Non avevo capito niente

di michaelgosling
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fanny, Jane e Norman ***
Capitolo 2: *** Io lo amo ***
Capitolo 3: *** Così diversi e così amici ***
Capitolo 4: *** Miss Lorelly ***
Capitolo 5: *** Imprevisto ***
Capitolo 6: *** Cambiamenti ***
Capitolo 7: *** Cortdown ***
Capitolo 8: *** Gelosia ***
Capitolo 9: *** Ognuno per la sua strada ***
Capitolo 10: *** Pericolo ***
Capitolo 11: *** Tra la vita e la morte ***
Capitolo 12: *** Brevi Momenti ***
Capitolo 13: *** Non mi lasciare ***
Capitolo 14: *** Amore ***
Capitolo 15: *** In Giardino ***
Capitolo 16: *** Litigi ***
Capitolo 17: *** Schiacciato ***
Capitolo 18: *** Separazioni ***
Capitolo 19: *** Paradiso e Inferno ***
Capitolo 20: *** Baci sul viso ***
Capitolo 21: *** Dolore ***
Capitolo 22: *** Rhum ***
Capitolo 23: *** Sorprese ***
Capitolo 24: *** Muoversi ***
Capitolo 25: *** Agitazione ***
Capitolo 26: *** Notte D'Amore ***
Capitolo 27: *** Proposte ***
Capitolo 28: *** Spiegazioni ***
Capitolo 29: *** Matrimonio ***
Capitolo 30: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Fanny, Jane e Norman ***


  
Salve! Questa è la seconda storia che scrivo e mi rendo conto che questo capitolo sarà un po’ noioso ma è solo un’introduzione!
Buona lettura
 
CAPITOLO 1. FANNY, JANE E NORMAN.
Si tirò su le coperte del suo letto, come se avesse freddo e desiderasse coprirsi.
Era nel pieno del suo sogno, quando la fastidiosa luce di un mattino che doveva ancora nascere la svegliarono bruscamente.
D’istinto, mise una mano sugli occhi per nascondere la luce, anche se sapeva che avrebbe dovuto alzarsi e non poteva permettersi di continuare a poltrire a letto per nemmeno 5 minuti.
Non voleva alzarsi, si stava così bene a letto, e ..
“Fanny!”
Ma come diavolo faceva Jane ad avere una voce così pimpante alle 5 del mattino?!?
Fanny la ignorò, girandosi dall’altra parte del letto.
Jane si avvicinò alla giovane e la scrollò.
“Ma sono modi questi?!?” chiese in tono irritato Fanny, rendendosi conto che restare a letto non era più possibile.
“Non ti alzavi in nessun’altro modo. Mi hai costretto”
Fanny si tolse la vestaglia e si mise un’uniforme da cameriera, la stessa che Jane indossava da circa mezzora.
“Ci sei?” le chiese Jane, come se stesse aspettando da ore.
“Sì, sì, ci sono.” Sospirò Fanny.
“ Bene! Perché abbiamo solo un paio d’ore. Alle 7 si sveglierà e noi dovremo aver già fatto tutto, altrimenti ci lincia. Dov’è Norman? Norman! NORMAN!”
Fanny si coprì le orecchie, tentando di proteggere il suo udito dalle agitate urla di Jane.
“Io sono qui! Non c’è bisogno di urlare tanto!” fece un ragazzo sui 32 anni, giungendo nella stanza.
“Andiamo. Abbiamo un’ora e 45 minuti.”
Fanny, Norman e Jane lavoravano come domestici da quando avevano 10 anni alla dimora di James Norter, un nobile scapolo tra i 35 e i 40 anni, ma tutti e tre lo conoscevano da quando erano nati perché i loro genitori erano amici e come loro suoi servitori.
Norter era un buon padrone e non li soffocava assegnando loro lavori su lavori rischiando di schiacciarli, ma non li trattava neanche come suoi pari e non riservava loro gli stessi modi che aveva il padre nei confronti dei genitori dei tre ragazzi.
Come tutte le mattine si divisero i lavori.
Norman e Jane si diressero verso il palazzo: il primo avrebbe pulito le stanze e la seconda avrebbe preparato la colazione per Norter.
Fanny, invece, doveva andare al mercato e comprare gli alimenti che sarebbero diventati il pranzo e la cena del padrone.
“Buongiorno, Thomas.”
“Buongiorno Fanny. Il solito immagino.”
L’uomo le porse un cesto con dentro frutta e verdura, mentre lei prese delle monete dal mantello e gliele porse.
“Siete davvero incantevole oggi, come sempre.” Le sussurrò Thomas.
“Grazie.” Disse timidamente lei, abbassando lo sguardo imbarazzata.
 
 

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Capitolo 2
*** Io lo amo ***


 Salve!! Eccomi con il secondo capitolo che spero sia meglio del primo! Buona lettura e recensite!
CAPITOLO 2.IO LO AMO.
Prima di alzarsi si stiracchiò, fino a quando non sentì un suo dipendente avvicinarsi.
“Buongiorno signore.”
A poco a poco aprì gli occhi e riconobbe i capelli corti e scuri.
“Norman.” Mormorò lui, con scarso interesse.
“Come ha dormito signore?” chiese Norman, aiutandolo a vestirsi.
“Al solito. Ho fame. La colazione?”
“Jane la sta preparando signore. Ormai sarà pronta.”
“Aspetto delle visite. Staremo nel soggiorno e quando arriveranno devono trovare il vino migliore.”
“Certamente signore. Me ne occupo subito.”
James gli fece un cenno con la testa e lo congedò. Dopo pochi minuti entrò Fanny, che teneva un vassoio con sopra del latte e biscotti.
“Buongiorno signore. Ecco la sua colazione.” Disse timidamente, poggiando il vassoio su un tavolino della camera.
James non disse nulla ed iniziò a mangiare.
Notando che la ragazza non era uscita, alzò lo sguardo su di lei. La guardava severamente, come guardava sempre tutti, ma non si accorse che lei arrossì.
“Le serve qualcos’altro?” chiese Fanny, per evitare un possibile predicozzo dal padrone.
“ Se mi fosse servito qualcos’altro te lo avrei ordinato.” Fece James, evidentemente scocciato.
Non era certo una novità. Fin da bambino, James era sempre stato serio e distaccato e non era certo il massimo della gentilezza.
Quando Fanny tornò nelle cucine, vide Jane riposarsi e Norman preparare il vino.
“ Come sta il tuo amore stamattina?” chiese Jane a Fanny in tono scherzoso.
“Jane, non cominciare.”
“Ti ha battuto il cuoricino stando con lui?” continuò Norman.
“Siamo spiritosi stamattina, eh?” fece Fanny, cercando di sembrare irritata, anche se  risultò semplicemente divertita dalle battute degli amici.
“Dovresti ringraziarci! Ci siamo divisi i lavori in modo che tu possa stare con lui il più possibile!” esclamò Norman.
“E vi ringrazio infatti.” Sorrise Fanny.
“No, siamo noi che ringraziamo te. A me sta di giorno in giorno più antipatico e meno lo vedo meglio sto.” Fece Jane.
“Jane!”
“È vero! Su, siamo realisti. Lavoriamo per lui da quando siamo bambini e continua a trattarci come se fossimo degli sconosciuti, noi e gli altri domestici. Ci fosse stata una volta che ci abbia ringraziato o trattato con un minimo di rispetto.” Continuava a lamentarsi Jane.
“È un brav’uomo.” Fece Norman.
“Ed è buono.” Aggiunse Fanny.
“ Con chi? Perché con noi non lo è. Fanny, sei una ragazza stupenda: sei bella, simpatica, buona, goffa va beh, e ti preoccupi prima degli altri che di te stessa .. Puoi trovare di meglio!” fece Jane, facendo un grande sospiro a fine discorso.
Calarono vari minuti di silenzio, rotti dall’innocente voce di Fanny.
“Io lo amo.”
Le mormorò quelle tre parole. Le sussurrò appena, come se si sentisse in colpa per quei sentimenti che provava da anni e che invano aveva cercato di soffocare, di reprimere, di uccidere, di sparire come se non ci fossero mai stati.
Alzò lo sguardo e capì che Norman e Jane, da come la guardavano, erano d’accordo.
Quella storia non poteva finire bene, lo sapevano tutti ed era inutile illudersi.
Fanny amava il suo padrone da quando aveva 15 anni perché, nonostante il distacco e l’ingratitudine di questi, secondo lei era buono.
Ma non c’era futuro. Lei era una semplice cameriera e lui uno degli scapoli più ricchi dell’Inghilterra.
Fortunatamente lui non si era mai accorto dell’interessamento che la serva aveva nei suoi confronti, benché fosse abbastanza evidente.
Se solo l’avesse saputo, tutti e tre ne erano convinti, l’avrebbe cacciata dal palazzo e Fanny si sarebbe trovata per strada, a vivere chiedendo l’elemosina.
Ma a volte Fanny arrivava a pensare che sarebbe stato meglio così.
Prima o poi James si sarebbe innamorato di una benestante damigella inglese, l’avrebbe sposata e sarebbero stati per sempre felici e contenti, e lei sarebbe dovuta rimanere lì, a vedere il loro amore compiersi. A prendere ordini dalla donna che aveva sposato l’uomo che amava.
Quella sì che sarebbe stata una tortura.
Il suo cuore non avrebbe retto.
Se lo doveva togliere dalla testa, e soprattutto, dal cuore.

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Capitolo 3
*** Così diversi e così amici ***


 
Eccomi con il terzo capitolo spero vi piaccia e recensite!
 
CAPITOLO 3.COSì DIVERSI E COSì AMICI.
Gli ospiti di James arrivarono in tarda mattina, tra le 10 e le 11.
Si trattava di un gruppo di nobili come lui.
Benché quest’ultimo avesse una natura solitaria, li incontrava volentieri: erano i suoi amici d’infanzia ed erano gli unici con i quali non “odiava” avere una conversazione.
Erano tutti scapoli e nessuno di loro sentiva la particolare esigenza  di prendere moglie.
Quando Fanny entrò con il vassoio e il vino, vide i cinque fare cose diverse, sebbene stessero anche facendo una conversazione tra loro.
Mr Rondell stava comodamente seduto sulla poltrona e leggeva un giornale, Mr Previert e Mr Cromwell stavano giocando a biliardino e Mr Barrett e James stavano animatamente discutendo su una mappa (entrambi erano nel campo militare, ed erano rispettivamente capitano e tenente).
Quando sentirono la porta aprirsi, tutti alzarono lo sguardo sulla cameriera, tutti eccetto Mr Rondell, che si limitò a sbuffare per le troppe persone nella stanza, e per nulla al mondo avrebbe alzato lo sguardo visto il suo interessamento nell’articolo.
La ragazza arrossì a vista d’occhio. Le faceva impressione sentirsi tutte quegli occhi addosso, tra i quali c’erano gli occhi verdi del suo “innamorato”, che sembravano più scuri di quello che in realtà erano.
La guardavano tutti in modo diverso, il che non era strano viste le loro personalità così diverse che a volte li portava a discutere.
“Ho il vino per voi, signori.” Fece timidamente Fanny, poggiando i bicchieri sul tavolo e facendo un inchino ad ognuno di loro, cercando ma soprattutto sperando, che quegli occhi si scrollassero da lei il prima possibile.
“Mercì madame!” fece Mr Previert con uno spiccato accento francese, sfoggiando uno dei suoi tanti sorrisi.
Mr Previert era così. Sempre amichevole, estroverso e gentile con tutti. Trattava chiunque come un suo pari. Piaceva a tutti.
Fanny uscì e si chiuse la porta alle spalle, così i gentiluomini tornarono alle loro occupazioni.
“È una cameriera. È stupido trattarla come se fosse una nobildonna.” Commentò aspramente James.
“Oh sì, hai ragione. È sicuramente più intelligente trattare delle persone che ti servono lealmente da anni come fossero spazzatura.” Ribattè Mr Previert, aspettandosi quella critica da James.
“James, io sinceramente penso che Arnaud abbia ragione.” Disse Mr Cromwell, muovendo le mani e parlando a bassa voce vista la sua timidezza e la sua goffaggine sia nei gesti sia nel parlato.
“Oh ti prego Harry, non ti ci mettere anche te!” fece James.
“Harry, tu sei di parte, quindi la tua opinione non può essere presa in considerazione ed è del tutto neutrale.” Disse Mr Barrett.
“Ma non è vero!”
“Certo che è vero, e lo sai. Lo sappiamo tutti.”
“E voi lo sapete che discutete sempre sulle stesse cose? Sono stufo di sentirle.” Fece Mr Rondell, senza alzare gli occhi dal suo giornale.
“E tu lo sai che leggi troppo e che questi tuoi assurdi discorsi da finto duro non hanno alcun effetto su di noi? I tuoi e quelli di James.” Fece Arnaud, prendendo il giornale e mettendolo sul tavolo, facendo irritare ancora di più Mr Rondell.
“Come scusa?” chiese James, inarcando un sopracciglio.
“Hai capito. Comunque è meglio lasciar perdere. Affrontare questi discorsi con loro è come convincere un gatto a mangiarsi un cane.” Disse con disappunto Mr Barrett.
“C’è un ballo a Londra questa sera. Perché non venite?” propose Arnaud, anche se immaginava già le loro risposte e sapeva già che stava facendo l’ennesimo buco nell’acqua.
“Non esiste.”
“Scordatelo.”
“Piuttosto vado a dormire con i miei maiali.”
“Molto spiritoso, Arnaud.”
Ecco appunto. Come volevasi dimostrare.
“Andiamo! Fidatevi di me per una volta! Ci divertiremo!”
“Non ne dubito.” Fece Mr Rondell, con evidente sarcasmo.
“Vi faccio conoscere un po’ di gente.” Continuò Arnaud.
“Grazie dell’offerta Arnaud, ma non siamo interessati.” Disse James con tono indifferente, esprimendo il parere di tutti e quattro.
“Potreste anche incontrare la donna della vostra vita.” Tentò ancora Arnaud.
“Ma non farmi ridere.” Fece James.
“Se ti vuoi sposare Arnaud, fallo. Noi stiamo bene così, grazie.” Fece Mr Barrett.
“Avanti..” li implorò Arnaud.
“Non ho la minima intenzione di sposarmi. Non voglio fare la fine che ha fatto mio padre, che si è sposato con una donna stupida che disprezzava.” Commentò Mr Rondell.
“È sempre tua madre.” Puntualizzò Mr Cromwell.
“Certo, ma sono obbiettivo e dico le cose come stanno. Anche voi sapete che lo è.”
“Se tuo padre non si fosse sposato, non saresti nato.”
“Dettagli.” Ribattè Mr Rondell.
 

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Capitolo 4
*** Miss Lorelly ***


 ECCOMI CON IL QUARTO CAPITOLO!!
BUONA LETTURA!
 
CAPITOLO 4. MISS LORELLY.
Arnaud era stato così insistente.
Perché ci teneva tanto alla loro presenza al ballo?
Harry non ci voleva andare per la sua timidezza e stare con tante persone che inoltre non conosceva era fonte di disagio per lui.
Edward detestava ballare e lo faceva solo se costretto, come tutti i Barrett, del resto.
Colin odiava quella manifestazioni mondane e voleva solo leggere i suoi giornali o magari un libro. E poi era troppo sarcastico, e le sue battute taglienti avrebbero offeso qualcuno.
Lo stesso discorso valeva per James.
Non era sarcastico quanto Colin, ma anche lui non scherzava.
Ma alla fine ci andarono tutti e quattro.
Sapevano che si sarebbero annoiati, sapevano che avrebbero maledetto quella serata e sapevano che lo avrebbero rinfacciato ad Arnaud per tutta la vita, ma Arnaud aveva rinunciato a tante manifestazioni che adorava per adattarsi a loro ed era giunto il momento di risanare quel debito.
Quando Arnaud li vide rimase a bocca aperta.
Non potevano essere loro.
E invece lo erano, e lo testimoniava il fatto che stessero in un angolino a guardare tutti dall’alto al basso con espressioni che esprimevano il loro evidente disappunto.
“Devo essere impazzito.” Fece Arnaud, andando verso di loro.
“Fa poco lo spiritoso, altrimenti ce ne andiamo.” Disse James.
“Avete visto quante belle fanciulle? Suvvia, chiedete a qualcuna di loro di ballare.”
“Così calpestiamo la nostra dignità senza alcuna vergogna?”
“Ma no! Per divertirsi!”
“Meglio la noia.”
“Venite. Vi presento delle persone.”
I quattro seguirono l’amico con evidente malavoglia, chiedendosi perché erano stati così stupidi da venire.
Le persone in questione erano tre, un uomo e due donne.
Arnaud iniziò con il  presentarli.
“Signor Cashword, signora Cashword, Miss Lorelly. Posso presentarvi Mr Rondell, Mr Barrett, Mr Consworth e Mr Norter?”
Susseguirono degli inchini che furono parecchio forzati, soprattutto per Colin e James.
La donna che Arnaud aveva presentato come Miss Lorelly si avvicinò a James, e man mano che si avvicinava, lui si allontanava.
Non gli piaceva stare vicino alle persone, lo trovava molto poco igienico. Amava molto di più prendere le distanze.
“Volete ballare, Mr Norter?”
James sgranò gli occhi: non si aspettava una richiesta simile.
Da quando sono le donne a chiedere agli uomini di ballare?
“Vi ringrazio, ma non sono capace.” Rispose James, sforzandosi di essere gentile e risultare credibile benché non fosse un granché come attore.
“Nemmeno io. Insieme faremo un disastro.” Ribatté la giovane.
James sospirò, immaginando di non poter trovare altre scuse.
Era con le mani legate.
Odiava essere toccato e quella per ballare lo avrebbe toccato!
Sospirò nuovamente, pensando a quale atroce tortura infliggerà ad Arnaud, che era l’unico responsabile.
Quando lei lo prese per un braccio per condurlo nella pista da ballo, lui provò un fremito. Un fremito disgustoso.
Ed era esattamente per questo che odiava essere toccato.
Mentre ballavano, nessuno dei due guardava l’altro in viso, come invece facevano tutti.
Lei guardava il broccato che portava James nella divisa da ammiraglio che stava indossando quella sera, mentre lui cercava con lo sguardo i suoi amici.
I primi occhi che incontrò furono quelli di Colin, che gli stavano comunicando un rammarico per la situazione in cui si trovava.
“Una mia conoscenza mi ha informato della vostra situazione.” Cominciò la giovane.
“Sarebbe?”
“E’ vero che avete una rendita di 9000 sterline l’anno?”
“Ha detto il vero.”
“Siete molto ricco, dunque.”
“Vi ringrazio per avermelo comunicato Miss Lorelly, questa è una scoperta che mi ha letteralmente sconvolto. Come avrei fatto senza le vostre perle di saggezza?” ribatté James, con evidente disprezzo e sarcasmo, che tuttavia la giovane non riuscì a cogliere.
“Al vostro servizio, Mr Norter.”
Appena finito il ballo, James si allontanò il prima possibile dalla ragazza e si diresse verso gli otto occhi che lo stavano guardando e aspettando.
“Ti odio, Arnaud. Ti conviene goderti questa serata, perché sarà l’ultima!” fece James, anche se era evidente che scherzasse.
“Miss Lorelly è una bella donna.. potrebbe essere perfetta per te.” Si limitò a dire Arnaud, soffocando una risata.
James non rispose. Le stava molto antipatica, ma tutte le donne che ha conosciuto gli sono state antipatiche. Avrebbe dovuto sposarsi prima o poi, o sarebbe morto senza eredi a cui donare le proprie ricchezze.
Quella ragazza era di bell’aspetto, ma era anche troppo stupida per i suoi gusti.
Nel frattempo, Miss Lorelly era corsa da altre due nobildonne.
“Avete visto come luccicava il broccato che indossava?”
“Non mi sembrava molto contento però!”
“In un mese lo farò cadere ai miei piedi. Diventerò una delle donne più ricche d’Inghilterra!”
 
 

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Capitolo 5
*** Imprevisto ***


 VI CHIEDO SCUSA SE QUESTO CAPITOLO E’ NOIOSETTO, MA IL PROSSIMO SARA’ EMOZIONANTE LO PROMETTO!
BUONA LETTURA!
 
 
CAPITOLO 5.IMPEVISTO.
Era una giornata bellissima: era soleggiato, ma tirava anche un filo di vento.
Si respirava un’aria tranquilla e...
“Fanny!”
Era Jane, che come al solito, quando chiamava qualcuno, urlava.
“Che succede?”
“Norter ti vuole. Vuole tutti noi. È nel soggiorno.”
Fanny ebbe un attimo di smarrimento.
Era la prima volta che James li voleva incontrare tutti e tre nello stesso momento.
Doveva esserci qualcosa di grosso che voleva comunicare.
Quando i tre raggiunsero la stanza prestabilita, videro il padrone alzarsi dallo poltrona sulla quale era seduto. Si voltò verso di loro e iniziò a parlare.
“Devo partire, andare al Nord. Norman, mi accompagnerai tu. Voi due, invece, rimarrete qui fino al mio ritorno e baderete la tenuta.”
I tre annuirono, facendo un inchino al loro padrone.
“Norman, vatti a riposare. Sarà un lungo viaggio domani. Jane, prepara da mangiare per il nostro viaggio. Fanny, prepara i nostri cavalli e tutto il necessario per domani. Partiremo all’alba. Ora andate e fate ciò che vi dico.”
“Sì, signore.” Fecero in coro i tre servi, facendo un inchino e tornando nelle cucine.
Norman andò subito a casa seguendo l’ordine del padrone, mentre Jane e Fanny iniziarono a preparare il necessario per il viaggio.
“Come stai?” chiese Jane ad un certo punto all’amica, immaginando fosse triste e stufa di quell’inutile silenzio.
“Sto bene, tranquilla. Non preoccuparti per me.”
“Vedrai che ci divertiremo! Avremo il palazzo tutto per noi.. saremo meno cariche di lavoro e..”
“Ed è la cosa che mi ci vuole per togliermelo definitivamente dalla testa.” Completò Fanny.
“Fanny..”
“Jane non dire niente. Non ce né bisogno.”
“D’accordo. Io vado a letto.”
“Va bene. Buonanotte.”
“Buonanotte Fanny. Oh, ricordati di mettere il sacco con le mele nella borsa di Norman. Non sbagliarti con i funghi per Mr Norter. Norman è allergico.”
“Certamente Jane, non sbaglierò!”
Fanny rimase sveglia tutta la notte a pensare a James.
Gli sarebbe mancato da morire, ma sarebbe stato meglio così.
Voleva che i suoi sentimenti per lui  sparissero e che per lei diventasse solo il padrone.
Nient’altro.
Niente di più.
E sarebbe dovuto essere sempre così.
Le venne sonno e prese il primo sacco che trovò per metterlo nella borsa di Norman.
Potevano essere le mele, o magari i funghi.
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Dopo un paio d’ore di viaggio, Norman sentì un brontolio alla pancia.
Quella mattina non aveva ancora mangiato e aveva abbastanza fame anche se lui era sempre stato quel tipo di persona che non deve mangiare molto per la propria salute.
Mise una mano dentro il borsello e sentì con la mano una borsa, dalla quale prese una mela.
O meglio, quella che doveva essere una mela.
Abbassò lo sguardo, e notò che teneva dei funghi in mano.
“Fanny, Fanny!” pensò Norman, quasi divertito dall’errore commesso dall’amica.
Proprio in quel momento, il domestico sbatté violentemente la testa contro un grosso ramo di un albero, che non era riuscito ad evitare per distrazione.
Cadde dal cavallo, il quale nitrì, attirando l’attenzione di James.
“Cristo santo, Norman! Ma cosa combini?!?”
Norman cercò di alzarsi, ma era del tutto inutile.
Aveva fortemente sbattuto la testa e ora sanguinava.
“Perdonatemi signore, ma ho colpito un albero con la testa. Non l’avevo visto,”
“Sì, l’ho notato. Ma io dico, stare attenti no, eh? Adesso come facciamo?!? Di certo non puoi continuare e io ho bisogno di una mano per arrivare a destinazione!”
“Signore, potrebbe accompagnarla Fanny.” Suggerì Norman.
James scoppiò in una sonora risata.
“Ma per favore! Fanny?!? Quella non è buona a niente! Se non l’ho ancora licenziata è solo perché è la figlia di un fidato domestico di mio padre al quale voleva molto bene.”
“Signore, datele una possibilità! Garantisco io per lei!”
“Ah beh, allora sto tranquillo.” Fece in tono sarcastico James.
“Ha qualche altra idea?”
“Suppongo che io debba dire no.. Torniamo indietro!”
 

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Capitolo 6
*** Cambiamenti ***


 CAPITOLO 6.CAMBIAMENTI.
Secondo le indicazioni del medico, Norman non avrebbe dovuto alzarsi dal letto per almeno un paio di mesi.
James era disperato.
Doveva partire e non aveva nessuno che potesse accompagnarlo.
Fece chiamare Jane e Fanny, per comunicare la decisione che, suo malgrado, aveva preso.
“Le opzioni sono tante.. una di voi resterà a badare alla tenuta e ad occuparsi di Norman, l’altra dovrà venire con me..”
Passarono dei secondi di silenzio, che a Fanny parvero i più lunghi della sua vita.
“Jane.. pensi di riuscire a prenderti cura di Norman e tenere al tempo stesso pulita la tenuta tutta da sola?”
Fanny sentì i battiti del suo cuore accelerare.. non poteva essere vero.. se stava dicendo quelle cose a Jane significava che ad accompagnarlo sarebbe stata..
“Fanny! Non sono così stupido da lasciare a te questo compito, sei troppo pericolosa.. in due settimane avresti dato fuoco al mio palazzo e avvelenato Norman con chissà che.. verrai con me così ti controllerò..”
Doveva essere solo un insulto, ma tutto quello Fanny riuscì a sentire fu “.. verrai con me..”.
Sarebbe partita con il suo amato. Solo loro due, verso una meta che Fanny sperava non esistesse, in modo tale che quel viaggio sarebbe proseguito per l’eternità..
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Erano già passate sei ore, e Fanny le aveva passate a guardare il suo amato di schiena.
Aveva passato sei ore, ¼ di un giorno, ad osservare un uomo che non la considerava.
Che la vedeva e sempre l’avrebbe vista come serva, e mai come donna.
Ad un certo punto James si voltò, e Fanny se ne accorse troppo tardi..
“Si può sapere perché mi fissi?!?”
“Mi scusi..”
“Non me ne faccio un piffero delle tue scuse! Voglio sapere perché mi guardavi!! Dimmelo sguattera!”
“Io.. io ero persa nei miei pensieri, signore.” Asciugandosi una lacrima per la “sguattera”.
“Vedi di non farlo più! Francamente era meglio se andavo da solo.. Avevo ragione: sei inutile!”
Fanny rimase in silenzio anche perché non sapeva che rispondere.
Perché doveva stare così male per un uomo che la disprezzava?
Che la umiliava di continuo!
Non se lo meritava. Lei meritava qualcuno che l’amasse veramente e che ricambiasse i suoi sentimenti, non un viziato nobile che non sapeva apprezzare nulla!
Proseguirono per altre sei ore in silenzio, poi, quando il Sole calò e il buio si iniziava a vedere, James parlò.
“Meglio accamparci. Proseguiremo domani.”
Fanny non rispose, ma si limitò a fermare il cavallo e a scendere.
Solo allora James si accorse che aveva cavalcato come un uomo, e non come una donna: una gamba su ogni lato. Ne rimase sorpreso.
Come accidenti aveva fatto a non accorgersene prima?
A quel punto la domanda sorse spontanea e la disse ad alta voce prima di riflettere.
“Perché cavalchi come un uomo?”
Fanny era tentata a rispondergli male visto come l’aveva trattata tutti quegli anni, ma lui aveva usato un tono diverso.
Non era stato sarcastico e nemmeno presuntuoso.
La sua era una semplice domanda.
Per la prima volta, aveva parlato con una serva come sua pari.
“Ho sempre cavalcato così! Cavalcare con due gambe nello stesso lato è più faticoso!”
“No che non lo è!”
“Non sapevo che vi foste vestito da donna con un abito lungo come solo noi ne dobbiamo portare e avete cavalcato un cavallo come lo fa una donna!” fece Fanny, in tono sarcastico.
Appena lo disse, si maledì. Era stata sarcastica con il suo padrone! Ora l’avrebbe licenziata! Non poteva proprio starsi zitta?!?
Ma James non parve offeso.
Piuttosto sembrava divertito.
Scoppiò a ridere. Erano anni che non rideva così. Anni.
“Perdonatemi.” Disse comunque Fanny.
“No, mi è piaciuta! Era bella! Non sapevo fossi così simpatica Fanny!”
Aveva detto il suo nome in modo strano.
Aveva usato un tono che non aveva mai usato per dire il nome di una serva.
Eppure l’aveva appena fatto.
GRAZIE GRAZIE GRAZIE A TUTTI COLORO CHE SEGUONO LA MIA STORIA E UN GRAZIE SPECIALE A ROSITA13 CHE HA AVUTO LA PAZIENZA DI RECENSIRE TUTTI I MIEI CAPITOLI! GRAZIE A TUTTI E SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO! A PRESTO!

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Capitolo 7
*** Cortdown ***


 CAPITOLO 7.CORTDOWN.
James quella notte dormì male, come tutte le notti.
Erano anni che non dormiva serenamente.
Quando notò che Fanny dormiva poco pensò di svegliarla, ma come poteva fare visto che odiava toccare le persone?
Cercando di non farle male (non voleva vivere con il senso di colpa di aver ucciso la sua serva), con un piede le colpì delicatamente la pancia, ma il tentativo non servì, così la colpì leggermente più forte.
Questa volta si svegliò, ma si strinse la pancia con le mani: evidentemente le aveva fatto male.
James se ne accorse, ma l’idea di chiederle scusa non gli passò neanche per la mente.
“Era davvero necessario darmi dei calci?” chiese Fanny, cercando di alzarsi.
“Cos’è questa confidenza?? Come osi rivolgerti così con il tuo padrone?!?”
Fanny rimase parecchio sorpresa. Appena la sera prima lo aveva preso in giro e lui era stato al gioco e adesso ritornava a prendere le distanze? Sarà pure l’uomo che amava, ma a volte era parecchio lunatico.
“Mah..” si limitò a dire Fanny.
“Beh? Hai detto qualcosa?”
“No, signore.”
“Bene. Ora ripartiamo! Tra sei ore dovremmo essere a Cortdown.”
Salirono sui loro cavalli e dopo qualche ora che naturalmente passarono in totale silenzio manco fossero due sconosciuti, arrivarono al paesino.
Un giovane sui 27 anni gli andò incontro.
“Benvenuti a Cortdown, coraggiosi avventurieri! Posso essere così gentile da indicarvi la locanda del paese dove potrete mangiare, dormire e far accudire i vostri cavalli?”
Fanny sorrise, rimanendo sorpresa, per la seconda volta in un giorno.
James guardò il giovane con disappunto.
“Non serve.. Dobbiamo raggiungere Malftown.” Fece James, sforzandosi di essere gentile.
“Dal bosco che la divide da Cortdown?” chiese il giovane.
“Si sembra piuttosto ovvio, non ci sono altri passaggi.”
“Beh mi dispiace, ma non potrete passare!”
“Come?!? Ma lo sai chi sono io? Come ti permetti, poveraccio?!?”
“Signore, oggi non potrà passare  nessuno. Questa sera ci sarà una festicciola proprio all’entrata del bosco e quindi, per ragioni di incolumità, non si potrà passare, ma domani sì! Potrete alloggiare qui e, perché no, unirvi ai festeggiamenti! Siete i benvenuti signori!”
Alla fine James realizzò che non c’era altra scelta che seguire il consiglio di quel giovane. Presero due stanze alla locanda e alla sera uscirono.
James non voleva ma Fanny sì e visto che non si fidava così tanto di lei, quella era buona occasione per tenerla d’occhio.
Appena uscirono dalla locanda, videro un sacco di gente che parlava e ballava allegramente.
Quando quel giovane li vide, gli andò incontro.
“Sapevo sareste venuti! Prego, seguitemi!”
“Non ci sono nobili?” chiese James, notando che tutti quelli che vedeva intorno erano comuni cittadini.
“No, qui siamo tutti allo stesso livello così si vive meglio.”
“Mi sembra una bella idea!” esclamò Fanny.
“Ma che dici?” chiese in tono scettico James alla serva.
Questa lo ignorò, e si rivolse nuovamente al cittadino che li aveva invitati.
“E voi come vi chiamate?”
“John Callaway, al vostro servizio signorina.”
La serata era appena iniziata.
ECCOMI CON IL SETTIMO CAPITOLO!! SPERO SIA DI VOSTRO GRADIMENTO! ALLA PROSSIMA!
 

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Capitolo 8
*** Gelosia ***


 CAPITOLO 8.GELOSIA.
James e Fanny seguirono John, che li condusse ad un ballo esterno.
Nel vederlo, James rabbrividì al pensiero della sera in cui dovette ballare con quella Miss Lorelly..
“Siete sposati?” chiese John ad un certo punto.
E’ no, questo era davvero il colmo per James..
“Io e lei sposati, ma come ti viene in mente?!? Non vedi che siamo di stato sociale diverso?!?” sbraitò James, arrabbiato come non mai.
“E allora perché viaggiate insieme?” chiese John che, nonostante la reazione di James, era rimasto tranquillo.
“Io devo raggiungere al più presto l’Inghilterra del nord.. e lei mi accompagna perché è la mia serva..”
“Oh, oh capisco..” fece John, poi si rivolse a Fanny “Volete ballare signorina?”
“Ma certo!”
John prese la mano di Fanny e iniziarono a ballare.
“Non ho mai ballato.. non so i passi.” Ammise Fanny, mentre iniziavano a seguire la musica.
“Tranquilla.. qui ognuno balla come gli pare.. ascolta la musica e basta!”
James li stava fissando.
Non gli toglieva gli occhi di dosso.
Ballarono una decina di balli, e quando erano in procinto di ballare l’undicesimo, James toccò Fanny con un bastone (non avrebbe mai toccato una serva) per chiamarla.
“Adesso basta, sguattera. Torniamo alla locanda.”
“Ma signore..”
“Niente ma! Io sono il tuo padrone e io decido!”
“Non vi ricordate qual è l’ubicazione della locanda?”
“Come?!?”
“Perché avete bisogno di me per tornare alla locanda? Non ricordate la strada, per caso?”
Ballare così tanto aveva reso Fanny sicura di sé, e così si sentì libera, una volta tanto, di sfidare il suo padrone visto il modo in cui la trattava da anni.
“Certo che me la ricordo! Ma tu sei una mia dipendente e fai quello che dico io e se io voglio che torni ora nella locanda, ci torni, senza obbiettare!”
A quel punto si intromise John.
“Non potete portarmela via così presto.. mi piace la compagnia della vostra dipendente!”
“Non ne dubitavo, visto che ci hai condiviso niente di meno di dieci balli!”
“Ci avete spiato!” esclamò Fanny.
“Ti avevo detto che ti avrei tenuto d’occhio!”
“Non sono mica una carcerata o un’assassina!”
“No, peggio. Siete una donna! E una serva!”
James non riusciva più a tollerare tutta quella situazione.
“Signore, voi mi pagate per pulire la vostra casa e fare la cameriera, ma chi frequento durante un ballo non è affar vostro!”
“Certo che lo è!”
“Spiegate come vi riguarda!”
“Sei licenziata!”
Fanny sentì il cuore fermarsi. L’aveva licenziata. Ora sarebbe finita in strada.
“Perché?” chiese d’istinto.
“Perché non sei di alcuna utilità.. perché crei solo problemi invece di risolverli.. e perché dai confidenza al primo che passa!”
“Oh.. ora capisco tutto..” fece John.
“Cosa?!?” chiese James, sempre più irritato.
“Fanny, mi sa che il tuo padrone è geloso.”
Fanny sentì i battiti del cuore accelerare. James invece arrossì di colpo.
“Questo.. questo non è assolutamente vero.. io.. mi preoccupo solo dei miei interessi e.. insomma.. beh non sono geloso, chiaro?”
Calò un silenzio tombale. James avrebbe voluto sprofondare negli abissi.
A rompere il ghiaccio fu Fanny,
“John, è stata una bellissima serata, grazie, ma credo che il mio dovere sia quello di accompagnare il signore in locanda.”
La ragazza salutò John, poi si allontanò dalla festa con James.
“Quindi.. immagino.. che dovrò pagare io la mia stanza..” fece la giovane.
“No, no.. la pago io..”
“Ma.. ma voi avevate detto che ero licenziata..”
“Beh, sei riassunta.. E non ero geloso!!”
ECCOMI CON L' OTTAVO CAPITOLO! CONTINUATE A SEGUIRE E RECENSITE!! A PRESTO!
 
 

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Capitolo 9
*** Ognuno per la sua strada ***


CAPITOLO 9. OGNUNO PER LA SUA STRADA.

Quando rientrarono alla locanda un'altra sorpresa li attendeva.
"Come sarebbe a dire che ci hanno rubato i cavalli?!?"
Il locandiere, più arrabbiato che triste per tutta quella situazione, respirò a fondo.
"Sì.. e sempre loro hanno distrutto metà delle stanze, e anche la vostra signore.."
"Splendido! E io dove dormo? E domani come partiamo visto che ci hanno rubato i cavalli?"
"Beh, per quanto riguarda i cavalli gliene procureremo noi visto il danno subito, mentre per la stanza può dormire con la signorina!"
"Cosa?!?"
James odiava quel posto.
Prima quell'insopportabile John che aveva ballato con Fanny per dieci volte, e ora questo!
Incredibile.
Intuendo il malumore di James, Fanny tentò di tranquilizzarlo.
"Signore, io posso dormire per terra. Tenete voi il letto."
"Ok!"
"Ma come signore! Siate un galantuomo e lasciate alla signorina il letto!" intervenì il locandiere.
"TU STAI ZITTO!!!!" urlò James contro il locandiere.
Per evitare altri problemi, Fanny e James salirono nella stanza e senza cambiarsi si stesero James sul letto e Fanny sul pavimento.
"Odio questo posto." fece James.
"Me lo immaginavo." fece Fanny, soffocando una risata.
"Oltre a ballare ho visto che tu e quello avete parlato tanto.. che vi siete detti?!?"
"Niente di importante signore. Ci siamo solo conosciuti un po' meglio."
"Vi siete conosciuti su che cosa, esattamente?!?"
"Perchè vi interessa?"
"Non mi interessa.. era per parlare con te, sguattera!"
"Mi ha chiesto di sposarlo."
"Lui che cosaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa?" esclamò James, in un tono troppo alto per essere disinteressato alla questione.
"E' così importante per voi?"
"Certo che non lo è.. perchè mai dovrebbe esserlo?"
"Mi era sembrato.."
"Ti era sembrato male!"

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Il mattino dopo uscirono dalla locanda, ma fecero solo pochi passi.
Fanny, distratta e ancora mezza addormentata, fece cadere la borsa con tutti gli alimenti che si erano portati, rendendoli immangiabili
James, che già aveva dormito malissimo la notte prima, esplose.
Quella era l'ultima goccia.
"Un cane sarebbe più utile di te!" urlò.
"Mi dispiace padrone.."
"Padrone? Ma quale padrone? Ora per te io sono Mr Norter, perchè sei licenziata!"
"Come licenziata?"
"Già! E questa volta non ti darò una seconda opportunità come ieri!! Non sarò più così clemente!"
"Ma.. ma io non ho un posto dove andare.. morirò di fame e di freddo!"
"Non è un mio problema, avresti dovuto pensarci prima! Se fossi stata più efficiente, forse le cose sarebbero andate diversamente! Adesso sparisci, allontanati dal mio raggio visivo!"
Fanny scoppiò a piangere non tanto per l'umiliazione, ma per non avere più un posto dove andare.
James se andò, incurante delle condizioni della ragazza.
John, che aveva assistito alla scena, appena vide Norter allontanarsi, corse dalla ragazza e la abbracciò.
"Stai tranquilla, si risolverà tutto. Vieni a stare da me e poi troverai un altro lavoro."
CAPITOLO NOVE PRONTO!!! SPERO VI PIACCIA E RECENSITE :) ALLA PROSSIMA ;)

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Capitolo 10
*** Pericolo ***


CAPITOLO 10. PERICOLO.

"Dove pensi saranno ora?" chiese Norman, mentre Jane gli metteva un pezzo di stoffa bagnata sulla fronte.
"Dovrebbero essere già nel bosco secondo me."
"Speriamo bene.. Io ho un brutto presentimento.."
"Ci siamo sempre dati del tu noi due?"
"Già.. in teoria non dovremmo farlo, ma ci conosciamo da quando siamo nati quindi ci è concesso dai!"
"Ci è concesso? Mi sembri Mr Rondell!"
"Mr Rondell dici?!? No, io sono molto più affascinante!"
"Con un abito da nobile saresti impeccabile!"
"Non ti ho ancora sentito urlare, come mai?"
"Stai dicendo che urlo sempre?"
"Stai scherzando?? Hai urlato talmente tante volte in vita tua che saresti pronta a diventare un eccellente cantante lirica!"
"Non sono così intonata!"
La loro conversazione venne interrotta da quattro uomini che, con l'aria terrorizzata e il passo veloce erano appena entrati nell'edificio.
"Dov'è James?" chiese Mr Barrett.
"Non c'è. E' in viaggio con Fanny."
"Come non c'è?!? Quando è partito?"
"Non saprei... circa 5 settimane fa! Era diretto al Nord!"
"Questo significa che.. ormai dovrebbe aver raggiunto Malftown!!!"
"Come mai tutta questa agitazione signori, se è possibile chiederlo?" fece Norman.
"Cinque anni fa, James è riuscito a sbattere in galera un pericoloso criminale che diceva sempre che quando sarebbe uscito gliel'avrebbe fatta pagare.."
"E?"
"E' evaso, qualche giorno fa!"
"Quindi.."
"Quindi sarà sulle tracce di James.. dobbiamo trovarlo prima che Michael Crost trovi lui!"
"Signori, se vi servono dei cavalli posso accompagnarvi in scuderia!" si offrì Jane.
"Li abbiamo.. i cavalli in scuderia prendeteli voi.. verrete insieme a noi!"
"Cosa? Ma Mr Norter ci ha raccomandato di restare qui a badare la tenuta!"
"Ma non capisci? Voi siete in pericolo!!! Dove pensate che inizierà a cercarlo quel pazzo??? A casa sua!! Vuoi morire per eseguire gli ordini del tuo padrone??"
"Ma Norman non riuscirà a montare un cavallo... il dottore ha detto che non deve alzarsi dal letto!"
"Beh, le circostanze impongono che nessuno debba rimanere qui quindi il servo ferito sarà nel tuo stesso cavallo sguattera!"
"Forza, muoviamoci!"

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James teneva la testa bassa, mentre proseguiva nel bosco.
Avrà fatto la cosa giusta a licenziare Fanny?
Massì dai!! In fondo non faceva altro che causare danni e mancargli di rispetto, no?
Eppure..
Eppure James iniziava a rendersi conto, a poco a poco, che non era stato il padrone ideale.
Iniziava ad avere dei rimorsi.
Erano passate un paio di settimane da quando si erano separati.
Da quando l'aveva umiliata pubblicamente a Cortdown.
E se era veramente per strada??
Ma perchè aveva tutti quei ripensamenti??
In fondo lei non era altro che una serva.
Una palla al piede.
Doveva essere contento di essersi liberato di lei.

CAPITOLO DIECI!!!!! SPERO VI SODDISFI!! ALLA PROSSIMA!!!

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Capitolo 11
*** Tra la vita e la morte ***


CAPITOLO 11. TRA LA VITA E LA MORTE.

John e gli altri di Cortdown erano così gentili con lei.
La trattavano tutti con rispetto e amicizia, come se fosse sempre vissuta lì.
Lavorava come cameriera e veniva pagata di più.
Le umiliazioni erano finite.
Eppure, le mancavano da morire Norman e Jane.
I suoi migliori amici.
Coloro che l'avevano sempre sopportata, nel bene e nel male, come un marito fa con una moglie e viceversa.
E poi c'era James.
James che l'aveva sempre trattata come la peste.
Come un insetto che andava schiacciato.
Eppure lei continuava ad amarlo, nonostante tutto quello che le aveva fatto passare.
Nonostante la sua arroganza.
Fanny cercava di trasformare quel ridicolo sentimento d'amore in odio, concentrandosi sui difetti dell'uomo, ma era tutto inutile.
Più pensava alla sua freddezza, alla sua testardaggine e alla sua arroganza, più lo amava.
Anzi, peggio.
A poco a poco si rendeva conto che lo amava proprio per quei difetti.
Senza quei difetti, non l'amerebbe.
"Fanny, Fanny state bene?" chiese John, vedendola pensierosa.
"Certamente John, tutto bene! Posso esservi utile in qualcosa?"
"Veramente sì!!
Avete pensato alla mia proposta di matrimonio?"
"John, io ancora non vi conosco bene... "
"Mi conoscete da un mese praticamente!"
"Per me non è abbastanza.. ho bisogno di tempo per capire.."
"E' inutile che pensate a lui. Non tornerà. Non vi ama."
"Lui chi?"
"Lo sapete benissimo Fanny. Non è mai un bene per innamorarsi del proprio padrone, ma visto che non lo è più il problema non sussite, giusto?"
"Non è come pensate.."
"Guarda che si vede... Si vede che siete pazza di lui, ma perdete tempo. Lui non vi amerà mai. Non vi merita!"


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Jane non aveva mai particolarmente simpatizzato per il suo padrone, ma vederlo in un letto tra la vita e la morte non fu una gioia per lei.
Quando erano arrivati, quel criminale gli stava per dare il colpo di grazia.
Se non fossero arrivati in quel momento, Mr Norter sarebbe sicuramente morto.
E forse sarebbe morto comunque.
Erano giorni che ansimava, sudava e perdeva sangue.
Il dottore era stato molto chiaro.
"Non si può far altro che aspettare e pregare."
Poi, al tredicesimo giorno, balbettò qualcosa nel sonno.
Erano parole senza senso, ma c'era una parola che ripeteva in continuazione, come un tormento.
Un nome.
Fanny.

ECCOMI CON L'UNDICESIMO CAPITOLO!!! SPERO SIA DI VOSTRO GRADIMENTO! ALLA PROSSIMA!!! :)

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Capitolo 12
*** Brevi Momenti ***


CAPITOLO 12.BREVI MOMENTI.

"Dov'è mia madre, padre??" chiese un bambino di al massimo 6 anni, in tono allarmato.
"E' andata via figliolo.."
"Dov'è andata?"
"Lontano.. ma continua ad essere vicino a noi, sai?"
"Come può essere lontano e al tempo stesso starci vicino?!?"
L'uomo sorrise, prendendo in braccio il bambino.
"Ci starà sempre vicino. Nel cuore."
"Ma perchè è andata via?? Non mi vuole più bene? Ho fatto qualcosa di sbagliato?"
"No figliolo, tu non c'entri niente. Lei è andata via perchè non aveva scelta. E' andata in un luogo che raggiungerò anch'io, e che tra moltissimo tempo mi auguro, raggiungerai anche tu. Così staremo insieme, abbracciati come lo eravamo un tempo!"
"Non possiamo andarci adesso padre?"
"No, mi dispiace.." fece l'uomo, non riuscendo più a trattenere delle lacrime che gli rigarono il volto.
"Padre?? Vi sentite male?? Perchè piangete??? Non mi avevate detto che la mamma è andata in un posto bello??"
"Sì, però avrei preferito che restasse qui con noi, sai. Mi manca tanto. Ma una cosa di lei mi rimane."
"Cosa padre?"
"Tu, James. Le somigli così tanto, sai."
Il bambino ritornò nella sua camera, sentendosi rassicurato dalle parole del padre, ma presto si sarebbe reso conto che le sue erano solo delle illusioni.
Quelle lacrime non furono temporanee.
James crebbe vedendo quelle dannate lacrime sul viso di suo padre, mentre era in preda alla disperazione.
Per giorni, mesi, anni non vide altro che quelle lacrime.
Suo padre, che era sempre stato sorridente, non sorrise mai più.
E questo per cosa???
Per amore.
Si distruggeva l'anima tutti i giorni per lei, sua madre, fino a quando non toccò il fondo, suicidandosi con la propria pistola.
Così, James crebbe con la convinzione che non si sarebbe mai innamorato.
Non aveva la minima intenzione di farsi toccare o anche solo sfiorare da quel sentimento terribile, che aveva reso suo padre schiavo di sé stesso.
Non avrebbe seguito il suggerimento dei suoi genitori, che tante volte lo avevano spronato a seguire il cuore e soffocare la ragione.
A lasciarsi andare alle emozioni.
A lasciare che una donna veda il suo cuore.
Non avrebbe commesso un errore così stupido.
Non si sarebbe mai lasciato influenzare dalle donne.
Non sarebbe diventato succube del dolore.
Non lo avrebbe mai permesso.
Mai e poi mai.
Così, tra il cuore e il resto del mondo, creò un fino spinato invisibile che nessuno era riuscito a superare, per imparare a reprimere i suoi sentimenti, casomai avesse avuto la sfortuna di provarli.
Si creò una maschera invisibile.
Era riuscito a controllare quella maschera e quel filo spinato intorno al cuore per anni, ma poi..
Poi gli venne la brillante idea di cambiare aria.
Di partire per il Nord.
E l'aveva fatto con Fanny, contro la sua volontà.
Una serva.
Una serva che tuttavia era riuscita a fare quello che in 30 anni non era riuscita a fare nessuna donna al mondo.
Con lei, in brevi momenti tornava ad essere sé stesso, come se tutte le sue convinzioni e i suoi principi non avessero alcun significato.
Con lei, quella maschera crollava miseramente e il filo spinato pure.
Quei brevi momenti con lei, furono i più belli della sua vita.

ECCOMI CON UN CAPITOLO NUOVO!!! HO SCRITTO IN CORSIVO PERCHE' SONO I SOGNI/PENSIERI DI JAMES!!! SPERO VI PIACCIA E RECENSITE!! ALLA PROSSIMA!!! :)

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Capitolo 13
*** Non mi lasciare ***


nor CAPITOLO 13."NON MI LASCIARE"

Entrare in quella stanza, dopo tanto tempo, le pareva strano.
Nulla era cambiato, e lei nemmeno.
Amava tutto di quella stanza, come una volta.
I mobili di legno ricamati a mano, il muro solido e le poltrone confortevoli, anche se lei non poteva saperlo dato che non vi si era mai seduta.
Passò un paio di minuti ad osservare con estrema attenzione quella stanza, come se potesse scomparire da un momento all'altro e lei non avesse più l'occasione di ammirarne i più piccoli dettagli, che non voleva far sfuggire alla sua vista.
Un imponente voce le ricordò perchè si trovava lì, in quella stanza e in quel momento.
"Non ti abbiamo chiamato per fare la guardona! Sai bene perchè sei qui e non c'è tempo da perdere!"
Mr Rondell non era mai stato molto gentile, ma non era neanche mai stato così furioso.
Era naturale, visto lo stato in cui si trovava uno dei suoi migliori amici.
Se lui stava male, Fanny era messa peggio.
Non riusciva a far altro che darsi la colpa per quello che era successo.
Se solo non fosse stata così stupida da far arrabbiare Mr Norter, forse le cose sarebbero andate diversamente e ci sarebbe stata lei a combattere tra la vita e la morte.
Quando le dissero quello che era successo, la ragazza si era sentita morire.
Non era mai stata così male.
Venire a sapere che la persona che amava di più al mondo rischiava di morire la fece sentire uno schifo.
Sì, uno schifo.
Lei non aveva colpe, ma si sentiva uno schifo.
Lui l'aveva sempre disprezzata, ma lei si sentiva uno schifo.
"Come sta?" chiese in un sussurro.
"Lo vedi da te come sta, sguattera!"
Sentirsi chiamare sguattera da Mr Rondell non le fece il minimo effetto.
Nulla le avrebbe fatto effetto in quel momento.
L'unica cosa che contava era Mr Norter, che doveva riprendersi subito.
Doveva farlo, o lei non se lo sarebbe mai perdonato e si sarebbe odiata per sempre.
"Siete... siete sicuro che abbia fatto il mio nome?"
"Sì. Dice il tuo nome 4 volte al giorno circa. E' l'unica cosa che abbiamo capito dai suoi bisbigli."
Fanny si avvicinò a James, che, sdraiato nel letto, sognava male, come mostravano il sudore sul viso e il continuo movimento che faceva la testa.
Vederlo così inerme, la fece stare ancora peggio.
Stava quasi per piangere, come aveva fatto quando aveva appreso la notizia, ma si bloccò.
Non voleva sembrare debole agli occhi di Mr Rondell, il quale uscì lasciandoli soli, dando modo alla ragazza di sfogarsi come avrebbe voluto fare fin dall'inizio.
A quel punto la giovane non sapeva cosa fare.
Voleva stringerlo.
Accarezzarlo.
Fargli sentire che c'era con un tocco.
Ma Mr Norter odiava essere toccato.
Era sempre stato così.
Però aveva fatto il suo nome, no??
Perchè aveva fatto il suo nome??
L'aveva licenziata, no?
E allora cosa voleva da lei?
Fanny smise di pensare ai suoi mille dubbi sul perchè fosse lì, e decise di dedicarsi totalmente a Mr Norter.
Gli accarezzò il viso delicatamente, come se lo sfiorasse appena.
Come se non volesse sciuparlo.
Con una mano affondò nelle dita dell'uomo.
Ecco, una cosa che aveva sempre amato di lui.
Le mani.
Aveva delle mani bellissime.
Sebbene fosse un soldato, e avesse affrontato tante battaglie, non aveva le mani logore come quelle degli altri soldati a causa della stretta al manico della spada.
No, lui no.
Le aveva bianche e lisce, come quelle di un bambino.
La sua pelle sembrava quella di un bambino, anche se le prime rughe si facevano sentire.
La giovane si lasciò andare, e fece una cosa che avrebbe voluto fare da tanto, tantissimo tempo.
Mentre con una mano continuava a stringere quella dell'uomo e accarezzarla, con l'altra gli accarezzava i capelli castani.
Poi lo baciò.
Non sulla bocca, non avrebbe mai potuto.
No avrebbe mai osato farlo, e si sarebbe vergognata troppo.
No, gli diede un piccolo dolce bacio sulla fronte.
Poi i baci si moltiplicarono.
Gliene diede tanti, in ogni parte del viso, senza saltare neanche un millimetro di pelle.
Sulla fonte, nelle guancie, sul naso, nel mento.
Più si avvicinava alle labbra dell'uomo, più si innervosiva.
Cosa stava facendo??
Si stava lasciando andare all'istinto.
Doveva fermarsi.
Indietreggiò spaventata quando vide le labbra dell'uomo muoversi.
"F- Fanny..."
Era un bisbiglio.
Se la giovane non fosse stava così vicino, non avrebbe mai e poi mai sentito.
Involontariamente, sorrise.
Allora davvero diceva il suo nome!
Aveva bisogno di lei!
"Sono qui. Sono qui Mr Norter, non mi muovo. Non temete, andrà tutto bene."
"Io... io ho bis- bisogno di te. Non mi lascia- lasciare." sussurrò ancora lui, anche se teneva ancora gli occhi chiusi.
"State tranquillo, non lo farò. Non vado da nessuna parte!"

ECCOMI!!!!! SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO!!!!! ALLA PROSSIMA :)

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Capitolo 14
*** Amore ***


CAPITOLO 14.AMORE.

Aveva passato interi giorni a fare incubi, uno dietro l'altro.
Poi qualcosa era cambiato.
Aveva sentito la presenza di qualcuno che per lui doveva essere molto importante, perchè non appena quel qualcuno lo toccò si sentì meglio, il che era strano considerando che lui detestava essere toccato.
Ma chi poteva essere?
Era sempre stato convinto di non considerare nessuno importante, salvo i suoi migliori amici, ma loro non avrebbero mai fatto una cosa del genere.
E poi doveva essere una donna.
Lo sentiva dal tocco.
Lo sentiva dalle mani che questo qualcuno aveva posato sulla sua e nei suoi capelli.
Lo sentiva dai baci che aveva ricevuto nel viso, e che avrebbe voluto continuassero per l'eternità.
Sì, quei baci gli erano piaciuti.
A lui poi!
Lui che odiava le dimostrazioni d'affetto.
Eppure quei baci lo fecero sentire importante, come se lui fosse amato tanto dalla persona che glieli aveva donati.
Lo poteva intuire dalla dolcezza di quei baci.
La ferita alla pancia che lo aveva quasi ucciso era passata in secondo piano quando aveva ricevuto quei baci.
Non aveva idea di chi potesse essere quella donna che lo amava a tal punto da tenergli la mano tutto quel tempo, ma da quello che aveva provato doveva essere una donna per la quale anche lui provava dell'amore.
Non voleva ammetterlo, perchè l'avrebbe considerata una sconfitta, ma quello era.
Amore.
C'era soltanto una persona che era riuscita a fargli tirare fuori il meglio di sé e se James non apriva gli occhi non era perchè non ce la faceva, ma perchè temeva di non sbagliarsi e di trovarsela davanti quella persona.
Alla fine si fece coraggio, e aprì lentamente gli occhi.
Riconobbe i capelli scuri e la pelle chiara di lei.
Lei, che invano aveva cercato in mezzo a tutti quegli incubi chiamandola per nome.
Doveva essere stata lei a baciarlo e infatti gli stava tenendo la mano.
Da una parte James avrebbe voluto alzarsi dal letto e farle una scenata, ma dall'altra..
Dall'altra avrebbe voluto dirle di non lasciare mai la sua mano, per nessun motivo al mondo.
Di non andare via.
Di rimanere con lui.
Avrebbe voluto persino chiederle di sdraiarsi nel letto, per poterla abbracciare e stringere come meritava, e per trasmetterle un senso di protezione.
Tutti quei pensieri gli provocarono il mal di testa, impedendogli di capire cosa dovesse fare seguendo la ragione.
Tutto quello che riuscì a fare fu seguire l'istinto.
Accarezzò la mano della serva che era posata sulla sua, molto dolcemente.
Con quella dolcezza che neanche lui sapeva di avere.
La ragazza, che fino ad allora stava dormendo, si svegliò e fece un largo sorriso quando vide James guardarla.
Era troppo contenta per il suo risveglio che non si accorse di come lui la guardava.
Che non si accorse che fino a quel momento le aveva accarezzato la mano.
"Vi siete svegliato.. E' fantastico! Devo assolutamente avvisare Mr Rondell, Mr Cromw.."
"No! Per favore!"
Fanny guardò il padrone di traverso.
Lui che chiede "per favore" a lei, una serva?!?
Ma quando mai?!?
"Siete sicuro di stare bene?" chiese lei, mettendo una mano sulla sua fronte per capire se avesse la febbre.
"Mai stato meglio.." fece James, continuando a guardare incantato la ragazza.
"Perdonatemi!" fece Fanny, allontanandosi da James e staccando la mano, ricordando di quanto lui odiasse essere toccato.
Fanny stava per uscire dalla stanza per la vergogna, ma James glielo impedì prendendole delicatamente la mano che poco prima lei aveva usato per toccargli la fronte.
Lei guardò perplessa il padrone.
"Non importa."
"Come?"
Fanny era sempre più sorpresa.
"Sai leggere?"
"Non tanto.."
"Prendi un libro e leggimelo."
Aveva usato un tono così gentile, tanto che non sembrava fosse stato lui a parlare.
Fanny, sebbene fosse parecchio confusa, obbedì e prese il primo libro che trovò per poi tornare a sedersi vicino a Mr Norter.
"Che libro hai preso?" chiese James, continuando ad usare quel tono così insolito per la sua voce.
"Macleth?"
"Macbeth volevi dire." fece James, sorridendole.
"Gliel'ho detto che non sono bravissima a leggere.."
"Tu provaci. Al limite ti correggo io."
Fanny iniziò a leggere, cercando di nascondere la felicità che provava.

ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO!!!  SPERO VI PIACCIA!!! :)

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Capitolo 15
*** In Giardino ***


r34tfrcdf CAPITOLO 15. IN GIARDINO.

"Sono così contenta che stiate bene, Mr Norter!! Non so cosa avrei fatto se vi fosse successo qualcosa!" fece Miss Lorelly, agitando le mani come se fosse caldo e lei cercasse disperatamente di farsi aria.
"Vi ringrazio, Miss Lorelly." si limitò a dire James, sforzandosi di sembrare sincero e di non far esaltare il disprezzo che aveva in quella donna.
"Stasera a Londra ci sarà un ballo. Perchè non venite?"
"Meglio che mi riposi. Vedete, la mia ferita è ancora profonda e.."
E avrebbe preferito buttarsi nel letame piuttosto che andare al ballo con lei.
No, questo era meglio non dirglielo.
"Immagino immagino!! Avete ragione!!! Verrò a trovarvi tutti i giorni se posso!"
"Non vedo l'ora!" fece James, con la sua solita nota di sarcasmo.
"Mi dispiace tanto Mr Norter, ma ora devo andare. Ho un ballo a Oxford e non posso assolutamente far tardi."
"Che peccato!" fece James, continuando a marcare il suo sarcasmo.
"Arrivederci Mr Norter."
Mentre vedeva la donna allontanarsi, James imprecò mentalmente contro di lei.
Ma quanto era stupida?
Come faceva a non aver ancora capito che la disprezzava?
E se aveva tutti questi balli, perchè veniva da lui??
Francamente sarebbe stato meglio se non l'avesse più vista.
Quando vide la sua carrozza partire, James fece quello che voleva fare da quando era sveglio, ma che la presenza di quella donna gli aveva proibito di fare: correre nelle stanze della servitù.
Non cercava certo Norman o Jane, e nemmeno intendeva vederli cucinare.
No, voleva soltanto vedere lei.
Fanny.
Ormai per lui andare nelle stanze della servitù era diventata una cosa quotidiana, e pensare che 4 mesi prima non si sarebbe neanche mai sognato di fare una cosa del genere.
La prima volta che ci era entrato aveva quasi fatto venire un colpo alla povera Jane, che tra tutte le persone che era abituata a vedere in quelle stanze di certo non si aspettava lui.
Ora, sia lei sia Norman sia Fanny si erano abituati alla presenza del padrone, visto che cercarono anche di rendere quelle stanze il più pulite possibile.
"Buongiorno Mr Norter!" fece Norman, appena lo vide entrare.
"Buongiorno Norman!"
"Come va la ferita?"
"Non la sento quasi più, grazie."
Era impressionante quanto una persona potesse cambiare in pochi mesi.
Poco prima, in trent'anni di servizio, Norman non era mai stato salutato dal padrone, e certamente non si sarebbe mai sentito dire grazie.
E invece adesso era tutto così diverso.
Anzi, lo trattava persino come un suo pari.
Non solo lui.
Ora Mr Norter faceva così con tutta la servitù.
James si guardò intorno e quando finalmente vide Fanny, sorrise.
"Vieni?" le chiese.
Non era un ordine o un obbligo.
Era una proposta.
Una richiesta.
La giovane annuì seguendo il padrone.
"Dove?" chiese ad un certo punto lei.
"In giardino! Voglio mostrarti tutti i fiori che ho!"
Quando vi arrivarono, Fanny rimase a bocca aperta.
Aveva già visto il giardino, ma solo da lontano.
Non le era permesso entrare.
"Allora? Ti piace?"
"E'.. è bellissimo." fece Fanny, osservando particolarmente una margherita.
James se ne accorse, così si chinò, prese una margherita e gliela mise nei capelli.
"Prendila se ti piace tanto. Io in giardino non ci vado neanche spesso e non so che farmene di tutti questi fiori."
"Signore, io non posso accettare.."
"Sì che puoi e devi. Sono o non sono il tuo padrone? Se dico che puoi prenderlo tu devi prenderlo!"
"Signore.."
"Sentiti libera di prendere tutti i fiori che vuoi. Anche questo è un ordine."
"Grazie signore.."
"Ah, ci sarebbe un'altra cosa che dovresti fare per me."
"Tutto quello che volete, signore."
"Non darmi più del voi."
"Ma.."
"Niente ma. Ora io per te sono solo James. Niente più signore o Mr Norter. E' superfluo dire che anche questo è un ordine."

CAPITOLO PRONTO!!!! GRAZIE PER TUTTI COLORO CHE SEGUONO E RECENSISCONO!!!! UN BACIO!!! A PRESTO! D'ORA IN AVANTI IN OGNI CAPITOLO METTERO' ALLA FINE UNA FOTO DI COME MI SONO IMMAGINATA I PERSONAGGI :)

ECCO A VOI JAMES.
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Capitolo 16
*** Litigi ***


CAPITOLO 16.LITIGI.

"Norman mi ha detto che ami andare a cavallo." fece James, passeggiando con Fanny.
"E' vero, perchè?"
"Perchè ho una sorpresa per te!" fece James, portando Fanny nella scuderia e indicando un meraviglioso arabo.
"Signore.."
"Cosa avevamo detto? Niente più signore o Mr Norter!"
"James.. non posso accettare."
"Ho comprato ieri questo cavallo e se nessuno lo userà, passerà il resto della sua vista in una scuderia. Suppongo che tu non voglia questo."
"No."
"Bene. Allora è tuo. Usalo tutte le volte che vuoi."
Fanny stava per ribattere, ma la voce di Norman sovrastò la sua.
"Perdonatemi signore, ma Mr Rondell, Mr Cromwell, Mr Previert e Mr Barrett sono qui."
"Arrivo subito Norman. Intanto falli accomodare in salotto."

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"Ma guarda chi si vede!" fece James, quando vide gli amici che lo stavano aspettando.
"James, ti dobbiamo parlare." disse seriamente Mr Barrett.
"Cosa è successo?" chiese James, quando si rese conto che si trattava di una cosa seria.
"Secondo te cosa è successo?!?"
"Beh non saprei. Ero dell'umore migliore del mondo, ma voi avete certe facce.."
"E' proprio questo il punto!" sbottò Mr Rondell.
"Il.. il punto?"
James era sempre più confuso.
"Ma.. ma cosa ti sta succedendo, me lo spieghi??"
"Sto guarendo da una ferita mortale?"
"Non è questo che intendiamo!"
"E allora cosa?? Siete così misteriosi! Qual'è il problema?"
"E' questo il problema!!! E' esattamente questo!"
"Vi dispiacerebbe spiegarvi?"
"Eccoci. Lo sapevo che andava a finire così. Questa è la prova vivente di quello che diciamo. Il vecchio James non ci avrebbe mai detto "vi dispiacerebbe spiegarvi?". Mai e poi mai! Con quel tono gentile poi!"
"Il problema è stata la mia gentilezza?"
"James, tu non sei più lo stesso!!! Prima eri sempre di cattivo umore e adesso guardati!"
"E non è positivo questo?"
"In sé lo è ma,.. ma abbiamo paura che tu non ti stia rendendo conto di quanto ti stia rovinando la vita!"
"Ma di cosa parlate?"
"Di quella serva!"
"Fanny?"
"Fanny! Bene! Siamo arrivati a chiamarla per nome, eh?"
"Come dovrei chiamarla?? E' il suo nome!"
"Chiamarla come facevi prima! Serva! Sguattera! Quello è lei! Lei deve essere solo questo per te, e nient'altro!"
"Continuo a non capire.."
"James! Svegliati! Quella ti sta abbindolando!" fece Mr Rondell.
"Questo non lo sappiamo! Noi volevamo soltanto farti sapere che non è un bene quello che stai facendo e che rischi di soffrire e basta!" fece Mr Cromwell, con il suo solito tono gentile.
"Rischio di soffrire chiamandola per nome?"
"Rischi di soffrire se continui a frequentarla!"
"E' una mia dipendente!! E' ovvio che la veda, no?"
"Non così! Rischi di innamorartene, sempre se non lo sei già."
Calarono vari minuti di silenzio.
James iniziò ad agitarsi, ripensando alle parole di Mr Rondell.
Rischi di innamorartene, sempre se non lo sei già.
Sentì una fitta allo stomaco, molto più dolorosa della ferita che lo aveva quasi ucciso.
"James.. noi lo diciamo per te. Innamorarsi di una serva non porta a nulla di buono."
"Finirai solo per soffrire. Dimenticala. Se aspetti sarà troppo tardi."

CAPITOLO PRONTO!!! SPERO VI SIA PIACIUTO!! LO SO, E' PIU' CORTO DEL SOLITO, MA IL PROSSIMO SARA' PIU' LUNGO LO PROMETTO!!



ECCO MR RONDELL.
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Capitolo 17
*** Schiacciato ***


fr4gftrgftrgfgtrgtr CAPITOLO 17. SCHIACCIATO.

Si sentiva schiacciato.
Si sentiva esausto.
Quell'aria lo stava lentamente distruggendo, almeno così sembrava a lui.
Quella stanza, che era così maestosa, gli parve così piccola, tanto da starci stretto.
Ma non era la stanza il problema.
Anche se si fosse trovato all'aperto proverebbe le stesse cose.
Gli stessi tormenti.
Si accasciò a terra, come se qualcuno lo avesse forzato a sdraiarsi con una sorta di magia.
Rischi di innamorartene, sempre se non lo sei già.
Era terribile risentire quelle parole nella sua testa.
In fondo non aveva fatto niente di male!
Era solo stato gentile!
Non l'aveva mai baciata!
Ma se le cose stavano veramente così, allora perchè ci stava così?
Perchè sentiva un peso sullo stomaco che non aveva mai provato prima?
Aveva paura.
Per la prima volta nella sua vita aveva paura.
Non aveva avuto paura nemmeno alla vigilia della sua prima battaglia e di tutte le altre, ma ora ne aveva.
Come faceva ad avere paura?
Paura di cosa, poi?
Fanny..
Fanny....
Nella sua testa rimbombò il suo nome, come una maledizione.
In mezzo all'oscurità della sua mente riconobbe la lucidità dei suoi occhi scuri, ai quali non faceva altro che pensare.
La morbidezza dei suoi capelli, nei quali avrebbe voluto immergersi.
Al suo viso d'angelo.
Alla sua pelle chiara, come la neve.
Cosa gli stava succedendo?
Qualche mese prima quella non era altro che una serva per lui!
La vedeva più come un oggetto che come una donna.
Ora era tutto così diverso.
Ora era pazzo di lei.
Si, pazzo.
Talmente pazzo da regalarle un cavallo.
Talmente pazzo da darle il permesso di accedere al giardino, permesso che non aveva mai dato a nessuno.
Talmente pazzo da passare ogni secondo libero che aveva con lei.
Talmente pazzo da andare ogni giorno nelle stanze della servitù pur di vederla.
Talmente pazzo da stringerla e abbracciarla, se il suo orgoglio glielo avesse permesso.
Ogni giorno che passava la desiderava sempre di più.
Gli piaceva la sua compagnia.
Senza rendersene conto, si trovò seduto per terra a piangere.
Piangere come un bambino.
Non aveva mai pianto in tutta la sua vita.
Il dolore lo teneva dentro di sé, senza mai esplodere.
Invece ora non ce la faceva più e piangeva.
Piangeva dalla disperazione.
Piangeva perchè sapeva che non c'era più niente da fare.
Che ormai era spacciato.
Piangeva perchè non poteva continuare a mentire a sé stesso.
Era troppo evidente.
L'amava.
Non era un'ipotesi, era una certezza.
L'amava.
Come si ama una persona con pregi e difetti.
L'amava.
Come si ama per tutta la vita.
L'amava.
Quel tipo di amore che toglie il fiato.
L'amava.
L'amava come suo padre amava sua madre.
I suoi pensieri vennero interrotti da Mr Cromwell, che aprì la porta e si avvicinò all'amico.
"James.. James noi.."
"Avete ragione. Devi licenziarla così non la vedrò più."
"Sei sicuro?"
"Sì. Non posso fare altrimenti."

CAPITOLO PRONTO!!!! SPERO VI PIACCIA :)



Image and video hosting by TinyPic ECCO MR CROMWELL.

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Capitolo 18
*** Separazioni ***


rfetfrtfr CAPITOLO 18. SEPARAZIONI.

Quando lo vide capì immediatamente che qualcosa non andava.
Lo capiva dal suo sguardo perso.
Dalla tristezza dei suoi occhi, che avevano perso quella lucentezza che avevano da settimane.
"James.."
Era un sussurro, come se si vergognasse a chiamarlo per nome.
Il padrone la guardò disperato, sentendo un brivido nel sentirsi chiamare così da lei, in un sussurro.
"Sono Mr Norter."
Erano parole fredde e distaccate, com'era stato lui un tempo.
Come un tempo erano i suoi modi, ma Fanny credeva che quel tempo non ci sarebbe più stato.
Evidentemente si sbagliava.
"Volevate che vi chiamassi James."
"Era stupido quello che volevo."
Fanny scosse la testa, sperando che la conversazione finisse così.
Sentiva che se sarebbero andati avanti sarebbe stato sempre peggio.
Non voleva.
"Te ne devi andare." continuò lui.
Te ne devi andare.
Parole fredde, che colpirono in pieno petto la povera Fanny, che non sapeva più cosa pensare.
Prima la licenziava e poi in punto di morte la ricercava.
E ora la stava licenziando di nuovo.
Perchè poi?
In quel periodo era molto tranquilla, e non aveva combinato disastri.
Cosa aveva fatto?
Perchè voleva cacciarla via?
Era stato perchè aveva accettato tutti quei regali o forse perchè lo aveva chiamato James?
Era stato lui a chiederglielo!
Cosa aveva sbagliato?
"Cosa ho fatto di sbagliato? Mi cacciate perchè vi ho chiamato per nome? Siete stato voi a chiedermi di.."
"Lo so questo! Lo so molto bene!"
"E allora perchè mi mandate via?"
"Non sei tenuta a farmi domande. Prendi le tue cose e vattene. Non ti voglio più vedere."
Fanny stava per obbedire, ma quando guardò l'uomo per quella che pensava essere l'ultima volta, notò delle lacrime che gli rigavano il viso.
Stava piangendo.
Ma come?
Il duro, forte e distaccato James Norter che piange?
L'aveva cacciata ma, nel vederlo così, la ragazza non riuscì a fare a meno di preoccuparsi.
"State piangendo! Cosa è successo? Posso aiutarvi?"
Con grande sorpresa della ragazza, James fece un piccolo sorriso, ma non era un sorriso allegro.
Era un sorriso infelice.
Si voltò e la guardò negli occhi.
Nei suoi bellissimi occhi scuri, che non avrebbe più rivisto.
Quegli stessi occhi a cui non avrebbe mai dovuto pensare.
"Che avete?" continuò Fanny, non capendo.
James scosse la testa, non sapendo più come comportarsi.
"E' proprio questo il problema.. Perchè sei così?"
"Così come?"
"Così!! Io ti ho appena licenziata senza uno straccio di motivo. Ti ho appena mandato in strada. E tu, invece che odiarmi ed essere contenta di esserti liberata di me, ti preoccupi perchè piango! Dovresti essere contenta!"
"Non potrei mai odiarvi."
Quelle parole, così calde e così amorevoli, procurarono a James altre lacrime.
Si dovette pulire il viso con le mani perchè si sentiva stupido a piangere così tanto, ma non riuscì a trattenersi.
"Perchè no?" chiese lui, tra una lacrima e l'altra.
"Perchè vi amo."
Glielo aveva detto.
Glielo aveva finalmente detto.
Dopo tutti quegli anni, era riuscita a dirgli la verità.
Tanto non lo avrebbe più rivisto, no?
Tanto vale che sapesse la verità.
Si sentì libera, come se si fosse separata da un peso che portava da troppo tempo.
James si sentiva sempre peggio.
Avrebbe preferito sentirsi dire qualunque cosa, ma non "vi amo".
Se lei non lo avesse amato, sarebbe stato più facile per lui accettare quella situazione e dimenticarsela.
Tanto, pensava fra sé e sé, se non l'avesse amato non si sarebbero potuti sposare comunque e non sarebbe potuto stare con lei.
E invece lo amava.
E questo era ancora peggio, perchè se non fosse stata per la differenza sociale loro avrebbero potuto vivere per sempre felici e contenti.
"Anch'io ti amo."
Fanny si sentì morire.
Sentì il cuore che batteva talmente forte che avrebbe potuto staccarsi dal suo petto.
La amava.
E l'aveva detto mentre piangeva.
L'aveva detto guardandola negli occhi.
"E allora perchè mi cacciate??" fece Fanny, iniziando a piangere anche lei, pensando a quanto fosse assurda quella situazione.
"E' proprio perchè ti amo che te ne devi andare! Non puoi continuare a stare qui. Io devo dimenticarti e tu devi fare lo stesso con me."
"Come?"
"Non possiamo stare insieme.. poi io non voglio soffrire, l'amore fa male. Tanto male. Molto più male di qualsiasi ferita. Andrai a stare da Mr Previert. Lui tratta i servi come suoi pari quindi starai benissimo. Ti sta aspettando all'uscita. Addio."
Fanny si buttò sulle braccia dell'ex padrone, abbracciandolo forte.
Lui la lasciò fare, perdendosi in quell'abbraccio che avrebbe voluto non finisse mai.
"Vi amo da impazzire." gli sussurrò in un orecchio.
"Anch'io ti amo da impazzire." fece James, chiudendo gli occhi.
Poi la giovane corse via da quella stanza, senza nemmeno voltarsi per vederlo un'ultima volta.
Sarebbe stato troppo doloroso e non avrebbe retto.
James si sedette sul divano, bagnando i cuscini con le sue lacrime.
Fanny trovò Mr Previert in cortile che l'aspettava.
Aveva lo sguardo triste, ma quando vide che lei aveva pianto le accennò un sorriso.

LO SO LO SO!!! NON ODIATEMI PER QUESTO CAPITOLO!!!! CHISSA' COSA ACCADRA' POI!!!! VI ASPETTO ALLA PROSSIMA :)






Image and video hosting by TinyPic ECCO MR PREVIERT.

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Capitolo 19
*** Paradiso e Inferno ***


gtr CAPITOLO 19. PARADISO E INFERNO.

Tastò il materasso del letto, sentendolo bagnato come tutte le mattine.
Doveva aspettarselo, era una cosa quotidiana ormai.
Credeva di essere più forte.
Credeva che sarebbe stato meglio una volta che lei, la causa di tutti i suoi problemi, fosse stata lontana.
E invece stava sempre peggio.
Ogni giorno che passava era sempre peggio perchè era passato un giorno senza di lei.
Per cercare di stare meglio, si ripeteva nella testa che non c'era perchè era uscita momentaneamente per delle faccende, ma che poi sarebbe tornata.
Ma non tornava mai.
No, stava da Mr Previert ora.
Ormai erano passati 6 mesi, e lui non si era affatto dimenticato di lei.
Tutt'altro.
Non faceva altro che pensare a lei.
Non faceva altro che maledire il proprio titolo.
Non faceva altro che odiarsi per non averla baciata quando ne aveva avuto l'occasione.
Un bacio.
Sì, si pentì di non averla mai baciata.
Se non l'aveva fatto non era stato perchè non la desiderasse, anzi.
L'aveva fatto per rispetto.
Non era certo che lei lo ricambiasse.
Quando aveva scoperto che l'amava, allora sì che avrebbe dovuto baciarla, ma non l'aveva fatto per la tristezza del momento.
Era stato così stupido.
L'aveva lasciata andare via, senza prenderle il viso e avvicinare le loro labbra.
E non aveva mai capito niente.
Non aveva mai capito di quanto lei lo amasse e di quanto anche lui l'amasse.
L'aveva sempre vista come una semplice serva, anzi, come la più incapace delle serve.
Combinava sempre disastri vista la sua goffaggine.
Prima quel lato di lei lo irritava, ma ora..
Ora amava anche quello di lei.
Amava il fatto che fosse così diversa da tutte le altre.
Così pura, così naturale, così buona.
Si pentii di tutte quelle volte che, a causa del suo caratteraccio, aveva urlato contro di lei, senza un valido motivo.
Così, tanto per prendersela con qualcuno.
E se l'era presa con la persona che amava di più al mondo.
Questo non se lo sarebbe mai perdonato.
Aveva passato tutta la vita nel buio.
Nell'ombra.
Nella solitudine.
Poi c'è stato l'incidente e lei lo aveva condotto alla luce.
Alla felicità.
Con lei vedeva il mondo in tutt'altra maniera, come se avesse cambiato il punto di vista.
Con lei era cambiato.
Sì, era diventato l'uomo che era veramente, anche se il dolore della morte dei suoi genitori gli aveva offuscato la mente, confondendo sé stesso.
Con lei era nobile non solo di titolo, ma anche di fatto.
E ora che era andata via, era precipitato nell'abisso.
Nell'abisso più oscuro.
Nell'abisso in cui aveva vissuto in tutti quegli anni, ma tornarci fu ancor più doloroso perchè aveva conosciuto la bellezza che aveva il mondo fuori.
Chiunque si sarebbe sentito come lui.
Quale anima dell'Inferno, dopo aver conosciuto il Paradiso, sarebbe stata contenta di tornare all'Inferno?
Sì, perchè lei era diventata il suo Paradiso.
Delle voci lo fecero trasalire.
"Non vuole ricevere nessuno!"
Era Norman.
Evidentemente qualcuno voleva vederlo.
"Mi riceverà!!"
Era Mr Previert.
Si spalancò la porta e il francese si diresse verso il letto di James, in modo che quest'ultimo potesse vederlo anche se era sdraiato.
"James.. James ti devo parlare."
"Non ora."
"Sì invece! Proprio ora!"
"Non voglio vedere nessuno. Esci."
"Sono mesi che non vuoi vedere nessuno. MESI. Devi reagire!! Non puoi stare male tutta la vita per lei."
"Perchè sei qui?"
"Ti devo parlare. Di lei."
James si fece forza e si sedette sul letto.
Erano mesi che stava sempre sdraiato lì.
"James.. lei.. lei ti ama ancora."
"Cosa?"
"Ti pensa ancora. E piange. Come fai tu."
"Sei venuto per dirmi questo?"
"Non puoi lasciare una ragazza così.. Non troverai mai un'altra che ti ama quanto ti ama lei!"
"Cosa dovrei fare? Siete stati voi a suggerirmi di starle lontano!"
"Ma noi credavamo che fosse solo un'infatuazione!!! Non che fosse amore!! Se lo avessimo saputo non avremmo mai agito così!"
"E quindi adesso cosa dovrei fare?"
"Ti ricordi che Edward ha quella casetta isolata nel bosco?"
"Sì e allora?"
"Andateci. Tu e Fanny. Così state un po' insieme lontano da occhi indiscreti."
"E poi? E' un'idea assurda!"
"Ma intanto starete insieme! Nel frattempo penseremo a cosa fare!"
James guardava con occhi lucidi l'amico.
Una parte di lui avrebbe voluto alzarsi e andare alla velocità della luce da Fanny, portarla in quella casetta e riempirla di baci.
Un'altra parte gli diceva che sarebbe stato ancora peggio e che non avrebbe fatto altro che soffrire.
Si guardò intorno, non sapendo cosa fare.

CAPITOLO PRONTO!!! PS: DOMANI NON POTRO' POSTARE NULLA PERCHE' SARO' VIA TUTTO IL GIORNO MA SICURAMENTE UN CAPITOLO LO POSTERO' DOMENICA!!!!!



MR BARRETT.
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Capitolo 20
*** Baci sul viso ***


t54 CAPITOLO 20. BACI SUL VISO.

Raccolse i piatti puliti e quando si voltò se lo trovò davanti.
Lui.
Lui che la fissava con occhi lucidi.
Lui che la fissava con desiderio.
Per lo shock fece cadere i piatti, rompendoli.
Non doveva essere lui.
Non poteva essere lui.
No, si rifiutava di crederlo.
Forse stava impazzendo.
Stava impazzendo e cominciava ad avere delle visioni.
Era un allucinazione visiva.
Non c'era altra spiegazione.
Ma sembrava così vero..
James parve fissarla per un altra manciata di secondi, poi a grandi passi la raggiunse abbracciandola.
Abbracciandola amorevolmente.
Abbracciandola come lei lo aveva abbracciato quando si erano detti addio.
Con fare incerto, la giovane ricambiò l'abbraccio, stringendo a sé l'uomo.
Era così bello essere abbracciati da lui.
Sentiva un senso di sicurezza.
Di protezione.
Come se nulla potesse farle del male, ora che era con lui.
Dopo un paio di minuti, si staccò dall'uomo anche se non avrebbe mai voluto.
Voleva delle spiegazioni.
"Scusami.." sussurrò James.
"Per cosa? Per l'abbraccio?"
"No! Per.. per essere stato così ingenuo da pensare che avrei potuto vivere senza di te."
A quelle parole, così dolci e così romantiche, Fanny si addolcì.
Voleva odiarlo.
Voleva disprezzarlo.
Voleva provare del risentimento per lui.
Qualcosa che fosse lontano dall'amore.
Voleva dimenticarselo.
L'aveva fatta soffrire.
Ma nonostante tutto la verità era un'altra.
James parve capire il suo malessere, e si maledì.
Avrebbe dovuto immaginarlo.
"Vuoi che me ne vada?"
Fanny non aspettava altro.
Doveva andare via, ma..
Ma non annuì alla sua richiesta.
Questa volta fu lei ad abbracciarlo, e lui la lasciò fare.
"Perdonami per il male che ti ho fatto e che sto continuando a farti.." fece James con un filo di voce.
"Non è colpa tua.."
"Non posso stare senza di te.. ti prego non lasciarmi."
"Sei stato tu a volere che.."
"Lo so!!!! Ti prego perdonami! Io... io ti amo ancora. Da morire."
"Anch'io."
"Vieni. Ti porto in un posto." fece lui, prendendole la mano.

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"Sei stata tu vero?" chiese James, quando furono alla casetta in mezzo ai boschi.
"A fare cosa?"
"Ad avermi baciato... prima che mi svegliassi."
Il cuore di Fanny prese a battere più velocemente.
Come accidenti l'aveva capito?
Come faceva a saperlo?
E adesso come si sarebbe giustificata?
"Sì." disse infine la giovane, abbassando la testa come fanno i bambini quando chiedono scusa per qualcosa.
James si avvicinò a lei, guardandola con sguardo innamorato.
"Fallo ancora."
Fanny guardò sorpresa il padrone.
"C-cosa?" balbettò.
"Fallo di nuovo. Baciami come facesti allora."
"Perchè?"
"Perchè mi piaceva. Da morire."
Era una richiesta.
Fanny regalò all'uomo un timido sorriso e poi esaudì la richiesta.
Lo baciò sulla fronte, sul mento, sulle guance e sul naso.
James chiuse gli occhi, lasciandosi coccolare dalla donna che amava.
Era così bello sentire le sue labbra sulla pelle.
Era quasi magico.
Ad un certo punto aprì gli occhi e la guardò sorpresa.
"Perchè ti sei fermata?"
"Perchè in questo momento quel giorno mi fermai."
"E perchè?"
"Non lo immagini?"
Erano vicini.
Molto vicini.
Così vicini che i loro nasi si toccavano.
Così vicini che bastava un movimento in avanti di pochi millimetri di uno di loro per baciarsi.
"Non ricordo più chi ero prima di innamorarmi di te. Non ricordo nemmeno come facevo a vivere." sussurrò lui.

ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO!!!! A DOMANI :)


MISS LORELLY.


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Capitolo 21
*** Dolore ***


kjkl CAPITOLO 21.DOLORE.

Fanny rimase lì, a guardarlo per quella che sembrava un'eternità.
Nessuno le aveva mai detto una cosa del genere.
Nessuno l'aveva mai fatta sentire così importante.
Necessaria.
Quelle parole così dolci e romantiche la confondevano, più di quanto non fosse già.
Erano così vicini.
Voleva baciarlo.
Voleva farlo e basta.
Aveva atteso quel momento da così tanto tempo.
Aveva aspettato per anni che lui si accorgesse che lei prima di essere una serva, era una donna.
Le si spezzò il cuore quando si ricordò cosa doveva fare.
"Non dobbiamo farlo, se non te la senti." la rassicurò lui, vedendola tesa.
"Non è questo! E' che.. ho paura."
"Di cosa?"
"Che se mi sfiori le labbra io non riuscirò mai a separarmi dalle tue."
Fanny parlò con la voce rotta.
Era disperata.
Anni aveva aspettato quel momento.
Era in una casa isolata, lontano dal resto del mondo, con l'uomo che amava e che la ricambiava.
Che la desiderava.
Che la voleva.
Eppure non aveva mai fatto i conti con quello che gli sarebbe successo fuori da quella casa.
Si era illusa che l'amore potesse vincere sopra ogni cosa.
Era solo una sciocchezza romantica.
L'amore non fa i miracoli.
Presto avrebbe dovuto fare i conti con la realtà.
Con John.
Si ameranno anche, ma i fatti restano gli stessi.
Lui un nobile, lei una serva.
Quella era una condizione che non si poteva cambiare.
Neanche con l'amore.
James era così contento che gli avesse detto quelle parole, ma ora la vedeva più tesa di prima.
Non voleva stesse male.
Per colpa sua poi.
Non se lo sarebbe mai perdonato.
"Avevate ragione." disse in tono deciso Fanny, allontanandosi dall'uomo.
Lui la guardò triste e sorpreso, mentre vedeva lei allontanarsi freddamente.
Era come se fossero tornati indietro nel tempo e si fossero invertiti i ruoli.
Ora era lui quello triste.
Ora era lei quella fredda.
"Da quando siamo tornati al voi?" chiese James, al quale non piaceva la piega che stava prendendo quella conversazione.
"Da quando ho capito che non mi sarei mai dovuta permettere di darvi del tu."
"Fanny.. Fanny cosa succede? Che ti prende?"
Quella non era la ragazza della quale si era innamorato.
No.
Lui si era innamorato di una pura e buona giovane sempre sorridente con gli occhi che brillavano.
Quella freddezza non faceva parte di lei.
Non doveva.
Quella freddezza era la stessa di tutte le nobili che aveva conosciuto.
Voleva la sua unica e speciale Fanny, non una ragazza uguale a tutte le altre.
"Avevate ragione quando diceste di stare lontani. Era la cosa migliore."
"Cosa stai dicendo?!? Abbiamo già chiarito che sono stato uno stupido!! E' stato un errore."
"Sì! Questo è proprio un errore!"
"Ma.. ma come.."
"Addio."
"Fanny, ma noi ci amiamo!"
"Io non vi amo. Non vi ho mai amato."
Quelle parole così taglienti colpirono James, ferendolo come non lo era mai stato.
Si sentiva come se una ventina di pugnali lo avessero trafitto.
Non vi ho mai amato.
Era stata tutta una montatura.
Si era presa gioco di lui.
In altri tempi, davanti ad un simile comportamento, l'avrebbe uccisa, ma non lo fece.
L'amava troppo.
Anche se lei aveva giocato con i suoi sentimenti e basta.
Era talmente sotto shock che non si accorse che la ragazza era andata via e che piangeva a dirotto.
"Come sei stata brava." fece John in tono misterioso, che aspettava appena fuori la casa dietro un albero.
"Il patto?"
"Sì tranquilla. L'attentato contro il tuo caro Mr Norter sarà annullato così vivrà, ma solo perchè hai fatto il tuo dovere. Ricordati che ci sposeremo il prossimo mese. Anche questo fa parte del patto, no?"
"Sì me lo ricordo." fece la ragazza, guardando per l'ultima volta la casetta.
Non avrebbe mai voluto fare una cosa del genere, ma quello era l'unico modo per salvargli la vita.
Vivere separata da lui per tutta la vita sarebbe stata un'atroce sofferenza, ma avrebbe fatto questo ed altro per salvargli la vita.
Farsi odiare da lui per una bugia era tremendo, ma almeno sarebbe stato vivo.

CAPITOLO PRONTO!!!!! LO SO LO SO!!! MI SCUSO PER LA FINE, MA SUCCEDE XDXD

JOHN. (MI E' SEMPRE STATO ANTIPATICO WILL TURNER)
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Capitolo 22
*** Rhum ***


thjyutju CAPITOLO 22. RHUM.

"Shhh non piangere. Non è bene che una principessa pianga."
"Non sono una principessa."
"Sì. Siete bella come una principessa." fece John, pulendo le lacrime di Fanny con una mano, la quale lo fissò schifata.
"Non mi toccate. Statemi lontano."
"Ma io diventerò tuo marito. Merito un po' di rispetto."
Fanny non rispose.
Si allontanò dall'uomo e si asciugò le lacrime.
Tutta quella situazione era terribile.
Mai avrebbe pensato di sentirsi costretta a sposare un uomo che non amava per salvare l'uomo che veramente amava.
Un inganno che le avrebbe rovinato la vita.
Per sempre.
In fondo, era troppo bello per essere vero.
Lei e James.
Non avrebbero mai potuto stare insieme.
In fondo, per lui era solo la cotta del momento, no?
Si era infatuato di lei perchè gli era stata vicino e lo aveva aiutato.
Tutto qui.
Sì, era così.
Nel giro di pochi giorni si sarebbe scordata di lei.
Come se non fosse mai esistita.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

James si strofinò gli occhi, stanchi di tutte quelle lacrime.
In poco tempo aveva affrontato la peggiore della situazione: amore non ricambiato.
Aveva solo scherzato con lui.
Ma non lui.
No, lui era stato sincero.
Sé stesso.
L'aveva ferito.
L'aveva colpito nel cuore.
Eppure lui non riusciva ad odiarla.
Ci provava, ma non ci riusciva.
Cercava di concentrarsi nei difetti della ragazza, ma si rese conto che non serviva nulla.
L'amava e sempre l'avrebbe amata, nonostante le sofferenze.
Aveva la testa che scoppiava e a momenti esplodeva.
"Signore?"
Era Norman, che guardava tristemente il padrone.
Sapeva quanto amava la sua amica e quanto stesse soffrendo, e avrebbe fatto qualunque cosa per aiutarlo.
"Portami dell'alcol."
"C- come?"
"Hai capito!"
"Ma signore, ricordate cosa è successo l'ultima volta che avete toccato del Rhum?"
"Certo che me lo ricordo!"
"Allora.."
"Allora fai come ti dico!"
"Non tornerà, anche se vi ubriacate."
"Non mi interessa! Fai come ti dico!"

SCUSATE SCUSATE!!!! LO SO E' TARDI!!! SPERO CHE CON QUESTO CAPITOLO SIA PERDONATA ;)

NORMAN.


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Capitolo 23
*** Sorprese ***


hgfhh CAPITOLO 23. SCOPERTE.

Non era da lui camminare per Londra, ma quel giorno lo fece.
Di solito si spostava con la carrozza o un cavallo, ma qualcosa gli diceva che quel giorno avrebbe dovuto andare a piedi, come una sorta di presentimento.
Quando aveva saputo cosa era successo tra James e Fanny era rimasto a dir poco sorpreso.
Come si era permessa quella servetta ad imbrogliare il suo amico?
Voleva ucciderla, ma James non glielo avrebbe mai perdonato.
No, perchè l'amava.
Mah..
Lui non era mai stato innamorato in vita sua, e quello che aveva visto gli era stato più che sufficiente.
Come può un semplice sentimento cambiare così radicalmente una persona nei modi di fare e nel carattere?
Come può una semplice persona, anzi, una semplice sguattera, far vacillare tutti i principi di James?
Boh..
Mr Rondell era sempre più confuso.
Tutti dicevano che l'amore era bello, ma la domanda che si poneva il nobile era..
MA DOVE?
Dove l'amore sarebbe bello?
James stava soffrendo come un cane per colpa di quell'amore tanto bello!
L'amore provoca solo tragedie, come dimostrano i libri.
Romeo e Giulietta? Muoiono per amore.
Tristano e Isotta? Pure.
Era immerso nei suoi pensieri, quando per strada vide Fanny con un uomo accanto.
Puttana! pensò subito.
Ecco perchè!
Aveva un altro.
Li seguì senza farsi vedere e tirò fuori un coltello.
James era stato chiaro: non voleva che la uccidesse, ma non aveva detto niente sul ferirla fisicamente.
Le avrebbe fatto qualche taglietto, era il minimo.
La stava per colpire da dietro, ma si fermò quando li sentì parlare e vide Fanny piangere.
"Volete smetterla di piangere? Mi sono stufato!"
"Non riesco a trattenermi.."
"Vedete di provarci! Pensate di piangere anche il giorno del nostro matrimonio?"
"Volete dire il giorno in cui inizierà l'inferno?"
"Cosa avete detto?"
"Sapete benissimo che non vi amerò mai!"
"No, certo! Voi amate il vostro caro Mr Norter!"
"Il patto!"
"Sì lo so! Sposandomi non lo uccideremo!!!! Visto che gli hai fatto credere di non amarlo come ti ho ordinato lo lascerò vivo!"
A Mr Rondell cadde il coltello e scappò via.
Non poteva crederci.
Non riusciva a crederci.
Ora.. ora tutto aveva un senso.
Si vergognò di quello che voleva fare e si mise a cercare un cavallo.
Doveva raggiungere James il prima possibile.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

"James ma cosa hai fatto?!?"
James stava seduto per terra nella sua stanza, con una bottiglia di Rhum in mano.
Era rosso in viso.
Era sbronzo.
"Mr Rond-----Rondell! Sei qui per farmi la carità?"
Sì, era decisamente sbronzo.
"James sei completamente ubriaco!"
"Cosa? Io? No!! Ma che di---dici?"
"Ma quanto hai bevuto?"
"Nulla!"
"Ah no? E la bottiglia che tieni in mano?"
"Ah è verooo!" fece James, guardando la bottiglia.
"Ce la fai ad alzarti?"
"Per---perchè non dovrei?"
"Perchè sei ubriaco?"
James tentò di alzarsi aggrappandosi ad una sedia, ma non ci riuscì e cadde, facendo quella risata che solo gli ubriachi fanno.
Mr Rondell si avvicinò, lo prese in braccio e lo mise sul letto.
"Cos-- cosa fai? Non voglio andare dormire!"
"A dormire James. A!"

ALLA PROSSIMA GENTE :) :)

JANE.
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Capitolo 24
*** Muoversi ***


t78i87 CAPITOLO 24. MUOVERSI.

"JAMES!"
Il nobile si portò una mano alla testa, sentendo un forte dolore.
Erano secoli che la testa non gli faceva così male, ma almeno aveva dormito.
Come al solito, il suo primo pensiero fu Fanny, ma vedeva tutto così sfuocato..
Ma cosa era successo?
Sentì un fortissimo rumore, provocandogli un mal di testa ancora peggiore.
Quello che sembrava Mr Rondell avanzò a grandi passi verso l'amico.
"James, lo so che sei sveglio! Forza, alzati!"
"Perchè?"
"Perchè devo dirti una cosa importante. L'avrei fatto ieri sera se tu fossi stato cosciente!"
"Eh? Perchè? Cosa è successo ieri sera?"
"Eri sbronzo!"
"Cosa?"
"James, non ti reggevi in piedi! Comunque sono qui perchè devo parlarti."
"Non mi interessa."
"Questo ti interesserà."
"Non credo."
"Si tratta di lei."
Lei.
James si portò le mani agli occhi, pulendosi le lacrime che non tardarono ad arrivare.
Nessuno al mondo l'aveva fatto stare male come ci era riuscita lei, però..
Però accanto lei si sentiva diverso.
Con lei aveva condiviso i momenti più belli della sua vita.
Lei era la sua ancora di salvezza.
Lei era il suo Paradiso.
E lui per lei non era stato altro che un gioco.
Uno spasso.
Un divertimento.
Un passatempo.
Mr Rondell percepì il silenzio dell'amico, così proseguì.
"Lei ti ama."
A quel punto James si sentì ancora più ferito.
Uno dei suoi migliori amici si stava prendendo gioco di lui!
Ma perchè lo faceva?
Non stava già abbastanza male per conto suo?
Trovava divertente farlo stare ancora peggio?
"Mi prendi in giro? Cos'era una battuta? Perchè se è così non fa ridere!"
"No, James! Dico sul serio! Lei ti ama davvero!"
"Ah sì sì, si è visto!"
"James ascolta le cose non stanno come pensi tu.."
"Non eri tu che volevi ucciderla quando hai saputo cosa aveva fatto? Adesso la difendi?"
"Ho scoperto delle cose che devi sapere. Se non faremo nulla si sposerà con un altro!"
"Ah, splendido! Mi ha dimenticato in fretta vedo!"
"James adesso basta! Sta zitto per un secondo e ascolta cosa ho da dirti!"
"Altrimenti?"
"Altrimenti lo rimpiangerai per il resto della tua vita!"
James si zittì e Mr Rondell proseguì.
"A quanto ne so, lei è stata minacciata da un uomo con cui ha siglato un patto. Se lei ti avrebbe detto che non ti aveva mai amato e che si sarebbe sposata con l'uomo in questione, questo annullava un attentato contro di te per ucciderti! In pratica l'ha fatto per... per salvarti la vita."
James sgranò gli occhi, credendo di aver capito male.
No, non era possibile.
Lo stava prendendo in giro!
E se..
E se invece diceva la verità?
Ecco perchè era così dolce con lui e all'improvviso è diventata fredda!
Non stava recitando allora!
La sua non era una presa in giro!
Era amore.
L'aveva sempre amato e gli aveva mentito per salvarlo.
Lui era stato per giorni interi a maledirsi per essersi innamorato mentre lei si rovinava la vita solo per saperlo vivo.
All'improvviso si sentì fuori dall'abisso in cui era precipitato, ma ancora non ne era uscito.
Il Paradiso era andato da lui nel momento del bisogno.
La sua ancora di salvezza era stata al suo fianco.
Ora per uscire da quell'abisso tanto odiato, doveva essere lui a muoversi.
Doveva essere lui a trarre in salvo la sua ancora e il suo Paradiso.
Non avrebbe più fatto l'errore di lasciarli per una supposizione.
Erano il suo ossigeno.
L'aria che respirava.
Erano suoi e di nessun altro.

SALVE!! ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO!!

FANNY.
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Capitolo 25
*** Agitazione ***


jyukjyu CAPITOLO 25. AGITAZIONE.

Fanny si asciugò le lacrime con un tovagliolo.
Aveva sperato con tutta sé stessa che qualcuno, chiunque, venisse a salvarla.
Che qualcuno si fosse opposto.
Invece era lì, con l'abito da sposa, e nel giro di un paio di ore sarebbe diventata una moglie.
La moglie di un uomo che non amava, anzi, che disprezzava.
Sentii qualcuno andare verso di lei, e intuì che si trattasse di John.
"Per favore, almeno ora lasciami sola." lo implorò lei, senza nemmeno voltarsi.
"Non sono John."
La ragazza sussultò, sentendo quella voce così famigliare.
Si voltò e si trovò davanti Mr Rondell, con la testa rivolta verso il basso e con il cappello in mano.
"Voi? Cosa fate qui?"
L'uomo le si avvicinò, e la guardò tristemente.
"Io... io vi devo fare le mie scuse.." mormorò in tono contrito, facendole un umile inchino.
Fanny pensò di aver sentito male.
Il borioso Mr Rondell si scusava con lei, una serva??
Le parlava usando il voi?
Ma cosa stava succedendo?
Stavano impazzendo tutti!
La ragazza era talmente sconvolta dagli eventi che non aprì bocca come se improvvisamente si fosse scordata come si parla.
Si limitò a rivolgergli un piccolo sorriso.
L'uomo continuò.
".. devo.. devo confessarvi che quando ho saputo cosa avevate detto a James io... io ho desiderato uccidervi."
Fanny non si compose.
Lo capiva.
In fondo, aveva spezzato il cuore ad uno dei suoi migliori amici, no?
Era naturale che fosse arrabbiato.
Che volesse vendetta.
Quello che la ragazza non capiva era perchè si stava scusando.
"Cosa fate qui?"
"Sono qui per riparare agli errori che ho fatto."
Fanny scosse la testa confusa, continuando a capire.
"So tutto Fanny. Vi ho sentiti parlare. Voi e John."
La giovane sbarrò gli occhi.
Si aspettava tutto eccetto quello.
Era pronta per qualsiasi risposta, ma non quella.
"Perchè mi date del voi?"
"Perchè non mi sto rivolgendo ad una serva, ma alla donna amata dal mio migliore amico."
"Quindi.."
"Quindi venite con me!" fece Mr Rondell, prendendo la ragazza per un braccio.
"No, non posso! Se vado via.."
"Tranquilla. James è al sicuro. Venite con me. Fidatevi."

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"Come hai potuto fare una cosa del genere? Come hai OSATO FARE UNA COSA DEL GENERE?"
Un arrabbiatissimo James Norter puntava la spada contro John, che indietreggiava spaventato.
"Cerchiamo di stare calmi!"
"Dammi un motivo, uno soltanto, per il quale dovrei avere pietà di un insetto come te!"
"Ma io non ho fatto niente!"
"Non avresti dovuto minacciare Fanny.. lei non c'entra nulla!!!"
"Arrivi tardi Norter. Lei è mia. E' questione di poche ore!"
"James!"
I due uomini si voltarono e videro Fanny.
La ragazza pianse alla vista di James.
Lui la fissò ancora, e ancora e ancora.
Non si stancava mai di lei.
Sfruttando la situazione, John prese una pistola che stava per terra e cercò di sparare a James, ma Mr Rondell, accanto a Fanny, agì più velocemente di lui e gli sparò.
James corse dalla sua Fanny e la abbracciò forte, un abbraccio che lei ricambiò.
"Amore mio!! Amore mio va tutto bene!"
"James. James quelle cose che ho detto, io.."
"Lo so! Lo so amore, tranquilla. Non ci lasceremo più, te lo prometto."
"Mi dispiace interrompervi, ma è il caso di andare!" fece Mr Rondell, indicando un orologio appeso al muro.

DOMANDO SCUSA SE E' UN PO' CORTINO, MA MI RIFARO' AL PROSSIMO :) A PRESTO :)

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Capitolo 26
*** Notte D'Amore ***


ukyu CAPITOLO 26. NOTTE D'AMORE.

Le loro mani erano teneramente intrecciate, felici di quel contatto.
Per troppo tempo erano state lontane senza toccarsi.
Fanny appoggiò la testa su una spalla di James, il quale la abbracciò forte.
"Non ti lascerò più andare via. Non ti capiterà più nulla, te lo prometto." sussurrò James, baciandole la guancia.
"Non credevo ti avrei più rivisto."
"Tranquilla. Non ci separeremo mai più."
"Mi.. mi sei mancato tanto!" disse lei, abbracciandolo sempre più forte.
"Anche tu mi sei mancata."
Standogli così addosso Fanny sentì un odore e capì.
Si allontanò dall'uomo e lo guardò.
"Ieri hai bevuto?"
"Sì.. ma era... era perchè non riuscivo a smettere di pensare a te e avevo bisogno di staccare la spina e.."
"E fammi indovinare: ti sei ubriacato!"
"Come lo sai?"
"Beh, intanto tu non lo reggi l'alcol. Inoltre, hai lo stesso odore che avevi anni fa quando da ragazzo ti sei ubriacato per la prima volta."
James avrebbe dovuto rispondere qualcosa, ma non disse nulla.
Si limitò a fissarla incantato.
La prima volta che si era ubriacato avrà avuto sì e no 20 anni!
Erano passati anni da allora eppure..
Eppure lei si ricordava tutto.
Si ricordava l'odore che ebbe il giorno dopo la sbronza.
Sì, se lo ricordava.
Come fosse ieri.
E questo solo per un motivo.
Perchè lo amava anche allora.
Lo amava anche quando lui la chiamava sguattera e la trattava nei peggiori dei modi.
Lo amava anche quando lui la considerava un oggetto personale, nulla di più.
Lo amava anche quando quella notte di anni prima si ubriacò per la prima volta e lei dovette non solo sorbirsi le parole di un ubriaco, ma anche aiutarlo a vomitare e portarlo a letto una volta svenuto.
Anche lui la amava, ma non se ne era mai reso conto.
Non l'aveva mai considerato.
Eppure era così.
Era sempre stato così.
Lei era... era l'amore della sua vita, il vero e unico.
Quanto tempo aveva sprecato..
Ma ora le cose sarebbero cambiate.
"Sei bellissimo anche da ubriaco." gli disse dolcemente Fanny.
James si addolcì ancora di più nel sentire quelle parole.
Le accarezzò dolcemente il viso.
"Non lasciarmi. Non lasciarmi mai più." fece James in tono disperato.
"Come potrei lasciarti? Io non vivo senza di te!"
"Sai... mi sono accorto di una cosa interessante.." fece in tono ambiguo James.
"Cosa?"
"Ci siamo dichiarati e tutto il resto ma.. ma non ci siamo mai baciati.."
"E' vero."
"E' una cosa inaccettabile! Dobbiamo assolutamente rimediare!"
Fanny non fece in tempo a rispondere che James le si avvicinò e le diede un bel bacio a fior di labbra.
Quel bacio aspettato a lungo da entrambi inizialmente fu dolce, ma poi passionale, tanto che si dovettero staccare un momento per riprendere fiato e poi continuare.
Senza sosta.
Non si sarebbero più fermati.
James la prese in braccio, la stese delicatamente sul letto e poi le saltò addosso.
Mentre lei gli levava quell'uniforme da soldato, lui le sfilava l'abito da sposa che ancora portava la ragazza.
Fanny baciò ogni parte dell'uomo, compreso il petto pieno di ferite dovute alle battaglie di James mentre lui fece lo stesso con lei, dedicando particolare attenzione al collo.
Quella notte consumarono il loro amore, diventando una cosa sola.
Quella notte si amarono come non si erano mai amati.
Come non dimenticarono mai.

ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO :) ALLA PROSSIMA :)

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Capitolo 27
*** Proposte ***


GTRG CAPITOLO 27. PROPOSTE.

Erano secondi, minuti, ore che la fissava.
Il tempo esatto non lo sapeva, tanto era la felicità che provava in quel momento.
La fissava.
Ancora.
E ancora.
E ancora.
Non ne era mai sazio.
Quando finalmente Fanny aprì gli occhi, vide James fissarla e sorriderle.
"Da quanto sei sveglio?"
"Non ricordo.."
"Non volevo che ti annoiassi. Potevi svegliarmi."
"Non l'avrei fatto per nessun motivo al mondo. E poi non mi sono annoiato. Non mi stanco mai di te."
Fanny arrossì e James, attratto dalla purezza e la timidezza della ragazza, le sorrise e la strinse a sé.
Non l'avrebbe mai lasciata.
Mai più.
Mentre la ragazza gli accarezzava i capelli, a lui venne in mente un'idea.
Un'idea folle.
Da pazzi.
L'idea migliore che gli fosse mai venuta.
Ma non glielo avrebbe chiesto lì, in quel momento e in quel luogo.
No, ci pensò e..
E realizzò cosa doveva organizzare.
Fece un sorriso malizioso.
"Dai, vestiti. Torniamo al palazzo."

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Appena tornarono, Fanny corse nelle stanze della servitù per salutare Jane e Norman, che non vedeva da tanto.
Se James fosse andato con lei, Jane e Norman si sarebbero sentiti leggermente in imbarazzo e non sarebbero stati sé stessi quindi era meglio starne fuori, ragione per cui preferì andare in biblioteca.
Si annoiava a morte, ma cercò un modo di passarsi il tempo.
Fece avanti e dietro per l'enorme stanza, ma improvvisamente una voce stridula lo fece sussultare.
"Mr Norter!"
"Miss Lorelly!"
"Oh com'è bello vedervi!! Come mai non siete venuto a trovarmi? Ho atteso invano una vostra visita!"
"E' stato un periodo.. particolare Miss Lorelly."
"Immagino immagino.."
No, non credo pensò ironicamente James.
"Venite a fare un giro con me per Londra?"
"Adesso devo fare una cosa urgentemente! Venite con me, così assisterete anche voi.."
"Ma certo!"

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"Sono contenta che quel John si sia levato di torno!" commentò Jane.
"Jane.."
"Meriti di meglio, Fanny."
La giovane stava per ribattere, quando tutti e tre videro James Norter e Miss Lorelly entrare nella cucina.
Che facevano lì?
Cosa stava succedendo?
I più confusi erano Jane, Norman e Miss Lorelly.
"Sono contento che ci siate tutti, perchè voglio fare una cosa e mi piacerebbe che anche voi la sentiste."
"Oh, Mr Norter, cosa sta succedendo?" cinguettò Miss Lorelly, come se stesse per svenire.
James la ignorò e si chinò davanti a Fanny.
La fissò incantato negli occhi, come se fossero soli.
"Fanny... mi vuoi sposare?"

ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO :)

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Capitolo 28
*** Spiegazioni ***


tgtgh CAPITOLO 28. SPIEGAZIONI.

L'agitazione era palpabile nella stanza, e Fanny se la sentiva addosso, completamente.
Stava sudando.
Quella situazione era così, così.. irreale da far credere alla ragazza di trovarsi in un mondo parallelo.
Miss Lorelly nelle stanze della servitù fissava James sconvolta.
Il nobile stava ancora chinato su Fanny e continuava a fissarla.
Norman e Jane si guardarono a vicenda, non riuscendo a capire se quella fosse realtà o finzione.
Era tutto così strano.
La giovane mise le mani al petto, come se temesse che il cuore uscisse dal corpo.
"James.. io.."
"Tu non vuoi perchè sai che accettarmi come marito significherebbe portare il mio nome alla rovina?"
Avrebbe dovuto immaginarlo.
La sua Fanny, così buona, così altruista.
La giovane desiderava sposarlo, ma non avrebbe mai accettato visto le classe sociale alla quale apparteneva.
"Sì."
"Non mi importa Fanny. Non importa di nulla! Io.. io voglio passare il resto della mia vita con te, e questo mi basta. Sono sempre stato ricco ma, nessun regalo  e nessuna ricchezza mi ha mai dato anche solo un millesimo della felicità che tu riesci a darmi solo con un sorriso. Io ti amo, e ti voglio sposare! E non mi importa nulla della rendita! Anche se andassimo a vivere per strada, sarei contento perchè... perchè tu saresti al mio fianco."
"James.."
"In tutti questi anni ti sei sempre presa cura di me e mi hai fatto diventare l'uomo che sono. Lascia che sia io a prendermi cura di te, una volta tanto."
Fanny era al limite.
I suoi migliori amici e quella nobile che la fissavano stupiti.
Quella dichiarazione..
Era decisamente troppo.
Scoppiò a piangere.
James si alzò e la abbracciò amorevolmente, dopodichè le alzò dolcemente il viso con la mano, facendo incontrare i loro occhi.
"Cosa c'è?" le chiese dolcemente.
"Scusami.."
"Ma quale scusami? Tranquilla."
"E' che.. insomma.. Sono... sono così felice!"
"Quindi... quindi mi sposi?"
"Certo che ti sposo!"
James le fece un radioso sorriso e la mangiò di baci, poi si staccò improvvisamente.
Si era dimenticato di tutta la gente che era lì.
Quando stava con Fanny, si scordava del resto del mondo.
"Credo... credo che Jane e Norman siano parecchio sorpresi.. Fanny, perchè non andate in biblioteca a parlarne? Intanto io scambio due parole con Miss Lorelly."
Fanny annuì ed uscì con gli amici.
Miss Lorelly era sotto schock e James iniziò a parlare.
"Miss Lorelly, questo era per dimostrarvi che... che non posso sposavi. Mi dispiace, ma il mio cuore è sempre appartenuto a Fanny e sempre sarà così."
James si aspettava una sclerata.
Uno schiaffo.
Insulti.
Ma niente.
Aprì gli occhi e vide Miss Lorelly fissarlo teneramente.
Si domandò se avesse capito cosa aveva detto, ma la nobildonna lo anticipò.
"State tranquillo."
"Come? Credevo... credevo.."
"Che volessi sposarvi?"
"Beh, sì!"
"Beh sì a dire il vero, ma... ma non sposerò mai un uomo innamorato."
"Grazie."
"Buona fortuna con quella ragazza!"

ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO :) ALLA PROSSIMA :)

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Capitolo 29
*** Matrimonio ***


rgerty CAPITOLO 29. MATRIMONIO

"Non posso credere che siate venuti tutti!"
"Taci James, o ce ne andiamo." ribattè in tono duro Mr Rondell.
"Come ti senti?"
"Felice! Ho sposato la donna che amo e non potrei desiderare nulla di più!"
"Senti James, come pensi di fare con la società?" chiese Mr Barrett.
"Cosa vuoi dire?"
"Hai sposato una serva. I nobili non penseranno.."
"Penseranno che sono un uomo molto fortunato. Il mio è uno dei pochissimi matrimoni basati sull'amore, cosa molto rara."
"Noi adoriamo Fanny, solo vogliamo che ti renda conto a cosa vai incontro."
"Vi ringrazio, ma non cambierò idea. E convincerò i miei figli a sposarsi per amore."
"Figli?"
"Sì, io voglio dei figli da Fanny. La amo e voglio avere dei figli con lei."
"Non ti ci vedo come padre."
"Perchè innamorato di una serva sì?"
"Fanny era una serva un tempo. Ora è Mrs Norter, la moglie del nostro amico, quindi va trattata come una nostra pari. E' chiaro?" chiese Arnaud, guardando Mr Rondell molto severamente.
"Che vuoi da me? Le ho già fatto le mie scuse, quindi non mi scocciare."

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"Non credevo che un matrimonio comportasse tanta fatica." mormorò James, mentre Fanny gli accarezzava le spalle per rilassarlo.
"Pensi che ne sia valsa la pena?" sussurrò la moglie.
"Oh, sì!" fece James, sorridendo e prendendola in braccio.
"Ti sposerei tutti i giorni se fosse necessario." continuò l'uomo, posando la moglie sul letto.
"James.."
"Sì?"
"Dovremmo fare qualcosa per i tuoi amici."
"C'è.. fammi capire.. è la nostra prima notte di nozze e tu vuoi passarla a parlare dei miei... amici?!?"
"Dai non te la prendere! Dovremmo fare qualcosa per loro!"
"Oddio! Mi tradisci con uno di loro!" fece ironicamente James.
"Stupido! Dovremmo trovare delle ragazze anche a loro."
"Ahahahah."
"Cosa ridi?"
"Perchè, non era una battuta?"
"Anche loro meritano di essere amati!"
"Ah provaci pure, ma non sarà facile."
"Vedrò cosa posso fare!"
"Fanny.. ti amo da impazzire."
La giovane arrossì e James la guardava incantato.
Arrossiva.
Ormai era sua moglie.
Erano sposati.
Eppure lei arrossiva ancora per ogni piccolo complimento o dichiarazione.
Adorava quella parte di lei.
"Anch'io ti amo."
"So che è un po' presto, ma.."
"Ma?"
"Fanny, vuoi avere un figlio con me?"
Fanny sgranò gli occhi e gli sorrise compiaciuta.
Era rimasta senza parole, così James proseguì.
"Sarò un padre presente! Vorrei non prendessimo una governante! Vorrei che lo crescessimo io e te, i suoi genitori. E.. e se sarò maschio andremo a cavallo con lui e gli insegnerò a duellare. Se sarà femmina giocherò con le bambole insieme a lei e.."
"James!"
"Sì?"
"Non ce nè bisogno."
"Di cosa non c'è bisogno?"
"Di provare a fare un figlio."
"Perchè? Non puoi avere figli? Non importa, amore mio! Anche se non avremo figli vivremo felici comunque, tranquilla."
"James!"
"Sì, amore?"
"Sono incinta!"
James si sentì come se il suo intestino si stesse agitando.
In-incinta?
Fanny aspettava un bambino!
Il suo bambino!
Loro... loro sarebbero diventati genitori.
"James? James ti senti bene?"
"Sei sicura di aspettare un bambino?"
"Sì, ma.. ma credevo ti facesse piacere."
"Certo che mi fa piacere! E' solo che... è troppo bello per essere vero! Un bambino!" esclamò lui, iniziando a piangere.
"James, stai piangendo?"
"Sì. Sono troppo felice. Sono l'uomo più fortunato del mondo! Sono sposato con la donna che amo dalla quale avrò un figlio!"
"Anche io sono contenta, James!"
"Non sarà l'unico, vero? Ne avremo tanti!"
"Tutti quelli che vuoi! Un esercito!"

ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO :) IL PROSSIMO, CHE PUBBLICHERO' DOMANI, SARA' L'ULTIMO :)

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Capitolo 30
*** Epilogo ***


i87i CAPITOLO 30. EPILOGO.

Fanny si sentì accarezzare dolcemente la pancia, e riconobbe la mano di suo marito, che le stava sorridendo
"Non siamo un po' troppo vecchi per fare certe cose?" chiese lei.
"Io no! Non lo sarò mai!"
"Ma che ore sono?"
"Saranno le 5 del pomeriggio."
"Cosa? E noi siamo ancora a letto? Oh Signore!"
"Avevamo del sonno arrettrato. Dai, rilassati."
La porta della loro camera si spalancò ed entrarono 2 bambini.
Il più piccolo sorrideva e si era precipitato nel letto dei genitori, mente il più grande, dai capelli ricci, era appoggiato al muro, con le braccia incrociate e con un espressione dura e fredda.
La stessa identica espressione che aveva James prima di innamorarsi di Fanny.
Il primo era uguale a James, fatta eccezzione per il colore dei capelli e degli occhi scuri, come quelli di Fanny.
Il secondo assomigliava ad entrambi, ma aveva anche lui capelli e occhi scuri come Fanny.
"Papà.. papà oggi andiamo a cavallo? Me lo avevi promesso!" borbottò il più piccolo, abbracciando James.
"Va bene va bene! Dammi solo un momento!" mormorò James, accarezzando i capelli del figlio, mentre Fanny gli faceva il solletico.
A quel punto entrò un altro ragazzo, il più grande, sui 19 anni.
Era uguale a Fanny,
"Mamma, papà ho finito!" esclamò questi, porgendo un quaderno ai genitori.
"Proprio adesso?"
"Proprio adesso!"
Fanny si alzò e andò in una culla lì vicino.
Prese in braccio una bambina di qualche mese, con dei grandi occhi verdi.
Era l'unica ad aver ereditato gli occhi di James.
"Dai andiamo, mamma e papà si sono appena svegliati e devono pensare a Elizabeth." fece il maggiore, prendendo in braccio il maschio più piccolo e posando una mano sulla spalla dell'altro.
"Leva quella mano! Sai benissimo che odio essere toccato!" fece in tono scocciato questo.
"Io te la levo, ma tu vieni che mamma e papà vogliono stare da soli."
"Va bene, ma sappi che non leggerò i tuoi romanzi. Non ho la pazienza dei nostri genitori."
"Jonathan, quando pubblicherai i tuoi libri?" chiese il più piccolo al maggiore.
"Ho solo 19 anni, Jack. Quando incontrerò qualcuno che avrà il coraggio di farli pubblicare te lo farò sapere!"
Quando Jonathan mise a terra Jack, questi fece qualche passo all'indietro e fece cadere un vaso prezioso, rompendolo in mille pezzi.
"Jack!"
"Sempre e solo tu! Non puoi stare più attento?" chiese in tono scocciato il fratello di mezzo.
"Mi dispiace." mormorò in tono dispiaciuto Jack, tenendo bassa la testa.

MI RENDO PERFETTAMENTE CONTO CHE QUESTO CAPITOLO E' PIUTTOSTO CORTO, MA ERA UN EPILOGO. PENSAVO DI SCRIVERE UN SEGUITO, DOVE RACCONTERO' LE VICENDE DEI LORO FIGLI :) SPERO CHE LA NOTIZIA VI FACCIA PIACERE :)
QUESTO E' IL SEGUITO :http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1240613&i=1

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