Summertime di Leyton_Nenny (/viewuser.php?uid=176461)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tempo d'esami ***
Capitolo 2: *** Fireworks ***
Capitolo 3: *** Casualità ***
Capitolo 4: *** Confidenze ***
Capitolo 5: *** Nuove alleanze ***
Capitolo 6: *** Qualcosa sta cambiando ***
Capitolo 7: *** Perdersi ***
Capitolo 8: *** Ho interrotto qualcosa? ***
Capitolo 9: *** Chi la fa l'aspetti! ***
Capitolo 10: *** Questione di ossa ***
Capitolo 11: *** Doppia Personalità ***
Capitolo 12: *** Ciò che non ti uccide... ti si ritorce contro ***
Capitolo 13: *** Cambiamenti ***
Capitolo 14: *** Chiaccherata tra amiche ***
Capitolo 15: *** Confessioni ***
Capitolo 16: *** L'ira di una migliore amica ***
Capitolo 17: *** Punti di vista ***
Capitolo 18: *** L'avvocato del diavolo ***
Capitolo 1 *** Tempo d'esami ***
summertime rivisto
Summertime
1#
Tempo d'esami
Samantha
uscì dall'aula sbattendo la porta con forza: due mesi per
preparare
l'esame di Storia del diritto romano per nulla.
E tutto per cosa?
Per un professore che nemmeno sapeva cosa insegnava.
Sbuffò
scendendo velocemente le scale dell'edificio in cui si trovava
trattenendo le lacrime.
Arrivata in fondo prese il telefono e
digitò un numero. Dall'altro capo la risposta non si fece
attendere.
“Se lo vuoi sapere è andato uno schifo. Mi ha
chiesto roba mai spiegata e nemmeno presente sulle dispense.
Ovviamente sul libro non c'era. Come pretende che la sappia?”
urlò
nel ricevitore stringendo il laccetto del casco nell'altra mano.
Avrebbe solo voluto spaccare quell'edificio, demolirlo mattone
per mattone.
Strinse più forte il casco sentendo le unghie
pungerle il palmo e trattenne ancora più duramente le
lacrime.
“Non
è giusto” sibilò.
Dall'altra parte, nessuno rispondeva.
Ancora
furiosa, chiuse la chiamata ignorando i “mi
dispiace” provenienti,
in un secondo momento, dall'altro capo.
A sua madre non dispiaceva,
questa era l'unica certezza.
E probabilmente, ovunque si
trovasse, stava sorridendo per il suo fallimento.
Uscì dal
portone cercando di darsi un contegno con le lacrime che iniziavano a
rigarle le guance.
Odiava piangere, odiava sentirsi debole.
Sbuffò
e si avvicinò a una piazza distante al massimo cinque metri
dall'edificio dove aveva sostenuto l'esame.
Sbuffò gettando la
borsa contro il motorino nero parcheggiato che si ribellò
dondolando
sul cavalletto che traballò pericolosamente minacciando la
caduta
del mezzo.
“Vaffanculo” sibilò furiosa prendendo il
casco e
indossandolo.
Poco distante un ragazzo si avvicinò: la osservava
incuriosito.
“Scusa – sussurrò in inglese il giovane
intimidito probabilmente capendo che non era né la persona
migliore
né la situazione migliore per chiedere informazioni
– dovrei
raggiungere questo edificio” concluse poggiando una cartina
sulla
vettura accanto quella su cui si trovava Samantha.
Il ragazzo
sorrise incoraggiante: i capelli dorati brillavano alla calda luce
estiva e gli occhi ricordavano il mare. Samantha non poté
fare a
meno di fissarlo in quegli enormi pozzi azzurri per qualche istante
prima di darsi mentalmente della stupida, poi si tolse il casco e
scosse i capelli rossastri iniziando a dedicare la propria attenzione
alla cartina.
“Segui la strada, poi dopo il ponte prendi la
seconda a destra.” spiegò leggermente seccata nel
suo inglese
lievemente insicuro e maccheronico la ragazza segnando col dito la
strada da percorrere dopo aver orientato la mappa “noi siamo
qui”
aggiunse dopo un istante.
Il ragazzo sorrise e Samantha ricambiò
per cortesia.
“Grazie” disse soltanto per poi voltarle le
spalle.
Samantha rimise il casco e tolse il cavalletto alla
vettura.
“Ah e.. ti prego, sorridi. Sei più bella quando
sorridi” disse il ragazzo di prima sfiorandole la spalla, per
poi
aggiungere “comunque piacere, Niall.”
Samantha
annuì.
“Samantha” disse soltanto. Iniziò a
uscire dal
parcheggio per poi voltarsi e tornare a dedicare la propria
attenzione al giovane. “Comunque, benvenuto in
Italia!” disse
soltanto prima di mettere in moto e dirigersi verso casa.
Salve!!
Allora potrei fare una mega bastardata del tipo mettere l' avvertimento
incompleta e chiuderla qui dato la chilometrica pila di long da finire.
Ma non lo farò,
Questo perchè io sono decisamente adorabile.
Okay, forse no.
Comunque questa è stata fatta per l' amore mio SemPandaBlu.
Sì, lo so, sono troppo buona.
Alle volte mi stupisco da sola della mia bontà.
No vabbè però Sem si merita questo mega sforzo di
composizion per l' amore suo e quindi tadaaan!!!
Okay, dai fate suonare le trombe e quant' altro, mettete anche i
balletti o quello che volete (?)
questo perchè ho deciso che mi sforzerò di
aggiornarla settimanalmente così che l' amore mio abbia da
leggere e non senta troppo la mia mancanza e sopravviva senza i miei
scleri per ben due mesi.
Sarà dura, lo so.
Però boh, così magari le manco meno.
No okay, mai vero.
Però vabbè.
Okay, prima che lo spazio dell' autore diventi più lungo del
capitolo evaporo.
Lots of love
-J
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Capitolo 2 *** Fireworks ***
Summertime
2#
Fireworks
24 Giugno 2012. San Giovanni.
Samantha si mise a sedere sul terrazzo osservando le persone che
passavano davanti al cancello di casa sua concedendosi una sigaretta.
Espirò una nuvola di fumo e socchiuse gli occhi lasciando
che la brezza fresca delle sette rinfrescasse le sue membra, stressate
per il troppo caldo della giornata.
Sospirò e raccolse le proprie gambe contro il ventre
continuando a tenere gli occhi chiusi.
“A che ora ci sono i fuochi?” urlò
rivolta alla madre che si sporse dal terrazzo.
“Parli con me?”
“E con chi? In casa ci sei solo tu”
sussurrò per non farsi sentire.
“Alle 22:30. Ci vieni?”
“Chiamo la Gin e sento cosa fa.”
La madre rientrò in casa e Samantha afferrò il
telefono.
“Ciao amore mio!”
“Ciao bella!!”
“Vieni stasera a vedere i fuochi?”
“Ovvio! Dove andiamo?”
“Bellosguardo o Piazzale?”
“E' uguale lo sai”
“Okay, facciamo Bellosguardo alle 22:15”
“Ahahahahha lo fai solo perché è sopra
casa tua! Comunque è okay”
“Guarda che se vuoi puoi venire a cena da me. Pizza e coca e
partita, che ne pensi?”
“Italia – Inghilerra? Come rifiutare!”
“Okay, facciamo alle 20:30 da me allora”
“A dopo”
Samantha riattacco e tornò a portare il mozzicone della
sigaretta alle labbra per ispirare un ultima volta prima di gettarla a
terra e pestarla.
“Mamma c'è la Gin a cena, ordiniamo una pizza e ci
prendiamo una coca” urlò rientrando in casa.
Alle 20:30 Samantha sentì bussare alla porta:
controllò l' ora sull' enorme orologio che capeggiava nell'
ingresso ed andò ad aprire. Subito venne investita da una
ragazza mora che teneva delle pizze da asporto in mano.
“Qualcuno voleva la pizza?” chiese ridendo.
Samantha sorrise. “Oh grazie, ora puoi anche tornare a
casa”
“Ma che carina che sei con la tua migliore amica!”
“Dimentichi che la pizza è il mio grande
amore” la corresse Samantha con un sorriso lasciando libera
la porta per farla entrare”
“Dai andiamo che ci attende la partita”
“Oh sì, vediamo quanti fighi ci sono in
Italia”
Samantha scoppiò a ridere ripensando al turista della
settimana prima ma scosse subito la testa per allontanare il pensiero.
“Oh beh, anche gli inglesi non sono male”
“Trovamene uno non snob e ne riparliamo” rispose
Ginevra.
“Okay, scommessa accettata. Ora mangiamo o si fredda
tutto”
Continuarono a parlare, con la pizza che diminuiva davanti a loro e le
lattine di coca che aumentavano mentre la televisione trasmetteva la
partita senza sosta, alternando i numerosi tentativi di gol dell'
Italia alla scarsa azione dell' Inghilterra.
“Ma non è possibile! Portiamo avanti noi il gioco
ma non riusciamo a segnare! E' assurdo!”
esclamò Ginevra accasciandosi sul divano.
Samantha sorrise. “E' perché loro hanno una buona
difesa”
“No, hanno solo culo”
“Beh, quello senza dubbio aiuta”
commentò Samantha.
“Sem è ora di andare!” La voce della
madre di Samantha le riscosse dallo stato di trance in cui si
trovavano. La partita era ancora 0-0. Samantha si alzò
sospirando.
“Andremo sicuro ai supplementari”
“Speriamo non ai rigori: lì è solo
culo” commentò Ginevra.
Samantha annuì mestamente.
Arrivano a Bellosguardo poco dopo: il piccolo spiazzo da cui si vedeva
tutta Firenze era praticamente vuoto. Samantha si mise a sedere sul
muricciolo che lo costeggiava invitando Ginevra a fare lo stesso.
“Sono tutti a vedere la partita” ebbe giusto il
tempo di dire prima che i fuochi d' artificio ponessero fine ad ogni
tentativo di discussione.
I fuochi finirono mezz' ora dopo. Samantha saltò
giù dal muretto e si sgranchì le ossa della
schiena
“Andiamo” disse rivolgendosi all' amica che era
scesa e si trovava al suo fianco. Ma la sua attenzione fu catturata da
una chioma bionda che la stava fissando e agitava una mano in segno di
saluto.
Samantha strizzò gli occhi per identificarla meglio.
“Mi stai ascoltando?” si riscosse solo quando l'
amica alzò il suono della voce.
“No, scusa. E' che ho visto una persona” disse
cominciando ad avanzare verso il ragazzo.
“Hey” lo salutò una volta arrivata
vicino a lui. “Anche tu a vedere i fuochi?”
Il ragazzo sorrise “Allora ti ricordi di me. Comunque
sì, la guida dice che se veniamo in questo periodo sono uno
spettacolo fenomenale” disse mostrandole un libriccino verde.
Samantha sorrise annuendo. “Già. Quest'anno poi
hanno fatto le cose in grande: molti rappresentavano la bandiera
italiana.”
“L' ho notato, probabilmente era per la partita.
Chissà chi ha vinto...” il ragazzo non fece in
tempo a formulare il pensiero che le sue parole furono coperte da una
valanga di clacson e suoni di trombette.
“A quanto pare l'Italia” rispose Samantha con un
sorriso.
“Siete molto patriottici, vero? Comunque – aggiunse
rivolgendosi a un ragazzo castano che stava parlando con altri tre
– mi devi il pranzo, Harry. Ho vinto la scommessa”
Il ragazzo castano si voltò: non sembrava molto contento
della notizia. “Facciamo la colazione?”
provò a contrattare. Niall scosse la testa irremovibile, poi
tornò a guardare Samantha.
“Che maleducato, non vi ho presentato. Loro sono Harry, Zayn,
Liam e Louis” disse indicando i ragazzi uno a uno.
“E quel tipo là dietro si chiama Marco”
aggiunse indicando un signore che stava parlando con una donna bionda.
Ginevra raggiunse Samantha proprio in quel momento “Grazie
tante per la considerazione” sbottò.
Samantha la guardò come a implorare perdono “E lei
è Ginevra, la mia migliore amica”
Ginevra si accorse solo in quel momento che c' erano ben cinque ragazzi
che la fissavano e abbassò lo sguardo.
“Piacere” disse soltanto lasciando che gli altri si
presentassero.
“Di dove siete?” aggiunse poco dopo con il suo
inglese perfetto.
“Londra e dintorni. Tranne il biondino, lui è
irlandese” rispose il ragazzo riccio.
“Oh. Quindi tifavate Inghilterra stasera?” chiese
non sapendo bene cosa dire. Samantha la guardò allibita,
come a dire “Non è ovvio?!”
Il riccio rise “Tutti tranne il biondo”
Samantha tornò a guardare Niall e sorrise.
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Capitolo 3 *** Casualità ***
Summertime
3#
Casualità
“Che facciamo oggi?”
“Non esiste più dire buongiorno di prima
mattina?” sbuffò Ginevra che era appollaiata su
una sedia davanti ai fornelli attendendo che il caffè
salisse dalla moka.
Ginevra era rimasta a dormire da lei la sera precedente e nonostante si
fossero addormentate all' incirca alle due si era svegliata alle nove.
“Buongiorno... cosa facciamo oggi?” si corresse
Samantha.
“Buongiorno anche a te... che ne dici se cerchiamo il tuo
biondino? Come hai detto che si chiamava? Niall se non erro”
Samantha sgranò gli occhi e aprì varie volte
cercando di ricordare quando mai avesse parlato di lui. Poi
abbassò la testa e la scosse: era stato la sera prima, di
ritorno dai fuochi.
La scena iniziò a ricomporsi nel mezzo del flusso caotico
dei suoi ricordi.
“Che ne pensi del biondino?” aveva chiesto a
Ginevra.
“Biondino?” le aveva chiesto l' amica non capendo.
“Sì dai, l' irlandese”
“Ah. Beh.. biondo e occhi azzurri? Sai che non è
il mio tipo” aveva risposto lei alzando le spalle.
E Samantha era scoppiata a ridere.
“Oh sì, tu sei per i ricci con gli occhi
verdi”
Ginevra arrossì e abbassò lo sguardo.
“Ma che dici? Andiamo, tifava Inghilterra!”
“Sarà. Ma da quando sei così
tifosa?”
Ginevra aveva alzato le spalle “Per l' Italia lo sono sempre
stata”
Samantha sorrise “Sarà”
Ginevra sbuffò “Non cercare di cambiare argomento.
Parlami del tuo biondino”
Samantha sospirò “Cosa vuoi sapere?”
Ginevra sorrise “Ad esempio come fai a conoscere un irlandese
tu che non sei mai uscita dall' Italia”
“Ah beh l' ho incontrato settimana scorsa più o
meno, dopo l' esame di diritto romano e mi ha detto che sono
più carina quando sorrido”
“Niente di più vero, ma come faceva lui a
saperlo?”
“Mi ha chiesto indicazioni mentre piangevo per quello
– Samantha si concesse un secondo per trovare un termine che
potesse esprimere tutto il risentimento che provava senza risultare
offensiva – quell' energumeno e poi devo avergli
sorriso” concluse alzando le spalle con sufficienza. Ginevra
rise.
“Non me racconti” Samantha alzò e
abbassò ancora una volta le spalle.
“Dai, resti a dormire da me?”
“Okay”
Almeno per quella sera l' argomento biondino era stato accantonato ma
sapeva che questa quiete dalle domande non sarebbe durata a lungo.
Mentalmente Samantha si maledì per aver proposto all' amica
di restare, ora sarebbe stata un fiume in piena con le domandine e le
insinuazioni.
Sbuffò e si accasciò sul tavolo in attesa
dell'interrogatorio.
Ma Ginevra non aprì bocca se non per dire
“Caffè?” non appena la macchinetta ebbe
iniziato a fischiettare.
Fecero colazione in silenzio, sebbene Samantha continuasse a fissare
ogni minimo movimento di Ginevra: non la convinceva proprio per niente
quel suo modo di fare: di solito era una che ti tempestava di domande.
E invece se ne stava tranquilla a sorseggiare il caffè,
perfettamente a suo agio come se fosse una giornata normale e il giorno
precedente non fosse successo nulla di particolarmente interessante.
E invece era successo: Samantha l' aveva piantata da sola per salutare
un biondino visto solo una volta.
Samantha sospirò: meglio non pensarci. Forse stava solo
dando troppa importanza alla cosa.
“Buono il caffè. Beh che facciamo dopo?”
Ginevra alzò lo sguardo dalla tazza: “Che ne dici
di andare un po' in centro?”
Samantha storse la bocca: era estate e sicuramente le strade e gli
autobus erano strapieni di persone.
Nonostante ciò sussurrò
“Okay.”
“Perfetto, allora bella donna è il caso che tu
vada a prepararti. Tra 10 minuti passa l' autobus”
“Ma non possiamo prendere quello dopo?” si
lamentò Samantha. Ginevra scosse la testa.
“Ti odio”
“Ti voglio bene anche io”
Miracolosamente riuscirono a prendere il mezzo –
probabilmente anche per un fortunato ritardo dello stesso.
Ginevra sorrise e obliterò i biglietti.
“Cosa vuoi fare in centro?” biascicò
Samantha che non sembrava, anzi non era, particolarmente contenta del
programma.
“Non so, ci penserò una volta che saremo
lì.” disse alzando le spalle l' altra.
In ventisette minuti esatti raggiunsero il centro della
città lasciando il mezzo e preparandosi ad affrontare l' afa.
Samantha sbuffò non appena scesa dal mezzo maledicendosi per
aver ascoltato l' amica, poi si ricordò che l' alternativa
era un interrogatorio e che affrontare caldo e bambine urlanti era
soltanto il male minore quando una voce la sorprese.
“Ci incontriamo sempre così eh?”
Samantha si voltò ripetendosi mentalmente “Fa che
non sia lui, fa che non sia lui” ma ormai era troppo tardi.
E Samantha si ritrovò a fissare degli occhi azzurri che
svettavano sotto una chioma bionda.
Niall... e i suoi amici.
Ginevra rise “Oh, le coincidenze della vita”
sibilò.
E Samantha avrebbe tanto voluto ucciderla, sopratutto perché
lo disse in inglese, così che tutti potessero capire.
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Capitolo 4 *** Confidenze ***
Summertime
4#
Confidenze
“Io ti uccido” sillabò
Samantha in italiano rivolta verso Ginevra che sorrise.
“Che hai detto?” chiese Niall.
Ginevra intervenne con un sorriso e una faccia angelica “che
mi vuole tanto bene”
Gli altri scoppiarono a ridere notando la faccia di Samantha che non
sembrava proprio concorde.
“Beh. Che facciamo?” chiese Ginevra rompendo le
loro risa rivolta verso Samantha che se avesse potuto l' avrebbe
incenerita con uno sguardo.
“Facciamo che ti uccido” rispose lei in italiano
per non farsi capire dagli altri sempre sorridendo.
Ginevra gonfiò le guance facendo una faccia offesa
“ma se ti ho anche fatto un favore!” e stavolta
ebbe almeno il buonsenso di dirlo in italiano.
Samantha scosse la testa con forza: ormai era abituata ai colpi di
testa dell' amica, ma certamente più tardi le avrebbe dovuto
delle spiegazioni.
“Ovviamente vuoi farmi credere che questa sia una
casualità” ribatté per non darsi per
vinta.
Ginevra mostrò una faccia angelica “Io? Non potrei
mai!” esclamò dando sfogo alle sue doti di attrice.
Samantha scosse la testa.
“Beh io dire di... ehm”
Fu Niall a salvarla “Io direi di andare a fare
colazione”
Samantha annuì. “Oh sì, giusto. La
colazione... ehm... la colazione possiamo farla...”
Ginevra rise un istante prima di andare in suo soccorso.
“Diciamo che vi portiamo a prendere un caffè buono
in un bar dove hanno lo zucchero aromatizzato” disse soltanto.
Samantha annuì e per la prima volta dall' inizio della
giornata si mostrò leggermente grata nei confronti
dell'amica.
Arrivarono al bar poco dopo e Samantha si sforzò di
sorridere “ Voi sedetevi, io vado in bagno. Gin, vieni con
me” disse ben poco amichevole nei confronti dell' amica.
Harry rise “Allora anche le italiano hanno la mania di andare
in bagno in due.”
Ginevra lo incenerì con lo sguardo.
“Questo perché a noi donne piace stare in
compagnia. Giusto per informazione” disse alzando la testa
con fare leggermente snob per poi andarsene.
Samantha indugiò un po' al tavolo stupita dalla reazione
dell' amica.
“Beh, non dovevi andare in bagno?” le
urlò l' altra.
Samantha scosse la testa “Arrivo” e si
allontanò di qualche passo riuscendo comunque a sentire
Niall che si rivolgeva a Harry.
“Ti piace vero?”
“Diciamo che è interessante.”
“Allora ti piace!” lo canzonò Louis.
Harry alzò le spalle e si rivolse a Niall “E a te
piace l' altra”
“Alleluia!” La voce di Ginevra coprì le
loro parole.
“Cazzo ma proprio nei momenti sbagliati devi
parlare?” le rispose in malomodo Samantha.
“Che ho fatto?”
“Harry ha detto che gli piaci...”
“Ah bene...” la interruppe Ginevra “e con
questo?”
“Se eviti di interrompermi magari. Harry ha chiesto a Niall
se gli piaccio...”
“E questa è una bella notizia, giusto?
Perchè a te piace vero?”
“Mi lasci finire! - sbottò Samantha seccata.
Ginevra mimò una cerniera sulla propria bocca –
Hai parlato proprio quando lui stava per rispondere e non ho
più sentito niente.”
“Posso parlare ora?” chiese Ginevra dopo un istante
di silenzio. Samantha annuì. “A te piace
vero?” Samantha arrossì ma non rispose.
“Andiamo! A me puoi dirlo!”
Come al solito, Samantha sviò la domanda.
“Come hai fatto a fissare con loro?”
Ginevra scosse la testa capendo che l' amica non aveva la minima
intenzione di parlare.
“Ti ricordi che ieri sera ti ho detto che avevo lasciato le
chiavi sul muretto? - Samantha annuì – Beh non era
vero. Sono tornata indietro e ho preso accordi per farvi
incontrare”
“Tu sei completamente folle!”
“Lo so, lo prendo come un complimento. Ora torniamo di
là?”
Samantha sospirò e annuì uscendo dal
bagno.
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Capitolo 5 *** Nuove alleanze ***
Summertime
5#
Nuove alleanze
“Vedi, voi donne ci mettete sempre una
vita” esclamò Harry una volta che furono uscite.
Samantha trattene Ginevra dallo sputargli in faccia qualcosa del tipo
“Certo, offendi pure. Ma quello che si è preso una
cotta sei tu mio caro”
“Stai calma Gin, non ne vale la pena” le
sussurrò la rossa, così la mora strinse il pugno
e lo guardò intensamente negli occhi fino a che lui non
abbassò lo sguardo.
“Vedremo come ti comporterai, Styles”
sibilò Ginevra a denti stretti.
Samantha finse di non aver sentito e sorrise.
“Avete già ordinato?”
Niall la guardò sorridendo. “No abbiamo aspettato
voi” disse alzando le spalle con semplicità.
Samantha sorrise di rimando e si sedette costringendo Ginevra a sedersi
accanto ad Harry dato che quello era l' unico posto rimasto libero.
“Che gentlemen” esclamò Ginevra ironica
guadagnandosi uno sguardo torvo da parte di Samantha mentre gli altri
risero pensando che fosse una battuta.
“Allora cosa prendete?” chiese cordialmente
Samantha con un sorriso per togliere un po' del gelo che si stava
accumulando grazie al comportamento dell'amica.
“Credo che opteremo tutti per il vostro famoso
caffè”
Samantha sorrise e annuì facendo un cenno di approvazione.
“Ottimo. Allora sette caffè”
ordinò al cameriere che si era avvicinato. “E da
mangiare?”
Niall alzò la schiena per osservare la vetrina che conteneva
i dolci. “Io vedo una bella torta al cioccolato, credo che
prenderò quella”
Risero tutti insieme e finirono le ordinazioni che arrivarono poco
dopo, evitando altre freddure da parte di Ginevra e Harry.
Samantha era davanti a loro e poteva notare gli sguardi fugaci che
Harry rivolgeva alla sua amica e non poté fare a meno di
trattenere un sorriso. Ginevra invece osservava con ostinazione il
proprio cappuccino, giocando con la schiuma ma mantenendo il fiore che
il barman aveva disegnato solo per lei e per Samantha. Harry si sporse
leggermente per vedere cosa ci trovasse di tanto interessante in quel
cappuccino e strinse un pugno notando il fiore.
Samantha capì quello che stava per succedere un istante
prima che accadesse.
“Oh ragazzi, Ginevra ci ha portato nel bar dove lavora il suo
ragazzo” commentò acido.
Ginevra lo guardò strabuzzando gli occhi.
“Ma che cazzo stai dicendo? Anzi, fatti i fatti
tuoi!” rispose lei ancora più acida.
Harry si alzò scocciato alzando le mani ed uscì
seguito da Niall.
“Ma che cazzo gli prende a quello?” chiese Ginevra
in italiano per non farsi capire dagli altri.
“E' quello che ti ho detto in bagno.”
“Questo è scemo.”
“Andiamo Gin, fai la brava ti prego.” Ginevra
capì da come Samantha parlava quanto per lei Niall potesse
essere importante.
Sospirò ricordando quanto l' amica avesse sofferto col suo
precedente ragazzo e si costrinse ad uscire.
“Hey”
“Devi ancora trattarmi male?”
“No. E' solo che mi infastidisce che la gente si immischi
nella mia vita”
“Messaggio ricevuto, tranquilla”
Ginevra scosse la testa “Amici?” disse porgendogli
la mano.
“Certo” disse lui con lo sguardo più
triste del mondo, ma Ginevra cercò di non darci peso.
“Allora devi aiutarmi” Lui alzò lo
sguardo e la fissò negli occhi. Stavolta fu la ragazza ad
abbassare lo sguardo. “Devi aiutarmi a far mettere Niall con
Samantha.”
“Perchè a lei piace?” chiese lui.
Ginevra alzò le spalle.
“A lui piace lei?”
Harry capì che senza avere conferme lei non si sarebbe
sbilanciata così annuì.
“Okay, allora diciamo che la cosa è
reciproca” disse lei con un sorriso rientrando nel locale
sorridendo e Harry la seguì.
Samantha annuì in segno di apprezzamento.
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Capitolo 6 *** Qualcosa sta cambiando ***
Summertime
6#
Qualcosa sta cambiando
La giornata trascorse velocemente nonostante i tentativi di Harry e
Ginevra per farli stare da soli, cosa che era chiaramente ostacolata
dagli altri componenti della band che ovviamente non erano al corrente
della situazione.
“Ehi Samantha, ci fai una foto?” chiese per
l'ennesima volta Liam prendendo sottobraccio Zayn per prepararsi allo
scatto.
Ginevra a quel punto sbottò.
“Perchè non può pensarci Louis a farvi
queste benedette foto?” esclamò alzando gli occhi
al cielo.
Harry le strinse il braccio con una mano “E' meglio se ci
penso io – poi si rivolse a Samantha –
perché non vai con Niall a trovare un posto carino dove
mangiare?” chiese con un sorriso.
E Ginevra si perse un secondo, rimanendo incantata dalla sua
espressione dolce.
Poi scosse la testa per allontanare il pensiero.
Louis si avvicinò a Harry “Ma che ha la tua amica?
Mi sembra un po' troppo acida”
Ginevra si voltò a guardarlo “Guarda che ti ho
sentito. E anche io so l' inglese, genio” lo riprese per poi
sedersi sugli scalini del Duomo. Sospirò per poi maledirsi
mentalmente per aver lasciato andare via Samantha con Niall:
probabilmente lei avrebbe spiegato che di solito non era
così, il suo carattere freddo e distaccato era solo un
metodo di difesa...
“Credo lo faccia per difendersi dal mondo”
spiegò una voce. Ginevra alzò lo sguardo: era
stato Harry a parlare. Tornò a fissare le proprie scarpe
fingendo di non aver sentito niente.
“Forse non è poi così
stupido” pensò.
Samantha era rimasta sola con Niall, camminavano fianco a fianco lungo
via del proconsolo dove Samantha era certa si trovasse un locale
decisamente carino e sembrava anche abbastanza adatto: non era nulla di
particolare, una semplice pizzeria come mille a Firenze, ma facevano
una pizza deliziosa.
“Che ne dici della pizza?” chiese dopo un lungo
periodo di silenzio: la tensione di stava accumulando.
“Pizza? Io adoro la pizza” esclamò
entusiasta Niall prendendola a braccetto. “E dimmi, dove
è questa pizzeria?”
Samantha arrossì al contatto e iniziò a
balbettare “Oh beh, ecco... manca poco”
commentò. Il ragazzo si voltò e le sorrise.
Samantha sorrise di rimando, sperando di non essere troppo rossa.
“Sai, questo colore rossastro sulle gote ti dona molto,
sopratutto quando sorridi” Samantha sorrise ancora di
più.
“Smettila con tutti questi complimenti o finirò
per credere che ti sei innamorato di me” disse in risposta.
Il ragazzo abbassò lo sguardo e rimase in silenzio,
continuando comunque a stringere il suo braccio.
“Sembriamo proprio innamorati” pensò.
E il solo pensiero le fece aumentare il battito caridaco.
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Capitolo 7 *** Perdersi ***
Summertime
7#
Perdersi
“Sem? Ci sei?” Niall si era fermato e
la stava guardando negli occhi.
Samantha arrossì e abbassò lo sguardo.
“Oh sì, certo. Dunque... dicevamo?”
Niall sorrise.
“La pizzeria, Sem. Stavamo cercando la pizzeria” le
ricordò lui pazientemente.
“Oh sì, giusto. La pizza, certo”
“Va tutto bene?”
Samantha si guardò intorno un paio di volte e poi scosse la
testa guardandosi le scarpe. “Mi prometti che se ti dico una
cosa non inizi a urlare?”
Niall arrossì e annuì.
“Io.. ecco credo che... ci siamo persi” disse lei
stringendosi nelle spalle.
“Stai scherzando, vero?”
Samantha scosse la testa.
“Da che strada siamo venuti, Niall?” chiese
guardandolo negli occhi
Niall si guardò intorno e poi alzò le spalle
“Non me lo ricordo” ammise.
Samantha abbassò nuovamente lo sguardo. “Proviamo
a chiedere in un bar. Ora chiamo Ginevra e le dico di aspettarci in
pizzeria e di ordinare, tu che pizza vuoi?”
“Una a caso, non sono molto pratico di pizze. Tu cosa mi
consigli?”
Samantha si strinse nelle spalle “Una margherita? E' la
più normale e tipica” disse infine.
Niall sorrise “ Vada per quella allora”
Samantha prese il telefono per notare che non c'era campo.
“Fantastico non c'è campo”
sospirò e si sedette per terra. “E tutta colpa
mia”
Niall si chinò avvicinandosi a lei “Ehi non
è successo nulla di grave. Ora entriamo in un locale a caso
e chiediamo un telefono, okay?” le alzò il viso
con una mano costringendola a guardarlo e sorrise
“Andrà tutto bene” le promise.
Samantha sorrise “Lo spero. Io.. mi dispiace. E' solo colpa
mia.”
Niall scosse la testa “Non è colpa tua. Semmai
direi che è merito tuo”
Lo sguardo di Samantha divenne interrogativo.
“Merito? E per cosa?”
Niall sorrise “Per essere come sei. E poi, cercavo solo una
scusa per poter stare un po' da solo con te” ammise
arrossendo.
E Samantha non poté fare a meno di notare come quel rossore
potesse stare bene sul suo volto.
“Già, effettivamente oggi non abbiamo avuto molto
tempo per stare insieme” si lasciò sfuggire.
Niall sorrise ancora di più “Già. E poi
perdersi non è mica un male! Voglio dire, se l' altro giorno
non mi fossi perso non ti avrei mai incontrata”
Samantha arrossì: effettivamente non aveva pensato a quella
cosa.
“Ti capita spesso di perderti?”
Niall si portò una mano dietro la testa imbarazzato
“Non sono molto pratico con le cartine o con le bussole. E
non ho per niente un buon senso dell' orientamento.” disse
soltanto per poi alzarsi e aiutarla a fare lo stesso.
“Allora, lo troviamo questo bar per chiamare la tua amica e
andare finalmente a mangiare? Non so te ma io sto morendo di
fame.”
“Non sei l' unico” commentò lei con un
sorriso “Grazie per avermi ascoltata”
“Grazie per avermi permesso di farlo” rispose lui
abbracciandola.
Samantha lo strinse assaporando il suo profumo.
“Non è passata nemmeno una settimana, non posso
essere così... coinvolta.” pensò.
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Capitolo 8 *** Ho interrotto qualcosa? ***
Summertime
8#
Ho interrotto qualcosa?
Mentre attendeva sul ciglio della strada davanti al bar dal
quale aveva contattato Ginevra, Samantha continuava a ripetersi quanto
potesse essere fortunata ad avere un'amica la cui madre lavorava in
quella zona.
Niall si sedette accanto a lei porgendole una bottiglietta d'acqua
fresca.
“Avrei preferito poterti offrire qualcosa di meglio ma ho
lasciato lo zaino con gli altri...” disse il ragazzo quasi
scusandosi.
Samantha sorrise afferrando la bottiglietta e bevendone un po' per poi
passarla al giovane.
“Bevi un po', l'acqua è fresca” disse
senza guardarlo negli occhi: nessun ragazzo aveva mai fatto qualcosa di
così carino per lei disinteressatamente. Sospirò
e alzò gli occhi al cielo socchiudendoli appena per la luce
solare.
“Ginevra dovrebbe arrivare tra poco”
cercò di rassicurare Niall il cui stomaco aveva appena
brontolato costringendola a soffocare un sorriso.
“Scusa” sussurrò lui.
Samantha lo guardò interrogativa.
“Se non mi fossi distratto a parlare con te, a quest'ora
saremo in pizzeria” disse soltanto.
Samantha tornò a guardarlo negli occhi ridendo
“Ehi, tu sei il turista, sono io la stupida che riesce a
perdersi a casa propria!”
Niall sorrise avvicinandosi appena a lei e stringendole la mano.
“Eccovi finalmente!”
Niall si girò per guardare da dove proveniva la voce.
Ginevra e gli altri si stavano avvicinando a passo svelto verso di
loro, Samantha osservò l'amica non sapendo bene se
ringraziarla o ucciderla.
“Tutto bene?” chiese lei accentuando l'istinto
omicida della rossa.
“Divinamente” rispose Samantha a denti stretti,
sperando che l'amica fosse colta da un barlume di intelligenza e
capisse cosa aveva interrotto.
Ma Ginevra non sembrava particolarmente propensa ad ascoltarla.
“Bene, allora andiamo a mangiare” disse dirigendosi
verso una via che si trovava alle spalle di Samantha afferrandola
costringendola a seguirla.
“Allora, cosa è successo?”
“Allora cosa non è successo è
più appropriato. O forse cosa hai interrotto”
Ginevra finse di non ascoltare i commenti acidi dell'amica e sorrise.
“Lo sapevo che ti piaceva”
La rossa sbuffò lasciandosi trascinare e vedendo con la coda
dell'occhio Niall che confabulava con Harry: il riccio continuava a
ruotare le pupille, seguendo l' andamento dei capelli di Ginevra.
Samantha sorrise, pensando che forse poteva combinare qualcosa
all'amica.
E in quell'istante Niall le fece l'occhiolino.
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Capitolo 9 *** Chi la fa l'aspetti! ***
Summertime
9#
Chi la fa l'aspetti
“So che ti piace
Ginevra”
Per poco Harry non si strozzò con la birra che stava
bevendo. Si guardò con fare circospetto intorno, stando bene
attento che la ragazza non fosse tornata dal bagno anche se, come si
disse mentalmente, non faceva troppa differenza dato che Samantha non
aveva avuto il buonsenso di sussurrare la frase ma l'aveva detta con un
tono che Harry aveva subito giudicato troppo alto, come se volesse
farlo sapere a tutto il mondo.
Il ragazzo tossì varie volte per poi sussurrare.
“Cosa te lo fa pensare?”
Samantha scosse la testa varie volte con aria teatrale e si
schiaffò una mano sulla fronte ancora più
teatralmente.
“La domanda migliore sarebbe cosa NON me lo fa pensare! Ma
dico io, ti sei sforzato di nasconderlo un minimo?”
Harry abbassò lo sguardo sbuffando leggermente e Samantha
trattenne una risata: sembrava quasi un bambino colto con le mani nel
sacco.
“Okay, ammettiamo che sia vero, a te cosa importa?”
Samantha rise spostando una ciocca di capelli che le
era finita davanti agli occhi.
“Dovresti essere più cordiale con me, sai che
avere dalla tua parte la sua migliore amica ti renderà le
cose più facili, sì?”
Harry alzò nuovamente lo sguardo tornando a dedicare la sua
attenzione a Samantha.
“Ti ascolto” disse sconfitto.
Samantha sorrise mordendosi il labbro inferiore e iniziò a
parlare.
“Cosa ti piace di lei?” chiese soltanto.
Harry sbuffò: evidentemente si aspettava un qualcosa di
diverso, un vero e proprio “manuale di conquista”.
“Sarebbe più corretto dire cosa non mi
piace” commentò non sapendo bene cosa rispondere.
Samantha sorrise ancora di più e appoggiò i
gomiti sul tavolo: Harry non poté fare
a meno di pensare che fosse leggermente inquietante
la sua espressione e che senza ombra di dubbio, non prometteva niente
di buono.
“Messaggio ricevuto” disse soltanto continuando a
fissarlo con quel sorrisetto arrogante di chi sa ogni cosa e nella
propria mente sta elaborando il piano migliore per una battaglia.
Ma sarebbe stato uno scontro tra titani, dato che le
due fazioni si contendevano su campi affini, intente a combinare l'una
la vita sentimentale dell'altra.
E Harry non poté fare a meno di pensare di essersi messo nei
guai, grossi guai.
Sopratutto perché, volente o nolente, giocava in entrambe le
squadre.
Samantha – Ginevra, zero a zero.
“Si comincia” pensò il ragazzo
leggermente spaventato: da quel poco che sapeva di quelle ragazze,
poteva capire che la loro “guerra” non avrebbe
portato nulla di buono, per lo meno per lui.
I problemi erano in arrivo.
Salve
miei prodi :3
Ho già scritto due capitoli di questa meraviglia (?).
Questa storia mi sta fogando un casino, sono seria.
Cioè questo capitolo è una figata.
Per non dire quello dopo!
E, ovviamente – specie perché io sono una figa
come questo capitolo (scherzo, ovvio) – ho deciso di creare
una bella serie.
Sì, in pratica farò gli spin off di tutte le
serie sugli One Direction che ho iniziato – e sono tante,
credetemi.
Quindi, dal prossimo capitolo, preparatevi che questa storia
vedrà un bellissimo spin off, sopratutto perché
Harry diventerà parte delle due
“battaglie” quindi si merita un po' di
pietà, povero caro.
Ho detto tutto – sono strafogata.
A prestissimo,
-J
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Capitolo 10 *** Questione di ossa ***
Summertime
10#
Questione di ossa
“Allora,
ricapitoliamo” aveva esordito Samantha intenta ad osservare
Harry che sembrava
esasperato,
completamente sdraiato sul suo letto e con lo sguardo attento.
Ma non guardava lei,
guardava la foto che stava alle sue spalle che
ritraeva Ginevra qualche anno prima.
“Andiamo
Harry, sei un caso disperato!” aveva ripetuto dopo aver perso
la pazienza per l'ennesima volta. E avrebbe abbassato quella foto se
solo non trovasse lo sguardo che Harry riservava all'amica dannatamente
dolce e innamorato.
Ma da quel che
conosceva del ragazzo, se avesse anche solo osato farglielo notare, lui
si sarebbe quantomeno indispettito e avrebbe negato.
E lei avrebbe provato
che aveva ragione e che non c'era niente di male ad essere innamorato
di Ginevra, lei stessa spesso sosteneva che “se fossi un
uomo, sicuramente mi sposerei con Gin. O quantomeno le farei la
corte”.
Ma gli uomini alle
volte erano così dannatamente infantili e codardi che
serviva loro uno stimolo per agire. E questo li
rendeva altamente stupidi.
Insomma, una volta
aver provato che lui era innamorato di lei, Harry probabilmente si
sarebbe depresso, convincendosi che a lei invece di lui non importava
niente – Samantha era invece certa del contrario
perché, come diceva “una migliore amica certe cose
le sa” - e lei avrebbe comunque provato a fargli capire
che alle volte Ginevra cercava di nascondere i propri
sentimenti perché aveva paura di soffrire – e se
Gin avesse saputo della conversazione l'avrebbe senza dubbio uccisa nel
peggior modo possibile assicurandole una lunga agonia – e ci
sarebbero stati solo problemi.
Non che non ce ne
fossero, un problema era anche dare buca a Gin per architettare
qualcosa alle sue spalle.
Sì,
perché non è una cosa proprio da migliore amica
stare chiusa in camera mentre la tua migliore amica vorrebbe uscire con
te, specie se in camera con te c'è il ragazzo che
è innamorato di lei con cui tu in teoria stai cospirando per
farli mettere insieme.
Samantha
sospirò frenando il flusso dei propri pensieri.
“Allora,
ripeti cosa ti ho detto di Ginevra”
Harry
sospirò. “Hai detto che adora lavorare sulle
ossa”
“Adora il
crimine, adora le menti malate fondamentalmente e le piacerebbe
lavorare su esso e sulle ossa perché trova affascinante il
fatto che da un paio di ossa si possa sapere tutto della vita di una
persona” ripeté ancora una volta Samantha, facendo
sentire Harry come un caso clinico senza speranza.
Ma non era proprio
colpa sua se si trovava la foto di Ginevra davanti e continuava a
fissare le adorabili fossette che le si dipingevano sul viso quando
sorrideva... si convinse a non pensarci ulteriormente, specie
perché lui di norma odiava le fossette, odiava averle e non
gli piacevano nemmeno sugli altri.
“Senti
Harry, io ci rinuncio. Se proprio non sei interessato almeno dillo
chiaramente” sbottò Samantha dopo aver ripetuto
ancora una volta al ragazzo“Terra chiama Harold, Harold mi
senti?” ed essere ancora una volta stata ignorata.
Harry alzò
la testa “Scusa, dicevi?”
“Dicevo che
sei un caso senza speranza, ecco cosa dicevo!”
Harry
abbassò lo sguardo imbarazzato mentre Samantha continuava a
pensare a quanto quel ragazzo potesse essere coglione per starsene
imbambolato davanti a una foto di Ginevra. Come cavolo pensava di
affrontarla?!
“Senti, mi
dispiace. Ma non è colpa mia se quella foto continua a
fissarmi. Cioè, mi mette in soggezione il suo sguardo, mi
sento così...” si fermò rendendosi
conto di stare facendo la figura dell'innamorato cronico
“Innamorato io? Proprio no! Diciamo che ho una
cotta” ripeteva ogni volta, anche se sapeva che era ben
lontano dalla verità. Sopratutto perché spesso
non poteva fare a meno di pensare a lei, Ginevra con
i suoi sorrisi e le sue frecciatine riusciva a disorientarlo e a
lasciarlo incantato.
“Okay, ho
capito il messaggio” concluse Samantha vedendo che lui non
continuava, dopotutto chi era lei per giudicare? Spesso si sentiva allo
stesso modo vedendo Niall. E quando sorrideva a Ginevra o a qualsiasi
altra ragazza avrebbe tanto voluto mollargli un pugno.
Prima alle ragazze,
poi a lui. E poi gli avrebbe confessato che era un coglione a non
capire che l'amava.
Sospirò e
scosse la testa per allontanare il pensiero.
“Ne
riparliamo un'altra volta eh?”
Harry alzò
lo sguardo dalla foto.
“Scusa?
Cioè mi hai detto solo che ama le ossa! Che cavolo faccio,
mi taglio un braccio, tolgo la carne e glielo regalo?!”
Samantha
scoppiò a ridere “Meglio il cranio, preferisce
quelle ossa a quelle delle braccia” rispose appena ebbe
finito di ridere.
Harry
sbuffò sempre più convinto di essersi messo nei
guai a scegliere di collaborare con lei.
Come
già precedentemente annunciato lo Spin Off è
pronto.
Ed è già online ovviamente – il link
è questo “Summertime:
la guerra è aperta!”
La storia sarà sempre la stessa come sempre ma
prenderà in analisi le situazioni di Harry e Ginevra in
questa folle guerra dove le due amiche si improvviseranno cupido.
E fidatevi, la cosa mi piace un sacco.
Specie perché il primo capitolo è solo teorico
come avete notato, ma dal secondo si inizieranno a fare la guerra
seriamente, e metteranno in campo le armi pesanti.
Quindi spero vi divertiate come mi sto divertendo io!
Con tanto, tanto affetto,
sempre vostra,
-J
Vi
ricordo come sempre lo spin off. Per vederlo basta che clicchiate
sull'immagine.
So che il collegamento già c'è ma ho fatto il
banner dopo, quindi ve li lascio entrambi.
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Capitolo 11 *** Doppia Personalità ***
“Cosa facciamo domani?” Samantha si rigirò sul letto osservando Harry che sedeva su una sedia poco distante, intento a guardare delle foto. Ed era così assorto che Samantha fu certa che non l'avesse sentita.
Si inginocchiò sul letto per osservare cosa il ragazzo stesse scrutando con tale attenzione – poteva cogliere sul suo volto una piccola vena pulsare per la concentrazione, altre volte invece le labbra si mutavano in un'espressione infastidita – per poi scoprire che si trattava di un album con delle foto di Ginevra.
Samantha sospirò e si schiaffò una mano sulla fronte teatralmente, prima di esclamare “Ginevra sarà qui a momenti!” tornando a sdraiarsi sul letto.
Il volto del ragazzo si tramutò in una maschera di terrore mentre cercava di riporre e nascondere l'album impaurito all'idea che qualcuno capisse cosa stava leggendo.
La rossa non riuscì più a trattenersi scoppiando in una sonora risata, al che il riccio capì di essere stato preso in giro.
“Non sei simpatica, Sem. E smettila di ridere in quel modo” borbottò irritato, il che fece ridere ancora di più la ragazza che si sforzò di riprendere aria nel vano tentativo di dire qualcosa di senso compiuto.
“Andiamo, Harry, eri così divertente! Sei così ingenuo!” disse non appena ebbe finito di ridere per avvicinarsi a lui e dargli un buffetto sulle guance.
“Rifallo e sei morta” rispose acidamente lui alludendo a quel gesto.
“E perchè? Sei così dolce quando si tratta di lei, sul serio, ti mancano solo gli occhi a cuore. E lei è così stupida. Voglio dire, è così palese che ti piace, mi domando come mai ancora non abbia sospettato o detto nulla. Dico sul serio, ma ti sei sforzato di nasconderlo almeno un po'?”
Harry sbuffò.
“Se non dice nulla è perché probabilmente non le importa”
Samantha lo guardò truce “Non dire una cosa del genere o giuro che ti uccido. Per cosa sto sprecando i miei pomeriggi? Vedere tu che ti deprimi non è contemplato, sai?”
Harry sbuffò nuovamente “Non ci posso fare nulla, lei non ne vuole proprio sapere”
“Ritira subito quello che hai detto – Harry la guardò interrogativo – ritira subito quello che hai detto o giuro che ti uccido. E la tua sarà una morte lenta e dolorosa con tanto spargimento di sangue”
Harry scoppiò a ridere
“Giuro che se non la smetti potrei fare qualcosa di molto subdolo”
Il ragazzo smise di ridere un istante “Del tipo?”
“Andare da lei e dirle che la ami alla follia per esempio” rispose lei con semplicità.
“Non lo farai” ma era ben certo che l'avrebbe fatto, così deglutì e si mise in silenzio per ascoltare le proposte di Samantha senza mai dimenticare la minaccia appena ricevuta.
“Quindi domani ce ne andiamo al cinema con gli altri, sì?” chiese lei iniziando a saltellare sul posto battendo le mani entusiasta come ignara della minaccia appena fatta.
Harry annuì sospirando: lui e Samantha ormai erano diventati amici con questa cosa del complotto ma spesso era convinto che lei avesse seri problemi di doppia personalità.
“Avverti tu gli altri?” chiese lei smettendo per un attimo per fissarlo con attenzione e serietà.
Come non detto, pensò Harry riferendosi agli sbalzi d'atteggiamento di Samantha.
“Certo” rispose dopo qualche istante percependo ancora vividamente la minaccia che la ragazza le aveva appena fatto.
“Gli altri comprende anche Ginevra, lo sai vero?” si assicurò lei come se lui non ne fosse già abbastanza conscio.
Harry sospirò e si rigirò il telefono tra le mani. Cosa avrebbe dovuto scriverle?
Dopo qualche istante aveva scritto qualcosa di lontanamente decente.
Ehi, domani andiamo al cinema tutti insieme, ti va?
Patetico, si era ripetuto fino a che il cellulare non aveva iniziato a vibrare. Il ragazzo aveva sussultato per poi leggere sul display il destinatario: Ginevra.
Con mano tremante e cuore in gola, si decise a premere il tasto che gli avrebbe permesso la lettura.
Okay.
Aveva detto okay. Sul sorriso del giovane si dipinse un sorriso.
Samantha dal suo letto si sporse ad osservarlo abbassando per un istante il libro che teneva tra le mani.
“Chi era?” chiese fingendo di non conoscere la risposta.
“Ginevra”
Samantha annuì. “Ah, e che fa, viene?”
Harry era certo che conoscesse già la risposta, tuttavia si limitò ad annuire con un sorriso dipinto sul volto.
“Almeno una cosa intelligente l'hai fatta dimmi, è stato così difficile?” rispose lei ironica.
Harry alzò gli occhi al cielo: ancora questi cazzo di cambi di personalità, giuro la uccido. La parte cattiva intendo, la parte buona non è poi così male.
Il pensiero fu interrotto dal suo cellulare che lo avvertiva che aveva ricevuto un nuovo messaggio.
Ci vediamo lì :) x Niall.
“Ah, anche Niall ha confermato” disse osservando di sottecchi Samantha per bearsi delle sue guance che si erano colorate di rosso.
Punto mio, stavolta le disse mentalmente.
Non potete capire il mio divertimento, dico davvero.
Sì perché questo capitolo è troppo divertente, queste due sono due casi clinici, dico davvero.
Cioè sono folli, folli e basta.
Ginevra e Samantha faranno impazzire Harry, ne sono certa.
E lui è così dolce, così imbranato... okay la smetto.
Ma dai, dovete ammettere che è tenero, e anche Samantha lo è.
Solo che lei è un po' più aggressiva, ecco.
Vabbè, vi lascio tra le mani lo spin off come sempre, ricordate che recensire non è un reato e a me farebbe piacere avere un vostro parere.
E voi non volete costringermi a fare come mi ha suggerito di fare una mia amica, vero?
Perché altrimenti potrei dire: se non ho tre recensioni a questo capitolo la dichiaro incompleta e tanti saluti.
E poi la mia amica vi verrà a cercare e vi ucciderà, sarà una morte lenta e dolorosa, credetemi.
Vabbè, ringrazio comunque chi legge – ti ricordo che le recensioni non mordono – chi l'ha messa nelle seguite, ricordate o altro.
A presto si spera,
-J
Vi ricordo come sempre lo spin off. Per vederlo basta che clicchiate sull'immagine.
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Capitolo 12 *** Ciò che non ti uccide... ti si ritorce contro ***
“Dove cazzo è Harry?” Samantha continuava a camminare freneticamente avanti e indietro in attesa del ragazzo. Sbuffò ancora una volta e si sedette sul muretto che recintava casa sua concedendosi una sigaretta.
“Giuro che se non si muove lo uccido, c'è poco da fare. Cazzo, come crede di conquistare Gin se non arriva puntuale al cinema?! E sicuramente lei si andrà a sedere accanto a Niall e io sarò costretta a sedermi accanto a lei e addio piano. Cazzo, un secolo di pianificazione nei minimi dettagli e lui manda tutto a puttane perché non sa leggere un cazzo di orologio!”
Finalmente la chioma riccioluta fece capolino dalla stradina.
“Scusa per il ritardo” disse il ragazzo con il fiatone per la corsa appena fatta “Stavo..”
“Sinceramente non me ne importa nulla di ciò che stavi facendo – lo interruppe la ragazza – mi interessa di non perdere questo fottutissimo film e non mandare il piano a puttane”
Harry sospirò e mostrò delle chiavi che avevano tutta l'aria di essere quelle di una macchina. La sua espressione era tutt'altro che allegra “Mi si è fuso il motore” commentò con l'espressione più infelice del mondo.
Samantha non poté fare a meno di provare pena per quel ragazzo che spesso, durante le loro riunioni segrete, si era vantato per le relazioni avute ma con Ginevra era sempre così imbranato e, fu costretta ad ammettere, sfortunato.
“Prendiamo quella di mia madre ma giuro che se torna con un graffio ti uccido, e poi le ucciderà me” ribatté lei secca.
Harry annuì sforzandosi di sorridere ma Samantha poteva chiaramente leggere sul suo volto un velo di preoccupazione: quel ragazzo se voleva sapeva essere decisamente cristallino.
Samantha si trovò a leggere il suo sguardo: pensava a Ginevra, su quello non c'erano dubbi. Ma la cosa che più la colpì fu il dubbio che vi lesse dentro: paura di essere inadeguato, paura di sbagliare. E paura di soffrire facendola soffrire.
Samantha abbassò gli occhi rompendo quel contatto visivo: non aveva mai visto una cosa tanto grande, un'amore così straordinario come quello che quel ragazzo riservava alla sua amica.
“Andrà tutto bene” sussurrò poggiando una mano sulla spalla del giovane che sembrò riscuotersi dai propri pensieri.
“Lo spero”
Samantha scosse la testa “Ne sono sicura. Sempre che riusciamo ad arrivare in orario, s'intende”
Harry sorrise e Samantha gli getto le chiavi che lui afferrò al volo.
“Dove andiamo?” chiese tirando fuori il navigatore. Samantha scosse la testa.
“Lascia stare quella roba, la so a memoria la strada” Harry sorrise e mise in moto, canticchiando qualcosa allegramente. Sembrava una canzone d'amore.
Samantha sorrise felice: avrebbe fatto di tutto per far mettere quei due insieme, su questo non vi era alcun dubbio.
Ginevra continuava a camminare avanti e indietro mente Niall la osservava appoggiato al muro esterno del cinema.
“Cazzo, lo sapevo che non dovevo lasciarli venire insieme. Ma cazzo, Samantha di solito è affidabile. E' tutta colpa di Harry, ne sono sicura”
“Ti vuoi calmare? Vedrai che ora arrivano”
“Non ci conterei troppo. Ma si può sapere cosa sta facendo quello? Dio, sicuramente sta dormendo, ci metto la mano sul fuoco”
“Mi spieghi perché sei così ansiosa? Non è che ti piace?!” A quella domanda Ginevra si fermò solo per scoccare un'occhiata truce a Niall e poi rifilargli un pugno sul braccio.
“E' abbastanza chiara la risposta?”
Niall si massaggiò il braccio: quella ragazza non aveva proprio mezze misure “cristallina” disse soltanto.
Un auto inchiodò davanti a loro proprio in quell'istante, salvando Niall dall' ennesimo pugno e una Samantha trafelata scese dalla vettura mentre Harry si soffermava solo per dire “Vado a cercare un posto, voi intanto andate a prendere i biglietti. Ginevra lo prendi tu per me?” e ripartì senza dare il tempo alla ragazza di ribattere nemmenosapevacosa.
Sì, perché se si fosse rifiutata Niall o Sem sarebbero dovuti restare e lei poteva dire addio al piano di lasciarli da soli. D'altra parte però Harry ci avrebbe sicuramente messo una vita a parcheggiare e sarebbero sicuramente entrati a film iniziato. E lei odiava entrare a film iniziato.
Seccata, emise solo un sonoro sbuffo per poi voltarsi verso gli amici “Andiamo, va”
Salve a tutti adorabili personcine che non si cagano la storia!
Scusate, mi sto lasciando trasportare... ma è davvero triste e snervante e demoralizzante avere taaaaaaaante visite e zero recensioni, dico davvero.
Vabbè comunque vi ricordo come sempre lo spin off – cliccate sul banner, e se volete anche il resto, ma non ci conto poi tanto ormai.
Spero vi sia piaciuta. E davvero, vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, per me è davvero importante e motivante.
Con affetto,
La vostra J
Vi ricordo come sempre lo spin off. Per vederlo basta che clicchiate sull'immagine.
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Capitolo 13 *** Cambiamenti ***
“Scusa, ma tutti i posti erano presi” si scusò Harry dopo aver girovagato mezz'ora per i dintorni del cinema.
“Potevi uscire prima di casa”
“Sono uscito prima, ma si è fuso il motore della mia auto. Se hai notato infatti ero con la macchina di Samantha” rispose lui.
“Non hai calcolato tutte le incognite” lo rimproverò lei lasciandogli il biglietto e dirigendosi verso la sala. Lui la guardò interdetto.
“La pianti di essere così acida?” le sibilò dopo un po'. Lei si fermò inchiodandolo alla parete con uno sguardo.
“Scusa?”
“Hai sentito benissimo. Non sei al centro del mondo, okay? Quindi vedi di piantarla, per una buona volta. Sono venuto qui per stare con Samantha non con te, quindi stammi alla larga” sibilò lui senza distogliere lo sguardo, poi iniziò a camminare verso la sala. Stavolta fu Ginevra a dover restare interdetta.
“Ti calmi?” sussurrò Niall all'orecchio di Samantha dopo l'ennesimo sguardo che la ragazza aveva rivolto alla porta “Adesso arrivano. E poi non c'è niente da temere. Non sembra, ma Harry non farebbe mai del male alla tua amica”
“Lo so” rispose lei senza distogliere lo sguardo dall'ingresso
“E allora perchè sei così preoccupata?”
“Perché Ginevra sa essere spietata” rispose lei con calma. Niall le afferrò la mano e Samantha arrossì a quel contatto.
“Sei così dolce, quando ti preoccupi per lei – si lasciò scappare – cioè non che tu non lo sia normalmente. A dire la verità, sei la persona più dolce che conosco” la ragazza arrossì ancora di più ricambiando la stretta.
“Ecco, io... - si trovò a boccheggiare non appena i suoi occhi incontrarono quelli del ragazzo.
Rimasero a fissarsi vari istanti, interrogandosi su chi avesse la forza necessaria per colmare quella distanza che li separava.
Finalmente Niall, appena ritrovata abbastanza lucidità mentale e virilità, si decise a poggiare le proprie labbra sulle sue, depositando un piccolo bacio e poi ritrarsi.
Sul volto di Samantha comparve un sorriso.
“Oh” sussurrò appena, prima di lasciare a sua volta un bacio al ragazzo.
Le dita di lei abbandonarono quelle del giovane, incontrando capelli biondi, mentre il ragazzo le accarezzava il volto continuando il bacio con delicatezza.
In quell'istante la porta si aprì e Samantha si ritrasse, arrossendo violentemente e prese la mano del giovane, provocando un lieve rossore anche sulle di lui guance.
L'editor automatico fa schifo - oh beh, che novità.
Ma è solo il mio modesto parere.
Comunque, dato che per due settimane non ho postato causa problemi con internet e contest folli, questa settimana, in via del tutto eccezionale, posterò ben 3 capitoli, sia per summertime (ne mancano ancora due, di cui l'ultimo verrà postato mercoledì come da programma) che per Not Enought (l''ultimo spero di postarlo martedì, ancora non do date certe) e ovviamente anche "Io odio il mare (ora ne posto uno, l'ultimo spero di postarlo venerdì. A dire la verità questi devo ancora scriverli - ce la posso fare.)
Farò i collegamenti, forse.
Come sempre, grazie a chi legge e bla bla, le recensioni sono ovviamente sempre gradite.
Con affetto,
-J
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Capitolo 14 *** Chiaccherata tra amiche ***
“Bel film, vero?” Niall ruppe il silenzio che si era creato a fine produzione. Samantha non poté fare a meno di arrossire
“Almeno voi l'avete visto tutto” sbuffò Ginevra.
Harry rimase in silenzio continuando a fissare l'asfalto.
“Andiamo a cena insieme?” propose Niall con l'intenzione di sciogliere il ghiaccio che si era creato grazie al silenzio assoluto autoimpostosi da Harry e le frecciatine che Ginevra gli tirava per attirare la sua attenzione. Perché era chiaro che quello era il suo unico scopo.
La rossa stroncò ogni suo tentativo sul nascere “Io e Gin dobbiamo tornare a casa. Oggi è a cena da me”
“Ah sì?” si lasciò sfuggire l'amica che sembrava completamente estranea alla conversazione.
Niall sospirò.
“Okay, allora ci vediamo presto, okay?” sussurrò rivolto più a Samanta che agli altri. La ragazza annuì lasciandogli un piccolo bacio sulle labbra.
Quel solo gesto ebbe il potere di riscuotere Ginevra dallo stato di torpore in cui si trovava: avrebbe voluto fare milioni di domande, se solo l'amica non le avesse fatto cenno di tacere.
“Harry ci porti a casa?”
“In realtà dovrei portare Niall” provò a declinare lui, dimentico della triste sorte della propria auto.
“Ma hai la mia macchina” continuò la rossa rinfrescandogli la memoria.
“Credo di non avere scelta, allora.”
Il viaggio trascorse in silenzio: Harry sembrava completamente assorto nel cercare la via del ritorno – solo le dita che stringevano convulsamente il volante tradivano una cera agitazione.
Ginevra, continuava a fissare fuori dal finestrino, come se non avesse mai visto la strada prima; Samantha, dal canto suo, continuava a spostare lo sguardo dal ragazzo all'amica.
“Va tutto bene?” chiese dopo un po' esasperata.
Ginevra gugnì qualcosa, Harry invece si diede all'ironia rispondendo con aria truce “Divinamente”
Il ragazzo posteggiò poco dopo davanti a casa di Samantha.
“Ci vediamo, eh” sussurrò continuando a fissare il parabrezza. La rossa sospirò lasciando un bacio sulla guancia al ragazzo, mentre l'amica sussurrava un qualcosa che doveva essere un ringraziamento.
Harry nemmeno si voltò a guardarla.
“Mi spieghi cosa è successo tra te e Harry?” esalò Samantha non appena si furono rifugiate nella sua camera.
“Nulla, perché?”
“Andiamo, sembravate non potervi vedere nemmeno di striscio”
La mora liquidò la faccenda alzando le spalle, poi, nel tentativo di cambiare argomento chiese “Ma tu e Niall?”
L'amica arrossì violentemente, tanto da fare quasi concorrenza ai capelli “Nulla, è successo tutto mentre vi stavamo aspettando” spiegò dopo un po'.
“Se credi che mi arrenda così, ti sbagli di grosso”
Samantha sbuffò e inizio a raccontarle i vari dettagli. “Ora sta a te – aggiunse alla fine del discorso – cosa è successo con Harry?”
“Nulla, non ci sopportiamo e abbiamo messo le cose in chiaro. Tutto qui”
“Puoi almeno evitare di mentire?”
“Scusa?”
“Harry non può averti detto che non ti sopporta”
“E invece l'ha fatto. Sem, sul serio. Credo che provi un qualche tipo di interesse nei tuoi confronti”
Samantha scoppiò a ridere. “E non dirmi che ci hai creduto! Come se non fosse abbastanza evidente che lui è cotto di te!” spiegò tra una risata e l'altra.
“Puoi evitare di sparare cavolate? Io e lui non ci sopportiamo, fine della storia” sillabò affondando la testa in un cuscino. La rossa le accarezzò i capelli.
“Vedrai che si sitemerà tutto” le sussurrò.
Ginevra alzò la testa iniziando a fissare l'amica negli occhi “Oh, no. A me va benissimo così” sussurrò.
“Okay” finse di credergli Samantha. |
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Capitolo 15 *** Confessioni ***
“Sono un coglione” piagnucolò Harry preso da un momento di autocommiserazione.
“Come darti torto”
“Grazie, Sem. Sei proprio di grande aiuto. Dovresti dire qualcosa del tipo “No tranquillo, andrà tutto alla grande” o cose simili”
“Okay, riprovo. Tranquillo, Harry. Sei idiota, ma non sei senza speranze. Sta' tranquillo che tutto si aggiusterà e lei cadrà ai tuoi piedi... va meglio così?” lo canzonò lei, guadagnandosi una cuscinata.
“Lei non mi rivolgerà mai più la parola”
“Probabile”
“Insomma, Sem, ma da che parte stai?”
La ragazza si strinse nelle spalle “Beh, lei è la mia migliore amica...” provò a difendersi, un altro cuscino la raggiunse depositandosi sul suo grembo. Lei sospirò “Ora che ti sei sfogato e hai finito i cuscini a disposizione, mi vuoi ascoltare?”
Il ragazzo sospirò e si sdraiò sul letto “Tanto peggio di così non può andare... cioé dare a Ginevra dell'acida... che cosa mi passava per la testa? Dio, sono proprio idiota”
“Okay, ora che hai appurato la tua scarsa sanità mentale, puoi ascoltarmi?”
Harry annuì tornando a sedersi sul letto.
“Certo che non è possibile che io debba fare da cupido – esordì guadagnandosi uno sguardo in tralice da parte dell'amico – okay, bando ai convenevoli... Perché le hai detto che sei venuto solo per me? Non potevi dirle la verità, e cioè che eri là solo ed esclusivamente per lei?!”
“Perché sono idiota, e questo è appurato”
“Okay, allora. Prova a fingere che io sia Ginevra e dimmi cosa provi per lei, cioè me in questo caso”
“Ma.. non ce la farò mai.
“Poche storie”
“Ehm, Ginevra – esordì guadagnandosi un battito di ciglia da parte di Samantha, cosa che gli provocò un moto di risa, prontamente represso – ecco io... sono innamorato di te” confessò infine chiudendo gli occhi.
“Cosa?” quando riaprì gli occhi si trovò una Ginevra sconvolta sulla soglia e una Samantha esterreffatta.
“No, Gin – iniziò la rossa – non è come sembra. Giuro che c'è una spiegazione logica...” provò a spiegare alzandosi di scatto.
“Non è a me che devi una spiegazione – liquidò la faccenda la mora – ero venuta a riportarti la felpa che mi hai prestato ieri sera” concluse uscendo in tutta fretta.
Harry rimase a boccheggiare, cercando di realizzare quanto appena successo.
“Gin, aspetta! Harry, cazzo di' qualcosa!” lo implorò Samantha.
Il ragazzo parve riscuotersi solo in quell'istante.
“No, cioè... “ sussurrò non sapendo bene come proseguire.
“Dio, sei proprio senza speranza” sbottò la rossa tirandogli un pugno prima di correre dietro all'amica.
“No, sono proprio sfigato” concluse tornando nello stato di autocommiserazione di pochi istanti prima.
Salve!
Okay, lo ammetto: questo Harry imbranato mi fa tenerezza.
E Ginevra gli vuole proprio male!
Ma dato che la storia non è su Ginevra e Harry, questo non è affar vostro.
Il tutto serve per un piano molto più grande e che va al di là di ciò che può sembrare.
Credetemi, ho grande cose in progetto per questa serie, oh sì.
E si capisce dallo spin off!
Seguite, e scoprirete.
-J
|
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Capitolo 16 *** L'ira di una migliore amica ***
Samantha
si affrettò dietro una Ginevra trafelata che si affrettava a
lasciare la casa.
Harry la fermò sporgendosi dalle scale.
“Aspetta...”
provò a richiamare l'attenzione della mora, ottenendo come
unico
risultato il far inciampare la rossa su un gradino, lasciandola
capitombolare e raggiungere il pavimento.
“Idiota”
bofonchiò Samantha alzandosi da terra e massaggiandosi la
fronte che
aveva battuto nella caduta “l'hai lasciata
scappare!” si
infervorò tornando a risalire le scale.
“Scusa,
io...” provò a difendersi Harry tornando a fissare
il pavimento.
“Dio,
potevi almeno dire qualcosa di sensato invece di implorarla di
restare!” ribattè lei con foga.
“Mi
dispiace, pensavo che forse avrebbe voluto sentire il mio parere, se
glielo avessi chiesto, credevo mi avrebbe ascoltato...”
tentò
inutilmente di spiegare.
“Oh,
certo. Tu le chiedi di restare e lei se ne sta ferma impalata. Ma
secondo te? Sinceramente, credevo tu la conoscessi un minimo, ma a
quanto pare sei più interessato a riporla nella tua
collezione di
trofei per provare anche solo a capire come funziona il suo
cervello”
Harry
rimase un secondo in silenzio, cercando di capacitarsi se
ciò che
l'amica aveva appena detto fosse uscito realmente dalle sue labbra
oppure se l'era solamente immaginato.
“E
io sono un'idiota ad averti aiutato” concluse lei sbuffando,
prima
di infilarsi in camera e chiudersi la porta alle spalle. Harry si
ritrovò a sbattere un paio di volte gli occhi per
capacitarsi
dell'avvenuto.
“Sem,
io...” provò a parlare alla porta ormai chiusa:
dall'altro lato
non si udì alcuna risposta.
Il
ragazzo sospirò e riprese.
“Non
posso credere che, dopo tutto questo tempo, tu possa ancora avere dei
dubbi riguardo ai miei sentimenti per la tua amica. Cosa vuoi che ti
dica? Mi piace quando ride, mi piace quando è furiosa, mi
piace ogni
piccola sfumatura del suo carattere. E ora parlo come una femminuccia
smielata, e so che mi stai sentendo, come so perfettamente che stai
ridendo e sei fiera del tuo lavoro, perchè sei una stronza.
E se lo
dico io che sono un tuo amico, vuol dire che è
vero.”
Harry
si appoggiò alla porta attendendo una qualche reazione da
parte di
Samantha, che finse chiaramente di non sentirlo. Il ragazzo
sospirò
e bussò.
“Andiamo,
Sem. Devi aiutarmi, me l'hai promesso. E poi sono amico di Niall, sai
che posso sempre farci una bella chiaccherata...” a quelle
parole
la rossa spalancò la porta.
“Non
oserai! Non ora!”
Harry
scoppiò a ridere “Mettimi alla prova.”
“Bastardo
– sbuffò lei – e va bene. Mi hai
convinto. Ma sia chiaro che lo
faccio solo per Gin, e per salvare la mia quasi relazione. Quindi
piantala con le minacce”
Harry
sorrise.
“Siamo
in due, a volerle bene”
Samantha
sbuffò “Vedrò cosa posso fare ma non ti
prometto nulla”
“Sempre
meglio di nulla. E poi è la tua migliore amica, confido in
te”
“E
proprio perchè sono la sua migliore amica ti avverto: se
provi a
ferirla, incorrerai in una lenta e dolorosa agonia”
“Sono
consapevole dei rischi. E lo ero quando mi sono innamorato di lei. E
sai che per me lei non è un trofeo. Lei è Lei, la
perfetta metà di
me stesso”
Samantha
sorrise “Primo: smettila con queste frasi da diabete. E,
secondo:
tu vieni e verrai sempre e comunque dopo di me.”
“Mai
sfidare la grande ira di una migliore amica”
Ed eccomi qua!
Non odiatemi, su.
L'importante è che il capitolo sia arrivato, e ce ne sono
altri tre già pronti nel mio bellissimo - e anche
stronzissimo, devo ammetterlo - pc.
Sì, perchè il bastardo ha deciso di riavviarsi
cancellando una parte di un capitolo, ma vabbè.
L'importante è che ora il capitolo ci sia, e Sem non mi odi.
Chissà, magari deciderà di continuare la storia
che ha scritto per me.
Okay, probabilmente non lo farà mai, ma io ci spero lo
stesso.
Capito amore mio? Ci spero. Potrebbe essere un bel regalo di Natale, un
bellissimo capitolo nuovo.
Chissà, magari ne aggiungi un altro anche per il mio ormai
passato compleanno, non sarebbe male.
Comunque niente, spero vi sia piaciuto, i prossimi due sono molto
fighi, almeno a parer mio, anche se non ne sono troppo soddisfatta.
E, per la gioia di tutti, sto usando NVU.
Amatemi, grazie.
Beh, ringrazio chi recensisce, la mette tra le bla bla bla, e beh,
anche chi legge, anche se preferirei che le adorabili persone alla
lettura battessero un colpetto e mi facessero sapere il loro parere.
Ovviamente, dopo la pausa di un mesetto che mi sono presa, anche la
storia Not Enought - se mi ricordo metto il collegamento -
verrà caricata, e per Natale credo possa essere portata a
termine.
O Natale o capodanno, fate voi.
Passo e chiudo,
con tanto amore,
-J<3
|
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Capitolo 17 *** Punti di vista ***
“Gin,
eddai apri, sono io”
Samantha
era andata da Ginevra per darle le dovute spiegazioni, ma da
più di
mezz'ora la mora stava chiusa in camera, rifiutandosi di incontrare
l'amica così che essa potesse dare le dovute spiegazioni
riguardo la
situazione creatasi il giorno seguente.
“Ginevra!
Ti conviene aprire subito questa porta, prima che decida di buttarla
brutalmente giù o farla esplodere, o una qualsiasi cosa che
faccia
molto film e mi permetta di entrare. E sai che non scherzo: ho
abbastanza talento nel fare irruzione, dopotutto con tutti i film
polizieschi che ho visto credo sia normale.”
“Cazzo,
te ne vuoi andare? Giuro che se non esci da casa mia, potrei fare io
un qualcosa da film, tipo chiamare la polizia e denunciarti per
stalking, oppure dire che hai fatto irruzione in casa mia, non
essendone autorizzata”
“Che
maniere brusche. Ma avanti, nessuno crederebbe mai che una ragazza
adorabile come me potrebbe essere capace di una barbarie
simile”
“Tutti
quelli che ti conoscono potrebbero testimoniare che l'apparenza
inganna, e tu ne sei un esempio vivente.”
“Senti,
invece di stare a minacciarci, perchè non apri e discutiamo
la cosa
in maniera civile?”
“Sei
entrata in casa mia senza invito, questo lo giudico
abbastanza”
“Andiamo
Gin, hai sempre tenuto all'etichetta e bla bla”
“A
quanto pare l'etichetta non da buoni frutti”
“Se
avessi bussato ieri non avresti assistito alla scena”
“Oh
certo, potevo bussare così non ti avrei visto mentre
flirtavi col
mio ragazzo.”
Un
sorriso si dipinse sul volto di Samantha, che continuava a parlare
con la porta chiusa.
“Scusa
se mi permetto, ma Harry non è il tuo ragazzo, fino a prova
contraria.”
“Io
non ho detto che è il mio ragazzo: ho detto che stavi
flirtando con
un altro ragazzo essendo tu fidanzata”
“Sono
abbastanza sicura di aver sentito bene”
“Vai
da Amplifon e comprati un apparecchio acustico, allora.”
“Potresti
almeno ammettere che ti piace”
“Ma
a me non piace”
“Ma
l'hai detto!”
“Ti
ho già spiegato che hai sentito male”
“Andiamo,
Gin. Cosa ti costa dirlo a me che sono la tua migliore amica?”
“Sempre
ammesso e concesso che a me lui piaccia, sta a tipo un migliaio di
chilometri di distanza da me, e sinceramente non ho un fondo
fiduciario che mi permetta un jet privato o voli aerei ogni qual
volta io senta l'irrefrenabile desiderio di vederlo. E comunque non
ho detto che mi piace, senza contare che non sei la mia migliore
amica”
“Oh
certo, come se basti depennarmi da una lista per farmi smettere di
essere la tua migliore amica! E comunque, se Harry non ti piacesse,
non saresti così incazzata, e io non starei parlando con una
porta
chiusa”
“Punti
di vista”
“Andiamo,
qualsiasi cosa succeda, noi siamo migliori amiche, e questo non
cambia perché tu non mi ascolti, o perché
t'innamori del primo
inglesino che passa per strada. E non mi interrompere, so che stavi
per farlo perché sono la tua migliore amica, e ti conosco
meglio di
chiunque altro. Ed è proprio per questo che so che Harry ti
piace e
tutto il resto, e tu non sei una che si deprime su un letto e non
ascolta. Quindi muovi il culo e apri questa fottutissima
porta”
“Cazzo,
non mi piace Harry. Mi rompe solo che tu voglia ingannare un povero
irlandese che non ha fatto niente di male: questo è
meschino, Sem”
“E
io so meglio di te di non essere così subdola, quindi Niall
è al
sicuro. Ora che hai accertato la sicurezza del suo cuore, puoi aprire
la porta?”
“No”
“Vaffanculo
Gin, apri questa cazzo di porta”
“Vaffanculo
Sem, ti ho detto di no”
“Giuro
che se non apri questa porta, vado a chiamare Harry”
“Non
lo farai”
“Sì
che lo farò. Ma non dovresti porti il problema, no?
Dopotutto a te
non piace Harry”
“Esattamente,
per me è solo una persona che vive migliaia di chilometri
lontano da
me, che non sa la mia lingua. E non andrò oltre a simili
barriere
linguistiche e territoriali”
“Bene,
ora che abbiamo appurato questo, puoi aprire?”
“No.
Sei amica del nemico”
“Del
nemico? Che cazzo c' entra?”
“Harry
è il nemico. Hai presente il fenomeno dell'immigrazione?
Ecco: lui
pensa di venire qui, conquistarsi una bella italiana, fare un sacco
di figli, aumentare vertiginosamente il problema della
sovrappopolazione e poi spezzare il cuore di quella sventurata
ragazza. Quindi Harry è il nemico”
“Okay,
ora che abbiamo appurato la tua scarsa sanità mentale e il
tuo avere
a cuore l'identità nazionale e così dicendo, da
notare che sei
sempre stata una che credeva nella globalizzazione, puoi farmi
entrare?”
“Non
ho mai creduto nella globalizzazione”
“Oh
certo, ora sei Miss Coerenza. Andiamo Gin, tu facevi i campi per
aprire le menti e bla bla, quelli con gente da tutte le parti del
mondo. E non provare a negarlo, ricordo ancora i tuoi raccapriccianti
inviti, con slogan del tipo “Vieni, dovrai solo sapere
l'inglese
perfettamente o sarai esiliato nella parte più buia e
deprimente del
campo, in completa solitudine” o cose del genere. Ah, devo
dirtelo:
non sei affatto brava, a reclutare gente”
“Non
ho mai parlato di spazi bui e solitudine”
“Il
concetto era abbastanza chiaro”
“Come
ti pare. E ora il mio invito è revocato, contenta?”
“Vaffanculo,
Gin. E se te lo stai chiedendo, è la seconda volta che te lo
dico.
Vaffanculo e tira fuori meno barriere dalla tua testa: tu l'inglese
lo sai alla perfezione, quindi la barriera linguistica non
esiste”
“Esiste
quella territoriale ed economica”
“Piantala
di fare la saccente e apri la porta. Cazzo, sei proprio imbecille:
Tu. Piaci. Ad. Harry. E non lo ripeterò una seconda volta,
quindi
muovi il culo e vai da lui, o giuro che mi accampo davanti alla tua
camera, e prima o poi dovrai uscire per andare in bagno o
mangiare.”
“Non
resisterai a lungo davanti alla mia porta”
“Punti
di vista”
E
così è iniziata la revisione che
colpirà tutte le mie amabili
long.
Sul
serio, mi irritava non poco l'html e bla bla bla, quindi una bella
revisione era la scelta migliore.
Anche
perchè forse tra una decina di capitoli questa
sarà finita.
E
la stessa sorte colpirà Not Enought.
Poi
passerò a Io odio il mare, almeno spero.
Comunque vi comunico che tra un paio di capitoli abbandoneremo Ginevra
e Harry, per loro potete comunque continuare a leggere lo spin-off.
E sarà tutto molto Niall e Sem, almeno questa è
la mia intenzione.
Grazie a voi, che continuate a seguirmi con tanto amore - sopratutto
HaroldEdSmile.
Ovviamente un grazie speciale va a Koaliller, la mia carissima Sem alla
quale è dedicata la long.
A
presto,
-J<3
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