Shugo Chara! Destiny!

di Lady Cheshire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Illusione\Il nostro primo incontro ***
Capitolo 2: *** Rivelazione\Di nuovo una famiglia ***
Capitolo 3: *** Canzone\Il suono della libertà ***
Capitolo 4: *** Capogiro\Sei davvero solo un rimpiazzo? ***
Capitolo 5: *** Febbre\La canzone del nostro passato insieme. ***
Capitolo 6: *** Ricordi\Basterà la tua vicinanza ad asciugare le mie lacrime? ***
Capitolo 7: *** Sentimenti\ La luna è testimone dell nostro accordo ***
Capitolo 8: *** Incontri/ Il prologo della separazione. ***
Capitolo 9: *** Addio/Lacrime di tradimento, baci di speranza ***



Capitolo 1
*** Illusione\Il nostro primo incontro ***


Solo il rumore delle mie scarpe sull’asfalto. Grazie ad un’illusione della mia piccola Yori ero uguale a mia sorella minore. Eccolo li, il ragazzo delle foto, era più basso del previsto ma date le dimensioni della mia sorellina poteva andare.
“Tadase, ciao” dissi abbracciandolo da dietro fingendo la voce di Amu
“Ah, Amu-chan sei tu, mi hai spaventato come mai così espansiva oggi?” Mi chiese lui arrossendo violentemente per quell’inaspettato gesto che ,a quanto pare, mia sorella non aveva mai fatto.
“Scusa se ho voglia di abbracciare il mio ragazzo, perché? Ti da fastidio per caso?” Chiesi maliziosa mandandolo nel panico più totale.
“No, per niente” disse lui guardandomi in faccia per poi rispondere al mio abbraccio, fortuna che avevo gli occhiali da sole o mi avrebbe beccata subito dato che gli occhi erano l’unica cosa che con l’illusione non cambiava, chissà perché! Ad un certo punto una voce palesemente irritata mi riscosse.
“TADASE! Perché stai abbracciando quella ragazza??” Era la mia adorata sorellina che era arrivata stranamente in orario. Peccato fine dello scherzo.
“M-ma come se tu sei li chi è questa ragazza?” Chiese staccandosi da me.
“Ahi ahi siamo messi male se non percepisci la differenza tra la tua ragazza e sua sorella” dissi ridacchiando e mostrando i miei occhi color ametista.
Mi spostai in un vicolo e controllai  che non ci fossero occhi indiscreti ,chiamai Yori e annullai il chara change riprendendo le mie sembianze originali…quelle di una diciassettenne.
Lunghi capelli rosa che arrivavano fino alle ginocchia, grandi occhi viola presi da mio zio (Quanti scherzi la genetica vero? Ndme a me piacciono i suoi occhi NdIkuto Zitto non è ancora il tuo momento! Ndme okok come vuoi NdIkuto) e fisico da modella, d’altra parte io faccio la modella.
Raggiunsi mia sorella e il suo ragazzo palesemente schioccato (Vorrei vedere! NdIkuto Lo capisci il concetto di zitto? Ndme)
“Piacere di conoscerti di persona Tadase io sono Nikoru Hinamori ho 17 anni e sono la sorella maggiore di Amu” Era rimasto a bocca aperta mentre mia sorella…si limitava a scuotere la testa, poi mi chiese
“Che ci fai qui in Giappone? E il tuo lavoro da modella?”
“Oh tranquilla sorellina da quando hai buttato la Easter a carte e quarantotto io sono libera di fare ciò che mi pare e piace…voglio ricominciare la mia carriera qui con la mia famiglia”
“Mi sembra un déjà-vu” Dissero in coro Amu e Tadase. Stavano palesemente pensando a una sola domanda che mi fecero subito dopo
Me pov’s
“Tu che centri con la Easter??”
“Servono sempre cavie in cui iniettare le uova X giusto? Spesso con i metodi più shifosi!” Il suo viso si rabbuiò in un colpo e fu Yori , una dei suoi shugo chara a rompere quella tensione che si era formata attorno a Nikoru, aveva una voce adorabile ma il carattere ricordava qualcuno ai due ragazzi.
“Bene mi presento anche io a questo punto, io sono Yori nya e lui è… uff” Yoru ecco chi gli ricordava la micetta. Unica differenza tra i due: Yoru era nero, lei bianca. Volò nella tasca di Nikoru e ne prese un uovo azzurro con disegnata in nero una chiave di violino e iniziò a scuoterlo con forza. Da lì ne uscì un chara assonnato, con i capelli blu e vestito  con un frak azzurro ,teneva in mano un violino e un archetto.
“Lui è Len nya” Disse la gattina tutta sorridente e poi si nascose nella borsa della sua portatrice, che rideva di gusto mentre Len la raggiungeva dicendogliene di tutti i colori per averlo svegliato di colpo.
"Ehi!"Una voce profonda richiamò tutti all’ordine una voce che Nikoru non conosceva ma che fece sussultare i suoi due amici.
“Sono tornato dopo 7 mesi e nessuno mi saluta? Begli amici che mi ritrovo”
“IKUTO!” Dissero in coro Amu e Tadase ma l’attenzione di lui era concentrata su Nikoru, immerso nei suoi occhi ametista che sembravano nascondere i segreti del mondo tanto erano belli.
Così questa nuova avventura ebbe inizio.

Angolo Talk
M:Fufu ecco il primo capitolo allora?Che ne pensate? Il nome di Nikoru altri non è che il mio tradotto in giapponese carino vero? Non fraintendetemi non soffro di manie di protagonismo solo che era uno dei pochi che stava bene con il cognome.
N:A me piace il mio nome.
I:E in fondo perchè dovrebbe dare fastidio scusa? E' la tua storia e ne fai quello che vuoi!
A:Ikuto ha ragione
M:Grazie ragazzi siete fantastici...bene vi aspettiamo nel secondo capitolo e ogni tanto lo commenterò con i personaggi della storia ok?A presto!Su saluta principino
T:IO NON SONO IL PRINCIPE IO SONO IL RE
I:-_-'
N:^^?
M:^^'
A:Sisi come no forza andiamo da Rima che ti mette il solito secchio in testa ciao a tutti!!

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Capitolo 2
*** Rivelazione\Di nuovo una famiglia ***


Ikuto pov’s
Era bellissima, un angelo. Rimasi scioccato quando si avvicinò ad Amu e disse:
“Ehi sorellina lui è per caso il famoso Ikuto?”
Sorellina? Come è possibile che quella ragazzina buffa e goffa della quale ero innamorato fosse sorella di quella ragazza che non sembrava neanche umana tanto era bella (Wow Ikuto non ti facevo così poetico NdTadase Bhe se una cosa è bella è bella no? NdIkuto Ma che carino grazie NdNikoru Ehm possiamo tornare alla storia? Ndme)
Tornò ad osservarmi con i suoi grandi occhi color malva
“Eh si gli somigli proprio!” Mi disse lei sorridendo e avvicinando il suo volto al mio e sorridendo leggermente
“Aspetta…assomiglio a chi?”
“A tuo padre…a chi se no?” a quanto pare la sorpresa venne manifestata dall’espressione del mio viso dato che lei indietreggiò allarmata.
“T-tu conosci mio padre?” Chiesi in preda ad una curiosità che mi stava uccidendo.
“C-certo che lo conosco lui è il mio maestro di violino e il mio tutore mentre ero all’estero… mi ha patrocinato durante la mia lontananza da casa. Lui voleva andare via e io dovevo fare altrettanto per…” si rabbuiò per un secondo e poi continuò “per vari motivi ecco e perciò la mia famiglia mi ha affidato a lui. Questo è un motivo per cui sono tornata…portarti da lui!”
Nikoru pov’s
Lo guardai ancora una volta… eh si sono davvero padre e figlio, la somiglianza è palese.
Lo presi per mano e lo portai con me poi dissi:
“Amu, Tadase prendo in prestito Ikuto per un po’ d’accordo?”
Senza aspettare consenso da nessuno dei tre feci il chara change con Yori facendomi spuntare orecchie e coda da gatto bianche e chiesi a Yoru di fare altrettanto.
Saltammo di tetto in tetto, accorgendomi che il calore della mano di Ikuto non svaniva…perché continuava a stringere la mia mano?                
Perché non temeva il contatto con il mio corpo? Non che la cosa mi dispiacesse ...era inutile illudersi appena avrei provato di nuovo la felicità Loro me l’avrebbero sottratta di nuovo e io non volevo che Ikuto venisse ferito, non so perché ma mi sentivo stranamente legata a quel ragazzo dagli occhi color del mare. Mi osservava insistentemente ,forse perché non capiva come mai quella ragazza mai vista prima lo stesse portando dal padre sparito anni prima.
“Siamo arrivati!” Dissi lui mostrandogli…casa sua!
“Ma, questa è… casa…mia…”
“Già, ora entra e vedi se ciò che c’è dentro è una sorpresa a te gradita” Dissi con un gesto plateale simile a quello dei camerieri.
Lui aprì la porta e la sua faccia era indescrivibile nel vedere cosa o meglio chi lo attendeva sulla porta. Soko e Utau lo guardavano sorridenti come non mai e, dietro di loro, un uomo alto che lo guardava e gli sorrideva con fare paterno e gli diceva:
“Sono tornato, scusa se ci ho messo tanto” Ikuto crollò e vene abbracciato dalla madre e dalla sorella, finalmente poteva avere di nuovo la sua felicità.
“Grazie Nikoru, davvero grazie mille” mi disse Ikuto e lo stesso mi disse Aruto:
“Grazie solo grazie a te ho trovato il coraggio di affrontare la mia famiglia” me lo disse con uno sguardo colmo di gratitudine.
“Dovere sensei” poi mi chiusi la porta di casa Tsukiyomi alle spalle e ciò che si dissero quella sera rimase un segreto.
 
Angolo Talk
M:Bene anche il secondo è andato allora Ikuto come ti senti a rivedere tuo padre dopo tanti anni? Sei felice?
I:Si molto ma perché non vuoi dire cosa ci siamo detti?
M:Non mi sembrava carino sbandierare ai 4 venti un momento di intimità familiare
I:Oh beh allora grazie, e grazie anche  a te Nikoru
N:Ma figurati, dovere
M: Nikoru nel terzo capitolo scopriremo qualcosa su di te ovvero il tuo lavoro come ti senti in questo momento?
N:Beh diventare la rivale e collega di Utau Hoshina non mi renderà la vita facile ma ce la metterò tutta e oh caspita il chiacchiericcio è un brutto vizio vero?
M:Già purtroppo il tempo è scaduto e...
I:Ma non è vero c’è ancora un po’ di…
Nikoru tappa la bocca a Ikuto con una croce di scotch
N:Se diciamo che è finito è finito se no poi addio suspense per il prossimo capitolo.
M:Penso sia già andata a farsi benedire la suspense con questa gag comica
 
 R:Già semplice ma ben fatta e appropriata 
 
M:RIMA?! E tu da dove sbuchi? Ah già la gag comica comunque ora vi salutiamo…al prossimo capitolo…levagli quel coso dalla bocca
I:Grazie stavo soffocando
R:Alla prossima. 

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Capitolo 3
*** Canzone\Il suono della libertà ***


Nikoru pov’s
Era mattina presto quando il telefono di casa squillò e Amu andò a rispondere. Io ero sul letto con le meni dietro la testa e ripensavo al giorno in cui Ikuto si è riunito con la sua famiglia, sono felice che finalmente Aruto si sia deciso a tornare e ad affrontare la sua famiglia che lo ha perdonato e ora sono di nuovo felici. Il viso di Ikuto, con gli occhi leggermente arrossati da lacrime che non voleva mostrare, che mi ringraziava ronzava nella mia testa…era diventato il mio chiodo fisso da quando lo aveva conosciuto una settimana prima. Ci si era messo anche il fatto che ,iscrivendoci a metà anno, saremmo andati a scuola insieme nella stessa classe per di più. Ma perché pensavo a lui così tanto? In fondo lo avevo appena incontrato, giusto? Ogni volta che mi ponevo questa domanda venivo assalita dal ricordo di un bambino che suonava il violino ma non ho idea di chi fosse.                              Una cosa la sapevo: L’ultima cosa che volevo era innamorarmi di nuovo e soffrirne di conseguenza…il mio cuore ferito non ha voglia di provare altro dolore non dopo la scomparsa di…
“Nikoru alzati dobbiamo fare da manager a Utau!”
“Maledetta piccola furia dai capelli rosa ti sembra il caso di entrare così nella stanza di qualcun altro?” ma parlai solo alla porta.
Una volta arrivati allo studio di registrazione trovammo Utau che ci aspettava con al fianco una donna febbricitante e con il ventre leggermente gonfio…si fiondò letteralmente su mia sorella benedicendola in tutte le lingue conosciute dall’umanità per poi dirle:
“Scusa per il disturbo Amu ma, dato che potrebbero esserci problemi preferisco fare tutti gli esami” Spiegò mentre si accarezzava la pancia. Era incinta era palese.
“Non si preoccupi signorina Sanjo, l’importante è che vada tutto bene” disse mia sorella sorridendole.
“Amu ha ragione e poi se la cava egregiamente come mia manager” (Ci credo non fai che comandarmi a bacchetta NdAmu Questo non è vero NdUtau BASTA ç_ç Ndme)  
Seguii attentamente tutta la registrazione della canzone di Utau, aveva una voce meravigliosa ti trasmetteva serenità…un altro di quei ricordi sconnessi colpì la mia mente, una bambina che cantava una canzone sulle note di un pianoforte. Tutti andarono un pausa ma io rimasi lì ad osservare la sala di registrazione che mi era tanto familiare e la mia attenzione venne attirata da Len e Yori che avevano inserito la base musicale del mio singolo che dovevo cantare per la Easter… adoravo quella canzone e così iniziai a cantare. Mi sentivo libera, senza vincoli finalmente con la possibilità di cantare come voglio senza sondare i cuori delle persone, solo la mia voce e me nessun altro se non il microfono che amplificava la mia voce.
Utau pov’s
Una voce melodica proveniva dalla sala di registrazione ma se non ero io a cantare…chi era? Era una voce meravigliosa che risvegliava in me tanti ricordi assopiti come una bambina dai capelli rosa che suonava una bellissima melodia al pianoforte insieme a mio fratello.
Entrammo tutti in sala di registrazione e la vedemmo gli occhi chiusi e il viso rivolto verso il microfono, si divertiva a cantare…proprio come me. La musica era la sua vita e lei viveva per la musica era evidente. Trovammo la custodia del CD e sopra vi era scritto “Trinity Cross base musicale” e quelle che cantava Nikoru dovevano essere le parole. Il ritmo era fantastico forte e gentile allo stesso tempo, ti trasportava letteralmente nel testo.

http://www.youtube.com/watch?v=7dCtim4H9XE
“Fantastica, veramente meravigliosa” disse il direttore una volta terminata la canzone
 “Tu sei nata per cantare ma dato che hai fatto partire la base da sola devo pensare che…”
“Io abbia già cantato? Si è così e mi piacerebbe ricominciare ma sono senza agenzia” disse Nikoru arrossendo lievemente imbarazzata dalla nostra presenza e dai complimenti del direttore della casa discografica
“A questo posso provvedere io!” disse risoluta la signorina Sanjo al mio fianco.
“Benvenuta alla Sanjo productions… Angel” disse la mia manager sorridendo risoluta, poi sentii Amu sospirare un ‘beccata’
“Come sa il mio vecchio nome d’arte?”
“Beh eri famosa a livello internazionale prima ma anche se avevi la maschera ti ho riconosciuto dalla voce…eri la pupilla di Sua Eccellenza”
“Già è vero…allora quando comincio?” chiese Nikoru ansiosa.
“Anche subito se incidiamo la canzone” disse il direttore idicando la sala.
“Va bene ma ho solo una richiesta da farvi” disse Nikoru avvicinandosi a loro.
“Sarebbe?” chiesero il direttore e la signorina Sanjo.
“Il mio lavoro si deve limitare ai concerti e alle prove, niente di più… no foto o interviste per i giornali se non per estrema necessità”
Entrambi acconsentirono vigorosamente a quella richiesta d’altra un talento del genere non si può sprecare.
“Allora da oggi saremo colleghe!” le dissi con un sorriso, ero felice di avere una collega nella stessa agenzia finalmente ,ma guardando il suo viso che si era fatto improvvisamente triste ho paura che tornare a cantare abbia rievocato in lei qualcosa di spiacevole.
 
Angolo Talk
M:Bene ragazze da oggi canterete insieme come vi sentite?
N:Io sono molto emozionata di cantare con un’artista del suo calibro
U:Io voglio andare da Ikuto
M:Mi spiace ma Ikuto non è qui al momento…
I:Invece si solo che mi avete chiuso nello sgabuzzino perché ? Che c’è da nscon…
U:IKUTOOOOOOO
Utau salta addosso a Ikuto
N:Ehi!!
U:Che c’è?
N:N-Niente!-\\\-
I:Utau pesi
A:Perché finisce sempre così?-_-‘’
M:Non ne ho idea Amu ,proprio non ne ho idea…*sospiro* va beh alla prossima gente!
I:Sbaglio o sei gelosa?
N:P-Perché dovrei esserlo scusa?O\\O
U:LUI E’ MIO *sguardo assassino*
K:Guarda che mi offendo!
U:Scusa Kukai
M:IO HO GIA’ SALUTATO FATE SILENZIO
TUTTI: Sissignora!
M:Bene.

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Capitolo 4
*** Capogiro\Sei davvero solo un rimpiazzo? ***


Ikuto pov’s
Come ogni mattina da una settimana a questa parte l’aspettavo davanti alla porta dell’aula 3-3, la nostra classe. Eccola che arriva puntuale come un’ orologio ,santo cielo quanto è bella. E’ uno schianto persino con la divisa del nostro liceo che, raramente donava alle ragazze data la gonna larga e le spalle a palloncino ma lei , sembrava una bambola di porcellana. La divisa nera contrastava con la carnagione chiara sembrava davvero uscita da un quadro.
Mi ricordava moltissimo Amu, tanto che da quando l’ho conosciuta l’ho sempre considerata un po’ un suo rimpiazzo, ma il suo modo di porsi con le persone era diverso… se Amu era timida, introversa, goffa e chi più ne ha più ne metta (Ehi! NdAmu) lei era sfacciata, cocciuta ,arrogante, elegante ,gentile non si capiva quale fosse la sua vera personalità ma era interessante, parlare con lei stuzzicava continuamente la tua curiosità perché non sapevi mai cosa avrebbe risposto o come avrebbe reagito…mi assomigliava molto davvero, avevo stretto una bella amicizia con lei nonostante reagisse ai miei scherzi esattamente come Amu, arrossendo fino alla punta dei capelli e dandomi o dell’idiota o picchiandomi solo che lei, quando colpiva, faceva male.
Era davvero piacevole stare con lei ma purtroppo la pensavano allo stesso modo anche i nostri compagni di classe che non facevano che girarle intorno ,è vero lei se ne libera con uno sguardo assassino alla Utau ma è anche vero che quando era con un altro ragazzo io mi sentivo strano, mi dava fastidio. Lo stesso fastidio di quando avevo visto Amu e il piccolo principe insieme la sera di Natale prima che partissi e quel fastidio non era che…gelosia? Come era possibile che fossi geloso di una ragazza che conoscevo da così poco tempo? Non riusciva a capacitarmi di quella cosa nonostante, avendola già provata, sapessi perfettamente cosa fosse.
“Ikuto sicuro di stare bene? Sei pallido” Mi chiese Nikoru preoccupata dopo aver mandato via l’ennesimo parassita che era andato a chiederle di uscire. “Si mi gira solo un po’ la testa” un po’ tanto dato che, un secondo dopo, ero steso a terra circondato dal buio dell’incoscienza e in quell’oscurità un sentimento assopito da molti anni si fece strada dentro di me, un affetto profondo e sincero che provavo per Nikoru e non sapevo il perché, solo di una cosa ero certo…lei era unica non era un rimpiazzo. Iniziavo a provare qualcosa per lei.

Angolo Talk
M:Bene Ikuto a quanto pare chiodo scaccia chiodo?
I: -\\\-
N:P-Perché non dici niente?
I:Perché non c’è niente da dire
A:Non ci credo Ikuto è arrossito?? Utau dammi la macchina fotografica devo immortalare il momento
I:Piantala stupida, dille qualcosa è tua sorella no?
N:Tu di qualcosa alla tua che mi fissa in modo strano!
U:*sguardo assetato di sangue*
M:Scusate capitolo corto e terribilmente osceno ma la scuola mi impegna un bel po’…al prossimo capitolo :D

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Capitolo 5
*** Febbre\La canzone del nostro passato insieme. ***


Ikuto pov’s
Aprii gli occhi lentamente, destandomi dal torpore nero dell’incoscienza.
“Che caldo!” Dissi tra me e me massaggiandomi le tempie a causa di un mal di testa che mi stava massacrando il cervello. Mi guardai intorno convinto di essere disteso sulla brandina dell’infermeria della scuola ma mi sorpresi non poco nello scoprirmi a casa mia, nel mio letto. Cercando di capire come fossi arrivato a casa fui distratto da una musica familiare suonata al pianoforte, era la canzone che papà aveva scritto quando era nata Utau! Scesi le scale per chiedere a mio padre un’aspirina, l’emicrania mi stava uccidendo. Credevo mi avesse procurato addirittura le allucinazioni dato che a suonare la canzone di Utau, al piano, non c’era mio padre bensì…Nikoru! Perché era lì? Perché mi sentivo felice nel vedere la sua siluette perfetta seduta composta davanti al pianoforte? Perché mi scoprivo felice di saperla lì, con me, e non con uno di quegli “esseri” che venivano a scuola con noi o che erano suoi colleghi?
http://www.youtube.com/watch?v=KOiPRf6yDPs&feature=endscreen&NR=1
Le sue dita affusolate e sottili scivolavano sui tasti bianchi e neri per suonare le ultime note della canzone che era radicata profondamente nella mia infanzia. Si volta verso di me, sorride sollevata e si avvicina a me. Mi si piazza di fronte e mi posa delicatamente una mano sulla fronte, il suo viso è cosi vicino. Il suo respiro fresco sul viso, profuma di menta.
“Sembra che la febbre sia scesa un po’ , fortuna che tuo padre è ancora il mio tutore legale e mi ha permesso di uscire con te da scuola altrimenti staresti male di brutto il che mi ricorda…CHE DIAVOLO CI FA IN PIEDI??!” Mi urlò contro per poi buttarmi sul divano, aveva ragione mi sentivo malissimo.(Sarai anche bella ma hai la finezza di un carrettiere -_-‘’ NdIkuto Io sono solo preoccupata e poi sei tu quello che mi sbava dietro NdNikoru PIANTATELA…avrò una crisi isterica prima di aver messo la parola fine a questa storia Ndme)
“Veramente volevo solo prendere un’aspirina” Dissi io annaspando per la temperatura che aumentava vertiginosamente.
“Te la porto io, tu non ti muovere” Disse mentre spariva dietro la porta della cucina per poi tornare col la pastiglia e un bicchiere d’acqua. Presi la medicina e l’incoscienza s’impossessò nuovamente di me.
Sogno
“Dai fratellone suona con nee-chan!” mi chiese mia sorella con fare implorante da cane bastonato
“E dai Ikuto, è il suo compleanno” mi disse Lei mettendomi una mano sulla spalla.
“Va bene” dissi mentre entrambi impugnavamo i nostri violini. Mio padre si mise dietro di Lei e le sistemò le braccia nella posa corretta.
“Grazie sensei” disse sorridendo
“Di nulla…
Fine Sogno
“Nikoru!” urlai senza accorgermi che era lì, con una pezza bagnata per togliermi il sudore della febbre di dosso.
“Si dimmi, sono qui Ikuto che cosa c’è?” mi chiese lei con fare rassicurante, quasi materno, sorridendo in modo gentile.
“Tu eri allieva di mio padre e venivi spesso a casa mia a giocare quando eravamo bambini vero? Per questo conosci la canzone che papà scrisse per Utau!” dissi dopo essermi calmato un po’ dal sogno che si era dimostrato rivelatore.
“Si, esatto ce ne hai messo di tempo per ricordartene sai?” disse lei semplicemente e con una punta di ironia. Bagnò la pezza e ma la mise sulla fronte.
“Dove sono Aruto e Soko? Ormai è ora di cena” mi domandò
“Sono fuori per lavoro e lo stesso Utau…tutti torneranno non prima di domani pomeriggio ma non ti preoccupare io sto bene!” dissi io alzandomi dal divano non si doveva preoccupare per me. Amu l’’aveva fatto ero ora l’avevo persa, non volevo perdere anche lei. Mentre muovevo un passo verso le scale ebbi un capogiro e sarei caduto se Nikoru non mi avesse prontamente messo un braccio attorno alle sue spalle per poi riappoggiarmi sul divano.
“E se fai così io come faccio a non preoccuparmi? E’ da quando siamo bambini che io mi preoccupo per te, ormai è un’abitudine” mi disse ironica abbassando il suo viso all’altezza del mio e ,guardandomi negli occhi, si rabbuiò bruscamente…avevo fatto qualcosa di male? Non seppi trattenermi.
“Che cosa c’è?” gli chiesi senza farmi troppi problemi
“Sicuro di volerlo sapere?” mi domandò con fare insicuro e spaventato sedendosi e poggiando la testa sulla mia spalla.
“Sicuro!” affermai con ben poca convinzione, avevo un brutto presentimento. Stavo per conoscere tutta la tristezza che animava gli occhi di quella ragazza.
“D’accordo ti racconterò la mia storia” mi disse lei con un sorriso amaro. I suoi occhi erano già rossi di lacrime.

 
Angolo Talk
M: Ma quanto siete carini *.*
I: Piantala autrice dei miei stivali -\\\-
M: Hey guarda che se non fosse per me tu saresti chissà dove e Nikoru non l’avresti mai conosciuta
I: Ok scusa -\\\-
M: Ma dove sono gli altri?
I: Non ne ho idea…ci siamo solo noi.
M: Allora salutiamo e andiamo a casa ti va? Ah solo una cosa vi auguro di aver recuperato sul pessimo capitolo dell’altra volta e aspetto recensioni dato che per ora non ne ho ricevuta nemmeno una -_-‘’ comunque alla prossima … Ikuto ti do un passaggio?
I: Volentieri grazie.... ciao a tutti!

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Capitolo 6
*** Ricordi\Basterà la tua vicinanza ad asciugare le mie lacrime? ***


Nikoru pov’s
“Va bene, ti racconterò la mia storia” esordii ma il tremolio della mia voce lasciava benissimo intendere quanto il mio cuore ferito non volesse essere toccato.
“Sempre se te la senti ovviamente” mi disse Ikuto, Era sempre stato così sia con me , che con la famiglia, che con mia sorella. Si mostrava sempre freddo e distaccato ma la sua gentilezza era spiazzante.
“Certo, allora… vediamo di farla breve, parlare di quel che avvenne non mi piace, riapre ferite che non si sono ancora rimarginate. Bene, come ben sai all’estero io ero parte legale della tua famiglia! Avevo anche assunto il cognome e per tutti io ero Nikoru Tsukiyomi ,in pratica ero tua sorella, e come tale anche io, dopo che tuo padre mi disse che lo avevano trovato ,fui costretta a lavorare per la Easter. Come per Utau anche io ero usata per estrarre le uova X ma servivo anche come cavia per testare l’energia X che da essa veniva estratta, il dolore e le ferite che mi vennero inflitte in quel periodo fanno male ancora adesso e mi trasformarono in un’ essere privo di qualsiasi emozione. Non ero una persona ero diventata un’ automa, un mostro senza volontà propria loro ordinavano e io eseguivo. Non mi importava più di nulla ormai ,il dolore era una routine e non avevo il diritto di fare nulla se non lavorare per loro…nemmeno vivere. Questo è il segno che per loro non ero che un oggetto da utilizzare per i propri scopi.” Dissi mostrando un segno che rappresentava il logo della società.
“Un tatuaggio?” mi chiese Ikuto con tenera ingenuità
“No un marchio a fuoco, il dolore mi ha lacerato per mesi!” che tristezza, come faceva male parlarne eppure sentivo che era giusto ciò che facevo. Esternare il mio dolore mi avrebbe aiutato a dimenticare ogni cosa e Ikuto era l’ unico di cui mi fidassi abbastanza, fuori dalla mia famiglia, a cui raccontare tutto questo.
“Ma sono cambiata radicalmente dopo che incontrai Jonathan …
Flashback
“C-Ciao” mi disse timidamente un ragazzo con i capelli color rame e gli occhi chiari, totalmente rosso in viso, forse stava male.
“Che vuoi?” chiesi io fredda come il ghiaccio e con uno sguardo fulminante
“B-Beh ecco io sono Jonathan e veramente, io e-ecco io mi chiedevo…se tu volessi uscire con me!” me lo disse col viso arrossato e fissandomi con determinazione. Lo ammirai per questo, nessuno della scuola ,maschio o femmina che fosse, osava avvicinarsi a me ma la mia risposta fu gelida:
“No non ho tempo da sprecare in simili sciocchezze!” dissi per poi girare i tacchi e andare via ma lui mi trattenne per il polso dicendo:
“Allora io te lo chiederò anche domani, e anche il giorno dopo. Ti inviterò ad uscire ogni giorno, ogni volta che ci incontreremo e ti farò cedere. Aspetta e vedrai!” e poi corse via…fece come aveva detto. Ogni giorno per tutta la settimana seguente me lo ritrovai tra i piedi, anche più volte a giorno. Fu così che cedetti
“E va bene uscirò con te!” dissi una mattina quando mi si era parato davanti per l’ennesima volta.
Lo vidi sorridere e darmi l’ora dell’appuntamento per poi correre via, solo quando se fu andato mi accorsi di essere lievemente arrossita al suo sorriso
Fine flashback
“Uscimmo insieme il giorno dopo e a essere sincera mi divertii parecchio” lo guardai e mi accorsi che si stava mordicchiando il labbro nervosamente…possibile che fosse geloso? No, impossibile, lui geloso di me? Ridicolo!
Sentivo le lacrime pungermi gli occhi quindi continuai a raccontare anche  se sapevo già che avrei pianto, mi faceva troppo male il cuore.
“Uscimmo insieme tante altre volte, Jonathan iniziava piacermi sul serio e dopo un mese circa ci mettemmo insieme. Ovviamente alla Easter questo non andava bene, non avevo il diritto di amare e così dissero a Jonathan di lasciarmi ma lui rifiutò. Disse che anche se ci avessero separati a forza noi avremmo comunque continuato ad amarci e così unirono l’utile al dilettevole utilizzando Jonathan come ‘trasferitore’ dell’ energia X dalla macchina a me in modo che io estraessi le uova X. Mi accorsi di questo quando vidi che Jonathan era cambiato, era geloso, possessivo, violento e cattivo. Il ragazzo dolce e solare che avevo conosciuto e del quale ero innamorata era stato coperto dall’ energia X. Giorno dopo giorno la nostra relazione andava in frantumi, ma io lo amavo ancora nonostante tutto, tre mesi dopo ci ritrovammo a combattere nella stessa situazione in cui ti sei trovato tu con mia sorella, solo che a te andò bene…a Jonathan no…
Flashback
“Jonathan!” Urlai mentre correvo  verso di lui che si rialzava ,finalmente libero dall’energia X che avevo fatto sfogare. Avevo rischiato di morire per salvarlo e ora potevamo guardare avanti insieme ma…
“Non ti avvicinare Nikoru!” mi disse lui con le lacrime agli occhi
“Perché Jonathan? Ora è tutto finito…”stavo per scoppiare a piangere, perché faceva così? L’energia X gli aveva cancellato l’amore che provava per me?
“Non è tutto finito, loro mi controllano ancora e mi dicono di farti del male e io non voglio! Ti ho già ferito anche troppo stasera! Non posso sopportare oltre la visione di te a terra grondante di sangue a causa mia” nel frattempo prese la pistola da un poliziotto che avevamo tramortito durante la battaglia.
“Nikoru non dimenticare mai ciò che sei diventata. Una ragazza forte capace di esprimere le proprie emozioni senza paura delle conseguenze. Continua così e sii forse, anche senza di me, dimenticami e rendi felice un altro ragazzo come lo sono stato io, ti amerò per sempre. Addio amore mio!”
Fine flashback
“Detto questo si è sparato un colpo in testa e si è accasciato d-davanti a m-me e…” non riuscii a completare la frase perché caddi in un pianto convulso scossa da spasmi frequenti. Era tutto troppo vivido, il dolore troppo forte, ancora sulla pelle la sensazione del sangue caldo del mio amato Jonathan che cadeva sulla mia pelle e gocciolava a terra mentre io ,immobile non potevo fare a meno di gridare.
Le braccia di Ikuto mi svegliarono da i miei ricordi ma continuai a piangere e  mentre l’unica cosa che riuscivo a dire era ‘lui è morto a causa mia’ lui mia abbracciava dolcemente ma allo stesso tempo con una forza rassicurante e protettiva, come se volesse proteggermi da tutto il mio dolore.
Piansi per una mezz’ora buona poi mi calmai e Ikuto mi sorrise.
“Grazie Ikuto, ne avevo bisogno ora sto molto meglio! Senti tu sei solo fino a domani vero? Non mi va di lasciarti solo mezzo malato, se per te non è un problema mi fermo qua e ti tengo sotto controllo ok!” chiesi io tronando al motivo per cui ,alle otto suonate di sera ero ancora a casa Tsukiyomi. Maledetto orgoglio sono sicura che lui avrebbe capito se gli avessi detto la verità, cioè che quella che non voleva stare sola ero io, mi sentivo dannatamente fragile in quel momento ,se fossi rimasta sola mi sarei sgretolata come uno specchio crepato.
“Certo, puoi dormire nella vecchia stanza di Utau va bene?” mi chiese un po’ imbarazzato, ma con piena coscienza della verità nascosta del mio gesto, avevo bisogno di lui.
Chiamai a casa dicendo che mi sarei fermata da Ikuto, con le urla di mio padre che mi ricordava che lui fosse un uomo bla bla, poi mangiammo qualcosa e andai a fare la doccia. Mi diede un pigiama di Utau, mi stava un po’ piccolo dato che mi lasciava i fianchi scoperti ma era l’unica cosa simile a un pigiama in tutta casa quindi mi accontentai. Mi diressi nella camera di Utau passando davanti a quella di Ikuto, doveva essersi già addormentato o così credevo…

 

Angolo Talk
M: Santo cielo che storia tremenda T_T
N: Ne vogliamo parlare??!
M: Okok evitiamo bene come sapete ancora niente recensioni *Si deprime potentemente per questo*
I: Che ha? *Guarda l’autrice in modo preoccupato*
N: Niente è solo depressa
A: Senti un po’ Ikuto tieni le zampe lontane da mia sorella chiaro?
I: Tu pensa al princpino che a lei ci penso io! 
A: NOOOOOOO non lo dire!!
T: MUAHAHAHAHA SONO TORNATO PER DARE FINALMENTE SENSA A QUESTA STORIA INSIPIDA
M: Non osare dire una cosa del genere anche questa tua comparsata è merito miooooooo.
T: Come osi tu suddita? Io sono il Re
M: Si ma io sono l’autrice
I: Qui ne avremo per parecchio voi che dite andiamo?
N: D’accordo
A: Bene alla prossima amici ^.^

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Capitolo 7
*** Sentimenti\ La luna è testimone dell nostro accordo ***


Ikuto pov’s
Steso sul letto ripensavo a ciò che mi aveva raccontato Nikoru. Persino io ,freddo con tutto e tutti, facevo nascere dai miei occhi qualche lacrima argentata. Sembrava tanto la mia storia, il mio passato…Lei. Eccola, come ogni volta che ripensavo a ciò che avevo passato, lei ricorreva nei miei pensieri. I suoi occhi color oro, i suoi capelli rosati, il suo viso color porpora ogni volta che la pigliavo in giro dicendole che era una bambina. Era sempre lì, un pensiero fisso nella mia mente nascosto in un cassetto della mia mente che cercavo, invano, di tenere chiuso. Dopotutto mi aveva salvato, eppure lei non era lì con me, era con il mio migliore amico. Quanto dolore ogni volta che li pensavo felici ,lei tra quelle braccia che dovevano essere le mie mentre fino a poco fa c’era sua sorella. Già ‘‘è impensabile che siano sorelle eppure è così’’ me lo ripeto spesso per non scordarlo. Ma perché continuavo a pensare ad Amu? Era felice e di conseguenza lo ero anche io… no era tutta una bugia che dicevo a me stesso ma perché continuavo a ostentare una felicità falsa? Forse non avevo il coraggio di riportarla da me e anche se lo avessi fatto lei non sarebbe tornata, perché lei amava Tadase non me… ma io si! Mentre piangevo rintanato nel mio doloroso silenzio, nascondendo i singhiozzi la sento, davanti alla mia porta. I suoi passi leggeri si fermano, poi il silenzio. Socchiudo piano la porta e la vedo, da le spalle alla mia stanza, la testa china, il corpo si muoveva irregolarmente. Poi vedo una goccia trasparente trascendere l’aria. Una piccola lacrima di ghiaccio scivolava giù dal suo viso per cadere a terra creando una piccola macchia che andava a espandersi, illuminata dalla luna che si vedeva chiaramente dalla grande finestra del corridoio, illuminando il pavimento di riflessi argentati.
“Piangi?” le chiesi io ostentando una falsa ingenuità, sapevo benissimo che piangeva e che era colpa mia. Sapevo che per nulla al mondo avrei dovuto violare la tristezza dei sui grandi occhi color malva che nonostante tutto quel dolore avevano continuato a sorridere. In fondo i nostri cuori eravamo animati dallo stesso desiderio di andare avanti, nonostante la paura di amare di nuovo e di rimanere feriti.
Nikoru pov’s
Il pigiama di Utau era davvero leggero, avevo quasi freddo. ‘Ikuto starà certamente dormendo ora’ pensai e così sfoderai il mio passo felpato facendo il chara change con Yori …poi lo sciolsi e mi fermai a metà del corridoio, proprio davanti alla sua stanza, osservai la porta ed eccoli, mi travolsero come un fiume in piena. Vividi, forti, intensi, penetranti…dolorosi. Tutti i sentimenti che provavo per Jonathan ora erano per lui ,nei miei pensieri il desiderio irrazionale di spalancare quella porta e di abbracciarlo come pochi istanti prima, di sentirmi protetta. Ma sapevo che era sbagliato, io avevo giurato sul corpo esanime di Jonathan che non avrei amato mai più e invece ora eccomi lì, a trattenere a forza la mia mano dall’aprire quella porta di ebano scuro, lontana dal quel pomello argentato. Faccio un passo indietro e mi volto ,poso lo sguardo sui miei piedi illudendomi di distogliermi da quei pensieri sbagliati ma erano sempre lì, con lui ,oltre quella porta nera che mi invitava ad entrare. I miei occhi erano sommersi di lacrime, il mio corpo scosso da singhiozzi leggeri, la vista annebbiata dal mio pianto silenzioso e intriso di dolore un po’ per i ricordi di un passato che volevo ricordare un po’ per questo legame confuso che mi spingeva a legarmi a Ikuto. ‘Jonathan perdonami non c’è la faccio, ho bisogno di questo sentimento confuso, anche se non è amore va bene, anche se è solo amicizia fa nulla, ho bisogno di un sentimento, un legame al quale aggrapparmi per sfuggire al buio. Scappare da quella densa oscurità in cui il nostro amore ,che ormai con è che un doloroso ricordo nella mia anima macchiata del tuo sangue, svanito come un turbinio di foglie nel vento, mi sta trascinando lento e inesorabile. Senza quella brezza il nostro amore, come quella foglia, è caduta a terra, calpestata dall’odio delle dispute altrui nelle quale noi ci siamo ritrovati per caso, in questo strano gioco delle parti, come a teatro a recitare un’opera io Giulietta e tu Romeo con il nostro amore contrastato, ma io sono ancora viva, perché? Nell’opera Giulietta muore seguendo il suo Romeo ma io sono qua… forse era quello il mio destino, morire assieme a te in quell’atto folle di proteggermi, avrei dovuto seguirti’ Già forse era davvero quella l’unica soluzione dato che nell’ultimo anno non avevo che pianto per giorni ,avevo abbandonato tutto: la carriera, la scuola, quei pochi amici che mi ero fatta perché senza Jonathan la vita per me non aveva più senso. Ma da quando ,quel pomeriggio in cui mi ero spacciata per mia sorella davanti al suo ragazzo, lui è entrato nella mia vita il tempo ha ricominciato a scorrere, il mondo attorno a me era solo leggermente diverso. Brillava dei suoi colori come a volermi salutare dopo quel periodo di apatia in cui la vita aveva perso tutte le sue tonalità.
“Piangi?” quella sola parola pronunciata con falsa ingenuità mi riscuote dai miei pensieri facendomi sobbalzare.
“No perché dovrei piangere Ikuto?” che stupida a dire una cosa del genere con gli occhi arrossati, nemmeno un bambino mi avrebbe creduta. Lo vedevo mordersi il labbro nervosamente e stringere i pugni. Poi accadde tutto in pochi istanti… Un aabbraccio protettivo,caldo, mi abbracciava in maniera differente rispetto a Jonathan. Ikuto mi vedeva così fragile che aveva paura di rompermi, mi staccai da lui, uno sguardo d'intesa come fosse un'accordo silenzioso e poi dalle nostre bocche la stessa frase, detta come se fosse stata una supplica:
"Aiutami a dimenticare" e davanti alla notte stallata quel patto era stato stretto tra me e lui. Amiamoci e dimientichiamo il doloroso passato che volevamo scordare ma che ormai fa parte di noi, nonostante la paura di rimanere feriti sia molta...proviamoci!

Angolo Talk

M: Siete adorabili **... nessuno si immagina l'epilogo di questa storia vero? Nemmeno io ad essere sicera xD
I: Che razza di autrice sei se non conosci il finale della TUA storia?!
N: Ikuto non alzare la voce
M: Già non alzare la voce e comunque la storia va ad ispirazione ad esempio il prossimo capitolo sarà solo su Amu che capisce stessa, finalmente dato che,nonostante le diffamazioni di Ikuto io sappia già il finale della storia...semplicemente volevo lasciare un po' di suspense
A: E cosa dovrei capire di grazia?
M: Beh a essere sinceri....
later
A: O.o'' davvero io farò una cosa simile?? CHE IMBARAZZO!! >\\\<
I: Per me no problem 
N: Per me un po' si ad essere sinceri ma spero che tutto si risolva per il meglio e che la mia sorellina sia felice
M: Fidati lo sarà vi abbiamo incuriositi? Si? Allora vi aspetto nel prossimo chappy bacioni <3

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Capitolo 8
*** Incontri/ Il prologo della separazione. ***


Amu pov’s
Era mattina, il sole era alto e il cielo ea di un turchese stupendo. Tutto induceva le persone a rilassarsi ma io, seduta davanti alla fontana del parco, mi torturavo nervosamente le mani ripensando alla telefonata che mia sorella aveva fatto la sera prima.
“Senti mamma Ikuto sta male e i suoi non ci sono, mi fermo qua per controllarlo ok?” chiese lei con noncuranza
“Ikuto? Perché questo nome mi suona famigliare?” Si domandò mia mamma
“ E’ il ragazzo che ho nascosto in camera mia l’anno scorso mamma” dissi io ricordandomi di quella sera in cui, alzando le coperte, lo trovai li rannicchiato come un gatto. Ma mia madre non sentì le mie parole.
“E’ il figlio di Aruto-sensei mamma!”
“Ahhh ok ci sono, ok fa pure cara, ma stai attenta”
“NOOOOOO….non permetterò che la mia bambina dorma da un ragazzo, è troppo pericoloso” ecco che mio padre ricominciava con una delle sue scenate alla –padre della sposa- come dice Rima. Purtroppo per lui mia sorella non subisce le prediche di quel genere e quindi…
“Papà tra due giorni compirò 18 anni! Maggiore età! Ti dice nulla?! SI?! Bene! Fai il padre geloso con Ami ,io e Amu siamo abbastanza grandi per frequentare e gestire dei ragazza…buona notte mamma.”
“Notte tesoro” e la telefonata si concluse li.
“Ma perché lo ha chiamato sensei!?” Urlai in faccia a Tadase che era in piedi davanti a me ,leggermente confuso.
“C-ciao Amu” disse lui, abituato alle mie solite gaffe…che imbarazzo!!
“Ehilà!” Dissi io con un sorriso tirato dalla vergogna. Con Ikuto non mi preoccupavo se facevo figuracce ,mi sentivo così a mio agio da non preoccuparmene. “Come mai da queste parti?”
“Sono uscito a fare due passi…ti unisci a me?”
“Volentieri…” Come mai non ero felice come mi aspettavo di essere? Non capisco se me lo avesse chiesto un anno fa avrei fatto i salti di gioia…
“A chi ti riferivi poco fa? Chi è che hai chiamato sensei?” mi chiese Tadase
“Ah ,niente, mi sono ricordata di una telefonata dove mia sorella chiama il padre di Ikuto sensei e ci rimugino da parecchio ormai…”
“Forse era una dei pochi allievi di Aruto…” disse lui un po’ incerto se dirmelo o no…ma ormai mi aveva incuriosito.
“Che intendi dire?”
“Tua sorella mi ricorda molto una bambina che era allieva di Aruto e che, in pochissimo tempo, aveva conquistato l’amore della famiglia Tsukiyomi quasi fosse stata una terza figlia. Persino Utau non era gelosa quando Ikuto stava con lei…”
“Sfido io mia sorella era adorabile da piccola…e adesso è talmente bella da fare la modella e ,in un futuro prossimo, anche la cantante. La cosa non mi stupisce lei è brava praticamente in ogni cosa che fa…”
Era vero mia sorella era alta, bella e piena di talenti. La invidiavo sin da quando ero bambina perché lei riusciva sempre a essere la più…tutto.
“Ti va di andare in quel bar a bere qualcosa?” disse lui sorridendo, circondato dalle sue solite stelline, ma io non arrossivo ne mi imbambolavo a fissarlo io non sentivo…nulla.
Era strano io ero innamorata persa di quel ragazzo eppure non provavo un briciolo dell’emozione che mi faceva provare Ikuto, quando i suoi occhi ametista mi squadravano dall’alto in basso, quando mi abbracciava all’improvviso…quando mi aveva detto –Ti amo- per la prima volta. Era da un po’ che lo avevo notato ,entrambi sin dall’inizio avevano suscitato in me sentimenti come l’imbarazzo, l’affetto e l’ammirazione ma in due modi diversi. Per Tadase era quello che si può provare davanti ad un bel ragazzo ma per Ikuto era diverso …indefinibile.
In pochi secondi mi parve tanto ovvio quel sentimento che avevo nascosto a me stessa. Mi bloccai di colpo, proprio mentre passavamo davanti al palco di quella sera, come se fosse stato un segno del destino…
“Qualcosa non va?” mi chiese Tadase avvicinandosi a me.
“Scusami…” fu l’unica cosa che riuscii a dire prima di correre via.
Correvo a per di fiato, senza una meta precisa evitando le persone che mi guardavano male. Corsi fino allo stremo delle mie forze fino a che, ormai al limite, mi appoggiai al muretto di un villino bianco col tetto scuro. L’aria mi feriva i polmoni come schegge di vetro ma non mi importava. L’occhio mi cadde su una targhetta dorata…Famiglia Tsukiyomi
Era davvero possibile che accadesse una cosa del genere? Francamente non mi importava poi così tanto al che suonai alla porta…ad aprirmi c’era lui, Ikuto, con i capelli arruffati. Doveva essersi appena svegliato.
“Ah sei tu, credevo fossero Utau e gli altri… sei qui per tua sorella?” Mi chiese lui con noncuranza stiracchiandosi…era senza maglia. Cacchio avrebbe fatto prima a scriversi un –Saltami Addosso- a caratteri cubitali sulla fronte.
“Hei Nikoru tua sorella è venuta a prenderti, scendi!” Disse lui voltandosi verso le scale…
“Ok, grazie Amu! Mi vesto e scendo” e andò a cambiarsi.
“Ho idea che ci metterà un po’ quindi…” non lo feci finire di parlare perché incastrai le mie labbra con le sue. Morbide, calde, ero felice di aver trovato il coraggio di baciarlo ma…lui non rispondeva.
Ikuto pov’s 

Ecco, era successo tutto in pochi secondi. Riporto il mio sguardo su di lei e le sento premere le sue labbra sulle mie con malcelata insistenza. Con uno sforzo immane non rispondo a quel bacio tanto atteso perché sapevo che, una volta staccatasi da me sarebbe tornata da Tadase e io sarei stato male ancora, per lei. Avevo fatto una promessa con Nikoru e non avevo intenzione di tornare indietro… l’avrei dimenticata a qualunque costo, anche se questo dovesse implicare il farle del male. Ma era davvero la cosa più giusta da fare? Forse, ma ora avevo scelto…non sarei tornato sui miei passi. Addio Amu.

Angolo Talk

M: Bene , dopo secoli, sono tornata sulla scena!
I: Tirendi conto che sono passati quasi due mesi dall'ultimo capitolo??
M: lo so ma non ero sicura se andare avanti o meno... ma grazie a LunaMoonFlower mi sono ricreduta e sono andata avanti
N: e chi sarebbe costei?
I: L'unica al mondo che si è presa la briga di recensire la nostra storia...ma almeno non è più depressa!
M: già ora sono più raggiante che mai e pronta a scrivere fino alla fine questa storia!
I: Visto? Sana come un pesce! Eilà principino com'è essere scaricato??
T: Come osi io sono il re, l'unico e solo protagonista di questa storia MUAHAHAHAH
B*: Come osi rubarmi la scena qui sono io l'unico re, anzi sono l'unico dio MUAHAHAHAH
I: E questo sarebbe...
M: Un personaggio di Soul Eater...sorvoliamo!
N: Ma questa è un'altra storia che ci fa qui?
M: stavo leggendo Soul Eater e mi è venuto da mettere anche lui perchè così Tadase giocava un pò!
I: Ah...
N: Ok alla prossima gente...
B*: MUAHAHAHAH e ricordate io sono l'unico dio di questa...
Tutti: BASTA!!!



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Capitolo 9
*** Addio/Lacrime di tradimento, baci di speranza ***


Nikoru pov’s
Non appena scesi le scale li vidi, e la cosa mi fece più male di quanto pensassi. Mia sorella stava baciando Ikuto ma lui non sembrava essere molto d’accordo, lo capii dallo stupore nei suoi occhi. Con uno sforzo più che evidente Ikuto scostò dolcemente da se la mia sorellina e abbassò lo sguardo…era palese che non sapeva che dire così intervenni io anche se questo avrebbe ferito mia sorella.
“Sai, non è nella mia politica fare la fidanzata gelosa ma potresti evitare di baciare il mio ragazzo?”  Esclamai frapponendomi tra Ikuto e Amu con estrema nonchalance
  “Fidanzata?”
“Si Amu, io e Ikuto ci siamo messi insieme ieri sera quindi se non ti dispiace…” Dissi afferrando il braccio di Ikuto “…lascialo in pace ok?”
La mia voce era fredda ma sul mio viso era dipinto un sorriso, falso e po’ maligno a dire il vero, volevo che anche mia sorella provasse il dolore di perdere la persona che ama, anche se sapevo che non era giusto.
“Ma…”
  “Non dire nulla Amu, ormai ha deciso! Tu hai giocato e hai perso la partita…ammesso che tu non voglia metterti in competizione con me!” amavo mia sorella come una parte di me ma gli sputai in faccia quella frase con una rabbia che la fece indietreggiare, volevo che soffrisse e avevo anche una buona ragione! Aveva Ikuto che la amava tantissimo e lei si era messa con un ragazzino per il quale non provava nulla, si volevo che sentisse il mio stesso dolore di quando ho perso Jonathan. Mi dava fastidio che lei avesse l’amore che a me era stato negato!
“Puoi anche andare a casa Amu, io resto  qui con Ikuto così saluto Aruto-sensei”
  “Nikoru tu non…”
“Non cosa Amu? Non posso fare una cosa del genere?” Domandai con falsa ingenuità per poi mettere le mani sulle spalle di Ikuto e baciarlo, lasciando che le lacrime iniziassero a scorrere veloci sul viso di mia sorella che scappò in lacrime non appena vide che Ikuto ricambiava il bacio che, pian piano ,si faceva sempre più appassionato. Ci staccammo quando sentimmo la porta chiudersi alle nostre spalle.
“Scusami se ti ho baciato all’improvviso, non avrei dovuto”
  “Non fa nulla, lo sai che sei brava?”
“A baciare o come attrice?” Chiesi io con ironia
  “Entrambi!” rispose lui con malizia
“Ma nulla di paragonabile a quello di mia sorella vero?”
  “Già…ma neanche per te era paragonabile vero?”
“Senza offesa ma nemmeno un po’!” Risposi con un sorriso amaro. Nel frattempo squillò il telefono e lui andò a rispondere, io mi sdraiai sul divano.
“Pronto?”
-Ikuto? Ciao sono mamma!-
“Ciao, come va? Siete già a casa? Vi devo venire a prendere?”
-No tutt’altro tesoro sia io che tuo padre e tua sorella abbiamo avuto dei contrattempi, arriviamo stasera tardi…è un problema?
“Ah ok, fa nulla a stasera mamma!” E riattaccò
  “ Tornano stasera?”
“Già”
  “Pensi che la scelta che abbiamo fatto sia sbagliata?” non sapevo più che pensare di questa faccenda, ero confusa e mi sentivo tremendamente egoista!
“Io penso di si, è la cosa migliore anche se ci fa star male e ferisce chi ci è caro è meglio così! Almeno sia lei che noi due possiamo provare ad essere felici”
  “Io mi sento uno schifo, ho tradito mia sorella. Come quando me ne sono andata con tuo padre…lei piangeva perché si era sentita tradita e oggi è stato come allora…mi fa male il cuore” Dissi appoggiando la testa sulla spalla di Ikuto in cerca di conforto e, in risposta lui mi circondò le spalle e mi abbracciò, come se fossi il più delicato dei cristalli.
“Forse è sbagliato ciò che facciamo e magari sei tu ad avere ragione Nikoru ma…ci dobbiamo almeno provare non trovi?”
  “Si anche noi abbiamo il diritto di essere felici!” Adesso ero sicura e convinta di ciò che facevo e nulla mi avrebbe fatto cambiare idea! A sorpresa Ikuto mi alzò il viso e mi diede un bacio. Un bacio casto ,senza pretese o malizia, come il bacio di un bambino che, in fondo, sapeva di speranza. Ricambiai senza pensarci troppo su, in fondo era ufficiale e, anche se non era amore con la A maiuscola tra noi due c’era comunque qualcosa di importante che, in quel momento, faceva nascere in noi tante emozioni diverse e indescrivibili. Ci guardammo un attimo negli occhi e, come la sera prima, non ci fu bisogno di parole, bastò uno sguardo e ci capimmo al volo e decidemmo di lasciar uscire quelle emozioni…
Amu pov’s
Mi ha tradita un’altra volta. Mi ha abbandonata di nuovo. Prima mi ha lasciata senza dirmi il perché poi mi porta via il ragazzo che amo…che mi sono appena accorta di amare. Sono stata lenta ,Nikoru aveva ragione, avevo perso la partita e di certo non potevo competere con lei che era così…perfetta.
“Perché non riesco a far altro che sbagliare?”
   “Perché la vita è costellata di ostacoli tesoro mio, e quando bisogna sorpassarli si rischia di sbagliare metodo!”
“Lo so mamma ma io ora come faccio?” Poco dopo essere tornata a casa avevo raccontato tutto a mia mamma…dovevo parlarne con qualcuno.
  “Bhe è vero che hai perso la partita, ma non la guerra! Io non posso dire se quella che sbaglia sia tu o tua sorella ma una cosa posso dirtela, tutto si risolverà nel migliore dei modi, vedrai!” Disse lei alzandosi e dandomi un bacio sulla fronte e uscendo, aveva capito che volevo stare sola. Mia mamma era fantastica, capiva tutto al volo, e sapeva sempre come consolarmi…dopo la nostra discussione mi addormentai, mi svegliai quando sentii la porta della mia stanza chiudersi. Sul mio comodino c’era una lettere…era di Ikuto! La aprii in fretta e furia e vi trovai un biglietto e le parole scritte mi fecero crollare il mondo addosso, come mai prima di quel momento mi ero sentita disperata e sola. Due semplici, crudeli parole che mi spezzarono il cuore, sulla carta bianca erano scritte due parole con una calligrafia ordinata:
                                                              Addio Amu

Angolo Talk

E:Cretini!
I:E questo chi è?
M:é Excalibur
I:La spada della leggenda britannica? O.O''
M:Esatto
N:Quella ch doveva decidere il re d'Inghiltera?O.O''
M:Esatto
I e N: QUESTA SPECIE DI POKèMON?
M: Esatto :)
I: Tu inquieti, con questo essere accanto come fai ad essere tranquilla?
M: Fidati potrebbe essere peggio!:D Potrei avere accanto Stein o spirit e sarebbe molto peggio!
I:Ho i miei dubbi...dov'è andata Nikoru?
M:Al lavoro,stasera aveva un concerto.
I: Ah, ok -.-
M:Ti senti solo?
I: Ma che vai blaterando scema
E: Cretina!
I:Appunto! Bhe alla prossima!

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