Her voice resides

di Keskiyo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Violenterò le mie orecchie,solo per una sera,solo per la mia migliore amica. ***
Capitolo 2: *** Voglio essere me stessa,non l'emarginata. ***
Capitolo 3: *** Il mostro del solletico e la sua migliore amica vanno al concerto ***
Capitolo 4: *** I Valentini! ***
Capitolo 5: *** I Trash Metal Harmony ***
Capitolo 6: *** Bullet inside my head ***
Capitolo 7: *** Imprevisti ai frutti di bosco ***
Capitolo 8: *** Sexy ciabattine a forma di coniglio ***
Capitolo 9: *** Ti chiedo un ultima ora da venticinquenne ***



Capitolo 1
*** Violenterò le mie orecchie,solo per una sera,solo per la mia migliore amica. ***


Mi  sto stancando della puzza di sigaro che emana il signore che mi cammina davanti,così sorpassandolo mi ritrovo le scarpe zuppe. Ho preso una pozzanghera gigante,una di quelle su cui ci puoi fare surf. Arrivata a destinazione busso il citofono,mi risponde la mamma di Viola(la mia migliore amica),mi apre,salgo le scale e chiudo la porta dietro di me. La casa è accogliente come sempre,il salone è tinto di un arancione caldo e l’aroma, che aleggia immancabilmente qui dentro,è di sandalo. Vado a salutare la madre di Viola in cucina. Questa stanza di tutta la casa,ovviamente,è la più calda. Trovo Selvaggia girata di spalle,che prepara una cioccolata calda per Lia (la sorella più piccola di Viola)che è seduta sulla sedia con le ginocchia portate al petto. << Tessaa!! >>. Corre ad abbracciarmi e la prendo imbraccio,le do un bacio enorme sulla guancia,profuma di fresie,mi tocca le ciocche blu che ho fatto da poco. Selvaggia si gira appena sente Lia pronunciare il mio nome. << Tessa! Da quanto tempo! Oddio ma cosa hai fatto ai capelli? >>. Inizio a ridacchiare. << Mamma voglio anche io i capelli così! >>. Selvaggia guarda divertita Lia. << Sì certo tesoro mio, quando sarai più grande ne riparleremo >>. Lia scende dalle mie braccia e Selvaggia mi abbraccia. Mi chiede come sto e mi chiede anche della mamma,si conoscono da quando io e Viola abbiamo stretto amicizia,su per giù da sei anni. Selvaggia è una persona molto cortese e generosa,è una super mamma e ovviamente Lia e Viola l’adorano. << Tessa vuoi anche tu qualcosa? >>. << No grazie Selvaggia,vado da Viola >>. << Okay,attenta è talmente tanto su di giri,che sembra che si è scolata due bottiglie di vino e sai bene che è astemia >>. Rido e vado in corridoio,scorgo la testa di Viola che si affaccia fuori dalla sua camera.  << Oh mio dio Tessa! Non puoi capire chi viene a Roma!! >>. Vado verso di lei ed entro nella stanza. Le sono sempre piaciuti i gruppi metal,rock alternative,insomma roba che io non mi sognerei mai di ascoltare,i poster dei Metallica e dei Placebo spiccano sulle pareti fucsia scuro,qualche poster dei Paramore è arrotolato in uno scatolo e qualche bracciale con le borchie sbuca dal portagioie. Penso a qualcuno di famoso come Avril Lavigne,i Dari,Bruno Mars oppure Jennifer Lopez,invece le sue parole mi lasciano solo una gran confusione. << I Bullet For My Valentine!!!! >>.  Viola  inizia a saltare e a gridare come una pazza e forse sta anche per piangere,non ho mai visto la mia migliore amica dark comportarsi così,mai. << E chi cazzo sono? >>. Tutta la sua euforia scompare,ha la bocca aperta e l’espressione accigliata,ha i palmi delle mani rivolti verso l’alto,passa dallo shock all’incomprensione e dall’incomprensione alla rassegnazione. Chiude la bocca,abbassa le braccia e si gira di lato verso il comodino,penso che se ci fosse un qualche oggetto che potrebbe uccidermi,lei me lo avrebbe già scagliato contro,invece prende il suo vecchio pupazzo:Twiddy. Il quale ha subito tutte le fasi della crescita di Viola,ce l’ha dalla prima elementare. Quando arrivai qui in Italia dall’Inghilterra,avevo undici anni, Wolverhampton era e penso sarà sempre casa mia,non è una città molto estesa,ma come si può immaginare arrivare qui a Roma nella metropoli più grande del mondo,lascia una bambina di undici anni un po’ spaesata,quasi senza punti di riferimento;ero abituata ai grandi parchi e laghi,mentre appena arrivata a Roma,avevo paura di tutto,non capivo la lingua e l’unico tragitto che facevo era quello scuola-casa. Un giorno mia madre,stanca di vedermi sempre a casa,mi portò con lei a lavoro,assistevo  alle lezioni private di canto che faceva ai ragazzi e ragazze,nessuno di loro si vergognava della mia presenza,anche perché la maggior parte di loro erano molto più grandi di me,ma quando la giornata stava per terminare,vidi entrare una ragazzina della mia stessa età,portava un vestito color glicine,aveva i capelli raccolti in uno chignon e aveva due ciocche di capelli neri che le incorniciavano il viso con due morbidi boccoli,quando alzò lo sguardo mi ricordò un cerbiatto dagli occhioni neri,aveva la pelle chiara e gli zigomi pronunciati,ci aveva messo un po’ di fard rosa per non sembrare un cadavere ma era la ragazzina più tenera che avessi mai visto,profumava di lavanda. Mi strinse la mano e nel dirmi <<  Piacere Viola >> mi accorsi della sua voce cristallina. Ricorderò per sempre quel giorno,il giorno in cui l’ho sentita cantare per la prima volta,nonostante io la senta ancora intonare qualche canzone lo fa sempre di meno in pubblico e sempre di più con mia madre,voleva metter su una band ma mi ha sempre detto che non ce l’avrebbe fatta a reggere la scena. Viola si siede sul letto con Twiddy,inizia ad accarezzarlo e poi mi guarda. Non so se parlare oppure no. << Viola? >>. << Ma come fai a non conoscerli? >> . << Sono anni che ascoltiamo musica diversa io e te >>. << Lo so … ma non è giusto,hai rovinato il mio momento di gloria! >>. << Quando andiamo? >>. << Dove? >>. << Quando andiamo al concerto dei Valentini … i cosi là i … Ballet Valentine,insomma quelli là!! >>. Per Viola è come se avessi bestemmiato,ma non ce la faccio è più forte di me,non me lo ricorderò mai quel cazzo di nome. Viola sembra passarci sopra,così prosegue. << Non andremo,non ho i soldi per i biglietti >>. Dentro di me sto festeggiando,ma quante volte l’ho trascinata a forza in discoteca? E lei odia la mia musica,la mia comitiva e come mi vesto,eppure mi è sempre venuta dietro ovunque andassi … 

 La stanza profuma di lei e forse è giunto il momento di farle un regalo,tanto grande quanto lei l’ha fatto a me quel giorno,stringendomi la mano alle lezioni di canto.

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Capitolo 2
*** Voglio essere me stessa,non l'emarginata. ***


Mi tolgo la giacca e la poso sulla sedia affianco alla porta. << Capisco … quanto costano più o meno? >>. << Duecento tutti e due,ho bruciato quei soldi per comprarmi tre corsetti e dei guanti fatti a mano,praticamente perfetti per l’occasione a cui non parteciperò >>. << Io ho solo quindici euro … non riusciamo neanche a raggiungere i venti,mi dispiace … >>. Viola però non sa che ho messo da parte i soldi di Natale e quelli del mio compleanno,devo informarmi per comprare i biglietti e devo anche sbrigarmi. <<  Non importa … insomma almeno saranno qui a Roma >>,cerca di riprendersi anche se invano. << Giusto … dai ci saranno altre occasioni >>,dico . Mi guarda triste e accenna un: << Già … >>. Mi butto sul letto con lei. << Allora? Come va la missione guarda ma non guardare Ivan? >>. Ridacchia e mi aggiorna. << Bene,oggi è stato a fissarmi per tutta l’ora di disegno,io facevo finta di non accorgermene >>. << Insomma chi aveva ragione? >>. Rotea gli occhi. << E va bene … tu! >>. Mi alzo e le faccio un balletto. << Oh yeah,yeah,yeah … Tessa vinceee!! Uno a zero!Sono un genio,sono un genio,sono un genio,sono un gen … ahiaaa! >>. Mentre eseguo il mio ballo osceno inciampo nel tappetino dietro di me e sbatto a terra. << Tessa stai bene? >>. << No! Il tuo tappetino mi violenta! >>. Si mette a ridere. Forse sono riuscita a farle dimenticare per almeno un attimo il concerto. << E con Danilo ci sono novità? >>. Danilo è il mio ex ragazzo. << No,menomale Viola! Oddio è una settimana che non mi rompe più e non sono costretta a dirgli ancora stronzate! >>. << Tessa se ero io la tua compagna di banco,ogni volta che ti suonava il cellulare,te lo avrei scaraventato fuori dalla finestra! È ossessivo quel ragazzo!! >>. << Già … ma purtroppo tu non sei neanche nella mia stessa scuola,ed è per questo che il mio cellulare è ancora intatto! Ah non dimenticare che è anche stupido >>. << Giusto quello non ce lo dobbiamo dimenticare! Hai deciso di restare sul pavimento? >>. << Certo! Vicino al mio amato tappetino! >>. Mi alzo e mi rimetto sul letto.  << Viola che ore sono? >>. << Le cinque e mezza perché? >>. << Devo andarmene,alle sei ho lezione di piano e devo ancora passare da casa >>. << Va bene,ci sentiamo per messaggio allora >>. << Okay >>. Mi alzo e prendo la giacca. Dopo essermela infilata,esco dalla camera e vado verso la cucina. Viola mi urla dietro. << Salutami tua mamma! >>. << Sì,lo farò! >>. Trovo Selvaggia ancora in cucina che lava qualche piatto e tazza. << Ciao Selvaggia devo andare >>. << Ciao Tessa,salutami mamma! >>. << Certo!Lia dov’è? >>. << Oh è di là a guardare i cartoni animati >>. << Okay passo a salutarla e poi vado >>. Vado in direzione dell’ingresso e giro a sinistra. << Lia vado via >>. La trovo che spulcia fra le cassette della Walt Disney. Si alza e mi viene ad abbracciare. << Tessa convinci mamma a farmi fare i capelli come i tuoi! Così saremo sorelle! Torni presto vero? >>. Rido. Quant’è piccola e dolce! Ha la fronte coperta dalla frangetta scompigliata biondo chiaro,come i boccoli che le toccano le spalle,gli occhi più chiari rispetto a quelli della sorella:castani. Ha una salopette verde a righe con sotto un maglioncino bianco,le calze e le scarpine color crema. << Sì torno domani Lia. Ciao piccola! >>. Le stampo un bacio sulla guancia rosea e corro fuori dalla porta gridando un:<< Ciaoo! >>. Arrivo in strada e cammino per un quarto d’ora. Finalmente apro la porta di casa. Corro in camera mia e prendo gli spartiti,li metto dentro una borsa verde fluorescente. Afferro un cerchietto con un fiocco enorme e me lo metto. Tanto fard,tanto mascara e brillantini sugli occhi. Mi arriva un messaggio. << Tèèèèèsòòòòòò!!! Mà chè còmpìtì cì sònò pèr dòmànììììì???? >>. Questa è una cosa che non farò mai,non m’interessa,non devo per forza scrivere come loro per adattarmi,mi bastano il trucco e i vestiti.<< Hey non lo so,non li ho neanche io! >>. << Ah BeNe E FaNtAsTiCo TeSòòòòòòòòòòò!! >>. Non rispondo. Mi viene il vomito a guardare tutti quelli accenti e cambi di dimensione. Ma perché non scrivono come tutte le persone normali di questo mondo?! Mi butto sul letto col portatile e cerco i biglietti per il concerto e BAM!!! Trovati!Segno il numero di telefono su carta. Chiudo il portatile,prendo la giacca e la borsa e scappo fuori casa,chiudendo a doppia mandata la porta. Andando a lezioni di piano incontro Arianna,una della mia comitiva. << Bella!!'N do vai? >>. << Vado … a casa di una mia amica >>. << E cioè 'n m’hai detto niente?Cioè io pensavo de esse 'a tua best e scopro che me tradisci!Cioè boh! Oddio che fighe 'e tue scarpe verdi fluorescenti,cioè so popo S-T-R-A-F-I-G-H-E,vero che me 'e presti qualche volta tesò?? >>. << Certo,scusa Ariè ma devo andare >>. << Certo Tesò!! 'N bacio!!! >>. Mi stampa un bacio enorme e rosso sulla guancia,puzza di sigarette e di troppo profumo,inoltre mi urta con i Carrera gialli. È praticamente buio e lei porta gli occhiali da sole. Non arrivo e non arriverò fino a questo punto.
La lezione di piano vola e improvvisamente si fanno le sette. Arrivo a casa e saluto mia madre. Mi chiede come è andata la giornata e cosa voglio cenare. Le rispondo che è andata bene e che per cena voglio mangiare leggere. Mentre salgo le scale improvvisamente aggiungo che la salutano Viola e Selvaggia. La serata passa mentre mi racconta degli aneddoti della giornata. Il sonno non arriva per le undici,così mi preparo un thè e penso. << Cosa mi metto al concerto? >>. Mancano due mesi … mi serve un miracolo da Viola.

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Capitolo 3
*** Il mostro del solletico e la sua migliore amica vanno al concerto ***


 
Due mesi passano in fretta …

Che dire?Selvaggia e Antonio (il padre di Viola) sapevano già tutto non appena ho acquistato i biglietti,in quanto a Viola … gliel’ho detto una settimana fa e invece di saltare e gridare con i piedi per terra,ha iniziato a saltare sul letto urlando:<< Tu sei una pazza!!!!! >>. Poi è sbottata in lacrime dicendo quarantotto volte “Grazie” e settanta volte “Oh mio dio!”,lo so perché Lia le ha segnate su un foglio mentre le diceva.
Io e Viola siamo andate in giro per tre giorni. Tre giorni a straziare i commessi di parole. Tre giorni,dei quali due sotto la pioggia ed uno a creparsi di caldo. Tre giorni e sto ancora cercando quello che mi serve. Oggi,finalmente,mentre tornavo a casa un vestito blu ha catturato la mia attenzione,con tre bottoni neri sul davanti,un nastro sempre nero che si chiude con un fiocco dietro la schiena,la gonna a ruota e con delle spalline larghe nere. L’ho comprato subito,non costava neanche molto. Ora sono qui al caldo in camera mia a sentire i One Direction. Mi alzo dal letto e m’infilo il vestito per vedere come mi sta. Giro su me stessa.  Mi piace perché mi rispecchia,s’intona anche con le ciocche dei miei capelli. Sopra metto uno scalda spalle nero,come scarpe delle ballerine,calzamaglie e poi ovviamente la mia giacca in eco pelle nera. Mi tolgo tutto e indosso il pigiama. Chiamo Viola. << Pronto? >>. << Hey Violet >>. << Tess! >>. << Ho trovato il vestito! >>. << Davvero?! Com’è??! >>. << Bellissimo! Domani te lo faccio vedere! Dove ci prepariamo? >>. << Qui a casa mia! Voglio avere l’onore di truccarti! >>. Sono un po’ restia a farmi toccare la faccia da mani che non sono le mie,però accetto l’idea. << Okay,però il mascara me lo metto da sola,se poi mi ciechi cosa faccio al concerto? Ascolto i Valentini? Eh no! Devo almeno adocchiare qualche ragazzo carino! >>. << Tessa i ragazzi più belli del mondo saranno sul palco,chi se ne frega della marmaglia di gente che ci sarà! Si chiamano Bullet For My Valentine!! >>. Scoppio a ridere. << Va bene ascolterò qualche canzone,poi vedremo se ci saranno o no ragazzi carini! Intanto tu il mascara non me lo metti >>. << Va bene principessa del popolo! >>. << Violetta devo andare adesso … ci si vede domani a casa tua! Ah ma a che ora inizia il concerto? >>. << Alle dieci! Devi stare qui almeno alle otto per assistermi durante gli attacchi di panico! Ciao Tessolina buonanotte! >>. << ’Notte!! >>. Attacco. Mi lego i capelli con un elastico e prendo uno specchietto. Guardo se ho la matita ancora sotto gli occhi. Nessuna traccia. Anche se non saranno chissà cosa questi Valentini,o come si chiamano,sono emozionata lo stesso. Vrr,vrr,vrr. Un messaggio da Arianna:
Ehììììì Tessòòòò!! K fài?Iò stò còn Mààrìò!Ahàhàhàhàhàh qùànt’è stùpìdò!Sì vòlèvà fà Jèggì mà lèì glì hà tìràtò ùn càlcìò è pènsò k mò è càstràtò àhàhàhàhàhàhàh!
Meglio se vado a dormire e spengo il cellulare fino a domani mattina. Sono tentata dal fatto di spegnerlo … per sempre.

La sveglia suona,ho dormito quattro ore,sono tentata di non andare a scuola eppure mi alzo.

La mattinata passa,lentamente ma passa,fra la mia ipocrisia e la stupidità della mia compagna di banco Marcella (Marcy La Crazy … che schifo). Mangio due toast con a pranzo con papà e verso le tre e mezza sento tornare mamma da lavoro.

Cerco di rilassarmi per tutto il pomeriggio,ma non ci riesco …

Rimango tesa finchè non arrivo a casa di Viola,durante quel quarto d’ora canto in inglese (la mia lingua madre) pensando a Wolverhampton,ai prati e alla mia stanza dai colori pastello. Non posso lamentarmi,Roma mi piace e senza Viola qui,non sarei mai riuscita a restare.

Entro in casa di Viola,sento solo uno strillo,poi un’esserina piccola dai capelli boccolosi che mi abbraccia la gamba:Lia. << Tessa!Aiuto!Viola mi fa il mostro del solletico!! >>. Viola esce dalla camera di Lia,con un drago di pezza avvolto intorno al collo e un paio d’occhiali da sole. << Awr,awrrrr!!! SONO IL MOSTROOOOOOO!! Oh! Ciao Tessolina! >>. Lia scappa in cucina. Abbraccio il “mostro”Viola. Faccio una domanda che non avrei dovuto mai fare. << Emozionata per stasera? >>. Caccia uno strilletto e corre in camera sua. La seguo e il “mostro” è tornato normale. Viola per l’occasione si è fatta attaccare delle extension lilla ai capelli lunghi e neri. Sul letto c’è il suo corsetto … è davvero bello. La gonna è di tulle nera,mentre la parte di sopra ha dei ricami gotici neri su uno sfondo viola. Poso la busta con dentro il vestito,a terra. Viola ne approfitta per tirarlo fuori. << è bellissimo Tessa! È vero ti rispecchia! >>. Ci iniziamo a preparare. Viola prende i trucchi e si mette all’opera.

Sono le nove e un quarto,Viola s’infila il corpetto e gli anfibi.

Alle nove e mezza salutiamo tutti e usciamo di casa scattanti come molle.

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Capitolo 4
*** I Valentini! ***


Ciaooo!! Vorrei sapere se la storia v'interessa per continuare quindi se volete recensite!Ciaoo :) :)

Qui mi vedo solo io,fra accendini e abiti neri,vestita di blu. Tante voci e poi silenzio,un fumo rosso come il sangue si propaga per tutto il palco,le luci vanno a intermittenza e ogni volta che fanno luce sul palco si aggiungono i componenti della band,prima il batterista,il bassista,il chitarrista ed infine … il cantante. Se prima c’erano molte grida ma sempre disperse,ora la folla è un eco di boati. << Bullet!Bullet!Bullet!Bullet!Bullet! >>. Viola,come gli altri,sembra ossessionata da quel nome. Poi iniziano e suonare e cazzo … mi piace la loro musica,odio ammetterlo,Viola non lo saprà mai. A proposito ma dov’è? Viola sta parlando\gridando con Ivan. Alla fine il ragazzo più bello ce l’ha affianco,(da come lo guarda sembra proprio così). Io mi guardo intorno e no … nessuno d’interessante.

Il concerto finisce a mezzanotte. L’ultima canzone che hanno suonato,è stata la ciliegina sulla torta. A sentire Viola la canzone si chiama:”Tears don’t fall”. Mi rimane dentro la testa,mi fa scattare qualcosa. Dopo esserci fatte un giro per un’ora,si è fatta l’una,così accompagno Viola a casa sua,che inizia a sbadigliare e a ridacchiare senza motivo. La saluto e le do la buonanotte. Io almeno per stasera ho la ritirata verso le tre. Non ho paura ad andare in giro da sola,anche se non è né raccomandabile né sicuro,ma ho ancora due ore e almeno una,decido di spenderla rivivendo l’emozioni del concerto. Torno lì e non ci metto molto,meno di venti minuti. Non c’è nessuno,se ne sono andati tutti lasciando questo posto isolato. Rimane qualche bottiglia di birra a terra,cicche di sigarette …

Cammino nei dintorni. C’è un hotel a cinque stelle … un ragazzo poggiato a fumare fuori,qualche macchina parcheggiata. SPAM! Sono sul marciapiede. Ho inciampato in un dosso e sono finita su una bottiglia di vetro,che qualche deficiente aveva buttato a terra sentendosi figo. Mi porto il ginocchio al petto,si è strappata la calza . Il ginocchio sanguina. Sposto il vestito per non macchiarlo. Un’ombra copre il riflesso della luna.

<< Che ti sei fatta? >>. Degli occhi blu mi fissano preoccupati,i capelli neri gli cadono in avanti … la sigaretta al lato della bocca,ha l’espressione corrucciata sul mio ginocchio e riporta lo sguardo sui miei occhi. << Il ginocchio e forse il polso >>. Rispondo guardandomi la mano che è rigata di sangue. << Posso darti una mano ma non qui in mezzo alla strada >>. Dopo avermi riguardato il ginocchio mi chiede: << Riesci a camminare? >>. Provo a muovermi,ce la faccio ma provo dolore. << Sì,ce la faccio >>.  << Okay,aggrappati alla mia spalla >>. Mi alza come se fossi un ramoscello,quando mi appendo alle sue spalle sento il suo sguardo su di me,deve essere in uno stato pietoso. Butta la sigaretta. Arriviamo nella hall e prendiamo l’ascensore. Quarto piano,ventunesima camera. Apre la porta e mi mette a sedere sul letto. << Resta qui chiedo delle bende e il disinfettante. Per fasciarti il ginocchio però,dovresti toglierti le calze … >>. << Okay lo faccio mentre sei via >>. Se ne va chiudendo la porta. Sospiro e mi tolgo la giacca. Mi tolgo le calze e mi aggiusto il vestito. Torna dopo un po’. << Scusa non riuscivo a farmi capire,sei di qui? >>. << Sì,ma non sono nata qui >>. << Capisco … sai che farà male quindi ti consiglio di stringere i denti >>. Stringo i denti e mi versa molto,forse troppo,disinfettante sulla ferita al ginocchio. << Sei fortunata che le schegge non ti sono rimaste dentro … >>. Mi guarda con uno sguardo preoccupato. Non so se è il dolore che mi fa girare la testa o lui che mi fa quest’effetto. Mi fascia delicatamente e non tocca neanche per sbaglio la mia pelle se non dove mi sono fatta male. << Dammi il polso >>. Fa lo stesso. << Riporto giù queste cose >>. Non faccio neanche in tempo a rispondergli che è già fuori dalla porta. Sono in imbarazzo e per cercare di distrarmi guardo la stanza. Mi ricorda qualcuno quel ragazzo ma chi?! Due valigie aperte,una maglia nera sulla sedia di fronte a me. Una foto di un bambino incorniciata. << Eccomi >>. << Grazie per le fasciature … >>. << Figurati! Ho visto solo un’ombra che cadeva e poi un fracasso. È pericoloso andare in giro a quest’ora e tu sei piccolina,che ci facevi qui? >>. Okay sarò anche caduta ma piccolina non mi ci chiama! Ho diciassette anni! Non tredici! Se solo sapesse perché ho accompagnato la mia amica sono sicura che risponderebbe anche: << E come mai tu che sei così piccolina ascolti certa musica? >>. Che poi quanti anni avrà questo?Venticinque?! << Per una mia amica,l’ho accompagnata ad un concerto >>. << Ah quello di stasera? >>. << Eh sì,non fa per me certa musica >>. << Non ti piace? >>. << Diciamo che … preferisco le discoteche >>. << Ma come così piccolina,già le discoteche? >>. << Ma sai almeno quanti anni ho?! >>. << Non te l’ho chiesto però si vede che sei piccola >>. << Ho venticinque anni per l’esattezza e no,non mi abbasso ai tuoi livelli,di giudicare le persone solo dalla loro statura >>. Oddio perché gli ho mentito? << Davvero hai venticinque anni?? Bè allora sei fortunata perché non li dimostri minimamente! Così quando avrai ottant’anni potrai dire di averne sessanta! >>. Quando avrò ottant’anni,avrò ottant’anni e basta. << Anche se l’età di una signora non si chiede mai,c’è chi ti chiama “piccolina”senza neanche sapere nulla di te. E sentiamo tu quanti anni avresti? >>. << A me si vedono gli anni,ne ho trentadue compiuti da poco! >>. Madre di dio … perché sono così imbecille?! << No,in realtà non sembra >>. Arrossisco. Perché arrossisco?! Idiota! Pensavi che dicendo di avere venticinque anni sarebbe cambiato qualcosa?Ti avrebbe preso in considerazione?! Risposta errata Tessa!<< Menomale allora!Insomma sei una tipa da discoteca? >>. << Sì indubbiamente. Tu invece non mi sembri un tipo da disco … >>. Ride. Ma perché lo fa?<< No infatti,mi piace musica totalmente diversa >>. << Tipo? >>. << I Metallica,gli Slayer … li conosci? >>. << Veramente no e quelli di stasera? Ti piacciono?I cosi lì … i Valentini! >>. Ride fragorosamente ripetendo senza però terminare la frase:<< I Valent … Vale che? >>. Inizia a sghignazzare  di nuovo. Si ferma con le lacrime agli occhi. Ha la risata più bella del mondo. Oddio Tessa ma cosa dici?Ha trentadue anni!Potrebbe essere tuo padre,smettila di pensare a certe cose! << Sì sì,mi piacciono i Valentini >>. << Quale canzone è fra le tue preferite? >>. << Ce ne sono tante >>. << Se devo essere sincera quella che mi ha colpito di più stasera è stata “Tears don’t fall”. Però penso che sei l’unico che lo saprà,se lo dico alla mia migliore amica è finita per la mia sanità mentale >>. << Perché? >>. << Inizierà a dire che devo andarmene dalla comitiva che frequento,perché non mi piace la loro stessa musica e che infondo loro non mi stanno davvero simpatici,insomma un sacco di cose su cui darle ragione >>. << E che male c’è allora? >>. << è complicato … >>. << è sempre complicato essere se stessi >>. << Io sono me stessa! >>. << Se fossi te stessa non staresti urlando,per cancellare le voci della tua testa che ti dice … esattamente il contrario! >>. << Ma che ne sai tu?! >>. << So com’è avere venticinque anni >>. Sto per rispondergli che non ho quell’età,che non sa com’è quando ti danno della sfigata a scuola solo perché indossi la maglietta dei Led Zeppelin,non sa com’è qui quando vai a scuola e cercano di rovinarti la reputazione in tutti i modi possibili. Io sì lo so. Sto zitta e guardo per terra. << Mi dispiace … non ti conosco neanche >>. Forse sì,ha capito già tutto e neanche mi conosce. << A proposito … piacere Matt >>. << Tessa >>. Ci stringiamo le mani dopo quasi mezz’ora da quando ci siamo incontrati. << Come va il ginocchio? >>. << Meglio >>. Non è vero,mi fa malissimo. << E questa tua amica com’è? >>. Già s’interessa alla mia amica dark?Bene! << è una persona meravigliosa. La chiamo dark ma non è il termine esatto suppongo. Ama il viola e il nero,si veste sempre con questi colori >>. << E si chiama? >>. << Neanche a farlo apposta si chiama Viola >>. 

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Capitolo 5
*** I Trash Metal Harmony ***


Guarda a terra e poi torna a fissarmi. << Da quanto vivi qui? >>. << Sei anni … tu perché se qui? >>. << Vacanza … resto per una settimana >>. << Wow e sei da solo? >>. << No,sono qui con tre amici >>. << Immagino che staranno dormendo … non stanno ad accudire una venticinquenne che si è spappolata a terra >>. << Già … però chi dorme non piglia pesci >>. << Ti sembro un pesce? >>. << No,una lince a dir la verità >>. Oh mio dio ha detto che sembro una lince! Okay Tessa non svenire qui! Cerco di non arrossire,né svenire,né sbiancare. << Come mai una lince? >>. << Perché hai gli occhi verdi e grandi come quelli di una lince >>. Se prima volevo svenire,ora voglio solo sotterrarmi. << Oh …ehm … assomiglia ad un complimento >>. << Non è che assomiglia,è un complimento >>. << Okay ehm … grazie >>. << Stai bene?Sei pallida >>. << Oh sì … è normale succede sempre >>. << Cosa? >>. << Nulla ehm … lascia stare >>. << No ora mi spieghi >>. Lui già era seduto vicino,ma ora mi sfiora il braccio con il suo. Mi giro verso il muro alla mia destra invece di guardarlo. << è che … a volte invece di arrossire,sbianco improvvisamente >>. << Come mai ti faccio quest’effetto? >>. Ride e mi sfiora con l’indice l’interno dell’avambraccio. Mi vengono i brividi. Mi giro di scatto verso di lui. << Che cazzo stai facendo? >>. Ritira la mano. Mi guarda e forse spacca il mio muro di acidità. Rimaniamo così: a fissarci. Io che tento di scavargli dentro,ma i miei occhi trovano solo uno specchio blu. Lui invece sembra che ha già colto ogni dettaglio di me. Ho paura che qualcuno possa far cadere il mio castello di rancore per i ragazzi,ho paura di lasciarmi andare perché quando lo faccio,mi faccio sempre male,divento un’idiota,stupida ragazza di diciassette anni. Distolgo lo sguardo. << Forse è il caso che io torni a casa >>. << Sì … ti accompagno >>. << No!Resta qui!Cioè non ti preoccupare sto bene! >>. << Io no,perché non ho sonno quindi ti accompagno e non insistere >>. Mi ammutolisce. Esco dalla stanza mentre lui spegne la luce e prende la giacca. Chiude la porta e andiamo in ascensore. Cerco di camminare normalmente,ma il ginocchio ad ogni passo mi scaturisce dolore. Mi mordo il labbro. Forse ho le lacrime agli occhi ma non fa niente perché siamo in ascensore. Guardo su. Sento di nuovo i suoi occhi su di me. Mi giro e … mi ritrovo a fissarlo. Studio tutti i suoi lineamenti. I suoi capelli lunghi quanto i miei,sono neri come la notte,gli occhi di ghiaccio socchiusi guardano a terra,le spalle,le mani nelle tasche dei jeans. So che già l’ho visto … ma quando?No,non può essere,come ho fatto a lasciarmi sfuggire tutti quei suoi lineamenti affascinanti?Che deficiente che sono mi ricordo un sacco di stronzate e di lui no …
 
Sding!Arrivati a piano terra. Usciamo dall’hotel. Dio che male! << Ti fa male? >>. Mi scappa una lacrima. Mi affretto ad asciugarla. Con tono afflitto sussurro un:<< Sì >>. Non faccio neanche in tempo a protestare che sono già imbraccio a lui. << No Matt fammi scendere!!! >>. << Zitta. Che pur di mantenere intatto il tuo orgoglio ti faresti ammazzare! >>. Lo guardo e alzo l’indice per ribattere,poi ci ripenso. Mi piace il fatto che mi stringa. Mi piace e mi sento un’imbecille. << Peso tanto? >>. << Oh sì,potresti uccidere un elefante per quanto sei pesante! >>. Rido e poi lo guardo in cerca di una risposta vera. << No … sei leggerissima,pesa di più la mia chitarra >>. << La tua cosa? >>. << Ehm sì,ma sono solo agli inizi >>. << Ah … capisco e suoni in una band? >>. << Sì certo >>. << E vi chiamate? >>. << I Trash Metal Harmony >>. << Figo … >>. << Lo so che ti fa schifo la mia musica non c’è bisogno che fingi >>. Cammina e inizio a sentire freddo. Sono le due e mezza. << No … non mi fa schifo … è solo che … >>. << è solo che? >>. << è solo che sono sei anni che fingo che quella musica mi faccia schifo … odio andare in discoteca a ballare,odio la musica che ha solo un ritmo costante e identico per ogni canzone,odio dire a Viola bugie,odio stare con quella gente,odio truccarmi sempre prima di dover uscire in comitiva,odio il fatto che … non devo essere me. Il concerto di stasera è stato stupendo,mi ha fatto scattare qualcosa dentro e questo … lo sai solo tu. Un ragazzo che mi ha aiutato all’una di notte,che non rivedrò,un ragazzo che probabilmente non vuole sentirmi dire tutte queste cose perché sa com’è avere … >>. Mi fermo. Sospiro. Il mio respiro fa una piccola nuvola. << Venticinque anni >>. Invece di rispondermi si ferma. Mi poggia su una panchina e si siede affianco a me. << Devi farmi una promessa,lo so può sembrare stupido ma devi farmela >>. << Va bene … >>. << Starò qui una settimana … devi smetterla di vedere certa gente >>. << No perché dovrei? Insomma,non ti rivedo,io con questa gente ci devo quasi convivere … non vale la pena per una settimana >>. << Bene,allora smettila di lamentarti perché non vuoi reagire,sei TU che stai scegliendo adesso,nessuno ti sta condizionando,qui affianco a me ci sei TU,TE STESSA,TESSA! >>. Abbasso la testa. Se fosse solo questo il problema. Come farò a reggere la reputazione di ragazza normale dopo?Come farò a convivere con tutti i fogliettini e le scritte sul mio banco che gridano:SFIGATA\TAGLIA VENE?Vorrei restare con lui molto di più di una settimana,anche otto giorni,se potesse rimandare la partenza,mi andrebbero bene,ma lui tornerà da dove e venuto e io sarò di nuovo qui a nuotare nelle sabbie mobili. Mi riprende in braccio.

Siamo arrivati e nonostante io gli abbia fatto fare il giro largo,il suo calore non rimane sulla mia pelle quanto desideravo. << Eccoci … grazie di tutto Matt >>. Mi posa a terra delicatamente,come ha sempre fatto fino ad ora. Aspetta che prendo le chiavi del portone. << Prego. Ci si vede >>. Se ne va. Uno,due,tre passi … non lo rivedrò. Lui non ci  sarà. Tessa,lui non ci sarà! Tessa,sta andando via! Tessa,chiamalo! Tessa?!Fai qualcosa!Tessa?Tessa?TESSA!?! Cerco di correre. Il dolore provato fino ad ora non è nulla. Corro su quei san pietrini che ci separano e quando non ce la faccio più grido.<< MATT! >>. Lui si gira e i suoi occhi mi trafiggono. Torna indietro e io zoppico verso di lui. Quando siamo abbastanza,quasi troppo vicini gli dico in un soffio. << Te lo prometto >>. Sorride e poi mi lascia senza parole perché … mi abbraccia. << Ci vediamo domani allora Tess … >>. << Ma a che ora?Dove? >>. << Qui,sotto casa tua,nel pomeriggio … tieniti libera >>. << Lo farò … >>. Mi lascia e voltandomi le spalle,ricomincia a camminare. Io lo guardo andarsene ma poi esita. Si ferma e si volta. << Ah Tessa … buonanotte >>. << Buonanotte Matt >>.

Ritorno vicino al portone. Alle tre in punto sono dentro casa. Corro in camera e mi siedo sul letto. Lascio cadere la testa fra le gambe e le braccia penzolare. Non ho mai incontrato nessuno così. Forse mi piace. Forse … gli piaccio anche io. Forse dovrei smetterla perché non ho venticinque anni?! Non gli piaccio abbastanza quindi non succederà nulla fra di noi e io non sarò costretta a confessare.

Lo specchio mi riflette,ho una luce diversa. Forse è la luce della vera me.

Mi butto nel letto. Mi addormento con un sorriso ed un unico pensiero:<< Domani lo rivedo >>.

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Capitolo 6
*** Bullet inside my head ***


A qualcuno questo capitolo potrà non piacere,almeno la prima parte dove uso molte parole “colorite”,per altri invece potrà essere il contrario perché darà loro una grande soddisfazione (come l’ha data a me mentre scrivevo). Recensite :D ciaooo!

 
E la mattina arriva,come un marciapiede,sotto i passi della notte. Mi sveglio alle dieci e mezza. C’è il sole fuori. Ho voglia di passeggiare. Mi vesto con maglioncino verde ed un jeans. Accendo il cellulare. Invio un messaggio ad Arianna: << Appena c’è ricreazione fammi uno squillo. Dobbiamo parlare >>. Voglio parlare anche con Viola,ma per quant’è dormigliona almeno fino a mezzogiorno la devo lasciare riposare in pace,se no poi è anche nevrastenica. Mi cambio la fasciatura sia al ginocchio che al polso,spalmando su entrambe le ferite anche una crema. Sorrido. Oggi vedo Matt. Che cosa metto? Apro l’armadio e un pantalone verde acqua chiaro attira la mia attenzione,come lo fa anche un maglioncino bianco. Li appendo sull’anta dell’armadio e vado a fare colazione. Mentre mi lavo i denti mi ricordo che dovrei sentire qualche canzone dei Trash Metal Harmony su YouTube. Almeno sento come se la cava Matt con la chitarra. Prendo la giacca di eco pelle nera ed esco di casa. Chiudo la porta con una doppia mandata e cerco di scendere in un modo decente le scale. Apro il portone e il vento mi scompiglia i capelli. Li tiro indietro con la mano e mi infilo il cappello nero. Mi dirigo prima verso casa di Viola,poi ci ripenso e faccio una piccola sosta in un bar,dove prendo un cappuccino più panna da portar via. Vado ancor più determinata verso casa della mia amica,fin quando non mi squilla Arianna e devo sorreggere il senso di nausea. Bevo un po’ del cappuccino,Viola non se la prenderà … Chiamo.

<< Ciao Tesora!Ma perché ‘n sei a scola? >>. << Non potevo venire. Comunque Arianna devo dirti una cosa >>. << No prima io Tesora,ma cioè ti pare che ieri sera me dovevi appenne in quer modo co Ferdinando?Senza dirme nulla! >>. << Arianna se tu mi ascoltassi quando ti parlo invece di pensare alle doppie punte dei tuoi capelli,mi avresti sentito quando ti ho detto,più di tre giorni fa,che ieri sera avevo da fare e non c’ero per nessuno! >>. << Amore mio ma se io ho i capelli più spettacolosi di te ‘n c’è bisogno de esse gelosi,cioè so IO popo che valgo,mica come te che faccio schifo >>. << Arianna proprio questo volevo dirti!Visto che sei così SPETTACOLOSA cosa che è sinonimo di CESSO ABBRONZATO DA LAMPADE UV,sparisci dalla mia vita. TU,LE TUE UNGHIE DI MERDA,LA TUA FACCIA DI CAZZO E LA TUA COMITIVA PENOSA DI TRUZZETTI IGNORANTI! Ah e se non sai cosa significa ”sinonimo”vatti a comprare un dizionario che con te l’italiano si suicida! >>. << Ma ‘sta sfigata! >>. << Io un giorno sarò figa,ma di certo non perché mi sono passata TUTTI e ripeto TUTTI i ragazzi della scuola!Ciao stronza! >> Attacco.
Non ho mai usato così tante parolacce in un discorso intero. Mi sento leggera adesso,come se fossi appena uscita da una valanga di macerie e risorta dalle ceneri.

Salgo le scale della casa di Viola. Busso e mi apre lei. Mi abbraccia e io le do il cappuccino. << Buongiorno … >>. << Oddio ma è con la panna! >>. Ci sta sbavando sopra da quando me l’ha visto in mano. Andiamo in cucina. << Allora con Ivan? >>. I suoi occhi diventano talmente tanto luminosi che potrebbe far risplendere l’intera stanza. << Mi ha dato il numero Tess! E poi … mi ha dato un bacio sulla guancia e io stavo per morire e poi mi dicevo … oddio sta capitando a me e oh! Oh e oddio non ci credo,è così bello e dolce e simpatico e carismatico e … >>. << Frena!!Okay è una cosa meravigliosa però calmati stai quasi per prendere fuoco!Sembri un semaforo per quanto sei rossa! >>. << Meravigliosa?No ma cosa dici!è più che meravigliosa!è fantastica!è stupenda!è splendida!è clamorosa!è sublime!è eccitante!è folle!è mitica!è supermegagalattica!!!!! >>. Annuisco e sorrido. Penso che lei,invece,se l’è mangiato il vocabolario. Si calma,ritorna al suo colorito naturale e beve un sorso di cappuccino. << Tu invece ieri sei andata a casa direttamente? >>. Ora sono io che m’infiammo,mi mordo le labbra e guardo in giro per la stanza. << Okay qualcosa mi dice che non sei andata direttamente a casa >>. << No,infatti … >>. << Ti muovi a parlare o ti devo entrare nel cervello?! >>. Rido. << Okay … ho fatto una stronzata ma è stata la più bella stronzata che ho mai fatto. Si tratta di un ragazzo …  >>. << Nome?Cognome?Dove abita?è di qui?Ha animali?Quanti anni ha?Che musica ascolta?Come si veste?Che ha fatto?Che è successo?Come l’hai trattato?Vi siete baciati?Siete andati oltre il bacio?Ti ha riportato a casa?E i tuoi lo sanno?A che ora sei tornata? >>. Scoppio a ridere. << Si chiama Matt,non so il cognome,non è di qui infatti è in vacanza,non penso abbia animali,ha trentadue anni,ascolta dei gruppi come i tuoi,si veste … mi piace anche come si veste!Ho lasciato perdere la comitiva … per sempre,me l’ha chiesto e passerò una settimana con lui!Ci siamo abbracciati Viola … i miei no non sanno nulla!Sono arrivata alle tre a casa come da coprifuoco! >>. Viola è assente e poi non so come cade dalla sedia!<< Viola! Ma che fai?!!! >>. Non riesce a parlare. Si alza e mi fa segno,quasi boccheggiando,di seguirla.
Arriviamo in camera e apre il PC. Entra su You Tube e scrive:<< Bullet For My Valentine >>. Non si chiamavano i Valentini … perciò rideva!! Viola clicca su “Waking the demon”. << Guarda il cantante appena vedi la band … >>. Lei va in bagno,un po’ morta un po’ rossa in faccia. Io guardo il video e poi … Matt è lì che canta … è lui … e io non riuscivo a riconoscerlo … e io … e io … sono una cretina! I Valentini! Ma si sarà chiesto:<< Ma chi cazzo sono questi? >>. Oddio il suo gruppo … il suo amplificatore,la camera in albergo,i suoi occhi …. è sempre stato lui.

Viola torna dal bagno. La  guardo. Ci fissiamo. << Viola non mi sento bene >>. Sento improvvisamente le labbra bollenti e tutto il resto un pezzo di ghiaccio. Ho le vertigini. << Oh frena Tess!! >>. Mi prende e mi mette sul letto. Mi da il suo cuscino fra le mani. << Stringi questo mentre sono di là >>. Mi lascia qui,moribonda sul letto e poco dopo torna con acqua e zucchero. Bevo. Passa un quarto d’ora e anche di più,ma non riesco a parlare. << Ma lui non ti ha detto nulla? >>. Nego con la testa. << E allora vuole rimanere ancora per un po’ in incognito …  >>. Guardo lei e poi il cuscino. Dopo un po’ la sento gridare. << Oddio ma è fantastico Tessa!!!! >>. La guardo con occhi un po’ persi. << Lo so … ma … ma … chi sono io per stare con lui,gli ho detto che ho … venticinque anni … >>. << Venticinque anni??! >>. << Sì … >>. << Sei fottuta >>. << Lo so … >>. << Okay però non stare così. Insomma lui non te l’ha detto perché magari con te non vuole essere il cantante più supermegastrafigo del mondo,ma semplicemente Matt … >>. << Lo so … ma io?Io non so nulla su di lui e … e ho detto tante cose ieri e … staremo una settimana insieme … >>. << Non importa cosa hai detto,sii solo te stessa Tessa,continua a chiamare il suo gruppo i Valentini,pensa che è un ragazzo gallese e basta >>. Ma quel nome oramai ce l’ho stampato in testa:i Bullet For My Valentine ;ed ora più che mai anche quello del loro cantante:Matt Tuck.

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Capitolo 7
*** Imprevisti ai frutti di bosco ***


È l’una. Sto cucinando il pranzo con un sorriso ebete stampato in faccia. Papà oggi è a Tivoli per un corso di aggiornamento,mamma,invece,torna prima a casa e io devo nascondere la mia allegria dietro tutto questo cibo. Preparo la tavola. La casa mi sembra così deprimente senza un po’ di luce,così spalanco le persiane del salone,quelle della cucina,quelle della mia camera ed anche quelle dei miei genitori. Faccio entrare un po’ d’aria fredda e poi chiudo le finestre.  I pavimenti non mi sembrano abbastanza puliti,così prendo uno straccio,un secchio colmo d’acqua,uno spazzolone ed un detersivo profumato. Butto l’acqua ovunque e inizio a sfregare a terra. Canticchio. << Your tears don’t fall … they crush around me … >>. Finisco di pulire e ripongo tutto dov’era. Apro di nuovo le finestre (e stavolta anche le porte)per far circolare l’aria e far asciugare a terra. Mi chiudo dentro la cucina,l’unico posto ancora caldo. << The conscience calls the guilty to come home! >>. Esco da dove mi ero rifugiata. La casa è finalmente asciutta,così chiudo tutto. La serratura scatta ed entra mia madre dalla porta d’ingresso. << Tessa ma la casa risplende! Oh e anche tu risplendi,qualche bella notizia? >>. Sorride e l’abbraccio. << No,tutto come al solito … >>. Mi mordo le labbra. Ho talmente tanto da dire che forse l’unica cosa davvero importante che devo fare è … distrarmi. Pranziamo.
Mi sistemo i capelli facendomi una coda. Mi metto i vestiti che avevo lasciato sull’anta dell’armadio. Corro in bagno.
Sono pronta e non sono neanche le tre … per quanto dovrò aspettare?

Passa un’ora.

Passa un’altra ora.

E quando sto per rimettermi in pigiama … bussano al citofono. << Ciao mamma!! >>.Mi lancio giù per le scale senza neanche un ultimo sguardo allo specchio. Ho la nausea. Apro il portone. Esco e girandomi verso destra,finalmente lo vedo. Poggiato con la schiena e il piede sinistro contro il muro,le mani nelle tasche del jeans e i capelli che gli scendono davanti. Mi vede e cos’è quello?Un sorriso o un abbaglio di luce?Mi sento le gambe pesanti. In due passi mi raggiunge. Mi dice vicino l’orecchio. << Ciao Tess >>. Mi sento le guance bruciare e poi un gelo glaciale su tutto il viso. I suoi occhi color ghiaccio non mi aiutano.<< Ciao … >>. << Tutto bene? >>. << Sì!!Te? >>. Utilizzando il tono più acuto che ho per nascondere il mio senso di svenimento,sicuramente gli avrò messo fuori uso un timpano. << Sì >>. Iniziamo a camminare,guardandoci intorno. Non rompe il ghiaccio e neanche io,perché è un silenzio piacevole,ci avvolge come l’ovatta in questa piccola atmosfera che si è creata fra di noi. Mi guarda,lo guardo e ogni volta che lo facciamo,ci scopriamo ad osservarci. << Che hai fatto stamattina? >>. << Sono andata dalla mia migliore amica … >>. << E le hai detto di me … >>. Mi fermo e lo guardo incredula. << Come lo fai …? >>. Mi viene la ridarella. La trattengo a fatica. << Le migliori amiche si dicono di tutto,no? >>. << Sì,eh certo,sì!! >>. << Perché sei così nervosa oggi? >>. Indovina un po’!!! Mi fissa e capisce tutto. << Ti ha detto di me,vero? >>. Vorrei sbattere la testa contro un palo.<< Già … >>. << Ci vediamo Tess >>. Fa un passo avanti avanti senza esitazione. Non so cosa sto facendo,ma lo faccio e basta. Gli prendo il braccio e lo tiro indietro con tutta la forza che ho. << No!Tu non andrai via un’altra volta!Ho lasciato la comitiva!Io con te mi sono aperta per come quella che sono davvero!Non voglio stare con il cantante dei Bullet For My Valentine!Mi dispiace se sono nervosa,ma io vorrei che tu fossi Matt … Matt e basta,quello di ieri … quello di sempre … >>. Rimane immobile e poi lo abbraccio,così … improvvisamente. Prima rimane fermo e poi finalmente mi stringe. Sento il suo respiro sui capelli. << Mi dispiace >>.

Mi arriva un messaggio di Viola ma mi dimentico di leggerlo.

Camminiamo sotto le nuvole che ci minacciano,sotto la pioggia che ci sorprende e ci costringe a farci fermare sotto ad un portone.<< Ti piace Roma? >>. Mi chiede mentre guarda altrove. << Sì,mi trovo bene qui e a te piace? >>. << Sì,ma solo per una cosa >>. Non voglio sapere cos’è,perché … magari non sono io quella cosa. << E i tuoi amici? >>. << Non staranno male per un giorno senza di me,dopotutto è una lunga settimana >>. Solo un giorno?Quindi solo oggi?Il Me e lui insieme esiste solo oggi?E gli altri giorni?<< Hey che ti è preso adesso? >>. << Nulla,che fari gli altri giorni? >>. << Vorrai dire cosa faremo gli altri giorni … >>. Mi si illumina il viso. << Eh? >>. << Sì è ovvio ti ho promesso che saremo stati insieme una settimana,approposito … >>. << Cosa? >>. << Che ne dici se domani ti faccio conoscere i miei amici? >>. << Non mi dispiacerebbe affatto >>. << Mi fa piacere … penso starai molto simpatica a Padge >>. << Oh ehm … il chitarrista? >>. Ride. << Ti sei informata eh?Comunque sì lui >>. << Hey non mi offendere e poi ho capito perché stavi ridendo l’altra volta … >>. << Per quale delle tante cose? >>. << I Valentini >>. Ricomincia a sghigniazzare. Lo guardo con fare ironico. << Dimmi un po’ di te invece … >>. Chiedo per farlo riprendere dalle risate. << Bè sono nato a Bridgend,la cosidetta Death Town e sono ancora vivo,giro il mondo con la mia band,mi piace il mio pubblico,ho un figlio,una moglie … >>. Un figlio?!Una moglie?!Ma allora … << Come ti trovi con la tua famiglia? >>. << Questa è una bella domanda,la mia band è la mia famiglia,mia moglie e mio figlio non proprio >>. Rimango allibita. << Ma come puoi dire una cosa simile?! >>. << Non sai la storia >>. << E posso avere l’onore di saperla o devo considerarti un essere crudele e basta? >>. << Forse è meglio se mi consideri un essere crudele e basta,è più facile >>. << Voglio capire Matt … >>. << Non oggi Tessa … >>. << E allora quando? >>. << Presto lo saprai,oggi pomeriggio godiamocelo così com’è >>. Come posso godermi il pomeriggio con tutti questi dubbi,domande e bugie che si frantumano e si ricreano nella mia testa?Guardo da un’altra parte … altrove,dove neanche l’immaginazione di un cieco arriva.
<< Okay … non sono una persona del genere,è solo che con mia moglie Charlotte le cose non vanno bene,io non la amo più ormai da tempo e penso che se non fosse nato Evan,mio figlio,non sarei mai stato in grado di capire lei di che pasta fosse fatta. Ora penso che non riuscirei a raccontarti la storia per intero,scusa >>. << Non preoccuparti,è solo che … è strano
tutto qui >>.
<< Sai cosa ci vorrebbe adesso? >>. << No,cosa ci vorrebbe? >>. << Un thè >>. Mi metto a ridere,l’immagine di Matt che beve da una tazzina,magari anche col mignolino alzato mi fa ridacchiare. << Fai sul serio? >>. << Certo,allora qualche bar? >>. << Ce ne è uno qui dietro. Andiamoci >>.

Prendiamo entrambi un thè ai frutti di bosco e,il nostro pomeriggio tutto ad’un tratto assume lo stesso profumo della bevanda che sorseggiamo.

Torno a casa con i piedi bagnati,la matita sciolta,i capelli sfatti e un timido sorriso di felicità sul volto. 

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Capitolo 8
*** Sexy ciabattine a forma di coniglio ***


La notte passa sotto il peso delle mie occhiaie. Dormo poco,forse quattro ore,ma non ne sono tanto convita. Tante domande sgorgano,senza permesso,fuori dal mio cervello e si tramutano in preoccupazioni. Le preoccupazioni arrivano a decisioni dolorose e le decisione dolorose fra una settimana diventeranno parte del mio discorso d’addio. Devo alzarmi dal letto e andare a scuola. Sento già gli echi di risate cattive fra i corridoi della scuola. Lascio il piumone al suo posto:sul letto. Mi guardo al piccolo specchio che ho  in camera. Mi viviseziono con lo sguardo e poi sussurro. << Sfigata …  >>. Ce la posso fare,sono abbastanza forte. Lo faccio per me. Tutto andrà meglio sotto questa prospettiva.

La presenza del cancello di scuola sotto il mio sguardo assente,mi fa sobbalzare e sono costretta ad affrontare la mattinata. Tutto andrà uno schifo. Non ce la faccio,sono sempre la solita debole ragazza,ma lo faccio per Matt … per stare con lui. Lo faccio per l’amicizia che c’è fra me e Viola. Se fosse per la mia morta autostima a quest’ora navigherei in un mare fatto di discoteche,alcool e trucco eccentrico,ma non lo faccio per me. Questo è un buon motivo per essere salvata dalla massa,no?

È andata bene. Non posso ancora crederci. Niente bigliettini,niente scritte,niente risa crudeli. Nulla,nothing,rien,nada,nichts! È fantastico!

Torno a casa. Chiamo Viola. << Hey Violetta! >>. << Hey … >>. È strana,di solito mi da mille soprannomi quando la sento. << Che hai Violet? >>. << Non sento Ivan e a scuola non mi guarda neanche più … io non capisco >>. << Magari è solo una tua impressione o magari è una nuova tecnica idiota di conquista >>. << Sì certo,ignora che t’ignoro e poi non mi riconosci quando mi vedi al tuo matrimonio. Fa rima! >>. << Non ti preoccupare più di tanto,i ragazzi sono idioti >>. << Quindi anche Matt è un’idiota? >>. Arrossisco improvvisamente e mi mordo le labbra. << Certo,lui in primis! >>. La mia voce è più acuta del solito. Ride. << Come è andata ieri? >>. << Bene Viola,ho scoperto DA LUI che ha una moglie e un figlio. Come facevi a non saperlo?Tu sei la più grande fan dei Bullet! >>. << Ma scusa io ti ho inviato un messaggio,con scritto esattamente quello che mi hai detto! >>. Il messaggio che avevo dimenticato di leggere,il motivo per cui l’icona lampeggiava sulla parte superiore del display … se lo avessi letto prima mi sarei risparmiata lo shock.

Che devo fare?Insomma Matt ha una moglie … un figlio ed io posso essere benissimo sua figlia! Venticinque anni … sì certo nei miei sogni!

Mi metto le pantofole-coniglietto e inizio ad ascoltare i Led Zeppelin. Mamma viene a salutarmi ed esce per andare a lavoro. Inizio a studiare.

Dopo un’ora suonano al citofono. Ma chi sarà? << Chi è? >>. << Sono Matt,posso salire un attimo? >>. Merda. << Oh … ehm … sì,sali >>. La casa è ordinata,ma io sono un disastro,mi pettino e quasi mi strappo tutti i capelli per la fretta,mi tolgo la matita nera che si è sciolta sotto gli occhi,ne rimane solo l’ombra. Apro la porta e trovo Matt che sta salendo l’ultima rampa di scale. Mi scappa un sorriso. Mi saluta con un sorrisone appena arrivato sul pianerottolo. << Hey >>. Ha le mani dietro la schiena.<< Ciao Matt >>. Sorrido,forse troppo. Poi vedo un lampo nei suoi occhi blu ghiaccio. Porta le mani avanti,porgendomi un mazzo di mimose,gialle e soffici. << Ma sono …  >>. << Auguri >>. Mi da un bacio sulla guancia. Sto per sciogliermi. Sussurro. << Grazie … >>. Poi lo invito ad entrare. Chiudo la porta. Cerco un vaso per i fiori. Poso il cellulare sul mobile vicino la porta. << Matt ma che ci fai qui?Oggi non dovevi fare altro? >>. << Quando ti ho detto che avevo da fare altro? >>. << Non me lo ricordo ma pensavo che non dovevamo vederci oggi >>. << Ah okay me ne vado allora >>. Io sono di spalle,ma poso immediatamente il vaso con l’acqua e i fiori sul tavolo,per poi voltarmi di scatto e acchiappare per la giacca Matt. Ma quando mi giro vedo che lui è tranquillamente poggiato sullo stipite della porta,che mi guarda con aria scherzosa. << Allora dove vai di bello? >>. << Ti sto odiando,è bene che tu lo sappia >>. Si avvicina a me in un modo vertiginoso. A pochi centimetri dal viso mi bisbiglia. << Io penso che non mi odi … nemmeno un pochino Tessa …  >>. Mi guarda e sono ipnotizzata. Quando le sue labbra sono a trenta centimetri dalle mie,guarda in basso e dice. << Sexy le tue pantofole >>. Merda le mie pantofole-coniglietto sbucano con il loro colore bianco intenso fra la distanza che ci separa. Torna a guardarmi. << Quella è la tua camera? >>. Fa un segno per indicare la mia stanza con la porta spalancata in fondo al corridoio. << Già … >>. << Posso vederla? >>. Con il tono un po’ aspro rispondo. << Come ti pare >>. Inizia a camminare. I miei libri di scuola sono tutti sotto il letto,visto che studio sempre sdraiata sul mio soffice materasso,dimentico di posarli sulla scrivania così li lascio lì,sotto il letto,un po’ come la mia personalità. Entra in camera mia e mi sento più indifesa che mai,poggiata qui,vicino alla porta,insomma mi sento indifesa come un’arancia che sta per essere spremuta,prima sprizzante di vitamine e poi filtrata da tutto ciò che la tiene in vita. Il mio diario è sotto il cuscino,perché cazzo tengo ancora un diario?!Matt si guarda intorno,si siede sul letto e mi fissa. << Che c’è?! >>. << Niente me l’aspettavo diversa la tua camera >>. << Capisco >>. Mi siedo affianco a lui e mi tolgo le pantofole per infilarmi le scarpe. Matt si volta verso di me,a destra. Il suo braccio sinistro invece scivola sul mio fianco destro e ci ritroviamo di nuovo faccia a faccia. Sono immobile,ma continuo a sostenere il suo sguardo,è come se mi bloccasse tutto,non solo la visuale e anche una parte del corpo. << Che c’è Tessa,sei forse a disagio? >>. Respiro lentamente senza distogliere lo sguardo.<< No,per niente >>. Si avvicina di più. Siamo forse a venti centimetri di distanza. Respira Tessa. << Neanche adesso? >>. << Ma ti stai divertendo Matt?! >>. Vorrei parlare con un tono normale,ma quello che mi è esce è a dir poco un sibilo. << Molto >>. Scoppia a ridere. Ma di quella risata che fanno nei film horror,quella che ti mette un senso di angoscia già all’inizio del film. Okay sto iniziando a spaventarmi. Lui mi guarda e capisce che mi sto intimorendo e non sto più giocando. Si alza e lo faccio anche io. << Scusami >>. << Scusami un cazzo Matt! >>. Lo spingo via. Arrivo all’ingresso e apro la porta. << Ci si vede oppure no. Ciao >>. Matt mi guarda. << Ciao >>. << Anzi no,aspetta Matt! >>. Corro in cucina,tolgo la mimosa da dentro il vaso. Gliela sbatto quasi in faccia. << Non me ne faccio niente di questa se è solo un modo per chiedere di scopare. Ciao! >>. La prende un po’ confuso,ma non m’interessa. Lo spingo con tutta la forza che ho fuori dalla porta,gliela chiudo in faccia e corro in camera.

Dopo cena riprendo il cellulare in cucina.

Mi aspettavo Matt … non quel ragazzo maledettamente malizioso che mi ha fatto perdere la testa per un attimo e poi terrorizzare l’attimo dopo. Okay infondo mi era piaciuto quel minimo contatto ma ero così arrabbiata. Non dovevo farlo entrare in casa,evidentemente non dovevo fare nulla di quello che ho fatto da quando l’ho incontrato.

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Capitolo 9
*** Ti chiedo un ultima ora da venticinquenne ***


La notte... che bestia infame per le menti tormentate. Sono le tre. Mi manca … e queste due parole contengono troppe sensazioni,talmente tante che non riesco a farle smettere di andare in circolazione nella mia testa. Come un film fatto di frammentate diapositive. Ciak. Quando l’ho visto cantare sul palco. Ciak. L’odore della sua pelle. Ciak. Quando ci siamo baciati. Ciak. La mia ferita al ginocchio. Ciak. Il mio correre ad abbracciarlo. Ciak. Io e lui sul mio letto. Ciak. I suoi occhi.  Ciak. Il suono della sua risata. Ciak. La porta di casa che si chiude. Ciak. La sua assenza.  Ciak. Questo non è un sogno.

Mi sveglio per terra con le coperte,infreddolita e con il mal di testa. So che stamattina starò male ovunque io mi trovi,sia a scuola,sia qui nella mia stanza … perché ci sono già passata,ho lasciato e sono stata lasciata quindi dovrei saper gestire la situazione,no? E invece riesco solo ad abbandonarmi a questo maledetto ricordo di lui fuori casa mia e,la porta che si chiude e l’odore delle mimose e lui e lui e lui e solo ed esclusivamente … lui.
Mia madre entra nella stanza e mi vede intrappolata fra le coperte e poi è tutto un Nonotu ascuolanonvai e io sono tutto un Mammamaperpiacerestobene. Mi misura la febbre e ho 38. Resto a letto vittima dei miei ricordi per tutta la mattinata.

Il pomeriggio è lento e un peso mi opprime lo stomaco. Rimetto ma quel peso non passa. Prendo le pillole e mi lavo i denti. Torno a letto. Mamma non c’è.

Mi annoio.

Sono le cinque.

Bussano al citofono e io mi sento morire. Vado a rispondere. << Chi è? >>. << Salve siamo i testimoni di Geova potemmo rubarle qualche minuto del suo tempo? >>. Ma vaffanculo. << No mi dispiace sono buddhista. Arrivederci >>. Sbatto il citofono al muro. Mentre cammino per tornare a letto inciampo. Mi faccio male sempre allo stesso ginocchio. Sono talmente tanto nervosa che tiro un pugno al muro. Torno a letto e la febbre mi è salita di nuovo a 38.

Dopo mezz’ora risuona il citofono e sono in un semistato di coma ma vado lo stesso a rispondere. << Scendi ti prego >>. La sua voce mi fa svegliare. Non riesco neanche a respirare. << Tessa … ? >>. Bisbiglio un :<<  Sono qui >>. << Non vuoi vedermi vero? >>. << Sali tu … non ce la faccio a scendere >>. Non aspetto conferma. Apro la porta e mi siedo sul pavimento. Con le gambe incrociate,senza pantofole,i capelli legati in una treccia sfatta e il mio pigiama azzurrino. Lui dopo neanche un minuto è sulla soglia della porta. << Che hai?! >>. Mi viene incontro. Ma è tutto molto sfocato e dico tante cose. Il pavimento è troppo freddo.

Qualcosa di morbido mi sfiora la guancia,apro gli occhi e vedo una luce soffocata dalle lenzuola. Sono nel mio letto. Mi scopro e mi godo la luce primaverile che penetra la mia finestra. Poi apro piano gli occhi e lui è affianco a me,che legge il mio diario. << Matt?Posa quel coso >>. Appena apro bocca mi guarda … in un modo strano,felice sì,ma quasi disperato. Posa il mio diario. << Sei svenuta >>. << Sì,sai c’ero quasi arrivata >>.  Ridacchia. << Che ho detto prima di svenire? >>. << Hai detto che ti mancavo … ed è vero? >>. << Lo è … >>. << E anche che avevi sbagliato a dire certe bugie,quali bugie? >>. << Matt ti prego io … l’ho fatto solo per stare con te… >>. Alza la voce. << Quali bugie? >>. << Non ho venticinque anni,vivo con i miei e faccio il liceo … ho diciassette anni. Mi dispiace >>. << Tutto qui? >>. << Tutto qui?! >>. << Sapevo già tutto >>. << E da quando?! >>. << Da poco prima che ti svegliassi >>. << E adesso che si fa … insomma ci portiamo quindici anni di differenza … >>. << Lo so che è illegale … ma si tratta di stare insieme altri tre giorni e poi io … me ne andrò,così potrai andare avanti con la tua vita. Stare insieme nel senso di compagnia e non penso che questo sia illegale >>. << Allora posso chiederti un ultima cosa prima di tornare la normale diciassettenne? >>. << Certo >>. Mi siedo in ginocchio e lo bacio. Lo faccio stendere sul letto affianco a me e stiamo così per istanti che rotolano nell’infinito. Mi dice.<< Non potremo mai essere normalmente amici,questo lo sai? >>. << Lo so … e non voglio neanche essere una tua semplice amica Matt >>.
 

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