Io sono Darren, comunque-
Fece per
stringere la mano a Chris, che ancora non capiva quale delle emozioni in
conflitto dentro di lui stesse avendo la meglio. Rabbia verso Lea, decisamente.
Ricambiò la
stretta di mano, un sorriso tirato. Avrebbe ucciso quella piccola impicciona.
-…Chris.-
-E’ un
piacere conoscerti, Chris. Non vedo l’ora di iniziare a lavorare a questo
spettacolo. –
Darren lo
guardò negli occhi, senza smettere di sorridere.
E, per
quanto Chris faticasse a crederlo, sembrava sincero.
Mentre
aspetto un’altra mezz’oretta prima della puntata di due ore, ho pensato di
postare il secondo capitolo. Ringrazio dal profondo del cuore tutti quelli che
hanno letto o recensito il primo, vi meritate tanti abbracci e dozzine di scene
Klaine e foto crisscolfer. Ora, questo secondo capitolo non mi convince
pienamente, ma lascerò a voi il giudizio….
“You don’t need a spell to charm me”
Capitolo
secondo
Chris aveva passato una serata intera ad escogitare una
vendetta contro Lea. Per un soddisfacente quarto d’ora aveva immaginato di
sfogare la sua rabbia scagliando contro la ragazza qualche fattura che le
facesse tenere la bocca chiusa per un paio di giorni. Poi aveva considerato di
andare dritto dal portiere dei Tassorosso, uncerto Cory, e spiegargli che la sua cara amica aveva una cotta per lui
dal primo anno. Dopo aver decantato per almeno una mezz’oretta le doti della suddetta, ovvio.
Alla fine, però,
decise che, nonostante le azioni della ragazza fossero assolutamente
imperdonabili, c’era una piccola parte di lui che comunque non riusciva a
pensare di fare volontariamente del male. Per cui, optò per il trattamento del
silenzio.
Il problema vero era, però, che sebbene il trattamento
del silenzio avesse di solito effetti immediati e appaganti, con Lea si rivelò
essere del tutto contro producente.
-Oh, andiamo, Chris! Che vuoi che sia! Non ho fatto
nulla di male!-
Lui si limitò a riservarle uno sguardo sprezzante, per
poi tornare a concentrarsi sui suoi pancakes.
-E’ da ieri che non dici una parola! Non mi MERITO
questo!-
Chris non riuscì a trattenere un ghigno sarcastico.
-Ok, magari un PO’ me lo merito. Ma… ti ho fatto un
favore, no? Sono anni che dici che vuoi organizzare questo spettacolo, ti ho
solo dato una spintarella…-
Già. Perché, sebbene Chris avesse da sempre desiderato
realizzare un meraviglioso spettacolo nella sala grande che si sarebbe concluso
con una standing ovation e con tutti che avrebbero riconosciuto, finalmente, il
suo talento, non c’era nessuno spettacolo in programma. Chris fissò il piatto
che aveva davanti, certo che, se si fosse lasciato trasportare, avrebbe
iniziato a rispondere a tono alla sua “amica”.
-E poi sono certa che non ti farebbe male farti qualche
nuovo amico, voglio dire, so che sei sempre sulle tue e che non ti piacciono
spesso le persone e di solito per buoni motivi, ma questo non vuol dire che
devi precluderti certe esperienze. Quel tipo è assolutamente uno spettacolo, e
sono stra-convinta che anche tu te ne sia accorto, anche se fai finta di
niente. –
Chris deglutì, sorseggiando il suo succo di zucca e
cercando (invano) di non ascoltare il flusso di coscienza ininterrotto
proveniente dalla sua destra.
-A volte devi solo cogliere le occasioni e per me il
fatto che tu abbia trovato quel quaderno è un segno che magari dovevate
parlarvi prima che finisse l’anno, e se io mi fossi trovata in una situazione
simile mi sarei precipitata tra le braccia di Cory. Proprio ieri ne parlavamo a
divinazione: il destino è delineato ma le singole azioni servono ad
influenzarlo e tu te ne stavi lì senza dire niente e scommetto che l’avresti
liquidato con un “non preoccuparti” se io non fossi intervenuta ad aiutarti.-
Chris riconsiderò la possibilità di usare quella
fattura, dopo tutto.
-E poi.. oh, eccolo che entra! Dovresti proprio andare
a parlargli, sai? Si, si! Tra poco passerà qui vicino! Se non lo saluti, lo
farò io al posto tuo e sarà ancora più imbarazz..arghgfrt-
Con un rapido scatto, Chris aveva portato le sue mani a
coprire la bocca della ragazza.
-Ora taci, se non vuoi che ti obblighi con la magia.-
Per tutta risposta, Lea lo guardò stringendo gli occhi
in un’espressione che doveva apparire minacciosa. Poi però annuì, quasi
rassegnata.
-Se quando ti lascio andare alzi anche solo lo sguardo
verso il tavolo dei grifondoro, giuro che mi alzo, vado dritto da Cory e gli
racconto TUTTO. E con tutto, intendo anche il collage di foto sopra il tuo
letto, il mittente delle torte che si ritrova in dormitorio, e che c’è una
ragione dietro al fatto che le sue ultime due ragazze lo hanno brutalmente
scaricato da un giorno all’altro.-
Il viso di Lea venne attraversato da un’ondata di paura
e Chris, finalmente tranquillo, mollò la presa.
-E visto che ormai mi hai obbligato a parlare, si può
sapere PERCHE’ DIAMINEvorresti
spingermi a provarci con un ragazzo non solo notoriamente etero, ma anche
fidanzato con la più bella della scuola?!-
Lea distolse lo sguardo, come per ponderare la mossa
successiva, e poi disse.
-Perché questa storia non mi quadra! Quel ragazzo ha
qualcosa di strano, e mi stupisce che tu non lo abbia notato! E’ l’etero più
gay che si sia mai visto!-
-Umpf. Perché non provi a discutere i tuoi dubbi con la
ragazza che in questo momento è mano nella mano con lui? Sai, credo potrebbe
offrirti un punto di vista interessante.-
Per tutta risposta, Lea tornò a fissarlo.
-Dirò solo una cosa per terminare questa conversazione,
e poi ti lascerò in pace. Fino a pranzo.-
Chris roteò gli occhi, appena incuriosito.
-Jonathan.-
E, come succedeva raramente, Chris restò davvero senza
parole.
********
-Sapete l’ultima? Darren ha accettato di partecipare ad
uno spettacolo!-
Alle parole di Mike, Dianna levò lo sguardo
incuriosita, un’espressione indecifrabile in volto.
-Volevo essere riconoscente! E non c’è nulla di male!-
-Che spettacolo? E perché ieri sera non mi hai detto
niente?- abbandonato completamente il giornale che stava sfogliando,
l’attenzione di Dianna ora era tutta per il ragazzo che aveva di fronte.
-Bè stavo per dirtelo ma poi mi hai chiesto di suonare
e l’ho dimenticato! Comunque c’è questo ragazzo Corvonero, Chris, che ha
trovato il mio quaderno in biblioteca e mi ha chiesto se mi andrebbe di
partecipare ad uno spettacolo che sta organizzando. E ho accettato perché,
andiamo, ha trovato il mio quaderno!-
Chord gli diede una pacca sulla spalla
-Evidentemente non sapeva quanto ci tenessi, altrimenti
avrebbe potuto chiederti molto di più in cambio!-
Dianna lo fulminò con lo sguardo
-Chord! Non è divertente!-
Darren arrossì lievemente.
**********
Chris passò il resto della giornata con una strana
sensazione. Tutta colpa di Lea.
Durante quegli anni passati ad Hogwarts, Chris si era
sempre imposto di limitare le sue fantasie. Non pochi, tra gli altri studenti,
avevano attirato la sua attenzione, una volta o l’altra. E, all’inizio, si era
ritrovato ad immaginare il loro radioso futuro insieme, per poi essere
bruscamente riportato alla realtà nel vederli infilare la lingua nella gola di
una qualsiasi bella ragazza.
Dopo una particolarmente traumatizzante esperienza che
lo aveva lasciato distrutto per un mese, durante il suo terzo anno, aveva
deciso che non ci sarebbe più cascato. Così, nonostante avesse sempre trovato
Darren molto attraente e di certo di suo gusto, lo aveva classificato come
materiale da gettare nel dimenticatoio, e, davvero, ce l’aveva quasi fatta.
L’ultimo anno sarebbe di certo volato.
Non fosse stato per quella stupida parola pronunciata
da Lea.
Ora un meccanismo distruttivo si era innescato nella
sua mente e, per quanto ci provasse in ogni modo possibile, Chris non aveva
idea di come fare a fermarlo.
***********
Il weekend, solitamente, era un’ottima occasione per
riprendere fiato, rinchiudersi in biblioteca o nel dormitorio, e non affrontare
gli insulti e gli sguardi denigratori per almeno un paio di giorni.
Però quel weekend non sarebbe andata così. Era sabato
mattina, infatti, quando Chris ricevette un appunto nell’inconfondibile
calligrafia della sua amica Amber, che lo aiutava con il giornale della scuola.
Il messaggio era breve e diceva che la ragazza aveva bisogno di incontrarlo per
discutere di un articolo che aveva intenzione di scrivere per il nuovo numero,
sul quale però aveva non pochi dubbi.
Se le circostanze fossero state diverse, Chris avrebbe
probabilmente trovato una scusa e rimandato il tutto al lunedì. Ma teneva
davvero molto al giornale, e Amber era sempre stata pronta ad aiutarlo, ogni
volta che lui aveva avuto bisogno di qualcosa.
Per questo si ritrovò, quel sabato pomeriggio, a
dirigersi controvoglia verso l’aula del sesto piano nella quale solitamente si
tenevano le (non molto affollate) riunioni del giornale.
Stava per l’appunto avvicinandosi, felice di non aver
incrociato nessun individuo pericoloso nei corridoi, quando la sentì.
All’inizio si chiese se non fosse la sua immaginazione
(ultimamente si fidava sempre meno dei segnali inviati dal suo corpo) ma poi
capì che no, era davvero reale, ed era davvero magnifico.
Una musica sconosciuta pervadeva l’aria, insieme ad una
voce che provocò in Chris diverse reazioni, tutte difficili da identificare sul
momento. Incapace di trattenersi, si avvicinò sempre più alla porta dell’aula,
che era socchiusa (e la musica sembrava provenire proprio da lì).
Quando finalmente, con un po’ di esitazione, si decise
ad aprire la porta, quello che si trovò davanti fu indiscutibilmente diverso da
quanto si aspettava: mentre Amber DECISAMENTE non era nella stanza, fu travolto
dall’immagine di un certo Grifondoro, seduto su un banco, i capelli leggermente
scompigliati e il viso concentrato, con gli occhi socchiusi, mentre suonava una
chitarra.
Dopo aver recuperato l’uso completo del suo cervello (e
non fu un processo veloce) si schiarì la gola ed entrò nella stanza.
L’effetto fu immediato: la musica cessò, e un paio di
occhi ambrati e brillanti (sì, brillanti, e Chris ormai non capiva proprio come
fosse possibile) si alzarono a guardarlo.
-Ehi! Scusa ma non ti ho sentito arrivare!-
Chris cercò di rispondere con un sorriso
-Ehm.. non preoccuparti… che…-
-Ricordi che dovevamo incontrarci qui, oggi, giusto? Ieri
è venuta a dirmelo quella tua amica… c’è qualcosa che non va?-
Oh, sarebbe corso da Cory più veloce di un fulmine, una
volta sbrigata questa faccenda. Chris si accorse che l’altro attendeva una
risposta.
-No, no. Tutto ok. Allora, dovremmo…-
Già, quale assurda scusa aveva potuto utilizzare Lea?
Sicuramente qualcosa che avesse a che fare con il presunto spettacolo, ma cosa?
-Bè, immagino che visto che lo scopo del tutto era il
sentirmi suonare, abbiamo iniziato decisamente bene.-
Oh. Sentirlo suonare. Se solo Lea avesse usato metà
dell’impegno che stava mettendo in questa faccenda nel cercare di conquistare
Cory, a quell’ora sarebbero stati quantomeno sposati.
-Già. Sei… sei molto bravo. E anche… anche la tua voce.
Hai una bella voce.-
Chris non ebbe il coraggio di pronunciare quelle parole
guardando Darren negli occhi, altrimenti si sarebbe subito accorto del lieve
rossore che aveva invaso il viso dell’altro ragazzo.
-Grazie. Ti… ti andrebbe di ascoltare una canzone? Così
puoi farti un’idea più precisa…-
-Si! Voglio dire, molto volentieri.-
Entrambi risero leggermente, quasi con sollievo,
guardandosi negli occhi. Chris si rese improvvisamente conto che stare in mezzo
alla stanza, perfettamente immobile lo faceva apparire un’idiota. Prese una
sedia, e la posizionò leggermente defilata rispetto al banco in cui era seduto
Darren.
Il tempo di poggiare la sua tracolla a terra, e il
ragazzo aveva già ripreso a suonare. Ma Chris, per tutto il tempo, tentò di non
ascoltare. Tutto quello che riusciva a fare era ripetersi che non poteva, non
doveva farsi conquistare da quel ragazzo. Che sarebbe stata una perdita di
tempo, e che non avrebbe portato a nulla di buono. Lo guardò fisso mentre in
realtà stava perfezionando la sua vendetta contro Lea, cercando di creare una
barriera il più potente possibile che lo rendesse freddo e distaccato, anche se
quella musica e quella voce e, doveva ammetterlo, quella presenza in generale lo stavano mettendo non poco in difficoltà.
La musica cessò, e Darren tornò a guardarlo. Come se
fosse stato qualcun altro a suggerirglielo, Chris realizzò che la canzone che
il ragazzo aveva appena cantato era tra le sue preferite.
-Allora, che ne dici? Non so che genere di musica ti
serve che suoni, ma penso di potermi adattare a tutto-
-Sei stato molto bravo. Posso.. posso chiederti, come
mai quella canzone?-
-Oh, è una delle mie preferite! Sul serio, ti è
piaciuta?-
-Moltissimo! E’ anche una delle mie preferite…-
-Davvero? Che coincidenza! –
Il che portò inevitabilmente ad una discussione di
circa un’ora su quale fosse esattamente il messaggio della canzone, durante la
quale Chris si dimenticò quasi completamente di qualsiasi barriera, freddezza
presunta o piano di vendetta.
-Non posso crederci! Pensavo che la conoscessimo solo
io e massimo altre due persone al mondo!-
-Devo essere una di quelle due persone, evidentemente.-
disse Chris , palesemente più rilassato, un sorriso sincero sul volto.
-Evidentemente! Sai, proprio ieri stavo pensando che è
assurdo, ma prima che mi restituissi il quaderno (cosa per la quale non ti sarò
mai grato abbastanza)… bè, diciamo che non sei il tipo di persona che si fa
notare!-
Chris si sentì sprofondare. Era la verità, la pura e
semplice verità. Ma sentirsela dire così…
-Considerato che passo la metà del mio tempo a cercare
di rendermi invisibile, devo considerarlo un complimento.-
Anche il sorriso di Darren svanì.
-Perché dovresti? –
-Non tutti gradiscono la mia presenza, qui. E si
divertono a farmelo notare. Anzi, credo che sia uno degli sport più di moda,
dopo il Quidditch.-
Una tristezza quasi insopportabile a vedersi aveva
riempito gli occhi di entrambi. Chris la combatteva da sempre con il sarcasmo,
ma questo non aveva reso le sue ferite meno profonde.
-Mi dispiace. Non è giusto, e io… io vorrei fare
qualcosa per aiutarti.-
Chris sorrise amaramente.
-Non preoccuparti. Anzi, forse vorrai unirti anche tu
al tutto, presto.-
-Che vuoi dire?-
Darren lo guardava interrogativo, e Chris decise che
sarebbe stato inutile continuare con quella farsa.
-Non c’è nessuno spettacolo. Avrei dovuto dirtelo
subito, lo so, sono stato un idiota e capirò perfettamente se vorrai
arrabbiarti o odiarmi. E’ solo che la mia amica si è messa in testa che avrei
dovuto parlarti, e non si è fatta gli affari suoi, e insisteva che non ti avrei
chiesto nulla quando ti ho restituito il quaderno, e ha inventato questa
storia. E ora sono solo mille volte più patetico. Scusami.-
L’espressione di Darren era indecifrabile.
-Non esiste nessuno spettacolo?-
Chris scosse la testa, lo sguardo fisso al suolo.
-Ehi, Chris. Puoi alzare la testa. Non è stata colpa
tua.-
Chris prese coraggio, e vide che c’era qualcosa di
strano, qualcosa che non riusciva a spiegarsi, nel modo in cui Darren sembrava
improvvisamente rilassato, senza alcuna traccia di rabbia. Si chiese se per
caso non soffrisse di qualche disturbo della personalità, e se di lì a poco lo
avrebbe colpito con un pugno, o si sarebbe messo ad urlare.
Ma non accadde nulla di quanto temeva.
-La tua amica forse non si è sbagliata su una cosa.
Avresti dovuto chiedermi qualcosa in cambio.-
Chris corrugò la fronte, incredibilmente confuso e
stupito (no, non stupito: letteralmente incapace di giustificare la reazione
del ragazzo che aveva davanti) per poi dire –Che cosa?-
Sono ancora
un po’ scossa dalla puntata di ieri e quindi ci ho messo un po’ a ultimare il
capitolo… comunque, in caso vi interessi, credo che posterò come minimo una
volta a settimana. Ora come ora, non so bene quanti capitoli avrà la storia, ma
credo che intorno alla decina dovrebbe essere una cosa verosimile.
Ancora una
volta, non ci sono parole per ringraziarvi tutti! Siete decisamente troppo
gentili e mi fate arrossire *-*Spero
di non deludervi!Ho visto che alcuni
hanno già iniziato a fare delle supposizioni e siccome è esattamente quello che
volevo, sono stata felicissima! Ovviamente però non vi dirò nulla ;)Ora vi lascio alla storia, buona lettura!
“You don’t need a spell to charm me”
Capitoloterzo
Darren
impiegò pochi giorni a ritagliarsi il suo spazio nella vita di Chris.
Il loro
incontro del sabato pomeriggio era terminato con una nuova luce negli occhi del
ragazzo, e Chris, leggermente scosso e incredulo di fronte alle sue parole,
aveva vissuto tutto come una specie di sogno.
Per questo
motivo la domenica mattina era rimasto non poco stupito quando, scendendo le
scale per dirigersi alla sala Grande, aveva visto una figura famigliare ferma
di sotto, figura che, una volta avvistatolo, aveva salito qualche gradino per
andargli incontro.
-Buongiorno,
Chris!-
Di certo
non aiutarono il suo stupore gli occhi e il sorriso che lo accolsero, che
sembravano avere un effetto diretto alla stabilità delle sue gambe.
-Buongiorno-rispose con un sorriso timido.
-Pensavo
che magari ti andava di fare colazione insieme!-
Chris
annuì, esitante, per poi essere colpito da un pensiero improvviso.
-Come
faremo con i tavoli?-
Darren lo
guardò confuso.
-Grifondoro e Corvonero, sono due
tavoli diversi. Non possiamo sederci insieme.-
Il ragazzo
si rilassò, il sorriso tornato prepotentemente sul suo volto.
-Avevo
pensato anche a questo! Potremmo prendere qualcosa e andare a mangiare fuori!
Non dovrebbe essere troppo freddo.-
Chris non potè fare altro che lasciarsi contagiare dall’apparente
entusiasmo dell’altro, mentre entravano insieme nella Sala Grande.
*********************
-Oh, no!
Quella roba è così noiosa!-
-Noioso è
l’ultima parola che userei per descrivere le grandi casate dei maghi!-
Il suo
commento quasi indispettito gli fruttò una risata cristallina da parte di
Darren.
Erano
seduti a terra vicino al lago, e se all’inizio era stato tutto un po’
imbarazzante, dopo qualche minuto nessuno dei due sarebbe voluto essere in un
altro posto.
-Ma si
tratta solo di nomi impossibili da ricordare e tizi impettiti e piuttosto
antipatici con un amore sfrenato per gli oggetti da collezione!-
-E’ ovvio
che non eri abbastanza attento quando il professore parlava degli intrighi e
degli omicidi e dei complotti-.
Darren rise
di nuovo.
-Non avrei
mai detto che ti piacessero gli omicidi.-
Chris alzò
gli occhi al cielo.
-Quasi
quanto i meravigliosi oggetti che quei.. com’è che hai detto?... tizi impettiti
e piuttosto antipatici potevano permettersi-
Darren
sorrise apertamente, per poi voltarsi a guardare verso il lago.
-Lo sai da
sempre? Di essere un mago, intendo- chiese cambiando tono.
-No,
assolutamente! Svegliarmi una mattina perché un gufo non voleva smetterla di
dare colpi alla mia finestra e scoprire tutto è stato alquanto impressionante.
I miei genitori pensavano fosse uno dei miei soliti scherzi! Tu, invece?-
Darren
tornò a guardarlo.
-Oh, penso
di essere stato un bambino piuttosto insopportabile perché morivo dalla voglia
di venire ad Hogwarts e quando sapevo di stare per
ricevere la lettera non ho dormito per giorni! Passavo la notte vicino alla
finestra, nella speranza di avvistare un gufo. Ovviamente quando la lettera è
arrivata sul serio ero profondamente addormentato.-
Risero
insieme.
-Cosa
vorresti fare l’anno prossimo?-
Darren era
la prima persona a rivolgergli quella domanda, anche se Chris ci aveva pensato
a lungo.
-Non so. Mi
piace molto scrivere ma non so come potrei farne una professione alla nostra
età. Tu? Sei già stato contattato da qualche squadra di Quidditch?-
Ancora una
volta, il sorriso del ragazzo sembrò avere un effetto incredibile su Chris, che
quasi dovette abbassare lo sguardo per non arrossire.
-No, e non
lo faranno se non vogliono assicurarsi una stagione super-deludente! Non sono
neanche riuscito a far vincere la coppa alla mia casa!-
-Questo
perché la squadra di Corvonero è nettamente
superiore.-
-Ahahahah! Già, infatti Serpeverde
ha vinto le ultime due coppe a causa di una svista collettiva. Comunque non so,
mi piacerebbe molto suonare. So che non sarà facile ma ce la metterò tutta.
Oppure potrei fare l’insegnante!.-
-Di certo
non di Storia della magia!-
-Perché
no?? Ora che ho scoperto quanto sia interessante, potrei trasmettere l’amore
per complotti e omicidi a tanti nuovi alunni innocenti. –
-Se fossi
in te resterei concentrato su quella cosa del suonare.-
Darren rise
ancora (Chris pensò che non sarebbe sopravvissuto alla prossima risata, quindi
magari doveva iniziare a parlare di un argomento triste) e poi sentirono dei
passi.
Entrambi si
voltarono automaticamente, e videro che Dianna si
stava avvicinando.
-Ehi! Ti ho
cercato per mezz’ora, e poi Mike mi ha detto che eri uscito. Ciao, Chris!-
Darren si
alzò per abbracciare la sua ragazza, e darle un leggero bacio sulla guancia.
-Scusa,
avrei dovuto avvertirti, ma io e Chris abbiamo iniziato a parlare e ho perso la
cognizione del tempo-
-Si, Dianna, è colpa mia, scusa-
Immediatamente,
si ritrovò gli sguardi di entrambi i fidanzati puntati contro. Quello di Dianna indecifrabile, quello di Darren decisamente
allarmato.
-Non è
affatto colpa tua! Non pensarci nemmeno!- disse il Grifondoro
con veemenza.
-Bene, ora
che so che non sei stato divorato dalla piovra gigante, credo che andrò in
biblioteca a finire di studiare per Incantesimi.- disse la ragazza, ricambiando
velocemente il bacio che Darren le aveva dato.
Poi, veloce
com’era arrivata, tornò indietro verso il castello.
Darren
tornò a sedersi, e guardò Chris, serio in volto.
-Senti,
Chris, forse non sei abituato a questo- disse, accompagnando la frase un gesto
che indicava loro due.
-Ma io sono
qui perché mi fa piacere. Ieri dicevo sul serio, voglio davvero diventare tuo amico,
se me ne darai occasione. Che dici, sono degno della tua amicizia anche se non
ricordo a memoria l’albero genealogico di Wilfrud Terzo?-
aggiunse, porgendo la mano in attesa di una stretta che sugellasse il tutto.
Quell’ultima
battuta rese le cose molto più semplici per Chris, che altrimenti sarebbe stato
letteralmente troppo inebetito per rispondere.
-Solo se
prometti che imparerai almeno i nomi
delle sue sette mogli troll-
Strinse
velocemente la mano davanti a lui, il breve contatto di certo non benevolo nei
confronti del crollo emotivo che stava per avere (e che, sperava, avrebbe
aspettato che fosse almeno tornato nel suo dormitorio, prima di assalirlo).
Gli occhi
di Darren si spalancarono dalla sorpresa.
-Sul serio
aveva sette mogli Troll?-
**************
-Com’è
andata?-
Una Lea
eccessivamente sorridente lo stava aspettando nella sala comune.
Chris
ignorò la sua aria esaltata, e si limito a bofonchiare-Cosa?- Prima di sedersi.
-Lo sai, cosa. Non hai esitato a scaricarmi
questa mattina per sgattaiolare nel parco con un certo cercatore…-
-Pfft. Non ti ho affatto scaricato, eri circondata da almeno
tre ragazze quando ti ho vista! E non vedo perché tu debba fare tanta scena per
una semplice colazione. Non ti ho ancora perdonato lo scherzetto di ieri.-
-Oh, certo
che lo hai fatto! Altrimenti non te ne staresti lì incapace di trattenere un
sorriso. So cosa vuol dire quel sorriso, Colfer.-
Chris si
rese conto che, in effetti, stava sorridendo quasi contro la sua volontà. Lui e
Darren erano rimasti nel parco per più di due ore, e ciò non aveva giovato
affatto a tutto il suo brillante piano di ignorarlo fino alla fine dell’anno.
-Awww, sareste così carini insieme!- Lea aggiunse con aria
sognante.
Chris
afferrò la prima cosa che aveva a portata di mano (un cuscino, purtroppo) e la
scagliò con forza verso la sua amica.
-Ehi! Dico
davvero! Del resto avete già avuto un ottimo primo appuntamento, no?- continuò
Lea con uno sguardo malizioso.
-Oh, certo.
Non fosse stato per una breve visita della
sua ragazza sarebbe stato un perfetto primo appuntamento.-
Rispose
Chris sarcasticamente.
Lea non
rispose nulla, ma Chris fu quasi certo di sentirla sussurrare –Illuso-nel mezzo di un finto colpo di tosse.
*****************
Darren non
prendeva alla leggera una promessa, come Chris ben presto si accorse. Durante
tutta la settimana seguente, trovò il ragazzo ad aspettarlo più di una volta al
giorno.
Andavano
insieme a lezione, in alcuni casi si sedevano anche vicini. Per due mattine,
avevano di nuovo fatto colazione insieme, e un pomeriggio Darren aveva chiesto
a Chris di aiutarlo a studiare Storia Della Magia.
Chris aveva
anche conosciuto i suoi amici, e li aveva da subito trovati spettacolari.
Nonostante mantenesse una sorta di indifferenza verso Dianna,
Mike e Chord erano divertentissimi e l’avevano da
subito fatto sentire a suo agio.
Tutto
questo, d’altro canto, non aveva che acuito i sentimenti che Chris cercava
invano di reprimere. Passare del tempo con Darren e parlare con lui lo stavano
aiutando ad aggiungere dettagli su dettagli all’immagine del ragazzo che da
tempo aveva in testa, e nessuno di quei dettagli (bè, forse qualcuno si, come
il fatto che Darren avesse un ossessione per occhiali da sole dai colori
sgargianti con tanto di calzini coordinati) era un difetto.
Vedeva bene
il pericolo in cui si stava cacciando, ma poi non poteva fare niente per
fermare il sorriso che riempiva il suo volto ogni volta che intravedeva da
lontano l’amico.
Per
fortuna, durante il tempo trascorso con Darren, più volte anche Dianna era stata presente, e, sebbene ogni volta che i due
si sfioravano o parlavano o anche solo guardavano Chris sentiva un’ondata di
amarezza riempirgli il petto, in realtà quegli attimi di complicità tra i due
fidanzati erano molto utili per farlo tornare alla realtà.
Stava appunto
riflettendo su quanto miserabile fosse la sua vita, mentre camminava verso la
biblioteca, quella domenica pomeriggio, quando si sentì chiamare.
-Chris!
Ehi, Chris! Aspetta!-
Si voltò
per trovarsi di fronte a Darren che gli andava incontro.
Guardò
divertito il ragazzo che si fermava, tenendosi una mano sulla pancia per
riprendere fiato, per poi appoggiarsi al muro.
-Se sei
inseguito da qualcosa, sarebbe il momento giusto per farmelo sapere.-
Darren rise
mentre ancora cercava di riprendersi.
-No, no… ti
ho visto mentre scendevi le scale ma non mi hai sentito chiamarti e quindi ti
ho raggiunto.Devo chiederti una cosa-
Chris
rimase leggermente sorpreso, ma fece del suo meglio per nasconderlo.
-Dimmi
pure!-
-Sai che
sabato c’è la gita ad Hogsmeade, giusto? Dianna non potrà venire perché aveva già programmato una
giornata intensa di ripasso pre-esami, e io e i
ragazzi pensavamo di fare un giro… Ti andrebbe di venire con noi?-
La sorpresa
di Chris crebbe; non che non si aspettasse l’invito, ma di certo non con così
tanto anticipo.
-Certo!
Sarebbe fantastico! Dovrò solo trovare qualcosa che tenga Lea impegnata
abbastanza!-
Darren gli
rivolse uno sguardo complice –Potrei averci già pensato… Diciamo che c’è un
certo tassorosso che muore dalla voglia di invitare
una certa Corvonero…-
Chris aveva
già raccontato al ragazzo di come Lea fosse perdutamente innamorata di Cory Monteith.
-E come
avresti fatto? Perché se hai usato un filtro d’amore, potrei dover correre ai
ripari!-
-Io? Un
filtro d’amore? Non mi permetterei mai! Comunque, non ti svelerò mai i miei
segreti più reconditi di persuasione!-disse Darren sbattendo enfaticamente le ciglia.
Chris rise
apertamente, pensando che in fondo sarebbe stato davvero difficile per chiunque
dire di no a quello sguardo.
*************
Il lunedì
mattina Darren era stato svegliato dalle urla dei suoi amici che avevano
pensato bene di improvvisare una lotta di cuscini.
-Oh, ecco
il bell’addormentato! Che fai stamattina, scendi con noi oppure hai altro da fare?-
Disse Chord dando una gomitata a Mike, che aveva una dozzina di
piume d’oca sul letto e un paio tra i capelli.
Darren si
limitò ad ignorare il commento.
-Ricordati
che abbiamo gli allenamenti più tardi! Ieri Naya ha
detto che se quest’anno non vinciamo la coppa, ci butterà ad uno ad uno nel
lago.-
-Non credo
che avrebbe la forza necessaria. Ma lo terrò a mente.-
-Allora? Scendi
con noi a colazione oppure no?-
Darren guardò
l’orologio. Aveva giusto il tempo di fare una doccia e avrebbe beccato Chris di
sicuro.
-Nah…. Vi raggiungo dopo. Voglio sentire il resoconto del
crollo isterico di una certa Lea Michele-
Inutile
dire che i suoi amici lo guardarono come se provenisse da un altro pianeta.
*************
Chris,
invece, era stato bruscamente portato alla realtà da un braccio che continuava
a scuoterlo prepotentemente. Con la mente ancora annebbiata, aprì gli occhi per
trovarsi di fronte l’espressione più assurda che avesse mai visto sul viso di
Lea.
-Chris!
CHRIS! SVEGLIATI!-
Chris si
limitò a grugnire e girarsi dall’altra parte. La sera prima, una volta tornato
nella Sala Comune, aveva finto un mal di testa e si era chiuso nel dormitorio,
dando ordine a chiunque di non far entrare Lea per nessun motivo al mondo.
La ragazza,
però sembrava determinata. Difatti, prima che potesse addormentarsi di nuovo,
si ritrovò improvvisamente sommerso da una cascata d’acqua.
-MA SEI
IMPAZZITA???-
Gridò,
mettendosi a sedere. Lea lo guardava trionfante mentre si rese conto che il
dormitorio era vuoto fatta eccezione per loro due.
-E dove
sono tutti gli altri?-
-Oh, li ho
ricattati. Ieri sera non mi hanno
lasciata entrare, così stamattina avevo un piano.
Sono amica della maggior parte delle loro fidanzate ed è incredibile quante
cose si vengono a sapere su di loro passando gran parte del mio tempo con te.-
Tipico.
Anzi, Chris avrebbe dovuto prevederlo.
-Ma questo
non è l’importante. L’importante è che ieri pomeriggio mentre ero nel parco con…ehm,
mentre passeggiavo, CORY MI HA FERMATA E INDOVINA??-
Chris notò
l’esitazione nella frase della ragazza, ma poi la dimenticò non appena la
suddetta prese a gridare nei suoi timpani.
Si sforzò
di sfoggiare un’espressione curiosa e confusa.
-MI HA
INVITATA CON LUI A HOGSMEADE! Oh mio dio, ho aspettato così tanto questo
momento e quasi credevo che non sarebbe mai successo, ma sapevo che prima o poi
non sarebbe stato in grado di resistere al mio fascino e così è stato! Ha detto
che ci ha pensato molto e che gli piacerebbe trascorrere la giornata con me e
che mi ha sempre trovata carina e che vorrebbe davvero conoscermi meglio…-
Chris smise
di ascoltare la raffica di parole per pensare a cosa effettivamente Darren
avesse fatto per convincere Cory.
**********
Darren ancora
una volta era in ritardo per gli allenamenti.
Di certo Naya lo avrebbe perseguitato per un’ora intera, e inoltre
non avevaneanche finito i compiti per
il giorno seguente.
Si
affrettòverso il campo, senza guardare
bene dove andava, quando, mentre si chinava per allacciare una scarpa che l’avrebbe
di sicuro fatto inciampare e al tempo stesso tentava di andare avanti, sbattè contro qualcosa di grosso davanti a lui. Riuscì a
rimanere in equilibrio e si ritrovò faccia a faccia con il peggior gruppo di
alunni della scuola. Erano per la maggior parte Serpeverde
dell’ultimo anno, ma c’era anche qualche Corvonero
tra loro. Tutti, tra gli studenti, li temevano, ma fino ad allora non avevano
mai infastidito Darren.
-Criss, faresti meglio a vedere dove metti i piedi la
prossima volta-
Fu stupito
quando uno di loro si avvicinò per dargli uno spintone.
-Già! E
faresti meglio a non farti vedere in giro con quella femminuccia di Colfer!-
Tutti
risero. Darren, paralizzato dallo spavento e incapace di muoversi, non sapeva
cosa fare.
-Forse
dovremmo picchiarvi uno di questi giorni… Lui se lo merita e tu potresti
schiarirti le idee!-
Incredulo
di fronte a quelle parole, Darren mise mano alla bacchetta, ma l’arrivo dell’intera
squadra di Quidditch dal campo impedì che le cose
peggiorassero.
Il gruppo
di ragazzi, infatti, si dileguò prima che gli altri si avvicinassero.
Darren
stava per corrergli dietro ma venne fermato da Chord
e Mike che lo afferrarono per le spalle.
-Amico, che
ti prende? Lasciali andare, non vale la pena cacciarsi nei guai per colpa
loro!-
-Abbiamo
visto la scena mentre volavamo e siamo subito corsi qui!-
La voce
autoritaria di Naya stava già richiamando l’ordine e
dicendo qualcosa su come avessero perso molto tempo per colpa sua, ma Darren
non ascoltò.
Strinse la
bacchetta nella mano, tanto da sentire dolore quando le unghie incontrarono il
suo palmo.
Tutto
quello che riusciva a pensare era che doveva proteggere Chris in ogni modo
possibile.
Premettendo
i miei ringraziamenti più sentiti a tutti, tutti voi, volevo scusarmi per una
svista che purtroppo penso sia stata causata dal mio leggere troppe crisscolfer e klaine
contemporaneamente: nei capitoli precedenti ho spesso scritto “Mike” quando in
realtà mi riferivo ad Harry…. Forse non ve ne siete neanche accorti, se l’avevate
notato, scusatemi! Vedrò di rimediare da ora in poi… Buona lettura!
“You don’t need a spell to charm me”
Capitolo quarto
Chris, non
per la prima volta nella sua non lunghissima esistenza, si chiese cosa avesse
fatto di tanto male in una vita precedente per aver meritato Lea come amica.
Era sdraiato sul letto della suddetta, quasi completamente ricoperto dai vestiti
che lei continuava ad estrarre dal baule e gettare.
-Perché diamine
hai portato così tanti vestiti? Indossiamo la divisa, tipo, sette giorni su
sette! Che te ne fai?-
La ragazza
si fermò un attimo, e l’abito che stava maneggiando atterò inspiegabilmente proprio sul volto di Chris.
-Sono per
le emergenze. Come questa.-
-Non è un’emergenza.
E’ un appuntamento. E lo stai pianificando da diversi anni, quindi non vedo la
necessità di farne un dramma.-
Rispose, la
voce ovattata dalla stoffa. Non aveva neanche la forza di spostare il vestito.
Lea si
limitò ad affondare ancora di più la testa nel baule, emettendo sospiri di
disperazione di tanto in tanto.
Chris si
decise a mettersi a sedere. Erano le dieci di sera, ed aveva avuto una giornata
piuttosto intensa. Inoltre, era venerdì, e ciò voleva dire che la mattina dopo
avrebbe dovuto alzarsi presto per godersi una giornata ad Hogsmeade.
Anche Lea
sembrava essersi arresa, perché emerse dal baule e si accasciò contro il letto.
-Va, Colfer, ti libero da ogni obbligo. Hai bisogno di riposare
altrimenti domani non sarai pronto per il tuo bel grifondoro.-
disse, sconsolata ma con un ghigno sul volto.
-Shhhhhhhh!-disse il
ragazzo, per poi colpirla lievemente sulla spalla. Non erano soli nel
dormitorio, e qualcuno avrebbe potuto interpretare male.
-Quante
volte devo dirti di smetterla con questa storia? Darren è solo un amico e non
sarà mai altro!-
La ragazza
si alzò in piedi e si sedette accanto a lui sul letto.
-Ma a te
piace, e non come dovrebbe piacerti un amico. Giusto?-
Chris
arrossì, fissò lo sguardo al pavimento, e, prima che potesse rispondere, Lea
aveva afferrato la sua mano, e la stava stringendo mentre esultava.
-Siiii! Lo sapevo!-
Chris
maledisse il giorno in cui aveva scoperto come salire nel dormitorio femminile.
Una
zanzara. Si, probabilmente era stato una zanzara affamata nella sua vita
precedente.
***************
Darren si
ritrasse, leggermente disgustato, mentre Chord stava
perdendo sangue dal naso a più non posso. Erano saliti nel dormitorio perché Chord aveva iniziato a lamentarsi di un dolore alla testa,
e ora Harry e Darren, dopo essersi assicurati che l’amico si fosse sdraiato,
stavano cercando di stoppare l’emorragia in qualche modo.
-Dare, sarà
meglio che se ne occupi Madama Chips prima che sia troppo tardi.- disse Harry.
Darren
osservò ancora una volta l’amico, il volto pallido strisciato da macchie
rossastre, lo sguardo perso. Il sangue l’aveva sempre infastidito, quindi
dovette ben presto distogliere lo sguardo.
Cercando di
non cedere al principio di svenimento che lo stava assalendo, si concentrò su
Harry.
-Ti
dispiacerebbe accompagnarlo tu? Io… io credo che potrei svenire…-
Harry si
affrettò ad aiutarlo a sedersi, per poi chiudere con uno scatto le tende
intorno al letto di Chorsd in modo da celarne la
vista a Darren.
-No, no,
affatto. Solo che…-
L’esitazione
era tale che Darren si voltò a guardarlo, interrogativo.
-Non credo
domani potrà venire con noi. E mi dispiacerebbe lasciarlo solo…-
-Oh, è
vero. Forse dovremmo rimandare tutto alla prossima volta…-
-No,
nonon è necessario!- si affrettò a dire
Harry –Tu vai! Non devi andarci da solo, c’è anche Chris!-
-Già. Ora
faresti meglio a sdraiarti. Io vedo di salvare la vita al biondino intanto-
Prima che
Darren potesse fare altro, Harry stava aiutando Chord
alzarsi, e qualche secondo dopo lasciarono insieme la stanza.
Rimasto
solo, Darren si sdraiò, fissando il soffitto. Se gli altri avessero visto lui e
Chris girare per Hogsmeade da soli, avrebbero di
sicuro pensato male. In che guaio si
stava cacciando?
*****************
-Non posso
credere di averlo fatto!-
-Andiamo,
amico, per un po’ di sangue… lo hai fatto altre mille volte per ragioni molto
più stupide… Anzi, mi chiedo come mai non se ne sia accorto!-
-Da qualche
giorno è strano. Non farebbe una piega neanche se ci mettessimo a criticare
qualche film Disney. Oh, no, questa stupida macchia non vuole andare via!-
Harry si
appoggiò alla parete.
-Già, è
molto strano. Sembra che sia continuamente immerso nei suoi pensieri.-
Chord era ancora intento a pulire la sua
divisa, mormorando incantesimi che non conosceva benissimo.
-Ehi, ma
chi pensi che l’abbia inventato, il torrone sanguinolento?-
Chiese,
continuando a combattere con una macchia ostinata.
-Non ne ho
idea, ma di certo era un genio!-
***************
Chris
continuava a lottare con uno stupido senso di colpa che l’aveva tormentato
durante l’intera ultima settimana. Ogni minuto che passava con Darren, il senso
di colpa diventava più persistente. Che poi, si sentiva colpevole, ma di cosa?
In realtà, non sopportava di dover fare una cosa simile a se stesso. Già
prevedeva la grande sofferenza che ne sarebbe derivata, ma, nel presente, non poteva
fare a meno di approfittare di ogni occasione possibile per stare con il Grifondoro.
E’ vero,
era inutile continuare a negarlo: Darren gli piaceva. Ma non era solo quello:
anche se aveva diversi amici, con lui era qualcosa di diverso. Forse era
presto, ma Chris iniziava già a considerarlo il suo migliore amico.
Per questo
era molto contento alla prospettiva di passare insieme a lui il giorno
successivo. Per fortuna, ci sarebbero stati anche Harry e Chord,
quindi magari avrebbe avuto meno occasioni di concentrarsi sui pensieri “pericolosi”
che lo assalivano ogni volta in cui lui e Darren erano soli.
Il senso di
colpa, in parte, era anche dovuto al fatto che iniziava davvero ad odiare Dianna, e sapeva che non c’erano molti motivi, oltre a
quello ovvio. Lei, infatti, continuava ad essere dolcissima e, anzi,
ultimamente era molto più aperta, e durante artimanzia
era arrivata a liquidare la sua amica per sedersi vicino a Chris.
Lui non
poteva che pensare a quanto la invidiasse, e inconsciamente cercava di trovarle
insulsi difetti, per poi darsi dell’idiota.
In che guaio si stava cacciando?
**************
-Lea! Lo so
che sei qui dentro! Le altre mi hanno detto che non vuoi uscire. CHE DIAVOLO TI
PRENDE?-
Chris era
molto nervoso. Non solo era in netto ritardo perchè
aveva passato decisamente troppo tempo a decidere cosa indossare, per essere
uno che possedeva solo jeans e maglie. No, quando finalmente era sceso nella
sala comune, le altre ragazze del suo anno lo avevano informato che Lea si
rifiutava di scendere, ed era raggomitolata nel suo letto.
-LEA, SE
NON MI APRI GIUR-
Venne
interrotto da una visione che gli fece stringere il cuore: Lea aveva aperto la
porta, e sembrava più piccola e fragile che mai, gli occhi rossi di pianto, i
capelli disastrosi, nonostante fosse all’apparenza vestita e pronta per uscire.
-Ehi.-
Disse Chris, cambiando tono e abbracciando l’amica. –Che ti succede?-
Lei si
sforzò visibilmente di non piangere.
-Non ce la
faccio, Chris. Lui… io combinerò un disastro, lui mi odierà e non vorrà vedermi
mai più. Come tutti gli altri.-
Chris la
abbracciò più stretta.
-Non dire
idiozie, sarai perfetta. Sei perfetta. Ora sbrigati, sistema il trucco e quei
capelli, altrimenti andranno via senza di noi.-
-Credi
davvero che gli piacerò?-
La ragazza
alzò lo sguardò, esitante.
Chris
annuì, convinto.
-Ne sono
certo. E se non dovesse essere così, possiamo sempre vendicarci. Abbiamo amici
nelle cucine, ricordalo sempre.-
Disse,
facendo l’occhiolino.
La ragazza
sorrise, e si asciugò gli occhi.
-Per
fortuna ci sei tu! Sei uno schianto, tra l’altro! Un appuntamento speciale?-
Anche lei
fece l’occhiolino, per poi sparire velocemente nel dormitorio chiudendo la
porta, prima che Chris potesse rispondere.
******************
-Pensavo
non venissi più!-
Darren era
seduto sull’ultimo gradino nell’ingresso maestoso, palesemente nervoso.
Chris
sorrise. – Scusa! Lea ha avuto un’inaspettata crisi e non potevo permettere che
sprecasse un’occasione così importante-
Darren
sorrise di rimando; insieme si voltarono a guardare Lea e Cory che uscivano,
diretti alle carrozze, un certo imbarazzo tra di loro, ma comunque all’apparenza
contenti.
-A quanto
pare non sono il più ritardatario, però.-disse Chris mentre Darren si alzava e anche loro si dirigevano all’aperto.
-Oh, no,
dimenticavo: Chord ha avuto un malore improvviso,
ieri notte, e Madama Chips gli ha vietato di uscire… Harry non se la sentiva di
lasciarlo solo, quindi…- rispose Darren, un’espressione indecifrabile sul viso.
Chris non
sapeva se esultare o mettersi a piangere. Darren sembrava impacciato e
insicuro, anche se cercava di nasconderlo in ogni modo. A Chris non sfuggì.
-Senti,
Dare, se per te… se la cosa ti mette in imbarazzo, lo capisco. Non dobbiamo
andare per forza.-
Per Darren
quelle parole furono come una coltellata.
-Perché dovrebbe?-
disse, fingendo una sicurezza che al momento non aveva, ma non certo per le
ragioni che sospettava l’amico.
-So che le
persone… Bè, tu sei molto popolare, mentre io… -
Darren si fermò,
e con una mano sulla spalla stoppò anche Chris.
-Non
pensarci neanche. Mi dispiace, Colfer, ma a quanto
pare dovrai sopportarmi tuuuuuuuutta la giornata.
Anche dopo che avrò divorato mezza Mielandia. E lo
zucchero mi fa lo stesso effetto che fa ai bambini.-
Chris
sospirò, sollevato, e poi rise leggermente. Si prospettava una lunga giornata.
***************
-No, non
credo ti serva un’altra busta di TuttiGusti+1-
-Ma Chriiiiiiiiiis…-
Chris lo
guardò alzando un sopracciglio.
-Hai già
comprato più dolci di quanti io ne abbia mai mangiati in vita mia. Non ti
permetterò di tornare là dentro.-
Darren lo
stava guardando supplicante, il labbro inferiore piegato in fuori, sbattendo le
ciglia.
-Nah-ah.- disse scuotendo la testa.- Non funzionerà.
Andiamo, mi è venuta sete.-
Darren si
rassegnò, e lo seguì senza dire una parola, lo sguardo basso. Avevano già
visitato la maggior parte dei negozi, e avevano passato decisamente troppo
tempo da Mielandia. La varietà delle cose da vedere
aveva distratto Chris dagli occhi calamitanti dell’amico, ed era riuscito a
restare lucido per tutto il tempo. Quasi.
-Che ne
dici, andiamo a “I tre manici di scopa?”-
Ma non
ricevette nessuna risposta da Grifondoro, che alzò la
testa con fare impettito e continuò a camminare.
-Che ti
prende, ti hanno mozzato la lingua?-
Darren lo
ignorò di nuovo. Frugò nella borsa per estrarre un pezzetto di pergamena ed una
matita. Poi si mise a scrivere.
Chris lo
guardò con occhi sbarrati, incredulo.
-Ma che diamin…-
Si
interruppe quando Darren si voltò e gli poggiò un foglietto sulla mano.
La
calligrafia dell’amico era famigliare, dopo che Chris aveva passato una serata
a sfogliare il suo quaderno.
Si chiama trattamento del silenzio.
Sono offeso perché volevo più caramelle.
Chris non potè trattenere uno sbuffo sarcastico.
-Tu
vorresti imporre il trattamento del silenzio a me? –
Disse,
guardando Darren che, palesemente, stava combattendo per trattenere un sorriso
e mantenere il volto scuro.
Erano
ancora in strada, ma non c’erano molte altre persone in giro, perché a quell’ora
erano tutti rintanati ai “Tre Manici di scopa”.
-Bene, fa
come vuoi. Uhm.. penso che dovrò liberarmi di questo peso, sai? Tutte queste
buste mi stanno uccidendo.. Oh, ma guarda! Ho io quella con i dolci! Scommetto
che nessuno sarebbe dispiaciuto se li
gettassi a terra….-
Aveva preso
la busta e stava per svuotarne il contenuto quando Darren si gettò letteralmente
su di lui per evitarlo, cercando di afferrare la busta.
-Questo è
giocare sporco, Chris!-
Disse,
finalmente liberando la risata che stava trattenendo. Chris alzò il braccio
cercando di impedire all’amico di prendere i dolci.
Darren
prese allora a fargli il solletico ai fianchi. Mentre Chris si divincolava e
cercava di respirare tra le risate, Darren colse l’occasione per impadronirsi
della busta e fare una piccola danza della vittoria.
Chris si
fermò a riprendere fiato, per poi dire
-Tsk. Principiante! Non sei riuscito a restare zitto per più
di cinque minuti!-
Darren rise
mentre ingurgitava una quantità incredibile di qualche caramella non meglio
identificata.
-E’
difficile con te.-
Per un
attimo, restarono fermi a guardarsi. Chris era appoggiato al muro, e Darren era
esattamente davanti a lui. Qualche ricciolo scuro gli ricadeva sulla fronte, e
aveva uno sguardo indecifrabile ma deciso. Qualcosa in quello sguardo terrorizzava
Chris, perché era come un invito, come se Darren stesse tentando di stabilire
quanto in là potevano spingersi.
Il momento
fu spezzato da un gruppo di vecchi maghi che uscirono dal negozio più vicino.
Darren
offrì la mano a Chris.
-Vieni.
Conosco un posto più tranquillo-
**************
Nella mente
di Chris era in corso una battaglia senza precedenti. Mentre seguiva l’amico
per una strada poco frequentata e poi verso un sentiero un po’ nascosto,
tentava di capire cosa stesse succedendo. Darren mandava segnali strani che
Chris non poteva che ignorare, se non voleva finire per impazzire.Il suo buon senso gli diceva di far finta che
tutto fosse perfettamente normale, mentre c’era una piccola vocina che
insisteva che magari, per una volta, qualcosa sarebbe andato per il verso
giusto.
Si
trovarono su un versante della collina sulla quale era costruita la città, in
cui non c’erano case ma solo diversi alberi, e una vista spettacolare. Era un
posto nascosto dalla strada, e solo conoscendolo era possibile arrivarci. Chris
immaginò fosse una sorta di belvedere, visto che c’erano diverse panchine.
Darren si
sedette e invitò Chris a fare lo stesso. Gli offrì la sua busta di dolci, e
insieme presero a mangiare.
-Sai- disse
il Grifondoro, tra un boccone e l’altro – Sono
davvero contento di aver dimenticato il mio quaderno in biblioteca-
Chris si
sentì arrossire ed evitò di guardare l’amico.
-E io sono
contento di averlo trovato-
Disse con
voce appena udibile.
-Bleahh… che orrore, ho sempre odiato i cavoletti di bruxelles!-
Darren
emise un suono disgustato e sputò la caramella lontano. Risero insieme, e Chris
si voltò a guardarlo.
-Ecco che
ti succede a mangiare tutti quei dolci! Diventerai tanto pesante che la scopa
non riuscirà a sollevarti!-
Darren,
fintamente indignato, si portò una mano al petto, abbandonando i dolci sulla
panchina.
-Stavo per
offrirti la più buona cioccorana che sia mai stata
creata ma penso proprio che la mangerò io!-
Disse, e
per enfatizzare il tutto, aprì l’unico pacchetto che aveva in mano. Non appena
ebbe abbastanza spazio, però, la rana spiccò un salto ed atterrò in una pozza
di fango.
-Pare che
la rana non abbia voglia di farsi mangiare da te.-
Darren
incrociò le braccia e si girò davanti.
-Umpf. Forse dovrei ricominciare con il trattamento del
silenzio.-
Per tutta
risposta, sentì qualcosa fargli il solletico. Si voltò verso Chris, che stava
usando una piuma di zucchero per sfiorargli il collo.
-Vuoi la
guerra allora, Colfer?- disse senza trattenere un
grosso sorriso. Pescò nella busta e ne estrasse uno scarafaggio a grappolo (perché
diamine lo aveva comprato?). Chris lo guardò intimorito, e Darren con uno
scatto spalmò l’orribile dolciume lungo tutte le parti del viso dell’amico che
riusciva a raggiungere.
Ridacchiando,
si allontanò per osservare la sua opera, mentre Chris era ancora troppo
incredulo per reagire.
In un
attimo, l’atmosfera mutò, e sembrò tornare quella che era in strada. I loro
sguardi sembravano incatenati, anche se quello di Darren continuava a scendere
pericolosamente verso le labbra di Chris.
Chris stava
trattenendo il respiro, incapace di altro se non fissare intensamente quegli
occhi ambrati che, per quanto fosse patetico, sembravano davvero avere qualcosa
di magico.
Darren
avvicinò piano la mano al viso di Chris, e prese a pulire delicatamente lo
sporco che lui stesso aveva causato.
Nel gesto,
il ragazzo si avvicinò sempre più, lo sguardo deciso e allo stesso tempo
titubante, le dita delicate sulla pelle di Chris, ma capaci di scatenare
brividi lungo la sua spina dorsale.
Chris
chiuse gli occhi, e un attimo dopo le labbra di Darren erano sulle sue,
leggermente umide e morbide, un tocco lieve e allo stesso tempo intenso.
Chris era
paralizzato dall’emozione, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, dei passi
e delle voci riecheggiarono dietro di loro. Darren si allontanò immediatamente
(e Chris notò che era decisamente arrossito) ed entrambi si voltarono. Nessuno
però giunse fin lì. Ma ormai il momento era andato, ed entrambi volevano
evitare di parlarne a tutti i costi.
Non sapendo
cosa fare, Chris prese a raccogliere le varie buste.
Darren fece
lo stesso.
-Dovremmo
tornare al castello. E’ tardi.-
Chris
annuì, chiedendosi per quanto tempo avrebbero finto che nulla fosse
successo.
Non so
nemmeno da dove iniziare a ringraziarvi! Scrivere questa storia si sta
dimostrando un’esperienza unica e lo devo in gran parte al vostro supporto! In
questo capitolo e nel prossimo potrebbe esserci un tantino di angst, ma non preoccupatevi troppo;)Buona lettura!
“You don’t need a spell to charm me”
Quinto capitolo
Se non
fosse stato terribilmente confuso e leggermente irritato, Chris avrebbe
probabilmente trovato divertente il tutto.
Non appena,
infatti, si diressero di nuovo verso la strada, senza osare guardarsi negli occhi
ed entrambi, Chris sospettò, in preda ad un potente conflitto interiore, si
trovarono davanti Lea e Cory.
La ragazza
impiegò poco meno di una frazione di secondo a capire che c’era qualcosa di strano.
Il suo straordinario intuito e il fatto che, anche se a volte stentava a
dimostrarlo, teneva davvero molto al suo migliore amico, la portarono a
lasciare (ok, con un po’ di riluttanza) il braccio del tassorosso
al suo fianco, al quale era praticamente ancorata, per andare incontro ai due
ragazzi.
-Chris!
Ehi, tutto bene? Noi stavamo tornando a scuola, vi va di andare insieme?-
Per una
volta, Chris fu profondamente grato del fiume di parole pronunciate dalla sua
amica. Si limitò ad annuire, e vide con la coda dell’occhio Darren fare lo
stesso.
Fatte le
dovute presentazioni con Cory, che era confuso ma, per fortuna, non
eccessivamente irritato dal fatto di avere compagnia per il viaggio di ritorno,
si diressero verso la scuola, con Lea ora aggrappata al braccio di Chris, e
Darren e Cory appena dietro di loro, in un silenzio a dir poco imbarazzante.
Lea
continuava a fare commenti sul tempo, sui negozi, cercando di scacciare la
tensione, visibilmente preoccupata. I suoi tentativi però fallirono miseramente
e tutti dovettero rassegnarsi a passare un quarto d’ora decisamente
indimenticabile.
**********
Non appena
entrarono nella Sala comune, dopo aver salutato Darren e Cory (Lea si era
spinta fino a baciare lievemente sulla guancia il tassorosso,
che era sembrato notevolmente sorpreso ma compiaciuto), Chris si accorse che
Lea lo stava fissando. Non solo, quando si diresse verso la scala che conduceva
al dormitorio, realizzò che la sua amica lo stava seguendo.
-Non
credere di comportarti come se fossi stato colpito da un gorgosprizzo
e farla franca, Colfer-
Sentì lo
sguardo pungente su di sé, nonostante Lea fosse dietro di lui. Sconsolato, si
voltò.
-Grazie,per prima. Ora, se non ti dispiace, farò
finta di non averti sentito e andrò a gettarmi sul mio letto per riflettere sul
significato della vita.-
Chris
riprese a salire le scale, ma, ovviamente, Lea non avrebbe rinunciato tanto
facilmente.
-Avete
litigato? Ha detto qualcosa di offensivo? Eravate così strani! Perché eravate soli?
Dì la verità, avevo ragione, non è così?-
Senza
degnare la ragazza di una risposta, Chris alzò gli occhi al cielo.
Perché si,
dannazione, per una volta, Lea aveva
avuto ragione.
****************
-Non so
cosa sia successo. Era così quando è tornato, non ha detto una parola ed è
restato seduto vicino alla finestra per tutta la sera.-
Dianna, Chord e
Harry osservarono preoccupati Darren, che non solo li aveva ignorati
completamente per tutta la serata, ma ora era ancora più strano del solito, e
se ne stava sul suo letto a scrivere freneticamente sul suo quaderno.
-Forse
dovremmo lasciarlo in pace, e domani ci racconterà tutto.-
Disse la
ragazza, senza riuscire a nascondere un certo scetticismo.
-Sicuro che
non abbia bevuto? Voglio dire, questo comportamento è troppo strano anche per
lui!-
Chord era seriamente preoccupato:
solitamente Darren, seppure esuberante e instancabile, non mostrava mai così
chiaramente le sue emozioni.
-Se gli è
successo qualcosa di irreparabile, mi sentirò in colpa per il resto della mia
vita.-
Alla frase
di Chord, i tre si guardarono, abbassando velocemente
lo sguardo.
*********
Chris non
riusciva a dormire.
Ogni sforzo
era stato inutile: per smettere di pensare, avevainiziato a recitare a mente tutti gli
incantesimi che aveva imparato negli anni, ma non era servito a molto.
Inevitabilmente,
si ritrovava seduto su una panchina, in un angolo deserto di Hogsmeade, insieme a Darren.
Solo che,
nei suoi pensieri (pensieri che assolutamente stava cercando di bloccare e
mandare via perché, tante grazie, la cosa era già abbastanza complicata senza
che vi si aggiungessero fantasie che l’avrebbero fatto arrossire ancor di più
di fronte al Grifondoro) nessun rumore arrivava ad
interromperli.
Tra le
mille domande che ronzarono nella sua testa, stranamente, una delle più
ricorrenti era se Darren si sarebbe fermato ugualmente, una volta realizzato
che stava baciando un suo amico. Un suo amico maschio.
Perché, di
certo, Chris lo sapeva, ora, lui gli avrebbe permesso di andare avanti. Per
quanto l’idea lo irritasse, l’avrebbe fatto.
La cosa
peggiore fu però che, nonostante la sua parte razionale tentasse di ricordargli
che non doveva assolutamente farlo, Chris continuò a far crescere e crescere il
senso di colpa che già da tempo era annidato dentro di lui.
Per
fortuna, il giorno successivo non ci sarebbero state lezioni, perché in quelle
condizioni di certo non si sarebbe riuscito a prendere sonno.
*************
La mattina
dopo, Chris non si stupì quando, aprendo gli occhi, la prima cosa che vide fu
Lea.
La sera
prima era riuscito miracolosamente a liberarsi di lei, ma ora negli occhi della
ragazza c’era una strana luce. Una luce indicava determinazione. E pericolo. Soprattutto
pericolo.
-Buongiorno.-
Disse,
sedendosi sul letto vicino a Chris.
-Oh, ti
prego, Lea! Ho dormito poco più di tre ore e non sono dell’umore giusto per parl-
-Umpf. Non sono quiper estorcerti una confessione, rilassati. Anche se ci terrei a farti
notare che sarebbe estremamente scorretto da parte tua non rendere partecipe la
tua migliore amica dei tuoi sentimenti. A tale proposito, farò finta che tu me
l’abbia chiesto, e ti dirò che il mio appuntamento di ieri è stato magnifico,
che credo di poter piacere a Cory e che stamattina a colazione mi ha salutata
da lontano e sorriso. Il che ci riporta all’argomento centrale. Perché non eri
a colazione?-
Stordito
dalla raffica di parole, e convinto che i fatti parlassero chiaro, Chris fece
per rigirarsi nel letto. Una mano sorprendentemente forte per appartenere ad
una ragazza così piccola, lo riportò seduto.
-Ahh, ok.- disse scocciato, guardandosi intorno .–Dove sono tutti? Li hai ricattati di nuovo?-
-No, non ce
n’è stato bisogno. Sono tutti scesi da un pezzo.-
-Bene. Vediamo
di sbrigare questa cosa molto molto velocemente. Cosa vuoi sapere?-
Gli occhi
della ragazza si illuminarono di incredulità, di fronte a tanta fortuna.
-Davvero mi
dirai cos’è successo??-
-Mi sembra
una domanda inutile visto che ti ho già chiesto cosa volessi sapere.-
-Umpf, lascia perdere. Allora, perché tu e Darren eravate
così strani? Avete litigato?-
-No.- disse
Chris abbassando lo sguardo.
-Ehi,
Chris, qualunque cosa sia, puoi dirmela. Non prometto niente riguardo la mia
eventuale reazione, ma giuro che sarò sempre dalla tua parte.-
Chris non
riuscì a trattenere un sorriso alle parole dell’amica, che furono anche la
principale causa del borbottio che seguì
-Mi ha
baciato-
Lea
spalancò gli occhi (più di quanto Chris credeva fosse umanamente possibile) per
poi sorridere e mettersi a girdare
-DAVVERO???
Lo sapevo! Lo sapevo!- il tutto sotto un poco impressionato Chris, già pentito
di aver aperto bocca.
All’improvviso,
fu come se un pensiero l’avesse colpita. Si fermò, e guardò Chris, seria.
-Questo non
spiega il vostro comportamento. Ma di certo ora capisco perché una certa persona ha voluta darmi una certa cosa a colazione…-
Così
dicendo, Lea tirò fuori dalla tasca un pezzo di pergamena che Chris afferrò
immediatamente.
-Quando
avevi intenzione di darmelo?!?-
Disse,
visibilmente irritato.
La ragazza
lo ignorò.
-Uhm, non
stai cercando di leggere cosa c’è scritto. Immagino quindi che tu lo abbia già
fatto.-
Un lieve
rossore che sembrava decisamente causato dalla colpevolezza imporporò le guance
della ragazza.
Chris,
mi dispiace se ieri sono stato
strano dopo che… bè, hai capito. Credo che dovremmo parlare, che dici di
incontrarci a mezzogiorno nell’aula del giornale?Darren
Confuso e
leggermente scosso, Chris poggiò il biglietto sul comodino. Nel farlo, con la
coda dell’occhio vide la sveglia che ogni mattina gli permetteva di arrivare a
lezione in orario.
-Lea!
Mancano dieci minuti a mezzogiorno! Perché diamine non mi hai svegliato prima?-
-Considerala
una vendetta per non avermi raccontato tutto ieri sera.-disse con voce soddisfatta.
-Ne deduco
che ci andrai?- e non era forse una punta di speranza quella che Chris colse
nel suo tono?
Per tutta
risposta, il ragazzo si alzò e corse verso il bagno. Non prima di urlare:
-Ricordami
ancora perché sono tuo amico!-
*************
Mentre si
preparava e scendeva le scale, Chris pensò che c’erano davvero infinite
possibilità riguardo quanto avrebbe potuto dire Darren. Quelle che preferiva
non pensare li vedevano allontanarsi per sempre, senza nessuna spiegazione. Ma
le più pericolose erano quelle in cui metteva un po’ di speranza, e che sapeva
non sarebbero state vere, ma non riusciva a scacciare dalla mente.
Preso dai
suoi ragionamenti, si accorse all’ultimo momento di aver preso una strada sbagliata, ed essere
sceso di un piano di troppo. Da lì, la strada più veloce per arrivare nell’aula
era una scorciatoia dietro un arazzo che Chris aveva scoperto con orgoglio al
secondo anno, e usato il più spesso possibile da allora.
Nonostante
avesse passato l’ultimo quarto d’ora ad immaginare scenari tanto improbabili da
risultare utopici, Chris non fu pronto a quanto di trovò davanti una volta
scostato l’arazzo.
La prima
cosa che colpì i suoi sensi fu l’intenso rumore del respiro che il suo cervello
associò subito alla figura indistinta di corpi aggrovigliati spinti contro il
muro.
Figura
indistinta che divenne un po’ più chiara una volta che Chris capì che i capelli
biondi appartenevano a Dianna. Solo allora notò i
capelli neri, e,incredulo, tornò
indietro correndo.
**************
Quando
arrivò nell’aula, entrò senza esitazione.
All’interno
non c’era nessuno, e Chris, ancora affaticato per la corsa fatta, si sedette su
un banco, tentando di riprendere fiato.
Nella sua
mente, era in corso probabilmente la più grande controversia mai vista. Ai
dubbi portati dal giorno prima se ne aggiunsero improvvisamente molti, molti
altri.
Il corso
dei suoi pensieri venne interrotto quando anche Darren entrò nella stanza, ed
anche lui, stando all’evidenza, aveva corso fin lì.
-Chris… Oh,
grazie al cielo, pensavo che non vedendomi saresti andato via, scusa se ho
fatto tardi, ma…-
Chris
scosse la testa.
-Non… non
preoccuparti, sono appena arrivato anch’io.-
Darren si
avvicinò, i capelli leggermente fuori posto, lo sguardo basso e visibilmente
imbarazzato.
-Mi
dispiace. Mi dispiace davvero per come mi sono comportato ieri, e so che non c’è
nessuna giustificazione possibile, spero solo che tu capisca che ci tengo a te
e non volevo rovinare tutto, anche se probabilmente l’ho fatto…-
Chris non
rispose, semplicemente guardò impassibile il ragazzo che si faceva sempre più
vicino.
-Io… non
posso farci niente, quando ti vedo, e passo del tempo con te…. E’ come se non
capissi più nulla, e ho tanta, tanta voglia di lasciarmi guidare dal mio istinto,
anche se so che non dovrei… Anche adesso….-
Chris si
rese improvvisamente conto di quanto vicino fosse Darren. Le mani del ragazzo
si posarono ai lati delle sue gambe, intrappolandolo.
Immobile,
Chris vide Darren sporgersi finchè non fu vicino al
suo orecchio.
-Dio,
quanto vorrei baciarti…-
Chris si
sarebbe chiesto spesso quale esatta ed inspiegabile reazione nel suo cervello l’avesse
portato a dire quanto aveva detto in risposta a quelle parole, perché con ogni
probabilità ogni altro essere vivente avrebbe reagito gettandosi su Darren senza
pensarci due volte.
No, non
Chris. Tutto quello che fece fu dire, più velocemente del normale:
-Ho appena
visto Dianna baciare il tuo amico Mike dietro un
arazzo.-
*************
Rispetto a
cinque minuti prima, la situazione nella stanza era molto, molto diversa.
Chris era
ancora seduto sul banco, ma non riusciva a staccare gli occhi da un’interessantissima
macchia sul pavimento.
Darren,
alle parole del corvonero, si era allontanato
bruscamente, e ora, poggiato al muro, si passava una mano sul volto.
-Quando…
quando li hai visti?-
Chris si
chiese per l’ennesima volta cosa ci fosse di tanto sbagliato in lui. Altro che lepricani: era capacissimo di trasformare l’oro in aria
senza neanche sforzarsi.
-Mentre
venivo qui.-
Darren prese
a camminare per la stanza. Curiosamente, non sembrava eccessivamente sconvolto,
ma preoccupato.
-Darren,
che succede? Mi dispiace avertelo detto così, ma la reazione usuale non
dovrebbe essere, uhm, tipo… rabbia?-
Darren si
fermò, lo guardò intensamente, e sospirò.
-Chris.-
Chris
alzòlo sguardo, e si decise a fissarlo
negli occhi ambrati del grifondoro.
-Si, dovrei
essere arrabbiato. E lo sono, in un certo senso, ma solo con me stesso…-
Confuso,
Chris disse –Che intendi?-
-So di
loro. L’ho sempre saputo. Anzi, ad essere sinceri, sono io che li ho spinti ad
uscire insieme la prima volta. E io li ho presentati. –
Sempre più
confuso, Chris si alzò asedere.
-Io…
diamine, è tutto così complicato! Io non sto con Dianna.
Harry sta con lei. E loro mi aiutano a nascondere il fatto che….che non mi
interessino le ragazze-
Chris non
era mai stato picchiato, da nessuno, in vita sua. Ma in quel momento fu certo
che quelle parole sortirono lo stesso effetto di uno schiaffo. Un brutto
schiaffo.
Darren si
accorse del cambiamento nella sua espressione, divenuta all’improvviso dura, e
fece per avvicinarsi
-Questo
vorrebbe dire che da quando ci siamo conosciuti, nonostante tutto quello che ti
ho detto, hai continuato a prendermi in giro?-
Chris
iniziò ad alzare la voce. All’improvviso, tutti i pensieri che si erano
combattuti come serpenti in lui dalla sera prima divennero un unico, grande
proposito: sfogare la rabbia che iniziò a sentire sempre più feroce, rabbia
legata in gran parte alle azioni del ragazzo davanti a lui, ma soprattutto agli
anni di sofferenze che aveva dovuto affrontare.
-E non
solo. Ieri mi hai baciato, per poi non rivolgermi la parola. E oggi avresti
fatto lo stesso se io non ti avessi fermato. Il tutto senza una parola di
spiegazione!-
Fu il turno
di Darren di abbassare lo sguardo. Chris poteva facilmente leggere la sua
espressione, e vi vedeva dispiacere, ma anche vergogna.
Incapace di
resistere oltre senza scoppiare a piangere, e ancora troppo basito per poter
processare tutte le informazioni acquisite nell’ultima ora, Chris uscì con
decisione dall’aula, senza voltarsi a guardare Darren.
-Chris!Aspetta!-
Ma, dopo
averlo seguito fuori dalla stanza, Darren decise che sarebbe stato meglio
lasciarlo andare.
Non so davvero più come ringraziarvi! Mi limiterò a dire che
probabilmente dopo questo capitolo mi odierete… ma prometto che dal prossimo le
cose torneranno ad essere più allegre!!!
Buona lettura!
“You don’t
need a spell to charm me”
Capitolosesto
Quando Jonathan Groff era stato
sorpreso a baciare un suo compagno di squadra negli spogliatoi, per diverse
settimane ad Hogwarts non si era parlato d’altro.
Nessuno avrebbe mai sospettato che l’attraente Corvonero,
sogno di metà delle ragazze e fidanzato da anni con una certa Heather Morris, serpeverde di rara
bellezza, in realtà portasse avanti una relazione duratura e stabile con il suo
portiere.
Chris, che a quel tempo frequentava il suo secondo anno, non
ne era rimasto troppo stupito: Lea era la migliore amica di Jonathan, e non era
mai stata famosa per la sua capacità di mantenere i segreti.
Lo “scandalo” aveva colpito Jonathan durante il suo sesto
anno, ma da quel momento in poi aveva deciso di essere se stesso e vivere la
sua relazione di fronte agli occhi di tutti. Decisione che, purtroppo, gli
aveva fruttato più di un occhio nero, e insulti a non finire.
Chris l’aveva sempre ammirato profondamente, ma il portiere
aveva finito per stancarsi dei continui attacchi da parte degli altri studenti,
e aveva lasciato la scuola.
Jonathan era così rimasto solo, e passava la maggior parte
del suo tempo con Lea. Da quella storia, Chris aveva imparato che avrebbe
dovuto saper aspettare: pur considerando utopistica l’eventualità di scoprire
un interesse verso di lui in uno dei suoi compagni di scuola, non avrebbe mai
ceduto. Le storie d’amore potevano aspettare fino alla fine del suo settimo
anno.
********
Negli ultimi giorni, Chris aveva ripensato spesso a quanto
si era ripromesso durante il suo secondo anno. Aveva trascorso la maggior parte
del suo tempo a rimuginare, passando da uno stato d’animo all’altro, uscendo
dal dormitorio solo per le lezioni e per mangiare.
Aveva evitato Darren facendo finta di non vederlo. Il Grifondoro non si era mostrato propenso ad iniziare un
contatto, non quando Chris si aggirava con sguardo fiero, quasi a sfidarlo.
Il primo giorno era stato il peggiore: Chris aveva chiuso le
tende intorno al suo letto, e aveva pianto per ore. Quando Lea era salita a
chiedergli cosa fosse accaduto, l’aveva mandata via bruscamente. Era pieno,
ribollente di rabbia: aveva persino preso a pugni il suo cuscino.
Poi aveva cominciato a riflettere, e il principio di un
piccolo sentimento aveva iniziato a farsi strada dentro di lui. Era ancora
molto, molto arrabbiato con Darren, ma tutta questa situazione, forse, aveva i
suoi lati positivi: un ragazzo meraviglioso si era praticamente dichiarato a
lui, un ragazzo per il quale era certo di provare qualcosa di profondo.
Era principalmente per questo che si ritrovò, in un
pomeriggio eccessivamente freddo per la stagione, seduto nella stessa stanza
nella quale qualche giorno prima aveva parlato con Darren per l’ultima volta.
Però ora non stava aspettando lui, bensì Lea.
Una volta scoperto com’erano andate le cose tra loro (e
Chris dovette ricredersi sulla determinazione della sua migliore amica, perché ce
l’aveva messa tutta per poter capire cosa fosse andato storto) Lea aveva
acconsentito a lasciarlo in pace per un po’, ma solo dopo che Chris le aveva
promesso che si sarebbero incontrati per discutere di una cosa importante quel
pomeriggio.
Ovviamente, all’inizio Chris non si era fidato: sembrava
troppo simile ad uno dei soliti inganni della ragazza. Ma lei aveva giurato che
questa volta sarebbe stato diverso.
Chris stava distrattamente giocherellando con la sua
bacchetta, quando dei passi lo portarono ad alzare la testa.
-Scusa… sono in anticipo. Posso entrare?-
Stupito, Chris annuì, mentre una Dianna
insolitamente insicura camminava verso di lui per poi prendere posto in una
panca lì vicino.
Chris stava per chiedere spiegazioni, quando anche Lea entrò
nella stanza. C’era qualcosa di strano, e non riusciva a capire cosa fosse.
**********
-Ti prego, promettimi che non ti arrabbierai e che
continuerai a parlarmi dopo che ti avrò spiegato tutto.-
Le due ragazze si erano sedute di fronte a Chris, che era
leggermente irritato e confuso dagli eventi.
Dianna continuava a fissare un
punto imprecisato fuori dalla finestra, mentre lea gli aveva preso una mano, e
lo guardava implorante.
-Non posso prometterti nulla del genere. Dimmi che accidenti
sta succedendo e cosa ci facciamo qui.-
Avrebbe voluto dire Cosa
ci fa lei qui, ma tentò di trasmettere quella parte del messaggio con lo
sguardo.
Lea lasciò la sua mano, per poi guardarsi attorno a disagio.
-C’è qualcosa che io e Dianna
dovremmo dirti. E non penso che ti piacerà-
Entrambe lo guardarono. Che fosse successo qualcosa a Darren?
Quel pensiero si rifletté probabilmente sul suo volto, perché
Dianna si affrettò a dire –Non preoccuparti, Darren sta
bene-
Chris allora si incupì, irritato dal fatto che fosse così
semplice capire cosa stesse pensando.
-Ascolta, Chris. Lea mi ha detto che sei arrabbiato. E
sicuramente ti starai chiedendo perché io mi trovi qui.-
Dianna sospirò, senza smettere di
guardarlo negli occhi.
-So cos’è successo nelle ultime settimane. Praticamente
tutto. Io e Lea…-
Ma venne interrotta dalla ragazza bruna, che tornò a
prendere la mano di Chris.
-Ho iniziato a conoscere meglio Dianna
all’inizio dell’anno, quando passavo la maggior parte del tempo in biblioteca
per stare al passo con le lezioni.-
Chris ricordava bene quel periodo: vedeva Lea solo a pranzo
e a cena, e poi la ragazza spariva con una montagna di libri. Lui non si era
mai unito a lei perché sapeva bene quanto fosse difficile cercare di
concentrarsi su una qualsiasi materia con Lea accanto.
-Siamo diventate molto amiche. E inevitabilmente abbiamo
iniziato a parlare delle nostre vite.-
A quelle parole, un’idea improvvisa fulminò Chris.
-Tu lo sapevi.-
Le due ragazze abbassarono gli occhi, mostrandosi entrambe
colpevoli.
-Si, Lea sapeva di me e Harry. Ma prima di arrivare alla
parte difficile, Chris, vorrei dirti una cosa.-
Chris la invitò con lo sguardo a continuare.
-Immagino che tu sia arrabbiato, adesso, e ti capisco.
Probabilmente lo sarei anch’io. Conosco Darren da una vita, e quando siamo
arrivati a scuola, eravamo ancora troppo piccoli per capire che la nostra
amicizia potesse essere fraintesa. L’ho sempre amato come un fratello, e ho
sempre saputo che le ragazze non gli interessavano. Ma qui tutti pensavano che
stessimo insieme.-
Si fermò, per guardare Lea, che annuì incoraggiante.
-Quando tutti hanno scoperto di Jonathan Groff,
Darren si è spaventato. Aveva paura che gli altri avrebbero iniziato ad
insultare anche lui, o peggio. Allora abbiamo deciso che non avremmo detto
niente. Tutti pensavano che stessimo insieme, e noi non avremmo dato loro motivo
di pensare il contrario.-
Chris non sapeva esattamente come dovesse sentirsi al
riguardo. Pensieri contrastanti lo invasero, uno su tutti: anche lui aveva avuto
paura, ma nessuno era corso ad aiutarlo.
-Darren è un ragazzo fantastico. Non farebbe mai del male a
nessuno, tanto meno a qualcuno a cui tiene. Per questo da qualche giorno non è
più lo stesso: sa di averti ferito, e la cosa lo uccide.—
Chris si sforzò di trattenere le lacrime, e guardò a terra.
-E’ tutto?-
Disse, incapace di nascondere una certa asprezza nel suo
tono.
Lea scosse la testa.
-Oddio, so che mi odierai ma… quando abbiamo iniziato a
parlare dei nostri amici, inevitabilmente abbiamo iniziato ad accorgerci di
quanto tu e Darren sareste stati perfetti insieme, e allora…-
La ragazza sembrò farsi piccola piccola,
e Dianna corse in suo soccorso.
-Sono stata io. Ho lasciato io il quaderno di Darren in
biblioteca, in bella vista sul tavolo di fronte al tuo. Volevamo che lo
trovassi e che vi conosceste.-
Chris non potè credere alle sue
orecchie. Si accorse di avere un’espressione probabilmente assai stupida in
volto, mentre alternava sguardi increduli all’una e all’altra ragazza.
-Chris, so che è stato sbagliato e che non avremmo dovuto
intrometterci in quel modo nelle vostre vite, ma le nostre intenzioni erano
buone! Era per questo che continuavo ad incoraggiarti, non potevo dirti tutto
ma volevo che non perdessi le speranze.-
Profondamente scosso, Chris si alzò in piedi, continuando a
guardarle, per poi dirigersi verso la porta.
-Chris, aspetta.-
La voce di Dianna lo fermò.
-Siamo state delle stupide e ti chiedo di pensarci su e
provare a perdonarci, ma c’è una cosa che non puoi negare: avevamo ragione, tu
e Darren siete davvero perfetti l’uno per l’altro. E lui non c’entra niente con
questa storia.-
Chris si girò nuovamente verso la porta, pronto ad andare
via davvero.
-E’ al campo da Quidditch, adesso.
Non fa che allenarsi ultimamente.-
Chris non rispose, ma uscì velocemente.
Dannazione, Dianna aveva un dono
per capire cosa stesse pensando!
****************
Darren era seduto sugli spalti da diverse ore. All’inizio
aveva provato a fare un giro con la scopa, ma poi non si era sentito meglio.
Affatto.
Da giorni non riusciva a pensare ad altro che non fosse il
volto incredulo di Chris, la sua rabbia, le parole scontrose che gli aveva
rivolto. E ogni volta che lo vedeva ignorarlo, una parte di lui sembrava
abbandonarlo per sempre.
Così, si era rassegnato a starsene lì seduto, sotto una
pioggerellina di cui a stento si era accorto, la testa tra le mani.
Aveva sbagliato tutto. Avrebbe dovuto confessare tutto a
Chris da subito, e ora sarebbero stati probabilmente insieme, al caldo e
felici.
E Chris non avrebbe pianto.
Perché Darren sapeva che aveva passato almeno una giornata
intera a piangere. Quando Dianna e Lea lo avevano
costretto ad ascoltarle, il giorno prima, e gli avevano raccontato tutto, all’inizio
era stato preso dall’ira. Ma Dianna sapeva come
calmarlo: lo conosceva troppo bene, e continuando a parlargli era riuscita a riportarlo
alla ragione. Darren era ancora molto irritato per il modo in cui avevano
giocato con i loro sentimenti, ma non poteva negare di essere grato che lo
avessero fatto. Così, aveva promesso che le avrebbe perdonate se avessero detto
tutta la verità anche a Chris.
Chris, che probabilmente ora lo odiava ancor più di prima.
Sconsolato, Darren si passò una mano sul volto.
-Problemi di cuore, frocio?-
*********
Chris non si era diretto immediatamente al campo da Quidditch, anche se avrebbe voluto farlo.
Si era ritrovato a vagare su e giù per i corridoi della
scuola, indeciso su quale sarebbe stata la sua prossima mossa.
Era ancora arrabbiato con Darren perché non gli aveva detto
nulla. Ma le parole di Dianna avevano addolcito la
sua collera, e rinvigorito il sentimento che tentava ancora, inutilmente, di
combattere.
Era arrabbiato anche con le due ragazze; ma una vocina nella
sua coscienza gli aveva suggerito che anche lui e Darren avevano fatto in modo
che Cory e Lea uscissero insieme. Era tanto diverso da quanto avevano combinato
le due amiche?
Si sentiva confuso e intontito:le gambe iniziavano a fargli male perché aveva
salito e sceso troppe scale, e anche la testa gli pulsava per il troppo
pensare.
Entrò in uno dei passaggi segreti che conosceva bene e
rimase lì, appoggiato contro il muro .
Nella sua vita poche persone erano state importanti. Poche l’avevano
davvero apprezzato così com’era.
Darren si era dimostrato una di quelle persone fin dalla
prima volta in cui avevano parlato.
Forse non era stato del tutto sincero, ma aveva sempre
cercato di essere per Chris quell’amico che il corvonero
non aveva mai creduto di poter trovare.
E in quel momento di totale confusione e di dolore, era l’unica
persona da cui Chris avrebbe voluto farsi consolare.
Con decisione, si avviò verso il parco.
************
Darren non riusciva a credere a quanto stesse accadendo. All’improvviso,
si era ritrovato tre ragazzi addosso, che lo colpivano incessantemente. Tra le
fitte di dolore e di incredulità, aveva captato alcune delle frasi.
-Così impari ad andartene in giro a baciare altri ragazzi!-,
aveva detto uno di loro, prima si sferrargli un pugno dritto allo stomaco. L’impatto
era stato tale da scaraventarlo a terra. Colpì il suolo violentemente, ma
subito delle braccia orribilmente forti lo riportarono su, per colpirlo con più
facilità.
-La prossima volta ci penserai prima di metterti ad amoreggiare
nel bel mezzo di Hogsmeade!- , e poi un calcio,
forte, contro il suo ginocchio.
Un altro ragazzo gli afferrò i capelli e gli spinse indietro
la testa. Cercò di raggiungere la sua bacchetta, ma non ci riuscì perché gli
presero il braccio e glielo torsero.
-E se un bambino vi avesse visti? Eh?-
Uno schiaffo si abbatté sul suo volto, mentre non riusciva
più a trattenere le lacrime.
Allo schiaffo seguì un pugno.
-Ohhh, piange, come la femminuccia
che è!-
Un altro pugno, e cadde a terra di nuovo, e nessuno lo
riprese questa volta. Presero a tirare calci freneticamente, e gli sembrò che
uno di loro stesse sputando nella sua direzione.
-Feccia! Ecco quello che siete tu e tutti quelli come te!-
Un calciò lo colpì al gomito, e gli parve di perdere i
sensi.
Per un attimo pensò che non si sarebbero mai fermati, che lo
avrebbero ucciso. Che nessuno se ne sarebbe accorto prima del prossimo
allenamento, o che forse i suoi amici sarebbero usciti fuori a cercarlo.
Ma soprattutto, pensò che era grato, immensamente grato, che
i tre ragazzi, che ora stavano scagliando anche qualche incantesimo nella sua
direzione, perché all’improvviso il suo braccio aveva preso a sanguinare,
avessero trovato lui.
Finchè continuavano a tormentarlo,
Chris era salvo.
**************
All’inizio, lo colpirono gli strani rumori.
Dalle parole di Dianna, Chris
aveva creduto che Darren fosse solo.
Invece, sentiva delle voci indistinte, voci non familiari ma
che stranamente gli fecero venire i brividi.
Poi sentì, distinto, un grido soffocato di dolore.
Fu allora che iniziò a correre.
**************
La prima cosa che vide fu Darren, a terra, i capelli
abbassati dalla pioggia.
Intorno a lui, c’erano tre dei ragazzi che Chris di solito
evitava a tutti i costi. Uno di loro continuava a dare calci alla figura
accasciata a terra.
Senza pensare, Chris afferrò la bacchetta.
-Stupeficium!-
La sua voce riecheggiò intorno, uno dei ragazzi, il più
grosso, cadde a terra colpito dall’incantesimo; gli altri si voltarono a
guardare ma prima che potessero fare altro, Chris aveva colpito anche loro.
Corse verso Darren, ancora a terra.
Si rese conto che stava piangendo, o forse era la pioggia
che gli rigava il volto.
Si gettò poco elegantemente accanto al ragazzo, e tentò di
tirarlo su.
Darren era perso, e spaventato, e quando si tuffò negli
occhi azzurri di Chris sembrò quasi rinascere.
Lo abbracciò stretto, nascondendo il volto nell’incavo della
spalla dell’amico.
Era scosso dai singhiozzi, e Chris prese ad accarezzargli
lentamente la schiena.
-Shhhh… calmo, ci sono io. Non
possono più farti del male.-
Quando Darren smise di tremare, si sollevò appena. La pioggia
era più forte.
-Mi dispiace.-
Disse, quasi un sussurro.
Chris sollevò una mano per portarla sul volto dell’amico. Lo
strinse a sé di nuovo, e non riuscì a trattenersi dal posare un lieve bacio
sulla tempia di Darren.
Quando il suo gesto non provocò alcuna reazione, si accorse
che Darren aveva perso conoscenza.
Salve!!
So che avevo promesso un capitolo più allegro, ma forse devo avvertirvi che le
cose non si sistemeranno proprio subito… Credo che manchino pochi altri
capitoli alla fine. Grazie ancora a chiunque abbia letto o recensito, vi sono
immensamente grata! Buona lettura =)
“You don’t need a spell to charm me”
Capitolosettimo
Chris non
riusciva a stare fermo.
Era seduto
su una panca appena fuori dall’infermeria, ma continuava a tormentarsi le mani.
Sulla sua manica destra campeggiava una larga macchia di sangue, sempre più
scura.
Ancora non
riusciva a credere a quanto era accaduto.
Per
fortuna, una volta lasciato a fatica il campo da Quidditch
(perché trasportare Darren a peso morto si era rivelata un’impresa non esattamente
semplice: più tardi aveva realizzato che avrebbe potuto usare un incantesimo,
ma sul momento la sua mente non aveva proprio collaborato) si era ritrovato
davanti Chord e Harry. I due ragazzi, preoccupati dal
fatto che Darren stesse continuando ad allenarsi anche sotto la pioggia, l’avevano
raggiunto per cercare di convincerlo a cenare con loro.
Una volta
fatte le dovute spiegazioni, anche se con la voce spezzata dalla rabbia e dall’incredulità,
insieme avevano condotto l’amico in infermeria, ma solo dopo aver impedito a
tutti i costi a Chord di tornare indietro per
vedersela con i tre bulli.
L’infermiera
Meys era stata chiara: nessuno sarebbe potuto entrare
in infermeria finchè non avesse esaminato i danni
riportati dal ragazzo.
Così,
mentre Chord ed Harry erano andati alla ricerca del
vicepreside per spiegare tutto, Chris si era ritrovato abbandonato a se stesso,
rincuorato solo dal fatto che, a giudicare dai gemiti di dolore che ogni tanto
udiva, Darren aveva almeno ripreso i sensi.
-Chris!
Chris, come stai?-
La voce di
Lea lo destò dai suoi pensieri. La ragazza correva verso di lui, visibilmente
preoccupata.
-Oh mio
dio, quello è sangue! Che è successo? Dov’è Darren? Harry e Chrod
non hanno voluto spiegarmi nulla, mi hanno solo detto di correre in infermeria…-
Incapace di
trattenersi, Chris scoppiò a piangere.
Immediatamente,
Lea si sedette accanto a lui e lo prese tra le sue braccia.
-Sono..
sono stati loro, i soliti… non credevo che sarebbero arrivati a tanto… L’hanno
picchiato finchè non ha perso i sensi…E’ tutta colpa
mia…-
-Non è
vero!- Lea lo prese per le spalle, per poterlo guardare negli occhi.
-Chris,
qualunque cosa sia successa, a meno che
non sia stato tu a picchiare Darren,
e non mi risulta sia così, non è assolutamente colpa tua!-
Chris non
rispose, le lacrime che continuavano a scendere silenziosamente sul suo viso. Lea
lo riportò prepotentemente tra le sue braccia, una mano ad accarezzarlo e l’altra
a spostare delicatamente i capelli dal volto dell’amico.
In quel
momento, dei passi concitati annunciarono l’arrivo di Dianna.
-Dov’è?
Come sta? Oddio Chris! Stai bene?-
Dianna era stata già informata da Chord e Harry, e spiegò tutto anche a Lea, mentre Chris
continuava a piangere senza poter smettere.
-Come hanno
potuto fare una cosa simile? Per fortuna li hai fermati, Chris-
Disse la
ragazza, mettendosi a sedere anche lei vicino ai due amici.
****************
Il
professor O’Malleyirruppe sulla scena quando Dianna era andata a
procurarsi una bevanda calda per Chris, e Lea cercava di convincerlo a lasciarle
ripulire la sua divisa.
Con fare
deciso, il professore di Difesa contro le arti oscure si avvicinò fino a
torreggiare sui due corvonero.
-MrColfer, mi è stato detto che
forse lei avrebbe una spiegazione per l’alunno che è stato trasportato in
infermeria in stato di incoscienza e per i tre che sono stati ritrovati nel
campo di Quidditch, svenuti?-
Chris si
diede un contegno (per fortuna aveva smesso di piangere da un po’), e si alzò
in piedi.
-Quando
sono arrivato al campo da Quidditch, professore, quei
tre ragazzi stavano picchiando il mio amico, che si trovava a terra e incapace
di reagire. Li ho colpiti con degli Stupeficium per
fermarli. Non so perché abbiano iniziato a litigare, ma se non avessi fatto
qualcosa avevo paura che l’avrebbero ucciso.-
Il professore
lo fissò con uno sguardo indecifrabile.
-Hai fatto
la cosa giusta, ragazzo. Mi dispiace, e mi assicurerò che le loro azioni non
restino impunite. Ora devo entrare a parlare con il signor Criss.-
Quando il
professore aprì la porta, Chris cercò disperatamente di vedere dallo spiraglio
se riusciva ad intercettare Darren, ma fu del tutto inutile. Abbassò la testa,
deluso, e sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla.
Si voltò
per trovarsi di fronte Harry, che lo strinse in un abbraccio. Chord, accanto a loro, sembrava ancora livido dalla rabbia.
-Mi
dispiace che tu abbia dovuto trovarlo così.-
Gli disse
piano il ragazzo, per poi lasciarlo andare. Chris tornò a sedere sulla panca,
sempre più nervoso al passare di ogni istante.
Dianna tornò con in mano una tazza di
qualcosa di fumante.
-Spero che
ti piaccia l’infuso di succo di Zucca, Chris. Ha delle ottime proprietà
calmanti, ti farà bene.-
Chord percorreva a grandi passi il
corridoio, avanti e indietro.
-Gliela
farò pagare. Fosse l’ultima cosa che faccio, gliela farò pagare.-
-Chord, non possiamo fare niente. Se ci vendichiamo,
finiremo solo nei guai, e non sarà servito a molto!-
Protestò
debolmente Dianna.
-Tu non hai
visto in che stato lo hanno ridotto. Meriterebbero di finire ad Azkaban!-
Chris non
disse nulla, ma non poteva essere più d’accordo. Fosse stato per lui, avrebbe
ridotto quei tre mostri a pezzettini solo con le sue mani. Aveva un groppo in
gola ogni volta che l’immagine di Darren, a terra,perso e insanguinato gli balenava davanti
agli occhi, e avrebbe fatto di tutto per far provare la stessa sensazione a
quelli che l’avevano ridotto così.
-Non è
nostro compito decidere cosa meriterebbero. Anche io sarei ben felice di non
vederli mai più, ma mi fido del preside e sono certa che farà qualcosa al
riguardo.-
Lea annuì,
per poi voltarsi verso Chris.
-Chris? Che
ne dici se torniamo in dormitorio, e provi a dormire un po’?Sei stato seduto su questa panca per più di
tre ore, e non sembra che ci siano novità. Avresti bisogno di riposare.-
Chris si
limitò a rivolgerle uno sguardo glaciale.
-Non ho
intenzione di allontanarmi da questa porta neanche di un metro finché non avrò
visto che Darren sta bene.-
Lea si alzò
in piedi per mettersi davanti a lui.
-Chris,
dovremmo già essere tutti nei nostri dormitori. Non credo che ti lasceranno
entrare prima di domani, e se ci scoprono finiremo tutti nei guai.-
Quelle
parole le costarono sguardi di disapprovazione da parte di Chris e Chord, ma Dianna venne in suo
aiuto.
-Lea ha
ragione, dovremmo tutti andare a dormire, e domani possiamo tornare qui appena
svegli. Stare ad aspettare non farà che innervosirci.-
-Io resterò
qui insieme a Chris. Voi andate pure.-
Mike non si
pronunciò, ma prese anche lui a camminare avanti e indietro.
In quel
momento, la porta si aprì.
Il
professor O’Malley la chiuse velocemente dietro di sé,
per poi passare in rassegna la situazione con lo sguardo. Evidentemente, il
dolore dei ragazzi era tangibile, perché il suo tono era diverso dal solito,
molto più delicato e amichevole, quando disse:
-Ragazzi,
farò finta di niente, ma dovreste tutti trovarvi nei vostri letti. Su, andate!-
Lea, Dianna e Mike fecero per ascoltare le parole del
professore, ma Chris si alzò.
-Come sta?
Posso vederlo?-
Il
professore lo guardò con compassione.
-Sta bene.
La signorina Meys è riuscita a contenere i danni, e
si riprenderà completamente. E’ molto spaventato, e ha dovuto bere una pozione
che lo aiutasse a dormire. Mi dispiace, ma forse è il caso che lo vediate
domani.-
-Mi dispiace, professore, ma non andrò da
nessuna parte prima di averlo visto.-
Il
professore inarcò le sopracciglia, sorpreso dal tono del ragazzo. Chris era
sempre stato estremamente educato e non aveva mai avuto da ridire sulle regole,
né mai ne aveva infranta una.
Fu proprio
l’eccezionalità della cosa a far capire al professore quanto fosse importante
per il ragazzo.
-Ok. Faremo
un’eccezione, ma non posso far entrare più di una persona. Però deve essere
veloce, e non deve assolutamente svegliarlo.-
Chris annuì
convinto, il volto risoluto. Si girò verso gli altri per accertarsi che fossero
tutti d’accordo che fosse lui ad entrare. Per tutta risposta, vide quattro
cenni affermativi.
***************
Chris tentò
di fare meno rumore possibile nel chiudere la porta.
L’infermeria
era pervasa da una luce offuscata, e tutti i letti disposti su due file lungo
le pareti erano vuoti, fatta eccezione per l’ultimo, il più vicino all’ufficio
della signorina Meys.
Chris
camminò piano, le mani quasi tremanti per il nervosismo, e una strana
sensazione alla bocca dello stomaco.
La
signorina Meys era curva sul letto di Darren, e stava
sistemandogli la medicazione sul braccio.
A Chris si
strinse improvvisamente il cuore.
Darren stava
dormendo, con un’espressione pacifica in volto. Lo stesso volto che era
leggermente gonfio da un lato, e che presentava diverse ferite sulle quali era stato applicato abbondantemente quello che
Chris immaginò fosse Dittamo. C’era una fasciatura intorno alla sua testa, ed
un’altra intorno al braccio che l’infermiera stava maneggiando.
-Chris! Non
ti avevo sentito entrare!-
L’infermiera
era sempre stata molto gentile con lui, e vista la sua abitudine di rompersi
qualche osso molto spesso, con gli anni avevano preso confidenza.
-Mi scusi,
non volevo spaventarla. Come sta?-
La donna si
voltò a guardarlo.
-Meglio. Ha
delle ferite, non molto profonde, tranne quella al braccio che non vuole
proprio smettere di sanguinare. Penso si tratti di una qualche maledizione. Poi
credo che abbia sbattuto la testa cadendo, e la schiena. Ha molti lividi.- L’espressione
dell’infermiera si intenerì.–Tu come
stai, Chris?-
Per tutta
risposta, Chris scoppiò di nuovo a piangere.
Si asciugò
le lacrime con la manica della divisa, e poi si avvicinò al letto. Con molta,
molta cautela, posò la mano sul volto di Darren, per accarezzarlo piano.
Quando alzò
gli occhi, ancora offuscati, vide che l’infermiera lo guardava sorridendo
lievemente.
-Forse
anche tu avresti bisogno della pozione per dormire. Vado a prendertene un po’.-
Chris
annuì, e quando rimase solo nella stanza con Darren, si sedette sulla sedia
vicino al letto.
Senza pensare
molto a cosa significasse, strinse la mano inerme del ragazzo nella sua. Si
calmò quando sentì il battito di Darren sotto le sue dita, e alzò la mano per
posare un bacio sulle nocche del grifondoro.
In quel
momento la signorina Meys tornò nella stanza, e porse
a Chris una tazza dall’odore disgustoso. Chris la ingoiò velocemente.
-Ora
dovresti andare. La pozione farà effetto molto presto, e devi trovarti nel tuo
letto, quando accadrà. –
Chris annuì
di nuovo, e si sporse, seppure lievemente imbarazzato, per accarezzare ancora
una volta il volto di Darren. –A domani- mormorò, pur sapendo che non avrebbe
sentito.
*************
Il mattino
dopo,Darren si svegliò con un terribile
mal di testa.
Perpochi istanti, si chiese perché avesse dolori
diversi lungo tutto il corpo, e perché diamine
si trovasse in una stanza che decisamente
non era il suo dormitorio.
Poi gli
avvenimenti del pomeriggio gli balenarono in mente come una scossa elettrica, e
allo stesso tempo una forte fitta al braccio lo fece gemere di dolore.
La
signorina Meys fu al suo fianco in meno di un
secondo.
-Buognirono, signor Criss.-
Darren si
sforzò di aprire gli occhi, e rispose con un grugnito, il massimo che riuscì ad
ottenere al momento.
-Ho bisogno
che beva quelle due pozioni, poi, se vuole, l’accompagnerò fino alla porta del
bagno.-
Darren annuì,
facendo una breve rassegna del suo corpo. Sentiva la parte sinistra del volto pulsare dolorosamente, e il braccio era
del tutto intorpidito poiché era stato immobile per tutta la notte. Nel punto
in cui c’era il taglio, coperto dall’essenza di Dittamo (che, Darren pensò, era
decisamente disgustoso a vedersi) sentiva un bruciore fortissimo. Aveva dei
graffi sulle mani, e su tutto il resto del corpo c’erano lividi e altre piccole
ferite. Per non parlare della fitta lancinante al petto che lo colsì quando tentò di mettersi a sedere.
-Piano,
piano. Ecco, bevi tutto.-
Darren fece
quanto detto. Le pozioni erano disgustose.
-Qualcuno è
stato qui?- chiese, sottintendendo chiaramente chi quel qualcuno fosse.
L’infermiera
gli riservò uno sguardo complice.
-Si, è
stato qui ieri sera.-
Darren aggrottò
le sopracciglia. Davvero Chris lo aveva visto in quello stato? Sconsolato, si
lasciò aiutare finchè non fu in piedi.
-Credo che
oggi tornerà, così come i tuoi amici. Posso farli entrare?-
Darren annuì.
Non sarebbe affatto stato facile.
***********
Chris si
svegliò all’improvviso, con la sensazione di aver dormito per secoli.
Si rese
conto di essere in estremo ritardo per le lezioni, e che quindi non sarebbe
potuto passare a salutare Darren, quella mattina.
Quando
finalmente scese in sala Grande, Lea lo stava aspettando, mentre spalmava
marmellata su un toast.
-Buongiorno-
Disse con
un sorriso contrito, così inusuale da parte sua, che Chris si sentì subito
peggio.
Si sedette
e cercò di mandare giù qualcosa, ma tutto aveva lo stesso sapore, e si ritrovò
ben presto a fissare il piatto senza muoversi.
-Chris,
devi mangiare qualcosa. Forza.-
Lo
incoraggiò l’amica, ma lui la ignorò semplicemente.
Controllando
l’orario, si accorsero di essere in ritardo per Incantesimi.
-Andiamo.
Ma a pranzo dovrai mangiare, me ne occuperò personalmente.-
Disse Lea
prima di spingerlo fuori dalla sala Grande.
***************
Le lezioni
sembrarono infinite.
Chris si
ritrovò a pensare a Darren continuamente. Non aiutò molto il fatto che la
notizia dell’attacco sembrava essersi diffusa, e ovunque andasse le persone
bisbigliavano, indicandolo e parlando concitatamente tra loro.
Alla fine,
si ritrovò con un bel mal di testa. Prima di recarsi in infermeria, dovette
sopportare il pranzo, durante il quale Lea non fece altro che fissarlo per far
sì che mangiasse. Però, poi, fu molto gentile: l’accompagnò nelle cucine, perché
Chris voleva procurarsi un po’ della torta di mele che Darren adorava.
Fu così che
si fermò davanti alla porta dell’infermeria, indeciso su cosa fare. Sentiva
delle voci provenire all’interno, e probabilmente si trattava di Chord, Harry e Dianna. Percorse
il corridoio avanti e indietro, la torta ben impacchettata nelle sue mani, insieme
ad un pacchetto di “Tutti i gusti+1” che era riuscito miracolosamente ad
ottenere.
Stava per
decidersi ad entrare, quando la porta si aprì.
-Oh, Chris,
mi hai spaventato! Stavo giusto chiedendomi come mai non fossi ancora arrivato-
disse la signorina Meys, facendogli l’occhiolino.
Chris
arrossì e tentò di sorridere.
-Entra
pure. Io stavo giusto andando alle serre per fare rifornimenti!-
E detto
ciò, si allontanò verso le scale.
Chris si
fece coraggio, prese un bel respiro ed entrò.
************
Darren si
accorse subito che c’era qualcun altro nella stanza.
Stava
cercando di non ridere troppo ad una battuta di Chord,
perché, a quanto sembrava, ridere era una faccenda alquanto dolorosa nelle sue
condizioni, ,ma si bloccò, guardando Chris avanzare verso il suo letto.
Tutti gli
altri si voltarono una volta vista la sua strana reazione.
-Ciao
Chris! Ti stavamo aspettando!- Disse gioviale Dianna,
lasciando libera la sedia che stava occupando (la più vicina a Darren) per
andare a sedersi in braccio a Harry.
Chris annuì
imbarazzato, e rimase in piedi accanto al letto, sentendosi un idiota.
Darren lo
guardò, e poi con la mano lo invitò a sedersi.
-Ti… ti ho
portato questi.-
Disse il corvonero poggiando la torta e le caramelle sul comodino.
Darren sorrise,
seppure leggermente in imbarazzo.
-Grazie,
Chris. Non dovevi.-
Restarono a
guardarsi per qualche secondo, entrambi leggermente a disagio ma incapaci di
voltarsi altrove.
Dianna si schiarì la gola.
-Ahem… non avevate l’allenamento, voi due?-
Disse,
rivolgendosi al suo ragazzo e all’amico.
-Allenamento?
Ma mancano due ore! Possiamo restare ancora un po’!- Darren capì cos intendeva
fare Dianna, e rise tra sé dell’ingenuità di Chord.
La ragazza,
per tutta risposta, sferrò al biondo un calcio non troppo discreto, che tutti
notarono, mentre Harry lo guardò alzando le sopracciglia.
-Ohhh… si, giusto, l’allenamento! Ehm, mi dispiace, Darren,
ma dovremmo proprio andare!-
Chris non
era mai arrossito così tanto. Darren però sembrava improvvisamente molto serio,
e non rise neanche quando, nell’avvicinarsi per salutarlo, Harry gli sussurrò
in un orecchio –Ricordati che sei conciato male! State attenti!-
****************
Non appena
rimasero soli, furono preda del più imbarazzante silenzio di sempre.
Chris
continuava a fissarsi le scarpe, mentre Darren, l’espressione più seria che
Chris gli avesse mai visto in volto, scrutava fuori dalla finestra.
-Ti… ti
senti meglio?-
Darren annuì.
-Grazie,
Chris. Davvero. Se tu non fossi arrivato, probabilmente mi avrebbero ucciso.-
-Non ho
fatto nulla. Mi… mi dispiace, Dare. Mi dispiace moltissimo.-
Una lacrima
solitaria prese a solcargli il volto, e Chris maledisse i suoi improvvisi
attacchi di pianto degli ultimi due giorni.
Darren vide
la lacrima, e si sporse lievemente per asciugarla con un dito.
-Ehi, ehi,
non fare così. Va tutto bene adesso. Sto bene, e quei tizi la pagheranno.-
Chris cercò
il coraggio per parlare.
-Ma non
sembri te stesso. Non ti ho mai visto così, e questa cosa… mi uccide.-
L’espressione
di Darren era indecifrabile, ma Chris potè giurare
che i suoi occhi sembrarono inumidirsi appena.
-Ho bisogno
di parlarti.- disse semplicemente il moro, allontanando la mano dal volto di
Chris, e riportando lo sguardo verso la finestra.
-Anch’io.
Era per questo che ieri ero venuto a cercarti.-
Darren annuì,
ma non sembrò dare peso alle parole dell’amico. Senza guardarlo negli occhi,
prese a parlare a voce più bassa del solito, e in un tono talmente triste che
Chris si sentì morire dentro.
-Mi
dispiace per il mio comportamento, Chris. Sono stato un idiota e non potrò mai
scusarmi abbastanza. Non so che idea tu ti sia fatto ma la verità….-
Darren si
fermò, e prese un respiro. Le lacrime cominciarono davvero a scendere anche sul
suo volto.
Chris non
riusciva a far altro che fissarlo, incapace di prevedere le prossime parole, ma
sicuro che non sarebbero state nulla di buono.
Darren si
schiarì la voce.
-…la verità
è che ero confuso, e non credo di provare nulla per te in quel senso. So di averti fatto credere il contrario e mi dispiace,
davvero. Maho avuto modo di riflettere,
e forse sarebbe meglio se non ci vedessimo per un po’.-
Chris non
si era mai sentito così in tutta la sua vita. Fu come se qualcuno gli avesse sottratto
l’aria dai polmoni. Fu peggio di ogni
insulto e ogni spintone che aveva sopportato negli anni. Si sentiva ovattato,
percepiva chiaramente il suo sangue pulsare nelle orecchie, e Darren non era
ancora riuscito a guardarlo in viso.
Senza dire
una parola, si alzò, le mani strette a pugno, tremante, mentre vedeva il
ragazzo di fronte a sé piangere silenziosamente, ed era talmente combattuto tra
il desiderio di abbracciarlo e quello di prenderlo a schiaffi che pensò che all’improvviso
sarebbe scoppiato.
Invece, si
limito a dire, piano, ma con tono deciso.
-So cosa
stai facendo.-
Darren non
rispose, né diede segno di reagire al fatto che Chris prese a camminare verso
la porta. Solo appena prima che vi giungesse, lo sentì dire, piano:
-Cosa
volevi dirmi, ieri?- tra un singhiozzo e l’altro.
-Che mi
stavo innamorando di te.-
Chris aprì
la porta e la sbattè forte, e, prima di correre via, snetì che Darren stava piangendo senza più trattenersi.
Ok, piccola
nota: non l’ho mai fatto, ma forse in questo caso è necessario. Questo capitolo
è particolare e un po’ strano. So che diversi di voi si aspettavano una
riconciliazione fluffosa (e ho pensato di scriverla,
per poi cambiare idea) e mi dispiace se qualcuno dovesse rimanerci male, spero
solo che vogliate continuare a seguire la storia, perché, GIURO, le cose si
sistemeranno.
Altro
piccolo appunto: mi rendo conto che quando parlo di personaggi minori o di cui
comunque non conosco moltissimo la storia personale e il carattere (JaymaMeys e Mike O’Malley in questo capitolo, per esempio) i loro personaggi
sono influenzati anche da quelli che interpretano in glee.
Mi dispiace, ed è una cosa che personalmente odio nelle RPF, però cerco di
evitarla in tutti i modi con Chris e Darren, E’ che mi è molto più difficile
con gli altri, spero possiate perdonarmi.
Scrivere
questa nota è sempre più difficile! Allora, ne approfitto come sempre per
ringraziare ciascuno di voi, che continuate a supportarmi e a stimolarmi ad
andare avanti. Questo capitolo è leggermente più lungo dei precedenti….Buona lettura!
“You don’t need a spell to charm me”
CapitoloOttavo
Chris non
si era reso conto di quanto tempo fosse occupato da Darren nella sua vita, finchè quel tempo non gli venne sottratto.
Capitava
mentre era in biblioteca e si imbatteva in una assurda nozione di storia della
magia che Darren avrebbe di certo trovato divertente, ma non aveva nessuno con
cui condividerla;o ancora quando un
pensiero improvviso lo colpiva durante una lezione, e Darren ne avrebbe
discusso con lui per ore. Infine, se Darren non avesse smesso di parlare con
lui di punto in bianco, ora Chris avrebbe avuto qualcuno con cui sopportare la
cronaca non stop della relazione nascente tra Lea e Cory.
All’inizio
Lea era stata sensibile: Chris aveva passato una settimana terribile, per lo
più chiuso nel dormitorio, rifiutandosi di spiegare quanto fosse accaduto. Lea
l’aveva stretto mentre piangeva, aveva ascoltato i suoi sfoghi di rabbia
seppure non avessero molto senso alle sue orecchie, aveva addirittura tentato
due o tre gite nelle cucine per recuperare qualcuno dei piatti preferiti di
Chris.
Quando però
il ragazzo iniziò a sentirsi meglio, capì che la sua migliore amica fremeva
dalla voglia di raccontare qualcosa. Non passò molto tempo, prima che l’occasione
giusta si presentasse.
-Ho deciso,
basta. Da oggi in poi lascerò perdere i ragazzi per sempre. Mi hanno solo
procurato dispiaceri fino ad ora. Dovresti farlo anche tu.-
Chris era
in uno dei rari momenti in cui l’eccesso di zuccheri (e burrobirra)
nel suo sangue diminuivano di un bel po’ il filtro che di solito connetteva il
suo cervello alla bocca.
-In realtà,
Chris, da quel punto di vista sono…felice.-
Già, perché
come Chris aveva appreso nelle due ore successive, Cory aveva avvicinato Lea
per chiederle cosa fosse successo , l’aveva invitata a fare una passeggiata nel
parco, e le aveva tenuto la mano per tutto il tempo. Si erano anche scambiati un bacio a fior di
labbra che aveva dato materiale su cui speculare a Lea per almeno quarantacinque
minuti.
Da quell’infausto
pomeriggio, Lea passava tutto il tempo con lo sguardo perso, o a scarabocchiare
sbilenche L+C su qualsiasi superficie si trovasse davanti. Non che avesse
dimenticato i problemidi Chris, ma
anche lui stava seriamente cercando di smettere di pensare a quanto sentisse la
mancanza di un certo grifondoro.
Stava
appunto sbuffando per la frustrazione, seduto al suo solito posto in
biblioteca, quando sentì qualcuno schiarirsi la voce dietro di lui.
Inutile
negare che le sue speranze raggiunsero vette altissime, per poi accasciarsi al
suolo quando si trovò davanti Chord.
-Chris,
scusa se ti disturbo. Potresti… potremmo parlare un attimo, fuori?-
Dal giorno
in cui Darren gli aveva gentilmente fatto notare che sarebbe stato meglio
smettere di vedersi, e tante grazie, Chris
non aveva più parlato neanche con i suoi amici. Certo, ogni tanto si erano incrociati
nei corridoi, e loro l’avevano sempre salutato con strane espressioni in viso,
espressioni che si sarebbero potute definire di empatia. Però nulla di più: per
questo la presenza del biondino e la sua domanda resero Chris non poco curioso.
-Certo.-
disse, per poi seguire Chord verso il corridoio.
-Senti, so
che le cose sono molto complicate anche se Darren non vuole dirci tutto. Ma io…
io voglio vendicarmi di quei mostri, e so che tu sei l’unico che potrebbe
volermi aiutare.-
Chris
rimase sinceramente stupito: non tanto dalle parole del ragazzo, ma quanto dal
fatto che erano molto, molto vere. Nonostante tutto, aveva ancora voglia di
dare una lezione ai tre bulli, che se l’erano cavata con qualche punto
sottratto e una punizione per ciascuno.
Annuì per
mostrare il suo interesse, squadrando l’altro con fare indagatorio.
-Che cosa
avevi in mente?-
*****************
-Darren, è
tutto inutile. Dannazione, tu stesso mi hai fatto guardare Spiderman almeno tre
volte. Il tuo piano non è affatto misterioso come credi.-
Harry e Darren
erano seduti sulle poltrone nella sala comune, che era quasi vuota poiché in
molti avevano approfittato della bella giornata.
-Non è un
piano. E’ semplicemente una decisione che ho preso, e vorrei che tu la
rispettassi.-
Darren non
aveva trascorso più di tre giorni in infermeria; una volta rimessosi
completamente, almeno per quanto riguardava il suo fisico, i suoi amici l’avevano
scortato in dormitorio, camminando come una falange di battaglia per evitargli
sguardi indagatori e domande inappropriate da parte degli altri studenti.
Ma il Darren
che era tornato nella torre non era lo stesso che l’aveva lasciata, e tutti se
ne accorsero ben presto. Il moro passava tutto il tempo con i suoi amici, in
silenzio, a contemplare il vuoto, e Harry di notte l’aveva sentito piangere
almeno due volte.
-Io la
rispetto, ma ti fa soffrire, lo vedono tutti. E non fa soffrire solo te.-
-Meglio
questa sofferenza passeggera, che danni irreparabili. Sto cercando di fare la
cosa giusta.-
Anche il
tono del grifondoro era apatico: era come se stesse
ripetendo ancora una volta parole che aveva già detto a se stesso per
convincersi di non stare commettendo un errore.
In quel
momento, il ritratto nella parete si aprì per far entrare Dianna,
splendente come al solito, di ritorno dalla biblioteca. La ragazza si diresse
verso di loro, salutando il suo fidanzato (che nondoveva più nascondere) con un lieve bacio
sulle labbra.
-Allora,
che fate di bello?-
-Harry non
vuole farsi gli affari suoi.-
Sia Dianna che Harry guardarono Darren con sguardi di
rimprovero. Lui non sembrò farci caso; semplicemente, sospirò pesantemente, per
poi stendersi e coprirsi il viso con una mano.
-Noi siamo
solo preoccupati per te, Dare.-
Disse la
ragazza, addolcendo il suo tono.
Darren tornò
a sedere. –Si. Lo so.- disse a mezza voce, per poi fissare lo sguardo sul
pavimento. –Hai.. hai visto Lea?-
-Si, ho
passato tutto il pomeriggio con lei, ma visto che dubito che tu me lo stia
chiedendo per informarti sulla storia tra lei e Cory, sappi che non ti dirò
quello che vuoi sapere.-
Darren imprecò
a bassa voce.
-Per
favore, Dianna. Non l’ho più visto da almeno una
settimana, e so che sono stato io a dirgli di evitarmi, ma pensavo che avrei
continuato a incrociarlo almeno a pranzo o…-
-Non sta
molto meglio di quanto stia tu, Dare. E di certo non mi stupisce. Se fossi al
posto suo…-
-Si, lo so,
se fossi al posto suo mi avresti già fatto a pezzi e dato in pasto a un Ungaro
Spianto. E’ stato abbastanza chiaro la terza volta che me lo hai detto.-
Grugnì Darren,
guardando la ragazza con fare oltraggiato.
-Sono solo
preoccupato per lui. Per quanto possa sembrarvi assurdo, sto facendo tutto
questo solo perché ci tengo molto, a lui.-
Detto
questo, il ragazzo si alzò per dirigersi verso il dormitorio, ma venne bloccato
da una figura determinata proprio prima che il suo piede toccasse il primo
scalino.
-Darren. Ho
saputo che stai meglio.-
Naya stava usando di nuovo il suo tono
calcolatore da capitano della squadra.
-Mi aspetto
che tu faccia un allenamento straordinario questa settimana, e domenica sarai
in perfetta forma per la partita.-
Già, Darren
aveva completamente dimenticato la partita. Grifondoro
contro Serpeverde, giusto un bel modo per vendicarsi
dei ragazzi che lo avevano assalito.
***************
Chris si
stupì di quanto il piano di Chord fosse perfetto: non
che avesse mai dubitato delle capacità del ragazzo, ma mai aveva sospettato che
tali doti di stratega si nascondessero dietro i muscoli e il sorriso dacapogiro.
Certo, il
piano comprendeva il dover infrangere almeno due o tre regole, ma questo lo redneva solo più eccitante. E Chris aveva davvero bisogno
di distrarsi, almeno per un po’.
Per sua
fortuna, conosceva diversi Serpeverde molto bene, che
sapeva l’avrebbero aiutato volentieri. Più volte i suoi amici si erano
lamentati di dover essere etichettati per il comportamento inaccettabile di
pochi: Chris era certo che anche loro avrebbero voluto dargli una lezione.
Fu così che
la mattina seguente, una volta terminata la lezione di Difesa contro le arti
oscure, ai avvicinò a Kevin e Jenna.
Kevin, un
ragazzo solare che aveva sempre adorato Chris, lo saluto con un abbraccio.
-Ehi,
amico! Ho saputo di quello che è successo.. . era un tuo amico, giusto? Mi
dispiace così tanto!-
Jenna
annuì, e accarezzò la spalla di Chris in segno di conforto.
-Si, è
stata un’esperienza traumatica… e avrei bisogno di chiedervi un favore in
proposito.-
I due
ragazzi ascoltarono attentamente mentre Chris spiegava loro il piano nei minimi
dettagli.
-Quindi…
vorreste impedire loro di partecipare alla partita?-
-E chiuderli
in una stanza piena di mollicci?-
Chris tentò
di resistere di fronte allo scetticismo dei suoi amici, maannuì.
-Si, per
questo lo sto dicendo a voi. Quello che hanno fatto non dovrebbe avere
ripercussioni sull’intera squadra… Jenna, tu sei il capitano, puoi trovare dei
rimpiazzi e non dire niente?-
La ragazza
sembrava incerta.
-Posso
farlo, Chris, perché anch’io credo che meritino una lezione. Però, credo che
questo sia….-
***********
-…il piano
più assurdo che io abbia mai sentito! Ma dico, hai sbattuto la testa per caso?-
Chord sapeva che non sarebbe stata una
buona idea raccontare i dettagli del piano a Harry, ma in che altro modo
avrebbe potuto convincerlo ad andare a caccia di mollicci con lui?
-E Chris
che ti ha dato retta! Questa cosa deve fermarsi subito, prima che vi scappi
dalle mani! Come pensavate esattamente di convincerli a seguirvi in una
stanza?-
Harry non
era solo stupito, era decisamente isterico.
-Con… un
incantesimo?-
Borbottò Chord. Improvvisamente, si stava accorgendo che il suo
piano aveva più di una falla.
Il suo
amico si alzò all’improvviso, diretto verso l’uscita.
-Dove stai
andando?-
-Devo
fermare Chris, prima che faccia qualche stupidaggine.-
**********
-Quindi mi
ha chiesto se mi piacerebbe andare insieme alla partita, domenica! Non è un
tesoro?-
Chris
davvero non ne poteva più delle parole della sua migliore amica, ma annuì
fingendo interesse.
Per
fortuna, vennero interrotti quando Harry si avvicinò al loro tavolo.
-Chris,
devo parlarti—
Disse con
urgenza, e Chris non aspettò neanche un secondo prima di seguirlo fuori dalla
sala grande.
-Chord mi ha detto del piano, e dovete lasciar perdere. E’
troppo rischioso, e non ne vale la pena.-
Chris sentì
la rabbia montare piano dentro di lui. Era stufo delle persone che gli dicevano
cosa dovesse fare. Strinse le mani a pugno.
-Invece ne
vale la pena. Quei bastardi non hanno pagato affatto per quello che hanno
fatto.-
Harry capì
che la situazione era più delicata del previsto.
Si
avvicinò, e fece per poggiare una mano sulla spalla di Chris, che però si
sottrasse prontamente al contatto.
-Tu non sai…
nessuno sa quanto sia difficile per me stare qui e guardare quei mostri
comportarsi come se nulla fosse. Io li ho
visti, Harry. Li ho visti mentre… mentre lo prendevano a calci, ridendo e
insultandolo. Mentre lui era steso in una pozza del suo stesso sangue.-
Harry si
irrigidì mentre il viso di Chris iniziava a rigarsi di lacrime. La voce del Corvonero rimaneva inquietantemente calma.
-Non ho
potuto fare niente, niente di quanto avrei voluto. Avrei potuto usare un Crucio
senza pentirmene. Avrei voluto prendergli a pugni fino a cancellare i ghigni di
scherno dalle loro facce. E invece ho solo potuto stringere Darren mentre era
tanto spaventato da tremare. E adesso
lui non vuole neanche vedermi, quindi ho pensato che sarebbe stato dannatamente facile tenere la mente
occupata con uno stupido piano per vendicarmi. –
Chris restò
immobile, le lacrime ancora copiosesul
suo viso, mentre le mani si serravano in pugni sempre più stretti.Harry era rimasto senza parole.
Nessuno di
loro si accorse della figura che li aveva ascoltati nascosta dietro le ampolle
contenenti i punti delle case. La figura che ora si stava sforzando di
trattenere le lacrime.
**********
La mattina
della partita, Darren si svegliò con un gruppo in gola. Negli ultimi giorni non
era riuscito a dormire, e i suoi sogni erano popolati dai ragazzi che lo
avevano attaccato, e da Chris.
Si
svegliava spaventato e accaldato, a volte con il volto rigato di lacrime. Una
volta era stato Chord a scuoterlo finché non era
tornato alla realtà, perché era stato spaventato dalle urla dell’amico.
Il problema
era che sognava quei ragazzi mentre attaccavano Chris, non lui. E non poteva
fare niente per fermarli mentre lo colpivano e lui gridava il suo nome in cerca
d’aiuto.
La partita
imminente non era di alcun aiuto: di certo non si sentiva in forma, e prendere
il boccino sarebbe stato più difficile che mai. Con riluttanza, si preparò e
scese a colazione insieme a Harry, Chord e Dianna.
I due
ragazzi non la smettevano di discutere sottovoce a proposito di qualcosa che
volevano tenere nascosto, e Darren pensò che probabilmente aveva a che fare con
il piano per il quale aveva sentito discutere Harry e Chris.
Dianna si affiancò a lui, aggrappandosi al
suo braccio. Si sporse appena per posare un lieve bacio sulla sua guancia.
Darren sorrise
appena.
-Mi
manchi.- disse piano la ragazza, appoggiando la testa sulla sua spalla. –Devi permettere
a te stesso di essere felice, Dare.-
Darren non
rispose, ma semplicemente strinse la mano dell’amica.
-Ho troppa
paura, Di.-
*****************
Chris, Lea
e Cory presero posto sugli spalti. I due piccioncini non la smettevano di
scambiarsi sguardi adoranti tutto il tempo, e Chris aveva un principio di
nausea fin dal mattino presto. Per fortuna, Amber li individuò tra la folla, e
si diresse verso di loro.
-Ciao
ragazzi! Posso sedermi con voi?-
Chris annuì
vigorosamente, facendo posto accanto a lui. Lea e Cory distolsero l’attenzione
l’uno dall’altro giusto il tempo necessario a non apparire maleducati. Amber e
Chris si scambiarono uno sguardo d’intesa.
La ragazza
sorrise a Chris – Allora, va un po’ meglio? L’altro giorno eri così triste che
hai reso triste anche me.-
Disse
prendendo la mano del ragazzo.
Chris
sospirò piano, e poi annuì.Di certo
Amber non avrebbe mai sospettato che stava mentendo.
Ogni
pensiero svanì improvvisamente dalla sua mente quando il cronista (un ragazzo
del terzo anno che Chris non conosceva) annunciò l’entrata delle squadre in
campo.
Le figure
colorate sfrecciarono in campo a bordo delle loro scope, e Chris individuò
subito Darren, magnifico nella divisa, lo scarlatto del mantello che faceva
risaltare i suoi lineamenti (come se non fosse sempre magnifico, si disse Chris con tono sprezzante).
La partita
iniziò, e Chris non potè fare a meno di seguire ogni
movimento di Darren, mentre il grifondoro girovagava
per il campo in cerca del boccino. Notò con estremo disappunto che anche i tra serpeverde che l’avevano aggredito sembravano seguire Darren
attentamente, e la cosa non fece altro che innervosirlo.
La
cacciatrice dei grifondoro riuscì a portare un tiro a
segno, guadagnandosi l’esultanza di tutta la sua tifoseria, mentre faceva un giro
di campo celebrativo. Ma gli altri approfittarono della confusione.
Nel
parapiglia generale, Chris vide tutto chiaramente davanti ai suoi occhi: uno
dei bulli che aveva attaccato Darren, il più grosso, che era un battitore, si
avvicinò con destrezza ad un bolide vagante; dopo aver preso la mira, lo spedì
esattamente contro Darren che, ignaro, stava esultando con i suoi compagni di
squadra.
-Darren!
Attento!- gridò Chris, ma inutilmente. Il bolide colpì il grifondoro
solo di striscio, ma fu abbastanza per disarcionarlo.
-Chris,
fermo! Dove credi di andare??-
Chris aveva
già preso a correre verso il campo, le voci di Amber e Lea lontane dietro di lui,
mentre Darren stava precipitando inesorabilmente. Concentrandosi il più
possibile, Chris estrasse la bacchetta per rallentare la caduta con un
incantesimo. Quando mise piede in campo, diversi professori avevano fatto lo
stesso, e le due squadre erano scese a terra. Darren si rialzò velocemente (l’incantesimo
di Chris aveva davvero funzionato) e si diresse verso i suoi aggressori che
facevano finta di nulla, in disparte.
-Cosa
diavolo ti è saltato in mente?- disse, rivolgendosi a quello che ancora
brandiva la mazza.
Il Serpeverde lo guardò sprezzante, per poi voltarsi verso i
suoi amici.
-Ohhh, ora è coraggioso, mentre l’ultima volta non faceva
che piagnucolare!-
Chris non
ebbe bisogno di ulteriori impulsi. Con un coraggio e una forza che non sapeva
di possedere, si fece largo tra il gruppo attonito di persone che lo divideva
da Darren e i serpeverde, e colpì quello che aveva
parlato con un pugno dritto sul naso. Il ragazzo gridò per la sorpresa e il
dolore, portandosi le mani sul viso, mentre i suoi amici si diressero
minacciosi verso Chris. Darren si mise in mezzo e ne colpì uno, prima che
alcuni professori e alcuni membri delle due squadre intervenissero a separarli.
All’improvviso,
Chris tornò ad essere cosciente di quanto lo circondava: la folla era incredula
e molto rumorosa, e qualcuno vicino a lui continuava a gridare.
Una mano
forte afferrò il suo braccio, e venne trascinato via.
************
Il
professor O’Malley continuava a guardarli con
espressione seria e accigliata.
Chris e Darren
erano entrambi seduti nel suo ufficio, di fronte alla sua scrivania. All’inizio,
il professore era stato gentile. Aveva detto loro che quello che avevano fatto
era stato un errore, e che non bisogna rispondere alla violenza con ulteriore
violenza, ma che se la sarebbero probabilmente cavata con una punizione.
Inoltre, aveva aggiunto che capiva cosa li avesse spinti ad agire in quel modo.
Questo, finché
Chris non aveva iniziato ad urlargli contro.
Darren non
aveva mai visto Chris arrabbiato, e si augurò di non doverlo vedere mai arrabbiato
con lui. Il volto dell’amico era
diventato rosso, una vena gonfia sul collo e i capelli in disordine per la foga
(e ok, Darren doveva cercare di darsi una calmata, perché per quanto sexy Chris
apparisse in quello stato, non ero il momento di fare certi pensieri), mentre
gridava al professore che era tutta colpa sua, e che se solo avesse preso
provvedimenti più drastici la prima volta nulla di questo sarebbe accaduto. Aveva
urlato così forte che il professore era davvero rimasto pietrificato, all’inizio.
Poi gli aveva intimato di clamarsi e mettersi a sedere.
-Non è
certo questo il tono con cui ci si rivolge ad un professore, MrColfer!-
Disse,
mentre Chris faceva del suo meglio per fissare un punto imprecisato sulla
scrivania.
-Non so
cosa sia accaduto ultimamente, ma non credo sia nulla di buono. Il suo
comportamento e il suo rendimento sono sempre stati dei migliori; non mi sembra
molto astuto cercare di autosabotarsi a questo punto,
quando manca così poco alla fine della scuola!-
Darren si
sentì immensamente in colpa.
-Bene,
credo che a entrambi farà bene schiarirsi le idee mentre aiuterete la signorina
Lynch. Per tre giorni. Potete andare, non ho altro da dirvi.-
Senza
ulteriori commenti, entrambi uscirono dall’ufficio del professore.
-A quanto
pare devo ringraziarti. Mi ahi salvato la vita, di nuovo.-
Darren non
osò alzare gli occhi. Il professore aveva chiesto a Chris cosa fosse accaduto,
e lui aveva confessato di aver fatto l’incantesimo.
Chris annuì
brevemente, e poi continuò a camminare se nza
degnarlo di uno sguardo.
Darren rimase
per un secondo stupito, immobile.
-Chris! Chris!
Aspetta!-
Ma il corvonero non si fermò, anzi procedette ad affrettare il
passo.
Darren prese
a correre e finalmente fu al suo fianco. Cercò di farlo voltare posando una
mano sul suo braccio.
-Che
succede?-
Chris si
voltò di scatto, e diamine, sembrava anche più arrabbiato di prima.
-Che
succede? Che succede, Darren? Succede che sono stufo! Mi hai detto di evitarti,
è quello che sto cercando di fare, anche se a quanto pare è dannatamente
difficile!-
-Chris, mi
dispiace, i-
-Oh, ti
dispiace! Anche a me dispiace, mi dispiace così tanto che per una settimana non
ho fatto altro che piangere! Così tanto che avrei voluto uccidere quel tizio! E
ora, se permetti, ho solo voglia di cercare di dimenticare tutto questo finché posso!
–
Chris
accelerò ulteriormente il passo, lasciando dietro di sé un incredulo Darren.
************
-Questa
storia sta diventando ripetitiva.-
Disse Chord, una volta che Darren ebbe spiegato tutto.
La partita
era stata annullata, causando le ire di Naya e le
proteste del pubblico. I grifondoro, però, erano
affezionati al loro cercatore, e non avevano preso molto bene il secondo
attacco nei suoi confronti nel giro di così poco tempo.
-Dovreste
cercare di parlare senza urlarvi contro.-
-Non
servirebbe a niente. Li hai visti, Dianna. Non si
fermano di fronte a nulla. Cosa pensi che succederebbe se io e Chris ce ne
andassimo in giro mano nella mano per i corridoi? Potrebbero fargli del male, e
non me lo perdonerei mai.-
-Dico
soltanto che non puoi decidere da solo e aspettarti che a lui stia bene. Ha
tutto il diritto di avercela con te. E inoltre, mi sembra che abbia dimostrato
di essere più coraggioso di quanto pensi. –
Darren fissò
il camino vuoto senza rispondere. Il vociare nella sala comune non faceva che
aumentare il suo fastidioso mal di testa. Per fortuna, il bolide gli aveva
lasciato solo una botta sul braccio, di cui la signorina Meys
si era occupata in ben poco tempo.
-Inoltre-
Tutti si voltarono, sorpresi di sentir parlare Harry. –non vedo perché tu debba
preoccuparti dello stringere la sua mano in pubblico. Forse l’hai dimenticato,
ma è possibile avere una relazione anche senza che lo sappia tutta la scuola, e
io e Dianna ne siamo la prova vivente.-
***********
Chris si
avviò di malavoglia verso la biblioteca. In circostanze normali, non sarebbe
neanche stato scontento di una punizione simile, anzi. Però avrebbe dovuto
passare due ore solo con Darren dentro una stanza, e la cosa non era
esattamente d’aiuto al suo piano per dimenticare il grifondoro.
Quando arrivà alla cattedra della signorina Lynch, la donna lo
accolse sorridente. Adorava Chris, e sembrò seriamente dispiaciuta riguardo la
faccenda. Stava appunto spiegando che si sarebbero occupati di sistemate parte
dell’archivio quando Darren arrivò, di corsa.
-MrCriss. Un comportamento come
al solito ineccepibile, il suo.-
Disse con
sarcasmo e freddezza la donna. Darren abbassò gli occhi, mormorando delle
scuse.
-Bene,
vorrà dire che eseguirà il suo lavoro senza la mia spiegazione. MrColfer, dirigetevi pure nell’archivio
e iniziate, verrò a chiamarvi tra due ore.-
Le due ore più lunghe della mia vita, pensò Chris sconsolato.
***********
Non appena
furono dentro la stanza, Darren si assicurò che la porta fosse chiusa dietro di
sé.
Chris lo
guardò dubbioso: che aveva intenzione di fare?
-Dobbiamo parlare,
Chris, e a quanto pare avremmo parecchio tempo senza essere disturbati. –
-Non puoi
forzarmi a parlare.-
Darren sospirò.
–E’ vero, non posso. Ma tu non puoi impedire a me di farlo, e in tal caso ti
toccherà ascoltarmi.-
Chris si
rassegnò al suo destino. Fece finta di nulla, sfogliando un impolverato indice
per vedere da dove iniziare, mentre in realtà tutta la sua attenzione era per Darren.
-Mi
dispiace. Mi dispiace tanto, per tutto, non so neanche da dove iniziare a
scusarmi. E’ evidente che questa storia del non vederci non funziona affatto.
Io sto male, e credo che lo stesso valga per te.-
Chris alzò
lo sguardò per ritrovarsi Darren improvvisamente molto vicino.
-Ora, io
non voglio chiederti nulla. Ti prego, soltanto, di perdonarmi. E so che magari
rifiuterai, ma ecco…Vorrei davvero far
tornare le cose come erano prima. Mi sembra di aver rovinato tutto, e non
riesco a sopportarlo. Sembra assurdo, perché neanche ci conosciamo da molto
tempo, ma mi manca il mio migliore amico.-
Quelle
parole colpirono Chris dritto al cuore.
-Non dico
che sarà semplice. Ovviamente all’inizio tutto sarà un po’ strano, ne sono
sicuro. Ma possiamo farcela. Non voglio rinunciare alla nostra amicizia.-
Darren sembrava
convinto. Convinto nel proporre a Chris un accordo potenzialmente suicida, che
comprendeva l’ignorare i sentimenti che entrambi provavano (ed entrambi sapevano
essere reciproci), per cercare di recuperare la cosa più importante che avevano
distrutto.
Chris si
chiese perché non ci avesse pensato lui stesso.
-Sono stato
molto arrabbiato negli ultimi giorni, e per la maggior parte ero arrabbiato con
te. Poi ho capito che era inutile e impossibile: a quanto pare non riesco ad
odiarti per più di qualche secondo. La cosa che veramente mi faceva stare male
era il non poterti parlare, non poter passare del tempo con te. So che me ne
pentirò quasi sicuramente, ma credo tu abbia ragione. Anche a me manca il mio
migliore amico.-
Non appena
ebbe finito di parlare, Darren non potè trattenersi,
e lo strinse in un abbraccio. Entrambi fecero del loro meglio per far sì che l’abbraccio
restasse un innocente gesto d’affetto tra amici e nulla di più, ma quando si
separarono tutti e due erano arrossiti.
-Pensavo
che mi avresti urlato contro di nuovo. Sei davvero terrificante, quando lo
fai.-e anche incredibilmente sexy, aggiunse mentalmente Darren.
-Buono a
sapersi.- Disse Chris con tono mellifluo, per poi aggiungere timidamente –Ehm…
Dare…. Cosa facciamo riguardo… ehm, l’altra cosa?-
Si
guardarono intensamente negli occhi e Chris capì che Darren sapeva a cosa si
stesse riferendo.
-Io… forse
sarebbe meglio non parlarne adesso. Ho bisogno di tempo per capire un po’ di
cose.-
Chris annuì
lievemente. Tempo. Poteva concedere del tempo.
Magari
avrebbe fatto bene anche a lui.
Bene, anche
oggi mi sento in dovere di aggiungere una piccola nota. Allora, diciamo che
questo capitolo, per quanto possa sembrare un concetto assurdo, si è “scritto da
solo”. Quello che voglio dire è che era un capitolo di passaggio che ha finito
per allungarsi e allungarsi, e non sono neanche del tutto convinta che mi
piaccia tutto quello che ci ho messo. Alcune cose magari vi sembreranno
ripetitive e altre molto, molto potteriane (la storia
del bolide, per esempio), e fino alla fine avevo intenzione di terminarlo in
modo diverso, ma mentre facevo parlare Darren e Chris ho capito che prima di
tutto dovevano recuperare la loro amicizia. Spero davvero che il capitolo non
deluda nessuno, e, in caso accada, fatemelo sapere! Ditemi cosa vi piace o non
vi piace, e se c’è qualcosa che avete letteralmente odiato.Ho cercato di aggiornare con un po’ di
anticipo, spero vi abbia fatto piacere! Alla prossima,
So che
questo capitolo arriva con un leggero ritardo, ma mi spiace, sono stata
leggermente impegnata! Volevo dirvi che siamo quasi arrivati alla fine della
storia, non credo manchino più di due/tre capitoli (e sinceramente mi dispiace,
è stata davvero una bella esperienza per me!).Buonalettura!
“You don’t need a spell to charm me”
Capitolo nono
-Chris,
sarà la serata più bella di sempre! E’ da settembre che ci stiamo lavorando, e
so che sarà perfetta!-
Lea aveva
assunto il suo consueto stato di euforia da fine anno, in questo caso
amplificato ulteriormente da due eventi che stavano rendendo la vita di Chris
un inferno: il primo era il fatto che la sua migliore amica e Cory erano
finalmente una coppia ufficiale, il che significava cronache non-stop di ogni
singola parola si scambiassero; il secondo era la serata che Lea e un altro
gruppo di ragazze eccessivamente esaltate avevano iniziato a pianificare fin
dall’inizio del loro ultimo anno.
-Sai cosa
mi piaceva di Hogwarts, prima che tu la rovinassi?-
Lea scosse
la testa, il suo umore intatto anche di fronte al tono sarcastico dell’amico.
-Il fatto
che fosse immune dall’avere un ballo scolastico a cui nessuno vuole veramente
partecipare, ma che alla fine è frequentatissimo perché è da sfigati non
andarci-
Lea lo
colpì sulla spalla.
-Ouch! Che c’è? E’ la verità!-
-Sono tutti
entusiasti all’idea del ballo! Anzi, sei il primo che sento lamentarsi!-
-Forse
perché non è esattamente facile, per me, partecipare.-
Lea cambiò
espressione in un lampo: chiaramente non aveva pensato a tutte le implicazioni
che la serata avrebbe comportato per Chris.
-Potrebbe….
Potrebbe essere un’ottima occasione per, sai… insomma, sistemare le cose con
Darren. Una volta per tutte.-
Chris le
riservò uno sguardo glaciale.
-Oh, certo!
Perché non ci ho pensato prima! Dovrei proprio proporre al ragazzo che mi
piace, che è stato aggredito due volte solo per essere stato visto in mia
compagnia ed è di conseguenza terrorizzato, di andare al ballo insieme e
diventare una coppia quando tutti potranno vederci!-
-Ehm..
forse hai ragione.-
******************************
-Ragazzi,
potreste evitare di essere così sdolcinati? Mi state facendo venire il
diabete!-
Darren se
ne stava sdraiato su una poltrona della sala comune, mentre Harry e Dianna continuavano a provare passi di danza davanti al
caminetto spento, scambiandosi parole dolci e qualche bacio ogni tanto.
-Da quando
in qua sei contrario alle manifestazioni d’affetto?-
-Da quando
avvengono davanti ai miei occhi e io non ho nessuno che le riservi a me.-
Disse
Darren, sfoderando la sua più collaudata espressione da cane bastonato che
funzionava nel 99% dei casi.
-Awww, il povero piccolo Darren ha bisogno di coccole?-
Dianna si liberò dalla stretta del suo
fidanzato, per sedersi sul divano e abbracciare Darren.
-Ahi! Non
così forte! Così mi fai male!-
Darren
cercò di contrastare l’attacco di Dianna, che ora, a
peso morto sopra di lui, aveva iniziato anche a fargli il solletico. Con uno
scatto di cui andò orgoglioso, riuscì a mettersi seduto e ad afferrare i polsi
della ragazza.
-Umpf. Va bene, va bene. Mi fermo.-
Disse lei,
non prima di avergli piantato un umido bacio sulla guancia.
Per tutta
risposta, Darren fece gran mostra del gesto di ripulirsi il viso, per poi
mettersi in un angolo del divano, a braccia conserte.
Dianna gli riservò un’espressione
indignata.
-Harry!
Darren si comporta come un bambino di cinque anni e rifiuta il mio affetto solo
perché vorrebbe riceverlo da qualcun
altro. –
Harry rise
e si accoccolò vicino alla sua ragazza, mentre Darren si limitò a grugnire.
Era passata
qualche settimana dal giorno in cui lui e Chris avevano deciso di tornare ad
essere amici, e le cose si facevano ogni giorno più difficili.
Perché ogni
volta che avevano una conversazione, Darren non riusciva a concentrarsi, troppo
distratto dall’impulso di far tacere Chris in modi ben poco ortodossi.
Perché non
riusciva a non fissare le labbra dell’amico, e in un paio di occasioni la cosa
era stata tanto palese da diventare imbarazzante per entrambi.
La
frustrazione lo stava pian piano uccidendo, e vedere i suoi amici fare quello
che lui stesso avrebbe tanto voluto fare con Chris (insieme a una quantità di
altre cose un po’ meno innocenti) era stata la goccia che aveva fatto
traboccare il vaso.
-Comunque
sia, Dare, dobbiamo allenarci per il ballo. Non voglio pestare i piedi al mio
ragazzo davanti a tutta la scuola.-
-Pfft, hai sempre detto che eri grata di non dover andare a
nessun ballo!-
-Questo
quando pensavo che sarei dovuta essere la tua accompagnatrice!-
Darren, se
possibile, si incupì ulteriormente.
-Non
sarebbe… ecco, non potresti invitare Chris?-
-Con tutte
quelle persone? E se dovessero aggredirci? Non potrei mai perdonarmelo!-
-Ma ci
saranno moltissimi professori! Non penso oserebbero tanto!-
Insistette
Harry.
-Bè, anche
alla partita c’erano molti professori. Non mi sembra che la cosa li abbia
fermati.-
Harry e Dianna si scambiarono uno sguardo preoccupato, entrambi
dispiaciuti di non poter fare nulla per aiutare il loro amico.
****************
Chris
decise che, sebbene invitare Darren al ballo sarebbe stato oltremodo
indelicato, il contrario avrebbe rappresentato la situazione ideale. Non che
morisse dalla voglia di rinchiudersi in una stanza afosa insieme ad altri
duecento adolescenti esaltati, ma le cose avevano davvero bisogno di una
scossa.
Per quanto
la loro amicizia fosse tornata ad essere splendida, c’era sempre una strana
atmosfera, quasi elettrica, specie quando si ritrovavano ad essere lui e Darren
da soli.
Atmosfera
che Chris cercava di spezzare con battute e il suo solito sarcasmo, ma che lo
stava facendo letteralmente diventare pazzo.
-Sai, credo
che per una volta Lea abbia avuto una buona idea. Questo ballo sembra essere grandioso.-
Darren non
alzò gli occhi dal libro sul quale era chino, ma Chris vide chiaramente la sua
fronte corrugarsi.
Con voce
esitante, rincarò la dose: -Sarebbe molto bello andarci. Tutti sono così
felici, e subito dopo avremo gli esami, quindi sarà l’ultima occasione per
rilassarci.-
-Come se
gli esami fossero un tuo problema- lo prese in giro Darren, un sorriso sghembo
sul viso.
-Certo che
lo sono!-
Darren
sbuffo incredulo, e Chris si ritrovò, per l’ennesima volta, ad essere catturato
dallo sguardo e dal viso del ragazzo. Era bello starsene così, nel parco,
seduti vicini approfittando delle belle giornate, mentre ognuno lanciava
sguardi che sperava l’altro non cogliesse.
Chris stava
appunto approfittando della distrazione dell’amico per fissarlo giusto un po’
più a lungo, quando una voce che gridava il suo nome lo riportò alla realtà.
-Chris!
Chris! Ti ricordi che ti avevo parlato di una sorpresa? E’ qui! –
La ragazza
stava correndo verso di loro, esaltata come poche volte Chris l’aveva vista, e
dietro di lei un’altra figura cercava invano di stare al suo passo, figura che
Chris non riusciva bene ad identificare.
-Jonathan è
qui! Non è fantastico?- In quel momento,
grazie anche al fatto che i due erano sempre più vicini, Chris riconobbe
Jonathan Groff appena dietro la sua migliore amica.
Lea arrivò
accanto a loro, e riprese fiato, mentre Jonathan stava ancora camminando.
-Sapevo che
avrebbe accettato! Per il ballo, ho proposto di invitare gli studenti più
meritevoli degli ultimi anni, e lui non se l’è fatto ripetere due volte!-
-Come
potevo farmi sfuggire l’occasione di rivedere la mia migliore amica?-
Disse il
ragazzo quando finalmente li raggiunse.
Chris notò
che gli anni gli avevano decisamente fatto bene: Jonathan era sempre stato un
bel ragazzo, ma ora la sua bellezza era decisamente evidente, e risplendeva
negli occhi brillanti, nei capelli leggermente più lunghi che in passato, e in
generale nel suo aspetto e portamento sicuro.
Jonathan
sorrise e fece per stringere la mano a Chris, che ricambiò subito il gesto. Poi
si voltò verso Darren, incerto.
-Ah, lui è
Darren.-
Solo in
quel momento Chris si voltò verso il suo amico, e mentre i due ragazzi si
stringevano la mano, notò l’espressione impassibile che pervadeva i lineamenti
del Grifondoro.
**************
Quella
sera, nella sala comune, Chris, Lea E Jonathan si ritrovarono seduti vicini, a
scambiarsi aneddoti. Lea, ovviamente, aveva aggiornato Jonathan su tutta la
storia con Cory, raggiungendo il picco della felicità quando aveva raccontato
nei minimi particolari il modo in cui il tassorosso
l’aveva invitata al ballo.
-Non vedo
l’ora! Saremo splendidi insieme!-
-Già. Di
sicuro.- commentò sarcastico Jonathan. –Chris, non credi che la mia migliore
amica sia stata davvero gentile a trascinarmi qui, per poi lasciarmi andare al
ballo da solo?-
Chris rise,
mentre Lea diede uno schiaffetto a Jonathan. Il ragazzo non era mai stato molto
aperto con Chris, ma sembrava voler recuperare: gli aveva rivolto molte domande
e gli stava parlando come ad un vecchio amico. Di sicuro, pensò Chris, Lea gli
aveva raccontato quanto era accaduto nelle ultime settimane.
-E tu,
Chris, con chi andrai al ballo?-
-Ok, non
credo che lea abbia perso l’occasione di raccontarti tutto, quindi….-
Jonathan
sorrise –Già, tenere i segreti non è esattamente il suo forte.-
-Esatto.
Bè, credo che ci andrò da solo o non ci andrò affatto. Ho provato a far capire
a Darren che sarei felice se mi invitasse, ma non voglio forzare le cose. Forse
non è ancora pronto, e ne ha tutto il diritto.-
Lea abbassò
gli occhi, mentre Jonathan guardò Chris, comprensivo.
-Lo
capisco, ma… non dovresti perderti la serata solo per questo. Sarebbe come dire
che quei tizi hanno vinto, no?-
Chris
sospirò. Jonathan non aveva tutti i torti: sebbene il ballo non fosse nelle sue
priorità, rinunciarci avrebbe significato dimostrare che nascondersi era la
cosa giusta da fare.
-Hai
ragione, penso che finirò per venirci lo stesso.-
-Perché non
ci venite insieme?-
Entrambi i
ragazzi si voltarono di scatto verso Lea, che era rimasta stranamente
silenziosa nell’ultima parte della conversazione.
-Oh, no,
non intendo in quel senso! Solo come
amici! In questo modo evitate di passare la serata da soli, e ci guadagnate
entrambi!-
Chris
rifletté per un secondo: l’idea non era poi così malvagia.
-E Darren?-
disse, più a sé stesso che ai due amici.
Lea sorrise
–Bè, non è che state insieme. E non sarebbe neanche un appuntamento. Dubito che
se la prenderà per così poco.-
***************
Ok, Lea si
sbagliava spesso, ma non si era mai sbagliata così tanto.
Quel
pomeriggio, non appena Chris e Darren si erano incontrati per la loro solita
sessione di studio nel parco, Darren aveva detto:
-Sai,
Chris, ci ho pensato… questa cosa del ballo, non credo di voler andare. Sono
indietro con lo studio, e non mi va di perdere una serata inutilmente.-
Cercando di
nascondere il dispiacere, Chris aveva replicato:
-Oh, è… è
un peccato. Sarebbe stato meglio se ci fossi stato anche tu.-
-Mi
dispiace che tu debba andarci da solo. Sarà uno strazio subirsi Lea e Cory tutta
la serata!-
Chris rise
nervoso: era il momento della verità.
-Bè, ecco,
veramente…. Non ci andrò da solo.-
Darren si
bloccò sulle scale, un piede già pronto a toccare lo scalino davanti, ed
un’espressione confusa stampata in volto. Velocemente, cercò di ricomporsi, per
poi biascicare: -…Ah, no?-
-E’ stata
tutta un’idea di Lea. Jonathan non aveva nessuno con cui andarci, e ha detto
che se io non avessi partecipato, un giorno avrei potuto pentirmene… così ci ha
consigliato di andare insieme.-
Darren
deglutì rumorosamente, il viso improvvisamente molto, molto rosso. Riprese a
camminare rapido, quasi incurante del fatto che Chris lo stesse seguendo o
meno.
Da quel
momento in poi, era stato cupo, e non aveva detto che poche parole. Chris
credeva di capire cosa stava succedendo: Darren era arrabbiato (geloso? Suggerì una vocina dentro di
lui, una vocina che sul momento decise di ignorare) ma sapeva di non averne
alcun diritto: questo, probabilmente, era ciò che lo rendeva più furioso, e lo
spingeva a chiudere i libri e a scrivere come se la pergamena gli avesse fatto
un torto personale.
-Darren,
che succede?-
Si decise
finalmente a chiedere Chris, dopo che il Grifondoro
aveva quasi spezzato una piuma, tanto la teneva stretta, imprecando sottovoce.
-Niente.
Assolutamente niente.-
Era stata
la replica, a denti stretti.
Improvvisamente,
Darren aveva alzato la testa.
-Hai… hai
intenzione di ballare, anche?-
Chris fece
del suo meglio per trattenere una risata. Si sentiva leggermente in colpa per
come stava reagendo l’amico, ma Darren in quello stato era decisamente
adorabile.
-Bè, con il
fatto che si tratta di un ballo e tutto… si, probabilmente si- rispose,
cercando di mantenere un tono neutro.
Darren
grugnì e tornò al suo libro.
-Dovrai
fare attenzione.-
Disse, questa
volta a voce molto più bassa, tanto che Chris si chiese per un attimo se avesse
sentito bene.
-Che
intendi dire?-
-Può essere
pericoloso. Qualcuno potrebbe… bè, lo sai. Promettimi che farai attenzione.-
Quando
Darren alzò gli occhi per guardarlo, Chris si rese conto che era davvero
preoccupato.
Con la voce
rotta dall’emozione, rispose, altrettanto piano:
-Lo
prometto-
*************************
-Sono stato
un idiota.-
-Mmm, quando, esattamente? Perché è una cosa che succede
spesso, quindi faresti meglio a essere più specifico.-
Chord stava dedicando gran parte della
sua attenzione ad una busta di dolci non meglio identificata, mentre se ne
stava disteso su un divano della Sala comune. Dianna
era seduta ad un tavolo vicino, intenta a fare i compiti, mentre Harry leggeva
seduto sul tappeto. Tutti alzarono gli occhi quando Darren si unì a loro.
-Ah ahah, davvero divertente, Chord.-
-Che è
successo? Fammi indovinare, riguarda forse Chris?-
-Si.-
sospirò Darren –Avrei dovuto chiedergli di andare insieme a quello stupido
ballo. E’ abbastanza ovvio che quello che proviamo è reciproco, e, in fin dei
conti, manca davvero poco alla fine dell’anno. Non ci sarebbero state
ripercussioni. Sono un idiota.-
-Bè, per
quanto non mi sentirei di negare la tua ultima affermazione, non capisco: manca
ancora qualche giorno al ballo, non puoi chiederglielo ora?- chiese Harry.
Darren
scosse la testa: -No. Ora ci andrà con Jonathan Groff.
E so benissimo come andrà a finire: Jonathan è più bello di me, e non è mai
corso a nascondersi, quando gli altri hanno scoperto la verità su di lui. Chris
finirà per capire che stare con lui sarebbe mille volte meglio, e io avrò perso
la mia occasione.-
I suoi
amici lo guardarono straniti.
-No,
davvero, parli sul serio?- disse Chord incredulo –Perché
sembri una ragazzina di 12 anni alla sua prima cotta. Una pazza ragazzina di dodici anni.-
-Ma è la
verità! E’ così che andrà a finire, ed è tutta colpa mia!-
Dianna sospirò sconsolata.
-Prima di
tutto, non hai nessuna colpa. E’ normale avere qualche dubbio dopo quello che
ti è successo, e non credo che Chris ti abbia mai biasimato per questo. Poi,
credi sul serio a quello che stai dicendo? Chris passa metà del suo tempo a
guardarti come se stesse facendo di tutto per trattenersi dal saltarti addosso-
(Darren arrossì furiosamente) –quindi dubito che una serata passata con un
altro ragazzo possa fargli cambiare idea.-
Darren
cercò di darsi un contegno –Quindi che dovrei fare? Aspettare che il ballo
passi e fare finta di niente?-
Dianna sorrise maliziosa –Non ho mai detto
questo.-
***************
Chris
sbuffò di impazienza mentre Lea finiva di truccarsi.
-Ne avrai
ancora per molto? Vorrei arrivare almeno per il dolce-
Lea lo
ignorò.
-Anche tu
avresti passato due ore a prepararti, se la serata fosse stata importante per
te!-
Chris non poté
negarlo: non era mai stato eccessivamente attento ai vestiti e all’aspetto
esteriore in genere, ma se ad accompagnarlo al ballo, quella sera, fosse stato Darren,
invece di Jonathan, probabilmente avrebbe impiegato ben più di dieci minuti
prima di essere pronto.
-Si, ma non
è come se dovessi fare colpo su Cory! Non so se te ne sei accorta, ma visto che
passate la metà del tempo l’uno contro le labbra dell’altro, quella parte ti è
già riuscita abbastanza bene.-
Fingendo
indignazione, la ragazza abbandonò finalmente lo specchio, e insieme scesero
nella sala comune.
Jonathan
era fermo ad aspettarli, splendido in un abito blu cobalto che risaltava i suoi
lineamenti. Chris gli sorrise sinceramente.
-Oh,
ragazzi, siete così carini! Perché non mi è mai venuto in mente di provare a
combinare qualcosa tra voi due?-
I ragazzi
risero, e Chris aggiunse, sarcastico: -So che non è elegante fartelo notare, ma
non sei esattamente un’esperta come Cupido. Posso testimoniarlo.-
Lea prese
il braccio di Jonathan e fece la linguaccia a Chris.
-Taci! Se
non fosse stato per me, non avresti mai rivolto più di due parole a Darren!-
-Oh,
giusto. E infatti stiamo insieme e vivremo per sempre felici e contenti, giusto?-
La ragazza
lo guardò con aria di superiorità, per poi esclamare:
-Quello è
solo questione di tempo-.
********************
La sala
grande era gremita; i tavoli che di solito la occupavano erano spariti, e ora
ce n’erano due contro le pareti che ospitavano uno dei banchetti più sontuosi
che Chris avesse mai visto.
Lea e Cory
erano rimasti attaccati non appena si erano incontrati; sebbene all’inizio la
conversazione tra Chris e Jonathan era stata un po’ forzata, ben presto si
erano rilassati e, seduti ad uno dei piccoli tavolini che riempivano un lato
della sala, stavano sorseggiando del succo di zucca.
-Questo
ragazzo ti piace davvero, non è così?-
Preso alla
sprovvista dalla domanda a bruciapelo, Chris si voltò di scatto a guardare il
suo accompagnatore.
-Si. Si, mi
piace davvero. E credo che sia sempre stato così, anche se non ho mai permesso
a me stesso di accettarlo, prima.-
Jonathan
sorrise mestamente.
-Sei
fortunato. Da quanto mi ha detto Lea, anche tu piaci molto a lui.-
Chris
sorrise, senza sapere bene come replicare.
-Tu… c’è
qualcuno di importante, nella tua vita?-
Chiese Chris
esitando appena, ma Jonathan gli riservò un sorriso aperto e sincero.
-Si. Non
stiamo insieme da molto, ma…-
Ma Chris
non riuscì a sentire il resto della frase, perché vennero interrotti da Dianna e Harry, la prima, all’apparenza, leggermente su di
giri.
-Ciao
ragazzi!!! Vi state divertendo? Avete ballato?- chiese, riuscendo a stento a
reggersi in piedi.
Il suo
ragazzo ebbe pietà di lei, e l’aiuto a prendere posto vicino a Chris.
-Si, è una
bella serata- disse quest’ultimo –Harry, sei davvero un ottimo ballerino,
complimenti!-
Harry
abbassò gli occhi timidamente, ma ringraziò Chris.
Fu allora
che Dianna si appoggiò sulla spalla di Chris,
distraendolo dalle presentazioni tra Harry e Jonathan, e i convenevoli che si
stavano scambiando.
-Chriiis… sai, credo che qualcuno abbia messo qualcosa in
quel succo di zucca!-
Esplose in
una cascata di risatine che, constatò Chris, la rendevano se possibile ancora
più bella.
-Hai
ballato? Dovresti ballare! Andiamo!-
Detto questo,
la ragazza si alzò in piedi e con uno scatto inaspettato prese per mano Chris,
conducendolo verso l’improvvisata pista.
Chris mimò
delle scuse verso Harry e Jonathan, che li guardarono interrogatori. Dianna, intanto, aveva stretto le braccia intorno alla sua
vita, e ora stava ondeggiando al ritmo della canzone in sottofondo.
-Visto? E’
divertente ballare!-
Chris tentò
di assecondarla, sorridendo e annuendo.
-Volevo
ballare anche con Lea ma è troppo impegnata con il suo fidanzato! Harry mi ha
detto che non sarebbe stato carino interromperli!-
Chris rise,
e fece del suo meglio per impedire che la giravolta nella quale la Grifondoro si era avventurata non terminasse con una brusca
caduta.
Dianna prese a ridere di nuovo
compulsivamente, finché non trovò stabilità appoggiando la testa contro il
petto di Chris.
-Però
dovresti ballare con Darren. Ne sarebbe tanto felice.-
Chris
sospirò: aveva pensato a Darren per tutta la sera. Nonostante la mattina stessa
il grifondoro gli avesse ribadito, con un tono
leggermente più acido del solito, che avrebbe passato la serata a studiare, e
che doveva divertirsi con il suo “accompagnatore” (ok, Darren non aveva fatto
il gesto delle virgolette, ma era stato palese dal modo in cui aveva
pronunciato la parola), lui non aveva potuto fare a meno di chiedersi cosa
stesse facendo, e di sentire la sua mancanza.
-Mi
piacerebbe, ma lui non c’è-
Dianna annuì stancamente. Poi alzò la
testa, come se si fosse ricordata di qualcosa all’improvviso.
-Ma Chris,
non è vero! Lui c’è! Ha impiegato tanto a prepararsi!-
A quelle
parole, Chris rimase pietrificato. Di certo poteva attribuirle allo stato
decisamente non sobrio della sua amica, ma, per quanto ubriaca, era sembrata
davvero sincera.
Però Darren
non era da nessuna parte: Chris aveva cercato di mentire a se stesso, ma più
volte aveva passato in rassegna la sala, sperando di vederlo comparire da un
momento all’altro.
-No, ti
sbagli, non c’è.-
-Si che c’è,
Chris! Forse però non è ancora entrato.-
Confuso più
che mai, Chris prese Dianna per mano, ignorando le
proteste della ragazza che sembrava aver già dimenticato il discorso di pochi
secondi prima. La ricondusse al tavolo, assicurandosi che sedette.
-Scusatemi,
ma c’è qualcosa che devo sistemare.-
***********
Chris corse
letteralmente verso l’uscita, calpestando i piedi di diversi studenti.
Una volta
arrivato nell’ingresso, si guardò freneticamente intorno.
Il suo
cuore mancò un battito quando individuò Darren, seduto sulle scale e con la
testa tra le mani.
Accanto a
lui giaceva, abbandonato, un mazzo di margherite.
Non c’era
nessun altro nell’atrio, e Chris si diresse lentamente verso il suo amico.
I suoi
passi gli fecero alzare lo sguardo.
-Chris! Che
ci fai qui? –
Disse,
incredulo e colto di sorpresa, mentre si alzava per andargli incontro.
-La domanda
più giusta sarebbe che cosa ci fai tu, qui.-
Darren abbassò
lo sguardo.
-Io… ecco,
io…. Dianna mi ha detto… -
Chris si
avvicinò, posando la mano sul braccio di Darren, in un gesto che sperò
apparisse rassicurante.
-Ehi,
respira. Non devi spiegarmi per forza.-
Darren alzò
gli occhi, e sorrise appena. –Si, invece. Devo.-
Chris fece
un cenno d’incoraggiamento.
-Volevo
entrare, davvero. Ho passato tutto il pomeriggio a prepararmi, e a ripetermi
che mi sarebbe servito solo un po’ di coraggio. Ho scelto il vestito con Dianna, mi ha anche aiutato con quelle- disse accennando ai
fiori sulle scale.
-Ma quando
sono arrivato qui, è stato impossibile. Ero terrorizzato all’idea che qualcuno
si prendesse gioco di me, che mi… che mi picchiassero di nuovo. Quindi ci ho
provato. Volevo davvero vederti, di sicuro saresti stato splendido.-
Darren arrossì,
e lo stesso fece Chris, mentre entrambi distolsero lo sguardo per qualche
secondo.
-E poi ho
cominciato a pensare che anche a te poteva succedere qualcosa di brutto. E
sarebbe dovuto essere l’impulso definitivo a convincermi ad entrare in quella
maledetta sala, ma non lo è stato, perché poi ho iniziato a immaginarti mentre
parlavi con Jonathan, e mentre ridevate insieme, e ballavate, e…-
Chris
decise che era inutile tentare d’ingannarsi ancora.
-Oh, per l’amor
del cielo!-
Disse piano
prima di rafforzare la stretta sul braccio di Darren, e spingerlo verso di sé.
Le loro
labbra si incontrarono all’istante, e tutta la tensione accumulata nelle
settimane precedenti sembrò disperdersi sotto forma di brividi che percorsero i
loro corpi.
Darren portò
istintivamente le mani dietro la nuca di Chris, cercando di portarlo il più
vicino possibile, mentre catturò tra tra le sue il
labbro inferiore di Chris.
Chris non
perse tempo e con la mano libera si fiondò tra i capelli di Darren,
accarezzandolo. Intanto, con la lingua premette lievemente sulle labbra di Darren,
per cercare il permesso che gli venne subito accordato. Per alcuni frenetici
secondi continuarono ad assaporarsi, persi nelle sensazioni nuove e travolgenti
che entrambi avevano cercato di immaginare da parecchio tempo.
Quando
finalmente si allontanarono, solo per mancanza di ossigeno, restarono fronte
contro fronte, incapaci di trattenere gli enormi sorrisi stampati sulle loro
facce.
-Quindi…
credo che quella del tornare solo amici sia stata un’idea piuttosto stupida.-
Disse Darren,
alzando leggermente gli occhi per potersi perdere nello sguardo di Chris,
nonostante fossero fin troppo vicini.
Non
ricevette risposta, ma non poté aggiungere altro, perché all’improvviso Chris
lo stava baciando di nuovo, e, bè, non l’avrebbe interrotto per niente al
mondo.
So che questo capitolo arriva con immenso ritardo, ma
spero che mi perdonerete. Sono stata impegnata a Giffoni (ho partecipato come
giudice, ben 12 giorni) e tra una cosa e l’altra non ho avuto tempo di
aggiornare. Ho anche preferito scrivere il capitolo prima di rispondere alle
recensioni (come faccio di solito) ma prometto che poi risponderò a tutti!
Qualcuno di voi era per caso a Giffoni domenica scorsa?
Comunque sia, come avevo previsto, questo è l’ultimo
capitolo effettivo della storia (poi ci sarà un epilogo, credo la prossima
settimana). Volevo anche preannunciarvi che non ci sarà molta “azione” nel
capitolo, ma sarà tutto molto fluff. Spero che vi piaccia; io mi sono davvero
divertita moltissimo a scrivere questa storia e a condividerla con voi, e non
potrò mai ringraziarvi abbastanza per aver “partecipato”!
Non mi resta che augurarvi buona lettura ;)
“You don’t need a spell to charm me”
Capitolodecimo
Senza neanche accorgersene, Chris si era ritrovato a
dirigersi verso il parco.
La mano di Darren stringeva la sua, provocandogli una
calda sensazione alla bocca dello stomaco, mentre camminavano insieme, così
vicini da intralciarsi l’un l’altro.
Finalmente trovarono un angolo sufficientemente
appartato grazie ad alcuni cespugli.
Senza proferire parola, si sedettero sull’erba, a pochi
centimetri di distanza.
Le loro mani ancora intrecciate occupavano il poco
spazio che li separava.
Chris sospirò felice, incapace di trattenersi, e Darren
rise piano.
-Che c’è?- chiese il corvonero,
voltandosi verso il ragazzo.
Darren si limitò a scuotere la testa, per poi sollevare
le loro mani.
Posò un bacio leggero sulle nocche di Chris.
-Sono stato un idiota ad aspettare tanto.-
Disse, appena un sussurro, le labbra ancora
pericolosamente vicine alla pelle di Chris.
Quest’ultimo utilizzò la mano libera per afferrare la
nuca del Grifondoro, e baciarlo ancora una volta. Il
solo fatto che potesse farlo quando voleva gli faceva girare la testa.
-Ho lasciato le margherite sulle scale.-
Disse Darren tra un bacio e l’altro.
-Mmmmph. Dopo.-
Fu l’unica risposta coerente che Chris riuscì a
formulare.
Quando entrambi riuscirono a staccarsi definitivamente
( e dovettero fare numerosi tentativi) si ritrovarono sdraiati, Chris con la
testa appoggiata sul petto di Darren, mentre lui gli accarezzava distrattamente
i capelli.
-Quindi…-
Darren interruppe il piacevole silenzio che si era
instaurato da qualche minuto. Senza muoversi, Chris rispose.
-quindi?-
-Quindi, considerato i fatti recenti e che mi piace
davvero molto accarezzarti capelli, vorrei tanto mi facessi l’onore di essere
il mio ragazzo-
Chris rise, e poi alzò la testa, voltandosi per
appoggiare il mento su una mano.
-E’ la proposta meno romantica di sempre, ma la cosa
più assurda è che non riuscirei a dire no neanche sotto tortura.-
Il sorriso che increspò le labbra di Darren sembrò
illuminarlo.
-Mmh-hm, quindi vuoi che sia
romantico?-
Chris annuì, senza rendersi conto che stava sorridendo
come mai prima.
Con uno scatto, Darren riuscì a fare in modo che Chris
fosse sdraiato sulla schiena, e si appoggiò piano sopra di lui.
-Non so se qualcuno te l’ha mai detto, ma questo più
che essere romantico somiglia ad un assalto.-
Darren posò un dito sulle labbra del corvonero, avvicinandosi per portare i loro visi allo
stesso livello.
-Shhhh. Se continui a
lamentarti, potrei ripensarci e non essere romantico per niente. E poi, ti
avevo anche portato dei fiori, quel gesto come lo chiami?-
Subito dopo Darren si chinò, e prese a posare piccoli
baci sul volto di Chris, ovunque tranne che sulle labbra.
Tra un bacio e l’altro, riusciva a parlare, talmente
piano che solo con l’attuale vicinanza Chris riusciva a sentirlo.
-Non mi dispiacerebbe… restare così.. per sempre.-
Chris chiuse gli occhi, mentre sentiva il cuore quasi
scoppiargli di felicità.
-Allora… Chris… vorresti essere… il mio ragazzo?-
-Si. Certo, si.-
Finalmente Darren arrivò alle sue labbra, baciandolo
all’inizio dolcemente, per poi acquistare più coraggio.
-C’è ancora una cosa che dobbiamo fare.-
***********
Quando entrarono nella sala Grande, diverse persone si
voltarono a guardarli, ma nessuno sembrò eccessivamente stupito.
Chris si voltò più spesso per cercare segni di
cedimento sul volto di Darren, e lo sentì teso. Strinse più forte la sua mano.
-Non dobbiamo farlo per forza.-
Darren si limitò ad annuire e a camminare con più
decisione.
Lea e Dianna, che sembrava essere tornata quasi completamente
sobria, se ne stavano in piedi a parlare vicino ad un tavolo. Non appena li
videro, corsero verso di loro.
Notando le loro mani intrecciate, entrambe si persero
in una raffica di “awwwwww” e li abbracciarono.
-Sono così felice! Vuol dire quello che penso? Ditemi
che è quello che penso!-
Chris rise, per nulla stupito dalla reazione della sua
migliore amica.
-Si, è quello che pensi. E.. uhm, non so, mi sento
quasi in dovere di.. ringraziarvi?-
Le due ragazze si scambiarono uno sguardo compiaciuto.
-Sarebbe successo comunque.- Disse Dianna,
con certezza. –Ora, immagino vi dedicherete al clichè
del lento davanti a tutti, no?-
Darren rise e scosse la testa.
-Nahhh, non siamo tanto
scontati. E non voglio concludere la serata pestando i piedi al mio ragazzo.-
Chris arrossì mentre Lea e Dianna
risero divertite.
-In questo caso, Chris, spero non ti dispiaccia
concedermi un ballo con il tuo affascinante accompagnatore.-
-Quello sarei io, in realtà-
Disse una voce dietro di loro. Tutti si voltarono per
trovarsi di fronte a Jonathan.
A Chris non sfuggì lo sguardo glaciale di Darren, anche
se durò una frazione di secondo.
-Scherzo. Ragazzi, sono felicissimo per voi.- disse
sinceramente l’ex corvonero, dando una leggera pacca
sulla spalla di Darren.
-Prometto di avere solo le migliori intenzioni, e visto
che tu ballerai con Dianna… potrei prendere in
prestito Chris solo per qualche minuto? Giuro che non gli pesterò i piedi.-
Seppure con una certa riluttanza, Darren lasciò andare
la presa sulla mano di Chris. Entrambi si diressero al centro della pista
insieme ai loro compagni di ballo, ma nonostante tutto non riuscirono a
staccarsi gli occhi di dosso neanche per un istante.
************
-C’è qualcosa che devi dirci?-
Darren se ne stava sdraiato nel suo letto, più che
felice di godersi qualche altro minuto di meritato riposo. I suoi amici, però
non la pensavano allo stesso modo.
-Già- Chord insistette,
sedendosi sul bordo e colpendolo lievemente sul braccio. –C’è qualcosa che devi
dirci?- Il ghigno sul suo volto era ben visibile.
-Oltre al fatto che bere e sentirsi male tanto da dover
lasciare il ballo è da idioti? No, non credo.-
Grugnì Darren senza alzare il volto dal cuscino.
-Che ingrato!-
Sbuffò Chord. –E noi che abbiamo
fatto tanto per aiutarlo!-
Harry si sedette sull’altro lato del letto.
-Nah, è solo stanco.
Scommetto che tra poco lo pregheremo di smetterla di parlare del suo nuovo
ragazzo e di quanto lo adori.-
Chord sembrava
ancora indignato.
-E io che ho mangiato un intero torrone sanguinolento!-
Seppure con la mente ancora annebbiata, Darren assorbì
le parole dell’amico, e non impiegò molto a ricordare e a capire.
Con uno scatto si mise a sedere.
-Che razza di bugiardi!-
Disse, guardando i suoi amici alternativamente. Harry
sorrideva così come Chord, che cercava però di non
darlo a vedere.
-Ehi amico, l’abbiamo fatto per te! Non è andata
esattamente come speravamo, ma ti abbiamo aiutato!-
-Perché quest’anno la missione di tutti sembra essere
stata quella di occuparsi della mia vita sentimentale?- si lamentò Darren, ma
senza riuscire a nascondere il divertimento nella sua voce.
-Perché ci mancava vederti così felice.- Disse Harry,
sottolineando il tutto con una pacca sulla spalla dell’amico.
-Ne è valsa la pena, no?- chiese Chord.
-Puoi dirlo forte.- Darren si abbandonò al sorriso che
aveva combattuto per emergere.
-Bene, ora raccontaci tutto, ma risparmiaci i dettagli
sconci. Non siamo Lea e Dianna, noi.-
*****************
-E sarebbe magnifico fare una gita al mare tutti e sei
insieme, pensa a quanto potremmo divertirci!-
Lea era tornata al suo solito modo di essere, mentre
Chris finiva di prepararsi per scendere a colazione.
-Cory odia il mare. Lo ha nominato almeno una decina di
volte. Credo che fosse il suo modo gentile per farti capire che non si
divertirebbe affatto.-
-Non essere sciocco, convincerò Cory in men che non si
dica. E scommetto che non hai pensato a tutti i vantaggi offerti dal mare.-
Chris sbuffò.
-Ovvero? Sabbia ovunque e scottature?-
Lea sorrise maliziosa.
-No, sei decisamente fuori strada. Mi riferivo ad un certo
grifondoro in costume appena dopo un bagno… ma se
vuoi continuare a lamentarti della sabbia, fa pure.-
Chris arrossì violentemente.
-Io... finirei per scottarmi, e sarebbe un disastro.-
Lea gli fece l’occhiolino.
-Non se qualcuno ti aiuta a spalmare la crema.-
Chris alzò gli occhi al cielo.
-Oh mio dio, questa conversazione termina qui.-
************
Darren se ne stava nervosamente ai piedi della scala,
alzando lo sguardo, nervoso.
-Awww, sei decisamente adorabile.-
Disse Dianna, dandogli un
buffetto sulla guancia.
-Di che stai parlando?-
-Non vedi l’ora di vederlo, giusto? Dio, state insieme
da meno di ventiquattr’ore e già rischio di morire di diabete.-
Darren arrossì e abbassò lo sguardo.
-Oh, appunto.-
-…e non preoccuparti, riuscirò a farti raccontare tutto,
è solo questione di tempo.-
La voce di lea portò Darren ad alzare lo sguardo
immediatamente.
Quando incrociò lo sguardo di Chris, che era
meraviglioso come al solito, entrambi sorrisero.
Una volta che li ebbero raggiunti, Chris si avvicinò,
visibilmente in imbarazzo, con l’intenzione di posare un bacio sulla guancia
del suo ragazzo.
Ragazzo che, però, aveva decisamente altre intenzioni,
e che invece lo baciò gentilmente ma con fermezza.
-Ciao.- disse, non appena si allontanarono, i loro visi
separati solo da qualche centimetro.
-Ciao- rispose Chris, prima di baciarlo un’altra volta.
-Ahem, ragazzi. Per quanto
siate deliziosi, ho una certa fame e di certo non posso mangiare voi.-
Li interruppe Lea.I due si staccarono, prendendosi per mano, ed entrarono nella Sala Grande.
***************
-Mmm, okay. Ora voglio sapere
il primo mago ad aver utilizzato una maledizione senza perdono contro un altro mago
in un duello ufficiale.-
Avevano occupato il loro solito posto vicino al
lago,ma erano seduti molto più vicini
del solito. Chris teneva un libro in mano, e guardava Darren oltre gli occhiali
che a volte indossava per leggere.
-Ma Chriiiiis.-
-Niente ma. L’esame di storia della magia è domani e
non potrei mai permettere che il mio ragazzo non lo passasse.-
-Ma le tue domande sono troppo difficili!-
-Sono solo le domande che credo saranno nell’esame.
Cerca di concentrarti, so che lo sai.-
Sottolineò il tutto stringendogli brevemente la mano.
-E’ impossibile concentrarsi con te davanti.-
-Oh, quindi è questa la scusa che stai usando?-
Darren annuì.
-Si. Ed è impossibileconcentrarsi anche solo pensando a te. E visto che mi succede, uhm,
diciamo pure ventiquattr’ore al giorno, è ovvio che non so nulla di storia
della magia.-
-Di conseguenza la tua mancanza di studio sarebbe colpa
mia. Non una mossa molto furba, Criss.-
Chris chiuse il libro con uno scatto.
-Bene. Visto che sono apparentemente il responsabile,
devo fare qualcosa per rimediare alla situazione. Da ora fino all’esame, non
potrai baciarmi se non quando risponderai esattamente ad una domanda. Senza
eccezioni.-
Darren aprì la bocca, stupito, e fece per protestare –Ma…-
-Niente ma, e dovresti invece essere lusingato che io
tenga talmente tanto alla tua educazione da compiere un sacrificio così
grande.-
-Sei ingiusto.-
Disse Darren, incrociando le braccia e voltandosi verso
il lago.
-Awww, sei così carino quando
metti il broncio. Ma non funzionerà. Ora concentrati.-
Darren lo ignorò.
Chris si avvicinò e chiuse la distanza tra loro. Il grifondoro rispose immediatamente al bacio, afferrando la
nuca del suo ragazzo per avvicinarlo, ma proprio mentre cercava di
approfondire, Chris si allontanò di scatto.
-Ehi! Questa è crudeltà!-
Chris rise.
-No. Era solo un incoraggiamento. Ora, se vuoi
riceverne altri, vedi di darti da fare.-
Darren sembrò rifletterci per un attimo.
-Ok, ma sono due
baci per ogni risposta esatta. –
Chris lo guardò storto, ma fece un cenno di assenso.
Poi Darren si sporse a prendere gli occhiali.
-Ehi! Quelli mi servono!-
-Non pensarci neanche. Già mi distrai abbastanza senza,
con questi non c’è nessuna speranza che io riesca a levarti gli occhi di
dosso.-
****************
-Non so se sia possibile. Voglio dire, sono gli ultimi
giorni e la sorveglianza è davvero al minimo, ma dovresti essere praticamente
invisibile.-
Darren ghignò.
-Era quello il mio piano.-
-Quindi, ricapitolando, io dovrei ricattare i ragazzi
del dormitorio e costringerli a stare via dalle loro camere?-
Lea sembrava alquanto scettica.
-Solo per qualche ora! Ti prego, non riuscirò a vedere
Chris per almeno un mese. Per favooooore. Del resto,
è anche colpa tua se stiamo insieme!-
Lea sbuffò, rassegnata.
-E va bene. Ma lo faccio solo perché non riesco a
resistere ai tuoi occhi da cucciolo e perché Chris sarà molto felice.-
Darren si affrettò ad abbracciarla, inondandola di
ringraziamenti.
-Inoltre, il mio fidanzato mi ha detto di come qualcuno
abbia influito sulla nostra prima uscita. Diciamo che ti sono debitrice.-
***************
Chris era esausto. L’esame di Difesa Contro le Arti
Oscure era stato facile ma era durato fin troppo. Uscì dalla sala grande
chiedendosi dove diavolo fosse finito Darren. Quella mattina gli aveva detto di
avere un forte mal di testa, poi non l’aveva più visto.
La sua attenzione fu catturata ben presto da un oggetto
poggiato sulle scale.
Non appena capì di cosa si trattasse, non potè evitare di sorridere apertamente. Si avvicinò al
quaderno abbandonato, una sensazione di Deja vu
davanti agli occhi.
Da dietro la copertina blu faceva capolino un foglio
che Chris si affrettò a leggere.
“Si prega di restituire il quaderno al legittimo
proprietario che continua a dimenticarlo ovunque (e stavolta forse lo ha fatto
di proposito).”
Chris rigirò il foglio tra le mani, e ben presto lea fu
al suo fianco.
-Chris, devi venire subito con me.-
Spazientito, il ragazzo cercò di impedirle di
trascinarlo su per la scala.
-Lea, non posso ora! Devo andare da Darren, credo che
abbia escogitato qualcosa.-
Lea si fermò ed esercitò tutte le sue doti di attrice.
-Per favore, Chris. Non impiegheremo più di qualche
minuto. Ho scritto una cosa per Cory e volevo un tuo parere.-
-Ew. Perché mai dovrei voler
leggere la vostra conferenza privata?-
Lea si appoggiò più fermamente al suo braccio.
-Ti prego, ti prego!-
-Sigh… ok.-
***************
Quando entrarono nella sala comune, Chris non si stupì
di trovarla deserta. Negli ultimi giorni, tutti approfittavano del sole per
passare le giornate nel parco. Dove
probabilmente sarei ora insieme al mio fantastico ragazzo.
Era così immerso nei suoi pensieri che non si accorse
che Lea lo stava trascinando verso il dormitorio maschile e che quindi c’era
qualcosa di strano.
-Dove accidenti…?-
Ma prima che potesse dire altro, Lea lo lanciò dentro
la porta per poi sparire.
Chris si ritrovò al buio. O almeno, fu il suo primo
pensiero.
In realtà, le finestre erano chiuse e c’erano piccole
fiamme blu ovunque.
Vicino al suo letto, con l’espressione più felice che Chris
avesse mai visto, c’era Darren.
-Penso che tu abbia qualcosa di mio.-
Disse, invitandolo con una mano ad avvicinarsi.
-Io… ehm, si, il quaderno. Dare, come… come hai fatto?-
Quando fu abbastanza vicino, Darren lo attirò contro di
sé per baciarlo con passione. Chris si sciolse immediatamente, il quaderno
dimenticato cadde a terra mentre le sue mani cercavano i riccioli del suo
ragazzo.
Darren sapeva di buono: Chris non riusciva a smettere
di assaporarlo e perdersi in quella sensazione magnifica. Quando Darren si
allontanò all’improvviso, Chris lo guardò interrogativo.
-Ci sono diverse cose per le quali devo farmi perdonare.
E altre per le quali sono grato.-
Chris sorrise.
-Non c’è bisogno che tu ti faccia perdonare nulla. E’
tutto perfetto.-
-Bene, sono felice che il mio tentativo di essere romantico
sia andato a buon fine.-
Darren lo baciò ancora una volta lievemente.
-Okay, ora che ho preso ciò che mi spettava…-
-Ma non hai ancora preso il quaderno!-
Darren sorrise malizioso.
-Il quaderno? No, non mi riferivo a quello,
decisamente.-
Risero insieme, e poi ripresero a baciarsi, finché non
si ritrovarono sul letto, troppo vicini e decisamente troppo presi dalla
situazione.
-Chris. Chris, dobbiamo fermarci.-
Chris lasciò per un secondo il delizioso punto sul
collo di Darren al quale si stava dedicando, e alzò la testa.
-Perché?-
-Perché altrimenti non rispondo più delle mie azioni, e
non era quello che avevo programmato. Rovinerebbe un po’ tutto il mio volermi
fare perdonare, non trovi?-
Chris tornò al suo lavoro, mormorando –Non m’importa.-
Darren alzò una mano per scostarlo gentilmente, e poi
prese ad accarezzargli il volto.
-C’è… c’è una cosa che devo dirti.-
Chris rimase pietrificato. Non era esattamente
preparato a una qualsiasi notizia sconvolgente, e il tono di Darren sembrava
dannatamente serio.
-Dimmi.-
Disse, abbassando lo sguardo.
Darren sospirò.
-Io ti ho mentito.-
Chris si sentì crollare il mondo addosso. Gli aveva
mentito? Riguardo cosa? Prima che potesse formulare una domanda, la mano di Darren
prese ad accarezzarlo con più decisione, spostandosi verso la sua nuca.
-No, ehi, non è niente di grave. Sta calmo. Ti ho
mentito quando abbiamo parlato la prima volta. Ti ho detto che non ti avevo mai
visto, ma era una bugia.-
Chris inclinò il capo, curioso.
-Io… è da almeno un anno che ti ho notato. Speravo in
tutti i modi che tu ti accorgessi di me, e quando sei venuto a riportarmi il
quaderno…. È stato uno dei momenti più belli della mia vita. Certo, ora posso
contarne almeno dieci che lo battono senza esitazione, ma ecco… scusa. Avrei
dovuto dirtelo prima.-
Chris rise piano.
-Ehi! Sto cercando di essere serio!- disse Darren, ma
ben presto le risate contagiarono anche lui.
-Mmm bene. Direi che siamo
pari allora, perché, se non ricordo male, anche io ti ho mentito all’inizio. E
anche io ti avevo DECISAMENTE notato prima.-
Darren lo avvicinò per baciarlo.
-Ti amo così tanto.-
Disse, senza riuscire a trattenersi. E perché avrebbe
dovuto? Non si era mai sentito più felice nella sua intera esistenza e, se avesse
potuto, avrebbe volentieri scambiato ogni altro giorno che gli restava con una
manciata di momenti come quello.
Il volto di Chris passò da un’espressione piacevolmente
stupita, ad un sorriso enorme e bellissimo.
-Ti amo anch’io-
Ripresero a baciarsi per qualche minuto, poi Chris si
staccò per guardare Darren intensamente negli occhi.
-Vorrei tanto che entrambi potessimo non rispondere più
delle nostre azioni.-
E se non per lo sguardo, intenso e così incredibilmente
fiero e sensuale, Darren avrebbe di certo ceduto di fronte al tono di voce del
suo ragazzo.
Bene, con questo la fan fiction è davvero finita, e mi
dispiace tanto tanto tanto anche se ultimamente ho impiegato più tempo per
aggiornare (mi scuso se avete atteso invano!). Come ho già detto, questo
percorso è stato bellissimo e ringrazio dal profondo del mio cuore ognuno di
voi. Spero che quest’epilogo non vi deluda, e di ritrovarvi qualora avessi
voglia di raccontare un’altra storia. Buon divertimento!
“You don’t need a spell to charm me”
Epilogo
Quando Chris aprì la porta di casa, quella sera, non si
aspettava di trovarsi in una stanza completamente buia. L’estate era agli
sgoccioli e il viaggio che aveva fatto si faceva sentire: non desiderava altro
che buttarsi nella doccia, ma, prima ancora, abbracciare il suo fidanzato.
Fidanzato che, apparentemente, aveva trovato qualcosa
di più interessante da fare piuttosto che aspettarlo a casa.
Una luce soffusa proveniente dal corridoio lo spinse in
quella direzione; la porta del bagno era appena aperta, e nell’aria c’era un
forte profumo di bagnoschiuma all’arancia (il preferito di Chris).
-Sei tornato! Finalmente!-
Prima che potesse registrare cosa fosse accaduto, Chris
vide la porta aprirsi e si ritrovò spinto contro il muro, un Darren decisamente
contento e decisamente nudo pressato
contro di lui, che aveva appena deciso di attaccare la sua bocca.
Chris rispose automaticamente al bacio, anche se non
riuscì a soffocare una risatina di fronte all’entusiasmo del suo ragazzo. Del
resto, era mancato solo per cinque giorni.
Darren si
allontanò appena, la fronte contro la sua, sorridendo come se il Natale fosse
arrivato all’improvviso.
-Devo dire che non mi aspettavo un’accoglienza simile,
anche se avrei preferito partecipare nella sparizione dei tuoi vestiti- disse,
un ghigno malizioso sul volto.
Darren lo baciò di nuovo, rapidamente.
-Oh no, hai capito male. Stai per unirti a me in un bel
bagno dove non faremo altro che rilassarci.-
-Umpf. E io che mi ero illuso
di esserti mancato in questi giorni.-
Darren sorrise, e prese a slacciare i bottoni della
camicia che Chris indossava.
-Sciocco, per quello abbiamo tutta la notte.-
***************
Chris dovette ammettere che era una sensazione
fantastica, starsene nella vasca, la testa di Darren calda contro il suo petto,
una mano ad accarezzare i capelli bagnati del suo ragazzo.
-Era da così tanto che volevo farlo! Avevo questa
fantasia che ruotava intorno a noi due e il bagno dei prefetti…-
Chris rise e posò un bacio sulla testa di Darren.
-Mmm, mi piacerebbe
ascoltarne i dettagli…-
-Non prima di aver ascoltato tutti i dettagli del tuo
viaggio! Allora, com’è essere uno scrittore famoso?-
-E’… wow. E’ tutto quello che ho sempre sognato, e di
più. Ho incontrato tante persone, persone che mi hanno guardato con
ammirazione, che sembravano davvero felici di conoscermi e… ed è stato
stupendo.-
Darren baciò delicatamente il braccio di Chris.
-Sono così orgoglioso di te. E finalmente tutto il
mondo si è accorto di quanto tu sia speciale.-
Chris rise ma non potè far
nulla per la vampata di rossore che lo invase. Per fortuna, Darren non avrebbe
visto.
-E il Ministero? Hai ricevuto altre lamentele? L’altro
giorno c’era un articolo sul profeta in cui ti difendevano e ho capito subito
che l’aveva scritto Amber-
-Si, me l’hanno fatto leggere. Dovrò contattarla per
ringraziarla! Le solite cose, hanno paura che con tutta la pubblicità che il
libro sta avendo qualche babbano potrebbe iniziare a
sospettare, e io ho cercato di spiegare in tutti i modi che le storie sono
molto vaghe in quanto a dettagli e per lo più ispirate a vecchie leggende ma
niente, è come se non avessi parlato.-
Darren sospirò.
-Non preoccuparti, sono sicuro che andrà tutto a posto.
Ora, sei pronto per la sorpresa che ti ho preparato?-
-Pensavo che l’averti trovato nudo con una vasca piena
di acqua calda e sapone profumato fosse la sorpresa.-
-Come al solito mi sottovaluti, Colfer.-
**********
Quando entrarono in cucina, Chris notò subito che il
tavolo era preparato per molte più persone del solito.
-Dare, perché ci sono tutti questi piatti? Capisco che
ti preoccupi che io non mangi abbastanza, ma non ti sembra di esagerare?- scherzò.
Proprio in quel
momento, un rumore dal salotto li fece voltare entrambi. Qualche secondo dopo, una
bambina dai lunghi capelli neri e il viso furbo stava correndo verso di loro.
-Zio Chris! Zio Dare!-
La bambina si tuffò tra le braccia di Darren, che prese
a riempirle il volto di baci. Vista che il cuore di Chris accolse con una
capriola.
-Rachel! Quante volte ti ho
detto che quando si usa la polvere volante non si corre nelle altre stanze
prima che i padroni di casa te lo permettano?-
Chris riconobbe immediatamente la voce della sua amica,
e corse ad abbracciare Lea.
Cory era accanto a lei, sorridente, mentre Darren continuava
a stringere Rachel mentre parlavano fitto.
-Che bello rivedervi! Quando siete tornati? Non posso crederci!-
Lea rise tra un abbraccio e l’altro: anche lei aveva
sentito la mancanza del suo migliore amico.
-L’altro ieri. Lo spettacolo ha una pausa di un mese, quindi
ne abbiamo approfittato.-
In quel momento qualcuno si schiarì la gola, e tutti si
voltarono verso la giovane donna che aveva appena fatto il suo ingresso nella
stanza, la bellezza ancora intatta se non cresciuta negli anni, e il solito
sorriso stampato sul volto.
-Dianna!-
Dissero Chris e Lea contemporaneamente, e ben presto
fecero spazio anche a lei nel loro abbraccio.
Abbraccio che divenne ancora più esteso quando
arrivarono anche Harry e Chord.
**********
-Non posso ancora credere che tu sia uno scrittore
famoso tra i babbani, e tu un’attrice di successo! L’altro
giorno c’era una tua foto sul giornale di uno dei miei pazienti!-
Erano tutti seduti a tavola, a gustarsi il cibo che Darren
aveva ordinato dal ristorante di fronte, non essendo un grande cuoco.
Dianna
aveva scelto la carriera medica, e lavorava da qualche anno al San Mungo.
Purtroppo, il lavoro non le lasciava moltotempo per vedere i suoi amici, sebbene non abitassero molto lontano.
-Era da troppo tempo che non tornavo a Hogsmeade! Mi mancava decisamente la sensazione di poter
essere me stesso senza preoccuparmi che qualcuno mi scopra!-
Harry parlò tra un boccone e l’altro; dopo essersi
lasciato con Dianna (in buoni termini, era stata una
decisione presa reciprocamente) aveva iniziato a lavorare come ballerino per
una compagnia londinese, ed era sempre circondato da babbani.
Cory e Chord risero all’affermazione
dell’amico. Dopo la fine della scuola, avevano iniziato a passare molto tempo
insieme perché entrambi avevano tentato la carriera da Auror
(che Chord ora portava avanti, mentre Cory l’aveva
abbandonata per trasferirsi con Lea e in America) e l’amicizia che ne era
scaturita aveva fatto sì che Chord ricoprisse il
ruolo del testimone al matrimonio del tassorosso.
-Allora, Darren, quando farai ritorno ad Hogwarts?-
Chiese Lea, mentre tentava invano di convincere Rachel a mangiare degli spinaci.
-Ah, parlavamo di cose incredibili e nessuno ha
nominato il fatto che quest’uomo sia riuscito a convincere il preside O’Malley ad aggiungere una materia a scuola!-
Disse Harry, dando una pacca sulla spalla di Darren che
gli sedeva accanto.
-Ehi! La mia materia è importantissima e i ragazzi la
adorano!-
-Immagino che chiunque preferirebbe “Insegnamenti di
musica e arte” a “Cura delle creatura magiche”! Non è la materia, è il fatto
che sia l’unica cosa per la quale fare i compiti non è uno strazio!-
Darren sbuffò, fingendosi offeso.
-Non siete invitati al meraviglioso spettacolo che
allestirò con gli studenti a Natale.-
-Ah si? E quale perla ci perderemo?- disse Dianna, con aria di sfida.
-Oh, niente di che… avete presente tutta la storia di
Harry Potter e di come se non fosse per lui non saremmo qui ma probabilmente
sotto la dittatura di un mago pazzo e pericoloso?-
Tutti annuirono, molti con aria di condiscendenza.
-Bè, potrei
aver iniziato a scrivere un musical che ne parli…-
************
-Ti amo così tanto!-
Disse Chris, abbracciando da dietro il suo ragazzo che
stava finendo di sistemare la cucina, una volta che tutti erano andati via.
-Mmm, adoro sempre sentirtelo
dire.-
Restarono così per qualche secondo, poi Darren si voltò
e, spingendo Chris verso il bordo del tavolo, prese a baciarlo con passione.
-Pensavo… che avessi detto che avevamo tutta la notte
per questo.-
Disse Chris, mentre Darren scendeva lentamente a
mordergli il collo.
-Ma è già notte, Chris.-
Chris sorrise, e delicatamente alzò la testa di Darren per
guardarlo negli occhi.
-Voglio sposarti.-
Darren lo fissò per qualche secondo senza emettere
alcun suono, gli occhi leggermente spalancati, le labbra ancora rosse a causa
dei baci che si erano scambiati.
-Si.-
Disse, all’improvviso.
Chris rise appena e lo strinse forte come non aveva mai
fatto.
-Diamine, dev’essere stata la proposta più brutta della
storia. E non ho neanche un anello.-
Darren riprese semplicemente a baciarlo, senza dire
altro. Chris sentì sulle labbra il sorriso del suo ragazzo.
-Non vedo l’ora di essere tuo marito.-
Disse Darren dopo qualche minuto.
Chris si limitò a sorridere ampiamente, e ad
accarezzare il volto del suo fidanzato. Del
suo futuro marito. Di quella persona che, lo sapeva con certezza, era l’amore
della sua vita.
-Se avessi saputo che sarebbe finita così, la prima
volta che ti ho visto, ti avrei fatto un incantesimo e saresti stato mio da
subito.-
Darren sollevò appena lo sguardo, gli occhi ambrati
appena velati dall’emozione, e sorrise appena, prima di dire:
-Non avresti avuto alcun bisogno di un incantesimo.-
THE (REAL) END.
Ok, sonoemozionata. E’
finita davvero, e spero siate soddisfatti. Questo capitolo è stato pieno di
fluff a non finire, ma credo non potesse essere altrimenti.
Volevo giusto rubarvi qualche altro secondo per
chiarire alcune cose che non ho potuto spiegare meglio sopra, perché rischiava
di diventare un elenco:
Allora, Chris è uno scrittore di successo tra i babbani con una saga fantasy che in realtà è ispirata al
mondo dei maghi (non come Harry Potter, più simile a TLOS in realtà, e più
fiabesca, non so se mi spiego…). Lui e Darren sono rimasti insieme e vivono a Hogesmeade, perché Darren ha trovato lavoro ad Hogwarts come insegnante e in questo modo ogni sera può
tornare a casa da Chris. La materia che insegna Darren riguarda l’arte, la
musica e lo spettacolo (non so voi, ma se c’è una cosa che ho sempre trovato
carente ad Hogwarts è la formazione umanistica degli
studenti, che è praticamente inesistente!). Se avete qualche curiosità o
domanda, chiedete pure! Ora vi saluto sul serio non prima di mandarvi ancora
una volta i miei più sentiti ringraziamenti.