Kingdom Hearts - Alternative Universe

di marzia ds
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Giorno,non dei migliori ***
Capitolo 2: *** Dolce Risveglio ***
Capitolo 3: *** Tutto Troppo Semplice ***
Capitolo 4: *** Il Tempo Passa,I Ricordi Non Svaniscono Del Tutto ***
Capitolo 5: *** Strani Imprevisti ***
Capitolo 6: *** Bei momenti,o quasi ***
Capitolo 7: *** Cena in famiglia prima della fuga ***



Capitolo 1
*** Primo Giorno,non dei migliori ***


 

Sora Pov (narrerà lui per tutta la storia)

 

La sveglia suona come programmato alle 7:30, il tempo necessario di svegliarmi, lavarmi e fare colazione. Abito in un appartamento con i miei due migliori amici Riku e Kairi. Riku è un ragazzo dai capelli argentati e gli occhi verdi con dei riflessi acqua marina, mentre Kairi è una ragazza dai capelli rossicci e gli occhi viola molto luminosi, come la sua personalità. Siamo amici d'infanzia e dopo essere rimasti tutti e tre orfani abbiamo vissuto sempre insieme contando uno sull'altro.

-Sora sbrigati o ti lasciamo qui!Ma che fai!Sono dieci minuti che ti spazzoli i capelli davanti allo specchio!-mi strilla nei timpani Riku spettinandomi la capigliatura castana

-Eh?A si, arrivo, arrivo!-Lascio il mio bagno molto in disordine, faccio la corsa ad ostacoli fra le miriadi di roba sparse sul pavimento e dopo aver scivolato sul corrimano della scala in legno esco fuori dalla porta iniziando a correre verso l'edificio scolastico.

-Ehi, Sora, aspettaci!-grida Kairi leggermente indispettita mentre addenta un biscotto

-troppo tardi...Almeno arriverà con largo anticipo, no?-gli risponde Riku ancora in pigiama rientrando nell'appartamento.

-Sono quasi arrivato, quasi arrivato, quasi arrivato...Stop!-faccio una sgommata tipo macchina da corsa evitando di scontrarmi con una limusine appena entrata nell'edificio scolastico. Da quando un riccone del genere frequenta la nostra scuola?

-Mi scusi, pensavo di essere in ritardo, mi sono messo a correre, non riuscivo a frenare e allora...-cerco di formulare una frase di senso compiuto abbassando la testa dispiaciuto

-non ti preoccupare Sora, ci vediamo più tardi in classe-mi risponde una voce proveniente dall'auto, purtroppo non riesco ugualmente a vedere il suo volto per colpa dei finestrini oscurati. L'auto riprende la sua marcia all'interno della struttura scolastica mentre io rimango fra il perplesso e lo stupito dopo quelle brevi battute scambiate con un perfetto sconosciuto.

-Come sapeva il mio nome?Meglio non pensarci, andiamo in classe, così cercheremo di non farci riconoscere anche dal nuovo professore di aritmetica.-

Mi muovo a passo lento salendo la lunga scalinata che mi separa dalla mia classe, la seconda sezione A. Frequento un liceo scientifico in una delle città principali del nostro mondo, La Città di Mezzo. Quest'ultimo è il centro economico e sociale del nostro universo, e qui confluiscono le migliori scuole che si possano desiderare. La maggior parte di esse sono scuole private, ma noi, fortunatamente, ci troviamo nell'unica scuola pubblica della zona, il così detto Castello Disney, poiché qui studiano la maggior parte dei ragazzi provenienti dai più svariati mondi. Il nostro preside, Sir Topolino e la sua vice, la signorina Minny sono molto gentili, anche se sempre severi sulle regole che vigono nel nostro istituto. Insieme a loro ci sono i Professori Pippo e Paperino, entrambi molto simpatici e disponibili, anche se il professor Paperino ha il brutto vizio di adirarsi e lanciare cancellini su i propri alunni. Che altro dire, la nostra scuola è una normalissima struttura di formazione per il nostro futuro, e, fortunatamente, non succede mai niente di scandaloso o troppo preoccupante. Una comunissima e normalissima scuola superiore. Mi siedo al mio posto, il banco in seconda fila accanto alla finestra, e mi metto ad osservare il cielo immenso e le nuvole che leggiadre giocano in quell'immenso celeste in cui vivono serene e tranquille.

-Guardare il cielo mi mette tranquillità...-

-...perché sei sempre sicuro che rimarrà lì, come punto di riferimento sopra le nostre vite.-

Una voce mi distrae dai miei pensieri, proveniente da un ragazzo della mia età dai capelli biondi simili al grano e gli occhi azzurri paragonabili all'immensità del cielo azzurro.

-Era questo che intendevi, no?Sora...-mi sussurra in un soffio lui all'orecchio mentre lentamente mi accorgo della situazione che si era venuta a creare. Il nuovo professore era entrato ormai in classe e stava facendo l'appello, dopo aver ripetuto più volte il mio nome e aver saputo dai miei compagni che ero quello imbambolato a guardare fuori dalla finestra mi si era avvicinato cercando di svegliarmi. Le mie guance si imporporano per l'imbarazzo e mentre il nuovo professore continua a fare l'appello, io mi nascondo per la vergogna tra le mie braccia, accucciandomi sul banco depresso.
“Che gran bella figura che hai fatto con il nuovo professore, Sora!Aspetta, non so neanche come si chiama!Ottimo primo giorno, veramente ottimo!”Alzo lo sguardo verso la lavagna sperando che il il neo prof. Abbia appuntato lì il suo nome per i distratti come me. Si chiama Roxas, il professor Roxas Nikisaki. La sua voce suadente mi rimbomba nella mente mentre cerco di ricordare dove lo già sentita, ho uno strano senso di deja-vu. Ora sarà meglio ascoltare, prima di fare altre figure!

Le due ore con il professor Roxas passano al quanto velocemente, e le sue spiegazioni chiare e approfondite mi hanno lasciato positivamente sorpreso. Non pensavo sarebbe mai esistito un insegnante in grado di farmi amare così l'algebra!Metto in cartella i libri delle due lezioni precedenti mentre dal mio quaderno cade un foglietto di carta.

 
 
Caro Sora, dopo aver fatto una figuraccia del genere col nuovo professore, cioè io, sono costretto a richiamarti in sala professori dopo la scuola.

                                                                                                               Il professore Nikisaki”

 

-Complimenti mio caro secchione, sei riuscito a farti richiamare dal nuovo professore, e io che speravo di battere il mio record!-

-si quale Riku?Aver mandato in fuga il maggior numero d'insegnanti?-gli domanda sarcastica Kairi mentre mi spuntano entrambi dietro le spalle

-e io che volevo tenerlo segreto!Sarà per un'altra volta!-

-ragazzi, sono stato messo in punizione, voi iniziate ad andare a casa, vi raggiungerò più tardi-

-va bene, però oggi era il tuo turno di fare il bucato!-sbuffa Riku appoggiandosi al muro celestino che circonda l'aula

-lo faccio sempre io, per una volta che te ne occupi tu non cade il mondo!-gli rispondo un po' indispettito mentre lui incomincia a ridere sotto i baffi e Kairi, presa dal momento inizia a ridacchiare anche lei, finché non scoppiano entrambi in una sonora risata.

-Ma Kairi, anche tu!-protesto io facendo una faccia mista di shock e stupore

-non è colpa nostra se sei tanto bravo a fare le faccende domestiche!-mi dicono loro ad unisono non capendo ancora il perché di quelle risate convulse

-Kairi, è una mia impressione o ricorda la povera Cenerentola?-chiede Riku facendo una piroetta ed un inchino

-ah, ah, ah, molto divertente, ora tornate a posto!-gli dico io mentre la campanella suona l'inizio della terza ora.

La lezione seguente è quella di letteratura con il professor Paperino, che appena ci scopre a parlare o mandare bigliettini ci lancia subito tutto ciò che trova iniziando a farfugliare cose incomprensibili per il genere umano. Oltre questo avvenimento che ormai fa parte della mia routine quotidiana, la lezione passa velocemente, mentre arriva ben presto l'ora di lingue straniere con un nuovo professore.

-Buongiorno ragazzi, io sono il professor Axel Hertmen e a partire da oggi sarò il vostro nuovo insegnante d'inglese, Have you memorized?-

-Yes, new teacher!-

L'insegnante ha i capelli rosso fuoco piuttosto lunghi, con un'acconciatura semi disumana formata probabilmente con chili e chili di Gel, deve svegliarsi veramente presto per non fare tardi e acconciarsi in quel modo. I suoi occhi sono di un verde cachi alquanto scuri, mentre la sua statura è slanciata verso l'altro. Se dovessi azzardare una misura, oserei dire che è alto circa un metro e novanta. Le sue due ore mi sembrano interminabili, non perché non spieghi bene, anzi ho capito anche qualcosa di più del solito, il mio unico problema è che ODIO l'inglese. Niente di personale, ci conosciamo da tanto ma camminiamo su strade parallele in modo da non doverci mai scontrare.

Annunciata dalla campanella la tanto agognata pausa pranzo, vado in caffetteria per prendermi un panino, un po' depresso per la questione della punizione. Appena preso il mio pranzo sgattaiolo fuori dalla mensa e me ne ritorno quatto quatto nella mia aula, sedendomi comodamente sulla sedia.

Mi sfilo la cravatta celeste scozzese e sbottono un po' la camicia della divisa :non si può resistere a settembre con i termosifoni già accessi fosse il 21 dicembre!Però quel tepore è sonnifero e ben presto mi addormento accucciato sopra il mio banco mentre qualche raggio di sole del primo pomeriggio mi accarezza delicatamente il viso.

-♪- Next Episode - Dolce risveglio -♪-

Angoletto Autrice

Visarete tutti accorti di qualche piccolo cambiamento che ho fatto nella descrizione dei luoghi,infatti il Castello Disney non è un luogo a sè ma una parte di Traverse Town. Non mi dilungo molto,il pc è scarico e mia madre mi sta assordando perchè vuole andare su fb. Ringrazio chiunque leggerà e chi oserà addirittura recensire. Spero che questo piccolo pasticcio vi sia piaciuto,ci vediamo al prossimo capitolo =)
Bye Bye By Me ;P

An 

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Capitolo 2
*** Dolce Risveglio ***


 

Mi risveglio nel bel mezzo del crepuscolo mentre la città si tinge di un magnifico color aranciato facendo risaltare il rosso mattone sparso per la maggior parte delle abitazioni qui intorno. Avendo voltato subito lo sguardo verso la finestra non noto la figura silenziosa difronte a me appoggiata sul mio stesso banco. Dopo aver ammirato lo splendido calar del sole, muovo lentamente il mio viso in avanti, chiudendo gli occhi e stiracchiandomi.

-Buongiorno dormiglione!-mi saluta il professore con un sorriso a trentaquattro denti mentre io rimango perplesso fissandolo negli occhi azzurri per un paio di minuti.

-Sto ancora sognando?Professore, i suoi occhi assomigliano al cielo infinito o ancora al mare sconfinato, sono davvero belli!-gli dico con un sorriso spontaneo sul volto mentre lui mi sorride ancora

-No, non stai affatto sognando, anzi, ti sei appena svegliato!Grazie comunque del complimento-mi risponde lui continuando a guardarmi con quelle iridi cristalline

-...?Quindi non sto sognando, eh?- chiedo io avvampando di colpo, ho fatto un complimento da ragazzo al primo appuntamento che cerca di abbordare la prima che capita

-Sai, il tuo viso in questo momento è completamente rosso, sicuro di star bene?- mi domanda lui alzandomi i ciuffi che ricadono sulla fronte, per poi appoggiare la sua sulla mia. Se fosse possibile avvampo ancor di più, ma avendo già superato il limite umano cerco semplicemente di scappare da quella situazione estremamente imbarazzato. Per mia gran sfortuna il professore non sembra volersi spostare molto velocemente da quella situazione, quindi rimango lì, con lo sguardo basso, non volendo incrociare i suoi occhi.

-Sei sicuro di star bene?Non mi sembri in gran forma...- mi chiede lui staccandosi dal mio viso per poi accarezzarmi la guancia destra mentre chiudo gli occhi spaventato dalla mia stessa reazione

-Si, ecco, e solo che, ecco, come dire...- inizio a balbettare gesticolando con le mani cercando di trovare una risposta alla sua domanda

-Sei buffo, sembri un bambino- mi sorride lui scompigliandomi i capelli -ora vado, vuoi un passaggio a casa?- mi domanda alzandosi e porgendomi una mano

-Grazie, te ne sarei grato. Però prima devo passare da un supermercato, devo fare la spesa per la cena di questa sera- gli rispondo accettando la sua mano mentre lui mi tira e mi prende in braccio

-Sei davvero leggero, sai?Sicuro di mangiare abbastanza?Sei piuttosto magrolino...- mi dice alzandomi la maglietta mentre io cerco in tutti i modi di riabbassarmela, inutile dire che è stata una vana impresa. Inizia a correre piuttosto allegro giù per le scale mentre io mi aggrappo il più possibile a lui sperando di non cadere come un sacco di patate. Finalmente arriviamo alla macchina :una bellissima limusine nera che farebbe invidia ad Arnold Schwarzenegger. Perchè lui?Mi sta simpatico!

Mi poggia delicatamente sui sedili in pelle, per poi entrare anche lui richiudendo lo sportello.

-Sebastian, ci potresti portare in un supermercato?Il mio alunno qui presente deve andare a fare la spesa-

-Certo signorino, ai suoi ordini- risponde l'uomo dai capelli neri alzando il vetro che separa i sedili posteriori da quelli anteriori.

-Allora eri tu quello di stamattina!- gli grido sobbalzando mentre lui si mette comodo e accavalla le gambe

-Diciamo che il professor Axel è un riccone che mi ha trovato abbandonato in un orfanotrofio e mi ha portato fin qui con lui, il resto l'ho guadagnato grazie alla mia intelligenza- mi sorride gesticolando un po' per poi indicarsi. Io come un babbeo inizio a ridere finché non cado ed inizio a rotolarmi sul parquet dell'autovettura. Il professore mi guarda stupito mentre io non riesco a fermarmi tranne nel momento in cui sbatto la testa contro il metallo dei sedili ed inizia a gocciolarmi del sangue da un angolo della fronte. Lui, con sguardo offuscato dalla preoccupazione, mi tira su con forza e mi fa sedere sulle sue gambe per poi leccarmi i rivoli di sangue in assenza di un fazzoletto con cui fermarne l'uscita. Lo guardo un po' perplesso, ma lo lascio fare, infondo non è una sensazione sgradevole. Mi accuccio un po' tra le sue braccia mentre continua a leccarmi la parte ferita. Quando finalmente il sangue smette di uscire arrogante lui mi abbraccia affettuoso ancora visibilmente scosso da ciò che è appena successo.

“Perché mi abbraccia?Perché si preoccupa per me?Perché il suo calore mi pervade prepotente senza sosta?Perché mi sento così al sicuro fra le sue braccia?Perché voglio solo che mi tenga un altro po' stretto vicino al suo corpo caldo ed affettuoso?Non lo so, non ne ho la minima idea...qualcuno me lo dica...”

-Scusa, sono uno stupido professore di quindici anni egoista e bisognoso d'affetto, ora promettimi solo che non te ne andrai spaventato e che ciò che ti dico rimarrà segregato fra di noi, nessuno, e dico nessuno dovrà sapere niente di tutto ciò, ok?- mi chiede tutto d'un fiato stingendomi un po' più forte

-Va bene- gli sorrido io avvicinandomi il più vicino possibile al suo petto -ma perché io?- continuo abbandonandomi completamente a quell'amorevole tepore.

-Mi credi se ti dico che non ne ho la più pallida idea?Chiamiamolo destino, ma non so se è il termine adatto...incontro fortuito sarebbe più appropriato...-

-Perché no, io credo nel destino, quindi non sarebbe una brutta idea chiamarlo così...-

-Se per te va bene...comunque, per sdebitarmi, ti offro una cenetta fatta in casa- mi dice entusiasta con il solito sorrisetto beffardo sul volto. Come poter rifiutare un'offerta del genere!

-Certo!Però devo chiamare Kairi e Riku per avvisarli che ceno fuori...però non posso dirgli che vado a mangiare qualcosa a casa del nuovo professore di aritmetica...-

-Potresti dirgli che sorpreso dal temporale in corso ti sei rifugiato in un bar e ritornerai appena smesso di piovere, che ne dici?-

-Ottima idea- gli sorrido io convinto facendomi prestare il suo cellulare.

-Pronto, qui Kairi, con chi parlo?- chiede una voce femminile dall'altro capo della cornetta

-Sono Sora, ti volevo avvisare che avendo fatto tardi a scuola, sono stato sorpreso dalla tempesta e mi sono rifugiato in un bar, appena smesso torno a casa-

-Ok, non ti preoccupare, assicurami solo di non combinare guai!-

-Per chi mi hai preso?Per Riku?- gli domando io fra lo sconcertato ed il sarcastico

-Forse...stare sempre insieme non vi fa di certo bene, quindi potresti essere diventato come lui!- mi grida lei mentre il cellulare sta per esplodere per colpa della voce “leggermente” acuta di Kairi

-Ok, ok, salutalo e placa la sua ira per non avere la solita cenetta offertogli dal sottoscritto-

-Va bene, a dopo- riattacca il telefono mentre tiro un sospiro di sollievo. Mentire in questo modo non è da me, sto respirando affannosamente soltanto per una bugia, fanno bene a scuola a picchiarmi e prendermi in giro dicendomi che sono e sembro un bambino. Purtroppo non sempre riesco a scappare o difendermi, spesso mi colpiscono in quattro o in cinque, e per un ragazzo esile come me è un'impresa riuscire a salvarmi spesso solo con qualche livido sparso qua e là.

-Siamo arrivati!- mi riscuote dai miei pensieri il professore indicando un palazzo accanto a noi. Esce correndo dalla macchina tirandomi come una furia mentre io saltello spesso cercando di evitare brutte cadute. Saliamo venti lunghissime rampe di scale poiché il nostro caro insegnate abita all'ultimo piano, il decimo. Sfonda letteralmente la porta per poi buttarsi sul divano bianco in pelle del suo appartamento. Non è altro che un bi vani più accessori, piuttosto spazioso e valorizzato bene.

-Non fare complimenti, fai come fossi a casa tua!-

-Non assomiglia molto a casa mia, qui gli oggetti sono molto più costosi, e conoscendo la mia goffaggine, preferisco starmene qui buono buono mentre tu cucini...-

-Alle volte penso che tu sia davvero idiota, altre volte ingenuo, e altre ancora piuttosto tenero e carino...-

-Era un complimento?- gli chiedo avendo già capito il tipo enigmatico e complicato che mi è capitato di incontrare

-Dipende dai punti di vista, per ora vatti a fare una doccia, pulcino!-

Mi prende in braccio e mi butta vestito nella doccia aprendo l'acqua calda, per poi chiudere lo sportello di essa e aspettare lì davanti che finisca.

-Perché sei rimasto lì?- gli chiedo ingenuamente togliendomi gli indumenti fradici che mi ritrovo addosso

-Se vuoi rimanere a fare la doccia vestito per me non c'è problema, ma se poi mi vuoi dare gli abiti sporchi da lavare così li posso sciacquare mentre ti lavi e insaponi per bene, per me non c'è alcun problema- mi risponde lui sarcastico aprendo leggermente lo sportello inserendoci una mano

-Che figura!- sussurro io esasperato abbassandomi un po' verso il piano doccia per raccogliere i boxer ed i pantaloni, mentre lui ride senza farsi sentire troppo

-Lo shampoo e il bagnoschiuma sono nel mobiletto blu, la spugna e sullo scaffale trasparente alla tua destra. E' quella che uso io di solito, ma per arrangiare usala, non ne ho altre...-

-Non ti preoccupare, tieni- afferra la divisa per poi richiudere lo sportello -se me li metti in una busta li porto dopo a casa per lavarli-

-Stupido!- mi dice mentre apre l'acqua del lavandino strofinando con del sapone la camicia bianca -la lavo un attimo e poi vado a preparare la cena, ti va un menù italiano?Spaghetti alla marinara, frittura mista e un po' di polenta- continua mentre appende ad uno stendino interno i miei abiti

-Certo, è da un sacco di tempo che volevo riassaporare il sapore della frittura mista...tutti quei buonissimi calamari fritti e rifritti, iper salati che ti entrano in bocca...non vedo l'ora!-

-Ok, allora io vado, buona lavata!- mi saluta facendomi una linguaccia che riesco appena a riconoscere mentre prendo un po' di shampoo dalla bottiglia in cui è riposto. Bagno un altro po' il capo per far aderire meglio quel miscuglio biancastro, mentre mi massaggio più volte la testa per ritrovarmi con una nuvola di sapone tra i capelli.

Annuso appena le mani insaponate cercando di riconoscerne l'odore :vaniglia, cannella e cocco, ha l'odore di un dolce. Mi ricorda tanto i biscotti aromatizzati che cucinava con molta fatica Kairi che poi obbligava a finirli e ingurgitare anche le briciole. Non erano malaccio, l'unico effetto collaterale era che mangiandone in gran quantità, io e Riku vomitammo per due giorni di seguito non stop, non fu uno dei momenti più felici della mia vita. Mi ricordai, in quell'istante, che anche il corpo di Roxas profumava di quell'essenza, un biscotto dolce ed esotico con cui mi ero deliziato il palato. Bagno nuovamente i capelli mentre il sapone mi scende pigramente lungo il corpo. Mi do un'ultima sciacquata e poi apro lievemente lo sportello uscendone la testa.

  - ♪ - Next Episode – Tutto troppo semplice - ♪ -

 Angoletto Autrice
Dico solo due parole...Scusate per il ritardo,spero che vi piaccia...Ringrazio tutti,da chi ha solo letto alle due ragazze che hanno recensito,grazie mille!
Bye Bye By Me;P

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Capitolo 3
*** Tutto Troppo Semplice ***


 

-Non ti preoccupare, ho gli occhi chiusi!- mi accoglie con un lungo asciugamano Roxas e io mi ci fiondo dentro senza pensarci troppo. Mi cinge le spalle e mi asciuga un po' per poi uscire un attimo dalla stanza e tornare con un pigiama celestino e un paio di boxer bianchi.

-Forse sono un po' grandi, ma così potrai arrangiare mentre si asciugano i tuoi abiti-

-Grazie, non ti dovevi disturbare- gli sorrido io prendendo in mano i boxer. Lo spingo via dalla stanza ed inizio a cambiarmi. Il pigiama mi va un po' lungo ed i boxer sono la metà più grandi dei miei, ma nel complesso dovrebbe andar bene.

-Hai finito? Posso entrare?-

-Si, non ti preoccupare, entra pure.-

Apre la porta in legno della stanza ed inizia a fissarmi, all'inizio serio, poi divertito. Comincia a ridere guardando quel pigiama che tocca terra nascondendomi i piedi, poi passa alle maniche leggermente troppo lunghe per poi arrivare al mio viso diventato paffuto e rosso per via dell'imbarazzo.

-Cosa c'è da ridere, me lo spieghi?!- gli chiedo io per poi posare lo sguardo da un'altra parte per la vergogna

-Niente, non ti preoccupare, ora fatti aggiustare il pigiama!- mi risponde lui inginocchiandosi per fare dei risvolti al tessuto. Gli do una mano per volta in modo da agevolargli il compito, finché poi non passa al mio viso tirandomi le guance facendomi fare strane smorfie.

-Andiamo, è pronta la cena!- mi sorride precedendomi nella sala da pranzo. Rimango un momento interdetto toccandomi le gote in fiamme...Perché lo sono? Sarà perché mi ha tirato le guance? Eppure non è stato violento, anzi, da un certo punto di vista è stato anche piacevole...Allora perché?

-Sora, perché ci stai mettendo tutto questo tempo? Sei scivolato come una banana su di una piastrella bagnata? Mi rispondi?-

-Ah, Ah, Ah, molto spiritoso! Mi stavo sciacquando la faccia! Non sono così goffo- gli rispondo staccando il viso dal getto d'acqua fredda. Mi asciugo il volto e corro verso la sala da pranzo. Il tavolo di cristallo adornato con una tovaglia di seta dai ricami dorati e imbandito da un menù di tutto rispetto degno del miglior ristorante a 5 stelle.

-Tadan! Che ne pensi? Sono o non sono il migliore degli Chef?- mi chiede lui entusiasta con un cappello da cuoco in testa

-Wow...Ma com'è possibile...-

-Modestamente- s'inchina facendomi poi sedere -per voi Milord- continua offrendomi un piatto di spaghetti alla marinara. Inutile dire che divoro tutto in meno di 2 minuti, essendo molto nervoso non posso fare altrimenti.

-Stai fermo un attimo...- mi interrompe un secondo lui per poi prendermi il mento fra le dita e leccarmi uno schizzo di sugo dalla guancia destra mentre io chiudo gli occhi e le mie guance prendono un colorito rossastro. Passo alle altre portate divorandole senza pietà, e in meno di 6 minuti ho finito la cena, compreso il dessert.

-Avevi fame, eh? Non mi dire che avevo ragione quando ti ho chiamato mal nutrito?- mi chiede lui mentre mi accascio sulla poltrona pieno ed esausto, non sono abituato a mangiare così tanto!

-Non sono mal nutrito, semplicemente avevo fame! A proposito, tu non hai mangiato niente?-

-Non avevo fame- risponde frettoloso lui stringendomi le braccia al collo -ho saputo che un certo ragazzino di Seconda A va piuttosto male in inglese e, domani, ha casualmente il primo esame di questa materia e probabilmente non ha neanche aperto libro- mi sussurra a qualche centimetro dal mio orecchio mentre ritorno rosso pomodoro

-Ecco, come dire...no...- ammetto con lo sguardo basso -aspetta...e tu come fai a saperlo?-

-Sono pur sempre un tuo insegnante, no? Io mi interesso ai miei alunni!-

-Si, ma noi ci conosciamo da mezza giornata, te ne rendi conto?-

-Lo so, ma non posso farci niente- mi risponde lui sedendosi sulle mie ginocchia mentre mi sorride allegro...Eppure, scommetterei di aver visto un velo di malinconia ricoprirgli le iridi cristalline...Sarà stata una mia impressione?

-Ok, va bene, e cosa vorresti fare?- gli chiedo io sistemandomi meglio in modo da distribuire meglio il suo peso

-Farti ripetizioni!- mi risponde naturale alzandosi da quella posizione mentre io scivolo dalla poltrona con uno sguardo tra lo stupito e lo sconvolto. Neanche il tempo di obbiettare che mi ritrovo sommerso da una marea di libri e vi assicuro che non ne un modo di dire. Mi siedo sul pavimento iniziando a fare delle traduzioni che il mio caro e benevolo insegnate mi ha dato, c'è solo un piccolo problema...Sono cose che non abbiamo studiato! Lui rinvia il discorso mentre inizia a spiegarmi tutto ciò che non capisco e così passano alcune ore, fra le sue risate e le mie facce falsamente offese...Non mi divertivo così da quando papà e mamma non mi portarono la prima ed ultima volta al Luna Park.

-Can You Feel, Sora?- mi chiede lui mettendomi la mano sul suo cuore. Batte incredibilmente veloce ed il suo calore mi pervade in modo inverosimile. Mi spinge delicatamente sul pavimento mentre le sue labbra si avvicinano pericolosamente alle mie. Le appoggia dolcemente ed io non riesco a ribellarmi. Non capisco più cosa voglio, non capisco più la differenza fra sogno e realtà mentre approfondisce quel contatto che mi fa completamente impazzire. Non so neanche il perché, eppure cerco di approfondire io stesso il contatto, questi dolci baci che ci stiamo scambiando hanno un non so ché di nostalgico, come se tutto questo fosse già successo in un lontano passato. Infila le sue mani sinuose sotto i miei abiti ed io rimango lì, immobile, godendo ogni attimo della sua compagnia. Ho uno strano presentimento, come se presto tutto questo diventerà un lontano ricordo stipato sotto chiave nella memoria, in un angolo buio di cui tutti si dimenticheranno. Continua ad esplorarmi attentamente mentre il mio viso diventa incandescente e lui mi spoglia con estrema calma e dolcezza. Le mie braccia si allungano appena sbottonandogli la camicia bianca e lui non può far altro che sorridermi. Non si aspettava una mia reazione, eppure sono stanco, se questo momento sarà realmente così passeggero da perdersi nelle nostre memorie voglio godermelo al massimo.

-Can You Feel, Sora?- mi chiede nuovamente a fior di labbra col viso affannato e arrossato

-Yes, I Can Feel You, Roxas- gli rispondo baciandolo passionale mentre continuiamo questa serata dedicata solo a noi. Mi addormento alcune ore dopo fra le sue forti braccia fiondandomi inconsapevole in quello che sarebbe stato un sonno irrequieto e per niente piacevole.

-Naminè,potresti per favore...?-

-Ma ne sei sicuro, fratellone?-

-Certo, non ti preoccupare per me, ora potresti farlo?-

-Se è ciò che desideri, purtroppo sai che posso soltanto sigillarli con una parola chiave, quale devo usare-

-............-

-Va bene...-

“......................”

-Sora! Svegliati, dobbiamo andare a scuola!-

-Kairi, non urlarmi nelle orecchie!-

-Ha ragione lei, alzati o faremo tardi!-

-Eccomi, eccomi!-

Devo dire che abbiamo iniziato davvero bene la giornata. Mi lavo distrattamente i denti dopo essermi lavato e vestito, poi scendo a fare colazione.

-Buon giorno dormiglione! Fatto tardi ieri sera?- mi chiede Riku appena seduto a tavola

-Fatto tardi?- ripeto io perplesso addentando una fetta di pane con la Nutella

-Si, dopo che sei stato sorpreso dalla pioggia, essendoti addormentato a scuola per via della punizione- mi risponde Kairi sedendosi accanto a me

-Non vorrei deludervi, ma non mi ricordo assolutamente niente di cosa ho fatto ieri dopo la scuola...-

-Cosa?!- mi gridano in faccia loro ad unisono mentre tappo le mie povere orecchie

-Non ricordo niente dal momento dell'ultima campanella- ribadisco io un po' scocciato dalla loro reazione

-Sarà stato lo stress per l'esame di oggi? Spesso porta a dei vuoti di memoria- riflette Kairi mentre si infila le scarpe da ginnastica

-Ci penseremo più tardi, ora andiamo- conclude Riku aprendo la porta di casa mentre io addento l'ultima fetta di pane farcita di marmellata alla fragola, l'unica che riesce a rilassarmi quando sono nervoso. Il tragitto verso l'istituto scolastico è taciturno, probabilmente sono nervosissimi per l'esame d'inglese della prima ora, eppure io mi sento stranamente sicuro, strano, perché sono una vera schiappa in inglese! Entriamo in classe allo scoccare delle otto e un quarto, contemporaneamente al suono della campanella che ci annuncia l'inizio dell'inferno. Il compito è uno stupidissimo testo di comprensione che finisco in meno di mezzora. Rileggendo il brano e le mie risposte rimango qualche minuto a fissare una particolare frase :“You Can Feel The Beat Of My Heart Speeded Up?”. La testa inizia a girarmi mentre ricordi sconnessi e disturbati come una vecchia pellicola rovinata riaffiorano prepotentemente nella mia mente. Vedo un ragazzo biondo che mi sorride dolcemente mentre il mio viso arrossisce visibilmente. Continuo vedendo le sue mani prendere le mie e avvicinarle al suo cuore. Dopo questo più niente, solo buio, una camera oscura mentre perdo i sensi accasciandomi a terra. Il professor Hertmen mi soccorre e mi porta velocemente in infermeria, anche se incosciente percepisco le stesse mani del sogno stringermi per tutto il tempo in cui la mia mente e avvolta dall'oscurità, ma sono sicuro che non siano quelle dell'insegnante d'inglese, queste, a differenza delle sue, sono più dolci e gentili, mi infondono calore e protezione, in qualche modo rappresentano un appiglio sicuro nelle tenebre più oscure. Ma perché mi sembrano ugualmente così distanti?

-Dove...sei?-

-Infermiera, si è svegliato!-

-è un ottimo segno, ora gli faccio dei controlli e poi potrà tornare a casa-

-Grazie mille-

-Per me è un piacere, poi siete voi gli amici, non io-

-Kairi...Riku...-

-Stai bene allora- mi dice Riku sarcastico

-Prima di voi, mi è stato qualcun altro vicino?-

-Non lo so, noi siamo potuti venire solo dopo le lezioni, quindi non lo sappiamo- mi risponde Kairi facendo spazio all'infermiera -lei ne sa qualcosa?-

-No, mi dispiace, non ho visto nessuno- mi risponde una ragazza dai capelli biondi più o meno lunghi e gli occhi blu

-Grazie mille lo stesso, ora andiamo a casa- conclusi io alzandomi dal letto, mentre la mia mente vagava ancora a quelle mani calde che mi consolavano mentre ero inerme.
 

- ♪ - Next Episode – Il tempo passa,i ricordi non svaniscono del tutto - ♪ - 


Angoletto Autrice

Hello!Felici di rivedermi?
Tutti:Ne avremmo fatto a meno!
Roxas:lo sai,scherzano!
Tutti:si,come no!*pioggia di catini*
Ehm,ehm...Allora,non aggiorno da mesi,sono diventata pigra e me ne pento...Ma mi posso giustificare...Colpa della scuola!Ultimo anno delle medie,ci stanno torturando con sta storia degli esami!Lasciateci in pace!Comunqu mi tiro il morale sapendo che quest anno dopo aver supplicato mia madre in turco,abbiamo deciso di andare al Napoli Comicon!Bhe,se uno di voi abita lì nelle vicinanze me lo faccia sapere,è sempre bello conoscere gente nuova =) Probabilmente sarò vestita da Kida Masaomi o da Gilbert Nightray e sarò la deficente troppo entusiasta che girerà con i tre amici ignari di cosa sia uno yaoi o anche solo un manga...Sto cercando di spiegarglielo ma ci ho messo tre mesi solo per spiegare il concetto di seme/uke al mio migliore amico!Quindi,se voi vorrete fare un pò di compagnia a questa scrittrice acerba,sarò felice di incontrarvi!Ora la smetto di lagnarmi e vi saluto sperando che vi sia piaciuto!Se vi và recensite,mi fareste molto felice ^///^
Bye Bye By Me ;P
AnAaa A        An
 

 


 

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Capitolo 4
*** Il Tempo Passa,I Ricordi Non Svaniscono Del Tutto ***


 Avviso:Mi scuso in anticipo per le stranezze/demenzialità del capitolo...Prendete tutto come una serie di sfortunati eventi che porteranno all'avvicinamento dei nostri due protagonisti,quindi,scusa in anticipo!>///<

16 dicembre, 93 giorni dall'accaduto. La vita passa tranquilla e i giramenti di testa sono passati, anche se nei momenti in cui dimentico, quei capelli biondi mi ritornano in mente. I nuovi professori si sono facilmente ambientati, anche se quello di aritmetica è leggermente più distaccato con me, ma non ho ancora ben capito il perché. Oggi andremo in visita nel paese delle meraviglie e, grazie alla mia solita fortuna, mi sono ritrovato nel gruppo del professor Roxas, spero solo non di non allontanarmi ancora di più da lui...

Il treno arriva verso le sette e trenta e il gruppo Roplas, soprannome strano dato dalle fan del professore, si riunisce nel vagone numero quattro mentre facciamo l'appello.

-...Allora, Olette, Pence e Sora, siamo tutti?-

-Si!-

-Pronti a divertirci come pazzi a Wonder Land?-

-Si!-

-Pronti a fare la relazione appena tornati a casa?-

-Si!-

-Ok, allora almeno 4 pagine- sorride lui malefico mentre noi tossiamo nervosamente rendendoci conto solo in quel momento dell'errore appena commesso. Mai fidarsi di un professore, neanche se ha la tua stessa età...Il viaggio dura circa un quarto d'ora e, appena arrivati lì, il prof Roxas ci divide in coppie. Mi ritrovo solo, tutti quelli che conoscevo si sono già messi in coppia con qualcun altro e per questo vado da lui ad annunciare che la relazione la farò da solo.

-Ehm, professor Nikisaki, essendo rimasto solo la relazione la farò come lavoro singolo e non di coppia-

-Non ti è passata neanche per un attimo l'idea di poterla fare con me?- mi chiede sorridendo strafottente

-Ecco, veramente, io, pensavo, lei, diversamente...- balbetto io esterrefatto da quella risposta

-Vuoi comprare una vocale?- chiede lui sarcastico prendendomi sotto braccio

-Compro una A!- rispondo io alzando la mano

-Veramente stavo scherzando...ma va bene ugualmente!Se sei a Roma fai come fanno i romani!Siamo nella città dei pazzi comportiamoci come tali!- annuisce lui andando verso il giardino delle rose -ragazzi alle cinque qui, non un minuto di più ne uno di meno!- continua iniziando a correre.

-E questo cos'è...?-

-Il giardino di rose...credo...-

-Ma non lo sapevate?Qui ogni cosa è un labirinto e ogni labirinto è un dedalo di labirinti- ci sorprende una voce alle nostre spalle. Ci giriamo lentamente e ciò che vediamo è un grasso grosso gatto rosa a strisce magenta con dei basettoni che farebbero invidia a Spongebob.

-Roxas, prestami il telefono- gli dico io serio chiamandolo addirittura per nome

-Tieni, così mi spaventi però...- mi dice lui porgendomelo

-Spongebob?Ciao, sono Sora, c'è un tipo piuttosto andato che ha fregato le basette da iper fico, se fossi in te lo picchierei in malo modo (Scusate,all'inizio avevo scrito creperei di mazzate,ma era dialettale quindi ^^"" NdA)...siamo nel giardino di rose...ok, noi lo teniamo fermo e tu porta la mazza chiodata...ok, a tra poco!-

-Non avrai realmente chiamato Spongebob?-

-Si, siamo amici d'infanzia, tu lo prendi per le braccia e io per le gambe-

-La situazione sta diventando assurda...-

Inutile dire che poco dopo il gatto svanisce mentre, la spugna gialla appena arrivata, lo rincorre come un pazzo con gravi problemi mentali.

-Io direi di rimanere al punto di raccolta, non ti preoccupare per la relazione, ne faremo un'altra su un mondo più tranquillo...che ne dici di Crepuscopoli?È la mia città natale!- mi chiede lui entusiasta, esattamente come un bambino dentro un negozio di caramelle

-Ok, quando dovremmo andarci?-

-Domani pomeriggio alla 16:30 ti vengo a prendere da casa, ok?-

-Come vuoi, per me va bene- gli rispondo tranquillamente io sorridendo mentre ci incamminiamo verso il pullman, saremmo dovuti tornare con quello. Rimaniamo lì ben poco, primo perché Roxas sta morendo di fame, secondo perché anch'io non sono da meno!Entriamo nel Bar “Semi Colorati” dove una ragazza vestita da cameriera di colore celeste ci porta al nostro tavolo. Sono tavolini piuttosto bassi e le sedie sono dei puff a forma di picche blu e cuori rossi. Ci porta il menù e noi prendiamo degli antipasti formati sopratutto da dolci e simili che, purtroppo per loro, non durano molto. In tutto questo c'è solo un problema, man mano che mangiamo cambiamo dimensione :normale grande piccolo, normale grande piccolo, normale grande piccolo, e così via finché non ci ritroviamo minuscoli sul tavolo di cristallo. Ora capisco il perché di quell'arredamento. Ordiniamo uno yogurt allo star fruit grazie al quale ritorniamo normali.

-Non c'è che dire, questo mondo è molto fantasioso-

-Non posso che darti ragione, abbiamo cambiato dimensione non so quante volte!- concorda lui gesticolando con le mani

-Però ci verrei volentieri in vacanza, non avresti mai un momento libero e divertimento a go go!-

-Io impazzirei dopo mezza settimana- risponde immaginandosi la scena -non voglio diventare come quei due!- mi urla indicando lo Stregatto e Spongebob -poi chissà com'è arrivato qui...-

-Io non ci starei troppo a pensare...-

-Sono d'accordo, vado a farmi un pisolino nell'autobus, vieni anche tu?-

-Perché no- gli rispondo alzandomi dal tavolo.

-Grazie Alice!- salutiamo ad unisono per poi salire sul pullman mentre lei ci sorride salutandoci con la mano. Ci sistemiamo nell'ultima fila dove crollo inevitabilmente in un sonno profondo, questa giornata mi ha sfiancato. Il professore si addormenta poco dopo di me. Sono accucciato su di lui che,a sua volta,è seduto di spalle al finestrino stringendomi a sé per non farmi scivolare. Ci risvegliamo verso le cinque e dieci mentre le ragazze del nostro gruppo ci fotografano peggio dei paparazzi professionisti. Sperare che quella foto non l'abbia ricevuta tutta la scuola è una vana speranza, vero?

-Ragazze, potreste smetterla di fotografarci?Vi rendete conto che se un professore vedesse una foto del genere io sarei licenziato?-

-Questo mai!Se lei venisse licenziato noi faremmo sciopero fino alla sua riammissione!-

-Niente da fare, eh?- sussurro io imbarazzato al professore che mi guarda con arrendevolezza, non si possono sconfiggere venti ragazze adolescenti fissate con l'amore, è impossibile. Le mani calde di Roxas mi stringono ancora, è una sensazione piacevole, mi dà una strana sensazione di déjà vu. La testa comincia a girarmi e altri ricordi sfocati mi assalgono. Il ragazzo biondo mi tocca, mi conquista, mi fa letteralmente impazzire. Io non mi ribello, anzi, ricavo piacere da quelle sensazioni mentre gli sbottono la camicia. Il tutto finisce così, ora l'oscurità già provata mi assale nuovamente e svengo per la seconda volta. Non ho ancora capito il perché di tutto questo...

-Ragazze, chiamate l'infermiera!-

-Si, subito!-

-Eccomi, è svenuto di nuovo?-

-Naminè, non puoi fare niente?-

-Per ora posso dargli un calmante, con il sonno si riprenderà-

-Grazie sorellina-

-Di niente fratellone-

-Voi due siete fratelli?-

-Certo, io sono Roxas Nikisaki...-

-Ed io sono Naminè Nikisaki, piacere di conoscervi!-

-...Eh?!-

- ♪ - Next Episode – Strani imprevisti- ♪ -

Angoletto Autrice

Hello Minna!Come và?Spero bene =) Ora,in via del tutto eccezzionale,il nostro caro Roxas vi spiegherà cos'è successo in questo capitolo:
Roxy:Ragazze,Benvenute qui nello spazio di Roxas!
Fangirl(compresa me):Vai Roxy,sei in tutte noi!
Roxy:Allora,tutte si staranno chiedendo sicuramente cosa centrava Spongy nel capitolo di oggi,giusto?
Fangirl:Secondo voi i suoi capelli sono tinti?
           No,ma che dici!Sono naturali!
Roxy:E come parlare con il muro...Bhe,comunque la spugna non centrava un fico secco ed era un semplice sclero personale dell'autrice ^^
Fangirl:E tutta sta cosa per dirci questo?
Io:No,perchè altrimenti a chi avrei venduto le foto Top Secret di Roxy?
Fangirl:Ah!*svengono*
Sora:Vabbè,oggi saluto Io...Alla prossima!
Bye Bye By Me (Sora xD)

 

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Capitolo 5
*** Strani Imprevisti ***


 

Mi risveglio nell'infermeria dove la ragazza bionda dell'altra volta si sta prendendo ancora cura di me.

-Ben svegliato, ti senti meglio?- mi chiede sorridendo mentre mi cambia la pezza umida che ho in testa

-Si,molto meglio...posso chiederle il nome?Ormai ho capito che ci incontreremo spesso, quindi perché non chiamarla per nome?-

-Certo Sora, io sono Naminè Nikisaki, la sorella del tuo professore di aritmetica-

-Ah, si, ok...cosa?!- grido io sobbalzando per poi cadere giù dalla branda su cui ero sdraiato

-Ma in questa scuola trovate tanto normale gridare in continuazione?Ho detto di essere la sorella del tuo professore, Roxas, ce l'hai presente?-  mi ripete lei leggermente infastidita -Vi sembra una cosa tanto assurda che io sia sua sorella?Sarà anche vero che lui è affascinante e divertente ma non credevo, almeno fisicamente, di essere così diversa da lui!-

-Non intendevo questo, semplicemente non me l'aspettavo- la tranquillizzo io mettendogli una mano sulla spalla

-Sora, ricordati...- mi sussurra all'orecchio in un suono quasi impercettibile

-Cosa?Cosa devo ricordare?- chiedo io perplesso

-Niente, ora riposa, fra un po' il professor Axel ti riaccompagnerà a casa- conclude per poi farmi sdraiare ancora sulla branda. Rimango lì per circa dieci minuti finché non spunta sullo stipite della porta un ragazzo sui diciannove anni dai capelli rossastri.

-Andiamo?- mi chiede per poi dirigersi verso la sua auto. Una bellissima Ferrari California Nera, l'auto dei miei sogni. Entro in macchina con gli occhi luccicanti, non avrei mai sperato di entrarci realmente, invece, eccomi qui in questa meraviglia a quattro ruote. Mette in moto e partiamo a tutta velocità verso casa mia. Lungo il tragitto nessuno osa proferire parola, la tensione è palpabile. Fortunatamente siamo già arrivati.

-Non toccarlo mai più, capito?Per colpa tua oggi dovrò punirlo, sono molto geloso del mio giocattolo preferito- mi dice per poi lasciarmi uscire e sparire dietro l'angolo senza degnarmi neanche di una spiegazione. Di chi stava parlando?

-Sono tornato!- saluto chiudendo la porta dietro di me

-Ora ci devi una spiegazione, signorino. Cos'è questa foto in cui tu e il professore state avvinghiati come polpi?- mi assale Riku facendomi vedere la foto sullo schermo del suo telefono

-Però devo dire che come coppia non siete niente male...- ci raggiunge Kairi più tranquilla

-Kairi!Ti ci metti anche tu insieme a quello stupido sito?- l'ammonisce Riku scuotendola per le spalle

-Sito?Che sito?- chiedo sorpreso entrando nella sala da pranzo

-Controlla tu stesso- mi risponde lei indicandomi il pc sul tavolo di legno difronte alla tv

-Ok- annuisco secco camminando a passo felpato verso quel computer. Mi siedo sul parquet e muovo il mouse per farlo riprendere. Www. le coppie più belle della scuola. It?Scorro la freccetta andando a controllare la classifica del nostro liceo.

-1° posto : il nuovo professore biondo con il timido ragazzo di seconda A, Roxas e Sora?!- urlo scioccato sbiancando in volto mantenendomi al tavolo per non svenire.

-2° posto : i due piccioncini amici d'infanzia, l'albino scontroso e la dolce princess, Riku e Kairi-

-Hanno messo anche noi in classifica, non possiamo farci niente- aggiunge Riku depresso

-Dai, sono sicura che presto ci leveranno da lì- lo consola Kairi abbracciandolo

-Speriamo...-

-3° posto: qui, solo per voi fan, abbiamo avuto un ugual punteggio, infatti al terzo posto di oggi ci sono due coppie :la vivace Olette con il super duro dei bassi fondi Hayner e la nostra dolce infermiera Naminè con il professore dai capelli di fuoco Axel...Olette e Hayner sono carinissimi insieme, sono una coppia modello, ma non pensavo che anche Naminè fosse fidanzata, poi con Axel?Mi dispiace per lei-

-Concordo, il professor Axel non mi sembra un tipo troppo delicato con le ragazze- continua Kairi leggermente preoccupata

-Non esagerate, infondo quelle coppie non sono reali, solo Hayner e Olette sono una coppia ufficiale- cerca di tranquillizzarci Riku

-Sarà, speriamo in bene...vado a preparare la cena...- chiudo il discorso dirigendomi ai fornelli

-E no caro, ora ci racconti tutto, e quando dico tutto, intendo ogni cosa!- mi tira per le orecchie Kairi facendomi sedere sul divano

-Ma non c'è nessun tutto da raccontare!Ci siamo addormentati dopo essere andati a pranzare in un bar lì vicino e le fan girl hanno iniziato a fantasticare su noi due!- mi difendo cercando di scappare

-Quini ammetti che ci sia un Noi...- mi ferma Riku sollevandomi di forza

-Non ho mai detto questo!-

-Invece si!-

-No-

-Si-

-No-

-Si-

-No-

-Io ordino delle pizze, voi come la volete?-

-Vegetariana-

-Peperoni e funghi-

-Ho detto vegetariana-

-E io ti ripeto peperoni e funghi-

-Le devo prendere entrambe, smettetela di litigare-

-Zitta!Sono faccende tra uomini, non puoi capire!- gli urliamo in faccia continuando a guardarci in cagnesco

-Ok, ok, state calmi...bambini...- sbuffa lei digitando il numero della pizzeria. Le pizze arrivano in men che non si dica e Pence, il nostro fattorino di fiducia, ci fa lo sconto sulle pizze. Le divoriamo guardando un po' di televisione e dopo di ché ci fiondiamo nelle nostre stanze. Domani è domenica, potevamo restare svegli fino a tardi, ma la giornata è stata sfiancante per tutti. Prima di addormentarmi ripenso un po' a quella giornata assurda, ma la cosa che mi ha scombussolato di più sono le parole di Axel :“Non toccarlo mai più, capito?Per colpa tua oggi dovrò punirlo, sono molto geloso del mio giocattolo preferito” cosa voleva dire con quelle parole?Ma sopratutto, a chi si riferiva con giocattolo preferito?Meglio non pensarci, ce ne occuperemo domani, eppure i miei sogni tranquilli sono deviati da una preoccupazione troppo forte per essere messa in secondo piano.

-Buongiorno ragazzi- saluto io debolmente i miei due coinquilini appena svegli

-Giorno Sora!- mi salutano a loro volta energici come sempre -non vorremmo insinuare niente, ma quella faccia da zombie e tutti questi cornetti indicano che tu non hai chiuso occhio e per sfogarti hai cucinato per tutta la notte?- mi chiedono loro ad unisono con un sopracciglio inarcato

-Esatto, avete indovinato...- gli rispondo io -ricordatevi di andare a fare la spesa domani è finita la farina, e le uova, e lo zucchero, e l'acqua, e...-

-Dovrò andare a ricomprare l'intera dispensa- riassume Riku sedendosi a fare colazione

-Oggi vi lascio il pranzo in forno, ho un appuntamento con un amico, magari gli porto qualche cornetto...-

-Con chi?- mi chiede Kairi incuriosita addentandone uno alla crema

-Con, con...Pence!Ieri gli ho promesso di andare al parco con lui ed il suo gruppo-

-Ah, ok, era per curiosità- conclude addentando l'ennesimo croissant. Inutile dire che passo una mattinata d'inferno. Oltre la cascata di robe da stirare che Riku mi ha gentilmente offerto, rimango ben 3 ora a scegliere cosa mettermi.

-Voglio un look elegante ma comodo, quasi sportivo, magari potremmo optare per qualcosa di blu o nero e rosso...-

Alla fin fine opto per un paio di jeans ed una felpa nera piuttosto larga. Odio stare ore e ore davanti all'armadio senza concludere niente, ma il mio cruccio più grande è il fatto che il motivo sia stato Roxas!Mi imbarazza il solo pensarlo...

Squilla il telefono di casa ma non faccio in tempo a rispondere, lo fa Riku.

-Pronto?Qui Riku, con chi parlo?-

-Sono Roxas, mi potresti passare Sora?Nell'ultimo compito in classe a preso un votaccio e vorrei dirglielo il prima possibile-

-Chi è Riku?- chiedo io uscendo dalla stanza con un asciugamano in testa, mi stavo lavando i capelli

-è per te Sora!- mi risponde lui mettendo una mano su l'altoparlante

-Ok, chiudi, ricevo la telefonata!Con chi parlo?-

-Indovina, sono curioso di sapere se mi riconosci-

-Roxas?Perché mi hai chiamato?!Poi al telefono fisso!Ho un cellulare!-

-Di cui io non ho il numero...-

-Ok, te lo do più tardi, per evitare imprevisti...volevi dirmi qualcosa?-

-Si, fra due minuti fuori casa, ti vengo a prendere-

-Due minuti?-

-Si, ciao.-

Ha riattaccato, ha appena riattaccato. Mi ha dato SOLO due minuti?No comment. Fortunatamente mi ero già vestito, meglio uscire, non voglio farlo aspettare.

-Bye Bye, ci vediamo sta sera!- saluto io mettendomi le scarpe

-A più tardi!- mi salutano loro ad unisono sporgendosi da dietro il muro della stanza di Riku. Secondo me sotto c'è qualcosa...bho, glielo chiederò più tardi.

-Lei è il signorino Sora?- mi chiede un maggiordomo dai capelli nero corvino e l'abito nero pece

-Sebastian?- chiedo io curioso e un po' spiazzato

-Come fa a saperlo?Non pensavo che Roxas avesse amici così perspicaci...- continua lui aprendomi la portiera

-Alexandra?- ridomando, se ho azzeccato con il nome del maggiordomo perché non anche quello del cane, no?

-Ah, portiera sbagliata, quello è lo springer del padrone Axel, aveva chiesto al signorino di portarlo a spasso, ma oggi aveva un impegno quindi ha dovuto far coincidere le due cose-

-Ma i cani non si portano a spasso a piedi, con il guinzaglio?- chiedo io leggermente tanto stupito

-Si, ma Alexandra odia camminare tanto, quindi la portiamo in auto-

-Bella la vita dei ricchi- sussurro io a me stesso facendo attenzione a non farmi ascoltare

-Ma il signorino non è ricco, è un orfano, padron Axel l'ha preso fra i suoi protetti-

-Protetti?- ripeto io interrogativo

-Sebastian, non starai dicendo qualcosa che non devi?- ci interrompe Roxas uscendo il viso dal finestrino

-No, signorino, non mi permetterei mai- risponde il maggiordomo facendomi l'occhiolino

-Ora, possiamo andare?- chiede ancora aprendo la portiera

-Certo, il tempo di andare nel posto giuda- risponde lui incamminandosi

-Con te facciamo i conti dopo, Sebastian!Ti costringerò a preparare una super cena per me, Sora, Axel e Naminè!- gli grida per poi voltarsi verso di me -con te faccio i conti adesso!- mi dice facendomi entrare in macchina.

 - ♪ - Next Episode – Bei momenti,o quasi- ♪ -

Angoletto Autrice

Come promesso,ecco il nuovo capitolo in un piovoso mercoledì!Spero che vi sia piaciuto ma sopratutto spero di non aver esagerato con la lunghezza ^^" Oggi pomeriggio andrò in piscina con i miei amici quindi aggiorno prima di pranzo,Contenti?
Tutti:Entusiasti!
Bhe,intanto che voi mi sbeffeggiate io vado a mangiare una fetta di ciambellone e poi corro a lavarmi
Sora:visto che succede a non lavarsi la mattina presto?
Sta parlando il finto mattiniere!Roxy!
Roxy:Dimmi
Vuoi queste foto di Soruccio mentre si fà il bagno con il costumino giallo a pois e la ciambella a forma di papera intorno alla vita?
Sora:Mi avevi promesso che non l'avresi mai fatto
Fino ad oggi!
Sora:La riprendero a costo della vita!*melodrammatico*
SI,come no!*fugge via*
Sora:Se ti prendo *la insegue*
Roxy:*sospira* Oggi mi tocca fare pure da balia! *posa da super figo seguito da tanti noseblood*
Bye Bye By Me (Roxy ;P)




 

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Capitolo 6
*** Bei momenti,o quasi ***


 

Il mio sguardo vaga un po' nella grande “stanza/sedili posteriori” dell'auto, ma i miei occhi sono attratti da ben altra cosa...Roxas.

-Cosa diavolo ti è successo!Ieri stavi benissimo!Come ti sei rotto la gamba?- lo assalgo di domande mentre poggio la sua gamba sulle mie

-Stavo giocando a pallone, sono caduto bruscamente ed ecco cos'è successo...- mi risponde lui abbassando lo sguardo mentre si mette una mano dietro la nuca

-Bugiardo-

-Cosa?Scusa, non ho sentito...-

-Sei un bugiardo...è stato Axel vero?Si riferiva a te quando mi aveva parlato del suo giocattolo preferito?- gli chiedo diretto mentre lo guardo negli occhi

-Ecco, veramente...- balbetta non sapendo cosa dire

-Rispondimi!- gli urlo io saltandogli a dosso. Gli blocco i polsi con le mani e lo guardo ancora dritto nelle iridi coloro cielo, così simili alle mie, così diverse dalle mie...

-Non posso dirtelo...- mi risponde volgendo lo sguardo da un'altra parte

-Roxas, sono la persona più paziente del mondo, ma ora se non mi racconti SUBITO cosa ti ha fatto Axel ti giuro che non potrei rispondere delle mie azioni...-

-Sora, smettila, non sai e non vuoi fare la parte del cattivo, quindi tranquillizzati, non è successo niente, ok?-

-So bene che non è così, perché dovrei far finta di niente?- gli domando leggermente alterato, non mi piace il fatto che mi sia negata la verità, è frustante ma sopratutto mi fa sentire escluso dalla sua vita privata...Aspetta, ma a me che importa della sua vita privata?

-Lo fai per me, no?- mi domanda lui tirandomi verso di lui per poi abbracciarmi -godiamoci il viaggio, ok?-

-Smettila di trattarmi come un neonato, anch'io ho quindici anni, sai?-

-Tu smettila di gonfiare le guance quando sei arrabbiato e poi ne riparliamo-

-Ma io non...ah...- abbasso lo sguardo imbarazzato. Mi ha appena mostrato una foto fatta al momento in cui io ho il volto sul suo petto in una strana smorfia in cui, appunto, ho le guance gonfie per la rabbia. Il viaggio è piuttosto silenzioso, restiamo così, io con lo sguardo basso sul suo petto, lui sorridente mentre mi tiene a se.

-Sora?Svegliati-

-Eh?Kairi, è presto fammi dormire!-

-Alzati dormiglione!-

-Roxas?-

-E chi se no!- mi risponde tirandomi fuori dalla macchina -Siamo arrivati...-

Rimango incantato. Mi avevano raccontato la bellezza di questo posto, ma non pensavo fosse così bello...Le scritte luminose dei negozietti nell'area tram, le strade in mattoni rossi che risplendono al contatto con la luce del tramonto, l'imponente stazione adornata con quattro grandi campane, è veramente stupendo...

-Allora, ti piace?Questa è Crepuscopoli, la città dell'eterno tramonto- mi dice lui facendo qualche passo in avanti

-È bellissima, il panorama è stupendo e l'aria di periferia le conferisce un non so ché di calmo e rilassante- aggiungo raggiungendolo con qualche salto

-Bhe, allora mettiamoci all'opera!- conclude lui prendendomi per mano per poi trasportarmi in giro per la città. Mi porta a fare shopping, a visitare la città, in sala giochi ed andiamo anche a vedere un film...c'è da aggiungere altro?Una delle serate più belle della mia vita!Manca solo la cenetta romantica a lume di candela e potrebbe sembrare l'appuntamento perfetto...Appuntamento?Perfetto?

-Sora!Vieni, devo farti vedere assolutamente una cosa!-

-Eh?Ah si, ok, vengo!- mi risveglia lui mentre mi appresto a raggiungerlo. Si è fermato ad una bancarella nel ring di sabbia, oggi avevano allestito la festa patronale, la città era stracolma di famiglie allegre e venditori ambulanti che cercavano di fare affari.

-Tieni, un regalo!- mi dice lui sorridente allungando la sua mano verso di me. Mi porge un ciondolo dalla forma stravagante, una X formata da quattro frecce argentate orientate verso i punti cardinali. Lo prendo timidamente fissandolo sulla mia mano.

-Che c'è?Non ti piace?- mi chiede lui cercando di capire il perché sono imbambolato come una statua

-No, no di certo, semplicemente mi hai reso felice, stavo solo osservando l'oggetto della mia felicità, anche se forse ho sbagliato soggetto...Grazie Roxas- gli sorrido solare mentre lui abbassa lo sguardo

-Ecco, non c'è di ché!- sorride di rimando -torno subito, aspetta un attimo qui- continua dirigendosi verso un vialetto qui vicino, avrei giurato di averlo visto accasciarsi a terra, un momento di stanchezza?

Mentre aspetto e complotto una piccola sorpresa per Roxas, un ragazzo biondo e muscoloso mi si avvicina arrogante.

-Hey ragazzino, non sei di qui vero?- inizia lui parandomisi davanti

-Dici a me?- gli chiedo io non conoscendolo

-Conosci altri nanetti gracili quanto un bambino qui vicino?- mi domanda strafottente scompigliandomi con forza i capelli

-Non ho paura dei bulli come te, non è la prima volta che uno di loro viene a cercarmi- gli rispondo risoluto togliendo la sua mano da me

-Non fare l'impertinente potrebbe andare a finire male- mi intima prendendomi per il colletto

-Lasciami andare- gli dico io cercando di scendere

-Non mi dai ordini mocciosetto!- urla dandomi un pugno in pieno volto

-Seifer, lascialo andare immediatamente!- tuona una voce a me famigliare raggiungendoci di corsa

-Non mi dire, sei un suo amichetto?- mi prende in giro il teppista scaraventandomi a terra

-Io ti avevo avvisato- conclude Roxas dandogli un calcio nello stomaco ed una forte gomitata sulla nuca -andiamo...- mi prende in braccio lui portandomi al riparo. Entriamo in un piccolo mono locale piuttosto strambo, dove appena arrivati, Roxas mi stende sul letto. L'odore è inconfondibile :vaniglia, cocco e cannella. Le visioni,se così possiamo chiamarle, si riprendono gioco di me mostrandomi un'immagine di me mentre mi faccio una doccia e in seguito la solita capigliatura bionda che mi accoglie con un asciugamano. L'odore è lo stesso, inconfondibile, inebriante, possessivo...unico. Il professore vedendomi mantenere la testa con le mani si avvicina a me preoccupato mentre poggia il kit per medicarmi su un angolo particolarmente sporgente della rete del letto.

-Va tutto bene?- mi chiede preoccupato facendomi appoggiare la testa sul cuscino

-Si, non preoccuparti, un piccolo giramento di testa- gli rispondo un po' ammaccato ma sempre sorridente

-Scusa, è colpa mia. Seifer ce l'ha con me da quando ho lasciato la sua banda e, per ripicca, se l'è presa con te...non è una cattiva persona, l'ho ferito e voleva vendicarsi- mi dice prendendo un batuffolo di cotone ed un po' di disinfettante

-Non è un problema, spesso a scuola mi malmenano,quindi non è una così grossa novità- gli confesso mentre il lieve bruciore dovuto dal contatto della ferita aperta con il disinfettante mi fa salire un brivido lungo la schiena

-Cosa?!Perché non ti sei ribellato?- mi domanda lui stupito pulendo con un fazzoletto bagnato il sangue che è sfuggito al suo controllo

-Sono piccolo, gracile, non mi piace picchiare le persone, sono debole e piuttosto anonimo, c'è altro da aggiungere?- chiedo io sarcastico con un sorriso arrendevole appena accennato

-E ti sembra una buona ragione?Hai almeno provato a fare qualcosa?-

-Si, e più di una volta. Alle elementari l'ho detto hai maestri e loro hanno punito i ragazzi in questione. Per un certo periodo, circa due settimane, sono stato tranquillo, dopo di ché hanno iniziato a malmenarmi anche fuori da scuola, di male in peggio in poche parole...All'ultimo anno, ho provato a difendermi da solo, ma purtroppo con scarsi risultati, te l'ho detto, sono piuttosto debole e loro non sono mai da soli...- continuo mettendomi a sedere mentre lui mi mette un cerotto lungo il taglio procurato. Ho un lacerazione piuttosto lunga che parte dal punto sulla fronte,vicino la cute dei capelli, in corrispondenza del sopracciglio destro, fino al lobo dell'orecchio.

-Poteva andarti molto peggio, testone!La prossima volta chiamami subito, ovunque tu sia, mi hai sentito?- mi domanda sorridente dandomi un pugnetto sulla testa

-Ok, capo!- rispondo facendo il gesto di saluto militare

-E chiamami Roxas, ok?Non più professore o simili!-

-Ma non posso!Sei comunque il mio professore!- mi oppongo cercando di farlo ragionare

-Non si discute!- mi zittisce mettendomi un dito sulle labbra che io mordo per protesta

-Ok...ah, dimenticavo, tieni!- gli dico dandogli un ciondolo argentato a forma di corona appena preso dalla tasca

-Testone alla seconda!Non dovevi!- mi risponde dandomi un altro pugno sulla testa

-Roxas, mi fa male la testa...- dico prendendomi il capo fra le mani

-Tutto bene?- domanda preoccupato avvicinandosi un po' di più

-Fatto!- esulto dopo avergli messo il ciondolo -scambio di doni, no?-

-Io ti ammazzo!-

-Sono malato, non puoi!- gli rispondo facendogli la linguaccia mentre lui mi rincorre per tutta la casa. Alla fine inciampo sul tappeto e vado a finire sul letto mentre lui mi segue a ruota per via del gesso. Rimango alcuni minuti a guardare quella medicazione alla sua gamba, poi rivolgo il mio sguardo nei suoi occhi, in cui mi immergo completamente. Sono sdraiato sotto di lui mentre mi rialzo un po' sui gomiti. Roxas è sistemato a gattoni sopra di me, senza lasciarmi via di scampo.

-Cosa ti ha fatto Axel, Roxas?- gli chiedo accarezzandogli una guancia

-Purtroppo non te lo posso dire, perdonami...- mi risponde con lo sguardo basso

-Non preoccuparti, quando sarai pronto parlerai, con le buone o con le cattive-

-Va bene- conclude mentre piombiamo in un silenzio surreale. Nessuno vuole parlare, nessuno vuole muoversi. Mi sdraio completamente facendolo appoggiare su di me, il suo volto sul mio petto, sul mio cuore. In questo momento starà sentendo il mio battito accelerato, ma non m'importa, sto bene così. Non mi chiedo il perché, sarebbe inutile, sarebbe un fiume in piena impossibile da domare, mi godo semplicemente il bel momento, sinché non finirà. Ha chiuso gli occhi, probabilmente si è addormentato. Forse se glielo dicessi mi prenderebbe in giro, ma adoro vederlo dormire, assomiglia ad un bambino da proteggere e coccolare. Quanto vorrei farlo. Un tintinnio mi risveglia dai miei pensieri mentre cerco di riconoscere la fonte di quel suono :la mia tasca. Gli metto una mano all'interno per poter prendere l'oggetto di metallo che produce questo flebile rumore :è il ciondolo che mi ha regalato Roxas, so che non dovrei dirlo, ma è così tenero!

-Sora- sussurra con voce impastata dal sonno mentre si accuccia un po' di più su di me, sarò un po' ripetitivo, ma è davvero tenero e carino. Rimango ore ed ore sveglio a guardarlo, incantato :Il viso un po' pallido, le labbra leggermente dischiuse che rilasciano aria calda sul mio petto, le guance un po' rosse ed i capelli scomposti e disordinati, un angelo caduto in terra o forse un diavolo tentatore, chissà, vedremo, c'è ancora tanto tempo. Per ora un pensiero preme più di altri, voglio parlare assolutamente con Axel, perché gli ha rotto una gamba?Non è altro che un comportamento violento ed infantile, ma perché?Che sia colpa mia?

-Sora che ore sono?Dobbiamo andare a casa, sarà pronta la cena...- bisbiglia aprendo leggermente gli occhi mentre si rialza e si stropiccia ancora troppo assonato l'occhio destro

-Sono le otto e mezzo, andiamo- gli rispondo facendogli segno di salire sulle spalle –tu mi hai portato in braccio con la gamba ingessata, fammi fare almeno questo.-

Non dice niente, semplicemente si aggrappa a me mettendo la testa fra i miei capelli. Esco dal monolocale mentre lui con un calcio chiude la porta alle nostre spalle. Ci incamminiamo scendendo una delle ripide vie della città, dirigendoci verso l'area tram. Entriamo ed aspettiamo in piedi che arrivi alla stazione, dove lì prendiamo il treno per Traverse Town. Ci lasciamo alle spalle Twilight Town, con la sua dolce tranquillità per andare nella città delle notti infuocate. Le luci dei lampioni ci indicano la strada e noi arriviamo a villa Hertmen.

Angoletto Autrice

Scusate,per il mancato aggiornamento,non l'ho fatto apposta!Questa settimana è stata piena di impegni e non sono riuscita ad avere un attimo di tempo!
Tutti:Sono solo scuse...
Vorrei vedere voi al posto mio!
Sora:Io avrei una domanda: ma perchè in questa fic o faccio sempre figure di cacca o vengo minacciato o malmenato?
Ah,niente di chè,sei solo la mia valvola di sfogo nella fic ^^
Sora:ah,e per questo vengo malmenato in mezzo ad una strada da un perfetto sconosciuto!
Sono buona,ti prometto che fra un pò farò soffrire Kairi al posto tuo,ok?
Sora:che bello!*sarcastico*
Giusto che ci sono,avrei una domanda da porvi: quali altre coppie vorreste nella fic?
Vorreste delle coppie het o yaoi?Ma sopratutto,quali?
Grazie a tutti quelli che mi risponderanno =)
Bye Bye By Me (Me e Sora xD)

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Capitolo 7
*** Cena in famiglia prima della fuga ***


Percorrendo il lungo viale alberato mi assale un dubbio: sicuri di essere ancora nella Città di Mezzo?Questa villa è stratosferica!

-Sora, fammi scendere- proclama Roxas appena arrivati sull'uscio della porta. Non contesto la sua decisione e lo faccio scendere rannicchiandomi un po'.

-Scusa, ma come facciamo ad entrare?- chiedo essendomi accorto dell'assenza del citofono

-Così- mi spiega lui usando uno di quei vecchi leoni con l'anello nel mezzo che si usavano una volta nelle ville dei nobili. Il portone bianco si apre davanti a noi mentre due file ben distinte di servitori si prostrano dinnanzi alla nostra presenza.

-Ben tornato Roxas-sama!- lo salutano inchinandosi mentre Sebastian ci viene incontro

-Il padrone l'aspetta in salone, con permesso- e detto questo se ne va nuovamente. Ci dirigiamo, calpestando un tappeto rosso, verso la sala da pranzo. L'immenso tavolo e la stanza in stile rococò sorprendono la mia vista riuscendo a pronunciare solo un sonoro “Oh....”

Ci sistemiamo nella parte destra del tavolo, difronte a Naminè, già presente in tavola al nostro arrivo.

-Ben tornato, Roxas...Com'è andato il lavoro arretrato che dovevi far svolgere al tuo alunno?- chiede Axel spalancando le porte mentre ricevo una sua occhiataccia

-Bene, non c'è bisogno che tu ti preoccupa- risponde lapidario mentre il rosso gli si avvicina. Gli prende il volto e lo bacia, senza che Roxas gli si possa opporre. Era questo a cui si riferiva Sebastian con protetti? Lui ha il permesso di mettergli le mani addosso? Mai...Mi alzo dal tavolo facendo cadere la sedia sul pavimento e sferro un sonoro pugno ad Axel.

-Dopo che gli hai rotto la gamba? Non ti permettere!-

Mentre il rosso rimane stordito a terra, prendo Roxas nuovamente sulle spalle e corro verso casa, seminando i nostri inseguitori. Entriamo dal retro, trovando stranamente la casa deserta...o quasi? Mi dirigo in punta di piedi al piano di sopra e prima di andare in camera mia mi avvicino, sbirciando tramite la fessura dovuta alla porta socchiusa, a quella di Riku. Il mio viso diventa bordò e corro il prima possibile nella mia stanza.

-Ma che...!- sbraita stordito Roxas mentre lo poggio sul letto

-Non gridare-

-Io grido quanto voglio!- mi risponde alzando la voce

-Sora, sei tornato?- chiede l'albino entrando in camera. Silenzio...-Bho, sarà stata una mia impressione- continua richiudendo la porta dietro di sé. Riapro gli occhi mentre mi ricordo ciò che ho appena fatto: ho baciato Roxas per farlo stare zitto e mi sono sdraiato di peso su di lui mentre ci coprivo con il piumone. Cado giù dal letto facendo finire la trapunta chissà dove mentre lui mi guarda stupito ed intanto io mi tocco le labbra rosso in viso.

“No, no, no! Il mio primo bacio no! E che cavolo!...Sora, calmati, sembri una ragazzina oca giuliva che starnazza come una pazza...ok, calmiamoci, respira, riprenditi...ok, molto meglio...”

-Sora, ehilà! Ci sei?- mi chiede Roxas muovendo una mano davanti hai miei occhi

-Eh, a si! Dimmi!-

-Dimmi? Sei tu quello che mi ha portato qui e poi mi ha baciato!- risponde allibito mettendosi seduto difronte a me

-Cosa dovevo fare? Lasciarti lì mentre Axel ti violentava davanti a me?-

-Non sarebbe la prima volta...- commenta con sguardo basso. Cos'è quel velo di malinconia che percepisco sulla sue iridi sempre cristalline? Gli accarezzo una guancia facendogli alzare il viso regalndogli un grosso sorriso, il mio metodo personale per rassicurarlo

-Allora che ne dici di restare qui? Per qualche giorno salteremo le lezioni mentre troviamo una soluzione adeguata, si può fare, no?- gli domando speranzoso implorandolo con lo sguardo

-Non è affar tuo cosa mi succede, quindi ora vado- mi risponde alzandosi da terra un po' traballante

-Si che è affar mio!Quindi ora zitto e giù- gli dico saltandogli sopra facendolo cadere sul pavimento. Lo tengo giù di peso, cercando di non farlo fuggire. Non voglio che torni da Axel, non lascerò che gli faccia ancora del male...ma è stata colpa mia se è successo, no?

-Roxas...- sussurro cercando di non fargli sentire la mia voce tremante

-Che c'è?- mi chiede girandosi con uno scatto, in modo da poterci guardare in faccia

-Scusa- singhiozzo mentre alcune lacrime sfuggono al mio controllo -io non volevo, è stata tutta colpa mia, scusa- ripeto tremante mentre cerco di trattenere le lacrime che vorrebbero sgorgare dai miei occhi

-Non dire cavolate, tutto questo succedeva molto prima che ti conoscessi, non ti crucciare per qualcosa di insensato come questa situazione. Non devi incolparti, anzi, grazie a te ho trovato un po' di luce fuori dal baratro oscuro in cui mi trovo, dovresti esserne felice-

-Ma, io...!-

-Shhh, niente ma, va tutto bene- mi accarezza la schiena ed i capelli mentre io cado su di lui abbracciandolo, lasciando andare quelle lacrime copiose che insistevano per uscire. Frigno come un bambino mentre lui mi stringe sempre più forte.

-Sora, smettila di piangere, va tutto bene, non c'è niente di cui preoccuparsi-

-È colpa tua, ora che ho iniziato a piangere non posso smettere così su due piedi!- gli sbraito contro alzando gli occhi gonfi sui suoi. Mi prende il viso tra le mani e mi avvicina un po' di più a lui.

“Non starà per fare ciò che penso vero? Non vorrà baciarmi?!”

Neanche il tempo di pensarlo che unisce le sue calde e soffici labbra con le mie inumidite dalle lacrime. I miei occhi all'inizio sgranati si addolciscono pian piano abbandonandosi completamente a quelle labbra che giocano lentamente e senza sosta con le mie. Mi sovrasta mentre io stringo le mie braccia intorno al suo collo e lui socchiude la bocca per far incontrare le nostre lingue. Inesperto contraccambio lo scambio di tocchi che lui cerca di approfondire sempre più finché riesco a contraccambiare completamente. Mi bacia sempre con più ardore fino al momento in cui ci stacchiamo ansimando.

-Ora hai smesso di piangere, visto?- mi sorride prepotente alzandosi sulle braccia mentre io mantengo la vicinanza incatenandolo con le mie braccia. Sgrano gli occhi sorpreso e un po' dispiaciuto da quelle parole per poi intrecciare le mie gambe hai suoi fianchi.

-Avviso, potrei non staccarmi per lungo tempo- lo informo appoggiando la testa sul mio braccio destro

-Vuol dire che andremo a dormire così- mi risponde alzandosi in piedi un po' barcollante per poi buttarsi sul letto disfatto. Si sdraia di fianco, appoggiando la testa sul cuscino, cosa che faccio anch'io subito dopo.

- ♪ - Next Episode – Equivoci - ♪ -

Angoletto Autrice

Gente, sono tronata!
Tutti: Evvai! *modalità Dottor House di Mai dire martedì*
La solita calorosa accoglienza...Comunque, dopo secoli che non mi facevo sentire, incitata da MysticAsters a cui dedico questo capitolo (e la seconda storia che tidedico, prima Fuzzy Blue Light ed ora un capitolo di Kh Au, ai battuto tutti i miei record ;P), ho deciso di riprendere con la pubblicazione, questa volta costante, di Kingdom Hearts Alternative Universe. I prossimi capitoli saranno un pò più corti e di transizione, ma aspettatevi fra massimo tre capitoli uno dei più importanti di tutta la storia =)
Ora vi lascio, prima di essere colpita da una moltitudine di pomodori, sperando che qualcuno di voi si ricordi ancora di questa storia ed abbia volgia di recensire o anche solo leggere =)
Bye Bye By Me ;P

P.s. Ringrazio chi ha messo la storia fra le preferite e le seguite, se vorreste lasciare una recensione anche voi fareste felice un'autrice ^^

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