Una storia che vale.

di Mina23
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mai più sola. ***
Capitolo 2: *** ritorno alla normalità, o quasi. ***
Capitolo 3: *** Come in una favola. ***
Capitolo 4: *** Cari mamma e papà... ***
Capitolo 5: *** Piccoli momenti in famiglia. ***
Capitolo 6: *** Great-sayaman non è più solo. ***
Capitolo 7: *** Nuove emozioni. ***
Capitolo 8: *** Una giornata apparentemente tranquilla. ***
Capitolo 9: *** Per me sei vita. ***
Capitolo 10: *** Una notte indimenticabile. ***
Capitolo 11: *** Temporale estivo. ***
Capitolo 12: *** Piccole gelosie. ***
Capitolo 13: *** Momenti di tensione. ***
Capitolo 14: *** Anch'io riesco a salvarti. ***
Capitolo 15: *** E la vita va avanti. ***
Capitolo 16: *** Momenti difficili. ***
Capitolo 17: *** Verità. ***
Capitolo 18: *** Chiarimenti. ***
Capitolo 19: *** Speciale. ***
Capitolo 20: *** Novità. ***
Capitolo 21: *** Matrimonio. ***
Capitolo 22: *** Novità. ***



Capitolo 1
*** Mai più sola. ***


Erano passati diversi giorni dall’ultima volta che lo avevo visto. Mi aveva lasciata con la promessa di tornare presto e salvo; non avevo creduto neanche per un secondo che potesse essere stato ucciso, in cuor mio non concepivo la possibilità di vivere in un mondo dove lui non c’era. Ero fermamente convinta che quel ragazzo se la sarebbe cavata sempre e in ogni situazione e infatti avevo ragione. Troppe cose anormali erano successe in quell’ultimo periodo e quando ritornai in vita la prima cosa che mi domandai era se lui avrebbe mantenuto quella promessa.  Qualche istante dopo i miei pensieri vennero interrotti da una mano che si era posata sulla sua spalla, non appena mi girai gli occhi mi si riempirono di lacrime e il cuore le cominciò a battere all’impazzata, il mio Gohan era tornato sano e salvo, proprio come mi aveva promesso. Mi  avventai su di lui e piangendo cominciai a ad abbraccialo e a sgridarlo; nella mia testa due sentimenti opposti cominciarono a combattere: la felicità di riaverlo lì con me e la rabbia per avermi fatta preoccupare così tanto.                                                                                                                                                          “Cattivo, non dovevi farmi preoccupare così! Non hai idea di quanto fossi in pena per te!, non sapevo dove fossi e stavo morendo di paura” dissi io singhiozzando. Ad un certo punto Gohan sfoderò il migliore dei suoi sorrisi e guardandomi negli occhi disse”smettila di piangere, adesso sono qui con te; proprio come ti avevo promesso.” Mi sentii pietrificare davanti a quel sorriso e Gohan avvicinandosi piano al mio volto mi stupì baciandomi teneramente sulle labbra. Quello  non fu certo un bacio lungo  come quelli che si vedono nei film, ma a modo suo fu meraviglioso e tutto quello che rammendo di quell’attimo fu che, non appena le nostre labbra si sfiorarono,seppi che ne avrei serbato per sempre il ricordo.

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Capitolo 2
*** ritorno alla normalità, o quasi. ***


Erano passati diversi giorni dalla fine di quel brutto incubo, e io cercavo di rimettere insieme i pezzi per ricostruire tutto quello che era successo. Io e Gohan ci eravamo visti molto spesso ultimamente e ogni volta mi stupiva sempre di più. Rimasi senza fiato quando mi raccontò la storia delle sue origini, non riuscivo a capacitarmi del fatto che lui non fosse un semplice umano. In fondo lo avevo sempre saputo che in lui ci fosse un qualcosa di speciale ma non potevo immaginare che si trattasse di questo. Mi ci volle un po’ per capire come funzionasse la questione del super saiyan, la cosa mi affascinava molto e a dire il vero mi piaceva da impazzire biondo con gli occhi verdi! Non lo avevo più visto trasformato dall’ultima volta al torneo e mi promise, dopo qualche insistenza da parte mia, che presto mi avrebbe accontentata. Qualche giorno fa gli chiesi di raccontarmi della battaglia contro Cell, non appena mi sentì pronunciare quel nome si fece scuro in volto. Mi raccontò tutto in maniera molto dettagliata, rispondendo a qualche mia domanda. Era triste mentre raccontava, e non potei fare a meno di leggere quella sua tristezza nei suoi occhi che mi provocava un peso enorme al cuore. Non appena ebbe finito mi pentii di averglielo chiesto, ma avevo bisogno di sapere la verità. Quello stesso pomeriggio andammo al parco; sembravamo una vera coppietta normale, a un certo punto mi strinse la mano e mi disse che era felice che tutto fosse finito per il meglio e che io fossi sana e salva. Ricordo che in quel momento e per la prima volta mi sentii veramente importante per qualcuno.
Era una meravigliosa domenica mattina, il sole era alto e splendente nel cielo e il vento soffiava leggero muovendo le foglie. Io e Gohan dovevamo vederci per le 11, diceva di dovermi portare in un posto bellissimo e non voleva rivelarmelo per non rovinarmi la sorpresa. Erano appena le 9 e così decisi di cominciare a preparami, riempii la vasca da bagno e mi vi immersi. Ero molto felice, non solo perché tutto era tornato pacifico, ma anche e soprattutto perché la mia vita stava cominciando a prendere la giusta piega. Ero destinata a restare per sempre con Gohan. Di questo ne ero certa. Scelsi con cura cosa indossare e mi truccai leggermente; alla fine optai per un paio di leggings bianchi, una gonna blu e una maglietta azzurra, sportiva ma elegante per l’occasione. Alle 11 Gohan arrivò puntuale a casa mia e insieme ci dirigemmo verso un paesino che dava sul mare, un posto molto carino; mi portò in un piccolo ristorantino che aveva la veranda vista mare, non era il genere di locale con tovaglie di lusso e cinque posate per piatto, ma a me non interessava; da quando frequentavo Gohan mi sembrava che ogni suo gesto manifestasse la semplicità del suo carattere e quel posto era semplice e carino proprio come lui. “ Allora, ti piace questo posto?” disse lui con gli occhi che traboccavano di entusiasmo, quando aveva quello sguardo mi ricordava quello di un bambino quando sta per aprire i regali il giorno di Natale,lo trovavo adorabile quando faceva così.”è assolutamente meraviglioso, non mi sarei mai aspettata che mi avresti portata in un posto simile! Ma a cosa è dovuta questa sorpresa?” prima di rispondere arrossì poi mi prese la mano che avevo poggiata al tavolo e tutto ad un fiato disse” Videl, io ti amo.” Ammetto che sentendo quelle parole impallidii, dopo tutto ero stata presa alla sprovvista,nessuno, prima di lui mi aveva mai detto ‘ti amo’. Dopo qualche interminabile secondo Gohan, forse preoccupato per il mio improvviso pallore, disse”va tutto bene? Forse dovresti dire qualcosa anche tu…”. Nella mia testa mille pensieri cominciarono a contrapporsi, sapevo di amarlo anch’io e volevo assolutamente dirglielo, solo che non avrei mai immaginato che me lo avrebbe detto proprio in quell’istante. Con un fil di voce le uniche parole che riuscii  a dire furono” ti amo anch’io,Gohan.” La sua espressione da preoccupata divenne contenta e sollevata, mi strinse ancora più forte la mano che non aveva mai lasciato durante quegli interminabili istanti e mi diede un bacio diverso dal solito, in quel bacio era come se lui mi avesse trasmesso tutto l’amore che provava nei miei confronti e io feci di tutto per ricambiare quel mare di amore dentro il quale stavo piacevolmente annegando.

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Capitolo 3
*** Come in una favola. ***


Ecco a voi il terzo capitolo :D
 
Dopo avere pranzato uscimmo dal locale e decidemmo di fare una lunga passeggiata in riva al  mare. La brezza marina accarezzava i nostri volti e l’odore della salsedine mi ricordava tanto l’estate che era prossima ad arrivare. Mano nella mano percorremmo tutta la spiaggia finché non decidemmo di sederci su un mucchio di scogli. Eravamo stretti l’uno all’altra ad assistere a quello spettacolo che ci si prospettava davanti;le onde leggere che sbattevano in riva provocavano quel piacevole rumore che sembrava una musica perfetta per accompagnare quel momento magnifico che stavamo vivendo. Si fece tardo pomeriggio e quindi poi assistemmo al tramonto: il sole scendeva piano giù per il mare, sembrava quasi si spegnesse a contatto con l’acqua. Quel meraviglioso spettacolo ci ammutolì entrambi; stretta tra le braccia di Gohan mi sentivo come se in quel momento non potesse succedermi assolutamente nulla di brutto perché c’era lui con me, quindi mi avrebbe protetta sempre e in ogni circostanza. Mi sentivo completa in quell’istante, come se una parte estranea perfettamente compatibile alla mia avesse aderito formando un solo essere. Non appena il sole tramontò decidemmo di tornare a casa poiché l’indomani avremmo avuto scuola; fortunatamente erano le ultime settimane e l’idea di passare l’estate con lui mi rendeva felicissima.
Durante queste ultime settimane ci vedemmo solamente per studiare insieme, era davvero molto bravo a scuola e mentre lo osservavo studiare mi chiedevo se in lui esistessero dei difetti. Effettivamente più tempo passavo con lui, più mi rendevo conto di quanto fosse perfetto; era tutto ciò che potessi desiderare. Fortunatamente passammo entrambi brillantemente l’anno scolastico ed io ero eccitata all’idea di passare più tempo con lui! Un pomeriggio ci trovavamo nel monte dietro casa sua e gli chiesi di allenarmi un po’; non combattevo seriamente dalla fine del torneo e desideravo mettermi alla prova. Mi ci volle un po’ per convincerlo, lui aveva paura di farmi male involontariamente, ma alla fine acconsentì. Mi scagliai contro di lui conscia del fatto che non sarei riuscita a fargli nemmeno un graffio, lui parava senza troppa fatica tutti i miei colpi ma fingeva di essere in difficoltà per compiacermi; recitava malissimo. Stremata,dopo soli 20 minuti gli chiesi di fare una pausa, lui acconsentì e ci sedemmo vicini sull’erba soffice. Mi accarezzò il viso e mi diede un tenerissimo bacio sulle labbra, non appena le nostre labbra si separarono mi abbracciò ed io lo guardai sorridente dicendogli:“ehi ti ricordi quando mi avevi promesso che qualche volta ti saresti trasformato in super saiyan?, beh su che aspetti? Fallo adesso”lui sgranò gli occhi non appena mi sentì pronunciare quelle parole e balbettando disse:” no Videl, non mi sembra il caso…”. Io feci finta di arrabbiarmi perché così sapevo che avrei ottenuto quello che volevo(beh,con lui funzionava sempre) e imbroncata mi liberai dal suo abbraccio e mi alzai. Lui non perse neanche mezzo secondo e mi seguì; rassegnato mi disse:”ok, hai vinto tu, ma solo per qualche minuto, poi tornerò normale.” Mi girai sorridente e lo osservai mentre si concentrava:la sua espressione si fece seria e notai che stava contraendo i muscoli delle braccia,dopo qualche secondo una scia luminosa lo avvolse e i suoi capelli si colorarono d’oro, i suoi occhi divennero verdi e non appena incrociai il suo sguardo mi persi in quel mare stupendo. Era splendido avvolto da quella luce purissima, cominciai a scrutarlo senza avvicinarmi e dopo qualche istante lui mi sorrise. La cosa più bella di quel sorriso fu che,nonostante avesse cambiato il suo aspetto, quello fosse rimasto uguale. Mi prese la mano e avvicinandomi al suo corpo mi diede un bacio carico di passione; mentre lo baciavo avvertivo il cambiamento del suo corpo: i suoi muscoli erano molto più sviluppati e inoltre non ero abituata a vederlo biondo. Però nel suo modo di baciarmi,così dolce e allo stesso tempo passionale, sapevo che in fondo quello era il mio Gohan e non sarebbe mai cambiato. Dopo quel bacio lui tornò normale e passammo il resto del pomeriggio a scherzare e a baciarci, fu meraviglioso. Appena il sole tramontò mi accompagnò a casa e mentre camminavamo in città un pensiero mi tormentò durante tutto il tragitto, lui notò questo mio malessere e disse:”cosa c’è che non va? Ho fatto qualcosa di sbagliato?” io lo guardai e abbozzando un sorriso gli risposi”no, tra noi è tutto perfetto; solo che pensavo a una cosa…” sollevato ma molto incuriosito Gohan continuava a fissarmi, così lo guardai e incerta dissi” forse è arrivato il momento di dire di noi ai nostri genitori….”.

 
 
 
Angolo autrice
Spero che anche questo terzo capitolo sia stato di vostro gradimento :D di solito cerco di “chiudere” i capitoli solo che sta volta ho voluto lasciare un po’ di suspance xD il seguito arriverà presto, promesso! se vi è piaciuto questo capitolo lasciate pure una recensione, non c’è nulla di più gratificante di leggerle :D baci e a presto :*

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Capitolo 4
*** Cari mamma e papà... ***


Salveee :D spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento ^_^ mi ha divertita molto immaginare e raccontare la reazione dei genitori dei nostri piccioncini alla grande novità xD spero che divertano anche voi! :D
 
Dopo l’altra sera io e Gohan avevamo riflettuto sul da farsi: dovevamo dirlo ai nostri genitori solo che avremmo dovuto aspettare il momento più adatto. Ero nella mia stanza, distesa sul letto, a riflettere mentre ad un tratto i miei pensieri vennero interrotti dallo squillo del telefono. Sobbalzai dal letto e velocissima mi catapultai sul telefono prima che rispondesse mio padre, lui era già li davanti e praticamente glielo strappai dalle mani. Incuriosito mi chiese:”Videl, come mai sei così strana ultimamente?  Passi tutti i pomeriggi fuori e adesso non mi lasci neanche rispondere al telefono.” Io mi bloccai di colpo,mi sforzai di sfoderare un sorriso più naturale possibile e dissi:”si papà va tutto a meraviglia! Il fatto è che sono stata molto impegnata con una mia amica ultimamente e adesso sarà lei al telefono e si imbarazza a parlare con te… ecco perché preferirei rispondere io!”. Lui non parve tanto convinto ma in ogni caso io ero già corsa nella mia camera e mi ero chiusa la porta alle spalle, con ancora i fiatone risposi:”Pronto,Gohan?” dall’altro lato della cornetta Gohan rispose incerto:”ehi,ciao scusa se ho tardato a chiamare ma mia madre l’ha tenuto occupato per un po’”. Io risposi“tranquillo, comunque dobbiamo cercare di risolvere questa situazione, mio padre comincia a farmi troppe domande e non so più come coprirmi. Ci vediamo alle 16 al parco ok?” prontamente lui rispose” va bene, ci vediamo dopo. Sarai bellissima, a più tardi”. Le mie guance avvamparono e con un mezzo sorriso sulle labbra risposi:”ok a più tardi”. Riagganciai e velocemente mi andai a preparare. Appena scesi mio padre, che era in cucina, mi scrutò attentamente; mi sentivo il peso del suo sguardo addosso e pregai affinché non mi domandasse niente. Fortunatamente era troppo impegnato a trangugiare un panino per parlare, così uscii salutandolo velocemente. Non appena arrivai al parco Gohan era lì, impeccabile come sempre, ad aspettarmi.”ciao, sono in ritardo per caso?” lo salutai dandogli un piccolissimo bacio sulla guancia. “no per niente, sono io ad essere in anticipo” disse lui sorridente. Ci sedemmo in un panchina e io ruppi il silenzio dicendo :“allora… secondo me è meglio dirlo prima ai tuoi” lui mi guardo con un espressione mista tra panico e terrore e agitando le mani rispose.” Ma scherzi? Hai presente la reazione di mia madre? Per l’euforia sarebbe capace di andare lei stessa a casa tua e comunicare la notizia a tuo padre… non penso sia una splendida idea”. Io sgranai gli occhi e scoppiando a ridere dissi:”mhh non sarebbe male come idea, almeno così ci risparmierebbe la fatica, non trovi?”. Lui rise di gusto e poi continuò:”dai, secondo me dovremmo essere noi a dirlo a tuo padre, e non mia madre. Potremmo farlo oggi stesso se è in casa, anche se a dirti la verità ho un po’ di paura”. Io risi ancora e dissi:” tu così alto, forte e muscoloso hai paura della reazione di mio padre? Ahah ma dai! Secondo me è lui che teme te. Dopotutto sei stato tu a sconfiggere Cell, e questo lui lo sa.” Lui mi guardò preoccupato e io per rassicurarlo lo presi per mano, ci dirigemmo verso casa mia e,non appena arrivati, lo feci accomodare in salotto mentre io andavo a cercare mio padre. Lo trovai in palestra che si allenava e non appena lo vidi sospirai e dissi:” ehi papà, come va? Senti dovrei dirti una cosa molto urgente…”. Lui mi guardò incuriosito e inarcando il sopracciglio disse:”dimmi pure tesoro…”. sospirai di nuovo e notai che aveva ripreso i suoi allenamenti così dissi:”beh ti ricordi stamattina quando ti ho detto che ultimamente ho passato molto tempo con una mia amica? Veramente ti ho detto una piccolissima bugia… in verità ho passato tutto questo tempo con un ragazzo”. Lui, forse a causa dello shock, si lasciò scivolare di mano il bilanciere che gli finì dritto sul piede sinistro e fece un urlo di dolore. Non potei fare a meno di lasciarmi scappare una risata ma subito tornai seria perché lui si era girato a guardarmi. “ma cosa ti salta in mente? Non ricordo di averti dato il permesso di avere un fidanzato! Poi sarà sicuramente una specie di rammollito pieno di arie! Ma lo sa che sei la figlia del grande Mr Satan e deve dimostrare di essere più forte di me prima fidanzarsi con te??” sbottò lui. Io inarcai un sopracciglio e, avvicinandomi a lui con mani sui fianchi,dissi:” ma sentilo, adesso avrei bisogno del tuo permesso per frequentare qualcuno? Comunque adesso Gohan è in salotto e potrai dirgli tu stesso quello che pensi.” Lui si zittì immediatamente e poi, con voce bassa e cordiale, disse:” come? Hai detto Gohan? ed è di là? Aspetta, stiamo parlando di Gohan il figlio di Goku?” io annuii con aria superiore e fiera e lui con voce tremante disse:” Allora non facciamolo aspettare troppo, magari si sentirà spaesato solo in quel salotto così grande”. Io faticai a trattenere le risate e insieme ci dirigemmo in salotto dove Gohan, non appena ci vide arrivare, immediatamente drizzò in piedi, poi con voce tremante e imbarazzata disse:” Salve Mr Satan.” Mio padre vedendo l’imbarazzo di Gohan ne approfittò e con voce più autoritaria possibile disse:” salve ragazzo.” Io ero divertita vedendo la scena e tanto per stuzzicare un po’ il mio caro paparino dissi:” ehi papà,visto che deve dimostrare di essere più forte di te prima di potermi frequentare , perché non lo metti alla prova?.” All’udire quelle parole mio padre si irrigidì e i capelli gli si drizzarono, poi con estrema cautela e con voce cordiale farfugliò:” no mia cara, non vorrai scomodare questo povero ragazzo, poi è vestito così elegante e non vorrei rovinargli i vestiti!”. Gohan, che probabilmente non voleva compromettere troppo la sua situazione, mi guardo con aria imbarazzata e disse:” Ha ragione tuo padre e poi non mi sembra proprio il caso…” io li guardai entrambi e sorridente disse:” va bene, sarà per un'altra volta, adesso possiamo pure andare, ciao papà ci vediamo ‘sta sera.” Presi Gohan sotto braccio e lui cordialmente salutò mio padre, il quale confuso e sollevato allo stesso tempo disse:” certo ragazzi, andate e divertitevi. A ‘sta sera tesoro.” uscimmo chiudendoci dietro la porta, lui finalmente rilassò le spalle e tirò un sospiro di sollievo. Io con aria divertita gli dissi:” hai visto? Non è andata così tanto male come credevi tu!”. Lui mi rispose con un sorriso,poi dopo qualche secondo disse:” beh, adesso è ora di dirlo ai miei…”. Ammetto che in quel momento mi venne una fitta allo stomaco: affrontare i suoi sarebbe stato più difficile, non tanto per suo padre quanto per sua madre. Mi sforzai di sorridere e gli dissi:” ma adesso senza preavviso?” lui rispose:” certo, saranno sicuramente in casa.” Mi sorrise e io non potei fare a  meno di acconsentire.
Non appena arrivammo in prossimità di casa sua trovammo sua madre fuori che stava stendendo i panni e Goten che giocava allegro rincorrendo uno scoiattolo. Non appena sua madre ci vide arrivare ci saluto allegramente:” ciao ragazzi! Come mai da queste parti?”. Io restai zitta e Gohan,notando il mio silenzio, intervenne dicendo:” Ehm veramente avrei il bisogno di parlarvi… c’è anche papà?” Sua madre,finito di stendere l’ultimo lenzuolo,disse:” si caro, tuo padre e dentro. Entrate pure i casa, io e Goten stiamo arrivando. Ma è successo qualcosa per caso?”. Gohan cominciò ad imbarazzarsi ma prontamente rispose:” no mamma, niente di che tranquilla.” Ci dirigemmo dentro casa, dove, dopo aver salutato suo padre, mi fece accomodare sul divano. Sua madre arrivò dopo qualche istante e chiese cosa Gohan avesse da dire di tanto importante, allora lui si schiarì la voce e cominciò a dire:” beh, sicuramente avrete notato che passo molto tempo fuori ultimamente… voi non mi avete mai chiesto dove andassi e con chi fossi, e di questo vi ringrazio perché significa che avete fiducia in me, e proprio perché so che riponete questa fiducia nei miei confronti….”Chichi lo interruppe bruscamente dicendo con voce seccata”Gohan dacci un taglio! ci stai girando intorno da mezzora, mi dici che succede si o no?” lui divenne rosso io volto e poi sbottò:” beh io e Videl stiamo insieme!” Io mi pietrificai per la vergogna e lui si rilassò poiché si era liberato da quel peso. Chichi ci guardò entrambi per un secondo e poi disse con voce euforica:” MA E’ MERAVIGLIOSO! E ditemi, quando avete intenzione di sposarvi??” per fortuna venne frenata da Goku, che capendo il nostro imbarazzo, disse:” Urcaaaaaa congratulazioni figliuolo! Ah e anche a te Videl, prenditi cura del mio ragazzo! Su  Chichina cara ma ti sembra il momento di fare queste domande? Sono ancora troppo giovani per pensare a queste cose!” in quel preciso momento adorai quell’uomo. Il piccolo Goten, non avendo capito granché della situazione, si limitò ad annuire e a sorridere contento. Visto che era tardo pomeriggio restammo anche per cena e purtroppo Chichi continuò a parlare di matrimonio e cosa varie; quella donna non era affatto facile da dissuadere ma  Gohan cercò di placarla dicendogli che avrebbe preferito finire prima il liceo, non so perché ma appena gli disse questo la donna acconsentì contenta e cominciò a farfugliare qualcosa tipo:”lo studio è importante e viene prima di tutto”.
Reduci da quella pesantissima giornata volammo insieme verso la città e, come di consuetudine, in prossimità di essa atterrammo e proseguimmo a piedi verso casa mia. Mano nella mano eravamo contenti di esserci tolti questo peso, dopotutto era stato un giorno normale, simile  ai precedenti da quando stavamo insieme, un giorno in cui ogni cosa era proprio come doveva essere.

 
 
Angolo autrice
Ciao a tutti! Allora che ne pensate di questo capitolo? :D Se vi è piaciuto lasciate pure una recensione! :D Non vedo l’ora di lavorare al seguito e spero di aggiornare presto ^_^  A prestissimo! baci :*

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Capitolo 5
*** Piccoli momenti in famiglia. ***


Salve a tutti! Ecco a voi il quinto capitolo di questa mia prima Fan Fiction! Ringrazio moltissimo coloro i quali mi hanno seguito e appoggiato fin qui con le loro bellissime recensioni! E spero che in molti continuiate a seguire questa storia che sta significando tanto per me *-* Mi scuso in anticipo per eventuali errori che magari ho commesso per distrazione ^^’ Buona lettura a tutti! :D


Dopo quella ‘tragica’ giornata la mia vita andava avanti in maniera serena. Io e Gohan passavamo tantissimo tempo insieme, ci vedevamo quasi tutti i giorni. Un pomeriggio andammo a casa sua perché aveva dimenticato il portafogli coi documenti a casa e insieme tornammo a prenderlo. Quando arrivammo c’era Goten fuori in giardino, che non appena vide il fratello balzò in piedi e si precipitò verso di noi. Mi salutò fugacemente mentre invece saltò in groppa a Gohan, si vedeva da lontano un miglio che era felice di vederlo.
-Ehi fratellone! Sei tornato a casa per giocare con me,vero??-
- No, Goten, purtroppo ho dimenticato il portafogli a casa e sono solamente tornato a prenderlo, giocheremo insieme un'altra volta- Goten si fece triste in volto e mi guardò con aria quasi arrabbiata.
-Si certo… La mamma dice che dovrei essere contento del fatto che tu ti sia ‘fidanzato’, ma io non so neanche che cosa significhi veramente questa parola; so solamente che da quando esci con Videl non giochi più con me e questo non è giusto- Notai che Gohan tutto ad un tratto si intristì ed io mi sentii quasi colpevole di quello che stava succedendo, così intervenni alla discussione.
-Gohan, perché non restiamo qui per questo pomeriggio? Tuo fratello ha ragione, non passi più tanto tempo con lui e magari potrebbe pensare che tu non gli voglia più bene- Goten non rispose mentre Gohan intervenne dicendo:
-Goten, il fatto che io stia più tempo con Videl non vuol dire che non ti voglia più bene, non devi pensare queste cose. Ti prometto che d’ora in poi cercheremo di passare più tempo insieme, partendo da questo pomeriggio, che ne dici?- Il viso di Goten si accese non appena Gohan finì di pronunciare quelle parole e, dopo averlo abbracciato, corse subito in casa a cambiarsi. Gohan mi guardò e non appena suo fratello ci lasciò soli disse:
-Grazie Videl, significa molto per Goten; in fondo anche lui ti vuole bene, non era arrabbiato con te, era solo dispiaciuto per il fatto che non passo più molto tempo con lui-
-Lo so, in fondo mi fa piacere trascorrere del tempo con la tua famiglia, sarà una buona occasione per conoscerli meglio- Lui mi rivolse quel suo solito sorriso sincero che tanto adoravo e poi, assicuratosi che nessuno potesse vederci, mi rubò un bacio prima di andarsi a cambiare anche lui.
 
 
-Allora Goten, cosa ti andrebbe di fare?- disse Gohan eccitato all’idea di giocare col fratello. Si era disfatto del completo elegante per indossare la sua solita tuta da combattimento.
-Alleniamoci un po’! è da tanto che non combattiamo e voglio farti vedere quanto sono diventato forte!-
-Ok fratellino! Cominciamo!- I due si scontrarono come due furie e,data la velocità dei loro movimenti, faticavo molto a seguirli, tutto ad un tratto Gohan si trasformò in super sayan e Goten, rivolgendogli un sorrisetto di sfida, imitò il suo gesto facendo altrettanto. Dopo qualche istante Goku,vedendo i due figli scontrarsi,non poté fare a meno di unirsi a loro e,con l’entusiasmo tipico di un bambino, si illuminò di dorato anche lui e spiccò in volo per prendere parte a quella lotta così perfetta ed entusiasmante. Chichi come al solito era indaffarata a sbrigare le sue faccende domestiche e aveva il bucato ben steso fuori ad asciugare. Goku non riuscendo a controllare bene una specie di sfera luminosa, involontariamente la scagliò contro il bucato della moglie, distruggendolo completamente. Chichi assistendo a quel disastro si infuriò con lui.
-Goku! Sei proprio uno scimmione! Come puoi combinare sempre questi disastri ogni volta che tenti di fare qualcosa? Ma è mai possibile?-
-Scusa Chichina cara, non l’ho fatto mica apposta, non volevo nemmeno farla partire quella sfera!- Goku parlando con la moglie si era distratto e così i due fratelli riuscirono a colpirlo stendendolo a terra.
-Ecco brava adesso mi hai fatto pure distrarre Chichi!- approfittando del fatto che Goku fosse a terra Chichi corse verso di lui infuriata e Goku cominciò a correre impaurito dalla furia che mostrava la moglie.
-Dove cerchi di scappare Goku?! Vieni subito qui che ti do una lezione!- Goten e Gohan interruppero il loro combattimento e,vedendo quella scena così comica, tutto finì con una risata. Quella sera restammo a cena lì e Chichi cucinò tantissime cose. Non era di certo la prima volta che cenavo a casa di Gohan, e sapevo che l’appetito di un sayan non era paragonabile a quello di un semplice umano, solo che quella sera restai particolarmente sbalordita dalla quantità di cibo che quei tre sayan riuscirono ad ingerire. Chichi mi spiegò che mangiavano sempre in quantità industriale ma,specialmente dopo essersi allenati,l’appetito cresceva smisuratamente.
 
Dopo cena io,Gohan e Goten uscimmo fuori a guardare le stelle, mentre Chichi finiva di lavare quella pila di piatti che si era formata e Goku sonnecchiava sul divano. Mentre eravamo seduti sull’erba Goten ruppe il silenzio:
-Fratellone, adesso mi spieghi che cosa vuol dire il fatto che tu e Videl siate ‘fidanzati’?- Io e Gohan diventammo tutti rossi, poi Gohan con voce un po’incerta rispose:
-Beh Goten… ‘fidanzati’ è una parola un po’ grossa… diciamo che io e Videl ci vogliamo tanto bene e quindi passiamo più tempo insieme- Goten non parve tanto soddisfatto della risposta e quindi continuò:
-Ma che fate durante tutto questo tempo che state insieme? Vi allenate?-
-No, fratellino. Cioè anche questo a volte… beh diciamo che usciamo e basta- Gohan cercò in tutti i modi di non essere troppo preciso e di placare la curiosità del fratellino, ma Goten continuò imperterrito con le sue domande.
-E vi date i baci in bocca come fanno la mamma e il papà?- in quel momento non sapevo se ridere o piangere, la curiosità di quel bambino era disarmante!
-Ma su Goten, queste non sono domande da fare, sono cose private!- rispose Gohan imbarazzato.
-Se non vuoi rispondermi significa che ho ragione io! Ma un giorno vi sposerete e avrete dei figli come mamma e papà?- Gohan ed io eravamo sempre più imbarazzati, quel bambino era tanto dolce quanto curioso!
-Goten, ma chi ti mette in testa queste cose?- chiese Gohan per evitare di rispondere alla sua domanda
-Nessuno, l’altro giorno però la mamma ne parlava con papà. Diceva che un giorno, dopo il liceo, tu e Videl vi sareste sposati e avreste avuto dei figli- il bambino cominciò a scrutarmi con un aria un po’ confusa ed io cercai di sorridere in maniera naturale. Gohan aveva sgranato gli occhi dopo aver udito quelle parole e con voce più calma possibile cominciò a spiegare al piccolo sayan:
-Vedi,Goten, io e Videl ci vogliamo particolarmente bene. Proprio per questo vogliamo goderci questi momenti e non pensare a queste cose perché siamo ancora giovani, capisci piccolo?.- Gohan rivolse verso il fratello un sorriso affettuosissimo, e quello annuì soddisfatto.
Dopo un po’ il piccolo sayan ci lasciò soli e noi due ne approfittammo per parlare un po’:
-Ehi Videl, grazie mille di non esserti arrabbiata perché la nostra uscita è saltata- disse lui guardandomi negli occhi.
-Ma figurati, mi sono divertita tantissimo oggi. Poi le cose che hai detto al piccolo Goten sono meravigliose, anzi il modo in cui parli con lui è meraviglioso. Ci sai proprio fare con i bambini, eh?- dissi io felice di avergli regalato un’intera giornata con la sua famiglia che tanto desiderava; poi,perdendomi nell’oscurità dei suoi occhi, cominciai ad avvicinarmi sempre più al suo viso fino a toccare le sue morbide labbra. Ci scambiammo un lungo e dolce bacio consci del fatto che nulla poteva essere più perfetto in quel momento.

 
Angolo autrice:
Saaalvee :D spero tanto che anche questo capitolo vi sia piaciuto! Ho voluto parlare del piccolo Goten perché lo trovo così tenero *_* Se vi va lasciate una recensione!:D a prestissimo con il prossimo capitolo! Baci :*

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Capitolo 6
*** Great-sayaman non è più solo. ***


Ecco a voi un altro capitolo tutto dedicato a questa meravigliosa coppietta! se vi piace lasciate pure una recensione! a presto :*


L’estate trascorreva tranquilla in città: le scuole erano chiuse e il caldo torrido era già arrivato ma naturalmente il crimine non va mai in vacanza. Ogni volta che la polizia mi rintracciava per sventare rapine a mano armata o bloccare criminali in fuga,Gohan non esitava ad indossare il costume da Great-sayamen e intervenire. Da un lato era seccante il fatto che lui non volesse svelare la sua vera identità, però lo comprendevo, dopo tutto ormai era diventato una specie di eroe in città e svelare la sua identità avrebbe rovinato la privacy della sua famiglia. Un pomeriggio dopo una aver bloccato dei criminali che avevano rapinato una gioielleria ci trovammo seduti a parlare.
-Ehi Gohan perché non collaboriamo durante le missioni? Potrei volare e combattere al tuo fianco senza svelare la tua identità- proposi io. E lui dopo averci pensato un po’ su disse:
-No Videl sarebbe troppo pericoloso. La città è piccola e la gente parla, ormai tutti sanno che stiamo insieme e se tu collaborassi troppo con Great-sayaman la gente non ci starebbe molto a capire che sono io.- In fondo aveva ragione, farci vedere insieme mentre lui indossava il costume non era una splendida idea. Dopo che la pace era tornata a regnare, alla fine del torneo, tutti parlavano di Gohan e lui non riusciva a stare un secondo in pace. Ci era costata troppa fatica, qualche mese fa , andare a cercare le sfere per chiedere al Drago di cancellare dalla memoria di tutti il fatto che Gohan fosse Great-sayaman; non potevamo rischiare di nuovo. Però tutta ad un tratto un idea brillante mi sobbalzò in mente:
-Ho un idea brillante!! Che ne diresti se anch’io indossassi un costume e tenessi segreta la mia vera identità? Così potremmo collaborare senza rischiare nulla!- Gohan sentendo quell’idea sgranò gli occhi e abbozzando un sorriso cercò di dissuadermi dicendo:
-Ma Videl… non vorrei farti rischiare nulla, se qualcuno ti dovesse fare del male non potrei mai perdonarmelo- dopo aver pronunciato quelle parole Gohan si intristì.
- Ma dai Gohan, ci sei tu a proteggermi no? Inoltre ho sempre collaborato con la polizia anche prima del tuo arrivo, e finora non mi è mai successo niente. Sta’ tranquillo, so cavarmela in queste situazioni e tu lo sai- dissi io cercando di tranquillizzarlo e lui nonostante non fosse ancora del tutto convinto disse:
-Ok piccola, adesso allora andiamo da Bulma. Ci penserà lei al tuo costume- Dopo aver pronunciato quelle parole mi diede un tenerissimo bacio sulle labbra e poi insieme ci dirigemmo verso casa di Bulma.
 
Era un torrido pomeriggio e alla Capsule corporation trovammo Bulma intenta a lavorare su un nuovo tipo di macchinario, ma non appena ci vide ci salutò calorosamente:
-Salve ragazzi! Come state? Come mai da queste parti?-
-Ciao Bulma! Stiamo bene grazie. Senti vorremmo chiederti un piccolo favore: ti ricordi il costume di Great-sayaman che mi hai preparato tempo fa? Beh, ne potresti fare uno anche a Videl? Più o meno con le stesse caratteristiche se non ti è difficile- spiegò Gohan mentre Bulma era ancora intenta a studiare quel macchinario. Poi non appena ebbe finito di parlare si girò verso di me e disse:
-Ma certo cara non è per niente un problema! Ti farò un costume bellissimo, di questo puoi starne certa- la sua voce traboccava di entusiasmo.
-Grazie mille,Bulma.- mi limitai a dire con un gran sorriso stampato in volto.
-Dove sono Trunks e Vegeta?- chiese Gohan guardandosi in giro.
-Secondo te dove possono essere quei due? Sono nella Gravity room ad allenarsi, sai com’è fatto Vegeta.-
-Già, non sta tranquillo nemmeno in tempo di pace, ma da quando è tornato in vita, dopo lo scontro con majin bu, è cambiato profondamente- Bulma fece un sorriso di consenso, basto quello per farci intuire che avevamo ragione, poi la salutammo cordialmente e tornammo a casa.
 
Dopo qualche giorno il costume fu pronto. Era di un azzurro che ricordava il colore del cielo e , per salvaguardare la mia identità, Bulma aveva ideato un casco con la visiera. Dovevo ammettere che era molto carino.
-Grazie mille Bulma, è stupendo- la ringraziai io, dopo aver premuto il pulsante che mi permetteva di averlo addosso dopo solo un istante.
-Di niente, Videl, sono contenta che ti piaccia- disse lei soddisfatta del lavoro che aveva svolto.
 
La prima ‘missione speciale’ non tardò ad arrivare: lo stesso pomeriggio fummo contattati per bloccare dei criminali che avevano minacciato la quiete pubblica in città sparando colpi di pistola. Io e Gohan, volando , fummo lì in pochi secondi. Gohan , come era solito fare , cominciò il suo balletto un po’ strambo dicendo:
-Io non sopporto le ingiustizie e aiuto i più deboli, il mio nome è GREAT SAYAMAN!- io come al solito lo guardai perplesso e gli urlai:
-Ehi scusa e a me non mi presenti??-
-Scusa ormai mi ero abituato- disse lui grattandosi la testa imbarazzato; poi continuando il suo balletto disse - E lei è la mia nuova compagna! Neanche lei sopporta le ingiustizie e mi aiuterà a combattere la criminalità e i malintenzionati!-  Ok lo ammetto, ero molto imbarazzata in quel momento, non c’era mica bisogno di ballare come uno scemo in quel modo!
 Passammo all’azione e i criminali vennero messi al tappeto e arrestati dopo pochi minuti e i città ritornò a regnare la quiete.
Quella ci ritrovammo seduti nella veranda di casa mia e cominciammo a parlare:
-Allora come ti sono sembrata oggi come aiutante di Great-sayaman?- dissi io felice per quello che era successo.
-Beh, sei stata perfetta; solo che ti ripeto che starei più tranquilla se tu te ne stessi al sicuro.- disse lui continuando a sorridere.
-Mmh quindi ti sembro una femminuccia che non sa difendersi da sola?- dissi io facendo finta di essere offesa.
-Ehm assolutamente no! Non era questo quello che intendevo Videl! Solo che… beh, lo sai che mi preoccupo per te; infatti sappi che farò di tutto per proteggerti, cosicché non possa MAI accaderti nulla. Capito piccola mia?-  Mi sentii avvampare le gote e nel profondo del cuore avvertii un qualcosa che mi fece capire che stava dicendo la verità. Allora lo abbracciai forte e lo baciai appassionatamente; poi mi sciolsi dal suo abbraccio e guardandolo con aria maliziosa e gli dissi:
-Lo so mio caro Great-sayaman; ma la mia domanda è un'altra: riuscirai a proteggermi anche da te stesso?-

 
 
Angolo autrice: Salveeee! Ok ok ammetto che questo capitolo possa sembrare un po’ banale, ma dovevo pur raccontare di come la nostra cara Videl abbia iniziato a combattere il crimine nei panni della compagna di Great-sayaman xD mi sono divertita molto nello scriverlo e spero che voi vi divertiate a leggerlo! Grazie mille a coloro i quali puntualmente recensiscono ogni mio capitolo e chi ha recensisce e basta! Vi adoro, lo giuro! E grazie anche a chi legge solamente ^^ spero che cominciate a recensire anche voi, ma forse pretendo troppo xD
PS: l’ultima frase di Videl prendetela pure come anticipazione del nostro prossimo capitolo! Spero di avervi incuriositi! A presto :*

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Capitolo 7
*** Nuove emozioni. ***


Salve a tutti cari lettori! Ecco a voi il settimo capitolo di questa storia ^_^ avrei voluto pubblicarlo ieri sera ma tra che ho avuto problemi alla connessione e il caldo di questi giorni che mi ha “costretta” ad andare a mare non ho avuto tempo di stare davanti al computer xD Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento! Buona lettura ;)
 
 
Le giornate estive trascorrevano inesorabili ed io ero molto contenta di come stavano andando le cose tra me e Gohan: tra le nostre passeggiate romantiche , interrotte di tanto in tanto per andare ad acciuffare qualche criminale, le giornate passate in famiglia e gli allenamenti passavo le giornate in maniera tranquilla e divertente. Ogni giorno aveva qualcosa di particolare che bastava a renderlo meraviglioso a suo modo. Una sera ritornammo in cima al monte dietro casa sua, dove qualche settimana fa ci eravamo allenati insieme e dove mi diede quel bacio trasformato in super sayan. Non appena arrivammo i ricordi cominciarono ad invadere la mia mente e involontariamente sulle mie labbra si accentuò un sorriso compiaciuto. La pace di quel luogo ci dava la possibilità di starcene tranquilli, quindi ci distendemmo vicini sull’erba soffice e cominciammo a scrutare le stelle. Quello spettacolo astronomico che avevamo davanti mi fece andare in estasi, quel luogo e quella circostanza trasmettevano un profondo senso di pace e tranquillità; sembrava quasi che in quel momento la terra fosse deserta e gli unici esseri rimasti fossimo io e lui.
Era bellissimo parlare sotto le stelle.
-Gohan grazie per questa magnifica serata- gli dissi io continuando a tenere lo sguardo fisso verso il cielo.
-Grazie e te per essere qui con me- Disse lui dopo qualche secondo. In quel momento la mia mente era confusa; troppi ricordi , negativi e positivi , cominciarono ad affluire.
Ripensai al momento in cui Goku mi aveva annunciato la sua morte. In quel momento metà del mio cuore aveva smesso di battere, ma l’altra metà, più forte e più irrazionale dell’altra, aveva continuato, perché in fondo io sapevo che lui era vivo. Era vivo perché mi aveva promesso che sarebbe tornato; era vivo perché avrebbe mantenuto quella promessa. Nel ricordare quel periodo mi venne la pelle d’oca. Avrei voluto dirgli tutte quelle cose, ma i miei pensieri erano troppo confusi e quindi riuscii solo a dire:
-Sai, quando ci siamo separati  prima che tu andassi a combattere, non riuscivo a smettere di preoccuparmi per te. L’ansia che mi attanagliava lo stomaco era indescrivibile. Avrei voluto che quel mago e quel mostro ti conoscessero bene quanto me… così almeno non avrebbero mai potuto farti del male, perché avrebbero saputo che eri una persona meravigliosa. - 
Mentre la mia mente vagava confusa lui si mise a sedere e cominciò a scrutarmi. Nel suo sguardo c’era qualcosa di diverso, era come se in quel momento lui stesse cercando ogni minimo particolare del mio corpo per imprimere la mia immagine perfettamente nella sua memoria.
I miei pensieri vennero interrotti dal contatto della sua mano sulla mia. Poi lo vidi avvicinarsi sempre più finché non lo ritrovai disteso su di me. Sentii la durezza dei suoi muscoli poggiarsi delicatamente su di me e in quel momento pensai che non mi ero mai resa conto di quanto il suo corpo marmoreo ed erculeo aderisse bene al mio, effettivamente quella era la prima volta nella quale lui si fosse ‘avvicinato’ così tanto a me; questa emozione nuova mi piaceva, avevo il desiderio morboso di baciarlo e, portando le mie mani al suo volto, cominciai a farlo. Dapprima  fu un bacio dolce e lento ma poi, man mano che andavamo avanti , cominciai a baciarlo con molta più foga e passione delle altre volte. Le sue mani vagavano incerte lungo i miei fianchi e  i nostri respiri cominciarono ad accelerare, sentivo il suo cuore battere sotto la leggera camicia che portava. I suoi battiti erano più accelerati e dopo qualche istante cominciò a baciarmi delicatamente il collo scoperto grazie alla generosa scollatura; ogni volta che le sue labbra umide toccavano la mia pelle un brivido saliva lungo la schiena: era una sensazione meravigliosa. Anch’io con le mani cominciai a vagare lungo la sua schiena, lo strinsi a me, avvertendo il calore del suo corpo. Percepii il tocco delle sue mani attraverso la stoffa leggera e mi venne istintivo alzare leggermente la camicia, scoprendo l’addome e i fianchi in modo tale che nulla potesse dividere le sue mani dal mio corpo. Poi riprese a baciarmi sulle labbra e avvertii qualcosa di diverso nel suo modo di farlo, sentii la sua lingua comportarsi diversamente con la mia; in quel bacio c’era qualcosa in più che lo rendeva elettrizzante. Mi venne assolutamente istintivo cominciare a sbottonare la sua camicia, scoprendo in tal modo quel corpo così perfetto, e in quel momento non potei fare a meno di notare come il suo corpo reagiva sotto i jeans man mano che andavo sbottonando. Ma appena arrivai al quarto bottone la magia si ruppe:
-No aspetta…- disse Gohan alzandosi lentamente e mettendosi a sedere, così facendo aveva interrotto quel magico contatto visivo che ci univa. Nella sua voce si coglieva una nota di imbarazzo.
-Cosa c’è che non va? Ho sbagliato a fare qualcosa?- dissi io preoccupata a causa della sua reazione.
-No, assolutamente… anzi mi scuso con te per come mi sono comportato. Non dovevo assalirti in questo modo,ti avrò anche spaventata. Perdonami- Notai che si era fatto scuro in volto.
-Per cosa dovrei perdonarti scusa? Non hai fatto assolutamente nulla di male, anzi tutto il contrario, forse sono stata io ad esagerare - sfoderai il migliore dei miei sorrisi per rassicurarlo, mi misi anch’io a sedere, gli presi la mano e gli diedi un tenerissimo bacio sulle labbra. Lui mi guardò compiaciuto e capì all’istante che pocanzi si era fermato per paura di ‘violare’ la mia sfera emotiva. Quelle erano emozioni nuove per entrambi, il fatto di sentirsi attratti l’uno dall’altro era una cosa assolutamente normale. Non doveva sentirsi in colpa per quello che aveva fatto perché era esattamente quello che voleva facesse. Infatti quella ad andare un po’ più oltre ero stata io e non lui. Capivo quanto imbarazzo provasse in quel momento, a dire il vero anch’io ero un po’ imbarazzata, però provavo il desiderio di essere sua nel modo più umanamente possibile e volevo assolutamente farglielo capire.
-Io non ho paura di te Gohan. Quando sono tra le tue braccia mi sento protetta, so che, in quel momento, non può accadermi nulla di male. Vicino a te non ho mai paura, sai che ti amo-. Quelle parole uscirono dalla mia bocca senza che io le potessi controllare. Lui mi guardò teneramente accarezzandomi la guancia e senza che me ne rendessi conto mi aveva presa e fatta sedere sulle sue gambe.
- Anch’io ti amo piccola mia.- quelle parole mi fecero sorridere e poi, dopo avergli rivolto un sorriso malizioso, ricominciai a baciarlo. Quella sera non andammo oltre, ma a me bastava così, quello che avevamo fatto era già un passo avanti,non volevamo correre troppo, così avremmo rischiato di rovinare quel bellissimo legame che avevamo istaurato.




 
Angolo autrice:
Beh cari lettori che ne pensate? Non so a me non convince tanto solo che ho voluto provare a pubblicarlo lo stesso. Lasciatemi pure i vostri pareri scrivendo una recensione, mi riempie di gioia leggerle ^^ A proposito vorrei ringraziare chi mi segue fedelmente :D non c’è nulla di più gratificante di leggere le vostre meravigliose recensioni, grazie mille! Spero possiate recensire in tanti! A prestissimo :*

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Capitolo 8
*** Una giornata apparentemente tranquilla. ***


Salve cari lettori! Scusate se aggiorno la storia più lentamente- mi rendo conto di essere partita in quinta e adesso ho rallentato il ritmo xD- ma gli impegni quotidiani mi lasciano meno tempo da dedicare alla storia. Cercherò di fare del mio meglio! Mi scuso in anticipo per eventuali errori di battitura o di distrazione, questo capitolo l’ho scritto ieri dopo aver visto la partita, quindi potete immaginare il mio stato d’animo >.<’’ cavolo, avevo pure indossato la maglietta di Pirlo ieri sera! >.<” Comunque passando a cose serie: buona lettura a tutti :D  
 
Era una torrida mattinata di Luglio, la città era deserta e mancava poco che andasse in fiamme. Il caldo, anche se meno impetuoso rispetto alla città, si era fatto sentire persino sul monte Paoz, a casa di Gohan, e così passavamo molto più tempo da lui alla ricerca di un po’ di frescura. Quel sabato mattina decisi di dormire più del solito, nella mia stanza col condizionatore acceso si stava divinamente. Avevo passato i giorni precedenti a fare qualche acquisto per la città; o almeno ci avevo provato: con quel caldo torrido gettavo la spugna non appena entravo nel secondo negozio. La mia ‘voglia’ di fare shopping era giustificata dal fatto che mi servisse un nuovo costume da bagno. Volevo chiedere a Gohan di andare a mare insieme visto che era l’unico modo di affrontare quelle torride giornate estive. I costumi che avevo già erano troppo vecchi e trasandati: per la prima volta in vita mia volevo indossare qualcosa di carino. Alla fine ne trovai uno a due pezzi verde corallo: aveva delle perline trasparenti applicate ai bordi dello slip e sulle coppe del pezzo di sopra; era molto carino e così decisi di comprarlo.
Nonostante il sole che era entrato dalla finestra della mia stanza, fui svegliata dalle urla provenienti dal piano di sotto. Infastidita e incuriosita, mi infilai velocemente una tuta e scesi a controllare la situazione. Scesi le scale sbadigliando e strofinandomi gli occhi e scorsi mio padre che sbraitava contro Majin bu. Il quale ,appunto, si era stabilito definitivamente a casa nostra e aiutava mio padre a vincere competizioni e quant’altro. Non è che la cose mi desse fastidio, solo che era inquietante avere quel tipo in giro per casa.
-Papà? Cosa sta succedendo?- chiesi con la voce impastata dal sonno.
-Oh niente tesoro, stavo spiegando a Bu, per l’ennesima volta, che quando non trova le caramelle nel piatto in salotto, non può mettersi a trasformare gli oggetti che trova in giro per casa in dolcetti. Si è mangiato una delle mie cinture! Ma per caso ti ho svegliato tesoro?- disse lui.
-Si, ma non preoccuparti, dovevo alzarmi comunque- risposi io. Nel frattempo Bu non la smetteva di fissarmi con aria un po’ confusa.
-Beh? Cos’hai da guardare?- chiesi io un po’ sgarbata, ma ripeto, quel tipo era davvero inquietante.
-No niente, mi chiedevo solo se potessi indicarmi la strada per il negozio di caramelle oggi…”- disse lui mantenendo quell’espressione da ebete; caspita, mi mancava fare solo la baby-setter a quel coso per completare la mia lista di impegni. Per fortuna intervenne mio padre.
-Bu ti accompagnerò io. Tesoro tu che farai oggi?- chiese lui.
-Beh vorrei proporre a Gohan di andare in spiaggia oggi, sai è l’unico rimedio contro il caldo.- lui annuì e poi disse:
-Bene. Quindi ti vedi ancora con quel tipo, farà bene a tenere le mani a posto, altrimenti io….”
-Altrimenti tu cosa?- rimarcai io con tono scherzoso.
-Eh beh altrimenti io...- cercò di riprendersi lui.
-Ahah dai papà non fare il geloso, sai bene che Gohan è un bravissimo ragazzo, non c’è alcun bisogno di adottare mezze misure con lui- risposi io sorridendo.
-Certo certo tesoro, lo so. - disse lui. Poi si congedò accompagnato da Bu che lo seguiva come un cagnolino.
 
 
Tornata in camera mia controllai il mio cellulare e notai che c’era un messaggio di Gohan, ricevuto qualche ora prima:” Buon giorno piccola mia, dormito bene? :*” risposi al messaggio e poi decisi di chiamarlo.
-Pronto Gohan?- dissi io non appena lui alzò la cornetta.
-Buon giorno dormigliona!- disse lui con voce squillante.
-Dai ho solo dormito qualche oretta in più, quante storie. Piuttosto che ne diresti di andare in spiaggia oggi? Fa troppo caldo qui in città e scommetto che da te in campagna non è da meno.- dissi io.
-Mmh certo piccola, è un ottima idea!- disse lui con voce entusiasta.
-Passo a prenderti con l’elicottero all’una? Così ho il tempo di andare a comprare qualcosa da mangiare. Conoscendoti dovrò fare una bella scorta.- dissi io ridendo.
-Beh, direi che all’una va benissimo- disse lui. Ci salutammo e poi corsi a prepararmi.
Mi feci una doccia tiepida per svegliami e indossai il costume sotto un paio di pantaloncini azzurri e una maglietta bianca semplice; mi infilai i sandali e uscii a comprare da mangiare nel negozio che si trovava nella’altro isolato. Non appena ebbi finito feci uscire l’elicottero dalla capsula e mi diressi a casa di Gohan; dopo di che ,insieme, ci dirigemmo verso la spiaggia.
Arrivati lì , fortunatamente, non vi era troppa confusione. Cercammo un posto un po’ più isolato dove sistemammo borse e ombrellone non troppo lontano dal bagnasciuga e andammo a farci subito un bagno per rinfrescarci. In costume da bagno Gohan stava davvero bene: i suoi muscoli , così ben definiti , risaltavano ancora di più grazie al costume a pantaloncino nero non troppo aderente che gli stava divinamente. Il mare era bellissimo: l’acqua così limpida sembrava trasparente e il sole  che si specchiava su di essa dava un effetto di luce meraviglioso.
Non appena uscimmo dall’acqua mangiammo e ci rilassammo sotto l’ombrellone; dopo un’oretta circa, Gohan andò al bar a prendere dei frullati per rinfrescarci. Mentre lui era via due tipi si avvicinarono a me:
-Ehi bella che fai qui tutta da sola? Perché non vieni con noi a divertirti un po’?- Disse il più alto con i capelli biondi. Lo fissai abbassando gli occhiali da sole e gli risposi:
-Non sono qui da sola; e anche se fosse, non ci penserei neanche a venire con voi. Sparite- dissi io con tono aggressivo.
-Non credo proprio dolcezza.- disse lui subito dopo. A quel punto lui si avvicinò ancora di più e mi prese per un braccio; io cercai di liberarmi ma l’altro tipo, più basso ma molto più forzuto dell’amico, mi immobilizzò anche l’altro. Cercai di gridare ma dalla mia bocca uscì solamente un suono strozzato, poiché un terzo arrivò e mi mise la mano in bocca per impedirmi di chiamare soccorsi. In quel momento mi pentii di aver scelto quel posto più isolato rispetto agli altri e pregai affinché Gohan non ci mettesse troppo ad arrivare- Perché si, sapevo che presto sarebbe arrivato e mi avrebbe salvata-. Cercai di incrementare la mia forza spirituale, come mi aveva insegnato lui qualche mese prima, in modo tale che potesse essere un segnale di aiuto. Loro avevano cominciato a trascinarmi verso gli scogli e li cominciai a preoccuparmi. Come mai Gohan non arrivava? E se non fosse arrivato in tempo? La paura cominciò ad attanagliami lo stomaco e con tutte le mie forze cercai di liberami da quella morsa che mi opprimeva. Vidi che il più alto impugnava un coltello e mi minacciò di farmi male se mi fossi opposta al loro volere. Siccome continuavo a ribellarmi con tutte le mie forze, prima mi diedero un pugno in pieno volto e dopo mi misero un tovagliolo zuppo d’alcol sul naso e a qual punto i miei sensi cominciarono ad annebbiarsi. Ero sul punto di svenire, ma poi lo vidi arrivare spedito e ad una velocità allucinante. A quel punto, anche se mi sentivo debole, cercai di rimanere sveglia con tutte le mie forze.
-Lasciatela stare.- Disse lui con voce ferma e con espressione arrabbiata in volto. Era visibilmente sul punto di scoppiare.
-E tu chi saresti scusa? Per caso vorresti unirti a noi? Eravamo sul punto di cominciare a divertirci con lei…- disse il tipo alto e biondo mentre gli altri ridevano compiaciuti. A quelle parole vidi Gohan esplodere dalla rabbia: i suoi capelli si erano tinti di oro, i suoi occhi avevano preso il colore del mare, la sua muscolatura era aumentata di volume ed era costellato da una luce elettrica. Anche il paesaggio intorno a noi era cambiato: il mare da calmo divenne agitato, il vento soffiava forte e le nuvole scorrevano veloci. Non ero molto esperta ancora, inoltre ero molto spaesata a causa di ciò che mi avevano fatto,ma una volta mi aveva raccontato di quando, sia durante l’incontro tre me e Spopovic sia -per la prima volta- durante il suo incontro contro Cell, si era infuriato a tal punto da trasformarsi in super sayan di secondo livello, visibilmente diverso dal guerriero di primo livello e credei che quella trasformazione si era nuovamente verificata in quel momento. I due nel vedere il suo cambiamento si spaventarono molto, non capivano cosa stesse accadendo e mi lasciarono cadere distrattamente sulla sabbia per cercare di scappare. Mi sentivo  la testa pesante e faticavo a tenere gli occhi aperti, sentivo che piano piano le forze mi stavano abbandonando. Li vidi correre,come dei vigliacchi, per qualche metro più a largo ma poi il mio salvatore intervenne.
-Dove credete di andare?- disse Gohan materializzandosi al loro cospetto, quei tre rimasero sbalorditi. Nel loro sguardo si leggeva la paura e lo sgomento che stavano provando in quel momento, di certo paragonabile a quello che avevo provato io qualche istante prima. Gli occhi di Gohan erano piedi d’odio, non l’avevo mai visto così.
Fu l’ultima cosa che riuscii a vedere, poi il buio totale.
 
Continua…

 
 
Angolo Autrice: Salve a tutti cari lettori; spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che la conclusione vi abbia incuriositi a leggere il prossimo capitolo. Grazie mille a chi segue fedelmente questa storia; mi rendete sempre più felice ^_^ Se vi piace lasciatemi pure una recensione con le vostre impressioni e pareri ^_^ A prestissimo! :*
Un bacio a tutti, normina :D

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Capitolo 9
*** Per me sei vita. ***


Salve a tutti cari lettori, prima di uscire vi lascio quest’altro capitolo della mia storia ^-^ Spero che possa essere di vostro gradimento. Come sempre, mi scuso per eventuali errori di battitura o distrazione. ^-^ Spero di leggere, come sempre, le vostre recensioni al mio ritorno. Grazie mille per il vostro sostegno! Buona lettura a tutti ^_^
 
 
‘’Gohan… Gohan dove sei? Ho paura, salvami. Ti prego Gohan, salvami tu, portami via! Dove mi trovo? Perché tu non ci sei? È tutto buoi qui intorno a me. Ho paura’. Il buio, la confusione, il malessere:  solo questo regnava nella mia testa. Sentivo una voce, una voce a me familiare, ma non riuscivo a raggiungerla.
-Videl, apri gli occhi per favore.-
Sentii quella frase. Quella voce mi catapultò in un'altra dimensione. Aprii gli occhi e una luce bianca e luminosa mi offuscò nuovamente la vista per qualche secondo. Cominciai a riacquistare i sensi e mi sentii nauseata dall’odore di disinfettante che impregnava la stanza, avevo un sapore amaro in bocca e avvertii che qualcosa stringeva la mia mano. Mi girai in direzione di essa e vidi Gohan che mi sorrideva stringendomi la mano destra. Aveva un aria sollevata, come se si fosse avverato qualcosa che aspettava da tempo, aveva delle profonde occhiaie dovute sicuramente alla mancanza di sonno.
-Gohan….- cercai di dire io, ma mi sentivo ancora molto debole ed ero anche molto confusa.
-Videl, tesoro come ti senti?- disse lui avvicinandosi ancora di più e inginocchiandosi vicino al letto.
-Dove mi trovo? Che cosa è successo?- dissi io. La mia voce era diversa, aspra e arrochita come se fossi stata in silenzio da molto, e dopo averla schiarita ritornò quasi normale. Muovendo le gambe sentii le articolazioni intorpidite e i muscoli atrofizzati.
-Tesoro dormi da tre giorni ormai, cominciavamo a preoccuparci…- disse lui. Aveva gli occhi lucidi e lì capii che aveva pianto, o quanto meno si era trattenuto dal farlo, per la gioia di rivedermi sveglia.
-Mi dispiace di averti fatto preoccupare così tanto.- dissi io, lui non rispose ma dopo qualche secondo crollò,mettendosi a singhiozzare senza freni. Si chinò verso di me e delicatamente mi cinse le spalle. Avvertii un leggero dolore alla schiena, ma non mi importava, desideravo solo stare tra le sue braccia;  quando, per quanto mi fosse possibile, lo strinsi anch’io,lo sentii singhiozzare ancora più forte. In quel momento ebbi a prova più assoluta di quanto lo amassi e di quanto lui amasse me.
 
Qualche ora più tardi arrivarono in ospedale a farmi visita anche mio padre e i genitori di Gohan. erano tutti molto apprensivi nei miei confronti e la cosa mi dava leggermente fastidio. Mi sentivo confusa e tutta quella gente intorno non faceva altro che aumentare la mia confusione. Fortunatamente dopo qualche ora se ne andarono e io riuscii a rimanere di nuovo sola con Gohan.
-Gohan… cosa è successo a quei tipi?- dissi io un po’ esitante.
-Dopo qualche pugno sono rimasti a terra svenuti, li ho lasciati lì e ti ho portata subito in ospedale. La tua aura era troppo debole, se avessi perso ancora tempo non so se ce l’avresti fatta.- I suoi magnifici occhi scuri erano un misto tra odio e tristezza.
-Ma, di preciso, che danni ho riportato?Il medico non mi ha detto granché, forse l’ha fatto per non allarmarmi- continuai a chiedere io.
-Avevi perso i sensi sia a causa del colpo in testa sia a causa dell’alcol che avevi respirato. Inoltre quel colpo ha provocato un lievissimo trauma cranico che, se i medici non fossero intervenuti in tempo, sarebbe peggiorato.- A quelle parole mi venne una fitta allo stomaco.
-Ma non si sarebbe potuto ricorrere ai fagioli?-
-No Videl, non eri in grado di ingerirli e quindi non avrebbero potuto fare effetto.- disse lui fissando il vuoto. Non riuscivo a vederlo così triste. Così cercai di raddrizzarmi, nonostante mi sentivo ancora molto debole, e mi misi a sedere sul letto poggiando la schiena sul cuscino. Lo guardai e cercai di sfoderare un sorriso per rassicurarlo poi con voce calma gli dissi:
-Ehi, non devi essere triste, è solo merito tuo se adesso io sono qui con te. Non devi assolutamente sentirti colpevole, anzi tutto il contrario.- non appena gli dissi quelle parole alzò lo sguardo e cominciò a guardarmi. Poi continuò a parlare:
-Ma è per causa mia che ti sei ritrovata in quella situazione. Ti prometto che non ti lascerò più sola- disse lui continuando a guardarmi.
-Dai, quello che importa è che mi rimetterò presto, il medico mi ha detto che domani posso tornare a casa ma dovrò riposare e non stancarmi troppo.- dissi io con un sorriso rassicurante.
-Va bene Videl, domani ti porterò a casa.- disse lui, porgendomi, finalmente, un sorriso sincero.
 
Quando uscii dall’ospedale mi sentii molto meglio. Arrivata a casa Bu mi venne incontro felice di vedermi, in fondo, anch’io ero contenta di rivederlo. Gohan mi accompagnò in camera mia e mi aiutò a sistemare le cose della borsa. Nonostante non fossi affatto stanca, insistette affinché mi mettessi a letto, così lo accontentai. Passammo un paio d’ore a parlare e lui dopo un po’, sotto mia richiesta, si mise disteso vicino a me nel letto. Stare in quella posizione era bellissimo: sentivo il suo copro caldo vicino al mio e non potei fare a meno di poggiare la testa sul suo petto. Sentire i battiti regolari del suo cuore era come una ninna nanna per me. Dopo qualche minuto mi addormentai felice del fatto che tutto stava tornando normale.
 
Quando mi svegliai lui non era più vicino a me, sentivo rumori provenire dal piano di sotto e quindi pensai si trovasse lì. Mi sentivo molto meglio e le forze mi erano tornate quasi del tutto. Stare con lui era meglio di qualunque medicina. Scesi le scale e notai che in salotto non ci fosse nessuno,allora andai in cucina dove trovai lui e Bu intenti a cucinare qualcosa. Rimasi sul ciglio della porta senza farmi sentire, guardando quella scena.
-Bu! Non ti mangiare tutti gli ingredienti! Altrimenti come faccio a preparare la macedonia?- disse Gohan togliendogli le fragole dalle mani.
-Ma Gohan, io ho fame!- rispose l’altro prontamente.
-Dai, se mi lasci finire ce ne sarà anche per te.- a quelle parole Bu posò anche i kiwi e si limitò a guardarlo.
Gohan era intento a tagliuzzare le fragole quando io, sul punto di scoppiare a ridere, intervenni dicendo:
-Ma cosa state combinando voi due?-
-Videl! Sei già sveglia? Beh veramente io e Bu volevamo farti una sorpresa portandoti la macedonia a letto. Però visto che sei già in piedi potrai mangiarla sul divano.- Disse lui sorridendomi. Allora io mi accomodai sul divano e dopo qualche istante loro mi raggiunsero con in mano una ciotola colorata piena di frutta mista. Bu portava due piattini e tre forchettone, così io gli chiesi:
-Ma come, tu non ne vuoi?-
-No i piattini sono per voi, prendete quella che volete e lasciate il resto nella scodella. Io mangerò lì- disse kui sfoderando un gran sorriso.
 A quelle parole io e Gohan scoppiammo a ridere, in quel momento mi sentivo veramente bene.
-Bu, dov’è papà?- chiesi io poi.
-Satan è dovuto uscire, dice che tornerà stasera tardi e mi ha chiesto di raggiungerlo verso le sei. Non so, forse è impegnato in una competizione amichevole o qualcosa del genere.- Spiegò lui mentre trangugiava frutta a tutta forza.
-Ah si, ora ricordo, me ne aveva parlato. Tornerà sicuramente o stanotte o domani mattina. Questo scontro è fuori città. Ma come mai non sei andato con lui sta mattina?- feci io.
-Perché Satan mi ha chiesto di farti compagnia più tempo possibile e di assecondare qualunque tuo bisogno.- non appena ebbe finito gli sorrisi.
-Grazie Bu, ti voglio bene- gli dissi io e lui ne fu contento. Non ero mai stata molto amichevole con lui, ma sentivo che meritava più affetto possibile perché in fondo era molto buono.
-Resto io a farti compagnia,Videl.- disse Gohan.
-Ma i tuoi non ti aspettano?- chiesi io.
-Tranquilla, li chiamerò tra poco, capiranno perfettamente.- disse lui sorridendomi.
-Va bene.- risposi io ricambiando quel sorriso. Continuammo a mangiare chiacchierando allegramente, era bello essere a casa. Già in quel momento sapevo che avremmo passato una serata indimenticabile.

 
Angolo autrice: Saaalveee cari lettori, allora che ve ne pare? Non so, a me non convince molto, ma ho voluto pubblicarlo lo stesso ^-^ Spero che anche questo possa essere di vostro gradimento. Come sempre ringrazio chi segue fedelmente la mia storia e chi si limita solamente a leggerla ^_^ spero di non avervi deluso neanche questa volta!
Ah quasi dimenticavo: l’ultima frase prendetela pure come anticipazione del prossimo capitolo ;) spero di avervi incuriositi :D a prestissimo!:*
- un bacione, normina :*

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Capitolo 10
*** Una notte indimenticabile. ***


Salve Cari lettori, con un leggero ritardo ecco a voi il decimo capitolo di questa mia fan fiction, spero che possa piacervi :D Buona lettura a tutti ^_^



 
Era una meravigliosa sera di fine Luglio,le sei erano appena scoccate e Bu ci salutò prima di spiccare il volo e andare da mio padre. Non appena richiusi la porta mi diressi verso il salotto per togliere i piatti sporchi, ma Gohan , sfruttando la sua velocità , mi precedette e mi pregò di non stancarmi troppo. Con abile maestria tolse tutti i piatti sporchi e li ripose sul lavandino, poi, dopo essersi lavato le mani, si venne a sedere vicino a me sul divano.
-Hai chiamato i tuoi per dirgli che non torni per cena?- chiesi io per rompere il silenzio.
-Si si, gli ho detto che rimanevo da te a farti compagnia dato che eri sola- disse lui con tutta la naturalezza di questo mondo.
-Cosa? Gli hai detto proprio così? E loro che hanno detto?- dissi io un po’ sconcertata, dopotutto era un po’ strano che i suoi non si fossero affatto “preoccupati“ all’idea che saremmo stati soli qui in casa mia.
-Niente hanno capito, dopotutto non potevo lasciarti sola dopo quello che ti è capitato. Te l’ho promesso, e come tu ben sai, io mantengo sempre le mie promesse.- disse lui sfoderando il migliore dei suoi sorrisi.
  -Gohan, ti spiace se velocemente vado a farmi una doccia e mi cambio? Non ci starò molto.- dissi io.
-No fai pure, starò qui a guardare la tv mentre ti aspetto.- disse lui continuando a sorridere; gli diedi un bacio fugace sulla guancia e salii velocemente al piano di sopra.
Mentre mi infilai sotto la doccia, tornai con la mente a Gohan e a quanto era successo la settimana scorsa in cima al monte. Mi immaginai il suo sorriso aperto, il suo modo armonioso di muoversi, il modo in cui mi sfiorava i fianchi, e al pensiero mi venne un fremito allo stomaco. Non appena ebbi finito di fare la doccia, mi asciugai e mi spalmai velocemente una crema profumata. Aprii il mio immenso armadio e rimuginai un po’ prima di scegliere cosa indossare; alla fine optai una camicetta aderente con un ricamo a perline sull’ambia scollatura, non esagerata, ma metteva in risalto la mia figura, una gonna di stoffa blu e un paio di ballerine bianche. Non avrei mai pensato di indossare quei vestiti, non li avevo nemmeno scelti io, erano stati un regalo fattomi da una zia che vedevo una o due volte l’anno, ma quella sera doveva essere davvero speciale.
Mi misi un filo di trucco, giusto per dare colorito alle guancie ancora troppo pallide, e scesi rendendomi conto di averci messo un po’ più di un attimo.
-Scusa, ho perso un po’ più di tempo.- dissi io grattandomi la nuca per l’imbarazzo. Lui non appena si voltò a guardarmi parve illuminato, era visibilmente colpito.
-Tra- tranquilla, sei arrivata giusto i tempo per vedere il tramonto.- balbettò lui porgendomi la mano; io glielo strinsi e insieme ci dirigemmo verso la terrazza che dava sul giardino.
Il tramonto iniziò e il cielo era un prisma di colori caldi: uno spettacolo incantevole. Prima che finisse rivolsi il mio sguardo a Gohan, il quale , senza distogliere la sua attenzione da quello spettacolo, si lasciava accarezzare dal mio sguardo: era circondato dagli ultimi raggi del sole, quasi splendeva con esso, e non potei fare a meno di ammirarlo reputandolo più bello del tramonto stesso.
La luce lasciò spazio alle tenebre, così decidemmo di rientrare.
-Hai fame per caso?.- Chiesi io sorridente.
-Ehm, veramente…- la sua voce venne interrotta dal brontolio della sua pancia, lo guardai e insieme scoppiammo a ridere. Trovai del pollo in frigo e così decisi di riscaldarlo al microonde, siccome sapevo quello non sarebbe bastato a placare la fame del mio sayan, chiamai il fattorino delle pizze e ordinai tre familiari, tra mezzora sarebbero arrivate. Nel frattempo misi a scaldare il pollo e glielo servii. Come avevo predetto lo divorò in men che non si dica, per fortuna poco dopo arrivarono le pizze.
Dopo cena sparecchiammo e ci mettemmo sul divano, posai la testa sulle sue spalle. Alzai il capo per guardarlo in viso e lui mi cinse i fianchi sfiorando le sue labbra con le mie,dapprima fu un bacio lento poi cominciai a baciarlo con più passione, accarezzandogli i capelli e sporgendomi verso di lui finché non lo feci distendere sul divano. Mi distesi sopra di lui e i nostri corpi si unirono. Cominciai ad aspirare il suo profumo, così dolce e delicato, e lui affondò le sue dita tra i miei capelli continuando a baciarmi con più passione di prima. Cominciai a toccare il suo muscoloso petto, scendendo piano verso i suoi addominali. Gli sollevai leggermente la maglietta e accarezzai il suo addome marmoreo. Notando la sua esitazione gli sfiorai delicatamente le braccia e fu come se il calore delle mie dita sciogliesse un nodo dentro di lui; Gohan cominciò a sbottonarmi la camicia lentamente, sfiorandomi le guancie e il collo con le sue labbra umide. Ci alzammo dal divano ,senza sciogliere il nostro abbraccio , e lo condussi nella mia camera. Mi distesi sul mio letto e lo accolsi facendolo distendere su di me, mi liberò definitivamente della camicia e io gli tolsi la maglietta leggera che indossava. Scesi con le mani e gli sbottonai i jeans, avvertendo come il suo corpo aveva reagito sotto di essi, e glieli tolsi; lui fece lo stesso con la mia gonna e così restammo in biancheria intima. Cominciò a sfilarmi il reggiseno,ero felice di quello che stava per accadere, però mi venne in mente una cosa che mi fece sobbalzare.
-Aspetta Gohan… non abbiamo i preser…- non feci in tempo a terminare la frase poiché gliene vidi estrarre uno dal portafogli.
-Me lo ha dato mio padre qualche settimana fa. Mi disse che un giorno mi sarebbe servito.- disse lui imbarazzato. Io gli sorrisi maliziosamente e poi ripresi a baciarlo. Ci liberammo della biancheria intima e aprii leggermente le gambe per accoglierlo; avvertivo la sua insicurezza così cominciai a baciargli il collo per rassicurarlo. Con molta delicatezza mi penetrò e io avvertii una fitta di dolore.
-Vuoi che smetta?.- mi sussurrò all’orecchio, il suo respiro era caldo e sensuale.
-No, continua.- lo pregai io.
Il suo corpo si muoveva piano sopra il mio e poco dopo  il piacere si sostituì al dolore. Era stupendo il modo in cui sussurrava parole dolci e ripeteva il mio nome quasi come fosse una preghiera, le sue mani non smettevano mai di vagare per il mio corpo e di tanto in tanto cercavano le mie per stringerle forte. Fremevo di piacere sotto di lui e questo bastò a fargli aumentare il ritmo fino a farci impazzire entrambi, eravamo pazzi d’amore l’uno per l’altra. Dopo qualche minuto fummo pervasi dall’orgasmo e sfinita mi accovacciai sul suo braccio. Ci coccolammo molto e io rimasi per qualche minuto in silenzio a contemplare la bellezza del suo corpo. Gohan si sdraiò di fianco, contemplandomi e scostandomi i capelli dagli occhi.
-Sei bellissima.- mi sussurrò lui.
-Ti amo, Gohan.- Quelle parole mi uscirono dal cuore, parole mai state più vere e sincere di quel momento. Lui mi accarezzò il viso seguendo il profilo della mia guancia con un dito e, dopo avermi dato un tenerissimo bacio sulle labbra, mi disse.
- Anch’io ti amo,Videl.-
Restammo a letto per un po’, coccolandoci, scherzando e parlando. Dopo un paio d’ore ci alzammo e io mi misi una tuta leggera; Gohan si rimise la maglietta e i Jeans e ritornammo insieme in salotto, dove ci sedemmo sul divano. Con una tenerezza che mi straziò il cuore Gohan mi abbracciò stretta, mi addormentai tra le sue braccia desiderando che quel momento potesse durare per sempre.



 
Angolo autrice: Salve cari lettori, allora che ne pensate? A me non convince poi così tanto, ma ho deciso di pubblicarlo lo stesso. Spero che possa essere di vostro gradimento :D Ringrazio tutti coloro i quali seguono fedelmente questa mia Fan Fiction, siete fantastici :D Lasciate pure una recensione con i vostri pareri, a presto! :*

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Capitolo 11
*** Temporale estivo. ***


Salve a tutti, ecco a voi l’undicesimo capitolo, spero vivamente che vi piaccia! :D Buona lettura :*
 

 
L’estate stava per concludersi, era una splendida serata di fine Agosto e io e Gohan camminavamo insieme per le strade di Satan City. Erano passate diverse settimane da quella notte indimenticabile e io non riuscivo a smettere di pensare a quanto quel momento fosse stato meraviglioso. Il ricordo di ogni suo gesto, seppur incerto e inesperto, riecheggiava nella mia memoria molto spesso. Dopo quella notte avevamo fatto l’amore altre volte, durante le quali i movimenti di Gohan si erano fatti più sicuri ed esperti, ed io ero soddisfatta di come le cose stessero andando tra di noi.
Conoscere Gohan è stata la cosa migliore che mi potesse capitare, mi ha cambiato la vita volgendola in meglio e per questo non smetterò mai di dirgli grazie.
Camminavamo stretti l’uno tra le braccia dell’altra per strada quando ad un certo punto il cielo cominciò ad incupirsi portando via quel po’ di luce che ormai rimaneva della giornata. L’aria cominciò a farsi più fresca e il vento cominciava a soffiare più forte. Si stava avvicinando un temporale estivo, io li ho sempre amati. In qualche modo hanno sempre rappresentato il mio stato d’animo prima dell’arrivo di Gohan, anche nei momenti belli e felici della mia vita qualcosa arrivava e riusciva ad incupirla. Da quando conosco Gohan, però, tutto è cambiato: anche nei momenti più difficili lui è sempre con me e riesce a riportare il sereno, è come l’arcobaleno dopo la tempesta, solo che lui non tarda ad arrivare.
In mezzo a quei nuvoloni cupi scorsi una luce improvvisa, seguita da un borbottio. Istintivamente mi strinsi ancora di più a Gohan, il quale mi accolse tra le sue braccia possenti e mi rivolse un amabile sorriso. Dopo qualche istante piccole goccioline d’acqua cominciarono a cadere giù dal cielo; dapprima in maniera lenta e discreta, poi incalzando il ritmo e mi bagnarono i capelli. Cercammo un riparo e alla fine ci mettemmo sotto un balcone, lo spazio era ridotto e quindi fummo costretti a restare abbracciati; la cosa non mi dispiaceva affatto. Il temporale sembrava volesse andare avanti per le lunghe, così lui mi propose:
-Che ne dici se ora io ti prendo in braccio e ,volando, andiamo da te? Vedo che cominci ad infreddolirti, dopotutto siamo stati colti alla sprovvista e non hai nemmeno una giacca qui con te.- disse lui sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori, uno di quelli a cui non puoi proprio resistere.
-Va bene, ma scusa non ci bagneremo tutti anche volando?- feci io incuriosita.
-Ehi, dimentichi che sono un sayan, uno dei più veloci in circolazione.- rispose lui con falsa modestia; era buffo quando faceva così.
-Uuh un sayan, beh avevo sorvolato questo piccolo particolare. Non posso proprio dire di no allora.- Dissi io con tono che tradiva un pizzico di seduzione.
-La mia proposta era formulata in modo che non potessi rifiutarla, sono bravo vero?.-
-Molto abile. Notevole per un Sayan.- Dissi io prima di saltarci in braccio.
-Pronta?.- Disse lui sorridendo.
-Certo, possiamo andare.-
Non ebbi nemmeno il tempo di terminare la frase che già lui era partito. Caspita, andava ad una velocità inaudita. Fortunatamente non c’era nessuno per strada, ma anche se fosse stato il contrario, nessuno si sarebbe accorto della nostra presenza; andava talmente veloce che era impossibile da vedere ad occhio nudo. Nonostante ci trovassimo dall’altra parte della città, in meno di un minuto fummo davanti a casa mia. Quando scesi dalle sue possenti braccia mi girava un po’ la testa. Quella sensazione mi ricordava tanto quando da bambina scendevo dalle giostre ed ero stordita dalla forte velocità. Aprii il portone e in casa non c’era nessuno, notai un biglietto appeso sul frigo e lo lessi: “Ciao tesoro, io e Bu siamo fuori città per impegni vari. Torniamo stasera. :) Ps: la cena è nel forno.
Bene- pensai – così papà è uscito. Di nuovo.’
-Ti andrebbe di mangiare qualcosa?.- Chiesi io sorridente.
-Beh veramente ho mangiato prima di uscire. Ma se proprio ci tieni…- Rispose lui grattandosi la nuca.
Mangiammo quello che mio padre mi aveva lasciato nel forno, ovvero una teglia di patate e carne. Fortunatamente Gohan aveva già mangiato a casa, perché altrimenti avrei dovuto ordinare di nuovo le pizze; in ogni caso mangiò tutto con la voracità tipica di un sayan, lui era il mio sayan.
Dopo cena mi aiutò a sparecchiare e insieme ci mettemmo comodi sul divano, in tv trasmettevano un vecchio telefilm di quelli che sono riproposti ogni anno, niente di più noioso, così spegnemmo dopo neanche dieci minuti.

Quel meraviglioso silenzio venne interrotto dal lieve ticchettio dell’acqua temporalesca che fuori bagnava ogni cosa. Lo scoscio dell’acqua si era apparentemente calmato e dalla finestra semi aperta entrava quel meraviglioso odore di terra bagnata. Infatti, la cosa che più amavo di casa mia era il giardinetto che sorgeva dietro il salottino, era una macchiolina di verde in mezzo la città che, seppur piccola, mi dava la quiete che solo la campagna riusciva a darmi. Sentire quell’odore provenire da lì mi fece ricordare la mia infanzia, quando da piccola con i miei cugini uscivo a giocare dopo il temporale, e quell’odore mi inondava le narici dandomi una sensazione piacevole.
La cosa bella di quel momento fu che nessuno dei due ebbe il bisogno di parlare, quel meraviglioso silenzio bastava a completare il vuoto della stanza. Era come se insieme stessimo contemplando la bellezza del silenzio misto al lieve rumore della pioggia, poggiata sulla sua spalla mi sentivo salda e sicura, come sempre da quando stavo con lui. Dopo qualche istante lui mi accarezzò dolcemente il viso e, guardandomi negli occhi, spostò il mio mento in direzione del suo volto. Le nostre labbra si sfiorarono e fu una sensazione impagabile, quell’atmosfera così intima aveva favorito quel bacio che era stato dolce e suggestivo allo stesso tempo. Mentre fuori lo scroscio dell’acqua si era fatto più incalzante, anche quello del battito dei nostri cuori lo era. Ricominciai a baciarlo quando ad un tratto ci fu un forte tuono e andò via la luce. Dallo spavento sobbalzai e finii sulle gambe di Gohan, il quale mi aveva accolta e non aveva potuto fare a meno di ridere.
-E così la mia piccola Videl ha paura dei temporali? O meglio, dei tuoni?.- Disse lui.
Non riuscivo bene a vederlo a causa del buio, ma ero pronta a scommettere che avesse il suo tenero sorrisetto in viso.
-Non ho paura, è che non me lo aspettavo proprio. Poi adesso è tutto buio  e non riesco a vedere nulla, dovrei prendere delle candele.- Risposi io.
-Ehi, per la seconda volta dimentichi che io sono un sayan.- Disse lui con tono da finto offeso. Senza che potessi avere il tempo di rispondere il suo corpo si accese di una luce purissima e così riuscì ad illuminare tutta la stanza. Avvertii il mutamento del suo corpo sotto il mio: i muscoli si erano aumentati di volume e consistenza, i capelli si erano tinti di oro e suoi occhi avevano preso il colore del mare. Era come se mi fosse apparso un meraviglioso angelo di fronte.
-Oh già, tralascio sempre questo piccolo particolare.- Risposi io, poi ripresi a baciarlo teneramente sulle labbra.
La pioggia continuava a battere imperterrita fuori e io non riuscivo a staccare lo sguardo da quegli occhi color mare che, anch’essi, non smettevano di scrutarmi. Dopo un po’ decisi di accendere delle candele e lui tornò al suo stadio normale. La luce tremula delle candele si rifletteva sul suo volto e in quel momento si era creata un atmosfera meravigliosa. Sorseggiammo del the chiacchierando del più e del meno e, consapevoli che l’estate stesse volgendo al termine, mi disse che mi avrebbe amata per sempre e che il suo più grande desiderio fosse sposarmi e rendermi felice. A quelle parole mi sentii felice, sapevo che nonostante presto sarebbe ricominciata la scuola tra di noi non sarebbe cambiato nulla, sarebbe stato l’ultimo anno ed ero elettrizzata all’idea di scoprire che cosa ci avrebbe riservato il futuro. In cuor mio sapevo che noi due saremmo stati insieme per sempre,  me lo aveva promesso e lui mantiene sempre le sue promesse.
 
CONTINUA…

 
Angolo autrice: Saaaalve a tutti cari lettori! Allora, come vi è sembrato questo capitolo? *si nasconde sotto la scrivania per evitare insulti* xD
Questa storia mi sta coinvolgendo sempre più! Spero sia lo stesso anche per voi! :D vorrei ringraziare tutti coloro i quali la seguono, è molto gratificante leggere le vostre recensioni! Grazie mille, vi adoro! :* Ringrazio anche coloro i quali si limitano a leggere :D
Spero che anche questo capitolo vi piaccia! Aspetto i vostri pareri! A prestissimo! :*
-un bacio, normina :*

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Capitolo 12
*** Piccole gelosie. ***


L’estate si era appena conclusa e la scuola era appena ricominciata. Mancavano pochi minuti all’inizio delle lezioni e io e Gohan eravamo nell’atrio principale in attesa di entrare in classe. Oramai tutti in città sapevano che stavamo insieme, quindi sarebbe stato inutile nascondersi, però in ogni caso speravo che, almeno a scuola, nessuno ci facesse troppe domande oppure spettegolasse troppo su di noi. Purtroppo le mie speranze furono vane, non appena entrammo in classe Erasa, una nostra compagna di classe nonché una mia amica più ‘intima’, mi venne in contro a braccia aperte gridando quasi di proposito:
-Allora cara Videl! Lo dovevo venire a sapere da altri che tu e Gohan state insieme?.- A quelle parole non potei fare a meno di arrossire, inoltre sentivo lo sguardo dei miei compagni su di me e la cosa era alquanto imbarazzante.
-Sssh non c’è mica bisogno di gridare così! Non è che ci siamo viste molto quest’estate a dire il vero! Anzi, d’estate sparisci sempre, quindi che vuoi che ti dica?.- Risposi io prontamente. Volevo bene a quella ragazza, solo che alle volte non sopportavo il suo modo di fare. Inoltre si vedeva da lontano un miglio che aveva preso una cotta per Gohan quando lui era entrato a far parte della nostra scuola, mi chiedeva sempre dove fosse e non smetteva mai di ripetermi quanto fosse carino e, speravo vivamente per lei, che quella cotta le fosse passata.
-Hai ragione tesoro, solo che la notizia mi ha sorpresa molto, non avrei mai pensato che tu e Gohan sareste finiti per stare insieme, è stata una bella sorpresa.- Il suo tono di voce si fece più calmo, forse perché aveva letto la mia espressione un po’ omicida e quindi aveva valutato che sarebbe stato meglio assecondarmi. In ogni caso non aveva smesso di sorridere e insieme, seguite da Gohan, che aveva cercato di non prendere parte alla conversazione per evitare imbarazzi, ci sedemmo ai nostri posti.
La prima ora passò velocemente: la professoressa di storia ci aveva accolti con molta gentilezza e ci aveva illustrato i punti fondamentali del programma da svolgere. Inoltre ci aveva rassicurati dicendo che sarebbe stata a nostra completa disposizione per eventuali dubbi sulla tesina da presentare all’esame finale.
Durante la seconda ora la professoressa di inglese fu meno cortese della precedente: mentre la prima ci aveva rassicurati riguardo all’esame, lei ci aveva buttati più a terra di quanto non lo fossimo prima. L’unico che sembrava essere tranquillo era Gohan, non capivo proprio come facesse ad essere così rilassato. Leggendo la mia preoccupazione si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò:
-Tranquilla, ti aiuterò io. Andrà tutto bene e supereremo anche questa sfida insieme.- Io gli risposi con un sorriso sincero e devo ammettere che le sue parole mi avevano rassicurata molto. D’altronde era sempre così quando stavo con lui.
 
Finalmente suonò anche l’ultima campanella per quella giornata, essendo il primo giorno l’orario era ridotto. Fu terribile uscire da scuola con lo sguardo di ogni singolo studente puntato addosso, persino gli studenti del primo anno non smettevano di fissarci; certo che la città era proprio piccola.
-Videl, hai bisogno di aiuto per qualcosa oggi?.- I miei pensieri vennero interrotti dalle parole di Gohan.
-Ehm, su Gohan, non è nemmeno cominciata la scuola e già da oggi pomeriggio pensi a studiare? Non hanno mica lasciato compiti.- Gli risposi io in maniera scherzosa.
-Hai ragione. Ma sai com’è, portarsi avanti non fa mai male.- Mi disse lui come se volesse giustificarsi.
-Va bene dai, che ne dici se nel pomeriggio vengo da te e mi dai una mano in biologia? Non ci capisco un granché di genetica e sarà argomento d’esame.-
-Certo! Ma perché non vieni da me adesso? Sai com’è mia madre, cucina sempre in abbondanza e non rimarrai sicuramente a digiuno.- Fece lui cingendomi per le spalle. Sentivo un certo imbarazzo poiché c’era tutta la scuola ancora intenta ad osservarci, ma ero contenta che Gohan non ci avesse fatto caso più di tanto. Inoltre ero lieta di notare che il suo comportamento era rimasto quello di sempre, nonostante la scuola fosse ricominciata.
 
Non appena ci allontanammo dalla folla indossammo i nostri costumi, per non destare troppi sospetti, e spiccammo il volo verso casa sua. A metà strada circa, notammo e un tipo stava derubando una donna scippandole la borsetta, così decidemmo di intervenire.
-Ehi tu, cosa credevi di fare?.- Disse Gohan materializzandosi davanti a lui. Quel tipo rimase visibilmente colpito.
-E tu chi saresti?.- Chiese infine.
-Io sono il protettore della giustizia, il difensore dei deboli. Io sono il grande Great-saiyaman! E lei è la mia compagna: Great-saiyagirl!- Disse lui facendo il suo solito balletto e indicandomi prima di pronunciare il mio nome.
-E che cosa vuoi da me?.- Disse lo scippatore. Gohan lo prese per la canotta e alzandosi in volo lo sollevò 10 metri dal suolo.
-Sai che non si ruba? E tanto meno si importunano le signorine per strada! Se non vuoi che ti lasci cadere giù restituisci subito la borsa.- L’uomo cercò di liberarsi ma, per paura di cadere, fece come gli aveva ordinato Gohan. Dopo aver chiamato la polizia e averglielo consegnato, ci avvicinammo alla donna per vedere se era tutto apposto.
-Grazie mille Great-saiyaman, se non ci fossi stato tu sarebbe finita molto male! Ma lo sai che sei molto affascinante con questo costume?.- Disse lei con una vocina stridula mentre si apprestava a stritolargli il braccio. Gohan, nonostante gli occhiali gli coprissero mezza faccia, divenne visibilmente rosso in viso.
-Goh… e cioè Great-Saiyaman adesso dovremmo andare.- Feci io con tono scorbutico. Lui, notando il mio atteggiamento, si divincolò dall’abbraccio della donna e si sollevò da terra.
-Si andiamo Great-Saiyagirl, il crimine non riposa mai. Arrivederci signorina.-
-Ciao Great-sayaman! Torna a trovarmi quando vuoi!.- Rispose quella muovendo le braccia per salutarlo. Non appena ci allontanammo un po’ cominciammo a parlare.
-Certo che eri diventato proprio rosso mentre quella ti stritolava il braccio.- Feci io continuando a guardare davanti a me.
-Non sarai mica gelosa, tesoro?.- Disse lui rivolgendomi un tenero sorriso.
-Ma chi? Io? Ma figurati. Io gelosa, questa è buona.- Gohan mi prese in braccio e volò verso l’alto, arrivando fin sopra le nuvole.
-Bene, perché non ne avresti motivo. Sei tu che mi hai fatto perdere la testa. Ti amo.- Non mi diede nemmeno il tempo di rispondere perché già le sue labbra stavano giocando con le mie. Dopo quell’intenso bacio riprendemmo la strada verso casa sua, consci del fatto che avremmo passato uno splendido pomeriggio insieme.

 
 
Angolo autrice: Salve a tutti cari lettori! Eccomi tornata con un nuovo capitolo. So di essere un po’ in ritardo ma ultimamente sono stata spesso impegnata e a casa ci sto pochino >.<
So che in questo capitolo non ci siano grandi svolte, ma era fondamentale per introdurre il periodo scolastico che attenderà i nostri due amati protagonisti nei prossimi capitoli. Spero che in ogni caso vi sia piaciuto e che continuerete a seguire la storia! :D
Attendo, come sempre, le vostre recensioni che mi riempiono di gioia e mi spronano ad andare avanti con la storia! Vi ringrazio di cuore! ^_^ A prestissimo!
-un bacio, normina :*

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Capitolo 13
*** Momenti di tensione. ***


Erano passati un paio di mesi dal primo giorno di scuola. Da quel pomeriggio passato a studiare biologia, io e Gohan ci vedevamo spesso il pomeriggio per studiare, concedendoci di tanto in tanto qualche pausa speciale.
 
Era una splendida mattinata di fine Novembre e, come ormai di consuetudine, mi alzai presto per andare a scuola.
Gohan non aveva perso l’abitudine di arrivare in ritardo, nonostante quel ragazzo aveva la capacità di viaggiare alla velocità supersonica, se non erano le otto e mezza non lo si vedeva mai arrivare. Oramai i professori non lo notavano più, giustificandolo per il fatto cha abitasse lontano.
Anche quella noiosissima giornata di scuola trascorse ed insieme andammo da lui poiché nel pomeriggio avremmo dovuto studiare insieme. Arrivati a casa, trovammo Chichi intenta a cucinare, mentre il piccolo Goten, poiché a scuola faceva un orario ridotto, apparecchiava allegramente la tavola.
-Ciao a tutti.- Disse Gohan entrando in casa.
-Ciao tesoro, vedo che c’è anche Videl! Sono contenta.- Rispose Chichi senza smettere di cucinare.
-Dov’è papà?-
-Di sopra, chiamalo e digli che tra poco è pronto.- A quelle parole Gohan si caricò le anche la mia borsa e salì su per le scale.
-Vengo con te, fratellone!- Esclamò il piccolo Goten andandogli dietro mentre io andai a dare una mano a Chichi per il pranzo.
-Dia pure a me, signora Son.- Dissi cordialmente prendendo in mano la ciotola con gli spaghetti.
-Grazie tesoro, sei gent..- Non riuscì a terminare la frase poiché ebbe un mancamento, così posai subito la ciotola sul ripiano vicino e cercai di sostenerla il più possibile.
-Si sente bene?- Chiesi io preoccupata
-Si si tranquilla, sarà stato un calo di zuccheri, dopo aver pranzato starò meglio. Grazie cara.- Detto questo, la donna sembrò essersi ripresa, finì di preparare e cominciò a servire le pietanze. Intanto Goku, Gohan e Goten scesero e si sedettero a tavola.
-Allora, com’è andata oggi a scuola?- Domandò Chichi servendo l’ennesimo piatto di spaghetti ai tre Saiyan affamati, mi chiedevo sempre come facesse a cucinare così tanto per quei tre.
-Bene mamma.- Rispose Gohan dopo aver mandato giù il boccone.
-Ne sono contenta caro. Ah, quasi dimenticavo: ‘sta mattina ha telefonato Bulma e mi ha detto che questa sera alla Capsule Corporation ci sarà una festa a sorprese per il compleanno di Vegeta. Non vuole che lo venga a sapere perché, conoscendolo, scapperebbe via alla prima occasione. Lo sapete meglio di me che non è il tipo da feste.- Annunciò Chichi, sembrava essersi ripresa.
-Ah! Scommetto che il regalo che più desidera è sconfiggermi una volta per tutte!- Disse Goku mentre masticava.
-Ma dai Goku, possibile che tu pensi solo al combattimento? Non ci pensare nemmeno! Distruggereste la casa a Bulma nel giro di 2 minuti!- Rispose Chichi un po’ adirata.
-Su Chichina cara, scherzavo. Ma ti senti bene? Sembri strana.-
-Sono solo un po’ stanca, niente di che.- Disse lei sorridendo.
 
Finimmo di pranzare e aiutai Chichi a lavare i piatti, dopodiché io e Gohan andammo in camera sua per studiare. Fortunatamente non c’era un granché da fare, finimmo il tutto in un ora.
-Abbiamo finito prima del previsto- disse Gohan entusiasta,- cosa ti andrebbe di fare adesso?-
-Sono le 5, la festa è alle 8, io andrei a casa a preparami se non ti dispiace.- Risposi sorridendo.
-Niente affatto, anzi ti accompagno dai.-
-No, non preoccuparti, vado da sola. Ci vediamo più tardi.- Detto questo gli diedi un piccolo bacio sulle labbra e, dopo aver salutato gli altri al piano di sotto, spiccai il volo verso casa.
 
Il vento freddo soffiava abbastanza forte, il cielo era ricoperto da nuvoloni grigi, gli alberi erano spogli e le foglie raggrinzite rimaste erano spinte giù dal vento. Non c’erano dubbi, l’autunno era arrivato con tutto il suo fascino suggestivo.
Affacciata dalla finestra della mia camera guardavo questo meraviglioso spettacolo che, ogni volta, era in grado di rubarmi l’anima.
Pensavo a Gohan e a come la mia vita era diventata bella da quando stavo con lui. Pensavo al futuro ed ero sicura che finché stavamo insieme, nulla potesse andare storto. Avevo cambiato il modo di vedere la vita, mi ero resa conto che l’amore è in grado di risolvere ogni problema.
Erano appena le sei, così decisi di cominciare a prepararmi; riempii la vasca e mi vi immersi: un bagno caldo era proprio quello che ci voleva in una giornata fredda come quella.
Dopo essermi asciugata scelsi cosa indossare; alla fine optai per dei pantaloni chiari, un maglioncino azzurro e gli stivaletti blu. Mi truccai leggermente e, poiché era presto, scesi giù in cucina per mangiare qualcosa.
Trovai Bu indaffarato a farsi un panino e, poiché sembrava confuso, mi offrii di farglielo io.
-Grazie sorellona!- Disse lui con un sorriso smagliante. Conoscendolo, un semplice panino non lo avrebbe saziato né ora né mai, così feci un sandwich di almeno sei piani, ripieno di prosciutto, maionese e quant’altro. Sembrò soddisfatto del risultato e in due bocconi aveva già finito. Ne feci uno anche per me, limitandomi a mettere una fetta di prosciutto tra due fette di pane, andai sul divano e lo mangiai mentre guardavo il notiziario in tv.
-Tesoro, come mai sei così elegante? Esci ‘sta sera?-Disse mio padre entrando in salotto.
-Ehi papà, non ti avevo sentito, comunque si, sono alla Capsule Corporation con Gohan. non dovrei tornare tardi.-
-Va bene cara.- Mi disse questo e andò in cucina.
 
Erano le sette e mezza quando Gohan suonò al campanello per venirmi a prendere, la Capsule Corporation era vicino a casa mia, ma lui aveva insistito perché ci andassimo insieme.
-Alla fine cosa gli ha comperato tua madre come regalo?-Chiesi strofinandomi le mani dal freddo.
-Un maglione, dubito che lo indosserà, ma è il pensiero che conta.- Rispose lui sorridendo,-eccoci, siamo arrivati.-
Bussammo al grande portone e fu il piccolo Trunks ad aprirci:
-Ehi salve ragazzi, venite con me in cucina. Gohan, i tuoi sono già lì- Disse il piccolo lilla conducendoci dentro la cucina.
-Va bene, ma tuo padre dov’è?- Chiese Gohan
-Beh, sono le otto, questo vuol dire che è appena uscito dalla Gravity Room ed è andato a farsi la doccia, tra quindici minuti dovrebbe essere giù. È un tipo molto abitudinario!- Rispose il bambino sorridendo.
Arrivati in cucina salutammo il resto del gruppo e aiutai Chichi e Bulma con i preparativi, Chichi mi sembrò ancora affaticata come oggi.
-Come sta? Si sente meglio dopo oggi?-
-Si cara grazie, sto molto meglio, sono solo un po’ stanca.- mi rispose lei abbozzando un sorriso.
 
Erano le otto e un quarto e, come aveva preannunciato il piccolo Trunks, Vegeta scese per le scale e noi tutti uscimmo gridando :”Sorpresa!”.
-Ma che diavolo succede qui? Kaharot è opera tua, vero?- Disse Vegeta guardando Goku in cagnesco.
-Ma no Vegeta, io non c’entro niente, è stata Bulma ad organizzare questa festa per il tuo compleanno! A proposito, quanti anni compi?- Rispose Goku grattandosi la nuca e sorridendo.
-Non è affar tuo! Comunque non avevo bisogno di una festa.-  Rispose Vegeta continuando a guardare male Goku.
 
La festa era organizzata davvero bene, c’era cibo sufficiente per sfamare l’intera Satan City, ma, con cinque Sayan in circolazione, non c’era il rischio di buttare nulla.
Tutto sembrava tranquillo, ma ad un tratto le urla del piccolo Goten ruppero  la felicità di quel momento:
-Mamma! Cos’hai?- Gridò il piccolo Saiyan con le lacrime agli occhi, mentre era chino sulla madre svenuta sul pavimento.
-Presto, portiamola in ospedale!-Gridò Goku,-la sua forza spirituale è debolissima.-
Poi, in tutta velocità, si catapultò sulla moglie e, dopo essersi portato due dita sulla fronte, scomparvero davanti ai nostri occhi.


Continua…


 
Angolo autrice: Buon pomeriggio a tutti! Beh, anche se con un po’ di ritardo, anche il quattordicesimo capitolo è arrivato! L’ho riscritto ben tre volte prima di pubblicarlo xD
Spero che vi sia piaciuto; ringrazio particolarmente Bolla12 per il grande sostegno morale! Se non fosse stato per lei avrei riscritto questo capitolo all’infinito!
Ringrazio anche tutti voi, perché grazie alle vostre recensioni mi spronate a continuare la storia ^_^ Grazie di vero cuore, vi adoro!
Spero che continuerete a seguire questa storia! Cercherò di aggiornare il prima possibile! Come sempre, aspetto i vostri pareri. ^_^
A presto!
-un bacio, normina :*

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Capitolo 14
*** Anch'io riesco a salvarti. ***


Paura, terrore, sgomento… solamente questi erano i sentimenti che ci attanagliavano quella tremenda serata di fino Novembre.
 
Subito dopo che Goku e Chichi erano scomparsi davanti i nostri occhi, Gohan volò velocemente verso l’ospedale e io cercai di trattenere il piccolo Goten che, in un mare di lacrime, continuava a ripetere: “ La sua aura è troppo debole, la sento a tratti!”
-Goten, calmati adesso! fare così non migliorerà di certo le cose. Adesso, insieme, andiamo anche noi all’ospedale. Ti prometto che andrà tutto bene.- Cercai di rassicurarlo abbracciandolo forte.
-Va bene.- Rispose  Goten smettendo di singhiozzare.
-Veniamo anche noi.- Disse Bulma che già aveva in mano la capsula con l’elicottero grande.
Dopo di ciò, salimmo velocemente tutti sopra l’elicottero e, il più velocemente possibile, volammo verso l’ospedale, sperando che non fosse accaduto il peggio.
 
Non appena arrivammo,chiedemmo subito informazioni e salimmo al terzo piano dove c’era il reparto di cardiologia, lì trovammo Gohan e Goku seduti in sala d’aspetto.
-Cosa è successo?- Chiesi io a Gohan andandogli incontro, mentre il piccolo Goten andava verso il padre.
-Non lo sappiamo ancora, i medici l’hanno subito fatta entrare li dentro e ci hanno detto di attendere. Oramai è dentro da quindici minuti.- Rispose Gohan con voce cupa.
Io non risposi, ma gli andai ancora più vicino e lo abbracciai per rassicurarlo. Lui rispose all’abbraccio cingendomi i fianchi e poggiò la testa sulla mia spalla.
Di solito era lui la roccia alla quale mi appigliavo, ‘sta volta la situazione si era capovolta. Aveva bisogno di me ed io dovevo essere abbastanza forte per sostenerlo.
Glielo dovevo dopo tutto quello che aveva fatto per me. Dovevo essere forte per entrambi.
 
I minuti passavano lenti, il tempo era come essersi fermato. Fuori si era scatenato un forte temporale e i lampi illuminavano, di tanto in tanto, le strade cittadine, mentre i tuoni scoppiavano forti e violenti rimbombando dentro le nostre orecchie.
Finalmente l’attesa terminò: circa mezzora dopo, un medico uscì da quella stanza e si diresse verso di noi. Era un tipo alto, sulla quarantina e con i capelli brizzolati.
-Salve, voi siete i parenti della signora Son, giusto?- Disse lui.
-Si, io sono il marito.- Intervenne subito dopo Goku. Aveva un aria preoccupata, io non ero così abile come loro a percepire le aure, ma sforzandomi un po’ avevo notato anch’io che la forza di Chichi fosse molto flebile, quasi come se a tratti si interrompesse.
-Bene signor Son, sua moglie soffre di aritmie cardiache. In parole semplici, le aritmie sono delle alterazioni della normale sequenza cardiaca. Sua moglie da quanto tempo è che non fa un elettrocardiogramma?- Chiese il dottore.
-Beh, io non saprei in verità.- Disse Goku abbastanza confuso, sicuramente non sapeva neanche che cosa fosse un elettrocardiogramma. Vedendo il padre così confuso, intervenne Gohan.
-Sicuramente li avrà fatti durante l’ultima gravidanza avvenuta otto anni fa, ma non saprei dirle se in seguito ne ha fatti degli altri.- Rispose Gohan.
-Lei è il figlio?- Chiese il medico e Gohan annuì.- Beh, per tenere sotto controllo le aritmie ci vogliono frequenti elettrocardiogrammi. In ogni caso non si possono prevenire, quindi molto probabilmente l’elettrocardiogramma di otto anni fa era normale mentre, invece, le aritmie si stanno manifestando solamente adesso.- Spiegò il medico.
-Ma da cosa si è dedotto che si tratti di aritmie?- Chiese Gohan.
- Quando si osserva un aumento anomalo dei battiti si parla di tachicardie. Se al contrario, si ha una diminuzione anomala del numero dei battiti si parla di bradicardie. Nel caso della signora Son parliamo di bradicardie, talvolta i battiti sono talmente lenti che è come se saltassero. Quindi si percepisce un senso di vuoto, come se il cuore si fermasse per  qualche istante. Ciò può provocare senso di vertigine, mancamenti, sudorazione eccessiva e, quando la cosa è più accentuata, perdita momentanea di coscienza. Ed è proprio questo il caso della signora Son.-
Alle parole del medico mi sentii pietrificare, mentre elencava i sintomi ripensai a ieri mattina in cucina quando si sentì mancare, oppure a quando Goten, piangendo, mi disse che sentiva la sua aura a tratti. Tutto si stava ricollegando e mentre guardavo lo sguardo terrorizzato di Gohan, cercavo di focalizzare il più possibile l’aura di Chichi, sperando che non la situazione fosse meno grave di quanto apparisse.
-In ogni caso, c’è una buona notizia: Le aritmie possono, inoltre, originare da qualsiasi malattia di cuore ed anche da alcune malattie sistemiche come ad esempio le disfunzioni della ghiandola tiroide. Ma questo non è il caso della signora Son. Per adesso il cuore sembra illeso e, si spera, che con una adeguata cura, la situazione possa rimanere così.- Spiegò lui, cercando di mantenere un tono di voce calmo.
-Quindi guarirà?- Disse Goku accennando un sorriso di speranza.
-Di norma le aritmie non disturbanti nelle quali non sia stata riconosciuta la presenza di una malattia di cuore o sistemica non necessitano di alcun trattamento. Dovrà solo assumere dei farmaci per “regolarizzare” la frequenza cardiaca. Inoltre dovrà fare diversi elettrocardiogrammi per controllare che la situazione resti sotto controllo. Ovvero che il cuore resti sano. Inoltre, se la signora Son non dovesse riprendere un attività cardiaca “regolare”, dovremmo intervenire a stimolare il suo cuore sottoponendola a dei “pacemaker”; ovvero un apparecchio che è in grado di stimolare l’attività cardiaca. Questo, però, è da stabilire in seguito, bisogna vedere come reagirà la signora alle cure- Il suo tono era pacato, come se volesse rassicurarci.
-Ma adesso come sta? Quando si riprenderà dal suo stato di semi incoscienza?- Chiesi io dopo un lungo e straziante silenzio.
-Beh, per adesso sta riposando, dovrebbe risvegliarsi tra qualche ora, già abbiamo iniziato la cura.- Affermò il dottore rivolgendoci un sorriso.
-Grazie dottore, ci ha risollevati.- Disse Goku porgendogli la mano, lui gliela strinse e, dopo averci salutati, uscì dal reparto. Adesso si che ci sentivamo meglio.
 
Passammo tutta la notte in ospedale in attesa che si risvegliasse. Goku e Goten erano affacciati ad una piccola finestrella che dava sulla sua stanza e non smettevano di fissarla.
Io e Gohan eravamo seduti sulle panchine qualche metro dietro di loro e lui si era addormentato dopo aver poggiato la testa sulle mie gambe.
Alle sei del mattino, l’infermiera ci informò che Chichi si era svegliata, così svegliai Gohan e, insieme, andammo da lei.
Subito entrati nella stanza avvertii un senso di chiuso, seppure la stanza fosse molto spaziosa, quelle quattro mura mi opprimevano.
Lei era nel letto, la sua pelle era molto pallida e la sua fronte imperlata di sudore. Era collegata ad una macchina che controllava la frequenza cardiaca e, non appena ci vide entrare, si sforzò di sorridere.
Goten le andò in contro e cercò di abbracciarla più delicatamente possibile, Goku si sedette sul capezzale del letto e le prese la mano, Bulma e la sua famiglia, dopo averla salutata, dovettero andare via e così restammo solo noi a farle compagnia.
Allora, come ti senti adesso?- Chiese Goku a Chichi stringendole sempre la mano.
-Adesso sto meglio, poco fa l’infermiera mi ha spiegato sommariamente cosa mi è accaduto, per fortuna non è niente di grave, dovrò solo riguardarmi un po’.-Disse lei sorridendo.
-Prometto che non ti farò più arrabbiare, mamma.- Disse il piccolo Goten che era raggomitolato al suo fianco mentre lei con la mano libera le accarezzava i capelli.
-Piccolo, non è mica colpa tua.- Disse Goku rivolendogli un sorriso,- forse la colpa è più mia che di chiunque altro. Non sono stato un buon marito, ti ho lasciata sola troppe volte e, magari, il tuo cuore…-
-Non dirlo nemmeno per scherzo.-Lo interruppe Chichi,- sto bene, non ho nulla di grave. Dovete stare tranquilli, ve lo chiedo per favore.-
 
Passammo il resto della mattinata lì. Intorno alle undici, sfinita, tornai a casa per riposare un po’ e Gohan insistette per accompagnarmi.
-Grazie.- Disse lui mentre camminavamo mano nella mano.
-E di che?- Chiesi io confusa, dato il sonno e la stanchezza che avevo addosso, non riuscivo a stargli dietro.
-Per tutto, mi hai sostenuto e continui a sostenermi in questa situazione… non è facile per me ed immagino non lo sia neanche per te. Se non ci fossi stata tu ieri sera, beh…- Farfugliò lui, allora io mi fermai e mi avvicinai a lui e gli misi le mani intorno al collo, lui rispose all’abbraccio cingendomi i fianchi e prima di baciarlo gli dissi:
-Non devi ringraziarmi, una volta tanto anch’io riesco a salvare te.-
 
Continua…

 
Angolo autrice: Bene, bene, salve a tutti!
Scusate per la lunga attesa , ma questo capitolo è stato mooolto complicato da scrivere.
Ho cercato di documentarmi il più possibile sulla malattia e ringrazio il mio papino (che fa l’infermiere in cardiologia) per alcune delucidazioni xD
Ma, naturalmente, in primis ringrazio voi! Beh, starmi dietro non è per niente facile xD Grazie per la pazienza *-* Oramai siete tanti per ringraziarvi uno ad uno, però sappiate che se la storia va avanti e per merito vostro. Leggere le vostre recensioni mi rallegra molto e fa aumentare notevolmente la mia autostima! (la quale era ridotta al minino xD)
Grazie mille, come sempre aspetto i vostri pareri!
A presto! :*

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Capitolo 15
*** E la vita va avanti. ***


Erano trascorse un paio di settimane dal terribile incidente di Chichi.
Lei, fortunatamente, si stava riprendendo bene: andava spesso a fare controlli e la cura farmaceutica sembrava funzionare benissimo.
Il medico le aveva raccomandato di riposare molto e tutti, in casa, cercavamo di farla stancare il meno possibile; così spesso anch’io andavo da loro per dare una mano, specialmente in cucina. D’altronde, Gohan e suo padre quando avevano provato a cucinare un uovo stavano per bruciare l’intero piano cottura, quindi era meglio che me ne occupassi io.
Il piccolo Goten non si separava mai dalla mamma, assecondandola in qualsiasi cosa e cercando di rendersi utile il più possibile. Inoltre, si stava dimostrando proprio un bravo bambino: studiava più di prima e, tornando da scuola, correva subito da lei raccontandogli i buoni voti che aveva preso o le cose interessanti che aveva imparato, mostrando un entusiasmo mai visto prima d’ora. Chichi era molto orgogliosa di lui.
 
Dicembre era finalmente arrivato e con lui la meravigliosa aria natalizia.
Era meraviglioso uscire e vedere le strade illuminate da luci colorate, era proprio il periodo dell’anno che preferivo in assoluto.
Dopo un estenuante pomeriggio di shopping con Erasa, riuscii a trovare un pensierino per Gohan, non era niente di speciale:  gli regalai un bracciale di cuoio con sopra incise le nostre iniziali, era un piccolo pensiero che racchiudeva tutto l’amore che riversavo nei suoi confronti.
Passammo il cenone della vigilia di Natale e il pranzo del 25 tutti insieme a casa mia.
Dato che non volevo far stancare Chichi in cucina, stare da me sarebbe stato più comodo dato che a cucinare sarebbero stati i cuochi.
Il momento dello scambio dei regali fu qualcosa di magico: io e Gohan ci sedemmo in disparte sul divanetto di casa mia, mentre il resto della famiglia era riunita intorno all’albero.
La luce emessa dal caminetto illuminava i lineamenti del suo volto e notai che le sue gote erano leggermente colorate di rosso.
-Buon Natale.- Mi disse lui porgendomi un pacchettino rosso con un fiocco argentato.
-Grazie Gohan, buon Natale anche a te!- Risposi io abbracciandolo forte, dopodiché gli porsi anch’io il mio regalo.
Scartammo contemporaneamente i regali e non appena vidi cos’era sgranai gli occhi, poi, alzai lo sguardo verso di lui e notai che aveva la mia stessa espressione in volto.
Dentro quel pacchettino c’era un braccialetto dorato con un ciondolo a forma di cuore e su di esso c’erano incise le nostre iniziali, lo presi fra le dita e l’alzai all’altezza del naso per osservare meglio li incisioni sul ciondolo.
-Ma è bellissimo…- Dissi io con un fil di voce.
-Sono contenta che ti piaccia, abbiamo avuto più o meno la stessa idea.- Disse lui sorridendo.
-Già, ti piace il tuo bracciale?-Chiesi io guardandolo negli occhi.
-Si, è bellissimo, grazie.- Detto questo, si avvicinò verso il mio viso ma, prima che le nostre labbra riuscissero a sfiorarsi, il piccolo Goten si precipitò entusiasta verso di noi.
-Fratellone! Guarda cosa mi ha regalato Trunks!- Fece lui mostrando un videogioco al fratello,- poi ci giochiamo insieme?- Chiese poi con aria sognante.
-Certo piccolo!- Rispose lui arruffandogli i capelli.
 
 
Le vacanze, ahimè, trascorsero troppo velocemente e, dopo aver passato il capodanno fuori con Erasa e altri compagni di scuola, ci toccò ritornare a studiare.
Per lui, naturalmente, ciò non costituiva alcun problema, bastava che leggesse un capitolo mezza volta e già era in grado di ripeterlo alla perfezione. Io invece, ero molto più lenta e, soprattutto, molto più svogliata di lui. Nonostante ciò, cercavo di stargli al passo il più possibile e, grazie al suo aiuto, riuscii a non rimanere indietro col programma.
 
 
Arrivammo a metà Gennaio, il primo quadrimestre stava per concludersi e l’aria di esame cominciava a farsi sempre più pesante. Era alquanto stressante dover conciliare tutti i nostri impegni scolastici con quelli da Great-saiyaman.
Una mattina, durante un compito di matematica, fummo chiamati per sventare una rapina a mano armata, quelle oramai erano all’ordine del giorno, e fu una fatica immane uscire senza destare alcun sospetto. Gohan, che era seduto vicino a me, cominciò a scrivere sul foglio velocissimo, svolgendo gli esercizi ad una velocità inaudita, poi, dopo che ebbe finito il suo, cominciò a scrivere sul banco le risposte del mio compito ed in un quarto d’ora riuscimmo a consegnare davanti lo sguardo attonito della professoressa e dei nostri compagni.
Dato che avevamo finito, avevamo il permesso di uscire per riposarci e lì ne approfittammo per intervenire e arrestare i criminali, dopo mezzora tornammo ritornammo a scuola senza che nessuno si accorgesse di nulla.
 
 
-Bene, e anche per oggi abbiamo finito! Sei stanca?- Chiese Gohan dopo un estenuante pomeriggio passato a studiare.
-Direi, studiamo da… 4 ore?- Dissi io poggiando la testa sulla scrivania.
-Dai, oramai il grosso è fatto, ti rendi conto che noi due abbiamo già fatto quasi tutto il programma? Così gli ultimi mesi li passeremo a ripassare.-
-Ma come mai ci tieni tanto ad andare avanti con il programma per conto tuo?- Chiesi incuriosita.
-Beh, sono abituato così, prima di iscrivermi al liceo, io studiavo a casa per conto mio e così mi sono abituato a questo ritmo, a scuola sono un po’ lenti in fondo.- Rispose lui sorridendo, in effetti non aveva tutti i torti, così facendo eravamo molto più avvantaggiati rispetto agli altri, e studiare per l’esame sarebbe risultato molto più leggero.
-Hai ragione, adesso che facciamo?- Chiesi io alzando la testa dalla scrivania.
-E’ già buio fuori e fa molto freddo, non sarebbe il caso di uscire; i miei non ci sono, scendiamo al piano di sotto?- Propose lui.
-Va bene, sistemo la borsa e arrivo, puoi cominciare a scendere.- Risposi io.
Mentre osservavo Gohan uscire dalla porta, la mia mente fu inondata di pensieri: ripensai a quanto era successo negli ultimi mesi e mi sentii sollevata pensando che tutto si era concluso per il meglio. Ad un tratto, la mia attenzione si focalizzò su una foto che si trovava in mezzo al libro di storia. La presi tra le mani e mi scappò un sorriso non appena vidi che quella ci ritraeva abbracciati nel giardino di casa mia. Ce l’aveva scattata Bu l’estate scorsa senza che ce ne accorgessimo, non sapevo che l’avesse presa Gohan, a dire il vero non me ne ricordavo più e fui felice di sapere che l’aveva conservata lui.
Presi una penna dal suo astuccio che era poggiato sulla scrivania e, dopo averci pensato un po’ su, scrissi dietro la foto “ Eppure mi hai cambiato la vita, ti amo tanto. -Videl”.
Posai di nuovo la foto al suo posto e infine sistemai le mie cose dentro la borsa che  scesi con me al piano di sotto. Lì trovai Gohan, con due tazze di cioccolata fumante in mano e uno dei suoi soliti sorrisi che farebbero sciogliere un iceberg.
-Tieni, come mai ci hai messo tanto?- Mi chiese lui porgendomi una delle due tazze.
-Beh, non trovavo un libro.- Mentii io, poi lui, continuando a sorridermi, mi condusse verso il divano.
Mentre io sorseggiavo la mia cioccolata, lo osservavo mentre accendeva il caminetto che si trovava di fronte al divano. Poi, non appena ebbe finito, si accomodò vicino a me facendomi poggiare la testa sul suo petto e coprendoci le gambe con una coperta.
Parlammo del più e del meno mentre la flebile luce del caminetto illuminava i nostri volti, lo scoppiettio della legna era una dolce melodia di sotto fondo e nulla in quel momento poteva essere più perfetto di quanto non lo fosse già.
-Pensi mai al futuro?- Mi chiese Gohan di punto in bianco dopo essere stato qualche minuto in silenzio.
-Qualche volta- Dissi io dopo averci pensato su un attimo.
-E cosa ti viene in mente pensando al futuro?- Continuò lui.
-Beh, penso che la vita non smetta mai di stupirci e che il futuro abbia in serbo per noi qualcosa di veramente speciale, tu non credi?-
-Si lo credo anch’io. Anche se a volte mi preoccupa il fatto che la terra possa essere di nuovo in pericolo e che questa volta non sia all’altezza di proteggerti. Forse sto trascurando un po’ gli allenamenti e chissà se un giorno non sarò in grado di salvarti.- Rispose lui mantenendo lo sguardo fisso verso il fuoco, io mi voltai per cercare il suo sguardo e gli accarezzai piano la guancia.
-Finché sono con te, sono sicura che non potrà accadermi niente di male.- Dissi io girando il suo viso verso il mio e costringendolo a  guardarmi negli occhi,- poi sul fatto che trascuri gli allenamenti, hai del tutto ragione. Studi troppo ultimamente e non vorrei che i tuoi bei muscoli sparissero a causa del tuo dolce far niente.- Lo punzecchiai io facendo finta di assumere un espressione seria.
-Ah, e così sarei io quello che ama il dolce far niente?- Disse facendo il finto offeso, io annuii, e lui cominciò a farmi il solletico lungo i fianchi.-Aaah, e così? Beh, vediamo come la metti adesso!-
-No, ti prego! Tutto tranne il solletico!- Ghignai io mentre mi dimenavo cercando di liberarmi dalla sua presa possente. A quel punto mi fece stendere per lungo sul divano e si distese sopra di me.
-Chi sarebbe quello pigro?- Disse lui avvicinando il suo viso al mio, mi guardò per qualche istante dritta negli occhi e,dopo aver fatto un sorrisetto malizioso, cominciò a baciarmi teneramente sulle labbra. Man mano il bacio si faceva sempre più caldo e passionale, le sue mani scendevano copiose lungo i miei fianchi e le mie avvolgevano il suo collo come fosse una morsa.
Aspirai il suo profumo così fresco e delicato, sentivo il suo addome muscoloso premere contro il mio e avvertì la passione che ardeva anche in lui. Le sue labbra si staccarono dalle mie e cominciarono a sfiorarmi il collo e poi il petto. Dopo di che strinse le sue forti braccia intorno alle mie spalle e mi sollevò dal divano, io incrociai le gambe lungo la sua vita per tenermi saldamente aggrappata mentre lui saliva le scale che conducevano alla sua stanza.
Appena arrivammo, mi adagiò delicatamente sul suo letto e riprese da dove aveva lasciato: ci baciammo dapprima esitanti, poi con più trasporto, recuperando così mesi di lontananza, in verità da quando Chichi aveva avuto quell’incidente non avevamo avuto la possibilità di vivere un momento così bello e passionale. Mi sentivo così bene ed il modo in cui lui cercava di possedermi e farmi sua mi faceva andare in estasi. Sentivo le sue mani ovunque su di me, il suo tocco era così gentile ma anche così bramoso; presto costatammo che i vestiti erano di troppo, così con fare molto passionale ce ne liberammo, lasciando così che nostre mani vagassero libere presso i nostri corpi.
Incrociai il suo sguardo con gli occhi semi chiusi,in quel momento lo desiderai più di qualunque altra cosa. Lo volevo tutto, adesso ed immediatamente, così lo baciai nuovamente prima che i nostri corpi si unissero e io mi abbandonassi completamente contro di lui.
 

Continua…

 
 
 
Angolo dell’autrice: *Esce la testa da sotto la scrivania e saluta timidamente* Ma salve a tutti, cari lettori!
Tranquilli, non sono né morta, né data per dispersa xD eccomi, anche se con un ritardo pazzesco, con un nuovo capitolo di questa long!
Vi chiedo umilmente perdono per averci messo così tanto, solo che ultimamente, nonostante la voglia di scrivere sia tantissima, il tempo scarseggia un po’ T.T
Inoltre, questa settimana la trascorrerò in compagnia del mio amato Boccacio, comincerò i compiti delle vacanze T.T Chissà se Boccaccio non mi darà l’ispirazione per qualche nuova storia? Ahah xD Che dite? Meglio che lasci perdere e la pianti qui finché sono in tempo? Ahah ok, la smetto U.U
Non avete idea di quanto vi voglia bene *-* questa long significa davvero molto per me, sono molto contenta che sia di vostro gradimento e le vostre recensioni, oltre che lusingarmi, mi danno la voglia di andare avanti e continuarla al meglio ^_^
Grazie mille per tutto il sostegno che mi date con le vostre meravigliose recensioni, siete fantastici! Grazie anche a chi segue questa storia in silenzio leggendo solamente, anche voi siete importanti! :*
Bene, bene, che ve ne pare di questo capitolo?So di non essere un asso con le parti hot, questo l’ho già detto anche in precedenza, spero però che possa piacervi J
Adesso mi dileguo altrimenti andrà a finire che questo “angolo” diventi più lungo dell’intero capitolo xD
Aspetto, come sempre, un vostro parere! E non esitate a segnalarmi eventuali errori di distrazione, eh si, sono moolto distratta xD
Alla prossima! :*

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Capitolo 16
*** Momenti difficili. ***


Siamo qui, insieme, in un grande prato, pieno di fiori colorati.
Tutto è così bello e luminoso, mi sembra quasi di essere tornata nel regno dell’aldilà, ma ciò è impossibile, perché entrambi conserviamo ancora il nostro corpo.
Ad un tratto però,tutto  diventa buio. Quell’aria, così luminosa e spensierata diventa cupa e opprimente, poi, guardandomi intorno, non ti trovo più. Dove sei ,Gohan?
Perché non sei qui con me? Ho paura, torna.
Corro, corro in mezzo al nulla, in mezzo al buio. Grido, mi dispero, ti cerco, ma tu non ci sei.
 
 
-Videl? Ehi, calmati.-
Una voce calda, familiare e confortante, la sua voce.
In quel momento, tutto mi apparve più chiaro.
Aprii gli occhi e lo vidi lì, vicino a me, mentre mi accarezzava dolcemente il viso e mi rivolgeva un dolce sorriso.
-Gohan, cosa è successo?- Gli chiesi io con la voce ancora impastata di sonno, mi sentivo scombussolata ed avevo i capelli attaccati in fronte per il sudore.
-Niente, stavi facendo un incubo, tranquilla, era soltanto un sogno.- Mi rassicurò lui, a quelle parole mi calmai, sentire quella sua voce così calda e vellutata mi infondeva sicurezza.
-Ah, ma che ore sono?- Chiesi io confusa, strofinandomi gli occhi.
-Sono le 10, hai dormito per un paio d’ore.- Rispose lui sorridendo.
-Le dieci?- Ripetei io sgranando gli occhi,-Cavolo, ma è tardissimo! I tuoi non sono arrivati? Ora chi lo sente mio padre.- Continuai io. Mi alzai di botto, recuperando i vestiti sparsi sul pavimento, me li infilai e mi fiondai verso il cellulare che era poggiato sulla scrivania.
C’era un messaggio di mio padre e uno di Erasa. Nel primo, mio padre mi diceva che non sarebbe tornato per cena, in quel momento ringraziai il cielo e sospirai per il sollievo. Nel secondo, Erasa mi chiedeva i compiti di storia, allora li ignorai entrambi e mi girai a guardare Gohan che era ancora disteso nel letto.
-Allora?- Mi chiese lui, non appena notò che lo stessi osservando. Era ancora svestito ed il candido lenzuolo gli copriva appena la vita, scoprendo così il suo addome marmoreo. Il resto delle coperte erano sparse sul pavimento insieme ai suoi vestiti.
-Mio padre non è tornato a casa per cena. Ma i tuoi?- Chiesi io avvicinandomi a lui.
-Non ne ho idea, erano alla Capsule Corporation e sicuramente si saranno trattenuti a parlare.- Rispose lui mentre mi accoglieva tra le sue braccia.
-Ma scusa, mi hai lasciata dormire beatamente sapendo che i tuoi sarebbero potuti arrivare da un momento all’altro?- Chiesi basita mentre mi lasciavo coccolare fra le sue forti braccia.
-Non preoccuparti, dimentichi che riesco a percepire la presenza di mio padre, anche a tutta questa distanza. Quindi, dato che sono con l’elicottero, avrebbero impiegato più di un’ora per tornare a casa, tutto il tempo per svegliarti e sgattaiolare via prima del loro arrivo. Ma per chi mi hai preso?- Rispose lui fingendosi offeso.
-Elementare, Watson!- Aggiunsi io ridendo,- Allora che ne diresti di “sgattaiolare” via adesso prima che arrivi il mio di padre a casa? Oppure percepisci anche lui?- Rimarcai io sorridendo.
-Mia cara Videl, certo che riesco a percepire anche lui,- Rispose lui mantenendo quel tono da saputello, -ma dato che domani c’è scuola, sarebbe meglio che ti accompagnassi a casa adesso.- Concluse facendomi l’occhiolino, allora io gli feci una piccola smorfia e dopo la baciai, felice di essere lì con lui.
 

Dopo esserci coccolati per qualche altro minuto, lasciai che si vestisse anche lui e, dopo esserci infagottati per bene, uscimmo dalla porta d’ingresso.
-Bene, ‘sta per piovere! Non arriveremo mai in tempo.- Sbottai io vedendo il cielo notturno pieno di nuvoloni scuri che coprivano le stelle.
-Sta tranquilla, arriveremo a casa tua in 15 minuti.- Disse lui mettendomi in testa un berretto di lana.-copriti bene le orecchie, fa freddo.- Continuò lui aggiustandomi sempre il berretto.
Detto ciò mi prese in braccio e io gli avvolsi saldamente le braccia intorno al collo.
-Tieniti forte.- Mi sussurrò lui, per poi  spiccare il volo e dirigersi, velocissimo, verso la città.
Non era la prima volta che mi facevo portare a quella velocità, solo che ogni volta l’emozione era talmente bella da apparire nuova e speciale. Volare a quella velocità mi donava un senso di libertà e potenza mai provato prima.
Stentavo a tenere gli occhi aperti, il freddo mi pungeva il viso, allora lo rifugiai sul petto di Gohan, così da poter sentire il suo cuore battere. Era una dolce sinfonia, capace di infondere pace e sicurezza.
Non appena atterrammo sul balcone della mia stanza, presi la chiave dalla mia borsa e aprii l’imposta per entrarvi dentro. Salutai Gohan con un dolce bacio e poi lo guardai spiccare nuovamente il volo verso casa sua, seguendo la sua sagoma con lo sguardo finché non scomparve.
Appesi la borsa e il cappotto nell’attaccapanni, mi cambiai indossando il pigiama e mi infilai sotto le coperte. Nonostante non avessi molto sono, dato che avevo dormito un paio d’ore a casa di Gohan, dopo qualche minuto mi addormentai; quella notte non ebbi più alcun incubo.

 
 
La mattina dopo mi svegliai qualche minuto prima del suono della sveglia. Mi sentivo particolarmente attiva, nonostante fosse un giorno di scuola come tutti gli altri.
Quello che era successo la sera prima mi aveva dato la sicurezza che tutto si stesse aggiustando, era come uno spiraglio di luce dopo mesi di buio. Certo, tra me e Gohan andava tutto bene per fortuna, però era da troppo tempo che io e lui non stavamo veramente insieme.
Mi alzai e mi avvicinai al balcone per guardare fuori attraverso il vetro: avevo smesso di piovere, ma le strade erano ancora bagnate e il cielo era coperto.
Un lieve vento scuoteva i rami degli alberi ormai spogli e faceva cadere le goccioline d’acqua che li ricoprivano. Probabilmente aveva appena smesso di piovere e, a breve, avrebbe ricominciato.
Dopo essere stata qualche minuto a contemplare quel piccolo spazio di mondo, decisi di lavarmi, vestirmi e fare colazione. Mi sentivo particolarmente affamata quella mattina, così mangiai un abbondantemente e poi uscii per andare a scuola.
Dato che non pioveva ancora, decisi di vestire i panni di Great-saiyagirl e andare a scuola volando. Allora, dopo essermi nascosta dietro un bar, indossai il costume e spiccai il volo, poi, una volta arrivata nei pressi della scuola, atterrai sul tetto e tornai ad essere la Videl di sempre.
 
Gohan, come al solito, arrivò con una buona mezzora di ritardo e si sedette accanto a me, io lo salutai rivolgendogli un’occhiata allegra.
-Tutto bene? Come mai sei così allegra questa mattina, di solito alla prima ora neanche ti si può parlare.- Sussurrò lui piano per non farsi sentire.
-Certo, non so perché, ma sono contenta questa mattina.- Risposi io, detto questo, continuammo a seguire la lezione in silenzio.

 
Anche quella mattinata trascorse, ormai mancava poco alla simulazione delle prove scritte, ma dopo aver studiato per tutto quel tempo con Gohan mi sentivo tranquilla ed ero sicura che non avrei avuto problemi all’esame.
-Ma come sei bella questa mattina! Radiosa direi, cosa è successo?- Strillò Erasa mentre stavamo uscendo dalla classe.
-Ma chi io? Nulla, è solo una bella giornata.- Cercai di tagliare corto io.
-Ma se piove! Dai ti è successo qualcosa! Me lo sento.- Insistette lei, certo che era proprio fastidiosa a volte.
Erasa era una delle mie amiche più intime, anzi forse la sola, spesso le raccontavo i miei problemi e, nonostante fosse molto pettegola, non ne aveva mai proferito parola con nessuno. Però non mi ero mai preoccupata di farle confidenze riguardo la mia vita sentimentale con Gohan.
 Mi piaceva il fatto che solo noi due ne facevamo parte e quindi non avvertivo il bisogno di raccontarlo a nessuno, nemmeno a lei.
-Macché? Lo sai che amo questo genere di tempo, poi non mi è successo nulla, quindi basta.- Risposi io facendole l’occhiolino, sperai che così facendo la smettesse di tempestarmi di domande.
-Ok, ho capito non me lo vuoi dire, la smetto adesso.- Rispose lei con aria un po’ seccata, ma dopo qualche minuto riprese a parlare allegramente raccontandomi quanto fosse carino l’attore del film che aveva visto ieri sera. Infondo lei era così: non stava triste mai più di cinque minuti, era sempre allegra, il che, naturalmente, la rendeva speciale, almeno per me.
 
 
Anche Gennaio era trascorso, lasciando il posto a Febbraio. Un mese che fino all’anno scorso odiavo per il semplice fatto che ci fosse la festa di San Valentino.
Certo, non che quell’anno la mia idea fosse cambiata più di tanto, la reputavo pur sempre una festa stupida, però era rincuorante pensare che non l’avrei passata da sola come gli anni precedenti.
Febbraio, però, aveva portato anche un po’ di malessere. Ultimamente ero parecchio nervosa, la spensieratezza e felicità dei giorni precedenti se n’erano  andati per lasciar spazio ad un senso di ansia e nervosismo. La simulazione delle prove scritte era stata più difficile di quanto pensassi, però, per fortuna non erano andate male.
Mi sentivo col fiato sul collo e lo stress era alle stelle. Mangiavo male, saltando i pasti o sostituendoli a cibi poco salutari, inoltre avvertivo spesso nausea e senso di vomito.
Era pur vero che ultimamente mangiavo tante schifezze, però non pensavo che il mio corpo potesse reagire così.
 
 
Ero seduta sulla sedia della mia scrivania, avevo appena finito di studiare, Gohan non era potuto venire poiché doveva accompagnare la madre fuori città per delle visite di controllo, quindi mi toccò fare tutto da sola quel pomeriggio.
Ad un tratto la mia attenzione si focalizzò sul piccolo calendario poggiato accanto lo schermo del Computer, lo presi e notai che in quel mese non avevo ancora segnato l’arrivo del ciclo mestruale, allora girai alla pagina del mese precedente e calcolai quando sarebbero dovute arrivare.
Il mio dito scorreva lungo la pagina del calendario, contando i giorni di quel mese, non appena arrivai alla fine, la ritrassi di scatto.
Due settimane, ritardava da due settimane.
In quel momento sentii il cuore mancare di un battito, come se si fosse fermato per un secondo.
 E se tutto quegli strani sintomi fossero dovuti a qualcos’altro? No, non poteva essere. Non poteva accadere proprio adesso.
Ripensai a quella sera a casa di Gohan, quella sera passata all’insegna della passione, era stato meraviglioso, ma tutto era accaduto così in fretta che non riuscivo a ricordare se fossimo stati abbastanza attenti.
Istintivamente posai la mano sul mio ventre,  mi alzai dalla sedia e mi distesi sul letto. No, non era possibile. Era troppo presto per prendersi carico di una responsabilità così grande. Non poteva accadermi proprio in quel momento.
Ecco, quel meraviglioso equilibrio era stato rotto, un’altra volta.




Continua....


 
Angolo autrice:
Saaalve a tutti, cari lettori! Questa volta sono puntuale, quindi mi sento in pace col mondo xD Però, credo proprio che, visto quello che ho scritto, questa volta riceverò insulti e vi ritroverò tutti davanti casa mia con forconi e torce pronti a trucidarmi <3 *peaceandlove* xD
Bene, probabilmente mi sto facendo filmini mentali inutili perché non ve ne frega nulla né di me né tanto meno del capitolo! Ahahah, molto più probabile la seconda xD
Cooomunque, spero di non aver deluso nessuno e di avervi fatto sussultare appena avete letto l’ultimo paragrafetto, il mio intento era più o meno quello. Infatti, mi scuso poiché la prima parte del capitolo mi rendo conto che risulti un po’ piatta, ma quello era solamente un momento di passaggio, il colpo di scena è proprio alla fine, volevo lasciarvi con un po’ di suspance  per la conclusione del capitolo, (Sono cattiva, eh? xD)  Spero solo di esserci riuscita!
Beh, che ne pensate? Proprio un bel casotto, eh?
Mi farebbe piacere sapere un vostro parere a riguardo, prendetemi pure a parole se è necessario xD
Beh, colgo l’occasione per ringraziare tutti voi che recensite, leggete in silenzio e avete messo tra le seguite, preferite e ricordate! Grazie di vero cuore, mi fa piacere che la mia storia piaccia! JSe non fosse per voi non avrei continuato questa long, grazie!
Un grazie particolare va a Bolla12, la quale con taaanta pazienza ascolta le mie paranoie e mi consiglia sempre al meglio. Grazie di cuore anche a te! <3
Beh, buona lettura! Lasciate pure una recensione, mi farebbe piacere!
A presto! :**

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Capitolo 17
*** Verità. ***


Era strano, era tutto troppo strano per essere reale.
Me ne stavo lì, seduta sul letto a fissare il vuoto. Sentivo la pioggia tamburellare sul vetro della finestra e il vento fischiare forte fuori, dove ogni cosa taceva.
Erano appena le due del mattino, non riuscivo a prendere sonno. Troppi pensieri attanagliavano la mia mente e in quel momento stare lì distesa nel letto mi sembrava una tortura immane.
Non potevo starmene lì senza far nulla, avevo bisogno di capire, avevo bisogno di parlare con Gohan.
Ma cosa avrei potuto dirgli? Dovevo forse parlare subito con lui?
No, prima di qualsiasi altra cosa, avevo bisogno di conferme, dovevo essere certa di quello che mi stesse accadendo.
Ma di certo non potevo presentarmi in una farmacia per acquistare un test di gravidanza, essendo la figlia del “campione” non potevo rischiare di farmi vedere mentre acquistavo qualcosa di così importante.
Non mi restava che parlare con qualcuno, qualcuno che potesse aiutarmi.
Dapprima pensai a Gohan, ma ero più convinta che sarebbe stato meglio parlargli non appena fossi stata sicura del tutto, allora non mi restava che una persona.
In quel momento pensai che non era un’idea grandiosa e che, probabilmente, me ne sarei pentita in futuro, ma non mi restava che parlare con Erasa.
 
La mattina seguente ero davvero distrutta: non avevo chiuso occhio per tutta la notte e avevo un gran mal di testa.
Quando arrivai, notai che , con mio grande stupore, Gohan era già seduto al suo posto. Non appena mi vide entrare, mi fece cenno di saluto con la mano e sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori.
Mi avvicinai e posai lo zaino sul banco, poi mi sedetti , come di consueto, vicino a lui.
-Buongiorno,Videl!- Mi disse lui con gli occhi traboccanti di entusiasmo.
-Buongiorno.- Risposi io socchiudendo gli occhi a causa del mal di testa.
-Dormito male?-
-Diciamo di si, tranquillo non è niente di che. Ah, hai visto Erasa? Devo chiederle una cosa.- Lui mi guardò con aria interrogativa per qualche istante, poi guardò verso l’entrata e puntando col dito disse:
-Guarda, è appena entrata, ma cosa devi chiederle?- Mi domandò lui sorridendomi.
-Niente.- Tagliai corto io.
La conversazione si concluse lì, allora feci cenno ad Erasa di sedersi vicino a me e lei si avvicinò, felice e sorridente come ogni mattina.
-Buongiorno!- Disse lei scompigliandomi i capelli già arruffati.
-Buongiorno,- risposi io, -oggi hai da fare?- le bisbigliai sperando che Gohan non mi sentisse.
-Io? No, a parte studiare, ma perché me lo chiedi?- disse lei con voce squillante.
-E non gridare! Vieni da me? E’ da tanto che non passiamo un pomeriggio insieme- Cercai di dire con tono tranquillo.
-Ok, dopo scuola vengo!-  Fece lei piena di entusiasmo.
In quel momento pensai che forse avrei dovuto lasciar perdere, ma era l’unica persona su cui avrei potuto contare in un momento così.
 
 
-Videl?-  Mi chiamò Gohan, la campanella era appena suonata ed io ero già vicino alla porta in procinto di uscire.
La mattinata era trascorsa molto lentamente, la testa mi faceva ancora male e a malapena riuscivo a ragionare.
-Si?- Risposi io, voltandomi verso di lui.
-Ma che cos’hai? Ti vedo strana, sicura che vada tutto bene?-
-Certo, tutto bene.- Risposi io sperando che la conversazione si concludesse lì, era dura dovergli raccontare delle bugie.
-Mmmh, se lo dici tu. Oggi pomeriggio ti va se usciamo un po’?- Propose lui sorridendo.
-Beh, oggi proprio non posso. Devo aiutare Erasa a fare Matematica.- Mentii io.
-Vuoi che venga a darvi una mano?- Propose lui. Cavolo, che scusa idiota avevo pensato!
-Ma no, tranquillo, non è niente di che! Ci vediamo domani ok?-
-Ok, ma sicuro che vada tutto be…-
-Basta!- Lo interruppi io, - ho detto tre volte che sto bene, non c’è bisogno che me lo domandi ancora!- Dissi io alzando il tono della voce e guardandolo spazientita.
-Ok, scusa.- Cercò di giustificarsi lui.
-Adesso devo andare, ci sentiamo più tardi.- Detto questo, non aspettai nemmeno una sua risposta e mi ridessi verso casa mia.
 
 
 
Arrivata a casa, notai che non c’era nessuno. Allora presi il pollo dal frigo e lo mangiai da sola in cucina.
Ripensai a come avevo trattato Gohan, mi dispiaceva averlo trattato così, però in quel momento non sapevo proprio che cosa mi fosse accaduto, era fuori di me.
Non mi era mai capitato di reagire così con lui, la cosa mia aveva lasciato alquanto sbigottita, la sera lo avrei chiamato e gli avrei detto di venire da me, così avremmo potuto parlare.
Erasa fu puntuale, alle quattro si presentò a casa mia, allora la feci accomodare e misi su del the, anche se quello che ci voleva in realtà era una camomilla!
-Allora, che cosa mi racconti? Da molto che non parliamo!- Disse lei, prendendo tra le mani una tazza di thè fumante.
-Ecco appunto, ti ho invitata perché dovevo parlarti di una cosa, una cosa un po’ delicata.- Dissi io abbassando lo sguardo.
-Non mi dire? Tu e Gohan lo avete fatto! Ci avrei scommesso! Allora, raccontami tutto! Voglio sapere come, quan..-
-Erasa,- La interruppi io, ultimamente mi capitava spesso di interrompere le persone,- No, cioè si, è successo, ma non è questo il punto fondamentale. Il problema è quello che è successo dopo.-
-Cosa? Io vi vedo normali, felici come sempre.- Disse lei guardandomi sorridente. Poi, dopo che ebbe notato la mia espressione triste e serie capì dove volevo andare a parare. –Non mi dirai che?-
-Non ne sono sicura, è successo tutto così in fretta, non ricordo se qualcosa sia andato storto o meno. E’ proprio per questo che mi serve il tuo aiuto, non posso andare io a comprare il test, in città mi conoscono tutti, sono la figlia del “campione”, ricordi?- Dissi io alzando lo sguardo verso di lei.
-Tranquilla, ci penso io, sono sicura che andrà tutto bene! In fondo è un periodo stressante per tutti, i ritardi sono dovuti anche allo stress, sai?-Mi parlò con tono calmo e pacato, le sue parole mi rassicurarono molto. In fondo aveva ragione, negli ultimi mesi ne erano capitate parecchie, tra cui la malattia di Chichi. Inoltre gli esami erano alle porte e, nonostante non lo dessi a vedere, ero molto in ansia.
-Sì, forse hai ragione e mi preoccupo per nulla. Però sarebbe meglio avere delle conferme. Non ne ho parlato con Gohan appunto perché non ne sono sicura.-
-Si, hai fatto bene. Dai, usciamo a comprarlo. Tu mi aspetti fuori.- Disse lei porgendomi la mano, allora gliela presi, le sorrisi e, insieme, uscimmo.
 
Per strada non c’era molta gente, il cielo era grigio e, probabilmente, a breve avrebbe cominciato a piovere.
Arrivati in farmacia, lei entrò, mentre io entrai al bar di fronte per aspettarla. Una volta uscita, prendemmo qualcosa da bere e poi tornammo a casa, era il momento della verità.
 
 
-Sei pronta?- Mi domandò lei una volta entrate nella mia stanza, io annuii,- Bene, entra nel bagno e fallo, tranquilla dai.-
Entrai nel bagno annesso alla mia stanza, feci tutto quello che c’era scritto nelle istruzioni e aspettai qualche minuto.
Adesso era il momento della verità, ma non sapevo se sarei stata abbastanza forte per affrontarla.
Se fosse stato positivo, avrei dovuto accettare quel cambiamento, non potevo proprio evitarlo.
Se fosse stato negativo, sarei stata contenta di non aver avuto una responsabilità così grande così presto.
Pochi minuti, pochi minuti che sembravano un’eternità, allora ecco che ricontrollai l’orologio per l’ennesima volta e mi apprestai a controllare il test. Era pronto.
 
 
-Allora? Com’è?- Mi chiese Erasa, mentre uscivo dal bagno. Non risposi, glielo porsi semplicemente,- Meno male! Non sei contenta?- Mi disse lei abbracciandomi.
-Si, è tutto ok. Non sono incinta.- Le dissi io rispondendo all’abbraccio, -Grazie, sei stata una vera amica.-
-Ma di che? Le amiche servono a questo. Adesso rilassati un po’ e vedrei che tutto andrà bene.-
Sì, aveva ragione, tutto sarebbe andato bene, finalmente avevo avuto quella conferma.
Erasa aveva avuto ragione sin dal principio: non dovevo preoccuparmi tanto per il ritardo, era un periodo stressante ed era più che normale che il mio corpo avesse reagito così. Mi ero preoccupata per nulla.
In quel momento mi sentivo molto più rilassata, ma avevo ancora un grosso peso al cuore: ripensai a come avevo trattato Gohan dopo scuola, mi venne una fitta allo stomaco solo al pensiero di come avevo reagito male per nulla.
Ero stata una stupida, Gohan non meritava di essere trattato così.
 Adesso non mi restava che una cosa da fare: chiedere scusa a Gohan e spiegargli tutto.

 
 
Angolo autrice:
 
Salve a tutti cari lettori di EFP! Che bello, sono riuscita ad aggiornare, anche se con un po’ di ritardo ^^’
Scusate ma la settimana scorsa ho avuto parenti da fuori a casa mia, perché sabato è stato il mio compleanno, quindi non avevo molto tempo per stare al PC :3 Inoltre, per adesso sto molto tempo incollata alla WII, colpa del mio ragazzo che mi ha regalato "Dragon Ball Budokai Tenkaichi 3 *-* è bellissimo! Quindi se non aggiorno puntualmente è per colpa sua U.U xD
Adesso, nonostante abbia molto da studiare, ho un po’ di tempo in più per dedicarmi alla scrittura e alla lettura ^_^
Bene, che ve ne pare? So che non è un granché (per non dire che è penoso  xD), però boh, mi andava di pubblicarlo lo stesso xD
Alla fine quello di Videl è stato solo un falso allarme, era troppo presto per Pan, eheh! Volevo solo inserire qualche colpo di scena e qualche capitolo di Suspance xD Amo i colpi di scena, che ci posso fare? *-*
Beh, come sempre ringrazio tutti voi che leggere, recensite, mettete tra preferiti, ricordate e seguite! Siete tanti ormai e aumentate notevolmente il mio livello di autostima come scrittrice! Siete speciali per me, vi voglio tanto bene ormai *-*
Un ringraziamento particolare va a Bolla12, alla quale probabilmente dovrebbero fare una statua d’oro per il semplice fatto che ascolta le mie paranoie e mi consiglia sempre al meglio! Grazie mille anche a te <3
Beeene, ogni volta questo “Angolo” non finisce mai xD
Adesso mi dileguo! Aspetto vostre recensioni con tutti i vostri pareri, come sempre, è un piacere e una gioia grandissima leggerle!
-un bacio, normina :**

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Capitolo 18
*** Chiarimenti. ***


Rispondi, pensai mentre telefonavo a Gohan.
Oramai era la terza telefonata che gli facevo quella sera, ma che fine aveva fatto?
Era vero che la cena a casa loro durava più del previsto a causa delle quantità industriali di cibo che ingerivano, però oramai erano passate più di tre ore dalla prima telefonata che gli avevo fatto.
Una volta vista quella, mi avrebbe dovuta richiamare.
C’era solo una spiegazione plausibile: era arrabbiato con me per come lo avevo trattato la mattinata precedente.
Certo, la cosa suonava un po’ strana. Era vero che lo avevo trattato molto male, ma mi sembrava surreale che si fosse arrabbiato con me a causa di ciò.
Nervosamente premetti il tasto per chiudere la chiamata, posai il telefono violentemente sulla scrivania, rischiando di romperlo anche, e indossai il cappotto che era appeso vicino alla porta.
Chiusi la porta della mia stanza a chiave e uscendo nel balcone di casa mia, spiccai il volo verso i monti Paoz.
 
 
Volare con quel freddo e di sera non era per niente facile, stavo diventando un ghiacciolo a furia di stare sospesa a mezz’aria.
Quando arrivai presso il monte di casa sua mi pentii della strada percorsa e pensai che forse avrei dovuto aspettare l’indomani mattina per parlargli, ma avevo un grosso peso sul cuore che mi impediva di stare serena. Dovevo trovarlo, parlargli e spiegargli la situazione.
Erano le undici e mezza, le luci erano spente, quindi pensai che tutti fossero già andati a dormire, compreso Gohan.
Sarebbe stato meglio tornare a casa, ma allora che senso aveva avuto fare tutta quella strada per niente? Cavolo, che cosa faccio?, pensai in preda al panico.
 Allora, facendo meno rumore possibile, volai avvicinandomi alla finestra della sua stanza e, con grande stupore, notai che era socchiusa. La aprii piano, senza fare rumore, e senza poggiare i piedi per terra per evitare di farmi sentire, mi diressi verso il letto di Gohan.
Mancava pochissimo, pochi metri e sarei arrivata. In quel momento, però, avvertii solo un dolore lancinante alla fronte.
-Ahi!- Urlai io cadendo sul pavimento provocando un tonfo assordante.
-Videl?- Sentii pronunciare da una sagoma scura, quella voce era familiare, anzi, l’avrei riconosciuta tra mille.
-Gohan! Ma sei impazzito? A momenti mi uccidevi!!- Urlai io massaggiandomi la testa dolorante.
-Shhh! Non gridai, o sveglierai i miei genitori! Scusa, non sapevo che fossi tu! Non è normale vederti entrare dalla finestra a quest’ora della notte. Ma che ci fai qui?- Bisbigliò lui aiutandomi ad alzarmi dal pavimento e facendomi sedere sul letto.
-Ma tu non eri quello che poteva percepire l’aura di tutti?? Non sapevi che ero io?-Dissi adirata continuando a toccarmi la testa dolorante.
-Stavo dormendo, ho sentito la finestra aprirsi e mi sono svegliato, in quel momento non mi sono concentrato per capire chi fosse. Tutto mi sarei immaginato tranne che te a dire il vero… mi dispiace molto, ti fa male?-
-Di certo non è stato piacevole, certo che mi fa male, che domande fai?!- Dissi io guardandolo in cagnesco.
-Ma ancora non mi hai detto che cosa ci fai qui…- Disse lui cercando di usare un tono pacato per addolcirmi.
-Ehm, si hai ragione,- Farfugliai io cambiando tono di voce,- ecco, non mi rispondevi al telefono e avevo bisogno di parlarti…-
-Ah, questa mattina, dopo la scuola, avrei voluto dirti che ho perso il cellulare, ma non me ne hai dato la possibilità. Sei scappata via rispondendomi in quel modo quindi per questo non ho risposto alle tue chiamate. Poi nel pomeriggio sono passato da te per parlarti, ma in casa sembrava non esserci nessuno, dov’eri?- Disse lui.
Ora era tutto chiaro: Gohan aveva perso il cellulare. Aveva persino cercato di avvisarmi e non gliene avevo dato nemmeno la possibilità, che stupida!
Ma la cosa che mi colpì di più, fu il fatto che fosse venuto persino a casa mia, sicuramente era passato quando ero fuori con Erasa, in quel momento ringraziai il cielo perché non fosse arrivato un momento prima o, peggio, qualche istante dopo.
-Videl?- Mi chiamò lui richiamandomi all’attenzione.
-Si, scusa. Stavo pensando- Dissi io scuotendo leggermente la testa e guardandolo negli occhi, -Hai ragione, mi dispiace per tutto. Il fatto è che pensavo di avere un problema, ma oggi ho avuto la conferma che mi sbagliavo.- Dissi io prendendogli la mano e accennando un sorriso.
Allora gli raccontai tutto, senza tralasciare alcun dettaglio.
Parlammo a voce bassa, sperando che nessuno ci sentisse e mi vedesse lì, Gohan mi teneva la mano, stringendomela di tanto in tanto per darmi coraggio e sostegno,  mi guardava con una sguardo comprensivo, come se volesse aiutarmi a dire tutto senza che crollare e scoppiare a piangere davanti a lui.
 
-Va tutto bene, dai.- Mi disse lui cingendomi le spalle, avevo finito di parlare e nella stanza era piombato il silenzio.
-Si, adesso si.- Risposi io accoccolandomi fra le sue braccia, sperando che quel momento durasse in eterno.
 
 
-Dai, è ora che ti riaccompagni a casa.-  Mi sussurrò piano all’orecchio svegliandomi, stavo quasi per addormentarmi, ma alle sue parole mi svegliai.
-Si, torno da sola, non c’è bisogno che mi accompagni, sei pure in pigiama.- Dissi io sorridendo.
-No, ti accompagno. Mi infilo la giacca e andiamo, ti porto io così faremo più in fretta.- Rispose lui infilandosi un paio di scarpe, dopodiché si infilò la giacca e mi prese in braccio spiccando il volo verso Satan City.
 
 
-Eccoci arrivati, mamma mia quanto è tardi!- Dissi io guardando la sveglia sul comodino della mia stanza, segnava le 2:15.
-Già, ci siamo trattenuti un po’ troppo forse.- Disse lui sorridendomi dolcemente poi  mi posò un piccolo bacio sulla testa.
-Aaahi, piano. Mi fa ancora male.- Dissi io sfiorandomi il bernoccolo con le dita, -Mi è gonfiato, speriamo che mio padre non mi dica nulla. Caso mai gli racconterò che ho sbattuto sullo spigolo dell’armadio, un armadio molto forte… e anche bello a dire il vero.- Conclusi io con fare malizioso.
-Mmmh, ah si? Un armadio?- Rimarcò lui.
-Già, ho proprio un gran bel pezzo di armadio.- Scherzai io, -Su, ora vai, altrimenti se tua madre si dovesse accorgere della tua assenza siamo fritti.-
Detto questo, lo baciai teneramente sulle labbra e scrutai la sua figura slanciarsi fuori dalla porta finestra, la seguii con lo sguardo finchè non scomparve nel cielo stellato.
 
 
 
 
Passarono diversi mesi, la primavera era alle porte e anche gli esami incombevano minacciosi.
Io e Gohan studiavamo sempre insieme e questo ci permetteva di concederci delle pause un po’ particolari, le quali erano molto piacevoli e ci davano l’energia necessaria per andare avanti, tutte era tornato normale,  insomma.
Da quando le nostre vite si erano intersecate ne avevamo viste molte insieme, ma ogni ostacolo superato ci dava la possibilità di consolidare il nostro rapporto, rendendolo più forte e resistente.
Niente e nessuno avrebbe potuto struggere quel piccolo mondo meraviglioso che insieme ci stavamo creando.
Avremmo superato tutto insieme, era una promessa che ci eravamo fatti in maniera reciproca ed entrambi non avevamo intenzione di tradirla.
Eravamo legati da un qualcosa di indissolubile, un qualcosa di straordinariamente forte che ci donava pace, energia e voglia di vivere.
Insomma: lui era il mio mondo, io ero il suo. Nessuna legge fisica, nessun utopia. Era così e basta.

 
 
Angolo autrice:
Salve mondo di EFP!
Come va? Beh, la scuola è ciminciata! Quindi vi auguro buona fortuna per l’anno scolastico (per chi naturalmente dovrà affrontarlo, agli altri auguro buon proseguimento e basta xD)
La situazione fra questi due si è sistemata, anche se Videl si è beccata un cazzotto da Gohan ,ma comunque, ero in vena comica in quel momento, scusate xD
Bene, ma non credete che la storia sia finita qui U.U Ho ancora altro in mente, dopotutto, vi avevo già detto che questa long sarebbe andata avanti ancora per un altro po’ sfortunatamente per voi xD
Aggiornerò questa long ogni 10 giorni circa, salvo ritardi a causa di compiti e interrogazioni, scusate ma purtroppo la scuola mi toglie molto tempo :)
Beh, spero che il capitolo vi piaccia e che continuerete a seguire la storia fino alla fine, senza il vostro sostegno non avrei mai combinato nulla. Grazie di cuore <3
Lasciatemi una recensione, se vi va, con i vostri pareri a riguardo!
Alla prossima, un bacione :*

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Capitolo 19
*** Speciale. ***


Dopo mesi interminabili di agonia, gli esami erano arrivati.
I mesi di Giugno e Luglio furono i più pesanti della mia vita: non pensavo proprio che un esame potesse comportare uno stress fisico e morale così forte.
Pensavo che, dopo aver studiato con Gohan, li avrei superati come se niente fosse. Ma a volte la vita è più difficile di quel che crediamo e quindi ci porta davanti a delle situazioni che sembrano ribaltate da quel che appaiono in realtà, sta a noi superale ed uscirne vincitori.
Per fortuna, nonostante le mille difficoltà, riuscimmo a sopravvivere anche a quel periodo.
Gohan, naturalmente, fu promosso con il massimo dei voti, ricevendo una borsa di studio universitaria come premio per la sua bravura.
Io non ricevetti alcuna borsa di studio, però riuscii a diplomarmi con un discreto 91, non era poi così male infondo, avevamo studiato tanto e finalmente i nostri sforzi erano stati ripagati.
Trascorremmo il resto dell’estate a rilassarci, imbattendoci di tanto in tanto in qualche criminale, ma nulla di troppo impegnativo. Gohan era diventato abile e veloce nel spedirli dritti in carcere senza troppe difficoltà.
Insomma, finalmente eravamo liberi da vincoli scolastici, o per lo meno, in quel momento.
Ad Ottobre, sarebbe cominciata l’università per entrambi, ma preferivamo non pensarci e goderci quel periodo di pace che tanto ci appagava.
 
Era una bellissima mattinata di fine Luglio, il sole era alto nel cielo ed i suoi meravigliosi raggi filtravano dai vetri della finestra ,illuminando la mia stanza.
Mi svegliai sentendo le urla di mio padre provenire dal piano di sotto e così, senza cambiarmi, scesi per vedere cosa avesse da gridare tanto.
-Papà? Che succede?- Chiesi scendendo per le scale.
-Tesoro, che ci fai ancora in pigiama? Non ricordi che oggi dobbiamo andare per quel pic-nic con la famiglia di Gohan?- Disse lui mentre in mano aveva due borse ed un telo da stendere a terra.
-Caspita! È vero! Me ne ero proprio dimenticata, corro a prepararmi, sarò pronta in 10 minuti.- Urlai io correndo verso la mia stanza.
 
Mi feci una doccia veloce e mi infilai la prima cosa che mi capitò davanti: un pantaloncino azzurro ed una canotta bianca. Infilai le scarpe e corsi al piano di sotto dove mio padre cercava di tenere impegnato Majin Bu per non fargli mangiare le cose prima del tempo.
-Videl! Dove vai? Prendiamo l’elicottero!- Urlò mio padre vedendomi, mentre i sollevavo da terra.
-Suvvia papà, fatti portare da Bu, arriveremo più velocemente! Siamo già in ritardo!- Risposi io.
Detto questo, Bu si caricò mio padre sulle spalle e mi seguii in volo mentre ci dirigevamo dietro il monte Paoz.
 
 
-Eccoliii! Ciaooo Videeel!- Urlò il piccolo Goten venendoci incontro mentre salutava sonoramente e dimenava le braccia.
-Ciao, piccolo!- Lo salutai io. Poi atterrammo e salutammo il resto della famiglia.
-Come mai siete venuti volando?- Mi chiese Gohan.
-Eravamo in ritardo.- Mi giustificai io sorridendo.
 
 
Aiutai Chichi a sistemare la tovaglia con tutta la roba da mangiare, mentre Gohan, Goten e Goku si divertivano a combattere per fare un po’ di esercizio.
-Mr Satan, venga con noi a giocare!- lo incitò il piccolo Goten sorridente.
-M-meglio di no, piccolo…  Un grande campione come me deve anche riposarsi qualche volta. S-starò qui a dare un’occhiata a Bu e ad aiutare tua madre.- Farfugliò lui sgranando gli occhi nel vedere Gohan e  Goku che volteggiavano per aria sferrandosi calci e pugni a tutta forza.
 
 
-Gohan sembra in forma nonostante non si sia allenato molto.- Dissi io a Chichi mentre sistemavamo i piatti.
-Già, tra un po’ l’università, ormai è diventato grande!  A quando il matrimonio, cara?-
-M-matrimonio? È un po’ presto, prima Gohan dovrà finire gli studi, credo…- Farfugliai io imbarazzata.
-Uhm uhm, certo. Lo studio è importante, ma anche la famiglia lo è. –
Le parole di Chichi mi stupirono molto, era cambiata profondamente da quando aveva riscontrato quel problema di salute. Si era intenerita molto ed aveva cominciato a cogliere l’essenza della vita, prediligendo i sentimenti ad ogni cosa.
-Si, certo.- Mi limitai a rispondere io mentre un piccolo sorriso nasceva sulle mie labbra.
 
 
Io e Chichi finimmo di preparare, quindi chiamammo gli altri per accomodarci e mangiare tutti insieme.
Nell’immensa tovaglia c’erano portate di ogni genere, dai quindici piatti di pasta, alle tre torte differenti per gusto e forma.
-Mmmmmh, forza, diamoci dentro!- Esclamò Goku mentre si sedeva accanto alla moglie, la quale, nel frattempo, gli porgeva il primo piatto di pasta.
-Ma è tutto buonissimo!- Cercò di dire Gohan mentre trangugiava qualcosa. Io annuii sorridendo e cominciai a mangiare anch’io.
-Uuuuh, mi mangio tutto io!- Disse Bu, che già era alla terza porzione.
-Ehiiii!- Esclamarono Gohan e Goku all’unisono,- lascia qualcosa anche a noi!-
I tre si guardarono per un paio di secondi negli occhi e, come se si fossero letti nel pensiero, un istante dopo cominciarono a mangiare a ritmi sempre più veloci. Credo fosse scoppiata una specie di competizione fra i tre, ma non riuscii a proferire parola dato che rimasi sconvolta ed a bocca aperta a causa dello spettacolo che avevo davanti.
Una volta che ebbero finito di mangiare, sparecchiammo e ci rilassammo tutti, esausti per la lunga mattinata.
Io e Gohan ci distendemmo all’ombra sotto un albero, accoccolati ad ascoltare lo scroscio dell’acqua del ruscello.
Il sole era leggero ed i raggi filtravano tra i rami  posandosi delicati sul suo viso, sembravano quasi voler incorniciare la sua bellezza.
Era come se fosse in simbiosi con la natura stessa, d’altronde, era nella sua natura di saiyan essere avvolto dalla luce luminosa e pura.
  -Sei felice?- Mi chiese Gohan mentre mi cingeva le spalle.
-Non potrei essere più felice di così, davvero! Adesso è tutto perfetto.- Risposi io sorridendo.
-Già, è stata dura, eh?-
-Molto, è difficile stare al passo di un saiyan. Mi chiedo come faccia tua madre a coordinare tutto senza uscire fuori di testa!- Dissi io abbozzando un sorriso.
-Lei è speciale, come te.-  Rispose lui, poi mi baciò delicatamente sulla fronte.
In quel momento mi sentii molto fortunata, Gohan era un ragazzo molto speciale. Non solo per il semplice fatto che fosse per metà saiyan, ma anche per il suo modo di essere così gentile nel miei confronti. Mostrava una dedizione che mai avrei creduto di poter immaginare. A volte mi chiedevo se fossi stata in grado di soddisfarlo come riusciva a fare Chichi con Goku, mi spaventava il fatto di non riuscire a renderlo felice.
Però, tutte mie paure crollavano quando stavo tra le sue braccia. Riusciva ad infondermi quella sicurezza di cui avevo bisogno per andare avanti.
Dopotutto, lui era speciale, era il mio saiyan.



 
Angolo autrice:
Saaaaaalve! Come va?
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto ^^ qui vediamo questi due piccioncini appena diplomati e con una vita felice da trascorrere insieme! Ooooh *___*
Ma comunque, al prossimo ci sarà una piccola novità, ma non vi anticipo nulla, sono cattivaaa xD
Beh, ringrazio, come sempre, tutti coloro i quali mi seguono con pazienza e dedizione, vi voglio taaanto bene ^_^
Spero che vi piaccia anche questo capitolo e che continuerete a seguire questa long fino alla fine, ormai mancano meno di 5 capitoli. ^_^
Spero di leggere qualche bella recensione con i vostri pareri a riguardo!
-un bacio, Normina :*

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Capitolo 20
*** Novità. ***


Erano passati ormai quattro anni da quando io e Gohan avevamo finito il liceo.
Gohan, finalmente, si era deciso a chiedermi di andare a vivere con lui, così avevamo preso una piccola e discreta casetta con un tenero giardinetto sul retro, vicino all’università di Satan City.
Per quei quattro anni la nostra vita era divisa tra università e casa; dato che abitavamo sotto lo stesso tetto, era molto più facile concedersi qualche momento speciale per noi.
Io oramai ero prossima alla mini laurea, avevo scelto di intraprendere un corso di studi più leggero rispetto a quello di Gohan, dopotutto, non mi importava poi così tanto ricoprire cariche tanto importanti.
Mi bastava essere la figlia del “campione del mondo”, e speravo di diventare presto una moglie premurosa ed attenta nei confronti del mio saiyan.
I nostri genitori – in particolare sua madre-  venivano spesso a farci visita, lamentandosi del fatto che non passavamo mai a trovarli ed assicurandosi che il frigo fosse pieno.
Il pomeriggio lo trascorrevamo nello spazioso studio munito di libreria che mio padre si era premurato di riempire di libri di ogni genere, rendendo Gohan infinitamente grato e felice.
Insomma, la nostra vita aveva preso l’ennesima svolta positiva e, nonostante fosse un po’ complicato conciliare la vita domestica con quella universitaria, ce la cavavamo alla grande insieme.
 
- Videl, ho una fame da lupi. Che si mangia ‘sta sera?- Si lamentò Gohan mentre era seduto in salotto a leggere un libro.
-Tesoro, io non ho proprio tempo di cucinare adesso, devo finire  di studiare, chiama il fattorino e fatti portare delle pizze per questa sera.-Risposi io entrando nello studio per cercare alcuni volumi.
- Ok, adesso lo chiamo.- Rispose Gohan annuendo.
Entrata nello studio, mi sedetti sull’enorme poltrona e cominciai a leggere il volume che cercavo. Passai l’intera serata a studiare, e verso le nove e mezza vidi spuntare Gohan con un piatto in mano, mentre masticava un pezzo di pizza.
- Hai fame?- Chiese lui dopo aver mandato giù il boccone.
 
- Da morire, credo che in circostanze simili potrei mangiare più di te!- Risposi io sorridendo, lui mi porse gentilmente il piatto e si sedette nella poltrona vicino alla mia.
- Ne hai ancora per molto?- Chiese lui togliendomi i libri dalle mani per darmi la possibilità di mangiare meglio.
- No, ho quasi tutto pronto per la tesi finale. Ci siamo quasi , manca una settimana e potrò ufficialmente ritenermi fuori da mondo scolastico.- Risposi io prima di addentare un pezzo di pizza.
- Perché lo fai? Cioè, non ne avresti bisogno, eppure ti dai sempre da fare, nonostante studiare non sia mai stato il tuo interesse primario.- Mi chiese lui  incuriosito.
Quelle parole mi colpirono, sapevo che in fondo aveva ragione: studiare non mi era mai interessato poi così tanto. Non avevo bisogno di impegnarmi per diventare famosa, lo ero già in fondo.
-Perché voglio che tu sia fiero di me.- Risposi infine, porgendogli un dolce sorriso. Gohan sembrava soddisfatto della risposta,  si avvicinò ancora di più al mio viso e, prima di darmi un tenero bacio a fiordi labbra, rispose:
- Lo sono già.-
 
 
 
Una settimana dopo, feci l’ultimo esame e mi lasciai l’Università alla spalle. Ci fu una grande festa quel giorno, naturalmente, io ero ignara di tutto, ci pensò mio padre ad organizzare il tutto.
Per mettere in pratica ciò che avevo appreso, andai alla Capsule Corporation per qualche lavoretto sotto richiesta di Bulma, diceva che i lavori erano troppi ed il tempo troppo poco, così mi diede qualche semplice incarico per alleggerirsi di lavoro.
Gohan, invece, continuò gli studi ancora per un anno, laureandosi con un anno di anticipo rispetto al previsto.
Era diventato molto importante, lavorando, anch’esso, come ingegnere meccanico sotto la guida esperta ed attenta di Bulma e dando lezioni all’Università. Insomma, era riuscito a diventare ciò che si era prefissato da piccolo, o meglio, ciò che sua madre desiderava che fosse.
 
 
Era una serata di fine Novembre. Cumuli di nuvole scure solcavano il cielo coprendo la luna e le stelle, rimembro il rumore della piaggia tamburellare sul tetto e sulle finestre. Dopo una giornata di lavoro ero comodamente distesa sul divano e aspettavo che Gohan tornasse a casa.
Devo ammettere che quella situazione non mi dispiaceva affatto: Io e Gohan eravamo felici, convivevamo armoniosamente e lui era felice del suo lavoro.
Solo che io desideravo sposarmi prima o poi ed avevo il terrore che Gohan fosse troppo preso dalla sua “nuova vita” per chiedermelo. Dopotutto, avevamo entrambi 23 anni, eravamo pronti per affrontare una cosa così grande come il matrimonio.
Insomma, passai i giorni seguenti a rimuginare sopra a questa situazione,  Gohan sembrò notare questo mio stato di disagio e quando mi chiese cosa avessi, mentii dicendogli che ero solo stanca.
 
 
Erano già le dieci passate e Gohan non tornava, allora provai a chiamarlo sul cellulare. Feci il numero  ma aveva il cellulare  staccato.
Dopo una decina di minuti sentii aprire la porta di ingresso e lo chiamai per costatare che fosse lui.
- Videl, sono a casa!- Rispose lui sentendosi chiamare.
- Come mai ci hai messo tanto?- Chiesi io incuriosita.
- Perché sono passata a prenderti una cosa. E’ una sorpresa.-
- Mmmh, una sorpresa?- Chiesi io un po’ perplessa. Lui annuì, poi si avvicinò e mi prese la mano.
- Videl, lo sai che ti amo, vero?- Io annuii, e lui continuò, - Beh, ci ho pensato molto in queste due settimane e la cosa che più desidero è renderti felice… Ormai stiamo insieme da quasi sei anni e sappi che sono stati i più belli di tutta la mia vita. Però adesso voglio fare un passo avanti, voglio chiederti di passare tutta la tua vita accanto a me.
Perciò… V-vuoi  sposarmi?-
Lo vidi inginocchiarsi di fronte a me, prendendo una scatolina dalla tasca della giacca. La aprì e notai qualcosa luccicare al suo interno. Nel sentire quelle parole il mio cuore accellerò all’impazzata. Mi mancava il respiro e sentivo lacrime di gioia scendermi lungo le lacrime.
-V-Videl? Dovresti dire qualcosa anche tu a questo punto…- Continuò Gohan un po’ preoccupato.
-Oh, Gohan… Certo che lo voglio!- Dissi io abbassandomi, per poi abbracciarlo forte.
Ero felicissima, finalmente ciò che desideravo si stava per avverare, presto saremo diventati ‘marito e moglie’, avremmo ufficializzato la nostra intenzione di passare la vita insieme.
Presto, sarei diventata la ‘Signora Son’…
 
Continua…


 
Angolo autrice esaurita:
Salve, popolo di EFP. Scusate il piccolo (?) ritardo, ma sono sovrastata da mille cose da fare.
Io e Bolla siamo super indaffarate a causa del nostro contest che scade Mercoledì. Quindi quel poco tempo libero lo abbiamo usato per correggere e scrivere i giudizi alle storie xD
Comunque, parlo sempre troppo, lo so xD
Che ne dite di questo capitolo? A me non convince tanto, ma a voi l’ardua sentenza xD Chiedo venia per eventuali errori di distrazione, ma sono molto stanca ultimamente t.t ho fatto due interrogazioni in 3 giorni, Latino e Greco poi t.t
Beh, posso anticiparvi, riguardo al seguito della long, che ho in mente un epilogo ben preciso, quindi penso che tra una quattro capitoli la long potrà finalmente dirsi conclusa. *a me dispiace t.t, oramai ci sono affezionata, è la prima opera che la mia mente malata ha partorito*
Che altro dire? Grazie sempre per il sostegno che mi date tramite le recensioni, siete fantastici!
Spero di aggiornare il prima possibile. Aspetto, come sempre, tante recensioni con i vostri pareri a riguardo!
A presto, un bacione! Normina :*

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Capitolo 21
*** Matrimonio. ***


-Videl, tesoro, ma ti sta d’incanto!- Mi disse Chichi per la trecentesima volta vedendomi il vestito da sposa addosso.
-Grazie mille…- Risposi io cercando di abbozzare un sorriso.
Avevo addosso un vestito da sposa di tulle bianco perlato, con delle spalline di stoffa ricamate che richiamavano la fantasia della gonna, quel vestito era davvero bellissimo, me lo aveva regalato Chichi qualche giorno dopo aver saputo del matrimonio.
-Cosa c’è che non va? Non mi sembri affatto entusiasta, forse non ti piace?- Chiese quella un po’ preoccupata.
Io abbassai lo sguardo verso il pavimento, mi diressi verso il letto e mi sedetti cercando di non rovinare la forma della gonna.
-Chichi, questo vestito è veramente bellissimo, lo penso sul serio. Solo che…   devi sapere che quando  è morta mia madre mi è crollato il mondo addosso, allora ero una bambina e quindi è stata dura andare avanti senza di lei, mi sono sentita abbandonata. Adesso non sono più una bambina, e so per certo che, nonostante non sia più insieme a me fisicamente, lei veglia sempre su di me e la sua presenza non mi lascerà  mai.- mentre parlavo mi sforzavo di trattenere i singhiozzi, ma nonostante ciò alcune lacrime avevano cominciato a solcarmi il viso,- beh, insomma… quello che voglio dirti è che vorrei indossare l’abito da sposa di mia madre… Indossandolo è come se sentissi la sua presenza vicino a me e non chiederei altro nel giorno più bello della mia vita…- Conclusi poi, tirando su col naso.
Chichi nel contempo si era seduta vicino a me, ascoltando pazientemente quanto avessi da dirle.
-Videl, tesoro, hai detto una cosa bellissima. E’ giusto che tu voglia indossare il vestito di tua madre nel giorno del tuo matrimonio, ma la cosa più bella è che tu voglia farlo anche e, soprattutto, per sentire la sua presenza in un giorno tanto importante. Mi dispiace, avrei dovuto intuirlo.- disse accarezzandomi il volto, poi continuò – Su forza, smetti di piangere e vai a prendere il vestito di tua madre, ti aiuterò ad aggiustarlo in modo tale da renderlo perfetto per te. Questo domani lo riportiamo al negozio.-
Alzai lo sguardo verso di lei e l’abbracciai forte sussurrando:
 -Grazie mille, Chichi.-
Per la prima volta guardai Chichi con occhi diversi, si stava comportando in una maniera del tutto nuova, capendo ogni mio disagio e aiutandomi in ogni situazione.
Riusciva a capirmi alla perfezione, dopotutto anche lei aveva perso la mamma da bambina e comprendevail mio dolore.
 
 
Satan City era in subbuglio: tutti sapevano che la figlia del campione del mondo stava per sposarsi.  Tutti i negozi avevano esposto dei fiori bianchi all’entrata e i passanti che incontravo per strada non esitavano a fermarmi chiedendomi se fossi sicura di quello che stavo per fare.  Era come se l’intera città non riuscisse a credere che stavo per sposarmi con un semplice ragazzo di campagna, nonché compagno di liceo.
Insomma, avevo sperato invano nella discrezione di tutti i componenti della famiglia poiché la notizia di era sparsa in pochissimi giorni. Allora mio padre fece un discorso alla città nel quale appunto chiedeva la massima collaborazione a tutti per evitare che si creasse un pandemonio.
Fortunatamente, lui riusciva ad avere più influenza di me sugli abitanti, quindi gli diedero ascolto.
 
 
Ormai  mancava davvero pochissimo al grande giorno, il vestito era quasi pronto grazie alla bravura di Chichi, la quale era riuscita a modellarlo perfettamente al mio corpo senza modificarlo minimamente.
Volevamo sposarci entro Natale, quindi avevamo fissato la data per il 23 Dicembre, tutto sembrava essere perfetto.
 
-Gohan, ma dobbiamo portarci tutti questi libri nella casa nuova?- chiesi mentre eravamo intenti ad impacchettare volumi su volumi.
-Certo, tanto la libreria è il doppio di questa, quindi mi sembra inutile lasciare qui del materiale così prezioso! Dai mancano solo un paio di scatoli e il trasloco può dirsi definitivamente concluso, non sei contenta?- chiese lui sprizzante di gioia, sembrava un bambino in un negozio di giocattoli quando faceva cos’; io gli sorrisi e poi risposi:
-Beh, certo che sono contenta, anche se non oso immaginare come sarà vivere in mezzo tra la casa di mio padre e quella dei tuoi genitori, ti vorrei ricordare che mio padre ha fatto costruire due case vicina alla sua, quindi il tutto va a nostro rischio e pericolo.- spiegai io ridendo mentre chiudevo l’ultimo scatolo di cartone.
-Già hai ragione, ma ce la faremo dai. Penso che sarà più semplice di quando abbiamo dovuto affrontare Majin Bu.- disse Gohan ridendo, poi continuò: - inoltre c’è mio padre che tratterrà mia madre dal venire a trovarci ogni mezzora, tranquilla. Me lo ha assicurato.-
-Lo spero, comunque abbiamo finito, questo è l’ultimo scatolo. Ma ci pensi che questa è l’ultima sera che dormiremo in questa casa? Un  po’ mi mancherà.- ammisi  guardando la stanza ormai vuota
-Pensa che tra due sere dormiremo in una casa nuova e saremo sposati, questo non ti consola?- Gohan si era avvicinato e mi stava accarezzando dolcemente il viso.
-Certo, sono felice. Domani sera vado a dormire a casa di Erasa, dice che l’addio al nubilato è importante e vuole passare con me la serata, speriamo non abbia in mente niente di catastrofico. Tu che farai?- domandai guardandolo negli occhi.
-A casa dei miei, ci saranno anche Crilin e Junior. Anzi sai che proprio Junior ha accettato di farmi da testimone? Quasi non ci credevo.-
-Davvero? Bene. Adesso andiamo così sistemiamo anche questi nella tua nuova e grande libreria.- dissi ridacchiando, poi mi baciò teneramente e si caricò lo scatolo sulle spalle con estrema destrezza.
 
 
 
-Videl, io lo sapevo sin dall’inizio che voi due vi sareste sposati prima o poi!- strillò Erasa mentre eravamo nella sua stanza.
-Si me lo hai detto già cinque volte, è vero che domani mi sposo, ma non sono mica scema!- risposi io sorridendo.
-Amica mia, sono contenta per te. Ma Gohan che faceva ‘sta sera?-
-Con alcuni amici di infanzia a casa dei suoi, niente di particolare.-
In effetti ero molto curiosa di sapere che cosa stesse effettivamente facendo Gohan in quel momento, già immaginavo il nanetto, a cui erano cresciuti i capelli per virtù del Drago Shenron, che ridacchiava facendo battutine sul matrimonio mentre il suo amico verde se ne stava lì tutto solo in disparte e in silenzio.
Oramai si era fatto tardi per chiamarlo, inoltre Erasa non me lo avrebbe permesso, diceva che era vietatissimo vedersi e parlarsi la sera prima del matrimonio; anche se non capivo la logica di tale concetto, la ascoltai senza fare troppo storie.
Quella sera mi sentivo veramente emozionata, avevo un fremito allo stomaco e non riuscivo a smettere di sorridere, finalmente si stava avverando quello in cui speravo da tanto, ero davvero felice.
 
 
-Svegliati ‘quasi signora Son’, daiii altrimenti non riusciremo mai a fare in tempo!-
-Buongiorno Erasa, sono sveglia! Non c’è bisogno di strillare così.- risposi io con la voce ancora impastata di sonno.
-Guarda un po’, ti ho preparato la colazione e te l’ho portata a letto. Oggi è il tuo giorno, spero vivamente che sia tutto perfetto, amica mia.- mi disse porgendomi un vassoio con sopra una tazza di cappuccino caldo, un cornetto e un bicchiere di spremuta d’arancia. Era davvero tanto invitante.
-Grazie mille, non ho parole.- detto questo l’abbracciai forte, era davvero un’amica preziosa, la migliore che potessi avere.
 
 
Dopo aver fatto colazione, mi feci una doccia per svegliarmi del tutto. Il fremito allo stomaco non mi era ancora passato, inoltre continuavo ad avere il sorriso da ebete stampato in faccia.
Una volta asciutta, mi misi una vestaglia e da Erasa mi feci acconciare i capelli: non desideravo nulla di troppo complicato, quindi si limitò ad asciugarli per bene e ad intrecciarli in parte appuntandoli con un fiore bianco.
-Bene, ora passiamo al trucco!- esclamò con il suo solito fare allegro.
-Vacci piano, mi raccomando.- risposi io sorridendo. Per fortuna fu di parola, non esagerò affatto, anzi fu molto brava. Dopo mi aiutò ad indossare il vestito senza sporcarlo, ero finalmente pronta e mancava poco più di mezzora alla cerimonia.
Stranamente lei ci mise poco a prepararsi, dopo arrivò mio padre e insieme ci dirigemmo verso la Chiesa.*
-Sei bellissima, tesoro.- mi disse mio padre con le lacrime agli occhi mentre mi guardava dallo specchietto retrovisore.
-Grazie papà- risposi io porgendogli un sorriso.
 
 
 
Finalmente arrivammo in Chiesa*, dove vidi Chichi arrivare verso di me un po’ preoccupata.
-Videl, tesoro, hai per caso sentito o visto Gohan? Non è ancora arrivato!- mi disse con voce allarmata.
-No, ma non era con suo padre?-
-Si, infatti manca anche lui! Possibile che Goku combini sempre guai! Sicuramente lo ha coinvolto in qualcosa di stupido e adesso non è qui per colpa sua!-
-Calmati, Chichi. Conoscendo Gohan sono sicura che sta bene, ma come al solito arriverà in ritardo.- cercai di rassicurarla io. Poi mi concentrai per avvertire la sua aura sperando che fosse nelle vicinanze.
‘Eccoti, non sei lontano.’ Pensai dopo averlo avvertito, poi rassicurai nuovamente Chichi e la invitai ad entrare per prendere posto.
Dopo una decina di minuti, lo vidi arrivare in volo a tutta velocità, seguito da suo padre.
-Goku! Sei sempre il solito! Hai fatto arrivare tardi tuo figlio il giorno del suo matrimonio!- urlò Chichi non appena li vide arrivare.
-Chichina cara, non è colpa mia, ci siamo addormentati e quindi abbiamo fatto tardi, su adesso possiamo cominciare.- disse lui col suo solito sorriso spensierato. Non ebbi nemmeno il tempo di vedere Gohan, che Chichi lo prese per un braccio e lo esortò ad entrare prima di me.
Dopo una decina di secondi, sentii mio padre prendermi dolcemente a braccetto e, dopo avermi fatto un sorriso di incoraggiamento, disse:
-Su tesoro, è ora di andare.-
-Si papà, sono pronta.- risposi io, poi partì la marcia nuziale.
 
 
Percorrevo la navata centrale a passi lenti, sentivo il cuore battere sempre più forte e avevo la bocca semi asciutta.
La chiesa era gremita di gente, c’erano tutti, amici e parenti. Vedevo Chichi seduta lì in prima fila in procinto di piangere, Goku che la cingeva dolcemente e Goten ormai cresciuto che sorrideva contento insieme all’inseparabile amico Trunks. Persino Vegeta, seduto al fianco di Bulma, sembrava meno imbronciato del solito.
Prima di lasciare il braccio di mio padre gli rivolsi uno sguardo amorevole, come se volessi ringraziarlo per tutto quello che aveva fatto per me in questi anni; ‘ti voglio bene, papà’.
Gohan mi porse la mano e io gliela strinsi, in quel momento mi sentii avvampare il viso, ero molto emozionata; anche lui mi guardava con occhi pieni di gioia, che mi trasmettevano la sicurezza di cui avessi bisogno in quell’ istante.
Tra qualche istante avrei pronunciato quel sì che mi avrebbe cambiato la vita, quel sì che mi avrebbe unito al mio saiyan nella maniera più umanamente possibile.
Al momento del bacio tutto mi parve reale, era come se quel contatto mi avesse dato al conferma che tutto stava succedendo realmente e che non stavo sognando.
Chichi scoppiò a piangere e Goku la consolò prontamente, all’uscita io e Gohan ci avvicinammo a lei e l’abbracciammo forte. Goku sorrideva fiero al figlio e si limitò a dargli una pacca sulla spalla.
 
 
Nonostante i mille preparativi, fu una cerimonia semplice, ma molto significativa. Non potrò mai dimenticare le parole cariche di sentimento pronunciate dal parroco* qualche istante prima di dichiararci ufficialmente ‘marito e moglie’:
‘L’amore è sempre paziente e gentile, non è mai geloso… L’amore non è mai presuntuoso o pieno di se, non è mai scortese o egoista, non si offende e non porta rancore. L’amore non prova soddisfazione per i peccati degli altri ma si delizia della verità. È sempre pronto a scusare, a dare fiducia, a sperare e a resistere a qualsiasi tempesta.’
Quelle parole si incisero nel mio cuore nel momento stesso in cui le sentii pronunciare, da quel momento fui certa che non le avrei mai dimenticate, cercando sempre di metterle in pratica e amando il mio saiyan come il primo giorno in cui lo vidi.
 
 
Continua...


Chiesa*: So benissimo che in Giappone il matrimonio non è come quello cristiano, però ho voluto adattare la fan fiction in modo tale che la cerimonia si svolgesse secondo la religione cattolica.
Parroco:* vedi sopra.

 
Angolo autrice:
Salve a tutti carissimi lettori. :)
Mi scuso per il terribile ritardo con il quale aggiorno questa fanfic, però sono stata parecchio impegnata e per scrivere i capitoli della long ci impiego un po’ di più rispetto alle drabble per la raccolta.
Comunque, che ve ve pare?  :) Qui abbiamo finalmente il matrimonio della nostra amatissima coppia, spero di avere descritto tutto al meglio, soffermandomi nei momenti giusti e non trascurando nulla. La frase in corsivo sull'amore è presa dal mio romanzo\film preferito: 'I passi dell'amore' di Nicholas Sparks.
Ringrazio tutti coloro i quali ancora oggi, a distanza di mesi, seguono e recensiscono la storia fedelmente, siete fantastici, senza di voi non sarei mai arrivata a questo punto.
Ringrazio anche chi si limita a leggere, ovviamente. ^^
Beh, che altro dire? Spero che il capitolo possa piacervi e continuerete a seguirmi per gli ultimi che verranno. ^^
Spero di leggere delle belle recensioni coi vostri pareri a riguardo. ^_^
A  presto, un bacione, Normina :*

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Capitolo 22
*** Novità. ***


Era una mattina di fine Febbraio, il cielo grigio a causa del maltempo dava l’impressione che l’alba non fosse ancora arrivata. Non appena mi svegliai mi ritrovai nel mio letto, sotto le candide lenzuola.
Mi girai dall’altro lato alla ricerca di mio marito, ma non lo trovai. Socchiusi nuovamente gli occhi e notai l’odore di caffè che si era propagato per la casa.
-Buongiorno, tesoro.- a queste parole aprii di nuovo gli occhi e vidi Gohan con un vassoio in mano.
-Buongiorno, Gohan. A cosa devo la colazione a letto ‘sta mattina?- dissi io alzando la testa.
-Non posso portarti la colazione a letto? Dato che tu non lo fai mai…- fece lui fingendo di essere offeso. Gli diedi una piccola pacca sulla schiena e poi gli sorrisi. Mi sedetti sul letto e appoggiai la schiena su un cuscino, dopodiché presi il vassoio sulle gambe e cominciai a mangiare, Gohan, nonostante avesse già fatto colazione, mi fece compagnia.
Dopo aver mangiato però, avvertii delle strane fitte alla bocca dello stomaco, ma non dissi nulla a Gohan per non farlo allarmare.
-Tesoro, stai bene?- mi chiese lui osservandomi.
-Solo un po’ di mal di stomaco, deve essere stato il cornetto.-
-Sei pallida anche, stai a letto per oggi.-
Qualche secondo dopo avvertii una strana sensazione di nausea salirmi su per lo stomaco, allora, più velocemente possibile, mi alzai dal letto e mi diressi al bagno adiacente alla stanza.
-Videl, tesoro tranquilla.- disse Gohan tenendomi i capelli alzati mentre io ero in ginocchio a vomitare davanti nel water.
-Deve essere questo nuovo virus che c’è in giro per adesso. Goten ha avuto questa sorta d’influenza qualche giorno fa, solo che a lui è salita la febbre.- continuò lui, poi appena ebbi finito, mi passò una tovaglietta per asciugarmi e mi accompagnò a letto.
-Tesoro sto bene, mi avrà fatto male il cornetto. Fammi alzare che devo andare a fare la spesa e tu devi andare a lavoro.- dissi io.
-No, resta a letto per oggi. Se vuoi non vado a lavoro e resto qui con te.-
Lo guardai rassegnata e feci finta di assecondarlo.
-No tu vai, io resto qui. Per qualunque problema ti chiamo.-
-Va bene, allora scappo che sono già in ritardo. Ciao amore.- mi disse poggiandomi un bacio sulla fronte, io per risposta gli sorrisi.
Stetti nel letto per un po’, aspettando il tempo necessario affinché lui arrivasse a lavoro. Dopodiché mi alzai e andai in bagno a lavarmi.
Stetti qualche secondo a fissarmi davanti allo specchio, notando come la mia pelle avesse ripreso subito colore. Poi mi soffermai ad osservare il mio addome candido e piatto, pensando a come sarebbe stato strano avere una creatura dentro di me e portarla in grembo per nove mesi. Scacciai subito quel pensiero dalla mia mente e mi vestii velocemente. Quella mattina sarei andata a fare la spesa, come avevo deciso ovviamente.
 
 
Arrivata al supermercato, presi un carrello e cominciai a girare per i reparti prendendo ciò che mi serviva.  Quando arrivai in quello delle salviettine e pannolini, mi scappò un piccolo sorriso ripensando a ciò che avevo pensato in bagno. Poi distrattamente presi un pacco di assorbenti riflettendo sul fatto che era passato poco più di un mese dall’ultimo ciclo.
Una volta tornata a casa, misi la spesa a posto  e mi sedetti sul letto a riposare le gambe  stanche.
Ripensai al malore di quella mattina ed era come se qualcosa non tornasse, mi sentivo strana, confusa. Andai in bagno per lavarmi in viso e notai che avevo dimenticato il pacco di assorbenti precedentemente acquistato nel lavandino, allora lo rimisi nel cassetto e notai che c’era un altro pacco chiuso. Sgranai gli occhi e andai a controllare il calendario dentro il cassetto della scrivania.
Ecco cos’era che non tornava: l’ultimo ciclo non era arrivata poco più di un mese fa, ma una ventina di giorni dopo il matrimonio, quindi ritardava da quasi un mese. La nausea di quella mattina, il ritardo del ciclo, quei pensieri strani alla vista di pannolini e salviettine… ecco cosa mi stava succedendo.
Non ne ero sicura al massimo, ma probabilmente, ero incinta.
 
 
‘Incinta’, quella parola mi risuonava nella mente dandomi un senso di felicità immensa. Non ero più la ragazzina di 18 anni che era in ansia per un ritardo di qualche giorno, in quel momento avevo voglia di diventare mamma. Volevo avere un bambino dall’uomo che amavo ed ero sicura che per Gohan era lo stesso.
Prima di dirglielo, volevo esserne sicura, quindi telefonai all’ospedale e prenotai un esame per le 16:30 di quel giorno.
 
 
Quando Gohan telefonò qualche ora dopo dovetti faticare per  non dirgli nulla, nonostante ciò, notò qualcosa di strano nel mio tono di voce, ma gli dissi che probabilmente si sbagliava.
Quando arrivò l’ora di andare in ospedale, ricordo che preferii andare a piedi per scaricare l’emozione. Camminavo a passo frenetico, così arrivai presto e feci quasi subito l’esame. L’esito lo avrei avuto l’indomani mattina stesso.
Tornai a casa e cominciai a preparare la cena, anche se non avevo avuto il risultato dell’esame, in cuor mio  sapevo che qualcosa dentro di me era cambiato, che qualcosa stava maturando, facendomi diventare una  persona nuova e, sicuramente, migliore.
 
Appena sentii aprirsi la porta d’ingresso, andai ad accogliere Gohan baciandolo teneramente sulle labbra.
-Come stai ora?- chiese lui mentre si toglieva il giaccone.
-Tutto bene, ti sei preoccupato per niente.- risposi io sorridendo.
-Ti vedo strana, sicura che vada tutto bene?-
-A meraviglia. Vieni su, la cena è pronta.-
Quella sera mangiammo tranquillamente e andammo a letto presto, ma senza addormentarci subito…
 
 
La mattina seguente aspettai che Gohan uscisse per andare a lavoro e poi andai in ospedale per ritirare l’esito dell’esame.
Appena mi recai vidi l’infermiera del giorno prima e fui rassicurata di incontrare un viso quantomeno conoscente.
-Salve, non so se si ricorda, ma sono venuta ieri a fare alcuni esami e sono venuta a ritirare il risultato.- dissi avvicinandomi a lei.
-Si mi ricordo, gli esami sono pronti, un attimo e vado a prenderli.- disse lei porgendomi un sorriso sincero.
Mi andai a sedere in una sedia poco distante da lì in attesa che tornasse, avevo le gambe stanche, probabilmente era l’emozione.
-Signora Satan?- disse lei mentre ritornava verso di me.
-Si, sono io.- risposi alzandomi nuovamente.
-Ecco i suoi esami.- mi porse il foglio offrendomi un altro sorriso sincero.
Lo aprii velocemente e lessi il risultato: POSITIVO.
Per la contentezza abbracciai forte l’infermiera, la quale mi parse quasi un angelo in quell’istante.
 
 
 
 
-Pronto?-
-Gohan! Tesoro, sono Videl. Torni a casa per pranzo? Devo darti una notizia bellissima!-
-Ma è successo qualcosa?-
-No tu vieni a casa, su ti aspetto!-
 
Non potevo mica dirglielo per telefono che sarebbe diventato padre.
 
 
-Videl, sono a casa. Dove sei?- disse Gohan venendo verso il salotto.
-Tesoro, eccomi.-
-Cosa è successo?- disse lui visibilmente allarmato.-
-Siediti, devo dirti una cosa,- lui sedette e io mi misi seduta davanti a lui tenendolo per mano, - tesoro, hai presente quella nausea di ieri mattina? Beh, l’influenza non c’entrava nulla…- Lo vidi impallidire di colpo e lì capii che aveva capito.
-Non mi dirai che…- sibilò lui.
-Si amore, sono incinta. Presto diventerai papà.-
Lo vidi sorridere appena, prima di accasciarsi pesantemente verso di me, completamente privo di sensi.

 
 
ANGOLO AUTRICE:
Buona sera a tutti, dopo più di due mesi ecco un altro capitolo di questa storia che mi porto dietro da quasi sei mesi ormai, riuscirò mai a finirla? Boh, chi lo sa xD
Ah, comunque sono sempre io, Normina, ho solamente cambiato il nick xD (lo avevo anche detto nell’ultimo aggiornamento della raccolta, non so chi lo ha letto)
Che ne dite? A me non convince tantissimo, ma la scuola mi succhia via ogni facoltà mentale per scrivere qualcosa di migliore, quindi vi chiedo scusa ma non sono riuscita a fare di meglio. Mi scuso anche per eventuali errori, non esitate a segnalarmeli ^^
Me lo lasciate un commentino con i vostri pareri? ^-^ Ne sarei tanto felice! :)
Alla prossima! :D
Mina23

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