La lacrima del rimpianto.

di Urheber des Bosen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sporco ***
Capitolo 2: *** Prima dell'inferno ***
Capitolo 3: *** Pazza. ***
Capitolo 4: *** Stupida. ***
Capitolo 5: *** Nata per morire ***
Capitolo 6: *** L'ultimo grande passo ***
Capitolo 7: *** Le rose rosse ***



Capitolo 1
*** Sporco ***


Cari lettori,
questa non sarà una storia d'amore, d'avventura.
Non ci sarà il male ed il bene.
Nessun vincitore, ma tanti sconfitti.
Ognuno di voi è uomo.
Si rispecchierà nel rimpianto.
Questo specchio così trasparente da essere scuro.
Non ci sarà il peccato, solo amore.
Un amore segreto, maturato nel dolore del tempo.
 
Quanti rimpianti sul letto di morte.
Avresti potuto rischiare.
Avresti potuto trovare quello che hai sempre cercato.
Ma nel viaggio della confessione, troppo da perdere.
 
Avresti dovuto essere più forte.
Ma avevi paura.
Come darti torto, abbiamo tutti paura.
 
Cari lettori,
non aspettatevi un atto di carità da parte di questo Dio impietoso.
Non avrò pietà per i codardi.
 
Il protagonista, il perchè, lo sviluppo,
la fine sarà il rimpianto.
 
Il rimpianto, quest'ombra che ci segue sempre, in qualsiasi azione, pensiero.
Frasi come "E se" ci colpiscono la testa, con la forza di un martello.
Vivete, allontanate il rimpianto.
Non prendete esempio da una delle tante storie.
 
 
Ma siamo uomini,
Siamo dipinti di paura.
Indossando maschere d'indifferenza , cerchiamo di sopravvivere.
 
Ho paura.
Paura di perdere tutto.
Paura di perderti.
Come potrei riscoprire la felicità,
guardandoti in volto.
Riscoprendoti in ogni dettaglio.
 
Sorridi,
non ti rivelerò mai il mio piccolo sporco segreto.
L'ho nascosto in un luogo buio, remoto, dove nessun potrebbe entrare,
il mio cuore.

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Capitolo 2
*** Prima dell'inferno ***


La nostra storia inizia in una città come tante altre.
Con le stesse persone plagiate dal tempo, dalla paura di pensare qualcosa di diverso.
L'amore.
L'amore in questa città è sempre stato lo stesso.
Non serve provarlo l'importante è imitarlo.
Perchè essere felici, se gli altri credono che tu lo sia?
Alla fine la realtà è creata dalla massa.
Non importa cosa sia vero o cosa sia falso, la realtà è quella che gli altri vedono.
Colui che non riesce a omologarsi con questo meccanismo perfetto, verrà scartato.
Macchinario difettoso.
 
Ella voleva solo provare ad amare.
Guardava un mondo che non era il suo.
 Si sentiva in trappola verso pregiudizi troppo grandi persino per il tempo.
L'amore.
Quella leggenda così lontana, eppure così vicina.
E'  una creatura davvero dispettosa si avvicina  ma è raro che si faccia afferrare.
Tutti l'hanno visto, ma quanti lo hanno afferrato?
Morire per credere.
Ella desiderava quell'amore così intensamente da odiarlo.
Il nome di questa macchina difettosa era Rin.
Tutti si chiedevano che cosa l' impedisse di fare parte di questo meccanismo perfetto, chiamata comunità.
La consuetudine.
Quella malattia che ha distrutto la storia stessa.
 
Gli abitanti si chiedevano il motivo per cui questa creatura fosse così strana, perchè come ogni ragazza della sua età non aveva dolce ed innocenti passioni, perchè nel suo sguardo non vi era l'ombra d'interesse per nessuno.
Quella sana malizia che rende l'adolescenza l'età più bella.
Eppure aveva splendidi occhi color cielo, capelli biondi, un dolce viso.
Se avessero avuto l'impudenza di paragonarla a qualcosa, avrebbero fatto il confronto con un angelo.
Nel suo sguardo non vi era nulla di malizioso.
Tutti credevano che il suo corpo crescesse ma che  la sua mente restasse quella di una semplice bambina.
Quello che quel macchinario così perfetto da essere rotto non riusciva a vedere è che la piccola riservava queste tenere attenzioni alla persona sbagliata.
Lei nella sua innocenza professava il male.
Il suo amore era sbagliato, e questo anch'ella riusciva a capirlo.
Ma non voleva per nessun motivo lasciarlo andare, non poteva.
Cupido aveva scoccato la sua triste freccia..
Nel dolore ella vedeva quella leggenda così lontana.
Non aveva bisogno che gli altri vedessero per credere, ella c'era, lui c'era.
Il suo cuore sanguinava, ma non le importava poteva vederlo.
Creatura infelice come continuerai il tuo racconto del male?
Sono impaziente di guardare la tua rovina, prima di portarti all'inferno.

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Capitolo 3
*** Pazza. ***


Com'era triste la storia di questa creatura codarda.
Ogni giorno sperava di perdersi negli occhi della persona che amava.
Stupida.
Non voleva capire la realtà.
Lui non era malato come lei.
Faceva parte di quel macchinario perfetto chiamato :normalità.
Il nome di questo pezzo di macchinario era Len.
Eh già..
Cupido era stato crudele.
Len e Rin erano gemelli.
L'uno si rispecchiava nell'altro, solo che uno vedeva solo un semplice parente, l'altro tutta la sua vita.
Stupida, stupida.
Non capisci che non ti amerà mai.
Rinuncia, lui non vedrà mai niente in te.
Perchè non potevi essere come tutti gli altri.
Non ti bastava recitare la tua parte?
Volevi forse di più dalla tua misera vita?
Smettila.
Non vedi  che il tuo cuore continua a sanguinare.
Non vedi che non vi è cura, puoi solo  metterci un freno e sperare che regga.
Stupida.
Mi fai così arrabbiare, che mi fai pena.
Vivi, non morire.
Lui non ti noterà mai.
Il tuo dubbio, la tua paura è solo un gioco per lui.
Dimentica..
Eravate solo bambini.
Dimentica..
Vai avanti.
Se gli altri ti vedranno normale, forse penseranno che tu sia felice.
Ed allora che importanza avrà esserlo realmente?
Dimentica quell'episodio, eravate solo bambini.
Se nessuno lo ricorda, o se tutti lo ripudiano, allora agli occhi di una storia impietosa non è mai avvenuto.
Sarai solo pazza.

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Capitolo 4
*** Stupida. ***


Stupido essere tremante.
Come hai potuto essere così codardo.
Eppure quella domanda non voleva proprio uscire, era un rifiuto fisico.
Quella domanda così semplice da essere impossibile" Cosa sono per te", risuonava ogni notte, quando la stupida creatura messasi nel letto guardava le stelle.
Quei riflessi del paradiso così lontani eppure così vicino alla bellezza dell'infinito.
La stupida macchina si rivolgeva persino a Dio.
Patetico.
Come poteva l'essere perfetto avere pietà di te?
Volevi vivere nel peccato, allora dovevi camminare da sola ,nel buio.
Codarda.
Codarda fino all'ultimo istante.
Ogni sera mentre chiudeva i suoi tristi occhi, pensava alle volte che lei ed il suo amore si erano ritrovati.
Erano solo bambini.
Ma quei semplici baci, erano il vero amore per lei.
Ella immaginava il principe azzurro, cercando di convincersi di essere stata qualcosa di diverso da un gioco.
Ma poi la notte portava la triste verità, ella si addormentava con una lacrima.
La consapevolezza è dolorosa.
Codarda.
Avevi paura di sentire la verità, paura di perdere quell'indifferenza che ti proteggeva dalle delusioni.
Come hai potuto guardarti allo specchio.
Sei stata solo un gioco.
Vai avanti, ti prego non umiliarti ancora e ancora.
Ma ella non sentiva queste parole e continuava.
Con il cuore sanguinate, continuava a sognare.
Stupida.

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Capitolo 5
*** Nata per morire ***


Quando odiamo qualcuno, odiamo nella sua immagine qualcosa che è dentro di noi.
Gli anni passarono..
Lui ormai non guardava più indietro, si era coperto gli occhi.
Aveva mai voluto guardare?
Ella invece si nutriva di ormai sbiaditi ricordi.
Come fai?
Certo che l'amore è proprio crudele, è una catena che imprigiona un cuore ormai malato.
Vai avanti, guardami ti sto supplicando, ormai il tempo ha fatto la sua corsa, e tu, tu sei rimasta nascosta, dimenticata.
Non nasconderti più nei tuoi sogni, la realtà è troppo forte.
E' solo che questa domanda ti tormenta, "e se", ti sta corrodendo.
Il peggior peccato contro i nostri simili non è l'odio, ma l'indifferenza: questa è l'essenza della disumanità.
Vorresti esplodere, ma non lo farai mai.
Non perderai mai la tua maschera d'indifferenza, forza.
Già..
non sei più tanto complicata, sei solo una stupida ragazzina inciampata nell'amore sbagliato.
Continua a perderti nell'orizzonte lontano, nelle stelle così indifferenti.
Almeno protesti provare a svegliarti , a capire che ormai il gioco è giunto al termine, per lui non è mai iniziato.
Ormai siete cresciuti, vivi per quello che ti hanno creato.
Vivi per una normalità troppo vera per esistere.
Oppure muori, rischia per un semplice sogno, troppo stupido per essere così falso.
Ma nel dubbio morirai, incapace di guardare avanti, impaurita dal passato, ella nel dubbio, nella più desolata paura perirà.
Il paradiso è là, dietro quella porta, ma ho perso la chiave.
Forse ho solo dimenticato dove l'ho messa.

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Capitolo 6
*** L'ultimo grande passo ***


Il dubbio è la lacerazione della realtà.
Aveva paura, paura di rovinare tutto quel niente, che con fatica si era creata.
Mostro, perversa, queste parole le suggerivano il suo inconscio.
Perchè non riusciva a guardare avanti, eppure ci aveva provato, ma ogni volta che provava a guardare qualcuno che non fosse il suo amore, ella si sentiva una traditrice.
Ebbene si, lui l'aveva ingannata ed imprigionata, dentro una bara.
Ormai per la povera creatura incosciente, l'ossigeno stava per giungere al termine.
La morsa dell'amore è implacabile.
Ma lei non si sarebbe mai dichiarata, avrebbe sempre diffidato della verità.
La gelosia la stava corrodendo, ma non era invidiosa delle ragazze di Len, ma era invidiosa dell'indifferenza, della capacità di dimenticare del suo amore.
Nel suo animo convivevano distruggendosi: odio ed amore.
Ormai ella aveva la consapevolezza dell'impotenza verso questi due sentimenti, la spada del dubbio lacerava incessantemente il suo cuore, ed allora perchè non farla finita?
Perchè continuare a far finta di far parte di questo meccanismo perfetto?
Lei era un macchinario difettoso , come tale doveva essere scartato, per far spazio ad uno nuovo e migliore.
Ella avrebbe voluto cambiare il destino.
Dio si era divertito sulle sue spalle, l'aveva beffeggiata.
Nulla era sotto il suo controllo, tranne la vita stessa.
Perchè non farla finita?
Tanto lei avrebbe fatto da sola quello che gli altri sognavano da sempre, si sarebbe eliminata.
Almeno avrebbe fatto risparmiare a tutti le forze, per continuare ad interpretare quella stupida recita.
Risparmiatemi, da questi sorrisi falsi, colorati di paura, non mi dovete niente.
Perchè non fare l'ultimo grande passo prima di morire?
Tanto ormai cosa aveva più da perdere?

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Capitolo 7
*** Le rose rosse ***


La verità.
La verità e quella che gli altri creano.
 
Io..
Io ho detto tutto quello che c'era da dire, non spreco niente ,l'ho fatto per troppo tempo.
Non ho bisogno di carità, affetto, volevo egoisticamente essere amata.
 
Ma quelle come me non trovano mai quello che cercano.
 
Ero stata destinata a giocare ad un nascondino a senso unico.
Come avrei voluto urlarti la verità, per poi morire.
 Avrei voluto la mia grande uscita.
 
Avrei voluto che ti ricordassi di me.
Andava bene anche il senso di colpa.
 
Ma, la paura mi ha sempre  bloccata..ti odio perchè ti amo troppo.
Ti odio!
Ti odio!
 
Vi odio, perchè avete scritto il mio finale, avrei voluto almeno la verità, ma il destino è stato crudele..
Sono stata presa..sono stato inghiottita da una realtà più grande di me..non era il mondo ad essere troppo piccolo per me, ero io troppo misera.
..
Mi sarebbe piaciuto rivedere quei splendidi occhi tanto odiati..
Avrei voluto dirti che mi dispiace, l'amore mi aveva accecato, non era colpa tua, è solo che ho passato tutta la mia breve vita a cercare di odiarti, ma alla fine ho odiato solo me stessa.
 
E adesso mi trovo qui, sto per morire , per mano di uno sconosciuto..eccomi il sistema non fallisce mai.
Macchinario difettoso scartato.
Non avrei mai potuto dimenticarti, spero che ogni tanto mi rivolgerai qualche pensiero, anche se sono stata tanto cattiva con te.
 
Morire senza rimpianti, sto morendo e penso che forse potrei divenire fantasma, sai per venire la notte e stare un po' accanto a te..non sarebbe così male..
 
E' assurdo, non voglio morire.
L'unica cosa a cui riesco a pensare sei tu, nessuno avrebbe fatto questo per me..
Mi dedicherai mai un pensiero, racconterai della tua sgarbata, imbranata sorella ai tuoi figli?
 
Sulla mia tomba vorrei delle rose, rosse.
Non importa..non riesco neanche a piangere, sono così sola in questo momento, ho freddo, ho paura, mamma, papà, Len aiuto.
 
Il rimpianto è un riconoscimento di qualche cosa di buono che c'è nella vita..
 
Nella piccola cittadina, nessuno delle inutili persone pianse quel giorno, tutti continuarono a svolgere quello che stavano facendo, dopo tutto ella non era mai stata normale.
 
Non una lacrima, era sbagliata.
 
Ma senza parole, un giorno come tanto in quel misero paese, abitato da persone ancora più misere, un uomo, un ragazzo compì il suo destino.
 
Codardo, paura di quegl'occhi troppo blu.
Con un po' di rimpianto fece sbocciare uno splendida rosa  rossa, sul suo cuore.
 
Sono le tue preferite amore mio?..
 
In un semplice villaggio, in un tempo così remoto da non essere ricordato due anime colorite di rimpianto adempirono al loro destino.
Già..il crudele gioco del destino.
 
Il mio nome è Sarebbe-potuto-essere; mi chiamo anche non-più, Troppo-tardi, Addio.

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