Dingo, out.

di sharing
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Action. ***
Capitolo 2: *** Obiettivo 1 - Primo contatto ***



Capitolo 1
*** Action. ***


Zona di lancio.

6.45. GTM +1.


L'aereo viaggiava lentamente al di sopra del 10.000 piedi, tutto il terreno era ancora scuro, di quel colore dell'acqua di notte, una visione spezzettata dalle nuvole che viaggiavano sotto di noi, e in cui alternativamente ci immergevamo.

"Sierra Comma Five-Four-Eight-Seven-Nine United World Army a torre di controllo operazioni di lancio Alfa-Zulu-Five, Alfa-Zulu-Five qui Sierra Comma Five-Four-Eight-Seven-Nine in richiesta di autorizzazione al lancio ad alta quota secondo piano ATCXL-214, Sierra OUT." Scandiva l'addetto all'apparecchiatura radiofonica nel microfono della cuffia mentre saltuariamente ci scrutava.

"BigKnife, check radio per Ghost." pronunciai con voce sicura appena indossato l'auricolare sull'orecchio destro.

Il pilota allungò con fare sicuro il braccio in modo da renderlo visibile e mi fece il segno dell'OK seguito da tre dita.

Sorrisi, girandomi verso i membri della mia squadra.

"Littlechild. V2." li chiamai, serio come solo una missione di ZULU 4 poteva rendermi.

Littlechild, nome reale Mark Furekoz, poco più che un bamboccio di 22 anni suonati troppo presto e incapace di staccarsi dalla tetta della madre.
Della madre puttata, dato che era il quinto figlio.
Fatto col quinto marito.

V2, nome reale mai saputo.
Un fottuto russo delle spetsnaz, passato alla UWA dopo aver perso la fiducia del suo comandante per un qualcosa che in realtà non aveva fatto.
E probabilmente insieme alla fiducia anche un po' di quella già scarsa sanità mentale che gli rimaneva in quella testa di cazzo.

Littlechild si girò verso di me, scattando in piedi e formando la posizione del saluto militare.

"Dove credi che siamo? in una caserma? Riposo per dio." Sibilai spazientito, ancora dopo anni di lavoro non si era reso conto che questa era una guerra e non una caserma dove giovani pippaioli sparavano piombini a un bersaglio di carta.

V2, che di anni ne aveva 30, ormai aveva già capito come il suo comandante, alias I-O, concepiva tutto questo puttanaio mondiale, tanto che ormai era divenuto da buon tempo silenzioso e obbediente.
<<Chissà quante volte gli avrò salvato il culo ormai>> pensai ridacchiando nella testa.

"Littlechild, check equipaggiamento." Gli ordinai facendolo voltare.

Iniziai a tirare le varie cinghie
"Cinghia uno ok."
"Cinghia due ok."
"Cinghia d'aggancio attrezzatura ok."
"Cinghia zaino ok."
"Cinghia regolazione bretella uno ok."
"Cinghia regolazione bretella due ok."
"Littlechild OK." Conclusi con un tono leggermente più alto, mentre egli indossava l'elmetto con mezza agganciata la maschera dell'ossigeno.

il ciclo si ripetè per tutti noi, occupando un paio di minuti.

Ci risedemmo, e mentre Littlechild continuava a studiare la cartina io e V2 lucidavamo e controllavamo i fucili e le varie armi.

"Littlechild, non vorrai mica portartela a letto quella cartina, vero?" Sussurrò V2 con tono collocabile tra la finta cortesia, lo scazzo e la pura presa per il culo.

Sorrisi leggermente.
"V2 ha ragione soldato, e poi cazzo te ne fai di sapere a memoria una cartina se le armi non vanno?" Aggiunsi io, con tono leggermente autoritario, facendo desistere V2 a continuare le provocazioni.

Littlechild rimise la cartina nella tasca della mimetica, facendo quasi finta di nulla, e si unì a noi nel controllo delle armi.

Passarrono circa altri 40/45 secondi che le luci si spensero e si accesero le luci rosse di preparazione al lancio.

Ci alzammo tutti innestando l'altro lato delle maschere di ossigeno e assicurandoci addosso le armi, che ci avrebbero seguito in un lancio di altissima quota e nella piccola guerra che ci aspettava di sotto.

Il comandante di lancio iniziò a contare all'interfono.
"40"
...
"30"
...
"20"
...
"10"
...
"5"
"4"
"3"
"2"
"1"
"0"

La luce divenne verde, e uno dopo l'altro ci catapultammo nel buio che iniziava a mostrare la luce del mattutino sole.

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Capitolo 2
*** Obiettivo 1 - Primo contatto ***


L'aria congelava velocemente i nostri sederi abituati al caldo dell'aereo che ci aveva trasportato fino a quel punto, mentre calavamo velocemente tra gli strati di nubi e il sole faceva capolino all'orizzonte.

"3000 piedi." comunicò V2 alla radio, inclinando il corpo e avvicinandosi nuovamente a me e littlechild che osservava il GPS sul suo braccio.

"Signore, siamo a 45 metri fuori dal punto di landing designato." comunicò sganciando la sua corda di raggruppamento dal cinturone e porgendomela.

"Hai paura di camminare troppo littlechild?" affermai io ridacchiando mentre prendevo la sua cinghia e agganciavo il moschettone alla mia cintura, mentre con l'altra mano passavo la mia cinghia a V2 che faceva lo stesso con littlechild in un circolo vizioso, finchè non fummo tutti uniti a cerchio tra di noi dalle cinghie che alternativamente strattonavano per tenerci uniti.

"1500." affermò V2 prendendo la corda del paracadute in mano, e così fecimo anche noi.

"800, pronti ad aprire." affermò lanciando poi il conto alla rovescia per l'apertura sincronizzata.

"3, 2, 1, aprire." fece risuonare in maniera cadenziata nei radioauricolari, facendoci aprire i paracaduti in sincronia all'altezza designata di 700 metri di altezza che ci portò ad una discesa abbastanza morbida ma non troppo lenta.

Arrivati a terra slacciammo le cinture e le cinghie di lancio che ci tenevano uniti tra di noi e al paracadute, e mentre littlechild controllava con la pistola di ordinanza la zona intorno a noi io e V2 estraevamo i fucili dalle sacche e li armavamo.

Inserito il caricatore e messo il colpo in canna per primo rivolsi la mia attenzione all'ambiente circostante dando il tempo a littlechild di fare altrettanto, seguito poco dopo da V2.

"V2 sei diventato lento a caricare e prepararti eh?" sussurrai in tono scherzoso, che suscitò un tono sibilante di V2 la cui risposta doveva assomigliare a un'imprecazione nei miei confronti più che a una comunicazione tattica degna del nostro livello.

I nostri auricolari fecero un piccolo sibilo di sincronizzazione a cui seguì audio.

"Dingo qui centro operazioni UWA per handshake radio, ci ricevete passo?"

"Centro operazioni qui dingo, handshake 5 su 5, avanti." risposi spazientito, questa cosa di ricevere le missioni solo sulla zona per evitare spionaggi e sabotaggi mi alterava assai.

"Ok dingo qui abbiamo per voi una missione di ricerca e distruzione, un chilomertro e mezzo a 245 gradi dalla vostra posizione attuale è collocato un deposito nemico di munizionamenti bellici a lungo raggio, il vostro compito è distruggerlo, non sappiamo molto sulla zona in quanto è protetta da un sistema di disturbo che impedisce ai nostri satelliti di scansionarla ma secondo i rapporti dell'intelligence britannica non ci dovrebbe essere molta resistenza, contiamo su di voi per portare a termine la missione, dingo roger?" la voce alla radio aveva un tono di quelli simili ai call center, come fosse ordinario lavoro per lui, e infatti lo era, peccato che qui per noi il confine tra vita e morte è molto sottile.

"Dingo roger, dingo out." risposi sorridendo, finalmente un po' di carne e stronzi nemici da macellare, feci sparire il sorriso dalla faccia e guardai gli altri due che accennarono di essere pronti con un si della testa, V2 sembrava tranquillo ma littlechild era abbastanza teso, d'altronde lo era sempre nelle missioni, quindi non ci davo molto peso se una merda del suo calibro si rodeva il fegato.

Diedi con le mani gli ordini di raggruppamento, messa in fila indiana e seguire, e poi iniziai ad avanzare nella scura foresta che diveniva lentamente sempre meno fitta e tenebrosa anche grazie all'aiuto del sole che si faceva via via più alto staccando la sua cresta dall'orizzonte per levarsi verso il cielo.

Camminammo in formazione tattica per una buona oretta, fintanto che il GPS non ci segnalò di essere vicini alla posizione nemica, e un tetto di tegole rosse intravedibile tra gli altri dava conferma visiva.

Diedi l'ordine di strisciare e mi avviai verso l'albero più vicino per avere visione sul luogo, imbrattandomi di fango ed erba in tutta serenità, fino ad arrivare dietro una grossa quercia ove mi misi a carponi e scrutai l'aria intorno a me attraverso il mirino CCO del fucile, e una volta confermata con una pacca sulla spalla da parte di V2 la loro copertura tattica lasciai il fucile a penzoloni prendendo il binocolo e scrutando l'accampamento nemico, costituito da un caseggiato di 4 casette e da un granaio che doveva essere il deposito indicatoci via radio, per le stradine nessun movimento si intravedeva.

Rimisi via il binocolo e ripresi il fucile, pensando ad una facile soluzione della missione e alla sbobba che ci aspettava per la sera in caserma.

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