La mia vita insieme a te

di Eliessa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima Parte ***
Capitolo 2: *** Parte seconda ***



Capitolo 1
*** Prima Parte ***


Le frasi che leggerete in corsivo sono quelle dette nella telenovelas!!!

PARTE PRIMA

Il giorno del compleanno di Maia era arrivato e si stava organizzando con le sue amiche per festeggiarlo con una notte indimenticabile. Il giorno dopo sarebbe partita per Londra, e questa era la sua ultima festa, la sua ultima notte a casa, così aveva deciso di festeggiare con i suoi migliori amici e con la sua famiglia.
Ma nella famiglia è compreso anche il Barone Franz, che una volta scoperto l’inganno di Flor e Delfina, decise di perdonarli, anche perché aveva il sospetto che tra il suo socio e Flor c’era davvero qualcosa che andava oltre il rapporto professionale. Aveva capito che erano davvero innamorati…
Maia era sempre più decisa di lasciare Buenos Aires, voleva andarsene per dimenticare Matias, i baci che si erano dati di nascosto, ed i sentimenti che provava per lui.
Ci stava troppo male, e l’unica soluzione per lei era quella di cambiare aria, cambiare città e conoscere nuove persone, fare nuove amicizie, nuove esperienze e forse il tempo l’avrebbe aiutata a rimarginare quelle ferite che ora erano aperte ed erano la causa di tutto il dolore che aveva dentro.
La sera, la villa si riempì di giovani ragazzi, e dopo aver festeggiato, Maia espresse i 3 desideri, soffiò le sue 15 candeline e ballò il valzer con tutti i suoi fratelli, Federico, Franco, Nicolas, Martin e Thomas. Infine preferì finire il ballo con Matias, invece di Facha, lasciandolo stupito per qualche secondo, per il gesto che aveva appena fatto.
In seguito, finito il valzer, Federico fece un discorso per quell’occasione. Lui non era bravo con le parole, ma con l’aiuto di Flor riuscì a dire qualche frase di senso compito e che avevano fatto emozionare la sorella. Riuscì anche a dirle quello che non le aveva mai detto… che tutti le volevano bene, e che allo stesso tempo erano tristi per la sua partenza, però sapevano che per lei era decisione giusta.
Ma in fondo Federico sapeva solo che andava a studiare pianoforte! […]
Dopo il discorso, tutti applaudirono, ma Paloma involontariamente rovesciò il suo bicchiere di succo di frutta addosso alla festeggiata, e lei dopo essersi arrabbiata andò nel bagno della sua camera per pulirsi. Impiegò molto tempo, e quando uscì dalla sua camera, incontrò Matias.
-Ti stavo cercando per salutarti, vado via.- le disse Matias.
-Perché te ne vai?-
-Perchè è tardi e domani devo svegliarmi presto. Ho molto da fare, davvero, devo andare.- disse l’uomo cercando di nascondere la verità-
-Ma perché scappi sempre da me?-
-Tu lo sai perché!-
-Provi ancora qualcosa per me?- Matias annuisce.
-Uhm uhm.-
-Chiedimi di rimanere, ti giuro che resto, non me ne vado, rimango sempre con te Matias.- disse Maia quasi tra le lacrime.
-No, no, no, non ti posso chiedere una cosa così, no. Non posso. Anche se ti giuro, mi si spezza il cuore perché te ne vai.-
-Se ti si spezza il cuore, perché stai con quella Julietta?-
-Non fare così, perché Julietta non ha importanza. È una storia che non conta niente.-
-E allora?- Matias le prende una ciocca di capelli tra le mani ed inizia ad arrotolarla.
-L’unica persona che occupa la mia testa, il cuore, sei tu.- Matias e Maia si avvicinarono sempre di più, fino a che le loro labbra non iniziarono a sfiorarsi e si baciarono.
Il loro ultimo bacio, un bacio che sapeva d’amore, di passione, d’addio.
Forse si sarebbero incontrati in futuro, o forse no, non si sarebbero rivisti mai più, chi lo sa… e quello era il loro saluto, il loro dolce addio per un finale così triste ed amaro.
-Matias, non so se riuscirò ad essere felice accanto a qualcuno come lo sono con te. Lo so, sono una ragazzina ancora, ma provo anche io dei sentimenti.-
-Sei ancora giovane, un giorno sarai felice, e spero per te che quel momento arrivi molto presto. Ora pensa solo alla tua felicità, meriti il meglio per il futuro.-
-Il meglio per me sei tu Matias!-
-Scendiamo?-
-Si, finiamo di festeggiare. È la mia notte e voglio realizzare un mio desiderio.-
-Quale?-
-Voglio cantare con il gruppo.-
-Mi sembra una bellissima idea, così come tuo ultimo ricordo, avrò te che canti.- disse il ragazzo con una voce tremolante.
-Andiamo.- I due ragazzi scesero, ma Maia si fermò al centro della scala.
-Un attimo di attenzione, per favore. Questa è la mia notte, la mia ultima notte a casa e come ultimo desiderio vorrei fare con il gruppo un piccolo concerto, una canzone sola mi basta, ma voglio il meglio, voglio andare a Londra ricordando solo i momenti felici, nessuna tristezza.-
-Non puoi chiederci questo Maia.- disse Nicolas. –Federico non lo permette!-
-Non m’importa. È un mio desiderio, è la nostra ultima esibizione tutti insieme, per favore, una sola canzone, non chiedo altro.-
-Io ci sto. Accontentiamo Maia, ne ha tutti il diritto.-
-Grazie Flor.- disse abbracciandola forte a sé.
-Ragazzi, voi non canterete.-
-Delfina stai zitta, delle tue parole non so che farmene.- disse la festeggiata. –Dai ragazzi, pronti? Andiamo sulla scala.-
-Musica.- gridò Flor e la base della canzone, partì. La prima che iniziò fu Y la vida. Iniziarono a cantare, ma la parte più bella fu quando Federico, salì le scale per duettare con Flor ed i ragazzi, provocando rabbia e gelosia nei confronti della fidanzata, ma gioia immensa nei confronti dei suoi fratelli, dove finalmente, dopo anni era riuscito a divertirsi di nuovo, e fu in quel momento che Franz non ebbi più nessun dubbio sull’amore che legava Flor e Federico.
Alla fine della canzone, nel salone si udivano solo applausi ed urli di gioia, ma non dalla parte di Delfina, ovviamente.
Franz, ad un tratto, dopo essersi complimentato con il gruppo per la sua bravura, decise di parlare con Federico. Non era giusto, secondo il suo modo di vedere la vita, che stesse con Delfina, non amandola, non era accettabile una cosa simile e per un momento si era anche dimenticato che quella donna aspettasse un figlio dal suo socio.
-Federico, posso parlare con te un momento?-
-Certo Franz, andiamo nel mio studio. Lì saremo tranquilli.- Nello studio. –È arrabbiato con me?-
-No, per niente.-
-Non capisco Franz, se non è arrabbiato con me per aver cantato con Flor, non so cosa voglia dirmi.-
-Tu e Florencia siete innamorati, non è così? Non era un tuo delirio. Vuoi forse negarlo?-
-No, non lo nego, La verità è che non sono mai stato innamorato di qualcuno come lo sono di Florencia, anzi, non sapevo cosa significasse essere innamorati finchè non l’ho incontrata. Lei è… è la donna che ha cambiato tutto, ma mia vita, la mia anima, il mio cuore.-
-E allora?-
-E allora niente. Allora io… allora… bhè, sono stato un codardo perché non ho avito il coraggio di dirlo subito e… e tutto è andato al diavolo, le cose mi sono sfuggite di mano, fino a quando non è successo quello che è successo con Delfina ed il bambino. Ti giuro che non c’è la faccio più, io ho sbagliato tutto, ho fallito nei miei progetti, ho fallito con la mia famiglia, avevo l’illusione di poter portare il mio cognome con… con onore, ma ho fallito. Tutto quello che volevo che fosse ordinato e produttivo è andato tutto storto. L’unica cosa che ho fatto, è stata sbagliare con tutti e rendere le loro vite peggiori.-
-E non sapevi che spesso l’amore non è ordinato e produttivo?- Disse Franz appoggiandogli la mano sulla spalla. -Lo sai? Mi piacerebbe parlare anche con Florencia.-
-Vado a chiamarla.
-Si, ti aspetto qui.- Nel salone
-Flor, ti vuole urgentemente il Barone.-
-Cosa vuole?-
-Parlare con noi?-
-Perché vuole parlare con vuoi, ditemi. Sono curiosa.-
-Non lo so Delfina.- disse Federico. – Tu rimani qui.- rivolgendosi di nuovo a Flor. –Vieni, andiamo.- Nello studio.-
-Bene, eccomi qua, scelga dove vuole sgozzarmi signor Franz. Preferirei non fosse sul divano o dovrò faticare per togliere le macchie.-
-No, no, no. L’unica cosa che voglio è che tu ripeta davanti a Federico quello che hai detto a me prima e da soli.-
-Che Federico è una brava persona, ma già lo sa.-
-Non parlavo di questo. Parlavo dei tuoi sentimenti Flor!-
-No, aspetti perché questo io gliel’ho detto solo per salvare la situazione e perché volevo che lei capisse di cosa parlavo, ma non c’è bisogno di dirlo ai quattro venti, non è…-
-Tu ami Federico, non è così?-
-Non sia fuori luogo Franz, perché io le ho detto questa cosa solo per… per una, per una… niente, mi… mi vergogno adesso di dirgli che mi piace, che quando lo guardo lo trovo bellissimo e che mi viene voglia di dargli un bacio, e poi un altro bacio, e quando lui mi guarda lo amo con tutti il mio cuore e la mia anima.-
-Ah, bene. Finalmente credo di aver capito come stanno le cose e così vi perdono per avermi mentito, però voi dovete lottare con forza per questo vostro amore, per i vostri sentimenti. Spero che abbiate capito. L’importante è essere pronti a combattere contro tutto e tutti, e di questo ci occuperemo, combattere, è chiaro?-
-Hai davvero detto tutto quello che ho sentito?- Disse Federico ancora incredulo.
-Ma certo, e mi sorprendere che tu non abbia ancora dichiarato apertamente quello che provi per lei.- rispose Franz.
-Io…Io…mi…-
-Dillo Federico, all’inizio è difficile, ma poi vedrai che ti sentirai benissimo. Dai.- lo incoraggiò Flor.
-Io… Mi…-
-Dillo.- continuò Flor.-
-Si, avanti dillo.- Ripose Franz, cercando anche lui d’incoraggiarlo a parlare.-
-Florencia, Flor è la mia pazzia, è la mia libertà, è la mia tenerezza più nascosta, il mio sorriso più felice. La amo con tutta l’anima, come non ha amato nessuno in vita mia e grazie a lei ho avuto il coraggio di fare cose che non avrei mai fatto. Ma purtroppo…- La voce di Federico inizia di nuovo a tremare, a farsi triste, perché sapeva che non poteva amare Flor come avrebbe voluto.
-Purtroppo cosa?- ribatté Franz.-
-Purtroppo noi non possiamo stare insieme perché lui deve stare con Delfina, e anche se lei è una persona così piena di difetti, aspetta un bambino da lui.- Ripose Flor con molta tristezza.
-È vero. Non mi perdonerei di lasciarla sola, e lei neppure. È… È triste, ma è così, io sono l’unica persona su cui Delfina conti. E non potrei vedere soffrire la donna a cui un tempo ho voluto bene, e quindi…- Mentre Federico parlava e cercava di spiegare, entrò Greta.
-Scusare, piccola Maia cercare er Federica.-
-Si, arrivo subito Greta.- disse con voce triste ed amareggiata. –Andiamo di là. Non voglio rovinare la festa a mia sorella.- e così Federico raggiunse la sorella, ed a seguirlo c’erano Flor ed il barone.
-Maia, eccomi, mi cercavi?-
-Si, è il momento dei regali e volevo che tu ci fossi.-
-Bene, allora inizia a scartare.- disse il fratello dandole un bacio sulla fronte, facendo finta di essere felice, mentre invece pensava alla discussione che aveva avuto con Franz e Flor…
Dopo aver aperto i regali, era notte inoltrata e gli invitati iniziarono ad andare via. Tutti tranne Matias, che decise di fermarsi ancora un po’ per parlare con Federico. Quando andò via però, passà a salutare Maia in camera sua.
-Posso entrare?-
-Si, certo. Vieni.-
-Volevo solo dirti che vado via, ma domani ritorno, voglio salutarti un’ultima volta.-
-Matias, domani ti andrebbe di accompagnarmi all’aeroporto insieme a Federico?-
-No, preferisco di no.-
-Per favore!-
-Ci penso, ma non ti prometto nulla. A domani.- appena finì la frase lasciò quella stanza, come fosse un ladro. Rimanere lì a guardarla e vedere le valige aperte e vuote pronte per infilarci tutte le sue cose, gli faceva male. La sua Maia stava per partire e non poteva crederci.
La mattina seguente, il barone Franz tornò in Germania, ma prima di lasciare la villa parlò di nuovo con il suo socio.
-Federico, io sto per partire, ma tu devi cercare di trovare una soluzione a tutto questo.-
-L’unica soluzione è quella di stare con Delfina e pendermi cura di lei e del bambino, anche se sarà difficile stare lontano da Flor… abitiamo nella stessa casa.-
-Federico mio caro, sei ancora in tempo, credimi. Pensaci bene, e magari quando sei sicuro della decisione chiamami, oppure vieni a trovarmi in Germania, io ti aspetto.-
-Va bene Franz, ci penserò. Ora vieni, ti accompagno alla porta.- Nel salone.
-Ah, Florencia.- disse il barone mentre Flor scendeva le scale velocemente.
-Barone, per fortuna è qui, pensavo fosse già andato. Ci tenevo a salutarla.- Arrivano Malala e Delfina.
-Fatti da parte, brutta cardo immonda. Il barone lo salutiamo prima io e la mia Delfina.-
-E invece no, signora Malala, saluterò per prima Florencia. Lei si che ha dei valori e dei principi migliori dei vostri.-
-Ma signor Franz!- esclamò Delfina.
-Non aggiungere altro. Florencia, pensa bene a quello che ci siamo detti ieri sera. Sei una ragazza intelligente e sono sicura che prenderai la decisione migliore.-
-Lo spero tanto, perché mi sento come se dentro avessi una macedonia. È difficile rimettere a posto tutti i pezzi, ma ci proverò nella speranza di riuscirci.-
-Si, brava, hai fatto il tuo discordo, ora fatti da parte.- Malala la spinge con forza. –Barone Franz…-
-Arrivederci signora Malala, Delfina.- Dopo aver salutato le due donne con tono freddo e con poca confidenza, andò via, lasciandole senza parole, in quanto erano state messe da parte per Flor. Subito dopo che la porta principale si chiuse, scese Maia per cercare Flor.-
-Flor, per favore, mi puoi aiutare con la valigia?-
-Si, certo, andiamo. Con permesso.-
-Federico secondo me, il barone non è una persona molto educata, hai visto come mi ha trattato? Ha preferito la cardo a me.-
-Delfina, smettila. Portale dispetto e non chiamarla cardo, sai quanto mi da fastidio che tu la chiami così, e poi ho ancora un gran mal di testa, quindi ti prego di smetterla con questo comportamento.- Federico si dirige nello studio.
-Mamma, io non lo sopporto più.-
-Devi avere pazienza mi cara.-
-Si, ma la mia pazienza ha un limite e sto per esplodere.- Intanto Maia e Flor mentre finivano di sistemare le valige parlavano del più e del meno.-
-Allora sei sicura? Ci lasci tutti? Non ci vuoi ripensare?-
-No. Vedere Matias con quella Julietta mi fa star male, anche se per lui è una storia senza importanza. Se li vedo insieme sto male, quindi preferisco stargli lontana e non vederli. Forse non sarà la soluzione migliore, però ora mi sento di fare questo passo e credo che con il tempo lo dimenticherò.-
-Almeno tu parti con l’idea di poterlo dimenticare.-
-Anche tu dovresti levarti mio fratello dalla testa. Se non state insieme soffrite, ti sembra una buona soluzione?-
-Si, devo stargli lontana. Devo farlo per il bambino che dovrà nascere, per tuo nipote, per il figlio del mio grande amore. Deve avere una famiglia e non sarò di certo io che gliela porterà via. Non voglio che soffra come ho dovuto fare io.-
-Hai un grande coraggio, non so come fai.-
-La forza dell’amore. Preferisco stare qui e sapere che sta bene, piuttosto che non avere più notizie di lui.- Maia annuì.
-Bene, qui ho finito. Mi aiuti a scenderle?-
-Si.- Nel salone
-Siete tutti qui, grazie.-
-Ci mancherai.-
-Ah, Franco, ora non ci sarai più a difendermi. Mi mancherai, tutti voi mi mancherete, streghe a parte escluse.- Disse con un piccolo sorriso quasi forzato sulle labbra. – Sarà dura, questo lo so, sarò sola, però sento che in questo modo sarò più responsabile. Sono sicura che andrò in contro a molti sbagli, ma è proprio da qui che imparerò ad andare avanti nella vita.-
-Maia, Maia.-
-No Federico, te lo chiedo per favore, non dire altro perché altrimenti inizio a piangere e non la finisco più.-
-Hai ragione, scusa.-
-Un saluto veloce a tutti, non mi piacciono gli addii.- Dopo aver abbracciato tutti e con gli occhi lucidi.
-Abbi cura di te Maia, ti voglio bene.- le disse Flor.
-Pensa per te, anche tu hai qualche problema da risolvere. Io starò bene.- rivolgendosi a Matias -Matias, che fai, vieni con noi?-
-Si, vengo.-
-Sei pronta?-
-Si Fede.-
-Bene. Allora andiamo.-
-E noi? Non ci saluti?- Disse Delfina.-
-Ciao.- rispose seccata Maia, ma appena arrivata alla porta di casa di fermò per salutare di nuovo tutti. –Allora ciao, famiglia Fritzenwalden.- Disse per poi aprire la porta, facendo passare il fratello e l’amico ed infine si lasciò chiudere la porta dietro le spalle.
All’aeroporto Federico però non riuscì ad accompagnare la sorella fino all’imbarco.
-Maia, perdonami, ma non c’è la faccio ad accompagnarti fino all’imbarco. È più forte di me. Pensavo che ci sarei riuscito, e invece no.-
-Tranquillo. Ci salutiamo qui, vado da sola.-
-No, ti accompagno io.- disse Matias
-Va bene.-
-Allora ti aspetto in macchina Matias.- Lui annuisce. –Maia, vorrei dirti tante cose, ma non le so dire, mi conosci, perciò buona fortuna, e abbi cura di te.-
-Grazie Federico.-
-Ciao piccola mia.- disse abbracciandola forte, per poi liberasi e dirigersi verso l’uscita, senza mai voltarsi, mentre i due ragazzi camminarono verso l’imbarco. Ma una volta arrivati lì, Matias prese per un braccio Maia e la fermò. Aveva capito che se lei avrebbe preso quell’aereo, l’avrebbe persa per sempre, ed ora si stava rendendo conto che non la voleva perdere, che voleva lottare per lei, e questa volta seriamente. Non voleva scappare, essere un codardo e rinunciare a lei come aveva già fatto, così si fece avanti, con il rischio di essere rifiutato e di perdere l’amore della sua vita.
-Maia, posso farti una domanda? L’ultima, per favore.-
-Si, certo, dimmi.-
-Ieri mi hai assicurato che se ti avessi chiesto di rimanere, tu lo avresti fatto, non saresti partita per rimanere con me, ma non l’ho fatto, giusto?-
-Si…-
-Ecco, se la proposta è ancora valida, te lo chiedo ora, rimani, per favore. Ti giuro che lotterò per noi.-
-Sei sicuro di quello che mi stai chiedendo?-
-Sicurissimo. Siamo qui e sto male, mi fa male sapere che tra poco resterò senza di te e…-
-Ora ti faccio io una domanda: prenderesti quell’aereo con me? Partiresti per stare con me a Londra, lontano da tutti e da tutto?-
-Si, prenderei quel volo con te.-
-Signori, mancate solo voi.- disse un’hostess.
-No, può chiudere l’imbarco, non parto più.-
-Stai dicendo che rimani? Ho capito bene? Non parti più?-
-Si, rimango per te.- I due ragazzi si fissarono negli occhi fino a che Matias non la tirò forte a se e la baciò. –Dai; ora usciamo da qui.-
-Si, raggiungiamo Federico, e poi non vorrei che tu cambiassi idea.- disse Matias sorridendo.
-Prima però tu devi fare ancora una cosa.-
-Che intendi dire?-
-Devi lasciare Julietta.-
-Si, però prima usciamo da qui, e poi parlerò con lei, anzi andremo insieme, così avrai la conferma che l’avrò lasciata.-
-Io mi fido di te, se mi dici che la lasci, non avrei nessun motivo per dubitare, oppure ti sei già pentito di quello che mi hai chiesto?-
-No, non sono pentito, sono sempre più sicuro.-
-Ora andiamo.-
-Si raggiungiamo Federico.- Vicino l’auto. –Cerca di entrare senza fare rumore. Facciamogli una sorpresa.-
-Ok.- In auto.
-Sei già qui. È partito l’aereo?- disse Federico con tanta amarezza e tanta tristezza.
-L’aereo? Si, è partito.-
-E Maia è andata. Come farò senza di lei?-
-Perché?- disse una voce femminile, che proveniva dai sedili posteriori dell’auto, sorridente e felice come sempre.-
-Che… Che ci fai qui? Non sei partita?- chiese Federico girandosi di scatto.
-Sono rimasta per Matias.-
-Si Federico, io e tua sorella vogliamo stare insieme.- disse Matias tutto d’un fiato.
-Sono contento per voi. Sono sicuro che sarete felici insieme, più di quanto lo sia ora io con Delfina.-
-Flor è la tua felicità, come fai a starle lontano?-
-Infatti non ci riesco, è difficile. Che dite, andiamo a festeggiare o torniamo a casa?-
-No, andiamo al capannone, chiamo i ragazzi e ci riuniamo lì, e verrà anche Flor, non puoi opporti.-
-E chi guarderà i piccoli?-
-Ma insomma Federico! Lascia che porti anche i piccoli, e poi devi lasciarle il tempo e lo spazio di cui ha bisogno, al di fuori della casa. Ti sembrerà strano ma anche lei ha una vita.-
-Hai ragione come sempre. E per i piccoli… bhè, in fondo c’è Greta, può guardarli lei.-
-Ecco, bravo, lasciale la sua libertà.-
-Sai perché la tratto così, come… come…-
-Una prigioniera?- disse Matias, girando il volto per guardare negli occhi l’amico.-
-Si.-
-Perché?- disse Maia.
-Perché voglio vederla, voglio starle accanto, vedere quando mi guarda, quando ride, quando parla, anche quando si arrabbia, mi fa stare bene.-
-Questo si chiama egoismo.-
-Lo so Maia, ma che dovrei fare?-
-Lasciarla libera di vivere la sua vita. Se la ami fatti avanti, altrimenti lasciala libera di vivere. Non puoi trattare una persona come se ti appartenesse, farai soffrire tante persone. Pensa a me e Matias. Tu non volevi che stessimo insieme, e lui mi ha lasciata per proteggermi, diciamo. Ha iniziato una relazione con Julietta e quando tu hai capito che non c’era nulla di così impossibile tra noi, Matias non mi ha mai attirato a sé, anzi tutto il contrario, mi ha sempre allontanato, anche se questo ci faceva soffrire e stare male. Ha avuto un grande coraggio, quello che non hai tu ora. Ci vuole forza per lasciare che il tuo amore viva lontano da te.-
-E ora come mai state insieme?-
-Ieri, durante la festa, abbiamo parlato e se mi avesse chiesto di restare, lo avrei fatto, ma non l’ha fatto.-
-Però gliel’ho chiesto poco fa e non solo, ed ero pronto a prendere l’aereo con lei e lasciare tutto, se serviva a farci stare insieme.- disse Matias.
-A quel punto ho capito che non mi voleva perdere veramente e così sono rimasta per lui.-
-E il pianoforte?- disse Federico
-Studierò qui.-
-Allora m’impegnerò di trovarti un professore, il migliore.-
-Ma non stavamo parlando di te e di Flor? Cosa centriamo noi?- Continuò Matias.
-Matias ha ragione Fede. Cosa farai con Flor? La lascerai libera di vivere la sua vita, oppure la terrai prigioniera, facendola soffrire, fino al punto in cui non resisterà più e andrà via dalla villa per l’ennesima volta?-
-Sono un mostro!-
-Almeno ti offendi da solo.-
-Dai Maia, non scherzare, io sto male, non mi sembra il caso.-
-Senti Federico, che dici se questa sera usciamo un po’?-
-No, non mi va molto di uscire Matias.-
-Sicuramente io non potrò uscire con Maia, perché conoscendoti domani deve andare a scuola e quindi deve andare a letto presto, per questo usciamo un po’, fidati.-
-Bhè, se vuole domani può non andarci.- Girandosi verso la sorella. –Ma non prenderci l’abitudine, è solo un’eccezione. In fondo dovevi essere in viaggio per Londra.-
-Ti ringrazio, ma preferisco andare a scuola.-
-Sentito? Dai, usciamo.-
-Va bene.-
-Così magari riesco a convincerti di lasciare Delfina.-
-No, non iniziare Matias. Usciamo e basta.-
-E che dite se invece di pensare al futuro di questa sera, pensiamo al presente e andiamo al capannone?-
-Si Maia, andiamo subito.- Federico aprì il motore della macchina e andarono al capannone.
Nella villa erano tutti tristi, non accettavano la partenza di Maia, ma ancora nessuno sapeva che lei era rimasta a Buenos Aires. Erano tutti a fare merenda in cucina con Flor, quando arriva Delfina con aria felice per essersi liberata di una delle mocciose Fritzenwalden.
-Flor, mi fai un tè?-
-Sto servendo i bambini. Finisco di versare il latte a Roberta e glielo preparo.-
-Bene.- Squilla il telefono.
-Vado io. Martin, tu aiuta Thomas.-
-Si, Flor.- Flor risponde al telefono.
-Casa Fritzenwalden. Ah Federico. Perché? Si, va bene, arrivo subito. Ciao.-
-Che voleva Federico? Dove vi dovere incontrare?-
-Si tranquillizzi, non è per Federico che devo uscire.-
-A no?-
-No, è per Matias. Nicolas, devi venire anche tu.-
-Perché?-
-Non lo so; non mi ha detto altro.-
-E il mio tè? Lo hai dimenticato?-
-Non si preoccupi, due minuti ed è pronto.-
-Maia è partita?- disse triste Thomas.
-Si, è partita poco fa.-
-Senza Maia, la ribelle della casa sarà tutto diverso.- disse Martin.
-Che volete che sia. Ci sarà più pace.-
-Nessuno sta parlando con te, quindi chiudi la bocca Delfina.-
-Martin, non fare così. Dobbiamo portarle rispetto.-
-Per una volta mi dai ragione.-
-Se le porto rispetto non è di certo per lei signorina Delfina, ma per il piccolo che dovrà nascere. E questo è il suo tè, tenga.-
-Grazie.- disse quasi stupita per quando aveva appena detto Flor.
-Greta, ci pensi tu ai piccoli? Appena finisco torno di corsa.-
-Stare tranquilla Flor. Tu andare tranquilla e non preoccupare per me.-
-Grazie Greta. Andiamo Nicolas.- Dopo aver dato un bacio ai bambini. –Ciao.- Flor e Nicolas uscirono dalla porta del retro.
-Ora mi spieghi che sta succedendo?-
-Non lo so. Federico ha detto solo di raggiungerlo con te. Ma perché proprio al capannone non capisco.-
-E che centra Matias?-
-Ci sarà anche lui, ma ho inventato una piccola bugia per Delfina, altrimenti era capace di seguirci.-
-Speriamo nulla si grave.- Dopo cinque minuti arrivarono al capannone. –Ragazzi.- Disse Nicolas rivolgendosi a Bata, Clara, Nata e Facha. –Che ci fate qui?-
-Sono stato io a volervi riunire.-
-Federico, che ci fai qui!- esclamò Flor.
-Ho una sorpresa per tutti voi.-
-Che stai dicendo? Non è che questo è uno dei tuoi scherzi? Ho lasciato Greta con i bambini per venire qui.-
-Stai tranquilla Flor, non è uno scherzo.-
-Allora che succede? Spero che sia qualcosa d’importante.- disse Nicolas.
-Il fatto che io sia voluta rimanere non è importante?- Disse Maia uscendo dal sottoscala.
-Maia, non… non sei partita!- Disse Flor, mentre Nicolas e gli amici erano andati in contro a lei per abbracciarla.
-Attenzione, non fate così o la soffocherete.- disse Matias.
-Perché sei rimasta? Eri così sicura di volerci abbandonare e di partire per Londra.- disse Facha.
-Ho capito che il mio posto è qui con voi. Non posso andare via.-
-Non mentire. Sei rimasta per Matias? Ti sei messa con lui?-
-Si Facha.-
-Ed io che per un momento ho creduto che potesse esserci un “noi”.-
-Lo sai che ti voglio bene, ma ora il mio cuore sente di appartenere a lui.-
-Tranquilla, lo so che ormai tra di noi non c’è niente. Solo amici.-
-Amici.- Disse Maia per poi abbracciarlo.
-Che dite, festeggiamo questa notizia nel modo in cui ci riesce meglio?- disse Flor, mentre Nata e Clara avevano già preso i microfoni.
-Facha, fai partire la musica.- disse Clara. E la musica partì con Chaval Chulito.
-Ora li sentirai cantare, non sai come sono bravi.- disse Matias a bassa rivolgendosi all’amico.
-Si, lo so. L’ho sempre saputo. Li ammiro, ma non l’ho mai dimostrato. Quando li ho scoperti cantare, non avrei voluto reagire in quel modo, ricattando i ragazzi e licenziando Flor… ma il mio orgoglio… una parte di me, mi diceva che in quel momento era la cosa giusta da fare, mentre un’altra parta mi diceva di fare il contrario. Non sono riuscito a controllarmi, volevo chiedergli scusa, a tutti quanti, ma non l’ho fatto, ho commesso un errore dietro l’altro. Poi quando Thomas, Roberta e Domenique hanno dato via tutti i regali del matrimonio ho capito che stavo sbagliando, e non sono riuscito a risolvere gli sbagli commessi.-
-Ah Tedesco… Sentiamoli cantare, altrimenti se dovessi dirti tutto quello che non ti ho detto, finiremo con il litigare.-
-Forse, sarebbe stato meglio se tu mi avessi parlato prima, dicendomi come stavano le cose.-
-Rispondimi sinceramente, tu le avresti mai accettate?-
-Sicuramente no.-
-È per questo che ti ho tenuto molte cose nascoste.-
-Come la relazione tra te e Maia?-
-Si.-
-Dimmi la verità, è per lei che volevi andartene in Germania?-
-Si, stando qui non sarei riuscito a starle lontano, come infatti è successo. Volevo evitare tutto… la lite… eh…-
-Ho capito, tranquillo. Ora state insieme.-
-Si, ma dopo quanto? Dopo molte sofferenze, per non parlare di quando pensavo che la nostra amicizia fosse finita per sempre.-
-Sono un cretino perché non ho il coraggio di affrontare la vita.-
-No, non è questo coraggio che ti manca. Se fosse stato così non avresti mandato avanti la tua famiglia. Sei un cretino perchè il coraggio che ti manca è quello di affrontare Delfina. È questo il coraggio che ti manca, quello di dirle che non ti sposerai più con lei perché non ne sei innamorato e che la tua vita è Flor.-
-Si, hai ragione. Hai proprio ragione, e sai che ti dico?-
-Mi fai paura!-
-No. Devo fare una cosa, ora o mai più. Vado a parlare con Delfina.-
-Vengo con te, non voglio perdermi la faccia che farà, quando la lascerai per Flor.-
-Si, allora chiamiamo anche Flor e Maia, sempre se vogliono aggiungersi e torniamo a casa.-
-Ok.- Intanto i ragazzi avevano finito di cantare. –Flor, Maia, si torna a casa.-
-Come si torna a casa?- esclamò Maia.
-Federico, mi vuoi dire che stai succedendo?-
-Flor, calmati per favore.-
-No, non mi calmo. Prima mi dici di lasciare i bambini e di venire qui. Certo era per Maia, era importante, ma perché dobbiamo già andare via? Non ti capisco, credimi.-
-Ho deciso di lasciare Delfina!-
-Eh, ma che sei matto! Non puoi farlo.-
-E chi me lo impedisce?-
-Io!-
-Tu?- disse Federico un po’ stranito.
-Si, t’impedisco di abbandonarla, di abbandonare tu figlio. Io non voglio essere la persona che…-
-Tu non sarai nessuno se non la mia futura moglie. Non posso stare con Delfina, non la amo, non lo capisci?-
-Si, ma…-
-Ma niente! Tu sei la prima che non può contestare questa decisione, perché sei la prima a dire che l’amore vince su tutto.-
-Ma non su tuo figlio!-
-E invece si. Io non posso stare con Delfina solo per dare una famiglia a mio figlio. Sarebbe lui il primo a soffrire, quando si renderà conto dell’ambiente in cui vive.-
-Federico, io sono sicura che tu saprai dargli tutto l’amore di cui ha bisogno.-
-Comunque sia ho preso la mia decisione, volevo solo comunicartela e niente e nessuno potrà farmi cambiare idea.- disse Federico per finire la discussione, molto deciso.
-Maia, amore, perdonami ma io vado con Federico. Ti dispiace?-
-Vengo anche io, tranquillo. Flor, tu che fai?-
-No, io non vengo. Non voglio fare la parte della ruba uomini. Non è giusto.-
-Ma Flor, pensaci bene, ne abbiamo parlato proprio oggi.-
-Non me la sento di fare questo al figlio di tuo fratello. E poi Delfina è capace di tutto, per fare un dispetto a noi è capace di non fagli vedere il bambino per tutta la vita.-
-Questo non lo può fare.- La fermò Matias. –Non può farlo, è contro la legge.-
-Ma tu dimmi quando mai a lei è importato se una cosa è legale o no, lo fa e basta e riesce a vincere sempre.-
-Non ti fidi di me?-
-No Matias, che stai dicendo.-
-Flor, io sto andando. Se non vieni ora, ci vediamo dopo a casa.- disse Federico.
-Dai Flor, vieni.- Cercò di convincerla Maia.
-D’accordo, vengo.-
-Ragazzi, magari ci vediamo dopo?- disse Nicolas rivolgendosi a Bata, Nata, Clara e Facha.-
-Tranquilli.- disse Clara.
Dopo qualche minuto tutti rientrarono nella villa. Greta era nel salone, quando rientrarono, e la prima a mettere piede nella villa fu Maia.
-Oh, piccola Maia, tu non essere partita!- disse Greta.
-No Gretina, non potevo partire. Sicuramente avrei sentito la mancanza delle tue urla e del tuo fischietto la mattina per alzarmi.-
-Tu non potere prendere in giro vecchia Greta. Tu essere rimasta per er Matias, non è così?-
-Si.- Ad un tratto dalla cucina entrarono Thomas e Roberta.
-Maia!- esclamò Thomas, mentre insieme all’amica le corsero in contro per abbracciarla. –Per fortuna che non sei partita, chissà cosa dirà Delfina ora.- disse Thomas a bassa voce per far sentire solo a Roberta, ma evidentemente la voce non era molto bassa perché riuscì a sentire anche Federico.-
-Che succede con Delfina, Thomas?-
-Hai sentito tutto?-
-Si, ora dimmi che succede con lei.-
-Oltre il fatto che ci maltratta e tu non ci hai mai creduto… bhè, prima mentre facevamo merenda, eravamo tutti tristi per la partenza di Maia, mentre lei era felice perché diceva che con una persona in meno ci sarebbe stata più pace.-
-Stai mentendo di nuovo?-
-No Federico, te lo giuro.-
-Er Federica, scusare se io intromettere, ma avere sentito anche io Fraulein Delfina dire questo.-
-Federico.- disse Flor, poggiandogli una mano sulla spalla. -Io ho provato a dirtelo in mille modi, ma non mi ha mai creduto, hai difeso sempre Delfina, dando a me della pazza irresponsabile.-
-Chiederti scusa serve a qualcosa?-
-Ormai non m’importa più delle scuse se mantieni le tue promesse.-
-Ora quella… vipera mi sente. Delfina!- disse gridando.
-Federico, con noi cosa vuoi fare? Mandarci dall’altra parte del mondo o tagliarci la testa?-
-Tranquilla Roberta, nulla di tutto questo.-
-Amore mio, sei tornato? – disse Delfina scendendo le scale. –Maia, non sei partita…-
-Nello studio. Matias, Flor, con me.- disse Federico arrabbiato.-
-Che succede vita mia?-
-Muoviti!- Entrano nello studio.
-Maia, sicuramente tu sai cosa sta accadendo, quindi parla.-
-No, non so niente, ma sentiamo cosa dicono Roberta.- Nello studio.
-Amore mio, mi dici perché sei così arrabbiato?- disse Delfina.
-Chi ti da il diritto di maltrattare i mie fratelli?- disse Federico arrabbiato.
-Sei stata tu a dirglielo! Parla!- disse Delfina per fare una sceneggiata a modo suo indicando Flor.
-Signorina Delfina…-
-No, tranquilla Flor, ci penso io.- la fermò Federico. –Delfina, senti bene quello che sto per dirti, perché non lo ripeterò una seconda volta: Io non voglio sposarmi con te, non ci sarà nessun matrimonio, non voglio più stare con te. E poi sai che ci faccio con questo?- disse Federico levandosi la fede che aveva al dito gettandola dalla finestra. –Ecco, ora mi sento meglio, con quell’anello mi sentivo incatenato.-
-Federico, non puoi farmi questo. Sono incinta, aspetto tuo figlio. Io ti amo e voglio sposarti.-
-Basta con questa sceneggiata. Non ti amo e non posso rovinarmi la vita legandomi a te.- Federico si avvicinò a Flor e l’abbracciò. –Io amo Flor. È un sentimento che non provo e non proverò mai per te.-
-Vuoi starei con la cardo e dimenticarti di tuo figlio? Bene. Sappi però che non farai mai il padre di tuo figlio.-
-Tranquilla Delfina.- disse Matias. –Sai che è illegale quello che vuoi fare e che nessun giudice sarà mai dalla tua parte?-
-Questo lo vedremo.- disse Delfina con aria di sfida.
-Ora Delfina, ti chiedo di andare via insieme a tua madre.-
-Che… che stai dicendo?-
-Tranquilla, non ti lascio in mezzo la strada. Puoi usare il mio appartamento di Quintana per tutto il tempo che vorrai.-
-Bene.-
-E poi qualsiasi cosa serva, solo ed esclusivamente al bambino, io ci sarò, sempre.- Nel salone-
-Federico ha mandato via di casa le streghe, non ci posso credere.- disse Thomas.
-Si, era ora finalmente.- disse Roberta abbracciandolo. Nello stesso qualcuno bussò alla porta.-
-Vado io.- disse Maia. –Ah sei tu Bonilla.- disse seccata.
-Si, sono io, cercavo Malala. È in casa?-
-Si eccomi amore mio.- rispose Malala scendendo le scale.
-Ragazzi, andiamo in camera di Franco, qui c’è aria pesante.- disse rivolgendosi con lo sguardo a Bonilla e Malala, mentre il fratello e Roberta la seguivano per la casa.
-Allora, che hai portato?-
-Un’ecografia per Federico, così per un po’ lo terremo buono.- La porta dello studio si aprì.
-Bene, bravo, amore mio. Tanto quanto dura ancora questa falsa? Un mese? Due? E poi Delfinuccia perderà il bambino…-
-Che non c’è mai stato.- dissero insieme ridendo.
-Che avete detto?- disse Federico, dopo aver sentito la conversazione.
-Federico mio caro, hai sentito qualcosa?-
-Ti faccio vedere io quello che ho sentito!- Federico salì per le scale, seguito da tutti i presenti, dirigendosi velocemente in camera di Delfina. Arrivato lì, prese una valigia e iniziò a metterci dentro quasi tutti i suoi vestiti. –Malala, tu sei pregata di fare lo stesso, ed abbandonare la villa con tua figlia immediatamente. Quanto a te Bonilla, la nostra amicizia finisce qui. Flor, posso chiederti un favore?-
-Dimmi.-
-Chiama Greta e fai riunire tutti in salone.-
-Che devi dirci Federico?- disse Delfina.
-A voi ho detto tutto, lasciate immediatamente la villa. Flor, per favore…-
-Vado subito, tranquillo.-
-Come puoi farmi questo Federico?-
-Tu come hai potuto mentirmi su una cosa così importante come un figlio. Credimi, non ti riconosco, o meglio non so più chi sei e mi chiedo se io ti abbia mai conosciuto veramente.-
-Federico, guardami, sono Delfina, la tua Delfina. Guardami vita mia.- Disse Declina prendendo tra le sue mani il volto di Federico, ma lui si allontanò. –Sono sempre la stessa.-
-La Delfina che conosco io non mentirebbe mai su una cosa del genere.-
-Ma posso spiegarti.-
-Ma cosa vuoi spiegare? Cosa?- disse Federico arrabbiato. –Se stavo con te era solo per dare una famiglia al bambino, lo sai benissimo che la nostra relazione è finita da tempo. Ora non ci lega più niente. Addio Delfina.- Federico e Matias abbandonarono quella stanza, per dirigersi nel salone, Lasciando Malala e sua figlia disperate per aver perso per sempre.
-Federico, mi dispiace per…- disse Matias.
-Per il bambino?-
-Si.-
-Anche a me, non sai quanto. Avevo in mente mille progetti, ed ora non so. L’idea di diventare padre mi eccitava, ero felice, ed ora… non so neanche come mi sento, quello che provo…-
-Vedila in un altro modo. Pensa che ora puoi vivere la tua storia con Flor alla luce del sole.-
-Si, in fondo non hai torno. Ora devo pensare solo a lei ed al nostro matrimonio.- Intanto arrivano nel salone, dov’erano tutti riuniti, compreso il personale di casa. –Ci siamo tutti?-
-Si, er Federica.- disse Greta.
-Bene. Allora volevo che ci foste tutti per dirvi che per vostra felicità, Malala e Delfina andranno via di casa.-
-Cosa?- disse Martin.-
-Ma andranno via in un tempo futuro, oppure sono già fuori casa?-
-Il tempo che raccolgano le loro cose e lasciano la casa, Nicolas.-
-Finalmente Fede, c’è l’hai fatta.- disse Thomas saltandogli addosso ed abbracciandolo.
-Ma non è tutto.- aggiunse Federico, continuando a tenere il fratello nelle sue braccia.
-Troppo bello per essere vero.- disse Franco. –Scommetto che dopo te ne sei pentito e…-
-No, Franco, fammi finire di parlare. Non mi sono pentito, ne sono sempre più convinto. Volevo chiedere a Flor… Bhè, se è possibile e se vuoi, tra una settimana ci sposiamo. Sei d’accordo?-
-Come potrei non esserlo. Aspetto questo momento da una vita.- disse Flor felice.
-Federico, perché hai cambiato idea? Insomma eri convinto si sposare Delfina, sarai padre.-
-No, c’è un’altra cosa che dovete sapere.- disse Federico facendo scendere il fratello dalle sue braccia. –Delfina non aspetta nessun bambino, mi ha ingannato, ha ingannato tutti voi, con la complicità di sua madre e di Bonilla e quindi io non sarò padre e voi non sarete zii.-
-Mi dispiace.- disse Franco.
-No, non pensiamoci. Sono un po’ triste, avevo molti progetti per lui, però… ora basta, non parliamone.- disse con una voce un po’ tremolante. Ad un tratto arrivano Malala, sua figlia e Bonilla.
-Ancora qui?- disse Maia contenta. Con tre persone in meno in questa villa ci sarà veramente pace.-
-Scusami Maia.-
-Si, si, ma ora lasciate questa casa.-
-Ah, Delfina un’ultima cosa, dell’appartamento di Quintana non se ne fa più nulla. Non lo avrai. In fondo hai già una casa.- disse Federico
-Come? Ma non puoi farmi questo.-
-Bhè, che c’è? Tuo padre non ti ha lasciato nulla?-
-Non parlare in questo modo del mio defunto marito. Porta rispetto.-
-Non sai quanto rispetto Santillan. È di voi che non m’importa nulla e vi sbatto fuori casa.-
-Bene, vado via. Ha vinto la cardo, ma non mi arrendo.- disse Delfina.
-Secondo me, hai già perso Delfina. Hai visto a cosa porta la malvagità?- disse Flor.
-Tu zitta! Cardo immonda.- rispose Malala.
-Non mancarle di rispetto Malala o giuro non rispondo di me.- la difese subito Federico.
-Tranquillo Federico. Si vede dove sono andati a finire con la loro cattiveria.-
-Io non capisco come proprio tu che dicevi di essermi tanto amico, mi hai mentito su questo.- disse Federico. -Ma ora che ci penso, posso sempre fare causa contro di lui.- continuò rivolgendosi a Matias.
-Certo, ed io come legale ti sosterrò.-
-No, Federico, ti prego, non mi denunciare, non farmi questo.- rispose Bonilla.
-Caso mai se tu che non puoi fare una cosa del genere. Ricordi che hai fatto il Giuramento di Ippocrate? Ricordi? E la tua etica professionale non ti permette di fare quello che hai fatto!- disse Martin.
-Piccolo Einsten, nessuno ti ha interpellato, quindi non fiatare.-
-Sentimi un po’ Claudio, con tutto il rispetto per Einsten, il mio nome è Martin, e parlo perché ho ragione, lo sai anche tu.-
-È vero, ma ho mandato avanti questa messa in scena, per un solo motivo, Delfina mi ha offerto molti soldi in cambio.-
-C’era da immaginarselo. Sei sempre stato attaccato ai soldi. Ora andate via, tra poco esco per la denuncia.-
-No, non ci sarà nessuna denuncia.- disse Flor.
-Che stai dicendo amore mio!- rispose Federico.
-Che… loro stanno andando via, non li vedremo più, lasciali stare, non c’è bisogno di una denuncia.-
-Ora che fai, ci difendi?- disse Delfina.
-No, non vi difendo. Ho troppo dolore dentro che mi impedisce di difendervi. Ma comunque non voglio rovinarvi, penso che neanche il mio peggior nemico se lo meriti.-
-Ed il perdono, lo merita?- continuò Delfina.
-Sono se dimostra di essere pentito e cambiato veramente, merita il perdono Delfina.- Rivolgendosi a Federico. –Non fare la denuncia.- Disse mettendogli una mano sulla spalla. –Li hai mandati via, va bene così, credimi, veramente.-
-Sia chiaro, se non vi rovino è solo per lei.- disse Federico.
-Grazie.- rispose Delfina amareggiata.
-Ora però, andate via.-
-Si, certo.- disse Malala, scendendo le scale con il fidanzato, sua figlia, le loro valige e tanti occhi puntati su di loro.
-Noi andiamo.- disse Delfina, mentre era vicina alla porta principale.
-Quella è la porta.- disse Federico e loro uscirono.
-La casa senza streghe. Da quanto tempo aspettavo questo momento. Grande Fede.- disse Maia andando ad abbracciare forte il fratello.
-Visto che le cose sono un po’ cambiate.- disse Federico rivolgendosi all’amico. –Ti spiace se questa sera esco con Flor?-
-No, per niente, a patto che tu mi fai uscire con Maia.-
-Va bene, ma non fate tardi.-
-Ehi!- esclamò Maia. –Ricordi che prima mi hai dato il permesso di non andare a scuola?-
-E tu ricordi che hai rifiutato la mia offerta?- disse il fratello ridendo.
-Che fai, mi prendi in giro?-
-No, tranquilla. Per domani puoi non andare, ma non farci l’abitudine, e mi rivolgo anche a voi.- disse indicando i fratelli. –Sono cambiato, ma per lo studio sono sempre la stessa persona severa che vuole il meglio per voi.-
-Grazie fratellone.- rispose la sorella
-Fede, io ti dovrei parlare.-
-Ok, andiamo nello studio Franco. Bhè, ora tornate a quello che stavate facendo.-
-Ci vediamo dopo amore.- sussurrò Flor a Federico nell’’orecchio e lui rispose facendole l’occhialino. Intanto Franco e Federico andarono nello studio.
-Allora, dimmi. Sono tutto per te.- disse mentre insieme si sedettero sul divano.
-Ho deciso di riprendere a giocare a tennis, e per questo dovrò seguire le lezioni da privatista.-
-Sono contento che tu abbia ripreso questa passione, quindi hai tutto il mio appoggio.-
-Bene, allora ti inizio a dire che tra un mese c’è un torneo in Brasile. Tra poco devo andare al club a parlare con Juliano per metterci d’accordo e con la scusa prendo i moduli per la trasferta e li firmi.-
-D’accordo.-
-Ora scappo. Ciao Fede.- Franco uscì dallo studio e si scontrò con Matias che stava per entrare. –Scusami.- disse mentre si stava dirigendo per andare fuori.
-Tranquillo.- rispose Matias, anche sapendo che non gli sarebbe servito a nulla in quanto non l’avrebbe mai potuto sentire. –Federico, vorrei parlarti.-
-Sei troppo serio? Per caso riguarda Maia?-
-Si.-
-È successo qualcosa che dovrei sapere?-
-Vedi, io amo Maia, solo che è troppo presto per farla diventare mia moglie, quindi con il tuo consenso vorrei farla diventare la mia fidanzata ufficiale, con questo.- finì di dire tirando fuori dalla tasca dei pantaloni un astuccio con un anello molto elegante, ma non vistoso.
-E questo da dove è uscito fuori?-
-È da tempo che spero di poterglielo donare, ed ora che le cose si sono sistemate tra noi, posso farlo.-
-Certo che mi sorprendi, da quando ti sei lasciato con Cathrine e poi con Nata, pensavo che non volessi più saperne di amore.-
-No, non è così. Con Cathrine mi sono lasciato perché le cose non funzionavano, non era più una relazione la nostra; poi è arrivata Nata e ad essere sincero non sono mai stato innamorato di lei, ci stavo solo bene e in sua compagnia riuscivo, anche se per poco tempo, a dimenticare la persona che mi aveva conquistato il cuore.-
-Mia sorella?-
-Si. Poi la storia è andata come sappiamo. Tutto ha preso la piega sbagliata e per un momento ho pensato che la soluzione migliore fosse quella di farla finita.-
-Ma che diamine stai dicendo, Matias!-
-Quello che ho pensato di fare.-
-Sono un cretino. Ero io quello a non stare bene. Il problema era il mio, era Delfina ed ho iniziato a fare l’autoritario.-
-Era solo un modo di difesa per te.-
-Si, forse si.-
-Poi è arrivato il Barone Franz, e Flor mi ha cercato, chiedendomi in ginocchio di darti una mano. Mi ha spiegato tutta la situazione, mi ha detto che tu e Delfina avevate litigato ed hai avuto il coraggio di passare una notte con Flor. Eravate in cucina a parlare, quando arriva il barone e pensa che Flor sia Delfina e viceversa. Poi da lì e nato l’equivoco e in ogni modo se non fosse stato per Flor io non sarei qui.-
-Sono uno stupido.-
-No, sei una persona eccellente e ti ammiro per tutto quello che fai, per come mandi avanti la tua famiglia, il lavoro…-
-Grazie amico mio!- Federico e Matias si abbracciarono e dopo la loro chiacchierata tornarono al lavoro. La sera le due coppie uscirono separatamente. Federico potrò a cena Flor in un ristorante molto elegante, di lusso e per la prima volta Flor riuscì a non combinare alcun danno, anzi si comportò da vera signora. Matias invece portò la fidanzata in un altro ristorante. Dopo cena passeggiarono insieme sotto il cielo stellato di quella sera, ed arrivati ad un muretto si fermarono. Matias fece sedere Maia e tirò fuori l’astuccio con l’anello.
-Maia, amore mio, se tu vuoi con questo anello siamo fidanzati ufficialmente.-
-Certo che lo voglio!- Maia gli diede la mano sinistra e lui le infilò l’anello. –Però anche io ho una cosa per te.- disse Maia prendendo anche lei una scatolina.
-Anche io ho preso un anello per te. Una fedina per non dimenticarti di me.-
-Ti amo.- disse per poi darle un bacio.- Guarda, senza saperlo le abbiamo prese uguali.-
-Bhè, in fondo ti conosco e devo dire che i nostri gusti sono uguali.-
-Si.-
-A me ha dato una dritta Federico, se proprio devo dire la verità. Tu?-
-No, io l’ho scelto da solo, o meglio l’hai scelto tu.- Maia lo guarda un po’ stranito. -Ti ricordi quando tempo fa ti accompagnavo a scuola?-
-Si.-
-Ecco, passando davanti la gioielleria, ti eri fermata perché avevi visto quest’anello ed hai iniziato a fantasticarci su. La sera, poi, sono ritornato lì e lo comprato subito. È da quel giorno che desideravo dartelo.-
-Allora quel giorno mi hai mentito! Non ti ha infastidito il mio bacio!-
-No, anzi, tutto il contrario. Ma se ti ricordi bene non volevo che i nostri sentimenti…-
-Si, tranquillo, non pensiamo a quello che è stato. Ora siamo qui da soli, questo è quello che importa. Ora siamo insieme.-
-Hai perfettamente ragione. Però adesso ti riaccompagno.-
-Non possiamo restare un altro po’?-
-Meglio non approfittare della fiducia di Federico. Lo conosciamo bene. Diciamo che ci ha dato il permesso di stare insieme, si è arresto, ti fa uscire di sera con me perché si fida ciecamente, però…-
-Hai ragione. Rientriamo.- Dopo un dieci minuti erano arrivati davanti la villa.
-Ed eccoci qua, siamo arrivati.- disse Matias sulla porta di casa.
-Che peccato. Ora ci manca solo che scatti la mezzanotte e la magia finisce.-
-No, questa magia durerà per sempre. Tu sarai sempre la mia principessa e la mezzanotte non scoccherà mai.-
-Amore mio.- disse dandogli un bacio.- Io entro, ci vediamo domani a colazione?-
-Perché avevi dei dubbi?- disse Matias ridendo.
-Dai, vai.-
-Inizia a salire, chiudo io la porta. A domani.-
 -Notte.- rispose Maia, salendo le scale per dirigersi verso camera sua.
Matias aspettò che la fidanzata salisse tutte le scale e quando non la vide più chiuse la porta e s’incamminò verso casa.
La ragazza arrivata in camera sua si cambiò per la notte e quando uscì dal bagno della sua stanza, vide il fratello maggiore che aveva appena accompagnato Flor in camera sua.
-Buona notte Fede.-
-Eh, sei ritornata presto.-
-Si. Come dice Matias non vogliamo approfittare della fiducia che ci stai dando.-
-No, voi non approfittate di niente. Matias lo conosco molto bene e poi io di te mi fido, sei mia sorella, ti conosco e so che con lui sei sulla buona strada e non ti metteresti mai nei guai.-
-Senti, ti va di entrare a fare due chiacchiere?-
-Ma non sei stanca?-
-Per parlare con te no, vieni?- Federico annuì e i due fratelli si accomodarono sul letto.
-Sai Fede cosa mi è mancato in tutto questo tempo, da quando sono morti mamma e papà, da quando sei tornato da Amburgo per poi stare con Delfina?-
-No, cosa?-
-Tu.-
-Che vuoi dire?- disse Federico stupito.
-Vedi, tu sei sempre stato un modello per tutti noi, ti ammiriamo, sei una persona così responsabile, così… non so… Il fatto è che ad un tratto hai fatto un cambiamento radicale. Tu eri a casa, ma non parlavi più con noi, pensavi solo al lavoro, alla nostra educazione. Sei diventato quello che non sei mai stato.-
-Io ho sentito che dovevo sostituire i nostri genitori, quando sono morti, ed in quel momento dovevo occuparvi di voi, e la prima cosa che volevo è che aveste una buona educazione e che andaste ad una buona scuola. Io voglio il meglio per voi, lo sai.-
-Si, ma il meglio per noi è anche quello di parlare, quello di stare con noi, chiederci semplicemente se stiamo bene, dirci solo un ciao, farci solo una carezza, o venirci a salutare la sera. Ti ricordi? Una volta passavi tutte le sere. In questi due anni c’è mancato il nostro fratello maggiore.-
-Scusami.-
-No, non devi scusarti. Ora siamo qui e parliamo tranquillamente, mentre se, scusa se ora la nomino… mentre se ora c’era ancora Delfina, questo non sarebbe mai potuto accadere.-
-Hai ragione, credimi non posso darti torto.-
-Lo so.- disse Maia sorridendo. -Quella donna è così meschina, così cattiva.-
-Non esageriamo. Ha inventato la gravidanza, ma non è poi così perfida. Non ci sarei stato due anni se fosse stata così.-
-Ah, non è perfida? Ha inventato la gravidanza per allontanarti da Flor e non è perfida? Ci ha sempre maltrattato e tu? La difendevi sempre. Ti chiedevamo di stare con noi? Tu dovevi occuparti sempre di qualcos’altro piuttosto che di noi. Preferivi passare una serata con lei, ma noi eravamo all’ultimo posto nella tua lista delle priorità.-
-Ti ho già chiesto scusa.-
-Non sono le tue scuse che voglio, credimi, non saprei proprio che farmene.-
-E allora cosa vuoi?-
-Quello che ho sempre avuto e che ho ritrovato da poco: mio fratello.-
-Maia, Maia… Come sei cambiata. Prima eri una bambina, ora sei più responsabile.-
-Non si può restare bambini per sempre. Bisogna saper crescere ed assumersi le proprie responsabilità.-
-Prendersi le proprie responsabilità? Ti riferisci alla tua relazione che hai con Matias?-
-Si, non m’importava di come sarebbe andata a finire, perché in qualsiasi caso avremmo lottato duramente per stare insieme.-
-Come sei cresciuta. Sarà una banalità quella che dico, ma sembra solo ieri che eri una bambina capricciosa e viziata dai tuoi fratelli. Sai, un po’ t’invidio. Io per crescere, per assumermi le mie responsabilità, ci ho messo 24 anni, tu invece ci hai impiegato 10 anni in meno di me.- Federico abbassò lo sguardo ed i suoi occhi caddero sulla mano di Maia. –E questo?- riferendosi all’anello.-
-Me l’ha regalato Matias. Bello vero?- disse le ragazza con gli occhi che le sprizzavano gioia.
-Si, è proprio bello. Anche se è uguale a quello che ti ho aiutato a scegliere per lui, o no?.-
-In effetti si, però a me non dispiace. Possiamo fare finta di essere sposati.-
-Ehi piccolina, non ti allargare. Non pensare che ora che ti sei fidanzata puoi fare quello che vuoi.-
-Sto scherzando!- disse dandogli una pacca sulla spalla. –Però in futuro non si può mai sapere.-
-Ecco, così va già meglio.- Arriva un messaggio sul telefonino di Maia. –Chi è a quest’ora?-
-Secondo te?-
-Matias?-
-Si.- Maia legge l’sms. –Sono appena arrivato, ci vediamo a colazione, un bacio.-
-Però, ti avvisa anche quando arriva a casa. Non dovrebbe essere il contrario?-
-Ma se lui mi riaccompagna a casa, ovvio che la situazione si capovolge.-
-Io vado a dormire Maia.-
-No, aspetta un attimo. Ho una domanda da farti e vorrei che tu mi rispondessi sinceramente, se poi non te la senti di rispondere puoi anche farlo.-
-Ti è successo qualcosa?-
-Io so che Matias è più di un semplice amico, è un fratello, è come se fosse un Fritzenwalden, però devi farmi una promessa.-
-Quale?-
-Il rapporto tra me e Matias riguarda solo noi, e questo non perché ti voglia escludere dalla mia vita, ma solo perché alcune cose vorrei gestirle da sola. Ti prego.-
-Stai tranquilla Maia, e ti dirò la verità, per quanto mi sarà difficile mantenere questa promessa ci proverò.-
-Fratellone mio!-
-Dai, ora dormi, ci vediamo domani.-
-D’accordo, buonanotte Fede.-
-Buonanotte anche a te, e grazie per aver parlato con me.-
-Ora siamo tornati quello che siamo, due fratelli.- disse la ragazza facendo l’occhialino.
-Notte.- disse Federico uscendo da quella stanza, lasciando la sorella mentre cercava di infilarsi nel letto.
Il mattino seguente, come era solito, si ritrovarono tutti quanto in cucina a fare colazione.
La prima colazione senza Malala e Delfina. Faceva un po’ strano. Di solito la mattina o si udivano urla o silenzio, non c’era una via di mezzo. C’era solo il terrore di parlare, anche se Flor non ci pensava su due volte se doveva dire qualcosa anche contro le due donne che da quella mattina non sedevano più a tavola con loro.
Tutti i fratelli Fritzenwalden si riunirono ed iniziarono a parlare, ritrovando quell’armonia che c’era quando i genitori dei ragazzi erano ancora vivi.
Quella gioia di essere una famiglia e che avevano perso.
-Guten Morgen.- disse Greta quando vide entrare Federico.
-Guten Morgen.- rispose lui.
-Ciao Fede.- si mise a gridare Maia.
-Ehi Maia, che cos’è questa felicità?- chiese Martin. –Da quando sei così affettuosa con lui?-
-Da sempre. Voi non sapete quanto è bello riavere Federico tutto per noi.- Arriva Flor ed il fidanzato le andò incontro.
-Buongiorno amore mio.- disse Federico dandole un bacio.
-Buongiorno signor Freezer.-
-Federico, ma non eri tu quello che diceva che certi comportamenti quando si è in casa non si devono assumere?- chiese Franco.
-No.- rispose Flor. –È finita l’era della rigidità prussiana.-
-Studio a parte.- aggiunse Federico, e nello stesso momento si sentì toccare la spalla. Era Matias che entrò della porta della cucina.
-Ti sembra ora di arrivare?- disse Maia facendo finta di essere arrabbiata? –Se tardavi ancora un po’ non trovavi nulla.-
-Il buongiorno, o semplicemente un ciao non si usa più?- le chiese Matias.
-Ciao amore.- disse la ragazza dandogli un bacio.
-Presto, ragazzi, finire la colazione. Essere tardi per scuola. Oggi andare tutti con Pedro.-
-Si Gretina.- rispose Nicolas. –Abbiamo finito.-
-Bene, allora andare. E tu Maia, come mai non avere ancora la divisa?-
-Oggi non vado a scuola.-
-Come non andare?-
-Tranquilla Greta.- rispose Federico. –Le ho dato il permesso.-
-Va bene. Allora andare ragazzi, presto.-
-Ciao fratellone.- disse Martin, mentre con Thomas, Nicolas e Franco andarono via.
-Flor, mi raccomando, per questa notte è andata, ma non voglio più vederti dormire in quella stanza.- disse Federico.
-Ah, e dove dovrei dormire?-
-Bhè, non per niente in camera mia c’è un letto matrimoniale. Amore mio, non voglio più perdere tempo, ne abbiamo perso già troppo. Perché aspettare quando possiamo stare insieme?-
-Non lo so. È tutto così strano, forse perché ho sempre quella paura che tutto questo possa svanire da un momento all’altro. Già una volta è successo, e questa paura me la porto dietro, sempre.-
-Flor, se ti chiedessi di sposarmi, avresti ancora paura di perdermi?-
-Eh?- disse Flor stupita.
-Noi andiamo via, non vogliamo esservi d’intralcio in qualcosa.- disse Maia un po’ timida.-
-No, restate, non ho nulla da nascondere. Ora non ne ho più motivo. Allora cosa mi rispondi?-
-Si, ti sposo.- Federico si avvicinò alle labbra di Flor e le diede un piccolo bacio.
-Matias, dovrai aiutarmi. Dobbiamo andare al comune, dobbiamo occuparci dei documenti, del ricevimento, delle fedi, voglio che tu abbia una festa indimenticabile.-
-No Fede, no.-
-Cosa no?-
-Non voglio feste esagerate e lussi, per favore. Non ho bisogno dei cristalli di Boemia e del miglior champagne francese. Non mi lamento se il mio vestito non sarà di seta pura, non voglio tutto questo, non ne sarei all’altezza. Un rinfresco qui a casa andrà benissimo. E poi è quello che desideri.-
-Ma io voglio realizzare tutti i tuoi desideri.-
-E allora inizia dal primo ed unico. Sposiamoci il prima possibile, tutto il resto non conta.-
-Sei sicura?-
-Si, sicurissima. Ed ora scusami, ma ho da fare. Maia tu hai impegni ora?-
-No, nessuno.- rispose la ragazza
-Allora mi daresti una mano con il trasloco nella mia nuova stanza?-
-Si, dai, andiamo.-
-Bene.- disse Federico. –Ci vediamo dopo, esco con Matias ed inizio ad organizzare il nostro matrimonio.-
-Ok.- disse Federico andando verso il salone.
-A dopo amore.- disse Maia baciando Matias.
-Ci vuole ancora molto piccioncini?- disse Federico facendosi vedere solo con la testa.
-Arrivo!- esclamò Matias. –E meglio che vada, ci vediamo dopo.- Maia annuì.
-Allora Flor, iniziamo questo trasloco finalmente?-
-Si- rispose Flor tutta contenta.
Mentre Maia e Flor sistemavano le cose di quest’ultima in delle scatole per poterli portare nella sua nuova stanza, Matias e Federico erano al comune.
L’unico giorno disponibile per le nozze era fra due giorni.
Lui accettò subito. Voleva fare le cose in grande, voleva sposarsi anche in Chiesa, ma alla fine decise di fare le cose con calma.
Prima il matrimonio civile, e poi insieme alla moglie avrebbe organizzato il matrimonio religioso; ma questa volta in grande e non avrebbe ammesso repliche.
 
-Visto tedesco, finalmente è fatta.- disse Matias, quando uscirono dal comune per ritornare a casa.
-Matias, neanche ci credo. Ho desiderato così tanto farla diventare mia moglie, o per lo meno stare con lei senza problemi, ed ora che ci sono riuscito mi sento così strano, così felice, così.-
-Ci voleva così tanto mandare via di casa Delfina?-
-Dai, per favore, non nominarla, mi basta la chiacchierata che ho avuto ieri con Maia.-
-Hai parlato con Maia?- disse Matias un po’ preoccupato.
-Tranquillo, non abbiamo parlato di te.
-Ah, no?-
-No, le ho promesso che non mi sarei intromesso nella vostra relazione, mai. Abbiamo solo parlato da fratelli. E devo dirti che non mi ero accorto di quanto fosse cresciuta. È diventata grande. Mi sono meravigliato nel parlare con lei, perché pensavo di trovarmi davanti ad una bambina capricciosa, invece di questa bambina in Maia non è rimasto nulla. Ora, anche se mi costa dirlo, è diventata quasi una donna.-
-Ora hai capito perché mi sono innamorata di lei?-
-Si, credo di averlo capito.-
-Questo pomeriggio cerco di farti avere il contratto prematrimoniale da fare firmare a Flor.-
-No, può anche non firmalo. Lei ha bisogno dei miei soldi per vivere felice o di quelli dei miei fratelli. Lei non ricatterebbe i miei fratelli per soldi. No, non ne vale la pena, credimi.-
-Ok, tedesco. Una scocciatura in meno.- disse Matias dandogli una pacca sulla spalla.
 
Intanto i due amici rientrarono a casa. Non si rinchiusero nello studio per lavorare, ma raggiunsero Flor nella nuova stanza, quella che avrebbe diviso con Federico.
 
-Allora Federico? Dimmi che hai trovato una data.-
-Tra due giorni ti va bene?-
-Stai scherzando?-
-No amore. Fra due giorni saremo marito e moglie. Ora devi solo invitare i tuoi amici.-
-Sicuro che posso invitare chi voglio?-
-Non devi più chiedermi il permesso per nulla, ormai questa è casa tua, d’ora in poi la tua vita sarà diversa. Cenerentola non esiste più. È diventata una principessa.-
-Ah, amore mio.-
-Noi vi lasciamo soli.- disse Matias, abbracciandosi Maia.
-Va bene.- rispose Federico, mentre i due ragazzi uscirono dalla stanza.
-Senti amore, per questo matrimonio non fremo nulla di sfarzoso, ma per il matrimonio religioso si, voglio che tu abbia il meglio, a partire dal vestito,  il ristorante, tutto quanto dovrà essere particolare.-
-Davvero lo stai dicendo?-
-Si. Tu vuoi realizzare il mio sogno, sai che non amo feste del genere, perché non sono stato educato così, ma io voglio farti avere tutto quello che non hai potuto avere.-
-Ti ho mai detto che ti amo?-
-No.-
-Ah no?- disse ridendo Flor. –Te lo dico ora. Ti amo mio Freezer.-
-Ti amo anche io.-
-Senti, ti dispiace se ora esco, vado dai miei amici così gli do la buona notizia.-
-No vai. Vuoi che ti accompagni?-
-Se per te sono all’altezza di stare con te, va bene.-
-Visto che ci siamo, ci tengo a chiarire una cosa. Io non ho mai avuto nulla contro i tuoi amici. Mi conosci come sono. Sono scontroso, freddo, poi però mi rendo conto degli sbagli che faccio e non chiedo scusa.-
-Andiamo?-
-Ok.- Uscirono dalla stanza, ed andarono in quella di Maia, dove erano sicuri di trovare lei con il fidanzato.
-Possiamo entrare?- disse Federico.-
-Si, certo.- rispose Maia.
-Matias, io esco con Flor.-
-Ed il lavoro?-
-Ci pensiamo pomeriggio. Ci vediamo a pranzo.-
-Ok. Ciao.-
-A dopo.-
 
Una volta usciti da lì, Flor e Federico andarono al passaggio dei baci e per prima passarono da Titina.
 
-Titina, ci sei?- disse Flor.
-Si, eccomi.- disse Titina uscendo dalla porta comunicante della parrucchiera e della casa. -Salve, signor Federico.-
-Salve Titina.-
-Allora Flor, come mai qui.-
-Sono venuta ad invitarti tra due giorni al nostro matrimonio.- proprio in quel momento entrò Bata con Sofia.-
-Flor, ti sposi veramente?- disse Bata.
-Si, e per te c’è una proposta. Ti va di farmi da testimone?-
-Certo che si.- rispose il ragazzo prendendo in braccio Flor, facendola girare.
-Auguri Flor.- disse Sofia.
-Grazie.-
-Senti Bata, gli altri sono al capannone?-
-Si.-
-Allora vado dargli la notizia.-
-Bene.-
-Titina, noi ci vediamo.-
-Si, piccola mia. Ah, non sai quanto sono contenta.-
-Anche io. Finalmente il Freezer si è scongelato.-
-Era ora.-
-Avete qualcosa contro di me?- disse Federico.
-No, perché dovremmo.- disse Flor. –Ora andiamo. Ciao.- disse per poi uscire con il fidanzato ed andare al capannone.
-Clara, Nata, Facha, ci siete?-
-Si, ma non urlare, siamo qui.- rispose Facha.
-Bene, allora vi invito al mio matrimonio tra due giorni.-
-Non dirmi che ti sposi con Federico?- disse Clara
-Si, finalmente.- rispose Federico.
-Allora ci vediamo tra due giorni al comune, mi raccomando.-
-Ok.- rispose Nata.-
-Ora andiamo.- disse Flor.-
-D’accordo. Ciao Flor.-
 
I due promessi sposi dopo aver invitato gli amici decisero di fermarsi a prendere da bere al bar e poi tornarono a casa giusto in tempo per la cena.
Arrivati lì, Federico si ricordò che una persona molto importante doveva essere avvertita per il matrimonio, mentre ancora era all’oscuro di tutto. In fondo se Federico stava con Flor era anche un po’ merito suo.
 
-Amore, mi sono dimenticato di avvertire una persona del nostro matrimonio.-
-E chi?- chiese Flor.
-Il barone Franz.-
-E perché non lo chiami ora?-
-Giusto. Aspetta, ora lo chiamo.- Federico prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni. –Guten Mogen, ist Federico Fritzenwalden. Baron Franz ist zu hause? Ja aussehen.-
-Federico, ma che ha detto?- chiese Flor a bassa voce.
-Scc… dopo ti spiego.- Flor annuì –Franz? Sono Federico. Bhè ti solo chiamato per dirti che fra due giorni mi sposo con Flor. Si, perfetto. Va bene, ci vediamo a casa. Ok, Ciao.- Federico chiuse la chiamata.-
-Franz sarà qui domani mattina.-
-Bene. Mi fai un favore? Parli di nuovo in tedesco? Sei un tesoro quando lo fai.-
-Ich liebe dich.-
-E cosa vorrebbe dire?-
-La frase più belle di tutte.- Flor lo guardò un po’ stupito. –Vuol dire ti amo.-
-Anche io.-
-No, anche io si dice auch ich.-
-Dai non prendermi in giro.-
-No, non ti prendo in giro. Ora andiamo a cena.-
-Ok.- A tavola però, Federico decise di fare il bambino, decise di fare un scherzo se così si può chiamare a Flor, parlando nella sua lingua madre, il tedesco. - Guten Appetit zu alle.-
-Federico, la vuoi finire?-
-Ma se lo hai detto tu che ti piaccio di più quando parlo in tedesco.-
-Mi piaci, ma non lo capisco, quindi tu potresti benissimo prendermi in giro, ed io annuisco come una stupida.-
-Non mi permetterei mai di prenderti in giro.-
-E poi Flor, ha detto solo buon appetito.- disse Thomas.
-Veramente?-
-Guarda che io il tedesco lo so meglio dello spagnolo. Non ti fidi di me? Strano.-
-No, certo che mi fido.-
-Ragazzi, visto che ci siamo tutti ne approfitto per dirmi che domani a colazione ci sarà anche il Barone Franz, che verrà qui per prendere parte al matrimonio tra me e Flor.-
-Bene, rispose Franco.-
-Franco, dopo cena vorrei parlarti.-
-D’accordo.-
 
La cena passò molto tranquillamente. Dopo essersi ritirati dalla tavola, ognuno andò nella sua stanza.
Maia e Matias erano nella stanza di lei, seduti a parlare, così per perdere tempo. Però c’era un dubbio che Maia voleva levarsi, così ne parlò con il fidanzato.
 
-Matias, so che forse tu non ne vuoi parlare, però mi hai fatto una promessa e non l’hai mantenuta.-
-A cosa ti riferisci?-
-A Julietta. Mi sembra che tu non l’abbia ancora lasciata.-
-No, non l’ho ancora vista. Però pensavo anche che non avrebbe avuto importanza.-
-Non ha importanza? Sai cosa sono ora io? La fidanzata di un uomo che sta con un’altra. Se mi ami come dici tu, lasciala, altrimenti sarò io che lascerò te, per sempre. Non voglio soffrire per te. Se vuoi farti una vita con lei, puoi dirmelo. In fondo può darti molto più di quello che posso offrirti io.-
-Maia, calmati. Per favore non essere paranoica. Non l’ho vista, ma tranquilla, che io amo solo te. Ti ho spiegato cosa significava lei per me.-
-Domani mattina la chiamo e le chiedo di incontrarci.-
-Tu sai bene che mi fido più di te che della mia ombra, però non voglio altri problemi, voglio solo stare bene con te, poter vivere insieme felici, per tutto il tempo che sarà.-
-Stai tranquilla piccola mia. Ora però lasciami andare, tu sei fuori tempo massimo, dovresti già dormire.-
-Fatti accompagnare almeno alla porta.-
-Allora andiamo.-
 
Arrivati nel salone, Maia accompagnò Matias alla porta. Dopo averlo salutato salì di nuovo in camera; mentre Franco scese nello studio per parlare con il fratello maggiore.
 
-Federico, posso entrare?-
-Certo, siediti.-
-Flor, dov’è?-
-È in camera. Le ho detto di non stare qui perché volevo parlare solo con te.-
-E di cosa? Aspetta, tu vuoi parlarmi di Flor?-
-Si Franco.-
-Bene, dimmi, ti ascolto.-
-Io so quanto tu abbia amato Flor, e quanto ci sia stato male, ma credimi, se la sposo non è per fare un torto a te.-
-Fede, non devi darmi alcuna spiegazione. Sei mio fratello e sei innamorato di Flor. Sono io che dovrei darti spiegazioni, chiederti scusa per quello che ho fatto, ma ero arrabbiato. Avevo così tanta rabbia dentro, e pensavo che scappando si potessero risolvere tutti i problemi.-
-Franco, scusami.-
-No, tranquillo. Io e Flor siamo solo amici. Ti chiedo solo di renderla felice.-
-Ci proverò.- rispose Federico stringendo la mano che gli porse il fratello come un vero uomo.
-Ora perché non vai da lei, ti starà aspettando?-
-Si, ma può aspettare. Io dovevo parlare con te.-
-Tranquillo, ora va tutto bene. Fidati. Ho superato tutto, forse un po’ di dolore in qualche parte di me c’è, ma passerà. Non mi sono levato del tutto Flor dalla testa, non posso dirti una bugia, ma presto sono sicuro che ci sarà un’altra donna che mi farà battere il cuore come ha fatto Flor.-
-Franco, se per te è un problema che io e Flor stiamo qui in questa casa, andremo via.-
-No, nessuno andrà via, non devi preoccuparti per me, io sto bene. E poi sono queste sofferenze che ti fanno diventare un uomo, giusto?-
-Si.—
-Ora veramente andiamo a dormire.-
-Va bene. Saliamo insieme.-
 
[…] Continua!
  

 
La storia che ho scritto era nata come one-shot, ma era impossibile farla breve con tutte le idee che ho in mente, così ho deciso di dividerla in due parti.
Presto metterò la seconda parte.
Un bacione ed un grazie e tutti colore che hanno usato un pò del loro tempo per leggere la mia (orrida!) storia. <3

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Capitolo 2
*** Parte seconda ***


SECONDA PARTE

Dopo la breve chiacchierata, i due fratelli andarono a dormire. Nella villa dormivano tutti.
La mattina, come al solito, si ritrovarono tutti a fare colazione in cucina, quando con aria affannata arrivò Matias.
-Maia!- esclamò subito.
-Che è successo?- rispose Maia.
-Prima di andare a scuola devi venire con me.- disse guardandola negli occhi per poi rivolgere lo sguardo a Federico. –Può uscire con me?-
-Si, certo, però mi spieghi cosa sta succedendo?-
-Dopo parliamo. Ora vieni.- disse l’uomo afferrando la ragazza per un braccio.
-Posso almeno finire la colazione?-
-No, andiamo. Buona giornata a tutti.- disse Matias uscendo con la ragazza.
-Voi avete capito qualcosa?- chiese Flor
-No.- rispose Federico –Comunque finiamo noi la colazione, dopo dovete andare a scuola e se volete vi accompagno, tanto devo passare in ufficio.-
-Grande Fede!- disse Thomas. –Era da tanto che non ci accompagnavi.-
-Lo so Thomas.-
 
Intanto mentre nella villa tutti finivano la colazione, Maia e Matias arrivarono al Passaggio dei Baci.
 
-Mi spieghi perché siamo venuti qui?-
-Stanotte ti ho detto che avrei lasciato Julietta. Mi ha chiamato mezz’ora fa dicendomi di volermi incontrare qui, ed io voglio incontrarla con te.-
-Mi sembra di averti già detto che io mi fido di te.-
-Sono io che non mi fido di me.-
-Che vuoi dire?-
-Non so. Più che pura, non so come spiegarti. Ti faccio un esempio: io lascio Julietta, le dico che sto con te e lei per fare in modo che tu mi lasci s’inventa che io sto ancora con lei.-
-E secondo te io le crederei?-
-No… Si… Cioè, non lo so.-
-Matias, guardami negli occhi e dimmi che mi ami.-
-Ti amo!- disse Matias fissandola negli occhi.
-Vedi, non hai avuto esitazioni, sei sicuro di te. Comunque, visto che sono qui, aspettiamola insieme, e magari possiamo fare colazione insieme, visto che non l’ho neanche iniziata a casa.-
-Si, adiamo al bar.-
 
I due fidanzatini ordinarono la colazione al bar di Bonafide. Aspettarono un dieci minuti e Julietta arrivò. Era tutta allegra, convinta che il suo ragazzo (almeno per lei lo era ancora tale) stesse con lei, ma ancora non sapeva quello che l’aspettava. E forse lo sapeva bene sin dall’inizio che la loro storia non poteva avere un seguito. Era solo una storia senza importanza, una storia insignificante.
 
-Ehi, guarda lì, è arrivata.- disse Maia.
-Si, andiamo da lei?- Matias non fece in tempo a pronunciare la frase, che la ragazza si era già avvicinata a loro.
-Ehi ciao amore. Non pensavo venissi in compagnia.- disse Julietta, avvicinandosi all’uomo per dargli un baciò che evitò, e facendo irritare Maia per la parola usata “amore”. Matias ora era solo il suo e ne era gelosissima, non permetteva a nessuno di chiamarlo in quel modo. O per lo meno non glielo permetteva a lei.
-Ti dispiace?-
-Beh, un po’ si, pensavo saremo stati da soli.-
-Io invece ho pensato di portare lei per parlarti.-
-Non mi piace per niente la tua faccia, cosa mi devi dire?-
-Io e te non stiamo più insieme.-
-Non dirmi che ti sei messa con questa… questa bambina. Lei non è all’altezza di stare con te. È troppo piccola, e tu meriti di meglio.- Maia si era veramente arrabbiata. Passi che Julietta aveva chiamato Matias amore, passi che le aveva dato della bambina, in fondo non aveva l’età di Matias, ma dire che lei non era alla sua altezza non poteva sopportarlo.
-Senti, piccola specie di mostro.- iniziò a dire Maia, che però venne interrotta subito da Matias.
-Maia, aspetta.- disse calmo e tranquillo l’uomo –Julietta, sapevi bene cha la nostra storia non era niente di serio e duraturo.-
-Perché, la tua storia con questa ragazzina lo è?-
-Si.- Affermò Matias sicuro di sé.
-Chissà cosa ne pensa Federico, tuo fratello.- disse Julietta rivolta a Maia.
-Mi dispiace rovinarti il torto che volevi farci, ma vedi, mio fratello sa tutto e non solo, ci augura il meglio per il futuro. Stiamo insieme e basta. Non dobbiamo darti delle spiegazioni, vero amore mio?- disse Maia pronunciando quella parola “MIO” facendole capire che era solo suo e di nessun’altra.
-Julietta.- riprese a dire Matias. –Maia ha ragione. La nostra storia è finita, ora ti chiedo per favore di dimenticarti di me per sempre.-
-No, non intendo farlo. Io voglio stare con te. Non ci credo che vuoi lasciarmi, non è possibile, dimmi che sta scherzando!-
-No, non è uno scherzo.- disse Matias, mentre Maia iniziava ad irritarsi. –Noi andiamo, ciao Julietta.-
-Ma Matias…- cercò di fermarlo la ragazza.
-Non mi cercare, per favore.- detto questo l’uomo si alzò dal tavolino, prese la mano della sua fidanzata ed insieme andarono via lasciando Julietta sola, ancora incredula per quanto accaduto. Intanto i due fidanzati erano quasi arrivati vicino la scuola.
-Visto, l’ho lasciata. Ora non sono più il fidanzato di nessuno. Ti chiedo scusa però se il comportamento di Julietta ti ha infastidito, non era nelle mie intenzioni, penso che tu lo sappia, vero?-
-Certo che lo so. Ora basta parlare di lei.-
-Va bene.-
-Io entro, che fai? Mi vieni a prendere o ci vediamo direttamente a casa mia?-
-Non lo so, se finisco ti vengo a prendere.-
-Ok.- Matias diede un bacio alla fidanzata.
-Sarà meglio che entra.-
-Ma non vedo Valentina.-
-Avrà fatto tardi, però ci sono i miei fratelli. Vado da loro. Ciao Tuti.-
-Ciao piccolina.- disse l’uomo quando la fidanzata era distante da lui di qualche passo.
-Ehi, io non sono piccola.- rispose Maia girandosi per poi continuare a camminare.
-Per me sarai sempre la mia piccolina. Ora entra, non voglio farti fare tardi.-
-Ciao!- disse la ragazza andando verso i fratelli e scomparendo alla vista del fidanzato.
Intanto Federico, dopo aver accompagnato i fratelli a scuola, ed essere passato in azienda per prendere i documenti di cui aveva bisogno, tornò a casa, aspettando il suo avvocato per iniziare a lavorare.
Chi invece voleva uscire, era Flor.
 
-Federico, se esco ci sono problemi?- disse Flor entrando nello studio.
-Certo che no. Posso almeno sapere dove te ne vai di bello?-
-Da Titina. Dove vuoi che vada.- disse con un sorriso sulle labbra.
-Vai tranquilla.-
-Tanto torno presto, così poi do una mano a Greta.-
-Ma tu ora sei la signora di questa casa.-
-Mi sembra di avertelo già detto. Io molto presto avrò un cognome importante, conosciuto da molte persone, sarò ricca e tutto quello che vuoi, ma non sono fatta per dare ordini o fare una vita da signora, che viene servita in tutto e per tutto. Perdonami, non è il mio modo di essere, mi sentirei fuori posto, mi sentirei in colpa.-
-Non voglio che tu ti senta fuori posto. Sei libera di fare quello che vuoi.-
-Abbiamo ricevuto un’educazione diversa. Tu rigida, basata sul lavoro e sull’importanza di esso; ed io sull’amore, la pace ed il perdono. Non so nulla né di affari, né di roba del genere. So solo quanto ti amo.-
-Anche io ti amo.-
-Ora scappo.-
-A dopo amore.-
 
Flor uscì dalla villa per recarsi al Passaggio dei Baci, ma passando vicino il parco, una donna la prese per il braccio, dicendole solo –Seguimi, per favore.-
Quella donna era Delfina. Flor lì per lì non si accorse che fosse lei, se ne rese conto quando arrivati in una zona isolata del parco, Delfina si levò il capello.
 
-Che vuoi da me Delfina?- disse Flor arrabbiata.
-No, non aggredirmi, ti prego.- rispose la donna con le lacrime agli occhi.
-Non ti sto aggredendo.-
-Allora ascoltami, per favore. Io sono quello che sono per colpa di mia madre.-
-Non iniziare con questa storia, perché già la conosco. Ti ricordi? Eravamo fuori la villa, Federico si era preso un periodo di riflessione, chiamiamolo così, e tu mi hai chiesto di aiutarti a cambiare, ma era tutta una falsa per riprenderti Federico. Infatti si è visto com’è andata a finire.-
-No, per favore. Sono cambiata, veramente credimi, ti prego.-
-Ho smesso di credere alle tue parole.-
-Flor…-
-Delfina, come faccio a crederti con tutto il dolore e la rabbia che ho dentro? Non posso.-
-Lo so, è difficile, ma provaci.-
-Troppe volte ci ho provato, ed ho sempre sofferto. Ora basta, voglio essere felice.-
-Come posso farti cambiare idea su di me?-
-Non lo so, devi essere tu a dirmelo.-
-Hai da fare ora?-
-Perché?- chiese Flor stralunata.
-Vieni con me?-
-Dove mi vuoi portare?-
-Da un notaio.-
-Un notiamo, e perché? Che dovrei fare da un notaio?-
-Se ti dicessi che sei figlia di mio padre, mi credi?-
-No.- rispose seccata e meravigliata Flor.
-Eppure è così, siamo sorellastre. Se non ci credi puoi sempre accertarlo da sola.-
-Vabbhè, vai avanti.-
-Se tu non ti presenti, né io, mia madre, Sofia e tu possiamo riscuotere l’eredità.-
-Questa storia non mi piace. Non ti voglio sentire più.-
-Per favore. Ti sto chiedendo perdono, ti ho detto chi è tuo padre, ti dico che diventerai milionaria e non mi credi?-
-E chi mi assicura che questa sia la verità, e che non sia una tua tattica per riprenderti Federico?-
-No, lui non m’interessa, non mi è mai interessato. Stavo con lui per volere di mia madre ed essere padrona di metà della sua fortuna. Allora che fai, vieni?- Disse Delfina dopo un breve attimo di silenzio e tendendole la mano.
-Delfina, io ti seguo, ma se è tutto un tuo inganno, giuro sulla mia noce che non la passerai liscia, e credimi, se ho giurato lo faccio, ti rovinerò!-
Flor seguì Delfina, ed effettivamente andarono da un notaio. Nello studio ad aspettarli c’erano anche Malala e Sofia.
-Ci siamo tutti ora?- domandò il notaio nel vedere entrare Delfina e la sua sorellastra.
-Si.- rispose  Delfina.
-Mi spiegate che vuol dire questa storia?- chiese Flor.
-Lei deve essere la signorina Fazzarino, giusto?- le rispose il notaio e la ragazza annuì.
-Bene, ora le spiego. Nel testamento Santillan dichiara di aver avuto una figlia fuori dal matrimonio, come infatti accertano delle sue carte private e le indagini fatte. Questa figlia non l’ha mai riconosciuta, ma risulta essere lei.-
-Ma non è possibile!- esclamò Flor.
-Può sempre sottoporsi alle analisi del DNA, ne ha diritto; ma le assicurò che le prove che abbiamo bastano per assicurare che lei sia una Santillan, tanto quanto le due signorine qui presenti.-
-E come fa ad esserne così sicuro?-
-La donna con cui il signor Santillan ha avuto una relazione extraconiugale si chiama Margarita Valente, che risulta essere deceduta da 4 anni. Questa donna aveva una figlia nata il 23 aprile 1985. Se i miei dati sono esatti, questa donna era sua madre e la bambina è lei.-
-No, non sbaglia. Mi madre si chiamava Margarita Valente ed io sono nata il 23 aprile 1985.- Disse Flor un po’ triste.
-Queste sono delle lettere che i due si sono mandati durante il tempo in cui sono stati insieme.- Flor apre una di quelle lettere.
-Questa è la calligrafia di mia madre.- Disse Flor leggendo la lettera e nello stesso tempo le lacrime rigarono il suo volto, nel ricordare la madre, il suo calore, la sua voce che da anni le mancava, il suo profumo ed il suo tocco.
-Visto Flor, non ti ho mentito quando ti ho detto che siamo sorelle.- le disse Delfina.
-Io ancora non capisco perché tu l’abbia portata qui.- disse Malala arrabbiata.
-Perché merita di sapere e tu lo sai bene. Per quanto odio e disprezzo tu possa provare per Flor, doveva saperlo.- rispose la figlia maggiore.
-Possiamo passare alla lettura del testamento?- chiese il notaio.
-Si, certo.- rispose Delfina.
-Io data 25/10/1990, io sottoscritto, Alberto Santillan, nato a Buenos Aires, il…-
-Vada al punto notaio. Non perda tempo con queste sciocchezze. Passi direttamente al punto-  disse Malala.
-Va bene. L’eredità sarà destinata al 50% a mia figlia Sofia Santillan, e l’altro 50% a mia figlia, da me non riconosciuta, Florencia Fazzarino.-
-Cosa!- esclamò Malala arrabbiata, alzandosi di scatto dalla sedia e battendo una mano sulla scrivania. –Non può essere. Non è possibile che quell’imbecille di Santillan non mi abbia lasciato nulla.-
-Tu hai sempre allontanato papà, hai sempre voluto solo ed esclusivamente i suoi soldi, mai il suo amore. Dovevi aspettarti che facessi un’azione del genere. Non meriti l’amore di nessuno.- le disse Delfina sicura di sé. -Signor notaio possiamo andare?-
-Certo. Prima però prendete questi.- disse il notaio dando dei fogli agli eredi di Santillan. –Con questi potrete disporre dell’eredita sa subito.-
-Grazie.- dissero all’unisono Flor e Sofia.-  Arrivederci.
Tutti andarono via da lì, ma Flor volle parlare in disparte con Delfina.
-Tu ora cosa farai, dove andrai?-
-Non lo so. Sono senza soldi, ho solo una casa, si diciamo che è una villa, ma è vuota. Non so come mantenerla, di certo non posso contare su mia madre, ho deciso di chiudere il mio rapporto con lei, mi farà bene stare senza la sua compagnia. Forse mi troverò un lavoro e prenderò in affitto una casa piccola ed andrò a viverci da sola.-
-Con tutto il rispetto, non ti vedo nei panni di una donna lavoratrice.- Sulle labbra delle due sorellastre, uscì un sorriso per la prima volta.
-Neanche io non mi riesco a vedere, però dovrò abituarmi se voglio continuare a vivere.-
-Senti, ti chiedo scusa se prima ti ho aggredito, ma capiscimi, per me non è facile…-
-Lo so, lo so. Non mi devi alcuna spiegazione.-
-Ho deciso, ti do il 10% della mia eredità.- esclamò Flor.
-Ma non avevi troppo dolore nei miei confronti che t’impedivano di perdonarmi?-
-Si, è così. Il dolore non è ancora svanito, però penso che tu stia iniziando a cambiare veramente e dovremmo recuperare il tempo perso.-
-Io provo a cambiare, ma da sola non posso farcela. È come se avessi paura.-
-Ed io ti aiuterò.- disse Flor. –Senti, perché non torni a vivere nella villa con noi? La tua stanza è ancora libera.-
-No, non voglio avere problemi con Federico.- disse con voce timorosa Delfina.
-Con lui ci parlerò io, non ci saranno problemi. Puoi stare tranquilla.-
-No Flor, tu sei sempre troppo buona, anche con chi non devi.-
-Delfina, tutti hanno diritto ad una seconda opportunità.-
-Ma questa da parte tua non è la seconda opportunità. E poi non posso tornare alla villa, ho distrutto la vita di troppe persone.-
-Ma questo è il momento migliore per far vedere a tutti che sei cambiata.-
-Non me la sento.-
-Si che te la senti. Tu sei forte. Andiamo.-
-Flor…-
-Andiamo.-
-Flor!-esclamò Delfina prima di iniziare a camminare. –Ti voglio bene.- disse abbracciando la sorellastra.
-Anche io Delfina. –disse Flor ricambiando l’abbraccio. –Se solo tu fossi cambiata prima, sai quante cose avremmo potuto evitare?- disse Flor, avviandosi verso la villa.
-Lo so, io sono colpevole, ma mia madre lo è ancora di più. Sai, lei è amante del denaro, d’altronde, come darle torto? Ma io non sono così. Sai, anni fa mi ero innamorata di un uomo, si chiamava Lorenzo, e vendeva bracciali, collane ed orecchini fatti da lui in una bancarella al mercato. È stato un colpo di fulmine, siamo stati insieme due mesi, però poi mia madre ci ha scoperti. Ha fatto in modo che noi ci lasciassimo, e poi è apparso Federico che era tornato a Buenos Aires dalla Germania per le vacanze, così ha fatto di tutto purché ci fidanzassimo. Non l’ho mai amato.- disse Delfina, iniziando ad aprirsi con la sorellastra.
-Si vede che non hai mai provato amore per lui.-
-Tu invece l’hai sempre amato, quanto ti invidio, sai? Tu dai amore e ricevi amore, io invece, l’uomo della mia vita l’ho perso.-
-Perché non provi a cercarlo, lo cerchi come amico e magari chissà, può essere che tra voi scatti di nuovo la scintilla.-
-No Flor, l’ho fatto soffrire.-
-Anche io ho sofferto per te, eppure adesso siamo insieme, tu ti stai confidando con me, mi fido di te, sei cambiata.-
-Ah Flor, se solo avessi capito prima quanto sei buona!-
-Dai, ora basta pensare, siamo arrivati.-
-Senti, forse è meglio che vada via, ci ho ripensato, non riesco a chiedere scusa a tutti.-
-Se vuoi ci riuscirai, dipende solo da te, e poi ci sono io con te, non succederà nulla. Tutta al più Federico potrebbe alzare la voce, ma lo conosciamo, abbaia ma non morde.-
-Va bene, entriamo.- Flor infilò la chiave nella toppa della porta di casa, ed entrò con Delfina.
-Federico, sono arrivata.-
-Finalmente.- disse Federico, uscendo dalla porta del suo studio allegro, ma arrabbiato quando vide Delfina. -Che ci fai lei qui?- chiede l’uomo rivolto alla fidanzata.
-Se giuri di non urlare e ci sediamo sul divano tranquillamente, ti spiego tutto.-
-Ok.- disse Federico a denti stretti, andando a sedersi sul divano. –Matias, vieni per favore?- disse l’uomo a voce alta per farsi sentire.
-Si, che ti serve?- disse Matias andando in salone. –Delfina!- esclamò vedendola.
-Delfina vuoi un te?- chiese Federico.
-No, grazie.- Ripose gentilmente lei.
-Federico, Delfina è venuta qui perché deve parlarci.-
-Si, con calma magari.- disse la donna rivolta a Flor a voce bassa.
-Con calma, inizio io.- disse Flor. –Amore, prima mentre stavo andando da Titina lei mi ha fermato, mi ha detto tutta la verità che non ho mai saputo su mio padre, ovvero che Santillan è mio padre. Delfina non è più la persona di prima, sta cambiando, anzi è cambiata.-
-Flor, non ti capisco, come fai a dire che Santillan è tuo padre?- chiese Federico.
-Prima siamo andati da un notaio, e mi ha confermato la relazione tra mia madre ed Alberto, queste sono le lettere che si mandavano.- disse Flor dando a Federico le lettere. –E poi il notaio ha letto il testamento, le uniche beneficiarie siamo io e Sofia. Guarda.- disse dandogli alcune carte che servivano per avere l’eredità. –queste me le ha date il notaio.-
-Beh, effettivamente con queste puoi riscuote l’eredità. Federico, Flor sta dicendo la verità.- disse Matias.
-Federico, io sono qui per un motivo solo, per chiedere scusa a tutti, uno per uno. Voglio chiedere scusa a voi che siete qui, ai tuoi fratelli, Greta ed Antonio per come li ho trattati, voglio chiedere scusa a tutti, anche in ginocchio se necessario.- disse Delfina con il volto rigato dalle lacrime.
-Delfina, quasi non ti riconosco.- esclamò Federico. –Forse per una volta hai ragione tu amore mio, Delfina sta cambiando.-
-Te l’ho detto, la Delfina vanitosa, prepotente, bugiarda e crudele non mi avrebbe mai fatto scoprire la mia vera identità, e sai perché?- disse Flor rivolta al suo fidanzato.
-Perché?- chiese l’uomo.
-La Delfina di prima amava troppo i soldi, e se stava con te era solo per aumentare la sua fortuna, ora invece è stata proprio lei a darmi la notizia che mi sarebbe toccata parte dell’eredità, anzi diciamo anche la metà.-
-Federico.- Disse Delfina. –Io ti chiedo scusa, e lo stesso chiedo a te Matias, perdonatemi.-
-Io ti ho già perdonata.- disse Federico.
-Anche io Delfina.- aggiunse Matias. –Però una domanda voglio fartela, tu madre dov’è?-
-Mia madre… beh, non lo so. Ho deciso di rompere i contatti con lei; se mi sono trasformata in un mostro in parte è stata colpa sua, ed io non voglio essere come lei che è finita facendosi odiare da tutti, persino da suo marito.- disse Delfina. -Io voglio una vita diversa, con un uomo che mi ami e con dei figli. Federico, so di averti fatto molto male, di aver ostacolato il rapporto tra te e Flor…-
-Basta.- la interruppe Federico. –Dimmi piuttosto che farai ora.-
-Non lo so. Ho una villa che non so come mantenere, visto che mia madre ha prosciugato il conto corrente che papà ci aveva intestato prima di prendere i soldi dell’eredità, non so che fare e sono sola.-
-Non sei sola, ci siamo noi, ci sono io, sono pur sempre tua sorella. Tra sorelle ci si aiuta, vero?-
-Beh, credo di si. Con Sofia non ho ami avuto un bel rapporto, l’ho sempre maltrattata… e anche te.-
-E qualche occasione migliore di chiarire tutto? Lei oggi sta fuori tutti il giorno, torna per cena, e magari dopo potremmo chiarire tutto quello che abbiamo in sospeso tra noi. E c’è un’altra cosa, nella stanza dove stavi prima c’è ancora un letto libero.-
-No Flor, non posso accettare.-
-Eh invece Flor ha avuto una bellissima idea. Tu tornerai a vivere qui, e non preoccuparti per la villa, penserò io alle spese arretrate.-
-Federico, come puoi ancora aiutarmi dopo quello che ti ho fatto?-
-Flor è riuscita a perdonarti. Io ancora ho dentro tanta rabbia, ma posso farcela.-
-Matias, tu invece devi aiutarmi.- disse Flor.
-In cosa?- rispose l’uomo.
-Ho bisogno di riscuotere l’eredità al più presto, mi serve un avvocato e mi stavo chiedendo se tu ora avessi da fare.-
-No, sono libero, sempre se il mio capo vuole.- disse facendo l’occhialino.-
-Si, per me sei libero.- disse Federico.
-Bene, allora andiamo ora in banca. Domani è sabato e per di più c’è il matrimonio.-
-Quale matrimonio?- chiese Delfina.
-Il nostro.- rispose Flor, te lo avrei detto dopo, ma…-
-Tranquilla, non devi darmi tante spiegazioni.- rispose la donna.
-Flor, ma a che ti serve l’eredità ora? Voglio dire...-
-Ho deciso che il 10% dei soldi che riscuoterò andranno a Delfina.- disse Flor, non facendo finire di parlare il fidanzato. -Andiamo?- disse rivolta a Matias.
-Va bene. A dopo.- disse l’uomo.
-Ciao amore.- disse Federico dando un bacio alla sua amata. Flor e Matias andarono a risolvere le questioni burocratiche per l’eredità, mentre Federico e Delfina rimasero da soli e dopo una mezz’ora arrivarono Franco, Nicolas e Maia.
-Ehi fratellone!- esclamò Maia, andando ad abbracciarlo. –Che ci fa lei in questa casa.-
-Non usare questo tono.- disse Federico interrotto da Delfina.
-No, aspetta, ha ragione ad usare questo tono di voce. Infondo lei di me conosce il mio lato peggiore, come gli altri del resto. Maia, Nicolas, Franco, se io sono qui è solo per chiedervi perdono per tutto quello che avete dovuto subire in mia assenza. Non mi aspetto che mi perdoniate subito, sarebbe impossibile. Ma se Federico, Flor, Matias e Greta ci sono riusciti, beh allora spero che ci riusciate anche voi un giorno o l’altro. Credetemi se ora vi dico che vi voglio bene!-
-Tu ci hai fatto soffrire troppo.- disse Nicolas.
-Lo so, e vorrei uccidermi per questo, sono solo stata succube di mia madre.-
-Giusto, e Malala? Dove sta?- chiese Franco.
-Non lo so.- disse Delfina con le lacrime agli occhi. –Spero comunque che si trovi molto lontano da me, tanto non vederla mai più in vita mia.-
-Che vuoi dire?-
-Franco, io sono cambiata, mia madre no. È lei quella perfida, io ho solo dato retta alla persona sbagliata. Dovevo prendere esempio dalla bontà e generosità di Flor e di Sofia, ma mia madre mi ha cresciuto a sua immagine e somiglianza, e spero che non sia troppo tardi per rimediare.-
-Ora basta ragazza.- disse Federico. –Delfina è qui perché ha capito le sue colpe. Io non vi chiedo di perdonare, non ve lo impongo, ma vi chiedo solo di riflettere, nulla più.-
-Credo di poter parlare a nome di tutti e tre.- disse Maia –Anche noi la perdoniamo, d’altronde stiamo dalla parte dei buoni, ma alla minima cosa che combini, non ci sta Santo che tenga. Tu non ci vedrai più.-
-Bene, allora Maia sei così gentile da accompagnarla nella sua stanza?- chiese Federico.
-Come rimane qui?- chiese Nicolas.
-Si, Nico, per un po’ di tempo sarà nostra ospite, quindi potrete farle tutte le domande che vorrete, sono sicuro che lei vi darà tutte le risposte ai vostri quesiti e con il tempo le vorrete bene, ne sono sicuro.-
-Va bene, andiamo Delfina?-
-Si Maia.- Le due donne in iniziarono ad incamminarsi e mentre erano sulla scala nel punto in cui nessuno poteva sentirli Maia le fece una raccomandazione –Delfina, io devo impararti a volere bene, ma una cosa voglio dirtela, non metterti tra Flor e Federico, ne va la tua vita.-
-Tranquilla, non intendo più metterli tra loro. Io a Federico voglio molto bene, ma non lo amo. Tranquilla, Federico è solo un caro amico.-
-Bene. Io vado in camera, a dopo.-
-A dopo.- rispose Delfina.
Appena un paio d’ore dopo, Flor e Matias tornarono con l’eredità della ragazza e come promesso, il 10% andò alla sorellastra. Delfina non sapeva come ringraziare Flor per la sua generosità ma a capirsi bastò un abbraccio.
La sera Flor, Delfina e Sofia a cena chiarirono diciamo la loro vita, anche loro dovevano impararsi a volersi bene. Avevano perdonato Delfina, ma non era facile volerle bene. Ma di certo non era il tempo che mancava a loro.
Il giorno dopo, ci fu il matrimonio tra Flor e Federico. Tutti gli invitati raggiunsero il comune, compreso il Barone Franz che per alcuni imprevisti era riuscito ad arrivare in tempo al rito civile.
I due sposi si scambiarono gli anelli, segno del loro amore davanti a tutti e finalmente dopo tante vicissitudini erano diventati marito e moglie. Finalmente erano uniti in matrimonio che sarebbe durato in eterno, anzi anche oltre l’eternità, perché il loro amore era indissolubile, neanche la morte avrebbe potuto sciogliere un legame così forte, così bello e puro. Il loro amore, uguale a quello di Maia e Matias…
Tornati a casa, ci fu il banchetto. Un banchetto giusto per stare tutti insieme riuniti, per festeggiare un giorno così importante, oltre all’inizio di una nuova vita. Una vita diversa, felice e forse senza più problemi.
Tutti finalmente avevano trovato il modo per essere felici, per andare avanti, per non guardarsi alle spalle, dimenticando tutto l’odio ed il dolore che avevano dovuto provare. Ora il fato aveva dato a tutti la possibilità di rinascere e di essere più uniti che mai.
E Delfina? Beh lei era cambiata per davvero. Era tornata la Delfina di un tempo, o per meglio dire ci stava riuscendo, anche grazie e non solo all’aiuto del suo nuovo fidanzato, Lorenzo! Ma oltre all’amore che riceveva da lui ed all’affetto della famiglia Fritzenwalden sempre disposta ad aiutarla, si affidò ad uno psicologo per aiutarla a rinascere.
Di Malala invece non si avevano notizie. Alcuni in città dicevano che era partita con un uomo, altri che si era dispersa, e per quanto in fondo al suo cuore Delfina potesse provare dolore, in fondo era pur sempre la madre, cercava di  dimenticarla.
Dimenticarla era il modo migliore per vivere meglio il suo futuro. E ci stava riuscendo.
Beh, la famiglia Fritzenwalden aveva trovato la via della felicità e questo era l’inizio di una nuova vita.

 
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Salve a tutti =D
Questo è l'ultima parte della storia.
Chiedo perdono per averci messo molto ad aggiornarare, ma non ho proprio potuto. Vari impegni me l'hanno impedito -.-"
Chiedo anche perdono per il fatto che il capitolo sia breve. Infatti, volevo strutturarlo in un altro modo, ma l'ho scritto tutto oggi, proprio per chiuderlo, e non è proprio uscito come mi aspetto.
Spero che comunque sia di vostro gradimento.
Ringrazio chi ha letto la storia, chi l'ha messa tra le seguite, preferite o da ricordare.
Ringrazio anche chi ha recensito la storia, e un ringraziamento speciale va a MARTY97 per recensire ogni mia storia su Flor <3
Che dire, ci sentiamo presto. Un bacione a tutti.
Eliessa <3

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