Jodie.

di Jodie Roses
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 3...2...1...go! ***
Capitolo 2: *** Ti va un giro di giostra? ***
Capitolo 3: *** In poche parole ***
Capitolo 4: *** Notte! ***
Capitolo 5: *** Chiacchiere, domande, pensieri ***
Capitolo 6: *** Litigi&Co. ***
Capitolo 7: *** Peace&Love ***
Capitolo 8: *** Happy Birthday! ***
Capitolo 9: *** Sweet Child O'mine ***
Capitolo 10: *** Oh, shit! ***
Capitolo 11: *** Don't Cry ***
Capitolo 12: *** Sid&Nancy ***
Capitolo 13: *** Pieces of Life ***
Capitolo 14: *** Rocket Queen ***
Capitolo 15: *** Rocket Queen (II) ***
Capitolo 16: *** Appetite For Destruction ***
Capitolo 17: *** Changes ***
Capitolo 18: *** Sunday Bloody Sunday ***
Capitolo 19: *** William ***
Capitolo 20: *** On Tour ***
Capitolo 21: *** Nicky. ***
Capitolo 22: *** "Crasshhh" ***



Capitolo 1
*** 3...2...1...go! ***


Ehmmm allora....premetto che questa è la mia prima fan fiction, che è nata quasi per scherzo una sera quando una mia amica mi chiese di "raccontarle una storia", io le raccontai più o meno questo XD E non sono particolarmente brava a scrivere, quindi spero di non avere fatto una cazzata pubblicandola C: Se i vari capitoli vi incuriosiranno, siete pregati di lasciare un commentino (: Per il resto..Buona lettura! \m/ :D


Los Angeles, 9 Marzo 1987
Ore 21.04


Siamo a Los Angeles, la città degli angeli, in una tiepida sera di inizio primavera. Dall'alto la città sembra stranamente calma e tranquilla, ma non in un piccolo locale del centro dove ha inizio la nostra storia. D'altronde, come si potrebbe essere tranquilli quando fra poco si esibiranno i mitici Guns'n'Roses?
Il locale dove lavorava Jodie si era riempito da un'ora circa da ragazze tutte in tiro e dall'aria decisamente esaltata, ragazze che adesso verrebbero chiamate "bimbeminkia" ma che a quel tempo si chiamavano semplicemente "groupie".
Avevano occupato il locale e adesso erano tutte sotto il palco a urlare e schiamazzare e approfittare degli ultimi minuti per rifarsi il trucco.
Jodie sorrise tra se e se, ringraziando il cielo di non essere come loro. Se solo avesse saputo cosa sarebbe successo nei giorni seguenti e nelle settimane seguenti forse non avrebbe sorriso più di tanto, ma ovviamente non poteva sapere niente, quindi lasciamole quell'attimo di divertimento.
Dopo circa mezz'ora (mezz'ora di ritardo) il gruppo si presentò sul palco mandando tutta la folla in delirio, soprattutto grazie al ragazzo rosso al microfono e allo scimmione riccio alla chitarra. Difatti gli altri membri erano cagati più o meno da nessuno.
Jodie ci aveva fatto l'abitudine, succedeva praticamente ogni sera lì, e quindi non prestava mai particolare attenzione a chi si esibiva. Non fraintedetela, amava il rock, amava quel tipo di musica, e la sua maglietta degli AC/DC lo dimostrava....solo che non aveva mai trovato niente che la catturasse davvero, ecco.
Aveva lunghi capelli rosso scuri, ondulati, con delle ciocche nere, e grandi occhi verde scuro. Era abbastanza alta, magra, con un fisico che probabilmente avrebbe fatto invidia a molte di quelle groupie. Aveva 20 anni....19, 20 li avrebbe fatti presto, e si era trasferita lì a L.A. circa un anno prima, stanca della vita piatta e deprimente della campagna americana. Senza un soldo, senza un posto dove andare, ma in realtà era da lei prendere decisioni avventate. Poi per fortuna aveva incontrato Nicky, una ragazza della sua età e con una storia più o meno simile alla sua, che l'aveva aiutata a ambientarsi e costruirsi una nuova vita in quella città. E adesso erano diventate amiche, molto amiche...e grazie a lei tutti i suoi rimpianti erano scomparsi. Non che ce ne fossero mai stati molti, perchè in realtà li odiava tutti, sua madre e suo padre con la loro mentalità chiusa e bigotta, suo fratello stronzo e crudele che non faceva che maltrattarla...Adesso invece si sentiva finalmente libera. Non che avesse grandi progetti per il futuro a dire il vero, come Nicky le bastava arrivare alla fine del mese riempiendo bicchieri e servendo ai tavoli.
Anche se non l'aveva mai detto a nessuno, stava aspettando quella cosa che viene chiamata "destino" o "caso", quella cosa che prima o poi succede a tutti e che è l'occasione per cercare di cambiarsi un po' la vita.
Ma chi l'avrebbe mai detto che questa occasione le sarebbe arrivata proprio quel giorno, capitata lì in mezzo a boccali di birra, groupie urlanti e assoli di chitarra?
Forse nessuno, ma nella Los Angeles degli anni '80 evidentemente può succedere questo, e anche molto di più.

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Capitolo 2
*** Ti va un giro di giostra? ***


Ehmm, capitolo che potrebbe sembrare anche interessante, nonostante io non sia brava in questo genere di scene .___." Spero che vi piaccia, e lasciate un commentino per piacere ^-^ Buona lettura:)



Era ormai mezzanotte passata e dopo quasi 3 ore di concerto il gruppo aveva lasciato il palco e si era ritirato nei camerini, probabilmente portandosi dietro un paio di groupie, le "elette", mentre le restanti erano già tornate a casa o sedute al balcone a leccarsi le ferite. Jodie nonostante l'ora non era per nulla stanca, ci aveva fatto l'abitudine ormai. Non così però era per Nicky, che ogni volta che sbadigliava sembrava che la testa le dovesse cascare giù o rimanere appesa a ciondoloni, coprendola con quella massa di capelli arancioni che aveva. «Dì un po', credi che se vado a casa prima il vecchio James mi butta fuori?» le chiese. «Beh, spero sempre il meglio per le persone, ma un James così tollerante mi sembra esagerato» rispose Jodie sorridendo. « Dai bevi questo» disse versandole una tazza di caffè. Nicky le sorrise di rimando perchè era già riuscita a sentirsi meglio. Aveva appena aperto una bustina di zucchero che i 5 protagonisti della serata uscirono dal "backstage" o da quello che erano riusciti a allestire alla meno peggio. Si sedettero, o meglio si sdravaccarono su uno dei divani in mezzo alla sala cominciando a chiacchierare, o meglio a far casino. "E anche un James che lascia i clienti senza ordinazioni potrebbe sembrare un mezzo miracolo" pensò Jodie...pensiero rafforzato da una voce maschile che la riprese due secondi dopo «Ehi Jodie! Muovi quelle gambe, i Guns vogliono ordinare!» le urlò James, il suo capo, scoppiando a ridere. Irritata, Jodie prese il blocchetto e si avviò al tavolo «Cinque birre, carina!» le dissero appena si avvicinò, aumentando in lei la sensazione che fossero cinque coglioni. Quando tornò col vassoio lo scimmione riccio che era alla chitarra si alzò barcollando e per poco non le venne addosso, rischiando di farle rovesciare tutto. « Attento a dove vai, idiota!» gli gridò lei sempre più nervosa, guardandolo storto. «Scusalo, è strafatto e ubriaco, a stento si regge in piedi» le spiegò un ragazzo con i lunghi capelli neri, la pelle chiara e una sigaretta che gli penzolava dalla bocca, aiutandolo a risedersi. « Nervosetta però la ragazza» fece quello rosso coi capelli lunghi, sfoderando una perfetta faccia da schiaffi. «Vaffanculo» gli rispose Jodie tra i denti, riprendendosi il vassoio e pensando che voleva solo andarsene. Fece dietrofront, ma una mano le afferrò il polso facendola voltare. Era sempre il rosso-faccia-da-schiaffi, che le si avvicinò e le sussurrò in un orecchio «Non ti andrebbe un giro di giostra nel circo del Signor Rose?» Jodie lo guardò incredula. Stava scherzando? Aveva la faccia seria però. O meglio, la faccia di qualcuno completamente sicuro delle sue parole. «No, decisamente no. Ah e se hai tanta voglia di scopare pagati una puttana» rispose cordialmente. «Ah, perchè tu non lo sei?» le fece lui con un ghigno strafottente. Jodie allora lo guardò, prese un respiro e gli tirò uno schiaffo con tutte le forze che aveva. Poi si girò e tornò quasi correndo al bancone, lasciandosi dietro un silenzio stupito.



«Ehi, ma che hai?» le chiese Nicky, vedendola così sconvolta «Io? No niente...» «Sii dai ti credo...che è successo?» «Beh, quel coglione del gruppo ci provava...» «...Ma non è mica la prima volta, no?» le chiese Nicky. In effetti non lo era, a notte fonda e ubriachi era facile che più di qualcuno lo facesse. Non capiva perchè fosse un gran problema...era normale routine, no? «E mi ha anche dato della puttana..» «Ah ecco....e tu che gli hai fatto?» chiese guardandola incuriosita. «Ah, ehm,....gli ho tirato uno schiaffo» disse arrossendo, anche perchè cominciava già a pentirsene...ma ogni volta la faccia strafottente  di quel ragazzo le faceva vedere rosso. Nicky scoppiò a ridere «Oddio Jodie, dopo questa sono pronta a sposarti» disse asciugandosi le lacrime. «Ma tanto per curiosità, qual era dei cinque?» «Il Pel di Carota coi capelli lunghi» «Mmm però non è male» disse dandole una gomitata. «Ne vuoi uno anche tu?» domandò Jodie, a metà tra il divertito e l'irritato. «No grazie, per stavolta passo! Comunque mi sembrano un po' coglioni, ma non cattivi» sentenziò osservandoli. «Questo lo dici tu» borbottò Jodie, cominciando ad asciugare bicchieri.


Axl era rimasto decisamente stupito dopo che la ragazza l'aveva schiaffeggiato, tanto che non era riuscito subito a spiccicar parola. Ovviamente i ragazzi avevano cominciato a fischiare e applaudirla, e a prenderlo per il culo, e lui li aveva mandati tutti dove potete immaginare. Dopo aver riflettuto sull'accaduto si sentì montare la rabbia dentro. Ma chi si credeva di essere quella troia da quattro soldi per picchiarlo? Cazzo, lui era Axl Rose, le ragazze gli morivano dietro, solo quelle troppo stupide o troppo orgogliose potevano rifiutarlo. E, vabbè, anche quelle cesse, ma lì era un altro discorso. E non era il caso in questione. Perchè la ragazza era davvero bella, non bella nel senso di strafiga...proprio bella bella. Aveva i capelli dello stesso colore del sangue e occhi che, quando le si era avvicinato, sembravano essere passati dal verde al nero, o a un verde scurissimo. D'un tratto Axl ebbe uno scatto nervoso. Perchè lei no? Che cazzo...perchè non poteva averla?

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Capitolo 3
*** In poche parole ***


Grazie alle 2 ragazze che hanno recensito :3 in questo capitolo Axl riuscirà a farsi perdonare! Buona lettura :D




Finalmente dopo altre 2 ore passate a riempire bicchieri di alcolici che divennero sempre più pesanti col passare del tempo, Jodie e Nicky furono lasciate libere di tornare a casa. Si avviarono per strada respirando l'aria notturna. Erano quasi arrivate quando quella testa di Jodie si accorse di avere dimenticato il portafoglio al bar, con tutto il suo contenuto (spiccioli, soldi, i risparmi che aveva la brutta abitudine di portare sempre in giro, documenti carta d'identità e compagnia bella).
«Ti dispiace se non ti accompagno?»  domandò Nicky guardandola implorante. «No, certo, vai pure»  fece lei sorridendo. Rifece tutta la strada all'indietro, rientrò nel locale e recuperò il portafoglio. Dentro non c'era ormai quasi più nessuno, era rimasto solo il vecchio James alla cassa, probabilmente a fare i conti della serata. «Che ci fai ancora qui?» le chiese vedendola. Jodie le spiegò e gli diede la buonanotte, chiedendosi distrattamente se sarebbe riuscita a entrare nel letto prima della mattina. Poteva essere abituata quanto voleva, ma era umana anche lei (purtroppo). Dopo aver percorso un po' di strada, pensierosa, vide in lontananza una sagoma per terra, che continuava a portarsi alla bocca quella che aveva tutta l'aria di essere una bottiglia di...birra? Vodka? "Meglio tirar dritto e far finta di niente" pensò "per oggi ne ho anche avuto abbastanza" «Buongiorno -hic- signorina!» le fece quello (erano le 2 di notte). Avrà avuto circa la sua età, emanava una puzza terribile e aveva l'aria troppo ubriaca per i suoi gusti. Non che lei fosse sempre sobria, eh, ma non le piaceva comunque. «Buonasera» rispose con tutta l'intenzione di tirar dritto, come era nei suoi programmi, peccato che per la seconda volta nel giro di una serata qualcuno le afferrò un polso facendola voltare. "Oh, non di nuovo!" pensò. Prese anche mentalmente nota di tenere d'ora in poi le mani in tasca ogni volta che voltava le spalle a qualcuno. Il ragazzo adesso si era alzato in piedi e Jodie notò che era almeno 20 centimetri più grande (e forte) di lei.
«Perchè non ti feri un po'?» chiese con un sorriso inquietante.
«No dai, per favore, mollami...» disse tentando di liberarsi.
«Tu non vai da nessuna parte» ordinò tenendola stretta. 
«No dai, per favore, lasciami» supplicò lei, che adesso cominciava ad aver paura sul serio.
Sentì le lacrime che le pizzicavano gli occhi ma non ci fece caso. Neanche lui però fece caso a lei o a quello che diceva. Non l'ascoltò, e la portò in un vicolo buio tenendola ferma contro il muro, nonostante lei scalciasse, mordesse e graffiasse, e urlasse con tutto il fiato che aveva in gola. Ma evidentemente nessuno poteva sentirla. Il ragazzo era già riuscito a toglierle la maglietta degli AC/DC e gettarla via quando una voce gridò «Ehi tu! Lasciala stare!».  
Jodie ringraziò il cielo, ma l'uomo si voltò facendo una smorfia, senza accennare a fermarsi. Quando il ragazzo che aveva urlato e i suoi amici si avvicinarono abbastanza da riuscire a vederli, Jodie si accorse con un misto di orrore e sollievo che erano proprio loro, cioè lui, il capellone che aveva schiaffeggiato circa 2 ore prima. Anche lui quando la riconobbe si fermò un attimo, paralizzato, ma poi vedendo la scena che si stava svolgendo si "dette una mossa" per così dire: afferrò l'uomo per una spalla «Ti avevo detto di lasciarla» sussurò tra i denti, prima di tirargli un pugno e successivamente saltargli addosso.
Jodie allora scivolò sul muro fino a terra incominciando a piangere, troppo spaventata per rivestirsi anche se in realtà era più che altro un pianto di sollievo. Axl intanto ci vedeva rosso: non aveva potuto...non doveva osare toccarla...Ci vollero gli sforzi combinati dello scimmione riccio e di quello biondo per toglierlo di dosso al ragazzo, ma ce la fecero giusto prima che gli procurasse danni permamenti. «Se lo meriterebbe» disse lui, liberandosi dalla stretta dei due «Prova a farle una cosa del genere ancora una volta e non te la caverai così facilmente» lo minacciò Axl «E adesso sparisci» gli intimò.
Poi si chinò a vedere come stava Jodie. Il ragazzo dai capelli neri aveva già provato a farla stare meglio, senza risultati. Lei cercò di dargli una risposta rassicurante, ma non riusciva a fermare le lacrime e per poco non si strozzò. «Dai, basta, va tutto bene, è tutto finito» cercò di consolarla Axl. «Ehm, questa è tua?» chiese il palo biondo con gli occhi da gatto raccogliendo la maglietta che era lì vicino.
«Sì, grazie» rispose riprendendosela. Dopo che si fu vestita lo scimmione biondo le domandò «Va tutto bene?» «Sì, sì grazie» disse abbozzando un sorriso. Poi si rivolse al rosso:
«Scusa per lo schiaffo di prima»
«Figurati, non è niente» la tranquillizzò lui con una smorfia, segno che forse la cosa gli bruciava ancora un po'. «Ma perchè mi avete aiutato?» «Cara, saremmo anche dei coglioni, ma di certo non lasceremo mai una signorina come te nelle mani di uno come quello» esclamò il riccio indicando in direzione dove era fuggito il ragazzo. «Beh...grazie, grazie davvero...non voglio pensare a cosa mi avrebbe fatto se non foste arrivati voi» disse rabbrividendo. «Dai, ora alzati» fece Axl porgendole una mano. «Scusa ancora» mormorò lei abbassando lo sguardo. «No, dai non è niente» Jodie allora sorrise e la afferrò, tirandosi su. «Anzi scusami tu» continuò una volta che si fu rialzata «non avrei dovuto dirti quelle cose» Jodie vide con la coda dell'occhio uno dei due biondi e il riccio scambiarsi un'occhiata strana, e capì che forse quelle non erano parole che uscivano tutti i giorni dalla bocca del cantante. «No dai, figurati...anzi dimentichiamoci tutto, ok?» disse.  
«Comunque...io sono Jodie» si presentò «Voi?»
«Io sono Axl» disse il rosso scuotendo i capelli, riacquistando un po' dell'arroganza che tanto la infastidiva 
«Slash» fece il riccio
 «Steven» il biondo più bassino
«Duff» quello alto con i capelli ossigenati
«Izzy» il moro che prima aveva tentato di consolarla, e ora se ne stava un po' in disparte
«In poche parole, piccola» fece Axl ghignando «siamo i Guns'n'Roses»

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Capitolo 4
*** Notte! ***


Grazie per le recensioni *w* In questo capitolo Axl sarà particolarmente dolcioso D: Vi allego un link di un'immagine che dovrebbe rappresentare più o meno Jodie C: [http://tinypic.com/r/25kjzq1/5] Buona lettura! :D


«Ah...ok...comunque io ora dovrei andare a casa» disse lei, pensando anche che Nicky probabilmente la stava aspettando, sempre che non si fosse già addormentata. «Vuoi che ti accompagnamo?» le domandò Axl «No, davvero, non c'è problema» rispose cercando di muovere il primo passo, nonostante non si sentisse molto bene e le girasse tutto. Si riappoggiò allora al muro «Stai bene?» chiese una voce «Sì, sì» anche se non si sentiva più le gambe e vedeva tutto intorno a lei che girava vorticosamente. Tentò di muoversi ancora, ma sentì che non si reggeva in piedi e poco dopo diventò tutto buio.


«Merda, e adesso che sta succedendo?» mormorò Slash vedendo Axl inginocchiato davanti alla ragazza stesa per terra e gli altri a ronzargli attorno. Cominciava a averne abbastanza e non vedeva l'ora di tornare a casa. «Che avete intenzione di fare?» chiese irritato.
«Slash, mi stupisci, un gentiluomo come te che lascia una ragazza svenuta per strada, mi deludi vecchio mio» fece Axl con un ghigno «Dai, aiutatemi» chiese poi, e così lui e Steven la tirarono su.
«Vorrete mica portarvela a casa?!»
«Hai qualche alternativa?» rispose Axl sbuffando per la fatica
«Ok ma io sul divano non ci dormo» borbottò
«Non preoccuparti, non dovrai sprecare quel minimo di cavalleria che forse nascondi da qualche parte, Hudson»
«Fanculo, Rose. Parli proprio tu»
«Sì io che mi sto spezzando la schiena per non lasciarla qui!»
«Immagino come mai la stai portando a casa...»
-Sempre a pensar male!»
-Maddai, come se non fosse la verità!»
E continuarono a battibeccare finchè non arrivarono a casa, se si esclude mentre salivano le scale per arrivare all'appartamento, durante la quale Axl ne disse tante ma tante da lasciarlo senza fiato.
«Ma sei sicuro che sia solo svenuta?» chiese Izzy mentre il rosso la sistemava in un letto cercando di riuscire a coprirla. «Beh che altrò può essere successo?» rispose lui guardandola «Se lo dici tu...Io vado buonanotte!» fece uscendo. «Notte»
Poi recuperò un paio di cuscini e si avviò in soggiorno «Togliti» intimò al primo chitarrista che si era buttato sul divano. «Dai Axl, non rompere i coglioni» rispose girandosi. «Rompere i coglioni sto cazzo, io qua ci devo dormire» «Va bene, va bene,...che palle però...» Dopo che ebbe finito di sistemarsi Duff annunciò che andava a dormire, seguito a ruota da Steven. Appena la porta si fu chiusa dietro al batterista, Slash si avvicinò a Axl. «Vuoi?- domandò porgendogli una bottiglia, ma lui scosse la testa.
«Allora, dì un po'...che ti sta succedendo?-»
«Eh?»
«Dai dai dai, si vede lontano un miglio che non stai bene...centra quella ragazza?»
«Potresti anche farli i cazzi tuoi...comunque non ho niente..»
«Maddai, tu che chiedi scusa ad una ragazza, dopo che questa ti ha schiaffeggiato?!» fece Slash inarcando le sopracciglia.
«Ti ho detto che non ho un cazzo!» sbottò lui, alzandosi dal divano e andando a chiudersi in camera  «Ma che succede?» chiese Izzy affacciandosi da una porta «C'è gente che vorrebbe dormire qua!» «Ah, c'est l'amour, mio piccolo e caro Izzy!» Izzy gli lanciò un'occhiata delle sue «Sì, ok..notte» «Notte» rispose lui ritirandosi in camera, lasciando a ogni buon conto una bottiglia di Jack vicino al divano.
Axl intanto si era chiuso in camera, troppo nervoso per dormire, e si era affacciato alla finestra sperando di calmarsi. Dopo un bel po' sentì la rabbia sbollire. Non sapeva neanche perchè si sentiva così, e il non saperlo forse lo faceva stare anche peggio. Poi notò Jodie stesa sul letto, che stava dormendo....o almeno così sperava. Le si avvicinò e si inginocchiò vicino al letto, togliendole i capelli dalla fronte per vederla meglio...era davvero bellissima. Axl sospirò. E anche sapendo che non avrebbe dovuto farlo, si chinò e le diede un bacio. Poi si rialzò cercando di fare meno rumore possibile e tornò in salotto, dove la vista della bottiglia lasciata da Slash riuscì nonostante tutto a strappargli un sorriso.


 

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Capitolo 5
*** Chiacchiere, domande, pensieri ***


Recensiterecensiterecensite*-* per il resto buona lettura :D



La mattina dopo Jodie, quando si rese conto di essere sveglia, non aprì ancora gli occhi ma cercò di schiarsirsi la mente. Poi le tornarono in mente tutti gli avvenimenti della serata prima e si alzò di scatto.
Si trovava in una minuscola stanza da letto, piena di vestiti, sporchi a giudicare dall'odore, con poster di vari gruppi appesi alle pareti e una chitarra appoggiata in un angolo. Quando scese vide che ai piedi del letto c'era un mucchietto di quelli che sembravano palloncini sgonfi. Cercando di non vomitare, andò alla finestra, quella dove si era affacciato poche ore prima Axl, e vide che dava su una strada del centro, riuscendo a darle una visuale completa del traffico mattutino Losangeliano. Respirò un po' d'aria finchè non si sentì meglio, poi provò a uscire.
Anche se era evidente che stavano tutti dormendo.
L'unico già sveglio era Izzy, che incontrò in cucina davanti a una tazza di caffè. «Ehm...ho l'onore di trovarmi nella fantastica dimora dei Guns'n'Roses?» chiese lei divertita. Sì, si sentiva decisamente meglio
«Sì, hai l'onore» sorrise
«Sono commossa. Ma che è successo ieri sera?» chiese
«Beh...sei svenuta e ti abbiamo portato qui» spiegò semplicemente. Jodie rimase zitta per un po'.
«Mi avete salvato due volte nel giro di una notte» disse finalmente «non so come farò a sdebitarmi»
«Troverai il modo» rispose lui accendendosi una sigaretta.
«Ok» sorrise
 Si preparò un caffè e si sedette davanti a Izzy. L'orologio appeso al muro segnava le otto e mezza. "Tempo di fare colazione e poi vado" pensò. Verso le nove li raggiunse anche Steven e cominciarono a chiacchierare amichevolmente, dimenticandosi dello scorrere del tempo, alla faccia di tutti i suoi buoni propositi. A mezzogiorno e mezza si svegliarono anche i tre restanti componenti e li raggiunero, completando il quintetto (ancora in pigiama e pieni di sonno).
«Ehm...ragazzi...volevo ringraziarvi tutti...per ieri sera...non so cosa avrei fatto se non foste arrivati voi..mi avete salvato..grazie mille. Davvero. Potete chiedermi tutto quello che volete» balbettò Jodie in imbarazzo. A sentire quelle parole Axl si eccitò, ma Duff lo fece tacere tirandogli una gomitata.
«Grazie a te, cara!» esclamò Slash a metà tra il serio e l'ironico
«Adesso vado, allora» fece lei arrossendo. Poi le venne in mente Nicky. «Merda, Nicky!» esclamò battendosi una mano sulla fronte.
«Chi?» domandò Axl nervoso
«No niente..una mia amica...le avevo detto che tornavo...mi starà aspettando» spiegò sbrigativamente.
«Vabbè adesso io vado» disse. Prima di andarsene però scarabocchiò su un bigliettino il suo numero e l'indirizzo dell'appartamento e del bar e lo diede ad Axl «Qualunque cosa vi serva potete chiamarmi! Davvero» disse facendogli uno strano sorriso. Poi salutò anche gli altri «Ciao ragazzi! E grazie ancora!» urlò prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle.
Fece una corsa fino a casa arrivando col fiatone e quando bussò Nicky venne ad aprirle con un aria decisamente assassina.
«Jodie!» gridò appena la vide «Dove cazzo eri finita?! Mi hai fatto prendere un colpo! Sono rimasta sveglia tutta la notte a aspettarti! Pensavo ti fosse successo qualcosa, mi stava per venire un coccolone dall'angoscia!- Continuò così per circa un quarto d'ora e Jodie ascoltò tutti i rimproveri a testa bassa, osservandosi i piedi. Nicky si fermò un attimo per riprendere fiato e allora la ragazza si azzardò a chiedere «Hai finito?-
«Più o meno. Dai, entra- 
Si sedettero in cucina e Nicky la esortò a parlare «Quindi, che è successo?»
E lei le raccontò di dell'incontro che aveva fatto tornando indietro, che l'avevano aggredita, di come fossero arrivati i ragazzi del locale, e che la mattina dopo si era svegliata non si sa come in casa loro.
 Nicky ascoltò incredula, come se pensasse fossero tutte un mucchio di balle.
«Wow» disse alla fine «veramente wow wow wow» ripetè facendo ridere Jodie. Anche se la sua risata fu interrotta da una domanda che le fece l'amica, una domanda strana e scomoda, inquietante e sinistra. «Ma...scusa se te lo chiedo..sei sicura che dopo che ti hanno portato a casa loro non ti abbiano fatto niente? Cioè...non se ne siano approfittati?» spiegò con un gesto eloquente. Jodie non ci aveva minimamente pensato. Neanche per un secondo. Anche perchè non era cosciente quando l'avevano portata da loro e non lo sarebbe diventata fino al mattino. Sarebbe quindi potuto succedere benissimo, perchè no? Aveva dato per scontato che avessero fatto tutto per il suo bene. Ma era stato davvero così?
Nicky la guardò preoccupata «No, scusa, mi dispiace...non volevo farti star male...»
«No no anzi. Hai fatto bene a farmici pensare...» ribattè Jodie «però se mi avessero fatto qualcosa adesso sentirei..le "conseguenze", no?» chiese spaventata
«Non lo so, non lo so....- rispose Nicky prendendosi la testa fra le mani
«Beh, comunque gli ho lasciato l'indirizzo del bar e di casa...»
«Davvero?» chiese alzando di scatto la testa
«Sì» fece Jodie mortificata
«Ah, ok...va bene...comunque ti dispiace se io vado a letto? Sarei anche un pochino stanca» disse sbadigliando
«Certo, vai pure» rispose lei, ricordando che l'amica l'aveva aspettata tutta la notte alzata « Dormi bene!» le augurò prima che entrasse in camera. Nicky le sorrise di rimando, chiudendosi la porta alle spalle.
Jodie passò tutto il resto del pomeriggio a pulire e mettere in ordine la casa, ma neanche mentre spazzava il pavimento, toglieva la polvere dai mobili o lavava il bagno riuscì a non pensare a quello che era successo, e alla domanda che le aveva fatto Nicky, che aveva creato una serie di infinite, inquietanti possibilità. Era stata una stupida a non pensarci, si disse. Ma quei ragazzi, una volta passata la "coglionaggine" iniziale le erano sembrati tanto carini, nonostante non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, perchè non era proprio da lei. Era stata abituata per troppo tempo a essere ferita, ignorata, abbandonata, e quando quel ragazzo rosso aveva cominciato a provarci si era sentita...non amata, ma quasi. Anche se era un sentimento completamente stupido. Quello era di certo uno delle tante rockstar gonfiate che passavano ogni notte con qualche ragazza diversa, che non si faceva problemi a provarci spudoratamente, fregandosene altamente di quello che poteva pensare l'altra persona.
In più tra qualche anno sarebbe diventato famoso e non si sarebbe minimamente ricordato di lei come di mille altre.
Però nonostante tutto l'avevano ospitata, no? Pensò che era meglio lasciar perdere e evitare di farsi tutte quelle seghe mentali.
Pensò anche che però le sarebbe piaciuto tanto rivederli, e presentarli alla sua coinquilina, ma non era sicura che fosse possibile. Anche se lo sperava.
Chissà, magari era riuscita a risultarglia abbastanza simpatica per convincere loro a tornare da lei?

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Capitolo 6
*** Litigi&Co. ***


Recensiterecensiterecensite *faccina con gli occhioni lucidi e lo sbattimento di ciglia a mo di cerbiatto* Per il resto...buona lettura :D


Era ormai passata una settimana da quel giorno e Jodie era ormai sicura del fatto che non avrebbe mai più rivisto i cinque ragazzi. Anche se in realtà in una parte della sua mente così nascosta che non ne sospettava neanche l'esistenza, aveva ancora una piccola speranza. In quella parte della mente conservava anche i proverbi "mai dire mai" e "la speranza è l'ultima a morire".
Quella sera il locale era abbastanza vuoto. Pochi clienti e neanche qualche groupie impazzita, ma d'altronde non c'era nessun gruppo rock a esibirsi sul palco. "Serata un po' fiacca" pensò Jodie.
«Una birra, per piacere» chiese cortesemente una voce dal bancone. Jodie gli riempì un bicchiere e mentre stava per porglierglielo alzò lo sguardo e vide che la voce misteriosa apparteneva ad Axl. "Strano che non l'abbia riconosciuta" si disse distrattamente, anche se aveva di meglio a cui pensare, in quel momento.
«Oh, Jodie! Chi ho il piacere di incontrare! Quanto tempo che non ci si vedeva!» esclamò lui, come se si fossero incontrati per caso.
«Salve Signor Rose!» fece lei stando al gioco. Era contenta di rivederlo, molto contenta. Non che gli piacesse nè niente del genere. Però era contenta lo stesso
«Veramente, troppo tempo, anche se non ti vedo invecchiato di un giorno! Qual buon vento la porta qui?»
«La voglia di una birra e la speranza di incontrare una bella ragazza» disse lui con un sorriso.
«E le hai già soddisfatte tutte e due?» chiese lei incuriosita
«Solo la prima!»
«Ahahahahah fanculo» ribattè lei divertita. Poi le venne in mente che avrebbe voluto fargli conoscere Nicky, così le fece un fischio «Ehy, Nicky, vieni un attimo?» Lei si avvicinò «Sì?»
«Ehm...ti ricordi la "storia" che ti avevo raccontato? Beh, lui è uno dei ragazzi che mi hanno "salvata"» spiegò indicando Axl.
«Piacere!» fece lui porgendole una mano, con aria da perfetto maripione. Jodie stava cercando con tutta se stessa di non ridere di fronte alla faccia che fece Nicky. Gli strinse la mano, dubbiosa, poi lanciò a Jodie un'occhiata eloquente e tornò ai tavoli. Axl la guardò inarcando le sopracciglia e lei gli fece segno di lasciar perdere «Cose da ragazze! Non puoi capire»
«Oh, sì che posso invece!» ribattè lui ghignando
«Pff...»
«Che c'è, non ci credi?»
«No no, figurati, non ti metterei mai in dubbio...»
La conversazione andò avanti per un po' su questo tono vago e fu solo dopo che lei gli servì altre due birre che cominciarono a parlare un po' più apertamente. E continuarono a chiacchierare, proprio come aveva fatto quella mattina con Izzy e Steven...solo che questa volta era anche meglio.
Axl le raccontò della sua vita, dei suoi progetti con il gruppo, del fatto che stavano cercando un agente e un contratto, dei concerti, i locali, le feste, le droghe, l'alcool, le memorabili trombate..anche se a questo punto Jodie lo fermò, schifata, e cominciò lei a parlargli di se, di quello che faceva a Los Angeles, di Nicky, di come era arrivata lì, e più tardi della sua infanzia, di come i genitori l'avessero sempre ignorata, del fratello che da bambina le faceva i dispetti, dispetti che poi si sarebbero trasformati da ragazzi in litigi, insulti, grida, molestie e ricatti. A sentire queste parole Axl si sentì male, pensando che anche lui aveva dovuto sopportare cose simili, cose che avrebbe preferito dimenticare. Jodie lo guardò, notando che aveva gli occhi lucidi. Faceva quasi tenerezza.
«Tutto bene?»
«Sì, sì, è che mi hai fatto tornare in mente delle..cose, ecco. Cose brutte»
«Che genere di cose?»
«No, niente, non voglio parlarne...casomai te lo racconterò un'altra volta...»
«Ah, ok..ma senti posso farti una domanda?»
«Me la stai già facendo!» Poi notò la sua espressione «Ok, spara»
«Perchè ti fai chiamare Axl?..Qual è il tuo vero nome?»
Axl-che-in-realtà-non-si-chiamava-così abbassò lo sguardo, sorridendo e osservando il bicchiere.
«E' un'altra di quelle storie che mi racconterai un'altra volta?»
«Azzeccato»
«Ok»
Pensò disperatamente a qualcosa da dire per cambiare argomento.
«Come mai non hai portato anche gli altri?» domandò «mi avrebbe fatto piacere rivederli»
«Dunque vediamo..Steven era completamente fatto, Slash ubriaco, Duff era con una ragazza e Izzy potrebbe essere dovunque» disse contandoli sulle dita. Jodie inarcò le sopracciglia, ma subito dopo scoppiò a ridere.
E mentre rideva le tornò in mente la domanda di Nicky. Forse perchè era un po' brilla anche lei, decise di indagare un po'. Doveva trovare un modo di scoprire la verità senza dare troppo nell'occhio. Pensò e ripensò ma non le venne in mente niente, così decise di improvvisare (molto tempo dopo si sarebbe resa conto che l'improvvisazione non era il suo forte..)
«Ma...senti Axl...scusa se te lo chiedo..quando mi avete portato a casa non mi avete..fatto niente, vero?» chiese in modo un po' più diretto di quel che avrebbe voluto. Ehm..anche troppo diretto.
Axl non rispose. Si limitò a fissarla. Ok, adesso era decisamente terrorizzata. Poi le si avvicinò e le prese il viso fra le mani.
«Senti, Jodie, adesso ti spiego un paio di cosucce, cosucce semplici semplici, che però a quanto pare tu non hai ancora assimilato del tutto, va bene? Io sono Axl Rose, il cantant dei Guns'n'Roses, gruppo che per la fine dell'anno, ci scommetto quello che vuoi, diventerà uno dei più famosi di Los Angeles, se non dell'America intera. Suoniamo praticamente ogni sera e non c'è mai stata sera, a memoria d'uomo, in cui sotto il palco non ci fosse qualche ragazza urlante, morta dalla voglia di venire a letto con uno di noi. E molte di queste ci sono anche riuscite. Tu però hai avuto una fortuna incredibile, hai avuto l'opportunità di farlo, e di farlo con me, senza che avessi fatto assolutamente niente. E non sono molte le persone che hanno un'occasione così, credimi. Però non l'hai voluto...anzi, mi hai anche preso a schiaffi. E nessuno l'aveva mai fatto prima. Così, dopo avermi rifiutato e preso a schiaffi io, forse per la troppa ubriachezza, ti ho chiesto anche scusa, scusa per averti offerto una notte con me, che probabilmente poteva essere la migliore della tua vita. E anche questo non era mai successo. E come se non bastasse ti ho anche salvato da un uomo che stava per stuprarti e pur di non lasciarti svenuta in mezzo alla strada ti ho portato a casa mia (nel mio letto). Ho fatto per te in una sera più di quanto faccia tutti i giorni per i miei amici. E tu, dopo tutto questo, hai il coraggio di dire che io sono uno schifoso maniaco?» chiese cominciando a stringerla.
«Ahia, Axl, mi fai male!» esclamò Jodie con le lacrime agli occhi, liberandosi.
«Te lo meriteresti!» gridò il rosso alzandosi «Per cosa mi hai preso, per un mostro?! Credi che io non sappia cosa sia la tristezza? Credi che non sappia cosa sia la pietà? Credi che non sappia cosa sia l'amore? Credi che faccia tutto con un secondo fine? Credi che sia così stronzo da portarmi una ragazza a casa svenuta solo per "farle qualcosa" come dici tu?! La prossima volta me ne fotto e ti lascio in mezzo alla strada, chissenefrega!»
«No ti prego...non dire così..non intendevo questo...»
«Ah no?! Beh ti lasci fraintendere facilmente ragazza!» ringhiò.
Jodie aprì la bocca per ribattere ma la richiuse subito. Sapeva che qualunque cosa avrebbe detto non sarebbe servita a niente. Axl la guardò e capì. Le lanciò un'occhiata schifata, piena d'odio, e fece dietrofrond, uscì correndo dal locale.
Nicky allora, attirata come molti altri clienti, d'altronde, dalle urla, si avvicinò «Ehi, che è successo? Stai bene? Perchè avete litigato??»
Jodie le spiegò com'erano andate le cose e Nicky, ascoltandola, si sentì peggio, se possibile, di come era stata lei. Era tutta colpa sua, era stata lei a metterle quelle idee in testa, non era riuscita a tacere. Adesso invece sarebbe rimasta zitta, sì, perchè dopo averlo visto le era sembrato chiaro che quel ragazzo non poteva fare niente di male...sarà stato anche coglione, stronzo, strafottente, ma non davvero cattivo.
«Scusa, scusa, scusa! E' tutta colpa mia!!»
«No, no, figurati, non dire così...avevi fatto bene a mettermi in guardia...anche se non dovevo chiederglielo così..ma non avrei pensato avesse questa reazione...» disse Jodie iniziando a piangere.
Nicky allora la abbracciò, senza dire niente, tentando di farla stare meglio, anche se dentro di se era sicura che l'unica persona che sarebbe stata in grado di farlo era proprio il rosso che era appena uscito correndo.

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Capitolo 7
*** Peace&Love ***


Saaalve, so' tornata con un altro capitolo C: Buona lettura :D



Da quando aveva litigato con il ragazzo rosso, due giorni prima, Jodie non era ancora riuscita a sentirsi completamente bene, aveva come un vuoto sullo stomaco, una sensazione che la faceva star male.
Nicky l'aveva osservata attentamente, e adesso cominciava a non poterne più. Era come se fosse sempre distratta, con la testa altrove, come se non la stesse mai realmente ascoltando, e il capo le aveva già fatto un paio di sfuriate, anche se evidentemente non erano servite a molto, e adesso stava cominciando a perdere la pazienza.
Nicky, anche se non si vedeva subito, era in realtà molto più intelligente di come sembrava a un primo impatto. Spesso, anzi sempre, si comportava come quella un po' fuori di testa della situazione, quella un po' pazza, un po' infantile, che faceva battute stupide e rideva per tutto, ma in realtà capiva molte più cose di quanto desse a vedere. Riusciva a capire bene le persone.
Voleva molto bene a Jodie, e la conosceva forse meglio di quanto si conoscesse lei stessa. Sapeva che era molto fragile, e sapeva che l'avere una famiglia che l'aveva sempre ignorata non l'avesse aiutata. Sapeva che non si fidava facilmente, e anche lei che di solito risultava simpatica a tutti aveva dovuto fare molta fatica per diventarci amica. Sapeva che aveva una grande paura di venire abbandonata, per questo non faceva amicizia facilmente, e sapeva anche che era facile farla soffrire. Sapeva che a volte aveva degli sbalzi d'umore e sapeva che di solito non reagiva a provocazioni e insulti, infatti era rimasta molto stupita vedendola tirare uno schiaffo al ragazzo. Aveva anche intuito che del rosso le importava più di quanto dasse realmente a vedere, che forse c'era anche del tenero sotto sotto sotto, ma forse di questo Jodie non se ne rendeva neanche conto. Forse. Probabilmente no.

..vai!»
«Cosa?» domandò sussultando «scusa, non ti stavo ascoltando...»
«Ho detto che se vuoi andare a parlare con quel ragazzo, vai!» esclamò Nicky spazientita.
Jodie la guardò con aria smarrita.
«Non riesco più a vederti stare così, sul serio! Non sei più tu. Sembri sempre altrove, non sei veramente qui. Per favore se andare da lui ti farà stare meglio vai, parlagli, cercate di chiarire. Ti prego, se non per te, almeno fallo per me!» pregò.
«Sì ma non è facile...poi ho paura. Tanta»
«...Paura di cosa potrebbe dirti?»
«Sì...»
Nicky la guardò con tenerezza. Le sembrava di convincere una bambina che ha paura del buio a non tenere la luce accesa. Poi le si inginocchiò davanti:
«Ascoltami. Adesso tu ti alzi, ti vesti, ti fai bella e poi esci e torni in quella casa. Suoni e chiedi di lui, e quando te lo ritrovi di fronte gli chiedi scusa, oppure gli dici che è tutta colpa mia e che sono una brutta stronza, se preferisci, ok?»
Jodie le sorrise «Sai che non potrei mai. E comunque non è colpa tua! Mia semmai...»
«...Quindi ci andrai?»
«Non lo so...»
«Perfavoreperfavoreperfavore!» cercò di fare la faccina con gli occhioni più dolci e convincenti che aveva. Di solito funzionava.
«...Ok»
Nicky si alzò in piedi e la abbracciò «Mabbrava, sapevo che l'avresti fatto! Ora vai e fai strage di cuori!»
«Nicky!»
«Ehmm, ok, scusa. Stò zitta!»


In casa Guns, intanto, Axl da quella sera era più nervoso e suscettibile che mai, sembrava sempre pronto a scattare come una molla, e capace di urlare addosso a chiunque gli rivolgesse la parola.
Slash, Steven e Duff non ci facevano molto caso, abituati com'erano a quel tipo di comportamento, quindi non lo filavano più di tanto, al massimo lo prendevano un po' per il culo, niente di più.
Izzy invece, pur essendo abituato anche lui, voleva sapere che cosa era successo per farlo stare così, voleva cercare di capirlo. Forse per questo era il suo migliore amico.
«Noi usciamo!» annunciarono i tre, appena ebbero finito di prepararsi «Ciao Izzy! Ciao fighetta!». Per tutta risposta Axl gli mostrò il dito medio.
Una volta rimasti soli, il chitarrista ritentò di instaurare una conversazione pacifica e che avesse un senso con il cantante.
«Axl..?»
«Che vuoi?»
«Che ti sta succedendo?»
«Quante volte hai intenzione di chiedermelo ancora?»
«Tante quante serviranno per fartelo dire»
Axl allora capì che era inutile continuare a tacere, così gli raccontò di quello che gli era successo con Jodie due giorni prima. Izzy ascoltò in silenzio. Ci avrebbe scommesso la sua chitarra che centrava quella ragazza.
«Ma non credi che..insomma...avesse anche lei il diritto di essere un po', chessò, sospettosa?»
«Stradlin, vuoi finire male?»
«Ma prova a seguire il mio ragionamento, cazzo! Se fossi stato io in lei, la prima cosa che avrei fatto se mi fossi risvegliato qui sarebbe stata venire a urlarti contro e a prenderti a pugni. Io che non faccio queste cose neanche da ragazzo!»
«Non l'ho neanche sfiorata! Cos'è, adesso anche tu non mi credi?! Io l'ho salvata e portata via dalla strada e lei dice che l'ho fatto per stuprarla?!»
Izzy alzò gli occhi al cielo, e capì che non c'era niente da fare


Jodie era riuscita a ritrovare la strada per ritornare nella casa dei ragazzi senza troppe difficoltà, nonostante non avesse un gran senso dell'orientamento e nonstante quella mattina era molto di corsa e non aveva fatto molto caso a dove si trovava.
Salì le scale di quello che doveva essere il palazzo giusto, in teoria, fino all'ultimo piano. Sulla targhetta della presunta porta giusta c'era scritto "Stradlin". Non aveva mai sentito quel nome ma qualcuno aveva attaccato sotto un cartello con scritto "Guns'n'Roses", così chiaro da non poter essere frainteso.
Jodie fece un respiro profondo e suonò il campanello. Stava sudando freddo e avrebbe tanto voluto scappare a gambe levate, anche se non riusciva a muoversi di lì. E comunque ormai il danno era fatto, pensò. Meglio a questo punto affrontare il toro prendendolo per le corna, no?

Izzy alzò gli occhi al cielo, e capì che non c'era niente da fare.
In quel momentò si sentì il Din-Don! del campanello. Si alzò per vedere chi era e quando aprì si ritrovò davanti una ragazza con i capelli rosso scuri e gli occhi verdi, in pantaloncini corti e maglietta, dall'aria decisamente agitata. Aprì la bocca per dire qualcosa ma Izzy le fece segno di tacere e si scostò per farla entrare. Poi si voltò verso il suo coinquilino.
«Ehi, Axl, credo che sia per te!»
«Chi è?»
La condusse in soggiorno nonostante lei avesse già tentato di scappare, e gliela mostrò manco fosse un pezzo d'antiquariato.
Axl appena la vide sgranò gli occhi, poi fece finta di niente e voltò la testa con una smorfia, senza dire una parola.
«Beh, io vi lascio soli!» esclamò Izzy divertito dalla scena. Jodie gli lanciò un'occhiataccia.
Appena fu uscito dalla stanza la ragazza si avvicinò, un po' titubante, a Axl. Non sapeva bene come comportarsi, si sentiva terribilmente a disagio.
«Ciao»
Niente
Ok, proviamo un'altra tattica.
«Senti mi dispiace per quello che ti ho detto. Non lo pensavo davvero. Cioè, credo qualsiasi ragazza che si fosse svegliata qui per prima cosa sarebbe venuta a prenderti a pugni, no?
Comunque, mi dispiace, tanto. Davvero. In questi giorni son stata di merda, non riuscivo a stare in pace, mi continuava a tornare in mente la nostra litigata, volevo rivederti..volevo chiarire..non avrei resistito molto così...»
Questo era troppo anche per lei. Le sue capacità di fare quel tipo di discorsi erano decisamente scarse. Non era brava in quel tipo di cose.
Axl, comunque, continuava a far finta di niente, a stare voltato con le braccia incrociate.
Jodie gli si inginocchiò davanti, come aveva fatto prima Nicky, sperando di riuscire, come lei, a convincerlo.
«Axl..per favore..puoi guardarmi?»
Evidentemente no.
Allora gli prese la faccia tra le mani, esattamente come aveva fatto lui, costringendolo con delicatezza a voltarsi.
«Mi guardi adesso?»
Lui non disse niente, ma la guardò negli occhi. Jodie pensò che poteva bastare, per ora.
«Non volevo dirti quelle cose. Ero mezza ubriaca. E non lo pensavo davvero. Non lo penso davvero. Non l'ho mai pensato seriamente, te lo giuro. E in questi giorni mi sei tanto mancato, sai?»
In fondo in fondo, era vero. Comunque il rosso continuò a non dire niente, si limitò a fissarla.
Jodie continuò con la gola stretta «Axl ti prego..dì qualcosa, per favore, non fare così...» Ma evidentemente avrebbe potuto continuare a pregarlo in eterno, e non avrebbe fatto grande differenza.
Allora anche se non doveva farlo, o forse sì, si mise in punta di piedi e lo abbracciò. Il rosso non disse niente, non sorrise, non rispose all'abbraccio ma non cercò di liberarsi. Lei lo continuò a tenerlo stretto pregando che funzionasse e dopo qualche minuto sentì le sue mani sulla schiena e sentì che due braccia le stavano stringendo la vita. Sorrise, pensando che infondo non servivano tante parole.
«Mi hai fatto incazzare tanto, lo sai?» disse con un filo di voce
«Però mi perdoni?»
Axl finse di pensarci su
«Come potrei essere ancora arrabbiato?» 
Jodie si mise a ridere. Ora andava meglio.
«Dai, vieni quà, stupida» disse aprendo le braccia, con un sorrisetto idiota sulle labbra.
Si abbracciarono di nuovo, senza sapere che Izzy li aveva spiati per tutto il tempo da dietro la porta della cucina. Sorrise anche lui vedendoli. Era sicuro che avrebbero fatto pace subito, e sapeva che Axl aveva un debole per quella ragazza. Pensò anche che doveva assolutamente dirglielo, aveva il diritto di prenderlo un po' per il culo, salvo poi essere mandato a quel paese.
"Pazienza" pensò "ne vale assolutamente la pena"

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Capitolo 8
*** Happy Birthday! ***


Ok, un altro capitolo, spero non faccia schifo :'D Buona lettura :D



Da alcune settimane ormai le ragazze avevano cominciato a frequentare i Guns. Non frequentare in quel senso..ne erano solo diventate amiche. Dopo aver abbandonato quell'aria arrogante e quell'atteggiamento da grandi rock star riuscivano a risultare persino simpatici, nonostante fossero un po' fuori (ma infondo questo era un bene...divertimento assicurato!) e nonostante continuassero a provarci ogni volta che ne avevano l'occasione. In più non dovevano avere molto chiaro come ci si comportasse con una ragazza che non era nè una tua fan nè la tua fidanzata nè una groupie, solo una tua amica, e già qualche volta avevano fatto delle battute non molto simpatiche, un po' fuori luogo, ecco...ma ormai erano abituate anche a quello, e rispondevano a tono. In effetti nessuno di loro aveva mai avuto un amica dell'altro sesso, non negli ultimi tempi, non nel vero senso della parola almeno. Potrebbe sembrare la cosa più normale del mondo, no? Cinque ragazzi e due ragazze tutti più o meno della stessa età che si conoscono e diventano amici, che bello! In realtà però i rapporti del gruppo con le ragazze si limitavano al massimo a una notte, evidentemente non erano in grado di sopportare sempre la stessa più del tempo necessario di portarsela a letto. Nessuno, o meglio nessuna, era riuscita a durare così tanto, senza neanche essersi fatta sfiorare.
Axl e Jodie, intanto, dopo aver fatto pace non avevano più litigato nè niente del genere, si comportavano più o meno come gli altri, evento decisamente degno di nota. Izzy però continuava a pensare che a Axl piacesse lei, e il fatto che a differenza degli altri non ci avesse più provato secondo lui significava che non voleva che si incazzasse di nuovo, per non rischiare di perderla o qualcosa del genere. Quando si ritrovava a fare sti ragionamenti su Axl pensava di essersi completamente bevuto il cervello...Axl? No, cioè...Axl? Il suo migliore amico Axl, quello stronzo, bastardo, puttaniere (o forse puttana?) che si comportava così con una ragazza? Dopo aver finito di farsi queste seghe mentali Izzy scuoteva la testa e si diceva che tanto, bene o male, prima o poi si sarebbero sicuramente messi insieme o qualcosa del genere. A sentir lui era solo questione di tempo. Slash, Steven e Duff, nel frattempo, continuavano a essere convinti che il rosso continuava a esserle amico solo perchè per lui fosse ormai diventata una questione personale...il fatto che dopo quasi un mese ancora non era riuscito a farsela dare doveva dargli sui nervi.


Los Angeles, 15 Aprile 1987
Ore 10.01


Nicky si fiondò in camera della sua amica e cominciò a bussare. Evidentemente però quella stava ancora dormendo, così spalancò la porta e aprì le finestre, illuminando la stanza ancora al buio. Poi si buttò sul letto accanto a lei
«Jodie, svegliati!» le strillò nelle orecchie. Lei rispose qualcosa, con la faccia immersa nel cuscino, e si voltò dandole le spalle.
«Non pensi mica di dormire tutto il giorno del tuo ventesimo compleanno, vero?!» esclamò sfilandole il cuscino da sotto la testa.
«Sei una grandissima bastarda» gemette lei, coprendosi con un lenzuolo. Nicky le scoccò un'occhiata severa, poi si alzò e le tolse le coperte di dosso.
«Adesso tu ti alzi, ti vesti e vieni a fare colazione, ok? Ho passato tutta la mattina a prepararti una cazzo di torta, sai?»
Jodie scoppiò a ridere come una pazza «Cosa mi hai preparato?!»
«Torta, hai presente? Non hai mai soffiato sulle candeline? Tanti auguri?» chiese con un'aria ironica. Lei sospirò «Ok, va bene....è venuta bene almeno?»
«Certo. Dubiti delle mie doti di cuoca?» chiese con un ghigno. Jodie rabbrividì.

Un quarto d'ora dopo erano sedute in cucina a assaggiare il frutto di una mattinata di lavoro. Non era neanche male, dall'aspetto sembrava peggiò, pensò la festeggiata.
«Duuuunque...che vuoi fare oggi?» le domandò Nicky tra un sorso e l'altro di caffè.
«In che senso?»
«Dì, ma di solito che fai tu quando compi gli anni? No perchè io non passo il mio compleanno chiusa in casa. E tu neanche! Quindi oggi si esce, ok?» disse con un tono che non ammetteva repliche. Quando si metteva in testa una cosa il più delle volte era capace di stressarti finchè non dicevi di sì. Meglio cedere subito, quindi.
«Non ho altre alternative, vero?»
«No» rispose Nicky con un sorriso smagliante «Che ne dici di un po' di giri per negozi?»
«Magari rapinando una banca prima, che ne dici?»
«Non ti preoccupare! Pago io, mi sembra ovvio!»
 «...No. Figurati!»
Ma Nicky era Nicky «Mi sembrava di averti detto che non avevi alternative, no? Tu, oggi, esci, anche a costo di portarti in spalla, ok?»
Jodie sospirò «Ok..»
«E comunque devi farti bella per stasera!»
«Stasera?»
«Non vorrai mica passare qui la sera del tuo compleanno, vero? Ho pensato a tutto io, vedrai!»
"Quando dice così era meglio cominciare a preoccuparsi" pensò "per una volta posso anche provare a fidarmi, dai". Dopo questa riflessione si alzò e cominciò a prepararsi e per la gioia di Nicky finalmente uscirono. Fuori c'era il sole e faceva abbastanza caldo, era una tipica giornata primaverile, e le strade erano piene di gente, impegnata nel loro solito tran tran mattutino. Girarono praticamente mezza Los Angeles, rigorosamente a piedi, e Nicky la costrinse a entrare praticamente in ogni negozio nel quale si imbatterono, e a farle provare tutti i vestiti che potevano andarle bene. Come promesso pagò ogni singola cosa. Solo le spese di quel pomeriggio sarebbero riuscite riempire il suo bisogno di vestiti da lì a 30 anni come minimo. Jodie non le domandò dove avesse potuto trovare tutti quei soldi, sapeva che non sarebbe servito a niente, ma si chiese lo stesso se avesse veramente rapinato una banca. Finalmente alle sei rientrarono, cariche di buste e pacchetti. La rossa era stanca morta, e avrebbe voluto solo buttarsi sul divano. Evidentemente però la sua amica aveva deciso di andare fino in fondo e così la spedì in doccia. Appena fu entrata in bagno Nicky estrasse il cellulare e compose un numero, stando attenta a non farsi sentire. 
 «Pronto?»
«Ciao, sono io! Senti noi siamo appena tornate, adesso ci vestiamo, fra un'ora circa dovremmo uscire, ok?»
«Perfetto! A che ora hai prenotato?»
«Alle nove, ti va bene?»
«Sìsì, benissimo»
«Ti ricordi dov'è il posto, vero? Cerca di essere lì un po' prima, se riesci»
«Ok, vi aspetto fuori»
«Bene..ah e senti...cerca di vestirti in modo decente, ok?»
«Contaci!» rispose mettendosi a ridere, prima di sbatterle il telefono in faccia. Nicky lo richiuse con un gesto irritato e lo buttò sul letto, poi andò in cucina e cominciò a svuotare le buste. Portò tutti i vestiti in camera, li buttò sul letto, con la sua solita delicatezza, e si diresse in bagno «Jodie, hai finito?»
«Sì, eccomi» si sentì un rumore di serratura poi la porta si aprì e lei uscì, avvolta in un asciugamano.
«Duuunque avevo pensato a questo, ti piace?» chiese mostrandole un vestitino nero. Proprio vestitino-ino-ino, considerato che, dalla vita in giù misurava si e no 15 centimetri.
«Ma non è un po' troppo corto?»
«Non è mai troppo corto, ricordatelo!»
Jodie la guardò incredula «Stai diventando sempre più simile ai Guns, vecchia mia!» disse dandole una pacca sulle spalle
«Eheheh, sai che culo? Comunque bando alle ciance, vestiti!»
«Ma che fretta hai?!»
«....Vedrai!» disse con una faccia che non lasciava presagire niente di buono
Dopo essersi infilata il vestito (o meglio, essersi infilata nel vestito) Nicky le porse anche un paio di calze. «....A rete? No seria? Calze a rete?»
«Certo!»
Jodie finì di vestirsi e si guardò allo specchio, atterrita. Sembrava una battona di prim'ordine.
«Vestita così, di sicuro al ristorante andrà a finire che penseranno di dovere chiedere a me il conto»
«Guarda che stai pur bene!»
«Dici?»
«Non lo dico solo io, credimi! Comunque su, prendi la borsa e andiamo! Abbiamo il tavolo prenotato per le nove»
Il posto dove avrebbero dovuto cenare era in centro, in una delle strade più importanti di Los Angeles, ed era pieno zeppo di vecchi snob in smoking o cravatta. Jodie si sentiva sempre più in imbarazzo, anche perchè quel tipo di posti non le erano mai piaciuti. E sinceramente si aspettava di venir portata in uno di quei soliti locali che ormai frequentavano sempre, magari a vedere un concerto rock insieme ai ragazzi. Di certo non aveva previsto di essere portata in un ristorante del genere, a cenare a lume di candela.
«Ehmm, io vado un attimo in bagno» disse Nicky alzandosi
«Oh, sì vengo anch'io» rispose facendo per alzarsi a sua volta
«No no non serve, faccio in un attimo!» esclamò la ragazza
Jodie voleva ribattere qualcosa ma la sua amica era già sparita. Si risedette sulla sedia appoggiandosi allo schienale, con gli occhi al cielo. Dopo dieci minuti non era ancora tornata. Ovviamente.
«Scusa, quel posto è libero?» chiese una voce da dietro
«No» rispose chiudendo gli occhi e sospirando con aria sofferente.
«Sicura?» le sussurrò sempre la stessa voce nell'orecchio. Jodie allora si voltò per vedere chi era e, eventualmente, mandarlo via.
«Axl?!» strillò, facendo un salto di mezzo metro
«In carne ed ossa» rispose lui con un ghigno, prendendo posto.
«Che ci fai qui?»
«Sono venuto a festeggiarti, mi sembra ovvio»
«Oh» fece lei stupita «comunque quel posto è di Nicky»
«Mah, probabilmente Nicky a quest'ora sarà in giro con gli altri, mi aveva detto che dopo andava da loro, se non ricordo male»
«In che senso dopo...no aspetta...vuoi dire che eravate d'accordo?!»
«Sei un po' lenta, eh?»
Jodie lo fulminò con lo sguardo
«Ha parlato lui. Comunque...perchè hai organizzato tutto questo casino? Non potevi semplicemente chiedermi di uscire?»
«Maddai, e tu l'avresti accettato?»
«Forse» rispose lei ridendo
«Beh comunque tutta la serata ha uno scopo preciso» continuò lui.
«Sarebbe?»
«Conquistarti» rispose, sfoderando una perfetta faccia da schiaffi
La ragazza lo guardò. Le stava venendo quasi da vomitare. Aveva sempre odiato queste smancerie, le davano letteralmente il voltastomaco, non le poteva sopportare. Voleva solo passare una bella serata tra amici, senza pensieri di quel tipo
«Oddio Axl ti prego, non ricominciare...» 
«Ah, guarda se ti do tanto fastidio me ne vado subito!» disse lui alzandoti di scatto. Che cazzo, per una volta che voleva fare il romantico, lei si arrabbiava?! Ma dove stava sbagliando?
«No...non intendevo...senti, scusa. Sei stato carinissimo a preparare tutto questo, ma stasera non voglio avere pensieri...possiamo fare finta che sia una cena normale?» implorò, facendo gli occhioni.
«Ok...»  borbottò lui con uno sbuffo «comunque queste sono per te»  disse porgendole un mazzo di rose. Jodie le guardò, arrossendo fino a diventare dello stesso colore dei suoi capelli
«Oh..sono bellissime..grazie..!» disse prendendole
«Figurati»  rispose «ah e, tra parentsi, bel vestito» fece sorridendo. Jodie diventò, se possibile, ancora più rossa.
«Immagino sia un'idea tua anche questa, no?»
«Beh, non proprio, avevo detto a Nicky di farti prendere qualcosa di carino. Ottima scelta!»
  «Sorvoliamo....»
«Io preferirei di no, comunque. Ordiniamo?!»


Dopo due ore finalmente uscirono dal locale. A differenza di quanto Jodie aveva pensato, avevano passato una serata davvero normale, e non erano neanche troppo ubriachi. Un po' brilli al massimo. Axl a volte sembrava riuscire a essere davvero dolce, non quello stronzo che tutti pensavano. Compresa lei,ovviamente.
Nonostante le sue proteste volle pagare lui il conto «Tra qualche anno potremmo mangiare così tutti i giorni» si gius tificò.
«Speriamo...comunque mi accompagni a casa?»
«Certo»
Ma dopo un quarto d'ora passato a suonare il campanello, si rese conto che probabilmente la porta non si sarebbe aperta da sola. Così fu costretta a raggiungere di nuovo Axl che la stava aspettando in macchina.
«Che succede?»
«Nicky non è ancora tornata. E ovviamente io non ho le chiavi»
«Oh, che peccato! Ti toccherà venire a casa mia, quindi »
«No dai, figurati, non seve...»
«Sese, poche scuse, non ti ho lasciato in mezzo alla strada quella volta e di certo non ti lascerò adesso»
«Non ho alternative, vero?»
«Nemmeno una » rispose lui sorridendo.

A casa di Axl non c'era nessuno, con grande sollievo di Jodie. Mentre si cambiava, tornò nella camera dove aveva dormito l'ultima volta , e si affacciò alla finestra. Si riusciva a vedere quasi tutta Los Angeles. Il rosso la raggiunse poco dopo e si mise accanto a lei
«E' bellissimo, vero?»
«Sì»
Rimasero un po' in silenzio, osservando il panorama.Lei osservava il panorama. Lui osservava lei. Dopo essersi accorta che lo stava fissando , gli lanciò un'occhiata interrogativa. Axl non rispose, continuando a guardarla. E mentre la stava guardando, le prese una mano per farla avvicinare. Poi le tolse un ciuffo di capelli dal viso, si chinò e le diede un bacio. Smuack. Così, sempre senza dire niente. Quando si staccarono, Jodie lo guardò con tanto d'occhi. Lui continuò a rimanere in silenzio. Allora lei mandò a quel paese la vocina interiore che ripeteva "non faarloo, non faarloo", e si avvicinò al cantante, baciandolo a sua volta. Axl allora le mise le mani sulla vita e la prese in braccio, e lei gli allacciò le gambe attorno ai fianchi, sempre senza smettere di baciarsi. Lui ne approfittò per portarla nel letto dove potè finalmente offrire dopo tanta attesa, un giro di giostra nel circo del signor Rose

 

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Capitolo 9
*** Sweet Child O'mine ***


Cioè, boh, oggi mi sentivo ispirata a scrivere :'D Nessuno ne uscirà vivo xD Buona lettura :D


Axl e Jodie erano distesi sul letto, avvolti dai lenzuoli, dopo aver finito di fare sesso. Ma si poteva definire solo sesso? Axl se lo stava domando da un paio di minuti.
Nel frattempo stava accarezzando i capelli di Jodie per farla addormentare. Pensava di esserci ormai riuscito da qualche ora e si continuava a rigirare tra le coperte, senza riuscire a dormire. Perciò per poco non si spaventò quando sentì una voce nell'oscurità
«Axl?»
«Sì?»
«Sei sveglio?»
«Sì»
Allora si girò verso di lui e appoggiò la testa sul suo petto, ascoltando il cuore che batteva. Pum.Pum.Pum.
«Posso chiederti una cosa?»
«Certo»
«Ma tu mi ami?»
Axl non rispose subito. La amava? Boh, non lo sapeva neanche lui. Non era proprio sicuro di cosa volesse significare amare, non era sicuro di cosa si provasse. In compenso però era agitato tutte le volte che la vedeva e si sentiva le farfalle nello stomaco.
«Sì. Ti Amo»
Pum.Pum.Pum.Pum
«Dimmelo di nuovo»
«Ti Amo, ti amo, ti amo. Ti amo più di quanto ami me stesso»
Pum.Pum.Pum
«Ma è la verità?» insistette «cioè...non è che domani mattina diventerò una di quelle tante schifose groupie che ti servono solo per una notte? Di cui poi non ricordi il nome, il giorno dopo?  Io...io non sono come loro, vero? Tu non mi farai mai una cosa così, vero? Non mi farai mai del male..vero?» chiese, spaventata.
«Vero»
«Ma..non ti fa un po' di tristezza alzarti ogni mattino con una ragazza diversa, che magari neanche sai come si chiama, che se ne andrà subito, o che magari se n'è già andata prima che ti svegliassi, lasciandoti da solo? Non..io...tu con me non lo farai, vero? Non mi abbandonerai?»
Axl si morse il labbro. Dopo aver scopato lui di solito dormiva, di certo non si metteva a filosofeggiare sul senso della vita e cose simili. A ogni buon conto prese Jodie e la baciò, anche perchè le sembrava l'unico modo per farla stare zitta.
«Non ti preoccupare, se l'ho già fatto non vuol dire che lo rifarò. E di certo non a te. Ora dormi»
«Axl?»
«Sì?»
«Anche io ti amo»
«Lo so, lo so»


La mattina dopo Jodie si svegliò e vide che era rimasta sola, in mezzo alle lenzuola bianche. "Ma bene" pensò con una fitta allo stomaco. Quando alzò lo sguardò però vide, per fortuna, Axl, seduto su una sedia che stava scrivendo qualcosa. Lo osservò per un po', poi si alzò, si avvolse in un lenzuolo per coprirsi e gli si avvicinò.
«Che fai?»
Lui aveva l'aria concentratissima e gli rispose solo dopo qualche minuto
«Sto trascrivendo il testo di una nostra canzone» rispose, mettendosi a mordicchiare la matita.
Jodie non capiva come mai si mettesse a scrivere, anzi, a trascrivere testi di canzoni alle 9 di mattina, così rimase zitta.
 «Finito» annunciò dopo un po'. Poi si voltò verso di lei, e notò la sua faccia interrogativa «Beh...è il testo di una nostra canzone. Sweet Child O'mine, si intitola. E' una specie di poesia che ho scritto quando avevo 10 anni...poi Slash ha trovato degli accordi che secondo lui stavano bene insieme alle parole, così è diventata una canzone» spiegò «E..ehm...vorrei dedicartela..» disse arrossendo.
Jodie arrossì a sua volta
«Oh» disse semplicemente.
«Dai, leggila»  la esortò, porgendole il foglio

"She's got a smile that it seems to me

Reminds me of childhood memories

Where everything was as fresh

As the bright blue sky

Now and then when I see her face

She takes me away to that special place

And if I stared too long

I'd probably break down and cry

Sweet child o' mine

Sweet love of mine

She's got eyes of the bluest skies

As if they thought of rain

I hate to look into those eyes

And see an ounce of pain

Her hair reminds me of a warm safe place

Where as a child I'd hide

And pray for the thunder

And the rain

To quietly pass me by

Sweet child o' mine

Sweet love of mine

Where do we go?
Where do we go now?
Where do we go?

Where do we go?
Oh, where do we go now?
Where do we go?
Oh, where do we go now?
Oh, where do we go now?

Oh, where do we go?
Oh, where do we go now?

Where do we go?
Oh, where do we go now?
Where do we go?
Oh, where do we go now?
No, no, no,
No, no, no,
Sweet child
Sweet child o' mine"


Mentre leggeva la canzone Jodie cominciò a piangere, e le sue lacrime caddero bagnando il foglio
« Oddio, Axl..è..è bellissima...n-non...io..cioè..» non riusciva a trovare le parole adatte
«Sì, ok, si è capito che ti piace» disse lui sorridendo
« Io però non ho gli occhi azzurri»
«Ah no?» domandò lui, guardandola incuriosito
Jodie gli restituì lo sguardo, incredula. Meglio non dire niente.
«Comunque, non ti serviva quello» disse con un sorrisetto, indicando il lenzuolo. Tentò di toglierlelo ma lei si allontanò con un balzo.
«Non ne hai mai abbastanza, vero?»
«Pensa che dovrai sopportarmi per un bel po' d'ora in poi. Comincia a farci l'abitudine» rispose con un ghigno
Lei alzò gli occhi al cielo «Ti dispiace se mi rivesto?»
«Sì, decisamente»
« Comincia a farci l'abitudine allora, Rose»
«Sei una bastarda, lo sai?»
«A dire il vero non me lo aveva mai detto nessuno prima. Comunque conviniene anche a te vestirti» disse lanciandogli i pantaloni.


Mezz'ora dopo erano seduti in un tavolo fuori da un piccolo bar sotto casa, a far colazione.
«Che vuoi fare oggi?» domandò il rosso dopo che ebbero finito
«Ehm...cioè?»
«Avevo pur detto che non t'avrei abbandonata, no? E oggi sei solo mia. Quindi, che si fa?»
«Ma pensavo che tipo...avessi qualche impegno...non so, tipo col gruppo, le prove, o cose del genere»
«Per tua fortuna invece sono completamente a tua disposizione! Al tuo servizio!» strillò facendo un inchino ridicolo
«Ok, ok! Ora alzati prima che ti arrestino»
Si rialzò con un balzo e le porse il braccio «Madame!»
Jodie si prese la testa fra le mani, cercando di non ridere «Oh, che testa che sei»
«Tanto lo so che mi ami, eh!»  esclamò schioccandole un bacio sulla guancia.
«..Non immagini quanto. Ammmmmore. Comunque, per me fa lo stesso, scegli tu che fare»
«Mmmm...io conosco un posto, un po' fuori Los Angeles..un posto un po' isolato, potremmo per esempio comprare qualcosa da mangiare e fare un pic-nic o qualcosa del genere, che ne dici?»
«Un pic-nic?»
«Sì! Qualcosa in contrario?»
«No, no, anzi, per me è perfetto! Andiamo?»

Dopo aver comprato qualche scorta per il pranzo in un ristorante lì vicino, caricarono la roba in macchina e partirono.
«Quanto è lontano?»
«Uh, staremo almeno due ore»
«E..nel frattempo che possiamo fare?»
«Tu sai a cosa sto pensando, vero?»
«Axl, sarai bravo, ma neanche tu sei così bravo. Ti prego, guarda la strada» 

Finalmente, dopo due ore che per fortuna non erano diventate di più, considerando che si erano persi tre volte (e che Axl insisteva a non voler chiedere indicazioni) arrivarono. Il "posto" da lui scelto era una specie di grande spiazzo pieno d'erba e con qualche alberello qua e là, disperso in fra ai boschi, con in mezzo un laghetto che rispecchiava il sole, con delle papere che ci nuotavano dentro. E non c'era anima viva.
«Ma come fai a conoscere questo posto?» chiese Jodie guardandosi in giro stupita
« Quando scappi da casa a 17 anni, ti imbatti in un sacco di posti strani, sai?» fece lui, scaricando i pacchetti.
La raggiunse «Ti piace?»
«Sì..è bellissimo. Poi non ne potevo più di stare in città»
«E soprattutto non c'è nessuno» precisò Axl, avvicinandosi a lei. Le mise una mano sotto la maglia e cominciò a farle il solletico. Jodie aveva sempre odiato quando le facevano il solletico, bastava che la sfiorassero perchè cominciasse a ridere e non finisse più «No, no, ti prego, Axl, smettila!» urlò con le lacrime agli occhi, ridendo come una pazza.
«Sai cosa dovrai fare in cambio, vero?»  rispose lui con un sorriso malefico
«No dai, basta, ti prego. Puoi aspettare fino a stasera?»  chiese la ragazza, liberandosi.
«Per forza..?»
«Sì, per forza. Fai il bravo bambino!»
«Però poi voglio la caramella»
«Oh, non ti preoccupare, l'avrai»
Axl si prese mentalmente nota che Jodie gli doveva una "caramella", e si sforzò di evitare di comportarsi da maniaco per il resto della giornata. Così passarono il resto del tempo a chiacchierare, scherzare, e prendere il sole. Nessuno dei due, a dire il vero, avrebbe mai immaginato di passare una giornata come quella.
Sembravano davvero una normale coppia di fidanzatini felici, partiti per una scampagnata. Solo che loro (anche se non lo sapevano) non erano una coppia di fidanzatini felici, non lo sarebbero mai stata. Non erano neanche molto normali, a dire il vero.
Non sarebbero state una di quelle coppie "normali" neanche per un secondo. Ne avrebbero dovuti affrontare, di casini
Per il momento però si limitarono a godersi la giornata, finendola in bellezza guardando il sole rosso sangue che tramontava, sdraiatai sull'erba, scomparendo dietro le montagne e lasciandoli immersi nell'oscurità.

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Capitolo 10
*** Oh, shit! ***


Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono (; Buona lettura :D!!


Dopo che il sole fu tramontato, lasciandoli al buio, decisero finalmente di tornare indietro, scrivendo la parola "fine" su quella bellissima giornata (o almeno così credevano). Incredibilmente al ritorno, nonostante l'oscurità, non si perdettero neanche una volta, così alle otto erano di nuovo a Los Angeles. Axl scaricò Jodie davanti casa
«Ricordati che tu mi devi una caramella!»
«Ahahha non ti preoccupare, l'avrai! A domani»
«Ci conto, eh. A domani, cicci»
«Cicci? Mi stai prendendo per il culo?!»
«Ehmmm, in effetti hai ragione. Amore?»
«Già meglio!» esclamò ridendo. Poi gli diede un bacio della buonanotte e scese dalla macchina, risalì le scale e quando bussò alla porta le aprì Nicky, tutta contenta di rivederla, e ovviamente curiosissima di sapere cosa era successo e quello che avevano fatto.

Axl una volta arrivato a casa, entrò nel palazzo e salì le scale fischiettando. Quando entrò nell'appartamento si ritrovò davanti una scena singolare: Duff e Steven erano sdraiati sul divano a guardare la tv, Izzy era steso per terra con la chitarra sul petto, strimpellando, e Slash stava camminando avanti e indietro, con aria decisamente nervosa.
«Axl! Dove diavolo ti eri cacciato?!» strillò il chitarrista riccio appena lo vide.
«Prova un po' a indovinare» gli rispose il cantante con aria ironica, prendendosi una birra dal frigo.
«Ma sai che oggi avevamo le prove, vero?! Potevi anche fare una fottuta chiamata e avvisarci che non venivi, se proprio eri tanto impegnato!!»
«Te l'avevo detto che oggi non sarebbe venuto, è inutile strillare adesso» fece Izzy dal soggiorno
Axl si mise a ridere «Eddai, Slash, adesso ti metti a fare l'offeso? Cazzo abbiamo saltato le prove per una volta, non è un dramma, e poi siamo già troppo bravi, provare non servirebbe a niente- concluse il rosso, buttandosi sul divano accanto agli altri due.
Ma Slash non demordeva «Merda, sei già fidanzato da meno di 24 ore e già cominci a ignorarci e a startene con la testa fra le nuvole, io un cantante così non lo voglio!»
«Ignorarci? Testa fra le nuvole? Ma ti senti quando parli? Ho voluto passare una cazzo di giornata con la mia ragazza, posso o prima devo chiederti il permesso?» chiese Axl, inarcando le sopracciglia
«Non è per le prove in sè, idiota, voglio farti capire che se sei così adesso non oso pensare a come potrai diventare fra qualche settimana! Comincerai a dimenticarti di noi, i tuoi amici, del gruppo, solo per lei, per una ragazza, e così manderai tutto a puttane solo per una così!»
Axl si alzò lentamente «Ma ti sei completamente bevuto il cervello? Voi siete i miei migliori amici, siete il mio gruppo, siete la mia vita, come potrei dimenticarvi? Mi credi davvero così stronzo, Slash?»
«Credo solo che l'amore non ti faccia bene, Axl, che tu non sia esattamente il tipo perfetto per avere una relazione, una relazione seria, e sinceramente credo che le ragazze portino solo casini»
«Casini? Casini? Cazzo, lei insieme con voi è una delle cose migliori che mi siano capitate...»
«Tu non capisci cosa voglio dire»
«Spiegamelo, allora»
Slash si sedette e si prese la testa fra le mani, sospirando «Ti dico solo che tu devi stare lontano dal quella ragazza. Porterà solo guai, credimi!»
«Solo perchè tu non sei ancora riuscito a trovare una ragazza che ti riesca a sopportare per più di una notte, non vuol dire che lo stesso valga per me, Hudson!» gridò Axl, alzandosi e puntandolgi contro la bottiglia di birra. Il riccio scoppiò a ridere. Era una risata straordinariamente priva d'allegria
«Seee, adesso sei diventato il bravo bambino che ha la fidanzata seria, ma fammi il piacere. Posso scommettere tutto quello che vuoi che quella è solo una puttana, nè più nè meno delle altre...»
A sentire queste parole però il rosso non ci vide più e salto addosso al chitarrista tirandogli un pugno, dando così vita a una delle peggiori scazzottate nella storia del gruppo, scazzottata che nemmeno l'intervento di Steven e Duff riuscì a fermare del tutto.

A casa delle ragazze, intanto, Jodie aveva cominciato a raccontare alla sua amica quello che avevano fatto lei e Axl. Stava giusto descrivendo il posto dove l'aveva portata Axl, quando il cellulare di Nicky squillò.
«Pronto? Sìsì, sono io. Che è successo? Cosa?! Che cazzo hanno fatto?! Ma stanno bene, vero? Sì, ok, arriviamo subito» disse riattaccando.
«Che è successo?» chiese Jodie, preoccupata.
«Niente, niente...cioè dipende dai punti di vista. Era Izzy, ha detto che Axl e Slash si sono picchiati e adesso sono tutti all'ospedale» spiegò l'amica
«Che cosa?!»
«Eh, lo so. Dai, vieni, ho detto che li raggiungevamo là»
«Ma non riescono a stare due secondi senza far casini?»
«Eh, evidentemente no»
«Merda, speriamo Axl stia bene.....speriamo stiano tutti e due bene»
Ma quando arrivarono in ospedale, un quarto d'ora dopo, videro che non era proprio così.  Axl aveva un occhio nero e perdeva sangue dal naso e dalla bocca, e Slash un grande livido viola che gli ricopriva tutta la guancia. Pure Duff e Steven erano conciati maluccio, segno che avevano provato a dividere i due. L'unico che sembrava illeso era Izzy, che appena le vide gli corse incontro.
«Oh, eccovi per fortuna!»
«Izzy, ma che è successo? Tu stai bene, vero?»
«Sì, sì, io non mi sono fatto niente, per fortuna»
«Ma perchè hanno litigato?»
«Ehm...forse questo è meglio te lo faccia spiegare direttamente da loro. Vieni, ti accompagno- disse lui lanciando un'occhiata a Nicky, che capì e si dileguò, andando a vedere come stavano Duff e Steven.
Izzy la condusse in una grande stanza piena di letti e barelle e su una di queste era seduto il suo ragazzo, che si stava tamponando le ferite con delle smorfie di dolore. Appena la vide tentò di fare un sorriso, che però gli riuscì peggio del solito
«Oddio, Axl, che ti sei fatto?»
«Eh, incidente di percorso, capita»
Jodie alzò gli occhi al cielo e si sedette accanto a lui. Prese una salvietta e gli ripulì la faccia dal sangue.
«Non ti preoccupare, piccola, ne ho viste di peggio» la rassicurò, tentando di nuovo di sorridere.
«Sempre a fare lo sbruffone, vero?» commentò lei, dandogli una pacchetta sulla testa «Comunque, che cazzo è successo? Perchè avete litigato?»
Axl iniziò a spiegarle, ma fu subito interrotto da Slash, che era appena entrato, evidentemente pensando di non trovare nessuno dentro. Quando li vide, fece una smorfia schifata.
«Oh, scusate, piccioncini. Non volevo disturbarvi» disse con tono canzonatorio.
«Slash, se non vuoi rischiare di prenderne altre, ti conviene uscire subito» fece Axl con calma. Il riccio non se lo fece ripetere due volte, e dopo aver lanciato un'occhiata strafottente alla ragazza, se ne andò, sbattendo la porta.
Jodie li guardò con occhi sgranati. Axl e Slash, Slash e Axl,  il cantante e il chitarrista, amici per la pelle, che se le davano di santa ragione?
Che poteva essere successo di così brutto da spingerli a picchiarsi?

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Capitolo 11
*** Don't Cry ***


Capitoletto un po' così, spero che piaccia (; Buona lettura :D


Dopo che Slash fu uscito, Jodie lanciò ad Axl un'occhiata interrogativa. Lui si limitò a abbassare lo sguardo con un sorriso, giocherellando con una ciocca di capelli. Poi finalmente le prese una mano e le spiegò quello che era successo. Man mano che il racconto andava avanti la ragazza si fece sempre più pallida, diventando bianca come la morte.
Nel frattempo, Izzy stava facendo più o meno la stessa cosa con Nicky. Erano usciti con la scusa di volersi fumare una sigaretta in pace e adesso stavano gironzolando lungo i giardini intorno all'ospedale, respirando la fredda aria notturna. Nicky aveva insistito così tanto per sapere perchè avevano litigato (come faceva sempre d'altronde) che alla fine Izzy aveva ceduto e le aveva raccontato tutto. Quando il chitarrista finì, lei lo guardò con aria incredula, come se pensasse fosse tutta una presa in giro. Il ragazzo però aveva la faccia serissima e non sembrava stesse affatto scherzando, così alla fine fu costretta a crederci.
«Ma...ma non è possibile...cioè...Slash? Slash? Che non vuole che Axl si fidanzi?»
«Eh, purtroppo....»
«Ma cazzo è esagerato! Che pretende, che rimanga da solo tutta la vita? Che non trovi una ragazza che vada bene per lui? Che sia sempre e solo tutto loro?»
«Sì, sta facendo un ragionamento stupido, e ha fatto una grandissima cazzata dicendo quelle cose»
«Io non lo conosco da tanto, ma non immaginavo potesse pensare cose di questo tipo....»
«Io invece lo conosco da tutta una vita, e non me lo sarei aspettato comunque...»
Nicky scosse la testa con aria un po' triste, e si andò a sedere su una panchina, stringendosi nel giubotto per il freddo. Izzy si avvicinò e le si sedette vicino, voltando la testa qua e là per soffiare via il fumo. Rimasero in silenzio per un po' finchè lui non riprese di nuovo la parola:
«Nicky, guarda, so che adesso probabilmente starai pensando male... Slash può sembrare un coglione egoista, ma in realtà non è cattivo...e vuole veramente bene ad Axl. E credo che ormai si sia affezzionato a Jodie, e a te, anche se sta ben attento a non mostrarlo»
Nicky abbozzò un sorriso «Sì, sì, lo so...però è brutto vederli litigare...per una cosa così poi...ma..faranno pace, vero?»
«Certo, non ti preoccupare. Ne hanno fatti a centinaia di litigi così, e certi anche peggiori, ma alla fine si è sempre risolto tutto. Per esempio...quella volta di Don't cry...»
«Che era successo?» chiese lei incuriosita
«Beh..è una storia più o meno come questa» spiegò «Allora, io, tempo fa uscivo con una ragazza. Molto tempo fa» precisò «Era qualcosa come la mia fidanzata, e siamo stati insieme per un po'. Solo che c'era un problema...Axl. Axl si era innamorato di lei. Sì, era innamorato, veramente innamorato. Ci provava in continuazione, e a me personalmente dava fastidio, ma credo sia normale, no? Solo che quando veniva da me, a piangere e pregarmi di lasciarla, dimenticavo tutto. Lei era la mia fidanzata, certo, ma lui era il mio migliore amico»

«E..e poi che è successo?» domandò Nicky, deglutendo

«Beh...è andata avanti così per un paio di mesi. La sera uscivo con lei, e quando tornavo a casa trovavo Axl a aspettarmi, che mi pregava di smetterla, che mi diceva che lo stavo uccidendo, che non poteva continuare a vivere così. Io ci rimanevo di merda sentendolo...Ma non potevo farci niente. Lei mi piaceva, certo, ma non la amavo neanche lontanamente quanto Axl. Non era colpa mia se aveva scelto me. Doveva aver capito com'era Axl, doveva aver capito che una relazione stabile non avrebbe funzionato con lui, nonostante tutto. Cercavo di spiegarglielo, ma non mi ascoltava...Non sai quante volte siamo finiti a piangere insieme. E tutto questo per una ragazza .» scosse la testa «Poi, una sera, io e lei stavamo cenando in un ristorante, e di punto in bianco arriva Axl, vestito in giacca e cravatta, con un mazzo di rose in mano, chiedendole per l'ennesima volta se voleva diventare la sua fidanzata. Io ero sul punto di arrabbiarmi, ma quando vidi il suo sguardo capì che era inutile, e pensai che se lei avesse detto di no, dopo l'avrei lasciata comunque. Lei, quando lo vide si alzò, lo prese per mano e mi disse che sarebbe tornata subito. Aspettai pià di mezz'ora, ma non rividi nessuno dei due. Allora andai a cercarli e trovai Axl, in un parco lì vicino, seduto su una panchina che piangeva, con lei vicino che le stava dicendo qualcosa. Axl non mi raccontò mai cosa si dissero, ma infondo credo sia meglio così. La ragazza, quando mi video, si alzò e mi venne vicino. Mi ricordo perfettamente la scena, come se fosse ieri. Mi aveva messo una mano fra i capelli e baciato. Poi mi sussurrò “Addio” e se ne andò, senza voltarsi. Da quel giorno non l'ho più vista» concluse, con un sorriso un po' triste

«Oh» commentò Nicky, senza riuscire a aggiungere altro.

«Beh, credo che Slash abbia paura che possa succedere di nuovo. Non sai che periodo passò Axl dopo. Era totalmente depresso, passava le giornate in casa a bucarsi e piangere, non riusciva più a scrivere niente, aveva addirittura smesso di cantare. Credo Slash abbia paura possa succedere di nuovo..non ce lo possiamo permettere, non adesso.»
«Credimi, Jodie non ne sarebbe mai capace. E' troppo buona»
«Sì, è vero, si vede» confermò lui con un sorriso.
«Ma Don't Cry che centra con la storia che mi hai raccontato?»
«Ah già...dimenticavo...Axl non mi ha mai detto cosa era successo o cosa si erano detti, solo Don't Cry. Perchè lui si era messo a piangere e lei gli aveva detto di non farlo. Don't cry..probabilmente quelle parole gli sono rimaste talmente impresse che, durante il periodo di depressione, ci ha scritto una canzone. Ha anche il suo viso tatuato sul braccio...»
«Aspetta...è il tatuaggio di quella ragazza con i capelli neri?»
«Sì, è lei»
«Oh» fece lei stupita «mi dispiace...anche se non pensavo Axl capace di provare queste emozioni»
«Eheh, non si direbbe, vero? Sembriamo tutti un po' gonfiati, all'inizio, ma in realtà dentro siamo teneri»
Nicky scoppiò a ridere «Sii...teneri...!»
«Tzè. Guarda che è vero»
«Lo so, lo so. Spero solo non faccia star male Jodie»
«No, non ti preoccupare, non credo che succederà. Axl...sembra davvero innamorato. Strano ma vero, eh?»
«Già. Anche perchè le ha pure dedicato una canzone...Sweet Child O'mine mi sembra si chiami...»
«Cosa ha fatto?!»
Nicky lo guardò sorpresa « Che c'è, non lo sapevi?»
«No, non mi aveva detto niente!!»
«Beh, prima che mi chiamassi, Jodie mi aveva raccontato di quel che avevano fatto, e mi aveva anche detto di questa canzone...Ha detto che era una poesia che aveva scritto lui da piccolo, che aveva poi trovato una musica adatta..e che aveva voluto dedicargliela. Mi aveva anche fatto leggere il testo, non me lo ricordo bene, però era molto carino..»
«Oh, merda. Ora pure Sweet Child O'mine. Siamo a posto!» esclamò Izzy, mettendosi a ridere.
«Eh..è l'amore!»
«Sì...amore..»
«E tu invece...ce l'hai la fidanzata, adesso?»
«No» rispose lui «ma che t'interessa?» chiese lanciandole un'occhiata strana.
«Niente...era solo per sapere eh!»
«Sì, ok...comunque basta che schiocchi le dita, e potrei averne quante voglio ai miei piedi!» esclamò lui, dandosi un sacco di arie.
Nicky alzò gli occhi al cielo «Stradlin, continua a essere quello timido, ti conviene. Fare lo sbruffone non ti riesce bene»
«Ok, scusa...» borbottò.
«Figurati» disse lei con un sorriso «Comunque qua fa un po' freddo, che ne dici di tornare dentro? Così possiamo anche vedere come stanno gli altri»
«Ottima idea! Dai vieni» disse il ragazzo, porgendole una mano. Lei la prese, sempre sorridendo, si rialzò e cercarono la strada per l'entrata dell'ospedale, sempre insieme, stando un po' più vicini di quello che, forse, sarebbero stati normalmente. Ma tutto quello per colpa del freddo. Ovviamente.

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Capitolo 12
*** Sid&Nancy ***


Cioè boh, ho scoperto solo adesso che non solo si possono vedere le recensioni, ma anche chi ha messo la storia fra le seguite le preferite eccetera *___* [perchè io sono molto brava a usare il computer c.c] Comunque grazie a tutti quelli che l'hanno fatto :'D. Il capitolo fa decisamente schifo.Tanto schifo. E' un oltraggio. Abbiate pietà D: 
buona lettura :D



Quando Jodie aveva scoperto che era tutta colpa sua se Slash e Axl avevano litigato e si erano ridotti così, ci rimase non di merda, ma di più. Si sentiva terribilmente in colpa, sarebbe voluta scomparire, nonostante Axl le continuasse a ripetere che non era colpa sua, che non era successo niente eccetera eccetera. Ma per lei quello non era esattamente niente.
«Eddai non ti preoccupare, sono sicuro che non durerà tanto. Non è grave, passerà...»
«Ma lui è un tuo amico, cazzo! E' uno dei tuoi migliori amici, e se vi siete quasi spaccati la faccia è solo colpa mia...»
«Non è colpa tua, è la millesima volta che te lo ripeto. Se davvero la colpa è di qualcuno, è solo e soltanto sua, ok? Tu non hai fatto niente»
«Lo so, lo so...però...ci sto male lo stesso..»
Axl la guardò con un sorriso triste. Sembrava fosse più preoccupata di lui.
«Sei incredibile, lo sai?» disse «Comunque, credo che la cosa migliore per riuscire a risolvere tutto sia che tu vada da Slash e...cerchi di farlo ragionare, ok?»
«Io?!» esclamò, scandalizzata «Non sono stata io a saltargli addosso, non ha litigato con me. E poi cosa dovrei dirgli scusa?!»
«Digli che sei una brava ragazza, che mi ami davvero, e che è uno stupido a comportarsi così»
«Ah si, così poi va a finire che le prendo anch'io, no?» disse Jodie, esasperata.
«Senti, ti devi fidare di me. Conosco Saul, e come so bene che questo è solo uno sclero momentaneo, so altrettanto bene che non alzerà mai un dito per far del male a una ragazza. E so anche che se provassi ad andare io a parlargli non mi ascolterebbe. So che tu sei l'unica che può farlo ragionare» spiegò pazientemente il rosso.
«Ma...ne sei sicuro?»
«Sì. Sicurissimo. E ti giuro che se prova a dirti o farti qualcosa, quella sarà l'ultima cosa che farà, ok?» la rassicurò.
«Ok...va bene» cedette la ragazza. Axl si rallegrò e le diede un bacio. Lei gli rispose, poi scese dalla barella dove erano seduti insieme e uscì, cominciando a vagare per i corridoi, cercando il riccio chitarrista.

«Slash, cazzo sei stato un'idiota» esclamò Steven con una smorfia di dolore, passandosi una mano fra i capelli.
«Concordo» borbottò Duff.
«Andate a fanculo tutti e due»  sbottò lui, irritato.
"Che cazzo...ci manca solo che adesso vengano a farmi la morale" pensò. Non era neanche lui tanto sicuro di come mai avesse detto quelle cose. Sentiva solo che lei non doveva stare con Axl. Gli avrebbe fatto male. "Ma chi sono io per deciderlo?" quel pensiero lo fece vergognare, ma ormai il danno era fatto. E comunque, non si sarebbe mai scagliato contro il suo amico. Era stato lui a cominciare. "C'era proprio bisogno di tirarmi un pugno?" si chiese "Manco fosse la prima volta che dò della puttana a una sua ragazza. Gliel'avrò detto centinaia di volte, e lui si è sempre messo a ridere. Era proprio necessario?" mentre rifletteva, si convinse sempre di più che la colpa era del cantante rosso, non sua. Tutti a rimproverarlo e dirgli che si era comportato da stupido...ma nessuno aveva mai cercato di ascoltarlo, di vedere le cose dal suo punto di vista?
I suoi pensieri, però, furono interrotti da qualcuno che bussava alla porta.
«Avanti» disse Steven. La porta si aprì ed entrò Jodie, con un'aria quasi impaurita. Slash alzò gli occhi al cielo.
«Scusate se vi ho disturbato» fece «Ma...dovrei parlarti un attimo» disse rivolgendosi al chitarrista. Lui rispose con uno sbuffo. Duff e Steven, allora, si guardarono e capirono che dovevano lasciarli soli così presero e uscirono. Jodie allora, gli si avvicinò e si sedette vicino a lui, proprio come aveva fatto prima con Axl.
«Perchè l'hai fatto?» chiese, senza tanti giri di parole.
«Fatto cosa?» rispose lui con indifferenza.
«Perchè l'hai picchiato, e perchè hai detto quelle cose»
«Primo, non sono stato io a cominciare, è stato il signorino Rose a saltarmi addosso. Secondo: quali cose?»
«Va bene, lui non doveva fare così. Hai ragione. Ma dovevi per forza fargli una sfuriata, dirgli che non doveva stare con me e darmi della puttana?» domandò lei, con una punta di sarcasmo.
Slash fece un sorrisetto «Se non avessi il terrore dei tuoi schiaffi, adesso ti risponderei con una battuta che potresti trovare di brutto gusto»
«Immagino» fece lei, alzando gli occhi al cielo
«Comunque....non è che non voglio che stia con te. Ma, sento che non starete bene insieme. Sento che...soffrirete e basta. Che vi farete del male da soli» spiegò «Come Sid e Nancy, hai presente?»
«Sì, sì, ho presente. Anche se, credimi, spero di essere un po' meglio di Nancy. E non sarei capace di fare del male a nessuno, figurati a lui»
«So che non sei cattiva. Ma conosci ancora troppo poco Axl. E poi quando ho queste sensazioni di solito ci azzecco»
"Don't you cry tonight, I still love you baby" pensò.
«Vabbè, senti, chiudiamola qui» disse lei, stanca «mi prometti che farete pace?»
«Solo se lui mi chiederà scusa!» esclamò il chitarrista, indignato.
Per l'ennesima volta, Jodie alzò gli occhi al cielo «Sembrate due bambini»
«Eh, baby lo siamo!»

Izzy, nel frattempo, aveva insegnato a Nicky la sottile arte dell'origliare le conversazioni da dietro le porte, e così i due erano riusciti a sentire tutto.
«Non sarebbero capaci di tenersi il broncio per più di due secondi» commentò Izzy
«Però nel frattempo....»
«Eho, infondo sono due rockstar capricciose, non puoi pretendere che se ne stiano sempre buoni»
«Ma praticamente quasi mai!» esclamò «Infondo, però, immagino sia per questo che tutti li amano»

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Capitolo 13
*** Pieces of Life ***


Oddio, per farmi perdonare di quel capitolo corto, orrendo e imbarazzante, posto subito >-< Anche questo a dire il vero fa un po' schifo, è una specie di riassunto di quello che è successo, ma dovevo farlo, però vi prometto che i prossimi capitoli saranno più interessanti D: Anche perchè questo è una cosa ESAGERATAMENTE corta.Spero che non faccia cagare C: [sì, come no, aspetta e spera] Buona lettura **




Da quel giorno erano passati più o meno 3 mesi, e le cose stavano filando lisce, lisce che più lisce non si può.
Jodie, come previsto da Axl, aveva fatto calmare il chitarrista riccio, e tutto si era risolto per il meglio. E, strano ma vero, nessuno aveva più litigato con nessuno, non c'erano state più risse né discussioni né niente del genere. Slash, in realtà, continuava a pensare che lei non andasse bene per lui, ma non aveva più detto niente, per amore della pace, anche se era costretto a mordersi la lingua e guardare da un'altra parte quando li vedeva baciarsi. Anche perchè Axl sembrava strafelice di avere finalmente una vera fidanzata. Fidanzata nel vero senso della parola. “Il ragazzo ha un grande bisogno di sentirsi amato” aveva pensato. Pure Jodie, anche se non l'avrebbe ammesso neanche sotto tortura, era felice. A dire il vero, non era mai stata così felice in vita sua, neanche quando era scappata da casa e arrivata a Los Angeles. Anche lei, come il suo fidanzato, aveva bisogno di sentirsi amata (ma questo Slash non lo sapeva. In compenso lo sapeva Nicky).
E soprattutto non riusciva a credere di essere riuscita a conquistare lui, Axl Rose, il cantante dei Guns'n'Roses, una delle band che andavano più di moda al momento, che probabilmente presto sarebbero diventati famosi, che ogni ragazza avrebbe fatto di tutto per portarsi a letto.
Però lui se n'era infischiato e aveva scelto lei. Aveva scelto lei.
Quel pensiero riusciva a renderla straordinariamente allegra e contemporaneamente le faceva un po' paura. Paura di svegliarsi una mattina e scoprire che era stato tutto un sogno, o tutta una presa in giro. Ma riuscire a fidarsi del tutto era una cosa che non le veniva molto bene. Si faceva troppe paranoie, ecco.
Nicky, dal canto suo, era contenta di vedere la sua amica così felice, e aveva capito che Axl era riuscito a farla innamorare. Quei pensieri, a volte, le facevano un po' schifo, erano troppo sdolcinati per i suoi gusti, ma forse era per questo che era ancora single. Si chiedeva spesso se avrebbe mai trovato quel ragazzo che si fosse limitato alle parole dolci solo in camera da letto.
“Probabilmente no” si rispondeva da sola “pazienza, mi toccherà restare Forever Alone”.
Jodie, però, anche se non le aveva mai detto niente, pensava sarebbe stata benissimo con Izzy. Cioè, le sembrava l'unico tra i Guns che potesse essere alla sua altezza. Sapeva bene che Nicky, che era di solito abbastanza tollerante, non sarebbe mai potuta stare con qualcuno di così infatile come Slash, o Duff o Steven. Izzy le sembrava più equilibrato.
Se ne stava sempre zitto, in disparte, non interveniva mai, e le rare volte che lo faceva era più che altro per consolare gli altri, e riusciva sempre a dire la cosa giusta. Tutto il contrario di lei, che normalmente non stava zitta un secondo. A volte era l'unica che riusciva a strappargli una parola o una frase, o riusciva a farlo sorridere con quel suo atteggiamento da “bambina piccola”. Se ne fregava altamente se lui era triste o se ne stava in silenzio, andava lì e gli parlava lo stesso. Anche perchè, ogni tanto, provava un senso di...non proprio pena, ma quasi, vedendolo un po' escluso dal resto del gruppo. Le sembrava così timido. Poi in realtà quando si scioglieva un po' era molto simpatico e intelligente e non così pervertito come gli altri.
Jodie però non aveva mai esposto i suoi ragionamenti alla sua amica, forse per paura che si arrabbiasse.
Nonostante tutto però, le cose procedevano benissimo, i ragazzi continuavano a suonare e scrivere canzoni e fare concerti praticamente ogni sera. Ormai quasi tutta Los Angeles, o la fascia di musica rock e punk underground li conosceva. E loro non potevano essere più felici.

A tutti però, soprattutto ad Axl, quella vita ormai cominciava a stare troppo stretta.
Volevano cominciare a fare le cose in grande, più in grande. Volevano avere successo, essere conosciuti da tutti. Erano ambiziosi, volevano sentire il loro nome sulla bocca di tutti.
La città degli angeli, per quanto bella e incasinata, era diventata troppo poco per loro.
Volevano una vita tutta Sesso, Droga e Rock'n'Roll, anche più di quanto lo fosse adesso.
E presto l'avrebbero avuta.
Perchè, nella giungla, se tu dolcezza, hai i soldi, puoi avere tutto quello che vuoi.
Presto quell'accenno di pace, o di tranquillità, sarebbe stato spezzato dall'arrivo di quella cosa chiamata fama, successo, quella cosa che sarebbe riuscito a cambiare la vita di ognuno di loro. 

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Capitolo 14
*** Rocket Queen ***


Grazie a tutti quelli che leggono e seguono (; Buona lettura!

 
 

Los Angeles, 25 Giugno 1987

Ore 23.47

Jodie, Nicky, Axl, Izzy, Slash, Duff e Steven erano appena usciti da un ristorante, se così si poteva definire, del centro, nella Città degli Angeli. Avevano passato tutta la sera lì, insieme, per festeggiare il compleanno di Nicky, che proprio quel giorno compiva 20 anni. Ma non era solo per quello. Stavano festeggiando anche l'arrivo imminente del disco, e del successivo successo (perdonate il gioco di parole .-.) Ovviamente davano tutto per scontato...come sarebbero potuti non piacere? Chi avrebbe potuto resistergli? Nessuno, naturalmente.

La serata era cominciata, tanto per cambiare, non nel migliore dei modi (a seconda dei punti di vista). Slash, infatti, appena erano entrati, non aveva mancato di farsi subito notare. Con la sua solita delicatezza, quando la cameriera era andata al loro tavolo per ordinare, lui le aveva toccato il culo, con la scusa di prendere il menù. A differenza di quanto si aspettavano tutti (e veramente un po' anche lui) la ragazza non scappò via, terrorizzata, ne tantomeno lo prese a schiaffi. Anzi, gli sorrise compiaciuta, come se non chiedesse altro, e gli lanciò uno sguardo di fuoco, prima di andarsene sculettando. Slash allora si infilò due dita in bocca e le fece un fischio per dietro, cominciando a applaudire come un'idiota.

«Oh, cazzo, più puttane di quelle non si trovano neanche in tangenziale!» esclamò Izzy, scoppiando a ridere

«Taci, Stradlin! Tutta invidia!» sbottò il chitarrista.

Izzy si limitò a ridere ancora più forte.

«Se avessi provato anche io a fare così con te, adesso non sarei qui, vero?» sussurò Axl all'orecchio di Jodie.

Lei fece un ghigno «No, Rose, adesso non saresti qui» rispose, ricordando il loro primo...incontro ravvicinato.

«Ma invece sono qui eccome, perchè io sono un gentiluomo, nevvero?» chiese, con un sorriso da marpione.

«Nevvero, un vero gentleman!»

«Probabilmente...se mi avessi detto di sì subito, quella volta, adesso non mi ricorderei neanche il tuo nome» disse lui, con una smorfia.

«Per fortuna però, io non sono una puttana come quella...almeno spero...e il mio nome adesso riesci a ricordartelo»

«Già...forse per questo ti amo!» esclamò il rosso con una risata.

Nicky aveva ascoltato tutta la conversazione, e li osservò mentre si baciavano, senza riuscire a reprimere una smorfia di disgusto. “Oh, cazzo, tutto sto zucchero mi farà venire il diabete!” pensò, esasperata. Voltò la testa e incrociò lo sguardo di Izzy, che le sorrise. Lei rispose al sorriso, rendendosi conto che evidentemente il chitarrista la pensava come lei. Era sollevante sapere di non essere l'unica.
Intanto, dall'altra parte del tavolo, Duff e Steven si stavano dando da fare per prendere per il culo Slash. Così tanto che le protese del riccio e gli schiamazzi degli altri due si sentivano in tutto il ristorante, e molti clienti si erano voltati a osservare stupiti l'insolito gruppo. Anche se non erano di certo gli unici a fare casino. Il locale, infatti, sembrava un misto tra un fast food e quel tipo di ristorane Old wild west, di infima categoria. Lì ci potevi trovare persone molto poco raccomandabili, la tipica gente che abitava i bassifondi di L.A...tutti amici dei Guns, in sintesi.

C'era da dire però, che qua nessuno aveva la puzza sotto il naso o ti guardava storto se non eri in smoking o abito da sera. Era un posto lontano mille miglia da quello in cui avevano portato Jodie, ma d'altronde non era il suo compleanno...e Nicky non avrebbe potuto sopportare una cena a lume di candela.

Dopo che ebbero finito di mangiare, si avvicinò di nuovo a loro la cameriera sui cui Slash aveva fatto tanto colpo.

«Adesso ho cinque minuti di pausa...posso fermarmi un attimo con voi?» chiese, dondolandosi avanti e indietro

«Certo, fai pure» le risposero in coro.

Steven fece per porgerle una sedia ma lei, evidentemente, aveva deciso che Slash doveva essere più comodo, e senza fare tanti complimenti si sedette sulle gambe del chitarrista, che sembrava, chissà come mai, sempre più allegro.

La ragazza, intanto, si accese una sigaretta.

«Voi siete i Guns'n'Roses, vero?» domandò, guardandoli.

«Sì, siamo noi» confermarono.

«Piacere, io sono Adriana» si presentò, sbuffando fumo qua e là.

«Axl» disse il rosso, con un cenno della testa.

«Slash, il dio del sesso e della chitarra!»

«Steven, alla batteria»

«Duff, basso»

«Izzy»

Adriana annuì, osservandoli uno a uno, poi si rivolse alle ragazze

«E voi invece siete...?» chiese, lanciandole un'occhiata di sufficienza.

Jodie gliene avrebbe dette quattro, ma per fortuna Axl rispose per loro.

«Lei è Jodie..la mia fidanzata...e lei Nicky, una nostra amica» spiegò in fretta, notando le loro espressioni.

«Amiche, fidanzate? Oh» fece «Pensavo foste due groupie»

Jodie strinse i pugni e si morse la lingua per non rispondere, e per sfogarsi tirò un calcio alla gamba del tavolo. Per sbaglio, però, beccò Axl, che lacrimando per il dolore perse per qualche secondo il filo della conversazione.

«No, no, non sono groupie» rassicurò Izzy, cupo. Quella ragazza gli piaceva sempre di meno.

Dopo mezz'ora (alla faccia dei cinque minuti di pausa) passata ad ascoltarla, però, si resero conto che non risultava simpatica a nessuno. L'unico che sembrava darle retta era Slash, ma evidentemente la sua simpatia era l'ultima cosa che gli fregasse. In effetti era molto bella. Doveva avere qualche anno più delle di Nicky o Jodie e lunghi capelli castani, dello stesso colore degli occhi. Era alta, molto alta, e aveva delle lunghissime gambe che uscivano da una minigonna, che era più mini che altro. Slash doveva avere le orecchie troppo tappate dagli ormoni per rendersi davvero conto di quello che stava dicendo. Per fortuna, però, dopo un'altra, interminabile ora, con la scusa che dovevano andare, riuscirono a levarsela dalle scatole. Non prima che lei lasciasse il suo numero al chitarrista, e lui le facesse la solenne promessa di farsi risentire il più presto possibile.

Stavano già per uscire quando Axl si battè una mano sulla fronte. Si era ricordato che dovevano ancora cantare tanti auguri. Decise quindi di improvvisare un Happy Birthday, accompagnato da Izzy alla chitarra. Considerato che avevano bevuto parecchio, quello che ne venne fuori fu una specie di insieme di urla inascoltabili e note a casaccio, ma Nicky apprezzò tantissimo, tanto che non la smetteva più di ridere.

Fu così che si ritrovarono, a mezzanotte meno qualche minuto, a vagare per le strade del centro di Los Angeles, ubriachi fradici. Durante quei minuti la mente annebbiata di Axl, che evidentemente funzionava meglio sotto l'effetto dell'alcol, elaborò un'idea che avrebbe voluto mettere in pratica subito. A dire la verità, era un'idea che gli ronzava in testa già da un po' di tempo, ma solo adesso era riuscito a esprimerla con chiarezza. Così prese la parola

«Raagaazzi, ascoltatemi un attimo!» gridò, cercando di farsi sentire. Gli altri però non lo calcolarono minimamente. Allora, dopo aver tirato uno scappellotto a Duff per farlo stare zitto, salì su una panchina e fece uno strillo.

«Oooohhh, cagatemi, per piacere!»

«Axl, cazzo, ci frantumerai le orecchie così!» protestò Steven.

«Statemi a sentire...ho appena avuto..ho appena avuto un'idea! Un'idea geniale!» spiegò.

«Sarebbe?» chiese Izzy, divertito.

«Beh, seguitemi in sala di -hic!- registrazione! Vi dirò tutto là!»

Il gruppo, così, fu costretto a seguirlo, barcollando. Entrarono, accesero le luci e si sistemarono nella saletta.

«Izz..Izzy, non è che potresti andare a prendermi qualche candela?» pregò il cantante. Izzy non domandò a cosa gli servissero delle candele, in piena notte, in sala di registrazione, ma eseguì senza fare una domanda, e tornò poco dopo, portando con sé anche un pacchetto di fiammiferi. Le accese e sempre senza fare domande, le posizionò un po' dappertutto, creando un'atmosfera un po' lugubre.

Axl allora lo ringraziò, e andò a prendere Jodie per mano, portandola vicino a lui.

«Allora, forse voi ragazzi, avete già capito cos'ho in mente..ma....forse no, comunque.....» biascicò. Poi si rivolse alla sua fidanzata «Mi servirà il tuo aiuto...è...è per una nostra canzone...Si chiama Rocket Queen..e credo di aver trovato il 'modo' per darle un...-hic!- tocco in più» spiegò, cominciando a spogliarsi

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Capitolo 15
*** Rocket Queen (II) ***


Buona lettura **

 
 

La prima cosa che Jodie sentì la mattina dopo, quando si svegliò, fu un dolore lancinante alla testa. Invece di aprire gli occhi, li chiuse ancora più forte, cercando di far passare il fastidio, anche se non servì a niente. Si sentiva come se qualcuno le avesse piantato un chiodo in fronte. Provò allora, invano, di riaddormentarsi, ma fu tutto inutile. Così fu costretta ad aprire gli occhi, e vide sopra di lei un soffitto dipinto di bianco, molto sporco e dall'aria decisamente poco curata. Lo osservò per un po', poi si mise a sedere e si accorse di essere completamente nuda. Sicura però com'era di essere l'unica sveglia, non se ne preoccupò più di tanto. Si guardò in giro: come previsto, tutti stavano ancora dormendo...dormire era una parola grossa, però, considerando che un piccolo studio di registrazione era uno degli ultimi posti in cui si sarebbe potuta passare una notte comodamente. Nicky era stesa su un piccolo divano in pelle, vecchio e tutto scucito, con Izzy ai suoi piedi, che sembrava uno scendiletto. Forse, in un atto di cavalleria, aveva voluto lasciarle il posto migliore. Steven era seduto sullo sgabello che di solito usava per la batteria, con una bacchetta infilata dietro ogni orecchio, Slash era stava dormendo abbracciato alla sua chitarra e Duff era disteso per terra, appoggiato al muro. Accanto a lei, invece, era sdraiato un Axl anch'esso nudo, tutto raggomitolato e ancora pacificamente addormentato. Gli tolse i capelli dal viso per vederlo meglio. Ecco, così non era più la rock star, si era tolto la maschera per dormire, adesso era semplicemente un bambino piccolo che riposava tranquillamente, senza pensare al sesso o alla droga o ai concerti, sprofondato nei suoi sogni infantili..Jodie si mise a osservarlo, come aveva fatto prima col soffitto, con un vago sorriso. “E' davvero Axl?” si chiese. Osservò soprattutto i tatuaggi, il volto di quella ragazza misteriosa, quella specie di croce con sopra tutti i membri del gruppo, e la rosa nera. “Figo” pensò “ne voglio anche io uno”. Prese mentalmente nota che doveva provare a chiederglielo. Intanto si era vagamente ricordata gli eventi della serata precedente...erano usciti per il compleanno di Nicky, in quella sottospecie di locale, dove avevano incontrato quella cameriera tanto antipatica...poi, una volta finita la cena erano ovviamente tutti ubriachi...e il suo ragazzo aveva voluto portarli lì..perchè? Be', a giudicare dallo stato in cui si trovava, era abbastanza facile dedurre che l'avevano fatto...ma...perchè lì? Dopo che Axl aveva spento le luci, lasciando solo le candele, non si ricordava più niente...aveva una specie di black-out, probabilmente causato dal troppo alcool.

Avrebbe preferito non svegliarlo, ma dopo un quarto d'ora passato seduta lì in silenzio a rimuginare, non ce la fece più, e cominciò a dargli dei colpetti, finchè non aprì gli occhi.

«Ehi, Axl..!» sussurrò, scuotendolo

«Che c'è?» chiese lui, ancora mezzo addormentato.

«Svegliati!»

Lui allora si tirò su, e si strofinò gli occhi cercando di svegliarsi. Poi si guardò intorno, con aria vagamente stupita.

«Ma..ehm...che ci facciamo qui?» domandò.

«Te lo stavo per chiedere io!» rispose la ragazza «non ti ricordi ieri sera? Ci hai portati tutti qui...senza dirci perchè...e..ehm...»

«Ah, sì» fece lui con un ghigno «sì, sì, adesso mi ricordo»

Jodie gli lanciò un'occhiata interrogativa «Beh, io a dire il vero no...mi potresti spiegare?»

«Sì, sì, non ti preoccupare» disse «bel risveglio, comunque» aggiunse con un sorriso idiota, notando che era completamente nuda. Lei arrossì, e si alzò per recuperare i suoi vestiti, sparsi per la stanza. Axl allora si alzò a sua volta, la raggiunse e la prese per la vita, dandole un bacio.

«Guarda che era un complimento, eh» la rassicurò.

«Non lo metto in dubbio, Rose» disse «comunque, credo convenga anche a te non restare con gli ortaggi al vento-

Il rosso fu costretto a ubbidire, con una smorfia. Poi si diedero da fare per svegliare gli altri («Nicky, Izzy, svegliatevi!» «Duff, brutto cazzone, levati subito di lì, sei seduto sopra i miei vestiti!»).

Quando furono più o meno tutti alzati, e con il cervello connesso, chi più chi meno, Axl si decise finalmente a dare qualche spiegazione. Anche se venne subito interrotto da Jodie.

«Ehm...non credo di sentirmi molto bene» mormorò con una smorfia di dolore, tenendosi la pancia.

Axl fece per dire qualcosa, ma prima che riuscisse a aprire bocca, Jodie si chinò e cominciò a vomitare. Lui allora, con aria da esperto, si sedette vicino a lei e le tirò indietro i capelli, per non farla sporcare, e cercando di non farla cadere nel suo stesso vomito.

«Oh cazzo, che bel risveglio!» esclamò Slash, disgustato, osservando la scena.

«Grazie per il supporto, Slash» borbottò Jodie, pulendosi la bocca.

«Va meglio?» domandò Axl, premuroso, ignorando il riccio.

«Sì, sì, non ti preoccupare» rispose lei «ora potresti spiegarmi che è successo?»

Il rosso fece un ghigno e si alzò, scuotendo i capelli.

«Dunque...ricordate che vi avevo parlato di Rocket Queen?» chiese, rivolgendosi a tutti «beh..è una nostra canzone..considerato che la suoniamo almeno una volta alla settimana, spero ce l'abbiate tutti presente...forse tu no, Nicky, comunque la sentirai fra poco...Beh, l'avevo scritta tempo fa per una mia fidanzata» spiegò, abbandonandosi ai ricordi «si chiamava Adriana, Adriana Smith...proprio come la tua amica, Slash» precisò «era una specie di groupie-porno star» disse con un sorriso. Jodie fece una smorfia «e credetemi, era una vera bomba. Così le ho voluto dedicare una canzone..e che canzone!»

Jodie ci era rimasta male...ma Axl non si era reso conto che lei stava ascoltando, e che si sarebbe potuta offendere sentendo quei commenti?

No, lui continuava a parlare «E ieri sera, mi è venuta un'idea fantastica per...migliorarla, per così dire. Ed è qua che entri in gioco tu» disse, rivolgendosi a Jodie.

«Ma...che centro io?» domandò.

«Fra poco lo capirai, tesoro» disse con un sorriso misterioso. Poi prese un disco e lo infilò nel registratore, e fece partire la musica.

 

"If I say I don't need anyone

I can say these things to you

'Cause

I can turn on any one

Just like I turned on you

I've got a tongue like a razor

A sweet switchblade knife

And I can do you favors

But then you'll do whatever I like

Here I am

And you're a Rocket Queen

I might be a little young

But honey I ain't naive

Here I am

And you're a Rocket Queen oh yeah

I might be too much

But honey you're a bit obscene

I've seen everything imaginable

Pass before these eyes

I've had everything that's tangible

Honey you'd be surprised

I'm a sexual innuendo

In this burned out paradise

If you turn me on to anything

You better turn me on tonight

 

Poi ci fu una lunga parte solo strumentale, dove il gruppo capì cosa stava intendendo Axl...Jodie rimase a bocca aperta. Urletti, gemiti, sospiri..era una cosa oscena...oscena e bellissima.

 
"Here I am

And you're a Rocket Queen

I might be a little young

But honey I ain't naive

Here I am

And you're a Rocket Queen oh yeah

I might be too much

But honey you're a bit obscene

I see you standing

Standing on your own

It's such a lonely place for you

For you to be

If you need a shoulder

Or if you need a friend

I'll be here standing

Until the bitter end

No one needs the sorrow

No one needs the pain

I hate to see you

Walking out there

Out in the rain

So don't chastise me

Or think I, I mean you harm

Of those that take you

Leave you strung out

Much too far

Baby, yeah

Don't ever leave me

Say you'll always be there

All I ever wanted

Was for you

To know that I care"

 

 

Finita la canzone, Axl aspettò le reazioni degli altri. Aspettò invano però dato che nessuno disse niente. Tutti si erano voltati a guardare Jodie. Che però rimase in silenzio. Non riusciva a credere che li avessero sul serio registrati mentre lo stavano facendo, e li avessero poi inseriti in una canzone. Soprattutto...non riusciva a credere che Axl avesse avuto il coraggio di chiedere a lei, la sua fidanzata, la sua Sweet Child O'mine, di “contribuire” a una canzone del genere. A una canzone che aveva scritto per un'altra ragazza. Per una groupie, se vogliamo dirla tutta. Sì sentì male, e per poco non si mise di nuovo a vomitare.

«Allora? Ti piace?» domandò il cantante, nervoso.

Jodie pensò tutte quelle cose, ma non aveva la minima voglia di litigare, così non disse niente. «Ehm, si..b..bella...» mormorò.

Axl la guardò, incerto, con l'aria di chi non stava capendo niente. Per fortuna però Nicky si era resa conto della situazione, e aveva proposto di andarsene da lì. Tutti avevano acconsentito, decisamente sollevati, e mezz'ora dopo Axl e Jodie si salutarono con un bacio poco convinto.

 

Quella sera stessa, le due ragazze erano buttate sul divano, a guardare la tv. Erano tutte e due mezze morte di sonno, manco avessero lavorato tutto il giorno. Jodie aveva in mano un pacco di pop corn...dalla mattina non era riuscita a mangiare niente e a quell'ora della sera, quelli erano l'unica cosa che riusciva a mandare giù. Nicky intanto aveva il telecomando, e stava facendo zapping nevroticamente, come al solito. Jodie odiava quando faceva così, non si riusciva a capire niente, ma in quel momento la televisione era l'ultimo dei suoi problemi. Stava ancora pensando ad Axl, e alla canzone.

«Nicky?» tentò di chiamare la sua amica.

«Sì?» rispose lei, senza staccare gli occhi dallo schermo.

«Ma...tu che ne pensi della canzone?» chiese, con aria preoccupata.

Nicky si voltò verso di lei e le fece un sorriso comprensivo «E' bella, molto bella»

«Non intendo in quel senso...»

«E in quale senso?» domandò lei, facendo la finta gnorri.

«Nel senso che Axl mi ha chiesto di scopare con lui per fare da sottofondo in una canzone che lui ha scritto per una sua ex-ragazza, groupie, pornostar, probabilmente anche un po' puttana..?»

Nicky sorrise ancora di più, tanto da diventare quasi irritante.

«Dai Jodie, non ti preoccupare. Quando l'ha scritta non ti conosceva ancora. Scommetto che un giorno ha incontrato una ragazza che era più pervertita di lui e ha voluto dedicarle una canzone, fine. E' stato stupido chiederti di fare una cosa così, anzi, neanche te l'ha chiesto nel vero senso della parola...però sono sicura che non l'ha fatto con vera cattiveria...dubito potesse immaginare che tu ci rimanessi male. Infondo è un ragazzo, e i ragazzi ragionano solo con l'uccello, no?»

Jodie rimase zitta

«Oh dai, rilassati! Senti, lui ti ama, tu lo ami, e vivrete per sempre felici e contenti, ok? E, per quanto riguarda Rocket Queen..nonostante tutto è una bellissima canzone. Credimi, sono sicura che fra poco i vostri gemiti in versione integrale si potranno sentire in tutta Los Angeles!»

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Capitolo 16
*** Appetite For Destruction ***


Fa schifo, molto schifo, ma era necessario. E' schifosamente corto .___. Il prossimo prometto sarà moolto più interessante :'D buona lettura ^-^



“Welcome to the jungle

we have got funny and games

we've got everything you want,

honey, we know the names

we are the people that can find

whatever you may need

If you got the money, honey,

we've got your disease...”

 

Così recitava Welcome to the Jungle, la prima traccia di Appetite For Destruction, e, a parere di Jodie e Nicky, la loro canzone più bella. A sentire i ragazzi, quello sarebbe stato il primo singolo, e presto avrebbero dovuto girare il video. Sì, perchè, incredibile ma vero,era uscito il loro primo album. Sempre a sentire loro, da un giorno all'altro. Ma probabilmente ce l'avevano in cantiere già da tempo, e non avevano mai fatto sapere niente. Chissà, forse pensavano che le ragazze non fossero in grado di capire i complicati meccanismi della discografia musicale.

Sta di fatto che, per quanto poco avessero potuto capirne, per loro il disco era...beh, diciamo che pensavano che i Guns avrebbero potuto pubblicare altri 200 dischi, e nessuno sarebbe stato all'altezza di quello. Nessuna delle due aveva perso tempo a fare complimenti sdolcinati o a elogiarli o a dirgli quanto erano bravi. Però...era una gran figata. Jodie, solitamente, ascoltava rock classico e dintorni, mentre Nicky più che altro metal, e quello riusciva a mettere d'accordo entrambi. Nicky aveva addirittura ammesso che li prendeva in considerazione per inserirli fra i suoi gruppi preferiti, al secondo posto, dopo i Metallica, ovviamente. Quando gliel'aveva detto Slash, ovviamente mezzo fatto, si era alzato, le aveva fatto un inchino ridicolo e si era inginocchiato davanti a lei, baciandole la mano. Due secondi dopo però, si era chinato per terra e aveva cominciato a vomitare. La ragazza schifata aveva dovuto fare un balzo all'indietro per evitare di essere colpita dagli schizzi. Forse dopo quello i Guns avrebbero dovuto aspettare ancora un po' per essere presi in considerazione seriamente.

Jodie non avrebbe mai dimenticato l'espressione che aveva Axl quando le venne a dire del disco. Sembrava felice. Non aveva mai visto qualcuno che sembrasse così...non so, allegro, contento, fiducioso nel futuro. Anche se lo conosceva da poco, dubitava che avesse avuto spesso quell'espressione stampata in faccia. Forse era la prima volta. Sta di fatto che l'aveva abbracciata, e baciata, e le aveva raccontato tutto, senza smettere di sorridere. Jodie era altrettanto felice. Cioè, il loro sogno si stava realizzando, come poteva non essere felice per loro?
Forse non aveva tutta la loro fantasia, o speranza, o il loro ottimismo, ma non aveva mai creduto seriamente possibile che riuscissero a diventare veramente famosi.
Perchè per lei i Guns erano i Guns. Semplicemente i Guns. Non erano il cantante bello, il chitarrista figo, o quello misterioso, il bassista alto alto, o il batterista biondo. Erano semplicemente Axl, Slash, Izzy, Duff e Steven...quei cinque ragazzi che erano entrati nella sua vita da un giorno all'altro, sconvolgendola. Anche se non sapeva ancora fino a che punto.
Ma se a Jodie interessava solo fino a un certo punto la loro musica, Nicky invece ne era molto coinvolta. Passava pomeriggi interi con loro, a cercare di imparare qualcosa o semplicemente a ascoltarli provare. Da ragazza aveva preso in mano la chitarra, e da allora non l'aveva più lasciata. Non che sapesse fare granchè, a dire il vero, però si divertiva a strimpellare. Diceva che riusciva a farla calmare, se era nervosa. Diceva anche che, ogni volta che la suonava Jimi Hendrix si rivoltava nella tomba. Con sua grande gioia, però, Slash e Izzy si erano offerti, quando avevano un po' di tempo libero dalle gruppo, dalle prove, e dalle groupie (parole loro) di darle qualche lezione. “E non offro lezioni solo di chitarra...” le aveva sussurrato Slash, cercando di baciarla. Oh, non che avesse imparato molto, ma valeva la pena di farle solo per quello.

Jodie però aveva un dubbio. Riguardo a una canzone...My Michelle. All'inizio non le importava molto, poi però ripensandoci si era chiesta...E se fosse qualcosa come Rocket Queen?

Così, nonostante un po' si vergognasse a fare la fidanzata gelosa, aveva chiesto spiegazioni a Axl.

«Ma senti Rose..posso farti una domanda?»

«Certo piccola, spara»

«Oddio, un po' mi vergogno a chiedertelo...ma..My Michelle...l'hai scritta per una ragazza, vero?»

Fece uno strano sorriso storto «Perchè me lo chiedi?»

Lei arrossì «Beh, sai dopo Rocket Queen forse sono diventata un po' paranoica...»

«Ahahah, beh, in fondo ti capisco» disse «comunque sì, l'ho scritta per una ragazza. Anzi, l'abbiamo scritta per una ragazza» precisò

«Si chiamava Michelle Young...Noi per scherzo però la chiamavamo Michelle Guns. L'abbiamo conosciuta io e Izzy, quando vivevamo a Seattle. Era diventata, per noi, un incrocio tra una madre una sorella. Era la nostra migliore amica, per così dire. Così, quando ci siamo trasferiti qui a Los Angeles ha voluto seguirci. E ha conosciuto anche gli altri. Mi ricordo che Slash ci provava in continuazione, ma lei stranamente non lo assecondava. Credo sia stata l'unica ragazza che è riuscita a convivere con noi così a lungo senza farsi sfiorare. Infondo, penso anche a lei piacesse Slash, almeno un pochino, ma per quanto ne so non hanno mai fatto niente»

«E poi che è successo?» chiese Jodie, incuriosita

«Beh...si è trovata un fidanzato. Sì, una sera torna a casa, fradicia, perchè fuori pioveva, ma felice, e ci racconta che ha conosciuto un ragazzo fantastico, bellissimo, che aveva capito subito che era il ragazzo della sua vita e cose così. E, qualche settimana dopo, andò a vivere da lui. Fece le valigie e se ne andò. Mi ricordo ancora benissimo la scena, come se fosse ieri. Disse che nonostante tutto noi eravamo ancora i suoi migliori amici e che niente ci avrebbe potuto dividere, e che si sarebbe fatta sentire presto»

«E non si è mai fatta più vedere, vero?» concluse Jodie per lui

«No- confermò «non l'ho più vista da quel giorno. Potrebbe anche essere morta, per quel che ne so. Comunque forse c'era da aspettarselo. Cioè...lei era fatta così. Però sono contento che almeno siamo riusciti a farle sentire la canzone che le avevamo dedicato...My Michelle, appunto»

«Oh» fece Jodie

Da quel momento non ne riparlarono più, però Jodie pensò che, un giorno o l'altro, le sarebbe piaciuto conoscerla, quella Michelle.

E poi, la canzone era bella. Che cazzo, erano tutte belle. Welcome to the Jungle, Nightrain, Paradise City, It's so Easy, e la sua Sweet Child O'mine..e poi vabbè, Rocket Queen...e tutte le altre...quel disco sembrava proprio perfetto per essere il loro biglietto d'entrata nella giungla.

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Capitolo 17
*** Changes ***


Grazie a tutti quelli che leggono :'D Buona lettura '^'


Los Angeles, 28 Luglio 1987

Ore 23.47

 

 

C'era qualcosa che non andava. Da quando era cominciato tutto, non si erano mai sentiti così male come in quel momento. Non si era mai sentita così male. Da quando era uscito il disco...era cambiato qualcosa. Axl era cambiato...Ok, era cambiato qualcosa dentro Axl.

L'album aveva venduto ben 500.000 mila copie durante la sua prima settimana. Fino a quel giorno, cioè. Sabato 28 luglio del 1987, più precisamente. Mica male.

L'aumento di successo del disco, però, era inversamente proporzionale al peggioramento dell'umore di Axl. Perchè qualcosa nel suo ragazzo, e nel loro rapporto, si era incrinato. O almeno così le sembrava.

Sta di fatto che Axl usciva tutte le sere, senza di lei. Senza dirle niente, né quando tornava, dove andava, con chi stava, cosa faceva, come stava. Jodie ci era abituata, per l'amor di dio. Essere la fidanzata di una rock star non era cosa facile, e se eri una persona paranoica che si preoccupava per ogni minima cosa, allora non era la vita che faceva per te. Jodie non era nessuna di quelle due cose, per l'amor di Dio,o almeno lo sperava.

Solo che Axl usciva al pomeriggio presto e rientrava a notte fonda, ubriaco o fatto o tutte e due le cose insieme. Tanto che a lei toccava portarlo trasportarlo sul letto, e rimaneva lì ad aspettarlo sveglia, anche perchè proprio non sarebbe riuscita a dormire. E la mattina, quando lui riprendeva i sensi, si incazzava con lei, senza motivo apparente. Di tutto, quella forse era la parte che la faceva stare peggio. La trattava di merda, ma...perchè? Sembrava quasi che solo la sua presenza gli desse sui nervi. Una volta poi, Jodie si era messa a piangere, chiedendogli, fra le lacrime, cosa gli aveva fatto. Il rosso non aveva risposto, ma lei aveva notato uno sguardo assassino passargli negli occhi. Sembrava che dentro di sé la volesse prendere a pugni per quelle lacrime. Comunque, non aveva risposto, si era alzato dal letto, era uscito dalla stanza e se n'era andato, sbattendo la porta così forte da far tremare le pareti.
E il giorno prima...oddio. Le veniva male solo a ripensarci. Axl era tornato più tardi del solito, tanto che lei si era quasi addormentata e fuori stava cominciando a sorgere il sole. Qualcuno aveva bussato alla porta. Lei si era svegliata di scatto e era andata ad aprire...e si era trovata davanti una scena orribile. C'era Axl, che oltre a sembrare più allucinato del solito, era tutto coperto di sangue. Jodie si premette una mano sulla bocca, cercando di non vomitare. Aveva la maglietta squarciata e tutta sporca di rosso, e una ferita sul braccio che sanguinava ancora. L'aveva portato dentro e l'aveva ripulito, cercando di curargli le ferite. Ovviamente aveva provato a chiedergli cos'era successo, ma per le risposte che ottenne avrebbe potuto chiederlo al muro. Dopo che il ragazzo si fu addormentato con una smorfia di dolore dipinta in faccia, Jodie era rimasta un po' accanto a lui, a osservarlo, e si era domandata se per caso non se le fosse fatte da solo..Oddio, pensare che fosse diventato autolesionista, era troppo per lei. Tanto che era di nuovo scoppiata a piangere e l'aveva abbracciato, chiedendosi come diavolo erano finiti in quella situazione.

Non aveva chiesto aiuto agli altri. Cioè, sì, ci aveva provato, ma tutti erano troppo presi dalle loro cose. Cioè, l'arrivo dell'album aveva sconvolto la vita di tutto, non solo quella del cantante, e nessuno aveva tempo per vedere quel che facevano gli altri. Nicky però, ovviamente, l'aveva ascoltata. Ma quando provò a chiedergli cos'aveva, e Axl le rispose di tapparsi la bocca e non rompere i coglioni, ci rinunciò.

Jodie aveva paura. Anche se non sapeva dove andava il suo fidanzato, immaginò che andasse per locali, alla ricerca di alcool droga e qualsiasi cosa potesse fargli staccare la spina e dimenticare tutto per un po'. Era soprattutto quello che la preoccupava...la droga. Non era così ingenua da pensare che il suo ragazzo o gli altri non si facessero mai. Sperava solo che si limitassero a qualche “bucata” dopo i concerti, come ci si aspetterebbe da qualunque rock star degna di questo nome. Aveva paura che quelle innocenti bucate potessero diventare qualcosa di più. Non capiva come la gente potesse arrivare a rovinarsi la vita con quello schifo. Lei non ci aveva mai provato, e, anche se non escludeva la possibilità di farlo, un giorno, dubitava che sarebbe cambiato qualcosa. Non capiva come quelle polveri potessero portare alla morte delle persone. Odiava pensare che qualcuno potesse diventarne dipendente, figurarsi le persone che gli stavano vicino.
Si ricordava che da piccola, spesso suo padre gli raccontava cose del genere. Era uno dei pochi momenti in cui si sentiva bene, come ogni figlia dovrebbe sentirsi insieme al proprio padre. Per lui raccontare storie di drogati, maniaci, violenze, stupri e assassini alla propria figlioletta di otto anni era il massimo dell'amore paterno..e Jodie aveva imparato a accontentarsi. Anche se quelle storie spesso la sconvolgevano.
Quella sera del 28 luglio, però, non aveva intenzione di rimanere a casa a strapparsi i capelli dall'ansia e a ripensare a quelle storie. E poi aveva una paura incredibile di trovarsi di nuovo Axl davanti, coperto di sangue. Così, quando mancavano pochi minuti a mezzanotte, non ce la fece più. Sì infilò le scarpe, prese la borsa e uscì di corsa, pensando che voleva andare il più lontano possibile da lì.

 

Se quel giorno, verso tarda sera, vi foste ritrovati a vagare per le strade di Los Angeles, forse avreste avuto la fortuna di vedere una ragazza. Era una ragazza dai capelli rosso sangue, ondulati, con un mezzo ciuffo che le copriva gli occhi. Avrebbe indossato una maglietta nera, una gonna corta, nera, e un paio di stivali neri, e avrebbe probabilmente avuto una borsa a a tracolla, nera. Quella sera camminava in fretta, voltandosi spesso, come se avesse paura che qualcuno la stesse seguendo.

Jodie all'inizio non sapeva dove andare. Poi aveva pensato che l'unico posto in cui l'avrebbero accolta, se si esclude la casa dalla quale stava scappando, era la Hell's House...per lei semplicemente la casa dei ragazzi. Sperava tanto di non trovarci anche Slash, che sicuramente avrebbe cominciato a prenderla per il culo, chiedendole se aveva perso il principe azzurro. Con suo sollievo, però, venne Izzy ad aprirle.

 

«Che ci fai qui?» chiese, guardandola stupito

Jodie non rispose subito...«Posso restare un po'?» lo supplicò, con le lacrime agli occhi.

«Certo. Dai, entra» rispose il moro, spostandosi per lasciarla passare.

«Non c'è nessuno, vero?» chiese, preoccupata.

«No, no, sono da solo»

Dentro c'era un orribile puzza di fumo. Izzy la condusse in soggiorno, dove era sdraiato fino a due minuti prima, intento a guardare la Tv e a...farsi una canna?

Il ragazzo si buttò sul divano di pelle, senza tanti complimenti, e la invitò a sedersi. Lei obbedì, senza dire niente, e si sistemò, un po' lontano dal moro. Nessuno dei due aprì bocca. Jodie era imbarazzata....spesso, a stare vicino a Izzy, si sentiva in soggezione. Non era mica Nicky, che riusciva a parlare con tutti senza fare problemi. La timidezza, o qualunque cosa fosse che di solito tappava la bocca al moro, la contagiava.

Rimasero in silenzio per un po', finchè Izzy non parlò

«Vuoi?» le domandò, offrendole una canna.

Jodie scosse la testa, poi ci ripensò e annuì. Così passarono la mezz'ora successiva a fumare, riempendo la piccola stanza di fumo, più di quanto lo fosse già. Alla fine, Jodie aveva le lacrime agli occhi e si sentiva stordita. Si alzò barcollando, e sarebbe probabilmente caduta a faccia in giù sul pavimento se Izzy non l'avesse presa in tempo.

«Che ne dici di dormire un po', eh?» chiese il moro, cercando di farla reggere in piedi

Lei annuì, senza protestare, e si fece portare quasi di peso in camera del ragazzo. Si infilò nel letto, e il chitarrista le rimboccò le coperte, o meglio i lenzuoli, e le consigliò di riposarsi un po'. Fece per uscire, quando sentì Jodie che lo chiamava.

«Izzy?»

«Sì?»

«Non andartene, per favore» supplicò. Lui la guardò meglio...aveva il volto rigato dalle lacrime. Izzy non ce la fece a lasciarla così, e, anche se sapeva che non avrebbe dovuto farlo, tornò indietro, e si sedette sul letto.

«Puoi restare qui?» gli chiese «ti prego»

Izzy annuì, si tolse maglietta e pantaloni, restando in mutande, e si sdraiò accanto a lei. Jodie, avvicinò timidamente una mano verso di lui, e vedendo che non si allontanava, gli si avvicinò e lo abbracciò, ricominciando a piangere. Lui allora, dopo un attimo di esitazione, le appoggiò una mano sui capelli, cercando di farla addormentare. Poi decise di dare uno strappo alla regola, e aprì la bocca

«Senti, Jodie, capisco come ti senti. Axl è un coglione, e sta facendo lo stupido, ma...non è la prima volta che si comporta così. Lo conosco da quando eravamo bambini, e ha avuto molti periodi “no” se così si possono chiamare. Ha spesso degli attacchi di rabbia e cambia umore da un momento all'altro, ma prova a capirlo. Tutta la pressione per l'uscita del disco, eccetera, probabilmente lui non riesce a reggerla. Anche io sono molto nervoso per questo, credimi»

«Tu però non fai così- ribattè lei.

«Io non sono Axl»
Bella risposta. Grazie al cazzo, ovvio che non era Axl

Ma forse non era Axl, e proprio per quello non si era innamorata di lui...e se non si fosse innamorata di lui non si sarebbe cacciata in quel casino.

Aveva ragione però Nicky, quando le diceva che, anche se il moro non apriva spesso la bocca, quando lo faceva, diceva le cose giuste

«Ora dormi» le sussurrò

«Ok. Izzy?»

«Che c'è?»

«Grazie»

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Capitolo 18
*** Sunday Bloody Sunday ***


Capitolo molto violentoh, spero non faccia cagare C: Il titolo è preso da una canzone degli U2 C: e alcune frasi dei pensieri di Axl sono tratti da una canzone dei Nirvana C: forse qualcuno li riconoscerà C:Buona lettura C:

Los Angeles, 29 Luglio 1987

Ore 00.30

 
 

Axl stava vagando per le strade del centro, senza sapere dove andare, come uno zombie.
Era ormai mezzanotte passata,e lui era ubriaco, ma si sentiva ancora troppo in sé per i suoi gusti. Si fermò un attimo a un incrocio, tentando di orientarsi per l'ennesima volta. E per l'ennesima volta non capì dove diavolo era. Fece un lungo sospiro e si diresse verso una panchina. Si sedette e cercò di schiarirsi le idee.
Si portò alla bocca una bottiglia di birra quasi finita e fece per bere...ma poi si bloccò, osservò la bottiglia. La fissò a lungo, poi in uno scatto di rabbia la rovesciò, la svuotò e la prese per il manico, scagliandola verso terra, spaccandola in mille pezzi. Prese un coccio di vetro e se lo rigirò fra le mani, poi se lo avvicinò alla pelle e cominciò a inciderla, ferendosi, cominciando a sanguinare. E mentre si tagliava cominciò a piangere. Si sentiva nella merda, si sentiva una merda. Ma tutta quell'ansia non sapeva come sopportarla. E se il disco non avesse venduto abbastanza copie? E se non fossero riusciti a diventare famosi? E se non fossero stati all'altezza?
Odiava sentirsi così, e odiava il modo in cui stava trattando Jodie, ma non riusciva impedirselo...era il suo unico modo per sfogarsi. Continuò a tagliarsi, senza smettere di piangere, sporcandosi tutto di sangue. Pensare che stava facendo soffrire l'unica persona che amava gli faceva venir voglia di morire..forse se fosse morto, non avrebbe più creato problemi a nessuno, nessuno avrebbe più dovuto preoccuparsi di lui, nessuno avrebbe più dovuto star male per lui.. 


Dopo aver riflettuto su queste e altre cose, tutte di questo genere, pensò che comunque rimanere lì seduto a deprimersi non aveva senso. Si alzò, si asciugò le lacrime e decise che era inutile continuare a vagare senza sapere dove andare. Così chiese indicazioni alla prima persona disposta a rivolgergli la parola. In effetti un ragazzo di 25 anni mezzo ubriaco e pieno di sangue come lui non doveva ispirare fiducia a prima vista.
Comunque aveva già deciso che non sarebbe tornato a casa. Non avrebbe sopportato di vedere di nuovo quell'aria ferita negli occhi di Jodie. Ogni volta provava a scusarsi, ma le parole gli restavano incastrate in gola. In più si era di nuovo tagliato, quindi figurarsi. No, sarebbe andato a casa sua. Probabilmente avrebbe dovuto sentire le solite prediche di Izzy o Duff, che solitamente gli facevano venir voglia di spararsi in bocca. Questa volta però sarebbero state più che meritate, quindi aveva già deciso che avrebbe subito tutto in silenzio e senza protestare.

Continuò a camminare, seguendo le indicazioni che una donnina per bene gli aveva fornito, nonostante fosse probabilmente schifata da lui, a giudicare da come l'aveva guardato quando le si era avvicinato. Di sicuro doveva aver pensato che fosse uno stupratore che cercava di attaccar bottone con una scusa qualunque, e quando aveva finito di spiegargli si era voltata senza aggiungere altro, quasi di corsa.

Mentre vagava per le strade, cercando di capire se la donna le avesse tirato o no un pacco, osservò i cittadini di Los Angeles ancora alzati, che ancora erano in giro a far festa. Se tutto fosse stato normale, se il disco non fosse uscito, probabilmente anche lui adesso sarebbe stato uno di quelli..
Sembravano tutti così felici...era davvero così facile esserlo? Gli tornò in mente come doveva stare Jodie in quel momento, per lui, e si sentì di nuovo male. “Non ti infastidirò mai, non ti prometterò mai, non ti seguirò mai, non ti infastidirò mai, non ti dirò mai più una parola, striscerò via per sempre” pensò “me ne andrò via di qua, non sarai più spaventata, nessuno ci aveva pensato, ma io ho sempre saputo che saremmo arrivati a questo, le cose non sono mai state tanto intense, e io non l'ho mai capito bene...” Dolore. Dolore. Dolore “Sai di aver ragione, sai di aver ragione...”

Basta. Non ne poteva più. A casa sperava di trovare Izzy, che come al solito l'avrebbe aiutato a riprendersi...era l'unico che riusciva a capirlo fino in fondo..e poi sarebbe andato da Jodie, e avrebbe fatto di tutto pur di farsi perdonare quel comportamento di merda...

All'una e mezza finalmente arrivò a casa, barcollando. Era stanco morto, e la ferita al braccio gli faceva più male che mai. Stava per suonare, invece qualcosa gli disse che era meglio non farlo, per non rischiare di svegliare il chitarrista che probabilmente stava dormendo. Tirò fuori la sua copia di chiavi e aprì. Si tolse la camicia sporca di sangue e andò in camera, per controllare se Izzy fosse effettivamente a casa o no. Socchiuse la porta per far entrare un filo di luce, che illuminò il viso del moro, appoggiato al cuscino, beatamente addormentato. Axl tirò un sospiro di sollievo. Per fortuna almeno lui c'era. Gli lanciò un'altra occhiata, e questa volta notò qualcosa che prima non aveva visto...c'era un'altra figura distesa vicino al ragazzo. Izzy non era il tipo che si portava spesso a letto le groupie...ok sì lo era, ma non tanto quanto lui. Aprì ancora un po' la porta per cercare di vedere meglio la ragazza, e quando la riconobbe gli mancò il fiato. Jodie? Si sentì girare la testa e gli venne di nuovo da piangere. Jodie, la sua ragazza? La sua fidanzata..la sua Jodie? Rimase lì a fissarli per non so quanto tempo, sentendosi montare la rabbia dentro. Lui passava le notti a tagliarsi pensando a quanto la faceva stare male e lei nel frattempo, invece che preoccuparsi per lui, andava a letto con il suo migliore amico? Axl strinse i pugni, preso dall'improvvisa voglia di andare lì e usare quel lenzuolo per strozzarli entrambi. Invece riuscì a dominare quell'istinto e tutto a un tratto si calmò. Fece un sorriso gelido e lanciò un'occhiata ai due nel letto, la stessa occhiata che avrebbe lanciato un gatto a un topo in trappola. Oh sì, gliel'avrebbe fatta pagare a tutti e due, ma soprattutto alla sua fidanzata. Si voltò e uscì velocemente dall'appartamento, sbattendo la porta.

Izzy si svegliò di botto. Si mise a sedere e cercò di vedere qualcosa, nonostante fosse circondato dal buio. Aveva l'inquietante sensazione che qualcuno fosse stato lì, anche se anche con le orecchie tese non sentiva niente. Cominciò a sudare freddo. Era sicuro di aver sentito un rumore prima, ma non riusciva a capire cosa. Jodie, accanto a lui, si svegliò

«Ehi...che succede?» gli chiese, ancora mezza addormentata

Lui si schiarì la voce «No, no, niente, non ti preoccupare..torna a dormire..» disse tentando di rassicurarla.

 

Quando Jodie aprì la porta di casa sua, la mattina dopo, non fece neanche in tempo a fare un passo che sentì qualcuno che le afferrò un braccio e la scaraventò per terra. Si lasciò sfuggire un grido di paura e sorpresa, che però fu fermato quando sbattè contro la parete, restando senza fiato. Neanche il tempo di rendersi conto di cosa stava succedendo, che Axl le si inginocchiò davanti e le prese il viso fra le mani, costringendola a guardarlo. Era tutto sporco di sangue e non sembrava essere in sé. Le fece lo stesso sorriso gelido che aveva fatto l'altra sera, facendola rabbrividire. Ma che cazz..?

«Allora, Jodie» esordì, senza smettere di sorridere «come andiamo?»

«Axl, che stai facendo?» chiese lei, spaventata dal suo comportamento e da quell'aria da pazzo.

«Ti ho solo fatto una domanda» disse, continuando a sorridere «divertita stanotte?»

«Ma che cazzo stai dicendo? E lasciami, per favore!» esclamò lei, tentando di liberarsi. Il rosso però non la lasciò andare, anzi, la fece alzare e la sbattè contro il muro, cercando di farla stare ferma. E le mise anche una mano davanti alla bocca tentando di farla smettere di urlare.

«Ti ho fatto una domanda, Jodie, e vorrei sapere la risposta» ringhiò il ragazzo, che sentiva sempre più forte la voglia di spaccarle quel bel faccino. Cominciò a sbatterle la testa contro il muro, sempre più forte, facendolo diventare a poco a poco rosso, sempre più rosso. Jodie si mise a piangere e a scalciare mordere e graffiare, senza però riuscire a liberarsi. A un certo punto però, riuscì a tirare un calcio nelle balle al ragazzo, che si inginocchiò con un verso di dolore e la lasciò andare. Lei cominciò a correre...e era quasi riuscita a arrivare alla porta, quando sentì una mano che le afferrava il polso. Sì voltò, disperata, e vide Axl dietro di lei, ancora mezzo piegato, che si teneva una mano sul pacco per sicurezza. Le rivolse un altro di quei sorrisi inquietanti e Jodie si ritrovò a chiedersi se quel ragazzo sporco di sangue fosse davvero il suo fidanzato. Il suo fidanzato? Suo padre? Suo fratello?
Era così terrorizzata che non riusciva neanche più a urlare, e si lasciò trascinare senza quasi protestare fino al divano. Axl la costrinse a sdraiarsi e le si mise sopra cominciando a slacciarsi i pantaloni. A quel punto la ragazza si riprese e ricominciò a urlare

«Lasciami, lasciami, porco schifoso!» gridò, cominciando a piangere

«Jodie» disse lui, tentando di restare calmo «se non ti tappi subito quella bocca, il porco schifoso te lo faccio vedere io, chiaro?-

 

Izzy, da quando era uscita Jodie, si sentiva molto nervoso. Molto molto nervoso, tanto che non aveva fatto altro che fumarsi sigarette una dietro l'altra, camminando su e giù per la casa. Quando finalmente era arrivato Slash, gli era corso in contro, decisamente agitato

«Slash! Hai visto Axl?!»

«Chi? Axl? No, perchè avrei dovuto?»

«Ma sei sicuro?»

«Sì, sono sicuro, cazzo, sono sicuro, non sono ancora del tutto scemo!» esclamò il riccio, irritato. Vedendo però il suo amico riprendere a camminare avanti e indietro come un'anima in pena, decise di
assecondarlo
«Ma che hai? E perchè cerchi Axl?» gli domandò, cercando di fingersi preoccupato.

«Beh, sai come sta in questi giorni, no? E ieri sera è venuta qui Jodie, con l'aria distrutta, perchè non riusciva più a sopportarlo, poverina, e..»

«No no no, aspetta un attimo. Cosa avete fatto voi due?!»

«Non abbiamo fatto niente, Slash!» disse guardandolo male «abbiamo solo dormito insieme, ok?»
Però l'altro continuava a guardarlo con aria complice «Non ti preoccupare, Izzy, guarda che a me puoi dirlo...»

«Non abbiamo fatto niente, cazzo! Hai capito o ti devo fare un disegno?»

«Oh, va bene, va bene, calmati! Ma allora perchè sei così nevrotico?»

«Io non sono nevrotico! Sono solo in pensiero per Jodie!»

«Ma se hai detto che non avete fatto niente...»

«Sì, lo so, ma ho una brutta sensazione...senti, non è che potresti accompagnarmi a casa sua, per vedere come sta?»

«Andare adesso fin là, solo perchè tu hai una sensazione?! NO»

«Eddai, per favore, solo cinque minuti, ti prego!»

Slash alzò gli occhi al cielo. Ma che, erano andati tutti fuori di cervello?

«Ok, dai, però muoviamoci...»

 

Quando arrivarono a casa di Jodie, i due ragazzi sentirono perfino da fuori le urla, così cominciarono a correre e si precipitarono dentro. Appena entrarono in soggiorno, videro Jodie distesa sul divano che piangeva e gridava e cercava di liberarsi e Axl sopra di lei, mezzo nudo, anzi nudo del tutto, sporco di...sangue?, che cercava di farla stare ferma, e zitta e che tentava di spogliarla. Si fermarono entrambi sulla soglia della porta, con gli occhi spalancati, a osservare la scena. Dopo un attimo, però, si riscossero e corsero in aiuto della ragazza. Ci vollero gli sforzi di tutti e due, ma alla fine riuscirono a staccare Axl da Jodie, che nel frattempo si era raggomitolata sul divano, piangendo sempre di più. Izzy corse a vedere come stava, ma Slash non riusciva, da solo, a tenere fermo Axl, così alla fine furono costretti a tirargli un pugno e lui si accasciò sul pavimento, mezzo svenuto.

«Jodie, Jodie, stai bene?» le chiese Izzy, preoccupato -sei ferita?»

Lei non rispose, si limitò a passarsi una mano fra i capelli, ma quando lo fece sentì una sensazione di bagnato e appiccicaticcio in testa. Stava...stava sanguinando? Anche Axl era pieno di sangue..ma era quello di lui o di lei? E quello sul muro? Era di entrambi?

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Capitolo 19
*** William ***


Ditemi se fa cagare '-' Buona lettura! ^^


 

Nicky aveva sempre odiato gli ospedali. Non so, le trasmettevano un senso di inquietudine, e ogni volta che ci entrava sentiva un peso sul cuore. Ne odiava anche il perpetuo odore di medicinali che le perforavano le narici e la facevano starnutire in continuazione. Ma soprattutto odiava che in quel posto si respirasse un'aria di tristezza, preoccupazione, dolore e morte. Era una cosa che la faceva stare malissimo. L'ultima volta che ci era entrata, quando Slash aveva menato Axl, uscendo si era augurata di non doverci tornare per un bel po'. Ma quando Slash l'aveva chiamata, quella mattina, farfugliando cose senza senso, purtroppo si era resa conto che non sarebbe stato così. Da quanto aveva capito era successo qualcosa tra Axl e Jodie, e che doveva assolutamente passare a prendere Duff e Steven e fiondarsi da loro. Così era stata costretta a andare a casa dei Guns, buttare fuori senza tanti complimenti due groupie ancora mezze nude e prendere a schiaffi i ragazzi per svegliarli. I due biondi l'avevano seguita, senza capire niente, ancora mezzi addormentati. Una volta arrivati avevano trovato Slash e Izzy in sala d'aspetto, che sembravano essere contemporaneamente tristi, preoccupati e arrabbiati.

«Ma che diavolo è successo?! E dove sono Axl e Jodie?» chiese Nicky. Slash e Izzy si limitarono a scambiarsi un'occhiata, scuri in volto, senza dire niente.

«Mi volete rispondere?! Cazzo, si tratta della mia migliore amica!» urlò allora la ragazza, infiammandosi. Così i due furono costretti a spiegarle tutto quel che era successo, dalla notte prima fino ad ora. Nicky li ascoltò, incredula, guardandoli con tanto d'occhi.

«Quindi, fatemi capire bene, quel figlio di puttana l'ha cercata di violentare e l'ha picchiata tanto da farla finire all'ospedale solo perchè credeva fosse andata a letto con te?» chiese, cercando di stare calma.

«Non avrei saputo dirlo meglio» ammise Slash.

Allora la ragazza si alzò di scatto «Dov'e Axl?» chiese

«Beh, considerato che questi gli hanno fatto perdere i sensi probabilmente è ancora dentro..ma perchè?» domandò Duff, preoccupato.

Nicky gli lanciò un'occhiata di fuoco «Perchè?! Perchè voglio andare a fargliela pagare a quel bastardo!» urlò istericamente, e fece per uscire, ma Izzy la bloccò

«No aspetta, cosa pensi di fare? Aspetta almeno che si risvegli per prenderlo a schiaffi!» scherzò, guardandola con un sorriso speranzoso e tentando di capire se la battuta avesse avuto effetto. Ma la ragazza si infuriò ancora di più.

«Izzy, ma ti ascolti quando parli?! Che cazzo stai dici?! E comunque me ne frego se sta dormendo, adesso vado lì e gli spacco quel bel faccino!! E tu mollami!» gli ordinò, visto che il ragazzo l'aveva presa per un braccio e continuava a tenerla. Ma lui non la lasciò, anzi, tentò di allontanarla dalla porta, facendola incazzare ancora di più. Talmente tanto che cominciò a scalciare e a dimenarsi e a urlare e Izzy fu costretto a prenderla in braccio per evitare che scappasse veramente.

«Ehi, ehi, calmati!» esclamò Steven, divertito, osservando la ragazza che sembrava posseduta.

«Non dirmi cosa devo fare, Adler, non ci provare!» strillò, guardando il biondo con aria assassina «e tu mettimi subito giù!» gridò rivolta a Izzy, tentando per l'ennesima volta di liberarsi. Ma il moro la ignorò completamente e alla fine fu costretta a promettere che non avrebbe fatto niente e non sarebbe andata da nessuna parte pur di farsi rimettere giù. Izzy la posò per terra con delicatezza, sorridendole, ma lei gli lanciò un'occhiataccia e andò a sedersi dall'altra parte della stanza con aria offesa.

Il chitarrista la guardò, incredulo «Che è, adesso ti metti pure a fare l'offesa?» domandò, avvicinandosi. La ragazza non rispose. Lui allora le si sedette accanto

«Credi davvero che ti lascerei andare a “spaccare la faccia” al mio migliore amico?» chiese. Nicky fece una smorfia «anche se stavolta se lo meriterebbe» ammise con un sorriso triste.

Nicky lo guardò con le lacrime agli occhi, per poi gettargli le braccia al collo, scoppiando a piangere «Axl è un bastardo!» singhiozzò.

Lui fece un sospiro «Lo so, lo so...tu però ora non piangere...» ma era tutto inutile.

«Come può fare una cosa del genere?»

Izzy si morse il labbro «Non lo so, cioè, lo conosco da tutta una vita e a volte mi sembra che non sia affatto così...» disse, tentando di consolarla. In realtà sapeva benissimo perchè Axl si stava comportando così, ma non poteva dirglielo...lei non avrebbe capito, e lui non sarebbe riuscito a spiegarglielo.

 

 

Los Angeles, 5 Agosto 1987

Ore 15.43

 

Axl si sentiva malissimo per quello che era successo.

Perchè c'erano dei momenti in cui non riusciva a controllarsi? Perchè non era normale come tutte le altre persone? Perchè quando era arrabbiato si trasformava in un mostro e non riusciva più a capire cosa stava facendo, a distinguere il bene dal male? Ogni volta che ci ripensava gli veniva voglia di prendersi a pugni.

Nel frattempo era passata una settimana, e non aveva più rivisto Jodie. Il che forse era anche un bene, perchè probabilmente non sarebbe riuscito a guardarla negli occhi dopo quello che le aveva fatto. Solo che gli mancava tantissimo, e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di poterle parlare, per spiegarsi, farsi perdonare. I ragazzi avevano deciso che era meglio per un po' che non si vedessero, e lui allora era stato costretto a rimanere inchiodato lì da loro, perchè nel frattempo avevano anche decretato che dovesse riprendersi prima di poter uscire e ricominciare a vivere normalmente. Axl si era arrabbiato parecchio quando gliel'avevano detto, ma aveva pensato che era meglio non protestare, così si era limitato a sbuffare senza dire niente.

«Axl, noi usciamo!» lo avvisò Slash, prendendo la chitarra e avvicinandosi verso la porta. Axl era steso sul divano a ascoltare musica, cercando di non pensare a niente. Annuì con una smorfia.

«Io chiudo la porta a chiave» gli disse Izzy «tu resta qui e cerca di non fare cavolate»

Axl annuì senza dire niente, indifferente. Duff e Steven lo salutarono con un cenno della mano, seguendo gli altri due che erano già usciti. Quando la porta si richiuse dietro al batterista Axl si lasciò scappare un luuungo sospiro. Chiuse gli occhi e alzò il volume. Stava ascoltando il loro bellissimo album, Appetite, e per essere precisi la loro canzone, quella sua e di Jodie, Sweet Child O' mine.

“Oh, where do we go? Where do we go now? Where do we go now? Oh, where do we go? Sweet Child, Sweet Child, Sweet Child O' mine...”

Mentre cantava queste parole, e ancora, e ancora, gli venne un'idea. Dubitava che sarebbe bastato presentarsi a casa di Jodie con aria dispiaciuta e chiederle perdono per risolvere tutto. Serviva qualcosa di meglio, qualcosa che dimostrasse quanto le mancasse e quanto la amava.
Si alzò con un balzo, sentendosi già meglio, e pensando che non vedeva l'ora di dirglielo. Ok, solo che adesso il problema era uscire...ma come?
Quegli stronz..ehm...l'avevano chiuso dentro. Pensò che forse avrebbe potuto chiamare Nicky e chiederle di venire a aprirgli, ma dubitava sarebbe servito a qualcosa. L'aveva vista solo una volta, un pomeriggio che era passata di lì per trovarli, e gli aveva lanciato un'occhiata così piena di disprezzo da fargli venire le lacrime agli occhi.
Quindi l'unica era provare a uscire dalla finestra. Anche se erano all'ultimo piano non erano molto in alto, e poi aveva una certa esperienza con quel tipo di fughe, avendone fatte talmente tante da perdere il conto quando era a Lafayette.
E evidentemente era ancora abbastanza bravo, infatti mezz'ora dopo era già riuscito a evadere dalla sua prigione, e adesso era fermo davanti a casa di Jodie, cercando di trovare il coraggio di suonare. Fece un respiro profondo e pigiò il campanello

“Din don!”

Dopo qualche secondo venne a aprirgli Jodie. Quando vide che era lui sgranò gli occhi, neanche avesse visto un fantasma, e sbiancò completamente.

“Oh mio dio..siamo arrivati al punto che ha paura di me...” pensò, preso dal panico.

«Che vuoi?»

«Parlarti?»

Gli lanciò un'occhiata ironica. «Vai via» disse e fece per chiudere la porta, ma Axl la bloccò. Lei allora si allontanò, spaventata.

«No no non ti preoccupare, non ti voglio fare niente!» esclamò, alzando le mani in segno di resa. Ma Jodie continuò a indietreggiare pregandolo di non farle del male. A Axl si stringeva il cuore vedendola così, neanche avesse tentato di aggredirla.

«Jodie, Jodie, stai calma, voglio solo parlarti! Ti prego ascoltami!» disse, prendendole una mano, ma la ragazza si liberò «Non toccarmi!»

Axl alzò gli occhi al cielo. «Ok senti, facciamo che io non ti tocco, e non mi avvicino più di così, ok?» propose. Lei annuì, deglutendo. «Cosa sei venuto a fare qui?»

«Parlarti» ripetè lui con un sorriso.

La ragazza inarcò le sopracciglia «Di cosa?»

Axl sospirò, passandosi una mano fra i capelli «Di quello che è successo. Senti, ti prego, mi sento terribilmente in colpa per quello che ti ho fatto, vorrei morire, te lo giuro, sono stato un bastardo schifoso, e posso capire che ora tu probabilmente mi odi» disse con voce strozzata «ma non sono stato io, davvero,..»

«Ah non sei stato tu?» chiese Jodie, guardandolo ferita, passandosi anche lei una mano sui capelli, dove le avevano messo i punti.

«No, no, no, non intendevo questo! Volevo dire che io mi trasformo, in un certo senso, a volte...è come se quando sono triste, o arrabbiato per qualcosa io diventi Axl..»

«Ma Axl, tu sei Axl!» esclamò, confusa.

Axl, sempre che in quel momento fosse Axl, fece un sorriso triste «No, aspetta. Fammi finire. Sì, è vero, io sono Axl, ma non è il mio vero nome, il mio vero nome è William. Però chiamarmi Axl, chiamarmi William, o Bill non fa differenza, no? Cambia solo il nome, perchè alla fine sono sempre io, giusto? Beh, non è così...è stato Axl a farti quelle cose brutte...E io adesso non sono Axl, devi credermi!» disse con le lacrime agli occhi.

Jodie gli lanciò un'occhiata spaventata. Adesso non aveva solo paura di lui, aveva paura per lui.

«Axl è il ragazzo figo, che tutte vogliono portarsi a letto, che si scatena sul palco, che si fa le groupie, e che tutti ritengono stronzo e bastardo, che non pensa mai agli altri o a quello che potrebbero provare, e è stato lui a farti del male...» spiegò «William invece è ancora il bambino piccolo che viene preso a cinghiate dal padre e ignorato dalla madre alcolizzata, e picchiato dai poliziotti del suo paese, e sbattuto in prigione senza che avesse fatto niente..» Axl, o William, si sentiva sempre male quando ripensava al suo passato «Ed è stato William a scrivere Sweet Child O' mine, è stato William a volertela dedicare, ed è stato William a innamorarsi di te, ed è lui adesso che ti sta chiedendo di perdonarlo!» esclamò, inginocchiandosi davanti a lei. Aveva l'aria di sentirsi così male che Jodie non riuscì a dire niente. Adesso aveva anche lei le lacrime agli occhi

«Ma, Axl...anzi Will...perchè non mi hai mai detto niente?»

«Avevo paura che tu ti saresti spaventata, o che mi avresti preso per pazzo, avevo paura che mi lasciassi...» sussurrò

Jodie allora gli sorrise. Come poteva essere ancora arrabbiata con lui? Un attimo dopo però scoppiò a piangere e lo abbracciò.

«Oh, Axl, mi hai fatto tanto male!»

«Sì, sì, lo so, ma ti prego, ti prego, scusami, farti stare male è l'ultima cosa che voglio...O almeno, William non lo vuole...» disse, stringendola «Mi perdoni, vero?»

Lei sorrise «Sì. Come potrei stare senza di te?»

William rispose al sorriso. E gli venne in mente l'idea che aveva avuto. Sorrise ancora di più «Ah, e sai che mi è venuta una bellissima idea riguardo Sweet Child O' mine?»

«Sarebbe?»

Lui continuò a sorridere, con aria misteriosa «Eheh, scommetto che ti piacerà! Stai a sentire...»

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Capitolo 20
*** On Tour ***


 Scusate il ritaaaaardo D:




Quando Axl le aveva proposto di apparire anche lei nel video di Sweet Child O'mine Jodie non poteva credere alle sue orecchie. Lei, cioè, lei, in un videoclip musicale che probabilmente sarebbe stato visto da milioni di persone (e ancora adesso, a distanza di anni, anche se non poteva saperlo) ? Lei, in un video dei ragazzi? Ahahah, ma andiamo... All'inizio si era rifiutata categoricamente.

Ma Axl era Axl. L'aveva praticamente costretta.

«Ma è la nostra canzone!» «Per favore, se non per te fallo almeno per me!» «Ma se te l'ho dedicata ci sarà un motivo!» «Sei tu la Sweet Child O'mine, ci DEVI essere nel video!» «E' per dimostrarti quanto ti amo!»

Le aveva ripetuto queste, e altre centinaia di frasi così per vari giorni, tanto che alla fine aveva acconsentito anche solo per farlo smettere. Axl, però, non era ancora del tutto soddisfatto. Non voleva solo Jodie, ma anche Nicky.

«Infondo siete le mie due ragazze preferite...» si era giustificato, facendo gli occhi dolci a Nicky, che lo fulminò. Infatti lei, a differenza della sua amica, non aveva perdonato il rosso. Anzi, sembrava ancora più arrabbiata con lui da quando aveva scoperto che Jodie l'aveva perdonato dopo “solo sette fottutissimi giorni!”, neanche fosse colpa sua. Beh, anche per questo Axl voleva pure lei nel video. Sperava di dimostrarle che di Jodie gli importava, e anche di lei, nonostante quello che aveva fatto.

«Ma io non sono fidanzata con uno di voi!» aveva esclamato Nicky quando Axl, tutto sorridente, gliel'aveva proposto. Sembrava anche si fosse trattenuta con estrema difficoltà dall'aggiungere “Grazie al cielo”.

«Oh, se vuoi possiamo subito rimediare a questo!» si era intromesso Duff, spingendo via il cantante e chinandosi davanti alla ragazza, baciandole la mano. Nicky scoppiò a ridere e diede una pacchetta in testa al biondo. Axl li guardò male. Se ci avesse provato lui si sarebbe guadagnato uno schiaffo, altro che pat pat in testa. Ma l'importante era che Duff era riuscito a differenza sua a convincerla a apparire nel video, anche se non avrebbe avuto un ruolo ben preciso («Possiamo rimediare anche a questo!»)

Si, riuscirono a rimediare anche a quello. Il giorno dopo cominciarono le riprese, che durarono in tutto dieci giorni, e alla fine anche Slash, che all'inizio non condivideva l'idea di Axl, fu costretto a ammettere che era bello. Bello davvero...potevano esserne fieri. Anche perchè era il loro primo video, e non erano esperti di quelle cose loro. Che ne potevano sapere? I contratti, le case discografiche, i tour...loro erano sempre quei ragazzini che suonavano e basta, dando tutti se stessi, e il successo, anche se tanto sperato, era inaspettato.

Comunque, dopo il video Axl riuscì nel suo intento di farsi perdonare, da Jodie, che ormai si comportava come se non fosse successo niente, e da Nicky, che almeno aveva smesso di guardarlo male e rifiutare di parlargli.

Jodie non riusciva a crederci. Uao..cioè, fino a pochi mesi prima non conosceva né Axl né gli altri, era solo una ragazzina che credeva che non avrebbe mai combinato niente di buono nella vita, niente di utile..e adesso invece era fidanzata con una rockstar, era nel video di una canzone bellissima, che questa rockstar le aveva dedicato, e...sarebbe fra poco partita per un tour?

 

 

Los Angeles, 19 Agosto 1987
Ore 15.32

 

Jodie riusciva a malapena a portare la sua valigia, il borsone e la sacca che aveva al collo. Slash si era offerto di aiutarla, ma anche lui era così pieno di roba da non riuscire a camminare.

Era successo tutto così in fretta...solo tre giorni prima Axl era entrato in camera sua con un'aria insolitamente seria, si era seduto sul letto, le aveva preso la mano e le aveva detto tutto. Le aveva detto che, visto il successo che avevano avuto, sarebbero dovuti partire per un tour.. un tour lungo lungo lungo. Che avrebbe toccato le principali città del mondo. Un tour che sarebbe durato vari mesi...da fine Agosto fino a febbraio. Un tour che avrebbe consacrato ufficialmente il loro successo o lo avrebbe potuto rovinare, rispedendoli a fare serate in giro per L.A. Quando ebbe finito Jodie non sapeva che pensare. Sei mesi...non sarebbe mai riuscita a stare sei mesi senza Axl, e senza Steven Duff Slash e Izzy... ma abbandonare tutte le sue cose, la sua casa, il lavoro, la sua vita così di colpo non la entusiasmava per niente. E non aveva neanche tanto tempo per decidere. Infatti sarebbero dovuto partire tre giorni dopo. Solo tre giorni per decidere.

I tre giorni successivi Jodie li aveva passati a camminare avanti e indietro per casa, senza riuscire a decidersi...cambiando idea almeno mille volte.

Alla vigilia della partenza però, aveva preso una decisione...sarebbe andata. Sì, infondo del lavoro non le importava...cioè, adesso che i Guns erano famosi i soldi erano l'ultimo dei loro problemi, e per il resto, il fatto di lasciare la casa, Los Angeles eccetera, doveva vederla come un'avventura, no? Sarebbe partita in tour intorno al mondo con i Guns 'n Roses, fuck yeah! Sì, un'avventura. Nicky avrebbe fatto così.

Così, si ritrovarono tutti e sei, in quel caldo pomeriggio del 18 Agosto a attraversare di volata l'aeroporto...ovviamente in clamoroso ritardo. Prima di imbarcarsi, però, si erano concessi cinque minuti per i saluti. Per salutare Nicky.

Infatti, quando Jodie aveva detto di sì, tutti avevano dato per scontato che sarebbe venuta anche Nicky...ma non era andata così. Nicky sapeva del tour, ma non sarebbe venuta. Quando Jodie l'aveva chiamata e le aveva detto che aveva deciso di partire, Nicky le aveva detto che aveva fatto la scelta giusta, ma che lei non sarebbe venuta. La ragazza era rimasta allibita... Nicky, normalmente, sarebbe stata entusiasta. Lei, che si entusiasmava per niente, avrebbe semplicemente dato fuori di matto se avesse potuto accompagnare un gruppo in tour..e adesso che ne aveva veramente la possibilità, si tirava indietro? Jodie era sicura che l'avrebbe trovata un'avventura, ma evidentemente si sbagliava. Aveva passato quasi tutta la notte al telefono, a cercare di convincerla, ma era stato tutto inutile. E, per quanto ci avesse provato, Nicky non le disse il motivo di quella sua scelta. Alla fine ci aveva rinunciato, ma sapeva di dover parlare con gli altri. Che però non furono molto di aiuto. Nessuno sapeva cosa pensare o cosa fare, e a dire il vero nessuno se ne preoccupò più di tanto..erano tutti troppo impegnati con i preparativi per il viaggio per interessarsene davvero. Anche Axl, che diceva di volerle bene, anche se non lo dimostrava, non fece più di tanto per riuscire a convincerla. L'unico fu Izzy... sì, Izzy, che però quando la vide capì che non c'era niente da fare, non sarebbero riusciti a farle cambiare idea.

«Beh..divertitevi» disse Nicky, guardandoli con un sorriso.

Jodie la abbracciò. Vederla stare così la faceva stare male. Sorrideva, sì, ma era un sorriso molto tirato, per niente simile al suo solito, e in più la ragazza era pallidissima, sembrava un fantasma. Nessuno l'aveva mai vista così...di solito era quella più piena di vita fra loro.

«Sai che qualunque cosa succeda mi puoi chiamare, ogni volta che vuoi, vero?» disse Jodie, quando si furono lasciate.

Nicky la guardò, sempre con quello strano sorriso «Sì, sì, non preoccuparti»

Poi venne il turno di Axl, che le raccomandò di fare la brava e nel frattempo di non trovarsi un fidanzato e di non lasciarsi illudere dai soliti cattivi ragazzi che popolavano Los Angeles. Duff, Steven e Slash dissero più o meno lo stesso, e Izzy, mentre la abbracciava non disse proprio niente. Quando si staccò dal chitarrista Nicky sembrava sul punto di mettersi a piangere.

«Allora...ci vediamo a febbraio?» chiese Jodie.

«Sì»

«Sicura?»

Nicky fece una smorfia sofferente, ma annuì “Sì, sì. Ora andate! Mostrate al mondo chi sono i Guns 'n Roses!» esclamò, ridendo. Era incredibile che anche in un momento come quello riuscisse a essere felice.

 

 

La prima tappa del tour era New York. La città natale di Nicky, in effetti. Il concerto era stato una cosa favolosa. Jodie ne aveva visti tanti di loro concerti, ma si limitavano a serate in alcuni locali grandi o piccoli, adesso invece era tutta un'altra cosa. Vedendoli suonare davanti a migliaia di persone quasi si commuoveva. Quei cinque idioti adesso avevano tutte quelle persone che li seguivano, tutti quei fan? Quasi non riusciva a crederci. E mentre assisteva al concerto da dietro le quinte si chiese se tutto quello li potesse cambiare, in qualche modo... Si sentiva un po' malinconica, e aveva anche paura che qualcuno, adesso, le potesse portare via Axl. Non l'aveva detto a nessuno, però. L'unica persona con cui si sarebbe confidata era rimasta a Los Angeles, e di certo non avrebbe potuto dirlo ai ragazzi. Ci mancava solo lo andassero a dire a Axl, che si sarebbe arrabbiato, e avrebbero finito per litigare. No, meglio tacere.

 

Dopo che il concerto finì i ragazzi avevano organizzato una cena, nonstante fosse l'una di notte, probabilmente per inaugurare il tour o qualcosa del genere. Per partire al meglio?

«Credo dovremmo fare un brindisi!» disse Duff, alzando il bicchiere, appena si furono seduti.

«Brindare per cosa?» chiese Izzy.

«Per tutto! Al nostro tour!» fece il bassista con un sorriso «Cin cin!-

«Al sesso!» biascicò Slash, già mezzo ubriaco.

«Ai Guns 'n Roses!» urlò Steven

«Alla musica!» disse Izzy, sorridendo.

«All'amore!» finì Axl, voltandosi a guardare Jodie «O sbaglio?»

«No, non sbagli Rose» confermò lei «Sì, all'amore! E ai Guns, e al vostro successo! Voi diventerete grandi, me lo sento...» disse «Fidatevi. Diventerete importanti per milioni di persone, un giorno. Davvero. Davvero importanti» concluse con un sorriso triste.

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Capitolo 21
*** Nicky. ***


Scusate il ritardo, di nuovo! E' che in questo periodo è tutto così agnjbgejn e non riesco a scrivere o a trovare delle belle idee D: comunque il mio ultimo capitolo è foreveralone, che bello D:
prometto che la prossima volta sarò più veloce , intanto non uccidetemi per questa cosa schifosa e troppo corta D: abbiate pietà, vi prego D: Alla prossimaaa ^^



 
Los Angeles, 23 Agosto 1987
Ore 19.47



Nicky era appena tornata a casa dal lavoro. A dire il vero avrebbe preferito rimanere tutta la giornata a casa a deprimersi, ma doveva pur mangiare. Aprì la porta, entrò e con la sua solita delicatezza lanciò la borsa sul divano. Si sentiva malissimo e aveva una gran voglia di piangere. In parte perchè non ne poteva più di dover andare a lavorare, oltretutto a fare un lavoro schifoso come quello, quando avrebbe potuto tranquillamente farne a meno, e soprattutto perchè le mancavano incredibilmente i ragazzi. Se fossero stati lì lei sarebbe stata meglio..
Adesso invece quando tornava a casa dopo una giornata brutta o triste non c'era più nessuno a consolarla o a farla ridere.
Non c'era Steven con quella sua aria da bambino troppo cresciuto, con quel suo sorriso bellissimo o quegli occhioni che lei trovava stupendi. Non c'era Duff con quelle sue barzellette che ti facevano venir voglia di spararti, non c'era Slash che girava nudo per casa con la chitarra e la bottiglia di Jack Daniel's, non c'era Axl a fare casino, a tentare di spogliare Jodie o a farle le scenate di gelosia, e non c'era Jodie a rispondergli, o a chiederle se aveva qualcosa e se stava bene. Non c'era Izzy.. Già, Izzy...

Nicky era l'ultima persona al mondo che si sarebbe lasciata andare con i sentimentalismi, ma le mancavano tutti, incredibilmente. Sì, voleva davvero bene, a ognuno di loro, anche se non gliel'aveva mai detto. Probabilmente gliene voleva più di quanto loro ne volessero a lei. Adesso che se n'erano andati, invece, tutto le sembrava così vuoto, così deprimente..

Anche perchè era rimasta sola. Sì, era rimasta sola. Anche se per pochi mesi. Anche se non del tutto. Solo che lei non era fatta per stare da sola, odiava la solitudine, aveva bisogno di stare con la gente, con le persone che amava, non sarebbe potuta essere felice altrimenti.

Entrò in cucina, aprì il frigo e ci guardò dentro...non c'era granchè, ma d'altronde no, non sarebbe riuscita a mangiare niente comunque, si sentiva lo stomaco chiuso. Con un sospiro richiuse lo sportello e uscì fuori, sul piccolo balcone che dava sul centro. Anche lì, come a casa dei ragazzi, c'era una bellissima visuale della città.

Nicky osservò gli adolescenti tutti in ghingheri che cominciavano a uscire e si riversavano in strada, pronti per una serata di divertimento, le coppie di anziani che passeggiavano tranquillamente, i mariti e le mogli usciti per una cenetta romantica, famiglie che uscivano tutte insieme, in modo da poter fare quattro chiacchiere e far giocare i bambini insieme, e più in là si vedeva la spiaggia, anche lì piena di gente, piena di ragazzi che si attardavano per poter fare un ultimo bagno notturno.

Nicky li osservò tutti e pensò che probabilmente se le cose fossero rimaste normali adesso anche lei sarebbe stata una di quelle centinaia di persone che popolavano la Los Angeles notturna. Se le cose fossero rimaste normali, se i ragazzi fossero ancora lì, se non fossero diventati famosi così all'improvviso...

Ad un certo punto cominciò a piangere. Così, all'improvviso, tanto che se qualcuno l'avesse vista avrebbe pensato che non c'era un motivo valido, almeno in apparenza. Neanche lei pensava che la partenza dei Guns fosse un motivo valido, in realtà.

Però amava la musica, e pensare che avrebbe potuto vivere un vero tour, da protagonista o quasi, la faceva stare male. Forse però non era solo il fatto del tour...se fosse solo per quello non sarebbe stata così...forse erano loro a farla sentire così...erano loro a essere diversi...Si asciugò gli occhi meglio che pote, poi tirò fuori dalla tasca dei jeans una foto che aveva preso l'abitudine di portare sempre in giro. C'erano loro. Axl stava baciando Jodie, Slash abbracciava Izzy, Steven faceva la linguaccia alla macchina fotografica e Duff rideva, probabilmente rideva da solo, per una delle sue barzellette.

Jodie l'aveva chiamata il giorno prima e le aveva detto che il primo concerto era andato alla grande, che c'erano migliaia di persone a vederli. E le disse anche che mancava a tutti. Nicky cercò di sembrare contenta per loro, e evitò argomenti tristi, ma quando riattaccò si sentiva particolarmente depressa.

Ma soprattutto la faceva stare male, malissimo, il motivo per cui era dovuta rimanere. Nessuno lo sapeva tranne lei, e quindi non poteva neanche sfogarsi per davvero. Anche se di solito era lei quella che consolava gli altri, non le sarebbe dispiaciuto che qualcuno fosse lì a piangere con lei.

Però se non l'aveva detto a nessuno evidentemente un motivo c'era. Nessuno avrebbe potuto aiutarla, non sarebbe servito a niente, se non a creare qualche casino irrimediabile...

Non poteva. E non voleva. Dopotutto erano quasi 2 anni che conviveva con quella storia, e ormai se n'era quasi rassegnata del tutto. Se n'era quasi fatta una ragione, si era quasi convinta che si meritava tutto quello, si era quasi convinta che una ragazza come lei dovesse sopportarlo...

A volte si chiedeva se fosse durato per sempre, o solo fin quando lui non si fosse stufato. Chissà se lo faceva anche con altre. A pensarci bene non ci teneva poi così tanto a saperlo.

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Capitolo 22
*** "Crasshhh" ***


 Scusate scusate scusate, ma in Croazia non è facile trovare internet gratis ç.ç
questo capitolo fa pietà, lo so, ma prometto che da adesso che sono tornata sarò più veloce! chiedo umilmente perdono :3
p.s. quello che c'è in 'sto capitolo NON è frutto solo della mia mente bacata. Ho preso spunto da un'invervista a Slash :3 [http://www.youtube.com/watch?v=GAP5h5OizTk] :3



San Francisco, 3 Settembre 1987

 


«Wow, questo posto è una figata!» esclamò Slash entusiasta, appena varcarono le porte del grande Hotel che li avrebbe ospitati durante i pochi giorni in cui si sarebbero fermati a San Francisco.

In effetti nessuno di loro era mai stato in un posto del genere, neanche da quando erano diventati famosi. La hall era piena di divani e poltrone dall'aria parecchio costosa, tappeti con ricamati dei complicati disegni dorati erano sparsi un po' dappertutto e in ogni angolo c'erano dei vasi con piante che potevano sembrare agli occhi dei ragazzi esotiche o qualcosa del genere. E in fondo alla sala c'era un'enorme fontana dalla quale scendeva con uno scroscio un'enorme cascata.
Nonostante i Guns fossero gli ospiti di maggiore importanza, almeno in quel momento, quando entrarono nessuno li notò, forse perchè lì dentro c'era quasi più casino che fuori. Anche con un aspetto eccentrico come il loro passarono inosservati, poiché tutti erano troppooccupati per notarli. Altri ospiti erano davanti alla reception in attesa delle chiavi delle loro camere, fattorini e fattorine facevano avanti e indietro trasportando quante più valigie riuscissero, o spingendo carrelli su chui le avevano ammucchiati, cercando di non scontrarsi con i camerieri che portavano cibo e bevade alle persone sui divani. Turisiti guardavano confusi le mappe e tentavano di chiedere informazioni in inglese, bambini giocavano a nascondino dietro i vasi di piante. Un uomo in smoking era seduto inun angolo della sala davanti a un pianoforte e suonava per i pochi che si dessero la pena di ascoltarlo, donne delle pulizie pulivano e lucidavano i pavimenti o spolveravano i mobili, e vecchiette dall'aria snob tentavano di farsi spazio fra la folla, gonfiandosi come delle galline quando vedevano che lo staff dell'albergo era troppo occupato per rispondere ai loro bisogni, accompagnate dai mariti in giacca e cravatta, nonostante quel caldo, che ti fissavano malignamente.
Una di queste coppie, mentre stava per uscire passò vicino ai ragazzi. L'uomo fissò Slash dall'alto in basso, come se avesse voluto tanto dirgli qualcosa sui capelli, o prendere un paio di forbici e tagliarli seduta stante.

«Ma che voleva quello?» borbottò il chitarrista, voltandosi a guardare il vecchio.

«Ah, non farci caso, dovresti sapere che a una certa età si rincoglioniscono!» disse Axl, facendo segno di lasciar perdere.

In quel momento un signore anziano con la divisa dell'albergo in versione più elegante si avvicinò a loro.

«E voi sareste...?» chiese inarcando le sopracciglia, fissando Slash con aria quasi meno lusinghiera del vecchio di prima. E Slash gli rispose con un'occhiataccia. Fece per aprire bocca ma Axl lo anticipò.

«Siamo i Guns n' Roses, e ci hanno detto che ci saremmo dovuti fermare qui» disse in tono freddo.

Il vecchio cambiò subito espressione «Oh sii i Guns n' Roses, mi ero completamente dimenticato del vostro arrivo! Sapete, con tutte queste cose da fare...» esclamò in tono zuccheroso.

«Io sono Mr. Lyod, il direttore, e vorrei darvi da parte di tutto lo staff il benvenuto. Sappiate che siamo tutti a vostra disposizione, e confido nel fatto che la vostra permanenza qui si rivelerà più che piacevole» continuò con l'aria di chi sta ripetendo per l'ennesima volta un discorso imparato a memoria.

«Sì, sì, ora può darci le chiavi delle nostre camere?» disse Axl in tono sbrigativo, come se non gliene fregasse di meno delle parole di benvenuto. Lyod lo guardò irritato, come se fosse sul punto di dire al ragazzino il fatto suo, ma evidentemente ci ripensò.

«Sì, le chiavi, molto. Basta che chiedete al bancone della reception e vi verranno date, se volete uno dei nostri concierge vi scorterà. Le vostre valigie sono già state portate in camera. Per qualunque cosa, non esitate a chiamarci- concluse, senza lo stesso tono cordiale di prima.

Il gruppo si avvicinò alla reception dove, come promesso, gli dettero le chiavi e li accompagnarono nelle camere.

«Ahh, guardateche figata!» esclamò Slash allegro, entrando in tutte le stanze -Vale la pena di essere famosi solo per questo!»

«Duff, tu dormi con me?» chiese Izzy. Infatti c'erano 3 stanze da sei, e se Axl dormiva con Jodie Izzy non aveva la minima intenzione di trovarsi in camera con Slash.

«Sì d'accordo, ma me l'hai chiesto tu, poi non lamentarti» lo avvisò il biondo ridendo.

«Preferisco subirmi le tue barzellette piuttosto che rischiare di dover buttare fuori dal mio letto qualche groupie» lo informò Izzy sorridendo.

«Ehi, non sono mica così stronzo, lo farei nel mio letto, mica nel tuo!» urlò Slash affacciandosi dal corridoio, da dove era riuscito a sentire tutto.

Nel frattempo Axl stava esplorando camera sua.

«Waaa, c'è anche la vasca idromassaggio!» disse alla ragazza, che intanto si era buttata sul letto e sembrava non si dovesse rialzare più. Mugugnò qualcosa in risposta, con la faccia nascosta nel cuscino. Axl, vedendo che non stava bene si sedette anche lui sul letto e prese a accarezzarle i capelli.

«Stai bene?» chiese.

Jodie sospirò «Sì...è che odio andare in aereo, mi fa venire il mal d'aria ogni volta...»

«Oh, è solo questo?»

«Sì, sì...»

Rimasero in silenzio per un po', finchè Axl non aprì bocca di nuovo.

«Ti manca Nicky, vero?» chiese con un sorriso.

Jodie si voltò a guardarlo «Tantissimo..»

Axl fece di nuovo quel sorriso triste, ma stavolta non fece niente per rompere il silenzio, si limitò a rimanere sdraiato accanto alla ragazza, senza smettere di accarezzarle i capelli.

 
 

Quello stesso giorno, un po' più tardi.

 


«Slash, ti dico che siamo già stati fortunati se non ci hanno ancora sbattuto fuori!» esclamò Izzy esasperato.

Ma Slash era irremovibile -Non me ne frega un cazzo, io ho pagato un botto di soldi per stare due giorni in sto posto, e voglio essere trattato di conseguenza!»

la cena era stata un completo disastro. Apparte il fatto che lì nessuno sembrava aver visto dei ragazzi con i capelli lunghi, nessuno di loro aveva idea di come comportarsi in un posto del genere...e oltretutto era già tanto se li avevamo fatti entrare così, considerando che erano tutti in giacca e cravatta e vestito lungo. Slash era rimasto scandalizzato quando aveva scoperto che non servivano Jack Daniels', e Izzy era dovuto intervenire per evitare che si mettesse a litigare col cameriere.

E Slash adesso stava litigando proprio con Izzy. Il Jack Daniel's per fortuna lo vendevano al bar dell'hotel, e Slash appena l'aveva saputo si era fiondato lì. Il problema era che dopo appena 3-4 bottiglie il ragazzo al bancone si era rifiutato di versargliene ancora, e di nuovo Izzy era dovuto intervenire per evitare che gli saltasse addosso. E adesso erano nel corridioio fuori dalle loro camere a discutere.

Slash in effetti era abbastanza ubriaco, ma non più del solito...E proprio per questo si lamentava.

«Oh senti va bene fai quel cazzo che vuoi!» sbottò Izzy, voltadosi e entrando in camera sua. Slash lo guardò andarsene e, resistendo alla tentazione di seguirlo e picchiaro, decise ache lui di tornare in camera.
Peccato che quando tentò di aprire la porta, scoprì che era chiusa. Doveva essere stato quell'idiota di Steven. Anche perchè sentiva la voce del batterista, e un'altra che non conosceva, probabilmente di ragazza. Cominciò a bussare, e più tardi a prendere a pugni la porta

«Steven, lo so che sei li dentro!» urlò. Ma niente.

«Steven, apri subito questa fottutissima porta!

«Che vuoi?» gli urlò il biondo da dentro. Evidenteente era troppo impegnato per alzarsi e andare a aprire.

«Fammi entrare, è anche camera mia questa!»

«Naaaaah, scusa mi sa che per stanotte dovrai farne a meno!»

«Che cazzo vuol dire farne a meno?! Pensi di sbattermi fuori così?! E dove dovrei andare secondo te?!» sbraitò Slash, che stava seriamente perdendo la pazienza.

«Non lo so, vai da Duff, trovati un'altra camera!» gridò il biondo in risposta, scoppiando a ridere.

Slash continuò a bussare e a minacciare il batterista se non lo avesse fatto entrare, e avrebbe continuato se Mr. Lyod, attirato dalle sue urla, non fosse salito e non gli avesse gentilmente chiesto di fare più piano.

 

«Che vuoi fare stasera piccola?» chiese Axl in un sussurro.

Lui e Jodie erano distesi sul letto a guardare la tv, e lei sembrava anche meno piena di vita di prima. «Non lo so, quello che vuoi» mormorò lei.

Il ragazzo allora le si avvicinò e cominciò a baciarla, prima piano, poi con più enfasi, e vedendo che lei non opponeva resistenza si mise sopra di lei, senza smettere di baciarla. Si slacciò in fretta i pantaloni e si sfilò la maglia, e stava per togliersi anche le mutande quando qualcuno bussò alla porta. Irritato, andò a aprire per vedere chi era e in ogni caso buttarlo fuori.

«E tu che ci fai qui?» esclamò vedendo che a bussare era stato Slash. Slash che sembrava parecchio irritato, neanche fosse stato Axl a interrompere lui.

«Posso fermarmi da te stasera?»

«Cosa?! Perchè?! No!!»

«Dai cazzo solo per stasera!»

«Ma perchè?!»

«Perchè quel coglione di Steven» spiegò, con l'aria di chi sta facendo di tutto per mantenere la calma «mi ha chiuso fuori perchè a lui serve la camera per scopare.»

«E vai da Izzy e Duff!» fece Axl che nonstante tutto stava per mettersi a ridere.

«No, in camera con Izzy non ci vado» rispose Slash, deciso.

Il rosso alzò gli occhi al cielo.

«Dai cazzo solo per stasera, ti giuro che appena Steven ha finito me ne vado!»

«Okay, okay, va bene...» acconsentì Axl di malavoglia, spostandosi per farlo passare.

Quando lo vide Jodie lanciò un'occhiata interrogativa al suo ragazzo, che scosse la testa e le fece segno di lasciar perdere.

«Comunque voi potete continuare tranquillamente!- esclamò il chitarrista, essendosi accorto di cosa erano sul punto di fare.

Axl gli lanciò un'occhiata omicida «Slash dovresti solo ringraziare di essere qui. Ti conviene stare zitto.»

Slash lo guardò divertito, ma per una volta decise che forse era meglio tacere.

Quei trenta secondi di pace, però, vennero interrotti dal “toc toc” di qualcuno che bussava.

«E adesso chi cazzo è?!» sbottò Axl andando a aprire.

«Tu che cazzo vuoi adesso?!» fece a Izzy appena lo vide.

«Sì ti voglio bene anchio, Axl» fece lui, offeso. «comunque posso fermarmi da voi?»

«Anche tu?! NO»

«Dai solo per un po'! E' che Duff è fatto, completamente fatto, e ho paura a stare in camera con lui. Poi tu mi devi un casino di favori!»

«Va bene, va bene, vieni dentro...»

«E tu che ci fai qui??» Slash aggredì il moro appena entrò.

Izzy alzò gli occhi al cielo «Duff è fatto e in camera con lui non ci sto, quindi sono venuto a chiedere un po' di ospitalità al mio migliore amico, problemi?»

«Ah però a Duff non dici che deve smetterla con la droga!» gridò il riccio, alzandosi in piedi.

«Slash, per l'amor di dio, non è la stessa cosa...»

«Sì che lo è!! E poi tu chi cazzo sei per venire a farmi la predica?! Non puoi dirmi cosa devo fare, non sei mia madre, anzi mi sembri proprio la persona meno indicata!» Slash continuò a gridare, puntando contro Izzy una bottiglia con alcuni residui di whiskey.

Ma vedendo che l'altro non rispondeva, forse in preda a un attacco di rabbia, afferrò la bottiglia per il manico e la lanciò contro la televisione, ancora accesa.

Craasshhh.

Lo schermò si frantumò e caddero per terra mille cocci di vetro.

Ci fu per un attimo un silenzio di tomba.

Finchè Axl non si alzò, facendo saettare lo sguardo dal televisore, sfondato, a Slash.

«Slash» cominciò «sei il più grande idiota che io abbia conosciuto...» e sarebbe probabilmente andato avanti a lungo, se Izzy non l'avesse interrotto.

«Ti convinene chiamare Tom» suggerì.

Tom Zutaut era qualcosa come il loro manager. Sì, in teoria era il loro manager, in pratica era un loro amico. Lo conoscevano da anni, era stato lui a aiutarli e a farli ambientare quando erano arrivati, era stato lui a far conoscere Axl e Slash, era stato lui a suggerire di formare un nuovo gruppo quando si erano sciolti i L.A. Guns e gli Hollywood Rose, e era stato ovviamente lui a fare pressioni perchè potessero far uscire un disco. E ogni volta che succedeva qualche casino cosa si faceva? Si chiamava Tom.

Axl annuì, prese il cellulare e compose velocemente il numero. E dopo due minuti Tom era lì.

«Ragazzi, che avete combinato?!» chiese, agitato.

Nessuno gli rispose. Solo izzy si limitò a indicare l'apparecchio rotto. Quando Tom lo vide sbarrò gli occhi.

«Slash, sei stato tu, vero?»

Il chitarrista non rispose, si limitò a abbassare lo sguardo, ma quel silenzio si faceva capire meglio di mille parole.

«Va bene, va bene, non c'è problema! Ci penso io!»

«E come pensi di fare?» chiese Axl.

Tom si morse le labbra e fissò intensamente lo schermo rotto. Poi si rivolse di nuovo a Axl.

«Quali le camere degli altri?» chiese.

«Beh questa è quella mia e di Jodie, in teoria, a destra c'è quella di Slash e Steven e di fronte quella di Izzy e Duff» spiegò «Ma perchè?- chiese poi, in tono preoccupato.

«Okay, capito, ci penso io» ripetè, senza rispondere alla domanda di Axl. Si avvicinò alla televisione e staccò la spina, poi la prese in braccio e si avvicinò alla finestra.

«Qualcuno la può aprire?»- chiese.

Izzy, senza domandare il perchè si avvicinò e obbedì.

«Tom, che vuoi fare?» chiese Axl sempre più preoccupato. Ma l'altro non rispose, si limitò a sporgersi fuori per vedere quanto erano in alto.

«Tom non fare cazzate, siamo all'undicesimo piano merda!» gridò il rosso.

Tom si voltò scocciato «Rose, non preoccuparti per me, e piantala di urlare, mi distrai!»

Axl fece per aprire di nuovo la bocca, ma la richiuse subito, e così rimasero tutti in silenzio a osservare Tom sgusciare fuori dalla finestra e appendersi, in bilico, sul cornicione.

«Che diavolo vuole fare?» bisbigliò Jodie.

Ma nessuno le rispose, erano tutti troppo occupati a osservarlo. Quando fu uscito completamente Axl si affacciò a sua volta alla finestra, ma si voltò subito, ancora più agitato.

«Qua non c'è!»

«Cosa vuol dire non c'è?! Non può essere volato via!» rispose Izzy, con aria un pochino isterica.

Passarono i minuti seguenti a aspettare il ritorno di Tom, in silenzio, e proprio quando sembrava che non dovesse più tornare lo videro spuntare di nuovo dalla finestra e rientrare in camera. Tirarono tutti un sospiro di sollievo. Solo che nessuno aveva notato che l'uomo non portava più la stessa televisione, quella sfondata, ma un'altra, apparentemente nuova di zecca, o comunque senza danni, e perfettamente funzionante.

“La guardia è stata fortissima, perchè è entrata in stanza, ha preso il televisore, è uscita dalla finestra per non farsi notare da nessuno, poi si è introdotta nella stanza accanto e ha scambiato i televisori...Eravamo all'11 piano!” [Slash]

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