Due cuori e...

di VioletBow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Due cuori ed un bosco a mezzanotte. ***
Capitolo 2: *** Due cuori ed un furgoncino hippie. ***
Capitolo 3: *** Due cuori ed un burrocacao. ***



Capitolo 1
*** Due cuori ed un bosco a mezzanotte. ***


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Rating: Verde.
Genere: Fluff, Introspettivo.
Avvertimenti: Shonen-ai.
Breve Introduzione: Dopo una giornata trascorsa tra i boschi, che sfianca il piccolo Honey-senpai, Mori porta a casa il suo cuginetto.
Note dell'Autore: L'ho scritta ascoltando quasi a ripetizione Kiss The Rain di Yiruma quindi penso che sarebbe un ottima base musicale per questa fanficiton.

Appoggiò la fronte contro la sua, socchiudendo gli occhi e sospirando... Era così bello.
Conosceva a memoria ogni tratto del suo volto ma vederlo addormentato sul telo da picnik, sul quale era crollato dopo una giornata intera di iperattività, con un espressione di assoluta serenità ed i capelli leggermente scompigliati che gli ricadevano morbidi sul volto, gli sembrava un meraviglioso spettacolo ogni volta nuovo.
Fece scorrere con delicatezza il braccio sotto le sue gambe e, prendendolo in braccio con facilità, prese a camminare verso la villa degli Haninozuka.
Si morse lievemente il labbro inferiore, costringendosi a sollevare lo sguardo dal corpicino che portava in braccio e che sembrava attrarre il suo interesse così insistentemente... Se Mitsukuni si fosse svegliato proprio in quel momento, avrebbe scorto il turbamento sul volto sempre inespressivo di suo cugino.
Le palpebre di Honey-senpai tremarono un po' prima di scoprire i grandi occhi castani che si nascondevano sotto di esse. La mano, chiusa in un tenero pugno, raggiunse il viso per strofinare gli occhi assonnati mentre questi, ancora un pochino appannati, vagavano nel tentativo di capire la situazione.
Le vecchie querce, piantate lì chissà quanti decenni prima, lasciavano ondeggiare al vento i propri rami, al ritmo di una melodia che le orecchie dei comuni esseri umani non riusciranno mai a carpire.
Le foglie dalle mille tonalità di verde coprivano un cielo già nascosto da nuvole grigie, che sembravano presagire una di quelle pioggerelle estive che il terreno tanto attende.
Dalla luna, alta nel cielo, intuì che doveva essere mezzanotte o giù di lì.
Si volse verso il ragazzo che, troppo preso dai propri pensieri, non si era accorto che l'altro era ormai sveglio e gli sorrise.
Mori-senpai, d'altro canto, tenne lo sguardo fisso davanti a sé, come in trance, fino a quando non sentì il biondo tentare di divincolarsi dalla sua presa.
- Posso camminare da solo ora. - gli disse quest'ultimo, sorridente, quando si fu voltato a guardarlo.
Lo poggiò a terra con delicatezza e, nel farlo, sfiorò le sue dita con le proprie.
Mistukuni neanche se ne rese conto, al contrario di Takashi che ogni volta si accontentava di quei gesti irrilevanti.
Si accontentava perché sapeva che ciò che provava non era altro che qualcosa di vergognoso, che necessitava di essere nascosto.
Lo faceva sentire vile quella dolce sensazione quasi di appagamento che sentiva quando era in compagnia di suo cugino, ma non riusciva a negarsela; come sotto l'effetto della droga o dell'alcol, il suo cervello continuava a rilasciare dopamina e ad innescare il circolo della ricompensa che lo rendeva assuefatto da quelle futili "attenzioni" che riusciva a sottrarre al piccolo Haninozuka.
Spesso gli capitava di chiedersi cosa sarebbe accaduto se avesse cercato qualcosa di più.
Abbassò il capo, intristendosi per starci pensando di nuovo.
Il ragazzo al suo fianco si fermò di colpo e anche lui, quasi come fosse un riflesso incondizionato, smise di camminare per voltarsi a guardarlo.
Honey guardava il cielo, il quale aveva appena riversato una goccia sulla sua guancia e sembrava voler contaminare ancora la bellezza del suo volto con altra acqua.
- Ti ammalerai se rimani sotto la pioggia. - gli disse Mori, cercando di fargli da scudo con il proprio corpo.
I loro sguardi si incrociarono, i volti a poca distanza l'uno dall'altro, quel momento di intimità che sarebbe dovuto essere comune ma che invece sembrava diverso da tutti quelli che avevano vissuto fino ad allora.
Morinozuka accostò le labbra alle sue, agendo d'istinto, in un bacio così casto e semplice che in pochi avrebbero considerato rilevante.
Con gli occhi dischiusi in un sorriso, si allontanò dal volto di Mitsukuni che, prendendogli la mano, riprese a camminare verso casa.

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Capitolo 2
*** Due cuori ed un furgoncino hippie. ***


Rating: Arancione.
Genere: Erotico.
Avvertimenti: Het.
Breve Introduzione: Haruhi, nonostante sia una ragazza, non riesce proprio a capire cosa spinge le clienti ad andare nel loro host club; Tamaki, a suo modo, riuscirà a spiegarglielo.
Note dell'Autore: Questa fanfiction mi fa venire in mente Good Girls Go Bad di Cobra Starship e Leighton Meester... Credo che sia, più che altro, perché la prima volta che l'ho sentita era in un amv su Tamaki ma devo ammettere che un po' c'entra anche con la situazione descritta nella storia.

La ragazza sbuffò, riponendo un pesante stereo a cassette in uno scatolone vuoto.
- Perché tocca sempre a me mettere a posto? - chiese a se stessa, pensando di non essere ascoltata da nessuno.
- Perché sei l'unica abituata a fare questo genere di cose. - le rispose un ragazzo biondo alle sue spalle, rivolgendosi a lei con una mano poggiata contro lo sportello del furgoncino.
- Non è divertente. - ribatté lei, voltandosi a guardarlo. - Dovresti almeno darmi una mano, dal momento che queste pagliacciate le organizzi tu ogni volta!
Tamaki spostò una ciocca di capelli che gli ricadeva sul viso e salì sul mezzo, iniziando ad ammucchiare in un angolo tutti i cuscini sparsi per il letto matrimoniale che si trovava in fondo al furgoncino.
- Non chiamerei le mie brillanti idee "pagliacciate", se fossi in te: attirano sempre un gran numero di ragazze.
- Onestamente non capisco cosa spinga le nostre clienti a venire nell'host club e, tecnicamente, dovrei saperlo, dal momento che sono una ragazza.
- Se tu, per una volta, provassi a stare dall'altra parte, sono certo che capiresti. - le disse lui, calcando con il tono della voce su "l'altra parte".
Chinò il capo, celando un sorriso: non poteva negare a se stesso di aver spesso immaginato Haruhi arrivare nel club, non come host, e cercarlo chiedendo del suo "senpai" con voce smielata.
- Non ne sono interessata. - dichiarò lei, iniziando a saltellare per riuscire staccare una delle tende che erano state appese alla parete.
- Tema hippie! Mi chiedo come ti sia passato per la testa! - berciò, senza fermare la lotta che aveva intrapreso contro il pezzo di stoffa.
Alzandosi un po' sulla punta dei piedi, dietro di lei, il ragazzo riuscì facilmente nell'impresa mentre lei, che ancora ci stava provando, perse l'equilibrio e cadde sul letto dalle coperte scomposte per colpa dell'andirivieni di giovani che c'era stato su di esso nel corso della giornata.
- Non voglio sapere cosa è successo in questo posto. - decretò, storcendo le labbra in un espressione di disgusto e cercando di liberarsi dal drappo che era inevitabilmente caduto con lei.
- Non siamo così volgari, dovresti saperlo. - le disse, accarezzando i suoi capelli da sopra la stoffa per poi far scivolare la mano e fermarla sulla sua morbida guancia.
Si accovacciò per abbassarsi alla sua altezza e le sfiorò dolcemente le labbra con le proprie.
Sentì le mani di Haruhi spingergli contro il petto, cercando di allontanarlo da sé, e le sue labbra schiudersi per dire qualcosa; poggiandole le mani sulle spalle, la spinse indietro per farla sdraiare tra i cuscini che non aveva finito di mettere a posto e, posizionandosi su di lei, la baciò nuovamente e più a lungo.
- Avevo detto di non essere interessata a stare dall'altra parte. - affermò la ragazza, voltandosi di lato e mettendo il broncio.
- Magari interessa a me. - insistette lui, mordendogli piano il lobo dell'orecchio con un sorriso sbieco.
- Non puoi incantarmi con le tue parole, come fai con le altre. - lo informò lei, nonostante la sua faccia si stesse già colorando di rosso.
- Non è mia intenzione prenderti in giro... Fidati di papino. - la tranquillizzò il ragazzo, tra un bacio e l'altro lungo il suo collo.
Ignorando il posto, accessibile a chiunque passasse, e il fatto che presto avrebbe dovuto restituire il furgone hippie all'agenzia di noleggio mezzi, Tamaki sfoggiò le proprie abilità da host come non aveva mai fatto con nessun'altra.
Le mani tremanti ancora a stringere il velluto rosso delle coperte, le gambe ancora legate al busto di lui, il suo pesante respiro ad accarezzarle l'incavo della spalla e gli occhi leggermente lucidi a cui era concesso di vedere solo i capelli biondi del ragazzo che le stava sopra; Haruhi prese fiato cercando il coraggio di parlare.
- Adesso credo di capirle...

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Capitolo 3
*** Due cuori ed un burrocacao. ***


Rating: Arancione.
Genere: Erotico, Introspettivo.
Avvertimenti: Lime, Yaoi.
Breve Introduzione: I segni lasciati da Tamaki sul corpo di Haruhi non scappano agli occhi attenti di Kyouya che, perdendo la calma, si sfoga sul suo amico. [POV Kyouya]
Note dell'Autore: Come base musicale per questa fanfiction consiglio Hate You delle 2NE1... E' un gruppo coreano ma la canzone si può facilmente trovare subbata su youtube, anche se non credo ci sia molto bisogno di conoscere il testo per capire il motivo per cui mi viene naturale collegarla a questa storia.

L'ho visto, sai? Il tuo burrocacao sulla sua pelle.
Sai bene che sono un tipo attento ai minimi particolari, quindi non dovrebbe stupirti più di tanto che l'abbia notato.
Quell'insignificante segnetto mi ha fatto provare un sentimento strano, a cui non credo di riuscire neanche a dare un nome.
E' stata la prima volta che ho sentito nascere in me qualcosa di simile e, ancora adesso, continuo a sentirla... Non so come reagire e ciò non mi piace, non sono abituato ad essere preso alla sprovvista.
Come ho l'abitudine di fare già da tempo con ogni sorta di emozione, ho celato anche questo nuovo turbamento dietro al mio solito sguardo freddo e distaccato ma sono davvero stanco di vederti ronzarle attorno in modo così palese.
Le parole dolci e le attenzioni che riservi solo a lei mi infastidiscono e non riesco a spiegarmi il perché, ma ciò che mi fa bruciare lo sterno più di tutto è quello stupido sorriso che le rivolgi ogni volta che ne hai l'occasione... Così diverso da tutti quelli che rivolgi alle altre ragazze, diverso anche da quei rari sorrisi che hai concesso a me in questi lunghi anni.
Non ti sopporto.
Non ti ho mai sopportato, se devo essere onesto, ma mi era più facile convivere con te quando i tuoi atteggiamenti principeschi erano dovuti solo al tuo dovere di host.
Adesso, poi, hai superato ogni limite: non riesco proprio più a tollerarti da quando hai deciso di entrarmi in testa, scombussolando i miei pensieri ed il perfetto ordine che ero riuscito a creare nella mia vita.
Ti odio... Almeno credo, perché il caos che sei riuscito a crearmi dentro mi confonde e non riesco a districarmici.
Sì, diamine, ti detesto! Dannato idiota, sei riuscito a far perdere la pazienza persino a me che sono la persona più calma e indulgente che potrai mai conoscere!
Mammina si ribellerà adesso, così magari riuscirai a capire che non avrò la più accortezza di star dietro a te ed ai tuoi giochetti infantili.
Ho voglia di farti male.
Toglierò dal tuo corpo ogni traccia di lei e vi sovrapporrò le impronte del mio passaggio, anche se non uso lucidalabbra e trucchi vari... Troverò il modo.
Dopo che ti avrò riservato questo trattamento, mio caro principe, smetterai di vantarti tanto.
I tuoi fianchi morbidi sono così facili da modellare sotto le mie dita, le tue braccia snelle continuano a cercarmi, le tue gambe insistono a stringere il mio busto sempre con più forza: mi vuoi, lo sento.
Mi stai facendo diventare folle. Voglio di più.
Grida, urla il mio nome, cediti completamente a me.
Dimenticala.
Concedimi ogni più piccola parte di te, ogni tuo verso di piacere. Sii solo mio, per stanotte.
Domani potrai tornare alla tua solita routine, te lo concederò, ma adesso stringimi, ubriacami, toglimi dalla mente il pensiero che lei ti ha avuto prima di me.
- Kyouya... - sussurri, ansante.
Non mi basta, mi spiace. Continuerò a saggiare le tue labbra ed ogni minima porzione della tua pelle, continuerò a saziarmi dei tuoi gemiti, continuerò fino a quando non ti avrò strappato un grido con il mio nome, fino a quando non ti avrò fatto capire che non puoi scapparmi.
Ti odio, Tamaki. Ti odio così tanto che ti permetterò di avere quest'espressione appagata e vogliosa unicamente quando sarai sotto di me come ora.

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