Cet Amour

di i hear the bells
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Prologo ***
Capitolo 2: *** -II- ***
Capitolo 3: *** -III- ***
Capitolo 4: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** 1. Prologo ***


C e t   A m o u r

 
Era una torbida notte di maggio, e Christine si era svegliata a causa del forte temporale; Il suo cuore stava soffrendo e ad ogni tuono percepiva una fitta allo stomaco, una di quelle fitte che ti colpiscono solo quando sai di aver sbagliato in tutto, quando la paura e i sensi di colpa ti spezzano il cuore in migliaia di frammenti minuscoli e taglienti.
 
Un lampo e un singhiozzo;
 
Un tuono e una lacrima;
 
La pioggia martellante e la testa altrove;
 
Allungò una mano sul cuscino e ritrovò la pelle morbida della sua nuca perfetta. Quell'uomo che aveva affianco era di una bellezza disarmante, una bellezza irreale quasi divina, eppure lei non amava i suoi occhi di ghiaccio, non amava quel ciuffo liscio e biondo, non amava il suo viso perfetto.
 
Lei non amava la sua perfezione, lei voleva altro, qualcosa di diverso, una cicatrice all’altezza del collo, un’altra cicatrice sulla mano sinistra e un'altra ancora sulla gamba; lei amava quelle sopracciglia lunghe e arruffate, gli occhi neri come la pece che non avrebbe mai più potuto rivedere al suo risveglio. Lei desiderava il suo profumo acro dolce, ricordava il modo in cui l’abbracciava, le carezze che la rassicuravano, i baci che la riscaldavano.
 
Ricordava la sua voce delicata, le poesie che le dedicava ogni singolo giorno della loro unione, ma ora era stato tutto distrutto, per un capriccio, una vendetta, per la voglia di ottenere molto di più di ciò che già possedeva. E cosa aveva ottenuto?
 
Un finto fidanzamento, un uomo che non voleva, il ricordo di un amore distrutto. Lo stesso amore che agitava i suoi sogni e che la costringevano a fare uso di stupide medicine per dormire, medicine per calmare l’emicrania,  medicine per la nausea, perfino il suo corpo si stava ribellando a tutta quella serie di interminabili sbagli.
 
Un altro tuono fece vibrare i vetri delle finestre;  la ragazza si raggomitolò sotto le coperte coprendo il viso con un cuscino, non poteva mostrare le sue lacrime al mondo, non poteva esibire i suoi fallimenti come trofei. No. Doveva ingoiare un altro boccone amaro e sperare che anche quella notte finisse lasciando che la luce del sole illuminasse le sue giornate troppo cupe per renderla felice.
 
Asciugò le lacrime e guardò ancora una volta l’uomo che aveva di fianco. Era il ragazzo che aveva sempre desiderato, così bello e puro, così sensibile e dolce. Non le mancava niente, almeno apparentemente la sua vita poteva definirsi realizzata.
 
Il suo fidanzato ufficiale, l’uomo che avrebbe dovuto sposare, si girò verso di lei mettendo in risalto il suo viso angelico, i suoi capelli biondi e quegli occhi verdi, chiarissimi come il ghiaccio.
 
« Amore dormi, domani mattina abbiamo l’appuntamento con il fotografo. Devi essere bellissima per l’occasione » la ragazza annuì leggermente, non riusciva più a fingere con se stessa, neanche con lui. Se fosse stata ancora forte avrebbe sorriso stampandogli un bacio sulle labbra, ma ora più lo guardava e più si sentiva intimorita e imbarazzata dall’estraneo che aveva di fronte.
 
Il ragazzo chiuse gli occhi e si addormentò qualche minuto dopo. Possibile che non notava la sua sofferenza? Com’era possibile che stava per sposare un uomo che non era in grado di capire le sue paure, che non le dava il giusto conforto?
 
Quando stava con Cam, bastava un semplice sguardo per capirsi, non erano necessarie le parole, loro due si capivano con gli occhi.
 
Braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
 
Perché noi l'abbiamo braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
 
Questo amore tutt'intero
 
Così vivo ancora
 
« Perché? » disse la povera ragazza sussurrando, non sapeva darsi una spiegazione. Aveva davvero fatto tutte quelle cose crudeli,  aveva rinnegato l’unica persona che avesse mai amato in tutta la sua vita.
 
Si alzò lentamente dal letto e come una sonnambula, iniziò a passeggiare lentamente per la stanza, fissò la finestra, la pioggia non era ancora cessata, neanche i lampi e i tuoni eppure non poteva fare a meno di osservare , perché lì , in mezzo a quella pioggia stava immaginando l’uomo che amava. Era alto e snello, i suoi capelli neri, ricci e corti erano tutti bagnati, i suoi occhi scuri la trafiggevano pugnalandola allo stomaco.
 
Ma quella era solo una brutta immagine, un immagine inesistente. Stava solo sognando ad occhi aperti, sperando di rivedere davvero Cam, in mezzo alla pioggia, per strada, tra il cartello lampeggiante del Night Club e la farmacia chiusa.
 
Chiuse gli occhi e riaprendoli non c’era più nessuno, solo la strada, le auto e la pioggia.  Afferrò i suoi vestiti gettati per terra e pian piano incominciò a rivestirsi, poi prese la giacca e le chiavi.
 
Corse giù per le scale fino a raggiungere l’asfalto, le goccioline d’acqua iniziarono a penetrare nei suoi capelli castani e nei vestiti leggeri che indossava.
 
Si sentiva bagnata, sporca e frustrata, ma continuò a correre, sempre più forte, passo dopo passo.
 
Doveva assolutamente raggiungerlo. Doveva assolutamente parlarci: voleva baciarlo , abbracciarlo,  accarezzare i suoi capelli ricci e il suo viso ruvido. Stava già percependo il calore che emanava il suo amante, l’uomo che stava amando segretamente, ma che rinnegava pubblicamente.
 
Lungo il percorso incontrò un ostacolo, la ragazza cadde a terra devastata, ma si rialzò e ancora una volta trovò il coraggio per correre da lui. Doveva raggiungerlo, non importava in che condizioni sarebbe arrivata o in che condizione avrebbe trovato lui. No. Era perfino pronta a un rifiuto, a un ennesimo rimprovero, all’ultima umiliazione, ma doveva raggiungerlo.
 
Imboccò l’isolato che conosceva ormai benissimo e finalmente arrivò a destinazione. Bussò alla sua porta numerose volte, senza mai ottenere risposta, così si accasciò a terra, strinse le gambe al petto appoggiando la testa sulle ginocchia. Non ne poteva più di tutta quella sofferenza.
 
« Ti odio! » urlò contro il cielo, non si stava riferendo a Dio, né al temporale né alla sua triste vita, no, quelle parole erano rivolte a lui. Erano rivolte all’uomo che non era corso ad aprirla, erano rivolte alle sue lacrime, ai sentimenti che ancora nutriva per lui, che neanche il tempo era riuscito a cancellare.
 
Testardo come un mulo
 
Vivo come il desiderio
 
Crudele come la memoria
 
Stupido come i rimpianti
 
Tenero come il ricordo
 
Freddo come il marmo
 
Bello come il giorno
 
Fragile come un bambino
 
Ci guarda sorridendo
 
Ci parla senza dire
 
E io l'ascolto tremando
 
E grido
 
Grido per te
 
Grido per me

Note:

- Questa nuova ff, è stata scritta di getto, istintivamente, infatti sicuramente non sarà perfetta, però spero che vi piace lo stesso.
La mia musa ispiratrice è stata la pioggia, che è uno degli elementi portanti della storia. Quello che ci tenevo a raccontare è che, tutti possiamo commettere un errore, però dobbiamo lottare per riparare e non permettere che questi stessi errori distruggono la nostra vita.
Inoltre volevo già anticiparvi che ci saranno solo quattro capitoli.
- Nella ff ho citato alcuni versi della poesia Cet Amour di
  Jacques Prévert  .
- Aspetto con ansia le vostre recensioni e ringrazio Selilaa, per avermi aiutata *-*

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Capitolo 2
*** -II- ***


-II-

 
« Ferma l’auto! » il mio amico seguì i miei ordini e le ruote dell’auto emanarono uno stridulo rumore nella notta.
 
« Grazie per la serata, torno a casa » la guardai, distesa a terra, tutta bagnata, stava dormendo e sembrava tanto un angelo caduto dal cielo, con le ali spezzate e un anima in frantumi. Sembrava così sofferente, quasi morta. Aprii la portiera e ignorai le proteste del mio amico, lo so che dovevo andare a quella fottutissima serata,  lo sapevo che stavo perdendo una grande occasione, ma non potevo lasciarla marcire là fuori al freddo. Neanche il mio cuore maltrattato riusciva ad odiarla al tal punto.
 
Presi il suo corpo e lo strinsi forte al mio ,  mi era mancato il suo profumo dolciastro e dovetti trattenere il respiro per non lasciare che il suo odore mi provocasse la nausea; perché purtroppo quel profumo l’avevo sognato per tante notti e ogni volta finivo per vomitare tutto il nostro passato.
 
Posai il suo corpo sul divano e rimasi affianco a lei aspettando che si svegliasse, attendendo un segnale di vita. L’ultima volta che l’avevo vista, mi aveva giurato amore eterno ,  mentre seduti sul letto , ricominciavamo da dove la nostra storia si era interrotta. Tutte quelle continue interruzioni avevano distrutto il nostro amore e non era rimasto più niente, a parte la delusione di ritrovarla sui giornali tra le braccia di un altro.
 
Essere la fidanzata di un imprenditore famoso comportava anche questo: apparire su stupide riviste di gossip.
 
Stavo per alzarmi e accendere una sigaretta, quando le sue dita toccarono la cicatrice che avevo sul collo. Mi ero procurato quel segno indelebile quando ero ancora una adolescente spericolato, non che fossi cambiato molto, ma l’amore per me stesso era decisamente aumentato e non mi sarei mai fatto del male da solo , non quando c’era già lei a farmi del male.
 
  « Cosa speri di ottenere? » allontanò la  mano, la luce che brillava poco prima nei suoi occhi verdi si spense all’istante. Non potevo comprendere le sue ragioni, perché nonostante fossi ancora sicuro dei miei sentimenti, l’orgoglio prevaleva perfino sull’amore.
 
« Ti supplico lasciami parlare… » i suoi occhi mi stavano implorando un perdono che non meritava, aveva una gran bella faccia tosta a presentarsi a casa mia una settimana prima del matrimonio del secolo.
 
« So già cosa vuoi dire e non mi convincerai »
 
« Cam, io non volevo. Credimi, tutta questa situazione mi sta torturando. Vorrei tanto ritornare indietro, ma è troppo tardi. Tra una settimana la mia vita sarà per sempre legata a un altro uomo e non sei tu.. » perché non riuscivo a provare pietà neanche di fronte alle sue lacrime?
 
« Ma se di me non te ne è  mai interessato niente. Per favore evita di mentire almeno a te stessa » mi prese il viso tra le mani, affondando le sue dita tremanti sulle mie guance.
 
« Ho sbagliato, ma io ti ho sempre amato, anche in questo momento. Mi sono svegliata nel cuore della notte pensando a te. Non ce la facevo più a guardare la sua perfezione senza pensare a te. Ho provato ad amarlo, ma ogni tentativo è stato vano »
 
« Forse ti ritorno in mente perché tutte le promesse che gli stai facendo, meno di un anno fa le facevi a me. Con che coraggio ti presenti a casa mia? Ora? La mia vita non ruota più attorno a te. Mia dolce e cara Christine » mi liberò il viso dai suoi artigli velenosi, le sue speranze erano appena crollate assieme a una marea di castelli di sabbia che aveva costruito apposta per noi.
 
« Non pretendo il tuo perdono, non sarebbe giusto, però mi ero illusa che capissi le mie intenzioni »
 
« Magari credevi che ti accogliessi a braccia aperte, dicendoti “Brava Christine hai fatto benissimo a cancellare la nostra storia d’amore, è stato fantastico essere rinnegato dalla persona che amavo. Perché non mi ferisci di nuovo?” Avanti, cosa ti aspettavi da me? »
 
« Sono le quattro di notte, non è difficile intuire quello che desidero da te… » scoppiai in una risata nervosa, per chi mi aveva scambiato per un gigolò? Un uomo che accetta di fare l’amore con una donna solo per soddisfare i suoi bisogni?
 
« Sei patetica »
 
« E tu sei  ridicolo se pensi che quello che voglio da te sia solo sesso! » mi schiaffeggiò il viso  per poi alzarsi e spingermi contro la parete, mi stava iniettando tutto il suo veleno addosso.
 
« Allora spiegami chiaramente, per quale motivo sei venuta a cercarmi ? »
 
« SEI UN LURIDO BASTARDO, MA…ma ti amo. Ti basta come spiegazione o vuoi una dichiarazione? » tutto ciò che volevo realmente da lei era che mi lasciasse finalmente in pace, che non ritornasse in continuazione nei miei ricordi, che la finisse di torturarmi con i suoi occhi, non ne potevo più del suono della sua voce, dello sguardo implorante, della sua bocca rossa e i segni neri delle lacrime a sporcarle il viso.
 
Avrei voluto pulirla da tutto quel trucco, ma non sarebbe bastato per vedere la sua vera natura.

Note:
- Questo capitolo era dal punto di vista di Cam, mi sembrava giusto descrivere anche i suoi di sentimenti, perchè negli ultimi due capitoli invece, la voce narrante sarà Christine .
- Ringrazio tutti coloro che stanno leggendo e commentando questa storia, un grazie speciale a Selilaa per la sua costante pazienza nel seguirmi e sostenermi nonostante tutte le paranoie XD e ringrazio le ragazze del forum che leggono con tanta passione tutte le mie storie.

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Capitolo 3
*** -III- ***


-III-



Ci fu un attimo di silenzio, un attimo interminabile dove avrei tanto voluto ritornare indietro e non presentarmi mai più a casa sua, non dargli tutta quell’importanza, non permettere che il suo sorriso sornione mi facesse sentire ancora più piccola e umiliata di fronte a l’unica persona capace di leggermi dentro. Poi passò un altro minuto dove il mio sguardo cadde automaticamente a terra, non potevo più guardarlo senza provare un desiderio forte di sfiorarlo, abbracciarlo, percepire finalmente quel senso di completezza che mi era mancato per tanti mesi. Ma più attendevo un suo passo, una sua parola e più le mie speranze venivano accantonate in un angolo, facendo spazio ad un solo pensiero: volevo andarmene da lì. Mi sentivo in trappola, angosciata e turbata. Perché non sapevo più che fare, non sapevo se fosse giusto o no sposarmi, non comprendevo quel battito del cuore così accellerato, mentre la ragione andava a rimpiccolirsi sempre di più.

« Se proprio devi torturarmi, beh fallo, perché il silenzio non mi aiuta molto. Non mi fa né male e né bene…» le sue dita mi toccarono il viso, restando per qualche secondo immobili, poi iniziarono ad asciugarmi le lacrime e le gocce di sudore sulla fronte, quasi a volermi pulire dalla tristezza. Con l’altra mano circondò i miei fianchi per abbracciarmi. Non era solo il mio cuore a battere forte, ma anche il suo, potevo percepirlo attraverso i nostri vestiti umidi.

Il suono del suo cuore mi penetrò dentro al petto e non riuscivo a distinguere più il mio battito dal suo. Le dita che mi asciugarono le lacrime, si posarono nei miei capelli accarezzandomi il capo per farmi rilassare, era un movimento lento e dolce, mi guidò rapidamente verso di lui per permettere che anche il mio viso potesse affondare sul suo corpo.

Con le labbra sfiorai il suo collo, non aveva nessuno odore particolare, ma solo il suo sapore, il sapore di una pelle che conoscevo benissimo e che per lungo tempo mi era stata vicina, mi aveva protetta con la sua membrana per non lasciare che nessuno mi facesse del male.

Forse era stata tutta quella passione a bruciarci, tutto quell' amore ci aveva allontanati, ci aveva annullati. Ma quando quella stessa notte le sue labbra toccarono di nuovo le mie per baciarmi, assaporai tutto l’amore che voleva donarmi ed ero sicura di averlo ritrovato.

Avevo ritrovato i suoi abbracci, le carezze, la felicità che avevo perso, la gioia di vivere.

Se ne andò via tutta la tristezza, le lacrime, la nausea e l’emicrania e quando il giorno dopo mi risvegliai tra le sue braccia il sole era ritornato a splendere.

La perfezione non è un viso angelico o un sorriso bello e disarmante, la perfezione non la si può trovare nella stabilità economica né in quella sentimentale; la perfezione per me era lui, la persona che mi completava, che mi rendeva felice con un semplice bacio o che mi faceva letteralmente volare quando mi fissava confessandomi ti amo, con quegli occhi neri e profondi.

« Cosa stai contemplando piccola stella? »

« La bellezza del nostro amore. Non sai quanto ho sentito la tua mancanza, avrei preferito morire piuttosto che vivere una lunga vita senza di te, che sei la mia vita » mi diede un bacio sulla fronte e mi strinse più forte.

« Non pensiamoci più ok? Quello che è stato è passato, ora dobbiamo pensare al nostro futuro. » Stavo per rispondergli che niente mi avrebbe potuto separare da lui, quando la porta d’ingresso si spalancò creando un gran frastuono. Qualcuno aveva forzato la serratura per entrare.

Cam si alzò dal letto per andare a controllare, quei brevi minuti che restai sola la paura mi immobilizzò del tutto. Avevo una bruttissima sensazione e le lacrime stavano per tornare a trafiggermi.

« BRUTTO FALLITO, FAMMI PASSARE DEVO VEDERLA » la voce di Luis, il mio fidanzato, la persona che avrei dovuto sposare, tuonò per tutta la casa. Ero consapevole che il suo fisico mostruoso e muscoloso avrebbe fatto del male al mio amore.

« Questa è casa mia, prima di entrare dovresti bussare. Dove sono andate a finire le tue buone maniere? O forse sono tutta una farsa per nascondere il tuo lato spietato? Sai potrei denunciarti per questo, ma se te la svigni subito, lascerò stare l’inconveniente che hai creato violando la mia proprietà privata. »

« Violare? » Luis iniziò a ridere rumorosamente, perfino le sue risate mi davano la nausea « Potrei dire la stessa cosa su di te, visto e considerato che Christine è nel tuo letto. » una delle sedie del salone scivolò a terra e il rumore dei passi del mio fidanzato, mi raggiunsero fino alla camera da letto. Aveva ragione, mi trovavo lì e non avevo nessuna voglia di andarmene.

« Lo sapevo. Su avanti vestiti. Tra un ora c’è il servizio fotografico » come poteva pensare a uno stupido servizio fotografico, quando la sua ragazza l’aveva appena tradito? Era questo il bene che mi voleva? Come avevo potuto essere così idiota da fidanzarmi con un tipo che l’unica bellezza che possedeva era quella esteriore. Perché dentro era vuoto, vuota come mi sentivo io quando stavo accanto a lui.

« Io non mi sposo più con te » non provai un minimo di dispiacere nel pronunciare quelle parole.

« E invece ti sposerai con il sottoscritto. Devo per caso ricordarti del nostro accordo? Muoviti, non ho tempo da perdere in questo tugurio »

« Christine, di quale accordo sta parlando? » gli occhi tristi di Cam mi scrutavano dentro fino all’anima, alla ricerca di una risposta. Una risposta che non potevo dargli. Forse ero una vigliacca, ma non potevo permettere che la famiglia di Luis mandasse sull'astrico l’azienda della mia famiglia. Purtroppo avevo fatto davvero un accordo con Luis e non potevo sottrarmi.

« Niente che ti riguarda Cam. Ora devo andare… » Stavo perdendo l’amore della mia vita? Molto probabilmente sì. Cam perdonando i miei vecchi errori, mi aveva dato la miglior dimostrazione d’amore e io dopo solo tre ore lo stavo ferendo di nuovo. Stavo nuovamente cancellando il nostro amore, rinnegando i miei sentimenti.

Mentre gli passavo accanto per lasciare casa sua, sussurrai uno “Scusami” striminzito. Ero sicura che oltre ad abbandonare il mio amore, stavo consegnando anche il mio cuore nelle sue mani, con la speranza di poterlo rivedere, magari in un altro secolo, in una vita più fortunata di quella. In un esistenza dove la nostra storia non avesse ostacoli.

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Capitolo 4
*** Epilogo ***


NOTE: prima di postare l’ultimo capitolo, ci tenevo a ringraziare Sheridaan per avermi offerto ancora una volta il suo preziosissimo aiuto e   per aver letto e apprezzato questa storia.
Il racconto di Cam e Christine si conclude qui, chi lo sa magari un giorno mi ritroverò nuovamente a scrivere su di loro, è vero che questa storia è nata dal nulla e ha avuto la stessa durata di un lampo, però è anche vero che, sono molto legata a questi quattro capitoli e non mi dispiacerebbe ritornare a scrivere di un amore così struggente.
- La poesia finale è la stessa che ho citato nel primo capitolo con alcuni versetti. Si tratta di "Cet Amour" di
Jacques Prévert
.

Auguro a tutti una buona lettura...

 

-IV-

 
Era arrivato il gran giorno. Il giorno del mio matrimonio. Era da una vita che lo stavo sognando ; l’avevo immaginato esattamente così, come una favola: le rose bianche, il vestito da sposa, le damigelle d’onore, gli invitati, la cerimonia, il cielo caldo e luminoso. Era tutto incredibilmente perfetto, perfino il mio futuro marito era identico al principe azzurro dei sogni.
 
Avrei dovuto sentirmi fortunata e felice, ma non lo ero, più osservavo il mio riflesso allo specchio e più notavo l’assenza di un sorriso, l’assenza di occhi lucenti e carichi d’amore, non c’era niente di bello in ciò che vedevo.
 
Mia sorella mi sistemò i capelli formando una treccia lunghissima e splendente, unì le varie ciocche in un unico chignon lasciandomi le spalle nude e i capelli castani impreziositi da piccole perline.
 
« Sei bellissima Christine » diedi un ultima occhiata alla ragazza nello specchio. Era sul serio stupenda con quel vestito elegante e i capelli ordinati come una vera e propria principessa, eppure non mi piaceva l’immagine che vedevo. Era un immagine che non rispecchiava ciò che provavo.
 
« Grazie per l’aiuto » abbracciai mia sorella più forte che potevo, trattenendo a stento le lacrime. Come avrei voluto piangere, almeno per liberarmi in piccola parte della malinconia che nascondevo dentro per non far soffrire chi mi amava, ma la verità era che non potevo farcela a sopportare tutta quella finzione. Non ero nata per recitare e non ero nata per rinunciare all’amore.
 
Avevo desiderato per troppo tempo un amore vero e puro come quello mio e di Cam, non potevo rinunciare a quel sogno, non dovevo…
 
Mia sorella si staccò da me e uscì dalla stanza facendo entrare il mio papà. Com’era bello, non l’avevo mai visto vestito così elegante e per un breve momento le mie labbra sorrisero dimenticandosi di ciò che mi tormentava, ma quella gioia non era destinata a durare.
 
Appoggiai il mio braccio tremante sotto a quello di mio padre, davanti a noi c’era la damigella d’onore scelta da Luis.
 
Quando uscimmo dalla stanza un lungo tappetto rosso mi attendeva circondato da una serie di guardie.
 
« Stai bene  bambina mia? »
 
« Va tutto bene papà, è solo un po’ di agitazione. Passerà…passerà » il mio papà annuì e incominciammo a percorrere il lungo tappeto rosso che ci conduceva alla cappella dove avrei dovuto sposarmi. Ad ogni passo, percepivo le gambe sempre più tese, perfino loro si rifiutavano di muoversi.
 
Non appena varcai la soglia della chiesa, la marcia nuziale rimbombò per tutta la cappella e gli invitati si alzarono in segno di rispetto.
 
In fondo all’altare c’era la mia migliore amica che mi faceva da testimone, il parroco e Luis assieme al suo testimone.
 
Sembravano due statue greche vestite in giacca e cravatta. In quel momento odiai con tutta me stessa il suo sorriso patetico e maligno.
 
A malincuore arrivai a destinazione, mio padre mi consegnò al mio futuro marito e io per trattenere il senso di nausea cercai di guardarlo il meno possibile e pensare che mi aspettava una vita intera da condividere al suo fianco, non avrei mai potuta farcela. Soprattutto se ogni istante della mia esistenza mi ricordava lui, il mio Cam.
 
La cerimonia volò con non aspettata velocità e all’’improvviso il sacerdote terminò l’omelia e dopo qualche minuto di silenzio i testimoni e il mio fidanzato si alzarono, mi afferrò delicatamente per un braccio e mi ritrovai faccia a faccia con Luis e le promesse nuziali.
 
« Luis vuoi tu prendere la qui presente Christine come tua sposa nel Signore, promettendo di esserle fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarla e onorarla tutti i giorni della tua vita?» il corpo fu percosso da violente scosse di panico, e sentii ogni cellula del mio corpo tremare e rendermi ulteriormente vulnerabile. Gli occhi iniziarono ad annebbiarsi per le lacrime, mi sforzai con tutte le forze che avevo di non cedere al male interiore. Dovevo essere forte. Per me stessa, per Cam, per la mia famiglia…
 
« Sì lo voglio » fu la risposta sicura di Luis a farmi tornare alla realtà della cerimonia, non potevo più scappare purtroppo . Era tardi.
 
Il sacerdote si rivolse a me con un espressione preoccupata « Christine vuoi tu prendere il qui presente Luis come tuo sposo nel Signore, promettendo di essergli fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita?» Tutti i giorni della mia vita. Come potevo amare e onorare tutti i giorni della mia vita un uomo che detestavo, uno sconosciuto che mi stava rovinando l’esistenza. Come potevo mentire a tal punto davanti a Dio?
 
Improvvisamente percepii da lontano il rumore dei pneumatici che strisciavano contro l'asfalto ruvido. Sembrava una moto, anzi ero quasi certa che fosse la sua moto. Qualcosa mi diceva che lui non mi aveva abbandonato e che non l'avrebbe mai fatto. Mai.
 
Mi voltai verso l’entrata della chiesa, il mio Cam era seduto sulla moto ad aspettarmi. Tutto ciò che mi circondava: la malinconia, la finzione, le paure, il terrore di dover sposare un uomo avido e senza cuore, non avevano più importanza per me.
 
« Christine? » il sacerdote mi rivolse la domanda per la seconda volta e io sicura di ciò che stavo per fare senza tentennare ancora risposi secca « No, non lo voglio » .
 
Iniziai a correre per tutta la chiesa, come avevo fatto quella notte sotto il temporale . Non m’interessava di niente. Né di Luis e né dei suoi parenti.
 
Cam allungò le sue braccia verso di me per prendermi e non lasciarmi mai più andare. Mi strinse forte baciandomi con tutta la passione e la dolcezza che potessi mai desiderare.
 
Lo amavo, lo amavo con tutta me stessa. Era il mio passato, il mio presente e il mio futuro. Il protagonista dei miei sogni. Il degno finale della mia favola.
 
Questo amore
 
Così violento
 
Così fragile
 
Così tenero
 
Così disperato
 
Questo amore
 
Bello come il giorno
 
Cattivo come il tempo
 
Quando il tempo e cattivo
 
Questo amore così vero
 
Questo amore così bello
 
Così felice
 
Così gioioso
 
Così irrisorio
 
Tremante di paura come un bambino quando e buio
 
Così sicuro dì sé
 
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
 
Questo amore che faceva paura
 
Agli altri
 
E li faceva parlare e impallidire
 
Questo amore tenuto d'occhio
 
Perché noi lo tenevamo d'occhio
 
Braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
 
Perché noi l'abbiamo braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
 
Questo amore tutt'intero
 
Così vivo ancora
 
E baciato dal sole
 
E' il tuo amore
 
E' il mio amore
 
E' quel che e stato
 
Questa cosa sempre nuova
 
Che non e mai cambiata
 
Vera come una pianta
 
Tremante come un uccello
 
Calda viva come l'estate
 
Sia tu che io possiamo
 
Andare e tornare possiamo
 
Dimenticare
 
E poi riaddormentarci
 
Svegliarci soffrire invecchiare
 
Addormentarci ancora
 
Sognarci della morte
 
Ringiovanire
 
E svegli sorridere ridere Il nostro amore non si muove
 
Testardo come un mulo
 
Vivo come il desiderio
 
Crudele come la memoria
 
Stupido come i rimpianti
 
Tenero come il ricordo
 
Freddo come il marmo
 
Bello come il giorno
 
Fragile come un bambino
 
Ci guarda sorridendo
 
Ci parla senza dire
 
E io l'ascolto tremando
 
E grido
 
Grido per te
 
Grido per me
 
Ti supplico
 
Per te per me per tutti quelli che si amano
 
E che si sono amati
 
Oh sì gli grido
 
Per te per me per tutti gli altri
 
Che non conosco
 
Resta dove sei
 
Non andartene via
 
Resta dov'eri un tempo
 
Resta dove sei
 
Non muoverti
 
Non te ne andare
 
Noi che siamo amati noi t'abbiamo
 
Dimenticato
 
Tu non dimenticarci
 
Non avevamo che te sulla terra
 
Non lasciarci morire assiderati
 
Lontano sempre più lontano
 
Dove tu vuoi
 
Dacci un segno di vita
 
Più tardi, più tardi, di notte
 
Nella foresta del ricordo
 
Sorgi improvviso
 
Tendici la mano
 
Portaci in salvo.

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