Una lettera da una fan speciale

di EleRigoletto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 2 cap. Ultimo ***
Capitolo 2: *** 1 cap. ***



Capitolo 1
*** 2 cap. Ultimo ***


Ciao ancora ... Oggi, visto che ho un pò di tempo, ho deciso di mettere anche il secondo capito ( ... ed ultimo.)
Come sempre spero vi piaccia ... vorrei anche sapere che ne pensate, se avete tempo fatemi sapere!

Chiusi la lettera dentro ad una busta colorata, ci scrissi l’indirizzo di casa sua e misi il mio nome sotto.
Uscii da casa mia ed andai alle poste per metterla nella casella postale, quando decisi di non spedirla.
-Non mi risponderà mai, è inutile- pensai tra me e me.
La gettai in un bidoncino vicino a me, corsi via, senza nessun rimorso; mi ero pentita di averla scritta, l’avrebbe buttata prima ancora di aprirla vedendo il mio nome sopra, non sapevo che fare, me ne sbarazzai.
Entrai in camera, mi buttai nel letto e ci restai, ripensando ai momenti della mia vita, quando tutto era più divertente e, sì, magico!

**

Passarono mesi, mesi impossibili, cercavo notizie sul “mio” batterista, niente, le solite voci, le solite storie, quando scoprii che proprio il giorno scorso era tornato a Montreal, ci doveva restare per un po’.

Stavo sistemando i vestiti, il computer era davanti a me, lo spazio gigantesco tra me e i miei pensieri separavano le mie conclusioni; suonò il campanello.
Rimasi immobile, nessuno mi era mai venuto a trovare- non che non mi facesse piacere ricevere ospiti- ma nessuno si preoccupava della mia vita.
Suonò un’altra volta il campanello, mi decisi ad aprire; rimasi sconvolta di chi mi trovai davanti.
“C- che ci fai qui?” con un tono singhiozzante guardai il volto di Chuck che mi sorrideva.
Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un busta con una lettera – la mia lettera, quella che avevo buttato vari mesi fa- e cominciai a sussultare dall’imbarazzo.
“Come hai fatto ad averla?” gli chiesi con tono abbastanza agitato.
Mi sorrise, un sorriso irresistibile “Beh, quando sono tornato qui, ieri, ho guardato a casa mia la posta, mi deve essere arrivata … che c’è di male?” un tono calmo e rilassato, tutto il contrario del mio.
Lo feci accomodare dentro, si sedette sul divano, io mi misi vicino al letto.
“Che hai, non me l’hai mandata tu?” mi guardò serio.
“No … cioè sì, ma non te l’ho spedita io … l’avevo buttata … non ti doveva arrivare … ora ti spiego …
“ incominciai ad agitarmi,il cuore mi batteva forte, un velo di imbarazzo si fece strada in me.
Non riuscivo a trovare le parole per spiegargli tutto il malinteso che avevo fatto nel scrivere quella lettera, però, mi accorsi che il suo volto diceva che aveva capita: era così.
“Non c’è nessun bisogno di spiegarmi nulla, lo so che la volevi buttare perché pensi che ti odia e che non l’avrei mai aperta … ma ti sbagli, non ho mai smesso di pensarti dall’ultima volta  che ci siamo visti … Isa, io ti amo ancora, perciò  risponderò alla tua domanda … provo un forte sentimento nonostante quel pomeriggio, in questa casa, tu mi hai confessato che non potevi più avere una relazione con me perché diventò troppo difficile seguire i tuoi progetti … sai, ora vorrei solo ringraziarti delle parole che mi hai detto” era seduto, tranquillo, sapevo, però, che lui era triste, si notava dal suo sguardo vagante.
Cominciarono a scendermi quelle “maledette”  lacrime saltate, rigando completamente il mio viso, singhiozzando come una stupida.
Non sapevo che cosa rispondergli, avevo sbagliato a mandarlo via; mi fiondai tra le sue braccia, appoggiando il mio volto tra la sua spalla, lui mi strinse la vita.
Restammo così per un bel po’, alla fine decisi di parlare.
“Mi dispiace … ho commesso un grande sbaglio, anche io ti amo ancora.” Finalmente lo avevo ammesso, dopo tante convinzioni di non pentirmi mai, ora avevo ammesso una situazione giusta, quella che il mio cuore mi suggeriva, mi urlava.
Chuck mi tenne più stretta, mi baciò sulla fronte e mi accarezzò le gote; incominciò a sorridermi.
“Che ne pensi se ricominciamo tutto da capo, noi due? Ti lascerò ai tuoi progetti e quando andrò in viaggio con la band ti chiamerò ogni minuto, basta che ritorni con me … come ai vecchi tempi”
Tutti i progetti che avevo iniziato, mi sembrarono tristi senza di lui, senza lui che mi aiutava con i suoi baci e le sue carezze.
-Al diavolo i miei progetti- pensai.
Lo baciai, un bacio lungo e pieno di comprensione e di gioia.
Chuck si spostò “Questo è un sì?” mi chiese sorridendo.
“Esattamente, però c’è un cambio di programma … ti seguirò fino in capo al mondo quando sarai in viaggio, non voglio che le fan di portino lontano da me” scherzai per fargli capire che ormai non mi interessava il mio futuro, senza di lui non poteva chiamarsi “Futuro”.
Mi baciò, sentii un brivido prendere il sopravvento su di me, come la prima volta che ci incontrammo.
Eravamo sdraiati sul letto, uno vicino all’altro, mi accarezzava le braccia, io lo guardavo dolcemente; poco dopo gli sussurrai all’orecchio “Mi sei mancato”
Lui  mi prese la mano facendomi arrossire violentemente “Anche tu piccola.”



Finalmente sono riuscita a trovare un finale abbastanza coerente con la storia ... Spero che vi piaccia.
Non sono molto convinta di quello che ho scritto, comunque se ci sono degli errori: Scusatemi! non l'ho riletto ... Bene, un bacio Ele! ;)


 

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Capitolo 2
*** 1 cap. ***


Ciao sono nuova su questo sito ... volevo scrivere una f.f breve, su Chuck Comeau, il grande batterista dei Simple Plan. Che dire, spero vi piaccia!

LA MIA VITA SEI TU …
Stavo girando in giro per Montreal – in Canada – le strade erano innumerevolmente piene di coppiette che si tenevano per mano e si scambiavano fusioni varie in pubblico; mi venne su un po’ di tristezza – non che ero gelosa, per carità, piuttosto perché meno di un anno fa avevo mollato il mio ragazzo per ampliare i miei progetti e visto che lui era sempre via per le turne con la band non riuscivo, allora andai da lui e decisi di mollarlo, spiegandogli prima tutto quello che doveva fare: allontanarsi da me senza soffrire; io l’ho visto andarsene via, stavo male, piangevo sempre dal giorno in cui se ne andò perché lo avevo cacciato, poi però mi è passata tutta la tristezza racchiusa dentro- corsi a casa subito. Entrai dentro il portone, la casa ormai sempre vuota già da un po’, cominciava a pesarmi come la prima volta, i muri bianchi carichi di segni “vissuti”, i lampadari penzolanti di un rosa chiaro, il mio letto ed il divano in una sola stanza, lasciavano un vuoto spazioso dentro me. Decisi di scrivere una lettera a Chuck, il batterista dei Simple Plan, un ragazzo dolce, affettuoso e sicuro del proprio parare – nonché mio ex ragazzo- non trovavo parole adeguate a questa situazione. Mi sedetti su una sedia vicino al tavolo della piccola cucina, in mano avevo una penna e davanti a me un foglio bianco, senza neanche un segno; iniziarono a venirmi parole dal cuore, parole sincere. “ Ciao Chuck, in questo pomeriggio carico di sole, ho deciso di scriverti. Sembrerò pazza, ma ti assicuro che riuscirai a comprendere tutto ciò dopo che ti ho spiegato i miei leali sentimenti. Sento di provare ancora una sensazione forte per te, non so che cosa sia, ma so che và al di là dell’amicizia. Alcune volte ti rivedo alla televisione, tu e la tua carica che mi riempite di gioia; ho bisogno di capire se tu provi ancora qualcosa per me o è tutto finito. Non mi aspetto mica che verrai ad accogliermi a braccia aperte rispondendo un Sì – quello lo lasciamo ai film- vorrei solo saperlo, non ti disturberò, non ti chiederò cose impossibili, ormai la nostra storia è finita, finita per sempre. Lo sai che non sono mai stata una sentimentalista e che odiavo quando mi chiamavi per nomignoli, tu credevi che era perché mi vergognassi e mettevi il muso, ma ora ti spiego il perché. I nomignoli prima o poi si dimenticano, restano, ma la gente se li dimentica, io volevo che tu mi chiamassi per nome, il mio nome, quello che non ti saresti mai dimenticato – spero anche ora tu te lo ricorda- senza mai essere confuso su chi sia. Ho amato molte cose di te: il modo in cui arricci il naso quando sei stanco, le facce strane quando suoni la batteria e sei concentrato, la tua carica nel mestiere, la simpatia che è impossibile non sopportare, la tua dolcezza nel trovare sempre la frase giusta al momento giusto, ed in fine il tuo amore leale e sincero. Sappi che quando te ne eri andato le cose iniziarono ad essere più difficili, mi sentivo male senza di te, senza il tuo supporto questo , però, mi ha aiutato ad andare avanti per la mia strada. Spero che tu comprenda queste frasi piene di sincerità e di perdono per averti fatto soffrire. Mi piacerebbe avere una risposta. Un grosso abbraccio Lisa.”

Fine primo capitolo! lo sò, è un pò corto, però vi avevo avvertito ... ;) comunque spero sia di vostro gradimento; se avete tempo leggetelo, se vi rimane un minuto a disposizione potete anche recensire la storia, sono curiosa di sapere che ne pensate. Un bacio Ele.

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