Dragon Ball: The Last Fight
CAPITOLO SECONDO: LA
BATTAGLIA
L'astronave da trasporto iniziò a rallentare, e Hanek capì che dovevano
essere quasi arrivati; alzando gli occhi osservò la cinquantina di Sayan
rinchiusi assieme a lui nella stiva; erano tutti più o meno uguali a lui:
avevano poco più di diciotto anni, i capelli neri più o meno lunghi, erano
vestiti con le armature tradizionali dei Sayan; c'era anche qualche donna, ma
poche: solo le migliori venivano selezionate per i reparti da combattimento, le
altre servivano solo per fare figli. Tutti avevano in comune la stessa aria
rassegnata.
Erano stati istruiti sul loro compito subito dopo la partenza: Agar, un
pianeta ai limiti della galassia del Nord, era stato attaccato un paio di mesi
prima dalle armate dell'imperatore, ma l'assalto era fallito, e l'esercito aveva
dovuto trincerarsi in una piccola zona occupataa nell'emisfero settentrionale
del pianeta, assediato dal nemico; questo a causa di un forte numero di
guerrieri molto potenti, dei quali il servizio informazioni non conosceva
l'esistenza, che erano scesi in battaglia decimando le legioni imperiali. Loro
compito, una volta arrivati su Agar, era attaccare l'esercito del pianeta per
far uscire allo scoperto quei guerrieri e sterminarli. Un lavoro rapido, facile
e pulito, a detta del capitano dell'astronave che aveva comunicato loro gli
ordini.
Ad Hanek però quella storia sembrava tutto tranne che semplice: i loro
carcerieri non avevano comunicato loro né quanti fossero questi "guerrieri
potenti" né quanto fossero forti; loro non avevano ricevuto informazioni sulla
conformazione del pianeta o sulle caratteristiche dei suoi abitanti, neanche uno
straccio di mappa. Li stavano mandando allo sbaraglio.
Hanek si rilassò contro una paratia, rassegnato; in fondo non gli importava
molto di quello che sarebbe successo; per uno come lui, nato e cresciuto da
schiavo, vivere o morire faceva poca differenza. Cosa poteva aspettarsi dalla
vita?
- Allora avete capito, scimmioni? Andate avanti fino a quella gola, lì il
nemico si è trincerato un mese fa, e non siamo riusciti a snidarlo. Fate a pezzi
chinque vi troviate. Quei guerrieri arriveranno appena la situazione per i loro
compagni si farà critica; lo so per esperienza.
Era almeno la sesta volta che quell'ufficiale ripeteva loro quella nenia; Hanek si grattò la nuca con
la coda, si aggiustò il rilevatore sull'occhio sinistro e si voltò a guadare Thena, una sua amica;
Thena era una delle poche ragazze del reparto, ma era una guerriera eccezionale:
era in grado di mettere al tappeto la maggior parte di loro in cinque minuti, ed
era furba come una volpe; inoltre, a vederla, era decisamente meglio di tutti
gli altri! Era molto più carina della maggior parte delle ragazze Sayan, anche
se aveva una lingua decisamente velenosa quando voleva.
- Allora bimba, come pensi che ci andrà?- chiese Hanek ghignando.
Thena lo fissò ridacchiando:- A me bene, a te non lo so, soprattutto se mi
chiami bimba un'altra volta!
Il ragazzo alzò platealmente le mani:- Colpito! Scherzi a parte, come ti
sembra la situazione?
Thena diventò seria di colpo:- Non siamo il solo reparto speciale che hanno
mandato su questo pianeta; in quel mucchio di cadaveri da bruciare che abbiamo
superato c'erano diversi Breniani, e lo sai che sono forti quasi
quanto noi Sayan. Non so come siano gli abitanti di questo pianeta, né quanto
siano forti questi gerrieri che l'esercito imperiale ha incrociato, ma devono
esserlo abbastanza, per essere riusciti a far fuori dei Breniani. Quindi sarà
dura.
Hanek non disse altro: quelle considerazioni le aveva fatte anche lui, e
sapeva bene che uscire vivi da quello scontro non sarebbe stato semplice; e in
fondo non gli interessava: diciotto anni passati in quell'inferno erano anche
troppi. Se doveva morire, lo avrebbe fatto dimostrando che gli ultimi Sayan non
avevano ancora perso il potere di un tempo.
Il ragazzo attivò il suo rilevatore e diresse lo sguardo
attraverso la piatta pianura interrotta solo da qualche albero che si stendeva
davanti alle fortificazioni erette dall'esercito imperiale, dietro le quali i
Sayan aspettavano di passare all'attacco, e fissò la gola nella quale gli
abitanti di Agar si erano asserragliati ed avevano fermato il nemico; individuò
un grosso numero di energie combattive, ma erano tutte piuttosto basse: il
livello di combattimento più alto non superava il 150; nessuno di quei soldati
poteva essere un nemico pericoloso per loro; i problemi sarebbero arrivati
quando fossero usciti allo scoperto i guerrieri più potenti.
I minuti passavano lenti; l'ufficiale che comandava il loro reparto, un
anziano Sayan dalla barba bianca, continuava a confabulare con l'ufficiale di
collegamento, e ogni tanto pronunciava alcune frasi nel rilevatore, forse con il
generale che comandava il corpo di spedizione sul pianeta.
Alla fine balzò in piedi, uscendo dai ripari, ed urlò:- Avanti Sayan!
All'attacco!
Non aspettavano altro: quell'attesa li aveva stufati. Uscirono dalle
fortificazioni come furie e spiccarono il volo, dirigendosi verso la gola come
uno stormo di aerei. Quando furono a poca distanza una raffica di colpi di armi
ad energia li accolse; già da due o trecento metri potevano vedere il nemico,
molto più numeroso di loro, arroccato nella gola, dove erano stati eretti
bunker, postazioni di artiglieria e di armi automatiche; gli arrivarono
contro anche alcuni ordigni che Hanek identificò come missili a concussione,
armi di solito utilizzate più per gli scontri nello spazio che sulla superfice
dei pianeti. Gli abitanti di Agar, che erano di aspetto piuttosto simile al loro
ma con la pelle di una sfumatura tra il verde pallido e l'azzurro e con i
capelli verdastri, oltre ad essere tecnologicamente molto progrediti, dovevano
conoscere bene ciò che i Sayan potevano fare, ed erano decisi a vendere cara la
pelle.
I primi minuti di combattimento furono un massacro: i Sayan respinsero
facilmente i proiettili che arrivavano contro di loro e piombarono nella gola
lanciando urla selvagge, facendo saltare le postazioni con una serie di sfere di
energia lanciate dalle mani e abbattendo rapidamente le centinaia di soldati che
si riversavano contro di loro. Hanek, che da solo aveva sbriciolato una delle
postazioni più grosse e munite, si asciugò il sudore dalla fronte e si voltò a
vedere come si comportava Thena; la ragazza per il momento sembrava starsi
divertendo: presa dall'ebbrezza della lotta, si lanciava nei punti dove il
combattimento era più cruento, battendosi come una tigre e ridendo.
Per il momento non avevano subito perdite, ma Hanek sapeva che quello stato
di cose non sarebbe durato a lungo; il nemico stava subendo perdite atroci senza
riuscire neppure a rintuzzare l'assalto; dovevano aver già chiesto rinforzi.
Infatti pochi istanti dopo il suo rilevatore emise una serie di fischi, e
sullo schermo verde apparve una freccia; Hanek lo orientò in quella direzione,
verso il cielo verde di Agar, e vide qualcosa che gli fece ghiacciare il sangue
nelle vene: un grosso numero di nemici si stava avvicinando in volo; erano
almeno cinquecento, ed esteriormente sembravano uguali a quelli che stavano
sterminando nella gola, ma la differenza gli fu subito orribilmente evidente: il
livello di combattimento di quei guerrieri superava quota 10000, ed i più
forti raggiungevano addirittura i 14000. Hanek sapeva anche troppo bene che il
suo livello raggiungeva a stento quota 8000, e che il loro comandante, che era
il più forte, aveva un livello di appena 12000. Erano molto più forti e più
numerosi di loro.
Non era il solo ad essersi accorto dei nuovi nemici in arrivo, ed il vecchio
comandante, certo consapevole della loro tremenda inferiorità, urlò nel proprio
rilevatore, rivolto a tutti loro:- Sono troppo potenti! Adunata! Serrate i
ranghi e fate quadrato! Pronti a difendervi!
Tutti si radunarono velocemente attorno a lui, dimentichi dei nemici meno
potenti che approfittavano dell'occasione per ritirasi; un istante dopo, come
uno sciame di insetti famelici, i guerrieri gli piombarono addosso
scagliando raggi di energia arancione e gridando:- Morte ai Sayan!!! Abbasso
l'Imperatore!
Il generale che comandava il corpo di spedizione imperiale su Agar fissava il
combattimento in corso da dietro le postazioni difensive; conosceva la potenza
dei Sayan, ma sapeva che quei guerrieri alieni erano estremamente forti, e se
gli schiavi dell'Imperatore avessero avuto la peggio era pronto ad eseguire gli
ordini che aveva ricevuto.
Quando vide che le sorti del combattimento volgevano rapidamente contro i
Sayan chiamò a se il proprio aiutante e gli ordinò seccamente:- Avverti tutti
gli ufficiali di radunare i propri uomini e di portarli allo spazioporto; ordina
a tutti i comandanti delle astronavi di prepararsi ad una partenza di emergenza;
ce ne andiamo da quì, subito!
Hanek, ferito alla spalla sinistra, si addossò ad una parete rocciosa,
respingendo l'avversario che lo aveva colpito con una sfera di energia; la
situazione stava velocemente volgendo al peggio: loro avevano combattuto
eroicamente, ma quei guerrieri di Agar erano tremendamente più forti di loro, e
dopo aver facilmente spezzato il loro improvvisato quadrato difensivo avevano
iniziato a massacrarli uno dopo l'altro. Loro si difendevano selvaggiamente, e
parecchi nemici erano caduti, ma era evidente che non avevano scampo; il loro
comandante, dopo essersi battuto come una belva ferita, era caduto con il corpo
tranciato in due, in mezzo ai cadaveri di una mezza dozzina di avversari. Ormai
erano rimasti in pochi, e la loro ora stava arrivando.
Hanek alzò gli occhi dolorante, e vide una scena terribile: Thena, che fino a
quel momento si era battuta rabbiosamente, era circondata da una mezza dozzina
di avversari, che sembravano molto divertiti dai suoi disperati tentativi di
difendersi; la colpivano facilmente, spezzando senza difficoltà la sua guardia;
alla fine, mentre giaceva stremata a terra, forse stanco di quel gioco, uno di
loro la colpì cun un raggio di energia; la ragazza fu sparata a parecchi metri
di distanza, e rimase a terra, sanguinante e immobile.
Hanek eruppe in un urlo furioso, e si lanciò contro quel gruppo di nemici; la
rabbia aumentò probabilmente la sua potenza, perché riuscì a stenderne due con
una serie di pugni e calci, e a trapassare un terzo con una sfera di energia;
gli altri tre, quasi spaventati, si ritrassero, e lui poté avvicinarsi all'amica
e controllare le sue condizioni: era viva, ma non avrebbe resistito a lungo
senza cure. Alzò lo sguardo in cerca di una via di fuga ed ebbe un tuffo al
cuore: tutti i guerrieri si stavano dirigendo verso di lro; gli altri Sayan
giacevano già tutti a terra, immersi nel loro sangue; era rimasto solo.
Consapevole che era finita, Hanek si mise in posizione di combattimento,
fronteggiando quegli oltre quattrocento avversari; sarebbe morto combattendo, da
vero Sayan.
Prima che i guerrieri potessero attaccarlo però due sfere di energia
piombarono sulle loro fila ed esplosero, scompaginandole; un attimo dopo due
figure muscolose atterrarono ai fianchi di Hanek; avevano i capelli neri ed
erano vestiti con le armature dei Sayan.
- Borak! Rebor! Accidenti, quanto sono felice di vedervi!- esclamò il ragazzo
sorridendo ai due compagni, che conosceva da quando era in fasce.
- Piacere di vederti vivo, amico.- rispose Rebor, che era il più alto e
potente dei due,- Abbiamo fatto unacerta fatica a restare vivi.
- Già.- aggiunse Borak, fissando la moltitudine dei nemici, che sembravano
non saprsi decidere ad attaccarli e finirli,- Direi che questi sono decisamente
troppo forti; è il momento di filare. Hanek, prendi in spalla Thena; noi
copriremo la ritirata; ce la dovremmo fare ad arrivare alla base.
Un attimo dopo, quasi in risposta alle sue parole, alle loro spalle si levò
un rombo; i tre Sayan si voltarono, e videro una dozzina di astronavi enormi
alzarsi dal campo imperiale fortificato e sparire rapidamente nel cielo del
pianeta.
Ogni speranza di Hanek sprofondò: li avevano abbandonati al loro destino; ora
non potevano fare altro che morire combattendo.
Uno dei guerrieri di Agar scoppiò a ridere:- Avete perso il passaggio a casa,
ragazzi?- poi, rivolto ai propri compagni, gridò rabbiosamente:- Addosso!
Sterminiamoli!
Hanek e gli altri due li anticiparono: se dovevano morire, che almeno fosse a
testa alta. Si gettarono nel mucchio, menando colpi a destra e a manca; Hanek,
circondato da dozzine di nemici, colpiva qualunque porzione di corpo gli si
presentasse di fronte con pugni, calci e sfere di energia; lo stesso facevano
gli altri due, e parecchi di quei guerrieri cadevano al suolo privi di vita.
Ma la loro inferiorità numerica era troppo abissale, e pochi istanti dopo
alle orecchie di Hanek giunse il grido di morte di Borak, che, trapassato da
parte a parte da un raggio di energia, crollò al suolo, morendo prima ancora di
toccare terra; pochi secondi, e anche Rebor, mortalmente ferito in una mezza
dozzina di punti, si accasciò, usando l'ultimo fiato che gli restava per urlare
ai suoi avversari:- Maledetti bastardi!
Hanek sapeva che ora era il suo turno: dopo aver parato due pugni diretti al
suo viso ed aver respinto un raggio di energia, non poté nulla per arrestare il
calcio che lo prese allo stomaco, lasciandolo senza fiato; inpochi secondi fu
letteralmente seppellito dai nemici, che lo tempestarono con una gragnola di
colpi, conclusa da una sfera di energia che lo colpì in pieno e lo scagliò,
coperto di ferite e quasi moribondo, accanto al corpo di Thena. Ancora cosciente
anche se senza forse, riuscì ad alzare lo sguardo, e vide i guerrieri
avvicinarsi per finire lui e la sua amica. Consapevole che era finita, chiuse
gli occhi, aspettando il colpo mortale.
Un colpo che non arrivò mai; pur con gli occhi ciusi, il ragazzo vide un
ombra stagliarsi davanti a lui; li riaprì, e vide una figura in piedi
davanti a loro; da dietro non poteva vedere il suo volto, ma a giudicare dai
capelli neri e dalla struttura fisica, non molto alta ma possente, doveva essere
un Sayan, anche se invece dell'armatura indossava una tuta da combattimento
azzurra e bianca; se ne stava immobile, con le braccia incrociate sul
petto; i guerrieri nemici si erano fermati a fissarlo, e uno di loro gli
chiese, sorpreso dal suo intervento:- Chi diavolo sei?
- Chi se ne importa!?- urlò un'altro, e fece per attaccarlo; fu un lampo: il
Sayan scansò facilmente il pugno del guerriero di Agar e lo colpì di taglio con
la mano tra il collo e la spalla; il guerriero crollò a terra, con gli occhi
vaqui fissi nel vuoto; doveva avergli spezzato l'osso del collo.
Il Sayan si voltò a guardare Hanek e Thena, e il ragazzo poté vedere i suoi
occhi duri come l'acciaio squadrarlo da capo a piedi; era un Sayan, non c'era
dubbio, ma aveva qualcosa di strano; molto strano.
Il misterioso guerriero si volse di nuovo verso i guerrieri di Agar, che si
erano ritratti per la paura vedendogli uccidere tanto facilmente uno di loro, e
disse, con voce decisa:- Io non ho nulla contro di voi, e non sono implicato in
questa guerra. Quindi vi do una possibilità, ma una sola: lasciate questi due a
me e ritiratevi, o dovrò farvi molto, molto male.
Sorpresi e spaventati da quel tipo, che da solo sembrava voler tener testa a
poco meno di quattrocento guerrieri, gli abitanti di Agar si ritrassero ancora;
alla fine però uno di essi, forse più coraggioso o più stupido, urlò:- Non
dategli retta! E' un Sayan, come loro! Un servo dell'Imperatore!
Hanek vide il volto dell'altro Sayan contrarsi in un ghigno:- Ne hai
azzeccatas una su tre, amico. Sono un Sayan, ma non sono servo di nessuno. E,
soprattutto, non sono come loro.
Il ragazzo gli vide stringere le mani a pugno, e sentì l'aria riempirsi di
una strana energia mentre pietre e detriti si alzavano attorno a lui; un'istante
dopo le cifre sul rilevatore iniziarono a scorere ad una velocità pazzesca, e
alla fine, superata quota trecentomila, il piccolo macchinario esplose; Hanek
rimase senza fiato, e nonostante fosse sul punto di perdere i sensi la sua mente
registrò che la potenza di quel tipo doveva essere immensa.
Passarono pochi istanti, poi quel misterioso Sayan
eruppe in un urlo sovrumano, e fu avvolto da una luce abbagliante; quando tornò
visibile Hanek rimase a bocca aperta: i suoi capelli erano ritti verso l'alto,
ed erano diventati di uno splendente colore dorato; il suo corpo era circondato da un'aura fiammeggiante dello stesso colore.
Il ragazzo credette per un istante di essere già svenuto
e di stare sognando; poi capì che, anche se si sentiva prendere dal torpore, per
il momento era ancora cosciente; la sua mente sempre più prostrata si rifiutava
però di accettare quello che i suoi occhi stavano vedendo: quella per lui era
una leggenda che gli anziani raccontavano ai bambini come favola della
buonanotte, facendo credere loro che forse da qualche parte nell'universo poteva
esistere ancora un liberatore, uno della loro razza con poteri incredibili; mai avrebbe creduto di vederlo davvero.
Mentre sveniva Hanek riuscì a mormorare:- Il leggendario
Super Sayan...- e l'ultima cosa che videro i suoi occhi prima di chiudersi fu
l'immagine di quel guerriero leggendario che si lanciava contro i terrorizzati guerrieri di Agar.
Ecco finalmente pronto il secondo capitolo! Scusatemi
per il ritardo, ma ho avuto un sacco di impegni ascuola, e oltretutto non ero
molto ispirato. Spero comunque che questo capitolo vi piaccia.
Vi chiedo di dirmi cosa ne pensate, perché questa storia non mi convince particolarmente,
e spero soltanto di essermi mantenuto ad un livello simile a quello della precedente.
Per tutti quelli che me
l'hanno chiesto: come si capisce da questo capitolo, Hanek è un giovane Sayan maschio.
A presto, e grazie a tutti quelli che mi
commentano, in particolare a Miki, Roby e Yokari, che ormai sono mie assidue lettrici!
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