La persona che realmente ami

di Kaori_97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una notte ricca di sorprese ***
Capitolo 2: *** Paura di perdere la persona amata ***
Capitolo 3: *** La speranza sta per svanire ***
Capitolo 4: *** Tutto grazie a una limetta per unghie ***
Capitolo 5: *** La perfezione ***



Capitolo 1
*** Una notte ricca di sorprese ***


                                         La persona che realmente ami


Cap.1

Quella sera Cal si recò a casa di Gillian, dopo essersi scusato per essere fuggito in quel modo subito dopo essersi liberato di Eric Matheson che l'aveva tenuto in ostaggio nel suo ufficio se ne stava per andare, ma mentre era di spalle si fermò di colpo. Voltò leggermente la testa, poi il corpo. Fece qualche passo in avanti e poi...
- Sai Gill, non sono venuto qui solo per scusarmi questa sera. -
Gillian sorrise.
-Volevo sapere come stavi... -
-Bene. -
- Ne sono felice. - Disse Cal scrutandola con la testa leggermente inclinata come era solito fare.
- Dov’è Emily?-
- E' dalla madre, sai, non le ho ancora raccontato niente. Bhè, a domani tesoro. -
- A domani. -
Cal fece come per voltarsi ma si fermò e si mise le mani in tasca.
- Hemm... Posso dormire nella stanza degli ospiti sta notte? - Disse Cal con tono dubitante.
- Certamente. - disse Gillian sorridendo
Cal non disse niente, le si avvicinò e la abbracciò, lei ricambiò l'abbraccio, si stringevano sempre più forte e si diedero un bacio amichevolmente, si amichevolmente, ma proprio nella zona della guancia più vicina alla bocca.
Cal entrò in casa, Gillian chiuse la porta, aveva un'aria preoccupata ma Cal non se ne accorse, dopotutto la dottoressa Foster è brava a nascondergli le sue emozioni.

"Sta calma Gillian, sta calma, dopo tutto, dormirà nella stanza degli ospiti"

- Hai fame? - chiese Gillian
- Non molta, ma sono curioso di assaggiare qualcosa che hai fatto tu! - disse Cal con quel suo tono da superiore e con il suo solito accento inglese.
Cenarono in i assoluto silenzio, non c'è bisogno di parlare, non ce ne era mai stato bisogno, a loro bastava guardarsi negli occhi per capirsi.
Gillian diventava ogni momento che passava più agitata, ma ancora una volta Cal non se ne accorse.
Si alzarono quasi contemporaneamente, e in altrettanto silenzio incominciarono a sparecchiare, poi si diressero   verso le due rispettive camere...
- Buona notte tesoro. - Disse Cal con il gomito appoggiato all'uscio della sua camera
- Buona notte Cal. - Gli sorrise Gillian
Si ritirarono nelle loro stanze e chiusero  la porta.
Qualche ora dopo Cal era ancora sveglio, non riusciva a dormire, era troppo agitato, ma non ne capiva il motivo.

"Forse è perchè sei qui a casa sua"                                                                                                                     Una voce nella sua coscienza lo tormentava ormai da tempo ogni volta che stava con Gill, ma lui si rifiutava di darle ascolto tutte le volte.

Uscì dalla sua camere in cucina trovò Gillian, seduta su una sedia a mangiare marshmallow, vedendola così, non si sorprese affatto, anzi avrebbe dovuto immaginarlo dato il suo continuo appetito anche a lavoro.
- Ciao Cal, cosa ci fai in piedi a quest'ora?
- Cosa ci faccio io in piedi?! Cosa ci fai tu qui sveglia a ingozzarti di quei... Come si chiamano...-
- Sono marshmallow Cal e a me piacciono! - Sorrise Gillian.
- Si quella roba li! -
- Comunque non ho sonno... e tu? -
- Hey tesoro! Di certo quella roba non ti aiuterà a dormire! Nemmeno io ho sonno - 
Gillian fece l'offesa, ma alla fine scoppiò a ridere.
- Bhè? -
- Bhè cosa? - Chiese Gillian
- Perchè non hai sonno? Qual è il problema?
- Non ho niente. - Gillian tornò seria.
- Bugiarda. -
Gillian abbassò lo sguardo, posò sul tavolo la busta di marshmallow, si alzò e si girò verso la finestra.
- Oggi mi sono preoccupata tantissimo per te, temevo che quel pazzo ti avrebbe ammazzato… -
- Hey Tesoro, tranquilla non è successo niente è tutto ok! Sono solo un po’ ammaccato, non è niente!
- Non è per questo... -
Cal scrutò Gillian e cominciò a girarle intorno guardandola dalla testa ai piedi.
- Allora che c'è? -
- Io... Io non capisco Cal... Non mi sono mai preoccupata così tanto per nessuno, ho davvero avuta paura di perderti .-
- Sai Gill... Anche io ho temuto di perderti quando l'emulatore di Jenkins ha cercato di portarti via... Di portarti via da me! -
Gillian tolse lo sguardo da quello di Cal, come se non volesse ricordare quel giorno.
Entrambi si avvinarono l'uno all'altra e si abbracciarono
- Anche per me è così… - Affermò Cal
- Cosa? -
Cal le accarezzò dolcemente il braccio e le sussurrò all' orecchio: Sei la prima persona per cui io mi sia preoccupato così tanto-
A sentir quelle parole Gillian si sentì il cuore il gola  battere all'impazzata, non era mai stata tanto vicina a Cal come in quel momento, e anche se fosse non aveva mai provato quella strana sensazione, il suo fiato sul collo gli fa il solletico, alzò la spalla e girò leggermente la testa verso di lui, ma prima di riuscire a dire qualcosa Cal poggiò le sue labbra sulle sue, in quel momento lei divenne come di ghiaccio, non riusciva a muovere un muscolo. Dopo qualche istante il calore del corpo di Cal sciolse quel ghiaccio e lei rispose al bacio. Gillian posò la sua mano nella guancia di Cal, e lui passò la sua fra i capelli di lei. Quel bacio diventava sempre più passionale, ogni secondo che scorreva si abbracciavano sempre più forte, fino a quasi non poter più respirare.
Quando le loro bocche si separarono, i loro corpi rimasero ancora uniti, e Gillian posò la sua testa sulla spalla di Cal. Lui le accarezza la schiena e la stringe a se ancora  più di prima.
-Sai...-  Disse Gillian
-Cosa?-
-Ho capito finalmente perchè mi sono preoccupata in tal modo per te.- Continuò lei.
-Anche io l'ho capito! Sa dottoressa Foster? Ho capito che mi sono innamorato di lei.- Disse Cal con un sorriso presuntuoso stampato in faccia.
Gillian alza la testa lo guarda negli occhi, da quello sguardo Cal capì che anche per lei era così, e ripresero a baciarsi, un bacio che servì a compensare quei sette anni, quei sette anni passati assieme, quei sette anni passati assieme senza mai aver compreso i proprio sentimenti verso quella persona che era più che un amico ma meno di un fidanzato.

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Capitolo 2
*** Paura di perdere la persona amata ***


                              LA PERSONA CHE REALMENTE AMI


Cap.2 Perdere la persona amata.


Continuavano a baciarsi, si baciavano sempre più passionalmente.
Ma Gillian ad un certo punto si immobilizzò e si allontanò da lui.
-Non… Non posso farlo…-
Sul suo volto adesso c’era un espressione triste e le lacrime gli scendevano lungo le guancie.
-Qua… Qual è il problema?- Chiese Cal
-Non posso!-
Gillian si voltò e torno in camera sua chiudendo la porta,
Cal si mise le mani in tasca… Non capiva, non capiva il suo comportamento, eppure lui era i più grande esperto in quanto leggere le emozioni, ma Gill… Gill era diversa, non era mai stato in grado di leggerla.
Tornò nella stanza degli ospiti, non andò da lei, non voleva metterla sotto pressione,  gliene avrebbe parlato lei prima o poi.

Quando Cal si svegliò e uscì dalla stanza Gillian non c’era…  Sul tavolo c’era un biglietto firmato da lei, c’era scritto “ Scusami per ieri, facciamo come se non fosse successo niente ok? Oggi vado a lavoro prima.”

-Come se non fosse successo niente? E come dovrei fare?- Disse fra se e se Cal

Uscì di casa fece qualche passo avanti e poi notò qualcosa per terra si chinò a raccoglierla… Era il telefono di Foster, lo raccolse,  immaginò che magari gli era caduto, allora pensò di restituirglielo quando sarebbe arrivato al Lightman group
 Arrivò a lavoro, andò nell’ ufficio di Gillian, lei non c’era,  chiese un po’ in giro, nessuno l’aveva vista.
Incominciò a preoccuparsi.
Uscì in corridoio e si scontrò con Torres e Loker.
-Accidenti a voi!- Sbraitò Cal, poi riprese il suo camino.
-No aspetti Laightman! Laightman! Abbiamo un problema!- Gridò Ria
-Si si certo, chi è il riccone stavolta? Non ho tempo per sciocchezze come l’infedeltà coniugale!- Cal non si girò nemmeno per rispondere o continuò sempre diritto.
-No non è così il problema è molto più grave! Jenkins è evaso e temiamo che possa rapire qualche altra donna e continuare quello che ha sempre fatto con le vecchie vittime!- Aggiunse Eli
Cal si fermò di colpo e  camminando velocemente tornò davanti ai due.
-Co… Cosa hai detto?-
-E’ fuggito ieri notte!- disse Ria
-E… E qualcuno lo ha per caso visto in giro? Abbiamo testimoni?- Chiese Cal
-Si! Un uomo lo ha visto vicino  il Roxy Great Bar sta mattina.- Disse Loker sfogliando alcuni fogli che aveva in mano.
Cal s’ impietrì, Torres lesse nei suoi occhi un chiaro e forte senso di preoccupazione.
“Oh mio dio proprio vicino casa di Gill”
-Quel bar si trova proprio vicino casa di Foster! E lei non è ancora arrivata, ho trovato questo per terra davanti casa sua!- Cal mostrò il telefono di Gillian.
-Tu… tu credi che Jankins abbia rapito Foster per portare a termine quello che il suo emulatore non è riuscito a fare? – Loker lo capì dal suo sguardo.
-Subito!! Andate a chiamare Raynolds!! Non perdete tempo! Io prendo la macchina e vado al Roxy Great Bar!
Le loro strade si divisero e Cal corse verso la sua auto.

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Capitolo 3
*** La speranza sta per svanire ***


                                                               LA PERSONA CHE REALMENTE AMI

 

Cap.3 La speranza sta per svanire


Cal si mise a correre così forte come mai aveva fatto prima, raggiunse l’auto e mise in moto in direzione del “Roxy Great Bar”.

*Intanto*

-Hey dottoressa Foster! E’ un piacere rivederla!-
Gillian ancora stordita per il colpo alla testa che Jenkins gli aveva dato prima di rapirla non rispose, non capiva ancora bene dove si trovasse e soprattutto non aveva riconosciuto lui! Quel perfido uomo che tempo fa aveva cercato di farla rapire.
-Oh forse l’ho colpita un po’ troppo forte? Mi dispiace molto dottoressa,- Disse Jenkins con aria superiore e divertita
Gillian incomincio a prendere coscienza della situazione, nei suoi occhi c’era un chiaro senso di terrore.
-Jenkins! Co-Come è possibile?! Tu.. Tu eri…-
-In prigione! Si esatto!- La interruppe
Gillian era legata con delle manette a un palo alto e spesso, dentro una grade camera di vetro, sentiva l’odore degli alberi, probabilmente era un bunker sotto un bosco o qualcosa di simile.
- D-Dove siamo? Come hai fatto a scappare??- Disse Gillian con la voce che gli tremava.
-Heey, troppe domande! Mi dispiace molto Gillian, ma non posso dirle niente.
-Cosa vuoi fare? Perché sono qui?-
-Bhè proprio non se lo immagina? Mi delude molto dottoressa! In fondo lei legge le persone!
Gillian con tono alto ma molto insicuro disse:
-Perché non mi hai ancora fatto niente? Sono qui eppure non mi hai ancora toccata!-
-Ooh vedo che incomincia a capire! E va bene ora le dirò tutto!- Disse divertito Jenkins. – Sà… Quel Lightman… Mi ha fatto proprio infuriare… Quel suo credersi superiore… Mi da ai nervi! Quel giochetto con me! Non avrebbe dovuto farlo! Ha mentito a tutti voi! E io non capisco proprio perché non vi vendichiate! Ma io… no! Non sono uno stupido! Ho deciso di fargliela pagare distruggendo la vita della persona più importante per lui, e poi mi sono detto: perchè non farlo proprio davanti ai suoi occhi?- Disse con un inconfondibile espressione disprezzo stampata in faccia, poi continuò: -Aspetterò che la trovi, e non appena sarà qui incomincerò la mia vendetta! Vede quella porta Foster? E’ blindata, solo io posso aprirla e quelle pareti purtroppo per lei sono anti-proiettile!
Gillian si sentì spacciata... Non avrebbe potuto fare niente per liberarsi… E nessuno avrebbe potuto fare niente per lei… L’unica cosa che desiderava in quel momento era rivedere Cal, almeno un’ultima volta prima di cadere nelle tenebre della cecità.

*Intanto*

Cal sfrecciava a tutta velocità nella sua auto, di colpo frenò e parcheggiò malamente  la sua macchina
Scese velocemente dalla macchina poi prese in mano il telefono dalla tasca  compose il numero di  Torres.
“Tu...  Tu… Tu…”
-Torres!
Avete trovato Ben?-
-Si ti stiamo raggiungendo, saremo li in meno di dieci minuti!  A dopo!-
-Ok fate presto!-
Tu-Tu-Tu-Tu”
Cal si rimise  il telefono in tasca  e entrò nel bar a chiedere informazioni, nessuno l’ aveva vista, nessuno tranne uno…

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Capitolo 4
*** Tutto grazie a una limetta per unghie ***


                                        LA  PERSONA CHE REALMENTE AMI                                         

 

Cap.4 Tutto grazie a una limetta per unghie!


Seduto ad un tavolo nell’angolo più interno del bar, un signore gli stava facendo cenno di venire con la mano, aveva un che di sospetto, ma in quel momento Cal non pensava altro che a Gillian, e sembrava che la tutta la sua esperienza nel leggere le persone fosse sparita.
-Hey tu, ti aspettavo.-
Cal lo raggiunse velocemente.
-Senti, non so chi tu sia, se puoi aiutarmi bene, altrimenti non farmi perdere tempo intesi?
-Non so se si possa definire aiuto quello che ti sto per dire dottor Lightman.-
-Hei, aspetta un secondo, come fai a conoscermi?
-Ma come? Lei è il più gran esperto al mondo di menzogne, e poi il mio amico Jenkins mi ha parlato molto di lei e del Lightman group-
A quelle parole Cal perse il controllo, sposto il tavolo facendolo cadere, afferò per il collo quell’ uomo e lo sbatte al muro.
-Dov’è Jenkin? Dove? Dimmelo!! Dimmi dov’è o giuro che non vedrei l’alba di domani!-
-Dottore, si calmi o non le dirò niente, e poi non c’è fretta abbiamo tutto il tempo del mondo!
-Che stai dicendo? Uno stupratore ha rapito la mia collega e lei dice che abbiamo tutto il tempo del mondo??!!- gli gridò in faccia Cal
-Ora mi lasci! O non dirò niente!-
Arrivarono anche Ria, Eli e Ben che  corsero a fermare Lightman
-Cal! Cal lascialo!-Gridò Raynolds con il suo vocione.
Cal con la rabbia negli occhi allentò la presa poi tolse le mani dalla gola dell’uomo che fece due colpi di tosse e si schiarì la voce.
-Allora parla!! Dov’è Gillian?-
-Ogni cosa a suo tempo dottor Lightman, per prima cosa devo riferirle un messaggio.-
-Un messaggio? Di che messaggio sta parlando??- Intervenne Torres
-Jenkins sa che dopo questo tornerà in prigione  e probabilmente lo condanneranno all’ergastolo se non peggio, ma a lui non interessa, lui vuole solo...-
- Cosa? Cosa vuole?  Vuole merendine? Soldi? Vendetta?-
Cal guardò negli occhi come era solito fare con la testa appena inclinata.
-Vendetta giusto?- Affermò Cal
-Oh ma allora lei è veramente bravo come dicono tutti!- Disse divertito, -Lui, si vuole vendicare perché gli ha fatto credere che l’emulatore lo aveva superato, e così facendo lo ha fatto passare per un idiota- continuò.
 Cal non sapendo come rispondere disse:
-E…  Cosa le fa pensare che io adesso non la denunci per complicità a rapimento?-
-Il semplice fatto che io non vi porterò dalla vostra cara dottoressa Foster se lo fa!
-E allora si dia una mossa! Ci porti da Jenkins!- Grido Raynolds sbattendo i pugni sul tavolo.
-E' in un bunker ,lungo la 42° dovete andare a est troverete un grande albero con delle incisioni particolari, non potete sbagliare.
Cal e tutti gli altri si precipitarono fuori dal locale presero le macchine e diedero gas, guidavano più veloce che potevano.

*INTANTO*

-Come va Gillian? Ha paura?-
-…..
-Oh si che ha paura, glielo leggo in faccia! Chissà forse potrei entrare a far parte del vostro gruppo! Ahahah- Scherzò Jenkins
- Jenkins, se mi lasci andare non dirò niente a nessuno, potrai rimanere libero e potrai iniziare una nuova vita e devi promettermi che non farai più del male a nessuno, ma ti prego lasciami andare!-
-Lasciarti andare?? Sono già nella merda non mi interessa se mi risbattono dentro, e poi… Non voglio perdermi la faccia di Ligthman quando ti vedrà gridare dal dolore! Quando vedrà il sangue sgorgare dai tuoi occhi e scendere lungo le guance! Non se ne parla di lasciarti andare.

Gillian aveva le lacrime agli occhi non riusciva più a parlare… Pensava alla notte prima, perché aveva sprecato quell’ occasione? Avrebbe potuto stare con Cal, avrebbero potuto stare insieme, amarsi, e soprattutto  tutto questo non sarebbe mai successo. Al diavolo la “linea”, al diavolo il quel limite professionale che si erano auto imposti… l’unica cosa che voleva adesso era rivederlo per chiedergli scusa, per dirgli che era stata una stupida ad andarsene. Ma ormai, ormai era troppo tardi.

*INTANTO*
 
Cal e Torres arrivarono per primi, seguiti da Loker e Raynolds, oltrepassarono la staccionata che divideva quella trafficatissima strada dal bosco e si diressero a est ovviamente armati di pistola.
 Dopo non molto  trovarono l’albero  e a pochi passi, coperto da un po’ di fogliame e ramoscell,i c' era la porta del bunker.
-Jenkins! Jenkisn apri! So che ci sei! Apri subito!
Gridò infuriato Cal mentre sbatteva i pugni allo sportello. -Oh ecco, è arrivato! A quanto pare non vedrai il sole domani!- Disse Jenkins rivolgendosi a Gillian
Nonostante quelle parole negli occhi di Gillian si vide un briciolo di speranza, e per un secondo gli scappò un sorriso di sollievo.

-Sto arrivando Lightman, sto arrivando perché tutta questa fretta?- Disse ad alta voce Jenkins uscendo dalla stanza di vetro e dirigendosi verso lo sportello d’entrata.
Mentre Jenkins si stava allontanando Gillian si guardava in torno per cercare qualcosa  che potesse aiutarla a libera. Li vicino a lei c'era la sua borsa, andando a tentativi perchè avendo le mani legate non era nel pieno delle sue capacità, trovò una limetta per unghie. Gli venne un' idea. Dando la spinta con il piede la spinse fra la porta e il muro per evitare che Jenkins a ritorno la potesse chiudere.
Appena aperto Jenkins colpì in volto Cal per guadagnare tempo e rientrare nella stanza di vetro, non si aspettava che venissero anche Ben e gli altri ma non furono un problema visto che si fermarono ad aiutare Cal che era a terra.
-Gill- Gillian no!- Balbettò Cal –Togli le tue mani da lei non toccarla!- Gridò contro Jenkins
mentre Gillian si dimenava lui incominciò a strapparle i vestiti, prese un pezzo di stoffa si diresse verso uno scaffale, sopra c'era una boccetta con dell' acido dentro, ne fece cadere una goccia sopra quel pezzetto appena strappato come per dare dimostrazione di quello che sarebbe successo agli occhi di Foster. Poi tornò da lei pronto per iniziare la "fase uno" della sua vendetta: lo stupro.
-Cal! Cal! - Disse singhiozzando Gillian
-Non toccarla! Bastardo! Lasciala subito!
-Pensi che ti basti dire di fermarmi per farlo?!?! Me la pagherai Lightman!-
Si sentivano le urla spaventate di Gillian, Cal era nel panico totale, pensò che fosse arrivata la fine, quando si accorse che la porta non era completamente chiusa, a bloccarla c’era limetta per unghie di Gillian, quella con cui lei si faceva le unghie tutte le mattine in ufficio, e per cui lui la rimproverava sempre. Senza perdere tempo si precipito nella stanza seguito da Eli e Ben, diede un pugno a Jenkins, forse uno dei pugni più potenti che diede mai lasciandolo a Raynold e Loker che lo immobilizzarono.
Cal si accucciò vicino a Gillian, si levò la giacca e la mise sulle sue spalle.
-Gill, Gill tesoro come stai? Scusami  se sono arrivato tardi, mi dispiace – Disse Call con le lacrime agli occhi mentre la coccolava in un tenero e protettivo abbraccio.
-Cal!- Gillian non riuscì a dire nient’altro.
-Gill, ti prometto che non accadrà mai più, non ti lascerò più sola! Mai più!

Raynolds ammanettò Jenkins anche se non eria riuscito a portare a termine la sua vendetta aveva un chiaro senso di soddisfazione in faccia, ma fu subito ricambiato dal disprezzo e dal disgusto di tutti gli altri.

-Hei tesoro, ce la fai ad alzarti?- chiese con una voce tenerissima Cal
-Io… Io credo di si…-
Gillian si alzò con il braccio sulle spalle di Cal, era ancora scioccata, ma in quel momento si sentiva al sicuro, come in un piedistallo circondato da guardie del corpo. Stringendola a se Lightman la accompagnò in macchina la fece sedere sul sedile posteriore e chiuse lo sportello. Andò verso Jenkins, inutili furono le parole di Loker e Raynolsd che tentarono di fermarlo e gli sganciò un ultimo e doloroso pugno in faccia 




SIAMO QUASI ALLA FINE!
Manca solo l’ultimo capitolo, spero che la mai fic vi sia piaciuta e vi prego non uccidetemi perché è solo la mai prima fanfiction che scrivo!
Kaory_97


 
  

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Capitolo 5
*** La perfezione ***


                                                          LA PERSONA CHE REALMENTE AMI              


Cap.5 La perfezione.


Durante il tragitto di ritorno nessuno aprì bocca, si sentiva solo il ticchettio della pioggia che cadeva sui vetri della macchina. Gillian era ancora accoccolata sulla spalla di Cal che le carezzava il braccio come spesso faceva quando voleva consolarla.
 
Cal disse a Raynolds di fermarsi davanti casa di Foster, voleva farla riposare per farle dimenticare l’accaduto.
Ben accostò  e spense i motori, Gillian e Cal scesero dall’auto, lui continuando a stringerla la accompagnò dentro casa.
-Cal… Grazie.-
-Mi dispiace, avrei voluto fermarlo prima, ma non ci sono riuscito… Perdonami…-
-No, non se tu che ti devi scusare Cal…-
-Si, è colpa mia, se io fossi stato con te… Tutto questo non sarebbe successo…-
-Ora sto bene, non preoccuparti.-
Cal vide nel suo volto una terribile insicurezza, erano poche e volte che riusciva a leggerla, ma quella volta ne era sicuro, Gillian era insicura.
Passarono qualche momento senza dire niente, entrambi guardavano verso il basso, poi Cal disse:
-Sono felice che tu stia bene tesoro, ora torno a casa… Emily mi starà aspettando-
Gillian si sforzò di fare un sorriso. Lo vedeva allontanarsi, tutta la protezione che prima, quando era abbracciata lui, le sembrava di avere era sparita, e non riuscì a evitare di richiamarlo.
-Cal!
Lightman si girò verso di lei e le si avvicinò nuovamente.
-Che c’è tesoro?-
-Potresti… Potresti rimanere qui per sta notte?- Disse imbarazzata Gillian
Gli occhi di Cal si illuminarono, gli scappò un sorriso, sperava che glielo chiedesse, non voleva lasciarla da sola ancora una volta. Allora fece cenno a Raynolds di ripartire.
-Certo Gill-.
Disse dolcemente Cal Si abbracciarono e poi Gillian lo fece entrare in casa.

Nessuno dei due sapeva cosa dire,  ma del resto a loro bastava guardarsi negli occhi per capirsi, per trasmettere tutto l’affetto che avevano in corpo.
Fino a che Cal non interruppe il silenzio.
-Gill… Dovresti andare a riposare, ti farebbe bene.-
-Sai… Volevo parlarti di una cosa…-
-Dimmi tutto Tesoro, ti ascolto- Disse Cal facendole una carezza su una guancia
-Ieri notte… Io…-
- Tesoro, tranquilla ho capito, non voglio stressarti, non ti fa bene parlare di queste cose adesso, vai a riposarti, se vuoi ne parliamo domani.-
-No! Cal! Voglio dirtelo adesso… Ieri me ne sono andata via così… senza dirti niente, senza spiegare… Mi sentivo così felice, ma poi mi sono tornate in mente tutte le volte che ho sofferto per un’ uomo, la “linea” che ci siamo imposti per motivi professionali… Ma solo mentre ero nelle nelle mani di Jenkins mi sono resa conto di tenere a te come nessun’altra cosa al mondo… Quando avevo perso le speranze, il mio unico desiderio era quello di rivederti, almeno un’ultima volta… E ho capito il mio sbaglio… Non avrei dovuto andarmene… Perciò quella che si deve scusare sono io. Adesso voglio stare con te... Non lasciarti più, MAI PIU'!-  Disse Gillian senza mai togliere lo sguardo da quello di Cal.
-Gill, sei sicura di voler stare con uno come me? Sono una persona insopportabile, egoista, come fai a sapere che un giorno io non ti tradisca?
-Si Cal…Ne sono sicura... Perché io… Ho deciso di fidarmi di te!--
Gillian si avvicinò lentamente a Cal e lo baciò, lui le attorcigliò le braccia attorno, e lei le poggiò le mani su quelle spalle così forti che da sempre la rassicuravano.
Tutto era tornato come la notte prima ma questa volta niente e nessuno avrebbe potuto separarli da quell’ unione, due persone completamente diverse, due persone completamente diverse, che formavano la perfezione.

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