Sunlight

di Val__
(/viewuser.php?uid=127642)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ci eravamo incontrati perché doveva succedere. E anche se non fosse stato quel giorno, prima o poi, ci saremmo sicuramente incontrati da qualche altra parte... ***
Capitolo 2: *** Negli abbracci sono nascoste tutte le parole più belle del mondo, tipo: “sono qui”, “non ti preoccupare”, “tutto passa”... ***
Capitolo 3: *** Esistono rapporti inclassificabili. Non sono amore né amicizia, sta a noi inventare una definizione. Io li chiamo tossici. ***
Capitolo 4: *** E' abbastanza ironico che nella vita, la persona che tira fuori il meglio di te e l'unica che ti rende forte è in realtà la tua debolezza. ***



Capitolo 1
*** Ci eravamo incontrati perché doveva succedere. E anche se non fosse stato quel giorno, prima o poi, ci saremmo sicuramente incontrati da qualche altra parte... ***


Sunlight

Ci eravamo incontrati perché doveva succedere.
E anche se non fosse stato quel giorno, prima o poi, ci saremmo sicuramente incontrati da qualche altra parte




Mackenzie non era mai stato un bambino socievole, il suo carattere era terribile, sembrava ostile nei confronti di chiunque gli si avvicinasse e ogni giorno era in lite con qualcuno, ed era sempre coperto di graffi coperti da grandi cerotti e lividi giganteschi specialmente sulle gambine ossute.
Potrebbe sembrare un controsenso, ma a Mackenzie non piaceva stare solo, odiava quando la sua mamma doveva lasciarlo all’asilo per correre al lavoro, lui le si aggrappava sempre alla gonna e sul punto di piangere le mugolava < Mamma non voglio stare qui… portami con te! > lei non capiva quanto potesse ferirlo quando lo faceva distrarre dalle maestre per poi andare via, ogni volta che accadeva i suoi grandi occhioni blu si spegnevano e lui, prima così tenero ed accondiscendente con le maestre, diveniva una vera peste e litigava alla prima occasione.

Quel giorno si era ripetuta la stessa scena di tutti i giorni, la mamma di Zie se ne era andata e lui disperato stava correndo fuori sperando di riuscire a fare in tempo e riprenderle la mano per farle vedere che era ancora lì e non voleva che se ne andasse, ma appena raggiunto il giardino, non vedendola, cedette e le lacrime cominciarono a solcargli il dolce visino intristito. Corse verso uno degli alberi dalla folta chioma e vi si mise sotto, all’ombra, accucciato con le manine a coprire il volto, lasciando libero sfogo alle lacrime che imperterrite continuavano a scendere, mentre il piccolo Zie tremava, scosso da piccoli singhiozzi.

Nessuno si era accorto del suo appartarsi in un tentativo di sfogo. Nessuno, tranne un piccoletto dalla testolina rossa che, circondato dagli amichetti, stava giocando tranquillo fino al momento in cui una minuta sagoma gli era passata affianco correndo, le lacrime che gli rigavano il volto, una di esse scivolata dal visino era stata trasportata dal vento sino alla guancia del Rossino che, preoccupato continuava a fissare Zie sotto l’albero. < Steve chi è quel bambino? …piange > chiese ad uno dei suoi amici < si chiama Mackenzie… non è buono… Rori non andare da lui > rispose infastidito quest’ultimo < buono? …ma io non lo voglio mangiare!* > esclamò < beh… non ci andare vicino comunque > ma Rori non lo ascoltava nemmeno più, poiché si era già avvicinato al bimbo tanto da sentirne i singhiozzi.
< Ehi… stai bene? > domandò sinceramente inquieto, Mackenzie saltò sul posto, si asciugò il viso cercando di simulare un’espressione cattiva ed infastidita, ma con scarso successo < cosa vuoi? Vuoi litigare? Vai via! > sbottò non riuscendo a fermare le lacrime < mi chiamo Rori e non voglio litigare, voglio solo… > < Vattene viaaa! > urlò di nuovo. A quel punto Rori non riuscì più ad essere gentile e gli mollò uno schiaffo sulla nuca < insomma! Sono preoccupato per te, ora o la smetti di piangere o mi dici che succede! > rimproverò autoritario. Zie aveva gli occhi sbarrati, era sorpresissimo da quelle parole, dette con rabbia sì, ma sincere: quel Rori era davvero preoccupato per lui e questo rendeva Zie felice, sorpreso e dolorante allo stesso tempo. Non sapendo come reagire, confuso da quelle sensazioni nuove, riprese a piangere più forte di prima e Rori con il senso di colpa crescente, si inginocchiò al suo fianco chiedendogli mille volte scusa < perdonami non credevo ti avesse fatto così male! > spiegò lamentoso, avvicinandosi ancora di più sussurrò ancora < mi spiace… > per poi mollargli un dolcissimo bacetto sulla guancia. Al sentire quelle labbra morbide, appoggiate in una carezza gentile, Zie fermò quel suo pianto isterico, sentendo il suo cuoricino accelerare, mentre Rori alla vista di quel cosetto tutto rosso per l’imbarazzo, sorrise sincero < ti chiami Mackenzie vero? Allora ti chiamo Zie, diventiamo amici ti va? Non è bello stare da solo vero? > sussurrò nuovamente con dolcezza, Zie annuì, accennando ad un sorriso. Era davvero la prima volta che qualcuno gli si avvicinava, era la prima volta che piangeva davanti a qualcuno senza picchiarlo subito dopo, ed era anche il suo primo amico; non si era mai sentito tanto felice prima.
Rori lo prese per mano, portandolo via dall’albero sotto il quale si era rifugiato, portandolo via dall’ombra che pensava lo avrebbe protetto dagli sguardi indiscreti, che invece lo stava solo nascondendo agli occhi di potenziali amicizie, allontanandosi da lì, mano nella mano con Rori si avvicinò sempre più alla luce ed al calore del sole che, ad un primo impatto l’aveva sconvolto per poi baciargli dolcemente il viso, proprio come il bambino al suo fianco aveva fatto poco prima.

Il giorno dopo, come i seguenti, Mackenzie non si aggrappò più alla gonna della madre per farla rimanere, la salutava schioccandole un bacio sulla guancia e con l’accenno di un sorriso sulle labbra e con la mano intrecciata a quella di Rori, il suo raggio di sole personale.




On Facebook: http://www.facebook.com/ValChanEfp

Angolino di Val-chan :

Ehilà Fanciulle e Fanciulli!
Sono ancora qui che rompo con un'altra storia delle mie, questa è presa da "Sweet Revenge" per chi non la conosce e ha voglia di darci un occhio ci metto il link qui (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=969101&i=1) che al contrario di questa parla del fratellino di Rori (Demien) e i capitoli sono un po' molto più fighi! XD
Questa invece riguarda la coppia, che ho notato amano tutti, MackenzieXRori spero sia venuta bene ^^
Saranno capitoli mini, ma spero di farvi esplodere per la fluffoseria! XD Nel caso seguiste già Sweet Revenge, sappiate che il capitolo è orami finito e appena sarà betato lo posto (sono in un ritardo mostruoso, ma si sa che il mese di maggio è orribile per quel che riguarda impegni scolastici)!
Cooomunque spero sia piaciuto, non siate timidi e se vi va lasciate una recensioncina per farmi sapere com'è venuto!

Baci Val_chan <3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Negli abbracci sono nascoste tutte le parole più belle del mondo, tipo: “sono qui”, “non ti preoccupare”, “tutto passa”... ***


Attenzione: Questo capitolo è ambientato sette anni dopo il primo (dove ne avevano cinque) spero vi piaccia!
Buona lettura <3



Sunlight





Capitolo 2 :


Negli abbracci sono nascoste tutte le parole più belle del mondo, tipo: “sono qui”,
“non ti preoccupare”,
“tutto passa”.

7 anni dopo

Il campanello di casa continuava a suonare costantemente, cosa c’era di strano? …Erano le due di notte e quel fottutissimo campanello continuava a trillare senza sosta, verso l’infinito ed oltre.

< Rooooriii! Porta… ti prego! > si lamentò Olive invocando il figlio dalla camera da letto, per farlo andare ad aprire < Ma perché io! > mugolò alzandosi dal letto e dirigendosi a passi pesanti verso la porta, con una faccia incazzosa e stanchissima. Aprì la porta e… PUFF! Tutta la rabbia per l’essere svegliato e l’irritazione erano svanite nel nulla, sostituite da sorpresa e una sensazione allarmante, mentre il suo viso si era addolcito più che mai nel vedere il migliore amico Mackenzie, ma non il solito Mackenzie: il suo viso era corrucciato e gli occhi lucidi davano l’impressione che stesse per piangere da un momento all’altro < s-scusate l’ora… p-p-posso entrare, per favore… > sembrava quasi una supplica, persino la voce spezzata e balbettante lo facevano credere < Zie? Cosa succede? > chiese Rori facendolo entrare trascinandolo per la spalle per fargli coraggio ed abbracciandolo dopo averlo fatto sedere sul divano < papà sta litigando con la mamma… ho avuto paura e sono scappato via… non voglio che si separino… > sussurrò stringendosi a Rori che continuava a passare piccole carezze sulla schiena dell’amico < Tranquillo… non-non piangere > cercò di calmarlo Rori, appoggiando la fronte alla sua e notando piccole lacrime calde sulle guance dell’altro si era ancor di più corrucciato, nel tentativo (palesemente fallito) di non cedere ai piagnistei < Dai, vieni qui! Lo so, è una cosa triste, ma continueranno a volerti tanto, tanto bene, anche se loro non andranno d’accordo, spiace anche a me, ma non è una cosa che possiamo decidere noi, a volte anche i grandi fanno cose stupide, che feriscono persino noi che gli stiamo intorno, ma dobbiamo essere forti, fortissimi, piangere non risolverà le cose, li farà sentire in colpa e per loro sarà ancora più difficile di quanto immagini sia, non credi? Ora andiamo a sciacquarci il viso, poi voglio che mi fai un bellissimo sorriso, di quelli che mi fai sempre, e poi vieni a nanna con me, ti va? > spiegò tranquillo, Mackenzie annuì un poco incerto per poi alzarsi dal divano con la mano stretta a quella del suo migliore amico.
Il cuore gli batteva forte, era questo che gli succedeva quando stava con Rori, era sempre stato così per quel che ricordasse, si sentiva come malato, come se avesse la febbre: sentiva caldo, mooolto caldo, le orecchie gli diventavano rosse e le guance prendevano fuoco, era frustrante non sapere quello che gli accadeva. Tutto quello di cui era consapevole era che quella sensazione, che provava sin dalla prima volta che l’amico gli si era avvicinato, era piacevole, lo faceva star bene come non mai e non si sarebbe mai stancato di provarla.

Una volta arrivati in bagno, camminando in punta di piedi, nonostante ormai fossero sicuri di aver svegliato sia Olive che il piccolo Demien, il fratellino di quattro anni più piccolo di Rori, Zie si sciacquo il viso e, come previsto dei piccoli passettini che attirarono la loro attenzione, segnalarono la presenza di Demi che tutto assonnato ed arruffato si affacciò dal corridoio farfugliando < Zie… ho sentito la voce di Zie… > con la sua vocina era bassa e roca < Sono qui marmocchietto! > sorrise Mackenzie, dopo essersi asciugati il viso e facendo vedere bene a Rori il suo sorriso, Demi incespicò impacciato fino a lui abbracciandolo < È tardi, non si può giocare, ora si fa la nanna! > sussurrò guardando sia il fratello che Zie con gli occhietti assonnati < Hai ragione Demi, andiamo fare la nanna tutti insieme, ti va?> fece Rori, prendendo in braccio il fratellino che annuì accoccolandosi. A quel punto anche Olive saltò fuori dal corridoio, ripresasi dal nervosismo post sveglia < Tutto bene ragazzi? > chiese accarezzando la testolina di Zie, lui annuì < Resti a dormire? Hai avvisato i tuoi? > domandò lei, questa volta il ragazzo scosse la testa < Mando un messaggio alla mamma… Grazie Olive, magari fossi tu la mia mamma… > le rispose, la donna sorrise comprensiva < Tesoro non dire così! La tua mamma ti vuole tanto bene sai? Se dici così la renderai triste! > lo riprese < Bene e ora tutti a nanna! > concluse sbrigativa ed assonnata.

Nel letto di Rori si stava stretti, Zie, che era dalla parte attaccata al muro, si sentiva tanto un sottospecie di sandwich, ma alla stesso tempo continuava a sentire tutto quel calore di prima, solo amplificato dal respiro caldo di Rori che, sdraiato d’un lato al suo fianco, gli stava ancora tenendo la mano, mentre con un braccio aveva circondato le spalle dell’amico in un abbraccio che li avvicinava ancora di più.
Zie sentiva tutto l’affetto nei confronti di Rori esplodere dentro di sé, in questo modo, felice come tutte le volte in cui stava con lui, poggiò la fronte contro quella dell’altro, ricambiando l’abbraccio e augurando la buona notte al Rosso che, aperto gli occhi, gli sorrise ed avvicinandosi, posò un bacio leggere sulle labbra di Zie, stringendo ancora più la mano stretta alla sua, ed insinuando la testolina rossa nell’incavo del collo dell’altro, per mascherare l’imbarazzo < Buona notte anche a te Zie… >.

Mackenzie non aveva idea di cosa avesse fatto per meritarsi un regalo simile…
ma lo avrebbe fatto altre mille volte se fosse stato quello il risultato.
Così, dimenticata la tristezza con cui era arrivato in quella casa, si addormentò stretto a Rori e felice, tanto felice da poter esplodere, era davvero solo amicizia quella sensazione meravigliosa?




On Facebook: http://www.facebook.com/ValChanEfp

Angolino di Val-chan :

Ehilà Fanciulle e Fanciulli!

Eccoci qui con un aggiornamento lampo!
Ecco mi spiace ma non abituatevici... questo è un piccolo regalo per voi, visto che nei prossimi giorni sarò impegnata da morire per il solito recupero dell'ultimo secondo e degli ultimi giorni di scuola... ce l'ho quasi fatta! *-*
Cooomunque spero vi sia piaciuto anche questo capitolo e che l'abbiate trovato adorabile o anche solo carino, o comunque se volete lasciatemi un parere con una recensioncina!
Grazie di aver letto e grazie a chi ha recensito e recensirà... per ora è tutto al prossimo aggiornamento! <3

Baci Val_chan <3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Esistono rapporti inclassificabili. Non sono amore né amicizia, sta a noi inventare una definizione. Io li chiamo tossici. ***


Attenzione... di nuovo : In questo capitolo (ambientato 4 anni dopo il secondo) i protagonisti hanno 16 anni, quindi è un'altro salto nel tempo ^^
Spero vi piaccia è un po' tanto sdolcinato perchè ogni tanto mi prende lo schizzo XD
Buona lettura! <3

Sunlight

Capitolo 3 :

Esistono rapporti inclassificabili. Non sono amore né amicizia, sta a noi inventare una definizione. Io li chiamo tossici.

altri quattro anni dopo

D’accordo.
Rori l’aveva capito.
Zie era quel che si poteva tranquillamente definire un figo, specie dopo il secondo anni di liceo, in cui si era notevolmente alzato ed il suo viso era diventato più “adulto”, nonostante sembrasse sempre più giovane rispetto alla sua età.
Ma tutte quelle ragazze dovevano per forza ricordarglielo confessandogli il loro amore (nato da due giorni prima magari) ogni santo giorno?
Perché sì, anche a Rori era capitato di trovarsi qualche ragazza che gli sparasse un “mi piaci” in faccia ed a lui dispiaceva sempre rifiutarle, ma con Mackenzie erano addirittura tre al giorno! Erano arrivati al punto in cui ogni volta che Zie vedeva una sua compagna avvicinarsi, si chiudeva nel bagno dei ragazzi fino al suono della campanella. In questo modo però tutte le ragazze cercavano Rori ( che a quanto pare per loro era come se avesse un lampeggiante sulla testa con scritto “migliore amico di Mackenzie”) per delegargli la consegna di lette (il quale contenuto era ovvio) da dare all’amico appena l’avesse visto.
Inutile dirvi che fine facevano tutte quelle lettere. Rori, sì avvertiva Zie delle lettere, ma l’altro che non ne poteva più gli disse < A questo punto fanne quello che vuoi! > ed il Rosso non se lo faceva ripetere, le cestinava seduta stante.

Ma Rori non era geloso di Zie, era il suo migliore amico quindi per la sua etica non poteva esserlo, il vero problema era una di quelle persistenti ochette, Melani, a cui Zie non riusciva a far capire che no, non gli interessava, lo era persino venuta a cercare a casa. Alla fine avevano patteggiavano che sarebbero usciti un paio di volte per far finire l’ossessione di lei mostrandole che Zie non era interessato, beh, non andò come previsto.

Dopo essere usciti per la terza volta, Zie ammise di trovarsi bene, così decisero di uscire seriamente. Questo comportava attenzione maggiore nei confronti della ragazza e minore nei confronti di Rori, che in quel periodo, aveva perso la voglia di essere gentile con chiunque gli stesse intorno.

< Roriiii? Mi aiuti con i compiti di matematica? > chiese il piccolo Demien bussando piano alla porta della camera del fratello, il quale con la faccia sepolta sul cuscino, mezzo steso sul letto e sulla via di una crisi di depressione per via dell’ennesimo bidone tiratogli da Mackenzie per uscire con la ragazza, emise un mugolio scazzato che fece intuire la risposta al fratellino, ma nessuno può cavarsela in questo modo con “scassa-balle Demi” che, appena sentiva l’odore di problemi, non esitava a ficcare il suo bel nasino, piccolo e patatoso negli affari altrui: < Che succede? > chiese entrando senza fare complimenti. Non ricevendo alcuna risposta gridò con la vocina acuta < Rò! Dimmelo altrimenti ti salto sopra! …Mackenzie c’entra qualcosa? > Rori sorrise, quel cosetto del suo fratellino aveva già intuito tutto, come al solito, si vede che essendo molto legati si capivano al volo. < Sì, sono arrabbiato con Zie… > rispose vago girando lo testa lontano dal cuscino per guardare meglio Demien < Perché? …lo sai che se non me lo dici ti ammazzerò a colpi di bacini, vero? > dichiarò in primis, facendo sorridere Rori ancora una volta < Perché ora che ha la fidanzata vuole più bene a lei, e per carità è giusto che preferisca stare con lei, ma vorrei stare con lui anche io e non voglio dirglielo, magari poi pensa che sia geloso… > spiegò < Sì Rò… perché tu non sei geloso! > fece sarcastico l’altro < Ovvio che lo sono! Gli voglio bene… e mi sta trascurando e questo mi fa arrabbiare, sto facendo schifo a scuola e rispondo alle persone come se fossi un camionista! …colpa sua! > si lamentò senza ammettere che era più di semplice affetto quello che sentiva. Demi gli accarezzò la testa con un mezzo sorriso < Mi spiace non so come aiutarti, ma non mi piace vederti così, non puoi parlargliene? > l’altro fece no con la testa, non voleva essere invadente e di ostacolo alla felicità di Mackenzie, ma Demi aveva un modo per aiutarlo: < Demi, non è che me li daresti lo stesso tutti quei bacini? > chiese allora.
Il più piccolo rise piano abbracciando il fratello e dandogli un tenero bacio sulla guancia.

Ma Demi ne sapeva a pacchi, chissà che non gli sarebbe riuscito di far mettere insieme quei due scemi che continuavano a guardarsi da lontano!

Il giorno dopo Rori si era ripromesso di star zitto e non parlare del fattore gelosia con Zie, per non risultare seccante, inoltre era deciso a stargli più lontano del solito, nonostante ciò lo ferisse, lui e la sua ragazza (difficile per lui ammettere, anche sotto forma di pensiero, il fatto che per Zie lei fosse speciale) avevano bisogno di restare da soli, di parlare e dire e fare cose sdolcinate, o qualunque cosa le coppiette facessero (che lui meno di così non ne poteva sapere, non avendo mai nemmeno considerato l’idea di avere una fidanzata).

E così fu!
Si era impegnato a trovare una scusa, anche la più sgamabile, per allontanarsi dai due, si poteva dire che Melani apprezzò lo sforzo, poiché aveva smesso di guardarlo male o con sorrisini bastardi. In compenso però, il viso dispiaciuto di Zie, ogni volta che gli si allontanava, lo faceva sentire in colpa, si sentiva malissimo, così tanto che per lo stress corse in bagno con in conati, che minacciavano di battezzare il bagno (che già tanto lindo non era).
La giornata gli pesava ogni minuto di più, così decise di catapultarsi in infermeria e riposare lontano dalla vista di Mackenzie che si sarebbe distratto da Melani se l’avesse visto.
Evitò Zie anche all’uscita, nonostante l’avesse intravisto guardarsi intorno preoccupato, con arpionata al braccio la sua ochetta che sbuffante cercava di attirare la sua attenzione.

Tornato a casa, si buttò sul divano < Giornataccia? > chiese Olive con fare premuroso, avvicinandosi < Mi sento male… > disse piano con lo sguardo stanco. < Cos’è successo? > arrivò subito “scassa-balle Demi” anche lui impensierito dal comportamento di Rori e dal suo colorito pallido < Ho evitato Zie per tutto il giorno > pronunciò lentamente < E perché mai?! > chiese stupita la madre < Perché volevo che stesse solo con la sua ragazza… ma mi manca da morire e non riesco a stargli così lontano… vorrei che lasciasse Melani… e sì! Sono egoista, ma chi sene frega! > fece con il goccioloni che minacciavano di rigargli il viso. Demi lo abbracciò forte, aiutandolo ad andare in camera per riposarsi.

Rori dormì fino sera, ed al suo risveglio si sentiva meglio.
Stirò appena le gambe, fino a prima raggomitolate, ancora con gli occhi chiusi, accorgendosi solo in quel momento di un peso che lo premeva sul letto e contro il muro: il tepore era piacevole e le mani che lo stavano accarezzando davvero morbide.
Aprì gli occhi, ritrovandosi davanti Zie, con il viso tutto corrucciato, come quando stava trattenendo le lacrime per non mostrarsi mentre piangeva, era cresciuto, ma il suo comportamento non era cambiato, era sempre adorabile con quella smorfia che mostrava solamente a Rori… ed a nessun altro, questo sì che lo faceva sentire speciale.
< Zie perché piangi? > chiese abbracciandolo, con la voce un poco impastata dal sonno, tutto arruffato ed intontito, ma nonostante tutto in grado di prendersi cura del suo migliore amico.
Era felice di vederlo, certo non voleva che piangesse, ma stargli vicino era sempre splendido per lui. Zie ricambiò l’abbraccio stringendolo forte, permettendo, anzi incoraggiando Rori a nascondere la testolina nell’incavo del suo collo, come facevano solitamente.

Rori era sicurissimo di tre cose:
1. Non è possibile spegnere il sole (al massimo si spegne da solo quando muore, dato che è una stella!);
2. Non è possibile asciugare il mare;
3. Conosceva il suo migliore amico meglio di quanto conoscesse se stesso e sapeva per certo che Zie aveva pianto solo poche volte dal loro incontro, ed era sempre per cose gravi, questo lo faceva preoccupare ogni minuto di più.

< Rori… stai bene? > chiese in un sussurro Mackenzie ancora abbracciando l’amico < S-sì è tutto ok! Perché piangi è successo qualcosa di brutto… sì, insomma, con… M-Melani? > chiese, se Zie lo era venuto a cercare era per sfogarsi, lo sapeva bene, quindi, nonostante non avesse alcuna voglia di sentir parlare Zie di quella ragazza (così fottutamente fortunata ad averlo per se), voleva aiutarlo, consigliargli ancora e fargli sentire che per lui c’era sempre e per qualsiasi cosa, anche la più stupida, anche se l’avesse tirato giù dal letto alle tre di mattina! E Zie lo sapeva già, perché chissà quante volte glielo aveva ripetuto e continuava a farlo, anche in quel momento < Zie, con me puoi parlare di qualsiasi cosa! Io sono sempre qui per te! > lo rassicurò < Bugiardo! Allora perché oggi continuavi ad evitarmi e scappare da me?! > gridò stringendolo ancor di più a se < H-Ho fatto qualcosa di male? > chiese preoccupato, considerando solo in quel momento l’idea. Rori si staccò dall’abbraccia per un attimo < N-No… volevo lasciarvi soli! L’ho fatto per te, sono sempre tra i piedi, sono geloso… non volevo rovinare tutto, sembravi felice… con… lei > Zie sembrava sorpreso dalla rivelazione, con gli occhi appena più aperti e la boccuccia socchiusa, era felice, così tanto che si affretto a dire, scocciato di parlare nuovamente di lei < L’ho scaricata! Non essere geloso! Preferisco te a lei… > si lasciò scappare nella fretta di pronunciare quelle parole, Rori avrebbe anche risposto, e ci stava pure provando, ma, nel tentativo di formulare una frase, le lacrime lo fecero bloccare, così si limitò a stampare a Zie un bacio nell’angolino della bocca per poi stringerlo forte.

< Perché l’hai mollata? > chiese Rori, una volta ripresosi, mentre stesi sul letto restavano a crogiolarsi in attesa di chissà cosa < Volevo vedere come stavi, ma lei ha detto che mi preoccupavo troppo per te e non la consideravo, in effetti mi hai fatto dannare oggi, non si capiva cosa avevi! Mi ha detto che facevi finta che e che volevi allontanarci, mi sono reso conto che era lei che ci stava allontanando… e l’ho scaricata, sei tu la priorità… > spiegò con un filo di imbarazzo < Ah! E visto che non ti ho concesso molto tempo in questi giorni… ti ho preso un regalo… > aggiunse. Rori non capiva: lo vide sporgersi verso il pavimento ai piedi del letto, ma continuava a non capire, fino a quando Zie non si rialzò con un immenso mazzo di fiori < Non sapevo come farmi perdonare e mamma Olive dice che se ti devi far perdonare i fiori vanno sempre bene e che se sei sincero l’altra persona lo capisce > disse arrossendo ancora di più e non riuscendo a guardare negli occhi Rori che sorridente prese ed appoggiò i fiori sul letto per poi buttarsi ad abbracciare Mackenzie < Dai, andiamo a metterli in acqua! > concluse prendendo i fiori e la mano di Zie tutto sorridente.

“Altroché giornataccia!” Pensò intrecciando le dita con quelle di Zie e mostrargli un grande sorriso, tutto per lui.

Angolino di Val_chan :

Val_chan on Facebook <3

Ehilà Fanciulle e Fanciulli!
Eccoci qui! Come avevo detto è abbastanza dolcioso come capitolo... ma il genere Fluff non sta lì per bellezza o per far la tinta agli orsi bruni ù.ù
Coooomunnque! Oggi sono andata a vedere i voti... anche se lo sapevo mi hanno rimandato ç.ç ma pazienza! Mi darò allo studio ù.ù
Il prossimo capitolo descriverà ciò che è successo e non è stato bene descritto nel capitolo 3 di "Sweet Revenge!" quando Rori si becca la febbre e Zie resta a casa con lui... e se volete sapere altro (nel caso non l'aveste letto) andatevelo a guradare un po' magari se vi piace la storia lo potete seguire ^^ ecco il link diretto Sweet Revenge!
Come sempre attendo le vostre recensioni, ma grazie tante anche solo a chi legge! Spero vi sia piaciuto <3
Al prossimo aggiornamento! <3
Baci Val_chan <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** E' abbastanza ironico che nella vita, la persona che tira fuori il meglio di te e l'unica che ti rende forte è in realtà la tua debolezza. ***


Importante!

Angolino di Val_chan :

Ehilà Fanciulle e Fanciulli!
Oggi il mio angolino è quassù, perché nel solito posto ci saranno i ringraziamenti e tutte le menate varie, perché sì, è l’ultimo capitolo, ma penso di poter fare alcune one-shot se vi fa piacere.
Mi scuso per il ritardissimo ho davvero delle buone ragioni in ambito familiare, quindi non vogliate uccidermi, cercherò di aggiornare anche Sweet Revenge! appena mi sarà possibile.
Grazie di tutto spero di ricevere una recensioncina… per favore… grazie <3
Buona lettura, perché questo è un capitolo tanto atteso che stavate aspettando spero di non avere deluso le vostre aspettative!
Baci Val_chan <3



Sunlight

Capitolo 4 :

E' abbastanza ironico che nella vita,
la persona che tira fuori il meglio di te e l'unica che ti rende forte è in realtà la tua debolezza.

Rori era invornito, parecchio invornito.
E no, non perché fosse appena sveglio, non che quello contribuisse a fargli riprendere lucidità, ma il motivo principale era evidentemente quella maledettissima febbre che fin dalla sera prima lo stava perseguitando, non facendo altro che alzarsi sempre di più.
Per fortuna che Demien che oramai aveva compiuto sedici anni, riusciva a cavarsela e prendersi cura del fratello più grande quando Olive non c’era, tra imprecazioni e scappellotti vari, visto che Rori in versione malato era estremamente lagnoso ed abbraccioso e, limitiamoci a dire che per Demi quello non era un gran periodo, tra aranciate in testa, tradimenti e vendette varie (NdA ed è tutto raccontato in Sweet Revenge), quindi potete capire che dopo un primo momento di tenerezza, aveva cominciato a non poterne più ed in quel momento non vedeva l’ora di andare al part-time.

< Aaaaah… la teeesta… > si lagnava il più grande < Demi… voglio Zie… dov’è il mio Mackenzieee? > aveva mugugnato, cercando di alzarsi dal letto, ma subito tirato giù da Demien che sbuffando, ma sempre delicatamente lo aveva fatto stendere nuovamente < Rò l’ho chiamato cinque minuti fa! Non puoi pretendere che sia qui sub… > e come per smentire il ragazzo, Mackenzie aveva suonato (giusto per educazione) il campanello per poi entrare con poca grazia dalla porta d’ingresso, correndo tutto affannato fino a sbucare ansimante nella stanza, agitato e preoccupato per Rori, che una volta visto il tanto reclamato Zie, porto le braccia in avanti, come a voler essere preso in braccio e coccolato. Quella vista fece sorridere Zie < Carinoo! Sembra… regredito? > fece avvicinandosi a lui per poi sedersi sul bordo del letto ed accarezzarlo, mentre il viso di Rori si rilassava. < Solo regredito? È tutto ieri sera che mugola cose come che vuole una coperta, che vuole un abbraccio e poi ha freddo, subito dopo caldo! Non si sopporta! > fece esasperato Demi che aveva sopportato anche troppo per il momento ed aveva tutte le intenzioni di fuggire < Vabbè ti lascio la lagna, devo andare al bar, Ronny sostituisce Rori così non ci saranno problemi… ciao Lagnosetto > aggiunse poi dolcemente posando un tenero bacio sulla guancia del fratello < Demi aspetta! …come va? > chiese improvvisamente Zie con in viso un’espressione di pura preoccupazione, palese agli occhi del più piccolo, fermandolo prima che riuscisse ad attuare il suo piano di fuga.
Zie sapeva che il sopracitato brutto periodo, aveva agitato parecchio Demi che però cercava di non far preoccupare nessuno < Va tutto bene > rispose infatti neutro, ma Mackenzie , che aveva voglia di pugnette (NdA cioè che l’avrebbe tirata per le lunghe, pur di farlo parlare), cercò in tutti i modi di fargli tirare fuori ciò che lo preoccupava, perché in fondo Demien era come un fratello minore per lui, lo aveva persino fatto accoccolare sulle sue gambe (il che non era affatto difficile, vista la piccola statura del Rosso), come quando era più piccolo, ma nulla, aveva persino proposto di far picchiare a lui la persona che lo preoccupava tanto (e non scherzava, l’avrebbe fatto sul serio), ma in risposta aveva solo tirato fuori un faccino depresso e preoccupato, finché Mackenzie non lo aveva fatto riprendere dal suo mare di pensieri, posando un leggero bacio sulla tempia del più piccolo, facendolo anche un po’ saltare di sorpresa, per poi posare lo sguardo confuso su Zie, sbattendo più volte le palpebre e dicendo stranito < Chi? Che? Ah! Lavoro… io… vado…? > Zie gli sorrise, regalandogli una carezza e raccomandandosi di non farsi troppe paturnie per poi augurargli < Buon lavoro > prima che l’altro uscisse di casa.

Intanto Rori che era sempre stato mezzo morto sul letto della sua camera, non aveva ben capito cosa cavolo fosse successo, era rimasto lì, con la sua amica “Febbreaquaranta”, moribondo, confortato dal fianco di Zie che sfiorava il suo, e dal calore che sentiva che lo rendeva cosciente che sì, qualcuno che di lui si fregava era lì vicino!
< Ok… Rori sei ancora vivo? > chiese Mackenzie accennando ad un sorriso < Gnèh! > mugugnò in risposta l’altro < …Lo prendo come un sì! > decise tutto da solo allora < Hai bisogno di qualcosa? > chiese posando nuovamente alcune carezze sul suo viso < Fame… > aveva sussurrato piano l’altro, con la faccia un po’ spiaccicata sul cuscino che rendeva la sua voce ovattata ancora più flebile < Freddo… > aveva aggiunto < E poi mi serve un abbraccio! > aveva concluso, appolipandosi al moro, che stringendolo ed alzandolo di peso, lo stava mettendo in piedi, barcollante, afferrandolo per la vita e trascinandolo sino al frigo, cercando di non farlo sbattere da nessuna parte, per fargli scegliere quello di cui aveva voglio.


Dopo essere stato imbottito ben bene di cibo, riempito di coperte e coccolato per chissà quanto, Rori, ancora steso su Mackenzie, che fino ad un momento prima gli stava accarezzando dolcemente la testolina poggiata sul proprio petto, stava ora per lasciare il paese di Dormiveglia, per prendere il treno per il paese di Nanna Profonda, accompagnato dal battito del cuore e dai respiri fin troppo profondi e regolari del moro, il quale era già salito su quel treno da almeno dieci minuti, con le dita ancora tra i capelli ramati dell’altro.
Ormai accorto dello stato dell’amico, Rori, tutto arruffato e con gli occhi semichiusi, si era alzato un poco sui gomiti, posti ai lati del petto di Mackenzie, ed una volta sollevato, lo stava osservando, con quanta più attenzione avesse mai potuto dedicargli: il viso giovane e rilassato, contornato dai capelli, corti appena sopra le spalle, le lunghe ciglia che accompagnavano sempre ogni suo sguardo, il naso perfetto e le labbra schiuse appena, rosee e sottili, capaci di sorrisi tali da riuscire a togliere il fiato e far volare via la tristezza. Continuò a fissarle, poggiando il palmo a lato del viso, accarezzandole con il pollice, come ipnotizzato, fino a quando, forse per la febbre, il caldo, il dormiveglia o anche per un mix di tutte e tre, Rori decise di osare come non era mai stato capace di fare, ottenendo ciò che aveva desiderato da tempo, colmando la distanza tra loro, cominciando a baciare, leccare e mordere quelle labbra così invitanti, fino a far svegliare Mackenzie, stupito ed intontito da quel risveglio, cercò ad un primo impatto di girare il volto, ribellandosi appena, ma dovendo poi cedere, non riuscendo più a contenersi, concedendosi di ricevere quelle dolci attenzioni, ed assecondando Rori, facendo schiudere a quest’ultimo le labbra, andando con la lingua ad assaggiare la bocca dell’altro.
Continuarono quella dolce tortura carezzandosi ed assaggiandosi come mai avevano fatto, era un contatto nuovo e desiderato da quella che sembrava una vita intera e nessuno dei due sembrava voler interrompere quel momento, sia per via del piacere che stavano provando, sia per paura di quello che sarebbe successo dopo.
Mackenzie non aveva ancora ben capito la dinamica dei fatti, non capiva cosa fosse successo a Rori, finché in mente non gli salto un’idea, che non si schiodò dalla sua mente, spingendo i sensi di colpa a pervaderlo ed a costringersi a staccare le labbra dall’altro, con tutta l’amarezza ed il dispiacere che poteva provare. < Rori… > iniziò con voce roca < A-aspetta… non va bene… h-hai la febbre, non sai quello che stai facendo > disse turbato all’idea che quel gesto fosse dovuto alla confusione causatagli dal malanno, ma Rori non lo stava nemmeno ascoltando, mentre tornava a cercare nuovamente le sue labbra, trovandole per poco, poiché Mackenzie resistette e con poca convinzione e profondo dispiacere lo allontanò dolcemente, temendo che l’altro potesse pentirsi una volta ripreso (o ripresosi?) o arrabbiarsi con il moro per averne approfittato, arrivando così alla distruzione della loro amicizia, unico e solo pretesto con il quale Zie era riuscito a stare al fianco di Rori fino ad allora; non voleva rovinare tutto solo perché l’altro aveva abbassato la guardia e lui non era stato capace di reprimere gli istinti, ascoltando non il cuore ma i bassifondi.
< Lo so quello che faccio… > aveva detto con vocina flebile l’altro, mentre tornava ad avvicinarsi a Zie con in viso un’espressione lasciva < No, non lo sai! È la febbre che ti fa fare confusione, torna giù… riposati e vedrai che starai meglio > l‘aveva contraddetto Mackenzie alzandosi a sedere e tirando su anche Rori per avere più controllo della situazione, ma peggiorando a sua insaputa la situazione: Rori, stanco di tutta quella resistenza da parte dell’altro, dopo averlo guardato con un’espressione dispiaciuta, spinse con forza il petto di Zie contro la testata del letto, facendogli sbattere il capo violentemente, riuscendo a bloccarlo e prendendolo alla sprovvista. < R-Rori? > aveva quasi gridato per poi cercare di prenderlo per le spalle per farsi spiegare il motivo di quel gesto così insolitamente prepotente, rude e violento per il suo carattere, bloccandosi di colpo quando avvertendo le mani del Rosso raggiungere una certa zona e abbassare la cerniera dei jeans con lentezza disarmante per poi riprendere possesso delle labbra di Mackenzie che deglutì forte, pietrificato nuovamente sul posto, non riuscendo a fermarlo né a pensare a null’altro, se non a ricambiare quel bacio pieno di sentimento, appoggiando il palmo sul viso dell’altro, per dargli sicurezza ed una sul suo fianco, per non farlo allontanare.
Le mani di Rori lo stavano accarezzando dolcemente, ma con determinazione, facendogli sentire in tutto il corpo scosse e brividi di piacere, che era così intenso da non riuscire a fargli controllare i gemiti soffocati nella bocca dell’altro.
All’improvviso il Rosso si separò da lui per far riprendere aria ad entrambi, che oramai stavano boccheggiando per raccogliere avidamente quanta più aria riuscissero. Entrambi i loro visi erano di un rosso intenso e su quello di Rori si era fatto largo un dolce sorriso, per poi appoggiare il viso nell’incavo del collo di Zie sussurrando appena < Allora mi vuoi… > Mackenzie lo strinse forte a sé < Rori… > sospirò portando il viso dell’altro davanti al suo e fissandolo negli occhi, per sincerarsi della veridicità di ciò che stava dicendo e che avrebbe detto < Devi essere sicuro, perché non credo di riuscire a riprendere il controllo dopo questo… > lo avvisò Zie colmando la poca distanza tra di loro per posare un dolce bacio sulle labbra dell’altro, candido e casto in confronto a quelli precedenti < Sono sicuro lo giuro, mi fido di te Zie puoi fare quello che vuoi… > aveva detto lasciando che le sue guance si colorassero ancora più che in precedenza. Mackenzie non aspettava altro.
Dopo aver ricevuto l’assenso dell’altro ed essere stato sicuro che niente, che fosse la febbre, la stanchezza o altro, avesse influenzato le sue scelte, Zie fece stendere Rori sotto di sé e iniziò a baciarlo, come aveva sempre desiderato fare. Un bacio profondo, pieno di passione, di amore e di dolcezza insieme, stringendolo a se e facendo combaciare i loro bacini e strusciandosi l’uno in cerca dell’altro, in cerca del calore, delle attenzioni, dell’amore e del piacere che potevano donarsi e la felicità che provavano nello starsi accanto in quel modo aumentava il loro desiderio.

Mackenzie fu il primo ad interrompere il bacio, cominciando ad accarezzare il viso di Rori ed a baciare la zona del collo ed ogni centimetro di pelle riuscisse a raggiungere, nel tentativo di rilassare il Rosso che sembrava teso come una corda di violino e che con mani tremolanti aveva cominciato a sollevare la maglia di Zie che lo assecondò, aiutandolo a sfilarla, per poi iniziando a sua volta a slacciare, uno ad uno i bottoni della maglia del pigiama, per poi sfilargliela, non senza notare un fremito scuotere il corpo dell’altro e scendendo a baciare, leccare e suggere ogni nuova zona scoperta, soffermandosi su ogni punto di piacere di Rori, lasciando una scia umida e facendo sospirare sempre di più Rori, a quel punto già eccitato, il che era stato messo in evidenza dal calore intenso della sua pelle (perché no, non era la febbre) e dal rigonfiamento che i pantaloni larghi del pigiama non riuscivano a celare.
Mackenzie ed i suoi baci stavano scendendo sempre di più, accompagnati dalla voce del Rosso che si faceva sentire sempre di più < Rori… mi sto impegnando a non saltarti addosso e, considerato i versetti indecenti che stai facendo… diciamo che ti stai mettendo a rischio, non che mi dispiacciano… > fece notare Zie, giusto per il gusto di sentirlo sempre più bollente ad ogni suo tocco e saperlo sempre più bordeaux, oramai infischiandosi della febbre che sicuramente stava salendo < Zieee… Sme- > il suo lamento era stato interrotto da movimenti inaspettati nella zona… beh, insomma laggiù, poiché Mackenzie, dopo aver sfilato in un colpo i pantaloni e gli slip di entrambi, aveva cominciato a far scorrere la lingua sulla lunghezza della sua intimità < M-Macken- > farfugliò, mandando al diavolo la sua dignità e dimenticando tutta l’iniziativa che aveva preso poco prima, lasciandosi sfuggire gemiti di piacere, compiacendo sempre più il moro che aveva ora preso in bocca il sesso dell’altro iniziando a leccarlo e suggerlo facendo sempre aumentare l’intensità delle grida dell’altro.
Rori venne dopo poco tra le labbra di Mackenzie, mentre pronunciava il suo nome in preda all’estasi. Zie si sollevò su di lui guardandolo maliziosamente mentre si leccava le labbra e posava un bacio dietro l’orecchio di Rori che lo guardava in attesa e con il fiato corto. Ma non dovette aspettare poi così tanto, poiché Mackenzie aveva portato indice, medio ed anulare sulla sua bocca schiusa, e come guidato da un muto ordine, Rori intrappolò a sé le tre dita, leccandole e suggendole, inumidendole di saliva, mentre Zie lo guardava cercando un po’ di controllo: voleva prendersi cura di lui e non violarlo troppo bruscamente, voleva provasse così tanto piacere che il dolore sarebbe sembrato nulla a confronto, con questi pensieri, privò le dita dalle attenzioni di Rori, per poi portarle all’apertura del ragazzo, cominciando a spingerle dentro una alla volta per prepararlo, stringendolo sempre più a sé ad ogni grido, mentre Rori cercava di tenere le gambe il più aperte possibile per agevolarlo e si aggrappava a lui graffiando appena con le unghie corte la schiena di Mackenzie che, una volta accertatosi di aver fatto un buon lavoro sfilò piano le dita, accompagnato da un mugugno di dissenso da parte del Rosso.
< Vado? > sussurrò Zie sempre chiedendo il permesso dell’altro per continuare < Vai… > gli rispose allora, piano e con voce roca, guardandolo negli occhi e baciandolo a fior di labbra. Mackenzie entrò piano dentro di lui, sentendo i gridolini di dolore contenuti di Rori che aveva circondato la sua vita con le gambe, come per tenerselo stretto, mentre alcune lacrime gli rigavano il volto. La vista di queste spaventò Mackenzie che per timore di ferirlo di più andando lentamente, decise di dare un colpo di anche, spingendo il suo sesso del tutto all’interno di Rori che l’aveva strattonato per le spalle verso di sé, baciandolo per soffocare un grido < Stai bene? > si staccò Mackenzie preoccupato da quelle lacrime fluenti, Rori annuì mostrandogli un grande sorriso, per poi baciargli la punta del mento, facendolo appoggiare a lui ed accoccolandovisi contro, mentre Zie restava fermo per farlo abituare, finché il Rosso non alzò lo sguardo, facendogli cenno di muoversi. Lui annuì cominciando come gli era stato detto; prima lentamente, ed una volta trovato il punto di piacere di Rori, sempre più veloce, osservando estasiato il Rosso: la sua schiena si inarcava ad ogni spinta, i suoi gemiti sempre più alti e sinceri mentre chiamava il suo nome e lo pregava di continuare sempre più veloce e più forte, fino a quando non raggiunse l’orgasmo, liberandosi con un grido, seguito da Mackenzie che immerso nel piacere si era lasciato sfuggire un < Ti amo… > detto quasi con timidezza, per poi baciarlo profondamente prima di uscire da lui e stringerlo a sé, addormentandosi abbracciati, con il sorriso sulle labbra ed incredibilmente felici.


Quando Zie aprì gli occhi, incontro quelli grigi di Rori intenti ad osservarlo con una espressione tra il sognante ed il distratto, lasciando spazio ad un sorriso timido sul volto arrossato non appena si accorse che l’oggetto dei suoi pensieri aveva schiuso appena gli occhi stanchi. Zie ricambiò il sorriso, posando un bacio tra i capelli ramati dell’altro che gli accarezzo il viso e i capelli stringendosi più a lui un po’ (…un po’ tanto) dolorante < Ehi Zie… anche io ti amo! > fece allegro, provocando l’immediato rossore sulle guance dell’altro che lo baciò nuovamente, stavolta a fior di labbra.
< Che giorno è? > aveva chiesto dopo un po’ Rori, con gli occhi chiusi, rilassato e disteso a pancia in giù (NdA prono suona malissimo!) < Hai perso i giorni o vuoi segnarti sul calendario il giorno di oggi come il più bello della vita? No, perché considerando quanto sono esaltato io, ci scriverei pure mese, anno e ora > Rori rise forte, per poi fermarsi un momento a guardare Zie perplesso < Aspetta… > si girarono all’unisono a guardare l’orologio-sveglia sul comodino di Rori che segnava le due meno un quarto, cosa c’è di strano? Demi sarebbe tornato dal part-time tra circa una mezz’ora, e loro erano ancora a letto, con i vestiti chissà dove e le coperte che… ne avevano visti di giorni migliori, ecco qual era il problema!
< Oh. Mio. Dio. > andò nel panico Rori < Aspetta tranquillo! Abbiamo tempo! Alzati, facciamo una doccia veloce, sistemiamo la tua camera e buttiamo vestiti (ovunque essi siano), coperte e tutto il resto in lavatrice e nessuno si accorgerà di niente! > lo rassicurò, ma nemmeno lui era troppo sicuro e pensava fosse per quello che Rori lo guardava ancora in preda al panico, ma fu lo stesso Rosso a togliere lui il dubbio < Emm… Zie, forse tu non lo sai, anzi, certamente non ne hai idea, ma non credo di riuscire ad alzarmi ed a camminare senza sembrare un qualcosa di deforme o con dei problemi agli arti inferiori… > spiegò allora. Zie ci mise meno di un attimo a collegare nonostante fosse ancora invornito < Oh. > rispose solo, ma aveva una soluzione anche per quello: si alzò, avvolse l’altro nelle lenzuola per poi tirarlo su di peso e fiondarsi in bagno e lanciandolo, quasi, nel box doccia, si riprese le lenzuola e le imbucò nella lavatrice, facendo la stessa cosa dopo aver recuperato i vestiti, senza però azionare il lavaggio, altrimenti addio acqua calda.

Una volta fatta la doccia, lavato il lavabile e rifatto il letto, Zie raggiunse Rori sul divano, ancora in attesa che i vestiti si asciugassero, mentre indossava un paio di pantaloni della tuta del Rosso.
Erano quasi le tre, Demi doveva essersi perso da qualche parte o essersi distratto al bar, ma per loro era meglio così, mooolto meglio così!
Zie aveva preso un asciugamano, aveva fatto sedere Rori al centro delle sue gambe per scolargli un po’ meglio i capelli, mentre lui, rendendogli solo più difficoltoso la riuscita del suo compito, (ma a questo punto, a chi importava?) lo coccolava dolcemente, baciandogli la mandibola e il collo, tutto felice e decisamente con la febbre in via di guarigione. Erano ancora tutti accoccolati, nella tranquillità e nel silenzio della casa vuota, quando Demi entrò in casa con passo felpato, era rimasto immobile a guardare le loro facce che rendevano benissimo quello che stavano pensando: “’Azz! Ci ha sgamati” era quello che comunicavano, si aspettavano un’esplosione da parte del piccolo Hill, e fu quello che ricevettero; < Non so per quale divinità è avvenuto questo miracolo, ma grazie! Grazie davvero! Chiunque tu sia hai fatto un favore all’universo e a me! > aveva gridato portando le braccia al cielo e poi ancora < Ringraziate Conny ed Elliot che mi hanno fatto fare tardi, sennò chissà cosa mi si presentava se tornavo in orario! > aveva aggiunto ridendo.

E fu così che Rori e Zie scoprirono di avere una fangirl, anzi, due! Poiché quando Olive tornò a casa si era messa a tirare coriandoli, mentre Demi continuava a fare foto dicendo < i posteri saranno a conoscenza di questo miracolo! > (NdA quali posteri? XD).
Decisamente Demien si era ripreso dalla sua depressione (per motivi a loro sconosciuti) e Rori e Zie non riuscirono ad avere più un attimo di pace per quella sera per via di domande imbarazzanti e non, da parte del piccolo (ora solo per quel che riguardava la statura) Demi che non smetteva di accecarli con il flash.



- Fine –



Ringrazio tutte le personcine che mi hanno seguito, che hanno recensito e che hanno anche solo letto!
Un grazie speciale a Shin che mi ha dato un po’ di dritte per questo capitolo, spero di non aver deluso le tue aspettative e quelle di nessun altro!
Vi chiedo quindi per favore di lasciarmi un commento o una critica per migliorarmi (visto che questa era la mia prima lemon <3) o per esprimere il vostro parere, grazie di cuore!

Dedico questa storia alla mia Gio-chin, perché è sempre vicina a me durante le mie crisi, perché mi vuole bene nonostante io sia una lagna, perché pur di farmi felice sarebbe disposta a fotocopiare l’intero libro di psicologia e perché senza di lei sono come il thè senza zucchero, come il pane senza Nutella (!), insomma no Gio, no party! E perché non riuscirei mai a trovare nessuno che riesca a darmi abbracci come i suoi <3
Grazie ancora Fanciulla!

Val_chan on Facebook <3
Dove posterò foto dei miei personaggi, anticipazioni o date di aggiornamento, se avete richieste per foto di personaggi o cose del genere siete liberi di farlo!
Grazie a tutte le mie Fanciulle! <3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1085040