The Time of Darkness

di Marco1989
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Festa di Compleanno ***
Capitolo 2: *** Dallo Spazio ***
Capitolo 3: *** Attacco a tradimento ***
Capitolo 4: *** LA GRANDE BATTAGLIA - I° PARTE ***
Capitolo 5: *** LA GRANDE BATTAGLIA - II° PARTE ***
Capitolo 6: *** IL GIORNO PIU' OSCURO ***



Capitolo 1
*** Festa di Compleanno ***


Dragon Ball: The Last Fight

Prefazione

Ciao a tutti!

Dopo il discreto successo ottenuto con "The Last Fight", la mia precedente fiction, ho deciso, nonostante abbia già in cantiere il suo seguito, di seguire il mio istinto, ed iniziare una storia del tutto nuova; anche in questo caso sarà un seguito di Dragon Ball Z, di poco successivo a questo, che perciò non tiene conto della serie GT e, in questo caso, neppure degli ultimissimi della serie Z ( quindi niente Ub, tanto so che non mancherà a molti di voi, e ad essere sincero neanche a me!). Al massimo, ma non sono sicuro di farlo, potrei inserirlo più avanti nella storia, ma in modo diverso dall'anime.

In pratica questa storia inizia circa sette anni dopo la sconfitta di Majin Bu, perciò Goku, Vegeta e gli altri personaggi "anziani" sono praticamente uguali a come sono dopo la battaglia con Majin Bu; Gohan è invece più simile a com'è nel GT; quanto a Goten e Trunks, ve li sapete immaginare come adolescenti vero? Dovrebbero avere quattordici e quindici anni. Pan e Bra invece sono due bambine, soprattutto Pan che è appena nata.

In questa fiction tornerò ad uniformarmi allo stile classico delle fiction su Dragon Ball di questo genere, ma il mio stile personale resta lo stesso, quindi aspettatevi parecchia azione e anche scene piuttosto tristi.

Un ultimo appunto per chi ha letto "The Last Fight" e, come mi ha scritto, si è commosso: anche in questa fiction avrete di che soffrire!

Scusatemi se vi ho annoiato con questa premessa, e buona lettura a tutti!

 

CAPITOLO UNO: FESTA DI COMPLEANNO

Bulma era in piedi dalle cinque di mattina, e da circa cinque minuti più tardi stava lavorando in cucina, ma, potendo finalmente ammirare il risultato della sua opera, dovette ammettere che ne era valsa la pena: un enorme tacchino stava finendo di arrostire nel forno assieme ad una vera e propria montagna di patate, e dalla mezza dozzina di pentole e padelle che si trovavano sui fornelli arrivava una miscela di odori che avrebbe resuscitato un morto più velocemente delle Sfere del Drago.

Certo, era stata una faticaccia, soprattutto dopo che Trunks e Vegeta si erano svegliati ed aveva dovuto sudare sette camice per tenerli lontani dalla cucina; mettersi fra un Sayan affamato e il cibo può rivelarsi simile a trattenere un leone per la coda, e Vegeta era arrivato a minacciarla di spedirla dall'altra parte del pianeta con un calcio se non si toglieva dai piedi, ma alla fine era riuscita a salvare il pranzo. E poi in fondo non capitava tutti i giorni che una figlia compisse due anni.

Bra se ne stava in salotto, a giocare con Trunks ridenddo di gusto, senza sapere che quello era un giorno importante per la sua vita. Per lei erano molto più interessanti i piccoli giochi di prestigio che le mostrava suo fratello, ai quali rispondeva con degli:- Ancora! Ancora!- entusiasti.

Senza farsi notare troppo, Vegeta se ne stava appoggiato al muro a guardare: quella bambina dai capelli azzurri, fin da quando era nata, era riuscita in qualcosa che Trunks, pur con tutto il suo impegno, era riuscito a fare in misura molto minore; aveva rubato il cuore al Principe dei Sayan, anche se quest'ultimo si sarebbe fatto ammazzare prima di ammetterlo.

Nonostante questo però la sua dignità veniva prima di tutto, e c'era voluto un bel po' per fargli accettare la decisione di Bulma di organizzare una grande festa per il compleanno della bimba; passino i palloncini appesi ovunque che ogni tanto si staccavano e gli rotolavano immancabilmente frai piedi, passino quelle abominevoli strisce di carta appese ovunque che gli umani chiamavano "festoni", passi anche quel mucchio inquietante di regali che, in salotto, sfidava la legge di gravità e per il quale sua moglie aveva speso più di quanto lui un tempo guadagnava vendendo un paio di pianeti, ma il fatto di trovarsi in giro per casa quel mucchio di idioti amici di sua moglie che gli ispiravano violenza a vista, trai quali ci sarebbe stato immancabilmente anche Kaaroth, era veramente troppo! 

C'era voluta una settimana di persuasione da parte di Bulma per convincerlo a non fare troppe storie e a non fulminare il primo che sarebbe entrato nella Capsule Corporation, e la prospettiva di un pranzo fuori misura aveva contribuito non poco. E poi in fondo a Vegeta non dispiaceva troppo festeggiare il compleanno della figlioletta.

Era ancora immerso nei suoi pensieri quando qualcuno suonò alla porta; Bulma andò ad aprire, e nell'ingresso della Capsule Corporation entrò Chichi, che subito abbracciò cordialmente Bulma consegnandole un grosso pacchetto contenente l'ennesimo regalo per la piccola Bra; la seguì un sorridente Goku, che scherzava con il figlio più piccolo, a tal punto che non si sarebbe potuto dire quale dei due avesse veramente quattordici anni.

- Ciao Bulma!- la salutarono i due in coro.

- Goku! Goten! Benvenuti!

Esauriti i convenevoli di rito, mentre Chichi restava a parlare con Bulma e Goten correva in salotto da Trunks Goku si avvicinò al Principe dei Sayan,

- Ciao Vegeta!- lo salutò allegramente il Sayan più giovane,- Tutto bene?

La risposta fu un grugnito scocciato, come a far capire che, se fosse stato per lui, in quella casa non ci avrebbe messo neanche piede.

Divertito più che sorpreso da quella reazione, visto che ormai aveva imparato a conoscere bene il Sayan più anziano, continuò ridacchiando:- Allegro fin dal mattino, vedo!

Altro grugnito, se possibile ancor più scocciato.

- Ehm...non ho capito!- disse ingenuamente Goku, - Puoi spiegarti meglio?

Per un attimo sembrò che Vegeta volesse incenerirlo con lo sguardo, poi disse:- Ormai che sei quì, renditi utile. Andiamo nella Gravity Room.

- Ai suoi ordini, principe!- disse ironico Goku, facendo una specie di saluto militare; in realtà non aspettava altro che un bel combattimento con il suo rivale di sempre; erano sempre piuttosto interessanti, anche se solitamente ne uscivano piuttosto malandati.

Mentre si dirigevano verso la stanza sentirono appena Bulma urlare loro:- Mettetevi un paio di tute da combattimento quando entrate, così non distruggerete i vestiti. E non conciatevi troppo male!

Nonostante ciò, una volta entrati nella stanza, i due si infilarono rapidamente due tute da combattimento e, dopo un breve riscaldamento, alzarono la fgravità a trecento volte quella normale ed iniziarono a combattere.

 

Mentre i due Sayan si allenavano gli altri invitati arrivarono alla spicciolata: Yamcho e Puar, Crilin con tutta la famiglia, il Genio delle Tartarughe con Oscar, perfino Tensing e Rif; mancava solo Junior, ma nessuno si stupì troppo della sua decisione di non venire. Gli ultimi ad arrivare furono Gohan e Videl, con la piccola Pan che sorrideva felice in braccio alla madre. Quando finalmente i due, pieni di graffi ed escoriazioni ma in condizioni migliori del solito, uscirono dalla Gravity Room, erano già tutti a tavola.

- Siete sempre i soliti!- urlarono Bulma e Chichi all'unisono con aria furiosa.

- Ma...ma cosa abbiamo fatto?- chiese Goku mortificato, mentre Vegeta non fece una piega.

- Ma guardatevi!- ringhiò Bulma, cercando però di non farsi vedere arrabbiata da Bra, che stava apprezzando tantissimo quella festa,- Sembrate i sopravvissuti ad un'esplosione!

"Una?" pensò Goku ricordando il combattutissimo scontro di poco prima, "Cinquanta!"

- Andate a medicarvi!- urlò acora Bulma.

Goku annusò per un paio di secondi l'arietta che si alzava dalla tavola imbandita, poi disse leccandosi i baffi:- Sono solo graffi! Possiamo medicarci dopo! ORA HO UNA FAME TREMENDA, QUINDI DIAMOCI DENTRO!

Mentre Bulma alzava le braccia in segno di resa e Goku si fiondava al proprio posto, Vegeta, anche se non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura, ringraziò mentalmente l'altro Sayan, per poi piombare a sua volta sulla sedia e mettere al lavoro le mascelle.

 

 

Chichi finì di lavare i piatti ed iniziò a metterli nel mobile; nonostante la mostruosa quantità di cibo ingurgitata a pranzo, sia Goku che Goten avevano fatto una cena estremamente abbondante, sporcando praticamente tutte le stoviglie della casa. Chichi sospirò: i Sayan davanti ad un piatto di cibo erano peggio dei bambini. Quel giorno a pranzo Vegeta, Goku, Trunks e Goten avevano tirato fuori il peggio di loro stessi, divorando qualunque cosa passasse loro a tiro ad una velocità impressionante. Non che comunque gli altri fossero stati da meno: Crilin, Yamcho e Tensing, preoccupati di restare senza niente, avevano tirato fuori dal loro repertorio una velocità simile a quella dei Sayan, tutti tranne Gohan, che sapeva che a lei sarebbe venuto come minimo un colpo vedendolo mangiare in quel modo.

A parte quel particolare era stata veramente una bella festa, al punto che al momento del brindisi, dopo che Bra aveva scartato tutti i regali, perfino Vegeta aveva alzato il calice con gli altri.

In quel momento Chichi si sentiva veramente felice della sua vita, ma nonostante questo, e nonostante l'assoluta mancanza di cooperazione da parte di Goku, che dormicchiava seduto sul divano, non poteva fare a meno di continuare a brontolare. In quel momento il suo bersaglio era Goten, con la sua scarsa voglia di impegnarsi a scuola:- Inzomma, non è che tu vada male, lo so, ma studi appena quel minimo indispensabile per non essere bocciato. Non sei stupido, potresti andare bene come Gohan! Ma invece perdi tempo a spasso dietro le ragazze!

Goten, seduto a fianco del padre, sospirò: sua madre non lo avrebbe mai capito, ma lui non era come Trunks. Che poteva farci se i libri di scuola erano una cosa per cui provava pochissimo interesse? Ogni minuto oltre lindispensabile che vi passava sopra per lui era tempo rubato ad altre attività molto più gradevoli, e questo non poteva cambiarlo, né voleva cambiarlo. Accese distrattamente la televisione per non sentire i rimbotti della madre, e nel giro di pochi secondi le immagini che vedeva sullo schermo gli tolsero completamente dalla testa i discorsi di Chichi.

- Insomma, se proprio non hai voglia di studiare dovresti cominciare a pensare a trovare un'altra strada...ma mi stai ascoltando?- chiese Chichi, stupita per la mancanza di reazzioni del figlio. Lasciò perdere i piatti ed entrò in salotto: Goten era in ginocchio sul tappeto, con il viso a due centimetri dalla televisione.

Contrariata, Chichi disse:- Ma insomma, io per chi parl...-

- Sssssh!- sibilò Goten, mettendosi un dito davanti alle labbra.

Chichi si bloccò di colpo, troppo stupita di essere stata zittita in quel modo dal proprio figlio.

Goten non ci fece neanche caso, e tirando il padre per la manica urlò:- Papà! Papà svegliati, presto!

Goku grugnì, poi aprì gli occhi e se li stropicciò sbadigliando:- Ma cosa c'è...io stavo dormendo così bene...

- Guardà la tv, guarda cosa sta succedendo!- insistette Goten sovraeccitato.

Goku e la moglie iniziarono a fissare lo schermo, e subito capirono perché il figlio fosse rimasto così impressionato.

Era in corso una edizione speciale del telegiornale, e l'annunciatore stava parlando di una notizia di enorme importanza:-...ciò che è accaduto continua a sembrare incredibile a tutti gli scienziati, ma ormai è stato ampiamente confermato che nel pomeriggio di oggi tutti i sensori militari posti nello spazio antistante la Terra hanno individuato un numero imprecisato di corpi estranei delle dimenzioni di una grande città, che sono state, fino a prova contraria, identificate come astronavi di provenienza sconosciuta. E'stato impossibile compiere ulteriori indagini sul contenuto di queste navi spaziali, poiché apparentemente sembrano essere circondate da una sorta di campo elettromagnetico che respinge qualsiasi indagine mediante radar o altri strumenti. Ogni tentativo di comunicazione in tutti gli idiomi conosciuti è stato inutile, ed è stato impossibile appurare se questi visitatori alieni siano amici o ostili. Per precauzione è stata ordinata la mobilitazione generale, e tutte le Regie Forze Armate sono state messe in stato di allarme; nelle città è stato ordinato il coprifuoco...

Goku a quel punto si alzò; non che fosse stupito, ne aveva passate troppe nella sua vita per poter essere ancora sorpreso da qualcosa, ma quella notizia lo aveva colpito, e gli aveva procurato una strana sensazione: una fredda inquietudine era entrata nella sua mente, e non sembrava volersene andare.

Uscì sul portico senza parlare, ed alzò gli occhi al cielo, tendendo al massimo i propri sensi nel tentativo di avvertire qualsiasi sensazione provenisse dallo spazio, ma non sentì nulla.

Goten lo raggiunse, e gli disse:- Non riesci a sentire nulla, vero?

- No.- disse cupo Goku,- Quelle schermature bloccano anche i nostri poteri.

- Ma la senti anche tu, vero? Questa sensazione di gelo...di pericolo imminente.

Goku guardò negli occhi il figlio, e l'adolescente poté leggere negli occhi del padre un'inquietudine che mai vi aveva visto. Sentiva il pericolo, e per la prima volta in vita sua sembrava averne paura.

 

 

Ecco pronto il primo capitolo! Spero di avere almeno destato la vostra curiosità! Ditemi per favore cosa ne pensate, perché se dovessi avere pochissimi commenti potrei pensare di non continuarla...scherzo, la continuerò anche se avrò un solo commento, per quell'unica persona a cui è piaciuta!

A presto!

 

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Capitolo 2
*** Dallo Spazio ***


Dragon Ball: The Last Fight

CAPITOLO DUE: DALLO SPAZIO

Nello spazio antistante la Terra le stelle erano coperte dalle immense sagome di gigantesche astronavi dalla forma quasi cilindrica, pur con molte protuberanze che davano loro un'aria irregolare; si muovevano lentamente, ma decisamente verso il terzo pianeta del sistema solare; erano già oltre la luna, e nel giro di poche ore sarebbero entrate nell'atmosfera terrestre.

Nella più grande di queste, che si trovava in testa alla immensa flotta, all'interno di una delle protuberanze, una sorta di cupola formata da una sostanza trasparente, il comandante di quelle astronavi osservava interessato la terra.

Benché le sue fattezze avessero qualcosa di umanoide, il suo aspetto era quello di un rettile bipede alto più di due metri: il suo corpo era ricoperto di scaglie verdastre; la sua testa, simile a quella di un coccodrillo dalle mascelle corte e piene di denti appuntiti da predatore, era priva di capelli, ed era illuminata da due occhi rossastri simili a quelli dei serpenti; braccia e gambe, che mostravano dei poderosi muscoli, terminavano con dita artigliate; in particolare i piedi, che poggiavano su tre dita, con un quarto rivolto all'indietro come negli uccelli, erano armati di artigli ricurvi e affilati; dietro di lui ondeggiava una lunga coda squamosa che terminava in una specie di lama affilata.

Indossava una ricca armatura bianca, damascata e abbellita da strani alamari dorati e da simboli simili a geroglifici, ma che non avevano nulla di terrestre; per il resto, l'armatura era inquietantemente simile a quella usata dal popolo Sayan, comprese le protezioni laterali sulle spalle. Sulla sua schiena pendeva un mantello color porpora, e sulla sua testa si trovava uno strano diadema, che emanava misteriosi bagliori metallici diversi da quelli di qualsiasi minerale terrestre.

L'essere misterioso era seduto su una sorta di trono arabescato posto al centro di una stanza piena di misteriosi marchingegni e schermi di attrezzature simili a futuristici computer, intorno ai quali scorrazzavano dozzine di altri esseri quasi uguali a lui, solo più piccoli e vestiti molto meno riccamente. Alla fine uno di questi si avvicinò al comandante e, dopo essersi inginocchiato davanti a lui, disse:- Vostra maestà, la Terra è entrata nel raggio dei nostri sensori. Abbiamo già eseguito una serie di scanzioni per appurare le capacità difensive dei terrestri e per identificare eventuali energie combattive particolarmente sviluppate.

- Eccellente, Hari.- disse quello che evidentemente doveva essere il re alieno con voce sibilante,- Quali sono i risultati?

- L'esercito terrestre appare numeroso e ben armato, ma la loro tecnologia è decisamente inferiore alla nostra, e ovviamente le loro armi non possono nulla contro i nostri guerrieri più potenti. Quindi, anche se dovessero opporre una strenua resistenza, non potranno in alcun modo fermare la nostra invasione. Nel giro di pochi mesi dovremmo essere in grado di poterci stabilire sulla Terra in modo definitivo.

- Addirittura tra qualche mese?- chiese il re leggermente contrariato,- Perché così tanto tempo?

- Beh, vostra maestà,- proseguì Hari, intimorito da come avrebbe potuto reagire il re alle notizie successive,- le scanzioni hanno rilevato che sulla Terra vi sono parecchi guerrieri di livello superiore al primo, che come sa è quello base, a cui appartiene anche la massa dei nostri soldati; stranamente però quasi nessuno di questi appartiene alle forze militari.

- Mmmmh...- mormorò il re,- Interessante. Continua.

- Abbiamo identificato un numero imprecisato, ma comunque piuttosto consistente di guerrieri di secondo livello, quindi esperti nel combattimento, ma incapaci di concentrare la propria potenza ed usarla come arma; però da analisi più dettagliata abbiamo scoperto che quasi la metà di questi ha le potenzialità per raggiungere il terzo livello; di guerrieri di questo tipo ne abbiamo identificati almeno cinque, a vari stadi intermedi di potenza.

- Cinque guerrieri di terzo livello...veramente interessante. Non mi aspettavo di trovare tanti guerrieri potenti su un pianeta come la Terra. Comunque non sono assolutamente in grado di impensierirci.

- C'è dell'altro, signore!- proseguì Hari, quasi con fatica, sapendo di aver riservato le notizie peggiori per ultime,- E' a questo punto che le cose si fanno strane: abbiamo identificato quattro guerrieri di quarto livello, e nessuno di essi è un vero terrestre. Uno di essi mostra energia aliena di un tipo simile a quello riscontrato su quel pianeta che abbiamo polverizzato pochi mesi fa, Namecc, ma molto superiore. Un'altro ha poteri di un tipo del tutto sconosciuto, ma le altre due...le altre due sono energie Sayan!

- COSA!?

L'urlo del regnante attraversò tutta la sala, e l'equipaggio dell'ammiraglia si ristrasse intimorito vedendolo balzare in piedi.

- Sayan...- disse, con voce più calma, ma decisamente sorpresa,- Due Sayan ancora vivi, e per di più di livello superiore. Incredibile. Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere. In ogni caso non saranno due sopravvissuti Sayan a preoccuparci.

- Non...non due, signore.- riuscì a dire ancora Hari, che a quel punto iniziava a temere per la propria vita,- Abbiamo identificato in tutto cinque energie riconducibili ai Sayan; tre sono distorte, come se fossero un miscuglio con un altro tipo di energia, ma due sono appartengono evidentemente a due individui puri di razza Sayan. Oltre ai due ibridi di quarto livello ve n'è uno di quintoi, e poi i due Sayan puri: uno è di quinto livello, ad uno stadio molto avanzato, ma l'altro è addirittura di sesto livello, ed è senza ombra di dubbio l'essere più forte del pianeta.

- Cinque Sayan ancora vivi, di cui uno addirittura di sesto livello...- mormorò il re, che a quel punto era decisamente stupito,- E' incredibile; mai avevo sentito parlare di guerrieri di quella razza infame tanto potenti. Questo pianeta si sta rivelando una miniera di sorprese. Questi guerrieri potrebbero essere un problema, sono potenti abbastanza da spazzare via la massa delle nostre armate con un solo colpo energetico sparato da una mano. Dovrò prendere provvedimeti. Beh, in fondo non importa! Il nostro popolo ha già sconfitto i Sayan, e non sarà poi difficile farlo di nuovo. Grazie delle tue informazioni, Hari. Ora vai.

- Vostra maestà!- disse alzandosi in piedi e inchinandosi al re, e fece per andarsene, poi si voltò e aggiunse:- Mi scusi, ho dimenticato un particolare; si ricorda quelle sfere magiche di cui quel namecciano ferito a morte ci ha parlato, quelle che avevano il potere di esaudire i desideri? Abbiamo appurato che ne esistono delle altre anche sulla Terra, custodite da un terrestre e da un namecciano di livello inferiore in un edificio posto in cima a un obelisco.

- Ah, già. Le "Sfere del Drago". Non credo in queste magie da quattro soldi, ma se per i terrestri possono risultare importanti ci occuperemo anche di quelle. Intanto vai, e mandami Xabaras; digli di portare con se anche Rabrax e Wriden. Ho un lavoro per loro.

L'alieno si inchinò e scizzò via mentre il re si sedeva nuovamente sul trono. Meno di un minuto dopo tre alieni, grandi poco meno del re e vestiti con scure armature da combattimento decorate, anche queste simili a quelle dei Sayan, e con mantelli neri che svolazzavano alle loro spalle, entrarono a passo di marcia nella sala e si inginocchiarono di fronte al re; pochi istanti dopo uno di essi chiese con voce rispettosa:- Abbiamo ricevuto la sua chiamata, maestà. Quali sono i suoi comandi?

- Alzati, Xabaras, e anche voi, Rabrax e Wriden.- e, mentre i tre soldati si alzavano, aggiunse:- Ho un compito per voi. Come saprete, siamo ormai arrivati in vista della Terra; la scanzione delle energie di combattimento ha riscontrato la presenza di un certo numero di guerrieri molto potenti. Fra di essi sono stati individuati ben cinque Sayan.

- Sayan?- chiese stupito l'alieno chiamato Xabaras, che era il più grosso e apparentemente comandava gli altri due; su quel popolo aveva udito solo antichi racconti.

- Già, so che vi sembrerà incredibile, ma ci sono veramente, ed hanno tutti un livello uguale o superiore al quarto. Uno raggiunge addirittura il sesto.

- Incredibile...- mormorò Rabrax, il più basso dei due compagni di Xabaras, che non aveva mai avuto a che fare con guerrieri tanto potenti.

- Allora,- proseguì il re,- come avrete capito, questi guerrieri sono un pericolo per la nostra invasione; nessuno dei nostri, neppure gli appartenenti alle forze speciali, supera il quarto livello...nessuno tranne voi. Sarà perciò vostro compito occuparvi di questi Sayan. Dovete trovarli e ucciderli senza pietà. Inizierete dal più potente, Hari vi darà le coordinate presso le quali potrete trovarlo. Individuatelo, affrontatelo e fatelo fuori. Non appena ci comunicherete di averlo abbattuto, noi daremo il via all'invasione. Degli altri meno potenti ci occuperemo in seguito.

Xabaras e gli altri si batterono il pugno destro sul petto e il capo disse:- Non la deluderemo, sire. Porteremo a termine la missione.

- Ne sono più che sicuro; i tuoi compagni raggiungono entrambi il settimo livello, e tu addirittura l'ottavo. Dopo di me siete i più potenti della nostra razza. Nessuno sporco Sayan potrà mai competere con voi. Ora andate, e tenete alto l'onore della razza Helliash.

Dopo un ultimo inchino, i tre guerrieri uscirono dalla sala.

 

 

Pochi minuti dopo tre navette monoposto di forma cilindrica si staccarono dall'ammiraglia, dirigendosi verso la Terra. Appena furono entrate nell'atmosfera presero deciamente la direzione dei monti Paoz.

 

 

 

 

Ecco a voi il secondo capitolo! Dal prossimo inizieranno le battaglie! Spero che la descrizione di questi alieni vi piaccia, so che non è molto originale, ma non ho trovato di meglio.

Una piccola annotazione riguardo ai nomi: ho voluto dare ad alcuni di loro un piccolo significato, sia per essere ricercato ( eheheh! ) sia perché si prestava bene. Spero che nessuno mi accusi di plagio, ma il nome del capo dei tre incursori l'ho preso di sana pianta da quello del primo avversario di Dylan Dog; se qualcuno di voi ha letto " L'alba dei morti viventi", saprà quindi che è l'anabramma di Abraxas, uno dei nomi del Diavolo. Vi assicuro che con il procedere della storia si dimostrerà degno di questo nome. Del resto, anche nel nome della razza si riconosce la parola Hell, Inferno.

Detto questo, passiamo alle risposte ai commenti:

Per Miki: se vuoi sapere chi ci sarà in questa storia, ti annuncio che ci saranno più o meno tutti i personaggi dell'anime, più qualche new entry.

Per AgeteV: ben arrivata in questa gabbia di matti! Per inciso: beata te che ami la matematica!

Per Camylla: soddisfatta delle risposte?

A presto!

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Capitolo 3
*** Attacco a tradimento ***


Dragon Ball: The Last Fight

CAPITOLO TRE: ATTACCO A TRADIMENTO

- Si hai capito bene, Yamcho; Goku ha detto che l'appuntamento sarà domani quì alla Capsule Corporation. Non sappiamo se questi alieni siano ostili, ma lui preferisce prepararsi all'eventualità peggiore. Va bene, ci vediamo domani. Ciao.

Vegeta, seduto sul divano in salotto, sbuffò sentendo la moglie attaccare e subito comporre un altro numero. Mentalmente stava maledicendo Kaaroth per quell'idea. Il Sayan più giovane aveva detto di avere una brutta sensazione riguardo a quei misteriosi extraterrestri, e subito la moglie si era buttata a capofitto nell'organizzazione di quella specie di consiglio di guerra; il Sayan era disgustato dall'idea di avere di nuovo in casa tutti quegli idioti che l'avevano invasa il giorno prima.

Nonostante tutto però, per quanto detestasse ammetterlo, per una volta era d'accordo con Kaaroth: anche se non sentivano aure pericolose, si sentiva inquieto, e sentiva che in quei misteriosi visitatori si nascondeva un pericolo immane. Da quando erano comparse quelle astronavi uno strano sentimento albergava nel suo cuore, un senso di malessere che non lo faceva stare tranquillo; sembrava incredibile, ma il Principe dei Sayan dovette ammettere a se stesso di avere paura; molta paura. Lui, che era andato incontro alla morte senza tremare, in quel momento era terrorizzato. Si voltò verso le scale, che portavano alla camera dove Trunks e Bra dormivano tranquilli; Vegeta, oltre che per se, temeva per loro, e anche se ancora non si erano manifestate minacce si sentiva come incapace di proteggerli. Quello strano timore lo faceva infuriare, perché secondo lui un vero Sayan non avrebbe dovuto avere paura, ma non riusciva in alcun modo a mandarlo via.

All'improvviso, mentre la moglie parlava al telefono, un lampo attraversò la mente di Vegeta: aveva avvertito qualcosa; il Sayan si alzò in piedi e tese al massimo i suoi sensi per identificare quella sensazione; pochi secondi dopo non aveva più dubbi: tre potentissime aure erano appena comparse, e per quel che riusciva a capire arrivavano dallo spazio e si stavano dirigendo rapidamente verso la casa di Kaaroth; troppo velocemente.

"Si comincia!" pensò Vegeta, quasi sollevato. Preferiva di gran lunga un nemico da affrontare faccia a faccia a quella strana paura che si era impadronita di lui; mentre si dirigeva verso l'ingresso però non poté fare a meno di rabbrividire sentendo quanto potenti fossero quelle tre creature che si dirigevano verso l'abitazione dell'altro Sayan, e un tremito lo attraversò mentre si chiedeva cosa avrebbe fatto se avesse scoperto che quel senso di inquietudine era fondato.

Vedendolo piombare nell'ingresso e aprire la porta di casa Bulma gli chiese, sorpresa:- Vegeta? Dove...?

- Non ho tempo.- rispose secco il Sayan,- Richiama tutti. Dì a quegli inutili di venire quì subito; la riunione si fa stanotte. Lascia perdere Kaaroth; a chiamare lui ci penso io. Sbrigati!- e uscì di corsa nel cortile.

- Ma insomma!- esclamò contrariata Bulma, che però era in realtà molto preoccupata per l'espressione tesa che aveva letto sul volto del compagno, un'espressione che era del tutto nuova sul volto di Vegeta,- Si può sapere cosa sta succedendo?

Vegeta si voltò, e con voce seria disse:- I guai sono già arrivati, e sono molto, molto grossi.

E detto questo si trasformò di colpo in Super Sayan, e spiccò il volo, scomparendo in pochi secondi e lasciando dietro di se una scia dorata e una Bulma terrorizzata dalla paura che aveva, per la prima volta nella sua vita, letta negli occhi di Vegeta.

 

 

Goku, incapace di stare tranquillo, continuava a passeggiare avanti e indietro nel salotto della sua casa, troppo nervoso anche per mantenere i sensi all'erta. Probabilmente se in quel momento qualcuno gli avesse messo una mano su una spalla lo avrebbe fatto schizzare fin sulla luna.

Per un attimo, passando dietro il divano, invidiò Goten, che dopo i primi momenti di timore si era messo tranquillo sul divano accanto alla madre a guardare il telegiornale, che continuava a trasmettere gli ultimi aggiornamenti sulla situazione.

Non era riuscito in nessun modo a scrollarsi di dosso quella tremenda sensazione di inquietudine; era come se sentisse avvicinarsi un pericolo, e avesse una tremenda impressione di non poterlo affrontare. Temeva per quelle due persone che in quel momento sedevano sul divano, per Gohan e la sua famiglia, che forse ancora neppure sapevano cosa stesse accadendo, e per tutta l'umanità; Goku si era sempre sentito in debito verso quel mondo che lo aveva adottato, e il fatto di non sentirsi in grado di difenderlo per l'ennesima volta lo sconvolgeva.

Si bloccò davanti alla porta e si portò le mani alla testa: doveva calmarsi; in fondo per il momento non si era palesata alcuna minaccia; forse stava esagerando, forse non sarebbe accaduto nulla. Forse...

Accadde tutto in pochi secondi: in quell'istante di calma avvertì all'improvviso tre aure terrificanti vicine alla sua casa, poi un colpo in arrivo, ed ebbe a stento il tempo di urlare:- Goten!!! Chichi!!! A TERRA!!!- prima che i muri della sua casa esplodessero in mille pezzi, ed una montagna di detriti crollasse addosso a lui e alla sua famiglia.

 

 

- Buon colpo, capo.- disse Rabrax, rivolto a Xabaras, che teneva ancora alzato il braccio dal quale, pochi secondi prima, aveva fatto partire la sfera di energia che aveva sbriciolato la casa dove il computer dell'astronave ammiraglia aveva riscontrato la presenza del Sayan più potente e di uno di quelli più deboli. Benché non temesse affatto quel guerriero, sapendo grazie al computer di essere molto più potente di lui, il guerriero alieno aveva cercato di evitare il combattimento, e aveva tentato di colpirlo di sorpresa.

- Però non è stato sufficiente.- borbottò Wriden, armeggiando con uno strano apparecchio simile ad un orologio che teneva al polso,- Il rileatore indica che la potenza del Sayan è ancora al massimo.

Un istante dopo, come a conferma delle sue parole, le macerie esplosero, e un uomo dai capelli neri, vestito con una tuta arancione, che sosteneva per un braccio un ragazzo simile a lui, con una faccia stordita; il suo volto era contratto in una smorfia di rabbia.

Goku squadrò quei tre mostruosi esseri per un istante, e fu ancora una volta spaventato dalla potenza che emanavano, ma sapeva che c'era un problema più immediato di loro; si voltò perciò verso il figlio e gli disse:- Goten? Stai bene? Ti reggi in piedi?

Il ragazzo si massaggiò la testa e mormorò:- Credo di si...dov'è la mamma?

- Non lo so...- mormorò Goku, tenendo sempre un occhio fisso su tre alieni,- Deve essere ancora sotto le macerie. Aiutami, dobbiamo tirarla fuori!

I due Sayan iniziarono subito a scavare, e Goku cercava disperatamente di avvertire l'aura della moglie per trovarla, ma un isante dopo fu interrotto dalle parole di uno degli aggressori:- Credi di poterci ignorare, Sayan? Voltati ed affronta il tuo destino!

Goku si voltò verso di loro, con la tremenda tentazione di passare all'attacco per primo, ma riuscì a contenersi e chiese, con una voce dura come l'acciaio:- Perché? Perché l'avete fatto?

- Perché tu sei l'essere più forte del pianeta, e per noi che lo vogliamo conquistare sei il nemico più pericoloso. Fatto fuori te, le cose per il nostro esercito saranno molto più semplici. Non negherò comunque che per me fare fuori un Sayan sarà un vero piacere!

Goku non lo diede a vedere, ma quelle parole lo avevano colpito duramente: probabilmente era stato il timore, ma aveva sperato che ci fosse un'altra spiegazione a quell'improvviso attacco, soprattutto perché questo significava dover affrontare quei tre strani alieni, e lui sentia che non sarebbe stata una cosa semplice.

- Ma voi chi siete? Perché volete conquistare la terra?- chiese ancora Goku, nel tentativo di guadagnare tempo per permettere al figlio di trovare Chichi.

- Questo non ti interessa, Sayan. Tanto qualsiasi cosa ti potremmo dire non ti servirebbe a molto, tra poco non sarai più in questo mondo.

Quella risposta, data con una voce talmente gelida da sembrare un ghiacciaio, colpì ancora più duramente Goku: lo scontro era inevitabile, a quanto pareva, e lui per la prima volta nella sua vita aveva una paura terribile.

- Papà! L'ho trovata!

Il Sayan si voltò di colpo verso il figlio, dimentico dei nemici; Goten stava febbrilmente scavando per estrarre la madre dalle macerie; Goku fu subito al suo fianco, e lo aiutò ad estrarre il corpo di Chichi dalle macerie; il suo cuore saltò un battito: il petto della moglie era attraversato da un pezzo di ferro, che entrava da davanti e usciva dalla schiena. Il sangue aveva formato una pozza sotto il suo corpo, e la donna respirava a fatica.

- No...- mormorò Goku, senza riuscire a staccare gli occhi dalla moglie; la prese in braccio e le disse, con voce tremante:- Chichi ti prego svegliati! Ti prego...

- Mamma...- mormorò Goten, sulle cui guance iniziavano a scorrere le lacrime.

- G...Goku...- mormorò la donna, aprendo lentamente gli occhi.

- Chichi! Chchi, stai tranquilla, ora ci sono io con te!- esclamò il Sayan, che sembrava stare trattenendo a stento il pianto. Non poteva credere che quella moglie che aveva sempre amato tanto ora giacesse morente fra le sue braccia. Perché lo aveva capito fin dal primo istante, e il tremore della sua aura lo confermava: a Chichi restava poco da vivere.

- Goku...ho tanto freddo...- mormorò la donna.

- Tranquilla, Chichi. Ci penso io...- e si tolse la camicia, distendendola sul corpo della moglie, stando attento a non toccare il ferro.

- G...Goku...ho paura...

- Stai tranquilla, Chichi! Te la caverai...te la caverai...- balbettò Goku, che si sentiva disperato come mai nella sua vita.

- Mamma...ti prego...non lasciarmi!- esclamò Goten, abbracciando la madre.

- Ma che bel quadretto!- ghignò Xabaras,- Mi spiae interrompervi, ma temo proprio che il vostro tempo sia scaduto.

Goku si alzò: attraverso le lacrime Goten poté vedere uno strano fuoco ardere nei suoi occhi; il Sayan disse al figlio, con voce dura:- Goten, stai vicino alla mamma.

Goku si voltò verso i tre alieni e disse:- Io non so chi voi siate, e sinceramente non mi importa; non dovevate fare del male a mia moglie. Spostiamoci di quì, e vi farò vedere quanto sia pericoloso toccare la famiglia di un Sayan!

- Combattivo, eh?- disse Xabaras rivolto agli altri due,- Proprio come raccontavano le leggende, questi scimmioni non sanno mai quando non possono vincere. E va bene, spostiamoci pure. Tu vai, noi ti veniamo dietro.

Goku non se lo fece ripetere: si levò in volo e si allontanò verso sud, seguito dai tre guerrieri alieni, lasciandosi dietro le rovine della sua casa e il figlio accanto al corpo della madre morente. Non poté evitare di chiedersi se li avrebbe più rivisti.

 

 

 

Ecco a voi anche il terzo capitolo! Dal prossimo si comincerà davvero a fare sul serio; sarà uno dei capitoli migliori che abbia mai scritto, ve lo prometto! Spero che per ora questo ultimo parto della mia mente psicotica vi piaccia!

Commentate numerosi per favore!!! Altrimenti mi sento abbandonato!!!

A prestissimo!

 

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Capitolo 4
*** LA GRANDE BATTAGLIA - I° PARTE ***


CAPITOLO QUATTRO: LA GRANDE BATTAGLIA - I° PARTE

Goku scese a terra in una piccola valle incassata frai monti, seguito subito dai tre guerrieri alieni, che però rimasero in aria, levitando a una ventina di metri dal suolo davanti a lui; nei suoi occhi si poteva leggere un furore mai visto prima. Il Sayan rimase immobile e silenzioso, a fissare i suoi avversari. Nel suo cuore per la prima volta sentiva albergare un odio selvaggio.

- Non so perché voi siate venuti sulla terra, ma vi assicuro che state per pentirvene.- ringhiò, con un tono che non aveva mai usato nella sua vita, e che ricordava tremendamente quello di Vegeta.

- Inutile che tu cerchi di fare il duro.- disse con un sorriso malvagio Xabaras,- Ti ho già detto che non ci impressioni.

- Credo che voi non abbiate ancora capito con chi avete a che fare.- sibilò Goku stringendo le mani a pugno, mentre sassi  detriti iniziavano a sollevarsi da terra intorno a lui e la sua aura si concentrava.

- Credo che quì il solo a non aver capito sia tu.- ghignò Rabrax, tenendo le braccia incrociate sul petto in una posa annoiata,- Siamo molto più forti di te. Non puoi sconfiggerci.

- Scommettiamo?!- ruggì Goku, per poi erompere in un urlo sovrumano; la terra si spaccò intorno a lui, e il suo corpo fu avvolto da una luce abbagliante; quando fu nuovamente visibile i suoi capelli erano diventati dorati ed erano sparati al massimo verso l'alto, ed il suo corpo era avvolto da un'aura dorata attraversata da scariche elettriche.

- E di qusto che ne dite?- chiese con un sorriso rabbioso Goku.

Per tutta risposta il capo dei tre alieni fece un cenno a Wriden, che dopo aver armeggiato qualche secondo con l'apparecchio che aveva al polso disse, con una voce quasi da automa:- Non è al massimo della potenza. Il rilevatore dell'astronave aveva riscontrato molto di più.

- Ci stai sottovalutando, Sayan.- disse Xabaras,- Comunque, anche se non ho il tempo di spiegarti la nostra storia, mi sento in dovere di dirti una cosa: sappiamo che siete in grado di trasformarvi, e non ci impressionate affatto.

Per Goku era troppo; aveva ancora davanti agli occhi il corpo trafitto di sua moglie. Urlò con tutta la sua furia:- Lo vedremo!!!- e si lanciò all'attacco.

Il suo primo pugno fu facilmente evitato da Rabrax, e subito Wriden gli piombò alle spalle e lo colpì con una gomitata nella schiena che lo lasciò senza fiato e lo scagliò verso il suolo. Il Sayan atterrò in piedi e scattò nuovamente verso l'alto con ancora più slancio, riuscendo stavolta a colpire il più grosso dei compagni di Xabaras con una testata al ventre, facendolo piegare in due, per poi centrarlo con un pugno al viso che gli fece girare la testa. Stava per colpirlo di nuovo, ma l'alieno bloccò il suo pugno con una mano, e con una rapida mossa gli portò il braccio dietro la schiena, bloccandolo. Accadde tutto in pochi secondi: Wriden gli lasciò andare il braccio e lo colpì con un manrovescio alla nuca, scagliandolo verso il compagno. Questo era pronto, e lo colpì con un violento calcio a mezzo busto, scagliandolo al suolo e mandandolo a sbattere con il volto contro il terreno.

Il Sayan si tirò subito in piedi e spiccò nuovamente il volo, scagliandosi stavolta contro Rabrax e riuscendo a colpirlo con un pugno al ventre che lo fece piegare in due, poi con le mani giunte alla schiena, scagliandolo al suolo. Goku però non ebbe neanche il tempo di gioire di quella piccola vittoria che già Wriden gli fu davanti; il Sayan cercò di colpirlo con un pugno, ma l'alieno lo schivò, e dopo avergli afferrato violentemente la testa con la mano destra lo colpì dall'alto con la sinistra, scagliandolo verso il suolo. Rabrax era già pronto ad attenderlo, con un braccio teso verso di lui ed un ghigno sadico dipinto sul volto. Nella sua mano si formò una sfera di energia verde smeraldo, che partì contro il Sayan, colpendolo in pieno.

Ci fu un'esplosione a mezz'aria, e Goku, stordito e ferito, crollò al suolo; si sentiva già a pezzi, e sembrava che quei due non avessero tirato fuori che una minima parte della loro forza. E per di più il capo, che sembrava ancora più forte di loro, per il momento se ne era rimasto in disparte. In cuor suo sentiva di non potercela fare, ma sapeva di non potersi arrendere. Perciò si tirò nuovamente in piedi e si lanciò contro i due avversari, che lo attendevano fianco a fianco.

 

 

Xabaras, levitando a mezz'aria con le braccia incrociate sul petto, osservava compiaciuto i suoi due sottoposti impegnati in un fulmineo scambio di colpi con il Sayan; lo stavano letteralmente surclassando, e anche se sapeva che quello scimmione non aveva ancora tirato fuori tutti i suoi poteri non era affatto preoccuato: Rabrax e Wriden erano comunque più forti di lui, e in caso di necessità sarebbe intervenuto di persona.

 

 

Goku parò a stento l'ennesimo pugno scagliatogli contro da Rabrax, e cercò di colpirlo con un calcio, ma questo lo evitò, sbilanciandolo abbastanza da permettere a Wriden di colpirlo con una ginocchiata nella schiena, scagliandolo verso terra; il Sayan riuscì a bloccarsi a mezz'aria, e, alzate le mani, scagliò contro i due alieni una raffica di sfere di energia, che però i due evitarono agilmente, arrivandogli di fronte e colpendolo con due violentissimi pugni al volto; Goku fu scagliato al suolo, sollevando una nuvola di polvere; si era appena rialzato faticosamente che già Wriden gli era davanti; l'alieno più grosso lo colpì al petto con gli artigli, lasciandogli nella carne quattro solchi sanguinanti; il Sayan strinse i denti per il dolore, e cercò di colpirlo con un pugno, ma l'alieno lo evitò e lo colpì con un calcio in girata al volto, che lo scagliò verso il suo compagno.

Rabrax lo aspettava, e lo afferrò alla gola con la mano destra, sollevandolo da terra e mettendogli davanti al viso l'altra mano; Goku vide una piccola sfera rossa formarsi su ciascuna delle cinque dita della sua mano, e lo sentì dire:- Peccato; è già arrivato il momento di dirci addio. Tanti saluti dal pianeta Helliash, scimmione!

Un istante dopo le sfere di energia lo colpirono in pieno, mandandolo a scontrarsi contro una montagna prima di esplodere. La roccia si frantumò in mille frammenti, che crollarono a nascondere il corpo del Sayan.

Rabrax si sfregò le mani una contro l'altra dicendo:- Lavoro già finito. Puoi mandare quel messaggio, capo.

- Aspetta.- disse meccanicamente Wriden, fissando il rilevatore,- La sua energia non è sparita. Anzi sembra stare aumentand...

Un istante dopo i detriti furono sparati in tutte le direzioni, in una esplosione di energia dorata; appena la luce abbagliante che si era levata al punto in cui Goku era caduto si dissolse il Sayan ricomparve dinnanzi allo sguardo incredulo di Rabrax, a quello assente di Wriden e a quello incuriosito di Xabaras. Qualcosa però era cambiata in lui: i suoi capelli dorati erano molto più lunghi di prima, e le sue sopracciglia erano scomparse.

- E' al massimo. E' ancora più forte del previsto. Più o meno, raggiunge il livello sette.- disse senza emozioni Wriden, e per la prima volta Rabrax provò timore per quello scimmione che credeva di poter distruggere facilmente.

Il Super Sayan di terzo livello fissò i suoi avversari con sguardo truce per qualche secondo, poi disse con voce dura:- Prima di cominciare a fare sul serio, vi chiedo di rispondere ad un paio di mie domande, tanto per sapere con chi mi batto: chi siete? E perché diavolo siete venuti su questo pianeta?

Xabaras scoppiò a ridere:- Sei curioso di sapere tutto prima di morire, Sayan? E va bene, se è il tuo ultimo desiderio ti accontento subito. In fondo sarebbe scortese non presentarci: il mio nome è Xabaras, e i due che ti hanno massacrato finora sono Rabrax e Wriden. Veniamo dal pianeta Helliash, ai confini della Galassia del Nord. Quel pianeta è stato sede per migliaia di anni di un grande popolo, del quale facevano parte i guerrieri più potenti dell'universo, che nessuno aveva mai sconfitto. Purtroppo dieci anni fa il nostro sole iniziò a emettere una quantità di energia sempre maggiore, e il nostro pianeta inaridì. Fummo costretti a radunare tutto il nostro popolo su una flotta di potenti astronavi e partire, sotto la guida del nostro imperatore, alla ricerca di un nuovo pianeta abitabile da usare come nostra nuova patria. La scelta è ricaduta sulla Terra. Contento? Una volta che tu e i pochi altri guerrieri in grado di contrastare le nostre armate, conquistare questo mondo sarà uno scherzo! Altre domande?

Goku scosse la testa:- No, non direi. So già tutto quello che volevo; ora so che dovete essere distrutti ad ogni costo, ed è quello che farò subito!

E, portate le mani al suo fianco, iniziò a recitare quella formula che tante volte gli aveva permesso di salvare il mondo:- On...da...E...ner...ge...ti...ca!!!

Una sfera di energia azzurra partì dai palmi delle sue mani, e si diresse a tutta velocità verso Rabrax e Wriden; probabilmente li avrebbe fatti a pezzi, se Xabaras non si fosse frapposto e non la avesse colpita con entrambe le mani giunte, deviandola e mandandola a polverizzare una montagna.

- Bel tentativo, scimmione.- disse sorridendo l'alieno,- Probabilmente avresti anche potuto far fuori questi due, ma avevi fatto i conti senza di me. E come hai detto tu, ora è il momento di fare sul serio!- e si scagliò contro un incredulo Goku, seguito dai suoi due compagni. 

 

 

 

 

Ed ecco pronto il quarto capitolo. Nel prossimo ci saranno ancora più scintille, ve lo assicuro! Grazie per avermi commentato in molti, per favore continuate così!!!

A presto!!!

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Capitolo 5
*** LA GRANDE BATTAGLIA - II° PARTE ***


CAPITOLO CINQUE: LA GRANDE BATTAGLIA - II° PARTE

Goten non riusciva ancora a credere a tutto quello che era successo in quell'ultima mezzora, eppure era tutto vero: sua madre era lì, adagiata accanto alle rovine della loro casa, morente; suo padre stava affrontando in una battaglia disperata tre avversari misteriosi, e da quello che lui poteva avvertire stava perdendo. Il giovane mezzo Sayan si sentiva come svuotato.

Fin da quando suo padre se n'era andato era rimasto inginocchiato accanto al corpo della madre, che, a parte pochi gemiti di dolore e poche frasi sconnesse, non aveva più parlato. Il ragazzo aveva pensato di estrarre il ferro che le era penetrato nel petto, ma dopo aver osservato meglio la ferita aveva capito che procirarle ancora più dolore sarebbe stato totalmente inutile: per quel poco che ne capiva, aveva intuito che quel ferro bloccava la ferita, ed era in pratica la sola cosa che teneva in vita sua madre. Se lo avesse estratto sarebbe morta in pochi minuti.

Goten, a capo chino, piangeva in silenzio, chiedendosi perché lui e la sua famiglia non potessero vivere tranquilli e in pace come tutti gli altri. Era più potente di qualsiasi altro ragazzo della sua età, ma scontava quella forza nel modo peggiore; era arrivato a considerare quei poteri come una maledizione.

- G...Got...en...-

Il ragazzino si riscosse dai suoi pensieri ed alzò gli occhi: sua madre aveva aperto gli occhi e lo guardava, ma nel suo sguardo si potevano già leggere i segni della morte imminente. Non doveva averne per molto.

- Mamma!- mormorò il ragazzino accostandosi a lei e prendendole la mano fra le sue,- Ti prego mamma resisti! Papà tornerà presto!

- Non...non credo...c...che arriverà...in tem...po.- balbettò Chichi, già senza forze,- N...non piangere, piccolino mio...forse era destino...che...che andasse...così. No...non è colpa d...di nessuno.

- Ti prego mamma non lasciarci!- gridò Goten esplodendo in un pianto dirotto.

- St...stai attento, figliolo...stai molto...molto attento...- mormorò ancora Chichi, con lo sguardo ormai fisso nel vuoto, mentre il suo mondo diventava nero; con i suoi ultimi pensieri ringraziò gli Dei per quello che le avevano dato: un marito affettuoso, due figli meravigliosi, una vita piena. Non aveva rimpianti, tranne quello di non poter vedere Goten farsi un uomo, ma in cuor suo sapeva che sarebbe diventato una brava persona come il padre. Quello era il suo secondo rimpianto: non poter dare un ultimo addio all'uomo che aveva sempre amato. Con le ultime forze che aveva mormorò ancora al figlio:- Saluta tuo...padre...per...me...Ti...voglio...bene...Got...en...

Il ragazzino sentì la presa della mano della madre sciogliersi, ed urlò fra le lacrime:- Mamma! Non andartene!

La testa di Chichi reclinò all'indietro, ed il suo volto, prima contratto dalla sofferenza, si distese in un ultimo sorriso.

- No!!!- pianse il ragazzino, comprendendo che la madre non c'era più,- NOOOO!!!

Goten si alzò di colpo, urlando al cielo tutto il suo dolore. Il suo corpo fu avvolto da una luce dorata, e quando si dissipò i suoi capelli erano color dell'oro, ed erano sparati verso il cielo; il terreno si era crepato sotto i suoi piedi; non aveva mai emanato una tale potenza.

Con le lacrime che ancora gli rigavano il viso, fece la sola cosa che gli restava: prima girò la mano con il palmo rivolto verso l'alto, poi alzò il braccio; grazie al suo potere, molte pietre di dimenzioni diverse nel raggio di parecchie decine di metri intorn al corpo di Chichi si levarono in aria. Con pochi movimenti della mano fece sì che si concentrassero sopra il corpo della donna, poi volse il palmo verso il basso e abbassò lentamente il braccio; le pietre si posarono dolcemente, formando sul corpo di Chichi un tumulo.

Il giovane Sayan abbassò la testa sul petto e fra le lacrime mormorò:- Addio, mamma...

Un istante dopo sollevò la testa: nei suoi occhi divampava un incendio, nel suo cuore c'era un odio che non aveva mai provato prima.

- Io quei tre li faccio a pezzi!!!- urlò con tutta la rabbia che aveva dentro, e si lanciò verso il cielo con violenza, lasciando un cratere nel terreno sotto i suoi piedi, e partì a tutta velocità, diretto verso il luogo dove suo padre stava combattendo.

 

 

Goku si trovò per l'ennesima volta scagliato contro una rupe; la roccia si spezzò contro il suo corpo, e per un attimo lui perse quasi i sensi; era sfinito; non c'era parte del corpo che non gli facesse male, e sentiva in bocca il sapore del suo sangue. Le forze lo stavano abbandonando, e non sapeva per quanto avrebbe potuto mantenere la trasformazione in Super Sayan di terzo livello.

Ormai era chiaro: non sarebbe mai riuscito a sconfiggere quei tre. Erano troppo forti, soprattutto il capo, quello che aveva detto di chiamarsi Xabaras. Da quando era sceso in campo non aveva fatto altro che tempestarlo di colpi, e lo stava letteralmente massacrando, ben coadiuvato dagli altri due. Non avrebbe potuto continuare per molto, eppure non poteva arrendersi. ne andava del destino dell'intero pianeta.

Il Sayan concentrò ancora una volta la propria aura, e schizzò fuori dalla prigione di roccia in cui era sprofondato, lanciandosi contro i tre alieni, che lo aspettavano levitando a mezz'aria; cercò di colpire con un pugno Xabaras, che però lo evitò facilmente; approfittando dello slancio preso, Goku lo superò e, caricata una sfera di energia in ciascuna mano, le scagliò contro gli altri due alieni, cercando di coglierli di sorpresa; Rabrax e Wriden erano però pronti, e respinsero facilmente i due colpi.

Un istante dopo Xabaras era già di fronte a Goku; lo colpì al ventre con tanta violenza che quasi lo trapassò da parte a parte; il Sayan si piegò in due sptando sangue dalla bocca; un istante dopo il comandante alieno lo colpì con un calcio in girata alla nuca, scagliandolo verso gli altri due; Wriden gli fu subito davanti, e lo colpì al volo con un uppercut al mento che lo scagliò in aria; Rabrax lo aspettava, con un braccio puntato verso il basso ed una sfera di energia verde nella mano. Non appena gli fu sotto la scagliò, colpendolo al ventre; la sfera lo scagliò verso il basso, schiacciandolo contro il terreno prima di esplodere.

Goku si trascinò in ginocchio, ma quando cercò di rimettersi in piedi non ce la fece: era distrutto. Non ebbe però neanche il tempo di riprendere fiato che già i tre gli erano addosso e lo tempestavano di calci e pugni che, nonostante i suoi disperati tentativi, non riusciva a parare; alla fine, ridottolo ad uno straccio, i tre gli si misero davanti e congiunsero davanti a se le mani, formando tre sfere di energia. Goku se le vide arrivare addosso, ma non poté fare nulla per evitarle: colpito, fu scagliato contro una montagna, dove i tre colpi micidiali esplosero; le rocce gli crollarono addosso, seppelendolo.

Con le ultime forze che gli restavano riuscì ad uscire dai detriti, ma subito crollò a terra, appoggiando la schiena ad una roccia; era in condizioni pietose, sanguinante e coperto di ferite; i suoi capelli erano tornati neri. Non ce la faceva veramente più.

Xabaras gli fu subito davanti, seguito dagli altri due; l'alieno alzò un braccio ghignando:- Addio, scimmione. Non preoccuparti, non ti sentirai solo nell'Aldilà. Ben presto tutti i tuoi compari ti raggiungeranno. Nessuno potrà fermarci!

Goku vide una sfera di energia formarsi nella mano dell'avversario, e seppe che era la fine; la consapevolezza di aver fallito lo faceva star male, ma accettò il suo destino, e fissò Xabaras aspettando la fine.

Ma il colpo non partì mai: in un istante una figura dai capelli dorati comparve alle spalle dell'alieno e lo colpì con un violentissimo calcio alla testa; totalmente sorpreso, Xabaras fu scagliato contro una montagna, che gli crollò addosso; stupiti dall'apparizione di quel nuovo avversario, Rabrax e Wriden non ebbero il tempo di reagire, e se lo ritrovarono addosso prima ancora di aver anche solo pensato di difendersi; Rabrax fu colpito da un violentissimo pugno al ventre che lo fece piegare in due, seguito da un calcio in girata che lo scagliò accanto al suo capo; Wriden cercò di colpire quella figura con un pugno, ma questa lo evitò; un'attimo dopo il guerriero sentì una voce provenire da dietro di lui:- Questo è per mia madre, carogna!

Un attimo dopo Goten, caricata un'Onda Energetica, la lanciò contro l'alieno, colpendolo alla schiena e scagliandolo contro gli altri due.

Soddisfatto, anche se sapeva di non aver fatto loro grandi danni, il ragazzo si inginocchiò accanto al padre:- Come stai, papà?

- Non molto bene, ma sono vivo...grazie a te, Goten.- rispose sorridendo Goku, e si tirò su, anche se a fatica; poi chiese, con voce cupa:- Mi dispiace per la mamma.

Non aveva avuto neanche bisogno di tentare di avvertire la sua aura: sapeva che se il figlio era lì e non al suo fianco voleva dire che Chichi era già morta.

Un'ombra calò sugli occhi di Goten, e Goku lo vide lottare contro le lacrime che volevano uscire; poi il ragazzo disse:- Sistemiamo quelli ora. Posso fare qualcosa.

Goku si voltò, e vide i tre guerrieri alieni rialzarsi:- No, temo di no.- rispose al figlio,- Sono troppo otenti perfino per me. Non so davvero che pesci prendere questa volta. Siamo in guai grossi. Le ho provate tutte, ma non li ho neanche scalfiti.

E poi venne l'illuminazione: in realtà c'era una cosa che non aveva tentato.

- Ripensandoci, forse c'è una cosa che potresti fare, Goten.- disse al figlio con un mezzo sorriso.

- Cosa?

- Ho bisogno che qualcuno li tenga occupati per un po'. Credi di poter riuscire a distrarli per qualche minuto?

Goten guardò i tre guerrieri che si stavano avvicinando e disse:- Sono molto più forti di me, ma posso provarci. Cos'hai in mente, papà.

- Tu tienili occupati per qualche minuto, dammi il tempo di caricare l'Energia Sferica.

- L'Energia Sferica? Credi che sarà sufficiente?

- Lo spero.- rispose cupo Goku,- Buona fortuna, ragazzo.

- Grazie.- rispose Goten, e si alzò in volo, dirigendosi verso i tre alieni. Senza perdere tempo, Goku alzò le braccia al cielo, e iniziò a richiamare energia da tutto ciò che lo circondava. Subito sopra di lui si formò una piccola sfera di energia azzurra, che iniziò lentamente a crescere sempre di più.

 

 

- Ora ve la vedrete con me, maledetti!- urlò Goten contro i tre alieni, che lo fissavano quasi divertiti dalla sua furia.

Xabaras fece un cenno a Wriden, che dopo aver armeggiato per qualche secondo con il rilevatore disse con voce piatta:- Livello quattro ad alto stadio, quasi ai limiti del cinque. E' un po' più potente di quanto rilevato, ma non di molto.

Rabrax sbottò in una risata:- Mi fai ridere, ragazzo! Sei debole, ti schiacceremo come un insetto!

- Questo lo vedremo, bastardo!- urlò Goten, e, dopo aver concentrato al massimo la propria energia, si lanciò contro i tre nemici.

I successivi secondi furono molto confusi: Goten cercò disperatamente di colpirli tutti e tre con una raffica fulminea di calci e pugni, ma i tre li evitarono o pararono tutti, poi Rabrax lo colpì con un calcio a mezzo busto scagliandolo in aria. Wriden gli fu subito sopra, e lo colpì con le mani giunte al ventre, scagliandolo verso il suolo. Xabaras lo aspettava, e Goten atterrò di schiena di schiena sul suo ginocchio, quasi spezzandosi la spina dorsale e sputando dalla bocca un grumo di sangue.

Il capo degli alieni lo alzò da terra tenendolo per la gola e gli disse, con un ghigno sadico dipinto sul volto:- Sei triste perché abbiamo fatto fuori la tua mammina? Tranquillo, ora ti manderò a raggiungerla!

Goten si sentì avvolgere dalla collera; gridò con tutto il fiato che aveva in corpo:- Sei...un...MOSTRO!!!-, poi colpì il braccio dell'alieno con la mano sinistra costringendolo a mollare la presa, e lo centrò con un pugno violentissimo al ventre con la destra.

Per la prima volta Xabaras sembrò accusare il colpo: l'armatura che indossava si riempì di crepe, e l'alieno si piegòp in due per il dolore; Goten fece per approfittarne e colpirlo con una sfera di energia, ma un istante dopo gli altri due gli furono alle spalle e gli bloccarono le braccia.

Xabaras si rialzò, il viso trasformato in una maschera di furore:- Come hai osato, mostriciattolo...ti farò a pezzi con le mie mani!

E cominciò a tempestare Goten di calci e pugni; il ragazzo, ancora bloccato, non poteva in alcun modo tentare di evitarli, e per un paio di minuti non fece che incassare; quando finalmente Rabrax e Wriden lo mollarono Goten scivolò a terra; si sentiva distrutto: doveva avere almeno un paio di costole rotte, il sangue gli usciva da almeno mezza dozzina di ferite, e faticava a reggere la trasformazione in Super Sayan. Ogni fibra del suo essere lo implorava di restare a terra e arrendersi, ma lui sapeva che il padre aveva bisogno di altro tempo per caricare l'Energia Sferica, quindi balzò in piedi e spiccò il volo verso l'alto, scagliando poi contro i tre alieni una raffica di sfere di energia; per un paio di secondi pensò di aver guadagnato un po' di tempo, poi i tre sbucarono dal fumo delle esplosioni e gli piombarono addosso; Rabrax lo colpì con un calcio al volto, scagliandolo contro Wriden; questo lo colpì alla nuca con una gomitata, sbattendolo verso terra; Xabaras lo aspettava, con una sfera di energia già formata nella mano; lo colpì in pieno, e l'esplosione lo scagliò a parecchi metri di distanza. Quando il ragazzino crollò al suolo i suoi capelli erano tornati neri.

Mentre Goten cercava disperatamente di rimettersi in piedi vide i tre guerrieri avvicinarsi, e capì di non avere scampo: non ce la faceva più, non avrebbe potuto resistere ancora; Xabaras, ghignante, ringhiò:- Stupido microbo. Pensavi davvero di poterci battere? Prima di farti fuori ti ridurrò tutte le ossa in polvere, al punto che mi implorerai di essere finito per smettere di soffrir...

- Goten, SCANSATI!!!

Il ragazzino girò la testa, e vide il padre con il volto concentrato e le braccia alzate verso il cielo; sopra di lui vibrava una grande sfera di energia azzurra; dimentico delle ferite, concentrò le sue ultime forze e schizzò via, lasciando i tre alieni attoniti a fissare la sfera.

Goku, vedendo il figlio al sicuro, portò avanti le braccia; l'Energia Sferica ondeggiò, poi partì in avanti, piombando sui guerrieri alieni; questi, troppo sorpresi da quel repentino attacco, non ebbero neanche il empk di scansarsi, e la gigantesca sfera piombò loro addosso, esplodendo.

Un'onda d'urto terrificante investì Goku e Goten; molte montagne crollarono mentre la terrificante potenza liberata da Goku scavava un profondo cratere nel terreno; dozzine di alberi furono sradicati, e il boato fu udito anche a decine di chilomentri di distanza. Poi tutto si acquietò.

 

 

Stremato ma felice, sapendo di aver appena vinto una battaglia tra le più difficili, Goku si avvicinò al figlio ferito, che si era appoggiato ad una roccia per stare in piedi.

- Come stai, Goten?

- Un po' malconcio, ma potrebbe andare peggio!- disse il quattordicenne con un mezzo sorriso,- L'importante è che ce l'abbiamo fatta.

- Già, ed è anche merito tuo!- disse il padre sorridendo,- Ora vieni, dobbiamo andare a rimetterci un po' in sesto; ci teletrasporteremo da Dende per farci curare, poi andremo a casa di Bulma. Temo che questa storia non sia ancora finita, c'è un'intera armata in orbita intorno alla Terra, ci servirà un po' di aiuto per sconfiggerli. Ora mettimi una mano sulla spalla.

Goten stava per fare quello che il padre gli aveva detto quando vide il suo sorriso tramutarsi in una smorfia di orrore; si voltò e il sangue gli si gelò nelle vene; attraverso la polvere che si stava diradando erano comparse le figure dei tre guerrieri.

 

 

Xabaras si scosse la polvere da ciò che restava della sua armatura; per qualche secondo aveva pensato veramente di stare per morire; il colpo di quel Sayan era stato veramente potente, ma in qualche modo aveva retto, ed in fondo se l'era cavata con qualche ferita superficiale e l'armatura malandata. Si voltò a guardare i suoi uomini: Wriden era conciato peggio di lui, con l'armatura a brandelli ed una grossa ferita che gli attraversava il petto, ma sembrava in condizioni abbastanza buone. Rabrax invece era quello messo peggio: non solo aveva diverse ferite su tutto il corpo, ma il suo braccio destro era troncato poco sopra il gomito; la sua mano e il resto del braccio eranop scomparsi, disintegrati da quella terrificante sfera di energia. Il guerriero mutilato era in ginocchio, e gemeva per il dolore tenendosi l'arto offeso con l'altra mano, ma nei suoi occhi non si tanto dolore quanto furia.

- I miei complimenti più sinceri,Sayan.- disse Xabaras rivolto a Goku,- Quel colpo mi ha fatto temere per la mia vita, lo ammetto. Purtroppo per te però siamo ancora in piedi; ora pagherete il dolore che ci avete inflitto moltiplicato per cento volte!

E prima che Goku potesse fare qualcosa l'alieno alzò un braccio, formò una sfera di energia e la scagliò contro Goten; il ragazzo non poté fare nulla per evitarla, e si trovò scagliato contro una delle ultime montagne rimaste in piedi; un attimo dopo esplose, e Goten sentì in proprio corpo squarciato in più punti dalla violenza dello scoppio, poi sentì le rocce crollargli addosso, infine il suo mondo diventò buio.

 

 

Goku rimase attonito per qualche secondo, non sentendo più l'aura di Goten, a fissare quella che doveva essere la tomba di roccia del figlio; poi si voltò verso gli alieni, il volto contratto in una smorfia di furore:- Questa me la pagherete cara!

E, con un urlo sovrumano, concentrò le proprie forze residue moltiplicate dalla rabbia e si trasformò nuovamente in Super Sayan di terzo livello, per poi gettarsi furiosaente contro i tre assassini della sua famiglia.

 

 

 

 

Una roccia si smosse; poi un'altra; infine una mano piena di escoriazioni uscì dal cumulo di detriti; passarono alcuni secondi, poi le pietre si sollevarono, ed un malandato ragazzo dai capelli neri uscì dai resti della montagna crollata.

Goten si sentiva sul punto di svenie di nuovo: non c'era punto del suo corpo ch non gli facesse male, il sangue gli usciva da almeno tre grossi squarci provocati dall'ultimo colpo che aveva ricevuto, le costole rotte gli facevano un male tremendo, il braccio destro, spezzato, gli pendeva senza vita al fianco, e la gamba destra gli faceva male al punto che faticava a stare in piedi. Era totalmente senza energie, e non riusciva neppure ad avvertire le aure del padre o dei suoi avversari.

Alzò gli occhi, e vide che la battaglia doveva essere finita: il campo di battaglia, pieno di crateri e di detriti, era silenzioso; i soli rumori erano quello del vento, che sollevava la polvere, e quello della pioggia, che aveva iniziato a cadere; doveva essere stato uno scontro infernale, ma chi lo aveva vinto?

Lentamente, zoppicando, il ragazzo iniziò a camminare attraverso quello scenario lunare; con il poco fiato che aveva chiamò:- Papà!

Gli rispose solo il vento; quel luogo sembrava completamente deserto; eppure non poteva credere che suo padre se ne fosse andato dopo aver sistemato quei mostri senza neppure cercarlo, che lo avesse dato per spacciato; doveva essere lì da qualche parte a medicarsi le ferite, troppo stanco per muoversi.

- Papà! Dove sei?- chiamò ancora il ragazzino, inoltrandosi nel campo di battaglia.

Nessuno gli rispose; e finalmente lo vide: sdraiato a terra in uno dei crateri, coperto di ferite e con i pantaloni ridotti a brandelli, c'era suo padre.

- Papà!- urlò, mentre un terribile presentimento si faceva largo dentro di lui.

Incespicando e ruzzolando, Goten scese nel cratere e si inginocchiò accanto al corpo del padre; il suo viso era sereno, e sembrava dormire, ma il suo petto non si muoveva.

- No...- mormorò sconvolto Goten, e mise due dita sul collo del padre; niente battito. Goku, suo padre, il più grande eroe della galassia e la persona a cui voleva più bene al mondo, era morto.

Mentre le lacrime gli scendevano lungo le guance Goten levò il viso verso il cielo e urlò tutto il suo dolore alle nuvole nere che, lasciando cadere la pioggia, sembravano anch'esse piangere per la morte di Goku:- NOOOOO!!!

E crollò al suolo privo di sensi.

 

 

 

 

 

Ogni mia aggiunta è superflua. Commentate in molti per favore, sono veramente curioso di sapere ora cosa ne pensate.

Per Ciuiciui: certo che Vegeta le sente, infatti è subito partito per raggiungere Goku; lui però non conosce la tecnica del teletrasporto, e purtroppo, come hai visto, non è arrivato in tempo.

 

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Capitolo 6
*** IL GIORNO PIU' OSCURO ***


Dragon Ball: The Last Fight

CAPITOLO CINQUE: IL GIORNO PIU' OSCURO

Alla Capsule Corporation l'atmosfera era molto tesa: tutti i guerrieri erano arrivati alla spicciolata poco dopo l'alba, e Bulma aveva spiegato loro quel poco che le aveva detto Vegeta. Da quel momento erano rimasti in salotto, in silenziosa attesa.

Nessuno di loro infatti aveva in realtà di cosa fare; Yamcho, dall'alba, camminava avanti e indietro davanti alla finestra con Puar appollaiato sulla sua testa, nonostante una nervosissima Bulma gli urlasse di continuo di fermarsi; Tensing e Rif erano in un angolo della stanza, con gli sguardi fissi al suolo, mentre nell'angolo opposto Junior, colore a parte, sarebbe potuto passare per la controfigura di Vegeta. Su una poltrona sedeva il vecchio Genio, arrivato con Oscar e la sua amica Tartaruga; la situzione era talmente tesa che neppure lui riusciva a spiccicare parola. Trunks, svegliato dalla madre, era appoggiato al muro accanto alla finestra, e ogni pochi secondi guardava fuori, sperando sempre di veder comparire la figura del padre.

I due divani al centro della sala erano occupati da Gohan e Crilin con le rispettive famiglie; il figlio di Goku ed il suo amico d'infanzia erano i più tesi: poiché Bulma aveva telefonato per primi a loro, erano i soli ad aver avvertito cinque potenti aure scontrarsi, e tra queste avevano riconosciuto quelle di Goku e Goten, senza però riuscire a capire chi fossero i loro avversari; Gohan, temendo per il padre ed i fratellino, ma preoccupato anche per la salvezza della sua famiglia, era rimasto per molto indeciso, e quando finalmente si era quasi deciso ad andare ad aiutarli nel giro di pochi minuti tutte e cinque le aure erano scomparse.

Il mezzo Sayan, anche se in preda ad un pessimo presentimento, alla fine aveva deciso che abbandonare da sole sua moglie e sua figlia e andare a cercare il padre e il fratell senza sapere quali avversari dovevano affrontare non era una buona idea, quindi aveva preferito recarsi subito da Bulma per cercare di capire cosa stesse succedendo; Crilin era giunto più o meno alla stessa conclusione. D'altronde nessuno dei due aveva grandi dubbi riguardo la conclusione del combattimento: avevano entrambi una fiducia ceca in Goku, ed erano sicuri che avesse sconfitto gli avversari, chiunque fossero, e che lo avrebbero trovato alla Capsule Corp.

Quando invece non lo avevano trovato i loro cattivi presentimenti si erano rinforzati, e con il passare dei minuti il nervosismo nell'aria si era moltiplicato.

La più tesa di tutti era Bulma: il ricordo degli occhi spaventati di Vegeta non usciva un istante dai suoi pensieri, e sentiva crescere nel suo cuore un senso di inquietudine terribile, come se sentisse che stava per succedere qualcosa di terribile. Nel complesso, la situazione era a dir poco surreale.

Fu perciò liberatorio sentire Crilin esclamare:- Sta arrivando Vegeta!

Subito tutti tesero i propri sensi, e sentirono effettivamente avvicinarsi l'aura del Principe dei Sayan. C'era però anche qualcos'altro.

- Non è solo.- borbottò Yamcho, che si era fermato di colpo davanti alla finestra,- C'è qualcun'altro con lui.

- E' vero.- confermò Junior, con voce cupa,- Un'aura molto indebolita. Non la riconosco.

- La sento anch'io.- confermò Gohan,- Ha qualcosa di familiare, ma non riesco a riconoscerla.

Tutti fissarono i propri sguardi sull'ingresso quando sentirono il Principe dei Sayan atterrare nel giardino; pochi secondi dopo la porta si aprì, e Vegeta entrò nella casa; il viso del Sayan era quello di chi ha subito un terribile shock; nei suoi occhi c'era un misto di paura, orrore e terribile sorpresa; nel complesso sembrava estremamente sconvolto; appoggiato alla sua spalla, ferito e quasi svenuto, con gli occhi gonfi e le guance rigate di pianto, c'era Goten.

- Goten!- urlò Gohan balzando in piedi; prese delicatamente il fratello e lo adagiò su uno dei divani. Mentre Videl e C-18, presa una cassetta di pronto soccorso, cercavano di medicare le ferite del ragazzino, con Trunks che fissava in modo alternato Vegeta e Goten con il terrore negli occhi, Bulma chiese al marito, che non si era mosso da quando era entrato:- Santo cielo Vegeta! Cosa è successo?

Vegeta disse soltanto, con la voce atona di chi non crede a ciò che ha visto:- Kaaroth è fuori...

Una coltre di gelo calò sui presenti; nelle menti di tutti si formò la stessa immagine; Yamcho e Tensing si precipitarono fuori, mentre Vegeta, mentalmente distrutto, crollava su una poltrona; i due guerrieri rimasero fuori per molto, poi entrarono, con le lacrime che rigavano i loro volti; portavano in braccio il corpo senza vita di Goku.

Un gelido silenzio calò sui presenti, che non riuscivano ad accettare ciò che stavano vedendo.

- No...non è possibile...- mormorò Crilin, disperato.

- Papà...- mormorò Gohan, sconvolto; ciò che vedeva non gli sembrava reale.

Tutti gli altri non riuscirono a spiccicare parola, mentre il pianto invadeva i loro volti; la vista del corpo senza vita del più grande eroe che il pianeta aveva mai conosciuto, del più grande amico di tutti loro e la tremenda consapevolezza che qualcuno lo avesse ucciso avevano stroncato tutti.

Solo Bulma, trai singhiozzi, riuscì a chiedere a Vegeta:- Ma cosa è accaduto?

Vegeta non rispose subito: quando, arrivato sul campo di battaglia, aveva visto il corpo di Kaaroth a terra, era stato come ricevere una martellata nello stomaco; il pensiero che il suo avversario di sempre fosse stato ucciso lo aveva annientato; neanche lui avrebbe saputo dire come aveva fatto a tornare a casa con il figlio più piccolo di Kaaroth ed il corpo dell'altro Sayan; alla fine si prese il volto fra le mani, e con voce distrutta riuscì a dire:- Non sono arrivato in tempo!

Nessuno dei presenti rispose, e tutti, con un solco terribile scavato nel cuore, continuarono a fissare il cadavere di colui che aveva sempre salvato il pianeta; una nuova consapevolezza si stava facendo strada nelle loro menti: se Goku, che era il più forte di tutti, era stato ucciso, da un nemico che neppure conoscevano, cosa potevano fare loro?

 

 

Arrivarono poco dopo l'alba, inattesi; Xabaras, terminato lo scontro con il Sayan e medicato il mutilato Rabrax, aveva comunicato alla flotta che la missione era compiuta, e che potevano procedere con l'invasione; subito una miriade di navette da sbarco si era staccata dalle navi più grandi, e si era diretta verso tutte le più grandi città della Terra; non appena tocavano terra torme di soldati, vestiti con armature verdi simili a quelle dei Sayan e dotati di armi a energia simili a quelle degli uoni di Freezer, sarcavano e prendevano d'assalto le città; l'esercito, mobilitato soltanto la sera prima, era tutto tranne che pronto, e anche se opponeva una strenua resistenza questa era fin da subito risultata inutile; infatti, se anche i soldati potevano competere con la massa degli alieni, non potevano nulla contro alcuni di loro, molto più potenti, che erano in grado di lanciare colpi energetici; non appena alcuni di questi, che avevano più o meno la funzione di ufficiali, attaccavano le forze dell'esercito, queste andavano in pezzi. L'invasione perciò procedeva ad una velocità terrificante.

L'ordine per i soldati era di non sterminare la popolazione civile, poiché i terrestri sarebbero stati ottimi schiavi, ma molti di loro ignorarono quell'ordine; fu un giorno apocalittico: città intere furono cancellate, milioni di persone morirono; molte persone pensarono che fosse arrivato il giorno dell'Apocalisse.

 

 

A Satan City le cose andarono come dovunque: l'esercito aveva tentato disperatamente di preparare difese e postazioni da combattimento in città, e con l'aiuto della popolazione avevano preparato un perimetro difensivo che avrebe potuto tenere testa ad un comune esercito e coinvolgerlo in una furiosa battaglia cittadina; di fronte alla marea di guerrieri alieni e alle centinaia di combattenti di potenza superiore che li accompagnavano però le difese collassarono nel giro di pochi minuti, e l'armata che difendeva la città si dissolse come neve al sole; ciò che restava della popolazione civile, decimata durante il combattimento, corse verso il palazzo di Mister Satan, con la speranza che il grande eroe potesse salvarli.

Ormai padroni della città, gli alieni si lasciarono andare al massacro più sfrenato; un gruppo di questi, vedendo la folla che si stava radunando davanti ai cancelli del palazzo, si diresse volando in quella direzione per sterminarla; erano a poche decine di metri dal palazzo quando una luce rosa li avvolse; un istante dopo una valanga di grottesche caramelle crollò al suolo. La gente terrorizzata si voltò: dietro di loro, in volo sopra il palazzo di Mister Satan, c'era uno strano essere rosa.

 

 

Mister Satan, anche se avvertito da Bulma, non aveva voluto credere che stesse veramente per accadere una catastrofe e, nonostante i consigli di Mister Bu aveva deciso di rimanere in città. Quando però gli alieni erano veramente passati all'attacco per la prima volta l'ormai anziano campione di arti marziali aveva mostrato decisione e un po' di coraggio, e vedendo la gente terrorizzata che si stava ammassando davanti al suo palazzo aveva organizzato velocemente una strategia con Mister Bu. Così, mentre il demone rosa teneva occupati i guerrieri alieni lui, radunati i pochi militari sopravvissuti, organizzava una evaquazione di emergenza della città. Per il momento stava funzionando, anche se, mentre aiutava la gente a salire sulle navette militari arrivate nel suo palazzo, Mister Satan, ogni volta che alzava gli occhi e vedeva Mister Bu fronteggiare le migliaia di soldati alieni, non risciva a trattenere un brivido di paura.

 

 

Mister Bu osservò le migliaia di querrieri che stavano convergendo verso di lui; non aveva paura, sentiva che anche i più forti erano comunque molto più deboli di lui, ma aveva un brutto presentimento; non sapeva perché, ma sentiva che quella sarebbe stata la sua ultima battaglia. Nonostante ciò però li aspettò senza muoversi di un metro.

- Chi diamine è questo?- chiese uno dei guerrieri, vestito con l'armatura rossa degli ufficiali,- Non sembra un normale terrestre.

- Non importa.- disse un altro, apparentemente di grado superiore,- Fatelo a pezzi!

Tutti i soldati puntarono le loro armi su Majin Bu, e gli ufficiali alzarono le braccia verso di lui; un istante dopo una vera e propria valanga di colpi energetici piombò sul demone, che fu subito avvolto dal fumo di decine di esplosioni; dopo circa un minuto i colpi cessarono, e gli alieni fissarono soddisfatti il fumo che si diradava, sicuri di non vedere neppure i resti di quello strano essere. La loro soddisfazione si trasformò in terrore quando videro che era perfettamente intatto, e li fissava con un ghigno sadico.

- Bel tentativo.- ridacchiò il demone,- Ora provo io, vediamo se so fare di meglio!

Majin Bu alzò il braccio destro verso il cielo, con il palmo della mano rivolto verso l'alto; subito si formò una sfera di energia rosa, mentre il demone urlava:- Attacco Genocida!

Un raggio di energia rosa si sollevò verso il cielo, dividendosi in migliaia di raggi più sottili, che andarono a colpire ciascuno un alieno diverso, trapassandolo da parte a parte; una valanga di cadaveri cadde sulle strade di Satan City, mentre i pochi sopravvissuti fuggivano terrorizzati.

- Bel colpo, mostro rosa.

Majin Bu si voltò nella direzione da cui proveniva la voce: un alieno, con un'armatura scura e un braccio solo, lo fissava ghignando.

- Mi hanno detto che quì c'è un tipo piuttosto ostico. Vediamo se lo sei abbastanza da vedertela con me. Grazie ad un simpaticone che ho conosciuto stanotte ho un solo braccio, ma mi basta e mi avanza per sistemare te!

Majin Bu, che normalmente non conosceva la paura, si sentì attraversare da un brivido: il suo presentimento si era appena materializzato, quell'essere era spaventosamente più forte di lui, e prima ancora di scontrarsi con lui il demone rosa seppe che la sua fine era arrivata; l'ironia della sorte gli sembrò incredibile: lui che era nato per distruggere la Terra e l'intero universo era destinato a morire tentando di difenderla. Per un istante ebbe la tentazione di fuggire, poi si ricordò di Mister Satan, dell'unica persona che lo aveva trattato da amico; sapeva che aveva bisogno di altro tempo per salvare quella gente. Pur sapendo che non sarebbe servito a molto, Majin Bu si preparò ad affrontare l'ultima battaglia della sua vita.

 

 

 

 

Rabrax si scosse dall'armatura la polvere rosa che vi si era posata; quello strano essere lo aveva tenuto occupato per parecchio, aveva combattuto con una ostinazione incredibile, aeva addirittura cercato di usare contro di lui quello strano trucco che aveva trasformato in dolci centinaia dei suoi compagni, ma alla fine era finito polverizzato. Il guerriero alieno si gurdò in giro, e vide che quel mostro rosa aveva ottenuto il suo scopo: la città era deserta, tutta la gente era fuggita.

Beh, in fondo non era un problema; stavano conquistando l'intero pianeta, dove potevano fuggire? Soddisfatto, volò via dalle rovine di Satan City, per raggiungere Xabaras e gli altri, che stavano continuando l'invasione.

 

 

 

Ecco quà il sesto capitolo. Mi dispiace, ma per qualche giorno non potrò aggiornare, perché vado in montagna. Vi prometto che al mio ritorno avrò pronto un nuovo capitolo per questa e anche per "Il destino di un principe".

Per Amy: spero di aver risposto alle tue domande; quanto all'originalità, non è facile inventarsi sempre qualcosa di totalmente imprevisto. Mi dispiace...

A presto, e buon anno a tutti! Vi prego, commentate in tantissimi, altrimenti finirò per pensare che non vi piace. Non è che posso far morire Goku ad ogni capitolo per farvi commentare in tanti!!! Dai, vorrei arrivare a dieci recenzioni in un capitolo!!!

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