Salve
a tutti, questo “purtroppo”
è l’ ultimo capitolo! Spero tanto di non
deludervi, è corto (circa 2000 parole)
ma spero il contenuto sia bello.
buona lettura!
Capitolo
3. Che strano, l’ amore.
Entrano
nell’ ufficio dell’ uomo,
ansiosi come mai nella loro vita.
Cal
la guarda per un momento, poi
incerto le dice:
“Vuoi
sederti?”
La
donna evita il suo sguardo e
cercando di mantenere un tono fermo risponde:
“Non
è una cosa breve? Vorrei
andare a casa”
C:
“Perché tutta questa fretta?”
G:
“Non è stata una bella
giornata, voglio stare da sola.”
Cal
le fa un sorriso triste, la
prende per mano e si siedono sul divano; lei ancora guarda altrove.
Egli invece
mantiene lo sguardo fisso sulla donna che ama.
C:
“Un tempo avresti voluto
concludere con la mia compagnia una giornata del genere”
Non
riesce ad alzare lo sguardo,
le lacrime stanno già ricomponendosi sui suoi occhi
arrossati e quando parla la
voce trema lievemente: “A volte le cose cambiano,
Cal”.
Lui
si avvicina: “Si, hai ragione”.
Ora
Gillian lo guarda dritto
negli occhi, mille pensieri le frullano nella testa. Prima che possa
aggiungere
altro Loker, senza bussare, entra nell’ ufficio annunciano
“Dottor Lightman, cè
un certo Johnson che la sta aspettando nella sala accanto”.
Cal
lo guarda furioso: se
normalmente avrebbe voluto cacciarlo dall’ ufficio, ora
avrebbe desiderato
strozzarlo con le sue mani.
“Non
ho tempo, dirgli di
ripassare. Ah, Loker…Entra un’ altra volta nel mio
ufficio senza annunciarti e
ti garantisco che non ti assumeranno più nemmeno per pulire
i cessi del
McDonald, sono stato chiaro!?”
L:
“Certo Dottor Lightman, ma per
quanto concerne l’ uomo dice che è urgente e non
può aspettare”.
C:
“Allora glielo faccio capire
io. Gill aspettami, torno subito”.
G:
“No vengo anche io, se è un
potenziale cliente non voglio che si spaventi per i tuoi
modi”. In realtà (semplicemente)
non voleva rimanere da sola con i suoi pensieri, perché era
sicura che la
avrebbero uccisa.
Lightman
attraversa in fretta l’
ufficio e si dirige nella sala dove il “signor
Johnson” lo sta attendendo.
Apre
la porta con un tirone, lo
squadra dall’ alto al basso con occhi di fuoco e poi quasi
gli urla in faccia:
“Non
so chi sia e francamente non
mi interessa, proprio come non mi interessa l’ urgenza con
cui mi cerca: o
prende un appuntamento oppure accetta che io non la riceva, sono stato
chiaro?”
Mr.J:
“Certo dottore, ma non potevo
aspettare, è urgente”.
G:
“Non si preoccupi, il mio
collega è un po’ teso. Io sono la sua socia,
Gillian Foster” dice porgendogli
la mano.
Mr.J:
“Alla faccia! Se tutte le
sue colleghe sono così non capisco dove trovi il tempo di
lavorare.”
Voleva
uccidere Loker? Questo
tizio lo avrebbe prima torturato per tre giorni se avesse potuto.
C:
“PROPRIO COME POTREI TROVARE
IL TEMPO PER PRENDERLA A PUGNI IN FACCIA. Ora solo
per la mia collega le faccio il favore di non spaccarle la
faccia e addirittura le do 20 secondi per dirmi quale diavolo di
urgenza abbia”
Mr.J:
“Bhe sto divorziando perché
mia moglie mi ha tradito, ma lei nega tutto così le vanno
metà dei miei soldi;
potrebbe scoprire se mente o no?”
Se
prima gli occhi di Cal
potevano dare l’ idea di un uomo irritato, ora erano
iniettati di sangue come
quelli di un serial killer.
C:
“Mi faccia capire bene: la sua
urgenza SAREBBE UN CASO DI INFEDELTA’ CONIUGALE?!”
Oramai
è fuori di se, stringe un
pugno e si prepara a scaraventarglielo in faccia, ma la sua collega ha
già
intuito cosa intende fare e tenta di fermarlo urlando: “CAL
NO!”
Solo
quella voce riesce a
fermarlo. Trae un paio di respiri profondi cercando di calmarsi, gli
occhi
tutti puntati su di lui.
C:
“Loker porta fuori questo
imbecille prima che gli spacchi la faccia, Gill aspettami nel mio
ufficio vado
un attimo in bagno.”
Prima
che chiunque possa
protestare o soltanto accennare parola l’ uomo è
già uscito dall’ ufficio.
Sbatte
con violenza la porta dei
servizi e vi entra.
//POV CAL//
DANNAZIONE!
Calmati adesso.
Calmarmi!?
Cerco di parlare a
Gill per dirle quello che amo e arriva questo imbecille; come se non
bastasse
fa pure il cascamorto con lei e cosa ho dimenticato? Ah, si, la donna
che amo
piange a causa mia. Come faccio a calmarmi?! Sono un’ idiota.
Io non la merito,
non merito nemmeno di fare parte della sua vita come
amico…E’ meglio se mi
scuso e me ne vado a casa, dicendole che la amo la farei solo soffrire
di più.
Tanto in quale galassia una donna perfetta come lei si interesserebbe a
un insulso
uomo come me.
Scherzi vero? Dimmi che scherzi, devi dichiararti!
La
ho già fatta soffrire
abbastanza.
Ma se non lo fai lei continuerà ad
essere infelice. Continuerà a
domandarsi perché la hai ripudiata in quel modo la settimana
scorsa!
Bhe
cosa dovrei fare? Tanto se
glielo dico lei non mi vorrà lo stesso.
Come fai a dirlo?
Cristo
santo svegliati: lei è
bellissima, intelligente, solare, dolce…E’ la
donna più straordinaria che abbia
mai conosciuto E IO COSA SONO? Un suo collega nano che non ha mai
interessata
in otto anni abbondanti e mai le interesserà!
Cosa centra, per praticamente sette anni anche tu
la hai vista solo
come una amica! Hai potuto appurare sulla tua stessa pelle che le cose
possono
cambiare anche solo in un istante.
Sono
cambiate per me.
E allora perché non possono essere
cambiate anche per lei?
Te
l’ ho detto, non mi guarderà
mai.
Allora rispondi a questa domanda: se ti giudicasse
solo un amico, cosa
gliene sarebbe fregato se non la hai voluta baciare?
…
Esatto! Svegliati, lei è innamorata di
te. Non sarai l’ uomo perfetto,
forse sei lontano chilometri dall’ esserlo ma sei
l’ uomo giusto per Gillian e
lo sai.
Ma
se glielo dico magari la
faccio soffrire…
Piantala di mentire e sii sincero: hai paura di far
soffrire lei o hai
paura di soffrire tu!?
Hai
ragione…Che egoista che sono!
Non sei egoista, sei solo perdutamente innamorato,
ma allora cosa
aspetti? Corri da lei o sarà troppo tardi, sei a un passo da
perderla e sai
cosa devi fare.
Oramai
per Cal era chiaro, si
osserva un attimo allo specchio mentre si sciacqua la faccia: deve
parlare a
Gill.
Esce
precipitosamente dal bagno e
si dirige nel suo ufficio. Problema: Gill non cè.
C:
“LOKER! Dov è Gillian?”
L:
“Ha detto che era stanca e
andava a casa, mi ha chiesto di darti questo”.
Prende
in mano il biglietto che
gli viene indicato, poi si chiude in ufficio e lo apre con il cuore che
gli
martella il petto cercando di uscire dalla gabbia toracica.
Cal,
scusa ma sono molto stanca.
Sai che è
stata una brutta
giornata ma ha dire il vero è un brutto periodo.
Ho bisogno di riflettere e stare da sola quindi
vado da una mia amica
per un paio di giorni; se ci sono problemi di finanza in ufficio non
preoccuparti, me ne occupo appena torno.
Gillian.
“CAZZO”
dice l’ uomo dando un
calcio alla scrivania, poi si accascia sul divano.
Che
fare? Non ha intenzione di
farla soffrire per giorni senza farsi sentire ma come trovarla? Una
persona
socievole e solare come lei avrà centinaia di amiche.
Ma
no: non intende arrendersi!
Quattro ore dopo…
Oramai
si era fatto buio e Gill
aveva salutato la sua amica: si era fermata solamente per cena e ora,
alle
23:30, girovagava in solitudine per Washington.
Aveva
capito che non voleva stare
nemmeno da un’ amica: voleva stare sola.
A
piedi si dirige nel solito
posto dove va quando è triste: un balcone pubblico con vista
buona parte del
distretto ed il fiume Potomac che scorre ai suoi piedi.
E’
deserto. Non ci va molto
spesso, perché sa che a quell’ ora è
pericoloso, ma stasera ne ha bisogno.
Una
mano la afferra per una spalla.
Si mette a gridare.
C:
“Tesoro, sono io!”
G:
“C-Cal? C-Come facevi a sapere
che ero qui, ti avevo detto di essere da una mia amica!”
C:
“Infatti all’ inizio credevo
ci fossi, così mi sono messo a girare da una casa
all’ altra ma poi mi è venuto
in mente questo posto”.
G:
“Non ho mai detto a nessuno
che venivo qui…”
C:
“Forse non ti ricordi, ma la
prima volta che siamo usciti a pranzo hai detto che mi avresti voluto
portare
in una bella terrazza vicino al Potomac, ma che sfortunatamente non era
adibita
per mangiare poiché di proprietà comunale e priva
di ristoranti.”
Gli
occhi di Gillian si
illuminano: “T-Te ne sei ricordato?”
C:
“Certo, ricordo tutto di
quello che mi hai detto”
Ella
trattiene a stento le
lacrime e distoglie lo sguardo, allora Cal la prende dolcemente per
mano e si
gira completamente verso di lei, in modo da attirarne l’
attenzione. Ora quegli
occhi così lucidi e splendidi si stanno specchiano nei suoi.
L’
uomo trae un profondo respiro,
cercando di calmarsi e di apparire sicuro di se: è giunto il
momento.
C:
“Lo so già, ma vorrei che
fossi comunque tu a dirmi perché sei triste”.
G:
“Non ha importanza Cal…”
C:
“Qualsiasi cosa ti faccia
piangere ha importanza per me”
G:
“E’ che…Non riesco a
dirlo…”
C:
“Allora ti faccio un’ altra
domanda: vorresti sapere perché non ti ho baciata?”
Due
grandi lacrime solcano il
viso di Gill, che distoglie nuovamente lo sguardo e trae un profondo
sospiro
pieno di tristezza.
Cal
capisce di avere sbagliato
tutto: “E’ colpa mia, di nuovo. Cerco di non farti
soffrire e tutte le volte
sbaglio. Non dovevo porti certe domande…Questo è
il momento in cui io devo parlare,
in cui devo fare l’
uomo.
Questo,
Gillian, è il momento in
cui ti dico ciò che mi sono tenuto dentro troppo a
lungo…Hai detto che le cose
cambiano, ed è tremendamente vero. Il motivo per cui non ti
ho baciata
probabilmente mi farà apparire come un’ idiota ma
ecco…Non volevo che fosse
quello il nostro primo bacio”
Gill
aprì leggermente la bocca,
stupore negli occhi mentre Cal proseguiva con voce tremante:
“Da
un po’ sono cambiate le cose
Gillian; il modo in cui ti guardo è cambiato, il modo in cui
ti voglio bene è
cambiato.
Prima volevo condividere con
te la giornata
lavorativa, ora con te vorrei condividere la mia vita!
Non capisco dove trovo il
coraggio per
dirtelo, so soltanto che è la cosa giusta da fare per te.
Magari mi fa paura
perché temo un tuo no, ma se è l’ unico
modo per non farti soffrire allora
metto da parte anche la paura più grande.
Farei qualsiasi cosa per
vederti sempre
sorridente, perché è il tuo sorriso che illumina
le mie giornate e che mi fa
stare bene.
Ti
prego perdonami, non avrei mai
dovuto farti soffrire…Il fatto è che avevo paura
di perderti come amica, ma
oramai mi sono reso conto che anche questa amicizia non basta
più perché…Sono
innamorato di te…Ti amo Gillian Foster, sei la donna della
mia vita”.
Oramai
le lacrime solcavano il
viso di Gill. Lo prende per mano, gli sorride e poi gli dice:
“Cal,
non sei tu che mi hai fatto
soffrire. Ho fatto tutto da sola…Il fatto è che
non riuscivo più ad accettare
che il nostro rapporto fosse di semplice amicizia. Per me ci sei sempre
stato ed
eri importante, il mio migliore amico. Ma ora sei qualcosa di
più, ora sei la
persona più importante della mia vita; il mio primo pensiero
al mattino e l’
ultimo alla sera.
Non
so quando e come le cose
siano cambiate, so soltanto che non posso accettare di essere solo la
tua
migliore amica. Non voglio che tu sia un capitolo o una parentesi nella
mia
vita, voglio che tu sia la persona che mi accompagna lungo il percorso.
Voglio
poterti sentire contro di me, stretto a me; voglio svegliarmi
trovandoti
accanto e addormentarmi sentendo il tuo petto sul mio.
Sono
innamorata di te e se non lo
ho mai detto è solo perché la paura che tu,
l’ uomo della mia vita, mi
rifiutassi era troppo grande. Non posso vivere senza di
te…Ti amo Cal.”
“Ti
amo Gillian”.
Si
avvicina alla donna, che ha
ancora gli occhi lucidi ma lo guarda felice. Accinge una mano attorno
alla sua
vita e poi le dice con fare malizioso:
“Se
non mi sbaglio sono in debito
di qualcosa”
Gillian
gli sorride e fa per
dirgli qualcosa, ma prima che anche un solo suono esca dalle sue labbra
Cal la
afferra saldamente e la bacia. Lei avvolge le mani attorno al collo e
risponde
con gioia a quella dimostrazione di amore tanto attesa mentre sente un
braccio
dell’ uomo stringerle la vita e l’ altro
accarezzarle i capelli.
Scena
degna di un film romantico:
i due amanti finalmente possono essere felici e si scambiano il primo
bacio al
chiaro di luna, mentre le luci del distretto illuminano la notte
riflessa sul
fiume Potomac.
Non
pensano a niente perché
niente lì interessa. Ci sono soltanto loro ed i loro cuori
malconci che durante
quel meraviglioso bacio sembrano fondersi, così che si
percepisca solo un
battito.
Non
sanno per quanto tempo
rimangano cosi: abbracciati.
Non
sanno per quanto tempo le
loro labbra si incontrino in quei magici momenti.
Ora entrambi possono
stringere a se la persona
amata e scambiarsi teneri baci carichi di emozioni messe a tacere per
anni. Possono
finalmente guardare negli occhi la persona della loro vita e
pronunciare le
parole più dolci e liberatorie che l’ uomo
conosca: “Ti amo”.
Buffo
pensare che il loro sogno si sia avverato così: per un bacio
negato.
E
se ogni tanto qualcuna di voi
confessa una lacrimuccia durante la lettura, ora sono io a confessarne
una
miriade.
Non
è la mia prima FF ma, se
escludiamo le One-Shot, è la prima che ho terminato e devo
dire che ho un po’
di malinconia.
Ringrazio
di cuore tutte le
lettrici che hanno seguito la mia storia, in particolare Jane e Kaori
che con
puntualità mi hanno riempita di complimenti e
sostenuta…GRAZIE :’)
Ci
‘sentiamo’ con “Sometimes*” se
mi state seguendo anche li :P
A
presto,
Jenny
|