The Time of Darkness di Marco1989 (/viewuser.php?uid=18039)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Festa di Compleanno ***
Capitolo 2: *** Dallo Spazio ***
Capitolo 3: *** Attacco a tradimento ***
Capitolo 4: *** LA GRANDE BATTAGLIA - I° PARTE ***
Capitolo 5: *** LA GRANDE BATTAGLIA - II° PARTE ***
Capitolo 6: *** IL GIORNO PIU' OSCURO ***
Capitolo 1 *** Festa di Compleanno ***
Dragon Ball: The Last Fight
Prefazione
Ciao a tutti!
Dopo il discreto
successo ottenuto con "The Last Fight", la mia precedente fiction, ho deciso,
nonostante abbia già in cantiere il suo seguito, di seguire il mio istinto, ed
iniziare una storia del tutto nuova; anche in questo caso sarà un
seguito di Dragon Ball Z, di poco successivo a questo, che perciò non
tiene conto della serie GT e, in questo caso, neppure degli ultimissimi della serie Z
( quindi niente Ub, tanto so che non mancherà a molti di voi, e
ad essere sincero neanche a me!). Al massimo, ma non sono sicuro di farlo, potrei
inserirlo più avanti nella storia, ma in modo diverso dall'anime.
In pratica questa
storia inizia circa sette anni dopo la sconfitta di Majin Bu, perciò Goku,
Vegeta e gli altri personaggi "anziani" sono praticamente uguali a come sono
dopo la battaglia con Majin Bu; Gohan è invece più simile a com'è nel GT; quanto
a Goten e Trunks, ve li sapete immaginare come adolescenti vero? Dovrebbero
avere quattordici e quindici anni. Pan e Bra
invece sono due bambine, soprattutto Pan che è appena nata.
In questa fiction tornerò ad uniformarmi
allo stile classico delle fiction su Dragon Ball di questo genere, ma il
mio stile personale resta lo stesso, quindi aspettatevi parecchia azione e anche
scene piuttosto tristi.
Un ultimo appunto per chi ha letto "The
Last Fight" e, come mi ha scritto, si è commosso: anche in questa fiction avrete
di che soffrire!
Scusatemi se vi ho annoiato con questa
premessa, e buona lettura a tutti!
CAPITOLO UNO:
FESTA DI COMPLEANNO
Bulma era in piedi dalle cinque di
mattina, e da circa cinque minuti più tardi stava lavorando in cucina, ma,
potendo finalmente ammirare il risultato della sua opera, dovette ammettere che
ne era valsa la pena: un enorme tacchino stava finendo di arrostire nel forno
assieme ad una vera e propria montagna di patate, e dalla mezza dozzina di
pentole e padelle che si trovavano sui fornelli arrivava una miscela di odori
che avrebbe resuscitato un morto più velocemente delle Sfere del
Drago.
Certo, era stata una faticaccia, soprattutto dopo che Trunks
e Vegeta si erano svegliati ed aveva dovuto sudare sette camice per tenerli
lontani dalla cucina; mettersi fra un Sayan affamato e il cibo può rivelarsi
simile a trattenere un leone per la coda, e Vegeta era arrivato a minacciarla di
spedirla dall'altra parte del pianeta con un calcio se non si toglieva dai
piedi, ma alla fine era riuscita a salvare il pranzo. E poi in fondo non
capitava tutti i giorni che una figlia compisse due anni.
Bra se ne stava in salotto, a giocare con Trunks ridenddo di
gusto, senza sapere che quello era un giorno importante per la sua vita. Per lei
erano molto più interessanti i piccoli giochi di prestigio che le mostrava suo
fratello, ai quali rispondeva con degli:- Ancora! Ancora!-
entusiasti.
Senza farsi notare troppo, Vegeta se ne stava appoggiato al
muro a guardare: quella bambina dai capelli azzurri, fin da quando era nata, era
riuscita in qualcosa che Trunks, pur con tutto il suo impegno, era riuscito a
fare in misura molto minore; aveva rubato il cuore al Principe dei Sayan, anche
se quest'ultimo si sarebbe fatto ammazzare prima di ammetterlo.
Nonostante questo però la sua dignità veniva prima di tutto,
e c'era voluto un bel po' per fargli accettare la decisione di Bulma di
organizzare una grande festa per il compleanno della bimba; passino i palloncini
appesi ovunque che ogni tanto si staccavano e gli rotolavano immancabilmente
frai piedi, passino quelle abominevoli strisce di carta appese ovunque che gli
umani chiamavano "festoni", passi anche quel mucchio inquietante di regali che,
in salotto, sfidava la legge di gravità e per il quale sua moglie aveva speso
più di quanto lui un tempo guadagnava vendendo un paio di pianeti, ma il fatto
di trovarsi in giro per casa quel mucchio di idioti amici di sua moglie che
gli ispiravano violenza a vista, trai quali ci sarebbe stato immancabilmente
anche Kaaroth, era veramente troppo!
C'era voluta una settimana di persuasione da parte di Bulma
per convincerlo a non fare troppe storie e a non fulminare il primo che sarebbe
entrato nella Capsule Corporation, e la prospettiva di un pranzo fuori misura
aveva contribuito non poco. E poi in fondo a Vegeta non dispiaceva troppo
festeggiare il compleanno della figlioletta.
Era ancora immerso nei suoi pensieri quando qualcuno suonò
alla porta; Bulma andò ad aprire, e nell'ingresso della Capsule Corporation
entrò Chichi, che subito abbracciò cordialmente Bulma consegnandole un grosso
pacchetto contenente l'ennesimo regalo per la piccola Bra; la seguì un
sorridente Goku, che scherzava con il figlio più piccolo, a tal punto che non si
sarebbe potuto dire quale dei due avesse veramente quattordici anni.
- Ciao Bulma!- la salutarono i due in coro.
- Goku! Goten! Benvenuti!
Esauriti i convenevoli di rito, mentre Chichi restava a
parlare con Bulma e Goten correva in salotto da Trunks Goku si avvicinò al
Principe dei Sayan,
- Ciao Vegeta!- lo salutò allegramente il Sayan più
giovane,- Tutto bene?
La risposta fu un grugnito scocciato, come a far capire che,
se fosse stato per lui, in quella casa non ci avrebbe messo neanche piede.
Divertito più che sorpreso da quella reazione, visto che
ormai aveva imparato a conoscere bene il Sayan più anziano, continuò
ridacchiando:- Allegro fin dal mattino, vedo!
Altro grugnito, se possibile ancor più scocciato.
- Ehm...non ho capito!- disse ingenuamente Goku, - Puoi
spiegarti meglio?
Per un attimo sembrò che Vegeta volesse incenerirlo con lo
sguardo, poi disse:- Ormai che sei quì, renditi utile. Andiamo nella Gravity
Room.
- Ai suoi ordini, principe!- disse ironico Goku, facendo una
specie di saluto militare; in realtà non aspettava altro che un bel
combattimento con il suo rivale di sempre; erano sempre piuttosto interessanti,
anche se solitamente ne uscivano piuttosto malandati.
Mentre si dirigevano verso la stanza sentirono appena Bulma
urlare loro:- Mettetevi un paio di tute da combattimento quando entrate, così
non distruggerete i vestiti. E non conciatevi troppo male!
Nonostante ciò, una volta entrati nella stanza, i due si
infilarono rapidamente due tute da combattimento e, dopo un breve riscaldamento,
alzarono la fgravità a trecento volte quella normale ed iniziarono a
combattere.
Mentre i due Sayan si allenavano gli altri invitati
arrivarono alla spicciolata: Yamcho e Puar, Crilin con tutta la famiglia, il
Genio delle Tartarughe con Oscar, perfino Tensing e Rif; mancava solo Junior, ma
nessuno si stupì troppo della sua decisione di non venire. Gli ultimi ad
arrivare furono Gohan e Videl, con la piccola Pan che sorrideva felice in
braccio alla madre. Quando finalmente i due, pieni di graffi ed escoriazioni ma
in condizioni migliori del solito, uscirono dalla Gravity Room, erano già tutti
a tavola.
- Siete sempre i soliti!- urlarono
Bulma e Chichi all'unisono con aria furiosa.
- Ma...ma cosa abbiamo fatto?- chiese
Goku mortificato, mentre Vegeta non fece una piega.
- Ma guardatevi!- ringhiò Bulma,
cercando però di non farsi vedere arrabbiata da Bra, che stava apprezzando
tantissimo quella festa,- Sembrate i sopravvissuti ad un'esplosione!
"Una?" pensò Goku ricordando il
combattutissimo scontro di poco prima, "Cinquanta!"
- Andate a medicarvi!- urlò acora
Bulma.
Goku annusò per un paio di secondi
l'arietta che si alzava dalla tavola imbandita, poi disse leccandosi i baffi:-
Sono solo graffi! Possiamo medicarci dopo! ORA HO UNA FAME TREMENDA, QUINDI
DIAMOCI DENTRO!
Mentre Bulma alzava le braccia in segno
di resa e Goku si fiondava al proprio posto, Vegeta, anche se non lo avrebbe
ammesso neanche sotto tortura, ringraziò mentalmente l'altro Sayan, per poi
piombare a sua volta sulla sedia e mettere al lavoro le mascelle.
Chichi finì di lavare i piatti ed
iniziò a metterli nel mobile; nonostante la mostruosa quantità di cibo
ingurgitata a pranzo, sia Goku che Goten avevano fatto una cena estremamente
abbondante, sporcando praticamente tutte le stoviglie della casa. Chichi
sospirò: i Sayan davanti ad un piatto di cibo erano peggio dei bambini. Quel
giorno a pranzo Vegeta, Goku, Trunks e Goten avevano tirato fuori il peggio
di loro stessi, divorando qualunque cosa passasse loro a tiro ad una velocità
impressionante. Non che comunque gli altri fossero stati da meno: Crilin, Yamcho
e Tensing, preoccupati di restare senza niente, avevano tirato fuori dal loro
repertorio una velocità simile a quella dei Sayan, tutti tranne Gohan, che
sapeva che a lei sarebbe venuto come minimo un colpo vedendolo mangiare in quel
modo.
A parte quel particolare era stata
veramente una bella festa, al punto che al momento del brindisi, dopo che Bra
aveva scartato tutti i regali, perfino Vegeta aveva alzato il calice con gli
altri.
In quel momento Chichi si sentiva
veramente felice della sua vita, ma nonostante questo, e nonostante l'assoluta
mancanza di cooperazione da parte di Goku, che dormicchiava seduto sul divano,
non poteva fare a meno di continuare a brontolare. In quel momento il suo
bersaglio era Goten, con la sua scarsa voglia di impegnarsi a scuola:- Inzomma,
non è che tu vada male, lo so, ma studi appena quel minimo indispensabile per
non essere bocciato. Non sei stupido, potresti andare bene come Gohan! Ma invece
perdi tempo a spasso dietro le ragazze!
Goten, seduto a fianco del padre,
sospirò: sua madre non lo avrebbe mai capito, ma lui non era come Trunks. Che
poteva farci se i libri di scuola erano una cosa per cui provava pochissimo
interesse? Ogni minuto oltre lindispensabile che vi passava sopra per lui era
tempo rubato ad altre attività molto più gradevoli, e questo non poteva
cambiarlo, né voleva cambiarlo. Accese distrattamente la televisione per non
sentire i rimbotti della madre, e nel giro di pochi secondi le immagini che
vedeva sullo schermo gli tolsero completamente dalla testa i discorsi di
Chichi.
- Insomma, se proprio non hai voglia di
studiare dovresti cominciare a pensare a trovare un'altra strada...ma mi stai
ascoltando?- chiese Chichi, stupita per la mancanza di reazzioni del figlio.
Lasciò perdere i piatti ed entrò in salotto: Goten era in ginocchio sul tappeto,
con il viso a due centimetri dalla televisione.
Contrariata, Chichi disse:- Ma insomma,
io per chi parl...-
- Sssssh!- sibilò Goten, mettendosi un
dito davanti alle labbra.
Chichi si bloccò di colpo, troppo
stupita di essere stata zittita in quel modo dal proprio figlio.
Goten non ci fece neanche caso, e
tirando il padre per la manica urlò:- Papà! Papà svegliati, presto!
Goku grugnì, poi aprì gli occhi e se li
stropicciò sbadigliando:- Ma cosa c'è...io stavo dormendo così
bene...
- Guardà la tv, guarda cosa sta
succedendo!- insistette Goten sovraeccitato.
Goku e la moglie iniziarono a fissare
lo schermo, e subito capirono perché il figlio fosse rimasto così
impressionato.
Era in corso una edizione speciale del
telegiornale, e l'annunciatore stava parlando di una notizia di enorme
importanza:-...ciò che è accaduto continua a sembrare incredibile a tutti gli
scienziati, ma ormai è stato ampiamente confermato che nel pomeriggio di oggi
tutti i sensori militari posti nello spazio antistante la Terra hanno
individuato un numero imprecisato di corpi estranei delle dimenzioni di una
grande città, che sono state, fino a prova contraria, identificate come
astronavi di provenienza sconosciuta. E'stato impossibile compiere ulteriori
indagini sul contenuto di queste navi spaziali, poiché apparentemente sembrano
essere circondate da una sorta di campo elettromagnetico che respinge qualsiasi
indagine mediante radar o altri strumenti. Ogni tentativo di comunicazione in
tutti gli idiomi conosciuti è stato inutile, ed è stato impossibile appurare se
questi visitatori alieni siano amici o ostili. Per precauzione è stata ordinata
la mobilitazione generale, e tutte le Regie Forze Armate sono state messe in
stato di allarme; nelle città è stato ordinato il coprifuoco...
Goku a quel punto si alzò; non che
fosse stupito, ne aveva passate troppe nella sua vita per poter essere ancora
sorpreso da qualcosa, ma quella notizia lo aveva colpito, e gli aveva procurato
una strana sensazione: una fredda inquietudine era entrata nella sua mente, e
non sembrava volersene andare.
Uscì sul portico senza parlare, ed alzò
gli occhi al cielo, tendendo al massimo i propri sensi nel tentativo di
avvertire qualsiasi sensazione provenisse dallo spazio, ma non sentì
nulla.
Goten lo raggiunse, e gli disse:- Non
riesci a sentire nulla, vero?
- No.- disse cupo Goku,- Quelle
schermature bloccano anche i nostri poteri.
- Ma la senti anche tu, vero? Questa
sensazione di gelo...di pericolo imminente.
Goku guardò negli occhi il figlio, e
l'adolescente poté leggere negli occhi del padre un'inquietudine che mai vi
aveva visto. Sentiva il pericolo, e per la prima volta in vita sua sembrava
averne paura.
Ecco pronto il primo capitolo! Spero di
avere almeno destato la vostra curiosità! Ditemi per favore cosa ne pensate,
perché se dovessi avere pochissimi commenti potrei pensare di non
continuarla...scherzo, la continuerò anche se avrò un solo commento, per
quell'unica persona a cui è piaciuta!
A presto!
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Capitolo 2 *** Dallo Spazio ***
Dragon Ball: The Last Fight
CAPITOLO DUE: DALLO
SPAZIO
Nello spazio antistante la Terra le stelle erano coperte
dalle immense sagome di gigantesche astronavi dalla forma quasi cilindrica, pur
con molte protuberanze che davano loro un'aria irregolare; si muovevano
lentamente, ma decisamente verso il terzo pianeta del sistema solare; erano già
oltre la luna, e nel giro di poche ore sarebbero entrate nell'atmosfera
terrestre.
Nella più grande di queste, che si trovava in testa alla
immensa flotta, all'interno di una delle protuberanze, una sorta di cupola
formata da una sostanza trasparente, il comandante di quelle astronavi
osservava interessato la terra.
Benché le sue fattezze avessero qualcosa di umanoide, il suo
aspetto era quello di un rettile bipede alto più di due metri: il suo corpo era
ricoperto di scaglie verdastre; la sua testa, simile a quella di un coccodrillo
dalle mascelle corte e piene di denti appuntiti da predatore, era priva di
capelli, ed era illuminata da due occhi rossastri simili a quelli dei serpenti;
braccia e gambe, che mostravano dei poderosi muscoli, terminavano con dita
artigliate; in particolare i piedi, che poggiavano su tre dita, con un quarto
rivolto all'indietro come negli uccelli, erano armati di artigli ricurvi e
affilati; dietro di lui ondeggiava una lunga coda squamosa che terminava in una
specie di lama affilata.
Indossava una ricca armatura bianca, damascata e abbellita
da strani alamari dorati e da simboli simili a geroglifici, ma che non avevano
nulla di terrestre; per il resto, l'armatura era inquietantemente simile a
quella usata dal popolo Sayan, comprese le protezioni laterali sulle spalle.
Sulla sua schiena pendeva un mantello color porpora, e sulla sua testa si
trovava uno strano diadema, che emanava misteriosi bagliori metallici diversi da
quelli di qualsiasi minerale terrestre.
L'essere misterioso era seduto su una sorta di trono
arabescato posto al centro di una stanza piena di misteriosi marchingegni e
schermi di attrezzature simili a futuristici computer, intorno ai quali
scorrazzavano dozzine di altri esseri quasi uguali a lui, solo più piccoli e
vestiti molto meno riccamente. Alla fine uno di questi si avvicinò al comandante
e, dopo essersi inginocchiato davanti a lui, disse:- Vostra maestà, la Terra è
entrata nel raggio dei nostri sensori. Abbiamo già eseguito una serie di
scanzioni per appurare le capacità difensive dei terrestri e per identificare
eventuali energie combattive particolarmente sviluppate.
- Eccellente, Hari.- disse quello che evidentemente doveva
essere il re alieno con voce sibilante,- Quali sono i risultati?
- L'esercito terrestre appare numeroso e ben armato, ma la
loro tecnologia è decisamente inferiore alla nostra, e ovviamente le loro armi
non possono nulla contro i nostri guerrieri più potenti. Quindi, anche se
dovessero opporre una strenua resistenza, non potranno in alcun modo fermare la
nostra invasione. Nel giro di pochi mesi dovremmo essere in grado di poterci
stabilire sulla Terra in modo definitivo.
- Addirittura tra qualche mese?- chiese il re leggermente
contrariato,- Perché così tanto tempo?
- Beh, vostra maestà,- proseguì Hari, intimorito da come
avrebbe potuto reagire il re alle notizie successive,- le scanzioni hanno
rilevato che sulla Terra vi sono parecchi guerrieri di livello superiore al
primo, che come sa è quello base, a cui appartiene anche la massa dei nostri
soldati; stranamente però quasi nessuno di questi appartiene alle forze
militari.
- Mmmmh...- mormorò il re,- Interessante.
Continua.
- Abbiamo identificato un numero imprecisato, ma comunque
piuttosto consistente di guerrieri di secondo livello, quindi esperti nel
combattimento, ma incapaci di concentrare la propria potenza ed usarla come
arma; però da analisi più dettagliata abbiamo scoperto che quasi la metà di
questi ha le potenzialità per raggiungere il terzo livello; di guerrieri di
questo tipo ne abbiamo identificati almeno cinque, a vari stadi intermedi di
potenza.
- Cinque guerrieri di terzo livello...veramente
interessante. Non mi aspettavo di trovare tanti guerrieri potenti su un pianeta
come la Terra. Comunque non sono assolutamente in grado di
impensierirci.
- C'è dell'altro, signore!- proseguì Hari, quasi con fatica,
sapendo di aver riservato le notizie peggiori per ultime,- E' a questo punto che
le cose si fanno strane: abbiamo identificato quattro guerrieri di quarto
livello, e nessuno di essi è un vero terrestre. Uno di essi mostra energia
aliena di un tipo simile a quello riscontrato su quel pianeta che abbiamo
polverizzato pochi mesi fa, Namecc, ma molto superiore. Un'altro ha poteri di un
tipo del tutto sconosciuto, ma le altre due...le altre due sono energie
Sayan!
- COSA!?
L'urlo del regnante attraversò tutta la sala, e l'equipaggio
dell'ammiraglia si ristrasse intimorito vedendolo balzare in piedi.
- Sayan...- disse, con voce più calma, ma decisamente
sorpresa,- Due Sayan ancora vivi, e per di più di livello superiore.
Incredibile. Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere. In ogni caso non
saranno due sopravvissuti Sayan a preoccuparci.
- Non...non due, signore.- riuscì a dire ancora Hari, che a
quel punto iniziava a temere per la propria vita,- Abbiamo identificato in tutto
cinque energie riconducibili ai Sayan; tre sono distorte, come se fossero un
miscuglio con un altro tipo di energia, ma due sono appartengono evidentemente a
due individui puri di razza Sayan. Oltre ai due ibridi di quarto livello ve n'è
uno di quintoi, e poi i due Sayan puri: uno è di quinto livello, ad uno stadio
molto avanzato, ma l'altro è addirittura di sesto livello, ed è senza ombra di
dubbio l'essere più forte del pianeta.
- Cinque Sayan ancora vivi, di cui uno addirittura di sesto
livello...- mormorò il re, che a quel punto era decisamente stupito,- E'
incredibile; mai avevo sentito parlare di guerrieri di quella razza infame tanto
potenti. Questo pianeta si sta rivelando una miniera di sorprese. Questi
guerrieri potrebbero essere un problema, sono potenti abbastanza da spazzare via
la massa delle nostre armate con un solo colpo energetico sparato da una mano.
Dovrò prendere provvedimeti. Beh, in fondo non importa! Il nostro popolo ha già
sconfitto i Sayan, e non sarà poi difficile farlo di nuovo. Grazie delle tue
informazioni, Hari. Ora vai.
- Vostra maestà!- disse alzandosi in piedi e inchinandosi al
re, e fece per andarsene, poi si voltò e aggiunse:- Mi scusi, ho dimenticato un
particolare; si ricorda quelle sfere magiche di cui quel namecciano ferito
a morte ci ha parlato, quelle che avevano il potere di esaudire i desideri?
Abbiamo appurato che ne esistono delle altre anche sulla Terra, custodite da un
terrestre e da un namecciano di livello inferiore in un edificio posto in cima a
un obelisco.
- Ah, già. Le "Sfere del Drago". Non credo in queste magie
da quattro soldi, ma se per i terrestri possono risultare importanti ci
occuperemo anche di quelle. Intanto vai, e mandami Xabaras; digli di portare con
se anche Rabrax e Wriden. Ho un lavoro per loro.
L'alieno si inchinò e scizzò via mentre il re si sedeva
nuovamente sul trono. Meno di un minuto dopo tre alieni, grandi poco meno del re
e vestiti con scure armature da combattimento decorate, anche queste simili a
quelle dei Sayan, e con mantelli neri che svolazzavano alle loro spalle,
entrarono a passo di marcia nella sala e si inginocchiarono di fronte al re;
pochi istanti dopo uno di essi chiese con voce rispettosa:- Abbiamo ricevuto la
sua chiamata, maestà. Quali sono i suoi comandi?
- Alzati, Xabaras, e anche voi, Rabrax e Wriden.- e, mentre
i tre soldati si alzavano, aggiunse:- Ho un compito per voi. Come saprete, siamo
ormai arrivati in vista della Terra; la scanzione delle energie di combattimento
ha riscontrato la presenza di un certo numero di guerrieri molto potenti. Fra di
essi sono stati individuati ben cinque Sayan.
- Sayan?- chiese stupito l'alieno chiamato Xabaras, che era
il più grosso e apparentemente comandava gli altri due; su quel popolo
aveva udito solo antichi racconti.
- Già, so che vi sembrerà incredibile, ma ci sono veramente,
ed hanno tutti un livello uguale o superiore al quarto. Uno raggiunge
addirittura il sesto.
- Incredibile...- mormorò Rabrax, il più basso dei due
compagni di Xabaras, che non aveva mai avuto a che fare con guerrieri tanto
potenti.
- Allora,- proseguì il re,- come avrete capito, questi
guerrieri sono un pericolo per la nostra invasione; nessuno dei
nostri, neppure gli appartenenti alle forze speciali, supera il quarto
livello...nessuno tranne voi. Sarà perciò vostro compito occuparvi di questi
Sayan. Dovete trovarli e ucciderli senza pietà. Inizierete dal più potente, Hari
vi darà le coordinate presso le quali potrete trovarlo. Individuatelo,
affrontatelo e fatelo fuori. Non appena ci comunicherete di averlo abbattuto,
noi daremo il via all'invasione. Degli altri meno potenti ci occuperemo in
seguito.
Xabaras e gli altri si batterono il pugno destro sul petto e
il capo disse:- Non la deluderemo, sire. Porteremo a termine la
missione.
- Ne sono più che sicuro; i tuoi compagni raggiungono
entrambi il settimo livello, e tu addirittura l'ottavo. Dopo di me siete i più
potenti della nostra razza. Nessuno sporco Sayan potrà mai competere con voi.
Ora andate, e tenete alto l'onore della razza Helliash.
Dopo un ultimo inchino, i tre guerrieri uscirono dalla
sala.
Pochi minuti dopo tre navette monoposto di forma cilindrica
si staccarono dall'ammiraglia, dirigendosi verso la Terra. Appena furono entrate
nell'atmosfera presero deciamente la direzione dei monti Paoz.
Ecco a voi il secondo capitolo! Dal prossimo inizieranno le
battaglie! Spero che la descrizione di questi alieni vi piaccia, so che non è
molto originale, ma non ho trovato di meglio.
Una piccola annotazione riguardo ai nomi: ho voluto dare ad
alcuni di loro un piccolo significato, sia per essere ricercato ( eheheh! ) sia
perché si prestava bene. Spero che nessuno mi accusi di plagio, ma il nome del
capo dei tre incursori l'ho preso di sana pianta da quello del primo avversario
di Dylan Dog; se qualcuno di voi ha letto " L'alba dei morti viventi", saprà
quindi che è l'anabramma di Abraxas, uno dei nomi del Diavolo. Vi assicuro che
con il procedere della storia si dimostrerà degno di questo nome. Del resto,
anche nel nome della razza si riconosce la parola Hell, Inferno.
Detto questo, passiamo alle risposte ai commenti:
Per Miki: se vuoi sapere chi ci sarà in questa storia, ti
annuncio che ci saranno più o meno tutti i personaggi dell'anime, più qualche
new entry.
Per AgeteV: ben arrivata in questa gabbia di matti! Per
inciso: beata te che ami la matematica!
Per Camylla: soddisfatta delle risposte?
A presto!
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Capitolo 3 *** Attacco a tradimento ***
Dragon Ball: The Last Fight
CAPITOLO TRE: ATTACCO A
TRADIMENTO
- Si hai capito bene, Yamcho; Goku ha detto che
l'appuntamento sarà domani quì alla Capsule Corporation. Non sappiamo se questi
alieni siano ostili, ma lui preferisce prepararsi all'eventualità peggiore. Va
bene, ci vediamo domani. Ciao.
Vegeta, seduto sul divano in salotto, sbuffò sentendo
la moglie attaccare e subito comporre un altro numero. Mentalmente stava
maledicendo Kaaroth per quell'idea. Il Sayan più giovane aveva detto di avere
una brutta sensazione riguardo a quei misteriosi extraterrestri, e subito la
moglie si era buttata a capofitto nell'organizzazione di quella specie di
consiglio di guerra; il Sayan era disgustato dall'idea di avere di nuovo in casa
tutti quegli idioti che l'avevano invasa il giorno prima.
Nonostante tutto però, per quanto detestasse
ammetterlo, per una volta era d'accordo con Kaaroth: anche se non sentivano aure
pericolose, si sentiva inquieto, e sentiva che in quei misteriosi visitatori si
nascondeva un pericolo immane. Da quando erano comparse quelle astronavi uno
strano sentimento albergava nel suo cuore, un senso di malessere che non lo
faceva stare tranquillo; sembrava incredibile, ma il Principe dei Sayan dovette
ammettere a se stesso di avere paura; molta paura. Lui, che era andato incontro
alla morte senza tremare, in quel momento era terrorizzato. Si voltò verso le
scale, che portavano alla camera dove Trunks e Bra dormivano tranquilli; Vegeta,
oltre che per se, temeva per loro, e anche se ancora non si erano manifestate
minacce si sentiva come incapace di proteggerli. Quello strano timore lo faceva
infuriare, perché secondo lui un vero Sayan non avrebbe dovuto avere paura, ma
non riusciva in alcun modo a mandarlo via.
All'improvviso, mentre la moglie parlava al telefono,
un lampo attraversò la mente di Vegeta: aveva avvertito qualcosa; il Sayan si
alzò in piedi e tese al massimo i suoi sensi per identificare quella sensazione;
pochi secondi dopo non aveva più dubbi: tre potentissime aure erano appena
comparse, e per quel che riusciva a capire arrivavano dallo spazio e si stavano
dirigendo rapidamente verso la casa di Kaaroth; troppo velocemente.
"Si comincia!" pensò Vegeta, quasi sollevato.
Preferiva di gran lunga un nemico da affrontare faccia a faccia a quella strana
paura che si era impadronita di lui; mentre si dirigeva verso l'ingresso però
non poté fare a meno di rabbrividire sentendo quanto potenti fossero quelle tre
creature che si dirigevano verso l'abitazione dell'altro Sayan, e un tremito lo
attraversò mentre si chiedeva cosa avrebbe fatto se avesse scoperto che quel
senso di inquietudine era fondato.
Vedendolo piombare nell'ingresso e aprire la porta di
casa Bulma gli chiese, sorpresa:- Vegeta? Dove...?
- Non ho tempo.- rispose secco il Sayan,- Richiama
tutti. Dì a quegli inutili di venire quì subito; la riunione si fa stanotte.
Lascia perdere Kaaroth; a chiamare lui ci penso io. Sbrigati!- e uscì di corsa
nel cortile.
- Ma insomma!- esclamò contrariata Bulma, che però
era in realtà molto preoccupata per l'espressione tesa che aveva letto sul volto
del compagno, un'espressione che era del tutto nuova sul volto di Vegeta,- Si
può sapere cosa sta succedendo?
Vegeta si voltò, e con voce seria disse:- I guai sono
già arrivati, e sono molto, molto grossi.
E detto questo si trasformò di colpo in Super Sayan,
e spiccò il volo, scomparendo in pochi secondi e lasciando dietro di se una scia
dorata e una Bulma terrorizzata dalla paura che aveva, per la prima volta nella
sua vita, letta negli occhi di Vegeta.
Goku, incapace di stare tranquillo, continuava a
passeggiare avanti e indietro nel salotto della sua casa, troppo nervoso anche
per mantenere i sensi all'erta. Probabilmente se in quel momento qualcuno gli
avesse messo una mano su una spalla lo avrebbe fatto schizzare fin sulla luna.
Per un attimo, passando dietro il divano, invidiò
Goten, che dopo i primi momenti di timore si era messo tranquillo sul divano
accanto alla madre a guardare il telegiornale, che continuava a trasmettere gli
ultimi aggiornamenti sulla situazione.
Non era riuscito in nessun modo a scrollarsi di dosso
quella tremenda sensazione di inquietudine; era come se sentisse avvicinarsi un
pericolo, e avesse una tremenda impressione di non poterlo affrontare. Temeva
per quelle due persone che in quel momento sedevano sul divano, per Gohan e la
sua famiglia, che forse ancora neppure sapevano cosa stesse accadendo, e per
tutta l'umanità; Goku si era sempre sentito in debito verso quel mondo che lo
aveva adottato, e il fatto di non sentirsi in grado di difenderlo per l'ennesima
volta lo sconvolgeva.
Si bloccò davanti alla porta e si portò le mani alla
testa: doveva calmarsi; in fondo per il momento non si era palesata alcuna
minaccia; forse stava esagerando, forse non sarebbe accaduto nulla.
Forse...
Accadde tutto in pochi secondi: in quell'istante di
calma avvertì all'improvviso tre aure terrificanti vicine alla sua casa, poi un
colpo in arrivo, ed ebbe a stento il tempo di urlare:- Goten!!! Chichi!!! A
TERRA!!!- prima che i muri della sua casa esplodessero in mille pezzi, ed una
montagna di detriti crollasse addosso a lui e alla sua famiglia.
- Buon colpo, capo.- disse Rabrax, rivolto a Xabaras,
che teneva ancora alzato il braccio dal quale, pochi secondi prima,
aveva fatto partire la sfera di energia che aveva sbriciolato la casa dove il
computer dell'astronave ammiraglia aveva riscontrato la presenza del Sayan più
potente e di uno di quelli più deboli. Benché non temesse affatto quel
guerriero, sapendo grazie al computer di essere molto più potente di lui, il
guerriero alieno aveva cercato di evitare il combattimento, e aveva tentato di
colpirlo di sorpresa.
- Però non è stato sufficiente.- borbottò Wriden,
armeggiando con uno strano apparecchio simile ad un orologio che teneva al
polso,- Il rileatore indica che la potenza del Sayan è ancora al
massimo.
Un istante dopo, come a conferma delle sue parole, le
macerie esplosero, e un uomo dai capelli neri, vestito con una tuta arancione,
che sosteneva per un braccio un ragazzo simile a lui, con una faccia stordita;
il suo volto era contratto in una smorfia di rabbia.
Goku squadrò quei tre mostruosi esseri per un
istante, e fu ancora una volta spaventato dalla potenza che emanavano, ma sapeva
che c'era un problema più immediato di loro; si voltò perciò verso il figlio e
gli disse:- Goten? Stai bene? Ti reggi in piedi?
Il ragazzo si massaggiò la testa e mormorò:- Credo di
si...dov'è la mamma?
- Non lo so...- mormorò Goku, tenendo sempre un
occhio fisso su tre alieni,- Deve essere ancora sotto le macerie. Aiutami,
dobbiamo tirarla fuori!
I due Sayan iniziarono subito a scavare, e Goku
cercava disperatamente di avvertire l'aura della moglie per trovarla, ma un
isante dopo fu interrotto dalle parole di uno degli aggressori:- Credi di
poterci ignorare, Sayan? Voltati ed affronta il tuo destino!
Goku si voltò verso di loro, con la tremenda
tentazione di passare all'attacco per primo, ma riuscì a contenersi e chiese,
con una voce dura come l'acciaio:- Perché? Perché l'avete fatto?
- Perché tu sei l'essere più forte del pianeta, e per
noi che lo vogliamo conquistare sei il nemico più pericoloso. Fatto fuori te, le
cose per il nostro esercito saranno molto più semplici. Non negherò comunque che
per me fare fuori un Sayan sarà un vero piacere!
Goku non lo diede a vedere, ma quelle parole lo
avevano colpito duramente: probabilmente era stato il timore, ma aveva sperato
che ci fosse un'altra spiegazione a quell'improvviso attacco, soprattutto perché
questo significava dover affrontare quei tre strani alieni, e lui sentia che non
sarebbe stata una cosa semplice.
- Ma voi chi siete? Perché volete conquistare la
terra?- chiese ancora Goku, nel tentativo di guadagnare tempo per permettere al
figlio di trovare Chichi.
- Questo non ti interessa, Sayan. Tanto qualsiasi
cosa ti potremmo dire non ti servirebbe a molto, tra poco non sarai più in
questo mondo.
Quella risposta, data con una voce talmente gelida da
sembrare un ghiacciaio, colpì ancora più duramente Goku: lo scontro era
inevitabile, a quanto pareva, e lui per la prima volta nella sua vita aveva una
paura terribile.
- Papà! L'ho trovata!
Il Sayan si voltò di colpo verso il figlio, dimentico
dei nemici; Goten stava febbrilmente scavando per estrarre la madre dalle
macerie; Goku fu subito al suo fianco, e lo aiutò ad estrarre il corpo di Chichi
dalle macerie; il suo cuore saltò un battito: il petto della moglie era
attraversato da un pezzo di ferro, che entrava da davanti e usciva dalla
schiena. Il sangue aveva formato una pozza sotto il suo corpo, e la donna
respirava a fatica.
- No...- mormorò Goku, senza riuscire a staccare gli
occhi dalla moglie; la prese in braccio e le disse, con voce tremante:- Chichi
ti prego svegliati! Ti prego...
- Mamma...- mormorò Goten, sulle cui guance
iniziavano a scorrere le lacrime.
- G...Goku...- mormorò la donna, aprendo lentamente
gli occhi.
- Chichi! Chchi, stai tranquilla, ora ci sono io con
te!- esclamò il Sayan, che sembrava stare trattenendo a stento il pianto. Non
poteva credere che quella moglie che aveva sempre amato tanto ora giacesse
morente fra le sue braccia. Perché lo aveva capito fin dal primo istante, e il
tremore della sua aura lo confermava: a Chichi restava poco da
vivere.
- Goku...ho tanto freddo...- mormorò la
donna.
- Tranquilla, Chichi. Ci penso io...- e si tolse la
camicia, distendendola sul corpo della moglie, stando attento a non toccare il
ferro.
- G...Goku...ho paura...
- Stai tranquilla, Chichi! Te la caverai...te la
caverai...- balbettò Goku, che si sentiva disperato come mai nella sua
vita.
- Mamma...ti prego...non lasciarmi!- esclamò Goten,
abbracciando la madre.
- Ma che bel quadretto!- ghignò Xabaras,- Mi spiae
interrompervi, ma temo proprio che il vostro tempo sia scaduto.
Goku si alzò: attraverso le lacrime Goten poté vedere
uno strano fuoco ardere nei suoi occhi; il Sayan disse al figlio, con voce
dura:- Goten, stai vicino alla mamma.
Goku si voltò verso i tre alieni e disse:- Io non so
chi voi siate, e sinceramente non mi importa; non dovevate fare del male a mia
moglie. Spostiamoci di quì, e vi farò vedere quanto sia pericoloso toccare la
famiglia di un Sayan!
- Combattivo, eh?- disse Xabaras rivolto agli altri
due,- Proprio come raccontavano le leggende, questi scimmioni non sanno mai
quando non possono vincere. E va bene, spostiamoci pure. Tu vai, noi ti veniamo
dietro.
Goku non se lo fece ripetere: si levò in volo e si
allontanò verso sud, seguito dai tre guerrieri alieni, lasciandosi dietro le
rovine della sua casa e il figlio accanto al corpo della madre morente. Non poté
evitare di chiedersi se li avrebbe più rivisti.
Ecco a voi anche il terzo capitolo! Dal prossimo si
comincerà davvero a fare sul serio; sarà uno dei capitoli migliori che
abbia mai scritto, ve lo prometto! Spero che per ora questo ultimo parto
della mia mente psicotica vi piaccia!
Commentate numerosi per favore!!! Altrimenti mi sento
abbandonato!!!
A prestissimo!
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Capitolo 4 *** LA GRANDE BATTAGLIA - I° PARTE ***
CAPITOLO QUATTRO: LA GRANDE
BATTAGLIA - I° PARTE
Goku scese a terra in una
piccola valle incassata frai monti, seguito subito dai tre guerrieri alieni, che
però rimasero in aria, levitando a una ventina di metri dal suolo davanti a lui;
nei suoi occhi si poteva leggere un furore mai visto prima. Il Sayan rimase
immobile e silenzioso, a fissare i suoi avversari. Nel suo cuore per la prima
volta sentiva albergare un odio selvaggio.
- Non so perché voi siate venuti
sulla terra, ma vi assicuro che state per pentirvene.- ringhiò, con un tono che
non aveva mai usato nella sua vita, e che ricordava tremendamente quello di
Vegeta.
- Inutile che tu cerchi di fare
il duro.- disse con un sorriso malvagio Xabaras,- Ti ho già detto che non ci
impressioni.
- Credo che voi non abbiate
ancora capito con chi avete a che fare.- sibilò Goku stringendo le mani a pugno,
mentre sassi detriti iniziavano a sollevarsi da terra intorno a lui e la
sua aura si concentrava.
- Credo che quì il solo a non
aver capito sia tu.- ghignò Rabrax, tenendo le braccia incrociate sul petto in
una posa annoiata,- Siamo molto più forti di te. Non puoi
sconfiggerci.
- Scommettiamo?!- ruggì Goku,
per poi erompere in un urlo sovrumano; la terra si spaccò intorno a lui, e il
suo corpo fu avvolto da una luce abbagliante; quando fu nuovamente visibile i
suoi capelli erano diventati dorati ed erano sparati al massimo verso l'alto, ed
il suo corpo era avvolto da un'aura dorata attraversata da scariche
elettriche.
- E di qusto che ne dite?-
chiese con un sorriso rabbioso Goku.
Per tutta risposta il capo dei
tre alieni fece un cenno a Wriden, che dopo aver armeggiato qualche secondo con
l'apparecchio che aveva al polso disse, con una voce quasi da automa:- Non è al
massimo della potenza. Il rilevatore dell'astronave aveva riscontrato molto di
più.
- Ci stai sottovalutando,
Sayan.- disse Xabaras,- Comunque, anche se non ho il tempo di spiegarti la
nostra storia, mi sento in dovere di dirti una cosa: sappiamo che siete in grado
di trasformarvi, e non ci impressionate affatto.
Per Goku era troppo; aveva
ancora davanti agli occhi il corpo trafitto di sua moglie. Urlò con tutta la sua
furia:- Lo vedremo!!!- e si lanciò all'attacco.
Il suo primo pugno fu
facilmente evitato da Rabrax, e subito Wriden gli piombò alle spalle e lo colpì
con una gomitata nella schiena che lo lasciò senza fiato e lo scagliò verso
il suolo. Il Sayan atterrò in piedi e scattò nuovamente verso l'alto con ancora
più slancio, riuscendo stavolta a colpire il più grosso dei compagni di
Xabaras con una testata al ventre, facendolo piegare in due, per poi centrarlo
con un pugno al viso che gli fece girare la testa. Stava per colpirlo di nuovo,
ma l'alieno bloccò il suo pugno con una mano, e con una rapida mossa gli portò
il braccio dietro la schiena, bloccandolo. Accadde tutto in pochi secondi:
Wriden gli lasciò andare il braccio e lo colpì con un manrovescio alla nuca,
scagliandolo verso il compagno. Questo era pronto, e lo colpì con un violento
calcio a mezzo busto, scagliandolo al suolo e mandandolo a sbattere con il volto
contro il terreno.
Il Sayan si tirò subito in piedi
e spiccò nuovamente il volo, scagliandosi stavolta contro Rabrax e riuscendo a
colpirlo con un pugno al ventre che lo fece piegare in due, poi con le mani
giunte alla schiena, scagliandolo al suolo. Goku però non ebbe neanche il tempo
di gioire di quella piccola vittoria che già Wriden gli fu davanti; il Sayan
cercò di colpirlo con un pugno, ma l'alieno lo schivò, e dopo avergli afferrato
violentemente la testa con la mano destra lo colpì dall'alto con la sinistra,
scagliandolo verso il suolo. Rabrax era già pronto ad attenderlo, con un braccio
teso verso di lui ed un ghigno sadico dipinto sul volto. Nella sua mano si formò
una sfera di energia verde smeraldo, che partì contro il Sayan, colpendolo in
pieno.
Ci fu un'esplosione a mezz'aria,
e Goku, stordito e ferito, crollò al suolo; si sentiva già a pezzi, e sembrava
che quei due non avessero tirato fuori che una minima parte della loro forza. E
per di più il capo, che sembrava ancora più forte di loro, per il momento se ne
era rimasto in disparte. In cuor suo sentiva di non potercela fare, ma sapeva di
non potersi arrendere. Perciò si tirò nuovamente in piedi e si lanciò contro i
due avversari, che lo attendevano fianco a fianco.
Xabaras, levitando a mezz'aria
con le braccia incrociate sul petto, osservava compiaciuto i suoi due sottoposti
impegnati in un fulmineo scambio di colpi con il Sayan; lo stavano letteralmente
surclassando, e anche se sapeva che quello scimmione non aveva ancora tirato
fuori tutti i suoi poteri non era affatto preoccuato: Rabrax e Wriden erano
comunque più forti di lui, e in caso di necessità sarebbe intervenuto di
persona.
Goku parò a stento l'ennesimo
pugno scagliatogli contro da Rabrax, e cercò di colpirlo con un calcio, ma
questo lo evitò, sbilanciandolo abbastanza da permettere a Wriden di colpirlo
con una ginocchiata nella schiena, scagliandolo verso terra; il Sayan riuscì a
bloccarsi a mezz'aria, e, alzate le mani, scagliò contro i due alieni una
raffica di sfere di energia, che però i due evitarono agilmente, arrivandogli di
fronte e colpendolo con due violentissimi pugni al volto; Goku fu scagliato al
suolo, sollevando una nuvola di polvere; si era appena rialzato faticosamente
che già Wriden gli era davanti; l'alieno più grosso lo colpì al petto con gli
artigli, lasciandogli nella carne quattro solchi sanguinanti; il Sayan strinse i
denti per il dolore, e cercò di colpirlo con un pugno, ma l'alieno lo evitò e lo
colpì con un calcio in girata al volto, che lo scagliò verso il suo
compagno.
Rabrax lo aspettava, e lo
afferrò alla gola con la mano destra, sollevandolo da terra e mettendogli
davanti al viso l'altra mano; Goku vide una piccola sfera rossa formarsi su
ciascuna delle cinque dita della sua mano, e lo sentì dire:- Peccato; è già
arrivato il momento di dirci addio. Tanti saluti dal pianeta Helliash,
scimmione!
Un istante dopo le sfere di
energia lo colpirono in pieno, mandandolo a scontrarsi contro una montagna prima
di esplodere. La roccia si frantumò in mille frammenti, che crollarono a
nascondere il corpo del Sayan.
Rabrax si sfregò le mani una
contro l'altra dicendo:- Lavoro già finito. Puoi mandare quel messaggio,
capo.
- Aspetta.- disse meccanicamente
Wriden, fissando il rilevatore,- La sua energia non è sparita. Anzi sembra stare
aumentand...
Un istante dopo i detriti furono
sparati in tutte le direzioni, in una esplosione di energia dorata; appena la
luce abbagliante che si era levata al punto in cui Goku era caduto si dissolse
il Sayan ricomparve dinnanzi allo sguardo incredulo di Rabrax, a quello assente
di Wriden e a quello incuriosito di Xabaras. Qualcosa però era cambiata in lui:
i suoi capelli dorati erano molto più lunghi di prima, e le sue sopracciglia
erano scomparse.
- E' al massimo. E' ancora più
forte del previsto. Più o meno, raggiunge il livello sette.- disse senza
emozioni Wriden, e per la prima volta Rabrax provò timore per quello scimmione
che credeva di poter distruggere facilmente.
Il Super Sayan di terzo livello
fissò i suoi avversari con sguardo truce per qualche secondo, poi disse con voce
dura:- Prima di cominciare a fare sul serio, vi chiedo di rispondere ad un paio
di mie domande, tanto per sapere con chi mi batto: chi siete? E perché diavolo
siete venuti su questo pianeta?
Xabaras scoppiò a ridere:- Sei
curioso di sapere tutto prima di morire, Sayan? E va bene, se è il tuo ultimo
desiderio ti accontento subito. In fondo sarebbe scortese non presentarci: il
mio nome è Xabaras, e i due che ti hanno massacrato finora sono Rabrax e Wriden.
Veniamo dal pianeta Helliash, ai confini della Galassia del Nord. Quel pianeta è
stato sede per migliaia di anni di un grande popolo, del quale facevano parte i
guerrieri più potenti dell'universo, che nessuno aveva mai sconfitto. Purtroppo
dieci anni fa il nostro sole iniziò a emettere una quantità di energia sempre
maggiore, e il nostro pianeta inaridì. Fummo costretti a radunare tutto il
nostro popolo su una flotta di potenti astronavi e partire, sotto la guida del
nostro imperatore, alla ricerca di un nuovo pianeta abitabile da usare come
nostra nuova patria. La scelta è ricaduta sulla Terra. Contento? Una volta che
tu e i pochi altri guerrieri in grado di contrastare le nostre armate,
conquistare questo mondo sarà uno scherzo! Altre domande?
Goku scosse la testa:- No, non
direi. So già tutto quello che volevo; ora so che dovete essere distrutti ad
ogni costo, ed è quello che farò subito!
E, portate le mani al suo
fianco, iniziò a recitare quella formula che tante volte gli aveva permesso di
salvare il mondo:- On...da...E...ner...ge...ti...ca!!!
Una sfera di energia azzurra
partì dai palmi delle sue mani, e si diresse a tutta velocità verso Rabrax e
Wriden; probabilmente li avrebbe fatti a pezzi, se Xabaras non si fosse
frapposto e non la avesse colpita con entrambe le mani giunte, deviandola e
mandandola a polverizzare una montagna.
- Bel tentativo, scimmione.-
disse sorridendo l'alieno,- Probabilmente avresti anche potuto far fuori
questi due, ma avevi fatto i conti senza di me. E come hai detto tu, ora è il
momento di fare sul serio!- e si scagliò contro un incredulo Goku, seguito dai
suoi due compagni.
Ed ecco pronto il quarto capitolo. Nel prossimo ci
saranno ancora più scintille, ve lo assicuro! Grazie per avermi commentato in
molti, per favore continuate così!!!
A presto!!!
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Capitolo 5 *** LA GRANDE BATTAGLIA - II° PARTE ***
CAPITOLO CINQUE: LA GRANDE
BATTAGLIA - II° PARTE
Goten non riusciva ancora a credere a tutto quello
che era successo in quell'ultima mezzora, eppure era tutto vero: sua madre era
lì, adagiata accanto alle rovine della loro casa, morente; suo padre stava
affrontando in una battaglia disperata tre avversari misteriosi, e da quello che
lui poteva avvertire stava perdendo. Il giovane mezzo Sayan si sentiva come
svuotato.
Fin da quando suo padre se n'era andato era rimasto
inginocchiato accanto al corpo della madre, che, a parte pochi gemiti di dolore
e poche frasi sconnesse, non aveva più parlato. Il ragazzo aveva pensato di
estrarre il ferro che le era penetrato nel petto, ma dopo aver osservato meglio
la ferita aveva capito che procirarle ancora più dolore sarebbe stato totalmente
inutile: per quel poco che ne capiva, aveva intuito che quel ferro bloccava la
ferita, ed era in pratica la sola cosa che teneva in vita sua madre. Se lo
avesse estratto sarebbe morta in pochi minuti.
Goten, a capo chino, piangeva in silenzio,
chiedendosi perché lui e la sua famiglia non potessero vivere tranquilli e in
pace come tutti gli altri. Era più potente di qualsiasi altro ragazzo della sua
età, ma scontava quella forza nel modo peggiore; era arrivato a considerare quei
poteri come una maledizione.
- G...Got...en...-
Il ragazzino si riscosse dai suoi pensieri ed alzò
gli occhi: sua madre aveva aperto gli occhi e lo guardava, ma nel suo sguardo si
potevano già leggere i segni della morte imminente. Non doveva averne per
molto.
- Mamma!- mormorò il ragazzino accostandosi a lei e
prendendole la mano fra le sue,- Ti prego mamma resisti! Papà tornerà
presto!
- Non...non credo...c...che arriverà...in tem...po.-
balbettò Chichi, già senza forze,- N...non piangere, piccolino mio...forse era
destino...che...che andasse...così. No...non è colpa d...di nessuno.
- Ti prego mamma non lasciarci!- gridò Goten
esplodendo in un pianto dirotto.
- St...stai attento, figliolo...stai molto...molto
attento...- mormorò ancora Chichi, con lo sguardo ormai fisso nel vuoto, mentre
il suo mondo diventava nero; con i suoi ultimi pensieri ringraziò gli Dei per
quello che le avevano dato: un marito affettuoso, due figli meravigliosi, una
vita piena. Non aveva rimpianti, tranne quello di non poter vedere Goten farsi
un uomo, ma in cuor suo sapeva che sarebbe diventato una brava persona come il
padre. Quello era il suo secondo rimpianto: non poter dare un ultimo addio
all'uomo che aveva sempre amato. Con le ultime forze che aveva mormorò ancora al
figlio:- Saluta
tuo...padre...per...me...Ti...voglio...bene...Got...en...
Il ragazzino sentì la presa della mano della madre
sciogliersi, ed urlò fra le lacrime:- Mamma! Non andartene!
La testa di Chichi reclinò all'indietro, ed il suo
volto, prima contratto dalla sofferenza, si distese in un ultimo
sorriso.
- No!!!- pianse il ragazzino, comprendendo che la
madre non c'era più,- NOOOO!!!
Goten si alzò di colpo, urlando al cielo tutto il suo
dolore. Il suo corpo fu avvolto da una luce dorata, e quando si dissipò i suoi
capelli erano color dell'oro, ed erano sparati verso il cielo; il terreno si era
crepato sotto i suoi piedi; non aveva mai emanato una tale potenza.
Con le lacrime che ancora gli rigavano il viso, fece
la sola cosa che gli restava: prima girò la mano con il palmo rivolto verso
l'alto, poi alzò il braccio; grazie al suo potere, molte pietre di dimenzioni
diverse nel raggio di parecchie decine di metri intorn al corpo di Chichi si
levarono in aria. Con pochi movimenti della mano fece sì che si concentrassero
sopra il corpo della donna, poi volse il palmo verso il basso e abbassò
lentamente il braccio; le pietre si posarono dolcemente, formando sul corpo di
Chichi un tumulo.
Il giovane Sayan abbassò la testa sul petto e fra le
lacrime mormorò:- Addio, mamma...
Un istante dopo sollevò la testa: nei suoi occhi
divampava un incendio, nel suo cuore c'era un odio che non aveva mai provato
prima.
- Io quei tre li faccio a pezzi!!!- urlò con tutta la
rabbia che aveva dentro, e si lanciò verso il cielo con violenza, lasciando un
cratere nel terreno sotto i suoi piedi, e partì a tutta velocità, diretto verso
il luogo dove suo padre stava combattendo.
Goku si trovò per l'ennesima volta scagliato contro
una rupe; la roccia si spezzò contro il suo corpo, e per un attimo lui perse
quasi i sensi; era sfinito; non c'era parte del corpo che non gli facesse male,
e sentiva in bocca il sapore del suo sangue. Le forze lo stavano abbandonando, e
non sapeva per quanto avrebbe potuto mantenere la trasformazione in Super Sayan
di terzo livello.
Ormai era chiaro: non sarebbe mai riuscito a
sconfiggere quei tre. Erano troppo forti, soprattutto il capo, quello che aveva
detto di chiamarsi Xabaras. Da quando era sceso in campo non aveva fatto altro
che tempestarlo di colpi, e lo stava letteralmente massacrando, ben coadiuvato
dagli altri due. Non avrebbe potuto continuare per molto, eppure non poteva
arrendersi. ne andava del destino dell'intero pianeta.
Il Sayan concentrò ancora una volta la propria aura,
e schizzò fuori dalla prigione di roccia in cui era sprofondato, lanciandosi
contro i tre alieni, che lo aspettavano levitando a mezz'aria; cercò di colpire
con un pugno Xabaras, che però lo evitò facilmente; approfittando dello slancio
preso, Goku lo superò e, caricata una sfera di energia in ciascuna mano, le
scagliò contro gli altri due alieni, cercando di coglierli di sorpresa; Rabrax e
Wriden erano però pronti, e respinsero facilmente i due colpi.
Un istante dopo Xabaras era già di fronte a Goku; lo
colpì al ventre con tanta violenza che quasi lo trapassò da parte a parte; il
Sayan si piegò in due sptando sangue dalla bocca; un istante dopo il comandante
alieno lo colpì con un calcio in girata alla nuca, scagliandolo verso gli altri
due; Wriden gli fu subito davanti, e lo colpì al volo con un uppercut al mento
che lo scagliò in aria; Rabrax lo aspettava, con un braccio puntato verso il
basso ed una sfera di energia verde nella mano. Non appena gli fu sotto la
scagliò, colpendolo al ventre; la sfera lo scagliò verso il basso,
schiacciandolo contro il terreno prima di esplodere.
Goku si trascinò in ginocchio, ma quando cercò di
rimettersi in piedi non ce la fece: era distrutto. Non ebbe però neanche il
tempo di riprendere fiato che già i tre gli erano addosso e lo tempestavano di
calci e pugni che, nonostante i suoi disperati tentativi, non riusciva a parare;
alla fine, ridottolo ad uno straccio, i tre gli si misero davanti e congiunsero
davanti a se le mani, formando tre sfere di energia. Goku se le vide arrivare
addosso, ma non poté fare nulla per evitarle: colpito, fu scagliato contro una
montagna, dove i tre colpi micidiali esplosero; le rocce gli crollarono addosso,
seppelendolo.
Con le ultime forze che gli restavano riuscì ad
uscire dai detriti, ma subito crollò a terra, appoggiando la schiena ad una
roccia; era in condizioni pietose, sanguinante e coperto di ferite; i suoi
capelli erano tornati neri. Non ce la faceva veramente più.
Xabaras gli fu subito davanti, seguito dagli altri
due; l'alieno alzò un braccio ghignando:- Addio, scimmione. Non preoccuparti,
non ti sentirai solo nell'Aldilà. Ben presto tutti i tuoi compari ti
raggiungeranno. Nessuno potrà fermarci!
Goku vide una sfera di energia formarsi nella mano
dell'avversario, e seppe che era la fine; la consapevolezza di aver fallito lo
faceva star male, ma accettò il suo destino, e fissò Xabaras aspettando la
fine.
Ma il colpo non partì mai: in un istante una figura
dai capelli dorati comparve alle spalle dell'alieno e lo colpì con un
violentissimo calcio alla testa; totalmente sorpreso, Xabaras fu scagliato
contro una montagna, che gli crollò addosso; stupiti dall'apparizione di quel
nuovo avversario, Rabrax e Wriden non ebbero il tempo di reagire, e se lo
ritrovarono addosso prima ancora di aver anche solo pensato di difendersi;
Rabrax fu colpito da un violentissimo pugno al ventre che lo fece piegare in
due, seguito da un calcio in girata che lo scagliò accanto al suo capo; Wriden
cercò di colpire quella figura con un pugno, ma questa lo evitò; un'attimo dopo
il guerriero sentì una voce provenire da dietro di lui:- Questo è per mia madre,
carogna!
Un attimo dopo Goten, caricata un'Onda Energetica,
la lanciò contro l'alieno, colpendolo alla schiena e scagliandolo contro
gli altri due.
Soddisfatto, anche se sapeva di non aver fatto loro
grandi danni, il ragazzo si inginocchiò accanto al padre:- Come stai,
papà?
- Non molto bene, ma sono vivo...grazie a te, Goten.-
rispose sorridendo Goku, e si tirò su, anche se a fatica; poi chiese, con voce
cupa:- Mi dispiace per la mamma.
Non aveva avuto neanche bisogno di tentare di
avvertire la sua aura: sapeva che se il figlio era lì e non al suo fianco voleva
dire che Chichi era già morta.
Un'ombra calò sugli occhi di Goten, e Goku lo vide
lottare contro le lacrime che volevano uscire; poi il ragazzo disse:- Sistemiamo
quelli ora. Posso fare qualcosa.
Goku si voltò, e vide i tre guerrieri alieni
rialzarsi:- No, temo di no.- rispose al figlio,- Sono troppo otenti perfino per
me. Non so davvero che pesci prendere questa volta. Siamo in guai grossi. Le ho
provate tutte, ma non li ho neanche scalfiti.
E poi venne l'illuminazione: in realtà c'era una cosa
che non aveva tentato.
- Ripensandoci, forse c'è una cosa che potresti fare,
Goten.- disse al figlio con un mezzo sorriso.
- Cosa?
- Ho bisogno che qualcuno li tenga occupati per un
po'. Credi di poter riuscire a distrarli per qualche minuto?
Goten guardò i tre guerrieri che si stavano
avvicinando e disse:- Sono molto più forti di me, ma posso provarci. Cos'hai in
mente, papà.
- Tu tienili occupati per qualche minuto, dammi il
tempo di caricare l'Energia Sferica.
- L'Energia Sferica? Credi che sarà
sufficiente?
- Lo spero.- rispose cupo Goku,- Buona fortuna,
ragazzo.
- Grazie.- rispose Goten, e si alzò in volo,
dirigendosi verso i tre alieni. Senza perdere tempo, Goku alzò le braccia al
cielo, e iniziò a richiamare energia da tutto ciò che lo circondava. Subito
sopra di lui si formò una piccola sfera di energia azzurra, che iniziò
lentamente a crescere sempre di più.
- Ora ve la vedrete con me, maledetti!- urlò Goten
contro i tre alieni, che lo fissavano quasi divertiti dalla sua
furia.
Xabaras fece un cenno a Wriden, che dopo aver
armeggiato per qualche secondo con il rilevatore disse con voce piatta:- Livello
quattro ad alto stadio, quasi ai limiti del cinque. E' un po' più potente di
quanto rilevato, ma non di molto.
Rabrax sbottò in una risata:- Mi fai ridere, ragazzo!
Sei debole, ti schiacceremo come un insetto!
- Questo lo vedremo, bastardo!- urlò Goten, e, dopo
aver concentrato al massimo la propria energia, si lanciò contro i tre
nemici.
I successivi secondi furono molto confusi: Goten
cercò disperatamente di colpirli tutti e tre con una raffica fulminea di calci e
pugni, ma i tre li evitarono o pararono tutti, poi Rabrax lo colpì con un calcio
a mezzo busto scagliandolo in aria. Wriden gli fu subito sopra, e lo colpì con
le mani giunte al ventre, scagliandolo verso il suolo. Xabaras lo aspettava, e
Goten atterrò di schiena di schiena sul suo ginocchio, quasi spezzandosi la
spina dorsale e sputando dalla bocca un grumo di sangue.
Il capo degli alieni lo alzò da terra tenendolo per
la gola e gli disse, con un ghigno sadico dipinto sul volto:- Sei triste perché
abbiamo fatto fuori la tua mammina? Tranquillo, ora ti manderò a
raggiungerla!
Goten si sentì avvolgere dalla collera; gridò con
tutto il fiato che aveva in corpo:- Sei...un...MOSTRO!!!-, poi colpì il braccio
dell'alieno con la mano sinistra costringendolo a mollare la presa, e lo centrò
con un pugno violentissimo al ventre con la destra.
Per la prima volta Xabaras sembrò accusare il colpo:
l'armatura che indossava si riempì di crepe, e l'alieno si piegòp in due per il
dolore; Goten fece per approfittarne e colpirlo con una sfera di energia, ma un
istante dopo gli altri due gli furono alle spalle e gli bloccarono le
braccia.
Xabaras si rialzò, il viso trasformato in una
maschera di furore:- Come hai osato, mostriciattolo...ti farò a pezzi con le mie
mani!
E cominciò a tempestare Goten di calci e pugni; il
ragazzo, ancora bloccato, non poteva in alcun modo tentare di evitarli, e per un
paio di minuti non fece che incassare; quando finalmente Rabrax e Wriden lo
mollarono Goten scivolò a terra; si sentiva distrutto: doveva avere almeno un
paio di costole rotte, il sangue gli usciva da almeno mezza dozzina di ferite, e
faticava a reggere la trasformazione in Super Sayan. Ogni fibra del suo essere
lo implorava di restare a terra e arrendersi, ma lui sapeva che il padre aveva
bisogno di altro tempo per caricare l'Energia Sferica, quindi balzò in piedi e
spiccò il volo verso l'alto, scagliando poi contro i tre alieni una raffica di
sfere di energia; per un paio di secondi pensò di aver guadagnato un po' di
tempo, poi i tre sbucarono dal fumo delle esplosioni e gli piombarono addosso;
Rabrax lo colpì con un calcio al volto, scagliandolo contro Wriden; questo lo
colpì alla nuca con una gomitata, sbattendolo verso terra; Xabaras lo aspettava,
con una sfera di energia già formata nella mano; lo colpì in pieno, e
l'esplosione lo scagliò a parecchi metri di distanza. Quando il ragazzino crollò
al suolo i suoi capelli erano tornati neri.
Mentre Goten cercava disperatamente di rimettersi in
piedi vide i tre guerrieri avvicinarsi, e capì di non avere scampo: non ce la
faceva più, non avrebbe potuto resistere ancora; Xabaras, ghignante, ringhiò:-
Stupido microbo. Pensavi davvero di poterci battere? Prima di farti fuori ti
ridurrò tutte le ossa in polvere, al punto che mi implorerai di essere finito
per smettere di soffrir...
- Goten, SCANSATI!!!
Il ragazzino girò la testa, e vide il padre con il
volto concentrato e le braccia alzate verso il cielo; sopra di lui vibrava una
grande sfera di energia azzurra; dimentico delle ferite, concentrò le sue ultime
forze e schizzò via, lasciando i tre alieni attoniti a fissare la
sfera.
Goku, vedendo il figlio al sicuro, portò avanti le
braccia; l'Energia Sferica ondeggiò, poi partì in avanti, piombando sui
guerrieri alieni; questi, troppo sorpresi da quel repentino attacco, non ebbero
neanche il empk di scansarsi, e la gigantesca sfera piombò loro addosso,
esplodendo.
Un'onda d'urto terrificante investì Goku e Goten;
molte montagne crollarono mentre la terrificante potenza liberata da Goku
scavava un profondo cratere nel terreno; dozzine di alberi furono sradicati, e
il boato fu udito anche a decine di chilomentri di distanza. Poi tutto si
acquietò.
Stremato ma felice, sapendo di aver appena vinto una
battaglia tra le più difficili, Goku si avvicinò al figlio ferito, che si era
appoggiato ad una roccia per stare in piedi.
- Come stai, Goten?
- Un po' malconcio, ma potrebbe andare peggio!- disse
il quattordicenne con un mezzo sorriso,- L'importante è che ce l'abbiamo
fatta.
- Già, ed è anche merito tuo!- disse il padre
sorridendo,- Ora vieni, dobbiamo andare a rimetterci un po' in sesto; ci
teletrasporteremo da Dende per farci curare, poi andremo a casa di Bulma. Temo
che questa storia non sia ancora finita, c'è un'intera armata in orbita intorno
alla Terra, ci servirà un po' di aiuto per sconfiggerli. Ora mettimi una mano
sulla spalla.
Goten stava per fare quello che il padre gli aveva
detto quando vide il suo sorriso tramutarsi in una smorfia di orrore; si voltò e
il sangue gli si gelò nelle vene; attraverso la polvere che si stava diradando
erano comparse le figure dei tre guerrieri.
Xabaras si scosse la polvere da ciò che restava della
sua armatura; per qualche secondo aveva pensato veramente di stare per morire;
il colpo di quel Sayan era stato veramente potente, ma in qualche modo aveva
retto, ed in fondo se l'era cavata con qualche ferita superficiale e l'armatura
malandata. Si voltò a guardare i suoi uomini: Wriden era conciato peggio di lui,
con l'armatura a brandelli ed una grossa ferita che gli attraversava il petto,
ma sembrava in condizioni abbastanza buone. Rabrax invece era quello messo
peggio: non solo aveva diverse ferite su tutto il corpo, ma il suo braccio
destro era troncato poco sopra il gomito; la sua mano e il resto del braccio
eranop scomparsi, disintegrati da quella terrificante sfera di energia. Il
guerriero mutilato era in ginocchio, e gemeva per il dolore tenendosi l'arto
offeso con l'altra mano, ma nei suoi occhi non si tanto dolore quanto
furia.
- I miei complimenti più sinceri,Sayan.- disse
Xabaras rivolto a Goku,- Quel colpo mi ha fatto temere per la mia vita, lo
ammetto. Purtroppo per te però siamo ancora in piedi; ora pagherete il dolore
che ci avete inflitto moltiplicato per cento volte!
E prima che Goku potesse fare qualcosa l'alieno alzò
un braccio, formò una sfera di energia e la scagliò contro Goten; il ragazzo non
poté fare nulla per evitarla, e si trovò scagliato contro una delle ultime
montagne rimaste in piedi; un attimo dopo esplose, e Goten sentì in proprio
corpo squarciato in più punti dalla violenza dello scoppio, poi sentì le rocce
crollargli addosso, infine il suo mondo diventò buio.
Goku rimase attonito per qualche secondo, non
sentendo più l'aura di Goten, a fissare quella che doveva essere la tomba di
roccia del figlio; poi si voltò verso gli alieni, il volto contratto in una
smorfia di furore:- Questa me la pagherete cara!
E, con un urlo sovrumano, concentrò le proprie forze
residue moltiplicate dalla rabbia e si trasformò nuovamente in Super Sayan di
terzo livello, per poi gettarsi furiosaente contro i tre assassini della sua
famiglia.
Una roccia si smosse; poi un'altra; infine una mano
piena di escoriazioni uscì dal cumulo di detriti; passarono alcuni secondi, poi
le pietre si sollevarono, ed un malandato ragazzo dai capelli neri uscì dai
resti della montagna crollata.
Goten si sentiva sul punto di svenie di nuovo: non
c'era punto del suo corpo ch non gli facesse male, il sangue gli usciva da
almeno tre grossi squarci provocati dall'ultimo colpo che aveva ricevuto, le
costole rotte gli facevano un male tremendo, il braccio destro, spezzato, gli
pendeva senza vita al fianco, e la gamba destra gli faceva male al punto che
faticava a stare in piedi. Era totalmente senza energie, e non riusciva neppure
ad avvertire le aure del padre o dei suoi avversari.
Alzò gli occhi, e vide che la battaglia doveva essere
finita: il campo di battaglia, pieno di crateri e di detriti, era silenzioso; i
soli rumori erano quello del vento, che sollevava la polvere, e quello della
pioggia, che aveva iniziato a cadere; doveva essere stato uno scontro infernale,
ma chi lo aveva vinto?
Lentamente, zoppicando, il ragazzo iniziò a camminare
attraverso quello scenario lunare; con il poco fiato che aveva chiamò:-
Papà!
Gli rispose solo il vento; quel luogo sembrava
completamente deserto; eppure non poteva credere che suo padre se ne fosse
andato dopo aver sistemato quei mostri senza neppure cercarlo, che lo avesse
dato per spacciato; doveva essere lì da qualche parte a medicarsi le ferite,
troppo stanco per muoversi.
- Papà! Dove sei?- chiamò ancora il ragazzino,
inoltrandosi nel campo di battaglia.
Nessuno gli rispose; e finalmente lo vide: sdraiato a
terra in uno dei crateri, coperto di ferite e con i pantaloni ridotti a
brandelli, c'era suo padre.
- Papà!- urlò, mentre un terribile presentimento si
faceva largo dentro di lui.
Incespicando e ruzzolando, Goten scese nel cratere e
si inginocchiò accanto al corpo del padre; il suo viso era sereno, e sembrava
dormire, ma il suo petto non si muoveva.
- No...- mormorò sconvolto Goten, e mise due dita sul
collo del padre; niente battito. Goku, suo padre, il più grande eroe della
galassia e la persona a cui voleva più bene al mondo, era morto.
Mentre le lacrime gli scendevano lungo le guance
Goten levò il viso verso il cielo e urlò tutto il suo dolore alle nuvole nere
che, lasciando cadere la pioggia, sembravano anch'esse piangere per la morte di
Goku:- NOOOOO!!!
E crollò al suolo privo di sensi.
Ogni mia aggiunta è superflua. Commentate in molti per favore,
sono veramente curioso di sapere ora cosa ne pensate.
Per Ciuiciui: certo che Vegeta le sente, infatti è subito partito per
raggiungere Goku; lui però non conosce la tecnica del teletrasporto, e
purtroppo, come hai visto, non è arrivato in tempo.
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Capitolo 6 *** IL GIORNO PIU' OSCURO ***
Dragon Ball: The Last Fight
CAPITOLO CINQUE: IL GIORNO PIU'
OSCURO
Alla Capsule Corporation l'atmosfera era molto tesa:
tutti i guerrieri erano arrivati alla spicciolata poco dopo l'alba, e Bulma
aveva spiegato loro quel poco che le aveva detto Vegeta. Da quel momento erano
rimasti in salotto, in silenziosa attesa.
Nessuno di loro infatti aveva in realtà di cosa fare;
Yamcho, dall'alba, camminava avanti e indietro davanti alla finestra con Puar
appollaiato sulla sua testa, nonostante una nervosissima Bulma gli urlasse di
continuo di fermarsi; Tensing e Rif erano in un angolo della stanza, con gli
sguardi fissi al suolo, mentre nell'angolo opposto Junior, colore a parte,
sarebbe potuto passare per la controfigura di Vegeta. Su una poltrona sedeva il
vecchio Genio, arrivato con Oscar e la sua amica Tartaruga; la situzione era
talmente tesa che neppure lui riusciva a spiccicare parola. Trunks, svegliato
dalla madre, era appoggiato al muro accanto alla finestra, e ogni pochi secondi
guardava fuori, sperando sempre di veder comparire la figura del
padre.
I due divani al centro della sala erano occupati da
Gohan e Crilin con le rispettive famiglie; il figlio di Goku ed il suo amico
d'infanzia erano i più tesi: poiché Bulma aveva telefonato per primi a loro,
erano i soli ad aver avvertito cinque potenti aure scontrarsi, e tra queste
avevano riconosciuto quelle di Goku e Goten, senza però riuscire a capire chi
fossero i loro avversari; Gohan, temendo per il padre ed i fratellino, ma
preoccupato anche per la salvezza della sua famiglia, era rimasto per molto
indeciso, e quando finalmente si era quasi deciso ad andare ad aiutarli nel giro
di pochi minuti tutte e cinque le aure erano scomparse.
Il mezzo Sayan, anche se in preda ad un pessimo
presentimento, alla fine aveva deciso che abbandonare da sole sua moglie e sua
figlia e andare a cercare il padre e il fratell senza sapere quali avversari
dovevano affrontare non era una buona idea, quindi aveva preferito recarsi
subito da Bulma per cercare di capire cosa stesse succedendo; Crilin era giunto
più o meno alla stessa conclusione. D'altronde nessuno dei due aveva grandi
dubbi riguardo la conclusione del combattimento: avevano entrambi una fiducia
ceca in Goku, ed erano sicuri che avesse sconfitto gli avversari, chiunque
fossero, e che lo avrebbero trovato alla Capsule Corp.
Quando invece non lo avevano trovato i loro cattivi
presentimenti si erano rinforzati, e con il passare dei minuti il nervosismo
nell'aria si era moltiplicato.
La più tesa di tutti era Bulma: il ricordo degli
occhi spaventati di Vegeta non usciva un istante dai suoi pensieri, e sentiva
crescere nel suo cuore un senso di inquietudine terribile, come se sentisse che
stava per succedere qualcosa di terribile. Nel complesso, la situazione era a
dir poco surreale.
Fu perciò liberatorio sentire Crilin esclamare:- Sta
arrivando Vegeta!
Subito tutti tesero i propri sensi, e sentirono
effettivamente avvicinarsi l'aura del Principe dei Sayan. C'era però anche
qualcos'altro.
- Non è solo.- borbottò Yamcho, che si era fermato di
colpo davanti alla finestra,- C'è qualcun'altro con lui.
- E' vero.- confermò Junior, con voce cupa,- Un'aura
molto indebolita. Non la riconosco.
- La sento anch'io.- confermò Gohan,- Ha qualcosa di
familiare, ma non riesco a riconoscerla.
Tutti fissarono i propri sguardi sull'ingresso quando
sentirono il Principe dei Sayan atterrare nel giardino; pochi secondi dopo la
porta si aprì, e Vegeta entrò nella casa; il viso del Sayan era quello di chi ha
subito un terribile shock; nei suoi occhi c'era un misto di paura, orrore e
terribile sorpresa; nel complesso sembrava estremamente sconvolto; appoggiato
alla sua spalla, ferito e quasi svenuto, con gli occhi gonfi e le guance rigate
di pianto, c'era Goten.
- Goten!- urlò Gohan balzando in piedi; prese
delicatamente il fratello e lo adagiò su uno dei divani. Mentre Videl e C-18,
presa una cassetta di pronto soccorso, cercavano di medicare le ferite del
ragazzino, con Trunks che fissava in modo alternato Vegeta e Goten con il
terrore negli occhi, Bulma chiese al marito, che non si era mosso da quando era
entrato:- Santo cielo Vegeta! Cosa è successo?
Vegeta disse soltanto, con la voce atona di chi non
crede a ciò che ha visto:- Kaaroth è fuori...
Una coltre di gelo calò sui presenti; nelle menti di
tutti si formò la stessa immagine; Yamcho e Tensing si precipitarono fuori,
mentre Vegeta, mentalmente distrutto, crollava su una poltrona; i due guerrieri
rimasero fuori per molto, poi entrarono, con le lacrime che rigavano i loro
volti; portavano in braccio il corpo senza vita di Goku.
Un gelido silenzio calò sui presenti, che non
riuscivano ad accettare ciò che stavano vedendo.
- No...non è possibile...- mormorò Crilin,
disperato.
- Papà...- mormorò Gohan, sconvolto; ciò che vedeva
non gli sembrava reale.
Tutti gli altri non riuscirono a spiccicare parola,
mentre il pianto invadeva i loro volti; la vista del corpo senza vita del più
grande eroe che il pianeta aveva mai conosciuto, del più grande amico di tutti
loro e la tremenda consapevolezza che qualcuno lo avesse ucciso avevano
stroncato tutti.
Solo Bulma, trai singhiozzi, riuscì a chiedere a
Vegeta:- Ma cosa è accaduto?
Vegeta non rispose subito: quando, arrivato sul campo
di battaglia, aveva visto il corpo di Kaaroth a terra, era stato come
ricevere una martellata nello stomaco; il pensiero che il suo avversario di
sempre fosse stato ucciso lo aveva annientato; neanche lui avrebbe saputo
dire come aveva fatto a tornare a casa con il figlio più piccolo di Kaaroth ed
il corpo dell'altro Sayan; alla fine si prese il volto fra le mani, e con voce
distrutta riuscì a dire:- Non sono arrivato in tempo!
Nessuno dei presenti rispose, e tutti, con un solco
terribile scavato nel cuore, continuarono a fissare il cadavere di colui
che aveva sempre salvato il pianeta; una nuova consapevolezza si stava facendo
strada nelle loro menti: se Goku, che era il più forte di tutti, era stato
ucciso, da un nemico che neppure conoscevano, cosa potevano fare
loro?
Arrivarono
poco dopo l'alba, inattesi; Xabaras, terminato lo
scontro con il Sayan e medicato il mutilato Rabrax, aveva comunicato alla
flotta che la missione era compiuta, e che potevano procedere con l'invasione;
subito una miriade di navette da sbarco si era staccata dalle navi più
grandi, e si era diretta verso tutte le più grandi città della Terra; non appena
tocavano terra torme di soldati, vestiti con armature verdi simili a quelle dei
Sayan e dotati di armi a energia simili a quelle degli uoni di Freezer, sarcavano
e prendevano d'assalto le città; l'esercito, mobilitato soltanto la
sera prima, era tutto tranne che pronto, e anche se opponeva una strenua resistenza
questa era fin da subito risultata inutile; infatti, se anche i soldati
potevano competere con la massa degli alieni, non potevano nulla contro alcuni
di loro, molto più potenti, che erano in grado di lanciare colpi energetici; non
appena alcuni di questi, che avevano più o meno la funzione di ufficiali,
attaccavano le forze dell'esercito, queste andavano in pezzi. L'invasione perciò
procedeva ad una velocità terrificante.
L'ordine per i soldati era di non sterminare la
popolazione civile, poiché i terrestri sarebbero stati ottimi schiavi, ma molti
di loro ignorarono quell'ordine; fu un giorno apocalittico: città intere furono
cancellate, milioni di persone morirono; molte persone pensarono che fosse
arrivato il giorno dell'Apocalisse.
A Satan City le cose andarono come dovunque:
l'esercito aveva tentato disperatamente di preparare difese e postazioni da
combattimento in città, e con l'aiuto della popolazione avevano preparato un
perimetro difensivo che avrebe potuto tenere testa ad un comune esercito e
coinvolgerlo in una furiosa battaglia cittadina; di fronte alla marea di
guerrieri alieni e alle centinaia di combattenti di potenza superiore che li
accompagnavano però le difese collassarono nel giro di pochi minuti, e l'armata
che difendeva la città si dissolse come neve al sole; ciò che restava della
popolazione civile, decimata durante il combattimento, corse verso il palazzo di
Mister Satan, con la speranza che il grande eroe potesse salvarli.
Ormai padroni della città, gli alieni si lasciarono
andare al massacro più sfrenato; un gruppo di questi, vedendo la folla che si
stava radunando davanti ai cancelli del palazzo, si diresse volando in quella
direzione per sterminarla; erano a poche decine di metri dal palazzo quando una
luce rosa li avvolse; un istante dopo una valanga di grottesche caramelle crollò
al suolo. La gente terrorizzata si voltò: dietro di loro, in volo sopra il
palazzo di Mister Satan, c'era uno strano essere rosa.
Mister Satan, anche se avvertito da Bulma, non aveva
voluto credere che stesse veramente per accadere una catastrofe e, nonostante i
consigli di Mister Bu aveva deciso di rimanere in città. Quando però gli alieni
erano veramente passati all'attacco per la prima volta l'ormai anziano campione
di arti marziali aveva mostrato decisione e un po' di coraggio, e vedendo la
gente terrorizzata che si stava ammassando davanti al suo palazzo aveva
organizzato velocemente una strategia con Mister Bu. Così, mentre il demone rosa
teneva occupati i guerrieri alieni lui, radunati i pochi militari sopravvissuti,
organizzava una evaquazione di emergenza della città. Per il momento stava
funzionando, anche se, mentre aiutava la gente a salire sulle navette militari
arrivate nel suo palazzo, Mister Satan, ogni volta che alzava gli occhi e vedeva
Mister Bu fronteggiare le migliaia di soldati alieni, non risciva a trattenere
un brivido di paura.
Mister Bu osservò le migliaia di querrieri che
stavano convergendo verso di lui; non aveva paura, sentiva che anche i più forti
erano comunque molto più deboli di lui, ma aveva un brutto presentimento; non
sapeva perché, ma sentiva che quella sarebbe stata la sua ultima battaglia.
Nonostante ciò però li aspettò senza muoversi di un metro.
- Chi diamine è questo?- chiese uno dei guerrieri,
vestito con l'armatura rossa degli ufficiali,- Non sembra un normale
terrestre.
- Non importa.- disse un altro, apparentemente di
grado superiore,- Fatelo a pezzi!
Tutti i soldati puntarono le loro armi su Majin Bu, e
gli ufficiali alzarono le braccia verso di lui; un istante dopo una vera e
propria valanga di colpi energetici piombò sul demone, che fu subito avvolto dal
fumo di decine di esplosioni; dopo circa un minuto i colpi cessarono, e gli
alieni fissarono soddisfatti il fumo che si diradava, sicuri di non vedere
neppure i resti di quello strano essere. La loro soddisfazione si trasformò in
terrore quando videro che era perfettamente intatto, e li fissava con un ghigno
sadico.
- Bel tentativo.- ridacchiò il demone,- Ora provo io,
vediamo se so fare di meglio!
Majin Bu alzò il braccio destro verso il cielo, con
il palmo della mano rivolto verso l'alto; subito si formò una sfera di energia
rosa, mentre il demone urlava:- Attacco Genocida!
Un raggio di energia rosa si sollevò verso il cielo,
dividendosi in migliaia di raggi più sottili, che andarono a colpire ciascuno un
alieno diverso, trapassandolo da parte a parte; una valanga di cadaveri cadde
sulle strade di Satan City, mentre i pochi sopravvissuti fuggivano
terrorizzati.
- Bel colpo, mostro rosa.
Majin Bu si voltò nella direzione da cui proveniva la
voce: un alieno, con un'armatura scura e un braccio solo, lo fissava
ghignando.
- Mi hanno detto che quì c'è un tipo piuttosto
ostico. Vediamo se lo sei abbastanza da vedertela con me. Grazie ad un
simpaticone che ho conosciuto stanotte ho un solo braccio, ma mi basta e mi
avanza per sistemare te!
Majin Bu, che normalmente non conosceva la paura, si
sentì attraversare da un brivido: il suo presentimento si era appena
materializzato, quell'essere era spaventosamente più forte di lui, e prima
ancora di scontrarsi con lui il demone rosa seppe che la sua fine era arrivata;
l'ironia della sorte gli sembrò incredibile: lui che era nato per distruggere la
Terra e l'intero universo era destinato a morire tentando di difenderla. Per un
istante ebbe la tentazione di fuggire, poi si ricordò di Mister Satan,
dell'unica persona che lo aveva trattato da amico; sapeva che aveva bisogno di
altro tempo per salvare quella gente. Pur sapendo che non sarebbe servito a
molto, Majin Bu si preparò ad affrontare l'ultima battaglia della sua
vita.
Rabrax si scosse dall'armatura la polvere rosa che vi
si era posata; quello strano essere lo aveva tenuto occupato per parecchio,
aveva combattuto con una ostinazione incredibile, aeva addirittura cercato di
usare contro di lui quello strano trucco che aveva trasformato in dolci
centinaia dei suoi compagni, ma alla fine era finito polverizzato. Il guerriero
alieno si gurdò in giro, e vide che quel mostro rosa aveva ottenuto il suo
scopo: la città era deserta, tutta la gente era fuggita.
Beh, in fondo non era un problema; stavano
conquistando l'intero pianeta, dove potevano fuggire? Soddisfatto, volò via
dalle rovine di Satan City, per raggiungere Xabaras e gli altri, che stavano
continuando l'invasione.
Ecco quà il sesto capitolo. Mi dispiace, ma per
qualche giorno non potrò aggiornare, perché vado in montagna. Vi prometto che al
mio ritorno avrò pronto un nuovo capitolo per questa e anche per "Il destino di
un principe".
Per Amy: spero di aver risposto alle tue domande;
quanto all'originalità, non è facile inventarsi sempre qualcosa di totalmente
imprevisto. Mi dispiace...
A presto, e buon anno a tutti! Vi prego, commentate
in tantissimi, altrimenti finirò per pensare che non vi piace. Non è che posso
far morire Goku ad ogni capitolo per farvi commentare in tanti!!! Dai, vorrei
arrivare a dieci recenzioni in un capitolo!!!
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