Invisibile

di LyraB
(/viewuser.php?uid=60378)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Trasparente ***
Capitolo 2: *** Indaco ***
Capitolo 3: *** Rosso e azzurro ***
Capitolo 4: *** Marrone ***
Capitolo 5: *** Blu ***
Capitolo 6: *** Bianco ***
Capitolo 7: *** Grigio argento ***
Capitolo 8: *** Arcobaleno ***
Capitolo 9: *** Rosa ***



Capitolo 1
*** Trasparente ***


Invisibile
capitolo 1,
trasparente



Mira si alzò di buon ora, come al solito.
Indossò l’abito rosso cupo che aveva lasciato ben ripiegato ai piedi del letto e infilò le scarpette scure, raccolse in fretta i capelli con uno spillone di rame e si lavò la faccia con l’acqua cristallina della brocca vicino al lavabo senza fare rumore. Le bastò un’occhiata fuori dalla finestra per vedere che sarebbe stata una giornata meravigliosa e in punta di piedi uscì nel corridoio per raggiungere le cucine.
- Buongiorno Allen. - Disse, sorridendo al cuoco di corte.
- Buongiorno Mira. - Rispose lui.
- Vuoi una mano per preparare la colazione? -
- No cara, non serve. Le principesse non sono ancora sveglie? -
Mira scosse la testa.
- Ti dispiacerebbe andare a chiamarle? La colazione è pronta. -
Mira tornò indietro lungo i corridoi del palazzo fino alla stanza acanto alla sua, dove dormivano le figlie del re. Entrò nella stanza e vide che le due principesse erano già sveglie, ma ancora a letto.
- Buongiorno! - Esclamò Mira allegramente.
- Mmm… buongiorno. - Disse Olimpia, sfregandosi gli occhi.
Arianna e Olimpia erano sorelle ed erano le principesse di Marinia, un meraviglioso regno sul mare.
Olimpia era la maggiore e la futura regina: indossava sempre abiti molto raffinati, curati, eleganti e costosi. I suoi capelli erano sempre coperti di impacchi e decotti per renderli biondi e ricciuti ed andava molto orgogliosa dei suoi occhi azzurrissimi. Era una ragazza elegante e affascinante, ma anche molto capricciosa.
Sua sorella Arianna, di tre anni più piccola, era una ragazzina sveglia. Capelli castani e occhi verdeazzurri, sorriso sincero e forme da far invidia a chiunque. Era una vera disperata, vivace e spiritosa, sempre pronta a fare scherzetti e battute, e risultava simpatica a tutti... almeno finché non diventava dispettosa e noiosa.
Mira era capitata con le due sorelle per puro caso: i suoi genitori erano amici del re e della regina di Marinia e lei con le due sorelle si era sempre trovata bene, tanto che aveva accettato di vivere con loro, anche perché Alba e Daniel, re e regina di Marinia, erano sempre gentilissimi con lei.
Le principesse ci misero ore a prepararsi - soprattutto Olimpia - ma finalmente tutte e tre scesero a fare colazione. Dopo aver mangiato deliziosi panini e ciambelline e aver bevuto una scodella di latte tiepido, uscirono a cavallo.
Le giornate trascorrevano pigramente e la routine delle due principesse e della loro dama di compagnia era sempre la stessa: un giro a cavallo, a volte una visita ai nobili che abitavano nei paraggi, qualche ora di riposo e poi pomeriggio nel giardino, a leggere, sorseggiare tisane o intrattenere conversazioni colte.
Mira amava molto il mare e negli eterni pomeriggi in cui le due principesse erano impegnate a intessere relazioni con i principi e le dame degli altri regni lei si dedicava a lunghissime passeggiate sulla spiaggia: il mare le piaceva sia calmo che in tempesta ed era la cosa che l'aveva attirata subito quando si era trasferita in quel regno.
Era un giorno come tanti e nel piccolo borgo di Marinia c’era una fiera: Mira, Olimpia e Arianna si precipitarono tra i banchi dei venditori a guardare le merci come le altre ragazze della loro età.
Arianna perse metà della sua mattina per scegliere un nuovo paio di scarpe, mentre Olimpia fece letteralmente impazzire le altre due ragazze mentre sceglieva la stoffa per un nuovo abito da sera.
- Questa è molto cara, ma quanto è bella. Di quella mi piace la tonalità, però è pesante… quella invece mi sembra leggera, però penso che quando viene cucita sembrerà banale… -
Con pazienza e calma, Mira aiutava la sua amica a scegliere la stoffa, mentre Arianna, sbuffando, aspettava che la sorella si decidesse. Finalmente Olimpia scelse la stoffa che desiderava: una seta blu cupo, scura come la notte, a cui la luce strappava riflessi argentati
- Credo proprio che chiederò al re un ballo in mio onore, per poter sfoggiare il vestito nuovo. - Disse Olimpia.
- Le tue feste sono sempre noiose, Olly. - Si lamentò Arianna.
- Sei tu che non ti sai divertire. -
- Cercheremo di fare una festa che vada incontro ai gusti di entrambe. - Disse Mira con un sorriso.
- Mai una festa come piace a me! - Brontolò Olimpia.
Mira sospirò, cercando di non farsi vedere né sentire: essere amica delle principesse di Marinia a volte era veramente difficile.
Le tre ragazze entrarono nel grande palazzo del re e Olimpia si precipitò da suo padre: di certo voleva chiedergli di dare un ballo.
- Mia sorella è veramente insopportabile. - Si lamentava Arianna tornando nelle loro stanze. - Vuole essere sempre al centro dell’attenzione, si fa quello che dice lei, si va dove dice lei, sempre lei, lei lei! Mai io! Anche io vorrei essere notata, fare bella figura e tutto. -
- Magari alla festa verrà anche il principe Sergei, non sei contenta? -
- Sì, certo, ma questo non cambia le cose! -
Mira sorrise tra sé: il principe Sergei, il promesso sposo di Arianna, era un ragazzo davvero gentile e tra lui e la principessa c’era del tenero. Il giovane era il principe ereditario di un grande regno e le loro nozze si sarebbero celebrate molto presto, probabilmente assieme a quelle della principessa Olimpia con il suo promesso sposo, il principe Mark.
Mira aveva incontrato Mark in qualche occasione formale e riteneva che il giovane fosse davvero molto innamorato di Olimpia. Purtroppo però non si poteva dire lo stesso della principessa, che invece faceva la civetta con tutti i ragazzi che la notavano e che purtroppo erano davvero tanti.
Qualche mese prima Mira l’aveva scoperta in compagnia di uno degli scudieri del principe Mark: Olimpia aveva pianto, le aveva detto che non era riuscita a trattenersi e che per la verità lo vedeva di nascosto da oltre un anno. Mira l’aveva consolata ma poi l’aveva rimproverata duramente e ogni volta che la vedeva fare la sciocca con qualche ragazzo la sgridava, ricordandole che lei voleva sposare il gentile principe dagli occhi neri.
“Speriamo solo che Olly non inviti troppi ragazzi, a questo ballo. Mi mettono sempre a disagio.” Pensò Mira.
Le sue speranze furono però mandate in fumo quando Olimpia le raggiunse annunciando radiosa:
- Ci sono riuscita! Nostro padre ha deciso che il ballo si terrà tra una settimana, giusto il tempo di farmi cucire il vestito e di mandare in giro gli inviti. - Disse raggiante.
- Hai già deciso chi inviterai? - Chiese Arianna.
- Ovviamente Mark con gli amici, e poi voglio invitare anche il duca Mike con i suoi fratelli. Potrai invitare Sergei, se vuoi, e pensavo anche di mandare un biglietto al conte Max, se ti fa piacere… - Disse, sorridendo complice alla sorellina.
- Qualche ragazza no? - Tentò Mira.
- Uff, come sei noiosa. Va bene, inviterò qualche ragazza. -
Mira le sorrise, sospirando di sollievo. Non le piaceva essere attorniata dai ragazzi, la metteva decisamente a disagio: di solito ai balli lei si sedeva vicino a una finestra, o al caminetto se faceva freddo, e si limitava a fare compagnia ad una delle due principesse quando era stanca di volteggiare tra le braccia di qualche aitante giovanotto.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Indaco ***


capitolo 2, indaco



Una settimana dopo, Mira stava aiutando le principesse a vestirsi per il ballo: Arianna indossava un vestito azzurro chiaro lungo fino ai piedi e aveva indossato la tiara d’argento e zaffiri, Olimpia invece non riusciva a fare a meno di rimirarsi nel grande specchio della stanza mentre volteggiava nel suo abito nero stretto e raffinato che la faceva sembrare ben più grande dei suoi sedici anni e che le dava un’aria di mistero e di fascino assolutamente irresistibile.
Mira le aveva intrecciato i capelli e le aveva messo sui riccioli biondi la corona d’argento e rubini, lasciandola poi sola per vestirsi.
Stanca com’era di tutto quel vestirsi, pettinarsi e imbellettarsi, si limitò ad indossare il suo vestito preferito, verde, e a legare i capelli in una treccia che avvolse sulla nuca con un nastro verde. Una goccia di profumo alla rosa ed era pronta.
- Io inizio a scendere. - Disse.
Le due principesse infatti sarebbero arrivate nella sala da ballo con i loro genitori, mentre lei non aveva il diritto di fare il suo ingresso con la famiglia reale.
Arrivata nella grande sala da ballo, addobbata a festa di blu e rosso, i colori della casata reale, Mira non riuscì a reprimere un brivido: la stragrande maggioranza della gente era di sesso maschile e sembravano tutti guardarsi intorno alla ricerca della dama giusta con cui passare la serata... senza contare che quasi tutte le ragazze sembravano alla ricerca della stessa cosa.
Si affrettò ad attraversare la sala e a sedersi vicino alla finestra che dava sul giardino lasciandosi cadere su un divanetto color crema. La gente davanti a lei non l’aveva degnata di uno sguardo e Mira sospirò, preparandosi a passare la serata seduta lì, con come unica compagnia il chiacchiericcio degli ospiti e il sottofondo della musica.
Pochi minuti dopo un araldo annunciò l’ingresso di re Daniel e della regina Alba, accompagnati dalle principesse Olimpia e Arianna. A quel punto la festa poteva iniziare: la musica riempì la sala e i giovani si unirono a coppie per danzare.
Mira, dal suo posto sul divanetto, vedeva Arianna e Olimpia solo a tratti, quando le volteggiavano vicino.
Dopo i primi balli con Mark, Mira aveva notato che Olimpia ballava sempre con un altro ragazzo; quando la principessa si fermò accanto a lei per riprendere fiato, Mira la guardò accigliata.
- Con chi stai ballando? -
- Beh, ho ballato con Mark, ma poi ha detto che era molto stanco… -
- Quindi hai pensato bene di sceglierti un altro ballerino. -
- Non essere così bacchettona, Mira, avanti. Luke è bellissimo. -
Mira impallidì.
- L-Luke? -
- Sì, sir Luke, il capo della guardia di sir Lionel, il re di Juliand. - Disse Olimpia con leggerezza.
In quel momento il giovane in questione si avvicinò alle due ragazze: alto e snello, con i riccioli dorati e gli occhi castano scuro, perfettamente consapevole della sua incredibile bellezza.
- Posso chiedervi un altro ballo, principessa? - Chiese.
- Con piacere. - Rispose Olimpia, prendendola e allontanandosi.
Mira strinse forte i pugni, stampandosi sulla faccia un falso sorriso: Olimpia sapeva benissimo che lei aveva un debole per lui. Lo sapeva perché lo aveva confessato a entrambe le principesse in una sera di pettegolezzi... ma loro l'avevano capito molto tempo prima: quando lui era nei paraggi, Mira diventava una vera pasticciona e arrossiva di continuo, abbastanza perché le sue amiche del cuore capissero che aveva una cotta per lui.
Non bastava che Luke non le rivolgesse nemmeno uno sguardo. No, lui doveva fare la corte alla principessa Olimpia, che oltre ad essere bellissima, intelligente e interessante era anche fidanzata.
Mira impedì alle lacrime di salirle agli occhi e si sforzò di sorridere ad Olimpia, che le era appena sfilata davanti tra le braccia del suo biondo cavaliere.
Per sfuggire almeno un po' a quella vista dolorosa, la ragazza uscì nel giardino e si sedette su una delle tante fontane che costellavano l’immenso parco attorno al castello. Guardò la propria immagine riflessa e una lacrima cadde ad increspare l’acqua.
Che non fosse bellissima lo sapeva, ma era certa di avere così tante qualità da essere certa che non sarebbe rimasta sola per sempre.
Sì, forse era noiosa, timida, magari non molto spiritosa… ma era anche una persona gentile e premurosa, che si preoccupava tanto per gli altri. Poteva il suo aspetto non molto appariscente impedirle di trovare qualcuno che notasse il suo animo gentile?
In quel momento una mano si posò sulla sua spalla e Mira si voltò, sussultando.
- Perché piangi, bambina? - Disse la donna alle sue spalle.
Era alta e bruna, con i capelli che scivolavano sull’abito viola e porpora che portava e una corona d’oro e ametiste sul capo.
- Io… n-niente. -
- Sei la dama di compagnia delle principesse, vero? -
- Come lo sapete? -
- Oh, io so molte cose. - Disse la donna con un sorriso materno, sedendosi vicino a lei. - Per esempio so che niente è come sembra. -
Mira batté le ciglia, senza capire.
- In che senso, scusate? -
- So che sei innamorata del giovane che danza con la figlia del re. -
Mira avvampò: era così evidente?
- E so anche che soffri del fatto che tutti vedano il tuo aspetto e non il tuo cuore. So che ti ferisce il sentirti invisibile e so che ti sembra ingiusto che Arianna e Olimpia siano piene di corteggiatori solo perché sono tanto carine. -
- Come fate a sapere tutto questo? - Ripeté Mira.
- Lo so e basta, cara. - Disse la donna, scostandole i capelli dal viso con un gesto gentile. - E posso anche aiutarti. Ti piacerebbe che la gente vedesse te e le tue amiche per quello che siete e non per come apparite? -
- In che senso? -
- Nel senso che, se vuoi, da domani la gente che vi guarderà vedrà un aspetto fisico che corrisponde al vostro animo. Quindi chi è buono sarà bello, chi è antipatico o cattivo sarà brutto. -
Mira guardò la donna in quegli occhi color indaco che la fissavano sorridenti: poteva davvero succedere una cosa del genere? Sarebbe stata l’occasione di dimostrare al mondo quello che lei era davvero!
- E cosa vuoi in cambio? - Chiese Mira, cercando di convincersi che non poteva essere possibile
- Cosa voglio? Niente. Le persone che ti vogliono bene non vogliono niente in cambio. -
- E come faccio ad accettare? -
- Basta che tu lo desideri, cara. Desideralo intensamente e domattina tutto sarà diverso. -
- Mi prendi in giro. -
- Liberissima di crederlo, non ti obbligherò a fidarti di me, è una cosa che devi decidere tu. Ora è meglio tornare alla festa, si accorgeranno presto della nostra assenza, bambina mia. -
Mira annuì. Seguì la donna nella folla della sala da ballo e appena dentro la vide sparire tra la gente che danzava.
- Mira! Dove ti eri cacciata? - Esclamò Arianna, avvicinandosi a lei.
- Ero fuori a parlare con una donna… -
- Hai visto mia sorella? È sparita! -
- Sparita? -
- Sì, Mark la sta cercando, vorrebbe salutarla prima di andare via… ah, eccolo lì! -
In effetti Mark stava venendo verso di loro. Si inchinò ad Arianna e scoccò un sorriso gentile a Mira.
- Io devo andare, principessa. Salutatemi vostra sorella, spero solo che si senta bene. - Disse Mark.
- Vi faremo avere sue notizie, principe Mark. Buonanotte. -
Mark fece un altro inchino e uscì sorridendo, seguito dai suoi amici e dalla scorta.
Lentamente la gente tornò a casa, e a una certa ora l’araldo annunciò che la famiglia reale si ritirava, segno che tutti gli ospiti rimasti erano invitati a tornare ai loro palazzi.
Mira vide Olimpia accanto ai genitori come se non si fosse mai allontanata e fece di corsa la strada verso la loro stanza, curiosa di sapere dov'era finita. Quando entrò nella camera delle principesse vide Arianna che si spazzolava i capelli seduta al suo tavolino da toeletta, mentre Olimpia, ancora vestita, le parlava emozionata.
- Mira! Finalmente sei qui, ascolta, ci sono grandi novità! -
- Mark ti cercava, sei scomparsa a un certo punto. -
- Oh, taci un momento, lasciami raccontare. - Disse Olimpia.
- Ha baciato Luke. - La anticipò Arianna, che forse non sopportava più le scene della sorella.
Mira sgranò gli occhi, mentre Olimpia gridava dato che Arianna le aveva tolto tutta la suspense.
- Hai baciato… Che cosa? - Gridò Mira.
- Siediti e ascolta. - Disse Olimpia, spazientita, togliendosi la tiara e iniziando a spogliarsi per mettere la camicia da notte.
Dopo aver ballato con Luke, Olimpia era uscita nel giardino: avevano passeggiato a lungo, chiacchierando, poi lei gli aveva detto di portarla dove voleva.
Lui allora l’aveva guidata sotto uno dei grandi aceri del giardino, si era accertato che nessuno fosse nei paraggi e l’aveva baciata.
Mira si sentiva il cuore sanguinare, mentre la sua amica raccontava della serata passata con il bellissimo cavaliere. Lei non sarebbe mai stata baciata da Luke: Luke non l'avrebbe nemmeno mai notata.
Mira chiuse gli occhi e le sembrò che un coltello le si fosse piantato tra le costole, mentre Olimpia diceva che presto l’avrebbe rivisto.
- Mark aspetta tue notizie. - Mormorò Mira alla fine, quando riuscì a riconquistare la voce.
- Oh. Già, vado subito a scrivergli due righe, così le affido al corriere che parte domattina. Oh, ma quanto è bello Luke? - Esclamò la ragazza, mettendosi allo scrittoio dopo aver fatto una piroetta.
Mira diede la buonanotte, tornò nella sua stanza dove si rannicchiò sul letto con la candela spenta e le tende tirate: quella sera non aveva voglia di leggere.
Si tirò le coperte fin sul collo e abbracciò stretto stretto il cuscino. Strizzò gli occhi, cercando di dominare il dolore che le dava l’essere sempre sola e invisibile e l’immagine della donna dolce e sorridente che le aveva parlato nel giardino si fece largo tra i suoi pensieri.
Aveva detto che bastava desiderarlo ardentemente, no?
Mira prese un gran respiro e prese la sua decisione: voleva che il suo sogno diventasse realtà.
Voleva che tutti potessero vedere il suo animo e non il suo aspetto.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Rosso e azzurro ***


capitolo 3, rosso e azzurro



La
mattina dopo Mira si svegliò come sempre di buon ora. Arianna e Olimpia avrebbero dormito ancora fino a mattina inoltrata, come capitava sempre dopo un ballo, perciò decise di scendere a fare un giro in giardino: sotto la luce del primo mattino il cortile fiorito era sempre molto bello e la ragazza si lasciò trasportare dal profumo e dal suono delle fronde verdi.
Dopo qualche tempo si ritrovò davanti alla piccola fontana su cui si era seduta la sera precedente e si ricordò della donna dagli occhi color indaco, delle sue parole e del desiderio espresso la notte prima. Non sapeva se andarsi a specchiare o no: se non fosse cambiata, la delusione sarebbe stata più che cocente… ma in realtà moriva dalla voglia di saperlo.
Dandosi della sciocca credulona, si mosse in direzione della fontana per saziare la sua curiosità, ma prima di potersi specchiare nel suo fondo cristallino il grido di una ragazza spezzò il silenzio del giardino e la fece sussultare. Mira corse a perdifiato per tutto il giardino, salì di volata le scale e si precipitò nella stanza delle principesse: Olimpia era in ginocchio a terra, accanto a sua sorella, circondata dalle guardie e da un paio di cameriere e singhiozzava senza posa, cercando di dire qualcosa. Davanti a lei lo specchio tempestato di rubini era in frantumi.
- Olly. - Disse Mira sottovoce.
Olimpia alzò gli occhi e Mira vide la principessa in viso.
Ma non era più la principessa che ricordava: il viso aveva perso la carnagione di pesca chiara e vellutata, le labbra erano sottili e poco appariscenti e una folta chioma di capelli crespi e disordinati le ondeggiava sulle spalle. Quando parlò, Mira si accorse che aveva anche i denti davanti grandi e sproporzionati.
- Tu! Cosa hai fatto? - Gridò.
- Io? Niente! - Esclamò Mira.
- Niente? Ma guardati, sei irriconoscibile! -
Arianna fece un passo avanti portando il suo specchio tempestato di zaffiri. Anche lei era cambiata, anche se non quanto la sorella: era diventata più grossa e anche il suo viso era più rotondo. I capelli castani, spenti, le ricadevano flosci sulle spalle.
Mira prese lo specchio tra le mani e chiamò a raccolta tutto il suo coraggio per potercisi guardare.
Quando la ragazza nello specchio ricambiò il suo sguardo, Mira gridò e lo lasciò andare.
Lo specchio finì per infrangersi in mille pezzi, spargendo zaffiri tra i rubini che giacevano già sul pavimento... ma anche se era in frantumi, Mira continuava a vedersi in quei frammenti di specchio: una ragazza dal viso dolce, morbide labbra rosa, grandi occhi neri, una cascata di riccioli castani e un corpo minuto con belle mani delicate e una pelle morbida e fresca.
Quella non era lei, era una sconosciuta che le somigliava… solo che era molto, davvero molto più bella.
In quel momento il re e la regina arrivarono nella stanza.
- Che succede qui? -
- Guardatemi, padre, guardatemi! Sono bruttissima! - Gridò Olimpia, piangendo.
- E che sarà mai, Olimpia, non sei così orribile. Forza, alzati, vestiti e pettinati. Non sta bene che la futura regina pianga così conciata davanti a metà della corte. - Esclamò il re.
- Arianna, aiuta tua sorella. Accidenti, cosa ti è successo? Olimpia non è più splendida come prima, ma anche a te è capitato qualcosa! - Esclamò la regina.
- E guardate Mira! - Esclamò Olimpia, additando la ragazza.
Gli occhi dei reali si posarono sulla dama di compagnia delle loro figlie e rimasero a bocca aperta. Era la luce del mattino che strappava riflessi color miele ai suoi capelli a renderla così bella, o quella ragazzina da due soldi era diventata una fanciulla stupenda?
- Come hai fatto? Come hai potuto rubare la bellezza alle mie figlie per tenerla per te? - Gridò la regina.
- Io non ho rubato niente! -
- Tu eri brutta e io no e ora è il contrario, come me lo spieghi? - Esclamò Olimpia.
- Io non ho fatto niente, come avrei potuto? -
- Guardie! Prendetela, ha fatto un maleficio alle principesse! È una strega! - Gridò la regina.
Subito due delle guardie fecero un passo avanti, ma il re le fermò.
- Calmati, cara. Mira verrà con me nella Sala del Trono, tu preoccupati che le nostre figlie tornino degne di presentarsi agli occhi della corte. - Disse con un tono che non ammetteva repliche.
Alba, Olimpia e Arianna rimasero nelle stanze delle principesse mentre Mira seguiva il re scortata da due guardie.
- Io non so cosa sia successo, sire, credetemi! - Esclamò la ragazza, quando furono soli.
- Ma immagino che avrai una spiegazione per questo. -
- Io… ieri sera ho parlato con una donna. Una bella donna, alta, bruna, con un diadema di ametiste sui capelli. Mi ha detto che potevo diventare bella, se l’avessi voluto… -
- E tu hai accettato? -
Mira arrossì, vergognandosi di farsi vedere così vanitosa e superficiale, lei che diceva sempre di tenere all’anima e non al corpo e di esserne fiera.
- E sapevi che sarebbe finita così per le mie figlie? -
- Non… non del tutto, mio signore. - Disse Mira, vergognandosi sempre di più.
Era stata vanitosa, frivola e terribilmente egoista… e non si spiegava perché una persona orribile come lei fosse diventata tanto bella, se davvero quella magia mostrava l’anima delle persone.
- Sei una ragazza onesta e sincera, Mira. Non credo che tu stia mentendo. Sei sempre stata una ragazza affidabile e non ho motivo di non credere alle tue parole. -
Mira alzò gli occhi, e vide che il re le sorrideva bonariamente.
- Ora vai negli alloggi della servitù, e chiedi del vecchio Decane. Mandalo da me e vedremo che cosa possiamo fare. -
Mira ringraziò con tutto il cuore, si inchinò profondamente e si affrettò ad obbedire: non pensava che se la sarebbe cavata così facilmente.
Quando ebbe assolto il suo compito, sapeva di dover tornare nelle sue stanze a vedere come stavano Arianna e Olimpia, ma un po’ temeva la loro reazione: dopotutto loro credevano che lei fosse la causa di tutto.
Bussò piano alla porta e la aprì. Olimpia e Arianna alzarono gli occhi e fecero un mesto sorriso per poi tornare ai loro ricami.
Si erano vestite con gli abiti migliori che erano riusciti ad infilare - soprattutto Arianna, che non era più esile come prima - e Olimpia aveva i capelli avvolti in un velo scuro. Truccate e pettinate, ricordavano da vicino quello che erano state fino alla sera prima, anche se il cambiamento era ancora molto evidente.
- Siete ancora arrabbiate con me? -
- Come potremmo non esserlo? Sei bellissima, e noi no. È tutto al contrario. - Disse Olimpia.
- Ma non è colpa mia. -
- Io devo pur prendermela con qualcuno, no? -
- Lasciala stare, le passerà. - Disse Arianna. - Cosa ha detto il re? -
- Ho chiamato Decane, spero che sistemerà le cose. -
- Se non può lui, non può farlo nessuno. - disse Arianna.
- Allora lo deve fare, perché io non voglio rimanere così brutta a lungo! - Replicò Olimpia.
Mira pensò che non era per niente felice di essere così bella se il prezzo da pagare era stato la bellezza e l'affetto delle sue amiche.
Sarebbe stata dura... e non se lo era minimamente aspettato.

- Questo pomeriggio Luke verrà da noi e non so proprio come fare. - Disse Olimpia con le lacrime agli occhi. - Per i capelli questo impacco basterà e tornerò ad avere i ricci biondi di prima… i vestiti più o meno mi entrano ancora… ma come faccio per il viso? E il mio bellissimo sorriso? -
Mira si sedette vicino alla sua amica e le sorrise.
- Non sei splendida come prima, Olly, ma sei comunque una bella ragazza. I tuoi occhi sono gli stessi, non sono cambiati per niente, e anche la tua personalità è quella di prima. Senza contare che sei rimasta a tutti gli effetti una principessa. -
Olimpia le sorrise.
- Grazie, Mira, sei gentile. E anche se mi sembra strano dirtelo, trovo che tu sia molto bella. -
Dopo pranzo, un servo venne ad avvertire della visita di sir Luke.
Arianna aveva aiutato Olimpia con l’impacco dei capelli e ora i ricci biondi di Olimpia ondeggiavano di nuovo attorno alla scollatura della loro proprietaria.
- Andiamo anche noi in giardino? I miei genitori non faranno domande ad Olly se ci vedranno in loro compagnia. - Disse Arianna.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Marrone ***


capitolo 3, marrone



Mira porse il braccio ad Arianna e le due ragazze seguirono Olimpia fino all’ingresso, dove il cavaliere di sir Lionel stava aspettando la ragazza con cui aveva appuntamento. Luke era bellissimo come sempre, con la casacca bianca e nera sui calzoni turchesi, e aveva la mano poggiata sull’elsa della spada con la finta noncuranza di chi sa perfettamente di essere affascinante.
Gli occhi castani del giovane si posarono su Olimpia e poi saettarono alle sue spalle, per soppesare le due ragazze alle spalle della sua principessa preferita.
Quando si posarono su Mira la ragazza avvertì così nettamente di essere osservata che si affrettò ad abbassare lo sguardo per nascondere le guance rosse.
- Lady Olimpia, mia signora. - Disse Luke baciandole la mano.
- Sir Luke, mi onorate. - Rispose Olimpia.
- Siete in compagnia, mi pare. Lady Arianna, potete presentarmi la fanciulla che vi accompagna? Temo di non averla mai vista prima. -
- Non siate sciocco, sir Luke. È la nostra dama di compagnia da anni ormai, certamente l’avrete già vista: si chiama Mira. -
Mira fu costretta ad alzare il viso e gli occhi castani del giovane affondarono nei suoi con una tale intensità da farle girare la testa.
- Se avessi già incrociato il suo viso l’avrei ricordato per sempre. - Disse Luke, sfiorandole la mano con le labbra e poi tornando a guardarla negli occhi.
- Andiamo? - Disse Olimpia, richiamando l’attenzione su di sé.
Luke prese Olimpia sottobraccio e iniziarono a passeggiare nel giardino; se però Olimpia aveva pensato di portarsi Arianna e Mira dietro solo per non destare sospetti, si era sbagliata: Luke le interpellava così spesso che alla fine la conversazione si era intessuta tra tutti e quattro, impedendo ad Olimpia di godersi la sua passeggiata romantica.
Mira, dal canto suo, non riusciva a credere che stava parlando con quel sir Luke che aveva tanto a lungo sognato... e soprattutto non riusciva a credere che lui le stesse dedicando tante attenzioni: le rivolgeva sorrisi e battute, la stuzzicava e, verso la fine della passeggiata, si era offerto anche di prenderla sottobraccio.
Mira si rendeva conto che Olimpia fremeva di rabbia e cercava di fare del suo meglio per distogliere da l’attenzione da sè stessa, anche se con scarsissimi risultati.
A salvare la situazione fu uno dei servi del re che richiamò le tre ragazze nella sala del trono dato che il re aveva grandi notizie.
- Abbiamo scoperto come invertire l’incantesimo. - Disse re Daniel.
- Davvero? Che meravigliosa notizia! -
- Dovete recarvi nella Grotta Cristallo e specchiarvi nella grande Fonte d’Essenza. A quel punto tutto tornerà come prima. - disse il vecchio Decane con la sua voce gracchiante, seduto sul suo scranno d'argento alla destra del re.
Mira non capiva quello che il vecchio diceva, ma nessuno aveva mai il coraggio di domandargli qualcosa o, peggio, di controbattere: Decane conosceva tutto quello che c’era da sapere di Marinia, ma anche di tutti i regni confinanti. Sapeva ogni cosa, quindi non c’era da stupirsi se sapeva anche come risolvere il loro problema.
- Come facciamo ad arrivare nella Grotta Cristallo? È al centro dei Sette Regni di Wandar! - Esclamò Mira.
- Il viaggio non è troppo lungo, né particolarmente pericoloso: andrete scortate da una decina di uomini della mia guardia, partirete domattina all’alba. - Disse il re.
- All'alba? Ma è così preso! - si lamentò Olimpia.
- Non  tollero obiezioni. Così ho deciso, e così sarà. Preparate le vostre cose. - Disse il re.
La mattina dopo Olimpia non faceva che sbadigliare mentre saliva sulla sua giumenta bianca; Arianna era al suo fianco, insonnolita, ma cercava di stare sveglia. Dietro di loro, su un bel baio color nocciola, stava Mira, anche lei ancora mezza addormentata. Le scortavano dieci cavalieri in armi con i colori della casata reale e, con grande sorpresa di tutti, a guidare la comitiva c'era proprio sir Luke, che aveva chiesto al suo signore e al re di poter guidare la spedizione che avrebbe salvato le principesse di Marinia.
- Riportale a casa sane, salve e felici, Luke, e potrai avere la mano di una di loro. -
Olimpia e Arianna avevano seguito la faccenda inorridite: Olimpia voleva sposare il gentile e servizievole Mark che pur non essendo nemmeno lontanamente affascinante quanto Luke la serviva e la riveriva in ogni suo desiderio, mentre Arianna non aveva nessuna intenzione di sposare un ragazzo più grande di lei e per il quale non provava proprio nulla. Ciononostante le due principesse non osarono replicare e Luke si presentò all'alba sul suo stallone nero, impettito nella leggera cotta di maglia argentata e con i riccioli biondi che scintillavano sotto il sole appena sorto.
- Tutto pronto? -
- Tutto a posto, sir Luke. Possiamo andare. - Disse Adam, il capitano in seconda.
- Bene. Lady Mira, le farebbe piacere cavalcare al mio fianco? So che conosce bene questi boschi. -
Mira arrossì, ma obbedì: cavalcava spesso nei boschi attorno al castello e si era spinta abbastanza in là da saper indicare al gruppo una strada sicura che portasse alle pendici della catena montuosa che faceva da confine naturale a Marinia in modo da procedere con calma e tranquillità.
Olimpia spesso si lamentava per le lunghe ore a cavallo, ma Luke sembrava così interessato a Mira da non sentirla nemmeno. Olimpia, allora, aveva iniziato a tenere il muso a Mira, dicendo che lei faceva apposta a farsi notare da sir Luke.
- Ti devo ricordare di una certa persona di nome Mark? - Disse Mira una sera, mentre si accampavano per dormire e Olimpia non le rivolgeva la parola.
- Lascia perdere Mark, ora! È di Luke che stiamo parlando! -
- Lo so, ma a volte il tuo fidanzato dovrebbe tornare tra i tuoi pensieri, no? -
Olimpia le fece una smorfia e girò sui tacchi, lasciandola sola.
Mira strinse i pugni forte come non faceva da tempo: quando mai le era venuto in mente di esprimere quel desiderio? Si odiava per averlo fatto. Se avesse accettato con umiltà la sua condizione, ora sarebbe stata nel castello a leggere accanto a Olimpia e Arianna, amiche come una volta. E se anche ora era bella e le due principesse più brutte di lei non importava: si era accorta che un sacco di uomini ora si voltavano a guardarla, ma invece di ascoltare quello che diceva si concentravano sul suo viso. Insomma, preferiva non essere notata che essere notata solo per il suo sorriso, le sue mani o i suoi capelli.
- Vado a fare una passeggiata. - Sbottò diretta ad Adam.
Adam annuì mentre Luke si precipitava al suo fianco.
- Posso accompagnarvi? -
- Preferirei stare sola. -
- A me farebbe piacere passare del tempo in vostra compagnia, lady Mira. Non mi ero accorto di quanto voi foste bella, altrimenti non avrei mai guardato un'altra donna. - disse lui.
- E dici a tutte così? - Sbottò Mira.
- A tutte chi? -
- Alle decine di ragazze a cui fai la corte, mentre in realtà sei promesso sposo di lady Kiara di Terris. - Disse Mira, tirando fuori tutto il suo disappunto.
La sera prima Arianna l'aveva presa da parte e le aveva detto di non fidarsi troppo della corte di Luke, perché lui era promesso a un'altra donna. All'inizio Mira non ci aveva creduto: i suoi modi erano così espliciti! Arianna però le aveva parlato con tale sincera dolcezza che alla fine, Mira aveva accettato la sua versione dei fatti: Luke faceva il galante con tutte ma non aveva intenzione di fare le cose sul serio con nessuna, e questo la infastidiva parecchio. Arianna aveva cercato di far ragionare anche la sorella, ma Olimpia le aveva sempre risposto che per qualche bacio e qualche complimento non valeva la pena prendersela così tanto: finchè Luke la trovava bellissima, non le importava di Kiara e di tutte le altre donne che gli ronzavano intorno.
Luke rimase immobile, interdetto.
- Tutti lo sanno, sapete? Credo che l'unica ad ignorare i vostri comportamenti riprovevoli sia proprio la povera lady Kiara. Ma non temete, appena ne avrò l'occasione la renderò partecipe della cosa. -
- Lady Mira... -
- E adesso lasciatemi sola! - Gridò Mira, avanzando nella foresta con tutta la velocità permessale dalle scarpette eleganti e dall'abito lungo.
Probabilmente Luke era rimasto davvero scioccato da quella sua affermazione... o forse ancora di più dal fatto di vedere una ragazza che lo rifiutava. Tuttavia, Mira si ritrovò finalmente da sola, nel quieto silenzio della foresta. Si sedette sotto un albero a riflettere, ma a quanto pare non c'era pace per lei, quella sera: non appena si fu seduta, un fruscio dai cespugli vicino a lei la fece sussultare. Portò la mano al fianco, dove un piccolo pugnale scintillava sotto i primi raggi della luna.
- Chi è là? - Gridò.
- Milady... non voglio farvi del male. -
- Questo lo deciderò io. Chi sei? - Esclamò Mira.
La voce era flebile e stanca, ma era di certo quella di un giovane.
- Non ho ricordi, milady, e non posso farmi vedere in questo stato se non avrò la promessa che non mi attaccherete. -
- In quale stato? - Chiese Mira.
- Sono orrendo, mia signora. Sono orribile. Ma sono ferito, e non sono in grado di sopravvivere ancora in questa foresta. Se siete capitata sulla mia strada, vi prego di aiutarmi, anche se sono brutto. -
Mira si sentì stringere il cuore: lei non avrebbe mai giudicato una persona dall'aspetto fisico.
- Non ti attaccherò, vieni pure fuori. - Disse, riponendo il pugnale nel suo fodero.
Dal cespuglio uscì una figura carponi, che avanzò lentamente per poi cadere bocconi a pochi metri dalla ragazza. Mira vide la casacca bianca intrisa di sangue, i pantaloni strappati e i capelli intrisi di sangue rappreso e sudore. Cercando di dominare il senso di voltastomaco che il ragazzo le aveva procurato, gli si avvicinò. Il giovane gemette, quando lei lo aiutò a mettersi seduto, e alzò il viso verso di lei: Mira vide un viso giovane tagliato a metà da una cicatrice lunga e livida attorno a cui la carne si era richiusa in modo irregolare, con bozzi e fosse, con tratti bruciati e altri rosei, quasi che la carne si fosse richiusa da poco.
Mira gridò, mettendosi entrambe le mani sulla bocca. Il giovane chinò il capo e con la sottile voce che gli uscì dalle labbra disse:
- Mi dispiace, milady, non era mia intenzione terrorizzarvi. Per favore, allontanatevi e abbandonatemi qui. Non sareste certo la prima donna che non sopporta la mia vista. -
Mira chiuse gli occhi, cercando di dominare l'orrore e poi li riaprì. Respirò a fondo un paio di volte e poi prese la sua decisione.
- No, non me ne andrò. Ecco, appoggiati a me, ti aiuto ad alzarti. Ti porterò con me all'accampamento e vedremo cosa possiamo fare per te. - Disse Mira.
Tese una mano al giovane, che allungò la sua tremando. Ci mise un po' a prendere quella di Mira, tanto che la ragazza notò una cosa che prima non aveva visto, impressionata com'era dal suo volto mostruoso.
- Sei... sei cieco. - Disse.
Mentre annuiva, gli occhi completamente bianchi del ragazzo si posarono sul viso di Mira senza vederlo.
- Mi dispiace, milady. -
- Non dispiacerti. Ora forza, tirati su. - Con uno sforzo esagerato, Mira tirò in piedi il giovane e lui quasi le crollò addosso.
- Mi dispiace, milady. -
- Ripeti che ti dispiace ancora una volta e ti lascio davvero qui. - Replicò lei, irritata.
Erano a pochi passi dall'accampamento, quando il ragazzo si fermò.
- Che succede? -
- Milady, io... -
Ma il giovane non riuscì a finire la frase, crollando svenuto e portando a terra con sé Mira.
In fretta la ragazza si sciolse dalla sua stretta e corse all'accampamento per chiedere aiuto.
Quando i tre cavalieri che aveva preso con sé videro l'orrendo giovane a terra, per un momento si rifiutarono di obbedire, ma lady Mira era la preferita di Luke, così non riuscirono a trovare il coraggio di rifiutarsi e si caricarono il ragazzo sulle spalle.
- Portatelo nella mia tenda. -
- Ma milady, non sta bene che una donna e un giovane... -
- Dormirò nella tenda delle principesse. Non penso che qualcun altro lo voglia con sé, stanotte. -
- Sì, milady. -
- Mira! Che diavolo succede? - Chiese Adam, intercettandola. - Sei coperta di sangue! Sei ferita? -
- No, Adam, è il ragazzo che era con me ad essere ferito. L'ho fatto portare nella mia tenda. -
- Ma sei certa che... -
- Che sia innocuo? Se brutto non vuol dire anche che è cattivo. -
- No, certo, ma... -
- E allora la questione è chiusa. - Disse Mira con un sorriso dolce.
La ragazza raggiunse la sua tenda e invitò tutti ad uscire, accettando di saperli a portata di voce: nessuno si fidava dello sconosciuto.
Lentamente, il giove riprese i sensi.
- Come ti senti? - Domandò la ragazza.
- Sono molto debole. - Rispose lui.
Mira sorrise incoraggiante, pur sapendo che lui non poteva vederla.
- Ce la fai a sollevarti? Ti devo spogliare per poterti curare. -
Il giovane si mise seduto e con l'aiuto di Mira si tolse la casacca imbrattata di sangue, sussultando ad ogni movimento: sulla schiena del giovane una serie di tagli paralleli gli avevano ferito la pelle quasi fino all'osso.
- Cosa ti ha fatto queste ferite? -
- Non lo so. Ricordo di essermi svegliato cieco, ferito e orribile. Sento la mia carne devastata sotto le dita, lo leggo nelle grida delle persone che mi incrociano. -
- Ti farò male, ma devo pulire le ferite. - Disse Mira.
Strinse i denti e pulì con cura le ferite sulla schiena del giovane cercando di dominare l'imbarazzo: non era mai stata così vicina ad un uomo.
- Posso conoscere il nome della gentile lady che mi ha salvato? -
- Solo se lei poi potrà conoscere il nome del giovane che ha soccorso. -
- Viridian... credo. -
- Mi chiamo Mira. Stringi i denti, devo cucire le ferite, ti farà male. -
- Non ho paura. -
- Non ho detto che fa paura, ho detto che farà male. -
Il ragazzo non emise nemmeno un gemito per l'intera durata della medicazione e Mira ammirò il suo sangue freddo.
- Ora stai pure sdraiato. - Disse Mira.
Il ragazzo si stese e Mira gli lavò il viso cercando di ignorare la mostruosità dei suoi lineamenti. Viridian teneva gli occhi chiusi ed era immobile, tanto che Mira credette che si fosse addormentato.
Quando ebbe finito, però, il ragazzo le prese un polso.
- Aspetta. Mi piacerebbe vederti. -
- Che cosa? -
- Lascia che io ti veda. - Disse lui, allungando una mano.
Le dita del ragazzo si poggiarono sulla guancia di lei e Mira si tirò indietro.
- Voglio solo sfiorare i tuoi lineamenti per avere un'idea del tuo viso. Sono certo che sei bellissima. -
Mira rimase immobile.
Dopotutto perché no? Era la prima volta che era fiera del suo aspetto fisico (a dispetto di tutte le conseguenze che aveva portato) e di lì a poco sarebbe tornata come prima. Fece un passo avanti e chiuse gli occhi, lasciando che il giovane le posasse le mani sul viso: il ragazzo le accarezzò le guance con le dita, poi salì sulla fronte, le sfiorò le sopracciglia e le disegnò il contorno degli occhi. Le percorse la linea del naso e arrivò alla bocca, fermandosi con un dito posato sulle sue labbra.
Mira aprì gli occhi e si rese conto di essere arrossita.
- Avevo ragione. Sei veramente bellissima. -
- Ora dormi. Ti farò portare qualcosa da mangiare. -
Uscì dalla tenda con il cuore in subbuglio e Luke le andò in contro con un sorriso.
- Ho saputo del vostro atto di gentilezza, Mira, nei confronti di quel giovane orribile. -
- È stato quello che ognuno avrebbe fatto al mio posto. -
Luke le sorrise e le porse il braccio per scortarla vicino al fuoco, dove tutti stavano già mangiando.
- Dormi con noi, Mira? Mi hanno detto che hai portato un ragazzo nella tua tenda. - Disse Olimpia.
- Se posso mi piacerebbe. -
- Certo che puoi! - Esclamò Arianna.
Mira le lanciò uno sguardo colmo di gratitudine e sorrise incoraggiante ad Olimpia, ma la ragazza non le aveva ancora perdonato l'essersi accaparrata Luke, così non rispose al sorriso.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Blu ***


capitolo 4, blu



Quando Mira uscì dalla tenda delle principesse, le prime guardie stavano già rassettando le cose per smantellare l'accampamento. Mira si intrufolò nella tenda dove riposava Viridian prima di essere intercettata da chiunque:
il ragazzo era seduto e si massaggiava la testa.
- Buongiorno. - Disse lei.
Il giovane sussultò, ma poi tentò un sorriso storto.
- Buongiorno a voi, lady Mira. -
- Come ti senti? -
- Molto meglio, mia signora. Vi sono estremamente grato. -
- Non ringraziarmi, smettila di darmi del voi e chiamarmi signora. Io qui sono solo una dama di compagnia. -
- Allora posso trattarti da pari a pari? -
- Certamente. - Disse lei. - Ora lascia che ti cambi le fasciature, dobbiamo rimetterci in viaggio. -
Mentre Mira lo aiutava a vestirsi, dopo avergli sistemato la medicazione, Viridian chiese dove fossero diretti.
- Dobbiamo arrivare nella Grotta Cristallo, per arrivare alla Fonte d'Essenza. -
- Alla Fonte d'Essenza? Potreste portarmi con voi? -
- Dobbiamo. L'ultimo villaggio è a un giorno di cammino da qui e con queste ferite non ti lascerei andare in giro da solo per nulla al mondo. Perché vuoi venire? -
Il ragazzo sembrò riflettere per qualche istante, poi si alzò sulle gambe malferme e si appoggiò a Mira dicendo:
- Sono stato solo per giorni, confinato dalla mia bruttezza. Vorrei poter stare con qualcuno che so che mi accetta, almeno finché non mi sarò accettato io per primo. - Disse lui.
- Potrai rimanere con noi, non preoccuparti. - Disse Mira.
Uscirono dalla tenda e Mira vide le smorfie e gli occhi strabuzzati di chi vedeva quel giovane mostruoso appoggiato alla bellissima dama di compagnia delle principesse.
Alzò gli occhi verso il ragazzo e provò improvvisa pietà per lui... anche se sapeva che Viridian non poteva vedere quelle espressioni sconvolte sul viso della gente che lo circondava. Lo lasciò vicino al fuoco con un po' di stufato tra le mani e corse nel suo bagaglio alla ricerca del suo mantello blu. Tornò da Viridian e glielo appoggiò sulle sue spalle tirandogli il cappuccio in testa.
- Che fai? -
- Così nessuno vedrà il tuo viso e non noteranno che sei cieco. -
- E nessuno vedrà che sono orribile. -
Mira non rispose, ma si limitò ad appuntargli la spilla che chiudeva il mantello.
- Non avrai freddo? -
- Non fa freddo, e comunque ho una bella cappa bianca da indossare, nel caso. - Disse Mira.
Quando fu il momento di mettersi in viaggio, Luke non approvò il nuovo arrivato.
- Ci rallenterà, dato che non ha il cavallo. -
- Può cavalcare sul mio e io salgo con Adam. - Propose Mira.
- Il cavallo di Adam non può reggere i vostri due pesi. -
- Potrei cavalcare con voi, mio signore: il vostro cavallo è il migliore stallone di Marinia, di certo ci reggerebbe. - disse Mira sbattendo le ciglia.
Luke tentennò qualche istante, poi annuì. Appoggiata alla fredda cotta di maglia di Luke, Mira si rese conto che per la prima volta aveva usato il suo incredibile fascino per ottenere ciò che voleva.
Si fermarono al tramonto e Mira annunciò che la sua tenda era passata a Viridian: lei avrebbe dormito con le principesse di Marinia.
- Lady Mira, se posso permettermi di offrire la mia tenda per voi ne sarei felice. E se posso proporvi anche la mia compagnia, ne sarei due volte entusiasta. - Disse Luke.
- Vi ringrazio, ma no. - Rispose Mira, cercando di essere gentile.
Luke però non demordeva e la trattava con una tale gentilezza e con un affetto così incredibile che Mira iniziava a sentirsi conquistata da lui: doveva sforzarsi di ricordare il suo comportamento poco corretto nei confronti della sua promessa sposa, ma quando la guardava con occhi ammirati e le diceva che era la più bella delle ragazze sulla Terra... beh, allora era veramente facile scordarsene.
Senza rendersene conto Mira rideva con lui dei doppi sensi che infilava nelle frasi, divideva con lui la borraccia, si lasciava aiutare a salire e scendere da cavallo... i suoi modi gentili e cortesi avevano fatto definitivamente breccia nel suo cuore.
Luke era bello, gentile ed era innamorato di lei... Mira aveva deciso che doveva solo esserne felice: chi poteva dire che non fosse per lui la volta buona? Poteva lasciar perdere lady Kiara e tutte le altre donne per stare con lei, no? Le sue attenzioni erano inequivocabili, e Mira non riusciva a non ammettere che le piaceva camminare al suo braccio per l'accampamento, mentre i soldati si inchinavano e sorridevano al loro capitano, le piaceva ammirare il suo profilo elegante contro il cielo azzurro mentre cavalcavano e adorava il modo in cui la luna faceva scintillare i suoi occhi mentre erano seduti attorno al fuoco prima di coricarsi.
La terza sera in cui Viridian si era unito a loro, Mira era sulla porta della tenda che divideva con le principesse e si sentì chiamare.
- Mira. -
Viridian, avvolto come sempre nel lungo mantello blu, stava pochi passi dietro di lei.
- Viridian, dimmi. -
- Hai voglia di fare due passi? -
- Va bene, ma non allontaniamoci troppo. -
Si allontanarono camminando nell'erba alta.
- C'è qualcosa che devi dirmi? -
- Volevo solo scambiare due parole. -
- Riguardo a qualcosa in particolare? -
- Mi sta tornando la memoria. -
- Davvero? -
Viridian annuì, col volto devastato nascosto tra le pieghe del cappuccio blu.
- E cosa ricordi? -
- Un bellissimo castello di pietra scura. La notte è piena di stelle... credo che sia un posto di montagna, ricordo solo roccia attorno a me. Pensi che sia il posto in cui vivevo? -
- Può darsi. -
- E so che non mi chiamo Viridian. -
- No? E come ti chiami? -
- Non ne ho idea. Non me lo ricordo. Ma Viridian era una parola che mi ronzava in testa... e per la precisione il nome corretto era Viridia. -
- Viridia? Sembra un nome di donna. -
- Infatti, ricordo che era una dama... una dama molto bella. -
- Comunque per il momento continuerò a chiamarti Viridian, se non ti dispiace. -
- E che mi dici di te, invece? Dove vivevi? -
Mira raccontò di Marinia, della sua vita come dama di compagnia delle principesse e dei pomeriggi passati a ridere, chiacchierare e divertirsi... ma anche di quelli che sembravano non passare mai, trascorsi facendo compere, pettinandosi o imbellettandosi.
- Per una bella come te dovevano essere cose inutili. - Disse lui.
- Sarebbero inutili anche se fossi brutta: non mi piace infiocchettarmi come un pacco dono per il primo principe che passa per strada. -
Viridian rise di quella frase e la sua risata causò una brusca morsa allo stomaco di Mira.
- Sei veramente divertente, per essere una lady. A proposito di principi, che mi dici di Luke? -
- Lui non è un principe. Si è accorto di me da quando... cioè, siccome sono bella. -
- Beh, è impossibile ignorare una bella ragazza, questo me lo ricordo. - Disse Viridian sospirando.
- Credimi, certe volte vorrei che gli uomini fossero tutti ciechi. -
- E perché? -
- Perché troppe volte li ho visti rifiutare fanciulle fantastiche ma troppo sgraziate, pur di sposare donne bellissime ma vuote dentro. L'importante per un uomo è avere una donna che sia bella e di cui potersi vantare, che poi sia una sciocca o un'egoista, non importa. E se la donna bella è anche una che è facile da conquistare, allora è proprio perfetta. -
- Non essere così dura con gli uomini, Mira. -
- Prova a contraddirmi. Olimpia non è bella e nessuno la guarda. Io sono bella e tutte le guardie fanno quello che dico. -
- Forse è perché tu sei sempre gentile, chiedi per favore e le ringrazi, mentre Olimpia strilla e batte i piedi e pensa che tutto le sia dovuto? -
- Forse adesso, perché è brutta. Prima non succedeva. -
- Prima di cosa? -
Mira si morse la lingua. Accidenti, si era tradita.
- Mira? Ci sei? -
- Io... vedi... -
Viridian le posò una mano sulla spalla e Mira sorrise, anche se sapeva benissimo che Viridian non poteva vederla. Istintivamente, posò la propria mano su quella di lui e la strinse nella sua. Un'altra morsa alla bocca dello stomaco, feroce e violenta come quella di prima, la obbligò a lasciare la mano del ragazzo e nascondere le dita tra le pieghe della gonna.
- Comunque anche le donne fanno così. Ti vedono bello e subito ti corrono dietro... se sei brutto, invece, puoi avere un sacco di qualità, ma l'unica cosa che sanno fare è commentare e ridacchiare alle tue spalle. -
- Dici sul serio? -
- Fai finta di non saperlo? - Disse lui con tono canzonatorio.
- Beh, io non ho mai ragionato in questo modo: io non guardo l'aspetto fisico. -
- Forse perché sei bella abbastanza per tutti e due. -
Mira strinse le mani l'una nell'altra: come poteva dirgli che non guardava l'esteriorità perché lei era rimasta ferita da tutti quelli che lo avevano fatto con lei?
- Comunque l'anima di una persona si vede. - Sentenziò Viridian.
- Si vede? -
- Sì, certo. L'anima rende una persona più bella o meno bella, e si vede. Ma non tutti lo notano. -
- Dici sul serio? -
- Sono convinto che sia così: le persone che non sono molto belle ma hanno un'anima buona la fanno intravedere attraverso i loro occhi. Sono limpidi, trasparenti, e brillano. -
- E perché molta gente non lo nota? -
- Perché solo quelli che sono buoni possono notarlo, quelli che credono che l'apparenza non sia tutto: solo loro riescono a vedere la luce negli occhi di chi non è bello ma è buono. -
Mira non rispose e Viridian le posò una mano sul capo, in un gesto così sicuro che Mira sussultò, chiedendosi se in realtà non ci vedesse benissimo.
- Ti senti bene? Vuoi tornare indietro? - Domandò il ragazzo, spaventato dalla sua reazione.
- Sì, sto bene. Però voglio tornare indietro, sono stanca. -
- Certo. - Disse Viridian.
I due tornarono all'accampamento e si divisero davanti alla tenda di Viridian. Mira gli sorrise, e Viridian - sebbene a sua insaputa - fece lo stesso, storcendo le labbra martoriate in una orrenda smorfia.
- Buonanotte, lady Mira. -
- Buonanotte, Viridian. -
Quella notte, Mira rimase sveglia a pensare: Viridian era cieco, eppure vedeva meglio di lei le cose del mondo. Aveva parlato con lui come non aveva mai parlato con nessuno. Forse era proprio il fatto che non ci vedeva, ma finalmente si era sentita ascoltata e apprezzata. E quello che aveva detto sugli occhi? Era una cosa meravigliosa, poter pensare che qualcuno poteva vedere la tua bellezza anche se non era sotto la vista di tutti.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Bianco ***


capitolo 5, bianco



N
ei giorni seguenti Mira prese ad avere una sorta di routine: di giorno si beava della compagnia di Luke e delle sue attenzioni, continuava a sopportare a malapena Olimpia, che la guardava come se volesse incenerirla, e Arianna, che la guardava piena di malcelata invidia. Quando però il sole scendeva e tutti andavano a dormire, passava ore intere con Viridian, a parlare di cose grandi: avevano parlato dell'amore, della famiglia, perfino dell'importanza di saper governare; avevano parlato dei loro sogni, di quello che avrebbero voluto per il futuro e di quello che non avrebbero mai potuto avere... e Mira si era resa conto di non riuscire a fare a meno di quelle chiacchierate che duravano tutta la notte.
Ogni sera, quando l'orrendo sorriso di Viridian le augurava la buonanotte, il suo stomaco si contraeva violentemente; quando per caso le capitava di sfiorarlo, sentiva un brivido piacevole correrle lungo la schiena. Temeva di dare un nome a quello che provava, perché non voleva ammetterlo.
Una sera la pioggia forte aveva obbligato tutti ad accamparsi con diverse ore di anticipo.
- Fa davvero freddo, accidenti! - Aveva esclamato Olimpia.
Arianna si era stretta nel suo pesante mantello turchese e Olimpia era rannicchiata nel suo mantello di seta rossa che - pur essendo bellissimo - non riusciva a proteggerla dal freddo. Mira vide la sua amica tremare ignorata da tutti perché non era bella e si rese conto di rivedersi in lei: si tolse la cappa di lana bianca e la avvolse attorno alla sua amica.
- Mira... tu non hai freddo? -
Mira scosse la testa e vide un sorriso spuntare sul viso di Olimpia.
- Pensavo che, siccome ora sei bella, tu fossi diventata acida e antipatica e che ti credessi superiore a me solo perché sono brutta. Invece no! -
- Una persona non è superiore a un'altra in nessun caso. Men che meno per quanto riguarda l'aspetto: l'ho imparato quando quella brutta ero io. -
Dopo un momento di silenzio, Olimpia mormorò:
- Pensavo, Mira, che magari potresti evitare di specchiarti nella fonte. Ci specchieremo solo Aria e io, così saremo tutte e tre bellissime. -
- E se così l'incantesimo non funzionasse? -
- Funzionerà. Anche perché sei troppo buona per dover essere per forza anche brutta. -
Mira sentì lacrime di commozione pungerle gli occhi e gettò le braccia al collo della sua amica ritrovata, stringendola forte in un abbraccio sotto la pioggia battente.
- Andiamo a mangiare, ti va? - Le propose Olimpia.
Si rifugiarono sotto la tenda reale e rimasero lì a mangiare e parlare in compagnia di Arianna fino a notte fonda, quando le principesse si addormentarono.
In quel momento una figura incappucciata fece capolino nella tenda.
- Mira? Anche se piove... ti va di fare due passi? -
Mira annuì e uscì, camminando accanto a Viridian sotto la pioggia tiepida che scivolava sulle foglie del bosco creando un sottofondo musicale delicato e suggestivo. Si sedettero su un tronco caduto e Mira rabbrividì, nell'aria fredda della sera.
Un istante dopo, il suo mantello blu era di nuovo attorno a lei per scaldarla: aveva un odore strano, buono e forte... un odore di uomo che lei non si era mai sentita addosso. Avvampò e si strinse nel mantello per cercare di sentirsi meno in imbarazzo.
Viridian si sedette più vicino a lei e Mira alzò gli occhi verso il giovane al suo fianco: il suo profilo era imperfetto e atroce e fu costretta a distogliere lo sguardo.
- Pochi giorni ancora e arriveremo alla Grotta Cristallo. - Iniziò Viridian.
- Già. -
- Ho sentito Luke e Adam che ne parlavano. Hai ancora freddo? Prima tremavi. -
- Sto bene, ora. Ma sei tu che hai la pelle d'oca, adesso. Tieni tu il mantello. -
- No, tienilo tu. Dopotutto è tuo. -
- Io sto bene, ora. -
Viridian scrollò le spalle, ripetendo che non sentiva freddo.
Mira rimase a guardarlo per un momento, poi sciolse il mantello e lo posò tra le mani del giovane. Invece di prenderlo, Viridian la abbracciò di slancio.
La pioggia continuava a sussurrare attorno a loro e Mira non capiva se il cuore di cui sentiva ogni battito fosse il suo o quello del ragazzo che la teneva stretta. Il tepore del suo corpo e del mantello blu scivolato sulle loro ginocchia le impediva di pensare a quanto stesse piovendo e Mira chiuse gli occhi: non aveva mai provato quel piacevole dolore alla bocca dello stomaco, quella lieve sensazione di piacevole stordimento, e senza pensarci due volte ricambiò l'abbraccio di Viridian, stringendolo con la stessa intensità. Sentì le labbra di Viridian posarsi sui propri capelli e si sciolse dall'abbraccio, guardandolo in viso: all'improvviso, il pensiero che quel volto orrendo le si fosse fatto così vicino la fece inorridire e Mira balzò in piedi.
- Che... che c'è? - Disse Viridian.
- Niente. Io... devo tornare all'accampamento. - disse Mira.
La ragazza si precipitò nella tenda che divideva con le principesse senza mai voltarsi indietro.
Per i due giorni seguenti evitò metodicamente Viridian, lasciandosi cullare dalle attenzioni di Luke e dalla rinnovata amicizia con Olimpia e Arianna: la sera lasciava sempre detto che era stanca e che non voleva essere disturbata e sprofondava nel cuscino sperando di addormentarsi il prima possibile.
Una sera, poco prima di andare a dormire, fu Luke ad andare da lei.

- Mira, posso avere l'onore di un momento con voi nella mia tenda? -
- Ma certo. - 
Si sedette sul giaciglio di Luke nella sua tenda e Luke si abbandonò mollemente al suo fianco guardandola con un sorriso ambiguo.
- Ti piaccio, Mira? -
- Siete molto bello, sir Luke, lo sapete. -
- E vi piacerebbe se io facessi così? - Disse Luke, posandole una mano sulla nuca e premendo le proprie labbra su quelle di lei.
Mira rimase immobile, irrigidita: non riusciva a pensare, né a fare niente. Poi sentì le labbra di Luke danzare sulle sue e cercò di seguirlo in quella danza appassionata. Qualche secondo dopo Luke si allontanò con un sorriso.
- Credo che le tue labbra abbiano risposto per te, Mira. -
Mira avvampò, ma non riuscì a trattenere un sorriso.
- Sei quanto di più bello io abbia mai visto. - Disse lui con dolcezza, avvicinandosi di nuovo a lei.
La nuvola del suo buon profumo la avvolse e la stordì, unita all'incredibile bellezza di Luke.
- A-anche voi, mio signore. -
- Smettila di trattarmi da lord. Io sono un ragazzo e tu una ragazza. Una bellissima ragazza, aggiungerei. -
Mira però non riuscì replicare, perché Luke le chiuse la bocca con un bacio. Un bacio, poi un altro, e un altro ancora. Per diverse ore Mira rimase distesa sul giaciglio di Luke, con il suo corpo premuto sul proprio e le labbra incollate a quelle di lui.
Era indubbiamente piacevole sapere che Luke, il più bello tra i giovani di Marinia, aveva un debole per lei: sentire i suoi lineamenti perfetti sotto le dita e sotto le labbra e sentire i suoi riccioli scorrerle tra i polpastrelli era una sensazione divina.

Fu la luce dell'alba a svegliare Mira, che si ritrovò abbracciata a Luke, sulle coperte del suo giaciglio. La ragazza sorrise davanti all'espressione pacifica del giovane addormentato e scivolò fuori dalla sua tenda. Tornò in quella di Arianna e Olimpia, si pettinò e si lavò per poi uscire solo quando anche le sue amiche si furono svegliate.
- Buongiorno, mia amata. - Disse Luke, inchinandosi davanti a lei con un guizzo divertito negli occhi castani.
- Buongiorno a voi, Luke. Avete dormito bene? -
- Mai dormito così bene in vita mia. - Rispose lui.
Mira gli sorrise complice e si andarono a sedere vicino al fuoco mentre i soldati smantellavano l'accampamento e caricavano i cavalli.
Si rimisero a cavallo e iniziarono l'ultima parte di marcia: Mira cavalcava ancora con Luke e ridevano di gusto alle chiacchiere dei soldati attorno a loro.
All'improvviso una freccia trapassò il soldato alla loro destra e un drappello di uomini uscì dalla boscaglia per accerchiarli.
- Siete circondatevi! Arrendetevi! - Gridò un uomo.
- Non senza combattere! - Esclamò Luke, scendendo da cavallo.
Uno dei briganti lo attaccò e Luke si difese con maestria: uno dopo l'altro, tutti gli uomini del drappello si ritrovarono a combattere con qualcuno dei briganti e Mira corse a raggiungere Olimpia e Arianna, che tremavano terrorizzate. Erano abbracciate le une alle altre, quando un uomo afferrò Olimpia per i capelli.
La ragazza iniziò a gridare e tutti si fermarono. L'uomo - che pareva il capo dei briganti - le teneva un coltello puntato alla gola.
- Pensate che non avremmo riconosciuto i colori della casa reale? Se non volete che il prezioso sangue blu di queste fanciulle vada a dissetare la nostra foresta fareste meglio a buttare le armi. -
- Non mi fate del male! Io sono una principessa, mio padre potrebbe ricompensarvi! Anche Arianna è una principessa, teneteci in vita! - Piagnucolò Olimpia.
- Ma bene, quindi qui abbiamo due principesse brutte e una fanciulla bella... e tu chi saresti, carina? -
- Sono la loro dama di compagnia. Non sono una principessa. - Disse Mira.
- Poco importa. - Disse il secondo brigante, puntando un pugnale allo stomaco della ragazza.
Mira si immobilizzò immediatamente, spaventata.
- Buttate le armi. -
Luke fu il primo a gettare la spada e fu imitato da tutti, compreso Viridian, che aveva combattuto con il lungo bastone che gli serviva per camminare.
Il brigante lasciò andare Olimpia e pochi minuti dopo erano tutti legati e imbavagliati mentre i briganti si dividevano i loro cavalli e i loro averi. Quando scese la sera la combriccola di fuorilegge banchettò con il cibo e il vino che la comitiva aveva portato per il viaggio di ritorno.
Decisamente ubriachi, iniziarono a parlare di donne e delle loro abilità con il gentil sesso.
- Siete dei palloni gonfiati. Buoni solo a parlare e non a mettere in pratica. - Disse il capo, ridendo e vuotando un altro boccale di vino.
- Invece è vero, Bonn! Le donne cadono ai miei piedi dopo solo un momento! - Rispose l'altro.
- Ah sì? E dimostramelo, se ne sei capace! -
- E come faccio? -
- Io ho un'idea. - Rispose un altro dei briganti.
Si alzò in piedi e sollevò Arianna per i capelli.
- Un bocconcino prelibato, non trovate? -
Mira e Olimpia si dimenarono e anche i soldati della guardia cercarono di liberarsi per aiutare la principessa, ma Bonn e lo spilungone non erano della stessa opinione. Mentre il resto dei briganti rideva e continuava a bere, i due si avvicinarono alle ragazze. Il capo di quella marmaglia avvicinò il suo viso a Mira e sogghignò divertito.
- Io mi prendo questa. -
- Ma capo, io... -
- A te piacciono le bionde, no? La principessa bionda è perfetta per te, Dover si prende la ragazzina e facciamo vedere a questi damerini come si tratta una donna. -
Sollevò Mira di malo modo e le strappò le corde di dosso.
- Allora, carina, da cosa cominciamo? - Disse ridendo.
Mira lanciò uno sguardo supplicante a Luke e ad Adam, ma entrambi si stavano dimenando per liberarsi dalle corde senza nessun risultato. Viridian era alle loro spalle ed era immobile, con il viso contratto in una smorfia anche peggiore della sua solita espressione orrenda.
Il capo accarezzò i riccioli di Mira con le grandi mani sporche: la ragazza si divincolò e diede con tutte le sue forze una ginocchiata nello stomaco dell'uomo. Bonn si piegò in due, ma solo per un attimo: il suo fisico robusto non risentì a lungo del colpo e Mira aveva fatto appena pochi passi quando il brigante riuscì ad afferrarla di nuovo per un braccio. Tutti i componenti della banda ridevano e incitavano il loro capo a farle vedere di cosa era capace.
Mira cercava di scappare, ma la stretta dell'uomo era veramente troppo forte per lei: fu afferrata e gettata a terra con così tanta forza che per un momento le mancò la vista. L'uomo le sorrise in modo orribile e le biascicò qualcosa. Disgustata dall'alito pesante che sapeva di alcol, Mira non lo ascoltò nemmeno e cercò di ribellarsi, ma il brigante rise al suo patetico tentativo di fuga.
- Adesso basta! - Gridò una voce alle sue spalle.
Il brigante, distratto, alzò gli occhi e guardò verso i prigionieri: in piedi in mezzo alla folla, ancora con le mani legate, stava il ragazzo mostruoso con il mantello blu.
- Non vedi che sono impegnato, ammasso di carne andata a male? -
- Ti ho detto di lasciarla stare! - Gridò ancora Viridian.
L'uomo rise di gusto e con lui tutta la banda.
- Oho, ma guardate: il mostriciattolo è innamorato della bambolina! Che storia romantica... peccato che lei non sarà mai tua, schifoso! -
- Neanche tua, se è per quello! - Gridò Luke, alzandosi in piedi.
- Guardate cos'abbiamo qui: un triangolo amoroso! Chissà chi preferisce la nostra bella eroina. - Disse il capo dei briganti, torcendo un braccio di Mira dietro la sua schiena e strappandole un grido di dolore.
Fu un attimo: Luke e Viridian fecero un passo avanti ed entrambi si avventarono sul grosso brigante, allontanandolo dalla ragazza con la forza dei pugni e dei calci. Mira riuscì a tornare dal resto della comitiva e slegò le mani ai cavalieri prima ancora che i briganti riuscissero a capire cosa stava succedendo: riuscivano solo a vedere due giovani, un bel cavaliere e un mostro, che combattevano contro il loro capo come due demoni usciti da qualche leggenda popolare. Il capo della banda perse i sensi battendosi con i due ragazzi e tutta la banda fece un passo indietro al vedere il più forte di loro sconfitto. Quando Viridian, mostruoso e coraggioso com'era, si volse verso il resto della banda, i briganti non ebbero nessuna idea migliore se non fuggire a gambe levate.
Dopo aver aiutato Olimpia e Arianna, Mira si precipitò a slegare le mani di Luke e Viridian.
- State bene? - Domandò preoccupata, guardando il sopracciglio sanguinante di Luke e le braccia graffiate di Viridian.
- Noi stiamo bene, Mira. Tu come stai? - Chiese Luke, apprensivo.
- Bene, grazie a voi. -
Aveva avuto veramente paura: il terrore l'aveva assalita e l'aveva paralizzata, lasciandola immobile tra le mani di quell'orribile brigante. Per una volta, aveva sinceramente maledetto quella incredibile bellezza che faceva di lei un bersaglio tanto facile.
- Ora è tutto a posto, stai tranquilla. - Disse Viridian, con dolcezza.
- Ha ragione. Forza, vediamo se ci sono rimaste delle provviste. - Disse Luke.
Qualche ora dopo avevano recuperato tre cavalli e qualche forma di pane, accompagnata da un paio di borracce d'acqua e da un po' di formaggio.
- Non ci basterà mai per il viaggio di ritorno e saremo rallentati dalla perdita dei cavalli. - Disse cupo Adam.
- In qualche modo ce la caveremo. - Rispose Viridian.
Decisero di spostarsi subito, anche se stava scendendo la notte, per non rischiare di essere rintracciati dal resto della combriccola di malviventi.
Mentre viaggiavano a piedi, sotto la luce della luna, Luke prese Mira sottobraccio.
- Voglio che tu stia vicino a me, in ogni momento. - Disse lui.
Mira gli sorrise e appoggiò la sua tesa sulla spalla del giovane annuendo dolcemente: le piaceva la sensazione di sicurezza che gli dava camminare al suo fianco.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Grigio argento ***


capitolo 6, grigio argento




Quando si fermarono era già quasi mezzogiorno: si accamparono in una piccola radura nascosta alla vista da una fitta siepe di rovi e decisero di riprendersi dalla disavventura accendendo un fuoco e mangiando quello che avevano recuperato. Il resto della giornata trascorse lentamente e nelle lunghe ore di riposo Mira si rese conto che non aveva mai parlato con Luke: lo raggiunse dove si era disteso per riposare un po' e gli diede un bacio per svegliarlo. Il ragazzo ricambiò il bacio, ma Mira si allontanò, cercando di intavolare una discussione:
- Cosa farai quando torneremo a casa. -
- Continuerò il mio addestramento per diventare cavaliere. E ovviamente continuerò a volerti frequentare. - Disse con un'occhiata maliziosa.
Mira arrossì, mettendosi i capelli dietro le orecchie, e continuò.
- Beh, ma avrai dei progetti, no? Dei sogni. -
- Diventare cavaliere, ottenere un buon castello e sposarmi con una bella donna. Per l'ultima parte ho già delle idee... - Luke le prese una mano e le baciò il palmo con tanto calore che Mira si sentì ribollire il sangue.
Sottrasse la mano alla stretta di Luke e cercò di continuare il discorso tirando fuori tutti gli argomenti di cui disponeva, ma il giovane continuava solamente fare allusioni e a tentare di rubarle qualche bacio. Alla fine del pomeriggio le uniche cose che Mira era riuscita a capire di lui erano che amava il vino, le donne e i combattimenti con gli amici, che sapeva di essere bello... e che per lui l'espressione “per sempre” non aveva nessun significato.

Quella scoperta fece male a Mira: il pensiero che quel ragazzo stupendo di cui era tanto innamorata era così freddo e vuoto l'aveva ferita profondamente.
Quando scese la sera e i cavalieri si furono distesi per dormire un po', la ragazza si rese conto che aveva proprio voglia di una discussione seria e interessante, così cercò Arianna, ma scoprì che la ragazzina era già crollata addormentata vicino al fuoco; con Olimpia le discussioni profonde non erano nemmeno lontanamente pensabili... e Mira si ritrovò a desiderare la compagnia di Viridian.
Se all'inizio, dopo quel loro abbraccio nella foresta, era stata lei ad evitarlo, ora era il giovane ad essere sfuggente: era difficile vederlo in giro e non scambiava due parole con lei da molto tempo. Lo trovò seduto all'ombra di un abete dal tronco enorme, con la testa tra le mani.
- Viridian, ti senti bene? -
- Le ferite si sono rimarginate, sto bene. - Rispose lui.
Mira si sedette accanto a lui e gli posò una mano sulla spalla, titubante.
- Che succede? - Domandò.
- Niente. Non succede niente di strano. Tutto normale. -
- E allora perché ti comporti così? -
- Devi dirmi qualcosa? -
- Volevo parlare. Mi mancano le nostre discussioni. -
Viridian si voltò appena verso di lei, fissandola con i suoi occhi ciechi.
- Davvero? -
- Sì. - Disse in un sussurro, trovando assurdo quello che stava dicendo.
Viridian sembrò illuminarsi e subito tornò quello di sempre; si misero a parlare delle stelle, dato che la notte limpida e perfetta era colma di scintille argentate e Mira aveva manifestato a voce alta tutto il suo stupore per quel firmamento meraviglioso.
- Ormai la costellazione del Cigno dovrebbe essere sorta. - Disse Viridian ad un certo punto.
- Conosci le stelle? -
- Credo di sapere i nomi di tutte quelle che brillano sui  Sette Regni. -
- Dev'essere bellissimo... -
- Posso dirti i loro nomi, se vuoi. -
- Ma come fai? Tu non puoi vederle! Come le riconoscerai? -
- Quando conosci una cosa non ti serve vederla per sapere dov'è: da bambino ho imparato le mappe celesti di ogni periodo dell'anno. Dimmi solo dove si trova il nord e con il tuo aiuto potremo guardare il cielo insieme. -
Per il resto della notte le parlò della Via Lattea, di Orione, Andromeda e Cassiopea, e di tutte le leggende che le stelle portavano con loro dalla notte dei tempi; le parlò di stelle che indicavano la via, di stelle che non si muovevano mai e di stelle che invece apparivano solo in determinati momenti dell'anno, di stelle vicine e di altre lontanissime. Mira lo ascoltava a bocca aperta e con suo grande stupore si accorse che mentre parlava non sembrava nemmeno così brutto.
Viridian si fermò, le chiese di nuovo dove fosse il nord e l'ora della notte, poi le prese una mano e le indicò un punto nel cielo.
- Tra quelle stelle che stanno sorgendo adesso ce n'è una che si chiama Sirio: è l'unica stella che si vede dovunque, all'interno dei Sette Regni. -
Mira però non lo stava ascoltando: la mano del ragazzo stretta attorno alla sua le aveva causato una tale scarica elettrica nel corpo che sentiva il cuore palpitare più forte che mai. Abbassò lo sguardo, fissandolo sull'erba scura accanto all'orlo della sua gonna, e sentendo le guance roventi. Viridian si accorse dell'esitazione della ragazza e strinse più forte la sua mano, posandola sul proprio cuore: attraverso la casacca la ragazza sentì il cuore del ragazzo battere forte quanto il suo.
Mira lo sentiva battere, tremava e quasi non riusciva a respirare, paralizzata in quella situazione di cui non stava capendo il significato.
- Mira. - Disse Viridian, e la sua parola fu poco più che un sussurro nel buio della notte.
Mira si allontanò di scatto e si precipitò all'accampamento: entrò nella tenda di Luke senza pensarci due volte, si rifugiò al suo fianco avvolgendosi nel suo mantello e posando il proprio capo contro la spalla solida del giovane. Sperava di riuscire a riprendere sonno prima di sentire i passi di Viridian sull'erba umida, quando sarebbe tornato indietro.

La mattina dopo, Mira era ancora inquieta e turbata: camminava al fianco di Luke, ma sentiva nettamente la presenza di Viridian alle sue spalle. All'improvviso decise di spostarsi in coda alla comitiva, dove Arianna camminava accanto ad Olimpia.
- Come mai sei qui? - Chiese Olimpia all'improvviso.
- Ho bisogno di pensare. - rispose Mira.
- Ti dispiace se io intrattengo Luke, nel frattempo? -
- Fai pure, Olly. -
Olimpia avanzò contenta verso il giovane e Mira si mise a camminare piano lasciando ruota libera ai suoi pensieri.
A lei Luke piaceva: era bellissimo, galante e spiritoso, si divertivano insieme, ridevano e scherzavano. Con lui però non riusciva a parlare: era superficiale, infantile e decisamente un ragazzo troppo dedito ai piaceri della vita per essere il tipo giusto per lei, oltre al fatto che era una persona che non amava chiacchierare. D'altronde fino a quel momento era passata sopra a quei difetti: quando lui la baciava e la guardava con aria ammirata, era così facile dimenticarsene!
“È così bello che quando lo guardi ti dimentichi tutti i suoi difetti.” Pensò.
Poi c'era Viridian. L'aveva cercato, e questa cosa la spaventava: non aveva mai sentito il bisogno della compagnia di Luke, mentre di quella di Viridian sì... e la terrorizzava il pensiero che sentiva il bisogno di chiacchierare con lui, di scambiarsi opinioni e perfino di discutere, come era capitato qualche volta.
Con Luke si sentiva bella e ammirata, si sentiva fortunata, ma non provava mai quella scossa elettrica che Viridian le scatenava dentro appena la sfiorava. Era anche vero che guardare Viridian in faccia faceva sparire tutte le belle sensazioni che le trasmetteva, lasciandole solo una terribile sensazione di orrore e raccapriccio.
Mira sospirò: avrebbe voluto trapiantare l'anima di Viridian nel corpo di Luke, se solo fosse stato possibile!
Non era una cosa realistica, così si rese conto di dover prendere una decisione, prima di tutto con sé stessa. A conti fatti, però, Mira pensò che tra i due avrebbe preferito Luke: forse non era il massimo per farci un discorso serio, ma per quello poteva cercarsi un professore o una dama di compagnia... se non altro sarebbe stata felice di vederlo sempre camminare al suo fianco.
Decidere tra i due non era una cosa che faceva con piacere, ma se il pensiero di stare con Luke non la faceva impazzire, quello di dover guardare un ragazzo che le metteva il voltastomaco le faceva proprio ribrezzo.
Quando si accamparono sotto uno spuntone di roccia Luke le avvicinò.
- Ho parlato con Olimpia tutto il pomeriggio, ma ho sentito la mancanza del tuo bel viso, mia amata. -
- Volevo stare un po' sola a pensare. -
- Ora che hai pensato fammi un po' compagnia. -
- Sempre a tua disposizione. - Disse lei sorridendo.
Si sedettero l'uno vicino all'altra, mangiarono qualcosa e si addormentarono abbracciati.
Mira fu svegliata dal rumore di una pioggia battente che scrosciava sul fianco della montagna.
- Dobbiamo rimetterci in marcia! - Disse Adam.
- Perché? Piove da morire! - Esclamò Arianna.
- Perché con questa pioggia c'è il rischio di frane ed è meglio allontanarsi da questo punto del costone, qui la roccia è particolarmente friabile. Dobbiamo raggiungere la Grotta, lì non dovremo temere la pioggia! - Esclamò il giovane.
Adam era stato scelto come capitano perchè era indubbiamente
quello che aveva più esperienza sul Picco Cristallo, così nessuno osò fare obiezioni e tutti si rimisero in marcia, anche se sotto la pioggia battente però camminavano molto lentamente.
Adam era davanti a tutti e cercava di tenere un passo abbastanza spedito per raggiungere la loro meta il prima possibile; alle sue spalle c'era Luke e Mira aveva tentato di stargli vicino, ma aveva dovuto rallentare, non essendo abituata a camminare in montagna con quelle condizioni, così si era ritrovata all'improvviso accanto a Viridian. Il giovane camminava svelto, ma la sua cecità gli rendeva difficile camminare agevolmente su quello stretto sentiero che si snodava sul fianco della montagna. La consapevolezza della sua vicinanza fece contrarre violentemente lo stomaco di Mira e la ragazza alzò gli occhi verso di lui per cercare di intravvedere i suoi lineamenti tra le pieghe del cappuccio e le cortine d'argento della pioggia che continuava a scrosciare.
Come se si fosse accorto di essere osservato, Viridian parlò, all'improvviso.
- Mira. -
- Come... come sapevi che ero io? -
- Hai un buon profumo. 
Posso farti una domanda? -
- Ma... ma certo. - Rispose lei, vagamente imbarazzata all'idea che un ragazzo la riconoscesse dall'odore.
- Cosa provi per Luke? -
Mira rimase interdetta.
- In che senso, scusa? -
- Sei innamorata di lui? -
- Sono affari miei. - Disse Mira imbarazzata.
- Non volevo impicciarmi, era solo per sapere... mi sembra che tu abbia qualche problema ad affrontare le tue emozioni. -
L'imbarazzo della ragazza si era trasformato in irritazione: cosa voleva capirci uno come Viridian di ragazze? Sicuramente non ne aveva mai avuta una nella sua vita e adesso faceva tanto il grande esperto solo per fare colpo su di lei. Fiera del suo amore per Luke, Mira rispose:
- Cosa ne vuoi sapere tu delle mie emozioni, non puoi nemmeno vedermi! E comunque sì, sono innamorata di lui. -
- E perché? -
- Beh, per prima cosa è bellissimo no? È innegabile. -
- Ah. -
- E cosa vorresti dire con questo "ah"? -
- Vuol dire che è colpa del fatto che sono cieco. -
- Che cosa intendi? -
- Il fatto che non ci trovo niente di interessante in lui. È colpa del fatto che sono cieco. -
Mira rimase a bocca aperta, senza sapere cosa dire.
Se lei fosse stata cieca, cosa ci avrebbe trovato, in Luke? Niente, ad essere sinceri. Quell'improvviso pensiero la fece trasalire: aveva ragionato come ragionavano quelli che la giudicavano dal suo aspetto fisico. Si era comportata esattamente come le persone che detestava.
Aveva preferito uno come Luke, bellissimo e con cui poter andare orgogliosamente in giro, a Viridian, il cui aspetto fisico era terribile ai suoi occhi ma che aveva un anima affine alla sua.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Arcobaleno ***


capitolo 7, arcobaleno




- Mira? Ci sei? Sei silenziosa. - Disse Viridian.
Mira si scostò le ciocche brune dal viso e tirò più su il cappuccio della cappa bianca, cercando invano di evitare di inzupparsi ancora più di quanto già non fosse: la pioggia continuava a scrosciare violentemente e il suo rumore era tale da rendere difficile anche la conversazione.
Il mondo sembrava limitato a grigio, verde e marrone, attorno a loro: le nuvole basse avevano coperto il paesaggio e non si vedeva altro che il sentiero sassoso, il precipizio a sinistra e la parete di roccia stillante d'acqua a destra. All'improvviso Viridian parlò... e la sua voce irruppe tra i pensieri amareggiati della ragazza obbligandola a smettere di rimuginare.
- Sei silenziosa. - Disse Viridian.
- Sto pensando. - Rispose Mira, secca.
Viridian non disse altro, rimanendo nascosto tra le pieghe del suo cappuccio e tenendo il passo con il resto del gruppo per quello che la sua cecità gli permetteva.
Mira strinse le mani l'una dentro l'altra: era diventata superficiale e smorfiosa, era diventata esattamente quello che non sarebbe mai voluta diventare. Le lacrime le punsero gli occhi e scoppiò in un pianto silenzioso, mentre le lacrime scivolavano sulle sue guance bagnate di pioggia confondendosi con l'acqua che cadeva dalle nuvole basse.
Nonostante i suoi sforzi per non farsi sentire, un singhiozzo le sfuggì dalle labbra. Immediatamente si sentì riscaldare dal contatto di un braccio attorno alle spalle e un abbraccio affettuoso la strinse contro un mantello blu zuppo di pioggia, lasciandola andare un momento dopo: il contatto era stato così breve che Mira si chiese se fosse successo davvero.
Non sapeva cosa dire, così tacque. Adam corse in suo aiuto rompendo il silenzio con un grido:
- Ecco l'entrata della grotta! -
Sospirando di sollievo, la comitiva scivolò nella spaccatura della roccia, passando dal freddo umido della pioggia all'oscurità gelida della caverna. Non avevano fatto che pochi passi all'interno della grotta, quando l'antro buio si trasformò in un luogo che scintillava di ogni colore.
- Principesse, venite con me. - Disse Adam. - Soldati, rimanete all'ingresso. Se non ci vedete tornare entro il tramonto verrete a cercarci a coppie, una ogni mezz'ora. L'ultima attenderà due giorni: se nessuno sarà tornato indietro, dovrà tornare a Marinia a riferire l'accaduto. -
- Io vengo con voi. - Disse Viridian con convinzione, scrollando i capelli zuppi di pioggia e prendendo in mano il suo bastone.
- Dove va lady Mira vado io. - Disse Luke, schierandosi al fianco della ragazza.
Mira gli lanciò un sorriso incerto e Luke la prese sottobraccio con un sorriso affascinante.
- Non temere, andrà tutto bene. - Le disse.
Le tre ragazze si inoltrarono nella galleria colorata scortate dai tre giovani: il passaggio scintillava di rocce di ogni colore che spandevano schegge d'arcobaleno sui loro volti e i loro vestiti. Gli abiti si stavano asciugando loro addosso e il freddo era meno pungente, tanto che Mira dimenticò ogni cosa in favore della bellezza di quel luogo variopinto: il Picco Cristallo aveva preso il suo nome dalle rocce che lo componevano, che quando erano baciate dal sole scintillavano come pietre preziose e nelle notti di luna brillavano come fossero fatte di diamanti. Anche in quella giornata grigia di pioggia battente, però, le pareti brillavano come se fossero illuminate dal sole: per qualche inspiegabile motivo sembravano scintillare di luce propria.
Mira camminava accanto a Luke, in testa al gruppo; dietro di loro venivano Arianna e Olimpia, mentre Adam e Viridian chiudevano la comitiva.
- Accidenti, è un vicolo cieco! - Esclamò Luke ad un certo punto.
- Che stai dicendo? Non vedi che davanti a noi c'è un varco? - Rispose Mira, indicando l'ingresso buio che si apriva nella parete.
- Non vedo niente! Solo queste stupide rocce scintillanti! - Disse Luke stizzito.
Mira lo guardò senza capire e ricevette in risposta lo stesso sguardo incredulo, così la ragazza si avvicinò all'ingresso buio e vi appoggiò una mano: le sue dita svanirono nelle tenebre che regnavano al di là dell'arco di pietra scintillante, mentre Luke la guardava con occhi sbarrati.
- La tua mano è passata attraverso la parete! - Gridò il cavaliere.
- Ti dico che c'è un passaggio! - Sbottò Mira, innervosita dall'incredulità del ragazzo.
- Anche io lo vedo. - Disse Viridian.
- Anche noi. - Dissero Arianna e Olimpia.
Adam invece si strinse nelle spalle, dicendo:
- Io non vedo niente. Probabilmente è perché solo loro quattro possono passare. -
- Questo significa che anche lui deve entrare? - Disse Luke con disprezzo, indicando Viridian.
- Non ho detto che deve, ma che può. Tuttavia, se mi permettete, sir Luke, mi sentirei più tranquillo se andasse con loro: non è male come combattente. - Disse Adam.
Luke, accigliato, acconsentì. Viridian si avvicinò alla parete, ma quando passò vicino a Luke il giovane lo afferrò per un braccio.
- Se succede qualcosa a Mira, verrò a cercarti personalmente. - Sibilò.
Viridian sembrò non sentire nemmeno le parole del giovane e si avvicinò all'arco buio assieme alle tre ragazze. Mira era davanti a tutti, raccolse tutto il suo coraggio e fece qualche passo al di là del varco, camminando per qualche momento in un buio completo. Quando la luce tornò, la ragazza si ritrovò in una immensa sala ricoperta di rocce trasparenti come diamanti. Anche il soffitto a cupola era trasparente e rifletteva il cielo grigio e basso che avevano lasciato fuori dalla Grotta. In lontananza una fonte zampillava dalla roccia per andare ad alimentare un cristallino laghetto rotondo.
Mira si accorse di essere scalza, con i capelli castani sciolti sulle spalle e con indosso un semplice abito bianco. Si voltò terrorizzata, ma con suo grande sollievo alle sue spalle vide anche Arianna e Olimpia, anche loro scalze e spettinate, ma illese. Alle loro spalle, Viridian portava una casacca e un paio di calzoni bianchi e camminava piano, con le mani tese davanti a lui per cercare di orientarsi nel buio che per lui non poteva finire.
- La Fonte d'Essenza! - Gridò Olimpia felice, vedendo la sorgente e la polla d'acqua davanti a lei.
Lei e Arianna superarono Mira e si precipitarono sul bordo del laghetto specchiandosi nelle sue acque limpidissime. Quando si guardarono, scoppiarono in una risata felice.
- Sei bellissima! -
- Anche tu! -
Mira era rimasta qualche metro più in là: aveva deciso che non si sarebbe specchiata e sarebbe rimasta bellissima.
Aveva maledetto tante volte quel dono che aveva ricevuto, ma adesso che si trovava nella possibilità di rinunciarci, non ne aveva il coraggio: dopo aver sperimentato cosa vuol dire essere notati, chi vorrebbe tornare ad essere invisibile? Viridian invece si incamminò verso l'acqua, barcollando. Si scontrò con Mira e lei lo trattenne, impedendogli di cadere.
- Che vuoi fare? -
- Voglio specchiarmi nel lago. Voglio vedere se cambierà qualcosa. -
- Perché? -
Viridian la guardò e parlò con la voce colma di tristezza e di rabbia insieme.
- Perché non voglio essere brutto. Non voglio che la gente rinunci a me solo perché non sono affascinante. Ho molte qualità, accidenti, e non sopporto che la gente non le veda solo perché non sono alto, biondo e bellissimo come il tuo Luke! -
Mira si sentì stringere il cuore: aveva detto esattamente quello che lei aveva pensato quella sera al ballo. Lei e Viridian condividevano qualcosa che Luke non avrebbe mai capito, e quel pensiero fece sorridere Mira: prese le mani del ragazzo tra le sue e le strinse forte.
- Non devi per forza essere bello, a me tu piaci anche così. -
- E perché? - Chiese Viridian con tono polemico.
Mira si ricordava la risposta che aveva dato a quella domanda quando si trattava di Luke e disse:
-  Perché sai tante cose ma non sei noioso quando le racconti, perché sei spiritoso ma non ridi mai degli altri. Mi piaci perché conosci i nomi di tutte le stelle e sai dove sono anche se non le vedi, mi piaci perché con te posso parlare di qualunque cosa, mi piaci perché sei coraggioso e umile... Posso andare avanti, se vuoi. -
- Ma non perché sono bello... e per questo tu hai scelto Luke. - Disse Viridian con amarezza.
Mira accarezzò il viso deforme del ragazzo e parlò prima di rendersi conto di quello che stava dicendo.
- Tra te e Luke, non potrei mai scegliere lui. -
Olimpia sgranò occhi e bocca e Arianna sussultò stupita.
- Lo dici in questo momento, in questo luogo... ma quando usciremo da qui sarà tutto diverso. Una donna della tua bellezza non può amare un mostro. -
- Io non sono bella. -
- Non dire sciocchezze. -
- Non sono bella per davvero. Questo è solo un incantesimo, una magia. Olimpia e Arianna sono belle, belle per davvero, e ora che l'incantesimo che le rendeva brutte si è spezzato lo potrai constatare tu stesso. Io non sono mai stata bella e so cosa si prova nell'essere giudicati solo per l'aspetto fisico. Ti giuro che sarò fiera di andare in giro con te. -
- Anche se sono un mostro? -
Mira tremò per un attimo. Stava per prendere una decisione da cui non sarebbe mai potuta tornare indietro. Se gli diceva di sì, non avrebbe mai avuto il cuore di lasciarlo per un ragazzo più bello, perché avrebbe mancato alla sua parola e l'avrebbe gettato nella disperazione... Ma se diceva di no sarebbe andata contro tutto quello in cui lei credeva.
- Sì. - Disse, con la sensazione di stare dicendo il sì più importante della sua vita.
Viridian ricambiò la stretta delle mani di Mira e un sorriso deforme si disegnò sul suo volto.
- Lasciami provare ugualmente, Mira. -
I due si avvicinarono al laghetto, il ragazzo si sporse sulle acque cristalline e poi alzò gli occhi verso Mira, speranzoso. Quando non sentì nessuna parola da parte di lei, il giovane si rabbuiò.
- Non è cambiato niente, vero? -
- No. -
Viridian si sedette sul margine della polla e si prese la testa tra le mani, passandosi più volte le mani sul viso come per togliersi di dosso quella maschera orrenda.
Quel gesto fece venire a Mira un'idea.
- Aspetta! - Esclamò.
Stando bene attenta a non specchiarsi, la ragazza affondò le mani nell'acqua, che scivolò fresca e setosa tra le sue dita. Poi posò le proprie mani bagnate sul viso di Viridian: la pelle sotto le sue dita iniziò a tendersi e ad accartocciarsi, la cicatrice perse la sua sfumatura viola e iniziò a scomparire.
- Funziona! - Gridò Mira felice.
Senza pensarci due volte, affondò le mani a coppa nell'acqua e fece scivolare il contenuto sul viso di Viridian, che a ogni goccia diventava sempre meno deforme.
Riprese un'altra volta l'acqua nelle mani a coppa e il suo sguardo cadde nel lago. In un attimo si rese conto che la ragazza che ricambiava il suo sguardo la conosceva bene: l'aveva vista nello specchio negli ultimi sedici anni. Fece scivolare l'acqua sul viso di Viridian mentre cercava di arginare la delusione: presa dall'entusiasmo per la guarigione di Viridian non aveva evitato di guardarsi nel laghetto e l'incantesimo si era spezzato anche per lei. Adesso era di nuovo come era sempre stata: del tutto insignificante.
Tolse le mani dal viso di Viridian e se le asciugò in fretta nell'abito bianco, alzandosi e avviandosi più veloce che poteva all'arco buio che l'avrebbe riportata alla realtà.
Quando varcò l'arco buio si rese conto di essere di nuovo vestita e pettinata come prima, umida di pioggia e con i vestiti strappati e rovinati dal lungo viaggio.
Luke la vide arrivare e si precipitò verso di lei, bloccandosi a un passo dall'abbracciarla per fissarla con un sopracciglio sollevato.
- Che è successo? - domandò ad alta voce.
In quel momento alle spalle di Mira apparvero Viridian, Arianna e Olimpia, e la faccia di Luke passò da scioccata a completamente esterrefatta.
Mira sapeva che si stava rendendo conto che era tutto tornato come prima: Olimpia bionda e perfetta e lei la solita ragazzina insipida.
- Andiamocene. - Disse bruscamente, superando Luke ed Adam e avviandosi verso l'uscita della grotta.
Non voleva vedere nessuno, non voleva parlare con nessuno. Voleva solo tornare a casa più veloce che poteva e dimenticarsi tutto quello che era successo.
Sentì la gente dietro di lei iniziare a raccontare e a parlare concitatamente e Mira si tappò le orecchie con le mani, iniziando a correre e lasciando che tutto il suo dispiacere scivolasse fuori sotto forma di lacrime.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Rosa ***


capitolo 7, rosa




Il viaggio di ritorno fu la cosa più terribile che Mira avesse mai provato nella sua vita: per non venire allontanata da Luke, era lei a stargli il più lontano possibile; non voleva nemmeno guardare in faccia Viridian e ogni volta che un mantello blu entrava nel suo campo visivo faceva finta di dormire o si dedicava a qualche occupazione impegnativa. D'altronde pareva che Viridian non avesse più bisogno di lei: da quando Arianna era tornata la ragazzina graziosa e interessante di sempre il giovane pareva non avere occhi che per lei e le loro risate echeggiavano continuamente nella foresta.
Mira non riusciva nemmeno a stare ancora con Arianna e Olimpia, perchè vedere i loro volti dall'ovale perfetto, i loro denti bianchi come perle, le loro mani morbide e affusolate le ricordava che lei era tornata ad essere mediocre e insignificante.
"Non si è mai contenti di quello che si ha, è proprio vero." Si ritrovò a pensare un giorno. "Ero brutta e ho desiderato essere bella. Mentre ero bella non facevo che rimpiangere la mia condizione di mediocrità e adesso che l'ho ottenuta non riesco ad accettarlo."
I suoi foschi pensieri la rendevano cupa e di malumore, tanto che era difficile che qualcuno le si avvicinasse per tenerle compagnia. Solo Adam, di tanto in tanto, le chiedeva qualche consiglio sulla strada o faceva qualche inutile commento sul bosco attorno a loro.
Non che Mira cercasse la sua compagnia: in effetti preferiva stare per conto suo. Dopo essere stata al centro dell'attenzione per qualche settimana non sapeva più come comportarsi: se avesse continuato ad essere leziosa e spiritosa la gente l'avrebbe presa in giro, dicendo che era una ragazza brutta che cercava di fare l'oca. Se invece era semplicemente sè stessa era tornata ad essere invisibile come era sempre stata.
Il momento peggiore era quando scendeva la sera: Mira cercava di addormentarsi subito per non passare la notte ad aspettare che Viridian passasse a chiamarla per scambiare due parole. Tanto sapeva che, ora che poteva avere chiunque attorno, il ragazzo non sarebbe di certo andato a chiamare una come lei.
La sua parentesi di favola si era conclusa in fretta... forse il fato le aveva voluto solo dare l'opportunità di baciare un ragazzo prima di diventare vecchia e sola.

Quando le mura azzurre di Marinia si stagliarono contro l'orizzonte, tutti emisero un sospiro di sollievo; Olimpia e Arianna corsero a perdifiato fino a riabbracciare i loro genitori.
- Madre! - Gridò Olimpia, gettandosi tra le braccia della regina.
- Siete tornate meravigliose come sempre. - Disse la regina.
- Sì, anche Mira è tornata quella di sempre. - Rispose Arianna.
La regina annuì soddisfatta e chiese a Luke e Adam un resoconto della missione, mentre le principesse e la loro dama di compagnia furono mandate nelle loro stanze a riposarsi. Quando arrivò nella sua camera, Olimpia passò una buona mezz'ora a pavoneggiarsi davanti allo specchio, felice di aver riottenuto tutta la sua bellezza, cinguettando sul fatto di quanto una cosa ti sembri molto più bella, dopo averla perduta e ritrovata.
Arianna invece sembrava cupa, seduta sul suo letto con il suo specchietto tra le mani.
- Dopo essere stata brutta ho capito cosa si prova ad esserlo. Voglio imparare a non far sentire nessuno inferiore a me solo perché sono bella. - Disse all'improvviso.
Mira si precipitò accanto alla principessa e l'abbracciò di slancio, commossa: la sua amica aveva colto da quella storia un insegnamento molto più grande di quello che aveva colto lei stessa, che aveva 'voluto' quell'avventura. Non si sarebbe mai aspettata tanta profondità, da una come Arianna.
In quel momento qualcuno bussò alla porta e Mira andò ad aprire.
- Il principe Wayne chiede di te, Mira. - Disse il paggio.
- Il principe Wayne? - Domandò Mira, scettica.
- Ti attende nel giardino. -
- Ma.. ma io non lo conosco nemmeno! -
Olimpia, alle sue spalle, rise allegramente.
- No, infatti. Ero io che parlavo con lui tutte le notti. - Replicò.
Mira si sentì offesa da quel commento senza capo né coda.
- Che sciocchezze vai dicendo? Non ho mai passato la notte a parlare con nessun principe, semmai quella che fa la svenevole con i ragazzi sei tu! - Rispose stizzita.
- Modera i toni, Mira! - La rimproverò Olimpia, severa. - E pensaci bene, prima di dire un'altra cattiveria del genere. Falsa, oltretutto. -
Mira rimase immobile, senza capire. Fu Arianna ad andarle in aiuto, sussurrando:
- Tu lo chiamavi Viridian. -
Il cuore di Mira mancò qualche battito e la ragazza si sentì avvampare.
- Oh, io non ci vado. - Esclamò.
-
Ha detto che non se ne andrà finchè non ti avrà parlato. - Rispose il servo.
- Che idiozia. - Replicò Mira, facendo per chiudere la porta.
- No, tu ci vai e ci parli. - Esclamò Olimpia, avvicinandosi con fare minaccioso. - Cerca di dirti qualcosa da quel giorno sulle montagne e tu sei riuscita ad evitarlo per un'intera settimana, non ti permetterò di andare avanti ancora con questo tuo stupido comportamento da bambina. -
- È più ostinato di te, se non vai da lui verrà lui da te. In un modo o nell'altro dovrete parlare. - Continuò Arianna.
- Ma io non... non so cosa dire! - Disse Mira, stringendo la mani l'una nell'altra e sentendo le guance roventi come tizzoni.
- Tu vai, le cose si sistemeranno da sole. Credimi, io lo so come funzionano queste cose. - Disse Olimpia con un sorriso malizioso.

Mira scese le scale del cortile con la netta sensazione di stare facendo qualcosa di completamente folle. Si era data il tempo per pettinarsi e cambiarsi d'abito, e ora i suoi capelli castani scivolavano sulla mussola dell'abito rosa che riservava ai giorni di festa. Non poteva essere bella, ma poteva almeno indossare qualcosa di bello.
Fece qualche passo nel giardino, ma non c'era nessuno ad aspettarla.
“Se ne sarà andato.” Pensò con un sospiro rassegnato.
- Sei arrivata, finalmente. Pensavo che sarei diventato vecchio su questo albero. - Disse una voce dalla pianta sopra di lei.
Mira non fece in tempo ad alzare gli occhi che un giovane balzò giù da un ramo e le atterrò davanti.
La ragazza lo fissò interdetta, rendendosi conto che non l'aveva mai guardato davvero da quando avevano lasciato il Picco Cristallo: Viridian - il principe Wayne - aveva un sorriso sincero e una folta chioma di capelli castani spettinati. Non era particolarmente bello e di certo non aveva l'aria seducente e affascinante di Luke... ma aveva gli occhi verdi più luminosi ed espressivi che Mira avesse mai visto. Rimase a fissarli, stupita e colpita da quanto fossero chiari e profondi al tempo stesso.
- È da una vita che cerco di parlarti, ma a quanto pare tu non vuoi avere più niente a che fare con me. -
- Non... non è vero. Sono qui. -
Wayne rimase fermo a guardarla per un lungo momento, poi le posò le mani sulle spalle, guardandola negli occhi con intensità.
- Perché non mi hai detto che sei una principessa, facendomi credere che sei solo una dama di compagnia? - Chiese.
- Perché così mi andava bene... e perché in fondo è quello che sono. - Replicò Mira, distogliendo gli occhi e fissando uno dei cespugli fioriti per evitare lo sguardo del principe.
- Tu sei una principessa, Mira. Ti ho vista al ballo al mio castello, due anni fa. Portavi un vestito color smeraldo e fiori tra i capelli, non hai ballato con nessuno e hai passato il tempo fuori sul balcone a guardare le stelle. Avrei voluto venire a parlarti, venire a conoscere quella ragazza così diversa da tutte le altre che affollavano la sala... ma temevo che tu mi avresti scacciato, perchè avevi l'aria di chi non cerca la compagnia di un uomo. Ho notato che non volevi farti notare e mi sono detto “accidenti, Wayne, una così è perfetta per te!”, ma non ho trovato il coraggio di venire da te. E quando mi sono accorto di amare la dama di compagnia semplice e sincera che si era preoccupata per me, che era andata oltre al mio aspetto fisico e che con me parlava di cose così grandi mi sono sentito colpevole nei confronti di quella graziosa principessa vestita di verde... ma ora che ti vedo mi accorgo che mi sono innamorato due volte della stessa persona. -
La mano di Wayne le sfiorò i capelli, facendo schizzare il cuore di Mira da qualche parte nella gola, impedendole di respirare. Sentiva gli occhi di Wayne che cercavano i suoi, ma si aggrappava disperatamente a quel cespuglio fiorito per impedirsi di ricambiare lo sguardo e rivelargli i suoi sentimenti.
- Ma io non sono… niente di speciale. Non sono nemmeno bella! -
- Tu sei speciale, e proprio per questo io mi sono innamorato di te. E penso che tu sia bellissima. Lo pensavo quel giorno alla festa, lo pensavo mentre parlavo con te e lo penso anche ora. Sei incantevole, Mira. Dico davvero. -
- Incan... che cosa? - Replicò Mira, perdendo la battaglia contro la sua forza di volontà e guardando Wayne negli occhi.
- Sei incantevole. - Ripetè il principe, sorridendo con gli occhi e con le labbra. - E ti devo confessare che quando ero cieco non capivo perché tu fossi così spaventata dal confronto con Arianna e Olimpia... e adesso che non lo sono più e che vi posso anche vedere in faccia... -
- Adesso mi capisci, vero? -
- Adesso lo capisco anche di meno. Sono loro a non reggere il confronto con te, lo capisci? Forse loro sono eleganti, sono alte, sono bionde, hanno vestiti pieni di perle, si sanno pettinare, profumare e truccare per apparire splendenti e scintillanti come le stelle dell'universo. Per loro ci sono decine di innamorati, sulla Terra. Ma per te, e per tutte le ragazze che come te vogliono che la gente veda la loro anima, e non il loro viso... per te non ci sono decine di innamorati, di questo te ne sei accorta. Per loro c'è solo un amore. L'unica persona che può guardare nei loro occhi e leggere la loro anima... quella persona è la persona giusta per loro. Non saranno semplicemente due innamorati: loro due si ameranno davvero. -
- E con questo cosa vuoi dire? - Disse Mira, alzando timidamente il viso verso di lui.
Wayne le prese il volto tra le mani e la guardò negli occhi, parlandole prima con lo sguardo limpido e sincero dei suoi occhi verdi che con le parole.
- Hai passato sedici anni ad aspettare la persona che potesse vedere la tua anima attraverso i tuoi occhi trasparenti. Non mollare adesso. Non metterti a costruire un'apparenza così evidente e appariscente che oscuri la luce che filtra dai tuoi occhi. -
Mira rimase immobile per un lunghissimo momento, con gli occhi fissi in quelli chiari e luminosi di Wayne.
Aveva amato ogni singolo istante in sua compagnia e lo avrebbe amato allo stesso modo anche se fosse rimasto mostruoso e terribile come sotto l'incantesimo che l'aveva trasformato... perché non c'era menzogna nei suoi occhi: anche se vuoti e ciechi erano sempre stati sinceri. Sembravano vederla più di quanto non la vedessero quelli di Luke, che si fermavano ai suoi ricci lucenti e alle sue labbra rosse.
Come sempre l'emozione la sopraffece e Mira non trovò niente di sensato da dire, così gettò le braccia al collo di Wayne.
Per tutta risposta, il principe la tirò contro di sé e la abbracciò stretta.
Mira sentì la morsa allo stomaco, il cuore iniziare a palpitare e la scossa elettrica, il tutto contemporaneamente. Ma ciononostante - o forse proprio per quello - si sentiva meravigliosamente. Non le era mai capitato di sentirsi in quel modo, nemmeno quando Luke la abbracciava. Era una sensazione diversa, indescrivibile e perfetta. Era come sentirsi completi dopo aver scoperto che si era imperfetti, come stare alla luce dopo essere stati tanto tempo al buio.
Una voce nella sua testa continuava a ripeterle che non ci sarebbe mai stato uno come lui, un altro che si fosse accorto di lei... nonostante lei fosse invisibile.
Gli alberi del giardino stormivano piano, il profumo dei fiori e della salsedine riempivano l'aria e nulla avrebbe potuto rovinare quel momento di perfezione.
Wayne la sciolse dall'abbraccio e la guardò di nuovo negli occhi. Mira si lasciò riempire dall'amore che poteva leggere nel suo sguardo si stupì per l'ennesima volta dello sguardo limpido dei suoi occhi chiari, sperando che lui potesse vedere lo stesso nei suoi.
Wayne si chinò e le posò un bacio sulle labbra: quel tocco leggero e gentile fu più intenso di qualunque bacio Mira avesse mai ricevuto e la principessa si ritrovò ad avvampare di nuovo.
Il principe si intenerì al suo imbarazzo e la strinse contro di sé, ridendo allegramente. Poi le le accarezzò le guance, sfiorandole le ciglia con un dito.
- Hai gli occhi più trasparenti che io abbia mai visto. - Sussurrò - E sei la più incantevole delle principesse. Non dimenticarlo mai. -


Poco lontano una donna dai lunghissimi capelli neri e dagli occhi color indaco osservava sorridendo la scena, nascosta da un cespuglio di lavanda in fiore.
- Guardate al cuore delle cose. Riuscirete sempre a vederne la bellezza. - Mormorò.
E in una nuvola di polvere d'argento, Viridia scomparve.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1141197