Un brutto anatroccolo a Parigi.

di Magnifica Me
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Inizialmente quando seppi d'aver vinto una borsa di studio per il Liceo Dolce Amoris rimasi perplessa e non poco, era la prima volta che l' avere una media alta mi aiutava; sin da piccola ero stata vittima di bullismo proprio per la mia passione per lo studio, ma fu lei a portarmi qui in Francia, lei che mi costrinse a vivere lontana dalla mia famiglia. Ma ben venga: ogni occasione è buona per accrescere il proprio bagaglio culturale, no?

Immersa in questi pensieri recuperai i libri, lo zaino e gli occhiali. Mentre correvo verso l'uscita dell'appartamento mi fermai d'inanzi allo specchio, non mi ero mai reputata carina: il viso coperto di brufoli, sopracciglia folte, apparecchio ai denti e vestiti larghissimi i primi che avevo trovato nell'armadio. Ok, potevo tranquillamente competere con la protagonista della telenovella “Il mondo di Patty”. Del mio fisico sopportavo solo i miei capelli: neri, lucenti e mossi che avevo ereditato da mia madre. Scossi più volte la testa allontanando i pensieri nostalgici, era il mio primo giorno da liceale non potevo permettermi di fare tardi!

Misi in spalla lo zaino, presi il giubbotto e chiusi la porta dall'appartamento; la strada la feci quasi tutta in corsa temendo d'arrivare in ritardo. Varcai la soglia della porta timorosa, non ero mai stata brava nel relazionare.

“Speriamo che quest'anno sia diverso dai precedenti.” mormorai a bassa voce non accorgendomi di una minuta presenza che richiamava rumorosamente la mia attenzione.

“Siete voi...Rosanna? La nuova alunna? Io sono la Direttrice del liceo.”

La squadrai da capo a piedi: la Direttrice appariva una dolce anziana prossima alla pensione, ma sapevo fin troppo bene che gli anziani sono forse più cocciuti ed esigenti di noi giovani.

“Sì, sono io. Piacere di conoscerla!”
“Oh il piacere è tutto mio, piccola. Ora credo che il tuo fascicolo sia in regola...” controllò una piccola cartellina gialla “ma sembra mancare il modulo d'iscrizione con la foto-tessera!”
“Impossibile, ho fatto firmare personalmente il foglio ai miei genitori e l'ho spedito via e-mail”

“Non ti preoccupare, cara. Vai in segreteria, magari il segretario non ha erroneamente stampato l'iscrizione. Seconda porta a destra, quando avrai finito vieni pure a consegnarmi il foglio nel mio ufficio. Terza porta a sinistra.”

Annuii memorizzando le indicazione; quando la preside voltò l'angolo mi diressi in segreteria. Sulla porta vi era scritto in stampatello: “La segreteria è accessibile a gli studenti dalle 8:15 alle 14:45”; cavoli ero cinque minuti in anticipo!
“Figurati, Rosanna, se causerai problemi...per cinque minuti, per di più!” riflettei e con decisione aprii la porta. Ecco, ciò che vidi non si poteva definire assolutamente brutto; avevo immaginato il segretario come un uomo baffuto, calvo e magari sovrappeso ma il ragazzo che avevo difronte non aveva niente a che fare con le mie fantasie! Un bel ragazzo dai biondi capelli a caschetto era seduto dietro ad una scrivania mentre scriveva qualcosa al computer.

“Mi spiace ma la segreteria è chiusa.”

Non alzò nemmeno lo sguardo, che maleducato!
“M-mi scusi, s-sono la nuova alunna e la Direttrice m-mi ha fatto notare l'assenza di alcuni documenti che potrebbe avere lei in possesso.”

Forse a causa della mia parlata, così inusuale tra i ragazzi, forse per l'accento straniero ma il ragazzo alzò il capo e mi guardò stralunato. Occhi meravigliosi, di una strana tonalità giallognola, caldi e penetranti.

“Oh, oui! Lei deve essere Rosanna, l'italienne.” si alzò con fare lento, e mi porse la mano sorridente. Io la strinsi titubante: “Oui, scusi il disturbo.” le guance s'imporporarono, maledetto imbarazzo.

“Non ti preoccupare! Mi chiamo Nathaniel e come avrai intuito sono il segretario scolastico. Ora, c'è qualcosa che posso fare per te? Hai detto che ti mancavano dei documenti.”

“Sì, l'iscrizione e la foto-tessera.”
Vidi il suo volto scurirsi, la fronte aggrottata in un'espressione di concentrazione; poi veloce prese da una pila di fogli un piccolo fascicolo.

“E' per caso questo?” mi tendendomi i fogli.

“Oui, ma la foto-tessera...?”
“Mi spiace ma a noi non è arrivata alcuna foto, ciò significa che dovrai procurartene un'altra. Guardi, qui vicino c'è un bazar. Potresti farla lì. Non ti preoccupare per le lezione, spiegherò l'accaduto alla Direttrice. Una volta ottenuta la foto-tessera, consegnala a me e va' in classe. ”

Uscita dalla segreteria mi diressi di corsa verso l'uscita, ma finii con lo scontrarmi contro qualcuno.

“Fa' attenzione a dove metti i piedi, stupida!” era una voce maschile, leggermente rauca e fredda rispetto a quella di Nathaniel così calda ed ammaliante. Quando guardai il ragazzo dovetti reprimere un urletto: era un punk! Non che avessi nulla in contrario ma quella t-shirt rossa con sopra un teschio, quei pantaloni a vita bassa, quella catena e quella giacca di pelle, tutto ciò unito a degli innaturali capelli rosso fuoco, conferivano al giovane un aspetto minaccioso.

“Ti si è fermato il cervello, racchia?”

Come, come , come? Racchia!?

“Senti fungo velenoso che non sei altro, togliti dalle palle prima che decida di rovinarti quel bel visino che hai.”

Ok, non era un comportamento corretto, ma quell'insulto l'avevo sentito così tante volte gli anni precedenti che adesso non potevo non perdere le staffe.

“Abbiamo qui un'italiana, eh? Sei quella nuova, lo sapevo io: italiani tutti volgari.” un sorriso beffardo s'era dipinto sul quel volto. Va bene, era bello. Ma non potevo permettere che mi trattasse così!

“Toh! Abbiamo qui un francese! Ma non sapevo che i francesi si tingessero i capelli come checche!”

Il ragazzo era furibondo, mancava poco che scoppiasse: “Come osi....!?”
“Sei stato tu il primo a cominciare. Io mi difendo.”

Parve calmarsi, per la prima volta mi volse lo sguardo: gli occhi erano di un verde acceso, ma piacevole. Cavolo! Possibile che in questo liceo tutti i ragazzi siano incredibilmente belli!?

“Uhmf, come ti chiami?”
“Rosanna.”
“Castiel.”
“Cosa?”

“Il mio nome, Castiel.”

Nome bizzarro. “Bene, au revoir! Devo andare, scusami.”

Scansato Castiel, riuscii finalmente ad arrivare al bazar dove, sia ringraziato Dio, ottenni la tanto sospirata foto-tessera.

Tornata al liceo consegnai la mia foto al segretario e finalmente potei dirigermi verso la mia aula, quella prima ora avevo storia: perfetto! Amavo quella materia.

Bussai alla porta dell'aula e mi aprì il punk di poco prima, come si chiamava...? Castiel, vero!

“Sei in ritardo, italienne! Ma...” sorrise e abbassò sensibilmente il tono di voce: “...mi hai salvato da un'interrogazione.”

“Castiel! Qui elle est?” un omino piccolo e baffuto dalla sgradevole voce gli si rivolse, guardandomi come se fossi un mostro.

“La nouvelle étudiante, professeur. ”

Mi feci avanti e con un timido inchino mi presentai:” Bonjour, Je m'appelle Rosanna, je suis italienne e je suis la nouvelle étudiante. Pardon moi, professeur pour mon retarde.”

Ringraziai mentalmente i miei genitori per aver insistito a far frequentare un corso di francese accelerato prima di venire qui, la mia pronuncia era perfetta.
“Oui, oui. Ma per giustificare il vostro ritardo potreste rispondermi alla domanda che avevo posto al tuo compagno: quando fu firmato il patto “Molotov-von Ribbentrop” e cosa sanciva? Non è una vera e propria interrogazione, voglio solo capire cosa vi ricordate del programma di terza media.”

Sospirai: iniziava bene l'anno.

“Il patto “Moltov-von Ribbentrop” fu firmato il 23 agosto 1939, prende il nome dai ministri tedesco e russo che lo firmarono. Il patto sanciva un'alleanza tra la Russia e la Germania, inoltre conteneva un documento segreto che permetteva ai russi, in caso di una precedente invasione da parte dei tedeschi della Polonia dell'ovest, di occupare la parte orientale della nazione senza provocare una reazione armata dell'esercito del Fuhrer. ”

Il professore sorrise soddisfatto per poi guardare truce il rosso: “Castiel non vorrai esser bocciato anche quest'anno, vero?”
“Non, professeur.”

Castiel ritornò al proprio banco e le lezioni si susseguirono senza troppi intoppi; arrivata l'ora di pranzo mi diressi verso la mensa a testa china persa in dolci pensieri nostalgici: chissà come stavano i miei genitori, le mie poche amiche e il mio cucciolo. Mi mancavano tutti ma non potevo certamente restare chiusa in un angolo per il resto della mia vita, assolutamente no avrei preso in mano la situazione e sarebbe iniziata una nuova vita.

“Salut! Tu devi essere l'italienne, oui?” una ragazza dai rossi capelli e gli occhi azzurri mi rivolse la parola.

“Oui. Sono Rosanna.”
“Mi chiamo Iris! Perché non ti siedi con me, così magari ci conosciamo un po' meglio.”
Accettai scettica, nessuno prima s'era mai rivolto tanto gentilmente ma la ragazza sembrava esser sincera. Ci sedemmo ad un tavolino leggermente distaccato dal resto della scolaresca; in quella marmaglia riuscii ad individuare il segretario e il punk.

“Chi guardi?”
“Quei due, quello che sembra un fungo si Super Mario e l'angelo sceso dalle nubi.”
Iris ridacchiò:”Parli di Nathaniel e Castiel, giusto? Sono entrambi carini, ma hanno entrambi dei difetti. Ad esempio Nathaniel è fratello di Ambra.”
“Ambra...?”
Mi indicò un gruppetto di tre ragazze: una sembrava esser orientale, la seconda aveva i capelli legati e la terza s'atteggiava, o forse lo era realmente, come una reginetta di bellezza.

“Sono Ambra, Lee e Carla. Comandano loro in questa scuola, Ambra è una prepotente ma il fratello le para sempre il fondo-schiena.”
“Beh, lo farei anch'io se fosse mia sorella, insomma...tra famigliari ci si aiuta, no? Almeno, loro seguono la mentalità italiana: la famiglia è sacra.”

“Come l'hai detto...! Sembra tanto una cosa mafiosa.” scoppiò in una sonora risata, attirando su di noi lo sguardo di Ambra e le sue amiche.

“Oh, guarda guarda chi abbiamo qui...? La Carota e...un anatroccolo?”

Bene, ora anche lei ci si metteva.

“Avrei un nome, sai bella?”
Iris, come Lee e Carla, era sorpresa.

“Tsk, so' il tuo nome. E so' che ronzi intorno a mio fratello.”
“Ma che caz...!?” mi morsi il labbro “ Ho parlato con Nathaniel solo per ottenere dei documenti per l'iscrizione.”

“Ah-ah! Ammetti d'averci parlato.”

Ma questa era scema...?
Mi alzai contrariata senza degnarmi di risponderle, ma sembrò non gradire e mi fece uno sgambetto facendomi finire per terra con la faccia nella pasto al sugo.

Immediatamente l'intero corpo studentesco mi rivolse la sua attenzione; chi ridacchiava, chi commentava a bassa voce e chi semplicemente sorrideva. Nessuno sembrava volermi aiutarmi, nessuno sembrava provare un minimo di pietà, ma infondo c'era d'aspettarselo.

Rialzandomi non curante guardai dritta negli occhi Ambra: “S.T.R.O.N.Z.A.” scandii lettera per lettera la parola, ignorando se sapesse realmente cosa significasse. Poi la sua graziosa maglietta si dipinse di uno sgradevole rosso carminio; avevo avuto la mia vendetta.

Mi diressi a passo deciso fuori dalla mensa, sostenendo prima lo sguardo divertito di Castiel e poi quello furente di Nathaniel. In bagno scoppiai a piangere.

“Non cambierà nulla, vero? Perché mi sono illusa...!?”
L'acqua scorreva sul mio volto, il lavandino sporco di sugo, gli occhi rossi e lucidi.

Qualcuno bussò alla porta.

“Ti aspetto nella Sala Delegati, ti voglio parlare.”

Che primo giorno di schifo, ed era solo mezzogiorno!  

Angolo della Magnifica:
Ok, lo so che ho diverse long-fic in corso ma una mia CARA amica mi ha costretto a pubblicare questa storia nata per diletto.
*guarda in cagnesco White_*
Oh bhe! Spero che vi piaccia, lasciatemi un commentino e mi farete felice!
Baci,
Magnifica Me.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Club di scherma e parenti invadenti.

 

Che giornata del cavolo!

Ero da meno di cinque ore in quella scuola e avevo trovato una nuova acerrima nemica. Fantastico!
Presi dal pacchetto un fazzoletto e lo passai sul volto, rimuovendo i residui delle lacrime e del sugo; avevo gli occhi rossi e gonfi, il viso pallido e smorto. Potevo competere con uno zombie, insomma!

Uscii dal bagno incuriosita dal suono di una discussione particolarmente animata, a pochi metri dalla porta della sala delegati il fungo di Super Mario e l'angelo disceso dal cielo discutevano.

Tu...vorresti sospendere quella ragazza perché ha avuto il coraggio di rispondere a ciò che aveva fatto Tua sorella!?”
Nathaniel lo guardò in cagnesco: “Anche se fosse...? Sono il Segretario, devo evitare che succedano certe cose.”
Castiel si mosse aggressivo e lo afferrò per il colletto della camicia: “Segretario di questo cavolo! Tu sorella rovina la vita a parecchie persone qui a scuola, lo sai? Ma non mi pare che sia mai stata punita.”
I due sembravano esser sull'orlo di una rissa; decisi di intervenire: non potevo starmene lì immobile ed aspettare che avvenisse il peggio!

Fungo, smettila.”
Castiel s'irrigidì e mi volse uno sguardo stralunato, lasciando andare Nathaniel.

Io ti difendo e tu...!”
“Nessuno te l'ha chiesto. So' difendermi da sola.” Tagliai corto, non mi piaceva esser scortese ed infondo gli ero riconoscente ma, se nel caso gli avessi dato corda, sono sicura che non sarei riuscita ad evitare la rissa.

Bene Castiel, ora va'. Devo parlare con la tua compagna di classe, da solo.

Il fungo strinse gli occhi fino a ridurli a due fessure; era furente, gli stessi capelli apparivano esser di un rosso più intenso.

Fungo calmati o diventi super sayan.”

Racchia, spostati.”

La voce carica d'astio, gli occhi smeraldini carichi d'odio e risentimento. Non riuscii a tener alta la testa; mi scansai e lui mi oltrepassò maledicendo tutto ciò che incontrasse.

Mi spiace per il suo comportamento.” la voce del biondo mi risvegliò da quello stato di trance in cui ero caduta.

Nah, ho un cugino che è peggio di lui. Sono abituata.”
Evidentemente incuriosito dalle mie parole, fece per aprir bocca ma la richiuse subito dopo forse temendo d'esser indiscreto.

Volevi parlarmi, no? Fallo.”
“Hai...ascoltato la discussione?”
Annuii con veemenza.

E' vero volevo sospenderti ma...” abbassò lo sguardo “Castiel ha ragione: mia sorella crea molti problemi.”

Quindi..?”
“Nulla, farò finta di non aver visto nulla. Piuttosto, quale hai già scelto quale club frequentare?”
Quel ragazzo era strano: un momento prima di vuole distruggere la media sospendendoti, e il momento dopo diventa docile e simpatico.

Club...?”
“Oui. Club di basket, giardinaggio, pallavolo...”
“Musica..?” chiesi speranzosa, amavo la musica con tutto il mio cuore. Da quando avevo tre anni suono il pianoforte e ora che ero in Francia temevo di perder la mia passione.

Mi spiace è al completo...”

Che sfiga.

Scherma?”

Scherma...?” ripeté incredulo il ragazzo, com'era carino quando non capiva qualcosa! “Sì, il club di scherma è libero ma è...maschile.”

Ho in famiglia un cugino fissato con la scherma che, fin da quando eravamo piccoli, mi usava come sacco con cui allenarsi. Alla fine ho imparato a contrattaccare.”

Nathaniel sorrise, probabilmente pensava che avessi una famiglia strana. Come dargli torto? I parenti più prossimi abitavano proprio in Francia e...non erano esattamente ciò che si definiva “una famiglia comune”: mia zia era una folle che amava far regali, non sempre ben accetti, eccentrica e troppo vivace; mio zio era un tipo taciturno, capace di farti venire i brividi con un solo sguardo. Gli opposti si attraggono. Ed infine vi erano loro, i miei due “amati” cugini: il primo un giovane ragazzo attraente e simpatico ma...eccessivamente femminile. Sembrava esser la fotocopia di mia zia: fissato con la moda, un accento francese volutamente troppo zuccheroso e l'insopportabile necessità di voler truccare chiunque gli fosse accanto; io compresa ero stata una delle sue vittime preferite. Al suo opposto vi era il fratello: bello, alto, atletico ed intelligente. Ad una prima occhiata l'uomo perfetto ma...non era proprio un angelo quale sembrava essere. Sadico, fissato con le armi, superbo, ironico, freddo, asociale e, soprattutto, fissato con lo yaoi.

Reprimetti un brivido: speravo vivamente che non si facessero vivi.

Ehm...Rosanna...?” Nathaniel mi sfiorò gentilmente la spalla, riportandomi per la seconda volta alla realtà.

Oui...?”
“Ti avevo chiesto che arma usassi: fioretto, spada o sciabola?”

Sciabola.”

Era estremamente divertente vederlo strabuzzare gli occhi spaventato.

Cugino sadico.”

Italiani...” mormorò con disapprovazione.

No, francesi.”

M-mettiamoci una pietra sopra, vuoi? Dunque compila questo modulo e poi potrai ritenerti libera: normalmente il pomeriggio si tengono le attività del club, ma il professore di scherma si è infortunato la settimana scorsa ed le attività sono state sospese.”

Firmai il modulo, lo ringraziai e feci per andarmene.

A-aspetta!” il biondo mi si avvicinò cercando di trattenermi “Vorrei farmi perdonare facendoti visitare la biblioteca, sai...è un luogo che mi piace molto.”

Sorrisi inclinando lievemente la testa: “Ami leggere?”
“Sì, romanzi polizieschi. Et toi?”
“Molto, fantasy e storici. Ma non disprezzo quelli polizieschi.”

Così, ridendo e scambiandoci di tanto in tanto battute, passai il mio pomeriggio con un ragazzo stupendo e sommersa da libri.

Forse questa giornata non era del tutto negativa.

Forse...

Vana speranza...

Mon amouuuur!”

Appena uscita dalla scuola una furia fucsia ed azzurra mi travolse.

Amore della zia! Come stai!? Perché non ci hai avvisato del tuo arrivo? Avremmo potuto ospitarti a casa! Eh, eh come stai!? Sei pallida! Mangi abbastanza!? Perché non vai dall'estetista, cara? Sono sicura che diventeresti bellissima senza quei sopracciglioni!”

Ciao zia.”

Mi liberai da quella presa ferrea e continuai per la mia strada, verso l'appartamento con grandissimo orrore notai alcuni scatoloni davanti alla porta.

ZIA! COSA SIGNIFICA QUESTO!?”
“La zia tua aveva pensato che ti saresti sentita sola, perciò ho chiesto ai miei figlioli di vivere con te! Vi divertirete tanto.”

No.

NO!

Zia, fammi capire tu consideri divertente un tizio fissato con le spade e il sangue ed uno maniaco del trucco!?”
Oh no, i lacrimoni no. Mia zia era capace di impietosire anche una pietra con quel suo broncio tenero.

Ma ti volevo far felice...”
“Tra quanto saranno qui?”

Oh, pochi giorni! Due, tre al massimo. Giusto il tempo di sbrigare alcune faccende per l'iscrizione scolastica.”

F-frequenteranno l-la mia scuola!?”

Mi guardò come se fosse la cosa più ovvia del mondo: “Ma ovvio tesoro mio, pretendevi che frequentassero una scuola a quattro chilometri di distanza dall'appartamento, quando ne avevano una a sì e no cinquecento metri?”

Ho...capito...”

Non ti preoccupare! Io ora devo andare, piccola mia. Tu per favore sistema gli scatoloni dentro casa, poi quando arriveranno faranno loro il resto.”

Rassegnata, demoralizza e depressa salutai con un cenno stanco la donna e, a suon di calci ed imprecazioni, portai gli scatoloni dentro casa. Poi mi resi conto: in meno di ventiquattro ore la mia vita era cambiata totalmente. Chissà, forse la venuta di quei due fessi avrebbe portato una ventata d'aria fresca.

Da uno scatolone semi aperto estrassi una vecchia foto: vi erano ritratti tre bambini; il primo era accasciato per terra spaventato e sul punto di piangere, con il piede del secondo sul petto. Il secondo aveva un'espressione sadica e di puro divertimento dipinta negli occhi; era trattenuto da un terzo individuo. Una bambina, io.

Ventata d'aria fresca...? No, avrebbero solamente creato guai su guai.

Riposi la foto sul comodino della mia stanza e mi fiondai in bagno, godendomi una bella doccia. Immediatamente, quando chiusi gli occhi, mi venne in naturale pensare al fungo velenoso: lui aveva cercato di difendermi ed io m'ero comportata malissimo. Doveva scusarmi e l'avrei fatto, ma come...? Non sembrava esser il tipo superficiale..

Poi mi venne un'idea, sulla maglietta di Castiel vi era stampato a lettere cubitali il nome di una band. Com'era..? ABDC? No, CDSB. Nemmeno. ACDC! Giusto!

Mi ripromisi che quella stessa sera sarei andata a cercare un cd di quel gruppo musicale.

All the single ladies...All the single ladies...!

Il cellulare.

Uscii dalla doccia, mi avvolsi velocemente in un lungo asciugamano e mi precipitai a rispondere.

Pronto...?”
“Rosanna, quanto tempo ti ci vuole per rispondere al telefono!? ”

Una voce calda, sensuale e canzonatoria.

Stai parlando con Rosy!? Salutamela! Salutamela, dille che le voglio tanto bene e che ora che la prendo la costringo a farsi una ceretta!”

Una seconda voce acuta, ma non per questo meno attraente.

I due cugini.

Travestito del cavolo, TACI!”

Rumori: un vaso che si rompe, un urlo ed un silenzio inquietante.

Sospiro, quei due non cambieranno mai.

Cosa volete...?”

Qualcuno all'altro capo della cornetta schiarì la propria voce: “Voglio sapere: sono arrivati i Miei scatoloni?”
“Sì, darkettone sanguinolento.”

Tsè.” Una risatina in lontananza e di nuovo: rumori ed urli.

Smettila di torturarlo!”
“Ma è irritante!”
“Sadico.”

Racchia.”

Mostro.”

Faccia di pizza.”

Albino.“

SONO FELICE DI SENTIRTI, ROSY!”

BENE!”

BENE!”

Salutami Rosy-chan!”

IO TI UCCIDO!”

Cadde la linea.

Sì, questi erano i miei due futuri inquilini.

Sospirai pesantemente e scesi le scale andando a controllare gli scatoloni, una custodia lucida attirò la mia attenzione: lì, in mezzo a tutto quel polistirolo, vi era un CD degli ACDC avvolto ancora nella plastica.

Lo afferrai veloce e lo nascosi nello zaino.

In fondo, non mi si sarebbe arrabbiato più di tanto, vero?

 

 

Angolo della Magnifica:

Ebbene sì! Ecco il secondo capitolo! *feel like a boss*

Allora inizio ringraziando di cuore tutti coloro che hanno recensito/messo tra i preferiti/messo tra i seguiti questa fan fiction. Il vostro sostegno significa molto per me! ù.ù

Ora seconda cosa, vi pongo una domanda: chi sono secondo voi i due cugini di Rosy?

Dite la vostra nei commenti! <3

Kiss kiss,

Magnifica Me.

 

P.S. : vi do' un indizio, sono di una famosa saga di videogame.

P.P.S: White_ tu ci sei già arrivata, perciò...non lo dire! ^_^ *lunga katana in mano*

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